sottovoce
T
Giullari di speranza
empi duri ad Assisi in quel 1226. Il vescovo aveva scomunicato il podestà. Questi,
per ritorsione, aveva diffidato gli assisani
da rapporti economici con il vescovo. Aria satura di odio in città. Francesco, gravemente ammalato, era molto preoccupato. Ebbe un’idea geniale.
Chiamò un frate e lo inviò al podestà: “Di’ a lui
e ai suoi di recarsi al vescovado...”. Ad altri due frati
affidò la missione di cantare davanti a vescovo e
podestà il Cantico delle creature: “Andate e cantate alla presenza del vescovo e del podestà e degli
altri che sono lì presenti. Ho fiducia nel Signore che
renderà umili i loro cuori e faranno pace e torneranno all’amicizia e all’affetto di prima”.
Tutto pronto nel cortile del vescovado. I frati
cominciarono a cantare. Commozione generale. Il
podestà “tutto in lacrime” ascoltava attentamente. Finito il Cantico, il podestà espresse il suo pentimento, il vescovo “lo prese tra le braccia chiedendogli perdono”. Il due “si abbracciarono e
baciarono con molta cordialità e affetto”. Tutti gridarono al miracolo operato da Francesco.
Mi è tornato in mente questo episodio, descritto dalla Legenda perugina (FF, 1593), pensando al
clima molto teso negli ultimi mesi nel nostro
Paese. Aria da duello tra Chiesa e Stato in Italia.
Il nodo è il decreto legge governativo sui Dico (diritti dei conviventi) presentato al Parlamento nel gennaio 2007. Il 24 maggio, festa della ‘dedicazione’
della basilica assisana di san Francesco, c’è una
svolta.
Il presidente della repubblica Giorgio Napolitano,
parlando alla Conferenza nazionale sulla famiglia,
organizzata dal governo, ha invitato tutti a trovare “risposte che non dividano il Paese, che non scivolino sul piano inclinato di un artificiosa e perniciosa contrapposizione” tra laici e cattolici.
Napolitano ha invitato al “serio ascolto delle
preoccupazioni e dei contributi di pensiero che possono venire dalla Chiesa e dalle organizzazioni cattoliche” (alludeva al Family day del 12 maggio?).
Qualche giorno dopo, il presidente della CEI, mons.
Angelo Bagnasco, ha espresso “grande ammirazione”
per le “parole di altissimo livello” del presidente
Napolitano: “Credo che le sue parole contribuiscano
alla costruzione di un clima positivo e alla crescita
di tutto il Paese”.
Bagnasco ha sottolineato che “ci unisce” al capo
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
dello Stato la ricerca di “elementi di convergenza
e di collaborazione” per il bene dell’Italia. Ed ha aggiunto: “Per quanto riguarda le istituzioni, io penso che
ci sia da parte di tutti - e da parte nostra, nel modo
più assoluto - il desiderio di chiarezza, di rispetto reciproco, di confronto leale e non pregiudiziale
su questioni fondamentali”.
Rimangono le differenze di valutazione sui
Dico, ma è bello constatare il clima più sereno e
rispettoso nei rapporti tra Stato e Chiesa, dopo le
nuvole minacciose dei mesi scorsi. Certo l’Italia non
è Assisi e il 2007 non è il 1226. Ma Francesco c’è
ed è il patrono d’Italia. Possiamo anche oggi sperare nel miracolo?
Voglio cantare la speranza. La Chiesa difende
limpidamente la stabilità e l’unicità della famiglia,
posta a fondamento anche della Costituzione italiana, ‘cristianamente’ propone ai suoi figli l’altissima vocazione del sacramento del matrimonio. I
laici rivendicano, con diverse accentuazioni, la
garanzia dei diritti dei conviventi, senza escludere
l’istituto naturale del matrimonio e della famiglia.
Mi chiedo: “Ci può essere una zona di confine
in cui i ‘princìpi’ naturali e religiosi non confliggono totalmente con i ‘diritti’ rivendicati dai conviventi?
Si può stabilire un livello minimo condiviso per una
legislazione di promozione della famiglia e di
garanzia di alcuni diritti individuali dei conviventi?”.
Confido nella via del dialogo, per il bene di tutti.
Mi permetto di richiamare l’attenzione al Convegno
ecclesiale di Verona 2006: la limpidezza e la
forza degli appelli alla speranza, per una testimonianza incisiva e cordiale dei cristiani nel
Paese.
Canto la speranza e la bellezza di essere
testimoni gioiosi del Risorto, compagni di strada
di chi ci guarda con diffidenza e pregiudizio,
“pronti sempre a rispondere” a chi ci domanda
“ragione della speranza... con dolcezza, rispetto e
retta coscienza” (1 Pietro, 3, 15-16).
La speranza è fragile, come i petali di una rosa,
bella e profumata. E’ preferibile ad ogni ragionevole conflitto, è più forte di ogni legittima rivendicazione. Come ‘giullari di speranza’ cantiamo la
bellezza del dialogo delle diversità. Francesco
d’Assisi, nostro patrono, facci cantare i sogni
dell’utopia!
Giovanni G. Iasi
1
colloqui
C O R A G G I O , FA M I G L I A !
Caro p. Giovanni,
leggo su La Diocesi, mensile d’informazione della diocesi di Lucera-Troia (n. 1/2007, p. 8) l’articolo “Giovani e Matrimonio” di d. Rocco Coppolella. L’autore basandosi sull’esperienza personale,
nota tra l’altro “l‘incapacità della scelta” nei giovani d’oggi. D’accordo, i giovani non hanno il coraggio di operare scelte coraggiose, ma tanto perchè la famiglia oggi è distratta da valori che non sono
certo cristiani e poi la chiesa ha lasciato a lungo la famiglia in balìa delle ripetute ventate di modernità, non sostenendola nel suo difficile cammino.
Mentre scrivo, penso al 40° del mio matrimonio: la famiglia al completo a Messa e all’àgape, durante la quale sono stati ripensati i valori che hanno sostenuto la mia famiglia, nonostante le sofferenze
e le prove. A conclusione di quel giorno, si è elevato un coro di ‘grazie’ al buon Dio per i doni ricevuti: la vita, la fede, il tempo, i figli, le guide illuminate accanto a noi. La nostra famiglia, fin dal
suo nascere, è stata posta nelle mani del Signore che ci ha consentito di crescere. Abbiamo confidato nella Provvidenza e chiesto a Dio Padre di sostenerci nelle scelte, rendendoci docili alla sua volontà.
Coraggio, famiglia, ritorna a mettere Dio al centro della tua esistenza!
Ada (Lucera)
Cara signora Ada, il matrimonio e la famiglia
non conoscono una bella stagione, sono svalutati
nella prassi ed insidiati da mille sfide. La comunità cristiana, famiglia delle famiglie, non sempre offre ad esse il sostegno di una pastorale adeguata, aiutandole efficacemente nel difficile compito di ‘trasmettere’ il patrimonio spirituale alle
nuove generazioni.
I ‘corsi prematrimoniali’, quando non risultano
il rispetto di una formalità burocratica in ossequio
alle direttive dei vescovi, spesso non hanno un
‘dopo’ per le giovani famiglie. Pertanto il contatto
parrocchia-famiglia procede a tappe sacramentali, intervallate da lunghi silenzi pastorali. I
pericoli per la famiglia cristiana, a mio modesto
parere, non provengono prevalentemente dall’esterno (leggi civili, cultura secolarizzata, ecc.),
ma dalla insufficiente azione pastorale della
comunità di riferimento. E’ questa che deve promuovere e vitalizzare la famiglia.
P. Giovanni
I O T I A S S O LV O
Caro p. Giovanni,
sono un giovane universitario interessato a conoscere la sua opinione su un articolo pubblicato sul settimanale L’espresso qualche mese fa. L’articolo, “Ma io ti assolvo”, riporta delle risposte
ottenute in confessionale, probabilmente in modo non troppo corretto. Infatti il giornalista ha costruito identità fittizie e dichiarato peccati immaginari, legati alle questioni più scomode della società
contemporanea: eutanasia, droga, prostituzione, pedofilia, coppie di fatto, ecc. Le risposte riportate
spesso sono in aperto contrasto con le direttive del papa Benedetto XVI. Forse non tutti i sacerdoti sono ben informati o le direttive non sono da loro condivise. Qual è la sua opinione?
Giuliano (Lucera)
Caro Giuliano, l’articolo l’ho letto anch’io
(l° febbraio 2007, pp. 23-29). Aggiungo, per
conoscenza dei nostri lettori, che il servizio è firmato da Riccardo Bocca, il quale si è finto penitente e si è presentato in vari confessionali nelle
città di Torino, Milano, Roma, Napoli, Palermo
dal 7 al 21 gennaio 2007.
Rispondo brevemente. Innanzitutto, è deplorevole la modalità di ‘estorcere’ le opinioni dei sacerdoti, sfruttando sacrilegamente il sacramento
della Penitenza. Inaccettabile questo modo di fare
giornalismo. Quali erano gli obiettivi del Bocca?
Provare che i sacerdoti non accettano l’insegnamento del pontefice? Mostrare l’ignoranza dei con2
fessori? Leggendo le risposte raccolte dal giornalista, ho provato un senso di tristezza.
Effettivamente emerge una vasta gamma di opinioni che va da una eccessiva indulgenza ad un
rigorismo morale disattento alle situazioni concrete. Come comunità cristiana siamo interpellati a illuminare le coscienze dei fedeli, armonizzando la verità morale con l’opera di discernimento delle condizioni soggettive. Questa
vicenda giornalistica ci sia di stimolo a valorizzare con competenza e delicatezza il sacramento della Confessione e la direzione spirituale
nelle nostre chiese.
P. Giovanni
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
fattidichiesa
I VESCOVI DELLA REGIONE IN ‘VISITA AD LIMINA APOSTOLORUM’: 12-17 MARZO 2007
La PUGLIA incontra il PAPA
Ciro
Fanelli
di
14 MARZO 2007: Udienza generale, piazza san Pietro.
a Chiesa di Puglia, terra antica, ricca
di fede e tradizione, ma anche aperta
verso i Balcani e verso il Mediterraneo,
è stata ricevuta in visita ad limina da papa
Benedetto XVI dal 12 al 17 marzo 2007.
Tra i vescovi delle 19 diocesi pugliesi
c’era anche il vescovo di Lucera-Troia mons.
Zerrillo, che io, come segretario, ho avuto la
gioia e l’onore di accompagnare in questo singolare evento ecclesiale. La visita ad limina
dei vescovi al papa è una manifestazione e insieme un mezzo di comunione tra i vescovi e la
Cattedra di Pietro.
“I vescovi - precisava Giovanni Paolo II attraverso la loro visita alla Sede degli apostoli
esprimono il legame con Pietro, che unisce
la Chiesa su tutta la terra. Venendo a Roma
ogni cinque anni, portano qui, in un certo
senso, tutte le Chiese, cioè le diocesi che, tramite il loro ministero episcopale e nello stesso tempo tramite l’unione con la Sede di
Pietro, si mantengono nella comunità cattolica della Chiesa universale. Insieme alla
L
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
loro visita alla Sede apostolica i vescovi portano a Roma anche le notizie sulla vita delle
Chiese di cui sono i pastori, sul progresso dell’opera di evangelizzazione, sulle gioie e le difficoltà degli uomini e dei popoli tra i quali essi
compiono la loro missione”.
Più in concreto, i vescovi pugliesi, nella calda
settimana romana, che faceva da preludio alla
primavera, hanno vissuto intensamente i tre
classici momenti della visita ad limina:
a) Martedì 13 marzo, alle 7.45, tutti i
vescovi hanno concelebrato all’altare della
tomba di san Pietro, rendendo così il previsto omaggio alla tomba dell’Apostolo Pietro.
Questo primo momento è indicativo del fatto
che non si tratta di una visita protocollare, o
di un fatto amministrativo ma di un vero
pellegrinaggio col quale ci si riferisce a quell’unica fede, che fu testimoniata dal martirio
degli Apostoli; nei giorni successivi i vescovi con i propri fedeli, convenuti a Roma per
l’occasione, hanno visitato anche la basilica
di san Paolo.
3
La PUGLIA incontra il PAPA
fattidichiesa
b) Mercoledì 14 tutti i vescovi con i numerosi fedeli provenienti delle diocesi, hanno
vissuto l’incontro pubblico in piazza san Pietro
con Benedetto XVI nell’udienza generale.
c) Durante la settimana, i vescovi in maniera collegiale hanno incontrato i responsabili dei
dicasteri della Curia romana: sono stati così introdotti ai moltepli aspetti della comune sollecitudine
pastorale.
Il cuore della visita è evidentemente consistito
nell’incontro privato con il santo Padre. Per il
nostro vescovo l’udienza privata con papa
Benedetto XVI è stata giovedì 15 marzo alle
11.30. Per me questo momento è stato carico
di emozioni, avendo accompagnato il vescovo
nello studio del papa.
Anche qui si è andato oltre il semplice
scambio d’informazioni. Ma si è vissuto un
intenso momento di comunione affettiva ed effettiva con il santo Padre, che si è mostrato paternamente attento e premuroso nei confronti
della realtà ecclesiale locale che il singolo
vescovo gli esprimeva.
I vescovi pugliesi, si sono preparati da
tempo a vivere, sia personalmente sia collettivamente, questo incontro col papa, ricco di significato e valore teologico, spirituale e pastorale.
Ogni vescovo, in vista di questo incontro, ha
messo a punto e inviato apposite e dettagliate
relazioni sullo stato della propria diocesi.
Queste relazioni, come hanno già permesso di
fare il punto della situazione, così saranno
principale punto di riferimento per lo scambio
di pareri in vista dell’incremento dell’azione ecclesiale. Il papa incontrando i vescovi di Puglia è
entrato in vitale contatto con una regione che,
come ha affermato mons. Ruppi, presidente della
Il Papa, mons. Zerrillo e don Ciro Fanelli
4
Conferenza Episcopale Pugliese, è “antica e complessa, che comprende diverse realtà, quali la
Daunia, la parte centrale, che comprende la
provincia di Bari, e il Salento, che comprende le
altre province”. È una terra “che ha i suoi affanni, come la disoccupazione giovanile, lo sviluppo economico non sempre uniforme ed una
notevole complessità politica, che ne fa a volte
anche terra di sperimentazione di formule
nuove, spesso anche ardite”. La diffusione sul territorio “di tante università e di molte realtà culturali”, fanno della Puglia “una regione aperta
e matura, in cui si sono sviluppati notevoli livelli dirigenziali, anche alti, come Aldo Moro”.
La Puglia si è presentata al papa non solo con
le sue risorse e prospettive, ma anche con le sue
situazioni problematiche. I problemi della
regione, ha ribadito mons. Ruppi, in una sua intervista in occasione della visita ad limina, “sono
molti e sono comuni alla realtà della nazione”.
I nodi problematici possono essere soprattutto individuati in due: “le giovani generazioni
e la famiglia”.
“I giovani - continua - sono spesso lontani
non solo dalla fede, ma anche da quei valori antichi che hanno sorretto i loro stessi genitori”.
La gran parte dei sacerdoti pugliesi, per mons.
Ruppi, “lamenta la difficoltà di parlare con i giovani, di stabilire rapporti sereni e proficui con
essi”. Sono tanti i giovani “che appartengono
ai movimenti e non mancano anche di quelli
che hanno una vita davvero integra, con slanci apostolici; ma - aggiunge - la gran parte vive
lontana: nonostante il grande sforzo che facciamo,
siamo consapevoli della enorme distanza che
c’è tra i giovani e la Chiesa”.
Vi sono poi problemi sociali di notevole
portata “quali quello della disoccupazione giovanile, del lavoro femminile, del lavoro nascosto o nero; il problema dello sviluppo distorto
di molte aree della regione; la mancanza di una
classe dirigente nuova, ispirata cristianamente; un laicato cattolico, a volte, disperso, debole o frastagliato”.
Di fronte a questi problemi “facciamo quello che è possibile con una forte unità dell’episcopato e un cospicuo impegno da parte delle
parrocchie, del volontariato e delle diverse
componenti ecclesiali”.
Il papa nell’udienza generale del 14 marzo
ha detto ai pellegrini pugliesi: “Cari amici, vi
incoraggio a sentirvi sempre più coinvolti nella
missione della Chiesa per venire incontro con
rinnovato slancio apostolico alle numerose
sfide sociali e religiose dell’epoca attuale. Nei
colloqui con i vostri vescovi ho già sentito
come in Puglia la Chiesa è ancora viva, dinamica
e piena di fede”.
n
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
fasanimaestro
RELAZIONE AL CONVEGNO CATECHISTICO DIOCESANO, OTTOBRE 2006
di
Giovanni
G. Iasi
Fasani catechista
C
conoscere nella Chiesa” (DB, 186). La testihe c’entra il Padre Maestro con la
monianza propria del catechista è l’inseCatechesi? È vissuto in altri contesti
gnamento. Egli nella Chiesa è “maestro”
ecclesiali e pastorali, così lontani dal
(DB, 187). Deve sapere “come dire”, “come
movimento catechistico di oggi. Eppure mi
insegnare”, “come far vedere” il mistero di
affascina un confronto a distanza: la fisionomia
Cristo. Attraverso una sapiente e delicata
del catechista e la figura del Fasani. Desidero
opera educativa il catechista deve condur‘leggere’ sinotticamente alcuni numeri del
re i destinatari alla testimonianza di vita. Come
Documento Base del Rinnovamento della
“educatore” deve proporsi “il pieno svilupCatechesi (DB) e l’impegno ecclesiale del
Padre Maestro.
po della personalità cristiana dei fedeli”,
Il capitolo VI del DB tratta delle “fonti della
cioè far nascere e crescere la “mentalità di
catechesi”. Come si sa, le “fonti” sono la Parola
fede” (DB, 188).
di Dio, la Sacra
Il Fasani è stato un
Scrittura, la Tradizione
“testimone” eccellente
come “luogo vivo di
con la sua santità, è
incontro con la parola
stato un “insegnante”
di Dio” (n. 109). Nella
(da sempre è “il padre
Tradizione “la storia
Maestro”), ed un “edudella Chiesa”, nella stocatore” (formatore comria della Chiesa “le granpetente di generazioni di
di pagine della carità
giovani e di fedeli di
e della santità cristiana
ogni ceto). Egli ha svollungo i secoli” (n. 112).
to per molti anni il serVi si parla della Chiesa
vizio di docente di filoche “nella storia si impesofia e teologia nello
gna a purificare, eleva‘studio’ di Lucera, a
re e perfezionare il patripartire dal 1707; ha premonio spirituale dei
dicato al popolo tutta la
popoli” (ib.). Dunque
vita (1707-1742); ha
anche san Francesco
dedicato tempo ed enerAntonio Fasani è una
gie alla guida spirituale
“fonte della catechesi”.
di tantissimi fedeli attraQuesta è una chiave di
verso il ministero della
lettura che ci permette
Confessione e della diredi vivere il presente
zione spirituale. Senza
(fare catechesi) pogcontare che la sua categiando sul ricco patrichesi era tradotta in
Chiesa di san Francesco, Pulpito.
monio di santità del
amore dei più poveri
passato (Fasani, per esempio).
con iniziative puntuali ed incisive (la mensa
Provo ad evidenziare, nel confronto tra
dei poveri, il banco di credito, l’assistenza
DB e Fasani, alcuni dati della ‘nuova catedomiciliare di famiglie bisognose, l’assichesi’ avviata dopo il Concilio ecumenico
stenza morale e materiale dei carcerati).
Vaticano II in Italia (1970). Il Padre Maestro
Non è una forzatura né una lettura retroatè “fonte” di riferimento per la “santità” del
tiva affermare che nel Fasani catechista si può
catechista, perché lui è stato santo e catechista
rintracciare nitida la “metodologia catechia tutto tondo.
stica” che è alla base del rinnovamento della
Il catechista è, nella sua “fisionomia spicatechesi in Italia (Cf. DB, IX capitolo, nn.
rituale e apostolica” (DB, 185), “testimone”
160-181). “A fondamento di ogni metodo
(DB, 186), “insegnante” (DB, 187), “educatechistico, sta la legge della fedeltà alla parocatore” (DB, 188). La testimonianza della vita
la di Dio e della fedeltà alle esigenze concrete
è “la via per la quale la verità cristiana si fa
dei fedeli” (DB, 160).
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
5
Fasani catechista
fasanimaestro
È il grande principio di ogni forma di
annuncio (catechesi, predicazione, omelia, ecc.)
che esprime il ruolo di mediazione della
Chiesa tra Dio e gli uomini. Deriva direttamente dalla realtà dell’Incarnazione del Figlio
di Dio. Su questo fondamento metodologico
poggia ogni strategia pedagogica e didattica
nella fede.
Il DB, poi, esemplifica il principio nel
“far posto all’iniziativa di Dio” (DB, 163) e
nel mettersi “a servizio dell’uomo” (DB,
168). Il principio della duplice fedeltà esige
dagli operatori pastorali, in specie dai catechisti, la conoscenza-amore di Dio e della sua
rivelazione e la conoscenza-amore degli uomini destinatari di ogni annuncio. L’incontro tra
Dio e l’uomo, che la catechesi deve favorire
in tutte le fasi della vita, avviene efficacemente
nella misura in cui il catechista-mediatore conosce bene i due ‘poli’ di questa specialissima
forma di ‘comunicazione’.
Il Padre Maestro ha vissuto armonicamente la comunione con Dio e la vicinanza
caritativo-affettiva alla gente del suo tempo.
Il Santo aveva una conoscenza profonda e concreta dei suoi contemporanei. Tutti quelli
che lo conobbero testimoniarono questa vicinanza del Fasani alle situazioni esistenziali del
popolo. Con la santità della vita sapeva farsi
carico delle fragilità e dei bisogni della sua
gente: nella preghiera viveva una sorta di
unità interiore che gli permetteva di vedere
in Dio tutti i bisogni degli uomini fratelli.
Sapeva unire armonicamente la fedeltà a
Dio e la fedeltà all’uomo.
Concretamente il Fasani ha seguito, nella
sua attività di annuncio, alcuni criteri metodologici messi in evidenza dal DB per l’opera catechistica.
- La personalizzazione dei contenuti attraverso il rapporto personale nella Confessione
e nella direzione spirituale (Cf. DB, 169). È
“la capacità di guidare l’assimilazione, l’interiorizzazione e l’espressione personale”
dei contenuti annunciati. Serve l’uomo “in ogni
sua condizione, in ogni sua infermità, in
ogni sua necessità”.
- L’individualizzazione dell’annuncio (Cf.
DB, 170): attenzione alle “esigenze singolari dell’individuo”, perché “ciascuno è inconfondibile”. Il Padre Maestro sapeva entrare in sintonia con i condizionamenti e i bisogni dei suoi
interlocutori. Cercava la “salvezza” del singolo, non della folla cui predicava. Dio chiama per nome ed ama uno ad uno i suoi figli.
Il Santo l’aveva capito.
- La socializzazione delle persone accostate
singolarmente (Cf. DB, 171): la vocazione di
6
Chiesa di san Francesco sec. XIV.
ogni persona è legata intrinsecamente alla vita
della comunità. Il Fasani saggiamente curava i singoli ed incrementava lo spirito di
partecipazione alla comunità. Ciò avveniva nel
ministero della Confessione e direzione spirituale (significativo è il gruppo delle ‘bizzoche’
o oblate francescane che costituivano una
‘comunità’ di anime consacrate), nell’animazione delle attività caritative (coinvolgeva religiosi e laici nelle opere di solidarietà)
e nella formazione dei novizi e dei chierici alla
vita comunitaria francescana.
- La memorizzazione di formule sintetiche
(Cf. DB, 177) nella predicazione popolare attraverso le “canzoncine” (Cf. ad esempio le
Sette Novene Mariane) che insegnava al
popolo al termine delle prediche. Quello
della memorizzazione è un criterio previsto
anche nella catechesi attuale, anche se molto
trascurato nella prassi.
Concludendo, il Padre Maestro è “fonte”
di catechesi in maniera duplice: per la sua santità canonizzata dalla Chiesa (13 aprile 1986)
e per la sua opera specifica di catechista del
popolo di Dio. Giovanni Paolo II, nell’omelia della canonizzazione, diceva di lui: “Vero
amico del suo popolo, fu per tutti fratello e
padre, eminente maestro di vita, da tutti
ricercato come consigliere illuminato e prudente, guida saggia e sicura nelle vie dello
Spirito, difensore e sostenitorie degli umili e
dei poveri. Ne è testimonianza il riverente e
affettuoso titolo col quale lo salutarono i
contemporanei e che è tuttora familiare al buon
popolo di Lucera: egli, allora come oggi, è sempre per loro il Padre Maestro”.
n
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
specialevenezuela
LETTERA DA GUANARE, 27 MAGGIO 2007
Coccole e carezze
di
Eugenio Di Giovine
e-mail: [email protected]
È arrivato l’inverno, almeno sul calendario.
Perché di inverno qui c’è ben poco, il caldo
continua inesorabile e le attese piogge rinfrescanti tardano ad arrivare.
Anche questo caldo estenuante per noi è
motivo di riflessione. Ci lamentiamo in Italia
che fa troppo freddo o troppo caldo, che l’autunno è grigio, che piove troppo o troppo poco;
qui davvero avrebbero di che lamentarsi…sono flagellati tutto l’anno senza tregua,
da un caldo umidissimo che fa sentire sempre stanchi e che favorisce la proliferazione
di insetti di ogni tipo. Credo che al nostro ritorno apprezzeremo molto di più il bel clima della
nostra terra.
Ci eravamo lasciati all’inizio della Quaresima
con le notizie dell’incendio, ora siamo a
Pentecoste e grazie a Dio tante cose si sono
messe a posto.
L’arrivo dei genitori di Elisabetta nel mese
di marzo ci ha permesso di concentrarci sui
lavori di rifacimento dell’impianto elettrico,
del tetto, dei muri e di tutto quanto andava
riparato. È stata per noi la prima “visita” da
quando siamo qua: l’arrivo dei familiari è
stata un’iniezione di affetto e di compagnia che
proprio ci voleva. È stato bello per noi poter
mostrare dove viviamo, cosa facciamo, chi sono
le persone che ci circondano. Oltre al prezioso
aiuto dei genitori di Elisabetta che intrattenevano le bambine, non possiamo non ringraziare pubblicamente il sig. Dario, praticamente un factotum dei frati che insieme all’eclettico fra Fabio Paciello, chierico pugliese,
ha svolto un eccellente lavoro in un clima di
amicizia e fraternità veramente stupendo.
Grazie anche a chi tra voi ci è stato vicino con
la preghiera, e con la comunicazione e a chi
ha potuto e voluto contribuire economicamente
al progetto ed ai lavori di risistemazione
della casa.
Noi stiamo tutti bene e ci sentiamo ormai
pienamente a nostro agio. Qui ci sono due città
una dentro l’altra. Una è quella di chi vive in
case grandi, con pavimento di porcellana,
ha due o tre macchine, ha tutta la tecnologia
dell’ultima generazione. L’altra è di chi vive
in case minuscole. Quando va bene sono di
blocchi di cemento e lamiere, quando va
male solo di lamiere (se non addirittura di legno
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
e fango), il pavimento in cemento o terra, se
sono fortunati hanno una vecchia bici, non
hanno il telefono e vivono alla giornata con
pochi bolivares.
Nell’ambito del progetto Alejandro, segnaliamo due eventi molto singolari. Il primo, 28
febbraio, festa di compleanno di Omar, un
bimbo di 7 anni, l’ultimo di 10 figli di una famiglia molto povera.
La data del suo compleanno è anche la data
di anniversario della morte della mamma. Omar,
piangeva ricordandosi della madre, a intermittenza piangevano tutti. Fra Fabio non
faceva in tempo a consolarne uno che partiva un altro. Ad un certo punto Omar quasi rifiutava la festa, perché si sentiva in colpa per la
morte della madre. Quando siamo entrati
nel salone con la torta, Omar ha riacquistato il sorriso, tutti hanno partecipato alla festa.
L’altro episodio è stato il 14 maggio: la festa
della mamma. La festa è andata benissimo,
hanno fatto delle scenette, recitato delle poesie e tutti erano felici. Tutti i bimbi hanno un
estremo bisogno di coccole e carezze. Sono
situazioni forti che a volte ci aiutano a capire il perché noi siamo qui. Un abbraccio, un
sorriso a volte valgono molto di più di qualsiasi altra cosa.
Per il resto tutto procede molto bene.
n
7
cronachedelsantuario
MESSAGGIO ALLA COMUNITA’ DIOCESANA
Don Alesandro di Troja
Fratelli e sorelle carissimi,
il Signore ha fatto un grande dono alla
nostra Chiesa diocesana in questi ultimi anni,
sospingendo la nostra intelligenza devota
alla riscoperta del sacerdote don Alesandro
di Troja che fu autentica perla del clero lucerino nei suoi giorni terreni. Don Alesandro,
vissuto dal 1801 al 1834, è rimasto molto
tempo nell’oblìo, quasi un tesoro nascosto.
Nel 1999, rispondendo all’unanime attesa del clero e di un numero allargato di fedeli laici affascinati dalla memoria luminosa
del pio sacerdote, iniziammo l’iter verso il processo cognitivo diocesano, teso ad appurarne le virtù e la fama di santità.
Il processo si è protratto piuttosto a lungo,
per la difficoltà di mettere insieme documenti a testimonianza della vita santa e dell’ininterrotto ricordo della esemplarità di
vita del Servo di Dio.
C’è stato un notevole sforzo di ricerca
storica. La ricerca, a parte la preziosa biografia
del sacerdote, diffusa già a soli otto anni
dalla sua morte, ha dovuto far riferimento a
testimonianze indirette, evocatrici però dell’unanime convergenza di molti sulla santità di vita di don Alesandro.
E’ giunta così a noi quasi l’eco ammirata,
ripetuta di generazione in generazione.
I membri del Tribunale hanno ascoltato
numerose testimonianze di persone che hanno
riferito il legame costante delle loro famiglie
e dei loro avi con la memoria del Servo di Dio.
Il lavoro sagace ed amoroso del Tribunale
ha ormai terminato il suo corso; abbiamo
perciò deciso di indire la seduta conclusiva pubblica della fase diocesana nella Cattedrale
di Lucera subito dopo la messa vespertina delle
ore 18,00 - domenica 7 gennaio 2007.
Con questa ultima seduta del Tribunale diocesano tutti gli atti saranno composti in volumi e saranno presentati dal Postulatore alla
Congregazione delle Cause dei Santi.
Da quel punto, il processo si trasferirà a
Roma dove sarà revisionata tutta la documentazione e sarà valutata la reale eroicità delle
virtù del Servo di Dio e la effettiva fama di santità.
Noi auspichiamo la continua crescita dell’attenzione dei fedeli intorno alla figura del
Servo di Dio; noi ci aspettiamo che Dio
voglia esaltare questo suo servo, facendolo strumento della sua misericordia presso di noi; noi
speriamo il riconoscimento solenne della
Chiesa della vita santa di don Alesandro.
Don Alesandro fu molto devoto in vita di
san Francesco Antonio Fasani e si adoperò per
farlo conoscere ed amare: voglia san Francesco
Antonio Fasani perorare la causa di questo suo
concittadino, ammiratore ed emulo.
† Francesco Zerrillo
Vescovo
Santa Elisabetta a Lucera
Il 7 febbraio 2007 la Fraternità
OFS di Lucera ha vissuto un
momento forte di spiritualità
francescana. Anche nella nostra
comunità ha fatto tappa la
Reliquia di santa Elisabetta
d’Ungheria (nella foto), patrona
del Terz’Ordine Francescano.
Questa “peregrinatio” è stata
8
voluta dal Consiglio Nazionale
OFS in occasione dell’VIII centenario della nascita di santa
Elisabetta.
La mattina del 7 Febbraio,
insieme ad uno dei frati del santuario, mi sono recata presso il
convento di sant’Antonio a
Sant’Agata di Puglia dove si troIL PADRE
MAESTRO
2/2007
cronachedelsantuario
vava la reliquia, per portarla a
Lucera. Al nostro arrivo a
Sant’Agata, oltre ai frati, erano
presenti alcuni membri della
fraternità e la ministra. Dopo
un momento di preghiera c’è
stata la consegna e, sistemata
la reliquia in macchina, siamo
ripartiti verso Lucera.
All’arrivo ci attendevano
i nostri frati e un buon numero di fedeli accorsi per acco-
gliere degnamente la reliquia.
Nel pomeriggio la fraternità si
è riunita per la recita del santo
Rosario intervallato dalla lettura della vita di Elisabetta.
Abbiamo cercato di solennizzare questo momento invitando le parrocchie della nostra
città, nonché il nostro vescovo mons. Francesco Zerrillo
che ha accolto con gioia l’invito ce1ebrando, l’Eucarestia.
Dopo la Messa, vi è stato un
altro momento di preghiera
con una veglia animata dai
giovani della Gi.Fra.
Molti sono stati i fedeli che
si sono susseguiti nel santuario per venerare la reliquia,
accettando anche il nostro
invito di recare un dono, come
gesto di carità, da destinare alle
famiglie dei detenuti, poiché i
frati del Santuario si occupano della cappellania del carcere
di Lucera.
E’ stato un momento forte
di preghiera e di riflessione, perché ancora una volta la vita di
santa Elisabetta ha scosso le
nostre coscienze. Se pensiamo
a come ha speso la sua vita per
aiutare il prossimo seguendo
l’esempio del serafico Padre
Francesco, ci rendiamo conto
che è ben poco quello che facciamo noi come francescani.
Lucia D’Apollonio
Costruire la comunità
Domenica 25 marzo 2007, presso il Centro
della Comunità ‘Giovanni Paolo II’, si è svolto un incontro di formazione destinato ai
gruppi che operano nel nostro santuario, ma
anche a tutti coloro che, pur non appartenendo a nessun gruppo, partecipano in maniera attiva alla vita della nostra chiesa.
Tema dell’incontro: “La dimensione comunitaria della vita cristiana”. Relatore ed animatore
dell’incontro p. Giovanni lasi, rettore del santuario. Abbiamo cominciato alle 16.30 con un
momento di preghiera. Poi ha preso la parola p. Giovanni che ha ricordato la decisione presa
dai Consigli direttivi riuniti dei Gruppi, il
mese scorso, di organizzare periodicamente degli
‘incontri di conoscenza e di formazione di
tutta la comunità, anche in vista della ricostituzione della Consulta Pastorale del Santuario’.
P. Giovanni ha parlato di conoscenza, di
comunione come dono di Dio: per dono,
infatti, siamo figli di Dio e fratelli tra di noi.
E come fratelli dobbiamo vivere ‘per costruire la comunità’. In questo compito fondamentale va favorita la ‘cultura di comunione’
che educa al ‘pensare insieme’ e alla ‘condivisione
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
dell’impegno’, alla ‘elaborazione comunitaria dei progetti pastorali’ e all’attuazione degli
stessi. P. Giovanni ha parlato di corresponsabilità di tutti, nel rispetto dei ruoli e dei compiti, e di complementarietà delle persone e dei
gruppi nella comunità. Tutti elementi essenziali
questi per crescere insieme e fare davvero
comunità. ‘Per favorire e raggiungere la comunione ecclesiale’ sono decisivi gli ‘organismi di
partecipazione’. Vere ‘scuole e palestre di
comunione’, che rivelano ‘la fisionomia della
Chiesa conciliare’.
Al termine della relazione, i presenti si
sono suddivisi in tre gruppi di lavoro ed hanno
riflettuto insieme, rispondendo ad una serie di
domande proposte dal relatore: Vi conoscete
tra di voi? Che cosa fate per costruire la
comunità? Siete disponibili a far parte di una
delle due commissioni di lavoro che stiamo per
costituire?
Buonissima l’idea dei lavori di gruppo.
Molte, infatti, sono state le proposte emerse e
comunicate nell’assemblea conclusiva.
Maria Rosaria Pappani
9
cronachedelsantuario
Fàtima, 90 anni
13 Maggio 1917 a Fàtima la Vergine Santa
apparve a tre pastorelli, Lucia, Francesco e
Giacinta. Esattamente 90 anni dopo, la Milizia
dell’Immacolata di Lucera ha voluto far rivivere quei momenti con una Veglia di preghiera
nella suggestiva cornice di piazza Tribunali,
accanto al santuario del Padre Maestro.
Raffaella D’Apollo che ha prestato la voce
alla Madonna, e tre fratellini Anita, Gabriele
e Berenice Di Croce (nella foto) che hanno
interpretato i pastorelli, ci hanno regalato
momenti di tenerezza e di riflessione sul
messaggio che la Vergine volle dare attraverso
di loro al mondo intero: penitenza e preghiera, in particolare la recita del santo
Rosario per la conversione dei peccatori,
promettendoci: “Alla fine, il mio Cuore
Immacolato trionferà”.
Abbiamo fatto memoria anche dei 90 anni
della Milizia dell’Immacolata, associazione
mariana internazionale fondata nel 1917 da san
Massimiliano Kolbe, meditando i misteri con
riflessioni tratte dai suoi Scritti e con la recita
del Rosario da parte di alcune bambine.
C’era tanta gente in piazza quella sera.
Luciana Tambone
PRESENTATI DUE LIBRI NEL SANTUARIO
26 MAGGIO: San Francesco Antonio Fasani
Testimonianze di oggi, a cura di Tonino Tolve.
“In questo libretto non sono state riportate tutte le grazie ricevute, ma solo quelle sostenute dalla narrazione dell’intervento straordinario verificatosi per intercessione del Padre
Maestro. Tutto il materiale, che va dal 1957 ai nostri giorni, è
stato suddiviso in tre gruppi”.
9 GIUGNO: Storie piccole di Giovanni G. Iasi
Un libro di p. Giovanni, rettore del santuario lucerino.
“Storie grandi e piccole storie di vita vissuta attraverso la visuale pacata, ironica di chi conosce le dinamiche della società perché ha vissuto tutta la vita a contatto con la gente. In queste pagine c’è la cronaca, la politica, la cultura, la storiella arguta”.
Nel prossimo numero della rivista verrà presentato il
volume nella rubrica ‘letture’.
10
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
cronachedelsantuario
In breve con foto
BENEDIZIONE
DEI BAMBINI
Domenica 4 febbraio, nella Messa vespertina, straordinaria presenza di bambini con le
loro famiglie e di mamme in attesa. Una
celebrazione gioiosa e affollata per la ‘benedizione’ della vita appena sbocciata e di quella che sta per nascere. La comunità presente ha molto apprezzato l’iniziativa ed ha proposto di ripeterla ogni anno.
nista il cantautore religioso Pino
Fanelli, che ha presentato dieci
recenti composizioni al numeroso
pubblico giovanile e non, in occaA
sione della 44 Giornata Mondiale
di Preghiera per le Vocazioni.
MESE
MARIANO
Quest’anno un mese di maggio con Maria
‘donna eucaristica’, meditando il capitolo
VI dell’enciclica di Giovanni Paolo II Ecclesia
de Eucharistia (2003). Giorno dopo giorno,
abbiamo ripercorso la celebrazione eucaristica,
sottolineando la ‘presenza’ di Maria, la Madre,
guida sublime nell’incontro con Gesù, il
Figlio incarnato ‘ripresentato’ nel sacramento
del Pane e del Vino. La meditazione sul tema
è avvenuta a mo’ di introduzione alla Messa
vespertina, dopo la preghiera del Rosario. I
frati della comunità si sono alternati nell’animazione delle serate. Si è notata una buona
partecipazione di fedeli.
TEMPO DI QUARESIMA E PASQUA
PREGHIERE
Il tempo forte della Quaresima è stato scandito, nella comunità del santuario, dalla cura
particolare delle Messe domenicali e da tre iniziative infrasettimanali. Mercoledì: celebrazione francescana della ‘Corda Pia’ con meditazione sul volto di Cristo in san Francesco.
Giovedì: catechesi biblica sulla Parola della
domenica successiva. Venerdì: celebrazione
della ‘Via Crucis’ animata dai singoli gruppi
della comunità. Il tempo di Pasqua ha puntato l’attenzione sulle liturgie domenicali,
sulla ‘Via Lucis’ il mercoledì e sulla Catechesi
biblica il venerdì. La II domenica di Pasqua:
gran concerto pasquale dei Cantori di Assisi,
fondati da p. Evangelista Nicolini, diretti da
p. Maurizio Verde.
Un recital suggestivo e originale si è svolto
domenica sera 6 maggio nel nostro santuario.
Protagonisti: preghierepoesie del giornalista scrittore Anacleto Lupo, messe
in musica e cantate da
Michele Dell’Anno. Sette
quadri per canto e fisarmonica dal titolo “Dal
paradiso terrestre alla
risurrezione”. Ha presentato il giornalista Geppe
Inserra. Presente una
discreta presenza di pubblico.
CONCERTO
Fra Alessandro Mastromatteo, dei frati minori, ha scelto la nostra chiesa per essere consacrato sacerdote dal vescovo diocesano Zerrillo
la sera del 19 maggio. Chiesa gremita di gente
lucerina e di altri centri della regione.
Concelebrazione eucaristica di molti confratelli
CON
PINO FANELLI
Il Centro Diocesano Vocazioni ha organizzato
nel nostro santuario, sabato 28 aprile, il concerto vocazionale per tutti i ragazzi e i giovani
della diocesi. L’iniziativa ha avuto protagoIL PADRE
MAESTRO
2/2007
IN MUSICA
ORDINAZIONE
SACERDOTALE
11
cronachedelsantuario
minori della Provincia religiosa di Puglia e
Molise. P. Alessandro è di Lucera e risiede
nella comunità francescana di Biccari, ma studia ancora per la specializzazione alla pontificia università Antonianum di Roma.
VENT’ANNI
FA IL PAPA A LUCERA
La comunità diocesana ha ricordato la storica visita di Giovanni Paolo II nelle diocesi della
Capitanata, in particolare la giornata lucerina (25 maggio 1987), con una manifestazione suggestiva al Centro della Comunità, alla
presenza dei testimoni di quella giornata e di
un folto gruppo di fedeli. Immagini sullo
schermo e memorie al microfono, intermezzati da musiche dell’orchestra da camera di
Lucera. Nel nostro santuario altre due serate. Sabato 26 maggio: manifestazione
dell’Istituto Tecnico Commerciale e per
Geometri per la presentazione di un volumetto
(San Francesco Antonio Fasani Testimonianze
di oggi) curato da Tonino Tolve con la collaborazione di docenti ed alunni dell’istituto di
cui è dirigente, e rappresentazione di un atto
del dramma Padre Maestro ‘Il cammino dell’amore’ che ha impegnato alcuni alunni dello
stesso istituto. Domenica 27 maggio: Messa
vespertina del vicario generale della diocesi,
mons. Antono Pitta e breve omaggio canoro
della Corale ‘Santa Cecilia’ di Lucera in
memoria del grande papa.
CONCLUSIONE DELL’ANNO PASTORALE
Con un pellegrinaggio a Manoppello (foto), la
comunità ecclesiale del santuario lucerino ha
concluso l’anno pastorale 2006-2007. Un cinquantina di persone, metà appartenenti ai
gruppi, con p. Giovanni Iasi, domenica 17
giugno. A Manoppello (PE) visita e venerazione
del Santo Volto, celebrazione dell’Eucarestia,
pranzo al ristorante. Nel pomeriggio: breve
incontro del gruppo sulle prospettive pastorali
della nostra comunità. Quindi partenza e sosta
nel santuario ‘Madonna dei Miracoli’ di
Casalbordino (CH). Una bella giornata, serena e piacevole. Nel prossimo numero della rivista la cronaca dettagliata.
AUGURI
Il 26 maggio il Capitolo
Generale dei frati minori conventuali (Assisi, 14 maggio 20 giugno) ha eletto il 119°
successore di san Francesco.
E’ p. Marco Tasca, ministro
provinciale di Padova.
Nato nel 1957 in provincia
di Padova, ordinato sacerdote
nel 1983, ha conseguito la
licenza in psicologia (1986)
e quella in teologia pastorale
(1988) presso l’università
pontificia salesiana. E’ stato
rettore del seminario mino-
12
AL NUOVO MINISTRO GENERALE
re di Brescia (1988-1994) e
del maggiore di Padova (19942001).
Professore di Psicologia
e Catechetica nell’istituto teologico “Sant’Antonio Dottore”).
Per quattro anni (2001-2005)
è stato guardiano del convento di Camposampiero
(PD). Quindi ministro provinciale nel 2005. Guiderà
l’Ordine dei frati minori conventuali per sei anni. Auguri
cordiali dagli ‘amici di san
Francesco Antonio Fasani’.
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
letture
UN LIBRO SU SAN GIUSEPPE DA COPERTINO
Un mistico eccezionale
di
Emanuele Popolizio
O
r fa un anno che è stato pubblicato,
per conto della Provincia di Puglia
dei frati minori conventuali, uno
studio sul ‘fenomeno’ agiografico e mistico
verificatosi in pieno Seicento, a partire dalle
rosse zolle salentine (Copertino) e poi su su
- passando per Assisi - fino al colle di Osimo,
nella Marca anconetana. Su questo percorso ‘esplose’ la carismatica personalità di
fra’ Giuseppe Maria Desa da Copertino.
Chi scrive aveva sorbito più di una Vita
su questo... fenomeno, biografie venute alla
luce in concomitanza con il IV centenario della
nascita (1603-2003) del Santo salentino. E
tutte queste opere offrivano propositi divulgativi. Così il Maiorano (2002), così i frati
Bonaventura Danza (veterano in materia:
1963, 1982, 2003) e Giuseppe Celso Mattellini
(Padova, Messaggero, 2003). Letture piacevoli
e caratterizzate da personali e qualificanti punti
di osservazione degli autori. È il caso di
affermare: da mezzogiorno a settentrione onorato è il tuo nome.
È quanto era anche negli intenti di
Vincenzo Giannelli con la sua opera San
Giuseppe da Copertino tra storia e spiritualità (Bari, 2006). Si può affermare che il
Giannelli, tutto assorto nell’estasiante immagine del frate volante, ne ha voluto presentare “l’appassionata ricerca dell’Assoluto, che
lo condusse alle più alte vette della mistica
cristiana” (p. 14), dedicandosi a questa analisi specificatamente col terzo capitolo del suo
lavoro, nel quale apre le menti a conoscere
la spiritualità josefina (pp. 99-140).
Tutto uomo fra’ Giuseppe in una iperemozionalità che è il contenitore che la Grazia
ricolmò. Tutto adoratore (direi angelico)
nel far sue - quasi somatizzarle! - le sollecitazioni dello Spirito Santo, che “è Signore e
vivifica”. Estasi, ratti e levitazioni furono gli
‘ingredienti’ che la storia ha registrato e
che Giannelli ha riproposto nel secondo
capitolo, marcando ovviamente quell’impatto drammatico con l’Inquisizione (pp. 6877) quando il Nostro carismatico rischiò
di essere “falciato come le reste delle spighe”
(Giobbe).
n
VINCENZO GIANNELLI, San Giuseppe da
Copertino tra storia e spiritualità, Provincia
di Puglia dei frati minori conventuali, Bari
2006, pp. 156. Per richieste del volume,
telefonare al n. 080/5491272.
- PRESENTAZIONE DEGLI ATTI DEL CONVEGNO DI STUDIO SUL FASANI -
Sabato 23 giugno, presso il Circolo Unione di Lucera, viene presentato il volume degli
Atti del Convegno nazionale di studio su san Francesco Antonio Fasani
(Lucera, 15-16 dicembre 2006)
Appuntamento al prossimo numero della rivista.
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
13
carcere
Indulto, tutti impreparati
di
icordiamo tutti le parole pronunciate
da Giovanni Paolo II in occasione del
Giubileo dei 2000: “Un segno di clemenza a vantaggio di tutti i detenuti: una riduzione, pur modesta, della pena costituirebbe per
i detenuti un chiaro segno di sensibilità verso
la loro condizione”.
Ma nel Paese si sono sollevate voci di protesta dopo l’approvazione della legge sull’indulto
(2006). Si è indicato, invece, nell’emergenzasicurezza il vero problema per tutti i cittadini,
soprattutto i più indifesi. E ancora, non possiamo
dimenticare l’attenzione dei vescovi italiani
circa le condizioni critiche degli istituti penitenziari e la richiesta di affrontare il grave ed
eterno problema del sovraffollamento
Ma, nello stesso tempo, con l’uscita di molti
detenuti nell’estate 2006 si è temuto l’aumento
di reati e, di conseguenza, è aumentata la
paura del cittadino. Prendendo in mano i dati
forniti dal Dipartimento dell’amministrazione
penitenziaria datati 10 gennaio 2007, scopriamo che nelle carceri italiane sono presenti 38.838 persone, mentre dal 1°
agosto 2006 sono usciti dagli istituti di pena 25.356 detenuti.
È interessante fermarsi ad
ascoltare come ha reagito il mondo
del volontariato cristiano al provvedimento di indulto che ha concesso tre anni di sconto di pena a
tutti i detenuti. Frugando nella
rivista Jesus di febbraio 2007,
dal titolo “Indulgenza senza carità”,
ho estrapolato alcuni interventi
molto interessanti di operatori
nel mondo delle carceri.
Dalla Caritas di Torino, per
esempio, giungono voci che confermano la necessità del provvedimento, ma sottolineano la perplessità circa la sua modalità di
attuazione: “Anzitutto è arrivato
in ritardo rispetto a quando avrebbe avuto un significato non solo
politico ma culturale: l’anno 2000.
E poi, è stato precipitoso e affrettato, lasciando impreparati gli
stessi carcerati. E infine, è stato
deludente perché non sembra aver davvero
tenuto conto delle motivazioni per cui la nostra
coscienza riteneva opportuno un atto di clemenza”.
R
LUCERA
Santuario Fasani,
novembre 2005
Giovanni Foggetta
14
Lo stesso Ispettore dei cappellani degli istituti penitenziari, mons. Caniato (a Lucera
nella foto), sottolinea con forza la mancata
preparazione delle nostre comunità cristiane,
pur ribadendo che tale provvedimento era un
segno che mirava a ricentrare la dignità delle
persone, guardando con fiducia ad un possibile cammino di riconciliazione e recupero
umano e sociale del detenuto.
Tutto il mondo del volontariato, insomma,
pur condividendo l’indulto, si aspettava una gestione diversa della sua attuazione: progetti mirati per un accompagnamento verso la società. Ai
25.000 detenuti ‘buttati’ fuori dalla carceri
italiane, sicuramente è mancata una progettazione che non li facesse sentire abbandonati dalle
istituzioni e da tutta la collettività.
E anche noi come Chiesa, che ci siamo
schierati con Giovanni Paolo II, dobbiamo riconoscere che siamo venuti meno all’impegno educativo di preparare le nostre comunità a cogliere il significato dell’indulto e ad attuarlo secondo le indicazioni evangeliche. E venendo meno
ogni progettualità sistematica, tutto il peso
dell’indulto è caduto sulle spalle del volontariato
e dei Comuni, riducendo questo tempo post-indulto da tempo di progettazione a tempo di emergenza, quasi facendo ‘supplenza’ per le carenze istituzionali. Se proviamo a farci un giro per
le carceri italiane, la lamentela più frequente
riguarda la poca progettualità, la scarsa cura delle
persone e la ridotta attenzione ai problemi
strutturali.
Ridando ancora una volta la parola al mondo
del volontariato, scopriamo che la parola d’ordine da oggi in poi potrà essere accompagnamento. Quello che serve è accompagnare il detenuto al lavoro e alla famiglia, affrontando i
vari nodi conflittuali esistenti.
Oggi è il tempo opportuno per farlo, considerando che la popolazione carceraria si è
dimezzata e di conseguenza c’è la possibilità di
lavorare meglio con i detenuti, organizzando
diversamente il carcere, osando oggi più di
ieri in percorsi di reinserimento, accettando la
sfida di nuovi ponti con l’esterno. Se non ci riusciremo, allora profeticamente sposteremo l’obiettivo, invece di accompagnare il detenuto,
proveremo ad accompagnare gli operatori sociali verso il detenuto e insieme puntare dritto verso
la società. Solo allora potremmo balbettare
insieme la parola reinserimento.
n
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
arte
Le tele del santuario
di
Tonino Tolve
Nel visitare il santuario lucerino di san Francesco Antonio Fasani,
sotto il cui altare maggiore riposano le sacre spoglie del Santo, i fedeli possono ammirare in religioso silenzio delle tele, certamente suggestive, anche se non sempre di notevole pregio artistico.
| PARETE DI FONDO DELL’UNICA NAVATA:
(sopra la porta d’entrata): tre tele ad olio
1) La glorificazione del Padre Maestro: versione diversa, presumibilmente delle stesso autore, di quella fatta eseguire dal Vaticano
in occasione della beatificazione del Fasani, avvenuta il 15 aprile 1951.
2) Sul lato destro: San Gennaro con San Bonaventura e Santa Chiara,
firmato Gerolamo Genatempo 1714. Dipinto di scuola napoletana,
apprezzabile sul piano artistico per maestosità d’impianto e per
finezza di tecnica esecutiva, specie nei contrasti chiaroscurali, che risentono della pittura di Luca Giordano e, ancor di più, di quella di Mattia
Preti. (Di quest’ultimo è presente a Lucera, nella chiesa di santa Lucia,
un dipinto rappresentante san Nicola di Bari, senz’altro più bello del
quadro dello stesso soggetto e dello stesso autore conservato nel museo
nazionale di Napoli).
Gerolamo Genatempo, di origine napoletana, fu attivo nella
prima metà del Settecento, ed operò moltissimo per gli Ordini domenicano e francescano.
A Lucera sono presenti altre sue opere: nella chiesa di san
Domenico (Madonna del Rosario), nel museo civico Fiorelli (Mosè
salvato dalle acque).
3) Sul lato sinistro: Madonna della Provvidenza (Incoronazione
della Vergine), circondata da Angeli, e ai piedi santa Elisabetta
d’Ungheria e santa Rosa da Viterbo, opera mediocre di anonimo di
scuola napoletana del Settecento (da alcuni impropriamente attribuita
al Sanfelice).
PARETI LATERALI GUARDANDO L’ALTARE |
1) Parete destra: Rappresentazione del miracolo di Valentino
Boccuzzi, per intercessione del Padre Maestro (1945).
2) Parete sinistra: Rappresentazione del miracolo di Francesco Tozzi,
per intercessione del Padre Maestro (1945).
Queste due tele furono fatte eseguire, senza pretese artistiche, dal
Vaticano in occasione della beatificazione del Padre Maestro (15 aprile 1951).
3) Parete sinistra, sopra l’antico sepolcro del Padre Maestro:
Ritratto del Santo, di anonimo, molto probabilmente del Settecento,
apprezzabile per intensità espressiva, che rivela la personalità del Santo.
4) Attraverso la porta adiacente si entra nell’Oratorio della Santa
Croce, dove sulla parete destra vi è la vasta tela della Deposizione della
Croce, dipinta nel 1696, su commissione dell’arciconfraternita della
Santa Croce, e firmata P.M., forse Pietro Marchesi, di lui è presente
a Lucera un polittico nella chiesa di san Pasquale. È copia mediocre
di un quadro esistente nella Chiesa di sant’Agata a Roma.
Da osservare: la croce centrale priva del Crocifisso, lo spasimo dell’agonia dei due ladroni, la realistica rappresentazione di qualche bel
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
15
Le tele del santuario
arte
volto in mezzo alla folla, e i due cavalloni dipinti in primo piano con la parte posteriore
rivolta all’osservatore.
NELLA SAGRESTIA:
1) Una graziosa immagine giovanile di
Sant’Antonio di Padova: è rappresentato
con il libro e non con il bambino, come normalmente viene raffigurato nell’iconografia
popolare. Di mediocre fattura, di anonimo della
fine del Cinquecento.
2) Due tele: San Pietro e San Paolo, forse
della medesima epoca del precedente, ma
di autori diversi, con i lineamenti dei volti appena abbozzati, ma solenni nei loro fastosi
paludamenti.
AULA CAPITOLARE “SALA FASANI” (SEC. XIV):
La Vergine, Gesù e San Francesco: il
Santo chiede l’indulgenza plenaria per la
Porziuncola (Perdono di Assisi). Opera mediocre del pittore genovese Nicolò Carlone, vissuto nel sec. XVIII, fratello di Andrea, che diede
a Genova splendide prove della sua arte,
tanto da essere annoverato tra i genovesi
più degni di ricordo.
Tutte le opere fin qui descritte non sono
certamente dei capolavori, alcune anzi sono
dei lavori piuttosto mediocri, ma tutte concorrono a rendere più decorosa ed accogliente la Casa del Signore, proprio come
voleva il Padre Maestro.
n
Bibliografia
FEDERICO SPEDALIERE, I dipinti e le Chiese di
Lucera, Tipografia Bodoniana Portici, Napoli
1914.
GABRIELE MARIA GUASTAMACCHIA, Il Bel San
Francesco, Tipografia Editrice C. Catapano,
Lucera 1973.
D OROTEO F ORTE , Lucera francescana,
Tipografia Editrice C. Catapano, Lucera
1981.
TONINO TOLVE, Pinacoteca (Museo Civico
“G. Fiorelli” Lucera), Tipografia Editrice C.
Catapano, Lucera 1990.
GIAMBATTISTA GIFUNI, La fortezza di Lucera
ed altri scritti, Tipografia Editrice C. Catapano,
Lucera 1978.
16
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
periferie
SALTATE TUTTE LE REGOLE MORALI. ECCO LE PERIFERIE DELL’ASSURDO!
I nuovi barbari
di
Carmela Liotine
I notiziari ci offrono le
immagini crude e spietate di
una società imbarbarita, crudele, aggressiva, dove non
hanno posto sentimenti
come l’amore, la pietà, il
rispetto dell’altro. Asservito
al dio danaro l’uomo del
terzo millennio non ha
tempo che per il profitto,
anche se ciò comporta calpestare la dignità altrui e la
propria.
Non c’è mai fine all’orrore, allo sconcerto, assistiamo increduli a quello
che l’uomo fa al suo simile:
strage di Erba, i vicini di
casa uccidono perché disturbati dai giochi di un bambino; donna all’ottavo mese
di gravidanza, già madre di
due piccoli, picchiata e soffocata, in manette il marito;
rappresentante delle forze
dell’ordine, l’ispettore Raciti,
chiamato a sedare azioni di
guerriglia urbana tra opposte tifoserie calcistiche, ucciso barbaramente; il piccolo
Tommaso, 18 mesi, rapito e
ucciso a colpi di badile; Vico
del Gargano, stupro di gruppo ai danni di una ragazza,
colpevoli suoi coetanei, poco
più che adolescenti; ancora
stupro di gruppo e violenza
su un disabile nel bagno
della scuola, immagini riprese dai telefonini e fatte circolare tra i ragazzi come
macabro trofeo.
Sembra un bollettino di
guerra. La cosa che spaventa
maggiormente è che siamo
di fronte ad un fenomeno
generalizzato, che si ripropone in tutte la fasce di età,
gli adulti compiono atrocità
come i più giovani. Viene alla
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
mente un periodo in cui lo
scontro generazionale era
evidente, si contestavano
gli adulti per avere un mondo
più giusto, un avvenire
migliore per tutti, un futuro
senza guerre.
Quei giovani sono gli
adulti di oggi e la nuova
generazione è senza ideali,
cresciuta nell’opulenza, nel
benessere, vivono per status
symbol come il cellulare ultimo modello, le novità della
tecnologia informatica.
Abbigliamento, cosmesi, alimentazione, tutta una fascia
del mercato è dedicata a
loro e loro obbediscono a
dettami imposti da chi lucra
su ciò e si arricchisce.
Forse sarebbe giusto che
gli adulti tornassero sui banchi di scuola, perché si educa
con l’esempio e i modelli
che i grandi propongono ai
più giovani non sono certo
dei migliori.
Perché ci si meraviglia
quando i telefonini tra le
mani degli adolescenti diventano mezzi per diffondere
immagini scioccanti, se i
vari reality show mostrano
una società dove, mettendo
in piazza la sfera del privato, si diventa ricchi e famosi?
Ecco dunque il filmato
dove l’insegnante è fatta
oggetto delle attenzioni dell’alunno o ne subisce la
maleducazione, dove il debole viene angariato, dove
viene perpetrato il reato
contro la dignità della persona. Non sono ragazzate
legate all’età, come spesso
dicono i genitori dell’aguzzino, tentando di minimizzare, quei giovani crescono con la convinzione dell’impunibilità, della giustificazione ad ogni costo.
17
I nuovi barbari
periferie
La ragazzina stuprata, dall’essere vittima diventa colpevole: l’ha voluto lei
perché poco vestita, perché troppo
disinvolta, perché
doveva rimanere in
casa, questi sono i
commenti più comuni tra i benpensanti.
Che dire poi di
internet, grande
mercato dove si
trova di tutto, anche
ciò che è depravazione, anche il turpe
traffico delle immagini di piccoli infelici? La notizia dei
bambini dell’asilo di
Rignano Falaminio, vittime
di abusi, ha provocato ribrezzo, si cercano i colpevoli tra
gli adulti che si sarebbero
dovuti occupare di loro con
amore, con dedizione, piccoli
angeli affidati da ignari genitori a mostri senza cuore.
Si disertano le chiese, si
disertano le urne, in un
mondo senza Dio, senza
politica, senza amore
né valori, oggi persino
i matrimoni sono usa
e getta! Si strumentalizza anche la famiglia,
diventata motivo del
contendere in un continuo dibattere tra
improponibili sostenitori e detrattori potenziali! È il primo nucleo
sociale, la famiglia è
dove nascono gli affetti, non ha colore politico! Forse queste parole appariranno come
pessimismo qualunquista, qualcuno obietterà che ci sono le eccezioni, certo, sono i santi
dei nostri giorni, dedizione
senza clamore, senza gratificazioni: sono le eccezioni
che confermano la regola.
n
Le violenze oscure
Telefono Azzurro e Fondanzione Prometeo
informano che le denuncie per abusi su minori, dal 2000 ad oggi, sono aumentate del
30%. Ma rimane ‘oscuro’ il numero delle violenze mai denunciate e che spesso di compiono
tra le pareti domestiche (circa l’80%).
Questi alcuni dati sul problema forniti durante i lavori di un tavolo tecnico sull’Infanzia violata, svoltosi a Bari a fine maggio. Avvocati,
magistrati, psicologi e carabinieri hanno analizzato i dati e ipotizzato soluzioni.
Tutti concordano su una corretta e capillare
opera di informazione e prevenzione, sia sul
territorio che su internet.
Forse è il caso anche di lavorare alla ricostruzione di un tessuto di princìpi morali
ormai stracciato ad ogni livello.
C’è posto per genitori, istituti scolastici e
comunità cristiane.
18
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
cinquantesimo
UNA CARELLATA SUI CINQUANT’ANNI DELLA NOSTRA RIVISTA
Dietro le quinte
S
fogliando le annate de Il Padre
Maestro (foglietto dal 1957 e rivista dal 1989) e conversando amichevolmente con Michele Castellaneta, titolare di GraphMedia che compone e impagina
la nostra rivista, abbiamo ricavato una piccola storia nascosta della testata. Apro una
parentesi. Qualcuno ha preso una svista: nel
volume Le Giornate del libro nella Biblioteca
Comunale di Lucera, stampato nell’aprile
2007, Azzurra Alfieri non ha neppure menzionato la nostra testata (pp. 45-46). Càpita,
ma non accorgersi di cinquant’anni de Il Padre
Maestro è grossa!
I primi contatti di Michele Castellaneta
con Il Padre Maestro risalgono al 1989.
Dice: “Mi fu chiesto di dare una mano per
lo schedario e l’imbustamento manuale
della rivista. Era direttore p. Eugenio
Galignano. Con lui si cominciò ad utilizzare il computer per gli indirizzi dei lettori. Con
Aldo Rubino, che invitò me, controllammo
porta a porta centinaia di indirizzi. Mi
hanno raccontato che negli anni precedenti molte persone hanno collaborato come
volontari per il lavoro di spedizione della rivista: oltre a noi due, Raffaele Nosi, Nicola
Ciccarelli, Giovanni Coppolella e tanti altri”.
Nel 1989 il foglietto Il Padre Maestro
diventò rivista trimestrale, formato 17x24 e
32+4 pagine. E’ stata la svolta impressa da
p. Eugenio. Con p. Giuseppe Pasquariello,
nel 1995 la testata sceglie il formato 21x30,
ed esce con 16+4 pagine fino ad oggi. Perchè
questi cambiamenti?
Michele: “E’ stato un adeguamento tecnico, per far risaltare meglio le immagini e
per rendere più spedito l’imbustamento
con il modulo di ccp prestampato e personalizzato. Ormai il formato rivista era una
scelta irreversibile. Con p. Giuseppe
Alemanno, cioè dal 1991, la copertina è
stata sempre in quadricromia”.
Quando ha iniziato l’attività GraphMedia?
Michele: “Nel 1997. Da allora il mio è
diventato lavoro di composizione, impaginazione e fotografia”.
Hai potuto notare, dal 1991 ad oggi, l’evoluzione dei contenuti de Il Padre Maestro?
Michele: “Non ho competenza in proposito, però ho notato che la gestione di p.
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
Eugenio (1989-1994) coinvolgeva la collaborazione di alcuni frati (p. Emanuele
Popolizio, p. Bernardino Fondaco, ecc.) e di
studiosi locali (Dionisio Morlacco, Giuseppe
Trincucci, Antonio Tolve, ecc.). P. Eugenio
ha seguito la rivista anche nel triennio di p.
Giuseppe Alemanno (1991-1994), pur
essendo stato trasferito a Roma per altri incarichi nell’Ordine. Dal 1994, con p. Giuseppe
Pasquariello, i contenuti forse sono stati
meno culturali, ma la rivista ha aperto di più
alla cronaca del santuario, senza trascurare argomenti storici e spirituali della vita del
Santo lucerino. Con la venuta del p. Francesco
Otello (2001), la direzione è stata affidata
ad Antonio Di Muro, papà di p. Raffaele, che
ha proseguito, con la collaborazione di
autori competenti, a far conoscere il Padre
Maestro e la vita del santuario. Di Muro ha
concluso a fine 2005 con la tua venuta.
Questi ultimi due anni sono sotto gli occhi
di tutti i lettori: contenuti e grafica sono molto
cambiati”.
Un’ultima cosa: Quali sono le tipografie
che si sono succedute, in questi cinquant’anni,
nella stampa del foglietto e della rivista?
Abbiamo facilmente ricostruito l’elenco:
p. Bernardino Nonni nel 1957 cominciò
con Scepi di Lucera. Nel 1967 per poco
più di un anno la tipografia Casa Sacro
Cuore di S. Agata di Puglia, dove risiedeva
p. Bernardino. Nel 1969 inizia a stampare
Minerva di Lucera, fino al n. 7 del 1972. Poi
la lunga collaborazione della storica tipografia
Catapano di Lucera (1972-1989). P. Eugenio
ha stampato presso l’Editrice Salentina di
Galatina (LE) dal 1989 al 1991. Dal 1992
al 1995 la rivista è stata stampata dalla
tipografia Leone di Foggia. Dal 1996 fino ad
oggi la stampa è del Centrografico
Francescano di Foggia, che cura anche l’allestimento, la cellofanatura e la spedizione
della rivista. La composizione e l’impaginazione sono di GraphMedia di Lucera.
Il Padre Maestro, con la direzione di p.
Giovanni G. Iasi (2005), è tutto in quadricromia, copertina e interno. Con questo
numero 2/2007 le pagine diventano 20+4 di
copertina. E la storia continua. Comincia l’altro mezzo secolo.
(a cura di Giovanni G. Iasi)
19
luceranews
Centrosinistra al Comune
opo il ricorso al ballottaggio del 10 e
11 giugno, Vincenzo Morlacco è il
nuovo sindaco di Lucera.
Si tratta del 16° primo cittadino dal dopo guerra a oggi che ricoprirà il 20° mandato amministrativo, questa volta di centro-sinistra, dopo
i 5 anni di governo di centro-destra di Giuseppe
Labbate, 63 anni compiuti il 5 giugno, Morlacco
è arrivato alla vittoria per soli 350 voti (9.766
– 50,91%) sul suo avversario Costantino
Dell’Osso (9.416 – 49,09%), dopo che nel
primo turno delle elezioni amministrative era
stato proprio quest’ultimo a prevalere per circa
1.500 preferenze.
Un ribaltamento clamoroso, quindi, che a qualcuno ha fatto gridare al “miracolo laico”, arrivato casualmente tre giorni prima dell’avvio del
processo di beatificazione di padre Angelo
Cuomo, il giuseppino del Murialdo del quale lo
stesso Morlacco presiede l’associazione degli ex
allievi.
Conosciuto come uomo di fede e di chiesa,
il neo sindaco fin da giovane è stato impegnato in questo ambiente e poco più che ventenne è stato presidente dell’associazione cattolica “Fides et Studium” dell’Opera San Giuseppe
di Lucera. Tifoso del Torino, grande appassionato di sport con calcio e biliardo in prima fila,
dal 1999 è segretario generale della Provincia
di Foggia.
Nella storia di queste elezioni resteranno certamente da ricordare le minacce di morte ricevute dal futuro sindaco tre giorni prima del voto
attraverso una lettera recapitata proprio a
Palazzo Dogana e la competizione con l’amico
di una vita Costantino Dell’Osso, entrambi
protagonisti di una campagna elettorale all’insegna del fair play ma turbata da influenze
esterne proprio negli ultimi giorni prima del ballottaggio.
In consiglio comunale sbarcano i rappresentanti dei Democratici di Sinistra (5),
Democrazia Cristiana (5), Socialisti (3), Lista
Morlacco (3), Margherita (1) e Cristiani Uniti
(1) che hanno sostenuto il sindaco assieme
Rifondazione Comunista e Udeur. Con Dell’Osso
invece ci sarà la sua lista Più Forza per Lucera
(3), Forza Italia (3), Udc (2), Alleanza Nazionale
(1), DC per le Autonomie (1), mentre restano
fuori dal consiglio Moldaunia e Partito
Repubblicano. Nel primo turno elettorale hanno
preso parte anche l’Alleanza di Centro forma-
D
20
ta da tre liste (Insieme per Cambiare, Italia di
Mezzo e 3L) fermatasi all’8% dei consensi e il
provocatorio Partito della Pagnotta (2,5%) guidato dal commerciante Antonio Tutolo.
Morlacco, per la prima volta ‘sceso’ in politica, nell’illustrazione del suo programma ha indicato nel coinvolgimento fattivo del territorio e
delle giovani generazioni e nell’organizzazione
della macchina amministrativa due fondamentali punti di partenza del suo mandato. E
non potrebbe essere altrimenti, vista la sua riconosciuta competenza tecnica che gli ha permesso
di dirigere le tecnostrutture di numerosi enti
locali della Capitanata, tra cui lo stesso Comune
di Lucera.
Il nuovo sindaco, tuttavia, troverà a Palazzo
Mozzagrugno una gran quantità di problemi irrisolti, a cominciare dall’emergenza economica
delle casse comunali e dal recupero di numerosi edifici e complessi storici o privati in stato
di abbandono o scarsamente utilizzati, punta dell’iceberg di una più ampia e spinosa questione
‘urbanistica’ che sarà uno dei banchi di prova
più difficili della nuova amministrazione a cui
manca un Piano Regolatore dal lontano 1974.
Riccardo Zingaro
IL PADRE
MAESTRO
2/2007
ringraziamoeraccomandiamoalpadremaestro
OFFERENTI DI LUCERA
Abate Apollo Rossana - Abate Mario - Agnusdei Avv. Michele - Altamura Umberto - Amoroso Vincenzo - Antifora Vincenzo - Appezzati Giuseppe
- Ardito Sandro - Arnese Leonardo - Barone Giovanni - Bartolino Mario Ciro - Benevento Ettore - Bevere Domenico - Bibbò Lucia - Bisogni Carmelina
- Boragine Antonio - Borrelli Antonio - Bozzino Sergio e Lioce Anna - Calabrese Giovanni - Calabrese Mario - Calabria Rosa - Caliano Sabato Campana Antonio - Campanaro Michela - Campanelli Maria - Cancelliere Michele - Canto Antonio - Cappetta Vincenzo - Capobianco Luigi - Capobianco
Vincenzo - Carapella Giuseppe - Carbone Alessandro - Carchia Teresina - Carindo Concetta - Carrara Mario - Carruba Biagio - Casciano Paolo
- Casiero Claudio - Castaldo Polisena Gina - Catalano Prof.Angelo - Catapano Alberico - Caterino Michelina - Catignano Antonio - Cerisano Ovidio
- Checchia Vincenzo - Cimmarusti Luigi - Coccia Giovanni - Colelli Giovanni - Conte Antonella - Corposanto Lucia - Costantino Giovanni - Creatura
Maria - Curcelli Ciro - Curcelli Teresa - D’Addario Maria Concetta - D’Apollo Giuseppina - De Troia Giuseppe - D’Apollo Umberto - D’Incicco
Giuseppe - De Benedittis Antonio - De Gioia Alfonso - De Grosso Serafina Ida - De Juliis Michelina - De Leo Antonio - De Lillo Reginalda - De
Luca Luigi - De Luca Oronzo - De Marco Emanuele - De Marco Lorenzo - De Marco Michele - De Marco Vincenzo - De Mare Mario - De Maso
Angelo - De Padova Giuseppe - De Peppo Elena - De Santis Carmine - De Santis Rosaria - De Troia Antonio - De Vicariis Antonio - Del Cinque
Filomena - Del Grosso Luigi - Del Mastro Anna - Dell’Aquila Avv.Tommaso - Dell’Aquila Livia - Di Benedetto Michele - Di Brita Carmela - Di Carlo
Dott. Giovanni - Di Chinino Vincenzo - Di Fiore Michele Pietro - Di Gioia Benito - Di Gioia Giuseppe - Di Gioia Mario - Di Gioia Rosa - Di Giovine
Rosaria - Di Ianni Maria - Di Loreto Nazareno - Di Lullo Raffaele - Di Muro rag. Silvano - Di Nunzio Damiano - Di Siena Severino - Di Taranto
Luigi - Di Virgilio Vittorio Benito - Donini Nicola - Dotoli Placido - Fabrile Giovanni - Falcone Enzo -Famiglia Cioccariello/Spaccasasso - Farmacia
Darco della dott.ssa Eudora - Fatone Gabriele - Feola dott. Giuseppe - Ferrante Antonio - Ferrari Giovina - Ferrone Francesco - Ferrone Vincenzo
- Finizio Fausto - Fiore Giovanna - Fiorilli Donato - Florio Alfonso - Folliero Anna - Folliero Antonio - Folliero Rita - Forte Agostino - Forte Giuseppe
- Forte Maria Francesca - Forte Pasquale - Franciosa Scrocca Angiolina - Fusco Walter e Cioccarelli Lucia - Galano Ermanio - Gasparo Francesco
- Gaspero Armando - Ginni Matteo - Giordano Antonio - Giordano Giuseppe - Gogato Davide - Granieri Gina - Grasso Elia - Grasso Emanuele
- Grasso Giovanni - Grasso Teresa - Gravina Antonio Michele - Greco Maria - Ianigro Carinda Concetta - Ieluzzi Nicola - Iezzi Folliero Giovanni
- Imbimbo rag.Vincenzo - Imperatore Antonio - Inglese Luigi - Insogna Costantino - Isernia ins. Raffaella - La Fragola Filomena Addolorata - La Vecchia
Michele - Labbate Antonietta Pia - Lacerenza Giuseppe - Lafronza Vincenzo - Lamorgese Giovanni Battista - Lembo Leonardo - Leone Luigia - Leone
Vincenzo - Lepore Antonio - Lioce Mario - Lionetti De Cillis Giovannina - Lionetti Maria Giovanna - Lionetti Mario - Locurcio Michele - Lombardi
Bianca - Longo Lucia - Longo Michele - Longo Vincenzo - Lotito Raimondo - Lupo Anacleto - Masciocco dott. Domenico - Maffia Rocco - Mafia
Giovanni - Mancaniello Giuseppe - Mancini Michele Antonio - Manente Lucia - Manna Annita Maria - Mansueto Lina - Mantuano Antonio - Marchese
Fortunato - Marcino Mario - Marroni Antonio - Massariello Roberto - Massenzio Francesco - Mastrangelo Maria Rosaria - Matera Maria Grazia
- Minelli Giuseppe - Minutillo Michele - Miresse Maria Giovanna -Moccia Antonio - Moccia Giuseppe - Montagna Emanuele - Montepeloso Francesco
Antonio - Morlacco Dionisio - Mucci Addolorata Maria - Nardillo Annita - Niro Maria Nicoletta Niro Maria Nicoletta - Niro Trommaco Anna Notarstefano Tommaso - Oliva Alberto Rosa - Padovano Edoardo - Padovano Giuseppe Pio - Paglione Benedetto - Palena Sebastiano - Parracino
Tullio - Pasquarelli Michele - Pastore Rocco - Patella Luigi - Pecoriello Angela - Pellegrini Mario - Pellegrino Maria Antonietta - Pellegrino Maria
Rosaria - Pellegrino Mario - Pellicciaro geom. Renzo - Pepe Giovanni - Perna Concetta - Petitti Michele - Petitti Rosa - Petruccelli Domenico Piccirilli Vincenzo - Picciuto Giovannina - Piccolo Claudio Pierro Domenico- Rucci prof.Antonio - Pietrosanto Michele - Pilla Pina - Pisciotti Giovanni
- Pitta Michele Vittorio - Pitta Pasquale - Pitta Raffaele - Polito Mario - Ponticelli Antonio Alfonso - Principe Giuseppe - Quatela Mario - Rauti Pasqualino
e Maria - Re Matteo - Rignanse Anna - Trincucci Giovanni - Ritucci Vincenzo - Roberti Giuseppe - Romice Maria Raffaella - Roselli Maria Rosaria
- Rosignoli Giuseppina - Rossi Vincenzo - Ruggiero Fernanda - Ruggiero Salvatore - Russo Michele - Sassi Giuseppina - Sasso Emanuele - Sasso
Giovanni - Scarano dott. Enrico - Schiavone De Luca - Schiavone Matteo - Scioscia Carlo - Selvaggio Giuseppe - Serra Raffaella - Serrano Mauro
- Soprano Roberto - Sorangelo Michele - Sorangelo Raffaella - Spagnolo Ennio - Spagnolo Maria Anna - Spanò Raffaele - Stordone Rosaria - Strazioso
Angelo - Susanna Antonio - Susanna Dott.Tullio - Tedesco Leonardo Giovanni - Terlizzi Gianfranco - Terlizzi Raffaele - Testa Alfredo - Tetta Annamaria
- Tetta Ludovico - Tetta Mario - Tibelli Riccardo - Todesca Linda - Totaro Luigi - Toziano Annita - Tozzi Giuseppe - Tozzi Lucio - Tremante Adriano
- Triggiani Mario - Valente Anna - Valerio Tullio - Vellonio Carmela - Vitale Giuseppina - Zolli Salvatore.
OFFERENTI FUORI LUCERA
Abate Michele - Alemanno Avv. Claudio - Amodio Vincenzo - Amoroso Anna - Amoroso dott. Francesco - Angiulli Alessandro - Antonacci Giovanna
- Antonazzo don Vincenzo - Arnese Emanuele - Attolico Leonardo - Barisciani Concetta - Battista Alfonso - Bellini Nicola - Bimbo Mario - Borrelli
prof.ssa Antonietta - Bottone Sassi Enrichetta - Bottone Vincenzo - Bratta Giuseppe - Scarpa Annamaria - Buongiorno Giuseppe - Busacca Marotta
Lelia - Calmieri Antonio - Calmieri Filippo - Caloria Maria Antonietta - Campana Luigi - Campanaro Carmela - Cappelletti Rosa - Cappetta Antonio
- Cappetta Francesco Antonio - Cappetta Vincenzo - Carangelo Maria - Carone Ciro - Carratu’ Francesco - Cassano Maria - Catenazzo Pina Chiarella dott.Antonio - Chiricallo Marcello - Chizzoniti Emma - Cicchetti Accinni Pia - Cicchetti Luigi - Clary Gianluca - Codirenzi Leonardo Colabella Vincenzo - Colasanto Luigi - Colucci Raffaele - Conte Alfredo - Convento Parr. SS. Pio e Antonio Frati Minori Conventuali - Cordella
Maria - Corvelli Giuseppina - Curzi Vincenzo - D’Andrea Sergio - D’Apice Roberto - D’Errico Giovanni - De Gregorio Emilio e Clelia - De Iuliis
Luigi - De Luca Anna - De Luca rag.Vincenzo - De Peppo Anna Maria - De Sario Sbarra Maria - De Simore prof.ssa Carmela - De Stefano Antonio
- De Troia dott. Giuseppe - De Vivo rag. Salvatore - Del Panta Barbaro Anna - Dell’Arciprete Bruno - Delli Carri Vito - Di Chinno Armando - Di
Cio Giuseppe - Di Fonte Giovanna - Di Gioia Antonio - Di Gioia Franco - Di Gioia Giuseppe - Di Paola Rita e Lucia - Di Santo Antonio - Di Terlizzi
Rosa - Di Trani Pasquale – Di Sieno dott. Michele - Fasani Avv.Vincenzo - Fasani dott. Carlo - Fasani dr. Gennaro - Fasani Francesco - Fasani Melucci
Anna - Ferrara Maria Gaetana - Fierro Nina - Fischetti Carmine - Follieri Renato Carmine - Folliero Lorenzina - Forcelli padre Francesco Antonio
- Forte Arcangela - Forzaro Pietro - Fra Samuele Maria De’ Alcantara - Freschi Maria - Frigerio Sergio - Fusco Pasquale - Fusilli Raffaella - Gasparo
dott. Napoleone - Gesualdi Michele - Giansiracusa dott. Giuseppe - Giangrossi Ada - Giordano Vincenzo - Grasso Maria Assunta - Iannantuono
Vincenzo - Iannuario Luigi - Iasi Raffaele - Insalata Peppino - Leone Michele - Leone Nicola - Lioce Aldo - Lista Adelaide - Lombardi Giacomo Luciano
- Ludovico Nicola - Lupo dott. Michele - Maffullo Antonio - Magini Veneziani Elder - Maiesenti De Mita Carla - Mancaniello Ligio - Manfelotto ins.
Rosaria - Mansueto Gabriele Lucia - Mansueto Leonardo - Maramonte Franco - Maramonte Maria Assunta - Marotta Elena - Marsico Mario - Masiello
Vincenzo - Mastrodomenico Anna - Mastrolilli Ianigro Anna - Mastromatteo Adriana - Matullo Domenico - Melzi Teresa - Minafra Irene - Miranda
Pietro - Monaco rag. Enrico - Moncalieri Nicola - Montalbetti Fiorentino - Montavano Antonio - Mosca Anna Pia - Napoletano Severina - Niro
Michele - Orsitto Raffaele - Otello Angela - Famiglia Padovano - Palladino Antonio - Paoletta dott.ssa Maria Pia - Papalillo Donato - Patrono Rinaldi
- Rosita Pellegrino - Petrera Francesco - Petrillo Picciuto Michelina - Petronella Arnaldo e Maria Petruzzelli Michele - D’Apollo Michelina - Piccialli
Luigi - Popolizio Ketty - Porzio Milleri Venerina - Prezioso prof. Luigi - Principe Domenico - Principe Michele - Pupillo Alfonso - Pupillo Giuseppe
- Ragno Giovanna - Renzulli Michele - Ricciardi Anna e Giuseppe - Romano Mario - De Luca Rosa - Rongioletti Raffaele - Rongioletti Giuseppe
- Rubini Pina - Sabatini Di Franco Antonietta - Sacco Maria Rosaria - Santillo Goffredo e Rosaria Sardella Libera - Saturnino Renato - Savino rag.
Angelo - Prospero Sbarra Antonia - Scarano rag. Michele - Scarfone Giuseppe - Schettino Catello - Schiavone Benito - Schirone Teresa - Scioscia
Lucia - Selvaggio Giuseppe - Selvaggio Grazia - Selvaggio Mario - Serra dott.Antonio - Silvestri Vincenzo - Sini De Palma M. Rosaria - Solvetti Catalano
Pia - Spagnolo Mario - Spiranelli Rosaria - Storace avv. Felice - Terenzio Michelangelo - Toscano Tiziana - Toziani Michele - Urbano Nunzio - Venditti
Lavislao - Vitale Tosca - Volpe Aldo.
Scarica

coraggio, famiglia!