Pareva dovesse succedere un finimondo Pareva dovesse succedere un finimondo dalle cronache dei maestri della scuola Leone Fontana anni scolastici 1943/1945 classi quarte 25 aprile 2010 scuola Leone Fontana Torino 2 3 Introduzione “Pareva dovesse succedere il finimondo” è il lavoro di storia che abbiamo preparato come classi quarte elementari per Adotta un Monumento, un’iniziativa annualmente organizzata dal Comune di Torino, noi avevamo scelto come monumento da adottare la nostra scuola. In questo fascicolo troverete raccolti diversi tipi di testi, sono quelli che abbiamo utilizzato per cercare di ricostruire un evento fondante della nostra storia repubblicana: il 25 aprile del 1945. Volevamo capire se e come era stato vissuto nella nostra scuola. Per farlo abbiamo utilizzato le cronache scritte dagli insegnanti della scuola Fontana negli anni scolastici 1943/44 e 1944/45 che sono conservate nell’archivio storico della nostra scuola. Gli insegnanti erano, in quegli anni, tenuti a compilare un registro all’interno del quale c’erano delle pagine di cronaca, lì dovevamo trascrivere notizie sull’andamento del lavoro di classe, eventi particolari che riguardavano la vita della scuola, date importanti, notizie sugli alunni. Aprendo quelle pagine ci siamo trovati immersi in quel tempo: i maestri scrivono di giornate “normali”, tra sirene, bombardamenti, morti, scioperi, paura, fame, freddo, code per il sale, e la lettura di Pinocchio, Cuore, poesie, brani tratti dai Promessi Sposi, piantine che crescono nei vasetti, l’ispettore del coro che si lamenta perché i maestri non fanno cantare i ragazzi, la religione, le operazioni, i premi, i ritmi del regime che sopravvivono. Ogni insegnante sceglie cosa scrivere a quale avvenimento dare importanza. Ad esempio alcuni maestri non parlano mai di guerra, altri ne parlano spesso e ne descrivono le sofferenze, la fatica, la paura del vivere quotidiano. Abbiamo scelto di trascrivere alcune annotazioni tratte da due cronache dell’anno scolastico 1943/44, volevamo dare conto attraverso quelle poche righe della situazione in cui si trovavano la scuola e la città in quel penultimo anno di guerra. Sono riportate integralmente tre cronache scritte, nell’anno scolastico 1944/45, dagli insegnanti Enrico Giovanni, Giuseppina Montaut e Maria Frè Molino. La scelta è stata fatta dai ragazzi che le hanno trovate particolarmente ricche di annotazioni ed emozionanti. Delle altre cronache del 1944/45 abbiamo scelto di trascrivere solo le parti che facevano riferimento alla situazione di guerra e alla liberazione. Le cronache erano molto diverse, ognuna raccontava una “storia” differente. Ai ragazzi è stato proposto di fare un confronto fra queste cronache, per realizzarlo hanno usato la tabella che troverete a pagina 40. Osservare la tabella ha reso evidente come le cronache venissero scritte dagli insegnanti in base alle loro opinioni; alcuni maestri, ad esempio, non parlavano mai di guerra, altri che ne parlavano spesso. In alcune cronache non si trova traccia della Liberazione, della fine della guerra. Questo ci è sembrato strano, per spiegarlo abbiamo fatto delle ipotesi: avevano paura? Sentivano che la loro vita stava cambiando e non sapevano come muoversi? Pensavano alla scuola come un luogo che doveva proteggere i bambini dalla guerra? Non abbiamo trovato risposte. Nelle cronache che abbiamo trascritto integralmente i maestri raccontano le attività quotidiane che svolgevano con i loro alunni, sappiamo così quali poesie, racconti leggevano, studiavano. Alcuni li abbiamo trovati e letti e questo ci è servito a capire un po’ meglio come era la scuola di allora. Questi testi sono raccolti negli allegati. 4 Nelle trascrizioni si è scelto di indicare gli alunni con il solo nome di battesimo. Non si troverà indicata la sezione di appartenenza della classe in quanto negli anni 1943/44 e 1944/45 nella scuola la sezione è una sola per via dello sfollamento. Le cronache sono state alla base delle domande che i ragazzi hanno rivolto a Mario Pistoi che nel 1945 aveva 13 anni. Sentirlo raccontare di quegli anni è stata un’esperienza molto emozionante per tutti noi che vi abbiamo partecipato. In questo fascicolo troverete la trascrizione delle sue parole. Tra gli allegati troverete testi di canzoni, notizie storiche che sono state utili per inserire le micro storie che abbiamo raccolto nell’archivio della nostra scuola, nella grande storia della seconda guerra mondiale, sono tutti testi che ci hanno permesso di fruire pienamente di quanto leggevamo nelle cronache. Buon 25 aprile a tutti, le maestre Margherita, Mariella e Paola Torino, 25 aprile 2010 5 Anno scolastico 1943/44 Alcune notizie tratte da due cronache per rendere conto delle difficoltà in cui si trovavano la scuola, la città. Classe terza maschile Insegnante Giuseppina Bona 8 novembre 1943 Si riaprono le scuole Purtroppo la prima giornata bombardamento. 1 di scuola è stata turbata da un disastroso 9 novembre Il suono della sirena s’è fatto riudire proprio mentre le scolaresche uscivano dalla scuola. Che Dio ci protegga! 10 novembre […] Suona la sirena alle 11,30. 11 novembre Questa mattina, causa l’allarme delle ore 1, molti bambini sono entrati alle ore 10. […] 12 novembre La scuola anche oggi fu, purtroppo, ancora disturbata. I presenti non sono che 5, gli altri sono stati ripresi dai parenti al primo “allarme” e non si ripresentarono. Far scuola in queste condizioni è proprio penoso. Dio abbia pietà dei nostri ragazzi e del nostro povero, disgraziatissimo Paese! 16 novembre […] A turbare la serena, gioiosa pace della nostra giornata scolastica, è venuto un gruppo di madri a riprendersi metà della scolaresca (erano presenti 14) perché c’era un preallarme pericoloso e, a sentire le voci popolari, apparecchi sorvolanti Torino avevan lasciato strisce fumogene e lanciato il fischio precursore dell’arrivo dei “Liberatori” (che effettivamente fino ad oggi non han liberato che tanta gente dagli acciacchi della vecchiaia). […] 25 novembre Ingresso ritardato per i due “allarmi” notturni. Altro allarme nel pomeriggio. 1 8 novembre 1943 L’ incursione aerea, avvenuta in pieno giorno, dalle 14,20 alle 15, provocò 202 morti e 346 feriti. Cfr. Torino sotto le bombe, Pier Luigi Bassignana, Edizioni del Capricorno, Torino 2008 6 26 novembre Da lunedì prossimo venturo per ordine delle Autorità, nuove disposizioni per le ore e i giorni di lezione. Per la scuola nostra sono stabiliti i giorni di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9 alle 11. 27 novembre Due miei alunni oggi non sono a scuola perché devono fare la “coda” per prendere il sale. Le madri vanno a lavorare. Poveri piccoli! Non si può mica pretendere che facciano tutti come Torquato che alle 6,30 era già davanti alla rivendita di Sale e tabacchi. 1 – 2 dicembre Giornata scolastica disturbata per il giungere delle madri a riprendersi i figli ai primi spari delle batterie contraeree. Pomeriggio: lancio di bombe sulle ferrovie, sul Lingotto e sulla Barriera di Nizza. Dio ce la mandi buona. 1 maggio 1944 I gloriosi Mutilati, aristocrazia della Nazione. Si parla oggi degli Eroi d’Italia di tutte le guerre per la Sua liberazione e ci si sofferma sul padre di Russo che è un mutilato della Grande Guerra. […] 10 maggio Foresto, un ex scolaro, prima di partire per la Germania (è del 25) mi ha mandato dalla sua mamma, un mazzolino di fiori. Ne sono stata commossa e contenta, perché m’è caro essere ricordata dai miei antichi scolari. 12 maggio Allarme dalle 9,15 alle 10,50 mi ritornano in classe otto scolari, alle ore 11. La scuola chiude il 25 maggio 1944. Giuseppina Bona 7 Classe seconda femminile Insegnante Lucia Mereu Savio 8 novembre 1943 Apertura della scuola con orario di tre ore al giorno, dalle 9 alle 12 per la scuola Fontana e dall’una alle quattro per la scuola Muratori. Quest’anno non c’è stata la festa d’inaugurazione dell’anno scolastico, però il Sig. Ispettore per la religione ha diramato una circolare invitando tutti gli insegnanti a far pregare gli alunni per invocare la benedizione di Dio sul nuovo anno scolastico. Cosa questa, tanto necessaria che io l’ho fatta spontaneamente e con tutto il cuore, prima ancora di aver letto la circolare. […] Le colleghe si sono sparse nei comuni di sfollamento e nella scuola Fontana siamo rimaste in dieci. […] 29 novembre Le giornate troppo limpide e serene di questo mese sono troppo favorevoli alle incursioni nemiche: per questo i nostri superiori hanno ridotto l’orario scolastico a due ore al giorno, dalle nove alle undici. Per noi, che ospitiamo la scuola Muratori saranno due ore ogni due giorni. Troppo poco! Questa disposizione è temporanea, ed io spero che sarà per breve tempo. 13 dicembre Visita del Sig. Ispettore per il Canto. Egli vorrebbe che si cantasse in queste sei ore settimanali di scuola, e le bambine ne avrebbero il diritto… ma noi adulti non si riesce più a cantare! Ma verranno certamente giorni migliori con qualche ora di più d’insegnamento e canteremo… lo spero. 14 dicembre Adunanza degli insegnanti presieduta dal Sig. Provveditore. […] Ci disse che ben cinquecento furono i maestri che ottennero il trasferimento per ragioni di sfollamento, che quelli rimasti sono ancora troppi per la popolazione scolastica rimasta in città. Povera Torino! Ringrazio Dio d’aver scelto di rimanere nella nostra martoriata città, d’aver avuto una classe in quella parte di edificio rimasto in piedi. In nessun paese di questa terra io potrei essere contenta come nella mia città natale, dopo i bombardamenti, dopo le pene e le ansie di questi anni di guerra incivile, selvaggia, crudele! […] Lucia Mereu Savio 8 Anno scolastico 1944/45 Classe terza femminile Insegnante Lucia Mereu Savio 2 ottobre 1944 Oggi s’è riaperta la scuola, e purtroppo siamo ancora in guerra. Le alunne sono appena una ventina, ma ne verranno ancora. È sempre una gioia la riapertura della scuola che riconduce alla maestra le scolarette dell’anno scorso e quelle nuove la scrutano in viso, e per tutte ci vuole un bel sorriso per incoraggiarlo e per conquistarlo. L’argomento più trattato è ancora quello dei bombardamenti, degli allarmi, preallarmi, ecc… Non c’è altro che affidarsi alla divina Provvidenza, e sperare, come sempre, in Dio, il quale dovrà pure convertire questa povera umanità e rendere questo mondo un po’ più… desiderabile! 4 ottobre Ho intrattenuto le alunne su S. Francesco d’Assisi, il Patrono d’Italia, il Santo della povertà e dell’amore (1182 - 1225). Ho narrato la sua storia, il suo amore per tutte le creature, la leggenda del lupo d’Agubbio; e le alunne hanno scritto sotto dettatura la poesia “S. Francesco e il lupo” 2 di A. S. Novaro, precedentemente letta e spiegata. Tanto la lezione su S. Francesco che la poesia hanno interessato piacevolmente le alunne; la nostra Torino ha dedicato una delle sue vie centrali a questo Santo. 7 ottobre Il numero delle alunne è già salito a 27. Ho adottato, come libro di testo, le “Avventure di Pinocchio”. Tutte le alunne ce l’hanno senza avere bisogno di comperarlo. Abbiamo già letto in classe il 1° capitolo, con grande gioia delle alunne, alle quali sorridono gli occhi tutte le volte che dico di tirar fuori il libro. È molto bello e interessante; per molti tratti è scritto in forma di dialogo ed allora la lettura è fatta da due alunne che interpretano i personaggi del libro. Certe scenette si prestano anche a essere interpretate e rappresentate e non mancano fra le alunne delle interpreti intelligenti… ma manca il tempo. Bisogna tener d’occhio anche la tavola pitagorica e le numerazioni e le operazioni… e il vasto programma di questa classe. Però anche la lettura ha la sua importanza ed ho dovuto costatare che almeno una metà non sa leggere. Queste bambine hanno frequentato la seconda classe nei comuni di sfollamento, in generale hanno frequentato poco e male… altre hanno passato l’anno in casa accanto alle mamme troppo paurose, e non hanno fatto nulla; le altre infine, frequentando la nostra scuola con buona volontà, hanno avuto soltanto tre giorni di scuola ogni settimana. Ci voleva proprio un libro che si facesse leggere per forza e l’abbiamo trovato. 2 Per il testo della poesia vedi l’allegato n° 1 a pag. 9 18 ottobre Il Caduto al quale è dedicata la classe: Regalli Enrico 3, morto di stenti, in un campo di concentramento nella lontana Ungheria. Ricordiamolo con affetto e riconoscenza. 20 ottobre Lezione sul risparmio. Spiegazione e dettatura della poesia “Le formiche” 4 di Edvige Pesce Gorini. Le alunne hanno scritto i loro pensieri sul risparmio e spero che impareranno a risparmiare. 1 novembre La festa dei Santi e la commemorazione dei defunti. Preghiere di suffragio ai Caduti per la Patria. Commemorazione del 4 Novembre 1918. 19 novembre Procede lo svolgimento del programma di aritmetica: i numeri fino a 9999 e le quattro operazioni con tutte le loro difficoltà, le prove, la divisione con due cifre al divisore. Anche nel calcolo orale le alunne acquistano prontezza d’intuizione e capacità di riflessione. 1 dicembre Sono continuate nel mese scorso, quasi quotidianamente le osservazioni meteorologiche che devono dare alle alunne la conoscenza della stagione e la capacità di osservare il mondo che le circonda. Ormai ci avviciniamo all’inverno che s’avvicina a grandi passi. Le alunne stanno già aspettando il Natale. Com’è bello stare a sentire le loro illusioni sul Bambino Gesù! Molte di esse conservano queste illusioni ed io mi guardo bene dal distruggerle! Le alunne che non credono più ai doni del Bambino Gesù tacciono anch’esse, ma forse ci credono ancora tutte. Non si stancano mai di parlarne, e le cose più inverosimili, per loro sono naturalissime… Un’altra cosa che fa palpitare i cuori delle bambine è la distribuzione delle medaglie. Ogni sabato, giorno dell’assegnazione, ci sono alcuni istanti quasi… drammatici nei quali le bimbe diligenti si sentono ricordare i loro meriti, e quelle negligenti i loro demeriti. Per queste medaglie fanno i loro piccoli sforzi: studiano i verbi, la tavola pitagorica, si esercitano nella lettura, ecc. Le bambine premiate con la medaglia devono scrivere le loro impressioni sul diario… e talvolta questi diari sono originali e interessanti. 19 dicembre Anche nello svolgimento del programma di storia, geografia, nozioni scientifiche, ho fatto del mio meglio per seguire la guida indicativa dell’Ispettorato preposto alle scuole della città di Torino. Le alunne hanno appreso la storia di Torino che le antiche leggende dicono fondata prima di Roma; la storia dei primi martiri cristiani che furono i Santi Solutore, Avventore ed Ottavio ai quali è dedicata la Chiesa dei Santi Martiri, e del primo vescovo di Torino S. Massimo vissuto nell’anno 400. In seguito, verso il 1000, il sorgere della Casa di Savoia, e nel 1706 lo assedio di Torino col B. Sebastiano Valfrè e l’eroico sacrificio di Pietro Micca. 3 4 Per la biografia di Regalli Enrico, vedi allegato n° 2, pag. Per il testo della poesia vedi l’allegato n° 3, pag. 10 In geografia, hanno imparato a conoscere l’orologio e il calendario; l’orientamento; la rappresentazione topografica dell’aula di classe. Inoltre hanno acquistato nozioni sul corpo umano, sugli organi dei sensi e relative norme igieniche. 20 dicembre In questi giorni le alunne hanno fatto le loro piccole prove d’esame in classe che mi permetteranno di giudicarle secondo lo spirito del nuovo registro e delle nuove pagelle. 22 dicembre Oggi hanno inizio le vacanze natalizie che dureranno fino al 18 gennaio 1945. Le vacanze natalizie sono state prolungate dal Provveditore agli studi fino al 5 febbraio, causa il maltempo e la scarsità di combustibile. Per il 5 febbraio avrà pure luogo la distribuzione delle pagelle. 5 febbraio 1945 Finalmente siamo ritornate a scuola, e come in tutti i ritorni, abbiamo provato un senso di gioia e di soddisfazione. Il sig. Direttore ha riunito tutti gli insegnanti per illustrare l’importanza delle bibliotechine di classe in un anno scolastico come questo in cui arrischiamo di non trovare i libri di testo, e siamo quotidianamente disturbati dagli allarmi aerei e da svariate complicazioni derivanti dallo stato di guerra. Nella mia classe ho adottato il libro di Pinocchio come libro di lettura: è un ottimo libro gradito alle alunne; e come sussidiario il “Piccolo Scrigno” di Lugli Colombo e Pietro Caccialupi edizioni “La Prora” Milano che è in ristampa e per ora non si trova. Tutte le alunne dovrebbero concorrere ad arricchire la bibliotechina di nuovi libri, e servirsene in modo da ricavarne la maggiore utilità. Le alunne fanno sempre festa ai libri della bibliotechina di classe, e sanno anche riferire con garbo quanto hanno letto, ma il loro piccolo mondo è ancora molto limitato e le loro preferenze sono per le novelle fantastiche e meravigliose. Ho distribuito le pagelle e le alunne le hanno ricevute con entusiasmo. Tutti i giudizi sulle alunne hanno definito il profitto generale buono o soddisfacente; solo per tre o quattro alunne ho dovuto definire il profitto generale scarso. Si tratta di bambine distratte, nelle quali la distrazione è una necessità della loro mente e delle loro condizioni fisiologiche. Sono bambine denutrite, lente e assonnate in tutte le loro manifestazioni, che prima della fine dell’anno potranno svegliarsi e sveltirsi, come io spero. Quasi tutte hanno dei visetti pallidi e magri. Dove sono quelle belle bambine dalle guance paffute e rosee che avevamo dinanzi alcuni anni or sono? Com’è possibile che la malvagità umana sia così grande da imporre sofferenze senza nome anche ai bambini? Una brava e cara alunna ha lasciato la scuola per aver cambiato abitazione: è l’alunna Rita. In compenso ne sono venute altre due: Santina e Virginia. La prima è buona e tranquilla, la seconda invece sembra un po’ turbolenta e chiacchierina, e siccome fino ad ora non ha frequentato alcuna scuola, è molto indietro. Ora le alunne sono ventotto. 12 febbraio Il Sig. Direttore è venuto in classe a distribuire i premi meritati dalle alunne durante l’anno scorso ed ha pronunciato parole d’elogio alle premiate e di incoraggiamento per tutte, perché il premio più bello è l’approvazione della nostra 11 coscienza, che non è altro che la voce di Dio, e la soddisfazione che dà il dovere compiuto. 22 febbraio Avete saputo analizzare e sintetizzare colla massima precisione e chiarezza le qualità e i difetti delle vostre allieve. Anche la cronaca è bene impostata. Il registro è esemplare. Il Direttore Didattico Martinasso 8 marzo Il Sig. Provveditore ha riunito tutti i maestri della città ed ha loro parlato della necessità d’istituire le minestre per i maestri e la cooperativa. Ha illustrato i problemi dell’approvvigionamento e dell’alimentazione, che ai nostri giorni hanno tanta importanza e presentano tante difficoltà. Ha esortato i maestri ad affiancare l’opera Balilla e a riconoscere e far riconoscere il bene da essa compiuto a favore dei nostri alunni. Far risorgere i Patronati Scolastici 5 del passato che fecero tanto bene alle nostre scuole. Le scuole resteranno aperte nonostante gli eventi bellici: a Bardonecchia si insegna nei rifugi mentre tuona il cannone. Finchè resteranno in una data località, la popolazione civile, gli alunni, i maestri, le scuole funzioneranno per compiere opera di concordia, di fiducia nei destini della Patria che tutti noi vogliamo unita, libera, indipendente. Ha concluso di non volere opera di propaganda, ma d’italianità. 23 marzo Visita del Sig. Direttore Il Sig. Direttore ha visitato la classe e ha interrogato le alunne in grammatica, aritmetica, storia e geografia. Le alunne hanno risposto bene specialmente in aritmetica e grammatica. Quindi ha fatto leggere diversi diari ed ha esaminato i quaderni, ed è stato soddisfatto dell’andamento della classe e dello svolgimento del programma che ormai è a buon punto. 29 marzo 3 aprile Vacanze di Pasqua 8 maggio Siamo ritornati a scuola dopo undici giorni di vacanza nei quali si è verificato il grande avvenimento atteso da due anni: la liberazione della nostra cara città dall’oppressione tedesca e fascista. È così iniziata una nuova era di libertà e giustizia. Le alunne hanno fatto festa al grande evento e ne hanno parlato nei loro diari. Preghiamo il Signore di disporre tutti gli animi alla pace e alla concordia e di darci dei governanti capaci e degni di risollevare il popolo italiano dall’abisso in cui è stato precipitato dagli orrori di questa guerra. Torino e il Piemonte e tutta l’Italia settentrionale sono stati liberati dai nostri bravi e valorosi partigiani, e gli alleati hanno proceduto all’occupazione. Tanto il Presidente degli Stati Uniti che il 1° Ministro inglese hanno celebrato l’avvenimento con nobili espressioni. E noi purtroppo eravamo in cattive mani, e il nostro ex duce era esperto specialmente a insultare e a provocare! E con la sua morte ignominiosa ci ha disonorati di fronte al mondo! Speriamo nel Signore; ci conceda dei governanti saggi, onesti, cristiani! 5 I Patronati Scolastici dell'Opera Nazionale Balilla fornivano agli alunni poveri, durante il periodo dell'obbligo scolastico, libri, vestiti, quaderni, refezioni. 12 1 giugno Il Sovrintendente Scolastico del Piemonte ha diramato alle scuole elementari le norme per i prossimi esami: “La scuola è, e deve essere una fucina dove si temprano le anime e gl’individui alle virtù ed al sapere al di sopra di ogni passione politica e come tale non può trascurare la disciplina, la diligenza, la buona volontà che sono a base del profitto, ma deve sulla pratica di questa virtù basare il definitivo giudizio di lode o di biasimo che reca o no la promozione. Non merita quindi la promozione chi non ha almeno acquisito la buona lettura, l’esattezza ortografica, la sicurezza di calcolo nella misura che ogni classe richiede entro i limiti programmatici. Non merita la promozione chi non dà affidamento per volontà, diligenza, capacità intellettuale di poter frequentare con profitto la classe superiore, e non possegga la facoltà di recupero di qualche lieve deficienza dovuta all’eccezionalità dell’annata scolastica. Non dimentichi l’insegnante che la serietà della scuola esige equità e giustizia non disgiunte da una logica comprensione di cose e di fatti che diano serenità al giudizio per il maggior bene dei fanciulli, delle famiglie, della Patria. 4 – 9 giugno Questa settimana è dedicata agli scrutini: nella mia classe sono state presenti 24 alunne su 30 iscritte. Alunne promosse 26; rimandate 4; non frequentanti 4. Torino, 15 giugno 1945 L’insegnante Maria Nereu Savio Classe seconda scuola del lavoro 6 (quinta elementare) Insegnante Enrico Giovanni 2 ottobre 1944 In questa seconda classe della Scuola del Lavoro mi sono affidati ventitré dei miei alunni dell’anno scorso. I presenti oggi sono solamente quattordici. Ma alcuni parenti m’informano che i loro figlioli sono ancora sfollati in paesi lontani dai quali intendono farli ritornare per frequentare la scuola a Torino. Sono contento di rivedere volti ben noti, volti lieti di ritornare col loro maestro. 3 ottobre I presenti oggi sono quindici. Spero che nei giorni venturi il numero continuerà ad aumentare fino a raggiungere quello degli iscritti: 23. Intanto si incomincia a ripassare qualche cosa. Certuni non hanno più preso la penna in mano da quando si è chiuso l’anno scolastico. 9 ottobre Ecco, incominciano ad arrivare gli sfollati ed oggi i presenti sono già diciannove. Oramai non ne mancano che quattro. Ma anche quelli verranno. So dai parenti che qualcuno deve tornare dal biellese, qualche altro dal Monferrato. Devono affrontare viaggi difficoltosi, faticosi e forse non privi di qualche rischio. Ma li affronteranno perché vogliono a tutti i costi ritornare alla loro scuola e col loro maestro. Sono 6 Scuola del lavoro, dicitura che si riferisce alla riforma Bottai, vedi allegato n° 4, pag. 13 parole testuali di genitori. Una madre è disposta di andare a prendere il suo figliolo a 85 chilometri di distanza in bicicletta. Intanto nell’attesa che ci siano tutti, si continua a ripassare, si riprende famigliarità con la penna, con la grammatica e con i numeri. Noto dal modo di comportarsi di questi ragazzi che vogliono essere buoni, vogliono meritarsi la stima del loro maestro e quando sbagliano basta un’occhiata, una parola a metterli a posto. 18 ottobre Finalmente sono arrivati quello che doveva venire dal Biellese e l’altro dal Monferrato in bicicletta con la mamma. Oramai i 23 iscritti sono tutti presenti. Tutti già appartenenti alla mia classe dell’anno scorso. Quindi tutti ben conosciuti e nessun ripetente. È giunto il pacco dei libri della bibliotechina. Il maestro prepara l’elenco, il quaderno delle annotazioni dei libri distribuiti e inizia la distribuzione con grande soddisfazione dei piccoli lettori. Peccato che molti volumi sono in così cattivo stato che bisogna metterli in disparte; altri non sono adatti all’età di questi fanciulli. In ogni caso ce n’è in numero sufficiente per accontentare tutti. 20 ottobre Visto che la superiore autorità ha approvato l’adozione del celebre “Cuore” di De Amicis decido di usarlo come testo di lettura e incomincio subito con la lettura delle prime pagine. I ragazzi ascoltano con attenzione e con interesse la lettura fatta dal maestro. In seguito farò leggere loro. Spero che la maggior parte di essi potranno procurarselo. 25 ottobre Già fin dall’anno scorso conosco le madri dei miei alunni ed anche quest’anno ho già preso contatto con alcune e sono sicuro di poter contare sulla loro attiva collaborazione. Una di esse che ha il marito in Germania mi raccomandò di far da padre al suo figliolo e le ho risposto che lo farò di tutto cuore. La stessa preghiera mi rivolse una seconda che non ha marito e anche a lei ho dato assicurazione che sarà esaudita. 26 ottobre I ragazzi chiedono il cambio dei libri della bibliotechina ed hanno ragione. Perciò li accontento a patto che sappiano parlarmi del libro letto e dirmene le loro impressioni. In generale sono soddisfatti del libro letto, ma non mancano quelli che l’hanno trovato poco interessante e anche noioso e non posso dar loro torto. Peccato che la tristezza dei tempi e gli alti prezzi dei libri non permettono di acquistare dei nuovi volumi. 30 ottobre Per la scelta di un caposquadra faccio fare una votazione dalla scolaresca. Raccoglie il maggior numero di voti il migliore in condotta, fra i migliori nello studio, ma benché tra i più alti di statura, è molto timido, al sentir a ripetere il suo nome arrossisce e rimane confuso. 2 novembre Ricordiamo i nostri cari defunti. Preghiamo in suffragio delle loro anime. Un pensiero particolare rivolgiamo ai Caduti in guerra. 14 8 novembre Da alcuni giorni a questa parte vado leggendo brani da “I promessi sposi” del grande Manzoni, commentando e illustrando i passi e le parole più difficili e vedo con piacere che i ragazzi ci prendono gusto e s’interessano vivamente. Qualcuno ha voluto comperarlo. Ahimè! Un’edizione da 4 lire o poco più, di qualche anno fa, l’ha pagata ben quaranta lire. Oggi ho fatto fare un riassunto del famoso racconto di fra Galdino “Il miracolo delle noci” 7. È riuscito discretamente bene. 10 novembre Ho cominciato da un po’ di tempo lo studio metodico dei verbi, dai verbi ausiliari, a quelli della prima, della seconda coniugazione. 13 novembre Anche la lettura di “Cuore” che faccio fare dai ragazzi stessi, piace. E anche qui faccio eseguire qualche riassunto. Oggi è la volta del bel capitolo “Il trafficante” 8 ed in generale l’hanno fatto benino. 17 novembre Durante l’uscita da scuola ho notato che taluni non si comportano bene per la strada. Faccio una dettatura del capitolo di “Cuore” intitolato “La strada” 9 lo illustro e lo faccio studiare a memoria. Il giorno 15, cioè due giorni or sono, è incominciata la refezione scolastica. Nove sono gli ammessi e partecipanti. 18 novembre Terminato il sistema metrico decimale fino alle misure di superficie e il ripasso della geometria, incomincio a parlare di volumi e delle misure di volume. Quindi costruisco il metro cubo o meglio, faccio montare dai ragazzi lo scheletro del metro cubo del museo, formato da dodici aste di legno. Presento un decimetro cubo e prontamente intuiscono che il rapporto dal metro cubo al dm cubo è mille. Allora faccio eseguire facili equivalenze a voce. 20 novembre Ogni giorno che passa fa sempre più freddo e ogni giorno si viene a scuola sperando di trovare i radiatori caldi. Vana speranza! Anche oggi i radiatori sono freddi. In classe il termometro segna 10 gradi centigradi. Un po’ poco! Bisogna tenere paletò e cravattone. I ragazzi non possono scrivere, non possono star fermi. 1 dicembre Finalmente in aula s’incomincia a sentire un lieve tepore. 4 dicembre Oramai si sta bene in classe. Via, paletò e cravattone. Il termometro è salito a ben 16 gradi. Sia lode a Dio! 6 dicembre Continua lo studio dei solidi geometrici. Oggi si parla del parallelepipedo, del numero delle facce, del suo sviluppo e visto lo sviluppo, gli alunni intuiscono la regola per calcolare l’area laterale prima, totale poi. 7 Per il testo de “Il miracolo di fra Galdino” vedi l’allegato n° 5, pag. Per il testo del capitolo “Il trafficante”, vedi l’allegato n° 6, pag. 9 Per il testo del capitolo “La strada” vedi l’allegato n° 7 a pag. 8 15 7 dicembre Incomincio lo studio dei verbi irregolari, andare al modo indicativo. 11 dicembre Il lavoro fatto il mese scorso (oggetti vari al traforo) non è stato approvato dal Sig. Direttore, il quale ha consigliato di eseguire lavori che siano in relazione col programma di aritmetica e geometria. Quindi ho pensato di far eseguire dei solidi geometrici. 13 dicembre I ragazzi, già avvisati da ieri, vengono a scuola provvisti di forbici e cartoncino e il necessario per il disegno. Avrebbero dovuto disegnare, ritagliare e comporre un cubo. Ma all’ora circa di incominciare il lavoro è suonato l’allarme che subito parve non pericoloso poi in seguito continuasse e indicasse pericoloso. Fatto sta che ne nacque un po’ di confusione, la lezione fu interrotta. Al cessato allarme solo una dozzina di ragazzi fece ritorno e il lavoro fu lasciato in sospeso. 14 dicembre Anche oggi la lezione è stata intralciata da un allarme pericoloso subito all’inizio dell’ingresso e durato fin verso le ore 15. Al cessato allarme sono ritornati solo 13 scolari. I non ritornati sono quelli che abitano più lontano. 15 dicembre Terzo giorno di seguito di allarme pericoloso. Incominciato circa alle ore 14 termina alle 16. Appena il tempo di assegnare un compito per casa ai pochi ritornati a scuola dopo il cessato pericolo. 22 dicembre Il primo trimestre è terminato. La parte di programma preventivato per questo periodo è stato svolta e in geometria si è andato anche oltre. Il profitto, nonostante tutto, è stato soddisfacente. Su ventitré alunni, due soli non hanno fatto profitto di sorta, pur avendone la possibilità. Il motivo del mancato profitto è da ricercarsi nelle assenze numerosissime sempre giustificate da motivi vari e più o meno plausibili. 5 febbraio Si riprendono le lezioni. Sono presenti 18 scolari tutti con viso lieto e sorridente. Sono tornati volentieri. Ma ahimè! Ricominciano gli allarmi. 8 febbraio In questi quattro giorni siamo disturbati dagli allarmi a ripetizione, che impediscono il regolare svolgimento del programma. La superiore Autorità ha fatto sentire che desidera sia dato incremento alla bibliotechina di classe con fondi raccolti dagli alunni. Ho ricevuto a tutt’oggi lire quarantasei e subito mi sono interessato per acquistare qualche volumetto. I prezzi sono altissimi: volumi che hanno nulla di speciale sono segnati in copertina £ 30 £ 40 £ 50. Comperare un solo libro con le mie 46 £ mi rincresce. Giro di qua e di là da molti librai di Torino. Finalmente alla S. E. I. trovo due volumetti che trovo adatti ai miei scolari; uno della collezione “Adolescenza” di Angelo Magni dal titolo “Racconti del passato” costa 18 lire. Il secondo è di Lydia Capece ed è intitolato “I grandi fanciulli” e tratta della fanciullezza di nove grandi uomini fra scienziati e artisti, da Leonardo Da Vinci a Giovanni Segantini. È scritto bene, interessa i fanciulli, anche questo costa 18 lire. Infine in un’altra libreria, trovo un romanzo per fanciulli 16 vincitore di un concorso Bemporad, dal titolo “Fiore”. Me lo cedono a prezzo di copertina 10 lire. Eureka! 18+18+10 = 46. Tanto ho ricevuto e tanto ho speso, e porto a casa, cioè a scuola, tre bei volumetti che certamente piaceranno ai miei ragazzi e nello stesso tempo “Utile dulci” serviranno, o meglio contribuiranno al loro miglioramento. Qualche libro è stato portato dagli stessi alunni, ma di poco conto. 12 febbraio Il Sig. Direttore viene in classe a distribuire i premi dell’anno scorso. Esorta gli alunni non premiati a gareggiare coi premiati e questi ultimi a non lasciarsi sorpassare dai primi. Esprime il desiderio di sentire una poesia da qualcuno, uno dei premiati recita: “Chi te l’ha dato?” studiata nel mese di ottobre. 20 febbraio Raccomando completare le qualifiche, ancora sospese, di qualche alunno, tanto più che sono allievi già conosciuti fin dallo scorso anno. I solidi geometrici costruiti o in cartone o in legno, se lasciati aperti da una faccia, possono essere usati come scatole per contenere qualcosa. Coraggio e sempre avanti! Il Direttore Didattico Martinasso 5 marzo È cessato il riscaldamento a termosifone, ma fortunatamente non se ne sente più il bisogno. Il tempo è bello, la temperatura s’è innalzata e in classe si sta bene e si può lavorare di buona voglia. Il programma è a un buon punto. Nel comporre si incomincia a notare un certo miglioramento. L’analisi grammaticale lascia ancora a desiderare. In geometria siamo al prisma regolare. 8 marzo Gli alunni chiedono il cambio dei libri della biblioteca. Li accontento. Leggono volentieri, s’interessano. Quindi intavolo una conversazione sui libri che hanno letto finora, che li hanno maggiormente interessati. Infine assegno un componimento in classe sul tema “Libri che ho letto”. 9 marzo D’ordine del Sig. Provveditore agli studi, si viene a scuola alle 8,50. Saggia disposizione. Un’ora di più di lezione al giorno è molto proficua e dà modo di svolgere meglio il programma. In generale è osservata, ma vi è sempre qualche ritardatario. 28 marzo In questi ultimi giorni, prima delle vacanze pasquali ho fatto una prova mensile di lingua e aritmetica scritta e orale. Il risultato è stato discreto, in componimento, buono in aritmetica, soddisfacente nelle altre materie. 4 aprile Stamane abbiamo avuto la visita del Signor Direttore. Ha interrogato gli alunni in geometria, in grammatica, in scienze. Pochi gli alunni che hanno dato delle buone risposte. Mi aspettavo un esito migliore. Evidentemente sono rimasti un po’ suggestionati e sconcertati, come succede nei giorni degli esami. 17 Ha raccomandato 1° d’insistere sulla lettura per le dovute pause, perché molti hanno tendenza a precipitare. 2° maggiore attenzione e diligenza nella scrittura. Ha notato scarsezza di idee e di particolari nelle descrizioni e nei diari. Ha infine dichiarato: Il programma è quasi svolto e si prevedono buoni risultati. 9 aprile Oggi ho dovuto ospitare una decina di alunni della IIB. 18 aprile C’è del fermento nell’aria. I ragazzi sono agitati. Si parla di sciopero generale. A un tratto una madre viene a ritirare il figlio, per timore di qualche tafferuglio, poi un’altra, poi un’altra. I rimanenti chiedono di uscire anche loro. Nessuno dà ordini. Che si fa? Faccio fare lettura di racconti vari, così a poco a poco gli animi si calmano e così leggendo e conversando, ecco giunta l’ora dell’uscita. 25 aprile Si ripete il fenomeno di otto giorni fa. Ma entra la bidella e dice: Via tutti, ordine superiore. E va bene. 27 aprile È in corso un grande movimento di insurrezione popolare per cacciare tedeschi e repubblicani. Dalle montagne e da tutti i dintorni di Torino sono giunte le bande partigiane. Si combatte, i tedeschi i fascisti sono in fuga. Il movimento è riuscito a meraviglia. Torino è libera. Sia lodato il signore! 1° maggio La prima festa dei lavoratori, dopo tanti anni di oppressione, coincide con la vittoria del popolo sugli oppressori. Il tripudio in città è indescrivibile. 8 maggio La guerra è finita del tutto in Europa. La Germania si arrende senza condizioni. Oggi si è ripresa la scuola. E continuerà fino al 9 giugno. Giusto il tempo per riepilogare la materia svolta, e per fare quanto occorre in preparazione agli scrutini finali. 14 maggio Hanno pagato £4 per l’iscrizione (con diritti a tessera e distintivo) alla Croce Rossa Italiana in dodici. Oltre alle iscrizioni individuali si è fatta l’iscrizione collettiva della classe mediante il versamento della quota di £ 10. 4 giugno Settimana dedicata agli scrutini. Presenti allo scrutinio alunni 23. Promossi 22. Assenti 1. Rimandati 1. Torino 15 giugno 1945 Il maestro Enrico Giovanni 18 Classe seconda femminile Insegnante Giuseppina Mantaut 2 ottobre 1944 Inizio lezioni Le alunne iscritte sono trenta, delle quali 15 provenienti dalla classe prima, mie del passato anno; 8 ripetenti della scuola Leone Fontana e 7 provenienti dai paesi dov’erano sfollate in seguito ai bombardamenti aerei nemici. Un affettuoso saluto alle bambine tornate; un pensiero alle assenti, un augurio alle non promosse. Rivedo con piacere le mie alunne dell’anno scorso e faccio la conoscenza delle nuove. Assegnati i posti per ordine di statura, rivolgo alle bimbe poche parole di saluto: “Voi siete contente di essere tornate a scuola, ed io pure sono lieta di ritrovarmi in mezzo a voi che amo tanto. Noi ci conosciamo; voi sapete che io voglio molto bene alle mie scolarine e che, per questo, desidero che ognuna di esse faccia il suo dovere. Siate dunque sempre, come oggi, pulite, ordinate, volenterose; venite in classe assidue, puntuali, provviste di tutto l’occorrente per lo studio, animate sempre dal desiderio di imparare e di farvi buone. Io vi aiuterò, lavorerò volentieri con voi e saremo tutte contente. 4 ottobre 1944 S. Francesco d’Assisi Suo grande amore per la sua terra e per tutte le creature. Impariamo da questo perfetto imitatore di Gesù Cristo l’amore al prossimo ed alle Creature, perché tutto il creato è opera di Dio ed espressione della sua bontà e provvidenza. 6 ottobre 1944 Iscrizione di una nuova alunna Oggi si è iscritta l’alunna Italia di circa 10 anni. Orfana di madre, ha dovuto lasciare Mestre in seguito ai continui bombardamenti aerei nemici e trasferirsi a Torino con la sorella sposata. È ripetente delle classi prima e seconda. 10 ottobre Iscrizione di due nuove alunne Oggi sono iscritte le alunne: Silvana proveniente da Champlas du Col dove risiedeva con la famiglia e trasferitasi a Torino con i nonni, essendo stata distrutta la casa dove abitava, in seguito ai bombardamenti aerei nemici. Filippina di anni dieci compiuti, proveniente dalla scuola Leone Fontana e ripetente delle classi prima e seconda. 12 ottobre Commemorazione della Scoperta dell’America Parlo alle mie alunne della scoperta dell’America avvenuta il 12 ottobre 1492 e commemoro Cristoforo Colombo, il grande italiano, scopritore dell’America. 18 ottobre Iscrizione di una nuova alunna Oggi si è iscritta l’alunna Carla, proveniente da Busano di Rivara dov’era sfollata. 28 ottobre Commemorazione della Marcia su Roma 19 30 ottobre Iscrizione di due nuove alunne Oggi si sono iscritte due nuove alunne: Antonietta e Paola, la prima proveniente da Gassino dove era sfollata, la seconda dalla scuola Leone Fontana ed ambedue ripetenti. 31 ottobre “La giornata del risparmio” Ricordo alle alunne la “Giornata del risparmio”, invitandole ad amare l’economia e la previdenza, fonte di benessere individuale e sociale. Nota I giorni di ottobre vennero impiegati quasi esclusivamente in un lavoro preparatorio, avente per scopo il livellamento della scolaresca, la conoscenza delle nuove alunne, il ritorno alle buone abitudini disciplinari che permetteranno durante l’anno un lavoro ordinato e proficuo. Diedi principio altresì alla ripetizione del programma della prima classe. Sarà mia cura continua destare nei cuoricini delle mie allieve sentimenti nobili ed elevati, altamente patriottici, in modo da formare piano piano, le future donne italiane, buone, oneste, laboriose, leali e forti, degne della Patria… Novembre Incomincio lo svolgimento del programma di seconda. Procuro di dare ai miei insegnamenti quella nota di genialità che piace ai bambini, e rende loro più interessante e dilettevole l’apprendimento delle nuove cognizioni. 1 novembre Il giorno dei Santi 2 novembre La Commemorazione dei Defunti. Il giorno 2 novembre è dedicato ai poveri morti. Ricordo alle bambine che il Cimitero è un campo sacro, di camminare composte, fermarsi davanti alle croci, di deporre fiori sulle tombe dei loro cari e di pregare per tutti i Defunti, specialmente per i soldati caduti per la Patria e per i morti dimenticati. 2 novembre Cambiamento di orario Le classi femminili faranno l’orario pomeridiano dalle13,20 alle 16,20. 4 novembre Commemorazione della Vittoria Commemorazione dei Caduti per la Patria e del Caduto al quale è dedicata la nostra classe. Amore e riconoscenza ai soldati che ogni giorno, compiendo il loro dovere, sostengono gravissimi sacrifici e perdono la vita sui campi di battaglia. Preghiera quotidiana per i soldati e per i Caduti. Siamo degni di loro, della nostra Patria, compiendo volentieri, nel miglior modo, i nostri doveri. 9 novembre Distribuzione dei libri della Bibliotechina. 20 La bibliotechina di classe comprende 30 volumetti e la distribuzione viene fatta ogni 15 giorni e al sabato. Le alunne leggono volentieri i libri e la lettura di essi è di grande aiuto nell’insegnamento linguistico e di lettura espressiva. 15 novembre Inizio della refezione scolastica Oggi ha inizio la refezione scolastica per tutti gli alunni iscritti al Patronato 10. Nella mia classe le alunne ammesse sono otto e tutte sono anche assistite con l’antescuola che ha luogo dalle 10 alle 12 e dalle 13 alle 15 quando l’orario delle lezioni è al mattino. 26 novembre Visita del dottore municipale e dell’assistente sanitaria. La pulizia personale e degli indumenti è sempre scrupolosamente osservata, tanto che non ebbi mai da fare rimproveri particolari. Infatti il dottore ha trovato la classe pulita ed ordinata. 28-29-30 novembre Prove mensili Nei tre ultimi giorni di novembre feci le prove di dettato, lingua ed aritmetica scritte a cui seguirono quelle orali di lettura, storia e geografia e nozioni scientifiche. Nel mese di novembre venne pure iniziato da tutte le alunne l’imparaticcio, per imparare a fare la maglia e come applicazione verranno eseguite sciarpe, cravatte, calze e solette di lana. La maggioranza delle alunne lavora volentieri ed è contenta di poter iniziare presto un lavorino utile, specialmente nella stagione invernale. 1 dicembre Inizio del riscaldamento in tutte le scuole. Breve adunanza del Signor Direttore per la consegna del Giornale di classe e propaganda O.N.B. 5 dicembre Giornata del Balilla. Commemorazione dell’episodio storico del 5 dicembre 1746. Giambattista Perasso, soprannominato Balilla 11. Lettura sul libro di testo. 8 dicembre Immacolata Concezione 19-20-21 dicembre Prove mensili Prima delle vacanze di Natale vengono eseguite le prove mensili per il 1° Giudizio complessivo trimestrale. 22 dicembre Letterina d’augurio ai genitori Conversazione sul Natale, Capo d’anno e l’Epifania. 10 I Patronati Scolastici dell'Opera Nazionale Balilla fornivano agli alunni poveri, durante il periodo dell'obbligo scolastico, libri, vestiti, quaderni, refezione. 11 Per avere informazioni su Giambattista Perasso e sui Balilla vedi allegato n° 8 a pag. 21 Dal 23 dicembre al 4 febbraio le lezioni furono sospese per le vacanze natalizie e per risparmio di combustibile. 5 febbraio 1945 La ripresa delle lezioni Le mie alunne sono liete di rivedermi dopo tanti giorni di vacanza. Tutte hanno da dirmi come hanno trascorso il giorno di Natale e di Capo d’anno e quali doni hanno ricevuto da Gesù Bambino. Esse mi promettono di essere più buone e volenterose nel secondo trimestre. 6 febbraio Distribuzione delle pagelle del I trimestre Oggi ho adunato alcune mamme delle mie alunne per la consegna delle pagelle. Ho spiegato loro che la valutazione non è più espressa con voti, ma con veri giudizi in rapporto alle varie materie di studio. Quindi il giudizio avrà di mira la conoscenza totalitaria di ogni alunna, così come si manifesta nelle sue qualità intellettuali, morali e nei concreti risultati. Elementi generali di valutazione saranno quindi i seguenti: attitudini; qualità morali; profitto. Faccio conoscere alle mamme i giudizi riportati dalle loro figliole nelle varie materie e mi raccomando a loro affinché tutti giorni firmino il diario scolastico per prendere visione dei compiti e delle lezioni assegnati per il giorno seguente. Esorto le mamme delle alunne più svogliate ad interessarsi in modo particolare dei loro studi, affinché possano ottenere un giudizio soddisfacente in tutte le materie nel 2° trimestre. La distribuzione viene fatta nei giorni successivi; così tutte le alunne hanno avuto la pagella, ad accezione di Baldina che, essendosi iscritta alla scuola alcuni giorni prima delle vacanze di Natale, non è stato possibile dare un giudizio sulle varie materie; la pagella verrà quindi compilata alla fine di febbraio. 14 febbraio Le alunne, prima di venire a scuola, sono entrate in chiesa a ricevere le Sacre Ceneri. 15 febbraio Oggi incominciano le lezioni di Catechismo per la preparazione della Comunione pasquale e alla Cresima. Quasi tutte le mie alunne vi partecipano, ad eccezione di qualcuna che ha fatto la comunione l’anno scorso. L’orario è dalle 13, 30 alle 14, 30. 16 febbraio La distribuzione dei premi dell’anno scolastico 1943-1944. Oggi abbiamo avuto la gradita visita del Signor Direttore. Egli si è intrattenuto volentieri fra le piccole alunne della mia classe ed ha esortato le premiate a studiare sempre per meritare il premio anche quest’anno e le altre meno intelligenti a fare uno sforzo per migliorarsi. Dopo la distribuzione dei premi ha fatto recitare alcune poesie,ha fatto leggere diversi diari che ha lodato perché fatti di frequente e quasi tutti spontanei. 27- 2- 45 XXIII Le vostre allieve sono state ben delineate nei loro pregi e difetti. Le registrazioni sono fatte colla solita diligenza. Anche la cronaca è compilata secondo prescrizione e mi auguro sia ancora più diffusa. Il direttore Didattico Martinasso 22 1 marzo Cambiamento di orario Da oggi l’orario sarà il seguente: ore 9,50 – 10 ingresso, 10 – 12 lezione, 12 uscita. 12 marzo Nuovo cambiamento d’orario Le giornate sono migliorate, quindi si ritorna all’orario di prima, cioè dalle 9 alle 12. Iscrizioni all’ O.N.B. Le bambine che si iscriveranno avranno la divisa e le scarpe. Al sabato pomeriggio dovranno partecipare alle adunate. Quota d’iscrizione £ 6. 13 marzo Iscrizione di una nuova alunna. Oggi si è iscritta alla mia classe l’alunna Graziella. L’anno scorso aveva frequentato la classe prima alla scuola Muratori ed era stata promossa alla classe seconda. In questo nuovo anno scolastico la bambina non è mai andata a scuola, quindi si trova molto indietro nelle materie di studio ed è impossibile che possa raggiungere le altre compagne che da più cinque mesi frequentano le lezioni. 26 marzo Visita del Sig. Dottore oculista Oggi le alunne sono state visitate dal Dott. Oculista. Sono assenti sette alunne: Italia, i Renata, Teresa, Franca, Mirella, Silvana e Graziella che giovedì prossimo, alle ore 8,30, dovranno recarsi accompagnate dalla mamma in via Lucio Bazzani per essere visitate. Domani farò prendere nota sul quaderno delle comunicazioni. 16marzo Prove mensili Prima delle vacanze di Pasqua faccio fare le prove di marzo. Le prove scritte consistono in un dettato, un esercizio di lingua, un problemino e le quattro operazioni in colonna. Ho interrogato le alunne nelle varie materie per assicurarmi sul grado di profitto raggiunto e dare un giudizio esatto. Ogni alunna è stata invitata a leggere un racconto sul libro di Stato e a riassumerlo per mezzo delle varie domande. Ho fatto scrivere alla lavagna pensierini contenenti alcune difficoltà ortografiche superate e le voci verbali ho, ha hai, hanno. Conversazioni sulle prossime feste Pasquali, sulle usanze, costumi, funzioni religiose. Ho tenuto molto conto delle capacità di espressione orale e scritta. Ho interrogato le alunne sulle 4 operazioni ed ho fatto fare alla lavagna operazioni in colonna ed hanno risposto a problemini orali da me scelti. Nelle nozioni scientifiche ho fatto il ripasso sulle nozioni apprese specialmente sul corpo umano e le sue parti principali, la digestione e la respirazione. Ho fatto fare alcuni disegni spontanei sulle prossime feste di Pasqua e sui fiori di stagione. Per la ginnastica ho fatto fare esercizi in classe e in corridoio per esercitare le alunne all’ordine, alla disciplina e alla sveltezza dei movimenti del corpo. Molte alunne hanno migliorato in lingua ed aritmetica; mi occuperò in modo particolare di quelle che ancora trovano difficoltà ad esprimersi e sono incerte nel calcolo. 28 marzo Comunione Pasquale 23 La maggioranza delle mie alunne oggi fa la prima Comunione. Mi sono recata in chiesa ad assistere alla bella e commovente funzione che ha luogo ogni anno in occasione della S. Pasqua. Dopo la funzione, le alunne, col permesso del Sig. Direttore, vengono in classe a salutare le compagne che le accolgono festosamente. Dal 29 marzo al 2 aprile vacanze pasquali. 3 aprile Cambiamento di orario Per tutto il mese avremo l’orario pomeridiano: 13,20 – 13, 30 ingresso, 13, 30 – 16,30 lezione. Uscita 16, 30. 4 aprile Iscrizione di una nuova alunna. Oggi si è iscritta l’alunna Maria Adelaide che era sfollata a Casalgrasso (Cuneo). La bimba ha frequentato finora la classe seconda in detto paese ed ora si trova un po’ disorientata, trovandosi in un ambiente per lei nuovo, con un’altra maestra e con altre compagne. È stata ben accolta da tutte le bambine che hanno promesso di volerle bene come se fosse una sorellina. La nuova alunna è in ordine nei documenti ed ha già un giudizio complessivo del 2° trimestre, che spero possa essere da me riconfermato. Dal 26 aprile al 7 maggio, vacanza per la liberazione dell’Italia settentrionale. Vittorie riportate dai nostri valorosi Patrioti e gloria ai Caduti per la liberazione d’Italia. 8 maggio Iscrizione di una nuova alunna. Oggi si è iscritta l’alunna Iolanda che era sfollata a Campertagno (provincia di Vercelli). La bambina ha frequentato finora la classe II in detto paese, ma si trova indietro in tutte le materie come risulta dal giudizio complessivo riportato nel I° Periodo, quindi non potrà avere la promozione. 23 maggio Iscrizione di una nuova alunna. Oggi si è iscritta l’alunna Rosanna proveniente da S. Marzano d’Asti dov’era sfollata. Ha frequentato tutto l’anno la scuola del paese riportando un giudizio buono in tutte le materie. Dal 4 al 9 giugno scrutini finali. Le alunne scrutinate furono 37: le promosse 25 e le rimandate alla I sessione autunnale 12. 15 giugno Proclamazione del risultato finale e distribuzione delle pagelle. Torino,15 giugno 1945 L’insegnante Giuseppina Mantaut 24 Classe prima femminile Insegnante Maria Frè Molino 2 ottobre 1944 La scuola si è riaperta ed ha inizio il nuovo anno scolastico, ancora in clima di guerra, purtroppo! Speriamo che le lezioni non abbiano ad avere interruzioni di sorta e che Dio ci protegga e benedica il nostro proficuo lavoro. 15 novembre Sovente siamo disturbate da preallarmi e da allarmi che ci costringono a sospendere le lezioni ed ad andare in rifugio. Le piccole non sanno vincere il timore che le invade ed io ho il mio lavoro per renderle tranquille e serene. 18 aprile 1945 Giorno di insurrezione popolare. Le mamme nel timore che le loro figliole possano incorrere in gravi pericoli, vengono a riprenderle. Delle venti alunne presenti, una sola rimase a scuola. 19 aprile Sono presenti solo 7 alunne. Continuano le famiglie a temere per le loro figliole, quantunque la città oggi sia calma e nessun fatto nuovo ci distoglie dal nostro lavoro. 26 aprile Ha inizio la lotta perla liberazione della nostra Torino. I valorosi partigiani sono alle porte della città. 27 e 28 aprile Torino viene totalmente liberata. Sventola ovunque il tricolore in segno di giubilo, di gioia indicibile. La guerra è finita. Tutta Torino si inchina commossa e riverente alle salme degli eroi della libertà. Dal 26 aprile al 7 maggio La scuola è occupata dai Partigiani, è a disposizione delle forze armate partigiane. 9 maggio Si riprendono le lezioni, in un’armonia di pace e serenità. Solo oggi la nostra aula ci è stata restituita dai Partigiani che l’avevano occupata come infermeria. 15 giugno Con oggi termina l’anno scolastico. Le bambine ricevono le pagelline e quindi il risultato di nove mesi di studio e di lavoro. Sono felici e salutano con gratitudine e affetto la loro maestra con la quale hanno in quest’anno di guerra trascorso momenti di affanno e di dolorosa inquietudine. Tutto è andato bene; Dio ci ha protette, ha esaudito le nostre preghiere ed è finalmente, nella scuola e nelle nostre famiglie, ritornata la serenità agognata. Benedetto Iddio! Che ha reso finalmente libera la Patria nostra tanto martoriata e invochiamo su di essa un’ era di benessere e di pace duratura! 25 Classe prima mista Insegnante Clelia Mennyey 20 novembre 1944 L’orario giornaliero si riduce di mezz’ora. Di ciò si sentiva veramente necessità, per diminuire almeno un pochino gl’inconvenienti dati ai piccoli dalla mancanza di riscaldamento. Il freddo si fa purtroppo assai sentire, ed i bimbi – pur restando col cappotto – lo soffrono assai; alcuni si sono anche già ammalati. Ci si fa però animo tutti assieme, richiamando alla nostra mente i sacrifici ben maggiori che sopportano i nostri soldati; e intercalando le applicazioni intellettuali con frequenti esercizi ginnastici che riscaldano un poco, almeno momentaneamente, le piccole membra intirizzite, si giunge alla meglio al termine della lezione. 1° dicembre Finalmente un po’ di riscaldamento! È veramente, in questo primo giorno, poco, poco, poco… Ma siamo già tutti contenti anche così. Da domani si ritornerà quindi all’orario precedente, di tre ore e mezza giornaliere. 20 aprile Sono assenti molti alunni, perché i Balilla e le Piccole Italiane sono stati condotti alla casa del Balilla per ritirare le scarpe di divisa. 26 aprile / 7 maggio Sospensione straordinaria delle lezioni a causa dell’eccezionalissimo momento politico – patriottico. Classe seconda maschile Insegnante Annunziata Calasso 11 ottobre 1944 Il primo allarme viene a turbare la serenità del lavoro, per fortuna è limitato pericolo. L’orario della scuola è dalle 13,20 alle 16,30. 5 dicembre Rievochiamo oggi l’atto eroico del Balilla che seppe fremere di sdegno innanzi all’insulto della sua Patria; l’amore per il proprio paese è sacro e questa fiamma deve ardere nel petto di ogni fanciullo italiano. Faccio notare anche i vantaggi per gli iscritti alla benefica istituzione. 13 dicembre A causa dell’allarme si sospende la scuola, fortunatamente non vi è nulla e gli alunni possono rientrare. 14 dicembre Anche oggi vi è stato l’allarme e si va a scuola alle 15,20. 5 febbraio 1945 […] Dopo abbiamo iniziato l’insegnamento della sottrazione con imprestito, nel caso più complesso e quando si era a buon punto e tutti la eseguivano con facilità, il segnale dell’allarme ha portato disturbo, poiché quasi tutti hanno preferito andar via. È 26 durato però poco e la maggior parte sono tornati, così si è potuto assegnare il compito e fare un po’ di lettura. 1 marzo Da oggi fino a nuovo ordine al mattino si verrà a scuola alle ore 10 (ingresso 9,50), tenuto conto che i locali non sono più riscaldati. 21 marzo Parliamo della primavera, dell’incanto che accompagna questa lieta stagione; la giornata è calda e dalle finestre spalancate, il sole entra a fasci e ci porta la sua giocondità. Ieri ci fu l’allarme con pericolo e tutti gli alunni scapparono a casa, fortunatamente nulla, fu soltanto un po’ di spavento. 26 aprile Dopo una mezz’ora che eravamo entrati in classe è venuto l’ordine di sospendere la scuola e siamo andati via. 8 maggio Riprendiamo la scuola dopo alcuni giorni d’intervallo per le gloriose giornate passate. Raccomando in modo particolare la disciplina agli alunni, elemento unico e necessario alla scuola. Il Sovrintendente agli Studi ha tenuto a questo scopo un discorso alla radio e fortunatamente molti alunni l’avevano ascoltato. Classe terza maschile Insegnante Piera Portigliatti Barbos 1 dicembre 1944 Allarme alle 12 e un quarto fino alle 14 e un quarto. 13 dicembre Allarme alle 14 e mezza fino alle 15 e mezza. Povera scuola! 14 dicembre Allarme pericoloso alle 13 e mezza fino alle 14, 45. 6 febbraio 1945 Ore 8, 30 allarme, ore 11 allarme. Distribuzione pagelle. 7 febbraio Ore 9 allarme fino alle 10. 8 febbraio Ore 11 allarme. 9 febbraio Oggi nessun allarme: la scuola non è stata disturbata e, con me, erano contenti anche i miei scolari. 27 9 marzo Oggi prima delle 15 preallarme, poi allarme pericoloso. Su 23 presenti all’inizio della lezione, sono tornati dopo il segnale di cessato pericolo, 19 alunni. Gli altri 4 sono rimasti a casa, o… per la strada. 10 marzo Lunedì orario modificato: ingresso dalle 13, 20 alle 13, 30. Uscita alle 16,30. 16 marzo Oggi allarme pericoloso: dopo il cessato allarme 4 alunni non sono tornati. 6 aprile Ieri incursione terroristica su Torino. Lo zio di Colli, che è mutilato di una gamba per un’altra incursione, per poco non resta vittima del bombardamento. […] Ho ripetuto, e non è mai ripetuto abbastanza, che cosa bisogna fare in caso di allarmi. Prevale l’incoscienza e la fiducia che non bombardino l’abitato, si sta nelle strade e sui balconi, col naso per aria a… godersi lo spettacolo pirotecnico e così ci sono vittime e vittime dell’imprudenza. Perché si danno i segnali d’allarme, perché ci sono i rifugi se non si ascoltano gli uni e non ci si ricovera negli altri a tempo opportuno? 18 aprile Oggi giornata di sciopero: si sono presentati a scuola 29 alunni. Poi alcune mamme vennero a prendere i loro figlioli per il timore di disordini stradali. Alle 11 avevo ancora 18 scolari. Tra le 11 e le 11,30 furono ritirati 4 scolari, di modo che mi rimasero in classe 14 alunni. 19 aprile Sono le 9,10. Ho in classe 16 scolari. E lo sciopero è finito! 20 aprile Sono presenti 27. Alcuni scolari mi dicono che ieri, venuti a scuola, se ne tornarono a casa perché il bidello disse che fino a nuovo ordine non si faceva lezione!!! 8 maggio Dal 26 aprile ad oggi interruzione della scuola per i movimenti politici. La scuola è stata occupata dai partigiani. Oggi con Torino liberata, si torna al lavoro, con serenità e con serietà d’intenti. Scuola del lavoro, classe prima maschile (quarta elementare) Insegnante Giuseppe Valletti 2 ottobre 1944 Si riaprono le scuole. Riprendo l’insegnamento dopo circa due anni d’interruzione dovuto al richiamo alle armi. Le dolorose vicende dell’8 settembre che mi hanno portato all’internamento in Germania che tanto mi hanno abbattuto fisicamente e moralmente hanno fatto si che il contatto cogli scolaretti affidati alle mie cure mi è assai gradito. La classe è (in attesa di sdoppiamento) assai numerosa. Sono presenti n. 38 alunni. L’anno si inizia colla preghiera. Gli alunni vengono sistemati nei banchi. Parlo loro essenzialmente al cuore invitando tutti ad essere buoni,diligenti e studiosi. 28 1 dicembre Finalmente il locale è stato riscaldato ed i ragazzi si troveranno meglio dato che nel mese precedente i ragazzi hanno dovuto sempre indossare i cappotti. 5 febbraio 1945 Le vacanze scolastiche sono state prorogate a tutt’oggi causa l’inclemenza del tempo. Si riprendono così solo oggi le lezioni. 25 aprile/ 7 maggio Le lezioni sono state sospese per i grandi avvenimenti cittadini che hanno portato alla liberazione della città dalle forze nazifasciste. Si riprendono regolarmente le lezioni. Avendo svolto il programma annuale ha inizio la ripetizione del programma. Scuola del lavoro, classe seconda femminile (quinta elementare) Insegnante Palmira Demonte 21 ottobre 1944 […] Per quanto riguarda il programma di lavoro intendo attenermi alle norme ministeriali, però nell’attuazione pratica procurerò di tenere conto che in quest’anno che non è possibile procurare il materiale per l’esecuzione dei lavori. Farò eseguire degli imparaticci con dei pezzi di percalle o di tela usata, che ancora si può trovare in casa, così le alunne si addestreranno ad eseguire i principali punti di cucito, cosa indispensabile per poter eseguire capi nuovi di biancheria ed anche per poter rattoppare e rammendare; farò l’iniziativa per il taglio dei più comuni capi di biancheria e a tal uopo farò eseguire opportuni disegni ed insegnerò il modo per eseguire modelli di carta. 10 febbraio 1945 Questa settimana è stata singolarmente disturbata dai continui allarmi. 28 febbraio Si presenta oggi una nuova alunna: Lucia,proviene da Campi Salentino in provincia di Lecce. È priva di documenti ed ha fatto una dichiarazione lo zio, presso il quale ora convive. La mamma fu vittima di un bombardamento; il padre con un fratellino è tuttora nelle terre invase. Ella visse per circa un anno a Verona con dei conoscenti, ma non ha mai frequentato la scuola; lo zio è andato a prenderla a Verona ed ora la tiene con sé. È una fanciulla dall’aspetto buono e tranquillo, ed ha bisogno di cure particolari per la sua condizione familiare e perché non avendo frequentato la scuola da circa due anni ha dimenticato molto, così come ha dichiarato lei stessa. 5 aprile La lezione è stata ritardata e poi interrotta per allarme pericoloso ed incursione di bombardieri; le alunne sono preoccupate per i familiari che si trovano in queste ore al lavoro nelle fabbriche. 8 maggio Si riprendono oggi le lezioni, le alunne hanno ascoltato dalla radio la voce del Sovrintendente agli Studi e mi promettono di mettere in pratica le sue raccomandazioni di essere disciplinate, puntuali, volenterose per ben concludere questo anno di studio. 29 Scuola del lavoro, classe seconda femminile (quinta elementare), sez. B Insegnante Gliceria Montersino Paggi 10 dicembre 1944 Ho tentato, in via di esperimento dei piccoli lavori di sartoria. Si tratta per lo più di semplici riparazioni che abituano però all’osservazione, alla precisione, al buon gusto e all’economia. Le mamme hanno accolto la cosa con entusiasmo (prova ne è il lavoro a getto continuo) e le bimbe pure. Un vestito pende sui fianchi. Si osserva il difetto e si studia il modo migliore per ripararlo. Il domani la scolara indossa un altro vestito, e si procede alla riparazione progettata. Le maniche di un cappotto sono corte. Bisogna allungarle, come si fa? Insegno a fermare la fodera con un imbastitura, poi a fermare la stoffa col punto mosca e quindi a ricucire la fodera un po’ a soffietto. Se la fodera manca insegno a riportare la fodera mancante. Da un vecchio vestito insegno a ricavare una gonnella per la sorellina. Da una sottoveste rotta insegno a ricavare un grembiulino-borsa da lavoro. In principio d’anno le mamme non sapevano cosa dare da cucire alle loro figliole. Ora di lavoro, come in una vera sartoria, ne abbiamo da vendere. Il mio esperimento non era poi del tutto malvagio. 23 aprile 1945 In occasione del Natale di Roma le scolare iscritte all’O B hanno avuto un pacco contenente indumenti. Tutte felici sono venute a farmi vedere i doni che, dati i momenti, sono particolarmente utili. 8 maggio Si sono riprese oggi le lezioni sospese il giorno 25 u. s. La vita cittadina va riprendendo il suo aspetto normale ed io cercherò di imprimere al mio insegnamento quel carattere si serenità assoluta a cui l’infanzia ha diritto, specie dopo tutte le scosse sopportate in questi ultimi tempi. Scuola del lavoro, classe prima maschile (quarta elementare), sez. B Insegnante Carla Palagi 8 maggio 1945 Oggi ritorno a scuola (era distaccata in Provveditorato dal 18 aprile); sono veramente contenta di poter seguire i miei alunni nel mese di scuola che ancora esattamente rimane. Pure gli scolari sono lieti e maggiormente le famiglie che erano preoccupate. 15 giugno […] Chiudo l’anno contenta ed anche i miei scolari e le loro famiglie, questo anno scolastico che, iniziatosi con la guerra, è terminato con la pace. 30 Classe seconda maschile Insegnante Eleonora Ruzzier Piazzano 2 ottobre 1944 Inizio lezioni. Oggi si è iniziato il nuovo anno scolastico. I miei alunni sono ritornati felici alla scuola, pieni di entusiasmo e di buona volontà. Ho rivolto loro come una buona madre il mio saluto e li ho accolti con vero affetto. Ho tenuto un breve discorso sui loro doveri di scolari, incitandoli a far bene nel nuovo anno scolastico ed essere pronti a qualunque sacrificio per la Vittoria della nostra Patria! 23 ottobre Commemorazione dei bimbi di Gorla 12. Stamane in classe mia è stata fatta la Commemorazione dei bimbi alunni della scuola di Gorla a Milano, periti tragicamente in seguito a barbara incursione nemica. I miei alunni erano commossi a tali parole e innalzarono a Dio preghiere per ricordare quegli Angeli volati in paradiso, che diedero la loro vita per la grandezza della Patria. 28 ottobre Anniversario della Marcia su Roma Anche questa data memorabile fu commemorata in classe mia. Gli alunni cantarono l’Inno Giovinezza e fu fatto un diario e un disegno come applicazione. 4 novembre Giornata della Vittoria Questa fatidica data fu celebrata in forma solenne perché ricorda agli italiani che come sempre furono vittoriosi; come sempre migliaia di eroi offrirono la loro vita per la grandezza della Patria, così anche in questo immane conflitto devono contribuire con tutto lo sforzo possibile a portare l’Italia alla Vittoria. 21 aprile 1945 Natale di Roma In questa giornata raccontai agli alunni la leggenda di Romolo e Remo e la storia della fondazione di Roma avvenuta 759 a. C. Al termine della lezione fu intonato l’inno a Roma e fu fatto un lavoro scritto sul quaderno di lingua. 25 aprile Anniversario della nascita di Guglielmo Marconi. Liberazione dal giogo nazifascista Dal 26 aprile al 7 maggio La scuola rimane chiusa perché tutti contribuissero all’epica lotta di liberazione svolta dai nostri gloriosi partigiani contro i barbari nemici d’Italia nazifascismi. 8 maggio Il grande avvenimento atteso da due anni si è verificato. Finalmente è avvenuta la liberazione di Torino dalla barbarie tedesca e fascista. Tutta la città è imbandierata ed esultante! Finalmente è cominciata una nuova era di libertà e giustizia! 12 A Gorla, quartiere di Milano, morirono 184 alunni di una scuola elementare e i loro maestri a seguito di una bomba lanciata da un aereo inglese, fonte Wikipedia. 31 Tutti gli alunni sono ritornati a scuola entusiasti della grande vittoria riportata dai nostri valorosi Patrioti e con vero piacere hanno fatto un diario spontaneo per esprimere per iscritto i loro pensieri e i loro sentimenti patriottici verso la nostra Patria per tanto tempo così martoriata. Abbiamo rivolto a Dio una fervida preghiera di ringraziamento e di invocazione: “Dio ascolti le nostre preci e aiuti il popolo italiano a risollevarsi dall’abisso in cui è stato precipitato dagli orrori di questa guerra.” Torino e tutta l’Italia settentrionale sono stati liberati dai nostri Gloriosi Partigiani. I nostri alleati tanto ci hanno aiutati in questa vittoria. Il primo Ministro inglese e il Presidente degli Stati Uniti hanno rivolto al popolo italiano nobili parole di lode e di incoraggiamento. Dio ci conceda dei governanti saggi, giusti, onorati che ci aiutino a cancellare per sempre l’onta e il disonore. Scuola del lavoro, classe prima femminile (quarta elementare) Insegnante Maria Antonietta Barberis 18 aprile 1945 Le bimbe vanno a casa ordinatamente: raccomando loro di essere serie, non chiacchierone e buone. La loro semplice bontà può essere goccia di bene in ogni momento. 26 aprile l’interruzione di stamane può essere preludio di fatti decisivi: affido ciascuna delle mi piccole al suo Angelo Custode, perché siano risparmiati loro e le loro famiglie, perché ci si possa ritrovare al nostro buon lavoro, in una atmosfera rinnovata. 2 giugno Il mese di maggio è trascorso in serenità laboriosa. Tuttavia resta nel fondo delle mie piccole qualcosa di incerto, di irrequieto: sarebbe utile un anno di tranquillità, senza fastidi e preoccupazioni a soffermare e consolidare. Classe prima maschile Insegnante Giuseppina Bona 1 dicembre 1944 Ricevo, con piacere, il “Giornale di classe”. M’è gradito averlo completo e comodo in ogni sua parte. Era un guaio dover in più fascicoli ricercare i dati riguardanti gli alunni. In questo “Giornale” c’è tutto: generalità, abitazione, assenze, giudizi ecc. Per le Autorità Scolastiche che l’hanno ideato: eia, eia, eia. Alala! 6 dicembre 1944 Ancora un alunno che se ne va. La madre di Francesco si stabilisce, per l’inverno, con i figli, a S. Sebastiano Po, con i suoi vecchi poiché non à trovato combustibile per riscaldare il suo alloggio. Ora che in classe si sta bene, poiché il calore è sufficiente, e si potrebbe intensificare l’insegnamento i bambini hanno la tosse, bronchiti e, cento diavolerie. Peccato! 32 13 dicembre Al suono delle sirene, la maggior parte degli scolari lasciò la scuola. All’avviso del “cessato pericolo” soltanto otto bambini mi ritornano: ne approfitto per farli leggere individualmente. Uno dei piccoli giardinieri innaffia i vasetti nei quali, la scorsa settimana, abbiamo seminato grano e granoturco. La serenità dei bambini non è turbata dall’urlo delle sirene, ma la scuola ne è ben disturbata, con danno dell’insegnamento. Fortunatamente maestre e famiglie prendono le cose come vengono, e, “tirano diritto” facendo il loro dovere meglio che possono, senza lamentarsi e senza avvilirsi se il loro lavoro non rende quanto vorrebbero. Si ha fede in un avvenire migliore e si attende con tante speranza. 14 dicembre Anche oggi “allarme”. I bambini rientrano alle 15, ma grazie a Dio sani e salvi. Su 19 però, ne ho presenti 15. 15 dicembre Fischiano le sirene alle 14 e i bimbi se ne vanno. Al segnale di cessato pericolo, m ne tornano tre. Quest’oggi gli scolaretti se ne sono usciti mal contenti più del solito, perché si stava combinando la letterina per Natale e tutti cercavano parole adatte e che si sapessero scrivere. 6 febbraio 1945 Due allarmi nella mattinata: uno all’inizio e l’altro alla fine delle lezioni. Peccato! 7 febbraio Allarme dalle 9 alle 10. Fortunatamente nessun guaio. Purtroppo però le famiglie si disorientano. Qualche mamma non manda più i bambini a scuola: teme di non poter giungere in tempo per ritirarselo, in caso di pericolo. Il male è che non si sa che consigli dare. Speriamo che si ritorni presto al normale. 17 febbraio Ugo è venuto a scuola nonostante il mal di denti e il mal di gola. Mi vuol fare un regalo. Ecco le sue parole: “Maestra, mi i l’ai a ca un vas. Lu porto?” 13 “Devi prima chiedere il permesso alla tua mamma.” “Ma a ‘l è me, e tant a lu campa ‘n tla mnisera” 14 “Se è così, portalo pure…” e, Ugo è felice anche se tutti ridiamo di gusto. Francesco e Benito (o meglio la loro famiglia) han compreso che la scuola non è un’osteria e invece di presentarsi solo per la “Refezione” pare abbiamo intenzione di seguitare ad assistere alle lezioni. 27 febbraio Alla visita di pulizia rimprovero Benito perché ha le mani sporche. Ecco la sua giustificazione: “Sono andato per boschi 15” Poveretto! Con i fratelli va realmente ogni giorno a raccogliere legna il più possibile, o per i viali e in collina. E questo non lo fa soltanto la famiglia di Benito. Anche Osvaldo, per giustificarsi di non aver fatto il compito mi ha detto: “Non ho potuto, sono andato col papà, la mamma, mio fratello a far bosco. Siamo andati, 13 Ho a casa un vaso. Lo porto? Ma è mio, tanto lei lo butta nell’immondizia. 15 Legna 14 33 appena mangiato, in collina col carretto. Era tardi quando siamo tornati, perché si era rotto il carretto e poi ci hanno fermati. Eravamo tutti arrabbiati”. Ho dovuto accontentarmi. A Benito ho raccomandato di lavarsi per domani. Non avendo né sapone né asciugamano non ho potuto farlo lavare a scuola come avrei voluto. “Allarme” con limitato pericolo. Sono proprio contenta che sia venuto l’ordine di restare nell’aula. I bambini seguitano a lavorare tranquillamente. 2 marzo Oggi è capitata una mezza tragedia. Benito è venuto in classe piagnucolando pieno di rancore pel fratello Francesco. Ho tentato di persuaderlo a perdonarlo. “Mi ha fatto una bergnoccola 16, non lo bacio.” “E lui è un testone non vuole mai venire a scuola”. Ho speso molte parole per convincere i due che devono volersi bene e non trattarsi come Caino trattò Abele, ma se Francesco finì col baciare Benito, questi si ostinò nel suo proposito e sene andò rannuvolato al suo posto. Solo più tardi dopo la recita del “Padre nostro” spiegato il più semplicemente possibile Benito si decise a dare un bacio a Francesco e la pace fu firmata. Speriamo che duri. Benito è piuttosto tenace nei suoi spropositi e nonostante che a volte ne buschi dai fratelli, troppo spesso è lui che picchia gli altri. È manesco per istinto. Prima della fine della lezione Francesco mi dice: “Signora, Benito ha del gesso per voi.” Mando il bimbo a prenderlo nella tasca del soprabito e lui, mentre me lo offre, mi dice: “Lei, gli dica che non me le faccia ficcare 17 da mio papà”. Ho fatta, naturalmente, la comunicazione con tutta la serietà possibile e Francesco ha solennemente promesso di non fare rapporti. Se saran rose… fioriranno. 6 marzo Oreste vede che nel vasetto di Giovanni il grano prospera e vuol anche lui portare qualche seme. Porta oggi dei fagioli e m’avverte che prima di seminarli devo lasciarli qualche giorno “a moglio 18”. Quanto sarebbe interessante avere un’aiuola! Accolgo oggi uno scolaretto proveniente dalla scuola di Racconigi. 9 marzo Allarme pericoloso. Gli scolaretti se ne vanno, ma al segnale di “cessato pericolo” su 21 me ne ritornano soltanto 13. Pazienza! 16 marzo Allarme pericoloso. Escono in 20 e, alle 15,30, me ne ritornano soltanto otto. Torna, dopo alcuni giorni di assenza ingiustificata, Benito e la giustificazione se la fa lui verbalmente: “Avevo il faudallo 19 sporco”. Ha pure sudicie le mani e il viso. Lo mando a lavarsi e lo tengo. Non c’è altro da fare. La famiglia non si cura dei bambini, ma è bene che la scuola non chiuda loro la porta in faccia. 10 aprile Incominciamo la giornata scolastica con un “piccolo allarme”. Dio ce la mandi buona! 16 Bernoccolo Mi faccia picchiare. 18 Nell’acqua 19 Il grembiule 17 34 14 aprile Registro oggi, con piacere, un atto di onestà. Berardino ha trovato £ 5, sfuggite dalle tasche del compagno Francesco (mentre correva all’impazzata per andarsene a casa) e me l’ha consegnate perché potessi restituirgliele. Lo farò appena l’avrò in classe poiché oggi Francesco non è presente, come non lo è il fratello Benito. 16 aprile Si incomincia la lezione con un “piccolo allarme” e i bambini sono soltanto 14. Alle 9,30 altro “piccolo allarme”. 18 aprile Pareva dovesse succedere il finimondo, ma si ridusse all’esodo di buona parte dei bambini ritirati da padri e da madri impressionati per l’abbandono delle fabbriche da parte degli operai. Sono rimasta in classe fino al termine dell’orario col solo Berardino e ho corretti i dettati (ben riusciti) eseguiti nella prima ora di scuola. Dei 18 presenti tre soli hanno meritata l’insufficienza. 20 aprile Si comincia con un “piccolo allarme” ma si lavora fidenti e lieti. I presenti sono 20. il ventunesimo è Ugo, penso sia ritornato al paese, ma nessuno mi ha avvertita. 9 maggio Riprendo con piacere, piena di fede in un avvenire di serenità, la mia scuola. Ho però soltanto 9 scolari su 21. Me ne spiace proprio. Probabilmente le famiglie han creduto alle voci che ieri correvano, che cioè tutti dovessero far oggi vacanza. Pazienza! Spero per venerdì di avere la scolaresca al completo. Dai presenti faccio mandare una parola di condoglianze alla Mamma di Pietro. Il povero piccino ha perduto il padre. 18 maggio La mamma di un mio ex alunno mi porta un pacco di oggetti utili. Posso distribuire a Amleto, Marsilio e Berardino: pantaloncini, calze e blusette. I beneficati ne sono lieti e io pure. Dio benedica la buona Signora. Il piccolo Alberto Orefici (di razza ebraica) viene ammesso, come uditore. Diamo a lui il benvenuto. 35 Tabella confronto delle cronache degli insegnanti Palmira Demonte 2 ottobre 1944 11 ottobre Gliceria Montersino Paggi Carla Eleonora Palagi Ruzzier Piazzano Inizio lezioni. Ho tenuto un breve discorso sui loro doveri di scolari, incitandoli a far bene nel nuovo anno scolastico ed essere pronti a qualunque sacrificio per laVittoria della nostra Patria! Maria Antonietta Barberis Giuseppina Bona Maria Frè Mollin o Clelia Mennye y Annunziata Calasso Inizia la scuola ancora in clima di guerra Piera Portigliatti Barbos Giuseppe Valletti Si riaprono le scuole. Riprendo l’insegnamento dopo circa due anni d’interruzione dovuto al richiamo alle armi. Le dolorose vicende dell’otto settembre che mi hanno portato all’internamento in Germania che tanto mi hanno abbattuto sia fisicamente che moralmente hanno fatto sì che il contatto cogli scolaretti affidati alle mie cure mi è assai gradito. Il primo allarme turba la serenità del lavoro è limitato pericolo. L’orario della scuola è 13, 20/ 16, 30 21 ottobre 23 ottobre 28 ottobre Per quanto riguarda il programma di lavoro intendo attenermi alle norme ministeriali, però nell’attuazio ne pratica procurerò di tenere conto che in questo anno non è possibile procurare il materiale per l’esecuzione dei lavori. Stamane in classe mia fu fatta la commemor azione dei bimbi alunni della scuola di Gorla a Milano, periti tragicament e in seguito a barbara incursione nemica. Anniversari o della marcia su Roma. 37 4 novembre Anche questa data memorabile fu commemor ata in classe mia. Gli alunni cantarono l’inno Giovinezza e fu fatto un diario e un disegno come applicazion e. Questa fatidica data fu celebrata in forma solenne perché ricorda agli italiani che come sempre furono vittoriosi; come sempre migliaia di eroi offrirono la loro vita per la grandezza della Patria, così come anche in questo 38 immane conflitto devono contribuire con tutto lo sforzo possibile a portare l’Italia alla Vittoria. 15 novembre 20 novembre 1 dicembre Disturbi frequen ti di pre allarmi e allarmi L’orario giornalier o si riduce di mezz’ora causa mancanza di riscaldam ento. Pensiamo ai sacrifici dei nostri soldati e ci facciamo animo. Finalment e un po’ di riscaldam ento. Da domani tre ore e mezza di lezione. Allarme dalle 12, 15 alle 14, 15 Finalmente il locale è riscaldato ed i ragazzi si troveranno meglio dato che nel mese precedente i ragazzi hanno 39 dovuto sempre indossare i cappotti. 5 dicembre 13 dicembre 14 dicembre 15 dicembre Rievochiamo l’atto eroico di Balilla. Faccio notare i vantaggi per gli iscritti alla benefica istituzione. Al suono delle sirene la maggior parte degli scolari lasciò la scuola. Anche oggi “allarme”. I bambini rientrano alle 15. Fischiano le sirene alle 14 e i bambini se ne vanno. 5 febbraio 1945 6 febbraio 7 febbraio Allarme dalle 14,30 fino alle 15,30. Povera scuola! Anche oggi vi è un allarme si va a scuola alle 15,20. Allarme pericoloso alle 13,30 fino alle 14,45. Allarme, la maggior parte degli alunni è tornato. Due allarmi nella mattinata: uno all’inizio e l’altro alla fine delle lezioni. Peccato! Allarme dalle 9 alle 10. Le vacanze scolastiche sono state prorogate a tutt’oggi causa l’inclemenza del tempo. Ore 8, 30 allarme, ore 11 allarme. Distribuzione pagelle. Ore 9 allarme fino 40 Fortunatamen te nessun guaio. Qualche mamma non manda più i bambini a scuola: teme di non poter giungere in tempo per ritirarselo, in caso di pericolo. 8 febbraio 10 febbraio Ore 11 allarme. Questa settimana è stata singolarme nte disturbata dai continui allarmi. 27 febbraio 28 febbraio alle 10. Allarme con limitato pericolo. Si presenta una nuova alunna: Lucia, proviene da Campi Salentino in provincia di Lecce. È priva di documenti. La mamma fu vittima di un bombardam 41 ento. Il padre e un fratellino è tutt’ora nelle terre invase. 1 marzo Si viene a scuola alle 10 perché non c’è più riscaldamento . 9 marzo Allarme pericoloso. Oggi prima delle 15 preallarme, poi allarme pericoloso. Non tutti sono tornati dopo il segnale di cessato pericolo. Lunedì orario modificato: dalle 13,30 alle 16,30. Oggi allarme pericoloso. 10 marzo 16 marzo Allarme pericoloso. Escono in 20 e alle 15,30 me ne ritornano soltanto otto. 20 marzo 5 aprile Allarme con pericolo e tutti gli alunni scapparono a casa. La lezione è 42 stata ritardata e poi interrotta per allarme pericoloso ed incursione di bombardieri ; le alunne sono preoccupat e per i familiari che si trovano in queste ore al lavoro nelle fabbriche. 6 aprile Ieri incursione terroristica su Torino. 10 aprile 18 aprile Le bimbe vanno a casa ordinatamente : raccomando loro di essere serie, non chiacchierone e buone. La loro semplice bontà può essere goccia di bene in ogni momento. Piccolo allarme Pareva dovesse succedere il finimondo, ma si ridusse all’esodo di buona parte dei bambini ritirati da padri e da madri impressionati per l’abbandono delle Giorno di insurrez ione popolar e Oggi giornata di sciopero: si sono presentati 29 alunni. Poi alcune mamme vennero a prendere i loro figlioli per timore di disordini stradali. 43 fabbriche da parte degli operai. 19 aprile Molte assenze la città è calma 20 aprile Si comincia con un piccolo allarme. 21 aprile 23 aprile 25 aprile I Balilla e le piccole italiane sono assenti perché sono andati a ritirare le scarpe e la divisa. Sono le 9,10. Ho in classe 16 scolari. E lo sciopero è finito! Sono presenti 27. Alcuni mi dicono che ieri il bidello disse che fino a nuovo ordine non si faceva lezione Natale di Roma racconto la leggenda di Romolo e Remo. Natale di Roma , le scolare iscritte all’O.N.B. hanno avuto un pacco contenente documenti Anniversari o della nascita di Guglielmo Marconi 44 26 aprile 27/28 aprile L’interruzione di stamane può essere il preludio di fatti decisivi: affido ciascuna delle mie piccole al suo Angelo Custode, perché siano risparmiati loro e le loro famiglie, perché ci si possa ritrovare al nostro buon lavoro, in un’atmosfera rinnovata. Inizia la lotta per la liberazio ne di Torino, i valorosi partigia ni sono alle porte della città. Dopo mezz’ora di scuola venne l’ordine di sospendere la scuola e siamo andati via. Torino viene totalme nte liberata. Sventol a ovunqu e il tricolore in segno di giubilo, di gioia indicibil e. La guerra è finita. Tutta Torino 45 26 aprile 7 maggio 8 maggio Si riprendono oggi le lezioni, le alunne hanno ascoltato dalla radio la voce del Sovrintende nte agli Si sono riprese oggi le lezioni sospese il 25 aprile. La vita cittadina va riprendendo il suo aspetto normale ed io cercherò di imprimere al Oggi ritorno a scuola (ero assent e dal 18 aprile), sono veram Liberazione dal giogo nazifascista . La scuola rimane chiusa perché tutti contribuisse ro all’epica lotta di liberazione svolta dai nostri gloriosi partigiani contro i barbari nemici d’Italia nazifascisti. Il grande avveniment o atteso da due anni si è verificato. Finalmente è avvenuta la liberazione di Torino dalla si inchina commo ssa e riverent e alle salme degli eroi della libertà. La scuola è occupat a dai partigia ni Sospensio ne straordina ria delle lezioni a causa dell’eccezi onalissimo momento politicopatriottico Le lezioni sono state sospese per i grandi avvenimenti cittadini che hanno portato alla liberazione della città dalle forze nazifasciste. Riprendiamo la scuola dopo alcuni giorni d’intervallo per le gloriose giornate passate. Raccomando la disciplina. Dal 26 aprile ad oggi interruzione della scuola per i movimenti politici. La scuola è stata occupata dai partigiani. 46 Studi e mi promettono di mettere in pratica le sue raccomand azioni di essere disciplinate, puntuali, volenterose per ben concludere questo anno scolastico. mio insegnament o quel carattere di serenità assoluta a cui l’infanzia ha diritto, specie dopo le scosse sopportate in questi ultimi tempi. ente conten ta di poter seguir ei miei alunni. barbarie tedesca e fascista. Tutta la città è imbandierat ae festante. Finalmente è cominciata una nuova era di libertà e giustizia! Oggi con Torino liberata, si torna al lavoro, con serenità e serietà d’intenti. 9 maggio Riprendo con piacere, piena di fede in un avvenire di serenità, la mia scuola. 18 maggio Il piccolo Alberto Orefici (di razza ebraica) viene ammesso, come uditore. Diamo a lui il benvenuto. 2 giugno Si prendo no le lezioni. L’aula, occupat a dai partigia ni come inferme ria, ci è stata restituit a. Il mese di maggio è trascorso in 47 serenità laboriosa. Tuttavia resta nel fondo delle mie piccole alunne qualcosa d’incerto, d’irrequieto: sarebbe utile un anno di tranquillità, senza fastidi e preoccupazion i a soffermare e consolidare. 15 giugno Chiudo l’anno conten ta ed anche i miei scolari e le loro famigli e, questo anno scolast ico che, iniziato si con la guerra ,è termin ato con la pace. Termina l’anno scolasti co. La patria è finalme nte libera. 48 Intervista a Mario Pistoi 20, nonno di un compagno di quinta Quando è scoppiata la guerra avevo 8 anni alla fine della guerra ne avevo 13, quindi i miei ricordi sono di un bambino all’inizio e di un ragazzo alla fine. Tenete presente che io ho moltissimi ricordi, io ho due fratelli che erano più grandi di me, uno aveva 5 anni più di me e l’altro ne aveva 12, entrambi divennero partigiani, entrambi erano in carcere il 25 aprile. Nella mia vita da piccolo ho visto un sacco di cose. Oltre tutto c’è ancora un altro fatto. Mio padre morì quando io avevo 6 anni e di conseguenza si occupò di me mia madre. Aveva una libreria presso la stazione di Porta Nuova dove si vendevano giornali, libri, riviste. Era un posto dove io ho visto un sacco di cose perché a quell’epoca la stazione ferroviaria era ancora importante per una città perché l’aeroporto non esisteva, si viaggiava con il treno per cui la stazione era un luogo molto importante. Ho visto molte cose tristi. Sono a vostra disposizione chiedete. Può essere che qualche cosa non la ricordi, tenete presente questo, ho questa esperienza, di certi fatti mi ricordo solo una parte. Vi faccio un esempio. Mio fratello più grande, ora è morto, racconta in un libro che ha scritto che lui quando era partigiano andò ad Asti per parlare con il prefetto per uno scambio di prigionieri. Cioè i partigiani avevano dei fascisti prigionieri, i fascisti avevano dei partigiani prigionieri, era andato lì per concludere uno scambio di persone, una cosa abbastanza rischiosa. Lui mi portò con sé, uno si chiede ma perché ha portato un bambino? A quell’epoca avevo 12 anni, perché così non dava nell’occhio. Lui mi lasciò, l’ha scritto nel libro ad aspettare in un bar. Racconta che quando è tornato io piangevo disperatamente, io questo non lo ricordo nel modo più assoluto, ma mi ricordo il seguito. Dopo lui mi ha portato in una trattoria a mangiare il pesce fritto. Con la fame che avevo, ricordo questa parte molto bene. In che scuola andava e come si chiamava il suo maestro? Io ho cominciato le elementari nel 1938 alla scuola Raineri in Corso Marconi, allora si chiamava Corso Valentino. L’edificio della scuola tiene un isolato intero, dall’altra parte c’è il liceo Alfieri. Io abitavo proprio di fronte, la maestra si chiamava Sclaverano. Noi a scuola si andava con un grembiule nero e un fiocco azzurro, tenete presente che all’epoca non esistevano classi con maschi e femmine, addirittura gli ingressi alla scuola erano separati. Avevamo anche una divisa, la divisa da Balilla e quella ce l’aveva data il fascismo, c’era una camicia nera con una fascia bianca e un fez (un cappello), questa divisa veniva adoperata al sabato e quando c’erano determinate manifestazioni. Ricordo molto bene nel 1939 quando Mussolini venne a Torino, di essere stato sull’attenti per ore in attesa che lui passasse. Come era la maestra? A quell’epoca la scuola era chiaramente diversa, era brava come maestra. Era anziana con i capelli brizzolati. A volte mi diceva: “Pistoi vai a fare una corsa nel corridoio” perché vedeva che io non resistevo a stare fermo. Alla maestra davamo del lei non del tu come fate adesso, tra noi compagni ci conoscevamo per cognome, io ricordo ancora i cognomi dei miei compagni ma non i loro nomi. La scuola era diversa, a fine anno davano le medaglie: primo premio, secondo premio. Ogni settimana la maestra assegnava al più bravo una medaglia che si teneva appesa al grembiule per tutta la settimana e si riconsegnava al sabato. 20 La videointervista, registrata in data 15 aprile 2010, e la trascrizione del sonoro sono depositati presso l’Archivio Storico della scuola Fontana. C’era un capoclasse, io non l’ho mai fatto, che aveva il compito di segnare alla lavagna chi si comportava male quando la maestra usciva e aveva il compito di dare l’attenti quando entrava la direttrice. Quanti eravate in classe? Le posso dire quello che mi ricordo, posso fare l’elenco dei miei compagni. Forse ne dimentico qualcuno. Erano 23 forse. Abbiamo letto nelle cronache, è una cosa che ci ha colpito, che una maestra diceva che i bambini erano molto pallidi perché avevano fame. Ci può dire com’era la situazione? Dunque non ho nessuna vergogna dirlo, ho fatto la fame ad un certo punto della guerra, mi salvai in quinta elementare, perché mia mamma a causa dei bombardamenti mi mando in Toscana, dai nostri parenti. Lì ammazzavano il maiale e c’era da mangiare. Quando poi tornai a Torino, l’otto settembre del ’43 ero qua, abbiamo fatto veramente la fame. Allora c’era una tessera annonaria con la quale si andava nei vari negozi e si acquistava quello che si poteva. Poi c’era la borsa nera, molta gente faceva la borsa nera, però bisognava avere i soldi. Mi ricordo un particolare, vi ho detto che noi alla stazione avevamo una libreria. Un giorno c’eravamo io e il mio fratello di mezzo, venne uno con una cesta grossa d’uva e ci ha chiese se potevamo tenergliela. Sì, sì, gli abbiamo detto. Questo era uno che faceva la borsa nera, arrivava a Torino con l’uva e la rivendeva chissà a che prezzi. Quando è tornato, c’era solo più il manico della cesta! Ha detto niente, è stato un signore, ma non ci ha mai più portato l’uva. La fame era tremenda, mi ricordo che mia mamma mi dava un pezzo di pane al mattino, il pane aveva un colore molto strano, luccicava, pare fosse fatto con il riso. Io mi facevo i pezzetti. Mi ricordo un altro particolare, mio fratello, il primo prima di essere arrestato la prima volta, aveva portato un giorno a casa un sacco di farina, non so bene chi gliela avesse data. Lui l’arrestarono e noi andavamo alle carceri Nuove a portargli da mangiare. Mia mamma aveva portato quella farina dal panettiere, che faceva il pane bianco che però portavamo in carcere e io dicevo perché questi devono mangiare il pane bianco ed io no. Aveva ragione mia madre è chiaro però… Ho fatto veramente la fame, c’era poco da mangiare non avevamo i mezzi per comprare qualcosa alla borsa nera. Ad un certo punto avevo due fratelli in carcere, dovevamo portare da mangiare a tutti e due, è chiaro che il meglio andava a loro e restava proprio poco, si tirava avanti come si poteva. Perché i suoi fratelli erano in carcere? Io avevo fatto la quinta elementare in Toscana e poi con l’armistizio, l’otto settembre del 1943, ero tornato a Torino. Qui successe un caos, i militari scappavano, la gente assaltava le caserme, mi ricordo che vicino a dove abitavo io c’era una caserma, tutti andavano chi prendeva materassi, coperte, io presi un elmetto, arrivai a casa e mia madre me lo fece buttar via subito, e aveva ragione. Allora, mio fratello più grande era militare e come molti si rifiutò di andare con la Repubblica Sociale Italiana, che era nata quando Mussolini era stato liberato a Campo Imperatore dai tedeschi, ed andarono in montagna e iniziò la Resistenza alla dittatura del nazismo e del fascismo. Ecco perché mio fratello faceva il partigiano, ad un certo punto fu arrestato. 50 Ho un ricordo, mia mamma arriva a casa di corsa e mi dice: “Guarda che hanno arrestato Ennio 21”, poi va in salotto dove avevamo un armadio a muro dove i miei fratelli tenevano delle pistole, ha messo tutte queste armi in una borsa e me la ha data da portare in Via Madama Cristina da un nostro conoscente, ha fatto benissimo perché io ero l’ultima persona a cui uno avrebbe mai pensato che potesse portare quelle cose. Il giorno dopo vennero a farci una perquisizione, c’ero solamente io in casa. Ricordo benissimo che erano in quattro, e c’era un tedesco. Quando arrivò mi puntò il mitra e mi disse: “Guai se ti muovi!” io chiaramente non mi muovevo e avvenne una forte discussione fra il tedesco e il fascista perché il fascista voleva portarmi via la radio e il tedesco si oppose. Io avevo una rabbia in corpo che non posso dire. Perché era poco che avevamo la radio e serviva molto, perché era l’unica che ti dava delle notizie. Ascoltando radio Londra noi avevamo notizie di come effettivamente andavano le cose. Poi la radio era mia insomma, per fortuna quella volta vinse il tedesco e la radio rimase a casa mia. Mio fratello rimase in carcere parecchio e poi fu liberato prima di Natale del ’44, fu ripreso subito dopo, intanto arrestarono anche l’altro, il più giovane che distribuiva volantini in Piazza Carlo Felice. Lui lo arrestarono e lo portarono al Ferrante Aporti perché non aveva ancora 18 anni, il giorno del suo compleanno il 30 gennaio lo portarono alle Nuove, per noi fu un sollievo perché così per vederli andavamo nello stesso posto. Tenete presente che l’inverno del 1944 è stato tremendo, a Torino la temperatura era su una media di 10/11 gradi sotto zero con punte di diciassette, non c’era un tram che funzionava. Mi ricordo che davanti a scuola molta gente cadeva per terra, non mettevano il sale, non c’era. Si camminava sul ghiaccio, ho la visione di una mamma scivolata e caduta portata via con l’autoambulanza, era difficilissimo camminare. In quella situazione io e mia cognata andavamo alle carceri nuove a portare da mangiare. Sapete come facevamo? Alle carceri c’era una botola grossa, si entrava dentro e si metteva la borsa in questa botola, da dentro la giravano e la prendevano poi stavamo ad aspettare che tornassero indietro i panni sporchi e guardavamo sempre se dentro c’era qualche bigliettino nascosto. Spesso c’erano, c’erano anche le cimici, infatti a casa mia la prima cosa che facemmo dopo la liberazione, fu la disinfestazione perché ne eravamo pieni. Lei ha accennato al fatto che c’erano molti bombardamenti e questo nelle cronache degli insegnanti è molto presente, si parla di allarmi. C’erano bombardamenti di notte, di giorno, cosa succedeva. Quando tornai a Torino mio fratello mi portò a vedere la prima casa bombardata vicino a Porta Palazzo. Allora i ragazzi, mio fratello, quello che aveva 5 anni più di me, facevano la collezione delle schegge. C’era un sistema di contro aerea che era sulla collina che ogni volta che arrivavano gli aerei sparava e creava più danni alla città che agli aerei. Era famosa la contraerea di Torino, l’unica che funzionava era quella che era su un carro ferroviario messo davanti alla Fiat Lingotto dai tedeschi. In ogni casa dove c’era un rifugio, una cantina, c’era una R grande sul portone. Voleva dire che quella casa aveva un rifugio, chi passava di lì mentre c’era un allarme si poteva rifugiare. Noi andavamo su alla scuola dietro al liceo Alfieri. Il bidello ci apriva. Andavamo lì perchè era una costruzione vecchia quindi più solida. In seguito furono costruiti degli 21 Per avere informazioni su Ennio Pistoi vedi: Istoreto. Metarchivi. Documento VIDEO: Intervista a Ennio Pistoi 51 appositi rifugi, ce n’era uno vicino a dove abitavamo noi fu fatto dove c’era il circolo fascista Bazzani in via San Tommaso, lì fecero un rifugio dove si scendeva parecchio. Le prime volte eravamo molto spaventati, poi uno ci fa l’abitudine, mi ricordo che nel rifugio ho imparato a giocare a scacchi. Si faceva il tiro alla fune, ci si metteva parecchi da una parte e parecchi dall’altra, ad un certo punto si mollava la corda e tanti volavamo per terra. Quindi anche nei momenti peggiori si cercava di divertirsi nel limite del possibile. Poi arrivarono i bombardamenti forti, quando io andai via nel ’42. Mi ricordo di una sera che avevamo sentito queste bombe che arrivavano, che erano vicine. Quando siamo usciti ho visto che da tutte le finestre di un palazzo, che c’è ancora, di quelli antichi in pietra, uscivano lingue di fuoco. Era veramente impressionante. Invece in via Saluzzo, io giravo lo stesso anche se c’erano i bombardamenti, d’altronde era così, mia madre doveva lavorare, non sapeva neanche dove io fossi, ho visto durante un bombardamento uscire uno a cui erano venuti i capelli bianchi dallo spavento. Oltretutto sapete cosa provocavano questi bombardamenti? Provocavano la distruzione di tutti i vetri con lo spostamento d’aria. Allora non è che potessimo cambiare il vetro, intanto perché non c’erano i soldi per cambiarlo, seconda cosa perché il vetro non si trovava, allora in tutte le case mettevamo della carta spessa in modo che non passasse l’aria e qualcuno addirittura ha messo il compensato però con il compensato non ci vedevi più. Avevamo quindi tutti questa carta che quando cambiavamo e dicevamo: cambiamo i vetri! Vi dico ancora una cosa che è stata tremenda, nell’inverno del 44/ 45 io abitavo in una casa senza termosifoni non c’era il carbone e noi siamo stati al freddo tutto l’inverno. È stata una cosa tragica. Io abitavo vicino al Valentino. Se uno andava lì di notte sentiva un rumore continuo zzzzzz, segavano gli alberi, hanno segato tutte le panchine. A Torino non era rimasta neanche più una panchina. Io una volta andai a prendere dei rami, ma erano verdi e facevano solo del fumo, a casa mia la mia mamma aveva messo una stufa dove bruciavamo della carta e poi prima di andare a dormire aprivamo la finestra perché la casa era piena di fumo. Quando ero a Porta Nuova andavo al rifugio della stazione, lì era più sicuro, naturalmente perché era una costruzione più antica più vecchia, come potrebbe essere la Fontana, con i muri grossi è più resistente. A buttar giù una casa moderna bastava niente. Poi era questione di fortuna. Nella seconda fase della guerra io facevo a quell’epoca la seconda media e tra parentesi, apro un inciso, avevo un compagno di classe chiaramente più vecchio di noi che arrivava a scuola in divisa fascista e metteva le bombe a mano sul davanzale. Tenete presente che copiando da Hitler, che aveva arruolato i ragazzi dai 10 agli 11 anni, anche qua fu fatto questo. Mi ricordo che si chiamava Bortolosi, mi ricordo benissimo che metteva le bombe a mano sul davanzale e nessuno gli diceva niente perché avevano paura. Arrivava in divisa anche l’insegnante di ginnastica, naturalmente in divisa fascista. Il fascismo teneva molto allo sport, per fare crescere una razza forte, ma questo è un altro discorso. Ci può dire come erano gli allarmi? Nella seconda fase della guerra c’erano il preallarme e l’allarme. Noi andavamo a scuola e avevamo proprio la sirena sopra, faceva uuuu forte, poi si calmava, si sentiva sempre, poi ripartiva. Se c’erano solo tre suonate lunghe era un preallarme. Alla fine della terza noi facevamo il tifo perché continuasse e infatti regolarmente ci lasciavano andare tutti. D’altra parte cosa potevano fare. Uscivamo, tante volte c’erano le giostre lì davanti e andavamo lì. Se sentivamo un aereo scappavamo. Sembra strano che 52 possano succedere certe cosa ma con l’abitudine si reagisce in un certo modo. Io questo me lo ricordo molto bene. Nelle cronache si parla di preallarme, di allarme e allarme pericoloso Questo non me lo ricordo. Io mi ricordo il preallarme e l’allarme che bisognava scappare. Quando finiva…. Suonava la sirena di cessato allarme Tornavate a scuola? No a scuola non si tornava più, ognuno andava per i fatti suoi questo è chiaro. Infatti la seconda media è stata un po’ disastrata, insomma per forza non si poteva far diversamente. La sua casa è stata danneggiata? No la mia casa non è stata danneggiata, era una casa moderna bastava cascasse qualcosa in zona che eravamo rovinati. Durante la guerra è morto qualche suo parente, qualche amico? Eccome, sì! Ho avuto il primo parente morto nel 1922, il fratello di mia madre in Toscana. Faceva parte di una lega dei contadini di estrazione socialista, una sera fu picchiato a morte dalle squadre fasciste che diedero fuoco anche al suo podere. Il medico del paese, il medico condotto, questo capitava a San Pietro d’Orsa, la valle dell’Orsa è oggi patrimonio dell’Unesco, affisse un volantino in piazza in cui diceva che era morto per arresto cardiaco. Alla fine della guerra una delle figlie chiese la riesumazione della salma da cui si vedeva benissimo che era stato picchiato e arrestarono i responsabili, ma ricordo che con l’amnistia uscirono. In questa guerra ho avuto una situazione tragica. Avevo uno zio che abitava a Saluzzo, una famiglia molto numerosa. Uno dei figli lavorava a Torino per cui stava a casa mia, si chiamava Giovanni Pistoi 22 poi andò via quando cominciarono i movimenti dei partigiani. Uno dei fratelli, erano tanti, morì in combattimento, era un partigiano, presso Cuneo. Lui, Giovanni, fu arrestato, torturato a Cuneo, pensate che una delle sorelle che andò a trovarlo non lo riconobbe. Il 22 dicembre 1944, è stato detto anche per radio, veniva portato a Saluzzo per essere fucilato. Non si sa come la famiglia seppe quello che stava succedendo, forse andarono a casa a dirgli “Guardate che vi uccidono Giovanni.” La madre rimase pietrificata e le vennero i capelli bianchi, il padre, che era mio zio, scappò di corsa andò in caserma. In caserma non lo volevano fare entrare, lui dette una spinta alla guardia e andò ad abbracciare suo figlio. Purtroppo non c’è stato nulla da fare, li separarono e lo fucilarono. Il padre rimase convinto che se non avesse smesso di abbracciarlo non l’avrebbero fucilato. Mio zio morì il giorno della liberazione. 22 Per avere informazioni su Giovanni Pistoi: si veda INSMLI Ultime lettere dei condannati a morte e di deportati della resistenza italiana, alla pagina http://www.ultimelettere.it/ultimelettere/ultimelettereanagrafe.php?ricerca=286&presentazione=1&lingua =it 53 La vita era difficile mancava il cibo, volevamo chiederle com’era la situazione dei vestiti e se le medicine si trovavano facilmente. Mi ricordo che avevamo tutti delle specie di colbacchi in testa perché faceva tanto freddo, avevamo tutti gli scarponi ma di cuoio credo che ce ne fosse poco. Delle medicine non mi ricordo perché grazie al cielo non ero malato. Come facevate a sapere quello succedeva ad un vostro caro o a un conoscente che abitava lontano da Torino, vi arrivavano le notizie di quello che gli stava capitando? Come arrivavano le informazioni? Le informazioni arrivarono fino ad un cero punto, poi non arrivarono più. Per esempio io ricordo molto bene che con la Toscana si ruppero tutti i collegamenti anche perché quella zone, fu liberata dalla fine di giugno, luglio del 44, per cui non c’era nessuna notizia. Ricordo sempre che dopo un po’, alla fine della guerra, arrivarono due lettere da una mia zia, erano uguali, ne aveva spedite due così se una non arriva, poteva arrivare l’altra. In quella lettera raccontava cos’era capitato, che stavano tutti bene, che era morto un mio cugino su una mina, ma gli altri stavano tutti quanti bene. Io a casa non avevo il telefono, non esisteva il telefono. Non parliamo di televisione, non avevamo i cellulari, non c’era niente a quell’epoca là. Le notizie arrivavano se uno si muoveva. Le notizie sull’andamento della guerra le avevamo da radio Londra. I giornali italiani non raccontavano nulla di quello che stava effettivamente succedendo, anzi mi ricordo che uscivano delle edizioni straordinarie, un giorno ne uscirono tre, ogni volta avevano raccontato una cosa falsa. Alla sera radio Londra ci raccontò che erano tutte notizie false. Funzionava così. Cos’era Radio Londra? Radio Londra era una radio che dovevi ascoltare di nascosto, guai se ti scoprivano a sentirla. All’inizio suonavano le note di una sinfonia di Beethoven da da don da da don, quando sentivi quella musica sapevi che iniziava la trasmissione, parlavano in italiano. Raccontavano come stava andando la guerra e davano un mucchio di messaggi in codice per i partigiani. Se diceva, supponiamo: “ Valentino ha il vestito rotto”, noi non capivamo, erano tutti messaggi che venivano trasmessi per i partigiani. I partigiani sapevano che in conseguenza di quel messaggio sarebbe capitato qualcosa. Famosissimo fu il messaggio, 23 che non ricordo, che trasmise radio Londra in Francia prima dello sbarco in Normandia. Se qualcuno ha visto il film “Il giorno più lungo” lo avrà sentito. Quel messaggio fece sì che tutti i resistenti francesi immediatamente si attivassero e tagliassero le comunicazioni agevolando lo sbarco. Qui a Torino il messaggio della liberazione fu dato da un partigiano. Il messaggio diceva: “Aldo dice 26 x 1” Fu quel messaggio che diede il via all’occupazione di Torino da parte delle truppe partigiane. Radio Londra da chi era trasmessa? Dagli inglesi in lingua italiana per cui sapevamo esattamente cosa succedeva. Se venivi sorpreso ad ascoltare Radio Londra cosa succedeva? 23 Il messaggio era: “I lunghi singhiozzi dei violini d’autunno” , primo verso di una poesia di Paul Verlaine 54 Venivi arrestato, ti portavano via tutto. Mi ricordo già in Toscana quando andai la seconda volta per far la quinta, mio zio ascoltava radio Londra, la sentiva in una stanza tutto nascosto. Perché guai guai se ti scoprivano, si potevano avere delle grane perché la radio diceva delle cose che non si dovevano sapere. I giornali italiani erano tutti fascisti. A Torino usciva La Stampa, La Gazzetta del Popolo, la Stampa Sera, c’era Il Popolo d’Italia di Mussolini e del regime fascista, c’era La difesa della razza. Persino “Il corriere dei piccoli”, il giornale dei bambini era fascista, allora cominciava sempre il fumetto con questa frase: “Re Giorgetto d’Inghilterra per paura della guerra chiese aiuto e protezione al ministro churcillione”. Vi spiego. La grande nemica dell’Italia era l’Inghilterra perché era una democrazia, mentre in Italia c’era una dittatura. In Inghilterra regnava re Giorgio, il padre dell’attuale regina Elisabetta. L’Inghilterra aveva un governo nominato dal parlamento e il capo del governo era Winston Churchill, del partito conservatore, che fu un artefice della resistenza inglese e della vittoria contro i tedeschi. Per prenderlo in giro il corriere dei piccoli iniziava con quella filastrocca. Persino i bambini erano edotti in quel modo. Io questo me lo ricordo bene . In quel periodo terribile c’erano dei momenti e delle giornate normali? Ci furono dei periodo, ad esempio nel 41, in cui i bombardamenti c’erano solo qualche volta, i bombardamenti grossi arrivarono dal 42 al 45. Mi ricordo che ci fu un grosso bombardamento il 5 di aprile mi sembra del 45 che fece una valanga di danni. Quando uscimmo dal rifugio non si vedevano più neanche i binari del tram, mi ricordo che in piazza Carducci non passava più niente era tutto bloccato, i binari divelti. Gli americani e gli inglesi dovevano bombardare i fascisti, cercavano di bombardare i treni ma poi le bombe cadono un po’ dappertutto. A proposito di bombardamenti, all’inizio della guerra tra la Germania e l’Inghilterra, la Germania che aveva un’aviazione di gran lunga superiore attaccò massicciamente l’Inghilterra. Ci fu una città Coventry che fu completamente distrutta, in ricordo di quel terribile bombardamento venne poi coniato il termine coventrizzare che significa: bombardare a tappeto una città. Gli inglesi si salvarono perché avevano già il radar e con il radar vedevano gli aerei. Churchill, di cui parlavamo prima disse agli inglesi: “Non vi prometto che lacrime e sangue”. È così che si possono vincere certe situazioni non come il duce che diceva: “Vincere, vinceremo”, era da fanfaroni, molti ne esistono ancora. Il 18 aprile c’è stato lo sciopero generale? Lo sciopero generale fu totale qua a Torino. I fascisti si misero a guidare i tram. Uno pensa che sia una cosa facile guidare i tram ma non è così facile. Io ricordo un tram che a tutta velocità, loro andavano veloci, si credevano superiori, un tram che passava in via Nizza andando in direzione di Porta Nuova, c’era lo scambio girato sul cavalcavia, passava il 30 e il tram prese lo scambio girò e andò, rotolò completamente contro il cinema Piemonte che era dalla parte opposta. Diversi tram andarono fuori binari quel giorno a Torino. Li guidavano i fascisti questo me lo ricordo bene. Finalmente arriva il 25 aprile Cosa è successo? Cosa è capitato in quella giornata. Come vi ho detto io avevo due fratelli in carcere. Chiaramente orami si sapeva c’era il passaparola, leggendo in seguito avevo scoperto che ad esempio i partigiani erano attestati appena all’inizio della strada che va a 55 Superga a Sassi, erano fermi lì, chiaramente aspettavano di entrare in città tutti assieme. Noi sapevamo questa cose, il negozio di Porta Nuova era chiuso. I giornali uscivano solamente più su due fogli, gli ultimi due giornali erano identici. non potevano più dire nulla. Credo che la liberazione di Torino tutto sommato è avvenuta dal 27 al 28 comunque la data conta poco. Torniamo al 25 sera. Mia cognata, la moglie di mio fratello, aveva un bambino, era nato durante la guerra il 22 novembre 1944, dopo 5 giorni lo portarono in carcere per farlo vedere a mio fratello. Dunque io, mia cognata e suo fratello che aveva 4 anni più di me, decidemmo di andare alle carceri per vedere se uscivano e partimmo e ci fermammo mi ricordo in corso Bolzano all’angolo con corso Vittorio dove c’era lo scalo ferroviario. con un portone. C’era un portone metallico, c’era un sacco di gente erano tutti lì per lo stesso motivo nostro, ogni tanto c’era qualcuno che guardava e sulle torrette delle Nuove si vedevano i fascisti con i mitra e si sparare e sparavano, sparavano e sparavano. Ad un certo punto ci siamo resi conto che conveniva tornare a casa. Tornare a casa non era semplice perché da lì per andare a casa mia si attraversano ben 4 corsi: corso Vittorio, corso Duca degli Abruzzi, corso Galileo Ferraris e corso Re Umberto hanno tutti i controviali. Potete immaginare un corso così largo con la gente che sparava ed è tutto aperto, non c’è protezione, si camminava di fianco alle case era molto pericoloso. Quindi decidemmo di tornare indietro e anche altri lo decisero, mi ricordo quella corsa, che corsa! Eravamo proprio giovani! Poi ad un certo punto questa sparatoria cessava non si sentiva quasi più sparare, mi ricordo che ci fermammo sotto i portici di Via Sacchi, non si poteva passare da Porta Nuova che era un centro militare, mi ricordo che ci fermammo sotto i portici di Via Sacchi dove iniziava il cavalcavia che porta in via Nizza, il cavalcavia era tutto aperto non c’era niente di peggio. Ricordo un particolare che mi è sempre rimasto nella memoria, saliamo sul cavalcavia quando arriviamo in cima io vedo che in via Nizza c’erano le bandiere ai balconi e dissi a mia cognata: “Ma come mai ci sono le bandiere?” e lei disse “Ci sono i partigiani!” Andammo di corsa a casa, la gente era tutta per strada, a casa mia erano tutti di sotto erano 10 inquilini. I miei fratelli non c’erano, poi ad un certo punto arrivò Ennio, il mio fratello più grande, che disse che aveva visto l’altro fratello che montava la guardia perché avevano messo in prigione i fascisti. Mi ricordo che un inquilino che stava al pian terreno, un barbiere, fece la barba e i capelli a mio fratello che era in condizioni disastrose. Non è che tutto cessò istantaneamente, c’erano i cecchini che sparavano, erano fascisti ce n’era uno proprio sulla scuola che continuava a sparare, era un bidello della scuola, lo buttarono di sotto alla fine. Chiaramente successero molti fatti… Ho il ricordo di quello che successe in Corso Vinzaglio, ve lo posso raccontare. In Corso Vinzaglio all’angolo con via Cernaia furono impiccati 4 partigiani dal federale di Torino, Solaro. Avevamo un amico di famiglia con cui ci trovavamo tutte le sere, era un vigile urbano. Lui era stato di guardia a questo avvenimento perché i fascisti fecero confluire una valanga di gente, lui purtroppo era lì di guardia. Arrivò a casa piangendo, era disperato perché aveva visto questi partigiani arrivare con il camion, poi aveva visto quando gli avevano messo il cappio. Di questi partigiani ce n’era uno che si chiamava Ignazio Vian. Questo ragazzo era stato arrestato torturato, lui alle Nuove tentò di uccidersi e con il sangue scrisse sul muro “Meglio morire che tradire” però lo salvarono e fu poi impiccato lì. Io rimasi talmente sconcertato da questo fatto, la rabbia che ebbi nel sentire la descrizione di quello che era successo che non ho difficoltà a dire che quando alla fine della guerra il federale venne impiccato, io fui contento. Lei ha continuato a nominare i fascisti però c’erano anche i tedeschi in quel momento a Torino, cosa ci può dire? 56 Dico questo la terza volta che arrestarono mio fratello lo arrestarono i tedeschi. I tedeschi avevano il loro punto principale a Torino all’hotel Nazionale in piazza CLN: andammo io e mia cognata ma non riuscimmo per niente a vederlo. Mio fratello, il più grande, era nel braccio tedesco delle Nuove, l’ultima volta che venne arrestato, e si salvò per puro miracolo. L’avevano già portato nel cortile delle Nuove per essere fucilato, in quel momento una suora, che ormai è morta, andò dal prefetto e disse: “Ma cosa fucilate ancora della gente che gli americani sono già a Verona.” Il prefetto a questo punto firmò la grazia e mio fratello non venne fucilato. I tedeschi erano tremendi. Io di ricordi ne ho tanti, un ricordo alla stazione di Porta Nuova, un giorno passano davanti al mio negozio due partigiani con le mani legate seguiti da due tedeschi che botte! Li picchiavano, li fucilarono all’angolo di via Sacchi dietro la stazione. I tedeschi facevano veramente paura. I tedeschi hanno fatto degli eccidi in Italia a Marzabotto, Boves, Sant’Anna di Stazzena in cui hanno ammazzato 1700 persone come niente. Facevano veramente paura i tedeschi. I fascisti cercavano di copiarli, era una cosa diversa. Nella crudeltà i tedeschi erano peggio. Quando andava a scuola aveva paura che succedesse qualcosa alla sua famiglia? Si, ma ad un certo punto ci si fa l’abitudine alla paura, avevo paura, in certe situazioni ci si abitua anche alla paura. Certo si poteva vivere meglio su questo non c’è ombra di dubbio. Com’erano fatti i rifugi antiaerei ? I rifugi antiaerei erano le cantine delle case. Poi ne furono costruiti, se voi andate al Museo della Resistenza in Corso Valdocco vi fanno vedere un rifugio antiaereo. C’erano delle panche, era in cemento armato e poteva resistere di più che non una casa normale, si scendeva parecchio sotto terra. C’erano pochi rifugi antiaerei gli altri erano tutti rifugi così, ogni casa aveva la R scritta fuori. Quando era a casa o scuola, quando bombardavano aveva paura ? Si paura c’era per forza quando andavamo nei rifugi, sentivamo le porte che vibravano tutte, per forza avevamo un po’ di paura. Uscivate da scuola da soli? Sì anche perché non avrei saputo chi poteva accompagnarmi in una situazione come quella, io giravo da solo. In certe situazioni si cresce in fretta, purtroppo. La sua scuola fu bombardata? No, la mia scuola non fu bombardata, anche se qualcuno se l’augurava Quante volte al giorno suonava l’allarme ? C’erano dei giorni in cui suonava in continuazione poi magari per una settimana, 15 giorni che non capitava più niente. Certo che negli ultimi giorni l’allarme suonava parecchie volte. Tante volte suonava l’allarme ma non capitava niente. 57 Potevate tenere la luce accesa in casa? Ecco un altro argomento che non abbiamo affrontato. Appena è cominciata la guerra in tutte le case abbiamo messo la luce blu. In tutte le case c’era la luce blu. La luce blu anche per le strade, i primi tempi non essendo abituati andavamo tutti con la pila perché se capitava una notte che non c’era la luna non si vede niente, non eravamo abituati. Io ricordo sempre la festa a casa mia quando il portinaio cambiò e rimise le vecchie luci. Fu una festa per tutti perché era 5 anni che stavamo al buio. In casa avevi la luce ma dovevi avere le persiane chiuse, guai avere le persiane aperte perché potevi far vedere agli aerei che qui c’è la città. Si poteva andare in giro come si voleva oppure di sera c’era il coprifuoco? C’era il coprifuoco. Cos’è il coprifuoco? Il coprifuoco è una legge che dice che dalle 10 di sera non si può uscire di casa, c’è il coprifuoco. Potevano girare solamente certe persone potevano girare i soldati tedeschi e i fascisti, potevano girare i medici ma gli altri no. Era pericolosissimo se ti trovavano in giro, poteva capitare che una pattuglia passasse di lì e ti sparasse. Io mi ricordo sempre quella volta che mia mamma svegliandosi vide l’ora sbagliata. Noi a Porta Nuova arrivavamo presto al mattino alle 6 e mezza. Siamo usciti, quando abbiamo visto gli orologi siamo corsi a casa dicendo: qui ci sparano! Mia mamma aveva visto mezzanotte e mezza per le sei, cose che succedono, cose che si ricordano. Volevo sapere se nelle classi faceva molto freddo o faceva caldo? Mi fai una domanda a cui non so rispondere perchè non mi ricordo. So che a casa faceva molto freddo, non c’era il riscaldamento, forse a scuola sì, ma sinceramente non me lo ricordo. Che giochi facevate? Il gioco il gioco classico dei ragazzi maschi era il calcio ma non c’era la palla non parliamo del pallone e per strada giocavamo con una pietra, mi ricordo ce la passavamo così rovinando magari le scarpe. Non andavo mai a casa dei miei compagni di classe perché con la situazione che c’era non c’era certo tempo per giocare. Insomma io ricordo benissimo il natale in cui non avevamo nulla. Mi ricordo anche questo particolare avevo fatto la cresima, era venuto come padrino il marito della mia madrina di battesimo. Mi ricordo benissimo che mia madre mi disse: “Ho comprato una bottiglia di marsala e dei savoiardi tu ne mangerai se ne avanza.” Lei lavorava per la famiglia? Io andavo a scuola, poi nel negozio mi davo da fare, facevo le cose che poteva fare un bambino e leggevo un sacco di cose. Non ho mai letto i giornaletti per bambini, avevo sempre il giornale in mano. Mi ricordo che un giorno sono arrivati i fascisti e ci hanno fatto togliere tutti i libri dell’ Einaudi. Chiaramente non arrivava più nessun libro di 58 autori stranieri di un certo tipo arrivavano solamente giornali tedeschi. C’era fra i nostri clienti qualcuno che comprava l’Osservatore Romano perché diceva. Dopo che era stato nei rifugi veniva a prenderla la mamma? No non sapeva dov’ero, se io camminavo per una strada, se suonava l’allarme io andavo nel rifugio capisci. Tutto ciò è lontano dalla vostra esperienza, ma purtroppo si viveva in questo modo. Nei rifugi c’era la luce? Sì la luce c’era, qualche volta con i bombardamenti si rimaneva al buio. Noi andavamo nel rifugio sempre con la pila, così se capitava di rimanere al buio potevamo accenderla. C’era tanta gente che rubava? Che si approfittava di una situazione? Quelli ci saranno sempre, è chiaro che se bombardavano magari qualcuno andava lì per cercare di prendere qualcosa, diciamo che tutto sommato la società era più seria di oggi. Ognuno aveva dei problemi c’era poco da rubare. A che ora uscivate da scuola? Si andava solo al mattino compreso il sabato. Io credo che si uscisse a mezzogiorno e mezza adesso poi questo non me lo ricordo. Perché la maestra non diceva niente al bambino (quello con le bombe)? Se diceva qualcosa l’arrestavano, c’era la dittatura. La dittatura è quando c’è al potere un gruppo di persone che comandano, non c’ è nessuno che può dire il contrario di quello che vogliono loro. Se lo facevi venivi arrestato, non c’era il parlamento, c’era la dittatura e basta. Questo capitava in Italia con Mussolini e in Germania con Hitler.Lì la dittatura era ancora peggiore, nei campi di concentramento, ne avrete sentito parlare, ammazzarono milioni e milioni di persone. Se la professoressa parlava poteva essere ammazzata, lui era in divisa era come se fosse un militare. Forse lo faceva anche per sentirsi importante. Però la situazione era quella. Come accoglievate i partigiani nella scuola? La scuola era chiusa il giorno della liberazione, tutte le scuole. Mi ricordo che nella mia scuola alle medie, c’era il figlio di quello che aveva arrestato mio fratello, il padre era un gerarca fascista, io lo sapevo. In terza media mi ricordo scrisse un tema in cui raccontava che non aveva più rivisto il papà, capitavano anche questa cose. Ma quando c’erano i bombardamenti se non era vicino ad un rifugio dove si nascondeva? Te l’ho detto, tutte le case avevano un rifugio c’erano quelle in cui il rifugio era più solido e altre no. Se ero vicino a casa mia sapevo dove andare, se no dove capitava. Ha festeggiato quando c’è stata la liberazione? 59 Come ti ho raccontato sono andato a cercare i miei fratelli e poi sì. Dovete tenere conto che a Torino la situazione si normalizzò lentamente, prima c’era movimento tanto, c’era ancora gente che sparava e c’erano i soldati che andavano a prenderli, c’erano i partigiani che andavano a prenderli. Mi ricordo la sfilata del primo maggio in via Roma, non avevo mai visto tanta gente con tutte le bandiere, mi ricordo che alzavano i pugni chiusi, io chiesi al fratello di mia cognata “Ma come mai ?” io non sapevo e mi spiegò. Tenete presente che ai bambini dicevano il meno possibile e facevano bene perché io ero un bambino e ad un certo punto potevo andare a raccontare le cose. Ha mai avuto paura di non tornare più a casa e che le succedesse qualcosa? No, guarda non ci pensavo a queste cose proprio non ci pensavo, c’è uno spirito di autoconservazione che ad un certo punto ti fa reagire. Le piaceva andare a scuola? Si, io andavo a scuola volentieri presi il secondo premio in prima e seconda e il primo in terza superando il figlio del gerarca. Ero bravo Chi nella sua famiglia si occupava delle cose fondamentali? La mia famiglia era questa, c’era mia mamma, mio papà era morto, avevo due fratelli che ad un certo punto erano in carcere, c’era mia cognata la moglie di mio fratello con un bambino, eravamo tutti lì. Ognuno si occupava di tutto e di niente, era un modo di vivere …era così e basta, chiaramente avevamo dei conoscenti andavamo a casa dei genitori di mia cognata ci conoscevamo. Si doveva lavorare, si faceva la vita che si faceva, non è come ora che ognuno ha i suoi compiti, come capitava capitava In casa sua aveva nascosto un partigiano? C’erano i miei fratelli in casa mia. I nostri amici di cui vi ho detto prima nascondevano in una loro stanza degli ebrei. Quando portavamo da mangiare alle carceri portavamo da mangiare per tre persone. Mio fratello stava con uno che era di Trieste che non aveva nessuno che gli portava da mangiare, l’altro era un maggiore dell’esercito gli avevano ucciso il figlio in Piazza Statuto e la moglie era impazzita per il dolore. Con il poco mangiare che avevamo portavamo da mangiare per tre persone. Vorrei farvi un augurio. Vi auguro che nella vostra vita non dobbiate mai vedere le atrocità e i drammi della guerra che ho visto io. Auguro a voi una vita serena in pace e, ricordatevela sempre questa parola: libertà. Ricordatevi che per la libertà morirono i partigiani, morirono i soldati americani, quelli francesi e tanti altri, morirono milioni di persone. Ricordatevi che la libertà è il bene più grande che l’uomo possa avere, auguri a tutti. Torino, 15 aprile 2010 Allegati 60 Allegato n° 1 San Francesco e il lupo Angiolo Silvio Novaro Viveva un dì, narra un’antica voce intorno a Gubbio un lupo assai feroce che aveva i denti più acuti che i mastini e divorava uomini e bambini. Dentro le mura piccole di Gubbio stavano chiusi i cittadini e in dubbio ciascuno della vita. La paura non li lasciava uscire dalle mura. E San Francesco venne a Gubbio, e intese del lupo, delle stragi, delle offese; ed ebbe un riso luminoso e fresco, e disse: "O frati, incontro al lupo io esco!". Le donne avevano lagrime così grosse, ma il Santo ilare e ardito uscì. E a mezzo al bosco ritrovò il feroce ispido lupo, e con amica voce gli disse: "O lupo, mio fratello lupo, perché mi guardi così ombroso e cupo? Perché mi mostri quegli aguzzi denti? Vieni un po’ qua, siedimi accosto e senti: Io so che tu fai molto male a Gubbio e tieni ognuno della vita in dubbio, e so che rubi uccidi e non perdoni nemmeno ai bimbi, e mangi i tristi e i buoni: Orbene ascolta: come è vero il sole, ciò che tu fai è male. Iddio non vuole! Ma tu sei buono; e forse ti ha costretto a ciò la fame. Ebbene, io ti prometto che in Gubbio avrai d’ora in avanti il vitto: ma tu prometti essere onesto e dritto e non dare la minima molestia: Essere insomma una tranquilla bestia. Prometti dunque tutto questo, dì?". Il lupo abbassò il capo, e fece: "Si!". "Davanti a Dio tu lo prometti?". E in fede il lupo alzò molto umilmente un piede. Allora il Santo volse allegro il passo a Gubbio, e il lupo dietro, a corpo basso. In Gubbio fu gran festa, immenso evviva: scoppiò la gioia, e fino al ciel saliva. E domestico il lupo entro rimase le chiuse mura, e andava per le case in mezzo ai bimbi come un vero agnello, e leccava la gota a questo e a quello. E poi morì. E fu da tutti pianto e seppellito preso il campo santo. 61 Allegato n° 2 Biografia di Regalli Enrico, soldato di fanteria a cui è dedicata la lapide assegnata alla classe III femminile anno 1944/45 Nato nel 1897 in Torino da famiglia operaia attualmente in Francia, fu per tre anni alunno delle Scuole serali del Compartimento Leone Fontana. Soldato del 33° Fanteria, morì nel 1918 prigioniero nel campo di concentrazione di Lapronekt in Ungheria. La famiglia Regalli comunicò alla Scuola Leone Fontana qualche cartolina inviata dal compianto Enrico ai genitori e al nonno nelle quali il povero prigioniero implorava che si mandassero biancheria, sapone, qualche cosa di companatico, dei pacchetti di pastina con dadi per condirla, dei pacchetti di tabacco per sigarette e soprattutto del pane. Dalle cartoline si apprende che egli mancava di tutto ed inoltre che molto di quello che gli fu mandato non giunse a destinazione; onde l’atroce dubbio che egli come altri nostri soldati, capitati negli infernali campi di concentrazione, sia perito vittima di stenti e di inanizione. Dopo aver combattuto e patito sul fronte di guerra salirono ancora un altro e più aspro Calvario e scrissero i loro nomi sopra le croci dei cimiteri di paesi lontani dalla Patria. Il martirio dei prigionieri di guerra, piuttosto che essere argomento a sterili invettive e recriminazioni contro un nemico non solo definitivamente vinto, ma annientato, deve ispirare a tutti gli italiani pietà e riconoscenza per coloro (e furono moltissimi) i quali, dopo la vittoria perirono in prigionia. Tratto da “La scuola Leone Fontana agli ex alunni caduti per la Patria” 14 giugno 1925 Allegato n°3 Le formiche E. Pesce Gorini Le formiche vanno assai piano; trasportano un seme, un fuscello, un chicco dorato di grano, un filo di paglia leggera; dal buco, scavato sottoterra, vengono e vanno lontano. Ritornano, in fila, pian piano, durando così fino a sera. Lavorano tutte: le grosse formiche dal capo rotondo, e quelle piccine piccine che sono un po' brune e un po' rosse. Non sempre c'è aprile che brilla, non sempre c'è maggio fiorito: 62 non sempre c'è giugno che stilla dolcezza di frutti, né luglio col mare di messi, né agosto coi gialli covoni e le trebbie, né ottobre col denso suo mosto. L'inverno, coi giorni più brevi, col geli, coi venti e le nevi, arriva improvviso; ed allora bisogna, nel nido profondo aver di che vivere in pace. Bisogna aspettarla quell'ora: . non esser di tutto sprovvisti non esser rimasti nell'ozio, non esser stati mai tristi. Allegato n°4 Notizie sulla riforma Bottai Giuseppe Bottai fu ministro all’Educazione Nazionale durante il fascismo dal 1936 al 1943, preparò una riforma per la scuola che venne emanata il 15 febbraio 1939. Nella riforma viene riconosciuto il valore del lavoro manuale per tutti i cicli scolastici, anche per la scuola elementare. La scuola elementare viene chiamata “del primo ordine” e viene divisa in due cicli: scuola elementare triennale e scuola del lavoro biennale. I registri dei m aestri che abbiam o analizzato riportano infatti nell’intestazione questa dicitura. Quando troviam o scritto 1° anno della scuola del lavoro s’intende la quarta elem entare, 2° anno della scuola del lavoro s’intende la quinta. Allegato n° 5 Da “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni, pubblicato nel 1840 Capitolo III (La leggenda di Fra Galdino) - Oh! dovete dunque sapere che, in quel convento, c'era un nostro padre, il quale era un santo, e si chiamava il padre Macario. Un giorno d'inverno, passando per una viottola, in un campo d'un nostro benefattore, uomo dabbene anche lui, il padre Macario vide questo benefattore vicino a un suo gran noce; e quattro contadini, con le zappe in aria, che principiavano a scalzar la pianta, per metterle le radici al sole. «Che fate voi a quella povera pianta?» domandò il padre Macario. «Eh! padre, son anni e anni che la non mi vuol far noci; e io ne faccio legna». «Lasciatela stare, disse il padre: sappiate che, quest'anno, la farà più noci che foglie». Il benefattore, che sapeva chi era colui che aveva detta quella parola, ordinò subito ai lavoratori, che gettasser di nuovo la terra sulle radici; e, chiamato il padre, che continuava la sua strada, «padre Macario, gli disse, la metà della raccolta sarà per il convento». Si sparse la voce della 63 predizione; e tutti correvano a guardare il noce. In fatti, a primavera, fiori a bizzeffe, e, a suo tempo, noci a bizzeffe. Il buon benefattore non ebbe la consolazione di bacchiarle; perché andò, prima della raccolta, a ricevere il premio della sua carità. Ma il miracolo fu tanto più grande, come sentirete. Quel brav'uomo aveva lasciato un figliuolo di stampa ben diversa. Or dunque, alla raccolta, il cercatore andò per riscotere la metà ch'era dovuta al convento; ma colui se ne fece nuovo affatto, ed ebbe la temerità di rispondere che non aveva mai sentito dire che i cappuccini sapessero far noci. Sapete ora cosa avvenne? Un giorno, (sentite questa) lo scapestrato aveva invitato alcuni suoi amici dello stesso pelo, e, gozzovigliando, raccontava la storia del noce, e rideva de' frati. Que' giovinastri ebber voglia d'andar a vedere quello sterminato mucchio di noci; e lui li mena su in granaio. Ma sentite: apre l'uscio, va verso il cantuccio dov'era stato riposto il gran mucchio, e mentre dice: guardate, guarda egli stesso e vede... che cosa? Un bel mucchio di foglie secche di noce. Fu un esempio questo? E il convento, in vece di scapitare, ci guadagnò; perché, dopo un così gran fatto, la cerca delle noci rendeva tanto, tanto, che un benefattore, mosso a compassione del povero cercatore, fece al convento la carità d'un asino, che aiutasse a portar le noci a casa. E si faceva tant'olio, che ogni povero veniva a prenderne, secondo il suo bisogno; perché noi siam come il mare, che riceve acqua da tutte le parti, e la torna a distribuire a tutti i fiumi. Allegato n° 6 Testo tratto da Cuore di Edmondo De Amicis, pubblicato il 17 ottobre 1886. DICEMBRE I l trafficante 1, giovedì Mio padre vuole che ogni giorno di vacanza io mi faccia venire a casa uno de' miei compagni, o che vada a trovarlo, per farmi a poco a poco amico di tutti. Domenica andrò a passeggiare con Votini, quello ben vestito, che si liscia sempre, e che ha tanta invidia di Derossi. Oggi intanto è venuto a casa Garoffi, quello lungo e magro, col naso a becco di civetta e gli occhi piccoli e furbi, che par che frughino per tutto. È figliuolo d'un droghiere. È un bell'originale. Egli conta sempre i soldi che ha in tasca, conta sulle dita lesto lesto, e fa qualunque moltiplicazione senza tavola pitagorica. E rammucchia, ha già un libretto della Cassa scolastica di risparmio. Sfido, non spende mai un soldo, e se gli casca un centesimo sotto i banchi, è capace di cercarlo per una settimana. Fa come le gazze, dice Derossi. Tutto quello che trova, penne logore, francobolli usati, spilli, colaticci di candele, tutto raccatta. Son già più di due anni che raccoglie francobolli, e n'ha già delle centinaia d'ogni paese, in un grande album, che venderà poi al libraio, quando sarà tutto pieno. Intanto il libraio gli dà i quaderni gratis perché egli conduce molti ragazzi alla sua bottega. In iscuola traffica sempre, fa ogni giorno vendite d'oggetti, lotterie, baratti; poi si pente del baratto e rivuole la sua roba; compra per due e smercia per quattro; gioca ai pennini e non perde mai; rivende giornali vecchi al tabaccaio, e ha un quadernino dove nota i suoi affari, tutto pieno di somme e di sottrazioni. Alla scuola non studia che l'aritmetica, e se desidera la medaglia non è che per aver l'entrata gratis al teatro delle marionette. A me piace, mi 64 diverte. Abbiamo giocato a fare il mercato, coi pesi e le bilancie: egli sa il prezzo giusto di tutte le cose, conosce i pesi e fa dei bei cartocci spedito, come i bottegai. Dice che appena finite le scuole metterà su un negozio, un commercio nuovo, che ha inventato lui. È stato tutto contento ché gli ho dato dei francobolli esteri, e m'ha detto appuntino quando si rivende ciascuno per le collezioni. Mio padre, fingendo di legger la gazzetta, lo stava a sentire, e si divertiva. Egli ha sempre le tasche gonfie delle sue piccole mercanzie, che ricopre con un lungo mantello nero, e par continuamente sopra pensiero e affaccendato, come un negoziante. Ma quello che gli sta più a cuore è la sua collezione di francobolli: questa è il suo tesoro, e ne parla sempre, come se dovesse cavarne una fortuna. I compagni gli danno dell'avaraccio, dell'usuraio. Io non so. Gli voglio bene, m'insegna molte cose, mi sembra un uomo. Coretti, il figliuolo del rivenditore di legna, dice ch'egli non darebbe i suoi francobolli neanche per salvar la vita a sua madre. Mio padre non lo crede. - Aspetta ancora a giudicarlo, - m'ha detto; egli ha quella passione; ma ha cuore. Allegato n°7 Testo tratto da Cuore di Edmondo De Amicis, pubblicato il 17 ottobre 1886. FEBBRAIO La strada 25, sabato Io t'osservavo dalla finestra, questa sera, quando tornavi da casa del maestro, tu hai urtato una donna. Bada meglio a come cammini per la strada. Anche lì ci sono dei doveri. Se misuri i tuoi passi e i tuoi gesti in una casa privata, perché non dovresti far lo stesso nella strada, che è la casa di tutti? Ricordati, Enrico. Tutte le volte che incontri un vecchio cadente, un povero, un donna con un bimbo in braccio, uno storpio con le stampelle, un uomo curvo sotto un carico, una famiglia vestita a lutto, cedile il passo con rispetto: noi dobbiamo rispettare la vecchiaia, la miseria, l'amor materno, l'infermità, la fatica, la morte. Ogni volta che vedi una persona a cui arriva addosso una carrozza, tiralo via, se è un fanciullo, avvertilo, se è un uomo; domanda sempre che cos'ha al bambino che piange, raccogli il bastone al vecchio che l'ha lasciato cadere. Se due fanciulli rissano, dividili, se son due uomini allontànati, non assistere allo spettacolo della violenza brutale, che offende e indurisce il cuore. E quando passa un uomo legato fra due guardie, non aggiungere la tua alla curiosità crudele della folla: egli può essere un innocente. Cessa di parlar col tuo compagno e di sorridere quando incontri una lettiga d'ospedale, che porta forse un moribondo, o un convoglio mortuario, ché ne potrebbe uscir uno domani di casa tua. Guarda con riverenza tutti quei ragazzi degli istituti che passano a due a due: i cechi, i muti, i rachitici, gli orfani, i fanciulli abbandonati: pensa che è la sventura e la carità umana che passa. Fingi sempre di non vedere chi ha una deformità ripugnante o ridicola. Spegni sempre ogni fiammifero acceso che tu trovi sui tuoi passi, che potrebbe costar la vita a qualcuno. Rispondi sempre con gentilezza al passeggiero che ti domanda la via. Non guardar nessuno ridendo, non correre senza bisogno, non gridare. Rispetta la strada. L'educazione d'un popolo si giudica innanzi tutto dal contegno ch'egli tien per la strada. Dove troverai la villania per le strade, troverai la villania nelle case. E studiale, le strade, studia la città dove vivi; se domani tu ne fossi sbalestrato lontano, saresti lieto d'averla 65 presente bene alla memoria, di poterla ripercorrere tutta col pensiero, - la tua città, la tua piccola patria, - quella che è stata per tanti anni il tuo mondo, - dove hai fatto i primi passi al fianco di tua madre, provato le prime commozioni, aperto la mente alle prime idee, trovato i primi amici. Essa è stata una madre per te: t'ha istruito, dilettato, protetto. Studiala nelle sue strade e nella sua gente, - ed amala, - e quando la senti ingiuriare, difendila. TUO PADRE Allegato n°8 I BALILLA Significato di "Balilla" Etimologicamente, la parola BALILLA equivale a “m onello” o “ragazzo ”, ma molte fonti la fanno derivare da BACICCIA, adoperato a Genova come diminutivo del nome Giovan Battista (o Giambattista). OPERA NAZIONALE BALILLA L'Opera Nazionale Balilla, anche conosciuta con l'acronimo ONB, fu un'istituzione fascista a carattere parascolastico e paramilitare. Fondata nel 1926 come ente autonomo, l'ONB confluì nella GIL (Gioventù Italiana del Littorio) a partire dal 1937. La denominazione fu ispirata, appunto, alla figura di Giovan Battista Perasso detto "Balilla", il giovane genovese che secondo la tradizione avrebbe dato inizio alla rivolta contro gli occupanti austriaci nel 1746: un'immagine di modello rivoluzionario cara al regime fascista. L’obiettivo del fascismo era costruire dei giovani futuri combattenti e delle giovani future madri di combattenti, l’idea era quella di preparare tutti alla guerra, considerata massima espressione dei “valori” nazionalisti e violenti del fascismo. Per questo motivo contemporaneamente alla creazione dei Balilla vennero abolite tutte le organizzazioni cattoliche o laiche (gli scout) che si occupavano dei giovani e della loro educazione. STRUTTURA Per raggiungere i suoi obiettivi il fascismo organizzò attraverso ONB i bambine, le bambine i ragazzi e le ragazze di tutta l’Italia in questo modo: · · Corpi maschili o Figli della Lupa: 6-8 anni o Balilla: 9-10 anni o Balilla moschettiere: 11-13 anni o Avanguardisti: 14-18 anni Corpi femminili o Figlie della Lupa: 6-8 anni o Piccole italiane: 9-13 anni o Giovani Italiane: 14-17 anni Tra i 18 e i 22 anni i giovani entravano poi nei "Fasci Giovanili di Combattimento" e nelle "Giovani fasciste" (gruppi esterni all'ONB). Studenti universitari e delle scuole 66 superiori erano invece tenuti ad aderire ai GUF, Gruppi Universitari Fascisti (anch'essi esterni all'ONB). Oltre ai balilla esistevano anche i marinaretti, che costituivano un'istituzione premarinara alla quale si accedeva dopo aver ottenuto il nulla osta dalla propria legione di appartenenza; ne facevano parte ragazzi dagli 8 anni in poi. La divisa era quella blu della Marina Militare. ABBIGLIAMENTO Camicia nera, fazzoletto azzurro, pantaloni grigioverde, fascia nera, fez (il copricapo arabo mutuato dagli arditi). Compagno fedele delle esercitazioni, il moschetto (in versione giocattolo per i Figli della lupa). Nella foto Figli della Lupa guardati dal Duce Benito Mussolini. 67 Allegato n° 9 Cronologia della II guerra mondiale 1939 settembre 1940 1941 1942 1944 6 giugno 1945 Agosto e settembre 1945 La Germania invade la Polonia Scoppia la guerra L’Italia entra in Guerra e aggredisce la Francia Invasione dell’URSS da parte della Germania e dell’Italia. Il Giappone attacca gli USA a Pearl Harbour Gli USA entrano in guerra I Russi resistono Battaglia di Stalingrado Inizia la ritirata di Russia Lo sbarco degli alleati in Normandia Conferenza di Yalta Suicidio di Hitler Resa delle Germania Bomba atomica su Hiroshima il 6 agosto e su Nagasaki il 9 agosto Resa del Giappone 68 Allegato n° 10 Cronologia della Resistenza Date 10 luglio 1943 25 luglio 1943 8 settembre 1943 9/11 settembre 1943 23 settembre 1943 18 novembre 1943 1943/1945 25 aprile 1945 27/28 aprile 1945 28 aprile 1945 2 maggio 1945 avvenimenti Gli alleati anglo americani sbarcano in Sicilia Il grande consiglio del Fascismo destituisce Mussolini, rimette al governo il re. Mussolini viene arrestato e Badoglio è nominato nuovo capo del governo La notizia dell’armistizio viene annunciata alla “radio” Il re e Badoglio fuggono prima a Pescara e poi a Brindisi mentre l’esercito è allo sbando Mentre i tedeschi completano l’occupazione della penisola italiana, soprattutto al Nord, si iniziano a formare i primi gruppi di “ribelli” Mussolini costituisce la Repubblica di Salò Torino - Sciopero alla Fiat Mirafiori, con protesta da parte dei lavoratori contro le condizioni di vita e contro la guerra. resistenza dei partigiani contro i fascisti e i nazisti I partigiani del Comitato di Liberazioni Nazionale (CLN) liberano le grandi città del nord Torino è liberata dai partigiani Mussolini è catturato dai partigiani e fucilato per ordine del CLN Le truppe tedesche presenti in Italia si arrendono 69 Allegato n°11 I bombardamenti su Torino Il più tragico bombardamento di Torino avvenne la notte del 13 luglio 1943, i bombardieri angloamericani sganciarono su Torino 702 tonnellate di bombe, provocando 792 morti e 914 feriti. Alla fine del 1943 risultavano distrutte o sinistrate 54.000 case di abitazione su 217.000 esistenti, pari a 270.000 vani su 622.000. I bombardamenti continuarono, l’ultimo fu il 5 di aprile del 1945. 8 novembre 1943 L’ incursione aerea, avvenuta in pieno giorno, dalle 14,20 alle 15, provocò 202 morti e 346 feriti. I rifugi pubblici potevano accogliere circa 25.000 persone, quelli presso le case private o le aziende circa 150.000 persone, questo per una città di 600.000 abitanti. Tratto da “Storia di Torino, volume 8, Dalla Grande Guerra alla liberazione” Einaudi editore 70 Si cantava Il pinguino innamorato Rastelli Casirolo Consiglio Guarda, guarda, guarda il bel Pinguino innamorato col colletto duro e con il petto inamidato... Va passeggiando per il pack con un'aria molto chick molleggiando dolcemente il frac. Sotto al chiar di luna va a cantar la serenata dove fa la nanna la pinguina innamorata "Oh, bella figlia dell'amor, schiavo son dei vezzi tuoi, io son tutto tuo se tu mi vuoi!" Ma il papà della pinguina esce con la scopa in man: "Lascia star la mia bambina! Via di qua, o marran!" Quatto, quatto, quatto il bel pinguino innamorato con il cuor trafitto s'allontana disperato... Poi nella notte s'ode un click. sopra il pack che ha fatto crack s'è sparato il bel pinguino in frac. 71 Maramao perché sei morto Consiglio Panzeri Quando tutto tace e su nel ciel la luna appar col mio più dolce e caro miao chiamo Maramao. Vedo tutti i mici sopra i tetti passeggiar ma pure loro senza te sono tristi come me. Maramao perché sei morto pan e vin non ti mancava l'insalata era nell’orto e una casa avevi tu. Le micine innamorate fanno ancor per te le fusa ma la porta è sempre chiusa e tu non ritorni più. Maramao, Maramao, fanno i mici in coro, Maramao, maramao mao mao mao mao mao. Maramao perché sei morto pan e vin non ti mancava l'insalata era nell’orto e una casa avevi tu. Anche la nonnina triste e sola al focolar séguita sempre a brontolar o non vuol filar. L'ultimo gomitolo con cui giocavi tu sul suo grembiule bianco e blu non si muove proprio più. Maramao... 72 Crapa Pelada Giacometti Kramer Crapa Pelada la fà i turtei, ghe ne dà minga ai sò fradei. I sò fradei fan la fritada. ghe ne dan minga a Crapa Pelada. Oh! Oh! Oh! Oh! Crapa Pelada la fà i turtei, ghe ne dà minga ai sò fradei. I sò fradei fan la fritada. ghe ne dan minga a Crapa Pelada. Oh! Oh! Oh! Oh! Crapa Pelada la fà i turtei, ghe ne dà minga ai sò fradei. I sò fradei fan la fritada. ghe ne dan minga a Crapa Pelada. Oh! Oh! Oh! Oh! Crapa Pelada la fà i turtei, ghe ne dà minga ai sò fradei. I sò fradei fan la fritada. ghe ne dan minga a Crapa Pelada. Oh! Oh! Oh! Oh! 73 Pippo non lo sa Kramer Panzeri Rastelli Ma Pippo, Pippo non lo sa che quando passa ride tutta la città e le sartine, dalle vetrine, gli fan mille mossettine. Ma lui con grande serietà saluta tutti, fa un inchino e se ne va, si crede bello come un Apollo e saltella come un pollo. Sopra il cappotto porta la giacca e sopra il gilè la camicia. Sopra le scarpe porta le calze, non ha un botton e con le stringhe tien su i calzon. Ma Pippo, Pippo non lo sa e serio, serio se ne va per la città, si crede bello come un Apollo e saltella come un pollo. 74 Le canzoni della Resistenza Bella Ciao Una mattina mi son svegliato, o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao! Una mattina mi son svegliato e ho trovato l'invasor. O partigiano, portami via, o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao! O partigiano, portami via, ché mi sento di morir. E se io muoio da partigiano, o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao! E se io muoio da partigiano, tu mi devi seppellir. E seppellire (Mi porterai) lassù in (sulla) montagna, o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao! E seppellire (Mi porterai) lassù in (sulla) montagna sotto l'ombra di un bel fior. E (Tutte) le genti che passeranno o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao! E (Tutte) le genti che passeranno Mi diranno «Che bel fior!» «È questo il fiore del partigiano», o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao! «È questo il fiore del partigiano morto per la libertà!» 75 Oltre il ponte di Italo Calvino e Sergio Liberovici O ragazza dalle guance di pesca, O ragazza dalle guance d'aurora, Io spero che a narrarti riesca La mia vita all'età che tu hai ora. Coprifuoco: la truppa tedesca La città dominava. Siam pronti. Chi non vuole chinare la testa Con noi prenda la strada dei monti. Avevamo vent'anni e oltre il ponte Oltre il ponte che è in mano nemica Vedevam l'altra riva, la vita, Tutto il bene del mondo oltre il ponte. Tutto il male avevamo di fronte, Tutto il bene avevamo nel cuore, A vent'anni la vita è oltre il ponte, Oltre il fuoco comincia l'amore. Silenziosi sugli aghi di pino, Su spinosi ricci di castagna, Una squadra nel buio mattino Discendeva l'oscura montagna. La speranza era nostra compagna Ad assaltar caposaldi nemici Conquistandoci l'armi in battaglia Scalzi e laceri eppure felici. Avevamo vent'anni e oltre il ponte Oltre il ponte che è in mano nemica Vedevam l'altra riva, la vita, Tutto il bene del mondo oltre il ponte. Tutto il male avevamo di fronte, Tutto il bene avevamo nel cuore, A vent'anni la vita è oltre il ponte, Oltre il fuoco comincia l'amore. Non è detto che fossimo santi, L'eroismo non è sovrumano, Corri, abbassati, dài, balza avanti, Ogni passo che fai non è vano. Vedevamo a portata di mano, Dietro il tronco, il cespuglio, il canneto, L'avvenire d'un mondo più umano E più giusto, più libero e lieto. Avevamo vent'anni e oltre il ponte Oltre il ponte che è in mano nemica Vedevam l'altra riva, la vita, Tutto il bene del mondo oltre il ponte. Tutto il male avevamo di fronte, 76 Tutto il bene avevamo nel cuore, A vent'anni la vita è oltre il ponte, Oltre il fuoco comincia l'amore. Ormai tutti han famiglia, hanno figli, Che non sanno la storia di ieri. lo son solo e passeggio tra i tigli Con te, cara, che allora non c'eri. E vorrei che quei nostri pensieri, Quelle nostre speranze d'allora, Rivivessero in quel che tu speri, O ragazza color dell'aurora. Avevamo vent'anni e oltre il ponte Oltre il ponte che è in mano nemica Vedevam l'altra riva, la vita, Tutto il bene del mondo oltre il ponte. Tutto il male avevamo di fronte, Tutto il bene avevamo nel cuore, A vent'anni la vita è oltre il ponte, Oltre il fuoco comincia l'amore. 77 Indice Introduzione pag. 4 Anno scolastico 1943/1944: Insegnante Giuseppina Bona pag. 6 Insegnante Lucia Mereu Savio pag. 8 Anno scolastico 1944/1945: Insegnante Lucia Mereu Savio pag. 8 Insegnante Enrico Giovanni pag. 13 Insegnante Giuseppina Mantaut pag. 19 Insegnante Maria Frè Molino pag. 25 Insegnante Clelia Mennyey pag. 26 Insegnante Annunziata Calasso pag. 26 Insegnante Piera Portigliatti Barbos pag. 27 Insegnante Giuseppe Valletti pag. 28 Insegnante Palmira Demonte pag. 29 Insegnante Gliceria Montersino Poggi pag. 30 Insegnante Carla Palagi pag. 30 Insegnante Eleonora Ruzzier Piazzano pag. 31 Insegnante Maria Antonietta Barberis pag. 32 Insegnante Giuseppina Bona pag. 32 Tabelle di confronto fra cronache pag. 36 Intervista a Mario Pistoi pag. 53 Allegato n°1 San francesco e il lupo pag. 65 Allegato n°2 Biografia di Regalli Enrico pag. 66 Allegato n°3 Le formiche pag. 66 Allegato n°4 Notizie sulla riforma Bottai pag. 67 Allegato n° 5 da “I promessi sposi” pag. 67 Allegato n° 6 Il trafficante pag. 68 Allegato n° 7 La strada pag. 69 Allegato n° 8 I balilla pag. 70 Allegato n° 9 Cronologia della II Guerra Mondiale pag. 72 Allegato n° 10 Cronologia della Resistenza pag. 73 Allegato n° 11 I bombrdamenti su Torino pag. 74 Si cantava pag. 75 Le canzoni della Resistenza: Bella Ciao, Oltre il ponte pag. 79 78