Giovedì 16 dicembre 1999
ore 9.30
Presiecle
Reinhard Strohm
Dino Villatico (Venezia)
Struttura musicale clelle rime nelle arie di Didone abbandonata
(predeterminazione letterari:i della costn-rzione musicale)
Tarcisio Balbo (Bologna)
Quando il poeta tace (o parla sottovoce): rimandi e sottintesi in
un':rria del Demofoonte metastasiano, nelle quattlo intonazioni di
NiccolòJommelli
Costantino Maeder (Louvain)
Processi argomentativi nell'aria metastasiana
Cecilia Campa (Roma)
L'articolazione musicale del testo di Metastasio ela gradatio
emotiva in opere di Hasse per Venezia: alcune tipologie di arie
Andrea Chegai
(F-
iren ze)
Forn're-limite ed eccezioni formali in mezzo secolo di intonazioni
me tastasiane
ore 15.00
Presiede
Anna Laura Bellina
Piermario Yescovo (Venezia)
-La musica dei cucchiai,,: Metastasio
Marco Grondona
nello specchio dei cornici
(Pisa)
Aristotele nell' Estratt o: "testo, e .spettacolo,
Rosy Candiani (Milano)
La cantante e il librettista: il sodalizio artistico Metastasio-Benti
Bulgarelli
Rita Zambon (Venezia)
Metamorfosi di soggetti metastasiani nel teatro di danzt
tra Sette-Ottocento
Licia Sirch (Cremona)
Metastasio nella lirica da camera dell'Ottocento: un primo
approcclo
Bruno Brizi (Padova)
Metastasio, la Semiramide e la rnusica di Antonio Salieri
Conseruatorio di Musica Benedetto Marcell<r
30124 Venezia
Concerto
Sala Concerti, ore 20.30
k
arie della Didone travecchi e nuovi compositori Veneziani'
Cantanti e stnunentisti del Conseryatorio Benedetto Marcellcr
Musiche di Anfosi, Boniuento, Costltnza, Galuppi, Hasse,
Miglioranzi, Muro, Pauan, Peroccct, Rizzo, Sato, Tffilini
-
e
San Marco, 2810
tel, 0415225504
-
0415236561
9
fax0415239258
e-mail: [email protected]
http: //www.provincia.v efiezia.itl conseve/
.E
É
a
Mercoledì 15 dicembre 1999
ore 9.30
Presiede
CONSERVATORIO DI MUSICA BENEDETTO MARCETLO
Friedrich Lippmann
Guglielmina Yerardo Tieri (Venezia)
con il conffibuto di
"Sogni e favole io fingo...,: analogie e differenze tra la scenografia
d'opera secentesca e quella metastasiana
Ministero della Pubblica Istruzione
Ispettorato per l'lstruzione Artistica
Mario Armellini (Bologna)
Tra Napoli, Roma e Venezia: Artaserse di Metastasio e i suoi
debutti
in collaborazione con
Comitato fiaziorrale per le celebrazioni del 3o centenario
della nascita di Pietro Metastasio (1698-1998)
Università diY enezia, Ca' Foscari
Fondazione Giorgio Cini
Francesca Menchelli-Buttini (Pisa)
Il libretto dell'Adriano in Siria: vent'anni di rappresentazioni
(1733-1752)
Reinhard Strohm (Oxford)
con il palrocinio di
Le partiture nuovamente identlficate della compagnia di
Pietro Mingotti
Regione Veneto
Provincia diYerezia
Comune di Venezia
Raffaele Mellace (Milano)
Viriate ossia Siface. wa negletta esperienza vereziana di Hasse
(e Metastasio)
n canto
di Metastasio
CONVEGNO DI STUDI
Martedì 14 dicembre 1999
ore 15.30
Giovanni Umberto Battel
Maria Rita Bartalini
Mado Valente
Saluti introduttiui
Stefan<-r
14, 15,16 dicembre 1999
Presiede
Paolo Fabbri
Semplicità e naltralezza in Pietro Metastasio: a proposito di
alcuni giudizi sul suo stile formulati nel secondo Settecento
Iconella Grasso Caprioli (Bologna)
Parole e canto nell'epistolario di Metastasio
Franco
La partecipazione della
S. V. sarà particolarmente gradita
Giouanni Umberto Battel
Direttore del Conseruatorio
Presiede
Giovanni Morelli
Friedrich tippmann (Bonn)
Yenezia
Palazzo Pisani di Santo
ore 15.00
Y
azzolq (Genova)
Mario Yalente (Roma)
I viaggi di Didone da Napoli a Roma e Yenezia
Francesco Cotticelli (Napoli)
Metastasio a Napoli dopo Metastasio: la ripresa di Didone
abbandonata nel 1737
Antonella ZaggSa (Y enezia)
Didone alla fìera delle Bagatelle
Metastasio .alla moda,: L'impresario delle Canarie
Teresa Maria Gialdroni (Roma)
Ancora sulle partiture di Pesaro e di Venezia di Didone
Giorgio Bussolin - Camilla Delfino (Venezia)
abbandonata
Presenze metastasiane nelle biblioteche musicali veneziane
Paologiovanni Maione (Napoli)
Giorgio Mangini (Venezia)
Il Metastasio recitato e altri paradossi
Lalezione di Metastasio nel secondo Settecento napoletano:
il caso di Didone abbandonata
Concerto
Sala Concerti, ore 20.30
Concerto
Sala Concerti, ore 20.30
lntoflro
Didone abbandonata a Y enszia
a
Didone musica strumentale vereziana
Orchestra e strumentisti del Conservatorio Benedetto Marcello
Musiche di Bertoni, Galuppi, Hasse, Tartini, Traetta
Orchestra e cantanti del Conservatono Benedetto Marcello
Musiche d.i Anfosi, Bertoni, Di Majo, Galuppi, Hasse, Saro
n canto
di Metastasio
convegno e concerti
Programma
delle manifestazioni musicali
Sala Concerti di
14, 15,
P
t5 dicembre
alazzo
7999,
P
isarti
orc 20.30
i
on
queste manifestazioni continua presso
il
nostro
Conservatorio la serie di iniziative connesse a Pietro Metastasio
(1698-1782). La città diYerrczia è legata al nome
di
questo
poeta non tanto perché Metastasio viabbia soggiornato molto a lungo,
ma perché i suoi drammi per musica, intensivamente musicati e rappresentati proprio in laguna nel corso del XVIII secolo, hanno costituito
paradrgmispettacolari continuamente emulati in tutta Europa nello stes-
so tomo d'anni. L'apparato produttivo dei teatri veneziani ha quindi
contribuito in modo determinante alla grande rinomanza di questo
autore.
Il Conservatorio Benedetto Marcello, in collaborazione con il Comitato
naztonale
per le celebrazioni del III centenario della nascita di
Metastasio, l'Università di Venezia
-
Ca' Foscari e la Fondazione Giorgio
Cini, si è impegnato in questo caso su due versanti diversi e complementari. Da un lato vi è il campo della ricerca musicologica: nel corso
di tre giomate converranno aYeneziauna trentina di studiosi da tutto il
mondo,
i quali si propongono di
indagare le modalità della messa in
musica di componimen[i di Metastasio ffa Sette-Ottocento. D'altro lato
vi è il settore della produzione musicale, rappresentato dai tre concerti
qui presentati, che vede direttamente coinvolti allievi, ex-allievi
docenti del Conservatorio.
I1
e
filo conduttore delle manifestazioni musi-
cali è costituito da Didone abbandonata, primo dramma per musica di
Metastasio ad essere dato aYenezia nel camevale 1725 presso il teatro
di San Cassiano.
La sera del 14 dicembre è dedicata alla musica da camera del tempo di
Metastasio
eate
mente eseguite.
ouuertured'opera di diverso autore, fino adorarara-
Il
15 dicembre venà presentata
trn
ricostruzione-
pasticcio di Didone abbandonata, sulla base delle partiture settecente-
sche di vari autori reperite in diverse biblioteche italiane e straniere.
Infine
si
è ritenuto anche opportuno stimolare Ia creatività dei nostri
allievi di composizione, che si sono cimentati con l'intonazione di alcuni testi poetici di Metastasio, I pezzi da loro composti veranno eseguiti
la sera del 16 dicembre e ognuno di loro sarà preceduto da un coni-
spettivo settecentesco.
Le iniziative sono state rese possibili grazie alla concreta disponibilità
del don. Sergio Scala, capo dell'Ispettorato per I'istruzione artistica, che
vivamente ringrazio. La gratitudine del Conservatorio è rivolta anche a
tutti gli enti che hanno collaborato con noi in questa occasione o che ci
hanno concesso
il patrocinio. Un grazie infine a tutti i colleghi che si
sono adoperati per la riuscita di questo evento e che si sono impegnati
perl'organizzazione delconvegno e dei concerti, come pure per la prepar
aziote degli allievi.
Il Direttore del Conseruatorio
Giouanni Umberto Battel
Sommario
7
martedi 14 dicembre 1999, orc 20.30
Intorno a Didone:
musica strumentale v efieziana
Musiche di Bertoni, Galuppi, Hasse, Tartini, Traetta
Note di Francesco Rizzoli
11
mercoledì 15 dicembre 1999, ote 20.30
'Didone abbandotata'
aYenezia
Musiche di Anfosi, Bertoni, Di Majo, Galuppi, Hasse, Sarto
Note di Marco Gemmani
77
giovedì 16 dicembre 1999,orc20.30
Le arie della Didone
tra vecchi e nuovi compositori 'veneziani'
Musiche di Di
Majo,\ffilini,
Galuppi/Boniuur.to, Galuppi/Costanza,
Anfo s si/P e roc c o, H asse/Muro, G aluppi/ P au a n
19
Testi poetici
Bibiem, Di tlone abbandonata l,
Brbtena, Didone abbdlxdonala
1 (71 53)
,117
lll,
8
3)
Note al programma
I compositori delle opere in programma questa sera furono tra imaggiori protagonisti della
vita musicale settecentesca. Traetta, Galuppi, Berloni ed Hasse ricoprirono f incarico di
maestri di cappella negli Ospedali veneziani, rispettivamente all'Ospedaletto, ai Mendicanti
(Galuppi e Bertoni) ed agli Incurabili. Furono perciò attivi per lunghi periodi nella città
lagunare (mentre
Tartill
daPadova scriveva dettagliate lettere
allefglie
del coro,le famo-
putte degliOspedali, istruendole - per conisponderrzal - sulla difficile arte di suonare il
violino). Questi musicisti di diversa formazione, ricchi di esperienze e contatti internaziose
nali, fecero di Venezia lavera capitale del gusto musicale e la produzione veneziana fu per
molti anni modello ed esempio a1la cultura occidentale. Un concerto tutto Yeneziano, quindi, quello di stasera e rappresentativo di quei rgoùts réunis, che Frangois Couperin aveva
proposto nel1724, Come tutte le prassi consolidate questa produzione mantenà stili e procedure del passato - valga per tutte la plesenza del "basso continuo' - che saranno presto
superate da compositori di arca tedesca.
In apertura di concefio Baldassarre Galuppi, con la vivacità ritmrca dei suoi AllegN e
Ie
patetiche inflessioni degli Adagi, rappresenta il meglio del sonatismo italiano per tastiera e
continua la lezione <li Domenico Scarlatti. Il Buranello godette di grande considerazione
anche nell'Ottocento, anche per merito del rcmaffio di Robert Browning, specie per 1e
sonate solistiche che lo salvarono da quell'oblio in cui cadde invece inesorabilmente
suo muoversi indipendentemente dalle esigenze letterarie gli anirò 1a
critica di Metastasio: "ottimo maestro per i violini, per i violoni e per i cantanti, ma cattivis-
Antonio Vivaldi.
I1
simo mobile per i poeti,,(1749).
-caro Sassone, per i veneziani, attraverso 1o studio con Porpora e
Scarlatti a Napoli nelt722 seppe unire la severità del linguaggio appleso in Germania con
lavenamalinconica propria dell'opera napoletana. Hasse fu un vero compositore europeo.
Johann Adolf Hasse,
il
Oltre a Yenezia, città ln cui trascorse gli ultimi anni di vita, ma in cui lavorò a pafiÌe da)'
diret
1727 ,lo si trova a Torino, Roma, Dresda, Londra, Parigi e Berlino. A Vienna collaborò
tamente con Metastasio. E'sepolto aYenezia nella chiesa di San Marcuola assieme alla
moglie, il celebre soprano Faustina Bordoni.
Anche Ferdinando Bertoni, bresciano di Salò, passò gran parte del1a sua esistenza a
Yenezia. Primo organista a San Marco e maestlo di cappella dal 7785, succedendo a
Baldassale Galuppi, fu l'ultimo a ricoprire questo prestigioso incarico, che già era stato di
Adriano \fiillaert e di Claudio Monteverdi. prima della caduta della repubblica veneta
(1797). Scrisse una quarantina di lavori teatralinello stile di Galuppi, oratori in latino ed italiano, messe, salmi, cantate, quartetti per archi e sei sonate per cembalo da cui è trattala
sonata presentata questa sefa.
Giuseppe Tartini fu un personaggio leggendario che legò lasttafamanon solo alle sue pro-
digiose capacità di violinista, ma anche a quelle di spadaccino. Fece approfonditi studi di
acustica musicale e il suono differenziale che si genera in particolari condizioni porta il suo
nome. In Tartini è evidente l'influenza del vecchio maestro Arcangelo Corelli, ma le due
Sonate in Sol minore - rl Trillo del diauolo e la Didone - sono esempi mirabili di composizioni n cui l'elemento patetico, drammatico e lirico assume tensioni quasi preromantiche.
Tommaso Traetta fu un grande innovatore. La sua conosc erua della tragédieJyrique francese, approfondita alla corte
di
Caterina II, rendono
di Parma, e le esperienze viennesi e pietroburghesi alla corte
il suo linguaggio particolarmente nuovo e per certi versi affine
a
quello di Mozart, con esiti di grande interesse.
La Didone abbandonata fu
il libretto che rese celebre
Metastasio, nome grecizzato di
Pietro Trapassi,nel1724. Successe alvenezianoApostolo Zeno nel 1730 come poeta cesateo alla corte di Vienna, carica che tenne per cinquantadue anni sino alla morte. Questo
lavoro fu scritto per il soprano Marianna Benti Bulgarelli detta la Romanina.
La sinfonia, prima di essere una composizione autonoma, fu introduzione strumentale
all'o
pera, all'oratorio ed alla cantata. Con Aessandro Scarlatti si stabilizzò nello schema ffiparttto Allegro-Adagio-Allegro della cosiddetta ouverture italiana. Hasse e Traettamusicarono la
Didone metastasiana rispettivamente nel7742 e nel1757, Galuppi per Madrid; precedentemente, nel 7739, alcune sue musiche erano state inserite nella Didone di Domenico Sano.
Francesco Rizzoli
Sala Concerti
dlPalazts Pisani - mercoledì 15 dicembre 1999, orc20.30
Didone abbandonata a Y enezia
Ricostruzione pasticcio di un'opera metastasiana
Domenico
(1679
-
Sano
1744)
Sinfonia
Viuace, Andante Modzrdto, Viuace
Didone abbandonard, Teaùo S, Giovanni Grisostomo 1730
Primo Atto
Gian Francesco Di
Majo
0732-1770)
Son regina e sono amante (Didone)
ElisaSavino, soprano
Didone abbandonatd, Teatro S Benedetlo 1770
Anfossi
lTgD
Pasquale
(1727 -
Quando saprai chi sono(Enea)
Lucia Raicevich ) soprano
Ddone abbandonota,Tealto Giustiniani
Hasse
178ì
Johan Ado[
(1699
-
S.
Moisè 1775
sul lido(Enea)
SilviaRegazzo, contralto
Se resto
Didone abbandonata,
17
42
t****
Secondo Atto
Galuppi
-178)
Baldassane
(1706
Ahl Non lasciarmi, no (Didone)
Lucia Raicevich, soPrano
Didone abbandondr4 Teato Giustiniani S. Moisè 1754
Anfossi
-179D
Pasquale
(1727
Ogni amator suppone (Selene)
Martina Trevisatl, soprano
Didone abbandondr4 Teatro Giustiniani S Moisè 1775
Domenico
Sano
Va lusingando amore (Didone)
Sabina Spera, soprano
Didone abbandonata, Teato S. Giovanni Grisostomo 1730
Terzo Atto
Bertoni
-181ì
il mio tormento (Didone)
Ferdinando
Va crescendo
(1725
Martina Trevisant
soprano
Did.one abbandonar4 Teatro S Samuele 1790
Johan Adolf
Hasse
Cadràfta poco in cenere (larba)
Alessio Nicolav cich, tenore
Didone abbdndonata,
Baldassane
Galuppi
17
42
Yado... ma dove? Oh Dio! (Didone)
ElisaSavino, soprano
Di.dow abbandonata, Tealro
S.
Benedetto 1765
Orchestra del Conservatorio di Musica Benedetto Marcello
Direttore
Maurizio Dini Ciacci
13; circ:r, Bu crr est \lu zeu l
.facopo A migoni Ritr xrlo di Far incLJ i. 1rl4- l
N
rtionll
de ,\rtd al Iìorlàniei
Note al programma
di Didone
Questa serata luole far rivivere alcune del1e numerose opere composte sui versi
Purtroppo
XWII
secolo.
nel
aYenezia
e
rappresentale
abbandonata di Pietro Metastasio
ben poche sono le partiture di questo secolo giunte fino a noi. Tuttavia gli innumerevoli
libretti pervenuti ci possono comunque dare un'idea eloquente della particolare predilezione dei veneziani pef questo dramma del celebre poeta. Da una prima scorsa al lungo
elenco di testimonianze dirette dsalta immediatamente 10 sffetto rappotto esistito in tutto il
,700 tra i compositori operanti a Napoli e quelli attivi a Venezia.
Giàlaprima Didonevene-
(purtroppo
ziana a noi giunta, Iappresentata nel1730 al teatro di S. Giovanni Grisostomo
si sono perse le tracce di quella di Albinoni realizzata al teatro S. Cassiano nel 1725), è il
frutto della collaborazione tra Sarro, autore della prima rappresentazione assoluta a\ryenuta nel1724 nella capitale borbonica, ed altri autori, tra i quaÌi sicuramente figurava il buranello Galuppi. E' lo stesso Sarro, nel libretto, che segnala quali siano le parti non sue. Ma
anche le altre rappreserfiazioni veneziane di Dicbne abbandonata che oggi conosciamo
sono pasticci operati sul testo originale di Metastasio, Già in questa edizione veneziana dell,opera di Sano ben oltre metà delle arie sono state sostituite o aggiunte. Della Did,one di
Hasse (1742) si conosce pure il nome del rimaneggiatore, il poeta veneziano Algarotti. Non
di quest'opera ne1la capitale veneta, ma sicuramente alcune arie, divenute in seguito famose, come l'odierna Se resto sul lido,fecero
si hanno notizie di una esecuzione integrale
pafie del repertorio eseguito nei salotti della Serenissima fino a fine secolo. Inoltre non sappiamo con precisione quante furono le versioni di Galuppi del celebre testo metastasiano
e quante volte esse vennero rappresentate aYenezia. Oltre aÌla già citata partecipaztorc
all'opera di Sarro del 1730, siamo a conoscenza ditna Did,one rappresentata nell'autunno
del1154 al teatro Giustiniani di S. Moisè e di un'altra al teatro S. Benedetto ne1 carnevale
de\1764 con intermezzi danzali: ma probabilmente ve ne furono anche altre. Anche iÌ
Buranello ritenne necessario apporre sostanziali variazioli al testo di Metastasio e altrettanto si può affermare della Didone di Di Majo, messa in scena al teatro S. Benedetto nel
1770, dicui si conservano so10 tre arie alla Biblioteca Nazionale Matciara.
Nelle ultime decadi del secolo si verifica un certo rallentamento nelle intonazioni del poeta
cesafeo, ormai diventato un pelsonaggio di stahlra eulopea.La Didone di Anfossi, fapprcsentata al teatro Giustiniani ne|7775, segna comunque il ritorno ad una versione metastasiana quasi integrale. Ciò forse si spiega con il progressivo distacco del pubblico del tempo
da intrecci troppo complessi a favore ditesti drammatici più semplici che permettevano di
godere con maggior immediatezza della musica. Infine gli ultimi libreni del secolo tendo-
no sempre più a mettere in risalto la figura del poeta a scapito del compositore che spesso, in questo ultimo scorcio di secolo, poteva anche essere più d'uno. Ne è esempio la
cayatinadi Bertoni Va crescendo il mio tormento, eseguita al teatro S. Samuele rrc|7790,\a
13
quale probabilmente costituì l'unico contributo all'opera da parte dell'allora maestro di
cappella della basilica
di
S. Marco.
In definitiva si può ragionevolmente affermare che i
veneziaridifficilmente udirono il testo della Didonemetastasiana nella sua completezza.
Anche nello stendere questo programma, al fine di dare un'idea significativa di quanto è
rimasto delle Didoniveleziafle, si è dato vrta ad un nuovo pasticcio,
tn
collage di fram-
menti di alcune delle partiture giunte fino ad oggi, seguendo l'ordinamento drammatico
originale. Questa volta però itesti sono tutti di Metastasio, Percorrendo questi testi si può
prendere facilmente contatto con la sottile abilità con cui il futuro "poeta cesareo" scrisse il
suo primo grande componimento e rendersi conto delle ragioni del suo enorme successo
durato circa un secolo. La Didone abbandonata è un dramma fortemente innovativo
soprattutto per quanto riguarda la concezione dei rapporti umani fra i vari personaggi. In
quest'opera gli dei intervengono solo in modo marginale, Manca :una figura chiaramente
positiva contrapposta ad una negativa, Tutti, sebbene con sfumature diverse, si muovono
al di
1à
di ogni regola e ciò porta ognuno verso il proprio limite di sopportazione, che
Didone stessa supererà nel finale. Centro del dramma è illibero arbitrio dei vari personaggi, senza distinzione alcuna tra di loro, seguendo un ben noto assioma cartesiano. Fin dalle
prime battute viene proclamatatla nuova morale per bocca della stessa protagonista:
darmi legge in van pretende
chi l'arbitrio a me contende
della gioia e dell'amor (1, 5)
a crifa eco I'innamoratolarba
belle le colpe sono,
perde I'orror f inganno,
nruo si fa virtù
(1, 7).
Non esiste più, quindi, alcuna legge morale e anche chi segue il volere degli dei, Enea, è
costretto ad affermare:
più crudele d'ogni crudel tormento
è il barbaro momento
che in due divide il cor.
E'affanno sì tiranno
che un'alma nol sostiene
(ll, 9)
e dunque risulta inutile anche ogni atto eroico, Nasce infine un nuovo padrone dell'animo
umano, la passione. Così afferma Selene:
14
E' un bel desio, che nasce
alor che men
s'aspetta;
si sente che dileta,
ma non si sa perché
(lI,
10)
Questo desio divenà quel nuovo "qualcosa" cui si sacrifica tutto, compiendo atti al là del
ragioneyole, come, ad esempio, il suicidio finale di Didone. Frutti di questa nuova concezione sono il cinismo e I'affermazione sfrontata della menzogna, che diverranno alcuni dei
tratti caratteristici della nascente epoca dei lumi.
Gli spettatori della prima metà del '700 probabilmente preferivano situazioni umane delineate con più leggera chiarczza ed erano soliti aspettarsi una maggior qualità dell'azione
scenica, nella Didonelttta concentrata nel finale. Data lrinnovatività di questo dramma
ela
sottigliezza del suo contenuto si può cercare di capire laterdenza dei primi adattarori a
cambiame fortemente i connotati soprattutto nella parte centrale. Ma il tempo darà ragio-
ne a Metastasio e Didone ritroverà quasi tutto il suo iniziale splendore verso la fine del
secolo, dopo un lungo e trionfale cammino attraverso i teatri di tutta Europa.
Grarr parte delle musiche di questa serata ritrovano vita dopo oltre due secoli di silenzio.
Esse sono state approntate appositamente per questa occasione da un'équipe del
Conservatorio Benedetto Marcello. Per Ia stesura di un programma degnamente rappresentatiyo si è presa visione della maggior parte delle Didoniveneziane rimaste. Esse, però,
nel frattempo sono quasi tutte finite nella biblioteca del Conservatorio di Napoli.
Marco Gemmani
ti
:it::-Ìl
Ferdinando Befiont. Didone abbandonata (estafro)
M
Sala Concerti dìPalazzo Pisani -
giwedì
16 dicembre 1999,
Le arie della Didone
tra vecchi e nuovi, compositori'veneziani'
Francesco Di Majo
Son regina e son amanle
ElisaSavino, sopranct
Matteo Messori, cembalo
Andrea Toffolini
Son regina e son amante
Elena Ctoci, soprano
LauraTrainini, Jlauto
Silvia Sperandio, clarinettct
Baldassane Galuppi
Fra lo splendor del trono
Alessio Nicolav clch, rcnore
Matteo Messori, cembalo
Alexander Bonivento
Fra lo splendor del trono
Gianluca Ttmino, baritono
Annabella DaRos, arpa
Michele Scarpa, lagouo
Baldassarre Galuppi
Ah! Non lasciarmi, no
lucia Raicevich, soprano
Matteo Messori, cembalo
Federico Costanza
Ah! Non lasciarmi, no
Martina T rcv isan, s oprano
Eleonora Costanza, rnce recitante
Stefania Bemardi, llauto
NiceFamea,
celesta
Luciano Bellini,
aolonce llo
Pasquale Anfossi
Ogni amator suppone
Martina Trevisan, soprano
Matteo Messori, cembalo
Filippo Perocco
Ogni atlnator suppone
ElisaSavino, soprano
Marco Cola, como
Annabella DaRos, arpa
Filippo Perocco, orgaro
Johan Adolf Hasse
Cadrà
fra poco in cenere
Alessio Nicolav cich, tenore
Matteo Messori, cunbalo
orc 20.30
Alessio Muro
Cadrà fra poco in cenere
Michele Negto, tenore
Alessio Rossato, pera.mionel
Slefano
P
ezzato, percussione 1l
Baldassane Galuppi
Vado... ma doue? Oh Dio!
ElisaSavino, soprano
Matteo Messori, cembalo
Francesco Pavan
Vado... ma doue? Oh Dio!
Lucia Raicevich, so7rano
Luciano Bellini, u io lo ncello
Marco Bonacina, piandoru
Filippo Perocco, orgamo
18
Testi poetici da Didone abbatdoruta
Concefti del 15 e 16 dicembre 1999
Droorr, I,
SEmm,
5
Son regina e sono amante;
e l'impero io sola voglio
del mio soglio e del mio cor.
Darmi legge invan pretende
Chi I'arbitrio a me contende
Della gloria e dell'amor.
II,
10
Ogni amator suppone
che della sua ferita
sia la beltà cagione,
ma la beltà non è.
E' un bel desio, che nasce
allor che men s'aspetta;
si sente che diletta,
I, 7
Fra lo splendor del trono
belle le colpe sono,
perde l'orror l'inganno
tutto si fa virtù.
Fuggir con frode il danno
può dubitar se lice
que11'anima inielice,
che nacque in servitù.
IansA,,
ENna.,
I,
10
Quando saprai chi sono
sì fiero non sarai,
né parlerai così.
Brama lasciar le sponde
quel passeggiero ardente:
fra l'onde poi si pente,
se ad onta del nocchiero
dal lido si partì.
ma non si sa perché.
Drlorvr, II, 14
Va lusingando Amore
il credulo mio core:
gli dice, ''sei felice";
ma non sarà così.
Per poco mi consolo;
ma più crudele io sento
poi ritornar quel duolo,
che sol per un momento
dall'alma si partì.
Droorrr, III,8
Va crescendo
il mio tormento;
io lo sento
e non l'intendo:
giusti dei, che mai sarà!
L$sl, U,
ENEc,,
I,
18
Se resto sul
lido,
se sciolgo le vele,
17
Cadrà,fta poco in cenere
i[ n]o nascente impero,
e ignota al passeggiero
infido, crudele
mi sento chiamar.
E intanto, confuso
nel dubbio funesto,
non parto, non festo,
ma provo il martìre,
Cartagine sarà
che avrei nel partire,
che avrei nel restar.
Droour, III, 20
Droorr,n,
II,4
Ah! non lasciarmi, no,
bell'idol mio:
di chi mi fiderò,
se tu m'inganni?
Di vita mancherei
nel dirti addio;
che viver non potrei
fra tanti affanni
Se a te del mio perdono
meno è la morte acerba,
non meriti, superba,
soccorso né pietà.
Vado, Ma dove? Oh Dio!
Resto.. Ma poi... Che do?
Dunque morir dovrò
senza trovar pietà?
E v'è tanta viltà nel Petto mio?
No no, si mora; e l'infedele Enea
abbia nel mio destino
un augurio funeslo al suo cammino,
Precipiti Cartago,
adala reggh; e sia
il cenere di lei la tomba mia,
19
Comitato scientifico
Giovanni Umberto BalIe| Direttore
Pietro Verardo, Vicedirettore
Giovanni Morelli, Uniuersità di venezia, Ca' Foscari
Marco Gemmani, Coordinamento musicale
Maria Giovanna Miggiani, Coordinamento scimtifico
Giorgio Bussolin, collaboratore aterno
Camilla Delfino, Colla.boratore esterlxo
Hanno collaborato i docenti
Fagotto
Michele Scarpa
Violini
*
Bruna Barutti
Gabriella Marchi
Luisa Messinis
*
*
Stefano Zanchetta
*
ErikaBazzani
Giulia Bellingeri
Francesca Bonomo
Stefano Bruni
Luciano Bellini
Monica Bertagnin
Elsa Bolzonello Zoja
Pietro Costantini
Federico Dei Rossi
Angelica Faccani Nzzar do
Andrea Bressan
Dariela Colonna Romano
Annunziata Dellissanti
Stefano Gibellato
Ermanno Fugagnoli
Federica Lotti
Giorgio Lovato
Carlo Giordani
Luisa Messinis
Conado Pasquotti
Francesco Rizzoli
stella silva
Silvia Urbanis
tuccardo Vaglini
Sergio Vartolo
Orchestra del Conservatorio
Benedetto Marcello
Flauti
LligiCalzavaru*'
*t
Gianluca Dal Lago
Viole
*
Marco Albano
*
Giovanni Petrella
Francesca Canova
Francesca De Facci
Monica Fracassetti
Marco Nason
Violoncelli
Silvia Di Salvatore
Lorenza Loro
Eleonora Ruggenini
Anna Sena
Michela Caser
Contrabbassi
Marco Tesei
Laura Vettori
MarcoZappia
Oboi
Raffaele Sinello
**
Clauicernbalo
Matteo Messori
Chiara Staibano **
Comi
+
Marco Venturi'
Marco Cola
t* aggiunti
docenti del Conservatorio Benedetto Marcello
Trombe
Elena Busetto
Fulvio Silvestri
20
Palma/Fotocomposizione e stampa:
Poligrafica, Venezia - dicembre 1999
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