sottovoce T Giullari di speranza empi duri ad Assisi in quel 1226. Il vescovo aveva scomunicato il podestà. Questi, per ritorsione, aveva diffidato gli assisani da rapporti economici con il vescovo. Aria satura di odio in città. Francesco, gravemente ammalato, era molto preoccupato. Ebbe un’idea geniale. Chiamò un frate e lo inviò al podestà: “Di’ a lui e ai suoi di recarsi al vescovado...”. Ad altri due frati affidò la missione di cantare davanti a vescovo e podestà il Cantico delle creature: “Andate e cantate alla presenza del vescovo e del podestà e degli altri che sono lì presenti. Ho fiducia nel Signore che renderà umili i loro cuori e faranno pace e torneranno all’amicizia e all’affetto di prima”. Tutto pronto nel cortile del vescovado. I frati cominciarono a cantare. Commozione generale. Il podestà “tutto in lacrime” ascoltava attentamente. Finito il Cantico, il podestà espresse il suo pentimento, il vescovo “lo prese tra le braccia chiedendogli perdono”. Il due “si abbracciarono e baciarono con molta cordialità e affetto”. Tutti gridarono al miracolo operato da Francesco. Mi è tornato in mente questo episodio, descritto dalla Legenda perugina (FF, 1593), pensando al clima molto teso negli ultimi mesi nel nostro Paese. Aria da duello tra Chiesa e Stato in Italia. Il nodo è il decreto legge governativo sui Dico (diritti dei conviventi) presentato al Parlamento nel gennaio 2007. Il 24 maggio, festa della ‘dedicazione’ della basilica assisana di san Francesco, c’è una svolta. Il presidente della repubblica Giorgio Napolitano, parlando alla Conferenza nazionale sulla famiglia, organizzata dal governo, ha invitato tutti a trovare “risposte che non dividano il Paese, che non scivolino sul piano inclinato di un artificiosa e perniciosa contrapposizione” tra laici e cattolici. Napolitano ha invitato al “serio ascolto delle preoccupazioni e dei contributi di pensiero che possono venire dalla Chiesa e dalle organizzazioni cattoliche” (alludeva al Family day del 12 maggio?). Qualche giorno dopo, il presidente della CEI, mons. Angelo Bagnasco, ha espresso “grande ammirazione” per le “parole di altissimo livello” del presidente Napolitano: “Credo che le sue parole contribuiscano alla costruzione di un clima positivo e alla crescita di tutto il Paese”. Bagnasco ha sottolineato che “ci unisce” al capo IL PADRE MAESTRO 2/2007 dello Stato la ricerca di “elementi di convergenza e di collaborazione” per il bene dell’Italia. Ed ha aggiunto: “Per quanto riguarda le istituzioni, io penso che ci sia da parte di tutti - e da parte nostra, nel modo più assoluto - il desiderio di chiarezza, di rispetto reciproco, di confronto leale e non pregiudiziale su questioni fondamentali”. Rimangono le differenze di valutazione sui Dico, ma è bello constatare il clima più sereno e rispettoso nei rapporti tra Stato e Chiesa, dopo le nuvole minacciose dei mesi scorsi. Certo l’Italia non è Assisi e il 2007 non è il 1226. Ma Francesco c’è ed è il patrono d’Italia. Possiamo anche oggi sperare nel miracolo? Voglio cantare la speranza. La Chiesa difende limpidamente la stabilità e l’unicità della famiglia, posta a fondamento anche della Costituzione italiana, ‘cristianamente’ propone ai suoi figli l’altissima vocazione del sacramento del matrimonio. I laici rivendicano, con diverse accentuazioni, la garanzia dei diritti dei conviventi, senza escludere l’istituto naturale del matrimonio e della famiglia. Mi chiedo: “Ci può essere una zona di confine in cui i ‘princìpi’ naturali e religiosi non confliggono totalmente con i ‘diritti’ rivendicati dai conviventi? Si può stabilire un livello minimo condiviso per una legislazione di promozione della famiglia e di garanzia di alcuni diritti individuali dei conviventi?”. Confido nella via del dialogo, per il bene di tutti. Mi permetto di richiamare l’attenzione al Convegno ecclesiale di Verona 2006: la limpidezza e la forza degli appelli alla speranza, per una testimonianza incisiva e cordiale dei cristiani nel Paese. Canto la speranza e la bellezza di essere testimoni gioiosi del Risorto, compagni di strada di chi ci guarda con diffidenza e pregiudizio, “pronti sempre a rispondere” a chi ci domanda “ragione della speranza... con dolcezza, rispetto e retta coscienza” (1 Pietro, 3, 15-16). La speranza è fragile, come i petali di una rosa, bella e profumata. E’ preferibile ad ogni ragionevole conflitto, è più forte di ogni legittima rivendicazione. Come ‘giullari di speranza’ cantiamo la bellezza del dialogo delle diversità. Francesco d’Assisi, nostro patrono, facci cantare i sogni dell’utopia! Giovanni G. Iasi 1 colloqui C O R A G G I O , FA M I G L I A ! Caro p. Giovanni, leggo su La Diocesi, mensile d’informazione della diocesi di Lucera-Troia (n. 1/2007, p. 8) l’articolo “Giovani e Matrimonio” di d. Rocco Coppolella. L’autore basandosi sull’esperienza personale, nota tra l’altro “l‘incapacità della scelta” nei giovani d’oggi. D’accordo, i giovani non hanno il coraggio di operare scelte coraggiose, ma tanto perchè la famiglia oggi è distratta da valori che non sono certo cristiani e poi la chiesa ha lasciato a lungo la famiglia in balìa delle ripetute ventate di modernità, non sostenendola nel suo difficile cammino. Mentre scrivo, penso al 40° del mio matrimonio: la famiglia al completo a Messa e all’àgape, durante la quale sono stati ripensati i valori che hanno sostenuto la mia famiglia, nonostante le sofferenze e le prove. A conclusione di quel giorno, si è elevato un coro di ‘grazie’ al buon Dio per i doni ricevuti: la vita, la fede, il tempo, i figli, le guide illuminate accanto a noi. La nostra famiglia, fin dal suo nascere, è stata posta nelle mani del Signore che ci ha consentito di crescere. Abbiamo confidato nella Provvidenza e chiesto a Dio Padre di sostenerci nelle scelte, rendendoci docili alla sua volontà. Coraggio, famiglia, ritorna a mettere Dio al centro della tua esistenza! Ada (Lucera) Cara signora Ada, il matrimonio e la famiglia non conoscono una bella stagione, sono svalutati nella prassi ed insidiati da mille sfide. La comunità cristiana, famiglia delle famiglie, non sempre offre ad esse il sostegno di una pastorale adeguata, aiutandole efficacemente nel difficile compito di ‘trasmettere’ il patrimonio spirituale alle nuove generazioni. I ‘corsi prematrimoniali’, quando non risultano il rispetto di una formalità burocratica in ossequio alle direttive dei vescovi, spesso non hanno un ‘dopo’ per le giovani famiglie. Pertanto il contatto parrocchia-famiglia procede a tappe sacramentali, intervallate da lunghi silenzi pastorali. I pericoli per la famiglia cristiana, a mio modesto parere, non provengono prevalentemente dall’esterno (leggi civili, cultura secolarizzata, ecc.), ma dalla insufficiente azione pastorale della comunità di riferimento. E’ questa che deve promuovere e vitalizzare la famiglia. P. Giovanni I O T I A S S O LV O Caro p. Giovanni, sono un giovane universitario interessato a conoscere la sua opinione su un articolo pubblicato sul settimanale L’espresso qualche mese fa. L’articolo, “Ma io ti assolvo”, riporta delle risposte ottenute in confessionale, probabilmente in modo non troppo corretto. Infatti il giornalista ha costruito identità fittizie e dichiarato peccati immaginari, legati alle questioni più scomode della società contemporanea: eutanasia, droga, prostituzione, pedofilia, coppie di fatto, ecc. Le risposte riportate spesso sono in aperto contrasto con le direttive del papa Benedetto XVI. Forse non tutti i sacerdoti sono ben informati o le direttive non sono da loro condivise. Qual è la sua opinione? Giuliano (Lucera) Caro Giuliano, l’articolo l’ho letto anch’io (l° febbraio 2007, pp. 23-29). Aggiungo, per conoscenza dei nostri lettori, che il servizio è firmato da Riccardo Bocca, il quale si è finto penitente e si è presentato in vari confessionali nelle città di Torino, Milano, Roma, Napoli, Palermo dal 7 al 21 gennaio 2007. Rispondo brevemente. Innanzitutto, è deplorevole la modalità di ‘estorcere’ le opinioni dei sacerdoti, sfruttando sacrilegamente il sacramento della Penitenza. Inaccettabile questo modo di fare giornalismo. Quali erano gli obiettivi del Bocca? Provare che i sacerdoti non accettano l’insegnamento del pontefice? Mostrare l’ignoranza dei con2 fessori? Leggendo le risposte raccolte dal giornalista, ho provato un senso di tristezza. Effettivamente emerge una vasta gamma di opinioni che va da una eccessiva indulgenza ad un rigorismo morale disattento alle situazioni concrete. Come comunità cristiana siamo interpellati a illuminare le coscienze dei fedeli, armonizzando la verità morale con l’opera di discernimento delle condizioni soggettive. Questa vicenda giornalistica ci sia di stimolo a valorizzare con competenza e delicatezza il sacramento della Confessione e la direzione spirituale nelle nostre chiese. P. Giovanni IL PADRE MAESTRO 2/2007 fattidichiesa I VESCOVI DELLA REGIONE IN ‘VISITA AD LIMINA APOSTOLORUM’: 12-17 MARZO 2007 La PUGLIA incontra il PAPA Ciro Fanelli di 14 MARZO 2007: Udienza generale, piazza san Pietro. a Chiesa di Puglia, terra antica, ricca di fede e tradizione, ma anche aperta verso i Balcani e verso il Mediterraneo, è stata ricevuta in visita ad limina da papa Benedetto XVI dal 12 al 17 marzo 2007. Tra i vescovi delle 19 diocesi pugliesi c’era anche il vescovo di Lucera-Troia mons. Zerrillo, che io, come segretario, ho avuto la gioia e l’onore di accompagnare in questo singolare evento ecclesiale. La visita ad limina dei vescovi al papa è una manifestazione e insieme un mezzo di comunione tra i vescovi e la Cattedra di Pietro. “I vescovi - precisava Giovanni Paolo II attraverso la loro visita alla Sede degli apostoli esprimono il legame con Pietro, che unisce la Chiesa su tutta la terra. Venendo a Roma ogni cinque anni, portano qui, in un certo senso, tutte le Chiese, cioè le diocesi che, tramite il loro ministero episcopale e nello stesso tempo tramite l’unione con la Sede di Pietro, si mantengono nella comunità cattolica della Chiesa universale. Insieme alla L IL PADRE MAESTRO 2/2007 loro visita alla Sede apostolica i vescovi portano a Roma anche le notizie sulla vita delle Chiese di cui sono i pastori, sul progresso dell’opera di evangelizzazione, sulle gioie e le difficoltà degli uomini e dei popoli tra i quali essi compiono la loro missione”. Più in concreto, i vescovi pugliesi, nella calda settimana romana, che faceva da preludio alla primavera, hanno vissuto intensamente i tre classici momenti della visita ad limina: a) Martedì 13 marzo, alle 7.45, tutti i vescovi hanno concelebrato all’altare della tomba di san Pietro, rendendo così il previsto omaggio alla tomba dell’Apostolo Pietro. Questo primo momento è indicativo del fatto che non si tratta di una visita protocollare, o di un fatto amministrativo ma di un vero pellegrinaggio col quale ci si riferisce a quell’unica fede, che fu testimoniata dal martirio degli Apostoli; nei giorni successivi i vescovi con i propri fedeli, convenuti a Roma per l’occasione, hanno visitato anche la basilica di san Paolo. 3 La PUGLIA incontra il PAPA fattidichiesa b) Mercoledì 14 tutti i vescovi con i numerosi fedeli provenienti delle diocesi, hanno vissuto l’incontro pubblico in piazza san Pietro con Benedetto XVI nell’udienza generale. c) Durante la settimana, i vescovi in maniera collegiale hanno incontrato i responsabili dei dicasteri della Curia romana: sono stati così introdotti ai moltepli aspetti della comune sollecitudine pastorale. Il cuore della visita è evidentemente consistito nell’incontro privato con il santo Padre. Per il nostro vescovo l’udienza privata con papa Benedetto XVI è stata giovedì 15 marzo alle 11.30. Per me questo momento è stato carico di emozioni, avendo accompagnato il vescovo nello studio del papa. Anche qui si è andato oltre il semplice scambio d’informazioni. Ma si è vissuto un intenso momento di comunione affettiva ed effettiva con il santo Padre, che si è mostrato paternamente attento e premuroso nei confronti della realtà ecclesiale locale che il singolo vescovo gli esprimeva. I vescovi pugliesi, si sono preparati da tempo a vivere, sia personalmente sia collettivamente, questo incontro col papa, ricco di significato e valore teologico, spirituale e pastorale. Ogni vescovo, in vista di questo incontro, ha messo a punto e inviato apposite e dettagliate relazioni sullo stato della propria diocesi. Queste relazioni, come hanno già permesso di fare il punto della situazione, così saranno principale punto di riferimento per lo scambio di pareri in vista dell’incremento dell’azione ecclesiale. Il papa incontrando i vescovi di Puglia è entrato in vitale contatto con una regione che, come ha affermato mons. Ruppi, presidente della Il Papa, mons. Zerrillo e don Ciro Fanelli 4 Conferenza Episcopale Pugliese, è “antica e complessa, che comprende diverse realtà, quali la Daunia, la parte centrale, che comprende la provincia di Bari, e il Salento, che comprende le altre province”. È una terra “che ha i suoi affanni, come la disoccupazione giovanile, lo sviluppo economico non sempre uniforme ed una notevole complessità politica, che ne fa a volte anche terra di sperimentazione di formule nuove, spesso anche ardite”. La diffusione sul territorio “di tante università e di molte realtà culturali”, fanno della Puglia “una regione aperta e matura, in cui si sono sviluppati notevoli livelli dirigenziali, anche alti, come Aldo Moro”. La Puglia si è presentata al papa non solo con le sue risorse e prospettive, ma anche con le sue situazioni problematiche. I problemi della regione, ha ribadito mons. Ruppi, in una sua intervista in occasione della visita ad limina, “sono molti e sono comuni alla realtà della nazione”. I nodi problematici possono essere soprattutto individuati in due: “le giovani generazioni e la famiglia”. “I giovani - continua - sono spesso lontani non solo dalla fede, ma anche da quei valori antichi che hanno sorretto i loro stessi genitori”. La gran parte dei sacerdoti pugliesi, per mons. Ruppi, “lamenta la difficoltà di parlare con i giovani, di stabilire rapporti sereni e proficui con essi”. Sono tanti i giovani “che appartengono ai movimenti e non mancano anche di quelli che hanno una vita davvero integra, con slanci apostolici; ma - aggiunge - la gran parte vive lontana: nonostante il grande sforzo che facciamo, siamo consapevoli della enorme distanza che c’è tra i giovani e la Chiesa”. Vi sono poi problemi sociali di notevole portata “quali quello della disoccupazione giovanile, del lavoro femminile, del lavoro nascosto o nero; il problema dello sviluppo distorto di molte aree della regione; la mancanza di una classe dirigente nuova, ispirata cristianamente; un laicato cattolico, a volte, disperso, debole o frastagliato”. Di fronte a questi problemi “facciamo quello che è possibile con una forte unità dell’episcopato e un cospicuo impegno da parte delle parrocchie, del volontariato e delle diverse componenti ecclesiali”. Il papa nell’udienza generale del 14 marzo ha detto ai pellegrini pugliesi: “Cari amici, vi incoraggio a sentirvi sempre più coinvolti nella missione della Chiesa per venire incontro con rinnovato slancio apostolico alle numerose sfide sociali e religiose dell’epoca attuale. Nei colloqui con i vostri vescovi ho già sentito come in Puglia la Chiesa è ancora viva, dinamica e piena di fede”. n IL PADRE MAESTRO 2/2007 fasanimaestro RELAZIONE AL CONVEGNO CATECHISTICO DIOCESANO, OTTOBRE 2006 di Giovanni G. Iasi Fasani catechista C conoscere nella Chiesa” (DB, 186). La testihe c’entra il Padre Maestro con la monianza propria del catechista è l’inseCatechesi? È vissuto in altri contesti gnamento. Egli nella Chiesa è “maestro” ecclesiali e pastorali, così lontani dal (DB, 187). Deve sapere “come dire”, “come movimento catechistico di oggi. Eppure mi insegnare”, “come far vedere” il mistero di affascina un confronto a distanza: la fisionomia Cristo. Attraverso una sapiente e delicata del catechista e la figura del Fasani. Desidero opera educativa il catechista deve condur‘leggere’ sinotticamente alcuni numeri del re i destinatari alla testimonianza di vita. Come Documento Base del Rinnovamento della “educatore” deve proporsi “il pieno svilupCatechesi (DB) e l’impegno ecclesiale del Padre Maestro. po della personalità cristiana dei fedeli”, Il capitolo VI del DB tratta delle “fonti della cioè far nascere e crescere la “mentalità di catechesi”. Come si sa, le “fonti” sono la Parola fede” (DB, 188). di Dio, la Sacra Il Fasani è stato un Scrittura, la Tradizione “testimone” eccellente come “luogo vivo di con la sua santità, è incontro con la parola stato un “insegnante” di Dio” (n. 109). Nella (da sempre è “il padre Tradizione “la storia Maestro”), ed un “edudella Chiesa”, nella stocatore” (formatore comria della Chiesa “le granpetente di generazioni di di pagine della carità giovani e di fedeli di e della santità cristiana ogni ceto). Egli ha svollungo i secoli” (n. 112). to per molti anni il serVi si parla della Chiesa vizio di docente di filoche “nella storia si impesofia e teologia nello gna a purificare, eleva‘studio’ di Lucera, a re e perfezionare il patripartire dal 1707; ha premonio spirituale dei dicato al popolo tutta la popoli” (ib.). Dunque vita (1707-1742); ha anche san Francesco dedicato tempo ed enerAntonio Fasani è una gie alla guida spirituale “fonte della catechesi”. di tantissimi fedeli attraQuesta è una chiave di verso il ministero della lettura che ci permette Confessione e della diredi vivere il presente zione spirituale. Senza (fare catechesi) pogcontare che la sua categiando sul ricco patrichesi era tradotta in Chiesa di san Francesco, Pulpito. monio di santità del amore dei più poveri passato (Fasani, per esempio). con iniziative puntuali ed incisive (la mensa Provo ad evidenziare, nel confronto tra dei poveri, il banco di credito, l’assistenza DB e Fasani, alcuni dati della ‘nuova catedomiciliare di famiglie bisognose, l’assichesi’ avviata dopo il Concilio ecumenico stenza morale e materiale dei carcerati). Vaticano II in Italia (1970). Il Padre Maestro Non è una forzatura né una lettura retroatè “fonte” di riferimento per la “santità” del tiva affermare che nel Fasani catechista si può catechista, perché lui è stato santo e catechista rintracciare nitida la “metodologia catechia tutto tondo. stica” che è alla base del rinnovamento della Il catechista è, nella sua “fisionomia spicatechesi in Italia (Cf. DB, IX capitolo, nn. rituale e apostolica” (DB, 185), “testimone” 160-181). “A fondamento di ogni metodo (DB, 186), “insegnante” (DB, 187), “educatechistico, sta la legge della fedeltà alla parocatore” (DB, 188). La testimonianza della vita la di Dio e della fedeltà alle esigenze concrete è “la via per la quale la verità cristiana si fa dei fedeli” (DB, 160). IL PADRE MAESTRO 2/2007 5 Fasani catechista fasanimaestro È il grande principio di ogni forma di annuncio (catechesi, predicazione, omelia, ecc.) che esprime il ruolo di mediazione della Chiesa tra Dio e gli uomini. Deriva direttamente dalla realtà dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Su questo fondamento metodologico poggia ogni strategia pedagogica e didattica nella fede. Il DB, poi, esemplifica il principio nel “far posto all’iniziativa di Dio” (DB, 163) e nel mettersi “a servizio dell’uomo” (DB, 168). Il principio della duplice fedeltà esige dagli operatori pastorali, in specie dai catechisti, la conoscenza-amore di Dio e della sua rivelazione e la conoscenza-amore degli uomini destinatari di ogni annuncio. L’incontro tra Dio e l’uomo, che la catechesi deve favorire in tutte le fasi della vita, avviene efficacemente nella misura in cui il catechista-mediatore conosce bene i due ‘poli’ di questa specialissima forma di ‘comunicazione’. Il Padre Maestro ha vissuto armonicamente la comunione con Dio e la vicinanza caritativo-affettiva alla gente del suo tempo. Il Santo aveva una conoscenza profonda e concreta dei suoi contemporanei. Tutti quelli che lo conobbero testimoniarono questa vicinanza del Fasani alle situazioni esistenziali del popolo. Con la santità della vita sapeva farsi carico delle fragilità e dei bisogni della sua gente: nella preghiera viveva una sorta di unità interiore che gli permetteva di vedere in Dio tutti i bisogni degli uomini fratelli. Sapeva unire armonicamente la fedeltà a Dio e la fedeltà all’uomo. Concretamente il Fasani ha seguito, nella sua attività di annuncio, alcuni criteri metodologici messi in evidenza dal DB per l’opera catechistica. - La personalizzazione dei contenuti attraverso il rapporto personale nella Confessione e nella direzione spirituale (Cf. DB, 169). È “la capacità di guidare l’assimilazione, l’interiorizzazione e l’espressione personale” dei contenuti annunciati. Serve l’uomo “in ogni sua condizione, in ogni sua infermità, in ogni sua necessità”. - L’individualizzazione dell’annuncio (Cf. DB, 170): attenzione alle “esigenze singolari dell’individuo”, perché “ciascuno è inconfondibile”. Il Padre Maestro sapeva entrare in sintonia con i condizionamenti e i bisogni dei suoi interlocutori. Cercava la “salvezza” del singolo, non della folla cui predicava. Dio chiama per nome ed ama uno ad uno i suoi figli. Il Santo l’aveva capito. - La socializzazione delle persone accostate singolarmente (Cf. DB, 171): la vocazione di 6 Chiesa di san Francesco sec. XIV. ogni persona è legata intrinsecamente alla vita della comunità. Il Fasani saggiamente curava i singoli ed incrementava lo spirito di partecipazione alla comunità. Ciò avveniva nel ministero della Confessione e direzione spirituale (significativo è il gruppo delle ‘bizzoche’ o oblate francescane che costituivano una ‘comunità’ di anime consacrate), nell’animazione delle attività caritative (coinvolgeva religiosi e laici nelle opere di solidarietà) e nella formazione dei novizi e dei chierici alla vita comunitaria francescana. - La memorizzazione di formule sintetiche (Cf. DB, 177) nella predicazione popolare attraverso le “canzoncine” (Cf. ad esempio le Sette Novene Mariane) che insegnava al popolo al termine delle prediche. Quello della memorizzazione è un criterio previsto anche nella catechesi attuale, anche se molto trascurato nella prassi. Concludendo, il Padre Maestro è “fonte” di catechesi in maniera duplice: per la sua santità canonizzata dalla Chiesa (13 aprile 1986) e per la sua opera specifica di catechista del popolo di Dio. Giovanni Paolo II, nell’omelia della canonizzazione, diceva di lui: “Vero amico del suo popolo, fu per tutti fratello e padre, eminente maestro di vita, da tutti ricercato come consigliere illuminato e prudente, guida saggia e sicura nelle vie dello Spirito, difensore e sostenitorie degli umili e dei poveri. Ne è testimonianza il riverente e affettuoso titolo col quale lo salutarono i contemporanei e che è tuttora familiare al buon popolo di Lucera: egli, allora come oggi, è sempre per loro il Padre Maestro”. n IL PADRE MAESTRO 2/2007 specialevenezuela LETTERA DA GUANARE, 27 MAGGIO 2007 Coccole e carezze di Eugenio Di Giovine e-mail: [email protected] È arrivato l’inverno, almeno sul calendario. Perché di inverno qui c’è ben poco, il caldo continua inesorabile e le attese piogge rinfrescanti tardano ad arrivare. Anche questo caldo estenuante per noi è motivo di riflessione. Ci lamentiamo in Italia che fa troppo freddo o troppo caldo, che l’autunno è grigio, che piove troppo o troppo poco; qui davvero avrebbero di che lamentarsi…sono flagellati tutto l’anno senza tregua, da un caldo umidissimo che fa sentire sempre stanchi e che favorisce la proliferazione di insetti di ogni tipo. Credo che al nostro ritorno apprezzeremo molto di più il bel clima della nostra terra. Ci eravamo lasciati all’inizio della Quaresima con le notizie dell’incendio, ora siamo a Pentecoste e grazie a Dio tante cose si sono messe a posto. L’arrivo dei genitori di Elisabetta nel mese di marzo ci ha permesso di concentrarci sui lavori di rifacimento dell’impianto elettrico, del tetto, dei muri e di tutto quanto andava riparato. È stata per noi la prima “visita” da quando siamo qua: l’arrivo dei familiari è stata un’iniezione di affetto e di compagnia che proprio ci voleva. È stato bello per noi poter mostrare dove viviamo, cosa facciamo, chi sono le persone che ci circondano. Oltre al prezioso aiuto dei genitori di Elisabetta che intrattenevano le bambine, non possiamo non ringraziare pubblicamente il sig. Dario, praticamente un factotum dei frati che insieme all’eclettico fra Fabio Paciello, chierico pugliese, ha svolto un eccellente lavoro in un clima di amicizia e fraternità veramente stupendo. Grazie anche a chi tra voi ci è stato vicino con la preghiera, e con la comunicazione e a chi ha potuto e voluto contribuire economicamente al progetto ed ai lavori di risistemazione della casa. Noi stiamo tutti bene e ci sentiamo ormai pienamente a nostro agio. Qui ci sono due città una dentro l’altra. Una è quella di chi vive in case grandi, con pavimento di porcellana, ha due o tre macchine, ha tutta la tecnologia dell’ultima generazione. L’altra è di chi vive in case minuscole. Quando va bene sono di blocchi di cemento e lamiere, quando va male solo di lamiere (se non addirittura di legno IL PADRE MAESTRO 2/2007 e fango), il pavimento in cemento o terra, se sono fortunati hanno una vecchia bici, non hanno il telefono e vivono alla giornata con pochi bolivares. Nell’ambito del progetto Alejandro, segnaliamo due eventi molto singolari. Il primo, 28 febbraio, festa di compleanno di Omar, un bimbo di 7 anni, l’ultimo di 10 figli di una famiglia molto povera. La data del suo compleanno è anche la data di anniversario della morte della mamma. Omar, piangeva ricordandosi della madre, a intermittenza piangevano tutti. Fra Fabio non faceva in tempo a consolarne uno che partiva un altro. Ad un certo punto Omar quasi rifiutava la festa, perché si sentiva in colpa per la morte della madre. Quando siamo entrati nel salone con la torta, Omar ha riacquistato il sorriso, tutti hanno partecipato alla festa. L’altro episodio è stato il 14 maggio: la festa della mamma. La festa è andata benissimo, hanno fatto delle scenette, recitato delle poesie e tutti erano felici. Tutti i bimbi hanno un estremo bisogno di coccole e carezze. Sono situazioni forti che a volte ci aiutano a capire il perché noi siamo qui. Un abbraccio, un sorriso a volte valgono molto di più di qualsiasi altra cosa. Per il resto tutto procede molto bene. n 7 cronachedelsantuario MESSAGGIO ALLA COMUNITA’ DIOCESANA Don Alesandro di Troja Fratelli e sorelle carissimi, il Signore ha fatto un grande dono alla nostra Chiesa diocesana in questi ultimi anni, sospingendo la nostra intelligenza devota alla riscoperta del sacerdote don Alesandro di Troja che fu autentica perla del clero lucerino nei suoi giorni terreni. Don Alesandro, vissuto dal 1801 al 1834, è rimasto molto tempo nell’oblìo, quasi un tesoro nascosto. Nel 1999, rispondendo all’unanime attesa del clero e di un numero allargato di fedeli laici affascinati dalla memoria luminosa del pio sacerdote, iniziammo l’iter verso il processo cognitivo diocesano, teso ad appurarne le virtù e la fama di santità. Il processo si è protratto piuttosto a lungo, per la difficoltà di mettere insieme documenti a testimonianza della vita santa e dell’ininterrotto ricordo della esemplarità di vita del Servo di Dio. C’è stato un notevole sforzo di ricerca storica. La ricerca, a parte la preziosa biografia del sacerdote, diffusa già a soli otto anni dalla sua morte, ha dovuto far riferimento a testimonianze indirette, evocatrici però dell’unanime convergenza di molti sulla santità di vita di don Alesandro. E’ giunta così a noi quasi l’eco ammirata, ripetuta di generazione in generazione. I membri del Tribunale hanno ascoltato numerose testimonianze di persone che hanno riferito il legame costante delle loro famiglie e dei loro avi con la memoria del Servo di Dio. Il lavoro sagace ed amoroso del Tribunale ha ormai terminato il suo corso; abbiamo perciò deciso di indire la seduta conclusiva pubblica della fase diocesana nella Cattedrale di Lucera subito dopo la messa vespertina delle ore 18,00 - domenica 7 gennaio 2007. Con questa ultima seduta del Tribunale diocesano tutti gli atti saranno composti in volumi e saranno presentati dal Postulatore alla Congregazione delle Cause dei Santi. Da quel punto, il processo si trasferirà a Roma dove sarà revisionata tutta la documentazione e sarà valutata la reale eroicità delle virtù del Servo di Dio e la effettiva fama di santità. Noi auspichiamo la continua crescita dell’attenzione dei fedeli intorno alla figura del Servo di Dio; noi ci aspettiamo che Dio voglia esaltare questo suo servo, facendolo strumento della sua misericordia presso di noi; noi speriamo il riconoscimento solenne della Chiesa della vita santa di don Alesandro. Don Alesandro fu molto devoto in vita di san Francesco Antonio Fasani e si adoperò per farlo conoscere ed amare: voglia san Francesco Antonio Fasani perorare la causa di questo suo concittadino, ammiratore ed emulo. † Francesco Zerrillo Vescovo Santa Elisabetta a Lucera Il 7 febbraio 2007 la Fraternità OFS di Lucera ha vissuto un momento forte di spiritualità francescana. Anche nella nostra comunità ha fatto tappa la Reliquia di santa Elisabetta d’Ungheria (nella foto), patrona del Terz’Ordine Francescano. Questa “peregrinatio” è stata 8 voluta dal Consiglio Nazionale OFS in occasione dell’VIII centenario della nascita di santa Elisabetta. La mattina del 7 Febbraio, insieme ad uno dei frati del santuario, mi sono recata presso il convento di sant’Antonio a Sant’Agata di Puglia dove si troIL PADRE MAESTRO 2/2007 cronachedelsantuario vava la reliquia, per portarla a Lucera. Al nostro arrivo a Sant’Agata, oltre ai frati, erano presenti alcuni membri della fraternità e la ministra. Dopo un momento di preghiera c’è stata la consegna e, sistemata la reliquia in macchina, siamo ripartiti verso Lucera. All’arrivo ci attendevano i nostri frati e un buon numero di fedeli accorsi per acco- gliere degnamente la reliquia. Nel pomeriggio la fraternità si è riunita per la recita del santo Rosario intervallato dalla lettura della vita di Elisabetta. Abbiamo cercato di solennizzare questo momento invitando le parrocchie della nostra città, nonché il nostro vescovo mons. Francesco Zerrillo che ha accolto con gioia l’invito ce1ebrando, l’Eucarestia. Dopo la Messa, vi è stato un altro momento di preghiera con una veglia animata dai giovani della Gi.Fra. Molti sono stati i fedeli che si sono susseguiti nel santuario per venerare la reliquia, accettando anche il nostro invito di recare un dono, come gesto di carità, da destinare alle famiglie dei detenuti, poiché i frati del Santuario si occupano della cappellania del carcere di Lucera. E’ stato un momento forte di preghiera e di riflessione, perché ancora una volta la vita di santa Elisabetta ha scosso le nostre coscienze. Se pensiamo a come ha speso la sua vita per aiutare il prossimo seguendo l’esempio del serafico Padre Francesco, ci rendiamo conto che è ben poco quello che facciamo noi come francescani. Lucia D’Apollonio Costruire la comunità Domenica 25 marzo 2007, presso il Centro della Comunità ‘Giovanni Paolo II’, si è svolto un incontro di formazione destinato ai gruppi che operano nel nostro santuario, ma anche a tutti coloro che, pur non appartenendo a nessun gruppo, partecipano in maniera attiva alla vita della nostra chiesa. Tema dell’incontro: “La dimensione comunitaria della vita cristiana”. Relatore ed animatore dell’incontro p. Giovanni lasi, rettore del santuario. Abbiamo cominciato alle 16.30 con un momento di preghiera. Poi ha preso la parola p. Giovanni che ha ricordato la decisione presa dai Consigli direttivi riuniti dei Gruppi, il mese scorso, di organizzare periodicamente degli ‘incontri di conoscenza e di formazione di tutta la comunità, anche in vista della ricostituzione della Consulta Pastorale del Santuario’. P. Giovanni ha parlato di conoscenza, di comunione come dono di Dio: per dono, infatti, siamo figli di Dio e fratelli tra di noi. E come fratelli dobbiamo vivere ‘per costruire la comunità’. In questo compito fondamentale va favorita la ‘cultura di comunione’ che educa al ‘pensare insieme’ e alla ‘condivisione IL PADRE MAESTRO 2/2007 dell’impegno’, alla ‘elaborazione comunitaria dei progetti pastorali’ e all’attuazione degli stessi. P. Giovanni ha parlato di corresponsabilità di tutti, nel rispetto dei ruoli e dei compiti, e di complementarietà delle persone e dei gruppi nella comunità. Tutti elementi essenziali questi per crescere insieme e fare davvero comunità. ‘Per favorire e raggiungere la comunione ecclesiale’ sono decisivi gli ‘organismi di partecipazione’. Vere ‘scuole e palestre di comunione’, che rivelano ‘la fisionomia della Chiesa conciliare’. Al termine della relazione, i presenti si sono suddivisi in tre gruppi di lavoro ed hanno riflettuto insieme, rispondendo ad una serie di domande proposte dal relatore: Vi conoscete tra di voi? Che cosa fate per costruire la comunità? Siete disponibili a far parte di una delle due commissioni di lavoro che stiamo per costituire? Buonissima l’idea dei lavori di gruppo. Molte, infatti, sono state le proposte emerse e comunicate nell’assemblea conclusiva. Maria Rosaria Pappani 9 cronachedelsantuario Fàtima, 90 anni 13 Maggio 1917 a Fàtima la Vergine Santa apparve a tre pastorelli, Lucia, Francesco e Giacinta. Esattamente 90 anni dopo, la Milizia dell’Immacolata di Lucera ha voluto far rivivere quei momenti con una Veglia di preghiera nella suggestiva cornice di piazza Tribunali, accanto al santuario del Padre Maestro. Raffaella D’Apollo che ha prestato la voce alla Madonna, e tre fratellini Anita, Gabriele e Berenice Di Croce (nella foto) che hanno interpretato i pastorelli, ci hanno regalato momenti di tenerezza e di riflessione sul messaggio che la Vergine volle dare attraverso di loro al mondo intero: penitenza e preghiera, in particolare la recita del santo Rosario per la conversione dei peccatori, promettendoci: “Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà”. Abbiamo fatto memoria anche dei 90 anni della Milizia dell’Immacolata, associazione mariana internazionale fondata nel 1917 da san Massimiliano Kolbe, meditando i misteri con riflessioni tratte dai suoi Scritti e con la recita del Rosario da parte di alcune bambine. C’era tanta gente in piazza quella sera. Luciana Tambone PRESENTATI DUE LIBRI NEL SANTUARIO 26 MAGGIO: San Francesco Antonio Fasani Testimonianze di oggi, a cura di Tonino Tolve. “In questo libretto non sono state riportate tutte le grazie ricevute, ma solo quelle sostenute dalla narrazione dell’intervento straordinario verificatosi per intercessione del Padre Maestro. Tutto il materiale, che va dal 1957 ai nostri giorni, è stato suddiviso in tre gruppi”. 9 GIUGNO: Storie piccole di Giovanni G. Iasi Un libro di p. Giovanni, rettore del santuario lucerino. “Storie grandi e piccole storie di vita vissuta attraverso la visuale pacata, ironica di chi conosce le dinamiche della società perché ha vissuto tutta la vita a contatto con la gente. In queste pagine c’è la cronaca, la politica, la cultura, la storiella arguta”. Nel prossimo numero della rivista verrà presentato il volume nella rubrica ‘letture’. 10 IL PADRE MAESTRO 2/2007 cronachedelsantuario In breve con foto BENEDIZIONE DEI BAMBINI Domenica 4 febbraio, nella Messa vespertina, straordinaria presenza di bambini con le loro famiglie e di mamme in attesa. Una celebrazione gioiosa e affollata per la ‘benedizione’ della vita appena sbocciata e di quella che sta per nascere. La comunità presente ha molto apprezzato l’iniziativa ed ha proposto di ripeterla ogni anno. nista il cantautore religioso Pino Fanelli, che ha presentato dieci recenti composizioni al numeroso pubblico giovanile e non, in occaA sione della 44 Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. MESE MARIANO Quest’anno un mese di maggio con Maria ‘donna eucaristica’, meditando il capitolo VI dell’enciclica di Giovanni Paolo II Ecclesia de Eucharistia (2003). Giorno dopo giorno, abbiamo ripercorso la celebrazione eucaristica, sottolineando la ‘presenza’ di Maria, la Madre, guida sublime nell’incontro con Gesù, il Figlio incarnato ‘ripresentato’ nel sacramento del Pane e del Vino. La meditazione sul tema è avvenuta a mo’ di introduzione alla Messa vespertina, dopo la preghiera del Rosario. I frati della comunità si sono alternati nell’animazione delle serate. Si è notata una buona partecipazione di fedeli. TEMPO DI QUARESIMA E PASQUA PREGHIERE Il tempo forte della Quaresima è stato scandito, nella comunità del santuario, dalla cura particolare delle Messe domenicali e da tre iniziative infrasettimanali. Mercoledì: celebrazione francescana della ‘Corda Pia’ con meditazione sul volto di Cristo in san Francesco. Giovedì: catechesi biblica sulla Parola della domenica successiva. Venerdì: celebrazione della ‘Via Crucis’ animata dai singoli gruppi della comunità. Il tempo di Pasqua ha puntato l’attenzione sulle liturgie domenicali, sulla ‘Via Lucis’ il mercoledì e sulla Catechesi biblica il venerdì. La II domenica di Pasqua: gran concerto pasquale dei Cantori di Assisi, fondati da p. Evangelista Nicolini, diretti da p. Maurizio Verde. Un recital suggestivo e originale si è svolto domenica sera 6 maggio nel nostro santuario. Protagonisti: preghierepoesie del giornalista scrittore Anacleto Lupo, messe in musica e cantate da Michele Dell’Anno. Sette quadri per canto e fisarmonica dal titolo “Dal paradiso terrestre alla risurrezione”. Ha presentato il giornalista Geppe Inserra. Presente una discreta presenza di pubblico. CONCERTO Fra Alessandro Mastromatteo, dei frati minori, ha scelto la nostra chiesa per essere consacrato sacerdote dal vescovo diocesano Zerrillo la sera del 19 maggio. Chiesa gremita di gente lucerina e di altri centri della regione. Concelebrazione eucaristica di molti confratelli CON PINO FANELLI Il Centro Diocesano Vocazioni ha organizzato nel nostro santuario, sabato 28 aprile, il concerto vocazionale per tutti i ragazzi e i giovani della diocesi. L’iniziativa ha avuto protagoIL PADRE MAESTRO 2/2007 IN MUSICA ORDINAZIONE SACERDOTALE 11 cronachedelsantuario minori della Provincia religiosa di Puglia e Molise. P. Alessandro è di Lucera e risiede nella comunità francescana di Biccari, ma studia ancora per la specializzazione alla pontificia università Antonianum di Roma. VENT’ANNI FA IL PAPA A LUCERA La comunità diocesana ha ricordato la storica visita di Giovanni Paolo II nelle diocesi della Capitanata, in particolare la giornata lucerina (25 maggio 1987), con una manifestazione suggestiva al Centro della Comunità, alla presenza dei testimoni di quella giornata e di un folto gruppo di fedeli. Immagini sullo schermo e memorie al microfono, intermezzati da musiche dell’orchestra da camera di Lucera. Nel nostro santuario altre due serate. Sabato 26 maggio: manifestazione dell’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri per la presentazione di un volumetto (San Francesco Antonio Fasani Testimonianze di oggi) curato da Tonino Tolve con la collaborazione di docenti ed alunni dell’istituto di cui è dirigente, e rappresentazione di un atto del dramma Padre Maestro ‘Il cammino dell’amore’ che ha impegnato alcuni alunni dello stesso istituto. Domenica 27 maggio: Messa vespertina del vicario generale della diocesi, mons. Antono Pitta e breve omaggio canoro della Corale ‘Santa Cecilia’ di Lucera in memoria del grande papa. CONCLUSIONE DELL’ANNO PASTORALE Con un pellegrinaggio a Manoppello (foto), la comunità ecclesiale del santuario lucerino ha concluso l’anno pastorale 2006-2007. Un cinquantina di persone, metà appartenenti ai gruppi, con p. Giovanni Iasi, domenica 17 giugno. A Manoppello (PE) visita e venerazione del Santo Volto, celebrazione dell’Eucarestia, pranzo al ristorante. Nel pomeriggio: breve incontro del gruppo sulle prospettive pastorali della nostra comunità. Quindi partenza e sosta nel santuario ‘Madonna dei Miracoli’ di Casalbordino (CH). Una bella giornata, serena e piacevole. Nel prossimo numero della rivista la cronaca dettagliata. AUGURI Il 26 maggio il Capitolo Generale dei frati minori conventuali (Assisi, 14 maggio 20 giugno) ha eletto il 119° successore di san Francesco. E’ p. Marco Tasca, ministro provinciale di Padova. Nato nel 1957 in provincia di Padova, ordinato sacerdote nel 1983, ha conseguito la licenza in psicologia (1986) e quella in teologia pastorale (1988) presso l’università pontificia salesiana. E’ stato rettore del seminario mino- 12 AL NUOVO MINISTRO GENERALE re di Brescia (1988-1994) e del maggiore di Padova (19942001). Professore di Psicologia e Catechetica nell’istituto teologico “Sant’Antonio Dottore”). Per quattro anni (2001-2005) è stato guardiano del convento di Camposampiero (PD). Quindi ministro provinciale nel 2005. Guiderà l’Ordine dei frati minori conventuali per sei anni. Auguri cordiali dagli ‘amici di san Francesco Antonio Fasani’. IL PADRE MAESTRO 2/2007 letture UN LIBRO SU SAN GIUSEPPE DA COPERTINO Un mistico eccezionale di Emanuele Popolizio O r fa un anno che è stato pubblicato, per conto della Provincia di Puglia dei frati minori conventuali, uno studio sul ‘fenomeno’ agiografico e mistico verificatosi in pieno Seicento, a partire dalle rosse zolle salentine (Copertino) e poi su su - passando per Assisi - fino al colle di Osimo, nella Marca anconetana. Su questo percorso ‘esplose’ la carismatica personalità di fra’ Giuseppe Maria Desa da Copertino. Chi scrive aveva sorbito più di una Vita su questo... fenomeno, biografie venute alla luce in concomitanza con il IV centenario della nascita (1603-2003) del Santo salentino. E tutte queste opere offrivano propositi divulgativi. Così il Maiorano (2002), così i frati Bonaventura Danza (veterano in materia: 1963, 1982, 2003) e Giuseppe Celso Mattellini (Padova, Messaggero, 2003). Letture piacevoli e caratterizzate da personali e qualificanti punti di osservazione degli autori. È il caso di affermare: da mezzogiorno a settentrione onorato è il tuo nome. È quanto era anche negli intenti di Vincenzo Giannelli con la sua opera San Giuseppe da Copertino tra storia e spiritualità (Bari, 2006). Si può affermare che il Giannelli, tutto assorto nell’estasiante immagine del frate volante, ne ha voluto presentare “l’appassionata ricerca dell’Assoluto, che lo condusse alle più alte vette della mistica cristiana” (p. 14), dedicandosi a questa analisi specificatamente col terzo capitolo del suo lavoro, nel quale apre le menti a conoscere la spiritualità josefina (pp. 99-140). Tutto uomo fra’ Giuseppe in una iperemozionalità che è il contenitore che la Grazia ricolmò. Tutto adoratore (direi angelico) nel far sue - quasi somatizzarle! - le sollecitazioni dello Spirito Santo, che “è Signore e vivifica”. Estasi, ratti e levitazioni furono gli ‘ingredienti’ che la storia ha registrato e che Giannelli ha riproposto nel secondo capitolo, marcando ovviamente quell’impatto drammatico con l’Inquisizione (pp. 6877) quando il Nostro carismatico rischiò di essere “falciato come le reste delle spighe” (Giobbe). n VINCENZO GIANNELLI, San Giuseppe da Copertino tra storia e spiritualità, Provincia di Puglia dei frati minori conventuali, Bari 2006, pp. 156. Per richieste del volume, telefonare al n. 080/5491272. - PRESENTAZIONE DEGLI ATTI DEL CONVEGNO DI STUDIO SUL FASANI - Sabato 23 giugno, presso il Circolo Unione di Lucera, viene presentato il volume degli Atti del Convegno nazionale di studio su san Francesco Antonio Fasani (Lucera, 15-16 dicembre 2006) Appuntamento al prossimo numero della rivista. IL PADRE MAESTRO 2/2007 13 carcere Indulto, tutti impreparati di icordiamo tutti le parole pronunciate da Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo dei 2000: “Un segno di clemenza a vantaggio di tutti i detenuti: una riduzione, pur modesta, della pena costituirebbe per i detenuti un chiaro segno di sensibilità verso la loro condizione”. Ma nel Paese si sono sollevate voci di protesta dopo l’approvazione della legge sull’indulto (2006). Si è indicato, invece, nell’emergenzasicurezza il vero problema per tutti i cittadini, soprattutto i più indifesi. E ancora, non possiamo dimenticare l’attenzione dei vescovi italiani circa le condizioni critiche degli istituti penitenziari e la richiesta di affrontare il grave ed eterno problema del sovraffollamento Ma, nello stesso tempo, con l’uscita di molti detenuti nell’estate 2006 si è temuto l’aumento di reati e, di conseguenza, è aumentata la paura del cittadino. Prendendo in mano i dati forniti dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria datati 10 gennaio 2007, scopriamo che nelle carceri italiane sono presenti 38.838 persone, mentre dal 1° agosto 2006 sono usciti dagli istituti di pena 25.356 detenuti. È interessante fermarsi ad ascoltare come ha reagito il mondo del volontariato cristiano al provvedimento di indulto che ha concesso tre anni di sconto di pena a tutti i detenuti. Frugando nella rivista Jesus di febbraio 2007, dal titolo “Indulgenza senza carità”, ho estrapolato alcuni interventi molto interessanti di operatori nel mondo delle carceri. Dalla Caritas di Torino, per esempio, giungono voci che confermano la necessità del provvedimento, ma sottolineano la perplessità circa la sua modalità di attuazione: “Anzitutto è arrivato in ritardo rispetto a quando avrebbe avuto un significato non solo politico ma culturale: l’anno 2000. E poi, è stato precipitoso e affrettato, lasciando impreparati gli stessi carcerati. E infine, è stato deludente perché non sembra aver davvero tenuto conto delle motivazioni per cui la nostra coscienza riteneva opportuno un atto di clemenza”. R LUCERA Santuario Fasani, novembre 2005 Giovanni Foggetta 14 Lo stesso Ispettore dei cappellani degli istituti penitenziari, mons. Caniato (a Lucera nella foto), sottolinea con forza la mancata preparazione delle nostre comunità cristiane, pur ribadendo che tale provvedimento era un segno che mirava a ricentrare la dignità delle persone, guardando con fiducia ad un possibile cammino di riconciliazione e recupero umano e sociale del detenuto. Tutto il mondo del volontariato, insomma, pur condividendo l’indulto, si aspettava una gestione diversa della sua attuazione: progetti mirati per un accompagnamento verso la società. Ai 25.000 detenuti ‘buttati’ fuori dalla carceri italiane, sicuramente è mancata una progettazione che non li facesse sentire abbandonati dalle istituzioni e da tutta la collettività. E anche noi come Chiesa, che ci siamo schierati con Giovanni Paolo II, dobbiamo riconoscere che siamo venuti meno all’impegno educativo di preparare le nostre comunità a cogliere il significato dell’indulto e ad attuarlo secondo le indicazioni evangeliche. E venendo meno ogni progettualità sistematica, tutto il peso dell’indulto è caduto sulle spalle del volontariato e dei Comuni, riducendo questo tempo post-indulto da tempo di progettazione a tempo di emergenza, quasi facendo ‘supplenza’ per le carenze istituzionali. Se proviamo a farci un giro per le carceri italiane, la lamentela più frequente riguarda la poca progettualità, la scarsa cura delle persone e la ridotta attenzione ai problemi strutturali. Ridando ancora una volta la parola al mondo del volontariato, scopriamo che la parola d’ordine da oggi in poi potrà essere accompagnamento. Quello che serve è accompagnare il detenuto al lavoro e alla famiglia, affrontando i vari nodi conflittuali esistenti. Oggi è il tempo opportuno per farlo, considerando che la popolazione carceraria si è dimezzata e di conseguenza c’è la possibilità di lavorare meglio con i detenuti, organizzando diversamente il carcere, osando oggi più di ieri in percorsi di reinserimento, accettando la sfida di nuovi ponti con l’esterno. Se non ci riusciremo, allora profeticamente sposteremo l’obiettivo, invece di accompagnare il detenuto, proveremo ad accompagnare gli operatori sociali verso il detenuto e insieme puntare dritto verso la società. Solo allora potremmo balbettare insieme la parola reinserimento. n IL PADRE MAESTRO 2/2007 arte Le tele del santuario di Tonino Tolve Nel visitare il santuario lucerino di san Francesco Antonio Fasani, sotto il cui altare maggiore riposano le sacre spoglie del Santo, i fedeli possono ammirare in religioso silenzio delle tele, certamente suggestive, anche se non sempre di notevole pregio artistico. | PARETE DI FONDO DELL’UNICA NAVATA: (sopra la porta d’entrata): tre tele ad olio 1) La glorificazione del Padre Maestro: versione diversa, presumibilmente delle stesso autore, di quella fatta eseguire dal Vaticano in occasione della beatificazione del Fasani, avvenuta il 15 aprile 1951. 2) Sul lato destro: San Gennaro con San Bonaventura e Santa Chiara, firmato Gerolamo Genatempo 1714. Dipinto di scuola napoletana, apprezzabile sul piano artistico per maestosità d’impianto e per finezza di tecnica esecutiva, specie nei contrasti chiaroscurali, che risentono della pittura di Luca Giordano e, ancor di più, di quella di Mattia Preti. (Di quest’ultimo è presente a Lucera, nella chiesa di santa Lucia, un dipinto rappresentante san Nicola di Bari, senz’altro più bello del quadro dello stesso soggetto e dello stesso autore conservato nel museo nazionale di Napoli). Gerolamo Genatempo, di origine napoletana, fu attivo nella prima metà del Settecento, ed operò moltissimo per gli Ordini domenicano e francescano. A Lucera sono presenti altre sue opere: nella chiesa di san Domenico (Madonna del Rosario), nel museo civico Fiorelli (Mosè salvato dalle acque). 3) Sul lato sinistro: Madonna della Provvidenza (Incoronazione della Vergine), circondata da Angeli, e ai piedi santa Elisabetta d’Ungheria e santa Rosa da Viterbo, opera mediocre di anonimo di scuola napoletana del Settecento (da alcuni impropriamente attribuita al Sanfelice). PARETI LATERALI GUARDANDO L’ALTARE | 1) Parete destra: Rappresentazione del miracolo di Valentino Boccuzzi, per intercessione del Padre Maestro (1945). 2) Parete sinistra: Rappresentazione del miracolo di Francesco Tozzi, per intercessione del Padre Maestro (1945). Queste due tele furono fatte eseguire, senza pretese artistiche, dal Vaticano in occasione della beatificazione del Padre Maestro (15 aprile 1951). 3) Parete sinistra, sopra l’antico sepolcro del Padre Maestro: Ritratto del Santo, di anonimo, molto probabilmente del Settecento, apprezzabile per intensità espressiva, che rivela la personalità del Santo. 4) Attraverso la porta adiacente si entra nell’Oratorio della Santa Croce, dove sulla parete destra vi è la vasta tela della Deposizione della Croce, dipinta nel 1696, su commissione dell’arciconfraternita della Santa Croce, e firmata P.M., forse Pietro Marchesi, di lui è presente a Lucera un polittico nella chiesa di san Pasquale. È copia mediocre di un quadro esistente nella Chiesa di sant’Agata a Roma. Da osservare: la croce centrale priva del Crocifisso, lo spasimo dell’agonia dei due ladroni, la realistica rappresentazione di qualche bel IL PADRE MAESTRO 2/2007 15 Le tele del santuario arte volto in mezzo alla folla, e i due cavalloni dipinti in primo piano con la parte posteriore rivolta all’osservatore. NELLA SAGRESTIA: 1) Una graziosa immagine giovanile di Sant’Antonio di Padova: è rappresentato con il libro e non con il bambino, come normalmente viene raffigurato nell’iconografia popolare. Di mediocre fattura, di anonimo della fine del Cinquecento. 2) Due tele: San Pietro e San Paolo, forse della medesima epoca del precedente, ma di autori diversi, con i lineamenti dei volti appena abbozzati, ma solenni nei loro fastosi paludamenti. AULA CAPITOLARE “SALA FASANI” (SEC. XIV): La Vergine, Gesù e San Francesco: il Santo chiede l’indulgenza plenaria per la Porziuncola (Perdono di Assisi). Opera mediocre del pittore genovese Nicolò Carlone, vissuto nel sec. XVIII, fratello di Andrea, che diede a Genova splendide prove della sua arte, tanto da essere annoverato tra i genovesi più degni di ricordo. Tutte le opere fin qui descritte non sono certamente dei capolavori, alcune anzi sono dei lavori piuttosto mediocri, ma tutte concorrono a rendere più decorosa ed accogliente la Casa del Signore, proprio come voleva il Padre Maestro. n Bibliografia FEDERICO SPEDALIERE, I dipinti e le Chiese di Lucera, Tipografia Bodoniana Portici, Napoli 1914. GABRIELE MARIA GUASTAMACCHIA, Il Bel San Francesco, Tipografia Editrice C. Catapano, Lucera 1973. D OROTEO F ORTE , Lucera francescana, Tipografia Editrice C. Catapano, Lucera 1981. TONINO TOLVE, Pinacoteca (Museo Civico “G. Fiorelli” Lucera), Tipografia Editrice C. Catapano, Lucera 1990. GIAMBATTISTA GIFUNI, La fortezza di Lucera ed altri scritti, Tipografia Editrice C. Catapano, Lucera 1978. 16 IL PADRE MAESTRO 2/2007 periferie SALTATE TUTTE LE REGOLE MORALI. ECCO LE PERIFERIE DELL’ASSURDO! I nuovi barbari di Carmela Liotine I notiziari ci offrono le immagini crude e spietate di una società imbarbarita, crudele, aggressiva, dove non hanno posto sentimenti come l’amore, la pietà, il rispetto dell’altro. Asservito al dio danaro l’uomo del terzo millennio non ha tempo che per il profitto, anche se ciò comporta calpestare la dignità altrui e la propria. Non c’è mai fine all’orrore, allo sconcerto, assistiamo increduli a quello che l’uomo fa al suo simile: strage di Erba, i vicini di casa uccidono perché disturbati dai giochi di un bambino; donna all’ottavo mese di gravidanza, già madre di due piccoli, picchiata e soffocata, in manette il marito; rappresentante delle forze dell’ordine, l’ispettore Raciti, chiamato a sedare azioni di guerriglia urbana tra opposte tifoserie calcistiche, ucciso barbaramente; il piccolo Tommaso, 18 mesi, rapito e ucciso a colpi di badile; Vico del Gargano, stupro di gruppo ai danni di una ragazza, colpevoli suoi coetanei, poco più che adolescenti; ancora stupro di gruppo e violenza su un disabile nel bagno della scuola, immagini riprese dai telefonini e fatte circolare tra i ragazzi come macabro trofeo. Sembra un bollettino di guerra. La cosa che spaventa maggiormente è che siamo di fronte ad un fenomeno generalizzato, che si ripropone in tutte la fasce di età, gli adulti compiono atrocità come i più giovani. Viene alla IL PADRE MAESTRO 2/2007 mente un periodo in cui lo scontro generazionale era evidente, si contestavano gli adulti per avere un mondo più giusto, un avvenire migliore per tutti, un futuro senza guerre. Quei giovani sono gli adulti di oggi e la nuova generazione è senza ideali, cresciuta nell’opulenza, nel benessere, vivono per status symbol come il cellulare ultimo modello, le novità della tecnologia informatica. Abbigliamento, cosmesi, alimentazione, tutta una fascia del mercato è dedicata a loro e loro obbediscono a dettami imposti da chi lucra su ciò e si arricchisce. Forse sarebbe giusto che gli adulti tornassero sui banchi di scuola, perché si educa con l’esempio e i modelli che i grandi propongono ai più giovani non sono certo dei migliori. Perché ci si meraviglia quando i telefonini tra le mani degli adolescenti diventano mezzi per diffondere immagini scioccanti, se i vari reality show mostrano una società dove, mettendo in piazza la sfera del privato, si diventa ricchi e famosi? Ecco dunque il filmato dove l’insegnante è fatta oggetto delle attenzioni dell’alunno o ne subisce la maleducazione, dove il debole viene angariato, dove viene perpetrato il reato contro la dignità della persona. Non sono ragazzate legate all’età, come spesso dicono i genitori dell’aguzzino, tentando di minimizzare, quei giovani crescono con la convinzione dell’impunibilità, della giustificazione ad ogni costo. 17 I nuovi barbari periferie La ragazzina stuprata, dall’essere vittima diventa colpevole: l’ha voluto lei perché poco vestita, perché troppo disinvolta, perché doveva rimanere in casa, questi sono i commenti più comuni tra i benpensanti. Che dire poi di internet, grande mercato dove si trova di tutto, anche ciò che è depravazione, anche il turpe traffico delle immagini di piccoli infelici? La notizia dei bambini dell’asilo di Rignano Falaminio, vittime di abusi, ha provocato ribrezzo, si cercano i colpevoli tra gli adulti che si sarebbero dovuti occupare di loro con amore, con dedizione, piccoli angeli affidati da ignari genitori a mostri senza cuore. Si disertano le chiese, si disertano le urne, in un mondo senza Dio, senza politica, senza amore né valori, oggi persino i matrimoni sono usa e getta! Si strumentalizza anche la famiglia, diventata motivo del contendere in un continuo dibattere tra improponibili sostenitori e detrattori potenziali! È il primo nucleo sociale, la famiglia è dove nascono gli affetti, non ha colore politico! Forse queste parole appariranno come pessimismo qualunquista, qualcuno obietterà che ci sono le eccezioni, certo, sono i santi dei nostri giorni, dedizione senza clamore, senza gratificazioni: sono le eccezioni che confermano la regola. n Le violenze oscure Telefono Azzurro e Fondanzione Prometeo informano che le denuncie per abusi su minori, dal 2000 ad oggi, sono aumentate del 30%. Ma rimane ‘oscuro’ il numero delle violenze mai denunciate e che spesso di compiono tra le pareti domestiche (circa l’80%). Questi alcuni dati sul problema forniti durante i lavori di un tavolo tecnico sull’Infanzia violata, svoltosi a Bari a fine maggio. Avvocati, magistrati, psicologi e carabinieri hanno analizzato i dati e ipotizzato soluzioni. Tutti concordano su una corretta e capillare opera di informazione e prevenzione, sia sul territorio che su internet. Forse è il caso anche di lavorare alla ricostruzione di un tessuto di princìpi morali ormai stracciato ad ogni livello. C’è posto per genitori, istituti scolastici e comunità cristiane. 18 IL PADRE MAESTRO 2/2007 cinquantesimo UNA CARELLATA SUI CINQUANT’ANNI DELLA NOSTRA RIVISTA Dietro le quinte S fogliando le annate de Il Padre Maestro (foglietto dal 1957 e rivista dal 1989) e conversando amichevolmente con Michele Castellaneta, titolare di GraphMedia che compone e impagina la nostra rivista, abbiamo ricavato una piccola storia nascosta della testata. Apro una parentesi. Qualcuno ha preso una svista: nel volume Le Giornate del libro nella Biblioteca Comunale di Lucera, stampato nell’aprile 2007, Azzurra Alfieri non ha neppure menzionato la nostra testata (pp. 45-46). Càpita, ma non accorgersi di cinquant’anni de Il Padre Maestro è grossa! I primi contatti di Michele Castellaneta con Il Padre Maestro risalgono al 1989. Dice: “Mi fu chiesto di dare una mano per lo schedario e l’imbustamento manuale della rivista. Era direttore p. Eugenio Galignano. Con lui si cominciò ad utilizzare il computer per gli indirizzi dei lettori. Con Aldo Rubino, che invitò me, controllammo porta a porta centinaia di indirizzi. Mi hanno raccontato che negli anni precedenti molte persone hanno collaborato come volontari per il lavoro di spedizione della rivista: oltre a noi due, Raffaele Nosi, Nicola Ciccarelli, Giovanni Coppolella e tanti altri”. Nel 1989 il foglietto Il Padre Maestro diventò rivista trimestrale, formato 17x24 e 32+4 pagine. E’ stata la svolta impressa da p. Eugenio. Con p. Giuseppe Pasquariello, nel 1995 la testata sceglie il formato 21x30, ed esce con 16+4 pagine fino ad oggi. Perchè questi cambiamenti? Michele: “E’ stato un adeguamento tecnico, per far risaltare meglio le immagini e per rendere più spedito l’imbustamento con il modulo di ccp prestampato e personalizzato. Ormai il formato rivista era una scelta irreversibile. Con p. Giuseppe Alemanno, cioè dal 1991, la copertina è stata sempre in quadricromia”. Quando ha iniziato l’attività GraphMedia? Michele: “Nel 1997. Da allora il mio è diventato lavoro di composizione, impaginazione e fotografia”. Hai potuto notare, dal 1991 ad oggi, l’evoluzione dei contenuti de Il Padre Maestro? Michele: “Non ho competenza in proposito, però ho notato che la gestione di p. IL PADRE MAESTRO 2/2007 Eugenio (1989-1994) coinvolgeva la collaborazione di alcuni frati (p. Emanuele Popolizio, p. Bernardino Fondaco, ecc.) e di studiosi locali (Dionisio Morlacco, Giuseppe Trincucci, Antonio Tolve, ecc.). P. Eugenio ha seguito la rivista anche nel triennio di p. Giuseppe Alemanno (1991-1994), pur essendo stato trasferito a Roma per altri incarichi nell’Ordine. Dal 1994, con p. Giuseppe Pasquariello, i contenuti forse sono stati meno culturali, ma la rivista ha aperto di più alla cronaca del santuario, senza trascurare argomenti storici e spirituali della vita del Santo lucerino. Con la venuta del p. Francesco Otello (2001), la direzione è stata affidata ad Antonio Di Muro, papà di p. Raffaele, che ha proseguito, con la collaborazione di autori competenti, a far conoscere il Padre Maestro e la vita del santuario. Di Muro ha concluso a fine 2005 con la tua venuta. Questi ultimi due anni sono sotto gli occhi di tutti i lettori: contenuti e grafica sono molto cambiati”. Un’ultima cosa: Quali sono le tipografie che si sono succedute, in questi cinquant’anni, nella stampa del foglietto e della rivista? Abbiamo facilmente ricostruito l’elenco: p. Bernardino Nonni nel 1957 cominciò con Scepi di Lucera. Nel 1967 per poco più di un anno la tipografia Casa Sacro Cuore di S. Agata di Puglia, dove risiedeva p. Bernardino. Nel 1969 inizia a stampare Minerva di Lucera, fino al n. 7 del 1972. Poi la lunga collaborazione della storica tipografia Catapano di Lucera (1972-1989). P. Eugenio ha stampato presso l’Editrice Salentina di Galatina (LE) dal 1989 al 1991. Dal 1992 al 1995 la rivista è stata stampata dalla tipografia Leone di Foggia. Dal 1996 fino ad oggi la stampa è del Centrografico Francescano di Foggia, che cura anche l’allestimento, la cellofanatura e la spedizione della rivista. La composizione e l’impaginazione sono di GraphMedia di Lucera. Il Padre Maestro, con la direzione di p. Giovanni G. Iasi (2005), è tutto in quadricromia, copertina e interno. Con questo numero 2/2007 le pagine diventano 20+4 di copertina. E la storia continua. Comincia l’altro mezzo secolo. (a cura di Giovanni G. Iasi) 19 luceranews Centrosinistra al Comune opo il ricorso al ballottaggio del 10 e 11 giugno, Vincenzo Morlacco è il nuovo sindaco di Lucera. Si tratta del 16° primo cittadino dal dopo guerra a oggi che ricoprirà il 20° mandato amministrativo, questa volta di centro-sinistra, dopo i 5 anni di governo di centro-destra di Giuseppe Labbate, 63 anni compiuti il 5 giugno, Morlacco è arrivato alla vittoria per soli 350 voti (9.766 – 50,91%) sul suo avversario Costantino Dell’Osso (9.416 – 49,09%), dopo che nel primo turno delle elezioni amministrative era stato proprio quest’ultimo a prevalere per circa 1.500 preferenze. Un ribaltamento clamoroso, quindi, che a qualcuno ha fatto gridare al “miracolo laico”, arrivato casualmente tre giorni prima dell’avvio del processo di beatificazione di padre Angelo Cuomo, il giuseppino del Murialdo del quale lo stesso Morlacco presiede l’associazione degli ex allievi. Conosciuto come uomo di fede e di chiesa, il neo sindaco fin da giovane è stato impegnato in questo ambiente e poco più che ventenne è stato presidente dell’associazione cattolica “Fides et Studium” dell’Opera San Giuseppe di Lucera. Tifoso del Torino, grande appassionato di sport con calcio e biliardo in prima fila, dal 1999 è segretario generale della Provincia di Foggia. Nella storia di queste elezioni resteranno certamente da ricordare le minacce di morte ricevute dal futuro sindaco tre giorni prima del voto attraverso una lettera recapitata proprio a Palazzo Dogana e la competizione con l’amico di una vita Costantino Dell’Osso, entrambi protagonisti di una campagna elettorale all’insegna del fair play ma turbata da influenze esterne proprio negli ultimi giorni prima del ballottaggio. In consiglio comunale sbarcano i rappresentanti dei Democratici di Sinistra (5), Democrazia Cristiana (5), Socialisti (3), Lista Morlacco (3), Margherita (1) e Cristiani Uniti (1) che hanno sostenuto il sindaco assieme Rifondazione Comunista e Udeur. Con Dell’Osso invece ci sarà la sua lista Più Forza per Lucera (3), Forza Italia (3), Udc (2), Alleanza Nazionale (1), DC per le Autonomie (1), mentre restano fuori dal consiglio Moldaunia e Partito Repubblicano. Nel primo turno elettorale hanno preso parte anche l’Alleanza di Centro forma- D 20 ta da tre liste (Insieme per Cambiare, Italia di Mezzo e 3L) fermatasi all’8% dei consensi e il provocatorio Partito della Pagnotta (2,5%) guidato dal commerciante Antonio Tutolo. Morlacco, per la prima volta ‘sceso’ in politica, nell’illustrazione del suo programma ha indicato nel coinvolgimento fattivo del territorio e delle giovani generazioni e nell’organizzazione della macchina amministrativa due fondamentali punti di partenza del suo mandato. E non potrebbe essere altrimenti, vista la sua riconosciuta competenza tecnica che gli ha permesso di dirigere le tecnostrutture di numerosi enti locali della Capitanata, tra cui lo stesso Comune di Lucera. Il nuovo sindaco, tuttavia, troverà a Palazzo Mozzagrugno una gran quantità di problemi irrisolti, a cominciare dall’emergenza economica delle casse comunali e dal recupero di numerosi edifici e complessi storici o privati in stato di abbandono o scarsamente utilizzati, punta dell’iceberg di una più ampia e spinosa questione ‘urbanistica’ che sarà uno dei banchi di prova più difficili della nuova amministrazione a cui manca un Piano Regolatore dal lontano 1974. Riccardo Zingaro IL PADRE MAESTRO 2/2007 ringraziamoeraccomandiamoalpadremaestro OFFERENTI DI LUCERA Abate Apollo Rossana - Abate Mario - Agnusdei Avv. Michele - Altamura Umberto - Amoroso Vincenzo - Antifora Vincenzo - Appezzati Giuseppe - Ardito Sandro - Arnese Leonardo - Barone Giovanni - Bartolino Mario Ciro - Benevento Ettore - Bevere Domenico - Bibbò Lucia - Bisogni Carmelina - Boragine Antonio - Borrelli Antonio - Bozzino Sergio e Lioce Anna - Calabrese Giovanni - Calabrese Mario - Calabria Rosa - Caliano Sabato Campana Antonio - Campanaro Michela - Campanelli Maria - Cancelliere Michele - Canto Antonio - Cappetta Vincenzo - Capobianco Luigi - Capobianco Vincenzo - Carapella Giuseppe - Carbone Alessandro - Carchia Teresina - Carindo Concetta - Carrara Mario - Carruba Biagio - Casciano Paolo - Casiero Claudio - Castaldo Polisena Gina - Catalano Prof.Angelo - Catapano Alberico - Caterino Michelina - Catignano Antonio - Cerisano Ovidio - Checchia Vincenzo - Cimmarusti Luigi - Coccia Giovanni - Colelli Giovanni - Conte Antonella - Corposanto Lucia - Costantino Giovanni - Creatura Maria - Curcelli Ciro - Curcelli Teresa - D’Addario Maria Concetta - D’Apollo Giuseppina - De Troia Giuseppe - D’Apollo Umberto - D’Incicco Giuseppe - De Benedittis Antonio - De Gioia Alfonso - De Grosso Serafina Ida - De Juliis Michelina - De Leo Antonio - De Lillo Reginalda - De Luca Luigi - De Luca Oronzo - De Marco Emanuele - De Marco Lorenzo - De Marco Michele - De Marco Vincenzo - De Mare Mario - De Maso Angelo - De Padova Giuseppe - De Peppo Elena - De Santis Carmine - De Santis Rosaria - De Troia Antonio - De Vicariis Antonio - Del Cinque Filomena - Del Grosso Luigi - Del Mastro Anna - Dell’Aquila Avv.Tommaso - Dell’Aquila Livia - Di Benedetto Michele - Di Brita Carmela - Di Carlo Dott. Giovanni - Di Chinino Vincenzo - Di Fiore Michele Pietro - Di Gioia Benito - Di Gioia Giuseppe - Di Gioia Mario - Di Gioia Rosa - Di Giovine Rosaria - Di Ianni Maria - Di Loreto Nazareno - Di Lullo Raffaele - Di Muro rag. Silvano - Di Nunzio Damiano - Di Siena Severino - Di Taranto Luigi - Di Virgilio Vittorio Benito - Donini Nicola - Dotoli Placido - Fabrile Giovanni - Falcone Enzo -Famiglia Cioccariello/Spaccasasso - Farmacia Darco della dott.ssa Eudora - Fatone Gabriele - Feola dott. Giuseppe - Ferrante Antonio - Ferrari Giovina - Ferrone Francesco - Ferrone Vincenzo - Finizio Fausto - Fiore Giovanna - Fiorilli Donato - Florio Alfonso - Folliero Anna - Folliero Antonio - Folliero Rita - Forte Agostino - Forte Giuseppe - Forte Maria Francesca - Forte Pasquale - Franciosa Scrocca Angiolina - Fusco Walter e Cioccarelli Lucia - Galano Ermanio - Gasparo Francesco - Gaspero Armando - Ginni Matteo - Giordano Antonio - Giordano Giuseppe - Gogato Davide - Granieri Gina - Grasso Elia - Grasso Emanuele - Grasso Giovanni - Grasso Teresa - Gravina Antonio Michele - Greco Maria - Ianigro Carinda Concetta - Ieluzzi Nicola - Iezzi Folliero Giovanni - Imbimbo rag.Vincenzo - Imperatore Antonio - Inglese Luigi - Insogna Costantino - Isernia ins. Raffaella - La Fragola Filomena Addolorata - La Vecchia Michele - Labbate Antonietta Pia - Lacerenza Giuseppe - Lafronza Vincenzo - Lamorgese Giovanni Battista - Lembo Leonardo - Leone Luigia - Leone Vincenzo - Lepore Antonio - Lioce Mario - Lionetti De Cillis Giovannina - Lionetti Maria Giovanna - Lionetti Mario - Locurcio Michele - Lombardi Bianca - Longo Lucia - Longo Michele - Longo Vincenzo - Lotito Raimondo - Lupo Anacleto - Masciocco dott. Domenico - Maffia Rocco - Mafia Giovanni - Mancaniello Giuseppe - Mancini Michele Antonio - Manente Lucia - Manna Annita Maria - Mansueto Lina - Mantuano Antonio - Marchese Fortunato - Marcino Mario - Marroni Antonio - Massariello Roberto - Massenzio Francesco - Mastrangelo Maria Rosaria - Matera Maria Grazia - Minelli Giuseppe - Minutillo Michele - Miresse Maria Giovanna -Moccia Antonio - Moccia Giuseppe - Montagna Emanuele - Montepeloso Francesco Antonio - Morlacco Dionisio - Mucci Addolorata Maria - Nardillo Annita - Niro Maria Nicoletta Niro Maria Nicoletta - Niro Trommaco Anna Notarstefano Tommaso - Oliva Alberto Rosa - Padovano Edoardo - Padovano Giuseppe Pio - Paglione Benedetto - Palena Sebastiano - Parracino Tullio - Pasquarelli Michele - Pastore Rocco - Patella Luigi - Pecoriello Angela - Pellegrini Mario - Pellegrino Maria Antonietta - Pellegrino Maria Rosaria - Pellegrino Mario - Pellicciaro geom. Renzo - Pepe Giovanni - Perna Concetta - Petitti Michele - Petitti Rosa - Petruccelli Domenico Piccirilli Vincenzo - Picciuto Giovannina - Piccolo Claudio Pierro Domenico- Rucci prof.Antonio - Pietrosanto Michele - Pilla Pina - Pisciotti Giovanni - Pitta Michele Vittorio - Pitta Pasquale - Pitta Raffaele - Polito Mario - Ponticelli Antonio Alfonso - Principe Giuseppe - Quatela Mario - Rauti Pasqualino e Maria - Re Matteo - Rignanse Anna - Trincucci Giovanni - Ritucci Vincenzo - Roberti Giuseppe - Romice Maria Raffaella - Roselli Maria Rosaria - Rosignoli Giuseppina - Rossi Vincenzo - Ruggiero Fernanda - Ruggiero Salvatore - Russo Michele - Sassi Giuseppina - Sasso Emanuele - Sasso Giovanni - Scarano dott. 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Pio e Antonio Frati Minori Conventuali - Cordella Maria - Corvelli Giuseppina - Curzi Vincenzo - D’Andrea Sergio - D’Apice Roberto - D’Errico Giovanni - De Gregorio Emilio e Clelia - De Iuliis Luigi - De Luca Anna - De Luca rag.Vincenzo - De Peppo Anna Maria - De Sario Sbarra Maria - De Simore prof.ssa Carmela - De Stefano Antonio - De Troia dott. Giuseppe - De Vivo rag. Salvatore - Del Panta Barbaro Anna - Dell’Arciprete Bruno - Delli Carri Vito - Di Chinno Armando - Di Cio Giuseppe - Di Fonte Giovanna - Di Gioia Antonio - Di Gioia Franco - Di Gioia Giuseppe - Di Paola Rita e Lucia - Di Santo Antonio - Di Terlizzi Rosa - Di Trani Pasquale – Di Sieno dott. Michele - Fasani Avv.Vincenzo - Fasani dott. Carlo - Fasani dr. 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