Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro Studi Padre Flaminio Rocchi Giorno del Ricordo 2004 - 2014 EEKyyͮE͘ 6 '/h'EKϮϬϭϰͮWK^d/d>/E^Ɖͮ^W//KE/EKEDEdKWK^d>ͮ͘>͘ϯϱϯͬϮϬϬϯ;ĐŽŶǀ͘ŝŶ>͘ϮϳͬϬϮͬϮϬϬϰŶ͘ϰϲͿZd͘ϭKDDϮͲZKD La sentenza della Corte di Cassazione, analisi e commento «Legittimato il totale disinteresse dello Stato italiano per gli esuli giuliano-dalmati» lcuni giorni fa è comparsa, su diversi quotidiani, la notizia di una sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite riguardante la questione degli indennizzi degli esuli per i beni perduti nella ex Jugoslavia. A seguito di tale notizia ho ricevuto diverse richieste di chiarimenti su tale vicenda. La sentenza della Cassazione (Cass. S.U. n. 8055/2014) viene a chiudere, nell’ambito della giurisdizione italiana, una vicenda iniziata nel 2005. In quell’anno un avvocato italo-americano, l’avv. Giovanni De Pierro, si era attivato per promuovere un’azione da parte degli esuli giuliano-dalmati contro lo Stato italiano al fine di fargli ottenere il giusto risarcimento dei danni, che erano stati costretti a subire, sia dal punto di vista morale che materiale, a causa della perdita di tutti i loro beni, per colpa delle scelte politiche intraprese dallo Stato italiano nei confronti degli Stati vincitori del conflitto bellico e poi formalizzati nei Trattati di Pace. L’avvocato De Pierro, con il supporto di avvocati italiani, ha pertanto intrapreso delle azioni legali al fine di far ottenere agli esuli e ai loro eredi un equo risarcimento dei danni subiti. La prima sentenza del Tribunale di Trieste ha però respinto la domanda degli esuli, affermando che gli stessi avevano già ricevuto un indennizzo per la perdita dei loro beni e che tale indennizzo era stato stabilito dal legislatore, al quale i Giudici riconoscevano ampia discrezionalità nello stabilire i mezzi ed i tempi degli indennizzi. La sentenza del Tribunale di Trieste aveva inoltre escluso che lo Stato italiano potesse esn commento al prosere ritenuto controparte di un nunciamento della diritto al pieno risarcimento dei Corte di Cassazione è pubblicadanni causati da comportamenti to su “Il Giornale” del 9 aprile oblatori delle autorità jugoslave, a firma di Fausto Biloslavo con osservando che il legislatore aveil titolo La Cassazione beffa gli va emanato le varie leggi degli esuli giuliani. «Stop agli indenindennizzi «ispirato a finalità di nizzi». Nell’articolo si legge tra solidarietà nazionale». l’altro: «Una sentenza del 25 La sentenza venne impumarzo della Corte di Cassagnata dagli attori innanzi alla zione è la pietra tombale sulla Corte d’Appello di Trieste, ma richiesta dei profughi istriapurtroppo anche in questo caso ni, fiumani e dalmati. Adesso, le domande degli esuli vennero però, si apre lo spiraglio di un rigettate. Anche la Corte d’Apricorso alla Corte europea per pello di Trieste negò l’obbligo i diritti dell’uomo» esordisce da parte dello Stato italiano di il giornalista. «“Siamo prondover risarcire i propri cittadini ti a presentarlo per contestare per la perdita dei loro beni, afl’elemosina elargita dall’Italia fermando che l’evento dannoso agli esuli - dichiara l’avvocanon era attribuibile allo Stato to triestino Sardos Albertini italiano e che, pertanto, le som-. Così lo Stato sarà chiamato me che possono essere richieste a rispondere della violazione degli esuli possono unicamente del diritto ad un risarcimento avere natura indennitaria. congruo per i beni scippati a Purtroppo anche la Corte chi è stato costretto a lasciare di Cassazione ha respinto le dol’Istria e la Dalmazia”». Non mande degli esuli affermando la la pensano allo stesso modo i supremazia del legislatore ordisupremi giudici. Alcuni esuli ed eredi avevano fatto causa al sŝƉƐĂŶŝĂŶĚƌĞŝĐŝĐŚ Seminario e Concorso Miur 2015, prima riunione preparativa con le associazioni dell’esodo Il positivo bilancio delle edizioni 2014 ilancio del V Seminario nazionale, svoltosi a Brindisi lo scorso mese di marzo, e linee-guida per la sua prossima edizione e il Concorso per le scuole 2014-2015, questi i due più importanti punti all’ordine del giorno della riunione del Gruppo di lavoro sul confine orientale convocata presso il Miur l’11 aprile. Ampia e approfondita l’analisi della tre giorni seminariale dedicata quest’anno, come abbiamo riferito negli scorsi numeri del nostro mensile, al tema dell’accoglienza in Italia dei profughi giulano-dalmati ma anche alla letteratura novecentesca espressa dagli autori di quell’area geografica e che ha avuto per contenuti e temi l’esodo degli italiani e gli enormi, drammatici disagi ai quali la popolazione riparata in Italia fu esposta per lunghi anni in contesti spesso ostili per ignoranza e preconcetti ideologici. Per unanime opinione dei rappresentanti delle associazioni e del Dicastero, il Seminario QWŽůĂ͕ƵŶ͛ŝŵŵĂŐŝŶĞ ĚĞŝŐŝŽƌŶŝĚĞůů͛ĞƐŽĚŽ͘ ^ŝŝŵďĂƌĐĂŶŽůĞ ŵĂƐƐĞƌŝnjŝĞ ;ĨŽƚŽƌĐŚŝǀŝŽÄò¦Ϳ RWŽůĂ͕ƐŝƐƚĂĐĐĂŶŽůĞ ŝŶƐĞŐŶĞĚĞŝŶĞŐŽnjŝ ;ĨŽƚŽƌĐŚŝǀŝŽ Äò¦Ϳ La Cassazione e gli indennizzi agli esuli: dal clamore ai commenti h ƐĞŐƵĞĂƉĂŐŝŶĂ ϰ ministero dell’Economia e alla Presidenza del Consiglio. La sentenza 8055 della Cassazione sancisce che, pur esistendo “un diritto soggettivo nei confronti della pubblica amministrazione” tuttavia “non limita le scelte del legislatore nel determinare la misura dell’indennizzo”». «Il ricorso degli esuli prosegue Biloslavo - faceva presente che le somme versate per i beni abbandonati erano irrisorie e tardive essendo state stabilite con il famigerato accordo di Osimo del 1975. La causa faceva riferimento al precedente della Corte europea dei diritti dell’uomo relativa ai risarcimenti da parte della Polonia dopo gli accordi presi con le Repubbliche sovietiche. […] Gli esuli chiedono da anni a Roma un equo indennizzo per una cifra complessiva di sei miliardi e mezzo di euro. […] Ad Osimo l’ex Jugoslavia si impegnò a versare 110 milioni di dollari per i risarcimenti su un conto in Lussemburgo. Dopo le prime tranche è scoppiata la guerra che ha dilaniato il Paese bloccando i versamenti. In seguito la Slovenia ha sborsato la sua quota e la Croazia no. L’Italia non ha mai toccato questi soldi. In Slovenia e Croazia ci sono ancora 1440 proprietà e immobili, magari ridotti a rudere, ma che potrebbero venire, in alternativa, restituiti. rovo profonda tristezza per questa sentenza. La soluzione è politica, anche se fino ad oggi brindisino può considerarsi tra i più pregnanti e riusciti, sia per le tematiche affrontate sia per l’interesse suscitato nel quasi centinaio di docenti italiani iscritti e giunti dalle diverse Regioni italiane. Lo hanno rimarcato Guido Brazzoduro (Libero Comune di Fiume), Elena Depetroni (delegata Anvgd per la Scuola), Tullio Canevari (Libero Comune di Pola) nonché i funzionari del Miur coordinatori del Seminario. Ma, per unanime parere, il ƐĞŐƵĞĂƉĂŐŝŶĂ Ϯ ƐĞŐƵĞĂƉĂŐŝŶĂ ϭϮ LA DICHIARAZIONE DI RENZO CODARIN (FEDERESULI) ͨW Rome, the “House of Memory” presented to the A and the Society for Fiume Studies /ŶĞŶŐůŝƐŚůĂŶŐƵĂŐĞƚŽƉĂŐĞ ϭϰ Roma, la «Casa del Recuerdo» entregada a la A y a la Sociedad de Estudios Fiumanos ŶůĞŶŐƵĂĞƐƉĂŹŽůĂĞŶůĂƉĄŐŝŶĂ ϭϱ 2 EƵŵĞƌŽϲͮŐŝƵŐŶŽϮϬϭϰ FATTI e COMMENTI ŻĚĂůůĂƉƌŝŵĂƉĂŐŝŶĂ >^^/KE'>//EEE// '>/^h>/͗>>DKZ/KDDEd/ abbiamo ricevuto solo briciole» sostiene Renzo Codarin, presidente della Federazione degli Esuli. […]. si trovavano è stato ceduto dall’Italia, soccombente nel conflitto bellico». Notizia ne è stata data anche dal “Messaggero Veneto” il 7 aprile, nell’articolo La Cassazione sui beni agli esuli istriani: nulla è dovuto, nel quale si evidenzia: «Puntando su un precedente abbastanza recente, una sentenza del 2004 della Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo sui risarcimenti da parte della Polonia dopo gli accordi presi con le Repubbliche Sovietiche, i ricorrenti avevano portato in tribunale, a Trieste, lo Stato chiedendo di giudicare sul loro diritto a essere risarciti delle conseguenze dell’accordo di pace dopo la seconda guerra mondiale, perdendo sia in primo grado che in appello. Ora la Cassazione […] sottolinea come in effetti ci sia «un diritto soggettivo della parte nei confronti della pubblica amministrazione», ma questo «non limita le scelte del legislatore nel determinare la misura dell’indennizzo» che è un intervento «ispirato a criteri di solidarietà della ZIBERNA (ANVGD): PORRE RIMEDIO ALLA SENTENZA W'ŝƵĚŝĐŝĚŝĂƐƐĂnjŝŽŶĞŶĞůWĂůĂnjnjŽ ĚĞŝdƌŝďƵŶĂůŝ ;ĨŽƚŽǁǁǁ͘ŝůŐŝŽƌŶĂůĞ͘ŝƚͿ comunità nazionale», e non ad «un obbligo di natura risarcitoria per un fatto illecito, non imputabile allo Stato italiano». Fu l’allora Jugoslavia con la propria politica di nazionalizzazione, a procedere all’espropriazione anche dei beni appartenenti a cittadini di nazionalità italiana. Quindi lo Stato italiano «non è autore della violazione», «poiché la privazione dei beni dei cittadini italiani si è verificata ad opera di uno Stato straniero, al quale il territorio su cui essi ͨ> a presidente Serracchiani si impegni a sensibilizzare il Governo a porre rimedio alla sconfortante sentenza della Cassazione che, di fatto, non riconosce agli esuli istriani, fiumani e dalmati i torti subiti». Questo il contenuto della mozione urgente presentata in Consiglio regionale dal gruppo di Forza Italia a seguito della decisione della Suprema Corte di non prevedere alcun risarcimento per i beni immobili abbandonati dagli italiani fuggiti dall’ex Jugoslavia alla fine della Seconda Guerra mondiale. «Ma in questo caso - sottolinea il consigliere Bruno Marini - la politica ha l’obbligo di ridare dignità allo Stato, cercando di porre rimedio a una decisione che non fa giustizia su quello che subirono gli esuli e che, per oltre cinquant’anni, fu nascosto a un intero Paese». «Risarcire gli esuli - sottolinea il consigliere Rodolfo Ziberna - non è un obbligo morale, ma anche di legge. C’è un diritto internazionale che deve essere rispettato e di cui questa sentenza, a mio avviso, non tiene conto». «C’è da considerare - sottolineano i sottoscrittori della mozione - che la stessa sentenza della Cassazione ribadisce che esiste un diritto soggettivo della parte nei confronti della Pubblica amministrazione a ricevere un indennizzo, ma che non ha natura risarcitoria ed è ispirato a criteri di solidarietà della comunità nazionale; quindi, l’ammontare dello stesso è liberamente stabilito dal legislatore». PD FVG: RIAPRIRE POLITICAMENTE IL CAPITOLO CHIUSO DALLA CASSAZIONE / l capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Cristiano Shaurli, è intervenuto sulla questione sollevata dal gruppo regionale di Fi. Shaurli ha ricordato che «risale al 2010 una lettera dell'allora europarlamentare europea al Capo dello Stato [Serracchiani, oggi presidente della Regione, ndr] in cui lamentava i provvedimenti disattesi dalle istituzioni verso gli esuli, dall'equo e definitivo indennizzo ai beni nazionalizzati da restituire ai legittimi proprietari, alla luce del diritto europeo». «Su questioni come quella degli esuli si uniscono le forze, non si strumentalizza e non si polemizza. Potremmo altrimenti ricordare i lunghi anni del centrodestra al governo, in cui gli esuli furono risarciti a chiacchiere, fino a sentirsi dire che la restituzione dei beni non era più nell'agenda bilaterale dei rapporti fra Italia e Croazia. Non useremo questi metodi, che non sono rispettosi di chi fu ferito nell'intimo dei suoi diritti». «Si recuperi lo spirito che ha permesso l'istituzione del Giorno del Ricordo a larghissima maggioranza, anche promuovendo l'intervento dei nostri parlamentari a Roma, per riaprire politicamente il capitolo chiuso dalla Cassazione», ha concluso Shaurli. DONAZZAN (REGIONE VENETO): ITALIA SI BATTA IN EUROPA ^ ull’argomento ha preso posizione l’assessore regionale del Veneto, Elena Donazzan. «I nostri fratelli di Istria, Fiume e Dalmazia andavano risarciti dalla Slovenia al momento della sua entrata nell’Unione europea avvenuta nel 2004. Tutti i governi italiani che si sono succeduti hanno sbagliato a non chiedere con fermezza sia alla Slovenia prima che alla Croazia poi, nel momento in cui sono entrate a far parte dell’Ue, il riconoscimento dei drammi dell’Esodo e delle Foibe non solo sotto il punto di vista della memoria storica ma anche sotto quello del rispetto della dignità degli uomini e delle donne che hanno sacrificato molto, se non tutto, semplicemente per voler continuare ad essere italiani. In ogni caso non è ancora troppo tardi - dice Donazzan - bisogna che le nostre Istituzioni facciano in modo che ciò accada». «Ora che anche Slovenia e Croazia sono entrate a far parte dell’Unione europea, che per sua natura dovrebbe essere fondata sullo spirito di convivenza reciproco e sul rispetto delle diversità etniche, culturali e linguistiche, è opportuno che l’Italia si impegni a far riconoscere loro i diritti dei nostri compatrioti. Un’Europa che non si costruisce sull’equità, la giustizia e la verità storica non fa molta strada». La notizia della sentenza è stata rilanciata da diverse testate giornalistiche e agenzie di stampa, tra le quali il Corriere della Sera, l’Huffington Post, l’Ansa, l’Agi, l’Agenparl. Ɖ͘Đ͘Ś͘ Gian Paolo Sardos Albertini sulla sentenza della Cassazione: «ricorrere a Strasburgo» Sulla clamorosa sentenza della Cassazione, che ha escluso ulteriori ed equi indennizzi per i beni perduti dagli esuli giuliano-dalmati, registriamo l’intervento dell’avv. Gian Paolo Sardos Albertini. ome Legale che ha seguito la causa con l’avv. De Pierro di New York posso tranquillamente affermare che avevamo fin dall’inizio messo in preventivo che avremmo dovuto andare alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo. Si tratta di sentenza che ha fatto cattiva ed erronea applicazione dei principi della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo in base alla quale chi è privato di un bene, che può essere una proprietà o anche un’utilità economica, quale un indennizzo, deve rispettare il principio di cui all’Allegato 1 dell’articolo 1 secondo cui il ristoro deve essere equo e ragionevole ed essere il giusto contemperamento fra l’interesse pub- WŝŐŶĂŶŽ͕ĐĂƐĞĂďďĂŶĚŽŶĂƚĞĐŽŶů͛ĞƐŽĚŽ blico ad acquisire il bene ed il diritto del privato. La sentenza Bronioski da noi citata era perfettamente adattabile al nostro caso ed è ridicolo affermare che riguardava due Nazioni che avevano vinto la Guerra mentre nel nostro caso così non è. I diritti dell’Uomo prescindono dal fatto che un cittadino faccia parte di uno Stato vincitore o perdente. In tal caso la Polonia venne condannata perché aveva riconosciuto ai propri cittadini, i cui beni erano stati ceduti all’Unione Sovietica, un indennizzo non ragionevole. Ed è la stessa situazione accaduta in Italia dove è stata l’Italia che, in contrasto con il Trattato di Pace, ha deciso di cedere i nostri beni all’ex Jugoslavia assumendo l’obbligo di indennizzare i propri cittadini. Ma l’ indennizzo è stato del valore calcolato nel 1938 moltiplicato per il coefficente 200 quando la sola Istat sarebbe stata di circa 3.000. E ci sono ben 5 proposte di Legge, provenienti da tutte le forze politiche, che partendo dal presupposto della irrisorietà dei nostri indennizzi, al limite dell’elemosina, chiedevano di adeguare i valori base raddoppiandoli e moltiplicando per il coefficente 5.000. Purtroppo, per andare a Strasburgo, bisogna aver prima esaurito le “vie interne”. Altrimenti ci saremmo andati direttamente in quanto avevamo la quasi certezza che in Italia nessun giudice avrebbe preso una decisione cosi rilevante politicamente. 'ŝĂŶWĂŽůŽ^ĂƌĚŽƐůďĞƌƟŶŝ 3 EƵŵĞƌŽϲͮŐŝƵŐŶŽϮϬϭϰ CULTURA e LIBRI QŝƩĂŶŽǀĂ͕ŝůƚĂǀŽůŽĚĞŝƌĞůĂƚŽƌŝ «Italiani d’oltre confine», il convegno di Cittanova «Esuli e “rimasti” non devono essere ridotti all’essenzialismo, ma mantenere quelle differenze peculiari che li rendono unici» / l 5 ed il 6 aprile scorsi si è tenuta la due giorni di conferenze a Cittanova d’Istria da titolo «Italiani d’oltre confine». Il 5 aprile esuli e «rimasti» tornano a testimoniare il senso di identità italiana: lo fanno al tavolo messo a disposizione dalla Comunità degli italiani di Cittanova d’Istria in un ambiente di studio che prevedeva la relazione orale di più testimonianze, da quelle intellettuali come il prof. Giuseppe Parlato (Unint), E. Merlino (Comitato 10 Febbraio), P. A. Rovatti (Units), a quelle autorevoli come Antonio Ballarin (Anvgd), F. Somma (Upt) e M. Tremul (Ui). Previsto spazio anche per le storie di vita vissuta da Lino Vivoda a Franco Biloslavo, nonché per l’attivismo di Martelli (Pro Patria). Nel mezzo dell’organizzazione tra chi assiste attento come Renzo Codarin (FederEsuli) e chi indica nuove prospettive di lavoro transculturali, si trova l’associazione “Cristian Pertan”, promotrice del convegno che, tra l’altro ha colto l’occasione per donare materiale didattico alla comunità di Cittanova, come in uso da otto anni per altre Comunità italiane presenti in Istria. Gli interventi hanno seguito due aree tematiche: la prima riguarda il significato di identità italiana e come questa possa essere declinata al di fuori dei confini amministrativi nazionali. La seconda si inserisce in una prospettiva europea in cui esuli e «rimasti» non si concentrino più sulle «baruffe chiozzotte» che li hanno resi tanto impotenti e provinciali, ma incomincino ad ascoltarsi prima ancora di lavorare assieme. Ma in che cosa, esuli e rimasti, dovrebbero sentirsi accomunati? Viviamo in un periodo di incalzante difficoltà economica in cui l’innegabile disagio sociale si ipostatizza con buona ignoranza in forme di indipendentismo che poggiano le loro basi concettuali ed antistoriche sull’economia: una pressione fiscale eccessiva - opera di uno Stato assistenzialista modello anni ’60 il quale non riesce a redistribuire le risorse in maniera meritocratica - diviene motivo, per una certa fetta di benpensanti, per vergognarsi della propria italianità. Ma chi ha visto l’appartenenza ad una cultura attaccata e demolita da 50 anni di comunismo e 20 anni di nazionalismo croato, come è stata vissuta dai «rimasti», direbbe lo stesso? E chi invece, come l’esule, ha mantenuto sparso per il mondo un significato sano di italianità per non sentirsi sopraffatto dalle mura di una casa che non era la sua, direbbe altrettanto? Quando la barca affonda i topi sono i primi a scappare; nessuno qui vuol fare l’eroe o il capitano improvvisato, ma abbiamo bisogno di ritrovarci assieme in una visione sociale e politica che mitighi la nostalgia di ciò che fu e non c’è più, di ciò che abbiamo perso e mai riconquistato. Mentre in Italia si assistono a derive che ipotizzano la Sardegna Svizzera od il Veneto Indipendente, qui ad Est istriani esuli e rimasti riscoprono quanto l’amore per la Terra rossa sia fondamentale come punto di partenza. Il 5 aprile sembrava quasi ĂůŽŶǀĞŐŶŽͨ/ƚĂůŝĂŶŝĚ͛ŽůƚƌĞ ĐŽŶĮŶĞͩ non ci fossero mai stati motivi di scontro, che fosse sempre andato tutto liscio; sarebbe deleterio ora dire come non sia sempre stato così, ma, essendo figli della stessa cultura, è stato più che chiarito che combattere contro vecchi fantasmi non rende giustizia proprio a nessuno e, in più, non offra alcuna prospettiva futura. In sintesi, un nuovo clima ed una nuova aria si comincia a respirare nella terra d’Istria, oggi, grazie anche a Simone Cristicchi ed a Giovanni Cernogoraz, ai quali dobbiamo rendere un sentito ringraziamento sia per l’identità che hanno evocato nella nostra gente e che hanno saputo fare emergere sia per la passione umana che riescono a fare evocare in ciascuno. È presto parlare di riconciliazione ma guai a coloro che interrompano questo processo con la solita faziosa politica e i suoi scheletri nell’armadio, pronti a venir esibiti quando il tempo delle elezioni si avvicina. Il fatto di avere a disposizione l’appello ai diritti che l’Europa garantisce ai suoi cittadini, vincola la Croazia ad una maggior attenzione verso la minoranza italiana, ma altresì vincola noi a confrontarci con uomini e istituzioni che meritano lo stesso rispetto che noi richiediamo. L’identità non è questione genetica, ma di educazione. L’IDENTITÀ NON È QUESTIONE GENETICA, MA DI EDUCAZIONE ducazione: non vi è dubbio alcuno. Non parliamo e non si è parlato al Editi gli Atti del Convegno L'esodo giuliano-dalmata nella letteratura ^ ono editi a cura di Giorgio Baroni e Cristina Benussi, per i tipi di Fabrizio Serra Editore, gli Atti del convegno L'esodo giuliano-dalmata nella letteratura, svoltosi a Trieste dal 28 febbraio al 1° marzo 2013. Gli interventi, pur avendo trattato soltanto di una parte delle opere e degli autori, confermano la rilevanza quantitativa e qualitativa della letteratura sull'esodo giuliano-dalmata e anche l'interesse degli studiosi per un tema finora quasi censurato. «Il popolo adriatico si è impegnato a raccontare le proprie disgrazie - si legge nella breve presentazione - : così dal bisogno di smaltire terribili ricordi o per l'incubo di tutto un mondo già scomparso, che rischia d'essere dimenticato, sono scaturiti poesie, canti, racconti, roman- zi, memorie, per non parlare di altri differenti generi di espressione artistica. L'analisi dei testi letterari, condotta da molti studiosi con varietà di metodi e angolature, ha dimostrato il valore oggettivo di una produzione intensa e ancora non conclusa, con già nomi di rilievo e una sorta di comunanza. Essa assume il senso di una dimensione ideale in cui continua l'esistenza di questi esiliati senza colpa, che non hanno trovato tutela al loro diritto di vivere pacificamente nella propria terra». Il volume, di 440 pagine, è venduto al prezzo di € 88,00. convegno di bandiera, nazione o popolo. Un linguaggio moderno ci aiuta a confrontarci con un grande problema: la globalizzazione. Essa asfalta, in nome del mercato, delle splendide diversità culturali in categorie di consumo consenzienti. L’identità del consumatore è così maledettamente simile negli atteggiamenti, da dimenticare ogni appartenenza sotto quella viscida aria perbenista che in fondo non siamo poi così diversi. Allo stesso modo esuli e «rimasti» non devono essere ridotti all’essenzialismo, ma mantenere quelle differenze peculiari che li rendono unici. Ci sono grandi battaglie dinnanzi a noi: dalla lotta al negazionismo ed al riduzionismo, alla manualistica accademica e scolastica che deve essere aggiornata, passando per la questione dei beni abbandonati. Saranno necessari molti altri convegni ed assemblee, dibattiti e riunioni per poter tracciare una linea comune di movimento. Tutto questo è iniziato a Cittanova il 5 aprile 2014. Ne siamo certi, questo entusiasmo condiviso in tutti gli attori sociali coinvolti in quel convegno, non è solamente una grande stella destinata a bruciare in fretta, ma l’inizio di una nuova storia tutta italiana. ŶĚƌĞĂůƟŶ Esodo e Foibe nei testi scolastici. Storia di una rimozione L’indagine di Maria Ballarin sui programmi ministeriali e i manuali ad uso degli studenti ocente negli istituti superiori, Maria Ballarin è autrice di un agile volume, Il Trattato di pace, 10 febbraio 1947 nei programmi e nei testi scolastici di storia, nel quale registra e commenta quanto l'editoria scolastica italiana e la programmazione ministeriale, a partire dagli anni Sessanta, siano stati sensibili ai temi dell'esodo giuliano-dalmato, delle violenze e degli eccidi ai danni della popolazione italiana nei territori occupati dalle milizie di Tito. Il lavoro scaturisce sia da un interesse precipuo dell'autrice, discendente di esuli da Lussino, sia dall'istituzione presso il Miur nel 2009 del Gruppo di lavoro sul confine orientale, al quale si deve la notevole incentivazione alla conoscenza e alla divulgazione presso le giovani generazioni della storia della regione giuliana nel Novecento e, più ampiamente, dell'immenso patrimonio culturale ed artistico dell'Istria, del Quarnero e della Dalmazia nelle millenarie relazioni con la Penisola italiana. Un settore, questo dei testi per le scuole, già in piccola ma indicativa parte indagato agli inizi degli anni Duemila da Antonio Fares, sul quale Maria Ballarin torna con un contributo significativo, utile a comprendere come, nei lunghi decenni del dopoguerra, quei temi siano stati, a tutti gli effetti, cassati dalla storia nazionale. «Poiché ancora oggi l'approccio all'argomento da parte dei testi di storia è carente - scrive nella sua introduzione - ho cercato di capire se vi fosse stata una volontà precisa nell'ignorarlo da parte delle istituzioni scolastiche». Ma, come scrive Caterina Spezzano, coordinatrice per il Miur del Gruppo di lavoro - il volume «nasce dalla percezione empatica dell'amarezza, della delusione e della solitudine di un esule istriano, che, affrontando la vita cerca i segni della sua stessa vita credendola parte della storia, degli eventi, dei fatti della Nazione. Ma [...] trova solo pagine non scritte, testimonianza di volontà politiche ed editoriali che ignorano porzioni di storia, fatti di vita di uomini-donnebambini travolti dalla storia: dal confine spostato al confine negato». E la lettura del libro questo conferma la cecità e il calcolo di un ordine politico-ideologico e culturale dissoltosi appena al termine degli anni Ottanta con il disfacimento dei regimi comunisti dell'Europa orientale e degli equilibri interni e internazionali, che quelle dolorose vicende occultarono per molteplici convenienze, non potendo eliminarle dalla memoria e dalla testimonianza dei protagonisti. Ě͘Ă͘ 4 EƵŵĞƌŽϲͮŐŝƵŐŶŽϮϬϭϰ Trincee, il centenario della Grande Guerra a «èStoria» Alcuni dei convegni dedicati alle vicende sul confine orientale italiano d utta dedicata alla Grande Guerra l’edizione 2014 di «èStoria», X Festival internazionale della Storia nato a Gorizia che negli anni ha raccolto crescente consenso di pubblico e di relatori. Quest’anno il Festival è intitolato appunto Trincee, si svolge dal 22 al 25 maggio e prevede la partecipazione di numerosi studiosi italiani ed europei. Impossibile dare conto dell’esteso e articolato programma, che prevede convegni, tavole rotonde, sopralluoghi, proiezioni: ne diamo di seguito un estratto con gli argomenti di maggiore interesse per i nostri lettori. La” kermesse” si apre giovedì 22 maggio con il convegno Una guerra globale. Mito e origini della Grande Guerra, introdotto da Paolo Mieli. La sera, alle 20.30, sul Monte Santo, concerto del M.o Uto Ughi nella cornice del santuario che da secoli è il più amato nel Goriziano, per ritornare nel luo- zi, da Belgrado a Gallipoli, le vicende di uno scenario che vide protagonisti anche molti soldati italiani sudditi dell’impero austro-ungarico. E tutto dedicato alla didattica è Studiare storia nel Friuli Venezia Giulia. Un incontro in collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste e l’Università degli Studi di Udine per scoprire il significato, le prospettive e il ruolo degli studi storici nelle Università della Regione. Sabato 24, convegno su Il fronte dell’Isonzo: scontro militare, politico o etnico?, inteso ad approfondire l’evoluzione del pensiero storiografico riguardo alle battaglie lungo l’Isonzo dal 1914 convegno Donne sui fronti di guerra, che vuole essere anche un tardivo riconoscimento del loro contributo nei duri anni della guerra. Interventi di Barbara Schiavulli e Mirella Serri. Domenica 25, Intellettuali e Grande Guerra, riflessione su interventismo e neutralismo per a confronto prima del 24 maggio 1915. Interventi di Frédéric Attal, Giordano Bruno Guerri, Joanna Sondel-Cedarmas. Coordina Armando Torno. La vittoria senza pace è il titolo della discussione sulla «vittoria mutilata», sui contrasti tra popolazioni che si considerano redente o, viceversa, dominate, dunque sull’esasperazione dei conflitti nazionali e politici. Relaziona, tra gli altri, Raoul Pupo. Alla città di Gorizia è dedicato, sempre il 25, l’incontro Gorizia nella Grande Guerra. Le vicende di uo- QEĞůůĂƌĂƌĂĨŽƚŽŐƌĂĮĂ ŻĚĂůůĂƉƌŝŵĂƉĂŐŝŶĂ >^EdE>>KZd/^^/KE͕ E>/^/KDDEdK ͨ>'/dd/DdK/>dKd>/^/EdZ^^ >>K^ddK/d>/EKWZ^h>/ '/h>/EKͲ>Dd/ͩ nario nella determinazione della misura degli indennizzi, trattandosi di un intervento ispirato ai criteri di solidarietà della comunità nazionale e non collegato ad un obbligo di natura risarcitoria per fatto illecito, imputabile allo Stato italiano. La Cassazione ha inoltre affermato che fu l’allora Jugoslavia con la propria politica di nazionalizzazione, a procedere all’espropriazione anche dei beni appartenenti a cittadini di nazionalità italiana. Quindi lo Stato italiano «non è autore della violazione», «poiché la privazione dei beni dei cittadini italiani si è verificata ad opera di uno Stato straniero, al quale il territorio su cui essi si trovavano è stato ceduto dall’Italia, soccombente nel conflitto bellico». E in questo hanno osservato le Sezioni Unite - il caso è diverso da quello giudicato dalla Corte Europea, che si riferisce a un accordo tra due Stati usciti vincitori dal conflitto, riguardante la frontiera orientale della Polonia e gli accordi con l’Ucraina, la Bielorussia e la Lituania, «con l’assunzione, da parte dello Stato polacco, di una specifica obbligazione di risarcimento nei confronti dei propri cittadini». È veramente amaro leggere come i giudici della Cassazione, per non condannare le scelte politiche di chi ci governa, abbia legittimato il totale disinteresse dello Stato italiano per esuli giuliano-dalmati, senza minimamente riconoscere che con i beni di tale minoranza, l’Italia pagò i debiti di guerra con la Jugoslavia. Se la concessione degli indennizzi da parte dello Stato italiano deriva da discrezionalità politica come gesto di solidarietà (leggi “elemosina”) allora lo Stato italiano deve spiegare perché, nell’esercizio della stessa discrezionalità politica, i diritti soggettivi dei suoi cittadini sono stati ceduti ad altro Stato in pagamento di danni di guerra dovuti a un nemico vincitore da tutto il Paese Contro questa sentenza è già stato annunciato il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, augurandoci che in questa sede, potranno essere riconosciuti agli esuli i diritti che ormai da quasi 70 anni si cerca di ottenere. sŝƉƐĂŶŝĂŶĚƌĞŝĐŝĐŚ ĞƐĂƌĞĂƫƐƟ ƉƌĞƉĂƌĂů͛ĂƩĂĐĐŽĂů DŽŶƚĞŽƌŶŽ Contributi… incompleti QhŶĂĐĂƌƚŽůŝŶĂ Segnaliamo anche su questo numero alcuni dati incompleti rilevati nei contributi versati a favore di “Difesa Adriatica”. ƉƌŽƉĂŐĂŶĚŝƐƟĐĂ ŝƚĂůŝĂŶĂĚĞůϭϵϭϴ go che vide protagonista nel 1917 Scipio Slataper e dove il M.o Arturo Toscanini diressee una banda militare per rincuorare i soldati al culmine degli scontri. Presebte al concerto Franco Slataper, discendente del grande scrittore triestino. Venerdì 23, presso il Polo universitario Santa Chiara, Tavola rotonda La Grande Guerra, un gioco di imperi. Intervengono, tra gli altri, Guglielmo Cevolin e Fulvio Salimbeni. Sempre il 23, incontro a più voci su Il fronte orientale, riveduto sotto l’aspetto di una guerra di manovra diversa dalla più nota e studiata guerra di trincea. Da Tannenberg ai Carpa- in avanti. A seguire, simposio su La lotta per Trieste, intesa ovviamente quale obiettivo simbolico delle speranze irredentiste italiane e della resistenza asburgica. Conversazione con Fabio Todero, e Anna Vinci. E altri incontri sono 1914 - 2014: Geopolitica della Grande Guerra, conversazione sugli aspetti strategici e geopolitici della Prima guerra mondiale. Intervengono Lucio Caracciolo, Virgilio Ilari, Fulvio Salimbeni, con il coordinamento di Guglielmo Cevolin. Uno sguardo alla popolazione femminile in quegli anni e in relazione al conflitto viene invece dal mini e donne goriziani tra il 1914 e il 1918, in un intreccio di storia e narrativa per comprendere una realtà composita e unica dalla prospettiva dei più umili. Conversano Roberto Covaz, Giorgio Dell’Arti e Mirella Serri. Alla tragedia di Vergarolla è dedicata la tavola rotonda La strage di Vergarolla, che rievocherà la strage del 18 agosto 1946, sulla spiaggia di Pola, quando la deflagrazione di ordigni esplosivi causò una vera e propria strage: un mistero storico e politico i cui retroscena sono indagati alla luce delle diverse ipotesi. ZĞĚ͘ pervenuto un versamento di contributo per “Difesa Adriatica” con la sola indicazione «in ricordo dei defunti Gironcoli e Ghirardo». Preghiamo pertanto gli interessati di volerci confermare nome e indirizzo della persona alla quale inviare il nostro mensile. In data 4 aprile 2014 è stato effettuato il versamento ordina- rio di € 30, ma sul bollettino di C/C postale non sono stati indicati né il nome né l’indirizzo di chi ha destinato a “Difesa Adriatica” tale contributo. Il sig. Vincenzo Pavich, che non figura sugli elenchi telefonici nazionali, vorrà fornirci, oltre all’indirizzo già in nostro possesso, la città di residenza. Per agevolare l’aggiornamento dei dati di adesione, preghiamo dunque i nostri lettori e sostenitori di fornire sempre integralmente e chiaramente nome, cognome, indirizzo postale completo o, indirizzo di posta elettronica ben leggibile, seguendo le indicazioni pubblicate ogni mese a pag. 16 di “Difesa Adriatica”. [email protected], la casella dedicata a “Difesa Adriatica” h na linea tutta dedicata alla corrispondenza di “Difesa Adriatica”. Testi e immagini destinati al nostro mensile o che si vogliano proporre vanno inviati all’indirizzo mail [email protected] Nel caso di immagini ad alta definizione è preferibile ridurle con il programma WinZip, in modo da trasmetterle più velocemente e non saturare la casella di posta elettronica. Gradite, per ciascuna immagine, anche le relative didascalie. Grazie della collaborazione! 5 EƵŵĞƌŽϲͮŐŝƵŐŶŽϮϬϭϰ La Grande Guerra del volontario Giani Stuparich giugno del 1915 Giani Stuparich insieme al fratello Carlo e all’amico Scipio Slataper partono, dalla stazione di Portonaccio con la tradotta dei soldati diretti al Fronte. Si sono arruolati nell’Esercito italiano, volontari, nome di copertura di Stuparich,Sartori, Giovanni Sartori. Ha la divisa da granatiere e uno zaino pieno di libri, libri che verranno abbandonati ben presto perché la guerra è molto diversa da come l’avevano immaginata. Scrive Elody Oblath, futura moglie di Giani, per spiegare lo stato d’animo dei volontari e il clima di eccitazione della partenza: «Era la nostra una cooperazione ideale ad una verità collettiva. Per essa, ne sono certa, ognuna di noi sarebbe andata coscientemente al patibolo, così come coscientemente istigammo e aiutammo tutti i nostri amici (la parte migliore di noi stesse) ad andare a morire. Giorni d’illusioni folli, fede in un’umanità migliore, che ci faceva esultare e chiedere la morte di milioni di uomini!» Giani Stuparich comincia subito a tenere un diario che lo accompagnerà per due mesi nelle trincee del Carso e che riprenderà in mano per pubblicarlo solo quindi anni dopo: il diario è Guerra del 15. Il taccuino di un volontario triestino. Scrive ancora Elody: «Avevate la rosa rossa sul cappello. Io vi guardavo uno dopo l’altro, e il mio sguardo non sapeva scegliere, non sapeva su chi arrestarsi.[…]. Scipio là in mezzo al carrozzone che ride con tutti i suoi denti. E Giani tu eri nascosto da granatieri più alti di te. […]» Nel suo taccuino Giani Stuparich registra le azioni di guerra, le sue suggestioni, è un racconto scarno della vita quotidiana di trincea. Raramente esprime dei giudizi, c’è sempre molta umanità nel parlare degli altri uomini con i quali vive e viene in contatto. Certo, ben presto si accorgerà delle atrocità della guerra; delle meschinità e delle piccole vigliaccherie, dell’incompetenza di alcuni superiori ma anche della grande generosità di alcuni. Partito interventista ben presto prenderà coscienza dell’inutile sacrificio di tante vite umane e delle privazioni e miserie alle quali sono sottoposti gli uomini; prenderà coscienza della grande illusione che ha spinto lui insieme a tanti altri a credere in una guerra “giusta”. Il suo destino si incrocia con quello di tanti altri soldati. Dal fronte di Monfalcone, dopo un ni dei tre amici si compiono Giani e Carlo vengono divisi: Giani viene richiamato a Vicenza e Carlo a Verona. Scipio muore in un’azione eroica il 3 dicembre del 1915 sulle pendici del monte Podgora, poche ore prima aveva scritto alla moglie: «Ci offriamo volontari con Guido e Martelli. Sono sicuro che tutto andrà bene. Un bacio a Scipio Secondo». Febbraio 1916 i due fratelli Stuparich sono nuovamente in prima linea nelle trincee sopra Gorizia, così volevano e così avevano ottenuto, per questo erano partiti anche se la vita da soldati era dura, disumana, anche se nella sofferenza erano dovuti maturare. Il 19 maggio arriva una svolta improvvisa nell’andamento della guerra; i due fratelli devono partire per l’Altipiano d’Asiago dove gli austriaci stanno sferrando una ter- QUEL LIBRETTO CHE SVEVO DEFINÌ «UN TEMPIO» E el 1921 in quel libretto che Svevo definì «un tempio» per la sacralità che pervade ogni pagina, per quel purissimo amore fraterno, che mette al bando qualsiasi retorica, in quel Colloquio con mio fratello, Giani Stuparich, con parole dolenti così scrive a proposito del fratello e della morte di questi: «La morte. Non è oggi la prima volta che parliamo insieme della morte. E ben la guardammo insieme nella sua faccia mite. Rievoco ogni sasso, ogni tronco di pino, al cui riparo discorrevamo tu ed io, in quelle tregue sublimi del combattimento. Mi prendo la fronte nella mano, ma inutilmente tento di spremerne la saggezza allora vissuta… Ed ecco la tua faccia e il tuo saluto nell’ultimo incontro, nel crepuscolo roseo sopra la valle, estrema valle da indietreggiare. Nella tua faccia è la mia stessa angoscia divisa, ma il tuo saluto è piano, quel cenno verso lontano ti, troppi uomini sferrano l’attacco contro i suoi che vengono decimati e una mitragliatrice puntata nella loro direzione. È un attimo, esce dal nascondiglio, striscia verso l’arma: viene colpito, nonostante il dolore la raggiunge e la gira verso il nemico… sviene: la guerra per lui finisce qui, lo aspetta la prigionia, gli interrogatori, forse la forca... Da questo momento avrà inizio la sua dolorosa odissea da un campo di detenzione all’altro in Austria e in Ungheria. Come scrittore Giani Stuparich raccontò più volte della guerra. Oltre che nel Taccuino, Giani la descrisse nel suo romanzo Ritorneranno. Immagini crude e forti come questa con la quale vogliamo terminare il ricordo della sua Guerra come volontario, insignito con la medaglia d’oro al valore militare: « […] Allontanandosi dalla trincea, gli svaniva l’irritazione contro gli altri. Avanzava, pervaso da una energia singolare, strana, quasi da un’estasi… avvertiva l’incrociarsi dei proiettili sopra le due linee in attesa: quella da cui CUSTODE DELLE MEMORIE ALTRUI ^ oltanto Giani sopravviverà: il suo destino sarà quello del custode delle memorie altrui, dell’uomo nel quale «nessuna croce manca» come dirà l’Ungaretti di San Martino al Carso. Primi mesi di guerra, i fratelli Stuparich sono a Monfalcone. La guerra di trincea è molto dura, spesso sotto la pioggia e nel fango, mal equipaggiati. I rapporti con gli altri commilitoni e con i superiori sono difficili, alcuni compagni non capiscono il loro entusiasmo. I grandi sforzi fisici, le guardie massacranti provano i soldati, come si vede dal volto stravolto di Giani di una foto cartolina inviata a Elody in cui lo scrittore annota a margine: «È un granatiere qualunque: dentro ci può essere qualche cosa anche di me. In ogni caso la fantasia non ha bisogno che d’una inquadratura: ci sta poco a metterci i due mesi passati, anima viva nella spoglia morta». W/ĨƌĂƚĞůůŝ'ŝĂŶŝĞĂƌůŽ^ƚƵƉĂƌŝĐŚŝŶĚŝǀŝƐĂĚĞůů͛ƐĞƌĐŝƚŽŝƚĂůŝĂŶŽ ;Ő͘Đ͘ƌĐŚŝǀŝŽ&ĂŵŝŐůŝĂ^ƚƵƉĂƌŝĐŚͿ breve periodo di addestramento per un corso di allievo ufficiale, Giani ritorna nuovamente in prima linea e annota: «Anche per oggi siamo ancora vivi dopo un intenso bombardamento». Il 22 luglio viene ferito alla spalla e così il fratello Carlo narra a Elody l’accaduto: «[…] Si avanzava uno dopo l’altro… la via era una linea quasi retta con lunghi tratti riparati da roccia o muricciolo di sassi, e proprio parallelamente alla nostra direzione scoppiavano i proiettili a rari intervalli e a pochi metri da noi. Un gran soffio giallastro, fragore di rottame davanti a me e Giani non si vede. Io continuo con i miei sbalzi e vedo Giani inginocchiato rasente alla roccia con sangue alla spalla sinistra […]. In pochi mesi di guerra i desti- WhŶƉƌŝŵŽƉŝĂŶŽĚŝ'ŝĂŶŝ^ƚƵƉĂƌŝĐŚ ;Ő͘Đ͘ƌĐŚŝǀŝŽ&ĂŵŝŐůŝĂ^ƚƵƉĂƌŝĐŚͿ ribile offensiva, la Strafexpedition, spedizione punitiva. Giani e Carlo sono nuovamente divisi, entrambi con una missione da compiere: Carlo in basso nella valle, estremo avamposto, in difesa della pianura sottostante al forte Corbin dal quale l’artiglieria nemica spara senza sosta; Giani in alto verso l’altura di Belmonte sul Monte Cengio, per contrastare il nemico che avanza da ogni parte… I due fratelli si incrociano, si riconoscono in lontananza, non hanno il tempo di abbracciarsi ma negli occhi del fratello maggiore, Giani, rimane stampata nella mente e negli occhi la visione di Carlo, il suo volto sereno, in una mano ha il vessillo della sua compagnia, con l’altra saluta. col bastone ferrato e con gli occhi puri è il dolce addio per l’eternità…tu svolti; io su…». Il 30 maggio Carlo, isolato dal resto del reggimento, non riceve l’ordine di ritirata; dopo una strenua resistenza, ultimo superstite disperato di un manipolo di soldati si toglie la vita. con un colpo di pistola alla tempia per non cadere in mano nemica. Il giorno dopo Giani, ignaro della sorte del fratello, è sulle falde del Belmonte, mentre ondate di austriaci assalitori si susseguono, i granatieri resistono contrattaccando. Stuparich con i suoi uomini è riparato dietro un muretto composto di pietre rettangolari, una vicina all’altra. Una di queste ha un largo foro nel centro dal quale Giani controlla la situazione: tan- si allontanava e l’altra davanti a sé. Capiva che la morte poteva venirgli indifferentemente dall’una e dall’altra. Egli era forse l’unico vivo che si movesse in quella zona di terrore. Cosparsa da cadaveri. Tutto questo faceva parte della sua realtà, ma era come esistente in uno strato inferiore, non superava il livello del mondo in cui si bilanciavano, fiori splendidi, i razzi e, illuminando le cose intorno, discendevano stanchi a spegnersi». 'ŝƵƐLJƌŝƐĐŝŽŶĞ EŝƉŽƚĞĚŝ'ŝĂŶŝ^ƚƵƉĂƌŝĐŚ͕ ƐƚƵĚŝŽƐĂĚŝƐƚŽƌŝĂůĞƩĞƌĂƌŝĂŐŝƵůŝĂŶĂ͘ ƵƌĂƚƌŝĐĞ͕ŶĞůϮϬϬϱƉĞƌů͛Äò¦͕ ĚĞůůĂDŽƐƚƌĂ >ĂŽŶŶĂŝŶ/ƐƚƌŝĂĞŝŶĂůŵĂnjŝĂ ŶĞůůĞŝŵŵĂŐŝŶŝĞŶĞůůĞƐƚŽƌŝĞ͕ ĂůůĞƐƟƚĂŝŶĂŶŶŝƉŝƶƌĞĐĞŶƟĂdƌŝĞƐƚĞ͕ &ŝƌĞŶnjĞĞWĂĚŽǀĂ 6 EƵŵĞƌŽϲͮŐŝƵŐŶŽϮϬϭϰ Sia all’Ufficio Storico dell’Esercito Italiano come pure a quello dell’Arma dei Carabinieri ho rinvenuto l’«Informativa» - stilata a Padova e datata 18 gennaio 1946 - che trascriviamo più avanti e che con altre notizie descrive la situazione esistente nel gennaio 1946 a Fiume e a Gorizia. Quest’ultima città però, a parte ricorrenti minacce provenienti da oltre confine circa un ritorno degli slavi, era in mano alleata e quindi la situazione era ovviamente positiva. A Fiume si registrava invece una croatizzazione strisciante che si alleava a primi importanti provvedimenti “anti-capitalistici” nei confronti delle non molte industrie della città e cioè il Cantiere Navale, il Silurificio e la Raffineria degli oli minerali che però, a otto mesi dalla fine della guerra e che guerra - non potevano che lavorare a ritmo ridotto e in un certo senso solo con ciò che capitava. I comunisti jugoslavi lasciarono comunque relativamente in pace nel 1946 il resto della struttura produttiva della città, probabilmente anche per non creare delle tensioni, visto che si discuteva del testo del trattato di pace. Tuttavia l’Informativa descrive bene l’atmosfera poco ottimista esistente in città e dovuta a improvvise sparizioni di persone, grave disoccupazione, difficoltà alimentari e partenza degli italiani «regnicoli», ciò che gradualmente snaturava il carattere italiano di Fiume. Leggiamola. Fiume e Gorizia nel 1946 Una relazione conservata negli archivi militari italiani registra il clima di intimidazione instaurato dal regime di Tito nei territori occupati operai; ultimamente sono stati licenziati altri 150 operai. Unico italiano rimasto è l’ing. Mannia. Tra gli operai “epurati” risultano essere: Roccomelli Bruno, direttore amministrativo dell’ospedale civile: Petris Bruno, segretario economico dell’ospedale predetto, avente 40 anni di servizio al suo attivo. L’aspetto più preoccupante di questi licenziamenti è il fatto che gli “epurati” non possono allontanarsi da Fiume e pertanto sono costretti a vivere coi propri risparmi. Solo gli italiani di lingua italiana e non nati a Fiume possono chiedere il permesso di rimpatrio; ai fiumani è vietato. Dei 200 permessi al giorno che vengono normalmente concessi, navali, nel montaggio di tre o quattro motozattere; quella della fabbrica di tabacchi, ridottissima in quanto si stà [sic] effettuando lo smontaggio dei macchinari per il successivo trasporto a Spalato. Le condizioni di vita nella città sono estremamente precarie; non è consentita l’entrata di alcun genere alimentare. Fiume è completamente isolata sia per la linea di demarcazione sia perché anche per passare da una regione all’altra della Jugoslavia, occorrono speciali permessi. Oltre a ciò sussistono le difficoltà create dalla diversità della moneta e dai relativi cambi nelle varie regioni: infatti la jugo lira (lire di occupazione slava) con corso legale nella zona Cilio [recte Icilio] Bacci infoibato insieme alla moglie e alla domestica in località Santa Caterina, a pochi chilometri da Fiume. NOTIZIE DA GORIZIA > a situazione a Gorizia e nei paesi della provincia è, almeno apparentemente, calma. Dopo il noto incidente di Montespino [allusione ad un episodio che vide contrapposti militari statunitensi e partgiani jugoslavi, ndr] si è accentuata la avversione degli americani verso gli slavi i quali per contro non nascondono il loro odio verso gli americani in quanto sono questi che più spesso frappongono ostacoli altri italiani durante i 40 giorni di governo Jugoslavo. Ciò può essere il segno della diminuita fiducia in una affermazione slava sui territori giuliani. Nella zona B le famiglie italiane abbienti continuano ad essere depredate - sotto forma di sequestro - dei loro averi. Provenienti da Pola transitano a Divaccia treni completi di masserizie e di attrezzi agricoli e industriali. È stato notato che qualche volta carri con rifornimenti dell’U diretti in Jugoslavia, sono fermati a Sesana dagli alleati che durante la notte provvedono a far scaricare la merce e avviarla verso Trieste a mezzo dei loro autocarri. NOTIZIE VARIE / coniugi Ciernitz sono stati fatti sparire dall’O in data 24-II-’45. Q&ŝƵŵĞ͕ŵĂŐŐŝŽϭϵϰϱ͕ŝůŽƌƐŽ ĂƩƌĂǀĞƌƐĂƚŽĚĂĐŝŶŐŽůĂƟĚŝdŝƚŽ ;ĨŽƚŽǁǁǁ͘ůŽŬĂůƉĂƚƌŝŽƟͲƌŝũĞŬĂ͘ĐŽŵͿ ŐŽŶĞZĂƚnjĞŶďĞƌŐĞƌ NOTIZIE DA FIUME / l piano jugoslavo di snazionalizzazione della città di Fiume procede con ritmo sempre più accentuato ed invade tutti i campi, colpendo tutti gli italiani. Nel [sic] uffici pubblici le pratiche burocratiche vengono svolte in lingua croata; gli addetti alla centrale telefonica parlano esclusivamente questa lingua. Naturalmente tutto il personale italiano sostituito con elementi croati, viene accusato di fascismo o come reazionario. I dirigenti della raffineria olii-minerali sono stati sostituiti con elementi croati che tra l’altro sono anche incompetenti. Tra giorni saranno licenziati circa 200 operai. Altrettanto dicasi per il silurificio: sono stati sostituiti i dirigenti ed i capi circa 150 sono riservati agli agenti dell’ O. Anche quando si riesce ad ottenere uno di tali permessi, lasciare Fiume è pericoloso in quanto non si è sicuri di giungere ad oltrepassare la linea di demarcazione; così come è accaduto alle famiglie Leonessa e Coris, che, ottenuto il permesso di rimpatrio, sono scomparse lungo la strada con tutte le masserizie trasportate. L’ing. Pagan, arrestato dall’O e poi liberato si è allontanato senza permesso da Fiume; per rappresaglia l’O ha arrestato la di lui madre, ottantenne, successivamente fatta sparire dalle carceri (uccisa). Nulla l’attività industriale della città: - quella del silurificio consiste nella riparazione di camion e di vagoni ferroviari, nel montaggio dei vagoni dell’U e nella costruzione di attrezzi agricoli; quella dei cantieri B, quindi anche a Fiume, non ha corso né nella zona A né in Jugoslavia, ove la moneta corrente è il dinaro (cambio 3 = 1 dinaro). Ultimamente l’U ha inviato a Fiume 60 mila pacchi da Kg. 20 ciascuno contenenti generi alimentari per la successiva distribuzione gratuita a tutti gli abitanti: di detti pacchi oltre 40 mila sono stati inviati a Belgrado e quelli rimasti sono stati manomessi e poi venduti solo ai lavoratori, prima al prezzo di £ 250 e successivamente a £ 1000 ciascuno. L’O ha dato recentemente notizia alle famiglie interessate della morte dei loro congiunti, fatti sparire già dal maggio scorso, adducendo come causa del decesso malattie contratte nei campi di concentramento. Tra questi vi sono: senatore Riccardo Gigante, ucciso sin dal maggio s. a., senatore a qualsiasi loro intenzione. Sono gli americani che apertamente parteggiano per gli italiani nella questione giuliana e sono i principali promotori di una politica di accomodamento e di comprensione verso l’Italia. [Seguono notizie sull’approvvigionamento alimentare di Gorizia, giudicato nel complesso soddisfacente]. Gli slavi assicurano che con i primi di maggio p. v. scenderanno nuovamente nel territorio della zona A e anche nel Friuli, per la definitiva presa di possesso dei territori. A tale affermazione si contrappone però, specie in queste ultime settimane, il sintomatico sgretolamento del fronte slavo comunista, vari italiani appartenenti a detto fronte, e fra questi alcuni elementi già del R. Esercito, tentano avvicinamenti con gli italiani della regione per giustificare la intransigenza dimostrata verso Verso la metà di dicembre sono stati fucilati 25 partigiani slavi per ordine del comando militare; se ne ignora il motivo. Il comando O di Fiume è stato trasferito a Sussak. Corre voce che in Fiume si dovrebbe stabilire una delegazione americana. Nella città vi sono due movimenti autonomisti, indipendenti l’uno dall’altro, i cui appartenenti non si fidano di alcuno e costituiscono una cerchia chiusa. Giorni or sono un ufficiale di Tito ha ucciso a colpi di pistola, in una via cittadina, un fiumano che, forse leggermente avvinazzato, gridava “viva Fiume italiana”. La popolazione manifesta sempre più sentimenti filo-italiani e dà segni di intolleranza per l’oppressore. [Seguono notizie su movimenti via terra e ferrovia di materiale bellico, da e per la Jugoslavia]. 7 EƵŵĞƌŽϲͮŐŝƵŐŶŽϮϬϭϰ DAI COMITATI Proseguiamo la pubblicazione delle cronache degli eventi predisposti sul territorio nazionale dai Comitati Provinciali ANVGD per il Giorno del Ricordo. Cronache e immagini proseguiranno naturalmente sui prossimi numeri di “Difesa”. E torneremo anche su Comitati e Delegazioni di cui in questo mese già riportiamo notizie ed immagini. DELEGAZIONE DI FERMO Le scuole in visita all’ex Campo di Servigliano h n folto numero di studenti, cittadini e autorità civili, con il prefetto di Fermo Angela Pagliuca, ha preso parte alla commemorazione del Giorno del Ricordo promossa dalla «Casa della Memoria» di Servigliano in da esule nel campo di Servigliano, al quale è tornata in visita dopo ben 66 anni. Il prof. Paolo Giunta La Spada, presidente della «Casa della Memoria», ha rievocato gli eventi dell’esodo e rimarcato il ruolo dell’identità civile e culturale degli Italiani d’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Il prof. Marsan ha fornito, mediante proiezione di video, approfondimenti storici dell’esodo. Testimonianza commovente quella di Giovanna Martinuzzi che, intervistata da Giordano Viozzi, ha rievocato il suo arrivo a Servigliano nel 1947 e della buona accoglienza da parte dei cittadini. Accompagnati dall’assessore alle Politiche giovanili, Luca Spadoni, da docenti e dirigenti scolastici, gli allievi delle Scuole “Cappella”, nitori che in quel periodo vivevano nel Centro Raccolta Profughi di Servigliano, per la sua opera letteraria e il suo legame con la città. La Consulta Provinciale degli Studenti di Fermo ha promosso, dal canto suo, una conferenza-convegno, svoltasi lo stesso 10 Febbraio presso il Centro congressi di San Martino. Tutte le scuole superiori sono state coinvolte e la risposta degli istituti è stata molto positiva con il coinvolgimento di circa 200 studenti. Presente per la Provincia l’assessore Buondonno ha portato il saluto istituzionale. A chiudere l’evento il Delegato Anvgd per Fermo, Orazio Zanetti Monterubbianesi, che ha narrato le vicissitudini patite dalla sua famiglia. ta che abbiamo accolto e che è da sempre parte integrante della nostra, e con cui, ogni anno, promuoviamo le celebrazioni in occasione, appunto, della Giornata del ricordo. Per i nostri studenti è stato un esperienza formativa che ricorderanno e che rafforza in loro la conoscenza di vicende storiche per troppo tempo oscurate così come per la giornata della memoria ad Auschwitz». delegato dal sindaco, e da altri rappresenti. Anche la Prefettura di Latina ha reso omaggio alle vittime delle Foibe con una Messa e la deposizione di una corona di fiori ai piedi del monumento ai Martiri delle Foibe in piazzale Trieste, con la partecipazione del prefetto Antonio D’Acunto, i dirigenti e i soci del Comitato Anvgd pontino. Tutte le celebrazio- *** COMITATO DI LATINA In delegazione alla Foiba di Basovizza h W&ĞƌŵŽ͕ĞŶƚƌŽŽŶŐƌĞƐƐŝ ^ĂŶDĂƌƟŶŽ͕ŝůĨŽůƚŽƉƵďďůŝĐŽ ĚŝƐƚƵĚĞŶƟƉƌĞƐĞŶƟĂůůĂ ĐŽŵŵĞŵŽƌĂnjŝŽŶĞĚĞůϭϬ &ĞďďƌĂŝŽ ;ĨŽƚŽǁǁǁ͘ŝŶĨŽƌŵĂnjŝŽŶĞ͘ƚǀͿ XdžĂŵƉŽƉƌŽĨƵŐŚŝĚŝ ^ĞƌǀŝŐůŝĂŶŽ͕ƉĂƌƚĞĚĞŐůŝƐƚƵĚĞŶƟ ŝŶǀŝƐŝƚĂ ;ĨŽƚŽǁǁǁ͘ƉƌŝŵĂƉĂŐŝŶĂŽŶůŝŶĞ͘ŝƚͿ collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Fermo e l’Isml. Presente per l’Anvgd il prof. Giorgio Marsan, e quale testimone la signora Giovanna Martinuzzi, che nel biennio 1947-1948 visse “Curzi” e “Manzoni” hanno visitato quanto rimane del Centro, oggi trasformato in polo sportivo, ed hanno visitato una mostra storica sul campo di Servigliano. Al sindaco di Servigliano, Maurizio Marinozzi, il presidente della Casa della Memoria Giunta La Spada ha chiesto di concedere la cittadinanza onoraria di Servigliano alla signora Giovanna Martinuzzi, per l’alto significato della sua testimonianza, e allo scrittore Diego Zandel, nato nel 1948 da ge- na delegazione della Municipalità di Latina si è recata a Trieste per presenziare alla cerimonia tenutasi presso la Foibe di Basovizza. Della delegazione facevano parte il sindaco Giovanni Di Giorgi, i consiglieri comunali Luca Bracchi e Cesare Bruni, che hanno deposto una corona al Monumento Nazionale a nome della città di Latina, e una folta rappresentanza della scuole medie della città pontina. Prima della cerimonia tutta la delegazione di Latina è stata ricevuta dal sindaco di Trieste, Roberto Cosolini. Il sindaco Di Giorgi ha regalato all’omologo Cosolini un libro ed un gagliardetto di Latina e ha ringraziato il sindaco a nome di tutta la delegazione per l’ospitalità ricevuta. «Si è trattato di un momento molto commovente - ha detto Di Giorgi la nostra presenza qui è molto significativa perché il Giorno del Ricordo rappresenta un momento storico che non deve essere dimenticato nel nome dei valori e della storia del nostro Paese. La nostra città ha un legame particolare con Trieste e con la comunità giuliano-dalma- W'ůŝƐƚƵĚĞŶƟĚŝ>ĂƟŶĂĐŽŶŝůƐŝŶĚĂĐŽ'ŝŽǀĂŶŶŝŝ'ŝŽƌŐŝĂůůĂ&ŽŝďĂĚŝ ĂƐŽǀŝnjnjĂ;ĨŽƚŽǁǁǁ͘ĐŽŵƵŶĞ͘ůĂƟŶĂ͘ŝƚͿ Le commemorazioni nel capoluogo pontino ^ empre in occasione del Giorno del Ricordo anche a Latina ha avuto luogo una cerimonia commemorativa alla presenza di autorità civili, con il prefetto, il questore, il presidente della Provincia, e le associazioni combattentistiche. Il Comune di Latina era rappresentato dal consigliere Giovanni Chiarato, W>ĂƟŶĂ͕ƵŶŵŽŵĞŶƚŽĚĞůůĂ ĐĞƌŝŵŽŶŝĂĐŽŶůĞĂƵƚŽƌŝƚăŵŝůŝƚĂƌŝ ;ĨŽƚŽǁǁǁ͘ĐŽŵƵŶĞ͘ůĂƟŶĂ͘ŝƚͿ ni per il Giorno del Ricordo sono state organizzate dalla Prefettura in collaborazione con il Comune e con l’Anvgd provinciale, guidata da Benito Pavazza. Inoltre, presso l’Istituto scolastico “Corradini” convegno «Foibe ed esodo». ĐŽŶƚŝŶƵĂŹ 8 EƵŵĞƌŽϱͮŵĂŐŐŝŽϮϬϭϰ COMITATO DI LIVORNO Cerimonia in ricordo dei caduti giuliano-dalmati / n occasione del Giorno del Ricordo il Comitato provinciale ha organizzato diverse iniziative, iniziate la mattina con la deposizione di una corona di fiori al Monumento ai Caduti Giuliano-Dalmati nel Cimitero della Misericordia. Quindi coccarda tricolore è stata posta sulla targa del «Largo Vittime delle Foibe». Nel pomeriggio la celebrazione della Messa nella Chiesa del Sacro Cuore, in suffragio di tutti i Defunti giuliano-dalmati; successivamente ha avuto luogo un incontro nel cinemateatro dei Salesiani, «Per non dimenticare!», al quale hanno preso parte Mario Cervino (vicepresidente provinciale Anvgd) con «Il nostro esodo» e Umberto Fabi con «Storia tragica istriana», presentazione di un video documentario sull’esodo giuliano-dalmata. Perché il Sindaco di Monza Scanagatti si è preso “in toto” la responsabilità di cambiare quanto era stato deciso con l’Anvgd di Monza. Cedendo a pressioni a lui fatte. Ma da chi…? Ed ora iniziamo la storia che, come tutte le storie, inizia con un «c’era una volta». L’assessore alla Cultura che, normalmente, deve provvedere al finanziamento dei lavori, ad un certo punto, dichiara che non ci sono i fondi. La cosa passa nelle mani - leggi tasche - dell’assessore ai Giardini, che, fortunatamente, i fondi li ha. Come, tanti anni fa, Luciano Violante ha sostenuto, a proposito dei nostri beni abbandonati, «...quando si vuole, i soldi si trovano sempre!». Tutto procede nel migliore dei modi, tanto che l’assessore ai Giardini chiede all’Anvgd, dandole ogni potere decisionale, di suggerire il testo da apporre sulla stele. Questo, per l’approvazione da parte del Consiglio Comunale sia del testo che della spesa. L’assessore ai Giardini comunica all’Anvgd che, sia il testo che la spesa relativi conoscenza del testo e, cosa succede? Invece di mangiare la nonna, il lupo-sindaco si mangia quaranta centimetri di stele. Ordina al marmista, allibito ed incredulo, di tagliare quaranta centimetri del monumento, alla base, nella parte inferiore: non vuole che l’acronimo Anvgd sia accostato al Comune di Monza. Caruz chiede, inutilmente, il motivo di questa decisione. Anche se non esplicitamente dichiarato, il motivo c’è ed è ben chiaro, per chi lo vuol capire. Inflessibile, il sindaco dichiara, come detto prima, di assumersi la responsabilità di quanto stabilito “in toto”. Comprensibilmente, Leonardo Caruz e l’Anvgd non accettano la decisione di tagliare il monumento, togliendo la paternità alla nostra Associazione e così il ha deposto sul monumento una corona, in forma privata. Avevo iniziato con un «c’era una volta»… Di solito, nelle favole, c’è un lieto fine. In questo caso non c’è. Perché la nostra storia è tragica W erché i nostri morti, le lacrime e lo strazio delle mamme, delle mogli, dei figli dei nostri morti sono la testimonianza vera di quanto ci è accaduto. Perché il nostro Esodo, volutamente “infoibato”, è stato ed è tanto scomodo da volerlo coprire col sudario del silenzio, perché “qualcuno” sperava ed, ancora, spera che quel silenzio divenga oblìo. Con il Giorno del Ricordo, nonostante gli sforzi ed i vani tentativi dei vari Kersevan (sempre “ospite” ben gradita Incontro pubblico su Il Confine orientale nel Novecento / n occasione del Giorno del Ricordo 2014 l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella Provincia di Livorno ha organizzato un incontro pubblico, La nostra storia e la storia degli altri. Il Confine orientale nel Novecento, svoltosi a Livorno mercoledì 12 febbraio, presso il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo, in collaborazione con l’Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell’Età Contemporanea e promosso anche da Comune e Provincia di Livorno, Anpi di Livorno e dal Comitato provinciale Anvgd. L’incontro prevedeva la presentazione del video documentario che dà il titolo all’iniziativa, prodotto nel 2011 dall’Isgrec dalla Regione Toscana insieme all’Associazione “None”. Il documentario, che si è avvalso della collaborazione di alcuni docenti, ripercorre i luoghi del confine orientale e narra storie individuali, interpretazioni di storiche e storici, di qua e di là dal confine. All’incontro ha preso parte, tra gli altri, Mario Cervino per l’Anvgd. WDƵŐŐŝž;DŽŶnjĂͿ͕WŝĂnjnjĂEŽƌŵĂ ŽƐƐĞƩŽ͕ĐĞƌŝŵŽŶŝĂĚĞůϭϬ &ĞďďƌĂŝŽ͕ů͛ŝŶƚĞƌǀĞŶƚŽĚŝWŝĞƚƌŽ ĞƌůŝĞŶĐŽ͘YƵŝŶĚŝŝůĂďĂƌŝĚĞůůĞ ĂƐƐŽĐŝĂnjŝŽŶŝĚ͛ƌŵĂƉƌĞƐƐŽŝů ŵŽŶƵŵĞŶƚŽĂůůĂDĂƌƟƌĞŝƐƚƌŝĂŶĂ XDƵŐŐŝž͕ŝůĚĞƩĂŐůŝŽĚĞů al compimento dell’opera, sono stati approvati. Leonardo Caruz viene incaricato dal Comitato di seguire il lavoro del marmista incaricato dell’esecuzione dell’opera. E, come nelle più belle favole, ŵŽŶƵŵĞŶƚŽĂEŽƌŵĂŽƐƐĞƩŽ WsĂƌĞĚŽ;DŽŶnjĂͿ͕ůĂĐŽŶĨĞƌĞŶnjĂ ŶĞůůĞƐĐƵŽůĞ *** COMITATO DI MONZA - BRIANZA «Inaugurazione di una grande stele a cura del Comune di Monza e A». La farsa raccontata come una favola osì diceva il programma dell’inaugurazione, ma così non è stato. «C’era una volta», nell’ottobre 2013, Leonardo Caruz, esule da Zara, ex consigliere comunale di Monza, che, a nome del Comitato Anvgd di Monza-Brianza, chiede ed ottiene che l’Amministrazione Comunale ponga una stele dedicata ai Martiri delle Foibe, in Via Martiri delle Foibe, a Monza. tutto procede nel migliore dei modi, tanto che l’Anvgd mette nel programma delle manifestazioni per il Giorno del Ricordo, dandone grande risalto, l’inaugurazione della stele. Ma c’è sempre «il lupo cattivo», il sindaco Scanagatti, il quale, tre giorni prima della celebrazione, viene a 9 febbraio, di mattina, senza alcuna cerimonia ufficiale, la stele viene innalzata sul luogo prestabilito. Senza darne alcun risalto, senza che i Cittadini di Monza ne siano messi al corrente, nello squallore più grande e nella più grande tristezza. La stele è stata posizionata in modo che i passanti non ne possano leggere le parole. Le può leggere solo chi arriva in macchina, ma che, per poterlo fare, deve scendere dall’auto e bloccare il traffico. L’Anvgd di Monza Brianza, dopo alcuni giorni, a Monza (!?!) e, perché no, dei vari Scanagatti, si fa sempre più spazio la verità. Che è quella raccontata dai testimoni che hanno vissuto il nostro dramma e che, fino a quando ne avranno la forza, lo racconteranno. ŶŶĂDĂƌŝĂƌĂƐƚŝ&ƌĂŐŝĂĐŽŵŽ ĞƐƵůĞĚĂKƌƐĞƌĂĚĂůϭϵϰϴ La cerimonia nel Duomo di Monza h na S. Messa al Duomo di Monza è stata celebrata il 10 Febbraio in onore delle Vittime delle Foibe e prevedeva la lettura di preghiere da parte di esuli. La cerimonia liturgìca è stata 9 EƵŵĞƌŽϱͮŵĂŐŐŝŽϮϬϭϰ voluta dal Comitato di Monza-Brianza, che ne ha curato la bella organizzazione. Erano presenti molte autorità tra le quali il prefetto di Monza, il presidente della Provincia di Monza-Brianza ed un assessore in rappresentanza del Comune. Erano presenti tutte le associazioni d’Arma del Territorio, fra le quali Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia e C.R.I. Sezione di Monza. Il parroco ha tenuto un’omelia che ricordava i nostri morti ed i drammatici avvenimenti che li hanno causati. La Messa si è conclusa con la Preghiera agli Infoibati letta da Francesca Montagni Marchiori e dalla poesia «No dimentichemo» letta da Annamaria Crasti. Ulteriori cronache dal Comitato di Monza-Brianza sul prossimo numero. Su questo anticipiamo alcune immagini delle cerimonie svoltesi in provincia, a Muggiò e a Varedo. *** COMITATO DI PADOVA Ci perviene la cronaca dettagliata delle iniziative promosse dal Comitato veneto, che pubblichiamo integralmente. > e celebrazioni per il Giorno del Ricordo sono state aperte a Padova sabato 8 febbraio con l’inaugurazione della mostra fotografica «Roma, Venezia e Italia al di là dell’Adriatico», curata dal Comitato provinciale e allestita nella Loggia Scamozzi del Centro culturale San Gaetano, dove è rimasta fino al 23 febbraio. Per l’amministrazione comunale ha rivolto un saluto la vicepresidente della Commissione alle Politiche Culturali, Cristina Toso. Riferendosi al Giorno del Ricordo, lo ha definito «una solennità civile nazionale, che lascia un segno indelebile nel calendario di ciascuno e che si illumina di luce di dolore e di testimonianza durante le commemorazioni delle vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo». La mostra è composta da 32 pannelli recanti immagini di un ipotetico viaggio da Muggia, prima cittadina dell’Istria italiana, per poi toccare le altre città della costa istriana, con qualche deviazione all’interno, alla ricerca delle orme romane, veneziane, italiane. Si arriva così a Fiume e poi giù, giù lungo la costa dalmata fino alle bocche di Cattaro, oggi Montenegro: scorci talora inediti di tracce del nostro augusto passato, un viaggio di e nella memoria. Il giorno successivo, nella sala Polivalente Paride Piasenti del Museo dell’Internato Ignoto, si è tenuto lo spettacolo teatrale dedicato alla storia di Norma Cossetto dal titolo Storia tragica istriana, a cura dell’associazione culturale “Scenari Armonici” di Parma. > Il 10 Febbraio unedì 10 febbraio, la cerimonia istituzionale del Giorno del Ricordo. Dopo il tradizionale alzabandiera, è stato reso omaggio ai Caduti con la deposizione di una corona d’alloro davanti al monumento di Via Oberdan. Presenti i labari di tutte le associazioni combattentistiche, il gonfalone dell’Università e la fanfara dei Bersaglieri, che, in chiusura, hanno eseguito Le Campane di San Giusto. Al saluto dell’assessore Umberto Zampieri, a nome del sindaco, è seguito quello della presidente della Provincia Barbara Degani. Ha concluso la presidente del Comitato provinciale Anvgd Italia Giacca con un intervento accorato, terminato con alcuni versi tratti da Magazzino 18 di Simone Cristicchi. «Scende la notte e si abbraccia il silenzio, su questa terra che tutto comprende, che tutto perdona... Non è un’offesa che cede al rancore, non è ferita da rimarginare. È l’XI Comandamento, non dimenticare». La cerimonia si è svolta nella Sala Paladin e cortile di Palazzo Moroni, a causa della pioggia battente. Erano comunque presenti centinaia di persone, oltre alle Autorità civili e militari. Alle 11.30, nella chiesa di San Nicolò, la Messa in onore delle vittime delle Foibe e dell’Esodo. Il venerdì successivo, 14 febbraio, in una struttura del Consiglio di Quartiere 3 Est, è stata intitolata una sala polivalente a Norma Cossetto, con una cerimonia semplice ma commovente, soprattutto per la presenza e testimonianza di una signora novantatreenne, Maria Vittoria, compagna di studi di Norma. L’«Evento Tartini» ^ abato 15 febbraio si è svolto quello che è stato definito l’«Evento Tartini». Con la collocazione di un busto di Giuseppe Tartini che poggia su un diapason si è voluto dare visibilità al grande compositore metà istriano e metà padovano, simbolo dei forti legami culturali tra l’Istria e Padova. Opera dello scultore Gianni Aricò, il busto è stato collocato sul sagrato della Chiesa di Santa Caterina, in Via Cesare Battisti, nel luogo dove, dal 1770, il granQWĂĚŽǀĂ͕WĂůĂnjnjŽ DŽƌŽŶŝ͕ƐĞĚĞ ĚĞůŽŵƵŶĞ͕ ƉƌĞƐĞŶƚĂnjŝŽŶĞĚĞů ǀŽůƵŵĞ^ƚŽƌŝĂĚŝƵŶ ŵĂƌŝŶĂŝŽ͕ĚĞĚŝĐĂƚŽ ĂEĂnjĂƌŝŽ^ĂƵƌŽ͘ ůĐĞŶƚƌŽ͕/ƚĂůŝĂ 'ŝĂĐĐĂ͕ƉƌĞƐŝĚĞŶƚĞ ĚĞůŽŵŝƚĂƚŽ Äò¦͘ŽŶůĞŝ͕ĂůůĂ ƐƵĂĚĞƐƚƌĂ͕ƌƵŶŽ ƌĞǀĂƚŽ^ĞůǀĂŐŐŝ Q/ŶĂƵŐƵƌĂƚŽŝůďƵƐƚŽ Ěŝ'ŝƵƐĞƉƉĞdĂƌƟŶŝ͕ ƉƌĞƐĞŶƚĞĂŶĐŚĞ dƵůůŝŽĂŶĞǀĂƌŝ͕ ƐŝŶĚĂĐŽĚĞů>ŝďĞƌŽ ŽŵƵŶĞĚŝWŽůĂ de compositore riposa accanto alla moglie. Don Roberto Ravazzolo, Rettore di Santa Caterina, nel porgere il saluto, ha osservato che Tartini vanta cultori in tutto il mondo, ma non è molto conosciuto nella stessa Padova, ed ha auspicato che il monumento sia di richiamo verso questo illustre musicista. Quindi la presidente provinciale dell’Anvgd Italia Giacca ha ringraziato i partecipanti e in particolare l’architetto Tullio Canevari, che ha profuso la sua professionalità per l’opera, oltre alla delegazione di Pirano e i rappresentanti della «Famea Piranesa», che raccoglie la comunità degli esuli. «La musica universale di Tartini», ha sottolineato il consigliere comunale Nereo Tiso, «ha creato legami forti tra Padova e l’Istria e una nuova speranza per il futuro dei giovani». Dopo lo scoprimento del busto i presenti si sono spostati all’interno della Chiesa, dove la storia di questi legami, che affonda le radici in età preromana, è stata ripercorsa dal presidente della Società di Studi storici di Pirano Kristian Knetz. «La storia di queste contrade», ha detto, «è stata segnata da un’osmosi secolare fatta di rapporti economici, culturali, artistici ed umani». Il Rettore della Basilica del Santo, padre Enzo Poiana, dopo aver ricordato le proprie origini goriziane e gli anni trascorsi come vice parroco del villaggio giulianodalmato di Roma, si è soffermato sul legame tra Tartini e i frati minori del Santo, dove dal 1721 al 1770 il musicista piranese «ha accompagnato con la magia delle sue composizioni i riti sacri e si è fatto interprete del sentimento religioso dei padovani». Il profilo artistico del grande compositore e violinista è stato quindi tracciato dal docente di Filologia musicale all’Università Sergio Durante. «La città di Padova», ha detto, «dovrebbe assumersi la responsabilità, insieme all’Università, di pubblicare le opere complete di Tartini nell’ambito di una collaborazione internazionale. Una collaborazione che rifletta anche su un archivio tartiniano e un luogo museale di documentazione». Padova vanta infatti una grande tradizione tartiniana spesso sconosciuta. «Ora chi passerà di qui vedrà che c’è un segno concreto della presenza di Tartini», ha detto Gregorio Carraro, ricercatore, «il simbolo stesso del confine. Confine tra i tardo barocco e il neoclassico, tra il sacro e il profano, tra il Tartini teorico e studioso di fenomeni fisici e quello pratico, compositore». L’ultima parola è stata affidata alla musica, eseguita dall’Ensemble «ex Chordis», composta da Giuditta Bastanzetti al violino, Gabriele Mazzon al violino, Giulia Sfoggia al violoncello e Cristiano Gaudio al clavicembalo. Oltre alla sonata per due violini e basso continuo in re maggiore n. 3 di Tartini, sono stati eseguiti brani di Arcangelo Corelli, Marco Uccellini e Antonio Vivaldi. ĐŽŶƚŝŶƵĂŹ 10 Libri e personaggi della cultura Z ientrano nelle iniziative organizzate per il Giorno del Ricordo anche le presentazioni dei libri Non parto, non resto... e Storia di un marinaio, svoltesi entrambe a Palazzo Moroni, sede del Comune di Padova. Il primo volume, opera di Gianna Mazzieri Sankovic e Corinna Gerbaz Giuliano, è stato presentato il 20 marzo dalle autrici, docenti di italianistica all’Università di Fiume, insieme alla giornalista Rosanna Turcinovich Guricin, a Grazia Tatò, presidente della Deputazione di Storia Patria Venezia Giulia, e a Italia Giacca. In rappresentanza dell’amministrazione comunale, è intervenuta Cristina Toso. Ha suscitato vivo interesse la storia dei due letterati fiumani del Novecento, Marisa Madieri e Osvaldo Ramous, profondamente diversi per storia e generazione, ma accomunati dall’esigenza di elaborare un dolore e da una poetica aperta al mondo e alle diversità. Il 27 marzo infine è stato presentato il volume dedicato a Nazario Sauro scritto dal nipote Romano, ammiraglio della Marina Miliare, e da suo figlio Francesco. Con gli autori, ha colloquiato lo storico ed editore Bruno Crevato Selvaggi. Sono intervenute anche la presidente Italia Giacca e la consigliera Cristina Toso. Il numerosissimo pubblico ha seguito con grande partecipazione i racconti appassionati degli autori, che hanno saputo coniugare il rigore della ricerca scientifica a riflessioni e spunti più personali, tracciando un profilo umano, militare e ideale del capitano marittimo, medaglia d’oro al valor militare della Prima guerra mondiale. Gli interventi nelle scuole ' li interventi nelle scuole, dalle primarie alle secondarie di primo e secondo grado, ad opera di Adriana Ivanov, Franca Dapas e Italia Giacca, hanno interessato svariate decine di classi. Da segnalare inoltre altri incontri, quello organizzato da Fabio Giachin, presidente del Rotary Club Padova Euganeo, dove Adriana Ivanov ha tenuto una prolusione storica, l’altro con il Gruppo Giovani dell’associazione culturale «La Contea» e «Comitato 10 Febbraio» con le testimonianze e relazioni di Italia Giacca e Adriana Ivanov. Numerosi anche i contatti con i Comuni limitrofi per la presentazione del libro L’esodo nei ricordi dei Giuliano-Dalmati di Padova (1943-1954), per la proiezione dei film «La città dolente» e «Cuori senza frontiera», ed altri modi per commemorare il Giorno del Ricordo. Sono stati coinvolti i Comuni di Abano Terme, Arzergrande, Bassano, Battaglia Terme, Cadoneghe (dove si è svolto un confronto dibattito con la locale sezione Anpi), Camin, Campagnola di Brugine, Cervarese Santa Croce, Este, Limena, Noventa Vicentina, Polesella, Piove di Sacco, San Giorgio delle Pertiche, Saonara, Vigonovo. Altri Comuni hanno celebrato in modo autonomo: si è potuto comunque notare: si è potuto comunque notare un accresciuto interesse e fermento per il Giorno del Ricordo. DĂĚŝŶĂ&ĂďƌĞƩŽ *** COMITATO DI PISA Riposizionata la Targa Rotonda martiri delle Foibe, distrutta da vandali Il sindaco Filippeschi: «gesto volgare» EƵŵĞƌŽϲͮŐŝƵŐŶŽϮϬϭϰ e i Martiri delle Foibe indicati da alcuni come fascisti. Così si semplifica e si travisa una vicenda dolorosa. Inutile spiegare a costoro la storia del dramma delle popolazioni giuliane dalmate in un momento terribile come quello della fine della guerra nella ex Jugoslavia. I fatti della rotonda meritano un giudizio duro e deciso: Pisa è il luogo in cui, nella tradizione di città di studio e ricerca, si riflette con spirito libero sugli avvenimenti del ’900. Per ricordare le vittime della violenza da qualunque parte esercitata». Presenti alle cerimonie il prefetto di Pisa Francesco Tagliente, il presidente della Provincia Andrea Pieroni, il presidente del Consiglio Comunale Ranieri Del Torto e la presidente del Comitato provinciale Anvgd Rossella Bari. Proprio il prefetto Tagliente ha voluto rimarcare il dovere ͨE on esistono e non devono esistere ‘guerre di memorie’, la memoria della nostra storia è alimentata dalla consapevolezza della nostra comunità e dalla conoscenza della Carta costituzionale». Così l’assessore Marilù Chiofalo durante la cerimonia commemorativa del Giorno del Ricordo tenutasi nella Sala Regia di Palazzo Gambacorti, sede del Municipio. Momento saliente della mattinata, durante la quale sono state deposte corone, è stato il riposizionamento presso la rotatoria intitolata ai Martiri delle Foibe della targa, distrutta a fine gennaio da un atto vandalico. «Abbiamo voluto porre al suo posto la targa proprio oggi per un segno tangibile di vicinanza ai nostri concittadini che, con le loro famiglie, hanno vissuto il martirio delle Foibe e gli esodi che sono seguiti», ha dichiarato l’assessore Marilù Chiofalo. Un gesto qualificato unanimemente come ignobile ha mandato in frantumi la lapide della Rotonda all’incrocio fra via Lucchese e via Paparelli, al suo posto è comparso il cartello «Pisa antifascista». Avvertita da un cittadino, la Polizia Municipale si è recata sul posto per fare i rilievi e rimuovere il cartello. In quella occasione il sindaco di Pisa Marco Filippeschi aveva sottolineato la volgarità e l’ignoranza degli autori del gesto: «Proprio nel giorno della memoria non si sentiva alcun bisogno sul paragone sottointeso fra i caduti della Shoah W^ŝƌŝƉŽƐŝnjŝŽŶĂůĂdĂƌŐĂĚĞĚŝĐĂƚĂĂŝ DĂƌƟƌŝĚĞůůĞ&ŽŝďĞ ;ĨŽƚŽǁǁǁ͘ƋƵŝŶĞǁƐƉŝƐĂ͘ŝƚͿ XWŝƐĂ͕^ĂůĂZĞŐŝĂĚĞůŽŵƵŶĞ͕ ůĂĐŽŵŵĞŵŽƌĂnjŝŽŶĞĚĞůϭϬ &ĞďďƌĂŝŽ ;ĨŽƚŽǁǁǁ͘ĐŽŵƵŶĞ͘ƉŝƐĂ͘ŝƚͿ di rendere omaggio e «onorare le vittime di quei tragici avvenimenti». «Il nostro pensiero - ha proseguito - e la nostra vicinanza vanno, oggi, a tutti i familiari delle vittime degli efferati massacri delle Foibe e ai rappresentanti delle associazioni che mantengono viva la memoria di quella tragedia e dell’esodo di intere popolazioni, portatrici di identità culturali e tradizioni che non devono essere cancellate» Nella Sala Regia, oltre alle autorità militari e ci- vili, una classe del Liceo Scientifico”'Ulisse Dini”: Alla cerimonia tenutasi in Senato hanno invece presenziato gli allievi della 2ª B del Liceo Classico “Galilei”, accompagnati dal sindaco Marco Filippeschi e dall’assessore provinciale alla Pubblica Istruzione Miriam Celoni, dal dirigente dell’ufficio scolastico Luigi Sebastiani e al preside Salvatore Caruso. > A Cascina unedì 10 febbraio 2014 una delegazione del Consiglio comunale di Cascina ha partecipato alle celebrazioni ufficiali della ricorrenza svoltesi nella Sala Regia del Palazzo comunale di Pisa, alla presenza del prefetto Francesco Tagliente, del presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni, e di molte autorità civili e militari. «Tale celebrazione - ha dichiarato Paola Viegi, presidente del Cosiglio comunale - voluta dal nostro Parlamento, vuole restituire il giusto riconoscimento, non solo istituzionale, a tanta sofferenza subìta dagli italiani del confine nord orientale nel secondo dopoguerra, quando furono oggetto di un dramma umano che li ha segnati per sempre. Bisogna ricordare contro ogni discriminazione ideologica, creare “memoria collettiva” dei fatti e delle vicende storiche di quel tempo, diffondere in modo imparziale le conoscenze per una partecipazione consapevole in virtù di quei principi di democrazia e di libertà lasciatici in dote dai nostri padri costituzionali». *** COMITATO DI SASSARI Tutta Fertilia ricorda / l 10 Febbraio è stato adeguatamente commemorato anche in Sardegna a cura del Comitato provinciale di Sassari che ha organizzato le relative celebrazioni a Fertilia, uno dei maggiori centri di arrivo in Italia degli esuli giuliani e dalmati. Nella Chiesa di San Marco è stata celebrata una Messa alla quale hanno presenziato, come ogni anno, diverse autorità civili e militari ma, soprattutto, un cospicuo numero di Esuli. Annullato, per maltempo, il corteo previsto per la deposizione delle corone d’alloro all’obelisco del Leone di San Marco e al monumento del Cristo delle Foibe. «Passeggiando sotto il porticato, alla termine della Messa che si era celebrata nella chiesa di San Marco - si legge nella cronaca pubblicata su “La Nuova Sardegna” -, non era difficile cogliere un marcato accento veneto nella parlata di alcune persone, che magari indossavano il cappello degli alpini o mostravano con orgoglio le decorazioni ottenute in anni di servizio per lo Stato italiano. Con loro tanti sardi: di origine od ormai sardi acquisiti. Una scena che “ufficialmente” da dieci anni si ripete a Fertilia, in occasione della Giornata del Ricordo per non dimenticare le migliaia di italiani infoibati dai partigiani di Tito e il successivo esodo di intere comunità dall’Istria e dalla Dalmazia». «Quella di Fertilia - prosegue il quotidiano - è la storia di 150 famiglie istriane e dalmate arrivate ad Alghero fra il 1947 e il 1952. Che non hanno dimenticato le loro radici, le loro tradizioni, la loro cultura, la loro lingua. Come non hanno dimenticato le difficoltà dei primi tempi, la malcelata ostilità dei residenti, comprese quelle famiglie ferraresi arrivate a Fertilia una dozzina d’anni prima, quando la borgata era stata fondata dal regime fascista. Ieri mattina giuliani, istriani e dalmati (o meglio, i loro figli, nipoti e anche pronipoti nati in Sardegna) si sono ritrovati in chiesa, nella parrocchia di San Marco. […] Da dieci anni, da quando il governo ha istituito la Giornata del Ricordo, il 10 Febbraio è diventato un appuntamento per l’intera comunità di Fertilia. […] Alla cerimonia hanno assistito le massime autorità civili della Provincia, guidate dal prefetto Salvatore Mulas, i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle forze armate, ma soprattutto i rappresentanti delle associazioni combattentische. E, a voler consolidare il senso di appartnenza e continuità con le vicende 11 EƵŵĞƌŽϲͮŐŝƵŐŶŽϮϬϭϰ del passato, i labari delle associazioni degli Esuli sono stati affidati ai giovanissimi, ai nipoti e pronipoti di quegli istriani e dalmati che più di sessant’anni fa erano sbarcati in Sardegna. Famiglie che, non senza fatica, si erano adattate alla nuova realtà, che avevano aperto attività artigianali e commerciali». *** COMITATO DI TRENTO Con l’A, le autorità civili e la Fondazione Museo Storico del Trentino E A Rovereto el decimo anniversario dall’istituzione del Giorno del Ricordo, lunedì 10 Febbraio il Comitato provinciale Anvgd con gli Esuli residenti nel territorio trentino hanno preso parte alle cerimonie civili e religiose svoltesi nel capoluogo e a Rovereto. In quest’ultima località la Messa celebrata nella Chiesa di Santa Caterina e, successivamente, in Largo Vittime delle Foibe la deposizione della corona, due cerimonie cui ha preso parte la presidente del Comitato, Anna Maria Marcozzi Keller, e alle quali hanno contribuito il Comune di Rovereto e la Fondazione Museo Storico del Trentino. A Trento ue cerimonie istituzionali, dopo quelle della mattina a Rovereto, hanno contrassegnato, nel capoluogo, il Giorno del Ricordo. La prima, nel Tempio Civico di San Lorenzo, con la Messa, la seconda civile, presso il Monumento dedicato alle Vittime delle Foibe in Largo Pigarelli, con la deposizione della corona d’alloro in memoria di quanti furono trucidati nelle Foibe e di tutti i Caduti in guerra, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose. Al termine della celebrazione liturgica è intervenuta la presidente del Comitato Anvgd Anna Maria Marcozzi Keller, che, tra l’altro, ha voluto rimarcare: «non ci sarà vera riconciliazione se il dramma del confine orientale non sarà raccontato, con verità, nelle scuole e non risulterà nei libri di testo». Un’esigenza comunque ripresa dalla circolare del ministro della Pubblica Istruzione Maria Chiara Carrozza e diffusa anche dal Servizio Istruzione della Provincia di Trento, nella quale si legge «Si invitano le scuole di ogni ordine e grado, nella piena autonomia organizzativa e didattica, di prevedere ini- ziative volte a diffondere la conoscenza dei tragici eventi che costrinsero centinaia di migliaia di italiani, abitanti dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, a lasciare le loro case, spezzando secoli di storia e di tradizioni. Tali iniziative saranno inoltre utili per valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate - in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica - e a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero. Si invitano pertanto le SS.LL. - termina la circolare del Miur -, anche mediante la collaborazione con le Associazioni degli esuli che po- WZŽǀĞƌĞƚŽ͕ƵŶ͛ŝŵŵĂŐŝŶĞĚĞůůĂ ĐĞƌŝŵŽŶŝĂŝŶ>ĂƌŐŽsŝƫŵĞ ĚĞůůĞ&ŽŝďĞ;ĨŽƚŽǁǁǁ͘ ƚƌĞŶƟŶŽĐŽƌƌŝĞƌĞĂůƉŝ͘ŝƚͿ XŶĐŽƌĂĂZŽǀĞƌĞƚŽ͕ƵŶŵŽŵĞŶƚŽ ĚĞůĐŽƌƚĞŽƉĞƌŝůϭϬ&ĞďďƌĂŝŽ;ĨŽƚŽ ǁǁǁ͘ƚƌĞŶƟŶŽĐŽƌƌŝĞƌĞĂůƉŝ͘ŝƚͿ tranno fornire un importante contributo di analisi e di studio, a sensibilizzare le giovani generazioni su questi tragici fatti storici, al fine di ricordare le vittime e riflettere sui valori fondanti la nostra Carta costituzionale». Il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, ha diramato una nota per sottolineare l’alto valore educativo del Giorno del Ricordo: «La crudeltà delle Foibe, pur a distanza ormai di molti anni, ci chiama anche al dovere di costruire memorie collettive capaci di farsi soprattutto diffuso atto didattico e stimolo concreto ad oltrepassare i confini ideologici, ritrovando indispensabili strade di dialogo, di incontro e di confronto». Roma, la visita del sindaco Ignazio Marino al Quartiere Giuliano-Dalmata «Ogni angolo, ogni edificio, ogni strada di questo quartiere, unico nella città di Roma, ci racconta dolori e speranze, tragedie e ricordi» ͨ sempre più importante il lavoro di presidio della memoria. In questo Quartiere, come in tutta la città, nelle famiglie, nelle scuole, con i nostri ragazzi in particolare, che devono sapere, per crescere cittadini di un mondo che non vuole più conoscere le stagioni dolorose del nostro Novecento. Per questo crediamo fermamente che debba essere resa attiva la Casa del Ricordo in via San Teodoro perché a Roma vi sia un luogo che racconti la storia e le vicende umane di una intera popolazione. Un luogo aperto alle scuole, perché si possa studiare, con rigore scientifico, alcune delle pagine più importanti e drammatiche della nostra storia. La Casa del Ricordo servirà anche a far conoscere la storia e la cultura della comunità giuliano-dalmata, perché possa essere conosciuta e tramandata». È un passaggio saliente dell’intervento di saluto del sindaco di Roma Ignazio Marino, pronunciato nel Teatro “Sammarco” del Quartiere Giuliano Dalmata, dove si è recato in visita lo scorso 12 aprile. Accolto da dirigenti e associati del Comitato A capitolino, con la sua presidente Donatella Schürzel,e dai dirigenti della Società di Studio Fiumani, con il suo presidente Amleto Ballarini e il direttore dell’Archivio-Museo Storico di Fiume, Marino Micich. Il sindaco era accompagnato dall'assessore alla Scuola, Alessandra Cattoi, e dal presidente del IX Municipio, Andrea Santoro. «È stato un percorso veramente emozionante, un viaggio nella storia e nella memoria del nostro Paese. Ogni angolo, XZŽŵĂ͕ŝůƐĂůƵƚŽĚĞůƐŝŶĚĂĐŽ ogni edificio, ogni strada di questo quartiere, unico nella città di Roma, ci racconta dolori e speranze, tragedie e ricordi. Ogni angolo di questa piccola Venezia Giulia ha aggiunto Marino - rende visibile le tracce delle sofferenze che i molti istriani, giuliano e dalmati hanno vissuto con le foibe prima e con l'esodo dopo». Tra i luoghi del quartiere visitati dal primo cittadino e dall’assessore alla Scuola anche, l'Associazione Quartiere Giuliano-Dalmata «Gentes» e la ex Casa della Bambina Giuliano-Dalmata. DĂƌŝŶŽŶĞůdĞĂƚƌŽ^ĂŵŵĂƌĐŽĂů YƵĂƌƟĞƌĞ'ŝƵůŝĂŶŽͲĂůŵĂƚĂ W/ůƉƌŝŵŽĐŝƩĂĚŝŶŽŝŶǀŝƐŝƚĂĂůů͛ƌĐŚŝǀŝŽDƵƐĞŽ^ƚŽƌŝĐŽĚŝ&ŝƵŵĞ ;ĨŽƚŽ^ŽĐŝĞƚăĚŝ^ƚƵĚŝ&ŝƵŵĂŶŝͿ ZĞĚ͘ 12 ŻĚĂůůĂƉƌŝŵĂƉĂŐŝŶĂ L’edizione 2014 di «Classe Turistica», il Concorso Tci - AssoEsuli ^D/EZ/KKEKZ^KD/hZϮϬϭϱ͕ WZ/DZ/hE/KEWZWZd/s KE>^^K//KE/>>͛^KK Seminario annuale così come il Concorso dovranno aspirare ad una più ampia e reticolare partecipazione di docenti e studenti, ovvero a favorire attività costanti nel corso dell’anno scolastico rendendo i docenti che vi abbiano partecipato promotori, a loro volta, di iniziative formative e didattiche anche in scuole diverse. Ed è anche emersa la comune opinione che Seminario e Concorso andranno meglio integrati: si è deliberato quindi che nella scheda di prenotazione per il Concorso 2015 venga richiesto se si sia partecipato ad uno dei Seminari di formazione, ed un mini Seminario sarà istituito il giorno prima della premiazione dei vincitori del Concorso, proprio per rimarcare l’interdipendenza tra le due iniziative. Proprio la prossima edizione del Concorso riservato alle classi degli istituti scolastici di lingua italiana è stato quindi oggetto di una prima ma significativa pianificazione, che prevederà la pubblicazione del bando entro il prossimo giugno, il che richiederà una riunione organizzativa entro il mese di maggio. E al report sul Concorso 2014 è stata dedicata molta attenzione per introdurre alcuni correttivi, resisi necessari dall’esame degli elaborati pervenuti nelle passate edizioni. I rilievi dei componenti della commissione di valutazione, ben riassunti dalla relazione del prof. Roberto Spazzali, hanno condotto a deliberare di fornire ai docenti, per i successivi bandi, tracce di orientamento e materiali didattici utili, nonché di indicare lo sviluppo massimo degli elaborati. Concorso e Seminario 2015 non potranno naturalmente non essere dedicati al centenario della Grande Guerra, che tanta parte EƵŵĞƌŽϲͮŐŝƵŐŶŽϮϬϭϰ ebbe nelle vicende della popolazione giuliana e dalmata soggetta all’impero austro-ungarico e posta, per ragioni geografiche e storiche, sulla prima linea dei conflitti e dei confini tra le potenze europee e le aspirazioni nazionali dei diversi popoli racchiusi entro i grandi confini del dominio asburgico. La ricorrenza del centenario è ineludibile, ha affermato Lucio Toth (presidente onorario Anvgd e presente per “Coordinamento Adriatico”), sia perché numerosi saranno gli interventi di ogni segno e orientamento, sia perché la storia gli italiani “austriaci” è altamente significativa nel complesso quadro politico di un’intera area centroeuropea tra Otto e Novecento e nella altrettanto complesso scenario contemporaneo, tra nazioni emergenti e difficili equilibri internazionali, particolarmente nell’area dei Balcani e, in questi mesi, delle aree di influenza russa. Toth ha quindi proposto che tema del Seminario del prossimo anno sia La popolazione dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia nella Grande Guerra, articolato in un approccio storico-politico dal 1908 al 1921, quindi letterario ed infine di analisi delle conseguenze del conflitto per lo Stato italiano: tema e approfondimenti, questi, accolti all’unanimità dal Gruppo di lavoro che si è poi soffermato con attenzione sulle possibili tracce per il Concorso 2015, sia per le scuole di primo grado che per gli istituti di secondo grado. Aggiornamento dunque a breve, con il bando di Concorso che dal Ministero della Pubblica Istruzione sarà inviato capillarmente a tutti gli Uffici Scolastici Regionali e pubblicato sul sito del Miur. Ɖ͘Đ͘Ś͘ / l grande successo delle precedenti edizioni di «Classe Turistica. Festival del Turismo Scolastico» ha indotto il Touring Club Italiano, sempre in collaborazione con un elaborato caricato su supporto multimediale, C Rom o D, che descriva il viaggio d’istruzione svolto o promuova presso i coetanei la visita del proprio territorio. classi residenti in quelle aree che promuoveranno il loro territorio; Viaggio nei Luoghi della Grande Guerra, per le Classi che sceglieranno quei luoghi come meta dei QEĞůůĞĚƵĞŝŵŵĂŐŝŶŝĚĞůdŽƵƌŝŶŐ ůƵď/ƚĂůŝĂŶŽ͕ƐƚƵĚĞŶƟǀŝŶĐŝƚŽƌŝ ĂůůĂ&ŽŝďĂĚŝĂƐŽǀŝnjnjĂĞŝů ĐĂƐƚĞůůŽĚŝ'ŽƌŝnjŝĂ il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, a riproporre l’iniziativa anche per l’anno scolastico 20132014. Possono partecipare al Concorso tutte le Scuole Secondarie di II grado d’Italia e, in questa edizione speciale che si avvale del contributo dell'associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati, anche le Scuole Superiori di lingua italiana di Istria, Fiume e Dalmazia. L’edizione 2014 si svolgerà a Gorizia dal 16 al 18 ottobre 2014. Le Classi che aderiranno al Concorso dovranno inviare VIAGGIO NELLA CIVILTÀ ISTRIANO DALMATA VIENI A CONOSCERE FIUME, L’ISTRIA E LA DALMAZIA / l Concorso si articola infatti in sei Sezioni competitive e alternative: Viaggio di classe, per le Classi che descriveranno il viaggio d’istruzione svolto; Vieni da noi, per le Classi che promuoveranno il loro territorio presso i coetanei; Vieni a conoscere i luoghi della Grande Guerra, - per le loro viaggi d’istruzione; Viaggio nella civiltà Istriano Dalmata, per le Classi che sceglieranno quei luoghi come meta dei loro viaggi d’istruzione; Vieni a conoscere Fiume, l’Istria e la Dalmazia, per le Classi residenti in quei territori. Tra tutti gli elaborati pervenuti, una Giuria selezionerà i migliori e più significativi che daranno diritto alle relative Classi di entrare nelle finali del Festival. Alle Classi finaliste verranno consegnate con prestigiose pubblicazioni del T. La scomparsa di Lanfranco Mazzotti, amico dell’italianità adriatica scomparso prematuramente, l’8 dicembre 2013 - ma la notizia ci è giunta lo scorso 16 aprile -, Lanfranco Mazzotti, responsabile dei Rapporti Istituzionali dell’A, socio della Società Dalmata di Storia Patria di Roma, promotore nel corso degli anni di molte e qualificate iniziative culturali a favore delle comunità nazionali italiane in Dalmazia. Persona di raro garbo, riservato ma cordiale, era profondamente appassionato dell’italianità adriatica, cultore della migliore editoria che con la sua Istituzione ha portato più volte oltre confine presso le Comunità italiane. Ha promosso diverse mostre bibliografiche, curando in particolare gli studi nel settore della gestione dei beni culturali in rapporto con le funzioni e le risorse imprenditoriali. Si era laureato presso l’Università degli Studi “la Sapienza” di Roma e la “Bildungswissenschaft Universitaet” di Klagenfurt. Era anche Ispettore on. del Ministero Beni Culturali / Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio del Lazio. Nei primi di settembre 2013 era stato colpito da un improvviso e gravissimo episodio cardiaco. Dopo un primo, sia pur parziale miglioramento, le sue condizioni erano poi peggiorate ed è mancato nel giro di pochi giorni. «Mazzotti era Socio da molti anni», lo ricordano i dirigenti della Società Dalmata di Storia Patria, «ed appassionato di storia e personaggi della Dalmazia italiana». Ha disposto che i suoi libri vadano ad alcune Comunità degli Italiani proprio in Dalmazia. Era un gentile ed entusiasta amico dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia e per molti anni ha avuto cura di segnalarci le iniziative assunte con l’A a favore della cultura italiana nell’Adriatico orientale. Una passione, la sua, che forse traeva origine anche dalla sua formazione storica, di marca mazziniana, che gli consentiva al contempo di sapersi avvicinare alle realtà diverse e apparentemente o storicamente inconciliabili con la curiosità dell’uomo di intelletto. Le conversazioni con lui erano sempre di alto profilo e di ricco contenuto, come sempre più di rado accade. Abbiamo appreso della sua scomparsa con stupore e sincero dolore. Lo ricordiamo con molta stima e intatta amicizia. WĂƚƌŝnjŝĂ͘,ĂŶƐĞŶ 13 EƵŵĞƌŽϲͮŐŝƵŐŶŽϮϬϭϰ Cristicchi a Udine, e gli “antagonisti” inneggiano alle Foibe. Ma in teatro è ovazione per «Magazzino 18» > unedì 6 aprile Simone Cristicchi ha presentato presso la libreria Feltrinelli di Udine il volume tratto dal suo musical civile «Magazzino 18» e naturalmente, poco prima dell’inizio della presentazione, un manipolo di facinorosi si è scagliato contro l’evento, non mancando per l’occasione le consuete figure di riferimento del giustificazionismo che hanno distribuito al pubblico, sul marciapiede, alcuni volantini di protesta. in scena il 7 aprile e in seconda replica l’8 è stato accolto con grande calore dal pubblico friulano presente al “Teatrone” di Udine, ed è stato salutato con una vera standing ovation. Cristicchi, che non ha raccolto le provocazioni e non ha replicato agli spregevoli insulti ricevuti durante la presentazione del libro, ha commentato sui social l’episodio: «Io dico: se centinaia di esuli in tutta Italia confermano la veridicità di quello che racconto, ricoloso nazionalista e fascista. Ho ritenuto di spiegare molto educatamente a questi ragazzi che, oltre a non essere di destra, sono dirigente della Cgil dal 2001 […], che sono coordinatore del comitato “Adesso Matteo Renzi Gorizia” e che sono il portavoce del Sindaco di Fossalta di Portogruaro, del Partito Democratico e di provenienza comunista». Ed ha proseguito: «A nulla è valso il tentativo di spiegarlo ai due “antagonisti”, ai quali si WhĚŝŶĞ͕ŝůdĞĂƚƌŽEƵŽǀŽ͞'ŝŽǀĂŶŶŝ ĚĂhĚŝŶĞ͟ŐƌĞŵŝƚŽĚŝƉƵďďůŝĐŽ ;ĨŽƚŽǁǁǁ͘ƉƌŽǀŝŶĐŝĂ͘ƵĚŝŶĞ͘ŝƚͿ In uno di quei deliranti volantini distribuiti, e pubblicati su un sito di «informazione libertaria del nord est», si legge tra l’altro: «Noi non neghiamo le foibe, noi rivendichiamo tutti i metodi, anche violenti, che hanno portato alla Liberazione internazionale dal nazifascismo. […] Ormai anche lo stato [sic] italiano dovrebbe comprendere che la Liberazione che ha portato alla SUA [sic] tanto amata, seppur fittizia, democrazia, è stata ottenuta anche grazie alle foibe, tramite le quali ci si è liberati dall’oppressore totalitario nazifascista». E, a corredo di tanto, anche lo slogan «i partigiani ci hanno insegnato che infoibarvi non è reato!». Ma, ed è quanto conta realmente, lo spettacolo, andato WhĚŝŶĞ͕ϵĂƉƌŝůĞϮϬϭϰ͕WĂůĂnjnjŽ ĞůŐƌĂĚŽ͕ƌŝƐƟĐĐŚŝĐŽŶŐůŝ ĞƐƉŽŶĞŶƟĚĞůůĂWƌŽǀŝŶĐŝĂ ;ĨŽƚŽǁǁǁ͘ƉƌŽǀŝŶĐŝĂ͘ƵĚŝŶĞ͘ŝƚͿ e storici di fama (anche croati) sottoscrivono... Quale storia avrei stravolto?». E infatti, tanti sono stati i commenti di solidarietà pubblicati sul profilo dell’artista. è aggiunto un terzo, così da circondarmi, sghignazzare e denigrare. A una mia risposta verbale educata, ma asciutta e determinata, hanno preferito desistere dall’aggressione verbale, salvo tornare in seguito sulle minacce fisiche, di cui dirò». «Terminate le esposizioni dell’Autore di Magazzino 18 e mia - ha aggiunto Buttignon - la prof.ssa Alessandra Kersevan, che i presenti mi dicono dirigesse la protesta in sala (fatto però che, a onor del vero e della correttezza intellettuale, personalmente non posso confermare), ha inveito contro Simone Cristicchi perché non avrebbe concesso il dibattito, quando voglio ricordare che durante la presentazione MINACCE DAGLI «ANTAGONISTI» > a rozza contestazione aveva per obiettivo anche uno dei relatori invitati alla presentazione, Ivan Buttignon, che - come ha raccontato - entrato in libreria è stato «avvicinato da due persone che mi hanno propinato un volantino ridicolo e ottuso, nei quali mi si descriveva come un pe- WZŽŵĂ͕ƌĐŚŝǀŝŽDƵƐĞŽ^ƚŽƌŝĐŽ Ěŝ&ŝƵŵĞ͕ĚĂƐŝŶ͘DĂƌŝŶŽ DŝĐŝĐŚ͕ďĚŽŶWĂŵŝĐŚĞ^ŝŵŽŶĞ ƌŝƐƟĐĐŚŝ͕ƋƵĞƐƚ͛ƵůƟŵŽŶĞŽ^ŽĐŝŽ ŽŶŽƌĂƌŝŽ;ĨŽƚŽDĂƌĐŽƌĞnjĞǀŝĐŚͿ abbiamo accettato diversi interventi dal pubblico. Sia la Kersevan che alcuni astanti si sono messi a urlare». La ciliegina sulla torta è avvenuta all’uscita della libreria, quando diversi figuri, compresi i distributori di volantini già citati, hanno intimato a uscire un ragazzino delle superiori […] con queste parole: “Esci, forza, che ti massacriamo di botte!”. La scena è stata vista da almeno una decina di persone, molte delle quali conosco (cui anche il dirigente di Rifondazione comunista provinciale di Gorizia, buon testimone, per quanto incredulo, di tutto l’accaduto). Al sottoscritto hanno “solo” rivolto l’invito ad uscire, così mi avrebbero “ammazzato”. Me l’hanno comunicato con inequivocabili gesti: per esempio l’indice teso a mo’ di lama del coltello fatto passare sul collo». Sull’increscioso e violento episodio il 18 aprile il consigliere regionale Fvg e vicepresidente nazionale Anvgd Rodolfo Ziberna ha presentato alla Presidente della Regione e all’assessore competente un’interrogazione con la quale, ricostruita la sequenza dei fatti, chiede di sapere: «se la Presidente e la Giunta ritengono di unirsi nella condanna ferma delle azioni di violenza di cui alla premessa, anche se dovessero risultare provenienti da aree politiche che esprimono questa Giunta regionale e questo governo nazionale o ad essa assai vicine; se condividano l’assoluta necessità di sospendere ogni contributo finanziario e di qualsiasi altra natura eventualmente concesso dalla Regione a beneficio di soggetti pubblici e privati che direttamente o indirettamente si rendano protagonisti di queste azioni di violenza, o concorrano nell’agevolarle, condividerle o addirittura promuoverle e sostenerle; quali azioni intenda porre in essere per arginare questa deriva di violenza contro chi la pensa diversamente da questi soggetti violenti e pericolosi, che si accaniscono in particolare nei confronti della comunità di esuli giuliano-dalmati (di cui parte significativa oggi residente sul territorio regionale) costretti a fuggire dalle terre d’Istria, Fiume e Dalmazia per salvare le vite proprie e dei propri cari e per rimanere fieramente italiani, oggetto di una vera e propria pulizia et- nica da parte delle truppe del Maresciallo Tito, scientificamente operata con persecuzioni, violenze ed infoibamenti di migliaia di vittime inermi». LA SOLIDARIETÀ DELLA REGIONE VENETO ^ olidarietà è venuta a Cristicchi dalla Regione Veneto nella persona dell’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan, che ha presenziato l’11 aprile alla rappresentazione di «Magazzino 18» presso il Teatro San Pietro di Montecchio Maggiore. Per volontà dello stesso assessore Donazzan, lo spettacolo sarà reso aperto gratuitamente alle scuole del Veneto. Cristicchi socio onorario della Società di Studi Fiumani «Assemblea sociale ordinaria ma non troppo per la Società di Studi Fiumani - Archivio Museo storico di Fiume a Roma: […] straordinaria perché si è trattato di conferire la nomina di socio onorario a tre personalità per molti aspetti straordinarie, legate direttamente o indirettamente con il mondo degli esuli fiumani e l’operato stesso della Società: il violista fiumano famoso in tutto il mondo Francesco Squarcia, il cantautore romano Simone Cristicchi, […] e un dirigente della Regione Lazio vicino alle istituzioni degli esuli e alla vicenda del confine orientale d’Italia, Carlo Ermini». Così Ilaria Rocchi su “la Voce del Popolo” nel dare conto del conferimento ai tre illustri testimoni del titolo di socio onorario della storica, in tutti i sensi, Società di Studi. Di Simone Cristicchi si è voluto così riconoscere l’eccezionale attività artistica dedicata alla tragedia degli esuli fiumani, istriani e dalmati, che si è concretizzata in particolare nello spettacolo di teatro civile ‘Magazzino 18’». Di Francesco Squarcia la nomina è stata deliberata per i suoi meriti artistici e musicali, connessi con la città natale di Fiume e per il sostegno, sempre assicurato dal violista, alle attività della Società di Studi Fiumani. Infine, di Carlo Ermini, funzionario pubblico in quiescenza, la Società ha voluto riconoscere formalmente «l’aiuto generosamente offerto alla causa dell’Archivio Museo di Fiume negli anni più difficili, quando non esisteva ancora alcun decreto legislativo di sostegno per tale istituzione». Ě͘Ă͘ 14 EƵŵĞƌŽϲͮŐŝƵŐŶŽϮϬϭϰ ENGLISH Rome, the “House of Memory” presented to the Anvgd and the Society for Fiume Studies z esterday, April 10th, the “House of Remembrance” was finally opened, officially. An accord was signed between the City of Rome - Department of Culture, the A, and the Society for Fiume Studies, granting the “House of Remembrance” to these two exodus-centered institutions for a period of three years, renewable for another three. The building is located in the heart of Rome’s historic center, on Via di San Teodoro. Thus comes to an end a long and complex process that has involved the two associations since former mayor Alemanno’s term. Today, in all respects, the role and relevance of historical institutions responsible for the preservation and spreading of the history of the Julian region have been recognized. RESPECT FOR THE VALUE OF HISTORIC ARCHIVES February 10th dedicated to the memory of those painful events, but at the same time, giving attention to the values of national identity to which the exiles from Istria, Fiume and Dalmatia are particularly attached; that, starting from that date, the City of Rome annually devotes ample space to commemorating the victims of the foibe and the exodus from Istria, Fiume and Dalmatia; that the Society for Fiume Studies and the National Association of Venezia Giulia and Dalmatia have important Archives consisting of documentary material, photographs, and bibliographic filmography perteaining to the historical period afore mentioned; that, in order to encourage maximum diffusion, these Associations, representative of the Italian refugees from the lands of Istria, Fiume and Dalmatia after the Second World War, have requested adequate space ‘House of Remembrance’, located on the premises owned by the City of Rome on Via di San Teodoro; the ‘House of Remembrance’ will be a place for the implementation of specific programs and initiatives such as: promotion and organization of exhibits, conferences, studies; organization of trips to places of memory; organization of events celebrating both in the territory of the City of Rome and in Julian, Dalmatian and Istrian locations, on the occasion of the February 10th “Day of Remembrance”. For these purposes, the Department of Culture will maintain the coordination and management of organizational initiatives through the establishment of a “Committee of programming and management of the cultural activities of the House of Remembrance”. This Committee will include, among others: the QWŽůĂ͕&ĞďƌƵĂƌLJͲ DĂƌĐŚϭϵϰϳ͕ƚŚĞ džŝůĞƐ͛ƉĞƌƐŽŶĂů ďĞůŽŶŐŝŶŐƐ ĂǁĂŝƟŶŐůŽĂĚŝŶŐ ĂďŽĂƌĚƚŚĞ ͞dŽƐĐĂŶĂ͟ d he agreement reads, in part: “The Department of Culture of the City of Rome, in implementation of its institutional purposes, is committed to safeguarding and disseminating the cultural history of contemporary political and social; [premise] that with Law no. 92/2004 the Day of Remembrance was established, with the objective of having every for the collection, use and availability of documentary material collected by them, in order to disclose their history and presence in Rome and the Lazio region; to implement the actions that the use and dissemination mentioned above, the Associations shall make available their stock to the city through the Department of Culture of the City of Rome, at the newly-inaugurated director / manager of the Department of Culture as chairman; the official head of the House of Remembrance; the legal representative of the Society for Fiume Studies or his/her delegate; the legal representative of the National Association of Venezia Giulia and Dalmatia or his/ her delegate; a historian of twentieth-century Italian History accredited by a university in Europe. The Committee will evaluate and ensure the cultural and scientific quality, and any opportunities for carrying out proposals received through a careful selection process, with some basic criteria: the cultural offerings will be of high scientific and cultural quality; not for commercial reasons; and shall not be pornographic, racist, or discriminatory in nature; neither shall they be affiliated with political parties or electoral activities. THE PURPOSE ͞d he purpose of the ‘House of Remembrance’ - reads the agreement - is as follows: to recount the exodus and the arrival of the exiles and their families in Italian cities, with particular reference to Rome; to promote awareness of these facts, especially among the younger generation; to facilitate public viewing of the assets available, including the linking of the House’s Archives with other sites; and to act as a network node for similar national institutions”. OPENING HOURS OF THE HOUSE d he House will be open to the public at least 18 hours a week. There should be public access to archives and libraries at least three days a week, with the staff present. The summer break will be in the month of August. The signers of the Agreement were: for the City of Rome, the Director for the Department of Culture, Maria Cristina Selloni; for the A, the president of Rome Committee, Donatella Schürzel; and for the Society for Fiume Studies, its P resident, Amleto Ballarini. ƐƚĂī The shocking sentence of the Supreme Court on reparation: Exiles “are not entitled to further compensation” : ulian-Dalmatian exiles are not entitled to any further compensation by the Italian State for their property that was expropriated or nationalized by the former Yugoslavia because they were on land sold as a result of the peace treaty of 1947 at the end of the Second World War. This was established by the Supreme Court of Appeal, in a sentence of the United Civil Sections (n. 8055-14), which rejected the appeal filed by the heirs of Julian-Dalmatian exiles against the decision of the Trieste Court of Appeal not to grant them any compensation or acknowledgment of damages beyond that granted in the fifties but considered negligible. The suit was brought to court against the Council of Ministers and the Ministry of the Economy and Finance, arguing that “the injury suffered by the Julian- Dalmatian exiles was disproportionate and excessive, because they paid, with their private property, a debt belonging to the whole Italian nation, and because their compensation, paid to them after a long period of time, was merely symbolic”. But the judges of the Supreme Court feel that the Italian State cannot have attributed to it a violation of the Convention for the Protection of Human Rights based on the modest compensation that was granted to the exiles (in relation to the real value of their property), since “deprivation of assets occurred at the hands of a foreign state, Yugoslavia, to whom the land on which they stood was transferred from Italy, the defeated side in the conflict” and the “fullness of insurance of property rights may not be requested of the Italian state, as it was not the author of those rights”. In the next issue we will be publishing the reactions to this shocking decision. ͘͘ ;ƚƌĂĚƵnjŝŽŶŝĚŝ>ŽƌŝĞ^ŝŵŝĐŝĐŚĂůůĂƌŝŶͿ 15 EƵŵĞƌŽϲͮŐŝƵŐŶŽϮϬϭϰ ESPAÑOL Roma, la «Casa del Recuerdo» entregada a la Anvgd y a la Sociedad de Estudios Fiumanos & irmada finalmente ayer, 10 de abril, la convención - de tres años de duración renovable por otros tres - entre Roma CapitalDepartamento de la Cultura, la Anvgd y la Sociedad de Estudios Fiumanos con la que el Ayuntamiento concede a las dos instituciones del éxodo la «Casa del Recuerdo», sita en el corazón de la ciudad histórica, en la Vía de San Teodoro. Alcanza así su final el largo y complejo procedimiento que ha visto comprometidas a las dos asociaciones desde tiempo, también los valores de identidad nacional a los que los desterrados istrianos, fiumanos y dalmatas están particularmente unidos; que justo a partir de esa fecha, Roma Capital dedica anualmente amplios espacios para conmemorar a las víctimas de las foibe y del éxodo istriano, fiumano y dalmata; que la Sociedad de Estudios Fiumanos y la Asociación Nacional Venezia Giulia e Dalmazia poseen importantes Archivos constituidos por material documentario, fotográfico, bibliográfico y de programas e iniciativas específicas como: promoción y organización de muestras, convenios, estudios; organización de viajes a los lugares de la memoria; organización de manifestaciones celebrativas tanto en el territorio de Roma Capital, como en las localidades giulianas, dalmatas e istrianas, con ocasión del 10 de febrero “Día del Recuerdo”. Con este fin el Departamento de Cultura mantendrá la coordinación, la organización y la gestión de las iniciativas a través de la QWŽůĂ͕ŝŶǀŝĞƌŶŽϭϵϰϳ͕ĐŝƵĚĂĚĂŶŽƐ ŝƚĂůŝĂŶŽƐŚĂĐŝĂůĂŵŽƚŽŶĂǀĞ ͞dŽƐĐĂŶĂ͟ĞŶƵŶĐĂŵŝſŶĚĞů 'ŽďŝĞƌŶŽŵŝůŝƚĂƌĂůŝĂĚŽ ;ĨŽƚŽÄò¦ŶĂĐŝŽŶĂůͿ perseguir finalidades comerciales; no tener carácter pornográfico, racista o discriminatorio; no llevar a cabo actividades de propaganda partidista o electoral». como punto de encuentro para instituciones nacionales análogas». LA FINALIDAD a Casa garantizará al menos 18 horas de abertura semanal. Los archivos y la biblioteca de las Asociaciones tendrán que ser consultables por el público al menos tres días a la semana a través de la presencia del propio personal. Cerrará por vacaciones de verano en el mes de agosto. Han firmado la Convención la directora del Departamento de Cultura Maria Cristina Selloni, la presidente del Comité de Roma de la Anvgd Donatella Schürzel y el presidente de la Sociedad de Estudios Fiumanos Amleto Ballarini. ͨ> a finalidad de la “Casa del Recuerdo” - se lee en la convención - es: relatar el éxodo y por tanto la llegada de los desterrados y de sus familias a las ciudades italianas, con particular referencia a Roma; promover el conocimiento, sobre todo entre las nuevas generaciones; facilitar la consulta pública del patrimonio disponible, también a través de la unificación telemática de los Archivos presentes en la Casa y de aquellos situados en sedes conectadas; proponerse LA FUNCIONALIDAD DE LA CASA > ƌĞĚ͘ La clamorosa sentencia de la Corte suprema sobre las indemnizaciones de los desterrados: «no tienen derecho a una indemnización adicional» > la precedente Junta Alemanno, y que hoy ve reconocido a todos los efectos el papel y la relevancia históricos de los entes designados a la conservación y a la divulgación de la historia de la región giulia. LA VALORIZACIÓN DEL PATRIMONIO ARCHIVÍSTICO ͨ l Departamento de Cultura Roma Capital - se lee entre otras cosas en el texto de la convención -, actuando según los propios fines institucionales, trabaja para salvaguardar y difundir la historia cultural, política y social de Italia contemporánea; [premesso] que con la Ley n. 92/2004 se ha instituido el Día del Recuerdo con el objetivo de recordar cada 10 de Febrero la memoria de aquellos dolorosos eventos, pero al mismo filmográfico referido al periodo histórico en cuestión; que con el fin de favorecer el máximo aprovechamiento, dichas Asociaciones, representativas en el territorio nacional de los italianos prófugos de Istria, de Fiume y de Dalmazia al final de la segunda guerra mundial, han pedido la disponibilidad de un espacio adecuado para la recogida, valorización y fruición del material documentario que han recogido con el fin de divulgar su historia y presencia en Roma y en el Lazio; que para poner en práctica las acciones de valorización y difusión antes indicadas, las Asociaciones ponen a disposición sus Archivos trámite el Departamento de Cultura de Roma Capital en la instituida “Casa del Recuerdo”, situada en los locales de propiedad de Roma Capital en vía de San Teodoro; la “Casa del Recuerdo” será un lugar destinado a la realización constitución de un “Comité de programación y gestión de las actividades culturales de la Casa del Recuerdo”. Formarán parte del Comité, entre otros: el director/dirigente del Departamento de Cultura en calidad de presidente; el funcionario responsable de la Oficina de la Casa del Recuerdo; el representante legal de la Sociedad de Estudios Fiumanos o su delegado; el representante legal de la Asociación Nacional Venezia Giulia e Dalmazia o su delegado; un historiador del Novecientos italiano acreditado por un ateneo europeo. El Comité evaluará y garantizará la calidad cultural y científica y la oportunidad de realización de las propuestas recibidas a través de un cuidadoso proceso de selección, con algunos criterios fundamentales de máxima: las propuestas culturales tendrán que ser de alto perfil científico y cultural; no os desterrados giuliano-dalmatas no tienen derecho a ninguna indemnización adicional por parte del Estado italiano por los bienes de su propiedad que han sido expropiados o nacionalizados por la ex Yugoslavia porque se encontraban en los territorios cedidos a continuación del tratado de paz del 1947 al final de la segunda guerra mundial. Lo ha establecido la Corte suprema de Casación, con una sentencia de la Secciones Unidas Civiles (n.8055-14), que ha rechazado la apelación presentada por los herederos de algunos desterrados giulianodalmatas contra la decisión de la corte de apelaciones de Trieste de no concederles ninguna indemnización ni reconocimiento de daños adicional a lo concedido en los años Cincuenta que fue considerado irrisorio. La causa contra la presidencia del Consejo de Ministros y el Ministerio de Economía y Finanzas se había iniciado sosteniendo que «el perjuicio sufrido por los desterrados giuliano-dalmatas fue desproporcionado y excesivo, habiendo pagado ellos con sus bienes una deuda perteneciente a la entera colectividad nacional y habiendo sido totalmente simbólica la indemnización recibida mucho tiempo después». Pero para los jueces de la Corte de Casación no puede ser imputable al Estado italiano ni siquiera la violación de la Convención para la salvaguardia de los Derechos del hombre en merito a la modesta indemnización que fue concedida a los desterrados en relación al valor real de los bienes porque «la privación de los bienes se ha verificado por obra de un Estado extranjero, Yugoslavia, al que Italia, perdedora en el conflicto bélico, ha cedido el territorio en el que ellos se encontraban» y la «aseguración de la plenitud de los derechos patrimoniales no puede ser solicitada al Estado italiano que no es el autor de la violación de aquellos derechos». Encontrarán las reacciones a esta clamorosa sentencia en el próximo número. Ě͘Ă͘ ;ƚƌĂĚƵnjŝŽŶŝĚŝDĂƌƚĂŽďŝĂŶͿ 16 EƵŵĞƌŽϲͮŐŝƵŐŶŽϮϬϭϰ Su “Difesa Adriatica” l’esordio di Uto Ughi Le storiche annate di “Difesa Adriatica”, che iniziò le sue pubblicazioni nel 1947, nell’immediato dopoguerra e nella drammatica immediatezza degli eventi che avevano determinato l’esodo degli italiani dalle province cedute alla Jugoslavia titoista, costituiscono una fonte inesauribile e pressoché sconosciuta di informazioni e di commenti su decenni di storia nazionale e delle comunità esuli in Italia. Sotto l’attenta direzione di Silvano Drago il periodico dell’ANVGD testimoniò con grande versatilità e ampiezza di interessi e di analisi l’evoluzione, complessa e spesso dolorosa, della vita e delle condizioni dei profughi, dando puntuale conto di tutti gli enormi disagi ai quali essi andarono incontro e dovettero sopportare in un’Italia devastata dal conflitto e frequentemente indifferente se non ostile. Ma su “Difesa Adriatica” si può avere la sorpresa di scoprire l’esordio di un grande Maestro, l’istriano Uto Ughi, del quale tutti ricorderanno la straordinaria esecuzione nel corso della solenne cerimonia svoltasi in Senato lo scorso 10 Febbraio, nel decennale della legge istiQhƚŽhŐŚŝĂů^ĞŶĂƚŽ ĚĞůůĂZĞƉƵďďůŝĐĂ͕ŝů ϭϬ&ĞďďƌĂŝŽϮϬϭϰ ;ĨŽƚŽ^ŝůǀĂŶĂDŽŶƟͿ tutiva del Giorno del Ricordo. Ecco dunque quanto il periodico dell’ ANVGD riferiva nel numero del 5-12 ottobre 1966 dei primi successi internazionali di un giovanissimo Ughi. L’articolo ha per titolo I successi internazionali del violoni usta Uto Ughi. ͨ/ l giovane violinista istriano Uto Ughi […] ha riportato un entusiastico successo con l’orchestra sinfonica di Lisbona. Tra i molti ammiratori che lo complimentarono nel camerino ci fu l’ex Re Umberto di Savoia che lo volle ospite nella sua villa di Cascais. Il nostro violinista che ha suonato recentemente con orchestra alla Fenice di Venezia e al Teatro Comunale di Bologna e chiuderà la stagione con un concerto per gli Amici della Musica di Perugia, s’è presentato questo anno per la prima volta al pubblico scandinavo ricevendo accoglienze commoventi. Il Politiken, ch’è il maggior quotidiano di Copenhagen così riassume le sue impressioni sull’arte di Uto: “Quand’egli canta sul suo Stradivari non un occhio rimane asciutto, mentre il meccanismo delle sue dita travolge la sala”. Il prossimo autunno Uto Ughi inizierà dal Canergie Hall di New York la sua prima tournée statunitense». WĞƌŝŽĚŝĐŽŵĞŶƐŝůĞĚĞůů͛ƐƐŽĐŝĂnjŝŽŶĞEĂnjŝŽŶĂůĞ sĞŶĞnjŝĂ'ŝƵůŝĂĞĂůŵĂnjŝĂ ĞŶƚƌŽ^ƚƵĚŝWĂĚƌĞ&ůĂŵŝŶŝŽZŽĐĐŚŝ ŝƌĞƩŽƌĞƌĞƐƉŽŶƐĂďŝůĞ WĂƚƌŝnjŝĂ͘,ĂŶƐĞŶ ĚŝƚŽƌĞ͗ ^^K//KEE/KE>sE/'/h>/>D/ >ĂƌŐŽ&ƌĂŶĐĞƐĐŽŶnjĂŶŝ͕ϭϵͮϬϬϭϱϯZŽŵĂ ƚĞů͗͘Ϭϲ͘ϱϴϭϲϴϱϮͮĨĂdž͗Ϭϲ͘ϲϮϮϬϳϵϴϱͮǁǁǁ͘ĂŶǀŐĚ͘ŝƚͮŝŶĨŽΛĂŶǀŐĚ͘ŝƚ /ƐĐƌŝƩĂŶĞůZĞŐŝƐƚƌŽĚĞŐůŝKƉĞƌĂƚŽƌŝĚŝŽŵƵŶŝĐĂnjŝŽŶĞŶ͘ϮϬϭϱϰͬϮϱ͘ϭϬ͘ϮϬϭϬ ƵƚŽƌŝnjnjĂnjŝŽŶĞĚĞůdƌŝďƵŶĂůĞĚŝZŽŵĂŶ͘ϵϭͬϵϰĚĞůů͛ϭϭŵĂƌnjŽϭϵϵϰ ŽŶŝůĐŽŶƚƌŝďƵƚŽĚĞůůĂ>ĞŐŐĞϭϵϯͬϮϬϬϰĞƐƵĐĐĞƐƐŝǀĞŵŽĚŝĮĐĂnjŝŽŶŝĞŝŶƚĞŐƌĂnjŝŽŶŝ 'ƌĂĮĐĂĞƐƚĂŵƉĂ͗ ƵƌŽůŝƚ^ƌů sŝĂŝƚĞƩŽ͕ϯϵͮϬϬϭϯϯZŽŵĂ ƚĞů͘Ϭϲ͘ϮϬϭϱϭϯϳͲĨĂdžϬϲ͘ϮϬϬϱϮϱϭͮĞƵƌŽůŝƚΛĞƵƌŽůŝƚ͘ŝƚ ŽŶƚƌŝďƵƟĂƐŽƐƚĞŐŶŽĚŝ͞ŝĨĞƐĂĚƌŝĂƟĐĂ͗͟ ΦϯϬĐŽŶƚƌŝďƵƚŽKƌĚŝŶĂƌŝŽͮΦϱϬĐŽŶƚƌŝďƵƚŽ^ŽƐƚĞŶŝƚŽƌĞ ΦϭϬϬĐŽŶƚƌŝďƵƚŽĚŝ^ŽůŝĚĂƌŝĞƚă ĨƌŽŶƚĞĚĞůĐŽŶƚƌŝďƵƚŽůĂƌŝǀŝƐƚĂ;ϭϭŶƵŵĞƌŝͿǀĞƌƌăŝŶǀŝĂƚĂƚƌĂŵŝƚĞƐĞƌǀŝnjŝŽƉŽƐƚĂůĞ ƉƌĞǀŝƐƚŽĂŶĐŚĞů͛ŝŶǀŝŽƚƌĂŵŝƚĞͲŵĂŝů;ĐŽŶƚƌŝďƵƚŽΦϭϬͿ WĞƌǀĞƌƐĂŵĞŶƟƚƌĂŵŝƚĞďŽŶŝĮĐŽ͗ͬŝĨĞƐĂĚƌŝĂƟĐĂƉƌĞƐƐŽWŽƐƚĞ/ƚĂůŝĂŶĞ ŽĚŝĐĞ/ďĂŶ/dϯϰEϬϳϲϬϭϬϯϮϬϬϬϬϬϬϯϮϴϴϴϬϬϬ ŽĚŝĐĞ/ͬ^t/&dWW//dZZyyy ^ƉĞĚŝnjŝŽŶĞŝŶĂďďŽŶĂŵĞŶƚŽƉŽƐƚĂůĞĚŝZŽŵĂ &ŝŶŝƚŽĚŝƐƚĂŵƉĂƌĞŝůϭϭŐŝƵŐŶŽϮϬϭϰ /E&KZDd/sWZ/szWZ'>/KEd/ /ů͘ůŐƐ͘Ŷ͘ϭϵϲĚĞůϯϬŐŝƵŐŶŽϮϬϬϯ;ͨŽĚŝĐĞŝŶŵĂƚĞƌŝĂĚŝƉƌŽƚĞnjŝŽŶĞĚĞŝ ĚĂƟƉĞƌƐŽŶĂůŝ͕ͩĚŝƐĞŐƵŝƚŽƐŽůŽŽĚŝĐĞͿƉƌĞǀĞĚĞůĂƚƵƚĞůĂĚĞůůĞƉĞƌƐŽŶĞĞĚŝ ĂůƚƌŝƐŽŐŐĞƫƌŝƐƉĞƩŽĂůƚƌĂƩĂŵĞŶƚŽĚĞŝĚĂƟƉĞƌƐŽŶĂůŝ͘ >Ă ŶŽƐƚƌĂ ƐƐŽĐŝĂnjŝŽŶĞ ƚƌĂƩĂ ŝ ĚĂƟ ŶĞů ƌŝƐƉĞƩŽ ĚĞů ŽĚŝĐĞ WƌŝǀĂĐLJ͘ WƌŽƉŽŶŝĂŵŽĚŝƐĞŐƵŝƚŽů͛ŝŶĨŽƌŵĂƟǀĂƐĞĐŽŶĚŽƋƵĂŶƚŽƉƌĞǀŝƐƚŽĚĂůůĂĐŝƚĂƚĂ ŶŽƌŵĂƟǀĂ͘ Vergarolla opera dei neofascisti? La tesi in un libro di Gaetano Dato presentato alla Camera ͨ> a strage di Vergarolla, che il 18 agosto 1946 provocò la morte di 63 persone e centinaia di feriti, tutti civili, non fu voluta da Tito per provocare l’esodo degli italiani da Pola, come di fatto avvenne l’anno successivo. L’esodo sarebbe stato solo una conseguenza secondaria dell’attentato. La verità sul movente e sugli autori dell’attacco terroristico, avvenuto mentre intere famiglie si trovavano sulla spiaggia per assistere alla gara natatoria "Coppa Scarioni", sarebbe ancora impossibile da stabilire con chiarezza, anche se su quel tragico evento emergono due nuove piste, del tutto inedite, destinate provocare non poco scalpore. A quasi 70 anni da uno degli episodi più drammatici del dopoguerra italiano, a offrire una nuova verità è lo storico Gaetano Dato». Così “Il Piccolo” del 26 maggio scorso presentava il volume di Gaetano Dato Vergarolla 18 agosto 1946. Gli enigmi di una strage tra A Dignano il XIV Raduno e il XII Concorso letterario della Mailing List Histria Comunità dignanese Livio Belci, molti presidenti di Comunità, , il sindaco del Libero Comune Pola in Esilio, Tullio Canevari, accompagnato dal generale Silvio Mazzaroli e dal direttore dell’Arena di Pola, Paolo Radivo, Manuele Braico, dell’Associazione Comunità istriane e altre autorità. Sul numero di Luglio l’ampia cronaca a cura di Eufemia Budicin. / l 1° giugno a Dignano d’Istria, nella bella sede della Comunità degli Italiani di Palazzo Bradamante, si è svolta la cerimonia di premiazione del XII concorso letterario promosso dalla Mailing List Histria, gruppo di amici, sorto nell’ormai lontano aprile del 2000, per iniziativa di Axel Famiglini, nipote di esuli rovignesi, con esuli, rimasti e simpatizzanti con l’intento di preservare la cultura di matrice italiana dell’Istria, Fiume e Dalmazia. Presenti le vicepresidenti della Regione Istriana, Viviana Benussi e Pina Raico, il presidente della XŝŐŶĂŶŽ͕WĂůĂnjnjŽƌĂĚĂŵĂŶƚĞ͕ ƐĞĚĞĚĞůůĂŽŵƵŶŝƚă/ƚĂůŝĂŶĂ ;ĨŽƚŽǁǁǁ͘ĐƌŽĂƟĂ͘ŚƌͿ WWŽůĂ͕ŝůƉŝĐĐŽůŽĐŝƉƉŽĐŚĞƌŝĐŽƌĚĂ ůĂƐƚƌĂŐĞĚĞůϭϵϰϲ ;ĨŽƚŽǁǁǁ͘ƉĂŶŽƌĂŵŝŽ͘ĐŽŵͿ conflitto mondiale e guerra fredda, edito dalla L, nel quale l’autore vedrebbe nei monarchici e neofascisti italiani i reali autori della strage. «Il loro intento sarebbe stato quello di provocare una guerra tra Stati Uniti e Jugoslavia, della quale loro avrebbero approfittato per riportare il Re e la dittatura in Italia», così Dato. Il saggio è stato presentato venerdì 13 giugno nella Sala “Aldo Moro” della Camera dei Deputati (Palazzo Montecitorio). Alla presentazione hanno preso parte il vicepresidente della Camera on. Marina Sereni e l’on. Laura Garavini. Relatori: Fabrizio Somma (presidente UpT di Trieste), Simone Cristicchi (autore con Jan Bernas di «Magazzino 18»), Roberto Spazzali (I Trieste), l’autore, Gaetano Dato, ed altre personalità del mondo dell’esodo. Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. All’Associazione, interpellata al riguardo, è stata richiesta una valutazione nel merito delle ipotesi esposte da Gaetano Dato nel suo volume. Nel corso di un incontro congiunto abbiamo dunque esposto ai &ŝŶĂůŝƚăĚĞůƚƌĂƩĂŵĞŶƚŽ dƵƫŝĚĂƟƌĞŐŝƐƚƌĂƟƐĂƌĂŶŶŽƚƌĂƩĂƟĞƐĐůƵƐŝǀĂŵĞŶƚĞƉĞƌů͛ĞƐĞĐƵnjŝŽŶĞ ĚĞůƐĞƌǀŝnjŝŽĚŝĂďďŽŶĂŵĞŶƚŽ͕ƐŽŵŵŝŶŝƐƚƌĂnjŝŽŶĞĚĞŝŐŝŽƌŶĂůŝƌŝĐŚŝĞƐƟĞĮŶĂͲ ůŝƚăƐƚƌƵŵĞŶƚĂůŝĂůůĂŐĞƐƟŽŶĞĂďďŽŶĂŵĞŶƚŽƐƚĞƐƐŽ͘ ŽŵƵŶŝĐĂnjŝŽŶĞĚĞŝĚĂƟ /ĚĂƟƉĞƌƐŽŶĂůŝƉĞƌǀĞŶƵƟĞƵƟůŝnjnjĂƟƉĞƌůĂŐĞƐƟŽŶĞĚĞŐůŝĂďďŽŶĂŵĞŶƟ ŶŽŶƐĂƌĂŶŶŽŝŶĂůĐƵŶŵŽĚŽĚŝīƵƐŝ͘/sŽƐƚƌŝĚĂƟƉĞƌƐŽŶĂůŝƉŽƚƌĂŶŶŽĞƐƐĞƌĞĐŽͲ ŵƵŶŝĐĂƟĞƚƌĂƩĂƟƵŶŝĐĂŵĞŶƚĞĂůƉĞƌƐŽŶĂůĞ;ŝŶƚĞƌŶŽĞĚĞƐƚĞƌŶŽͿŝŶĐĂƌŝĐĂƚŽ͘ EĂƚƵƌĂĚĞůůĂƌĂĐĐŽůƚĂĞĐŽŶƐĞŐƵĞŶnjĞĚŝƵŶĞǀĞŶƚƵĂůĞŵĂŶĐĂƚŽĐŽŶĨĞƌŝŵĞŶƚŽ /ůĐŽŶĨĞƌŝŵĞŶƚŽĚĞŝĚĂƟƉĞƌƐŽŶĂůŝƌĞůĂƟǀŝĂůƚƌĂƩĂŵĞŶƚŽĐŝƚĂƚŽŚĂŶĂͲ ƚƵƌĂ ŽďďůŝŐĂƚŽƌŝĂ ŝŶ ƋƵĂŶƚŽ ŶĞĐĞƐƐĂƌŝŽ Ăůů͛ĞƐĞĐƵnjŝŽŶĞ ĚĞů ĐŽŶƚƌĂƩŽ Ğ ƉĞƌ ĂĚĞŵƉŝŵĞŶƟĚŝŶĂƚƵƌĂĐŽŶƚĂďŝůĞĞĮƐĐĂůĞ͘ >͛ĞǀĞŶƚƵĂůĞƉĂƌnjŝĂůĞŽƚŽƚĂůĞƌŝĮƵƚŽĚŝĐŽŶĨĞƌŝƌĞŽĂŐŐŝŽƌŶĂƌĞƚĂůŝĚĂƟ ƉŽƚƌĞďďĞĐŽŵƉŽƌƚĂƌĞĚĂƉĂƌƚĞŶŽƐƚƌĂů͛ŝŵƉŽƐƐŝďŝůŝƚăĚŝĞƐĞŐƵŝƌĞĐŽƌƌĞƩĂͲ ŵĞŶƚĞŝůĐŽŶƚƌĂƩŽŽĚŝĂĚĞŵƉŝĞƌĞĂĚŽďďůŝŐĂnjŝŽŶŝĚŝůĞŐŐĞ͘ DŽĚĂůŝƚăĚŝƚƌĂƩĂŵĞŶƚŽ /ůƚƌĂƩĂŵĞŶƚŽĚĞŝĚĂƟƉĞƌƐŽŶĂůŝĂǀǀŝĞŶĞƵƟůŝnjnjĂŶĚŽƐŝĂƐƵƉƉŽƌƟĐĂƌͲ ƚĂĐĞŝĐŚĞŝŶĨŽƌŵĂƟĐŝĐŽŶůDzŽƐƐĞƌǀĂŶnjĂĚŝŽŐŶŝŵŝƐƵƌĂĐĂƵƚĞůĂƟǀĂ͕ĂůĮŶĞĚŝ ŐĂƌĂŶƟƌĞůĂƐŝĐƵƌĞnjnjĂĞůĂƌŝƐĞƌǀĂƚĞnjnjĂ͘ dŝƚŽůĂƌĞĚĞůƚƌĂƩĂŵĞŶƚŽĚĞŝĚĂƟƉĞƌƐŽŶĂůŝğ͗ƐƐŽĐŝĂnjŝŽŶĞEĂnjŝŽŶĂůĞ sĞŶĞnjŝĂ'ŝƵůŝĂĞĂůŵĂnjŝĂͲsŝĂ>ĞŽƉŽůĚŽ^ĞƌƌĂϯϮͲϬϬϭϱϯZŽŵĂ͘ ŝƌŝƩŽĚŝĂĐĐĞƐƐŽĂŝĚĂƟƉĞƌƐŽŶĂůŝ WŽƚƌăĐŽŶƐƵůƚĂƌĞ͕ŵŽĚŝĮĐĂƌĞ͕ŽƉƉŽƌƐŝŽĨĂƌĐĂŶĐĞůůĂƌĞŝ^ƵŽŝĚĂƟŽĐŽͲ ŵƵŶƋƵĞĞƐĞƌĐŝƚĂƌĞƚƵƫŝĚŝƌŝƫĐŚĞ>ĞƐŽŶŽƌŝĐŽŶŽƐĐŝƵƟĂŝƐĞŶƐŝĚĞůůDzĂƌƚ͘ϳ ĚĞůŽĚŝĐĞĐŽŶƚĂƩĂŶĚŽŝůƟƚŽůĂƌĞĂŝƌŝĨĞƌŝŵĞŶƟŶĞůƉƌĞƐĞŶƚĞĚŽĐƵŵĞŶƚŽ͘ nostri interlocutori le nostre osservazioni e le nostre perplessità su alcune delle ipotesi avanzate: segnale, questo, della sensibilità con la quale le Istituzioni tengono in considerazione la nostra testimonianza. Coerentemente, ci è stato richiesto di partecipare, in termini di presenza, nella misura migliore. Data la rilevanza del tema affrontato e la controversa ipote- si avanzata circa le responsabilità della strage, la Presidenza nazionale A ha inteso dare la massima diffusione dell’evento ai soci, agli esuli tutti, agli amici residenti a Roma e nel suo territorio, in modo da favorirne la partecipazione in numero rilevante. Su “Difesa” di Luglio la cronaca della presentazione. ƌĞĚ͘