Progetto Colombaccio Pisa Relazione tecnica Dr. Sauro Giannerini 1 Progetto Colombaccio Pisa Relazione tecnica INDICE Introduzione pag. 3 - Il Colombaccio pag. 3 - La tradizione venatoria pag. 4 - Appostamenti/Osservatori pag. 6 Descrizione del Progetto pag. 7 - Progetto Colombaccio Italia pag. 7 - Obiettivi pag. 7 - Materiali e metodi pag. 8 Risultati pag. 9 - Appostamenti censiti pag. 9 - Abbattimenti pag. 10 - Avvistamenti pag. 12 - Valori per giornata e per appostamento pag. 13 - Considerazioni pag. 13 2 Progetto Colombaccio Pisa Relazione tecnica INTRODUZIONE • Il Colombaccio Il Colombaccio è un uccello dell’ordine dei Columbiformi e della famiglia dei Columbidi, migratrice. E’ specie ampiamente distribuita nel Paleartico occidentale, da latitudini mediterranee fino in Norvegia, ad oltre i 70° di latitudine N. È presente inoltre in Nord Africa, Asia centro-occidentale, Siberia occidentale ed occasionalmente anche nei settori centrali della Siberia. La specie è essenzialmente migratrice nell'Europa settentrionale ed orientale e nella Siberia occidentale. Popolazioni parzialmente migratrici sono presenti nel resto d'Europa dove l’entità degli spostamenti decresce spostandosi verso SW. Nel Regno Unito, come anche nelle aree costiere dell’Europa occidentale ed a Sud fino in Marocco, è invece ampiamente residente. Le aree di svernamento interessano i settori più occidentali dell’Europa e si spingono fino in Africa nord-occidentale. I quartieri di nidificazione si caratterizzano per la presenza di boschi di latifoglie o conifere, prossimi ad aree aperte e coltivi, a quote comprese entro i 1.500 m s.l.m. In Italia nidifica ampiamente, a partire dal comparto alpino e quindi lungo tutta la penisola e nelle isole maggiori. La popolazione è stimata in 40.000-80.000 coppie. Il nostro Paese ospita importanti contingenti svernanti la cui consistenza numerica è però poco nota. Scientific Breeding Winter Breeding Breeding Winter Breeding Threat name population population population population population population status size (pairs) trend trend 1970- trend 1970- trend 1990- trend 1990- 1990 1990 2000 2000 Stable -- Stable -- Columba 7000000 palumbus 13000000 - -- Secure Fonte: Birds in Europe - bird Life International- © 2004 In contrapposizione alla notizie che abbiamo a riguardo della fase di svernamento sulla nostra penisola, emergono dati importanti per quanto riguarda la migrazione di questa specie. E’ una specie con migrazione d’alta quota, generalmente sullo strato d’aria calda che si trova in linea di massima a circa 300mt dal suolo. Questo gli consente di risparmiare energia e spostarsi velocemente a circa 70/80 km/h. La migrazione viene effettuata generalmente nelle prime ore del mattino fino alle ore 10, si registra una diminuzione progressiva fino alle ore 14, una piccola ripresa può essere notata dopo le ore 16. Gli spostamenti avvengono in stormi che possono essere rappresentati da poche unità (5-10), fino alle 500, lo media si aggira intorno alle 40 unità. Le rotte migratorie sono ben delimitate e le popolazioni che annualmente transitano sulla nostra penisola, sembrano essere molto 3 Progetto Colombaccio Pisa Relazione tecnica propense ad esse. La migrazione pre-nuziale è intrapresa nei mesi di marzo – aprile, quella post-nuziale nei mesi di ottobre – novembre. • La tradizione venatoria La descrizione riportata nel paragrafo precedente riporta benissimo le nozioni biologiche di base per presupporre che il Colombaccio è una specie largamente diffusa durante tutto il periodo di attività venatoria. Il colombaccio può essere cacciato dal primo giorno utile di settembre fino al 31 gennaio, questo periodo occupa tutto l’arco temporale in cui l’attività venatoria è permessa in Italia. La caccia al Colombaccio, pur avendo subito alcuni adattamenti e modifiche nel corso degli anni, è rimasta una pratica venatoria molto legata alla tradizione, in quanto esercitata, soprattutto nelle regioni del centro Italia, già dal Medio Evo. Le varianti e le tipologie specifiche di questa particolare attività venatoria sono abbastanza numerose e possono essere raggruppate in due categorie: le caccie con i richiami vivi e le cacce senza richiami vivi. In ogni caso, per le caratteristiche biologiche e comportamentali della specie, la caccia al colombaccio è una caccia d’attesa, essendo quasi impossibile, e in genere del tutto fortuito, ottenere un tiro utile cercando e inseguendo questo selvatico. Vediamo quali sono le principali problematiche di questa attività venatoria oggi. La caccia all’aspetto senza richiami è, come si può facilmente intuire, la classica attesa dietro un riparo naturale o non, chiamato “parata”, situata in aree predisposte al transito del Colombaccio. Ne esistono due tipologie, differenziate nella localizzazione e dalle caratteristiche biologiche della specie: appostamenti situati in zone di passo autunnale, lungo crinali appenninici o affili collinari particolarmente adatti; appostamenti situati in zone di svernamento, in genere posti lungo i confini di grande aree soggette a divieto di caccia (demani forestali, parchi, oasi, riserve naturali ecc.). Con il progressivo e costante aumento della popolazione di colombacci nidificanti in Italia e lo spostamento a nord di alcuni quartieri di svernamento, possiamo dire che quasi tutte le regioni italiane, contrariamente a ciò che succedeva un tempo, sono interessate da entrambi i fenomeni, tranne la zona alpina che presenta un altitudine troppo elevata per consentire il passaggio dei branchi. I colombi infatti difficilmente superano la quota di 1600 m, com’è dimostrato dalla dislocazione degli appostamenti fissi sulla catena pirenaica, concentrati tutti nella fascia più bassa prospiciente l’Atlantico. Pur di evitare le vette centrali dei Pirenei (tra i 2000 e 3000 m d’altezza), il flusso si concentra nel solo distretto dei Pirenei Atlantici, largo circa 50 chilometri. In Italia il Colombaccio si comporta allo stesso modo, preferendo attraversare L’Adriatico e varcare gli appennini (dove le altezze medie non superano i 1200m), oppure aggirare la catena alpina rientrando poi sul Tirreno dalla Liguria, per raggiungere i grandi quartieri di svernamento della Sardegna, della Corsica e del centro e sud Italia. Questa fortunata situazione, ha fatto sì che la caccia al colombaccio sia divenuta una delle più praticate dai cacciatori 4 Progetto Colombaccio Pisa Relazione tecnica italiani. In realtà questo aumento degli appassionati, così come per la Beccaccia (Scolopax rusticola), ha causato un impoverimento dei carnieri sempre più accentuato. Vediamone i motivi. Il fattore principale è da ritenersi senza dubbio il disturbo arrecato agli animali in volo: il colombaccio predilige ambienti tranquilli e silenziosi, essendo particolarmente sospettoso, specialmente durante il periodo del passo, quando attraversa zone che non conosce e che non è abituato a frequentare. Al contrario in Italia, una volta sorvolato il mar Adriatico, trova uno schieramento di fucili che parte dall’Appennino Ligure e arriva all’Abruzzo, dai primi colli fino allo spartiacque di crinale. La salvezza e l’incremento della specie verificatisi negli ultimi anni, problemi legati alla forte pressione venatoria, sono dovuti principalmente all’aumento di zone di divieto di caccia e alla trasformazione delle principali colture agricole di molte aree del paese: in particolare nel nord Italia; il mais a raccolta tardiva e il mantenimento delle stoppie garantiscono l’apporto calorico necessario a convincere i colombacci a stazionare in certe zone per tutto l’inverno. Vi è da dire che la caccia in parata, durante lo svernamento, si svolge in genere in zone boscate: ciò comporta una maggiore difficoltà nel reperire un posto idoneo alla caccia, sia per disporre di spazio utile al tiro, sia per raggiungere la postazione, sia per la ricerca dei capi abbattuti. Questi particolari fanno sì che solo i veri esperti ottengano validi risultati; e per ottenerli necessitano di anni e anni di errori, tentativi, prove, migliaia di chilometri percorsi, giornate completamente vuote e frustranti. Ben diversa la caccia, di recente diffusione, specialmente nel nord Italia, all’aspetto nei campi di mais (o stoppie di mais) dove gli animali si recano ad alimentarsi. In questo caso le condizioni ovviamente cambiano da un anno all’altro, e bisogna cercare volta per volta l’appezzamento idoneo evitando di cacciare quando sono pochi gli animali presenti: il luogo di pastura viene infatti progressivamente frequentato da un numero sempre crescente di colombacci. E’ bene tener presente che, una volta deciso la battuta, questa non sarà replicabile, in quanto le fucilate allontaneranno definitivamente gli animali. Prima ho accennato alla variante “appostamento fisso”, bene questi appostamenti, costruiti dal cacciatore con consenso del proprietario e autorizzazione esplicita della provincia di appartenenza, sono delle vere e proprie strutture durature che vengono elevate con apposite impalcature fino alle vette più alte degli alberi dove il cacciatore durante il mese di ottobre “mese cruciale per il passo” potrà stare ad attendere i colombacci in migrazione e portarseli a tiro utile con i richiami vivi (Piccione –Columba livia, forma domestica- o Colombaccio –Columba palumbus-), utilizzati sia fissi su appositi meccanismi che fanno loro sbattere le ali che liberi di volare intorno all’appostamento per poi ritornare al “posatoio” creato in un ansa del capanno dal cacciatore. Tutta questa giostra di piccioni che volano e che sbattono le ali, simulando uno stormo di colombacci in pastura, farà si che quelli che transitano, vedendo il tutto e seguendo il loro istinto gregario si avvicineranno; il cacciatore allora, una volta che questi avranno raggiunto una distanza di tiro utile potrà abbatterli. Come 5 Progetto Colombaccio Pisa Relazione tecnica dicevo la tecnica originale dell’umbria e delle marche, prevede che il tiro venga effettuato non appena uno o più soggetti si siano posati sugli alberi adiacenti all’appostamento, purtroppo oggi molti cacciatori preferiscono sparare al volo invece che a fermo. • Appostamenti/Osservatori Per qualsiasi studio che abbia una valenza statistica accettabile, il requisito di base è la standardizzazione del dato fornito e quindi successivamente elaborato. Andando ad operare con cacciatori ambulanti non avremmo ovviamente un dato standardizzato, questo non accade per gli appostamenti fissi che, essendo georeferenziati e frequentati assiduamente nel periodo della migrazione post-nuziale, sono ottimi siti di osservazione e studio. Come detto nel paragrafo dedicato alla tradizione venatoria, la caccia da appostamento fisso al colombaccio è una delle più raffinate e tecniche che esista, va da sé che per effettuarla avremmo bisogno di una grande esperienza e preparazione. Possiamo presupporre che tutti i cacciatori tradizionali di colombaccio siano ottimi rilevatori, in grado non solo di riconoscere il selvatico abbattuto, bensì di riconoscerlo in volo, saper quantificare le unità che compongono uno stormo e addirittura saper riconoscere l’età dei soggetti abbattuti. Gli appostamenti fissi di caccia sono quindi dei perfetti siti di studio da no sottovalutare anzi, da prendere in esame per studiare l’avifauna selvatica. 6 Progetto Colombaccio Pisa Relazione tecnica DESCRIZIONE DEL PROGETTO • Progetto Colombaccio Italia Il club italiano del Colombaccio “Federazione Italiana Cacciatori tradizionali di Colombaccio” è un associazione a carattere volontario e senza fini di lucro. Essa riunisce le associazioni regionali, provinciali e/o interprovinciali tra cacciatori di colombaccio che esercitano questa attività venatoria in forma tradizionale o comunque tipica, persegue scopi culturali, scientifici, di studio e di informazione sui costumi, abitudini, migrazione, consistenza faunistica e su quanto altro interessi il colombaccio, nonché di tutela nell’ambito di un esercizio venatorio equilibrato alle possibilità biologiche della specie. Nell’ambito dello studio sulla consistenza faunistica e migrazione, il suddetto club ha dato vita nel 1998 ad un progetto, denominato “progetto colombaccio” che, tramite il contributo volontario di molti soci, studia l’andamento del flusso migratorio della specie. Negli anni il numero dei rilevatori è andato crescendo, ad oggi contiamo circa 250 rilevatori in tutta Italia. Essendosi evoluto in adesioni, il progetto ha persino ottenuto alcuni importanti patrocini e riconoscimenti, ne cito alcuni. Dal 2002 la ricerca è stata patrocinata dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio mentre in data 29.06.2005 la Commissione Europea Direzione Generale Ambiente ha concesso il proprio riconoscimento. Oltre a questi due riconoscimenti il club ha firmato due protocolli d’intesa, uno con l’ufficio caccia della provincia di Firenze (nel 2006), l’altro con il vostro ufficio (2009), esiste anche una collaborazione con una Ambito territoriale di caccia marchigiano (MC 2). La denominazione del “progetto colombaccio” è stata trasformata nel 2009 in “progetto colombaccio Italia” proprio per risaltare l’estensione dell’iniziativa e per non ripetere il nominativo con quello delle amministrazioni provinciali che operano nel settore. • Obiettivi Partendo dal presupposto fondato che per gestire qualsiasi cosa bisogna conoscerla, anche parlando di fauna selvatica possiamo intraprendere un discorso di partenza impostato così. Seppure le popolazioni di colombaccio godano a livello europeo di perfetta salute ciò non esonera il fatto che una ricerca dettagliata non sia utile a preservarne nel tempo la specie oltre a fornire linee guida per una corretta gestione. Questo progetto è nato ed è stato impostato proprio per fornire dati circa consistenza e trend di popolazione, considerazioni gestionali circa gli abbattimenti e metodi di caccia sostenibili. 7 Progetto Colombaccio Pisa • Relazione tecnica Materiali e metodi Il servizio fornito dai cacciatori, come già accennato, è di buona qualità basta pensare che i preparativi tecnici per affrontare al meglio questa tipologia di caccia sono tantissimi e ovviamente non è alla portata di tutti, prima di iniziarla bisogna essersi informati bene circa luoghi e tecnica. I titolari di appostamento fisso di colombaccio frequentano i loro siti di caccia stagionalmente per tutto il corso dell’ottobre, spesso anche fino a metà novembre, durante questo periodo, ammirano costantemente il fenomeno migratorio, dopo pochi anni la cultura si amplifica e queste persone sono in grado di riconoscere molte specie ornitiche. Pensando di adoperare quindi il contributo volontario dei cacciatori abbiamo creato un libretto per le annotazioni da inviare ai titolari di appostamento fisso di caccia, il lavoro richiesto ovviamente richiede uno sforzo minimo ma apporta dati concreti per studiare gli aspetti della migrazione che più ci interessano. Ogni pagina del registro è riferita ad una giornata di caccia, nella parte in alto è indicata la data, l’orario di inizio e di fine della giornata di caccia e il numero dei cacciatori presenti. La parte immediatamente sottostante si riferisce alla migrazione. Ogni volta che viene osservato uno stormo ( non si prendono in considerazione stormi inferiori a 5 individui) deve essere annotata la sua consistenza, apponendo una semplice lettera: - A 2–5 individui - B 5-10 individui - C 11-50 individui - D 51 – 100 individui - E 101 – 300 individui - F più di 300 individui L’orario di osservazione, deve essere annotato tralasciando i minuti, segnando solamente l’ora per difetto, gli spazi dove registrare lo stormo sono già numerati. La parte inferiore è relativa invece agli abbattimenti. In questo caso a fine giornata di caccia basta indicare il numero totale di soggetti abbattuti riportando possibilmente l’informazione relativa alla presenza del collare bianco in quanto informazione utile per verificare la presenza di soggetti dell’anno, le classi di età vengono distinte in: - Collare Evidente: Soggetti considerati adulti perché con almeno dieci mesi di vita - Collare poco evidente: Soggetti considerati giovani con almeno cinque mesi di età - Collare assente: Soggetti considerati giovani con sicuramente meno di quattro mesi di età 8 Progetto Colombaccio Pisa Relazione tecnica Purtroppo in questa classificazione dell’età persiste un errore. Considerando che il collare del colombaccio appare ad un età compresa tra i 4 e i 5 mesi di vita, i soggetti che ad ottobre mostrano collare poco evidente o assenza di collare sono da ritenersi sicuramente giovani, i soggetti invece che mostrano collare ben evidente sono considerati adulti ma tutti non lo sono, soggetti nati nelle prime covate della stagione riproduttiva appena trascorsa, hanno più di 4 mesi di vita per cui presentano collare ben evidente ma in realtà non sono adulti, perché ancora non hanno effettuato una stagione riproduttiva. L’ultima parte della pagina è dedicata all’inserimento dati relativi alla condizione meteo prevalente giornaliera. E’ stato realizzato anche uno spazio per le note libere. L’elaborazione dati poi viene eseguita con un programma informatico, Microsoft Excel, dove in una grande tabella ogni dato inerente ad un avvistamento o ad un abbattimento viene riportato su una singola riga, ogni dato quindi è in riferimento all’appostamento, alla data e all’orario. Tutti questi dati, poi, vengono uniti a formare un'unica tabella da cui vengono estrapolate tutte le informazioni. RISULTATI • Appostamenti censiti: • Gli appostamenti censiti sono stati 9, situati tutti lungo il litorale, i loro numeri di matricola sono riportati nella tabella seguente. 1799/98 715/95 721/95 730/95 724/95 785/95 718/95 714/95 355/95 miss map on miss map on 9 Colombacci 26 .0 93 1. 0.0 10 9 6 . -5. 1 0 10 11 -1 . 1 0 .1 0 0 16 .1 . 1 5.1 0 0 21 -20 .1 . 0 10 26 -25 .1 . 0 - 10 3 3 1 0. . 1 10 05. 4 .1 1 1 10 1. 1 9. 1 1 1 15 -14 .1 . 1 - 11 19 .1 1 Colombacci • 26 .0 930 .0 1. 9 10 -5 6. . 10 1 0 11 1 0. 10 .1 0. 15 16 .1 .1 0 02 21 0. 10 .1 02 26 5. 10 .1 030 31 .1 0 .1 04. 1 5. 11 1 -9 10 .1 .1 1 115 14 .1 .1 1 119 .1 1 Progetto Colombaccio Pisa Relazione tecnica Abbattimenti Abbattimenti 150 130 110 90 70 50 30 10 -10 Pentadi 120 Abbattimenti in relazione all'età 100 80 C ollare Ev. C ollare Poco Ev. No C ollare 60 40 20 0 Pentadi 10 26 .0 930 .0 9 1. 10 -5 .1 0 6. 10 -1 0. 10 11 .1 0. 15 .1 0 16 .1 020 .1 0 21 .1 025 .1 0 26 .1 030 .1 0 31 .1 04. 11 5. 11 -9 .1 1 10 .1 114 .1 1 15 .1 119 .1 1 I.C.A. % 26 .0 930 .0 9 1. 10 -5 .1 0 6. 10 -1 0. 10 11 .1 0. 15 .1 16 0 .1 020 .1 21 0 .1 025 .1 26 0 .1 030 .1 0 31 .1 04. 11 5. 11 -9 .1 10 1 .1 114 .1 15 1 .1 119 .1 1 Colombacci Progetto Colombaccio Pisa Relazione tecnica Classe di età degli abbattimenti totale 290; 50% 289; 50% Giovani Adulti Abbattimenti sui soggetti senza collare 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 Pentadi I.C.A. 0,400 0,300 0,200 0,100 0,000 Pentadi 11 26 .0 930 .0 9 1. 10 -5 .1 0 6. 10 -1 0. 10 11 .1 0. 15 .1 16 0 .1 020 .1 21 0 .1 025 .1 26 0 .1 030 .1 0 31 .1 04. 11 5. 11 -9 .1 1 26 .0 930 .0 9 1. 10 -5 .1 6. 0 10 -1 0. 11 10 .1 0. 15 .1 16 0 .1 020 .1 21 0 .1 025 .1 26 0 .1 030 .1 31 0 .1 04. 11 5. 11 -9 .1 10 1 .1 114 .1 15 1 .1 119 .1 1 Colombacci • Colombacci Progetto Colombaccio Pisa Relazione tecnica Avvistamenti Avvistamenti 40000 35000 30000 25000 20000 15000 10000 5000 0 Pentadi Avvistamenti Totali 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 A 2- 5 B 6 - 10 C 11 - 50 D 51 - 100 E 101 -300 F oltre 300 Pentadi 12 Progetto Colombaccio Pisa • Relazione tecnica Valori per giornata e per appostamento Num° app. Num° abb Num° giornate Num° cacciatori I.C.A. 9 602 151 435 0,009 Num° Avvistamenti 97058 % Abbattimenti/Avv. 0,620 • 3,99 16,78 2,88 Abb. Medi per giornata Giornate medie per appostam ento Num. Cacciatori medi per g iornata 642,77 Num. Avvistamenti giornata medio per Considerazioni Tenendo in considerazione l’andamento a livello nazionale degli abbattimenti posso confermare che la migrazione autunnale del 2009, ha tenuto un andamento singolare, i primi avvistamenti e quindi abbattimenti si sono registrati intorno al 10-12/10, abitualmente i primi colombacci arrivano in Italia almeno 7 giorni prima. Tenendo in considerazione gli avvistamenti registrati in Pisa non si denota ciò che a livello nazionale si è manifestato, sono aumentati gli avvistamenti di stormi di piccole unità (5-15), questo a manifestare una migrazione avvenuta senza alcun disturbo climatico particolare, per cui lenta e progressiva. Le grosse distese boschive del litorale tirrenico rappresentano già di per sé siti di svernamento per cui avvistamenti di stormi di numerose unità sono un aspetto che non devia molto dalla media. Gli abbattimenti totali registrati sono pari a 602 e la media aritmetica calcolata sul totale degli appostamenti per giornata è di ≈4 (3.99) colombacci. Il numero complessivo delle giornate dedicate alla caccia è di 151, mediamente ogni appostamento è stato cacciato per ≈17 giorni (16.78). Il numero totale dei cacciatori che hanno preso parte alla caccia è di 435, quotidianamente ≈3 (2.88) ad appostamento. Il numero di Colombacci avvistati è stato di 97058, la media giornaliera per appostamento ≈642 (642.77). La percentuale degli abbattimenti sugli avvistamenti è stata di 0.62%. E’ stato possibile calcolare un indice di abbondanza che ha tenuto conto di quanti colombacci per giornata di caccia e per cacciatore sono stati abbattuti, è stato chiamato indice cinegetico di abbondanza ed è pari a 0.009 colombacci. Questo dato è stato riportato su una scala temporale, ciò ha delineato che gli abbattimenti si riscontrano con maggiore probabilità nell’ultima fase della migrazione. L’indice cinegetico di abbandona di per se fornisce una corretta informazione circa il trend di popolazione, questo però per fornire un dato certo e concreto dovrà essere fornito per più anni. L’età dei colombacci abbattuti è stata calcolata in base alla presenza del collarino presente ai lati del collo del selvatico, seppure questo apporti alcuni errori, come già spiegato, la quantità di colombacci adulti abbattuti è la stessa dei soggetti giovani, questo delineerebbe una gestione poco oculata della specie, solamente eliminando o attenuando questo errore però potremmo arrivare a 13 Progetto Colombaccio Pisa Relazione tecnica determinare con esattezza le potenzialità gestionali degli appostamenti fissi di caccia. Il grafico degli abbattimenti sui soggetti senza collare evidenzia come, seppure in scarse quantità, questi vengono registrati fino alla metà del mese di novembre, ciò manifesta popolazioni europee in buono stato di salute, compiendo fino a tre periodo di nidificazione protratti probabilmente fino alla fine di agosto. Sauro Giannerini 14