N° 1 Anno IV Gennaio/Marzo 2010 Testimonianze, La ricetta del volontario disegno, propone nuovi giochi, chiede di farne altri. Ecco quando questo avviene, quando i bambini dalla loro timidezza riescono nel corso del tempo che noi volontari trascorriamo con loro, a sorridere, a parlare sento che il nostro compito per quel giorno è stato portato a termine. Dedicare del tempo a questi bambini è importantissimo: è fondamentale che loro sentano che noi animatori siamo lì per loro e non perché non avevamo niente di meglio da fare quel pomeriggio, ma perché crediamo che giocare insieme faccia bene non solo a loro, ma anche a noi. Facciamo sentire i bambini importanti non perché sono malati, come un “caso” da curare, ma perché sono persone che hanno bisogno di esprimere se stesse anche attraverso il gioco. Ogni volta che termino il mio servizio esco fuori all’aria aperta e mi sento ricaricata, rigenerata: ho ricevuto molto di più di quello che ho dato. Mi sembra magari di aver fatto poco o niente rispetto al dolore e alla sofferenza che provano i bambini, ma mi rendo conto di aver ricevuto moltissimo. Ho notato che anche i genitori apprezzano molto il nostro lavoro in quanto, ci affidano magari per alcuni minuti i loro bambini per uscire a prendere un po’ d’aria, bersi un caffè o semplicemente andare in bagno. Nonostante gli impegni di studio e di lavoro cerco sempre, per quel che mi è possibile, di recarmi in reparto con continuità: ogni settimana aspetto con gioia che venga mercoledì per poter andare a svolgere il mio servizio, da qui mi porto a casa la carica e l’entusiasmo per tutta la settimana, e ogni volta sento di aver imparato qualche cosa di nuovo. Sono felice di far parte dell’AVO grazie ad esso ho scoperto l’importanza del servizio svolto in gratuità, creando un gruppo insieme agli altri giovani che come me hanno deciso di dedicare un po’ del loro tempo al volontariato. Il volontariato ospedaliero è necessario e va incoraggiato soprattutto fra i giovani come possibilità nuova e diversa di mettersi al servizio del prossimo. Alice Piccolo (Volontaria Baby Animatori Chirurgia Pediatrica) Ringraziamo tutti i volontari che, numerosi, hanno inviato il proprio contributo per questo numero del notiziario. Purtroppo, per limiti di spazio, non abbiamo potuto pubblicare tutte le testimonianze arrivate in redazione. Stiamo pensando di riservare uno spazio dedicato ai giovani per i prossimi numeri del notiziario. L a R icetta D el V olontario il famoso piatto greco MUSAKAS di Bekas Ioannis (Baby Animatori Chirurgia Pediatrica) Ingredienti (6 persone): 1-1,5 kg melanzane grandi; 1 / 4 di tazza (60ml) di olio d’oliva; 1 cipolla grande, tritata; 2 spicchi d’aglio schiacciati; 1 kg di carne macinata bovina; 400 g di pomodori in scatola; 1 / 2 tazza (125ml) vino rosso secco; 2 cucchiai di prezzemolo fresco tritato. Esecuzione: Tagliare le melanzane a fette 5 mm. Salare e lasciar riposare per 20 minuti. Lavare le melanzane in acqua fredda e asciugare con salviette di carta assorbente. Mettere le fette di melanzana su una teglia leggermente unta d’olio, creando un unico strato e cuocere in forno in entrambi lati fino a doratura. Togliere le melanzane dal forno e lasciarle su tovaglioli di carta assorbente. Scaldare l’olio (2 cucchiai) in una casseruola insieme alla cipolla e all’aglio e soffriggere fino a quando la cipolla si ammorbidisce. Aggiungere la carne macinata, mescolare e far cuocere per qualche minuto. Aggiungere pomodori (con il loro succo), vino, prezzemolo, zucchero, sale, pepe e un po’ d’acqua e lasciare bollire per circa 15 minuti. Friggere le patate (tagliate a fette) fino a farle rosolare. Ungere una teglia con olio e disporre nella in strati patate, melenzane, ragu, patate, melenzane, besciamella. Cuocere nel forno a calore moderato per 45 minuti o fino a doratura. AVO NIUS Notizie e Informazioni Utili al Servizio Cari Volontari, il numero 1 di NIUS, introducendoci al 2010, ci fa riflettere sul fatto che siamo diventati tutti un po’ meno giovani, dato che un altro anno si è posato sulle nostre spalle. Da questa fastidiosa condizione umana è comunque esente la nostra associazione che, pur entrando nel suo 29° anno di vita, non mostra segni di invecchiamento poiché rinverdisce lo spirito con il quotidiano servizio di reparto e trova giovanile alimento nei ragazzi che ogni anno vanno a rinforzare le sue file. Tale premessa si accorda con i contenuti di questo NIUS, che tratta appunto dei giovani e della loro presenza all’AVO. Il gruppo padovano dell’AVO Giovani è una parte consistente della nostra associazione, essendo costituito da ottanta aderenti, ed è meglio noto a tutti noi con il simpatico logo SGAIO, acronimo di “Sezione Giovani AVO In Ospedale”. Questo numero vuole far conoscere meglio questa realtà: troverete, quindi, una scheda informativa sui reparti in cui l’AVO Giovani presta servizio, ed un nutrito numero di pregnanti testimonianze, rappresentative dell’entusiasmo che i giovani profondono in ogni loro impegno. Tema pag. 2 Scheda informativa pag. 3 Ringraziamento Presidente pag. 4 Appuntamenti pag. 3-4 Testimonianze pag. 5 La ricetta del volontario pag. 8 Come di consueto vi sollecitiamo a collaborare alla stesura del notiziario, fornendoci vostri contributi e testimonianze e vi ricordiamo di consultare il nostro sito per avere informazioni tempestive sulla vita dell’associazione. Rinnoviamo a tutti voi i migliori auguri per il nuovo anno. La Redazione ΚΑΛΗ ΟΡΕΞΗ (Buon appetito) Ovviamente vi aspettiamo in Grecia per gustare l’autentico sapore! 8 Associazione Volontari Ospedalieri Via Gattamelata 62/64, 35128 Padova Tel.049/8215669 Fax 049/8215709 sito www.avopadova.org - e-mail [email protected] Redattore: Giuseppe Pastore Coordinatori: Antonio Stella, Manuela Lotto, Marisa Bagno, Umberto Giaretta 1 Tema Testimonianze Tema Breve storia e finalità dell’AVO GIOVANI L’AVO Giovani è formata da tutti i volontari delle AVO locali che hanno un’età compresa tra i 18 e 35 anni (limite non vincolante), i quali, oltre al servizio di volontariato svolto nelle strutture dove opera l’AVO, decidono di dedicare un po’ del loro tempo ad attività mirate alla crescita e allo sviluppo dell’associazione. L’AVO Giovani nasce nel 1999 dagli incontri tra giovani volontari e dietro sollecitazione del Consiglio FEDERAVO, con lo scopo di arricchimento formativo, approfondimento di tematiche riguardanti lo spirito di servizio e lo sviluppo di iniziative a sostegno dell’attività del volontariato. L’AVO Giovani si pone come obiettivi l’elaborazione di proposte e programmi, con particolare attenzione al contesto giovanile e al mondo della scuola; garantisce impegno e collaborazione nell’organizzazione di eventi per i volontari, per gli ospiti delle strutture dove l’associazione opera, e di altre iniziative mirate ad assicurare sviluppo e continuità nell’AVO. L’AVO Giovani si impegna nell’attività di PROMOZIONE (sul territorio e nelle scuole per far conoscere l’AVO e sensibilizzare alla cultura del volontariato); FORMAZIONE (per un servizio di volontariato che vuole essere qualificato ed efficace); ANIMAZIONE (nei reparti ospedalieri e nelle RSA per donare un sorriso a chi soffre); SOCIALIZZAZIONE (per incentivare la conoscenza tra i volontari, motivarli a consolidare la loro presenza nell’associazione intesa come comunità di amicizia). L’AVO Giovani è costituita da un COORDINATORE NAZIONALE, dai DELEGATI REGIONALI e dai REFERENTI LOCALI. I quattro punti di cui sopra vengono perseguiti dalle tre figure sopra rappresentate insieme a tutti i giovani delle AVO locali. Ogni gruppo può intraprendere le attività che meglio esprimono la “progettualità” come: realizzazione di piccoli manufatti da regalare nelle strutture dove l’associazione opera o da vendere occasionalmente in piccole bancarelle per la raccolta fondi per poter 2 finanziare le attività del gruppo; incontri per tutti i volontari e dibattiti su determinati temi, incontri per i giovani quali pizzate, biciclettate, merende; organizzazione di piccoli spettacoli per i degenti delle strutture o per un incontro tra tutti i volontari. Il giovane cresce nello svolgere attività di volontariato e contemporaneamente porta nuova linfa all’associazione di cui fa parte. Nello svolgere il servizio si relaziona con l’altro, donando se stesso ed il proprio tempo capendo l’importanza della solidarietà e del calore umano oltre a condividere gli stessi ideali con altri volontari. La stima ed il reciproco mutuo aiuto fa sì che il volontario non si senta mai solo nell’affrontare tematiche delicate o momenti particolari della propria vita o della vita associativa. Importanza fondamentale è il gruppo delle AVO locali che, attraverso il suo rappresentante, porta a livello regionale il proprio apporto creativo, che a sua volta verrà portato a livello nazionale. Delegata AVO Giovani Triveneto Vania Savian Visitate il sito AVO Giovani Nazionale www.avogiovani.it troverete tante notizie, foto e informazioni interessanti sulle attività della sezione giovani dell’AVO fosse altro che per aiutare i pazienti che avessero necessità d’aiuto a mangiare, una cosa che tante volte diamo sempre per scontata. E così a poco a poco ho sentito forte l’impegno di essere presente tutte le domeniche, per aiutare i pazienti anche in un piccolo gesto quotidiano come il mangiare, ma anche per stringere la mano a quelle figlie o mogli angosciate dallo stato di salute di un familiare, stremate dalla stanchezza e dall’ansia, dalla preoccupazione di seguire il loro familiare malato, il cui futuro spesso non si presenta roseo.Ho riscontrato quanto sia più facile per tutti coloro che ruotano attorno ai pazienti concentrarsi su di loro e sui loro percorsi, clinici e psicologici, tralasciando quindi mogli, mariti, figli, fratelli e sorelle che fanno assistenza, nei casi più gravi magari continua, senza mai risparmiarsi, logorandosi a poco a poco...non mi pare di aver fatto molto in quelle situazioni se non ascoltare, magari stringere la mano, ma so che il solo fatto di essere stata lì ad ascoltare, solo la mia presenza consapevole ha fatto sentire la persona meno sola, l’ha fatta finalmente sentire protagonista e interprete delle sue emozioni. Di lì a poco sarebbe poi tornata di nuovo nell’ombra del malato da accudire e delle sue emozioni. Certo non sono mancate le difficoltà, ad esempio quando alcuni pazienti sono mancati. E’ sempre questo il momento peggiore, quello che non vorresti mai vivere, né da protagonista, né da osservatore, soprattutto se si è ancora così freschi all’incarico di volontario... Oppure quando i pazienti si chiudono completamente in sé ed escludono ogni contatto e comunicazione, facendoti sentire totalmente impotente e inutile. Ma ci sono state anche tante soddisfazioni, almeno io le chiamo così: i sorrisi non più giovani delle pazienti, quando portavo loro anche solo un caffè; gli sguardi riconoscenti delle persone sole; i loro complimenti per i miei sorrisi che pretendevano di essere empatici, di certo erano generosi con tutti; i suggerimenti amorevoli quasi fossi la loro nipotina a cui mostrare la strada giusta; le lunghe chiacchierate magari in dialetto per rendere la comunicazione più accessibile, più confidenziale; i loro racconti di vita, il matrimonio, i viaggi, la famiglia, il lavoro... E’ certamente un’esperienza da provare, ti svuota e ti riempie al tempo stesso, facendoti andare al cuore delle cose e della vita. Emanuela Peron, (Tirocinante Lungodegenza Gruppo Giovani) Sono Alice ho 22 anni e da quasi due anni svolgo il mio servizio nel reparto di Chirurgia Pediatrica. Noi Baby Animatori, così ci chiamiamo noi giovani, abbiamo il compito di recarci in reparto per far giocare i bambini ricoverati. Entriamo in reparto indossando la nostra maglietta con disegnato un cagnolino molto buffo che si chiama “SGAIO” come segno di gaiezza e allegria. Ogni volta che arrivo in reparto è una nuova scoperta, ogni volta “entro in punta di piedi” come se fosse la prima volta. I bambini incontrati la settimana precedente forse ci saranno o forse no, non sai se saranno grandi o piccoli, quindi a poco serve prepararsi dei giochi da fare insieme, in quanto non sapendo la loro età molto si improvvisa al momento in base alla situazione. Ogni volta ci si rimette in gioco facendo e sperimentando insieme ai bambini. Quanta gioia manifestano i bambini quando ci vedono arrivare a volte si ricordano di noi se c’erano anche la settimana precedente e non vedono l’ora di giocare insieme. Il gioco infatti è l’attività più seria ed importante per il bambino: esso ha in sé un enorme potere, ha la capacità di catturare il bambino distraendolo e, per un po’, lo tiene lontano dal proprio male. Appena si arriva in reparto i bambini soprattutto quelli più piccoli si avvicinano con titubanza e forse un po’ di paura a noi animatori: questo è giusto e normale, il bambino ha bisogno di prendere confidenza, di lasciarsi andare. Se all’inizio è timido e quasi non parla pian piano attraverso l’accostarsi a lui con dolcezza, il proporre dei giochi, il mettersi vicino, il disegnare insieme, permette al bambino di fidarsi, venendo catturato dal gioco. Il male, il dolore, la sofferenza sembra che per un po’ svaniscano, si assopiscano, in quanto il bambino è occupato a fare altro e quindi non ci pensa, e allora a questo punto avviene come una magia. Il bambino inizia a sorridere, pian piano parla e ci racconta qualche cosa, chiede aiuto nel 7 Testimonianze sia fisica che psicologica, tristezza e morte, ma così non è stato: nessuna flebo, nessun letto d’ospedale…un volontariato decisamente particolare, atipico! La peculiarità del progetto è stata nel trovare un ambiente che sapeva di famiglia, di amicizia e di quotidianità, fatta di giochi, chiacchiere, risate e altre attività varie e piacevoli con un gruppo che man a mano cresceva così come la piacevolezza dello stare insieme, del conoscersi e del creare serenità. La semplicità di tutto ciò, a primo impatto anche quasi di poco conto, ha lasciato spazio alla consapevolezza che ogni piccola cosa, dal giocare a carte, al cantare, al fare disegni o anche solo all’ascoltare, ti lasciano dentro molto, e lasciano nell’altro ancora di più. Il nostro servizio non è in un reparto ospedaliero: c’è da inventare, da creare, e soprattutto da stare insieme nel modo più semplice possibile. Ci mettiamo la nostra magliettina SGAIO colorata che fa tanto sorridere gli ospiti e andiamo là, nei nostri pomeriggi di turno, in un’attività che è principalmente ricreativa, assaporando un volontariato che sa di allegria, di spensieratezza a volte, di serenità, ma anche di sollievo. E’ il sollievo delle famiglie che con difficoltà riescono a gestire situazioni difficili e che grazie all’assistenza di centri come questo riescono ad andare avanti: ci ringraziano alla sera, quando vengono a riprendere i propri cari lasciati la mattina, e lo fanno semplicemente con un sorriso mentre li prendono per mano e se li abbracciano. Non ci sono letti di ospedale ma c’ è sempre la difficoltà di un’età che avanza e che inevitabilmente crea complicazioni: quelle fisiche di chi non cammina più da solo, di chi non riesce a muoversi o ha bisogno di mangiare, o quelle interne di chi si sente solo. La difficoltà del lavorare in questo ambiente sta nel trovarsi davanti un’ampia varietà di uomini e donne, ognuno con la propria storia, le proprie difficoltà, tutte diverse. La difficoltà sta nell’ampia eterogeneità, di tipologia come di intensità, della varie patologie in cui ci si imbatte, spesso incurabili e progressive come l’Alzheimer, o le varie malattie neurodegenerative. E lì occorre attenzione, occorre osservare e valutare, occorre sapere e conoscere per poter imparare le reazioni, le loro e soprattutto le nostre. E questo lo si impara aprendosi, essendo semplicemente se stessi nel modo più umano e puro, senza preconcetti, paure o sentimenti di inadeguatezza. Ricordo ancora le prime volte che mi ero imbattuta in “lui”, quel grande uomo alto, con gli occhiali e il vocione: arrivavo e sentivo che parlava sopra tutti, urlando quasi, e poi cantava...ininterrottamente 6 Scheda Informativa, Calendario Appuntamenti senza ascoltare o sentire spiegazioni. Avevo quasi timore ad avvicinarmi, non sapevo cosa dire per farlo fermare, per farmi ascoltare: era un direttore d’orchestra, e quella vita vissuta tornava nelle sue canzoni come un ultimo contatto al passato, perso oramai da una memoria che lo ha abbandonato, irrimediabilmente. Ma ecco che ci siamo incontrati, lo hanno fatto i nostri sguardi: mi sorride, mi tiene la mano; quelle sue parole senza un nesso logico adesso non le ascolto più, guardo solo quegli occhi, così grandi e luminosi, che mi parlano di lui. Sono gli occhi che parlano adesso. Quella luce che parla di Amore, di Vita, al di là delle sofferenze e della malattia. Vi volevo raccontare del mio incontro con quella Luce. Ho incontrato pianti, racconti un po’ malinconici e di difficoltà, ma ho incontrato anche tanti sorrisi, affetto, voglia di giocare e di scherzare: l’anziano che ha ancora voglia di ridere, di non stare solo, l’anziano che ha ancora tanta vitalità, tante cose da dire, tante cose da dare. E’ un po’ come se il tempo si annullasse, come se si fermasse: giovani ed anziani che si incontrano, passato e futuro. Mi rivolgo ai giovani perchè di loro, di noi, c’è tanto bisogno, e tanto possiamo fare. Basta poco. C’è un mondo ricco ed incredibile che ci aspetta. Ed è un mondo dove tutto si annulla: gli anni, il tempo. Non c’è più la malattia ma solo una Persona, con le sue emozioni, quelle che contano davvero. Ci sono solo occhi grandi, e quella Luce che brilla. Elisa Mencacci (Volontaria IRA) Mi chiamo Emanuela e da Gennaio 2009 presto servizio come Tirocinante del Gruppo GGG presso il reparto di Lungodegenza II dell’Ospedale di Padova. Sono venuta a conoscenza del corso di formazione per volontari quasi per caso e mi sono detta: “Sarebbe una bella idea! Magari così riuscirò a comprendere come affrontare al meglio il percorso di un familiare malato, e potrò anche fare un mio percorso di crescita e maturità”. Già da tempo desideravo intraprendere la strada del volontariato, ma non avevo mai trovato l’attività più giusta per me. Così ho partecipato con attenzione al corso e ho iniziato le giornate di servizio, seppure con tanti timori: Sarò all’altezza? Onorerò l’impegno che sto per prendermi? La risposta è venuta da sé. Già dopo poche presenze mi sentivo in dovere di prendere servizio, non Scheda Informativa I volontati del gruppo SGAIO operano nei seguenti reparti: Baby Animatori Monoblocco Sede: Monoblocco 4° e 5° piano Giorni e orari: lunedì, martedì, giovedì e venerdì 15,30-18,30 Numero volontari: 14 Attività del servizio: giochi, disegni, laboratori creativi Baby Animatori Chirurgia Pediatrica Giorni e orari: dal lunedì al venerdì pomeriggio Numero volontari: 21 Attività del servizio: giochi, intrattenimento, aiuto ai bambini ricoverati Pediatria 4° P. Sede: Pediatria 4° Piano Giorni e orari: mercoledì mattina day-hospital, week-end, Numero volontari: 8 Attività del servizio: laboratori e giochi, soggiorni estivi in colonia, gite Lungodegenza Gruppo Giovani Sede: Reparti di Lungodegenza 1 (ortopedia) e 2 (infettivi) Giorni: sabato e domenica mattina Numero volontari: 10 Attività del servizio: aiuto, ascolto, piccoli servizi IRA (Istituto di riposo per anziani) Sede: Casa Gidoni per anziani autosufficienti e non Giorni e orari: dal lunedì al venerdì 14,30-17,30 Numero volontari: 7 Attività del servizio: intrattenimento e giochi Appuntamenti AVO Gennaio Martedì 26 c/o sede AVO Padova Formazione Base Baby Animatori Monoblocco e Baby Animatori Chirurgia Pediatrica. 3 Calendario Appuntamenti, Ringraziamento del Presidente Febbraio Lunedì 1 - 8 15 - 22 c/o sede AVO Padova, dalle 9:30 alle 12:30 Corso DRA (Dialogo e Relazione di Aiuto) di 2° Livello scrizioni chiuse. Martedì 2 c/o sede AVO Padova Formazione Base Baby Animatori Lunedì 8 - 15 Monoblocco e Baby Animatori Chirurgia Pediatrica. Giovedì 11 Marzo Lunedì 1 e 8 Giornata del malato presso la Basilica del Santo e mercatino nell’atrio del Monoblocco. c/o sede AVO Padova, dalle 9:30 alle 12:30, ultimi due incontri del Corso DRA (Dialogo e Relazione di Aiuto) di 2° Livello iniziato a Febbraio. Martedì 2 -9 16 - 23 - 30 c/o sede AVO Padova Formazione Base CDA Gruppo Giovani IRA e Lungodegenza Gruppo Giovani. Lunedì 15 22 - 29 c/o sede AVO Padova dalle 15:30 alle 18:30, Corso DRA (Dialogo e Relazione di Aiuto) di 1° Livello. Iscrizioni in segreteria. Venerdì 26 c/o Atrio del Monoblocco, mercatino di Pasqua. Domenica 28 c/o Chiesa del Monoblocco, Concerto di Pasqua. Martedì 30 c/o sede AVO Padova Formazione Permanente CDA Gruppo Giovani IRA e Lungodegenza Gruppo Giovani 24 Ottobre 2009 - Giornata Nazionale AVO Ringraziamento ai volontari Lo scorso 24 ottobre si è tenuta la Prima Giornata Nazionale AVO, che ha visto il coinvolgimento di tutta la nostra organizzazione. Grazie all’impegno di tutti i nostri volontari è stato felicemente conseguito l’obiettivo prefisso di dare visibilità alla nostra azione presso la popolazione. Ringrazio a questo proposito quanti hanno contribuito al successo dell’iniziativa. Altrettanto importante è stato per noi rafforzare il senso di appartenenza e l’orgoglio di far parte di una realtà valida e significativa. L’appuntamento è quindi per le prossime edizioni della Giornata. Testimonianze T estimonianze Ciao a tutti i volontari dell’A.V.O! Sono Sofia, sono una di quei tanti giovani che fanno parte dei Baby – Animatori A.V.O. e presto servizio al Monoblocco nei reparti di Urologia Pediatrica e Chirurgia Plastica Pediatrica. Raccontando in poche parole il mio servizio posso dire che una volta alla settimana trascorro un paio di ore con i bambini ricoverati e le loro famiglie; in questo tempo giochiamo, scherziamo e parliamo assieme, ma oltre a questo, c’è qualcosa di più. Quelle ore per me rappresentano un momento della settimana che spesso attendo. Appena varco le porte a vetri dell’ospedale tutte le mie preoccupazioni spariscono, la mia attenzione e il mio pensiero non sono più concentrati sui miei impegni perché sono sopraffatti dal sentire e vedere che c’è qualcuno che mi sta aspettando. Ecco che serena e spensierata faccio una partita ad “Uno” o mi diverto ad ascoltare con i più piccoli la musichetta dell’oramai leggendaria “Fattoria degli animali”, o rileggo per l’ennesima volta, ma sempre con molto piacere, le poche pagine del libretto “Spotty”. E così, le mie ore volano ed io nemmeno me ne accorgo. Se penso al servizio che noi volontari prestiamo, tra le tante cose che lo rendono unico, per me c’è il fatto che mi permette di riflettere su come ognuno, indistintamente, dispone del necessario per far stare un po’ meglio gli altri; infatti, contrariamente a quanto ci induce a pensare la società in cui viviamo, in questo caso non servono soldi, non servono cose materiali e non servono grandi imprese, serve solo che ciascuno si renda effettivamente disponibile ad ascoltare, parlare, scherzare, giocare con l’altro; e fare ciò mi procura una gioia che soldi, cose materiali e grandi imprese non riescono a provocarmi. A questo punto mi sento di dire che forse sarebbe più giusto che non fossero i bambini a dirmi grazie, ma che fossi io a ringraziarli quando esco dalla loro stanza. Sofia Greggio (Volontaria Urologia Pediatrica) 4 Ciao! Sono Elisa e sono ormai parte del progetto AVO Giovani da circa un anno, poco meno del tempo che sono arrivata a Padova: un anno decisamente intenso di iniziative, di nuovi percorsi e di nuove esperienze che mi hanno accompagnata e fatto crescere con loro. Sono arrivata pronta a ricercare più esperienze possibili, con l’entusiasmo che contraddistingue noi giovani e una voglia di fare e vivere il più possibile: una vita fatta di dare, ma anche ricevere, accompagnata da una motivazione che è nata insieme alla casualità degli eventi e che è cresciuta in itinere, nella concretezza del volontariato dei Fatti, quello dei momenti vissuti e toccati con mano. Oggi voglio parlare ai giovani, e rivolgermi a loro attraverso coloro che giovani lo sono stati e che adesso, almeno agli occhi di tutti, non lo sono più. Voglio raccontare di un incontro magico e sorprendente che ha caratterizzato quest’anno in AVO, lasciandomi piena di meraviglia, dolcezza e calore, come mai mi sarei aspettata. Il mio incontro con gli anziani, questo mondo ricco e intenso che ha tanto da dirci. Voglio raccontarvi della mia sorpresa nel prendere atto, allontanando pregiudizi e immagini dell’abituale sentir dire comune, di un anziano che Vive, che può e vuole dare, darci, donarci. Non è il “vecchietto” abbandonato a se stesso, solo e rassegnato in un letto di ospedale, malato e ormai inutile: il mio vecchietto mi è apparso davanti agli occhi con un grande sorriso, e con una luce che sa di Vita, come non mai. Ho avuto la fortuna (posto giusto al momento giusto!), di prender parte all’avvio di un nuovo progetto che è nato con noi, le prime tirocinanti dei Giovani Animatori scelte e ritrovatesi insieme per un percorso formativo ed una preparazione ricca di entusiasmo. É nato un nuovo gruppo, assieme alla nuova struttura che, sotto l’IRA (Istituto di Riposo per Anziani ), ha cominciato ad accogliere sempre più persone in difficoltà creando come una seconda, e calda, casa il Centro Diurno per anziani non autosufficienti di Casa Gidoni. Pensando al volontariato con gli anziani mi aspettavo di trovare davanti a me sofferenza, 5