CHECK-IN!
Disavventure di un portiere di notte a Londra, raccontate da lui medesimo
Di
Pietro Acquistapace
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Agli albergatori di Betlemme, che qualche ragione ce l’avranno avuta
2
Preambolo
Quelle che seguono sono storie vere, le mie.
Ho passato quindici mesi a Londra come portiere di notte e tramite le mie avventure
racconto un po’ della mia esperienza. Sono appunti sparsi, raccolti notte dopo notte, nulla
di programmato. Qualche episodio sarà divertente e qualche altro lo sarà meno, in alcuni
avrò molto da dire in altri no. Tutti comunque permettono di intravedere una realtà
diversa da quella italiana e con la quale ho dovuto fare i conti. Ho deciso di tornare non
perché “sconfitto” ma per altre ragioni, che spiegherò nell’ultimo capitolo, quello che
dovrebbe essere il lato serio di questo libro, comprendente qualche mia riflessione sulla
vita a Londra ed anche un confronto con un amico italiano che vive sul Tamigi da molti
anni, e col quale mi sono spesso trovato ad avere opinioni opposte sullo stile di vita inglese.
Spero questo piccolo contraddittorio possa risultare interessante, e che possa inoltre
fornire informazioni utili a chi decida di trasferirsi a Londra.
Il fascino di Londra non accenna a dimuire, nonostante sotto molti aspetti la Gran
Bretagna non sia più il “paradiso” di una volta. Gli italiani nella sola Londra sono infatti
400 mila, e dagli aereoporti di Heatrow o Gatwick continuano ad arrivare nostri
connazionali armati di un sogno, pronti a tuffarsi nella vita della capitale, a volte dura a
volte incredibilmente easy, a lavorare nella grande ristorazione o nel settore alberghiero;
ognuno con le sue capacità e le sue competenze linguistiche (puntualmente
sopravvalutate), ma tutti destinati a scontrarsi con una realtà spesso spietata ed alla quale
non tutti reggono. Alcuni fanno carriera, e in UK è davvero possibile, molti tirano a
campare e diversi, come me, tornano in Italia. Londra una possibilità non la nega a
nessuno, e questo è il bello di questa città, ma non corriamo troppo che altimenti non ho
niente da dire nel capitolo serio!
Veniamo adesso al tema centrale delle pagine che seguiranno: l’albergo!
L’albergo in cui ho lavorato è un low budget, una categoria che non esiste in Italia, e già
questo dovrebbe far suonare il campanello d’allarme sul tipo di clientela con la quale mi
sono trovato ad avere a che fare. Se poi consideriamo che il mio amato posto di lavoro si
trovava a circa 100 metri da uno dei più grandi club di Londra, i locali dove gli inglesi
passano le notti ballando e bevendo, possiamo facilmente capire come le mie notti siano
state a volte decisamente movimentate, e soprattutto incredibili.
Essendo un low budget non è difficile immaginare che prevedesse anche low stipendi, ma
comunque a Londra anche lo stipendio minimo permette di vivere. L’ambiente di lavoro,
come Londra tutta, era cosmopolita, un vero melting pot: polacchi (tanti), russi, qualche
sparuto inglese, una capa estone, ungheresi e altro. Il turn over londinese nei posti di
lavoro è tendenzialmente elevato, al punto che dopo due mesi che mi trovavo in albergo
ero il più anziano dello staff e mi hanno messo a fare formazione ai nuovi assunti
(ovviamente non pagato nulla di più del mio stipendio normale).
Cosa troverete in questo libro: follia, decisamente, scene inverosimili (che ho invece
verosimilmente vissuto), sesso, tanto tanto sesso, e anche la mia arrendevolezza di fronte
all’assurdo. A volte mi sono trovato a pensare a ciò che stava succedendo ed il mio
commento è spesso stato: “in Italia sarei morto!”. A volte l’unica soluzione è stata lasciare
andare le cose al loro corso, passando notti a riflettere sul senso della vita, riscoprendo
autori come Albert Camus (ed il suo concetto di assurdo) o scoprendone di nuovi come
3
Janette Winterson (che mi ha fatto piangere un sacco di volte sul bus), programmare
vacanze, poi fatte, in Cambogia o cercare in quale città cinese trasferirsi.
Un lavoro strano, e soprattutto solitario; di notte ero solo a gestire un palazzo di sei piani
con circa 100 camere. Facevo tutto da me: reception, security, gestione amministrativa ed
anche bar, nonostante mi sia sempre rifiutato di cucinare alcunchè andando contro le
politiche aziendali. E proprio questa è forse una nota che emerge dalle pagine che ho
scritto, una profonda rabbia per aver amato il mio posto di lavoro, altrimenti non avrei
retto un anno, senza particolari ricoscimenti e con colleghi ai quali del cliente fregava poco;
ma basta parlare di me.
Il tipo di clientela che troverete in queste pagine è un’umanità varia e composita. Pochi
turisti, essendo una zona decentrata di Londra e molti lavoratori, clienti abituali che ogni
settimana soggiornano dal lunedì al venerdì, le coppiette che usano l’albergo come motel,
spesso arrivando di notte per andarsene poche ore dopo ed infine i frequentatori del già
citato club, i veri protagonisti di queste pagine, i veri responsabili del mio interessamento
al fondamentalismo islamico in chiave anti-inglese, coloro che mi hanno fatto amare
l’Italia o almeno quello che resta del provincialismo italiano. Vivendo a Londra ho
rivalutato moltissimo l’Italia, vedendone i limiti ed amandone i pregi, un paese al quale ho
deciso di dare una seconda, se non una terza, possibilità.
Ma adesso accomodatevi signori e signore, le mie umili vicende vanno a cominciare, si alzi
il sipario!
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It’s only madness, baby
La famiglia Hussein, che ha occupato il sesto piano, ha perso un pezzo. Sono arrivati
tramite l’equivalente inglese dei nostri servizi sociali. Uno dei membri giovani è stato
arrestato ieri pomeriggio. Per motivi oscuri ha menato una tipa sempre della famiglia
Hussein (se non ho capito male pure in cinta); lei ha rotto il vetro e suonato l'allarme
antincendio ed è successo un po’ un casino. Mi dicono essere arrivate due ambulanze e
svariati poliziotti. Ma alla sera tutti a dormire nei loro lettini...
Ho accettato qualcosa come sei walk in (clienti che non prenotano ma pagano quando
arrivano) dopo la serata studentesca del peggiore club di Londra (per folla e gente); ho
visto cose che voi umani... Ma ad una che tremava di freddo (non le ho chiesto a seguito di
quale droga) le ho detto che ero un po’ arrabbiato e mi ha chiesto scusa; le mie quotazioni
nella movida stanno salendo!
Nel frattempo in America si dice sia in commercio una droga che spinge a mangiarsi le
persone, io mi aspetto arrivi presto anche qui e avverto le ragazze delle pulizie!
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L’indiscreto fascino del check-in
Sono arrabbiato, per colpa del mio ozio italico (ero di riposo) mi sono perso i “fuochi
d’artificio”.
Il cliente della 605, rispettabilissimo dipendente del famigerato club che tanto lavoro
fornisce all’albergo, ha deciso di organizzarsi un weekend come si deve. Ha prenotato una
camera per riposarsi dalle fatiche della sua giornata lavorativa (il club dista addirittura 100
metri dall’hotel). E magari farlo con una fanciulla conosciuta lavorando. Ah l’amour!
Peccato che la suddetta fanciulla abbia poi chiamato la polizia denunciando un assault da
parte del rispettabilissimo cliente. Risultato: cliente arrestato, ragazza non ne ho idea ma
mi dicono piangente e urlante, e due poliziotti di guardia fuori dalla stanza 605. Alla
domanda “perché?” mi dicono (sempre come riporta il fortunato collega) abbiano risposto
da copione: “aspettiamo la scientifica!” Giuro!
Da segnalare null’altro se non il fatto che il mio albergo sta per gemellarsi con Budapest. Il
nucleo di prostitute ungheresi, in netta espansione, ha ormai raggiunto il PIL di uno stato
centroafricano. Ma si sa, qui a Londra bisogna essere un po’ imprenditoriali.
Nel corso della nottata c’è posto anche per una profonda analisi geopolitica che riesco a
riassumere in una sola frase: “Dopo un'altra notte di lavoro a Londra sono sempre più
convinto: questi la sharia se la meritano tutta!”
Ormai sto delegando al giovane e paffuto Hussein piccoli compiti di gestione e
sorveglianza.
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Clima olimpico
Stanotte tutto tranquillo.
Infatti mi sono potuto guardare due bande di teppisti che si rincorrevano e menavano per
strada sotto l’altro albergo; (uff... a loro i posti migliori a me le seconde file!). Ma ho visto
solo la scena finale, colpa mia che non ho dato peso alle continue sirene della polizia che da
un po’ erano colonna sonora della mia nottata (stavo progettando le mie ferie).
Sto perdendo colpi. La coppia che faceva le porcellate in bagno se l’ è beccata la mia collega
prima che arrivassi.
Io i musulmani a volte non li capisco proprio. Ho fatto da tutor ad una collega tutta bella
foulardata e mi sa che il marito non la vuole far lavorare con noi, eppure aveva fatto la
barista nel regno del male (il club vicino all’albergo), ma a questo punto non so se in questa
vita o in una precedente, eppoi io le cose sconce su di lei le ho solo pensate: adesso voglio la
mia fatwa! Me la merito un po’ di celebrità...
Ed infine oggi gli Hussein lasciano l'hotel, ma io non ci voglio credere. So che li ritroverò al
sesto piano al mio prossimo turno. Comunque sono talmente tanti che i pullmann
londinesi in mattinata cambieranno percorso! Sono sempre i migliori che se ne vanno...
Giovane e cicciobomba Hussein, vestito elegante come ad una cresima a Matera, non ti
dimenticherò mai!
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Un albergo è per sempre
Ieri turno giornaliero (ossia che lavoro di giorno, povero me albergatore) delirante, ne sono
uscito come un cinquantenne alla maratona di New York. Provato, ma felice di essere vivo.
Storie di ordinaria routine. Due che arrivano con stanze prenotate dalla loro azienda per 15
giorni ma non pagate (per un totale di più di 2000 sterline). Chiamo numeri a me ignoti
forniti dagli amabili clienti un pochino nervosi. Arriva un fax dal Sudafrica, si crea la coda
per il check in, ma alla fine tutte le camere sono date. È un duro mestiere ma qualcuno
deve pur farlo...
Oggi ci sono più prenotazioni che camere libere, ma il cielo è intervenuto tramite un cliente
che ha sbagliato prenotando due volte per la stessa notte, alla fine senza camera è rimasta
la mia coppia preferita che non ha fatto una piega (non è da tutti i giorni mandare
qualcuno a stare in un altro albergo tra tarallucci e vino).
Per il resto docce rotte, bollitori che non funzionano, richieste di materassi e reclami vari.
Il tutto ovviamente mentre lavoravo da solo, come sempre.
Ma poi colpo di scena, la collega del bar/ristorante tutta caruccia e nuova nuova non
sapeva che pesci pigliare per il suo primo giorno da sola. Dalle telecamere ho visto una
massa di clienti assediare il bancone del bar! E poi dicono che i linciaggi avvengono in
paesi lontani e utili come bersagli per la sperimentazioni di droni... Ma alla fine non è
morto nessuno, anche se il cliente più tranquillo di sempre, che da quando lo conosco non
dice una parola, stava per tramutarsi in un killer omicida!
Ed a fine turno, quando ormai sto per catapultarmi nel mio amato lettuccio, la capa tanto
bionda e tanto caruccia cosa fa? Dopo tutto il delirio mi manda un sms arrabbiata perché
non capiva da dove fosse arrivato il bollitore rotto e dove avessi preso quello nuovo. La mia
risposta, come sempre, si fa molto diplomatica: smile and relax yourself!
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Oggi prove generali per l'apocalisse: ne sono uscito vivo...
Solo una riflessione amara a coronare questa nottata.
Quando la polizia in una via piena di ragazzotti ubriachi e ragazze vestite da zoccole (mi
scuso per il francesismo) ferma l'unico sbronzo vestito male, triste e soprattutto silenzioso
capisci perché è giusto la civiltà capitalista venga spazzata via tra colonne di fumo nero...
Talmente amara che la traduco pure.
When the police in a street full of drunk boys and sluts intercept the only shabby, desolate
but above all quiet boozy you understand because it's right capitalistic system is swept
away amid black smoke towers…
9
Notte di relax
Un gruppo di prostitute che giorno dopo giorno si espandeva come un’alga giapponese,
come per magia si è volatilizzato dopo che dall'ufficio centrale hanno segnalato che una
Carta di credito risultava rubata/clonata.
Il cinese arrivato l'altra sera ha cercato in tutti i modi di offrirmi da bere, adesso ho capito
il suo "ci vediamo stanotte" di ieri... Per fare la prova, sapendo che è appassionato di calcio
gli ho parlato di Cassano, ha fatto la faccia buia. Prova riuscita!
L'ultimo cliente della nottata, quando al mattino ha fatto il check out mi ha dato la mancia!
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Una notte in crescendo
Cicciobomba Hussein ricompare e mi chiede di poter lavorare in albergo, spacciandosi per
messicano e vantando esperienze varie; in risposta lo dirotto sulla manager, almeno non
sarò io ad infrangere piccoli cuori cicciosi. Fosse per me sarebbe già assunto!
Riesco ad essere meglio di Metternich trovando un accordo con le “zoccolette” (parola
usata con tono affettuoso) del quartiere (dalla faccia marrone, come Briatore) che si
infilano sempre nel bagno del bar! Stabiliamo che possono solo loro tre, due volte per notte
e soprattutto facendo silenzio. Concordiamo anche i loro nomi per evitare che li cambino
ogni volta che entrano in albergo. Tra la teppa prendo punti.
Accade un cumulo di doppi sensi con una coppia, dove lui continuava a vantarsi della sua
“accompagnatrice”: gli sparo in sequenza "con una tipa così altro che chiedere a che ora è il
check-out, in albergo ci devi stare una settimana" e "con tutto il vino che ti sei comprato
occhio a non essere troppo stanco dopo". Lei ride fintamente imbarazzata, ma è
lusingatissima. Per fare il brillante l’ometto vuole a tutti i costi camera con vasca, concessa.
Peccato che quelle con vasca sono camere con due letti singoli, quindi li rincorro per
avvertirli e lui mi dice che uniscono i letti. Alla mia risposta "ma non fate casino" lei
diventa viola, allora specifico "intendevo non fate casino spostando i letti, mica dopo".
Chiamo la polizia per sgomberare una camera e nel frattempo nella hall scoppia una mini
rissa. In diretta su CCTV channel! (CCTV è il nome del circuito di sorveglianza). La polizia
arriva e sono un pochino dubbioso, sono tutte donne che ammanettano un paio di
riassaioli ma poi li lasciano andare. Salgono nella camera turbolenta e faccio una
ramanzina del tipo "crescete, e quando uscite pulite e chiudete la porta"!
Nel mezzo del delirio arriva un cinese che vuole vedere una camera, e poi vuole vederne
una seconda. Lo infilo in quella di fianco agli Hussein (che sono tornati) e butto la chiave.
Per concludere, chiudendo la cassa perdo uno scontrino, se qualcuno tra capa e vicecapa
osa dirmi qualcosa mi faccio esplodere nel bar.
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Notizie dal fronte
Caduto l'ultimo tabù, ho infatti evacuato l'albergo per un allarme antincendio! Tutto da
solo, ovvio, ma sembrava di essere ad una gita scolastica. I clienti tutti disciplinati, e questo
è tipicamente inglese, tanto che praticamente sono uscito per ultimo rivaleggiando con loro
in nonchalance. I cari clienti una volta fuori dall’edificio si sono anche divisi per gruppetti
di affinità (immigrati, prostitute, famiglie, ecc), e quello delle “ciccione in caccia”, pronte
per la serata al club, mi ha anche voluto aiutare portando il cartello indicante il punto di
raccolta e la borsa, poi però sono corse dai pompieri, quando si dice il fascino della divisa...
Per il resto non sono riuscito mentire alla famigliola anzianotta e tanto carina. Dovevo
spostarli da una stanza famigliare out of order ma non ne avevo altre di quel tipo, e quindi
li ho spostati in una doppia aggiungendo un materasso per terra; dopo cinque minuti gli ho
regalato una seconda doppia millantando la chiamata di un cliente in arrivo che bidonava.
Se non aiuti le brave persone sei morto dentro.
Poi coppia sfigatella: 5 minuti di acqua fredda in tutto l’albergo e chi fa la doccia proprio in
quel momento??? Non gliene va bene una: lui mi chiede camera con vasca, ma le vasche
sono solo in quelle con letti separati, come già visto. Gli rispondo che non penso voglia
abbandonare il lettone, lui capisce e rinuncia alla vasca.
Oggi pieno di ciccione a caccia, un classico evergreen, tra cui le già citate aiutanti che mi
hanno accolto in camera (quando gli ho portato dei cuscini) al grido di "We love you!".
In sostanza tutto tranquillo....
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Fatti salienti e notti dolenti
Cliente sbronzo che si squarta una mano contro la finestra della 111. Rifiuta l'ambulanza
con pallore preoccupante. Al check out il mio collega eventualmente traslocherà la salma.
La famiglia Hussein ha colonizzato (di nuovo) il sesto piano, ed il figlio cicciobomba
cannoniere fa da mediatore culturale come sempre. Tra poco aprono un kebab nella 610.
Pappone nero decisamente sopra la media dei papponi soliti, ovviamente con al fianco due
bionde minorenni. Mi sono girato per cercare Spike Lee e salutare la mamma.
Party nella 112 interrotto dalla polizia da me chiamata. Cacciati tutti, le tre zoc***e bianche
nonché gli innumerevoli "ospiti" neri. Il progetto di multiculturalismo applicato stavolta è
andato male.
Una masnada di ragazzini neri “ghetto style” nella 202, evito di sbatterli fuori. Una volta in
camera loro mi faccio ringraziare da tutti in coro. Son cose belle!
Botta di tenerezza finale dedicata a quelli che smettono di trombare per aprirti quando
bussi. Di solito lei ulula come un lupo siberiano col mal di denti, ma poi apre lui. Ma solo
999.999 volte su un milione. La legge dei grandi numeri è una ragione di vita...
Quando il tuo capo ti elogia chiamandoti "hard worker", aggiungendo poi che non ti
capisce quando parli la tua appartenenza di classe è certificata. Come l’affetto nutrito per
Gaetano Bresci e Ravachol.
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Ho trovato il giovane Hussein sul bus
sniff sniff... Quanti ricordi.
Mi arrendo, sono pessimo. Per una discussione con la mia manager ho scritto al
produttore del software dell'albergo. Io voglio risposte. Purtroppo al mondo volere risposte
è un’ottima patente di mancata integrazione.
Via la tristezza, e pensiamo ai prossimi clienti. Scusa tristezza, potresti tornare?
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Avrò un futuro?
Ho spento il telefono per due giorni, spero la mia manager si stanchi di cercarmi. Arrivo al
lavoro tutto felice per aver trovato in rete il manuale del programma che li gestisce. Già
questa libera iniziativa a lei non piaceva, e dopo una piccola discussione ci siamo mandati a
quel paese.
Ieri notte (notte tra il 19 e il 20), arriva un cliente con prenotazione 20/21. Quando gli
faccio notare che è arrivato nel giorno sbagliato mi risponde stupito "ma adesso è il 20"! In
un botta di stoicismo kamikaze, da operatore customer care con tendenze alla bontà, gli
cambio la prenotazione col risultato che adesso questo ha 2 notti prenotate e una pagata.
Io questi clienti non li reggo più, sono tonti tonti tonti e fanno diventare tonto pure me!
Due notti fa un gruppo di clienti buttato fuori per manifesta stupidità. Facevano casino ma
in fondo sopportabilissimo, TUTTAVIA al mio bussare si nascondono in bagno, poi apre
una ragazza. Al ché le dico: "senti bellezza (oddio...) non sono idiota, se nascondi in bagno
gli amici me ne accorgo dal rumore”. Dopo poco busso di nuovo. Non aprono, entro e sono
nascosti a letto a ridere. Chiamo la polizia, chiedo scusa agli agenti per la non gravità della
cosa e chiedo di sbattermi fuori gli idioti. Apro e li trovo a letto che dormono (4 a letto e
uno per terra). Avranno un bel risveglio!
Una volta fuori uno di questi mi dice che ha dimenticato il telefonino e torniamo in stanza
a prenderlo. Più tardi hanno la genialata di tornare in camera avendo ancora le chiavi
magnetiche. Divento un portiere di notte supersayan e furente li sbatto fuori in un micron.
Per completare l’opera pronuncio la seguente frase: "in questo albergo ci sono prostitute,
spacciatori, criminali e gli unici che escono con la polizia sono gli idioti come voi."
Io sono troppo buono o troppo tonto, e in ogni caso non ci cavo una lira. Dimentico sempre
di farmi corrompere; faccio i numeri senza chiedere niente in cambio, per puro amore del
caos.
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Un check out e la sua eternità
Il mio arrivo in hotel ieri sera è stato festeggiato con una nuova esperienza, giusto appena
prima di iniziare il turno notturno (ad arrivare qualche minuto prima al lavoro ci si
guadagna sempre).
Suonano al citofono, apre il collega (vi prego anche in futuro di non chiedermi i miei
giudizi su di lui) e dalle telecamere vedo delle divise, YUPPIE YUPPIE YU!!!
Sto già immaginando quale misterioso caso possa riservarmi stanotte il mio albergo, ed
ecco che la polizia arriva alla reception: sono ambulanzieri, ma sono tranquilli quindi o
qualcuno è già morto oppure niente di urgente.
Ma... “The police is coming” aggiungono, le parole magiche. Insomma, le patatine sulla
pizza!
Il collega sembra sconvolto, bho. Mi dice che la cliente delle 505, Jasmine, ha tentato il
suicidio. Bello, questo mancava alla mia collezione!
Arriva la polizia e anche loro sono tutti tranquilli, l’unico agitato è il mio collega, che sale
con i poliziotti alla camera della tragedia. Tornato il collega lo riempio di domande. Voglio
i particolari per poter raccontare ai miei cari lettori il fatto come si deve, ma quello
risponde che ha aperto la porta ed è scappato! Neanche mi fornisce elementi utili per
identificare la cliente, dice che è bionda ma io di aspiranti suicidi in questi giorni ricordo
solo una brunetta non tanto amica della linea; bionda era l’amica venuta a vedere come
stava. Vabbè... Tanto prima o poi capita a tutti. In ogni caso io il collega lo meno... Gli dico
che è una femminuccia e gli faccio compilare il report.
Quando la polizia passa a salutare prima di andarsene chiacchieriamo sul tentato suicidio,
e mi dicono che la tipa sta bene ed è solo sconvolta, ci guardiamo, alziamo le spalle e ci
diciamo: “succede”.
Arrivano poi gli ambulanzieri e mi dicono anche loro che la cliente sta bene, non ha preso
niente e non si è fatta nemmeno un taglietto, probabilmente vuole suicidarsi morendo di
depressione vedendo come spende i suoi soldi, dato che ha già pagato tutto il soggiorno (6
notti nella 505, ci credo che è depressa).
In sostanza Jasmine voleva compagnia ed ha chiamato il 999 (il 113 inglese) ma è una
tenera pivellina, di solito le mie clienti che vogliono compagnia chiamano altri numeri,
forse dipende dal gestore telefonico...
Si spengono le luci e gli amici se ne vanno, “No final check out for tonight (I hope)” per la
cliente della 505 (ho messo questa espressione anche nel report per l’albergo fatto una
volta finito tutto, a breve mi sa sperimento le corde vocali della manager).
Giusto appena prima di finire il turno ho visto che quel ****** del collega nel suo report ha
scritto che il 999 è stato chiamato da un amico, o amica, di Jasmine. Io mi tengo la
poesia...
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Sto facendo carriera... Ma in Africa!
Dopo stanotte penso di poter essere equiparato ad un amministatore locale della Nigeria.
Tutto per un cliente dal nome impronunciabile, che chiameremo Mr. Migrante,
piombatomi in albergo a mezzanotte circa (invece della ronda del piacere, che poi le mie
non son capinere ma rumene finte bionde).
Suonano, apro. Dal monitor vedo un gruppo di neri che neanche alla sagra del senegalese
sono più carichi di roba. Stanno davanti all'ascensore per circa dieci minuti (forse sono
animisti e lo stanno chiamando dicendo per favore), scendo e mostro loro il pulsante (non
animista) per chiamarlo - cominciamo bene.
Io aspettavo solo due clienti e questi sono una marea (a tratti cinque a tratti di più, a
seconda dei riflessi di luce).
Parlo con il capo popolo e scopro che è arrivato un giorno prima, o meglio la prenotazione
era per oggi ma stanotte oggi, non stamattina oggi (stanotte ieri). Chiaro no?
Parte una serrata trattativa avente come epicentro il senso del tempo, in fondo lui ha anche
ragione che oggi è oggi da subito e non da dopo, ma al sistema sul computer (ed alla mia
manager) chi glielo spiega che il cliente dorme due notti, entrambe oggi, pagandone una?
Il mio antirazzismo politically correct sussulta, potrei dare la stanza a Mr. Migrante
facendo il check in più tardi facendo pagare solo il supplemento per il check in anticipato
(ma anticipato molto più delle due ore consentite). Ma di colpo, magicamente, una voce
liberal capitalista si fa spazio e sussurra "fallo pagare, fallo pagare". Considerando che alla
mia soluzione di dargli una camera per la notte non ho visto scene stile sfratto in zona
Porta Genova a Milano, considerando che va bene arrivare prima ma qui siamo davvero al
paghi 1 dormi 2, considerando che va bene prenotare per due ma qui Lagos ha subito un
calo demografico, e soprattutto considerando il loro avere un tamburo che se iniziano a
suonarlo non chiamo la polizia, chiamo l'esorcista, considerando tutto ciò la stanza si paga.
Il passo è fatto, il politically correct ha lasciato il mio corpo! Mr. Migrante dorme felice e
globalizzato nella 518 con tutti i suoi colleghi ed io posso mandare una mail per conoscere
gli schemi pensionistici nigeriani...
Secondo me in tutto ciò c'entra il bosone!
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Una vita da mediano
Le conversazioni citate sono tutte realmente avvenute. Per comodità sono state tradotte.
Qualcuno vomita sulle scale. Decido di punire un cliente a caso per educarne zero ed ecco
che dall'ascensore esce quello meno animale tra i due 105, con intorno tre ragazze in pieno
stile mio albergo by night. Decido di calmare la mia ira facendo sloggiare le tipe. Se io
devo pulire del vomito tu, che tra l'altro sei pure il più indiziato, di sicuro non trombi.
Vado e busso, apre una delle tre succitate (e succinte) tipe, alché le dico: "voglio l'uomo"
indicando col dito ad uncino; arriva alla porta quello più animale. Con l’autorità di un
portiere di notte intimo: "ascolta sta camera è per due, se tra dieci minuti non siete due
chiamo la pula".
"Perché?" guardandomi con occhio da bovino.
"I tuoi amici hanno vomitato sulle scale".
"Ok", rientra e avvisa le ragazze che devono andarsene.
Io sono sconvolto dalla sua accettazione del fatto compiuto, e dal mio accusare a caso
andato forse a segno.
Dopo dieci minuti mentre prendo l’ascensore con una delle tre espulse, quella bionda,
fornisco la seguente motivazione: "devo pulire il vomito sulle scale e sono nervoso".
Passano due minuti, esco in strada e la bionda dell'ascensore mi corre incontro e mi fa:
"scusa tu lavori in albergo?"
penso: "ma che cazzo di domanda fai ad uno che dall’albergo ti ha appena buttato fuori???"
comunque sia la tipa ha lasciato il telefonino nella 105, andiamo a recuperarlo
mi apre quello meno bestia e chiacchieriamo e torniamo ancora sull’argomento clou.
"Ma perché?" fa lui.
"Perché devo pulire il vomito dei tuoi amici" rispondo io.
"Cosa c'era dentro?" probabilmente voleva aiutarmi ad identificare il colpevole.
"Bho, roba scura", ecco.
"Ahhhh... ma i miei amici erano maschi o femmine?", meglio di Shelock Holmes.
"Maschi", che la mia collega sostiene di avere visto nelle telecamere a circuito chiuso
"Strano, non ho amici maschi", te pareva.
Nel frattempo la bionda tenta di mimetizzarsi con la carta da parati, bloccata: "hey honey,
andiamo".
Mentre sta andando via con lei lo smilzo mi fa "non ce la lasci?"
Risposta mia: "non stasera".
Dopo saluti e stretta di mano chiedo alla bionda: "ma hai vomitato?"
Risposta innocente: "si, ieri".
Domanda incalzante: "sulle scale?"
Risposta innocente un’altra volta: "no, in camera".
Mi incazzo: "hai vomitato nella mia camera???"
Lei nella più assoluta innocenza: "si, ma in bagno".
Ci avviamo quindi verso l'uscita chiacchierando amabilmente.
Lei, di nuovo: "ma non era il mio vomito sulle scale".
Risposta definitiva: "lo so, ma stanotte è stanotte" e lei esce dalla mia vita (ma non ne sono
mica tanto sicuro).
Rientro e trovo lo smilzo, ci mettiamo a chiacchierare e scopro che è stato calciatore nelle
nazionali under 14 e under 17 di non so quale paese, forse gli Emirati Arabi.
"Buonanotte".
"Buonanotte".
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Drama
Giornata intensa e ricca di soddisfazioni regalate dai colleghi
Ieri una collega chiama dicendo di avere una forte febbre e chiede di fare anche il suo
turno, mandata gentilmente a cagare. Mi accordo per 3 ore, oggi arrivo la trovo viva, vegeta
e truccata. La mando meno gentilmente a cagare e inizio a lavorare.
Il sistema smette di funzionare e devo lavorare a mano dopo aver spostato un numero
imprecisato di stanze. Meno male che la famiglia Patel si è prenotata mezzo albergo per un
matrimonio e quindi le stanze se le potevano scambiare, come le figurine. Sono arrivati a
forme di mutua assistenza del tipo "io ho il ferro da stiro, la 608 ha l'asciugacapelli che ti
faccio avere se mi dai l'asse". Con anche il coordinatore che chiamava i parenti nelle altre
stanze. In albergo era finito tutto. Viva la comune indiana!
Direttamente da una delle peggio zone di Londra arriva il ragazzo di una collega
psicolabile. Mi vuole parlare in quanto la detta collega gli ha raccontato non so quali mie
prodezze da conquistatore italico. Scendo in strada e sfoggio il mio inglese stradaiolo (qui
tradotto): "oh tipo cazzo dici? hai problemi? ma figurati se mi interessa la tua tipa". Il tutto
accompagnato da movenze apprese da plurime visioni di Taxi Driver. Alla fine stretta di
mano col turco-cipriota e poi alla collega un amichevole "your brain is full of shit. Fuck
off!" La manager, da me chiamata per evitare degeneri (sempre miei) sembra quasi
divertita e al mio sms che annuncia il ritorno al consueto clima paradisiaco in albergo mi
risponde "drama". Ok è abile e arruolata...
Nel frattempo la 105, pagata da uno poi dileguatosi, si popola di mostri. Uno dei quali mi
tartassa affinché io controlli i motivi per cui la sua playstation non funziona. Mandato
anche questo a villeggiare a quel paese.
Finita qui? No, certo. Dopo 11 ore di lavoro il collega non arriva e non risponde al telefono.
Chiamo la manager (ormai posso lavorare con lei in vivavoce), che si dice dispiaciuta e
impotente e mi propone soluzioni fantasiose che lascio cadere dove meritano, ossia dalle
parti della Fossa delle Marianne. Chiamo altri hotel e raccolgo tanta solidarietà ma zero
volontari, posso darmi alla politica. La manager non so con quali argomenti (presumo più
economici che sessuali) obbliga il suddetto collega a presentarsi. Al suo arrivo quasi non lo
saluto ma gli lascio diversi regali: due bagni otturati e una scala usata come bagno, più
altre piacevoli rotture di palle, per usare un eufemismo. E dopo sole 13 ore di lavoro posso
tornare a casa!
Ma ora le note positive: è arrivata la nuova collezione di prostitute estate 2012! Sono tutte
rumene, giovani, carine e sorridenti. Sono tenerissime. Evviva! Quella nella 312 mi ha
sciolto mentre mi raccontava un sacco di minchiate sul fidanzato inglese e su come non
possono vivere insieme. Mi ha chiesto di cambiare stanza, perché ne voleva una dove
guardare la gente in strada quando si annoia (non perché quella che voleva è la peggiore
stanza dell'albergo ma la più isolata). Mi ha dato pure una megamancia (non in natura,
specifichiamo). Sul perché le prostitute siano passate da ungheresi a rumene non ne ho
idea, ma presumo c'entri lo spread.
19
Coitus interruptus
Che se riguardasse me sarei anche contento...
L’altra notte nella 504 dramma familiare. Una sana litigata tra innamorati, peccato che la
bella Nisha stesse facendo sapere a tutto il piano che il suo ometto se la spassa con allegre
signorine dedite all’accumulo di capitale. A volte mi chiedo perché gli uomini con delle
ragazze stupende, non volgari ma allo stesso tempo con sguardi promettenti paradisi
musulmani (io quasi quasi mi converto se nell’aldilà islamico ce la si spassa come si dice)
sono anche quelli più dediti al collezionismo. Bho, misteri della f...ede.
Dicevamo dunque che la bella Nisha stava provando le corde vocali per un provino a
Castrocaro, probabilmente a Castropunjab Terme, ed io stavo già scegliendo una canzone
da dedicare loro su Facebook (stavo indirizzandomi verso i Marlene Kuntz) ma poi mi sa
hanno fatto pace. Uff... Banali! Bella Nisha ricordo ancora la prima volta che hai dormito
qui, ti ho chiesto se eri avvocato da quanto rompevi i coglioni su tutto lamentandoti di
qualsiasi cosa. E il tuo ometto... Che col tempo hai trasformato in un giovane indiano di
bella apparenza grazie ad un cambio di look e abbigliamento. Ok, basta, sto ascoltando
troppo Enrico Ruggeri.
Il cliente della 514 mi sta riempiendo di mance. Ufficialmente è il marito (ahahahaha rido
ancora da quando me l’ha detto) della biondina simpatica sempre della 514 (ma non sono
sicuro lei sia in quella camera). Bionda rumena dal bel sorriso e dall’agendina piena. Penso
stia comprando la mia alleanza contro i concorrenti ungheresi (al momento in ferie). Temo
il giorno in cui mi chiederà qualche favore. Mi arresteranno in un bordello est-europeo o al
gate di qualche aereoporto sudamericano? Basta che non si tratti di regolamenti di conti
perché odio la matematica e gli alberghi sporchi di sangue!
E stanotte pure il saluto ammiccante ai poliziotti di ronda, mentre ero in strada davanti
alla porta dell’albergo, fatto ovviamente a petto in fuori e pancia in dentro. Come mi sono
girato si sono messi a parlare alla radio, o mi arrestano o finisco ad avere un secondo
lavoro.
20
Lotta di classe su scala globale
Mi sa che sto lavoro mi sta abbastanza indurendo, la mia faccia brutta comincia ad avere
effetti.
Stanotte nuovo pezzo per la raccolta albergo by night: gli alternativi da parcheggio.
L’albergo è confinante con un autosilo, e ieri notte un gruppetto di alternativi grunge
metal e chennesoio ha pensato bene di usare il parcheggio per una piccola festicciola.
Pronto a dare la vita per difendere il sonno dei miei carissimi clienti sbuco da una porta di
servizio, li raggiungo e li trovo tutti in cerchio. Giuro che se spuntava una chitarra facevo
un massacro a scopo pedagogico! Ci parlo, una volta rientrato mi dico che avrei dovuto
essere più cattivo, ma quegli occhioni con troppo rimmel e quelle camice a quadri
farebbero ammorbidire anche Chuck Norris. Quindi ritorno al parcheggio pensando
magari di farmi offrire qualcosa da bere ed introdurmi nella vita alternativa della zona, ma
arrivato nel parcheggio scopro che... se ne sono andati davvero.
Gli inglesi sono così: stanno in gruppo, fanno i gradassi ma basta guardarli male che
abbassano le orecchie. Se facessi in Italia le cose che faccio qui avrei perso almeno quattro
vite ed un paio di gettoni... Gli inglesi sono la quintessenza dell’occidente, una classe media
destinata a scomparire.
Mi sa che sono stato “convincente” anche con la 311; arrivo al piano e ci sono noccioline
ovunque, manco fosse la zona scimmie dello zoo. Ma, come Pollicino il cliente ha lasciato
una scia, busso (e che ci sto a fare sennò) ed al figlio nero di Caparezza indico con gli occhi
la scia di arachidi. Mi risponde solo: “pulisco subito”. In realtà, essendoci altre camere
vicine, per evitare di fare rumore non gli ho portato l’aspirapolvere e quindi amen. Dopo
un’ora nonostante tutto il piano era pulito, non voglio sapere i dettagli.
Per il resto il cliente libico della 303 ha perso il bagaglio ad Heatrow (secondo me c’entra la
CIA). Se uno con quella faccia non fa il mercenario la vita è ingiusta. Comunque anche la
sezione servizi segreti si sta popolando, ma questi arrivano di soppiatto e non si fanno
notare, che sarebbe anche il loro lavoro. Per ora nell’album iracheni, iraniani, libici e
indipendentisti di condominio.
Una figura inquietante finora al primo piano si è trasferita nella 201, ma inizia a farmi un
po’ paura. Lo trovo ovunque, dentro e fuori l’albergo, sarà un progetto di clonazione, dopo
la pecora il pastore.
Infine tutti vogliono ventilatori e la birra si vende che è un piacere (uomini che bevono
Corona, che il Profeta li perdoni). Per sbaglio ho pure venduto due Corona calde, e nessuno
ha protestato: mi sembra una valida ragione per levare una civiltà dal palcoscenico della
Storia!
Quasi quasi mi faccio trasferire in qualche zona peggio, qui non succede mai niente...
In chiusura di turno i sospetti che ci sia un fantasma nell’albergo trovano conferme,
l’ascensore dal sesto piano (che sarebbe l’ultimo) è passato al decimo. Ma poi è tornato al
sesto perché l’ascensore ai fantasmi non ci crede e sa che dopo il sesto non ce ne sono altri.
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Il romanticismo è morto
Uff... Mi ero sbagliato sul libico della 303, altro che mercenario, fiore in bocca ed eja eja
alalà la bella morte, qui siamo nel banale traffico.
È arrivato in albergo con due mignottone confezione regalo, poi è sceso per dirmi che sono
il migliore italiano che abbia mai conosciuto e comprare 8 birre, dopodiché è arrivato un
socio nero a cercarlo. Per intenderci, nero del solito tipo ossia film di Spike Lee; in ogni
caso i papponi neri sono davvero eleganti. Ma qui siamo a Londra e quelli sono veri rude
boys. Se proprio vogliamo sognare intorno alla libicità del cliente possiamo sperare in un
giro di soldi sporchi per finanziare qualche gruppo paramilitare oppure un incontro
d’affari per la rotta della “bianca colombiana”, che ora arriva in Europa via Sahara. In ogni
caso il cortese rifiuto a che lo aiutassi nel portare le birre, mi fa supporre adesso nella 303
stiano letteralmente sciando. Più tardi è sceso con una delle mignottone a comprare altre 8
bottiglie di birra (sarà un numero rituale libico) e mi sono sbagliato di nuovo: non era una
mignottona, era un’arma non convenzionale! Anche se gli sguardi ammiccanti erano
troppo copiati da Jessica Rabbit.
I ragazzini casinisti della 401 iniziano a starmi simpatici, hanno deciso di dare fondo al
salvadanaio e spendere tutto nell’”economicissimo” bar dell’albergo. Inoltre la colletta stile
“furto in chiesa” mi sta salvando con i resti per gli altri clienti.
Nella 202 c’è una coppia che mi avrà chiesto almeno 20 volte se non dormo di notte, giuro
che se è un invito ad andare nella loro camera non l’ho capito, tanto vale mi presenti nudo
dicendo che mi serve una doccia.
Il mio sguardo continua a fare effetto, un cliente si è letteralmente volatilizzato; era vicino
alla porta del bar a smanettare con il suo I-Phone, poi l’ho guardato, sono entrato in cucina
e sono uscito. Puff... Sparito, non lo trovo più!
Un gruppo di canadesi si è prenotato mezzo albergo, sembrano americani ma sono meno
tonti, e di notte non fanno casino. Anche se quando ho visto uscire da non so dove un
pallone da rugby mi è spuntato il cappello da Walker Texas Ranger!
Stavo per uccidere la cliente della 307, a me chi piange miseria manda in bestia. Voleva che
le dicessi che poteva stare più del consentito senza pagare le 10 sterline per il “late check
out”, sostenendo che era appena uscita dall’ospedale. Io ODIO chi usa la propria
condizione o il discrimine altrui a proprio vantaggio. Non sono certo io quello che si
impietosisce, anzi... Preferisco di gran lunga prostitute e spacciatori!
Solo due camere rimaste tra cui una presa da una tipa arrivata in piena notte che dice di
avere avuto la peggiore notte della sua vita e che io l’ho salvata. Anche qui vale quanto
sopra, non l’ho capita. Lei è finita nella 501 (camera tradizionalmente a giurisdizione
ungherese) ed era vestita come se arrivasse dalla festa di un debutto di non so quale
scuola/club/altra nefandezza sociale. Bho... Ognuno ha le sue stranezze.
Per il resto tutto bene: albergo pieno, nessuno ha ucciso nessuno e gli insetti sono miei
fedeli alleati, anche se stanotte mi sa devo parlarci per scusarmi dopo che ieri sera uno mi è
finito nell’aspirapolvere... Ops, di nuovo...
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A volte ritornano, cioè sempre
Ormai l’albergo è di fatto mio, ma lo stipendio non cambia.
Siamo arrivati al mandare sms, intorno a mezzanotte, alla manager rimproverandola. Lo
so cosa state pensando, se qualcuno vuole offrirmi un lavoro a me bastano vitto, alloggio e
bassifondi.
L’ungherese della 301 neanche a farlo apposta è stata bannata dall’albergo. E neanche a
farlo apposta per storie di Carte di credito. Dunque, sono al lavoro con la morte nel cuore
(sono sempre le migliori che se ne vanno, spesso con bancomat e chiavi della macchina...)
quando nel monitor del sistema di videosorveglianza chi vedo sbucare? L’ungherese della
301! E l’ascensore va al terzo piano, vuoi vedere che sta soggiornando a sbafo, essendo
stata cancellata la sua prenotazione birichina? Nemmeno a dirlo mi fiondo al terzo. E mi
trovo la dolce fanciulla al telefono, davanti alla 305. Una camera (quasi) new entry.
Chiama quindi in supporto l’amica dalla camera e chi esce? Ovviamente l’ungherese della
305! Per farla breve ascolto la favola della buonanotte sui problemi in banca che accolgo
con un gran sorriso, e mi accerto che adesso stiano tutte e due nella 305. Alla loro
domanda se ci sono problemi sinceramente non so cosa rispondere visto che la camera non
è a nome della cliente non desiderata, e allora esco il Chuck Norris che è in me e rispondo:
“per ora no, domani vediamo!”
Ma andiamo a conoscere meglio la 305, la fanciulla all’interno mi era già nota, essendo ex
501 ma anche ex 301, per via di un reclamo fatto da un cliente non amante della panchina
corta, dato che tale cliente lamentava il cambio stile cestistico tra le due ragazze occupanti
la camera (301, ma vecchia gestione). Per chi vive in un mondo fatato dove le famiglie sono
felici a colazione: in sostanza in camera c’erano sempre due persone, a rotazione tra un
cliente e due ragazze (se poi il cliente, o nessuno, stava fuori i gusti sono gusti), capito???
Quindi, tornando alla 305, propongo loro di spostarsi nella 301 (quasi quasi me la compro
sta camera) onde evitare nuovi andirivieni, loro mi fanno entrare e... non succede niente!
Ma sono simpatiche e tutti ridiamo parlando in codice di “camera migliore per voi” e
“problemi con la banca”. In effetti sono talmente piene di vestiti e oggetti vari che mi sa
quando faranno il check out (penso mai) la polizia doganale farà la ola. Qui siamo ancora a
livello di semiprofessionismo! Comunque una mail per un controllino antifrode riguardo la
prenotazione della 305 l’ho mandata.
Ed io continuo a parlare con gli insetti ed a confidarmi con le zanzare chiedendo scusa
quando lavo lo specchio dell’ascensore.
Nella 112 personaggi inquietanti, Allah akbar...
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Di spiriti e patate
Direi che sto lavorando troppo: ho riconosciuto un cliente perché si ruba i choco pops. Sta
nella 604 e settimana scorsa gli avevo tolto la scatola di mano, stavolta ce l’ha fatta:
recidivo! Ci credo che gli piace sto albergo, ci fa la spesa...
La tipina ungherese della 301 (quella che fu bannata), si è fatta le foto birichine in camera e
le ha messe on line; aggiunta al volo su Facebook in quanto troppo tenera (poi
prontamente cancellata in quanto troppo bimbaminkia). Mi ha aggiunto ma dal vivo mica
mi riconosce, l’età media delle bimbeminkia è in aumento.
Ho scoperto che un altro albergo della mia catena ospita un fantasma, il mio invece solo gli
zombie al sabato notte... Non è lontano, ormai sono entrato in fissazione e penso chiederò
di farci qualche notte. Il posto dista circa un’ora e l’albergo è costruito su di un cimitero. Mi
dicono esserci rumori di porte che si aprono e si chiudono da sole, soffi d’aria fredda, ecc...
Mi sono talmente autosuggestionato mentre ero in turno di notte da solo che ho contato
più fantasmi nel mio albergo che falsi invalidi in Italia. Voglio vedere la faccia della
manager quando le faccio la richiesta!
Per il resto ormai sono felicemente un lavoratore spesso con turno domenica – giovedì , il
che mi mette al riparo dai deliri del weekend ma lascia anche pagine bianche nei miei
racconti. In via eccezionale ultimamente ho lavorato sabato pomeriggio e ho imparato
alcune regole base, come diffidare di chi si presenta al check in chiedendo se in camera c’è
il frigo o se si può avere del ghiaccio.
Sono preoccupato per il cliente della 311, ha posteggiato dove c’è il mercato. Dice che alle
sette e mezza va a spostare la macchina, ma qui stanno martellando e piazzando bancarelle
dalle tre. Io gli ho detto che iniziavano presto, probabilmente a Birmingham, da dove
arriva lui, hanno una vita più rilassata.
La capa di tutte le prostitute è andata in vacanza fino a settembre, è ora di ripensare al
senso della mia vita.
E la mia capa è sclerata ma sa far ruotare le pupille e mi fa ridere.... Strana la vita!
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E luce fu
Questa settimana ho lavorato di giorno, e lavorare di giorno significa capire in che baratro
di sfruttamento si è finiti. Davvero troppo per lo stipendio che prendo, tuttavia non posso
dire che le avventure siano mancate, eccone qualcuna:
La mia capa mi ha reso partecipe di un trucchetto del quale sto ovviamente abusando. Se
dal computer dell’ufficio vado sul sito dell’albergo e prenoto delle camere senza completare
il pagamento di fatto le tengo impegnate. Questo è utilissimo quando sono rimaste poche
camere ed evitare che ci siano più prenotazioni di quante camere sono effettivamente
disponibili, il temuto overbooking. Ne ho prenotate a botte di otto alla volta!
Ragazza da divano e gelato che arriva con un numero elevato di bagagli chiedendo una
stanza. A me ne sono rimaste due, col piffero che gliene lascio una, quindi niet!
Disperazione... Lei allora chiama quello che presumo essere il tipo che era venuta a trovare
e parte un pianto a dirotto che il Tamigi ha alzato il livello di guardia, ma sospetto il motivo
di tale pianto a dirotto non sia la mancaza di un nido d’amore. Io continuo i check in tra un
via vai di clienti con lei sempre ad imitare statue di miracolose Madonne piangenti. Dopo
quaranta minuti di sigh and sob mi muovo a compassione per il vitello al macello, e le
dico: “se vuoi qualcuno rinuncia e una camera la troviamo”. Lei tira fuori tutta la sua
cultura letteraria che nasconde con cura (dato che nel vile mondo essere grassotella e
intelligente significa vincere una vacanza premio a Guantanamo) e mi risponde “Ormai
non serve piu!”. Ah, l’amore ai tempi delle chat...
Coppia di tossichelli freschi freschi di spada (trattasi di accezione gergale) che chiede una
camera. Mi spiace ma i clienti in questione non rientrano nel nostro target di mercato.
La giornata degli scassaggeggioriproduttore. Bello bello e dolorante, dato che mi devo
essere un pochino strappato i muscoli addominali, sono sommerso dal lavoro quando
arrivano due clienti da antologia. Il primo è la signora della 215 che si presenta richiedendo
doppio tutto: coperte, cuscini, figli no che sono già quattro. E mentre mi chiede lumi sul
parcheggio mi passa il marito al telefono. Una coppia di geni, lui si è perso davanti al
parcheggio e con lei si svolge la seguente conversazione (inizia lei):
-posso chiedere una cosa delicata?
-certo
-siamo musulmani
-e?
-dobbiamo pregare
-bene
-da che parte è l’est?
-per la Mecca?
-si
-devi pregare verso il bar
-sicuro?
-penso di si ma non voglio la responsabilità di farti pregare dalla parte sbagliata, poi mi
arriva una fatwa
-una che?
-niente, niente
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La giornata chiude col botto, la terribile cliente della 317!
Arriva con la sua bella carrozzella a motore accompagnata dalla figlia non particolarmente
baciata dalla fortuna e presumo da nessuno. Subito le due si presentano come lievemente
fastidiose quando richiedo il pagamento della camera, per fortuna nei pressi (per forza,
dato che continuava a chiedere qualunque cosa) c’era la musulmana della domenica di cui
sopra (mi sa però che nei paesi islamici per il detto popolare usano un altro giorno) che
spiega all’allegro duo come sia normale che le camere prenotate al telefono vengano poi
pagate di persona. Grazie Allah misericordioso che mi aiuti tramite i tuoi svampiti
discepoli! La 317 fa su e giù per i piani con la motoretta che manco fosse a Misano
Adriatico, e si lamenta perché vuole quattro (e dico quattro, come i figli della cliente della
215) coperte, me lo segno. Quando torna per lamentarsi che non le ho ancora portato le
coperte le faccio GENTILMENTE notare che sono da solo e che la sto aiutando ma lei deve
stare buona zitta e possibilmente giù dai miei zebedei. Che va bene capisco la situazione
sua e pure della figlia, una vita di disabilità e tutto il resto ma ribadisco che usare uno
svantaggio per avere privilegi mi fa alquanto incazzare. Le porto le coperte (e per questo i
muscoli mi regaleranno poi una notte d’inferno, anzi di paradiso che mi sa all’inferno
almeno hanno il bar con la birra fredda) ed in camera ricevo i seguenti reclami: letti troppo
piccoli e mancanza di cuscini che sono anche troppo sottili (questi da parte della figlia con
pigiamino rosa ben piegato sul letto) e mancanza di sedia per disabile sotto la doccia
(questo la madre motorizzata). Mi girano e spiego alle due signore che se vogliono
reclamare lo possono fare via mail e che le sto aiutando su ciò che posso fare (non mi
chiamo Geppetto) e che il rifornimento cuscini, coperte e lenzuola al momento non è
possibile nelle notevoli quantità da loro desiderate (in albergo sono finite davvero le
scorte). Concludendo le recupero una sedia (l’unico reclamo davvero fondato) ed un altro
cuscino; dopo la cazziata la signora è diventata gentile e ringrazia sentitamente. Tocco di
classe: nonostante sono rimasto con tre camere libere ne metto una off line (cioè non
vendibile) prendo i cuscini (questi sono nuovi) e ne porto uno alla 317. Busso (dall’interno
voci da film dell’orrore, la figlia mi sa soffre di regressione infantile) apre la signora e le
dico: “questo è un buon cuscino per vostra figlia”.
Dalla vita non avrà forse mai una rosa, almeno un cuscino diamoglielo...
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Pietà l’è morta
Mi sa che mi sto davvero un attimo indurendo. Il ragazzetto della 213 era disteso sulle scale
di fianco ad una mini pozza di vomito. La mia reazione è stata porre domande secche e
ripetute: “hai una camera?” e “adesso chi pulisce?” Mi sono fermato a stento dal tirargli
anche un paio di calci a scopo pedagogico. Ma ha detto che pulisce lui. L’ho spedito in
camera e quando è arrivato il socio (che sembrava a posto) gli ho comunicato che al primo
rumore loro erano fuori dall’albergo. Pietà provata: pari alla possibilità di avere un
rimborso da Equitalia, ossia zero! Poi è arrivato pure il terzo socio, mamma mia che
gruppo di ragazzini sfigati... Il terzo si è messo quindi a raccontarmi non so cosa di una sua
sbronza ad un non so quale bancone, spero per il suo portafoglio non quello dell’albergo.
Da quando lavoro qui è stato il primo che arriva ubriaco e senza una ragazza. Ciò depone a
suo favore.
La cliente della 504 mi ha scassato la minchia, giusto per usare un francesismo, che
essendo a Londra ci sta bene. Voleva un asciugacapelli a tutti i costi. Le ho detto che
lasciavo detto al collega del mattino ma non promettevo nulla. Alla quinta soluzione lei
proposta per risolvere il problema ho avuto un istinto di cannibalismo.
La cliente della 606 era al telefono nel momento sbagliato, mentre passavo davanti alla
camera busso e le ho dico di fare più piano, lei mi risponde che sta solo parlando al
telefono. Rinuncio a spiegarle che non serve parlare forte per essere sentiti da chi sta
lontano.
La 509 mi suscita odio. Bianchi idioti, la categoria peggiore. Il quinto piano è uno schifo, io
se trovo uno che butta gli avanzi di cibo per terra lo prendo a craniate. Proprio dal quinto
piano una tipa che avevo visto arrivare con dei ragazzotti sbronzi mi viene a chiedere un
cerotto. Quando torno a controllare più tardi il quinto piano è assolutamente silenzioso.
Saranno morti tutti dissanguati.
L’Inghilterra è un luogo di barbari civilizzati. Come tutto l’occidente, solo che a differenza
dei barbari ufficiali questi hanno più strumenti per fare danni.
Il fantasma è morto e lotta insieme a noi! Di colpo il toner ormai esaurito della stampante
ha ripreso vita. Lunga vita al morto!
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Niente è gratis
Che la notte appena trascorsa sarebbe stata impegnativa lo sapevo fin dal mattino prima,
visto che l’albergo aveva già quattro prenotazioni in più rispetto alle camere disponibili
(non fate quella faccia, l’overbooking è pratica comune alle catene alberghiere di tutto il
mondo). E come sempre, quando vado al lavoro con una buona Super Tennents di troppo
in corpo succedono i guai. Forse la birra attira i seccatori! Arrivo e la collega mi lascia
sbalordito, ha pulito da sola una stanza per darla a qualche cliente. Decidiamo che
mettiamo a disposizione pure quelle rotte (ancora quella faccia??? BASTA!) e inizio a
lavorare.
Con tutte le camere rimasuglio affibbiate ho solo due clienti da spedire chissà dove, e sono
pure colleghi da un altro albergo, si faranno una gita di lavoro. Mi destreggio tra gli ultimi
arrivi cambiando prenotazioni e stanze nemmeno fosse il gioco delle tre carte, ed ecco che
arriva il seccatore di turno.
Un “minchia” di classe media indiana con pelata e camicia aperta più collana, arriva nella
reception per dirmi di chiamare la polizia. Cominciamo bene! Provo a parlarci ma questo
vuole fare il cliente che ha sempre ragione, ma nel momento sbagliato. Dalle mezze parole
miste ad evidenti baggianate capisco che, citando qualcuno, “è venuto per fottere ed è
rimasto fottuto”. Una ragazza l’ha ripulito, solo che ovviamente lui non la mette giù
proprio in questi termini; finge di essere un cliente ma non sa dirmi nulla riguardo alla sua
camera, dove gli avrebbero rubato i soldi, ecc... Io questo non lo reggo. E diventa pure un
po’ aggressivo, quindi mi rompo e la polizia la chiamo sì, ma per portarsi via lui. E la
Tennents macina i suoi effetti, parlare con la polizia da diversamente sobri è sempre come
la prima volta, emozionante! Mi chiedono se so quale ragazza può essere stata, in risposta
li guardo stile “vuoi vincere alla lotteria?” e tento di fare l’ingenuo ma mi scappano i
termini tecnici. Poi il macellaro di borgata indiano nemmeno dice il piano, non se ne parla
che io faccia dei nomi e dei numeri (di camera). Per farla breve neanche la polizia (che in
Inghilterra è sulle prime davvero friendly, vigendovi la regola della linea da non varcare) lo
sopporta, di conseguenza se lo portano via di peso fuori dall’albergo. Seguo la scena dalle
telecamere di sicurezza e alla fine vedo che lo mandano via a meditare sulle sue minchiate.
Nel frattempo scopro che qualcuno ha cambiato la password per riportare sui sistemi
dell’albergo i problemi accaduti, ne consegue che classe media Bombay non avrà nemmeno
l’onore delle cronache interne!
Il senso di tutto ciò è chiaro: cambiare birra.
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Clienti fissi e fantasmi
Sta avvenendo l’incredibile: tutti vogliono restare, e continuano a prenotare camere giorno
dopo giorno. L’albergo è pieno ogni notte ma nessuno fa casino. Quelli che mi preoccupano
(a giudicare da ciò che vedo nelle telecamere all’ingresso) semplicemente spariscono.
Il pc mi si è spento da solo dopo che ho fatto andare per la quarta volta lo stesso cd dei
Marlene Kuntz, spero non sia caduto in depressione, ma d’altronde non ho nulla da fare,
essendo tutto tranquillo.
La norvegese della 409 una sera si è presentata chiedendomi se poteva partire due giorni
prima e avere un rimborso, da quel momento ha fatto altre due prenotazioni per una
settimana ognuna e non se ne va più. Avrà scoperto i salmoni nel Tamigi...
Secondo me c’entra il fantasma con questa situazione surreale, io voto lui! Per il resto
passo le notti a programmare le ferie (e non ditemi che andare a fare trekking in Scozia a
novembre è un’idea balorda!) e leggere giornali on line italiani (compresa la cronaca locale
di Roma e Bari su Repubblica).
Nel corso di queste notti indaffaratissime ho scoperto che in Italia esiste il reato di
“interferenza nella vita privata”, io a questo punto denuncio tutto e tutti, dal Governo agli
acquazzoni! Sarà il caso di informarsi anche per una possibile class action contro
l’imbecillità umana...
Spero non sia la quiete prima della tempesta.
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Notte di riflessione
Gli screzi con la capa sono sempre più frequenti, fa troppa tenerezza quando si difende
dalla mia risposta pronta barricandosi dietro alla frase "è così perché sono il capo".
Generalmente quando una donna risponde in questo modo le lacrime sono in vista. Io
proprio la gerarchia non la riesco a digerire, poi con un tocco di classe lei ha chiuso la
discussione utilizzando una frecciatina che le avevo fatto ieri. Dopo il lavoro mi ha
chiamato per chiedermi robe dell'albergo nonostante fosse arrabbiata, ma non la vuole
capire che mi deve fare vice. Tenera fanciulla testadura.
La camera 613 mi ha fatto riflettere. Solito gruppo di clienti reduci dal club con solita tipa
(s)vestita. Questa, in particolare, arriva spesso con uno o più amichetti - diversi ogni volta inguainata in vestiti che forse nessuno le ha spiegato come l'infanzia sia passata e le taglie
vadano di conseguenza riviste. Li ho sorpresi a fumare in camera, con rumore annesso,
benissimo. Polizia as usual, scendo per telefonare e arriva "Miss Abbondanza"
chiedendomi di non farlo. Nel giro di due mie risposte nemmeno troppo cattive, si mette a
piangere come una fontana. A quel punto non ho saputo che dirle "Vai a dormire e stai
buona", visto che comunque sotto la maschera (neppure troppo maschera) di troiaggine
c'era una ragazzina. Io spero vivamente mi stesse prendendo per il culo perché davvero, se
le ragazze che qui si conciano a quel modo (la stragrande maggioranza) hanno quel livello
di pelo sullo stomaco, questo paese è davvero destinato ad essere triturato dalla macina
della Storia.
Notte senza sosta, non mi sono fermato un secondo. E senza chiamare la polizia. Io e i miei
clienti stiamo entrando in una sintonia surreale, non penso occhi di estranei possano
capire. Qualche evento in ordine sparso:
-i ragazzini della 401 sono ancora in albergo. E ogni notte si concedono una bottiglia di
sidro, io spero vivamente per le loro finanze che spaccino (ma non mi sembra ne abbiano il
fisico).
-la coppia della 508 sta entrando nella leggenda: l’ultima volta che sono venuti hanno
sbagliato prenotando per il mese dopo, stavolta solo per il giorno dopo. Fanno progressi,
ma ieri gli ho detto chiaramente che non sono Babbo Natale e la prossima volta col cazzo (i
francesismi si sprecano) che sposto la prenotazione, ma sono teneri. Tonti ma teneri.
-Nota di dolore. Avevo già parlato della signora che usava il suo cancro per chiedere sconti
e favori (no, io NON sono politically correct). Ieri è arrivata con un uomo che, a giudicare
dagli occhi, era appena uscito dal SERT inglese, e per di più dalla porta sbagliata... Un
collega mi aveva appena raccontato dei numeri da circo che la “cliente” in questione aveva
fatto il giorno precedente (rotture di scatole varie e urla). A questo punto ho detto
chiaramente alla persona in questione che non era la benvenuta e che le rifiutavo la
camera. In realtà le ho anche urlato contro 20 minuti per quello che rispondeva, ma alla
fine le ho dato la camera e avvisata che una sola parola proferita a danno della mia pace
interiore ed era bannata dall’intera catena dell’albergo. Come ha provato a dire mezza
parola ulteriore è stata spedita nella camera 417.
30
-Il cliente di periferia della 618 è un vero mito. Si presenta chiedendomi se ho preservativi
(io inizio a venderli, mi sa ci faccio i soldi da quanto me li chiedono). Poi gli busso in
camera per rispondere ad una domanda che mi aveva fatto in precedenza; mi apre che
stava trombando (per aprirmi però ha smesso) e avviene il seguente scambio di battute:
Cliente mito: “la tv non va”.
Io: “ok controllo”.
Lui: “grazie”.
Sempre io, ma con sopracciglio alzato: “La tua ragazza è nuda?”
Risponde il mito: “si”.
Io, ma meno saldo: “quindi?”
Mito, che afferra: “controlli la tv tra cinque minuti?”
Io, professionale: “avvisami te”.
Lui, con fare periferico: “ok”.
Arriva in reception dopo ore e mi dice: “per la tv fa niente”; gli rispondo: “ci sono cose
migliori”.
-nuova famiglia infestante, la famiglia Wasantha. Oscillano misteriosamente tra le 12 e le 2
camere occupate, non voglio sapere cosa ne fanno dei cadaveri. Ieri ho preso con me i capi
famiglia e con fare deciso (come detto in precedenza in Italia sarei già morto tre volte) ho
fatto ordine nel caos delle loro prenotazioni, visto che sabato hanno ribaltato l’albergo con
una biblica migrazione interna causa prenotazioni sbagliate. Ufficialmente sono tennisti,
una scuola tennistica in zona per un non meglio precisato evento in una vicina altra
accademia di tennis, ma hanno un sacco di bambini; magari in arabo tennis significa “arma
di proliferazione di massa”
-il cliente della 606 mi ha fatto paura. Nero e segaligno, dimesso, non il solito pappone
jamaicano. Secondo me nello specchio non lo vedevo riflesso... Arriva con altri tizi tra cui
uno bianco che si presenta dicendo “compro tutto l’alcool”. Ok, avevo già in mente che
sarebbe finita con la polizia. Se ne vanno con mille bottiglie e sento una risatina femminile
del tipo abbiamo capito quale... GIURO che ho girato i piani tre volte e non c’era rumore di
party. Sono sicuro di essere stato vittima di un incantesimo voodo!
31
Dio esiste, e mi vuole bene
A volte bisogna ammettere di essere fortunati, probabilmente tutte le mie lodi ad Allah
onnipotente mi stanno ricompensando. Non avere lavorato sabato notte ha decisamente
allungato la mia aspettativa di vita. Ieri la collega mi ha fatto una narrazione, che passerò
pari pari alla Troma Video come proposta di sceneggiatura.
I fatti: intorno alle quattro e mezza di sabato notte qualcuno fa partire un allarme
anticendio, e si deve evacuare l'albergo. Dalla 208 salta fuori una tipa ubriaca e totalmente
nuda, come se non bastasse decide di scendere in strada dalle scale di sicurezza esterne,
che sono totalmente immerse nell'oscurità. La fanciulla, non sapremo mai se avvenente o
meno, si fa prendere dal panico e rompe TUTTI gli allarmi antincendio che incontra sul
suo cammino... Arriva quindi in strada oltreché nuda ora anche sanguinante, la polizia la
prende in consegna e la carica su di un'ambulanza.
Per rilassare gli animi cosa di meglio poi della rottura del boiler nel pomeriggio? Inutile
dire della valanga di reclami, che peccato aver passato la giornata a letto...
32
E sabato venne
Simpatici personaggi ed eventi mirabolanti della nottata:
-Due tizi che si fiondano in camera ma nell'albergo sbagliato, non trovano la 113
semplicemente perchè nell’albergo dove lavoro quella camera non c'è. In compenso gli
vendo da bere, quando mi chiedono se possono tornare a bere più tardi faccio gentilmente
capire di non allargarsi.
-Due tipe tirate a lucido secondo canoni inglesi (in Italia i vestiti che usano qui sarebbero
usati dalla difesa per richiedere le attenuanti) che volevano un taxi per andare nel club a
100 metri dall'albergo. Me le porto in cucina e gli mostro il succitato club dalla finestra,
queste sono, come si usa dire, “arrivate con la piena”; che neanche le bovine di New
Orleans durante l’uragano.
-Il cliente della 509 (sembrerebbe essere francese) mi pone di fronte a scelte drammatiche.
Ha un cane e tiene sempre il televisore altissimo, anche quando non è in camera (lui, non il
cane). Una sera ho provato a bussare per chiedere di abbassare, il cane ha fatto un casino
che sembrava avessero riaperto la caccia alla volpe. Alla fine è in albergo da un mese (cane
compreso) e se nessuno l'ha ucciso va bene così. Non capisco perché si trucca pur avendo
una ragazza, sarà un attore (ma preferisco non indagare).
-In tema di V.I.P., ieri notte ho dato la camera 412 a Stephen King, lui e la ragazza sono
arrivati con la faccia truccata un po’nstile carnevale di Venezia. Anche la sua compagna è
rimasta sorpresa dal nome (segno indubbio di profonda conoscenza reciproca), chissà
quanti giochini poi in camera (uno fa l'ombra e l'altro lo scorpione!).
-Ho sperimentato un nuovo modo per filtrare i clienti, il rifiuto a tempo. Rimbalzando tutti
per la prima ora dopo la chiusura dei club si ottengono buoni risultati. Praticamente è
come pescare allo strascico, poi se nella rete finisce qualche ignaro turista (anche se alle 3
di notte la parola ignaro non ha diritto di cittadinanza nel vocabolario) si sa, è un mondo
difficile.
-Nonostante i filtri la 501 è finita in mano ad una coppia non da poco. Lui greco con faccia
da testimonial per la campagna di lotta al narcotraffico, lei portoghese con giacca
leopardata, jeans di pelle aderenti (e non che ci fosse poco a cui aderire) ed una faccia tra il
lifting e l'eroina. Due paesi in crisi, chissà perché... Io sono italiano, se arrivava uno
spagnolo facevamo lo spread!
-Ed infine un nuovo acquisto. Il cinese che settimana scorsa è arrivato alle sette del
mattino! Stavolta si è fatto furbo, e con fare di volpe (cinese ovvio) è arrivato presto (alle
quattro) con compagna. Lei storditissima e lui con un portafoglio talmente pieno che se lo
vedeva la Merkel faceva scattare il piano di salvataggio per l'eurozona. Si è preso la 302 e
mi ha dato la mancia. Ma con standard cinesi, ho avuto di meglio da operai e protettori.
Adesso il primo che solo pensa dovrei lavorare più spesso di sabato, sappia che sarà
oggetto di odio a prescindere!
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E sabato venne, di nuovo
...altrimenti che vi racconto? Pur senza spargimenti di sangue (o quasi), la nottata si è
rivelata proficua di aneddoti. Sono un po’ malinconico, ma tanto oggi è domenica e che si
può fare in una domenica senza campionato se non diventare poveri e vecchi?
Arrivo e come al solito trovo un collega in difficoltà, ma a differenza della polacca questo è
pure odioso. Come dicevano i latini: mors tua, mors tua!
L'uomo dal cappello di lana: suona il citofono, e un uomo (con cappello di lana, appunto)
costruisce a fatica una frase contenente le seguenti parole: due ragazzi stranieri, due
macchine della polizia e qualcuno (non due) che non parla inglese. In sostanza non ci
capisco una fava, scendo. Arrivo e lo trovo seduto sulla panchina ma non si sta strappando
le vesti, non sta chiamando Riina e nessun Colle è intervenuto. Risalgo e che la giustizia
faccia il suo corso, poi è sparito.
La psycho della 506: piccolina occhialuta e gigantemente scassaminchia. Si presenta
farfugliando di parcheggi, penso sia sotto effetto di droghe chimiche quando mi chiede se
l'accompagno a parcheggiare... La spedisco in strada dando indicazioni a caso. Più tardi
arriva dalla sua camera con una coperta sporca di sangue vecchio. Praticamente ha tolto la
federa per controllare se la coperta era pulita. Ok, te ne dò un altra. Mi vuol seguire a tutti i
costi fino a dove viene tenuta la biancheria, e non smette di parlare. La nuova coperta non
le piace, le dico che sono tutte così e prendere o lasciare. Inizia a infastidirmi a livelli
cosmici, tanto che in confronto i Maya hanno predetto giusto il ritardo del 53 barrato; lei
parla di bambini e molto altro ma tutto compresso come un file zip. Capisce che da dove la
sto mandando serve almeno un anno per tornare. Alla fine siccome sono buono (e pirla)
controllo tutti i piumoni e ne trovo uno meno peggio degli altri e glielo porto in camera, qui
la cugina della psycho, che mi dice fosse per lei dormirebbe anche sui chiodi arruginiti (pur
non essendo indiana), se lo prende. Piccola parentesi di confronto tra le ragazze secche e
quelle tonde: le secche sono sempre quelle che se la vivono peggio (tanto da tirare scemo
anche il capitano Kirk), le tonde sanno stare al mondo. Ma poi, miracolo, che presumo
essere indotto da sostanze diverse dalla fede! La psycho diventa un agnellino, si dice mia
amica e mi vuole abbracciare. Io le inglesi non le reggo, quando devono dimostrare di
essere contente ti abbracciano!
I quarantenni ubriachi, che poi sono i 20enni cresciuti, sono altrettanto insopportabili. Le
coppie quarantenni ubriache sono il peggio del peggio.
Per chiudere in bellezza c'è la camera 517, con dentro due americane. Una disabile e colei
che l'accompagna. Ecco, colei... Quando è venuta a pagare l'ho guardata talmente
intensamente che lo scontrino è uscito con i cuoricini...
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L’importante è finire
Si lavora di nuovo il weekend. Ma è andata bene: niente camere in fiamme, niente alieni
che chiedono extra di tutto, niente donne nude sparse per i piani (anche se qui ci starebbe
un quasi), ma comunque non mi sono fermato un attimo.
La nottata ha comunque riservato discrete soddisfazioni:
-Arrivo e la collega polacca è in panico per via di procedure non seguite dall'albergo vicino
(ce ne sono due della stessa catena a pochissma distanza l’uno dall’altro), rispettando il suo
essere polacca risolvo con un "amen!" e mi avvio a iniziare il mio turno.
-Mi leggo la procedura aggiornata relativa ad incendi e atti terroristici. Con il terrorismo
sono fissati, comunque è di fondamentale importanza sapere che in caso di attacco armato
all'albergo, tra i miei compiti c'è il rimanere nascosto ma anche il notare che armi vengano
usate (canna lunga o corta) per poi riferire alla polizia. Sono stato tentato di lasciare un
biglietto alla manager informandola che la procedura non dettaglia cosa fare in caso
vengano usati carri armati.
-Causa noia ho inventato la lotteria delle stanze, a chi citofona rispondo che l'albergo è
pieno o meno a seconda del momento (di notte non ho l’obbligo di dare stanze a chiunque
le chieda). Mi sa che ho fatto una strage.
-Coppia di quaranta e passa anni, lui ubriaco e lei leopardata. Ho dovuto chiedere scusa a
nome dell'Italia intera per avere preso un gol dall'Armenia, lui non se ne capacitava.
-Nella 301 colpo di genio: due ragazze arrivano a chiedere se c'è una stanza per quattro
persone (non c'è), e vegono due volte (metti che nel frattempo ne hanno costruito una, ma i
muratori inglesi non sono abituati all'edilizia abusiva, quindi continua a non esserci). Dopo
un tot arriva una terza amica e chiede una stanza per due, io glielo chiedo tre volte se è per
due davvero, lei elogia i miei tatuaggi (trattasi di chiaro intento diversivo). Stanza data.
Dopo un po’ di tempo busso perché c'è casino. Non aprono, entro. E trovo delle sagome
nascoste sotto le coperte. Con grande gesto teatrale gli dico che so loro essere quattro
(numero sparato a caso) e che devono lasciare l'albergo. LORO UBBIDISCONO!!!
Chiedono cinque minuti per vestirsi e andarsene. Non ce la posso fare ad essere così
cattivo, una di loro possiede addirittura un libro! Le faccio rimanere avvisandole che se
fanno il minimo rumore le sbatto fuori, mi sa che sono morte trattenendo il respiro...
-Le clienti della 613 sono rimaste chiuse fuori dalla stanza (batterie della porta scariche).
Apro con il mio passerpatout e le dico di non uscire dalla stanza fino al check out (spero
restino solo una notte o bisognerà portare dei viveri).
Domani è un altro giorno.
35
Le forze del disordine
Ci mancava solo la polizia che espropria la camera di un cliente per farci un party...
La settimana stava procedendo magnificamente, notti tranquille e dedicate alla lettura di
un libro ambientato in una casa di punk musulmani, quando dalle telecamere di sicurezza
vedo arrivare un gruppetto di poliziotti (tre uomini e una donna) che invece di suonare
aprono la porta. Mi viene il dubbio che la porta d'ingresso non sia chiusa e mi accingo al
ricevimento dei tutori della legge. Arrivano e chiedo se posso aiutarli, risposta: "c'è un
bagno?" Benissimo! Polizia in modalità cliente rompiballe. C'è pure la poliziotta che si
lamenta del freddo (avrà fatto l'accademia nelle colonie). Per farla breve avevano la chiave
della 214 e, una volta recuperati i colleghi incontinenti, vanno in tale camera (a fare chissà
che segreto di stato). A pianterreno due figure sospette si aggirano furtivamente, mi fiondo
da loro e mi dicono di stare aspettando la polizia: trattasi dei clienti espropriati. La polizia
se ne va dopo mezz'ora senza nemmeno salutare. Compare una ragazza e scopro che
trattasi di lite tra fratello e sorella, con terzo non identificato. I tre vanno nella stanza,
tornano e si lamentano del disordine! Giuro che se qualcuno mi spiega come si fa una
perquisizione ordinata lo stimo assai. Vabbè... Zittisco il gruppetto litigioso, chiedo se la
polizia deve tornare (mica voglio alterare la scena del reato) e li sistemo in un'altra stanza.
Per il resto solo ordinaria amministrazione e tre di Manchester usciti dritti dritti da
Trainspotting (il primo a sottolineare che il film è stato girato in quel di Edinburgo perde il
mio saluto, anche se non lo conosco).
Devo lavorare 8 giorni filati, weekend compreso, causa riposi accorpati alle ferie, per il mio
funerale vorrei gentilmente una bandiera nera e l'Internazionale.
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Un rientro karmico
Sono tornato a Londra. Come scendo dall’aereo mi ricordo di avere un lavoro e tento di
rientrare senza successo nel velivolo.
Mezz’ora prima di tornare al lavoro, mentre mi preparo accade l’imprevedibile: mi salta un
dente! Il primo pensiero è stato chiamare in albergo per dire che andavo in ospedale.
Peccato che poi l’ospedale non aveva il dentista. Mi sono fatto una ragione del mio scontro
con la sanità albionica e, con il mio dentino in tasca, mi reco al lavoro, arrivando pure in
orario. Ma porc...
La notte si presenta tranquilla, albergo pieno, solita collega lungagnona polacca in solita
crisi perchè una stanza non si apre e non ci sono altre stanze da dare al cliente; ma la
novità è l’arrivo di un nuovo collega da istruire: quaranta e passa anni, un fare british che
di più non si può ed un cognome russo. Praticamente passo otto ore guardando tale collega
e stupendomi di qualunque cosa faccia: dal raddrizzare le puntine con le pinze, al dire che
secondo lui la 302 non è utilizzabile per un leggerissimo odore di stantio dovuto alla
moquette. Ma soprattutto rischio di non credere ai miei occhi quando allarmato mi dice
che un cliente non ha voluto il resto. Già il porre tale problema denota la provenienza da
un’altra dimensione, ma ancora più grave è il suo essere stupito quando gli dico che tale
eccedenza monetaria si trasforma nella sua mancia, che non prende!
Il russo finto inglese rischia di essere futura carne da macello: voleva chiedere il
documento ad un cliente prima di dargli una seconda chiave e stava vendendo delle
bottiglie invece di altre (l’offerta prevedeva due bottiglie di sidro, fategli capire voi che
devono essere della stessa marca).
Ormai la mia politica nel controllo stanze è assolutamente ispirata al fatalismo orientale:
ciò che deve accadere accade...
E quella che arriva è la notte di halloween!
37
Poteva andare decisamente peggio
Halloween, e questo dice molto. Ero pronto al peggio. Esco di casa e noto che le strade non
sono addobbate come prevedevo, i bus sono vuoti (di solito l’affollamento della corriera
che mi porta al lavoro è indice delle rotture di palle che avrò nella nottata) e in giro non c’è
quasi nessuno (anche qui, quando scendo dal bus la densità media di ragazze seminude è
termometro del mio benessere lavorativo). Quindi inizio il lavoro con un sospiro di
sollievo, io mi attendevo orde di barbari travestiti da sa un Dio a scelta cosa; perdipiù i
clienti sono tutti già arrivati, insomma una pacchia... e invece no!
Il tempo di aiutare due siciliani con la prenotazione di una camera (che mi ricorda come
italiani e conoscenza delle lingue siano parole che non si conoscono) e accade IL fatto
saliente della nottata. Arrivano tre ceffi a chiedere una stanza, ma stavolta ceffi proprio,
neanche vent’ anni e la faccia che sembra una maschera (di halloween, essendo in tema) da
quanto è sfregiata. Mentre se ne vanno non faccio in tempo a pensare che questi sono
davvero “white trash” che il cliente della 101 va in crisi mistica e si trasforma in
Savonarola, avendone per giunta il fisico: mi profetizza che fare entrare quei tre è
pericoloso... Non l’avesse mai detto, nemmeno il tempo di finire la frase che scatta
l’allarme antincendio! Penso di avere quindi stabilito un record mondiale. Infatti chiamo i
pompieri dicendogli che se vogliono possono non venire tanto è un falso allarme (avevo già
controllato quale sensore era scattato), e quando arrivano sto già sistemando il tutto.
L’hotel è pieno, i clienti sono tutti in strada e nemmeno mi sforzo troppo per radunarli. Mi
guardo intorno e per un attimo mi sembra di essere in un’altra dimensione: una marea di
facce assurde che sembrano uscite da S. Vittore (il carcere di Milano) mischiate a clienti in
viaggio per lavoro; il mondo è bello perché vario. Mi aspetto la ragazza nuda che corra giù
dalle scale ma niente... Giusto una coppia che stava evidentemente facendo attività fisica
(ma sono arrivati in strada vestiti), non mi spiego il motivo per cui ad essere sporca di
rossetto fosse lei. Recupero un portafoglio perso e rimando a dormire un vecchietto con le
stampelle che sta ancora per le scale. Allarme finito. Dopo mezz’ora viene giù il diluvio, ma
i clienti sono tutti nelle loro stanzette a sognare di alberghi veri.
Per il resto niente di che: dal nulla è spuntata una colonia di clienti di Gibilterra, che fa il
paio con la colonia est europea ormai residente in pianta stabile; ed una vecchia
conoscenza (il ragazzino della 301) che arriva sbronzissimo cercando una stanza e
seminando soldi, forse non ha ben chiaro il concetto di investire nel mattone. Durante la
notte negli schermi delle telecamere di sicurezza compare un uomo nero in una zona
proibita ai clienti, ma poi vado a controllare e non c’è nessuno. Penso sia il solito fantasma
che per halloween si è travestito da Mike Tyson, ma alla fine scopro che la porta che
conduce al parcheggio esterno è aperta. La chiudo e sono felice che nessuno l’abbia
scoperto prima. Il potenziale distruttivo di tale scoperta sarebbe stato equivalente al dare
alle Guardie Padane la formula della bomba atomica, o della Coca Cola. Tutto sembra
concludersi bene quando, a dieci minuti dalla fine del mio turno, un cliente arriva a
reclamare che non c’è acqua calda; non si può avere tutto dalla vita...
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L’esercito delle dodici birre
Prima di iniziare a leggere siete pregati di fare un minuto di silenzio, è mancata all’affetto
dei suoi cari la mia dignità. Di fronte alla norvegese acqua e sapone della 102 ho
miseramente balbettato qualcosa che sta tra il sumero antico e la demenza. Ho anche
sorvolato sul fatto che la madre mi ha fatto portare un materasso in camera per poi
guardarlo e dire “non ci serve”, quella ragazza aveva uno sguardo come un tatuaggio,
indelebile.
Parlando di Norvegia va segnalata la comparsa di una frode con Carta di credito norvegese,
c’è sempre una prima volta! Per il resto poco da segnalare se non un tipo sbronzo facente
parte di un gruppo di quarantenni sbronzi, appunto, e ben vestiti. Mi chiede dodici birre, il
tempo di andare a prenderle - smadonnando per trovare un contenitore dove metterle - e
quello mi sparisce, sarà diventato astemio di colpo!
La cliente della 103 alle tre di notte si mette a usare internet dal computer pubblico per
“chattare” su Skype con un tipo che sta a Kuala Lumpur. Quando mi chiede se può usare il
telefono dell’albergo la mando a Kuala Lumpur più veloce del teletrasporto dell’Enterprise,
non l’ha chiesto una seconda volta...
Tenerezza e periferia nella 401, diventata la camera peggiore della storia della ricezione
alberghiera. La 401 è di fianco alla porta d’ingresso del quarto piano, e dato che era un po’
rumorosa ho fatto chiamare qualcuno per aggiustarla. Ora la porta è stata aggiustata col
risultato che è molto più rumorosa di prima. Dunque, nella 401 solito gruppo di ragazzini
teppisti. Ma sono simpatici quindi la soglia di tolleranza aumenta. Uno di loro arriva e mi
chiede del vino, anzi mi chiede quale vino va bene per una ragazza! A volte nella vita non
sai cosa rispondere, ma la tipa della 103 alza la testa da Skype e urla “Biancoooo”. Questa
fanciulla con il cuore in Malesia avrà attaccato bottone con almeno tre clienti diversi ieri
notte. In ogni caso il ragazzino della 401 chiede il prezzo del vino, si spaventa e conta i
soldi, non ci arriva per pochissimo; un po’ come perdere le presidenziali americane per un
pugno di voti. Mi dice che ritorna e io gli metto il vino in frigo. Torna dopo un’ora e gli
riprendo la bottiglia, ma adesso vuole una birra facendo anche il grande dicendo “tieni il
resto” (consistente in cinque centesimi). Rimetto la bottiglia in frigo e, di nuovo, mi sa
sono finito sulla lista nera del Vaticano.
La notte la finisco studiando le prossime vacanze in Scozia (vale sempre la regola che il
primo che commenta il fatto di andare in Scozia a Novembre verrà eliminato dalle mie
amicizie e conoscenze), e poi colazione con la capa! Ebbene si: ieri mi ha chiesto i turni di
lavoro dicendo che tra i suoi compiti c’è quello di vedere regolarmente i dipendenti! Siamo
finiti a parlare delle sue vacanze...
39
Una piacevole notte ed un piccione mannaro
La notte inizia con la fine del pomeriggio (niente commenti), nel senso che essendo la
bonfire night (la celebrazione della Congiura delle polveri) mi aspettavo di dover allertare
pure la protezione civile inglese per l'assedio petardesco all'albergo, e invece no! Scopro
inoltre diverse cose: che si festeggia nel pomeriggi0, che i fuochi d'artificio qui costano
talmente tanto che una miccetta è un bene di lusso e che gli inglesi festeggiano qualcosa
che non c'è stato. Infatti si celebra il fallimento del piano per far saltare in aria il re, un po’
come se in Italia si festeggiasse ogni volta che si è rischiato di prenderle scampandola,
praticamente da noi sarebbe sempre festa. Per contro, gli -anti festeggiano per
commemorare Guy Fawkes che era tra i congiurati; insomma festeggiano tutti, ma solo nel
pomeriggio.
Io da parte mia celebro commemorando me stesso con un paio di birre e vado al lavoro! La
birra antitimidezza funziona alla grande e finisce che: organizzo una giornata di
compleanno per un cliente consigliando ristoranti e aree da visitare, intraprendo una
piacevolissima conversazione letteraria (ma temo di avere peccato di monologhismo) dopo
la quale mi ritrovo interessato al Rinascimento (comunque è vero, Virgilio merita
schiaffoni), ed infine con il cliente abituale della 303 parliamo di viaggi e culture nel
mondo, scoprendo che ad Inverness di notte si è ostaggi dei pub: a mezzanotte infatti i pub
chiudono, ma con i clienti dentro! Nel senso che vendono da bere fino al mattino ma non
fanno più entrare nessuno, quindi a mezzanotte se si è ad Inverness bisogna ricordarsi di
non uscire dal pub per fumare una sigaretta.
La notte prosegue con la pianificazione delle mie ferie. Tutto è perfetto fino a quando non
guardo i miei futuri turni: mi hanno messo due giorni in più di ferie. Mando subito sms
alla capa ma dopo cinque minuti rifletto e faccio marcia indetro: lavorerò lo stesso numero
di ore ma con un weekend in meno. Odio il mio essere impulsivo e il non sapere contare
fino a millecinquecentottantasette, e pure due volte per sicurezza!
Esco e vado a comprarmi la colazione, arrivo e vedo un piccione in vetrina e tre commessi
(uno armato di scopa) che guardano il volatile con disperazione. Nemmeno fosse un'aquila
reale assetata di sangue... Sembra (in realtà non sembra solo) non sappiano cosa fare, io
entro li guardo, guardo il piccione, il piccione mi guarda ed esce dal negozio, io divento una
star ma resto perplesso su questo paese!
40
L’importanza di chiamarsi Ohio
Notte assolutamente dedicata alle elezioni americane, dal lato clienti assolutamente
tranquilla, a parte la 411 che sembrava una fumeria afghana (ma erano slavi, se non è
multiculturalismo questo...); sono sicuro che il casino che facevano era dovuto al loro
intenso seguire la diretta della BBC, ed alle varie "chiamate".
Questa cosa delle chiamate mi ha sconvolto, in USA praticamente eleggono il
Presidentissimo senza quasi contare i voti, dato che alcuni stati vengono ritenuti acquisiti
appena chiusi i seggi e i grandi elettori assegnati a democratici o repubblicani. Addirittura
in alcuni stati non si fa campagna elettorale! E poi la questione dei grandi elettori... In
pratica il Presidente viene eletto da questi, non dai cittadini americani. Immagino se
dovesse accadere in Italia: partirebbe l'asta pubblica per assicurarsi il voto del grande
elettore di turno, con la Marta Flavi di turno a dirigere. Abbiamo davvero una mentalità
diversa da quella anglosassone. Se poi consideriamo che stati con diversi fusi orari
chiudono i seggi alla stessa ora e quindi non tutti insieme, abbiamo abbastanza elementi
per il suicidio di un giurista costituzionalista italiano.
Il sito di Repubblica nel frattempo assegnava ad Obama tutto quanto era in bilico, pure il
posto da custode nel mio stabile; mentre l'home page di BBC News dava Obama - Romney
0 a 0, per Repubblica erano 101 a 95! Eh si, diversa mentalità...
E come chiudere la nottata se non con una brillante idea di un capo dei capi? Una
conferenza al telefono. Alle cinque del mattino si decidono le sorti del mondo ed io
compongo un numero di telefono, inserisco un PIN e mi trovo connesso con tutti gli
alberghi della catena presenti a Londra Ovest, parte quindi un delirio con gente che si
presenta, parla, non capisce una sega e ascolta un grande capo. Cosa abbiano detto mica lo
so, io aspettavo la chiamata della Virginia
41
Una sola notte
...e sono in ferie.
In questo 7 novembre che vide due eventi epocali come la Rivoluzione d'Ottobre e la
nascita di Giggirriva, vado al lavoro con animo sardamente bolscevico. Arrivo e la solita
polacca mi fa capire perché il suo paese si sia storicamente fatto spartire da chiunque, e più
volte.
Il cliente della 303 (uno dei clienti fissi dell'albergo) è stato spostato, causa guasto
tubature, nella 304, solo che non lo sa. Arriva e candidamente mi dice "la chiave non
funziona", "e te credo" aggiungo io! Meno male che è il cliente viaggiatore dell'altra notte,
lo accompagno a prendere le sue cose e problema risolto.
La polacca si inventa anche l'”hotel floor tourist tour”. Il cliente della 506 si lamenta che la
stanza è troppo vicina all'ascensore, lei lo porta alla 503 ma il cliente si lamenta che puzza
di fumo, e viene portato nella 516. Peccato che quella stanza era riservata per uno dei
migliori clienti e gliel'avevo assegnata a vita. Lo dico alla collega che fa "ohhhhhhhhh" e va
nella 516 a spostare il cliente nella 504 (e mettendo un po’ in ordine la 516). La prossima
volta voglio farlo io di guidare i clienti, e con un ombrellino in mano. Poi il cliente della 516
non è arrivato ma alla collega non lo dico o essendo polacca inizia a invocare Gesù,
Giuseppe e tutti i santi in colonna (tanto lei è polacca e può farlo).
Nella notte mi viene il sospetto che la direzione generale stia battendo subdolamente cassa:
sono infatti aumentate le multe per il fumare in camera (mai viste così tante), ma ad essere
sinceri è anche aumentato il numero di chi fuma (a giudicare dagli aromi). Secondo me c'è
qualche collega a me sconosciuto che si infiltra tra i clienti e fa il pusher sponsorizzato
dell'albergo.
Chiudendo posso solo citare i tre tizi che non hanno retto al darwinismo alberghiero.
Citofonano che vogliono una camera, bene, gli apro. Arrivano e li vedo che fissano
l'ascensore ma non ci salgono, ricitofonano, gli dico di salire al primo piano e stavolta li
vedo fissare le scale ma tornano indietro dopo otto secondi, ricitofonano nuovamente e
dicono che non trovano la strada, al che gli dico ASCENSORE - BOTTONE - SALIRE RECEPTION e, incredibile, arrivano! Li guardo in faccia e li accolgo con "mi spiace,
albergo pieno". In realtà c'era posto per Annibale con tutti gli elefanti, ma erano in tre e
volevano una doppia.
Buon gulag a tutti!
42
Ritorno con sorpresa
Partire è un po’ morire? Ma nemmeno per sogno, morire è il tornare. E con la morte nel
cuore mi reco al lavoro dopo la mia vacanza scozzese (le cui tre pagine di racconto potete
trovare altrove).
Al mio arrivo noto subito due cose: la prima è che l'albergo è praticamente vuoto, la
seconda è che la capa mi ha ridotto le ore di lavoro, il che rende tutto molto complicato.
Meno male che ho deciso di andarmene; io sono un romantico e se sto tenendo duro è per
dare il finale a questo libro.
Pur con albergo vuoto ecco un paio di cosette interessanti: una voce al citofono che alla mia
richiesta di qualificarsi risponde "ambulanza". Bhoooooo... Arrivano in due, e sembrano
usciti dalla serie TV Scrubs: lei giovane e sorridente lui di mezza età e arcigno. Sono armati
di tutto punto, manco stessero partendo per la Somalia. Mi chiedono di accompagnarli
nella 107. Una volta sul piano busso ma ho il sospetto la camera sia vuota, li guardo in
faccia ed il dubbio li assale; che abbiano sbagliato albergo? Bingo! Sono arrivati
nell'albergo sbagliato, che ha un ascensore rotto, e per lasciare l'albergo sbagliato ci hanno
messo un sacco di tempo: spero fossero stati chiamati giusto per un mal di denti.
La seconda nota di rilievo di questa nottata, dedicata alla programmazione del prossimo
viaggetto si palesa in un cliente dall'accento assurdo e che non capisce il mio inglese. Un
buon inizio. Mentre inserisco i dati leggo un cognome incomprensibile, peggio di un boero
sudafricano... Mi chiede una bottiglia di vino e sei birre, e già sento odore di party per
quarantenni scoppiati. Poi le birre non le vuole, poi le vuole, poi le rimetto in frigo, e mi
chiede anche perché. Poi paga e per le birre non bastano i soldi, si scopre che non aveva
idea del prezzo, glielo dico e fa una faccia che nemmeno un alieno alle primarie del PDL (o
del PD, a scelta) sarebbe più stupito. Quindi niente birra ma seconda bottiglia di vino e se
ne va, finalmente. Ed ecco il problema: mi ha talmente tirato scemo con la roba da bere che
la pagina del sistema dove stavo inserendo i dati è scaduta, devo rifare tutto di nuovo. Per
la Carta di credito nessun problema, ho lo scontrino che riporta il numero, l'indirizzo glielo
avevo fatto scrivere, ma il nome??? Ed era pure difficile! Vabbé, per farla breve mi sono
trasformato in San Giovanni Battista e l'ho ribattezzato! Speriamo non decida di chiedere
la ricevuta...
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Ho forse la faccia da cuoco?
La nottata lavorativa si presenta bene già dalla serata. Uno scambio di sms, in cui chiedevo
alla capa la spiegazione riguardo la mia riduzione di orario, mi fa rivalutare le capacità
pedagogiche di Pol Pot: lei non fa altro che ripetere che è solo per una settimana (siamo
alla quarta). Non sto contando le ore per andarmene, sto contando i minuti... Arrivato in
albergo trovo che la collega pazza è guarita, adesso non è più pazza ma si è solo
rincoglionita (questa è una licenza poetica). Si è lasciata col tipo (quello che mi voleva fare
brutto) e si è messa con uno racimolato in una chat, passando dal lamentarsi con un ritmo
da catena di montaggio al cantare e saltare che nemmeno “‘na bimbaminkia sotto anfe”
(altra licenza poetica, questa neoclassica). Quasi quasi la convinco a rimettersi col turco!
Con la prima cliente della serata, numero di matricola 504, mi scatta l’istinto paterno:
doveva arrivare ieri ma è arrivata solo oggi. Le dico che ero preoccupato e che le ho dato
una buona camera anche per il futuro, tanto è una cliente abituale. Ma se la prossima volta
non avvisa che tarda niente colazione.
Un cliente arriva ubriaco e vuole da mangiare, dice che la policy della catena è servire cibo
ventiquattro ore su ventiquattro. Si, ma la policy mia è che o mi insegnano a fare qualcosa
o non la faccio. Io la gerarchia a senso unico sul posto di lavoro non l’ho mai amata. Se
questi mettono nella policy che il cliente può fare il giro della città in elefante ce lo devo
portare io che gli elefanti li ho visti solo in cartolina? Quello insiste, ma io sono sindacalista
dentro: il cliente avrà sempre ragione ma non per questo il lavoratore deve farsi la scorta di
vaselina (e a spese proprie). Cliente con “fame chimica”, raus!
Arriva un cinese strafatto di coca ma fuori taglia (di solito i cinesi strafatti sono enormi e
con faccia brutta, questo sembra uscito adesso dalla centrifuga). Vuole una camera, chiede
se è per due e se c’è il bagno dentro, no comment. Paga e poi va a parcheggiare, tutto di
frettissima. Torna e dice che la ragazza non vuole venire in albergo (dove voglia venire non
indago) e chiede il rimborso. Mica ho scritto ONLUS sul bicipite! Caso girato per la
manager domani e cliente spedito tra i pericoli della notte londinese, mamma mia come lo
vedo male questo...
Coppietta di ragazzetti. Arrivano e chiedono la camera, dico il prezzo e che se pagano in
contanti serve il documento. Si ricordano che devono parcheggiare e corrono via dicendo
di tenere la camera (si, certo. Alle due di notte di mercoledì 21 novembre c’è la coda fuori
dalla porta). Si fanno tutti i piani in ascensore verso l’alto e tornano disperati, chiedendo
come si scende. Presumo premendo l’unico tasto che non hanno schiacciato. Vanno,
tornano. E si dimenticano il portafoglio in macchina, via di nuovo (stavolta premono lo
zero con fierezza). Tornano di nuovo e finalmente possono andare a guardare i cartoni
animati nella 201. Vedo male pure questi, ma almeno si divertono, il cinese invece sarà già
finito in qualche pilone della tangenziale.
Al sesto piano nel corridoio c'è una sedia a rotelle elettrica, attaccata alla prese della
corrente per ricaricarsi; al prossimo giro di controllo mi aspetto di trovare una scuderia di
Formula Uno pronto per il pit stop. Al momento del check out ho scoperto che nella 614
c'era Mr Bean, era identico. E mi ha fatto pure la domanda da Mr. Bean: "per uscire mi
serve la chiave?" Avrei dovuto rispondergli "Si. Ma poi devi rientrare a riportarmela".
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Essere sé stessi, questo il problema.
(Divagazione personale)
Con la capa siamo arrivati ad una sorta di resa dei conti, e come ogni volta quando discuto
con un integrato ne esco con le ossa rotte. Siamo due persone per niente pazienti e pronte
all'attacco più che alla riflessione (il che non aiuta), ma lei dalla sua ha il sistema! Proprio
non mi entra in testa il fatto che la funzione cancella la persona. Lei parlava da manager,
io da umano. Mi ha dimostrato che la riduzione di ore era dovuta ai giorni di vacanza, non
sono riuscito a farle capire che hanno segnato come vacanza pure i riposi sfalsando il tutto.
E non ho risposto alla sua affermazione che i piani sono "spazi pubblici" e quindi li devo
pulire io (le avevo fatto notare che erano sporchi). La prossima notte ci passo
l'aspirapolvere alle quattro, vediamo cosa succede. Si è incazzata come una iena. Sarà che
le ho rinfacciato di essermi fidato, a torto. Inizio a pensare di avere sbagliato a non fare il
legionario, ho una mentalità da gruppo dove tutti danno il massimo ed il capo è
indiscutibile, ma anche primus inter pares. Altro che l'ipocrisia del team! Mi è scappato
anche di dirle che per quello che prendo di stipendio faccio pure troppo, alla fine lei ha
ammesso che quell’albergo è un posto di CENSORED, aggiungendo che se voglio posso
andarmene, cosa peraltro che ho già deciso di fare a breve.
Come costa cara la libertà...
E che triste pensare sempre di essere in torto perché si vede tutto da un’altra prospettiva.
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La fine di un amore
Ma la fine vera. Non la litigata, l’insulto come sfogo di rabbia e frustrazione, ultimo
tentativo di raddrizzare un rapporto ormai incrinato. La fine vera, quando ti ritrovi solo e
malinconico, tranquillo ma svuotato, quando pensi che in fondo hai torto e che ora devi
rimboccarti le maniche e accettare le conseguenze dei tuoi errori. Stasera in albergo mi
sento così, i sistemi sono giù ed anche io non sono molto allegro.
Arrivo e trovo il collega russo che a me inquieta sempre un po’, dato che parla come il
conte Dracula. I sistemi sono in aggiornamento quindi non ho un tubo da fare tutta la
notte, ma dopo dieci minuti arriva il primo problema: un cliente vuole prenotare una
camera. All’inizio gli dico che siamo pieni poi divento buono e gli dico di prenotare on line,
dato che io non avendo i sistemi non so quanto costa la camera (il prezzo varia ogni
giorno). Ma il sito non funziona essendo in aggiornamento pure lui. Chiamo il russo, che
dice di essere nato a Pietrogrado (dico sul serio), ma che secondo me è nato in
Transilvania, non risponde (e difatti non ho mai visto un pipistrello parlare al telefonino).
Altro giro altro regalo, chiamo la capa che non risponde nemmeno lei (starà sclerando con
qualcuno: è il tipo di donna che se non la randelli di mazzate nei primi cinque minuti poi
diventa insopportabile), quindi mando il cliente all’altro albergo (che non risponde
nemmeno lui). Poi ho avuto l’idea geniale per scoprire il prezzo, ma ormai è tardi, come
cantava quel francescano di Vasco Rossi.
La notte passa, leggo tutto quello che c’è da leggere sulle primarie del PD attendendo
inutilmente la chiamata di Tabacci all’insurrezione rivoluzionaria e, tanto per fare
qualcosa, busso alla 204 per dire di abbassare la radio. Solita scenetta di gente che si
chiude in bagno e porta aperta dopo mezz’ora, manco fosse la suite regale dello Sheraton di
Dubai, che dal letto alla porta c’è di mezzo un campo da minigolf. Faccio la ramanzina di
rito ma dopo cinque minuti è ancora noia, noia, noia, maledetta noia; ma va bene così.
Per il resto la nottata scorre tranquilla, nulla da segnalare se non la capa che alle due di
notte passate mi messaggia per sapere se l’ho chiamata (avevo visto giusto, stava sclerando
con qualcuno), ed un cliente che mi spunta dall’ascensore in bici. D’altra parte settimana
scorsa si era parlato di Formula Uno, oggi quindi si parla di ciclismo: mi sembra un’equa
programmazione.
Alle cinque i sistemi ripartono: correggo i danni del russo che aveva fatto il lavoro per bene
stampando tutti i report dovuti (arrivi, partenze, ecc) e organizzando la giornata a venire;
peccato non abbia assegnato le camere! E già che ci sono alle prenotazioni dei clienti
abituali abbino camere fino a tutto il 2013, almeno sono a posto anche quando me ne
andrò (sempre che i geni del male dei miei colleghi non rovinino tutto, ovviamente).
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Una notte fordista
Neanche a farlo apposta la notte che ho deciso di scrivere qualcosa per il mio blog, i clienti
decidono che la mia reception è un buon posto per creare code e intasamenti peggio del
traffico sull’ A1 il 14 agosto, quando tutti decidono di fare la partenza intelligente
intelligentemente nello stesso momento.
Si inizia con la collega lungagnona (ormai la conoscete) che mi chiama alle otto di sera
chiedendo se posso arrivare al lavoro alle nove, si come no, gli amici mi chiamano flash...
Le concedo il lusso di andarsene alle dieci e mezza e fingo di ascoltare la sequela di scuse
improbabili, dove ovviamente la causa di tutto è il marito, ma ho innestato la funzione
memoria selettiva, se parlasse un dialetto stretto di Kabul Est dimenticato da secoli
avrebbe su di me lo stesso effetto.
Quando se ne va io bello soddisfatto apro il mio pc e mi metto a leggere un po’ di articoli
sulla geopolitica del Mar Caspio, ma ci pensa il collega dell’albergo vicino a farmi sentire
meno solo: prima mi chiama per chiedere se ho una stanza per dei clienti molto carini (se
sono così carini perché non gli affitta casa sua?). Sistemo i clienti carini nella 618, dopo
cinque minuti lo stesso richiama per controllare una prenotazione (cliente della 403), nel
frattempo arrivano madre e figlia che iniziano a fare domande sul parcheggio (nemmeno le
avessi accolte con “A signò ppè diqqua”), le stesse poi tornano dalla 510 perché in camera
non trovano l’apribottiglie (se non sai aprire la birra con un accendino godi solo a metà).
Come se non bastasse ci sono pure i clienti in differita: arriva l’ex cliente della 512 per
segnalare di avere perso ieri il caricabatterie del telefono, quindi l’ex della 212 che chiede
una stanza per la notte (ma stavolta finisce nella 508), sono buono e lo faccio prenotare dal
bar (chiuso) dove il wi-fi è gratis, subito nel bar si infila uno armato di portatile, penso
avesse il radar.
Sistemo tutti e arriva la chiamata di un collega da un altro albergo, che secondo me di notte
si diletta in chimica. Mi chiede se ho stanze dopodiché non capisco assolutamente un tubo
se non il fatto che mi ringrazia duecento volte, dicendomi il suo nome e che posso contare
su di lui se avrò bisogno in futuro. Io preparo l’elmetto da battaglia, nel caso mi avesse
mandato dei kamikaze con la scusa che il suo albergo era pieno; spero almeno si
presentino prima di esplodere.
Poi sono arrivate le “signorine” nuove, ma mi sa ci sono i saldi... Ormai ho rinunciato al
mio progetto di creare un piano a luci rosse e quindi le spargo per l’albergo, una nella 412
(domani il dodici me lo gioco al lotto) e una nella 506, andate e riproducetevi solo quando
lascerete mance (ma queste stanno messe peggio di me).
La serata procede a passo spedito: arriva una sciura, vestita bene ma uscita cinque minuti
prima dallo zoo di Berlino, raccontandomi qualcosa che contiene le parole “rubato” e
“polizia”; sinceramente non penso stia facendo denuncia sociale, e quando tenta di pagare
con degli assegni di rimborso delle tasse la rimbalzo. Torna con un amico dal nome arabo e
dal fare alla McGiver (si presenta con un “dobbiamo aiutarla”). Ha tutta la mia solidarietà
ed infatti la mia risposta più o meno è stata: “caccia i soldi”. Il suo eroismo si smorza
quando gli chiedo un documento: ritira i contanti e paga con la Carta di credito (con questa
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forma di pagamento il documento non serve). Nel frattempo la tipa esce dal suo viaggio
interiore per dire che ha vissuto sette anni ad Ortona lavorando per il Ministero
dell’agricoltura italiano! Mentre lei se ne va, alla moviola, verso la 604 penso che in
Abruzzo deve girare roba pesante.
Il fantasma colpisce ancora: chiamo l’ascensore fermo al sesto piano e quando si apre ne
esce il cliente “tanto carino” della 618. Si era dimenticato il numero della stanza (con la
fidanzata dentro).
E chiudiamo con il tecnico che arriva alle sei per fare il giro dei piani e controllare tutti gli
estintori, contento lui contenti tutti (ma tuttavia non mi sembrava molto contento).
Alla fine mica l’ho scritto il mio articolo sul Caspio...
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Tora, tora, tora!
Si, sono un kamikaze. Decisamente!
Nel pre-partita scambio di sms con la capa, in cui lei commette l’errore di confidarmi non
essere ritenuta da me abbastanza brava come manager, mai errore fu più fatale! Parte un
fuoco di fila in cui le spiego che come capa “non mi convince appieno” ma come donna...
Uguale! Chiudo la conversazione, iniziata per un suo non molto gentile invito a firmare un
qualcosa in albergo (dello stile “ma lo vedi il foglio o te lo devo portare?”), con una
proposta di partecipare ad un corso di yoga con lei, misteri della mente umana.
Non contento arrivo al lavoro e vedo il foglio (che avevo sì già visto ma non firmato in
quanto dal tono polemico ed anche un po’ offensivo). Firmo, ma in calce correggo tutte le
inesattezze, vediamo domani cosa succede. E per non farmi mancare niente le mando pure
un altro paio di sms, facendole capire che di alcuni presunti mancati pagamenti, per i quali
ha allarmato tutti i colleghi non ci ha capito una mazza.
La collega prima di me ha lasciato aperto internet su Ebay, stava cercando un corpetto
sexy! Si, ma conoscendola deve comprarne due per starci e soprattutto farsi spiegare come
funziona (non tutti i neuroni nel mondo sono distribuiti in parti eguali). Poi ho controllato
bene, anche pagine con giarrettiere hard e roba sadomaso, magari le ricerche se le è fatte la
capa. Domani glielo chiedo.
Per il resto il fantasma si manifesta nella 604, con il cliente che sente rumore di mobili
trascinati ma sta all’ultimo piano e le camere vicine sono tutte vuote. Alla fine dice di non
essere pazzo, eh bravo lo dicono tutti. Alle due e mezza di notte ho dovuto spostarlo in un
altra camera, il fantasma ci stava dando dentro, sarà stressato anche lui. Poi parlando con
il cliente è venuto fuori che sentiva l’ascensore dall’altra parte del piano, di cognome forse
fa Echelon...
Nel mio albergo c’è il november fest! O meglio, le prime tre ore sono andate via facendo la
spola tra la reception ed il bar, meno male erano i clienti regolari, almeno sono simpatici.
Decisamente stanotte si corre, qui tra poco si bevono anche il sapone liquido. Poi all’alba
delle due di notte spunta un gruppo di spagnoli desiderosi delle loro 602, 603 e 606, più
altri personaggi che arrivano in cerca di camere (in effetti fuori fa un freddo boissimo), ma
visto come sono messi magari anche di autore.
Ah si, dimenticavo. Si è bloccato l’ascensore con me dentro, e non avevo (come invece da
regolamento) telefono e sistema d’allarme, meno male che dopo qualche secondo ha deciso
di ripartire. In teoria essendo solo non potevo nemmeno essere nell’ascensore, mi mancava
una birra in mano e facevo tombola!
Mamma che notte, mi è pure toccato lavorare. Cose da pazzi!
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A Stalingrado non si passa!
Vittoria! La capa ha ceduto. Si è arresa alle mie osservazioni in calce al foglio che mi ha
fatto firmare; niente urla, niente sms incazzosi, è andata in vacanza lasciando il foglio
appeso alla parete, con scritto sopra da lei a mano qualcosa del tipo: "potresti gentilmente
tenere per te le tue considerazioni e non scriverle per di più su fogli che andaranno
archiviati ufficialmente?" Direi che è amore vero...
Per il resto niente da segnalare, se non una notte tranquilla passata addestrando un nuovo
collega romeno, che mi ha parlato tutta notte di macchine e orologi. Qualche check out
fatto al volo in ascensore ed una tipa, evidentemente buttata fuori dalla camera dal
cavaliere di turno, che alle quattro di notte chiede di chiamarle un taxi.
In sostanza niente di strano da segnalare, tutto procede.
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Fino all’ultimo nessuna tregua
Anche l'ultima notte prima della vacanza non mi faccio mancare niente.
Arrivo e le colleghe hanno comprato una radio, notevole. La collega polacca dimostra di
essere sempre più la prova vivente della ragionevolezza della Storia. Disperata, mi dice che
non c'è una calcolatrice in tutto l'albergo, peccato non abbia guardato nel cassetto! Arriva
poi, per la seconda sera consecutiva, un ceffo che in Italia lo metterebbero dentro per un
paio d'anni, sulla fiducia; è fierissimo di avere studiato a Verona e per la duecentesima
volta mi intrattiene su Romeo, ma si dimentica sempre di Giulietta.
Ma il clou è il cliente della 609, arriva o sbronzo o scemo, dato che vaga barcollando e con
sguardo perso. Alle due di notte suona l'allarme della sua camera, mi precpito e busso ma
non vuole aprire, con scuse ridicole del tipo "non capisco" , "non vedo problemi" e altre
amenità che nemmeno un profugo appena sbarcato avrebbe il coraggio di inventarsi. Lo
minaccio di chiamare la polizia ma niente, allora entro nonostante una timida resistenza
dietro la porta. In poche parole ha smontato l'allarme antifumo per apprestarsi a fumare
con la sua amichetta che trovo in camera, ma vestita. Ha una faccia talmente da scemo che
riesco giusto a fare la ramanzina. L'amica si dimostra degna di lui quando più tardi mi
arriva disperata nella reception cercando la porta per uscire. Comunque più tardi arriva
una seconda amica. Ma dalla facce presumo che qualche pappone abbia aperto un
discount, oppure c'è qualcosa sotto...
Altro cliente spostato per via di rumori sospetti e strani: il fantasma è in piena forma, non
vuole me ne vada in ferie. Se invece i rumori sono dovuti all'unico ascensore funzionante
che “saluta il pubbico ed esce di scena” sono felice di andare in vacanza.
Arriva mattina, esco felice dal lavoro pensando solo al mio volo e... nevica che Dio, o chi
per lui, la manda!
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Rientro in albergo
Appena tornato dalle ferie telefono in albergo e mi dicono che ho due giorni di riposo in
più e già mi preoccupo per i soldi, arrivo al lavoro e scopro che in compenso dal 22
dicembre al 2 gennaio avrò solo un giorno di riposo!
Il primo giorno è sabato e mi aspetto calamità naturali e innaturali ma, incredibile, tutto
tranquillo. Quindi per movimentare la situazione mi dimentico la password di accesso ai
sistemi.
Per il resto niente da rimarcare se non una ragazza che arriva a notte fonda in compagnia
di un brasiliano e, nel solito siparietto sulla mia italianità, mi dice di essere stata a Bari. Mi
fermo, alzo gli occhi, la guardo e le chiedo: "famiglia o business? A Bari non ci sono turisti".
Il suo sguardo è stato altamente eloquente.
Da segnalare solo la mia quasi perdita di controllo verso un tipo che stava per finire molto
male. Rumore in una stanza, entro e sono in sette. Uno fa il brillante ma faccio finta di
niente. Torno dopo cinque minuti e disperdo il fastidioso gruppetto per le strade della
notte londinese. In stanza rimangono il brillante, uno anonimo e una tizia. Il brillante non
smette di brillare mentre l'amichetta ride, al che fisso lo sguardo sulla faccia dell’aspirante
comico, muso contro muso, e gli dico semplicemente "you idiot, shut up!" L'amichetta
cambia faccia, arriva e mi chiede cosa ho detto, risposta: "ho detto che il tuo amico è un
fottuto idiota", e me ne vado. Più tardi la tipetta arriva docile come un agnellino a chiedere
se può avere un cuscino, gliene dò due!
Continuo a stupirmi delle reazioni degli inglesi, sono davvero dei bambini. In Italia mi
sarei trovato in un pilone di cemento. E comunque io stesso per ripicca avrei almeno fatto
partire l'allarme antincendio.
Tra meno di due settimane basta albergo, io tendenzialmente felice.
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Anche i portieri nel loro piccolo si incazzano
Continua il periodo nervoso, spero che questi ultimi dieci giorni passino in fretta o qualche
cliente lo accoppo sul serio. Arrivano due ragazzini a chiedere una stanza, dico ok. E quello
scemo (era la tipica coppia scemo e pesce pilota) parlando al telefono per i fatti suoi mi
chiede il numero della stanza; e santa madonna lasciami finire, no? Quello continua con la
storia del numero della stanza e se ne esce dalla reception, a questo punto avviso il socio
che da lì a cinque minuti la stanza se la sarebbero sognata. Torna lo scemo e ancora vuole
sapere il numero della stanza. Chiedo per quante persone vuole tale stanza e mi risponde
tre... ahi ahi ahi. Stanze da tre col piffero che le vendo di notte, che poi mi tocca correre a
recuperare tutto il "bedding", e di sicuro non le vendo a due che promettono casini. Quindi
niente, mi spiace ma le stanze da tre sono finite. Lo scemo si pensa furbo e adesso la vuole
da due. Siccome non ho scritto pirla in faccia, spiego che lui la prende da due poi arrivano
gli amici e quindi a me tocca controllare, chiamare la polizia e mandarli via. Molto meglio
che se ne vadano subito. Lo scemo allora si crede furbissimo e chiede alla collega di fianco
a me una stanza da due. Mi girano leggermente le palle, e gli dico semplicemente "please
leave the hotel", al quale segue un meno gentile "man, go out!". Lo scemo non demorde e
insiste nel siparietto che vuole la stanza per due, in più inizia a fare battute sul mio inglese
facendo finta di non capirmi. DETTO FATTO: passo dall'altra parte del bancone, gli punto
gli occhi negli occhi e gli ribadisco il concetto che deve andarsene. Il pesce pilota capisce
l'antifona e si porta via lo scemo ancora intero. Tempo cinque secondi e partiva una
craniata (questo era anche alto giusto, quello di ieri non ci arrivavo). Poi magari avevano
ragione loro e la mia scelta "selettiva" di clientela non è molto british, ma oggi il fumo gira
così ed io devo sopravvivere.
Meno male che a risollevare la nottata arriva la donna mito. Coppia con lui che fa le battute
e lei che ride ma comanda. Lui fa il saputello ma simpatico, mica come quello di ieri della
511, gli dò la chiave della 508 e siccome uno dei due accenna alla visuale della città chiedo
alla ragazza se vuole una camera lato città o lato parcheggio, a questo punto lei dà una
risposta che farebbe innamorare chiunque: " voglio un letto!". Poi vogliono da bere, e ne
nasce il seguente dialogo:
-io: il frigo qui è vuoto ma c'è altra roba al bar
-lui: ma il bar è chiuso
-io: ed io lo apro
-lui: cosa succede se lo apri?
-lei: succede che è aperto!
c'è sempre un buon motivo per non suicidarsi...
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Un Natale da ricordare
Quale posto migliore dove passare la notte di Natale se non l'albergo dove si lavora? Io
aspettavo Santa Claus ma invece è arrivata una coppia di cinesi dalla 304, lamentandosi
che il wi-fi non funzionava, qualcosa vorrà pur dire. Mi hanno talmente centrifugato le
palle (figura retorica alquanto sofisticata) nella loro gentilezza ottusa e insistente che ho
rimpianto la buon'anima di Mao, lui avrebbe saputo cosa fare. Probabilmente piazza
Tiennamen è stata la risoluzione di una class action. Comunque quando sono arrivato al
lavoro la collega nera era sclerata perché ha dovuto sorbirsi i reclami generati dalla collega
bianca, alla faccia della convivenza interrazziale; si sa a Natale sono tutti più buoni.
Nella notte arriva una coppietta che finisce dritta nella 612, dopo un avvio promettente lei
nel cuore della notte parte con una crisi di pianto; più tardi trovo lui sul piano che vaga alla
ricerca dell'ascensore, ogni crisi di pianto ha una ragione. In confronto la coppia di geni
della 502, che la sera prima mi ha smontato l'allarme antifumo perché lampeggiava e dava
fastidio può ambire ad un nobel a caso, direi quello per la sicurezza sul luogo di lavoro, il
mio...
Ma il tocco di classe arriva con la 204. Citofona uno che deve andare in quella stanza, bene.
Dopo un istante esce dall'albergo, ricitofona e mi dice che per arrivare alla 204 c'è una
porta, ottimo. La notte dei geni, Babbo Natale deve avere distribuito neuroni direttamente
dalla slitta. Il problema è che il tizio non conosce il nome della cliente della 204, perfetto.
La chiama e nemmeno lei conosce il suo stesso nome. Penso sia il peggior contatto clienteprostituta degli ultimi cinquecento anni. Quindi lei deve venire a recuperarsi il giovinotto,
passa un tot di tempo, lui la chiama tre volte e lei non arriva. Scene surreali con lui che al
telefono chiede a lei: "dove sei?", lei che risponde: "al secondo piano"; lui felice come una
Pasqua (a Natale): "arrivo", ma subito torna giù, e richiama: "ma in quale albergo sei?".
Dopo circa un'ora (e la distanza di un piano) finalmente la tipa arriva e si raccatta il cliente,
che quando più tardi se ne va è pure contento.
Al mattino tragedia, arriva la capa che dall'alto della sua inflessibilità ha concesso le ferie a
tutti finendo per lavorare lei. Io mi dimentico che a Natale NON ci sono mezzi pubblici e
mi ritrovo alla fermata del bus, sotto la pioggia, con la prostituta della 204! Parliamo un
po’ dopodiché lei “svolta”, dato che le suona il telefono; quindi cliente, quindi si fa portare
a casa. Io torno in albergo e per fortuna la manager ha diviso il suo turno con un’ altra
collega. Devo aspettare solo quattro ore poi posso avere un passaggio a casa. Fuori piove
ma l'ultima ora di attesa la passo in strada a fare un giro, non c'è nemmeno mezzo negozio
aperto. L'unico lo trovo davanti al commissariato, chissà perché i poliziotti li trovi sempre
dove si mangia e si beve. Arriva la collega che mi deve dare un passaggio presentandosi su
di una Mercedes modello Kompressor, che dice essere del suo ragazzo bulgaro. Adesso mi
chiedo: o chi arriva dall'est a Londra ha sconti per acquistare macchinoni oppure il
business è fiorente. Sta di fatto che come mi ha detto doveva trovare un benzinaio mi sono
fatto scaricare, facendo l'ultimo chilometro a piedi. La benzina ad una con quella macchina
non la pago nemmeno morto.
Ed adesso altra nottata, il che significa andare al lavoro a piedi, in sole due ore al buio e
con la pioggia. Ho sempre amato il Natale!
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L’uomo è una bestia, ma la donna pure
Ultimo venerdì notte senza particolari sussulti, ma con una scena triste e
antropologicamente interessante che fa riflettere alquanto, in realtà le scene su cui
riflettere sono più numerose dei flirt di una consigliera regionale del PDL.
Arriva una coppia e chiede una camera, lei bruttina tirata a lucido ma consapevole dei
propri limiti, insomma il tipo di ragazza non brutta ma non bella, che punta sulla simpatia
e qualche dote nascosta (sempre a pensare male voi, magari la dote nascosta è un record
mondiale di velocità in taglio del laminato); lui tremendo col suo look finto alternativo, che
se ti porto dove so io i tuoi braccialettini con i teschietti scappano da soli, capelli copiati da
qualche boyband finto punk e guantini di lana. Diamogli sta camera, ma... il pagamento
sulla Carta di credito non va a buon fine, lui riprova e di nuovo fa cilecca, oh my god! Lei
non fa un gesto per tirare fuori il portafoglio, lui guarda ebete al che suggerisco un
bancomat, lui parte in quarta e lei resta con me. Si siede su una sedia e inizia a sbuffare
dicendo “al massimo aspetto cinque minuti”, che poi diventa “al massimo ne aspetto dieci”,
alla mia risposta “una ragazza non deve aspettare” lei mi fa uno sguardo e capisco vorrebbe
la situazione fosse diversa. Di minuti ne passano quindici, e nella telecamera a circuito
chiuso un ubriaco cerca l’allineamento dei pianeti per infilare la chiave magnetica nella
porta d’ingresso. L’ubriaco e l’uomo inutile arrivano insieme e quest’ultimo tira fuori
cinquanta sterline, ma la camera ne costa cinquantadue; qui inizia ciò che nessun uomo di
buon senso vorrebbe vedere: il finto punk inizia ad estrarre monetine dal portafoglio per
arrivare a due sterline mentre io e l’ubriaco lo guardiamo provando pena, io in più guardo
la tipa come a dire “ma chi minchia ti porti in albergo”, al che lei risponde con uno sguardo
che dice “lo so, hai ragione ma non dire niente”. Intanto il disperato alternativo con
lentezza esasperante estrae una monetina alla volta finché... le finisce! Si gira verso la tipa
e fa: “non hai mica settantacinque centesimi?”, lei inorridisce ma subito entra in campo
l’ubriaco, che da vero signore estrae una sterlina e la getta sul bancone (applausi). L’uomo
inutile ringrazia, la tipa si vergogna giusto per otto secondi netti e poi si fiondano nella 510,
alla faccia della dignità.
Ed a me resta l’ubriaco! Che non si ricorda né numero della stanza né nome della
prenotazione. La chiave non viene letta dal sistema identificativo, allora provo a fargli
scrivere qualche nome al quale potrebbe essere intestata la prenotazione stessa, ma niente,
suggerisco allora che potrebbe essere un cliente dell’albergo vicino, lui farfuglia qualcosa e
parte nella notte. Lasciandomi col dubbio che le chiavi dei due alberghi aprano entrambe le
porte di ingresso, mentre l’ubriaco, per quanto mi riguarda, potrebbe anche essere arrivato
a Liverpool a piedi.
Poco dopo accade qualcosa che mi lascia perplesso. Mentre sono impegnato con un cliente
suona il citofono, e una voce maschile mi dice che la chiave non funziona. Essendo preso
non sto troppo a controllare e apro. Dopo qualche minuto nei monitor vedo due che
corrono fuori dall’albergo; porca pupazza questi avranno fatto disastri immani. Vado a
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controllare già temendo di tutto. Controllo ovunque possano essere arrivati: le scale, l’atrio
e pure i magazzini. Niente, l’unico danno che hanno fatto è stato lanciare contro il muro il
cartello che indica di stare attenti al pavimento bagnato (rompendolo, si certo), non ho
parole! Non hanno nemmeno fatto la pipì in giro, e men che meno fatto scattare l’allarme
antincendio (che poi è l’unica davvero mi interessi non accada). E questi sarebbero
teppisti?
I ragazzi della 105 mi hanno imposto una nottata zen, giusto per evitare di sporcare di
sangue i pavimenti, visto come vanno le cose qui prima di arrestarmi me li avrebbero fatti
pulire. Arrivano in due con un sacchetto di bottiglie e chiedono una stanza. Non ho
nemmeno fatto finta di credere che era per loro due, nulla contro gli omosessuali alcolisti
ma non erano credibili, e siccome uno dei due lo conoscevo di vista - e mi ricordavo che era
un casinista tranquillo - gli trovo una stanza in una zona dell’albergo dove possano non
fare troppi danni. Dopo due minuti becco nel corridoio gli altri due soci che mi dicono
“stiamo solo due minuti, onestamente”, ecco quell’”onestamente” mi ha davvero fatto
girare le palle ad elica (ormai nemmeno più sottolineo che si tratta di francesismi), tanto
da rovinarmi la nottata e pure il giorno dopo. Li guardo con moderata commiserazione e
fingo di crederci. La notte scorre con la 105 non troppo molesta fino al mattino, quando a
fine turno esco e becco uno della seconda coppia di amici che piscia sull’uscita di
emergenza dell’albergo. Mi girano alquanto (di nuovo) e prendo quello che conosco e
gliene dico una sfilza, dato che gli ho pemesso di stare in camera in quattro (e l’unica
ragazza mi sa si è divertita) pretendo conoscano cosa significhi la parola rispetto. Quello
chiede scusa più volte e io me ne vado con una faccia che era chiaro fosse meglio starmi
lontano.
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La febbre del sabato sera
Ma forse sarebbe meglio dire l’idiozia del sabato sera. Ultimo sabato di lavoro e come voi
tutti speravate (io meno) non è stato avaro di “imprevisti”.
Innanzitutto va sottolineata la novità introdotta dal management (stavolta la capa non
c’entra, si tratta di capi più capi): il venerdì ed il sabato il bar dell’albergo rimane aperto
fino alle tre di notte. Due secondi per riflettere sulla genialata, uno... due... ok, ve lo dico io.
Significa che chiudendo i club alle due e mezza, tutti quelli che escono sbronzi possono
diventare ancora più sbronzi, conoscendo nuovi amici sbronzi, disperdendosi poi tra i
piani dell’albergo tutti assieme e sbronzissimi. Che bel quadretto idilliaco, vero?
Ed infatti è ciò che è successo nella notte appena conclusa. Ma partiamo dall’inizio. Il
cliente della 208 arriva a lamentarsi cordialmente di un party nella 206, camera alla quale
tra l’altro avevo appena detto di smettere di fare casino. Vado nella 206 e trovo due coppie
costituite da due bionde tipicamente inglesi e intelligenti come un paracarro (chiedo scusa
all’arredo stradale), più maschio medio inglese sbronzo e dall’aria intelligente quanto i
soldi fatti vendendo ghiaccioli agli orsi polari, il quarto per fortuna sembra essere il boss
del gruppo, meno inglese e meno stupido. Dialogo:
Io: “Siete in quattro e la camera è per due”,
Loro, geniali: “si ma abbiamo due stanze”,
Io, puntualizzante: “benissimo, due e due, non quattro in una”
Loro, il cliente ha sempre ragione: “ma noi abbiamo pagato”
Io, buddhista: “si ma fate casino e se non andate in due nell’altra stanza chiamo la polizia”
Loro, impunemente: “ma noi non stiamo facendo casino”
Io, versione SS: “tra dieci minuti torno e controllo, poi vi caccio”
Di minuti ne faccio passare quindici, torno alla 206 e sembra di essere a Ibiza, busso e
apro.
Io, un killer: “ok, scegliete, o lasciate in due la stanza o lasciate in quattro l’albergo”
Loro, iniziando a capire: “ma noi...”
Io, e tutti i diavoli dell’inferno: “adesso!”
Il tipo stupido chiama la fidanzata bionda, era quella più bionda, e se la porta nella 204.
Dopo dieci minuti sono tutti e quattro al bar a continuare il loro party e fare un casino
assurdo, ma il bar non è mia giurisdizione. Va detto che mentre “conversavo” con i quattro
candidati al nobel ho bussato, già che ero in zona, pure alla 201; prevenire è meglio che
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curare. Da quest’ultima camera spunta la testa di una vecchia conoscenza est europea.
Infatti è un fidanzato, protettore, sa il cielo d’Irlanda cosa, appartenente al giro rumeno.
Saluti, stretta di mano, poi mi fa: “hai sbagliato, è l’altra stanza che fa casino”, gli rispondo:
“loro sono già sistemati, buona notte”, e lui: “buona notte”.
Nel frattempo l’altro albergo è in mano ad un collega che continua a mandarmi clienti
perché quell’albergo non ha più camere libere, e per giunta sbagliando ogni procedura
possibile (a fine nottata saranno cinque check in in più fatti per questo motivo); ovvi i miei
insulti telefonici, nonché la promessa di un rapporto alla mia capa. Io di mio accetto
chiunque suoni alla porta (e sono altri sei check in), compresa una coppia di vecchietti
arrivata da non so dove che chiedono una stanza familiare, e dicono qualcosa a proposito
di un ospedale. Siccome miracolosamente ho ancora una stanza per tre libera la coppia
lievemente fuori contesto è alloggiata.
Ma la notte è ancora giovane, ed infatti dal bar il collega mi chiama disperato. Deve
chiudere ed uno che dalla faccia è nato per essere carne da cannone in Afghanistan o Iraq,
a scelta di sua maestà, si è piazzato “lievemente” ubriaco in mezzo al locale e non vuole
andarsene. Arrivo e trovo questo torello dai capelli rossi a spazzola, tatuato sul collo e con
una faccia ebete, come ne ho viste poche, circondato dai due della 204/206 e dalla bionda
più bionda, mentre la bionda meno bionda sta in un angolo. Per farla breve il colosso
rossiccio è la tipica vittima da accoltellamento nel bar sbagliato. Rifiuto di capire cosa sia
successo in precedenza ed aiutato dal meno scemo dei quattro (quello meno inglese)
convinciamo il troglodita ad uscire dal bar in un modo che mi fa sentire molto mandriano,
ma... vanno tutti sull’ascensore tranne la bionda più bionda che si rifiuta sostenendo che
ha paura. Nel frattempo nel metro quadrato dell’ascensore il troglodita e lo scemo più
scemo iniziano a discutere (si prevede rissa), mentre il meno scemo blocca l’ascensore per
aspettare la bionda più bionda che non vuole entrare. Come se non bastasse scoprono di
essere tutti sullo stesso piano (si prevede un macello). Devo intervenire: schiaccio il
pulsante dell’ascensore, ed avverto che la bionda più bionda sale sull’altro, così il gruppetto
è spedito via. Chiamo l’altro ascensore, arriva e ci infilo dentro la tipa. Poi mando me al
secondo piano in ottica di peacekeeping (ma prima indosso il sistema di allarme che del
“target per proiettili ambulante” mica mi fido). Arrivo e sono tutti in piedi in mezzo al
piano, adesso amicissimi, a fare un casino infernale. Mi piazzo tra loro e, letteralmente,
pronuncio le seguenti parole:
“voi nella vostra stanza”, indicando la 204
“voi nella vostra”, indicando la 206
“e tu nella tua”, indicando nel vuoto
Adesso sono pure vigile urbano, ma resta il fatto che stanotte gli altri clienti del secondo
piano spero siano baciati da qualcuno perché dalla fortuna non lo sono di certo. Sono
sconvolto, il mio intervento funziona, ed il tipo meno scemo mi fa pure i complimenti e mi
vuole stringere la mano. A questo punto mi rendo conto di avere detto alla sua ragazza la
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stessa frase di sei mesi prima, e lei mi ha risposto allo stesso modo! Un paio di secondi di
sbigottimento e torno alla reception; anche questa è andata. Finita? Nooooooooo. Perché il
rosso e lo scemo più scemo, ormai amici per il neurone, tornano alla carica e vogliono
entrare nel bar ormai chiuso dicendo che devono andare a trovare Alex (il collega barista).
Qui siamo a livello di Asilo Mariuccia (espressione tipicamente milanese), ed infatti la
risposta è allo stesso livello: “Il bar è chiuso e Alex deve andare a casa”, se ne vanno...
Aggiungiamo che la bionda più bionda arriva un tot di volte in reception con un pigiama
monopezzo leopardato, prima a chiedere una chiave essendo rimasta chiusa fuori, e poi
cercando i suoi amici. Sono paziente e le dico solo di stare all’occhio dato che avrei ucciso il
suo ragazzo.
Vi piacerebbe la nottata fosse finita? Invece ci sono ancora un paio di cosucce carine. Tra
cui un tipo che sembra la pubblcità progresso inneggiante alla sbronza felice. Cerca la
fidanzata (che non risponde al telefono) ma non sa in che stanza sia, né quale sia il nome
della prenotazione (come sempre). Sostiene fermissimamente che lei si trovi al secondo
piano. Per scrivere il nome della fidanzata chiede poi consiglio a me sullo spelling! È
commovente come cerca in tutti i modi di ricordare (anche con ampia mimica) l’ordine in
cui le lettere si mischiano componendo il cognome della sua amata. Poi cerca su Facebook
e scopre come si chiama; ci tiene moltissimo a mostrarmi la foto di due ragazze, dicendomi
continuamente che la sua fidanzata è quella con i capelli neri, non la bionda. Purtroppo i
potenti sistemi del mio albergo non permettono ancora di avere una foto segnaletica
associata alla prenotazione, quindi niente. Lui capisce, si scusa per la voce roca (dello stile
“ho venduto due polmoni”) e prende un caffè alla macchinetta, quasi tornando lucido
quando vede il prezzo. Se ne va poi sorridente, facendomi gli auguri di buon anno un
numero di volte che mi copre per le prossime due reincarnazioni. Passano cinque minuti e
noto l’ascensore ancora fermo, apro le porte e trovo il socio che fa una faccia assurda e mi
dice qualcosa del tipo “bloody hell, wasn’t I going?” e io, “No”, schiaccio il tasto del piano
terra e aggiungo “adesso si”.
Infine da segnalare i clienti della 515 che mi piazzano nella hall una quantità di valigie che
meriterebbe lo status giuridico di campo profughi (bambino in carrozzina compreso),
proprio mentre devo lavare i pavimenti. Non mi spiego come abbiano tra l’altro fatto a
darmi le chiavi per il check out e tornare poi sul piano, avranno scardinato la porta.
Ultimo ma non ultimo, un tedesco che arriva con la ragazza alle quattro del mattino, vuole
la camera. Benissimo! La Carta di credito non prende il pagamento, meno benissimo.
Riprova, niente da fare. Interviene la tipa e mette dei soldi sul tavolo, proviamo la carta per
la parte rimanente. Funziona! A loro la 506, a me le dieci sterline di troppo, piovute sul
bancone in una danza infernale di Carte di credito, scontrini e contanti. Mancia dovuta e
buonanotte!
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Tattica e strategia
Notte tranquilla ma è quella prima di Capodanno. La situazione rischia domani di essere
drammatica (per me). Albergo già quasi pieno e non oso pensare a cosa mi possa accadere
nel caso in cui metta, alle undici di sera, un cliente su un taxi per spedirlo in un altro
albergo chissà dove. Nel caso ricordo di avere già indicato quali sono le mie disposizioni
testamentarie.
Fitto scambio di messaggi con la capa (che saggiamente si è messa oggi di riposo mentre la
vicecapa è direttamente in ferie) per pianificare le misure di controguerriglia; perché i
clienti sono subdoli e si infilano dappertutto, come Vietcong!
Nella notte ampie letture interrotte solo da un francese con la faccia da francese che cerca
degli amici, sapendo solo che l'albergo dove alloggiano è vicino al supermercato. Gli faccio
caricare l'I-Phone, così almeno chiama l'amichetto. Mi dice poi che l'amico è in stazione e
sta arrivando con tutti i dettagli, quindi esce. Francese mai più visto, pace all'anima sua...
Al mattino istruisco i colleghi lasciando sul muro il piano di battaglia, illustro alla collega
del mattino trucchi e trucchetti per uscire indenni (si spera) dalla campale giornata, e vado
a farmi una colazione come si deve: bacon, salsiccia, fagioli, uova e patatine. Potrebbe
essere l'ultimo desiderio del condannato. Anzi no, se possibile l'ultimo sarebbe di fare un
tuffo nel passato e rivedere un attimo l'Operazione Leone marino, giusto quel tanto per
renderla efficace!
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Capodanno col botto, il mio
Ma poteva andare molto peggio. Con il passare delle ore sale la tensione in vista della
nottata. Sono una persona sensibile, quindi rifletto se dotarmi di arma da fuoco ma
prevalgono considerazioni economiche. Il bus che mi porta al lavoro non è per niente
rassicurante: ad ogni fermata salgono orde di ragazzetti ubriachi; il quadro è drammatico
con tipi che cantano a squarciagola, gente già collassata e ragazzine, che probabilmente
non vedranno mai il nuovo anno, attaccate a bottiglie più grosse di loro. Ed ogni fermata
fornisce nuova linfa a questa melma, ma in fondo sono ragazzi, devono divertirsi... L’arrivo
in albergo non va certo meglio, dato che la hall (sia dentro che fuori) sembra un
documentario sui bassifondi di New York, ma con accento più british.
Per quello detto sopra mi stupisce alquanto il sorrisone con cui la collega dotata di
abbronzatura naturale mi accoglie, sembra quasi contenta come Fiona May ai tempi d’oro,
solo più bassa e meno italiana. Incredibile, per una volta tutti hanno fatto la loro parte e le
cose sono andate come dovevano: il piano di guerra ha funzionato e mi sento un po’
generale Rommel, ma meno nazista. Il primo passo è fatto: non ci sono clienti in eccesso
da spedire altrove, e questo mi risolleva dato che, come già detto, il pensiero di spedire
chissà dove un cliente la sera di capodanno - facendolo festeggiare col tassista - un po’ mi
inquietava.
L’ora che trascorre dalle undici a mezzanotte è un’oasi di pace e tranquillità, l’albergo è
silenziosamente vuoto ed io posso tranquillamente dedicarmi alla compulsività, dato che
fino a mezzanotte devo tenere bloccate le prenotazioni fatte sul sito, visto che di camere me
ne sono rimaste due. Tra un refresh e l’altro arriva il 2013 e lo scoccare del nuovo anno mi
vede guardare i fuochi d’artificio (pochi) dal buio del bar chiuso, mentre la gente è ancora
in coda per entrare nel famigerato club. Come scatta l’ora x (ma potrebbe anche essere y,
tanto loro non ci fanno caso) scattano tutti come tarantolati felici sul loro marciapiede,
mentre i lampeggianti di polizia o ambulanza illuminano la paradisiaca scena. Io per conto
mio entro in fase riflessiva pesante del tipo: “cosa stiamo andando? dove stiamo facendo?”;
se poi si aggiunge che sulla scrivania i miei due libri sono uno sulla Corea del Nord e l’altro
sulla Cambogia di Pol Pot, direi che l’anno vecchio muore con le mie ultime speranze di
integrazione sociale.
Ma il tempo per i sentimentalismi dura poco dato che, complice la pioggia, e pure tanta, a
mezzanotte e mezza cominciano i rientri in albergo; nonostante nei giorni scorsi avessi
sperato in una tormenta di neve che paralizzasse Londra. Il primo giro di controllo va
incredibilmente bene, nessuno fa casino (la maggior parte delle stanze sono vuote) e
l’unico problema, ma non mio, è il quarto piano che vede sul pavimento una quantità di
rifiuti degna di uno sciopero nazionale dei netturbini. Ho già capito che la nottata vedrà
questo piano come protagonista, ed infatti... La notte prende vita! Come ho scritto alla
capa che faceva gli auguri e mi chiedeva come andasse: “all fine but maybe later a better
nightlife”, in realtà ho anche tentato di convincerla a scrivermi quando era sbronza con
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l’intento di farmi portare qualche bottiglia di alcolici a scelta (sua, pur temendo i suoi
gusti), ma questa è un’altra storia...
Le prime scenette di vita dell’anno nuovo sono regalate dalle telecamere, e vedono
protagoniste due ragazze, delle quali una scalza, sbronza al punto da cercare un centro di
gravità permanente oscillando come un derviscio e inzuppata d’acqua; insomma una sorta
di mocio Vileda, ma meno sexy. Le due salutano due tizi ed entrano in albergo, poi escono
dall’albergo e parlano con i due tizi, poi salutano i due tizi ed entrano in albergo, poi
escono dall’albergo... il loop è interrotto da uno dei due che si avventa verso una delle due,
quella meno Vileda, ma con mio sommo stupore si ferma sulla soglia della porta come se
fosse all’opera un sortilegio vodoo, e prende a pugni la porta, povera proletaria
incompresa. Le tipe si dirigono al quarto piano, tutto torna e l’entropia regna sovrana.
Il quarto piano, in particolare con le stanze 415 e 411, diventa di diritto membro dell’asse
del male sovrastando anche l’Iraq di Saddam Hussein, e probabilmente, dato il numero di
persone che nella notte fa su e giù da scale e ascensore, viene aperto un minimarket i cui
gestori potrebbero inaugurare a Scampia una laurea breve in management. Qui devo
ammettere le mie responsabilità e fare mea culpa, o lo spirito di Savonarola perseguiterà i
miei sogni in questa vita e pure in quella che ho già prenotato dopo. Sono arrivato
all’ultima notte dell’anno con la certezza che sarebbero accaduti fatti mitologici,
probabilmente conosciuti solo da pochi mistici, e con addosso una stanchezza ormai
devastante. Questo ha fatto sì che la mia soglia di tolleranza fosse molto alta, forse pure
troppo, predisponendomi ad intervenire chiamando la polizia giusto in caso di episodi
violenti come risse o messe nere con sacrifici umani. A conti fatti, e visti i reclami del
giorno dopo, forse avrei potuto gestire meglio quelle due stanze ma non si piange sulla
frittata versata... C’è comunque da dire che a me fa un po’ incavolare la gente che non
protesta e reclama dopo, magari via mail. Generalmente la scusa è che hanno paura ad
uscire dalla camera, io la trovo una “spersonalizzazione del reclamo” che la dice lunga sui
tempi in cui viviamo. Se io fossi stato il cliente della 413, strategicamente posta tra la 411 e
la 415 penso avrei vinto un paio di condanne per strage. Ma tant’è, resta il fatto che in
quelle due camere erano talmente tanti che penso per una notte di essere stato un
funzionario anche del consolato giamaicano, a breve mi informerò a fini previdenziali e
pensionistici.
La notte procede con la comparsa di svariati personaggi, tutti in qualche modo gravitanti
intorno al quarto piano. Ci sono due gemelle ciccione tirate a lucido, dando dimostrazione
che anche l’insaccato ha un suo marketing, che finiscono poi con l’organizzare un party
fuori dalla porta dell’albergo, giuro che ad un certo punto guardo nelle telecamere e vedo
una massa di gente, ma fuori! Poi il tipo della 609, una sorta di Flash Gordon tossico, che
ad un certo punto arriva sparato e apre la porta dell’albergo spalancandola con le mani
invece di usare la chiave, questo è molto male e vado in camera sua a minacciarlo che se
accade di nuovo chiamo la polizia, il rischio è infatti creare un precedente che se dovesse
diffondere quest’usanza farebbe diventare tutto un pochino problematico. Già un altro l’ha
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infatti imitato dopo cinque minuti, ma per fortuna il gesto non si è fatto tradizione
popolare.
Curioso episodio con una coppia che arriva dicendo che un amico gli ha prenotato una
camera. Controllo e la camera mi risulta con già il check in fatto, questi non sanno
l’indirizzo della prenotazione e se si tratta di un omonimo finisce male, per me. Quindi
vado nella 111, busso ed entro. Praticamente l’amico è arrivato, ha usato il bagno e se ne è
andato. A loro interessa solo che il letto sia intatto, quindi gli porgo la chiave e gli auguro
buona procreazione. Come se non bastasse il telefono non tace, è il collega dall’altro
albergo al quale, come ogni volta, devo fare il cazziatone. Praticamente il simpatico collega
mi sta mandando clienti vedendo sui sistemi che ho tre camere libere, rinuncio a spiegare
che quelle camere non esistono e sono frutto di magheggi grazie ai quali tutti i clienti
riescono a stare nell’albergo, secondo una logica non cartesiana. Quindi gli dico che i
sistemi sono sbagliati e lo saluto. Breve pausa di riflessione su quanta gente è
completamente strafatta di droga (il primo che fa dei distinguo sulla cocaina lo meno,
avvisati); dei mostri che neanche Tim Burton riuscirebbe a immaginarseli. Ma mi rituffo
subito nelle danze.
Questa volta il piano “vivace” è il terzo, ma con danni limitati. Infatti la notte prima ho
sistemato un gruppo di amici, con tre stanze prenotate, in un angolo del piano. La scelta è
risultata vincente dato che le tre camere pur essendo rumorosissime si disturbano a
vicenda, coinvolgendo anche un paio di camere vicine ma era previsto; nel fare delle scelte
a volte bisogna essere cinicamente darwinisti. Vado dalla 302 per dirgli di tenere la porta
chiusa e trovo uno che mi dice che la camera rumorosa è quella davanti, la 304, mentre
una tipa in bagno presa da improvviso attacco di affetto abbraccia la tazza del bagno. C’è
anche uno “lievemente” ubriaco che mi fa gli auguri di buon anno. Va detto che TUTTI gli
ubriachi fanno gli auguri, che sia Natale o Capodanno; alla fine si sbronzano quasi come
fosse una missione, non per frustrazione, il che è preoccupante dato che l’assenza di
disagio nel bere significa, secondo me, che il sistema ha vinto. Ma lasciamo stare... Mando
l’ubriaco della 302 nella 304 promuovendolo a messaggero, e lui per fare bene il suo
compito entra nella 304 urlando di fare silenzio!
Col passare del tempo ho un’idea geniale: creare una sorta di campo profughi per clienti
silenziosi. Radunarli, metterli tutti su un pullman e deportarli in un altro albergo, sono un
genio incompreso. Accade poi un imbarazzante qui pro quo con la 204: c’è una donna che
urla, ma urla, proprio urla. Dato che poi fare i report per la scientifica è noioso decido di
assicurarmi sia tutto a posto. Busso, ribusso, e mentre io urlo “posso entrare?” lei urla “si”
(forse con qualche i in più). Entro e non ve lo dico neanche, peccato che lo spettacolo non
valesse il prezzo del biglietto, e fosse di qualità abbastanza bassa dato che la ragazza non
era nemmeno completamente nuda (chi tromba col reggiseno andrebbe scomunicato).
Chiudo la porta e li lascio alla loro battaglia demografica. Voto: cinque, di
incoraggiamento. Più tardi arriva il lui e ci spieghiamo, il tizio parte facendo l’incazzato e
dicendo che lei è spaventata perché qualcuno può entrare in camera, ma quando io
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astutamente sottolineo come urlava lei compare un sorriso vanitoso da maschio medio.
Caso chiuso.
In conclusione di nottata diventa protagonista la 104, che decide di fare casino al mattino
sui titoli di coda. Dentro ci sono tre ragazzini stupidelli, quando in realtà dovrebbero essere
due, che si sono fatti la serata al quarto. Uno dei tre, quello meno bianco e più giallo,
mentre lavo i pavimenti della hall viene a lamentarsi che in ascensore un nero e un indiano
(che sembra la versione povera di Mr-T) gli avevano dato del pakistano. I tre hanno
provato a coivolgermi ma è bastato guardarli per bloccare sul nascere questo insano
proposito. Ad un certo punto il colpo di scena: i tre giovincelli escono dall’ascensore con la
regina della lesa maestà, ossia la tipa della 510 dell’altra sera, e se la portano in camera.
Qui inizia una sceneggiata degna della recita di fine anno di una scuola elementare. I
maliziosi potrebbero pensare che la tipa si sia data alla pazza e multipla gioia, invece no. Al
ritmo dello stereo e del mio bussare per far spegnere lo stereo, la tipa voleva pure fare le
sue scelte col risultato che lei e il finto pakistano me li vedo passare venti volte davanti alla
reception. Prima vanno in un ascensore e stanno fermi, apro e gli chiedo che vogliono fare,
se stare al piano o meno. Loro fanno i finti tonti e vanno nell’altro ascensore, stessa scena,
riapro. Si scusano e gli dico se vogliono stare tutta la notte nell’ascensore, allora mi dicono
che lei vuole andare a casa e si avviano per le scale. Dato che non reggo più le espressioni
che fa la reginetta low budget, ossia guardare me e poi il tipo come a dire “con chi mi tocca
accoppiarmi, forse”, e tantomeno mi piace la complicità di sguardi che tenta di instaurare,
nemmeno fosse la protagonista, quasi sempre bionda, della canzone di Ruggeri, tiro la
stoccata mentre i due sono di spalle: “oh ma volete una camera per cinque minuti?”; lui si
gira e mi guarda tipo bambino a Natale ma non osa rispondere, lei si gira e spara la prima
cazzata dell’anno che probabilmente rimarrà nella top ten per tutto il secolo: “lui è un
parente”. Alla fine notizie giuntemi dalla 204 parlano di un due di picche triplo, e brava la
reginetta senza dignità...
La notte finisce con gente che telefona cercando stanze alle sei e mezza del mattino, questi
sono i disperati del “devo trombare a tutti i costi” che hanno appena recuperato un
compagno di marea, durante la famosa “ora del giaguaro”, ma non mi riguarda. Arriva la
collega, alla quale faccio confessare che era lei a guardarsi le robine sexy su Ebay e me ne
vado a casa. Buon 2013 a me!
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Conclusione edificante ad uso di chi vuole partire
Ed eccoci alla fine, l’albergo è ancora a Londra, io no. Se siete arrivati fino a qui alla ricerca
di “sesso, sesso, tanto sesso” vi porgo il benvenuto nel mondo del marketing. Per quanto
riguarda me sono tornato in Italia, e non ho intenzione (almeno al momento) di tornare in
terra inglese. Ma Londra è un richiamo per moltissimi italiani, che nella capitale britannica
sono al momento quattrocentomila, e mi sembra quindi giusto rimediare alla “distruzione”
del mito che può apparire da queste pagine. Londra è una città dove vivere è molto facile, il
problema sta nel il tipo di vita che vi si vuole fare; io personalmente ho scoperto di essere
lontanissimo dallo stile di vita inglese fatto di poche preoccupazioni: sbronze, donne e
calcio. Nel mio lasciare Londra hanno influito diversi fattori, primo tra tutti il lavoro in
albergo. Infatti la stanchezza mi ha portato a dire “basta”, e la mia sempre crescente
passione per l’Asia a dire “non qui”. Ora sono in Italia e studio cinese, coltivando la mia
passione per la geopolitica e le relazioni internazionali. Vivendo all’estero un confronto con
l’Italia viene spontaneo, e proprio facendo questo confronto ho rivalutato l’Italia e l’essere
italiano. Quello che davvero noi italiani abbiamo a differenza di altri popoli è, usando uno
stereotipo, il “genio”; io stesso mi sono reso conto di come persone quali gli inglesi
manchino di inventiva, e trovino spiazzante tutto quello che esce dai binari del consueto e
dell’ordinario. Il nostro problema è che in Italia la mancanza di unità e senso civico spesso
trasforma questa preziosa risorsa in egoismo e prevaricazione. Il mondo anglosassone è un
mondo con strutture sociali molto semplici, dove la burocrazia è assente ma tuttavia molto
accessibile, per contro è un mondo molto “quadrato” e l’omologazione, funzionale al
sistema stesso, la fa da padrona. E proprio questo aspetto della mentalità inglese mi è
piaciuto di meno, mi sono spesso trovato a pensare ad una “dittatura democratica”, ma
devo ammettere che trovare lavoro è estremamente più semplice che in Italia e le
assunzioni sono (generalmente) fatte davvero sulle competenze. Va comunque detto che
Londra è cambiata molto negli anni e non è più quel paradiso che molti pensano ancora
sia. Il conflitto sociale è in aumento, le retribuzioni sono in calo e l’accesso al lavoro
sempre meno facile. L’importante è partire consapevoli, senza troppe illusioni, sapendo
che sarà dura e che nessuno, ovviamente, regala nulla, ma in ogni caso sarà un’esperienza
estremamente importante e formativa.
Pensando di poter essere di aiuto ho deciso di inserire un’intervista a Stefano, un caro
amico, a Londra da molto tempo e che può aiutarci a capire le trasformazioni di questa
città e quello che aspetta coloro che decideranno di cercare la loro strada lontano
dall’Italia. In ogni caso non abbiate timore, ed inseguite i vostri sogni ovunque siano. Il
primo passo è sempre il più difficile, il consiglio che posso darvi è solo uno: buttatevi, e
senza paura!
-Ciao, chi sei e da quanto sei a Londra, ma soprattutto perché?
Sono a londra da 10 anni. Arrivato a fine 1999, tornato in Italia nel 2003 e ritornato qui di
nuvo nel 2006. Le motivazioni iniziali erano quelle di volere un'esperienza all'estero e del
fatto che molti atteggiamenti italiani mi sono sempre andati stretti (arroganza sullo stile
"lei non sa chi sono io", il fatto di non sapere stare in coda e di voler essere sempre lì per
fare il furbo e passarti davanti "perché io sono furbo e tu un coglione che si fa fregare").
Quello della coda secondo me è un esempio di come certe cose funzionino qui e non in
Italia, se tutti rispettassero le code e avessero rispetto per il prossimo si eviterebbe tanto
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stress. Una volta arrivato ho trovato un posto in cui tutti possono essere ciò che vogliono,
senza paura di essere giudicati, e tutti possono trovare il loro mondo.
-A me ha colpito molto il fatto che gli inglesi siano inquadrati, cosa
pensi a proposito?
Da un lato c’è stima, dall'altro c'è il fatto che loro sono più aperti all'autocritica. Secondo
me in Italia a volte l'ignoranza viene mascherata dalla furbizia, che qui manca e che forse è
la carta in più che se giocata bene (e non in maniera ingiusta nei confronti degli altri) fa la
differenza per gli italiani, che comunque sono più svegli. Anche se secondo me per alcune
cose molti (ma non tutti) hanno la stessa chiusura mentale delle persone di qui. Però qui
secondo me sono molto più aperti ad altre culture, dove in Italia cose differenti da come le
fa un italiano non vengono accettate.
-Cosa pensi dello stile di vita inglese? Io l'ho trovato terrificante,
soprattutto per quanto riguarda le ragazze.
Qui secondo me c'è molta contraddizione. Da un lato è vero che le ragazze si spaccano di
alcool e c'è tutto il problema delle nonne a 32 anni e i ragazzi che non si ricordano come
arrivano a casa. L'alcool è un problema grosso di cui però son coscienti; ma dall'altro vedi
l'attenzione per l'alimentazione, l'incoraggiare a mangiare 5 porzioni di frutta e verdura al
giorno, l'attività fisica (la quantità incredibile di gente che vedi andare a correre o altro).
-Come è cambiata Londra negli anni?
Molto, a parte come il centro sia cambiato dato il numero di palazzi e quartieri che han
buttato giù e rifatto. La chiusura di tante catene storiche (Borders, Hmv, Jessop,
Blockbuster) ha cambiato la faccia delle high street, inoltre la città che ho conosciuto io era
quella del boom economico. Nel 2000 inciampavi davanti ad una porta e ti offrivano un
lavoro, adesso non è più così facile ma in ogni caso le opportunità ci sono ancora, credo.
Certe cose non le so anche perché ho cambiato vita totalmente quindi ovviamente certe
cose non so come funzionano ora. Quando ero appena arrivato andavo a 50 concerti l'anno,
cinema spesso, feste, etc. Adesso ho ridotto un po’ tutto e non torno più a casa alle 4 del
mattino il sabato sera.
-Cosa consigli a chi vuole trasferirsi a Londra? Ne vale ancora la pena? Che ci dici degli
italiani a Londra?
Londra è una città che se la prendi nel modo sbagliato ti schiaccia. Ho visto gente
andarsene dopo 3-6 mesi perché non la reggevano, perché non reggevano gli inglesi
ubriachi il venerdì e il sabato, perché le case son sporche, perché c'è la moquette in bagno,
perché non c'è il bidet, perché il cibo fa cagare (e questo non è assolutamente vero. È vero
che loro non hanno il gusto del cibo, ma al supermercato trovi tutto quel che vuoi a prezzi
ragionevoli e soprattutto trovi tutte le cucine del mondo, ed è una cosa che in Italia non
potrà mai esserci per varie ragioni). Ma se presa nel modo giusto la città secondo me ha da
offrire tantissimo e dà tante possibilità: ho visto gente arrivare dall'Italia, dove facevano
lavoretti per tirare a campare, e qui dimostrando di saper fare hanno fatto carriera, si sono
iscritti a corsi universitari e tanto altro che in Italia non avrebbero potuto fare per il
nepotismo onnipresente, per il fatto che in Italia si va avanti per questioni anagrafiche e
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non per merito; in questo paese se uno è bravo in quel che fa viene premiato. Nella mia
azienda ci sono sviluppatori che prendono più dei manager perché sono bravi, vogliono
continuare a fare ciò che fanno e non vogliono diventare manager per avanzare di carriera,
quindi vengono premiati. In Italia la gente diventa manager dopo due o tre anni perché
altrimenti non gli aumentano lo stipendio, o perché non hanno esperienza e fan solo casino
(questo almeno è ciò che ho visto nel campo dell’ Information Technology). Quindi
secondo me è una città che offre tantissime possibilità ma te le devi voler prendere, e se lo
fai sarai di sicuro premiato.
Una cosa da tenere presente, che secondo me potrebbe diventare più rilevante negli anni a
venire, è il fatto che l'apertura nei confronti degli stranieri potrebbe ridursi se la situazione
economica non migliora, dato che ovviamente un po’ anche loro temono la concorrenza di
stranieri più preparati che arrivano e gli portano via lavori.
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Ringraziamenti:
-A Simona e Stefano: senza di loro non sarei durato 15 mesi, probabilmente sarei durato 15
minuti
-A tutte le mie... Silvia che mi sopporta, ed il fatto che non mi abbia ancora lasciato mi
lascia perplesso
-Ad Ale che si è preso un sacco di accidenti, spesso a torto
-A Cri e Ste: gli amici sono gli amici e quando non ci sono mancano
-A Mauro perché c’è
-A Patti, qualcuno con cui condividere il peggio ed il meglio
-A Gianni, una promessa mantenuta
-A Claudia, che è venuta a trovarmi sul serio
-Al mercatino russo di Milano, tornare in Italia ha un senso
-Ad Enrico Ruggeri che ha scritto una canzone pensandomi
-Agli scoiattoli di James Park che assaltano i turisti facendomi ridere
-Ai clienti simpatici, ho amato un lavoro terribile
-Agli inglesi tutti: coraggio, anche senza libretto di istruzioni ce la potete fare!
-A me stesso, per non essere finito nelle patrie galere di sua maestà
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