Con le musiche di Rota per Il gattopardo si congiungono idealmente due punti dell’identità nazionale italiana: il Risorgimento e la Liberazione. Prima di diventare il film che Luchino Visconti girò nel 1963, Il gattopardo era il romanzo scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa tra il 1954 e il 1957. Un romanzo piuttosto amaro, che nell’Italia da poco reduce dalla Seconda Guerra racconta l’Italia appena uscita dal Risorgimento. Al tempo del film di Visconti, Nino Rota (di cui si celebrano quest’anno i cento anni dalla nascita) aveva già fatto un bel pezzo di strada.Toscanini, avendo rapidamente intuito le capacità di quel giovane musicista, già solido di studi, compositore precocissimo e allievo di Alfredo Casella, lo aveva incoraggiato a fermarsi qualche anno in America per perfezionare la propria formazione. Erano i primi anni Trenta, e dovevano passarne ancora una decina prima dell’incontro che avrebbe deciso il suo destino, con Federico Fellini, nel 1944. Dalla collaborazione e dall’amicizia con Fellini, durata più di trent’anni, nasceranno capolavori come La strada, Otto e mezzo, e in anni più recenti Prova d’orchestra, che Rota terminò poco prima di morire. Quando Visconti decise di tradurre in film il romanzo di Tomasi di Lampedusa, ricavandone un grandioso affresco di vita italiana, la scelta del musicista dovette sembrargli obbligata, e non sbagliò: le musiche per il Il gattopardo possiedono la cifra stilistica del Rota di sempre, classico e persuasivo, e venato di una lieve malinconia. Dell’identità culturale e della musica italiane Giuseppe Verdi e Gioachino Rossini costituiscono le principali icone. Qui vengono proposte pagine tra le più intime e appartate della loro produzione. Verdi, al quale già Rota allude nel primo pezzo delle musiche per Il gattopardo, compose a Napoli il suo unico Quartetto per archi in mi minore (nel concerto odierno eseguito in una trascrizione per orchestra d’archi), nel 1873, nel tempo libero fra una prova e l’altra di un allestimento di Aida; il carattere privato, di divertissement, inassimilabile alle forme della musica strumentale contemporanea, è testimoniato dalla riluttanza diVerdi a concedere a Ricordi il permesso di pubblicarlo; cosa che avverrà qualche anno dopo, a seguito della prima esecuzione pubblica, avvenuta al Conservatorio di Milano il 9 dicembre del 1875. Le otto melodie per soprano e archi tratte dalle Soirées musicales, pubblicate nel 1835, ci offrono uno spaccato delle serate musicali che settimanalmente Rossini teneva nella sua casa di Parigi. Sono brevi composizioni vocali – su testi di Metastasio, o di Carlo Pepoli, amico del compositore, patriota italiano e autore del libretto dei Puritani di Bellini, di scena a Parigi proprio nel 1835 – che nascevano come intrattenimento salottiero, e che tuttavia ci raccontano la penetrazione della musica italiana nella capitale francese, dove tanti esuli risorgimentali proprio in quegli anni avevano trovato riparo. La partenza, che come le prime due, La promessa e Il rimprovero, porta il sottotitolo di «canzonetta», e che potrebbe richiamare quel sentimento di distacco che dovettero provare i tanti italiani in attesa di imbarcarsi a Genova per raggiungere la Francia, è caratterizzata da un espressivo, raffinato e languido ondeggiamento tra colori armonici differenti; L’orgia è invece un’«arietta» distinta da un ritmo di valzer carico di verve e di maliziosa sensualità, mentre La pastorella delle Alpi sembra voler rievocare l’atmosfera di certi momenti del Guillaume Tell, atmosfera che d’altra parte si ritrova anche in La gita in gondola, echeggiante la barcarola del primo atto dell’ultima opera rossiniana. L’invito, e La danza infine, denotano l’interesse di Rossini per le forme, o anche soltanto i ritmi, che potessero stimolare la sua fervida immaginazione melodica. Livio Aragona Main sponsor in collaborazione con Partner con il sostegno di Assessorato alla Cultura e Spettacolo Culture, Identità e Autonomie della Lombardia FONDAZIONE DONIZETTI Alberto Martini primo violino e direttore I V I RT U O S I I TA L I A N I Cinzia Forte soprano Concerto celebrativo per i 150 anni dell’Unità d’Italia venerdì 11 novembre ore 20.30 Teatro Donizetti Stagione lirica e di balletto 2011 La promessa (Canzonetta) Il rimprovero (Canzonetta) La partenza (Canzonetta) L’orgia (Arietta) L’invito (Bolero) La pastorella delle Alpi (Tirolese) La gita in gondola (Barcarola) La danza (Tarantella napoletana) Gioachino Rossini (1792-1868) Soirées musicales otto melodie per soprano e archi Allegro Andantino Scherzo (Prestissimo) Fuga (Allegro assai mosso) (Versione per orchestra d’archi) Giuseppe Verdi (1813-1901) Quartetto in mi minore Valzer brillante Mazurca Balletto Polka Quadriglia Galoppo Valzer del Commiato (Versione per orchestra d’archi di Alberto Martini dall’originale per orchestra) Nino Rota (1911-1979) Ballabili dal film Il gattopardo Alberto Martini si è esibito con molte orchestre in veste di concertatore, primo violino e direttore (Pomeriggi Musicali di Milano, Angelicum, Istituzione Sinfonica Abruzzese, Orchestra di Lugano, Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, Accademia I Filarmonici, I Virtuosi Italiani, ecc.), oltre che come solista. Sempre come concertatore viene invitato per i più importanti teatri e per i principali enti musicali italiani e stranieri: Scala, Maggio Musicale Fiorentino, La Fenice, Regio di Parma, Associazione Barattelli de L’Aquila, Unione Musicale di Torino, Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma.Viene regolarmente invitato nei festival più importanti in Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Stati Uniti, Giappone, Russia, Cina e Corea. Il primo giugno 2009 ha fatto il suo debutto come solista nella prestigiosa e storica Carnegie Hall di New York. Ha collaborato stabilmente come primo violino di spalla con molte importanti orchestre, suonando con i più grandi direttori: R. Muti, R. Chailly,V. Gergiev, D.Yurovsky, M.W. Chung, G. Sinopoli,Y.Temirkanov ecc. L’attività discografica, che lo vede protagonista come direttore e concertatore, è ricchissima con più di 50 cd registrati per Chandos, Emi, Naxos, Dynamic,Verany e Tactus ed oltre 400 mila dischi venduti in tutto il mondo. Ha registrato come direttore e come solista l’integrale dell’opera a stampa di Vivaldi, l’integrale dei concerti di Veracini e l’integrale dell’opera di Bonporti (Premio Goldberg, Diapason d’Oro, Choc de la Musique). Significativo l’interesse per il repertorio di confine che ha portato alla realizzazione di progetti con C. Corea, G. Bregovic, M. Nyman, F. Battiato, L. Einaudi, P. Glass, G. Allevi, Elio, U. Caine, P. Fresu, C. Picco e altri. Insegna al Conservatorio di Trento e viene regolarmente invitato a tenere masterclass in Italia e all’estero. Cinzia Forte, napoletana di nascita e romana di adozione, inizia gli studi musicali all’età di 5 anni sotto la guida del padre. Prosegue gli studi al conservatorio e si diploma in pianoforte e canto lirico.Vince numerosi concorsi internazionali tra cui il “Giacomo Lauri Volpi” di Latina (primo premio) e l’“A. Belli” di Spoleto. Dopo il debutto avvenuto al Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto viene invitata dai più prestigiosi teatri e dalle maggiori istituzioni concertistiche internazionali quali Scala di Milano, San Carlo di Napoli, La Fenice di Venezia, Massimo di Palermo, Regio di Torino, Opera di Roma, Comunale di Bologna, Auditorium di S. Cecilia di Roma, Rossini Opera Festival, The Royal Opera House Covent Garden di Londra, Royal Concertgebouw e Nederlandse Opera di Amsterdam, Liceu di Barcellona, La Maestranza di Siviglia, Opernhaus di Zurigo, New National Theatre di Tokyo, Théâtre des Champs Elysées di Parigi, Sao Carlos di Lisbona, Deutsche Oper Berlin. Soprano lirico di coloratura, è apprezzata interprete di ruoli del belcanto italiano. Il repertorio comprende opere di autori come Bellini, Donizetti, Rossini tra cui La sonnambula, Lucia di Lammermoor, Don Pasquale, L’elisir d’amore, Le comte Ory, Il viaggio a Reims, La gazzetta, Il turco in Italia, Tancredi e opere francesi quali Manon e Romeo et Juliette. Interpreta anche i ruoli di Violetta ne La traviata, Gilda in Rigoletto, Oscar in Un ballo in maschera, Susanna nelle Nozze di Figaro, Pamina ne Il flauto magico, Despina in Così fan tutte. Collabora con direttori d’orchestra di fama internazionale tra cui C. Abbado, B. Campanella, R. Chailly, M.W. Chung, J. Lopez Cobos, D. Gatti, G. Gelmetti, R. Jacobs, J. Tate, F. Welser-Möst e registi quali R. De Simone, W. Decker, D. Fo, M. Hampe, M. Martone, P. Pizzi, L. Ronconi, E. Sagi, J. Savary, G.Vick, F. Zeffirelli. I Virtuosi Italiani, complesso nato nel 1989, è una delle formazioni più attive e qualificate nel panorama artistico internazionale. Molteplici sono le collaborazioni con solisti e direttori: P. Amoyal, R. Bahrami, L. Berman, P. Berman, F. Biondi, S. Bunin, M. Campanella, B. Canino, G. Capucon, G. Carmignola, E. Dara, P. De Maria, C. Desderi, M. Devia, E. Dindo, B. Lupo, E. Mei, C. Forte, R. De Candia, P. Gallois, B. Giuranna, N. Gutman, B. Hendricks,V. La Scola, K. e M. Labeque, M. Larrieu, M. Maisky, L. Markiz, M. Mercelli, F. Mondelci, A. Mustonen, I. Grubert, Jin Ju, K. Penderecky, M. Quarta, J. Rachlin,V. Repin, D. Sitkovetsky, T.Vassilyeva, P.Vernikov, E.Virsaladze, L. Zilberstein, e molti altri. Hanno collaborato all’allestimento dell’Apollon Musagete di Stravinskij con il New York City Ballet; nel 2001 hanno eseguito tutte le opere in un atto di Rossini per l’Opéra Comique di Parigi e hanno tenuto due concerti al Konzerthaus di Vienna. I Virtuosi Italiani si sono esibiti per i più importanti teatri e per i principali enti musicali italiani e stranieri quali Scala, Dal Verme e Sala Verdi a Milano, Maggio Musicale Fiorentino, La Fenice, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Comunale di Modena, Regio di Parma, Filarmonico di Verona, Associazione Barattelli de L’Aquila, Unione Musicale di Torino, Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma, Pergola di Firenze, Società Filarmonica di Roma. Numerose le tournées all’estero: Francia (Festival Pablo Casals di Prades, Festival Berlioz, Aix-en-Provence, Bordeaux), Germania, Svizzera, Spagna, Portogallo, Inghilterra (Londra Royal Albert Hall), Polonia, Lituania, Lettonia, Finlandia, Slovenia (Festival Internazionale di Lubiana), Russia (San Pietroburgo, Mosca Sala Grande del Conservatorio Tchaikovsky, Sala Tchaikovsky della Filarmonica), Iran, Corea, Stati Uniti d’America (New York, Los Angeles, Philadelphia), Paesi Baltici, Sud America. L’attività discografica è ricchissima, con più di 100 cd registrati per le maggiori case discografiche ed oltre 400.000 dischi venduti in tutto il mondo. Tra le numerose incisioni per Sony BMG, Chandos, Emi, Tactus, Naxos, Arts e Dynamic spicca l’integrale dell’opera di Bonporti, per la quale ha ricevuto vari premi discografici, tra i quali: Cinque stelle – Premio Goldberg della omonima rivista tedesca, Diapason d’or della rivista francese «Diapason», Choc de la Musique della rivista francese Le Monde de la Musique, oltre a vari 5 Stelle della rivista italiana «Musica». L’attenzione de I Virtuosi Italiani alla ricerca filologica li ha condotti ad esibirsi nel repertorio barocco e classico anche su strumenti originali, adottando le accordature ed i temperamenti adeguati. Nel segno della versatilità che contraddistingue la filosofia del gruppo, significativo è altresì l’interesse da sempre dimostrato per il repertorio di confine, strada che I Virtuosi Italiani hanno seguito al più alto livello collaborando con artisti del calibro di C. Corea, G. Bregovic, M. Nyman, L. Einaudi, F. Battiato, G. Allevi, U. Caine, P. Fresu e C. Picco. I Virtuosi Italiani sono ideatori ed interpreti di due stagioni musicali a Verona: il Festival Atlantide e la Stagione Concertistica in Sala Maffeiana e al Teatro Filarmonico. Recenti due importanti avvenimenti: una tournée in Estonia che li ha visti partecipi, per la seconda volta in pochi anni, al prestigioso Barokkmuusika Festival 2010 e il debutto nella prestigiosa Royal Albert Hall di Londra.