GENNAIO - FEBBRAIO 2011 STORIE DI COPERTINA Ridere allunga la vita SOCIETÀ L’amore ai tempi di Facebook ISSN 2035-701X “Poste Italiane. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Torino n° 1 Anno 2011”- € 1,20 RUBRICHE BACKSTAGE IERI ACCADRÀ DI SCATTO SNAKES AND LADDERS APPUNTAMENTI ANTISPOT NON È UN PAESE PER GIOVANI 20 22 TEST DAL LABORATORIO MUSICA CHI È LADY GAGA? 24 26 27 TUTTI IN PISTA CON VODA BOYCE AVENUE: COVER TARGATE USA! DAL LABORATORIO GIOVANI CRITICI SE MI PRENDE “UNA FEBBRE DA FIENO”? 30 32 34 35 36 LA RISCOSSA DELL’ASINO UN EDIPO ALTERNATIVO CHE VERSIONE, BARNEY! RECENSIONI DAL LABORATORIO COSTUME E SOCIETA’ GIULIETTA AI TEMPI DI FACEBOOK DESTINI GIÀ SCRITTI? EURONEWS IL “KAISER” DELLA VAL BADIA DIMMI COME SCRIVI E TI DIRÒ CHI SEI DA RAGAZZO HO FATTO L’AMBASCIATORE! OROSCOPO 40 44 47 49 50 52 53 SPECIALE IN PIAZZA DAY BY DAY 14 3 gennaio febbraio n°1 Direttore responsabile Renato Truce Vice direttore Lidia Gattini Coordinamento di redazione Eleonora Fortunato Redazione di Torino e Segreteria di Redazione Sonia Fiore corso Allamano, 131 - 10095 Grugliasco (To) tel. 011.7072647 / 283 - fax 011.7707005 e-mail: [email protected] Redazione di Genova Maria Elena Buslacchi tel. 010.8936284 - 010.8937769 e-mail: [email protected] Redazione di Roma Simona Neri via Nazionale, 5 - 00184 Roma tel. 06.47881106 - fax 06.47823175 e-mail: [email protected] Hanno collaborato Dal laboratorio Attualità: Eleonora Fortunato (supervisione giornalistica), Benedetta Magri, Marika Carulli, Maria Chiara Parisi, Marcella Pascale, Daniele Nugnes, Giulia Molari, Luca Savio. Dal laboratorio Musica: Chiara Falcone (supervisione giornalistica), Chiara Colasanti, Dalila Cavallo, Margherita Tori. Dal laboratorio Giovani Critici: Maria Elena Buslacchi (supervisione giornalistica), Cristina Altomare, Greta Pieropan, Elena Dardano, Paolo Fornari, Eleonora Zocca, Federico Godino, Aleks Attanasio. Dal laboratorio Costume e Società: Simona Neri (supervisione giornalistica), Gaia Ravazzi, Isabelle Gigli Cervi, Laura Santi Amantini, Andrea Boutros, Chiara Piotto, Elena Prati. Dal laboratorio Fotografia: Gaia Ravazzi, Irene Gittarelli, Carola Bernardo, Ambra Zelda Pizzato, Mattia Calicchia, Tommaso Caruti Antonelli, Edoardo Caroselli. Impaginazione Giorgia Nobile, Gianni La Rocca Illustrazioni Alessandro Pozzi Fotografie e fotoservizi Circolo di Sophia, Massimiliano T., Fotolia, Sito web: www.zai.net Francesco Tota Editore Mandragola Editrice società cooperativa di giornalisti via Nota, 7 - 10122 Torino Stampa Artigrafiche Boccia S.p.A. via Tiberio Claudio Felice, 7 84131 Salerno Zai.net Lab Anno X / n. 1 - gennaio-febbraio 2011 Autorizzazione del Tribunale di Roma n°486 del 05/08/2002 Abbonamento sostenitore: 25 euro Abbonamento studenti: 10 euro (9 numeri) Servizio Abbonamenti MANDRAGOLA Editrice società cooperativa di giornalisti versamento su c/c postale n° 73480790 via Nazionale, 5 - 00184 Roma tel 06.47881106 - fax 06.47823175 Main sponsor Realizzato con il contributo di: Assessorato all'Istruzione, Formazione, Ricerca, Innovazione tecnologica e informatica, Politiche sociali, Terzo settore, Cooperazione internazionale della Regione Liguria. Una risata per vincere la paura del futuro: la prima copertina del nuovo anno racconta l’energia e il calore sprigionato dagli studenti in piazza. E l’idea di domani è il leit-motiv che lega tra loro le pagine dedicate ai vostri interventi durante e dopo i giorni caldi dell’approvazione del Ddl Gelmini. Un futuro che per alcuni, come Marika a pag. 20, è compromesso, ma per il quale si può ancora lottare per garantirsi opportunità e migliorare la società, come invece scrivono Daniele, Maria Chiara, Giulia, Eleonora e tanti altri. “Non siamo quelli del ’68, siamo più determinati, la tecnologia ci rende più uniti e coscienti di quello che succede nel mondo” è il messaggio che è emerso con più urgenza dai loro interventi. E se anche il nuovo look delle nostre pagine strizza l’occhio ai tempi che cambiano, chi meglio di Lady Gaga può esserne definita l’icona più rappresentativa? Dalila e Margherita dipingono “la Germanotta” come un’autentica forza della natura, la cui energia irrompe nelle giornate di milioni di fan in tutto il mondo. Poi un salto al cinema, con due film scelti dai giovani critici per colorare le lunghe sere d’inverno, e in libreria, dove “Asini e filosofi” vi aspetta per farvi ricredere su un luogo comune di secoli (cosa c’entra l’asino con l’asininità?). E dopo i giovani critici, arrivano le “Ragazze… sugli sci”, studentesse a tu per tu con i campioni per conoscere da vicino gli sport più amati o più curiosi. Febbraio… 14 febbraio… Suvvia, non facciamo i vaghi! A pag. 40 scoprirete la nostra inchiesta sull’amore ai tempi di Facebook: nel XXI secolo andiamo ancora alla ricerca di una passione totalizzante come quella dei due fidanzati di Verona? Lo abbiamo chiesto a tutti voi attraverso il nostro gruppo Facebook e a un’ospite d’eccezione, Deniz Ozdogan, prossimamente a teatro proprio nei panni di Giulietta. Ma non finisce qui: all’interno di Look Smart la coppia più celebre di tutti i tempi ci aspetta in una cornice davvero inedita, cioè Castel Sant’Angelo a Roma, non perdeteli! Buona lettura! In copertina una foto scattata da Irene Gittarelli, 19 anni, di Torino. Zai.net ha ricevuto il patrocinio di: Centro Unesco di Torino Sponsor: I CANTIERI DELL’ETERE La rivista è stampata su carta riciclata E 2000, Cartiere Cariolaro Questa testata fruisce dei contributi statali diretti della legge 7 agosto 1990, n. 250. Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana In collaborazione con: Backst a g e Hanno contribuito a questo numero: MARGHERITA TORI 18 anni, studentessa al liceo classico “G. Mazzini” di Genova. Appassionata di moda e lettura, vive tra pile di riviste alla perenne ricerca dell’equilibrio tra parola e immagine. Le sue passioni sono i film horror e i cani carlini. Il suo sogno è quello di viaggiare per confrontare gli stili di tutto il mondo come fashion editor di una testata di moda; la scoperta di Zai.net le ha permesso di cominciare a piccoli passi questo cammino. Su questo numero, non perdete la sua recensione del concerto di Lady Gaga e l’articolo sul trash dentro a Look Smart! ISABELLE GIGLI CERVI 18 anni, frequenta l’ultimo anno del liceo classico “D’Oria” di Genova. È da sempre appassionata di musica, fotografia, pittura e letteratura; le piace viaggiare come occasione di crescita per ampliare i suoi orizzonti ed entrare così in contatto con culture differenti. Da quindici anni studia danza classica e contemporanea frequentando stage di perfezionamento in Italia e in Francia. Coniuga la passione per lo spettacolo con quella per il giornalismo ed è a capo della rubrica “Teatro” del giornalino scolastico “Dragut”. FEDERICO GODINO 17 anni, di Arenzano (Genova). Studia al liceo classico "Mazzini" di Genova, quando non si dedica allo sci o alla vela. Appena può, infatti, corre in montagna su qualsiasi barca cerchi equipaggio, dovunque essa vada. Ama dipingere a olio, per fissare pensieri e impressioni. Il giornalismo gli piace perché gli dà la possibilità di vedere molte sfumature della realtà e di esprimere le proprie idee. Nei ritagli di tempo studia le lingue straniere, e in treno, da bravo studente pendolare, ciò che va fatto per la scuola! Questo mese ci parla di teatro. ALESSIO BUSONERO Al quinto anno al liceo scientifico “G. Marconi” di Grosseto, Alessio ha 18 anni e pur studiando volentieri le materie scientifiche, in terza liceo si è appassionato alla letteratura grazie ad alcuni grandi classici. Così è nata anche la passione per la scrittura, fino al giornalismo, che potrebbe anche essere un’idea per il futuro. Suona il basso elettrico in un gruppo rock, Il Re Dinosauro, di cui a breve verrà pubblicato il primo ep. Ritiene che l’esperienza musicale completi e aiuti quelle della lettura e della scrittura. ELEONORA ZOCCA 16 anni, vive a Roma e studia al liceo scientifico "Newton". Dopo aver divorato parecchi libri, ha deciso di cimentasi nella scrittura. Adora andare in palestra a ballare hip hop insieme alla sua migliore amica. Da quando li ha scoperti, i Muse sono diventati la sua droga giornaliera. Inoltre, le piacciono i Coldplay, gli Oasis e i Guns n' Roses. Sogna la scuola in America e un futuro pieno di viaggi e nuove conoscenze. Su queste pagine possiamo leggerla nello speciale dedicato alle proteste e tra i giovani critici. LAURA SANTI AMANTINI 18 anni, studia al liceo linguistico "Grazia Deledda" di Genova. Collabora con Zai.net da ormai parecchi mesi e spera di poter approfondire sempre di più il legame con l'affascinante mondo del giornalismo. Ama follemente scrivere e dai racconti piano piano è approdata agli articoli, focalizzandosi in particolar modo sull'attualità. Fra le sue passioni, oltre alle lingue e ai viaggi, ci sono la letteratura e la filosofia. Senza dimenticare il cinema e soprattutto il teatro: da due anni si cimenta, infatti, anche come attrice. 5 Ieri acc a drà A cura d i Andrea Boutros 17 anni, , Genova Laborato rio Costu me e So cietà Notizie serie e curiose selezionate dai calendari del passato 1 FEBBRAIO 8 FEBBRAIO 19 FEBBRAIO 1945 In Italia viene introdotto 1692 Un medico del villaggio 1986 Dopo 37 anni di attesa, il Suffragio Universale con il quale per la prima volta viene dato diritto di voto alle donne. di Salem, nella Colonia della Baia di Massachusetts, dichiara che tre ragazze adolescenti sono possedute da Satana, portando al Processo alle streghe di Salem. il Senato degli Stati Uniti approva un trattato che dichiara illegale il genocidio. 3 FEBBRAIO 1957 Prende avvio sulla RAI il contenitore Carosello, che negli anni diverrà indice di cambiamento delle abitudini degli italiani a causa (o grazie) alla televisione. 7 FEBBRAIO 1871 Un dentista americano inventa il trapano odontoiatrico: un modello a molle che raggiunge gli 800 giri al minuto. 9 FEBBRAIO 2009 Eluana Englaro muore nella clinica "La Quiete" di Udine alle 19,45 in seguito all’incidente automobilistico del 1992. Il suo triste caso solleverà un acceso dibattito all'interno del Parlamento italiano e dell'opinione pubblica, mettendo in evidenza l'impreparazione della legge italiana in ambito di eutanasia e testamento biologico. 14 17 FEBBRAIO 1986 Giordano Bruno viene messo al rogo per eresia a Roma in Campo de’ Fiori. 28 FEBBRAIO 1922 L'Egitto ottiene l'indipendenza dal Regno Unito. FEBBRAIO 496 Viene istituita da papa Gelasio I la festa degli innamorati: San Valentino. 2002 La Lira italiana cessa di avere corso legale, sostituita dall'euro. 1971 Le donne ottengono il diritto di voto in Svizzera. 7 o D i Scaertntardo arola B Foto di C 7 anni, Torino 1 fia o Fotogra ri to ra o b La Ogni mese la redazione di Zai.net seleziona tra le vostre creazioni la migliore fotografia per pubblicarla in questa rubrica IL RICHIAMO DEL MARE Mandate i vostri scatti più belli a: [email protected] Snakes Laddersand A cura d i Benede tta Magr 17 anni, i, Rapallo (Ge) Laborato rio Costu me e So cietà CARNEVALE È IL MOMENTO DELL'ANNO IN CUI SI PUÒ ESSERE CHI NON SI È, MA CI VUOLE STILE. ANCHE I ROMANI LO FACEVANO UNA VOLTA ALL'ANNO: I SERVI SI VESTIVANO DA PADRONI E VICEVERSA CARTOONS ANNI 90 - Ho visto un ragazzo che si è travestito da Cusco, il re delle follie dell'imperatore. Era semplicemente geniale! Certo impersonando i cartoons dell'ultimo ventennio si incorre in un inconveniente... Tua nonna potrebbe non capire da cosa ti sei travestito! FUORI LUOGO, MA NELL'ATMOSFERA GIUSTA Avete l'occasione di scappare e recarvi a Venezia o Viareggio, ma vi manca il tempo per organizzare il travestimento? Potete essere scusati, però ci sono ottimi negozi di travestimenti che vendono o noleggiano abiti anche da cosplayer. Visitate questo sito ad esempio www.lastranacasa.com troverete anche costumi sexy per feste intime, per un carnevale alternativo... ONLY MAKE-UP - Potete anche vantarvi di averci perso del tempo, però se il make-up non è macabro siete appena passabili. Consiglio: un bel trucco vi può rendere dei mimi da favola. STREGA = UN MISERO CAPPELLO A PUNTA Innanzitutto è carnevale e non Halloween, e poi un travestimento deve essere completo, un accessorio mi sembra un po' misero... Piuttosto fate finta di essere rimaste indietro e tirate fuori i vestiti da Befana che usate tutti gli anni al 6 gennaio. ! “Snakes and ladders” - “serpenti e scale” - è un gioco di orgini antichissime nato in India. Inizialmente a sfondo morale (la scala simboleggiava la via per la purificazione) passò in Inghilterra, dove assunse le caratteristiche attuali di simil gioco dell'oca. Variazione americana è “Chutes and Ladders”, ovvero “scivoli e scale”: lo scopo è lo stesso, ovvero arrivare in fondo al percorso: le scale fanno avanzare, i serpenti fanno tornare indietro. 5 4 3 2 1 -1 -2 -3 -4 -5 TRAVESTIMENTO DI GRUPPO - Un travestimento di sicuro successo deve essere corredato di accessori, che spesso vanno impersonati da altri! Se siete una decina di amici il travestimento di gruppo è perfetto... Vi sfido: Crudelia Demon e la carica dei 101... Voglio vedervi in 102 tutti insieme! MERCU SCUROT - Qualche idea di cosa sia? Si tratta di una tradizione goliardica di Borgosesia (VE) che si potrebbe addire ai giovani. Non vi svelerei troppo, piuttosto vi consiglierei di andare su google e digitare "mercu scurot" così capirete bene la tradizione, vi basti sapere che sono necessari: un mantello nero, un cappello a cilindro nero, un papillon bianco e, strumento fondamentale, un "cassu" cioé un mestolo. Naturalmente vi serve anche un buon fegato, perché ogni casa in cui si bussa e' necessario si beva l'alcolico che viene offerto e si gira per tutta la notte! COME IL VICINO DI BANCO - A carnevale ogni scherzo vale, quindi perché non prendere in giro un amico... Il secchione un po' gobbo con gli occhiali, ormai è roba passata di moda! L'imitazione di un tamarro è meglio! COSTUME DELL'ANNO PRIMA - Va bene, vi sarete impegnati l'anno precedente, ma almeno dovete migliorarlo, oppure aggiungerci l'atteggiamento, altrimenti sarete monotoni e ridicoli! BASTA CLOWN! - Sembra sempre la scorciatoia più semplice: si mettono due scarpe diverse e il naso rosso e il gioco è fatto. Proibito! Piuttosto travestitevi da barboni e andate in una grande città, se recitate bene la vostra parte secondo me riuscite anche a ripagarvi i soldi spesi per il treno! SONO TRAVESTITO DA ESSERE UMANO Tristissimo! Non si può, almeno mettetevi in pigiama così potrete fare i pigri, tanto credo che vi calzerebbe a pennello come travestimento, se non avete neppure la voglia di pensare! 9 ment i a t n u p Ap tto, iara Pio i Ch ia A cura d La Spez 17 anni, ocietà tume e S s o C o ri Laborato Tutto il mese PERUGIA - “Clima. Il pianeta che cambia”. Un titolo che parla da sé, che subito suggerisce la immediata e attualissima importanza del tema trattato. Già, perché qui non si tratta di voler fare gli ambientalisti, né gli apocalittici. Il mondo in cui viviamo sta cambiando e noi dobbiamo acquisirne consapevolezza. Curata dall’American Museum of Natural History di New York, la mostra è interattiva e dinamica nel suo intento di illustrare ai visitatori la scienza dei cambiamenti climatici e il loro possibile evolversi nel futuro, con tanto di conseguenze. Spiega inoltre a noi, giovani sperperatori, come limitare i danni al nostro pianeta e contribuire ogni giorno alla sua salute. Cin Cin! www.ilpianetachecambia.it 3 Febbraio ROMA E MILANO - Il momento è giunto: la Cina si prepara ad entrare nell’annata del coniglio, festeggiando con cibi tipici tra i più ricercati, dragoni coloratissimi di stoffa, rituali e vecchissime tradizioni il proprio capodanno. Nella notte tra il 2 e il 3 febbraio, nelle piazze e nei ristoranti cinesi di Roma e Milano ma anche di altre città italiane, gli amanti dell’oriente potranno entrare in contatto con una delle loro festività più importanti, partecipando non soltanto alla tipica abbuffata di spaghetti cinesi con le bacchette, ma pure alle sfilate. Uominireggi- dragoni cercasi! 10-13 Febbraio TORINO - Tutta la crème de la crème del basket italiano concentrata, carica, pronta a sfidarsi e a contendersi il primo titolo della stagione 2011, in 7 appassionanti sfide a eliminazione diretta, dove la possibilità di emergere è solo una, e sarà solo il migliore a vincere. Un evento imperdibile per qualsiasi amante del basket non solo NBA ma anche “all’italiana”, a cui ricordiamo che, almeno per assistere, non si richiede la modica altezza minima di 2 metri e 10! www.finaleight2011.it Dall’11 Febbraio BRESCIA - Un nome: Henri Émile Benoît Matisse. Il nome di uno dei maggiori esponenti di tutta l’arte moderna. Un uomo, un artista e il suo rapporto con un altro grande, incommensurabile genio: Michelangelo. Ed è proprio il loro rapporto, tra ispirato e ispiratore, che questa mostra indaga, per delineare immagini a tutto tondo, complete, della loro grandezza. www.matissebrescia.it www.regioni-italiane.com/capodanno-cinese 11-12-13 Febbraio TORINO - “Auto, moto, accessori, ricambi d’epoca, editoria, modellismo”, questo quel che l’Automotoretrò, il grande salone torinese interamente dedicato alle auto e moto d’epoca, ha da offrire. Con espositori da tutto il mondo, oltre 450, i curiosi e gli intenditori avranno modo di ammirare veri e propri gioiellini ormai non solo rari ma unici, riviste che li ritraggono nei loro primi splendori e, per i più nostalgici, di partecipare sabato 12 all’asta di giocattoli d’epoca. www.automotoretro.it 10 11-14 Febbraio 23 Febbraio GENOVA - Un iter artistico dall’Espressionismo alla Pop Art, che non manchi nessuna delle manifestazioni più o meno note dell’Arte Contemporanea; un’occasione unica per avere una panoramica completa su tutte le migliori gallerie d’arte italiane; un modo per venire in contatto anche con le ultimissime manifestazioni artistiche dell’arte internazionale; un evento che permetta di comprare prestigiosi elementi artistici per adornare salotti e studi; infine, una fiera che possa anche portare ispirazione a tutti gli artisti alle prime armi. Tutto questo, e molto di più, alla settima mostra mercato d’arte contemporanea e moderna di Genova! MILANO - Unica data e per la prima volta in Italia, arriva al Palasharp di Milano Katy Perry,la signorina pin-up dagli occhi blu che con le sue note scanzonate e irriverenti ha conquistato il mondo della musica alla velocità della luce. Partita alla conquista del suo pubblico con la ribelle I kissed a girl, passata attraverso nuvole di zucchero filato in California girls e vestiti i panni di Barbie in un altro video “particolare”, Miss Katy ha cantato anche i pensieri dei più giovani nel suo ultimo album Teenager dream, e in particolare nell’ultimo singolo uscito Firework. Tra spose arrabbiate che rincorrono mariti in bicicletta, bamboline di zucchero intrappolate in cubi di gelatina e Barbie tinte che navigano su internet, siamo curiosi di vedere cosa ha in serbo per il suo show! www.artegenova.org www.katyperry.com 14 Febbraio MONTECATINI (PT) - Per un romanticissimo San Valentino, al Teatro Verdi di Montecatini Luca Argentero vestirà i panni di Shakespeare nella rivisitazione teatrale di Shakespeare in love, pluripremiato del 1998. Dolce, divertente, un tuffo nell’affascinante ed eterno mondo shakespeariano. “Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita”. Info su TicketOne.it 14 Febbraio SARZANA (SP) - Agli amanti di Agatha Christie, Arthur Conan Doyle e Simenon, per chi almeno una volta ha desiderato, se non i baffetti dal dubbio gusto estetico di Poirot, il loro ingegno, la loro intuitività e la loro capacità di sciogliere i meccanismi dei più complicati delitti; l’ora di farsi avanti è giunta. Ebbene sì, rispolverate i vostri gialli in soffitta, perché il 14 febbraio vi attende un appuntamento nella fortezza di Sarzanello, a Sarzana, per una cena con delitto: un’occasione per mangiare nell’atmosfera unica di un antico castello assistendo a un delitto in veste di investigatori, con tanto di indizi, testimoni e tutto ciò che fa parte dell’ambientazione thriller per giungere alla soluzione del mistero. 20-27 Febbraio VIAREGGIO - Le origini di questo evento risalgono al lontano 1873; vi partecipano persone da tutta Italia e di tutte le età, è conosciuto a livello internazionale come uno degli eventi più divertenti e più caratteristici italiani: è il Carnevale di Viareggio, ovviamente! Anche quest’anno torna sul lungomare viareggino una tra le più grandi sfilate di carri in movimento del mondo, con le sue disparate tematiche e con le sue follie, senza dimenticare la quantità smisurata di travestimenti, coriandoli e brigidini. www.viareggio.ilcarnevale.com www.fortezzadisarzanello.com 11 Ant ispo t pan, ta Piero e r G i d (Bs) A cura zzolengo o P i, n n Critici 18 a Giovani o ri to ra Labo LIBRI E SPOT Vi sarete di certo imbattuti nello spot in cui una musica stile film horror di infima categoria fa da cornice a una Manuela Arcuri elegantissima, che apre bocca e ci fa cadere le braccia, togliendoci anche la possibilità di cambiare canale! Poveri noi! Già più volte su queste pagine ci siamo accorti di come la pubblicità in generale non sia un bello spettacolo, ma quando poi un’attrice ci racconta in modo così finto una storia di sms (le squilla pure il cellulare!) e ci dice: “Leggetelo, è bellissimo!”, tocchiamo il fondo. Un fiume di polemiche e risate su questo spot; forse quello che volevano gli stessi pubblicitari? Non a caso l’autore, Alfonso Luigi Marra, è un ex politico… che abbia imparato la massima “bene o male, purché ne parlino”? E per seguire lo stile della politica, per par condicio ecco il commento di Marra immortalato dalle pagine del Corriere: «A coloro che, in questa ‘cultura’ degli orifizi e delle strullate, si sperticano a definire lo spot della Arcuri il più brutto possibile, si può solo rispondere che la gelosia è il più umano dei sentimenti». Gelosia? E per cosa! Per la brutta figura della povera Arcuri? Se volessimo vedere orrori ci basterebbe guardare quella varietà di casi umani chiusi in una casa. Per vendere un libro, che non giudicheremo in questa sede perché non è quella adatta (e perché non avendolo letto non vorremmo stroncare il nuovo Premio Nobel per la letteratura o il prossimo Pulitzer), si possono pensare anche spot più incisivi, usando al meglio anche una bella testimonial. Ragazzi aggrappatevi al telecomando quando vedrete quello spot, mi raccomando! E correte subito a comprare Il labirinto femminile! GRIGIO NUCLEARE Grigio. E in cerca di réclame più colorate, ammetto di non averlo nemmeno notato, quando l’ho visto per la prima volta. Nel criticato spot che pubblicizza il Forum italiano sul nucleare, la situazione è molto semplice: in un grande salone non meglio definito, due uomini, che alla fine scopriremo essere la stessa persona, giocano a scacchi, e a ogni mossa ciascuno fa corrispondere un’idea sul nucleare. L’uomo contrario, che gioca con i pezzi neri, è evidentemente meno informato dell’avversario, il bianco, che risponde sempre con “una grande mossa”… Fioccano le polemiche. Innanzitutto sui messaggi “subliminali”. Andiamo dietro le quinte, e cosa troviamo? Troviamo che a volerlo è Chicco Testa, ora presidente del Forum, e che a finanziarlo sono aziende che potremmo definire vere e proprie “lobby” delle centrali. Allora sì che le polemiche vanno oltre… “Il risultato è di grandissimo interesse politico. La battaglia è stata dura per i grossi interessi in campo”. Sono parole di Chicco Testa, (sì quello dello spot) pronunciate il 9 novembre 1987, all’indomani del referendum che portò all’abbandono del nucleare in Italia. Parole che ora, in un’intervista a “La Stampa”, riportata dallo stesso forum, cambiano: «Il referendum fu pochi mesi dopo l’incidente di Chernobyl. E poi se si sommano i non partecipanti al voto, gli astenuti, le schede nulle e i voti contro l’abrogazione, in realtà chi vinse il referendum non rappresentava la maggioranza degli elettori. Evidentemente già allora oltre il 50% della popolazione aveva serie perplessità sul fatto di dire “no” all’energia nucleare». Grazie, signor Testa, avevamo bisogno di sapere che il referendum aveva un esito diverso, ora che per caso lei è a favore del nucleare, e ora che sappiamo che lo spot è evidentemente e senza dubbio a favore del nucleare, benché propini nel suo grigiore apparentemente neutrale un libero scambio di idee. Come spot, bocciato. È uguale a tutti gli altri, ci propone cose poco vere e molto di parte! Come fonte di polemiche, non si può che promuoverlo: chissà che serva a scuotere gli italiani dal loro torpore invogliandoli a consultare altre fonti sull’annosa questione. 12 anni Specidai Irele relli, 19 ne Gitta izio Fotoserv - Torino Guarini” “ to tu ti Is IN PIAZZA DAY BY DAY I DIARI DEI NOSTRI REPORTER NEI GIORNI DELLA PROTESTA CHE HA SCALDATO LE PIAZZE ITALIANE. UNA RIVOLTA GENERAZIONALE CONTRO CHI PARLA DI MERITO E SENSO DELLO STATO E POI FA UN USO SEMPRE PIÙ PRIVATO DELLE ISTITUZIONI n molti hanno sperato che le vacanze di Natale servissero a placare il sacro fuoco con cui gli studenti delle superiori, dell’università, i dottorandi e i ricercatori hanno fatto sentire la loro voce contro la riforma Gelmini dell’università. Una riforma che, semplicemente, decide il futuro del nostro Paese. Una riforma che, secondo tanti, non è all’altezza del compito così delicato che le spetta. Sul sito avete continuato a mandarci le vostre testimonianze, i racconti delle occupazioni, i vostri stati d’animo prima e dopo giornate che resteranno a lungo nella memoria. Ne abbiamo scelte alcune I 14 perché resti immortalata anche su questa carta quella che è molto più di una protesta contro una serie di articoli e di commi. 30 NOVEMBRE: PASSA LA RIFORMA DELL’UNIVERSITÀ La generazione studentesca e universitaria ha dichiarato guerra. Non si arrende. Non vuole scendere a compromessi, non accetta un governo che, invece di investire sul futuro, le ruba ogni sogno. Scende in piazza, si riversa per le strade, blocca stazioni e non cede. La riforma Gelmini il 30 di Novembre è stata approvata all'assemblea di Montecitorio con 299 voti favorevoli, 9 contrari, e 159 astenuti. Ancora non è detta l'ultima parola, ma certo è che questi dati sono a dir poco sconcertanti. Come è possibile che , nonostante l'ampio dissenso in tutta Italia, la riforma abbia avuto così tanti voti a favore e così pochi contrari? Nichi Vendola paragona Roma al Cile ai tempi di Pinochet. Piazza Montecitorio irraggiungibile, bloccati tutti gli accessi dalle forze dell'ordine. La galleria Alberto Sordi chiusa. I celerini che, muniti di scudi, caschi e manganelli sono pronti a sferrare il loro attacco. Di certo in quel martedì grigio e cupo, con il freddo che si infilava nelle Converse e con le teste sotto i cappucci per proteggersi dalla pioggia, non si percepiva molta libertà nell'aria. foto di: Mattia Calicchia, 18 anni, Itis “Fermi” - Frascati (Rm) alle altre grandi città. Forse appesantito dall’esperienza «Io non posso stare ai loro giochi. Mi devo laureare... e dell’Onda nel 2008, ha reagito meno prontamente alla presto. Non mi posso permettere di perdere un semechiamata delle proteste nel resto d’Italia, ma ha infine stre. Sostengo le spese dell'università da sola e ho saputo indirizzare la protesta studentesca verso un intenzione di andarmene al più presto» è quanto dice panorama di contestazione più ampio. Punto centrale di una giovane ragazza di 25 anni. forza del movimento sono stati gli studenti medi, preInfatti i giovani prendono sempre più in considerazione senti in massa sin dalle prime manifestazioni. Diverso, l'idea di trasferirsi in altri Stati dove, se sei uno stuinvece, il discorso per gli studenti universitari, che dente competente, non devi sborsare un soldo, dove i hanno per lo più latitato e sofferto di divisioni interne. ricercatori sono retribuiti con degni salari, e dove, se In questa situazione di difficile coesione il movimento è hai in mente un progetto, ti si dà la possibilità di attuarperò riuscito non solo ad esprimere un forte e unitario lo con mezzi e risorse adatti. dissenso nei confronti del ddl Gelmini, ma ha portato Sono menti e soldi che se ne vanno dall'Italia, poiché avanti una contestazione più puntuale nei confronti un brevetto porterebbe milioni se non miliardi di euro della politica di tagli e dequalificazione che da anni spaalle casse dello Stato, purtroppo però questo i nostri droneggia in Italia. Al grido di “non ci rappresenta nesministri ancora non l'hanno compreso, visto che si ostisuno”, gli studenti hanno deciso di riprendersi il proprio nano a fare tagli sempre più consistenti nel campo della futuro, partendo dalle occupazioni delle scuole a quelle cultura e dell'istruzione. delle strade, fino ad arrivare al blocco del porto nel Il 14 si voterà per la fiducia al governo. Ci si prepara ad giorno della discussione alla Camera del ddl. un'altra protesta. A migliaia saranno i ragazzi che scenL’ultimo corteo culminato con l’azione di volantinaggio deranno in piazza e che faranno sentire le loro voci. alla Billa in supporto dei Perché di certo non si arrenlavoratori delle cooperative dono e non vogliono che i della logistica è stato il loro sogni restino una mera simbolo della presa di speranza, un'utopia. coscienza da parte degli Eleonora Zocca, 16 anni, Liceo Chiariamolo nero su studenti di un necessario scientifico “Newton” – Roma bianco, non siamo quelli del collegamento con il mondo '68, non c'era internet in quel del lavoro. In questo senso L’ONDA TRA I CARRUGI il movimento ha in parte L’autunno caldo a Genova periodo, allora la pecora superato i limiti del 2008, quest’anno è iniziato leggerseguiva il gregge prendendo una posizione mente in ritardo rispetto 15 decisa contro un presente di dequalificazione e un futuro di precarietà e disoccupazione. Marcella Pascale, 20 anni, Genova 14 DICEMBRE, LA SCUOLA NON È UN’AZIENDA Roma, quartiere Prati. Ore otto davanti a scuola: la nostra scuola, quella che, senza mezzi termini, vogliono distruggere facendoci credere che in realtà la riforma Gelmini possa migliorare il sistema dell’istruzione italiana. Non siamo in molti a manifestare, ma certo più delle altre volte, e questo ci rende felici, perché vuol dire che qualche altro studente ha capito che è per il nostro futuro che combattiamo, e non certo per saltare scuola. Poco tempo fa il Presidente del Consiglio ha detto: «I veri studenti stanno a casa a studiare» insultando implicitamente tutti i ragazzi che vanno a manifestare. È sicuramente vero che una buona parte lo fa per non andare a scuola e non sa nemmeno il perché della manifestazione, ma è altrettanto vero che ci sono tanti, tantissimi studenti che scendono in piazza per il loro diritto allo studio, per il loro diritto a un futuro stabile e non precario. Partiamo da scuola, passando per via Barletta, dove ci troviamo con altri licei della zona, destinazione Piramide, dove partirà il corteo che arriverà a Piazza Venezia. Tutto come sempre. Cori, tante bandiere e soprattutto tanta voglia di riuscire a fermare questo decreto distruttivo per noi studenti, non certo per i politici. Parte il corteo, ogni cosa è tranquilla, nessuno scontro con la polizia, si cammina semplicemente – ma ormai in Italia forse è un reato anche questo, anzi un delitto di lesa maestà nei confronti di qualcuno che ci tratta come fossimo pupazzi. Come ci insegna la storia, la gente tende a dimenticare. Nessuno ricorda che le dittature puntano sempre alla distruzione della scuola perché essa forma i giovani affinché non diventino gregge. Pacificamente – cosa che ovviamente non hanno riportato i giornali – siamo arrivati a Piazza Venezia. Lì, dopo la conclusione del corteo, si è infiltrato il gruppo dei Black Block, formazione anticapitalista che protesta in maniera a dir poco vandalica. Una lotta con i celerini innesca il caos. Separati da una camionetta della polizia, da una parte lanciano petardi, fumogeni e spazzatura, dall’altra tirano i manganelli e i caschi. La situazione diventa insostenibile, quello che è successo dopo è noto a tutti. Giornali, tv, ogni tipo di mass-media hanno comunicato semplicemente che ad accendere la miccia sono stati i manifestanti, e invece così non è stato. Silvio Berlusconi ha accusato la sinistra di averci strumentalizzato, e invece così non è stato. La riforma non doveva passare per far sì che si desse voce a noi studenti almeno per una volta, e invece così non è stato. Troppe prese in giro, troppa ipocrisia, troppo egoismo nei nostri confronti, eppure siamo noi gli adulti di domani, quelli che si ritroveranno un Paese a pezzi. Noi giovani dobbiamo avere la libertà di studiare per diventare ciò che vogliamo essere. Lo studio ci insegna prima di tutto il rispetto e la convivenza civile all’interno della nostra società. Non voglio che la mia scuola sia un’azienda, voglio che sia una scuola di vita grazie alla quale crescere. C’è chi è stato ammaestrato e subisce col capo chinato, noi no. Il futuro in questione è il nostro. Maria Chiara Parisi, 16 anni, Liceo classico “Dante Alighieri” - Roma LA NOSTRA RIVOLUZIONE Sì è vero, sarebbe più che mai oggi il giorno della rivoluzione... tutte, troppe parole inutili, troppe persone che stanno lì e non sanno neanche loro bene il perché, gli piovono soldi addosso come fosse pioggia, e devono solo premere un pulsantino, cosa gli costa. Accendi il TG e fuori di casa c'è il caos, senti e ti accorgi che è la gente della tua età che la sta facendo, l'evento mi dà fiducia, forse in futuro cambierà qualcosa. Probabilmente 16 Se il nostro obiettivo è quello di diventare il sistema che vogliamo vedere in Italia, allora togliamoci dalla testa il passamontagna e in piazza scendiamoci tutti farò parte di questa rivoluzione perché sono dell'idea che le parole che non diventano azione non hanno senso, e in qualche modo sono fiero dei miei coetanei e scenderò in piazza con loro. Il cuore ti si allarga, un po' di paura sale, il futuro? Chi lo sa, ma per stare in pace con la coscienza cerchi di fare il meglio, i "non mi va" diventano sempre di meno. Cerchi soldi con un lavoro, cerchi un titolo con lo studio, qualcuno ti assicura niente? Ovviamente no. E la cosa che mi fa più pensare, è che forse siamo soli, siamo una classe sociale debole: se gli adulti chiudono gli occhi, se gli adulti non sentono più il proprio figlio in casa incazzato nero, se per i genitori la rabbia di un figlio non ha più valore e non gli viene neanche minimamente in mente di scendere in piazza con lui, come possiamo pretendere che ci ascolti chi comanda? Se a un poliziotto basta mettersi un casco e una divisa per scordarsi di essere un padre, se gli bastano queste due cose per non capire che non avrà mai 5000 euro al mese per pagare l'università del suo stesso figlio, si può fare poco. Se l'egoismo della popolazione adulta fa chiudere gli occhi e dire "sono giovani, non sanno bene quel che fanno" possiamo veramente fare poco, ripeto, siamo una classe debole. Una cosa però so per certo. Siamo migliori di loro. E non lo dico da 20enne, lo dico perché siamo cresciuti con molte più cose a cui poter pensare, molte più informazioni, molte più qualità e molte più capacità, il nostro cervello si è sviluppato in maniera maggiore e migliore rispetto alla loro, è un dato di fatto, siamo in grado di parlare con una persona dal vivo, con altre cento online mentre guardiamo un film e mandiamo un messaggio con il cellulare. Per loro è troppo semplice e troppo scontato avere ragio- 17 I punti critici secondo Napolitano La riforma è diventata legge il 23 dicembre e il 30 è stata promulgata in seguito alla firma del Presidente della Repubblica, che ha rilevato però la presenza di alcune criticità che si augura possano essere risolte attraverso la successiva attività legislativa. I nodi da affrontare riguardano, secondo Napolitano: i professori aggregati, i limiti di reddito per i professori a contratto, i lettori in lingua straniera e le borse di studio "territoriali". Ci interessa in particolare quest’ultimo punto: nella riforma c'è una norma in base alla quale 10% delle borse di merito sarà riservata agli studenti che risiedono nel luogo in cui ha sede l'ateneo. Il Quirinale è – fortunatamente – contrario a questa riserva di posti, e dal Pd la senatrice Mariangela Bastico ha sostenuto che questa eventuale norma "disincentiva la positiva mobilità geografica degli studenti". Come hanno fatto sapere da Montecitorio, non ci saranno particolari problemi a correggere il testo, ma il difficile verrà dopo: ci sarà bisogno di almeno 40 provvedimenti, tra decreti e circolari ministeriali, per rendere operative le nuove regole della riforma Gelmini. 18 ne, non immaginano neanche quanti fattori ci sono per elaborare una risposta e un'idea sensata, per loro trovare una soluzione ai problemi del mondo di oggi è impossibile, te lo dicono loro stessi se glielo chiedi: "Ma tanto non cambierà mai", quando invece sono semplicemente loro a non essere in grado di trovarla. Siamo migliori, è un benedetto dato di fatto. Chiariamolo nero su bianco, non siamo quelli del '68, non c'era internet in quel periodo, la pecora seguiva il gregge, qui non ci sono pecore, qui uno si incazza per tutte le cose che sente e vede con i suoi occhi tramite i media che allora non c'erano o non erano così variegati. Anche se dicono di no, il nostro cervello è un'adsl, il loro è un piccione viaggiatore. I loro genitori non erano separati, loro hanno avuto una famigliola felice e contenta, loro hanno avuto uno Stato, loro hanno avuto una speranza, loro hanno avuto tutto e non se ne sono neanche resi conto... noi no! e forse neanche ce ne rendiamo conto. Probabilmente risolveremo noi i problemi che ci lasciano. E spero che salveremo le loro anziane vite per fargli vedere le nostre vittorie e le loro idiozie. L'importante è che non abbiamo paura di avere ragione, non dobbiamo prendere per oro colato quel che ci dicono, non hanno più consigli sensati da darci, sono loro le prime vittime inconsce di una giostra che ti fa divertire ma ti tiene fermo, non bisogna dare per scontato che quello che dicono mamma e papà sono cose giuste. Ormai non possiamo più dirlo, altrimenti sarebbero scesi in piazza con noi, proprio oggi sarebbero dovuti scendere in piazza con noi. Daniele Nugnes, 20 anni, Roma PERCHÉ NON L'HANNO FATTO, DANIELE? Te lo dico io, perché hanno paura. Come può una madre spingere il proprio figlio a manifestare , scendere in piazza anche lei, come lavoratrice, come donna, come soggetto debole di questa società, se le piazze sono messe ferro e fuoco da delinquenti ? Quella di martedì 14 è stata una grande manifestazione, forse una delle più grandi degli ultimi anni, e dove mi sono davvero sentita parte, per la prima volta in 18 anni, di un paese con le palle. Eravamo tanti da tutta Italia, studenti, operai, ricercatori, precari, tutti in piazza per esprimere in maniera incisiva, ferma e pacifica il nostro dissenso. Il nostro No, ad un governo che non ci rappresenta, che violenta il nostro presente, limitando il nostro futuro. La politica ci ABBIAMO TIRATO FUORI I SOGNI DAL CASSETTO Questa lotta, o protesta come molti la chiamano, quest'anno festeggia il suo quarto anniversario: sì perché ogni volta che si parla di queste manifestazioni si tende a ridurle all'ultima fiammata di cronaca, che puntualmente travisa le violenze ingiustificate e cruente dei difensori dell'ordine, per cui ogni occasione è buona a creare disordine. Tanto per citare la brillante dichiarazione di un poliziotto a Napoli: «una pallottola costa un euro, voi valete meno». Ed è così che difendere la Costituzione diventa un'impresa a proprio rischio e pericolo... Per le strade si sente l'eco lontana nel tempo di un tetro ventennio; molti poliziotti dichiarano di essere stati a casa perché là in mezzo c'era il loro figlio, anche loro schierati dalla parte degli studenti affermano che oltre agli infiltrati vi è una grandissima parte di tutori dell'ordine che preferirebbe indossare una camicia nera piuttosto che a una divisa blu. Tanto che sono stati creati molti blog che raccontano tutti i soprusi commessi dalla polizia fuori e dentro le manifestazioni. Cantava De André : «...lasciandoci in buona fede sanguinare sui marciapiedi anche se voi ve ne fregate voi quella notte voi c'eravate» (testo censurato). Ma l'aria che si respira giù da noi che abbiamo riacceso l'Italia è tutt'altra, finalmente abbiamo trovato il nemico comune che Galimberti sosteneva non potessimo trovare. Ora abbiamo tirato fuori i sogni dal cassetto perché ci stavano portando via il cassetto, abbiamo lanciato le nostre speranze e verità come bombe contro il muro di tetre bugie di un falso governo. Ma questo non è un quadro isolato ed foto di: Tommaso Caruti Antonelli, 18 anni, Liceo “Cassini”, Genova critica, condanna la scelta dei nostri coetanei che se ne vanno all'estero a vivere, etichettandola come la fuga dei cervelli, ma io sono giunta alla conclusione, che questo è realmente quello che loro vogliono. Ci vogliono cacciare dal nostro Paese, perché pensiamo, e lo facciamo da soli, perché non abbiamo paura di gridare la verità, perché “siamo in grado di parlare con una persona dal vivo e con altre cento on line mentre guardiamo un film...” , perché siamo meglio di loro, proprio come dici tu. E quelli che rimangono? Beh quelli li vogliono ignoranti, perché saranno più facili da manipolare, da tener buoni, dei voti sicuri in definitiva. Durante una puntata di “Annozero” abbiamo assistito ad una scenata del ministro della guerra La Russa, scagliatosi violentemente contro gli studenti presenti in trasmissione, etichettandoli come dei buffoni e impedendo loro di rispondere alla domanda del conduttore. Per l'ennesima volta mi sono vergognata, mi sono sentita sola e non rappresentata né da un ministro del governo, che gridava con la bava alla bocca come un cane a cui avessero rubato l'osso, né tanto meno dagli studenti presenti, i quali invece di prendere le distanze dai fatti di scandalosa violenza verificatesi martedì, li hanno giustificati, come effetto di una rabbia collettiva. Avrei voluto sentire parole di condanna per quella violenza gratuita e delegittimatrice, operata da una minoranza il cui unico scopo era lo scontro fine a sé stesso, a seconda che ci trovassimo a manifestare per i nostri diritti o per la tessera del tifoso. Hanno vanificato, rovinato, delegittimato un evento di importanza storica a mio avviso, suscitando nel resto della popolazione solo sdegno e paura. E la paura, allontana e non coinvolge. Se il nostro obbiettivo è quello di diventare il sistema che vogliamo vedere in Italia, allora togliamoci dalla testa il passamontagna e in piazza scendiamoci tutti, con le nostre mamme, i nostri fratelli e i nostri figli. Facciamo una manifestazione non all'insegna del terrore, ma della coesione, perché i governi cadranno, cambieranno, sbaglieranno, faranno bene, male, ma se noi dimostreremo di essere uniti, solo allora ci rispetteranno. Di Giulia Molari, 19 anni, Roma E in Europa? È dai lontani anni ’60 che anche nel Regno Unito non si vedevano manifestazioni studentesche come quella che nelle ultime settimane ha spinto in piazza ben 130.000 tra studenti universitari e delle superiori. I motivi dello scontento nascono per il previsto aumento delle tasse universitarie a 9.000 sterline l'anno, per i tagli fino all'80% al budget della docenza universitaria e per la proposta di abolire l'EMA, una sorta di modesto contributo allo studio (libri e trasporti) per studenti dai 16 ai 18 anni. indipendente, perché questa non é una protesta, ormai è diventata una vera e propria resistenza e lotta, ormai il panorama italiano si fa più unito: precari, no tav, no nuke, studenti, ricercatori, insegnanti, cassaintegrati, terremotati, alluvionati, immigrati, disoccupati, pastori, giornalisti, magistrati e antimafia, chi più ne ha più ne metta. Nel piccolo del mio liceo la lotta è stata vissuta in un’autogestione in cui si è parlato della riforma nei dibattiti con i docenti universitari, sono state adibite due aule per la proiezione di film come I cento passi, aule studio, conferenza sulla Costituzione e qualche lezione di teatro e poesia. Sono stato inoltre colpito dagli ammonimenti di Saviano, ma un po' meno dal teatrino mediatico che si è venuto a creare, molto blando e scialbo, incentrato sulla semplice idea del manifestante ignorante e violento. I telegiornali hanno comunque preferito travisare questi piccoli problemini interni al Paese, ne è dimostrazione la dichiarazione del ministro dell'Istruzione Gelmini: «Se gli studenti verranno a cento metri dal Parlamento a manifestare, ritirerò il Ddl». Il nostro ministro è sicuramente leale e gentile, ma purtroppo un po' troppo sordo e smemorato, perché quel giorno Roma era blindata e il Parlamento era difeso meglio della sede del terzo Reich. Ministro, la prossima volta si ricordi di lasciare libero il passaggio, non si preoccupi, noi la strada la sappiamo... «Voi non avete fermato il vento, gli avete fatto solo perdere tempo...». Luca Savio, 18 anni, Istituto “Majorana” - Moncalieri 19 At t uaCalruitlli,à16 anni a rino Di Marik er” – To lbe Stein A “ to tu Isti NON È UN PAESE PER GIOVANI Foto di: Ambra Zelda Pizzato, 17 anni, Istituto “Albe Steiner” - Torino DOPO IL NOSTRO SPECIALE, LA DOMANDA D’OBBLIGO È: COSA CI RISERVERÀ IL FUTURO? LA RISPOSTA DI MARIKA LASCIA DAVVERO SENZA PAROLE 20 pensieri ormai sono sconnessi. Ormai tutto va al contrario. È proprio come se la pecora mangiasse il lupo. È su un paese del genere che noi giovani dobbiamo costruirci un futuro. Futuro. Che solo la parola mi fa venire, come penso a molti altri, un incolmabile vuoto allo stomaco. Il futuro, qui da noi, ha le sembianze dell’ignoto allo stato puro. Delle grandi mani ci prendono, ci sbattono fuori dalla scuola o dall’università, e dopo? Siamo soli. E dobbiamo trovarci un lavoro. Sì, un lavoro in un paese dove il giorno prima firmi il contratto a tempo indeterminato e il giorno dopo stai a casa per una settimana perché c’è la cassa integrazione. Io, finita la scuola, terminati i cinque anni, devo trovarmi un lavoro, sempre in un paese dove ti assumono per un giorno, ti sottopagano e poi ti mandano a casa senza tanti saluti e con pochi, pochissimi salamelecchi. Visto come stanno andando le cose, io ho paura per me e per i miei coetanei. Anzi, a dirla tutta, a volte ho più paura dei miei coetanei che del futuro. Perché mi chiedo, che futuro verrà fuori, con persone di questo tipo? Nessuno che sappia ragionare con la propria testa, gente che più immatura non si può. Ragazzi che dicono “Vaffanculo Gelmini!”, ma non sanno nemmeno che leggi abbia fatto. Adolescenti fusi, che nella testa hanno solo musica della serie “tunz-tunz” e non certo i problemi di questa società malata in cui stanno vivendo e crescendo. I loro problemi sono comprarsi le scarpe nuove e o l’ultimo giubbotto di Moncler, non sicuramente battersi, anche solo nel loro piccolo, per la scuola o per qualche altra nobile causa. Se i giovani sono il futuro, vedo che si prospetta un futuro di merda. Ma la cosa peggiore è che la società vuole questo, vuole sfornare giovani sempre più malleabili, sempre più friabili e deboli, così da farli diventare non ciò che vogliono essere, ma ciò che loro vogliono che siano. La società in futuro, ha bisogno di persone che non sanno ragionare con la loro testa, che come una bandiera seguono il vento. Ha bisogno di teste di cavolo da mandare al governo. Sono preoccupata per il mio futuro e per quello dei miei figli, se ne avrò. Magari diventerà ministro dell’istruzione il mio compagno di banco che fuma l’erba e decreterà che le scuole da cinque anni si riducano a due e i miei figli, a loro volta cresciuti come questa società vuole, non sapranno mettere insieme due parole di italiano. Sono preoccupata perché in questo paese vai avanti solo se lecchi il culo o se sei raccomandata. Sono preoccupata perché qui, in Italia, non vieni valutato per la tua bravura a cantare, per la tua fantasia quando fai le foto e disegni o per la tua ammirevole padronanza della lingua italiana negli scritti che produci, ma vieni valutato in base alle conoscenze che hai tu o che ha tuo padre. Mi viene la pelle d’oca quando ripenso a certi servizi trasmessi sul Tg satirico “Striscia la notizia” dove ciarlatani si spacciano per medici e dicono di guarire i tumori. Questa società. Questa società basata solo sulle menzogne, è qui che devo, che dobbiamo vivere e costruire? Terremotati che vivono da decenni nei container, strutture ospedaliere con scarsissima igiene ed altre abbandonate, I Futuro. Che solo la parola mi fa venire, come penso a molti altri, un incolmabile vuoto allo stomaco. Il futuro qui da noi ha le sembianze dellʼignoto allo stato puro immondizia per le strade, buchi nell’asfalto, inquinamenti di tutti i tipi, petroliere che scaricano in mare, malasanità, genitori che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori, i tagli alla scuola, le leggi che spuntano fuori come i fiori a primavera. Ho semplicemente paura. Paura perché il futuro si prospetta tutt’altro che roseo. Si prospetta uno schifo. Non c’è un solo aspetto della vita che vada bene. Uno solo. Roberto Vecchioni cantava “Sogna ragazzo, sogna” – e viste le cose come stanno andando, penso che sia l’unica cosa che mi e ci resta. La vita, purtroppo, non possiamo cambiarla se siamo così pochi ed abbiamo così poca voce in capitolo. Sfortunatamente chi prende le decisioni, qui, in Italia, sono i grandi, coloro che hanno potere nelle mani. Quelle persone prendono disposizioni sulle nostre vite e ignorano completamente le lamentele, se ne sbattono di come stiamo e come staremo in futuro noi giovani diventati adulti. Io, da parte mia, ho adottato un certo tipo di filosofia di vita. Vado avanti giorno per giorno, perché di sicurezze qui in Italia, dove la corruzione, il favoritismo, l’ignoranza travestita da alta e sublime intelligenza, la fanno da padroni, non ce n’è nessuna. Non c’è nessuna sicurezza. Ognuno è abbandonato al proprio destino, non ci resta altro da fare che attaccare il cervello alla corrente, e farlo funzionare. Magari, a differenza delle persone che ci circondano oggi, potremo costruire per i nostri successori un futuro, perlomeno decente. Da Leopardi agli Emo Anche chi ha lasciato i banchi di scuola da un bel po’ se lo ricorda di certo: nella storia della letteratura mondiale se si dice pessimismo si dice Giacomo Leopardi. Tuttavia la sua era un’angoscia diversa: il tedium vitae nasceva da un’insoddisfazione cosmica, quel sapersi puntino infinitesimo di un universo di cui non si conoscono finalità e cause. Agli inizi del XXI secolo fragilità economica, sociale, culturale, esistenziale, crisi economico-finanziaria, grandi contrasti socio-culturali tipici di ogni periodo di transizione, sono la cornice, invece, in cui nasce il trend giovanile degli Emo. Visto che il confronto non regge, a quando un nuovo Leopardi? Nel 2010 giovani Nel corso dell’ultimo meeting mondiale dei giovani gli italiani sono italiani tra i più risultati tra i più pessimisti del globo. Gallup, uno dei più importanti istituti di indagine nel mondo, ha confrontato aspettative e speranze dei pessimisti del ragazzi under 30 di 150 Paesi del mondo. Ebbene: gli europei in genere hanno perso ottimismo riguardo al futuro; e gli italiani sono ancora mondo meno fiduciosi. Al 118° posto nella graduatoria per numero di ottimisti (il 44%), sono preoccupati soprattutto per la disoccupazione (28%) e la perdita del potere d’acquisto. 21 foto di: Tommaso Caruti Antonelli, 18 anni, Liceo “Cassini”, Genova Test LASCIATE OGNI SPERANZA? Insomma, diciamo la verità: la situazione attuale, e l'articolo che precede lo illustra con spietata franchezza, riserva ben poco spazio all'ottimismo... Riforme che non soddisfano nessuno, continui e sempre maggiori tagli alla ricerca. Ma si sa, anche nei momenti più bui, una risata o due non fanno mai male, anche perché esorcizzare gli spettri più spaventosi con un po' di leggerezza può aiutare a tirare su il morale! Ma sarete forti abbastanza da farcela in questa Italia che non è più un paese per giovani? O forse NO? Nell'ascensore con la simpatica Ministra (sapete di chi stiamo parlando)! a Premo il tasto di Stop e sorrido felice al pensiero di non aver lasciato a casa la mia fida mazza da baseball. b La fisso con sdegno per tutto il tempo del tragitto... inutile fare scenate. La simpatica ministra è solamente il simbolo di un sistema che fa acqua da tutte le parti. Qua siamo NOI che a ’sto punto dobbiamo svegliarci e darci da fare. c Soffro di claustrofobia, non prendo mai l'ascensore! Prepariamoci all'avvento di un nuovo Leopardi! a Ma anche no! Non c'ha già angosciato abbastanza quello originale? b Non è certo col pessimismo cosmico che si risolvono i problemi, ma certo non è difficile scoraggiarsi di questi tempi... c Potrei essere proprio io – non sono meno brutto e sfigato dell'originale! Cosa farai da grande? a Da bambino sognavo di fare lo scienziato e di contribuire con le mie scoperte alla realizzazione di un mondo migliore... Ora che sono cresciuto, però, sto seriamente 22 prendendo in considerazione la carriera di rivoluzionario! b Sognavo tante cose, ma qua stanno facendo di tutto per non farmi sognare più! c Continuerò a passare le giornate su FB ad esprimere tutto il mio dolore esistenziale e a fotografarmi con l'autoscatto o davanti allo specchio del bagno di casa mia! Ti reputi un pessimista? a Assolutamente no: magari il nostro non sarà il miglior mondo possibile, ma con l'impegno e la presa di coscienza delle generazioni future molte cose possono essere cambiate in meglio – su questo punto non ho dubbi! b Certi fricchettoni scambiano con una certa facilità il realismo con il pessimismo. Vero che un atteggiamento negativo non ha mai aiutato nessuno a risolvere problemi, ma qui c'è davvero ben poco da stare allegri... c Decisamente pessimista: penso che il nostro sia il miglior mondo possibile! Scombinare di botte gli Emo – favorevole o contrario? a A volte la tentazione è venuta anche a me – fortuna loro sono un convinto non-violento e poi ci pensano già da soli a rendersi la vita peggiore! b Da una parte gli si darebbe solamente ciò che vogliono, quindi se proprio ci tengono... c Favorevolissimo – sono un vero Emo e ho sempre bisogno di nuove motivazioni per frignare come una femminuccia! Facciamoci sentire! a Ho partecipato attivamente all'occupazione del mio istituto... pare che finora non ci abbiano voluto sentire, ma non possono ignorarci per sempre! b Ho partecipato attivamente all'occupazione del mio istituto – nel senso stavo sempre lì a far baldoria e danni con gli amici – e anche se non ho capito granché di sta Riforma, penso che in un modo o nell'altro bisogna farsi sentire. c Oggi non posso – ho deciso di passare la giornata a soffrire nella mia stanzetta con il sottofondo musicale dei “My Chemical Romance”... LEGGI IL TUO PROFILO A PAG. 38 24 LADY GAGA LIVE: La regina del pop gioca in casa LABORATORIO MUSICA Supervisione giornalistica: Chiara Falcone 27 BOYCE AVENUE: Teenager dream! r P op-svtallao, 16 anni Ca Genova di Dalila azzini” M “ o ic ss Liceo cla WHO IS LADY GAGA? NEI SUOI FAN CLUB LA CHIAMANO "LA GERMANOTTA", MA IN REALTÀ TUTTI NOI LA CONOSCIAMO MEGLIO COME LADY GAGA, LA NUOVA REGINA DEL POP! MA… CHI È VERAMENTE LADY GAGA? tefany Angeline Joanne Germanotta nasce il 28 marzo 1986 a New York ed è una bambina prodigio che all’età di 18 anni arriva a diplomarsi con il massimo dei voti alla prestigiosa "Tish School of the Arts". Tra i suoi cantanti preferiti vi sono gli immortali Queen che, come lei stessa dice, "sono un modello da seguire" ed è proprio in onore della canzone Radio Ga Ga che sceglie il proprio nome d’arte. In questo periodo compone i testi di alcune canzoni che poi saranno dati da interpretare a stelle della musica del calibro di Madonna e Britney Spears, mentre lei, per racimolare un po’ di soldi, è costretta (o forse ci prova gusto!?!) a lavorare come cubista e lapdancer in nightclub e locali equivoci. Solo nel 2008 esce il suo primo singolo a livello internazionale: Just dance, che vede la collaborazione con Colby O’ Donis. Il brano che, però, la consacrerà regina del pop arriva alcuni mesi dopo e la vede indossare un vestito fatto di fiches e carte da poker, per cui la canzone non può chiamarsi che Poker face, ispirata probabilmente allo strippoker. Ma se poi io dicessi..Rah-rah-ra-ah-ah-ah ro-ma-roma-ma-nce ga-ga ullala-ah want your bad ro-mance!!! Vi direbbe niente? Esatto, Bad Romance! A questo punto della sua carriera cambia look e dalla parrucca con capelli biondo platino passa ad innumerevoli acconciature differenti! Senza contare vestiti di plastica, gomma e ceramica, borse smisuratamente piccole o gigantesche, tacchi 20 se non di più e soprattutto maschere (alcune che le coprono addirittura tutto il volto) e cappelli di ogni materiale. Tutto ciò è atto al raggiungimento del suo obiettivo: l’essere profondamente amata o odiata da chiunque (l’indifferenza verso il giudizio altrui sembra il vero motivo di cotanto successo!). Passano i mesi ed estrae dal suo album, The Fame Monster , brani come Paparazzi, Love games, The fame, Monster, Monsta (in collaborazione con Ray Lavender) e S 24 l’alquanto apprezzato Telephone, uno dei più celebri poiché vanta la collaborazione con Beyoncé. Nonostante nel video Lady Gaga mostri un fisico deludente rispetto alle aspettative, la sua carriera procede sempre più a gonfie vele e riesce a reggere perfettamente il confronto con la collega che, invece, sembra di parecchio sottotono rispetto al solito. La sua ultima fatica contiene il ritornello "Don’t call my name, don’t call my name" ed è intitolata Alejandro. Questa canzone sembra una provocazione verso la Chiesa e i simboli sacri (come è successo negli anni ’90 con Madonna) ma il testo ci presenta semplicemente la situazione di una ragazza che ha lasciato il suo fidanzato perché la costringeva a partecipare a delle orge, alle quali presenziavano anche i famosi Fernando e Roberto. Lei alloradecide di farsi suora e di inghiottire un crocifisso per abbracciare completamente la fede. Dopo un numero spropositato di riconoscimenti di ogni genere, Lady Gaga non finisce di sorprendere e, talvolta, indignare molte persone con la sua infinita immaginazione e fantasia. A quanto pare, però, non è ancora contenta del suo lavoro e in un’intervista ha confessato di "aver pregato Dio che la facesse impazzire sul serio per non avere più limiti"! Una delle ultime notizie che, peraltro, ha suscitato molto scalpore sul web e ed è stata riportata anche in famosi Tg italiani riguarda il vestito di carne che ha indossato alla premiazione degli MTV Awards per protestare contro le pellicce e l’eccessivo consumo di carne! Ma non è l’unica sua lotta, infatti difende anche omosessuali e prostitute! Insomma, che vi piaccia oppure no, nessuno può sognarsi di dire che non abbia originalità o che non si sappia vendere che, alla fine, è il suo principale scopo, al di là di quanto le sue canzoni possano segnare o meno la storia della musica! UN GIORNO DA LADY GAGA Per la prima volta nel suo paese d’origine, Stefani Joanne A n g e l i n a Germanotta, Gaga per gli amici, approda con il Monster Ball Tour a Torino. Il Palaolimpico ha il fiato sospeso. La band di supporto Semi-Precious Weapons ha concluso da una buona mezz’ora la sua esibizione, qua e là sugli spalti qualche fan accanita “parruccata e travestita” proprio come Lady Gaga (me compresa, come potete vedere nella foto qui in alto!). Le luci si abbassano, un immenso schermo si chiude davanti al palco mentre le note di Dance in the Dark tuonano sul boato d’emozione del pubblico. Le immagini tridimensionali si interrompono e viene mostrata l’ombra di Lady Gaga fare capolino sul palco. Quando lo schermo si riapre, la Lady, in armatura grigia e capelli color canarino, incomincia a cantare, dal vivo, e davvero bene. Sono due ore di musica, immagini, emozioni: ci arringa in italiano:“Ciao piccoli Mostri!” e continua (in inglese): “voglio che questa sera vi dimentichiate di esservi sentiti, soli, brutti, inadeguati e che ricordiate che ognuno di voi è f***ente splendido!”. Sedici cambi d’abito (poliziotta, suora insanguinata dopo aver finto la sua morte, enorme farfalla issata su una piattaforma, tuta in latex rosso…), tra un cambio e l’altro lo schermo si richiude, proiettando immagini folli in puro stile Gaga (la si vede persino mangiare un cuore!). Coreografie coinvolgenti, con mosse ambigue e ballerini bisex e potenti scenografie, dal Bronx per Beautiful, Dirty, Rich ad una foresta gotica e oscura con grande crocifisso per Alejandro. Da pelle d’oca in “speechless”: suona parlando con commozione dei suoi nonni italiani mentre il pianoforte prende fuoco. Dopo Poker-Face ci saluta fingendo che sia tutto finito, ma nessuno ci crede davvero: un minuto dopo rientra in scena tra spruzzi di fuoco nel suo famoso vestito a “palla di metallo”con Bad Romance, congedandosi davvero dai suoi “piccoli mostri” in delirio. Margherita Tori, 18 anni, Liceo classico “Mazzini” - Genova 25 enti anni EmerCg , 20 olasanti di Chiara Perugia TUTTI IN PISTA CON V.O.D.A. CONCERTO LIVE E DJ SET: ALTO POTENZIALE ENERGETICO GRATIS E DISPONIBILE! MA CHI SI NASCONDE DIETRO A QUESTA SIGLA? n progetto nato dall’idea di due autori e compositori milanesi che vogliono portare nella musica elettronica la loro esperienza live di musicisti, ma anche l’energia e la potenza di un dj set. Ecco che VODA fanno ballare la gente, ma suonando la musica che producono. Come mai tutto questo mistero intorno a voi? «Innanzitutto perché siamo fastidiosamente stanchi di tutti quei personaggi del panorama musicale italiano che non hanno nulla da dire, ma che sfruttano la loro “bellocceria” per invadere la scena... Il risultato finale è un ambiente saturo di personaggi poco raccomandabili senza arte che, alla lunga, stancano e annoiano la gente. Noi certamente non pretendiamo di essere la soluzione, ma non vogliamo in nessun modo che la nostra immagine faccia parte del gioco: potete solo parlare della nostra musica, delle nostre serate, non dei nostri begli occhioni o dei nostri ciuffi alla moda, non dei nostri trascorsi musicali o delle nostre vite private. Ammesso che esistano». Almeno potete dirci orientativamente in che fascia d'età collocarvi? «Fondamentalmente siamo dei teenagers un po' invecchiati... in quella fascia di mezzo in cui non siamo ancora troppo vecchi per far casino fino a tardi, ma non abbastanza giovani da fregarcene dei postumi!». Come è nata l'idea “VODA” e che significato ha il nome? «Il progetto VODA nasce come un esperimento, dalla voglia di miscelare in maniera innovativa la musica elettronica all'ambiente alternative da cui arrivavamo; ne risulta un prodotto a nostro avviso molto interessante, moderno, che anche live porta una grande carica di energia. Il nome è un acronimo, e ognuno può trovarvi il significato che più gli fa piacere». Cosa volete ottenere dal vostro futuro? «Domandona... La percezione del futuro ultimamente è un U 26 argomento delicatissimo, al momento abbiamo in testa un sacco di cose: stiamo scrivendo pezzi nuovi e poi ovviamente i live e le serate, che sono poi l'anima vera dei VODA, con la gente, la birra, il casino e tutto il resto. Vedremo cosa ci riserva il futuro, chi può dirlo! C'è da dire però che stiamo avendo un buon feedback dal pubblico: siamo molto contenti di come vanno le cose, e anche se c'è ancora tanto da fare siamo ottimisti». Progetti a breve termine? «Stiamo iniziando delle collaborazioni con vari artisti; stiamo scrivendo un pezzo nuovo con uno screamer molto bravo, prossimamente partiremo con la lavorazione di alcuni remix per un paio di band di Milano; entro un paio di mesi inizieremo una collaborazione per una cover insieme ad una band del riminese, poi serate, concerti e dj set». Come vi definireste e come vi presentereste ad un pubblico completamente all'oscuro della vostra esistenza? «Potremmo definire i VODA come un mix tra rock alternativo ed elettronica, anche se forse è limitante... La vera rivoluzione è che riusciamo a portare dal vivo tutto questo, senza perdere di qualità tecnica e acustica: è davvero un modo nuovo di vivere un live, è una cosa che vale la pena di vedere almeno una volta!». La grande idea/novità che i VODA lanciano è la proposta di collaborazione con tutte le band che vorranno inserire nei loro lavori un singolo remixato dal duo, che potrà poi essere utilizzato in tutti i canali a loro disposizione. In cambio i VODA chiedono solo una cosa: scaricate la loro musica, e ballate ai loro concerti… fino allo sfinimento. Promettono: ci sarà da divertirsi, se ne avrete il coraggio. Potrete resistere all'alone di mistero? www.reverbnation.com/electrovoda www.facebook.com/electrovoda http://twitter.com/#!/V_O_D_A Musica di Lady Iron, 17 anni Terni BOYCE AVENUE COVER TARGATE U.S.A.! DALLA FLORIDA CON FURORE, TRE FRATELLI SONO RIUSCITI A CONQUISTARE MILIONI DI FAN IN TUTTO IL MONDO CON IL LORO INCONFONDIBILE STILE. NEL TOUR EUROPEO HANNO TOCCATO MILANO, E NON POTEVAMO NON ESSERCI! alumeria della Musica, Milano. Finalmente riesco a vedere live una delle band che ha scandito il ritmo dei miei ultimi mesi: i Boyce Avenue. Forse a molti di voi non dicono nulla, lo so. Famosi più che altro grazie alle meravigliose cover acustiche di canzoni come Good Riddance dei Green Day, Shadow of the day dei Linkin Park, Keep Holding on di Avril Lavigne, Slide dei Goo Goo Dolls e tantissime altre, sanno stupire in maniera incredibile anche quando si tratta di loro canzoni originali, come le bellissime Find Me, On My Way, Every Breathe e Change Your Mind (che vi consiglio caldamente di andarvi a cercare sul tubo...). Una volta dentro al locale l'atmosfera comincia a scaldarsi: non siamo moltissimi (del resto non sono noti al grande pubblico... ancora! Ricordatevi che Zai.net ve ne ha parlato prima di tutti!) ma l'attesa è trepidante e, quando sul palco sale Ryan Cabrera (altro cantante molto famoso in America e praticamente sconosciuto qui da noi da tenere sott'occhio!), finalmente raggiungiamo i ragazzi nel camerino, dove partiamo con le domande. Come avete iniziato a postare video su Youtube e come vi è venuta in mente l'idea di mettere online le vostre cover? Alejandro: «Inizialmente avevamo solo Myspace, poi ci siamo resi conto della direzione che stava prendendo l'attenzione della gente in rete e così abbiamo cominciato a fare delle performance acustiche unendo alla musica anche le doti di montaggio di Fabian postandole su Youtube. Penso che la prima cover che abbiamo fatto sia stata una canzone dei Goo Goo Dolls, visto che sono il mio gruppo preferito...». In che modo nascono le vostre canzoni? Alejandro: «Io inizio con la musica, poi mi lascio un po’ trasportare da qualsiasi cosa mi venga in mente per il testo. Qualsiasi cosa io provi, qualsiasi cosa stia passando in quel momento, qualsiasi umore possa trasmettere la musica. Bisogna poi adattare, ovviamente, il messaggio ed ecco che viene fuori la canzone». Come scegliete le canzoni da adattare? Alejandro: «Si tratta di una serie di fattori combinati che ci spingono in una direzione o in un’altra. A volte può essere una canzone che ascoltiamo alla radio, che è popolare e allo stesso tempo ci prende in qualche modo particolare. Altre volte, invece, può essere una delle nostre canzoni preferite magari non molto cono- S sciuta... Il bello sta proprio qui! Ad esempio, quando abbiamo fatto Everything you want dei Vertical Horizon (se non la conoscete colmate questa lacuna e lasciatevi trasportare, ndr) è stato qualcosa di stranissimo perché è la nostra canzone preferita di sempre ed è una sfida poter fare la versione acustica di una canzone che di acustico non ha nulla!». Anche la vostra versione di Teenager Dream è nata così, quindi? È particolare il fatto che sia cantata dal punto di vista maschile, come in risposta alla versione di Katy Perry... Alejandro: «Sì, assolutamente... ho dovuto cambiare qui e là qualcosa perché altrimenti non sarebbe stato molto “normale” per me cantare il pezzo dedicato ad un ragazzo, diciamo!». Com'è vivere questo sogno lavorando con i vostri fratelli? Aiuta essere una famiglia oppure no? Alejandro: «Assolutamente sì, aiuta. Qualche volta, guardando i dvd e i “dietro le quinte” delle altre band ti accorgi di quanto sia dura la convivenza, specie magari i primi giorni... oppure quando non è proprio un bel momento e cerchi di fare del tuo meglio, devi essere forte e particolarmente in gamba per riuscire a condividere con gli altri, siano anche ottimi amici, tutto quello che una giornata può portare nella tua vita. Tra fratelli è tutta un'altra storia, ovviamente! Certo, anche per noi delle volte può diventare quasi insopportabile la convivenza, ma l'essere una famiglia aiuta in maniera incredibile». Daniel: «Assolutamente! Anche quando senti che ti manca la tua famiglia, quando sai che sei lontano da loro e sai che ci tornerai dopo mesi... alla fine una parte della tua famiglia è con te e quando torni a casa è come se in fondo non fossi veramente andato via per così tanto tempo. Certo, poi è ovvio che ci sono dei momenti in cui ognuno ha bisogno dei propri spazi e ci manteniamo ad una certa distanza». Il divertimento sulle note delle cover di Dynamite, Disturbia o Lovestoned e l'emozione di sentire cantare live una delle canzoni più belle mai scritte, ovvero la loro versione di Teenager Dream di Katy Perry, sono qualcosa che ancora adesso non riesco a descrivere a parole. Qualcosa che si può percepire solo vivendolo e che vi invito a non lasciarvi sfuggire la prossima volta che i Boyce torneranno nel nostro Paese. Non dite che non vi avevo avvertito! 27 30 “Febbre da fieno”: Intervista con Andrea Bosca LABORATORIO GIOVANI CRITICI Supervisione giornalistica: Maria Elena Buslacchi 32 Freschi di stampa: “Asini e filosofi” a C inem i ., 17 ann D.P di Viola - Perugia guistico Liceo lin Se mi prende una “FEBBRE DA FIENO”? PRONTI A SOGNARE L’AMORE CON UNA COMMEDIA ROMANTICA TUTTA MADE IN ITALY? ABBIAMO RIVOLTO QUALCHE DOMANDA AD ANDREA BOSCA, PROTAGONISTA DEL FILM DIRETTO DA LAURA LUCHETTI E VOLTO EMERGENTE DEL CINEMA NOSTRANO atteo (Andrea Bosca), il classico eterno romantico che non riesce a dimenticare una storia che lo ha lasciato con il cuore a pezzi, lavora a Twinkled, un negozio di modernariato, dove ogni oggetto riceve una seconda possibilità e non finisce nel dimenticatoio. Il negozio però sta passando un periodo di crisi per via dell’attitudine da eterno Peter Pan del proprietario, Stefano (Giuseppe Gandini), e della sua assistente Franki (Giulia Michelini), una skater un po’ particolare. Un bel giorno arriva nel negozio Camilla (Diane Fleri) che riesce a donare al negozio quel tocco di grazia e magia che aveva perso, facendolo tornare ad essere un centro nevralgico di un vintage nostalgico e colorato, attorno a cui ruotano personaggi intriganti, unici e stravaganti. Ovviamente Camilla cerca invano di conquistare Matteo, che continua a pensare alla sua amatissima Giovanna (Camilla Filippi), che a sua volta tornerà improvvisamente nella sua vita mandando all’aria i piani di Camilla. Ovviamente il destino non lascia nulla al caso e il finale della storia darà a tutti una lezione di vita. Un cast ben assortito che sa far ambientare lo spettatore nell’atmosfera particolare di Twinkled e che saprà farlo appassionare alle vicende dei protagonisti di questa storia che è riuscita a conquistare il premio come Miglior Film al Festival di New York ed è in concorso a St. Louis, Atlanta, Cleveland, Jaipur, Fantasporto e Nizza. Abbiamo scambiato due parole con Andrea Bosca, il protagonista, giovane stella della scena emergente del cinema italiano: vi ricordate Guido di Raccontami su Raiuno? Potreste averlo anche visto in Si può fare, Feisbum, o in qualche altro dei suoi moltissimi ruoli. M 30 Come descriveresti Febbre da fieno per invogliare qualcuno ad andare a vederlo? «L'atmosfera vintage è una novità assoluta e strizza l'occhio alle botteghe di modernariato più cool che abbiamo visitato tra Londra e New York». Cosa ti è rimasto di quest'esperienza? «Umanamente, la grande amicizia che è nata tra tutti noi. Ci siamo buttati a capofitto nelle esplorazioni, nelle prove, abbiamo fatto molti raid nelle botteghe di modernariato di Roma e di altre città. Laura Luchetti, la nostra regista, ha saputo creare un clima molto accogliente, dove tutti hanno potuto aprire il proprio cuore e consegnare al pubblico una tenera parte di sé». Da giovane promessa del cinema italiano, cosa ti sentiresti di consigliare a coloro che vorrebbero tentare la tua stessa affascinante carriera? «Ma io non so nemmeno se sono una giovane promessa! Ti posso solo dire che bisogna lavorare ai progetti in cui più si crede, capire dove si può fare la differenza, impegnarsi per colmare le proprie lacune e dare, dare agli altri, imparare dagli altri! Con tutto il cuore, con grande impegno, senza preoccuparsi eccessivamente dei periodi di crisi, perché se le superiamo, alla fine capiamo che conta solo la passione per ciò che si fa». Quale esperienza della tua carriera ti ha maggiormente formato? «Guai se ce ne fosse solo una. A quali dei tuoi amici vuoi più bene? Per me, i miei personaggi sono amici strettissimi. Succede che alla fine ci conosciamo molto bene tra di noi... Ti svegli alla mattina e sai cosa quel personaggio penserebbe di te, come tu sai come si compor- Andrea Bosca con Camilla Filippi in una scena del film; a destra insieme a Giulia Michelini; nella pagina accanto e in basso Diane Fleri terebbe lui. Una mia cara insegnante di teatro, la Nuti, ce lo diceva, e io non capivo bene, dieci anni fa, ma aveva ragione: "nella vita, tra i vostri più grandi amici ci saranno i vostri personaggi. Rispettateli, ascoltateli tutti". Ognuno ha svolto una parte importante nella mia crescita. Matteo, il protagonista di Febbre da Fieno, con la sua leggerezza che alla fine gli permette di riaprire le ali e volare come il vento sopra ogni malinconia, mi ha insegnato che esiste sempre una seconda occasione, anche quando tutto sembra perso. Mica male, per una commedia romantica, ma non posso svelarti nulla». Progetti futuri/sogni nel cassetto? «Ultimamente sogno molto: un progetto teatrale con la mia compagnia sul territorio delle Langhe e del Monferrato, la mia patria e il patrimonio della mia umanità. Un nuovo film, un progetto stimolante con un regista che stimo…ce ne sono molti, in Italia! Una fiction tv che arrivi al grande pubblico come fece Raccontami, di cui ancora mi chiedono se ci sarà un sequel. A tutti per ora rispondo: godetevi Fuori Classe (su raiuno con Luciana Litizzetto) e Febbre da Fieno (al cinema dal 28 gennaio); arriveranno Zodiaco Atto Secondo, dove cambieremo musica e useremo tinte forti (sarò un serial killer alla ricerca del suo passato) ed, infine, ta taaaan: un nuovo film da protagonista al cinema: Gli Sfiorati di Matteo Rovere, prodotto da Fandango. Una pellicola che mi denuda fino al cuore». Tre parole per descriverti? «Romantico, determinato, creativo». Un saluto ai lettori di Zai.net? «Ragazze e ragazzi, vi saluto. Andate a sognare nei cinema e continuate a farlo per strada, mentre andate a trovare gli amici, mentre cercate un lavoro. Non fatevi buttare giù dalle difficoltà, tutti noi abbiamo risorse insperate. Come Matteo, impariamo la lezione della vita: la cosa più bella per noi probabilmente ce l'abbiamo già sotto al naso». Libri i , 16 ann aro Dardano - Catanz i” di Elena p p u ll a G “ ssico Liceo cla LA RISCOSSA DEL SOMARO AVETE MAI FATTO LA FIGURA DELL’ASINO? POTRESTE SCOPRIRE DI NON ESSERVELA CAVATA POI COSÌ MALE, A PATTO CHE PERÒ SIATE PRONTI A PARTIRE PER UN’AVVENTURA “ONOFILOSOFICA”… e sentite la parola “asino” qual è la prima immagine che viene in mente? Forse un ragazzo che non se la cava tanto bene con lo studio o il “tonto” di turno. Ebbene, prima di prendere in mano il pamphlet Asini e Filosofi il mio approccio era più o meno quello che ho descritto, ma poi questo libretto mi ha illuminata sulle varie connessioni tra l’animale e la cultura, aiutandomi così a superare i miei pregiudizi. Sì, perché gli autori del libro, Francesca Rigotti e Giuseppe Pulina, filosofi e che “asini” non sono affatto, hanno voluto ricostruire la storia del bistrattato quadrupede nel campo della filosofia nel corso dei secoli, analizzando tutte le posizioni pro e contro. E l’hanno fatto in maniera semplice e scorrevole, a volte ironicamente, quasi riproducendo nel loro stile un “trotterellare” che ha il pregio di porci, senza troppi preamboli, a tu per tu con questo animale dall’aria un po’ “persa”. S 32 Abbiamo rivolto alcune domande agli autori con l’intento di soddisfare la nostra curiosità. La prima domanda è obbligatoria: cosa vi ha spinto a scrivere un pamphlet sulla figura dell’asino e chi è stato l’ideatore di tutto ciò? F.R.: «Ideatrice dell'audace impresa di scrivere filosoficamente di asini è stata Francesca Rigotti, cioè io, in previsione dell'edizione 2010 del Festival Letteratura di Verbania, sul Lago Maggiore, in cui l'animale tematico per quell'anno sarebbe stato l'asino. L'idea è stata poi presentata a Giuseppe Pulina e a Roberto Cicala, per chiedere al primo se voleva partecipare come coautore, al secondo come editore. Ricevuto il consenso di entrambi – cosa per niente scontata, vi assicuro – l'improvvisato terzetto è partito per l'avventura onofilosofica. La coautrice e il coautore, come pure il coautore e l'editore, si sono visti e conosciuti di persona solo al Festival DA SEMONIDE A... SHREK! Ricordate la donna-asino di Semonide, insaziabile, mangiona e lussuriosa? E il melanconico “Ih – oh” amico di Winnie the Pooh? Ma la lunga storia dell’asino non è fatta solo di caustici detrattori, bensì di pensatori del calibro di Giordano Bruno o di Montaigne, che ne apprezzarono la bellezza e la natura riflessiva e meditabonda. Per Jacques Derrida l’animale è anch’egli filosofo: andare con l’asino, viaggiare con lui, significa ritrovare pace e tranquillità; studiare i suoi gesti può placare le nostre ansie. L’asino, insomma, ci insegna la semplicità delle piccole cose e non c’è sentiero, pur tortuoso che sia, che egli non sappia superare: non è un caso che nella Bibbia l’asinella di Baalam sia saggia e addirittura parlante. Ma la rivincita più bella arriva nei cartoni animati, dove Ciuchino, il migliore amico di Shrek, sfrontato e vanitoso, riesce perfino a volare! medesimo nel giugno del 2010, dopo che avevano messo insieme il volumetto tutto in rete passandosi per mesi idee, proposte, suggerimenti, pagine scritte da sottoporsi reciprocamente per integrazione e correzione, e aver affrontato anche, bisogna dirlo, momenti di scoramento e di incertezza». Quali sono le caratteristiche - se ce ne sono - negative dell’asino, e quali invece quelle positive da cui dovremmo prendere esempio? G.P.: «L’asino ha molto da insegnare, e soprattutto ai filosofi, che spesso ne hanno parlato come se si trattasse di un oggetto del pensiero, un concetto inerte, buono solo per pensare. Possiamo vedere nell’asino un animale altamente filosofico, capace di una lentezza, a volte estenuante (ma lo è anche quella del pensiero, a ben rifletterci), e di una fermezza (qualità che piaceva tanto a Montaigne) di cui il buon filosofare non dovrebbe mai fare assolutamente a meno». Un paragrafo molto interessante è “Incanto di un raglio”: in che cosa consiste le bellezza di questo verso? F.R.: «Il raglio dell'asino non è come il verso di qualsiasi altro animale: è possente, robusto, altissimo, per alcune orecchie così forte e penetrante da diventare fastidioso. Lo si sente a grande distanza e, una volta udito, rimane impresso nella mente come stampatovi dalla pesante orma dello zoccolo della bestia, piccola ma solida, pesante, compatta, grave. Il raglio dell'asino incanta perché ineludibile dunque, ma anche magico giacché, con la gravità della sua presenza così terrestre e attaccata al suolo calma l'inquietudine e placa le angosce, disponendo l'animo alla riflessione filosofica. Provare per credere». E quando si dice “la bellezza del somaro”? Pare CURIOSITÀ che il simpatico quadrupede non c’entri proprio nulla! L’accezione che comunemente in italiano diamo a questa espressione, ovvero la bellezza della giovane età destinata presto a sfiorire, sembra da rintracciarsi tutta in un errore di traduzione (forse dovuto a un refuso scritto) nel passaggio del detto dalla lingua originaria (il francese) alla nostra. Così “la beauté de l’âge”, ovvero “la bellezza dell’età” è diventato “la beauté de l’âne”, cioè “la bellezza dell’asino”. La donna-asino la troviamo sia nelle opere dei filosofi, sia nella Bibbia: perché è così particolare? G.P.: «Lo è perché è raro che in un’opera filosofica si parli di asine e non di asini, fatto di per sé non così frequente. Incuriosisce che nella sua Etica Spinoza parli dell’asina di Buridano per poi fare, pagine dopo, una sorta di inversione, dando ad intendere che l’asina di cui aveva parlato in precedenza altro non era che un asino. All’asina le cose non vanno meglio con Semonide, che con la figura della donna-asino, concentrato di vizi e debolezze, darà libero sfogo alla disistima dell’asino e ad una mica tanto celata misoginia». La visione di Nietzsche è forse la più complessa: quali sono i caratteri principali dell’asino presentato in Così parlò Zarathustra? G.P.: «Nietzsche parla dell’animale in molte sue opere, ma in Così parlò Zarathustra l’asino diventa l’occasione per deridere e denunciare le resistenze dell’uomo che non osa ancora abbandonare i vecchi stili di vita e accettare la prospettiva di un tempo in cui solo gli uomini superiori potranno emergere. Ma il modo in cui parla dell’asino, in questa e in altre opere, tradisce una sorta di ambivalenza, mettendo ancora una volta in luce una forma di sensibilità da non dichiarato animalista». Quali sono in sintesi i comportamenti che accostano l’asino al filosofo? F.R.: «Diciamo così: i bravi filosofi sanno di non sapere, così come si dice degli asini, che non sanno per definizione perché sono ignoranti, asini dunque. In questo senso la somiglianza è molto forte, purché l'asino sia disposto ad ammettere, insieme al filosofo, che la loro è una «santa ignoranza», umile e rispettosa di fronte alle meraviglie del mondo delle quali soltanto una minima parte è conosciuta. Ciò non frena, anzi sollecita gli sforzi di conoscenza di entrambi, filosofi ed asini, condotti con pazienza e cocciutaggine, anche queste doti che li accomunano». Giuseppe Pulina, Francesca Rigotti Asini e filosofi Con tavole di Goya. Presentazione di Paolo Cristofolini Edizioni Interlinea, 120 pp., 14 euro 33 ico n e c s o c P al nni ino, 17 a co God ova di Federi i” – Gen “Mazzin o ic s s Liceo cla UN EDIPO ALTERNATIVO LE RADICI DELL’INCESTO, DEL PARRICIDIO E DEL SENSO DI COLPA: AL TEATRO DELLA CORTE DI GENOVA ANTONIO CALENDA E FRANCO BRANCIAROLI PROPONGONO UNA RILETTURA INTERESSANTE E CONVINCENTE DEL DRAMMA SOFOCLEO opo più di 2500 anni l' “Edipo Re” di Sofocle riesce ancora a riscuotere successo. La tragedia arriva oggi sul palco dello Stabile di Genova passando per la lettura di Freud: non si svolge intorno a Edipo, ma dentro a Edipo stesso, che compie il suo percorso di autoconoscenza al fianco di un uomo enigmatico che come un analista lo ascolta e prende appunti sedendogli di spalle. Certo l'ambientazione non è quella classica, ma la vicenda e i dialoghi sono fedeli all'originale. Tebe è colpita dalla peste e re Edipo chiama l'indovino Tiresia per trovare la causa e il rimedio. Il vecchio indovino rivela ad Edipo che è lui stesso la causa, avendo attirato l'ira degli dei sulla città per aver ucciso il precedente re, Laio. Edipo non gli crede, pensa ad un complotto del cognato. Indagando per trovare l'assassino di Laio, ascolta i racconti di sua moglie Giocasta, un tempo sposa dello stesso Laio, sul bambino che avevano abbandonato. Tra ricordi di Giocasta, racconti di vecchi pastori e immagini del suo passato, Edipo si scopre vittima dell'oracolo che aveva cercato di fuggire per evitare la profezia che lo vedeva assassino del padre e amante della madre. Fuori di sé, l'eroe si acceca con i fermagli delle vesti della mogie suicida. A rendere unico lo spettacolo è Franco Branciaroli: Edipo, Tiresia e Giocasta sono sempre interpretati da lui, con un cambio di costume, o anche solo di voce. Sul palcoscenico questi non sembrano neanche più personaggi veri, ma i poli personificati del conflitto interiore di Edipo che, come uno psicanalista, si autoanalizza per tutta l'opera, traendo fuori una verità della quale in fondo è già consapevole, ma che ha sempre cercato di fuggire. D 34 Teatro della Corte 1° febbraio 2011 / 6 febbraio 2011 I PROMESSI SPOSI ALLA PROVA Di Giovanni Testori Regia di Federico Tiezzi DA NON PERDERE A FEBBRAIO! Teatro Duse - 8 febbraio 2011 / 27 febbraio 2011 IL RITORNO A CASA Di Harold Pinter Regia di Marco Sciaccaluga Teatro della Corte - 9 febbraio 2011 / 12 febbraio 2011 LA MENZOGNA Regia di Pippo Delbono Teatro della Corte - 15 febbraio 2011 / 20 febbraio 2011 LE BUGIE CON LE GAMBE LUNGHE Di Eduardo De Filippo Regia di Luca De Filippo Teatro della Corte - 22 febbraio 2011 / 27 febbraio 2011 IL BERRETTO A SONAGLI Di Luigi Pirandello Regia di Giuseppe Dipasquale Una tragedia universale e senza tempo non può che avere un'ambientazione fuori dal tempo. Qualcuno potrebbe scandalizzarsi vedendo un personaggio che fuma una sigaretta o i coreuti in camicia, ma i contenuti della tragedia si prestano a questo: l' Edipo Re è una delle opere più riprese e citate, da Freud a Jim Morrison ha sempre avuto il suo senso nel presente. Uno spettacolo da evitare, quindi, se si cercano costumi e atteggiamenti da teatro greco classico, da non perdere se si vuole vedere la tragedia in cui Sofocle riversò i suoi dubbi sulla condizione umana. Grande schermo Di Eleono ra Zocca Liceo sc , 16 anni ientifico “Newton ” – Roma CHE VERSIONE, BARNEY! SFRONTATO, POCO RAFFINATO, EGOCENTRICO, FUMATORE ACCANITO E PROPRIETARIO DI UN'AZIENDA CHE DISTRIBUISCE TV SPAZZATURA. PROBABILMENTE È UNA PERSONA CHE NON VORRESTE MAI CONOSCERE NELLA REALTÀ, MA SUL GRANDE SCHERMO CONQUISTA arney Panofsky è un yiddish cresciuto nel quartiere ebraico di Montreal, che ha vissuto alcuni anni da giovane bohemien a Roma (nel romanzo di Mordecai Richler Parigi) e prima di tornare al paese natìo ha trascorso un breve periodo a New York. Ora, con un bicchiere di whisky tra le mani e ormai sessantenne, Barney si ritrova a pensare al suo passato e agli avvenimenti della vita che lo hanno segnato e che affiorano impellenti nella sua testa. A Roma conosce Clara, disinibita ed eccentrica, che però non ha mai amato e che sposa solo per un presunto figlio. Poi viene la seconda signora P., a dir poco odiosa. Appartenente ad una famiglia ebrea di alto ceto, la seconda signora P, è una donna che parla in continuazione martellandoti il cervello con le sue sciocchezze. Già alla luna di miele non scorre buon sangue tra i neo-coniugi, soprattutto per il fatto che la testa di Barney ormai è altrove. Il nostro protagonista infatti si è innamorato di una ragazza, una giovane bellissima, la donna che sarà la madre dei suoi figli e che rimarrà il suo amore eterno. Miriam, la sua dolce Miriam. Il matrimonio tra i due sarà possibile solo quando Barney, tornando al cottage dopo il lavoro, coglie in flagrante la seconda signora P. in un momento a dir poco intimo con il suo amico Boogie. All'incidente segue una breve colluttazione che vede coinvolti i due amici. L'immagine di Boogie con indosso quella maschera e quelle pinne che si getta all'indietro nell'acqua con un sorriso dipinto sul viso ricorre frequentemente in B Barney. Le domande lo assalgono, e la convinzione generale della sua colpevolezza non lo aiuta di certo ad abbattere i dubbi. Solo Miriam è capace di farlo evadere dagli oscuri labirinti in cui si rinchiude con i suoi stessi pensieri. E proprio per questo sarà uno shock per lui ricevere la notizia che la sua adorata vuole tornare a lavorare. La sola idea di uomini che le ronzano intorno come zanzare impertinenti lo fa impazzire. D’altronde che bisogno c’è di lavorare, di soldi ce ne sono abbastanza! Lui vuole continuare a immaginarsela ad aspettarlo a casa con la cena ancora fumante sul tavolo, e non a conversare con qualche delinquente! Un pensiero più che egoista da parte sua, ma la paura di non essere all’altezza e di avere dei rivali lo portano a commettere quello che in seguito si è rivelato il più grave errore della sua vita. Lui, così sicuro all’apparenza, in realtà non fa altro che indossare una maschera. Forse fatta meglio rispetto ad altre, ma comunque sempre una misera maschera. Recita la parte dello sbruffone e dell'ingrato, ma non c'è cosa che non farebbe per le poche persone a cui tiene e di cui si è circondato. Barney è l’allegoria della vita. Con il bicchiere in mano e il sigaro in bocca cerca sempre di gustarsi la vita per quella che è, rincorrendola in un girotondo che però, a differenza delle favole, ad un certo punto trova una fine. Infatti attraverso di lui viene riflessa l’incredibile fragilità di ogni uomo. Le mura che si è costruito faticosamente mattone su mattone inevitabilmente crollano, e le sue convinzioni, come dei castelli di carte, cadono giù in un istante. 35 o ni Recensi cinema VI PRESENTO I NOSTRI Di Paul Weitz, con Ben Stiller, Usa 2010 musica OLD WAVE PROPHETS Di Atomica Kakato, Lo Scafandro, 2011 Chi l'ha detto che noi giovani non ascoltiamo gruppi dal sound un po' più stagionato? Certo è che, al contrario di come molti vogliono farci apparire, sappiamo apprezzare anche meglio sonorità un po' meno “integrate” nella massa di canzoni che le radio ci propone in continuazione. Questo è il caso degli Atomika Kakato. Non lasciano alcun dubbio: appena si inizia a sentire il loro album, sembra quasi di essere trasportati in una dimensione parallela, una sorta di oasi in cui gli anni '80 la fanno da padrone e, senza alcuna macchina del tempo, ci si ritrova tra paillettes e capelli cotonati. “Profeti della Old Wave”, come il titolo del loro album, quella stessa wave inglese che in quegli anni spopolava e faceva cantare e ballare tutti i ragazzi, alla ricerca della loro identità, trovata (il punto interrogativo è d'obbligo...) sulle note di canzoni come queste. Inutile dire che la scia su cui cercano di posizionarsi gli Atomika sia quella lasciata da gruppi come Cure e Joy Division, ma l'andamento spigoloso dell'album non può che far pensare a formazioni come gli XTC. Il saccheggio delle sonorità del genere è scontato, ma comunque ben interpretato. Non ci si poteva che aspettare un disco del genere dalla neonata etichetta “Lo Scafandro”, dietro alla quale ci sono nomi come Fabrizio Tavernelli e Roberto Fiorello Fontanesi, che ha dato vita al gruppo A.F.A., lavorato in label storiche come I dischi del mulo e collaborato con artisti come Massimo Zamboni e Giovanni Ferretti (ex CCCP). Un motivo per ascoltarlo: La chicca imperdibile per gli appassionati del genere? Hello I Love You dei The Doors in una scanzonata versione wave che farà sicuramente ritornare indietro nel tempo molti di voi o molti dei vostri amici o parenti. Un motivo per non ascoltarlo: Se vi infastidisce la voce spezzata, marchio di fabbrica di un genere come questo. Chiara Colasanti, 20 anni, Perugia Arriva il terzo episodio della saga non-sense più amata d’America e non solo. Torna un cast d’eccezione riunito per il compleanno dei gemelli Focker, Henry e Samantha. La trama non si smentisce e, come i precedenti episodi, ci troviamo di fronte a situazioni paradossali, esilaranti e al limite del grottesco. Parteggiamo tutti per il povero Greg, “vittima” di un suocero iperprotettivo e sospettoso, che deve destreggiarsi fra una rappresentante farmaceutica super sexy ma svitata (Jessica Alba), un insidioso ex fidanzato della moglie che riesce a farlo sempre sembrare un inetto, ma solo agli occhi del suocero (Robert De Niro), due gemelli, una casa nuova, il lavoro e le crisi di mezza età dei genitori. Un motivo per vederlo: È un film pensato per far ridere e che assolve in pieno al proprio compito, adatto a chiunque abbia voglia di svagarsi, magari dopo una settimana difficile, e adatto anche a chi non ha visto i film precedenti. Un motivo per non vederlo: La storia non è innovativa né intellettuale, e nemmeno pretende di esserlo. Di Elena Prati, 19 anni, Milano cinema HEREAFTER Di C. Eastwood con Matt Damon, Usa 2010 Marie Lelay, giornalista francese sopravvissuta allo tsunami indonesiano, che decide di scrivere un libro su questa storia; Marcus, alla continua ricerca di un contatto con il gemello Jason, investito da un camion; George, operaio amante di Dickens, che riesce a stabilire contatti con l'aldilà e vuole liberarsi di questo dono che gli rende la vita impossibile. I loro destini si incrociano fatalmente a Londra, dove saranno proprio le loro esperienze con l'altro mondo a farli incontrare. Clint Eastwood si avventura in una profonda riflessione sul rapporto umano con la morte e su quanto quest'ultima condizioni il nostro vivere e il nostro agire. Ne risulta una pellicola che può far pensare, ma non più di tanto; l'incedere del film è lento e a tratti noioso. Un motivo per vederlo: Il regista è pur sempre un grande regista. Un motivo per non vederlo: Piatto, non suscita grosse emozioni. Paolo Fornari, 19 anni, Roma Z a i . n e t è p e r i l d i r i t t o d i c r i t i c a … v o t a , c o n s i g l i a , s t ro n c a f i l m , opera libri LA CADUTA DEI GIGANTI Di Ken Follett, Mondadori, 1032 pp., 25 euro LA TRAVIATA Direttore Fabrizio Maria Carminati, Regia Henning Brockhaus, Orchestra e coro del Teatro Carlo Felice Fra l'Inghilterra edoardiana e la Russia zarista, la Germania e la moderna America, si intrecciano le storie di uomini e donne così diversi, così legati dal primo terribile evento che ha sconvolto il Novecento, la Prima Guerra Mondiale. Nel Regno Unito il conte Fitzherbert, esponente conservatore della camera dei lord, e la sorella Maud, convinta femminista, si imbattono in Ethel, cameriera gallese più acuta del previsto, apprezzata dai due per diversi motivi. Intanto il fratello di Ethel, Billy, lavora nella miniera di Aberowen ma sogna ben altro: un mondo migliore per quelli come lui. Arrivano in Inghilterra anche Walter von Ulrich, fascinoso tedesco più democratico dei suoi conterranei, e Gus Dewar, rappresentante del presidente statunitense Wilson. La vicenda non rimane però confinata in Occidente; nella gelida S. Pietroburgo si muovono i due fratelli Peskov, il rivoluzionario Grigori e il dongiovanni Lev. I loro amori, le loro speranze, le loro ambizioni vengono pian piano travolte dalla guerra, che stravolge i piani di tutti e cambia in modo definitivo le loro vite. Ken Follett, dopo I Pilastri della Terra e Mondo senza Fine, realizza un altro straordinario romanzo storico in cui è proprio la storia a farla da padrone, cambia nel bene e nel male le esistenze dei molteplici protagonisti, ciascuno rappresentante di un diverso spicchio di mondo. Un motivo per leggerlo: Se vi piace Ken Follett, non vi deluderà di certo. Un motivo per non leggerlo: Ricco di elementi storici, pur sempre romanzati, che possono rallentare la narrazione. La fenice del Carlo Felice di Genova inizia a risorgere dalle sue ceneri con la messa in scena del celebre capolavoro di Giuseppe Verdi. Il copione è sempre lo stesso, ma le emozioni provate durante l’esecuzione sono ogni volta diverse e tali da rendere l’aria del teatro carica di stupore. Il sipario si è aperto su una scena che ha destato nel pubblico interesse e curiosità. Una grandiosa composizione di specchi, inizialmente poggiati parallelamente al palco, è stata a poco a poco innalzata per arrivare a riflettere il telo steso a terra, scenario alle spalle degli attori. Norah Amsellem e Francesco Meli hanno fatto rivivere al pubblico la straziante passione tra Violetta Valéry e Alfredo Germont, che cercano in ogni modo di sfidare le convenienze sociali in nome del loro amore. A conferma di come queste storie possano ancora oggi incantare e appassionare il pubblico, alla fine della rappresentazione il teatro ha risuonato per una decina di minuti di applausi entusiasti. Un motivo per vederlo: La Traviata ha sicuramente regalato forti emozioni a tutti coloro che, come me, erano presenti. L'idea di dover, un giorno, rinunciare a queste opportunità per mancanza di fondi alla cultura è davvero triste. Anche da parte dei giovani, quindi, arriva un sostegno all'amato Carlo Felice, storico teatro d'opera dei genovesi, che da mesi ormai rischia di dover chiudere i battenti. Speriamo davvero che non sia così! Un motivo per non vederlo: Non ne ho trovato nessuno. P. F. Aleks Attanasio, 17 anni, Genova SUNSET PARK Di Paul Auster, Einaudi, 228 pp., 19,50 euro da non perdere «"Sunset Park" è allo stesso tempo serrato e di ampio respiro, immensamente ambizioso nelle tematiche, eppure capace di entrare nell'intimità dei suoi personaggi. [...] Ed è un vero piacere leggerlo». Il giudizio del Library Journal non ci può lasciare indifferenti di fronte all'ultima fatica del noto scrittore americano. Miles Heller ha ventotto anni e vive in Florida. Ha poco, eppure ha tutto: l'amore di un'adorabile ragazza di origini cubane, la passione trasmessagli dal padre per il baseball con le sue storie fatte di destino e casualità, e i libri, «una malattia da cui non vuole essere curato». Il lavoro non è un granché, d'accordo, ma lui sembra farlo come se in quell'attività intuisse un misterioso legame con la sua esistenza: affinché le banche possano rimetterle in vendita, deve entrare nelle abitazioni abbandonate e fotografare gli oggetti che gli inquilini vi hanno lasciato. Una piccola archeologia di esistenze passate, ricordi di una vita precedente: anche Miles ha una vita precedente da cui negli ultimi sette anni è fuggito. E continuerebbe a farlo se il destino (o il caso) non si mettesse in mezzo... l i b r i , m u s i c a e a l t r o s u i s i t i w w w. z a i . n e t e w w w. s t r o n c a . n e t Te Risult at i st E TU, SEI UN INGUARIBILE OTTIMISTA? (pag. 22) Punteggio: per ogni risposta A: 1 punto - per ogni risposta B: 2 punti - per ogni risposta C: 3 punti Fino a 6 punti: Da 7 a 12 punti: Da 13 a 18 punti: Sognatore/Illuso Realista Emo I ragazzi “troppo convinti” mi hanno sempre fatto venire dei dubbi... Sicuramente tra di voi ci sono persone mature e piene di ideali, che s'informano con i mezzi più vari e che preferiscono ragionare con la loro testa, ma spesso e volentieri ci troviamo davanti a ben più miseri “poser”, pecore che si limitano a seguire la massa. Un consiglio che ci sentiamo di darvi è smascherare gli sfigati in cerca di una identità che possono solamente mettervi in cattiva luce con la loro cialtroneria! Tutti quanti sognamo un futuro all'altezza delle nostre aspettative, perciò credo facciano bene tutti i vari cervelli in fuga, che non vogliono buttare alle ortiche sacrifici e talento in un Paese dove fanno di tutto per pagarti il meno possibile e senza uno straccio di garanzie per il futuro! Per lo studente delle superiori magari è un po' presto per “gettare la spugna”, ma se anche dal mondo degli adulti poco lungimiranti o sensibilizzati non riceviamo aiuti e consensi adeguati, allora beh, c'è davvero poco da essere allegri... Diciamo la verità, a delle mezze calzette come voi non poteva andare meglio, con un Paese e una situazione attuale come la nostra, avete tutte le motivazioni e i mezzi che volete per piangervi addosso... Beati voi che cascate sempre in piedi! Anche perché il vostro è uno spirito autodistruttivo innocuo – continuate quanto vi pare a graffiarvi le braccia col temperino millantando tentativi di suicidio... Basta che nessuno vi tocchi la piastra per i capelli o l'eyeliner, altrimenti come fate poi a presentarvi in piazza? 40 ROMEO E GIULIETTA: Ancora una storia da sogno? LABORATORIO COSTUME & SOCIETÀ Supervisione giornalistica: Simona Neri 48 CAMPIONI: Intervista a Davide Simoncelli reenni Everg 7 an Piotto, 1 ezia – La Sp di Chiara acinotti” P “ o c fi ienti Liceo sc GIULIETTA AI TEMPI DI FACEBOOK Un bellissimo ritratto di Deniz Ozdogan, presto in scena al Teatro Eliseo di Roma nei panni di Giulietta 40 SIAMO ANCORA ALLA RICERCA DI STORIE D’AMORE TOTALIZZANTI COME QUELLA DI ROMEO E GIULIETTA? LO ABBIAMO CHIESTO AI NOSTRI LETTORI E A UN’OSPITE D’ECCEZIONE, DENIZ OZDOGAN. E DENTRO A LOOK SMART, ROMEO E GIULIETTA VI ASPETTANO A CASTEL SANT’ANGELO! se davvero gli occhi di lei, gli occhi del suo volto, fossero stelle? Tanto splendore farebbe scomparire le altre stelle come la luce del giorno fa scomparire la luce di una lampada: in cielo i suoi occhi brillerebbero tanto che gli uccelli si metterebbero a cantare credendo che non fosse più notte”; dolce, romantico, capace di sciogliere ancora oggi qualsiasi cuore, eppure, così lontano. Già, dalla storia d’amore più famosa e sognata di tutti i tempi sono passati ben quattro secoli, sebbene le sue origini siano ancora più antiche. Un amore potente, forte, passionale, ma anche pieno di insidie, e purtroppo destinato a non trovare nessun lieto fine. C’è da dire che ai nostri giorni, l’idea del suicidio come unica via d’uscita da un amore ostacolato sembra lontana chilometri, se non del tutto impensabile. I social network, i miliardi e miliardi di immagini, suoni, pubblicità che ci colpiscono ogni giorno su internet e in televisione rischiano di de-sensabilizzarci, ponendoci di fronte a modelli d’amore che sono sempre più distanti dai romantici classici, senza parlare poi dell’aumento del numero di divorzi e separazioni che non può che incrinare la fiducia dei giovani nell’amore eterno. Ma davanti a tutto ciò, come si pongono i giovani nei confronti di una storia come quella di Romeo e Giulietta? Ha ormai perso tutta la sua attualità, o è ancora in grado di interpretarne sogni, emozioni, paure? Esiste ancora l’amore vero, totalizzante, o è solo un'autocelebrazione, una ricerca egoistica di conforto? Fortunatamente, non tutto è perduto.. “Secondo me quella storia ci insegna che l'amore deve andare oltre, oltre alle difficoltà e ai pregiudizi che si possono avere, come quelli delle “E famiglie che si oppongono. Insegna che arriva un momento nella vita in cui bisogna fare di tutto per imboccare la propria strada, se pensiamo che sia quella giusta. Insegna anche a tenere duro e a combattere per la persona che amiamo, a fare di tutto per averla al nostro fianco”, dice Martina, diciotto anni. Ma se l’amore è un’opportunità per affermarsi, per crescere, è anche un’occasione per trovare l’appoggio di qualcun altro che non sia parte della famiglia, sempre più sgretolata, instabile, fonte di insicurezza. Solo a quel punto “l’amore diventa un appiglio, un punto di sfogo, di riferimento, diventa quella sicurezza e quella possibilità di dialogo che spesso la famiglia non ci da più” continua Martina. Ma c’è anche chi, a riguardo, la pensa diversamente: “Non penso che la coppia sia un modo per sfuggire al nucleo famigliare, perché anzi chi non vi si trova a proprio agio farà sempre fatica a realizzare dentro di sé l’idea di un rapporto di coppia sereno o di una famiglia stabile”, afferma Chiara, ventitré anni. La famiglia stabile è la base, la necessità che sta alla radice della possibilità di maturare un rapporto d’amore sano e completo. “Diversamente”, continua Chiara, ” questo sarà vissuto in maniera banale. Romeo e Giulietta sarebbero veramente necessari alla nostra epoca”. A contrario, c’è anche chi nell’amore dice di non credere più tanto, dopo una delusione, come Lorenzo, diciotto anni. É difficile trovare la sincerità, la voglia di mettersi in gioco, la serietà, di cui un rapporto si nutre. Si hanno storie passeggere, si cambia idea facilmente, ci si sente vulnerabili se ci si apre a qualcuno, ed essere deluso poi ti distrugge. Ma non disperiamo, anche tra i moderni “Romeo” ce n’è ancora qualcuno che mantiene una visione meno disincantata. Per esempio Jacopo, 16 anni, che parla dell’amore come la cosa più bella della terra, più tenera della vita, più completa dell’esperienza. Insomma, pare che Romeo e Giulietta non debbano ancora essere relegati a letteratura estranea al presente e interessante per i soli amanti dei classici shakespeariani. Continuano anzi, ancora oggi, ad essere fonte di ispirazione per molti, un sogno che può rivivere almeno nelle pagine dell’attesa; “E che cos'altro può mai esser l'amore se non una follia molto E voi, siete per l'amore eterno? Ve lo abbiamo chiesto su Facebook: questi i risultati! che, sebbene accada 52,4% Credo raramente, è possibile incontrare 4,8 % 42,9% l'amore della vita. Basta credere alle favole: Romeo e Giulietta non esistono più. Oggi l'approccio nasce sul web e ne ha acquisito la temporaneità. L'amore è un sentimento totalizzante, a prescindere dall'età va vissuto in tutte le sue sfaccettature Partecipa ai sondaggi di Zai.net! Visita il nostro gruppo Facebook e iscriviti! 41 segreta, un'amarezza soffocante e una salutare dolcezza” (Romeo e Giulietta)? DENIZ, GIULIETTA SENZA ETÀ “È quasi tutto troppo con Shakespeare. E Romeo e Giulietta ha persino un troppo in più. È un’opera così famosa che è impossibile sfuggire al già visto” dice il regista Valerio Binasco. Eppure è prevista un’affluenza da stadio all’Eliseo. Eppure non saranno contemplati sconti per gli studenti. Eppure il progetto sta sin da ora stuzzicando televisione e giornali. Il travolgente romanticismo dei due amanti fatalmente continua ad affascinare, e il pubblico non si stanca di sospirare per la celeberrima scena del balcone. Gli adolescenti di oggi, secondo te, possono immedesimarsi facilmente in una storia di ‘amour fou’ come quello di Romeo e Giulietta, in una storia di sentimenti radicali, insomma? O amore o morte… «Credo che questo sia possibile in ogni generazione, indipendentemente dall’età; forse si dovrebbe piuttosto parlare di un’adolescenza “interiore”: è la purezza del loro amore, non contaminato dalla vergogna o dalla paura, che li rende adolescenti e che permette al loro sentimento di sopravvivere nonostante la faida tra le due famiglie». In che rapporto stanno, dunque, la violenza e l’amore? Qual è la forza che predomina o che il regista, nella lettura che ne darà al pubblico, vuole che predomini? «Credo che in questa tragedia la forza motrice sia la violenza, quella stessa violenza che soffocherà l’ingenuità dell’amore tra Romeo e Giulietta nel sangue. Proprio qui sta la modernità di Shakespeare, nell’incorniciare in un contesto drammatico, vendicativo e violento l’innocenza dei due amanti: basti pensare all’odio a cui vengono costrette moltissime generazioni attuali, dalla Palestina al Cachemire, alla Turchia». Come sarà la tua Giulietta? Per immedesimarti in lei come ti sei preparata? Cosa stai leggendo in vista dell’inizio delle prove? «Naturalmente mi sono dedicata allo studio dei diversi saggi che sono stati scritti su Romeo e Giulietta, ma non credo che l’interpretazione di un personaggio debba essere creata prima dell’ inizio delle prove, quanto che essa sia frutto dell’intesa con gli altri attori». Come sarebbe Giulietta nel 2011? A quale contesto apparterrebbe? «L’attualità ci dà fin troppi spunti per immaginarci un Romeo e Giulietta del ventunesimo secolo, anche senza rivolgerci alla letteratura. Ho un esempio attualissimo: nello scorso dicembre in Turchia, una coppia di venticinquenni, lei Dal 14 febbraio al 13 marzo 2011 Riccardo Scamarcio Deniz Ozdogan ROMEO E GIULIETTA di William Shakespeare con Antonio Zavatteri, Filippo Dini e con Milvia Marigliano regia di Valerio Binasco www.teatroeliseo.it 42 armena, lui musulmano di famiglia curda, pur essendo ostacolata dalle famiglie di entrambe le parti, si è sposata in segreto. Al matrimonio lei indossava un abito nero e dieci giorni dopo è stata trovata morta in macchina, uccisa dal fratello della ragazza». Si prevede una grande affluenza da parte dei teen-ager per questo spettacolo, complice anche la scelta strategica di Scamarcio nei panni di Romeo, un ruolo che ci ricorda i suoi esordi cinematografici. Forse il timore di non riuscire a dare una lettura convincente e nuova del testo ha indotto il regista a fare questa scelta? «Certamente c’è anche un intento commerciale nella scelta di Scamarcio come protagonista, in quanto altrimenti difficilmente sarebbe stato raggiunto un così alto livello di interesse per questo progetto; ma è anche una grande sfida, come in tutti i casi, dopotutto. È spesso l’Italia a concepire come una stranezza il fatto che un attore di cinema lavori anche nel teatro, cosa che all’estero è molto più frequente». Quali sono i tuoi autori teatrali di riferimento? Qual è il ruolo in cui vorresti recitare prima o poi ma che non ti hanno ancora proposto? «L’autore che più mi piace interpretare è Checov, di cui ho da poco portato sul palcoscenico Il gabbiano, che credo , un po’ come Shakespeare, riesca a fare una “radiografia” dell’uomo, scavando nella sua intimità ed avvicinandosi alla sua essenza; per questo si può rivolgere a tutte le generazioni e sopravvive ad ogni età. Più che ruoli da interpretare, ci sono registi con cui mi piacerebbe lavorare, come Spregelburd , perché la parte che preferisco di uno spettacolo sono le prove, il momento in cui nasce il personaggio, in cui si lavora sulla sua interpretazione». Perché la gente continua ad andare a teatro per vedere Romeo e Giulietta? «Immagino che questo sia un enigma secolare, il perché questo testo sia uno dei più conosciuti e apprezzati della storia del teatro è da sempre un quesito che non trova risposta». Cristina Altomare, 16 anni, Liceo classico “Dante Alighieri” - Roma GIORNALISTI CON UN BASTA UN COLPO DI MOUSE PER ENTRARE NELLA REDAZIONE DI ZAI.NET E FAR PARTE DEL GRUPPO DI REPORTER PIU' GIOVANI D'ITALIA. LORO L'HANNO FATTO... Cos’è Zai.net? Un network che prende vita nella rivista mensile distrubuita in oltre 1700 scuole superiori in tutta Italia, nel sito, nella radio e nelle tante iniziative che coinvolgono gli istituti. Dove si trova il mensile? Zai.net non si compra in edicola, ma arriva direttamente a scuola, in classe. Per ricevere la tua copia a casa, puoi abbonarti individualmente andando sul sito www.zai.net e seguendo le istruzioni alla voce “Abbonamenti”. Come si entra a far parte della redazione? Basta scrivere un’email alla redazione ([email protected]), oppure cercare il gruppo Zai.net su Facebook: noi vi teniamo al corrente sul percorso degli articoli e vi forniamo le dritte per svolgerli al meglio. Le distanze non contano, contano solo l’entusiasmo e la voglia di scrivere. Come si finanzia Zai.net? Finora ha spesso contato sul contributo economico di Enti pubblici e privati che ne condividevano l’approccio innovativo e le finalità formative. Ma la parte più cospicua dei costi è da sempre sostenuta dalla nostra cooperativa di giornalisti, Mandragola Editrice. Info: [email protected] - tel. 06 47881106 GIADA, 16 ANNI Ho sempre avuto la passione per la fotografia. Mi piace immortalare emozioni: Zai.net mi ha dato la possibilità di esprimere le mie potenzialità e di conoscere un sacco di altri appassionati come me. Spero che sui prossimi numeri ci sia una mia creazione. LORENZO, 14 ANNI Ciao a tutti! Ho conosciuto Zai.net grazie alla mia migliore amica. All’inizio pensavo fosse un semplice giornalino come tanti, invece leggendo gli articoli ho scoperto dei veri talenti! Anch’io, che voglio fare il giornalista, spero di arrivare ai loro livelli. VIVIENNE, 17 ANNI Hi to all! Thanks to Radio Jeans I discovered this wonderful magazine! In my country there is nothing similar! I got in touch with the newsroom and now I’m already writing my first article for Zai.net! So, don’t forget to read “Euronews” page in the next months! a Inchiraeti,s1t9 anni P o di Elena a - Milan Cattolic à it rs e Univ Foto di: Greta Gerardi, 18 anni, Istituto d’arte “Modigliani”, Giussano (MB) DESTINI GIÀ SCRITTI? 44 VITE BORDER-LINE, DEVIANZE, REATI. I RAGAZZI CON UN PASSATO DIFFICILE ALLE SPALLE POSSONO TROVARE IN STRUTTURE SPECIFICHE IL SOSTEGNO DI CUI HANNO BISOGNO. E SPESSO L’ESPERIENZA NON MIGLIORA SOLO LA LORO ESISTENZA, MA ANCHE QUELLA DI COLORO CHE LI AIUTANO A RICONQUISTARE LA FIDUCIA IN SE STESSI E NEGLI ALTRI uante volte la cronaca riporta le storie di ragazzi assassini, drogati, ladri, senza poi raccontare che dietro ai loro crimini c’era una richiesta d’aiuto che qualcuno non ha saputo raccogliere? Nessuno parla mai di queste storie, delle storie di giovani senza fiducia, ma Zai.net ha deciso di rompere questo silenzio, di capire. La fiducia è alla base di ogni convivenza civile, chi l’ha persa (in se stesso o negli altri) ha diritto a riconquistarla. Fortunatamente, su tutto il territorio nazionale ci sono associazioni di recupero e aiuto che, operando quasi nell’anonimato e offrendo servizi utili all’intera società, credono che tutti i ragazzi debbano avere le stesse opportunità, indipendentemente dalla pulizia della loro fedina penale: abbiamo incontrato per voi alcuni operatori che le rappresentano, sperando che il nostro viaggio possa offrire uno spaccato utile anche a chi immagina, per il proprio futuro, un lavoro nel campo sociale. Q ESPERIENZE “DROP OUT” Giuseppe Altamura ha 33 anni, è laureato in Scienze dell’Educazione all’Università di Salerno e lavora da anni tra comunità di recupero per minori, CPA, centri di accoglienza per bambini dai 3 ai 6 anni segnalati dai servizi sociali. Oggi a Milano, presso la Cooperativa “Età insieme, progetto Non solo compiti”, è un’operatore sociale, ma non si sente un salvatore. Perché ha scelto di intraprendere questa professione, di studiare questa materia? «Mi ha sempre interessato capire perché una persona devia, i motivi che spingono a compiere certe scelte, i motivi alla base dei nostri disagi, in particolare quelli adolescenziali. Dopo l’università ho iniziato subito a lavorare, ma sono partito dalla prima infanzia, occupandomi di bambini dai 3 ai 6 anni con disagi familiari, per esempio con genitori tossicodipendenti, agli arresti domiciliari o addirittura in carcere. Era una specie di asilo particolare, dove i bambini restavano dalle 7 alle 17 e all’interno del quale avveniva un lavoro contemporaneo su di loro e sulle famiglie». Con gli adolescenti “devianti” ha mai lavorato? «Sì, a Salerno ho collaborato a un progetto con ragazzi chiamati “drop out”, cioè che hanno abbandonato la scuola, e per un anno e mezzo ho fatto loro da tutor. Poi sono stato in un CPA, ovvero un Centro di Prima Accoglienza della giustizia minorile per giovani colti in flagranza di reato. Qui restano in attesa della sentenza del Pubblico Ministero e della formalizzazione dell’accusa; poi c’è l’invio in comunità oppure a casa in attesa del processo. Gli adolescenti sono tosti: anche quando si è “normali”, c’è un rifiuto dell’autorità e delle regole». Come interpreta il reato? «Penso che sia la fase conclusiva di un malessere che i ragazzi si portano dentro da tempo, difficile da riconoscere. Compi un reato perché non stai bene e chiedi aiuto, come quando fai uso di sostanze. Tutti in realtà proviamo questo disagio, è l’inquietudine tipica dell’essere umano, solo che ognuno lo affronta in modo diverso: alcuni soffrono, andando incontro alla paura, altri invece non ce la fanno e scappano. Tutto questo però avviene sempre inconsciamente, perché il riconoscimento del bisogno di aiuto arriva in un secondo momento, grazie agli educatori. Spesso i ragazzi “devianti” hanno alle spalle una famiglia disastrata, ma non necessariamente dal punto di vista economico. Ci sono nuclei benestanti all’interno dei quali un ragazzo cresce “normale” e uno “deviante”, e i genitori non capiscono, si sentono in colpa e cercano di giustificarsi dicendo che hanno dato tutto al ragazzo. Il problema non è la dimensione economica, è quella affettiva. Siamo tutti diversi e abbiamo bisogno di cose diverse; bisogni che la nostra famiglia, magari, non è in grado di riconoscere». Ha mai avvertito un sentimento di resa nei ragazzi che ha incontrato? Li ha mai sentiti dire: “Tanto sono una causa persa”? «Sì, in loro non c’è la percezione né del futuro né del presente. Molto spesso per farli riflettere noi educatori parliamo loro in modo schietto, diciamo per esempio che sono dei ladri, perché non pagano il biglietto salendo sul pullman. Così loro ci rimangono male e per difendersi pensano che pagare il biglietto del pullman sia da fessi, che sia da fessi non avere una bella macchina. Quello che però noi ci sforziamo di dare loro è un modello: fare l’educatore è dimostrare quotidianamente che quello che dici lo fai veramente. Io non potrò mai dire a un ragazzo di non fumare, perché io fumo. Non è coerente. Bestemmi, dici parolacce? È una tua scelta, ma poi non ti lamentare se per punizione devi pulire il bagno. Cerchiamo di far capire loro che la vita è anche altro: è prendersi un diploma, la terza media, trovarsi un lavoro, divertirsi con gli amici senza esagerare, rispettare gli altri, trovare delle passioni. Quando i ragazzi non hanno passioni stanno per strada a perdere tempo, a sfogare una rabbia che non riescono a sfogare in altri modi». Tutti accettano lo stile di vita che viene consigliato nel centro? Quando si conclude la loro permanenza che cosa succede? «Succede che difficilmente li rivedi. Qualcuno peggiora la propria situazione e finisce in carcere, qualcuno muore per overdose, qualcun altro trova un lavoro e comincia una nuova vita». L’esperienza che le è piaciuta di più? «La comunità dove ho lavorato per due anni e mezzo, dove ho fatto non solo un percorso formativo, ma anche umano. Quest’esperienza mi ha sconvolto la vita: sono cambiato, maturato, perché ho visto cose che non avevo mai visto, ho sentito storie che fino a qualche tempo prima leggevo solo sui giornali, ho visto morire delle persone, ho dovuto dire a un giovane “Hai l’aids”, ne ho accompagnato un altro sulla tomba della moglie morta a 23 anni per overdose il giorno del matrimonio. Ho sentito storie che mi hanno fatto dubitare di riuscire a farcela. Ho imparato a dirmi, però, che sono una persona normale, che sono un aiuto e un sostegno per questi ragazzi, ma non voglio salvare il mondo. Fin dall’inizio ho pensato che loro mi dessero tanto perché si affidavano a me e ricordarmi chi sono mi ha aiutato a sostenere i macigni. Anche vederli cambiare mi ha dato una enorme forza: all’inizio entrano in comunità che sono delle larve, stanno male, sono in crisi d’astinenza, poi dopo qualche mese il loro viso cambia, è nuovo, sano. Ti 45 mandano a quel paese, ma si aprono: piangono con te, ti chiedono aiuto, si affidano completamente. Alla fine ti vogliono bene. In comunità ho imparato molto, ho imparato che parlare del proprio malessere è la cosa più difficile che c’è. Nemmeno io, prima di lavorare lì, riuscivo ad aprirmi molto, per questo dico che hanno insegnato anche a me a chiedere aiuto». DARE DELLE RISPOSTE, ANCHE FORTI Lamberto Bertolé è il fondatore di Arimo (www.arimo.org), associazione che include un gruppo eterogeneo di professori, architetti, psicologi e artisti riunitisi a Carpignano di Giussago, un paesino nella Certosa di Pavia. Qui (e in altre sedi non troppo distanti fra loro) un tranquillo cascinale è stato riadattato come casa per ragazzi cosiddetti “devianti”, ovvero che hanno commesso reati. Quando ha deciso di voler aiutare i giovani, perché ha scelto proprio questa categoria, quella dei giovani devianti? «Io credo che il reato sia una richiesta d’aiuto, un gesto comunicativo che l’adolescente fa aspettandosi dagli adulti delle risposte. Il mondo adulto deve rispondere ai reati, se non lo fa l’escalation della gravità di quello che si compie è assicurata. Credo che i ragazzi dai 15 ai 18 anni abbiano ancora davanti un futuro ed è assolutamente possibile utilizzare l’occasione deviante per ripartire, per sbloccare destini in parte già scritti. Quelle che incontriamo sono le storie di ragazzi che hanno già un destino segnato, questo lo dico senza retorica. Il reato può essere un’occasione per gli adulti di dare risposte e per i ragazzi di immaginare risposte differenti, questa è la motivazione di fondo. Ho cominciato a fare questo lavoro dodici anni fa, nel 1998, un po’ per caso e mi sono appassionato. Ho visto che questa intuizione era fondata, ho visto un margine di cambiamento e rottura di questo destino e, sicuramente con grande fatica e grande impegno, sono arrivate molte soddisfazioni. Per cui ho deciso di investire tutta la mia vita professionale in questo». Quando incontra questi ragazzi, lei avverte anche in loro questa speranza di non arrendevolezza o sente che si sono già arresi? «Hanno perso molta fiducia nel mondo adulto, che non è stato in grado di intervenire in modo autorevole e forte prima, e allora il reato è l’ultimo grido d’aiuto, che in qualche modo nasconde fatica e rassegnazione. Quindi la prima cosa da fare è riconquistarsi questa fiducia. Non è un discorso buonista, perché quando dico che il ragazzo ha bisogno di risposte intendo anche risposte sanzionatorie. Ha bisogno di adulti che facciano il loro mestiere e che quindi, se necessario, lo sanzionino. Ovviamente, però, la punizione deve responsabilizzare il giovane, non deve renderlo infantile. Il nostro compito è accompagnare questi ragazzi nel loro percorso di crescita e ridare loro fiducia». Nel suo percorso di costruzione di Arimo c'è mai stato qualcosa o qualcuno che l'aveva quasi convinto a mollare? «No, la fatica l’ho messa in conto. Né prima di dare vita alla mia associazione (Arimo è nata sette anni fa), né ora. Non sono solo: siamo una cooperativa, una squadra di persone, con un forte lavoro d’équipe e sostegno reciproco. Certamente nel corso degli anni è cambiata la prospettiva, nel senso che abbiamo conosciuto meglio la complessità del lavoro. Sappiamo che è ambivalente, fatto di alti e bassi, di passi indietro e avanti e che noi diamo innanzitutto un’occasione, un’esperienza che poi sarà il tempo a far maturare in qualcos’altro». Avete mai pensato di ampliare questa cooperativa ad altri giovani in difficoltà? «L’abbiamo fatto sette anni fa quando abbiamo aperto la cooperativa per aiutare giovani ragazzi maschi autori di reato. Poi abbiamo cominciato ad aiutare ragazze con problemi famigliari e, in alcuni casi, vittime di maltrattamento e abuso. E poi l’abbiamo allargata a ragazzi con problemi famigliari, quindi con situazioni di pregiudizio all’interno del loro ambito famigliare. Diciamo che non ci occupiamo soltanto di ragazzi devianti, ma di giovani in difficoltà, anche perché, nella logica che c’era all’inizio, il reato è solo uno dei segni di disagio e difficoltà, come può essere un disturbo alimentare per una ragazza o una difficoltà scolastica. I segni con cui si manifestano i disagi sono molti, crediamo che gli adolescenti, al di là del reato, possano avere anche dei bisogni comuni». E.P. PROGETTO INCIDENTI 46 La vita non è un flusso continuo di felicità, tutti abbiamo problemi e rimaniamo coinvolti in traumi che, se non affrontati, rischiano di portare a rotture ben più gravi. C’è chi si occupa anche di traumi “minori”, legati a incidenti, perdita di persone care o, anche più semplicemente, blocchi emotivi. Un esempio è l’associazione onlus AreaG che, con il suo “Progetto Incidenti”, mira ad aiutare i ragazzi che hanno subito un trauma da incidente, ritenendo che, se non correttamente affrontato, possa diventare un carico emotivo gravoso. Il progetto, opera delle dottoresse Sofia Massia e Antonella Vincesilao, è nato un paio di anni fa e si sviluppa su due livelli: uno più individuale, in cui il ragazzo parla, si apre e si confronta con uno psicoterapeuta, e uno “secondario” rivolto a insegnanti e genitori, affinché siano preparati ad affrontare il disagio e la richiesta di aiuto. Tra le fasi, prima la diffusione delle informazioni relative al progetto, mediante volantinaggio, incontri nelle scuole, eventi (anche in discoteca, basati sulla filosofia “I giovani sostengono i giovani”) e profilo Facebook; una seconda fase di intervento terapeutico e, infine, la valutazione e la sintesi dei risultati. AreaG ha sede a Milano e a Torino e potrete trovare maggiori informazioni sul sito www.areag.net. Inoltre, per passare un week-end sulla neve a base di informazione e coscienza civile, AreaG vi invita a una gara di sci il 20 Febbraio a Bardonecchia. Non mancate! Eurone ws NEWS FROM RADIO JEANS EUROPE Drubeta Turnu Severin Dacian bracelets exposed in Rome The National Museum of Romanian History is participating with 83 archeological objects at an expo in Rome. It is called “Gli ori antichi della Romania - Prima e dopo Traiano”. It is hosted by the Museo dei Fori Imperiali in Rome. The Dacian gold bracelets are some of the most important pieces of Romanian archelology. The expo started on December 16th 2010 and will last until April 3rd 2011. Radu Draghici Bucarest Romanian Rugby team qualified for the World Cup The Romanian Rugby team qualified for the 2011 Rugby world cup. Romanians defetead Uruguay on the National Rugby Stadium in Bucharest. The name of the Romanian Rugby team is Stejarii, “the oaks” in English. Romania will compete in the group B of World Cup, alongside Argentina, England, Scotland and Georgia. This is the seventh edition of the World Cup. Romania's rugby team never missed qualification for the competition. It is the most important rugby competition in the world and will be hosted by New Zealand. Cristian Predoi Craiova If I Want to Whistle, I Whistle “If I Want to Whistle, I Whistle” is a dramatic film from Romania that hit the cinemas in 2010. Silviu, a young man who spent years in a youth penitentiary, granted release. Before he can leave, his mother after 8 years returns to Romania, so she could take his little son to Italy with her, despite Silviu's objections. Meanwhile, he meets a young woman, Ana, and he falls in love with her. But in Silviu’s despair he quickly decides to kidnap her. The movie was a big success: it won the Jury Grand Prix Silver Bear at the 60th Berlin International Film Festival and has been selected as the Romanian entry for the Best Foreign Language Film at the 83rd Academy Awards. The movie is directed by Florin Şerban and most of the actors were amateurs. So if you want to whistle, just whistle. Andreea Melinescu This project has been funded with support from European Commission. This publication reflects the views only of the author, and the Commisson cannot be held responsible for any use which may be made of the information contained therein. gli sci u s … e z Ragaz vazzi, 16 anni Ra Di Gaia Liceo “Dante classico a ” – Rom Alighieri IL “KAISER” DELLA VAL BADIA PARTE DA QUESTO NUMERO LA RUBRICA IN CUI LE RAGAZZE INTERVISTANO I GRANDI PROTAGONISTI DELLO SPORT. PER INAUGURARLA, UN CAMPIONE DI SCI ALPINO: DAVIDE SIMONCELLI on tutti possono vedere i sogni nella stessa maniera” (L’alchimista). Alcuni sogni, però, diventano realtà: è questo il caso di Davide Simoncelli, campione di sci alpino originario del Trentino Alto-Adige con all’attivo i Giochi Olimpici invernali di Torino e Vancouver e ben quattro edizioni dei Mondiali (2001, 2003, 2005, 2009). Slalomista e gigantista, i suoi punti di forza sono fluidità d’azione e velocità nel cambio. La gara che lo ha consegnato alla ribalta dello sci alpino internazionale è stata il gigante dell'Alta Badia disputato nel dicembre 2002 (da qui il nostro titolo). Lo abbiamo raggiunto in uno dei rari momenti di pausa dagli allenamenti, ecco che cosa ci ha raccontato di sé e delle sue passioni. Davide, com’è nata tua dedizione verso lo sci alpino? «Sin da quand’ero piccolo i miei genitori hanno sempre avuto una casa in montagna, non lontano da “N 48 Rovereto (sua città natale, Ndr), e mio padre, maestro di sci, mi ha trasmesso l’amore per lo sport: infatti ho iniziato davvero piccolo, avevo solo tre anni». Una disciplina in cui il più capace vince sul più forte Come facevi da studente a conciliare lo sport con la scuola? «Fino alle scuole medie non è stato difficile, ma dalle superiori in poi l’impegno è diventato importante: mi sono dovuto allenare tutti i pomeriggi e lo studio è passato necessariamente in secondo piano, in quanto a rendimento facevo il minimo per essere promosso!». Quanto credi che abbia influito il tuo infortunio del 2007 sulla carriera? «Un incidente va messo in conto: lo sci alpino è uno sport pericoloso e si sa che può accadere da un momento all’altro, ma arriva quando meno te lo aspetti. Tuttavia non me la sono presa più di tanto, per un periodo, finalmente, mi sono dedicato ad altro». Cosa hai fatto durante quei lunghi mesi? «Per la prima volta ho passato 4-5 mesi diversi dal solito. A posteriori ritengo che la scelta dell’operazione sia stata affrettata, ma in quel momento volevo sprecare meno tempo possibile. Se sfortunatamente dovesse riaccadermi, me la prenderei con più calma e cercherei di dedicare più tempo alla riabilitazione e a me stesso». Perché pensi che i giovani si dovrebbero interessare allo sci alpino? «Bella domanda! Ogni tanto penso che sia davvero un brutto sport, difficile, duro. Perdi giorni di scuola perché la domenica le piste sono aperte ai turisti e non puoi gareggiare, ti assorbe completamente. Però ne vale la pena. È uno dei pochi sport in cui valgono ancora le capacità tecniche e l’impegno, non basta la prestanza fisica». Allora, secondo te lo sci alpino si può considerare uno sport tutto sommato “pulito”? «In linea di massima sì. Non sto dicendo che nessuno faccia uso di droghe, ma penso che sia una disciplina in cui il più capace vince sul più forte. In una gara la pre- stanza fisica, alterabile con sostanze, non porta necessariamente ad una vittoria». So che sei un lettore appassionato. Quale libro consiglieresti? «Uno solo, non saprei. I miei preferiti sono due: L’enigma del solitario di Jostein Gardeer e l’Alchimista di P. Coelho». UNO SPORT PULITO L’immagine degli atleti che gareggiano su piste fantastiche, le riprese televisive delle più belle località dell’arco alpino, le vittorie degli Azzurri che stimolano lo spirito di emulazione sono tutte componenti determinanti nel far crescere il desiderio di praticare sport in montagna. Un desiderio corroborato forse anche dal fatto che lo sci è una delle specialità agonistiche più estranee agli scandali legati al doping, come ci ha confermato, oltre al nostro Simoncelli, anche Andrea Facchinetti del Fisi (Federazione Italiana Sport Invernali): «La Federazione e il Coni svolgono un ruolo importantissimo in questa direzione, sottoponendo gli atleti a ferri controlli sul sangue e sulle urine». Avendo a disposizione montagne per il 50% del territorio, gli italiani non possono, quindi, che confermarsi grandi appassionati di discipline invernali (oltre i 3,5 milioni). 49 eud r F r o t c Do anni ervi, 17 C a lle Gigli - Genov di Isabe DʼOria” “ o ic s s Liceo cla DIMMI COME SCRIVI E TI DIRÒ CHI SEI NARCISISTA, RIGIDO O AGGRESSIVO: LA GRAFIA PUÒ RIVELARE TRATTI PROFONDI DEL NOSTRO CARATTERE? LA SCRITTURA COSCIENTE È DAVVERO UN DISEGNO INCOSCIENTE COME DICEVA MAX PULVER? a manuale, la grafologia viene definita come “tecnica dell’interpretazione della scrittura, intesa come espressione della personalità”. Indubbiamente si tratta di una scienza umana, anche se si può annoverare tra le arti, proprio per il fatto che si occupa di un ambito prettamente personale: lo scopo del grafologo è quello di intuire alcune caratteristiche psicologiche di un individuo, partendo dallo studio della sua grafia. Secondo gli studiosi, la scrittura altro non sarebbe che la risposta motoria agli impulsi nervosi. Di conseguenza è possibile interpretare il gesto grafico quale gesto espressivo: una vera e propria manifestazione esteriore di quello che siamo e proviamo. È quindi possibile ricostruire, tappa per tappa, l’evoluzione della scrittura di una persona, nel corso della sua vita: nei primi anni d’esperienza, infatti, fino al termine dell’adolescenza, la grafia mostra una notevole sensibilità alle influenze dell’educazione, rivelando segni prettamente “scolastici”, nei quali le diverse tendenze non si manifestano ancora. È in seguito che il tratto grafico si differenzia da individuo a individuo, mettendo via via in luce quelle determinate particolarità che ne delineano il D 50 carattere. Ci sono quindi grafie, caratterizzate da un tratto sottile, con caratteri inclinati- proprie di un individuo idealista e ricco di fantasia; viceversa, altre in cui un tratto massiccio e compatto, poco inclinato, caratterizza la mano di una persona realista, poco portata alla socializzazione e al progresso. Un tipo di scrittura che tende verso l’alto delinea una persona positiva, che si impegna a migliorare il proprio stato; al contrario, una scrittura tendente al basso indica una persona malinconica e, nei casi più esasperati, può anche individuare sintomi depressivi. Esistono anche grafie intermedie, che si collocano a cavallo di questi due modelli: esse delineano un certo conflitto interiore nei confronti della realtà. Talvolta, per superare le incertezze descritte in quest’ultima tipologia, la mano crea grafie artificiose, forzate, che vengono prontamente smascherate dall’esperto grafologo: esistono quindi tratti che delineano una certa vanità dell’individuo, narcisismo oppure rigidità o aggressività. In occasione dell’ultimo Salone Orientamenti svoltosi a Genova è stata invitata ai microfoni di Radio Jeans Maria Teresa Morasso - grafologa professionista e presidente della sezione Liguria dell’AGI (Associazione Attualmente è necessario distinguere la grafologia dalla perizia calligrafica che, al contrario della prima, ha invece valenza scientifica; quest’ultima si occupa infatti di riconoscere, in ambito giudiziario, l’autenticità dei documenti e, soprattutto, delle firme. Tuttavia dallo scorso 4 Ottobre 2010 sono state riconosciute dal Ministero della Giustizia tutte le Associazioni grafologiche iscritte nel registro del Ministro della Giustizia. Un importante passo avanti per questo strumento, ancora poco conosciuto e talvolta non apprezzato. Grafologia Italiana): era stato infatti allestito, nel corso di Orientamenti, un laboratorio di scrittura come mezzo alternativo di orientamento per i ragazzi. L’esperta ha raccontato che, oltre agli studenti di scuole medie e superiori, hanno partecipato all’evento anche adulti alcuni insegnanti e qualche genitore - interessati a sperimentare di persona le metodologie di questa disciplina, ancora poco diffusa in Italia. L’esame, seppur breve, ha riscosso un grande successo tra i ragazzi, che hanno trovato conferma nel “verdetto” degli specialisti. La grafologia, come ha spiegato Maria Teresa Morasso, si basa innanzitutto sulla imposizione grafica, che indica agli esperti come una persona si muova all’interno dello spazio vitale. Un altro elemento che incide nel giudizio del grafologo è la dimensione del carattere e come varia nel corso dello scritto, se è irregolare oppure costante: lo studio di questi fattori permette di comprendere come una persona si relazioni con se stessa e con gli altri. La specialista ha tenuto inoltre a precisare che “il bello non fa l’interessante”: nell’analisi, infatti, non è rilevante la distinzione tra bella e brutta scrittura. CURIOSITÀ LA GRAFOLOGIA NELLA STORIA Tre esempi di diverse grafie analizzate nel corso del Salone Orientamenti. Le prime sono di due ragazze di 24 e 17 anni; l'ultima appartiene a un ragazzo di 16 anni. La prima è laureanda in traduzione, gli altri due frequentano il liceo. Storicamente, la grafologia nasce nel XVII secolo, dallo studio di Camillo Baldi, che viene considerato il primo grafologo della storia. Nel corso dei secoli è stata affiancata alla chiromanzia e alla astrologia: fu il chiromante Desbarolles a scrivere l’introduzione a “Les Mystères de l’écriture”, opera dell’abate Jean Hippolyte Michon. È possibile individuare due scuole di pensiero: quella francese e quella italiana. La scuola francese si basa sull’attento studio di forma e dimensione dei caratteri - che permettono di comprendere, ad esempio, se la mano che scrive sia maschile o femminile - la pressione, la continuità, la direzione e la velocità. In questo modo, lo studioso può cogliere gli aspetti psicologici dell’individuo. La scuola italiana, invece, si basa su tre momenti: il giudizio globale - nel quale viene presa in analisi la grafia nel suo insieme -, l’analisi - con la quale vengono rilevati i segni e viene effettuata la quantificazione - e la sintesi - che, a partire dai segni più caratteristici, li aggrega, in funzione del loro significato psicologico. Come ha spiegato la dottoressa Morasso, la scuola italiana, dalla storia e dalla tradizione più antiche, è quella che segue i dettami della tecnica morettiana, secondo cui l’elemento più importante in un’analisi grafologica è la combinazione di tutti i segni, a discapito del singolo elemento estrapolato dal contesto: è interessante quindi, per il lavoro del grafologo, la sintesi finale, frutto dell’analisi e del confronto di vari testi. 51 tter Globeti Atmro ni antini, 18 an an ova Di Laura S edda” - Gen istico “Del g Liceo lin u DA RAGAZZO HO FATTO L'AMBASCIATORE! SETTECENTO DELEGATI DA TUTTO IL MONDO, RIUNITI IN COMITATI, PROPONGONO SOLUZIONI A PROBLEMI DI PORTATA MONDIALE. NON SIAMO ALL’ONU MA A GENOVA, AL GeMUN, E I DELEGATI SONO RAGAZZI DELLE SCUOLE SUPERIORI a città della Lanterna è l’unica in Italia a ospitare una delle conferenze MUN, Model United Nations, che si svolgono in tutto il mondo, da Boston a San Pietroburgo, e di cui la principale, il THIMUN, si svolge all’Aja. Proprio come alle Nazioni Unite, i delegati rappresentano uno Stato, o una ONG, e discutono, rigorosamente in lingua inglese, riuniti in comitati, sotto la guida dei Chair. Tra i comitati troviamo il Security Council, ECOSOC, Special Conference, Humanitarian and Social Committee, Disarmament and International Security, Environment Commission, e la Mediterranean Conference, presente esclusivamente a Genova. Ogni comitato fa riferimento al Secreary General, che gestisce l’intera conferenza insieme agli Under Secretary General. Anche lo staff, security compresa, è composto da ragazzi. Per tre giorni all’anno Palazzo Ducale e altri prestigiosi palazzi genovesi ospitano un'ONU in miniatura. L’edizione 2011 prenderà il via il prossimo 24 febbraio. L’avventura del GeMUN, oggi organizzato dalla FULGIS, Fondazione Urban Lab Genoa International School, diretta dal Prof. Ignazio Venzano, inizia nel 2002, grazie agli sforzi di diverse scuole, in primis il Liceo linguistico “G. Deledda”, che ospita l’ufficio GeMUN. È lì che si incontrano i ragazzi partecipanti, guidati dalla responsabile e fondatrice del progetto, l’instancabile Prof. Dina Kotelnikova. A volte, il mondo dei MUN diventa una vera passione, come racconta il Secretary General del GeMUN, la diciottenne studentessa del Liceo Linguistico G.Deledda, Laura Tradii. L’anno scorso sei stata eletta Best Chair negli Human Rights, il comitato più grande, ma i tuoi primi passi li hai mossi nel 2008 nella squadra dello Staff. La gavetta ha dato i suoi frutti! “Esatto, giravo fra i comitati occupandomi della parte L 52 tecnica: fare e distribuire fotocopie, allestire le sale, controllare i microfoni ed indirizzare i delegati alle loro sale. È un lavoro estenuante, ore e ore in piedi, so che cosa significa e per questo ringrazio il nostro magnifico staff! L’anno successivo ho partecipato come delegato dell’UNCHR al MUN del Cairo, un’esperienza stupenda. Poi a Genova (delegato della Francia), a Milano, al Milan MUN (rappresentavo la Georgia, ricordo che creammo un’epocale unione est europea coalizzandoci contro Russia e Stati Uniti), e a Belfast, al MCBMUN, dove rappresentavo il Giappone. Infine ancora al GeMUN come Chair degli Human Rights”. E quest’anno il ruolo più importante. Ma di che cosa si occupa precisamente il Secretary General? “Il Secretary General rappresenta ed organizza concretamente il GeMUN. Mantiene i contatti con le scuole partecipanti, è il punto di riferimento per ogni partecipante del MUN, che sia staff, delegato, chair! Io dico sempre che Secretary General si nasce e si diventa. Si nasce nel senso che bisogna avere alcune qualità, come amare il contatto con le persone, possedere una buona capacità linguistica e una mentalità elastica, essere informati su ciò che succede nel mondo... E si diventa perché il MUN ha scopo fondamentalmente educativo. Si impara a gestire un gruppo di persone, a fronteggiare le difficoltà, ad essere sempre corretti. È un lavoro impegnativo, le ore che dedico al MUN spesso superano quelle che dedico alla scuola!”. Speriamo che l'entusiasmo di Laura contagi tanti altri ragazzi! Le porte del GeMUN sono aperte a chiunque voglia curiosare. Unico accorgimento per i visitatori: niente tute e minigonne - citando il libro dello scrittore americano David Sedaris, “mi raccomando, tutti vestiti bene”! Oroscopo A cura di Cassandra Ariete Toro Gemelli 21/03 - 21/04 21/04 - 21/05 21/05 - 21/06 Affari di cuore Guardatevi allo specchio, chiudete gli occhi e, stando attenti a non perdere l'equilibrio, fate la vostra scelta... Il piede in due staffe non si può proprio tenere! Amicizia & famiglia Bravissimi, iniziate l'anno con l'ennesima litigata con col mondo... spiegatemi cosa ci guadagnate, super brontoloni! Consiglio La dolcezza dei synth nell'ultimo album di Owl City. Affari di cuore Anno nuovo... attitudine migliore? Suvvia, un pochino di impegno in più non ha mai ucciso nessuno, anzi. Sapete benissimo che in quanto a charme e stile non può battervi nessuno! Amicizia & famiglia Permettetemi di ricordarvi che non esistono solo diritti, ma anche doveri... Consiglio Che ne dite di Pete Yorn? Affari di cuore Bene miei cari, siamo arrivati ad un altro anno... Cosa vogliamo fare? Continuare sulla stessa strada solitaria? Io non vi sto ordinando nulla, ma ogni tanto un po' di compagnia, no? Amicizia & famiglia L'anno nuovo porterà soddisfazioni ma anche le inevitabili sconfitte e ardue salite. Non fatevi mancare l’appoggio degli amici più cari. Consiglio Perdetevi nel mondo di L'Aura. Cancro Leone Vergine 22/06 - 22/07 23/07 - 23/08 24/08 - 23/09 Affari di cuore Il 2011 porta con sé una ventata di novità sin dai suoi primi giorni, ma possibile che proprio non vogliate tornare sui vostri passi adesso che sarebbe tutto perfetto? Amicizia & famiglia Vi siete comportati davvero bene in conclusione di questo strano 2010 appena finito ma... Continuate così anche nel 2011, eh! Consiglio Che ne dite di ascoltare i REM? Affari di cuore Le stelle continuano a sorridere senza sbottonarsi e voi non riuscite proprio più a capire cosa fare. Qualche pianeta mi sta bisbigliando che a breve ci saranno novità interessanti. Amicizia & famiglia Avete smosso un po' le acque cercando di far capire alle persone giuste che a loro ci tenete davvero? Consiglio Un tuffo nella “vasca” (e non solo) di Alex Britti! Affari di cuore Che ne dite di ingranare la quarta e tentare il tutto per tutto? Sapete che avete delle grandi possibilità! Amicizia & famiglia Dovreste riuscire a calmare un pochino i nervi per non “sbottare” (i fuochi d'artificio vanno bene a Capodanno, poi basta!) e per non incrinare rapporti importanti. Consiglio Il meraviglioso ultimo lavoro dei Train. Bilancia Scorpione Sagittario 24/09 - 22/10 23/10 - 22/11 23/11 - 21/12 Affari di cuore Non avete davvero idea di quello che le stelle hanno in serbo per voi... certo, un po' ingarbugliato, ma decisamente interessante. Lasciatevi sorprendere! Amicizia & famiglia State riuscendo alla grande nel vostro esercizio di apertura verso il mondo, bravi! Consiglio Scoprite Anansi, vi saprà catturare! Capricorno 22/12 - 21/01 Affari di cuore Dopo essere riusciti nell'intento di conquistare la persona che ha catturato il vostro cuore, adesso lasciatevi coccolare un po'... Ve lo meritate! Amicizia & famiglia Abbandonate il vostro eremo e lasciatevi prendere dalla gioia di vivere e dall'euforia del primo mese dell'anno... Sursum corda! Consiglio La bellissima ninna nanna francese di Elisa e Giorgia. Affari di cuore Siete riusciti nel vostro intento, qualsiasi esso fosse, bravissimi! Adesso però non beatevene troppo, c'è chi trama nell'ombra! Amicizia & famiglia Vi siete accorti dell'infinito affetto che vi circonda quando credevate di essere rimasti soli; ora siate voi a darne un po’ agli altri. Consiglio L'ultimo dei My Chemical Romance per stare sulla cresta dell'onda! Segno del mese Affari di cuore Il mese passato è stato decisamente un gran mese, ma nulla toglie che febbraio si stia organizzando per farvi vivere momenti come quelli... intanto lasciatevi un po' andare! Amicizia & famiglia Dopo alcuni momenti di crisi profonda in cui non sapevate più che pesci pigliare adesso è il momento di un po' di compagnia davvero buona! Consiglio Scatenatevi con Kid Rock! Acquario Pesci 21/01 - 19/02 20/02 -20/03 Affari di cuore Avete continuato con il vostro atteggiamento da essere superiore e quella persona così innamorata ci sta ripensando seriamente. Amicizia & famiglia Approfittare dell'anno nuovo per prendere una posizione, prendervi le responsabilità delle vostre decisioni e lanciarvi verso il futuro! Consiglio Sting non può che farvi un gran bene. Affari di cuore Le stelle stanno facendo dei cartelloni per avvisarvi di stare molto attenti a quello che sta capitando attorno a voi. Amicizia & famiglia Dovete riuscire a capire che non tutti possono sopportare la vostra continua richiesta d'attenzione. Sappiate trovare conforto anche in momenti di solitudine: capita! Consiglio Una scarica di adrenalina con i Ready, Set, Fall! 53 ackstage SUL SET PER UN GIORNO 55 DIVENTA ANCHE TU UNO DEI NOSTRI VOLTI! Iscriviti alla pagina fan su Facebook o scrivi all?indirizzo e-mail looksmart@zai LOOKSMART DO IT YOURSELF MASCHERE A BASE DI... ALBUME E MIELE In una ciotolina mettete un cucchiaino di miele e mescolatelo con un albume d’uovo fino a farli diventare una pastella compatta. Applicatela sul viso e sulla gola in uno strato sottile e lasciatela agire per 10 minuti. Infine, sciacquate con acqua tiepida (adatta alle pelli grasse). MIELE E PANNA Per prepararla, mescolate due cucchiai di panna in una ciotola insieme ad un cucchiaino di miele. Applicatela sul viso ed eventualmente sulle altre zone “a vista” e lasciate agire almeno 15 minuti prima di sciacquare con acqua tiepida (ideale per le pelli secche) CETRIOLO E YOGURT È la più conosciuta, anche perchè è adatta a tutti di tipi di pelle.Grattuggiate un cetriolo e mescolatelo insieme a dello yogurt naturale.Applicatelo sul viso e lasciatelo agire per 20 minuti circa. Infine sciaquate con acqua tiepida. 0 tanto odiate spalline del cappotto della nonna, ma con deliziose maniche a sbuffo di megliette e maglioncini. Inutile dire che i pantaloni sono a sigaretta: ai classici jeans si affiancano i leggins (che, attenzione, non sono pantaloni, quindi non usateli come tali) e i pantaloni in pelle, più trasgressivi ma se abbinati bene in grado di conferire un look sofisticato. Il tutto si addice ad ogni occasione, variano solo le fantasie che spaziano dall'eleganza del nero e del bianco alle più allegre e accese per occasioni meno formali (come non chiamare in causa i "pois" tipici degli anni di riferimento). Parlando dei mitici '50 non si può non citare il tubino nero indispensabile nel guardaroba della donna di POMODORO E AVENA Prendete un pomodoro e tritatelo, unite poi un cucchiaio di succo di limone e mescolateli insieme. Aggiungete un pizzico di farina d’avena e miscelate anche quella. Applicate sul viso e lasciate agire per 15 minuti, poi rimuovete con acqua calda. ieri e che la donna di oggi rende versatile abbinandovi un filo di perle, orecchini etnici oppure osando gli stivali (anche se per la sera sono assolutamente indicate le decolletè, magari con un tacco considerevole). Ai piedi un altro must intramontabile, le ballerine che anticipano l'arrivo della bella stagione, di tutti i tipi e di tutti i prezzi: ogni ragazza può trovare il paio che più le si addice. Per completare il tutto accessori, accessori e ancora accessori! Cerchietti, che spopolavano negli anni ‘50, nastri, fiocchi, cinture alla vita, lunghe collane e chi più ne ha più ne metta! Infine la borsa per eccellenza è l'handbag da portare appesa al braccio. Il risultato è una donna senza tempo elegante e sofisticata che fa dimenticare le pancie scoperte e il cavallo basso di qualche anno fa, prende spunto dal passato rivisitandolo in nome di quel gusto e quello stile che viene dimenticato per la smania di proporre qualcosa di nuovo e che spesso rischia di cadere nel trash. Elena Acali, 20 anni, Facoltà di scienze della moda, Roma MAKE UP: IL FONDOTINTA Collistar (25-33 euro) Fascia medio-alta, in generale la texture di questi fondotinta è molto gradevole e piacevole per la pelle. Discreta la tenuta per la giornata, buono l’effetto coprente con risultato naturale. Vichy (a partire da 19) Vichy, del gruppo l’Oréal, si avvale di un avanzato laboratorio di ricerca e tutti i suoi prodotti sono a base dell’acqua termale di Vichy. Ottimo rapporto qualità-prezzo, la marca presenta pochi tipi di fondotinta, ma di ottima consistenza. Si trova principalmente nelle farmacie. Clinique (sui 20 euro) Ottimo per tutti i tipi di pelle, offre prodotti specializzati come linee anti-bleemish o per pelli secche. Molta attenzione viene data anche all’idratazione per un risultato ottimale. Rimmel (intorno ai 10 euro) Leggero ma coprente, il fondotinta Rimmel nonostante il prezzo ha una texture setosa e accontenta esigenze di ogni tipo. Data la nuance di colori, preferibile per un fondotinta estivo, più leggero. Chanel (circa 50 euro) Una buona gamma di fondotinta di grande qualità in packaging elegante e accattivante è quella del marchio Chanel, che si presenta nella fascia alta di prezzo ma raramente lascia deluse le aspettative del cliente. FAVOLOSI ANNI udrey Hepburn e Marilyn Monroe, le massime icone del grande stile, non sono mai state così attuali come in questo periodo in cui tutto riporta ai favolosi anni 50. Erano gli anni di Marlon Brando e di Elvis Presley, dell' intramontabile vespa e di Vacanze Romane, delle feste e dei coktails in giardino, quegli anni meravigliosi di cui sentiamo la nostalgia pur non conoscendoli da vicino, ma che ci fanno ancora sospirare con i loro film e ci fanno ancora ballare le loro canzoni a fine serata. Anni favolosi; anni da sogno che anche la moda visse da grande protagonista: si afferma il Made in Italy superando l'egemonia fino ad allora incontrastata della moda francese e stilisti come Capucci, le Sorelle Fontana, Pucci e Valentino si affacciano nel panorama della moda mondiale divenendo nel giro di pochi anni i più richiesti dallo star system. Anni dunque di grande creatività e di grande stile; stile che oggi viene riproposto nelle sfilate di alta moda, nel pret-à-porter e dai fast fashion per la gioia delle più attempate, e che viene bene accolto e rivisitato dalle giovanissime. Eleganza è la parola chiave; un'eleganza armonica che si contrappone alla volgarità preferendo coprire anziché scoprire. Niente di nuovo ma tutto rivisitato. Tornano le vite strizzate e le spalline, il punto vita si alza e e va a sottolineare le curve del corpo esaltandone la bellezza senza rendere la donna provocante; anche le spalle si allargano, non con le A ultra-sessantacinquenni che desiderano trovare l’anima gemella, costringendoli a pietosi appuntamenti programmati e a umilianti battibecchi? Come mai il video “I want your sex” di George Michael, che negli anni Ottanta fece arrossire una generazione di ragazzine, ora non scandalizzerebbe proprio nessuno? L'esasperata ricerca della trasgressione ha modificato la soglia dell’accettabile che è, e inevitabilmente sarà, sempre più bassa. Come avrebbero potuto esistere, infatti, venti anni fa programmi come “L’isola dei famosi” o “La pupa e il secchione”? Quale stilista avrebbe mai creato mutande con l’elastico spesso dieci centimetri per farlo spuntare appositamente dai pantaloni? Gli adolescenti sono a metà tra l’infanzia, che è ancora inconsapevole, e l’età adulta, che possiede la maturità per distinguere che cosa è eccessivo. Per questo hanno poche difese nei confronti dell'imbarbarimento dei costumi: non avendo vissuto abbastanza per avere categorizzato in maniera socialmente accettabile la “normalità”, molti giovani (i cosiddetti “truzzi”, ad esempio) elevano con orgoglio il trash a simbolo della loro generazione. Come potremmo altrimenti giustificare certi ridicoli indumenti fluorescenti o certe inquietanti e volgari fotografie? Il mercato facilmente continuerà a produrre nuove follie, spinto dalla costante tendenza a superare lo stadio precedente, fino all'esagerazione. Ma a che punto dovremo spingerci per poterci stupire ancora? Arriverà mai un’inversione di tendenza? Noi aspettiamo (s)fiduciosi… Margherita Tori, 18 anni, Liceo classico “Mazzini”, Genova IL NUOVO MUST-HAVE PER GLI AMANTI DELL’HIP-HOP STYLE: LE PANTUTE on è un errore di stampa, avete letto proprio bene: sono arrivate le PANTUTE nella New Collection di Frankie Garage, che sforna dal suo garage tute di ogni modello per i fanatici dell’hip-hop che non perdono di vista la comodità. Il nuovo trend è la Frankie Garage TRAINING RIBER in comodo tessuto simil-jeans. Le Pantute hanno elastici alle caviglie e in vita, immancabili per gli amanti del look sportivo e pratico; senza tralasciare, giustamente, la caratteristica scritta dietro. Tra i possibili abbinamenti, la felpa, sempre Garage, con zip e cappuccio color blue-jeans. Chi vuole completare il look mantenendo questo stile può aggiungere come accessorio cuffie Garage o di altre marche, sempre grandi e preferibilmente bianche, nere o gialle in modo da far risaltare di più l’outfit. Per le scarpe potete davvero sbizzarrirvi. Il mio consiglio, però, è orientato alla semplicità: Nike o Puma, ma non troppo vistose! N Rody Dinganga, 17 anni Istituto “Galileo Galilei”, Torino AI CONFINI DEL occasione della sua consacrazione come più influente artista pop del momento, con la vittoria di 8 premi su 13. E che dire di Alexander McQueen? Prima della sua tragica scomparsa lo scorso inverno, stupì mandando in passerella modelle con ombrelli sulla testa e immense bocche colorate di rossetto come magri clown aggressivi, ed azzimò modelli androgini con sinuosi costumi da bagno femminili. La domanda che sorge spontanea è: esiste ancora “un limite a tutto” ? La moda, lo stile, le tendenze possono ancora essere arginate da un gusto universale che decreta cosa è accettabile o no? Se da una parte la fantasia non può e non deve avere limiti, dall’altra è innegabile che la percezione di un certo cattivo gusto esista ancora, soprattutto se scendiamo dall’iperuranio dei più estrosi artisti e stilisti e delle loro creazioni folli... magari apprezzate incondizionatamente dagli esperti del campo, ma spesso considerate di dubbio gusto o quantomeno poco comprensibili dalle “persone normali” . Perché abituarsi a situazioni e oggetti sempre più esagerati? Perché per sopperire alla mancanza di nuove idee vengono sdoganate e rese comuni agli occhi del pubblico cose che, se osservate con più lucidità, non dovrebbero essere considerate tali? Nel 2002 vengono lanciate sul mercato le scarpe Crocs, orrende ciabatte gommose e bucherellate, in vendita nei colori più disparati. Immediatamente queste strane galosce prendono piede (letteralmente) in Europa e negli Stati Uniti. Ora, non mettiamo di certo in dubbio la straordinaria comodità e le proprietà podologiche ampiamente certificate - che si sarebbero comunque imposte sul mercato - , ma era proprio necessario dare a queste calzature un aspetto così pacchiano? Ogni anno la marca Nike propone un nuovo modello di scarpa da ginnastica sempre più grossa e gommosa, che intrappola ad ogni collezione una porzione sempre più vasta di arti inferiori. L’ultima si fermava sopra le caviglie; tra pochi anni non avremo più bisogno di ginocchiere, grazie alle nostre nuove Nike! Il fenomeno trash purtroppo non si limita solo a creazioni di tipo pseudo-artistico, ma pervade ormai ogni aspetto della cultura moderna, e quella che un tempo sarebbe stata definita “sottocultura” è diventato il livello standard universalmente accettato e apprezzato. Che motivo c’era di creare un settore dell’ormai celebre programma “Uomini e donne” dedicato agli ettembre 2010: la copertina di Vogue Homme Japan ritrae una sempre più eccentrica Lady Gaga coperta (solo nei punti “topici”, ovviamente) da sanguinolente bistecche. Lo stesso look verrà esibito dal vivo dalla diva al ritiro degli MTV Video Music Awards di Los Angeles, in GUSTO COM’È DIFFICILE CAPIRE DOVE STIA IL DISCRIMINE TRA ARTE POP E VOLGARE KITSCH! S Juliet says hey it’s Romeo you nearly gimme a heart attack He’s underneath the window she’s singing hey la my boyfriend’s back... (Dire Straits - 1980) “Due delle più belle stelle del cielo devono essere state attirate altrove e hanno pregato gli occhi di lei di scintillare nelle loro orbite durante la loro assenza. E se davvero gli occhi di lei, gli occhi del suo volto, fossero stelle?” Capodanno con chi vuoi Nella pagina sinistra: per lei maglioncino e borsa H&M (15 e 10 euro), maglia Zara (10 euro); per lui camicia Mosca (60 euro), Jeans Denim (in saldo, 19,90 euro), maglione d’Altieri (circa 50 euro). Nella foto in basso, lui indossa un paio di Clarks (120 euro), lei ballerine H&M (9,95 euro) e leggins Golden Point (19 euro). In questa pagina: per lui cappotto Koan (150 euro), orologio Armani (sui 200 euro); per lei golfino Lemlò (70 euro circa) e maglietta Brandy & Melville (16,50 euro). “E' vero, io parlo dei sogni, che sono figli di un cervello ozioso, generati da nient'altro che da una vana fantasia, la quale è di una sostanza sottile come l'aria, e più incostante del vento.” 50 anni dopo ROMEO& JULIET Rose ben fatte con tessuto sollevato e vaporoso per la pochette di H&M in stile graziosamente alternative-chic. Torna alla ribalta il rosa cipria, perfetto con gli smalti marrone, fango e scarlatto. Rigorosamente bombato e protagonista l’anello rosa antico. “Amore corre verso amore, così come gli scolari lasciano i loro libri, per contro, amore lascia amore con volto corrucciato con cui gli scolari vanno a scuola.” Le Desert Boots della Clarks sono un modello senza tempo, e ora più che mai in auge. Eleganti ma non impegnative, rimangono classiche coi jeans o col pantalone soprattutto nel camoscio nero, beige e blu. “Segui il mio consiglio, cessa di pensare a lei" "Oh, insegnami come posso cessar di pensare.” Ciao, siamo Gaia e Cristina, frequentiamo il liceo classico a Roma. Amiche da una vita, ci siamo "inventate" questo nuovo lavoro coinvolgendo altre ragazze della nostra età. Facmultum e facrestum ci autodefiniamo: foto, testi, vestiti, location sono farina del nostro sacco. Gaia Ravazzi, 16 anni Cristina Altomare, 16 anni Giorgia Nobile NEO ROMANTIC MOOD i ispira a un classico di tutti i tempi, Romeo e Giulietta, il servizio di moda che domina queste pagine di Look Smart. Niente paura, però: nulla di troppo romantico. La nostra Giulietta si chiama all’anagrafe Giulia ed è una liceale romana come tante, sorpresa a canticchiare il celebre brano dei Dire Straits e, unica concessione alla dolcezza, indossa un pull rosa cipria e ballerine color salmone. La location? Da Verona, giardino dei Capuleti, ci siamo spostati a Castel Sant’Angelo, il complesso che da quasi duemila anni si specchia nelle acque del Tevere. Lui, tutt’altro che disperato, ma sufficientemente fascinoso, la osserva divertito, ben lontano dall’immagine dell’amore non corrisposto. Ma, noblesse oblige, veste inesorabilmente chic! E, poiché il pianeta moda è vario e inaspettato, segue un articolo sul look eccentrico ed eccessivo dei fenomeni come Lady Gaga con, novità, un pezzo di moda maschile alternativa che ci descrive la pantuta, suggerendo con quali accessori indossarla. S Di contrasto, scivoliamo sul bon ton riscoprendo gli anni Cinquanta, un inno alla femminilità assoluta. Il mood era nell’aria da un pezzo, come si è visto nelle campagne pubblicitarie dei profumi di D&G che evocano quelle atmosfere, con dive bionde e vaporose dalle labbra rosso acceso. Passando al do it yourself, questa volta lunga permanenza in cucina per confezionare… maschere di bellezza con ingredienti naturali: i risultati ci sono (pensate a Cleopatra), basta calibrare bene le dosi e ricordare che le cure di bellezza “fai da te” non hanno conservanti e quindi vanno “cotte e consumate”. Infine, i ringraziamenti a chi questa volta ha scritto per collaborare e inviato i propri articoli: ragazze e ragazzi davvero smart! Gianni La Rocca MCN Studio di Roma per l’ospitalità LA MODA PASSA LO STILE RESTA Favolosi Fifties: tornano gli anni di Marilyn LookSmart Anche la moda ha cervello ROMEO AND JULIET AI CONFINI DEL GUSTO MASCHERE E MASCHERONI: come evitare l’effetto cerone