ASSOBETON
Organo Ufficiale
Progettare e produrre
con un processo industrializzato
CONFINDUSTRIA
Editoriale
2012
ASSOBETON
ha molto da dire.
Continuate
a seguirci.
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 - CN/BO - ISSN
2225-6040
Renzo Bullo, Presidente ASSOBETON
Con l’ultimo numero del 2012
sospendiamo l’esperienza della
nostra rivista, iniziata a gennaio
2004 con Industrie della Prefabbricazione e proseguita nel 2008
con IMC – Industrie Manufatti
Cementizi.
In questi nove anni ci siamo rivolti
al mondo della Prefabbricazione
in Calcestruzzo, che noi intendiamo sia come lo sfaccettato
insieme di realtà produttive di cui
ASSOBETON è rappresentante
nazionale, sia come fitta rete di
interlocutori che si identificano
nella nostra filiera di riferimento.
Negli ultimi anni, inoltre, abbiamo
scelto di parlare anche ai progettisti e alla committenza perché,
in ultima analisi, sono le scelte
di questi operatori a decretare il
a pagina 2
MESCOLATORE
Focus • Progettare
# 26
Architettura prefabbricata
La prefabbricazione prevede la produzione fuori opera di elementi dotati di autonomia tecnica e formale e si distingue in parziale o totale, chiusa o aperta, pesante o leggera, reversibile o irreversibile, in loco o in fabbrica. Il montaggio, poi, viene effettuato secondo processi preordinati, eseguiti “a secco” in nome di un coordinamento modulare
rafforzato dai giunti, che divengono strumento per esprimere una particolare figuratività, frutto dell’atto creativo.
Nell’immaginario collettivo il procedimento costruttivo della prefabbricazione viene associato alla realizzazione di
edifici industriali realizzati in serie che normalmente risultano privi di una qualche ricerca architettonica.
In realtà la prefabbricazione si è sviluppata con il Movimento moderno soprattutto per la qualità e rapidità d’esecuzione che consentivano la riduzione di tempi e costi dell’operazione edilizia.
a pagina 20
Primo Piano
Progettare
Giudizio positivo
sulla partecipazione
di ASSOBETON
al MADE EXPO 2012
Linee guida per il calcolo
delle caratteristiche
energetiche
delle coperture
di calcestruzzo
Oltre 230.000 visitatori, 1532
espositori, questi i numeri che
hanno caratterizzato l’edizione
2012 di Made expo.
PLANETARIO
CONCRETE BATCHING PLANTS
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Il Decreto Legislativo n. 192 del
2005 e s.m.i. richiede prestazioni
di isolamento termico agli involucri
degli edifici, ivi inclusi quelli prefabbricati.
a pagina 4
EFFICIENZA, FLESSIBILITÀ, MANUTENZIONE FACILITATA, RIDUZIONE
DEI COSTI DI PRODUZIONE E DI
MANUTENZIONE, in un'unica parola:
XENTRIX! Con un design rivoluzionario
ed innovativo, Xentrix è il primo ed unico
mescolatore planetario al mondo con
immissione centrale di leganti-additiviacqua, grazie ad un sistema brevettato di
trasmissione, che ottimizza in maniera
rivoluzionaria i tempi e la qualità di
mescolazione.
a pagina 18
Produrre
L’importanza
dei sistemi di
gestione della
salute e sicurezza
dei lavoratori
Il tema della sicurezza dei lavoratori è sempre più centrale nella
vita delle aziende, soprattutto nel
settore delle costruzioni.
a pagina 26
Editoriale
successo del nostro operato. A tutte queste
categorie ASSOBETON continuerà a rivolgersi attraverso i canali più appropriati.
Privilegeremo lo strumento web per diffondere le comunicazioni istituzionali, con il
sito dell’Associazione www.assobeton.it, e con
quello dell’Annuario ASSOBETON www.
annuarioprefabbricazione.it promuoveremo
l’attività delle aziende associate.
Parallelamente, continueremo a far sentire la
voce della Prefabbricazione in Calcestruzzo
e a diffonderne la cultura attraverso un’intensa attività di ufficio stampa, in particolare
curando la redazione di contributi destinati
alla pubblicazione soprattutto sulla stampa
specializzata.
A questo proposito, quale attestato di stima nei confronti dell’Editore ImReady che in
questi anni ha supportato la pubblicazione
del nostro organo ufficiale, e al quale rivolgiamo un particolare ringraziamento, possiamo
già anticipare la nostra prossima collaborazione con la nascente testata indipendente Precast Design che si occuperà di prefabbricazione in calcestruzzo, dalla progettazione alla
realizzazione finale, candidandosi così a diventare la rivista di riferimento per il settore.
Non mi rimane che esprimere un sincero
ringraziamento ai gentili sponsor che hanno
reso possibile il nostro progetto e a voi, cari
lettori, per averci seguiti sino ad oggi, nella speranza che nelle pagine di IMC abbiate
trovato argomenti di vostro interesse, validi
approfondimenti e spunti critici.
ASSOBETON ha molto da dire: è la storia infinita della Prefabbricazione in Calcestruzzo.
Continuate a seguirci.
Renzo Bullo
Presidente ASSOBETON
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ASSOBETON
segue da pag. 1
Nasce
PRECAST DESIGN
2013
primo piano
• industrie manufatti cementizi • 26
PRECAST
Design
Progettare e costruire con la prefabbricazione
La prefabbricazione rappresenta una delle
tecnologie più moderne per la costruzione
di edifici e infrastrutture.
Coniuga infatti la precisione di una produzione industriale, con le qualità che il materiale
calcestruzzo è in grado di possedere, con la
semplificazione delle procedure di cantiere.
In questi ultimi anni il settore ha risentito in
modo forte della crisi che ha colpito il nostro Paese, e forse anche di più, perchè pur
essendo una tecnologia estremamente moderna e attuale, è conosciuta da diversi anni
e quindi ha un mercato più maturo rispetto
ad altre tecnologie.
Le conseguenze della crisi purtroppo incidono non solo sui fatturati delle aziende del
settore ma anche sulle capacità del settore
stesso di comunicare e promuoversi e questo, come già anticipato dal Presidente Bullo
nel suo editoriale, porterà anche a sospendere la pubblicazione di IMC, organo ufficiale di ASSOBETON.
La nostra casa editrice IMREADY ha deciso
di investire in prima persona per non perdere il patrimonio di contenuti di IMC e per
continuare a comunicare e promuovere la
prefabbricazione.
Nasce così PRECAST Design, una testata
indipendente che avrà un sito on-line (www.
prefabbricazione-web.it) dove verranno pubblicate quotidianamente notizie e articoli
riguardanti il settore della prefabbricazione
e delle costruzioni, una rivista cartacea inviata alle aziende che producono manufatti
cementizi e alle istituzioni, e un magazine
digitale inviato tramite web a oltre 60.000
progettisti e tecnici del settore.
La testata avrà un suo comitato scientifico
a cui hanno già dato disponibilità alcuni dei
principali esperti del settore, e cercherà la
collaborazione di tutti i centri di ricerca, delle
aziende e dei soggetti che sono interessati alla prefabbricazione. Una nuova sezione
sarà dedicata alla promozione delle soluzioni
prefabbricate più interessanti, con particolare attenzione alle case history, per promuovere la prefabbricazione come soluzione
moderna e conveniente.
L’obiettivo è quindi quello di proseguire
l’azione avviata con ASSOBETON e continuare ad essere punto di riferimento per il
settore.
Vorrei concludere ringraziando il Presidente
Bullo, il Direttore Grandi e tutta la struttura
ASSOBETON per la grande attenzione che
ci hanno sempre dedicato e per il supporto
che ci vorranno dare nel sostenere questa
nuova iniziativa editoriale.
A rivederci quindi a presto
su PRECAST DESIGN.
Andrea Dari
• industrie manufatti cementizi • 26
primo piano
ASSOBETON
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primo piano
• industrie manufatti cementizi • 26
ASSOBETON
segue da pag. 1
Giudizio positivo sulla partecipazione
di ASSOBETON al MADE EXPO 2012
Milano Architettura Design Edilizia
Questo positivo risultato, anche in considerazione dello scenario economico internazionale ancora critico, premia la scelta di
ASSOBETON che quest’anno ha dato vita,
in collaborazione con la Fiera milanese, al
progetto Precast Area.
Per la prima volta nella sua più che cinquantennale storia, l’Associazione Nazionale
Industrie Manufatti Cementizi ha presentato in modo organico, in occasione di una
manifestazione fieristica, la complessità e le
risorse del comparto della prefabbricazione
in calcestruzzo.
Nel grande spazio espositivo istituzionale,
ASSOBETON ha proposto una mostra videofotografica per illustrare ai visitatori l’in-
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credibile varietà di applicazioni dei manufatti
cementizi e, per tutta la durata della Fiera,
la Precast Area è stata a disposizione di Associati e aziende della filiera per organizzare
propri incontri e per dialogare con lo staff
dell’Associazione.
Inoltre, un’apposita arena, la Precast Hall, è
stata dedicata ai workshop e, nei 4 giorni di
manifestazione, ASSOBETON ha organizzato 22 eventi, parte dei quali direttamente
curati dalle Sezioni dell’Associazione e quindi
incentrati su problematiche tipiche di ciascuna delle famiglie di prodotto rappresentate, altri da aziende del settore che hanno
creduto nel progetto, contribuendo attivamente alla sua realizzazione anche mediante
la scelta di esporre negli stand adiacenti la
Precast Area.
Le tematiche trattate nei convegni della Precast Hall hanno coinvolto addetti ai lavori,
committenti e progettisti che hanno potuto
all’occorrenza approfondire i temi proposti
con i relatori o con le Segreterie Tecniche
di Sezione, disponibili al confronto diretto in
tutte le giornate della Fiera.
Non sono mancate le occasioni di confronto
con le Istituzioni: il giorno dell’inaugurazione, infatti, il Direttore Generale, Maurizio
Grandi, ha ricevuto la visita del Presidente
del Consiglio Superiore dei LL.PP. Francesco
Karrer con il quale ha avuto uno scambio di
idee su argomenti di impellente urgenza per
il comparto.
• industrie manufatti cementizi • 26
“Abbiamo raggiunto numeri interessanti, soprattutto in un momento storico come quello
in cui viviamo – ha dichiarato il Presidente
Renzo Bullo – numeri ottenuti anche grazie
all’importante lavoro svolto da MADE expo.
Come ho già sostenuto, spero che l’attenzione
al nostro settore non si esaurisca con la chiusura della Fiera, ma continui nei prossimi mesi con
progetti concreti in grado di far ripartire l’industria manifatturiera italiana”.
primo piano
ASSOBETON
I CONVEGNI ISTITUZIONALI
Presentiamo un breve reportage degli eventi
realizzati a cura delle Sezioni di ASSOBETON nei giorni del Made expo 2012
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primo piano
• industrie manufatti cementizi • 26
SEZIONE BLOCCHI E PAVIMENTI
Pavimentazioni drenanti in calcestruzzo
Gustavo Penaloza, ASSOBETON
Per capire meglio il contesto in cui si inseriscono attualmente le pavimentazioni drenanti in calcestruzzo è necessario illustrare
quali sono state le trasformazioni che hanno
interessato il nostro territorio negli ultimi
anni. L’utilizzo di superfici impermeabili ha alterato fortemente il bilancio idrico naturale,
rendendo indispensabile lo sviluppo di questi
elementi drenanti.
Il largo utilizzo di superfici impermeabili, quali pavimentazioni in asfalto, ha occasionato
nel tempo:
1.malfunzionamento degli impianti di depurazione causato dal sovraccarico idrico;
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ASSOBETON
2.peggioramento della qualità delle acque
defluite per il contenuto di inquinanti raccolti sulle superfici impermeabili;
3.riduzione dell’alimentazione della falda acquifera e conseguente modifica del naturale ciclo delle acque;
4.aumento delle temperature superficiali
dovuto all’effetto isola di calore.
Sulla base di queste considerazioni, a livello accademico ma anche di amministrazioni pubbliche, è avvenuto un vero e proprio
cambio di paradigma. Inserendo elementi di
sostenibilità in quella che fino a poco tempo
fa era definita la gestione tradizionale delle
acque meteoriche, si è arrivati a:
1.riduzione dei fenomeni di allagamento dovuti al sovraccarico della rete fognaria;
2.riduzione dei coefficienti di afflusso;
3.prevenzione di fenomeni quali l’aquaplaning;
4.mitigazione dell’effetto isola di calore.
Le pavimentazioni drenanti in calcestruzzo
sono elementi modulari che permettono il
passaggio dell’acqua piovana attraverso la
superficie pavimentata consentendo una sostanziale diminuzione delle acque superficiali.
Quest’acqua, in base ai regolamenti vigenti,
può essere smaltita in due modi: direttamente attraverso gli strati superficiali del
sottosuolo oppure raccolta in vasche di accumulo per eventuali trattamenti, riutilizzi in
impianti di irrigazione/antincendio o semplicemente convogliata in fognatura.
Le pavimentazioni drenanti in calcestruzzo sono principalmente utilizzate in piazze,
cortili, strade, piste ciclabili, giardini, strade di
accesso, parcheggi e aree di stoccaggio.
In conclusione, le pavimentazioni modulari in
calcestruzzo offrono un contributo risolutivo
ad aspetti quali:
• riduzione dei fenomeni di allagamento dovuti al sovraccarico della rete fognaria;
• riduzione dei coefficienti di afflusso durante gli eventi meteorici;
• prevenzione di fenomeni quali l’aquaplaning o veli d’acqua superficiali;
• miglioramento delle acque superficiali
dove non vengono più scaricati inquinanti
provenienti da superfici impermeabili.
• industrie manufatti cementizi • 26
primo piano
ASSOBETON
X-SEED®
Un nuovo contributo
alla costruzione sostenibile!
X-SEED® accelera lo sviluppo delle resistenze a breve termine senza influenzare l'idratazione
naturale del cemento e senza ripercussioni sulle resistenze a medio e lungo termine.
X-SEED® permette la riduzione, fino all'eliminazione totale, dei trattamenti termici di maturazione,
dando un contributo al contenimento dei costi, dei tempi e delle emissioni di CO2 nella produzione
di manufatti durabili.
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primo piano
• industrie manufatti cementizi • 26
ASSOBETON
SEZIONE BLOCCHI E PAVIMENTI
Tra sostenibilità ed estetica:
nuove applicazioni dei blocchi
di calcestruzzo vibrocompresso
Gustavo Penaloza, ASSOBETON
E) permettere ad architetti e progettisti di
sperimentare nuove soluzioni funzionali
ed estetiche.
Negli ultimi anni abbiamo assistito all’emanazione di norme sempre più restrittive in
materia di sostenibilità.
Questo fattore, insieme a un crescente senso
di responsabilità degli addetti ai lavori e alla
consapevolezza dell’esistenza di interessanti
opportunità di sviluppo per il settore, hanno
dato origine ad un modo nuovo di costruire.
Un’edilizia moderna, accessibile a tutti, che
tenga conto della necessità di preservare
l’ecosistema e di risparmiare energia, di garantire condizioni di sicurezza e comfort alle
persone, ma anche capace di offrire ai progettisti la possibilità di realizzare strutture di
qualità, flessibili, con un’alta valenza estetica
e a costi contenuti, senza dimenticare il contesto paesaggistico ove si intende costruire.
Il blocco di calcestruzzo vibrocompresso è
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un manufatto industriale impiegato per murature, anche portanti, rivestimenti e divisori
in grado di soddisfare tutte queste esigenze.
Possiamo dire che il blocco di calcestruzzo
vibrocompresso è, ad oggi, l’elemento strutturale che offre la migliore combinazione tra
affidabilità, sostenibilità, flessibilità di utilizzo,
estetica ed economicità. il blocco di calcestruzzo vibrocompresso è un materiale in
grado di:
A) contribuire alla tutela dell’ambiente e a
ridurre gli sprechi energetici;
B) garantire la sicurezza e il comfort delle
persone;
C) far risparmiare sui costi di gestione e di
manutenzione dell’edificio;
D) assicurare semplicità e velocità di esecuzione dell’opera;
L’edilizia di oggi richiede materiali estremamente flessibili, ossia in grado, ad esempio, di
assecondare l’esigenza di variare la destinazione d’uso dell’edificio, di ampliarlo o suddividerlo con facilità o di poter essere plasmati
in forme originali e non convenzionali.
Queste caratteristiche, insieme all’ampia disponibilità di finiture estetiche dei blocchi
faccia a vista, li rendono ideali per essere
utilizzati in ogni contesto paesaggistico e per
dare l’opportunità ai designer di esprimere in
piena libertà la propria creatività.
La capacità dei blocchi di essere colorati e
decorati in una grande varietà di tonalità e
texture apre le porte a nuovi stili, scegliendo,
ad esempio, facciate policrome, con tonalità
alternate.
La colorazione può, più semplicemente,
adattare l’aspetto dell’edificio ai cromatismi
caratteristici del luogo in cui sorge. Il tutto
senza ricorrere a finiture esterne.
A fronte di ciò, possiamo concludere che è
inequivocabile come i blocchi di calcestruzzo
vibrocompresso rappresentino una valida alternativa ad altri materiali. Naturalmente, la
scelta del materiale costruttivo è solo il primo passo: essa deve essere sostenuta da una
progettazione accurata che coinvolge e risolve tutti gli aspetti tecnici ma anche ambientali, architettonici e non ultimo economici.
SEZIONE SOLAI E DOPPIA LASTRA
La doppia lastra:
un prodotto ancora inesplorato
Gianpiero Montalti, ASSOBETON
primo piano
• industrie manufatti cementizi • 26
ASSOBETON
presentazione è servita per comunicare ai partecipanti che nei prossimi mesi la Sezione pubblicherà un Manuale specifico interamente dedicato
alla Doppia Lastra che tratterà esaustivamente
tutti gli argomenti di possibile interesse dei professionisti e delle imprese interessate all’impiego
del sistema industrializzato a Doppia Lastra.
Le presentazione dell’intervento è disponibile sul
sito sito web www.assobeton.it nella pagina della
Sezione Solai e Doppia Lastra
L’intervento era finalizzato a fornire una presentazione organica e completa delle enormi
potenzialità offerte dall’impiego del sistema
industrializzato a Doppia Lastra per realizzare muri portanti. Il prodotto è presente sul
mercato italiano già da diversi anni e, nonostante la continua presa di mercato, presenta
ancora enormi potenzialità di impiego.
Proprio per presentare diffusamente ai tecnici del settore il prodotto e le sue peculiarità l’intervento ha trattato tutta una serie di
argomenti tra i quali:
• descrizione del prodotto e impieghi;
• illustrazione dell’ampia gamma tipologica;
• modalità di trasporto e messa in opera
• dettagli costruttivi ed aspetti di calcolo.
Inoltre è stata colta l’occasione per fornire in anteprima alcune brevi indicazioni sui risultati della più ampia campagna
prove mai realizzata in Europa su tale
prodotto. Le prove sono state pianificate
dalla Sezione ed effettuate con il supporto del Laboratorio Prove Sperimentali
del Politecnico di Milano. Da ultimo, la
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primo piano
• industrie manufatti cementizi • 26
ASSOBETON
SEZIONE SOLAI E DOPPIA LASTRA
I crediti LEED
con predalles e doppie lastre
Michele Locatelli, ASSOBETON
LA STRUTTURA DEI CREDITI LEED
Ognuna di queste 7 macroaree si suddivide in ulteriori
sottorequisiti che, sommati, contribuiscono alla formazione
del punteggio finale.
Questo intervento è stato promosso con lo
scopo di chiarire alcuni aspetti fondamentali della certificazione LEED inerenti i crediti
conseguenti all’impiego di prodotti prefabbricati rappresentati dalla Sezione Solai e
Doppia Lastra.
L’attenzione verso la sostenibilità e il risparmio energetico - oltre agli aspetti strutturali
- è sempre stata molto sentita dalle aziende
aderenti alla Sezione e infatti sono state investite risorse al fine di prepararsi per dare
corrette e concrete risposte alle crescenti
richieste di progettisti e clienti.
Al riguardo, la Sezione ha pubblicato una guida (disponibile sul sito web www.assobeton.
it nella pagina della Sezione Solai e Doppia
Lastra) per supportare sia i prefabbricatori
che i progettisti sui principali crediti LEED
ottenibili mediante l’utilizzo dei manufatti
prodotti dagli Associati.
La guida fornisce le corrette istruzioni sull’interpretazione dei crediti, sul calcolo del contenuto di riciclato e sulla documentazione
che deve essere fornita.
La presentazione che, di fatto, riprende il
contenuto della guida citata, aggiunge qualche recente informazione ed è stata articolata nei seguenti argomenti:
• introduzione alla certificazione LEED;
• descrizione dei crediti principali inerenti ai
prodotti rappresentati dalla Sezione;
• esempi di calcolo;
• esempi di dichiarazione ambientale.
Le presentazione dell’intervento è disponibile
sul sito sito web www.assobeton.it nella pagina
della Sezione Solai e Doppia Lastra
In occasione del MADE expo 2012 la
Sezione Solai e Doppia Lastra
ha allestito uno stand all’interno della
Precast Area di Assobeton al fine di
poter disporre di un punto di incontro
e di scambio di informazioni con gli associati della Sezione e con gli operatori
del settore interessati ai prodotti/servizi offerti dagli Associati.
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• industrie manufatti cementizi • 26
primo piano
ASSOBETON
nderstanding
Come gruppo condividiamo un unico logo. Come persone
ci riconosciamo nella ricchezza delle nostre differenze.
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primo piano
• industrie manufatti cementizi • 26
ASSOBETON
SEZIONE STRUTTURE
Il comportamento sismico
delle connessioni nelle strutture
prefabbricate in calcestruzzo
Antonella Colombo, ASSOBETON
Paolo Riva, Universitá di Bergamo
Il comportamento sismico delle connessioni
nelle strutture prefabbricate in calcestruzzo
è stato oggetto di un convegno organizzato dalla Sezione Strutture di ASSOBETON
in collaborazione con il Forum della Tecnica delle Costruzioni. Il convegno si è tenuto
presso la Precast Area di ASSOBETON
ed ha visto la partecipazione di un folto pubblico. Il professor Paolo Riva dell’Università
degli Studi di Bergamo ha aperto il convegno illustrando il ruolo delle connessioni
nel comportamento sismico delle strutture
prefabbricate. Dopo un inquadramento generale che ha riguardato anche le prescrizioni normative in materia, l’intervento del
professor Riva si è focalizzato sulle strutture
esistenti illustrando principi base e tecniche
di rinforzo.
Il secondo intervento, tenuto dall’Ing. Antonella Colombo di ASSOBETON, si è incentrato sulla progettazione di connessioni nelle
strutture di nuova realizzazione.
L’Ing. Colombo ha illustrato le Design Guidelines for Connections in Precast Structures under
Seismic Actions redatte all’interno del Progetto di ricerca SAFECAST.
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• industrie manufatti cementizi • 26
SEZIONE STRUTTURE
Anticipazioni sulla nuova revisione
delle norme tecniche
per la progettazione strutturale
nell’edilizia industrializzata in cls
primo piano
ASSOBETON
Antonella Colombo, ASSOBETON
Giorgio Monti, Università La Sapienza di Roma
La revisione delle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al DM 14 gennaio 2010 è stata oggetto di un convegno organizzato dalla Sezione Strutture di ASSOBETON in collaborazione
con il Forum della Tecnica delle Costruzioni. Il convegno si è tenuto presso la Precast Area
di ASSOBETON ed ha riscosso notevole successo in termini di partecipazione.
Il professor Giorgio Monti dell’Università La Sapienza di Roma ha aperto il convegno illustrando le principali modifiche apportate al testo normativo, commentando le motivazioni che
hanno portato a tali cambiamenti.
Il secondo intervento, tenuto dall’Ing. Antonella Colombo di ASSOBETON, si è incentrato
sul capitolo 7, dedicato alla progettazione sismica, delle norme. L’ing. Colombo ha illustrato le
principali modifiche riguardanti la progettazione delle strutture prefabbricate.
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primo piano
• industrie manufatti cementizi • 26
ASSOBETON
SEZIONE CALCESTRUZZO CELLULARE AUTOCLAVATO
Soluzioni antisismiche in calcestruzzo
cellulare, materiale ecosostenibile
per edifici a elevato risparmio energetico
Alessandro Miliani, Sezione Calcestruzzo Cellulare Autoclavato ASSOBETON
co, sono stati illustrati i risultati delle prove
sperimentali condotte negli ultimi anni dal
Centro Europeo di Formazione e Ricerca in
Ingegneria Sismica EUCENTRE e dei progetti in corso per l’ottenimento del Benestare
Tecnico Europeo (E.T.A.) per l’uso in zona
sismica di un kit di muratura in AAC a bassa densità e lo studio del comportamento
sismico di murature di tamponamento in
AAC.
Sono state inoltre illustrate le campagne di
ricerca e i risultati ottenuti in altri paesi europei, quali Francia e Slovenia, per concludere
con alcune considerazioni sulla normativa vigente e i suoi eventuali sviluppi futuri.
Il seminario proposto dalla Sezione in occasione di Made expo 2012, “Soluzioni antisismiche in calcestruzzo cellulare, materiale
ecosostenibile per edifici a elevato risparmio
energetico”, si è incentrato sulla presentazione dei sistemi costruttivi in calcestruzzo aerato autoclavato, con una breve illustrazione
sull’origine del materiale, le materie prime e
la produzione, le caratteristiche generali di
isolamento termico e acustico, resistenza al
fuoco e resistenza meccanica, per arrivare a
illustrare le principali applicazioni dei diversi sistemi costruttivi (blocchi per muratura
e pannelli armati per uso strutturale e non
strutturale, pannelli minerali per applicazioni
di isolamento termico).
Successivamente, alla luce delle attuali normative tecniche in ambito strutturale e sismi-
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SEZIONE Tubi a Bassa Pressione
Come aiutare i progettisti e le direzioni
lavori a scegliere i manufatti
per le opere idrauliche
primo piano
• industrie manufatti cementizi • 26
ASSOBETON
Franca Zerilli, ASSOBETON
le Costruzioni (DM 14.1.2008). Strutturali
sono invece da considerarsi gli elementi scatolari, fatte salve le eccezioni indicate nella
norma europea EN 14844 per i “piccoli scatolari”.
Chiarezza è stata fatta anche in relazione
alla possibilità che il cliente ha di stabilire,
contrattualmente, accordi diversi rispetto a
quelli sopra indicati e quindi, ad esempio, di
richiedere al fornitore documenti ulteriori
rispetto a quelli già citati sopra.
Obbligazioni contrattuali di questo tipo
potrebbero vincolare il fornitore ben oltre
quanto prescritto dalla legge, se sottoscritte.
Anche quest’anno il MADE, con il nuovo
progetto Precast Area di ASSOBETON, è
stato per la Sezione Tubi a Bassa Pressione
occasione per avvicinarsi al mercato e fornire indicazioni utili ai tecnici del settore.
Il Presidente della Sezione, Gianni Cestaro,
sulla base delle segnalazioni ricevute dalle
aziende associate, con la relazione dal titolo “Come aiutare i progettisti e le direzioni
lavori a scegliere i manufatti per le opere
idrauliche” ha inteso richiamare l’attenzione
dei produttori e dei tecnici su criticità che,
sempre più spesso, divengono motivo di
contenzioso tra clienti e fornitori: la documentazione che deve accompagnare i prodotti marcati CE alla vendita.
È stato anche richiamato il fatto – spesso
sottovalutato o del tutto omesso – che tubi
e pozzetti, per quanto chiamati ad offrire una
resistenza alle sollecitazioni meccaniche – ad
esempio ai carichi verticali, non vadano considerati “prodotti strutturali” come inteso
nel capitolo 11 delle Norme Tecniche per
In chiusura, l’intervento del Presidente Cestaro, il quale ha intrattenuto con il pubblico un dibattito su criticità tratte dalla realtà
operativa, ha dato concretezza e vitalità al
seminario e confermato che – nonostante la
sua breve durata – il tema trattato è stato
apprezzato dal pubblico e costituisce ancora per molti fonte di dubbi e di complessità
operativa.
Il tema è stato introdotto dal Segretario Tecnico di Sezione Franca Zerilli, la quale, prendendo ad esempio tre tipi di prodotti – tubi,
pozzetti ed elementi scatolari – ha effettuato
una ricognizione delle leggi e delle norme
applicabili a ciascuno di essi ed ha poi elencato quali documenti debbano essere sempre
consegnati al cliente insieme al prodotto e
quali, viceversa, debbano essere consegnati
solo se richiesti esplicitamente dal cliente al
fornitore al momento dell’ordine.
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progettare
• industrie manufatti cementizi • 26
16
ASSOBETON
Durabilità delle opere di calcestruzzo
Fondamenti per la corretta progettazione
Giandomenico Toniolo, Politecnico di Milano
Alessandra Ronchetti, ASSOBETON
La norma UNI 11417
È stata pubblicata nel corso dell’anno la norma UNI 11417 Durabilità delle opere di
calcestruzzo e degli elementi prefabbricati di calcestruzzo.
La norma articolata in due parti:
Parte 1: Istruzioni per ottenere la resistenza
alle azioni aggressive;
Parte 2: Istruzioni per prevenire la reazione
alcali-silice;
è la revisione della UNI 8981 del 1999 che,
attraverso le sue otto parti, ha costituito il
fondamentale riferimento per la progettazione dei calcestruzzi nei riguardi della durabilità delle opere alle quali sono destinati.
Nella sua più organica articolazione, che
raccoglie le azioni aggressive esterne, nella
Parte 1, e le cause endogene nella Parte 2, la
nuova norma aggiorna i contenuti al seguito
di dieci anni di intensa ricerca teorica ed applicata, allineandosi alla normativa europea
pubblicata dal CEN.
La norma fornisce le definizioni, l’elenco
delle azioni aggressive e le istruzioni per la
prevenzione dei loro effetti nelle opere di
calcestruzzo e negli elementi prefabbricati
di calcestruzzo. Per la redazione della norma sono state coinvolte le competenze di
progettazione strutturale della Commissione Ingegneria Strutturale di UNI e quelle
chimiche-tecnologiche della Commissione
Cemento, malte, calcestruzzi e cemento
armato. Fondamentali sono stati i contributi
della componente universitaria di Tecnologia
dei materiali e Chimica applicata, mentre la
componente industriale ha fornito l’indispensabile supporto dell’esperienza applicativa
maturata sul campo.
Si può dire dunque che la nuova norma rappresenti il reale stato dell’arte della materia
con il più ampio consenso degli interessati.
Le istruzioni contenute nelle due parti della norma costituiscono le linee guida per i
committenti, i tecnici, le imprese ed i produttori. In termini generali la Parte 1 inizia
con le definizioni e tratta le cause di degrado
del calcestruzzo e le diverse azioni aggressive,
descrivendo, per ciascuna di esse, gli effetti
assieme ai criteri per la loro valutazione quantitativa ed i provvedimenti di prevenzione.
Il testo è completato con le indicazioni per la
composizione, confezione, posa in opera, stagionatura e controllo del calcestruzzo ai fini
della durabilità delle opere di destinazione.
La Parte 2 descrive le cause della reazione
alcali-silice nel calcestruzzo ed i provvedimenti
per la sua prevenzione.
Le azioni aggressive trattate nella Parte 1
sono:
- Corrosione delle armature, che è la causa più
frequente di degrado delle strutture in cemento armato e può essere prodotta da tre
fenomeni: la carbonatazione del calcestruzzo, la penetrazione di cloruri nel calcestruzzo stesso e, in casi eccezionali, la presenza di
correnti vaganti;
- Azione del gelo/disgelo, con gli effetti distruttivi dovuti all’insorgere di pressioni interne
conseguenti al congelamento dell’acqua interstiziale, pressioni che, quando superano
la resistenza meccanica a trazione del calcestruzzo, provocano la sua disgregazione;
- Azione delle acque dilavanti, molto pure
come quelle dei bacini montani, che provocano la dissoluzione ed il dilavamento
dell’idrossido di calcio presente nel cemento
idrato ed il successivo dilavamento degli altri
composti idrati;
- Azione dell’acqua di mare, che si manifesta
prevalentemente con l’erosione ed il distacco di porzioni di calcestruzzo conseguente
alle reazioni chimiche tra i composti della pasta di cemento e le sostanze disciolte nell’acqua di mare;
- Azione dei solfati, che possono trovarsi nelle
acque naturali, in quelle industriali, fognarie
e nei terreni e che, al contatto con il calcestruzzo, producono fenomeni espansivi a
carattere distruttivo dovuti a reazioni con i
componenti delle pasta di cemento.
Nell’Appendice sono riportate istruzioni che
descrivono le misure pratiche da adottare per
prevenire o ridurre gli effetti nocivi delle azioni sopra elencate e rappresentano un prezioso manuale applicativo per gli operatori.
La Parte 2 contiene le istruzioni per individuare le condizioni che possono portare al
verificarsi della reazione alcali-silice nel calcestruzzo, le misure per evitarla o ridurne il
rischio e le conseguenze.
La reazione in questione dipende congiuntamente dalla natura dell’aggregato, dalla
presenza di alcali nel calcestruzzo e dalle
condizioni ambientali di umidità nelle quali si
trova il manufatto di calcestruzzo. I fenomeni
causati dalla reazione riducono la funzionalità
delle strutture e intensificano il danno provocato da altri agenti aggressivi. L’effetto si
evidenzia con la formazione di fessure reticolate e diffuse su elementi tozzi come i plinti
e di fessure lineari longitudinali su elementi
allungati come i pilastri.
La norma definisce quali sono gli aggregati
reattivi e indica come misurare la loro potenziale reattività e valutare il corrispondente rischio di reazione.
Fornisce poi una classificazione delle condizioni ambientali per definire il livello di rischio e di prevenzioni da adottare.
Si evidenzia come il tema della durabilità sia
stato doverosamente trattano con maggiore rilievo negli ultimi anni sia nella normativa
nazionale, si pensi alle Norme Tecniche per
le Costruzioni, sia in quella comunitaria, per
esempio nel Regolamento Prodotti da Costruzione e negli Eurocodici, ed in questo
contesto la nuova norma UNI 11417 costituisce un utile strumento di riferimento.
news
Interventi urgenti in favore
delle popolazioni
colpite dagli eventi sismici
Pubblicata la legge
che contiene la proroga
di sei mesi
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 286 del 7 dicembre 2012 è stata pubblicata la Legge
7 dicembre 2012, n. 213 “Conversione in
legge, con modificazioni, del decreto-legge
10 ottobre 2012, n. 174, recante disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli Enti territoriali, nonché ulteriori
disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012. Proroga di termine per
l’esercizio di delega legislativa.”
La Legge n. 213 è entrata in vigore l’8 dicembre 2012, il giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Il documento contiene la proroga di 6 mesi
per la verifica sismica degli edifici nella
zona colpita dal sisma del maggio 2012.
• industrie manufatti cementizi • 26
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17
progettare
• industrie manufatti cementizi • 26
segue da pag. 1
Linee guida per il calcolo delle caratteristiche
energetiche delle coperture di calcestruzzo
Antonella Colombo, ASSOBETON
Ugo Pannuti, ICMQ S.p.A.
Mentre nel caso dei componenti verticali, quali i pannelli prefabbricati, il Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato con
D.M. del 2 aprile 1998 ha richiesto la certificazione delle caratteristiche e delle prestazioni energetiche, regolamentando le modalità stesse di Certificazione; ciò non è stato previsto nel caso delle coperture
prefabbricate. Tali elementi, infatti, non rientrano tra quelli per cui è
obbligatoria la Certificazione ai sensi del D.M. 2 aprile 1998.
La copertura di un edificio prefabbricato tuttavia assume un ruolo critico nella determinazione delle dispersioni termiche dell’involucro.
Attualmente sul territorio nazionale sono presenti molteplici tipologie di
coperture, alcune delle quali sono riportate nelle figure 1, 2 e 3.
La complessità degli elementi che compongono la copertura, e il peso
che possono assumere i ponti termici non permette, di norma, l’applicazione del metodo semplificato descritto nella norma UNI EN ISO 6946.
Risulta pertanto necessario calcolare i ponti termici utilizzando metodi numerici più raffinati in conformità a quanto riportato nella norma
UNI EN ISO 10211.
Al fine di fornire un valido supporto al produttore ed ottenere una
uniformità di comportamento sul mercato, alcuni mesi or sono ASSOBETON e ICMQ hanno costituito un Gruppo di Lavoro per predisporre le Linee Guida per il calcolo della trasmittanza termica delle coperture in calcestruzzo di edifici prefabbricati.
Scopo delle Linee Guida è quello di fornire indicazioni sul calcolo
della trasmittanza termica delle coperture prefabbricate, anche ai fini
di una eventuale Certificazione delle caratteristiche energetiche delle
coperture stesse.
È bene specificare che la progettazione strutturale della copertura
non è oggetto di tale documento. Inoltre, per quanto riguarda il calcolo della trasmittanza termica, le Linee Guida non devono essere
considerate sostitutive delle norme stesse, ma solamente di ausilio
alla loro applicazione.
Queste sono strutturate in capitoli:
Capitolo 1: Introduzione
Vengono citati tutti i riferimenti normativi e legislativi utili per il calcolo delle caratteristiche energetiche delle coperture.
Vengono introdotte le varie grandezze termiche, con particolare
attenzione al ponte termico, definito come una ristretta zona della
copertura in cui si abbia una significativa variazione del flusso termico
trasmesso localmente e della quale non si sia già tenuto conto nel
calcolo della trasmittanza.
Esempi di ponte termico possono essere le zone di giunzione fra
elementi della copertura; gli elementi di connessione metallici che
attraversano completamente gli strati di isolamento termico, ecc..
Capitolo 2: Nozioni introduttive
Sono descritte le principali tipologie di coperture prefabbricate e il
calcolo della conduttività termica dei materiali e della resistenza termica della copertura.
Capitolo 3: Procedura di calcolo
È proposta una procedura di calcolo, nella quale gli effetti dei ponti
18
ASSOBETON
1
Figura 1. Copertura a doppia pendenza con elementi nervati
2
Figura 2. Copertura piana con tegoli alari
3
Figura 3. Copertura piana con elementi shed
termici vengono valutati, attraverso l’utilizzo di modelli numerici, come
correzioni nella stima del coefficiente di accoppiamento termico “L”.
Il calcolo della trasmittanza dei ponti termici dovuti alla presenza degli
elementi di connessione può essere eseguito in due modi diversi:
a. come per qualsiasi altro ponte termico, attraverso un calcolo numerico svolto ai sensi della norma UNI EN ISO 10211;
b. utilizzo dell’equazione D.5 della norma UNI EN ISO 6946.
Per ulteriori approfondimenti a tal proposito il documento rimanda
alle Linee Guida per il calcolo della trasmittanza termica di pannelli prefabbricati di calcestruzzo – ASSOBETON e ICMQ.
La procedura di calcolo proposta può essere così schematizzata:
1. calcolo della trasmittanza termica dei diversi elementi costituenti la copertura;
2. individuazione dei ponti termici lineari e dei relativi modelli numerici, e
calcolo delle trasmittanze termiche lineiche ad essi associate;
news
Linee di indirizzo per interventi locali e globali su edifici industriali monopiano non progettati
con criteri antisismici
Il 12 novembre 2012 il Gruppo di Lavoro Agibilità Sismica dei Capannoni Industriali, composto da rappresentanti di Protezione Civile, Reluis, Consiglio
Nazionale degli Ingegneri e ASSOBETON, ha pubblicato le “Linee di indirizzo per interventi locali e globali su edifici industriali monopiano non progettati
con criteri antisismici”.
Il documento è scaricabile dal sito ASSOBETON www.assobeton.it
progettare
• industrie manufatti cementizi • 26
ASSOBETON
3. individuazione dei ponti termici puntuali e dei relativi
modelli numerici, e calcolo delle trasmittanze termiche
puntuali ad essi associate;
4. calcolo della trasmittanza termica della copertura;
5. calcolo delle eventuali correzioni ai sensi della norma
UNI EN ISO 6946;
6. calcolo della trasmittanza termica totale.
Allegato A: Promemoria per il produttore
Si riporta un elenco indicativo e non esaustivo di punti
che il produttore deve rispettare per implementare correttamente l’algoritmo di calcolo utilizzando il metodo
numerico.
Allegato B: Esempi
Vengono analizzati alcuni esempi di calcolo del ponte
termico lineare
Allegato C: Modalità di certificazione
Sono descritte le fasi della certificazione delle caratteristiche energetiche delle coperture. In breve, ICMQ:
1. esamina la relazione di calcolo della trasmittanza termica delle coperture nel rispetto delle normative vigenti
effettuando valutazioni di congruità e di correttezza dei
dati dichiarati dal produttore;
2. effettua una visita di valutazione presso ogni unità
produttiva dell’Azienda richiedente ove si producano i
componenti delle coperture oggetto di Certificazione.
Tale verifica ha lo scopo di accertare che l’Azienda sia in
possesso di un controllo di produzione dei componenti
che rispetti le prescrizioni e le indicazioni contenute nella
relazione di calcolo.
Inoltre nel corso della visita viene verificato che l’Azienda attui tale controllo di produzione e che lo stesso sia
definito nel manuale e nelle procedure aziendali, con
specifico riferimento ai componenti delle coperture
oggetto di certificazione e delle relative caratteristiche
energetiche.
Per le Aziende con Sistema Qualità certificato da ICMQ
nell’attività di produzione di elementi prefabbricati o con
Controllo di Produzione in Fabbrica ai fini della marcatura CE degli elementi per copertura anch’esso certificato
da ICMQ, sulla base degli esiti delle visite ispettive già
effettuate, solitamente viene richiesta la sola validazione
dell’algoritmo di calcolo.
Il mantenimento della certificazione è vincolato agli esiti
delle verifiche periodiche del controllo di produzione.
19
progettare
• industrie manufatti cementizi • 26
segue da pag. 1
Architettura
prefabbricata
Focus
Anna Faresin, Architetto, Ph.D., docente a contratto Università IUAV di Venezia
Proprio questi principi stavano alla base delle
riflessioni progettuali che hanno portato alla
realizzazione dell’Alfred Newton Richards
Medical Research Building dell’University of
Pennsylvania a Philadelphia. Con la consulenza di Komendant, l’architetto Louis I.
Kahn ha realizzato un complesso che gli ha
fatto acquisire una fama internazionale: le
strutture, lasciate a vista, sono state interamente prefabbricate in calcestruzzo con armatura post-tesa.
Negli stessi anni anche in Italia si registrano
significativi episodi architettonici d’impiego di
calcestruzzo prefabbricato che rimarranno
riferimento nei decenni successivi.
Tra tutti, degno di menzione è l’operare di
Pier Luigi Nervi, ingegnere interessato ai
sistemi resistenti spaziali di cui inventa nuove
forme, reinterpretando le tipologie costruttive tradizionali.
La sua ricerca progettuale ha lasciato in eredità opere come il Palazzetto dello Sport
(Figure 1 e 2) realizzato per le Olimpiadi
di Roma del 1960, caratterizzato da una
copertura a calotta di 60 m di diametro,
finemente reticolata all’interno e interrotta
soltanto nel centro da un anello di tensione
che permette alla luce naturale di penetrare
entro il grande vuoto circolare. 1.620 elementi romboidali prefabbricati, uniti mediante calcestruzzo gettato in opera a formare
le nervature di connessione costituiscono la
copertura sferica che trasferisce le tensioni
all’anello di fondazione tramite dei cavalletti
a Y prefabbricati, disposti in modo radiale e
inclinati secondo la tangente alla curva nel
piano d’imposta.
Il ricorso alla prefabbricazione negli anni successivi è stato incentivato oltre che da rapidità, qualità ed economicità del processo
costruttivo, anche dalle possibilità espressive
degli elementi realizzati in fabbrica e poi assemblati in cantiere, testimoniata da numerose significative opere. Tanto che alcune
esperienze architettoniche hanno adottato
un tale procedimento per l’intera costruzione di complessi, molto estesi, il cui rigore e
l’eccessiva ripetizione sistematica di forme e
dimensioni ne hanno però, in seguito, decretato l’insuccesso. Come nel caso delle residenze a Runcorn New Town progettate da
Stirling e Wilford.
20
ASSOBETON
Il rilancio
della prefabbricazione
Nella contemporaneità si assiste a una rinnovata attenzione verso la prefabbricazione,
visto che la riduzione degli scarti, le manutenzioni poco invasive, lo smontaggio semplificato e il riciclaggio degli elementi a fine vita,
nonché la rapidità di produzione e la certezza nei costi, sono soltanto alcuni degli aspetti
tecnici che consentono di considerare questo metodo come una delle strade da intraprendere per garantire prestazioni elevate in
accordo con i principi della sostenibilità.
Le percentuali legate alla produzione di edifici prefabbricati sono davvero incoraggianti:
raggiungono il 9% in Gran Bretagna, il 10% in
Germania e addirittura il 40% in Giappone.
2
Figura 2. Palazzetto dello Sport, Roma, 1057,
Pier Luigi Nervi.Vista sugli elementi romboidali
prefabbricati della copertura
1
Figura 1. Palazzetto dello Sport, Roma, 1057, Pier Luigi Nervi.Vista sui cavalletti prefabbricati
Una buona spinta del comparto è da attribuire al grande rinnovamento per ciò che
riguarda le nuove tecnologie legate agli stabilimenti di produzione. Infatti la necessità di
ottenere resistenze tali da abbreviare i cicli,
al fine di riutilizzare i casseri più volte al giorno, ha comportato il ricorso ai calcestruzzi
autocompattanti (che assicurano buona lavorabilità con bassi rapporti acqua/cemento)
e alla maturazione accelerata (che impiega
vapore al fine di aumentare la temperatura
per velocizzare la maturazione).
Per una maggior comprensione delle potenzialità del metodo è opportuno operare
una distinzione relativa ai sistemi strutturali
prefabbricati realizzabili: a pannelli portanti,
a telaio, tridimensionali.
Nel primo caso si tratta di pannellature prodotte in officina o in cantiere, se sufficientemente attrezzato, che prevedono l’interposizione di uno strato di materiale coibente.
Il sistema a telaio prevede invece la realizzazione di travi e pilastri prefabbricati, che
permettono grandi luci e flessibilità interna.
• industrie manufatti cementizi • 26
ASSOBETON
progettare
Gli elementi tridimensionali sono basati
sull’aggregazione di elementi piani che raggiungono rigidezza e autoportanza.
Vi sono, poi, tutti quegli elementi non portanti, come le lastre di rivestimento (Figura
3), le modanature, i manufatti per pavimentazioni e per l’arredo (Figura 4), in cui il trattamento superficiale effettuato assume una
fondamentale importanza.
I pregi tecnici connessi alla prefabbricazione coinvolgono infatti il linguaggio formale
dei componenti, che possono presentare
4
Figura 4. Pannelli in calcestruzzo che possono essere
attraversati dalla luce grazie alle fibre ottiche (foto: Luccon)
3
Figura 3. Pannelli con rivestimenti a rilievo realizzati impiegando matrici elastiche
geometrie complesse ed essere sottoposti
a trattamenti epidermici. Il compattamento del materiale, la qualità delle superfici, la
definizione cromatica e la conformazione
degli elementi sono assicurate dal controllo,
entro lo stabilimento di produzione, sia dei
parametri termoigrometrici, sia del tempo di
essicazione.
Prefabbricazione
fuori standard
Oggi si parla di prefabbricazione fuori standard come risposta a esigenze architettoniche contemporanee perché sempre più
spesso le strutture in calcestruzzo comprendono e integrano le varie parti della
5
Figura 5. Canongate Wall, Scottish Parliament Building, Edimburgo, 2004, EMBT Barcelona e RMJM Architects (Foto: J. David)
costruzione entro una logica industrializzata
che mira all’ottenimento della qualità, ottimizzando le quantità e le performance dei
materiali, e assicurando nel contempo la personalizzazione dei sistemi di connessione e
delle finiture superficiali.
In effetti è soprattutto indirizzata alla personalizzazione degli elementi dal punto di vista
espressivo la maggior innovazione del settore (superficie e lavorazione, stabilità qualitativa, controllo dimensionale), nonché alle
caratteristiche in termini di prestazione (per
questo spesso si opta per pannelli alleggeriti
o, ancora meglio, per pannelli sandwich che
offrono la soluzione più completa dal punto
di vista dell’isolamento termico).
Sempre più numerosi sono i progetti che
impiegano elementi prefabbricati modulari
plasmati in relazione alle specifiche intenzioni progettuali tanto che la prefabbricazione
oggi non pare mostrare limiti alla creazione
progettuale: è possibile plasmare elementi
articolati, come dimostra il Parlamento della
Scozia a Edimburgo.
È soprattutto il Canongate Wall (Figura 5) a
costituire un esempio davvero sorprendente:
una vista dei vicoli di Edimburgo, realizzata sulla
base di un bozzetto di Miralles, è stata impressa
sugli elementi prefabbricati che si curvano verso
l’alto, ospitando elementi incastonati e “ritagli”,
realizzati grazie ai più recenti modelli CAD e
alle più avanzate tecniche CNC.
Esperienze
architettoniche italiane
Anche in Italia il coinvolgimento dei progettisti entro gli uffici tecnici dedicati allo sviluppo del progetto, dalle fasi ideative all’esecuzione, garantisce il perfezionamento
21
progettare
• industrie manufatti cementizi • 26
del risultato nell’adozione di strutture prefabbricate.
È il caso del Maglificio Gran Sasso (Figura
6) realizzato a Sant’Egidio alla Vibrata su
progetto di Guido Canali. Complesso adibito alla produzione, ha ricevuto la menzione
d’onore nella terza edizione della “Medaglia
d’oro all’Architettura” nel 2009.
È completamente realizzato con componenti di calcestruzzo armato precompresso:
dalle strutture verticali, alle travi, ai tegoli
di 20 m con profilo alare, che sono stati alternati ad altrettanti lucernari per garantire
l’illuminazione zenitale naturale necessaria.
L’insieme presenta fronti particolarmente
articolati, come giustapposizione di elementi
ASSOBETON
Figura 6. Maglificio Gran Sasso, Sant’Egidio alla Vibrata, 2007, Guido Canali (foto: A. Pancino)
6
7
Figura 7. Sede degli Headquarters Salewa, Bolzano, 2011,
Cino Zucchi Architetti e Park Associati
(foto: Cino Zucchi Architetti e Park Associati)
8
Figura 8. Centro civico, Cadorago, 2007, Marco Castelletti (foto: F. Simonetti Brunate))
metallici e pannelli di tamponamento prefabbricati in calcestruzzo di colore bianco, in cui
il disegno delle fughe corrisponde all’unica
forma di decorazione ammessa.
Pure la Sede degli Headquarters Salewa (Fi-
22
gura 7), il cui progetto, vincitore di concorso
a inviti firmato Cino Zucchi Architetti e Park
Associati, è stato esposto alla Biennale di
Venezia 2010, evidenzia il ricorso a strutture
prefabbricate per la realizzazione dei magaz-
zini, con lucernari a shed e pannelli prefabbricati a parete, ancorati a mezza altezza da
una trave interna.
Parzialmente rivestito in alluminio forato ed
elettrocolorato per interferenza in tre diverse sfumature di grigio-blu, il calcestruzzo
dei magazzini è visibile nei fronti che danno
sull’Autostrada del Brennero.
Ma non è soltanto prerogativa di edifici
produttivi il ricorso alla prefabbricazione.
Ne è un chiaro esempio il Centro civico di
Cadorago (Figura 8) progettato da Marco
Castelletti. Qui le pareti, e anche la copertura, sono rivestite con pannelli prefabbricati
in calcestruzzo facciavista che conferiscono
unitarietà materica al corpo architettonico.
Questi argomenti sono stati diffusamente trattati
all’interno del libro di Anna Faresin, Architettura in
calcestruzzo. Soluzioni innovative e sostenibilità, edito
da UTET Scienze Tecniche nel 2012. Il volume restituisce un quadro d’insieme per comprendere l’attuale
situazione d’impiego del calcestruzzo in architettura
e le sue possibili direzioni d’innovazione, anche nel
rispetto della sostenibilità ambientale. Link per l’acquisto: http://shop.wki.it/Utet_Scienze_Tecniche/Libri/
In.Concreto.Gen_103x214:Layout 2 25-10-2012 14:17 Pagina 1
Architettura_in_calcestruzzo_s160992.aspx
Figura 9. Centro Polifunzionale Le Terrazze, Carità di Villorba, 2011,
Studio Marco Piva (foto: A. Martiradonna)
Grande attenzione è stata posta alla precisa progettazione delle fughe tra un pannello di rivestimento e l’altro: si tratta di una scelta che enfatizza la sfaccettatura
del piccolo volume cementizio, che ospita il centro per
anziani con aula consigliare, richiamando l’andamento
spezzato delle murature e delle coperture a falda degli
edifici del passato.
Parlando di strutture prefabbricate certamente degno
di nota è l’intervento dello Studio Marco Piva su una
struttura esistente abbandonata (Figura 9).
Il complesso Le Terrazze, vincitore del premio “R&D Hospitality Award” come progetto più innovativo nel settore
turistico-alberghiero nel 2009, si caratterizza infatti per il
recupero di un preesistente reticolo strutturale entro cui
coesistono funzioni alberghiere, commerciali e residenziali.
Originariamente concepito per accogliere un centro
commerciale mai realizzato, lo scheletro cementizio è
rimasto per 16 anni privo di ogni involucro, incombendo con la sua massiccia presenza ai margini della città di
Villorba. Il progettista ha riutilizzato l’ossatura di calcestruzzo, costituita da pilastri accoppiati con passo 8,4 3
8,4 m, travi a T rovescia, solai in tegoli con getto di completamento di calcestruzzo con rete elettrosaldata, per
creare un complesso abitativo dotato di spazi collettivi.
La struttura prefabbricata esistente è stata inglobata nel
nuovo edificato in modo misurato e composto: i pannelli di facciata sono stati collocati all’interno dei pilastri,
mentre i tegoli di solaio a sbalzo costituiscono il punto di
aggancio dei parapetti metallici.
E nonostante la rigidezza della composizione strutturale i quattro prospetti risultano molto differenti tra loro:
quello fronte strada si connota per una successione di
gradonate piantumate e leggeri parapetti metallici, mentre quello opposto, verso il fiume, è scansionato dai pilastri preesistenti che intervallano stretti balconi; nei lati
corti del complesso alte torri rivestite in lamiera forata
raggruppano i collegamenti verticali.
Nell’ottica di ridurre l’impatto ambientale a caratterizzare la costruzione rimane l’uso diffuso della vegetazione
che invade scale, balconi, davanzali e copertura.
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produrre
• industrie manufatti cementizi • 26
Osservatorio
ASSOBETON
ASSOBETON
Tendenza negativa confermata
anche nel secondo trimestre 2012
Paolo Chiari, Clarium Srl
L’Osservatorio ASSOBETON ha elaborato i dati relativi al
comparto italiano dell’Edilizia Industrializzata in Calcestruzzo
per il secondo trimestre del 2012.
Confrontando i dati del fatturato del secondo trimestre 2012 con
quelli dello stesso periodo dell’anno precedente, si rileva una contrazione di 11 punti percentuali.
I dati risultano negativi in tutte le aree geografiche, con una punta
del - 40% per la macro-area “Sud e Isole”.
Se si confronta quindi, a livello nazionale, il I semestre 2012 con il periodo corrispondente dell’anno precedente, emerge una complessiva
contrazione del fatturato di 7 punti percentuali.
La produzione in metri cubi, infine, nel secondo trimestre 2012
registra un -22% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Dall’analisi svolta e dalle indicazioni raccolte da ASSOBETON presso
gli operatori del comparto aderenti, si guarda al secondo semestre
2012 senza particolare ottimismo. Si prevede, infatti, che la contrazione del fatturato, del commissionato e della produzione proseguirà
fino alla fine dell’anno.
Il commissionato del secondo trimestre 2012 si attesta al -24%
rispetto al 2011 e, confrontando il I semestre 2012 con il periodo
corrispondente dell’anno precedente, si evidenzia addirittura una
contrazione del 30%.
24
Panoramica sulle novità 2012
in materia di sicurezza e ambiente
A cura dello Studio LAPI srl – Convenzionato ASSOBETON
www.sicurezzaesalute.it - [email protected]
Proroga sostituzione maniglioni antipanico non marcati CE
entro febbraio 2013
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 299 del 24 dicembre 2011 è stato pubblicato il decreto del Ministero dell’Interno 6 dicembre 2011 che va a modificare il Decreto Ministeriale 3 novembre del 2004 concernente
“Disposizioni relative all’installazione e alla manutenzione dei dispositivi per l’apertura delle porte installate
lungo le vie d’esodo, relativamente alla sicurezza nel caso d’incendio”. In particolare con l’articolo 2 viene
prorogato di due anni, entro febbraio 2013, il termine per la sostituzione dei dispositivi non muniti di
marcatura CE e già installati alla data di entrata in vigore del Decreto del 2004. Tale obbligo deriva dall’art.
5 del DM 03/11/2004, il quale prevede che i dispositivi non muniti di marcatura CE, già installati nelle
attività soggette a Certificato Prevenzione Incendio, siano sostituiti a cura del titolare in caso di
rottura del dispositivo o sostituzione della porta o modifiche dell’attività che comportino un’alterazione
peggiorativa delle vie di esodo o entro sei anni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
Disposizioni in materia di
protezione dei lavoratori
dall’esposizione a campi
elettromagnetici
- Scadenza 30/04/2012
Dal 30 aprile 2012 è in vigore il Capo IV del
Titolo VIII del D.Lgs. 81/2008 relativo alla protezione dei lavoratori dall’esposizione a campi
elettromagnetici, con la conseguente valutazione
del rischio.
Si fa presente che in alcuni casi la valutazione del
rischio può concludersi con la “giustificazione”
secondo cui la natura e l’entità dei rischi non rendono necessaria una valutazione più dettagliata
in quanto la condizione espositiva non comporta
apprezzabili rischi per la salute.
Diversamente occorre effettuare un’ulteriore valutazione entro il 31/10/2013.
produrre
• industrie manufatti cementizi • 26
ASSOBETON
Accordo Stato-Regioni formazione
lavoratori, dirigenti, preposti
e datori di lavoro RSPP
- In vigore dal 26/01/2012
Sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 8
dell’11 gennaio 2012 gli accordi Stato-Regioni del
21/12/2011 relativi alla individuazione dei contenuti minimi, della durata e delle modalità della
formazione dei lavoratori, dei dirigenti, dei preposti e dei datori di lavoro che intendano svolgere direttamente i compiti di RSPP, in vigore dal
26 gennaio 2012.
Verifiche periodiche attrezzature di lavoro riportate nell’allegato VII
del D.Lgs. 81/2008 - In vigore dal 23/05/2012
Dal 23 maggio 2012 è in vigore il Decreto del Ministero del Lavoro 11/04/2011 sulle modalità di effettuazione delle verifiche periodiche delle attrezzature di cui all’allegato VII del D.Lgs. 81/2008.
La prima di tali verifiche periodiche, la cui frequenza è indicata nel medesimo allegato, è di competenza
INAIL (ex ISPESL); le successive verifiche sono effettuate dalle ASL competenti per territorio.
Emissioni in atmosfera
provenienti
da lavorazioni meccaniche
- Scadenza del 31/07/2012
Il D.Lgs. 128/2010 ha previsto l’estensione del
regime di autorizzazione alle lavorazioni meccaniche (prima non soggette ad autorizzazione)
che comportino un consumo di olio (come tale o
come percentuale oleosa nelle emulsioni) uguale
o superiore a 500 kg/anno, calcolato come differenza tra la quantità totale immessa nel ciclo di
lavoro e la quantità smaltita come rifiuto.
SISTRI - In vigore proroga
al 30 giugno 2013 e sospensione
pagamento contributo anno 2012
È stato pubblicato nel supplemento ordinario n.
129 della Gazzetta Ufficiale n. 147 del 26 giugno
2012, il Decreto Legge 22 giugno 2012 n. 83, cosiddetto “decreto sviluppo”, che all’art. 52 sospende fino al 30 giungo 2013 il termine per l’avvio
operativo del SISTRI per tutte le aziende soggette
e, inoltre, sospende il pagamento dei contributi dovuti dagli utenti per l’anno 2012,
prorogato in precedenza al 30 novembre 2012.
Sorveglianza sanitaria - Contenuti e trasmissione cartella sanitaria
e di rischio
È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 173 del 26 luglio 2012 il decreto del 9 luglio 2012 del
Ministero della Salute concernente i contenuti e le modalità di trasmissione delle informazioni relative
ai dati ai sensi dell’articolo 40 del Decreto Legislativo 81/2008 in materia di tutela della salute e della
sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il Decreto prevede l’invio da parte dei medici competenti, entro il primo trimestre dell’anno successivo
all’anno di riferimento, unicamente in via telematica, dei dati aggregati sanitari e di rischio (Allegato 3B)
e i contenuti della cartella sanitaria e di rischio (Allegato 3B) e, dopo una sperimentazione di un anno
diventerà sanzionabile.
Il periodo sperimentale terminerà il 30 giugno 2013.
Rinnovo autorizzazione
alle emissioni in atmosfera ai sensi
dell’art. 281 del D.Lgs. 152/2006
L’art. 281 del D.Lgs. 152/2006 prevede che per
gli impianti autorizzati, anche in via provvisoria o
in forma tacita, ai sensi del D.P.R. 203/88 occorre
presentare domanda di rinnovo autorizzazione
entro i termini stabiliti da appositi calendari adottati dalle Regioni e dalle Province Autonome.
In caso di mancata adozione dei calendari di cui
sopra, le domande devono essere presentate entro i termini previsti dall’art. 181, comma 1:
- entro il 31/12/2011 per stabilimenti anteriori al
1988 (ex art. 12 D.P.R. 203/88);
- tra il 01/01/2012 ed il 31/12/2013 per stabilimenti anteriori al 2006 che siano stati autorizzati in data anteriore al 01/01/2000;
- tra il 01/01/2014 ed il 31/12/2015 per stabilimenti anteriori al 2006 che siano stati autorizzati in data successiva al 31/12/1999.
Si sottolinea che la mancata presentazione della
domanda comporta la decadenza dell’autorizzazione precedente.
Certificazione imprese e tecnici che eseguono interventi su impianti
che utilizzano gas fluorurati ad effetto serra
È stato approvato il D.P.R. 27/01/2012 n. 43 che stabilisce che i tecnici e le imprese che eseguono interventi tecnici su impianti frigoriferi, condizionatori, pompe di calore, sistemi di protezione antincendio,
contenenti gas fluorurati ad effetto serra (HFC, PFC, SF6), devono essere in possesso di specifica
certificazione che viene rilasciata da un organismo di certificazione appositamente accreditato, dopo
il superamento di un esame teorico e pratico. La certificazione ottenuta, avrà una validità di dieci anni,
trascorsi i quali dovrà essere rinnovata.
25
produrre
• industrie manufatti cementizi • 26
ASSOBETON
segue da pag. 1
L’importanza dei sistemi di gestione della salute
e sicurezza dei lavoratori
Lorenzo Orsenigo, direttore ICMQ SpA
Nel 2007 la Ohsas 18001 (Occupational health and safety assessment series) ha assunto
ufficialmente lo status di norma e nel 2008
il D.Lgs. 81 (Testo Unico sulla salute e la sicurezza sul lavoro) ha riconosciuto l’importanza dei sistemi di gestione della salute e
sicurezza sul lavoro (Sgsl) al fine di garantire
un approccio efficace al problema.
Adottare un Sgsl Ohsas 18001 non è un
obbligo di legge ma una scelta volontaria di
chi ha la responsabilità di garantire la propria
e altrui incolumità. Esso, non solo comporta
benefici di tipo etico nei confronti dei lavoratori, ma consente di ridurre le spese legate alla
mancata sicurezza poiché, da un lato, diminuisce la probabilità di accadimento degli infortuni
e la conseguente applicazione di oneri; dall’altro, permette dopo i primi due anni di attività di chiedere una riduzione del tasso medio
di tariffa per prevenzione (Dm 12/12/2000,
come modificato dal Dm 3/12/2010), ai sensi
dell’ex art. 24 delle modalità di applicazione
delle tariffe dei premi (Mat).
L’attuazione di un sistema di gestione di questo tipo inoltre garantisce risparmi sui premi
Inail e una sorta di “assicurazione” contro la
responsabilità amministrativa.
Con i sistemi di gestione
certificati diminuiscono
gli infortuni sul lavoro
L’adozione di un sistema di gestione come
quello descritto dalla norma Bs Ohsas
18001:2007 consente di migliorare il controllo sul rispetto degli adempimenti e conseguentemente di ridurre gli indici infortu-
26
nistici. A testimoniarlo sono i dati dell’Inail
riportati nell’Osservatorio Accredia - Censis
su Salute e sicurezza sul lavoro dello scorso
maggio, che mettono a confronto gli indici
infortunistici delle aziende in possesso di certificazione Ohsas 18001 rilasciata da un organismo accreditato Accredia con gli indici infortunistici di aziende omologhe per settore
produttivo e territorio di appartenenza ma
senza lo stesso tipo di certificazione.
L’indagine si basa sui dati raccolti in un triennio. I risultati, riassunti nella seguente tabella,
sono emblematici e confortanti.
In tutti i settori l’adozione di un Sgsl permette di diminuire sensibilmente sia l’indice
di frequenza (numero di infortuni/giorni
lavorati) che l’indice di gravità (giorni persi
per infortunio/giorni lavorati) degli infortuni.
Questo accade in tutti i tutti i comparti lavorativi, nei quali l’indice di frequenza è sceso
del 27%, ma soprattutto in edilizia dove il
valore ha sperimentato un calo del 33%.
Lo stesso si verifica per l’indice di gravità, che
ha registrato una flessione media del 35% in
tutti i settori e si è quasi dimezzato in edilizia, scendendo del 42%. In sostanza, quando
Tabella. Confronto fra l’indice di frequenza e l’indice di gravità
Settori
Indice
di frequenza (%)
Indice di gravità (%)
Servizi
-21
-15
Pesca, Alimenti, Agricoltura
[*]
[*]
Chimica, Plastica, Carta, Pelli
-26
-45
Edilizia
-33
-42
Energia, Gas
-32
-33
Metallurgia, Macchine
-34
-73
Mineraria
-6
-18
Vetro
-43
-51
Tessile
-64
-40
Trasporti, Magazzino
-13
-32
Media
-27
-35
Fonte: Ossevatorio Accredia Censis su Salute e Sicurezza sul lavoro (maggio 2012)
[*] Campione di imprese non significativo
si verifica un infortunio esso determina nelle
aziende certificate conseguenze meno gravi,
che si traducono in un minor numero di giorni di assenza.
Questi dati spiegano perché l’Inail riconosca riduzioni, anche sostanziose, del premio
assicurativo alle aziende che applicano un
sistema di gestione per la salute e sicurezza
sul lavoro.
Allo stesso modo vanno interpretati gli incentivi stanziati dall’Istituto al fine di stimolare le imprese a realizzare interventi finalizzati
al miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Finanziamenti mirati
a sostenete progetti di investimento e l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale con contributi fino al 50% dei
costi del progetto.
Infine, a coronamento delle iniziative a sostegno dell’incolumità dei lavoratori, la certificazione Ohsas 18001 che venga rilasciata
da un organismo di certificazione operante
sotto il controllo di Accredia (Ente italiano
di accreditamento) dà diritto ad uno sconto
sui contributi Inail senza necessità di ulteriori verifiche.
Ad esempio, un’azienda del settore prefabbricati con 180 dipendenti può risparmiare
45.000 euro/anno sui contributi Inail.
• industrie manufatti cementizi • 26
Sanzioni amministrative
annullate con un Sistema 18001
Un sistema di gestione della salute e della
sicurezza conforme alla norma Bs Ohsas
18001:2007 (ai sensi del D.Lgs 81/2008) è
considerato idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa di
cui al D.Lgs. 231/2001. Questo significa che in
caso di infortunio grave o gravissimo l’azienda potrà evitare le sanzioni da responsabilità
amministrativa previste dal D.Lgs. 231/2001.
La certificazione del sistema di gestione rilasciata da un organismo accreditato può
inoltre dimostrate a terzi che il sistema
produrre
ASSOBETON
Prefabbricati in calcestruzzo, linee guida per la certificazione
del sistema di gestione salute e sicurezza
Focus su progettazione, produzione, trasporto e montaggio dei componenti strutturali
Il processo di sviluppo e di applicazione di un sistema di gestione per la salute e la sicurezza dei lavoratori Bs Ohsas 18001 non è semplice. Per questo motivo ICMQ ha sentito la necessità di sostenere
le imprese di costruzione con una serie di linee guida volte a chiarire gli aspetti maggiormente critici
dell’operazione.
Il primo documento riguardante i componenti prefabbricati in calcestruzzo è stato redatto con il fattivo
contributo di Assobeton e riassume i risultati di una collaborazione maturata sul campo tra auditor
dell’istituto di certificazione, professionisti del settore e associazioni di categoria.
La guida fornisce indicazioni precise sugli aspetti da prendere in considerazione nel definire le regole
da applicare per garantire la sicurezza di chi opera all’interno di uno stabilimento di prefabbricazione.
Particolare attenzione viene dedicata alle operazioni di tesatura, potenzialmente in grado di causare il
maggior danno in caso qualcosa “vada storto”, nonché la movimentazione dei manufatti sia all’interno
dello stabilimento con carroponte sia all’esterno, con elevatori a forche o sistemi di altro tipo, o le operazioni di montaggio che si svolgono in cantieri esterni con tutte le criticità collegate. Vengono inoltre
richiamati i documenti e le registrazioni richiesti per garantire un adeguato controllo su tutte le criticità
individuate nel Documento di valutazione dei rischi.
Guide analoghe sono state redatte per la sicurezza nel settore del calcestruzzo preconfezionato e delle
pavimentazioni industriali in calcestruzzo.
27
produrre
• industrie manufatti cementizi • 26
di gestione sia stato effettivamente attuato
e fornisce al datore di lavoro la ragionevole
certezza di avere fatto tutto quanto possibile
per evitare incidenti e malattie professionali.
Si tratta di scongiurare provvedimenti estremamente pesanti, che partono da una sanzione pecuniaria minima di 20.000 euro e
possono arrivare anche alla sospensione delle attività o alla revoca delle autorizzazioni.
In caso di infortunio con prognosi superiore
a 40 giorni, ad esempio, verrebbe avviato un
accertamento che, in assenza di un sistema
di gestione Ohsas 18001, comporterebbe
una sanzione pecuniaria minima di 25.000
euro e la sospensione dell’esercizio dell’attività fino a sei mesi, mettendo a rischio la
sopravvivenza stessa dell’azienda.
Il processo di certificazione
La corretta gestione degli obblighi di legge legati alla sicurezza sul luogo di lavoro è
un’attività complessa che richiede competenze e risorse adeguate nonché un’ottima
capacità organizzativa.
Lo sviluppo di un sistema di gestione inizia
con un’auto valutazione dei rischi connessi
con la propria attività (operazione richiesta
dalla legislazione vigente) e delle interazioni
con l’ambiente circostante.
Il processo di certificazione di tale sistema si
articola in due fasi: la prima orientata alla verifica della conformità legislativa e la seconda
all’efficacia del sistema di gestione come reale strumento di controllo e di miglioramento.
Costi e benefici: un bilancio
a favore della sicurezza
Al fine di determinare, da un lato, la capacità dei produttori di prefabbricati di eseguire
un’auto valutazione della propria realtà e,
dall’altro, la conoscenza dei requisiti fondamentali per raggiungere il traguardo della
certificazione, nei primi mesi del 2012, è
stata effettuata un’indagine approfondita su
un campione di 10 aziende, coinvolgendo
tutti gli attori che, all’interno delle aziende,
svolgono un ruolo nel sistema: dal datore di
lavoro ai dirigenti delegati, dal responsabile
del servizio di prevenzione e protezione ai
lavoratori e ai loro rappresentanti sul tema
della sicurezza, nonché i preposti, che a volte non sono ben consci dei propri compiti e
responsabilità.
Grazie alla presenza di un auditor qualificato,
l’indagine ha consentito inoltre di verificare
se esistessero negli stabilimenti situazioni tali
da impedire la partenza dall’iter di certificazione nonché di mettere sul piatto della bilancia, da un lato, i vantaggi derivanti dall’applicazione e dalla certificazione di un sistema
di gestione della salute e sicurezza sul lavoro
e, dall’altro, i rischi conseguenti alla mancata
28
applicazione di un sistema di gestione certificato. In generale, è emerso un buon livello
di consapevolezza in relazione al “Decreto
81” così come è risultata diffusa l’applicazione di un sistema di gestione che parte dalla
definizione dei ruoli in un organigramma della sicurezza e arriva alla pianificazione degli
interventi di manutenzione di macchine e
attrezzature e alla definizione di un piano di
addestramento di tutto il personale.
A frenare l’avvio del processo di certificazione Ohsas 18001 sembra piuttosto essere
la preoccupazione relativa allo stato di conformità di macchine ed attrezzature. Una
preoccupazione che risulta spesso infondata
ASSOBETON
alla luce di un’analisi puntuale delle situazioni
critiche, dalla quale nella maggior parte dei
casi emerge come la messa a norma possa
essere ottenuta senza sostituire l’attrezzatura e senza interventi eccessivamente costosi.
A tal proposito occorre sottolineare che i
costi per la messa a norma di macchine e
attrezzature non sono solo funzionali alla
certificazione ma risultano necessari per il
rispetto della legge: in caso di incidente in cui
sia coinvolta una macchina o un’attrezzatura
non a norma le conseguenze per l’azienda
possono essere pesanti sia per le sanzioni
pecuniarie sia per la responsabilità amministrativa connessa con il D.Lgs. 231/2001.
dalle SEZIONI ASSOBETON
Sezione Fibrocemento
Convegno “Amianto: dinamiche e prospettive”
Firenze 26 novembre 2012
Ing. Franca Zerilli – Segretario della Sezione Fibrocemento di ASSOBETON
Il 26 novembre scorso a Firenze, presso l’Auditorium dell’Ente Cassa di Risparmio, si è tenuto un convegno dal
titolo “Amianto: dinamiche e prospettive”.
Con il contributo della Sezione Fibrocemento di Assobeton, il convegno è stato promosso dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Firenze e dall’Ordine dei Chimici della Toscana:
- per fare il punto della situazione sulla presenza di amianto in Italia a 20 anni dalla sua ufficiale messa al bando;
- per proporre alternative alla sostituzione delle coperture che ancora contengono amianto con i prodotti in
Fibrocemento Ecologico® e con pannelli fotovoltaici per coperture.
Il convegno ha ottenuto anche il patrocinio dell’UNI.
Il pubblico ha risposto numeroso a questa proposta di aggiornamento: in sala 160 partecipanti.
I relatori, tra i quali esperti riconosciuti nel campo medico, hanno offerto al pubblico una panoramica che
ha riscosso evidente interesse nella platea, anche grazie alla chiarezza espositiva e alla incisività degli
esempi proposti.
Le relazioni, sia del mondo accademico e della ricerca hanno sottoposto al pubblico le criticità ancora
esistenti sul territorio soffermandosi in particolare:
- sulle forme mineralogiche tipiche del materiale e sui diversi rischi ad esse associati;
- sulla molteplicità di prodotti dispersi sul territorio nazionale, in forma non sempre controllata;
- sulle difficoltà che gli organismi pubblici di controllo incontrano nel garantire il corretto smaltimento dei
materiali contenenti amianto;
- sui rischi potenziali per la salute degli operatori delle attività di bonifica;
- sulle conseguenze dell’esposizione all’amianto anche in combinazione con altri fattori di rischio;
- sulla gestione della sicurezza nelle operazioni di sostituzione delle coperture in cemento-amianto.
Le relazioni della Sezione Fibrocemento si sono alternate a quelle scientifiche e come quelle hanno riscosso
l’interesse del pubblico in sala.
Sotto il comune marchio Fibrocemento Ecologico®, i produttori hanno dato testimonianza al pubblico, in
prevalenza progettisti, delle molte e diverse tipologie di realizzazioni che possono essere ben eseguite in
fibrocemento ed hanno indicato gli elementi chiave che devono essere tenuti presenti per una progettazione
ed una posa di successo.
Sono stati anche forniti riferimenti legislativi e di normazione tecnica aggiornati per la realizzazione di
coperture discontinue in fibrocemento.
L’approccio operativo e la ricchezza di materiale grafico e fotografico hanno reso particolarmente efficace
la comunicazione e incontrato il favore della platea.
L’evento ha soddisfatto tanto gli Ordini Professionali quanto i produttori. È nostra convinzione che la competenza e l’esperienza di questi ultimi, messa a disposizione di progettisti e tecnici delle costruzioni in
una sintesi direttamente fruibile e non strettamente commerciale, costituisca contributo prezioso al loro
aggiornamento continuo.
Collaborazioni come queste soddisfano inoltre la necessità di rendere massime l’efficacia nel trasferimento
di contenuti e l’efficienza nell’uso del tempo, sempre poco, dei professionisti.
Dopo questa prima iniziativa, altre ne saranno progettate ed attuate per divulgare le caratteristiche dei
prodotti, le potenzialità del fibrocemento come materiale da copertura e da rivestimento, il vantaggio economico che è possibile conseguire utilizzandolo, l’impegno più che ventennale dei produttori nella normazione
tecnica per il miglioramento continuo dei prodotti e delle coperture.
dalle
Aziende
Comportamento del calcestruzzo additivato con fibre
polimeriche strutturali nel mondo della prefabbricazione
Sandro Moro, Bryan Barragan, BASF Construction Chemicals Italia Spa
Emilio Vendrame , Daniele Capoia, Costruzioni Generali di Capoia Daniele
L.Toffoli, Building Project Srl
Giovanni Plizzari, Fausto Minelli, DICATA – Università di Brescia
sezioni critiche; il controllo dell’evoluzione del quadro fessurativo, caratterizzato da fessure più fitte ma con apertura di fessura minore,
garanzia di una maggior durabilità.
Introduzione
L’utilizzo delle macro fibre sia polimeriche sia metalliche è una pratica
ben conosciuta e consolidata nel campo del calcestruzzo preconfezionato, soprattutto relativamente alle produzione di pavimentazioni
strutturali dove il loro uso è determinato dalla volontà di limitare o
evitare l’utilizzo della rete metallica.
Nel settore del prefabbricato, invece, l’utilizzo delle macro fibre
strutturali è ancora fortemente limitato dalla mancanza di precise
regolamentazioni soprattutto inerenti alla progettazione del calcestruzzo fibrorinforzato la cui conseguenza è il rallentamento della
volontà d’innovazione che molti produttori auspicano soprattutto in
questo clima complesso. L’evoluzione normativa comunque non è in
completo stallo, anzi recentemente la pubblicazione del nuovo Codice Modello 2010 e, a breve, di una versione revisionata delle Norme
Tecniche per le Costruzioni, getta le basi per il calcolo strutturale
basato sulle prestazioni del singolo calcestruzzo fibrorinforzato.
Grazie a ciò è stato possibile procedere ad un piano sperimentale in
cui le caratteristiche fisico-meccaniche del conglomerato fibrorinforzato con fibre polimeriche in polipropilene (PP) sono state correlate
all’attuale tecnologia di produzione di elementi prefabbricati.
Obiettivo della sperimentazione è stato la verifica della completa sostituzione delle staffe sfruttando il contributo alla resistenza al taglio
del calcestruzzo fibrorinforzato con fibre polimeriche.
La sperimentazione ha previsto la realizzazione di 14 travi in spessore
di diverse geometrie, con e senza rinforzo a taglio, sottoposte poi a
prova di flessione su quattro punti, verificandone ed analizzandone il
comportamento strutturale. Il comportamento a taglio di elementi
strutturali in calcestruzzo armato rappresenta da lungo tempo un
argomento di dibattito molto acceso nella comunità scientifica, in
quanto, nonostante le numerose campagne sperimentali svolte e le
formulazioni di calcolo proposte, è difficile trovare un modello univocamente accettato e applicabile con eguale efficacia nei vari campi
progettuali. Una discreta conoscenza è stata raggiunta anche nello
studio della resistenza a taglio di elementi fibrorinforzati, soprattutto
con l’utilizzo di fibre di acciaio. La realizzazione di calcestruzzi fibrorinforzati risale a circa un secolo fa e nel corso degli anni sono stati
utilizzati per varie applicazioni strutturali quali pavimentazioni industriali e rivestimenti di gallerie; in epoca più recente si è diffuso l’uso
delle fibre anche per elementi prefabbricati. Le fibre utilizzate nelle
varie applicazioni variano per il materiale con cui sono realizzate, per
la geometria e per le caratteristiche prestazionali.
Negli ultimi anni è oggetto di una sempre più ampia sperimentazione
l’utilizzo di fibre in materiale polimerico, qui impiegate, in maniera del
tutto innovativa, per la resistenza al taglio, applicazione strutturale
del tutto critica per la fragilità dei meccanismi ad esso connessi.
I vantaggi delle fibre riguardano l’aumento della capacità portante,
della tenacità e della duttilità nel comportamento a taglio; la possibilità di ridurre il quantitativo di armatura trasversale, riducendo così
i costi e i tempi di realizzazione e la congestione dell’armatura nelle
Definizione e composizione del calcestruzzo
Si è presa in considerazione una resistenza caratteristica del calcestruzzo
pari a 25 MPa (Rck 25) normalmente utilizzata per la realizzazione di
questa tipologia di struttura. Il primo ostacolo incontrato è stata la definizione della resistenza post-fessurativa che il materiale doveva avere. Grazie ad una modellazione numerica preliminare la resistenza residua del
materiale misurata secondo prova UNI EN 14651 doveva soddisfare la
classe 2c descritta nel Codice Modello 2010 (f R1k ≥ 2, 0.9 ≤ f R3k /f R1k ≤ 1.1).
La miscela di calcestruzzo studiata doveva combinare sia la prestazione
sopra menzionata, sia la corretta reologia per ottimizzare la posa in opera del composito. È stato deciso di utilizzare un cemento di tipo CEM
II/A-LL 32.5 R e della cenere volante in modo da avere un quantitativo
sufficiente di pasta cementizia per limitare la formazione di agglomerati
di fibre e per ottimizzare il pompaggio del materiale.
Il proporzionamento degli aggregati era costituito da una sabbia frantumata 0/4 ed una ghiaia 8/16 entrambe di natura silicea.
Le macrofibre utilizzate sono state le MASTERFIBER 246, in polipropilene. La classe di lavorabilità S5 è stata ottenuta grazie all’impiego
di un additivo supefluidificante a base di policarbossilati eteri di seconda generazione GLENIUM SKY 698 che ha anche garantito il corretto
mantenimento di lavorabilità nel tempo per poter realizzare e completare le operazioni di getto. La tabella 1 riporta la composizione del
calcestruzzo senza aggiunta di fibre (PC) e quello fibrorinforzato con
le macrofibre MASTERFIBER 246 (PFRC), in cui si è tenuto costante
il volume complessivo di pasta cementizia (pesi dei leganti, quantità di
acqua e di sabbia).
Entrambe le miscele sono state caratterizzate meccanicamente, sia
a compressione, dove la resistenza media dopo 28 giorni di maturazione è risultata pari a 29 MPa, sia a flessione secondo la norma
UNI EN 14651.
produrre
• industrie manufatti cementizi • 26
ASSOBETON
Tabella 1. Composizione dei due calcestruzzi, con (PFRC) e senza fibre (PC)
1
PC
PFRC
CEM II/A-LL 32.5 R
250
250
Cenere Volante
250
250
Sabbia 0/4
875
875
Ghiaia 8/16
875
838
Acqua
188
188
MASTERFIBER 246
(Vol. %)
--
1.45
Glenium SKY 698 (% sul
Vol)Vvolume)Vol.)cem.)
0.5
1.5
0.75 – [0.38]
0.75 – [0.38]
S5
S5
A/C - [A/(C+CV)]
Consistenza
29
produrre
• industrie manufatti cementizi • 26
ASSOBETON
Il grafico 1 identifica la risposta post-fessurativa di 6 provini per ogni
calcestruzzo e la tabella 2 riassume i parametri medi necessari per
caratterizzare le matrici.
Realizzazione e verifica strutturale delle travi
In totale sono state realizzate 14 travi, ognuna lunga 3 metri, composte da coppie con diverse sezioni e tipologia d’armatura. Per tutte,
l’armatura longitudinale è stata mantenuta ma solo in una coppia (denominata MSR) si sono posizionate anche le staffe secondo progettazione tradizionale utilizzando il calcestruzzo di riferimento.
Presso un impianto di preconfezionato sono stati prodotti 6 m3 di
ogni calcestruzzo che è stato miscelato in autobetoniera.
Nel caso di PFRC le fibre sono state aggiunte in testa al nastro trasportatore degli aggregati giusto sopra la bocca d’ingresso in autobetoniera, dividendo il carico complessivo dei materiali in tre carichi da
2 m3 consecutivi. Questa scelta è stata dettata dall’esigenza di avere
più tempo per l’introduzione manuale delle fibre distribuendole il
più possibile uniformemente riducendo la probabilità di formazioni
di agglomerati. Durante il tempo di trasporto dall’impianto di produzione al punto di messa in opera, di posizionamento della pompa e
del getto, circa un’ora, la lavorabilità iniziale del calcestruzzo è rimasta
inalterata.
Complessivamente la posa in opera di entrambi i calcestruzzi si è
conclusa nel giro di circa un’ora e mezza dall’arrivo dell’autobetoniera
alla zona di getto.
Le travi sono state scasserate dopo 3 giorni, tempo in cui si è cercato
di evitare il più possibile l’evaporazione mantenendo le superfici umide. La maturazione è proseguita al coperto ma con la naturale variazione di umidità e temperatura fino ad un mese dal confezionamento.
Le prove fisico-meccaniche, svolte presso il Laboratorio Materiali P.
Pisa dell’Università degli Studi di Brescia, si sono focalizzate nella verifica della capacità portante di tutti gli elementi, valutando le differenze nella resistenza a taglio delle travi, punto essenziale della sperimentazione, in quanto la progettazione è stata incentrata sull’eventuale
utilizzo delle fibre polimeriche come rinforzo a taglio.
Solo gli elementi W 770 PC (realizzati senza fibra e staffa) hanno
avuto un collasso dovuto a taglio, mentre i rimanenti campioni hanno
avuto un collasso per flessione.
Le fibre polimeriche hanno incrementato quindi sia la capacità portante sia la duttilità a flessione complessiva delle travi, con una tenacità post fessurativa paragonabile a quelle realizzate con il rinforzo
tradizionale. Anche il quadro fessurativo nella zona del taglio mostra
un comportamento simile tra le due tecnologie di costruzione (staffe
e fibra). Per i carichi di esercizio, la presenza di fibra comporta, nella
zona soggetta a flessione, l’instaurarsi di un panorama fessurativo più
1
Tipologia di rinforzo per MSR
Foto 1 - 2. Tipologie di casseforme utilizzate
2
Tipologia di rinforzo per le altre travi
3
Foto 3. Posa in opera
4
Foto 4. Trave W 770 PFRC sottoposta a prove di flessione
Tabella 2. Parametri medi necessari per caratterizzare le matrici
2 Beams
PC
PFRC
0.00
1.45
fcm [MPa]
31.2 (0.84)
26.0 (1.67)
fctm [MPa]
2.2
2.2
Ecm [MPa]
28100
27200
fR,1 [MPa]
--
2.4
fR,2 [MPa]
--
2.8
fR,3 [MPa]
--
2.9
fR,4 [MPa]
--
2.9
Fibres Vf (%)
1
Grafico 1. Risposta post-fessurativa di 6 provini per ogni calcestruzzo
30
• industrie manufatti cementizi • 26
articolato, con fessure più numerose ma più piccole, indiscutibilmente un vantaggio in termini
di durabilità e di soddisfacimento delle verifiche in esercizio sulla fessurazione. Grazie ad un
fenomeno di tension stiffening incrementato, anche la deformabilità in esercizio risulta essere
minore nelle travi fibrorinforzate, sia rispetto ai campioni di riferimento privi di staffe e fibre,
sia rispetto ai provini con sole staffe.
Il grafico 2 riporta la curva carico–freccia verticale in mezzeria e mostra il confronto diretto
delle coppie di travi di larghezza 770 mm eseguite con solo rinforzo longitudinale, realizzate
con entrambe le miscele (W 770 PC e W 770 PFRC) e di quelle realizzate anche con il rinforzo a taglio grazie alle staffe, confezionate con il calcestruzzo di riferimento (W 770 MSR).
Complessivamente il comportamento delle 13 coppie di travi realizzate con la sola armatura
a flessione e con il calcestruzzo fibrorinforzato sono caratterizzate da un’elevata resistenza
residua paragonabile agli stessi elementi preparati con l’armatura convenzionale: ciò dimostra
che la resistenza al taglio misurata è superiore alla resistenza alla flessione.
Inoltre le fibre polimeriche evidenziano un’ottima distribuzione delle fessure nella zona sottoposta a sforzo di taglio, evitando la formazione di una singola fessura critica. Qualora ci
dovesse essere un cedimento strutturale, la multi fessurazione garantirebbe sia di avere un
tempo più lungo per l’evacuazione del luogo, sia un evidente avviso di pericolo.
La sperimentazione ha dimostrato, dal punto di vista teorico e pratico, l’efficienza delle fibre
polimeriche MASTERFIBER 246 nella resistenza al taglio consentendo una completa eliminazione delle staffe in questa tipologia di elemento strutturale.
Ringraziamenti
Si ringrazia per la collaborazione il geom. E. Conte di Superbeton per il supporto nella preparazione delle miscele nell’impianto di confezionamento del calcestruzzo, i geometri M. Bucciol
e G. Mudadu tecnici del Laboratorio Tecnologico di BASF Construction Chemicals Italia per il
contributo nella preparazione ed esecuzione delle prove e gli Ing. Marco Galuppi ed Andrea
Tinini per l’assistenza nell’esecuzione delle prove e nell’interpretazione dei risultati.
È possibile scaricare l’articolo completo dal sito
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2012
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Trimestrale - n. 26/2012
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Grafico 2. Curva carico–freccia verticale in mezzeria
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• industrie manufatti cementizi • 26
Soluzioni specifiche per l’industria della prefabbricazione


Sviluppo rapido
delle resistenze
meccaniche
Ottimizzazione
cicli produttivi
e drastica
riduzione dei cicli
di maturazione
Per risolvere le
problematiche tipiche della
prefabbricazione e per dare
un forte contributo
all’innovazione e allo sviluppo
del settore, Mapei ha
sviluppato i prodotti
delle gamme
DYNAMON NRG &
DYNAMON SP, specifici per
questo tipo di applicazioni
e particolarmente idonei
anche per il confezionamento
di calcestruzzi
autocompattanti.
32
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