AGENZIA DELLA CGIL VENETO
VENETOLAVORO
fondata da Marco Masi
Agenzia della CGIL del Veneto Anno XVII n. 1 del 17 gennaio 2008 Dir. resp. Simonetta Pento Aut. Trib. di VE n. 1190 del 15.5.95
Redazione via Peschiera 5 30174 Mestre VE [email protected] - Stampa CPSS Mestre Venezia
L'ANNO CHE VERRÀ
LE QUESTIONI APERTE, PROVINCIA PER PROVINCIA
BELLUNO
STABILIZZAZIONE ED INTEGRAZIONE
LE SCOMMESSE PER IL 2008
Durante il 2007, nel territorio bellunese, i tassi di attività
sono sensibilmente aumentati. I quattro centri per l'impiego, Belluno, Feltre, Agordo e Cadore hanno riportato
periodicamente livelli occupazionali in continua crescita ed
una conseguente diminuzione del tasso di disoccupazione
che si attesta appena sopra il 3%....
PADOVA
MOLTE LE CRISI AZIENDALI
MA INDOTTE DA CAUSE DI VARIO TIPO
Nel padovano persiste una situazione di crisi aziendali che
si trascina dal 2007.
Particolarmente colpito il settore metalmeccanico dove di
recente abbiamo assistito alla chiusura di alcune grandi
aziende...
ROVIGO
UN ANNO DECISIVO PER AFFRONTARE
I PROBLEMI CRONICI DELL'AREA
Da anni il Polesine si trova ad affrontare problematiche
che lo pongono ai margini dell'economia della nostra
regione: scarsa propensione a sviluppare e consolidare
imprenditorialità locale, carenza di infrastrutture, scarsa
capacità di sviluppare iniziativa politica ed istituzionale ...
TREVISO
RIPRENDERE IL CONFRONTO PER UN
NUOVO SVILUPPO FONDATO SUL LAVORO
Tra le numerose questioni che dovranno essere affrontate
in questo nuovo anno, vale la pena soffermarsi sulle priorità che necessariamente devono essere focalizzate...
VENEZIA
INIZIO D'ANNO CON LO SCIOPERO
GENERALE PER L’OCCUPAZIONE
La situazione sindacale più rilevante che stiamo affrontando da subito fin dai primi giorni del 2008 riguarda il
tema dello sviluppo e dell'occupazione nella nostra
Provincia. Siamo arrivati dopo un percorso di confronto
avviato con un attivo unitario il 7 dicembre 2007 a proclamare uno sciopero generale dell'industria ...
VERONA
DOPO L'INTESA CON UNINDUSTRIA PARTE
UN CONFRONTO A 360 GRADI
Il 2007 si è concluso positivamente per la Camera del
Lavoro di Verona, sia sotto il profilo organizzativo, sia dal
punto di vista politico, con la sottoscrizione, assieme a
CISL e UIL, per la prima volta, di un importante protocollo
d'intesa con Confindustria, sui temi dello sviluppo, della
competitività, del lavoro e della sicurezza.
L'avvio del 2008 ...
VICENZA
AVANTI SU UNA PLURALITÀ
DI VERSANTI APERTI
Il 2007 si apriva a Vicenza con la più grande manifestazione di sempre, organizzata con il fondamentale contributo
della Cgil contro la nuova base militare al Dal Molin.
Il 2008 si apre con il lancio di una petizione nazionale per
la moratoria dei lavori in corso nell'area del Dal Molin...
Gli articoli a pag. 2,3,4,5
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17 gennaio 2008
VENETOLAVORO
L’ANNO CHE VERRÀ...
BELLUNO
STABILIZZAZIONE ED INTEGRAZIONE
LE SCOMMESSE PER IL 2008
Durante il 2007, nel territorio bellunese, i tassi di attività sono
sensibilmente aumentati.
I quattro centri per l'impiego, Belluno, Feltre, Agordo e Cadore
hanno riportato periodicamente livelli occupazionali in continua crescita ed una conseguente diminuzione del tasso di disoccupazione che si attesta appena sopra il 3%.
Gli andamenti non sono stati però omogenei. Se nella circoscrizione di Belluno ed Agordo la crescita è stata consistente,
trainata in particolar modo dalla meccanica e soprattutto dall'occhialeria, altrettanto non possiamo dire per il territorio feltrino e cadorino dove l'allargamento della base occupazionale
è stato più contenuto.
Anche dal punto di vista della crescita del Pil il bellunese ha
segnato confortanti performance legate, soprattutto, ad un
forte aumento dell'export del settore occhialeria.
Vista così, si potrebbe pensare che questo territorio goda dal
punto di vista economico, produttivo ed occupazionale, di condizioni economiche e sociali di tutto favore, ma come spesso
si dice non è tutto oro quello che luccica. Infatti, se andiamo
ad esaminare attentamente, oltre che alle quantità, la qualità
dei rapporti di lavoro scopriamo che sono più di 10.000 le
posizioni inscritte alla gestione separata dell'Inps spalmate su
più di 2.500 imprese committenti.
Inoltre i differenziali occupazionali che si registrano tra il 2006
e il 2007 ci dicono che tutta la manodopera che registriamo in
più è stata impiegata, quasi totalmente, attraverso contratti a
termine, interinali, apprendisti ecc.
Cioè siamo di fronte ad un precariato particolarmente diffuso
e consistente.
Va da sé, quindi, che l'impegno per il 2008 deve essere legato ad una contrattazione di Categoria e Confederale che metta
al centro la necessità di un consolidamento occupazionale.
Tema, questo, che si intreccia col fattore immigrazione. Nel
2007 abbiamo superato le 12.000 presenze che risultano indispensabili per i tassi di attività che questo territorio non sarebbe in grado di mantenere dato il costante abbassamento
demografico della popolazione locale.
Qui però, si registra una mancanza di programmazione, da
parte delle istituzioni, dei servizi sociali che devono accompagnare e favorire l'integrazione dei tanti immigrati che vivono
qui da anni e che richiedono, giustamente, di potersi ricongiungere ai propri familiari.
Al riguardo con Cisl e Uil siamo impegnati ad organizzare una
conferenza provinciale che dia spazio a voce a queste esigenze.
Rimangono infine inalterati i problemi infrastrutturali di un territorio delicato come quello montano, dalla banda larga al
sistema viario, ferroviario, del demani idrico ecc per i quali
rimandiamo ad un successivo intervento.
Renato Bressan, Segretario generale della Cgil di Belluno
PADOVA
MOLTE LE CRISI AZIENDALI MA
INDOTTE DA CAUSE DI VARIO TIPO
Nel padovano persiste una situazione di crisi aziendali che si
trascina dal 2007.
Particolarmente colpito il settore metalmeccanico dove di
recente abbiamo assistito alla chiusura di alcune grandi aziende, a partire dalla "storica" Galileo di Battaglia Terme (con 250
dipendenti), oltre ad Elica (multinazionale italiana con sede a
Fabriano, che conta 1800 dipendenti a livello internazionale di
cui un centinaio a Padova) ed Alessio Ruote (ora in amministrazione controllata e con 80 dipendenti in Cassa integrazio-
ne straordinaria).
Altri gruppi sono in difficoltà e problemi di riduzione dei posti di
lavoro sono aperti alla Sit La Precisa di Padova, mentre la
GBS (500 dipendenti tra Padova, Treviso, Manfredonia) accusa consistenti problemi finanziari.
A risentire delle problematicità che interessano l'industria sono
i settori dell'indotto e non è un caso che si stia creando una
situazione pesante nel comparto dei trasporti e della logistica
dove hanno appena chiuso i battenti una cooperativa di facchinaggio con 80 dipendenti ed una azienda di trasporti che
occupa 50 persone.
Non siamo tuttavia di fronte a crisi settoriali, quanto piuttosto
a una somma di situazioni di vario tipo le cui cause sono diverse e vanno dalle difficoltà di penetrazione dei mercati all'eccessiva dipendenza dagli istituti di credito, come nel caso di
GBS.
Occorre allora una capacità imprenditoriale che non si basi
solo sul "costo del lavoro" ma metta in campo quei fattori di
dinamicità e qualificazione dei processi e dei prodotti, tali da
consentire di reggere la sfida sui mercati.
In questo senso, dopo la chiusura dei principali contratti nazionali, penso dovremo aprire un ragionamento con tutti gli attori
interessati.
Un secondo versante che ci vede particolarmente impegnati è
quello della sicurezza nei luoghi di lavoro dove abbiamo appena incassato un accordo con Cisl e Uil per il settore artigiano.
Inoltre è stato istituito il comitato provinciale di derivazione del
COBIS regionale per la sicurezza per le micro e piccole aziende (sotto i 15 dipendenti) che non hanno i propri
Rappresentanti per la Sicurezza. Sono stati attivati e resi operativi gli sportelli territoriali per la Sicurezza, il cui obiettivo,
oltre ad implementare una diffusa cultura della sicurezza, è
quello di creare una sorta di pressione - a partire dai datori di
lavoro - per il rispetto delle norme.
Sul versante sicurezza è intanto in corso una campagna unitaria degli edili che da oltre un mese stanno girando con un
apposito furgone per i cantieri della provincia, informano i
lavoratori e controllano l'applicazione delle norme per la tutela della salute e l'incolumità dei lavoratori. Con l' occasione
stanno anche girando un film.
Andrea Castagna, Segretario Generale della Cgil di Padova
ROVIGO
UN ANNO DECISIVO PER AFFRONTARE
I PROBLEMI CRONICI DELL'AREA
Da anni il Polesine si trova ad affrontare problematiche che lo
pongono ai margini dell'economia della nostra regione: scarsa
propensione a sviluppare e consolidare imprenditorialità locale, carenza di infrastrutture, scarsa capacità di sviluppare iniziativa politica ed istituzionale in grado di cogliere con rapidità
le occasioni di sviluppo offerte dalle dinamiche di mercato,
sostanziale indisponibilità a perseguire strategie di medio e
lungo periodo in grado di garantire uno sviluppo "governato"
del territorio.
Su questi fattori si è in verità cercato di intervenire negli scorsi anni e, pur con molti limiti, si è riusciti a rilanciare l'economia locale.
Questi sforzi non hanno però prodotto i risultati di lungo periodo sperati per la scarsa propensione ad operare in un quadro
strategico in grado consolidare un rapporto responsabile tra
istituzioni, imprenditoria, sindacati dei lavoratori e classe politica locale.
Dopo questa breve ma positiva fase, stanno riemergendo le
croniche difficoltà economiche del Polesine e le ricadute
sociali e occupazionali cominciano a farsi sentire pesantemente.
In tale quadro di difficoltà permangono alcuni punti critici che,
se non affrontati con rapidità, incisività e coerenza rischiano di
far arretrare l'economia locale ai livelli di qualche decennio fa.
VENETOLAVORO
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L’ANNO CHE VERRÀ...
Il 2008 sarà quindi un anno cruciale per produrre uno sforzo
comune da parte dei diversi soggetti della rappresentanza
sociale ed istituzionale verso l'obiettivo di invertire una tendenza negativa per il quadro generale dell'economia polesana.
Questo obiettivo "macro" non può, naturalmente, far venire
meno l'esigenza di affrontare alcune situazioni specifiche che
ci trasciniamo da alcuni anni e che nel 2008 rischiano, se non
affrontate tempestivamente e con decisione, di infliggere un
colpo esiziale ad ogni speranza di rilancio del territorio.
Il principale nodo da sciogliere è rappresentato dalla necessità di definire concretamente il futuro del cosiddetto polo energetico rappresentato dalla riconversione della centrale Enel di
Polesine Camerini e dal rigasificatore LNG Adriatic di Porto
Viro, strutture che potrebbero offrire importanti opportunità di
rilancio per l'insieme delle attività produttive e per il welfare
locale.
Altri punti di criticità sono rappresentati da situazioni di crisi
aziendali conseguenti a difficoltà di mercato o a strategie di
delocalizzazione delle attività produttive.
Nelle prossime settimane ci troveremo ad affrontare nello specifico, sapendo che siamo inoltre in presenza di una difficoltà
produttiva ed occupazionale piuttosto diffusa in settori della
piccola e piccolissima impresa, queste situazioni che riguardano le principali aziende polesane:
O la questione Ajinomoto di Bottrighe che, per scelta della
casa madre giapponese rischia la chiusura con la perdita di
circa 60 posti di lavoro;
O la situazione dell'ACC (ex Electrolux) che ha già prodotto
una pesante crisi occupazionale e che andrà ad esaurire progressivamente le proprie produzioni locali;
O la crisi irreversibile del settore tessile che continua a produrre chiusure di attività in un settore che fino a pochi anni fa
era trainante per l'economia polesana;
O segnali di difficoltà per Grimeca, Irsap e Vetrerie Bormioli
che debbono essere colti con tempestività prima che si tramutino in ulteriori pesanti punti di crisi;
O contrazioni di mercato per le produzioni nel distretto della
giostra dalle prospettive ancora non ben definibili ma già evidenti.
Questo è il quadro di una situazione difficile che, se affrontata
con tempestività e coerenza, possiamo ancora tentare di risolvere limitando il rischio di un ulteriore appesantimento per la
già complessa situazione polesana.
Coerenza e tempestività che Cgil Cisl Uil palesane sollecitano
da tempo alle Istituzioni, all'imprenditoria locale e alla politica
fino ad ora con scarso successo.
Ora il tempo diventa fattore fondamentale e sempre meno disponibile e, per quanto ci riguarda, produrremo ogni sforzo utile
per raggiungere obiettivi possibili di una significativa inversione di questo preoccupante stato di cose.
Giovanni Nalin, Segretario Generale della Cgil di Rovigo
TREVISO
RIPRENDERE IL CONFRONTO
PER UN NUOVO SVILUPPO FONDATO
SUL LAVORO
Tra le numerose questioni che dovranno essere affrontate in
questo nuovo anno, vale la pena soffermarsi sulle priorità che
necessariamente devono essere focalizzate per articolare
un'attività sindacale coerente ed incisiva sul territorio.
Gli interventi da realizzare e quelli che costituiscono indirizzo
di progetto saranno ovviamente collegati a quanto attuato in
passato in una logica di continuità e connessi alle linee guida
stabilite a livello nazionale sui vari temi legati ai diritti e alle
tutele dei lavoratori e delle lavoratrici.
Nel 2007 l'economia trevigiana, dopo alcuni anni di crisi, sembra aver ritrovato la capacità di offrire performance positive.
Gli indicatori congiunturali afferenti all'industria manifatturiera,
quali fatturato, produzione, ordinativi, hanno registrato un'apprezzabile crescita (a fine giugno la variazione della produzione risulta del 4,6% rispetto all'anno precedente), ed anche
l'occupazione sembra ritornare a variazioni tendenziali positive. Il numero dei lavoratori interessati alla mobilità (L. 236/93
e L. 223/91) è diminuito in modo considerevole, passando da
un totale di 3.808 nel 2006 a 2.939 nel 2007. La ripresa del
nostro sistema produttivo dovrebbe favorire, a questo punto,
la discussione su quali politiche industriali si devono sostenere nella nostra provincia, in modo tale da consolidare i risultati raggiunti.
La Cgil di Treviso ritiene, pertanto, prioritario attivare nel 2008
un confronto con le Istituzioni locali e le Associazioni
Imprenditoriali per definire azioni comuni di intervento, al fine
di sostenere uno sviluppo dell'economia trevigiana che si basi
su un sistema produttivo in grado di promuovere processi di
aggregazione tra imprese e di crescita dimensionale delle
stesse, di favorire investimenti in ricerca, formazione, trasferimenti di tecnologie, di creare modelli per innovare prodotti e
processi, di implementare nuove strategie commerciali.
Un nuovo modello di sviluppo che preveda maggiori tutele e
garanzie per i lavoratori.
Per quanto concerne il mercato del lavoro, particolare attenzione verrà posta dalla Cgil di Treviso all'aggiornamento del
Piano Provinciale del Lavoro che dovrà essere integrato con
le politiche per la formazione e l'orientamento. La realizzazione di progetti nella nostra provincia, dall'Unità per il Reimpiego
a quello rivolto agli over 45 nell'ambito della ricollocazione dei
lavoratori, hanno evidenziato la necessità di passare da una
progettualità estemporanea, seppur importante per lo sviluppo
di azioni condivise tra soggetti diversi, ad interventi strutturati.
Al contempo, i risultati ottenuti hanno rilevato l'importanza
della formazione per i lavoratori, quale strumento per garantire stabilità occupazionale e livello reddituale. In particolar
modo per i lavoratori migranti dovranno essere individuate
specifiche azioni che agevolino l'inclusione sociale anche
attraverso la crescita di competenze linguistiche e professionali.
Sulla base di tali considerazioni, la Cgil di Treviso, unitariamente a Cisl e Uil, ha già presentato delle proposte di intervento per l'anno 2008 alla Camera di Commercio e, attraverso la partecipazione al Board del Piano Strategico (struttura di
concertazione e governance del territorio), alla Provincia stessa.
L'offerta formativa deve però essere qualificata e strettamente
correlata non solo alle reali esigenze del sistema produttivo
locale, ma anche ai fabbisogni formativi degli stessi lavoratori. Per questo motivo la nostra partecipazione negli Enti
Bilaterali o negli altri enti collegati alla formazione, come i
Fondi Interprofessionali, deve acquisire maggiore significato e
spessore. La stessa formazione nell'ambito dell'apprendistato
non può reggere a lungo con l'attuale sistema di erogazione;
deve assolutamente cambiare se non si vuole che il valore
della formazione perda di significato e di credibilità. Si deve
ridiscutere tutto il sistema della formazione continua a livello
provinciale, con un confronto diretto con gli enti dedicati alla
formazione nel territorio trevigiano. La nostra organizzazione
non può delegare ad altri il controllo su come vengono spesi i
soldi dei lavoratori e delle aziende nella formazione, soprattutto se consideriamo che la formazione è un tema trasversale, che collegata temi apparentemente diversi, come quello
della sicurezza a quello dell'occupabilità.
Analogo ragionamento vale sulla qualità dei servizi che a livello locale vengono erogati dalle Amministrazioni Comunali.
L'attività di negoziazione sociale svolta dalle strutture sindacali
della Cgil è un importante strumento per influire sulla qualità
del welfare locale. Essa necessita, però, di una maggiore
conoscenza delle dinamiche sottese alle politiche pubbliche e
per questo motivo la Cgil di Treviso, con la collaborazione
dell'Ires Veneto, sta strutturando un "service" , attraverso un'analisi dei bilanci, delle modalità di tassazione e di spesa di 14
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L’ANNO CHE VERRÀ...
comuni della provincia di Treviso, che potrà divenire un utile
sostegno per la negoziazione sociale.
Il 2008 vedrà, inoltre, la Cgil di Treviso impegnata sul tema
della sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. I gravi e numerosi infortuni che si sono avuti nella nostra provincia hanno
determinato, già nel 2007, un rafforzamento del dibattito tra i
vari soggetti che a vario titolo sono coinvolti su tali tematiche.
Il punto di partenza può essere individuato nella Piattaforma
Provinciale sulla Sicurezza, presentata a maggio del 2007
dalla Cgil con Cisl e Uil, alla quale hanno dato un prezioso
contributo le singole categorie sindacali, con un'attenta analisi della problematica a livello di settore. A questo si sono succedute importanti iniziative verso la realizzazione di un tavolo
negoziale, al quale dovranno partecipare tutte le Istituzioni
competenti, le associazioni datoriali, gli Enti Locali; come
dimostra quanto emerso dall'incontro congiunto, che si è tenuto a fine dicembre, tra le organizzazioni sindacali e le direzioni generali delle UU.LL.SS della provincia di Treviso.
Si è, infatti, addivenuti a significative conclusioni, che delineano le azioni da intraprendere e che evidenziano l'improrogabile necessità di sviluppare una politica sul tema della sicurezza
e della salute sui luoghi di lavoro che tenga conto delle novità
introdotte dalla Legge 123/07, vale a dire l'attribuzione di competenze specifiche al Presidente della Provincia nell'ambito
del coordinamento delle attività di prevenzione e di vigilanza.
Gli impegni sottoscritti dovranno essere rispettati e per questo
motivo la Cgil di Treviso si attiverà a livello unitario per lo sviluppo di un progetto di prevenzione nei luoghi di lavoro che
favorisca la più ampia sinergia tra i vari enti preposti alla sicurezza.
Paolino Barbiero, Segretario Generale della CGIL di Treviso
VENEZIA
INIZIO D'ANNO CON LO SCIOPERO
GENERALE PER L’OCCUPAZIONE
La situazione sindacale più rilevante che stiamo affrontando
da subito fin dai primi giorni del 2008 riguarda il tema dello sviluppo e dell'occupazione nella nostra Provincia. Siamo arrivati dopo un percorso di confronto avviato con un attivo unitario
il 7 dicembre 2007 a proclamare uno sciopero generale dell'industria e dei servizi per il prossimo 28 gennaio con una
manifestazione a Piazza Ferretto. Lo sciopero e la manifestazione rappresentano pertanto il nostro chiaro segnale di un
rilancio della nostra iniziativa sindacale a sostegno di uno sviluppo sostenibile e per la salvaguardia occupazionale.
Abbiamo registrato infatti in controtendenza rispetto alle statistiche e agli indicatori economici che ci vengono presentati
con troppa sicurezza, molte situazioni di crisi aziendali e settoriali che assieme all'acuirsi della crisi di prospettiva industriale di Marghera, segnano una preoccupante situazione
occupazionale.
Infatti a Porto Marhera dopo la chiusura della Dow, ci sono
ancora una settantina di lavoratori da ricollocare, con richiesta
da parte dell'azienda di ulteriori 12 mesi di CIGS. Alla Solvay
viene presentata la mobilità per 98 lavoratori su 150 circa. Alla
Montefibre viene richiesta CIG per 140 lavoratori e malgrado
le rassicurazioni della azienda, non si intravedono soluzioni
che garantiscano il rilancio.
E rimane ancora la grande incognita sul futuro del settore chimico a causa della incertezza sugli investimenti previsti e sulle
necessarie autorizzazioni previste dai V.i.a. In caso negativo ci
sarà una ricaduta occupazionale gravissima e di difficile
gestione, sapendo tra l'altro che si possono già stimare circa
200 lavoratori delle imprese di appalto in esubero.
Alla Speedline di S.Maria di Sala la nuova proprietà sta per
presentare un piano industriale e richiede al sindacato un
accordo sulla organizzazione del lavoro che prevede il passaggio da 36 a 42 ore nel reparto fonderia, la cancellazione
degli accordi precedenti e denuncia circa 184 esuberi. Alla
Aeronavali vogliono smembrare l'azienda prevedendo da una
parte il commerciale, dall'altra la produzione industriale e dicono che vogliono uscire dalle riparazioni aereonavali per dedicarsi ad altro business, ma nel corso dei dodici mesi precedenti hanno cambiato piano industriale tre volte. La cosa certa
è che ci sarà una perdita occupazionale sia fra gli impiegati
che fra gli operai, e già oggi una quarantina di lavoratori interinali sono stati lasciati a casa, molti operai che provenivano
da Napoli sono rientrati a Capodichino, e questo ha prodotto
una secca contrazione delle produzioni industriali.
Nel Tessile, oltre alle chiusure di molte piccole e medie aziende della Riviera che hanno de localizzato, in questo momento
la situazione più problematica riguarda il Linificio di
Portogruaro, dove dopo l'accordo dell'anno scorso l'azienda
ha dichiarato la volontà di mettere in mobilità circa 150 lavoratrici e lavoratori, perché intende delocalizzare la produzione.
In queste ore si è raggiunto un accordo di solidarietà che per
un anno riduce l'impatto sociale.
Ricordiamo infine la crisi per la procedura fallimentare della
compagnia Alpi Eagles, con l'incertezza per 300 lavoratori,
così come le difficoltà che sta attraversando il settore dell'edilizia per la caduta degli investimenti in particolare a Venezia.
Con lo sciopero ci prefiggiamo pertanto l'obiettivo di creare le
condizioni per uno sviluppo che salvaguardi l'occupazione e le
prospettive produttive e industriali della Provincia arrivando a
dare una stabilità soprattutto alla prospettiva industriale di
Porto Marghera, come puntiamo ad una nuova gestione del
mercato del lavoro che sia in grado di affrontare le emergenze occupazionali non superabili unicamente nel settore o nella
filiera.
Abbiamo inoltre proclamato lo sciopero a sostegno della vertenza sulla sicurezza negli ambienti di lavoro che abbiamo
aperto con la presentazione della piattaforma unitaria. Voglio
ricordare che a luglio in un attivo di delegati che abbiamo
organizzato dopo la morte di un lavoratore dell'Alcoa abbiamo
assunto l'impegno di preparare una piattaforma che rilanci la
nostra iniziativa per superare la fase dello sdegno e della
denuncia e di verificare in un attivo con cadenza annuale i
risultati ottenuti per sconfiggere questa piaga sociale e del
lavoro. La sicurezza negli ambienti di lavoro sarà pertanto per
il sindacato e la Cgil di Venezia un impegno prioritario e
costante, manifestato con l'apertura di una vera e propria vertenza sicurezza nella Provincia di Venezia.
Un altro terreno sul quale stiamo tentando di qualificare e
rilanciare la nostra iniziativa territoriale riguarda quello delle
politiche tariffarie e di bilancio degli enti locali del nostro territorio provinciale. E' una attività che deve completare la nostra
iniziativa a sostegno dei redditi, dei salari e delle pensioni, che
stiamo sviluppando a livello nazionale sia nella vertenzialità
confederale che nelle vertenze contrattuali. E' un terreno di iniziativa sindacale molto complesso, ma sempre più rilevante
anche in vista in vista dell'imminente appuntamento sul federalismo fiscale che dobbiamo controllare non si traduca in uno
spostamento della imposizione fiscale dal centro alla periferia
e che ci deve vedere impegnati a costruire nostre autonome
elaborazioni e piattaforme, sostenerle sia nei tavoli di confronto che con una eventuale mobilitazione. Quest'anno, diversamente dall'anno scorso, ci presentiamo con alcuni nostri indirizzi e con una impostazione di lavoro e di sintesi tra confederazione, sindacato pensionati e funzione pubblica e, per la
prima volta a livello confederale, ci sono già diversi tavoli di
confronto aperti in diversi comuni della provincia, confronti che
noi puntiamo a chiudere con accordi a favore dei lavoratori e
dei pensionati
Infine come Cgil nei prossimi mesi saremo impegnati nel percorso della Conferenza di Organizzazione e nella consultazione/gestione della vertenza generale sulla valorizzazione del
lavoro. Come Cgil di Venezia abbiamo già programmato la
conferenza metropolitana per il 6/7 marzo articolando nei lavo-
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L’ANNO CHE VERRÀ...
ri anche l'appuntamento sul sistema servizi che avevamo rinviato a luglio scorso.
Se devo individuare un filo conduttore delle nostre iniziative
generali e territoriali, come del dibattito che vogliamo sviluppare nella Conferenza di organizzazione, lo ritrovo attorno alla
questione del lavoro, della valorizzazione e del recupero del
valore sociale del lavoro nel nostro paese. Le vicende drammatiche degli ultimi mesi sulla sicurezza nel lavoro, le denunce spesso ipocrite sulla perdita di potere d'acquisto dei salari
e delle pensioni, il manifestarsi di una grande questione salariale con milioni di lavoratori che non hanno rinnovato i contratti nazionali ci segnalano la strada di un impegno continuo
nella direzione di conquiste che riconoscano il valore del lavoro in termini salariali, di ruolo sociale e di condizioni di vita e di
lavoro degni di un paese civile. E' anche per questo che tra le
iniziative che intendiamo realizzare nei prossimi mesi abbiamo
deciso di riprendere una nostra riflessione sulla contrattazione
di secondo livello puntando a raccogliere le istanze di cambiamento delle condizioni lavorative sui versanti del salario,
della precarietà, della sicurezza e dell'organizzazione del
lavoro. Un richiamo al nostro mestiere tradizionale di tutela e
di crescita del lavoro come fattore di cambiamento, di giustizia
sociale e di progresso di un paese. Per me il 2008 dovrà essere un anno nel quale il mondo del lavoro dovrà recuperare e
conquistare una nuova centralità.
VICENZA
AVANTI CON L'INIZIATIVA SU UNA
PLURALITÀ DI VERSANTI APERTI
Il 2007 si è concluso positivamente per la Camera del Lavoro
di Verona, sia sotto il profilo organizzativo, sia dal punto di
vista politico, con la sottoscrizione, assieme a CISL e UIL, per
la prima volta, di un importante protocollo d'intesa con
Confindustria, sui temi dello sviluppo, della competitività, del
lavoro e della sicurezza.
L'avvio di 2008 ci vede già impegnati nella preparazione della
Conferenza di organizzazione (prevista a Verona per il 5
marzo p.v), che dovrà fare sintesi, sul piano territoriale, dei
contenuti del documento nazionale, delle indicazioni che
emergeranno a livello regionale ma anche delle intuizioni e
delle linee guida della Conferenza di progetto della CGIL del
Veneto, i cui elaborati rappresentano una solida base di partenza per imprimere un vero cambiamento al nostro assetto
organizzativo e al nostro modo di essere e di operare.
L'obiettivo è quello di sviluppare e coniugare al meglio i tre
principali filoni della nostra attività: la contrattazione nei posti
di lavoro e di settore, la negoziazione sociale territoriale, il
sistema dei servizi per la tutela individuale.
Sul versante specifico sindacale, giù dalle prossime settimane
lavoreremo, assieme a CISL e UIL, alla messa a punto delle
questioni da affrontare, a partire dai temi dell'immigrazione,
all'avvio della fase operativa del protocollo con Confindustria,
alla definizione di un calendario di incontri (già sollecitati)
anche con le altre associazioni datoriali e con i diversi livelli
istituzionali.
Particolare impegno - da tempo - stiamo dedicando, unitariamente, alle questioni della sicurezza sul lavoro che assumono
una rilevanza strategica e che non possono essere affrontate
sull'onda dell'emergenza. Sotto questo profilo - oltre all'impegno profuso da CGIL CISL UIL e dalla rete dei RLS e dalle
strutture delle categorie - va evidenziata l'importanza del ruolo
istituzionale svolto dalla Prefettura.
Analogo impegno abbiamo profuso sui temi della formazione
e sulla politica dei quadri che è condizione fondamentale per
accompagnare il necessario percorso di rinnovamento dell'organizzazione.
Il 2007 si apriva a Vicenza con la più grande manifestazione
di sempre, organizzata con il fondamentale contributo della
Cgil contro la nuova base militare al Dal Molin.
Il 2008 si apre con il lancio di una petizione nazionale per la
moratoria dei lavori in corso nell'area del Dal Molin.
Il 2007 è stato l'anno in cui la Cgil ha pubblicamente denunciato l'approssimarsi del disastro di Aim, multiutility vicentina la
cui gravissima crisi risale alla sciagurata decisione, presa
dalla giunta di centrodestra, di frantumare la società.
Il 2008 inizia dallo sciopero generale di Aim, proclamato da
Cgil Cisl e Uil contro l'amministrazione Hullweck, con l'obbiettivo di cancellare questo infausto "spezzatino", riunificando la
società per ricondurla alla sua missione di fornire servizi di
qualità ai cittadini.
Il 2007 sarà ricordato anche nel Vicentino come l'anno degli
scioperi per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, funestati da continue tragedie.
Il 2008 è l'anno della firma del Protocollo di intesa sulla sicurezza, sottoscritto in Prefettura con istituzioni locali e le controparti imprenditoriali.
Il 2007 è stato utilizzato per formulare le piattaforme su cui
basare il rinnovo dei contratti delle principali categorie.
Il 2008 si annuncia come anno di lotte per contratti e salari
fondate su un massiccio coinvolgimento dei lavoratori vicentini.
Il 2007 cominciava con la costituzione dei Consigli di Zona,
intesi come luoghi deputati all'esercizio della confederalità.
Il 2008 continua su questa strada convocando le Conferenze
di organizzazione di zona, il cui obbiettivo è strutturare i
Consigli di Zona come organismi volti alla ricomposizione del
lavoro, e alla contrattazione sociale e territoriale.
Il 2007 ha ulteriormente rafforzato i rapporti fra la Cgil e le
comunità dei migranti attraverso tutela dei diritti, iniziative culturali, feste di piazza.
Il 2008 dovrà essere l'anno della mobilitazione degli stranieri e
degli italiani per conseguire pari opportunità nei luoghi di lavoro e nella comunità civile.
Il 2007 ha fatto registrare la contestazione del famigerato
Project Financing nella sanità dell'Alto e dell'Ovest Vicentino.
Il 2008 si profila come anno fondamentale per affermare una
sanità universale nel segno della qualità dei servizi.
Il 2007 ha portato alla sottoscrizione del Protocollo con le
associazioni imprenditoriali per l'applicazione della Legge 53
sulla conciliazione fra i tempi di lavoro e i tempi di cura.
Il 2008 va finalizzato all'impegno contrattuale per la sua concreta applicazione.
Il 2007 è stato anno da sottolineare in positivo per il referendum sul Protocollo Welfare, con straordinaria partecipazione
registrata nel Vicentino.
Il 2008 è l'anno della Piattaforma Fisco.
Il 2007 si è fatto apprezzare per la continuazione dell'impegno
culturale volto a ricostruire la memoria delle vicende del movimento operaio vicentino.
Il 2008 dovrà essere ricordato per un quarantennale del '68
vicentino ricostruito su solide basi storiche, a cominciare dai
moti di piazza che il 19 aprile 1968 portarono a Valdagno al
simbolico abbattimento della statua di Gaetano Marzotto.
Queste sono le prime cose che mi vengono in mente mentre
sto preparando lo sciopero Aim.
Carla Pellegatta, Segretario Generale della CGIL di Verona
Oscar Mancini, Segretario Generale Della Cgil di Vicenza
Sergio Chiloiro, Segretario Generale della Cgil di Venezia
VERONA
DOPO L'INTESA CON UNINDUSTRIA
PARTE UN CONFRONTO A 360 GRADI
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17 gennaio 2008
VENETOLAVORO
UN DOCUMENTO UNITARIO PER LA CONTRATTAZIONE SOCIALE
Cgil Cisl Uil del Veneto hanno predisposto un documento di indirizzo e proposte per la contrattazione sociale nel territorio. "Si tratta - spiega Cristina Bastianello, Segreteria regionale CGIL - di alcune "linee guida" utili per la predisposizione
di piattaforme unitarie su cui costruire il confronto con le istituzioni locali ma anche con i soggetti sociali su problematiche
che vanno dalla difesa dei redditi, alle politiche sociali, alla sicurezza negli ambienti di lavoro e nel territorio, ai problemi
socio - sanitari fino a quelli legati al lavoro.
L'aver definito un documento comune sulla contrattazione di terzo livello (sociale - territoriale) rafforza la convergenza (non
sempre facile) di CGIL CISL UIL del Veneto e determina favorevoli condizioni al lavoro sindacale unitario a livello territoriale. Si tratta quindi, non tanto di un punto di arrivo, quanto di un documento che va "vissuto" e gestito dalle strutture provinciali della CGIL (Camere del Lavoro - Sindacato Pensionati - Categorie Attivi - Funzione Pubblica - Servizi) come un
contributo alla definizione di piattaforme comunali, intercomunali e zonali, che dovranno vedere la più ampia partecipazione attiva dei cittadini: dai lavoratori ai pensionati; dai giovani agli anziani; dal volontariato all'associazionismo.
Sostanzialmente, un impegno comune per orientare l'azione sindacale verso la concretizzazione di una "negoziazione
sociale territoriale" visibile ed esigibile". Questo il documento:
Il modello contrattuale italiano è caratterizzato dai due livelli di contrattazione: nazionale ed aziendale (o territoriale per le piccole imprese e per l'artigianato).
I fattori costitutivi del potere d'acquisto (e della sua caduta) sono sostanzialmente tre: il salario, il fisco, il "salario sociale". Di quest'ultimo se ne parla
poco, ma politiche abitative, trasporti, scuola, servizi, prestazioni assistenziali, sanità, ambiente e sicurezza, sono voci di spesa e di presidi di tutela
sociale che oggi incidono sul reddito e sulle condizioni di vita delle lavoratrici, dei lavoratori, dei giovani, delle pensionate, dei pensionati e delle famiglie
Da qui la necessità di politiche pubbliche (fiscali, tariffarie e sociali) concertate ai diversi livelli istituzionali a tutela dei redditi fissi, che sono quelli che
maggiormente contribuiscono alle entrate economiche nazionali e locali.
E' necessario quindi rafforzare l'iniziativa di CGIL CISL UIL in Veneto per una
piena e consolidata "contrattazione territoriale" che permetta di coniugare le
finalità perseguite nella contrattazione nazionale e di secondo livello, con gli
obiettivi di una difesa complessiva dei redditi da lavoro e da pensione e dei
diritti di cittadinanza.
Le politiche delle Amministrazioni Locali ed in particolare le politiche di bilancio, alla luce del decentramento di competenze e della maggiore autonomia
fiscale, incidono in modo determinante sulle condizioni di reddito, sulla
attuazione dei diritti di cittadinanza e sociali, sulla crescita e sulla qualità
dello sviluppo, sull'assetto del territorio e sulla qualità della vita in generale.
La maggiore autonomia finanziaria e i vincoli relativi al risanamento economico aumentano la responsabilità delle Amministrazioni locali nelle scelte e
nella selezione delle priorità sul reperimento delle risorse.
Si pone quindi con forza l'esigenza di coinvolgere le comunità sulle scelte
che incidono direttamente sulle loro condizioni, presenti e future, di reddito
e di qualità di vita, attraverso forme di partecipazione consapevole e attiva.
In questo ambito il confronto con le rappresentanze sociali e del lavoro,
costituisce uno strumento ineludibile di partecipazione responsabile e contribuisce alla valorizzazione delle Autonomie Locali.
Il confronto attraverso il metodo concertativo, sugli indirizzi e sulle scelte, a
partire dalle politiche di bilancio, fermo restando il ruolo e l'autonomia decisionale delle Amministrazioni Locali, è lo strumento per una più efficace
valutazione dei bisogni, per l'individuazione di obiettivi e priorità e per scelte condivise.
Solo attraverso il metodo della concertazione è possibile il governo dei problemi delle società complesse (vedi recente Protocollo Welfare 23.7.2007).
L'iniziativa del sindacato confederale, con il sindacato dei pensionati e le
categorie, a partire da quelle dei pubblici dipendenti, dovrà prevedere la
costruzione di piattaforme rivendicative territoriali con il concorso e la partecipazione, nella discussione e nella determinazione delle scelte, dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani, dei cittadini.
Il coinvolgimento dei lavoratori, dei pensionati e dei cittadini, di una determinata zona, rafforza e rende visibile la negoziazione sindacale.
Abbiamo in più occasioni evidenziato che la "contrattazione sociale territoriale" è complicata e per niente scontata, perché i principali interlocutori
sono le pubbliche amministrazioni, più specificatamente, in molte situazioni,
sono le "burocrazie": regionale, locale, aziendale dei vari servizi pubblici.
Per questo il Sindacato è chiamato ad organizzare e programmare una incisiva campagna di negoziazione sociale con il sostegno dei cittadini, sapendo che molti di loro, anche per tutelare il potere d'acquisto delle loro retribuzioni o pensioni, chiedono certezze sulle prestazioni sociali e sanitarie, con
una compartecipazione ai costi sostenibile e sopportabile.
I riferimenti sono: il Documento con le Disposizioni per la Formazione del
Bilancio dello Stato (Finanziaria 2008); i Bilanci preventivi della Regione, dei
Comuni, delle Comunità Montane, delle Aziende ULSS e delle Case di
Riposo; le Manovre Tributarie della Regione e degli altri Enti Locali; i Piani
di Zona.
Si rileva pure la necessità che si dia applicazione al Memorandum sul pubblico impiego, siglato tra il Governo e le organizzazioni sindacali, che prevede un piano riorganizzativo per la pubblica amministrazione, anche attraverso la valorizzazione delle professionalità interne, la riduzione del ricorso
alle consulenze esterne e la stabilizzazione dei precari.
Partendo da queste considerazioni e valutazioni va promossa l'iniziativa
"vertenziale" nei confronti delle Amministrazioni Regionale e Locali, avendo
l'accortezza di coinvolgere, ai vari livelli territoriali, nella formalizzazione dei
"tavoli di confronto e di concertazione", anche le forze economiche, produttive, le associazioni di rappresentanza , il terzo settore e il volontariato sociale e le realtà del credito bancario, perché una concreta contrattazione di
terzo livello spazia su materie e responsabilità di interessi collettivi delle
comunità locali.
I LIVELLI DI CONTRATTAZIONE
Livello regionale
I principali argomenti da affrontare con una Giunta del Veneto scarsamente
motivata alla concertazione, sono:
Ola programmazione sociosanitaria e il contenimento delle liste d'attesa;
O la legge di trasformazione delle IPAB in Aziende Pubbliche di servizi alle
persone;
O l'avvio del fondo per la non autosufficienza;
O le scelte di bilancio per il 2008;
O gli standard sui servizi pubblici e l'accreditamento delle strutture sanitarie
ed assistenziali;
Ole inderogabili scelte sul personale: dotazioni organiche e stabilizzazione
dei precari;
O la compartecipazione ai costi sociali e sanitari;
O le finalità della manovra tributaria 2008;
O la certezza all'assegno di cura da parte di tutti gli aventi diritto;
O la libera scelta per l'accesso alle residenze protette non come libero e
concorrenziale mercato tra case di riposo.
Livello territoriale
Territorialmente vanno sottoscritti accordi esigibili con le Amministrazioni
Pubbliche e con le Rappresentanze Sociali, Economiche e Produttive Locali,
orientando gli interventi verso le materie che consideriamo "le nostre priorità".
LE PRIORITÀ
Consapevoli di una graduale ma progressiva affermazione di questa nuova
ed importante frontiera della contrattazione confederale territoriale, cogliendo l'occasione dell'avvio del confronto sui bilanci preventivi 2008, presentiamo queste linee guida generali utili per l'avvio della negoziazione sociale/territoriale. E' sostanziale intraprendere e stabilizzare nel tempo la negoziazione sociale, con la più ampia collegialità e partecipazione dei Sindacati
Pensionati, delle Categorie del Pubblico Impiego e degli Attivi , con il coordinamento delle Confederazioni. Si dovrà pensare a delegazioni trattanti,
con riconosciuti compiti nella contrattazione territoriale, in rappresentanza
dell'insieme di CGIL CISL UIL. In tale contesto sono fondamentali le azioni
VENETOLAVORO
17 gennaio 2008
sociali e la capillare co-presenza in tutti i comuni del Veneto, dei Sindacati
Pensionati SPI FNP UILP. E' necessario consolidare la sottoscrizione di protocolli e la definizione di relazioni sindacali, che rendano esigibile e non aleatorio il confronto tra il Sindacato e le Amministrazioni Locali, a partire da
quello sui bilanci preventivi.
POLITICHE DEGLI ENTI LOCALI PER LA DIFESA
DEI REDDITI DA LAVORO E DA PENSIONE
Come abbiamo sostenuto anche nel confronto nazionale sui contenuti del
protocollo su Welfare e Pensioni, si tratta di rendere coerenti tutte le politiche nazionali e locali per difendere efficacemente i redditi da lavoro e da
pensione.
In questa direzione chiediamo di:
O verificare le scelte sulla fiscalità locale con l'obiettivo di allargare la base
imponibile, per i ceti meno abbienti, garantendo la progressività e l'equità del
prelievo, favorendo in particolare la lotta all'evasione/elusione;
O non aumentare le addizionali IRPEF; rivedere le aliquote ICI, sulla base
di quanto indicato nelle finanziarie nazionali 2007 e 2008; individuare le
modalità che garantiscano la progressività, l'esenzione (totale e parziale)
alle imposte; stabilire una tutela maggiore per i redditi da pensione e da
lavoro dipendente;
O l'utilizzo generalizzato dell'ISEE, come strumento di equità per la compartecipazione alla spesa nei servizi pubblici locali, prevedendo un sistema
di controllo e di monitoraggio ampio ed efficace;
O verificare il sistema delle rette/tariffe per i servizi a domanda collettiva e
individuale, con gli obiettivi di: migliorare la qualità dei servizi e contenere gli
aumenti, prevedendo un meccanismo di solidarietà, nelle tariffe e nelle
imposte, per particolari condizioni di disagio sociale (ad esempio: introduzione di tariffa sociale) stabilendo delle opportune forme di agevolazione sia
per i servizi diretti che per le prestazioni affidate alla gestione di terzi;
O programmare con più incisività il monitoraggio dei prezzi per i beni di
largo consumo, promovendo accordi tra parti sociali: comuni, associazioni
dei commercianti e degli utenti, favorendo e pubblicizzando prezzi calmierati;
O va prevista una specifica fase di confronto sul "bilancio di genere", consapevoli delle evidenti differenze che caratterizzano le condizioni di vita
delle donne e degli uomini.
POLITICHE SOCIALI E DELLA CASA
Il confronto sul bilancio preventivo deve diventare una occasione per orientare e verificare lo sviluppo e gli investimenti sulla spesa sociale. In questo
quadro le priorità riguardano in particolare l'apertura di un maggior numero
di asili nido pubblici, l'aumento dell'assistenza agli anziani e l'ampliamento
dell'assistenza domiciliare e programmi per la lotta all'esclusione sociale e
alla povertà. La messa in rete dei servizi sociali e socio-assistenziali territoriali (compresi quelli residenziali per minori, adolescenti, donne in difficoltà,
anziani soli, immigrati in difficoltà, disabili ecc), per creare sinergie di intervento e rispondere in maniera efficace ai bisogni della popolazione. Vanno
ricercate soluzioni per l'apertura delle scuole oltre il normale orario scolastico e un "piano giovani" per accompagnare il loro percorso di crescita. Per
quanto riguarda le politiche abitative va avviato prima di tutto il tavolo di confronto per governare il processo del passaggio delle funzioni catastali dalle
Agenzie fiscali ai Comuni. Mentre le altre azioni indispensabili in capo ai
comuni riguardano gli interventi sull'emergenza sfratti, sulla lotta agli affitti in
nero, sul consolidamento del fondo sociale per l'affitto ed in particolare su
progetti, anche in collaborazione con le Fondazioni Bancarie e la responsabilità sociale delle imprese, per nuovi alloggi per l'affitto sociale calmierato.
SICUREZZA URBANA
La percezione del senso di insicurezza, pur in presenza di fenomeni numerici in controtendenza di episodi di criminalità, permane nella nostra Regione
e nel nostro territorio e l'allarme sociale è alto e preoccupante. Episodi di
microcriminalità, violenza, truffe agli anziani, bullismo tra i giovani, rappresentano per molti cittadini motivo di insicurezza e preoccupazione. La sicurezza urbana rappresenta un diritto primario ed è compito prioritario delle
istituzioni prevenire e reprimere i reati. Senza strumentalizzazioni vanno
ricercate e praticate tutte le soluzioni utili per adottare strumenti che possano aiutare nella prevenzione e nel contrasto all'insicurezza urbana.
Vanno praticate, da parte dei comuni tutte quelle iniziative che puntano a
migliorare la vivibilità delle città, dei territori, dei quartieri e delle scuole.
Le Amministrazioni Comunali vanno incalzate perché predispongano progetti per promuovere azioni di prevenzione e politiche di sicurezza urbana,
prevedendo istituzione di sportelli, uffici sulla sicurezza, misure di aiuto e
sostegno alle vittime dei reati, anche valorizzando le esperienze di buone
pratiche promosse dalle associazioni del volontariato sociale. Vanno attivate pratiche per avviare politiche di sicurezza partecipata (protocolli, patti,
conferenze periodiche) con le forze dell'ordine, polizia municipale, con le
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forze sociali e il coinvolgimento di associazioni, cittadini, per individuare le
iniziative di intervento.
SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
Chiediamo anche ai Comuni di collaborare al superamento della piaga degli
infortuni e dei morti sul lavoro. La nostra iniziativa si muove prevalentemente nei confronti delle aziende del territorio e delle strutture preposte alla prevenzione,vigilanza, ai controlli e alla attività ispettiva, ma è importante che il
Comune: collabori con tutte le sue strutture alla mappa informativa delle
aziende, dei cantieri con una piena partecipazione alle campagne informative dell'INAIL e sia garante attivo sulla certezza di sicurezza anche nelle attività affidate ad appalti e/o a soggetti terzi.
RIORGANIZZAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Va continuato il processo di riorganizzazione della macchina amministrativa
valorizzando le competenze professionali dei dipendenti. In questa direzione va verificata la stagione delle molteplici esternalizzazioni e delle diverse
aziende soprattutto per aumentare l'efficienza e ridurre i costi istituzionali e
della politica. Il confronto va aperto con coraggio progettando prime esperienze di accorpamenti e di gestione unitaria dei servizi. Va sostenuta tutta
la possibile iniziativa a sostegno di quanto previsto nel Memorandum
Governo-Sindacato in materia di stabilizzazione del rapporto di lavoro.
Vanno rivendicate "carte dei servizi" realmente esigibili.
IMMIGRAZIONE E ACCOGLIENZA
La società multiculturale mette in evidenza la necessità di modificare il sistema di welfare nel suo complesso. Gli immigrati sono la fascia sociale maggiormente esposta a situazioni di sfruttamento, emarginazione e discriminazione. Per questo, fermo restando, per tutti, la completa osservanza delle
norme legislative nazionali e europee, in materia di immigrazione e emigrazione, nelle politiche di welfare dobbiamo riuscire a contrattare nuovi diritti,
servizi che abbiano come obiettivo l'inclusione sociale. Non contrattazione
separata ma attenzione a prevenire e combattere ogni forma di discriminazione che escluda gli immigrati dal sistema di welfare e dall'accesso ai servizi.
NEGOZIAZIONE CON LE CASE DI RIPOSO E LE AZIENDE ULSS
Annualmente queste due importanti strutture istituzionali, predispongono atti
e scelte il più delle volte senza alcun passaggio di confronto con il
Sindacato. Necessita per CGIL CISL UIL, dalla prossima imminente scadenza dei loro bilanci preventivi e dai loro programmi per il 2008, la formale
richiesta di concertazione per concordare alcune di priorità sull'utilizzo delle
risorse che la Regione canalizza alle Aziende ULSS e alle Case di Riposo.
Per il Sindacato le rette (quote sociali - alberghiere) dei non autosufficienti,
non vanno ulteriormente aumentate, va rivendicato alla Regione l'incremento finanziario delle quote di rilievo sanitario. Alle Aziende ULSS, oltre alla
verifica sugli obiettivi assegnati ai Direttori Generali, va prioritariamente
chiesto la finalizzazione di maggiori risorse: per i servizi territoriali (Distretti
- UTAP - ADI - ADIMED - SERT - Consultori Familiari), per la prevenzione,
per il superamento delle liste d'attesa e per la riabilitazione.
POLITICHE ECONOMICHE E DEL LAVORO
La contrattazione di territoriale di terzo livello dovrà essere vissuta da tutto il
Sindacato, come una normale e periodica scadenza a completamento degli
altri due livelli di contrattazione, altrimenti non si potranno raggiungere compiutamente gli obiettivi: della tutela del potere d'acquisto delle retribuzioni e
delle pensioni, della tutela individuale e collettiva nei casi di crisi aziendali e
nelle situazioni di precarietà, di licenziamenti, di disoccupazione e di povertà. Per questo che vanno realizzati "tavoli permanenti" di confronto, di concertazione e di trattativa, con le Associazioni Locali (il livello ottimale è quello intercomunale) degli Imprenditori, le Amministrazioni Pubbliche, i
Consorzi di Sviluppo, le Aree Artigianali - Commerciali - Industriali, i Centri
di Formazione Professionale e le Banche. Queste sedi di reciproca responsabilizzazione ed ognuno per il ruolo che rappresenta, dovranno definire
politiche attive del lavoro e di sviluppo economico locale.
E' necessario aprire una nuova e più avanzata fase a sostegno della contrattazione sociale/territoriale, attraverso processi democratici e partecipativi di coinvolgimento dei lavoratori, delle RSU nei luoghi di lavoro, dei pensionati e dei cittadini, nonché delle associazioni del terzo settore e del volontariato sociale, per individuare i contenuti delle piattaforme. Le piattaforme
rivendicative, dovranno essere il risultato del lavoro di rilevazione dei bisogni e delle specificità locali, assumendo il territorio quale luogo e sede per la
nostra iniziativa. Si tratta di costruire confronti che andranno oltre la contingenza del bilancio annuale, per orientare le politiche sociali territoriali.
Con questo documento CGIL CISL UIL Veneto, hanno voluto indicare alcune priorità per sostenere il prossimo confronto con gli "interlocutori locali"
partendo dall'assunto che la centralità rimane la persona con in suoi bisogni
e con i suoi diritti.
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17 gennaio 2008
VENETOLAVORO
PIÙ DI OTTO MILIONI IN ATTESA DI CONTRATTO
Sono oltre 8 milioni i lavoratori italiani in attesa del rinnovo del contratto.
Queste, in sintesi, le principali vertenze aperte.
Metalmeccanici - La trattativa tra Federmeccanica e Fim, Chimica - Le trattative per il rinnovo del biennio economico
Fiom e Uilm è difficile, tanto che il 15 gennaio la categoria tra sindacati di categoria e Unionchimica/Confapi sono iniha dato vita ad iniziative di lotta in tutta Italia a fronte di una ziate il 18 dicembre a Roma. Gli addetti del comparto sono
provocatoria posizione
15
mila.
Prossimo
di Federmeccanica che
incontro il 30 gennaio.
ha dichiarato di voler
Coibentazione
terprocedere a elargizioni
moacustica
Non
unilaterali,
ponendo
ancora iniziate le trattaricatti sulla durata contive con l'Anicta, l'assotrattuale e sulle flessibiliciazione datoriale adetà.
rente a Confindustria. I
La vertenza, aperta da
lavoratori
interessati
giugno, interessa 1
sono
1.500
milione e 600 mila lavoratori. Fim, Fiom e Uilm
Gomma-plastica
chiedono aumenti lordi
(Confindustria
e
mensili pari a 117 euro,
Confapi). La richiesta
più altri 30 euro sul
per le imprese aderenti
secondo livello di cona Confindustria è di 105
trattazione.
euro medi parametrati.
I nodi da sciogliere
Nel caso delle aziende
riguardano anche inquadella Confapi, i sindacadramento professionale,
ti hanno preferito non
orario e mercato del
indicare la cifra econolavoro. Stallo della trattamica. Già inviate le piatManifestazioni e presidi in tutto il Veneto il 14 gennaio alla notizia
tiva anche con Uniontaforme alle controparti.
della rottura delle trattative sul contratto dei metalmeccanici. A
meccanica, riguardo al
Le
trattative
con
Venezia i lavoratori hanno tenuto una manifestazione in città dopo
Ccnl delle Piccole e
essere entrati nella stazione ferroviaria.
Confindustria, iniziate il
"Rabbia e indignazione - racconta la Fiom - si sono fatte sentire fin
medie imprese (Pmi).
17 dicembre, sono state
dalle prime ore del mattino, attraverso un tam tam tra i lavoratoti.
e aggiornate al 29 genPubblico impiego - Al
Innumerevoli richieste di sciopero sono pervenute al sindacato mennaio, mentre con la
tre le RSU hanno dato luogo a fermate in quasi tutte le aziende che
31 dicembre 2007 si
hanno assunto via via il carattere spontaneo di uno sciopero generaConfapi il confronto ha
sono ritrovati con l'acle partito dalle RSU.
preso il via il 18 dicemcordo contrattuale scaLa possibilità ventilata da Federmeccanica di agire unilateralmente
bre, e le parti hanno
duto tutti i 3,6 milioni di
sul salario trova negli scioperi spontanei dei metalmeccanici il primo
concordato di rivedersi
lavoratori pubblici. Ma
ostacolo, con l'esplicitazione di un netto dissenso da parte di lavoranei primi giorni di febtori che invece hanno dimostrato la determinazione a battersi per
fra loro, una quota conconquistare il Contratto".
braio 2008.
sistente, (circa 1,9 milioni) aspetta ancora di
Gomma e ceramica
vedere gli aumenti relativi alla precedente tornata contrat- artigiane (30.000 addetti) - In entrambi i casi i contratti
tuale (biennio 2006-2007). Infatti, nonostante il pre-accordo sono scaduti nel dicembre 2004. Rimangono ancora insofirmato da governo e sindacati su aumenti medi mensili di lute, con le controparti imprenditoriali del settore
101 euro, i dipendenti degli enti locali (circa 800 mila per- (Confartigianato, Cna, Casa, Clai), le questioni relative al
sone), della sanità (800 mila), della dirigenza pubblica (100 salario e al mercato del lavoro.
mila) del settore Università e Ricerca (70 mila), delle quattro Agenzie fiscali (70 mila) e i circa 15 mila dipendenti di Edilizia - Riprende il 24 e il 25 gennaio la trattativa per il
Accademie e conservatori, non hanno ancora visto niente rinnovo del contratto nazionale dell'Edilizia tra i sindacati
delle costruzioni (Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil) e
in busta paga.
l'Associazione nazionale costruttori edili. Il contratto, scaSi attende una convocazione nei prossimi giorni.
duto lo scorso 31 dicembre, interessa in Italia 1.250.000
Commercio - Il rinnovo riguarda 2 milioni di lavoratori del
lavoratori dipendenti e 400.000 imprese. La piattaforma
commercio, terziario e servizi. La richiesta sindacale è di
elaborata dai sindacati, oltre a una richiesta di incremento
aumenti pari a 78 euro per 14 mensilità, ma il confronto con
salariale di 105 euro al terzo livello, contiene importanti
la controparte procede a colpi di scioperi, gli ultimi sotto le
argomenti per il miglioramento e la qualificazione del settofeste di natale. Il contratto è scaduto a fine 2006.
re, primo fra tutti la qualità del lavoro, che coinvolge i temi
Giornalisti - Il contratto riguarda 16.500 lavoratori (su della strutturazione dell'impresa, della sicurezza e del rico85.000 iscritti ai diversi albi) ed è scaduto il 28 febbraio noscimento delle professionalità. Al centro delle richieste
2005. La trattativa per il biennio economico non è mai stata c'è il rilancio del sistema formativo a salvaguardia della
avviata a causa di uno scoglio normativo su precariato, qualità professionale e di un'occupazione stabile; la definilavoro autonomo e multimedialità.
zione del cantiere come unica unità produttiva, aumentanFerrovie - Il contratto scaduto a fine 2006 riguarda circa do l'importanza del ruolo dei rappresentanti sindacali e
120 mila lavoratori. I sindacati chiedono aumenti medi di degli Rls e riaffermando la dignità del lavoro edile come
incentivo alla permanenza nel settore.
115 euro.
VENETOLAVORO 17 gennaio 2008
CHIUSA LA VERTENZA DEI TESSILI
ARTIGIANI
Dopo due giorni di trattativa no-stop, il 10 gennaio è stato
firmato il rinnovo del contratto degli artigiani del sistema
moda italiano. Ne danno notizia il segretario generale della
Filtea Cgil, Valeria Fedeli, e il responsabile nazionale artigianato, Rosalba Cicero. Con un risultato salariale di 100
euro a regime e una tantum di 400 euro, gli oltre 150.000
lavoratrici e lavoratori del settore ottengono il rinnovo del
contratto nazionale che attendevano dal dicembre 2000.
Dopo 16 ore di sciopero e una lunga e complessa trattativa
è stata conquistata la maternità pagata al 100%, difeso l'impianto negoziale degli orari di lavoro e respinto l'attacco
sulle flessibilità: tutte questioni molto sentite dalle donne
nelle fabbriche, che sono l'83% della categoria e in maggioranza giovani.
Giudizi positivi arrivano anche dalla delegazione della
Filtea al tavolo della trattativa che, in particolare, sottolinea
l'importanza degli elementi di novità e di qualità di questo
rinnovo contrattuale tanto atteso dai lavoratori. Un buon
accordo anche per quanto riguarda l'adeguamento di diritti
individuali che mettono questo settore in linea con quanto
previsto dalle recenti direttive europee e dalle leggi nazionali emanate in questi anni: permessi-aspettative individuali,lavoratori diversamente abili, casi di mobbing, situazioni
di molestie sessuali, lavoratori affetti da tossicodipendenza.
E' stato costituito un osservatorio nazionale e regionale
quale strumento di innovazione e qualificazione delle relazioni industriali ed un organismo bilaterale sulla formazione. Una scelta che investe quindi sul ruolo strategico della
qualificazione culturale e professionale dei lavoratori, sulla
formazione continua e professionale, quale asse fondamentale per la buona e corretta competitività e produttività.
Gli apprendisti passano dall'attuale retribuzione del 56% al
secondo livello, al 70% iniziale e dopo due anni c'è l'applicazione dei livelli.
UN ACCORDO PER L' AEROPORTO
DI VENEZIA
A fine dicembre è stato firmato un importante accordo
riguardante l'Aeroporto Marco Polo di Venezia. Il protocollo
arriva dopo mesi di scontri accesi e di ripetuti scioperi nello
scalo veneziano. L'intesa riguarda gli investimenti, tali da
garantire il rispetto della carta dei servizi, la predisposizione di un concreto tavolo di discussione sui modelli organizzativi sui mezzi e sulle quantità di organico presenti. Il tavolo sarà formato da Enac, Save (la società che gestisce lo
scalo veneziano) le società di handling insieme alle organizzazioni sindacali.
Soddisfazione viene espressa dal segretario generale della
Filt di Venezia Umberto Tronchin: "Tutti i soggetti hanno
saputo con grande senso di responsabilità trovare le condizioni di un'intesa storica. Finalmente tutti hanno capito l'importanza di affrontare in modo solidale i processi aeroportuali così come le regole dettate dalle disposizioni di legge
e delle direttive di Enac. Auspichiamo si sia definitivamente chiuso un ciclo e se ne apra un altro che dalle premesse
determinerà nuovi orizzonti.
L'accordo va oltre le questioni, comunque importanti, relative all'occupazione ed al lavoro confermando all'atto del
passaggio da SAV ad AVIAPARTNER tutti i diritti maturati
sia economici che normativi, inoltre determina un nuovo
modo di affrontare i problemi aeroportuali.
Abbiamo sempre detto che non venivano rispettati i requisiti nel rapporto fatturato capitale: finalmente si definisce
che entro 90 giorni questo deve avvenire, viene inoltre previsto un tavolo di discussione vero con la partecipazione di
tutti i soggetti sui modelli organizzativi, sui mezzi sulle
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quantità di organico presente, sugli investimenti in maniera
tale da garantire il rispetto della carta dei servizi. Un risultato che premia la nostra determinazione e ha tutte le premesse per aprire un nuovo capitolo".
RINNOVO RECORD PER LE AZIENDE
DEL GAS E DELL’ACQUA
Firmato il 15 gennaio l'accordo tra Assogas, Anigas, Anfida,
Federestrattiva, Federutility e Filcem-Cgil, Femca-Cisl,
Uilcem-Uil che rinnova il biennio economico (2008 - 2009)
per oltre 50.000 lavoratori del settore gas-acqua, dipendenti da oltre 750 aziende pubbliche e private, italiane e
straniere.
L'aumento medio sui minimi è di 113 euro con una prima
"tranche" (44 euro) che scatta fin dal 1° gennaio 2008. "A
regime nelle buste paga dei lavoratori - commentano
Filcem, Femca, Uilcem - l'accordo porterà 1.982 euro medi,
a tutela del salario reale che per i sindacati è diventata una
vera e propria emergenza. In questo senso l'accordo rafforza Cgil Cisl Uil nella vertenza aperta con il Governo e gli
imprenditori per risolvere l'emergenza salariale che grava
sui lavoratori dipendenti e i pensionati".
Soddisfatti i sindacati anche per la firma di un avviso comune che avvia il percorso per la "clausola sociale". Ciò offre
finalmente la possibilità di governare gli effetti sociali e
occupazionali della liberalizzazione in atto nel settore.
"Occorre ora - dicono - che i ministeri interessati (Sviluppo
Economico, Lavoro, Ambiente) ne recepiscano i contenuti".
A tal fine le associazioni d'impresa e i sindacati hanno chiesto un incontro con i ministri competenti, "tanto più urgente - sostengono - per l'approssimarsi della scadenza per le
concessioni gas, 6.000 delle quali andranno in gara dal 1
gennaio 2009".
RSU: GRANDE ADESIONE
ALLA FILCEM DI VENEZIA
Gli ultimi mesi sono stati per la FILCEM-CGIL di Venezia
molto impegnativi. Soprattutto nel mese di dicembre, infatti, abbiamo sostenuto le grandi lotte dei lavoratori impegnati
nella lunga vertenza chimica in corso, il rinnovo dei bienni
chimico, elettrico e dell'energia-petrolio e il rinnovo di alcune RSU aziendali. Mesi difficili ma ricchi di soddisfazioni sul
fronte del consenso nel corso delle elezioni per il rinnovo o
la costituzione delle RSU.
Primo fra tutti alla Thetis di Venezia in cui nella costituzione
della RSU c'è stata un'alta partecipazione al voto che ha
premiato la FILCEM-CGIL con un consenso del 82% partendo dall'elezione di 5 delegati CGIL su 6.
Un altro ottimo risultato è stato raggiunto alla Zignago Vetro
in cui i delegati FILCEM-CGIL sono stati votati dal 60% dei
lavoratori consolidando il ruolo di primo sindacato in vetreria. Soddisfazione doppia per la squadra dei delegati con
un'età media inferiore ai trent' anni nel segno del rinnovamento. Sono state poi rinnovate le RSU della vetreria di
Murano Venini SpA dove sono stati eletti 3 delegati su 3
della FILCEM-CGIL e alla SAIPEM di Marghera dove i
delegati della lista FILCEM-CGIL eletti sono stati 4 su 4.
Grande soddisfazione per i risultati raggiunti da parte della
segreteria che darà pieno sostegno ai nuovi delegati affinché siano in grado di dare risposte adeguate ai quesiti posti
dai lavoratori.
La FILCEM CGIL di Venezia augura quindi ai nuovi delegati di proseguire con determinazione a sostenere la linea
della FILCEM-CGIL per tutelare e difendere gli interessi e i
diritti dei lavoratori attraverso la piena e completa applicazione del CCNL, a rafforzare e sviluppare la contrattazione
di secondo livello all'interno dei luoghi di lavoro, contribuendo così ad ampliare le adesioni alla nostra organizzaLa Segreteria FILCEM-CGIL di Venezia
zione.
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17 gennaio 2008
VENETOLAVORO
VENETO: TENDENZE DEL MERCATO DEL LAVORO
L'osservatorio di Veneto Lavoro ha prodotto due ricerche in merito alle tendenze del Mercato del Lavoro
Veneto nel 2007 che vale la pena considerare.
La prima riguarda i flussi di assunzione nei primi 9
mesi del 2007 in 32 (su 40) Centri per l'impiego.
I dati sono molto interessanti poiché per la prima volta (a
partire dal gennaio dello scorso anno) vengono registrate anche le assunzioni effettuate nella Pubblica
Amministrazione, i rapporti di lavoro di collaborazione
coordinata e continuativa, a progetto, in associazione in
partecipazione ecc, come indicato dalla legge
Finanziaria 2007 che ha anche previsto l'obbligo di
comunicazione il giorno antecedente l'assunzione.
O Un primo dato da segnalare riguarda l'entità degli
avviamenti che, al netto della Pubblica Amministrazione
risulta in crescita del 19% (252.241 nel primo semestre
2007 rispetto i 212.167 del semestre 2006). Questo dato
ci consente probabilmente di affermare che una parte
delle nuove assunzioni riguarda lavoro precedentemente non dichiarato, ovvero lavoro nero.
O Le assunzioni di immigrati nel 2007 sono in continuo
aumento e superano ormai le 40.000 unità a trimestre.
O I contratti a termine "puri" (esclusi interinale, apprendistato ecc.) sono in aumento e rappresentano circa il
46% delle assunzioni.
O Aumentano anche i contratti a tempo indeterminato
con un aumento, al netto della Pubblica
Amministrazione, del 26% rispetto al primo semestre
2006.
O I contratti di apprendistato rimangono stabili con
assunzioni nell'ordine delle 21.000/22.00 unità a semestre.
O Il lavoro a chiamata risulta avere una certa consistenza e supera le 9.000 assunzioni nei primi 6 mesi del
2007 (erano poco più di 3000 nel primo semestre 2006).
O Il contratto di inserimento risulta invece "non gradito"
dalle imprese (tra le 400 e 500 assunzioni negli ultimi 3
trimestri).
O Un dato significativo riguarda le collaborazioni coordinate ed a progetto che per la prima volta vengono monitorate attraverso i Centri per l' Impiego. Nei primi 9 mesi
del 2007 risultano avviati 23.000 collaboratori, con una
leggera prevalenza delle donne. I settori che assumono
maggiormente con questa tipologia lavorativa sono
quelli dei servizi alla produzione con oltre 6.000 rapporti instaurati, la Pubblica Amministrazione con quasi 6000
rapporti, i servizi alla persona e i servizi distributivi con
circa 3500. Il settore manifatturiero impiega meno del
20% dei collaboratori. Si conferma quindi la netta prevalenza di assunzioni in collaborazione nel comparto del
Terziario Privato e pubblico. Per avere un dato sufficientemente attendibile su quanti sono i collaboratori in
Veneto (i dati 2005 ci dicono che sono circa 87.000 compresi gli amministratori di società) occorre naturalmente
aspettare i dati riferito alla fine dell'anno e verificare
attraverso la fonte Inps quanti sono i collaboratori già
iscritti negli anni precedenti ancora attivi….
Naturalmente una valutazione più completa sull'insieme
dei rapporti di lavoro attivati, sarà possibile con i dati
definitivi del 2007 e con la stabilizzazione di questa fonte
di informazioni.
La seconda ricerca riguarda il consueto rapporto trimestrale sulle tendenze del Mercato del Lavoro nel
Veneto.
O Si confermano alcuni dati positivi quali il lieve incremento del tasso di occupazione, attestato al 66%, che
può consentire alla nostra Regione di arrivare al 70%
entro il 2010 (obiettivo di Lisbona).
O Il calo del tasso di disoccupazione pari al 3,3%, con il
calo di quasi un punto del tasso di disoccupazione femminile (al 5,7% attuale).
O Gli occupati in Veneto sono risultati 2.123.000, con
una variazione positiva di 23.000 unità rispetto al terzo
trimestre 2006. La crescita ha riguardato soprattutto le
donne (+ 14.000).
O Le persone in cerca di occupazione al terzo trimestre
2007 risultano 73.000.
O Cresce la cosiddetta offerta di lavoro "nascosta" ovvero le persone che non hanno svolto attivamente una
ricerca di lavoro nell'ultimo mese, passando dalle
114.000 del terzo trimestre 2006 alle 121.000 del terzo
trimestre 2007. Si tratta di un fenomeno sempre più diffuso che mette in evidenza un effetto "scoraggiamento"
nella ricerca di lavoro e che andrebbe meglio approfondito anche per gli effetti di esclusione sociale che può
trascinare con sé.
O Per quanto riguarda il ricorso agli ammortizzatori
sociali, si evidenzia una certa stabilità negli inserimenti
nelle liste di mobilità (anche se non mancano i segnali
negativi), mentre il ricorso alla cassa integrazione
straordinaria si mantiene su livelli sostenuti con 7000
posti di lavoro equivalenti. Stabile resta invece la
"cassa" ordinaria.
Fabrizio Maritan, Dip. Politiche Attive del Lavoro Cgil Veneto
MERCATO DEL LAVORO NEL VENETO
Raffronto 2004-2007 (terzo trimestre)
Indicatori
tasso attività
tasso occupazione
tasso disoccupazione
Numero occupati
di cui lavoratori dipendenti
III trim. 04
III trim. 07
67,1
64,6
3,7
2.053
1.467
68,3
66,0
3,3
2.124
1.595
Distribuzione settoriale degli addetti
Agricoltura
Industria
Costruzioni
servizi
Totale
III trim. 04
III trim. 07
101
617
185
1.150
2.053
65
642
168
1.249
2.124
Assunzioni per tipologia contrattuale
(I semestre 2005- I semestre 2007)
Apprendistato
Lavoro a chiamata
Inserimento
Interinale
Tempo determinato
Tempo indeterminato
TOTALE
I sem. 2005
I sem. 2007
20.898
487
135
29.909
96.998
61.500
209.927
22.705
9.411
406
41.534
133.110
81.826
288.992
VENETOLAVORO 17 gennaio 2008
11
Nominati tra le polemiche i nuovi direttori generali delle ULSS
LA CGIL CHIEDE RISCONTRI CONCRETI
A fine anno, con una decisione del tutto personale (cosa
prevista tra le sue competenze, ma fonte di forti polemiche
in seno alla stessa maggioranza che governa il Veneto) il
Presidente della Regione, Giancarlo Galan, ha nominato i
Direttori Generali delle 23 Aziende Sanitarie Venete.
Rispetto alla precedente tornata, escono di scena 10
Direttori Generali; 9 sono le nuove nomine; 8 le conferme
e 5 gli spostamenti da un' Ulss ad un'altra, mentre per
l'ULSS di Chioggia l'incarico è affidato ad interim per un
anno al direttore dell'Ulss veneziana.
Sulla vicenda sono intervenuti, a nome della Cgil regionale, Cristina Bastianello, Franco Piacentini, Ugo Agiollo.
"Sulle nomine dei nuovi Direttori Generali delle Aziende
ULSS ed Ospedaliere - scrivono - era prevedibile l'accesa
reazione dei politici della Regione Veneto, nei confronti
delle scelte fatte dal Presidente della Giunta.
Ad ogni scadenza di mandato e ad ogni nuovo incarico alla
massima responsabilità gestionale dei servizi sociosanitari
locali, emergono, purtroppo, le logiche clientelari e della
spartizione partitica.
CentroDestra e CentroSinistra, con differenti tonalità e
motivazioni, prendono posizione contro il comportamento
monocratico del Governatore Giancarlo Galan.
Ci stupiscono le reazioni ai criteri unilateralmente adottati
dal Presidente della Giunta, per stabilire chi dovrà assumersi la responsabilità di far funzionare al meglio la macchina delle prestazioni sociosanitarie pubbliche nei territori
del Veneto.
Da sempre si è a conoscenza che non sono le valutazioni
oggettive a prevalere, ma le appartenenze allo schieramento politico più autoritario.
Ci saremmo aspettati, in tempi non sospetti, da chi oggi
"grida allo scandalo" e contesta il decisionismo assoluto
del Presidente della Giunta, concrete proposte per rivedere e per cambiare questo sistema discrezionale (anche per
il Sindacato inaccettabile) affidato ad un'unica persona.
La CGIL ha da sempre rivendicato, per la scelta dei
Direttori Generali una "selezione concorsuale" trasparente
e sulla base di criteri oggettivi quali professionalità, esperienza, titoli, con impegno e responsabilità dimostrabili.
Questo, insieme ad una più precisa corresponsabilità dei
Comuni, è il modo di concepire la gestione della salute dei
cittadini.
La CGIL non è assolutamente interessata a dare pagelle e
voti ai Direttori Generali. Dovrebbe essere la Regione a
fare un bilancio di verifica sull'operato dei suoi Direttori
Generali.
Sono stati raggiunti gli obiettivi di pareggio di bilancio delle
Aziende Sanitarie venete? Sono stati raggiunti gli obiettivi
di lavoro dei Direttori Generali?
E se non sono stati raggiunti, quali sanzioni sono state
comminate? (Non ci sembra che nessun Direttore abbia
avuto sanzioni e tantomeno abbia presentato le previste
dimissioni in caso di non pareggio di bilancio).
E la Regione copre i buchi della sanità veneta attraverso le
manovre tributarie che, di anno in anno, pescano dalle
tasche dei cittadini nuove imposte e queste nuove risorse,
anziché essere investite in servizi aggiuntivi per i cittadini
(es. risorse per il fondo per la non autosufficienza per
anziani e disabili), coprono i buchi di bilancio dei Direttori
Generali che sono anche riconfermati nel loro ruolo.
Noi valutiamo il lavoro svolto e giudichiamo le precise
responsabilità politiche.
Se il modello veneto ha retto, finora, non è certamente per
merito della politica e di questa Regione che da oltre undici anni ha bloccato la programmazione sociosanitaria.
Negli ultimi cinque anni il modello sociosanitario veneto,
sostanzialmente ha retto bene, soprattutto grazie all'impegno del personale infermieristico, degli operatori sociosanitari, dei tecnici sanitari, del personale della riabilitazione unitamente al personale tecnico, amministrativo, medico e della dirigenza sanitaria, tecnico, professionale, amministrativa. Il modello veneto ha retto anche per il grande
senso di responsabilità dimostrato dalle forze sociali e sindacali e dalle conferenze dei sindaci.
Se non vi è stato il declino del modello veneto il merito va
a chi ha operato con grande attaccamento alla "mission
sociosanitaria", distanziandosi dai giochi di potere che
spesso accompagna le scelte di politica sanitaria (ospedali nuovi sì, ospedali nuovi no).
Non è un lavoro facile, senza i dovuti e precisi indirizzi programmatori della Regione. Non lo è stato per i precedenti
Direttori Generali e non lo sarà nemmeno per le nuove
Direzioni delle Aziende ULSS ed Ospedaliere.
Pertanto rivendichiamo il "nuovo piano pluriennale sociosanitario", per dare certezze alla salute di tutte le persone
e per rendere maggiormente efficace la rete delle prestazioni pubbliche sanitarie ed assistenziali.
Ai nuovi Direttori Generali, in questa fase iniziale del loro
mandato, nell'augurare a loro buon lavoro, chiediamo un
esplicito impegno sulle seguenti priorità.
Individuazione della direzione strategica: criteri oggettivi e trasparenti di scelta per la nomina dei Direttori Sanitari,
amministrativi e del sociale, considerando le necessarie
competenze rispetto al ruolo che andranno a svolgere
Prevenzione: capillari interventi, con sufficienti ed adeguate risorse economiche e dotazioni organiche adeguate, per
fermare le morti bianche e gli infortuni nei luoghi di lavoro,
per contrastare gli inquinamenti ambientali, per prevenire le
più gravi patologie.
Liste d'Attesa e certezza della prestazione: far rientrare
nei tempi stabiliti dalle più recenti norme nazionali e regionali, tutte le prestazioni diagnostiche ed ambulatoriali.
Regolamentazione delle libera professione intramuraria: regole certe e trasparenti di utilizzo di questo istituto
per evitare confusione tra i cittadini
Riabilitazione: programmare azioni per affrontare gli effetti dei traumi invalidanti e delle nuove patologie cronicizzanti
Strutture: innovare tecnologicamente le strutture ospedaliere ed i poliambulatori.
Territorio: rivalutare e valorizzare i distretti, i consultori e
incrementare l' assistenza integrata domiciliare, realizzare
le UTAP operative 24 ore su 24 su 7 giorni.
Medici di Medicina Generale: coinvolgimento e responsabilizzazione dei MMG e dei Pediatri di Libera scelta nelle
scelte di politica sanitaria regionale e territoriale.
Dotazioni Organiche: riprendere urgentemente il confronto e la concertazione con i Sindacati di Categoria sui temi
relativi alle dotazioni organiche e alla stabilizzazione del
personale precario, all'organizzazione del lavoro, alle
nuove professionalità, ai nuovi bisogni assistenziali.
Chiediamo che, oltre alla positiva definizione di quanto
sopra elencato, la Regione e i Direttori Generali a livello
territoriale, istituiscano tavoli permanenti di concertazione,
nei quali si riconosca il ruolo delle Organizzazioni Sindacali
in materia di salute".
12
17 gennaio 2008
DIFENDIAMO LA LEGGE 194
Ancora un attacco alla Legge 194.
Ancora confusione: il parallelo tra la moratoria contro la pena di morte
e la moratoria contro la Legge sull'aborto non ha nessuna logica.
Non esiste nessuna giustificazione a questo attacco, né nei contenuti, né nel funzionamento della legge, che è una delle migliori in
Europa e che dal momento della sua approvazione ha prodotto risultati significativi, prima di tutto la fuoriuscita dalla clandestinità e il
dimezzamento degli aborti.
questa legge ha bisogno di essere applicata integralmente
Onel Veneto i tempi di attesa tra il momento della certificazione e
quello dell'intervento sono lunghissimi per cui il Veneto ha il più alto
numero di interruzioni di gravidanza tra la dodicesima e tredicesima settimana, costringendo un gran numero di donne a ricorrere a
servizi sanitari di altre Regioni limitrofe
Onel Veneto più dell'80% dei medici ginecologi sono obiettori di
coscienza, (8 medici su 10) e nessuna struttura sanitaria convenzionata pratica l'IVG
OIn Consiglio Regionale Veneto si continua a proporre di discutere
del progetto di legge, (PDL n° 3 del 2005) che intende portare "i
movimenti per la vita" nei consultori, nelle sale operatorie e nei
reparti di ostetricia e ginecologia per "salvare tardivamente madri e
figli" attraverso la colpevolizzazione.
Per applicare davvero correttamente la Legge 194 vanno rafforzati i
consultori familiari con risorse, mezzi, strumenti idonei e organici sufficienti, al delicato compito di prevenire ed educare alla maternità e
paternità responsabili e ridurre così le gravidanze indesiderate in particolare per le minorenni e per le donne straniere.
Le donne in questi anni hanno vigilato perché i diritti acquisiti non fossero toccati e nessuno può metterli in discussione.
Solo la donna ha il diritto di scegliere per sé e il proprio corpo.
NESSUNA MORATORIA, NESSUNA DISSUASIONE, SOLO PREVENZIONE E LIBERTÀ DI SCELTA.
La Segreteria della CGIL VENETO
VENETOLAVORO
ZUCCHINI NUOVO
SEGRETARIO GENERALE
DELLA FILLEA VENETO
Il comitato direttivo della Fillea Cgil (sindacato delle costruzioni) del Veneto ha eletto
Leonardo Zucchini Segretario Generale
della categoria, in sostituzione di Michele
Carpinetti, attualmente Sindaco di Mira.
Zucchini, padovano di 54 anni, ha alle spalle
una lunga esperienza sindacale, iniziata
nell'81 nella Segreteria della Camera del
Lavoro della Bassa Padovana oltre che alla
guida della Funzione Pubblica comprensoriale. Successivamente è passato a dirigere
la Filcams (sindacato del commercio) provinciale di Padova e dal 2003 è approdato
alla Segreteria regionale della categoria.
Nell'assumere il nuovo incarico, Zucchini ha
evidenziato l'importanza della Fillea nel
Veneto, non solo per numero di iscritti (oltre
23.000 in regione), ma anche per l'entità
delle tematiche che vi si affrontano, a partire
da quelle relative alla sicurezza nel lavoro e
della legalità. Ciò è tanto più importante nel
Veneto, a fronte della grande mole di opere
pubbliche già appaltate o in via di cantierizzazione.
Un particolare terreno di impegno, ha
aggiunto, riguarda la forte presenza di
manodopera straniera (ormai rappresenta
nel Veneto più del 50% degli addetti) alla
quale va riconosciuta una maggiore rappresentanza nel sindacato.
Oltre al Seghretario Generale, è stata eletta
anche la Segreteria, composta da Antonio
Toniolo, Giacomo Chiesura, Mauro Visentin.
ANCORA UN INCIDENTE AL PORTO DI VENEZIA
Annunciata una vertenza
"Ancora una volta ci troviamo a commentare l'ennesimo
incidente sul lavoro nel Porto di Venezia. Ancora una volta
i lavoratori della portualità veneziana sono costretti a fare i
conti con l'angoscia per le condizioni di salute di un loro
collega di lavoro". Lo dicono FILT-CGIL FIT-CISL UILT-UIL
di Venezia dopo l'ennesimo grave incidente sul lavoro
accaduto il 14 gennaio presso il Terminal Centro
Intermodale Adriatico che ha coinvolto un lavoratore del
Cia ora a rischio di mutilazioni..
"Da molto tempo - scrive il sindacato - denunciamo una
carenza di sicurezza nel Porto dovuta principalmente a
precarie condizioni di operatività, alla mancanza di mezzi
meccanici adeguati, a scarsa manutenzione degli stessi, a
condizioni non ottimali dei piazzali, a scarsa formazione dei
lavoratori e al fatto che spesso alcune imprese eseguono
lavori per i quali non sono autorizzate.
Circa 2 anni fa, avevamo aperto nel Porto una vertenza
che secondo le nostre intenzioni doveva portare all'istituzione di un libretto per tutti i lavoratori del Porto che attestasse la professionalità e gli aggiornamenti formativi a cui
ogni lavoratore doveva essere sottoposto.
Ci proponevamo altresì di operare un'analisi sulle condizioni operative per arrivare presso la sede dell'Autorità
Portuale ad un confronto con tutti i terminalisti e le imprese
portuali finalizzato all'individuazione e rimozione delle principali criticità rispetto alla sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il primo obiettivo è stato quasi raggiunto attraverso la creazione di una "Commissione Formazione" che porterà alla
distribuzione fra tutti i lavoratori di un libretto attestante il
loro grado di professionalità. Ma non basta.
Deve essere ben chiaro a tutti che la sicurezza sui posti di
lavoro deve essere garantita e si ottiene con un mix fatto di
conoscenza delle norme di sicurezza, consapevolezza e
professionalità di chi lavora e di chi comanda, luoghi di
lavoro in condizioni ottimali, mezzi di lavoro a norma e
scrupolosamente manutentati, conoscenza della natura dei
prodotti e delle merci con i quali si opera, acquisizione di
esperienza, professionalità, formazione continua, utilizzo
dei mezzi di protezione individuale.
Per questo, dopo lo sciopero seguito all'incidente, le organizzazioni sindacali hanno deciso ulteriori azioni a difesa
della integrità fisica dei lavoratori e della loro salute. In particolare porteranno a termine, in accordo con tutti i delegati sindacali e i delegati alla sicurezza, un documento sulla
situazione operativa del Porto finalizzato ad un confronto
con le parti imprenditoriali. Tale documento verrà sottoposto all'approvazione di un'apposita assemblea di tutti i lavoratori.
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Anno XVII n. 1 - FLC Cgil Verona