Liceo Classico Statale “Adolfo Pansini” Napoli Associazione “Amici del Pansini” PREMIO DIANA Raccolta delle poesie della 13a Edizione maggio 2014 1 INDICE PAG. Io e il mare Francesca Hasson VD 3 Il valore della vita Mariapia Cariota IV F 4 Così Chiara Del Giudice III E 5 Il mio percorso Gaetano Salemme IB 6 Solitudine al neon Giovanni Pezzella IC 7 Condizioni di un presunto artista Mattia De Vincenzo IB 8 Onda Giulia Sodano VH 9 La primavera in cammino Marzia Cianflone IV G 10 Pansineide Lorenza Miano III A 11 In questo stesso istante……. Francesco Ruggiero II G 13 Perché Mario Biglietto II G 14 Prigioniero all’aperto Mario De Rosa VB 15 Noi Caterina Perugino IV E 17 Impara a vivere Lorenzo Perrotta VH 18 Speranza Caterina D'Ambra VH 19 Lui Lorena Liparoti IG 20 Attanaglia il petto Isabelle Van Der Vijver II D 21 La Vita Marco Sica IA 22 Tempo di poesia Eva Luna Tarallo IF 23 Sospesi Gianmarco Landi IA 24 Numeri gemelli Arianna Cesario IA 25 La ballata del disoccupato Francesco Nardo II E 26 Storia di un Amore eterno Mariaelena Trombone III E 27 Il rogo Corrado Del Gaudio IV E 28 Titoli di coda Alessia Muzzico IG 29 Il lungo viaggio Roberta Minopoli IV I 30 Ho vinto un Oscar! Claudio Varriale IV F 31 Viaggio nella Notte Valerio Tuzzi II C 32 Al di là dello specchio Giorgia Esposito VF 33 Un arcobaleno di sentimenti Giorgio Polverino IV I 34 Tutto rinasce Valeria Guerin VF 35 Il mio comodo letto Alberto Maria Romani IV I 36 E’ stato il vento Viviana Ferrero VF 37 Ci amammo Pierluigi D'Amato III B 38 Domenica mattina Antonia De Vivo III B 39 Gioventù Eleonora Iannone VF 40 Notturno Anna Rita Cassiano IC 41 La determinazione, per me! Ilaria Esposito III B 42 In un attimo Valeria Tranchini III E 43 Ali bagnate Sara Valentino IV F 44 2 Io e il mare Un mantello blu si è posato, su di me si è adagiato. Inaspettato ha avvolto il mio corpo incantato Ti ho visto. Ti ho ammirato. Ti ho sognato come un dannato sogna la libertà. Ti ho desiderato come un re desidera la sua corona. Ti ho visto, mi hai intimidita. Mi hai presa, mi hai trascinata, ci sono caduta e l’oscurità ho visto. Nessuna luce, nessun respiro… Solo un grido e il nuotar oltre l’eterno orizzonte. FRANCESCA HASSON – V ginnasiale D 3 Il valore della vita La tua vita diventa speciale se comincia in una famiglia normale che ti insegna quei grandi “valori” che hanno sede soltanto nei cuori. Alcune famiglie ci provano con successo, altre pensano che sia solo un eccesso e i ragazzi, spesso viziati, non risultano mai motivati, conoscono il vuoto e la noia senza mai assaporare la gioia! Nella droga e nell’alcool ricercano il piacere pensando che non hanno più nulla da temere. Piacevoli sensazioni, prati verdi e aiuole fiorite sono solo le “illusioni” per poco garantite. Presto le preoccupazioni gigantesche riaffioreranno e nell’angoscia di colpo ti sprofonderanno. Era solo una flebile utopia ed ora solo mosche porterai via! Ci sono mille desideri da poter realizzare se il bello della vita vorrai assaporare: sforzati, inventati e continua a cercare, guarda in te stesso e prova a cambiare. E’ dentro di te la forza di affrontare la salita di questa difficile, ma affascinante, splendida vita! MARIAPIA CARIOTA – IV ginnasiale F 4 Così Ami di lei ancora il sorriso, non hai mai smesso di scoprirlo. Ami di lei ancora gli occhi fuggitivi, non hai mai smesso di rincorrerli. Ami di lei ancora le carezze, non hai mai fermato le sue mani. La cerchi, ma ha scelto altro da te. Vuole altri occhi, altre mani, il profumo di un’altra pelle. Vuole altri baci, altre parole, forse altri silenzi. La sua bellezza coinvolgerà lo sguardo poco attento di un distratto. La sua dolcezza colmerà il vuoto di un’anima sola. La sua delicatezza sfiorerà la vita di un incompreso. Così, ami di lei anche che sia sollievo per i distratti, i soli, gli incompresi. Così, ami di lei anche questa scelta che ti vanificherà. Così, ami di lei anche la breve memoria che ha già ha fatto di te momento. CHIARA DEL GIUDICE – III liceale E 5 Il mio percorso Da tempo navigo nel mare dei perché temendo di approdare nell’isola che non c’è e tengo stretto il remo ma non so più dove andare, mentre mi accorgo che non smetto di remare … L’acqua del mio mare un tempo era calma e piatta, oggi si contorce come matta. Sembra un’anima in pena che mi gira intorno e il suo vortice non mi permette il ritorno … Allora cerco una logica, una via di uscita sperando che l’alta marea non mi complichi la vita. E se il canto delle sirene mi tenterà memore di Ulisse non mi sorprenderà. Il guerriero valoroso che sento nascere in me non soccomberà sotto il peso dei perché. E troverò le ricercate risposte là, ove tutte le mie energie son state riposte …. Nell’impegno che impiego per diventare un uomo, non temendo più né fulmine né tuono. Cercherò di imparare dagli antichi le astuzie. Dai filosofi tutte le arguzie. Dai fisici e matematici la logica delle cose. Dai poemi epici le gesta valorose. Dalle scienze la fonte di vita. Dall’arte la bellezza infinita. Dai greci e dai latini la forza della parola. Dalla lingua straniera che la cultura non è una sola. E se adesso non mi stanco ancora di remare è perché ho una certa educazione fisica che mi insegna a non mollare. Mentre il senso religioso mi sostiene quando sento così angosciose le mie pene … Allora mi dirigo verso la mia isola sicura, quella che dipinge di speranza la mia via più scura e passo dopo passo mi affido ciecamente a quello che è il mio percorso di studente! GAETANO SALEMME - I liceale B 6 Solitudine al neon Vita mia sola, come questa stanza. Pace non è quest’assenza di guerra, campo non è dove la via si sterra. Uomo non può esser libero solo o colomba vuota prendere il volo. Danza una penna ed insegue se stessa lungo una strada di carta non spessa. Danza la vita mia su questo foglio, danza Amarezza che catturar voglio. Son solo e non basterà questa traccia per ridar Sincerità alla mia faccia. Si spegne la voce in questa preghiera a un cielo oscuro di Sabato sera. Farei anche a pugni contro tutti gli dei, ma in Rancore affogano i muscoli miei. Mi basterebbe anche una mano amica, quella che allontanai io stesso in vita. Son libero perché le mie catene io le forgiai, ché mai furono aliene. Schiavo ipocrita di qualche sorriso, che ogni Fiducia ha da me reciso. Pazzo, da solo in una stanza bianca, ove cuore non batte e fiato manca. Soli non s’è se in assenza di luce, ma se e quando questa in candor suo tace e brilla apatica ed indifferente tal quale agli occhi di un uomo che mente. Persi sia Dio, che Amor, che Tristezza rido e compiango mia limitatezza. Vita mia sola, ritorna a Speranza. GIOVANNI PEZZELLA – I liceale C 7 Condizioni di un presunto artista Arranco nel guardare le persone, divertite dal cambiamento, la condizione per la quale si crede di sfuggire al passato.. Mi rinchiudo nel mio mondo subalterno circondato da un'aria stantia, piena di nulla, e il tutto formato dalla sua pienezza, che mi culla su una leggera melodia abbagliante.. All'esterno è coperta da una dura membrana, questa non serve a coprire la sua vera identità bensì a simulare una nuova entità all'esterno, senza far trapelare il nulla dato dall'interiorità altrui. Mi sento un pittore, ho due colori, bianco e nero, le persone si rifiutano di darmi le altre tonalità ma mi impegno, mi astengo dai contorni.. continuo. Fuori dal bordo, fuori dal foglio, fuori dalla linea della vita, fino a quando sarò soddisfatto.. Guardando questa come un vecchio in punto di morte. MATTIA DE VINCENZO – I liceale B 8 Onda Come un' onda, si ritrae. Abbassa lo sguardo chiaro, per paura che qualcuno possa leggerci dentro. Come un'onda, si ritrae, stringendo le labbra, per paura delle parole che potrebbero scappare via. Come un'onda, si ritrae, cercando di sorridere e di avere un atteggiamento rilassato Come un'onda, si ritrae, lasciando solo un'ombra di se stessa. GIULIA SODANO – V ginnasiale H 9 La primavera in cammino Il grigio avvolge i palazzi, il vento agita gli alberi lontani e le piante vicine, le nuvole oscurano il sorriso delle persone, la spensieratezza fa posto ai dubbi ed alla nostalgia. Piccole gocce di pioggia lasciano il segno sulla finestra, ultima tappa del loro lungo viaggio. Un viaggio tortuoso, ricco di ostacoli, con un principio ed una fine ma una fine non troppo definitiva. Il vetro si appanna, respiri lenti e pensierosi di un animo incerto si dissolvono nel silenzio della stanza. I passerotti sulla terrazza con il loro cinguettio muto, al di là della finestra chiusa, trasmettono pace nel cuore. Ecco che prendono il volo e volteggiano nell'aria senza pensieri come se la primavera fosse già arrivata. Danzano allegramente verso il mare e su quel blu si nota un frammento di sole farsi forza e sovrastare la tristezza. Una brezza leggera, quasi quanto un sospiro, travolge ogni cosa. Il mare brilla così come brillano i cuori di tutti. La primavera è in cammino e con essa la gioia di vivere! MARZIA CIANFLONE - IV ginnasiale G 10 Pansineide Il gran giorno è ormai arrivato. Dopo l’ansia e l’afflizione, io farò l’esam di stato, e con questa commissione. Ecco in fila i commissari, tutti dietro al tavolone: cosa son, lupi mannari? Un ploton d’esecuzione? Ah, mi treman le ginocchia, e più niente mi ricordo. Son ridotta a una marmocchia e le labbra ora mi mordo. “Signorina, si rilassi, tiriam fuori i contenuti. Raccomando la sintassi, e non facciamo anacoluti”. La mia mente si è svuotata, è oramai tabula rasa. La coscienza si accommiata, dalla nebbia sono invasa. Poi emerge dal passato (con in meno qualche chilo), era ormai dimenticato, il primo giorno dell’asilo. Con il grembiulino bianco, nelle trecce dei nastrini, la mia mamma era al mio fianco, cinguettavano i bambini. Fu un periodo assai giocondo, con l’inchiostro fra le mani, giocavamo a girotondo, a Biancaneve e i sette nani . Poi passai alle elementari, e la vita fu più dura. Son spietati gli scolari, ci fu qualche acciaccatura. Sono tante le vicende che potrei qui raccontare: ci rubavan le merende, poi cercavan di copiare. E ci tiravano i capelli, ci toglievano le sedie. Ah no, questi erano quelli, i compagni delle medie. Con le penne-cerbottane ci sputavano palline e facevano mattane come mosche cavalline. Ecco qua, dopo otto anni, tra le medie e le primarie senza mai un attaccapanni, tra insegnanti assai bonarie, approdammo, ormai stanchi, come un branco di pulcini e sedemmo lì fra i banchi, nelle aule del Pansini. Cinque anni sembran tanti, visti in prima ginnasiale. Son passati in pochi istanti, come un lampo, un temporale. Tra verifiche, versioni, intervalli, temi in classe, e risate, le equazioni, canti e balli, e le biomasse. 11 Ore e giorni, mesi e anni, sbadigliando ogni mattina, (qualche volta poi ti affanni coi vapori di creolina), confortati, sostenuti, incitati e infine spinti da insegnanti risoluti, e tenaci e assai convinti. “Signorina, adesso sveglia!, cominciamo con l’esame: si ricorda i Malavoglia? Me ne può svelar le trame?” La mia nebbia si è dissolta. Ora parlo, ora carburo. Questo esame è una svolta che proietta nel futuro. LORENZA MIANO – III liceale A 12 In questo stesso istante……. Scura e fredda notte, mentre scrivo una donna viene riempita di botte e, piangente e sofferente, risulta essere più attraente per l’uomo che solo con la violenza alla sua sicurezza dà più grandezza. Colei che soddisfa i piaceri del bruto giace sul pavimento piangendo, divincolandosi dall’essere la cui collera sta esplodendo. Oh tu, Notte, che porti consiglio, fa sì che tutto questo possa finire con un battere di ciglio. Eh sì, proprio in questo stesso istante in cui il maschio si sente un gigante, in cui la donna ferita non ha via d’uscita. Fa’ sì che questa rabbia incontrollata possa essere finalmente scacciata. Fa’ che di fronte agli abusi, possa avere gli occhi socchiusi per sperare che tutto questo possa finalmente cambiare! RUGGIERO FRANCESCO - II liceale G 13 Perché A volte cerco un senso alla mia vita, Ma non lo trovo e mi struggo. O intelletto, vienimi in aiuto! Rio è il mio avvenire? Esiste un destino? In questo cosmo Non mi riconosco, ma Giammai rinuncerò a cercare una risposta. Io chi sono? Un macroscopico granello che Se non fosse pensante Talvolta non servirebbe a nulla. O Psiche, dammi una risposta: i s ten s z e i d o o f a r s e l' a m o r e è ? v l' i u t n o i m c o … bah! Non ci è dato saperlo. MARIO BIGLIETTO - II liceale G 14 Prigioniero all’aperto Vedo un uomo prigioniero legato a questa vita nelle mani le ceneri del suo cuore lo sguardo verso il cielo con l’animo sereno Veste catene sporche e pesanti fragili come il silenzio una catena di diamante potrebbe spezzarsi in un singolo istante Le gambe incatenate al muro un passo in avanti è un passo in un baratro ma a cosa serve rimanere fermi o tornare indietro? Andando avanti i frammenti dei sogni diventeranno una porta la chiave sono io. Catene stringono i ricordi un viaggio al passato davanti allo specchio un vecchio amico gli sorride e volta le spalle Altre lo legano a questo letto in una sala operatoria il chirurgo strappa via il cuore al suo posto lascia ferri arrugginiti Altre ancora incatenano ad una clessidra sprechiamo il nostro tempo cercando di ingannare il tempo siamo tutti schiavi del tempo… granelli di polvere in questa clessidra Infine catene attorno al cuore sono amare ma anche dolci impediscono a volte di sognare ma i sogni non svaniranno mai 15 Fuoco freddo gela dentro l’inchiostro anima quello che sento La vita è una prigione di zucchero così dolce che non vuoi evadere MARIO DE ROSA - V ginnasiale B 16 Noi Io sono la tua luna e tu sei il mio cielo, al di fuori di noi tutto cambia, al di fuori di noi il sole emana un calore gelido, al di fuori di noi il ghiaccio brucia la pelle, ma non l’anima e i sogni, perché sei tu a custodire la mia anima, perché tu sai dove vanno i sogni e sai sognare. CATERINA PERUGINO – 4 ginnasiale E 17 Impara a vivere Le amicizie, gli errori, i rimpianti, gli odi ingiustificati, poiché essi compongono l’essenza di te stesso e sono al contempo concetti cosi astratti e pur cosi concreti. Vivi e non essere vissuto, dato che tutto ritorna al principio: di me, di te,di noi tutti rimarrà tra gioia e sofferenza, lacrime e sorrisi solamente l’indelebile ed il quesito più importante rimane però “cosa vuoi che di te rimanga tra le ombre come la fiaccola più accesa?” LORENZO PERROTTA – V ginnasiale H 18 Speranza Persa portata via dalla corrente. Brilla nel buio quando tutto sembra perso. Torna sempre come un fiore in mezzo alla neve. CATERINA D’AMBRA – V ginnasiale H 19 Lui E’ tornato. Come pioggia in inverno, caldo d’estate. E’ andato col sole, è tornato con la pioggia: una tempesta che tutto porta via, ma che disseta un campo in siccità. Mia tempesta, mai mi farai del bene; distruggerai ogni mio fiore, mi ridurrai a nulla; sarai arcobaleno per me. Effimera, ma arcobaleno sarai. Effimera, ma t’amerò. E ora io sono Uragano. LORENA LIPAROTI – I liceale G 20 Attanaglia il petto Attanaglia il petto Massacra il respiro Fredda la schietta esuberanza di chi è Indicibilmente vivo. Sola, Ad ammortizzare il cupo tormento della malinconia. Scoprirsi energia nella vuota armatura arrugginita Scorgere la chimera di un martirio riscattato Scambierei il flusso avventizio delle mie occasioni già perse Pur di avere quella di morire riarsa tra vampate di candida gioia Nel sapere te, forte di me Nostalgia di un momento dalle fuggevoli vanità, Senza prima esser colto sfuma secco, Già rimpianto Amore, benedico le furiose passioni mute Per l'accattivante ingenuità della propria persuasione Benedico le languide attese Il cui ritardatario epilogo non osa porre sfida alla pazienza che mi scopre Benedico la devastante sosta mia concessa nei pensieri tuoi Che con coraggio mi combattono Armati dei sogni solo tuoi, modi solo tuoi, sguardi e tocchi Che soavemente vessano la mia stabilità Che dentro me esistono in un modo che mi annulla. Ormai patetica nel riscoprire un lineamento Inciso nel gesto astratto di un dito Ecco forse perché tutto ha lo stesso sapore, o forse non ce l'ha, Tutto ha lo stesso odore, o forse non ce l'ha, Tutto al tatto è della medesima consistenza, nulla. Beatitudine estatica nell'aspra consapevolezza che Insopportabilmente troppo per me, tutto è te ISABELLE VAN DER VIJVER - II liceale D 21 La Vita Poniti degli obiettivi, raggiungili, poi alza la posta in palio: non ci sono limiti, tutto è migliorabile, tutto può essere tuo. Sii ambizioso, portati al massimo, non farti abbattere: se qualcosa ti vince, alzati, sorridi, migliora te stesso, finché non la distruggi. Punta in alto. E sorridi sempre, questa è la vera forza: guarda negli occhi chi ti sta a cuore, troverai subito un motivo per andare avanti. Punta in alto, e, se ci riesci, arrivaci. MARCO SICA – I liceale A 22 Tempo di poesia Su nell'aria fluttuano parole, troppo disordinate per avere un senso, come nella mia mente, desiderosa di poesia. Nessuna voce mi guida, la poesia mi abbandona. Attraverso, ingenua, un mondo troppo conosciuto di piccoli tormenti. Aspettando che l'ultimo granello di una faticosa clessidra cada. Sperando che la poesia, che invano cerco, eviti che essa si ribalti. In fondo a quel tempo, mentre cado all'indietro, scorgo infine alle mie spalle la poesia, diritta, in un mondo ora al rovescio. Forza per la mia mente è in segreto sempre stata. Non è altro che il mio riflesso sul vetro della clessidra. EVA LUNA TARALLO – I liceale F 23 Sospesi dove ti vorrei baciare il tempo è passato smarrito nel mare e senza significato ove si è liberi di stare dimentichi del mondo persi nelle poesie più care nel bello più profondo dove la tela e il suo colore il pittore e suo paesaggio per celebrare amore confondono il messaggio dove il legno geme e il marmo si sgretola dove la realtà recede e l'assurdo è regola dove è silente il suono e la vista è vaga dove il contatto è dono e il cuore appaga inutile cercare chiudiamo gli occhi dunque basta vorticare questo posto è ovunque con te. GIANMARCO LANDI - I liceale A 24 Numeri gemelli Pare che in un lontano universo chiunque respiri abbia tatuato sul polso un numero diverso. Più di ogni altra cosa a cui si aspiri ognuno cerca certamente un gemello che lo stesso miri, ma impossibile è veramente imbattersi in esso senza che lo abbia deciso la mente dell'universo stesso. Daniele sin da piccolo sognava di incontrare il suo gemello come promesso, eppure inutilmente cercava con incredibile ardore e il destino tardava. Un giorno di afoso calore, entrato in una libreria, abbandonatosi ormai al dolore della solitudine, si rifugiò senza allegria, coprendo con una mano l'umore nero, in un angolo non molto lontano da una scrivania. Dietro questa vide invero, quando ormai il tempo gli pareva scaduto, il gemello che portava fiero lo stesso numero sul suo braccio rinvenuto. Occhi scuri, rosse labbra, viso sconosciuto. Si parlarono insicuri, pur riconoscendo che i piani dell'universo, per quanto duri e apparentemente insani, non lasciano nulla al caso, portando briciole di felicità in modi strani. ARIANNA CESARIO - I liceale A 25 La ballata del disoccupato La storia che adesso vi vengo a raccontare è una storia che, ascoltata, col tempo può far male. È la storia di Jack operaio di paese che faceva di tutto per arrivare a fine mese. Aveva una famiglia, moglie, madre e figlia per cui lui viveva e a cui tutto donava, per cui lui lavorava dodici ore al giorno per poi alla sera tardi stremato far ritorno. “Amore mi dispiace ma me ne devo andare, il corso alla mia storia non promette il domani; allora lascio tutto come un vile traditore che la sua amata Patria ha colpito nell’onore”. Pensava al suo destino, a ciò che si aspettava. Ma ormai disoccupato, qual era la sua strada? Arrivò vicino al fiume con tanto amaro dentro e provò a rigettarvi tutto il suo tormento. Ma un Angelo di Dio piombato su dal cielo provò a dissuaderlo non riuscendo a trattenerlo. “Amore, mi dispiace se domattina all’alba troverai dentro il fiume la mia anima che canta. Canta perché, stanca di questa vile terra, ha scelto di morire contro questa guerra. Se forse mi ripensi, capirai perché me ne vado via non portandoti con me Ma io sono forse minore di qualcuno se non ho il coraggio di essere nessuno”. La storia che adesso vi sto per raccontare, non lascia spazio a quelli che restano a guardare. Ma cerca un cuore forte a cui dedicare una nuova ballata non solo da ballare. È la storia di un paese in profonda crisi che ha tolto dai visi la forma dei sorrisi. È la storia di gente che il tempo vuol cambiare ma, delusa, si suicida in diretta nazionale. FRANCESCO NARDO - II liceale E 26 Storia di un Amore eterno Abbiamo incrociato i nostri sguardi e non ho desiderato altro che la mezzaluna splendente sul tuo viso. Ci siamo sussurrati parole nell’orecchio. A volte dolci, come il profumo delle rose di Maggio, altre fredde, come la violenza delle onde d’inverno. Abbiamo sognato paesaggi lontani e immaginato cartoline da spedire. Ci siamo fatti raccontare storie di amori nostalgici dalle stelle dei cieli più scuri. Abbiamo concesso alle onde di accarezzarci, e sigillato il nostro amore col sale. Il nostro oceano privato non c’è bastato. Abbiamo peccato di bramosia. Le nostre anime volevano intrecciarsi, non gli bastavano più gli abbracci fuggevoli, necessitavano d’essere unite indissolubilmente. Ci siamo fatti trasportare dal calore dello Scirocco e, danzando tra la sabbia dei deserti, ci siamo giurati amore eterno. MARIAELENA TROMBONE - III liceale E 27 Il rogo Tu fiamma che ardi e che divampi, che con la tua luce e il tuo calore pervadi i miei pensieri e illumini i miei attimi, Tu mio struggente cruccio e mia eterna dannazione, tu mia ossessiva fissazione, Perché mi lasci ardere in questo rogo di irrefrenabile passione e di nefasto dubbio? Perché mi rinchiudi in questa nube così violenta e ottundente confusione? Perché non puoi semplicemente amarmi e porre fine alla mia agonia? perché non puoi semplicemente essere mia? CORRADO DEL GAUDIO – IV ginnasiale E 28 Titoli di coda Sarebbe stato così, Così ti avrei sempre ricordata, Accesa, viva. Non avrei mai più usato condizionali Mentre il giorno crollava E non sapevamo che fare Piccole e goffe Camminavamo contemporaneamente. Sarebbe stato così! Così ti avrei sempre ricordato! In volo sui tuoi pensieri! Non avrei mai più voluto tempo da ingannare Sedute lì, Soltanto vive Con le nostre parole inventate E inconsistenti. Sarebbe stato così? Così ti avrei sempre ricordato? Stonata, Spezzata, Sprezzante? Non avrei mai più voluto il tuo bene. Ti ho visto cieca Lasciare sicuro dietro di te Una scia di sangue. Sarebbe stato così. Così ti avrei sempre ricordata. Colorata, Curiosa Non avrei mai più voluto guardarti Ma dall'alto del mio cielo Ero io a soffiarti colore. Non ti facevo nemmeno il solletico. Fisso negli occhi il ritratto morto, Seduto nel cuore il nome tagliente, Stretta fra le mani La Nebbia. ALESSIA MUZZICO – I liceale G 29 Il lungo viaggio E’ sempre presto per il lungo viaggio, il viaggio infinito, il viaggio verso l’eternità, il viaggio verso il nulla, o forse verso il tutto. Noi che siamo qui, non siamo fortunati, ma solo incoscienti. Ci manca tanto, poco, non lo si sa, si sa solo che arriverà. Proprio come è successo a te, così all’improvviso, tra un caffè e un sorriso. Che tu possa volare con le tue lucide ali, che tu possa diventare acqua, fuoco, sole, terra, vento. Che la luce ti avvolga, che ti stringa con le sue calorose braccia. Che tu possa fare lunghe passeggiate tra le stelle. Che tu possa ridere, gioire, essere viva, viva come non mai. Perchè tu possa essere viva nella morte. Che tu possa essere felice... Quello che io non sono, durante la tua assenza. ROBERTA MINOPOLI - IV ginnasiale I 30 Ho vinto un Oscar! Per Natale un bel regalo mi è arrivato, una cosa che per tanto tempo ho desiderato non me lo sarei davvero immaginato: un bell'Oscar mi è stato consegnato! No! Cosa avete capito? Non il trofeo dagli attori tanto ambito ma un premio da me assai più gradito! A cosa servirebbe una statuina assai preziosa se poi per me non è una gran cosa? Il mio Oscar non è freddo e luccicante ma tenero e accogliente, non resta fermo imbalsamato ma corre di qua e di là a perdifiato! Il suo sguardo non è fisso e inespressivo ma dolce, complice ed anche comprensivo... capisce se son triste, allegro o un po' arrabbiato ma basta che lo guardi e sono rallegrato! Scodinzola felice quando son rincasato, abbaia saltellando il suo “bentornato”! Non vale un patrimonio, questo di certo è vero... ma se lo stringo forte per me è il mondo intero! CLAUDIO VARRIALE - IV ginnasiale F 31 Viaggio nella Notte Strade deserte e giochi di luci dai balconi, l’aria che si muove cercando la pace, un vecchio su una panca oppresso dai fantasmi di una vita spesa a soddisfare donne di cui neanche i nomi ricorda, ma bene invece i volti dallo sguardo fugace, cerca di dimenticar le sere passate tra la passione e gli orgasmi. Un gatto dal pelo d’oro attraversa la strada dimenticata, senza curarsi del vecchio sulla panchina dall’aria un po’ stanca, insegue il suo misero destino tra un vicolo buio ed una piazza illuminata, ammira in silenzio il paesaggio; una luce di stella che arranca. Il lampione, tenero fuoco che debole s’illumina e si tronca, è lo specchio del mio volubile umore in una notte senza stelle, prima di vorace passione si accende, poi di dolore mero si affievolisce; mesti son gli occhi di chi al posto del cuore ha una conca, da riempire di ricordi d’aperti campi ed opprimenti celle, l’anima senza amore perde la vita, come il fiore senza acqua appassisce. Esitante è la voce dell’uomo che troppo ho visto ma che troppo poco ha ascoltato, assuefatto dal silenzio funesto: mai ha assaggiato le dolci pietanze della caotica Notte di una città morta tra paura ed un incubo misto alla memoria di un momento di gloria tanto grande quanto lesto; sapori metallici di violini scordati e di chitarre rotte. VALERIO TUZZI – II liceale C 32 Al di là dello specchio La sua immagine mi fa rabbrividire. La sua figura inconfondibile, mi suscita tanto timore. Il suo viso scarno, consumato dalle lacrime, e triste, bianco come le pagine di un libro vuoto. Tutto di lei mi suscita timore, paura, odio, rabbia. Eccola lì, al di là dello specchio. L'ira l'assale, ma poi si placa. Si guarda intorno e vede il vuoto, il buio, il nulla. Sta per cadere, guarda dietro, ma nessuno la sorregge. E' caduta. Lei è forte, si rialza, cammina, e cade di nuovo, come se ostacoli invisibili le bloccassero il cammino. Lì, al di là dello specchio, quella ragazza. -Sono io! Sono io! – urla. -Sono qui! Sono qui! – chiama.Nessuno la ascolta. Nessuno può aiutare quella piccola ragazza al di là dello specchio. Adesso lei è sola, fragile, piccola. La ragazza nello specchio, me. Adesso sono sola. Nessuno mi aiuta. Ci provano, ma nessuno ci riesce. Nessuno può aiutarmi. Nessuno può aiutare quella piccola ragazza, intrappolata, al di là dello specchio. GIORGIA ESPOSITO – V ginnasiale F 33 Un arcobaleno di sentimenti Che cosa sarà mai un arcobaleno? Gli scienziati dicono che sia un fenomeno ottico e meteorologico, altri dicono in parole più povere che è la mescolanza tra la pioggia e il sole. Io invece quando guardo l’arcobaleno penso a cosa possa significare ogni singolo colore; il rosso simboleggia il sangue versato dagli uomini nelle guerre e che tuttora altri versano. L’arancione, come l’alba, rappresenta la fiducia, che è un elemento fondamentale nella vita. Il giallo, come il sole, simboleggia l’energia di cui ognuno ha bisogno nei momenti di difficoltà. Il verde, come i prati, è il simbolo della speranza di cui tutti abbiamo bisogno in questo mondo crudele, dove possiamo solo sperare in un futuro migliore. Il blu delle notti stellate e del mare rappresenta la tranquillità che ci serve per calmarci nei momenti di esasperazione, come il poeta Foscolo. Infine ci sono il bianco e il nero; il bianco come le cime innevate simboleggia l’inizio di una vita, invece il nero, simbolo di morte, simboleggia appunto la fine. GIORGIO POLVERINO - IV ginnasiale I 34 Tutto rinasce Tutto rinasce, proprio quando sembra che tutto finisca. Cerco il tuo volto dietro i cancelli, ma ormai tutto sembra grigio. Sono sola. La casa non è più la stessa; le luci sembrano essere più tetre, le tende si afflosciano, come a voler sottolineare la tua mancanza. Ti ho amato, quanto ti ho amato. Ma poi un giorno, in quella stanza d’ospedale, quelle parole mi lacerarono il petto. “Non ce l’ha fatta.” Ed ora, più che mai, mi manchi. Ma ti ritrovo, nel fondo del cuore, ti ritrovo. Tutto rinasce, proprio quando sembra che tutto finisca. VALERIA GUERIN – V ginnasiale F 35 Il mio comodo letto Mi sveglio ogni mattina tra le sue morbide lenzuola, Mi avvolge per far sì che io non vada a scuola. Se sono stanco e non in giornata Lui, senza pensarci su due volte, mi pone la testata E fa sì che la mia testa si svegli riposata. Insieme ad un morbido materasso Fa sì che io dorma come un sasso. Sembra una madre con il proprio figlio Che con le sue dolci carezze mi avvolge in un’atmosfera fatale Come se mi volesse far digerire il cenone di Natale. In questo istante i miei pensieri e le mie preoccupazioni Si trasformano in sogni e non in incubi o tensioni Perché nella vita, come mi ha insegnato il mio comodo letto, Si casca e ci si rialza. Ecco perché a volte cerca di non farmi alzare, Solo per evitare di cascare e farmi male. ALBERTO MARIA ROMANI - IV ginnasiale I 36 E’ stato il vento Vidi una bambina con il mare intorno costruire centinaia di castelli di sabbia con le mani affondate nell’acqua e gli occhi pieni di sole. Vidi una bambina con il mare intorno far nascere tra le sue dita storie di naufraghi, sirene e canti di pirati e il vento le raccontava con le onde ad ascoltare. Vidi una bambina con il mare intorno distruggere i suoi piccoli castelli di sabbia. La vidi correre, facendo ballare le risate sulle note dei suoi passi. Ma le storie c’erano ancora, e il vento le avrebbe sempre raccontate con le onde ad ascoltare. VIVIANA FERRERO – V ginnasiale F 37 Ci amammo “Ci rivelammo segreti irrivelabili; dimenticammo dolori indimenticabili. Nel buio della notte che accarezzava i nostri cuori sanammo ferite insanabili; provammo emozioni inspiegabili e toccammo stelle irraggiungibili. Come un fiore che sboccia nel deserto, il nostro amore era nato e il tempo ci parve smisurato. Fu all'inizio della fine che ci amammo; ci amammo come si ama la luce dopo che si é conosciuto l'eterno buio. Ci amammo come chi ama la pace durante la guerra. Ci amammo, e tanto bastò per divenire inguaribili amanti.” PIERLUIGI D'AMATO - III liceale B 38 Domenica mattina La mia casa è troppo grande e silenziosa per me sola. E’ un faccia a faccia quotidiano con il mio affanno e i miei passi stanchi. E la frenesia della vita passata mi fa il verso nei ricordi. Sento a un certo punto della mattina musica allegra che viene dalla strada. Esco sul balcone. Il gran sole mi costringe a coprirmi gli occhi con la mano. C’è tanta gente per strada. Una banda di ragazzi suona a via Scarlatti canzoni allegre. Chitarra, tromba, tamburello. I bambini si avvicinano per ballare davanti a tutti e ridono di cuore. C’è un gran pubblico che in cerchio si raduna intorno ai musicisti. Sembrano tutti felici, entusiasti senza ragione. Batto il tempo, la gente sorride senza scherno della vecchia signora affacciata. E anch’io sorrido. Sorrido alla vita che scorre ancora. ANTONIA DE VIVO - III liceale B 39 Gioventù Piangi, ridi, odi ed ami, cosa resterà di noi domani? Ti osservo mentre ci accarezza lieve il vento, ed intanto prego affinché non ci strappi questo nostro momento. Hai gli occhi luminosi ed il sorriso sicuro di chi non teme affatto il proprio futuro. In questo istante ti senti così forte, che rideresti persino in faccia alla morte! Ci scambiamo carezze, dolci parole, minuscoli, sotto questo cielo infinito, testimone muto del nostro amore. Piango, rido, odio ed amo, prima che tutto ciò diventi solo un ricordo lontano. ELEONORA IANNONE - V ginnasiale F 40 Notturno Quiete: qui e te ANNA RITA CASSIANO - I LICEALE C 41 La determinazione, per me! Nel silenzio di un pomeriggio primaverile, ti vedo camminare mentre ti sostieni la schiena con una mano. Sei stanca, ma mai abbastanza: la bellezza non ti stanca mai e l'amore lo vuoi ancora tutto per te. La tua età non la conosco, ma dal tuo viso capisco che ne hai vissute tante di esperienze; ti ho sentito parlare qualche volta dei giovani, quasi mai della guerra, e vorrei chiederti se eri sempre triste o se qualche volta la felicità l'hai vista pure tu. Mi soffermo sulle rughe della tua mano che piano, piano poggio sul mio petto per farti sentire come mi batte forte il cuore quando ti sento gioire. ILARIA ESPOSITO – III liceale B 42 In un attimo Stazione, treno fermo, silenzio spaventoso. Sguardi incerti, andatura svelta. Il pensiero vola via, via, lontano da qui. Crede di esser libero e felice come un bimbo, come un viaggiatore alle prime armi, ma invece no. Il pensiero non va oltre il problema. Non va oltre i turbamenti che opprimono, oltre la tristezza e il tempo che aumentano. Dove sei? Ti cerco in ogni sguardo, ti cerco al traguardo. E tu, dove sei? Troppa distanza, ci sei a intermittenza, ti voglio con frequenza, proviamo un'altra volta. VALERIA TRANCHINI - III liceale E 43 Ali bagnate Piove. Su di te, su di me, su di noi. Piove. Sul nostro amore, sulle nostre promesse, sulla nostra vita. Piove sulle nostre anime sgualcite. Piove. E la pioggia cancella tutto. Sento il battito delle tue ali nonostante lo scrosciare della pioggia, perché, adesso, sono io la pioggia. SARA VALENTINO – IV ginnasiale F 44