MUSIC@luglio8_MUSIC@_ok 03/06/12 18:23 Pagina 11 Scoperte Scoperti autografi di rossini e Donizetti tESOri PalErmitaNi di Philip Gossett e Dario lo cicero I n una miscellanea della Biblioteca del Conservatorio di Palermo, inventariata nel 1986 semplicemente come ‘Antologia di brani operistici di Rossini, Donizetti, Generali – manoscritto’, sono stati rinvenuti cinque pezzi di estremo interesse: si tratta di brani autografi, tre di Rossini, uno di Donizetti e uno di Pietro Generali (1773-1832), importante compositore del primo Ottocento successivamente messo in ombra dalla crescente fama di Rossini. La miscellanea, composta esclusivamente da manoscritti autografi di Rossini, Donizetti e Generali, è di grandissima importanza. Tuttavia è passata inosservata anche a causa di una radicata indifferenza, talvolta mista a pregiudizi, nei confronti del patrimonio della biblioteca che l’ha custodito. Un patrimonio decisamente sottovalutato, con la parziale eccezione del ‘Fondo Pisani’, ma che negli ultimi anni sta diventando oggetto di intense ricerche ed attenzioni sempre maggiori». Si tratta di una miscellanea chiaramente legata all’attività del Teatro Carolino di Palermo, nel corso degli anni Venti dell’Ottocento. Dei brani di Rossini, due erano già conosciuti da copie dell’epoca, mentre l’autografo, ora rinvenuto, era considerato perduto: si tratta di due arie aggiunte da Rossini in occasione delle rappresentazioni romane del ‘Turco in Italia’ nel novembre 1815, “Un vago sembiante”, cavatina di Don Narciso, e “Presto amiche”, cavatina di Donna Fiorilla. Il terzo pezzo, che costituisce il ritrovamento più importante, finora era stato cercato senza fortuna sia tra gli autografi di Rossini che tra le varie copie d’epoca. Si tratta del Quintetto dal primo atto de ‘La gazzetta’: l’autografo di un pezzo che avevamo ritenuto perso, che non esisteva né nell’autografo dell’opera, ‘La gazzetta’, né in nessuna fonte secondaria conosciuta, […] un pezzo sconosciuto e affascinante. Nel libretto per la prima napoletana de La gazzetta infatti si trova il testo per questo quintetto, ma la musica era completamente ignota. Probabilmente all’epoca il quintetto era eseguito di rado, per decisione forse dello stesso compositore. A questi tre pezzi segue poi una cavatina sostitutiva per ‘L’italiana in Algeri’, “Cimentando i venti e l’onde”, scritta da Donizetti nel 1825, quando il compositore si trovava a Palermo come direttore del Teatro Carolino, per la cantante Maria Tomaselli Tamburini, che Donizetti descrive come “un cane” in una lettera di quell’anno a Simone Mayr. Conclude l’antologia l’autografo di un’aria di Pietro Generali per soprano, coro e orchestra, “Cessar gli affanni”, scritta nel 1825 per Palermo, dove Generali fu direttore artistico del Carolino sia prima che dopo la breve permanenza di Donizetti. Quella che sta venendo alla luce è solo la parte emersa di un iceberg. Forse è arrivato il momento di indagare su quel restante 90% ancora sommerso. Ad esempio la musica di numerosi operisti, messi in quegli anni in ombra dal successo di Rossini, è ancora in larga parte sconosciuta, poco studiata e pochissimo eseguita. @ Rossini. La gazzetta. Quintetto 13