______________________________________________________________________________ CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA X LEGISLATURA ______________________________________________________________________________ COMMISSIONE CONSILIARE SPECIALE 'ANTIMAFIA’ Seduta del 2 ottobre 2013 Processo verbale n. 8 Il giorno 2 ottobre, alle ore 17.30, è convocata, presso la sede del Consiglio regionale, ai sensi dell’art. 31 del Regolamento generale del Consiglio regionale, la Commissione Speciale “Antimafia” per la trattazione degli argomenti di cui all’ordine del giorno allegato. Presiede la seduta il Presidente della Commissione Speciale “Antimafia” Gian Antonio GIRELLI. Assistono alla seduta la dirigente del Servizio Commissioni, Emilia PALTRNIERI ed il funzionario verbalizzante, Antonio MASCHIO. Alle ore 18.05 il Presidente GIRELLI apre la seduta. 1 Argomento n. 1 dell’o.d.g: Comunicazioni del Presidente. Il Presidente GIRELLI riferisce che è stato distribuito il programma dei lavori della Commissione e dà lettura della nota contenente gli oggetti della corrispondenza pervenuta. Argomento 3 dell’o.d.g: PDL n.58 Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico. PDL n. 45 Disposizioni in materia di contrasto alla ludopatia. PDL n. 46 Norme per la prevenzione e contrasto alla ludopatia. Il Presidente cede la parola al relatore per l’illustrazione di provvedimenti. Il Consigliere ROLFI riferisce che è stato distribuita la proposta del Gruppo di lavoro della IV Commissione elaborata nella riunione dell'1 ottobre 2013 sui progetti di legge sulle ludopatie. Illustra le ultime modifiche apportate e relaziona in merito alle competenze della Regione, dei comuni e della ASL. Rammenta che la Regione premia con la concessione di finanziamenti, vantaggi economici e fiscali le imprese che non hanno o disinstallano apparecchi da gioco presso i propri locali. Inoltre la Regione prevede di istituire un contributo etico obbligatorio annuale a carico di ogni esercizio abilitato a commercializzare prodotti di gioco lecito pubblico. Conclude illustrando la riformulazione delle sanzioni amministrative Il Consigliere BORGHETTI rammenta che bisogna integrare il testo con la clausola valutativa. Il Presidente pone in votazione i provvedimenti: la Commissione esprime parere favorevole all’unanimità. Argomento n. 2 dell’o.d.g.: REL n. 2 Comitato regionale per la trasparenza degli appalti e sulla sicurezza dei cantieri - Relazione delle attività svolte nei mesi di gennaio-maggio 2013. Il Presidente cede la parola alla relatrice per l’illustrazione del provvedimento. La Consigliera CARCANO illustra nello specifico la relazione semestrale del Comitato regionale per la trasparenza degli appalti e sulla sicurezza dei cantieri. Il Piano di attività 2013 ha avuto una proiezione temporale semestrale, in ragione della conclusione anticipata delle IX Legislatura. Il piano 2013 prevedeva le seguenti linee di azione: 1) esame delle procedura di gara gestite da ARCA; 2 ) aggiornamento dei follow up degli audit in materia di acquisizione i lavori, forniture e serviai condotti nel 2012 dallo UO sistemi e controlli. Con riferimento alle procedure di gara gestite dall’agenzia, il Comitato ha esaminato la documentazione e ha approfondito alcuni temi con il 2 Direttore generale di ARCA, in due specifiche audizioni. Per quanto concerne l’aggiornamento dei follow up degli audit trattandosi di attività in corso di svolgimento non sono stati condotti approfondimenti specifici. L’agenzia regionale centrale acquisti è stata istituita con LR 12/2012 con funzioni di committenza a favore degli enti di PA aventi sedi nel terriotrio della Regione e di Unioncamere Lombardia. La finalità è quella di individuare un operatore unico avente le funzioni di centrale committenza definita dal codice dei contratti, anche al fine di favorire il contenimento e la razionalizzazione della spesa. Segnala poi che con LR 21/2012 Infrastrutture lombarde Spa viene individuata quale centrale di committenza in materia di appalti di lavori. Riferisce poi in merito alle audizioni con il direttore generale di ARCA ed in merito alle procedure di gare esaminate (il Comitato ha richiesto l’elenco delle ultime 10 gare gestite da ARCA e ha individuato quattro procedure di gara per le quali è stata acquistita la relativa documentazione di dettaglio). Conclude rilevando, a nome del Movimento 5 Stelle, che emerge in maniera evidente che il Comitato regionale per la trasparenza degli appalti e sulla sicurezza dei cantieri non ha poteri per contrastare la lotta alla criminalità organizzata ma fa solo riferimento alla trasparenza degli appalti. Propone di contattare l’attuale Comitato e ritiene necessario dare allo stesso maggiori strumenti e poteri per disporre di una maggiore incisività nello svolgimento delle proprie funzioni al fine di un efficace contrasto alla criminalità, anche e soprattutto per evitare infiltrazioni mafiose in Expo 2015. Il Presidente rammenta che è prevista una audizione con il Comitato regionale e chiede di far pervenire osservazioni nelle quali si evidenzino le criticità rilevate e le riflessioni sul ruolo del Comitato regionale. La seduta termina alle ore 18.40. Hanno partecipato ai lavori della seduta i seguenti Consiglieri: Voti rappresentati Presidente Vice Presidente Gian Antonio GIRELLI (Partito democratico della Lombardia) Pietro FORONI (Lega Lombarda – Lega Nord – Padania) (5) (8) Mario BARBONI (Partito democratico della Lombardia) Carlo BORGHETTI (Partito democratico della Lombardia) Michele BUSI (Con Ambrosoli Presidente - Patto civico Silvana CARCANO (Movimento 5 stelle) Gianmarco CORBETTA (Movimento 5 stelle) Massimo D’AVOLIO (Partito democratico della Lombardia) Gianpietro MACCABIANI (Movimento 5 Stelle) Fabio ROLFI (Lega Lombarda – Lega Nord – Padania) Antonio SAGGESE (Maroni Presidente) Marco TIZZONI (Maroni Presidente) (4) (4) (5) (3) (3) (4) (3) (7) (6) (6) 3 Risultano assenti alla seduta i seguenti Consiglieri componenti la Commissione: Anna Lisa BARONI ( Il Popolo delle Libertà) Riccardo DE CORATO (Fratelli d’Italia – Centrodestra nazionale) IL PRESIDENTE (GIRELLI Gian Antonio) IL CONSIGLIERE SEGRETARIO (Fabio ROLFI) LA DIRIGENTE DEL SERVIZIO COMMISSIONI (Emilia PALTRINIERI) 4 Commissione speciale antimafia Mercoledì 2 ottobre 2013 Ore 17.00 Audizione con Dott. Piero Magri Direttore esecutivo Terre di Mezzo e Angela Fioroni Segretaria della Lega delle Autonomie locali della Lombardia Ore 17.30 Seduta di Commissione O.D.G. DELLA SEDUTA DI MERCOLEDÌ 2 OTTOBRE 2013 TRATTAZIONE RELATORE 1 Comunicazioni del Presidente 2 REL N. 2 COMITATO REGIONALE PER LA TRASPARENZA DEGLI APPALTI E SULLA SICUREZZA DEI CANTIERI - RELAZIONE DELLE ATTIVITÀ SVOLTE NEI MESI DI GENNAIO-MAGGIO 2013'". Atto di iniziativa di giunta Assegnazione: 01/07/2013 CONSULTIVA Silvana CARCANO 3 PDL N. 45 DISPOSIZIONI IN MATERIA DI CONTRASTO ALLA LUDOPATIA Atto di iniziativa consiliare Assegnazione: 08/07/2013 CONSULTIVA Fabio ROLFI PDL N.46 NORME PER PREVENZIONE E CONTRASTO ALLA LUDOPATIA Atto di iniziativa consiliare Assegnazione: 08/07/2013 CONSULTIVA Fabio ROLFI PDL N.58 NORME PER LA PREVENZIONE E IL TRATTAMENTO DEL GIOCO D'AZZARDO PATOLOGICO Atto di iniziativa presidente giunta Assegnazione: 02/08/2013 CONSULTIVA Fabio ROLFI 5 ____________________________________________________________________________ CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA X LEGISLATURA ____________________________________________________________________________ COMMISSIONE SPECIALE “ANTIMAFIA” Incontro dell’2 ottobre 2013, n. 5 (dalle ore 17,10 alle 18,05) Incontro con il Dott. Piero Magri, Direttore esecutivo Terre di Mezzo, e Angela Fioroni, Vice Segretaria della Lega delle Autonomie locali della Lombardia. Presiede il Presidente Gian Antonio GIRELLI. Partecipano i seguenti Consiglieri componenti della Commissione: BARBONI Mario BUSI Michele BORGHETTI Carlo CARCANO Silvana CORBETTA Gianmarco D’AVOLIO Massimo FORONI Pietro GIRELLI Gian Antonio MACCABIANI Gianpietro SAGGESE Antonio ROLFI Fabio TIZZONI Marco Partito Democratico della Lombardia Con Ambrosoli Presidente Patto Civico Partito Democratico della Lombardia Movimento 5 Stelle Movimento 5 Stelle Partito Democratico della Lombardia Lega Lombarda –Lega Nord Padania Partito Democratico della Lombardia Movimento 5 Stelle Maroni Presidente Lega Lombarda –Lega Nord Padania Maroni Presidente Assistono la dirigente del Servizio Commissioni Emilia PALTRINIERI, ed il funzionario Antonio MASCHIO. Segue trascrizione integrale degli interventi. PRESIDENTE GIRELLI Cominciamo i nostri lavori, anche perché abbiamo un ordine del giorno abbastanza fitto. 6 Abbiamo il dottor Piero Magri, Direttore esecutivo di Terre di Mezzo e Angela Fioroni, che è il Vicesegretario della Lega delle autonomie locali. Li abbiamo invitati per presentarci la proposta di legge di iniziativa popolare che riguarda il tema delle ludopatie. Essendo proprio noi, in questo periodo, impegnati come Consiglio ad elaborare una proposta di legge che riguarda questa tematica, avendo anche rilevato, proprio se vogliamo, la poca forza che abbiamo come Regione nell’affrontare in maniera sistemica la questione, ho ravvisato la necessità di un’iniziativa legislativa nazionale. Essendo la vostra un’iniziativa che nasce come proposta di iniziativa popolare ma che trova il confronto ed il confronto con gli Enti locali, con i Comuni, quindi è particolarmente sentita da chi più di altri, oserei dire, vive il dramma della ludopatia, ci è sembrato particolarmente interessante avere questo momento di confronto con voi, proprio per cogliere le indicazioni che sono all’interno della vostra proposta di legge. Ben sapendo che come Commissione non possiamo fare molto, perché non possiamo farla nostra, quello che possiamo fare è sposare l’iniziativa per quel che conta. E qualcosa conta, magari diventare anche sponsor della raccolta di firme su un tema che ci vede particolarmente sensibili e particolarmente attenti. Anche e soprattutto vi pregherei nella vostra relazione di tenere conto che siamo nella Commissione Antimafia; e, se potete, al di là dell’inquadramento generale della legge, che è una cosa interessante, poi non so se anche la Commissione IV riterrà di fare questa audizione, noi lo consegniamo all’Ufficio di Presidenza di quella Commissione, diciamo mettere in risalto l’aspetto che so che all’interno della vostra legge c’è, che riguarda appunto il tema del contrasto all’infiltrazione mafiosa. Qua siamo abituati ad essere anche molto concreti, per cui darei subito la parola a voi. Vi invito a presentarvi prima di iniziare, per questioni di registrazione, così che rimanga tutto agli atti. Voi fate l’esposizione, poi i commissari, se hanno qualche aspetto da chiarire, da approfondire o quant’altro, vi porranno delle domande alle quali voi potrete rispondere. Prego. DOTT. PIERO MAGRI Grazie per l’invito, io sono Piero Magri, sono il Direttore esecutivo Terre di Mezze. Tra l’altro noi siamo una casa editrice nata diciannove anni fa con l’intento di andare a narrare, a raccontare le realtà che in situazioni di difficoltà segnano in qualche modo i semi del futuro e dicono già quali possono essere i segni di futuro. In tutta questa cosa organizziamo una fiera che si chiama “Fa’ la cosa giusta”, fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili qui a Milano da oltre dieci anni. E con un certo successo, perché comunque coinvolge 70-75.000 visitatori. All’interno di questa fiera “Fa’ la cosa giusta” una cosa che ci ha colpito era anche incontrare una serie di Amministratori, Sindaci e Assessori che realizzano delle pratiche virtuose, e dall’altra parte altri che cercano come realizzare queste. E quindi è nata da lì l’idea di mettere in piedi quella che abbiamo chiamato una scuola delle buone pratiche. Allora appunto Amministratori, Sindaci od altri funzionari che possano in qualche modo andare ad insegnare ad altri che cosa hanno realizzato e come, appunto nell’ambito delle buone pratiche. Se è vero che i primi due anni, tre anni questa scuola delle buone pratiche ha trattato soprattutto l’ambito ambientale, quindi rifiuti, la gestione del territorio eccetera, l’anno 7 scorso abbiamo fatto un percorso su legalità in Pubblica Amministrazione, insieme al Comune di Corsico, perché loro hanno messo in atto tutta una serie di procedure che ci sembravano interessanti andare a valorizzare, a promuovere, far conoscere. In questo percorso di legalità della Pubblica Amministrazione uno dei primi temi è stato lega lità e contrasto al gioco d’azzardo. Confesso che fino all’anno scorso personalmente conoscevo praticamente niente o molto poco del gioco d’azzardo. Anzi, come dico sempre la pubblicità “ti piace vincere facile” la trovo anche carina, in realtà poi andando a scoprire un po’ di più quest’ambito, questo argomento, ho scoperto che c’è davvero tutto un mondo e che non è un mondo così bello, tutto sommato. La cosa che ci ha colpito nella parte sempre vista da parte dei Sindaci era l’impossibilità che hanno i Sin daci ad agire in questo ambito, il fatto che si trovano solamente a raccogliere i cocci di un percorso di famiglie rovinate, famiglie che hanno bisogno di continui aiuti perché uno dei membri si gioca tutto quanto lo stipendio a quelle macchinette. E quindi ci siamo detti: che cos’è che possiamo fare? Siamo partiti, anche lì sempre concordando questo con i Sindaci che hanno partecipato a quel convegno, che erano più di centoventi. Qualcuno ha osato dire: mettiamoci la faccia, diciamo qualcosa, diciamo che è ora di smetterla in qualche modo, perché non abbiamo i mezzi per farlo però vogliamo dirlo. E da lì è nata l’idea di scrivere un manifesto, appunto il Manifesto dei Sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo, che abbiamo promosso e reso pubblico il 14 gennaio scorso. Da allora fino ad adesso sono più di trecento i Comuni che hanno aderito a questo Manifesto, molti della Lombardia (Comune di Milano, Lecco, etc.), però anche altri da altre parti d’Italia. Il Manifesto, che però sono sostanzialmente degli intenti, essenzialmente appunto il fatto che i Sindaci dicono che vogliono avere più poteri decisionali. Fino a questo momento qua, di fatto, qualsiasi persona può aprire una sala da gioco o può mettere in qualsiasi locale pubblico, in qualsiasi esercizio di commercio una slot-machine, chiedendo solamente l’autorizzazione alla Questura. Se la persona richiedente ha la fedina penale pulita, può aprire la sua sala da gioco e lì finisce. Che la sala da gioco sia di fronte ad una scuola, che sia accanto al parco giochi, che sia di fronte all’oratorio, alla parrocchia, non importa. E quindi il fatto che i Sindaci debbano avere un potere vincolante anche su dove aprire queste sale, soprattutto come andare a regolamentare la sala da gioco, il gioco d’azzardo. Se all’inizio, come dicevo, il Manifesto ha essenzialmente degli intenti, quindi dire “vogliamo avere più potere, vogliamo poter creare rete sul territorio, rete con tutte quelle realtà che lavorano in quest’ambito, quindi la Questura, l’A.S.L., assistenti sociali e vari comuni vicini”, d’altra parte abbiamo detto che bisogna poter far qualcosa. E per poter fare qualcosa, certo una cosa che possiamo fare noi innanzitutto è andare ad informare i Sindaci, ma anche la cittadinanza, su che cos’è il gioco d’azzar do. Ricordo che il gioco d’azzardo è come la terza industria italiana per fatturato. Fino all’ottobre 2012 erano 80 i miliardi di fatturato del gioco d’azzardo, il 3% del PIL nazionale, il 12% della spesa delle famiglie italiane, eccetera, eccetera. Le slot-machine disseminato sul territorio italiano sono più di 400.000, i giocatori abituali 15 milioni di cui quelli a rischio patologico 2 milioni. Il ricavo che ne fa lo Stato, di tutto ciò, sono 8 miliardi, 6 dei quali sono spesi nella cura dei dipendenti d el gioco patologico, solo per la cura delle persone che hanno questa malattia. I costi sociali sono ben superiori e si 8 possono calcolare perché di fatto i debiti che le famiglie contraggono sono distribuiti tra di noi. Allora forse è importante andare anche a sottolineare questa cosa e soprattutto sottolineare quello che i Sindaci stanno facendo per cercare di andare a recuperare il senso dello stare insieme. Se qualcuno si mette a giocare d’azzardo e passa tutto il suo tempo con la macchinetta, di fatto c’è qualche problema di relazione, c’è forse anche un problema di ritrovare cos’è che fonda la nostra socialità, il nostro stare insieme. E allora Angela Fioroni, che è qui presente accanto a me, alla quale adesso do la parola, con molta umiltà si è messa lì, ha studiato tutta una serie di documenti, ha fatto un librettino che si chiama “Le regole del gioco”, che poi possiamo consegnare, dove ha cercato di mettere in fila dei dati, ha cercato di mettere in fila le buone pratiche che le diverse Amministrazioni stanno facendo, cercando di mettere in fila soprattutto i principi che possono aiutare ad uscire da questo inferno che sono le sale da gioco, il gioco d’azzardo. Bene le informazioni, bene la denuncia, probabilmente bisogna fare anche qualcos’altro. E lì qualche Sindaco ha detto che dobbiamo fare una legge, una legge che davvero dia potere alle Amministrazioni locali non solamente di raccogliere i cocci, come dicevo prima, ma proprio intervenire prima. È per questo che ad aprile -maggio Angela, alla quale do la parola subito, si è messa con molto animo ad andare a scrivere questa legge di iniziativa popolare della quale adesso ci racconterà, vi spiegherà un po’ meglio. DOTT.SSA ANGELA FIORONI Grazie per l’introduzione. In realtà poi la legge non l’ho scrit ta io, ho fatto un’opera di redazione. Noi avevamo una mailing list di cinquecento persone tra Sindaci, Assessori, associazioni eccetera. A queste persone abbiamo chiesto che cosa, secondo loro, era necessario che ci fosse in una legge. E loro ci hanno fatto le loro richieste. Abbiamo accolto le richieste, abbiamo incominciato a vedere come si potevano scrivere gli articoli di legge, abbiamo confrontato altre leggi depositate già in Parlamento, abbiamo individuato alcune assonanze tra le richieste che veni vano fatte e le leggi depositate. Nel frattempo noi facciamo parte di una campagna più generale che si chiama “Mettiamoci in gioco”, campagna fatta da molte associazioni italiane, in genere dalle associazioni che si occupano del recupero dei tossicodipendenti, Cgil Cisl Uil, Arci, Acli, Auser, Anci, Autonomie Terre di Mezzo. E ci siamo trovati in sintonia perché anche questo raggruppamento di tante associazioni chiedeva una legge, una legge nazionale che regolamentasse davvero il gioco d’azzardo. E quindi anche con loro ci siamo confrontati sui punti della legge. Li abbiamo presentati ai parlamentari il 9 luglio scorso ed abbiamo visto che molti di questi punti sono ripresi nell’articolo 14 della legge delega, che è stata approvata il 25 settembre se sono precisa, quindi una legge delega fiscale dove c’è l’articolo 14 che si occupa dei giochi pubblici, non si chiama gioco d’azzardo, neanche giochi con vincite in denaro ma giochi pubblici. E questo riprende molto dei punti che stanno dentro la nostra legge d’iniziativa popolare. Alla fine io ho fatto un’opera di scrittura e di redazione, ma in realtà la scrittura è una scrittura corale, alla quale hanno contribuito in tanti. Perché una legge? Perché il gioco d’azzardo, che nelle nostre leggi si chiama gioco con vincite di denaro, è di competenza esclusiva dello Stato. Ed essendo di competenza 9 esclusiva dello Stato, non c’è nessun altro che possa intervenire in merito. Di conseguenza tutti i regolamenti dei Comuni, tutte le ordinanze che hanno fatto i Sindaci per potere intervenire nei loro territori per regolare questa presenza diffusa e per certi versi di degrado anche delle città, una presenza che produce degrado, lo riscontrano i Sindaci ma lo dice anche la relazione della Commissione Nazionale Antimafia che n el 2012 parla, parlando dei giochi, sia dell’intervento delle mafie, della presenza delle mafie, parla in modo particolare del degrado che si produce nelle città e nei quartieri dove si insediano le sale gioco o attività di gioco. Dopo un primo momento in cui sembra che ci sia un’espansione di occupazione e un’espansione di servizi, in realtà poi il gioco mangia, cannibalizza tutte le altre attività. Di conseguenza il territorio si depaupera. E i Sindaci trovano sul loro territorio gli effetti. A dieci anni dalla liberalizzazione sul gioco che è stata prodotta, trovano effetti sulle persone, sui malati di gioco, giocatori problematici e patologici, ma trovano effetti anche sui propri territori. Fanno regolamenti e fanno ordinanze che vengono tutti respinti dai Tar. C’è stato un regolamento che il Tar di Brescia, nei confronti di (Bandolomella), non ha respinto del tutto, ma ci sono stati ricorsi e quindi si era in attesa del ricorso. C’è un’ultima sentenza del Consiglio di Stato molto interessante, del 26 settembre 2013, quindi di pochi giorni fa. Al Consiglio di Stato si è rivolto il Ministro dell’Interno contro il Tar di Brescia che aveva deliberato nei confronti di un Comune che aveva deciso gli orari di apertura. E il Consiglio di Stato dice: “Spetta unicamente allo Stato intervenire e quindi per mezzo dei Questori”. E siccome i Questori devono autorizzare il gioco, quindi le sale, le installazioni, gli apparecchi di gioco, spetta a loro stabilire anche gli orari. E questo perché i Questori sono il presidio in grado di garantire gli stessi interessi su tutto il territorio nazionale. Se ne deduce che invece i Sindaci controllano gli interessi solo delle proprie comunità e quindi non sono in grado di tutelare gli interessi più generali. Quest’ultima sentenza d ice addirittura che l’unico Tar autorizzato ad intervenire per dirimere i contenziosi che si possono aprire è il Tar del Lazio, perché anche qui c’è un unico presidio nazionale. Questa è la legislazione attuale. Di conseguenza ci sono anche le leggi regionali. Ad esempio c’è la legge regionale della Liguria, che esiste già da qualche tempo, che autorizza, come la legge regionale di questa Regione, legge regionale Lombardia, i Comuni ad autorizzare l’apertura di sale gioco ed installazione di videogiochi. Bene, nonostante ci sia questa legge, quando i concessionari del gioco, i gestori del gioco si rivolgono ai Tar, in genere vincono i concessionari e non i Comuni. Allora, l’avere una legge nazionale diventa importante per tutti, è importante per i Comuni ma è importante anche per le Regioni, perché le Regioni vengono... anche se non dovrebbe essere così, stanti i poteri attuali tra i diversi organismi dello Stato, se lo Stato fa una legge in cui dice che ad altri spetta, altri sono autorizzati. Finché lo Stat o non autorizza, gli altri non sono autorizzati. Da queste premesse è partita l’idea necessaria di una legge ed è l’idea che unifica tutte le associazioni che chiedono una legge che regolamenta il gioco d’azzardo. Che lo regolamenti davvero, perché dagli anni ’90 in avanti il gioco d’azzardo viene contemplato in tutte le leggi finanziarie e se ne consente l’espansione nell’idea che espandendo il gioco si possano anche ricavare incassi. In realtà si evidenzia che questo non accade, tant’è che su 80 miliardi circa incassi nel 2012 poi le tasse sono state gli 8 miliardi, quindi è anche un’impresa pressoché detassata, 10 molto incentivata dallo Stato. In più si verifica che se dovessero essere curate tutte le persone che sono ormai malate, dipendenti dal gioco, si dovrebbero spendere intorno ai 56 miliardi l’anno. Di conseguenza quasi tutti i soldi delle tasse poi se ne vanno per la cura dei malati. Allora entriamo nel secondo argomento: chi ci guadagna davvero su questa questione qua? Perché i Consigli di Stato si rivolgono con questa tempestività e con questa precisa posizione nei confronti degli Enti territoriali? Ed io mi chiedo anche perché, stante il contenzioso tra le tasse non pagate, la parte delle concessionarie del gioco, poi sapete la polemica che c’è stata sui 600 milioni chiesti, la Guardia di Finanza ha individuato in 89 miliardi le tasse evase e tutti i danni correlati; la Corte dei Conti del Lazio ha chiesto il pagamento di 2,5 miliardi; le società si sono rifiutate di pagare i 2,5 miliardi; l’attuale Governo ha chiesto 600 milioni. Le società si sono opposte anche al pagamento di questi 600 milioni. Allora, che cosa c’è dietro? Se si parla e si entra in ragionamento con le imprese del gioco, le imprese del gioco dichiarano grandi difficoltà, si dichiarano indebitate, si dichiarano che non ci guadagnano più. E allora chi ci guadagna! Non possono neanche chiuderle, perché le realtà che ci stanno dietro sono i fondi di investimento, sono prassi internazionali, sono società note. Questo è il dato vero. Il motivo per cui dal ’33 in avanti si decide che il gioco è di competenza esclusiva dello Stato, perché si dice che intorno al gioco arrivano tanti soldi ed i cittadini devono essere tutelati, che non ci devono essere infiltrazioni mafiose, in realtà noi assistiamo, se guardiamo i dati della relazione antimafia, se guardiamo i dati delle Direzioni Distrettuali Antimafia, se guardiamo i dati delle Procure della Repubblica, ci dicono che nel gioco legale esistono le mafie, su due livelli. Sul livello termin ale, quello che noi vediamo, le macchinette, le slot, eccetera, perché stanno nella manomissione delle slot, nella imposizione delle slot, nell’imposizione dei noleggi, nella manomissione per scollegarle dal Fisco, per non pagare direttamente il Fisco, la presenza di usurai. Perché la macchinetta funziona così: il giocatore sa che prima o poi da quella macchinetta vedrà un po’ di luce, quindi non si stacca dalla macchinetta. Ci sono testimonianze scritte sui giornali di alcuni operatori di bar di Brescia ch e hanno detto: basta, noi abbiamo chiuso, non vogliamo più macchinette al nostro interno. E questo perché si erano accorti che i giocatori perdevano 5-600 euro, rimanevano attaccati lì e gli chiedevano di chiudere la macchinetta per farli tornare per il tempo che loro andavano a farsi prestare i soldi per giocare a quella macchinetta, sapendo che prima o poi vincevano. Litigano tra di loro i giocatori, perché non vogliono che altri si avvicinino alla macchinetta. C’è la testimonianza del gestore di un bar che dice: ho chiuso, ho buttato fuori tutte le macchinette, ci perdo intorno agli 800 euro al mese ma almeno sto in pace, non vivo più le tensioni che si vivono all’interno. Qui a Milano, vicino ai luoghi del gioco, ci sono gli usurai che prestano i soldi. Allora, abbiamo la criminalità organizzata, le mafie che intervengono. Sul versante fisico, quello che noi vediamo, quello che i Sindaci riscontrano, ma poi intervengono a monte sul versante finanziario, perché dietro le società anonime, dietro le società che hanno sempre dei paradisi fiscali, dietro i trust non sappiamo chi c’è e quando non sappiamo chi c’è è molto probabile che ci siano situazioni illegali. Nella proposta di legge – ho finito la presentazione – allora noi chiediamo che vengano curate davvero le persone, non che vengano inserite la ludopatia o il gioco 11 d’azzardo patologico, poi in realtà lo si dice senza spese per lo Stato. Le Regioni che cosa fanno? Le Regioni hanno il loro budget per la cura delle dipendenze ed inserendo una nuova dipendenza devono riguardare il proprio budget. E così si introduce una nuova dipendenza senza finanziamenti. Noi chiediamo che invece le persone vengano curate davvero. E chiediamo noi, ma come lo chiede la campagna “Mettiamoci in gioco”, che l’1% dell’ammontare dei soldi che vengono versati in parte alle concessionarie, in parte ai giocatori, in parte allo Stato, venga destinato ad un fondo per la cura delle persone malate, per la prevenzione, eccetera. Chiediamo anche che si costituisca un altro fondo, lo 0,50% , per trasferirlo sulle politiche sociali dei Comuni, per consentire attività di prevenzione a livello locale. La attività di prevenzione è tanto più significativa perché se si riesce a fare prevenzione in un settore poi in realtà si fa prevenzione in tant i settori, perché per fortuna i giocatori patologici non sono tutti giocatori. Diventano patologici quei giocatori, quelle persone che hanno già delle problematicità nella loro personalità. E allora se noi riusciamo già con i bambini, già da piccoli, nelle nostre città, a creare un clima, un sistema di relazioni che protegga i bambini e gli adolescenti dal gioco... Perché la ricerca di UISP Telefono Azzurro ci dice che giocano l’8% dei bambini tra i 6 e gli 11 anni. E non giocano solo a casa con i soldi che gli danno i genitori per metterli nel computer, nel pc, giocano anche nei luoghi fisici, nelle sale scommesse, nei bar, nelle tabaccherie. L’8% dei bambini di quelle età lì. L’altro dato più grave, riscontrato da più ricerche, è che giocano il 47% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni. Quindi i minorenni, che non dovrebbero giocare per legge, gioca il 50%. E il 50% dei minorenni, ci dicono i sociologi, gli psicologi che si occupano della crescita dei bambini e dei ragazzi, ci dicono che quando il gioco viene pr aticato a questa età, diventa un elemento strutturale della personalità. Se poi io gli tolgo il gioco, gli scombino la personalità ed apro la loro personalità ad altre problematiche. Nella legge noi chiediamo che ci sia la possibilità e quindi i finanziame nti anche per l’attività di prevenzione, per l’attività di ricerca; che ci sia un divieto vero per i minorenni, come si fa in altri paesi, che per giocare devi inserire una tessera di riconoscimento. Se la macchina accetta la tessera di riconoscimento okay, se non la accetta fuori. Si prevedono nella legge sei mesi di tempo per adeguarsi, nel frattempo i gestori dovrebbero controllare, se hanno il sospetto che ci siano dei minorenni. L’altra cosa che viene chiesta nella legge sono i poteri per i Comuni. Chi edendo i finanziamenti nazionali si mettono a disposizione delle Regioni e quindi delle A.S.L., dei finanziamenti veri per poter intervenire in questo campo. Coloro che si occupano di tossicodipendenti ci danno questi numeri, ci dicono che tutti i tossicod ipendenti, di tutte le dipendenze, ad oggi sono 300.000 in Italia. I giocatori patologici oggi sono contati in 800.000. Questi sono i dati, 300.000 tutti gli altri e 800.000 solo i giocatori patologici. Il sistema innovativo nella qualità del gioco consente di diventare dipendente in un periodo molto breve e le persone più sono fragili e ovviamente diventano dipendenti. Occuparsi di gioco d’azzardo significa occuparsi del benessere delle nostre comunità, significa occuparsi dei soggetti più fragili, a parti re dai minorenni, a partire dalle persone con il minor livello di istruzione, a partire dalle persone con il lavoro meno garantito, a partire dalle persone sole, le donne sole di una certa età, gli emigrati soli, uomini e donne, eccetera. Quindi occuparsi di gioco vuol dire occuparsi del benessere delle nostre 12 comunità, non solo del benessere delle persone. Chiediamo che i Sindaci possano avere il potere di pianificazione territoriale e di decisione sui propri territori. Chiediamo che ci sia un osservatorio nazionale non alle dipendenze dell’Amministrazione del Monopolio, che poi in realtà ha fatto gli interessi del gioco e non gli interessi dei cittadini, ma che questo osservatorio sia inserito nel Ministero degli Affari Sociali, che sia indipendente e che faccia un lavoro di ricerca e di monitoraggio. L’ultima parte: chiediamo solo quattro articoli, scritti con l’aiuto di un esperto di antiriciclaggio per le banche, che mette poi le sue competenze al servizio dei Comuni gratuitamente per fare attività di an tiriciclaggio ed attività di informazione. Queste cose che io sto raccontando, la quasi totalità di queste cose le ho imparate in questi mesi, non le conoscevo prima. E le ho imparate anche con l’aiuto di queste persone. Questo signore ci ha aiutati a scri vere gli articoli che prevedono la lotta al gioco illegale, alle infiltrazioni mafiose ma soprattutto all’antiriciclaggio e alla lotta al riciclaggio. E quindi, con una serie di normative, di norme, che prevedano la tracciabilità dei flussi finanziari e che prevedano che siano conosciuti i nomi di coloro che finanziano, il nome effettivo fino alla persona fisica. Insomma, si ripetono in continuazione: il proprietario, il concessionario, il, il, il, fino alla persona fisica. Si deve conoscere il nome di chi sta dietro tutta questa partita. Si prevedono delle sanzioni un po’ più stringenti e si prevede un’altra cosa importante, il fatto che il gioco d’azzardo lo si possa fare in un tempo definito, la proposta di legge prevede due anni, in sale dedicate, nelle sale gioco e non diffuso in bar, tabaccherie, eccetera. Perché è questa diffusione che diventa una tentazione per i giocatori patologici, lo testimoniano loro stessi. Ogni volta che si ha la possibilità di sentire le loro testimonianze, dicono: io vado a bere il caffè e la macchinetta è una tentazione alla quale non posso resistere; se invece devo decidere di andare in sala giochi, allora è un’altra questione, ci penso un po’ di più. Chiediamo che il gioco venga accolto in una sala giochi con tutta una serie di regole che verranno viste in un secondo tempo con una legge apposita e si prevedono sanzioni più pesanti rispetto a quelle attuali. Questo l’impianto della legge, per la quale il 9 ottobre lanciamo la raccolta delle firme. Ringraziamo per questa opportunità che ci date. PRESIDENTE GIRELLI Ringrazio io voi dell’illustrazione, credo sia anche stata molto importante e molto di dettaglio. Invito i commissari se hanno delle precisazioni o altro da sottoporre ai nostri ospiti, poi comunque vi propongo già da adesso l’idea che, aspettando il 9 ottobre, perché è giusto che anche noi giochiamo di anticipo sull’iniziativa vostra, mi piacerebbe anche che come Commissione possiamo uscire nel segnalare questa importante iniziativa, contribuire mandando pubblicità, quota firme e noi stessi sottoscrivendo in maniera pubblica la proposta stessa. Questo è nel concreto quello che possiamo fare. Se ci sono delle domande, prego. Anche se mi rendo conto che l’illustrazione è stata talmente completa ed anche esaustiva che c’è poco da chiedere. Mario Barboni. CONSIGLIERE BARBONI 13 Grazie Presidente, grazie al dottor Magri ed alla dottoressa Fioroni per questa presentazione. Io credo che questo si ponga in interlocuzione rispetto al lavoro che sta facendo la Regione Lombardia e rispetto anche al livello di legge governativa che stanno predisponendo, non so se attraverso una vera e propria legge, anche perché è un tema che non è nuovo. Se ne parla adesso, per la verità per alcune realtà che lavorano, in modo particolare le realtà di volontariato che lavorano nel sociale avevano già sollevato un po’ di anni fa questa questione. Per chi ha amministrato queste cose le ha già colte. Crediamo che un pezzo per volta, nel tempo anche giusto, anche breve, si possa arrivare ad avere una serie di dispositivi attraverso proprio una legge governativa che possa essere diciamo di coordinamento, è un governo di questa necessità presso tutto il territorio italiano. C’è qua il collega Rolfi che ha seguito in modo particolare la stesura del do cumento nostro sulla vostra legge e durante queste discussioni, che sono aperte da qualche mese a questa parte, abbiamo notato la carenza. Dentro questa vostra illustrazione, che è stata peraltro molto chiara, sono state evidenziate alcune questioni che anche noi, sul livello ad esempio governativo, dovremmo un po’ approfondire. Perché se c’è un ricavo di 85 miliardi, anno 2012, lo Stato ne ricava solo 8 miliardi. Probabilmente non è così, perché altrimenti sarebbe fin troppo anche facile, tutto sommato, bloccare tutta questa roba e applicare un sistema, lo dico alla francese, che è un po’ più nelle intenzioni, un po’ più in termini sociali ovviamente. Probabilmente non è così, sono un po’ di più i soldi che certamente lo Stato ci ricava se assommiamo a quel ricavo diretto anche tutto quanto ne deriva dalle varie tasse che non sono le società gestrici, gestori di queste, ma anche i collegati, perché ci sono i produttori delle macchine, insomma tutto questo apparato che serve a produrre questi 85 miliardi di euro. Ovviamente sono d’accordo anch’io, concordo con quanto ha detto il Presidente Girelli, che la legge di iniziativa popolare ci trova sicuramente favorevolmente predisposti a fare in modo che la cosa possa andare avanti. Io non so se noi abbiamo già il testo di questa legge, se voi l’avete già redatta? DOTT. PIERO MAGRI È stata trasmessa a tutti in formato elettronico. CONSIGLIERE BARBONI Comunque grazie per l’esposizione. Se posso dire solamente una cosa a questo riguardo. Ancora una volta, come dicevo anche l’anno scorso in materia, io ho capito due cose. Da una parte apprendere che la tassa, le tassazioni che pagano sui giochi sono diverse e sono inferiori alle tasse che tutti noi paghiamo, I.V.A. e tutto il resto, detto fino ad ieri. Nei giochi in genere il tasso è del 10%, o meglio per alcuni giochi di più, altri sono più bassi. Quindi anche su questa cosa, se si può andare a capire perché lo Stato, siamo, perché lo siamo tutti quanti noi, così poco furbi da mettere una tassazione più bassa ri spetto ad altre! Ed un’altra cosa che mi ha colpito è un articolo che ho letto a luglio sul “Il Corriere della Sera”, era un trafiletto così proprio, di un’agenzia di scommesse inglesi che da quindici anni opera qui in Italia senza concessione. Sono stati fatti dei ricorsi che hanno vinto regolarmente, hanno fatto dei processi che hanno sempre vinto e questa agenzia di scommesse l’ultimo grado l’ha vinto anche quello. 14 Ed allora che cosa ha detto? Visto che ha vinto con questa sentenza, ha detto che avendo operato per quindici anni anche senza concessione, però di fatto avendolo fatto, è equiparata alle altre dieci concessionarie Lottomatica, Sisa, eccetera, eccetera. Questa agenzia, nella sua grande misericordia e bontà, ha detto che avendo adesso la possibilità di operare senza alcun problema, decide di pagare le tasse, non dei quindici anni passati ma d’ora in poi pagherà le tasse. Ma avendo sedi a Malta, pagherà le tasse a Malta, quindi in Italia non darà nulla. Questo è il genere di persone con le quali s i ha a che fare in questo ambito qua, quindi forse vale la pena di dire che potremmo fare ancora di meglio di quello che abbiamo fatto finora, perché al momento ce la possiamo fare anche. L’altra cosa ancora che vorrei aggiungere, e questo è davvero un ter reno sconfinato della frontiera per me, sono tutte le applicazioni online. Io ricordo che tutti quanti riceviamo, sui telefonini, delle proposte di scaricare giochi eccetera, i nostri figli o comunque i giovani hanno i telefonini che probabilmente non sono neanche intestati a loro e quindi possono scaricarli. Le pubblicità che ci sono ad esempio, sul fatto che puoi scaricare l’app, puoi giocare eccetera. Io parlavo di quella cosa lì con un vicequestore della Polizia Postale, non c’è una regolamentazione attualmente in Italia che vada a regolare cosa si può fare e cosa non si può fare online sul gioco d’azzardo. E in questo campo corre davvero una prateria sterminata, dove chi può investe molto e porta a casa anche molto. Questo sarà quindi un altro ambito sul quale sarà interessante anche andare a riflettere e capire che cosa si può fare. Sempre su questa cosa segnalo a quelli che sono i vari modi che si hanno per attirare o presentare i giocatori. A Cesano Boscone un nostro giornalista di Terre di Mezzo, una volta è andato al centro commerciale di Cesano Boscone, con suo figlio che ha dodici anni e, mentre è andato a fare la spesa, il bambino gli ha detto: “Papi, vado a giocare qua”. C’era un posto per giocare, lui è andato a prenderlo e gli ha detto: “Sai che c’è una cosa interessante lì. Se tu metti dei soldini, ci sono dei giochi dove tu vinci. Ma non vinci soldi, però dei punti. E sommando questi punti, alla fine vinci un telefonino, un iPad o qualcos’altro”. Allora, non è gioco d’azzardo ma il meccanismo è esattamente lo stesso, la procedura è quella. E anche su questa cosa è importante attirare l’attenzione e renderci conto, perché sono i nostri figli in fondo. PRESIDENTE GIRELLI Prego, consigliere Borghetti. CONSIGLIERE BORGHETTI Io mi scuso per il ritardo e ringrazio gli ospiti anche per lo scorcio di audizione che ho potuto udire. Volevo chiedere se si sono fatti loro un’idea, per le conoscenze che hanno del fenomeno, di una questione controversa, che anche nel gruppo di lavoro che il Consiglio Regionale ha sulla legge regionale gioco d’azzardo, è stata affrontata, che è delicata, che è quella del filtro per impedire ai minorenni appunto di accedere alle macchinette. Le ipotesi che si sono fatte sono diverse, se si riesce, stanti le normative esistenti, a relegare le macchinette in un locale il cui accesso possa essere controllato, oppure un’altra ipotesi è quella di far montare a bordo delle macchinette un meccanismo che possa essere attivato solo con una tessera. Per la conoscenza che avete, dai 15 ragionamenti che avete fatto, vi siete fatti un’idea di quale potrebbe essere, se c’è, la soluzione verso cui tendere, proprio per avere un modo, il più efficace possibile, per impedire ai minori di arrivare alle macchinette? Grazie. PRESIDENTE GIRELLI Do la parola anche al consigliere Rolfi, diamo tutti i contributi. Prego, Fabio. CONSIGLIERE ROLFI Io volevo ringraziare perché tutti i contributi. Farei questa riflessione. Dopo vedremo la proposta di legge in Regione Lombardia e, come si diceva l’altra volta, il lavoro è stato intenso, con il contributo di tutti, penso con il consenso di tutti. La proposta di legge è coraggiosa, perché come avete modo di vedere su molti aspetti con coraggio abbiamo dovuto prevedere interventi con la consapevolezza che camminiamo sul filo del burrone e probabilmente ci beccheremo dei ricorsi. Abbiamo osato, insomma. Con la medesima consapevolezza però consegniamo (incomprensibile), perché l’opinione pubblica lo richiede, giustamente, perché forse sono segnali che da più Re gioni o da più Enti locali sta arrivando con contributi e con intensità differente e probabilmente – questo è l’auspicio – smuoverà anche la legislazione nazionale prossimamente. E magari, con un po’ di coraggio, qualcosa riusciamo a far passare. Se però anche la nostra proposta di legge ha tutta una serie di riflessioni che attengono a competenze regionali anche nell’ambito della pianificazione commerciale urbanistica, perché comunque gli strumenti pianificatori generali, con i suoi progetti, con i piani commerciali, i Sindaci hanno una responsabilità di pianificazione e all’interno di questa, attraverso una riflessione approfondita nella direzione legislativa, io avrei ritenuto che si potesse ritagliare una competenza ulteriore, molto più “nostra” di quanto questa, ad esempio introduzione di distanze minime dai luoghi sensibili piuttosto che utilizzo di tessere e quant’altro. È un lavoro complicato e complesso che però ha avuto anche dei margini, a mio avviso, innovativi e interessanti. Dico questo per dire un’altra questione. I contributi che ho sentito dai Presidenti interessati dalla proposta possono essere oggetto di riflessione nostra per quanto riguarda il Pdlp, il progetto del Parlamento, che vedremo dopo l’approvazione di questo, non ho ancora capito se andremo in aula contemporaneamente con il Pdl regionale o dopo, preferirei dopo, per avere magari poi anche il tempo di una riflessione più approfondita, ed anche accogliere queste istanze, per una nuova proposta di legge del Parlamento del Consiglio Regionale, che possa andare incontro anche a quelle che sono le sensibilità che provengono dal territorio. Grazie. PRESIDENTE GIRELLI Prego, Corbetta. CONSIGLIERE CORBETTA Grazie anche da parte mia. Solo qualche domanda molto veloce. Il fatto di avere scelto di percorrere la strada della proposta di legge di iniziativa popolare è stata una scelta lievitata per sensibilizzare anche i cittadini già in questa occasione, per 16 fare questo tipo di azione, oppure non avete trovato sponde a Roma di gruppi che fo ssero disponibili a fare propria questa iniziativa? Quando parlavamo noi di presenza mafiosa dietro a questi grossi gruppi, dietro c’è qualche situazione conclamata, accertata, oppure sono cose che si sanno ma che non sono ancora state definite in maniera chiara, magari dalla Magistratura? E poi ne approfitto per chiedere se avete un’indicazione in merito al fatto che sul sito delle società dei Monopoli di Stato, penso che per legge tutti i dati relativi al gioco d’azzardo dovrebbero essere pubblicati, pe r ragioni di trasparenza, mensilmente, a me risulta invece che siano molto indietro, forse anche di un anno. Vi siete dati una spiegazione di questa situazione? Grazie. PRESIDENTE GIRELLI Se non ci sono altre domande... prego. DOTT.SSA ANGELA FIORONI Cominciamo da quest’ultima, che potrebbe essere la risposta più semplice. Io ho guardato la settimana scorsa i dati AMS ed erano fermi all’ottobre 2012, esattamente quelli che abbiamo utilizzato per scrivere il libretto. E non ne sono più stati pubblicati . E adesso anche non ne pubblicheranno più, perché dato il movimento di opinione pubblica che si è creato contro il gioco e dato un fatto reale, perché quando noi parliamo di 80 miliardi o 88, la Corte dei Conti afferma che per il 2013 la raccolta è stata di 88 miliardi. In realtà in quegli 88 miliardi sono compresi anche tutti i soldi che i giocatori vincono e che rigiocano. Allora si è creato un dibattito teorico, per dire: ma non è vero che sono proprio 88 miliardi o 80 miliardi i soldi giocati, i soldi tirati fuori dalle tasche dei giocatori in realtà sono di meno, perché ci sono anche quelli che hanno vinto e che rigiocano, ma non si possono considerare – affermano loro – come soldi vivi che il giocatore tira fuori. Avevano deciso di suddividere quelli che i giocatori giocano di tasca loro e la raccolta reale, ma deve essere successo qualcosa, qualche impossibilità ad agire in questa direzione, per cui non pubblicano più i dati. Quindi noi non abbiamo più dati ufficiali. Quando abbiamo scritto il libretto, noi ci siamo preoccupati molto di avere i dati ufficiali, perché i dati ufficiali sono quelli dell’Agenzia dei Monopoli di Stato. Oggi non abbiamo più dati ufficiali, abbiamo questa cosa della Corte dei Conti che dice 88 miliardi, però io sinceramente non ho avuto neanche il tempo di andare a cercare il documento in cui si dice. E questa potrebbe essere la risposta più semplice, perché però in realtà comunica molto. Comunica quanto meno l’imbarazzo, perché l’imbarazzo comunque c’è, una situazione che crea imbarazzo comunque c’è. Un gioco lecito, autorizzato dallo Stato, che poi produce dei danni. C’è una contraddizione qui e l’imbarazzo c’è. Per quanto riguarda la legge di iniziativa popolare, noi abbiamo fatto questa scelta proprio per dare ai Sindaci strumenti di colloquio, conversazione e sensibilizzazione, ai Sindaci, alle associazioni, ai comitati che si vogliono creare. Sensibilizzazione dei cittadini. Abbiamo trovato a Roma, quando siamo andati il 9 luglio, insieme con la campagna “Mettiamoci in gioco”, alcuni parlamentari molto attenti, tant’è che ci hanno chiesto di mandargli il testo della legge, l’articolato della legge, perché lo volevano vedere prima della scrittura dell’articolo per la legge delega. E in effetti abbiamo visto, lo ricordavo 17 prima, che nell’articolo 14 della legge delega, delega fiscale, vengono ripresi moltissimi di questi punti. Non so se tutti, però forse la parte di prevenzione, di attività sociale per i Comuni. E la gran parte degli altri vengono ripresi tutti. Abbiamo dire i un buon rapporto con i parlamentari. Si sono costituiti intergruppi parlamentari, sia all’interno della Camera sia all’interno del Senato, con la partecipazione di parlamentari esponenti di diversi partiti, proprio per affrontare questa situazione. Al Parlamento oggi ci sono anche diversi Sindaci che hanno vissuto nei territori i problemi, per cui abbiamo trovato una sensibilità. Dalla sensibilità poi alla possibilità reale di fare delle leggi che abbiano un senso in tema di tutela della salute delle persone, vedremo. La legge d’iniziativa popolare serve proprio per questo, per sensibilizzare. Perché noi verifichiamo che abbiamo una grande attenzione da parte delle Amministrazioni locali ma da parte della popolazione, dei cittadini, o c’è sottovalutazione o c’è vergogna e quindi silenzio. C’è molta vergogna e molto silenzio, perché dichiarare di essere malato di gioco, dichiarare che il tuo congiunto si è giocato tutto al gioco, che ti ha messo in mezzo ad una strada perché di questo si tratta, noi abbiamo attività produttive, attività imprenditoriale che vedono completamente perse le loro risorse, non è una cosa che le persone e le famiglie affrontano con serenità. Allora, ad esempio un’idea di costruire degli sportelli di ascolto ai quali possano rivolgers i tutti e non solo le persone malate, loro saranno le ultime, i giocatori patologici saranno gli ultimi a riconoscere di essere malati, magari le persone che gli stanno vicino, chi può individuare degli indizi di patologia, diventano importanti perché hann o almeno qualcuno a cui rivolgersi che gli può dire: no, guarda, stai tranquillo perché non ci sono problemi; oppure: ci sono problemi, cerca di convincere il tuo familiare a smettere. La legge d’iniziativa popolare ha questo senso, di parlare di questo t ema. L’altra questione sui gruppi mafiosi. Nella relazione della Commissione Antimafia si parla molto esplicitamente, però non si parla – adesso vado a memoria – non si dicono i nomi delle persone mafiose. Nel dossier “Azzardopoli”, che ha scritto “Libera”, pubblicato uno nel 2011, un altro nel 2012, dove si recuperano le inchieste di tutte le Procure italiane, lì ci sono anche i nomi. Nel 2012, nel rapporto c’erano i nomi dei 41 clan mafiosi, i più importanti d’Italia. Adesso ho visto un altro articolo in cui si parlava di 43, erano aumentati, perché come aumentano le indagini aumentano anche i clan coinvolti. A livello di inchieste e di indagini, sicuramente ci sono i nomi, ci sono le situazioni, ci sono tutte le contestazioni. Personalmente non so in qu esto momento se ci sia qualche processo già concluso. Che il Presidente della Banca Popolare di Milano ha voluto dimettersi perché aveva prestato 145 milioni di euro ad un (incomprensibile) che gli servivano per il gioco d’azzardo, questo è un dato reale. La domanda sul come vietare il gioco ai minorenni, noi ci siamo orientati sulla possibilità di inserire schede, anche la carta dei servizi, in modo che chi gioca debba essere riconosciuto. Un po’ alla maniera di chi prende le sigarette dai distributori automatici. Poi sono vere alcune cose, è vero tutto il discorso sulla pianificazione che i Comuni possono già fare; è vero su una serie di attività di prevenzione che i Comuni possono fare. Tanti lo stanno già facendo, altri un po’ meno, qualcosa si sta muovendo. Alcuni poteri li hanno già, ad esempio i poteri di controllo dell’evasione fiscale sul proprio territorio e quindi della possibilità di riciclaggio sul proprio territorio, quindi fare 18 delle attività di antiriciclaggio, possono già farlo da oggi. Alcun i Comuni lo stanno facendo. Si tratta di organizzarsi negli uffici in maniera diversa da come gli uffici sono organizzati oggi, si tratta di andare a prendere le banche dati che sono sparse nei diversi uffici e farle comunicare tra di loro, mettersi in rapporto con l’Agenzia delle Entrate. E questo alcuni Comuni lo stanno già facendo, altri no. PRESIDENTE GIRELLI Benissimo. Ringraziamo i nostri ospiti per l’illustrazione, ci siamo presi un impegno che sicuramente manterremo riguardo a Terre di Mezzo e dico che ci rivedremo presto. Perché, come suggerito, sollecitato anche con i lavori della Commissione, cominceremo ad abbinare alcuni dei nostri incontri prossimi anche con incontri con le realtà associative che operano nel settore. Ne siamo a conoscenza, ne abbiamo parlato, è un’iniziativa interessante che si sta avendo con molti Comuni riguardo ai questionari da proporre sul monitoraggio della percezione ad esempio di attività malavitose, avremo occasione presto di incontrarci per questo. Grazie ancora. DOTT. PIERO MAGRI Grazie a voi. Vi invitiamo il 9 ottobre, alle ore 16:30, a Palazzo Marino, dove ci troviamo con un po’ di Sindaci da varie parti per il lancio di questa raccolta di firme. PRESIDENTE GIRELLI Benissimo. Il Presidente (Gian Antonio GIRELLI) 19