Circa la modalità esecutiva * Tutti cantano tutto indistintamente * In alternanza: coro e popolo / cantore e popolo / voci femminili e voci maschili / due settori dell’assemblea * Esegue il coro da solo * È affidato al gruppo che in quel giorno ‘anima’ la celebrazione * Cantano solo i fedeli dei primi banchi dove sono a disposizione i sussidi * Per l’accompagnamento musicale si fa uso di una ‘base registrata’ mediante apparecchio elettronico (Musimatic) * Viene introdotto da una sobria monizione per aiutare a percepirne il senso in rapporto alla Messa del giorno e per suggerire con chiarezza i ruoli nell’esecuzione * Si cerca di evitare formule ‘impositive’ («Prendete il canto numero…», oppure «Il canto è a pagina…», con tono da ‘caporale di giornata’) Circa la durata dell’esecuzione * Inizia al suono della campanella di sacrestia * Inizia dopo un preludio d’organo * Copre la processione di ingresso con il bacio dell’altare e l’eventuale incensazione della croce e dell’altare, finché il presidente ha raggiunto la sede * Lo si prolunga fin quando i ‘ritardatari’ hanno preso posto * Si eseguono sempre solo due strofe o il ritornello con un versetto Con quale frequenza lo si cambia * Ogni domenica * Dopo cinque/sei domeniche per favorire l’assimilazione da parte della gente, specialmente se è un brano nuovo * All’inizio di un nuovo Tempo liturgico (e lo si mantiene nei Tempi forti) * Ci sono quattro/cinque canti di ingresso consolidati che si avvicendano nel lungo arco del Tempo ordinario, scelti di volta in volta in relazione ai temi del giorno Circa l’insegnamento Necessitano di prove sia il ‘coro’ (cioè le persone più preparate in campo musicale o almeno ben disposte ad impegnarsi nell’apprendimento delle parti) sia l’assemblea. * Chi si preoccupa dell’insegnamento - è dotato di competenza sia liturgica che musicale? - ha attitudini relazionali per comunicare ai presenti fiducia nei propri mezzi vocali? - ha capacità di convincere a ‘mettersi insieme’? (da dispersi, specie in una vasta chiesa, è quasi impossibile cantare) - si avvale del supporto strumentale o propone a voce scoperta? - è affiancato da alcuni cantori che, già istruiti, possono dimostrare la praticabilità della proposta? * Quali momenti sono previsti per insegnare i canti al popolo? - si utilizzano alcuni minuti prima della celebrazione - nella prospettiva di una festa più partecipata si invitano i fedeli (più volonterosi) a trattenersi al termine della Messa della Domenica precedente - si approfitta delle riunioni infrasettimanali per la catechesi delle varie età - si sfruttano tridui e novene di preparazione * Nell’insegnamento di un canto nuovo (se scelto con cura) o nel proporne il ripasso, si richiama l’attenzione al suo contenuto? [La Messa della Domenica - 2] Riunirsi per fare Chiesa CANTO D’INGRESSO (OGMR 47-48) IL PROGRAMMA [47] «Quando il popolo è radunato, mentre il sacerdote fa il suo ingresso con il diacono e i ministri, si inizia il canto d’ingresso. La funzione propria di questo canto è quella di - dare inizio alla celebrazione; - favorire l’unione dei fedeli riuniti; - introdurre il loro spirito nel mistero del tempo liturgico o della festività; - accompagnare la processione del sacerdote e dei ministri». Gli ‘attori’ possono essere vari: schola-popolo; cantore-popolo; solo popolo; sola schola (cfr. OGMR 48). Ovviamente bisogna tener conto delle possibilità concrete dell’assemblea celebrante. NOTE PER LA ARS CELEBRANDI E LA CATECHESI MISTAGOGICA a. Il canto è pensato per accompagnare una vera processione d’ingresso, e non solo l’uscita dalla sacrestia del sacerdote che, se il presbiterio è angusto, giunge immediatamente all’altare. L’articolazione dell’assemblea in ruoli vocali (solisti, coretto, schola, tutti) è assai importante per creare un’immagine più vera di Chiesa, una e varia, e per favorire il gioco festoso dell’alternanza. Importante è avere un animatore del canto, che agisca in accordo con gli strumentisti e con tutti i ministri. b. Può essere opportuna a volte una reale ‘entrata’ nel tempio, dopo il ritrovo avvenuto in un luogo adiacente alla chiesa (sul tipo degli ‘ingressi processionali’ della Domenica delle Palme, della Veglia pasquale o del rito funebre). Il canto acquista così ampiezza e significato, scioltezza e intensità, fino a sfociare direttamente nell’invito a pregare la Colletta. c. Se il canto è stato scelto con cura, sulla base dei requisiti sopra elencati, è fonte di sostanziosa catechesi mistagogica. Cfr. ad es. «Chiesa di fratelli» (RN 268). Non tutte le Messe incominciano nello stesso modo. «In alcune celebrazioni, connesse con la Messa secondo le norme dei libri liturgici, si omettono i riti iniziali o si svolgono in maniera particolare» (OGMR 46). Ad esempio: nella Messa in cui vengono battezzati dei bambini, mentre il parroco e i ministri si portano alla soglia della chiesa si esegue un canto. Poi si compie il dialogo rituale e si procede al segno di croce sulla fronte dei battezzandi. Omesso l’atto penitenziale, si passa subito all’Inno di lode e alla Colletta1. Nella Messa in cui si celebra il matrimonio, si inizia sulla soglia della chiesa. Poi ci si reca al fonte per la memoria del Battesimo. Segue l’Inno di lode e la Colletta2. 1 Cfr. Rito del Battesimo dei bambini, n. 169. 2 Cfr. Rito del Matrimonio, nn. 45-60. Nella prima Domenica di Avvento, per dare evidenza all’inizio dell’Anno liturgico si può compiere un gesto processionale, partendo dall’esterno oppure dall’atrio/ingresso della chiesa. Oltre al parroco, agli altri ministri e ai ministranti - con la Croce, l’Evangeliario, i ceri, il turibolo – potranno compiere il gesto: i genitori che hanno chiesto il Battesimo per i propri bambini, gli adulti e i ragazzi che nel corso dell’anno riceveranno gli altri Sacramenti dell’iniziazione3, le coppie che iniziano il percorso in vista del Matrimonio. Al termine della processione, il sacerdote recita la Colletta. Circa la finalità Nella prima Domenica di Quaresima, per sottolineare l’inizio del cammino verso il Triduo pasquale ci si riunisce all’esterno della chiesa (ad es. nel luogo da cui si partirà per la processione delle Palme). Dopo il segno di croce, il saluto e una monizione introduttiva, si intonano le Litanie dei Santi e ci si mette in cammino. Giunti in chiesa, si passa immediatamente alla Colletta4. Circa il contenuto, il canto viene scelto A CHE PUNTO SIAMO? * La celebrazione, di solito, comincia sempre nello stesso modo? * Con le persone già tutte disposte nei banchi * Almeno qualche volta a partire da un raduno informale all’esterno della chiesa * Con l’ingresso processionale del sacerdote da solo * Con la processione del sacerdote insieme a ministranti, lettori, gruppi particolari * Con l’entrata di genitori e padrini dei battezzandi insieme al parroco, dopo i riti di accoglienza sulla soglia * Con la processione dei fedeli che accompagnano la statua di un santo CANTO D’INGRESSO Circa l’adozione o meno * Non lo si prende in considerazione: è ritenuto un elemento superfluo * Lo si tralascia: non c’è nessuno che si preoccupa di intonarlo * Lo si evita: si privilegia il silenzio * Si preferisce l’esecuzione di un pezzo organistico * Si diffonde un canto registrato È scelto e percepito in base ai suoi scopi caratteristici (cfr. OGMR 47)? * Dare inizio alla celebrazione * Favorire l’unione dei fedeli riuniti * Introdurre il loro spirito nel mistero del Tempo liturgico e della festività * Accompagnare la processione del sacerdote e dei ministri * In base al tema delle letture bibliche del giorno * Ispirandosi al testo dell’antifona di ingresso del Messale * In relazione al momento celebrativo iniziale: - il raduno dei battezzati nel nome della SS. Trinità - il Crocifisso Risorto che si rende presente tra i discepoli, donando il suo Spirito - l’accoglienza reciproca che diviene comunione fraterna - il mistero della Chiesa, segno e strumento di unità per il mondo diviso e prefigurazione dell’assemblea del Regno dei cieli * Dal Repertorio nazionale o da quello diocesano, per avere maggiore garanzia circa la sicurezza di fede, la dignità letteraria, la cantabilità effettiva I repertori composti per “Messe di gruppo” (ragazzi, giovani, anziani) o per tener viva la devozione popolare o per alimentare la spiritualità caratteristica di particolari associazioni e movimenti sono da usare solo nel corso di celebrazioni con la presenza di queste realtà umane, che sono componenti parziali del popolo cristiano e che sono convocabili nei giorni feriali. Si percepisce che – specialmente in un’epoca di accentuata mobilità, quale è la nostra – l’adozione di un repertorio conosciuto solo da un gruppo di fedeli di quella determinata parrocchia ha il difetto di precludere a molti, provenienti da fuori, la partecipazione all’esperienza del cantare insieme; e – per altro verso – ha il difetto di indurre la sensazione di spaesamento e di estraneità quando come parrocchia si interviene a una convocazione di più ampio raggio (vicariale, diocesana)? * Da un libretto interparrocchiale, oppure da un sussidio parrocchiale (sottoposti prima della pubblicazione all’esame dell’Ufficio diocesano per la Liturgia, sezione Musica sacra)? * Si scelgono le strofe adatte alla circostanza, o si eseguono sempre solamente quelle iniziali? * Lo intona il sacerdote celebrante (dopo aver baciato l’altare e raggiunto la sede) Circa la lingua * Ci si limita a recitare l’antifona del Messale - tutti (o alcuni fedeli, o un singolo lettore) leggono, mentre il sacerdote si dirige verso l’altare - lo stesso sacerdote la integra nella monizione iniziale, dopo il saluto (cfr. OGMR 48) * In italiano / in latino * Si è provato, in presenza di stranieri, a introdurre qualche canto plurilingue? (cfr. ad es. quelli proposti in Lodate Dio. Canti e preghiere, a cura del Centro di liturgia di Lugano, Carrara, 1971, nn. 032-042, oppure in La famiglia cristiana nella casa del Padre. Repertorio di canti per la liturgia, ElleDiCi, 1997) Circa la forma Se è previsto il Rito dell’ammissione al Catecumenato di qualche adulto o di qualche ragazzo, prima dell’ingresso in chiesa si compie uno specifico dialogo e il segno della croce sulle varie parti del corpo. Cfr. nel caso l’adattamento proposto dal “Servizio diocesano al Catecumenato”. 3 4 Cfr. nel sito della Diocesi di Como: Ufficio per la Liturgia: Materiali: Sussidi per le celebrazioni: Quaresima e Pasqua: Quaresima A, I domenica (Ingresso, Atto penitenziale, Preghiera dei fedeli). * Inno strofico (corale) * Antifona con versetti di salmi o di altro genere * Canzone (strofe e ritornello) * Mottetto * Tropario * Litania