GENNAIO - FEBBRAIO 2011
STORIE DI
COPERTINA
Ridere allunga
la vita
SOCIETÀ
L’amore ai tempi
di Facebook
ISSN 2035-701X
“Poste Italiane. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Torino n° 1 Anno 2011”- € 1,20
RUBRICHE
BACKSTAGE
IERI ACCADRÀ
DI SCATTO
SNAKES AND LADDERS
APPUNTAMENTI
ANTISPOT
NON È UN PAESE PER GIOVANI
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22
TEST
DAL LABORATORIO MUSICA
CHI È LADY GAGA?
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TUTTI IN PISTA CON VODA
BOYCE AVENUE: COVER TARGATE USA!
DAL LABORATORIO GIOVANI CRITICI
SE MI PRENDE “UNA FEBBRE DA FIENO”?
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LA RISCOSSA DELL’ASINO
UN EDIPO ALTERNATIVO
CHE VERSIONE, BARNEY!
RECENSIONI
DAL LABORATORIO COSTUME E SOCIETA’
GIULIETTA AI TEMPI DI FACEBOOK
DESTINI GIÀ SCRITTI?
EURONEWS
IL “KAISER” DELLA VAL BADIA
DIMMI COME SCRIVI E TI DIRÒ CHI SEI
DA RAGAZZO HO FATTO L’AMBASCIATORE!
OROSCOPO
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44
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53
SPECIALE
IN PIAZZA
DAY BY DAY
14
3
gennaio
febbraio
n°1
Direttore responsabile Renato Truce
Vice direttore Lidia Gattini
Coordinamento di redazione
Eleonora Fortunato
Redazione di Torino e Segreteria di
Redazione
Sonia Fiore
corso Allamano, 131 - 10095 Grugliasco (To)
tel. 011.7072647 / 283 - fax 011.7707005
e-mail: [email protected]
Redazione di Genova
Maria Elena Buslacchi
tel. 010.8936284 - 010.8937769
e-mail: [email protected]
Redazione di Roma
Simona Neri
via Nazionale, 5 - 00184 Roma
tel. 06.47881106 - fax 06.47823175
e-mail: [email protected]
Hanno collaborato
Dal laboratorio Attualità: Eleonora Fortunato
(supervisione giornalistica), Benedetta Magri,
Marika Carulli, Maria Chiara Parisi, Marcella
Pascale, Daniele Nugnes, Giulia Molari, Luca
Savio.
Dal laboratorio Musica: Chiara Falcone
(supervisione giornalistica), Chiara Colasanti,
Dalila Cavallo, Margherita Tori.
Dal laboratorio Giovani Critici: Maria Elena
Buslacchi (supervisione giornalistica), Cristina
Altomare, Greta Pieropan, Elena Dardano,
Paolo Fornari, Eleonora Zocca, Federico
Godino, Aleks Attanasio.
Dal laboratorio Costume e Società: Simona
Neri (supervisione giornalistica), Gaia Ravazzi,
Isabelle Gigli Cervi, Laura Santi Amantini,
Andrea Boutros, Chiara Piotto, Elena Prati.
Dal laboratorio Fotografia: Gaia Ravazzi,
Irene Gittarelli, Carola Bernardo, Ambra Zelda
Pizzato, Mattia Calicchia, Tommaso Caruti
Antonelli, Edoardo Caroselli.
Impaginazione Giorgia Nobile,
Gianni La Rocca
Illustrazioni Alessandro Pozzi
Fotografie e fotoservizi
Circolo di Sophia, Massimiliano T., Fotolia,
Sito web: www.zai.net
Francesco Tota
Editore
Mandragola Editrice
società cooperativa di giornalisti
via Nota, 7 - 10122 Torino
Stampa
Artigrafiche Boccia S.p.A.
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84131 Salerno
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Anno X / n. 1 - gennaio-febbraio 2011
Autorizzazione del Tribunale di Roma
n°486 del 05/08/2002
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(9 numeri)
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Main sponsor
Realizzato con il contributo di:
Assessorato all'Istruzione, Formazione, Ricerca, Innovazione tecnologica e informatica,
Politiche sociali, Terzo settore, Cooperazione internazionale della Regione Liguria.
Una risata per vincere la paura del futuro: la prima copertina del
nuovo anno racconta l’energia e il calore sprigionato dagli studenti
in piazza. E l’idea di domani è il leit-motiv che lega tra loro le pagine
dedicate ai vostri interventi durante e dopo i giorni caldi
dell’approvazione del Ddl Gelmini. Un futuro che per alcuni, come
Marika a pag. 20, è compromesso, ma per il quale si può ancora
lottare per garantirsi opportunità e migliorare la società, come
invece scrivono Daniele, Maria Chiara, Giulia, Eleonora e tanti altri.
“Non siamo quelli del ’68, siamo più determinati, la tecnologia ci
rende più uniti e coscienti di quello che succede nel mondo” è il
messaggio che è emerso con più urgenza dai loro interventi.
E se anche il nuovo look delle nostre pagine strizza l’occhio ai
tempi che cambiano, chi meglio di Lady Gaga può esserne
definita l’icona più rappresentativa? Dalila e Margherita
dipingono “la Germanotta” come un’autentica forza della natura,
la cui energia irrompe nelle giornate di milioni di fan in tutto il
mondo. Poi un salto al cinema, con due film scelti dai giovani
critici per colorare le lunghe sere d’inverno, e in libreria, dove
“Asini e filosofi” vi aspetta per farvi ricredere su un luogo comune
di secoli (cosa c’entra l’asino con l’asininità?).
E dopo i giovani critici, arrivano le “Ragazze… sugli sci”, studentesse
a tu per tu con i campioni per conoscere da vicino gli sport più
amati o più curiosi. Febbraio… 14 febbraio… Suvvia, non facciamo
i vaghi! A pag. 40 scoprirete la nostra inchiesta sull’amore ai tempi
di Facebook: nel XXI secolo andiamo ancora alla ricerca di una
passione totalizzante come quella dei due fidanzati di Verona? Lo
abbiamo chiesto a tutti voi attraverso il nostro gruppo Facebook e a
un’ospite d’eccezione, Deniz Ozdogan, prossimamente a teatro
proprio nei panni di Giulietta. Ma non finisce qui: all’interno di Look
Smart la coppia più celebre di tutti i tempi ci aspetta in una cornice
davvero inedita, cioè Castel Sant’Angelo a Roma, non perdeteli!
Buona lettura!
In copertina una foto scattata da Irene Gittarelli, 19 anni, di Torino.
Zai.net ha ricevuto il patrocinio di:
Centro Unesco di Torino
Sponsor:
I CANTIERI
DELL’ETERE
La rivista è stampata su carta riciclata E 2000,
Cartiere Cariolaro
Questa testata fruisce dei contributi statali
diretti della legge 7 agosto 1990, n. 250.
Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica Italiana
In collaborazione con:
Backst a
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e
Hanno contribuito a questo numero:
MARGHERITA
TORI
18 anni, studentessa al liceo
classico “G. Mazzini” di
Genova. Appassionata di moda
e lettura, vive tra pile di riviste
alla perenne ricerca
dell’equilibrio tra parola e
immagine. Le sue passioni
sono i film horror e i cani
carlini. Il suo sogno è quello di
viaggiare per confrontare gli
stili di tutto il mondo come
fashion editor di una testata di
moda; la scoperta di Zai.net le
ha permesso di cominciare a
piccoli passi questo cammino.
Su questo numero, non perdete
la sua recensione del concerto
di Lady Gaga e l’articolo sul
trash dentro a Look Smart!
ISABELLE
GIGLI CERVI
18 anni, frequenta l’ultimo
anno del liceo classico
“D’Oria” di Genova.
È da sempre appassionata di
musica, fotografia, pittura e
letteratura; le piace viaggiare
come occasione di crescita per
ampliare i suoi orizzonti ed
entrare così in contatto con
culture differenti.
Da quindici anni studia danza
classica e contemporanea
frequentando stage di
perfezionamento in Italia e in
Francia. Coniuga la passione
per lo spettacolo con quella
per il giornalismo ed è a capo
della rubrica “Teatro” del
giornalino scolastico “Dragut”.
FEDERICO
GODINO
17 anni, di Arenzano (Genova).
Studia al liceo classico "Mazzini"
di Genova, quando non si
dedica allo sci o alla vela.
Appena può, infatti, corre in
montagna su qualsiasi barca
cerchi equipaggio, dovunque
essa vada. Ama dipingere a olio,
per fissare pensieri e
impressioni.
Il giornalismo gli piace perché gli
dà la possibilità di vedere molte
sfumature della realtà e di
esprimere le proprie idee.
Nei ritagli di tempo studia le
lingue straniere, e in treno, da
bravo studente pendolare, ciò
che va fatto per la scuola!
Questo mese ci parla di teatro.
ALESSIO
BUSONERO
Al quinto anno al liceo
scientifico “G. Marconi” di
Grosseto, Alessio ha 18 anni e
pur studiando volentieri le
materie scientifiche, in terza
liceo si è appassionato alla
letteratura grazie ad alcuni
grandi classici.
Così è nata anche la passione
per la scrittura, fino al
giornalismo, che potrebbe
anche essere un’idea per il
futuro. Suona il basso elettrico
in un gruppo rock, Il Re
Dinosauro, di cui a breve verrà
pubblicato il primo ep. Ritiene
che l’esperienza musicale
completi e aiuti quelle della
lettura e della scrittura.
ELEONORA
ZOCCA
16 anni, vive a Roma e studia
al liceo scientifico "Newton".
Dopo aver divorato parecchi
libri, ha deciso di cimentasi
nella scrittura. Adora andare in
palestra a ballare hip hop
insieme alla sua migliore
amica. Da quando li ha
scoperti, i Muse sono diventati
la sua droga giornaliera.
Inoltre, le piacciono i Coldplay,
gli Oasis e i Guns n' Roses.
Sogna la scuola in America e
un futuro pieno di viaggi e
nuove conoscenze.
Su queste pagine possiamo
leggerla nello speciale
dedicato alle proteste e tra i
giovani critici.
LAURA SANTI
AMANTINI
18 anni, studia al liceo
linguistico "Grazia Deledda" di
Genova. Collabora con Zai.net
da ormai parecchi mesi e spera
di poter approfondire sempre di
più il legame con l'affascinante
mondo del giornalismo. Ama
follemente scrivere e dai
racconti piano piano è
approdata agli articoli,
focalizzandosi in particolar
modo sull'attualità.
Fra le sue passioni, oltre alle
lingue e ai viaggi, ci sono la
letteratura e la filosofia. Senza
dimenticare il cinema e
soprattutto il teatro: da due
anni si cimenta, infatti, anche
come attrice.
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Notizie serie e curiose selezionate dai calendari del passato
1
FEBBRAIO
8
FEBBRAIO
19
FEBBRAIO
1945 In Italia viene introdotto
1692 Un medico del villaggio
1986 Dopo 37 anni di attesa,
il Suffragio Universale con il
quale per la prima volta viene
dato diritto di voto alle donne.
di Salem, nella Colonia della
Baia di Massachusetts, dichiara
che tre ragazze adolescenti sono
possedute da Satana, portando
al Processo alle streghe di Salem.
il Senato degli Stati
Uniti approva un trattato che
dichiara illegale il genocidio.
3
FEBBRAIO
1957 Prende avvio sulla RAI il
contenitore Carosello, che negli
anni diverrà indice di
cambiamento delle abitudini
degli italiani a causa (o grazie)
alla televisione.
7
FEBBRAIO
1871 Un dentista americano
inventa il trapano odontoiatrico:
un modello a molle che
raggiunge gli 800 giri al minuto.
9
FEBBRAIO
2009 Eluana Englaro muore
nella clinica "La Quiete"
di Udine alle 19,45 in seguito
all’incidente automobilistico del
1992. Il suo triste caso solleverà
un acceso dibattito all'interno
del Parlamento italiano e
dell'opinione pubblica, mettendo
in evidenza l'impreparazione
della legge italiana in ambito
di eutanasia e testamento
biologico.
14
17
FEBBRAIO
1986 Giordano Bruno viene
messo al rogo per eresia a
Roma in Campo de’ Fiori.
28
FEBBRAIO
1922 L'Egitto ottiene
l'indipendenza dal Regno Unito.
FEBBRAIO
496 Viene istituita da papa
Gelasio I la festa degli
innamorati: San Valentino.
2002 La Lira italiana cessa di
avere corso legale, sostituita
dall'euro.
1971 Le donne ottengono il
diritto di voto in Svizzera.
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Foto di C 7 anni, Torino
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Ogni mese la redazione di Zai.net
seleziona tra le vostre creazioni
la migliore fotografia
per pubblicarla in questa rubrica
IL RICHIAMO
DEL MARE
Mandate i vostri scatti più belli a: [email protected]
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A cura d
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Rapallo
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CARNEVALE È IL MOMENTO
DELL'ANNO IN CUI SI PUÒ ESSERE
CHI NON SI È, MA CI VUOLE STILE.
ANCHE I ROMANI LO FACEVANO
UNA VOLTA ALL'ANNO: I SERVI SI
VESTIVANO DA PADRONI E
VICEVERSA
CARTOONS ANNI 90 - Ho visto un ragazzo che
si è travestito da Cusco, il re delle follie dell'imperatore. Era semplicemente geniale! Certo
impersonando i cartoons dell'ultimo ventennio
si incorre in un inconveniente... Tua nonna
potrebbe non capire da cosa ti sei travestito!
FUORI LUOGO, MA NELL'ATMOSFERA GIUSTA Avete l'occasione di scappare e recarvi a Venezia
o Viareggio, ma vi manca il tempo per organizzare il travestimento? Potete essere scusati, però ci
sono ottimi negozi di travestimenti che vendono
o noleggiano abiti anche da cosplayer. Visitate
questo sito ad esempio www.lastranacasa.com
troverete anche costumi sexy per feste intime,
per un carnevale alternativo...
ONLY MAKE-UP - Potete anche vantarvi di averci perso del tempo, però se il make-up non è
macabro siete appena passabili.
Consiglio: un bel trucco vi può rendere dei
mimi da favola.
STREGA = UN MISERO CAPPELLO A PUNTA Innanzitutto è carnevale e non Halloween, e
poi un travestimento deve essere completo,
un accessorio mi sembra un po' misero...
Piuttosto fate finta di essere rimaste indietro
e tirate fuori i vestiti da Befana che usate
tutti gli anni al 6 gennaio.
!
“Snakes and ladders” - “serpenti e
scale” - è un gioco di orgini antichissime nato in India. Inizialmente a sfondo
morale (la scala simboleggiava la via
per la purificazione) passò in Inghilterra,
dove assunse le caratteristiche attuali di simil gioco
dell'oca. Variazione americana è “Chutes and
Ladders”, ovvero “scivoli e scale”: lo scopo è lo
stesso, ovvero arrivare in fondo al percorso: le scale
fanno avanzare, i serpenti fanno tornare indietro.
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4
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2
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-1
-2
-3
-4
-5
TRAVESTIMENTO DI GRUPPO - Un travestimento
di sicuro successo deve essere corredato di
accessori, che spesso vanno impersonati da
altri! Se siete una decina di amici il travestimento di gruppo è perfetto... Vi sfido: Crudelia
Demon e la carica dei 101... Voglio vedervi in
102 tutti insieme!
MERCU SCUROT - Qualche idea di cosa sia? Si
tratta di una tradizione goliardica di Borgosesia
(VE) che si potrebbe addire ai giovani. Non vi
svelerei troppo, piuttosto vi consiglierei di andare su google e digitare "mercu scurot" così capirete bene la tradizione, vi basti sapere che sono
necessari: un mantello nero, un cappello a cilindro nero, un papillon bianco e, strumento fondamentale, un "cassu" cioé un mestolo.
Naturalmente vi serve anche un buon fegato,
perché ogni casa in cui si bussa e' necessario si
beva l'alcolico che viene offerto e si gira per
tutta la notte!
COME IL VICINO DI BANCO - A carnevale ogni
scherzo vale, quindi perché non prendere in
giro un amico... Il secchione un po' gobbo con
gli occhiali, ormai è roba passata di moda!
L'imitazione di un tamarro è meglio!
COSTUME DELL'ANNO PRIMA - Va bene, vi
sarete impegnati l'anno precedente, ma
almeno dovete migliorarlo, oppure aggiungerci l'atteggiamento, altrimenti sarete
monotoni e ridicoli!
BASTA CLOWN! - Sembra sempre la scorciatoia
più semplice: si mettono due scarpe diverse e
il naso rosso e il gioco è fatto. Proibito!
Piuttosto travestitevi da barboni e andate in
una grande città, se recitate bene la vostra
parte secondo me riuscite anche a ripagarvi i
soldi spesi per il treno!
SONO TRAVESTITO DA ESSERE UMANO Tristissimo! Non si può, almeno mettetevi in
pigiama così potrete fare i pigri, tanto credo che
vi calzerebbe a pennello come travestimento, se
non avete neppure la voglia di pensare!
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A cura d
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Tutto il mese
PERUGIA - “Clima. Il pianeta che cambia”. Un
titolo che parla da sé, che subito suggerisce la
immediata e attualissima importanza del tema
trattato. Già, perché qui non si tratta di voler
fare gli ambientalisti, né gli apocalittici. Il mondo
in cui viviamo sta cambiando e noi dobbiamo
acquisirne consapevolezza. Curata dall’American
Museum of Natural History di New York, la
mostra è interattiva e dinamica nel suo intento
di illustrare ai visitatori la scienza dei
cambiamenti climatici e il loro possibile evolversi
nel futuro, con tanto di conseguenze. Spiega
inoltre a noi, giovani sperperatori, come limitare i
danni al nostro pianeta e contribuire ogni giorno
alla sua salute. Cin Cin!
www.ilpianetachecambia.it
3 Febbraio
ROMA E MILANO - Il momento è giunto: la Cina
si prepara ad entrare nell’annata del coniglio,
festeggiando con cibi tipici tra i più ricercati,
dragoni coloratissimi di stoffa, rituali e
vecchissime tradizioni il proprio capodanno. Nella
notte tra il 2 e il 3 febbraio, nelle piazze e nei
ristoranti cinesi di Roma e Milano ma anche di
altre città italiane, gli amanti dell’oriente
potranno entrare in contatto con una delle loro
festività più importanti, partecipando non
soltanto alla tipica abbuffata di spaghetti cinesi
con le bacchette, ma pure alle sfilate. Uominireggi- dragoni cercasi!
10-13 Febbraio
TORINO - Tutta la crème de la crème del basket
italiano concentrata, carica, pronta a sfidarsi e a
contendersi il primo titolo della stagione 2011, in
7 appassionanti sfide a eliminazione diretta, dove
la possibilità di emergere è solo una, e sarà solo il
migliore a vincere. Un evento imperdibile per
qualsiasi amante del basket non solo NBA ma
anche “all’italiana”, a cui ricordiamo che, almeno
per assistere, non si richiede la modica altezza
minima di 2 metri e 10!
www.finaleight2011.it
Dall’11 Febbraio
BRESCIA - Un nome: Henri Émile Benoît
Matisse. Il nome di uno dei maggiori esponenti
di tutta l’arte moderna. Un uomo, un artista e il
suo rapporto con un altro grande,
incommensurabile genio: Michelangelo.
Ed è proprio il loro rapporto, tra ispirato e
ispiratore, che questa mostra indaga, per
delineare immagini a tutto tondo, complete, della
loro grandezza.
www.matissebrescia.it
www.regioni-italiane.com/capodanno-cinese
11-12-13 Febbraio
TORINO - “Auto, moto, accessori, ricambi
d’epoca, editoria, modellismo”, questo quel che
l’Automotoretrò, il grande salone torinese
interamente dedicato alle auto e moto d’epoca,
ha da offrire. Con espositori da tutto il mondo,
oltre 450, i curiosi e gli intenditori avranno modo
di ammirare veri e propri gioiellini ormai non solo
rari ma unici, riviste che li ritraggono nei loro
primi splendori e, per i più nostalgici, di
partecipare sabato 12 all’asta di giocattoli
d’epoca.
www.automotoretro.it
10
11-14 Febbraio
23 Febbraio
GENOVA - Un iter artistico dall’Espressionismo
alla Pop Art, che non manchi nessuna delle
manifestazioni più o meno note dell’Arte
Contemporanea; un’occasione unica per avere
una panoramica completa su tutte le migliori
gallerie d’arte italiane; un modo per venire in
contatto anche con le ultimissime manifestazioni
artistiche dell’arte internazionale; un evento che
permetta di comprare prestigiosi elementi artistici
per adornare salotti e studi; infine, una fiera che
possa anche portare ispirazione a tutti gli artisti
alle prime armi. Tutto questo, e molto di più, alla
settima mostra mercato d’arte contemporanea e
moderna di Genova!
MILANO - Unica data e per la prima volta in
Italia, arriva al Palasharp di Milano Katy Perry,la
signorina pin-up dagli occhi blu che con le sue
note scanzonate e irriverenti ha conquistato il
mondo della musica alla velocità della luce.
Partita alla conquista del suo pubblico con la
ribelle I kissed a girl, passata attraverso nuvole
di zucchero filato in California girls e vestiti i
panni di Barbie in un altro video “particolare”,
Miss Katy ha cantato anche i pensieri dei più
giovani nel suo ultimo album Teenager dream, e
in particolare nell’ultimo singolo uscito Firework.
Tra spose arrabbiate che rincorrono mariti in
bicicletta, bamboline di zucchero intrappolate in
cubi di gelatina e Barbie tinte che navigano su
internet, siamo curiosi di vedere cosa ha in serbo
per il suo show!
www.artegenova.org
www.katyperry.com
14 Febbraio
MONTECATINI (PT) - Per un romanticissimo San
Valentino, al Teatro Verdi di Montecatini Luca
Argentero vestirà i panni di Shakespeare nella
rivisitazione teatrale di Shakespeare in love,
pluripremiato del 1998. Dolce, divertente, un tuffo
nell’affascinante ed eterno mondo shakespeariano.
“Siamo fatti anche
noi della materia di
cui son fatti i sogni;
e nello spazio e nel
tempo d'un sogno
è racchiusa la
nostra breve vita”.
Info su TicketOne.it
14 Febbraio
SARZANA (SP) - Agli amanti di Agatha Christie,
Arthur Conan Doyle e Simenon, per chi almeno
una volta ha desiderato, se non i baffetti dal
dubbio gusto estetico di Poirot, il loro ingegno,
la loro intuitività e la loro capacità di sciogliere i
meccanismi dei più complicati delitti; l’ora di farsi
avanti è giunta. Ebbene sì, rispolverate i vostri
gialli in soffitta, perché il 14 febbraio vi attende
un appuntamento nella fortezza di Sarzanello, a
Sarzana, per una cena con delitto: un’occasione
per mangiare nell’atmosfera unica di un antico
castello assistendo a un delitto in veste di
investigatori, con tanto di indizi, testimoni e tutto
ciò che fa parte dell’ambientazione thriller per
giungere alla soluzione del mistero.
20-27 Febbraio
VIAREGGIO - Le origini di questo evento
risalgono al lontano 1873; vi partecipano persone
da tutta Italia e di tutte le età, è conosciuto a
livello internazionale come uno degli eventi più
divertenti e più caratteristici italiani: è il
Carnevale di Viareggio, ovviamente! Anche
quest’anno torna sul lungomare viareggino una
tra le più grandi sfilate di carri in movimento del
mondo, con le sue disparate tematiche e con le
sue follie, senza dimenticare la quantità
smisurata di travestimenti, coriandoli e brigidini.
www.viareggio.ilcarnevale.com
www.fortezzadisarzanello.com
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Labo
LIBRI E SPOT
Vi sarete di certo imbattuti nello spot in cui
una musica stile film horror di infima categoria fa da cornice a una Manuela Arcuri elegantissima, che apre bocca e ci fa cadere le braccia, togliendoci anche la possibilità di cambiare canale! Poveri noi! Già più volte su queste pagine ci siamo accorti di come la pubblicità in generale non sia un bello spettacolo,
ma quando poi un’attrice ci racconta in modo
così finto una storia di sms (le squilla pure il
cellulare!) e ci dice: “Leggetelo, è bellissimo!”, tocchiamo il fondo. Un fiume di polemiche e risate su questo spot; forse quello che volevano gli stessi pubblicitari? Non a caso l’autore, Alfonso Luigi Marra, è un ex
politico… che abbia imparato la massima “bene o male, purché ne parlino”?
E per seguire lo stile della politica, per par condicio ecco il commento di Marra immortalato dalle pagine del Corriere: «A coloro che, in questa ‘cultura’ degli orifizi e delle strullate, si sperticano a definire lo
spot della Arcuri il più brutto possibile, si può solo rispondere che la gelosia è il più umano dei sentimenti». Gelosia? E per cosa! Per la brutta figura della povera Arcuri? Se volessimo vedere orrori ci basterebbe guardare quella varietà di casi umani chiusi in una casa. Per vendere un libro, che non giudicheremo in questa sede perché non è quella adatta (e perché non avendolo letto non vorremmo stroncare il nuovo Premio Nobel per la letteratura o il prossimo Pulitzer), si possono pensare anche spot più
incisivi, usando al meglio anche una bella testimonial. Ragazzi aggrappatevi al telecomando quando vedrete quello spot, mi raccomando! E correte subito a comprare Il labirinto femminile!
GRIGIO NUCLEARE
Grigio. E in cerca di réclame più colorate, ammetto di non averlo nemmeno notato, quando
l’ho visto per la prima volta. Nel criticato spot
che pubblicizza il Forum italiano sul nucleare, la
situazione è molto semplice: in un grande salone non meglio definito, due uomini, che alla fine scopriremo essere la stessa persona, giocano a scacchi, e a ogni mossa ciascuno fa corrispondere un’idea sul nucleare. L’uomo contrario,
che gioca con i pezzi neri, è evidentemente meno
informato dell’avversario, il bianco, che risponde sempre con “una grande mossa”… Fioccano le polemiche. Innanzitutto sui messaggi “subliminali”. Andiamo dietro le quinte, e cosa troviamo? Troviamo che a volerlo è
Chicco Testa, ora presidente del Forum, e che a finanziarlo sono aziende che potremmo definire vere e proprie “lobby” delle centrali. Allora sì che le polemiche vanno oltre… “Il risultato è di grandissimo interesse politico. La battaglia è stata dura per i grossi interessi in campo”. Sono parole di Chicco Testa, (sì quello dello
spot) pronunciate il 9 novembre 1987, all’indomani del referendum che portò all’abbandono del nucleare in
Italia. Parole che ora, in un’intervista a “La Stampa”, riportata dallo stesso forum, cambiano: «Il referendum fu
pochi mesi dopo l’incidente di Chernobyl. E poi se si sommano i non partecipanti al voto, gli astenuti, le schede nulle e i voti contro l’abrogazione, in realtà chi vinse il referendum non rappresentava la maggioranza degli elettori. Evidentemente già allora oltre il 50% della popolazione aveva serie perplessità sul fatto di dire
“no” all’energia nucleare». Grazie, signor Testa, avevamo bisogno di sapere che il referendum aveva un esito
diverso, ora che per caso lei è a favore del nucleare, e ora che sappiamo che lo spot è evidentemente e senza dubbio a favore del nucleare, benché propini nel suo grigiore apparentemente neutrale un libero scambio
di idee. Come spot, bocciato. È uguale a tutti gli altri, ci propone cose poco vere e molto di parte! Come fonte di polemiche, non si può che promuoverlo: chissà che serva a scuotere gli italiani dal loro torpore invogliandoli a consultare altre fonti sull’annosa questione.
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I DIARI DEI NOSTRI REPORTER
NEI GIORNI DELLA PROTESTA
CHE HA SCALDATO LE PIAZZE
ITALIANE. UNA RIVOLTA
GENERAZIONALE CONTRO CHI
PARLA DI MERITO E SENSO
DELLO STATO E POI FA UN
USO SEMPRE PIÙ PRIVATO
DELLE ISTITUZIONI
n molti hanno sperato che le vacanze di Natale servissero a placare il sacro fuoco con cui gli studenti
delle superiori, dell’università, i dottorandi e i ricercatori hanno fatto sentire la loro voce contro la riforma
Gelmini dell’università. Una riforma che, semplicemente,
decide il futuro del nostro Paese. Una riforma che,
secondo tanti, non è all’altezza del compito così delicato che le spetta. Sul sito avete continuato a mandarci le
vostre testimonianze, i racconti delle occupazioni, i
vostri stati d’animo prima e dopo giornate che resteranno a lungo nella memoria. Ne abbiamo scelte alcune
I
14
perché resti immortalata anche su questa carta quella
che è molto più di una protesta contro una serie di articoli e di commi.
30 NOVEMBRE: PASSA LA RIFORMA DELL’UNIVERSITÀ
La generazione studentesca e universitaria ha dichiarato guerra. Non si arrende. Non vuole scendere a compromessi, non accetta un governo che, invece di investire sul futuro, le ruba ogni sogno. Scende in piazza, si
riversa per le strade, blocca stazioni e non cede. La
riforma Gelmini il 30 di Novembre è stata approvata
all'assemblea di Montecitorio con 299 voti favorevoli, 9
contrari, e 159 astenuti. Ancora non è detta l'ultima
parola, ma certo è che questi dati sono a dir poco sconcertanti. Come è possibile che , nonostante l'ampio dissenso in tutta Italia, la riforma abbia avuto così tanti
voti a favore e così pochi contrari? Nichi Vendola paragona Roma al Cile ai tempi di Pinochet. Piazza
Montecitorio irraggiungibile, bloccati tutti gli accessi
dalle forze dell'ordine. La galleria Alberto Sordi chiusa.
I celerini che, muniti di scudi, caschi e manganelli sono
pronti a sferrare il loro attacco. Di certo in quel martedì grigio e cupo, con il freddo che si infilava nelle
Converse e con le teste sotto i cappucci per proteggersi dalla pioggia, non si percepiva molta libertà nell'aria.
foto di: Mattia Calicchia, 18 anni, Itis “Fermi” - Frascati (Rm)
alle altre grandi città. Forse appesantito dall’esperienza
«Io non posso stare ai loro giochi. Mi devo laureare... e
dell’Onda nel 2008, ha reagito meno prontamente alla
presto. Non mi posso permettere di perdere un semechiamata delle proteste nel resto d’Italia, ma ha infine
stre. Sostengo le spese dell'università da sola e ho
saputo indirizzare la protesta studentesca verso un
intenzione di andarmene al più presto» è quanto dice
panorama di contestazione più ampio. Punto centrale di
una giovane ragazza di 25 anni.
forza del movimento sono stati gli studenti medi, preInfatti i giovani prendono sempre più in considerazione
senti in massa sin dalle prime manifestazioni. Diverso,
l'idea di trasferirsi in altri Stati dove, se sei uno stuinvece, il discorso per gli studenti universitari, che
dente competente, non devi sborsare un soldo, dove i
hanno per lo più latitato e sofferto di divisioni interne.
ricercatori sono retribuiti con degni salari, e dove, se
In questa situazione di difficile coesione il movimento è
hai in mente un progetto, ti si dà la possibilità di attuarperò riuscito non solo ad esprimere un forte e unitario
lo con mezzi e risorse adatti.
dissenso nei confronti del ddl Gelmini, ma ha portato
Sono menti e soldi che se ne vanno dall'Italia, poiché
avanti una contestazione più puntuale nei confronti
un brevetto porterebbe milioni se non miliardi di euro
della politica di tagli e dequalificazione che da anni spaalle casse dello Stato, purtroppo però questo i nostri
droneggia in Italia. Al grido di “non ci rappresenta nesministri ancora non l'hanno compreso, visto che si ostisuno”, gli studenti hanno deciso di riprendersi il proprio
nano a fare tagli sempre più consistenti nel campo della
futuro, partendo dalle occupazioni delle scuole a quelle
cultura e dell'istruzione.
delle strade, fino ad arrivare al blocco del porto nel
Il 14 si voterà per la fiducia al governo. Ci si prepara ad
giorno della discussione alla Camera del ddl.
un'altra protesta. A migliaia saranno i ragazzi che scenL’ultimo corteo culminato con l’azione di volantinaggio
deranno in piazza e che faranno sentire le loro voci.
alla Billa in supporto dei
Perché di certo non si arrenlavoratori delle cooperative
dono e non vogliono che i
della logistica è stato il
loro sogni restino una mera
simbolo della presa di
speranza, un'utopia.
coscienza da parte degli
Eleonora Zocca, 16 anni, Liceo
Chiariamolo nero su
studenti di un necessario
scientifico “Newton” – Roma
bianco, non siamo quelli del
collegamento con il mondo
'68, non c'era internet in quel
del lavoro. In questo senso
L’ONDA TRA I CARRUGI
il movimento ha in parte
L’autunno caldo a Genova
periodo, allora la pecora
superato i limiti del 2008,
quest’anno è iniziato leggerseguiva il gregge
prendendo una posizione
mente in ritardo rispetto
15
decisa contro un presente di dequalificazione e un futuro di precarietà e disoccupazione.
Marcella Pascale, 20 anni, Genova
14 DICEMBRE, LA SCUOLA NON È UN’AZIENDA
Roma, quartiere Prati. Ore otto davanti a scuola: la nostra
scuola, quella che, senza mezzi termini, vogliono distruggere facendoci credere che in realtà la riforma Gelmini possa
migliorare il sistema dell’istruzione italiana. Non siamo in
molti a manifestare, ma certo più delle altre volte, e questo
ci rende felici, perché vuol dire che qualche altro studente
ha capito che è per il nostro futuro che combattiamo, e non
certo per saltare scuola. Poco tempo fa il Presidente del
Consiglio ha detto: «I veri studenti stanno a casa a studiare» insultando implicitamente tutti i ragazzi che vanno a
manifestare. È sicuramente vero che una buona parte lo fa
per non andare a scuola e non sa nemmeno il perché della
manifestazione, ma è altrettanto vero che ci sono tanti, tantissimi studenti che scendono in piazza per il loro diritto allo
studio, per il loro diritto a un futuro stabile e non precario.
Partiamo da scuola, passando per via Barletta, dove ci troviamo con altri licei della zona, destinazione Piramide, dove
partirà il corteo che arriverà a Piazza Venezia.
Tutto come sempre. Cori, tante bandiere e soprattutto tanta
voglia di riuscire a fermare questo decreto distruttivo per noi
studenti, non certo per i politici. Parte il corteo, ogni cosa è
tranquilla, nessuno scontro con la polizia, si cammina semplicemente – ma ormai in Italia forse è un reato anche questo, anzi un delitto di lesa maestà nei confronti di qualcuno
che ci tratta come fossimo pupazzi.
Come ci insegna la storia, la gente tende a dimenticare.
Nessuno ricorda che le dittature puntano sempre alla distruzione della scuola perché essa forma i giovani affinché non
diventino gregge.
Pacificamente – cosa che ovviamente non hanno riportato i
giornali – siamo arrivati a Piazza Venezia. Lì, dopo la conclusione del corteo, si è infiltrato il gruppo dei Black Block,
formazione anticapitalista che protesta in maniera a dir poco
vandalica. Una lotta con i celerini innesca il caos. Separati
da una camionetta della polizia, da una parte lanciano
petardi, fumogeni e spazzatura, dall’altra tirano i manganelli e i caschi. La situazione diventa insostenibile, quello che
è successo dopo è noto a tutti.
Giornali, tv, ogni tipo di mass-media hanno comunicato
semplicemente che ad accendere la miccia sono stati i manifestanti, e invece così non è stato. Silvio Berlusconi ha accusato la sinistra di averci strumentalizzato, e invece così non
è stato. La riforma non doveva passare per far sì che si
desse voce a noi studenti almeno per una volta, e invece
così non è stato.
Troppe prese in giro, troppa ipocrisia, troppo egoismo nei
nostri confronti, eppure siamo noi gli adulti di domani,
quelli che si ritroveranno un Paese a pezzi. Noi giovani
dobbiamo avere la libertà di studiare per diventare ciò
che vogliamo essere. Lo studio ci insegna prima di tutto
il rispetto e la convivenza civile all’interno della nostra
società. Non voglio che la mia scuola sia un’azienda,
voglio che sia una scuola di vita grazie alla quale crescere. C’è chi è stato ammaestrato e subisce col capo chinato, noi no. Il futuro in questione è il nostro.
Maria Chiara Parisi, 16 anni, Liceo classico “Dante
Alighieri” - Roma
LA NOSTRA RIVOLUZIONE
Sì è vero, sarebbe più che mai oggi il giorno della rivoluzione... tutte, troppe parole inutili, troppe persone che stanno lì e non sanno neanche loro bene il perché, gli piovono
soldi addosso come fosse pioggia, e devono solo premere
un pulsantino, cosa gli costa.
Accendi il TG e fuori di casa c'è il caos, senti e ti accorgi che
è la gente della tua età che la sta facendo, l'evento mi dà
fiducia, forse in futuro cambierà qualcosa. Probabilmente
16
Se il nostro obiettivo è
quello di diventare il sistema
che vogliamo vedere in Italia,
allora togliamoci dalla testa il
passamontagna e in piazza
scendiamoci tutti
farò parte di questa rivoluzione perché sono dell'idea che le
parole che non diventano azione non hanno senso, e in
qualche modo sono fiero dei miei coetanei e scenderò in
piazza con loro.
Il cuore ti si allarga, un po' di paura sale, il futuro? Chi lo
sa, ma per stare in pace con la coscienza cerchi di fare il
meglio, i "non mi va" diventano sempre di meno. Cerchi
soldi con un lavoro, cerchi un titolo con lo studio, qualcuno
ti assicura niente? Ovviamente no.
E la cosa che mi fa più pensare, è che forse siamo soli,
siamo una classe sociale debole: se gli adulti chiudono gli
occhi, se gli adulti non sentono più il proprio figlio in casa
incazzato nero, se per i genitori la rabbia di un figlio non ha
più valore e non gli viene neanche minimamente in mente
di scendere in piazza con lui, come possiamo pretendere
che ci ascolti chi comanda?
Se a un poliziotto basta mettersi un casco e una divisa per
scordarsi di essere un padre, se gli bastano queste due cose
per non capire che non avrà mai 5000 euro al mese per
pagare l'università del suo stesso figlio, si può fare poco.
Se l'egoismo della popolazione adulta fa chiudere gli occhi
e dire "sono giovani, non sanno bene quel che fanno" possiamo veramente fare poco, ripeto, siamo una classe debole. Una cosa però so per certo. Siamo migliori di loro. E non
lo dico da 20enne, lo dico perché siamo cresciuti con molte
più cose a cui poter pensare, molte più informazioni, molte
più qualità e molte più capacità, il nostro cervello si è sviluppato in maniera maggiore e migliore rispetto alla loro, è
un dato di fatto, siamo in grado di parlare con una persona
dal vivo, con altre cento online mentre guardiamo un film e
mandiamo un messaggio con il cellulare.
Per loro è troppo semplice e troppo scontato avere ragio-
17
I punti critici
secondo
Napolitano
La riforma è diventata legge il 23 dicembre e il 30 è stata promulgata in seguito alla
firma del Presidente della
Repubblica, che ha rilevato però
la presenza di alcune criticità che si
augura possano essere risolte
attraverso la successiva attività
legislativa. I nodi da affrontare
riguardano, secondo Napolitano: i
professori aggregati, i limiti di reddito per i professori a contratto, i lettori in lingua straniera e le borse di
studio "territoriali". Ci interessa in
particolare quest’ultimo punto:
nella riforma c'è una norma in
base alla quale 10% delle borse di
merito sarà riservata agli studenti
che risiedono nel luogo in cui ha
sede l'ateneo. Il Quirinale è – fortunatamente – contrario a questa
riserva di posti, e dal Pd la senatrice
Mariangela Bastico ha sostenuto
che questa eventuale norma "disincentiva la positiva mobilità geografica degli studenti".
Come hanno fatto sapere da
Montecitorio, non ci saranno particolari problemi a correggere il
testo, ma il difficile verrà dopo: ci
sarà bisogno di almeno 40 provvedimenti, tra decreti e circolari
ministeriali, per rendere operative
le nuove regole della riforma
Gelmini.
18
ne, non immaginano neanche quanti fattori ci sono per
elaborare una risposta e un'idea sensata, per loro trovare
una soluzione ai problemi del mondo di oggi è impossibile, te lo dicono loro stessi se glielo chiedi: "Ma tanto
non cambierà mai", quando invece sono semplicemente
loro a non essere in grado di trovarla. Siamo migliori, è
un benedetto dato di fatto.
Chiariamolo nero su bianco, non siamo quelli del '68,
non c'era internet in quel periodo, la pecora seguiva il
gregge, qui non ci sono pecore, qui uno si incazza per
tutte le cose che sente e vede con i suoi occhi tramite
i media che allora non c'erano o non erano così variegati. Anche se dicono di no, il nostro cervello è un'adsl,
il loro è un piccione viaggiatore.
I loro genitori non erano separati, loro hanno avuto una
famigliola felice e contenta, loro hanno avuto uno Stato,
loro hanno avuto una speranza, loro hanno avuto tutto e
non se ne sono neanche resi conto... noi no! e forse neanche ce ne rendiamo conto.
Probabilmente risolveremo noi i problemi che ci lasciano. E
spero che salveremo le loro anziane vite per fargli vedere le
nostre vittorie e le loro idiozie.
L'importante è che non abbiamo paura di avere ragione,
non dobbiamo prendere per oro colato quel che ci dicono,
non hanno più consigli sensati da darci, sono loro le prime
vittime inconsce di una giostra che ti fa divertire ma ti tiene
fermo, non bisogna dare per scontato che quello che dicono mamma e papà sono cose giuste. Ormai non possiamo
più dirlo, altrimenti sarebbero scesi in piazza con noi, proprio oggi sarebbero dovuti scendere in piazza con noi.
Daniele Nugnes, 20 anni, Roma
PERCHÉ NON L'HANNO FATTO, DANIELE?
Te lo dico io, perché hanno paura. Come può una madre
spingere il proprio figlio a manifestare , scendere in piazza anche lei, come lavoratrice, come donna, come soggetto debole di questa società, se le piazze sono messe
ferro e fuoco da delinquenti ? Quella di martedì 14 è stata
una grande manifestazione, forse una delle più grandi
degli ultimi anni, e dove mi sono davvero sentita parte,
per la prima volta in 18 anni, di un paese con le palle.
Eravamo tanti da tutta Italia, studenti, operai, ricercatori, precari, tutti in piazza per esprimere in maniera incisiva, ferma e pacifica il nostro dissenso. Il nostro No, ad
un governo che non ci rappresenta, che violenta il
nostro presente, limitando il nostro futuro. La politica ci
ABBIAMO TIRATO FUORI I SOGNI DAL CASSETTO
Questa lotta, o protesta come molti la chiamano, quest'anno festeggia il suo quarto anniversario: sì perché
ogni volta che si parla di queste manifestazioni si tende
a ridurle all'ultima fiammata di cronaca, che puntualmente travisa le violenze ingiustificate e cruente dei difensori
dell'ordine, per cui ogni occasione è buona a creare disordine. Tanto per citare la brillante dichiarazione di un poliziotto a Napoli: «una pallottola costa un euro, voi valete
meno». Ed è così che difendere la Costituzione diventa
un'impresa a proprio rischio e pericolo...
Per le strade si sente l'eco lontana nel tempo di un tetro
ventennio; molti poliziotti dichiarano di essere stati a
casa perché là in mezzo c'era il loro figlio, anche loro
schierati dalla parte degli studenti affermano che oltre agli
infiltrati vi è una grandissima parte di tutori dell'ordine
che preferirebbe indossare una camicia nera piuttosto che
a una divisa blu. Tanto che sono stati creati molti blog che
raccontano tutti i soprusi commessi dalla polizia fuori e
dentro le manifestazioni.
Cantava De André : «...lasciandoci in buona fede sanguinare sui marciapiedi anche se voi ve ne fregate voi quella
notte voi c'eravate» (testo censurato).
Ma l'aria che si respira giù da noi che abbiamo riacceso
l'Italia è tutt'altra, finalmente abbiamo trovato il nemico
comune che Galimberti sosteneva non potessimo trovare.
Ora abbiamo tirato fuori i sogni dal cassetto perché ci stavano portando via il cassetto, abbiamo lanciato le nostre
speranze e verità come bombe contro il muro di tetre bugie
di un falso governo. Ma questo non è un quadro isolato ed
foto di: Tommaso Caruti Antonelli, 18 anni, Liceo “Cassini”, Genova
critica, condanna la scelta dei nostri coetanei che se ne
vanno all'estero a vivere, etichettandola come la fuga
dei cervelli, ma io sono giunta alla conclusione, che
questo è realmente quello che loro vogliono.
Ci vogliono cacciare dal nostro Paese, perché pensiamo, e
lo facciamo da soli, perché non abbiamo paura di gridare la
verità, perché “siamo in grado di parlare con una persona
dal vivo e con altre cento on line mentre guardiamo un
film...” , perché siamo meglio di loro, proprio come dici tu.
E quelli che rimangono? Beh quelli li vogliono ignoranti,
perché saranno più facili da manipolare, da tener buoni,
dei voti sicuri in definitiva. Durante una puntata di
“Annozero” abbiamo assistito ad una scenata del ministro della guerra La Russa, scagliatosi violentemente
contro gli studenti presenti in trasmissione, etichettandoli come dei buffoni e impedendo loro di rispondere
alla domanda del conduttore. Per l'ennesima volta mi
sono vergognata, mi sono sentita sola e non rappresentata né da un ministro del governo, che gridava con
la bava alla bocca come un cane a cui avessero rubato
l'osso, né tanto meno dagli studenti presenti, i quali
invece di prendere le distanze dai fatti di scandalosa
violenza verificatesi martedì, li hanno giustificati, come
effetto di una rabbia collettiva. Avrei voluto sentire
parole di condanna per quella violenza gratuita e delegittimatrice, operata da una minoranza il cui unico
scopo era lo scontro fine a sé stesso, a seconda che ci
trovassimo a manifestare per i nostri diritti o per la tessera del tifoso. Hanno vanificato, rovinato, delegittimato un evento di importanza storica a mio avviso, suscitando nel resto della popolazione solo sdegno e paura.
E la paura, allontana e non coinvolge. Se il nostro
obbiettivo è quello di diventare il sistema che vogliamo
vedere in Italia, allora togliamoci dalla testa il passamontagna e in piazza scendiamoci tutti, con le nostre
mamme, i nostri fratelli e i nostri figli. Facciamo una
manifestazione non all'insegna del terrore, ma della
coesione, perché i governi cadranno, cambieranno, sbaglieranno, faranno bene, male, ma se noi dimostreremo
di essere uniti, solo allora ci rispetteranno.
Di Giulia Molari, 19 anni, Roma
E in
Europa?
È dai lontani anni ’60 che
anche nel Regno Unito non si
vedevano manifestazioni studentesche come quella che nelle ultime settimane ha spinto in piazza ben 130.000 tra
studenti universitari e delle superiori. I motivi
dello scontento nascono per il previsto
aumento delle tasse universitarie a 9.000
sterline l'anno, per i tagli fino all'80% al budget della docenza universitaria e per la proposta di abolire l'EMA, una sorta di modesto
contributo allo studio (libri e trasporti) per
studenti dai 16 ai 18 anni.
indipendente, perché questa non é una protesta, ormai è
diventata una vera e propria resistenza e lotta, ormai il
panorama italiano si fa più unito: precari, no tav, no nuke,
studenti, ricercatori, insegnanti, cassaintegrati, terremotati,
alluvionati, immigrati, disoccupati, pastori, giornalisti, magistrati e antimafia, chi più ne ha più ne metta.
Nel piccolo del mio liceo la lotta è stata vissuta in un’autogestione in cui si è parlato della riforma nei dibattiti con i
docenti universitari, sono state adibite due aule per la proiezione di film come I cento passi, aule studio, conferenza
sulla Costituzione e qualche lezione di teatro e poesia.
Sono stato inoltre colpito dagli ammonimenti di Saviano,
ma un po' meno dal teatrino mediatico che si è venuto a
creare, molto blando e scialbo, incentrato sulla semplice
idea del manifestante ignorante e violento. I telegiornali
hanno comunque preferito travisare questi piccoli problemini interni al Paese, ne è dimostrazione la dichiarazione
del ministro dell'Istruzione Gelmini: «Se gli studenti verranno a cento metri dal Parlamento a manifestare, ritirerò
il Ddl». Il nostro ministro è sicuramente leale e gentile, ma
purtroppo un po' troppo sordo e smemorato, perché quel
giorno Roma era blindata e il Parlamento era difeso
meglio della sede del terzo Reich.
Ministro, la prossima volta si ricordi di lasciare libero il passaggio, non si preoccupi, noi la strada la sappiamo... «Voi
non avete fermato il vento, gli avete fatto solo perdere
tempo...».
Luca Savio, 18 anni, Istituto “Majorana” - Moncalieri
19
At t uaCalruitlli,à16 anni
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Isti
NON È UN
PAESE PER
GIOVANI
Foto di: Ambra Zelda Pizzato, 17 anni, Istituto “Albe Steiner” - Torino
DOPO IL NOSTRO
SPECIALE, LA
DOMANDA
D’OBBLIGO È:
COSA CI
RISERVERÀ IL
FUTURO? LA
RISPOSTA DI
MARIKA LASCIA
DAVVERO SENZA
PAROLE
20
pensieri ormai sono sconnessi. Ormai tutto va al contrario. È proprio come se la pecora mangiasse il lupo.
È su un paese del genere che noi giovani dobbiamo
costruirci un futuro. Futuro.
Che solo la parola mi fa venire, come penso a molti altri, un
incolmabile vuoto allo stomaco. Il futuro, qui da noi, ha le
sembianze dell’ignoto allo stato puro. Delle grandi mani ci
prendono, ci sbattono fuori dalla scuola o dall’università, e
dopo? Siamo soli. E dobbiamo trovarci un lavoro. Sì, un
lavoro in un paese dove il giorno prima firmi il contratto a
tempo indeterminato e il giorno dopo stai a casa per una
settimana perché c’è la cassa integrazione. Io, finita la scuola, terminati i cinque anni, devo trovarmi un lavoro, sempre
in un paese dove ti assumono per un giorno, ti sottopagano e poi ti mandano a casa senza tanti saluti e con pochi,
pochissimi salamelecchi. Visto come stanno andando le
cose, io ho paura per me e per i miei coetanei.
Anzi, a dirla tutta, a volte ho più paura dei miei coetanei che
del futuro. Perché mi chiedo, che futuro verrà fuori, con persone di questo tipo? Nessuno che sappia ragionare con la
propria testa, gente che più immatura non si può. Ragazzi
che dicono “Vaffanculo Gelmini!”, ma non sanno nemmeno
che leggi abbia fatto. Adolescenti fusi, che nella testa hanno
solo musica della serie “tunz-tunz” e non certo i problemi di
questa società malata in cui stanno vivendo e crescendo. I
loro problemi sono comprarsi le scarpe nuove e o l’ultimo
giubbotto di Moncler, non sicuramente battersi, anche solo
nel loro piccolo, per la scuola o per qualche altra nobile
causa. Se i giovani sono il futuro, vedo che si prospetta un
futuro di merda. Ma la cosa peggiore è che la società vuole
questo, vuole sfornare giovani sempre più malleabili, sempre più friabili e deboli, così da farli diventare non ciò che
vogliono essere, ma ciò che loro vogliono che siano.
La società in futuro, ha bisogno di persone che non sanno
ragionare con la loro testa, che come una bandiera seguono il vento. Ha bisogno di teste di cavolo da mandare al
governo. Sono preoccupata per il mio futuro e per quello dei
miei figli, se ne avrò.
Magari diventerà ministro dell’istruzione il mio compagno di
banco che fuma l’erba e decreterà che le scuole da cinque
anni si riducano a due e i miei figli, a loro volta cresciuti
come questa società vuole, non sapranno mettere insieme
due parole di italiano. Sono preoccupata perché in questo
paese vai avanti solo se lecchi il culo o se sei raccomandata. Sono preoccupata perché qui, in Italia, non vieni valutato per la tua bravura a cantare, per la tua fantasia quando
fai le foto e disegni o per la tua ammirevole padronanza
della lingua italiana negli scritti che produci, ma vieni valutato in base alle conoscenze che hai tu o che ha tuo padre.
Mi viene la pelle d’oca quando ripenso a certi servizi trasmessi sul Tg satirico “Striscia la notizia” dove ciarlatani si
spacciano per medici e dicono di guarire i tumori. Questa
società. Questa società basata solo sulle menzogne, è qui
che devo, che dobbiamo vivere e costruire?
Terremotati che vivono da decenni nei container, strutture
ospedaliere con scarsissima igiene ed altre abbandonate,
I
Futuro. Che solo la parola mi
fa venire, come penso a molti altri,
un incolmabile vuoto allo stomaco.
Il futuro qui da noi ha le sembianze
dellʼignoto allo stato puro
immondizia per le strade, buchi nell’asfalto, inquinamenti
di tutti i tipi, petroliere che scaricano in mare, malasanità, genitori che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori, i tagli alla scuola, le leggi che spuntano fuori come i
fiori a primavera.
Ho semplicemente paura. Paura perché il futuro si prospetta tutt’altro che roseo. Si prospetta uno schifo. Non c’è un
solo aspetto della vita che vada bene. Uno solo. Roberto
Vecchioni cantava “Sogna ragazzo, sogna” – e viste le cose
come stanno andando, penso che sia l’unica cosa che mi e
ci resta. La vita, purtroppo, non possiamo cambiarla se
siamo così pochi ed abbiamo così poca voce in capitolo.
Sfortunatamente chi prende le decisioni, qui, in Italia, sono
i grandi, coloro che hanno potere nelle mani. Quelle persone prendono disposizioni sulle nostre vite e ignorano completamente le lamentele, se ne sbattono di come stiamo e
come staremo in futuro noi giovani diventati adulti.
Io, da parte mia, ho adottato un certo tipo di filosofia di
vita. Vado avanti giorno per giorno, perché di sicurezze qui
in Italia, dove la corruzione, il favoritismo, l’ignoranza travestita da alta e sublime intelligenza, la fanno da padroni, non
ce n’è nessuna. Non c’è nessuna sicurezza.
Ognuno è abbandonato al proprio destino, non ci resta altro
da fare che attaccare il cervello alla corrente, e farlo funzionare. Magari, a differenza delle persone che ci circondano
oggi, potremo costruire per i nostri successori un futuro,
perlomeno decente.
Da Leopardi agli Emo
Anche chi ha lasciato i banchi di scuola
da un bel po’ se lo ricorda di certo: nella
storia della letteratura mondiale se si dice
pessimismo si dice Giacomo Leopardi.
Tuttavia la sua era un’angoscia diversa: il
tedium vitae nasceva da un’insoddisfazione cosmica, quel sapersi puntino infinitesimo di un universo di cui non si conoscono finalità e cause. Agli inizi del XXI
secolo fragilità economica, sociale, culturale, esistenziale, crisi economico-finanziaria, grandi contrasti socio-culturali tipici
di ogni periodo di transizione, sono la cornice, invece, in cui nasce il trend giovanile degli Emo. Visto che il confronto non
regge, a quando un nuovo Leopardi?
Nel 2010
giovani
Nel corso dell’ultimo meeting mondiale dei giovani gli italiani sono
italiani tra i più risultati tra i più pessimisti del globo. Gallup, uno dei più importanti istituti di indagine nel mondo, ha confrontato aspettative e speranze dei
pessimisti del ragazzi
under 30 di 150 Paesi del mondo. Ebbene: gli europei in genere hanno perso ottimismo riguardo al futuro; e gli italiani sono ancora
mondo
meno fiduciosi. Al 118° posto nella graduatoria per numero di ottimisti (il
44%), sono preoccupati soprattutto per la disoccupazione (28%) e la perdita del potere d’acquisto.
21
foto di: Tommaso Caruti Antonelli, 18 anni, Liceo “Cassini”, Genova
Test
LASCIATE OGNI
SPERANZA?
Insomma, diciamo la verità: la situazione
attuale, e l'articolo che precede lo
illustra con spietata franchezza, riserva
ben poco spazio all'ottimismo... Riforme
che non soddisfano nessuno, continui e
sempre maggiori tagli alla ricerca. Ma si
sa, anche nei momenti più bui, una risata
o due non fanno mai male, anche perché
esorcizzare gli spettri più spaventosi con
un po' di leggerezza può aiutare a tirare
su il morale! Ma sarete forti abbastanza
da farcela in questa Italia che non è più
un paese per giovani? O forse NO?
Nell'ascensore con la simpatica Ministra (sapete di chi
stiamo parlando)!
a Premo il tasto di Stop e sorrido felice al pensiero di
non aver lasciato a casa la mia fida mazza da baseball.
b La fisso con sdegno per tutto il tempo del tragitto...
inutile fare scenate. La simpatica ministra è solamente il
simbolo di un sistema che fa acqua da tutte le parti. Qua
siamo NOI che a ’sto punto dobbiamo svegliarci e darci
da fare.
c Soffro di claustrofobia, non prendo mai l'ascensore!
Prepariamoci all'avvento di un nuovo Leopardi!
a Ma anche no! Non c'ha già angosciato abbastanza
quello originale?
b Non è certo col pessimismo cosmico che si risolvono
i problemi, ma certo non è difficile scoraggiarsi di questi tempi...
c Potrei essere proprio io – non sono meno brutto e sfigato dell'originale!
Cosa farai da grande?
a Da bambino sognavo di fare lo scienziato e di contribuire con le mie scoperte alla realizzazione di un mondo
migliore... Ora che sono cresciuto, però, sto seriamente
22
prendendo in considerazione la carriera di rivoluzionario!
b Sognavo tante cose, ma qua stanno facendo di tutto
per non farmi sognare più!
c Continuerò a passare le giornate su FB ad esprimere
tutto il mio dolore esistenziale e a fotografarmi con l'autoscatto o davanti allo specchio del bagno di casa mia!
Ti reputi un pessimista?
a Assolutamente no: magari il nostro non sarà il miglior
mondo possibile, ma con l'impegno e la presa di coscienza delle generazioni future molte cose possono essere
cambiate in meglio – su questo punto non ho dubbi!
b Certi fricchettoni scambiano con una certa facilità il realismo con il pessimismo. Vero che un atteggiamento negativo non ha mai aiutato nessuno a risolvere problemi, ma
qui c'è davvero ben poco da stare allegri...
c Decisamente pessimista: penso che il nostro sia il
miglior mondo possibile!
Scombinare di botte gli Emo – favorevole o contrario?
a A volte la tentazione è venuta anche a me – fortuna loro
sono un convinto non-violento e poi ci pensano già da
soli a rendersi la vita peggiore!
b Da una parte gli si darebbe solamente ciò che vogliono, quindi se proprio ci tengono...
c Favorevolissimo – sono un vero Emo e ho sempre
bisogno di nuove motivazioni per frignare come una
femminuccia!
Facciamoci sentire!
a Ho partecipato attivamente all'occupazione del mio istituto... pare che finora non ci abbiano voluto sentire, ma
non possono ignorarci per sempre!
b Ho partecipato attivamente all'occupazione del mio
istituto – nel senso stavo sempre lì a far baldoria e
danni con gli amici – e anche se non ho capito granché di sta Riforma, penso che in un modo o nell'altro
bisogna farsi sentire.
c Oggi non posso – ho deciso di passare la giornata a
soffrire nella mia stanzetta con il sottofondo musicale dei
“My Chemical Romance”...
LEGGI IL TUO PROFILO A PAG. 38
24
LADY GAGA LIVE:
La regina del pop
gioca in casa
LABORATORIO
MUSICA
Supervisione giornalistica: Chiara Falcone
27
BOYCE AVENUE:
Teenager dream!
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P op-svtallao, 16 anni
Ca
Genova
di Dalila
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o
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Liceo cla
WHO IS
LADY
GAGA?
NEI SUOI FAN CLUB LA CHIAMANO "LA GERMANOTTA",
MA IN REALTÀ TUTTI NOI LA CONOSCIAMO MEGLIO
COME LADY GAGA, LA NUOVA REGINA DEL POP!
MA… CHI È VERAMENTE LADY GAGA?
tefany Angeline Joanne Germanotta nasce il 28 marzo
1986 a New York ed è una bambina prodigio che
all’età di 18 anni arriva a diplomarsi con il massimo
dei voti alla prestigiosa "Tish School of the Arts". Tra i
suoi cantanti preferiti vi sono gli immortali Queen che,
come lei stessa dice, "sono un modello da seguire" ed è
proprio in onore della canzone Radio Ga Ga che sceglie il
proprio nome d’arte. In questo periodo compone i testi di
alcune canzoni che poi saranno dati da interpretare a stelle della musica del calibro di Madonna e Britney Spears,
mentre lei, per racimolare un po’ di soldi, è costretta (o
forse ci prova gusto!?!) a lavorare come cubista e lapdancer in nightclub e locali equivoci.
Solo nel 2008 esce il suo primo singolo a livello internazionale: Just dance, che vede la collaborazione con Colby
O’ Donis. Il brano che, però, la consacrerà regina del pop
arriva alcuni mesi dopo e la vede indossare un vestito fatto
di fiches e carte da poker, per cui la canzone non può chiamarsi che Poker face, ispirata probabilmente allo strippoker. Ma se poi io dicessi..Rah-rah-ra-ah-ah-ah ro-ma-roma-ma-nce ga-ga ullala-ah want your bad ro-mance!!! Vi
direbbe niente? Esatto, Bad Romance! A questo punto della
sua carriera cambia look e dalla parrucca con capelli biondo platino passa ad innumerevoli acconciature differenti!
Senza contare vestiti di plastica, gomma e ceramica, borse
smisuratamente piccole o gigantesche, tacchi 20 se non di
più e soprattutto maschere (alcune che le coprono addirittura tutto il volto) e cappelli di ogni materiale. Tutto ciò è
atto al raggiungimento del suo obiettivo: l’essere profondamente amata o odiata da chiunque (l’indifferenza verso
il giudizio altrui sembra il vero motivo di cotanto successo!). Passano i mesi ed estrae dal suo album, The Fame
Monster , brani come Paparazzi, Love games, The fame,
Monster, Monsta (in collaborazione con Ray Lavender) e
S
24
l’alquanto apprezzato Telephone, uno dei più celebri poiché vanta la collaborazione con Beyoncé. Nonostante nel
video Lady Gaga mostri un fisico deludente rispetto alle
aspettative, la sua carriera procede sempre più a gonfie
vele e riesce a reggere perfettamente il confronto con la
collega che, invece, sembra di parecchio sottotono rispetto
al solito. La sua ultima fatica contiene il ritornello "Don’t
call my name, don’t call my name" ed è intitolata Alejandro.
Questa canzone sembra una provocazione verso la Chiesa
e i simboli sacri (come è successo negli anni ’90 con
Madonna) ma il testo ci presenta semplicemente la situazione di una ragazza che ha lasciato il suo fidanzato perché la costringeva a partecipare a delle orge, alle quali presenziavano anche i famosi Fernando e Roberto. Lei alloradecide di farsi suora e di inghiottire un crocifisso per
abbracciare completamente la fede.
Dopo un numero spropositato di riconoscimenti di ogni
genere, Lady Gaga non finisce di sorprendere e, talvolta,
indignare molte persone con la sua infinita immaginazione e fantasia. A quanto pare, però, non è ancora contenta del suo lavoro e in un’intervista ha confessato di "aver
pregato Dio che la facesse impazzire sul serio per non
avere più limiti"! Una delle ultime notizie che, peraltro, ha
suscitato molto scalpore sul web e ed è stata riportata
anche in famosi Tg italiani riguarda il vestito di carne che
ha indossato alla premiazione degli MTV Awards per protestare contro le pellicce e l’eccessivo consumo di carne!
Ma non è l’unica sua lotta, infatti difende anche omosessuali e prostitute!
Insomma, che vi piaccia oppure no, nessuno può
sognarsi di dire che non abbia originalità o che non si
sappia vendere che, alla fine, è il suo principale scopo,
al di là di quanto le sue canzoni possano segnare o
meno la storia della musica!
UN GIORNO
DA
LADY
GAGA
Per la prima volta nel
suo paese d’origine,
Stefani
Joanne
A n g e l i n a
Germanotta, Gaga
per gli amici, approda con il Monster Ball
Tour a Torino.
Il Palaolimpico ha il
fiato sospeso. La band
di supporto Semi-Precious Weapons ha concluso da una buona mezz’ora la sua esibizione, qua e là sugli spalti qualche fan accanita “parruccata e travestita” proprio
come Lady Gaga (me compresa, come potete vedere nella foto qui in alto!). Le luci
si abbassano, un immenso schermo si chiude davanti al palco mentre le note di
Dance in the Dark tuonano sul boato d’emozione del pubblico. Le immagini tridimensionali si interrompono e viene mostrata l’ombra di Lady Gaga fare capolino sul
palco. Quando lo schermo si riapre, la Lady, in armatura grigia e capelli color canarino, incomincia a cantare, dal vivo, e davvero bene. Sono due ore di musica, immagini, emozioni: ci arringa in italiano:“Ciao piccoli Mostri!” e continua (in inglese):
“voglio che questa sera vi dimentichiate di esservi sentiti, soli, brutti, inadeguati e che
ricordiate che ognuno di voi è f***ente splendido!”. Sedici cambi d’abito (poliziotta,
suora insanguinata dopo aver finto la sua morte, enorme farfalla issata su una piattaforma, tuta in latex rosso…), tra un cambio e l’altro lo schermo si richiude, proiettando immagini folli in puro stile Gaga (la si vede persino mangiare un cuore!).
Coreografie coinvolgenti, con mosse ambigue e ballerini bisex e potenti scenografie,
dal Bronx per Beautiful, Dirty, Rich ad una foresta gotica e oscura con grande crocifisso per Alejandro. Da pelle d’oca in “speechless”: suona parlando con commozione dei suoi nonni italiani mentre il pianoforte prende fuoco. Dopo Poker-Face ci saluta fingendo che sia tutto finito, ma nessuno ci crede davvero: un minuto dopo rientra
in scena tra spruzzi di fuoco nel suo famoso vestito a “palla di metallo”con Bad
Romance, congedandosi davvero dai suoi “piccoli mostri” in delirio.
Margherita Tori, 18 anni, Liceo classico “Mazzini” - Genova
25
enti anni
EmerCg
, 20
olasanti
di Chiara
Perugia
TUTTI IN PISTA CON
V.O.D.A.
CONCERTO LIVE E DJ SET: ALTO POTENZIALE
ENERGETICO GRATIS E DISPONIBILE! MA CHI SI
NASCONDE DIETRO A QUESTA SIGLA?
n progetto nato dall’idea di due autori e compositori milanesi che vogliono portare nella musica elettronica la loro esperienza live di musicisti, ma anche l’energia e la potenza di un dj set. Ecco che VODA fanno ballare la gente, ma suonando la musica che producono.
Come mai tutto questo mistero intorno a voi?
«Innanzitutto perché siamo fastidiosamente stanchi di tutti
quei personaggi del panorama musicale italiano che non
hanno nulla da dire, ma che sfruttano la loro “bellocceria”
per invadere la scena... Il risultato finale è un ambiente saturo di personaggi poco raccomandabili senza arte che, alla
lunga, stancano e annoiano la gente. Noi certamente non
pretendiamo di essere la soluzione, ma non vogliamo in
nessun modo che la nostra immagine faccia parte del gioco:
potete solo parlare della nostra musica, delle nostre serate,
non dei nostri begli occhioni o dei nostri ciuffi alla moda,
non dei nostri trascorsi musicali o delle nostre vite private.
Ammesso che esistano».
Almeno potete dirci orientativamente in che fascia d'età collocarvi?
«Fondamentalmente siamo dei teenagers un po' invecchiati... in quella fascia di mezzo in cui non siamo ancora troppo vecchi per far casino fino a tardi, ma non abbastanza giovani da fregarcene dei postumi!».
Come è nata l'idea “VODA” e che significato ha il nome?
«Il progetto VODA nasce come un esperimento, dalla
voglia di miscelare in maniera innovativa la musica elettronica all'ambiente alternative da cui arrivavamo; ne
risulta un prodotto a nostro avviso molto interessante,
moderno, che anche live porta una grande carica di energia. Il nome è un acronimo, e ognuno può trovarvi il significato che più gli fa piacere».
Cosa volete ottenere dal vostro futuro?
«Domandona... La percezione del futuro ultimamente è un
U
26
argomento delicatissimo, al momento
abbiamo in testa un sacco di cose: stiamo scrivendo pezzi
nuovi e poi ovviamente i live e le serate, che sono poi l'anima vera dei VODA, con la gente, la birra, il casino e tutto
il resto. Vedremo cosa ci riserva il futuro, chi può dirlo! C'è
da dire però che stiamo avendo un buon feedback dal pubblico: siamo molto contenti di come vanno le cose, e anche
se c'è ancora tanto da fare siamo ottimisti».
Progetti a breve termine?
«Stiamo iniziando delle collaborazioni con vari artisti; stiamo scrivendo un pezzo nuovo con uno screamer molto
bravo, prossimamente partiremo con la lavorazione di alcuni remix per un paio di band di Milano; entro un paio di
mesi inizieremo una collaborazione per una cover insieme
ad una band del riminese, poi serate, concerti e dj set».
Come vi definireste e come vi presentereste ad un pubblico
completamente all'oscuro della vostra esistenza?
«Potremmo definire i VODA come un mix tra rock alternativo ed elettronica, anche se forse è limitante... La vera rivoluzione è che riusciamo a portare dal vivo tutto questo,
senza perdere di qualità tecnica e acustica: è davvero un
modo nuovo di vivere un live, è una cosa che vale la pena
di vedere almeno una volta!».
La grande idea/novità che i VODA lanciano è la proposta di
collaborazione con tutte le band che vorranno inserire nei
loro lavori un singolo remixato dal duo, che potrà poi essere utilizzato in tutti i canali a loro disposizione. In cambio i
VODA chiedono solo una cosa: scaricate la loro musica, e
ballate ai loro concerti… fino allo sfinimento. Promettono: ci
sarà da divertirsi, se ne avrete il coraggio. Potrete resistere
all'alone di mistero?
www.reverbnation.com/electrovoda
www.facebook.com/electrovoda
http://twitter.com/#!/V_O_D_A
Musica
di Lady
Iron, 17
anni
Terni
BOYCE
AVENUE
COVER TARGATE U.S.A.!
DALLA FLORIDA CON FURORE, TRE FRATELLI SONO RIUSCITI A
CONQUISTARE MILIONI DI FAN IN TUTTO IL MONDO CON IL LORO
INCONFONDIBILE STILE. NEL TOUR EUROPEO HANNO TOCCATO
MILANO, E NON POTEVAMO NON ESSERCI!
alumeria della Musica, Milano. Finalmente riesco a
vedere live una delle band che ha scandito il ritmo
dei miei ultimi mesi: i Boyce Avenue. Forse a molti
di voi non dicono nulla, lo so. Famosi più che altro grazie alle meravigliose cover acustiche di canzoni come
Good Riddance dei Green Day, Shadow of the day dei
Linkin Park, Keep Holding on di Avril Lavigne, Slide dei
Goo Goo Dolls e tantissime altre, sanno stupire in
maniera incredibile anche quando si tratta di loro canzoni originali, come le bellissime Find Me, On My Way,
Every Breathe e Change Your Mind (che vi consiglio caldamente di andarvi a cercare sul tubo...).
Una volta dentro al locale l'atmosfera comincia a scaldarsi: non siamo moltissimi (del resto non sono noti al grande pubblico... ancora! Ricordatevi che Zai.net ve ne ha
parlato prima di tutti!) ma l'attesa è trepidante e, quando
sul palco sale Ryan Cabrera (altro cantante molto famoso
in America e praticamente sconosciuto qui da noi da tenere sott'occhio!), finalmente raggiungiamo i ragazzi nel
camerino, dove partiamo con le domande.
Come avete iniziato a postare video su Youtube e come vi
è venuta in mente l'idea di mettere online le vostre cover?
Alejandro: «Inizialmente avevamo solo Myspace, poi ci
siamo resi conto della direzione che stava prendendo
l'attenzione della gente in rete e così abbiamo cominciato a fare delle performance acustiche unendo alla
musica anche le doti di montaggio di Fabian postandole su Youtube. Penso che la prima cover che abbiamo
fatto sia stata una canzone dei Goo Goo Dolls, visto che
sono il mio gruppo preferito...».
In che modo nascono le vostre canzoni?
Alejandro: «Io inizio con la musica, poi mi lascio un po’
trasportare da qualsiasi cosa mi venga in mente per il
testo. Qualsiasi cosa io provi, qualsiasi cosa stia passando in quel momento, qualsiasi umore possa trasmettere la musica. Bisogna poi adattare, ovviamente, il
messaggio ed ecco che viene fuori la canzone».
Come scegliete le canzoni da adattare?
Alejandro: «Si tratta di una serie di fattori combinati che
ci spingono in una direzione o in un’altra. A volte può
essere una canzone che ascoltiamo alla radio, che è
popolare e allo stesso tempo ci prende in qualche
modo particolare. Altre volte, invece, può essere una
delle nostre canzoni preferite magari non molto cono-
S
sciuta... Il bello sta proprio qui! Ad esempio, quando
abbiamo fatto Everything you want dei Vertical Horizon
(se non la conoscete colmate questa lacuna e lasciatevi trasportare, ndr) è stato qualcosa di stranissimo perché è la nostra canzone preferita di sempre ed è una
sfida poter fare la versione acustica di una canzone che
di acustico non ha nulla!».
Anche la vostra versione di Teenager Dream è nata così,
quindi? È particolare il fatto che sia cantata dal punto di
vista maschile, come in risposta alla versione di Katy Perry...
Alejandro: «Sì, assolutamente... ho dovuto cambiare qui
e là qualcosa perché altrimenti non sarebbe stato molto
“normale” per me cantare il pezzo dedicato ad un ragazzo, diciamo!».
Com'è vivere questo sogno lavorando con i vostri fratelli? Aiuta essere una famiglia oppure no?
Alejandro: «Assolutamente sì, aiuta. Qualche volta, guardando i dvd e i “dietro le quinte” delle altre band ti accorgi di quanto sia dura la convivenza, specie magari i primi
giorni... oppure quando non è proprio un bel momento e
cerchi di fare del tuo meglio, devi essere forte e particolarmente in gamba per riuscire a condividere con gli altri,
siano anche ottimi amici, tutto quello che una giornata
può portare nella tua vita. Tra fratelli è tutta un'altra storia, ovviamente! Certo, anche per noi delle volte può
diventare quasi insopportabile la convivenza, ma l'essere
una famiglia aiuta in maniera incredibile».
Daniel: «Assolutamente! Anche quando senti che ti
manca la tua famiglia, quando sai che sei lontano da
loro e sai che ci tornerai dopo mesi... alla fine una parte
della tua famiglia è con te e quando torni a casa è come
se in fondo non fossi veramente andato via per così
tanto tempo. Certo, poi è ovvio che ci sono dei momenti in cui ognuno ha bisogno dei propri spazi e ci manteniamo ad una certa distanza».
Il divertimento sulle note delle cover di Dynamite,
Disturbia o Lovestoned e l'emozione di sentire cantare
live una delle canzoni più belle mai scritte, ovvero la
loro versione di Teenager Dream di Katy Perry, sono
qualcosa che ancora adesso non riesco a descrivere a
parole. Qualcosa che si può percepire solo vivendolo e
che vi invito a non lasciarvi sfuggire la prossima volta
che i Boyce torneranno nel nostro Paese. Non dite che
non vi avevo avvertito!
27
30
“Febbre da fieno”:
Intervista con Andrea Bosca
LABORATORIO
GIOVANI
CRITICI
Supervisione giornalistica: Maria Elena Buslacchi
32
Freschi di stampa:
“Asini e filosofi”
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D.P
di Viola
- Perugia
guistico
Liceo lin
Se mi prende una
“FEBBRE DA FIENO”?
PRONTI A SOGNARE L’AMORE CON UNA COMMEDIA ROMANTICA TUTTA
MADE IN ITALY? ABBIAMO RIVOLTO QUALCHE DOMANDA AD ANDREA
BOSCA, PROTAGONISTA DEL FILM DIRETTO DA LAURA LUCHETTI E
VOLTO EMERGENTE DEL CINEMA NOSTRANO
atteo (Andrea Bosca), il classico eterno romantico che non riesce a dimenticare una storia
che lo ha lasciato con il cuore a pezzi, lavora a
Twinkled, un negozio di modernariato, dove ogni oggetto riceve una seconda possibilità e non finisce nel
dimenticatoio. Il negozio però sta passando un periodo
di crisi per via dell’attitudine da eterno Peter Pan del
proprietario, Stefano (Giuseppe Gandini), e della sua
assistente Franki (Giulia Michelini), una skater un po’
particolare. Un bel giorno arriva nel negozio Camilla
(Diane Fleri) che riesce a donare al negozio quel tocco di
grazia e magia che aveva perso, facendolo tornare ad
essere un centro nevralgico di un vintage nostalgico e
colorato, attorno a cui ruotano personaggi intriganti, unici
e stravaganti. Ovviamente Camilla cerca invano di conquistare Matteo, che continua a pensare alla sua amatissima
Giovanna (Camilla Filippi), che a sua volta tornerà improvvisamente nella sua vita mandando all’aria i piani di
Camilla. Ovviamente il destino non lascia nulla al caso e
il finale della storia darà a tutti una lezione di vita.
Un cast ben assortito che sa far ambientare lo spettatore nell’atmosfera particolare di Twinkled e che saprà
farlo appassionare alle vicende dei protagonisti di questa storia che è riuscita a conquistare il premio come
Miglior Film al Festival di New York ed è in concorso a
St. Louis, Atlanta, Cleveland, Jaipur, Fantasporto e Nizza.
Abbiamo scambiato due parole con Andrea Bosca, il
protagonista, giovane stella della scena emergente del
cinema italiano: vi ricordate Guido di Raccontami su
Raiuno? Potreste averlo anche visto in Si può fare,
Feisbum, o in qualche altro dei suoi moltissimi ruoli.
M
30
Come descriveresti Febbre da fieno per invogliare qualcuno ad andare a vederlo?
«L'atmosfera vintage è una novità assoluta e strizza
l'occhio alle botteghe di modernariato più cool che
abbiamo visitato tra Londra e New York».
Cosa ti è rimasto di quest'esperienza?
«Umanamente, la grande amicizia che è nata tra tutti
noi. Ci siamo buttati a capofitto nelle esplorazioni, nelle
prove, abbiamo fatto molti raid nelle botteghe di
modernariato di Roma e di altre città. Laura Luchetti, la
nostra regista, ha saputo creare un clima molto accogliente, dove tutti hanno potuto aprire il proprio cuore
e consegnare al pubblico una tenera parte di sé».
Da giovane promessa del cinema italiano, cosa ti sentiresti di consigliare a coloro che vorrebbero tentare la
tua stessa affascinante carriera?
«Ma io non so nemmeno se sono una giovane promessa!
Ti posso solo dire che bisogna lavorare ai progetti in cui
più si crede, capire dove si può fare la differenza, impegnarsi per colmare le proprie lacune e dare, dare agli altri,
imparare dagli altri! Con tutto il cuore, con grande impegno, senza preoccuparsi eccessivamente dei periodi di
crisi, perché se le superiamo, alla fine capiamo che conta
solo la passione per ciò che si fa».
Quale esperienza della tua carriera ti ha maggiormente
formato?
«Guai se ce ne fosse solo una. A quali dei tuoi amici
vuoi più bene? Per me, i miei personaggi sono amici
strettissimi. Succede che alla fine ci conosciamo molto
bene tra di noi... Ti svegli alla mattina e sai cosa quel personaggio penserebbe di te, come tu sai come si compor-
Andrea Bosca con
Camilla Filippi in una
scena del film; a
destra insieme a
Giulia Michelini; nella
pagina accanto e in
basso Diane Fleri
terebbe lui. Una mia cara insegnante di teatro, la
Nuti, ce lo diceva, e io non capivo bene, dieci anni
fa, ma aveva ragione: "nella vita, tra i vostri più
grandi amici ci saranno i vostri personaggi.
Rispettateli, ascoltateli tutti". Ognuno ha svolto una
parte importante nella mia crescita. Matteo, il protagonista di Febbre da Fieno, con la sua leggerezza che
alla fine gli permette di riaprire le ali e volare come il
vento sopra ogni malinconia, mi ha insegnato che esiste sempre una seconda occasione, anche quando
tutto sembra perso. Mica male, per una commedia
romantica, ma non posso svelarti nulla».
Progetti futuri/sogni nel cassetto?
«Ultimamente sogno molto: un progetto teatrale con la
mia compagnia sul territorio delle Langhe e del
Monferrato, la mia patria e il patrimonio della mia umanità. Un nuovo film, un progetto stimolante con un regista
che stimo…ce ne sono molti, in Italia! Una fiction tv che
arrivi al grande pubblico come fece Raccontami, di cui
ancora mi chiedono se ci sarà un sequel. A tutti per ora
rispondo: godetevi Fuori Classe (su raiuno con Luciana
Litizzetto) e Febbre da Fieno (al cinema dal 28 gennaio);
arriveranno Zodiaco Atto Secondo, dove cambieremo musica e useremo tinte forti (sarò un serial killer alla ricerca del
suo passato) ed, infine, ta taaaan: un nuovo film da protagonista al cinema: Gli Sfiorati di Matteo Rovere, prodotto da
Fandango. Una pellicola che mi denuda fino al cuore».
Tre parole per descriverti?
«Romantico, determinato, creativo».
Un saluto ai lettori di Zai.net?
«Ragazze e ragazzi, vi saluto. Andate a sognare nei cinema e continuate a farlo per strada, mentre andate a trovare gli amici, mentre cercate un lavoro. Non fatevi buttare giù dalle difficoltà, tutti noi abbiamo risorse insperate. Come Matteo, impariamo la lezione della vita: la
cosa più bella per noi probabilmente ce l'abbiamo già
sotto al naso».
Libri
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, 16 ann
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Dardano
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di Elena
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LA RISCOSSA
DEL SOMARO
AVETE MAI FATTO LA FIGURA DELL’ASINO? POTRESTE
SCOPRIRE DI NON ESSERVELA CAVATA POI COSÌ MALE,
A PATTO CHE PERÒ SIATE PRONTI A PARTIRE PER
UN’AVVENTURA “ONOFILOSOFICA”…
e sentite la parola “asino” qual è la prima immagine che viene in mente? Forse un ragazzo che non
se la cava tanto bene con lo studio o il “tonto” di
turno. Ebbene, prima di prendere in mano il pamphlet
Asini e Filosofi il mio approccio era più o meno quello
che ho descritto, ma poi questo libretto mi ha illuminata sulle varie connessioni tra l’animale e la cultura, aiutandomi così a superare i miei pregiudizi. Sì, perché gli
autori del libro, Francesca Rigotti e Giuseppe Pulina,
filosofi e che “asini” non sono affatto, hanno voluto
ricostruire la storia del bistrattato quadrupede nel
campo della filosofia nel corso dei secoli, analizzando
tutte le posizioni pro e contro.
E l’hanno fatto in maniera semplice e scorrevole, a volte
ironicamente, quasi riproducendo nel loro stile un “trotterellare” che ha il pregio di porci, senza troppi preamboli,
a tu per tu con questo animale dall’aria un po’ “persa”.
S
32
Abbiamo rivolto alcune domande agli autori con l’intento di soddisfare la nostra curiosità.
La prima domanda è obbligatoria: cosa vi ha spinto a
scrivere un pamphlet sulla figura dell’asino e chi è stato
l’ideatore di tutto ciò?
F.R.: «Ideatrice dell'audace impresa di scrivere filosoficamente di asini è stata Francesca Rigotti, cioè io, in
previsione dell'edizione 2010 del Festival Letteratura di
Verbania, sul Lago Maggiore, in cui l'animale tematico
per quell'anno sarebbe stato l'asino. L'idea è stata poi
presentata a Giuseppe Pulina e a Roberto Cicala, per
chiedere al primo se voleva partecipare come coautore,
al secondo come editore. Ricevuto il consenso di entrambi – cosa per niente scontata, vi assicuro – l'improvvisato terzetto è partito per l'avventura onofilosofica. La
coautrice e il coautore, come pure il coautore e l'editore, si sono visti e conosciuti di persona solo al Festival
DA
SEMONIDE
A... SHREK!
Ricordate la donna-asino di Semonide, insaziabile, mangiona e lussuriosa?
E il melanconico “Ih – oh” amico di Winnie the Pooh? Ma la lunga storia
dell’asino non è fatta solo di caustici detrattori, bensì di pensatori del calibro di Giordano Bruno o di Montaigne, che ne apprezzarono la bellezza e
la natura riflessiva e meditabonda. Per Jacques Derrida l’animale è anch’egli filosofo: andare con l’asino, viaggiare con lui, significa ritrovare pace e
tranquillità; studiare i suoi gesti può placare le nostre ansie. L’asino, insomma, ci
insegna la semplicità delle piccole cose e non c’è sentiero, pur tortuoso che sia, che egli
non sappia superare: non è un caso che nella Bibbia l’asinella di Baalam sia saggia e addirittura parlante. Ma la rivincita più bella arriva nei cartoni animati, dove Ciuchino, il migliore
amico di Shrek, sfrontato e vanitoso, riesce perfino a volare!
medesimo nel giugno del 2010, dopo che avevano
messo insieme il volumetto tutto in rete passandosi per
mesi idee, proposte, suggerimenti, pagine scritte da
sottoporsi reciprocamente per integrazione e correzione, e aver affrontato anche, bisogna dirlo, momenti di
scoramento e di incertezza».
Quali sono le caratteristiche - se ce ne sono - negative
dell’asino, e quali invece quelle positive da cui dovremmo prendere esempio?
G.P.: «L’asino ha molto da insegnare, e soprattutto ai
filosofi, che spesso ne hanno parlato come se si trattasse di un oggetto del pensiero, un concetto inerte,
buono solo per pensare. Possiamo vedere nell’asino un
animale altamente filosofico, capace di una lentezza, a
volte estenuante (ma lo è anche quella del pensiero, a
ben rifletterci), e di una fermezza (qualità che piaceva
tanto a Montaigne) di cui il buon filosofare non dovrebbe mai fare assolutamente a meno».
Un paragrafo molto interessante è “Incanto di un raglio”:
in che cosa consiste le bellezza di questo verso?
F.R.: «Il raglio dell'asino non è come il verso di qualsiasi altro animale: è possente, robusto, altissimo, per
alcune orecchie così forte e penetrante da diventare
fastidioso. Lo si sente a grande distanza e, una volta
udito, rimane impresso nella mente come stampatovi
dalla pesante orma dello zoccolo della bestia, piccola
ma solida, pesante, compatta, grave. Il raglio dell'asino
incanta perché ineludibile dunque, ma anche magico
giacché, con la gravità della sua presenza così terrestre
e attaccata al suolo calma l'inquietudine e placa le
angosce, disponendo l'animo alla riflessione filosofica.
Provare per credere».
E quando si dice “la bellezza del somaro”? Pare
CURIOSITÀ che il simpatico quadrupede non c’entri proprio
nulla! L’accezione che
comunemente in italiano
diamo a questa espressione,
ovvero la bellezza della giovane età
destinata presto a sfiorire, sembra
da rintracciarsi tutta in un errore di
traduzione (forse dovuto a un refuso
scritto) nel passaggio del detto dalla
lingua originaria (il francese) alla
nostra. Così “la beauté de l’âge”,
ovvero “la bellezza dell’età” è
diventato “la beauté de l’âne”, cioè
“la bellezza dell’asino”.
La donna-asino la troviamo sia nelle opere dei filosofi,
sia nella Bibbia: perché è così particolare?
G.P.: «Lo è perché è raro che in un’opera filosofica si
parli di asine e non di asini, fatto di per sé non così frequente. Incuriosisce che nella sua Etica Spinoza parli
dell’asina di Buridano per poi fare, pagine dopo, una
sorta di inversione, dando ad intendere che l’asina di
cui aveva parlato in precedenza altro non era che un
asino. All’asina le cose non vanno meglio con
Semonide, che con la figura della donna-asino, concentrato di vizi e debolezze, darà libero sfogo alla disistima dell’asino e ad una mica tanto celata misoginia».
La visione di Nietzsche è forse la più complessa: quali
sono i caratteri principali dell’asino presentato in Così
parlò Zarathustra?
G.P.: «Nietzsche parla dell’animale in molte sue opere,
ma in Così parlò Zarathustra l’asino diventa l’occasione
per deridere e denunciare le resistenze dell’uomo che
non osa ancora abbandonare i vecchi stili di vita e
accettare la prospettiva di un tempo in cui solo gli
uomini superiori potranno emergere. Ma il modo in cui
parla dell’asino, in questa e in altre opere, tradisce una
sorta di ambivalenza, mettendo ancora una volta in luce
una forma di sensibilità da non dichiarato animalista».
Quali sono in sintesi i comportamenti che accostano l’asino al filosofo?
F.R.: «Diciamo così: i bravi filosofi sanno di non sapere,
così come si dice degli asini, che non sanno per definizione perché sono ignoranti, asini dunque. In questo senso
la somiglianza è molto forte, purché l'asino sia disposto
ad ammettere, insieme al filosofo, che la loro è una «santa
ignoranza», umile e rispettosa di fronte alle meraviglie del
mondo delle quali soltanto una minima parte è conosciuta. Ciò non frena, anzi sollecita gli sforzi di conoscenza di
entrambi, filosofi ed asini, condotti con pazienza e cocciutaggine, anche queste doti che li accomunano».
Giuseppe Pulina,
Francesca Rigotti
Asini e filosofi
Con tavole di
Goya.
Presentazione di
Paolo Cristofolini
Edizioni
Interlinea,
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UN EDIPO
ALTERNATIVO
LE RADICI
DELL’INCESTO,
DEL PARRICIDIO E DEL
SENSO DI COLPA: AL TEATRO
DELLA CORTE DI GENOVA ANTONIO
CALENDA E FRANCO BRANCIAROLI
PROPONGONO UNA RILETTURA
INTERESSANTE E CONVINCENTE
DEL DRAMMA SOFOCLEO
opo più di 2500 anni l' “Edipo Re” di Sofocle
riesce ancora a riscuotere successo. La tragedia
arriva oggi sul palco dello Stabile di Genova passando per la lettura di Freud: non si svolge intorno a
Edipo, ma dentro a Edipo stesso, che compie il suo percorso di autoconoscenza al fianco di un uomo enigmatico che come un analista lo ascolta e prende appunti
sedendogli di spalle.
Certo l'ambientazione non è quella classica, ma la
vicenda e i dialoghi sono fedeli all'originale.
Tebe è colpita dalla peste e re Edipo chiama l'indovino
Tiresia per trovare la causa e il rimedio. Il vecchio indovino rivela ad Edipo che è lui stesso la causa, avendo
attirato l'ira degli dei sulla città per aver ucciso il precedente re, Laio. Edipo non gli crede, pensa ad un complotto del cognato. Indagando per trovare l'assassino di
Laio, ascolta i racconti di sua moglie Giocasta, un
tempo sposa dello stesso Laio, sul bambino che avevano abbandonato. Tra ricordi di Giocasta, racconti di vecchi pastori e immagini del suo passato, Edipo si scopre
vittima dell'oracolo che aveva cercato di fuggire per evitare la profezia che lo vedeva assassino del padre e
amante della madre. Fuori di sé, l'eroe si acceca con i
fermagli delle vesti della mogie suicida.
A rendere unico lo spettacolo è Franco Branciaroli: Edipo,
Tiresia e Giocasta sono sempre interpretati da lui, con un
cambio di costume, o anche solo di voce. Sul palcoscenico questi non sembrano neanche più personaggi veri, ma
i poli personificati del conflitto interiore di Edipo che,
come uno psicanalista, si autoanalizza per tutta l'opera,
traendo fuori una verità della quale in fondo è già consapevole, ma che ha sempre cercato di fuggire.
D
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Teatro della Corte 1° febbraio 2011 /
6 febbraio 2011
I PROMESSI SPOSI ALLA
PROVA
Di Giovanni Testori
Regia di Federico Tiezzi
DA NON
PERDERE A
FEBBRAIO!
Teatro Duse - 8 febbraio 2011 /
27 febbraio 2011
IL RITORNO A CASA
Di Harold Pinter
Regia di Marco Sciaccaluga
Teatro della Corte - 9 febbraio 2011 /
12 febbraio 2011
LA MENZOGNA
Regia di Pippo Delbono
Teatro della Corte - 15 febbraio 2011 /
20 febbraio 2011
LE BUGIE CON LE GAMBE LUNGHE
Di Eduardo De Filippo
Regia di Luca De Filippo
Teatro della Corte - 22 febbraio 2011 /
27 febbraio 2011
IL BERRETTO A SONAGLI
Di Luigi Pirandello
Regia di Giuseppe Dipasquale
Una tragedia universale e senza tempo non può che
avere un'ambientazione fuori dal tempo. Qualcuno
potrebbe scandalizzarsi vedendo un personaggio che
fuma una sigaretta o i coreuti in camicia, ma i contenuti della tragedia si prestano a questo: l' Edipo Re è una
delle opere più riprese e citate, da Freud a Jim Morrison
ha sempre avuto il suo senso nel presente. Uno spettacolo da evitare, quindi, se si cercano costumi e atteggiamenti da teatro greco classico, da non perdere se si
vuole vedere la tragedia in cui Sofocle riversò i suoi
dubbi sulla condizione umana.
Grande
schermo
Di Eleono
ra Zocca
Liceo sc
, 16 anni
ientifico
“Newton
” – Roma
CHE VERSIONE,
BARNEY!
SFRONTATO, POCO RAFFINATO, EGOCENTRICO,
FUMATORE ACCANITO E PROPRIETARIO DI
UN'AZIENDA CHE DISTRIBUISCE TV SPAZZATURA.
PROBABILMENTE È UNA PERSONA CHE NON
VORRESTE MAI CONOSCERE NELLA REALTÀ,
MA SUL GRANDE SCHERMO CONQUISTA
arney Panofsky è un yiddish cresciuto nel quartiere ebraico di Montreal, che ha vissuto alcuni anni
da giovane bohemien a Roma (nel romanzo di
Mordecai Richler Parigi) e prima di tornare al paese
natìo ha trascorso un breve periodo a New York. Ora,
con un bicchiere di whisky tra le mani e ormai sessantenne, Barney si ritrova a pensare al suo passato e agli
avvenimenti della vita che lo hanno segnato e che affiorano impellenti nella sua testa. A Roma conosce Clara,
disinibita ed eccentrica, che però non ha mai amato e
che sposa solo per un presunto figlio. Poi viene la
seconda signora P., a dir poco odiosa. Appartenente ad
una famiglia ebrea di alto ceto, la seconda signora P, è
una donna che parla in continuazione martellandoti il
cervello con le sue sciocchezze. Già alla luna di miele
non scorre buon sangue tra i neo-coniugi, soprattutto
per il fatto che la testa di Barney ormai è altrove. Il
nostro protagonista infatti si è innamorato di una ragazza, una giovane bellissima, la donna che sarà la madre
dei suoi figli e che rimarrà il suo amore eterno. Miriam,
la sua dolce Miriam.
Il matrimonio tra i due sarà possibile solo quando
Barney, tornando al cottage dopo il lavoro, coglie in flagrante la seconda signora P. in un momento a dir poco
intimo con il suo amico Boogie. All'incidente segue una
breve colluttazione che vede coinvolti i due amici.
L'immagine di Boogie con indosso quella maschera e
quelle pinne che si getta all'indietro nell'acqua con un
sorriso dipinto sul viso ricorre frequentemente in
B
Barney. Le domande lo assalgono, e la convinzione
generale della sua colpevolezza non lo aiuta di certo ad
abbattere i dubbi. Solo Miriam è capace di farlo evadere dagli oscuri labirinti in cui si rinchiude con i suoi
stessi pensieri. E proprio per questo sarà uno shock per
lui ricevere la notizia che la sua adorata vuole tornare
a lavorare. La sola idea di uomini che le ronzano intorno come zanzare impertinenti lo fa impazzire.
D’altronde che bisogno c’è di lavorare, di soldi ce ne
sono abbastanza! Lui vuole continuare a immaginarsela
ad aspettarlo a casa con la cena ancora fumante sul
tavolo, e non a conversare con qualche delinquente! Un
pensiero più che egoista da parte sua, ma la paura di
non essere all’altezza e di avere dei rivali lo portano a
commettere quello che in seguito si è rivelato il più
grave errore della sua vita. Lui, così sicuro all’apparenza, in realtà non fa altro che indossare una maschera.
Forse fatta meglio rispetto ad altre, ma comunque sempre una misera maschera. Recita la parte dello sbruffone e dell'ingrato, ma non c'è cosa che non farebbe per
le poche persone a cui tiene e di cui si è circondato.
Barney è l’allegoria della vita. Con il bicchiere in mano e
il sigaro in bocca cerca sempre di gustarsi la vita per quella che è, rincorrendola in un girotondo che però, a differenza delle favole, ad un certo punto trova una fine. Infatti
attraverso di lui viene riflessa l’incredibile fragilità di ogni
uomo. Le mura che si è costruito faticosamente mattone
su mattone inevitabilmente crollano, e le sue convinzioni,
come dei castelli di carte, cadono giù in un istante.
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Recensi
cinema
VI PRESENTO I NOSTRI
Di Paul Weitz, con Ben Stiller, Usa 2010
musica
OLD WAVE PROPHETS
Di Atomica Kakato, Lo Scafandro, 2011
Chi l'ha detto che noi giovani
non ascoltiamo gruppi dal
sound un po' più stagionato?
Certo è che, al contrario di come molti vogliono farci apparire, sappiamo apprezzare anche
meglio sonorità un po' meno
“integrate” nella massa di canzoni
che le radio ci propone in continuazione. Questo è il
caso degli Atomika Kakato.
Non lasciano alcun dubbio: appena si inizia a sentire il loro album, sembra quasi di essere trasportati
in una dimensione parallela, una sorta di oasi in cui
gli anni '80 la fanno da padrone e, senza alcuna
macchina del tempo, ci si ritrova tra paillettes e capelli cotonati. “Profeti della Old Wave”, come il titolo del loro album, quella stessa wave inglese che in
quegli anni spopolava e faceva cantare e ballare tutti i ragazzi, alla ricerca della loro identità, trovata (il
punto interrogativo è d'obbligo...) sulle note di canzoni come queste.
Inutile dire che la scia su cui cercano di posizionarsi gli Atomika sia quella lasciata da gruppi come Cure e Joy Division, ma l'andamento spigoloso dell'album non può che far pensare a formazioni come gli
XTC. Il saccheggio delle sonorità del genere è scontato, ma comunque ben interpretato.
Non ci si poteva che aspettare un disco del genere
dalla neonata etichetta “Lo Scafandro”, dietro alla
quale ci sono nomi come Fabrizio Tavernelli e Roberto Fiorello Fontanesi, che ha dato vita al gruppo
A.F.A., lavorato in label storiche come I dischi del
mulo e collaborato con artisti come Massimo Zamboni e Giovanni Ferretti (ex CCCP).
Un motivo per ascoltarlo: La chicca imperdibile per
gli appassionati del genere?
Hello I Love You dei The Doors in una scanzonata
versione wave che farà sicuramente ritornare indietro nel tempo molti di voi o molti dei vostri amici o
parenti.
Un motivo per non ascoltarlo: Se vi infastidisce la
voce spezzata, marchio di fabbrica di un genere come questo.
Chiara Colasanti, 20 anni, Perugia
Arriva il terzo episodio della saga
non-sense più amata d’America e
non solo. Torna un cast d’eccezione riunito per il compleanno
dei gemelli Focker, Henry e Samantha. La trama non si smentisce e, come i precedenti episodi,
ci troviamo di fronte a situazioni
paradossali, esilaranti e al limite
del grottesco. Parteggiamo tutti per il povero Greg,
“vittima” di un suocero iperprotettivo e sospettoso,
che deve destreggiarsi fra una rappresentante farmaceutica super sexy ma svitata (Jessica Alba), un insidioso ex fidanzato della moglie che riesce a farlo sempre sembrare un inetto, ma solo agli occhi del suocero (Robert De Niro), due gemelli, una casa nuova, il lavoro e le crisi di mezza età dei genitori.
Un motivo per vederlo: È un film pensato per far ridere e che assolve in pieno al proprio compito, adatto a chiunque abbia voglia di svagarsi, magari dopo
una settimana difficile, e adatto anche a chi non ha
visto i film precedenti.
Un motivo per non vederlo: La storia non è innovativa
né intellettuale, e nemmeno pretende di esserlo.
Di Elena Prati, 19 anni, Milano
cinema
HEREAFTER
Di C. Eastwood con Matt Damon, Usa 2010
Marie Lelay, giornalista francese
sopravvissuta allo tsunami indonesiano, che decide di scrivere
un libro su questa storia; Marcus,
alla continua ricerca di un contatto con il gemello Jason, investito da un camion; George, operaio amante di Dickens, che riesce a stabilire contatti con l'aldilà e vuole liberarsi di questo dono che gli rende la vita impossibile. I loro destini si incrociano fatalmente a
Londra, dove saranno proprio le loro esperienze con
l'altro mondo a farli incontrare. Clint Eastwood si avventura in una profonda riflessione sul rapporto umano con la morte e su quanto quest'ultima condizioni il
nostro vivere e il nostro agire. Ne risulta una pellicola
che può far pensare, ma non più di tanto; l'incedere
del film è lento e a tratti noioso.
Un motivo per vederlo: Il regista è pur sempre un
grande regista.
Un motivo per non vederlo: Piatto, non suscita grosse emozioni.
Paolo Fornari, 19 anni, Roma
Z a i . n e t è p e r i l d i r i t t o d i c r i t i c a … v o t a , c o n s i g l i a , s t ro n c a f i l m ,
opera
libri
LA CADUTA DEI GIGANTI
Di Ken Follett, Mondadori,
1032 pp., 25 euro
LA TRAVIATA
Direttore Fabrizio Maria Carminati,
Regia Henning Brockhaus, Orchestra e
coro del Teatro Carlo Felice
Fra l'Inghilterra edoardiana e la
Russia zarista, la Germania e la
moderna America, si intrecciano
le storie di uomini e donne così
diversi, così legati dal primo terribile evento che ha sconvolto il
Novecento, la Prima Guerra Mondiale. Nel Regno Unito il conte Fitzherbert, esponente
conservatore della camera dei lord, e la sorella Maud,
convinta femminista, si imbattono in Ethel, cameriera
gallese più acuta del previsto, apprezzata dai due per
diversi motivi. Intanto il fratello di Ethel, Billy, lavora
nella miniera di Aberowen ma sogna ben altro: un
mondo migliore per quelli come lui. Arrivano in Inghilterra anche Walter von Ulrich, fascinoso tedesco più
democratico dei suoi conterranei, e Gus Dewar, rappresentante del presidente statunitense Wilson. La vicenda non rimane però confinata in Occidente; nella
gelida S. Pietroburgo si muovono i due fratelli Peskov,
il rivoluzionario Grigori e il dongiovanni Lev. I loro amori, le loro speranze, le loro ambizioni vengono pian piano travolte dalla guerra, che stravolge i piani di tutti e
cambia in modo definitivo le loro vite. Ken Follett, dopo I Pilastri della Terra e Mondo senza Fine, realizza un
altro straordinario romanzo storico in cui è proprio la
storia a farla da padrone, cambia nel bene e nel male
le esistenze dei molteplici protagonisti, ciascuno rappresentante di un diverso spicchio di mondo.
Un motivo per leggerlo: Se vi piace Ken Follett, non
vi deluderà di certo.
Un motivo per non leggerlo: Ricco di elementi storici,
pur sempre romanzati, che possono rallentare la narrazione.
La fenice del Carlo Felice di
Genova inizia a risorgere dalle
sue ceneri con la messa in scena del celebre capolavoro di
Giuseppe Verdi. Il copione è
sempre lo stesso, ma le emozioni provate durante l’esecuzione sono ogni volta diverse e tali da rendere l’aria del teatro carica di stupore. Il sipario si è aperto su una scena che ha destato nel pubblico interesse e curiosità. Una grandiosa composizione di
specchi, inizialmente poggiati parallelamente al
palco, è stata a poco a poco innalzata per arrivare a riflettere il telo steso a terra, scenario alle
spalle degli attori. Norah Amsellem e Francesco
Meli hanno fatto rivivere al pubblico la straziante
passione tra Violetta Valéry e Alfredo Germont, che
cercano in ogni modo di sfidare le convenienze sociali in nome del loro amore. A conferma di come
queste storie possano ancora oggi incantare e appassionare il pubblico, alla fine della rappresentazione il teatro ha risuonato per una decina di minuti di applausi entusiasti.
Un motivo per vederlo: La Traviata ha sicuramente
regalato forti emozioni a tutti coloro che, come
me, erano presenti. L'idea di dover, un giorno, rinunciare a queste opportunità per mancanza di
fondi alla cultura è davvero triste. Anche da parte
dei giovani, quindi, arriva un sostegno all'amato
Carlo Felice, storico teatro d'opera dei genovesi,
che da mesi ormai rischia di dover chiudere i battenti. Speriamo davvero che non sia così!
Un motivo per non vederlo: Non ne ho trovato nessuno.
P. F.
Aleks Attanasio, 17 anni, Genova
SUNSET PARK
Di Paul Auster, Einaudi, 228 pp., 19,50 euro
da non perdere
«"Sunset Park" è allo stesso tempo serrato e di ampio respiro, immensamente ambizioso nelle tematiche, eppure capace di entrare nell'intimità dei suoi personaggi. [...] Ed è un vero piacere leggerlo». Il giudizio del Library Journal non ci può lasciare indifferenti di fronte all'ultima fatica del
noto scrittore americano. Miles Heller ha ventotto anni e vive in Florida. Ha poco, eppure ha tutto: l'amore di un'adorabile ragazza di origini cubane, la passione trasmessagli dal padre per il
baseball con le sue storie fatte di destino e casualità, e i libri, «una malattia da cui non vuole essere curato». Il lavoro non è un granché, d'accordo, ma lui sembra farlo come se in quell'attività
intuisse un misterioso legame con la sua esistenza: affinché le banche possano rimetterle in vendita, deve entrare nelle abitazioni abbandonate e fotografare gli oggetti che gli inquilini vi hanno
lasciato. Una piccola archeologia di esistenze passate, ricordi di una vita precedente: anche Miles ha una vita precedente da cui negli ultimi sette anni è fuggito. E continuerebbe a farlo se il destino (o il caso) non si mettesse in mezzo...
l i b r i , m u s i c a e a l t r o s u i s i t i w w w. z a i . n e t e w w w. s t r o n c a . n e t
Te
Risult at i
st
E TU, SEI UN INGUARIBILE OTTIMISTA? (pag. 22)
Punteggio:
per ogni risposta A:
1 punto - per ogni risposta B: 2 punti - per ogni risposta C: 3 punti
Fino a 6 punti:
Da 7 a 12 punti:
Da 13 a 18 punti:
Sognatore/Illuso
Realista
Emo
I ragazzi “troppo convinti” mi hanno
sempre fatto venire dei dubbi...
Sicuramente tra di voi ci sono persone mature e piene di ideali, che
s'informano con i mezzi più vari e
che preferiscono ragionare con la loro testa, ma spesso e volentieri ci
troviamo davanti a ben più miseri
“poser”, pecore che si limitano a
seguire la massa.
Un consiglio che ci sentiamo di darvi è smascherare gli sfigati in cerca
di una identità che possono solamente mettervi in cattiva luce con la
loro cialtroneria!
Tutti quanti sognamo un futuro all'altezza delle nostre aspettative,
perciò credo facciano bene tutti i vari cervelli in fuga, che non vogliono
buttare alle ortiche sacrifici e talento
in un Paese dove fanno di tutto per
pagarti il meno possibile e senza
uno straccio di garanzie per il futuro! Per lo studente delle superiori
magari è un po' presto per “gettare
la spugna”, ma se anche dal mondo
degli adulti poco lungimiranti o sensibilizzati non riceviamo aiuti e consensi adeguati, allora beh, c'è davvero poco da essere allegri...
Diciamo la verità, a delle mezze calzette come voi non poteva andare
meglio, con un Paese e una situazione attuale come la nostra, avete tutte le motivazioni e i mezzi che volete per piangervi addosso... Beati voi
che cascate sempre in piedi! Anche
perché il vostro è uno spirito autodistruttivo innocuo – continuate
quanto vi pare a graffiarvi le braccia
col temperino millantando tentativi
di suicidio... Basta che nessuno vi
tocchi la piastra per i capelli o l'eyeliner, altrimenti come fate poi a presentarvi in piazza?
40
ROMEO E GIULIETTA:
Ancora una storia da sogno?
LABORATORIO
COSTUME &
SOCIETÀ
Supervisione giornalistica: Simona Neri
48
CAMPIONI:
Intervista a Davide Simoncelli
reenni
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Piotto, 1
ezia
– La Sp
di Chiara
acinotti”
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“
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Liceo sc
GIULIETTA
AI TEMPI DI
FACEBOOK
Un bellissimo ritratto di
Deniz Ozdogan, presto in
scena al Teatro Eliseo di
Roma nei panni di
Giulietta
40
SIAMO ANCORA ALLA RICERCA DI
STORIE D’AMORE TOTALIZZANTI
COME QUELLA DI ROMEO E
GIULIETTA? LO ABBIAMO CHIESTO
AI NOSTRI LETTORI E A UN’OSPITE
D’ECCEZIONE, DENIZ OZDOGAN. E
DENTRO A LOOK SMART, ROMEO
E GIULIETTA VI ASPETTANO A
CASTEL SANT’ANGELO!
se davvero gli occhi di lei, gli occhi del suo
volto, fossero stelle? Tanto splendore farebbe
scomparire le altre stelle come la luce del giorno fa scomparire la luce di una lampada: in cielo i suoi
occhi brillerebbero tanto che gli uccelli si metterebbero a
cantare credendo che non fosse più notte”; dolce, romantico, capace di sciogliere ancora oggi qualsiasi cuore,
eppure, così lontano. Già, dalla storia d’amore più famosa e sognata di tutti i tempi sono passati ben quattro
secoli, sebbene le sue origini siano ancora più antiche. Un
amore potente, forte, passionale, ma anche pieno di insidie, e purtroppo destinato a non trovare nessun lieto fine.
C’è da dire che ai nostri giorni, l’idea del suicidio come
unica via d’uscita da un amore ostacolato sembra lontana chilometri, se non del tutto impensabile. I social network, i miliardi e miliardi di immagini, suoni, pubblicità
che ci colpiscono ogni giorno su internet e in televisione
rischiano di de-sensabilizzarci, ponendoci di fronte a
modelli d’amore che sono sempre più distanti dai romantici classici, senza parlare poi dell’aumento del numero di
divorzi e separazioni che non può che incrinare la fiducia
dei giovani nell’amore eterno.
Ma davanti a tutto ciò, come si pongono i giovani nei confronti di una storia come quella di Romeo e Giulietta? Ha
ormai perso tutta la sua attualità, o è ancora in grado di
interpretarne sogni, emozioni, paure? Esiste ancora l’amore vero, totalizzante, o è solo un'autocelebrazione, una
ricerca
egoistica
di
conforto?
Fortunatamente, non tutto è perduto..
“Secondo me quella storia ci insegna
che l'amore deve andare oltre,
oltre alle difficoltà e ai pregiudizi che si possono avere, come
quelli delle
“E
famiglie che si oppongono. Insegna che arriva un momento nella vita in cui bisogna fare di tutto per imboccare la
propria strada, se pensiamo che sia quella giusta. Insegna
anche a tenere duro e a combattere per la persona che
amiamo, a fare di tutto per averla al nostro fianco”, dice
Martina, diciotto anni. Ma se l’amore è un’opportunità per
affermarsi, per crescere, è anche un’occasione per trovare
l’appoggio di qualcun altro che non sia parte della famiglia, sempre più sgretolata, instabile, fonte di insicurezza.
Solo a quel punto “l’amore diventa un appiglio, un punto
di sfogo, di riferimento, diventa quella sicurezza e quella
possibilità di dialogo che spesso la famiglia non ci da
più” continua Martina. Ma c’è anche chi, a riguardo, la
pensa diversamente: “Non penso che la coppia sia un
modo per sfuggire al nucleo famigliare, perché anzi chi
non vi si trova a proprio agio farà sempre fatica a realizzare dentro di sé l’idea di un rapporto di coppia sereno o
di una famiglia stabile”, afferma Chiara, ventitré anni. La
famiglia stabile è la base, la necessità che sta alla radice
della possibilità di maturare un rapporto d’amore sano e
completo. “Diversamente”, continua Chiara, ” questo sarà
vissuto in maniera banale. Romeo e Giulietta sarebbero
veramente necessari alla nostra epoca”. A contrario, c’è
anche chi nell’amore dice di non credere più tanto, dopo
una delusione, come Lorenzo, diciotto anni. É difficile trovare la sincerità, la voglia di mettersi in gioco, la serietà,
di cui un rapporto si nutre. Si hanno storie passeggere, si
cambia idea facilmente, ci si sente vulnerabili se ci si apre
a qualcuno, ed essere deluso poi ti distrugge.
Ma non disperiamo, anche tra i moderni “Romeo” ce n’è
ancora qualcuno che mantiene una visione meno disincantata. Per esempio Jacopo, 16 anni, che parla dell’amore come la cosa più bella della terra, più tenera della vita,
più completa dell’esperienza. Insomma, pare che Romeo
e Giulietta non debbano ancora essere relegati a letteratura estranea al presente e interessante per i soli amanti dei classici shakespeariani. Continuano anzi, ancora
oggi, ad essere fonte di ispirazione per molti, un sogno
che può rivivere almeno nelle pagine dell’attesa; “E che
cos'altro può mai esser l'amore se non una follia molto
E voi, siete
per l'amore
eterno?
Ve lo abbiamo chiesto
su Facebook: questi i risultati!
che, sebbene accada
52,4% Credo
raramente, è possibile incontrare
4,8 %
42,9%
l'amore della vita.
Basta credere alle favole: Romeo
e Giulietta non esistono più. Oggi
l'approccio nasce sul web e ne ha
acquisito la temporaneità.
L'amore è un sentimento totalizzante, a prescindere dall'età va
vissuto in tutte le sue sfaccettature
Partecipa ai sondaggi di Zai.net! Visita
il nostro gruppo Facebook e iscriviti!
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segreta, un'amarezza soffocante e una salutare dolcezza”
(Romeo e Giulietta)?
DENIZ, GIULIETTA SENZA ETÀ
“È quasi tutto troppo con Shakespeare. E Romeo e
Giulietta ha persino un troppo in più. È un’opera così
famosa che è impossibile sfuggire al già visto” dice il
regista Valerio Binasco. Eppure è prevista un’affluenza
da stadio all’Eliseo. Eppure non saranno contemplati
sconti per gli studenti. Eppure il progetto sta sin da ora
stuzzicando televisione e giornali. Il travolgente romanticismo dei due amanti fatalmente continua ad affascinare, e il pubblico non si stanca di sospirare per la celeberrima scena del balcone.
Gli adolescenti di oggi, secondo te, possono immedesimarsi facilmente in una storia di ‘amour fou’ come quello di Romeo e Giulietta, in una storia di sentimenti radicali, insomma? O amore o morte…
«Credo che questo sia possibile in ogni generazione, indipendentemente dall’età; forse si dovrebbe piuttosto parlare di un’adolescenza “interiore”: è la purezza del loro
amore, non contaminato dalla vergogna o dalla paura, che
li rende adolescenti e che permette al loro sentimento di
sopravvivere nonostante la faida tra le due famiglie».
In che rapporto stanno, dunque, la violenza e l’amore?
Qual è la forza che predomina o che il regista, nella lettura che ne darà al pubblico, vuole che predomini?
«Credo che in questa tragedia la forza motrice sia la violenza, quella stessa violenza che soffocherà l’ingenuità
dell’amore tra Romeo e Giulietta nel sangue. Proprio qui
sta la modernità di Shakespeare, nell’incorniciare in un
contesto drammatico, vendicativo e violento l’innocenza dei due amanti: basti pensare all’odio a cui vengono
costrette moltissime generazioni attuali, dalla Palestina
al Cachemire, alla Turchia».
Come sarà la tua Giulietta? Per immedesimarti in lei
come ti sei preparata? Cosa stai leggendo in vista dell’inizio delle prove?
«Naturalmente mi sono dedicata allo studio dei diversi
saggi che sono stati scritti su Romeo e Giulietta, ma
non credo che l’interpretazione di un personaggio
debba essere creata prima dell’ inizio
delle prove, quanto che essa sia frutto dell’intesa con gli altri attori».
Come sarebbe Giulietta nel 2011? A
quale contesto apparterrebbe?
«L’attualità ci dà fin troppi spunti per
immaginarci un Romeo e Giulietta del
ventunesimo secolo, anche senza
rivolgerci alla letteratura. Ho
un esempio attualissimo:
nello scorso dicembre
in Turchia, una coppia
di venticinquenni, lei
Dal 14
febbraio
al 13 marzo
2011
Riccardo
Scamarcio
Deniz Ozdogan
ROMEO E GIULIETTA
di William Shakespeare
con Antonio Zavatteri,
Filippo Dini
e con Milvia Marigliano
regia di Valerio Binasco
www.teatroeliseo.it
42
armena, lui musulmano di famiglia curda, pur essendo
ostacolata dalle famiglie di entrambe le parti, si è sposata in segreto. Al matrimonio lei indossava un abito
nero e dieci giorni dopo è stata trovata morta in macchina, uccisa dal fratello della ragazza».
Si prevede una grande affluenza da parte dei teen-ager
per questo spettacolo, complice anche la scelta strategica di Scamarcio nei panni di Romeo, un ruolo che ci
ricorda i suoi esordi cinematografici. Forse il timore di
non riuscire a dare una lettura convincente e nuova del
testo ha indotto il regista a fare questa scelta?
«Certamente c’è anche un intento commerciale nella
scelta di Scamarcio come protagonista, in quanto altrimenti difficilmente sarebbe stato raggiunto un così alto
livello di interesse per questo progetto; ma è anche una
grande sfida, come in tutti i casi, dopotutto. È spesso
l’Italia a concepire come una stranezza il fatto che un
attore di cinema lavori anche nel teatro, cosa che all’estero è molto più frequente».
Quali sono i tuoi autori teatrali di riferimento? Qual è il
ruolo in cui vorresti recitare prima o poi ma che non ti
hanno ancora proposto?
«L’autore che più mi piace interpretare è Checov, di cui ho
da poco portato sul palcoscenico Il gabbiano, che credo ,
un po’ come Shakespeare, riesca a fare una “radiografia”
dell’uomo, scavando nella sua intimità ed avvicinandosi
alla sua essenza; per questo si può rivolgere a tutte le
generazioni e sopravvive ad ogni età. Più che ruoli da
interpretare, ci sono registi con cui mi piacerebbe lavorare, come Spregelburd , perché la parte che preferisco di
uno spettacolo sono le prove, il momento in cui nasce il
personaggio, in cui si lavora sulla sua interpretazione».
Perché la gente continua ad andare a teatro per vedere
Romeo e Giulietta?
«Immagino che questo sia un enigma secolare, il perché
questo testo sia uno dei più conosciuti e apprezzati
della storia del teatro è da sempre un quesito che non
trova risposta».
Cristina Altomare, 16 anni, Liceo classico “Dante
Alighieri” - Roma
GIORNALISTI
CON UN
BASTA UN COLPO DI MOUSE PER ENTRARE
NELLA REDAZIONE DI ZAI.NET E FAR PARTE DEL
GRUPPO DI REPORTER PIU' GIOVANI D'ITALIA.
LORO L'HANNO FATTO...
Cos’è Zai.net?
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scuole superiori in tutta Italia, nel sito, nella radio e nelle tante iniziative
che coinvolgono gli istituti.
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GIADA, 16 ANNI
Ho sempre avuto la passione per
la fotografia. Mi piace immortalare
emozioni: Zai.net mi ha dato la
possibilità di esprimere le mie
potenzialità e di conoscere un
sacco di altri appassionati come
me. Spero che sui prossimi numeri
ci sia una mia creazione.
LORENZO, 14 ANNI
Ciao a tutti! Ho conosciuto Zai.net
grazie alla mia migliore amica.
All’inizio pensavo fosse un semplice
giornalino come tanti, invece
leggendo gli articoli ho scoperto
dei veri talenti! Anch’io, che voglio
fare il giornalista, spero di arrivare
ai loro livelli.
VIVIENNE, 17 ANNI
Hi to all! Thanks to Radio Jeans I
discovered this wonderful
magazine! In my country there is
nothing similar! I got in touch with
the newsroom and now I’m already
writing my first article for Zai.net! So,
don’t forget to read “Euronews”
page in the next months!
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Inchiraeti,s1t9 anni
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di Elena
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Foto di: Greta Gerardi, 18 anni, Istituto d’arte “Modigliani”, Giussano (MB)
DESTINI
GIÀ SCRITTI?
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VITE BORDER-LINE, DEVIANZE, REATI. I RAGAZZI CON UN
PASSATO DIFFICILE ALLE SPALLE POSSONO TROVARE IN
STRUTTURE SPECIFICHE IL SOSTEGNO DI CUI HANNO BISOGNO.
E SPESSO L’ESPERIENZA NON MIGLIORA SOLO LA LORO
ESISTENZA, MA ANCHE QUELLA DI COLORO CHE LI AIUTANO A
RICONQUISTARE LA FIDUCIA IN SE STESSI E NEGLI ALTRI
uante volte la cronaca riporta le storie di ragazzi
assassini, drogati, ladri, senza poi raccontare che
dietro ai loro crimini c’era una richiesta d’aiuto
che qualcuno non ha saputo raccogliere? Nessuno parla
mai di queste storie, delle storie di giovani senza fiducia,
ma Zai.net ha deciso di rompere questo silenzio, di capire. La fiducia è alla base di ogni convivenza civile, chi l’ha
persa (in se stesso o negli altri) ha diritto a riconquistarla. Fortunatamente, su tutto il territorio nazionale ci sono
associazioni di recupero e aiuto che, operando quasi nell’anonimato e offrendo servizi utili all’intera società, credono che tutti i ragazzi debbano avere le stesse opportunità, indipendentemente dalla pulizia della loro fedina
penale: abbiamo incontrato per voi alcuni operatori che le
rappresentano, sperando che il nostro viaggio possa offrire uno spaccato utile anche a chi immagina, per il proprio
futuro, un lavoro nel campo sociale.
Q
ESPERIENZE “DROP OUT”
Giuseppe Altamura ha 33 anni, è laureato in Scienze
dell’Educazione all’Università di Salerno e lavora da
anni tra comunità di recupero per minori, CPA, centri di
accoglienza per bambini dai 3 ai 6 anni segnalati dai
servizi sociali. Oggi a Milano, presso la Cooperativa “Età
insieme, progetto Non solo compiti”, è un’operatore
sociale, ma non si sente un salvatore.
Perché ha scelto di intraprendere questa professione, di
studiare questa materia?
«Mi ha sempre interessato capire perché una persona
devia, i motivi che spingono a compiere certe scelte, i
motivi alla base dei nostri disagi, in particolare quelli
adolescenziali. Dopo l’università ho iniziato subito a
lavorare, ma sono partito dalla prima infanzia, occupandomi di bambini dai 3 ai 6 anni con disagi familiari, per esempio con genitori tossicodipendenti, agli arresti domiciliari o addirittura in carcere. Era una specie di
asilo particolare, dove i bambini restavano dalle 7 alle
17 e all’interno del quale avveniva un lavoro contemporaneo su di loro e sulle famiglie».
Con gli adolescenti “devianti” ha mai lavorato?
«Sì, a Salerno ho collaborato a un progetto con ragazzi
chiamati “drop out”, cioè che hanno abbandonato la
scuola, e per un anno e mezzo ho fatto loro da tutor.
Poi sono stato in un CPA, ovvero un Centro di Prima
Accoglienza della giustizia minorile per giovani colti in
flagranza di reato. Qui restano in attesa della sentenza
del Pubblico Ministero e della formalizzazione dell’accusa; poi c’è l’invio in comunità oppure a casa in attesa del
processo. Gli adolescenti sono tosti: anche quando si è
“normali”, c’è un rifiuto dell’autorità e delle regole».
Come interpreta il reato?
«Penso che sia la fase conclusiva di un malessere che i
ragazzi si portano dentro da tempo, difficile da riconoscere. Compi un reato perché non stai bene e chiedi aiuto,
come quando fai uso di sostanze. Tutti in realtà proviamo
questo disagio, è l’inquietudine tipica dell’essere umano,
solo che ognuno lo affronta in modo diverso: alcuni soffrono, andando incontro alla paura, altri invece non ce la
fanno e scappano. Tutto questo però avviene sempre
inconsciamente, perché il riconoscimento del bisogno di
aiuto arriva in un secondo momento, grazie agli educatori. Spesso i ragazzi “devianti” hanno alle spalle una famiglia disastrata, ma non necessariamente dal punto di
vista economico. Ci sono nuclei benestanti all’interno dei
quali un ragazzo cresce “normale” e uno “deviante”, e i
genitori non capiscono, si sentono in colpa e cercano di
giustificarsi dicendo che hanno dato tutto al ragazzo. Il
problema non è la dimensione economica, è quella affettiva. Siamo tutti diversi e abbiamo bisogno di cose diverse; bisogni che la nostra famiglia, magari, non è in grado
di riconoscere».
Ha mai avvertito un sentimento di resa nei ragazzi che
ha incontrato? Li ha mai sentiti dire: “Tanto sono una
causa persa”?
«Sì, in loro non c’è la percezione né del futuro né del presente. Molto spesso per farli riflettere noi educatori parliamo loro in modo schietto, diciamo per esempio che
sono dei ladri, perché non pagano il biglietto salendo sul
pullman. Così loro ci rimangono male e per difendersi
pensano che pagare il biglietto del pullman sia da fessi,
che sia da fessi non avere una bella macchina. Quello che
però noi ci sforziamo di dare loro è un modello: fare l’educatore è dimostrare quotidianamente che quello che
dici lo fai veramente. Io non potrò mai dire a un ragazzo
di non fumare, perché io fumo. Non è coerente. Bestemmi,
dici parolacce? È una tua scelta, ma poi non ti lamentare
se per punizione devi pulire il bagno. Cerchiamo di far
capire loro che la vita è anche altro: è prendersi un diploma, la terza media, trovarsi un lavoro, divertirsi con gli
amici senza esagerare, rispettare gli altri, trovare delle
passioni. Quando i ragazzi non hanno passioni stanno per
strada a perdere tempo, a sfogare una rabbia che non
riescono a sfogare in altri modi».
Tutti accettano lo stile di vita che viene consigliato nel
centro? Quando si conclude la loro permanenza che
cosa succede?
«Succede che difficilmente li rivedi. Qualcuno peggiora
la propria situazione e finisce in carcere, qualcuno
muore per overdose, qualcun altro trova un lavoro e
comincia una nuova vita».
L’esperienza che le è piaciuta di più?
«La comunità dove ho lavorato per due anni e mezzo,
dove ho fatto non solo un percorso formativo, ma anche
umano. Quest’esperienza mi ha sconvolto la vita: sono
cambiato, maturato, perché ho visto cose che non
avevo mai visto, ho sentito storie che fino a qualche
tempo prima leggevo solo sui giornali, ho visto morire
delle persone, ho dovuto dire a un giovane “Hai l’aids”,
ne ho accompagnato un altro sulla tomba della moglie
morta a 23 anni per overdose il giorno del matrimonio.
Ho sentito storie che mi hanno fatto dubitare di riuscire a
farcela. Ho imparato a dirmi, però, che sono una persona
normale, che sono un aiuto e un sostegno per questi
ragazzi, ma non voglio salvare il mondo. Fin dall’inizio ho
pensato che loro mi dessero tanto perché si affidavano
a me e ricordarmi chi sono mi ha aiutato a sostenere i
macigni. Anche vederli cambiare mi ha dato una enorme
forza: all’inizio entrano in comunità che sono delle
larve, stanno male, sono in crisi d’astinenza, poi dopo
qualche mese il loro viso cambia, è nuovo, sano. Ti
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mandano a quel paese, ma si aprono: piangono con te,
ti chiedono aiuto, si affidano completamente. Alla fine
ti vogliono bene. In comunità ho imparato molto, ho
imparato che parlare del proprio malessere è la cosa più
difficile che c’è. Nemmeno io, prima di lavorare lì, riuscivo ad aprirmi molto, per questo dico che hanno insegnato anche a me a chiedere aiuto».
DARE DELLE RISPOSTE, ANCHE FORTI
Lamberto Bertolé è il fondatore di Arimo (www.arimo.org),
associazione che include un gruppo eterogeneo di professori, architetti, psicologi e artisti riunitisi a Carpignano
di Giussago, un paesino nella Certosa di Pavia. Qui (e in
altre sedi non troppo distanti fra loro) un tranquillo cascinale è stato riadattato come casa per ragazzi cosiddetti “devianti”, ovvero che hanno commesso reati.
Quando ha deciso di voler aiutare i giovani, perché ha
scelto proprio questa categoria, quella dei giovani
devianti?
«Io credo che il reato sia una richiesta d’aiuto, un
gesto comunicativo che l’adolescente fa aspettandosi dagli adulti delle risposte. Il mondo adulto deve
rispondere ai reati, se non lo fa l’escalation della gravità di quello che si compie è assicurata. Credo che i
ragazzi dai 15 ai 18 anni abbiano ancora davanti un
futuro ed è assolutamente possibile utilizzare l’occasione deviante per ripartire, per sbloccare destini in parte
già scritti. Quelle che incontriamo sono le storie di
ragazzi che hanno già un destino segnato, questo lo
dico senza retorica. Il reato può essere un’occasione per
gli adulti di dare risposte e per i ragazzi di immaginare
risposte differenti, questa è la motivazione di fondo. Ho
cominciato a fare questo lavoro dodici anni fa, nel 1998,
un po’ per caso e mi sono appassionato. Ho visto che
questa intuizione era fondata, ho visto un margine di
cambiamento e rottura di questo destino e, sicuramente con grande fatica e grande impegno, sono arrivate
molte soddisfazioni. Per cui ho deciso di investire tutta
la mia vita professionale in questo».
Quando incontra questi ragazzi, lei avverte anche in
loro questa speranza di non arrendevolezza o sente che
si sono già arresi?
«Hanno perso molta fiducia nel mondo adulto, che non
è stato in grado di intervenire in modo autorevole e
forte prima, e allora il reato è l’ultimo grido d’aiuto,
che in qualche modo nasconde fatica e rassegnazione.
Quindi la prima cosa da fare è riconquistarsi questa
fiducia. Non è un discorso buonista, perché quando
dico che il ragazzo ha bisogno di risposte intendo
anche risposte sanzionatorie. Ha bisogno di adulti che
facciano il loro mestiere e che quindi, se necessario, lo
sanzionino. Ovviamente, però, la punizione deve
responsabilizzare il giovane, non deve renderlo infantile. Il nostro compito è accompagnare questi ragazzi nel
loro percorso di crescita e ridare loro fiducia».
Nel suo percorso di costruzione di Arimo c'è mai stato qualcosa o qualcuno che l'aveva quasi convinto a mollare?
«No, la fatica l’ho messa in conto. Né prima di dare vita
alla mia associazione (Arimo è nata sette anni fa), né
ora. Non sono solo: siamo una cooperativa, una squadra di persone, con un forte lavoro d’équipe e sostegno
reciproco. Certamente nel corso degli anni è cambiata la
prospettiva, nel senso che abbiamo conosciuto meglio
la complessità del lavoro. Sappiamo che è ambivalente,
fatto di alti e bassi, di passi indietro e avanti e che noi
diamo innanzitutto un’occasione, un’esperienza che poi
sarà il tempo a far maturare in qualcos’altro».
Avete mai pensato di ampliare questa cooperativa ad
altri giovani in difficoltà?
«L’abbiamo fatto sette anni fa quando abbiamo aperto
la cooperativa per aiutare giovani ragazzi maschi autori
di reato. Poi abbiamo cominciato ad aiutare ragazze con
problemi famigliari e, in alcuni casi, vittime di maltrattamento e abuso. E poi l’abbiamo allargata a
ragazzi con problemi famigliari, quindi con situazioni di pregiudizio all’interno del loro ambito famigliare. Diciamo che non ci occupiamo soltanto di ragazzi devianti, ma di giovani in difficoltà, anche perché,
nella logica che c’era all’inizio, il reato è solo uno
dei segni di disagio e difficoltà, come può essere un
disturbo alimentare per una ragazza o una difficoltà
scolastica. I segni con cui si manifestano i disagi
sono molti, crediamo che gli adolescenti, al di là del
reato, possano avere anche dei bisogni comuni».
E.P.
PROGETTO
INCIDENTI
46
La vita non è un flusso continuo di felicità, tutti abbiamo
problemi e rimaniamo coinvolti in traumi che, se non
affrontati, rischiano
di portare a rotture
ben più gravi. C’è
chi
si
occupa
anche di traumi
“minori”, legati a incidenti, perdita di
persone care o, anche più semplicemente, blocchi emotivi. Un esempio è
l’associazione onlus AreaG che, con il
suo “Progetto Incidenti”, mira ad aiutare i ragazzi che hanno subito un trauma
da incidente, ritenendo che, se non
correttamente affrontato, possa diventare un carico emotivo gravoso. Il progetto, opera delle dottoresse Sofia
Massia e Antonella Vincesilao, è nato
un paio di anni fa e si sviluppa su due
livelli: uno più individuale, in cui il ragazzo parla, si apre e si confronta con uno
psicoterapeuta, e uno “secondario”
rivolto a insegnanti e genitori, affinché
siano preparati ad affrontare il disagio e
la richiesta di aiuto. Tra le fasi, prima la
diffusione delle informazioni relative al
progetto, mediante volantinaggio,
incontri nelle scuole, eventi (anche in
discoteca, basati sulla filosofia “I giovani sostengono i giovani”) e profilo
Facebook; una seconda fase di intervento terapeutico e, infine, la valutazione e la sintesi dei risultati.
AreaG ha sede a Milano e a Torino e
potrete trovare maggiori informazioni
sul sito www.areag.net.
Inoltre, per passare un week-end sulla
neve a base di informazione e
coscienza civile, AreaG vi invita a una
gara di sci il 20 Febbraio a
Bardonecchia. Non mancate!
Eurone
ws
NEWS FROM
RADIO JEANS
EUROPE
Drubeta Turnu Severin
Dacian bracelets exposed in Rome
The National Museum of Romanian History
is participating with 83 archeological
objects at an expo in Rome. It is called
“Gli ori antichi della Romania - Prima e
dopo Traiano”. It is hosted by the Museo
dei Fori Imperiali in Rome. The Dacian gold
bracelets are some of the most important
pieces
of
Romanian
archelology.
The expo started on December 16th 2010 and will
last until April 3rd 2011.
Radu Draghici
Bucarest
Romanian Rugby
team qualified for the
World Cup
The Romanian Rugby team qualified
for the 2011 Rugby world cup.
Romanians defetead Uruguay on the
National
Rugby
Stadium
in
Bucharest.
The name of the Romanian Rugby
team is Stejarii, “the oaks” in
English. Romania will compete in
the group B of World Cup, alongside
Argentina, England, Scotland and
Georgia.
This is the seventh edition of the
World Cup. Romania's rugby team
never missed qualification for the
competition. It is the most important rugby competition in the world
and will be hosted by New Zealand.
Cristian Predoi
Craiova
If I Want to Whistle, I Whistle
“If I Want to Whistle, I Whistle” is a dramatic film from Romania that hit the cinemas in 2010.
Silviu, a young man who spent years in a youth penitentiary, granted release. Before he can leave,
his mother after 8 years returns to Romania, so she could take his little son to Italy with her,
despite Silviu's objections. Meanwhile, he meets a young woman, Ana, and he falls in love with
her. But in Silviu’s despair he quickly decides to kidnap her.
The movie was a big success: it won the Jury Grand Prix Silver Bear at the 60th Berlin International
Film Festival and has been selected as the Romanian entry for the Best Foreign Language Film at
the 83rd Academy Awards. The movie is directed by Florin Şerban and most of the actors were amateurs. So if you want to whistle, just whistle.
Andreea Melinescu
This project has been funded with support from European
Commission. This publication reflects the views only of the
author, and the Commisson cannot be held responsible for any
use which may be made of the information contained therein.
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Ragaz vazzi, 16 anni
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Alighieri
IL “KAISER” DELLA
VAL BADIA
PARTE DA QUESTO NUMERO LA RUBRICA IN CUI LE
RAGAZZE INTERVISTANO I GRANDI PROTAGONISTI
DELLO SPORT. PER INAUGURARLA, UN CAMPIONE DI
SCI ALPINO: DAVIDE SIMONCELLI
on tutti possono vedere i sogni nella stessa
maniera” (L’alchimista). Alcuni sogni, però,
diventano realtà: è questo il caso di Davide
Simoncelli, campione di sci alpino originario del
Trentino Alto-Adige con all’attivo i Giochi Olimpici invernali di Torino e Vancouver e ben quattro edizioni dei
Mondiali (2001, 2003, 2005, 2009). Slalomista e gigantista, i suoi punti di forza sono fluidità d’azione e velocità nel cambio. La gara che lo ha consegnato alla ribalta dello sci alpino internazionale è stata il gigante
dell'Alta Badia disputato nel dicembre 2002 (da qui il
nostro titolo). Lo abbiamo raggiunto in uno dei rari
momenti di pausa dagli allenamenti, ecco che cosa ci ha
raccontato di sé e delle sue passioni.
Davide, com’è nata tua dedizione verso lo sci alpino?
«Sin da quand’ero piccolo i miei genitori hanno sempre avuto una casa in montagna, non lontano da
“N
48
Rovereto (sua città natale, Ndr), e mio padre, maestro
di sci, mi ha trasmesso l’amore per lo sport: infatti ho
iniziato davvero piccolo, avevo solo tre anni».
Una disciplina in cui il più
capace vince sul più forte
Come facevi da studente a conciliare lo sport con la
scuola?
«Fino alle scuole medie non è stato difficile, ma dalle
superiori in poi l’impegno è diventato importante: mi
sono dovuto allenare tutti i pomeriggi e lo studio è passato necessariamente in secondo piano, in quanto a
rendimento facevo il minimo per essere promosso!».
Quanto credi che abbia influito il tuo infortunio del 2007
sulla carriera?
«Un incidente va messo in conto: lo sci alpino è uno
sport pericoloso e si sa che può accadere da un
momento all’altro, ma arriva quando meno te lo aspetti. Tuttavia non me la sono presa più di tanto, per un
periodo, finalmente, mi sono dedicato ad altro».
Cosa hai fatto durante quei lunghi mesi?
«Per la prima volta ho passato 4-5 mesi diversi dal solito. A posteriori ritengo che la scelta dell’operazione sia
stata affrettata, ma in quel momento volevo sprecare
meno tempo possibile. Se sfortunatamente dovesse
riaccadermi, me la prenderei con più calma e cercherei
di dedicare più tempo alla riabilitazione e a me stesso».
Perché pensi che i giovani si dovrebbero interessare
allo sci alpino?
«Bella domanda! Ogni tanto penso che sia davvero un
brutto sport, difficile, duro. Perdi giorni di scuola perché
la domenica le piste sono aperte ai turisti e non puoi
gareggiare, ti assorbe completamente. Però ne vale la
pena. È uno dei pochi sport in cui valgono ancora le capacità tecniche e l’impegno, non basta la prestanza fisica».
Allora, secondo te lo sci alpino si può considerare uno
sport tutto sommato “pulito”?
«In linea di massima sì. Non sto dicendo che nessuno
faccia uso di droghe, ma penso che sia una disciplina in
cui il più capace vince sul più forte. In una gara la pre-
stanza fisica, alterabile con sostanze, non porta necessariamente ad una vittoria».
So che sei un lettore appassionato. Quale libro consiglieresti?
«Uno solo, non saprei. I miei preferiti sono due:
L’enigma del solitario di Jostein Gardeer e l’Alchimista
di P. Coelho».
UNO
SPORT
PULITO
L’immagine degli atleti che
gareggiano su piste fantastiche, le riprese televisive delle
più belle località dell’arco alpino, le vittorie degli Azzurri che stimolano lo spirito di emulazione sono tutte
componenti determinanti nel far crescere il desiderio di praticare sport in
montagna. Un desiderio corroborato
forse anche dal fatto che lo sci è una
delle specialità agonistiche più estranee agli scandali legati al doping,
come ci ha confermato, oltre al nostro
Simoncelli, anche Andrea Facchinetti
del Fisi (Federazione Italiana Sport
Invernali): «La Federazione e il Coni
svolgono un ruolo importantissimo in
questa direzione, sottoponendo gli
atleti a ferri controlli sul sangue e sulle
urine». Avendo a disposizione montagne per il 50% del territorio, gli italiani
non possono, quindi, che confermarsi
grandi appassionati di discipline invernali (oltre i 3,5 milioni).
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NARCISISTA, RIGIDO O AGGRESSIVO: LA GRAFIA PUÒ
RIVELARE TRATTI PROFONDI DEL NOSTRO CARATTERE? LA
SCRITTURA COSCIENTE È DAVVERO UN DISEGNO
INCOSCIENTE COME DICEVA MAX PULVER?
a manuale, la grafologia viene definita come
“tecnica dell’interpretazione della scrittura, intesa come espressione della personalità”.
Indubbiamente si tratta di una scienza umana, anche se
si può annoverare tra le arti, proprio per il fatto che si
occupa di un ambito prettamente personale: lo scopo
del grafologo è quello di intuire alcune caratteristiche
psicologiche di un individuo, partendo dallo studio
della sua grafia.
Secondo gli studiosi, la scrittura altro non sarebbe che
la risposta motoria agli impulsi nervosi. Di conseguenza è possibile interpretare il gesto grafico quale gesto
espressivo: una vera e propria manifestazione esteriore
di quello che siamo e proviamo.
È quindi possibile ricostruire, tappa per tappa, l’evoluzione della scrittura di una persona, nel corso della sua vita:
nei primi anni d’esperienza, infatti, fino al termine dell’adolescenza, la grafia mostra una notevole sensibilità alle
influenze dell’educazione, rivelando segni prettamente
“scolastici”, nei quali le diverse tendenze non si manifestano ancora. È in seguito che il tratto grafico si differenzia da individuo a individuo, mettendo via via in
luce quelle determinate particolarità che ne delineano il
D
50
carattere. Ci sono quindi grafie, caratterizzate da un
tratto sottile, con caratteri inclinati- proprie di un individuo idealista e ricco di fantasia; viceversa, altre in cui
un tratto massiccio e compatto, poco inclinato, caratterizza la mano di una persona realista, poco portata alla
socializzazione e al progresso. Un tipo di scrittura che
tende verso l’alto delinea una persona positiva, che si
impegna a migliorare il proprio stato; al contrario, una
scrittura tendente al basso indica una persona malinconica e, nei casi più esasperati, può anche individuare
sintomi depressivi. Esistono anche grafie intermedie,
che si collocano a cavallo di questi due modelli: esse
delineano un certo conflitto interiore nei confronti della
realtà. Talvolta, per superare le incertezze descritte in
quest’ultima tipologia, la mano crea grafie artificiose,
forzate, che vengono prontamente smascherate dall’esperto grafologo: esistono quindi tratti che delineano
una certa vanità dell’individuo, narcisismo oppure rigidità o aggressività.
In occasione dell’ultimo Salone Orientamenti svoltosi a
Genova è stata invitata ai microfoni di Radio Jeans
Maria Teresa Morasso - grafologa professionista e presidente della sezione Liguria dell’AGI (Associazione
Attualmente è necessario distinguere la
grafologia dalla perizia calligrafica che,
al contrario della prima, ha invece valenza scientifica; quest’ultima si occupa
infatti di riconoscere, in ambito giudiziario, l’autenticità dei documenti e, soprattutto, delle firme. Tuttavia dallo scorso 4
Ottobre 2010 sono state riconosciute dal
Ministero della Giustizia tutte le
Associazioni grafologiche iscritte nel registro del Ministro della Giustizia. Un importante passo avanti per questo
strumento, ancora poco
conosciuto e talvolta
non apprezzato.
Grafologia Italiana): era stato infatti allestito, nel corso
di Orientamenti, un laboratorio di scrittura come mezzo
alternativo di orientamento per i ragazzi. L’esperta ha
raccontato che, oltre agli studenti di scuole medie e
superiori, hanno partecipato all’evento anche adulti alcuni insegnanti e qualche genitore - interessati a sperimentare di persona le metodologie di questa disciplina, ancora poco diffusa in Italia. L’esame, seppur breve,
ha riscosso un grande successo tra i ragazzi, che hanno
trovato conferma nel “verdetto” degli specialisti. La grafologia, come ha spiegato Maria Teresa Morasso, si basa
innanzitutto sulla imposizione grafica, che indica agli
esperti come una persona si muova all’interno dello
spazio vitale. Un altro elemento che incide nel giudizio
del grafologo è la dimensione del carattere e come varia
nel corso dello scritto, se è irregolare oppure costante:
lo studio di questi fattori permette di comprendere
come una persona si relazioni con se stessa e con gli
altri. La specialista ha tenuto inoltre a precisare che “il
bello non fa l’interessante”: nell’analisi, infatti, non è
rilevante la distinzione tra bella e brutta scrittura.
CURIOSITÀ
LA
GRAFOLOGIA
NELLA STORIA
Tre esempi di diverse grafie analizzate nel corso del Salone
Orientamenti. Le prime sono di due ragazze di 24 e 17 anni; l'ultima appartiene a un ragazzo di 16 anni. La prima è laureanda
in traduzione, gli altri due frequentano il liceo.
Storicamente, la grafologia
nasce nel XVII secolo, dallo
studio di Camillo Baldi, che
viene considerato il primo
grafologo della storia. Nel
corso dei secoli è stata affiancata alla chiromanzia e alla
astrologia: fu il chiromante Desbarolles
a scrivere l’introduzione a “Les Mystères
de l’écriture”, opera dell’abate Jean
Hippolyte Michon. È possibile individuare
due scuole di pensiero: quella francese e
quella italiana. La scuola francese si basa
sull’attento studio di forma e dimensione
dei caratteri - che permettono di comprendere, ad esempio, se la mano che
scrive sia maschile o femminile - la pressione, la continuità, la direzione e la velocità. In questo modo, lo studioso può
cogliere gli aspetti psicologici dell’individuo. La scuola italiana, invece, si basa su
tre momenti: il giudizio globale - nel quale
viene presa in analisi la grafia nel suo
insieme -, l’analisi - con la quale vengono
rilevati i segni e viene effettuata la quantificazione - e la sintesi - che, a partire dai
segni più caratteristici, li aggrega, in funzione del loro significato psicologico.
Come ha spiegato la dottoressa Morasso,
la scuola italiana, dalla storia e dalla tradizione più antiche, è quella che segue i
dettami della tecnica morettiana, secondo cui l’elemento più importante in un’analisi grafologica è la combinazione di
tutti i segni, a discapito del singolo elemento estrapolato dal contesto: è interessante quindi, per il lavoro del grafologo, la sintesi finale, frutto dell’analisi e del
confronto di vari testi.
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DA RAGAZZO HO FATTO
L'AMBASCIATORE!
SETTECENTO DELEGATI DA TUTTO
IL MONDO, RIUNITI IN COMITATI,
PROPONGONO SOLUZIONI A
PROBLEMI DI PORTATA
MONDIALE. NON SIAMO ALL’ONU
MA A GENOVA, AL GeMUN, E I
DELEGATI SONO RAGAZZI DELLE
SCUOLE SUPERIORI
a città della Lanterna è l’unica in Italia a ospitare
una delle conferenze MUN, Model United Nations,
che si svolgono in tutto il mondo, da Boston a San
Pietroburgo, e di cui la principale, il THIMUN, si svolge
all’Aja.
Proprio come alle Nazioni Unite, i delegati rappresentano
uno Stato, o una ONG, e discutono, rigorosamente in lingua
inglese, riuniti in comitati, sotto la guida dei Chair. Tra i
comitati troviamo il Security Council, ECOSOC, Special
Conference, Humanitarian and Social Committee,
Disarmament and International Security, Environment
Commission, e la Mediterranean Conference, presente esclusivamente a Genova. Ogni comitato fa riferimento al
Secreary General, che gestisce l’intera conferenza insieme
agli Under Secretary General. Anche lo staff, security compresa, è composto da ragazzi.
Per tre giorni all’anno Palazzo Ducale e altri prestigiosi
palazzi genovesi ospitano un'ONU in miniatura. L’edizione
2011 prenderà il via il prossimo 24 febbraio.
L’avventura del GeMUN, oggi organizzato dalla FULGIS,
Fondazione Urban Lab Genoa International School, diretta
dal Prof. Ignazio Venzano, inizia nel 2002, grazie agli sforzi
di diverse scuole, in primis il Liceo linguistico “G. Deledda”,
che ospita l’ufficio GeMUN. È lì che si incontrano i ragazzi
partecipanti, guidati dalla responsabile e fondatrice del progetto, l’instancabile Prof. Dina Kotelnikova.
A volte, il mondo dei MUN diventa una vera passione, come
racconta il Secretary General del GeMUN, la diciottenne studentessa del Liceo Linguistico G.Deledda, Laura Tradii.
L’anno scorso sei stata eletta Best Chair negli Human
Rights, il comitato più grande, ma i tuoi primi passi li
hai mossi nel 2008 nella squadra dello Staff. La gavetta ha dato i suoi frutti!
“Esatto, giravo fra i comitati occupandomi della parte
L
52
tecnica: fare e distribuire fotocopie, allestire le sale,
controllare i microfoni ed indirizzare i delegati alle loro
sale. È un lavoro estenuante, ore e ore in piedi, so che
cosa significa e per questo ringrazio il nostro magnifico
staff! L’anno successivo ho partecipato come delegato
dell’UNCHR al MUN del Cairo, un’esperienza stupenda.
Poi a Genova (delegato della Francia), a Milano, al Milan
MUN (rappresentavo la Georgia, ricordo che creammo
un’epocale unione est europea coalizzandoci contro
Russia e Stati Uniti), e a Belfast, al MCBMUN, dove rappresentavo il Giappone. Infine ancora al GeMUN come
Chair degli Human Rights”.
E quest’anno il ruolo più importante. Ma di che cosa si occupa precisamente il Secretary General?
“Il Secretary General rappresenta ed organizza concretamente il GeMUN. Mantiene i contatti con le scuole
partecipanti, è il punto di riferimento per ogni partecipante del MUN, che sia staff, delegato, chair! Io dico
sempre che Secretary General si nasce e si diventa. Si
nasce nel senso che bisogna avere alcune qualità, come
amare il contatto con le persone, possedere una buona
capacità linguistica e una mentalità elastica, essere
informati su ciò che succede nel mondo... E si diventa
perché il MUN ha scopo fondamentalmente educativo.
Si impara a gestire un gruppo di persone, a fronteggiare le difficoltà, ad essere sempre corretti. È un lavoro
impegnativo, le ore che dedico al MUN spesso superano quelle che dedico alla scuola!”.
Speriamo che l'entusiasmo di Laura contagi tanti altri
ragazzi!
Le porte del GeMUN sono aperte a chiunque voglia
curiosare. Unico accorgimento per i visitatori: niente
tute e minigonne - citando il libro dello scrittore americano David Sedaris, “mi raccomando, tutti vestiti bene”!
Oroscopo
A cura di Cassandra
Ariete
Toro
Gemelli
21/03 - 21/04
21/04 - 21/05
21/05 - 21/06
Affari di cuore
Guardatevi allo specchio,
chiudete gli occhi e, stando attenti
a non perdere l'equilibrio, fate la
vostra scelta... Il piede in due staffe
non si può proprio tenere!
Amicizia & famiglia
Bravissimi, iniziate l'anno con
l'ennesima litigata con col mondo...
spiegatemi cosa ci guadagnate,
super brontoloni!
Consiglio
La dolcezza dei synth nell'ultimo
album di Owl City.
Affari di cuore
Anno nuovo... attitudine
migliore? Suvvia, un pochino di
impegno in più non ha mai
ucciso nessuno, anzi. Sapete
benissimo che in quanto a
charme e stile non può battervi
nessuno!
Amicizia & famiglia
Permettetemi di ricordarvi che
non esistono solo diritti, ma
anche doveri...
Consiglio
Che ne dite di Pete Yorn?
Affari di cuore
Bene miei cari, siamo
arrivati ad un altro anno... Cosa
vogliamo fare? Continuare sulla
stessa strada solitaria? Io non vi sto
ordinando nulla, ma ogni tanto un
po' di compagnia, no?
Amicizia & famiglia
L'anno nuovo porterà soddisfazioni
ma anche le inevitabili sconfitte e
ardue salite. Non fatevi mancare
l’appoggio degli amici più cari.
Consiglio
Perdetevi nel mondo di L'Aura.
Cancro
Leone
Vergine
22/06 - 22/07
23/07 - 23/08
24/08 - 23/09
Affari di cuore
Il 2011 porta con sé una
ventata di novità sin dai suoi primi
giorni, ma possibile che proprio
non vogliate tornare sui vostri
passi adesso che sarebbe tutto
perfetto?
Amicizia & famiglia
Vi siete comportati davvero bene
in conclusione di questo strano
2010 appena finito ma...
Continuate così anche nel 2011, eh!
Consiglio
Che ne dite di ascoltare i REM?
Affari di cuore
Le stelle continuano a
sorridere senza sbottonarsi e voi
non riuscite proprio più a capire
cosa fare. Qualche pianeta mi sta
bisbigliando che a breve ci saranno
novità interessanti.
Amicizia & famiglia
Avete smosso un po' le acque
cercando di far capire alle persone
giuste che a loro ci tenete davvero?
Consiglio
Un tuffo nella “vasca” (e non solo)
di Alex Britti!
Affari di cuore
Che ne dite di ingranare
la quarta e tentare il tutto per
tutto? Sapete che avete delle
grandi possibilità!
Amicizia & famiglia
Dovreste riuscire a calmare un
pochino i nervi per non “sbottare”
(i fuochi d'artificio vanno bene a
Capodanno, poi basta!) e per non
incrinare rapporti importanti.
Consiglio
Il meraviglioso ultimo lavoro dei
Train.
Bilancia
Scorpione
Sagittario
24/09 - 22/10
23/10 - 22/11
23/11 - 21/12
Affari di cuore
Non avete davvero idea di
quello che le stelle hanno in
serbo per voi... certo, un po'
ingarbugliato, ma decisamente
interessante. Lasciatevi
sorprendere!
Amicizia & famiglia
State riuscendo alla grande nel
vostro esercizio di apertura verso
il mondo, bravi!
Consiglio
Scoprite Anansi, vi saprà catturare!
Capricorno
22/12 - 21/01
Affari di cuore
Dopo essere riusciti
nell'intento di conquistare la
persona che ha catturato il vostro
cuore, adesso lasciatevi coccolare
un po'... Ve lo meritate!
Amicizia & famiglia
Abbandonate il vostro eremo e
lasciatevi prendere dalla gioia di
vivere e dall'euforia del primo mese
dell'anno... Sursum corda!
Consiglio
La bellissima ninna nanna francese
di Elisa e Giorgia.
Affari di cuore
Siete riusciti nel vostro
intento, qualsiasi esso fosse,
bravissimi! Adesso però non
beatevene troppo, c'è chi trama
nell'ombra!
Amicizia & famiglia
Vi siete accorti dell'infinito affetto
che vi circonda quando credevate di
essere rimasti soli; ora siate voi a
darne un po’ agli altri.
Consiglio
L'ultimo dei My Chemical Romance
per stare sulla cresta dell'onda!
Segno del mese
Affari di cuore
Il mese passato è stato
decisamente un gran mese, ma nulla
toglie che febbraio si stia
organizzando per farvi vivere
momenti come quelli... intanto
lasciatevi un po' andare!
Amicizia & famiglia
Dopo alcuni momenti di crisi
profonda in cui non sapevate più che
pesci pigliare adesso è il momento di
un po' di compagnia davvero buona!
Consiglio
Scatenatevi con Kid Rock!
Acquario
Pesci
21/01 - 19/02
20/02 -20/03
Affari di cuore
Avete continuato con il
vostro atteggiamento da essere
superiore e quella persona così
innamorata ci sta ripensando
seriamente.
Amicizia & famiglia
Approfittare dell'anno nuovo per
prendere una posizione, prendervi
le responsabilità delle vostre
decisioni e lanciarvi verso il futuro!
Consiglio
Sting non può che farvi un gran
bene.
Affari di cuore
Le stelle stanno facendo
dei cartelloni per avvisarvi di stare
molto attenti a quello che sta
capitando attorno a voi.
Amicizia & famiglia
Dovete riuscire a capire che non
tutti possono sopportare la vostra
continua richiesta d'attenzione.
Sappiate trovare conforto anche in
momenti di solitudine: capita!
Consiglio
Una scarica di adrenalina con i
Ready, Set, Fall!
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ackstage
SUL SET PER UN GIORNO
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DIVENTA ANCHE TU UNO DEI NOSTRI
VOLTI! Iscriviti alla pagina fan
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LOOKSMART
DO IT
YOURSELF
MASCHERE A BASE DI...
ALBUME E MIELE In una ciotolina mettete un cucchiaino di miele e mescolatelo con un albume d’uovo fino a farli diventare una pastella compatta.
Applicatela sul viso e sulla gola in uno strato sottile
e lasciatela agire per 10 minuti. Infine, sciacquate
con acqua tiepida (adatta alle pelli grasse).
MIELE E PANNA Per prepararla, mescolate due cucchiai di panna in una ciotola insieme ad un cucchiaino di miele. Applicatela sul viso ed eventualmente sulle altre zone “a vista” e lasciate agire
almeno 15 minuti prima di sciacquare con acqua
tiepida (ideale per le pelli secche)
CETRIOLO E YOGURT È la più conosciuta, anche perchè è adatta a tutti di tipi di pelle.Grattuggiate un
cetriolo e mescolatelo insieme a dello yogurt naturale.Applicatelo sul viso e lasciatelo agire per 20
minuti circa. Infine sciaquate con acqua tiepida.
0
tanto odiate spalline del cappotto della nonna, ma con
deliziose maniche a sbuffo di megliette e maglioncini.
Inutile dire che i pantaloni sono a sigaretta: ai classici jeans si affiancano i leggins (che, attenzione, non
sono pantaloni, quindi non usateli come tali) e i pantaloni in pelle, più trasgressivi ma se abbinati bene in
grado di conferire un look sofisticato.
Il tutto si addice ad ogni occasione, variano solo le
fantasie che spaziano dall'eleganza del nero e del
bianco alle più allegre e accese per occasioni meno
formali (come non chiamare in causa i "pois" tipici
degli anni di riferimento).
Parlando dei mitici '50 non si può non citare il tubino
nero indispensabile nel guardaroba della donna di
POMODORO E AVENA Prendete un pomodoro e tritatelo, unite poi un cucchiaio di succo di limone e
mescolateli insieme. Aggiungete un pizzico di farina d’avena e miscelate anche quella. Applicate sul
viso e lasciate agire per 15 minuti, poi rimuovete
con acqua calda.
ieri e che la donna di oggi rende versatile abbinandovi un filo di perle, orecchini etnici oppure osando
gli stivali (anche se per la sera sono assolutamente
indicate le decolletè, magari con un tacco considerevole).
Ai piedi un altro must intramontabile, le ballerine che
anticipano l'arrivo della bella stagione, di tutti i tipi e
di tutti i prezzi: ogni ragazza può trovare il paio che
più le si addice.
Per completare il tutto accessori, accessori e ancora
accessori! Cerchietti, che spopolavano negli anni ‘50,
nastri, fiocchi, cinture alla vita, lunghe collane e chi
più ne ha più ne metta!
Infine la borsa per eccellenza è l'handbag da portare
appesa al braccio.
Il risultato è una donna senza tempo elegante e sofisticata che fa dimenticare le pancie scoperte e il
cavallo basso di qualche anno fa,
prende spunto dal passato rivisitandolo in nome di
quel gusto e quello stile che viene dimenticato per la
smania di proporre qualcosa di nuovo e che spesso
rischia di cadere nel trash.
Elena Acali, 20 anni, Facoltà di scienze della
moda, Roma
MAKE UP:
IL FONDOTINTA
Collistar (25-33 euro)
Fascia medio-alta, in generale la texture di questi fondotinta è molto gradevole e piacevole
per la pelle. Discreta la tenuta per la giornata, buono l’effetto coprente con risultato naturale.
Vichy (a partire da 19)
Vichy, del gruppo l’Oréal, si avvale di un avanzato laboratorio di ricerca e tutti i suoi prodotti sono a base dell’acqua termale di Vichy. Ottimo rapporto qualità-prezzo, la
marca presenta pochi tipi di fondotinta, ma di ottima consistenza. Si trova principalmente nelle farmacie.
Clinique (sui 20 euro)
Ottimo per tutti i tipi di pelle, offre prodotti specializzati
come linee anti-bleemish o per pelli secche. Molta attenzione viene data anche all’idratazione per un risultato ottimale.
Rimmel (intorno ai 10 euro)
Leggero ma coprente, il fondotinta Rimmel nonostante il prezzo ha una texture
setosa e accontenta esigenze di ogni tipo. Data la nuance di colori, preferibile per
un fondotinta estivo, più leggero.
Chanel (circa 50 euro)
Una buona gamma di fondotinta di grande qualità in packaging elegante e accattivante è quella del marchio Chanel, che si presenta nella fascia
alta di prezzo ma raramente lascia deluse le aspettative del cliente.
FAVOLOSI ANNI
udrey Hepburn e Marilyn Monroe, le massime icone del
grande stile, non sono mai state così attuali come in questo periodo in cui tutto riporta ai favolosi anni 50. Erano
gli anni di Marlon Brando e di Elvis Presley, dell' intramontabile vespa e di Vacanze Romane, delle feste e dei
coktails in giardino, quegli anni meravigliosi di cui sentiamo la
nostalgia pur non conoscendoli da vicino, ma che ci fanno ancora
sospirare con i loro film e ci fanno ancora ballare le loro canzoni a
fine serata.
Anni favolosi; anni da sogno che anche la moda visse da grande
protagonista: si afferma il Made in Italy superando l'egemonia fino
ad allora incontrastata della moda francese e stilisti come Capucci,
le Sorelle Fontana, Pucci e Valentino si affacciano nel panorama
della moda mondiale divenendo nel giro di pochi anni i più richiesti
dallo star system.
Anni dunque di grande creatività e di grande stile; stile che oggi
viene riproposto nelle sfilate di alta moda, nel pret-à-porter e dai fast
fashion per la gioia delle più attempate, e che viene bene accolto e
rivisitato dalle giovanissime.
Eleganza è la parola chiave; un'eleganza armonica che si contrappone alla volgarità preferendo coprire anziché scoprire. Niente di
nuovo ma tutto rivisitato.
Tornano le vite strizzate e le spalline, il punto vita si alza e e va a
sottolineare le curve del corpo esaltandone la bellezza senza rendere la donna provocante; anche le spalle si allargano, non con le
A
ultra-sessantacinquenni che desiderano trovare l’anima gemella, costringendoli a pietosi appuntamenti programmati e a umilianti battibecchi?
Come mai il video “I want your sex” di George
Michael, che negli anni Ottanta fece arrossire una
generazione di ragazzine, ora non scandalizzerebbe proprio nessuno?
L'esasperata ricerca della trasgressione ha modificato la
soglia dell’accettabile che è, e inevitabilmente sarà, sempre più bassa. Come avrebbero potuto esistere, infatti,
venti anni fa programmi come “L’isola dei famosi” o “La
pupa e il secchione”? Quale stilista avrebbe mai creato
mutande con l’elastico spesso dieci centimetri per farlo
spuntare appositamente dai pantaloni?
Gli adolescenti sono a metà tra l’infanzia, che è ancora inconsapevole, e l’età adulta, che possiede la maturità per distinguere che cosa è eccessivo. Per questo
hanno poche difese nei confronti dell'imbarbarimento
dei costumi: non avendo vissuto abbastanza per avere
categorizzato in maniera socialmente accettabile la
“normalità”, molti giovani (i cosiddetti “truzzi”, ad
esempio) elevano con orgoglio il trash a simbolo della
loro generazione. Come potremmo altrimenti giustificare certi ridicoli indumenti fluorescenti o certe inquietanti e volgari fotografie?
Il mercato facilmente continuerà a produrre nuove
follie, spinto dalla costante tendenza a superare lo
stadio precedente, fino all'esagerazione. Ma a che
punto dovremo spingerci per poterci stupire ancora? Arriverà mai un’inversione di tendenza? Noi
aspettiamo (s)fiduciosi…
Margherita Tori, 18 anni, Liceo classico
“Mazzini”, Genova
IL NUOVO MUST-HAVE
PER GLI AMANTI
DELL’HIP-HOP STYLE:
LE PANTUTE
on è un errore di stampa, avete letto proprio
bene: sono arrivate le PANTUTE nella New
Collection di Frankie Garage, che sforna dal
suo garage tute di ogni modello per i fanatici dell’hip-hop che non perdono di vista la
comodità.
Il nuovo trend è la Frankie Garage TRAINING
RIBER in comodo tessuto simil-jeans. Le Pantute
hanno elastici alle caviglie e in vita, immancabili
per gli amanti del look sportivo e pratico; senza tralasciare, giustamente, la caratteristica scritta dietro.
Tra i possibili abbinamenti, la felpa, sempre
Garage, con zip e cappuccio color blue-jeans.
Chi vuole completare il look mantenendo questo
stile può aggiungere come accessorio cuffie Garage
o di altre marche, sempre grandi e preferibilmente
bianche, nere o gialle in modo da far risaltare di
più l’outfit.
Per le scarpe potete davvero sbizzarrirvi. Il mio consiglio, però, è orientato alla semplicità: Nike o
Puma, ma non troppo vistose!
N
Rody Dinganga, 17 anni
Istituto “Galileo Galilei”, Torino
AI CONFINI DEL
occasione della sua consacrazione come più
influente artista pop del momento, con la vittoria di
8 premi su 13.
E che dire di Alexander McQueen? Prima della sua
tragica scomparsa lo scorso inverno, stupì mandando in passerella modelle con ombrelli sulla testa e
immense bocche colorate di rossetto come magri
clown aggressivi, ed azzimò modelli androgini con
sinuosi costumi da bagno femminili.
La domanda che sorge spontanea è: esiste ancora
“un limite a tutto” ? La moda, lo stile, le tendenze
possono ancora essere arginate da un gusto universale che decreta cosa è accettabile o no?
Se da una parte la fantasia non può e non deve
avere limiti, dall’altra è innegabile che la percezione
di un certo cattivo gusto esista ancora, soprattutto se
scendiamo dall’iperuranio dei più estrosi artisti e stilisti e delle loro creazioni folli... magari apprezzate
incondizionatamente dagli esperti del campo, ma
spesso considerate di dubbio gusto o quantomeno
poco comprensibili dalle “persone normali” .
Perché abituarsi a situazioni e oggetti sempre più
esagerati? Perché per sopperire alla mancanza di
nuove idee vengono sdoganate e rese comuni agli
occhi del pubblico cose che, se osservate con più
lucidità, non dovrebbero essere considerate tali?
Nel 2002 vengono lanciate sul mercato le scarpe
Crocs, orrende ciabatte gommose e bucherellate, in
vendita nei colori più disparati. Immediatamente
queste strane galosce prendono piede (letteralmente) in Europa e negli Stati Uniti. Ora, non mettiamo
di certo in dubbio la straordinaria comodità e le
proprietà podologiche ampiamente certificate - che
si sarebbero comunque imposte sul mercato - , ma
era proprio necessario dare a queste calzature un
aspetto così pacchiano?
Ogni anno la marca Nike propone un nuovo modello di scarpa da ginnastica sempre più grossa e gommosa, che intrappola ad ogni collezione una porzione sempre più vasta di arti inferiori. L’ultima si
fermava sopra le caviglie; tra pochi anni non avremo più bisogno di ginocchiere, grazie alle nostre
nuove Nike!
Il fenomeno trash purtroppo non si limita solo a
creazioni di tipo pseudo-artistico, ma pervade
ormai ogni aspetto della cultura moderna, e quella
che un tempo sarebbe stata definita “sottocultura” è
diventato il livello standard universalmente accettato e apprezzato.
Che motivo c’era di creare un settore dell’ormai
celebre programma “Uomini e donne” dedicato agli
ettembre 2010: la copertina di Vogue Homme
Japan ritrae una sempre più eccentrica Lady
Gaga coperta (solo nei punti “topici”, ovviamente) da sanguinolente bistecche. Lo stesso
look verrà esibito dal vivo dalla diva al ritiro
degli MTV Video Music Awards di Los Angeles, in
GUSTO
COM’È DIFFICILE CAPIRE DOVE STIA
IL DISCRIMINE TRA ARTE POP
E VOLGARE KITSCH!
S
Juliet says hey it’s Romeo you nearly gimme a heart attack
He’s underneath the window she’s singing hey la my boyfriend’s back...
(Dire Straits - 1980)
“Due delle più
belle stelle del
cielo devono essere state attirate
altrove e hanno
pregato gli occhi
di lei di scintillare
nelle loro orbite
durante la loro
assenza. E se davvero gli occhi di
lei, gli occhi del
suo volto, fossero
stelle?”
Capodanno
con chi vuoi
Nella pagina sinistra: per lei
maglioncino e borsa H&M (15 e 10
euro), maglia Zara (10 euro); per lui
camicia Mosca (60 euro), Jeans
Denim (in saldo, 19,90 euro),
maglione d’Altieri (circa 50 euro).
Nella foto in basso, lui indossa un
paio di Clarks (120 euro), lei ballerine H&M (9,95 euro) e leggins
Golden Point (19 euro).
In questa pagina: per lui cappotto
Koan (150 euro), orologio Armani
(sui 200 euro); per lei golfino Lemlò
(70 euro circa) e maglietta Brandy
& Melville (16,50 euro).
“E' vero, io parlo
dei sogni, che
sono figli di un
cervello ozioso,
generati da
nient'altro che
da una vana
fantasia, la
quale è di una
sostanza sottile
come l'aria, e
più incostante
del vento.”
50 anni dopo
ROMEO& JULIET
Rose ben fatte con tessuto sollevato e vaporoso
per la pochette di H&M
in stile graziosamente
alternative-chic. Torna
alla ribalta il rosa
cipria, perfetto con gli
smalti marrone, fango e
scarlatto. Rigorosamente
bombato e protagonista
l’anello rosa antico.
“Amore corre verso amore, così come gli scolari lasciano i loro libri, per contro, amore lascia amore con volto
corrucciato con cui gli scolari vanno a scuola.”
Le Desert Boots della Clarks
sono un modello senza
tempo, e ora più che mai in
auge. Eleganti ma non impegnative, rimangono classiche coi jeans o col pantalone soprattutto nel camoscio
nero, beige e blu.
“Segui il mio consiglio, cessa di pensare a lei" "Oh, insegnami come posso cessar di pensare.”
Ciao, siamo Gaia e Cristina,
frequentiamo il liceo
classico a Roma. Amiche da
una vita, ci siamo
"inventate" questo nuovo
lavoro coinvolgendo altre
ragazze della nostra età.
Facmultum e facrestum ci
autodefiniamo: foto, testi,
vestiti, location sono farina
del nostro sacco.
Gaia Ravazzi, 16 anni
Cristina Altomare, 16 anni
Giorgia Nobile
NEO ROMANTIC
MOOD
i ispira a un classico di tutti i tempi,
Romeo e Giulietta, il servizio di moda
che domina queste pagine di Look
Smart. Niente paura, però: nulla di
troppo romantico. La nostra Giulietta
si chiama all’anagrafe Giulia ed è una
liceale romana come tante, sorpresa a canticchiare il celebre brano dei Dire Straits e,
unica concessione alla dolcezza, indossa
un pull rosa cipria e ballerine color salmone. La location? Da Verona, giardino dei
Capuleti, ci siamo spostati a Castel
Sant’Angelo, il complesso che da quasi duemila anni si specchia nelle acque del
Tevere. Lui, tutt’altro che disperato, ma sufficientemente fascinoso, la osserva divertito,
ben lontano dall’immagine dell’amore non
corrisposto. Ma, noblesse oblige, veste inesorabilmente chic!
E, poiché il pianeta moda è vario e inaspettato, segue un articolo sul look eccentrico ed
eccessivo dei fenomeni come Lady Gaga con,
novità, un pezzo di moda maschile alternativa che ci descrive la pantuta, suggerendo con
quali accessori indossarla.
S
Di contrasto, scivoliamo sul bon ton riscoprendo gli anni Cinquanta, un inno alla femminilità assoluta. Il mood era nell’aria da un
pezzo, come si è visto nelle campagne pubblicitarie dei profumi di D&G che evocano
quelle atmosfere, con dive bionde e vaporose dalle labbra rosso acceso.
Passando al do it yourself, questa volta
lunga permanenza in cucina per confezionare… maschere di bellezza con ingredienti naturali: i risultati ci sono (pensate a
Cleopatra), basta calibrare bene le dosi e
ricordare che le cure di bellezza “fai da te”
non hanno conservanti e quindi vanno
“cotte e consumate”.
Infine, i ringraziamenti a chi questa volta ha
scritto per collaborare e inviato i propri articoli: ragazze e ragazzi davvero smart!
Gianni La Rocca
MCN Studio di Roma
per l’ospitalità
LA MODA PASSA
LO STILE
RESTA
Favolosi Fifties: tornano gli anni di Marilyn
LookSmart
Anche la moda ha cervello
ROMEO
AND JULIET
AI CONFINI
DEL GUSTO
MASCHERE E MASCHERONI: come evitare
l’effetto cerone
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14 Febbraio