ASSOBETON Organo Ufficiale Progettare e produrre con un processo industrializzato CONFINDUSTRIA Editoriale 2012 ASSOBETON ha molto da dire. Continuate a seguirci. Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 - CN/BO - ISSN 2225-6040 Renzo Bullo, Presidente ASSOBETON Con l’ultimo numero del 2012 sospendiamo l’esperienza della nostra rivista, iniziata a gennaio 2004 con Industrie della Prefabbricazione e proseguita nel 2008 con IMC – Industrie Manufatti Cementizi. In questi nove anni ci siamo rivolti al mondo della Prefabbricazione in Calcestruzzo, che noi intendiamo sia come lo sfaccettato insieme di realtà produttive di cui ASSOBETON è rappresentante nazionale, sia come fitta rete di interlocutori che si identificano nella nostra filiera di riferimento. Negli ultimi anni, inoltre, abbiamo scelto di parlare anche ai progettisti e alla committenza perché, in ultima analisi, sono le scelte di questi operatori a decretare il a pagina 2 MESCOLATORE Focus • Progettare # 26 Architettura prefabbricata La prefabbricazione prevede la produzione fuori opera di elementi dotati di autonomia tecnica e formale e si distingue in parziale o totale, chiusa o aperta, pesante o leggera, reversibile o irreversibile, in loco o in fabbrica. Il montaggio, poi, viene effettuato secondo processi preordinati, eseguiti “a secco” in nome di un coordinamento modulare rafforzato dai giunti, che divengono strumento per esprimere una particolare figuratività, frutto dell’atto creativo. Nell’immaginario collettivo il procedimento costruttivo della prefabbricazione viene associato alla realizzazione di edifici industriali realizzati in serie che normalmente risultano privi di una qualche ricerca architettonica. In realtà la prefabbricazione si è sviluppata con il Movimento moderno soprattutto per la qualità e rapidità d’esecuzione che consentivano la riduzione di tempi e costi dell’operazione edilizia. a pagina 20 Primo Piano Progettare Giudizio positivo sulla partecipazione di ASSOBETON al MADE EXPO 2012 Linee guida per il calcolo delle caratteristiche energetiche delle coperture di calcestruzzo Oltre 230.000 visitatori, 1532 espositori, questi i numeri che hanno caratterizzato l’edizione 2012 di Made expo. PLANETARIO CONCRETE BATCHING PLANTS Viale dell’Industria 24 - 37046 Minerbe (Verona) Italy Phone: +39 0442 640014 - Fax: +39 0442 640273 www.simem.com - [email protected] Il Decreto Legislativo n. 192 del 2005 e s.m.i. richiede prestazioni di isolamento termico agli involucri degli edifici, ivi inclusi quelli prefabbricati. a pagina 4 EFFICIENZA, FLESSIBILITÀ, MANUTENZIONE FACILITATA, RIDUZIONE DEI COSTI DI PRODUZIONE E DI MANUTENZIONE, in un'unica parola: XENTRIX! Con un design rivoluzionario ed innovativo, Xentrix è il primo ed unico mescolatore planetario al mondo con immissione centrale di leganti-additiviacqua, grazie ad un sistema brevettato di trasmissione, che ottimizza in maniera rivoluzionaria i tempi e la qualità di mescolazione. a pagina 18 Produrre L’importanza dei sistemi di gestione della salute e sicurezza dei lavoratori Il tema della sicurezza dei lavoratori è sempre più centrale nella vita delle aziende, soprattutto nel settore delle costruzioni. a pagina 26 Editoriale successo del nostro operato. A tutte queste categorie ASSOBETON continuerà a rivolgersi attraverso i canali più appropriati. Privilegeremo lo strumento web per diffondere le comunicazioni istituzionali, con il sito dell’Associazione www.assobeton.it, e con quello dell’Annuario ASSOBETON www. annuarioprefabbricazione.it promuoveremo l’attività delle aziende associate. Parallelamente, continueremo a far sentire la voce della Prefabbricazione in Calcestruzzo e a diffonderne la cultura attraverso un’intensa attività di ufficio stampa, in particolare curando la redazione di contributi destinati alla pubblicazione soprattutto sulla stampa specializzata. A questo proposito, quale attestato di stima nei confronti dell’Editore ImReady che in questi anni ha supportato la pubblicazione del nostro organo ufficiale, e al quale rivolgiamo un particolare ringraziamento, possiamo già anticipare la nostra prossima collaborazione con la nascente testata indipendente Precast Design che si occuperà di prefabbricazione in calcestruzzo, dalla progettazione alla realizzazione finale, candidandosi così a diventare la rivista di riferimento per il settore. Non mi rimane che esprimere un sincero ringraziamento ai gentili sponsor che hanno reso possibile il nostro progetto e a voi, cari lettori, per averci seguiti sino ad oggi, nella speranza che nelle pagine di IMC abbiate trovato argomenti di vostro interesse, validi approfondimenti e spunti critici. ASSOBETON ha molto da dire: è la storia infinita della Prefabbricazione in Calcestruzzo. Continuate a seguirci. Renzo Bullo Presidente ASSOBETON 2 ASSOBETON segue da pag. 1 Nasce PRECAST DESIGN 2013 primo piano • industrie manufatti cementizi • 26 PRECAST Design Progettare e costruire con la prefabbricazione La prefabbricazione rappresenta una delle tecnologie più moderne per la costruzione di edifici e infrastrutture. Coniuga infatti la precisione di una produzione industriale, con le qualità che il materiale calcestruzzo è in grado di possedere, con la semplificazione delle procedure di cantiere. In questi ultimi anni il settore ha risentito in modo forte della crisi che ha colpito il nostro Paese, e forse anche di più, perchè pur essendo una tecnologia estremamente moderna e attuale, è conosciuta da diversi anni e quindi ha un mercato più maturo rispetto ad altre tecnologie. Le conseguenze della crisi purtroppo incidono non solo sui fatturati delle aziende del settore ma anche sulle capacità del settore stesso di comunicare e promuoversi e questo, come già anticipato dal Presidente Bullo nel suo editoriale, porterà anche a sospendere la pubblicazione di IMC, organo ufficiale di ASSOBETON. La nostra casa editrice IMREADY ha deciso di investire in prima persona per non perdere il patrimonio di contenuti di IMC e per continuare a comunicare e promuovere la prefabbricazione. Nasce così PRECAST Design, una testata indipendente che avrà un sito on-line (www. prefabbricazione-web.it) dove verranno pubblicate quotidianamente notizie e articoli riguardanti il settore della prefabbricazione e delle costruzioni, una rivista cartacea inviata alle aziende che producono manufatti cementizi e alle istituzioni, e un magazine digitale inviato tramite web a oltre 60.000 progettisti e tecnici del settore. La testata avrà un suo comitato scientifico a cui hanno già dato disponibilità alcuni dei principali esperti del settore, e cercherà la collaborazione di tutti i centri di ricerca, delle aziende e dei soggetti che sono interessati alla prefabbricazione. Una nuova sezione sarà dedicata alla promozione delle soluzioni prefabbricate più interessanti, con particolare attenzione alle case history, per promuovere la prefabbricazione come soluzione moderna e conveniente. L’obiettivo è quindi quello di proseguire l’azione avviata con ASSOBETON e continuare ad essere punto di riferimento per il settore. Vorrei concludere ringraziando il Presidente Bullo, il Direttore Grandi e tutta la struttura ASSOBETON per la grande attenzione che ci hanno sempre dedicato e per il supporto che ci vorranno dare nel sostenere questa nuova iniziativa editoriale. A rivederci quindi a presto su PRECAST DESIGN. Andrea Dari • industrie manufatti cementizi • 26 primo piano ASSOBETON 3 primo piano • industrie manufatti cementizi • 26 ASSOBETON segue da pag. 1 Giudizio positivo sulla partecipazione di ASSOBETON al MADE EXPO 2012 Milano Architettura Design Edilizia Questo positivo risultato, anche in considerazione dello scenario economico internazionale ancora critico, premia la scelta di ASSOBETON che quest’anno ha dato vita, in collaborazione con la Fiera milanese, al progetto Precast Area. Per la prima volta nella sua più che cinquantennale storia, l’Associazione Nazionale Industrie Manufatti Cementizi ha presentato in modo organico, in occasione di una manifestazione fieristica, la complessità e le risorse del comparto della prefabbricazione in calcestruzzo. Nel grande spazio espositivo istituzionale, ASSOBETON ha proposto una mostra videofotografica per illustrare ai visitatori l’in- 4 credibile varietà di applicazioni dei manufatti cementizi e, per tutta la durata della Fiera, la Precast Area è stata a disposizione di Associati e aziende della filiera per organizzare propri incontri e per dialogare con lo staff dell’Associazione. Inoltre, un’apposita arena, la Precast Hall, è stata dedicata ai workshop e, nei 4 giorni di manifestazione, ASSOBETON ha organizzato 22 eventi, parte dei quali direttamente curati dalle Sezioni dell’Associazione e quindi incentrati su problematiche tipiche di ciascuna delle famiglie di prodotto rappresentate, altri da aziende del settore che hanno creduto nel progetto, contribuendo attivamente alla sua realizzazione anche mediante la scelta di esporre negli stand adiacenti la Precast Area. Le tematiche trattate nei convegni della Precast Hall hanno coinvolto addetti ai lavori, committenti e progettisti che hanno potuto all’occorrenza approfondire i temi proposti con i relatori o con le Segreterie Tecniche di Sezione, disponibili al confronto diretto in tutte le giornate della Fiera. Non sono mancate le occasioni di confronto con le Istituzioni: il giorno dell’inaugurazione, infatti, il Direttore Generale, Maurizio Grandi, ha ricevuto la visita del Presidente del Consiglio Superiore dei LL.PP. Francesco Karrer con il quale ha avuto uno scambio di idee su argomenti di impellente urgenza per il comparto. • industrie manufatti cementizi • 26 “Abbiamo raggiunto numeri interessanti, soprattutto in un momento storico come quello in cui viviamo – ha dichiarato il Presidente Renzo Bullo – numeri ottenuti anche grazie all’importante lavoro svolto da MADE expo. Come ho già sostenuto, spero che l’attenzione al nostro settore non si esaurisca con la chiusura della Fiera, ma continui nei prossimi mesi con progetti concreti in grado di far ripartire l’industria manifatturiera italiana”. primo piano ASSOBETON I CONVEGNI ISTITUZIONALI Presentiamo un breve reportage degli eventi realizzati a cura delle Sezioni di ASSOBETON nei giorni del Made expo 2012 5 primo piano • industrie manufatti cementizi • 26 SEZIONE BLOCCHI E PAVIMENTI Pavimentazioni drenanti in calcestruzzo Gustavo Penaloza, ASSOBETON Per capire meglio il contesto in cui si inseriscono attualmente le pavimentazioni drenanti in calcestruzzo è necessario illustrare quali sono state le trasformazioni che hanno interessato il nostro territorio negli ultimi anni. L’utilizzo di superfici impermeabili ha alterato fortemente il bilancio idrico naturale, rendendo indispensabile lo sviluppo di questi elementi drenanti. Il largo utilizzo di superfici impermeabili, quali pavimentazioni in asfalto, ha occasionato nel tempo: 1.malfunzionamento degli impianti di depurazione causato dal sovraccarico idrico; 6 ASSOBETON 2.peggioramento della qualità delle acque defluite per il contenuto di inquinanti raccolti sulle superfici impermeabili; 3.riduzione dell’alimentazione della falda acquifera e conseguente modifica del naturale ciclo delle acque; 4.aumento delle temperature superficiali dovuto all’effetto isola di calore. Sulla base di queste considerazioni, a livello accademico ma anche di amministrazioni pubbliche, è avvenuto un vero e proprio cambio di paradigma. Inserendo elementi di sostenibilità in quella che fino a poco tempo fa era definita la gestione tradizionale delle acque meteoriche, si è arrivati a: 1.riduzione dei fenomeni di allagamento dovuti al sovraccarico della rete fognaria; 2.riduzione dei coefficienti di afflusso; 3.prevenzione di fenomeni quali l’aquaplaning; 4.mitigazione dell’effetto isola di calore. Le pavimentazioni drenanti in calcestruzzo sono elementi modulari che permettono il passaggio dell’acqua piovana attraverso la superficie pavimentata consentendo una sostanziale diminuzione delle acque superficiali. Quest’acqua, in base ai regolamenti vigenti, può essere smaltita in due modi: direttamente attraverso gli strati superficiali del sottosuolo oppure raccolta in vasche di accumulo per eventuali trattamenti, riutilizzi in impianti di irrigazione/antincendio o semplicemente convogliata in fognatura. Le pavimentazioni drenanti in calcestruzzo sono principalmente utilizzate in piazze, cortili, strade, piste ciclabili, giardini, strade di accesso, parcheggi e aree di stoccaggio. In conclusione, le pavimentazioni modulari in calcestruzzo offrono un contributo risolutivo ad aspetti quali: • riduzione dei fenomeni di allagamento dovuti al sovraccarico della rete fognaria; • riduzione dei coefficienti di afflusso durante gli eventi meteorici; • prevenzione di fenomeni quali l’aquaplaning o veli d’acqua superficiali; • miglioramento delle acque superficiali dove non vengono più scaricati inquinanti provenienti da superfici impermeabili. • industrie manufatti cementizi • 26 primo piano ASSOBETON X-SEED® Un nuovo contributo alla costruzione sostenibile! X-SEED® accelera lo sviluppo delle resistenze a breve termine senza influenzare l'idratazione naturale del cemento e senza ripercussioni sulle resistenze a medio e lungo termine. X-SEED® permette la riduzione, fino all'eliminazione totale, dei trattamenti termici di maturazione, dando un contributo al contenimento dei costi, dei tempi e delle emissioni di CO2 nella produzione di manufatti durabili. 7 primo piano • industrie manufatti cementizi • 26 ASSOBETON SEZIONE BLOCCHI E PAVIMENTI Tra sostenibilità ed estetica: nuove applicazioni dei blocchi di calcestruzzo vibrocompresso Gustavo Penaloza, ASSOBETON E) permettere ad architetti e progettisti di sperimentare nuove soluzioni funzionali ed estetiche. Negli ultimi anni abbiamo assistito all’emanazione di norme sempre più restrittive in materia di sostenibilità. Questo fattore, insieme a un crescente senso di responsabilità degli addetti ai lavori e alla consapevolezza dell’esistenza di interessanti opportunità di sviluppo per il settore, hanno dato origine ad un modo nuovo di costruire. Un’edilizia moderna, accessibile a tutti, che tenga conto della necessità di preservare l’ecosistema e di risparmiare energia, di garantire condizioni di sicurezza e comfort alle persone, ma anche capace di offrire ai progettisti la possibilità di realizzare strutture di qualità, flessibili, con un’alta valenza estetica e a costi contenuti, senza dimenticare il contesto paesaggistico ove si intende costruire. Il blocco di calcestruzzo vibrocompresso è 8 un manufatto industriale impiegato per murature, anche portanti, rivestimenti e divisori in grado di soddisfare tutte queste esigenze. Possiamo dire che il blocco di calcestruzzo vibrocompresso è, ad oggi, l’elemento strutturale che offre la migliore combinazione tra affidabilità, sostenibilità, flessibilità di utilizzo, estetica ed economicità. il blocco di calcestruzzo vibrocompresso è un materiale in grado di: A) contribuire alla tutela dell’ambiente e a ridurre gli sprechi energetici; B) garantire la sicurezza e il comfort delle persone; C) far risparmiare sui costi di gestione e di manutenzione dell’edificio; D) assicurare semplicità e velocità di esecuzione dell’opera; L’edilizia di oggi richiede materiali estremamente flessibili, ossia in grado, ad esempio, di assecondare l’esigenza di variare la destinazione d’uso dell’edificio, di ampliarlo o suddividerlo con facilità o di poter essere plasmati in forme originali e non convenzionali. Queste caratteristiche, insieme all’ampia disponibilità di finiture estetiche dei blocchi faccia a vista, li rendono ideali per essere utilizzati in ogni contesto paesaggistico e per dare l’opportunità ai designer di esprimere in piena libertà la propria creatività. La capacità dei blocchi di essere colorati e decorati in una grande varietà di tonalità e texture apre le porte a nuovi stili, scegliendo, ad esempio, facciate policrome, con tonalità alternate. La colorazione può, più semplicemente, adattare l’aspetto dell’edificio ai cromatismi caratteristici del luogo in cui sorge. Il tutto senza ricorrere a finiture esterne. A fronte di ciò, possiamo concludere che è inequivocabile come i blocchi di calcestruzzo vibrocompresso rappresentino una valida alternativa ad altri materiali. Naturalmente, la scelta del materiale costruttivo è solo il primo passo: essa deve essere sostenuta da una progettazione accurata che coinvolge e risolve tutti gli aspetti tecnici ma anche ambientali, architettonici e non ultimo economici. SEZIONE SOLAI E DOPPIA LASTRA La doppia lastra: un prodotto ancora inesplorato Gianpiero Montalti, ASSOBETON primo piano • industrie manufatti cementizi • 26 ASSOBETON presentazione è servita per comunicare ai partecipanti che nei prossimi mesi la Sezione pubblicherà un Manuale specifico interamente dedicato alla Doppia Lastra che tratterà esaustivamente tutti gli argomenti di possibile interesse dei professionisti e delle imprese interessate all’impiego del sistema industrializzato a Doppia Lastra. Le presentazione dell’intervento è disponibile sul sito sito web www.assobeton.it nella pagina della Sezione Solai e Doppia Lastra L’intervento era finalizzato a fornire una presentazione organica e completa delle enormi potenzialità offerte dall’impiego del sistema industrializzato a Doppia Lastra per realizzare muri portanti. Il prodotto è presente sul mercato italiano già da diversi anni e, nonostante la continua presa di mercato, presenta ancora enormi potenzialità di impiego. Proprio per presentare diffusamente ai tecnici del settore il prodotto e le sue peculiarità l’intervento ha trattato tutta una serie di argomenti tra i quali: • descrizione del prodotto e impieghi; • illustrazione dell’ampia gamma tipologica; • modalità di trasporto e messa in opera • dettagli costruttivi ed aspetti di calcolo. Inoltre è stata colta l’occasione per fornire in anteprima alcune brevi indicazioni sui risultati della più ampia campagna prove mai realizzata in Europa su tale prodotto. Le prove sono state pianificate dalla Sezione ed effettuate con il supporto del Laboratorio Prove Sperimentali del Politecnico di Milano. Da ultimo, la 9 primo piano • industrie manufatti cementizi • 26 ASSOBETON SEZIONE SOLAI E DOPPIA LASTRA I crediti LEED con predalles e doppie lastre Michele Locatelli, ASSOBETON LA STRUTTURA DEI CREDITI LEED Ognuna di queste 7 macroaree si suddivide in ulteriori sottorequisiti che, sommati, contribuiscono alla formazione del punteggio finale. Questo intervento è stato promosso con lo scopo di chiarire alcuni aspetti fondamentali della certificazione LEED inerenti i crediti conseguenti all’impiego di prodotti prefabbricati rappresentati dalla Sezione Solai e Doppia Lastra. L’attenzione verso la sostenibilità e il risparmio energetico - oltre agli aspetti strutturali - è sempre stata molto sentita dalle aziende aderenti alla Sezione e infatti sono state investite risorse al fine di prepararsi per dare corrette e concrete risposte alle crescenti richieste di progettisti e clienti. Al riguardo, la Sezione ha pubblicato una guida (disponibile sul sito web www.assobeton. it nella pagina della Sezione Solai e Doppia Lastra) per supportare sia i prefabbricatori che i progettisti sui principali crediti LEED ottenibili mediante l’utilizzo dei manufatti prodotti dagli Associati. La guida fornisce le corrette istruzioni sull’interpretazione dei crediti, sul calcolo del contenuto di riciclato e sulla documentazione che deve essere fornita. La presentazione che, di fatto, riprende il contenuto della guida citata, aggiunge qualche recente informazione ed è stata articolata nei seguenti argomenti: • introduzione alla certificazione LEED; • descrizione dei crediti principali inerenti ai prodotti rappresentati dalla Sezione; • esempi di calcolo; • esempi di dichiarazione ambientale. Le presentazione dell’intervento è disponibile sul sito sito web www.assobeton.it nella pagina della Sezione Solai e Doppia Lastra In occasione del MADE expo 2012 la Sezione Solai e Doppia Lastra ha allestito uno stand all’interno della Precast Area di Assobeton al fine di poter disporre di un punto di incontro e di scambio di informazioni con gli associati della Sezione e con gli operatori del settore interessati ai prodotti/servizi offerti dagli Associati. 10 • industrie manufatti cementizi • 26 primo piano ASSOBETON nderstanding Come gruppo condividiamo un unico logo. Come persone ci riconosciamo nella ricchezza delle nostre differenze. 11 primo piano • industrie manufatti cementizi • 26 ASSOBETON SEZIONE STRUTTURE Il comportamento sismico delle connessioni nelle strutture prefabbricate in calcestruzzo Antonella Colombo, ASSOBETON Paolo Riva, Universitá di Bergamo Il comportamento sismico delle connessioni nelle strutture prefabbricate in calcestruzzo è stato oggetto di un convegno organizzato dalla Sezione Strutture di ASSOBETON in collaborazione con il Forum della Tecnica delle Costruzioni. Il convegno si è tenuto presso la Precast Area di ASSOBETON ed ha visto la partecipazione di un folto pubblico. Il professor Paolo Riva dell’Università degli Studi di Bergamo ha aperto il convegno illustrando il ruolo delle connessioni nel comportamento sismico delle strutture prefabbricate. Dopo un inquadramento generale che ha riguardato anche le prescrizioni normative in materia, l’intervento del professor Riva si è focalizzato sulle strutture esistenti illustrando principi base e tecniche di rinforzo. Il secondo intervento, tenuto dall’Ing. Antonella Colombo di ASSOBETON, si è incentrato sulla progettazione di connessioni nelle strutture di nuova realizzazione. L’Ing. Colombo ha illustrato le Design Guidelines for Connections in Precast Structures under Seismic Actions redatte all’interno del Progetto di ricerca SAFECAST. 12 • industrie manufatti cementizi • 26 SEZIONE STRUTTURE Anticipazioni sulla nuova revisione delle norme tecniche per la progettazione strutturale nell’edilizia industrializzata in cls primo piano ASSOBETON Antonella Colombo, ASSOBETON Giorgio Monti, Università La Sapienza di Roma La revisione delle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al DM 14 gennaio 2010 è stata oggetto di un convegno organizzato dalla Sezione Strutture di ASSOBETON in collaborazione con il Forum della Tecnica delle Costruzioni. Il convegno si è tenuto presso la Precast Area di ASSOBETON ed ha riscosso notevole successo in termini di partecipazione. Il professor Giorgio Monti dell’Università La Sapienza di Roma ha aperto il convegno illustrando le principali modifiche apportate al testo normativo, commentando le motivazioni che hanno portato a tali cambiamenti. Il secondo intervento, tenuto dall’Ing. Antonella Colombo di ASSOBETON, si è incentrato sul capitolo 7, dedicato alla progettazione sismica, delle norme. L’ing. Colombo ha illustrato le principali modifiche riguardanti la progettazione delle strutture prefabbricate. 13 primo piano • industrie manufatti cementizi • 26 ASSOBETON SEZIONE CALCESTRUZZO CELLULARE AUTOCLAVATO Soluzioni antisismiche in calcestruzzo cellulare, materiale ecosostenibile per edifici a elevato risparmio energetico Alessandro Miliani, Sezione Calcestruzzo Cellulare Autoclavato ASSOBETON co, sono stati illustrati i risultati delle prove sperimentali condotte negli ultimi anni dal Centro Europeo di Formazione e Ricerca in Ingegneria Sismica EUCENTRE e dei progetti in corso per l’ottenimento del Benestare Tecnico Europeo (E.T.A.) per l’uso in zona sismica di un kit di muratura in AAC a bassa densità e lo studio del comportamento sismico di murature di tamponamento in AAC. Sono state inoltre illustrate le campagne di ricerca e i risultati ottenuti in altri paesi europei, quali Francia e Slovenia, per concludere con alcune considerazioni sulla normativa vigente e i suoi eventuali sviluppi futuri. Il seminario proposto dalla Sezione in occasione di Made expo 2012, “Soluzioni antisismiche in calcestruzzo cellulare, materiale ecosostenibile per edifici a elevato risparmio energetico”, si è incentrato sulla presentazione dei sistemi costruttivi in calcestruzzo aerato autoclavato, con una breve illustrazione sull’origine del materiale, le materie prime e la produzione, le caratteristiche generali di isolamento termico e acustico, resistenza al fuoco e resistenza meccanica, per arrivare a illustrare le principali applicazioni dei diversi sistemi costruttivi (blocchi per muratura e pannelli armati per uso strutturale e non strutturale, pannelli minerali per applicazioni di isolamento termico). Successivamente, alla luce delle attuali normative tecniche in ambito strutturale e sismi- 14 SEZIONE Tubi a Bassa Pressione Come aiutare i progettisti e le direzioni lavori a scegliere i manufatti per le opere idrauliche primo piano • industrie manufatti cementizi • 26 ASSOBETON Franca Zerilli, ASSOBETON le Costruzioni (DM 14.1.2008). Strutturali sono invece da considerarsi gli elementi scatolari, fatte salve le eccezioni indicate nella norma europea EN 14844 per i “piccoli scatolari”. Chiarezza è stata fatta anche in relazione alla possibilità che il cliente ha di stabilire, contrattualmente, accordi diversi rispetto a quelli sopra indicati e quindi, ad esempio, di richiedere al fornitore documenti ulteriori rispetto a quelli già citati sopra. Obbligazioni contrattuali di questo tipo potrebbero vincolare il fornitore ben oltre quanto prescritto dalla legge, se sottoscritte. Anche quest’anno il MADE, con il nuovo progetto Precast Area di ASSOBETON, è stato per la Sezione Tubi a Bassa Pressione occasione per avvicinarsi al mercato e fornire indicazioni utili ai tecnici del settore. Il Presidente della Sezione, Gianni Cestaro, sulla base delle segnalazioni ricevute dalle aziende associate, con la relazione dal titolo “Come aiutare i progettisti e le direzioni lavori a scegliere i manufatti per le opere idrauliche” ha inteso richiamare l’attenzione dei produttori e dei tecnici su criticità che, sempre più spesso, divengono motivo di contenzioso tra clienti e fornitori: la documentazione che deve accompagnare i prodotti marcati CE alla vendita. È stato anche richiamato il fatto – spesso sottovalutato o del tutto omesso – che tubi e pozzetti, per quanto chiamati ad offrire una resistenza alle sollecitazioni meccaniche – ad esempio ai carichi verticali, non vadano considerati “prodotti strutturali” come inteso nel capitolo 11 delle Norme Tecniche per In chiusura, l’intervento del Presidente Cestaro, il quale ha intrattenuto con il pubblico un dibattito su criticità tratte dalla realtà operativa, ha dato concretezza e vitalità al seminario e confermato che – nonostante la sua breve durata – il tema trattato è stato apprezzato dal pubblico e costituisce ancora per molti fonte di dubbi e di complessità operativa. Il tema è stato introdotto dal Segretario Tecnico di Sezione Franca Zerilli, la quale, prendendo ad esempio tre tipi di prodotti – tubi, pozzetti ed elementi scatolari – ha effettuato una ricognizione delle leggi e delle norme applicabili a ciascuno di essi ed ha poi elencato quali documenti debbano essere sempre consegnati al cliente insieme al prodotto e quali, viceversa, debbano essere consegnati solo se richiesti esplicitamente dal cliente al fornitore al momento dell’ordine. 15 progettare • industrie manufatti cementizi • 26 16 ASSOBETON Durabilità delle opere di calcestruzzo Fondamenti per la corretta progettazione Giandomenico Toniolo, Politecnico di Milano Alessandra Ronchetti, ASSOBETON La norma UNI 11417 È stata pubblicata nel corso dell’anno la norma UNI 11417 Durabilità delle opere di calcestruzzo e degli elementi prefabbricati di calcestruzzo. La norma articolata in due parti: Parte 1: Istruzioni per ottenere la resistenza alle azioni aggressive; Parte 2: Istruzioni per prevenire la reazione alcali-silice; è la revisione della UNI 8981 del 1999 che, attraverso le sue otto parti, ha costituito il fondamentale riferimento per la progettazione dei calcestruzzi nei riguardi della durabilità delle opere alle quali sono destinati. Nella sua più organica articolazione, che raccoglie le azioni aggressive esterne, nella Parte 1, e le cause endogene nella Parte 2, la nuova norma aggiorna i contenuti al seguito di dieci anni di intensa ricerca teorica ed applicata, allineandosi alla normativa europea pubblicata dal CEN. La norma fornisce le definizioni, l’elenco delle azioni aggressive e le istruzioni per la prevenzione dei loro effetti nelle opere di calcestruzzo e negli elementi prefabbricati di calcestruzzo. Per la redazione della norma sono state coinvolte le competenze di progettazione strutturale della Commissione Ingegneria Strutturale di UNI e quelle chimiche-tecnologiche della Commissione Cemento, malte, calcestruzzi e cemento armato. Fondamentali sono stati i contributi della componente universitaria di Tecnologia dei materiali e Chimica applicata, mentre la componente industriale ha fornito l’indispensabile supporto dell’esperienza applicativa maturata sul campo. Si può dire dunque che la nuova norma rappresenti il reale stato dell’arte della materia con il più ampio consenso degli interessati. Le istruzioni contenute nelle due parti della norma costituiscono le linee guida per i committenti, i tecnici, le imprese ed i produttori. In termini generali la Parte 1 inizia con le definizioni e tratta le cause di degrado del calcestruzzo e le diverse azioni aggressive, descrivendo, per ciascuna di esse, gli effetti assieme ai criteri per la loro valutazione quantitativa ed i provvedimenti di prevenzione. Il testo è completato con le indicazioni per la composizione, confezione, posa in opera, stagionatura e controllo del calcestruzzo ai fini della durabilità delle opere di destinazione. La Parte 2 descrive le cause della reazione alcali-silice nel calcestruzzo ed i provvedimenti per la sua prevenzione. Le azioni aggressive trattate nella Parte 1 sono: - Corrosione delle armature, che è la causa più frequente di degrado delle strutture in cemento armato e può essere prodotta da tre fenomeni: la carbonatazione del calcestruzzo, la penetrazione di cloruri nel calcestruzzo stesso e, in casi eccezionali, la presenza di correnti vaganti; - Azione del gelo/disgelo, con gli effetti distruttivi dovuti all’insorgere di pressioni interne conseguenti al congelamento dell’acqua interstiziale, pressioni che, quando superano la resistenza meccanica a trazione del calcestruzzo, provocano la sua disgregazione; - Azione delle acque dilavanti, molto pure come quelle dei bacini montani, che provocano la dissoluzione ed il dilavamento dell’idrossido di calcio presente nel cemento idrato ed il successivo dilavamento degli altri composti idrati; - Azione dell’acqua di mare, che si manifesta prevalentemente con l’erosione ed il distacco di porzioni di calcestruzzo conseguente alle reazioni chimiche tra i composti della pasta di cemento e le sostanze disciolte nell’acqua di mare; - Azione dei solfati, che possono trovarsi nelle acque naturali, in quelle industriali, fognarie e nei terreni e che, al contatto con il calcestruzzo, producono fenomeni espansivi a carattere distruttivo dovuti a reazioni con i componenti delle pasta di cemento. Nell’Appendice sono riportate istruzioni che descrivono le misure pratiche da adottare per prevenire o ridurre gli effetti nocivi delle azioni sopra elencate e rappresentano un prezioso manuale applicativo per gli operatori. La Parte 2 contiene le istruzioni per individuare le condizioni che possono portare al verificarsi della reazione alcali-silice nel calcestruzzo, le misure per evitarla o ridurne il rischio e le conseguenze. La reazione in questione dipende congiuntamente dalla natura dell’aggregato, dalla presenza di alcali nel calcestruzzo e dalle condizioni ambientali di umidità nelle quali si trova il manufatto di calcestruzzo. I fenomeni causati dalla reazione riducono la funzionalità delle strutture e intensificano il danno provocato da altri agenti aggressivi. L’effetto si evidenzia con la formazione di fessure reticolate e diffuse su elementi tozzi come i plinti e di fessure lineari longitudinali su elementi allungati come i pilastri. La norma definisce quali sono gli aggregati reattivi e indica come misurare la loro potenziale reattività e valutare il corrispondente rischio di reazione. Fornisce poi una classificazione delle condizioni ambientali per definire il livello di rischio e di prevenzioni da adottare. Si evidenzia come il tema della durabilità sia stato doverosamente trattano con maggiore rilievo negli ultimi anni sia nella normativa nazionale, si pensi alle Norme Tecniche per le Costruzioni, sia in quella comunitaria, per esempio nel Regolamento Prodotti da Costruzione e negli Eurocodici, ed in questo contesto la nuova norma UNI 11417 costituisce un utile strumento di riferimento. news Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici Pubblicata la legge che contiene la proroga di sei mesi Sulla Gazzetta Ufficiale n. 286 del 7 dicembre 2012 è stata pubblicata la Legge 7 dicembre 2012, n. 213 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, recante disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli Enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012. Proroga di termine per l’esercizio di delega legislativa.” La Legge n. 213 è entrata in vigore l’8 dicembre 2012, il giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il documento contiene la proroga di 6 mesi per la verifica sismica degli edifici nella zona colpita dal sisma del maggio 2012. • industrie manufatti cementizi • 26 CHRYSO Fluid Premia ® progettare Per calcestruzzi dinamici 340 n longrine +33 (0)4 90 14 48 48 - (20260-11/11) ASSOBETON Le prestazioni del CHRYSO®Fluid Premia 340 si estendono su 360° per soddisfare l’insieme delle vostre esigenze nell’ambito della prefabbricazione. Vi sarà già nota la qualità della gamma CHRYSO®Fluid Premia, rivolta alla produzione di calcestruzzi armati e precompressi. Scoprite ora CHRYSO®Fluid Premia 340: il giusto compromesso tra prestazioni finora inedite, flessibilità di utilizzo ed elevate resistenze meccaniche. 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Tali elementi, infatti, non rientrano tra quelli per cui è obbligatoria la Certificazione ai sensi del D.M. 2 aprile 1998. La copertura di un edificio prefabbricato tuttavia assume un ruolo critico nella determinazione delle dispersioni termiche dell’involucro. Attualmente sul territorio nazionale sono presenti molteplici tipologie di coperture, alcune delle quali sono riportate nelle figure 1, 2 e 3. La complessità degli elementi che compongono la copertura, e il peso che possono assumere i ponti termici non permette, di norma, l’applicazione del metodo semplificato descritto nella norma UNI EN ISO 6946. Risulta pertanto necessario calcolare i ponti termici utilizzando metodi numerici più raffinati in conformità a quanto riportato nella norma UNI EN ISO 10211. Al fine di fornire un valido supporto al produttore ed ottenere una uniformità di comportamento sul mercato, alcuni mesi or sono ASSOBETON e ICMQ hanno costituito un Gruppo di Lavoro per predisporre le Linee Guida per il calcolo della trasmittanza termica delle coperture in calcestruzzo di edifici prefabbricati. Scopo delle Linee Guida è quello di fornire indicazioni sul calcolo della trasmittanza termica delle coperture prefabbricate, anche ai fini di una eventuale Certificazione delle caratteristiche energetiche delle coperture stesse. È bene specificare che la progettazione strutturale della copertura non è oggetto di tale documento. Inoltre, per quanto riguarda il calcolo della trasmittanza termica, le Linee Guida non devono essere considerate sostitutive delle norme stesse, ma solamente di ausilio alla loro applicazione. Queste sono strutturate in capitoli: Capitolo 1: Introduzione Vengono citati tutti i riferimenti normativi e legislativi utili per il calcolo delle caratteristiche energetiche delle coperture. Vengono introdotte le varie grandezze termiche, con particolare attenzione al ponte termico, definito come una ristretta zona della copertura in cui si abbia una significativa variazione del flusso termico trasmesso localmente e della quale non si sia già tenuto conto nel calcolo della trasmittanza. Esempi di ponte termico possono essere le zone di giunzione fra elementi della copertura; gli elementi di connessione metallici che attraversano completamente gli strati di isolamento termico, ecc.. Capitolo 2: Nozioni introduttive Sono descritte le principali tipologie di coperture prefabbricate e il calcolo della conduttività termica dei materiali e della resistenza termica della copertura. Capitolo 3: Procedura di calcolo È proposta una procedura di calcolo, nella quale gli effetti dei ponti 18 ASSOBETON 1 Figura 1. Copertura a doppia pendenza con elementi nervati 2 Figura 2. Copertura piana con tegoli alari 3 Figura 3. Copertura piana con elementi shed termici vengono valutati, attraverso l’utilizzo di modelli numerici, come correzioni nella stima del coefficiente di accoppiamento termico “L”. Il calcolo della trasmittanza dei ponti termici dovuti alla presenza degli elementi di connessione può essere eseguito in due modi diversi: a. come per qualsiasi altro ponte termico, attraverso un calcolo numerico svolto ai sensi della norma UNI EN ISO 10211; b. utilizzo dell’equazione D.5 della norma UNI EN ISO 6946. Per ulteriori approfondimenti a tal proposito il documento rimanda alle Linee Guida per il calcolo della trasmittanza termica di pannelli prefabbricati di calcestruzzo – ASSOBETON e ICMQ. La procedura di calcolo proposta può essere così schematizzata: 1. calcolo della trasmittanza termica dei diversi elementi costituenti la copertura; 2. individuazione dei ponti termici lineari e dei relativi modelli numerici, e calcolo delle trasmittanze termiche lineiche ad essi associate; news Linee di indirizzo per interventi locali e globali su edifici industriali monopiano non progettati con criteri antisismici Il 12 novembre 2012 il Gruppo di Lavoro Agibilità Sismica dei Capannoni Industriali, composto da rappresentanti di Protezione Civile, Reluis, Consiglio Nazionale degli Ingegneri e ASSOBETON, ha pubblicato le “Linee di indirizzo per interventi locali e globali su edifici industriali monopiano non progettati con criteri antisismici”. Il documento è scaricabile dal sito ASSOBETON www.assobeton.it progettare • industrie manufatti cementizi • 26 ASSOBETON 3. individuazione dei ponti termici puntuali e dei relativi modelli numerici, e calcolo delle trasmittanze termiche puntuali ad essi associate; 4. calcolo della trasmittanza termica della copertura; 5. calcolo delle eventuali correzioni ai sensi della norma UNI EN ISO 6946; 6. calcolo della trasmittanza termica totale. Allegato A: Promemoria per il produttore Si riporta un elenco indicativo e non esaustivo di punti che il produttore deve rispettare per implementare correttamente l’algoritmo di calcolo utilizzando il metodo numerico. Allegato B: Esempi Vengono analizzati alcuni esempi di calcolo del ponte termico lineare Allegato C: Modalità di certificazione Sono descritte le fasi della certificazione delle caratteristiche energetiche delle coperture. In breve, ICMQ: 1. esamina la relazione di calcolo della trasmittanza termica delle coperture nel rispetto delle normative vigenti effettuando valutazioni di congruità e di correttezza dei dati dichiarati dal produttore; 2. effettua una visita di valutazione presso ogni unità produttiva dell’Azienda richiedente ove si producano i componenti delle coperture oggetto di Certificazione. Tale verifica ha lo scopo di accertare che l’Azienda sia in possesso di un controllo di produzione dei componenti che rispetti le prescrizioni e le indicazioni contenute nella relazione di calcolo. Inoltre nel corso della visita viene verificato che l’Azienda attui tale controllo di produzione e che lo stesso sia definito nel manuale e nelle procedure aziendali, con specifico riferimento ai componenti delle coperture oggetto di certificazione e delle relative caratteristiche energetiche. Per le Aziende con Sistema Qualità certificato da ICMQ nell’attività di produzione di elementi prefabbricati o con Controllo di Produzione in Fabbrica ai fini della marcatura CE degli elementi per copertura anch’esso certificato da ICMQ, sulla base degli esiti delle visite ispettive già effettuate, solitamente viene richiesta la sola validazione dell’algoritmo di calcolo. Il mantenimento della certificazione è vincolato agli esiti delle verifiche periodiche del controllo di produzione. 19 progettare • industrie manufatti cementizi • 26 segue da pag. 1 Architettura prefabbricata Focus Anna Faresin, Architetto, Ph.D., docente a contratto Università IUAV di Venezia Proprio questi principi stavano alla base delle riflessioni progettuali che hanno portato alla realizzazione dell’Alfred Newton Richards Medical Research Building dell’University of Pennsylvania a Philadelphia. Con la consulenza di Komendant, l’architetto Louis I. Kahn ha realizzato un complesso che gli ha fatto acquisire una fama internazionale: le strutture, lasciate a vista, sono state interamente prefabbricate in calcestruzzo con armatura post-tesa. Negli stessi anni anche in Italia si registrano significativi episodi architettonici d’impiego di calcestruzzo prefabbricato che rimarranno riferimento nei decenni successivi. Tra tutti, degno di menzione è l’operare di Pier Luigi Nervi, ingegnere interessato ai sistemi resistenti spaziali di cui inventa nuove forme, reinterpretando le tipologie costruttive tradizionali. La sua ricerca progettuale ha lasciato in eredità opere come il Palazzetto dello Sport (Figure 1 e 2) realizzato per le Olimpiadi di Roma del 1960, caratterizzato da una copertura a calotta di 60 m di diametro, finemente reticolata all’interno e interrotta soltanto nel centro da un anello di tensione che permette alla luce naturale di penetrare entro il grande vuoto circolare. 1.620 elementi romboidali prefabbricati, uniti mediante calcestruzzo gettato in opera a formare le nervature di connessione costituiscono la copertura sferica che trasferisce le tensioni all’anello di fondazione tramite dei cavalletti a Y prefabbricati, disposti in modo radiale e inclinati secondo la tangente alla curva nel piano d’imposta. Il ricorso alla prefabbricazione negli anni successivi è stato incentivato oltre che da rapidità, qualità ed economicità del processo costruttivo, anche dalle possibilità espressive degli elementi realizzati in fabbrica e poi assemblati in cantiere, testimoniata da numerose significative opere. Tanto che alcune esperienze architettoniche hanno adottato un tale procedimento per l’intera costruzione di complessi, molto estesi, il cui rigore e l’eccessiva ripetizione sistematica di forme e dimensioni ne hanno però, in seguito, decretato l’insuccesso. Come nel caso delle residenze a Runcorn New Town progettate da Stirling e Wilford. 20 ASSOBETON Il rilancio della prefabbricazione Nella contemporaneità si assiste a una rinnovata attenzione verso la prefabbricazione, visto che la riduzione degli scarti, le manutenzioni poco invasive, lo smontaggio semplificato e il riciclaggio degli elementi a fine vita, nonché la rapidità di produzione e la certezza nei costi, sono soltanto alcuni degli aspetti tecnici che consentono di considerare questo metodo come una delle strade da intraprendere per garantire prestazioni elevate in accordo con i principi della sostenibilità. Le percentuali legate alla produzione di edifici prefabbricati sono davvero incoraggianti: raggiungono il 9% in Gran Bretagna, il 10% in Germania e addirittura il 40% in Giappone. 2 Figura 2. Palazzetto dello Sport, Roma, 1057, Pier Luigi Nervi.Vista sugli elementi romboidali prefabbricati della copertura 1 Figura 1. Palazzetto dello Sport, Roma, 1057, Pier Luigi Nervi.Vista sui cavalletti prefabbricati Una buona spinta del comparto è da attribuire al grande rinnovamento per ciò che riguarda le nuove tecnologie legate agli stabilimenti di produzione. Infatti la necessità di ottenere resistenze tali da abbreviare i cicli, al fine di riutilizzare i casseri più volte al giorno, ha comportato il ricorso ai calcestruzzi autocompattanti (che assicurano buona lavorabilità con bassi rapporti acqua/cemento) e alla maturazione accelerata (che impiega vapore al fine di aumentare la temperatura per velocizzare la maturazione). Per una maggior comprensione delle potenzialità del metodo è opportuno operare una distinzione relativa ai sistemi strutturali prefabbricati realizzabili: a pannelli portanti, a telaio, tridimensionali. Nel primo caso si tratta di pannellature prodotte in officina o in cantiere, se sufficientemente attrezzato, che prevedono l’interposizione di uno strato di materiale coibente. Il sistema a telaio prevede invece la realizzazione di travi e pilastri prefabbricati, che permettono grandi luci e flessibilità interna. • industrie manufatti cementizi • 26 ASSOBETON progettare Gli elementi tridimensionali sono basati sull’aggregazione di elementi piani che raggiungono rigidezza e autoportanza. Vi sono, poi, tutti quegli elementi non portanti, come le lastre di rivestimento (Figura 3), le modanature, i manufatti per pavimentazioni e per l’arredo (Figura 4), in cui il trattamento superficiale effettuato assume una fondamentale importanza. I pregi tecnici connessi alla prefabbricazione coinvolgono infatti il linguaggio formale dei componenti, che possono presentare 4 Figura 4. Pannelli in calcestruzzo che possono essere attraversati dalla luce grazie alle fibre ottiche (foto: Luccon) 3 Figura 3. Pannelli con rivestimenti a rilievo realizzati impiegando matrici elastiche geometrie complesse ed essere sottoposti a trattamenti epidermici. Il compattamento del materiale, la qualità delle superfici, la definizione cromatica e la conformazione degli elementi sono assicurate dal controllo, entro lo stabilimento di produzione, sia dei parametri termoigrometrici, sia del tempo di essicazione. Prefabbricazione fuori standard Oggi si parla di prefabbricazione fuori standard come risposta a esigenze architettoniche contemporanee perché sempre più spesso le strutture in calcestruzzo comprendono e integrano le varie parti della 5 Figura 5. Canongate Wall, Scottish Parliament Building, Edimburgo, 2004, EMBT Barcelona e RMJM Architects (Foto: J. David) costruzione entro una logica industrializzata che mira all’ottenimento della qualità, ottimizzando le quantità e le performance dei materiali, e assicurando nel contempo la personalizzazione dei sistemi di connessione e delle finiture superficiali. In effetti è soprattutto indirizzata alla personalizzazione degli elementi dal punto di vista espressivo la maggior innovazione del settore (superficie e lavorazione, stabilità qualitativa, controllo dimensionale), nonché alle caratteristiche in termini di prestazione (per questo spesso si opta per pannelli alleggeriti o, ancora meglio, per pannelli sandwich che offrono la soluzione più completa dal punto di vista dell’isolamento termico). Sempre più numerosi sono i progetti che impiegano elementi prefabbricati modulari plasmati in relazione alle specifiche intenzioni progettuali tanto che la prefabbricazione oggi non pare mostrare limiti alla creazione progettuale: è possibile plasmare elementi articolati, come dimostra il Parlamento della Scozia a Edimburgo. È soprattutto il Canongate Wall (Figura 5) a costituire un esempio davvero sorprendente: una vista dei vicoli di Edimburgo, realizzata sulla base di un bozzetto di Miralles, è stata impressa sugli elementi prefabbricati che si curvano verso l’alto, ospitando elementi incastonati e “ritagli”, realizzati grazie ai più recenti modelli CAD e alle più avanzate tecniche CNC. Esperienze architettoniche italiane Anche in Italia il coinvolgimento dei progettisti entro gli uffici tecnici dedicati allo sviluppo del progetto, dalle fasi ideative all’esecuzione, garantisce il perfezionamento 21 progettare • industrie manufatti cementizi • 26 del risultato nell’adozione di strutture prefabbricate. È il caso del Maglificio Gran Sasso (Figura 6) realizzato a Sant’Egidio alla Vibrata su progetto di Guido Canali. Complesso adibito alla produzione, ha ricevuto la menzione d’onore nella terza edizione della “Medaglia d’oro all’Architettura” nel 2009. È completamente realizzato con componenti di calcestruzzo armato precompresso: dalle strutture verticali, alle travi, ai tegoli di 20 m con profilo alare, che sono stati alternati ad altrettanti lucernari per garantire l’illuminazione zenitale naturale necessaria. L’insieme presenta fronti particolarmente articolati, come giustapposizione di elementi ASSOBETON Figura 6. Maglificio Gran Sasso, Sant’Egidio alla Vibrata, 2007, Guido Canali (foto: A. Pancino) 6 7 Figura 7. Sede degli Headquarters Salewa, Bolzano, 2011, Cino Zucchi Architetti e Park Associati (foto: Cino Zucchi Architetti e Park Associati) 8 Figura 8. Centro civico, Cadorago, 2007, Marco Castelletti (foto: F. Simonetti Brunate)) metallici e pannelli di tamponamento prefabbricati in calcestruzzo di colore bianco, in cui il disegno delle fughe corrisponde all’unica forma di decorazione ammessa. Pure la Sede degli Headquarters Salewa (Fi- 22 gura 7), il cui progetto, vincitore di concorso a inviti firmato Cino Zucchi Architetti e Park Associati, è stato esposto alla Biennale di Venezia 2010, evidenzia il ricorso a strutture prefabbricate per la realizzazione dei magaz- zini, con lucernari a shed e pannelli prefabbricati a parete, ancorati a mezza altezza da una trave interna. Parzialmente rivestito in alluminio forato ed elettrocolorato per interferenza in tre diverse sfumature di grigio-blu, il calcestruzzo dei magazzini è visibile nei fronti che danno sull’Autostrada del Brennero. Ma non è soltanto prerogativa di edifici produttivi il ricorso alla prefabbricazione. Ne è un chiaro esempio il Centro civico di Cadorago (Figura 8) progettato da Marco Castelletti. Qui le pareti, e anche la copertura, sono rivestite con pannelli prefabbricati in calcestruzzo facciavista che conferiscono unitarietà materica al corpo architettonico. Questi argomenti sono stati diffusamente trattati all’interno del libro di Anna Faresin, Architettura in calcestruzzo. Soluzioni innovative e sostenibilità, edito da UTET Scienze Tecniche nel 2012. Il volume restituisce un quadro d’insieme per comprendere l’attuale situazione d’impiego del calcestruzzo in architettura e le sue possibili direzioni d’innovazione, anche nel rispetto della sostenibilità ambientale. Link per l’acquisto: http://shop.wki.it/Utet_Scienze_Tecniche/Libri/ In.Concreto.Gen_103x214:Layout 2 25-10-2012 14:17 Pagina 1 Architettura_in_calcestruzzo_s160992.aspx Figura 9. Centro Polifunzionale Le Terrazze, Carità di Villorba, 2011, Studio Marco Piva (foto: A. Martiradonna) Grande attenzione è stata posta alla precisa progettazione delle fughe tra un pannello di rivestimento e l’altro: si tratta di una scelta che enfatizza la sfaccettatura del piccolo volume cementizio, che ospita il centro per anziani con aula consigliare, richiamando l’andamento spezzato delle murature e delle coperture a falda degli edifici del passato. Parlando di strutture prefabbricate certamente degno di nota è l’intervento dello Studio Marco Piva su una struttura esistente abbandonata (Figura 9). Il complesso Le Terrazze, vincitore del premio “R&D Hospitality Award” come progetto più innovativo nel settore turistico-alberghiero nel 2009, si caratterizza infatti per il recupero di un preesistente reticolo strutturale entro cui coesistono funzioni alberghiere, commerciali e residenziali. Originariamente concepito per accogliere un centro commerciale mai realizzato, lo scheletro cementizio è rimasto per 16 anni privo di ogni involucro, incombendo con la sua massiccia presenza ai margini della città di Villorba. Il progettista ha riutilizzato l’ossatura di calcestruzzo, costituita da pilastri accoppiati con passo 8,4 3 8,4 m, travi a T rovescia, solai in tegoli con getto di completamento di calcestruzzo con rete elettrosaldata, per creare un complesso abitativo dotato di spazi collettivi. La struttura prefabbricata esistente è stata inglobata nel nuovo edificato in modo misurato e composto: i pannelli di facciata sono stati collocati all’interno dei pilastri, mentre i tegoli di solaio a sbalzo costituiscono il punto di aggancio dei parapetti metallici. E nonostante la rigidezza della composizione strutturale i quattro prospetti risultano molto differenti tra loro: quello fronte strada si connota per una successione di gradonate piantumate e leggeri parapetti metallici, mentre quello opposto, verso il fiume, è scansionato dai pilastri preesistenti che intervallano stretti balconi; nei lati corti del complesso alte torri rivestite in lamiera forata raggruppano i collegamenti verticali. Nell’ottica di ridurre l’impatto ambientale a caratterizzare la costruzione rimane l’uso diffuso della vegetazione che invade scale, balconi, davanzali e copertura. ICMQ Certificazioni e controlli per le costruzioni Una scelta di eccellenza www.icmq.org 9 progettare • industrie manufatti cementizi • 26 ASSOBETON Con il marchio ICMQ dai più valore alla tua azienda e ti distingui sul mercato ICMQ, organismo di terza parte indipendente, è riconosciuto come partner competente, rigoroso ed affidabile, in grado di erogare la più ampia gamma dei servizi di certificazione nel mondo delle costruzioni. ® ICMQ Spa 20124 Milano - via Gaetano De Castillia, 10 tel. 02.7015.081 - fax 02 7015.0854 www.icmq.org - [email protected] 23 produrre • industrie manufatti cementizi • 26 Osservatorio ASSOBETON ASSOBETON Tendenza negativa confermata anche nel secondo trimestre 2012 Paolo Chiari, Clarium Srl L’Osservatorio ASSOBETON ha elaborato i dati relativi al comparto italiano dell’Edilizia Industrializzata in Calcestruzzo per il secondo trimestre del 2012. Confrontando i dati del fatturato del secondo trimestre 2012 con quelli dello stesso periodo dell’anno precedente, si rileva una contrazione di 11 punti percentuali. I dati risultano negativi in tutte le aree geografiche, con una punta del - 40% per la macro-area “Sud e Isole”. Se si confronta quindi, a livello nazionale, il I semestre 2012 con il periodo corrispondente dell’anno precedente, emerge una complessiva contrazione del fatturato di 7 punti percentuali. La produzione in metri cubi, infine, nel secondo trimestre 2012 registra un -22% rispetto allo stesso periodo del 2011. Dall’analisi svolta e dalle indicazioni raccolte da ASSOBETON presso gli operatori del comparto aderenti, si guarda al secondo semestre 2012 senza particolare ottimismo. Si prevede, infatti, che la contrazione del fatturato, del commissionato e della produzione proseguirà fino alla fine dell’anno. Il commissionato del secondo trimestre 2012 si attesta al -24% rispetto al 2011 e, confrontando il I semestre 2012 con il periodo corrispondente dell’anno precedente, si evidenzia addirittura una contrazione del 30%. 24 Panoramica sulle novità 2012 in materia di sicurezza e ambiente A cura dello Studio LAPI srl – Convenzionato ASSOBETON www.sicurezzaesalute.it - [email protected] Proroga sostituzione maniglioni antipanico non marcati CE entro febbraio 2013 Sulla Gazzetta Ufficiale n. 299 del 24 dicembre 2011 è stato pubblicato il decreto del Ministero dell’Interno 6 dicembre 2011 che va a modificare il Decreto Ministeriale 3 novembre del 2004 concernente “Disposizioni relative all’installazione e alla manutenzione dei dispositivi per l’apertura delle porte installate lungo le vie d’esodo, relativamente alla sicurezza nel caso d’incendio”. In particolare con l’articolo 2 viene prorogato di due anni, entro febbraio 2013, il termine per la sostituzione dei dispositivi non muniti di marcatura CE e già installati alla data di entrata in vigore del Decreto del 2004. Tale obbligo deriva dall’art. 5 del DM 03/11/2004, il quale prevede che i dispositivi non muniti di marcatura CE, già installati nelle attività soggette a Certificato Prevenzione Incendio, siano sostituiti a cura del titolare in caso di rottura del dispositivo o sostituzione della porta o modifiche dell’attività che comportino un’alterazione peggiorativa delle vie di esodo o entro sei anni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Disposizioni in materia di protezione dei lavoratori dall’esposizione a campi elettromagnetici - Scadenza 30/04/2012 Dal 30 aprile 2012 è in vigore il Capo IV del Titolo VIII del D.Lgs. 81/2008 relativo alla protezione dei lavoratori dall’esposizione a campi elettromagnetici, con la conseguente valutazione del rischio. Si fa presente che in alcuni casi la valutazione del rischio può concludersi con la “giustificazione” secondo cui la natura e l’entità dei rischi non rendono necessaria una valutazione più dettagliata in quanto la condizione espositiva non comporta apprezzabili rischi per la salute. Diversamente occorre effettuare un’ulteriore valutazione entro il 31/10/2013. produrre • industrie manufatti cementizi • 26 ASSOBETON Accordo Stato-Regioni formazione lavoratori, dirigenti, preposti e datori di lavoro RSPP - In vigore dal 26/01/2012 Sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 8 dell’11 gennaio 2012 gli accordi Stato-Regioni del 21/12/2011 relativi alla individuazione dei contenuti minimi, della durata e delle modalità della formazione dei lavoratori, dei dirigenti, dei preposti e dei datori di lavoro che intendano svolgere direttamente i compiti di RSPP, in vigore dal 26 gennaio 2012. Verifiche periodiche attrezzature di lavoro riportate nell’allegato VII del D.Lgs. 81/2008 - In vigore dal 23/05/2012 Dal 23 maggio 2012 è in vigore il Decreto del Ministero del Lavoro 11/04/2011 sulle modalità di effettuazione delle verifiche periodiche delle attrezzature di cui all’allegato VII del D.Lgs. 81/2008. La prima di tali verifiche periodiche, la cui frequenza è indicata nel medesimo allegato, è di competenza INAIL (ex ISPESL); le successive verifiche sono effettuate dalle ASL competenti per territorio. Emissioni in atmosfera provenienti da lavorazioni meccaniche - Scadenza del 31/07/2012 Il D.Lgs. 128/2010 ha previsto l’estensione del regime di autorizzazione alle lavorazioni meccaniche (prima non soggette ad autorizzazione) che comportino un consumo di olio (come tale o come percentuale oleosa nelle emulsioni) uguale o superiore a 500 kg/anno, calcolato come differenza tra la quantità totale immessa nel ciclo di lavoro e la quantità smaltita come rifiuto. SISTRI - In vigore proroga al 30 giugno 2013 e sospensione pagamento contributo anno 2012 È stato pubblicato nel supplemento ordinario n. 129 della Gazzetta Ufficiale n. 147 del 26 giugno 2012, il Decreto Legge 22 giugno 2012 n. 83, cosiddetto “decreto sviluppo”, che all’art. 52 sospende fino al 30 giungo 2013 il termine per l’avvio operativo del SISTRI per tutte le aziende soggette e, inoltre, sospende il pagamento dei contributi dovuti dagli utenti per l’anno 2012, prorogato in precedenza al 30 novembre 2012. Sorveglianza sanitaria - Contenuti e trasmissione cartella sanitaria e di rischio È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 173 del 26 luglio 2012 il decreto del 9 luglio 2012 del Ministero della Salute concernente i contenuti e le modalità di trasmissione delle informazioni relative ai dati ai sensi dell’articolo 40 del Decreto Legislativo 81/2008 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il Decreto prevede l’invio da parte dei medici competenti, entro il primo trimestre dell’anno successivo all’anno di riferimento, unicamente in via telematica, dei dati aggregati sanitari e di rischio (Allegato 3B) e i contenuti della cartella sanitaria e di rischio (Allegato 3B) e, dopo una sperimentazione di un anno diventerà sanzionabile. Il periodo sperimentale terminerà il 30 giugno 2013. Rinnovo autorizzazione alle emissioni in atmosfera ai sensi dell’art. 281 del D.Lgs. 152/2006 L’art. 281 del D.Lgs. 152/2006 prevede che per gli impianti autorizzati, anche in via provvisoria o in forma tacita, ai sensi del D.P.R. 203/88 occorre presentare domanda di rinnovo autorizzazione entro i termini stabiliti da appositi calendari adottati dalle Regioni e dalle Province Autonome. In caso di mancata adozione dei calendari di cui sopra, le domande devono essere presentate entro i termini previsti dall’art. 181, comma 1: - entro il 31/12/2011 per stabilimenti anteriori al 1988 (ex art. 12 D.P.R. 203/88); - tra il 01/01/2012 ed il 31/12/2013 per stabilimenti anteriori al 2006 che siano stati autorizzati in data anteriore al 01/01/2000; - tra il 01/01/2014 ed il 31/12/2015 per stabilimenti anteriori al 2006 che siano stati autorizzati in data successiva al 31/12/1999. Si sottolinea che la mancata presentazione della domanda comporta la decadenza dell’autorizzazione precedente. Certificazione imprese e tecnici che eseguono interventi su impianti che utilizzano gas fluorurati ad effetto serra È stato approvato il D.P.R. 27/01/2012 n. 43 che stabilisce che i tecnici e le imprese che eseguono interventi tecnici su impianti frigoriferi, condizionatori, pompe di calore, sistemi di protezione antincendio, contenenti gas fluorurati ad effetto serra (HFC, PFC, SF6), devono essere in possesso di specifica certificazione che viene rilasciata da un organismo di certificazione appositamente accreditato, dopo il superamento di un esame teorico e pratico. La certificazione ottenuta, avrà una validità di dieci anni, trascorsi i quali dovrà essere rinnovata. 25 produrre • industrie manufatti cementizi • 26 ASSOBETON segue da pag. 1 L’importanza dei sistemi di gestione della salute e sicurezza dei lavoratori Lorenzo Orsenigo, direttore ICMQ SpA Nel 2007 la Ohsas 18001 (Occupational health and safety assessment series) ha assunto ufficialmente lo status di norma e nel 2008 il D.Lgs. 81 (Testo Unico sulla salute e la sicurezza sul lavoro) ha riconosciuto l’importanza dei sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (Sgsl) al fine di garantire un approccio efficace al problema. Adottare un Sgsl Ohsas 18001 non è un obbligo di legge ma una scelta volontaria di chi ha la responsabilità di garantire la propria e altrui incolumità. Esso, non solo comporta benefici di tipo etico nei confronti dei lavoratori, ma consente di ridurre le spese legate alla mancata sicurezza poiché, da un lato, diminuisce la probabilità di accadimento degli infortuni e la conseguente applicazione di oneri; dall’altro, permette dopo i primi due anni di attività di chiedere una riduzione del tasso medio di tariffa per prevenzione (Dm 12/12/2000, come modificato dal Dm 3/12/2010), ai sensi dell’ex art. 24 delle modalità di applicazione delle tariffe dei premi (Mat). L’attuazione di un sistema di gestione di questo tipo inoltre garantisce risparmi sui premi Inail e una sorta di “assicurazione” contro la responsabilità amministrativa. Con i sistemi di gestione certificati diminuiscono gli infortuni sul lavoro L’adozione di un sistema di gestione come quello descritto dalla norma Bs Ohsas 18001:2007 consente di migliorare il controllo sul rispetto degli adempimenti e conseguentemente di ridurre gli indici infortu- 26 nistici. A testimoniarlo sono i dati dell’Inail riportati nell’Osservatorio Accredia - Censis su Salute e sicurezza sul lavoro dello scorso maggio, che mettono a confronto gli indici infortunistici delle aziende in possesso di certificazione Ohsas 18001 rilasciata da un organismo accreditato Accredia con gli indici infortunistici di aziende omologhe per settore produttivo e territorio di appartenenza ma senza lo stesso tipo di certificazione. L’indagine si basa sui dati raccolti in un triennio. I risultati, riassunti nella seguente tabella, sono emblematici e confortanti. In tutti i settori l’adozione di un Sgsl permette di diminuire sensibilmente sia l’indice di frequenza (numero di infortuni/giorni lavorati) che l’indice di gravità (giorni persi per infortunio/giorni lavorati) degli infortuni. Questo accade in tutti i tutti i comparti lavorativi, nei quali l’indice di frequenza è sceso del 27%, ma soprattutto in edilizia dove il valore ha sperimentato un calo del 33%. Lo stesso si verifica per l’indice di gravità, che ha registrato una flessione media del 35% in tutti i settori e si è quasi dimezzato in edilizia, scendendo del 42%. In sostanza, quando Tabella. Confronto fra l’indice di frequenza e l’indice di gravità Settori Indice di frequenza (%) Indice di gravità (%) Servizi -21 -15 Pesca, Alimenti, Agricoltura [*] [*] Chimica, Plastica, Carta, Pelli -26 -45 Edilizia -33 -42 Energia, Gas -32 -33 Metallurgia, Macchine -34 -73 Mineraria -6 -18 Vetro -43 -51 Tessile -64 -40 Trasporti, Magazzino -13 -32 Media -27 -35 Fonte: Ossevatorio Accredia Censis su Salute e Sicurezza sul lavoro (maggio 2012) [*] Campione di imprese non significativo si verifica un infortunio esso determina nelle aziende certificate conseguenze meno gravi, che si traducono in un minor numero di giorni di assenza. Questi dati spiegano perché l’Inail riconosca riduzioni, anche sostanziose, del premio assicurativo alle aziende che applicano un sistema di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro. Allo stesso modo vanno interpretati gli incentivi stanziati dall’Istituto al fine di stimolare le imprese a realizzare interventi finalizzati al miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Finanziamenti mirati a sostenete progetti di investimento e l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale con contributi fino al 50% dei costi del progetto. Infine, a coronamento delle iniziative a sostegno dell’incolumità dei lavoratori, la certificazione Ohsas 18001 che venga rilasciata da un organismo di certificazione operante sotto il controllo di Accredia (Ente italiano di accreditamento) dà diritto ad uno sconto sui contributi Inail senza necessità di ulteriori verifiche. Ad esempio, un’azienda del settore prefabbricati con 180 dipendenti può risparmiare 45.000 euro/anno sui contributi Inail. • industrie manufatti cementizi • 26 Sanzioni amministrative annullate con un Sistema 18001 Un sistema di gestione della salute e della sicurezza conforme alla norma Bs Ohsas 18001:2007 (ai sensi del D.Lgs 81/2008) è considerato idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa di cui al D.Lgs. 231/2001. Questo significa che in caso di infortunio grave o gravissimo l’azienda potrà evitare le sanzioni da responsabilità amministrativa previste dal D.Lgs. 231/2001. La certificazione del sistema di gestione rilasciata da un organismo accreditato può inoltre dimostrate a terzi che il sistema produrre ASSOBETON Prefabbricati in calcestruzzo, linee guida per la certificazione del sistema di gestione salute e sicurezza Focus su progettazione, produzione, trasporto e montaggio dei componenti strutturali Il processo di sviluppo e di applicazione di un sistema di gestione per la salute e la sicurezza dei lavoratori Bs Ohsas 18001 non è semplice. Per questo motivo ICMQ ha sentito la necessità di sostenere le imprese di costruzione con una serie di linee guida volte a chiarire gli aspetti maggiormente critici dell’operazione. Il primo documento riguardante i componenti prefabbricati in calcestruzzo è stato redatto con il fattivo contributo di Assobeton e riassume i risultati di una collaborazione maturata sul campo tra auditor dell’istituto di certificazione, professionisti del settore e associazioni di categoria. La guida fornisce indicazioni precise sugli aspetti da prendere in considerazione nel definire le regole da applicare per garantire la sicurezza di chi opera all’interno di uno stabilimento di prefabbricazione. Particolare attenzione viene dedicata alle operazioni di tesatura, potenzialmente in grado di causare il maggior danno in caso qualcosa “vada storto”, nonché la movimentazione dei manufatti sia all’interno dello stabilimento con carroponte sia all’esterno, con elevatori a forche o sistemi di altro tipo, o le operazioni di montaggio che si svolgono in cantieri esterni con tutte le criticità collegate. Vengono inoltre richiamati i documenti e le registrazioni richiesti per garantire un adeguato controllo su tutte le criticità individuate nel Documento di valutazione dei rischi. Guide analoghe sono state redatte per la sicurezza nel settore del calcestruzzo preconfezionato e delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo. 27 produrre • industrie manufatti cementizi • 26 di gestione sia stato effettivamente attuato e fornisce al datore di lavoro la ragionevole certezza di avere fatto tutto quanto possibile per evitare incidenti e malattie professionali. Si tratta di scongiurare provvedimenti estremamente pesanti, che partono da una sanzione pecuniaria minima di 20.000 euro e possono arrivare anche alla sospensione delle attività o alla revoca delle autorizzazioni. In caso di infortunio con prognosi superiore a 40 giorni, ad esempio, verrebbe avviato un accertamento che, in assenza di un sistema di gestione Ohsas 18001, comporterebbe una sanzione pecuniaria minima di 25.000 euro e la sospensione dell’esercizio dell’attività fino a sei mesi, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa dell’azienda. Il processo di certificazione La corretta gestione degli obblighi di legge legati alla sicurezza sul luogo di lavoro è un’attività complessa che richiede competenze e risorse adeguate nonché un’ottima capacità organizzativa. Lo sviluppo di un sistema di gestione inizia con un’auto valutazione dei rischi connessi con la propria attività (operazione richiesta dalla legislazione vigente) e delle interazioni con l’ambiente circostante. Il processo di certificazione di tale sistema si articola in due fasi: la prima orientata alla verifica della conformità legislativa e la seconda all’efficacia del sistema di gestione come reale strumento di controllo e di miglioramento. Costi e benefici: un bilancio a favore della sicurezza Al fine di determinare, da un lato, la capacità dei produttori di prefabbricati di eseguire un’auto valutazione della propria realtà e, dall’altro, la conoscenza dei requisiti fondamentali per raggiungere il traguardo della certificazione, nei primi mesi del 2012, è stata effettuata un’indagine approfondita su un campione di 10 aziende, coinvolgendo tutti gli attori che, all’interno delle aziende, svolgono un ruolo nel sistema: dal datore di lavoro ai dirigenti delegati, dal responsabile del servizio di prevenzione e protezione ai lavoratori e ai loro rappresentanti sul tema della sicurezza, nonché i preposti, che a volte non sono ben consci dei propri compiti e responsabilità. Grazie alla presenza di un auditor qualificato, l’indagine ha consentito inoltre di verificare se esistessero negli stabilimenti situazioni tali da impedire la partenza dall’iter di certificazione nonché di mettere sul piatto della bilancia, da un lato, i vantaggi derivanti dall’applicazione e dalla certificazione di un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro e, dall’altro, i rischi conseguenti alla mancata 28 applicazione di un sistema di gestione certificato. In generale, è emerso un buon livello di consapevolezza in relazione al “Decreto 81” così come è risultata diffusa l’applicazione di un sistema di gestione che parte dalla definizione dei ruoli in un organigramma della sicurezza e arriva alla pianificazione degli interventi di manutenzione di macchine e attrezzature e alla definizione di un piano di addestramento di tutto il personale. A frenare l’avvio del processo di certificazione Ohsas 18001 sembra piuttosto essere la preoccupazione relativa allo stato di conformità di macchine ed attrezzature. Una preoccupazione che risulta spesso infondata ASSOBETON alla luce di un’analisi puntuale delle situazioni critiche, dalla quale nella maggior parte dei casi emerge come la messa a norma possa essere ottenuta senza sostituire l’attrezzatura e senza interventi eccessivamente costosi. A tal proposito occorre sottolineare che i costi per la messa a norma di macchine e attrezzature non sono solo funzionali alla certificazione ma risultano necessari per il rispetto della legge: in caso di incidente in cui sia coinvolta una macchina o un’attrezzatura non a norma le conseguenze per l’azienda possono essere pesanti sia per le sanzioni pecuniarie sia per la responsabilità amministrativa connessa con il D.Lgs. 231/2001. dalle SEZIONI ASSOBETON Sezione Fibrocemento Convegno “Amianto: dinamiche e prospettive” Firenze 26 novembre 2012 Ing. Franca Zerilli – Segretario della Sezione Fibrocemento di ASSOBETON Il 26 novembre scorso a Firenze, presso l’Auditorium dell’Ente Cassa di Risparmio, si è tenuto un convegno dal titolo “Amianto: dinamiche e prospettive”. Con il contributo della Sezione Fibrocemento di Assobeton, il convegno è stato promosso dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Firenze e dall’Ordine dei Chimici della Toscana: - per fare il punto della situazione sulla presenza di amianto in Italia a 20 anni dalla sua ufficiale messa al bando; - per proporre alternative alla sostituzione delle coperture che ancora contengono amianto con i prodotti in Fibrocemento Ecologico® e con pannelli fotovoltaici per coperture. Il convegno ha ottenuto anche il patrocinio dell’UNI. Il pubblico ha risposto numeroso a questa proposta di aggiornamento: in sala 160 partecipanti. I relatori, tra i quali esperti riconosciuti nel campo medico, hanno offerto al pubblico una panoramica che ha riscosso evidente interesse nella platea, anche grazie alla chiarezza espositiva e alla incisività degli esempi proposti. Le relazioni, sia del mondo accademico e della ricerca hanno sottoposto al pubblico le criticità ancora esistenti sul territorio soffermandosi in particolare: - sulle forme mineralogiche tipiche del materiale e sui diversi rischi ad esse associati; - sulla molteplicità di prodotti dispersi sul territorio nazionale, in forma non sempre controllata; - sulle difficoltà che gli organismi pubblici di controllo incontrano nel garantire il corretto smaltimento dei materiali contenenti amianto; - sui rischi potenziali per la salute degli operatori delle attività di bonifica; - sulle conseguenze dell’esposizione all’amianto anche in combinazione con altri fattori di rischio; - sulla gestione della sicurezza nelle operazioni di sostituzione delle coperture in cemento-amianto. Le relazioni della Sezione Fibrocemento si sono alternate a quelle scientifiche e come quelle hanno riscosso l’interesse del pubblico in sala. Sotto il comune marchio Fibrocemento Ecologico®, i produttori hanno dato testimonianza al pubblico, in prevalenza progettisti, delle molte e diverse tipologie di realizzazioni che possono essere ben eseguite in fibrocemento ed hanno indicato gli elementi chiave che devono essere tenuti presenti per una progettazione ed una posa di successo. Sono stati anche forniti riferimenti legislativi e di normazione tecnica aggiornati per la realizzazione di coperture discontinue in fibrocemento. L’approccio operativo e la ricchezza di materiale grafico e fotografico hanno reso particolarmente efficace la comunicazione e incontrato il favore della platea. L’evento ha soddisfatto tanto gli Ordini Professionali quanto i produttori. È nostra convinzione che la competenza e l’esperienza di questi ultimi, messa a disposizione di progettisti e tecnici delle costruzioni in una sintesi direttamente fruibile e non strettamente commerciale, costituisca contributo prezioso al loro aggiornamento continuo. Collaborazioni come queste soddisfano inoltre la necessità di rendere massime l’efficacia nel trasferimento di contenuti e l’efficienza nell’uso del tempo, sempre poco, dei professionisti. Dopo questa prima iniziativa, altre ne saranno progettate ed attuate per divulgare le caratteristiche dei prodotti, le potenzialità del fibrocemento come materiale da copertura e da rivestimento, il vantaggio economico che è possibile conseguire utilizzandolo, l’impegno più che ventennale dei produttori nella normazione tecnica per il miglioramento continuo dei prodotti e delle coperture. dalle Aziende Comportamento del calcestruzzo additivato con fibre polimeriche strutturali nel mondo della prefabbricazione Sandro Moro, Bryan Barragan, BASF Construction Chemicals Italia Spa Emilio Vendrame , Daniele Capoia, Costruzioni Generali di Capoia Daniele L.Toffoli, Building Project Srl Giovanni Plizzari, Fausto Minelli, DICATA – Università di Brescia sezioni critiche; il controllo dell’evoluzione del quadro fessurativo, caratterizzato da fessure più fitte ma con apertura di fessura minore, garanzia di una maggior durabilità. Introduzione L’utilizzo delle macro fibre sia polimeriche sia metalliche è una pratica ben conosciuta e consolidata nel campo del calcestruzzo preconfezionato, soprattutto relativamente alle produzione di pavimentazioni strutturali dove il loro uso è determinato dalla volontà di limitare o evitare l’utilizzo della rete metallica. Nel settore del prefabbricato, invece, l’utilizzo delle macro fibre strutturali è ancora fortemente limitato dalla mancanza di precise regolamentazioni soprattutto inerenti alla progettazione del calcestruzzo fibrorinforzato la cui conseguenza è il rallentamento della volontà d’innovazione che molti produttori auspicano soprattutto in questo clima complesso. L’evoluzione normativa comunque non è in completo stallo, anzi recentemente la pubblicazione del nuovo Codice Modello 2010 e, a breve, di una versione revisionata delle Norme Tecniche per le Costruzioni, getta le basi per il calcolo strutturale basato sulle prestazioni del singolo calcestruzzo fibrorinforzato. Grazie a ciò è stato possibile procedere ad un piano sperimentale in cui le caratteristiche fisico-meccaniche del conglomerato fibrorinforzato con fibre polimeriche in polipropilene (PP) sono state correlate all’attuale tecnologia di produzione di elementi prefabbricati. Obiettivo della sperimentazione è stato la verifica della completa sostituzione delle staffe sfruttando il contributo alla resistenza al taglio del calcestruzzo fibrorinforzato con fibre polimeriche. La sperimentazione ha previsto la realizzazione di 14 travi in spessore di diverse geometrie, con e senza rinforzo a taglio, sottoposte poi a prova di flessione su quattro punti, verificandone ed analizzandone il comportamento strutturale. Il comportamento a taglio di elementi strutturali in calcestruzzo armato rappresenta da lungo tempo un argomento di dibattito molto acceso nella comunità scientifica, in quanto, nonostante le numerose campagne sperimentali svolte e le formulazioni di calcolo proposte, è difficile trovare un modello univocamente accettato e applicabile con eguale efficacia nei vari campi progettuali. Una discreta conoscenza è stata raggiunta anche nello studio della resistenza a taglio di elementi fibrorinforzati, soprattutto con l’utilizzo di fibre di acciaio. La realizzazione di calcestruzzi fibrorinforzati risale a circa un secolo fa e nel corso degli anni sono stati utilizzati per varie applicazioni strutturali quali pavimentazioni industriali e rivestimenti di gallerie; in epoca più recente si è diffuso l’uso delle fibre anche per elementi prefabbricati. Le fibre utilizzate nelle varie applicazioni variano per il materiale con cui sono realizzate, per la geometria e per le caratteristiche prestazionali. Negli ultimi anni è oggetto di una sempre più ampia sperimentazione l’utilizzo di fibre in materiale polimerico, qui impiegate, in maniera del tutto innovativa, per la resistenza al taglio, applicazione strutturale del tutto critica per la fragilità dei meccanismi ad esso connessi. I vantaggi delle fibre riguardano l’aumento della capacità portante, della tenacità e della duttilità nel comportamento a taglio; la possibilità di ridurre il quantitativo di armatura trasversale, riducendo così i costi e i tempi di realizzazione e la congestione dell’armatura nelle Definizione e composizione del calcestruzzo Si è presa in considerazione una resistenza caratteristica del calcestruzzo pari a 25 MPa (Rck 25) normalmente utilizzata per la realizzazione di questa tipologia di struttura. Il primo ostacolo incontrato è stata la definizione della resistenza post-fessurativa che il materiale doveva avere. Grazie ad una modellazione numerica preliminare la resistenza residua del materiale misurata secondo prova UNI EN 14651 doveva soddisfare la classe 2c descritta nel Codice Modello 2010 (f R1k ≥ 2, 0.9 ≤ f R3k /f R1k ≤ 1.1). La miscela di calcestruzzo studiata doveva combinare sia la prestazione sopra menzionata, sia la corretta reologia per ottimizzare la posa in opera del composito. È stato deciso di utilizzare un cemento di tipo CEM II/A-LL 32.5 R e della cenere volante in modo da avere un quantitativo sufficiente di pasta cementizia per limitare la formazione di agglomerati di fibre e per ottimizzare il pompaggio del materiale. Il proporzionamento degli aggregati era costituito da una sabbia frantumata 0/4 ed una ghiaia 8/16 entrambe di natura silicea. Le macrofibre utilizzate sono state le MASTERFIBER 246, in polipropilene. La classe di lavorabilità S5 è stata ottenuta grazie all’impiego di un additivo supefluidificante a base di policarbossilati eteri di seconda generazione GLENIUM SKY 698 che ha anche garantito il corretto mantenimento di lavorabilità nel tempo per poter realizzare e completare le operazioni di getto. La tabella 1 riporta la composizione del calcestruzzo senza aggiunta di fibre (PC) e quello fibrorinforzato con le macrofibre MASTERFIBER 246 (PFRC), in cui si è tenuto costante il volume complessivo di pasta cementizia (pesi dei leganti, quantità di acqua e di sabbia). Entrambe le miscele sono state caratterizzate meccanicamente, sia a compressione, dove la resistenza media dopo 28 giorni di maturazione è risultata pari a 29 MPa, sia a flessione secondo la norma UNI EN 14651. produrre • industrie manufatti cementizi • 26 ASSOBETON Tabella 1. Composizione dei due calcestruzzi, con (PFRC) e senza fibre (PC) 1 PC PFRC CEM II/A-LL 32.5 R 250 250 Cenere Volante 250 250 Sabbia 0/4 875 875 Ghiaia 8/16 875 838 Acqua 188 188 MASTERFIBER 246 (Vol. %) -- 1.45 Glenium SKY 698 (% sul Vol)Vvolume)Vol.)cem.) 0.5 1.5 0.75 – [0.38] 0.75 – [0.38] S5 S5 A/C - [A/(C+CV)] Consistenza 29 produrre • industrie manufatti cementizi • 26 ASSOBETON Il grafico 1 identifica la risposta post-fessurativa di 6 provini per ogni calcestruzzo e la tabella 2 riassume i parametri medi necessari per caratterizzare le matrici. Realizzazione e verifica strutturale delle travi In totale sono state realizzate 14 travi, ognuna lunga 3 metri, composte da coppie con diverse sezioni e tipologia d’armatura. Per tutte, l’armatura longitudinale è stata mantenuta ma solo in una coppia (denominata MSR) si sono posizionate anche le staffe secondo progettazione tradizionale utilizzando il calcestruzzo di riferimento. Presso un impianto di preconfezionato sono stati prodotti 6 m3 di ogni calcestruzzo che è stato miscelato in autobetoniera. Nel caso di PFRC le fibre sono state aggiunte in testa al nastro trasportatore degli aggregati giusto sopra la bocca d’ingresso in autobetoniera, dividendo il carico complessivo dei materiali in tre carichi da 2 m3 consecutivi. Questa scelta è stata dettata dall’esigenza di avere più tempo per l’introduzione manuale delle fibre distribuendole il più possibile uniformemente riducendo la probabilità di formazioni di agglomerati. Durante il tempo di trasporto dall’impianto di produzione al punto di messa in opera, di posizionamento della pompa e del getto, circa un’ora, la lavorabilità iniziale del calcestruzzo è rimasta inalterata. Complessivamente la posa in opera di entrambi i calcestruzzi si è conclusa nel giro di circa un’ora e mezza dall’arrivo dell’autobetoniera alla zona di getto. Le travi sono state scasserate dopo 3 giorni, tempo in cui si è cercato di evitare il più possibile l’evaporazione mantenendo le superfici umide. La maturazione è proseguita al coperto ma con la naturale variazione di umidità e temperatura fino ad un mese dal confezionamento. Le prove fisico-meccaniche, svolte presso il Laboratorio Materiali P. Pisa dell’Università degli Studi di Brescia, si sono focalizzate nella verifica della capacità portante di tutti gli elementi, valutando le differenze nella resistenza a taglio delle travi, punto essenziale della sperimentazione, in quanto la progettazione è stata incentrata sull’eventuale utilizzo delle fibre polimeriche come rinforzo a taglio. Solo gli elementi W 770 PC (realizzati senza fibra e staffa) hanno avuto un collasso dovuto a taglio, mentre i rimanenti campioni hanno avuto un collasso per flessione. Le fibre polimeriche hanno incrementato quindi sia la capacità portante sia la duttilità a flessione complessiva delle travi, con una tenacità post fessurativa paragonabile a quelle realizzate con il rinforzo tradizionale. Anche il quadro fessurativo nella zona del taglio mostra un comportamento simile tra le due tecnologie di costruzione (staffe e fibra). Per i carichi di esercizio, la presenza di fibra comporta, nella zona soggetta a flessione, l’instaurarsi di un panorama fessurativo più 1 Tipologia di rinforzo per MSR Foto 1 - 2. Tipologie di casseforme utilizzate 2 Tipologia di rinforzo per le altre travi 3 Foto 3. Posa in opera 4 Foto 4. Trave W 770 PFRC sottoposta a prove di flessione Tabella 2. Parametri medi necessari per caratterizzare le matrici 2 Beams PC PFRC 0.00 1.45 fcm [MPa] 31.2 (0.84) 26.0 (1.67) fctm [MPa] 2.2 2.2 Ecm [MPa] 28100 27200 fR,1 [MPa] -- 2.4 fR,2 [MPa] -- 2.8 fR,3 [MPa] -- 2.9 fR,4 [MPa] -- 2.9 Fibres Vf (%) 1 Grafico 1. Risposta post-fessurativa di 6 provini per ogni calcestruzzo 30 • industrie manufatti cementizi • 26 articolato, con fessure più numerose ma più piccole, indiscutibilmente un vantaggio in termini di durabilità e di soddisfacimento delle verifiche in esercizio sulla fessurazione. Grazie ad un fenomeno di tension stiffening incrementato, anche la deformabilità in esercizio risulta essere minore nelle travi fibrorinforzate, sia rispetto ai campioni di riferimento privi di staffe e fibre, sia rispetto ai provini con sole staffe. Il grafico 2 riporta la curva carico–freccia verticale in mezzeria e mostra il confronto diretto delle coppie di travi di larghezza 770 mm eseguite con solo rinforzo longitudinale, realizzate con entrambe le miscele (W 770 PC e W 770 PFRC) e di quelle realizzate anche con il rinforzo a taglio grazie alle staffe, confezionate con il calcestruzzo di riferimento (W 770 MSR). Complessivamente il comportamento delle 13 coppie di travi realizzate con la sola armatura a flessione e con il calcestruzzo fibrorinforzato sono caratterizzate da un’elevata resistenza residua paragonabile agli stessi elementi preparati con l’armatura convenzionale: ciò dimostra che la resistenza al taglio misurata è superiore alla resistenza alla flessione. Inoltre le fibre polimeriche evidenziano un’ottima distribuzione delle fessure nella zona sottoposta a sforzo di taglio, evitando la formazione di una singola fessura critica. Qualora ci dovesse essere un cedimento strutturale, la multi fessurazione garantirebbe sia di avere un tempo più lungo per l’evacuazione del luogo, sia un evidente avviso di pericolo. La sperimentazione ha dimostrato, dal punto di vista teorico e pratico, l’efficienza delle fibre polimeriche MASTERFIBER 246 nella resistenza al taglio consentendo una completa eliminazione delle staffe in questa tipologia di elemento strutturale. Ringraziamenti Si ringrazia per la collaborazione il geom. E. Conte di Superbeton per il supporto nella preparazione delle miscele nell’impianto di confezionamento del calcestruzzo, i geometri M. Bucciol e G. Mudadu tecnici del Laboratorio Tecnologico di BASF Construction Chemicals Italia per il contributo nella preparazione ed esecuzione delle prove e gli Ing. Marco Galuppi ed Andrea Tinini per l’assistenza nell’esecuzione delle prove e nell’interpretazione dei risultati. È possibile scaricare l’articolo completo dal sito www.imc-web.it ASSOBETON 2012 produrre ASSOBETON # 26 Industrie Manufatti Cementizi Trimestrale - n. 26/2012 >>Proprietà Abes srl Società di servizi di ASSOBETON Via Giacomo Zanella, 36 - 20133 Milano T. 02.70100168 - F. 02.7490140 [email protected] >> Direttore responsabile Andrea Dari >> Direttore editoriale Maurizio Grandi >> Segreteria di Redazione Stefania Alessandrini >> Redazione Stefania Alessandrini, Alessandra Biloni, Antonella Colombo, Andrea Dari, Gianpiero Montalti, Gustavo Penaloza, Patrizia Ricci, Alessandra Ronchetti, Franca Zerilli >>Vendita pubblicità idra.pro srl Via Macanno, 32 47923 Rimini - RN [email protected] >> Editore IMREADY srl Strada Cardio, 4 - 47891 Galazzano - RSM T. 0549.941003 - F. 0549.909096 >> Stampa Titanlito spa >> Servizio abbonamenti IMREADY srl Strada Cardio, 4 - 47891 Galazzano - RSM T. 0549.941003 - F. 0549.909096 >> Autorizzazione Segreteria di Stato Affari Interni Prot. n. 73/75/2008 del 15/01/2008. Copia depositata presso il Tribunale della Rep. di San Marino Tutti i diritti riservati 2 È vietata la riproduzione, anche parziale, del materiale pubblicato senza autorizzazione dell’Editore. Le opinioni espresse negli articoli appartengono ai singoli autori, dei quali si rispetta la libertà di giudizio, lasciandoli responsabili dei loro scritti. L’autore garantisce la paternità dei contenuti inviati all’editore manlevando quest’ultimo da ogni eventuale richiesta di risarcimento danni proveniente da terzi che dovessero rivendicare diritti su tali contenuti. Grafico 2. Curva carico–freccia verticale in mezzeria 31 Dynamon NRG & Dynamon SP produrre • industrie manufatti cementizi • 26 Soluzioni specifiche per l’industria della prefabbricazione Sviluppo rapido delle resistenze meccaniche Ottimizzazione cicli produttivi e drastica riduzione dei cicli di maturazione Per risolvere le problematiche tipiche della prefabbricazione e per dare un forte contributo all’innovazione e allo sviluppo del settore, Mapei ha sviluppato i prodotti delle gamme DYNAMON NRG & DYNAMON SP, specifici per questo tipo di applicazioni e particolarmente idonei anche per il confezionamento di calcestruzzi autocompattanti. 32 ASSOBETON