N° 1 Anno IV Gennaio/Marzo 2010
Testimonianze, La ricetta del volontario
disegno, propone nuovi giochi, chiede di farne altri.
Ecco quando questo avviene, quando i bambini
dalla loro timidezza riescono nel corso del
tempo che noi volontari trascorriamo con loro,
a sorridere, a parlare sento che il nostro compito
per quel giorno è stato portato a termine.
Dedicare del tempo a questi bambini è
importantissimo: è fondamentale che loro
sentano che noi animatori siamo lì per loro e
non perché non avevamo niente di meglio da fare
quel pomeriggio, ma perché crediamo che giocare
insieme faccia bene non solo a loro, ma anche a noi.
Facciamo sentire i bambini importanti non perché
sono malati, come un “caso” da curare,
ma perché sono persone che hanno bisogno
di esprimere se stesse anche attraverso il gioco.
Ogni volta che termino il mio servizio esco fuori all’aria
aperta e mi sento ricaricata, rigenerata: ho ricevuto
molto di più di quello che ho dato. Mi sembra
magari di aver fatto poco o niente rispetto al
dolore e alla sofferenza che provano i bambini,
ma mi rendo conto di aver ricevuto moltissimo.
Ho notato che anche i genitori apprezzano molto il
nostro lavoro in quanto, ci affidano magari per alcuni
minuti i loro bambini per uscire a prendere un po’ d’aria,
bersi un caffè o semplicemente andare in bagno.
Nonostante gli impegni di studio e di lavoro cerco
sempre, per quel che mi è possibile, di recarmi
in reparto con continuità: ogni settimana aspetto
con gioia che venga mercoledì per poter andare a
svolgere il mio servizio, da qui mi porto a casa la
carica e l’entusiasmo per tutta la settimana, e ogni
volta sento di aver imparato qualche cosa di nuovo.
Sono felice di far parte dell’AVO grazie ad esso
ho scoperto l’importanza del servizio svolto
in gratuità, creando un gruppo insieme agli
altri giovani che come me hanno deciso di
dedicare un po’ del loro tempo al volontariato.
Il volontariato ospedaliero è necessario e va
incoraggiato soprattutto fra i giovani come possibilità
nuova e diversa di mettersi al servizio del prossimo.
Alice Piccolo
(Volontaria Baby Animatori Chirurgia Pediatrica)
Ringraziamo tutti i volontari che, numerosi, hanno inviato il proprio contributo per questo
numero del notiziario. Purtroppo, per limiti di spazio, non abbiamo potuto pubblicare tutte
le testimonianze arrivate in redazione. Stiamo pensando di riservare uno spazio dedicato ai
giovani per i prossimi numeri del notiziario.
L a R icetta D el V olontario
il famoso piatto greco MUSAKAS di Bekas Ioannis (Baby Animatori Chirurgia Pediatrica)
Ingredienti (6 persone): 1-1,5 kg melanzane grandi; 1 / 4 di tazza (60ml) di olio d’oliva; 1 cipolla
grande, tritata; 2 spicchi d’aglio schiacciati; 1 kg di carne macinata bovina; 400 g di pomodori in
scatola; 1 / 2 tazza (125ml) vino rosso secco; 2 cucchiai di prezzemolo fresco tritato.
Esecuzione: Tagliare le melanzane a fette 5 mm. Salare e lasciar riposare per 20 minuti. Lavare le
melanzane in acqua fredda e asciugare con salviette di carta assorbente. Mettere le fette di melanzana
su una teglia leggermente unta d’olio, creando un unico strato e cuocere in forno in entrambi lati fino
a doratura. Togliere le melanzane dal forno e lasciarle su tovaglioli di carta assorbente. Scaldare l’olio
(2 cucchiai) in una casseruola insieme alla cipolla e all’aglio e soffriggere fino a quando la cipolla si
ammorbidisce. Aggiungere la carne macinata, mescolare e far cuocere per qualche minuto. Aggiungere
pomodori (con il loro succo), vino, prezzemolo, zucchero, sale, pepe e un po’ d’acqua e lasciare bollire
per circa 15 minuti. Friggere le patate (tagliate a fette) fino a farle rosolare. Ungere una teglia con olio
e disporre nella in strati patate, melenzane, ragu, patate, melenzane, besciamella. Cuocere nel forno a
calore moderato per 45 minuti o fino a doratura.
AVO NIUS
Notizie e Informazioni Utili al Servizio
Cari Volontari,
il numero 1 di NIUS, introducendoci al 2010, ci
fa riflettere sul fatto che siamo diventati tutti
un po’ meno giovani, dato che un altro anno si
è posato sulle nostre spalle.
Da questa fastidiosa condizione umana è
comunque esente la nostra associazione
che, pur entrando nel suo 29° anno di vita,
non mostra segni di invecchiamento poiché
rinverdisce lo spirito con il quotidiano servizio di
reparto e trova giovanile alimento nei ragazzi
che ogni anno vanno a rinforzare le sue file.
Tale premessa si accorda con i contenuti di
questo NIUS, che tratta appunto dei giovani e
della loro presenza all’AVO.
Il gruppo padovano dell’AVO Giovani è una parte
consistente della nostra associazione, essendo
costituito da ottanta aderenti, ed è meglio noto
a tutti noi con il simpatico logo SGAIO, acronimo
di “Sezione Giovani AVO In Ospedale”.
Questo numero vuole far conoscere meglio
questa realtà: troverete, quindi, una scheda
informativa sui reparti in cui l’AVO Giovani presta
servizio, ed un nutrito numero di pregnanti
testimonianze, rappresentative dell’entusiasmo
che i giovani profondono in ogni loro impegno.
Tema
pag. 2
Scheda informativa
pag. 3
Ringraziamento Presidente
pag. 4
Appuntamenti
pag. 3-4
Testimonianze
pag. 5
La ricetta del volontario
pag. 8
Come di consueto vi sollecitiamo a collaborare
alla stesura del notiziario, fornendoci vostri
contributi e testimonianze e vi ricordiamo di
consultare il nostro sito per avere informazioni
tempestive sulla vita dell’associazione.
Rinnoviamo a tutti voi i migliori auguri per il
nuovo anno.
La Redazione
ΚΑΛΗ ΟΡΕΞΗ (Buon appetito)
Ovviamente vi aspettiamo in Grecia per gustare l’autentico sapore!
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Associazione Volontari Ospedalieri
Via Gattamelata 62/64, 35128 Padova
Tel.049/8215669 Fax 049/8215709
sito www.avopadova.org - e-mail [email protected]
Redattore: Giuseppe Pastore
Coordinatori: Antonio Stella, Manuela Lotto, Marisa Bagno, Umberto Giaretta
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Tema
Testimonianze
Tema
Breve storia e finalità dell’AVO GIOVANI
L’AVO Giovani è formata da tutti i volontari delle AVO
locali che hanno un’età compresa tra i 18 e 35 anni
(limite non vincolante), i quali, oltre al servizio di
volontariato svolto nelle strutture dove opera l’AVO,
decidono di dedicare un po’ del loro tempo ad attività
mirate alla crescita e allo sviluppo dell’associazione.
L’AVO Giovani nasce nel 1999 dagli incontri
tra giovani volontari e dietro sollecitazione del
Consiglio FEDERAVO, con lo scopo di arricchimento
formativo,
approfondimento
di
tematiche
riguardanti lo spirito di servizio e lo sviluppo di
iniziative a sostegno dell’attività del volontariato.
L’AVO Giovani si pone come obiettivi l’elaborazione di
proposte e programmi, con particolare attenzione al
contesto giovanile e al mondo della scuola; garantisce
impegno e collaborazione nell’organizzazione di
eventi per i volontari, per gli ospiti delle strutture
dove l’associazione opera, e di altre iniziative
mirate ad assicurare sviluppo e continuità nell’AVO.
L’AVO
Giovani
si
impegna
nell’attività
di
PROMOZIONE (sul territorio e nelle scuole per far
conoscere l’AVO e sensibilizzare alla cultura del
volontariato); FORMAZIONE (per un servizio
di volontariato che vuole essere qualificato ed
efficace); ANIMAZIONE (nei reparti ospedalieri
e nelle RSA per donare un sorriso a chi soffre);
SOCIALIZZAZIONE (per incentivare la conoscenza
tra i volontari, motivarli a consolidare la loro presenza
nell’associazione intesa come comunità di amicizia).
L’AVO Giovani è costituita da un COORDINATORE
NAZIONALE, dai DELEGATI REGIONALI e dai REFERENTI
LOCALI. I quattro punti di cui sopra vengono perseguiti
dalle tre figure sopra rappresentate insieme a
tutti i giovani delle AVO locali. Ogni gruppo può
intraprendere le attività che meglio esprimono
la “progettualità” come: realizzazione di piccoli
manufatti da regalare nelle strutture dove
l’associazione opera o da vendere occasionalmente
in piccole bancarelle per la raccolta fondi per poter
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finanziare le attività del gruppo; incontri per tutti
i volontari e dibattiti su determinati temi, incontri
per i giovani quali pizzate, biciclettate, merende;
organizzazione di piccoli spettacoli per i degenti
delle strutture o per un incontro tra tutti i volontari.
Il giovane cresce nello svolgere attività di volontariato e
contemporaneamente porta nuova linfa all’associazione
di cui fa parte. Nello svolgere il servizio si relaziona
con l’altro, donando se stesso ed il proprio tempo
capendo l’importanza della solidarietà e del calore
umano oltre a condividere gli stessi ideali con
altri volontari. La stima ed il reciproco mutuo
aiuto fa sì che il volontario non si senta mai solo
nell’affrontare tematiche delicate o momenti
particolari della propria vita o della vita associativa.
Importanza fondamentale è il gruppo delle AVO
locali che, attraverso il suo rappresentante, porta
a livello regionale il proprio apporto creativo,
che a sua volta verrà portato a livello nazionale.
Delegata AVO Giovani Triveneto
Vania Savian
Visitate il sito
AVO Giovani Nazionale
www.avogiovani.it
troverete tante notizie, foto e
informazioni interessanti sulle
attività della sezione giovani
dell’AVO
fosse altro che per aiutare i pazienti che avessero
necessità d’aiuto a mangiare, una cosa che tante
volte diamo sempre per scontata.
E così a poco a poco ho sentito forte l’impegno
di essere presente tutte le domeniche, per aiutare
i pazienti anche in un piccolo gesto quotidiano
come il mangiare, ma anche per stringere la mano
a quelle figlie o mogli angosciate dallo stato di
salute di un familiare, stremate dalla stanchezza
e dall’ansia, dalla preoccupazione di seguire il loro
familiare malato, il cui futuro spesso non si presenta
roseo.Ho riscontrato quanto sia più facile per tutti
coloro che ruotano attorno ai pazienti concentrarsi
su di loro e sui loro percorsi, clinici e psicologici,
tralasciando quindi mogli, mariti, figli, fratelli e sorelle
che fanno assistenza, nei casi più gravi magari
continua, senza mai risparmiarsi, logorandosi
a poco a poco...non mi pare di aver
fatto molto in quelle situazioni se non
ascoltare, magari stringere la mano,
ma so che il solo fatto di essere stata
lì ad ascoltare, solo la mia presenza
consapevole ha fatto sentire la persona
meno sola, l’ha fatta finalmente
sentire protagonista e interprete delle
sue emozioni. Di lì a poco sarebbe poi
tornata di nuovo nell’ombra del malato
da accudire e delle sue emozioni.
Certo non sono mancate le difficoltà, ad esempio quando
alcuni pazienti sono mancati. E’ sempre questo il
momento peggiore, quello che non vorresti mai vivere,
né da protagonista, né da osservatore, soprattutto se
si è ancora così freschi all’incarico di volontario...
Oppure quando i pazienti si chiudono completamente
in sé ed escludono ogni contatto e comunicazione,
facendoti sentire totalmente impotente e inutile.
Ma ci sono state anche tante soddisfazioni, almeno
io le chiamo così: i sorrisi non più giovani delle
pazienti, quando portavo loro anche solo un caffè;
gli sguardi riconoscenti delle persone sole; i loro
complimenti per i miei sorrisi che pretendevano
di essere empatici, di certo erano generosi con
tutti; i suggerimenti amorevoli quasi fossi la loro
nipotina a cui mostrare la strada giusta; le lunghe
chiacchierate magari in dialetto per rendere la
comunicazione più accessibile, più confidenziale;
i loro racconti di vita, il matrimonio, i viaggi, la
famiglia, il lavoro...
E’ certamente un’esperienza da provare, ti svuota
e ti riempie al tempo stesso, facendoti andare al
cuore delle cose e della vita.
Emanuela Peron,
(Tirocinante Lungodegenza Gruppo Giovani)
Sono Alice ho 22 anni e da quasi due anni svolgo
il mio servizio nel reparto di Chirurgia Pediatrica.
Noi Baby Animatori, così ci chiamiamo noi
giovani, abbiamo il compito di recarci in
reparto per far giocare i bambini ricoverati.
Entriamo in reparto indossando la nostra maglietta
con disegnato un cagnolino molto buffo che si
chiama “SGAIO” come segno di gaiezza e allegria.
Ogni volta che arrivo in reparto è una
nuova scoperta, ogni volta “entro in punta
di piedi” come se fosse la prima volta.
I bambini incontrati la settimana precedente forse
ci saranno o forse no, non sai se
saranno grandi o piccoli, quindi
a poco serve prepararsi dei
giochi da fare insieme, in quanto
non sapendo la loro età molto
si improvvisa al momento in
base alla situazione. Ogni volta
ci si rimette in gioco facendo e
sperimentando insieme ai bambini.
Quanta gioia manifestano i bambini
quando ci vedono arrivare a volte
si ricordano di noi se c’erano anche la settimana
precedente e non vedono l’ora di giocare insieme.
Il gioco infatti è l’attività più seria ed importante
per il bambino: esso ha in sé un enorme potere,
ha la capacità di catturare il bambino distraendolo
e, per un po’, lo tiene lontano dal proprio male.
Appena si arriva in reparto i bambini soprattutto
quelli più piccoli si avvicinano con titubanza e
forse un po’ di paura a noi animatori: questo
è giusto e normale, il bambino ha bisogno
di prendere confidenza, di lasciarsi andare.
Se all’inizio è timido e quasi non parla pian piano
attraverso l’accostarsi a lui con dolcezza,
il proporre dei giochi, il mettersi vicino, il
disegnare
insieme,
permette
al
bambino
di
fidarsi,
venendo
catturato
dal
gioco.
Il male, il dolore, la sofferenza sembra che per un
po’ svaniscano, si assopiscano, in quanto il bambino
è occupato a fare altro e quindi non ci pensa, e
allora a questo punto avviene come una magia.
Il bambino inizia a sorridere, pian piano parla
e ci racconta qualche cosa, chiede aiuto nel
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Testimonianze
sia fisica che psicologica, tristezza e morte,
ma così non è stato: nessuna flebo, nessun
letto d’ospedale…un volontariato decisamente
particolare, atipico! La peculiarità del progetto
è stata nel trovare un ambiente che sapeva di
famiglia, di amicizia e di quotidianità, fatta di
giochi, chiacchiere, risate e altre attività varie e
piacevoli con un gruppo che man a mano cresceva
così come la piacevolezza dello stare insieme, del
conoscersi e del creare serenità. La semplicità di
tutto ciò, a primo impatto anche quasi di poco conto,
ha lasciato spazio alla consapevolezza che ogni
piccola cosa, dal giocare a carte, al cantare, al
fare disegni o anche solo all’ascoltare, ti lasciano
dentro molto, e lasciano nell’altro ancora di più.
Il nostro servizio non è in un reparto ospedaliero:
c’è da inventare, da creare, e soprattutto da
stare insieme nel modo più semplice possibile.
Ci mettiamo la nostra magliettina SGAIO colorata
che fa tanto sorridere gli ospiti e andiamo là,
nei nostri pomeriggi di turno, in un’attività che
è principalmente ricreativa, assaporando un
volontariato che sa di allegria, di spensieratezza
a volte, di serenità, ma anche di sollievo.
E’ il sollievo delle famiglie che con difficoltà
riescono a gestire situazioni difficili e che grazie
all’assistenza di centri come questo riescono ad
andare avanti: ci ringraziano alla sera, quando
vengono a riprendere i propri cari lasciati la
mattina, e lo fanno semplicemente con un
sorriso mentre li prendono per mano e se li
abbracciano. Non ci sono letti di ospedale ma
c’ è sempre la difficoltà di un’età che avanza e che
inevitabilmente crea complicazioni: quelle fisiche
di chi non cammina più da solo, di chi non riesce a
muoversi o ha bisogno di mangiare, o quelle interne
di chi si sente solo. La difficoltà del lavorare in questo
ambiente sta nel trovarsi davanti un’ampia varietà
di uomini e donne, ognuno con la propria storia,
le proprie difficoltà, tutte diverse. La difficoltà
sta nell’ampia eterogeneità, di tipologia come di
intensità, della varie patologie in cui ci si imbatte,
spesso incurabili e progressive come l’Alzheimer,
o le varie malattie neurodegenerative. E lì occorre
attenzione, occorre osservare e valutare, occorre
sapere e conoscere per poter imparare le reazioni,
le loro e soprattutto le nostre. E questo lo si impara
aprendosi, essendo semplicemente se stessi nel
modo più umano e puro, senza preconcetti, paure
o sentimenti di inadeguatezza.
Ricordo ancora le prime volte che mi ero imbattuta
in “lui”, quel grande uomo alto, con gli occhiali e il
vocione: arrivavo e sentivo che parlava sopra tutti,
urlando quasi, e poi cantava...ininterrottamente
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Scheda Informativa, Calendario Appuntamenti
senza ascoltare o sentire spiegazioni. Avevo quasi
timore ad avvicinarmi, non sapevo cosa dire per
farlo fermare, per farmi ascoltare: era un direttore
d’orchestra, e quella vita vissuta tornava nelle sue
canzoni come un ultimo contatto al passato, perso
oramai da una memoria che lo ha abbandonato,
irrimediabilmente. Ma ecco che ci siamo incontrati,
lo hanno fatto i nostri sguardi: mi sorride, mi tiene
la mano; quelle sue parole senza un nesso logico
adesso non le ascolto più, guardo solo quegli
occhi, così grandi e luminosi, che mi parlano di lui.
Sono gli occhi che parlano adesso. Quella luce che
parla di Amore, di Vita, al di là delle sofferenze e
della malattia.
Vi volevo raccontare del mio incontro con quella
Luce.
Ho incontrato pianti, racconti un po’ malinconici e
di difficoltà, ma ho incontrato anche tanti sorrisi,
affetto, voglia di giocare e di scherzare: l’anziano
che ha ancora voglia di ridere, di non stare solo,
l’anziano che ha ancora tanta vitalità, tante cose
da dire, tante cose da dare.
E’ un po’ come se il tempo si annullasse, come se
si fermasse: giovani ed anziani che si incontrano,
passato e futuro. Mi rivolgo ai giovani perchè di
loro, di noi, c’è tanto bisogno, e tanto possiamo
fare. Basta poco. C’è un mondo ricco ed incredibile
che ci aspetta. Ed è un mondo dove tutto si
annulla: gli anni, il tempo. Non c’è più la malattia
ma solo una Persona, con le sue emozioni, quelle
che contano davvero.
Ci sono solo occhi grandi, e quella Luce che
brilla.
Elisa Mencacci
(Volontaria IRA)
Mi chiamo Emanuela e da Gennaio 2009 presto
servizio come Tirocinante del Gruppo GGG presso il
reparto di Lungodegenza II dell’Ospedale di Padova.
Sono venuta a conoscenza del corso di formazione
per volontari quasi per caso e mi sono detta:
“Sarebbe una bella idea! Magari così riuscirò
a comprendere come affrontare al meglio il
percorso di un familiare malato, e potrò anche
fare un mio percorso di crescita e maturità”. Già
da tempo desideravo intraprendere la strada del
volontariato, ma non avevo mai trovato l’attività
più giusta per me.
Così ho partecipato con attenzione al corso e ho
iniziato le giornate di servizio, seppure con tanti
timori: Sarò all’altezza? Onorerò l’impegno che
sto per prendermi?
La risposta è venuta da sé. Già dopo poche presenze
mi sentivo in dovere di prendere servizio, non
Scheda Informativa
I volontati del gruppo SGAIO operano nei seguenti reparti:
Baby Animatori Monoblocco
Sede: Monoblocco 4° e 5° piano
Giorni e orari: lunedì, martedì, giovedì e venerdì 15,30-18,30
Numero volontari: 14
Attività del servizio: giochi, disegni, laboratori creativi
Baby Animatori Chirurgia Pediatrica
Giorni e orari: dal lunedì al venerdì pomeriggio
Numero volontari: 21
Attività del servizio: giochi, intrattenimento, aiuto ai bambini ricoverati
Pediatria 4° P.
Sede: Pediatria 4° Piano
Giorni e orari: mercoledì mattina day-hospital, week-end,
Numero volontari: 8
Attività del servizio: laboratori e giochi, soggiorni estivi in colonia, gite
Lungodegenza Gruppo Giovani
Sede: Reparti di Lungodegenza 1 (ortopedia) e 2 (infettivi)
Giorni: sabato e domenica mattina
Numero volontari: 10
Attività del servizio: aiuto, ascolto, piccoli servizi
IRA (Istituto di riposo per anziani)
Sede: Casa Gidoni per anziani autosufficienti e non
Giorni e orari: dal lunedì al venerdì 14,30-17,30
Numero volontari: 7
Attività del servizio: intrattenimento e giochi
Appuntamenti AVO
Gennaio
Martedì 26
c/o sede AVO Padova Formazione Base Baby Animatori
Monoblocco e Baby Animatori Chirurgia Pediatrica.
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Calendario Appuntamenti, Ringraziamento del Presidente
Febbraio
Lunedì 1 - 8
15 - 22
c/o sede AVO Padova, dalle 9:30 alle 12:30 Corso DRA
(Dialogo e Relazione di Aiuto) di 2° Livello scrizioni chiuse.
Martedì 2
c/o sede AVO Padova Formazione Base Baby Animatori
Lunedì 8 - 15 Monoblocco e Baby Animatori Chirurgia Pediatrica.
Giovedì 11
Marzo
Lunedì 1 e 8
Giornata del malato presso la Basilica del Santo e mercatino nell’atrio del
Monoblocco.
c/o sede AVO Padova, dalle 9:30 alle 12:30, ultimi due incontri del Corso
DRA (Dialogo e Relazione di Aiuto) di 2° Livello iniziato a Febbraio.
Martedì 2 -9
16 - 23 - 30
c/o sede AVO Padova Formazione Base CDA Gruppo Giovani IRA
e Lungodegenza Gruppo Giovani.
Lunedì 15
22 - 29
c/o sede AVO Padova dalle 15:30 alle 18:30, Corso DRA (Dialogo e
Relazione di Aiuto) di 1° Livello. Iscrizioni in segreteria.
Venerdì 26
c/o Atrio del Monoblocco, mercatino di Pasqua.
Domenica 28
c/o Chiesa del Monoblocco, Concerto di Pasqua.
Martedì 30
c/o sede AVO Padova Formazione Permanente CDA Gruppo
Giovani IRA e Lungodegenza Gruppo Giovani
24 Ottobre 2009 - Giornata Nazionale AVO
Ringraziamento ai volontari
Lo scorso 24 ottobre si è tenuta la Prima Giornata Nazionale AVO, che ha
visto il coinvolgimento di tutta la nostra organizzazione.
Grazie all’impegno di tutti i nostri volontari è stato felicemente
conseguito l’obiettivo prefisso di dare visibilità alla nostra azione presso
la popolazione.
Ringrazio a questo proposito quanti hanno contribuito al successo
dell’iniziativa.
Altrettanto importante è stato per noi rafforzare il senso di appartenenza
e l’orgoglio di far parte di una realtà valida e significativa.
L’appuntamento è quindi per le prossime edizioni della Giornata.
Testimonianze
T estimonianze
Ciao a tutti i volontari dell’A.V.O! Sono Sofia,
sono una di quei tanti giovani che fanno parte
dei Baby – Animatori A.V.O. e presto servizio al
Monoblocco nei reparti di Urologia Pediatrica e
Chirurgia Plastica Pediatrica.
Raccontando in poche parole il mio servizio
posso dire che una volta alla settimana trascorro
un paio di ore con i bambini ricoverati e le loro
famiglie; in questo tempo giochiamo, scherziamo
e parliamo assieme, ma oltre a questo, c’è
qualcosa di più.
Quelle ore per me rappresentano un momento
della settimana che spesso attendo. Appena varco
le porte a vetri dell’ospedale tutte
le mie preoccupazioni spariscono,
la mia attenzione e il mio pensiero
non sono più concentrati sui miei
impegni perché sono sopraffatti dal
sentire e vedere che c’è qualcuno
che mi sta aspettando.
Ecco che serena e spensierata
faccio una partita ad “Uno” o mi
diverto ad ascoltare con i più
piccoli la musichetta dell’oramai
leggendaria “Fattoria degli animali”,
o rileggo per l’ennesima volta, ma sempre con
molto piacere, le poche pagine del libretto
“Spotty”.
E così, le mie ore volano ed io nemmeno me ne
accorgo.
Se penso al servizio che noi volontari prestiamo,
tra le tante cose che lo rendono unico, per me
c’è il fatto che mi permette di riflettere su come
ognuno, indistintamente, dispone del necessario
per far stare un po’ meglio gli altri; infatti,
contrariamente a quanto ci induce a pensare
la società in cui viviamo, in questo caso non
servono soldi, non servono cose materiali e non
servono grandi imprese, serve solo che ciascuno
si renda effettivamente disponibile ad ascoltare,
parlare, scherzare, giocare con l’altro; e fare ciò
mi procura una gioia che soldi, cose materiali e
grandi imprese non riescono a provocarmi.
A questo punto mi sento di dire che forse
sarebbe più giusto che non fossero i bambini
a dirmi grazie, ma che fossi io a ringraziarli
quando esco dalla loro stanza.
Sofia Greggio
(Volontaria Urologia Pediatrica)
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Ciao! Sono Elisa e sono ormai parte del progetto
AVO Giovani da circa un anno, poco meno del tempo
che sono arrivata a Padova: un anno decisamente
intenso di iniziative, di nuovi percorsi e di nuove
esperienze che mi hanno accompagnata e fatto
crescere con loro. Sono arrivata pronta a ricercare
più esperienze possibili, con l’entusiasmo che
contraddistingue noi giovani e una voglia di fare e
vivere il più possibile: una vita fatta di dare, ma
anche ricevere, accompagnata da una motivazione
che è nata insieme alla casualità degli eventi e
che è cresciuta in itinere, nella concretezza del
volontariato dei Fatti, quello dei momenti vissuti
e toccati con mano.
Oggi
voglio
parlare
ai
giovani, e rivolgermi a loro
attraverso coloro che giovani
lo sono stati e che adesso,
almeno agli occhi di tutti,
non lo sono più. Voglio
raccontare di un incontro
magico e sorprendente che
ha caratterizzato quest’anno
in AVO, lasciandomi piena di
meraviglia, dolcezza e calore,
come mai mi sarei aspettata. Il mio incontro
con gli anziani, questo mondo ricco e intenso
che ha tanto da dirci. Voglio raccontarvi della
mia sorpresa nel prendere atto, allontanando
pregiudizi e immagini dell’abituale sentir dire
comune, di un anziano che Vive, che può e
vuole dare, darci, donarci. Non è il “vecchietto”
abbandonato a se stesso, solo e rassegnato in
un letto di ospedale, malato e ormai inutile: il
mio vecchietto mi è apparso davanti agli occhi
con un grande sorriso, e con una luce che sa di
Vita, come non mai.
Ho avuto la fortuna (posto giusto al momento
giusto!), di prender parte all’avvio di un nuovo
progetto che è nato con noi, le prime tirocinanti
dei Giovani Animatori scelte e ritrovatesi insieme
per un percorso formativo ed una preparazione
ricca di entusiasmo. É nato un nuovo gruppo,
assieme alla nuova struttura che, sotto l’IRA
(Istituto di Riposo per Anziani ), ha cominciato
ad accogliere sempre più persone in difficoltà
creando come una seconda, e calda, casa il
Centro Diurno per anziani non autosufficienti di
Casa Gidoni.
Pensando al volontariato con gli anziani mi
aspettavo di trovare davanti a me sofferenza,
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