• I I JK g\| r^m. MWL I E M^"^^ m\ J& IP^I NUMERO UNICO A CURA IVI I ^m^^ll ORGANO DEL CENTRO | rn^;^o'.'^:i^.^. DEL COLLETTIVO REDAZIONALE CENTRO - NOVEMBRE 1975 M\| |% ^ C ! T I M r i D r i C o n VC I LAJMTARI I ARBRESHVET ^ Organo del Centro Regionale per le Tradizioni Albanesi M Palemio - Piana degli Albanesi - C o r s o Umberto 1,122 - Tel. (091) 771490 in copertina: OSKAR KOKOSKA "AIUTATE I BAMBINI BASCHI" NOVEMBRE 1975 N U M E R O U N I C O IN A T T E S A DI REGISTRAZIONE sommario 2 3 4 5 6 7 8 Editoriale II collettivo - R e d a z i o n a l e Una scuola su misura R o s e t t a Riolo Cultura di Stato e oppressione linguistica G . Muscarello Convegno sulle minoranze etniche a Gressoney St. Jean Mozione S . D e m e t r i o - C o r o n e , 2 6 / 2 7 / 2 8 luglio 1975 Delegazione albanese a Piana Solidarietà con i popoli spagnoli in lotta contro il franchismo Cultura Direttore Giorgio Muscarello 9 10 11 13 14 15 Direttore-responsabile Giuseppe Schirò di Modica Redattori Manali Pietro - Cuccia Vito Emanuele - Giorgio Paladino A.M. Lide - Giuseppe Schirò di Maggio - Franco Borgia - Giuseppe Schirò di Modica - Rosetta Riolo - Giorgio Muscarello. UNA // mondo.albanese Njè pullaree sotme. e diéshme, e njéditèzne G. Scurò D i M a g g i o Vjershe tè Lue Gliqine Cario D o l c e Carlo Dolce Manali Pietro e C u c c i a Vito Emanuele Parole ed espressioni tipiche di Piana Francesco Borgia Le forzature esegetiche di Leonardo Sciascia nella "morte dell'inquisitore" G i u s e p p e Schifò D i M o d i c a C O P I A L . 500 L a collaborazione è gradita Retrospettiva Storica 18 Nota personale 20 / fasci dei lavoratori (2° pane) a Piana degli Albanesi Nicola Barbato Aldolfo Rossi Girotondo 25 L'uomo 26 28 Un leone un domatore Alcune considerazioni di ferro e tanti cagnolini da Zgjmi Glèmbi 1 editoriale Dairuìtima pubblicazione della nostra rivista ad oggi, si sono verificati alcuni fatti la cui valutazione si impone a chi, come noi, da diverso tempo si occupa degli annosi problemi del mondo arbresh. Iniziative pseudo-culturali, manifestazioni folkloristicorgastronomiche, timide avances da parte di forze nuove o quasi la cui collocazione all'interno degli schieramenti al momento non è molto chiara. Vediamo di esaminare più da vicino quanto si è accennato. La pubblicazione di un giornale formalmente nuovo presuppone che si abbia un discorso di fondo da portare avanti, nonché Vallargamento e la diffusione ad un più largo strato di persone I dei problemi che si vogliono dibattere. Ma, quando una tale iniziativa assume un carattere ! privatistico o addirittura personale per i panegirici , di famiglia, finisce che la già scarsa consistenza culturale unita ad una forte carica demagogica e reazionaria col tempo ha un effetto fatale nei riguardi delToggetto che si «voleva» salvaguardare. Crediamo di do vere dis.se nt ire ferma me n te anche con chi spera (non si sa fino a che punto in buona fede) di coinvolgere in un processo unitario le vane forze con metodi semplicistici ed oltreimodo superati, quali la solita conferenza di un j piccolo boss della locale università in cerca di spazio e di personale affermazione, conferenza seguita subito dopo dalla inevitabile costituzione di un comitato di agitazione, i cui bollori si spengono sistematicamente nel tradizionale rinfresco conclusivo. Salutiamo poi «con irrefrena- 2 bile gioia» la recenti dichiarazioni programmatiche di una grossa organizzazione di massa che, bontà sua, dopo trent'anni di gestione della cosa pubblica ha preso coscienza che esiste il problema della nostra comunità albanese in quanto tale. Non sappiamo in verità quale possa essere in futuro ratteggiamento o la posizione che tale organizzazione intende assumere nel colorito panorama degli schieramenti attuali. Ma si hanno fondati motivi per credere che interverranno col peso soffocante e asfissiante della loro forza nel tentativo di controllare e quindi gestire politicamente il movimento che si tende a creare. Orbene, noi crediamo che sia ora di dire basta agli sterili accordi di vertice, alle petizioni umilianti e controproducenti, alle ingenue o complici speranze di illuminale concessioni dall'alto. Crediamo invece, sia oppurtuno elaborare una .strategia alternativa che, partendo dalla base, coaguli tutte le forze realmente interessate ai problemi della nostra minoranza, e le raccolga attorno ad una piattaforma comune in modo da creare un forte movimento di massa che forte e cosciente del proprio ruolo e soprattutto dei problemi che sono sul tappeto riesca a realizzare un p<> ' più di quanto non sia slato fallo fino ad ora. Eiì è alFinlerno di queste linee programmatiche che nel prossimo futuro noi come giornale intendiamo muoverci: inviliamo pertanto lutti coloro che in esse si riconoscono a volere collaborare e a dare un contributo fallivo alla redazione del giornale. IL COLLETTIVO REDAZIONALE UNA SCUOLA SU MISURA Rosetta Riolo In una società v e r a m e n t e d e m o c r a tica il rapporto tra q u e s t a e la s c u o l a è biunivoco nel s e n s o c h e la prima sviluppa valori c h e informano l'indirizzo dell'altra- L a scuola, in quanto o r g a nismo di r i c e r c a , di dibattito e di confronto, a s u a volta elabora valori che influenzano la società tutta. N e l caso nostro, però, non è la s c u o l a che fa la società ma è la società c h e s i esprime attraverso le istituzioni s c o l a sticheConseguentemente la crisi della scuola è anche crisi della società. S e i vari ministri s u c c e d u t i s i nella direzione della pubblica istruzione non avessero e s p r e s s o , a t t r a v e r s o riforme e circolari, il più assoluto nullismo, la scuola italiana non s a r e b b e diventata un ente impiegatizio e meschino. E ancora, s e non f o s s e vero, c o m e d i c e Rousseau c h e «i popoli a lungo andare sono ciò che il g o v e r n o li f a essere», i decreti delegati non r a p p r e s e n t e r e b bero un altro passo v e r s o un vicolo cieco. S e si legge attentamente la bravissima p r e m e s s a delf'Emiho, le argomentazioni di R o u s s e a u rivelano una insospettata potenza. Egli fa c a p i re, sempre nella p r e m e s s a , c h e il s u o modo di ragionare è d e l tipo di implicazione logica: s e allora ... In q u e s t o caso certe critiche facili a R o u s s e a u vengono a c a d e r e . P o s s i a m o riesaminare e c o r r e g g e r e le p r e m e s s e d e l filosofo illuminista, ma le s u e c o n c l u sioni sono ineccepibili. In altre parole, possiamo criticare il modello p e d a g o gico che R o u s s e a u c i p r o p o n e (Emilio in c a m p a g n a , Emilio al di fuori della società, e c c . . ) ma non possiamo r i g g e t t a r e l'affermazione c h e fino a quando non si rispettano i dintti naturali degli alunni, ogni e d u c a z i o n e e sempre r e p r e s s i v a e c a u s a di disadattamento. O g g i si parla di «antipedagogia». «Antipedagogia» significa c h e i problemi tradizionali della p e d a g o g i a hanno un s e n s o solo s e rientrano in una c o n v e r g e n z a di r i c e r c h e s o c i o l o giche, psicologiche e di didattica s p e hmentale. Tanto per fare un e s e m p i o i problemi tipo «autorità e libertà», « d i - sciplina e n o n disciplina», hanno un s e n s o s e s i r i f e r i s c o n o al rapporto insegnante — un alunno, hanno un altro s e n s o s e si riferiscono al r a p porto insegnante - quaranta alunni; oppure, hanno un s e n s o d i v e r s o s e si r i f e r i s c o n o a d un'aula s p a z i o s a c o n a n n e s s o locale in c u i a n c o r a s e s i r i f e r i s c o n o a d un'aula dove, se si fa un c a l c o l o di c u b a t u r a , lo s p a z i o riservato ad ogni alunno c o r r i s p o n d e a quello di una bara. Orbene. pensiamo che i decreti d e legati siano in g r a d o di risolvere la penosa situazione della s c u o l a italian? S e un v e c c h i o tavolo, roso dai tarli, viene riverniciato a nuovo sembrerà tale a un o s s e r v a t o r e s u p e r f i c i a l e ma in realtà sarà s e m p r e un v e c c h i o t a v o lo. A nostro a v v i s o le riforme della scuola b o r g h e s e hanno lo s c o p o di formare il figlio dell'operaio e d e l contadino nella cultura b o r g h e s e , di integrarlo, di s c o n f i g g e r l o . Tuttavia noi non s u g g e r i a m o di b r u c i a r e i libbri in piazza c o m e è a c c a d u t o durante la rivoluzione culturale in C i n a p e r la diversità d e l l e s i t u a z i o n i t r a q u e l p a e s e e il nostro. V o g l i a m o soltanto mettere in g u a r d i a le m a s s e c o n t r o il p e r i c o l o della cultura b o r g h e s e v e r n i ciata di d e m o c r a z i a . L e riforme nella realtà sono fatte o e r tornare utili a chi le g e s t i s c e - M i o intento è affrontare il p r o b l e m a della s c u o l a primaria sull'ins e g n a m e n t o parallelo della lingua m a terna (nel nostro c a s o l'Albanese) a c canto a quella italiana nella p r o s p e t t i v a t r a c c i a t a d a i d e c r e t i delegati. L'impegno c o s t a n t e e unitario di g e n i tori e insegnanti, nell'ambito dei poteri decisionali d e l c o n s i g l i o di c i r c o l o a nostro a v v i s o p o t r e b b e riuscire ladd o v e il legislatore ha fallito. Intanto non c i s t a n c h e r e m o mai di ripetere c h e l'insegnamento parallelo della lingua materna nella scuole d e i comuni allofoni è di basilare importanza sotto il profilo p e d a g o g i c o e p s i c o l o g i c o . D a t e m p o illustri studiosi hanno parlato sulla questione ma il p r o b l e m a già v e c c h i o non c i s e m b r a risolto. E per- tanto rimane nuovo e d urgente. R e c e n t e m e n t e l'istituto di p s i c o l o g i a dell'università di P a l e r m o s i è o c c u pato delle difficoltà di natura linguistica nei s o g g e t t i bilingui con. particolare riferimento agli alunni della s c u o l a primaria. L'indagine condotta sui b a m bini di P i a n a degli A l b a n e s i mirava a v e r i f i c a r e s e il livello intellettuale d e i s o g g e t t i presi in e s a m e (test di perform a n c e di G i d e ) fosse più b a s s o r i s p e t t o quelli monolingue 1 risultati hanno d i m o s t r a t o c h e d a l punto di v i s t a linguistico i s o g g e t t i bilingui i n c o n t r a n o difficoltà nell'apprendimento della s e c o n d a lingua in confronto ai bambini c h e parlano una sola Imgua. La c o n c l u s i o n e cui è pervenuta l'equipe, d o p o una più a p p r o f o n d i t a analisi sulle r i c e r c h e fatte, è c h e l'inferiore rendimento c o n s e g u i t o dai s o g g e t t i bilingui sia d a attribuirsi in maniera particolare alle difficoltà di natura ling u i s t i c a incontrate d a i bambini, i quali a s c u o l a sono costretti a d e s p r i m e r s i in una lingua d i v e r s a da quella in cui si e s p r i m o n o fuori della s c u o l a . E' nostro v i v o d e s i d e r i o c h e l'Istituto di P s i c o l o g i a dell'Università di P a lermo continui le r i c e r c h e sui bambini di P i a n a c o n u n o studio sulle d i s l e s s i e nei s o g g e t t i bilingui. S t u d i di q u e s t o tipo s o n o già stati fatti a M i l a n o s u i bambini monolingui. Q u e s t e r i c e r c h e hanno lo s c o p o di bandire dalla s c u o l a italiana la dura e arbitraria s e l e z i o n e c h e vi si o p e r a ai danni d e i bambini c h e p r o v e n g o n o da ambienti culturali più poveri o di d i v e r s a c o n f o r m a z i o n e e provenienza. E' naturale c h e questi bambini, c o m e quelli di Piana, abbiano difficoltà di natura linguistica, s e b b e n e p e r motivi d i v e r s i ; ma q u e s t o non vuol dire c h e siano m e n o intelligen:i degli algri- Epperò l'intelligenza dei bambini si manifesterà solo s e l a s c e r e m o c h e essi si e s p r i m a n o c o n i mezzi che sono loro naturaliLa s c u o l a di B a r b t a n e è un e s e m p i o c o n c r e t o di c o m e d o v r e b b e e s s e r e una s c u o l a d o v e realmente si intende e d u c a r e ; «una s c u o l a s u misura». 3 Cultura di Stato e oppressione linguistica G. Muscarello C o n q u e s t o titolo R, B r o s i o nel n° 38 di A . (rivista anarchica) d e d i c a v a un notevole articolo al p r o b l e m a delle minoranze e t n i c h e c h e si t r o v a n o nel territorio dello stato Italiano. Q u e s t o a riprova c h e il p r o b l e m a delle minoranze g o d a oggi di un u n t e r e s s e più o meno- g e n e r a l i z z a t o d a parte d e i più disparati gruppi politici- V i è o g g i un risveglio a livello nazionale s u detti problemi, e, c o s a àncora più i m p o r t a n te, a d e s s o c o n t r i b u i s c o n o folti g r u p p i di italiani impegnati p e r lo più in o r g a n i z z a z i o n i p e r la d i f e s a d e i diritti civili, a n c h e se sarebbe indubbiamente d a preferire un risveglio autonomo e d autogestito d a parte delle minoranze s t e s s e . Così continua il B r o s i o nel s u o articolo: - E d è a n c h e v e r o c h e una p i c c o l a folla di linguisti e di etnologi p e r lo più i m p r o v v i s a t i s i è m e s s a all'opera c o n animo d a c o l l e z i o nisti imbalsamatori alla r i c e r c a di lessici antichi e tradizioni moribonde. Il che non ha nulla a c h e v e d e r e c o n il risveglirsi autonomo d i una etnia s t r a niata la quale a c q u i s t a c o n s a p e v o lezza di sé e lotta p e r il diritto alla diversità. - Q u e s t o è d u n q u e il punto, lottare p e r la nostra diversità. E p e r questa diversità c h e c i s i i m p o n e c o m e albanesi una c h i a r a p r e s a di c o s c i e n z a nei c o n f r o n t i di uno s t a t o a c c e n t r a t o r o e b o r g h e s e c h e tutto vuole s e n z a nulla c o n c e d e r e sull'altare del s a c r o ideale della patria (comune). N o n i n t e n d i a m o r i p r e n d e r e in q u e s t a s e d e posizioni già p r e c e d e n t e mente enunciate c h e r i g u a r d a n o il problema della s a l v e z z a dell'etnia nella s u a complessità, cioè s a l v e z z a della lingua n o n disgiunta dalla s a l v e z z a di una cultura a d e s s a i n d i s s o l u bilmente legata. Q u e s t o p e r c h é l'importanza della lingua, c o m e s t r u m e n t o per la riconquista della p r o p r i a identità etnica, n o n è d a sottovalutare. F a mosa è ormai l'affermazione s e c o n d o la quale una lingua non è soltanto un repertorio c o n v e n z i o n a l e di s e g n i , ma una v e r a e propria c o n c e z i o n e d e l mondoCioé l'espressione di un p r e c i s o rapporto c o n la realtà, frutto di una determinata situazione s o c i a l e e d e c o nomica e d e l c o m p l e s s o di mentalità, 4 a t t e g g i a m e n t i p s i c o l o g i c i , tradizione culturale di una etnia. E s s e r e costretti a d u s a r e una lingua d i v e r s a dalla propria s i g n i f i c a f o r z a r e d u n q u e il p r o p r i o c e r v e l l o a ragionare in m o d o che n o n gli è c o n g e n i a l e , p e r d e r e il r a p p o r t o abituale c o n le c o s e e s m a r rirsi nella r i c e r c a f a t i c o s a d e i confini di un nuovo rapporto, inizialmente s c o n o s c i u t o . P e r d e r e la propria identità e t n i c a s i g n i f i c a d u n q u e p e r d e r e a n c h e la p r o p r i a identità personale, il s e n s o di sé c o m e m e m b r o di una comunità e quindi c o m e individuo, d a l m o m e n t o c h e non s i può v i v e r e da soli. E c c o q u i n d i s v i l u p p a r s i la lotta contro le imposizioni linguistiche, tanto più forte e a s p r e quanto più il proc e s s o di straniamento a c u i le minoranze s o n o s o t t o p o s t e è contrastato da una radicata c o s c i e n z a della propria identità. M a per salvare una lingua non basta salvare una etnia, s e insieme ad e s s a non viene salvato a n c h e quel c o m p l e s s o di situazioni ambientati, q u e l rapporto c o n le c o s e che dell'etnia è la v e r a matrice. D i ciò la lingua è solo la testimonianza, l'es p r e s s i o n e c o m e si d i c e v a , non la c a u s a . Parallelamente, l'oppressione linguistica, l'imposizione di un idioma e s t r a n e o alle tradizioni dell'ethnos e il c o n s e g u e n t e straniamento non s o n o che il risultato di altre imposizoni più concrete, c h e vengono a modificare proprio quel rapporto, s t r a p p a n d o gli uomini al lororo a m b i e n t e naturale, a l t e r a n d o n e p r o f o n d a m e n t e gli e q u i libri tradizionali. S e non si r i e s c e a d i n c i d e r e in q u e s t a realtà ogni lotta c o n intendimenti e s c l u s i v a m e n t e linguistici 3 d e s t i n a t a al fallimento... (A) E g i u s t a m e n t e S e r g i o S a l v i nei s u o libro sulle «lingue tagliate» cosi si e s p r i m e : « D o p o venti anni di scuola italiana, d o p o venti anni di televisione italiana, la g e n t e ha in parte smarrito il lessico, cosi vasto e cosi vaneggiato una volta a sua disposizione. C o m i n c i a a r a s s e g n a r s i all'uso stentato di un italiano c o m p o s t o di cento parole. E lo s t e s s o S a l v i r i c o n o s c e che, a n c h e nei territori d o v e la tutela linguistica è e f f e t t i v a m e n t e e s e r c i t a t a (Tirolo meri- dionale, p e r esempio) la civiltà della c o c a cola, d e l campionato di calcio e di c a n z o n i s s i m a avanza a rullo c o m p r e s s o r e e distrugge ogni conato di indipendenza culturale. — S e n z a r i m u o v e r e radicalmente le cause, non si può risolvere il problema. C h i userà mai il l e s s i c o della tradizione per'indic a r e oggetti, c h e c o n la tradizione non hanno nulla a che v e d e r e ? E come può lo stato c h e e il principale r e s p o n s a bile di tutto CIÒ, rimuovere le cause di un simile decadimento?,., (A) Sta quindi a noi decidere s e iniziare una guerra già perduta in partenza. O p p u r e non iniziarla. S t a a noi nella misura in cui gli sforzi e l'impegno d i c i a s c u n o di noi sapranno fondersi in un'unico impegno collettivo c h e c i possa unire come nei momenti più eroici d e l nostro popolo. S i a m o giunti, sulla strada di un d e c a d i m e n t o c o n t i nuo, frutto di una s o p r a f f a z z i o n e d a parte delle forze che ci g o v e r n a n o , a d un limite, superato il quale n o n c i sarà d a t o ritornare indietro. E d è p e r questo c h e ogni iniziativa in q u e s t o senso v a aiutata e non b o i c o t t a t a . Il tempo d e i discorsi di" élite é finito, s e mai un discorso serio a q u e s t i livelli c'è mai stato. L e esperienze di m i r i a d i di altre minoranze sparse nel m o n d o c i sono di insegnamento e di monito. O c c o r r e organizzarsi, o r g a n i z z a r s i in un unico movimento di m a s s a c o sciente e politicizzato c h e s a p p i a lanciare e gestire una sfida d e m o c r a t i c a e di massa ad uno stato s u c c u b e di leggi f a s c i s t e coperte d a d e m a g o giche dichiarazioni p s e u d o d e m o c r a t i che. E d alle forze politiche c h e a n c o r a c i rappresentano diciamo; — S v e g l i a tevi dal torpore conformista in cui d a oltre un s e c o l o vi trovate ad o p e r a r e mettendo da parte blande p r o m e s s e che altro non s o n o c h e cinico disinteresse, f o r s e c o p e r t o da dichiarazioni mistificanti. Q u e s t e forze politiche che sono frutto della R e s i s t e n z a d e l popolo italiano c o n t r o il f a s c i s m o è o r a che s i i m p e g n i n o seriamente nel g a rantirci quei diritti democratici all'esis t e n z a e alla diversità per la quale gli albanesi d'Italia hanno versato il loro sangue. Convegno sulle minoranze etniclie a Gressoney St. Jean Nei gg. 6 e 7 settembre c.a. ha avuto luogo a Gressoney St. Jean, minoranza Walser in Valle d'Aosta, un convegno sulle minoranze etniche nell'unificazione europea. Sergio Salvi, autore de «Le nazioni proibite» e de «Le lingue, tagliate» è intervenuto con un discorso profondamente aspro nei confronti dei partiti politici e dei governi democratici postbellici i quali, secondo l'oratore, hanno relegato le minoranze a una condizione di colonia. Ai lavori era presente anche Tav Burat nella veste di segretario nazionale dell'AIDLCM. Egidio Guidobaldi, prof, all'università di Sassari, ha parlato su «I valori delle nazioni proibite in una circolazione culturale europea». Notevole è stata la partecipazione di rappresentanti dei gruppi minoritari sloveni, friulani e sardi. Ancora una volta sono mancati all'appuntamento gli italo-albanesi che sono ingiustamente considerati minoranze «deboli» in contrapposizione a quelle di contine che si definiscono «forti» per ragioni di coesione geografica. Oggi è proprio la geografia che ha minore rilevanza nei fatti sociali e culturali, pertanto noi siamo convinti che le soluzioni e le indicazioni alternative vanno cercate sul terreno politico senza girare intorno all'ostacolo. Dal Salvi ci attendiamo un coniributo più orientato politicamente convinto che nel «nostro» sistema non vi è posto per i particolarismo etnici e cioè per «le nazioni proibite». Piana dei G r e c i (Palenno) - Piazza Vittorio Emanuele II e C h i e s a d i S . M a r i a Odigitria 5 (S. Demetrio - Corone, 26-27-28 luglio 1975 MOZIONE Il comitato federale per la comunità etnico-linguistiche e per la C u l tura regionale in Italia (sezione per la Repubblica Italiana d e l l ' A I D L C M ) riunito per la sua XVI S e s s i o n e nel C o l l e g i o Italo-Albanese di S . D e m e trio C a r o n e / S h é n Mitri, constatato: — c h e le c o m u n i t à a l b a n e s i e greche della Calabria sono in situazioni estremamente precarie dal punto di vista economico in quanto, mancando fonti stabili di lavoro, c o strette all'esodo, subiscono un permanente processo di spopolamento e di discregazione sociale; — elle a quasi trent'anni dalla promulgazione della Costituzione repubblicana i prin-^ipi fondamentali del diritto affettivo all'eguaglianza e della tutela delle minoranze linguistiche c o n apposite norme, sanciti rispettivamente negli articoli 3 e 6 s o n o assurdamente disattesi e violati; — che la regione Calabria in attuazione del precetto costituzionale ed in relazione alla considerevole consistenza delle minoranze insediate nel suo territorio, ha previsto all'art. 56 del suo Statuto la « V a l o r i z z a zione del patrimonio storico, culturale ed artistico delle popolazioni di origine albanese e G r e c a , favorendone l'insegnamento delle lingue nei luoghi dove sono parlate» (impegno da estendersi alla comunità occitana d'origine valdese di Guardia Piemontese): così come gli statuti delle Regioni Molise e Basilicata prevedono la « t u t e l a del patrimonio linguistico delle popolazioni locali»; — che gli albanesi della Sicilia (Regione a Statuto speciale), Puglia, Campania e Abruzzi; ed i Greci di Puglia, sono persino privi di riconoscimento a livello statutario regionale; CHIEDE — che il Governo, it Parlamento e i consigli regionali provvedano ciascuno secondo la propria competenza ad attuare i precetti costituzionali per tutte le minoranze linguistiche comprese entro il territorio della Repubblica Italiana; in particolare per gli Albanesi di Calabria si chiede che il governo regionale voglia onorare il proprio statuto e provveda all'istituzione di un distretto scolastico italo-albanese; INVITA le amministrazioni comunali a promuovere un bilinguismo di base utilizzando la lingua locale nei pubblici avvisi, negli atti della pubblica amministrazione, nelle insegne e nella topomastica. ì Delegazione albanese a Piana N e i giorni 11-12-13 d e l m e s e di s e t t e m b r e una d e l e g a z i o n e di studiosi della R e p u b b l i c a P o p o l a r e d'Albania si I è intrattenuta a P i a n a degli A l b a n e s i l p e r ricerche sul folklore locale e prinI cipalmente alla r i c e r c a d e l v e c c h i o folklore musicale ormai quasi del tutto s c o m p a r s o a livello popolare, c h e è i n v e c e rimasto patrimonio di pochi gelosi specialisti, i quali ne fanno u s o per le loro (poche!) frequenti tournèur all'estero. gnere t e c n i c o d e l suono, A . V a r f i poeta c o n t e m p o r a n e o a l b a n e s e e d a M e h d i B a i a . A P i a n a degli A l b a n e s i s o n o stati c o a d i u v a t i d a i c o m p a g n i Muscarello e Manali, da Papas Sofron P r e n c i oltre c h e d a l rettore d e l c o n vento di S t . S a l v a t o r e p a d r e G a b r i e l e c h e ha m e s s o a d i s p o s i z i o n e p e r la necessitéf di lavoro i locali della S k i l i z za. Il p r o f e s s o r e K r u t a ha e s e g u i t o una s e r i e di registrazioni d a l c o r o d e l l ' E N A L diretto dal c h i a r i s s i m o prof. L a delegazione e r a c o m p o s t a d a i N i k C a r n e s i e dalla corale di S t . professori Benjamin K r u t a — e t n o m u - D e m e t r i o peraltro non al c o m p l e t o . sicologo m e m b r o d e l l ' a c c a d e m i a delle E n t r a m b i i cori hanno c a n t a t o c a n s c e n z e , M e h m e t Schkèmbi — inge- zoni d e l folklore locale e delle c o l o n i e albanesi di Calabria. A prescindere dalle c o n s i d e r a z i o n i di o r d i n e s c i e n t i fico sul viaggio dei compatrioti albanesi, è importante a nostro a v v i s o c h e finalmente contatti duraturi e proficui siano stabiliti fra la m a d r e - p a t r i a e le colonie a l b a n e s i s p a r s e nel territorio italiano. E ciò a n c h e in c o n s i d e r a z i o n e d e i notevoli contributi di qualsiasi c d i n e e g r a d o c h e dall'Albania p o s s o n o giung e r c i , in un m o m e n t o in cui il p r o c e s s o di d e c a d i m e n t o della nostra etnia ha raggiunto e sta s u p e r a n d o il livello di guardia. LA REDAZIONE Solidarietà con i popoli Spagnoli in lotta contro il franchismo A l l ' a l b a di S a b a t o 4 O t t o b r e , 1 d u e militanti baschi O t a e g u i e P a r a d e s M a n o t , d e t t o T x i k i , e i tre rivoluzionari d e l F R A P , S a n c h e z B r a v o , G a r c i a S a n z , A l o n s o F a e n a , s o n o stati c r u d e l m e n t e a s s a s s i n a t i mediante fucilazione, s e g u e n d o quella s t r a d a c h e tanti, troppi, p r i m a di loro h a n n o p e r c o r s o , d a i primi morti della g u e r r a a n t i f a s c i s t a d e l 3 6 - 3 9 ai più recenti trucidati, a S a b a t o , a G r a n a d o s , a D e l g a d o , a P u i g A n t i c h , nella lotta intransigente al fascismo. I rabbiosi colpi di c o d a di un r e g i m e o r m a i in a g o n i a lasciano, purtroppo, i s e g n i sul c o r p o martoriato d e l proletariato s p a g n o l o . O g g i il proletariato internazionale a g g i u n g e c i n q u e nomi nella lunga lista d e i suoi caduti. N o n s a r a n n o p u r t r o p p o gli ultimi, m a p e r ogni c o m p a g n o c a d u t o s i r a f f o r z a la n o s t r a volontà di a n d a r e avanti, c o n s a p e v o l i di lottare p e r un g r a n d e e g i u s t o o b i e t t i v o : la fine di ogni sistema c l a s s i s t a , di ogni s f r u t t a m e n t o dell'uomo. L o s a p p i a m o i p a d r o n i , tutti i padroni e i loro g o v e r n i . A c h i , dal n o s t r o p a e s e , in un m o m e n t o c o s i buio e tetro nella storia d e l popolo s p a g n o l o , è a n d a t o a r e n d e r e o m a g g i o al m a s s i m o r a p p r e s e n t a n t e d e l f a s c i s m o a l b a n e s e in esilio dorato, ivi rifugiato e protetto dal boia F r a n c o và tutta la pietà di q u e s t a r e d a z i o n e e di tutti i s u o i sostenitori. Insensibili alle p r o t e s t e c h e in q u e s t e ultime s e t t i m a n e hanno s c o s s o il mondo, c o s t o r o hanno a f f i a n c a t o il regime f r a n c h i s t a e d il B o i a F r a n c o , nella s f i d a a tutta la c l a s s e l a v o r a t r i c e internazionale. M a d a l t r o n d e , non s o n o stati i menestrelli s e m p r e p r e p o s t i a c a n t a r e le lodi dei signori? IL C O L L E T T I V O 8 REDAZIONALE cultura Il mondo Albanese // «Mondo Albanese» è il titolo di una nuova nvista diffusa a Piana degli "Albanesi nel mesi di agosto. E' scritta interamente in albanese ed è firmata, con pseudonimo, da Dimitri Stipata nella veste di direttore, redattore, ecc.- Evidente ci sembra la parodia nei confronti della omonima rivista dalla testata in lingua albanese. A parte tutto, riconosciamo all'autore il merito di avere detto, in cfìiave umoristica, importanti verità. L'albanese linguisticamente è un fatto vivo e lo dimostra la pregevole traduzione della Batracomiomactiia pubblicata dallo Sctìirò, mentre ner altri è un mezzo di propaganda finalizzato a scopi personali. Se ne parla freddamente nei circoli culturali e sui giornali ma in pratica si resta quiescenti di fronte alla invadenza della italofonia. Lo Scfìirò nei due casi ha dimostrato c h e la lingua albanese offre, per la sua ricchezza lessicale, la possibilità di esprimere creativamente tutti i concetti possibili senza nulla togliere ai testi originali. Il Lajmtari è pertanto onorato di affidargli la cura della pagina in lingua albanese. La Redazione. Piana degli A l b a n e s i - Ponte sul Tozia 9 Nje pullare e sotme, e dieshme, e njeditèzne G. Scurò Dì Maggio M e o Tunt ( B a r t o l o m e o Tunt) k u r hyri k è m m è ish njè kopii si gjith tjerèt, me trut te v e n d i ; .njè kopii vje'mè t h é n è n gé z e j fili e mendoj t è vuj s i p r njé familje e tijaK è s h t ù mori e hyri k è m b è te njè kopile, g'ish edhé ajo m e trut te v e n d i , José trut i k i s h brènda krejt si t è gjithè kréshterèt. E v j e h è r r a ish njè g r u a me trut njè thrime me te ana s e te ku i kanè njerèzit e prandaj dej se i d h è n d è r r i n q è kit kit kish m e m u n d è s i n (la possibilità) t é dilj nga ajò s h p i . K u r njé d o s a m o s ndahet m e nje kopil n g a nje kopile, k a ja bunj. M e o Tunt n p é dej, v è r t e t i s h t , te ndahej nga musja, por e v j e h è r r a d e j v u j duart p è r p a r a , si thuhet, e dej t j a por tè d h è n d è r r i t s a k y mos lèj t è b i j é n : Jan d i s a m é n y r e (vjershe) s a nié grua t è p è r g a t i t è n j lèngeje e tè n g r è n è disa « p l u h u r é » e disa « p i k a » mag|ike, gè japjèn tuqi ndjenjavet (sintimantevet) e gi lidhjén njerium g'i ha kopiles. e gilla, si buri e si n g é s b u r i , d h a pjesèn me e rèndésishme (importanti) a t y r e « p l u h u r v e » e atyre « pikeve»T e k e diellja pas gè M e o Tunti hyri k e m b é , e viehèrra e grishi (invitarti) s a té haj tek ajò. I d h è n d è r r i i vateS i te me te mirat gojdhéna (tradizione) e H o r e s t e n e , jo mè si mani, d h è n d è r r i rrij d y a tre metre llargu nuses, mos i fyej (offindirj) délirèsin (la p u r e z z a ) , E vjehèrra, k u r M e o Tunt arruri, i mbloi n j è g i k è r r e kafeu ge kish pérzier me « p l u h u r e » e me « p i k a » magjike, mè s h u m s e s a i d u h e s h e n , e M e o Tunti padijtur m o s g j e , solili g r i k e n e vej tue^mgjepsur d a l ' e dale lèngun k a f e u . P o s a ish njé kopil i msuar mire, k u r ngjepsi k a f e u m n g è tha nje fjale, ndosé aj lènk i d u k e j njè thrime i hidhèt (amaru) e me nje shijim (gust) g'i glisj mè s h u m lungut tè qiqravet, P r a n kopili fshijti buzèt e zuri te vrej, si' thot gojèdhèna, ndèrsa e v j e h è r r a vej te kugina, g ' ish atjé p è r p a r a , té porgatitj tè ngrènit. T e k a j ò dite kish hajèn " p e r p e t e " , pèrse pèpetet mènd p è r d o r e n m è mir s e tjerèt lloje mishi, posa n j è m è n d i gjeshènj m e u d h o s i n , me b u k è + i oTmaturè. m e v e n e shkalisur, e kté herè, me « p l u h u r e » e me « p i k a » magiiKe gè gruaja kish ngrèjtur per ktè ndodhje (occasioni) Ndèrsa rrijt'unjur p r p a r a m u s e s j l a r g u d y m e t r e , M e o Tunti ndiej se brènda gjakut i zmolej njè degulisje dashurije, aqè s e syt i bèheshen t é k u q e t è plot déshirimi. pikérisht (sopratutu) k u r vrej nusen fitu. E v j e h è r r a , gè njihi disa mènyre tè vrejturi ish e kénaqurè pèrse kafeu zéj fili e bèj rriedhjen (l'efetu) e d è s h i r u a r è — M e o Tunt kisk slum i njomur e n^jndèn g'i nguqej te maia (te punta) ndèrsa 10 faqet i z h i e s h i n me vapèn, N u s j a rrij s i njé « n t a m » , atjé pèrpara d h è n d è r r i t , e ndo heré, kur shihj s e ay e vrej me mé vullnet, bej njé gaz i mbrazet tue dèftuar gjith rreshtèn (fila) dhèmj^esh njera te dhemballa e « m e n s » . M e o Tunt ndiej s u v a l e . P o r mbi njè thrime, gè ndiejti t è s p r a s m e n , e v j e h è r r a thriti d h è n d è r r i n e n u s e s s e ish hera t è hajèn. H è n g r è n brumit me lènk, e d h è kj m e n d o shjim pluhuri magjik; e pran jerdhi hera e p e r p e t e v e t . M e o Tunt, navria, i héngri qati t è gjith ay. P r a n e v j e h è r r a shkoi c a a r r a e c a mendulla, è m è vonè pin té gjith k a f e u m , g'ish i mir vég ay té d h è n d è r r i t gè k i s h ndo c i m p pluhuri magijik. S i sosèn te hajèn. d h è n d è r r i t i ngisj t é vej te shpia e t i j „ si thot gojèdhèna. P o r M e o Tunti, g e nani ndiej gjakrat tè zgjuar e brinjét te lodhura me frymet déshirimi, ngè i vij t è tundej e dej rrij niè t h r i m e mè s h u m ; p o r q o j e d h e n a e bashk e vjehèrra i thanè s e ish hera t è dilj. N d è r s a gè Tundej t é nisej, M e o Tunt shtij s i m p a m j e (occhiata) thè d h e z u r a muses, aqè tè d h e z u r a s e v e t è m atò m è n d te ziejen njè kuth me ndo kil brum p è r b r é n d a . S i ju fai. M e o Tunt dridhej; pran kur dolli po prirej p r a p a t é vrej t e dritoria, nusen, gè i qishj me njè gas d h è m b è s h , gè m è d shuaj gjith gèzimet e njèi burri, por d h è n d è r r i , me trut t è zèna, pérqasi (paragonari) atè g a s njèj lévisje trundafilje, K u r vate te shpia e tij, M e o Tunti ngè kisk m è vent e ngé nxirrj nga trut f y t y r è n e nuses. S i m b r e m a u-zdrip n y a mali e qéroi u bé si njé linjé hiri. M e o [unti dolli k a s h p i a e me v r a p (dhi kursa) .rrodhi nèn dritorès. G j è d h e n a ngè i jipj thelimè tè hij brènda, pèrse te moti i s h k u a r d h é n d é r r a t e nuset kit shiheshèn nje heré te java. M e o Tunti, p é r k u n d r a z i , ngè ja bei mè e dej shihj njize njize nusen, sa t é shuaj t è r b i m e t e z è m é r è gè ngè e lején né p a g e . S i hjri nata, M e o Tunt ish perheré (sempri) nèn dritorès 8 r è k o j dishirimet, posa ndiej njèj zjarr i lik brènda r r è m b a v e t ( v i n è v e t ) e posa nani pèrpetet i t è r b o h e s h è n te b a r k u , t u e u j o s u r m e gjith l è n d è n e t y r e te gjaku I tij. Te dritorja, m è vonè (all'urtimu), del'e dalé u dèftua f y t y r a e vajzès, m e até g a s dhèmbèsh i thenè. P r a p a n u s e s , p a e par, rrij e v j e h è r r a tè vrej rrjedhjen gè kishén b é r e p è r p e t e t me k a f e u m . S i nata u b è thellè. M e o Tunt ish e jipj sakatè me dishirimin e dej hypej te nusja i pèrgjegjej s e n g é m è n d , s e ngè ish njé v e p r e , s e kèshtù s e ktjè; ndèrsa e v j e h è r r a p r a p a asaj i pèshpérij fjaièt gè kish théshj. V a t e sosi s e M e o Tunti, me sit si v e kuku e m e gjakun gè prirj vale, ish dilj i léne e zéj fili t è jipj n u m e r e . P r a n u sbill d e r a e te njé ment, tue vrejtur ktej e atej, e voren brènda. Vjershe te Lue Gliqine Carlo Dolce Gru e burro kimni besè l'ju rrèfienjè njè shèrhesè ju rrèfienjè u mavria me shkoi le trinièria. Se njè dite nè tèjera rrija ujur u le dera. muar e shkoi njè kopile fé" shkèlqej si trundafile. AJÒ u nisè tue kènduar vate te shpia gjith e gèzuar me kopilen u u ndajta e u nisa e njze vajta. Ngè lash tè shkoj njè kuart sbilta derèn e u ngjipa lari ajò njize qè mepa mua gjith zèmbra jù tèrbua Ngè mè vej mua per gjum Se ish e bukurzè shum ajò gè mè theshj - ha e dhrosisu pran u i thash-qavarrisuajò mè tha-gè è ki shèrbesè nè ai ti vafshe u vdes me pèlqen se je kopil rri ca herè e mos dil Isti e bukurè, Uambarisme bukr veshur e stolisme, e me hèllonèn me kurorè, me unazèzèn nè dorè, ish e kuqezè si gjak me vanter mefhiturakè tue jeeurè m w qasè e mè tha se kat'flas gè do kish te duart lèshoi u pataksi e mè pèrgoi mè iha-gè jerdhe e mè gjete? <;è gzimè e barxilete. mori shtralin satè e shtraj e me pethka gè mè gèzoi bukur vjersh fé" ajò pati sa tè ngu/eshèm te shtrati mè pèlqen se je i miri dua tè nbanj ca herè te gjiri nè ti vafshe mua mè sos gjith zèmèrèn mè jos, mè tha- sonte kèshtù ka tè dihem se me tij ngè di kur shihem-. thash-ngè e harronj u ktè derè muarmè hengrèhè njetrè herè U me gjith se isha djal thash, kat'gjegjemèkètèfjaìè tue jecur ashtù si shkoi, mè mori dorèn e me shtrèngoi, e mè tha: - U tè pash mbi njè veni zèmbra /ime sè kish beni e mè vijè sa tè vdisja ishèn gjinde sè mende tèfhsja V e lash tè bè gè dej pse ish njè bujureshè kish te vesht njè pente pìndaje e gjith zèheshim me aje kish te qafa niè kurgetè e kur hèngrèm tham me shèndetè edhé gjith u gèzova po ka gjegjij pra gè shkova Mos helmonesh, ashtù mè ruash se na shihemi kur tè duash Gjith natèn rrijta bashk sbilla derèn e rrijta bashk I malkuami isht i hollè, si A dhami hèngri molle u si djal ngè pata flemm, vajl'e hèngra ktèpemè Bukur veni ^è na gjelèm tha: - u te shpiajam vetèm e me vjershin qè kish pra mè tha: - Soni e do vish? Kur tè mbUinj gjitonia sbèllin derèn e hin le shpia. I thash: - Tata mèjep shkupinj pra i thash - sonte do vinj putha faqe, hundè e buzè si kur se hèngra fumuzèu gè dhunesha si gjel njize bura njè kangjel pran shtura njè shèrtim sa tè i lipja thelimè se mè ka ènda tè dilja se mè pèlqeu shum kopilja E per mua gjith ktà gèzime mua mè sosèn me rèkime. Gjith ktò modhulla, gjith ktà gezime mua mè sosèn me durime. E per mua kle lodhur zjarri se kisha vatur te varri LI gè kèrseja si Ijepur mbi ca dit veja shklepur 11 e dhunonesha tè dilja ashtù vajata te kopilja. A jò mè bè di sa llojé pra me piejti e mè tha-gè ké?-gè do kem u o copa dos gè mè klé ki math kopos? ti fatzezè mè shklepove te kopijt mè dunove-. A jò mè vrej ti e mè qeshi. sat ' mè shihjè mè gjeshi. Tha-Tij gjaku t'u shkatarrua me t'tjera e jo me muaDeja tè shtihesha te dejti kur mè gjeshi e mè vrejti Tnash- gè e duaje tè mè gjishje ti e di gè shèrbes kishe E mètha- Tè di ka tè mbesonemi pèrse na ka tè trashgjonemi. Sa shèrbise gè mè dèmbroi, sbillin gjirin e me dèftoi, mè dèftoi gè kisk brènda: kish di mollèza tè argjènta pran mè tha-Ngè dua tè klash eja ktù se ke tè hash-. Te ku gjegja u ktò fjalè gjith gjaku mèprori vale Pas gè kishèm shkuar kaq ishèm zen e burèm paq pra u vajata te jatroi e jatrizèn mua mèftoi Sa shèrbise mè rrèfiejti e si jerdhi mua mè piejti gè do tè kishe ti e di s'kam klèn me mos njerìAjò tha - U ngè iftes jec 17 japshè kuides-. Ajòvet mè dèrgoi sa tè mè shihjè jatroi te ku gjegia u jatrua mjize Iota mè shpètua. U i mjeri shèndetèn i rrèfiejta tè vèrtetèn i thash-zot u tè parkales sa tè mèjapsh kuides-. Ai mè tha: -mos kish dré se tè jatronj' me gjith llojé-. Me njè zèmbèr e that si guri gjegjèni jatrìn gè mè buri: Ajò kur pa se u klaja mè tha na dej haja Thash-gè u hèngèrshe vetèjèn ti mè nxore mua shèndénmua lem nè ktà kopose se shèndetèzèn mè soseAjò mè tha-mos helmonesh te ktò shèrbise ti ka tè gèzonesh. Mori e dogji njè capè hekur, e tek'ajò herè u pash vdekur ai mèjipjè zjarr te misht e u gè thrisja zotin Krisht! Kto shèrbise u durava kini gjegjur u gè shkova Kur klé se u martova grat tè huaja i barrava 12 Ki shèrbes kish tè mè vij kini gjegjur ju kopij. Pèrse u s'mènde harronj, Ju e kèjtonj tè mos sivasij' te grat tè huaja mos qasif se atò duken se na gèzojèn e Jan glèmba gè na helmojèn Gjith grat jan gorromima Kur Sansuni mir rrij' gruaja i nxorifuqin t'tij Salumyni si kan thènè po pè gruan dolli i lène, shkonen helme per njè grua Pepi i drejt mir u rua edhé davidi mir rroi pran gruan mèkatroi. Kan klèn shum tè tjerè gè sosèn gjllèn njè herè. Vilan mjeshtr e bujurì kan klèn nè ktò hajdì. Do tè gjgjèni tè vèrtèn gruaja klé gè gajti jetèn pè me tè malkuamin ajò foli kur ish te perivoli. grat Jan gjith ca haljasisa qellèjèn shirtra shu te Pisa Kini besè ju gjith sa sa jini ktè gè ju thot Lue Gliqini Kaha veni e kaha vini me grat tè huaja tè mos rrini se (e se tè ashtù mua mè sosi lik ka grat tè h uaja kat ' jik) njè dit mè jerdhi mail bèja tèdekurin gjall. Carlo Dolce N e l l ' a p p e n d i c e al «Saggio di G r a m matologia c o m p a r a l a sulla lingua A l banese» di Demetrio C a m a r d a , pubblicato a P r a t o nel 1866, a pg. 192 e ss troviamo per la prima volta notizia di questa c o m p o s i z i o n e . Il C a m a r d a ci presenta il p e z z o integrale premettendovi una breve presentazione, in cui rileva che l'importanza dell'opera è soprattutto linguistica in quanto testimonianza viva della parlala di P i a n a , Evitava però di tradurla così motivandola: « N o n vi aggiungerò peraltro la traduzione, attesa la qualità del s o g getto che è una a v v e n t u r a non molto edificante di quel d a b b e n u o m o a c c a dutagli in gioventù e c h e egli racconta a salutare ammonimento dei giovani». A n c h e il Petrotta e lo S c h i r ò se ne o c c u p a r o n o ma di sfuggita lodando genericamente l'autore, non c u r a n d o s i di tradurla ne di farne un'analisi approfondita. Ciò è quanto ci proponiamo di fare in q u e s t a s e d e non trascurando di curarne a n c h e la traslitterazione dai caratteri g r e c i . L'opera consta di 196 versi distribuiti in ottonari rimati a due a due. L'autore, C a d o D o l c e , è uno degli ultimi r a p p r e sentanti dei cosi detti poeti contadini che un tempo d o v e v a n o fiorire in gran numero nelle comunità rurali c h i u s e c o m e appunto il nostro p a e s e , « P e r ò - c o m e d i c e il C a m a r d a era un uomo affatto popolare ed illetterato» c h e rivela nella c o m p o s i z i o n e una c e r t a c o n o s c e n z a e una certa abilità tecnico-compositiva, «Certamente, continua il C a m a r d a , in un simile genere di poesia difficilmente si può trovare la esatta regolarità della forma e del metro»; regolarità, a g g i u n g i a m o noi che, in una c o m p o s i z i o n e di natura popolare agli occhi attenti di uno stu- Manali Pietro e Cuccia Vito Emanuele dioso apparirebbe cosa perlomeno a s s a i s o s p e t t a , E il D o l c e , in q u e s t o s e n s o non fa e c c e z i o n e . P e r e s e m p i o , s p e s s o la rima z o p p i c a , a p p a r e sforzata e stenta a ritrovare il ritmo music a l e di tutta la c o m p o s i z i o n e . S i c u r a mente il v a l o r e d e l l ' o p e r a sta altrove, v e d i a m o di s c o p r i r l o e s a m i n a n d o n e b r e v e m e n t e la struttura. « G r a e burra K i m n i besè» (uomini e d o n n e c r e d e t e mi), una simile a p e r t u r a è molto c o mune nella poesia p o p o l a r e , ne s o n o testimoni a n c o r a o r a , i s e m p r e più rari cantastorie c h e in q u e s t o m o d o s o n o soliti d a r e inizio alle loro narrazioni. A q u e s t o punto si s n o d a il v e r o e p r o p r i o r a c c o n t o imbrigliato in una fitta rete di dialoghi: l'approccio, la relazione, la d i s a v v e n t u r a del g i o v a n e e d infine la chiusa finale c o n riferimenti alla tradiz i o n e biblica ( D a v i d e e S a l o m o n e ) è p e r m e a t a d a una sottile a n c h e se c h i a r a i n v e t t i v a c o n t r o le d o n n e . A n c h e qui si rivela il retaggio di una l u n g a t r a d i z i o n e culturale c h e pot r e m m o fare risalire, s e v o g l i a m o , fino ai lìrici g r e c i , c o m p r e s o il fatto c h e è p r e s e n t e nell'opera il nome dell'autore quasi c o m e un marchio. D u e s o n o gli aspetti più rilevanti d e l l ' o p e r a : primo — l'intendimento d i d a s c a l i c o c h e è Quello più c h i a r o e d e l i b e r a t a m e n t e dichiarato. S e c o n d o - la f r e s c a v e n a umoristica c h e p e r m e a tutta la c o m p o sizione, quanto al primo a s p e t t o , e s s o è p i e n a m e n t e realizzato è p r e s e n t e s p e c i a l m e n t e nella parte finale. M a si s c o p r e subito la non b e n f e r m a v o l o n tà dell'autore in quanto r i e s c e m e g l i o e si realizza di più q u a n d o si tratta di d e s c r i v e r e le situazioni c o n d a n n a b i l i che non nell'esortare i giovani a non rade. P r i m a si è a c c e n n a t o ad una p r e s u n t a o a p p a r e n t e misoginia del poeta, ma basti p e n s a r e solo alla des c r i z i o n e c h e fa della donna nella parte iniziale per tare c a d e r e ogni s o s p e t t o al riguardo. R e s t a in ultimo da fare q u a l c h e c o n s i d e r a z i o n e sulla lingua. B i s o g n a t e n e r e p r e s e n t e c h e il D o l c i c o m p o n e nella p r o m a metà del s e c o l o s c o r s o e ciò p o t r e b b e fare p e n s a r e a d uno stato di c o n s e r v a z i o n e della lingua a n c o r a intatto. P u r t r o p p o fin d a allora e r a n o presenti i v o c a b o l i presi di f o r z a dal dialetto siciliano e d inserite nel c o n t e s t o linguistico a l b a n e s e , es. barzilete. kuart, v a n t e r e e c c . quindi già il p r o c e s s o di inquinamento era già p r e s e n t e e d o p e r a n t e : vuoi per r e n d e r e determinati concetti o c o s e c o n termini nuovi, i cui c o r r i s p e t tivi di lingua a l b a n e s e o non e s i s t e v a n o o e r a n o andati perduti; vuoi per una p u r a non c o n o s c e n z a del termine esatto. P i a n a , nel c o n t e s t o delle colonie a l b a n e s i di S i c i l i a , e r a e d è c o n s i d e r a t a quella c h e nel c o r s o dei s e c o l i ha s a p u t o m a n t e n e r e il proprio patrim o n i o culturale e linguistico p r e s soché in atto; tutto q u e s t o g r a z i e allo stato di isolamento q u a s i totale in cui v i s s e fino a un s e c o l o fà e d alle strutture sociali e d e c o n o m i c h e c h e si s e p p e dare. Q u i n d i l'inserimento di nuove parole perlopiù siciliane può far p e n s a r e alla p e n e t r a z i o n e o per lo meno a d una p r e s s i o n e dei g r u p p i sociali c i r c u m v i c i n i . Q u e s t a p r e s s i o n e si t r a d u c e v a di fatto nello imbastardimento della lingua e nella a s s u n z i o n e di nuovi modi di v i v e r e e di p e n s a r e , mutuati p e r ò dal proprio c a r a t t e r e culturale e patrimoniale. A v v e n i v a ins o m m a quanto l'Ascoli a v e v a c a n o n i z zato nella ormai c e l e b r e «teoria delle r e a z i o n e e t n i c h e » . O r a q u e s t o proc e s s o si è v i e p p i ù a c c e n t u a t o fino ai nostri tempi c o n la complicità dei m a s s - m e d i a c h e c o n t r i b u i s c o n o in m a niera fatale allo s m a r r i m e n t o della lingua e delle tradizioni. Q u e s t o dis c o r s o , sia ben chiaro non vuole signif i c a r e un netto rifiuto del p r o g r e s s o o un n o s t a l g i c o ritorno al p a s s a t o e ai t e m p i perduti, ma soprattutto un atto di a c c u s a rivolto a chi o per c o m p e t e n z a istituzionale o p e r proprio personale interesse d o v r e b b e r e c e p i r e le istanze di un patrimonio culturale c h e c h i e d e soltanto di e s s e r e c o n s e r v a t o c o m e testimonianza v i v e n t e della civiltà c h e ci ha g e n e r a t o . 13 Parole ed espressioni tipiche di Piana Francesco Borgia D a un p o ' di tempo, il p r o b l e m a tivo c h e d o v r e b b e richiedere un lasso della c o n s e r v a z i o n e della lingua, nelle di t e m p o non trascurabile. C o m e inicomunità albanesi d'Italia, s e m b r a e s - ziativa d a adottare al presente, persersi n p r e s e n t a t o in tutta la s u a g r a v i - tanto, riteniamo c h e una notevole imtà, e d a ogni parte si a s s i s t e a d un portanza p o t r e b b e rivestire il c o n f e r v o r e di iniziative v a n e (riviste, o p u - durre delle r i c e r c h e , s u l l e - e s p r e s s i o n i scoli-, c o n v e g n i ) , c h e d o v r e b b e r o tipiche, sulle parole c h e t e n d o n o a a v e r e lo s c o p o di rinvigorire le nostre s c o m p a r i r e , sui p r o v e r b i , c o m e m e z z o istituzioni. M a attestata l'urgente n e - per p r e p a r a r e il terreno a d un'opicessità di fare q u a l c h e c o s a in d i f e s a nione p u b b l i c a che sta n a s c e n d o . del patrimonio linguistico, forse al p r e A dire il v e r o il termine (ricerca) non sente non si fa nulla o quasi nulla di e s p r i m e e s a t t a m e n t e il lavoro c h e ci c o n c r e t o in tal s e n s o , in quanto tali s a r e b b e d a fare, p e r c h é d a l'idea di iniziative non r i e s c o n o a c o i n v o l g e r e d o v e r r i s p o l v e r a r e d e i monumenti linuno strato a b b a s t a n z a p r o f o n d o della guistici c h e non r i s p o n d o n o più alle popolazione e, a dispetto di e s s e , la e s i g e n z e odierne. lingua continua a d e t e r i o r a r s i . O g g i un L a realtà di c u i ci v o g l i a m o o c c u fatto nuovo s e m b r a s u s c i t a r e fondate pare e^ i n v e c e , ben v i v a ben viva e s p e r a n z e p e r una s e n s i b i l i z z a z i o n e c o n t r i b u i s c e a f o r m a r e il b a g a g l i o di alla base sull'importanza d e l manteni- tradizioni delle generazioni a n z i a n e e mento della lingua e di tutte quante di m e z z o , e c h e solo in parte è stato delle tradizioni, e cioè l'insegnamento erereditato dai giovani. D i a m o inizio, dell'albanese nella s c u o l a d'obbligo. appunto, alla p r e s e n t e rubrica c o n lo U n a c o n q u i s t a tanto a u s p i c a t a , ri- s o c o p o di a r r e c a r e un contributo pers c h i e r e b b e di rimanere stenle s e d o - ché la continuità delle tradizioni orale v e s s e m a n c a r e una d e c i s i o n e d'in- non v e n g a meno, naturalmente intencontro f r a i vari paesi interessati, p e r d i a m o limitare il nostro lavoro all'aml'elaborazione di un p r o g r a m m a unico biente di Piana, e non p e r mire c a m p a d'insegnamento. E' q u e s t o un'obbiet- nilistiche, ma p e r c i r c o s c r i v e r e un 14 c a n i p o d'indagine, e per s p e r a r e c h e l'iniziativa non si risolva in qualche cosa di puramente accademico, vista la refrattarietà d e i più a fare proprio quello c h e non si c o m p r e n d e - a fondo o c h e non fa parte della propria tradizione. Il materiale d a noi raccolto avrà un'impostazione s c h e m a t i c a e sarà a c c o m p a g n a t o d a qualche breve chiarimento. M e n t r e una preziosa collaborazione potrà e s s e r e offerta dai lettori s p e c i a l m e n t e i più giovani, i quali nel c h i e d e r e lumi direttamente ai familiari e c o n o s c e n t i più anziani su quello c h e via via a n d i a m o proponendo, potranno c o n s t a t a r e di p e r s o n a la validità. E nello s t e s s o t e m p o non si mancherà di stimolare il ricordo e la tras m i s s i o n e di altre parole, (per un less i c o più ricco), detti comuni, filastrocche, e c c . . E d è questo, in fondo, quello c h e più interessa, non tanto fare opera filolog i c a , d a parte nostra. A quanti inoltre vorranno e s t e n d e r e la loro collaborazione, inviando alla redazione della rivista l'eventuale materiale di cui potranno d i s p o r r e , v a d a n o i nostri ringraziamenti. r Le forzature esegetiche di Leonardo Sciascia nella "morte dall'inquisitore""' Giuseppe SO.rirò Di Modica F r a D i e g o L a M a t i n a è la più coriac e a figura uscita dalla penna di I. S c i a c i a : il temerario dalla «indomabile volontà» c h e si leva contro le p r e v a r i cazioni d e l potere f e u d o - c l e r i c a l e e muore sul rogo da solitario all'età di 36 anni. A ventotto è murato in p e r p e t u o nel c a r c e r e dello nativa R a c a l m u t o lo e v o c a n o c o m e l'uomo della « g r o t t a » che h a un conto d a regolare c o n la giustizia e d è c o n t e s o c o n t e m p o r a neamente d a b e n t r e corti (laicale, vicariale e d e c c l e s i a s t i c a ) c o n pari legittimità giurisdizionale. Il S ' a n t U f f i zio ha però, sulle altre, diritto di p r e l a zione e s s e n d o il reo un s e c o l a r e . S c i a s c i a ne sublima il s a c r i f i c i o m a fallisce nel tentativo di farne un tribuno del popolo. D e l resto il L a M a tina non è andato oltre la ribellione personale dettata d a istintiva insofferenza alia sopraffazione e non è stato c a p a c e di ordinare dottrinariamente I le proprie idee tanto c h e il tribunale dell'Inquisizione lo affida più volte alla giustizia ordinaria in d e r o g a al s o p r a citato diritto. L o si a c c u s a di tutto e d i niente. Altra tempra quella d e l D ' A l e s i ! (2) N e l manoscritto le autorità inquisitoriali gli fanno c a r i c o di un reato antipico, di quelli cioè non contemplati dalla casistica d e l c o d i c e proprio p e r la sua e s s e n z a sociale. Il ritrovamento del «libro scritto di sua mano c o n molti spropositi ereticali ma s e n z a d i s c o r s o e pieno di mille ignoranze», a d a r credito alle v o c i di parte, non c i rivelerà niente di nuovo se non il d o c u m e n t o storico in sé s e m p r e c h e n o n s i a apocrifo. Fra D i e g o , s e la nostra interpretazione non s i allontana d a l v e r o , è un sedizioso c o n t e n d e n z e a n o r c o s o c i a l i , un ateo, un e m p i o , un g r a s s a t o r e , un s o v v e r t i t o r e delle istituzioni di c l a s s e . Il S a n t ' U f f i z i o n e avrà intuito la c a r i c a d i r o m p e n t e e si è g u a r d a t o b e n e d a l d e f i n i r i a formalmente. M e g l i o farlo morire d a e m p i o e non d a s o v v e r s i v o affinché, s c r e d i t a t o , il s u o e s e m p i o non s i a imitato d a i paria p e r i quali muore e c h e nella c i r c o s t a n z a lo irridono. S c i a s c i a h a riprodotto m a g i stralmente questa ignobile pagina della SOria dominata dallo s p e t t r o c o r pulento del S a n t ' U f f i z i o . C i hanno i m p r e s s i o n a t o p e r ò le f o r z a t u r e e s e g e tiche praticate nella citazione delle fonti e d a b b i a m o fatto uno s t u d i o p e r c o m p r e n d e r n e la ragione. S o n o e v i denti, n e l s a g g i o in q u e s t i o n e , le d i scriminanti di r a z z a . E n o n è p e r a m o r e di parte c h e torniamo sulla «relazione d e l p a d r e G i r o l a m o M a t r a n g a , teatino, c o n s u l t o r e e q u a l i f i c a tore del S a n t ' U f f i z i o » . (3) L a relazione del M a t r a n g a è quella m a g g i o r m e n t e c i t a t a nella « M o r t e dell inquisigore» dal s a g g i s t a r a c a l m u tese c h e vi s c a r i c a s o p r a tutto il d i s p r e z z o di c u i è c a p a c e . Così l'avv e r s i o n e al s i s t e m a si c o n v e r t e in o d i o passionale c o n t r o un s o l o i n d i v i d u o c h e s t o r i c a m e n t e n e è l'espressione. D a troppi s e g n i si nota una p r o p e n sione alla b e n e v o l e n z a p e r gli A u r i a , i B e r t i n o e i F r a n c h i n a i c u i giudizi su fra D i e g o non s o n o dissimibli d a quelli del M a t r a n g a . D o n G i r o l a m o , u o m o di s c i e n z a e di p r o f o n d a cultura, s i sottrae in buona misura all'influsso negativo del t e m p o e d è il s o l o a sottolineare c o n e s p r e s sioni incisive le qualità di f r a D i e g o . «La lettura d e l d e s t i n o degli uomini nelle stelle, — o s s e r v a S c i a s c i a — e r a l'idea fissa di q u e s t o s a d i c o d o n Ferrante» la c u i o r o s c o p i a s i rivela fallac e . D'altra parte egli n o n p u ò fare a -^3 m e n o d i citarlo p e r la p o n d e r a t e z z a d e l l e a f f e r m a z i o n i le quali h a n n o s e m p r e un precìso r i s c o n t r o tanto col diario d e l l ' A u r i a (*) quanto c o n il rapporto p o s t u m o d e l F r a n c h i n a . {^) Il t o n o possibilistico e p e r m i s s i v o d i S c i a s c i a nei confronti del M a t r a n g a c i lascia p e r p l e s s i p e r la s u a continua contradditorietà. V a l g a come esempio il p a s s o : «Alla luce d i q u e s t a ipotesi (che c i o è f r a D i e g o s i s i a s c h i e r a t o c o n t r o il potere costituito a c a u s a della p r e s s i o n e f i s c a l e e s e r c i t a t a c o n p a r t i c o l a r e f e r o c i a s u l popolo siciliano) si p u ò a n c h e f a r c r e d i t o al M a t r a n g a dì una c e r t a b u o n a f e d e : nella cui mente e nella cui c o n c e z i o n e della società la d i f f e r e n z a tra il ladro di p a s s o e l'uomo c h e l e v a protesta c o n t r o la p r o p r i e t à f e u d a l e o c o n t r o le d e c i m e d o v e v a e s s e r e invisibile. « O pinione discutibile ma s i a m o lontani dal tentare una requisitoria in d i f e s a del teatino bollato ormai dalla storia e dal t e m p o . E d e c c o un altro p a s s o non m e n o c o n t r a d d i t o r i o : » Q u a s i s i è portati a c r e d e r e al M a t r a n g a c h e f r a D i e g o f o s s e cioè un l a d r o e n o n un u o m o di idee. M a in effetti — p r o s e gue il s a g g i s t a - l'indulgenza deli'lnquisizione dà c o n f e r m a alla nostra ipotesi: c h e l'eresia di f r a D i e g o f o s s e piò s o c i a l e c h e t e o l o g i c a , f o n d a t a s u p r o p o s i z i o n i e v a n g e l i c h e la c u i e s e g e s i d o v e v a allora a p p a r i r e p e r i c o l o s a e s o v v e r t i t r i c e m a difficilmente c o n trovertibile, difficilmente c o n d a n n a b i le». S u q u e s t o s i a m o p e n a m e n t e d'ac1] L. Sciascia — Morte dell'inquisitore — Ed. Laterza, Bari 1971 2) I. La Lumia - G . d'Alessi e la rivoluzione di Palermo del 1647 Palermo 1863 3) P.D.G. Matranga - Relazione AHo Pubblico di Fede, Palermo 1870 5) A . Franchina - Diari della città di Palermo - Palermo 1870 15 / / catene, sufficienti ad ammollire il ferro, non poterono di questo ribaldo l'animo piegare alquanto, e che non una sola volta tentò di dar morte a se stesso, poco curante dell'eterno suplicio, con l'astinenza dal cibo in più giorni ma si trovò modo di ridurlo a mangiare». A l t r a i n c o e r e n z a ! E non c i si d i c a c h e gli albanesi siano inferiori ai s i c i liani p e r a p a t i a religiosa o p e r indifferenza ai problemi dello spirito. E' s o l o nell'interesse della comunità e non p e r s e r v i l i s m o c h e il M a t r a n g a , c o m e tanti altri, d e d i c a la relazione dell'atto di f e d e a l p r i n c i p e s p a g n o l o P r o s p e r o Filippo e a don Luigi A l f o n s o d e L o s C a m e r o s , a r c i v e s c o v o di M o n reale c h i a m a t o dall'inquisitore g e n e rale a s u c c e d e r e al presule u c c i s o . R e a l i s t i c a m e n t e , ai t e m p i , e r a il solo m o d o c o m e ottenere certe munificenze dalla liberalità dei principi L a p e n a d e l rogo c|li è inflitta p e r a n c h e s e l'espediente a p p a r e r i p r o v e parricidio ma il frate è a n c h e , in s e n s o v o l e ai noi dei X X s e c o l o . lato, eretico e dogmatista G i u d i z i o d a N e l l a s e g u e n t e s e q u e n z a il M a c o m p e t e n t e quello d e l M a t r a n g a c h e t r a n g a ritrae c o n a m m i r a z i o n e la f i ostenta nel s u o scritto un intenzionale g u r a d e l confratello c o n d a n n a t o al a m b i v a l e n z a di valutazioni. U n a forma rogo. F r a D i e g o , sfigurato e d a b b r u t boomeranghiana di mettere in e v i tito nel c o r p o a c a u s a di tante s e v i z i e , d e n z a i pregi dell'inquisito. Q u a n d o c o n s e r v a p e r ò la dignità dell'uomo e v a d e dallo S t e r i , nel 1656, a d u e anni difficile d a p i e g a r e c o n le lusinghe e le dalla morte, il diarista dirà di lui: « A p r ì intimidazioni. E d e c c o l o p e r c o r r e r e c o n meraviglia di chi v i d e il l o c o , e d il i m p a v i d o la v i a c r u c i s del s u o destino fatto udi, delle s e g r e t e c a r c e r i fortisda derelitto p e r quanto sia a c c o m p a simo m u r o » . Così ne f a notare la gnato d a altri 31 inquisiti di c u i otto p r e s t a n z a f i s i c a e l'ardire c h e , p e r il d o n n e , alla fine, tutti assolti p r e v i a popolo siciliano d a s e c o l i sfruttato, abiura e atto d i f e d e . P e r vie t r a v e r s e s o n o le s o l e risorse di a p p e l l o n e l il c r o n i s t a c i ha fatto c o n o s c e r e , m e bisogno. glio di Luigi Natoli, r o m a n z i e r e c o n p s e u d o n i m o , la f o r z a morale e ideale Il c a n o n i c o S . D i P i e t r o (*) non e s i t a a definire « m o s t r o » l'uccisore di d o n di q u e s t o g r a n d e figlio della S i c i l i a altrimenti o c c u l t a t o dalla l e g g e n d a . L o p e z d e C i s n e r o s e il r e s p o n s a b i l e del mancato o m o c i d i o di mons. C o t t o « A d o r e 3 di notte, c o n f o r m e s i ner, s e c o n d o una illazione d e l l ' A u r i a . s u o l e , d o n G i o v a n n i D e R e t a n l'ultima s e n t e n z a c i notificò, e c o m e c h e in Un'altra non p e r e g r i n a r i p r o v a delle b r e v e s a r e b b e p e r e s s e r e al b r a c c i o d e f o r m a z i o n i s c i a s c i a n e si r i c a v a dalle s e c o l a r e rilasciato. G l i s i a s s e g n a r o n o seguenti p a r o l e : « D e l r e s t o lo s t e s s o M a t r a n g a , p u r a f f e r m a n d o c h e f r a a c c i o c h é gli a s s i s t e s s e r o , d a M o n s . A r c i v e s c o v o Inquisitore, il dottor don D i e g o u c c i s e l'Inquisitore in mentre F. V e t r a n o p a r r o c o d i S . N i c o l ò la che a suo beneficio era visitato, c i K a l s a C o n s u l t o r e ; il P . F . A n g e l o d a lasciava i n t r a v v e d e r e d a quali s o f f e Polizzi Zoccolante Consultore, e Q u a renze scattò il g e s t o o m i c i d a q u a n d o lificatore; il P. M e l c h i o r e B a l d u c c i d i c e c h e le molestie del remo, i lunghi della C o m p a g n i a di G e s ù , C o n s u l t o r e , digiuni, le perìitenze salutari, le doloe Q u a l i f i c a t o r e ed io altresì fui con rose torture, i ceppi, le manette, le c o r d o e c i d i s p i a c e c h e il nostro interlocutore non a b b i a a v u t o il c o r a g gio di e s p r i m e r e a più chiare lettere la sua opinione sul M a t r a n g a . «...nel tribunale d e l S a n t ' U f f i z i o c ' e r a n o d e qualificatori e dei consultori, p e r dottrina c a p a c i di valutare c o n e s a t t e z z a l ' o r t o d o s s i a o l'errore; e q u a l c u n o (forse allude i n c o n s c i a m e n t e al M a tranga?) d i loro d o v e v a pur c r e d e r e in D i o , d o v e v a pur a v e r e un s e n t i m e n t o del m e s s a g g i o evangelico». Più avanti si parla d e i p r e c e d e n t i penali d e l l ' e n e r g u m e n o a r r e s t a t o p e r la t e r z a volta nel 1646 e c o n d a n n a t o a 5 anni d i d e t e n z i o n e per punirne «l'ostinazione s e n o n l'eresia». G e n i a l e q u e s t a intuizione di S c i a s c i a il quale a n c o r a una volta g i u d i c a « p i ù a c c o r t o , più c o e r e n t e , il M a t r a n g a » c h e n o n arna gli s p r o p o s i t i a d i f f e r e n z a d i altri abituati a riferire il sentito. 16 loro: i quali altre volte nel p r o g r e s s o di s u a c a u s a , gran p e z z a indarno s e c o contrastato più tosto c h e disputato a v e v a m o : richiamati a tentar di nuovo, all'estremo di s u a vita, la d a tutti d i s p e r a t a conversione». C i s o n o proprio tutti nel c o n c l a v e santo. M a ormai la sorte di fra D i e g o è d e c i s a e tutta la nobiltà si mobilita c o n gran c a g n a r a per a s s i s t e r e alla d i s s a c r a z i o n e dell'empio c h e . alla fine, sarà bruciato a S a n t ' E r a s m o , nella periferia di P a l e r m o . Il m a r c h e s e di C e r a c i e il principe di T r a b i a , c o n aria di sufficienza d a prassi mafiosa, si fanno avanti convinti di indurlo a r e c e d e r e "dai propositi ma ormai quella del L a M a t i n a è una linea, un p r i n c i p i o , u n a fede incrollabile. « C h e non g l d i s s e r o ? C h e non promisero?» F r a D i e g o è irremovibile tanto c h e i d u e gli a v r e b b e r o volentieri s t r a p p a t o la «sacrilega lingua» per la umiliazione subita c o n la fallimentare m i s s i o n e . . . T a l e la s t u p i d i t à d e i potenti! L a « t r a g i c a buffonata» v o l g e al termine. L'Inquisizione s i lava le mani alla maniera di Pilato e c o n s e g n a il c o n dannato alla giustizia ordinaria p e r la e s e c u z i o n e della pena. U n a v e r a festa per tutti. L a r a p p r e s e n t a z i o n e richiede una c o r e o g r a f i a d e g n a d e l p e r s o n a g gio e mons. L o s C a m e r o s la allestisce c o n i m p a r e g g i a b i l e perizia. D u r a n t e la f a r s a d e l p r o c e s s o f r a D i e g o ascolta imperterrito e d ha nel volto una e s p r e s s i o n e di s d e g n o per i suoi brutali c a r n e f i c i di c u i non r e s p i n g e più i c a p i d ' a c c u s a . N a t u r a l mente la e l e n c a z i o n e delle c o l p e è solo g e n e r i c a perché i fedeli hanno l'orecchio t r o p p o delicato p e r sentire le proposizioni b l a s f e m e dell'indemoniato. N o n altrettanto si può dire dell'occhio, infatti nessuno s i tira indietro al momento della d i s s a c r a z i o n e di fronte al m i s e r a n d o spettacolo di un uomo c h e incatenato «sopra sedia di legno ben forte, fabricata a posta, c o n catene e le qambe di ferro» e con il boccaglio v i e n e spogliato, vestito d e i 6) S. Di Pietro - - Inquisizione e Sant'Uffizio - Palermo 1911 ga, s a r e m o lieti di contribuirvi m a c i resterà il d u b b i o d i n o n a v e r letto bene nel c u o r e d i chi lo ha i p e r c r i t i c a mente a p o s t r o f a t o tanto p i ù s e n e c o n o s c e v a le origini. In tale ipotesi, c i d i s p i a c e dirlo, il s u o a t t e g g i a m e n t o è dettato d a sentimenti x e n o f o b i e n o n gli è v e n u t o in mente, c o m e non gli è venuto in mente in o c c a s i o n e d i u n r e c e n t e c o n v e g n o sui f a s c i siciliani, c h e gli italo-albanesi s i r i c o n o s c o n o p r e c i p u a m e n t e nei B a r b a t o , nei martiri li Domenicano G . M . B e r t i n o , (J) nella di P o r t e l l a della G i n e s t r a e nei D a sua R o s a Virginea, c o n f e r m a in pieno miano L o G r e c o . M a f o r s e egli n o n quanto il teatino di P i a n a degli A l b a s a p e v a c h e proprio N i c o l a B a r b a t o c i nesi (allora d e i G r e c i ) d i c e sui reati ha lasciato un d o c u m e n t o f i l o s o f i c o d i del L a M a t i n a : « F u egli b e s t e m m i a g r a n d e v a l o r e s u l p o t e r e inibitore tore ereticale, ingiurioso, d i s p r e g g i a delle religioni. (•) tore delle S a g r e Immagini, e d e i S a In merito l a s c i a m o la parola al L a cramenti. F u s u p e r s t i z i o s o , malefico, temerario, empio, s a c r i l e g o , e di n o n briola (^): «In c e n t o c i n q u a n t a d u e c o l legi s o n o state p r e s e n t a t e c a n d i d a t u r e udite malvagità, c h e p e r m o d e s t i a si socialiste... cioè quelle d e i principali tacciono, bruttato. Fu E r e t i c o non solo c o n d a n n a t i dai tribunali militari d i S i c i e D o m m a t i s t a , ma di s f a c c i a t i s s i m e lia nel 1894. C o s i il n o m e di B a r b a t o innumerabili e r e s i e s v e r g o g n a t o e a p p a r e 2 2 volte e quello d i D e F e l i c a perfido difensore». 11 volte. P a r t i c o l a r m e n t e in U m b r i a (10 collegi), tutti gli elementi dichiarati D a notare il termine d i f e n s o r e p e r d e l l ' o p p o s i z i o n e di e s t r e m a hanno cui « L e dispute coi primi T e o l o g i della città, li raggionamenti di religiosi non p r e s e n t a t o c o m e c a n d i d a t o soltanto meno pii, c h e f a c o n d i , e dotti; le B a r b a t o » . S u p e r f l u o ogni c o m m e n t o . ammonizioni dei superiori, i d i s c o r s i , e E, p e r rimanere in t e m a , ricordiamo a le persuasioni dei Ministri del S . U fatti S c i a s c i a c h e il « c e r v e l l o » al q u a l e s i predicatori, c ' a v r e b b o n o c o n v i n t a la v i e t a v a di f u n z i o n a r e in tempi a noi temerità m e d e s i m a e qualsivoglia r u vicini a v e v a , a p a r t e tutto, in c o m u n e v i d o intelletto c o n loro dottrine s c h e g c o n B a r b a t o affinità d i s a n g u e s e la giato, non bastarono di q u e s t o uomo nostra m e m o r i a non è tanto labile! veramente di s a s s o a m u o v e r e il t e nace c o n c e t t o » . D a notare a n c o r a iJ t e n a c e c o n c e t t o . S c i a s c i a insoddisfatto c o m m e n t a : a « q u e s t o p a d r e M a t r a n g a c h e s c r i v e d a c a n e , la penna gli si fà p r e c i s a e d e f f i c a c e , a p p e n a t o c c a della f o r z a e r e s i s t e n z a di f r a D i e g o » . Il t e n a c e c o n c e t t o e l'indomabile volontà di f r a D i e g o s o n o predicati venuti fuori dalla penna d e l M a t r a n g a il quale, non e s s e n d o nato con una v o c a z i o n e rivoluzionaria, non poteva ragionevolmente dire di più per la vittima m a s e n e fà timido partigiano. paramenti s a c r i d e i s u o ordine e a n cora denudato prima di e s s e r e a r s o vivo. L'Auria, c h e non è un s a d i c o , v e d e « u n gran stuolo di c o r v i » c h e noncuranti di p e r d e r e le penne a c o n tatto c o n il f u o c o si fanno a d d o s s o al malcapitato per c o n d u r l o «alle p e r p e tue pene dell'inferno». A S c i a s c i a , forse, s a r e b b e piaciuto c h e la parte del paranoico l'avesse recitata il M a tranga ma le c o s e non stanno c o s i : I due aggettivi rispettivamente riferiti alla volontà e al c o n c e t t o s o n o quelli d a scolpire sul monumento c h e Racalmuto erigerà al suo illustre figlio. N o i , tardi concittadini di don M a t r a n - 7) G.M. Bertino — Sacratissimae inquisitionis Rosa Virginea - Palermo 1660 8] N. Barbato - Scienza e fede - New York 1909 9) A . Labriola - Scritti politici - Ed. Laterza - Bari 1970 retrospettiva storica NOTA PERSONALE (2° parte) E n r i c o F e r r i , prima di a c c o r g e r s i che per potere conservare per q u a l c h e altro a n n o la s u p r e m a z i a politica nel partito e r a n e c e s s a r i o ricorrere a d un g i o c o a n a l o g o a quello c h e lo a v e v a condotto alla vittoria contro il s o c i a l i s m o s e n z a aggettivi, c i o è adattarsi a d un altro v o c a b o l o c h e f a c e s s e d i m e n t i c a r e il contenuto u m a n o delle plebi e d un g r u p p o d'indisciplinati si o s t i n a v a n o a dare alla s u a rivoluzione astronomica, tentò di addomesticare i più indocili d e l g r u p p o rivoluzionario p e r m e t t e n d o loro c h e s p a d r o n e g g i a s s e r o per m e z z o d e l l ' A v a n t i ! F u in quel p e r i o d o c h e ai p o v e r i iloti impnotizzat-i dal f a n t a s m a r e s u s c i t a t o dalla parola ferriana e aspettanti il miracolo c o m e da un m o s t r u o s o talismano, s i gettarono in p a s t o a brandelli alcuni uomini per d a r p r o v a c h e i rivoluzionari n o n s c h e r z a n o . U n o dei malcapitati fui io. A New York in volontario esilio Q u a n d o arrivato a N e w Y o r k mi s i f e c e l e g g e r e lo s c h i z z o diffamatorio, pensai c h e Ferri e gli altri redattori f o s s e r o dei distratti e c h e , fatto il tiro dal b o z z e t t i s t a essi non a v e s s e r o protestato p e r d e b o l e z z a . E c o n q u e s t a c o n v i n z i o n e s c r i s s i la mia rettifica. Però i fatti mi d i e d e r o torto: a r n e s i d a s a c r e s t i a e d a q u e s t u r a quella volta erano stati un p o tutti e non solo il s i g n o r e , c h e in s e g u i t o per altri fatti f u indicato c o m e tale d a alcuni d e i suoi antichi a s s o c i a t i . N a p o l e o n e C o l a j a n n i , armato di giornali propri e di u s c i e r i , m a n d a v a una rettifica molto meno urgente della mia p e r il m e d a g l i o n e non c a l u n n i o s o c h e l'Avanti a v e v a fatto; di lui alla s t e s s a e p o c a e d e r a pubblicato i m m e d i a t a m e n t e c o m e il d o v e r e di giornalista i m p o n e v a . L a rettifica d e l calunniato e dell'esule, s p e d i t a r a c c o m a n d a t a al s i g n o r Ferri fu tenuta c i r c a t r e m e s i dentro i c a s setti e q u a n d o si d e g n a r o n o di pubblicarla c a m b i a r o n o arbitrariamente il mio s i g n o r tale c o l voi, a s s u m e n d o n e c o n quella m o d i f i c a z i o n e la r e s p o n s a bilità collettiva della calunnia. N o n per 18 nulla SI e r a n o proclamati forti d a s e s t e s s i ! N o n è e r o i c o il c o r a g g i o della d i f f a m a z i o n e c o n t r o i caduti nella b r e c c i a c o n u n a b a n d i e r a in mano? C h e c ' e n t r a v a d u n q u e la rettifica? Il vile e d ignorante a s c e t a , c h e e r a s c a p pato in A m e r i c a per e v i t a r e le fatiche e d i pericoli della lotta e c h e c o n l'esilio v o l o n t a r i o c h i u d e v a d e g n a mente la s u a vita di d e b o l e , a v e v a c o n la s u a d i s e r z i o n e p e r d u t o tutti i diritti. O r q u e s t o E n r i c o Ferri e quello s t e s s o c h e mentre e r o in c a r c e r e mi d e d i c ò un libro a f f e r m a n d o c h e il mio c o r a g gio n o n e r a stato c i e c o d ' a s c e t a ma illuminato dalla s c i e n z a : e d io allora non e r o un r a g a z z o , nel quale i c a m biamenti dell'età p o s s o n o r e c a r e tante s o r p r e s e a n c h e ai più e s p e r t i e d acuti lettori dell'anima umana. E d è pure lo s t e s s o E n r i c o Ferri c h e t r e anni prima dell'articolo calunnioso, fidando s e m p r e nel m i o p e n s i e r o e nella mia c o n d o t t a di s o c i a l i s t a , mi a v e v a p r e g a t o di a c c e t t a r e il p o s t o di c o m b a t t i mento c h e v o l e v a n o a d ogni c o s t o affidarmi i socialisti pugliesi, lo ho d u n q u e il diritto di i n v o c a r e t r a i, miei titoli i giudizi del primo E n c i r o F e r r i . Combattente a Candia U n a n n o d o p o l'amnistia d e l 1896, i n v e c e d i p e n s a r e ai miei interessi c h e e r a n o andati molto in giù, c o r s i t r a gli insorti di C a n d i a p e r p r o v a r e c o l mio n o m e , allora in a u g e , c h e il s o c i a l i s m o non t r a s c u r a le patrie e d è pronto a ricorrere alle insurrezioni armate q u a n d o il b i s o g n o lo impone. E r o a p p e n a tornato dalla G r e c i a , il lavoro p r o f e s s i o n a l e i n c o m i n c i a v a a mettermi ingrado di v i v e r e b e n e e p a g a r e i miei debiti, q u a n d o s c o p p i ò la r e a z i o n e violenta del 98 c h e d i s t r u s s e le nuove o r g a n i z z a z i o n i proletarie e b u t t ò in c a r c e r e Turati e d altri. A n c h ' i o fui c o n d a n n a t o a d un a n n o di c a r c e r e solo p e r c h è ricostruito le o r g a n i z z a zioni e c o n o m i c h e e politiche dei lavoratori di P i a n a e tentato di f a r n a s c e r e o risorgere altrove in S i c i l i a . M a fui Nicola Barbato giudicato d a un tribunale ordinario perché in S i c i l i a ai 9 8 non vi fu stato d ' a s s e d i o e non fui arrestato preventiv a m e n t e . In simili c i r c o s t a n z e , i n v e c e di p e n s a r e ai casi miei, mi misi in giro p e r l'Italia e stetti più di tre mesi a d i s p o s i z i o n e . d e l partito, incoraggiando i timidi a non p e r d e r e la fecle delle nuove organizzazioni e nella c a u s a proletaria. E s i badi c h e non e r o protetto dalla medaglia di deputato e c h e e r a n o altri tempi, meno pericolosi per la libertà personale d e l l ' e p o c a d e i fasci m a non così rassicuranti c o m e quelli c h e attraversiamo. A l 1901 mi si impose, a nome dell'ideale comune, di a n d a r e a stabilirmi nelle Puglie p e r c o o p e r a r e insieme ai c o m p a g n i p u gliesi alla p r o p a g a n d a d e l S o c i a l i s m o e alle o r g a n i z z a z i o n i proletarie; e, s e b bene a malincuore perchè s a p e v o c h e da me si a s p e t t a v a n o il miracolo e d io non s o n o un taumaturgo, buttai alle ortiche quel po' di indipendenza e c o nomica c h e mi era rimasta e d obbedii alla v o c e del d o v e r e . M a l g r a d o i d i s s e n s i S I B I L I u à me e d alcuni socialisti pugliesi per l'acuirsi in tutta l'Italia della f a m o s a logomachia sulle t e n d e n z e , c h e d e m o r a l i z z a v a i proveri lavoratori, trascinandoli volta a volta a g r i d a r e c o n la più profonda i n c o s c i e n z a d e l contenuto della lotta: V i v a Ferri e Labriola e a b b a s s o Turati e V i v a Turati e a b b a s s o Fasci e L a briola; rimasi al posto di combattimento affidatomi dalla direzione d e l Partitvj e d a i socialisti pugliesi fino a c h e m e io p e r m i s e la mia dignità di uomo e di combattente. D o p o andai a c e r c a r e rifugio in P i a n a , ma la clientela n e c e s s a r i a a farmi v i v e r e e r a già perduta, e d il Partito r i c o n o s c e n t e v o l e v a darmi una condotta m e d i c a , che per la mia età e d il regolamento municipale non potevo a v e r e c h e c o m e un favore. T r o v a i , un po' di forza nel sentimento del d o v e r e ed emigrai in c e r c a di lavoro scriv e n d o suH'Avanti c h e in Italia non mi m a n c a v a il pane p e r lo s t o m a c o ma l'aria per i polmoni. C o n o s c e v o e c o n o s c o me s t e s s o e, data la struttura d e i polmoni p s i c h i c i , sarei morto di a s f i s s i a s e vinto d a l bisogno e c o n o m i c o e dagli altri b i sogni sentimentali, a v e s s i avuto la d e b o l e z z a di a c c e t t a r e l'aiuto c h e mi s i offriva a P i a n a e d in q u a l c h e altro c o m u n e prima di partire per l ' A m e r i c a . D e l resto s p e r o c h e chi s e n t e la dignità di uomo e di cittadino c o m prenderà c h e non p o t e v o e non d o v e v o rassegnarmi ad un atto di f a v o r i tismo municipale e g o v e r n a t i v o , c h e mentre mi a v r e b b e a s s i c u r a t o in un luogo c a r o un s i c u r o rifugio e c o n o mico p e r tutta la vita, a v r e b b e ferito g r a v e m e n t e in una delle radici il s e n s o c i v i c o c h e io v o l e v o s v i l u p p a r e nei servi. E cosi s e n z a a v e r e più vent'anni, per c o m p i r e c i ò c h e mi è p a r s o un d o v e r e , ho sfidato l'ignoto, non metaforico ma reale; e p e r motivi analoghi l'ho s f i d a t o una s e c o n d a volta lo s c o r s o aprile, q u a n d o già l'ignoto mi s i era rivelato intero in tutta la s u a realtà tragica. A p p e n a si e b b e r o a N e w Y o r k le prime notizie della rivoluzione r u s s a , fui io che tenni alto il nome italiano f a c e n d o un p r o c l a m a agli italiani parlando in d u e comizi qui e d a Filadelfia, non d a oratore c h e oratore non sono, ma d a uomo di azione e offrendomi insieme a pochi altri a far parte di una spedizione di volontari p e r la R u s s i a , spedizione c h e si era sicuri c h e a v r e b b e organizzato il partito rivoluzionario di ebrei-russi c h e qui p a r e v a forte di uomini e di denaro. P e r un anno vissi q u i d i debiti e l'avvenire diventava ogni giorno più buio: in q u e s t e mie condizioni, a l proprietario del «Progresso italoamericano» mancò il redattore c a p o , cioè il direttore effettivo e fui invitato io a d a s s u m e r n e il posto lasciandomi piena libertà di s c r i v e r e l'articolo di fondo in armonia c o n le mie c o n v i n zioni politiche e d offrendomi, oltre allo stipendio, un gabinetto m e d i c o i m piantato a s p e s e d e l proprietario d e l palazzo d o v e s o n o gli uffici del giornale, Ringraziai e non a c c e t t a i , lo p e n s o c h e p e r c o n s e r v a r s i fedeli all'ideale socialista d a idrettore di giornali politici non basta s c r i v e r e l'articolo di f o n d o c o n le p r o p r i e c o n v i n z i o n i ma è indispensabile m o d i f i c a r e c o r r e l a t i v a mente tutta la vita del giornale. Il c h e non s a r e b b e stato p o s s b i l e nella colonia italiana d i N e w Y o r k s e n z a a n d a r e incontro a d un fallimento finanziario s i c u r o e quindi né il proprietario l'av r e b b e p e r m e s s o né io a v r e i potuto o n e s t a m e n t e p r o p o r g l i e l o . In q u e s t o a m b i e n t e d o v e il m e d i o e v o è in u n a fioritura inimaginabile, i socialisti e gli a n a r c h i c i s i buttarono in u n a lotta s e n z a quartiere c o n t r o le c r e d e n z e religiose e s c e l s e r o m e a r a p p r e s e n tarli. E io c o n la s i c u r e z z a d i p e r d e r e la metà dei miei clienti a c c e t t a i il p o s t o di c o m b a t t i m e n t o . C r e d o di non ingannarmi s e , in b a s e ai fatti s u a c c e n n a t i , a f f e r m o c h e una c e r t a e n e r g i a di mìlite v e r o l'ho avuta s e m p r e e la conservo ancora. Le allegre fandonie P a s s a n d o o r a alla s e c o n d a parte delle a l l e g r e f a n d o n i e d i f f u s e sul mio nome, c i o è alla mia incapacità d i c o m prendere qualche cosa di socialismo e di altri p r o b l e m i s c i e n t i f i c i , il mio titolo ultimo è II volumetto c h e o f f r o o g g i ai lettori: e q u e s t o titolo h a la s u a c o r r i s p o n d e n z a in u n altro titolo p a s s a t o . M o l t i anni f à , prima d e l p r o c e s s o ai f a s c i , q u a n d o r i s c h i a n d o tutto t e n t a v o nell'ambiente più f e u d a l e d'Italia, pieno di pericoli di ogni s p e c i e , di trasformare i s e r v i in ribelli,senza p r e d i c h e sull'amor f r a t e n r n o e sulle t r a s f o r m a zioni a p o c a l i t t i c h e d e l m o n d o , a c c o r tomi c h e gli imbecilli, p e r a p p r e z z a r e meglio i miei c o n s i g l i e la mia o p e r a , a v e v a n o b i s o g n o di v e d e r m i imbrattare un p o ' di c a r t a e d a r l a alle s t a m pe, pubblicai un s a g g i o d i p s i c o p a t o l o gia sui paranoici. P e r q u e s t a p u b b l i c a zione L o m b r o s o mi c h i a m a v a r o b u s t o c a m p i o n e delia psichiatria e d il M o r selli la g i u d i c a v a , non un e s e r c i z i o s c o l a s t i c o , ma un l a v o r o d i fine analisi p s i c o p a t o l o g i c a . Il T o n i n i , c h e nei giorni in cui si p u b b l i c ò il mio s a g g i o , si t r o v a v a a d i n g e r e m P a l e r m o una c a s a di salute p e r malattie mentali e n e r v o se, dove funzionavo da supplenze per il s e r v i z i o sanitario, d o p o c h e l e s s e il mio l a v o r o v e n n e a trovarmi nella mia s t a n z a e p r o p o n e n d o m i di f a r e ins i e m e a lui un giornale scientifico, mi d i s s e c h e , s e io v o l e v o fare c a r r i e r a scientifica c o m e p s i c h i a t r a , mi b a s t a v a di p r e s e n t a r m i a l p r o f e s s o r e T a m b u rini di R e g g i o Emilia c o l m i o lavoro. Egli c e r t o mi a v r e b b e a c c o l t o , d a n d o m i a l l o g g g i o e vitto fra i giovani c h e si p e r f e z i o n a v a n o d e n t r o l'Istituto d a lui diretto; e d i là, e d u c a n d o m i alle esperienze scientifiche e pubblicando q u a l c h e altro lavoro, s a r e i a d i s t a n z a di t r e anni uscito c o n i titoli sufficienti p e r iniziare la c a r r i e r a s c i e n t i f i c a . D u e o tre anni c o n il solo vitto e alloggio e d altri t r e anni fuori c o n uno s t i p e n d i o inferiore o tutt'al più e q u i v a l e n t e al vitto e a l l o g g i o d i R e g g i o Emilia p a s s a n o p r e s t o p e r c h i nella vita n o n d e v e p e n s a r e c h e a s e s t e s s o : il c a s o mio e r a d i v e r s o , e d andai a g u a d a gnarmi seimila lire l'anno in P i a n a d e i Greci. Il g i u d i z i o lusinghiero d e i c o m p e tenti d i quella t e m p r a n o n mi f e c e p e r d e r e la testa. E r o e s o n o c o n v i n t o c h e non nacqui c o n la capacità d i p r o d u r r e nelle s c i e n z e alcunché d i importante, nemmeno temporaneamente p e r la s o l a g e n e r a z i o n e alla quale a p p a r t e n g o . E, poiché a v e v o la s c h i e n a p o c o flessibile p e r le vie umili e t o r t u o s e e mi m a n c a v a la possibilità economica p e r conquistare a viso a p e r t o c o n le mie s o l e f o r z e il diritto a l l ' i n s e g n a m e n t o universitario, d e c i s i di n o n p e r d e r e il mio t e m p o pubblic a n d o delle monografie d a dilettante e bruciai p a r e c c h i e storie cliniche di paranoici di f o r t e ingegno c h e mi e r a n o c o s t a t e u n a n n o di lavoro C o m e si v e d e , d i s c i e n z e c h e non fui o b b l i g a t o a balbettare nella s c u o l a p e r a v e r e una laurea, m e n e intendo pochino; e d ho avuto il p u d o r e raro di non profanarle c o l mio dilettantismo, mentre p a r e c c h i c o m p a g n o n i più o meno noti hanno profanato tante c o s e . 19 I fasci dei lavoratori a Piana degli Albane Adolfo Rossi rievocati dal giornalista Adolfo Rossi, pubblicati dalla « T r i b u n a i l l u s t r a t a » sotto forma di lettere, raccolte nel libretto « L ' a g i t a z i o n e in Sicilia — ed. Max Kantoroxicz — Milano 1894» e ricordate in Parlamento in occasione del processo contro i dirigenti dei Fasci siciliani. 20 A p p e n a a r r i v a t o a P a l e r m o a i primi dello s c o r s o ottobre, prima di v d e r e il p r e s i d e n t e d e l F a s e / o d i quella città gli altri c a p i d e l l ' o r g a n i z z a z i o n e , c r e detti o p p o r t u n o di a n d a r e a t r o v a r e il redattore c a p o d e l Giornale di Sicilia — il più diffuso dell'isola - e q u a l c h e altro di quei colleghi c h e c o n m a g g i o r diligenza s'occupavano del movimento. Tutti mi d i s s e r o , in c o m p l e s s o , c h e il f e r m e n t o e r a innegabilmente molto serio, c h e i c a p i non e r a n o p e r l'azione i m m e d i a t a , m a c h e la t e n d e n z a all'az i o n e e s i s t e v a però nelle m a s s e . M i r i c o r d a r o n o c h e i primi Fasci f u r o n o fondati q u a l c h e anno f a a C a t a nia d a D e F e l i c e G i u f f r i d a , più c h e altro p e r le lotte amministrative c o m u nali. C r e s c e n d o e d i f f o n d e n d o s i , c a m biarono c a r a t t e r e . O r a m a i i loro c a p i e r a n o q u a s i tutti marxisti; i s o c i meno colti i g n o r a v a n o le teorie di M a r x , ma s ' e r a n o convinti c h e solo coll'unione p o t e v a n o s p e r a r e un miglioramento nel loro stato. — E ' s o r p r e n d e n t e — mi d i c e v a il r e d a t t o r e c a p o del Giornale di Sicilia — la rapidità c o n c u i , g r a z i e a d un'abile o r g a n i z z a z i o n e , si è formato q u e s t o g r a n d e e s e r c i t o di lavoratori, c h e r a p p r e s e n t a una f o r z a i n c o s c i e n t e al s e r v i z i o di chi ha oramai p r e s o s u di e s s a il potere di c o n d u r l a d o v e v u o l e e c o m e vuole. V e d r à , g i r a n d o p e r le p r o v i n c e , gli entusiasmi di quei c o n t a dini affamati, la f e d e c i e c a di quella d o n n e cui è stato detto c h e unendosi e o r g a n i z z a n d o s i f a r e b b e r o un giorno v e n i r e a patti padroni e f i n i r e b b e di soffrire! L ' i m p r o v v i s a t r a s f o r m a z i o n e ha colpito di meraviglia gli s t e s s i c a p i . « N o i non a n d i m a o più in c h i e s a , m a al Fascio», mi r a c c o n t a v a una c o n t a d i n a di P i a n a d e i G r e c i . « L à d o b b i a m o istruirci, là o r g a n i z z a r c i p e r la c o n quista d e i nostri diritti». E q u a n d o vi s o n o le elezioni, le donne sollecitano i mariti a v o t a r e ; q u a n d o i capi vanno a visitare le organizzazioni locali, migliaia di donne a c c o r r o n o a d a c c o glierli c o n p i o g g e di fiori e si gettano a terra p e r salutarli, c o m e una volta f a c e v a n o al p a s s a g g i o dei v e s c o v i . In alcuni luoghi gli uomini fanno lo s t e s s o ; in altri si mostrano più calmi, ma f o r s e più risoluti. S o n o popolazioni a n c o r a primitive, diventate fanatiche p e r una nuova fede. — E' proprio v e r a , dunque, questa p a r t e c i p a z i o n e delle donne al movimento? — A l t r o c h e ! B i s o g n a sentirle parlare, q u e s t e contadine! Q u a n d o si tenne r e c e n t e m e n t e q u i a Palermo il C o n g r e s s o , nel quale si costituì l'unione di tutti i Fasci, ho sentito p a d a r e d u e contadine, una di C o r l e o n e e una di Piana dei G r e c i . Non credevo a mes t e s s o . P a r l a v a n o a v o c e alta e chiara, c o n disinvoltura e c o r a g g i o s o r p r e n denti. — I Fasci — mi c o n f e r m a v a d a parte s u a un altro pubblicista, il s i g n o r A . S a l e m i — bisogna riconoscerlo, s o n o potenti: o b b e d i s c o n o a d una parola, si r e g g o n o c o n uno statuto c o m u n e e s e domani, all'improvviso e t r a s c i n a t i , d o v e s s e r o s c e n d e r e nel c a m p o dell'azione, ne a v r e b b e r o la direzione. Insomma la situazione è q u e s t a : s i hanno d e i F a s e ; ai quali il popolo è oramai assai attaccato. S c i o glierli e a v e r e una s o m m o s s a è proprio tutt'uno. N o n s i sciolgono e s i lascia c h e il popolo irritato e immiserito s e r b i la s p e r a n z a di poter c o n s e guire q u a l c h e c o s a c o n l'agitazione legale? E b b e n e , in q u e s t o c a s o la rivoluzione è egualmente s i c u r a , a meno c h e il G o v e r n o non conti s u l serio e presto di p r o v v e d e r e alla sorte del p o p o l o in una maniera efficace. S e n z a di ciò i Fasci si perfezioneranno ir s e m p r e più a c q u i s t a n d o n u o v e f o r z e , m a g g i o r e c f i i a r e z z a d'intendimenti; e, p e r d u r a n d o l'attuale stato di c o s e , verrà giorno in cui le i m p a z i e n z e si a c c u m u l e r a n n o e in cui i c a p i non potranno più frenare il p o p o l o s e n z a immolar sé stessi. E s i può s t a r e sicuri cfie, mossi i Fasci, non saranno i soli nell'azione, cfié molti e ben forti s o n o gli argomenti discontento di tutte le c l a s s i sociali nell'Isola... ...D'all'A/bergo Thnacria mi s o n o rec a t o in via C e l s o p r e s s o lo a v v . M a s i , consigliere privinciale di P i a n a dei G r e c i , d o v e e s i s t e v a uno dei Fasci più fortemente organizzati della p r o v i n c i a di P a l e r m o . P i a n a dei G r e c i è, c o m e si s a , un p a e s e di c i r c a dieci mila abitanti, s i tuato a ventiquattro cfiilometri d a P a lermo, in luogo montuoso, fondato d a una colonia di a l b a n e s i ; vi si v a in c a r r o z z a , non e s s e n d o v i f e r r o v i a , in quattro ore di viaggio. Q u e l Fascio e r a uno di quelli c h e c o n t a v a n o nel s u o s e n o a n c h e molte d o n n e ; meno i benestanti, tutti vi erano inscritti, m a s c h i e femmine. L'indole degli abitanti é c o s i facile alla ribellione, c h e ogni volta che si verific a r o n o tumulti o rivoluzioni a P a l e r m o o nel continente, a Piana t r a s c e s e r o subito a gravi e c c e s s i , c o m m e t t e n d o uccisioni e ferimenti. In tali c i r c o s t a n z e gli uomini armati mandano s e m p r e avanti i ragazzi e le donne. - Il Fascio di P i a n a — mi d i s s e l ' a w . M a s i - è stato costituito nello s c o r s o aprile dal dottor B a r b a t o , un giovane socialista molto a r d e n t e e studioso, c h e in quindici giorni diventò il v e r o p a d r o n e del paese. Il G o v e r n o lasciò fare: e r a allora troppo p r e o c c u pato dalla questione bancaria. E c o m e fu possibile una così rapida e potente o r g a n i z z a z i o n e ? - P e r le condizioni v e r a m e n t e miserrime in cui v e r s a n o qui i contadini. Tutte le t e r r e di P i a n a dei G r e c i a p p a r t e n g o n o a signori di P a l e r m o , i quali affittandole al miglior p r e z z o possibile, non si s o n o mai curati delle condizioni dei lavoratori, lo non d i c o c h e tutti i soci del F a s c i o s i a n o in buona f e d e , ma è un fatto c h e la m a g g i o r a n z a si c o m p o n e di v e r i sfruttati. Il G o v e r n o non s e p p e far altro c h e s c i o g l i e r e quel C o n s i g l i o c o m u n a le. R i c h i e s t o del mio p a r e r e sulla situaz i o n e , io r i s p o s i : «Fate s i n d a c o il dottor B a r b a t o » . M a non mi v o l l e r o d a r retta per non a v e r l'aria di c e d e r e al Fascio. S i c o m m i s e r o poi altri errori. N e l v i c i n o c o m u n e di S . G i u s e p p e Jato, d o v e esiste pure un Fascio molto forte, nelle ultime elezioni e r a n o stati eletti consiglieri c o m u n a l i quattro del Fascio s u d d e t t o . N o n si volle riconos c e r l i e c o s i si s o n o inaspriti gli animi e non s o d a v v e r o c o m e andrà a finire. A P i a n a dei G r e c i a b b i a m o la v e r a lotta di c l a s s e : quelli del Fascio non s e la p r e n d o n o s o l o coi signori v e r i , ma a n c h e c o n c o l o r o c h e dei signori hanno le s o l e a p p a r e n z e . . . . . . C o m e a c c e n n a v o fin dalle prime pagine, uno dei Fasci meglio o r g a n i z zati non solo della p r o v i n c i a dì P a l e r mo, ma di tutta l'isola, e r a quello di P i a n a dei G r e c i . D a P a l e r m o si v a a P i a n a dei G r e c i in tre ore e m e z z o di vettura q u a n d o si a b b i a n o d u e buoni c a v a l l i , p e r c h é la s t r a d a è una continua, erta e f a t i c o s a salita. M a q u a n t o è bella! E' c e r t a mente una delle più m e r a v i g l i o s e c h e si p o s s a n o v e d e r e . S e r p e g g i a d a principio fra u n a d o p pia s e r i e dì ville piene di fichi d'India, di ulivi, d ' a r a n c i , di limoni; poi vi o f f r e dall'alto, a t t r a v e r s a n d o i paesi di V i l l a G r a z i a e di P a r c o , lo s p e t t a c o l o di tutta la C o n c a d'oro e del mare. Partito alle c i n q u e e un quarto c o n una t e m p e r a t u r a p r i m a v e r i l e e c o n un c i e l o limpidissimo — non si c o n o s c e la n e b b i a in quella terra dall'eterna prim a v e r a — io potei g o d e r m i la mattina del 15 o t t o b r e l'incantevole p a n o r a m a illuminato g r a d a t a m e n t e dalle prime luci del g i o r n o (una c o s a d a far a m mattire], f i n c h é alle otto giunsi sulla c i m a delle m o n t a g n e c h e c i n g o n o la valle d e l l ' O r e t o . S o n o c r e s t e a r i d e e s a s s o s e , s u cui non si v e d e c h e q u a l c h e c o r v o ; ma npoco dopo, scendendo leggermente, si t r o v a n o ben p r e s t o d e i vigneti c a richi di g r a p p o l i neri, dei c a s t a n i , c h e in quella s t a z i o n e l a s c i a v a n o v e d e r e il frutto maturo a t t r a v e r s o le s p a c c a t u r e dell'involucro s p i n o s o , e una quantità d'uliveti. S i t u a t o a s e t t e c e n t o metri d a l t e z z a . P i a n a dei G r e c i è un v e r o p a e s e di montanari. 1 suoi abitanti, c i r c a n o v e mila, s o n o d i s c e n d e n t i , c o m e è noto, d a una c o l o n i a a l b a n e s e f o n d a t a nel 1488, e dei loro padri hanno c o n s e r v a t o la lingua, il rito g r e c o nelle c h i e s e e il c a r a t t e r e fiero, ardito e amante dell'indipendenza. L e d o n n e poi hanno c o n s e r v a t o dei bellissimi c o s t u m i , c h e i n d o s s a n o p e r ò solo nelle grandi o c c a s i o n i . O r d i n a r i a m e n t e portano sulla testa una mantellina di lana b i a n c a o a z z u r r o g n o l a : il c o r p e t t o molto s c o l l a t o lascia v e d e r e il petto c o p e r t o d a un fazzoletto b i a n c o r i c a m a t o , incrociato s o p r a il busto. C e n'è di bellissime, c h e c a m m i n a n diritte e m a e s t o s e c o m e tante regine. O r a , c o n una p o p o l a z i o n e di a p p e n a 9.000 abitanti. P i a n a dei G r e c i c o n t a v a un Fascio di 2.500 uomini e di quasi 1.000 d o n n e intelligentissime, c h e parl a v a n o in p u b b l i c o c o n v e r a e l o q u e n za. Q u a n d o e n t r a i s o l o s o l e t t o nel p a e s e v e r s o le n o v e , e s s e n d o d o m e n i c a , p a r e c c h i s o c i d ' a m b o i s e s s i si t r o v a v a n o a p p u n t o in un locale s o p r a la s e d e del Fascio a d i s c u t e r e sui p r e p a r a t i v i d'una festa c h e s i d o v e v a fare all'indomani p e r inaugurare la b a n d i e r a della s e z i o n e femminile. G l i uomini s t a v a n o d a una parte e le d o n n e dall'altra. Q u e s t e ultime f o r m a v a n o un g r u p p o b e l l i s s i m o c o n le loro mantelline sulla t e s t a e coi c a n d i d i fazzoletti sul petto. A p p e n a mi f e c i c o n o s c e r e , mi a c c o l s e r o c o n g r a n d e cordialità e mi f e c e r o s e d e r e in m e z z o a loro, pronti a d a r m i tutte le informazioni c h e d e s i d e r a v o . L a c o n v e r s a z i o n e riuscì così interessante c h e s t i m o utile riprodurla testualmente. lo — C o m e a v v e n n e c h e q u e s t o Fascio d i v e n t ò in p o t o t e m p o così numeroso? Un contadino. — Perché abbiamo capito subito che per ottenere qualche cosa bisogna cominciare coH'unirsi. ^ 21 /o. — E' v e r o c h e f a n n o parte del F a s c / o a n c h e dei piccoli p r o p r i e t a r i ? Un piccolo proprietario (Vito F u sco). — S i c u r o : io s o n o uno di quelli. C i s i a m o convinti c h e domani v i v r e m o meglio c o l n o s t r o l a v o r o di quello c h e o g g i c o n le nostre terre. S e n t a : io p o s s i e d o tre s a l m e di t e r r a e d e v o p a g a r e ogni a n n o : L. 127.50 p e r il c e n s o , L. 100 di t a s s a fondiaria, L. 5 0 di altre t a s s e e più L. 300 p e r la coltivazione, mentre non ne r i c a v o in m e d i a c h e d a 550 a 600. • Un contadino nullatenente (Stassi Pietro). — E d io non t r o v o d a l a v o r a r e c h e d u r a n t e sei m e s i dell'anno p e r non g u a d a g n a r e c h e d a 7 a 8 lire la settimana, q u a n d o non p i o v e . — E c o m e fate q u a n d o siete d i s o c cupato? — S i va a erbe, per mangiarle cotte s e n z a sale, — A v e t e famiglia? — M o g l i e e d u e bambini. P e r una c a m e r a d e v o p a g a r e settanta lire all'anno di pigione. D o r m i a m o sulla paglia. Q u a n d o l a v o r i a m o in c a m p a g n a , poi, d o r m i a m o all'aperto. S e la p i o g g i a ci b a g n a non a b b i a m o c h e II v e n t o p e r a s c i u g a r c i . E q u a n d o si guadagna qualche soldo dobbiamo p a g a r e a n c h e il d a z i o - c o n s u m o p e r quel p e z z o di p a n e nero c o n cui ci s f a m i a m o . Il g i o r n o della p a g a c e r t i padroni ci fanno a s p e t t a r e delle ore, poi ci p a g a n o in r a m e ; s e c o n t i a m o i soldi se n'hanno a male e poi s e t r o v i a m o q u a l c h e s o l d o c h e non ha c o r s o ci d i c o n o c h e c e r c h i a m o d'imbrogliarli. Un altro contadino. — Quando i padroni ci d a n n o q u a l c h e a n t i c i p a z i o ne, c e la fanno c o n g r a n o di s c a r t o e pieno di terra. E noi d o b b i a m o restituire poi g r a n o di prima qualità. Taluni hanno una d o p p i a m i s u r a : il tumulo p i c c o l o p e r d a r e e il tumulo g r a n d e per riscuotere! E per queste anticipazioni si pigliano il 25 per c e n t o d'inter e s s e , il 2 5 che d i v e n t a il 100 q u a n d o si tratta di p o c h e settimane. Q u a l c h e p a d r o n e g i u n g e perfino a s p r u z z a r e d ' a c q u a il grano per f a d o c r e s c e r e : per vino poi ci d a n n o dell'aceto. P e r fargli v e d e r e c o m e ci trattano, t e m p o f a fu portato al d e l e g a t o di P S un pane. E r a c o s i nero e pieno di terra c h e non lo p o t e v a n o m a n g i a r e n e p pure i cani. 22 — E c h e c o s a s p e r a t e dai Fasci? Una contadina maritata (bella d o n n a c o n denti c a n d i d i s s i m i e grandi o c c h i pieni d ' i n t e l l i g e n z a ) . — V o g l i a m o c h e . c o m e lavoriamo noi. lavorino tutti. C h e non vi s i a n o né ricchi né p o v e r i . C h e tutti a b b i a n o del pane p e r sé e per i figli. D o b b i a m o e s s e r e eguali, lo ho c i n q u e bambini e una s o l a c a m e r e t t a , d o v e s i a m o costretti a m a n g i a r e , a d o r m i r e e a far tutto, mentre tanti signori hanno d i e c i o d o d i c i c a m e r e , dei palazzi interi. — E c o s i v o r r e s t e d i v i d e r e le terre e le c a s e ! — N o , b a s t a metterle in c o m u n e e distribuire c o n giustizia quello c h e rendono. — E non t e m e t e c h e , a n c h e s e si a r r i v a s s e a q u e s t o collettivismo, non v e n g a fuori qualche imbroglione, q u a l c h e c a p o ingannatore? — N o , p e r c h é ci d e v e e s s e r e la fratellanza, e s e qualcheduno manc a s s e ci s a r e b b e il c a s t i g o . — In quali relazioni siete c o i vostri preti? — G e s ù e r a un v e r o s o c i a l i s t a e v o l e v a a p p u n t o quello c h e c h i e d o n o i Fasci, ma i preti non lo r a p p r e s e n t a n o b e n e , s p e c i a l m e n t e q u a n d o fanno gli usurai. A l l a f o n d a z i o n e del Fascio i nostri preti e r a n o c o n t r a r i e al c o n f e s s i o n a l e ci d i c e v a n o c h e i socialisti s o n o s c o m u n i c a t i . M a noi a b b i a m o r i s p o s t o c h e s b a g l i a v a n o , e in giugno, per p r o t e s t a r e c o n t r o la g u e r r a c h ' e s s i f a c e v a n o al Fascio, n e s s u n o di noi a n d ò alla p r o c e s s i o n e del Corpus Domini. E r a la prima volta c h e a v v e n i v a un fatto simile. Una zitella (alzandosi e v e n e n d o a parlare in m e z z o al c i r c o l o p e r c h é la sentissi bene). — I signori p r i m a non e r a n o religiosi e o r a c h e c'è il Fascio hanno fatto lega c o i preti e insultano noi d o n n e s o c i a l i s t e c o m e se f o s s i m o d i s o n o r a t e . Il m e n o c h e d i c o n o è c h e s i a m o tutte le s g u a l d r i n e del p r e s i d e n te. Una vecchia. — lo ho a v u t o il marito malato p e r s e t t e anni e andai al M u n i c i p i o a d i r e c h e non p o t e v o p a g a r e il f u o c a t i c o . M i hanno risposto c h e d o v e v o a n d a r e a s e r v i z i o , ma c h e e r a necessario pagare. — A h c'è a n c h e qui la t a s s a del fuocatico? Francesco Matranga (vecchio con- tadino). — S i c u r o , e a n c h e la tassa animali. D a l f u o c a t i c o sono esclusi solo i mendicanti c h e dormono nei fienili. I mendicanti c h e hanno una c a m e r e t t a d e v o n o p a g a r e anch'essi. P e r la t a s s a animali si p a g a ogni anno L. 10 p e r ogni mulo e L. 5 per ogni asino. S p e s s o s o n o bestie c h e non v a l g o n o tanto. Q u a l c h e volta f a c e n d o il ruolo s b a g l i a n o e mettono tre muli i n v e c e di due, c o m e hanno fatto a me. H o d o v u t o p a g a r e trenta lire i n v e c e di venti. E alle mie proteste r i s p o s e r o : R e c l a m e r e t e poi. M a s e , replicai io. ho reclamato a n c h e nel 1889. q u a n d o s b a g l i a s t e egualmente, e tutto fu inutile? Michelangelo Falsoni (consigliere c o m u n a l e operaio). — lo vi p o s s o dire poi. per a v e r l o costatato nei ruoli, c h e certi signori i quali hanno, per e s e m pio, venti muli, non ne mettono in nota c h e quattro, e n e s s u n o si c u r a di verificare. La contadina maritata (quella bella). — E i nostri muli s e r v o n o a noi per farci c a m p a r e , mentre i signori c h e non p a g a n o ne hanno d'avanzo. Un'altra contadina. — N o n trov a n d o qui lavoro, mio marito è andato in A m e r i c a , e, per c a m p a r e , le mie due figlie hanno d o v u t o mettersi al s e r v i zio a P a l e r m o . S e n t e n d o c h e c'era il c o l e r a , la settimana s c o r s a io volli a n d a r l e a trovare. N o n a v e v o da p a gare il carretto e fui costretta ad impegnare qualche straccio presso uno s t r o z z i n o , perché qui non a b b i a m o M o n t e di pietà, ma solo certi usurai c h e una volta erano poveri c o m e noi Una terza contadina. ~ Q u a n d o poi si s o n o arricchiti molto, vanno a stare a P a l e r m o o a N a p o l i , c o m e i grandi proprietari, e lasciano qui noi alle p r e s e c o n altri strozzini prepotenti, i quali ci d i c o n o c h e per chi fa la legge non c'è legge. Una zitella (quella c h e q u a n d o parlava si a l z a v a e a n d a v a in m e z z o alle c o m p e g n e ) . - Infatti, q u a n d o un reato è c o m m e s s o d a un ricco, n e s s u n o s e ne c u r a , mentre il p o v e r o c h e ruba un pugno di g r a n o per sfamarsi v a subito in prigione. Gaetano Scalerà (un consigliere del Fasc(o). — N e v u o l e un e s e m p i o ? Il nostro c o m p a g n o P a o l o C a r b o n i si t r o v a v a q u e s t a estate sull'aia dell'ex f e u d o Fissella q u a n d o il suo padrone A n d r e a S c l a f a n i gli d i s s e : «Tu non darai più il diritto di cuccia al c a m p i e re, ora c h e appartieni al Fascio?» P a o l o r i s p o s e : « S e c o n d o : s e il c a m piere misura c o n giustizia, glielo d a r ò ; s e no, no». Il p a d r o n e si allontanò offeso. Poi quando cominciò la m i s u razione si avvicinò a P a o l o , lo p r e s e p e r il collo, gli c a c c i ò la testa nel m u c c h i o del grano e gli d i s s e : «Te lo misura bene o ti ruba?» P a o l o a v e v a in mano la pala, ma non f e c e n e p p u r e l'atto di alzarla, c h e lo S c l a f a n i gli d i e d e uno schiaffo. « M a p e r c h é trattarmi in questo modo?» f e c e P a o l o . L o S c l a f a n i , non contento a n c o r a , tirò fuori il r e v o l v e r e a b r u c i a p e l o gli e s p l o s e contro un c o l p o . Fortunatamente il proiettile i n v e c e di p e n e t r a r e nel petto deviò nella parte s u p e r i o r e dell'omero. L o S c l a f a n i non è stato arrestato neppure per un m o m e n t o e d o p o tre mesi da quel tentato omicidio non s a p p i a m o a n c o r a s e si farà il processo. Una sposa. — Vedete c h e per i poveri non c'è giustizia in P i a n a dei G r e c i ! I signori d i c o n o a p e r t a m e n t e c h e ci vogliono a m m a z z a r e a d uno a d unoGaetano Scalerà. — S'è già c o m i n ciato. N e l l o s c o r s o giugno il nostro compagno Demetrio C a r n e s e , ones t i s s i m o u o m o , fu t r o v a t o u c c i s o nell'ex f e u d o A g g i o t t o , in un declivio accanto a d una r o c c i a . S i c c o m e vicino al c a d a v e r e c'era una g r o s s a pietra, si disse c h e d o v e v a e s s e r e stato u c c i s o da quella pietra c a d u t a a c c i d e n t a l mente dall'alto della roccia, e non s e ne parlò più. M a noi ci s i a m o recati sul posto e a b b i a m o costatato c h e s e quella pietra, pesante più di m e z z o quintale, f o s s e realmente precipitata dalla cima del monte, a v r e b b e orrribilmente s c h i a c c i a t o il p o v e r o D e m e t r i o e poi in forza dell'impulso s a r e b b e rotolata giù per la china. N o i ci s i a m o persuasi c h e in seguito a d una d i s c u s sione sul Fascio, D e m e t r i o è stato u c c i s o d a qualcfie p a d r o n e c o n un c o l p o di c a l c i o di fucile sulla t e m p i a . La bella sposa (ai contadini). — E non gli dite nulla dei baffi? Un contadino. — A h , già! P r i m a del Fascio, c o m e in quasi tutta la S i c i l i a , a n c h e qui noi contadini u s a v a m o di raderci c o m p l e t a m e n t e la b a r b a . M a visto il m o d o c o n cui i signori s e g u i t a - v a n o a trattarci, p e r p r o t e s t a r e ci s i a m o tutti lasciati c r e s c e r e i baffi; c o m e v e d e . O r a i padroni c e l'anno c o n noi a n c h e p e r q u e s t o e ci minacc i a n o d i c e n d o : « C e la c o n t e r e m o q u e s t o inverno, q u a n d o a v r e t e più f a m e di a d e s s o . V e d r e m o s e m a n g e rete i baffi, allora!» — A l Municipio — domandai avete mandato c o m e consiglieri alcuni d e i vostri nelle ultime elezioni? — S i — M i fu r i s p o s t o — e nelle p r o s s i m e elezioni s i a m o s i c u r i di e s s e r e in m a g g i o r a n z a : tutti gli elettori, meno i s i g n o r i , fanno parte o r a m a i d e l Fascio. — M a — Continuai rivolgendomi alle d o n n e — q u a n d o pure i vostri uomini f o s s e r o padroni del C o n s i g l i o , non potranno p e r q u e s t o l e v a r e le tasse. — L o s a p p i a m o — saltò s u a d i r e la contadina più intelligente, quella dai c i n q u e bambini — c h e per o r a i nostri consiglieri non potranno f a r altro c h e impedire gli abusi e le p r e p o t e n z e dei s i g n o r i , i quali finora c o m a n d a v a n o a n c h e nel C o m u n e . M a i F a s c i n o m i n e r a n n o a n c h e i consiglieri provinciali e i deputati, e q u a n d o alla C a m e r a a v r e m o una m a g g i o r a n z a socialista... — I Fasci p e r ò non e s i s t o n o finora c h e in S i c i l i a . — M a noi s p e r i a m o c h e s o r g a n o p r e s t o a n c h e nel continente. V o i v e d e t e c o m e si moltiplicano qui. P o s s i bile c h e nel r e s t o d'Italia i nostri fratelli c h e s o f f r o n o seguitino a d o r m i r e ? B a sterà che qualcheduno cominci a pred i c a r e ancfie là l'unione del proletariato. A n c h e noi fino alla p r i m a v e r a s c o r a non s a p e v a m o c h e c o s a f o s s e r o i Fasci. M o r i v a m o di f a m e e t a c e v a m o . E r a v a m o c i e c h i . N o n ci v e d e v a m o . — E ' a p p u n t o p e r i m p e d i r e c h e si p r o p a g n i n o nel r e s t o del r e g n o , c h e qualcheduno v o r r e b b e sciogliere i Fasci siciliani. V o i siete in un'isola. S e il G o v e r n o vi c i r c o n d a c o n q u a l c h e n a v e d a g u e r r a e m a n d a qui molti soldati, c h e c o s a v o l e t e f a r e ? — Morire gridando: Viva il socialismo! — d i s s e r o in c o r o uomini e d o n n e a l z a n d o s i in piedi. — F a r s i s f a s c i a r e la testa prima c h e s f a s c i n o i nostri Fasci. Il nostro Fascio esisterà f i n c h é uno dei suoi sarà v i v o . M a il nostro s a n g u e g r i d e r e b b e v e n d e t t a e s e n t e n d o c h e qui ci m a s s a c r a n o s o l a m e n t e p e r c h é d o m a n d i a m o pane e lavoro, i c o n t a d i n i e gli o p e r a i d'Italia i n s o r g e r e b b e r o alla loro volta. C o s i d i c e n d o , uomini e d o n n e , c i r c a un centinaio, mi c i r c o n d a v a n o , cogli o c c h i e c o i gesti animati d a una gran fede. L e contadine specialmente alzav a n o le b r a c c i a in atto di s f i d a . — V e d e t e q u e s t a nostra c o m p a g n a ? — mi d i s s e r o poi m o s t r a n d o m i una bella g i o v a n e diciottenne, f o r m o s a , dai g r a n d i o c c h i neri, c h e c o l v i s o incorniciato dalla mantellina a l b a n e s e di lana b i a n c a a v e v a tutto l'aspetto di una v e s t a l e . — D u r a n t e l'ultimo t u multo ella si avanzò v e r s o i soldati c h e a v e v a n o s p i a n a t o le armi c o n t r o il p o p o l o e d i s s e loro: « A v r e s t e il c o r a g g i o di t i r a r e c o n t r o di noi?» U n s o l d a t o le rispose piano, p e r non farsi sentire dagli ufficiali: «lo p e r me ti d o a n c h e il fucile, s e lo v u o i » . Il c a p i t a n o poi le d i s s e : «Invitate le v o s t r e c o m p a g n e e i vostri uomini a g r i d a r e : «Invitate le vostre c o m p a g n e e i vostri uomini" a g r i d a r e : « V i v a il R e ! V i v a l'esercito!» e tutto sarà allora finito. Così infatti a v v e n n e . D a quel m o m e n t o noi a b biamo s c e l t o q u e s t a c o m p a g n a p e r p o r t a b a n d i e r a della s e z i o n e femminile del Fascio. Dritta c o m e una palma, c o l v i s o s o f f u s o d a un l e g g e r o r o s s o r e , la portanbadiera sorrideva serenamente. — U n ' a l t r a d o m a n d a — f e c i io. — L e autorità e i signori a c c u s a n o alcuni Fasci di a c c o g l i e r e nel loro s e n o a n c h e dei p r e g i u d i c a t i p e r reati c o m m e s s i . N e a v e t e iscritti v o i ? — Sì — mi r i s p o s e r o f r a n c a m e n t e — ma non s o n o c h e tre o quattro s u q u a l c h e migliaio di s o c i . E noi li a b b i a m o a c c e t t a t i p e r migliorarii, p e r c h é s e h a n n o rubato q u a l c h e po' di g r a n o lo h a n n o fatto u n i c a m e n t e p e r c h é spinti dalla m i s e r i a . Il nostro p r e s i d e n t e c i ha detto c h e lo s c o p o dei Fasci è di d a r e agli uomini tutte le c o n d i z i o n i p e r n o n d e l i n q u e r e . In m e z z o a noi i pochi pregiudicati s e n t o n o di a p p a r t e n e r e a n c o r a alla famiglia u m a n a , ci s o n o r i c o n o s c e n t i di 23 al pari di ogni altro il paesi d e o v e averli a c c e t t a t i c o m e fratelli m a l g r a d o s i a m o nati. N e l 1860 tutta P i a n a dei le loro c o l p e e f a r a n n o di tutto p e r non G r e c i s a p e v a il luogo p r e c i s o in cui si c o m m e t t e r n e più. S e f o s s e r o c a c c i a t i e r a n o f e r m a t i p e r un alt i volontari di a n c f i e dal p o p o l o , c o m m e t t e r e b b e r o G a r i b a l d i , ma q u a n d o p a s s a r o n o p o c o altri delitti. L a società d o v r e b b e a n z i d o p o le t r u p p e b o r b o n i c h e non si ringraziarci s e li a m m e t t i a m o nei F a t r o v ò uno s o l o in q u e s t o p a e s e c h e se/. N o i s i a m o p e r il p e r d o n o , c o m e v o l e s s e fare la s p i a e d i r e ai soldati Cristo. napoletani d o v e si t r o v a v a n o i g a r i b a l A me p a r e v a i m p o s s i b i l e di s e n t i r e dini. dei rozzi montanari p a r l a r e p r o p r i o M i c o n d u s s e r o quindi a v e d e r e la cosi. s e d e delle d o n n e del Fascio, situata in — E quali v a n t a g g i — seguitai una s t r a d a v i c i n a e c o n s i s t e n t e in tre s e m p r e più s o r p r e s o — a v e v a r i c a c a m e r e al p r i m o piano, tutte inghirlanv a t o finora dal v o s t r o Fascio? d a t e c o n rami d'ulivo, alloro, ellera e — Q u e l l o di migliorare i patti c o l o n i altre painte r a m p i c a n t i , c o n festoni ci. A l c u n i p r o p r i e t a r i , s e non a n c o r a adorni di p a n n o c c h i e , m e l a n z a n e , picc o m p l e t a m e n t e , hanno a c c e t t a t o in c o l e z u c c h e gialle e b a c c h e r o s s e . parte le c o n d i z i o n i stabilite d a l C o n Nella stanza principale era spiegato g r e s s o di C o r l e o n e . P o i si f a n n o delle il n u o v o s t e n d a r d o r o s s o , c o n q u e s t e c o n f e r e n z e c h e s o n o la nostra s c u o l a . parole r i c a m a t e in b i a n c o dalle s t e s s e Finalmente c e r c h i a m o nelle s v e n t u r e s o c i e : Fascio delle lavoratrici — Piana di aiutarci fraternamente fra noi. dei Greci. U n a s t a n z a più p i c c o l a Q u a n d o m u o r e un s o c i o , c o m e a v s e r v i v a p e r il c o n c e r t o e p e r la f a n f a r a v e n n e r e c e n t e m e n t e , f a c c i a m o una d e l .'^ascio. I suonatori e r a n o q u a s i colletta e a furia di c e n t e s i m i r a g g r a tutti giovinetti tornati d a p o c o dal nelliamo q u a l c h e lira p e r la famiglia s e r v i z i o militare. E s s i s t a v a n o e s e r c i superstite. C o s i a b b i a m o aiutato la t a n d o s i p e r i m p a r a r e a e s e g u i r e l'inno v e d o v a del c o m p a g n o t r o v a t o u c c i s o dei lavoratori, c h e e r a la m a r s i g l i e s e v i c i n o alla pietra nell'ex f e u d o A g g i o t dei Fasci: to. U n g i o v a n e u s c i t o l'altro g i o r n o dall'ospedale e a n c o r a inabile al l a v o S u ! fratelli, s u ! c o m p a g n e ro, è mantenuto d a quelli fra noi c h e S u l v e n i t e in fitta s c h i e r a ; stanno meno peggio. S u l l a libera b a n d i e r a S p l e n d e il sol dell'avvenir. M i a c c o m p a g n a r o n o poi a v e d e r e la N e l l e p e n e e nell'insulto s e d e del Fascio degli uomini, c h e in C i s t r i n g e m m o in mutuo patto; a l b a n e s e e s s i c h i a m a v a n o Dhomatè è L a g r a n c a u s a del riscatto Gjindevet gé shérhejn (parole c h e N i u m di noi v o r r à teadir. tradotte letteralmente s i g n i f i c a n o : unnione della gente che lavora). Ritornello: E r a una r u s t i c a s a l a a pianterreno, a volta. L a porta d ' i n g r e s s o e le pareti Il riscatto d e l l a v o r o e r a n o tutte a d o r n e di festoni di piante D e ' suoi figli o p r a s a r à ; v e r d i di montagna p e r l'inaugurazione O v i v r e m o del l a v o r o , della b a n d i e r a delle d o n n e . O p u g n a n d o si m o r r à . In f o n d o , s o p r a il tavolo d e i c o n s i glieri della Società, s p i c c a v a una t a — L e pigioni p e r q u e s t e s e d i — fini bella c h e p o r t a v a le parole s e g u e n t i : col dirmi un c o n s i g l i e r e del Fascio — Proletari di tutto il mondo, unitevi — s o n o p e r noi una s p e s a piuttosto forte, Non gridate: Viva i capi — Essi vi p e r c h é 150 lire all'anno ci c o s t a il possono tradire — Lottate sempre nel locale p e r gli uomini e 114 q u e s t o p e r nome del socialismo — La patria dei le d o n n e e p e r la m u s i c a . M a le proletario è il mondo — La patria s o s t e n i a m o volentieri p e r c h é è indid'oggi appartiene ai ricchi e ai re — s p e n s a b i l e un luogo d o v e riunirsi p e r Noi la malediciamo. le s e d u t e e p e r le c o n f e r e n z e . N e p o t r e m o fare f o r s e a m e n o q u a n d o S i c c o m e alla lettura di q u e s t e ultutti i consiglieri comunali s a r a n n o dei time parole io a r r i c c i a v o il n a s o : nostri; basterà allora la sala d e l ct>mu— L a patria d'oggi! intendiamoci ne. b e n e — mi d i s s e r o — c h e noi a m i a m o 24 C o n c l u s e r o c o l dichiarare c h e s e il Fascio di P i a n a dei G r e c i e r a c o s i c o m p a t t o , lo si d o v e v a al dottorr N i c o lò B a r b a t o , u o m o di trentadue anni, motto s t u d i o s o (uno dei più colti s o c i a listi siciliani e s e n z a d u b b i o il più istruito fra i presidenti di Fasci), il quale e s e r c i t a n d o la medicina là d o v e è nato, c o m e m e d i c o libero, non c o m u nale, f a c e v a d a tre anni la p r o p a g a n d a nelle famiglie dei contadini. L a s c e n a di d i s o r d i n e del mese p r e c e d e n t e , s u s s e g u i t a d a ben 37 arresti, mi fu c o s i r a c c o n t a t a dai s o c i del Fascio: — Il popolo e r a in fermento perché, a p p e n a s a p u t o c h e il c o l e r a s v i l u p p a v a s i a P a l e r m o , a v e v a chiesto invano un c o r d o n e sanitario. L a c o l l e r a a u m e n t ò q u a n d o si v i d e c h e una d o n n a malata v e n i v a c h i u s a in una stalla, e s c o p p i ò q u a n d o rimase s e n z ' a c q u a . F u allora c h e si invase il M u n i c i p i o e c h e si spezzò il filo telegrafico c h e ci c o n g i u n g e c o n P a l e r m o . N o n vi f u p e r ò a l c u n ferimento, s e b b e n e per otto o r e la popolazione f o s s e rimasta assoluta p a d r o n a dei p a e s e . Tutte le v e n d e t t e si ridussero al gettare dalle finestre del M u n i c i p i o , non però sulla gente, un tavolo e quattro sedie. U n r a g a z z o s t a v a per s t a c c a r e i ritratti del re e della regina, ma noi intervenimmo e d i c e m m o c h e quelli non s i d o v e v a n o t o c c a r e . E non furono toccati. S o p r a g g i u n t e le t r u p p e e o p e r a tisi poi gli a r r e s t i , p a r e c c h i di noi, armatisi, si rifugiarono in c a m p a g n a p e r non e s s e r e c a r c e r a t i ; ma a p p e n a il dottor B a r b a t o e b b e dal questore di P a l e r m o l'assicurazione che non si s a r e b b e r o operati altri arresti, tutti tornarono al p a e s e . F r a gli arrestati c ' e r a a n c h e una donna nell'ottavo m e s e di g r a v i d a n z a . V e n n e r o rilasciati d o p o s e d i c i giorni. A v e n d o io ricordato c h e il dottor B a r b a r o e r a a n c o r sotto l'accusa di e c c i t a m e n t o all'odio fra le classi e per a s s o c i a z i o n i di malfattori: — S e mai — dichiararono i c o n t a dini del Fascio — l'associazione s i a m o noi, 2500 uomini e 1000 donne, e d e v o n o mettere dentro noi tutti. M a a chi a b b i a m o fatto male noi, c h e d o m a n d i a m o solo un p e z z o di pane? C o s i p a r l a v a n o i s o c i del Fascio d i Piana dei Greci. girotondo L'uomo di ferro Lhiomo di ferro è ì'ullima invenzione della scenza. li) realizzalo in laboratorio con la ingegnosa salda/ara di lami ferrelii. A vendo una tempra d\icciaio, si mise a dar pugni in tutte le direzioni e riusci a farsi strada. Questa però era lunga e ceriamenle si sarebbe perduto se non fosse capitato in un paese di pigmei dove subito impose la propria legge... di ferro. Abbattuti gli sleccati con un colpo di mano, convocò il popolo tutto a parlaniento e parlò con forza: — Volte i cessi? — Alla domanda seguì un pugno tanto sonoro da fare franare un quarto di Montecitorio ed una voce echeggio?: — A vrete i cessi! — E i cessi furono una realtà in faccia a tulle le barbe. Ma i pigmei avevano gli occhi troppo piccoli per vederti e allora l'uomo di ferro chiese: — Volete la luce? — Un altro pugno e Montecitorio fece un giro di valzer per effetto delle vibrazioni acustiche. L'eco rispose: — A vrete la luce! — e fu fatta la luce. Ora lutti ci vedevano chiaro e reclamavano facqua a gran voce. Altro riuluno. Fu chiesto: — Volete Tacqua? — Per risposta una prolungata ovazione. In fatilieo pugno stavolta mandò in rovina palazzo Madama e produsse non poche lesioni a palazzo Chigi dove per caso si parlava ad alto livello di crisi e di petrolio. Nessun danno alle persone grazie al pronto intervento dei vigili del fuoco che scongiurarono cosi tutti i pericoli di incendio a causa dell'ambiente saturo di elettricità. Fu decretalo lo stato di emergenza per calamità nazionale e si ritenne opportuno rimediare con un decreto legge con il quale si ahbrogava il principio dei vasi comunicanti di antica memoria abbligando il prezioso liquido a fare la strada in salita mediante condotte forzate. Se la storia dei pugni continua. Roma Sarà costretta a votare tutta una serie di leggi antisismiche e a curarne la raccolta in un testo unico perchè il paese dei pigmei lutto e da rifare.... 25 Un leone un domatore e tanti cagnolini selvatico, (di animale o pianta), contrapposto a 1 but; es. Isht'si mac i egèr, espressione di solito usata nei riguardi di persona che risponde abitualmente con sgarbo. 1 fartuam avariato, dicesi di cibo o bevanda. 1 caposmè macilento; fixh e caposme, viso 1 mier 1 lumx beato. Correttemente usato con significato ironico. Lumi (ja) ti sa ka keshi - povero(a) te quante ne avrai- In questo proprio si usa con enfasi quando si cede ad una persona che si è cercato di convincere inutilmente. Si do ti i lumi! Xathur scalzo: aggettivo indeclinabile, quasi soppiantato dalla locuzione «pa hpuc». Il suo contrario è «mbathur». Shkrump Arido, Bruciato. Di persona molto assetata si dice: «Jam shkrump», sono assetato, «Dhe shkrump» terra arida. «Hjaur shkrumbi» - odore di bruciato. Recentemente «Jam shkrump», viene anche adoperato come «sono a secco» (di denaro). 1 errét malvagio, con significato traslato. Il significato originario è "Scuro", "buio". Si usa dire ancora: «Qroi u err» - Il cielo e oscurato. Nder- nderia Onore Dhuné - dhunja Disonore Nduhtè - Nduhta Notizia, «na jerdhi qo nduhtz' e mire», Ci è arrivata questa bella notizia. 26 Un leone un domaiore e ianti cagnolini. In termini biogenetici il cane rappresenta la sottospecie del leone ed è naturale che la comune radice ogni tanto spinga a trovarsi insieme. Per i cani è sempre un grosso rischio finire nella tana del lontano progenitore senza le opportune precauzioni. Pertanto il ricorso a un domatore di ONOREVOLI: professione è inevitabile. Eccoli cosi introdotti al cospetto del capo. Il leone non è bello ma parla bene ed ha nel volto una espressione di fierezza e di sicurezza che i poveri cagnolini non trovano in se stessi. La curiosità è appagata. Agitano le codine con riverenza e, offerto il dono della servile sottomissione, tornano indietro felici.... di avere concluso niente. La stampa cinofila, in complesso, pone ravvenimento in gran risalto. G lembi Kuidhes - Kuidhesa Cura Pe - peu Filo da cucire Poeéja Recipiente di terra cotta Kusì - Kusia Pentola di metallo, caldaia. Mbru - Mbruri Manico di legno per attrezzi (badile, zappa, martello....). Vegle - Veglja Manico in genere Sopat - Sopata Accetta Tè mènuarit Rida rd a re Té xarrisurit Trascinare; fare strisciare Tè ngalesurit accusare Tè xheshurit Spogliare. Spesso questo verbo si confonde con «tè gjleshurit», impastare. 1 truaiti deien uikut' Ha affidato la pecora al lupo. Shum zoga bashk, pa ngrèn te+ gjitha Molti uccelli insieme, tutti a digiuno. Vete veshur si Nik Reta Si dice ironicamente di una persona malvestita, in quanto l'eroe albanese andava famoso per la ricchezza del suo abbigliamento. 27 ALCUNE CONSIDERAZIONI DA RGJMI Glèmbi g u e s t a c l a s s e dirigente r e s p o n s a b i l e di una r e p r e s s i o n e silenziosa quanto f e r o c e . M u t e r à atteggiamento c e r t a mente si q u a n d o gli albanesi d'Italia si e s p r i m e r a n n o in dialetto siciliano, c a l a b r e s e , napoletano. S o l t a n t o allora f o r s e la futura didattica scientifica avrà finalmente capito e avrà f o r s e vinto la battaglia p e r r i n s e g n a m e n t o dialettale nelle scuole. «Occorre sempre entusiasmo, c o raggio e p e r s e v e r a n z a , il t e m p o darà ragione, (e lei l'ha già avuta) la c l a s s e dirigente prima o poi m u t e r à atteggiamento». B r a v o , b r a v i s s i m o ! Q u e s t o all'incirca è il fulcro di una r i s p o s t a di A l b i n o G r e c o , direttore della rivista G]umi, o p a r d o n , ZgjimI alla lettera umile e c o m m o s s a di un lettore della s u m e n z i o n a t a rivistaB r a v o , b r a v i s s i m o torniamo a ripetere. S i n g o l a r e e s e m p i o di ipocrisia c o m p l i c e e piena di s e r v i l e s u d d i t a n z a ai poteri dello S t a t o . M a noi ci c h i e d i a mo; quale c l a s s e dirigente? e q u a n d o muterà atteggiamento? C e r t o non 28 D ' a l i ' I t a Ma p a s s i a m o in A l b a n i a . S e m p r e su Gjumi. o padron, continuo a c o n f o n d e r l o c o n Zgjimi, ripreso d a l quotidiano «Il Popolo», o r g a n o ufficiale della D C , troviamo una interessante d i s s e r t a z i o n e s u l risveglio d e m o c r a t i c o degli A l b a n e s i - S t u d i o fatto da un m i o p e articolista di s t a m p o fanfaniano sulla b a s e statistica dell'esiguo numero di s c h e d e b i a n c h e o annullate, p e r la p r e c i s i o n e solo due, c h e si s o n o a v u t e nelle ultime elezioni politiche in A l b a n i a . L'articolista in q u e s t i o n e c o s i p r o s e g u e « c o n la libertà non si può s c h e r z a r e c o m e s i vuole, e il rischio di p e r d e r l a sotto un regime fascista o comunista è piccolo: q u a l c h e d e c e n n i o di p a z i e n z a e, oplà, a n c h e il g i o c o più p e s a n t e salta v i a . Insomma ia libertà non è poi q u e s t o g r a n d e t e s o r o d e c a n t a t o dalla p r o p a g a n d a d e m o c r a t i c a : q u a n d o uno vuole se la p u ò r i p r e n d e r e ; e non sono storie q u e s t e , m a fatti p r e c i s i , notizie e l o q u e n t i s s i m e c h e ci v e n g o n o d a l l ' A l - bap.ia'>y Fsatto in A l b a n i a il numero delle s c h e d e bianche o annullate è molto e s i g u o , serio riconoscimento al lavoro di un popolo passato d a l med i o e v o al socialismo. E certamente in A l b a n i a non vi sono i galoppini elettorali della D C pronti a mercanteggiare i voti d e i lavoratori p e r un p a c c o di pasta. M a questa è storia v e c c h i a . M a c o n noi albanesi d'Italia c o m e la mettiamo c a r a D C ? S e pensi di prenderci a n c o r a in giro c o n le tue p r o m e s s e elettoralistiche o c o n l'ennesima proposta di legge regolarmente respinta dal d e m o c r a t i c o parlamento Italiano, sbagli! Pubblichiamo una nota sull'artigianato artistico di Piana degli Albanesi, del Segretario Generale del DUN, dottor Gaetano Rizzo Nervo. Il DUN (Difesa Uomo-Natura) è una libera associazione con sede in Roma che opera anche in difesa dei valori della produzione artigiana. Il DUN in questi giorni sta allestendo una importante Mostra - Mercato permanente dell'arte popolare siciliana in via Margutta in Roma. La Mostra ospiterà anche i migliori mezzi dell'artigianato di Piana degli Albanesi. La Mostra dedicata alla Sicilia è la prima di una serie di Mostre Mercato permanenti ideate ed organizzate dal DUN, ciascuna dedicata ad ogni singola Regione. VOCAZIONE ARTIGIANA DI PIANA DEGLI ALBANESI di Gaetano Rizzo Nervo ...."con llniziafiva editoriale intrapresa ci impegniamo, pertanto di fornire materiale di studio e stimoli di riflessione...'^ "La tradizione è il nodo che ci lega in modb indissolubile alle espressioni più coerenti della nostra gente. Voltarle le spalle significa scadere su posizioni di radicalismo antistorico pe** la paura, forse, di apparire conservatori..." Rileggendo questi brani dell'editoriale di Aprile di questo notiziario Italo Albanese ci si accorge come quelle parole siano quanto mai pertinenti, oggi, quando si discute sulla produzione artistica dell'artigianato; sulla concreta realtà di sviluppo della produzione qualificata là dove esistono condizioni ottimali per muoversi presto e bene in uno specifico settore, qual'è proprio quello dello artigianato artistico, che oggi, meno degli altri comparti produttivi, avverte la pesantezza della stasi economica che il nostro paese attraversa.Quando poi la produzione artigiana affonda le radici della ispirazione creativa nell'humus fertilissimo della tradizione, della storia, degli interessi culturali, di una collettività e di una comunità che conserva intatto e gelosamente difende questo patrimonio storico-culturale, allora è certo che questa produzione è destinata ad un naturale sviluppo - Piana degli Albanesi può inserirsi con autorità e prestigio nel settore dell'artigianato artistico siciliano sempre.chè riesca a convogliare quelle forze, di cui dispone, nella giusta direzione per la realizzazione di un programma all'insegna di fatti concreti, fuori dal pericolo di affondare nelle sabbie mobili del dilettantismo organizzativo, nelle enunciazioni narcisistiche e nel bla-bla finale delle promesse di intervento dei responsabili della cosa pubblica. E' vero anche che senza l'aiuto di chi per scelta politica, è investito della autorità di intervento, qualsiasi programma che interessi una collettività, riferito alle infrastrutture di base necessarie, è irrealizzabile. Una azione quindi comune da portare avanti con serietà e volontà che trovi stimolo e spinta dalla appassionante ansia di fare dei giovani di Piana e che è giusto e naturale che trovi, prima di altri, gli amministratori della città, decisi a soddisfare le aspettative di quanti intendono applicarsi in un settore che presenta prospettive validissime di rapida espansione con implicazioni socio-economiche determinanti. "Ci siamo anche noi...." è il messaggio che Piana degli Albanesi invia agli amministratori di Piana, ai responsabili della cosa pubblica della Regione; Più che una dichiarazione di presenza operativa, quasi un avvertimento. Quali interventi oggi possono essere utili e per la immediatezza della realizzazione di una produzione dì ceramiche d'arte? Il Comune di Piana degli Albanesi valendosi delle organizzazioni ed associazioni più abilitate alla gestione, può richiedere la istituzione di corsi professionali di addestramento .per vasai, tornitori, modellatori, disegnatori. Può dotare Piana, di un laboratorio per la ceramica attrezzato con la installazione di almeno 4 forni elettrici di medio formato il cui costo non supera complessivamente i 15 milioni. Può coordinare e disciplinare l'attività di questo laboratorio riservandone la possibilità di accesso a chiunque ne possiede i requisiti, può costituire, tramite un Istituto bancario, un credito di rotazione destinato all'acquisto della materia prima, pani di argilla, colori ecc. Non vi sono problemi relativi al collocamento della produzione. Non vi è alcun rischio nella Iniziativa perchè la stessa nostra associazione è, pronta ad assorbire tutta la produzione dei prossimi cinque anni, cautelandosi soltanto sulla qualità e concordando l'indirizzo stesso della produzione a requisiti rigorosamente culturali nel riferi- mento alla storia della comunità. La produzione artigiana tanto più sarà significante della autonomia socio culturale della comunità di Piana, quanto meglio sopra attìngere alla storia della comunità medesima, alle tradizioni del ceppo originario albanese. Costituirà una testimonianza prepotente e legittima, delle attese e delle aspirazioni di quei mondo giovane che, a giusta ragione, avverte il pericolo che deriva dal lungo sonno in cui sembra essere sprofondata la Regione Siciliana che mostra, non solo di non tenere conto delle attese della popolai-ione, ma con la arroganza della gestione del potere di alcuni gruppi, mostra ancora di ignorare l'esistenza stessa di quei problemi che già da anni dovevano essere avviati a rapida soluzione. Dallo insegnamento della lingua Albanese nelle scuole di ogni grado, alla esaltazione della realtà dì una comunità che conserva ancora intatto, lo spirito ed il credo di coloro che per primi, provenienti dall'altra sponda dell'Adriatico, si stabilirono in questo territorio di Sicilia senza mai rinnegare una generazione dopo l'altra, le orlginiUna realtà che suggerisce rispetto e Impone doveri che uomini politici di buon senso dovrebbero assolvere senza ritardi. M a Ignorare la storia dell'isola sembra sia una prerogativa di certi uomini politici responsabili, si che contrastare questi Ignoranti diviene opera allucinante che richiede una particolare forza d'animo, molta pazienza, sufficiente coraggio, e assoluta indipendenza. Oggi I giovani impregnati di Piana dimostrano che sanno camminare da soli e con Intelligenza. Il tempo è dalla loro parte, poiché sono nel giusto, prevedere che vinceranno è come dire che l'acqua del fiume alla fine della sua inarrestabile corsa, si mescola e si sposa con l'acqua del mare. (segue a pag. 32) 29 Oggi la produzione artigiana di piana che testimonia della verità di quanto assumiamo, è presente in Roma, in via Margutta, fianco a fianco con la più antica, più qualificata, produzione artistica dell'artigianato siciallano. E ciò è potuto accadere per la iniziativa di quel nucleo familiare i Riolo (la madre Giuseppina ed i figli Anna Maria, Vito e Franco), MOSTRA Ci riferiamo alle preziosissime bambole di Giuseppina Riolo. alla ceramica decorata a freddo di Anna Maria di Vito e Franco Riolo. Oggi la produzione di questo vitalissimo gruppo familiare testimonia che. nonostante la Regione Sicilia, la iniziar tiva dei singoli, appasionati ed amanti della propria terra, riesca alla fine a prevalere sul letargo di chi è responsabile della corretta e diligente conduzione della cosa pubblica. PERMANENTE Per un giusto riconoscimento a questo gruppo di giovani e per un invito ad altri giovani a seguirne l'esempio, la nostra associazione ha deliberato di incoraggiarne, nella misura e nella forma che le è possibile, l'attività Ed a questo fine sta svolgendo una azione conoscitiva tra le comunità di origine albanese insediate in altri paesi euro^ pei allo scopo di individuare le fonti di ispirazione della produzione artigiana artistica originaria. Per evidenziarne i contenuti, pur trattandosi di ceramica decorata a freddo, ha deciso di includere i pezzi "Riolo" nella mostra mercato permanente dell'arte popolare Siciliana che si aprirà in via Margutta Roma in questo mese di Novembre. ARTIGIANATO ALBANESE Se e vero come e vero che a prevalere saranno alla fine le forze del progresso, nessun ostacolo potrà, a nostro giudizio, arrestare lo sviluppo dell'artigianato d'arte di Piana degli Albanesi. Sopratutto perchè questa produzione artigiana supera la ragione mercantile vera e propria. Essa nasce e si sviluppa per naturale bisogno di vita, essa scaturisce da una primaria esigenza dello spirito della nuova generazione colta, impegnala ed intelligente, che attraverso la rappresentazione dei simboli, immagini, e colori, stabilisce una testimonianza durevole della storia della propria comunità. Ricostruisce, pietra sopra pietra, quell'edificio ricco di storia della propria gente che cosi rigorosamente ha conservato. Un bagaglio di cultura, di tradizione, di lingua, quale, altro gruppo etnico non è riuscito parimente a custodire. Interessanti premesse quindi di rapida crescita di una lavorazione artigiana di qualità. Agli uomini cH buona volontà e sopratutto ai giovani di Piana la responsabilità di esserne protagonisti. (Gaetano Rizzo Nervo) 32 RIOLO CORSO KASTRIOTA PIANA OEGLl ALOANESI ESPOSIZIONE PERMANENTE IN ROMA GALLERIA DUN - VIA MARGUTTA 47 A LAJMTARI I ARBRESHVET ORGANO DEL CENTRO REGIONALE PER LE TRADIZIONI ALBANESI ARTIGIANATO PRO-MEMORIA PER IL GOVERNO REGIONALE:... "CI SIAMO ANCHE NOI"