14 LETTURE DEL RISORGIMENTO. IV. Cesare Beccaria. Violenze. Pene dei nobili. È il titolo dato daU' autore al capo XXVII del 8UO Trattato dei delitti e dt:lle pene. 11 marcb. Cesare Beccaria Booesaoa, di nobiità vetusta, un de' cui antichi è nomio·ato nell' Inferno di Dante, scriveva quel trattato a vent'otto aDni in Milano tra il marzo del 1763 e il gennaio dcI 1764. Stampato e pubblicato nell' estate del '64, anonimo e senza Dota di luogo ma in Livorno dalla tipografia Coltellini, imperante in Lombardia e in Toscana Maria Teresa d' All3tria, l'immortale libretto fu subito tradotto in francese dal MoreIIet (e la traduzione ebbe sette edizioni in sei mesi), comentato dal Diderot e dal Voltaire. In Italia fu proibito sotto pena di mbrte dal senato di Venezia, che anche ne comandava una confutazione al frate vallombro8aoo Angelo FacbiDE',i: il quale s' affann6 a rappresentare il Beccaria come un Briareo armato contro tutte le potestà. del cielo e dalla terra, Gli attentati contro la. sicurezza e libert-it. dci cittadini sono de' maggiori delitti; e sotto questa classe cadono non solo gli a.ssassinii e i furti degli uomini plebei, ma quelli ancora dei gra.ndi e dei magistrati; l'influenza dei quali agisce ad una maggior distanza e con maggior vigore, distruggendo nei sudditi le idee di giustizia e di dovere e sostituendo quelle del diritto del piu forte, dcI pari pericoloso finalmente in chi lo esercita e in chi ]0 soffre. Né il grande né il ricco debbono poter mettere a prezzo gli attentati conrro il debole ed il povero: altrimenti le }·icchezze, che sotto la tutela delle leggi sono il Pl·emio dell' industria, diventano ]' alimento della tirannia.. Non vi è libel·tà ogni qual volta le leggi permettano che in alcuni eventi l'uomo cessi di esser persona e diventi cosa: vechete allora l'industria del potente tutta rivolta a. far sortu:e dalla folla delle combinazioni civili quelle che la. legge gli dà in suo favore. Questa scoperta UllO I, l l LETTURE DEL RISORGIME~TO. 15 è il magico segreto che cangia i cittadini in anImali di servigio; che in ma.no del forte è la catena con cui lega le azioni degl' incauti e dei deboli. Questa è la ragione pcr cui in alcuni governi, che banno tutta l'apparenza di libertà, la tirannia sta nascosta., o s' intl'oduce non pl:evista, in qualche angolo negletto dal legislatore, in cui insensibilmente prende forza e s'ingrandisce. Gli uomini mettono gli argini piu sodi all' aperta tirannia; ma non veggono l'insetto impercettibile che li rode ed apre una tanto piu siew·a quanto piu occulta sb·ada al fiume inondatore. Quali saranno dunque le pene dovute ai delitti dei nobili, i privilegi dei quali formano gran parte delle leggi delle nazioni 1 lo qui non esaminerò se questa distinzione eredital'ia tra nobili e plebei sia utile in un governo necessaria nella monarchiaj se egli è vero che formi un potere intermedio che limiti gli eccessi dei due estremi, ° non piu tosto formi un ceto che, schiavo di sè stesso e di alu'ui, l'acchiude ogni cil·colazione di credito e di speranza in uno stJ:ettissimo cerchio, simile a quelle feconde ed amene isolette che spiccano negli arenosi e vasti deserti d'Arabia; c se, quando sia vel·O che la disuguaglianza sia inevitabile o utile nelle società, sia vero altresì ch' ella debba consistcre più tosto nei ceti che negl' individui, fermarsi in una parte piuttosto che circolare per tutto il corpo politico, perpetuarsi pill. tosto che nascel·e e distruggersi incessantemente. lo mi ristringerò alle sole pene dovute a quèsto rango, asserendo ch' esser debbono le medesime per il primo e per l'ultimo cittadino. Ogui distinzione, sia negli onori, sia nelle ricchezze, perché sia legittima, suppone un' anteriore uguaglianza fondata sulle leggi, ehe considerano tutti i sudditi comc egualmente dipendenti da esse. Si deve supporre che gli uomini che hanno rinunziato al loro natmale dispotismo abbi8.u detto: - Chi sarà piu indust1:ioso abbia maggiori onori, e .la fama di lui risplenda nei suoi successori j ma chi è piii. felice o piii. ..onol·ato, speri di piii., ma p.on tema meno degli altri di violare quei patti coi quali è sopra gli altri sollevato -. Egli è vero che tali decreti non emariarono in una dieta del genere umano; ° 16 LETruRE DEL RISORGIMENTO. ma tali decreti esistono Degli immobili rapporti delle cose i non distruggono quei vantaggi che si suppongono In'odotti dalla nobiltà e ne impediscono gl' inconvenienti; rendono formida.bili le leggi} chi udendo ogni sh'ada alla impunità. A chi dicesse che la medesima l)cna data al nobile ed al plebeo non è realmente la. stessa per la. diversità della educazione, pcr l'infamia, che spandcsi su di una. illustre famiglia, rispondere i che la sensibilità. del l'CO non è la misura delle pene, ma il pubbl ieo danno, tanto maggiore . quanto è fatto da chi è più favori to j che P ug nagliam:a delle pene non può essere che ci:ltrinscca, esscudo realmente diversa in ciascun individuo i che l'infamia eli una. famiglia può essere tolta dal SOV1:ano con dimostra"ioni pubbliche di bencvolen"a all' innocente famiglio del reo. E chi non sa chc le sensibili formalità tengono luogo di l"iLgioni al credulo cd ammiratore popolo ~ Y. Pietro Verri. Decadenza del papato. Dai Pen.t:ed politici sulla corte di Roma e sul governo fÙila Re· pubblica veneta, che furono composti il 13 dee. 1783 e pubblicati in Scritti inedi,i di P. V. (Londra, 1825), « Sin da quest' anno (1783) nota l'ah. lsidoro Bianchi, biografo del Verri - egli previde anche in ltalia un nuovo ordine di cose )lo. Un errore cOl1lmisero i papi, e fu quello di permettere che il corpo ecclesiastico \'enisse diviso in corpi, frati minori, frati domenicani, frati agostiniani eco Infatti costoro formarono un corpo di opinion i delle private scuole, e pretendendo fI. forza. che venissero adott::~tc costrinsero i papi ad in corporal'l e nel simbolo ; c qui ndi nacque una sanguinaria odiosis1:'illla. persecu- LETTURE DEL RISORG1MENTO. 17 zione nel secolo XIIl, che, senza compenso di VCrlln3, autorità. alienò P auimo di molti dalla Corte romana. Ma questa alienazione non poteva avere effetto, sintanto che -i popoli continuayano nella credenza. che il papa fosse un Vice-Dio in tena. L'urto de' due corpi domenicano e agostiniano apri la. breccia. fatale alla potenza pontificia, che ayeva già sofferto dalle opinioni di Gerolamo da Praga e Giov. Hus incautamente perseguitati. Martino Lutero agostiniano, sostenuto dal suo corpo pe 'l quale combatteva. su l noto articolo delle indulgenze, fu ca.:;ione per cui gradatamente una sensibile parte d'Europa si sottrasse al dominio papale. Rimanevano pur tuttavia fedeli alle antiche opinioni il Portogallo, la Spagna, la Francia, l'Austria. e tutta Italia. Il papa le circondò con un muro di scpa.ra;.;ione. Vcnne proibito il parlare di religione, l'inquisizione diyenn e attiva più che mai, si proibì la lettura de' libri chc in qualunque modo combattessero le opinioni romane, e con tal mczzo si conscrvò l' opinionc de' secoli precedenti nci pn.csi che rimasel'o obbedienti al papato. Conveniva che la. corte di Roma sulle h-acce antiche si tenesse amici gli uomini sovl'ani della pubblica opi!lione, cioé i pensatori e gli autori di merito i ma abbandonatasi Roma ciecamente ad un nuovo corpo ecclesiastico, che prometteva d'essere la guardia pretoriana del papato, cambiò siatema'l e colla persecuzione oppresse chi an'ebbe dovuto accarezzare. I gesuiti) quei meravigliosi giannizzeri della sede roma,n,~, ccto d'uomini entusiasti pCl' la potenza c gloria clell~L loro compaguia, arrogatisi Bel . cieco illvanill1cnto di prospera foduna la sovra.nita dell e letterc, spinsero Roma ad opprimere ogni le ttera Lo che alzasse Ja testa alla gloria) a llleno che non fosse ligio ed alunno d~llol'O ceto. Galileo) Sarpi, Giannone, l\Imatol"i) i più illLlstri italiani che sostenne.ro l' OU01'C della patl'i~~, furono :tuÌmosamente e crudelmente perseguitati da Roma. l\'I u1'<l.ool'i dovette la. sua. pace al1' amicizia personale del buon pontefice Lambel'tini. Lo stesso fecero i gesuiti anche nella Francia, pl'ima {·.ol sig. I:'ontenelle, indi piu malignamente ancora col sig. Voltaire e col presidente di Montesquieu. L'Ita.lia. mancando d'un centro di riunione lascia gli uomini di letL