Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per
dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno
ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a
chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu
lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un
miglio, tu fanne con lui due. Da’ a chi ti domanda e a chi
desidera da te un prestito non volgere le spalle.
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il
tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate
per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro
celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i
buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti
se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non
fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai
vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così
anche i pagani?
Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro
celeste.
“Ma io vi dico: amate i vostri nemici e
pregate per quelli che vi perseguitano,
affinché siate figli del Padre vostro che
è nei cieli” (Mt. 5,44-45)
È incoraggiante, per tutti noi,
che tanti cristiani
conosciuti e sconosciuti,
siano giunti come Gesù
a questo vertice di amore.
Dal primo martire cristiano S. Stefano:
“Signore, non imputare loro questo peccato”
(At. 7,60),
a padre Massimiliano Kolbe ucciso nel bunker
della fame ad Auschwitz,
dai padri trappisti assassinati in Algeria,
alle mamme e ai bambini in Ruanda sterminati
mentre pregavano nelle chiese cristiane.
La storia cristiana è tutta storia di perdono e di
preghiera per chi ci sta facendo del male.
Ci può aiutare
la testimonianza di perdono
data da Maria Daga
al convegno pellegrinaggio
dell’Azione Cattolica di Oristano
a Nostra Signora di Bonacatu
nell’anno 2000.
Il figlio Luigi era stato rapito
il 17 agosto del 1974.
Alla famiglia, che commerciava
mobili e attrezzi agricoli era stato
chiesto un riscatto di mezzo miliardo.
Ecco cosa racconta:
“… Abbiamo dato il denaro che siamo riusciti a raccogliere,
ma Luigi non è più tornato.
Forse ha riconosciuto qualcuno dei sequestratori
chissà cos’altro è capitato.
Io li ho perdonati quasi subito,
pubblicamente
e in seguito,
con la grazia di Dio,
ho continuato a mantenere
questo atteggiamento di perdono”.
“Perdonare non è facile,
perché comporta un impegno continuo.
Ho cominciato allora
a dedicarmi al volontariato.
Anche il figlio e la figlia,
che ci erano rimasti,
hanno preso ad impegnarsi
su questa strada.
E Bruno, alla fine,
ha sentito
la vocazione al sacerdozio,
s’è fatto missionario
e ora ha una parrocchia
di 150 mila abitanti in Messico”.
Maria Daga afferma
di non sentire alcun odio
per i sequestratori di suo figlio.
“Se me il presentassero
direi loro
che non li ho perdonati per scherzo.
Prego sempre per loro,
perché si ravvedano
e lascino una strada
che porta tanto dolore;
dolore anche
a tante mamme di rapitori”.
“Ho incontrato, anni fa, in ospedale,
una donna che soffriva molto per un tumore.
Mi avvicinai per consolarla un po’.
Lei sapeva chi ero e appena le fui accanto
mi prese la mano e me la baciò.
“Perché fa questo?”, le chiesi, imbarazzata.
“Perché lei ha sofferto molto a causa di quelli
che agiscono come mio figlio, che è un bandito.
Io le chiedo perdono al posto di mio figlio
e di quelli come lui.
Per la loro conversione,
offro tutto quello
che sto patendo”.
Mi sono sentita piccola, piccola.
Io ero sostenuta dalla solidarietà
di tante persone, mentre quella mamma
stava male in una solitudine tremenda”.
Facciamo nostra questa bellissima
preghiera di san Francesco d’Assisi:
O Signore,
Fa’ di me uno strumento della tua pace.
Dov’è odio fa’ che io porti amore.
Dov’è offesa, che io porti il perdono.
Dov’è discordia, che io porti l’unione.
Dov’è errore, che io porti la verità.
Dov’è disperazione, che io porti la speranza.
Dov’è la tristezza, che io porti la gioia.
Dove sono le tenebre, che io porti la luce.
Signore, fa’ che io non cerchi tanto
di essere consolato, quanto di consolare;
di essere compreso, quanto di comprendere;
di essere amato, quanto di amare.
Poiché è donando che si riceve;
è perdonando che si è perdonati;
è morendo che si risuscita a vita eterna.
Amen.
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Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli