Scheda beni regionali immateriali - CALABRIA BENE IMMATERIALE: La cultura e il folklore Arbëreshë della Provincia di Cosenza: la Vallja di Civita DOVE: Civita - Çifti (CS) QUANDO: il primo martedì dopo Pasqua. La Calabria, e in particolare la Provincia di Cosenza, vede al suo interno da più di cinquecento anni una forte presenza di una comunità significativa dal punto di vista folclorico, culturale e linguistico. Si tratta della comunità albanese d’Italia – autoribattezzatasi arbëreshë – formatasi tra il XV e il XVII secolo in seguito alla morte dell’eroe nazionale Giorgio Castriota Skanderberg e alla conseguente conquista dell’Albania da parte dell’Impero Ottomano. Gli albanesi che si rifugiarono in Italia si stanziarono in Calabria, Puglia e Sicilia, dando vita a fiorenti comunità nelle quali si sono preservate sino ad oggi le tradizioni della madrepatria, spesso creando interessanti commistioni con la cultura locale, tuttora in vita. Ciò che principalmente caratterizza la minoranza arbëreshë, che ammonta complessivamente a 100.000 individui, è sicuramente riscontrabile in due elementi fondamentali: la lingua e la religione. La lingua parlata dagli antichi albanesi in Italia è l’albanese antico, l’arbërisht, una variante del tosco, il dialetto dell’Albania del sud da cui è poi nata la moderna lingua albanese. 1 Mescolandosi nei secoli con l’italiano e con i dialetti meridionali, essa costituisce il nerbo di tutta la cultura e il folclore albanese in Italia: per questo motivo è pienamente riconosciuta dalla Repubblica come patrimonio di minoranza etnica e linguistica. L’arbërisht è inoltre tutelato dagli statuti regionali di Calabria, Sicilia, Basilicata e Molise, e – fatto fondamentale per la sua preservazione – costituisce materia di studio nei comuni “albanesi” all’interno delle scuole materne, elementari e medie. Oltre alla lingua, la minoranza arbëreshë ritrova la sua specifica identità nella religione. religione Gli albanesi in Italia sono infatti cattolici di rito orientale, ossia appartengono a quelle Chiese particolari che, pur in comunione con Roma, mantengono i caratteri propri della liturgia e della spiritualità ortodossa. La religione è infatti la distinzione principale tra albanesi giunti in Italia clandestinamente dopo il 1997 e gli albanesi presenti nel nostro Paese da centinaia d’anni. Questi ultimi infatti, scappati dalla conquista ottomana dell’Albania, sono riusciti a scampare alle conversioni obbligatorie all’Islam imposte dal sultanato. La minoranza arbëreshë in Italia frequenta sue proprie parrocchie sottoposte a due Eparchie, ossia due diocesi: l’Eparchia di Lungro (CS) per i fedeli del Sud Italia, in particolare per quelli calabresi, e l’Eparchia di Piana degli Albanesi, vicino a Palermo, per i fedeli in Sicilia. Il mantenimento della liturgia tradizionale permette di scandire quelle che sono le feste della comunità, che spesso si rifanno alla storia della diaspora. Una delle tradizioni più sentite è la Vallja di Civita, Civita in Provincia di Cosenza. Si tratta di una danza vivace e armoniosa, cadenzata in base al coro, che ricorda la vittoria di Skanderberg contro i Turchi il 24 aprile 1467 (v. immagini). 2