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NUMERO
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ORGANO DEL CENTRO |
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DEL COLLETTIVO REDAZIONALE
CENTRO - NOVEMBRE 1975
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I M r i D r i C o n VC I
LAJMTARI I ARBRESHVET
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Organo del Centro Regionale per le Tradizioni Albanesi
M
Palemio - Piana degli Albanesi - C o r s o Umberto 1,122 - Tel. (091) 771490
in copertina:
OSKAR KOKOSKA
"AIUTATE I BAMBINI BASCHI"
NOVEMBRE 1975
N U M E R O U N I C O IN A T T E S A DI
REGISTRAZIONE
sommario
2
3
4
5
6
7
8
Editoriale
II collettivo - R e d a z i o n a l e
Una scuola su misura
R o s e t t a Riolo
Cultura di Stato e oppressione
linguistica
G . Muscarello
Convegno sulle minoranze etniche a Gressoney St. Jean
Mozione
S . D e m e t r i o - C o r o n e , 2 6 / 2 7 / 2 8 luglio 1975
Delegazione
albanese a Piana
Solidarietà
con i popoli spagnoli in lotta contro il
franchismo
Cultura
Direttore
Giorgio
Muscarello
9
10
11
13
14
15
Direttore-responsabile
Giuseppe Schirò di
Modica
Redattori
Manali
Pietro - Cuccia
Vito
Emanuele - Giorgio Paladino
A.M. Lide - Giuseppe Schirò di
Maggio - Franco Borgia - Giuseppe Schirò di Modica - Rosetta Riolo - Giorgio
Muscarello.
UNA
//
mondo.albanese
Njè pullaree sotme. e diéshme, e njéditèzne
G. Scurò D i M a g g i o
Vjershe tè Lue Gliqine
Cario D o l c e
Carlo Dolce
Manali Pietro e C u c c i a Vito Emanuele
Parole ed espressioni
tipiche di Piana
Francesco Borgia
Le forzature esegetiche
di Leonardo Sciascia
nella "morte
dell'inquisitore"
G i u s e p p e Schifò D i M o d i c a
C O P I A L . 500
L a collaborazione è gradita
Retrospettiva Storica
18
Nota personale
20
/ fasci dei lavoratori
(2° pane)
a Piana degli
Albanesi
Nicola Barbato
Aldolfo Rossi
Girotondo
25
L'uomo
26
28
Un leone un domatore
Alcune considerazioni
di ferro
e tanti cagnolini
da Zgjmi
Glèmbi
1
editoriale
Dairuìtima pubblicazione della nostra rivista
ad oggi, si sono verificati alcuni fatti la cui
valutazione si impone a chi, come noi, da diverso
tempo si occupa degli annosi problemi del mondo
arbresh.
Iniziative
pseudo-culturali,
manifestazioni
folkloristicorgastronomiche,
timide avances da
parte di forze nuove o quasi la cui collocazione
all'interno degli schieramenti al momento non è
molto chiara.
Vediamo di esaminare più da vicino quanto si è
accennato. La pubblicazione di un giornale formalmente nuovo presuppone che si abbia un discorso
di fondo da portare avanti, nonché Vallargamento
e la diffusione ad un più largo strato di persone
I dei problemi
che si vogliono dibattere.
Ma,
quando una tale iniziativa assume un carattere
! privatistico o addirittura personale per i panegirici
, di famiglia, finisce che la già scarsa consistenza
culturale unita ad una forte carica demagogica e
reazionaria col tempo ha un effetto fatale nei
riguardi delToggetto che si «voleva»
salvaguardare.
Crediamo
di do vere dis.se nt ire ferma me n te
anche con chi spera (non si sa fino a che punto in
buona fede) di coinvolgere in un processo unitario
le vane forze con metodi semplicistici ed oltreimodo superati, quali la solita conferenza di un
j piccolo boss della locale università in cerca di
spazio e di personale affermazione,
conferenza
seguita subito dopo dalla inevitabile costituzione
di un comitato di agitazione, i cui bollori si
spengono sistematicamente nel tradizionale rinfresco conclusivo. Salutiamo poi «con irrefrena-
2
bile gioia» la recenti dichiarazioni
programmatiche di una grossa organizzazione di massa che,
bontà sua, dopo trent'anni di gestione della cosa
pubblica ha preso coscienza che esiste il problema
della nostra comunità albanese in quanto tale.
Non sappiamo in verità quale possa essere in
futuro ratteggiamento
o la posizione che tale
organizzazione intende assumere nel colorito panorama degli schieramenti attuali. Ma si hanno
fondati motivi per credere che interverranno col
peso soffocante e asfissiante della loro forza nel
tentativo di controllare e quindi gestire
politicamente il movimento che si tende a creare. Orbene,
noi crediamo che sia ora di dire basta agli sterili
accordi di vertice, alle petizioni umilianti e controproducenti, alle ingenue o complici speranze di
illuminale concessioni dall'alto.
Crediamo invece, sia oppurtuno elaborare una
.strategia alternativa che, partendo dalla base,
coaguli tutte le forze realmente interessate ai
problemi della nostra minoranza, e le raccolga
attorno ad una piattaforma comune in modo da
creare un forte movimento di massa che forte e
cosciente del proprio ruolo e soprattutto
dei
problemi che sono sul tappeto riesca a realizzare
un p<> ' più di quanto non sia slato fallo fino ad
ora. Eiì è alFinlerno di queste linee programmatiche che nel prossimo futuro noi come giornale
intendiamo muoverci: inviliamo pertanto lutti
coloro che in esse si riconoscono a volere collaborare e a dare un contributo fallivo alla redazione
del giornale.
IL COLLETTIVO
REDAZIONALE
UNA SCUOLA SU MISURA
Rosetta Riolo
In una società v e r a m e n t e d e m o c r a tica il rapporto tra q u e s t a e la s c u o l a è
biunivoco nel s e n s o c h e la prima sviluppa valori c h e informano l'indirizzo
dell'altra- L a scuola, in quanto o r g a nismo di r i c e r c a , di dibattito e di
confronto, a s u a volta elabora valori
che influenzano la società tutta. N e l
caso nostro, però, non è la s c u o l a che
fa la società ma è la società c h e s i
esprime attraverso le istituzioni s c o l a sticheConseguentemente
la crisi della
scuola è anche crisi della società. S e i
vari ministri s u c c e d u t i s i nella direzione della pubblica istruzione non
avessero e s p r e s s o , a t t r a v e r s o riforme
e circolari, il più assoluto nullismo, la
scuola italiana non s a r e b b e diventata
un ente impiegatizio e meschino. E
ancora, s e non f o s s e vero, c o m e d i c e
Rousseau c h e «i popoli a lungo andare
sono ciò che il g o v e r n o li f a essere», i
decreti delegati non r a p p r e s e n t e r e b bero un altro passo v e r s o un vicolo
cieco. S e si legge attentamente la
bravissima p r e m e s s a delf'Emiho, le argomentazioni di R o u s s e a u rivelano
una insospettata potenza. Egli fa c a p i re, sempre nella p r e m e s s a , c h e il s u o
modo di ragionare è d e l tipo di implicazione logica: s e allora ... In q u e s t o
caso certe critiche facili a R o u s s e a u
vengono a c a d e r e . P o s s i a m o riesaminare e c o r r e g g e r e le p r e m e s s e d e l
filosofo illuminista, ma le s u e c o n c l u sioni sono ineccepibili. In altre parole,
possiamo criticare il modello p e d a g o gico che R o u s s e a u c i p r o p o n e (Emilio
in c a m p a g n a , Emilio al di fuori della
società, e c c . . ) ma non possiamo r i g g e t t a r e l'affermazione c h e fino a
quando non si rispettano i dintti naturali degli alunni, ogni e d u c a z i o n e e
sempre r e p r e s s i v a e c a u s a di disadattamento. O g g i si parla di «antipedagogia». «Antipedagogia» significa c h e i
problemi tradizionali della p e d a g o g i a
hanno un s e n s o solo s e rientrano in
una c o n v e r g e n z a di r i c e r c h e s o c i o l o giche, psicologiche e di didattica s p e hmentale. Tanto per fare un e s e m p i o i
problemi tipo «autorità e libertà», « d i -
sciplina e n o n disciplina», hanno un
s e n s o s e s i r i f e r i s c o n o al rapporto
insegnante — un alunno, hanno un
altro s e n s o s e si riferiscono al r a p porto insegnante - quaranta alunni;
oppure, hanno un s e n s o d i v e r s o s e si
r i f e r i s c o n o a d un'aula s p a z i o s a c o n
a n n e s s o locale in c u i a n c o r a s e s i
r i f e r i s c o n o a d un'aula dove, se si fa un
c a l c o l o di c u b a t u r a , lo s p a z i o riservato
ad ogni alunno c o r r i s p o n d e a quello di
una bara.
Orbene. pensiamo che i decreti d e legati siano in g r a d o di risolvere la
penosa situazione della s c u o l a italian?
S e un v e c c h i o tavolo, roso dai tarli,
viene riverniciato a nuovo sembrerà
tale a un o s s e r v a t o r e s u p e r f i c i a l e ma
in realtà sarà s e m p r e un v e c c h i o t a v o lo. A nostro a v v i s o le riforme della
scuola b o r g h e s e hanno lo s c o p o di
formare il figlio dell'operaio e d e l
contadino nella cultura b o r g h e s e , di
integrarlo, di s c o n f i g g e r l o . Tuttavia noi
non s u g g e r i a m o di b r u c i a r e i libbri in
piazza c o m e è a c c a d u t o durante la
rivoluzione culturale in C i n a p e r la
diversità d e l l e s i t u a z i o n i t r a q u e l
p a e s e e il nostro. V o g l i a m o soltanto
mettere in g u a r d i a le m a s s e c o n t r o il
p e r i c o l o della cultura b o r g h e s e v e r n i ciata di d e m o c r a z i a . L e riforme nella
realtà sono fatte o e r tornare utili a chi
le g e s t i s c e - M i o intento è affrontare il
p r o b l e m a della s c u o l a primaria sull'ins e g n a m e n t o parallelo della lingua m a terna (nel nostro c a s o l'Albanese) a c canto a quella italiana nella p r o s p e t t i v a t r a c c i a t a d a i d e c r e t i delegati.
L'impegno c o s t a n t e e unitario di g e n i tori e insegnanti, nell'ambito dei poteri
decisionali d e l c o n s i g l i o di c i r c o l o a
nostro a v v i s o p o t r e b b e riuscire ladd o v e il legislatore ha fallito. Intanto
non c i s t a n c h e r e m o mai di ripetere
c h e l'insegnamento parallelo della lingua materna nella scuole d e i comuni
allofoni è di basilare importanza sotto
il profilo p e d a g o g i c o e p s i c o l o g i c o . D a
t e m p o illustri studiosi hanno parlato
sulla questione ma il p r o b l e m a già
v e c c h i o non c i s e m b r a risolto. E per-
tanto rimane nuovo e d urgente. R e c e n t e m e n t e l'istituto di p s i c o l o g i a
dell'università di P a l e r m o s i è o c c u pato delle difficoltà di natura linguistica nei s o g g e t t i bilingui con. particolare riferimento agli alunni della s c u o l a
primaria. L'indagine condotta sui b a m bini di P i a n a degli A l b a n e s i mirava a
v e r i f i c a r e s e il livello intellettuale d e i
s o g g e t t i presi in e s a m e (test di perform a n c e di G i d e ) fosse più b a s s o r i s p e t t o quelli monolingue 1 risultati
hanno d i m o s t r a t o c h e d a l punto di
v i s t a linguistico i s o g g e t t i bilingui i n c o n t r a n o difficoltà nell'apprendimento
della s e c o n d a lingua in confronto ai
bambini c h e parlano una sola Imgua.
La c o n c l u s i o n e cui è pervenuta l'equipe, d o p o una più a p p r o f o n d i t a analisi
sulle r i c e r c h e fatte, è c h e l'inferiore
rendimento c o n s e g u i t o dai s o g g e t t i
bilingui sia d a attribuirsi in maniera
particolare alle difficoltà di natura ling u i s t i c a incontrate d a i bambini, i quali
a s c u o l a sono costretti a d e s p r i m e r s i
in una lingua d i v e r s a da quella in cui si
e s p r i m o n o fuori della s c u o l a .
E' nostro v i v o d e s i d e r i o c h e l'Istituto
di P s i c o l o g i a dell'Università di P a lermo continui le r i c e r c h e sui bambini
di P i a n a c o n u n o studio sulle d i s l e s s i e
nei s o g g e t t i bilingui. S t u d i di q u e s t o
tipo s o n o già stati fatti a M i l a n o s u i
bambini monolingui. Q u e s t e r i c e r c h e
hanno lo s c o p o di bandire dalla s c u o l a
italiana la dura e arbitraria s e l e z i o n e
c h e vi si o p e r a ai danni d e i bambini
c h e p r o v e n g o n o da ambienti culturali
più poveri o di d i v e r s a c o n f o r m a z i o n e
e provenienza. E' naturale c h e questi
bambini, c o m e quelli di Piana, abbiano
difficoltà di natura linguistica, s e b b e n e
p e r motivi d i v e r s i ; ma q u e s t o non vuol
dire c h e siano m e n o intelligen:i degli
algri- Epperò l'intelligenza dei bambini
si manifesterà solo s e l a s c e r e m o c h e
essi si e s p r i m a n o c o n i mezzi che sono
loro naturaliLa s c u o l a di B a r b t a n e è un e s e m p i o
c o n c r e t o di c o m e d o v r e b b e e s s e r e
una s c u o l a d o v e realmente si intende
e d u c a r e ; «una s c u o l a s u misura».
3
Cultura di Stato e oppressione linguistica
G. Muscarello
C o n q u e s t o titolo R, B r o s i o nel n° 38
di A . (rivista anarchica) d e d i c a v a un
notevole articolo al p r o b l e m a delle
minoranze e t n i c h e c h e si t r o v a n o nel
territorio dello stato Italiano. Q u e s t o a
riprova c h e il p r o b l e m a delle minoranze g o d a oggi di un u n t e r e s s e più o
meno- g e n e r a l i z z a t o d a parte d e i più
disparati gruppi politici- V i è o g g i un
risveglio a livello nazionale s u detti
problemi, e, c o s a àncora più i m p o r t a n te, a d e s s o c o n t r i b u i s c o n o folti g r u p p i
di italiani impegnati p e r lo più in
o r g a n i z z a z i o n i p e r la d i f e s a d e i diritti
civili, a n c h e se sarebbe indubbiamente d a preferire un risveglio autonomo e d autogestito d a parte delle
minoranze s t e s s e . Così continua il
B r o s i o nel s u o articolo: - E d è a n c h e
v e r o c h e una p i c c o l a folla di linguisti e
di etnologi p e r lo più i m p r o v v i s a t i s i è
m e s s a all'opera c o n animo d a c o l l e z i o nisti imbalsamatori alla r i c e r c a di lessici antichi e tradizioni moribonde. Il
che non ha nulla a c h e v e d e r e c o n il
risveglirsi autonomo d i una etnia s t r a niata la quale a c q u i s t a c o n s a p e v o lezza di sé e lotta p e r il diritto alla
diversità. - Q u e s t o è d u n q u e il punto,
lottare p e r la nostra diversità. E p e r
questa diversità c h e c i s i i m p o n e
c o m e albanesi una c h i a r a p r e s a di
c o s c i e n z a nei c o n f r o n t i di uno s t a t o
a c c e n t r a t o r o e b o r g h e s e c h e tutto
vuole s e n z a nulla c o n c e d e r e sull'altare
del s a c r o ideale della patria (comune).
N o n i n t e n d i a m o r i p r e n d e r e in
q u e s t a s e d e posizioni già p r e c e d e n t e mente enunciate c h e r i g u a r d a n o il
problema della s a l v e z z a dell'etnia
nella s u a complessità, cioè s a l v e z z a
della lingua n o n disgiunta dalla s a l v e z z a di una cultura a d e s s a i n d i s s o l u bilmente legata. Q u e s t o p e r c h é l'importanza della lingua, c o m e s t r u m e n t o
per la riconquista della p r o p r i a identità etnica, n o n è d a sottovalutare. F a mosa è ormai l'affermazione s e c o n d o
la quale una lingua non è soltanto un
repertorio c o n v e n z i o n a l e di s e g n i , ma
una v e r a e propria c o n c e z i o n e d e l
mondoCioé l'espressione di un p r e c i s o
rapporto c o n la realtà, frutto di una
determinata situazione s o c i a l e e d e c o nomica e d e l c o m p l e s s o di mentalità,
4
a t t e g g i a m e n t i p s i c o l o g i c i , tradizione
culturale di una etnia. E s s e r e costretti
a d u s a r e una lingua d i v e r s a dalla
propria s i g n i f i c a f o r z a r e d u n q u e il
p r o p r i o c e r v e l l o a ragionare in m o d o
che
n o n gli è c o n g e n i a l e , p e r d e r e il
r a p p o r t o abituale c o n le c o s e e s m a r rirsi nella r i c e r c a f a t i c o s a d e i confini
di un nuovo rapporto, inizialmente
s c o n o s c i u t o . P e r d e r e la propria identità e t n i c a s i g n i f i c a d u n q u e p e r d e r e
a n c h e la p r o p r i a identità personale, il
s e n s o di sé c o m e m e m b r o di una
comunità e quindi c o m e individuo, d a l
m o m e n t o c h e non s i può v i v e r e da
soli.
E c c o q u i n d i s v i l u p p a r s i la lotta
contro le imposizioni linguistiche, tanto
più forte e a s p r e quanto più il proc e s s o di straniamento a c u i le minoranze s o n o s o t t o p o s t e è contrastato
da una radicata c o s c i e n z a della propria identità. M a per salvare una lingua non basta salvare una etnia, s e
insieme ad e s s a non viene salvato
a n c h e quel c o m p l e s s o di situazioni
ambientati, q u e l rapporto c o n le c o s e
che dell'etnia è la v e r a matrice. D i ciò
la lingua è solo la testimonianza, l'es p r e s s i o n e c o m e si d i c e v a , non la
c a u s a . Parallelamente, l'oppressione
linguistica, l'imposizione di un idioma
e s t r a n e o alle tradizioni dell'ethnos e il
c o n s e g u e n t e straniamento non s o n o
che il risultato di altre imposizoni più
concrete, c h e vengono a modificare
proprio quel rapporto, s t r a p p a n d o gli
uomini al lororo a m b i e n t e naturale,
a l t e r a n d o n e p r o f o n d a m e n t e gli e q u i libri tradizionali. S e non si r i e s c e a d
i n c i d e r e in q u e s t a realtà ogni lotta c o n
intendimenti e s c l u s i v a m e n t e linguistici
3 d e s t i n a t a al fallimento... (A)
E g i u s t a m e n t e S e r g i o S a l v i nei s u o
libro sulle «lingue tagliate» cosi si
e s p r i m e : « D o p o venti anni di scuola
italiana, d o p o venti anni di televisione
italiana, la g e n t e ha in parte smarrito il
lessico, cosi vasto e cosi vaneggiato
una volta a sua disposizione. C o m i n c i a
a r a s s e g n a r s i all'uso stentato di un
italiano c o m p o s t o di cento parole. E lo
s t e s s o S a l v i r i c o n o s c e che, a n c h e nei
territori d o v e la tutela linguistica è
e f f e t t i v a m e n t e e s e r c i t a t a (Tirolo meri-
dionale, p e r esempio) la civiltà della
c o c a cola, d e l campionato di calcio e
di c a n z o n i s s i m a avanza a rullo c o m p r e s s o r e e distrugge ogni conato di
indipendenza culturale. — S e n z a r i m u o v e r e radicalmente le cause, non si
può risolvere il problema. C h i userà
mai il l e s s i c o della tradizione per'indic a r e oggetti, c h e c o n la tradizione non
hanno nulla a che v e d e r e ? E come può
lo stato c h e e il principale r e s p o n s a bile di tutto CIÒ, rimuovere le cause di
un simile decadimento?,., (A)
Sta quindi a noi decidere s e iniziare
una guerra già perduta in partenza.
O p p u r e non iniziarla. S t a a noi nella
misura in cui gli sforzi e l'impegno d i
c i a s c u n o di noi sapranno fondersi in
un'unico impegno collettivo c h e c i
possa unire come nei momenti più
eroici d e l nostro popolo. S i a m o giunti,
sulla strada di un d e c a d i m e n t o c o n t i nuo, frutto di una s o p r a f f a z z i o n e d a
parte delle forze che ci g o v e r n a n o , a d
un limite, superato il quale n o n c i sarà
d a t o ritornare indietro. E d è p e r
questo c h e ogni iniziativa in q u e s t o
senso v a aiutata e non b o i c o t t a t a . Il
tempo d e i discorsi di" élite é finito, s e
mai un discorso serio a q u e s t i livelli
c'è mai stato. L e esperienze di m i r i a d i
di altre minoranze sparse nel m o n d o c i
sono di insegnamento e di monito.
O c c o r r e organizzarsi, o r g a n i z z a r s i in
un unico movimento di m a s s a c o sciente e politicizzato c h e s a p p i a lanciare e gestire una sfida d e m o c r a t i c a
e di massa ad uno stato s u c c u b e di
leggi f a s c i s t e coperte d a d e m a g o giche dichiarazioni p s e u d o d e m o c r a t i che.
E d alle forze politiche c h e a n c o r a c i
rappresentano diciamo; — S v e g l i a tevi dal torpore conformista in cui d a
oltre un s e c o l o vi trovate ad o p e r a r e
mettendo da parte blande p r o m e s s e
che altro non s o n o c h e cinico disinteresse, f o r s e c o p e r t o da dichiarazioni
mistificanti. Q u e s t e forze politiche che
sono frutto della R e s i s t e n z a d e l popolo italiano c o n t r o il f a s c i s m o è o r a
che s i i m p e g n i n o seriamente nel g a rantirci quei diritti democratici all'esis t e n z a e alla diversità per la quale gli
albanesi d'Italia hanno versato il loro
sangue.
Convegno sulle minoranze etniclie a Gressoney St. Jean
Nei gg. 6 e 7 settembre
c.a. ha
avuto luogo a Gressoney
St. Jean,
minoranza Walser in Valle d'Aosta, un
convegno sulle minoranze etniche nell'unificazione
europea.
Sergio Salvi, autore de «Le nazioni
proibite» e de «Le lingue, tagliate» è
intervenuto con un discorso
profondamente aspro nei confronti dei partiti
politici e dei governi democratici postbellici
i quali, secondo
l'oratore,
hanno relegato le minoranze a una
condizione di colonia.
Ai lavori era presente
anche Tav
Burat nella veste di segretario
nazionale
dell'AIDLCM.
Egidio Guidobaldi, prof, all'università di Sassari, ha parlato su «I valori
delle nazioni proibite in una circolazione culturale europea». Notevole è
stata la partecipazione
di rappresentanti dei gruppi minoritari sloveni, friulani e sardi.
Ancora una volta sono mancati all'appuntamento
gli italo-albanesi
che
sono ingiustamente
considerati
minoranze «deboli» in contrapposizione
a
quelle di contine che si
definiscono
«forti» per ragioni di coesione
geografica.
Oggi è proprio la geografia che ha
minore rilevanza
nei fatti sociali e
culturali, pertanto noi siamo
convinti
che le soluzioni e le indicazioni
alternative vanno cercate sul terreno politico senza girare intorno
all'ostacolo.
Dal Salvi ci attendiamo
un coniributo più orientato politicamente
convinto che nel «nostro» sistema non vi
è posto per i particolarismo
etnici e
cioè per «le nazioni
proibite».
Piana dei G r e c i (Palenno) - Piazza Vittorio Emanuele II e C h i e s a d i S . M a r i a Odigitria
5
(S. Demetrio - Corone, 26-27-28 luglio 1975
MOZIONE
Il comitato federale per la comunità etnico-linguistiche e per la C u l tura regionale in Italia (sezione per
la Repubblica Italiana d e l l ' A I D L C M )
riunito per la sua XVI S e s s i o n e nel
C o l l e g i o Italo-Albanese di S . D e m e trio C a r o n e / S h é n Mitri, constatato:
— c h e le c o m u n i t à a l b a n e s i e
greche della Calabria sono in situazioni estremamente precarie dal
punto di vista economico in quanto,
mancando fonti stabili di lavoro, c o strette all'esodo, subiscono un permanente processo di spopolamento
e di discregazione sociale;
— elle a quasi trent'anni dalla promulgazione della Costituzione repubblicana i prin-^ipi fondamentali
del diritto affettivo all'eguaglianza e
della tutela delle minoranze linguistiche c o n apposite norme, sanciti
rispettivamente negli articoli 3 e 6
s o n o assurdamente disattesi e violati;
— che la regione Calabria in attuazione del precetto costituzionale ed
in relazione alla considerevole consistenza delle minoranze insediate
nel suo territorio, ha previsto all'art.
56 del suo Statuto la « V a l o r i z z a zione del patrimonio storico, culturale ed artistico delle popolazioni di
origine albanese e G r e c a , favorendone l'insegnamento delle lingue
nei luoghi dove sono parlate» (impegno da estendersi alla comunità
occitana d'origine valdese di Guardia Piemontese): così come gli statuti delle Regioni Molise e Basilicata prevedono la « t u t e l a del patrimonio linguistico delle popolazioni
locali»;
— che gli albanesi della Sicilia (Regione a Statuto speciale), Puglia,
Campania e Abruzzi; ed i Greci di
Puglia, sono persino privi di riconoscimento a livello statutario regionale;
CHIEDE
— che il Governo, it Parlamento e i
consigli regionali provvedano ciascuno secondo la propria competenza ad attuare i precetti costituzionali per tutte le minoranze linguistiche comprese entro il territorio
della Repubblica Italiana; in particolare per gli Albanesi di Calabria si
chiede che il governo regionale voglia onorare il proprio statuto e provveda all'istituzione di un distretto
scolastico italo-albanese;
INVITA
le amministrazioni comunali a
promuovere un bilinguismo di base
utilizzando la lingua locale nei pubblici avvisi, negli atti della pubblica
amministrazione, nelle insegne e
nella topomastica.
ì
Delegazione albanese a Piana
N e i giorni 11-12-13 d e l m e s e di
s e t t e m b r e una d e l e g a z i o n e di studiosi
della R e p u b b l i c a P o p o l a r e d'Albania si
I è intrattenuta a P i a n a degli A l b a n e s i
l p e r ricerche sul folklore locale e prinI cipalmente alla r i c e r c a d e l v e c c h i o
folklore musicale ormai quasi del tutto
s c o m p a r s o a livello popolare, c h e è
i n v e c e rimasto patrimonio di pochi
gelosi specialisti, i quali ne fanno u s o
per le loro (poche!) frequenti tournèur
all'estero.
gnere t e c n i c o d e l suono, A . V a r f i
poeta c o n t e m p o r a n e o a l b a n e s e e d a
M e h d i B a i a . A P i a n a degli A l b a n e s i
s o n o stati c o a d i u v a t i d a i c o m p a g n i
Muscarello e Manali, da Papas Sofron
P r e n c i oltre c h e d a l rettore d e l c o n vento di S t . S a l v a t o r e p a d r e G a b r i e l e
c h e ha m e s s o a d i s p o s i z i o n e p e r la
necessitéf di lavoro i locali della S k i l i z za. Il p r o f e s s o r e K r u t a ha e s e g u i t o
una s e r i e di registrazioni d a l c o r o
d e l l ' E N A L diretto dal c h i a r i s s i m o prof.
L a delegazione e r a c o m p o s t a d a i N i k C a r n e s i e dalla corale di S t .
professori Benjamin K r u t a — e t n o m u - D e m e t r i o peraltro non al c o m p l e t o .
sicologo m e m b r o d e l l ' a c c a d e m i a delle
E n t r a m b i i cori hanno c a n t a t o c a n s c e n z e , M e h m e t Schkèmbi — inge- zoni d e l folklore locale e delle c o l o n i e
albanesi di Calabria. A prescindere
dalle c o n s i d e r a z i o n i di o r d i n e s c i e n t i fico sul viaggio dei compatrioti albanesi, è importante a nostro a v v i s o c h e
finalmente contatti duraturi e proficui
siano stabiliti fra la m a d r e - p a t r i a e le
colonie a l b a n e s i s p a r s e nel territorio
italiano.
E ciò a n c h e in c o n s i d e r a z i o n e d e i
notevoli contributi di qualsiasi c d i n e e
g r a d o c h e dall'Albania p o s s o n o giung e r c i , in un m o m e n t o in cui il p r o c e s s o
di d e c a d i m e n t o della nostra etnia ha
raggiunto e sta s u p e r a n d o il livello di
guardia.
LA REDAZIONE
Solidarietà con i popoli Spagnoli in lotta contro il franchismo
A l l ' a l b a di S a b a t o 4 O t t o b r e , 1 d u e militanti baschi
O t a e g u i e P a r a d e s M a n o t , d e t t o T x i k i , e i tre rivoluzionari d e l F R A P , S a n c h e z B r a v o , G a r c i a S a n z , A l o n s o
F a e n a , s o n o stati c r u d e l m e n t e a s s a s s i n a t i mediante
fucilazione, s e g u e n d o quella s t r a d a c h e tanti, troppi,
p r i m a di loro h a n n o p e r c o r s o , d a i primi morti della
g u e r r a a n t i f a s c i s t a d e l 3 6 - 3 9 ai più recenti trucidati, a
S a b a t o , a G r a n a d o s , a D e l g a d o , a P u i g A n t i c h , nella
lotta intransigente al fascismo. I rabbiosi colpi di c o d a di
un r e g i m e o r m a i in a g o n i a lasciano, purtroppo, i s e g n i
sul c o r p o martoriato d e l proletariato s p a g n o l o . O g g i il
proletariato internazionale a g g i u n g e c i n q u e nomi nella
lunga lista d e i suoi caduti. N o n s a r a n n o p u r t r o p p o gli
ultimi, m a p e r ogni c o m p a g n o c a d u t o s i r a f f o r z a la
n o s t r a volontà di a n d a r e avanti, c o n s a p e v o l i di lottare
p e r un g r a n d e e g i u s t o o b i e t t i v o : la fine di ogni sistema
c l a s s i s t a , di ogni s f r u t t a m e n t o dell'uomo.
L o s a p p i a m o i p a d r o n i , tutti i padroni e i loro g o v e r n i .
A c h i , dal n o s t r o p a e s e , in un m o m e n t o c o s i buio e tetro
nella storia d e l popolo s p a g n o l o , è a n d a t o a r e n d e r e
o m a g g i o al m a s s i m o r a p p r e s e n t a n t e d e l f a s c i s m o
a l b a n e s e in esilio dorato, ivi rifugiato e protetto dal boia
F r a n c o và tutta la pietà di q u e s t a r e d a z i o n e e di tutti i
s u o i sostenitori. Insensibili alle p r o t e s t e c h e in q u e s t e
ultime s e t t i m a n e hanno s c o s s o il mondo, c o s t o r o hanno
a f f i a n c a t o il regime f r a n c h i s t a e d il B o i a F r a n c o , nella
s f i d a a tutta la c l a s s e l a v o r a t r i c e internazionale. M a
d a l t r o n d e , non s o n o stati i menestrelli s e m p r e p r e p o s t i
a c a n t a r e le lodi dei signori?
IL C O L L E T T I V O
8
REDAZIONALE
cultura
Il mondo
Albanese
// «Mondo Albanese»
è il titolo di
una nuova nvista diffusa a Piana degli
"Albanesi nel mesi di agosto.
E' scritta interamente
in albanese
ed è firmata, con pseudonimo,
da
Dimitri Stipata nella veste di direttore,
redattore, ecc.- Evidente ci sembra la
parodia nei confronti
della
omonima
rivista dalla testata in lingua albanese.
A parte tutto, riconosciamo
all'autore il merito di avere detto, in cfìiave
umoristica, importanti
verità.
L'albanese
linguisticamente
è un
fatto vivo e lo dimostra la
pregevole
traduzione
della
Batracomiomactiia
pubblicata
dallo Sctìirò, mentre
ner
altri è un mezzo di propaganda
finalizzato a scopi
personali.
Se ne parla freddamente
nei circoli
culturali e sui giornali ma in pratica si
resta quiescenti
di fronte alla invadenza della
italofonia.
Lo Scfìirò nei due casi ha dimostrato c h e la lingua albanese offre, per
la sua ricchezza lessicale, la possibilità di esprimere creativamente
tutti i
concetti possibili senza nulla
togliere
ai testi originali.
Il Lajmtari
è pertanto
onorato di
affidargli la cura della pagina in lingua
albanese.
La
Redazione.
Piana degli A l b a n e s i - Ponte sul Tozia
9
Nje pullare e sotme, e dieshme, e njeditèzne
G. Scurò Dì Maggio
M e o Tunt ( B a r t o l o m e o Tunt) k u r hyri k è m m è ish njè
kopii si gjith tjerèt, me trut te v e n d i ; .njè kopii vje'mè
t h é n è n gé z e j fili e mendoj t è vuj s i p r njé familje e tijaK è s h t ù mori e hyri k è m b è te njè kopile, g'ish edhé ajo m e
trut te v e n d i , José trut i k i s h brènda krejt si t è gjithè
kréshterèt.
E v j e h è r r a ish njè g r u a me trut njè thrime me te ana s e
te ku i kanè njerèzit e prandaj dej se i d h è n d è r r i n q è kit kit
kish m e m u n d è s i n (la possibilità) t é dilj nga ajò s h p i . K u r
njé d o s a m o s ndahet m e nje kopil n g a nje kopile, k a ja
bunj. M e o Tunt n p é dej, v è r t e t i s h t , te ndahej nga musja,
por e v j e h è r r a d e j v u j duart p è r p a r a , si thuhet, e dej t j a
por tè d h è n d è r r i t s a k y mos lèj t è b i j é n : Jan d i s a m é n y r e
(vjershe) s a nié grua t è p è r g a t i t è n j lèngeje e tè n g r è n è
disa « p l u h u r é » e disa « p i k a » mag|ike, gè japjèn tuqi
ndjenjavet (sintimantevet) e gi lidhjén njerium g'i ha
kopiles. e gilla, si buri e si n g é s b u r i , d h a pjesèn me e
rèndésishme (importanti) a t y r e « p l u h u r v e » e atyre « pikeve»T e k e diellja pas gè M e o Tunti hyri k e m b é , e viehèrra e
grishi (invitarti) s a té haj tek ajò.
I d h è n d è r r i i vateS i te me te mirat gojdhéna (tradizione) e H o r e s t e n e ,
jo mè si mani, d h è n d è r r i rrij d y a tre metre llargu nuses,
mos i fyej (offindirj) délirèsin (la p u r e z z a ) ,
E vjehèrra, k u r M e o Tunt arruri, i mbloi n j è g i k è r r e
kafeu ge kish pérzier me « p l u h u r e » e me « p i k a » magjike,
mè s h u m s e s a i d u h e s h e n , e M e o Tunti padijtur m o s g j e ,
solili g r i k e n e vej tue^mgjepsur d a l ' e dale lèngun k a f e u .
P o s a ish njé kopil i msuar mire, k u r ngjepsi k a f e u m n g è
tha nje fjale, ndosé aj lènk i d u k e j njè thrime i hidhèt
(amaru) e me nje shijim (gust) g'i glisj mè s h u m lungut tè
qiqravet, P r a n kopili
fshijti
buzèt e zuri te vrej, si' thot
gojèdhèna, ndèrsa e v j e h è r r a vej te kugina, g ' ish atjé
p è r p a r a , té porgatitj tè ngrènit. T e k a j ò dite
kish hajèn " p e r p e t e " , pèrse
pèpetet
mènd
p è r d o r e n m è mir s e tjerèt lloje mishi, posa n j è m è n d i
gjeshènj m e u d h o s i n , me b u k è + i oTmaturè. m e v e n e
shkalisur, e kté herè, me « p l u h u r e » e me « p i k a » magiiKe
gè gruaja kish ngrèjtur per ktè ndodhje (occasioni) Ndèrsa
rrijt'unjur p r p a r a m u s e s j l a r g u d y m e t r e , M e o Tunti ndiej
se brènda gjakut i zmolej njè degulisje dashurije, aqè s e
syt i bèheshen t é k u q e t è plot déshirimi. pikérisht
(sopratutu) k u r vrej nusen fitu. E v j e h è r r a , gè njihi disa
mènyre tè vrejturi ish e kénaqurè pèrse kafeu zéj fili e bèj
rriedhjen (l'efetu) e d è s h i r u a r è — M e o Tunt kisk slum i
njomur e n^jndèn g'i nguqej te maia (te punta) ndèrsa
10
faqet i z h i e s h i n me vapèn, N u s j a rrij s i njé « n t a m » , atjé
pèrpara d h è n d è r r i t , e ndo heré, kur shihj s e ay e vrej me
mé vullnet, bej njé gaz i mbrazet tue dèftuar gjith rreshtèn
(fila) dhèmj^esh njera te dhemballa e « m e n s » . M e o Tunt
ndiej s u v a l e . P o r mbi njè thrime, gè ndiejti t è s p r a s m e n , e
v j e h è r r a thriti d h è n d è r r i n e n u s e s s e ish hera t è
hajèn. H è n g r è n brumit me lènk, e d h è kj m e n d o shjim
pluhuri magjik; e pran jerdhi hera e p e r p e t e v e t . M e o Tunt,
navria, i héngri qati t è gjith ay. P r a n e v j e h è r r a shkoi c a
a r r a e c a mendulla, è m è vonè pin té gjith k a f e u m , g'ish i
mir vég ay té d h è n d è r r i t gè k i s h ndo c i m p pluhuri magijik.
S i sosèn te hajèn. d h è n d è r r i t i ngisj t é vej te shpia e t i j „ si
thot gojèdhèna.
P o r M e o Tunti, g e nani ndiej gjakrat tè zgjuar e brinjét
te lodhura me frymet déshirimi, ngè i vij t è tundej e dej rrij
niè t h r i m e mè s h u m ; p o r q o j e d h e n a e bashk e vjehèrra i
thanè s e ish hera t è dilj. N d è r s a gè Tundej t é nisej, M e o
Tunt shtij s i m p a m j e (occhiata) thè d h e z u r a muses, aqè tè
d h e z u r a s e v e t è m atò m è n d te ziejen njè kuth me ndo kil
brum p è r b r é n d a . S i ju fai. M e o Tunt dridhej; pran kur dolli
po prirej p r a p a t é vrej t e dritoria, nusen, gè i qishj me njè
gas d h è m b è s h , gè m è d shuaj gjith gèzimet e njèi burri, por
d h è n d è r r i , me trut t è zèna, pérqasi (paragonari) atè g a s
njèj lévisje trundafilje, K u r vate te shpia e tij, M e o Tunti
ngè kisk m è vent e ngé nxirrj nga trut f y t y r è n e nuses. S i
m b r e m a u-zdrip n y a mali e qéroi u bé si njé linjé hiri. M e o
[unti dolli k a s h p i a e me v r a p (dhi kursa) .rrodhi nèn
dritorès. G j è d h e n a ngè i jipj thelimè tè hij brènda, pèrse
te moti i s h k u a r d h é n d é r r a t e nuset kit shiheshèn nje heré
te java. M e o Tunti, p é r k u n d r a z i , ngè ja bei mè e dej shihj
njize njize nusen, sa t é shuaj t è r b i m e t e z è m é r è gè ngè e
lején né p a g e .
S i hjri nata, M e o Tunt ish perheré (sempri) nèn dritorès
8 r è k o j dishirimet, posa ndiej njèj zjarr i lik brènda
r r è m b a v e t ( v i n è v e t ) e posa nani pèrpetet i t è r b o h e s h è n
te b a r k u , t u e u j o s u r m e gjith l è n d è n e t y r e te
gjaku I tij. Te dritorja, m è vonè (all'urtimu), del'e dalé u
dèftua f y t y r a e vajzès, m e até g a s dhèmbèsh i thenè.
P r a p a n u s e s , p a e par, rrij e v j e h è r r a tè vrej rrjedhjen gè
kishén b é r e p è r p e t e t me k a f e u m . S i nata u b è thellè. M e o
Tunt ish e jipj sakatè me dishirimin e dej hypej te nusja i
pèrgjegjej s e n g é m è n d , s e ngè ish njé v e p r e , s e kèshtù
s e ktjè; ndèrsa e v j e h è r r a p r a p a asaj i pèshpérij fjaièt gè
kish théshj. V a t e sosi s e M e o Tunti, me sit si v e kuku e m e
gjakun gè prirj vale, ish dilj i léne e zéj fili t è jipj n u m e r e .
P r a n u sbill d e r a e te njé ment, tue vrejtur ktej e atej, e
voren brènda.
Vjershe te Lue Gliqine
Carlo Dolce
Gru e burro kimni besè
l'ju rrèfienjè njè shèrhesè
ju rrèfienjè u mavria
me shkoi le trinièria.
Se njè dite nè tèjera
rrija ujur u le dera.
muar e shkoi njè kopile
fé" shkèlqej si trundafile.
AJÒ u nisè tue kènduar
vate te shpia gjith e gèzuar
me kopilen u u ndajta
e u nisa e njze vajta.
Ngè lash tè shkoj njè kuart sbilta
derèn e u ngjipa lari
ajò njize qè mepa mua
gjith zèmbra jù tèrbua
Ngè mè vej mua per gjum
Se ish e bukurzè shum
ajò gè mè theshj - ha e dhrosisu pran u i thash-qavarrisuajò mè tha-gè è ki shèrbesè
nè ai ti vafshe u vdes
me pèlqen se je kopil
rri ca herè e mos dil
Isti e bukurè, Uambarisme
bukr veshur e stolisme, e me
hèllonèn me kurorè,
me unazèzèn nè dorè,
ish e kuqezè si gjak
me vanter mefhiturakè
tue jeeurè m w qasè
e mè tha se kat'flas
gè do kish te duart lèshoi
u pataksi e mè pèrgoi
mè iha-gè jerdhe e mè gjete?
<;è gzimè e barxilete.
mori shtralin satè e shtraj
e me pethka gè mè gèzoi
bukur vjersh fé" ajò pati
sa tè ngu/eshèm te shtrati
mè pèlqen se je i miri
dua tè nbanj ca herè te gjiri
nè ti vafshe mua mè sos
gjith zèmèrèn mè jos,
mè tha- sonte kèshtù ka tè dihem
se me tij ngè di kur shihem-.
thash-ngè e harronj u ktè derè
muarmè hengrèhè njetrè herè
U me gjith se isha djal
thash,
kat'gjegjemèkètèfjaìè
tue jecur ashtù si shkoi,
mè mori dorèn e me shtrèngoi,
e mè tha: - U tè pash mbi njè
veni zèmbra /ime sè kish beni
e mè vijè sa tè vdisja
ishèn gjinde sè mende tèfhsja
V e lash tè bè gè dej
pse ish njè bujureshè
kish te vesht njè pente pìndaje
e gjith zèheshim me aje
kish te qafa niè kurgetè
e kur hèngrèm tham me shèndetè
edhé gjith u gèzova
po ka gjegjij pra gè shkova
Mos helmonesh, ashtù mè ruash
se na shihemi kur tè duash
Gjith natèn rrijta bashk
sbilla derèn e rrijta bashk
I malkuami isht i hollè,
si A dhami hèngri molle
u si djal ngè pata flemm,
vajl'e hèngra ktèpemè
Bukur veni ^è na gjelèm
tha: - u te shpiajam vetèm
e me vjershin qè kish
pra mè tha: - Soni e do vish? Kur tè mbUinj gjitonia
sbèllin derèn e hin le shpia.
I thash: - Tata mèjep shkupinj
pra i thash - sonte do vinj
putha faqe, hundè e buzè
si kur se hèngra fumuzèu gè dhunesha si gjel
njize bura njè kangjel
pran shtura njè shèrtim
sa tè i lipja thelimè
se mè ka ènda tè dilja
se mè pèlqeu shum kopilja
E per mua gjith ktà gèzime
mua mè sosèn me rèkime.
Gjith ktò modhulla, gjith ktà
gezime
mua mè sosèn me durime.
E per mua kle lodhur zjarri
se kisha vatur te varri
LI gè kèrseja si Ijepur
mbi ca dit veja shklepur
11
e dhunonesha tè dilja
ashtù vajata te kopilja.
A jò mè bè di sa llojé
pra me piejti e mè tha-gè ké?-gè do kem u o copa dos
gè mè klé ki math kopos?
ti fatzezè mè shklepove
te kopijt mè dunove-.
A jò mè vrej ti e mè qeshi.
sat ' mè shihjè mè gjeshi.
Tha-Tij gjaku t'u shkatarrua
me t'tjera e jo me muaDeja tè shtihesha te dejti
kur mè gjeshi e mè vrejti
Tnash- gè e duaje tè mè gjishje
ti e di gè shèrbes kishe
E mètha- Tè di ka tè mbesonemi
pèrse na ka tè trashgjonemi.
Sa shèrbise gè mè dèmbroi,
sbillin gjirin e me dèftoi,
mè dèftoi gè kisk brènda:
kish di mollèza tè argjènta
pran mè tha-Ngè dua tè klash
eja ktù se ke tè hash-.
Te ku gjegja u ktò fjalè
gjith gjaku mèprori vale
Pas gè kishèm shkuar kaq
ishèm zen e burèm paq
pra u vajata te jatroi
e jatrizèn mua mèftoi
Sa shèrbise mè rrèfiejti
e si jerdhi mua mè piejti
gè do tè kishe ti e di
s'kam klèn me mos njerìAjò tha - U ngè iftes
jec 17 japshè kuides-.
Ajòvet mè dèrgoi
sa tè mè shihjè jatroi
te ku gjegia u jatrua
mjize Iota mè shpètua.
U i mjeri shèndetèn
i rrèfiejta tè vèrtetèn
i thash-zot u tè parkales
sa tè mèjapsh kuides-.
Ai mè tha: -mos kish dré
se tè jatronj' me gjith llojé-.
Me njè zèmbèr e that si guri
gjegjèni
jatrìn gè mè buri:
Ajò kur pa se u klaja
mè tha na dej haja
Thash-gè u hèngèrshe vetèjèn
ti mè nxore mua shèndénmua lem nè ktà kopose
se shèndetèzèn mè soseAjò mè tha-mos helmonesh
te ktò shèrbise ti ka tè gèzonesh.
Mori e dogji njè capè hekur,
e tek'ajò herè u pash vdekur
ai mèjipjè zjarr te misht
e u gè thrisja zotin Krisht!
Kto shèrbise u durava
kini gjegjur u gè shkova
Kur klé se u martova
grat tè huaja i barrava
12
Ki shèrbes kish tè mè vij
kini gjegjur ju kopij.
Pèrse u s'mènde harronj,
Ju e kèjtonj tè mos sivasij'
te grat tè huaja mos qasif
se atò duken se na gèzojèn
e Jan glèmba gè na helmojèn
Gjith grat jan gorromima
Kur Sansuni mir rrij'
gruaja i nxorifuqin t'tij
Salumyni si kan thènè
po pè gruan dolli i lène,
shkonen helme per njè grua
Pepi i drejt mir u rua
edhé davidi mir rroi pran
gruan mèkatroi.
Kan klèn shum tè tjerè
gè sosèn gjllèn njè herè.
Vilan mjeshtr e bujurì
kan klèn nè ktò hajdì.
Do tè gjgjèni tè vèrtèn
gruaja klé gè gajti jetèn
pè
me tè malkuamin ajò foli kur ish
te perivoli.
grat Jan gjith ca haljasisa
qellèjèn shirtra shu te Pisa
Kini besè ju gjith sa sa jini
ktè gè ju thot Lue Gliqini
Kaha veni e kaha vini
me grat tè huaja tè mos rrini
se
(e
se
tè
ashtù mua mè sosi lik
ka grat tè h uaja kat ' jik)
njè dit mè jerdhi mail
bèja tèdekurin gjall.
Carlo Dolce
N e l l ' a p p e n d i c e al «Saggio di G r a m matologia c o m p a r a l a sulla lingua A l banese» di Demetrio C a m a r d a , pubblicato a P r a t o nel 1866, a pg. 192 e ss
troviamo per la prima volta notizia di
questa c o m p o s i z i o n e . Il C a m a r d a ci
presenta il p e z z o integrale premettendovi una breve presentazione, in cui
rileva che l'importanza dell'opera è
soprattutto linguistica in quanto testimonianza viva della parlala di P i a n a ,
Evitava però di tradurla così motivandola: « N o n vi aggiungerò peraltro la
traduzione, attesa la qualità del s o g getto che è una a v v e n t u r a non molto
edificante di quel d a b b e n u o m o a c c a dutagli in gioventù e c h e egli racconta
a salutare ammonimento dei giovani».
A n c h e il Petrotta e lo S c h i r ò se ne
o c c u p a r o n o ma di sfuggita lodando
genericamente l'autore, non c u r a n d o s i
di tradurla ne di farne un'analisi approfondita. Ciò è quanto ci proponiamo di fare in q u e s t a s e d e non
trascurando di curarne a n c h e la traslitterazione dai caratteri g r e c i . L'opera consta di 196 versi distribuiti in
ottonari rimati a due a due. L'autore,
C a d o D o l c e , è uno degli ultimi r a p p r e sentanti dei cosi detti poeti contadini
che un tempo d o v e v a n o fiorire in gran
numero nelle comunità rurali c h i u s e
c o m e appunto il nostro p a e s e , « P e r ò
- c o m e d i c e il C a m a r d a era un uomo
affatto popolare ed illetterato» c h e
rivela nella c o m p o s i z i o n e una c e r t a
c o n o s c e n z a e una certa abilità
tecnico-compositiva, «Certamente,
continua il C a m a r d a , in un simile genere di poesia difficilmente si può
trovare la esatta regolarità della forma
e del metro»; regolarità, a g g i u n g i a m o
noi che, in una c o m p o s i z i o n e di natura
popolare agli occhi attenti di uno stu-
Manali Pietro
e Cuccia Vito Emanuele
dioso apparirebbe cosa perlomeno
a s s a i s o s p e t t a , E il D o l c e , in q u e s t o
s e n s o non fa e c c e z i o n e . P e r e s e m p i o ,
s p e s s o la rima z o p p i c a , a p p a r e sforzata e stenta a ritrovare il ritmo music a l e di tutta la c o m p o s i z i o n e . S i c u r a mente il v a l o r e d e l l ' o p e r a sta altrove,
v e d i a m o di s c o p r i r l o e s a m i n a n d o n e
b r e v e m e n t e la struttura. « G r a e burra
K i m n i besè» (uomini e d o n n e c r e d e t e mi), una simile a p e r t u r a è molto c o mune nella poesia p o p o l a r e , ne s o n o
testimoni a n c o r a o r a , i s e m p r e più rari
cantastorie c h e in q u e s t o m o d o s o n o
soliti d a r e inizio alle loro narrazioni. A
q u e s t o punto si s n o d a il v e r o e p r o p r i o
r a c c o n t o imbrigliato in una fitta rete di
dialoghi: l'approccio, la relazione, la
d i s a v v e n t u r a del g i o v a n e e d infine la
chiusa finale c o n riferimenti alla tradiz i o n e biblica ( D a v i d e e S a l o m o n e ) è
p e r m e a t a d a una sottile a n c h e se
c h i a r a i n v e t t i v a c o n t r o le d o n n e .
A n c h e qui si rivela il retaggio di una
l u n g a t r a d i z i o n e culturale c h e pot r e m m o fare risalire, s e v o g l i a m o , fino
ai lìrici g r e c i , c o m p r e s o il fatto c h e è
p r e s e n t e nell'opera il nome dell'autore
quasi c o m e un marchio. D u e s o n o gli
aspetti più rilevanti d e l l ' o p e r a : primo
— l'intendimento d i d a s c a l i c o c h e è
Quello più c h i a r o e d e l i b e r a t a m e n t e
dichiarato. S e c o n d o - la f r e s c a v e n a
umoristica c h e p e r m e a tutta la c o m p o sizione, quanto al primo a s p e t t o , e s s o
è p i e n a m e n t e realizzato è p r e s e n t e
s p e c i a l m e n t e nella parte finale. M a si
s c o p r e subito la non b e n f e r m a v o l o n tà dell'autore in quanto r i e s c e m e g l i o e
si realizza di più q u a n d o si tratta di
d e s c r i v e r e le situazioni c o n d a n n a b i l i
che non nell'esortare i giovani a non
rade. P r i m a si è a c c e n n a t o ad una
p r e s u n t a o a p p a r e n t e misoginia del
poeta, ma basti p e n s a r e solo alla des c r i z i o n e c h e fa della donna nella
parte iniziale per tare c a d e r e ogni
s o s p e t t o al riguardo. R e s t a in ultimo
da fare q u a l c h e c o n s i d e r a z i o n e sulla
lingua. B i s o g n a t e n e r e p r e s e n t e c h e il
D o l c i c o m p o n e nella p r o m a metà del
s e c o l o s c o r s o e ciò p o t r e b b e fare
p e n s a r e a d uno stato di c o n s e r v a z i o n e
della lingua a n c o r a intatto. P u r t r o p p o
fin d a allora e r a n o presenti i v o c a b o l i
presi di f o r z a dal dialetto siciliano e d
inserite nel c o n t e s t o linguistico a l b a n e s e , es. barzilete. kuart, v a n t e r e e c c .
quindi già il p r o c e s s o di inquinamento
era già p r e s e n t e e d o p e r a n t e : vuoi
per r e n d e r e determinati concetti o
c o s e c o n termini nuovi, i cui c o r r i s p e t tivi di lingua a l b a n e s e o non e s i s t e v a n o o e r a n o andati perduti; vuoi per
una p u r a non c o n o s c e n z a del termine
esatto. P i a n a , nel c o n t e s t o delle colonie a l b a n e s i di S i c i l i a , e r a e d è c o n s i d e r a t a quella c h e nel c o r s o dei s e c o l i
ha s a p u t o m a n t e n e r e il proprio patrim o n i o culturale e linguistico p r e s soché in atto; tutto q u e s t o g r a z i e allo
stato di isolamento q u a s i totale in cui
v i s s e fino a un s e c o l o fà e d alle
strutture sociali e d e c o n o m i c h e c h e si
s e p p e dare. Q u i n d i l'inserimento di
nuove parole perlopiù siciliane può far
p e n s a r e alla p e n e t r a z i o n e o per lo
meno a d una p r e s s i o n e dei g r u p p i
sociali c i r c u m v i c i n i . Q u e s t a p r e s s i o n e
si t r a d u c e v a di fatto nello imbastardimento della lingua e nella a s s u n z i o n e
di nuovi modi di v i v e r e e di p e n s a r e ,
mutuati p e r ò dal proprio c a r a t t e r e
culturale e patrimoniale. A v v e n i v a ins o m m a quanto l'Ascoli a v e v a c a n o n i z zato nella ormai c e l e b r e «teoria delle
r e a z i o n e e t n i c h e » . O r a q u e s t o proc e s s o si è v i e p p i ù a c c e n t u a t o fino ai
nostri tempi c o n la complicità dei
m a s s - m e d i a c h e c o n t r i b u i s c o n o in m a niera fatale allo s m a r r i m e n t o della
lingua e delle tradizioni. Q u e s t o dis c o r s o , sia ben chiaro non vuole signif i c a r e un netto rifiuto del p r o g r e s s o o
un n o s t a l g i c o ritorno al p a s s a t o e ai
t e m p i perduti, ma soprattutto un atto
di a c c u s a rivolto a chi o per c o m p e t e n z a istituzionale o p e r proprio personale interesse d o v r e b b e r e c e p i r e le
istanze di un patrimonio culturale c h e
c h i e d e soltanto di e s s e r e c o n s e r v a t o
c o m e testimonianza v i v e n t e della civiltà c h e ci ha g e n e r a t o .
13
Parole ed espressioni tipiche di Piana
Francesco Borgia
D a un p o ' di tempo, il p r o b l e m a tivo c h e d o v r e b b e richiedere un lasso
della c o n s e r v a z i o n e della lingua, nelle di t e m p o non trascurabile. C o m e inicomunità albanesi d'Italia, s e m b r a e s - ziativa d a adottare al presente, persersi n p r e s e n t a t o in tutta la s u a g r a v i - tanto, riteniamo c h e una notevole imtà, e d a ogni parte si a s s i s t e a d un portanza p o t r e b b e rivestire il c o n f e r v o r e di iniziative v a n e (riviste, o p u - durre delle r i c e r c h e , s u l l e - e s p r e s s i o n i
scoli-, c o n v e g n i ) , c h e d o v r e b b e r o tipiche, sulle parole c h e t e n d o n o a
a v e r e lo s c o p o di rinvigorire le nostre s c o m p a r i r e , sui p r o v e r b i , c o m e m e z z o
istituzioni. M a attestata l'urgente n e - per p r e p a r a r e il terreno a d un'opicessità di fare q u a l c h e c o s a in d i f e s a nione p u b b l i c a che sta n a s c e n d o .
del patrimonio linguistico, forse al p r e A dire il v e r o il termine (ricerca) non
sente non si fa nulla o quasi nulla di e s p r i m e e s a t t a m e n t e il lavoro c h e ci
c o n c r e t o in tal s e n s o , in quanto tali s a r e b b e d a fare, p e r c h é d a l'idea di
iniziative non r i e s c o n o a c o i n v o l g e r e d o v e r r i s p o l v e r a r e d e i monumenti linuno strato a b b a s t a n z a p r o f o n d o della guistici c h e non r i s p o n d o n o più alle
popolazione e, a dispetto di e s s e , la e s i g e n z e odierne.
lingua continua a d e t e r i o r a r s i . O g g i un
L a realtà di c u i ci v o g l i a m o o c c u fatto nuovo s e m b r a s u s c i t a r e fondate pare e^ i n v e c e , ben v i v a ben viva e
s p e r a n z e p e r una s e n s i b i l i z z a z i o n e c o n t r i b u i s c e a f o r m a r e il b a g a g l i o di
alla base sull'importanza d e l manteni- tradizioni delle generazioni a n z i a n e e
mento della lingua e di tutte quante di m e z z o , e c h e solo in parte è stato
delle tradizioni, e cioè l'insegnamento erereditato dai giovani. D i a m o inizio,
dell'albanese nella s c u o l a d'obbligo. appunto, alla p r e s e n t e rubrica c o n lo
U n a c o n q u i s t a tanto a u s p i c a t a , ri- s o c o p o di a r r e c a r e un contributo pers c h i e r e b b e di rimanere stenle s e d o - ché la continuità delle tradizioni orale
v e s s e m a n c a r e una d e c i s i o n e d'in- non v e n g a meno, naturalmente intencontro f r a i vari paesi interessati, p e r d i a m o limitare il nostro lavoro all'aml'elaborazione di un p r o g r a m m a unico biente di Piana, e non p e r mire c a m p a d'insegnamento. E' q u e s t o un'obbiet- nilistiche, ma p e r c i r c o s c r i v e r e un
14
c a n i p o d'indagine, e per s p e r a r e c h e
l'iniziativa non si risolva in qualche cosa di puramente accademico, vista la
refrattarietà d e i più a fare proprio
quello c h e non si c o m p r e n d e - a fondo
o c h e non fa parte della propria tradizione. Il materiale d a noi raccolto avrà
un'impostazione s c h e m a t i c a e sarà a c c o m p a g n a t o d a qualche breve chiarimento. M e n t r e una preziosa collaborazione potrà e s s e r e offerta dai lettori
s p e c i a l m e n t e i più giovani, i quali nel
c h i e d e r e lumi direttamente ai familiari
e c o n o s c e n t i più anziani su quello
c h e via via a n d i a m o proponendo, potranno c o n s t a t a r e di p e r s o n a la validità. E nello s t e s s o t e m p o non si mancherà di stimolare il ricordo e la tras m i s s i o n e di altre parole, (per un less i c o più ricco), detti comuni, filastrocche, e c c . .
E d è questo, in fondo, quello c h e più
interessa, non tanto fare opera filolog i c a , d a parte nostra. A quanti inoltre
vorranno e s t e n d e r e la loro collaborazione, inviando alla redazione della
rivista l'eventuale materiale di cui potranno d i s p o r r e , v a d a n o i nostri ringraziamenti.
r
Le forzature esegetiche di Leonardo Sciascia
nella "morte dall'inquisitore""'
Giuseppe SO.rirò Di Modica
F r a D i e g o L a M a t i n a è la più coriac e a figura uscita dalla penna di I.
S c i a c i a : il temerario dalla «indomabile
volontà» c h e si leva contro le p r e v a r i cazioni d e l potere f e u d o - c l e r i c a l e e
muore sul rogo da solitario all'età di 36
anni. A ventotto è murato in p e r p e t u o
nel c a r c e r e dello nativa R a c a l m u t o lo
e v o c a n o c o m e l'uomo della « g r o t t a »
che h a un conto d a regolare c o n la
giustizia e d è c o n t e s o c o n t e m p o r a neamente d a b e n t r e corti (laicale,
vicariale e d e c c l e s i a s t i c a ) c o n pari
legittimità giurisdizionale. Il S ' a n t U f f i zio ha però, sulle altre, diritto di p r e l a zione e s s e n d o il reo un s e c o l a r e .
S c i a s c i a ne sublima il s a c r i f i c i o m a
fallisce nel tentativo di farne un tribuno del popolo. D e l resto il L a M a tina non è andato oltre la ribellione
personale dettata d a istintiva insofferenza alia sopraffazione e non è stato
c a p a c e di ordinare dottrinariamente I
le proprie idee tanto c h e il tribunale
dell'Inquisizione lo affida più volte alla
giustizia ordinaria in d e r o g a al s o p r a citato diritto. L o si a c c u s a di tutto e d i
niente. Altra tempra quella d e l
D ' A l e s i ! (2)
N e l manoscritto le autorità inquisitoriali gli fanno c a r i c o di un reato
antipico, di quelli cioè non contemplati
dalla casistica d e l c o d i c e proprio p e r
la sua e s s e n z a sociale. Il ritrovamento
del «libro scritto di sua mano c o n molti
spropositi ereticali ma s e n z a d i s c o r s o
e pieno di mille ignoranze», a d a r
credito alle v o c i di parte, non c i rivelerà niente di nuovo se non il d o c u m e n t o
storico in sé s e m p r e c h e n o n s i a
apocrifo.
Fra D i e g o , s e la nostra interpretazione non s i allontana d a l v e r o , è un
sedizioso c o n t e n d e n z e a n o r c o s o c i a l i ,
un ateo, un e m p i o , un g r a s s a t o r e , un
s o v v e r t i t o r e delle istituzioni di c l a s s e .
Il S a n t ' U f f i z i o n e avrà intuito la c a r i c a
d i r o m p e n t e e si è g u a r d a t o b e n e d a l
d e f i n i r i a formalmente. M e g l i o farlo
morire d a e m p i o e non d a s o v v e r s i v o
affinché, s c r e d i t a t o , il s u o e s e m p i o
non s i a imitato d a i paria p e r i quali
muore e c h e nella c i r c o s t a n z a lo irridono. S c i a s c i a h a riprodotto m a g i stralmente questa ignobile pagina
della SOria dominata dallo s p e t t r o c o r pulento del S a n t ' U f f i z i o . C i hanno i m p r e s s i o n a t o p e r ò le f o r z a t u r e e s e g e tiche praticate nella citazione delle
fonti e d a b b i a m o fatto uno s t u d i o p e r
c o m p r e n d e r n e la ragione. S o n o e v i denti, n e l s a g g i o in q u e s t i o n e , le d i scriminanti di r a z z a . E n o n è p e r
a m o r e di parte c h e torniamo sulla
«relazione d e l p a d r e G i r o l a m o M a t r a n g a , teatino, c o n s u l t o r e e q u a l i f i c a tore del S a n t ' U f f i z i o » . (3)
L a relazione del M a t r a n g a è quella
m a g g i o r m e n t e c i t a t a nella « M o r t e
dell inquisigore» dal s a g g i s t a r a c a l m u tese c h e vi s c a r i c a s o p r a tutto il
d i s p r e z z o di c u i è c a p a c e . Così l'avv e r s i o n e al s i s t e m a si c o n v e r t e in o d i o
passionale c o n t r o un s o l o i n d i v i d u o
c h e s t o r i c a m e n t e n e è l'espressione.
D a troppi s e g n i si nota una p r o p e n sione alla b e n e v o l e n z a p e r gli A u r i a , i
B e r t i n o e i F r a n c h i n a i c u i giudizi su
fra D i e g o non s o n o dissimibli d a quelli
del M a t r a n g a .
D o n G i r o l a m o , u o m o di s c i e n z a e di
p r o f o n d a cultura, s i sottrae in buona
misura all'influsso negativo del t e m p o
e d è il s o l o a sottolineare c o n e s p r e s sioni incisive le qualità di f r a D i e g o .
«La lettura d e l d e s t i n o degli uomini
nelle stelle, — o s s e r v a S c i a s c i a — e r a
l'idea fissa di q u e s t o s a d i c o d o n Ferrante» la c u i o r o s c o p i a s i rivela fallac e . D'altra parte egli n o n p u ò fare a
-^3
m e n o d i citarlo p e r la p o n d e r a t e z z a
d e l l e a f f e r m a z i o n i le quali h a n n o
s e m p r e un precìso r i s c o n t r o tanto col
diario d e l l ' A u r i a (*) quanto c o n il rapporto p o s t u m o d e l F r a n c h i n a . {^) Il
t o n o possibilistico e p e r m i s s i v o d i
S c i a s c i a nei confronti del M a t r a n g a c i
lascia p e r p l e s s i p e r la s u a continua
contradditorietà. V a l g a come esempio
il p a s s o : «Alla luce d i q u e s t a ipotesi
(che c i o è f r a D i e g o s i s i a s c h i e r a t o
c o n t r o il potere costituito a c a u s a
della p r e s s i o n e f i s c a l e e s e r c i t a t a c o n
p a r t i c o l a r e f e r o c i a s u l popolo siciliano) si p u ò a n c h e f a r c r e d i t o al M a t r a n g a dì una c e r t a b u o n a f e d e : nella
cui mente e nella cui c o n c e z i o n e della
società la d i f f e r e n z a tra il ladro di
p a s s o e l'uomo c h e l e v a protesta
c o n t r o la p r o p r i e t à f e u d a l e o c o n t r o le
d e c i m e d o v e v a e s s e r e invisibile. « O pinione discutibile ma s i a m o lontani
dal tentare una requisitoria in d i f e s a
del teatino bollato ormai dalla storia e
dal t e m p o . E d e c c o un altro p a s s o non
m e n o c o n t r a d d i t o r i o : » Q u a s i s i è portati a c r e d e r e al M a t r a n g a c h e f r a
D i e g o f o s s e cioè un l a d r o e n o n un
u o m o di idee. M a in effetti — p r o s e gue il s a g g i s t a - l'indulgenza deli'lnquisizione dà c o n f e r m a alla nostra
ipotesi: c h e l'eresia di f r a D i e g o f o s s e
piò s o c i a l e c h e t e o l o g i c a , f o n d a t a s u
p r o p o s i z i o n i e v a n g e l i c h e la c u i e s e g e s i d o v e v a allora a p p a r i r e p e r i c o l o s a
e s o v v e r t i t r i c e m a difficilmente c o n trovertibile, difficilmente c o n d a n n a b i le». S u q u e s t o s i a m o p e n a m e n t e d'ac1] L. Sciascia — Morte dell'inquisitore —
Ed. Laterza, Bari 1971
2) I. La Lumia - G . d'Alessi e la rivoluzione di Palermo del 1647 Palermo 1863
3) P.D.G. Matranga - Relazione AHo Pubblico di Fede, Palermo 1870
5) A . Franchina - Diari della città di
Palermo - Palermo 1870
15
/
/
catene, sufficienti ad ammollire il ferro, non poterono
di questo
ribaldo
l'animo piegare
alquanto, e che non
una sola volta tentò di dar morte a se
stesso, poco curante dell'eterno
suplicio, con l'astinenza
dal cibo in più
giorni ma si trovò modo di ridurlo a
mangiare».
A l t r a i n c o e r e n z a ! E non c i si d i c a
c h e gli albanesi siano inferiori ai s i c i liani p e r a p a t i a religiosa o p e r indifferenza ai problemi dello spirito.
E' s o l o nell'interesse della comunità
e non p e r s e r v i l i s m o c h e il M a t r a n g a ,
c o m e tanti altri, d e d i c a la relazione
dell'atto di f e d e a l p r i n c i p e s p a g n o l o
P r o s p e r o Filippo e a don Luigi A l f o n s o
d e L o s C a m e r o s , a r c i v e s c o v o di M o n reale c h i a m a t o dall'inquisitore g e n e rale a s u c c e d e r e al presule u c c i s o .
R e a l i s t i c a m e n t e , ai t e m p i , e r a il solo
m o d o c o m e ottenere
certe
munificenze
dalla
liberalità
dei
principi
L a p e n a d e l rogo c|li è inflitta p e r
a n c h e s e l'espediente a p p a r e r i p r o v e parricidio ma il frate è a n c h e , in s e n s o
v o l e ai noi dei X X s e c o l o .
lato, eretico e dogmatista G i u d i z i o d a
N e l l a s e g u e n t e s e q u e n z a il M a c o m p e t e n t e quello d e l M a t r a n g a c h e
t r a n g a ritrae c o n a m m i r a z i o n e la f i ostenta nel s u o scritto un intenzionale
g u r a d e l confratello c o n d a n n a t o al
a m b i v a l e n z a di valutazioni. U n a forma
rogo. F r a D i e g o , sfigurato e d a b b r u t boomeranghiana
di mettere in e v i tito nel c o r p o a c a u s a di tante s e v i z i e ,
d e n z a i pregi dell'inquisito. Q u a n d o
c o n s e r v a p e r ò la dignità dell'uomo
e v a d e dallo S t e r i , nel 1656, a d u e anni
difficile d a p i e g a r e c o n le lusinghe e le
dalla morte, il diarista dirà di lui: « A p r ì
intimidazioni. E d e c c o l o p e r c o r r e r e
c o n meraviglia di chi v i d e il l o c o , e d il
i m p a v i d o la v i a c r u c i s del s u o destino
fatto udi, delle s e g r e t e c a r c e r i fortisda derelitto p e r quanto sia a c c o m p a simo m u r o » . Così ne f a notare la
gnato d a altri 31 inquisiti di c u i otto
p r e s t a n z a f i s i c a e l'ardire c h e , p e r il
d o n n e , alla fine, tutti assolti p r e v i a
popolo siciliano d a s e c o l i sfruttato,
abiura e atto d i f e d e . P e r vie t r a v e r s e
s o n o le s o l e risorse di a p p e l l o n e l
il c r o n i s t a c i ha fatto c o n o s c e r e , m e bisogno.
glio di Luigi Natoli, r o m a n z i e r e c o n
p s e u d o n i m o , la f o r z a morale e ideale
Il c a n o n i c o S . D i P i e t r o (*) non e s i t a
a definire « m o s t r o » l'uccisore di d o n di q u e s t o g r a n d e figlio della S i c i l i a
altrimenti o c c u l t a t o dalla l e g g e n d a .
L o p e z d e C i s n e r o s e il r e s p o n s a b i l e
del mancato o m o c i d i o di mons. C o t t o « A d o r e 3 di notte, c o n f o r m e s i
ner, s e c o n d o una illazione d e l l ' A u r i a .
s u o l e , d o n G i o v a n n i D e R e t a n l'ultima
s e n t e n z a c i notificò, e c o m e c h e in
Un'altra non p e r e g r i n a r i p r o v a delle
b r e v e s a r e b b e p e r e s s e r e al b r a c c i o
d e f o r m a z i o n i s c i a s c i a n e si r i c a v a dalle
s e c o l a r e rilasciato. G l i s i a s s e g n a r o n o
seguenti p a r o l e : « D e l r e s t o lo s t e s s o
M a t r a n g a , p u r a f f e r m a n d o c h e f r a a c c i o c h é gli a s s i s t e s s e r o , d a M o n s .
A r c i v e s c o v o Inquisitore, il dottor don
D i e g o u c c i s e l'Inquisitore in mentre
F. V e t r a n o p a r r o c o d i S . N i c o l ò la
che a suo beneficio
era visitato, c i
K a l s a C o n s u l t o r e ; il P . F . A n g e l o d a
lasciava i n t r a v v e d e r e d a quali s o f f e Polizzi Zoccolante Consultore, e Q u a renze scattò il g e s t o o m i c i d a q u a n d o
lificatore; il P. M e l c h i o r e B a l d u c c i
d i c e c h e le molestie del remo, i lunghi
della C o m p a g n i a di G e s ù , C o n s u l t o r e ,
digiuni, le perìitenze
salutari, le doloe Q u a l i f i c a t o r e ed io altresì fui con
rose torture, i ceppi, le manette, le
c o r d o e c i d i s p i a c e c h e il nostro
interlocutore non a b b i a a v u t o il c o r a g gio di e s p r i m e r e a più chiare lettere la
sua opinione sul M a t r a n g a . «...nel tribunale d e l S a n t ' U f f i z i o c ' e r a n o d e
qualificatori e dei consultori, p e r dottrina c a p a c i di valutare c o n e s a t t e z z a
l ' o r t o d o s s i a o l'errore; e q u a l c u n o
(forse allude i n c o n s c i a m e n t e al M a tranga?) d i loro d o v e v a pur c r e d e r e in
D i o , d o v e v a pur a v e r e un s e n t i m e n t o
del m e s s a g g i o evangelico».
Più avanti si parla d e i p r e c e d e n t i
penali d e l l ' e n e r g u m e n o a r r e s t a t o p e r
la t e r z a volta nel 1646 e c o n d a n n a t o a
5 anni d i d e t e n z i o n e per punirne «l'ostinazione s e n o n l'eresia». G e n i a l e
q u e s t a intuizione di S c i a s c i a il quale
a n c o r a una volta g i u d i c a « p i ù a c c o r t o ,
più c o e r e n t e , il M a t r a n g a » c h e n o n
arna gli s p r o p o s i t i a d i f f e r e n z a d i altri
abituati a riferire il sentito.
16
loro: i quali altre volte nel p r o g r e s s o di
s u a c a u s a , gran p e z z a indarno s e c o
contrastato più tosto c h e disputato
a v e v a m o : richiamati a tentar di nuovo,
all'estremo di s u a vita, la d a tutti
d i s p e r a t a conversione».
C i s o n o proprio tutti nel c o n c l a v e
santo. M a ormai la sorte di fra D i e g o è
d e c i s a e tutta la nobiltà si mobilita c o n
gran c a g n a r a per a s s i s t e r e alla d i s s a c r a z i o n e dell'empio c h e . alla fine, sarà
bruciato a S a n t ' E r a s m o , nella periferia
di P a l e r m o .
Il m a r c h e s e di C e r a c i e il principe di
T r a b i a , c o n aria di sufficienza d a
prassi mafiosa, si fanno avanti convinti
di indurlo a r e c e d e r e "dai propositi ma
ormai quella del L a M a t i n a è una linea,
un p r i n c i p i o , u n a fede incrollabile.
« C h e non g l d i s s e r o ? C h e non promisero?» F r a D i e g o è irremovibile tanto
c h e i d u e gli a v r e b b e r o volentieri
s t r a p p a t o la «sacrilega lingua» per la
umiliazione subita c o n la fallimentare
m i s s i o n e . . . T a l e la s t u p i d i t à d e i
potenti! L a « t r a g i c a buffonata» v o l g e
al termine.
L'Inquisizione s i lava le mani alla
maniera di Pilato e c o n s e g n a il c o n dannato alla giustizia ordinaria p e r la
e s e c u z i o n e della pena. U n a v e r a festa
per tutti. L a r a p p r e s e n t a z i o n e richiede
una c o r e o g r a f i a d e g n a d e l p e r s o n a g gio e mons. L o s C a m e r o s la allestisce
c o n i m p a r e g g i a b i l e perizia.
D u r a n t e la f a r s a d e l p r o c e s s o f r a
D i e g o ascolta imperterrito e d ha nel
volto una e s p r e s s i o n e di s d e g n o per i
suoi brutali c a r n e f i c i di c u i non r e s p i n g e più i c a p i d ' a c c u s a . N a t u r a l mente la e l e n c a z i o n e delle c o l p e è
solo g e n e r i c a perché i fedeli hanno
l'orecchio t r o p p o delicato p e r sentire
le proposizioni b l a s f e m e dell'indemoniato. N o n altrettanto si può dire
dell'occhio, infatti nessuno s i tira indietro al momento della d i s s a c r a z i o n e
di fronte al m i s e r a n d o spettacolo di un
uomo c h e incatenato «sopra sedia di
legno ben forte, fabricata a posta, c o n
catene e le qambe di ferro» e con il
boccaglio
v i e n e spogliato, vestito d e i
6) S. Di Pietro - - Inquisizione e Sant'Uffizio - Palermo 1911
ga, s a r e m o lieti di contribuirvi m a c i
resterà il d u b b i o d i n o n a v e r letto
bene nel c u o r e d i chi lo ha i p e r c r i t i c a mente a p o s t r o f a t o tanto p i ù s e n e
c o n o s c e v a le origini. In tale ipotesi, c i
d i s p i a c e dirlo, il s u o a t t e g g i a m e n t o è
dettato d a sentimenti x e n o f o b i e n o n
gli è v e n u t o in mente, c o m e non gli è
venuto in mente in o c c a s i o n e d i u n
r e c e n t e c o n v e g n o sui f a s c i siciliani,
c h e gli italo-albanesi s i r i c o n o s c o n o
p r e c i p u a m e n t e nei B a r b a t o , nei martiri
li Domenicano G . M . B e r t i n o , (J) nella
di P o r t e l l a della G i n e s t r a e nei D a sua R o s a Virginea, c o n f e r m a in pieno
miano L o G r e c o . M a f o r s e egli n o n
quanto il teatino di P i a n a degli A l b a s a p e v a c h e proprio N i c o l a B a r b a t o c i
nesi (allora d e i G r e c i ) d i c e sui reati
ha lasciato un d o c u m e n t o f i l o s o f i c o d i
del L a M a t i n a : « F u egli b e s t e m m i a g r a n d e v a l o r e s u l p o t e r e inibitore
tore ereticale, ingiurioso, d i s p r e g g i a delle religioni. (•)
tore delle S a g r e Immagini, e d e i S a In merito l a s c i a m o la parola al L a cramenti. F u s u p e r s t i z i o s o , malefico,
temerario, empio, s a c r i l e g o , e di n o n briola (^): «In c e n t o c i n q u a n t a d u e c o l legi s o n o state p r e s e n t a t e c a n d i d a t u r e
udite malvagità, c h e p e r m o d e s t i a si
socialiste... cioè quelle d e i principali
tacciono, bruttato. Fu E r e t i c o non solo
c o n d a n n a t i dai tribunali militari d i S i c i e D o m m a t i s t a , ma di s f a c c i a t i s s i m e
lia nel 1894. C o s i il n o m e di B a r b a t o
innumerabili e r e s i e s v e r g o g n a t o e
a p p a r e 2 2 volte e quello d i D e F e l i c a
perfido difensore».
11 volte. P a r t i c o l a r m e n t e in U m b r i a
(10 collegi), tutti gli elementi dichiarati
D a notare il termine d i f e n s o r e p e r
d e l l ' o p p o s i z i o n e di e s t r e m a hanno
cui « L e dispute coi primi T e o l o g i della
città, li raggionamenti di religiosi non
p r e s e n t a t o c o m e c a n d i d a t o soltanto
meno pii, c h e f a c o n d i , e dotti; le
B a r b a t o » . S u p e r f l u o ogni c o m m e n t o .
ammonizioni dei superiori, i d i s c o r s i , e
E, p e r rimanere in t e m a , ricordiamo a
le persuasioni dei Ministri del S . U fatti
S c i a s c i a c h e il « c e r v e l l o » al q u a l e s i
predicatori, c ' a v r e b b o n o c o n v i n t a la
v i e t a v a di f u n z i o n a r e in tempi a noi
temerità m e d e s i m a e qualsivoglia r u vicini a v e v a , a p a r t e tutto, in c o m u n e
v i d o intelletto c o n loro dottrine s c h e g c o n B a r b a t o affinità d i s a n g u e s e la
giato, non bastarono di q u e s t o uomo
nostra m e m o r i a non è tanto labile!
veramente di s a s s o a m u o v e r e il t e nace c o n c e t t o » . D a notare a n c o r a iJ
t e n a c e c o n c e t t o . S c i a s c i a insoddisfatto c o m m e n t a : a « q u e s t o p a d r e
M a t r a n g a c h e s c r i v e d a c a n e , la
penna gli si fà p r e c i s a e d e f f i c a c e ,
a p p e n a t o c c a della f o r z a e r e s i s t e n z a
di f r a D i e g o » . Il t e n a c e c o n c e t t o e
l'indomabile volontà di f r a D i e g o s o n o
predicati venuti fuori dalla penna d e l
M a t r a n g a il quale, non e s s e n d o nato
con una v o c a z i o n e rivoluzionaria, non
poteva ragionevolmente dire di più
per la vittima m a s e n e fà timido
partigiano.
paramenti s a c r i d e i s u o ordine e a n cora denudato prima di e s s e r e a r s o
vivo. L'Auria, c h e non è un s a d i c o ,
v e d e « u n gran stuolo di c o r v i » c h e
noncuranti di p e r d e r e le penne a c o n tatto c o n il f u o c o si fanno a d d o s s o al
malcapitato per c o n d u r l o «alle p e r p e tue pene dell'inferno». A S c i a s c i a ,
forse, s a r e b b e piaciuto c h e la parte
del paranoico l'avesse recitata il M a tranga ma le c o s e non stanno c o s i :
I due aggettivi rispettivamente riferiti alla volontà e al c o n c e t t o s o n o
quelli d a scolpire sul monumento c h e
Racalmuto erigerà al suo illustre figlio.
N o i , tardi concittadini di don M a t r a n -
7) G.M. Bertino — Sacratissimae inquisitionis Rosa Virginea - Palermo 1660
8] N. Barbato - Scienza e fede - New
York 1909
9) A . Labriola - Scritti politici - Ed.
Laterza - Bari 1970
retrospettiva storica
NOTA PERSONALE (2° parte)
E n r i c o F e r r i , prima di a c c o r g e r s i
che per potere conservare per
q u a l c h e altro a n n o la s u p r e m a z i a politica nel partito e r a n e c e s s a r i o ricorrere a d un g i o c o a n a l o g o a quello c h e
lo a v e v a condotto alla vittoria contro il
s o c i a l i s m o s e n z a aggettivi, c i o è adattarsi a d un altro v o c a b o l o c h e f a c e s s e
d i m e n t i c a r e il contenuto u m a n o delle
plebi e d un g r u p p o d'indisciplinati si
o s t i n a v a n o a dare alla s u a
rivoluzione
astronomica, tentò di addomesticare i
più indocili d e l g r u p p o
rivoluzionario
p e r m e t t e n d o loro c h e s p a d r o n e g g i a s s e r o per m e z z o d e l l ' A v a n t i ! F u in quel
p e r i o d o c h e ai p o v e r i iloti impnotizzat-i
dal f a n t a s m a r e s u s c i t a t o dalla parola
ferriana e aspettanti il miracolo c o m e
da un m o s t r u o s o talismano, s i gettarono in p a s t o a brandelli alcuni uomini
per d a r p r o v a c h e i rivoluzionari n o n
s c h e r z a n o . U n o dei malcapitati fui io.
A New York in volontario esilio
Q u a n d o arrivato a N e w Y o r k mi s i
f e c e l e g g e r e lo s c h i z z o diffamatorio,
pensai c h e Ferri e gli altri redattori
f o s s e r o dei distratti e c h e , fatto il tiro
dal b o z z e t t i s t a essi non a v e s s e r o protestato p e r d e b o l e z z a . E c o n q u e s t a
c o n v i n z i o n e s c r i s s i la mia rettifica.
Però i fatti mi d i e d e r o torto: a r n e s i d a
s a c r e s t i a e d a q u e s t u r a quella volta
erano stati un p o tutti e non solo il
s i g n o r e , c h e in s e g u i t o per altri fatti f u
indicato c o m e tale d a alcuni d e i suoi
antichi a s s o c i a t i . N a p o l e o n e C o l a j a n n i ,
armato di giornali propri e di u s c i e r i ,
m a n d a v a una rettifica molto meno
urgente della mia p e r il m e d a g l i o n e
non c a l u n n i o s o c h e l'Avanti a v e v a fatto; di lui alla s t e s s a e p o c a e d e r a
pubblicato i m m e d i a t a m e n t e c o m e il
d o v e r e di giornalista i m p o n e v a . L a
rettifica d e l calunniato e dell'esule,
s p e d i t a r a c c o m a n d a t a al s i g n o r Ferri
fu tenuta c i r c a t r e m e s i dentro i c a s setti e q u a n d o si d e g n a r o n o di pubblicarla c a m b i a r o n o arbitrariamente il
mio s i g n o r tale c o l voi, a s s u m e n d o n e
c o n quella m o d i f i c a z i o n e la r e s p o n s a bilità collettiva della calunnia. N o n per
18
nulla SI e r a n o proclamati forti d a s e
s t e s s i ! N o n è e r o i c o il c o r a g g i o della
d i f f a m a z i o n e c o n t r o i caduti nella
b r e c c i a c o n u n a b a n d i e r a in mano?
C h e c ' e n t r a v a d u n q u e la rettifica? Il
vile e d ignorante a s c e t a , c h e e r a s c a p pato in A m e r i c a per e v i t a r e le fatiche
e d i pericoli della lotta e c h e c o n
l'esilio v o l o n t a r i o c h i u d e v a d e g n a mente la s u a vita di d e b o l e , a v e v a c o n
la s u a d i s e r z i o n e p e r d u t o tutti i diritti.
O r q u e s t o E n r i c o Ferri e quello s t e s s o
c h e mentre e r o in c a r c e r e mi d e d i c ò
un libro a f f e r m a n d o c h e il mio c o r a g gio n o n e r a stato c i e c o d ' a s c e t a ma
illuminato dalla s c i e n z a : e d io allora
non e r o un r a g a z z o , nel quale i c a m biamenti dell'età p o s s o n o r e c a r e tante
s o r p r e s e a n c h e ai più e s p e r t i e d acuti
lettori dell'anima umana. E d è pure lo
s t e s s o E n r i c o Ferri c h e t r e anni prima
dell'articolo calunnioso, fidando
s e m p r e nel m i o p e n s i e r o e nella mia
c o n d o t t a di s o c i a l i s t a , mi a v e v a p r e g a t o di a c c e t t a r e il p o s t o di c o m b a t t i mento c h e v o l e v a n o a d ogni c o s t o
affidarmi i socialisti pugliesi, lo ho
d u n q u e il diritto di i n v o c a r e t r a i, miei
titoli i giudizi del primo E n c i r o F e r r i .
Combattente a Candia
U n a n n o d o p o l'amnistia d e l 1896,
i n v e c e d i p e n s a r e ai miei interessi c h e
e r a n o andati molto in giù, c o r s i t r a gli
insorti di C a n d i a p e r p r o v a r e c o l mio
n o m e , allora in a u g e , c h e il s o c i a l i s m o
non t r a s c u r a le patrie e d è pronto a
ricorrere alle insurrezioni armate
q u a n d o il b i s o g n o lo impone. E r o a p p e n a tornato dalla G r e c i a , il lavoro
p r o f e s s i o n a l e i n c o m i n c i a v a a mettermi
ingrado di v i v e r e b e n e e p a g a r e i miei
debiti, q u a n d o s c o p p i ò la r e a z i o n e
violenta del 98 c h e d i s t r u s s e le nuove
o r g a n i z z a z i o n i proletarie e b u t t ò in
c a r c e r e Turati e d altri. A n c h ' i o fui
c o n d a n n a t o a d un a n n o di c a r c e r e
solo p e r c h è ricostruito le o r g a n i z z a zioni e c o n o m i c h e e politiche dei lavoratori di P i a n a e tentato di f a r n a s c e r e
o risorgere altrove in S i c i l i a . M a fui
Nicola Barbato
giudicato d a un tribunale ordinario
perché in S i c i l i a ai 9 8 non vi fu stato
d ' a s s e d i o e non fui arrestato preventiv a m e n t e . In simili c i r c o s t a n z e , i n v e c e
di p e n s a r e ai casi miei, mi misi in giro
p e r l'Italia e stetti più di tre mesi a
d i s p o s i z i o n e . d e l partito, incoraggiando
i timidi a non p e r d e r e la fecle delle
nuove organizzazioni e nella c a u s a
proletaria. E s i badi c h e non e r o
protetto dalla medaglia di deputato e
c h e e r a n o altri tempi, meno pericolosi
per la libertà personale d e l l ' e p o c a d e i
fasci m a non così rassicuranti c o m e
quelli c h e attraversiamo. A l 1901 mi si
impose, a nome dell'ideale comune, di
a n d a r e a stabilirmi nelle Puglie p e r
c o o p e r a r e insieme ai c o m p a g n i p u gliesi alla p r o p a g a n d a d e l S o c i a l i s m o
e alle o r g a n i z z a z i o n i proletarie; e, s e b bene a malincuore perchè s a p e v o c h e
da me si a s p e t t a v a n o il miracolo e d io
non s o n o un taumaturgo, buttai alle
ortiche quel po' di indipendenza e c o nomica c h e mi era rimasta e d obbedii
alla v o c e del d o v e r e .
M a l g r a d o i d i s s e n s i S I B I L I u à me e d
alcuni socialisti pugliesi per l'acuirsi in
tutta l'Italia della f a m o s a logomachia
sulle t e n d e n z e , c h e d e m o r a l i z z a v a i
proveri lavoratori, trascinandoli volta a
volta a g r i d a r e c o n la più profonda
i n c o s c i e n z a d e l contenuto della lotta:
V i v a Ferri e Labriola e a b b a s s o Turati
e V i v a Turati e a b b a s s o Fasci e L a briola; rimasi al posto di combattimento affidatomi dalla direzione d e l
Partitvj e d a i socialisti pugliesi fino a
c h e m e io p e r m i s e la mia dignità di
uomo e di combattente.
D o p o andai a c e r c a r e rifugio in
P i a n a , ma la clientela n e c e s s a r i a a
farmi v i v e r e e r a già perduta, e d il
Partito r i c o n o s c e n t e v o l e v a darmi una
condotta m e d i c a , che per la mia età e d
il regolamento municipale non potevo
a v e r e c h e c o m e un favore. T r o v a i , un
po' di forza nel sentimento del d o v e r e
ed emigrai in c e r c a di lavoro scriv e n d o suH'Avanti c h e in Italia non mi
m a n c a v a il pane p e r lo s t o m a c o ma
l'aria per i polmoni.
C o n o s c e v o e c o n o s c o me s t e s s o e,
data la struttura d e i polmoni p s i c h i c i ,
sarei morto di a s f i s s i a s e vinto d a l
bisogno e c o n o m i c o e dagli altri b i sogni sentimentali, a v e s s i avuto la
d e b o l e z z a di a c c e t t a r e l'aiuto c h e mi s i
offriva a P i a n a e d in q u a l c h e altro
c o m u n e prima di partire per l ' A m e r i c a .
D e l resto s p e r o c h e chi s e n t e la
dignità di uomo e di cittadino c o m prenderà c h e non p o t e v o e non d o v e v o rassegnarmi ad un atto di f a v o r i tismo municipale e g o v e r n a t i v o , c h e
mentre mi a v r e b b e a s s i c u r a t o in un
luogo c a r o un s i c u r o rifugio e c o n o mico p e r tutta la vita, a v r e b b e ferito
g r a v e m e n t e in una delle radici il s e n s o
c i v i c o c h e io v o l e v o s v i l u p p a r e nei
servi. E cosi s e n z a a v e r e più vent'anni,
per c o m p i r e c i ò c h e mi è p a r s o un
d o v e r e , ho sfidato l'ignoto, non metaforico ma reale; e p e r motivi analoghi
l'ho s f i d a t o una s e c o n d a volta lo
s c o r s o aprile, q u a n d o già l'ignoto mi s i
era rivelato intero in tutta la s u a realtà
tragica. A p p e n a si e b b e r o a N e w Y o r k
le prime notizie della rivoluzione r u s s a ,
fui io che tenni alto il nome italiano
f a c e n d o un p r o c l a m a agli italiani parlando in d u e comizi qui e d a Filadelfia,
non d a oratore c h e oratore non sono,
ma d a uomo di azione e offrendomi
insieme a pochi altri a far parte di una
spedizione di volontari p e r la R u s s i a ,
spedizione c h e si era sicuri c h e
a v r e b b e organizzato il partito rivoluzionario di ebrei-russi c h e qui p a r e v a
forte di uomini e di denaro.
P e r un anno vissi q u i d i debiti e
l'avvenire diventava ogni giorno più
buio: in q u e s t e mie condizioni, a l proprietario del «Progresso
italoamericano» mancò il redattore c a p o ,
cioè il direttore effettivo e fui invitato
io a d a s s u m e r n e il posto lasciandomi
piena libertà di s c r i v e r e l'articolo di
fondo in armonia c o n le mie c o n v i n zioni politiche e d offrendomi, oltre allo
stipendio, un gabinetto m e d i c o i m piantato a s p e s e d e l proprietario d e l
palazzo d o v e s o n o gli uffici del giornale, Ringraziai e non a c c e t t a i , lo p e n s o
c h e p e r c o n s e r v a r s i fedeli all'ideale
socialista d a idrettore di giornali politici non basta s c r i v e r e l'articolo di
f o n d o c o n le p r o p r i e c o n v i n z i o n i ma è
indispensabile m o d i f i c a r e c o r r e l a t i v a mente tutta la vita del giornale. Il c h e
non s a r e b b e stato p o s s b i l e nella colonia italiana d i N e w Y o r k s e n z a a n d a r e
incontro a d un fallimento finanziario
s i c u r o e quindi né il proprietario l'av r e b b e p e r m e s s o né io a v r e i potuto
o n e s t a m e n t e p r o p o r g l i e l o . In q u e s t o
a m b i e n t e d o v e il m e d i o e v o è in u n a
fioritura inimaginabile, i socialisti e gli
a n a r c h i c i s i buttarono in u n a lotta
s e n z a quartiere c o n t r o le c r e d e n z e
religiose e s c e l s e r o m e a r a p p r e s e n tarli. E io c o n la s i c u r e z z a d i p e r d e r e
la metà dei miei clienti a c c e t t a i il p o s t o
di c o m b a t t i m e n t o . C r e d o di non ingannarmi s e , in b a s e ai fatti s u a c c e n n a t i ,
a f f e r m o c h e una c e r t a e n e r g i a di
mìlite v e r o l'ho avuta s e m p r e e la
conservo ancora.
Le allegre fandonie
P a s s a n d o o r a alla s e c o n d a parte
delle a l l e g r e f a n d o n i e d i f f u s e sul mio
nome, c i o è alla mia incapacità d i c o m prendere qualche cosa di socialismo e
di altri p r o b l e m i s c i e n t i f i c i , il mio titolo
ultimo è II volumetto c h e o f f r o o g g i ai
lettori: e q u e s t o titolo h a la s u a c o r r i s p o n d e n z a in u n altro titolo p a s s a t o .
M o l t i anni f à , prima d e l p r o c e s s o ai
f a s c i , q u a n d o r i s c h i a n d o tutto t e n t a v o
nell'ambiente più f e u d a l e d'Italia, pieno
di pericoli di ogni s p e c i e , di trasformare i s e r v i in ribelli,senza p r e d i c h e
sull'amor f r a t e n r n o e sulle t r a s f o r m a zioni a p o c a l i t t i c h e d e l m o n d o , a c c o r tomi c h e gli imbecilli, p e r a p p r e z z a r e
meglio i miei c o n s i g l i e la mia o p e r a ,
a v e v a n o b i s o g n o di v e d e r m i imbrattare un p o ' di c a r t a e d a r l a alle s t a m pe, pubblicai un s a g g i o d i p s i c o p a t o l o gia sui paranoici. P e r q u e s t a p u b b l i c a zione L o m b r o s o mi c h i a m a v a r o b u s t o
c a m p i o n e delia psichiatria e d il M o r selli la g i u d i c a v a , non un e s e r c i z i o
s c o l a s t i c o , ma un l a v o r o d i fine analisi
p s i c o p a t o l o g i c a . Il T o n i n i , c h e nei
giorni in cui si p u b b l i c ò il mio s a g g i o , si
t r o v a v a a d i n g e r e m P a l e r m o una c a s a
di salute p e r malattie mentali e n e r v o se, dove funzionavo da supplenze per
il s e r v i z i o sanitario, d o p o c h e l e s s e il
mio l a v o r o v e n n e a trovarmi nella mia
s t a n z a e p r o p o n e n d o m i di f a r e ins i e m e a lui un giornale scientifico, mi
d i s s e c h e , s e io v o l e v o fare c a r r i e r a
scientifica c o m e p s i c h i a t r a , mi b a s t a v a
di p r e s e n t a r m i a l p r o f e s s o r e T a m b u rini di R e g g i o Emilia c o l m i o lavoro.
Egli c e r t o mi a v r e b b e a c c o l t o , d a n d o m i a l l o g g g i o e vitto fra i giovani c h e
si p e r f e z i o n a v a n o d e n t r o l'Istituto d a
lui diretto; e d i là, e d u c a n d o m i alle
esperienze scientifiche e pubblicando
q u a l c h e altro lavoro, s a r e i a d i s t a n z a
di t r e anni uscito c o n i titoli sufficienti
p e r iniziare la c a r r i e r a s c i e n t i f i c a . D u e
o tre anni c o n il solo vitto e alloggio e d
altri t r e anni fuori c o n uno s t i p e n d i o
inferiore o tutt'al più e q u i v a l e n t e al
vitto e a l l o g g i o d i R e g g i o Emilia p a s s a n o p r e s t o p e r c h i nella vita n o n
d e v e p e n s a r e c h e a s e s t e s s o : il c a s o
mio e r a d i v e r s o , e d andai a g u a d a gnarmi seimila lire l'anno in P i a n a d e i
Greci.
Il g i u d i z i o lusinghiero d e i c o m p e tenti d i quella t e m p r a n o n mi f e c e
p e r d e r e la testa. E r o e s o n o c o n v i n t o
c h e non nacqui c o n la capacità d i
p r o d u r r e nelle s c i e n z e alcunché d i
importante, nemmeno temporaneamente p e r la s o l a g e n e r a z i o n e alla
quale a p p a r t e n g o . E, poiché a v e v o la
s c h i e n a p o c o flessibile p e r le vie umili
e t o r t u o s e e mi m a n c a v a la possibilità
economica p e r conquistare a viso
a p e r t o c o n le mie s o l e f o r z e il diritto
a l l ' i n s e g n a m e n t o universitario, d e c i s i
di n o n p e r d e r e il mio t e m p o pubblic a n d o delle monografie d a dilettante e
bruciai p a r e c c h i e storie cliniche di
paranoici di f o r t e ingegno c h e mi
e r a n o c o s t a t e u n a n n o di lavoro
C o m e si v e d e , d i s c i e n z e c h e non fui
o b b l i g a t o a balbettare nella s c u o l a p e r
a v e r e una laurea, m e n e intendo pochino; e d ho avuto il p u d o r e raro di
non profanarle c o l mio dilettantismo,
mentre p a r e c c h i c o m p a g n o n i più o
meno noti hanno profanato tante c o s e .
19
I fasci dei lavoratori a Piana degli Albane
Adolfo Rossi
rievocati dal giornalista Adolfo Rossi, pubblicati dalla « T r i b u n a i l l u s t r a t a » sotto forma di
lettere, raccolte nel libretto « L ' a g i t a z i o n e in
Sicilia — ed. Max Kantoroxicz — Milano
1894» e ricordate in Parlamento in occasione
del processo contro i dirigenti dei Fasci
siciliani.
20
A p p e n a a r r i v a t o a P a l e r m o a i primi
dello s c o r s o ottobre, prima di v d e r e il
p r e s i d e n t e d e l F a s e / o d i quella città
gli altri c a p i d e l l ' o r g a n i z z a z i o n e , c r e detti o p p o r t u n o di a n d a r e a t r o v a r e il
redattore c a p o d e l Giornale di Sicilia
— il più diffuso dell'isola - e q u a l c h e
altro di quei colleghi c h e c o n m a g g i o r
diligenza s'occupavano del movimento.
Tutti mi d i s s e r o , in c o m p l e s s o , c h e il
f e r m e n t o e r a innegabilmente molto
serio, c h e i c a p i non e r a n o p e r l'azione
i m m e d i a t a , m a c h e la t e n d e n z a all'az i o n e e s i s t e v a però nelle m a s s e .
M i r i c o r d a r o n o c h e i primi Fasci
f u r o n o fondati q u a l c h e anno f a a C a t a nia d a D e F e l i c e G i u f f r i d a , più c h e
altro p e r le lotte amministrative c o m u nali. C r e s c e n d o e d i f f o n d e n d o s i , c a m biarono c a r a t t e r e . O r a m a i i loro c a p i
e r a n o q u a s i tutti marxisti; i s o c i meno
colti i g n o r a v a n o le teorie di M a r x , ma
s ' e r a n o convinti c h e solo coll'unione
p o t e v a n o s p e r a r e un miglioramento
nel loro stato.
— E ' s o r p r e n d e n t e — mi d i c e v a il
r e d a t t o r e c a p o del Giornale di Sicilia
— la rapidità c o n c u i , g r a z i e a d un'abile o r g a n i z z a z i o n e , si è formato
q u e s t o g r a n d e e s e r c i t o di lavoratori,
c h e r a p p r e s e n t a una f o r z a i n c o s c i e n t e
al s e r v i z i o di chi ha oramai p r e s o s u di
e s s a il potere di c o n d u r l a d o v e v u o l e e
c o m e vuole. V e d r à , g i r a n d o p e r le
p r o v i n c e , gli entusiasmi di quei c o n t a dini affamati, la f e d e c i e c a di quella
d o n n e cui è stato detto c h e unendosi e
o r g a n i z z a n d o s i f a r e b b e r o un giorno
v e n i r e a patti padroni e f i n i r e b b e di
soffrire! L ' i m p r o v v i s a t r a s f o r m a z i o n e
ha colpito di meraviglia gli s t e s s i c a p i .
« N o i non a n d i m a o più in c h i e s a , m a al
Fascio», mi r a c c o n t a v a una c o n t a d i n a
di P i a n a d e i G r e c i . « L à d o b b i a m o
istruirci, là o r g a n i z z a r c i p e r la c o n quista d e i nostri diritti». E q u a n d o vi
s o n o le elezioni, le donne sollecitano i
mariti a v o t a r e ; q u a n d o i capi vanno a
visitare le organizzazioni locali, migliaia di donne a c c o r r o n o a d a c c o glierli c o n p i o g g e di fiori e si gettano a
terra p e r salutarli, c o m e una volta
f a c e v a n o al p a s s a g g i o dei v e s c o v i . In
alcuni luoghi gli uomini fanno lo s t e s s o ; in altri si mostrano più calmi, ma
f o r s e più risoluti. S o n o popolazioni
a n c o r a primitive, diventate fanatiche
p e r una nuova fede.
— E' proprio v e r a , dunque, questa
p a r t e c i p a z i o n e delle donne al movimento?
— A l t r o c h e ! B i s o g n a sentirle parlare, q u e s t e contadine! Q u a n d o si tenne
r e c e n t e m e n t e q u i a Palermo il C o n g r e s s o , nel quale si costituì l'unione di
tutti i Fasci, ho sentito p a d a r e d u e
contadine, una di C o r l e o n e e una di
Piana dei G r e c i . Non credevo a mes t e s s o . P a r l a v a n o a v o c e alta e chiara,
c o n disinvoltura e c o r a g g i o s o r p r e n denti.
— I Fasci — mi c o n f e r m a v a d a
parte s u a un altro pubblicista, il s i g n o r
A . S a l e m i — bisogna riconoscerlo,
s o n o potenti: o b b e d i s c o n o a d una
parola, si r e g g o n o c o n uno statuto
c o m u n e e s e domani, all'improvviso e
t r a s c i n a t i , d o v e s s e r o s c e n d e r e nel
c a m p o dell'azione, ne a v r e b b e r o la
direzione. Insomma la situazione è
q u e s t a : s i hanno d e i F a s e ; ai quali il
popolo è oramai assai attaccato. S c i o glierli e a v e r e una s o m m o s s a è proprio tutt'uno. N o n s i sciolgono e s i
lascia c h e il popolo irritato e immiserito s e r b i la s p e r a n z a di poter c o n s e guire q u a l c h e c o s a c o n l'agitazione
legale? E b b e n e , in q u e s t o c a s o la
rivoluzione è egualmente s i c u r a , a
meno c h e il G o v e r n o non conti s u l
serio e presto di p r o v v e d e r e alla sorte
del p o p o l o in una maniera efficace.
S e n z a di ciò i Fasci si perfezioneranno
ir
s e m p r e più a c q u i s t a n d o n u o v e f o r z e ,
m a g g i o r e c f i i a r e z z a d'intendimenti; e,
p e r d u r a n d o l'attuale stato di c o s e ,
verrà giorno in cui le i m p a z i e n z e si
a c c u m u l e r a n n o e in cui i c a p i non
potranno più frenare il p o p o l o s e n z a
immolar sé stessi. E s i può s t a r e sicuri
cfie, mossi i Fasci, non saranno i soli
nell'azione, cfié molti e ben forti s o n o
gli argomenti discontento di tutte le
c l a s s i sociali nell'Isola...
...D'all'A/bergo Thnacria mi s o n o rec a t o in via C e l s o p r e s s o lo a v v . M a s i ,
consigliere privinciale di P i a n a dei
G r e c i , d o v e e s i s t e v a uno dei Fasci più
fortemente organizzati della p r o v i n c i a
di P a l e r m o .
P i a n a dei G r e c i è, c o m e si s a , un
p a e s e di c i r c a dieci mila abitanti, s i tuato a ventiquattro cfiilometri d a P a lermo, in luogo montuoso, fondato d a
una colonia di a l b a n e s i ; vi si v a in
c a r r o z z a , non e s s e n d o v i f e r r o v i a , in
quattro ore di viaggio.
Q u e l Fascio e r a uno di quelli c h e
c o n t a v a n o nel s u o s e n o a n c h e molte
d o n n e ; meno i benestanti, tutti vi
erano inscritti, m a s c h i e femmine. L'indole degli abitanti é c o s i facile alla
ribellione, c h e ogni volta che si verific a r o n o tumulti o rivoluzioni a P a l e r m o
o nel continente, a Piana t r a s c e s e r o
subito a gravi e c c e s s i , c o m m e t t e n d o
uccisioni e ferimenti.
In tali c i r c o s t a n z e gli uomini armati
mandano s e m p r e avanti i ragazzi e le
donne.
- Il Fascio di P i a n a — mi d i s s e
l ' a w . M a s i - è stato costituito nello
s c o r s o aprile dal dottor B a r b a t o , un
giovane socialista molto a r d e n t e e
studioso, c h e in quindici giorni diventò
il v e r o p a d r o n e del paese. Il G o v e r n o
lasciò fare: e r a allora troppo p r e o c c u pato dalla questione bancaria.
E c o m e fu possibile una così
rapida e potente o r g a n i z z a z i o n e ?
- P e r le condizioni v e r a m e n t e miserrime in cui v e r s a n o qui i contadini.
Tutte le t e r r e di P i a n a dei G r e c i
a p p a r t e n g o n o a signori di P a l e r m o , i
quali affittandole al miglior p r e z z o
possibile, non si s o n o mai curati delle
condizioni dei lavoratori, lo non d i c o
c h e tutti i soci del F a s c i o s i a n o in
buona f e d e , ma è un fatto c h e la
m a g g i o r a n z a si c o m p o n e di v e r i sfruttati. Il G o v e r n o non s e p p e far altro
c h e s c i o g l i e r e quel C o n s i g l i o c o m u n a le. R i c h i e s t o del mio p a r e r e sulla situaz i o n e , io r i s p o s i : «Fate s i n d a c o il dottor B a r b a t o » . M a non mi v o l l e r o d a r
retta per non a v e r l'aria di c e d e r e al
Fascio. S i c o m m i s e r o poi altri errori.
N e l v i c i n o c o m u n e di S . G i u s e p p e
Jato, d o v e esiste pure un Fascio molto
forte, nelle ultime elezioni e r a n o stati
eletti consiglieri c o m u n a l i quattro del
Fascio s u d d e t t o . N o n si volle riconos c e r l i e c o s i si s o n o inaspriti gli animi
e non s o d a v v e r o c o m e andrà a finire.
A P i a n a dei G r e c i a b b i a m o la v e r a
lotta di c l a s s e : quelli del Fascio non s e
la p r e n d o n o s o l o coi signori v e r i , ma
a n c h e c o n c o l o r o c h e dei signori
hanno le s o l e a p p a r e n z e . . .
. . . C o m e a c c e n n a v o fin dalle prime
pagine, uno dei Fasci meglio o r g a n i z zati non solo della p r o v i n c i a dì P a l e r mo, ma di tutta l'isola, e r a quello di
P i a n a dei G r e c i .
D a P a l e r m o si v a a P i a n a dei G r e c i
in tre ore e m e z z o di vettura q u a n d o si
a b b i a n o d u e buoni c a v a l l i , p e r c h é la
s t r a d a è una continua, erta e f a t i c o s a
salita. M a q u a n t o è bella! E' c e r t a mente una delle più m e r a v i g l i o s e c h e
si p o s s a n o v e d e r e .
S e r p e g g i a d a principio fra u n a d o p pia s e r i e dì ville piene di fichi d'India,
di ulivi, d ' a r a n c i , di limoni; poi vi o f f r e
dall'alto, a t t r a v e r s a n d o i paesi di V i l l a
G r a z i a e di P a r c o , lo s p e t t a c o l o di
tutta la C o n c a d'oro e del mare.
Partito alle c i n q u e e un quarto c o n
una t e m p e r a t u r a p r i m a v e r i l e e c o n un
c i e l o limpidissimo — non si c o n o s c e la
n e b b i a in quella terra dall'eterna prim a v e r a — io potei g o d e r m i la mattina
del 15 o t t o b r e l'incantevole p a n o r a m a
illuminato g r a d a t a m e n t e dalle prime
luci del g i o r n o (una c o s a d a far a m mattire], f i n c h é alle otto giunsi sulla
c i m a delle m o n t a g n e c h e c i n g o n o la
valle d e l l ' O r e t o .
S o n o c r e s t e a r i d e e s a s s o s e , s u cui
non si v e d e c h e q u a l c h e c o r v o ; ma
npoco dopo, scendendo leggermente,
si t r o v a n o ben p r e s t o d e i vigneti c a richi di g r a p p o l i neri, dei c a s t a n i , c h e
in quella s t a z i o n e l a s c i a v a n o v e d e r e il
frutto maturo a t t r a v e r s o le s p a c c a t u r e
dell'involucro s p i n o s o , e una quantità
d'uliveti.
S i t u a t o a s e t t e c e n t o metri d a l t e z z a .
P i a n a dei G r e c i è un v e r o p a e s e di
montanari. 1 suoi abitanti, c i r c a n o v e mila, s o n o d i s c e n d e n t i , c o m e è noto,
d a una c o l o n i a a l b a n e s e f o n d a t a nel
1488, e dei loro padri hanno c o n s e r v a t o la lingua, il rito g r e c o nelle c h i e s e
e il c a r a t t e r e fiero, ardito e amante
dell'indipendenza.
L e d o n n e poi hanno c o n s e r v a t o dei
bellissimi c o s t u m i , c h e i n d o s s a n o p e r ò
solo nelle grandi o c c a s i o n i . O r d i n a r i a m e n t e portano sulla testa una mantellina di lana b i a n c a o a z z u r r o g n o l a : il
c o r p e t t o molto s c o l l a t o lascia v e d e r e il
petto c o p e r t o d a un fazzoletto b i a n c o
r i c a m a t o , incrociato s o p r a il busto. C e
n'è di bellissime, c h e c a m m i n a n diritte
e m a e s t o s e c o m e tante regine.
O r a , c o n una p o p o l a z i o n e di a p p e n a
9.000 abitanti. P i a n a dei G r e c i c o n t a v a
un Fascio di 2.500 uomini e di quasi
1.000 d o n n e intelligentissime, c h e parl a v a n o in p u b b l i c o c o n v e r a e l o q u e n za.
Q u a n d o e n t r a i s o l o s o l e t t o nel
p a e s e v e r s o le n o v e , e s s e n d o d o m e n i c a , p a r e c c h i s o c i d ' a m b o i s e s s i si
t r o v a v a n o a p p u n t o in un locale s o p r a
la s e d e del Fascio
a d i s c u t e r e sui
p r e p a r a t i v i d'una festa c h e s i d o v e v a
fare all'indomani p e r inaugurare la
b a n d i e r a della s e z i o n e femminile.
G l i uomini s t a v a n o d a una parte e le
d o n n e dall'altra. Q u e s t e ultime f o r m a v a n o un g r u p p o b e l l i s s i m o c o n le loro
mantelline sulla t e s t a e coi c a n d i d i
fazzoletti sul petto.
A p p e n a mi f e c i c o n o s c e r e , mi a c c o l s e r o c o n g r a n d e cordialità e mi f e c e r o
s e d e r e in m e z z o a loro, pronti a d a r m i
tutte le informazioni c h e d e s i d e r a v o .
L a c o n v e r s a z i o n e riuscì così interessante c h e s t i m o utile riprodurla testualmente.
lo — C o m e a v v e n n e c h e q u e s t o
Fascio
d i v e n t ò in p o t o t e m p o così
numeroso?
Un contadino.
— Perché abbiamo
capito subito che per
ottenere
qualche cosa bisogna cominciare
coH'unirsi.
^
21
/o. — E' v e r o c h e f a n n o parte del
F a s c / o a n c h e dei piccoli p r o p r i e t a r i ?
Un piccolo
proprietario
(Vito F u sco). — S i c u r o : io s o n o uno di quelli.
C i s i a m o convinti c h e domani v i v r e m o
meglio c o l n o s t r o l a v o r o di quello c h e
o g g i c o n le nostre terre. S e n t a : io
p o s s i e d o tre s a l m e di t e r r a e d e v o
p a g a r e ogni a n n o : L. 127.50 p e r il
c e n s o , L. 100 di t a s s a fondiaria, L. 5 0
di altre t a s s e e più L. 300 p e r la
coltivazione, mentre non ne r i c a v o in
m e d i a c h e d a 550 a 600.
•
Un contadino
nullatenente
(Stassi
Pietro). — E d io non t r o v o d a l a v o r a r e
c h e d u r a n t e sei m e s i dell'anno p e r non
g u a d a g n a r e c h e d a 7 a 8 lire la
settimana, q u a n d o non p i o v e .
— E c o m e fate q u a n d o siete d i s o c cupato?
— S i va a erbe, per mangiarle cotte
s e n z a sale,
— A v e t e famiglia?
— M o g l i e e d u e bambini. P e r una
c a m e r a d e v o p a g a r e settanta lire
all'anno di pigione. D o r m i a m o sulla
paglia. Q u a n d o l a v o r i a m o in c a m p a g n a , poi, d o r m i a m o all'aperto. S e la
p i o g g i a ci b a g n a non a b b i a m o c h e II
v e n t o p e r a s c i u g a r c i . E q u a n d o si
guadagna qualche soldo dobbiamo
p a g a r e a n c h e il d a z i o - c o n s u m o p e r
quel p e z z o di p a n e nero c o n cui ci
s f a m i a m o . Il g i o r n o della p a g a c e r t i
padroni ci fanno a s p e t t a r e delle ore,
poi ci p a g a n o in r a m e ; s e c o n t i a m o i
soldi se n'hanno a male e poi s e
t r o v i a m o q u a l c h e s o l d o c h e non ha
c o r s o ci d i c o n o c h e c e r c h i a m o d'imbrogliarli.
Un altro contadino.
— Quando i
padroni ci d a n n o q u a l c h e a n t i c i p a z i o ne, c e la fanno c o n g r a n o di s c a r t o e
pieno di terra. E noi d o b b i a m o restituire poi g r a n o di prima qualità. Taluni
hanno una d o p p i a m i s u r a : il tumulo
p i c c o l o p e r d a r e e il tumulo g r a n d e
per riscuotere! E per queste anticipazioni si pigliano il 25 per c e n t o d'inter e s s e , il 2 5 che d i v e n t a il 100 q u a n d o
si tratta di p o c h e settimane. Q u a l c h e
p a d r o n e g i u n g e perfino a s p r u z z a r e
d ' a c q u a il grano per f a d o c r e s c e r e :
per vino poi ci d a n n o dell'aceto. P e r
fargli v e d e r e c o m e ci trattano, t e m p o
f a fu portato al d e l e g a t o di P S un
pane. E r a c o s i nero e pieno di terra
c h e non lo p o t e v a n o m a n g i a r e n e p pure i cani.
22
— E c h e c o s a s p e r a t e dai Fasci?
Una
contadina
maritata
(bella
d o n n a c o n denti c a n d i d i s s i m i e grandi
o c c h i pieni d ' i n t e l l i g e n z a ) . — V o g l i a m o c h e . c o m e lavoriamo noi. lavorino tutti. C h e non vi s i a n o né ricchi né
p o v e r i . C h e tutti a b b i a n o del pane p e r
sé e per i figli. D o b b i a m o e s s e r e
eguali, lo ho c i n q u e bambini e una s o l a
c a m e r e t t a , d o v e s i a m o costretti a
m a n g i a r e , a d o r m i r e e a far tutto,
mentre tanti signori hanno d i e c i o
d o d i c i c a m e r e , dei palazzi interi.
— E c o s i v o r r e s t e d i v i d e r e le terre
e le c a s e !
— N o , b a s t a metterle in c o m u n e e
distribuire c o n giustizia quello c h e
rendono.
— E non t e m e t e c h e , a n c h e s e si
a r r i v a s s e a q u e s t o collettivismo, non
v e n g a fuori qualche imbroglione,
q u a l c h e c a p o ingannatore?
— N o , p e r c h é ci d e v e e s s e r e la
fratellanza, e s e qualcheduno manc a s s e ci s a r e b b e il c a s t i g o .
— In quali relazioni siete c o i vostri
preti?
— G e s ù e r a un v e r o s o c i a l i s t a e
v o l e v a a p p u n t o quello c h e c h i e d o n o i
Fasci, ma i preti non lo r a p p r e s e n t a n o
b e n e , s p e c i a l m e n t e q u a n d o fanno gli
usurai. A l l a f o n d a z i o n e del Fascio i
nostri preti e r a n o c o n t r a r i e al c o n f e s s i o n a l e ci d i c e v a n o c h e i socialisti
s o n o s c o m u n i c a t i . M a noi a b b i a m o
r i s p o s t o c h e s b a g l i a v a n o , e in giugno,
per p r o t e s t a r e c o n t r o la g u e r r a c h ' e s s i
f a c e v a n o al Fascio, n e s s u n o di noi
a n d ò alla p r o c e s s i o n e del Corpus
Domini. E r a la prima volta c h e a v v e n i v a
un fatto simile.
Una zitella (alzandosi e v e n e n d o a
parlare in m e z z o al c i r c o l o p e r c h é la
sentissi bene). — I signori p r i m a non
e r a n o religiosi e o r a c h e c'è il Fascio
hanno fatto lega c o i preti e insultano
noi d o n n e s o c i a l i s t e c o m e se f o s s i m o
d i s o n o r a t e . Il m e n o c h e d i c o n o è c h e
s i a m o tutte le s g u a l d r i n e del p r e s i d e n te.
Una vecchia. — lo ho a v u t o il marito
malato p e r s e t t e anni e andai al M u n i c i p i o a d i r e c h e non p o t e v o p a g a r e il
f u o c a t i c o . M i hanno risposto c h e d o v e v o a n d a r e a s e r v i z i o , ma c h e e r a
necessario pagare.
— A h c'è a n c h e qui la t a s s a del
fuocatico?
Francesco
Matranga
(vecchio con-
tadino). — S i c u r o , e a n c h e la tassa
animali. D a l f u o c a t i c o sono esclusi
solo i mendicanti c h e dormono nei
fienili. I mendicanti c h e hanno una
c a m e r e t t a d e v o n o p a g a r e anch'essi.
P e r la t a s s a animali si p a g a ogni anno
L. 10 p e r ogni mulo e L. 5 per ogni
asino. S p e s s o s o n o bestie c h e non
v a l g o n o tanto. Q u a l c h e volta f a c e n d o
il ruolo s b a g l i a n o e mettono tre muli
i n v e c e di due, c o m e hanno fatto a me.
H o d o v u t o p a g a r e trenta lire i n v e c e di
venti. E alle mie proteste r i s p o s e r o :
R e c l a m e r e t e poi. M a s e , replicai io. ho
reclamato a n c h e nel 1889. q u a n d o
s b a g l i a s t e egualmente, e tutto fu inutile?
Michelangelo
Falsoni
(consigliere
c o m u n a l e operaio). — lo vi p o s s o dire
poi. per a v e r l o costatato nei ruoli, c h e
certi signori i quali hanno, per e s e m pio, venti muli, non ne mettono in nota
c h e quattro, e n e s s u n o si c u r a di
verificare.
La contadina maritata (quella bella).
— E i nostri muli s e r v o n o a noi per
farci c a m p a r e , mentre i signori c h e
non p a g a n o ne hanno d'avanzo.
Un'altra
contadina.
— N o n trov a n d o qui lavoro, mio marito è andato
in A m e r i c a , e, per c a m p a r e , le mie due
figlie hanno d o v u t o mettersi al s e r v i zio a P a l e r m o . S e n t e n d o c h e c'era il
c o l e r a , la settimana s c o r s a io volli
a n d a r l e a trovare. N o n a v e v o da p a gare il carretto e fui costretta ad
impegnare qualche straccio presso
uno s t r o z z i n o , perché qui non a b b i a m o
M o n t e di pietà, ma solo certi usurai
c h e una volta erano poveri c o m e noi
Una terza contadina.
~ Q u a n d o poi
si s o n o arricchiti molto, vanno a stare
a P a l e r m o o a N a p o l i , c o m e i grandi
proprietari, e lasciano qui noi alle
p r e s e c o n altri strozzini prepotenti, i
quali ci d i c o n o c h e per chi fa la legge
non c'è legge.
Una zitella (quella c h e q u a n d o parlava si a l z a v a e a n d a v a in m e z z o alle
c o m p e g n e ) . - Infatti, q u a n d o un reato
è c o m m e s s o d a un ricco, n e s s u n o s e
ne c u r a , mentre il p o v e r o c h e ruba un
pugno di g r a n o per sfamarsi v a subito
in prigione.
Gaetano Scalerà (un consigliere del
Fasc(o). — N e v u o l e un e s e m p i o ? Il
nostro c o m p a g n o P a o l o C a r b o n i si
t r o v a v a q u e s t a estate sull'aia dell'ex
f e u d o Fissella q u a n d o il suo padrone
A n d r e a S c l a f a n i gli d i s s e : «Tu non
darai più il diritto di cuccia al c a m p i e re, ora c h e appartieni al
Fascio?»
P a o l o r i s p o s e : « S e c o n d o : s e il c a m piere misura c o n giustizia, glielo d a r ò ;
s e no, no». Il p a d r o n e si allontanò
offeso. Poi quando cominciò la m i s u razione si avvicinò a P a o l o , lo p r e s e
p e r il collo, gli c a c c i ò la testa nel
m u c c h i o del grano e gli d i s s e : «Te lo
misura bene o ti ruba?» P a o l o a v e v a
in mano la pala, ma non f e c e n e p p u r e
l'atto di alzarla, c h e lo S c l a f a n i gli
d i e d e uno schiaffo. « M a p e r c h é trattarmi in questo modo?» f e c e P a o l o . L o
S c l a f a n i , non contento a n c o r a , tirò
fuori il r e v o l v e r e a b r u c i a p e l o gli
e s p l o s e contro un c o l p o . Fortunatamente il proiettile i n v e c e di p e n e t r a r e
nel petto deviò nella parte s u p e r i o r e
dell'omero. L o S c l a f a n i non è stato
arrestato neppure per un m o m e n t o e
d o p o tre mesi da quel tentato omicidio
non s a p p i a m o a n c o r a s e si farà il
processo.
Una sposa.
— Vedete
c h e per i
poveri non c'è giustizia in P i a n a dei
G r e c i ! I signori d i c o n o a p e r t a m e n t e
c h e ci vogliono a m m a z z a r e a d uno a d
unoGaetano Scalerà. — S'è già c o m i n ciato. N e l l o s c o r s o giugno il nostro
compagno Demetrio C a r n e s e , ones t i s s i m o u o m o , fu t r o v a t o u c c i s o
nell'ex f e u d o A g g i o t t o , in un declivio
accanto a d una r o c c i a . S i c c o m e vicino
al c a d a v e r e c'era una g r o s s a pietra, si
disse c h e d o v e v a e s s e r e stato u c c i s o
da quella pietra c a d u t a a c c i d e n t a l mente dall'alto della roccia, e non s e
ne parlò più. M a noi ci s i a m o recati sul
posto e a b b i a m o costatato c h e s e
quella pietra, pesante più di m e z z o
quintale, f o s s e realmente precipitata
dalla cima del monte, a v r e b b e orrribilmente s c h i a c c i a t o il p o v e r o D e m e t r i o
e poi in forza dell'impulso s a r e b b e
rotolata giù per la china. N o i ci s i a m o
persuasi c h e in seguito a d una d i s c u s sione sul Fascio, D e m e t r i o è stato
u c c i s o d a qualcfie p a d r o n e c o n un
c o l p o di c a l c i o di fucile sulla t e m p i a .
La bella sposa (ai contadini). — E
non gli dite nulla dei baffi?
Un contadino.
— A h , già! P r i m a del
Fascio, c o m e in quasi tutta la S i c i l i a ,
a n c h e qui noi contadini u s a v a m o di
raderci c o m p l e t a m e n t e la b a r b a . M a
visto il m o d o c o n cui i signori s e g u i t a -
v a n o a trattarci, p e r p r o t e s t a r e ci
s i a m o tutti lasciati c r e s c e r e i baffi;
c o m e v e d e . O r a i padroni c e l'anno
c o n noi a n c h e p e r q u e s t o e ci minacc i a n o d i c e n d o : « C e la c o n t e r e m o
q u e s t o inverno, q u a n d o a v r e t e più
f a m e di a d e s s o . V e d r e m o s e m a n g e rete i baffi, allora!»
— A l Municipio — domandai avete
mandato c o m e consiglieri alcuni d e i
vostri nelle ultime elezioni?
— S i — M i fu r i s p o s t o — e nelle
p r o s s i m e elezioni s i a m o s i c u r i di e s s e r e in m a g g i o r a n z a : tutti gli elettori,
meno i s i g n o r i , fanno parte o r a m a i d e l
Fascio.
— M a — Continuai
rivolgendomi
alle d o n n e — q u a n d o pure i vostri
uomini f o s s e r o padroni del C o n s i g l i o ,
non potranno p e r q u e s t o l e v a r e le
tasse.
— L o s a p p i a m o — saltò s u a d i r e la
contadina più intelligente, quella dai
c i n q u e bambini — c h e per o r a i nostri
consiglieri non potranno f a r altro c h e
impedire gli abusi e le p r e p o t e n z e dei
s i g n o r i , i quali finora c o m a n d a v a n o
a n c h e nel C o m u n e . M a i F a s c i n o m i n e r a n n o a n c h e i consiglieri provinciali
e i deputati, e q u a n d o alla C a m e r a
a v r e m o una m a g g i o r a n z a socialista...
— I Fasci p e r ò non e s i s t o n o finora
c h e in S i c i l i a .
— M a noi s p e r i a m o c h e s o r g a n o
p r e s t o a n c h e nel continente. V o i v e d e t e c o m e si moltiplicano qui. P o s s i bile c h e nel r e s t o d'Italia i nostri fratelli
c h e s o f f r o n o seguitino a d o r m i r e ? B a sterà che qualcheduno cominci a pred i c a r e ancfie là l'unione del proletariato. A n c h e noi fino alla p r i m a v e r a s c o r a
non s a p e v a m o c h e c o s a f o s s e r o i
Fasci. M o r i v a m o di f a m e e t a c e v a m o .
E r a v a m o c i e c h i . N o n ci v e d e v a m o .
— E ' a p p u n t o p e r i m p e d i r e c h e si
p r o p a g n i n o nel r e s t o del r e g n o , c h e
qualcheduno v o r r e b b e sciogliere i
Fasci siciliani. V o i siete in un'isola. S e
il G o v e r n o vi c i r c o n d a c o n q u a l c h e
n a v e d a g u e r r a e m a n d a qui molti
soldati, c h e c o s a v o l e t e f a r e ?
— Morire gridando:
Viva
il
socialismo!
— d i s s e r o in c o r o uomini e
d o n n e a l z a n d o s i in piedi. — F a r s i
s f a s c i a r e la testa prima c h e s f a s c i n o i
nostri Fasci. Il nostro Fascio esisterà
f i n c h é uno dei suoi sarà v i v o . M a il
nostro s a n g u e g r i d e r e b b e v e n d e t t a e
s e n t e n d o c h e qui ci m a s s a c r a n o s o l a m e n t e p e r c h é d o m a n d i a m o pane e
lavoro, i c o n t a d i n i e gli o p e r a i d'Italia
i n s o r g e r e b b e r o alla loro volta.
C o s i d i c e n d o , uomini e d o n n e , c i r c a
un centinaio, mi c i r c o n d a v a n o , cogli
o c c h i e c o i gesti animati d a una gran
fede. L e contadine specialmente alzav a n o le b r a c c i a in atto di s f i d a .
— V e d e t e q u e s t a nostra c o m p a g n a ? — mi d i s s e r o poi m o s t r a n d o m i
una bella g i o v a n e diciottenne, f o r m o s a , dai g r a n d i o c c h i neri, c h e c o l v i s o
incorniciato dalla mantellina a l b a n e s e
di lana b i a n c a a v e v a tutto l'aspetto di
una v e s t a l e . — D u r a n t e l'ultimo t u multo ella si avanzò v e r s o i soldati c h e
a v e v a n o s p i a n a t o le armi c o n t r o il
p o p o l o e d i s s e loro: « A v r e s t e il c o r a g g i o di t i r a r e c o n t r o di noi?» U n s o l d a t o
le rispose piano, p e r non farsi sentire
dagli ufficiali: «lo p e r me ti d o a n c h e il
fucile, s e lo v u o i » . Il c a p i t a n o poi le
d i s s e : «Invitate le v o s t r e c o m p a g n e e
i vostri uomini a g r i d a r e : «Invitate le
vostre c o m p a g n e e i vostri uomini" a
g r i d a r e : « V i v a il R e ! V i v a l'esercito!»
e tutto sarà allora finito. Così infatti
a v v e n n e . D a quel m o m e n t o noi a b biamo s c e l t o q u e s t a c o m p a g n a p e r
p o r t a b a n d i e r a della s e z i o n e femminile
del Fascio.
Dritta c o m e una palma, c o l v i s o
s o f f u s o d a un l e g g e r o r o s s o r e , la
portanbadiera sorrideva serenamente.
— U n ' a l t r a d o m a n d a — f e c i io. —
L e autorità e i signori a c c u s a n o alcuni
Fasci
di a c c o g l i e r e nel loro s e n o
a n c h e dei p r e g i u d i c a t i p e r reati c o m m e s s i . N e a v e t e iscritti v o i ?
— Sì — mi r i s p o s e r o f r a n c a m e n t e
— ma non s o n o c h e tre o quattro s u
q u a l c h e migliaio di s o c i . E noi li a b b i a m o a c c e t t a t i p e r migliorarii, p e r c h é
s e h a n n o rubato q u a l c h e po' di g r a n o
lo h a n n o fatto u n i c a m e n t e p e r c h é
spinti dalla m i s e r i a . Il nostro p r e s i d e n t e c i ha detto c h e lo s c o p o dei
Fasci è di d a r e agli uomini tutte le
c o n d i z i o n i p e r n o n d e l i n q u e r e . In
m e z z o a noi i pochi pregiudicati s e n t o n o di a p p a r t e n e r e a n c o r a alla famiglia u m a n a , ci s o n o r i c o n o s c e n t i di
23
al pari di ogni altro il paesi d e o v e
averli a c c e t t a t i c o m e fratelli m a l g r a d o
s i a m o nati. N e l 1860 tutta P i a n a dei
le loro c o l p e e f a r a n n o di tutto p e r non
G r e c i s a p e v a il luogo p r e c i s o in cui si
c o m m e t t e r n e più. S e f o s s e r o c a c c i a t i
e r a n o f e r m a t i p e r un alt i volontari di
a n c f i e dal p o p o l o , c o m m e t t e r e b b e r o
G a r i b a l d i , ma q u a n d o p a s s a r o n o p o c o
altri delitti. L a società d o v r e b b e a n z i
d o p o le t r u p p e b o r b o n i c h e non si
ringraziarci s e li a m m e t t i a m o nei F a t r o v ò uno s o l o in q u e s t o p a e s e c h e
se/. N o i s i a m o p e r il p e r d o n o , c o m e
v o l e s s e fare la s p i a e d i r e ai soldati
Cristo.
napoletani d o v e si t r o v a v a n o i g a r i b a l A me p a r e v a i m p o s s i b i l e di s e n t i r e
dini.
dei rozzi montanari p a r l a r e p r o p r i o
M i c o n d u s s e r o quindi a v e d e r e la
cosi.
s e d e delle d o n n e del Fascio, situata in
— E quali v a n t a g g i — seguitai
una s t r a d a v i c i n a e c o n s i s t e n t e in tre
s e m p r e più s o r p r e s o — a v e v a r i c a c a m e r e al p r i m o piano, tutte inghirlanv a t o finora dal v o s t r o Fascio?
d a t e c o n rami d'ulivo, alloro, ellera e
— Q u e l l o di migliorare i patti c o l o n i altre painte r a m p i c a n t i , c o n festoni
ci. A l c u n i p r o p r i e t a r i , s e non a n c o r a
adorni di p a n n o c c h i e , m e l a n z a n e , picc o m p l e t a m e n t e , hanno a c c e t t a t o in
c o l e z u c c h e gialle e b a c c h e r o s s e .
parte le c o n d i z i o n i stabilite d a l C o n Nella stanza principale era spiegato
g r e s s o di C o r l e o n e . P o i si f a n n o delle
il n u o v o s t e n d a r d o r o s s o , c o n q u e s t e
c o n f e r e n z e c h e s o n o la nostra s c u o l a .
parole r i c a m a t e in b i a n c o dalle s t e s s e
Finalmente c e r c h i a m o nelle s v e n t u r e
s o c i e : Fascio delle lavoratrici — Piana
di aiutarci fraternamente fra noi.
dei Greci.
U n a s t a n z a più p i c c o l a
Q u a n d o m u o r e un s o c i o , c o m e a v s e r v i v a p e r il c o n c e r t o e p e r la f a n f a r a
v e n n e r e c e n t e m e n t e , f a c c i a m o una
d e l .'^ascio. I suonatori e r a n o q u a s i
colletta e a furia di c e n t e s i m i r a g g r a tutti giovinetti tornati d a p o c o dal
nelliamo q u a l c h e lira p e r la famiglia
s e r v i z i o militare. E s s i s t a v a n o e s e r c i superstite. C o s i a b b i a m o aiutato la
t a n d o s i p e r i m p a r a r e a e s e g u i r e l'inno
v e d o v a del c o m p a g n o t r o v a t o u c c i s o
dei lavoratori, c h e e r a la m a r s i g l i e s e
v i c i n o alla pietra nell'ex f e u d o A g g i o t dei Fasci:
to. U n g i o v a n e u s c i t o l'altro g i o r n o
dall'ospedale e a n c o r a inabile al l a v o S u ! fratelli, s u ! c o m p a g n e
ro, è mantenuto d a quelli fra noi c h e
S u l v e n i t e in fitta s c h i e r a ;
stanno meno peggio.
S u l l a libera b a n d i e r a
S p l e n d e il sol dell'avvenir.
M i a c c o m p a g n a r o n o poi a v e d e r e la
N e l l e p e n e e nell'insulto
s e d e del Fascio degli uomini, c h e in
C i s t r i n g e m m o in mutuo patto;
a l b a n e s e e s s i c h i a m a v a n o Dhomatè
è
L a g r a n c a u s a del riscatto
Gjindevet
gé shérhejn
(parole c h e
N i u m di noi v o r r à teadir.
tradotte letteralmente s i g n i f i c a n o : unnione della gente che lavora).
Ritornello:
E r a una r u s t i c a s a l a a pianterreno, a
volta. L a porta d ' i n g r e s s o e le pareti
Il riscatto d e l l a v o r o
e r a n o tutte a d o r n e di festoni di piante
D e ' suoi figli o p r a s a r à ;
v e r d i di montagna p e r l'inaugurazione
O v i v r e m o del l a v o r o ,
della b a n d i e r a delle d o n n e .
O p u g n a n d o si m o r r à .
In f o n d o , s o p r a il tavolo d e i c o n s i glieri della Società, s p i c c a v a una t a — L e pigioni p e r q u e s t e s e d i — fini
bella c h e p o r t a v a le parole s e g u e n t i :
col dirmi un c o n s i g l i e r e del Fascio —
Proletari di tutto il mondo, unitevi —
s o n o p e r noi una s p e s a piuttosto forte,
Non gridate:
Viva i capi — Essi vi
p e r c h é 150 lire all'anno ci c o s t a il
possono tradire — Lottate sempre nel
locale p e r gli uomini e 114 q u e s t o p e r
nome del socialismo
— La patria dei
le d o n n e e p e r la m u s i c a . M a le
proletario
è il mondo — La
patria
s o s t e n i a m o volentieri p e r c h é è indid'oggi appartiene
ai ricchi e ai re —
s p e n s a b i l e un luogo d o v e riunirsi p e r
Noi la
malediciamo.
le s e d u t e e p e r le c o n f e r e n z e . N e
p o t r e m o fare f o r s e a m e n o q u a n d o
S i c c o m e alla lettura di q u e s t e ultutti i consiglieri comunali s a r a n n o dei
time parole io a r r i c c i a v o il n a s o :
nostri; basterà allora la sala d e l ct>mu— L a patria d'oggi!
intendiamoci
ne.
b e n e — mi d i s s e r o — c h e noi a m i a m o
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C o n c l u s e r o c o l dichiarare c h e s e il
Fascio di P i a n a dei G r e c i e r a c o s i
c o m p a t t o , lo si d o v e v a al dottorr N i c o lò B a r b a t o , u o m o di trentadue anni,
motto s t u d i o s o (uno dei più colti s o c i a listi siciliani e s e n z a d u b b i o il più
istruito fra i presidenti di Fasci), il
quale e s e r c i t a n d o la medicina là d o v e
è nato, c o m e m e d i c o libero, non c o m u nale, f a c e v a d a tre anni la p r o p a g a n d a
nelle famiglie dei contadini.
L a s c e n a di d i s o r d i n e del mese
p r e c e d e n t e , s u s s e g u i t a d a ben 37 arresti, mi fu c o s i r a c c o n t a t a dai s o c i del
Fascio:
— Il popolo e r a in fermento perché,
a p p e n a s a p u t o c h e il c o l e r a s v i l u p p a v a s i a P a l e r m o , a v e v a chiesto invano
un c o r d o n e sanitario. L a c o l l e r a a u m e n t ò q u a n d o si v i d e c h e una d o n n a
malata v e n i v a c h i u s a in una stalla, e
s c o p p i ò q u a n d o rimase s e n z ' a c q u a .
F u allora c h e si invase il M u n i c i p i o e
c h e si spezzò il filo telegrafico c h e ci
c o n g i u n g e c o n P a l e r m o . N o n vi f u
p e r ò a l c u n ferimento, s e b b e n e per
otto o r e la popolazione f o s s e rimasta
assoluta p a d r o n a dei p a e s e . Tutte le
v e n d e t t e si ridussero al gettare dalle
finestre del M u n i c i p i o , non però sulla
gente, un tavolo e quattro sedie. U n
r a g a z z o s t a v a per s t a c c a r e i ritratti
del re e della regina, ma noi intervenimmo e d i c e m m o c h e quelli non s i
d o v e v a n o t o c c a r e . E non furono toccati. S o p r a g g i u n t e le t r u p p e e o p e r a tisi poi gli a r r e s t i , p a r e c c h i di noi,
armatisi, si rifugiarono in c a m p a g n a
p e r non e s s e r e c a r c e r a t i ; ma a p p e n a il
dottor B a r b a t o e b b e dal questore di
P a l e r m o l'assicurazione che non si
s a r e b b e r o operati altri arresti, tutti
tornarono al p a e s e . F r a gli arrestati
c ' e r a a n c h e una donna nell'ottavo
m e s e di g r a v i d a n z a . V e n n e r o rilasciati
d o p o s e d i c i giorni.
A v e n d o io ricordato c h e il dottor
B a r b a r o e r a a n c o r sotto l'accusa di
e c c i t a m e n t o all'odio fra le classi e per
a s s o c i a z i o n i di malfattori:
— S e mai — dichiararono i c o n t a dini del Fascio — l'associazione s i a m o
noi, 2500 uomini e 1000 donne, e
d e v o n o mettere dentro noi tutti. M a a
chi a b b i a m o fatto male noi, c h e d o m a n d i a m o solo un p e z z o di pane?
C o s i p a r l a v a n o i s o c i del Fascio d i
Piana dei Greci.
girotondo
L'uomo
di
ferro
Lhiomo di ferro è ì'ullima invenzione della
scenza. li) realizzalo in laboratorio con la ingegnosa salda/ara di lami ferrelii. A vendo una
tempra d\icciaio, si mise a dar pugni in tutte le
direzioni e riusci a farsi strada. Questa però era
lunga e ceriamenle si sarebbe perduto se non fosse
capitato in un paese di pigmei dove subito impose
la propria legge... di ferro. Abbattuti gli sleccati
con un colpo di mano, convocò il popolo tutto a
parlaniento e parlò con forza:
— Volte i cessi? —
Alla domanda seguì un pugno tanto sonoro da
fare franare un quarto di Montecitorio ed una
voce echeggio?:
— A vrete i cessi! —
E i cessi furono una realtà in faccia a tulle le
barbe. Ma i pigmei avevano gli occhi troppo
piccoli per vederti e allora l'uomo di ferro chiese:
— Volete la luce? —
Un altro pugno e Montecitorio fece un giro di
valzer per effetto delle vibrazioni acustiche.
L'eco rispose:
— A vrete la luce! — e fu fatta la luce.
Ora lutti ci vedevano chiaro e reclamavano
facqua a gran voce.
Altro riuluno. Fu chiesto: — Volete Tacqua? —
Per risposta una prolungata ovazione. In fatilieo pugno stavolta mandò in rovina palazzo
Madama e produsse non poche lesioni a palazzo
Chigi dove per caso si parlava ad alto livello di
crisi e di petrolio. Nessun danno alle persone
grazie al pronto intervento dei vigili del fuoco che
scongiurarono cosi tutti i pericoli di incendio a
causa dell'ambiente saturo di elettricità. Fu decretalo lo stato di emergenza per calamità nazionale
e si ritenne opportuno rimediare con un decreto
legge con il quale si ahbrogava il principio dei vasi
comunicanti di antica memoria abbligando il
prezioso liquido a fare la strada in salita mediante
condotte forzate.
Se la storia dei pugni continua. Roma Sarà
costretta a votare tutta una serie di leggi antisismiche e a curarne la raccolta in un testo unico
perchè il paese dei pigmei lutto e da rifare....
25
Un leone un domatore e tanti cagnolini
selvatico, (di animale o pianta), contrapposto a 1 but; es. Isht'si
mac i egèr, espressione di solito usata nei riguardi di persona che
risponde abitualmente con sgarbo.
1 fartuam
avariato, dicesi di cibo o bevanda.
1 caposmè
macilento; fixh e caposme, viso
1 mier
1 lumx
beato. Correttemente usato con significato ironico. Lumi (ja) ti sa
ka keshi - povero(a) te quante ne avrai- In questo proprio si usa
con enfasi quando si cede ad una persona che si è cercato di
convincere inutilmente. Si do ti i lumi!
Xathur
scalzo: aggettivo indeclinabile, quasi soppiantato dalla locuzione
«pa hpuc». Il suo contrario è «mbathur».
Shkrump
Arido, Bruciato. Di persona molto assetata si dice: «Jam shkrump», sono assetato, «Dhe shkrump» terra arida. «Hjaur
shkrumbi» - odore di bruciato. Recentemente «Jam shkrump»,
viene anche adoperato come «sono a secco» (di denaro).
1 errét
malvagio, con significato traslato. Il significato originario è "Scuro", "buio". Si usa dire ancora: «Qroi u err» - Il cielo e oscurato.
Nder- nderia
Onore
Dhuné - dhunja
Disonore
Nduhtè - Nduhta
Notizia, «na jerdhi qo nduhtz' e mire», Ci è arrivata questa bella
notizia.
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Un leone un domaiore e ianti cagnolini.
In termini biogenetici il cane rappresenta la
sottospecie del leone ed è naturale che la comune
radice ogni tanto spinga a trovarsi insieme. Per i
cani è sempre un grosso rischio finire nella tana
del lontano progenitore senza le opportune precauzioni. Pertanto il ricorso a un domatore di
ONOREVOLI:
professione è inevitabile. Eccoli
cosi introdotti al cospetto del capo. Il leone non è
bello ma parla bene ed ha nel volto una espressione di fierezza e di sicurezza che i poveri
cagnolini non trovano in se stessi. La curiosità è
appagata. Agitano le codine con riverenza e,
offerto il dono della servile sottomissione, tornano
indietro felici.... di avere concluso niente. La
stampa cinofila, in complesso, pone ravvenimento
in gran risalto.
G lembi
Kuidhes - Kuidhesa
Cura
Pe - peu
Filo da cucire
Poeéja
Recipiente di terra cotta
Kusì - Kusia
Pentola di metallo, caldaia.
Mbru - Mbruri
Manico di legno per attrezzi (badile, zappa, martello....).
Vegle - Veglja
Manico in genere
Sopat - Sopata
Accetta
Tè mènuarit
Rida rd a re
Té xarrisurit
Trascinare; fare strisciare
Tè ngalesurit
accusare
Tè xheshurit
Spogliare. Spesso questo verbo si confonde con «tè gjleshurit»,
impastare.
1 truaiti deien uikut'
Ha affidato la pecora al lupo.
Shum zoga bashk, pa ngrèn
te+ gjitha
Molti uccelli insieme, tutti a digiuno.
Vete veshur si Nik Reta
Si dice ironicamente di una persona malvestita, in quanto l'eroe
albanese andava famoso per la ricchezza del suo abbigliamento.
27
ALCUNE
CONSIDERAZIONI
DA RGJMI
Glèmbi
g u e s t a c l a s s e dirigente r e s p o n s a b i l e
di una r e p r e s s i o n e silenziosa quanto
f e r o c e . M u t e r à atteggiamento c e r t a mente si q u a n d o gli albanesi d'Italia si
e s p r i m e r a n n o in dialetto siciliano, c a l a b r e s e , napoletano. S o l t a n t o allora
f o r s e la futura didattica scientifica
avrà finalmente capito e avrà f o r s e
vinto la battaglia p e r r i n s e g n a m e n t o
dialettale nelle scuole.
«Occorre sempre entusiasmo, c o raggio e p e r s e v e r a n z a , il t e m p o darà
ragione, (e lei l'ha già avuta) la c l a s s e
dirigente prima o poi m u t e r à atteggiamento». B r a v o , b r a v i s s i m o ! Q u e s t o
all'incirca è il fulcro di una r i s p o s t a di
A l b i n o G r e c o , direttore della rivista
G]umi, o p a r d o n , ZgjimI alla lettera
umile e c o m m o s s a di un lettore della
s u m e n z i o n a t a rivistaB r a v o , b r a v i s s i m o torniamo a ripetere. S i n g o l a r e e s e m p i o di ipocrisia
c o m p l i c e e piena di s e r v i l e s u d d i t a n z a
ai poteri dello S t a t o . M a noi ci c h i e d i a mo; quale c l a s s e dirigente? e q u a n d o
muterà atteggiamento? C e r t o non
28
D ' a l i ' I t a Ma p a s s i a m o in A l b a n i a .
S e m p r e su Gjumi. o padron, continuo a
c o n f o n d e r l o c o n Zgjimi, ripreso d a l
quotidiano «Il Popolo», o r g a n o ufficiale della D C , troviamo una interessante d i s s e r t a z i o n e s u l risveglio d e m o c r a t i c o degli A l b a n e s i - S t u d i o fatto
da un m i o p e articolista di s t a m p o
fanfaniano sulla b a s e statistica dell'esiguo numero di s c h e d e b i a n c h e o
annullate, p e r la p r e c i s i o n e solo due,
c h e si s o n o a v u t e nelle ultime elezioni
politiche in A l b a n i a . L'articolista in
q u e s t i o n e c o s i p r o s e g u e « c o n la libertà non si può s c h e r z a r e c o m e s i vuole,
e il rischio di p e r d e r l a sotto un regime
fascista o comunista è piccolo:
q u a l c h e d e c e n n i o di p a z i e n z a e, oplà,
a n c h e il g i o c o più p e s a n t e salta v i a .
Insomma ia libertà non è poi q u e s t o
g r a n d e t e s o r o d e c a n t a t o dalla p r o p a g a n d a d e m o c r a t i c a : q u a n d o uno vuole
se la p u ò r i p r e n d e r e ; e non sono
storie q u e s t e , m a fatti p r e c i s i , notizie
e l o q u e n t i s s i m e c h e ci v e n g o n o d a l l ' A l -
bap.ia'>y Fsatto in A l b a n i a il numero
delle s c h e d e bianche o annullate è
molto e s i g u o , serio riconoscimento al
lavoro di un popolo passato d a l med i o e v o al socialismo. E certamente in
A l b a n i a non vi sono i galoppini elettorali della D C pronti a mercanteggiare i
voti d e i lavoratori p e r un p a c c o di
pasta. M a questa è storia v e c c h i a . M a
c o n noi albanesi d'Italia c o m e la mettiamo c a r a D C ? S e pensi di prenderci
a n c o r a in giro c o n le tue p r o m e s s e
elettoralistiche o c o n l'ennesima proposta di legge regolarmente respinta
dal d e m o c r a t i c o parlamento Italiano,
sbagli!
Pubblichiamo una nota sull'artigianato artistico di Piana degli Albanesi, del Segretario Generale
del DUN, dottor Gaetano Rizzo Nervo. Il DUN (Difesa Uomo-Natura) è una libera associazione
con sede in Roma che opera anche in difesa dei valori della produzione artigiana. Il DUN in questi
giorni sta allestendo una importante Mostra - Mercato permanente dell'arte popolare siciliana
in via Margutta in Roma. La Mostra ospiterà anche i migliori mezzi dell'artigianato di Piana degli
Albanesi. La Mostra dedicata alla Sicilia è la prima di una serie di Mostre Mercato permanenti
ideate ed organizzate dal DUN,
ciascuna dedicata ad ogni singola Regione.
VOCAZIONE ARTIGIANA DI PIANA DEGLI ALBANESI
di Gaetano Rizzo Nervo
...."con llniziafiva editoriale intrapresa ci impegniamo, pertanto di fornire materiale di
studio e stimoli di riflessione...'^ "La tradizione è il nodo che ci lega in modb indissolubile alle espressioni più coerenti della nostra
gente. Voltarle le spalle significa scadere su
posizioni di radicalismo antistorico pe** la
paura, forse, di apparire conservatori..."
Rileggendo questi brani dell'editoriale
di Aprile di questo notiziario Italo Albanese ci si accorge come quelle
parole siano quanto mai pertinenti,
oggi, quando si discute sulla produzione artistica dell'artigianato; sulla
concreta realtà di sviluppo della produzione qualificata là dove esistono
condizioni ottimali per muoversi
presto e bene in uno specifico settore, qual'è proprio quello dello artigianato artistico, che oggi, meno degli
altri comparti produttivi, avverte la
pesantezza della stasi economica che
il nostro paese attraversa.Quando poi la produzione artigiana
affonda le radici della ispirazione
creativa nell'humus fertilissimo della
tradizione, della storia, degli interessi
culturali, di una collettività e di una
comunità che conserva intatto e gelosamente difende questo patrimonio
storico-culturale, allora è certo che
questa produzione è destinata ad un
naturale sviluppo - Piana degli Albanesi può inserirsi con autorità e prestigio nel settore dell'artigianato artistico
siciliano sempre.chè riesca a convogliare quelle forze, di cui dispone,
nella giusta direzione per la realizzazione di un programma all'insegna di
fatti concreti, fuori dal pericolo di
affondare nelle sabbie mobili del dilettantismo organizzativo, nelle enunciazioni narcisistiche e nel bla-bla finale
delle promesse di intervento dei responsabili della cosa pubblica.
E' vero anche che senza l'aiuto di chi
per scelta politica, è investito della
autorità di intervento, qualsiasi programma che interessi una collettività,
riferito alle infrastrutture di base necessarie, è irrealizzabile.
Una azione quindi comune da portare
avanti con serietà e volontà che trovi
stimolo e spinta dalla appassionante
ansia di fare dei giovani di Piana e che
è giusto e naturale che trovi, prima di
altri, gli amministratori della città, decisi a soddisfare le aspettative di
quanti intendono applicarsi in un settore che presenta prospettive validissime di rapida espansione con implicazioni socio-economiche determinanti.
"Ci siamo anche noi...." è il messaggio
che Piana degli Albanesi invia agli
amministratori di Piana, ai responsabili
della cosa pubblica della Regione;
Più che una dichiarazione di presenza
operativa, quasi un avvertimento.
Quali interventi oggi possono essere
utili e per la immediatezza della realizzazione di una produzione dì ceramiche d'arte?
Il Comune di Piana degli Albanesi
valendosi delle organizzazioni ed associazioni più abilitate alla gestione,
può richiedere la istituzione di corsi
professionali di addestramento .per
vasai, tornitori, modellatori, disegnatori.
Può dotare Piana, di un laboratorio per
la ceramica attrezzato con la installazione di almeno 4 forni elettrici di
medio formato il cui costo non supera
complessivamente i 15 milioni.
Può coordinare e disciplinare l'attività
di questo laboratorio riservandone la
possibilità di accesso a chiunque ne
possiede i requisiti, può costituire,
tramite un Istituto bancario, un credito
di rotazione destinato all'acquisto
della materia prima, pani di argilla,
colori ecc.
Non vi sono problemi relativi al collocamento della produzione. Non vi è
alcun rischio nella Iniziativa perchè la
stessa nostra associazione è, pronta
ad assorbire tutta la produzione dei
prossimi cinque anni, cautelandosi soltanto sulla qualità e concordando l'indirizzo stesso della produzione a requisiti rigorosamente culturali nel riferi-
mento alla storia della comunità.
La produzione artigiana tanto più sarà
significante della autonomia socio culturale della comunità di Piana, quanto
meglio sopra attìngere alla storia della
comunità medesima, alle tradizioni del
ceppo originario albanese.
Costituirà una testimonianza prepotente e legittima, delle attese e delle
aspirazioni di quei mondo giovane
che, a giusta ragione, avverte il pericolo che deriva dal lungo sonno in cui
sembra essere sprofondata la Regione Siciliana che mostra, non solo di
non tenere conto delle attese della
popolai-ione, ma con la arroganza
della gestione del potere di alcuni
gruppi, mostra ancora di ignorare l'esistenza stessa di quei problemi che
già da anni dovevano essere avviati a
rapida soluzione.
Dallo insegnamento della lingua Albanese nelle scuole di ogni grado, alla
esaltazione della realtà dì una comunità che conserva ancora intatto, lo
spirito ed il credo di coloro che per
primi, provenienti dall'altra sponda
dell'Adriatico, si stabilirono in questo
territorio di Sicilia senza mai rinnegare una generazione dopo l'altra, le
orlginiUna realtà che suggerisce rispetto e
Impone doveri che uomini politici di
buon senso dovrebbero assolvere
senza ritardi. M a Ignorare la storia
dell'isola sembra sia una prerogativa
di certi uomini politici responsabili, si
che contrastare questi Ignoranti diviene opera allucinante che richiede
una particolare forza d'animo, molta
pazienza, sufficiente coraggio, e assoluta indipendenza. Oggi I giovani impregnati di Piana dimostrano che sanno
camminare da soli e con Intelligenza. Il
tempo è dalla loro parte, poiché sono
nel giusto, prevedere che vinceranno
è come dire che l'acqua del fiume alla
fine della sua inarrestabile corsa, si
mescola e si sposa con l'acqua del
mare.
(segue a pag. 32)
29
Oggi la produzione artigiana di piana
che testimonia della verità di quanto
assumiamo, è presente in Roma, in via
Margutta, fianco a fianco con la più
antica, più qualificata, produzione artistica dell'artigianato siciallano.
E ciò è potuto accadere per la iniziativa di quel nucleo familiare i Riolo (la
madre Giuseppina ed i figli Anna
Maria, Vito e Franco),
MOSTRA
Ci riferiamo alle preziosissime bambole di Giuseppina Riolo. alla ceramica
decorata a freddo di Anna Maria di
Vito e Franco Riolo.
Oggi la produzione di questo vitalissimo gruppo familiare testimonia che.
nonostante la Regione Sicilia, la iniziar
tiva dei singoli, appasionati ed amanti
della propria terra, riesca alla fine a
prevalere sul letargo di chi è responsabile della corretta e diligente conduzione della cosa pubblica.
PERMANENTE
Per un giusto riconoscimento a questo
gruppo di giovani e per un invito ad
altri giovani a seguirne l'esempio, la
nostra associazione ha deliberato di
incoraggiarne, nella misura e nella
forma che le è possibile, l'attività Ed a
questo fine sta svolgendo una azione
conoscitiva tra le comunità di origine
albanese insediate in altri paesi euro^
pei allo scopo di individuare le fonti di
ispirazione della produzione artigiana
artistica originaria.
Per evidenziarne i contenuti, pur trattandosi di ceramica decorata a freddo,
ha deciso di includere i pezzi "Riolo"
nella mostra mercato permanente
dell'arte popolare Siciliana che si aprirà in via Margutta Roma in questo
mese di Novembre.
ARTIGIANATO
ALBANESE
Se e vero come e vero che a prevalere saranno alla fine le forze del
progresso, nessun ostacolo potrà, a
nostro giudizio, arrestare lo sviluppo
dell'artigianato d'arte di Piana degli
Albanesi. Sopratutto perchè questa
produzione artigiana supera la ragione
mercantile vera e propria.
Essa nasce e si sviluppa per naturale
bisogno di vita, essa scaturisce da una
primaria esigenza dello spirito della
nuova generazione colta, impegnala
ed intelligente, che attraverso la rappresentazione dei simboli, immagini, e
colori, stabilisce una testimonianza durevole della storia della propria comunità. Ricostruisce, pietra sopra pietra,
quell'edificio ricco di storia della propria gente che cosi rigorosamente ha
conservato. Un bagaglio di cultura, di
tradizione, di lingua, quale, altro
gruppo etnico non è riuscito parimente a custodire.
Interessanti premesse quindi di rapida
crescita di una lavorazione artigiana di
qualità.
Agli uomini cH buona volontà e sopratutto ai giovani di Piana la responsabilità di esserne protagonisti.
(Gaetano Rizzo Nervo)
32
RIOLO
CORSO KASTRIOTA
PIANA OEGLl ALOANESI
ESPOSIZIONE PERMANENTE IN ROMA
GALLERIA DUN - VIA MARGUTTA 47 A
LAJMTARI I ARBRESHVET
ORGANO DEL CENTRO REGIONALE PER LE TRADIZIONI ALBANESI
ARTIGIANATO
PRO-MEMORIA
PER IL GOVERNO
REGIONALE:...
"CI SIAMO ANCHE NOI"
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(Il notiziario italo - albanese), Numero unico