Ufficio stampa Comune di Russi Rassegna stampa 07-02-2012 press LIETE 07/02/2012 Córriere RAVENNA Nuove nevicate in arrivo. Colonnina di mercurio scesa a -13° Proseguono i disagi per la circolazione ferroviaria. Via Baccarini chiusa per le stalattiti di ghiaccio RAVENNA. Freddo e neve ad intermittenza. È questo lo scenario previsto anche nei prossimi giorni. Dopo la pausa di ieri, i fiocchi di neve faranno infatti il loro ritorno in città e in collina, accompagnati da temperature rigide. Ieri mattina i valori minimi hanno raggiunto i -9.8° a Ravenna città, con punte ad Alfonsine di -12.8° e a Lavezzola di -12°. A Bagnacavallo il termometro segnava -11.4°, a Sant'Agata sul Santerno -10.1°, a Russi -10.6°, a Faenza -7.6°, a San Pietro in Vincoli -9.6° e a Punta Marina -7.3°. «Si tratta di valori al di sotto della media del periodo ma non paragonabili ad annate storiche come quella del 1929 (quando si roccarono i -20°), 1956 (-24°), 1985 (-23°) e 1991 (-15°) - spiega Pier Luigi Randi, membro della Società meteorologica italiana e previsore Meteocenter Meteoromagna -. Dopo la pausa di ieri oggi è in arrivo una nuova perturbazione proveniente da sud-est che porterà nuove nevicate. In pianura e sulla costa le precipitazioni saranno deboli ed intermittenti mentre la situazione sarà più difficile per l'Appennino». Nella giornata di domani si prevede un nuovo miglioramento con graduale rasserenamento che caratterizzerà anche la giornata di giovedì ma nel week end lo scenario cambierà nuovamente. «Quella che si profila - aggiunge l'esperto - è una settimana con neve ad intermittenza: tra venerdì e sabato infatti potrebbe tornare a nevicare, questa volta con precipitazioni consistenti». Intanto, nonostante l'assenza di precipitazioni, ancora ieri la situazione per quanto riguarda la circolazione ferroviaria non era tornata alla normalità, soprattutto sulla tratta da e per Bologna. I ritardi più pesanti hanno riguardato alcuni convogli provenienti dal capoluogo emiliano. In mattinata il treno che doveva partire alle 11.06 ha lasciato la stazione di Bologna centrale solo alle 12.52, accumulando un ritardo di 106 minuti già dopo la prima fermata. Nel pomeriggio quello delle 15.06 (atteso in città alle 16.27) è invece slittato alle 16.58 con un ritardo di due ore registrato dopo poche fermate. Disagi anche sulla direzione opposta, con il convoglio diretto a Bologna delle 17.33 partito invece dalla stazione di Ravenna alle 18.50. Ritardi non sono mancati nemmeno sulle altre linee, soprattutto verso Rimini e nell'ordine di mezz' ora. Giornata di intenso lavoro anche per i vigili del fuoco alle prese con interventi per limitare i danni legati al maltempo. Nella tarda mattinata di ieri via Baccarini è stata chiusa al traffico per consentire la rimozione delle stalattiti di ghiaccio pendenti dai palazzi, mentre a Cervia e a Savio i pompieri sono intervenuti per arginare il rischio che due strutture telonate, in altrettante aziende, cedessero sotto il peso della neve. Pagina 5 TravoLse e uccise FIN», patteggia Rapine mentre er dai press LIETE 07/02/2012 Caiiere RAVENNA E a Russi Pd e Pri affossano l'odg di Sel Voto contrario insieme al centrodestra all'ordine del giorno sull'acqua pubblica RUSSI. Non ha passato il vaglio del consiglio comunale l'Odg di Sel di Russi sull'acqua pubblica. Presentato dal consigliere comunale Valentina Casali lo scorso 31 gennaio, l'ordine del giorno relativo al rispetto dell'esito dei referendum sull'acqua è stato bocciato dai consiglieri Pd, Pri e dal centrodestra. «Con il voto dello scorso giugno il 94,7% dei cittadini russiani (5587) - spiega Sel - hanno espresso la volontà di considerare l'acqua un bene comune che deve essere sottratto alle logiche di profitto». In questo senso il documento presentato da Sinistra ecologia e libertà impegnava il consiglio comunale a riconoscere nello Statuto comunale «l'acqua bene pubblico, privo chiarato di essere particolarmente dispiaciuto del fatto che «il Pd, membro del comitato referendario per l'Acqua Bene Comune, non sia stato in grado di dare una risposta politica ai cittadini che si sono espressi per la pubblicizzazione dell'acqua. Questa posizione di stallo - aggiunge il gruppo - questo prendere tempo confidando nelle norme e nei tecnicismi dei decreti Berlusconi-Monti per rendere più complicata la gestione pubblica dell'acqua, sta creando disagio in alcune delle componenti politiche che sostengono la lista "Insieme per Russi"». Favorevoli all'ordine del giorno la lista civica "Libera Russi" e il Partito Socialista Italiano, dei quali Sel ha apprezzato «la coerenza politica». di rilevanza economica» e chiedeva l'eliminazione immediata della quota del 7% della remunerazione del capitale investito nella tariffa del servizio idrico integrato. Il gruppo Sel di Russi ha di- Pagina 8 Crona. Raverna iL «Acqua, paghiamo solo il dovuto» latae r 1647,18 marzo 2012 Cailere press LIETE RAVENNA 07/02/2012 Al settore agricolo non deve pagare l'Imu» «Fatica a sopportare l'aumento dei costi» RAVENNA. Le tre centrali cooperative di Ravenna chiedono ai sindaci di riconsiderare il meccanismo dell'Imu sul comparto agricolo, in particolare le aliquote da applicare ai fabbricati strumentali ed il meccanismo di calcolo relativo ai terreni agricoli. «Il settore fatica sempre più a sopportare l'aumento inarrestabile dei costi spiegano i rappresentanti di Confcooperative, Legacoop e Agci - e quest'imposta sui terreni agricoli e sui fabbricati rurali rischia di diventare un peso troppo grave da sopportare per molte aziende del territorio». La sua applicazione rappresenta infatti una doppia tassazione per gli agricoltori dal momento che varie sentenze hanno in precedenza sancito «che gli edifici rurali, in quanto strumentali all'attività agricola, sono già tassati allorquando vengono pagate le imposte (Irpef e Ici) sui terreni». Per le tre centrali cooperative quelle degli agricoltori sono richieste legittime anche alla luce dell'ordine del giorno approvato pochi giorni fa dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sull'applicazione dell'Imu alle aziende agricole. Secondo questo documento «l'Imu va a colpire l'agricoltura in un suo punto debole proseguono i rappresentanti del mondo cooperativo ravennate - costituito dalla forte immobilizzazione di capitali a bassissima redditività; l'applicazione ai fabbricati rurali ad uso strumentale di un aliquota ridotta allo 0,2%, pur combinata con la facoltà riconosciuta ai Comuni di ridurla dello 0,1%, produrrà comunque effetti devastanti; l'applicazione dell'Imu potrebbe accelerare il processo di dismissione del settore agricolo, che l'ultimo censimento ha fo- tografato in modo inequivocabilmente in declino». Ne consegue che spostare l'imposizione dal reddito al patrimonio, così come previsto dal decreto "Salva Italia", rappresenta un grave danno per l'agricoltura «se attuato senza sostanziali correttivi all'intero sistema fiscale e contributivo del settore, visto che il patrimonio agricolo in questione è un generatore di reddito e lavoro e non di rendita». Non è quindi accettabile «che la salvezza delle città debba realizzarsi a danno di un settore così importante per il nostro paese. Occorre lavorare tutti insieme concludono - per trovare una soluzione che si ponga come un'alternativa più equa». Pagina 9 ".% Crona. Raverna U.LE CEM§à settore agricolo non deve pagare Ilmu» «amilentopAleoinS;Iredel press LIETE 07/02/2012 Caiiere RAVENNA «Teatro, luogo civile» A Cervia e San Marino Le Belle Bandiere presentano "Antigone" i Vent'anni di teatro per una compagnia figlia di questa terra di Claudia Rocchi CERVIA. Torna in scena al teatro Comunale di Cervia una compagnia figlia della terra di Romagna; compagnia che anno dopo anno si è ricavata uno spazio fra le compagnie "di giro". Elena Bucci e Marco Sgrosso, alias Le Belle Bandiere di Russi sono protagonisti in questo martedì 7 febbraio alle 21 (con replica mercoledì 8) di "Antigone, ovvero una strategia del rito" da Sofocle. Lo spettacolo chiuderà le date romagnole il 16 febbraio al teatro Nuovo di Dogana di San Marino alle 21.15. Con Elena Bucci nel doppio ruolo di Antigone e di regista dello spettacolo e di Marco Sgrosso (Creonte), sono in scena anche Daniela Alfonso, Maurizio Cardillo, Nicoletta Fabbri, Filippo Pagotto, Gabriele Paolocà. Da ricordare che il disegno luci porta l'ultima firma di Maurizio Viani; un testamento d'amore al teatro di questo artista delle luci, prima di spegnersi due settimane fa, a 63 anni, dopo lunga malattia. Per anni Viani è stato compagno d'avventura di Bucci-Sgrosso di cui era amico sin dai tempi del Teatro di Leo. Infatti Elena e Marco prima di costituirsi nel 1992 come Belle Bandiere, sono stati nella compagnia di Leo De Berardinis sin dal 1985. Fra le tragedie greche, "Antigone" conserva un fascino che, modellandosi nel mito, giunge a noi ancora integro di sentimenti e rigore, in bilico fra ragion di stato e ragioni del cuore. Antigone vorrebbe dare sepoltura al fratello Polinice, reo di aver ucciso il gemello Eteocle per il regno di Tebe. Creonte vieta ogni onore funebre considerandolo nemico della patria. Ma la pura Antigone si oppone e viene imprigionata. Perché avete affiancato il sottotitolo "una strategia del rito"? Risponde Elena Bucci: «Il termine "strategia" è indicativo di una spinta a tenere duro, ad avere fiducia cercando di agire nel migliore dei modi possibili, ricercando riti collettivi. Perché abbiamo anco- nese Carcano, dove avete da poco ultimato le recite? «In modo davvero positivo, oltre le nostre aspettative. E parlo di un pubblico di ogni età, attento e silenzioso. Mi accorgo che la gente ha proprio voglia di condividere pensieri che riguardano una comunità civile e politica e che accomunano ogni ceto sociale». Cosa in particolare la soddisfa? «Il fatto di avere conferma del senso del teatro quale luogo civile ove condividere insieme fatti, opinioni, problemi che coinvolgono una comunità e un luogo che possono rendere migliore». Avete tradito Sofocle? «La gente ha voglia di condividere pensieri che riguardano la comunità» ra bisogno del "rito", di momenti celebrativi di gioia e anche dolorosi, da condividere insieme». Come siete arrivati alla scelta di misurarvi con la tragedia greca? «Abbiamo proseguito lungo la strada che ci aveva portato al confronto con autori classici, sempre raffrontandoli con una scrittura originale. Così siamo arrivati a un testo più lontano nel tempo eppure attuale per sintesi fulminante, specialmente nelle parole dei cori. È un testo radicale, moderno, su questioni fondamentali come il potere». Come sta reagendo il pubblico compreso quello del teatro mila- «Abbiamo mantenuto quasi tutto, tranne alcune parti del coro e l'epilogo finale delle morti di Emone ed Euridice. Ho attinto da diverse traduzioni; io stessa ho ricominciato a tradurre dal greco, lingua che ho sempre amato. A scuola, mentre nella parte teorica raggiungevo a malapena la sufficienza, nelle versioni tradotte arrivavo al dieci!». Come avete affrontato la contemporaneità? «Rifacendoci all'idea di teatranti, di artisti, di gente senza casa, senza futuro. Così abbiamo raffigurato le individualità del coro che poi si uniscono e diventano personaggi. Con richiami anche alla Magna Grecia. Un momento di riflessione anche dell'arte». Nonostante siate di Russi, lo spettacolo è co-prodotto da CTB di Brescia. Pagina 23 o, luogo civile,' Caiiere press LIETE RAVENNA 07/02/2012 «Ci auguriamo che entro il 2012 possiamo disporre di una sede stabile a Russi, ove poter riprendere l'attività produttiva, così come quella dei laboratori». Sarebbe meritato visto il ventennale (1992-2012) delle Belle Bandiere e il percorso compiuto. «Ci terremmo davvero tanto; inizialmente avevamo una sede che in seguito dovemmo lasciare; poi siamo sempre andati alla ricerca di "asili" da Prato a Brescia. Ora vorremmo riuscire a tenere le porte aperte a Russi a progetti di lavoro». Ne avete qualcuno? «Sì, è "Terra di nessuno"; se tutto andrà bene partirà in prossimità dell'estate. L'intenzione è di dare vita a laboratori sia per neofiti, sia per giovani attori. In seguito vorremmo fare nascere produzioni anche nella nostra terra». Nel frattempo come proseguirà la stagione sua e di Marco Sgrosso? «Marco riprenderà "Memorie dal sottosuolo" di Dostoevskij per lo Stabile di Torino; io invece riprenderò il contemporaneo "Regina la paura" con lo Stabile di Napoli. Faremo anche recital fino all'estate foriera, speriamo, di novità». • Info: 0544 975166 «Abbiamo proseguito lungo la strada che ci aveva portato al confronto con autori classici, sempre raffrontandoli con una scrittura originale. Così siamo arrivati a un testo più lontano nel tempo eppure attuale per sintesi fulminante, specialmente nelle parole dei cori. È un testo radicale, moderno, su questioni fondamentali come il potere» «Ci auguriamo che entro il 2012 potremo disporre di una sede stabile a Russi» Pagina 23 o, luogo civile,' press LIETE 07/02/2012 Cailere RAVENNA Baseball 1bl 1. Un altro ingaggio di valore per la De Angelis I Godo Knights si rinforzano con Miguel Pinango Il lanciatore venezuelano salirà sul monte in garauno GODO. Continua a prendere forma il il passaggio all'organizzazione dei Los roster 2012 della De Angelis Godo. Ieri è Angeles Dodgers, nel 2007. stato ufficializzato l'ingaggio di un pezzo Negli ultimi tre anni ha giocato nelle fondamentale: il lanciatore di garauno. leghe invernali messicana, venezuelana, Ecco Pinango. Si tratta del venezuelacolombiana e panamense. Pinango prenno Miguel derà il posto Pinango, di Rodney nato nel Rodriguez gennaio sul monte di 1983 ed ingara uno gaggiato a con il compisoli 16 anni to di non fardai New lo rimpianYork Mets gere ai tifosi per il suo rossoblu. controllo e Per compleper un camtare il roster bio di velogodese mancità particano ora, colarmente per quanto fastidioso. Miguel Pinango, classe 1983, prenderà il posto di Rodney Rodriguez riguarda gli Lanciatore stranieri, non dalla fastball pesante ma di difficile ancora l'interbase e un closer di gara udecifrabilità, dopo essere arrivato in dop- no, in quanto il lanciatore Emanuel Ulloa pio A con i Mets, dove fu autore anche ha accettato, viste le condizioni fisiche una no-hit ai danni dei Portland Seadogs imperfette, di aggregarsi come pit(Red Sox), ha fatto il salto in triplo A dopo ching-coach. (s.c) Pagina 35 Spera... tincoatrofraJuniorRavennaelnrso press LinE Il Sole12 07/02/2012 La riorganizzazione allo studio di Palazzo Chigi • d• Protezione civ ile « imezzata» Marco Ludovico ROMA. arà inevitabile, una volta finita l'emergenza neve, decidere il futuro prossimo della Protezione civile. Nella bufera delle ultime polemiche sin da sabato il presidente del Consiglio, Mario Monti, da Monaco ha riconosciuto l'impegno del dipartimento guidato da Franco Gabrielli. Sulla stessa linea il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, che pure ha sottolineato a più riprese il ruolo dai prefetti. Ma Gabrielli fa i conti con questioni precedenti alla neve e anche al naufragio del Concordia. Problemi di soldi, di procedure, di assetti istituzionali: tutti da rivedere e tutti in forse, a quanto pare. L'immagine abbagliante, iperefficiente e trionfalistica di un dipartimento in soccorso anche ad Haiti dopo il terremoto - il capo di allora, Guido Bertolaso, criticò perfino l'intervento americano - sembra perdersi nella notte dei tempi. Una vicenda, invece, che risale giusto a due anni fa, gennaio 2010. Og- S gi i circa 700 dipendenti distribuiti nelle tre sedi romane in via Ulpiano (quella storica), via Vitorchiano (operativa) e via Affile (sede dei mezzi) si interrogano ogni giorno sul loro destino. L'idea di lasciare la presidenza del Consiglio per ritornare sotto l'ala del ministero dell'Interno - riaffacciatasi alla nascita del governo Monti e sollecitata dalla Cancellieri - è solo una delle ipotesi. Pochi sanno, peraltro, che un paio di giorni dopo il suo insediamento da Cancellieri andò preoccupato l'ormai ex sottosegretario Gianroprio per perorare la ni Letta proprio' causa di una Protezione salda a palazzo Chigi, non all'Interno. Quest'ultimo scenario poi è stata messo in sospeso dalla stessa titolare del Viminale, che al Senato la settimana scorsa ha detto: deciderà Monti. In realtà sembra avanzarsi un'altra e più temuta - per i (grati interessati - soluzione: una Protezione divisa a metà. Ripartita tra ministero dell'Economia e Viminale. A viale XX settembre sarebbe destinato il settore delle or- dinanze di protezione civile, in pratica la stima, la gestione e il controllo totale delle spese. Sarebbe l'epilogo di una situazione già lamentata più volte da Gabrielli, cioè l'obbligo ormai imprescindibile, che Bertolaso non aveva, del «concerto con l'Economia» per le ordinanze. Al ministero dell'Interno andrebbe a finire la parte operativa dell'attuale Protezione. Monti, di certo, non si farà dettare l'agenda della riforma della Protezione dall'emergenza neve. È certo che sta rivedendo presenze e ruoli dei dipartimenti di palazzo Chigi. È altrettanto certo che segue con occhio attento e minuzioso il tema delle ordinanze di protezione civile e la «bollinatura» della Ragioneria generale è ormai un requisito irrinunciabile. Oggi il premier vedrà Gabrielli e all'incontro dovrebbero esserci anche Cancellieri e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio C atricalà. Di certo il presidente del Consiglio potrà avere molti spunti per decidere con i criteri ormai guida di ogni sua scelta: rigore finanziario, efficienza amministrativa, snellimento delle procedure. Con la Protezione civile l'intervento ha, del resto, natura politica, come testimonia anche il dibattito di questi giorni. Ma il Pdl, sceso lancia in resta contro Gabrielli, ora deve chiarire il suo modello. Letta e l'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi tentarono persino di istituire una Protezione civile Spa, una sorta di privatizzazione naufragata in Parlamento. Le inchieste sui Grandi Eventi, peraltro, hanno gettato troppi sospetti e critiche ,su un certo schema di funzionamento. Il problema per Monti, oggi, è un altro. Evitare che la Protezione civile torni stretta nelle pastoie burocratiche. Garantire rapidità e coordinamento con tutti gli altri settori dello Stato interessati , come i ministero Interno, Difesa, Economia. E assicurare flussi di risorse adeguati.I1Fondo nazionale di Protezione civile è azzerato da 2004. [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA ..Protezionc civile «dimezzare» press LinE II Sole/ /,1 07/02/2012 CON LA NUOVA IMU TL MERCATO CAMBIA VOLTO Una «botta» fiscale che si farà sentire per i proprietari Diventano meno convenienti seconda abitazione e affitto di Saverio Fossati sette mesi che hanno sconvolto la vita degli italiani non sono ancora finiti. Ma questa raffica di manovre, o meglio di scossoni (soprattutto fis c. ali) che non lasciavano il tempo di riaversi si stanno concludendo e, sullo sfondo di un panorama da dopobomba, si può cominciare a raccogliere le idee. E a verificare quanto sia cambiata advvero la nostra vita, a cominciare da uno dei cardini del quotidiano: la casa, Leggi, tasse, obblighi e di conseguenza il mercato sono cambiati e le strategie della famiglia e degli operatori vanno ormai ripensate. / Chi compra e che vende La batosta sul mercato è arrivata con l'anticipo dell'Imu, prevista per il 2013 e in vigore già dal i ° gennaio di quest'anno. A introdurla subito, rendendola molto più dura, è stato il Dl di Natale (o "salva Italia"), che ha ripristinato la patrimoniale sull'abitazione principale e inasprito quella sulle seconde case. Se per alcuni anni si è pagato poco o nulla sulla casa in cui si abita, ora il discorso cambia e, tranne che per monolocali e bilocali, la botta si farà sentire. Le reazioni del mercato (Si vedano anche le storie raccolte alla pagina seguente) sono state preoccupate perché quelle tante o poche centinaia di curo all'anno in più da sommare al mutuo per l'acquisto hanno fatto riflettere più di un acquirente che, magari, sta in affitto a prezzi più che ragionevoli, fuori dai centri maggiori. In particolare, sulle seconde case, dove l'aliquota Imu è quasi doppia rispetto a quella sull'abitazione principale, il peso rappresenta quasi un mese di affitto diuna casa vacanza nello stesso posto. E allora mantenere un'abitazione al mare o ai monti può cominciare a diventare un lusso insopportabile dal punto divista dei semplici conti economici della famiglia: tra manutenzione, condominio e Imu forse conviene vendere una casa che si usa solo un mese o due all'anno, e andare in affitto. Cambi d'orizzonte pesanti, che possono spostare decine di miliardi d'investimenti anche facendoli uscire da un settore già in cattiva salute. D'altra parte, chi, invece, è proprietario, deve confrontarsi conl'Imu che non è rimborsabile dall'inquilino, oltretutto in una congiuntura del mercato locativo che ha visto una discesa progressiva dei canoni. Non solo: la constatazione che un affitto abitativo rende ormai meno del 2% netto potrebba indurre a tmarifiessione pesante anche ipiccoliinvestitori (per non parlare di quelli grandi): gli effetti dell'Imu su un mercato già molto ingessato potrebero essere di un'ulteriore depressione, non tanto sulla possibilità che prezzi di vendita e canoni di locazione scendano ancora ma proprio in termini di blocco del merca- to. Oltretutto, per chi invece tiene sfitto, è sparitol'incremento diun terzo dell'Irpef (assorbita dall'Imu), quindi non esiste alcuna penalizzazioneper chinon loca l'immobile. Unpericolosissimo invito all'affitto in nero. Ma la stagione dell'immobiliare era iniziata già con il Dl svluppo (7o/zon), che fissava le nuove regole per la tassazione delle case rurali, complicando la vita a chi vive e lavora in agricoltura:ora tutti devono riclassificarle entro il 31 marzo, altrimenti perderanno le esenzioni dalle imposte sui redditi per gli anni passati, indipendentemente dal fatto che effettivamente usino gli immobili a scopi agricoli o li abitino in quanto agricoltori. Incompenso è stata affrontata anchelafaccenda delle case fantasma, ricondotte alla luce da ispezioni araffica dell'agenzia del Territorio dopo la scadenza dell'ultima proroga disposta con il Dl sviluppo. Il problema è che centinaia di migliaia di proprietari spesso inconsapevoli di aver commessoim abuso edilizio si sono ritrovati regolarizzati a forza ma solo dal punto di vista fiscale: la loro speranza è che i Comuni non diano un'occhiata al piano regolatore e si accontentino di incassare la nuova (e insperata) u sugli immobili emer- • si. E in effetti, sinora, tranne che in Trentino,. tutto tace. All'italiana. Tutto questo, tral'altro, sotto i timori per la riforma delle tariffe d'estimo: un allineamento degli attuali valori catastali a quelli di mercato, sia dal punto di vista della proprie che della locazione (il disegno di legge delega è allo studio dell'EcOnomia) provocherebbe un nuovo terremoto e, se non venissero rapidamente cambiate le attuali regole sulle aliquote dell'Imu, il mattone comincerebbe a scottare nelle mani di famiglie e investitori. Forse non è un caso se la riforma, annunciata un mese fa, è rimasta ferma (e segreta). GLI EFFETTI I cambi di Ristrutturare e costruire Anche le inossidabili regole sulla detrazione dall'Irpefde136% delle spese sostenute perlavori di recupero edilizio sono state cambiate, con la manovra di Natale e con il decreto sviluppo. Ora il proprietario che vuole mettere mano a una manutenzione seria deve rispetta= re nuovi criteri, anzitutto perché dal 14 maggio scorso è scomparso l'obbligo di compilare e spedire al Centro operativo di Pescara la denuncia di inizio lavori. Tuttavia, per tutti i lavori iniziati a partire dal 2011 è subentrato l'obbligo di compilazione di una nuova sezione (ITIB) nella dichiarazione dei redditi (nel modello 730 sono i righi 51, 52 e 53). Ma più in generale sono cambiate (e, va riconosciuto, semplificate) le regole di base: anzitutto la detrazione de136% è divenuta "stabile", quindi non serve più la proroga di fine anno al cardiopalma per chi hai lavori in corso. Poi non è più necessario serbare documentazione dell'Iciversata da.11997 in poi. Negli acquisti di immobili ristrutturati da imprese, non ha più rilievo che l'inizio dei lavori di ristrutturazione sia posteriore a131 dicembre strategia e orizzonte possono contribuire a spostare decine di miliardi di investimenti facendoli uscire da un settore che è già in cattiva salute Cfl T AP'LAPRESSE L'approfondimento L'inchiesta che si apre oggi si propone di raccontare «L'anno che ha cambiato la vita degli italiani». Con articoli di approfondimento, analisi e storie cercheremo di fare luce sul tormentato periodo che il nostro Paese ha vissuto dall'estate scorsa a oggi, attraverso una serie di manovre e decreti legge varati sull'onda dell'urgenza e con un passaggio politico netto dal governo guidato da Silvio Berlusconi a quello di Mario Monti Gli appuntamenti • e Oggi l'inchiesta si occupa delle novità sulla casa: nei prossimi giorni toccherà alle regole sull'uso del contante, all'irrompere dello spread nelle nostre vite e alle regole che hanno cambiato il risparmio. Con questa iniziativa il Sole 24 Ore vuole forni re ai propri lettori gli strumenti per fare il punto zoo7.Naturalmente ci sonoanchenuove limi- tazioni: è cessata la possibilità per i contribuenti di età non inferiore a 75 e 8o anni di ripartire la detrazione, rispettivamente, in 5 o 3 rate annuali di pari irriportaLa detrazione del 55% per il risparmio energtico è stata confermata ma solo per il zon. L'Iva in edilizia non è cambiata (se non per i rari casi di housing sociale) con disappunto delle imprese che non possono recuperare l'imposta E anche le leggi regionaliper ilnuovo "piano casa" (essendo fallito quello precdente), previsto dal Dl sviluppo, sono rimaste nel cassetto. Chi voleva ampliare la propria abitazione, quindi, aspetterà. E con lui il mercato dell'edilizia. RIPRDDLIZIDNE RISERVALA press LinE Il Sole/2 07/02/2012 TUTTE LE NOVITÀ PER GLI IMMOBILI DA DIA A SCIA FABBRICATI RURALI A CURA DI Saverio Fossati CHE COSACAMBIA PERI cirrAwhii I lavori possono iniziare subito Agevolazioni a rischio Il decreta sviluppo (Dl 70/2011), a [l'articolo Entro ilprossimo 30 novembre tutti i fabbricati 5, completa la liberalizzazione nell'edilizia rurali ancora iscritti al catasto dei terreni privata, introducendo itsistema del dovranno essere inseriti nel catasto dei fabbricati, così da poter pagare Fini. Il decreto salva - Italia, silenzio-assenso anche per permesso di costruire (escluse però le zone con vincoli infatti, tassa anche le cascine, le stalle etutti gli altri fabbricati rurali, che sino alta fine del 2011 ambientali paesaggistici eculturali). Il decr eto, inoltre, chiarisce definitivamente la erano esenti dattici. E proprio per evitare di pagare l'Ici per gli anni passati, i proprietari possibilità applicare anche all'edilizia la hannotempo fino at31 marzo per presentare le Scia, la segnalazione certificata introdotta nel 2010, che prende il postodetla Dia e istanze di variazione catastale in categoria A/6 e consente di avviare i cantieri senza attendere AP.O. Adempimento che però non evita il 30 giorni pagamento detl'Imu (Di 70/2011 e 210/2011) _ ISOGGETTLCOLNVOLTI DAlLE NOVITÀ LEGISLATIVE • Famiglie* Professionisti Tutte le categorie professionali del mondo edilizio sono i nteressate aquesta semplificazione,dai geometriagli ingegneri, oltre naturalmente ai committenti Agricoltori ma non solo Dovranno adeguarsi tutti coloro che abitanoin case così classificate ma anche i proprietari di case ancora iscritte al solo catasto terreni, per cui i termini sono però diversi La norma é già pienamentein vigore e il termine perii naccatastamento nellenuove categorie e 1131maszo 2012. Per gli immobili nel catasto. terrenk.ètelnpOSinoa130noveMbre2012 • -t. CASE ERI? ABBASTANZA Si dichiarai' prezzo «vero» Una modifica introdotta in sede di conversione del 01 70/2011 riguarda la possibilità di vendere gli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Ero). Basta che siano passati cinque anni dalla data del primo trasferimento, per ottenere la rimozione, delle convenzioni che regolano gli interventi e dei vincoli relativi alprezzo massimo di cessione (sti ncoli che costringevano a vendere unità immobiliari a prezzi inferiori a quelli di mercato). Ora basterà stipulare una convenzione accessoria, versando al Comune un corrispettivo commisurato al valore dell'area Tassata anche la prima casa L'Imu sarà applicata in via sperimentale dal I venditori Con la possibilità di stipulare a prezzo vero (e non a quello fissato dalle vecchie convenzioni) i venditori evitano così di dichiarare il falso ma anche peri notai è un imbarazzo di meno Tutti i proprietari 2012 a l 2014 in tutti i Comuni italiani (Dl 201/2011). L'aliquota base si attesta a17,6 per mille, già previsto dal decreto sulfederalismo: i sindaci possono aumentare o diminuire l'aliquota del 3 per mille. Per l'abitazione principale verrà ridotta al4 per mille, che i Comuni potranno portare al 2 o al 6 per mille: i proprietari hanno anche una detrazione di 200 euro più 50 per ogni figlio residente. La base imponibile, rispetto attici, è aumentata del 60% per le abitazioni e relative pertinenze Decine di milioni di italiani, persone fisiche e giuridiche proprietarie o titolari di diritti reali su oltre 60 milioni di immobili sono chiamati a pagare la nuova imposta • I. LI La nuova tassacolpiscegennaio dati°' 2012 e iComurii hanno la possibilità di -anado pp leaiquotdfrnzcleb leentr° i131,marzo 2012 ABBASTANZA 2,— "il' Arrivano le tasse La conclusione dell'iter del DI milleproroghe 2011 sta dispiegando adesso i suoi effetti: per due milioni di case non risultanti in catasto, il cui termine per la denuncia era lo scorso 2 maggio 2011, l'agenzia del Territorio ha ultimato la ricognizione, E ora la palla passa ai municipi per l'esazione deltIci e dell'Irpef arretrate (dal2007, per chi non si è messo in regola in tempo) e della nuova Imu. La rendita presunta, infatti, è già stata assegnata e 'proprietari che ne hanno il sospetto devono andare a verifica re il loro immobile sul sito dell'Agenzia: www.agenziaterritorio.govit Due milioni Sono due milioni le «unità immobiliari» fatte emergere, dal gabbiotto degli attrezzi a veri e propri appartamenti:i loro proprietari devono paga re le tasse, alcuni addirittura dal 2007 ola mettersi ma gli tetic'èCo b :P d° letntelcernianPnu°o0Pv,a eedispiegarsi Notenm eff nu rr.i ettite pncierrraeígcconm u le i piè attivi,le richieste di regbi<afizzazione edilizia Termini scaduti In vigore con)Korriune ABBASTANZA CASE FANTASMA L'Iti TRASFC)RMA t°rfc4Invenze7itlinVigOre La norma not Per essere usata necessita ma ta delta stipul N nvenzi°n1 • TANTO L1'1"-"› t0e , ABBASTANZA press LinE II sole» /,1 07/02/2012 RISTRUTTURAZIONI E 36% RIDOTTE LE AGEVOLAZIONI Tar non conta più Le autorità che utilizzano un bene immobile per stopi di interesse pubblico possono disporre che l'immobile sia acquisito al loro patrimonio. L'acquisizione può essere effettuata anche se è stato annullato l'atto con cui è stata dichiarata la pubblica utilità dell'opera o il decreta di esproprio. L'indennizzo per il pregiudizio patrimoniale da pagare al proprietario corrisponde al valore venale del bene; quello relativo al pregiudizio non patrimoniale è liquidato forfettariamente nella misura del 10% del valore del bene (Dl 98/2011) Salta la comunicazione a Pescara Rinnovata la detrazione del 36%(D170, 98, 138 e 201/2011): non ha più scadenza e viene estesa alle riparazioni dopo le calamità anche precedenti al 2012. Non si manda più la comunicazione a Pescara ma la si indica nella dichiarazione dei redditi. Le quote di detrazione non usufruite direttamente (per vendita) possono essere cedute al nuovo proprietario. Gli anziani non possono più avere la detrazione in poche rate: tutti dividono in 10 anni. Proroga (ma per il solo 2012) anche perii 55% sul risparmio energetico Bonus casa a rischio. Nette manovre di luglio e dicembre (Dl 98/2011 e D1201/2011) è stato deciso di ridurre di 20 miliardi la spesa pubblica annua per agevolazioni da qui al 2014. Le alternative sono due: la riforma fiscale e assistenziale (da varare entro il 30 settembre dell'anno prossimo) o, in mancanza, l'aumento automatico dell'Iva sugli immmobiti non abitativi (tranne quelli di lusso) dal 21% attuale a123 percento. Inoltre, dal l*gennaio 2013, i bonus per casa e famiglie (come il 36%) saranno legati all'Isee secondo dettagli definiti da un Dpcm da varare entro fine maggio 2012 Cittadini vessati La norma si applica anche se è imposta una servitù e il bene continua a essere utilizzato dal proprietario. Riguarda tutti coloro i cui (per lo più) terreni devono ospitare opere pubbliche Chi fa lavori in casa In media 800mila famiglie all'anno effettuano te pratiche per beneficiare della detrazione del 36% delle spese sostenute per lavori di recupero edilizio e del 55% per il risparmio energetico Chi compra, vende e ristruttura Sono coinvolti í cittadini che effettuano le circa 500-600mita compravendite di abitazioni e le 400mila ristrutturazioni ogni anno In vigore La norma è già in pienamente in viogre e non necessita di provvedimenti attuativi In vigore La norma è già pienamente in vigore e non necessita di provvedimenti attuativi La dati chiave Entro il 30 settembre 2012 dovrà essere varata la riforma fiscale, altrimenti tutti i bonus elencati net Dl 98/2011 saranno ridotti del 5% (dati_ ° gennaio 2012) con un Dm dell'Economia ESPROPRI FACILI BOX IN LIBERA VENDITA MUTUI CASE ALL'ESTERO TANTO ABBASTANZA ABBASTANZA Si scomputano te tasse estere La nuova Ivie (imposta sul valore degli immobili situati all'estero), pari alio 0,76% del valore dell'immobile, si deve pagare già per il 2011 (Dl 201/2011) e probabilmente per l'intero anno. Per evitare ilfenomeno della doppia imposizione, però, la legge riconosce al contribuente la deduzione di un credito d'imposta pari all'ammontare dell'eventuale "patrimoniale" versata nello Stato in cui è l'immobile. Probabilmente resterà in debito dell'Erario italiano una buona fetta dei . proprietari: da un quinto a oltre la metà Doppio preventivo per le polizze Nel Dl1/2012 (ancora da convertire in legge) e nel 70/2012 sono contenute norme a favore di chi compra casa: la banca deve forni re almeno due preventivi per la polizza vita che viene allegata al mutuo ed è a carico del mutuatario. Putroppo sarà facile eludere la disposizione con la creazione di polizze "fantoccio" o con cartelli occulti o ancora presentando proposte molto vicine per premio e prestazioni. In compenso sarà possi bile rinegoziarci mutui casa sino a 150mi la euro entro il 30aprile 2012 Salta la «pertinenza» (DI semplificazioni) Posti auto e box realizzati negli edifici esistenti (come prescritto dalla legge 122/89) diventano liberamente vendibili, anche separata mente dall'a ppartamentd di cui sono pertinenza, purché il nuovo proprietario li destini a pertinenza di un'unità immobiliare situata netto stesso Comune. Il vincolo di i nvendibilità separata permane invece per ì parcheggi realizzati nel sottosuolo comunale e acquistati in diritto di superficie per un massimo di 90 anni. La nuova norma vale in deroga ai titoli edilizi e alte convenzioni firmate con il Comune Almeno 400mila Non è molto chia ra la platea ma Scenari Immobiliari stima in almeno 400mila gli acquisti esteri degli italiani negli ultimi vent'anni, per un valore di 50 miliardi 3SOmila N.d. Le proiezioni di chi chiederà un mutuo fondiario parlano di un dimezzamento rispetto al periodo pre crisi, quando erano circa 700mila all'anno Non è definibile il numero degli interessati perché sinora le vendite di questo genere non erano permesse In attesa di chiari menti Anche se la norma retroagisce at2011 non è chiaro su quali imposte già pagate all'estero vadano scomputate: la dizione «pa t ri mo ni a te» ,‘ necessita di un elenco delle Entrate In vigore In vigore con dubbi La norma non necessita di attuazione ma ABBASTANZA La norma è già pienamente in vigore e non necessita ufficialmente di provvedimenti attuativi a n ch e se l'Abi dovrà dare istruzioni alle banche PER NIENTE andrebbe chiarito se rimane l'obbligo che tutti gli appartamenti dello stabile abbiano la possibilità di utilizzare i posti auto realizzati ABBASTANZA press LinE Il Sole12 07/02/2012 Cornpravendite ferme ma i prezzi non calano T utto è cominciato con la nascita del figlio. All'improvviso i 55 metri quadri in cui vivevano Marco M. bancario 3ienne, e Paola, avvocato, sono divèntati inadeguati a ospitare l'allegra valanga di culle, passeggini, seggioloni e fasciatoi. «Tanto vale comprare casa», si sono detti, potendo contare sulla possibilità di ottenere un mutuo. «Dalle famiglie di origine - spiega Marco - ci è arrivato anche un aiuto economico, così abbiamo programmato un budget intorno ai 35omila euro». Ben presto, però, la loro determinazione ha dovuto scontrarsi con la dura realtà del mercato immobiliare romano: la cifra per la quale erano disposti a indebitarsi per trent'anni 'non bastava per un trilocale in buono stato, in zona Aurelio/Trionfale e dintorni. «Ci siamo ritrovati in "deliziose stanzette per il bimbo" senza finestre - racconta Marco -, in palazzine post-abusive con splendido affaccio su calcinacci, in "luminosi piani terra con giardino" bui come catacombe anche a mezzogiorno. E giù richieste di 36o, 37o, 39omila curo. "Sa, qui si paga anche il quartiere", rispondevano gli agenti immobiliari alle nostre timide proteste». Stufi di dover "pagare anche il quartiere" hanno iniziato a prendere in considerazione di uscire dalla "sacra" linea del Grande raccordo anulare e spingere la ricerca sulla direttrice della Cassia. «Questa deviazione geografica ci ha regalato un paio di weekend di respiro - continua il giovane padre di famiglia -: tanto verde, appartamenffpiù grandi e luminosi, qualche villetta a schiera degna di nota. Ma abbiamo desistito dall'idea della Cassia quando le testimonianze di amici ci hanno descritto l'ingresso quotidiano verso il centro di Roma come un "inferno": per la serie, hai la villetta, ma ci stai dentro solo per dormire». Dopo mesi di scoraggianti ricerche, A ROMA Acquistare un trilocale in una zona che è servita della metropolitana spesso sfonda il budget a disposizione delle famiglie hanno inaugurato il nuovo anno decisi a esplorare il quadrante nord-est, dal Nomentano a Prati Fiscali. «L'idea che ci siamo fatti - afferma Marco - è che Roma ha un mercato immobiliare "drogato" dalla stessa arretratezza di una capitale europea che ha, ad esempio, una copertura di metropolitane ridicola rispetto alle dimensioni della città. Noi non demordiamo, ma l'idea di trasferirci altrove seppur' rimanendo in Italia - comincia, di tanto in tanto, a fare capolino». Fr.Mi. (E/ RIPRODUZIONE RISERVATA (IERI Patimento delle cose si torna a parlare di riforma del Casato Con,,en mairreezin n La press LinE Il Sole 07/02/2012 It punto critico Con l'aumento delle tasse si torna a parlare di riforma del Catasto Angelo Busani alta rispetto a quella di compravendite e successioni) i nodi vengono energicamente al più significativa della fiscalità immobi- pettine e chiamano a gran voce una riforma. liare degli ultimi mesi, rappresenta La direzione obbligata è quella dell'aumento certo un perno fondamentale del riassetto del- •dci valori, cui si contrapporrà - si spera - una la finanza pubblica, ma anche lagoccia che ha parallela riduzione delle aliquote. Un interprobabilmente fatto traboccare il vaso vento, quindi, a "costo zero" per i contribuendell'inefficienza nell'attuale sistema catastale ti (in generale), ma con l'emersione, indubbiadi rilevamento dei valori immobiliari. Troppo mente costosa per gli interessati, delle situaforti le disparità di trattamento che esso pro- zioni che oggi viaggiano a fari spenti. voca, tanto più inaccettabili quanto più la presAlla radice del male vi è anche un sistema, sione fiscale aumenta. quello catastale, allestito non per fotografare i A breve termine, l'introduzione dell'Imu valori di mercato ma per mostrare laredditiviavrà un primo sensibile effetto sul portafoglio tà dell'immobile: l'intento dipassare dal reddidei cittadini; a medio termine potrebbe inve- to al valore mediante un "semplice" moltiplice rappresentare la spinta definitiva per af- catore della rendita è una pia illusione, perché frontare davvero il tema dell'attribuzione di ovviamente non è questo il metodo migliore rendite catastali che siano aggiornate (e ag- per stabilire la base imponibile da applicare a giornabili con rapidità e flessibilità) in corri- imposte che invece si fondano sul valore del spondenza della realtà del mercato. Oggi il Ca- bene caso per caso considerato. tasto offre spesso valori assai lontani da quelli Pure l'attuale metodo di calcolo delle rendicorrenti, considera degradate aree urbane di te è completamente fuori asse, se si pensa che grande pregio, tratta come fatiscenti case di sul «metro quadrato» si fonda solo la rendita lusso, e talvolta attribuisce valutazioni eleva- catastale di negozi e garage, mentre per uffici te in quartieri che nel tempo si sono degradati. e appartamenti la rendita si basa su quell'anaVisto che le aliquote dell'Imu si applicano a cronistica unità di misura che è il «vano», una base imponibile assai robusta (molto più un'entità che il mercato nemmeno lontanaI : Imu, che è senz'altro l'innovazione mente conosce ed è quanto di meno standardizzabile possa capitare. In base ai progetti governativi fin qui trapelati, la revisione del sistema catastale dovrebbe essere compiuta in tre passaggi. Dapprima i Comuni dovrebbero essere segmentati nelle «microzone», cioè in tanti àmbiti omogenei (tendenzialmente corrispondenti ai vari "quartieri" cittadini) per tipologia edilizia, data di edificazione, infrastrutture e reti di collegamento al resto del territorio (si tratta di un lavoro che l'agenzia del Territorio dovrebbe aver già svolto fm dai primi anni zoo()); in queste microzone, che sono alcune decine a Torino, Milano e Venezia, e che diventano oltre 35o a Roma, vanno monitorate le quotazioni dimercato, come fa giàl'Osservitorio delmercato immobiliare, apparato gestito dall'agenzia del Territorio in collaborazione con diversi attori del mercato immobiliare. Realizzata la base di partenza, si tratterà di stabilire il valore di mercato delle diverse unità immobiliari, partendo dai valori medi unitari per ogni tipologia di immobili ubicati nelle varie zone (e poi moltiplicarli per lametiratura delle singole unità immobiliari), comparando le situazioni simili e utilizzando correttivi per perequaré tra loro lc casistiche peculiari. Infine, si dovrà definire la redditività dei beni con l'utilizzo dei coefficienti di fruttuosità applicabili in relazione al pregio delle singole microzone, e considerando l'incidenza che sul reddito hanno le spese di manutenzione, i costi di amministrazione e, le quote di ammortamento. Acquisti di abitazioni. Circa 600mila all'anno ORIA,1 - 1171nliril6lli Al Pagina 17 ; ;;' a,',ndent press LinE Il Sole12 07/02/2012 Chi non riesce a vendere... Gli immobili non locati e quell'ansia da fisco di Francesca Milano e tenere un immobile sfitto e in« venduto diventa così oneroso, forse allora conviene abbassare il prezzo della richiesta». È l'amara conclusione che fa Giulia S., 58enne napoletana che da un anno cerca (invano) di vendere un fabbricato. «Dopo averlo faticosamente liberato da un inquilino moroso, che non mi pagava più il canone da oltre otto anni - racconta - ho deciso di non riaffittarlo e di venderlo. Non volevo correre il rischio di "mettermi in casa" un nuovo cattivo pagatore. Così mi sono rivolta a un paio di agenti per sapere quale fosse il prezzo giusto e ho dato mandato a uno di qiiesti di cercare di venderlo. Ma pare che la mia richiesta sia inarrivabile per i (pochi) potenziali acquirenti». L'immobile, situato nel centro storico di Napoli, è stato ereditato: «Nella divisione ereditaria - spiega la proprietaria - l'immobile era stato valutato molto di più. Ma più gli anni passano, più perde valore e invece che diventare un guadagno, per me è diventato solo un costo». Con l'arrivo dell'Imu, infatti, mantenerlo diventa ancora più oneroso. «Non posso continuare a pagare le tasse per un immobile che non produce alcun reddito e che, in più, con il tempo continua a svalutarsi». La soluzione è una sola: vendere. Ma il mercato è fermo, le offerte arrivate in un anno si contano sulle dita di una mano e sono tutte di molto inferiori alla valutazione che gli agenti hanno fatto. «So che probabilmente ci perderò dei soldi sulla carta - spiega Giulia - ma preferisco vendere ora a meno, piuttosto che aspettare che il mercato si riprenda e intanto pagare l'Imu». Oltre alle tasse, lasciar passare altri anni significa anche andare incontro a ulteriori spese di manutenzione. Così la proprietaria ha deciso di abbassare la sua richiesta A NAPOLI Tenere un immobile non produttivo diventa molto oneroso La cessione si scontra con la mancanza di risorse del 5%: «Se riuscissi a vendere - dice - eviterei di pagare l'Imu, quindi forse alla fine i conti tornerebbero, anche se dalla vendita incasserei meno». Senza contare che con i soldi della vendita la signora Giulia potrebbe - come spera - comprare due mini appartamenti per le figlie. «Spero - dice - che lo sconto di cui Aglio futuro compratore beneficerà sia lo stesso sul quale potrò contare io comprando in un momento di stallo del mercato come questo. Sempre a patto che io riesca a vendere». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Gin Paumemodelle tvse si torna a parlare di riforma del Catasto mobilinunlocati • nsiadafisco press unE II soler /,1 07/02/2012 ANALISI di Gualtiero Tamburini Un complesso di interventi senza una linea guida impressionante scorrere l'enorme quantità di norme di 1;;npatto diretto sul settore immobiliare che dal decreto "sviluppo" del luglio 2011 a oggi, incluso il decreto "semplificazioni" ancora in bozza, il Governo Berlusconi, prima, e quello Monti, poi, si direbbe senza alcuna discontinuità tecnica, hanno emanato. Una vera e propria bulimia di leggi che supera, credianih, - anche per un settore normativo-dipendente come l'immobiliare - ogni record precedente. Una bulimia dettata dall'ansia di "fare qualcosa" in una situazione di emergenza con il meritevole intento di rimettere in moto l'economia. Il ritmo della produzione di norme è quello di un nuovo provvedimento al mese; sono infatti sette i decreti legge in poco più di un semestre 'e in ciascuno le novità, in decine di articoli e commi, sono numerose. Inoltre, molte di queste rinviano a successivi decreti di attuazione, quindi a ulteriori profluvi normativi. I dati sull'impatto che una terapia di successo su immobiliare-costruzioni potrebbe avere spiegano il tentativo in atto; tuttavia più di un dubbio su come sembrerebbe attuarsi, cioè al di fuori di una visione d'insieme, riguarda la sua reale efficacia. Secondo una recente stima di Federimmobiliare, ben i119,4% del reddito nazionale viene prodotto da immobiliare e costruzioni con oltre due milioni di occupati. Ma il valore del settore va ben oltre questi dati, se si considera la formidabile capacità di attivazione dell'intera economia e l'indispensabile ruolo nella formazione di circa metà degli investimenti fissi del Paese, con le implicazioni che questi possono avere sulla competitività del tessuto industriale, la qualità dell'ambiente e della vita stessa delle famiglie. Invece, l'immobiliare sembra essere preso in seria considerazione soprattutto quando si tratta di spremerne un contributo fiscale, come è accaduto anche lo scorso Natale, in occasione del Decreto "Salva Italia", quando da esso si sono estratti poco meno di quaranta miliardi, una misura più che doppia dì quella che sarebbe stato giusto imputargli in proporzione al peso che riveste nell'economia. Oggi la potenzialità di volano della crescita rappresentata dall'industria immobiliare non è sfruttata appieno, essendo frenata danna varietà enorme di fattori tra cui un contesto normativo sempre più farraginoso, complicato e senza una vision che metta a sistema investimento, produzione e gestione. Un paio di esempi tratti dalla enorme attività normativa dell'ultimo semestre possono aiutare a capire. Prendiamone uno all'inizio del semestre. Nel decreto "sviluppo" spiccano le finalmente varate nuove regole fiscali per i fondi immobiliari. Tuttavia, solo con una successiva circolare dell'Agenzia delle entrate del i6 dicembre 2011 queste hanno potuto essere definite. Il problema è (anche) che le nuove regole fiscali arrivano dopo una assurda vacatio legis iniziata un anno prima, quando erano state dettate incerte linee della riforma incompiuta dei fondi immobiliari. Pur tralasciando il danno, anche d'immagine, per il Paese, della lunga fase di incertezza, resta il F4 fatto che nessuna risposta è stata data - e una riforma dei fondi immobiliari poteva essere l'occasione - a questioni strategiche fondamentali come l'incentivazione all'investimento long term soprattutto degli investitori esteri, Oggi, infatti, questi, salvo qualche Cassa di previdenza, sono praticamente scomparsi, mentre, per un sostenibile sviluppo del Paese, sono indispensabili. Perché solo così si possono offrire immobili in locazione a famiglie e imprese, altrimenti costrette a investire direttamente risorse che dovrebbero meglio impiegare nelle attività caratteristiche o rigenerare grandi aree abbandonate o sottoutilizzate per le quali occorrono grandi volumi di investimenti. Per gli investitori esteri non speculativi, peraltro, sarebbe proprio il caso, se non si può fare di meglio, di individuare corsie preferenziali che li convincano a superare le diffidenze nei confronti delle incertezze normative che connotano l'Italia. Un altro esempio, il più recente, può essere tratto dal decreto legge sulle semplificazioni; IL QUADRO Trascurata la possibilità di utilizzare il comparto per far crescere l'economia L'immobiliare resta un serbatoio per il gettito obiettivo, questo, che potrebbe essere ricco di straordinarie potenzialità se si pensa che il mondo immobiliare. Infatti, una recente indagine Delphy condotta sugli opinion maker dell'industria immobiliare, presentata in occasione dell'assemblea di Federimmobiliare, vede al primo posto, prima addirittura del tema fiscale, quello della semplificazione. Tuttavia, scorrendo la bozza di decreto legge che circola, la promessa contenuta nel titolo si riduce a due soli e circoscritti ambiti, la dichiarazione unica per gli impianti termici e la commerciabilità dei parcheggi "Tognoli", dimenticando, sempre per citare uno dei desiderata espressi nella citata indagine, la normativa edilizia e urbanistica. In questa materia, infatti, lo spread con la Germania e gli altri grandi Paesi europei - misurato con la lunghezza dei tempi necessari (e le incertezze) per completare gli iter autorizzativi - è forse maggiore di quello sui tassi di interesse; però si può combattere senza vincoli di bilancio. La risorsa che occorre è la volontà politica, una risorsa della quale neppure un governo tecnico può fare a meno e che nella fattispecie consiste nello stabilire che, per una ripresa economica sostenibile del Paese, occorre anche mettere in campo una politica industriale immobiliare. Il tempo che il Governo Monti ha davanti e le competenze che possiede sono sufficienti perché finalmente venga realizzata. Un settore che rappresenta quasi i/5 dell'intera economia lo meriterebbe, mentre il Paese ne avrebbe assoluta necessità. (01111'IMJUZIONF 111S1-12. 1A iellerassesi tom muld Can.> °cali 1,,rave;dirc ferme ezi non cuLmo Unconpleudint sni.undluuuguida press LinE Il Sole/2 07/02/2012 Novanta giorni per cambiare regole Nuova residenza in tempo reale ma non subito Gianni Trovati MILANO MIO Cambi di residenza, di abitazioni all'interno del Comune e costituzione di nuove famiglie in tempo reale, ma non subito. Nella versione finale del decreto sulle semplificazioni, riapprovato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri, spunta un nuovo calendario per una delle regole che nei giorni scorsi hanno ottenuto più fortuna mediatica: per far partire davvero la procedura ultra-veloce, che certifica il cambio di residenza entro due giorni dalla richiesta, il Governo si dà tempo 90 giorni (il conto alla rovescia scatta dalla data di pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale» del decreto sulle liberalizzazioni). In questi tre mesi, il ministero dell'Interno e quello della Pubblica amministrazione dovranno scrivere un regolamento per semplificare e «rendere compatibili» le procedute generali dell'anagrafe, scritte nel Dpr 223/1989. I tempi supplementari nascono dall'esigenza di evitare il rischio di una «doppia esistenza» burocratica del cittadino che cambia Comune di residenza, ma anche di chi costituisce una nuova famiglia oppure si trasferisce senza superare i confini del Comune. Le questioni più delicate sono due: il Comune di destinazione, con le regole attuali, ha 45 giorni di tempo per effettuare tutti i controlli del caso e validare la richiesta di cambio di residenza, ma se gli effetti dell'istanza decorrono in automatico dopo due giorni dalla sua presentazione l'affacciarsi di sovrapposizioni diventa concreto. Con la conseguenza, per esempio, che chi si è trasferito continui a usufruire di bonus economici nel Comune che ha abbandonato o addirittura, per chi trasloca in periodi di elezioni, che si trovi a essere residente (e votante) in due Comuni. La previsione della prima versione del decreto, che imponeva al Comune di origine di bloccare automaticamente tutti gli effetti della vecchia residenza in tempo altrettanto reale, non è stata considerata sufficiente a evitare il rischio-doppioni. Anche perché la rete telematica delle anagrafi abbraccia ormai quasi tutti i Comuni (è iscritto il 97% degli enti, ed è attivo con gli aggiornamenti dei dati il 93%), ma gli incro. ci e le verifiche in temi, o reale con la nuova normativa sono da testare sul campo. Soprattutto, sono da armonizzare le procedure e i tempi dei controlli che sono obbligatori per i Comuni che "accolgono" il nuovo residente. Nel frattempo, sempre sul versante delle verifiche sulle diverse situazioni fotografate dagli uffici, le burocrazie locali devono fare i conti anche con gli effetti della «decertifìcazione» prevista nella legge di stabilità. Il divieto di chiedere certificati che provino «stati, qualità personali e fatti», imposto dall'articolo 15 della legge183/2ou, impone infatti di creare una rete di dati condivisibili (in termini di informazioni, ma anche di formati elettronici) con i vari ministeri a cui gli enti dovranno rivolgersi per ottenere ciò che fino a ieri chiedevano direttamente ai cittadini. La conseguenza più diretta è una nuova spinta alle autocertificazioni: il Comune di Roma, per esempio, ha messo online 20 casi di «dichiarazioni sostitutive» di certificati (dall'esistenza in vita al titolo di studio) e dieci diverse «dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà», da utilizzare per casi più "complessi" (dal pagamento tardivo di assegni alle dichiarazioni di «copie conformi»). Resta da capire il grado di semplificazione effettivaper i cittadini se una foresta di moduli per l'autocertificaZine sostituisce il vecchio labirinto dei certificati. ,11.0011,10. RISFRVATA I punti chiave 01 i DUE GIORNI Cori le nuove regole gli effetti giuridici del cambio di residenza decorrono dall'atto della dichiarazione, e l'iscrizione va effettuata dal Comune entro due giorni dalla richiesta Pagina 29 02 I I CONTROLLI I Comuni hanno oggi 45 giorni di tempo per effettuare le verifiche collegate al cambio di residenza . 0 unico vale la sostanza 031 IL REGOLAMENTO Il Governo ha 90 giorni per uniformare le regole evitando il rischio di «doppie residenze» Ia° delle paghe negettioneedeermare_uouu press LinE Il Sole12 07/02/2012 Giustizia amministrativa. Ai creditori si applica il principio della par condicio Niente azione individuale se il Comune è in dissesto Il singolo può agire conclusa la gestione straordinaria Luciano Cimbolini Ilprincipio dellapar condicio creditorum che informa la procedura del dissesto degli enti locali prevale anche nel caso in cui ci si trovi di fronte a un giudizio di ottemperanza rivolto alla mera esecuzione di un precedente giudicato. Questo è il principio riaffennato dal Consiglio di Stato, sezione IV, con la decisione n.226/2012. L'articolo 248, comma 2, del Tuelprevede che nonpossano essere intraprese o proseguite azioni esecutive nei confronti dell'en- te per i debiti che rientrano nella competenza dell'organo straordinario di liquidazione in pendenza della procedura di dissesto. Questa norma pone un divieto di un'azione esecutiva individuale nei confronti dell'ente locale che va esteso a tutte le azioni aventi un medesimo contenuto, tra le quali, rientra anche il giudizio di ottemperanza, qualora esso sia rivolto alla mera esecuzione di una sentenza del giudice ordinario di condanna al pagamento di una somma di denaro. Nel caso di specie, il cessionario di un credito vantato nei confronti di un Comune dissestato, sul quale si era già formato il giudicato, aveva proposto un ricorso, respinto dal Tar Campania, per l'esecuzione del giudicato.Il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del Tar, poiché la procedura di liquidazione dei debiti de- gli enti locali dissestati è essenzialmente dominata dal principio della par condicio dei creditori, per cui la tutela della concorsualità comporta l'inibitoria anche del ricorso di ottemperanza in quanto misura coattiva di soddisfacimento individuale del creditore. Le doglianze dell'appellante andavano dedotte nei confronti del procedimento di formazione dell'elenco dei creditori ammessi, atteso che è in quella sede che l'organo straordinario di liquidazione procede, eventualmente errando, alla formazione dell'elenco dei soggetti partecipanti al riparto delle risorse reperite nella procedura. A differenza del fallimento, la procedura di dissesto non lede in modo definitivo le pretese deicreditori dell'ente locale, ma le rende solo ad essa non opponibili. Secondo la Corte costituzionale (sentenza n. 269/98), resta la facoltà del creditore di agire nei confronti dell'ente, una volta cessato lo stato di dissesto ed esaurita la procedura di gestione straordinaria. Non rientra fra gli effetti della liquidazione straordinaria in caso di dissesto, finalizzata al risanamento dell'ente e al soddisfacimento dei debitipregressi, quello di determinare l'estinzione dei crediti rimasti insoddisfatti in sede concorsuale, poiché i crediti non ammessi o residui, conclusa la procedura di liquidazione, potranno essere fatti valere nei confronti dell'ente risanato. In altre parole, nei confronti della gestione liquidatoria non può essere esperita nessuna azione esecutiva, compresa l'ottemperanza; terminato il dissesto, l'azione può essere intrapresa di nuovo nei confronti dell'ente ritornato in bonis. 4. RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 31 , •. . niente azione individuale sei! Comune è in dissesto S TTIN `101.11 INTROI LI.S.LIONI REsvons smul press LinE Il Sole12 07/02/2012 I giudici intervengono sulle farmacie in Sardegna I posti a concorso possono crescere anche se il bando già aperto Guglielmo Saporito oro Le liberalizzazioni passano anche per corrette procedure di selezione e utilizzo dei posti disponibili. Questo è il contenuto dell'ordinanza del Consiglio di Stato del 14 gennaio 2012, n. no in tema di farmacie. La questione riguardava il conferimento di sedi farmaceutiche, ma si presta ad applicazioni per altre professioni ad accesso limitato e per i concorsi in genere. Una legge del 2003 (articolo 48, comma 29, legge 326) preve- de che il conferimento di farmacie vacanti o di nuova istituzione avvenga con un bando quadriennale della Regione. In Sardegna, si discuteva dell'obbligo di inserire nell'elenco delle sedi disponibili anche le farmacie divenute vacanti dopo la pubblicazione del bando. Le farmacie vacanti, infatti, erano aumentate durante il concorso, innalzando i posti disponibili. Ma se le operazioni di concorso si dilungano ed ostacolano la cadenza quadriennale del bando, si rischia di riservare a una ristretta cerchia di concorrenti l'accesso ai posti, a scapito delle nuove leve. Sul punto, il Consiglio di Stato dà rilievo all'esigenza di garantire la periodicità del concorso, con la conseguenza che si può ampliare il numero delle farmacie da assegnare, includendovi quelle divenute vacanti dopo l'emanazione del bando, ma solo nel caso in cui sia rispettata la cadenza quadriennale. In pratica, se il bando per assegnare io farmacie si apre a gennaio 2012, e mentre si svolgono le se- lezioni dei 50 che si sono iscritti al concorso si liberano altre 5 farmacie, queste possono rientrare nel bando già aperto, e le farmacie da distribuire fra i5o concorrenti salgono da io ai.5. Questa possibilità, secondo il Consiglio di Stato, deve però rispettare il limite dei quattro anni di valenza del bando. Se cioè lo svolgimento del concorso richiede più di quattro anni, per assegnare le farmacie che si liberano dopo il 2016 è necessario aprire un altro bando. Questo principio può essere utile anche per altri casi in cui c'è necessità di saturare i posti vacanti, garantendo una migliore selezione e pari possibilità ai concorrenti. Pensiamo, ad esempio, ai concorsi per diventare notaio dove i candidati concorrono a più bandi perché non conoscono l'esito delle prove relative ai bandi precedenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 31 I Niente ailoneindividuale se il Comune è in dissesto INTROLLL ANZIONI PROFILI DI smunì 1,1101.1.1ICLIA, DIA ISIOZUF DONAZIONI •"'"“`'' press LinE ItaliaOggi 07/02/2012 Province, esenzioni lei a maglie strette La provincia è tenuta a pagare l'Ici (e dal 2012 anche l'Intu) se gli immobili non sono destinati al soddisfacimento di compiti istituzionali dell'ente pubblico che ne è proprietario. Non è infatti sufficiente che li metta a disposizione di terzi, anche se la provincia è obbligata a darli in uso allo stato per lo svolgimento di attività didattiche. Lo ha stabilito la Ctp dii Terni, prima sezione con la sentenza n. 237 del 7 novembre 2011. Per il giudice tributario, è indispensabile che l'utilizzo avvenga in forma immediata e diretta, e cioè da soggetti interni alla struttura organizzativo-amministrativa dell'ente poiché solo ín questo caso Fuso può essere caratterizzato di; fini istituzionali. L'esenzione lei per gli immobili posseduti dagli enti pubblici territoriali (regioni, province, comuni) è condizionata dalla destinazione effettiva che a questi viene data. Per il riconoscimento dell'esenzione non è sufficiente la volontà di destinare l'immobile a finalità istituzionali. L'articolo 7, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 504/1992, it aneva l'esenzione dall'imposta per gli immobili Posseduti stata, regioni, province, comuni, comunità montane, consorzi fra questo tipo di enti, unità sanitarie locali e così via, destinati esclusivamente a compili. istituzionali. Anche la Cassazione (sentenze 14146/2003 e 21571/200 41) ha chiarito che non spetta l'esenzione Lei se l'ente pubblico non fornisce la prova che abbia questa destinazione esclusiva. La pronuncia è interessante considerato che la nuova discip Dina Imu impone ai comuni di pagare il tributo per gli immobili siti anche sul proprio territorio se non destinati ai compiti i,stitu:Iiionall. zi La novità è rappresentata dal fatto che l'esonero è con onato dalla destinazione dell'immobile e non comp ete più gli úninobili ubicati sul territorio di altri comuni. L'amministrazione comunale, dunque, anche per gli inunobili siti sul suo territorio deve pagare la quota d'imposta riservata allo stato, qualora non sia destinato a sede o ufficio dell'ente. Per esempio, un Immobile di proprietà dell'ente che viene dato in affitto o concesso in uso allo stato per lo svolgimento di attívità3icolastiche è assoggettato a imposizione, non potendosi configurare una finalità istituzionale. dts Sergio Tro Pagina 28 Lrrni cer I con F24 press LinE ItaliaOggi 07/02/2012 E ancora in vigore il blocco dei tributi locali DI IRENA Rocci È ancora in vigore il blocco del potere dei comuni delle province e delle regioni di aumentare le aliquote o le tariffe dei tributi di loro competenza. A nulla rileva l'abrogazione del comma 7 dell'art. 1 del dl 27 maggio 2008, n. 93 che per primo aveva introdotto detta sospensione. Non appare dunque condivisibile il giudizio espresso dall'Ifel nella nota relativa alla «sintesi della disciplina Imu e del calcolo delle variazioni delle risorse 2011-2012». In attesa di nuovi interventi normativi continua ad essere operante la norma attualmente in vigore, e cioè l'art. 1, comma 123, della legge 13 dicembre 2010, n. 220, in base alla quale «resta confermata, sino all'attuazione del federalismo fiscale, la sospensione del potere delle regioni e degli enti locali di deliberare aumenti dei tributi, delle addizionali, delle aliquote ovvero delle maggiorazioni di aliquote di tributi ad essi attribuiti con legge dello stato». Un'analisi comparativa delle norme può essere di ausilio per tastare con mano la veridicità della tesi più restrittiva per gli enti territoriali. Il comma 7 dell'art. 1 del dl n. 93 del 2008 esordiva affermando che «dalla data di entrata in vigore del presente decreto e fino alla definizione dei contenuti del nuovo patto di stabilità interno, in funzione della attuazione del federalismo fiscale, è sospeso il potere delle regioni e degli enti locali di deliberare aumenti dei tributi, delle addizionali, delle aliquote ovvero delle maggiorazioni di aliquote di tributi a essi attribuiti con legge dello stato»; continuava poi a enunciare i casi in cui detto blocco non si applicava e cioè quando scattavano gli automatismi fiscali per il ripiano dei disavanzi in materia sanitaria e per il mancato rispetto del patto di stabilità interno. Dal confronto dei testi delle due norme appare evidente che, il richiamo al comma 7 dell'art. 1 del dl n. 93 del 2008 deve considerarsi meramente superfluo, dal momento che il legislatore ha espressamente ripresentato il contenuto dispositivo che intendeva ribadire, vale a dire «la sospensione del potere delle regioni e degli enti locali di deliberare aumenti dei tributi, delle addizionali, delle aliquote ovvero delle maggiorazioni di aliquote di tributi a essi attribuiti con legge dello stato». Né a sostenere il contrario varrebbe affermare che quesfultima norma era più completa, escludendo del blocco specifiche fattispecie, giacché sia gli automatismi fiscali, previsti per i casi di squilibrio economico nel settore sanitario e sia gli aumenti delle aliquote per il mancati rispetto del patto di stabilità, per il loro carattere di norme eccezionali trovano comunque applicazione. A ogni modo anch'essi sono stati confermati dall'art. 5, comma 4, e dall'art. 6, comma 10 del dlgs 6 maggio 2011, n. 68. Semmai il problema è quello di stabilire se si sia o meno di fronte «all'attuazione del federalismo fiscale», giacché, in mancanza di una norma esplicita, tutto si gioca sul significato da dare a questa locuzione. Per il ministero dell'economia e delle finanze il blocco è ancora operativo, tanto che propone impugnative innanzi agli organi giurisdizionali per regolamenti comunali o provinciali che dispongono l'aumento delle aliquote o delle tariffe sui tributi di competenza. Per l'Ifel, invece, il blocco è venuto meno, tanto che sollecita i comuni a fare manovre sull'Imu e sulle altre entrate tributarie in base all'apodittica affermazione «vista l'avvenuta cessazione del regime di sospensione delle facoltà regolamentari a suo tempo instaurata con il dl n. 93 del 2008». Se ciò è valido per l'Imu questo non può certo dirsi per la Tosap o l'imposta comunale sulla pubblicità e il diritto sulle pubbliche affissioni o il relativo canone per l'installazione dei mezzi pubblicitari, i quali restano sotto la cappa del blocco. La questione non è certo dí lana caprina o di interpretazione logico-sistematica delle disposizioni coinvolte, giacché i comuni devono predisporre i bilanci e vorrebbero, giustamente, conoscere come muoversi in questa bufera di norme sin troppo esplicative da un lato e alquanto fumose dall'altro. Sembra essere ineludibile un intervento del legislatore che decida liberamente se la pressione fiscale (a parte le eccezioni già accordate) debba essere ancora contenuta, o possa ancora essere «ritoccata» in aumento dalle manovre degli enti territoriali. O Riproduzione riservata Pagina 28 press LinE 07/02/2012 ItaliaOggi Chiusura per neve recuperata con ferie o permessi retribuiti I lavoratori pubblici di Roma e provincia, che non sono andati al lavoro nei giorni scorsi a causa delle avverse condizioni meteorologiche e in ossequio alle disposizioni di chiusura degli uffici pubblici contenute nelle ordinanze prefettizie del 3 e 4 febbraio scorsi, potrebbero essere costretti a dover recuperare, con ferie o permessi retribuiti, le giornate lavorative non svolte. Le abbondanti nevicate, vere e proprie cause di forza maggiore che impongono la chiusura degli uffici pubblici per garantire la sicurezza, non sono imputabili né al lavoratore né al datore di lavoro. Di conseguenza, quest'ultimo non è tenuto a corrispondere la prestazione lavorativa. A questa conclusione si perviene leggendo un parere dell'Aran del 25 maggio 2011 (n.50) che, in risposta a un quesito sul punto, non lascia margine ad alcun dubbio. I giorni non lavorati vanno scomputati dalle ferie o dal monte ore dei permessi retribuiti per motivi personali che spettano ai lavoratori annualmente per contratto. Il quesito posto all'Aran chiedeva in che termini considerare la prestazione lavorativa, qualora la stessa non possa essere effettuata per cause derivanti da «eventi naturali o per provvedimenti autoritativi che impongono la chiusura dell'amministrazione» (come si vede, entrambi i casi ricorrono per il maltempo che ha colpito la Capitale in questi giorni). Per l'Agenzia, nel caso in questione occorre fare riferimento al concetto di «forza maggiore», ovvero un evento che non è imputabile né ai lavoratori né al datore di lavoro, con la conseguenza «che quest'ultimo non è tenuto a corrispondere la retribuzione per le ore di mancata prestazione» (citando sul punto l'articolo 2099 del codice civile e la sentenza della Cassazione, sez. lav., n.481 del lontano 1984). Attenzione, nulla vieta alla stessa amministrazione di corrispondere ugualmente la retribuzione per i giorni in cui si è verificata la situazione di forza maggiore, ma a una condizione. Ovvero, che il dipendente utilizzi, al fine di motivare l'assenza, gli strumenti forniti dal contratto collettivo di comparto, quali le ferie, le festività soppresse, i permessi retribuiti ex articolo 18 Ceni del 1995 (18 ore annuali), oppure altre modalità previste dal contratto per il recupero delle ore non lavorate. In pratica, il lavoratore romano che è rimasto a casa, se ha già fruito dei permessi retribuiti, si vedrà costretto, alla riapertura degli uffici, a restare di più in servizio per recuperare le ore non lavorate causa maltempo. Manlio Edoardi —oRiproduzione riservata Pagina 28 press LinE 07/02/2012 ItaliaOggi Ascotributi auspica un chiarimento dalle Entrate Imu versata con F24 Ai comuni la scelta sulla riscossione DI SERGIO TROVATO Imu deve essere versata ir con il modello F24, ma i comuni possono decidere se il tributo debba essere riscosso da loro direttamente o tramite i concessionari affidatari del servizio. Questa è la posizione che ha assunto Ascotributi locali in una recente nota, nella quale auspica che la tesi possa trovare conferma nel provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate di prossima emanazione, che dovrà sciogliere i dubbi sulle modalità di versamento della nuova imposta locale. In realtà, la norma di legge non è molto chiara nella formulazione sulle modalità di versamento dell'imposta. IJarticolo 13 del dl Monti (201/2011), infatti, si limita a stabilire che la somma di competenza dello stato deve essere versata «contestualmente all'imposta municipale propria». Inoltre, in deroga a quanto disposto dall'articolo 52 del decreto legislativo 446/1997, che attribuisce agli enti il potere di decidere le modalità di riscossione, spontanea e coattiva, delle proprie entrate, l'Imu deve essere versata solo con 1'F24. Dun- que, il contribuente dovrà effettuare un duplice versamento: uno a favore del comune e l'altro a favore dello stato. Nella nota dell'associazione di categoria si fa rilevare che il versamento tramite F24 era già previsto per l'Ici ed è regolamentato dal provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate del 26 aprile 2007. In base agli articoli 6 e 7 di questo provvedimento, l'amministrazione finanziaria deve accreditare giornalmente alle tesorerie comunali, ai concessionari o agenti della riscossione le somme incassate con í modelli F24 e a trasmettere periodicamente un flusso informativo contenente il dettaglio delle informazioni relative alle somme riscosse. I comuni, infatti, sono tenuti a fornire all'Agenzia delle entrate le coordinate bancarie o postali sulle quali accreditare le somme riscosse. Eventuali variazioni delle coordinate devono essere comunicate almeno 30 giorni prima dell'operatività dei cambiamenti richiesti. L'Agenzia, poi, trasmette agli enti locali le informazioni relative alla riscossione di imposta, sanzioni e interessi, con il rispetto della seguente tempisti- ca: entro nove giorni lavorativi in tutti i casi ín cui sia possibile la trasmissione dei dati in via telematica; con cadenza mensile negli altri casi. Pertanto, secondo Ascotributi, considerato che l'articolo 13 del dl Monti fa salve le disposizioni contenute nel decreto sul federalismo municipale (dlgs 23/2011) e, in particolare, la potestà regolamentare in materia di entrate degli enti locali «anche per i nuovi tributi previsti dal presente provvedimento», i comuni «sono pienamente legittimati a richiedere all'amministrazione finanziaria che le attuali modalità operative anche in ordine al soggetto destinatario dell'accredito giornaliero delle somme incassate tramite F24 siano riconfermate nell'emanando provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate previsto dal citato comma 12 dell'art. 13». — ro Riproduzione riservata od ti` loe àr u v Ild oggi.1 Pagina 28 press LinE ItaliaOggi 07/02/2012 Dal Cipe il piano nazionale per l'edilizia scolastica Sos nuove scuole Si accettano permute DI EMANUELA MICUCCI arole d'ordine: riduzione dei consui e miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici scolastici. Sia per l'ammodernamento e la messa in sicurezza del patrimonio scolastico sia per la costruzione di nuove scuole. Non solo. Entro 2 anni dall'entrata in vigore del decreto di Semplificazione, comuni e province proprietari degli edifici scolastici avranno l'obbligo di contenerne i consumi di energia e migliorane l'efficienza energetica. Primo passo la ricognizione del patrimonio immobiliare pubblico per individuare edifici e aree non più utilizzati da poter destinare a questi interventi, tra cui caserme, immobili e terreni di proprietà del ministero della difesa non più utilizzati a fini militari. Mentre la costituzione di fondi immobiliari valorizzeranno il patrimonio edilizio scolastico attraverso strumenti finanziari innovativi, articolati in un sistema nazionale e locale, per acquisire e costruire nuove scuole. pm Quindi, verranno messi a disposizione gli edifici scolastici per valorizzarli o dismetterli a privati o enti pubblici attraverso la permuta con immobili già esistenti o da costruire o da destinare a nuove scuole. Per semplificare le procedure, poi, per le nuove scuole è acquisito automaticamente il vincolo di destinazione a uso scolastico con il collaudo dell'opera, mentre per gli edifici oggetto di permuta cessa con il trasferimento delle attività scolastiche. Infine, si definiranno le modalità di compartecipazione degli enti locali coinvolti. Il piano di edilizia scolastica prevede, per il 2012, 100 milioni di euro e, per il triennio 2012/14. è esteso alla primaria e infanzia nel rispetto, però, dei saldi strutturali di finanza pubblica. Cronoprogramma, e verifica periodica della realizzazione del piano saranno definiti dal Cipe, sotto il controllo del ministro per la coesione territoriale, Fabrizio Barca. CRiproduzione riservata E Pagina 36 Riformati er ',Renda digita W: '1,, . . Its, non è finna La lettera Odissea di pencolare in treno da Russi a Ravenna RUSSI Che al peggio sui binari delle ferrovie italiane sembra non ci sia limite lo dimostra l'ennesima testimonianza, quella di una nostra lettrice di Russi. Ieri pomeriggio ci ha scritto poche righe che sintetizzano la situazione di chi è costretto a viaggiare in treno per andare a lavorare. Costretto, vuoi perché l'auto ha dei costi proibitivi rapportati a certi stipendi bassi, vuoi perché se all'arrivo c'è pure da cercare il parcheggio, diventa un'impresa sovrumana, anche a causa della neve. "E anche oggi, lunedì, prendere un treno per arrivare a Ravenna da Russi è stato impossibile. Idem per i giorni scorsi. I treni non circolano, oppure, se circolano, ti lasciano per ore nel bel mezzo della campagna. Gli autobus sostitutivi non vengono attivati e, se arrivano, si rompono e ti fanno scendere. In stazione nessun messaggio che ti informi sulla circolazione o meno dei treni. Mi chiedo a cosa servono gli altoparlanti e il monitor perennemente disattivato. Per non parlare poi del viaggio di ritorno, che rimane sempre un'incognita per chi in qualche altro modo è arrivato a Ravenna. E poi vogliamo fare l'Alta Velocità... Ma se non sappiamo fare funzionare un treno neanche per 20 chilometri. Che vergognar: Valentina Pagina 21 LiK30 28en ne artista di Russi si è autoprodotto un cd con otto canzoni stile pop rock italiano "Questo lavoro è il coronamento della mia passione e anche un nuovo inizio, perché credo di sapere suonare" CANTAUTORE II I "sogni" tutti in musica di Marco Grandi erseveranza, idee chiare e cura dei particolari. Sono queste sono le caratteristiche che vengono in mente mentre ascolti il racconto di Marco Grandi, cantautore di Russi da pochi mesi sul mercato col cd autoprodotto "Sognando". Otto canzoni che Marco stesso definisce "pop rock italiano". Roba sua, dai testi alla musica, fino ai soldi messi - "il tutto è costato quasi quanto una piccola utilitaria" - per stampare le 500 copie prodotte. "Volevo che venisse al meglio - spiega Marco -, perché si tratta di un biglietto da visita per programmare i prossimi mesi, dove spero di trovare delle date per esibirmi dal vivo". Marco Grandi ha 28 anni, come tanti ragazzi della zona non campa di musica, ma nemmeno vuole abbandonare quella che è una passione fortissima. Suona da più di 13 anni, con alle spalle la Scuola di musica di Russi e lo studio di pianoforte, chitarra classica, chitarra elettrica e canto. "Ho iniziato presto in gruppi locali dove facevo più che altro il chitarrista" racconta, ricordando con particolare piacere il tempo speso con i "Noce moscata" a suonare musica ska. Poi gli anni delle superiori passano, gli amici vanno all'Università o a lavorare e il giro di musicisti si sfalda, ognuno perso negli impegni suoi. "Questo lavoro solista è un po' il coronamento della mia passione e anche un nuovo inizio, per non ne normale, anche quando suonavo nei gruppi eravamo abituati a propone materiale nostro". Una scelta non scontata, perché il circuito dei locali che danno spazio ai musicisti preferiscono quasi sempre le cover bande, complice anche un pubblico pigro poco abituato a confrontarsi con le novità. Nonostante le influenze musicali di Marco siano diverse, dallo ska al punk, nella sua avventura solista ha scelto di cimentarsi col pop rock italiano, ispirato da Nek, Negrita e Max Pezzati. "Si p "Scrivere canzoni per me è una cosa normale da anni" Marco Grandi Il cantautore si ispira a Nek, Negrita e Max Pezzali mollare, perché credo di sapere suonare" afferma deciso. In "Suonando" musiche e testi sono curati da Marco e il prodotto finale risulta ben fatto, dalle fotografie al libretto con i testi delle canzoni, per un totale di cinque mesi di lavoro. Ogni canzone è quasi un breve racconto frutto di esperienze vissute mischiate con una dose di fantasia e riguarda quasi sempre temi come l'amore, la vita di coppia e la difficoltà di diventare grandi. "Scrivere mi vie- tratta di artisti che sanno scrivere testi semplici ma non banali, accompagnandoli con un sound molto orecchiabile. Ho quindi. pensato fosse una buona scelta anche in vista di possibili concerti" spiega. In questo Marco è stato molto pragmatico. Il repertorio per il live si avvale anche di pezzi rimasti fuori da "Sognando", oltre ad alcune cover e mira a divertire il pubblico sia con sessioni acustiche sia con arrangiamenti più rock eseguiti dalla band che sta mettendo in piedi. Una scelta non casuale, perché è proprio dall'estate e dalla possibilità di suonare dal vivo che Marco vuole ottenere nuove soddisfazioni. Marco Riciputi Pagina 22 I "sogni" tutti inmusimli Marco Grandi