REGIONE VENETO
ULSS N° 1 BELLUNO
DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE
SERVIZIO PREVENZIONE IGIENE e SICUREZZA
negli AMBIENTI di LAVORO
RELAZIONE ANNUALE di ATTIVITÀ 2014
e
PROGRAMMA 2015
PRESENTAZIONE
Anche quest'anno ci presentiamo all'opinione pubblica attraverso la pubblicazione del consuntivo
dell'attività svolta nell’anno trascorso e della programmazione per l’anno in corso.
Il “resoconto dell’anno” rappresenta un’occasione per parlare del Servizio, dei suoi risultati e delle
sue strategie. Infatti, l’obiettivo del rapporto annuale non è solo quello di pubblicare i “numeri” ma quello di
garantire una informazione chiara e trasparente dei criteri di programmazione degli interventi, delle
prestazioni effettuate e dei risultati ottenuti in termini di efficacia della prevenzione.
Solitamente le attività del servizio SPISAL sono percepite come repressive, mentre rimane
misconosciuta la loro ricaduta preventiva. A questo proposito, riteniamo importante segnalare che un
recente studio, condotto nella nostra regione, ha dimostrato l’efficacia (capacità di riduzione degli infortuni)
degli interventi effettuati dagli SPISAL. E’ stato, infatti, statisticamente dimostrato che nelle aziende
oggetto di intervento del servizio di vigilanza si é avuta una maggior riduzione degli infortuni rispetto ad
analoghe aziende (stesso comparto, stesse dimensioni) che non avevano ricevuto nessun controllo. La
ricerca, inoltre, ha confermato l’appropriatezza degli interventi effettuati, vale a dire che i controlli sono
stati fatti proprio nelle situazioni più rischiose, dimostrando che la programmazione ha seguito criteri di
prorità corretti (atti del convegno di Padova del 19.11.2014 “Valutazione di efficacia degli interventi di
prevenzione degli SPISAL http://www.ulss.tv.it/Minisiti/spisal/assistenza/documenti.html).
I risultati della ricerca dimostrano la correttezza delle modalità di approccio e di intervento adottate dal
Servizo SPISAL di questa ULSS, che ha sempre cercato di assistere l’imprenditore nella gestione e nelle
organizzazione della salute e sicurezza della propria azienda, assieme alla doverosa verifica della
attuazione degli obblighi legislativi.
Sperando che questo possa contribuire ad accrescere la collaborazione reciproca, si accolgono
con piacere eventuali osservazioni o proposte dai lettori della presente relazione.
INDICE
INDICE
pag. 2
IL SERVIZIO SPISAL
Mission e attività
Organizzazione – Operatori
pag. 3
pag. 4
CARATTERISTICHE PRODUTTIVE DEL TERRITORIO
pag. 5
RIEPILOGO DELLE ATTIVITÀ SVOLTE
pag. 6
INTERVENTI DI COMPARTO
Prevenzione in Agricoltura
Prevenzione in Edilizia
Prevenzione nelle aziende ad alto indice infortunistico
Prevenzione del rischio da ambienti confinati
Prevenzione nelle aziende che effettuano schiumatura poliuretanica
Prevenzione nel comparto delle Onoranze Funebri
pag. 8
pag. 9
pag. 12
pag. 12
pag. 13
pag. 15
GLI INFORTUNI SUL LAVORO
Epidemiologia degli infortuni nella ULSS n. 1 Belluno
Le inchieste giudiziarie per infortuni
pag. 16
pag. 18
LE MALATTIE PROFESSIONALI
Epidemiologia degli infortuni nella ULSS n. 1 Belluno
Le inchieste giudiziarie per tecnopatie
pag. 20
pag. 21
AMBULATORIO DI MEDICINA DEL LAVORO
Sportello “Assistenza ed ascolto per disagio psicosociale lavoro-correlato”
Ricorsi contro il giudizio del Medico Competente
pag. 22
pag. 22
IGIENE E TOSSICOLOGIA INDUSTRIALE
Controllo sulle attività di rimozione dei materiali contenenti amianto
Regolamenti REACH e CLP
pag. 23
pag. 25
ATTIVITÀ DI PROMOZIONE DELLA SALUTE E DELLA
SICUREZZA SUL LAVORO
Assistenza e informazione
Promozione della cultura della sicurezza nelle scuole
Promozione degli stili di vita corretti negli ambienti di lavoro
Progetto regionale “promozione della salute del lavoratore autonomo”
pag. 26
pag. 27
pag. 28
pag. 28
ATTIVITÀ AUTORIZZATIVA
pag. 29
COMMISSIONE PROVINCIALE PATENTI GAS TOSSICI
pag. 29
2
IL SERVIZIO S.P.I.S.A.L
La mission istituzionale dello S.P.I.S.A.L., servizio del Dipartimento di Prevenzione della ULSS, è riportata
nell’art. 7 del D.Lgs. 502/92, modificato dal D.Lgs. 229/99, nella legislazione regionale (L.R. 54/82) e trova
conferma nel DPCM 29 novembre 2001 dove si indicano i Livelli Essenziali di Assistenza:
“La mission dello SPISAL è la prevenzione degli infortuni e delle malattie da lavoro ed il miglioramento del
benessere di chi lavora e viene perseguita attraverso azioni di vigilanza, assistenza, formazione e
promuovendo nelle aziende una cultura orientata allo sviluppo dei sistemi di gestione della sicurezza e al
controllo dei determinanti di salute”.
Le azioni tipiche del Servizio consistono in:
Vigilanza:
• Verifica dell'attuazione delle norme in materia di igiene e sicurezza in tutti i luoghi di lavoro
• Controllo dei fattori di nocività attraverso misurazioni degli inquinanti ambientali
• Riconoscimento delle cause e delle responsabilità nei casi di infortunio e malattia professionale
con accertamento delle violazioni delle norme di sicurezza e di igiene del lavoro
Attività sanitarie:
• Certificazioni di idoneità al lavoro
• Sportello di ascolto e assistenza contro il disagio psicosociale correlato al lavoro
• Ricorsi contro il parere espresso dal medico competente
• Visite specialistiche in Medicina del Lavoro per consulenza (a medici di base e ospedalieri)
• Sorveglianza sanitaria per lavoratori ex esposti ad amianto e lavoratori autonomi
• Tutela delle lavoratrici-madri mediante accertamento delle condizioni di rischio lavorativo e
ambientale
• Partecipazioni ai collegi medico-legali
• Vigilanza sull’attività dei Medici Competenti
Attività amministrative - autorizzative:
• Valutazione dei requisiti di idoneità e salubrità dei nuovi insediamenti produttivi.
• Valutazione dei piani di lavoro/notifiche per la rimozione di amianto ex titolo IX-capo III D.Lgs
81/2008
• Concessioni di deroghe:
- all’uso dei DPI per rumore ex art. 197 D.Lgs.81/2008
- all’uso di laboratori interrati ex art. 65 D.Lgs.81/2008
• Ricezione di comunicazioni, notifiche o registri obbligatori
- comunicazione per nuove attività o impianti ex art. 67 D.Lgs.81/2008
- notifica per apertura cantieri ex art. 99 D.Lgs.81/2008
- comunicazioni per situazioni pericolose, di superamento dei limiti o di emergenza (rumore,
impiego di cancerogeni, o di agenti biologici, amianto)
- registro degli esposti (rumore, cancerogeni, agenti biologici, amianto)
- relazione annuale sulle attività di rimozione amianto
• Rilascio e rinnovo delle patenti di abilitazione all’impiego dei gas tossici (a livello provinciale)
Attività di assistenza – informazione (sportello informativo):
• Progettazione e realizzazione di interventi di educazione e promozione alla salute
• Divulgazione di documentazione scientifica, tecnica e normativa
• Dati statistici ed epidemiologici su infortuni e malattie professionali
• Indicazioni su problemi di medicina del lavoro, igiene industriale, antinfortunistica e sistemi di
gestione della sicurezza.
3
ORGANIZZAZIONE
Lo SPISAL è dislocato su due sedi: Belluno, in Via S. Andrea, 8 e Pieve di Cadore in Via degli Alpini, 39.
L'organizzazione interna prevede:
• un servizio amministrativo, per informazioni e appuntamenti, con orario di apertura al pubblico
dalle ore 8 alle ore 13 dal lunedì al sabato
• lo sportello informativo per assistenza tecnica, normativa, sanitaria, su appuntamento
• lo sportello di ascolto e assistenza contro il disagio psicosociale correlato al lavoro, su
appuntamento.
OPERATORI
L'organico del Servizio è costituito da diverse figure professionali che operano in modo integrato: 2 medici
del lavoro, 1 assistente sanitaria, 1 igienista industriale, 6 ispettori-tecnici della prevenzione. Tutti gli
operatori (eccetto l’amministrativo) hanno la qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria con conseguente
responsabilità del rapporto alla Magistratura e della gestione dell’iter procedurale sanzionatorio di cui al
D.Lgs. 758/94.
I medici, specialisti in Medicina del lavoro, si occupano prevalentemente della gestione degli aspetti di
tipo sanitario, dalle indagini giudiziarie per patologia professionale, al controllo sanitario dei lavoratori
esposti a rischi professionali. Effettuano interventi di vigilanza negli ambienti di lavoro per la verifica degli
aspetti di igiene e delle misure di sorveglianza sanitaria e in particolare sulle attività svolte dai medici
competenti.
Il chimico igienista si occupa della vigilanza sugli aspetti di igiene industriale: controllo sul contenimento
degli inquinanti professionali e sull’efficacia degli impianti. Esprime i pareri su: piani di lavoro per
rimozione amianto, installazione impianti distribuzione di carburante e nuovi insediamenti produttivi.
Effettua i controlli ispettivi nei cantieri di rimozione di amianto.
L’assistente sanitaria cura tutte le attività di tipo informativo, formativo e di promozione della salute per
lo sviluppo di una cultura della sicurezza tra lavoratori e imprenditori. Effettua indagini giudiziarie di
malattie professionali e di alcuni casi di infortuni sul lavoro. Collabora nella gestione delle attività sanitarie
e ambulatoriali.
I tecnici della prevenzione vigilano e controllano tutti gli ambienti di lavoro (aziende, cantieri, etc)
affinché le strutture, gli impianti, le macchine, le attrezzature, il processo produttivo e l’organizzazione
delle prevenzione rispondano ai requisiti di igiene e sicurezza; ricercano le cause e le responsabilità degli
infortuni sul lavoro redigendo i rapporti giudiziari; esprimono pareri sulle attività di bonifica e sulle
caratteristiche dei fabbricati utilizzati a scopo produttivo.
Il personale amministrativo: cura il protocollo, la spedizione e l’archiviazione delle pratiche, garantisce
supporto giuridico-amministrativo (accesso atti, privacy, etc), cura la gestione degli aspetti economicofinanziari (rendicontazione spese/entrate, predisposizione e spedizione delle fatture, etc). Sostiene i
rapporti con l’utenza (front-office) fornendo le informazioni di primo livello. Con la collaborazione del
personale amministrativo del Dipartimento di Prevenzione, vengono gestite, a livello provinciale, le
pratiche di rilascio e rinnovo delle patenti per l’impiego dei gas tossici.
ORGANIGRAMMA
Direttore
Amministrativo
Medico del Lavoro
Chimico igienista
Assistente Sanitaria
Daniela Marcolina
Raffaella Della Libera
Maria Teresa Riccio
Stefania Peterle
Mariagrazia Smaniotto
Tommaso Bernardi
Sergio Boso
Giandamiano Candeago
Alberto De Carli
(a tempo determinato e orario ridotto)
Massimo Pomarè
Tecnici della Prevenzione
Nella pianta organica del Servizio è presente un ulteriore Tecnico della Prevenzione (Urdich Alessandro)
attualmente in comando presso la Procura
4
CARATTERISTICHE PRODUTTIVE DEL TERRITORIO
L’ambito di competenza della ULSS n° 1 è caratterizzato da un territorio molto vasto, pari a 2.748 kmq di
superficie, ubicato prevalentemente in zona montana con una viabilità non sempre scorrevole. E’
composto di 51 Comuni e vi risiede una popolazione di 129.410 abitanti, con una densità di 47 abitanti per
Km2.
Le aziende presenti nel territorio, alla fine del 2013 ammontavano a 9.833 unità di cui circa un terzo con
almeno un dipendente; gli addetti ammontavano (riferiti all’anno 2012 erano 46.755 di cui 4.866 lavoratori
autonomi; la tabella seguente riporta le informazioni sulle dimensioni dei vari settori della realtà produttiva
locale ricavate dalla Banca Dati INAIL Epiwork.
Aziende per settore di attività economica presenti nel territorio dell’ULSS n. 1 Belluno anno 2013.
SETTORI ATTIVITA’
Agriindustria e pesca
Estrazione Minerali
Industria Alimentare
Attività Manifatturiera
di cui
AZIENDE
149
19
99
Tessile
Conciaria
Legno
Carta
Chimica e Petrolio
Gomma
Metalmeccanica
Elettronica
Occhialeria e altre manifatture
100
2
403
68
32
13
531
85
414
Elettricità Gas Acqua
Costruzioni
Commercio
Trasporti e Magazzinaggio
Sanità
Servizi
Attività non classificate
TOTALE
13
1.734
1.401
285
214
4.199
122
9.883
La crisi economica globale ha colpito duramente anche la nostra realtà provinciale dove è continuato il
calo delle attività produttive e del numero dei lavoratori nei comparti di tipo produttivo (manifatturiero,
edile, metalmeccanico).
5
RIEPILOGO DELLE ATTIVITÀ SVOLTE
La tabella seguente illustra le principali attività svolte dallo SPISAL di Belluno nell’ultimo anno.
Attività di prevenzione svolta nel 2014 dal Servizio SPISAL
TIPO DI INTERVENTO
Aziende controllate
Cantieri ispezionati
Sopralluoghi
Attività giudiziaria per infortuni (inchieste per infortuni)
Attività giudiziaria per tecnopatie (inchieste per malattie professionali)
Attività sanitaria (visite, accertamenti)
Aziende controllate con indagini ambientali e di rischio
Pareri di interventi per bonifica amianto
Attività autorizzativa (Nuovi Insediamenti Produttivi, inizio attività ex art 67)
Assistenza/sportello informativo (risposte scritte)
Ore di docenza / Figure formate
2014
349
166
426
42
59
73
20
83
80
50
75/300
L’obiettivo stabilito dalle indicazioni nazionali e regionali è di ispezionare il 5% delle aziende con almeno
un dipendente o equiparato che per l’anno in esame è stato calcolato in circa 340: nel corso del 2014 lo
SPISAL ha controllato 349 imprese, superando l’obiettivo stabilito. La tabella illustra le tipologie
produttive oggetto degli interventi.
Aziende ispezionate dallo SPISAL nel 2014 suddivise per comparto produttivo
COMPARTO
Edilizia
Manifatture (legno, elettronica, tessile)
Imprese Funebri
Agricoltura
Metalmeccanica
Produzione meterie plastiche
Sanità e servizi sanitari
Pubblica Amministrazione
Esercizi pubblici/ hotel/ristoranti
Commercio
Occhialeria
Trasporti
Altro
TOTALE
N° AZIENDE
ISPEZIONATE
259
17
13
11
10
8
5
5
5
4
3
2
7
349
Come per gli anni precedenti, la maggior parte dell’attività di vigilanza ha interessato il comparto
dell’edilizia attraverso l’ispezione nei cantieri e il controllo sulle aziende in essi presenti (74% delle ditte
controllate). Le indicazioni nazionali e regionali prevedono un impegno costante in questo settore, anche
attraverso interventi eseguiti in collaborazione con gli altri Enti: per il 2014 l’obiettivo stabilito per questa
ULSS era di ispezionare 158 cantieri di cui almeno il 10% in congiunta. L’attività svolta, consistente nel
controllo di 166 cantieri, di cui 20 insieme ai colleghi della DTL, INAIL, INPS, ha superato il valore
assegnato (vedi “interventi di comparto” pag. 9).
La collaborazione con gli altri Enti di vigilanza si è sviluppata, oltre che nei controlli dei cantieri, anche con
ispezioni congiunte organizzate in situazioni particolarmente rischiose o a seguito di segnalazioni.
Complessivamente sono stati eseguiti 10 sopralluoghi insieme ai colleghi della DTL presso aziende
“etniche” (n. 6) o per esposto (n. 3) o per rischio rilevante come i siti confinati (n. 1). Le ispezioni nelle
aziende cosidette “etniche” sono state effettuate, su indicazioni regionali, nelle attività gestite da cinesi e
hanno interessato due attività produttive (occhialeria), tre commerciali e una ristorazione. Per quanto
riguarda il rispetto della normativa in materia di sicurezza tre imprese non hanno presentato carenze, altre
tre non avevano ottemperato agli obblighi prevsiti dal D.lgs 81/08 in merito alla valutazione dei rischi.
Anche gli interventi effettuati nelle aziende del settore agricolo rientrano nell’ambito di attività di vigilanza
dettate da direttive nazionali e regionali; in considerazione dello scarso numero di imprese agricole con
dipendenti nel nostro territorio, l’obiettivo stabilito dalla Regione per questa ULSS per il 2014 era di
ispezionarne una decina, di cui almeno una in collaborazione con i colleghi dei Servizi del Dipartimento di
6
Prevenzione che si occupano della sicurezza alimentare e ambientale nell’uso dei fitosanitari e una
insieme agli ispettori degli altri Enti; anche in questo caso l’obiettivo è stato raggiunto, avendo ispezionato
10 aziende agricole (vedi “interventi di comparto pag. 8).
Negli altri settori le ispezioni hanno avuto luogo a seguito di segnalazioni da parte dei lavoratori o per il
verificarsi di un infortunio o di una malattia professionale, oppure per un intervento di prevenzione su
rischio specifico come nel caso dello studio sul rischio da isocianati o dell’intervento di comparto nelle
imprese funebri (vedi “interventi di comparto rispettivamente a pag. 13 e 15).
Durante le ispezioni sono state verificate tutte le condizioni di igiene e sicurezza (antinfortunistica,
impiantistica, igiene ambientale e dei locali, sorveglianza sanitaria, aspetti documentali ed organizzativi).
Gli atti amministrativi e giudiziari redatti a seguito delle ispezioni nei luoghi di lavoro sono:
• 97 verbali all’autorità giudiziaria con riscontro di 111 violazioni penali in materia di salute e
sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 758/96)
• 2 verbali di accertamento di illeciti amministrativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro
(D.Lgs. 81/08 art. 301-bis)
• 3 verbali contenenti disposizioni migliorative;
• 304 relazioni informative agli interessati (verbale “negativo”)
Nel corso degli ultimi anni la percentuale delle imprese sanzionate sul totale di quelle visitate è
costantemente diminuita passando dal 51% del 2010 al 28% nel 2014.
Ciò sta sicuramente a significare che le aziende bellunesi –e in particolare le imprese edili, visto che la
maggior parte dell’attività ispettiva ha interessato il comparto delle costruzioni- hanno continuato il
percorso di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei posti di lavoro, già iniziato nel 1996
con l’attuazione delle normative comunitarie, e che i lavoratori hanno maturato una maggior responsabilità
e sensibilizzazione nei confronti della sicurezza e salute sul lavoro, senza dimenticare l’importante azione
di prevenzione effettuata dagli Enti di tutela e vigilanza (SPISAL, INAIL, DTL).
Il numero dei sopralluoghi effettuati (426) è superiore al numero delle aziende ispezionate, perché
durante i sopralluoghi in cantiere vengono controllate più imprese, tuttavia il numero complessivo dei
sopralluoghi risulta sempre rilevante perché, se viene redatto un verbale di prescrizioni, è necessario
successivamente eseguire il successivo sopralluogo di verifica per controllare l’attuazione delle indicazioni
impartite.
L’attività giudiziaria per indagini per infortuni e malattie professionali rappresenta una attività
istituzionale dovuta ai sensi del Codice di Procedura Penale, effettuata sia di iniziativa, che su richiesta
della Magistratura e costituita da rapporti giudiziari per infortuni e tecnopatie.
Per quanto riguarda le inchieste per infortunio sul lavoro, il Servizio assicura le indagini in tutti i casi
gravi (prognosi superiore a 40 giorni) e mortali. Nel corso dell'anno 2014 il Servizio ha effettuato n° 42
rapporti giudiziari per infortuni gravi, aventi le caratteristiche di cui sopra, in 1 caso l’indagine ha
riguardato un infortunio mortale.
Il numero delle inchieste per malattie professionali è collegato alle segnalazioni di tecnopatie che
giungono al Servizio. Le segnalazioni di sospetta malattia professionale, pervenute nel corso dell’anno,
sono state 93; tutte sono state valutate, in primo luogo, per definirne l’origine professionale, riconosciuta
in 32 casi e, successivamente, per selezionare i casi in cui fare rapporto alla Magistratura (indebolimento
permanente di un organo di senso o di un apparato). Nel corso del 2014 sono state redatte n. 59 inchieste
complete di sopralluogo e sommarie informazioni testimoniali e sono stati inoltrati 12 rapporti giudiziari
nei casi dovuti. In nessun caso l’indagine ha evidenziato violazioni alle norma di competenza.
L’attività sanitaria dello SPISAL consiste nell’evadere le richieste dell’utenza, in particolare: certificati per
idoneità lavorative specifiche (uso di esplosivo, volontari antincendio boschivo, etc.), consulenza
specialistica a medici di base e/o ospedalieri, sorveglianza sanitaria agli ex esposti ad amianto e ai
lavoratori autonomi ed, infine, partecipazione ai collegi medici per ricorsi contro il giudizio del medico
competente. In totale sono state effettuate 73 visite mediche.
L’attività autorizzativa è rappresentata dalle prestazioni attribuite istituzionalmente al Servizio Pubblico
dalle leggi vigenti e consiste nel ricevere comunicazioni e notifiche e nell’esprimere pareri e autorizzazioni.
I pareri sono prevalentemente rappresentati dalle pratiche edilizie per i nuovi insedimenti produttivi per i
quali i Comuni richiedono il parere sanitario di competenza.
Gli interventi di promozione alla salute, di formazione e di assistenza sono rappresentate dalle
prestazioni di assistenza alle imprese, tesa a fornire indirizzi e procedure per facilitare l’attuazione della
normativa prevenzionale e dalla realizzazione di progetti di promozione della salute.
Nei capitoli successivi vengono illustrate le singole tipologie di attività
7
INTERVENTI di COMPARTO
Uno dei principali obiettivi di salute indicati dalla pianificazione nazionale, per quanto riguarda la
prevenzione nei luoghi di lavoro, è la riduzione del 15% degli eventi gravi e invalidanti. Per ottenere ciò è
necessario localizzare il problema a livello strategico (comparti principalmente interessati) e tattico
(individuazione delle aziende su cui effettuare specifici interventi). Pertanto le indicazioni regionali sono di
intervenire con azioni di vigilanza e prevenzione nelle aziende del comparto agricolo, nelle aziende edili e
nelle aziende degli altri comparti con elevato indice infortunistico e nelle attività con presenza di luoghi
confinati ove il rischio di infortuni mortali per asfissia e intossicazione risulta molto elevato.
Inoltre, in relazione alle caratteristiche di rischio delle realtà lavorativa locale, ogni anno vengono
individuati dei settori meritevoli di studio.
Di seguito vengono illustrate gli interventi effettuati in questi comparti.
INTERVENTO DI PREVENZIONE IN AGRICOLTURA
Tecnico della Prevenzione Giandamiano Candeago, referente del progetto, con la partecipazione
degli altri Tecnici della Prevenzione
Il settore dell’agricoltura e silvicoltura rappresenta una priorità di intervento stante la rilevanza del
problema infortunistico (elevata frequenza e gravità), tanto che il Piano Nazionale di Prevenzione ha
stabilito che ogni regione deve programmare con “particolare urgenza” azioni di prevenzione e vigilanza
nel proprio territorio. La Regione Veneto ha definito una procedura per il controllo uniforme su tutto il
territorio delle aziende agricole, dei costruttori e rivenditori di macchine; inoltre ha stabilito il numero
minimo di ispezioni da effettuarsi annualmente per ogni SPISAL che nel caso della nostra ULSS consite
nel controllare almeno 10 imprese.
Lo SPISAL di questa ULSS ha effettuato, nel 2014, 11 controlli nelle aziende agricole (10 di iniziativa,
1 a seguito di infortunio).
Nel territorio della ULSS n. 1 di Belluno l’agricoltura è poco rappresentata e nella maggior parte dei casi si
tratta di aziende familiari o individuali.Tuttavia anche i coltivatori diretti e le imprese familgliari sono
soggetti agli obblighi del D.Lgs. 81/08 relativamente alla sicurezza delle attrezzature da lavoro e del
trattore, e a quello di utilizzare i dispositivi di protezione individuali (DPI).
Nel corso del sopralluogo sono stati verificati tutti gli aspetti della igiene e sicurezza sul lavoro, con
particolare attenzione agli aspetti della sicurezza delle attrezzature e dei trattori come da indicazioni
regionali, nello specifico sono stati controllati n. 26 trattori e n. 23 attrezzature da lavoro.
Per quanto riguarda le carenze riscontrate, in 5 imprese sono state riscontrate violazioni riguardanti
la sicurezza delle attrezzature. Anche se il limitato numero dei casi esaminati non ci permette di trarre
delle valutazioni statistiche, è doveroso segnalare che rispetto allo scorso anno la situazione risulta
migliorata. Infatti nel 2013 in due terzi delle imprese agricole ispezionate si erano riscontrate violazioni alle
norme sulla sicurezza del lavoro, mentre nel 2014 le aziende non a norma si sono ridotte a un terzo. Si
conferma, comunque, che il comparto agricolo presenta maggiore difficoltà ad attuare le norme di
sicurezza, vuoi per il carattere familiare delle imprese vuoi per la vetustà del parco macchine che rende
molto oneroso l’adeguamento.
Come da programma regionale una parte delle ispezioni è stato effettuato insieme ad altri Enti/Servizi di
vigilanza e precisamente:
1 controllo congiuntamente con gli ispettori della DTL che si sono interessati della regolarità dei
rapporti di lavoro;
1 controllo congiuntamente con i nostri colleghi del Dipartimento di Prevenzione Servizio SIAN,
per la verifica degli aspetti relativi all’impiego dei fitofarmaci.
Per il prossimo anno si continuerà la vigilanza nel comparto agricolo garantendo lo stesso numero di
ispezioni e mantendo la collaborazione con gli altri Enti e Servizi.
8
INTERVENTO DI PREVENZIONE IN EDILIZIA
Tecnico della Prevenzione Sergio Boso, referente del progetto, con la partecipazione degli altri
Tecnici della Prevenzione
Il settore delle costruzioni continua a rappresentare uno dei comparti più a rischio per frequenza e gravità
degli infortuni sul lavoro, pertanto è prioritario intervenire con azioni di informazione e vigilanza costanti,
come indicato dal Piano Nazionale Prevenzione in Edilizia e dalla programmazione della prevenzione
annuale della nostra regione.
Nella tabella seguente viene descritta l'attività ispettiva svolta nel corso del 2014 che comprende, oltre
all’attività di vigilanza, anche quella giudiziaria per infortuni e tecnopatie.
Attività svolta nel settore edile dallo SPISAL nel 2014
ATTIVITÀ
Cantieri ispezionati
di cui NON a norma al primo sopralluogo
Sopralluoghi effettuati
Imprese e/o lavoratori autonomi controllati
Verbali di ispezione con prescrizioni o sanzioni
amministrative
di cui riguardanti:
Imprese (datori lavoro, dirigenti, preposti)
Lavoratori autonomi
Committenti/responsabili dei lavori
Coordinatori sicurezza
Inchieste per infortunio
Inchieste per tecnopatia
N°
166
46
(pari al 27,7%)
251
259
60
49
4
4
3
9
17
Il numero dei cantieri ispezionati è stabile rispetto allo scorso anno e supera il quantitativo minimo stabilito
dalla regione (158). L’obiettivo del Piano Nazionale di Prevenzione in Edilizia è quello di essere presenti e
visibili sul territorio assicurando il controllo su almeno il 10% dei cantieri operanti nel territorio: quest’anno
nel nostro territorio è stato possibile raggiungere la percentuale del 21% rispetto al numero delle notifiche
di “apertura cantiere” inoltrate al Servizio, risultate in totale 792.
.
Anche nel 2014 si è confermato il trend di miglioramento delle condizioni di sicurezza dei cantieri
operanti nel bellunese. Infatti rispetto agli anni precedenti la percentuale dei cantieri non a norma
è diminuita passando dal 68% del 2010, al 58% del 2011, al 54% nel 2012, 30% nel 2013, fino a
raggiungere il 27,7% nel 2014.
Il 12% delle ispezioni, pari a 20 cantieri, è stato eseguito insieme con gli altri enti di vigilanza INAIL-INPSDTL-Carabinieri, in particolare, erano sempre presenti gli ispettori della Direzione Territoriale del Lavoro,
integrati di volta in volta anche dagli altri Enti. L’importanza della vigilanza congiunta fra Enti che hanno
competenze diverse sta nel fatto che il controllo risulta completo sotto tutti gli aspetti: sia quelli relativi alla
sicurezza e all’igiene, sia quelli riguardanti la regolarità dei rapporti di lavoro.
Oltre alle ispezioni fatte congiuntamente, tutta l’attività di vigilanza nel settore delle costruzioni viene fatta
in coordinamento con gli altri Enti di vigilanza, grazie all’azione di coordinamento fatta all’interno del
l’Organismo di Coordinamento Provinciale per la prevenzione e vigilanza sul lavoro e all’attivazione del
flusso informativo che permette lo scambio continuo e costante delle notizie. Infatti, al fine di prevenire
interferenze o sovrapposizioni, periodicamente viene scambiato fra gli Enti di vigilanza il resoconto dei
cantieri ispezionati e l’elenco delle zone da controllare.
Al fine di uniformare le modalità di accesso e di valutazione dei cantieri e garantire un
comportamento il più omogeneo possibile fra i Servizi di vigilanza delle due ULSS provinciali, nel
2014 è stato previsto un percorso formativo coinvolgendo i colleghi dello SPISAL di Feltre, si è definita la
procedura provinciale per le attività ispettive in edilizia e si sono organizzati sopralluoghi in collaborazione
con gli ispettori dello SPISAL dell’ULSS 2 Feltre. Circa una decina di cantieri nel terririo dell’ULSS di
Belluno ed altrettanti nel territorio dei Feltre sono stati fatti con la presenza contemporanea di ispettori
delle due ULSS, che in tal modo hanno imparato ad utilizzate modalità di controllo comuni e uniformi.
L’attività di vigilanza viene organizzata in modo da coprire uniformemente tutto il territorio di competenza;
il cantiere viene individuato sulla base delle notifiche pervenute, privilegiando le situazioni che risultano più
9
rischiose, quali i pericoli di caduta dall’alto o in profondità, oppure si utilizza il metodo dell’avvistamento
(percorrendo in auto il territorio selezionato), negli altri casi le motivazioni sono state l’accadimento di
infortuni gravi e le segnalazioni, come illustra la tabella seguente.
Attività di vigilanza in cantiere: motivo dell’ispezione
Motivo
A vista o su notifica
Indagini per infortunio
Esposto
Controllo piano rimozione amianto
Totale
Numero
120
9
19
18
166
Come gli anni precedenti sono pervenute al Ns Servizio numerose segnalazioni (19 esposti pari al 12%
dei cantieri ispezionati), anche se in calo rispetto all’anno precedente. Si tratta prevalentemente di
richieste da parte di privati, residenti nelle vicinanze del cantiere, preoccupati per la loro incolumità e per
la sicurezza degli spazi comuni; in alcuni casi l’esposto è stato fatto da Imprese, preoccupate per una
concorrenza sleale.
Il 27,7% dei cantieri non è risultato adeguatamente protetto rispetto ai principali rischi infortunistici (caduta
dall’alto, sicurezza di impianti o macchine) e organizzativi (gestione, coordinamento, documentazione).
Nella tabella seguente vengono analizzate le più frequenti carenze riscontrate.
Carenze riscontrate durante le ispezioni nei cantieri: anno 2014
CARENZE
Ponteggi, impalcature e parapetti, attrezzature da lavoro in quota, operazioni di
montaggio e smontaggio, protezioni contro le cadute dall’alto in genere
Ambienti e posti lavoro, passaggi, scale, viabilità e recinzione
Obblighi dei datori di lavoro delle imprese esecutrici (POS, vigilanza, formazione
valutazione dei rischi, nomine, contratto d’appalto, pimus, etc)
Obblighi lavoratore autonomo
Obblighi del committente (nomine, notifica, verifiche idoneità imprese, etc)
Obblighi della impresa affidataria
Obblighi del Coordinatore Sicurezza
Scavi, fondazioni e demolizioni lavori
Obblighi del preposto
Impianti e apparecchiature elettriche
Protezione delle macchine e delle attrezzature e loro manutenzione
Totale
N° VIOLAZIONI
24
11
10
5
4
4
3
2
2
1
1
67
Le carenze più diffuse riguardano sempre le protezioni contro le cadute dall'alto, che sono proprio la
causa degli infortuni più gravi o mortali. Il persistere di tali carenze è indicativo del fatto che c’è una
sottostima del rischio da parte di alcuni imprenditori; d’altra parte è necessario che anche i lavoratori,
formati a lavorare in sicurezza ed addestrati a riconoscere le situazioni pericolose, si attivino nel segnalare
le condizioni di lavoro non a norma, diventando attori positivi di prevenzione, come previsto dalle norme
antinfortunistiche.
Si noti che alcune violazioni sono state contestate direttamente al “preposto” di cantiere (capocantiere,
caposquadra ecc.) figura che ricopre una ruolo fondamentale nella gestione di sicurezza del cantiere, ma
anche con possibile responsabilità penale, in caso d’infortunio.
Un altro aspetto a cui è stata rivolta particolare attenzione anche nel 2014 riguarda la voce “Ambienti e
posti lavoro, passaggi, scale, viabilità e recinzione”. In questi casi l’attività ispettiva è stata orientata
anche alla tutela dell’ambiente esterno al cantiere in particolare finalizzata alla tutela della popolazione,
pretendendo dalle imprese una chiara delimitazione tra attività lavorativa e ambiente di vita quotidiana,
valutando le possibili interferenze ambientali.
Gli aspetti organizzativi della gestione della sicurezza in cantiere, rappresentati dai documenti della
sicurezza (Piano Operativo di Sicurezza, Piani di Sicurezza e Coordinamento, Fascicolo adatto alle
caratteristiche dell’opera, etc.) rappresentano un fattore importante nella gestione del cantiere.
Purtroppo questi documenti vengono considerati ancora come meri adempimenti formali, affidandone
spesso l’elaborazione a studi e consulenti esterni che a volte li redigono in modo standardizzato. Un
documento così fatto perde il suo scopo, che è quello di prevedere le situazioni di rischio nel cantiere e di
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organizzare il lavoro in modo sicuro e resta solo un documento formale, inutile dal punto di vista della
sicurezza.
Durante i controlli in cantiere del 2014 si sono incontrati circa 34 lavoratori autonomi rilevando in 4 casi
delle violazioni relative alla loro attività. Per questa categoria di lavoratori è sempre rimasto attivo lo
SPORTELLO INFORMATIVO e le visite di idoneità lavorativa, in proseguo al progetto regionale
“LAVORATORE AUTONOMO Sano Sicuro Informato), avviato nel 2012.
Sempre più, sono stati trovati in cantiere committenti che eseguivano lavorazioni in supporto alle
imprese; non essendo qualificati e con adeguata formazione, sono stati fatti allontanare dal cantiere. Si
ricorda che la responsabilità, in caso d’infortunio del committente che lavora nel cantiere, ricade
sull’impresa titolare del cantiere.
Quest’anno è stato notevolmente implementato il monitoraggio sull’ottemperanza al divieto di assunzione
di bevande alcoliche per le lavorazioni del comparto costruzioni: sono stati effettuati controlli
alcolimetrici in n.21 cantieri, corrispondenti al 12,6% del complessivo dei cantieri ispezionati,
sottoponendo al test n.78 lavoratori. Solo in un cantiere il test è risultato positivo per due lavoratori che
sono stati immediatamente sospesi dell’attività.
Oltre alla dovuta azione di controllo sul rispetto della normativa in materi di sicurezza sul lavoro, gli
interventi nei cantieri si caratterizzano per essere dei veri e propri i momenti informativi e formativi per
tutte le maestranze presenti in quel momento e, quando possibile, anche per i Coordinatori per la
Sicurezza in fase di Esecuzione (CSE), convocati nel cantiere. In questo modo si ricerca l’obiettivo di fare
promozione attuando sia la fase ispettiva sia la fase di supporto, informativa e di assistenza, che
rappresenta la “mission” dello SPISAL.
Un passo all’indietro, nella prevenzione delle possibili cadute dall’alto, nella fase manutentiva delle
coperture degli edifici, è stato fatto con la Legge Regionale 25 settembre 2014, n.28, entrata in vigore dal
1 ottobre, la quale, andando a modificare di fatto le DGRV 2774/09 e DGRV 97/12 “Misure preventive e
protettive da predisporre negli edifici per le manutenzioni in quota in condizioni di sicurezza”, ne
ha in parte compromesso l’efficacia.
Sicuramente l’intento del legislatore regionale era quello di semplificare e snellire gli adempimenti relativi
alla fase manutentiva dei fabbricati, ciò invece ha disorientato sia i Tecnici Comunali, sia i Progettisti che i
Committenti che tutti gli operatori del settore, perché ha di fatto eliminato una importante misura di
sicurezza per tutti quei lavoratori che che eseguono interventi di manutenzione sul tetto (es. antennisti,
spaccacamini, pulizia grondaie), per i quali, vista la durata effimera dei lavori, non è pensabile
l’allestimento di opere di protezione fissa come i ponteggi.
Tuttavia, si fa presente che non sono state modificate le norme in materia di sicurezza sul lavoro di cui
all’art. 91 del D.lgs. 81/08 dove si prescrive l’obbligo del “Fascicolo adatto alle caratteristiche dell’opera”,
ed è proprio in detto documento che devono essere previste le misure di sicurezza specifica da installarsi
nell’edificio, per la protezione dei lavoratori contro le possibili cadute dall’alto nella fase manutentiva.
Pertanto durante la vigilanza nei cantieri lo SPISAL accerterà la presenza di tale documento e
dell’adeguatezza delle misure previste, fra cui non potranno mancare i sistemi di protezione fissi.
Si ricorda, infine, che è responsabilità dei Committenti che commissionano i lavori di manutenzione in
quota sugli edifici esistentii, assicurarsi che tali operazioni avvengano in condizioni di sicurezza, pertanto
l’invito è quello dell’installazione delle misure preventive e protettive contro le cadute dall’alto negli edifici,
anche in assenza di un obbligo di legge.
Per il prossimo anno si continuerà l’attività di prevenzione e vigilanza nel comparto delle costruzioni,
secondo le direttive nazionali e regionali, con l’obiettivo di:
garantire una sufficiente copertura ispettiva del territorio;
offrire controlli omogenei, mirati a ridurre i rischi rilevanti, con soluzioni di prevenzione condivise e
uniformi con gli altri Enti di Vigilanza.
evitare pratiche inutili e sovrapposizione dei controllo delle varie Ammininistrazioni attraverso il
coordinamento degli interventi fra Enti;
monitoraggio sul divieto assunzione bevande alcoliche.
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INTERVENTI IN AZIENDE AD ALTO RISCHIO INFORTUNISTICO
Dirigente Chimico Stefania Peterle, referente del progetto, e i Tecnici della Prevenzione
Seguento i criteri di pianificazione degli interventi in base all’entità del rischio, oltre alla vigilanza in edilizia
e in agricoltura, si sono effettuati controlli mirati nelle aziende appartenenti ai comparti a più alto indice
infortunistico, secondo i seguenti criteri di priorità:
aziende che hanno avuto infortuni invalidanti;
aziende che hanno i tassi di incidenza più elevati di 3 per 1000 addetti per infortuni gravi (eventi con
prognosi superiore a 30 giorni);
aziende che hanno “eventi sentinella” cioè con dinamica significativa per carenze di sicurezza).
Nel 2014 sono state selezionate 12 Aziende dei comparti: produzione poliuretani, produzione
schede elettroniche, produzione energia elettrica.
In queste aziende l'approccio utilizzato, secondo le indicazioni regionali, mira a verificare, oltre al rispetto
generale della normativa, anche gli specifici fattori di rischio per infortuni gravi attraverso l'esame del
Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro (SGS) e del modello organizzativo e di gestione
(MOG) presente in azienda, come previsto dall' art. 30 del D.lgs. 81/08.
Il nostro Servizio ha inteso richiamare l'attenzione delle Aziende sui vantaggi derivanti da una efficace
organizzazione della sicurezza, non tanto come “deterrente” ai fini della L.231/2001, ma in relazione alla
maggiore “tranquillità” per il datore di lavoro che così può gestire, ossia tenere sotto controllo, la sicurezza
sul lavoro e le attività ad essa collegate affidate alle varie figure (datore di lavoro, dirigenti, preposti;
RSPP, RLS, addetti alle emergenze, Medico Competente). Lo sforzo è stato quello di avviare una
riflessione, con i protagonisti della sicurezza aziendale, sull'importanza di definire “chi fa, che cosa, come
e quando” e le conseguenze delle eventuali carenze nello svolgimento dei compiti di ciascuno, partendo
dai problemi oggettivi emersi in sede di sopralluogo ispettivo: in altre parole, si stimolavano le figure
aziendali ad individuare il perchè si fosse potuta verificare una situazione pericolosa (macchina non
protetta, aspirazione non funzionante, procedure assenti.....) e come evitare che la situazione si ripeta.
In due situazioni si è redatto il verbale di contravvenzione per carenze di mantenimento della
salubrità luoghi di lavoro.
Negli altri casi, le situazioni rilevate non corrispondevano a violazioni palesi del dettato normativo, ma
potevano essere affrontate con un percorso condiviso di miglioramento delle procedure aziendali. Infatti,
nella maggior parte delle Aziende visitate, i RSPP hanno condiviso e recepito di buon grado i suggerimenti
forniti in tema di miglioramento continuo, ritenendoli un punto di forza poter “esibire“ l'attenzione dedicata
alla sicurezza, dentro e fuori l'Azienda.
Nel corso del prossimo anno verranno proseguite queste azioni in altre aziende e altri comparti.
INTERVENTI IN AZIENDA CON RISCHIO DA AMBIENTI CONFINATI
Dirigente Chimico Stefania Peterle, referente del progetto, e i Tecnici della Prevenzione
A causa della gravità degli infortuni che potenzialmente possono accadere nei luoghi di lavoro confinati è
necessario mantenere alta l’attenzione e la vigilanza nelle imprese che eseguono i lavori questi particolari
ambienti. Gli obiettivi quantitativi regionali prevedono, per il territorio in esame, almeno un intervento
all’anno da effettuarsi congiuntamente fra gli Enti di vigilanza. Pertanto, anche nel 2014, in collaborazione
con il personale ispettivo della DTL di Belluno, si è deciso di continuare il controllo nelle piscine dove
il rischio è determinato dal locale tecnologico in cui sono installati gli impianti di depurazione e clorazione
con il deposito delle relative sostanze chimiche (cisterne con la soluzione di ipoclorito di sodio e con acido
solforico). Per questo tipo di ambienti, trattandosi di locali interrati e con scarso ricambio d'aria, i rischi di
asfissia per carenza di ossigeno o presenza di gas/vapori irrespirabili, sono collegate ad eventuali
incidenti (spandimenti accidentali, miscelazione di sostanze incompatibili) che possono determinare lo
sviluppo di gas tossici e la necessità di intervenire in condizioni di emergenza. A seguito del nostro
intervento il gestore ha migliorato la segnaletica e l'etichettatura, rendendole ben evidenti sui contenitori,
sulle tubazioni, sui punti di rabbocco. Inoltre è stato migliorato l’aspoetto organizzativo con la redazione
delle istruzioni operative in cui si prevede la vigilanza costante dell'operatore in fase di caricamento e la
formazione speciale dell'addetto all'autocisterna.
Per il prossimo anno si prevede di proseguire con i controlli su questi ambienti, completando l’indagine in
tutte le piscine del territorio.
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INTERVENTO DI COMPARTO NELLE AZIENDE DELLA PROVINCIA DI BELLUNO CHE
EFFETTUANO LA SCHIUMATURA POLIURETANICA
Dirigente Chimico Stefania Peterle e TdP Patrizia Curto dello SPISAL n. 2 Feltre
In Provincia di Belluno è presente l'attività di produzione di manufatti in poliuretano, soprattutto sotto
forma di schiuma rigida espansa isolante per impianti frigoriferi. La reazione di polimerizzazione avviene
miscelando estemporaneamente isocianato e poliolo in apposite macchine schiumatrici. La reazione
esotermica può creare una dispersione in aria di monomero isocianico MDI prima che esso abbia
completamente reagito. I rischi chimici principali sono determinati dagli isocianati aromatici, potenti
allergizzanti delle vie respiratorie e sospetti cancerogeni e dagli additivi dei polioli (acido formico o
fosfati clorurati).
Per la rilevanza dei rischio chimico insito nelle suddette lavorazioni e per alcune segnalazioni di malattie
professionali (asma da isocianati) si è deciso di effettuare un intervento di prevenzione/vigilanza nelle
aziende che effettuavano attività di schiamatura di poliuretano espanso e di realizzarlo su tutte le aziende
del territorio provinciale anche in considerazione del limitato numero delle ditte del comparto in esame.
Lo scopo dell’indagine era di standardizzare la vigilanza a livello provinciale e uniformare le
indicazioni per una corretta valutazione dei rischi e per le relative misure di prevenzione.
I 2 SPISAL della Provincia hanno operato congiuntamente, tramite sopralluoghi effettuati insieme dagli
ispettori delle due ULSS, utilizzando strumenti condivisi (check-list di controllo, informativa preliminare);
elaborando insieme i dati raccolti e divulgando le conclusioni (incontro con aziende e associazioni con
consegna della relazione sottoscritta da entrambi gli SPISAL).
Attività svolta
Nel periodo gennaio-settembre 2014 sono stati effettuati sopralluoghi in 12 Aziende (5 presenti nel
territorio dell'ULSS n. 1, e 7 nell' ULSS n. 2), con raccolta standardizzata dei dati impiantistici delle
schiumatrici (manuali, automatiche, a bassa o alta pressione) e delle caratteristiche della ventilazione
ambientale e della aspirazione localizzata. Sono stati controllati inoltre i documenti aziendali inerenti la
sicurezza (Documento Valutazione Rischio Chimico, Libretti macchina, Indagini Ambientali, Sorveglianza
Sanitaria).
Risultati
Nelle 12 Aziende esaminate erano presenti 157 lavoratori addetti alla mansione, su un totale di 1365
lavoratori; gli impianti di schiumatura erano in totale 38, di cui 34 manuali e 4 automatici; per quanto
riguarda la tecnologia d'impianto, 23 erano del tipo “ad alta pressione” e 15 a “bassa pressione”.
Dall' indagine svolta sono emerse criticità sui seguenti aspetti :
schede di sicurezza, spesso non aggiornate ai Regolamenti Europei REACH 1907/2006 e 453/2010;
presenza di prodotti pericolosi usati come ausiliari di pulizia che in qualche caso potevano essere
eliminati;
frequente assenza del libretto d'uso degli impianti di schiumatura;
assenza o carente efficienza di aspirazioni localizzate nei punti di schiumatura;
postazioni di lavoro con imbrattamenti di poliuretano per la fuoriesce durante la schiumatura o nelle
fasi di lavaggio;
scarsa qualità delle indagini ambientali di esposizione personale a MDI, dovuta a metodiche analitiche
non specifiche, limiti di rilevabilità e sensibilità non coerenti con il TLV, tempi di campionamento
insufficienti.
Conclusioni
Lo studio ha permesso di uniformare le indicazioni migliorative da fornire alle aziende sia in fase di
valutazione del rischio chimico, sia per l’adozione delle misure di prevenzione e protezione più idonee, che
si possono così riassumere:
MATERIE PRIME
scegliere materie prime e prodotti di lavaggio meno pericolosi, sulla base dell’ analisi delle schede
di sicurezza aggiornate (Regolamento Europeo 453/2010), verificando inoltre che le proprie
condizioni operative rientrino negli eventuali scenari di esposizione ivi descritti;
verificare la presenza di etichette e segnaletica ben visibili, allo scopo di evidenziare, nei
contenitori e nei percorsi delle tubazioni, la presenza dei fluidi pericolosi; nella postazione di
rifornimento dei serbatoi utilizzare imbocchi dedicati e distinti per isocianati e polioli;
dotarei recipienti di fluidi pericolosi che possono dar luogo a spandimenti/sgocciolamenti, di bacini
di contenimento, separati per compatibilità.
IMPIANTI
disporre dei libretti d'uso degli impianti di schiumatura ed adeguare l 'uso delle macchine a quanto
previsto dal costruttore;
13
assicurare che l’areazione degli ambienti di lavoro sia di almeno 3-5 ricambi/ora e installare
sempre l’aspirazione localizzata nelle postazioni di schiumatura manuale anche quando la
temperatura operativa è inferiore ai 40°C, perché la fase di polimerizzazione esotermica porta ad
un innalzamento della temperatura oltre i 100°C all'interno dello stampo;
ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
disporre l’uso di guanti ed indumenti da lavoro con caratteristiche di impermeabilità per la protezione
da imbrattamenti da schiuma ancora in reazione;
redigere procedure operative che prevedano:
o la regolare pulizia della postazione di lavoro dagli imbrattamenti
o l’allontanamento degi scarti di produzione dall’ambiente di lavoro
o i presidi e le modalità di intervento in caso di spandimenti accidentali e/o per il primo soccorso
eseguire l’eventuale indagine ambientale secondo le metodiche OSHA 47, tenendo presente che il
suo scopo è quello di monitorare l’efficacia delle misure di contenimento del rischio da vapori di MDI e
non di giustificare l’assenza di aspirazione localizzata nell’impianto di schiumatura;
SORVEGLIANZA SANITARIA
Sottoporre a sorveglianza sanitaria con periodicità annuale i lavoratori addetti alla schiumatura, con
un' attenta raccolta anamnestica mirata ai rischi allergizzanti e un periodico controllo della funzionalità
ventilatoria.
La conclusione dell'indagine è stata resa nota a tutte le aziende del comparto e alle associazioni di
categoria in un incontro svoltosi a Feltre nel gennaio 2015, in cui si sono valorizzati i vantaggi della
modalità di intervento di comparto:
agire con omogeneità laddove vi sono margini di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza
dei lavoratori
estendere anche alle altre aziende le migliori soluzioni tecniche, organizzative, procedurali già attuate
in qualche ditta, domostrando così, che tali miglioramenti sono “concretamente attuabili”.
Per quanto riguarda l'attività prevista per il 2015, ci si propone di effettuare un'indagine sempre a livello
provinciale, nel comparto delle galvaniche, settore interessante, non solo per la presenza di rischi
lavorativi molto rilevanti, ma anche per le novità introdotte dai Regolamenti Europei REACH e CLP
(imminente entrata in vigore di restrizioni per il cromo esavalente e acido borico, nuova classificazione di
cancerogenicità di alcuni sali di Nichel), e relative ricadute sull'applicazione del D.Lgs.81/08.
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INTERVENTO NEL COMPARTO DELLE ONORANZE FUNEBRI
Dirigente Medico Maria Teresa Riccio, referente di area, con la partecipazione della Assistente
Sanitaria Mariagrazia Smaniotto
Nel 2014 si sono completati i controlli ispettivi presso tutte le aziende del comparto funebre.
L’ intervento era organizzato in diverse fasi:
informazione: incontro con le aziende del comparto
assistenza: disponibilità degli operatori SPISAL per informazioni, richieste di chiarimenti, ecc.,
vigilanza: successivo sopralluogo ispettivo per verificare l’attuazione della normativa in materia di
sicurezza sul lavoro.
Fase Informativa
L’incontro informativo è stato effettuato il 26.06.2013, invitando le 18 Aziende operanti nel territorio
dell’ULSS n. 1. La partecipazione complessiva è stata superiore al 50% perché 9 aziende erano presenti
alla riunione, mentre altre due 2 ditte, si sono recate nei giorni successivi presso il Servizio per ritirare il
materiale predisposto e per approfondire gli argomenti in discussione.
L’incontro aveva lo scopo di infomare le imprese sui principali rischi lavorativi e fornire indicazioni sulle
misure di prevenzione da attuare e sulla corretta stesura del documento di valutazione dei rischi,
ricordando ai datori di lavoro gli obblighi dettati dalla normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
A tale scopo è stato consegnato ai partecipanti un sintetico manuale contenente la descrizione dei
principali rischi e l’indicazione delle misure di prevenzione prioritarie da adottare. Nel corso dell’incontro è
emerso che non tutte le imprese avevano attivato la sorveglianza sanitaria, poche avevano misurato il
rischio ergonomico e solo alcune avevano completato la formazione dei lavoratori.
Fase Ispettiva
Nel periodo 2013-2014, due ditte hanno cessato l’attività e 4 si sono consorziate in un’unica impresa;
pertanto i sopralluoghi ispettivi effettuati hanno interessato tutte le 13 imprese del comparto.
Il comparto studiato risulta costituito da imprese di piccole dimensioni in cui operano, oltre al legale
rappresentante, i soci (n. 17), alcuni collaboratori famigliari (n.4); i lavoratori sono prevalentemente
rappresentati da operatori cosiddetti a chiamata (n. 22) e in numero inferiore dai dipendenti fissi (n. 15).
Il controllo ha riguardato non solo i locali, ma soprattutto gli aspetti organizzativi: dalla valutazione dei
rischi, alla formazione dei lavoratori, attivazione della sorveglianza sanitaria, gestione dei DPI, nomine
delle figure della sicurezza, valutazione dello stress lavoro-correlato, organizzazione delle emergenze
(primo soccorso e antincendio) e attuazione delle misure di prevenzione per il rischio biologico e da
movimentazione manuale di carichi.
Risultati
Gli ambienti di lavoro ispezionati, destinati ad ufficio, esposizione e deposito, non hanno presentato
carenze strutturali o igienistiche.
Dalla analisi dei Documenti di Valutazione dei Rischi è risultato che tutte le imprese avevano approfondito
il rischio da movimentazione manuale dei carichi misurandolo con metodi standardizzati e oggettivi;
l’entità del rischio, così misurato, risulta collocarsi nella fascia di punteggio basso, corrispondente cioè ad
un lieve sforzo con un improbabile rischio per la salute da sovraccarico fisico. Infatti le ditte avevano
adottato per le attività di trasporto e sollevamento delle salme l’impiego dei carrelli funebri, e per la
movimentazione del cofani funebri seguivano la procedura di trasporto con 6 o 4 operatori.
Gli altri aspetti organizzativi controllati sono risultati adeguatamente valutati e attuati. Solo in un caso si è
riscontrata la mancata organizzazione servizio di primo soccorso aziendale (carenza sanzionata).
Conclusioni
In conclusione l’indagine effettuata ha consentito di fornire alle imprese, in una fase antecedente ai
controlli, indicazioni su come affrontare i rischi presenti nella loro realtà lavorativa e quali misure
preventive predisporre. Al momento del sopralluogo ispettivo le ditte avevano correttamente attuato le
misure di tutela. Riteniamo pertanto che i risultati dell’intervento possano essere considerati “positivi”,
avendo aumentato l’attuazione delle misure di salute e sicurezza per i lavoratori del comparto funebre.
INTERVENTI DI COMPARTO: PROGRAMMA PER IL 2015
Riassumento, lattività di prevenzione e vigilanza per il 2015, prevede di:
Continuare la vigilanza nei comparti edilizia e agricoltura nel rispetto dei Piani Nazionali;
Effettuare un'indagine, a livello provinciale, nel comparto delle galvaniche, per la rilevanza dei
rischi chimici e per le novità introdotte dai Regolamenti Europei REACH e CLP;
Effettuare un intervento nel settore della grande distribuzione (supermercati) per la presenza dei
rischi ergonomici che generano numerose segnalazioni di malattia professionale.
15
GLI INFORTUNI SUL LAVORO NELLA ULSS n°1 Belluno
Nella tabella seguente si riportano i dati degli infortuni accaduti e denunciati nella ULSS n. 1 Belluno
nell’ultimo quinquennio.
Numero degli infortuni definiti (escluse le franchigie) e numero lavoratori per settore di attività
nella ULSS n° 1 Belluno periodo 2008-2013
2008
2009
2010
2011
2012
2013
15 / 162
7 / 174
6 / 185
10 / 183
14 / 211
10 / n.d.
5 / 115
3 / 107
6 / 122
3 / 142
5 / 127
0 / n.d.
11 / 455
17 / 474
10 / 475
12 / 424
5 / 430
8 / n.d.
9 / 390
8 / 323
8 / 320
8 / 325
10 /415
8 / n.d.
0 /10
0/8
0/4
0/3
0/3
0 / n.d.
Ind. Legno
61 / 1.129
51 / 1.062
43 / 1.088
40 / 1.074
29 / 1.014
32 / n.d.
Ind. Carta
7 / 214
2 / 210
1 / 211
2 / 206
0 / 185
1 / n.d.
Ind. Chimica
54 /877
42 / 772
31 / 808
27 / 786
26 / 726
21 / n.d.
Ind. Gomma
0 / 20
1 / 22
0 / 19
0 / 20
1 / 21
1 / n.d.
Ind. Trasf.
Non Metall.
36 / 438
27 / 428
11 / 364
26 / 367
9 / 288
7 / n.d.
Ind. Metalli
3 / 51
5 / 1.021
4 / 1.021
3 / 966
3 / 1.068
4 / n.d.
Metalmec.
88 / 2.033
74 / 1.956
58 / 1.947
62 / 1.908
52 / 1.857
48 / n.d.
Ind. Elettrica
21 / 1.397
17 / 1.231
12 / 1.285
21 / 1.195
12 / 1.132
19 / n.d.
167 / 10.772
141 / 10.551
101 / 10.879
127 / n.d.
Agroindustri
a e pesca
Estrazione
minerali
Ind.
Alimentare
Ind. Tessile
Concerie
Altre
Industrie
Elettricità,
Gas, acqua
249 / 11.222 190 / 10.387
5 / 56
8 / 62
2 / 72
6 / 87
11 / 89
9 / n.d.
Costruzioni
357 / 4.352
265 / 4.289
242 / 4.094
234 / 4.190
199 / 3.950
146 / n.d.
Commercio
82 / 3.861
67 / 4.020
67 / 3.879
76 / 3.905
72 / 3.918
67 / n.d.
Trasporti
71 / 1.132
62 / 1.215
42 / 1.102
50 / 1.133
49 / 1.082
45 / n.d.
Sanità
111 / 3.671
127 / 3.681
141 / 3.501
133 / 3.522
116 / 3.556
156 / n.d.
Servizi
312 / 16.077 309 / 16.602
341 / 16.122
274 / 16.303
241 / 15.790
227 / n.d.
Comp. non
determinato
TOTALE
INDUSTRIA
35 / 67
33 / 45
21 / 62
36 / 76
28 / 68
33 / n.d.
1.532
1.315
1.213
1.1164
983
969
Agricoltura
59
67
65
64
51
46
Conto Stato
67
56
64
54
48
45
1.658 /
47.731
1.438 /
48.096
1.342 / 47.457
1.282 / 47.372
TOTALE
1.082 / 46.756 1.060 / n.d.
Come si può notare nel decennio si registra un continuo calo del numero totale degli infortuni.
16
Pur non trascurando il fatto che negli ultimi 5 anni le consistenti riduzioni sono in gran parte dovute alla
crisi produttiva, riteniamo che il trend positivo sia collegato ad un reale miglioramento in termini di
sicurezza degli ambienti di lavoro, il cui merito va attribuito alle aziende e a chi le ha supportate
nell’impegno pluriennale per rafforzare la cultura della prevenzione.
Infatti, come ci illustra il grafico seguente, il calo è confermato dalla riduzione dell’indice di frequenza
calcolato rapportando il numero degli infortuni accaduti e definiti, sul totale dei lavoratori occupati nello
stesso anno. Tale valore è passato, per tutti i settori, dal 3,5% del 2008 al 2,3% del 2012.
Il dato positivo, che conferma il trend positivo, va identificato nel fatto che l’indice infortunistico si è ridotto
soprattutto in quei comparti produttivi seguiti con più costanza e attenzione dalle Associazioni
Imprenditoriali e dei Lavoratori, ma anche dai Servizi di Vigilanza, vale a dire le Costruzioni, il cui indice
infortunistico è calato nel quinquennio del 39%, il Legno, dove il calo è stato anche maggiore, pari al 48%,
e la Metalmeccanica, con un calo del 34%.
Indici di frequenza degli infortuni definiti in totale e per alcuni settori di attività della ULSS n° 1
Belluno periodo 2008-2012 (x 100 addetti)
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
2008
totale
2009
costruzione
2010
2011
legno
metalmec
17
2012
altre manifatt
LE INCHIESTE GIUDIZIARIE PER INFORTUNI
Tecnico della Prevenzione Massimo Pomarè, referente di area, con la partecipazione
degli altri operatori SPISAL
Lo svolgimento di indagini sugli infortuni costituisce un'importante attività di prevenzione degli infortuni.
Per garantire efficacia al lavoro di investigazione è stato attivato un flusso informativo in tempo reale
(telefonata) dal Pronto Soccorso o direttamente dal SUEM per i casi più gravi (mortali o con prognosi
riservata) in modo da permettere agli ispettori di recarsi tempestivamente sul luogo dell’incidente. Per gli
altri incidenti i Servizi di Pronto Soccorso Ospedaliero garantiscono l’invio allo SPISAL della copia del
certificato di infortunio entro le 24-48 ore successive e via fax, in tempo reale, se la prognosi è di almeno
30 giorni.
Sulla base di queste informazioni vengono selezionati i casi da indagare:
• infortuni mortali e gravi con prima prognosi superiore ai 40 giorni, per i quali l’indagine è
obbligatoria in quanto la lesione ha le caratteristiche di cui agli artt. 583, 589 o 590 del CP (lesioni
personali gravi);
• infortuni di una certa gravità, soprattutto se nella dinamica presentavano possibili carenze
antinfortunistiche nelle macchine o negli impianti;
• infortuni, anche non gravi, ma che si ripetono frequentemente nella stessa azienda.
Oltre alle precedenti informazioni, fin dal 2010 si è attivato un flusso informativo dall’INAIL per i casi di
infortuni sul lavoro che, pur avendo una prognosi iniziale breve, si sono aggravati successivamente,
superando i 40 giorni di assenza dal lavoro.
Per tutti i casi selezionati, ad esclusione degli incidenti stradali e di quelli accaduti a lavoratori autonomi
senza dipendenti, il Servizio procede con approfondimento del singolo caso ed eventualmente con
l’inchiesta giudiziaria.
L'inchiesta giudiziaria per infortunio è un’attività delicata ed impegnativa e comprende l’effettuazione dei
seguenti interventi:
• primo sopralluogo conoscitivo sul luogo dell'infortunio ed eventuali sopralluoghi successivi con
raccolta di documentazione, foto, schizzi e qualsiasi altra prova utile allo svolgimento dell’inchiesta;
• raccolta di sommarie informazioni testimoniali dall'infortunato e dai testimoni;
• eventuali verbali d'ispezione contenenti le prescrizioni atte ad eliminare il rischio infortunistico;
• eventuali sequestri e relativi dissequestri;
• rapporto alla Magistratura.
Inchieste giudiziarie:
Nel corso dell'anno 2014 il Servizio ha indagato n° 42 casi di infortuni gravi; le conclusioni sono state le
seguenti:
nel 31% dei casi indagati (pari a 13 casi) si è riscontrata una carenza delle condizioni oggettive di
sicurezza di tipo tecnico o organizzativo, evidenziando una violazione alla normativa;
nel 33% degli incidenti si sono individuati fattori di rischio legati alla componente soggettiva del
lavoratore quali disattenzione, operazione non corretta, imprudenza, errori di valutazione etc.;
nel restante 36% non è stato possibile riconoscere carenze antinfortunistiche o comportamenti
errati nella dinamica degli incidenti, per la maggior parte si tratta di incidenti dovuti a cadute in
piano, distorsioni, urti o altre tipologie di accadimento che possono essere rientrare nel cosiddetto
“rischio generico”.
L’inchiesta per infortuni risponde a esigenze giudiziarie (giustizia penale), ma deve anche rispondere a
criteri di efficacia, cioè la capacità di intervenire là dove ci sono situazioni pericolose ed impedire che
permangano in essere situazioni a rischio. Poiché non è possibile analizzare tutti gli infortuni che
accadono nel territorio, è necessario effettuare una attenta selezione dei casi da indagare. L’efficacia
della azione preventiva si basa proprio sulla capacità di estrapolare da tutte le segnalazioni i casi che
sottendono una carenza delle misure di sicurezza, fermo restando i casi mortali e gravi che devono
essere eseguiti d’ufficio e le richieste della Magistratura. Il dato che misura questa efficacia è il rapporto
fra il totale delle inchieste fatte e quelle conclusasi con l’individuazione di una violazione, che nella nostra
casistica supera il 30%, dato che risulta essere coerente con la media regionale.
18
Nel 2014 si è verificato 1 infortunio mortale che ha coinvolto un dipendente di una azienda che effettua
posa di linee elettriche.
Gli operatori del Servizio hanno approfondito anche un altro incidente mortale, anche se non si trattava di
vero infortunio sul lavoro in quanto era coinvolto un pensionato hobbista che eseguiva lavori boschivi.
Questi fatti confermano come le lavorazioni agro-forestali siano effettivamente molto pericolose.
Comparto
Posa linee elettriche
Lavori boschivi
Modalità accadimento
Lavoratore trascinato e travolto da un argano cingolato, rotolato lungo un
pendio durante le fasi di tesatura dei cavi di una linea elettrica
Ribaltamento di trattore agricolo: pensionato schiacciato a causa del
ribaltamento del trattore lungo la strada silvo-pastorale
I settori produttivi principalmente interessati dalle indagini per infortuni sono quelli a maggior rischio come
l’edilizia; tuttavia si evidenziano le numerose inchieste nel terziario, dovute soprattutto ai fattori di rischio di
“tipo generico”, come sopra descritti.
Inchieste giudiziarie svolte nel 2014: suddivisione numerica per comparto produttivo.
COMPARTO
Edilizia
Metalmeccanica
Commercio e alberghiero
Agricoltura, lavori boschivi
Impianti risalita/trasporti
Legno, segherie
Terziario, Servizi, Pubb. Amministrazione
Chimico
Distribuzione energia elettrica, gas, acqua
TOTALE
N° inchieste infortuni
10
3
5
2
2
3
11
1
5
42
Altre indagini:
Per altri infortuni, non soggetti all’obbligo del rapporto giudiziario, si sono attivate analisi di tipo diverso:
per mezzo di verifiche documentali, interviste telefoniche o con l’invio di questionari; tali metodologie
risultano meno impegnative in termine di carico di lavoro, ma sono comunque utili per individuare
eventuali situazioni che necessitano di ulteriori indagini e per rendere consapevoli le aziende che la
vigilanza sul fenomeno è continua.
Con queste strategie alternative sono stati approfonditi ulteriori 30 casi. In particolare sono stati inviati 4
questionari a ditte e/o lavoratori per la raccolta di informazioni sulle modalità di accadimento dell’incidente
e sulla gestione del fenomeno infortunistico aziendale.
Gli infortuni indagati con quest’ultima metodologia, che riguardano casi di proiezione di schegge negli
occhi e di movimentazione di carichi, sono caratterizzati in genere da prognosi di breve durata e da
modalità di accadimento riconducibili a carenze di misure di prevenzione primaria principalmente
individuabili nella informazione, addestramento, impiego dei DPI.
Le risposte al questionario sono state esaurienti.
Per il prossimo anno l’obiettivo è di mantenere lo standard medio degli ultimi anni, garantendo indagini su
tutti gli infortuni gravi con più di 40 giorni di prima prognosi e su quelli la cui dinamica fa sospettare una
carenza di misure di sicurezza.
Inoltre, anche per il prossimo anno si continuerà a monitorare il fenomeno relativo agli infortuni con
pochi giorni di prognosi, inviando i questionari e sensibilizzando le aziende a riflettere sulle cause di tali
incidenti, eventualmente ispezionando quelle aziende dove il fenomeno si ripete con particolare frequenza
anche se negli anni c’è stata una sensibile diminuzione di infortuni con tale dinamica.
19
LE MALATTIE PROFESSIONALI
Dirigente Medico Maria Teresa Riccio, referente di area con la partecipazione della Assistente
Sanitaria Mariagrazia Smaniotto
Le malattie professionali sono le patologie contratte a causa del lavoro, legate cioè ai fattori di rischio
presenti nell'ambiente di lavoro (rumore, vibrazioni, microclima, inquinanti aerodispersi, fattori
ergonomici). La possibilità che questi fattori determinino stati di malattia è in diretta relazione con la loro
concentrazione, con la durata dell'esposizione e con la diversa ricettività individuale.
Il D.M. 11/12/2009 (ultimo aggiornamento) elenca le malattie correlate al lavoro per le quali è obbligatoria,
da parte dei medici che, nell'esercizio della loro professione, ne riconoscano l'esistenza, la denuncia all'
ULSS (SPISAL) e all’INAIL competente per territorio (art. 139 del DPR 1124/65). Le suddette
segnalazioni hanno lo scopo di permettere:
allo SPISAL, di verificare l’ambiente di lavoro sospettato di essere l’origine del danno, per eliminare le
eventuali carenze in materia di igiene del lavoro;
all’Istituto Assicuratore, di implementare l’elenco delle vere malattie per le quali esiste il
riconoscimento automatico di tecnopatia professionale (le cosiddette malattie tabellate di cui al DM
09/04/2008).
Se il danno è imputabile a violazioni delle norme sull'igiene e sicurezza del lavoro ed assume carattere di
lesione personale grave o gravissima a causa di un indebolimento permanente di un organo, vige l'obbligo
di segnalazione (referto) da parte del medico certificatore all’Autorità Giudiziaria, autorità che può essere
individuata anche nello SPISAL, in quanto il personale possiede la qualifica di UPG (Ufficiale di Polizia
Giudiziaria).
Tutte le segnalazioni che pervengono allo SPISAL hanno, quindi, una triplice finalità:
permettono di realizzare una mappatura delle aziende a rischio attraverso il riconoscimento
dell'incidenza della patologia da lavoro;
permettono di programmare l'attività ispettiva nelle singole realtà aziendali;
attivano l’azione giudiziaria.
La tabella seguente illustra la progressione delle segnalazioni di sospetta malattia professionale inviate al
Servizio negli ultimi 10 anni (le segnalazioni sono riferite al singolo soggetto anche se, per alcuni casi di
problemi osteoarticolari, una persona può presentare più di una patologia).
Segnalazioni di sospette malattie professionali pervenute allo SPISAL. Periodo 2004-2014
TECNOPATIE
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
Osteo-artrotendinopatie
44
31
53
42
41
44
30
51
33
50
67
Ipoacusie
47
53
46
47
36
23
22
14
13
14
16
Dermatiti
23
22
8
9
13
9
9
2
6
3
-
1
1
1
-
3
-
2
2
-
1
4
1
2
3
1
Bronco-pneumopleuro patie
Disagio
lavorativo
Altro
1
2
4
5
5
3
2
9
2
3
1
Tumori e
mesoteliomi
2
2
6
8
1
1
15
6
3
6
4
118
111
118
111
99
80
80
85
59
80
93
TOTALE
Il trend delle segnalazioni è in aumento negli ultimi due anni.
Le denunce di tecnopatie sono state redatte nella maggior parte dei casi da INAIL e dal patronato e in due
casi dal medico di base; in pochi casi l’informazione è stata fornita dai medici competenti.
Anche nel 2014 sono state numerose le segnalazioni per malattie osteoarticolari, confermando che
ormai queste malattie rappresentano il vero problema emergente nel mondo del lavoro. Si tratta
prevalentemente di disturbi/patologie muscolo-tendinee correlate al rischio da movimenti e sforzi ripetuti
degli arti superiori tipici delle lavorazioni dell’occhiale e della metalmeccanica, e di patologie osteoarticolari
da sovraccarico biomeccanico del rachide, frequenti nelle lavorazioni dell’edilizia (muratori) o della sanità
(infermieri/assistenti alla persona).
20
Le segnalazioni delle patologie da rumore sono leggermente aumentate, ma sempre complessivamente
basse; le segnalazioni più frequenti riguardano l’edilizia, proprio perché si tratta di lavorazioni rumorose
difficilmente migliorabili con interventi ambientali
Da quando è stato istituito presso lo SPISAL lo sportello di assistenza e ascolto per il disagio psicosociale
lavoro-correlato, sono comparsi anche i primi casi di stress lavoro-correlato.
Le indagini svolte
Per ognuna delle segnalazioni precedentemente citate, il Servizio valuta, in primo luogo, se effettivamente
si tratta di una patologia causata o correlata all’esposizione professionale; dopodiché interviene, là dove è
possibile, per eliminare o ridurre i rischi dell’ambiente lavorativo, infine ricerca le eventuali responsabilità
penali.
Si tratta di un’attività impegnativa per il personale sanitario (medico e assistente sanitaria) che ha il
compito di effettuare:
raccolta di documentazione aziendale
sopralluogo in azienda con valutazione del rischio lavorativo
raccolta delle sommarie informazioni dal lavoratore;
visita medica ed eventuali accertamenti strumentali
redazione di rapporto giudiziario se del caso (vedi paragrafo seguente Attività Giudiziaria)
Nel corso del 2014, i casi di sospetta malattia professionale segnalati o riscontrati direttamente sono stati
complessivamente 93. Tutte le segnalazioni sono state valutate per selezionare quelle meritevoli di
approfondimento o di archiviazione. In 19 casi l’analisi ha portato all’archiviazione della pratica, perché
riguardanti i titolari, o di competenza di altra ULSS, o già segnalati in anni precedenti, etc). Negli altri 74
casi è stata fatta l’indagine che nel 43% dei casi ha confermato l’origine professionale della malattia
segnalata, come illustra la seguente tabella.
Indagini per sospette malattie professionali e casi con riconoscimento di origine professionale.
Anno 2014
Patologie
Ipoacusie
Osteo-artro-tendinopatie
Tumori e mesotelioma
Bronco-pneumo-pleuro patie
Disagio lavorativo
TOTALE
N° casi
indagati
14
50
4
4
1
74
Casi di origine
professionale
8
19
1
4
32
Come si può notare nel caso delle malattie ostearticolari sono frequenti le segnalazioni improprie, cioè
vengono attribuite all’esposizione lavorativa malattie che invece sono originate da fattori endogeni o da
esposizioni extraprofessionali. Nell’ambito delle indagini riguardanti queste patologie sono state eseguite
anche misurazioni del rischio ergonomico in 4 aziende per verificare la correttezza delle valutazioni
del rischio esegute dal datore di lavoro: è stato misurato il rischio da movimenti e sforzi ripetuti degli arti
superiori in 13 mansioni tipiche del comparto occhialeria e in 3 mansioni della metalmeccanica.
Le segnalazioni di sospette malattie tumorali hanno riguardato tre neoplasie polmonari, non riconducibili
ad esposizioni lavorative e un mesotelioma di un ex esposto ad amianto, dipendente di una ditta non
appartenente al territorio dell’ULSS n. 1.
Le 4 patologie classificate come “bronco-pneumo-pleuro patie” si riferiscono a placche placche pleuriche
riconducibili ex esposti ad amianto, riscontrate nell’ambito della sorveglianza sanitaria attuata dal nostro
Servizio.
L’attività Giudiziaria
Quando l’indagine svolta a seguito delle segnalazione di sospetta malattia professionale assume la
caratteristica di indebolimento permanente di un organo di senso o di un apparato (es. ipoacusie). lo
SPISAL deve redigere il rapporto all’Autorità Giudiziaria
Per 12 casi di malattie professionali è stato anche inoltrato il rapporto alla Magistratura perché la
malattia aveva la caratteristiche di cui agli artt. 583, 589 o 590 del CP (lesioni personali).
In nessun caso l’indagine ha evidenziato violazioni attuali alle norma di igiene e sicurezza sul lavoro.
21
AMBULATORIO DI MEDICINA DEL LAVORO
Dirigente Medico Maria Teresa Riccio, referente di area, con la partecipazione della Assistente
Sanitaria Mariagrazia Smaniotto
L’attività sanitaria dello SPISAL consiste nell’evadere le richieste dell’utenza, in particolare: certificazioni di
idoneità lavorativa (impiego di esplosivi, volontariato per antincendio boschivo, etc.), consulenza
specialistica a medici di base e/o ospedalieri e sorveglianza sanitaria per lavoratori ex esposti ad amianto
e per lavoratori autonomi.
Attività sanitaria svolta nel 2014
VISITE/ACCERTAMENTI
Visite mediche di idoneità al lavoro
Visite mediche per ex esposti amianto
Partecipazione a collegi medico-legali
Visite mediche in corso di indagini di tecnopatia o infortunio
Visite mediche di consulenza
Sorveglianza sanitaria a lavoratori autonomi
Audiometrie
Spirometrie
Visus
N°
44
18
15
12
4
3
34
53
25
Oltre alle attività ambulatoriali sopradescritte, il personale sanitario SPISAL è stato impegnato nella
gestione dello sportello per il disagio stress lavoro-correlato e nella risposta ai ricorsi contro i giudizi dei
medici competenti.
SPORTELLO DI ASSISTENZA e ASCOLTO per il DISAGIO PSICOSOCIALE LAVORO-CORRELATO
In ottemperanza all’art. 6 della LR n. 8 del 22/01/2010 è stato attivato presso lo SPISAL un nuovo servizio:
lo Sportello di Assistenza ed Ascolto sul Mobbing, sul Disagio Lavorativo e sullo Stress
Psico−Sociale nei luoghi di lavoro. Lo Sportello ha la funzione di fornire informazioni ed indicazioni sui
diritti dei lavoratori e sui relativi strumenti di tutela e orientare il lavoratore verso le strutture di supporto
presenti nel territorio. La procedura di assistenza ed ascolto consiste nel colloquio semistrutturato e nei
questionari autosomministrati per l’individuazione della condizione di disagio al lavoro. Se si riconoscono
condizioni di disagio/malessere l’interessato viene inviato al Centro di Riferimento di 2° livello per la
diagnosi mirata. Quando, invece, emergono problematiche non collegabili alla sicurezza sul lavoro, il
lavoratore viene indirizzato ad altri Enti competenti per la situazione individuata, per esempio alla
Direzione Provinciali Lavoro per aspetti contrattuali, alla Consigliera di Parità Provinciale per forme
discriminazione di genere o al Comitato Unico di Garanzia nel caso in cui l’utente provenga da una
Pubblica Amministrazione.
Nel corso del 2014, 2 lavoratori si sono rivolti allo sportello, entrambe le persone lavoravano presso
strutture socio-sanitarie pubbliche o private: un soggetto è stato inviato al centro di riferimento di 2° livello
per la valutazione diagnostica che non ha confermato il nesso causale con l’ambiente lavorativo; nel
secondo caso non si sono riscontrati né situazioni patologiche conclamate, né elementi tali da ipotizzare
un nesso causale con l’ambiente di lavoro.
RICORSO AVVERSO IL GIUDIZIO DEL MEDICO COMPETENTE
Il D.Lgs.81/08 concede agli interessati (lavoratore o datore di lavoro) facoltà di ricorrere contro il giudizio
espresso dal medico competente rivolgendosi all’organo di vigilanza. Presso il Servizio SPISAL è istituito
il collegio medico costituito dal Direttore e dal dirigente medico dello SPISAL e dal Medico Legale del
SISP del Dipartimento di Prevenzione.
Nel corso del 2014 sono pervenuti n. 9 ricorsi che riguardavano dipendenti di vari comparti lavorativi
diversi (occhialeria, servizi sanitari, edilizia). La valutazione medico collegiale è stata eseguita in 5, in
quanto un ricorso è stato ritirato dal lavoratore, un altro non è stato accolto perché presentato oltre il
termine dei trenta giorni dal giudizio emesso dal medico competente e due procedimenti sono in corso di
definizione. Per i 5 casi conclusi, il giudizio espresso dal medico competente è stato modificato in 3 e
revocato in 2.
22
IGIENE E TOSSICOLOGIA INDUSTRIALE
Dirigente Chimico Stefania Peterle, referente di area, con la partecipazione degli altri operatori
tecnici della prevenzione
Nel corso del 2014 l’attività di igiene industriale ha riguardato:
la valutazione di efficienza e di efficacia degli impianti di aspirazione localizzata, in aziende che
utilizzano prodotti volatili pericolosi, come isocianati (vedi “indagine di comparto” pag. 13), vernici e
solventi. In totale sono stati effettuati circa trenta rilievi con fumogeni, riscontrando nella maggior
parte dei casi una buona situazione; solo in qualche caso, nell'attività di schiumatura dei poliuretani, si
è evidenziata la necessità di far migliorare la geometria e/o la posizione dell'aspirazione localizzata
presso il punto di formazione dell'inquinante.
il controllo del rischio amianto, sia in termini di verifica dei materiali sospetti presenti in parti di edifici
ed impianti , che in termini di verifica di corretta bonifica e smaltimento da parte delle ditte
specializzate, che, infine, di indagini per la ricerca di siti ancora contenenti amianto.
La vigilanza, secondo le indicazioni regionali, sui nuovi Regolamenti REACH e CLP.
Nelle pagine seguenti illustreremo in dettaglio questi ultimi due argomenti.
CONTROLLO SUI RISCHI DA MATERIALI CONTENENTI AMIANTO E DALLE RELATIVE
ATTIVITA' DI BONIFICA
La L. 257/92 prevede che lo SPISAL venga informato su tutti gli interventi di demolizione, rimozione o
scoibentazione di materiali contenenti amianto, attraverso la presentazione di un dettagliato piano
contenente le modalità di esecuzione, le misure tecniche di protezione dei lavoratori e dell’ambiente,
nonché le indicazioni logistiche del cantiere, dei soggetti responsabili e della data di inizio dei lavori. Lo
SPISAL valuta la documentazione pervenuta ed esprime eventuali osservazioni, tenendo presenti sia gli
aspetti antinfortunistici che quelli relativi alla protezione personale e ambientale. Inoltre, vigila sul rispetto
delle procedure descritte nel piano e delle misure di protezione ed igiene, effettuando sopralluoghi e
misure ambientali (rilievo di fibre aerodisperse).
Nel corso del 2014 sono pervenuti 83 piani/notifiche (articoli 250 e 256 del D.Lgs.81/08) per interventi su
materiali contenenti amianto.
Anche quest'anno la maggior parte dei piani ha interessato la rimozione di materiali in matrice
compatta, ovvero coperture in cemento amianto (“eternit”), il cui rischio principale per il lavoratore è
quello infortunistico, in considerazione della fragilità delle lastre che non sostengono il peso di una
persona. I piani di lavoro presentati sono stati numerosi perchè molti proprietari di edifici, che hanno
utilizzato gli incentivi per l’installazione sul tetto di impianti fotovoltaici, hanno approfittato dell’occasione
per effettuare la bonifica delle coperture in amianto. Gran parte di questi interventi hanno riguardato
aziende agricole (coperture e tettoie di stalle, fienili, ecc), alcune attività commerciali ed un plesso
scolastico.
In altri casi, Società bancarie e Società telefoniche di rilevanza nazionale, hanno avviato una campagna di
completa eliminazione di materiali con amianto ancora presenti in alcune strutture; in questi casi si è
trattato soprattutto di parti di impianti tecnologici, cioè guarnizioni o impasti isolanti di materiale
friabile.
Un'altra quota di lavori ha riguardato la rimozione di pavimenti fatti di piastrelle in vinil-amianto in edifici ad
uso pubblico (amministrazioni ed attività commerciali), ed infine la rimozione di tubazioni e canne fumarie
rinvenuti durante la demolizione di edifici.
Non potendo effettuare l’ispezione su tutti i cantieri di bonifica segnalati, si sono selezionati quelli che
presentavano fattori di rischio maggiori per superficie, pendenza o altezza del tetto, per l’assenza di
struttura portante sotto la copertura o per la vicinanza con zone sensibili (centri abitati o scuole), o infine
con presenza di amianto nella forma più pericolosa, cioè friabile. Seguendo questi criteri, sono stati
controllati:
16 cantieri per la rimozione di amianto compatto.
Le ispezioni hanno evidenziato, in generale, un comportamento corretto da parte delle ditte
specializzate nella bonifica, con rispetto dei contenuti del piano di lavoro, mentre le carenze più
significative sono state individuate a carico dell'organizzazione del cantiere, in caso di lavori di
ristrutturazione importanti, con più Ditte coinvolte: in questo caso sono risultati carenti l'individuazione
delle aree, la corretta segregazione del cantiere, il deposito rifiuti, il coordinamento dei lavori in caso di
attività della Committenza contemporaneamente presenti (es.attività commerciali).
23
2 cantieri per la rimozione di amianto in matrice friabile o assimilabile;
o in un caso si trattava di intervento di rimozione di guarnizioni isolanti (materiale friabile) nei
locali tecnologici di edifici privati, ma ad uso pubblico (banca). Trattandosi della forma di
amianto più pericolosa per liberazione di fibre in aria, il cantiere è stato verificato
attentamente e le lavorazioni sono risultate correttamente condotte.
o Il secondo caso, del tutto eccezionale, ha riguardato lo scoperchiamento di un capannone
industriale causato da una tromba d'aria durante il periodo estivo; la copertura di cemento
amianto, anche se compatto ed in buono stato di conservazione, è stata trasportata con
violenza nei terreni limitrofi, disperdendosi e frantumandosi (materiale assimilabile al friabile).
Il Servizio SPISAL è intervenuto sia nella fase dell'emergenza insieme ad ARPAV, per dare
nell'immediatezza le indicazioni per il contenimento dei rischi per la popolazione, sia, in un
secondo momento, per verificare la corretta esecuzione dei lavori di bonifica da parte della
ditta specializzata ed abilitata, verificando anche, successivamente, le condizioni di sicurezza
del capannone in relazione alla necessità ripresa dell'attività produttiva.
Attività svolta per il controllo del rischio amianto: anno 2014
TIPO DI ATTIVITÀ
Autorizzazioni piani di lavoro e notifiche artt. 250 e 256 D.Lgs. 81/08
Relazioni annuali ex art. 9 D.Lgs. 257/92
Cantieri di rimozione di amianto compatto visitati
Cantieri di rimozione di amianto friabile visitati
Quantità di materiale compatto rimosso (tonnellate)
Quantità di materiale friabile rimosso (kilogrammi)
Certificazioni di restituibilità
Campioni di materiale sospetto prelevati
N° Interventi
83
12
16
2
203
10
1
1
Considerata la specializzazione in materia, il nostro Servizio interviene anche negli ambienti di vita: nel
2014 si è occupato di un centro di accoglienza per persone vittime di disagio sociale, per la presenza di
amianto nei pavimenti vinilici dell'edificio, a seguito della preoccupazione espressa dal personale
addetto alla struttura, destinata anche ad accogliere bambini. Si è proceduto a campionare la piastrella
“sospetta” per la presenza di amianto e, a seguito di conferma, si è proceduto ad effettuare una misura in
SEM di eventuali fibre di amianto aerodisperse che ha dato esiti tranquiliizzanti, trattandosi di pavimenti in
buono stato di conservazione. Sono state fornite, come da prassi consolidata, le informazioni sulle cautele
per una corretta manutenzione ordinaria del pavimento, in attesa della bonifica da parte del proprietario
dell'immobile.
Infine, nel 2014 una particolare richiesta d'indagine è pervenuta dalla Procura di Torino per quanto
riguarda la possibile presenza di amianto in guarnizioni (freni e frizioni) di autoveicoli importati
dall' Asia e potenzialmente presenti in alcune concessionarie d'auto anche nel nostro territorio. Sono stati
effettuati, pertanto, interventi ispettivi in due rivenditori d'auto che commercializzavano quel tipo di
autoveicoli. I sopralluoghi sono stati effettuati prima che il personale delle autofficine eseguisse gli
interventi di manutenzione e sostituzione dei materiali in amianto, evitando quindi l’esposizione pericolosa.
Le autofficine interessate hanno così potuto ottenere che l’intervento di bonifica venisse realizzato, tramite
la ditta costruttrice, da una ditta specializzata ed abilitata.
24
I REGOLAMENTI REACH E CLP: LA STRATEGIA REGIONALE E LE INIZIATIVE LOCALI
I Regolamenti REACH e CLP rappresentano un sistema integrato di registrazione, valutazione,
autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche, miscele e articoli che mira ad assicurare un
maggiore livello di protezione della salute umana e dell'ambiente. Obiettivo principale dei regolamenti è
migliorare la conoscenza dei pericoli e dei rischi derivanti dai prodotti chimici e al contempo mantenere e
rafforzare la competitività e le capacità innovative dell'industria chimica europea. Grazie a loro sarà
possibile ottenere informazioni più numerose e più complete sulle proprietà pericolose dei prodotti
manipolati, sui rischi connessi all'esposizione, sulle misure di sicurezza da applicare, in quanto oltre
30.000 agenti chimici, fabbricati o importati all’interno della UE, saranno soggetti ad un esame della loro
pericolosità ed inseriti in un data-base comune a tutti gli Stati membri.
Il Regolamento REACH prevede l’obbligo per i produttori ed importatori di Registrazione e di definizione
delle misure di gestione del rischio delle sostanze chimiche.
Le modalità di trasmissione delle informazioni sui pericoli associati ai prodotti chimici sono invece stabilite
dal Regolamento CLP che introduce un nuovo sistema di classificazione, etichettatura ed imballaggio e
redazione della scheda di dati di sicurezza (SDS) delle sostanze e delle miscele.
Per assicurare trasparenza, imparzialità e coerenza a livello internazionale gli Stati membri hanno stabilito
un appropriato quadro sanzionatorio che permette di irrogare sanzioni effettive, proporzionate e
dissuasive in caso di mancata ottemperanza: per l’attuazione della vigilanza Italia sono stati emanati i
D.Lgs. n.133/2009 e n.186/2011, individuando le Autorità competenti in materia (Ministero della Salute),
che opera d'intesa con le Regioni, attraverso ASL e ARPA. L'Autorità Regionale del Veneto è la
Sezione Regionale Prevenzione.
Con le DGRV n.4283 del 2009 e DGRV n.3461 del 2010 La regione Veneto ha individuato varie linee di
lavoro, finalizzate non solo agli aspetti di vigilanza, ma soprattutto ad orientare ed aiutare le aziende
nelll’applicazione delle norme. Per quanto riguarda la Vigilanza, è stata istituita la “rete regionale di
coordinamento Reach” per l’elaborazione di modelli e protocolli di ispezione e l’individuazione dei
laboratori deputati alle analisi dei campioni prelevati nelle attività di controllo. A partire dal 2013 la
Regione Veneto ha definito il Piano Regionale dei controlli REACH, definendo il numero degli interventi,
le modalità e la tipologia di Azienda da controllare.
Per quanto riguarda il territorio della provincia di Belluno, nel 2014, si sono organizzate le attività di
vigilanza in modo congiunto tra le due ULSS, attenendosi alle indicazioni Europee/Nazionali/Regionali:
1. un controllo ispettivo in un'azienda chimica dell’ULSS n. 1 Belluno che utilizza una materia prima
importata da paesi extra UE (Israele), al fine di verificare la correttezza delle informazioni riportate
sulla scheda di sicurezza della sostanza da parte dell'importatore, e la coerenza con le quantità di
sostanza acquistata dall'Azienda utilizzatrice, sulla base del confronto con i dati forniti dall'Agenzia
delle Dogane;
2. un controllo ispettivo in una Azienda produttrice di cosmetici (settore indicato dalla Regione)
presente nel territorio dell'ULSS n. 2 di Feltre; il controllo ha riguardato la correttezza e la
coerenza delle schede di sicurezza e delle etichette di materie prime e miscele commercializzate
dall'Azienda in questione.
Gli esiti di entrambi i controlli sono stati nel complesso soddisfacenti, anche se alcune schede dei dati di
sicurezza necessitavano di alcuni miglioramenti, da noi indicati, e successivamente attuati dalla ditta
ispezionata o dal suo fornitore, estendendo indirettamente l'effetto dell'indagine anche ai fornitori di altre
ULSS ai quali sono state rischieste le SDS e le etichette corrette ed aggiornate.
Oltre alla prevista attività ispettiva, nel 2014 “Assindustria Belluno” di Confindustria ha chiesto il contributo
del nostro personale di vigilanza per un Convegno destinato alle Aziende del settore chimico ed agli
studenti del quinto anno degli istituti tecnici, chiedendo di illustrare gli aspetti della vigilanza, attuale e
futura, sull' attuazione del REACH; il Convegno si è svolto a dicembre 2014.
Nel 2015 l'attività del Gruppo Vigilanza Provinciale proseguirà, sulla base delle indicazioni regionali, e
come anche previsto dal Piano Regionale Prevenzione recentemente emanato.
Anche l'attività di assistenza alle Aziende, proseguirà, sempre in forma armonizzata tra le 2 ULSS
provinciali.
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ATTIVITÀ DI PROMOZIONE DELLA SALUTE e SICUREZZA SUL LAVORO
Questa attività vede coinvolti tutti operatori del Servizio SPISAL, i quali ognuno nell’ambito della loro
professionalità e competenza, si impegnano ad promuovere la cultura della salute e sicurezza sul lavoro.
In particolare gli interventi hanno interessato:
1. l’assistenza e l’informazione alle aziende, ai lavoratori e alle figure della sicurezza
2. Il sostegno alle politiche di gestione della cultura della salute e sicurezza nelle scuole
3. la promozione degli stili di vita corretti negli ambienti di lavoro
4. la tutela della salute e sicurezza del lavoratore autonomo
1° ASSISTENZA e INFORMAZIONE
• Sportello informativo
Nel corso del 2014 tutti gli operatori del servizio, ognuno per la propria specificità, hanno fornito risposte
alle richieste di informazioni da parte di Tecnici, Progettisti, Consulenti aziendali, RSPP e funzionari di
Associazioni, effettuando 217 incontri “ad personam”, rispondendo per iscritto a 50 quesiti e a oltre
200 richieste telefoniche di informazioni. I quesiti riguardavano principalmente: modalità di applicazione
del decreto sulla sicurezza nei cantieri edili, dubbi sulle norme per la costruzione di nuovi insediamenti
produttivi, gli obblighi inerenti la formazione dei lavoratori e delle altre figure della sicurezza, e, in genere,
l’applicazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro.
• Incontri informativi e formativi
Oltre alla forma diretta costituita dallo “sportello”, nel corso del 2014 sono stati organizzati, a livello
provinciale, incontri informativi strutturati con associazioni di imprese e di lavoratori, professionisti e
consulenti vari, per affrontare specifiche problematiche:
Due edizioni del corso il 20 febbraio e il 16 settembre a Venezia per medici competenti delle
aziende ULSS del Veneto, organizzato dalla ULSS n. 1 Belluno con la relazione “la promozione
della salute nei luoghi di lavoro:I nuovi compiti del Medico del Lavoro nella politica aziendale
contro il fumo nelle Aziende ULSS”
Corso del 3 ottobre, organizzato in collaborazione con il Comando dei Vigili del Fuoco di Belluno
in tema di Gestione della vigilanza in materia di antincendio rivolto ai funzionari degli Enti di
vigilanza delle due ULSS.
Incontro informativo del 21 ottobre sulla vigilanza in materia di stress lavoro-correlato, rivolto
alle Associazioni di categoria degli imprenditori e dei lavoratori e agli Enti di vigilanza e tutela sul
lavoro della provincia.
Seminario del 5 novembre organizzato in collaborazione con l’INAIL di Belluno sulla
certificazione di malattia professionale rivolto ai medici competenti e medici di Medicina Generale
provinciali
Due riunioni dell’Organismo Provinciale di Coordinamento (OPC) delle attività di vigilanza
di cui all’art. 7 del D.Lgs. 81/2008 e DPCM 21.12.2007, istituito in data 16.12.2009. Nel corso del
2014 il comitato si è riunito due volte: 27 febbraio, 2 ottobre.
• Partecipazioni a manifestazioni scientifiche
Gli operatori del Servizio hanno partecipato nel 2014 ai seguenti incontri scientifici, in qualità di relatori:
Convegno a Sedico 9 maggio: “Procedure semplificate dei modelli di organizzazione e
gestione della sciurezza sul lavoro nelle piccole e medie imprese”. Organizzato da
Confartigianto Belluno, con la partecipazione alla tavola rotonda di confronto fra enti di vigilanza,
associazioni e studi legali
Corso a Venezia 12 giugno per i referenti regionali del progetto “Aziende Sanitarie libere
dal fumo”, organizzato dalla ULSS n. 1 di Belluno, con la relazione “Presentazione del manuale
“Verso ospedali e servizi sanitari liberi dal fumo”
Convegno a Venezia 11 settembre: “Piano regionale di prevenzione 2010-12 area Sanità
Pubblica: passato, presente e futuro”, con la relazione “Attività svolte e criticità emerse: area
malattie non trasmissibili, fumo passivo”
Incontro a Belluno 12 novembre: “Sicurezza e regolamentazione del lavoro in cantiere per
le imprese di installazione di impianti”. Organizzato da APPIA Belluno, con la relazione su:
Quali adempimenti si devono rispettare in materia di sicurezza sul lavoro durante le attività in
cantiere.
Congresso a Bologna 15-17 ottobre organizzato dalla Società Italiana di Medicina del
Lavoro ed Igiene Industriale, con la presentazione della relazione/poster “La produzione di
manufatti in poliuretano nella provincia di Belluno: intervento di prevenzione”
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Seminario a Belluno 31 ottobre in tema di sicurezza sul lavoro. Organizzato dalle
Organizzazioni Sindacali di ENEL, Edison e Municipalizzate delle regioni Lombardia e Veneto, con
la relazione di illustrazione delle attività dello SPISAL nell’ambito degli infortuni sul lavoro.
Convegno a Belluno 5 dicembre: “Le normative REACH e CLP: quali obblighi e rischi per
le imprese?” Organizzato da Confindustria Belluno, con una relazione su “Vigilanza sul REACH
a livello nazionale, regionale e provinciale”
2° ATTIVITA’ di PROMOZIONE nelle SCUOLE
Fin dal 2005 è attiva nelle provincia di Belluno la “rete delle scuole per la salute e la sicurezza” (RESIS) a
cui partecipano quasi tutti gli istituti scolastici del territorio con la collaborazione di Enti e Istituzioni e
agenzie extrascolastiche (associazioni degli imprenditori e dei lavoratori, Provincia, ULSS, INAIL). La rete
ha lo scopo di promuovere la gestione della sicurezza nelle scuole e la cultura della sicurezza,
coinvolgendo gli allievi in un percorso di sensibilizzazione e formazione in materia di sicurezza sul lavoro.
Lo SPISAL di Belluno nel 2014 ha collaborato con la Rete al completamento della formazione delle figure
scolastiche della sicurezza e al sostegno degli insegnanti impegnati nelle attività didattiche in materia di
sicurezza.
•
Formazione
Il Servizio ha collaborato con la rete delle scuole partecipando alla docenza in corsi di formazione
delle figure della sicurezza scolastiche:
Corsi per gli addetti al Primo Soccorso; I corso sono stati organizzati dalla rete provinciale delle
scuole per la sicurezza seguendo il programma stabilito dal DM 388/04, la docenza è stata affidata ai
medici dei Servizi di Pronto Soccorso Ospedalieri per gli argomenti relativi al primo intervento
(comprendenti anche esercitazioni di rianimazione cardio-respiratoria su manichino) e al medico
SPISAL per la parte organizzativa e normativa:
4 moduli per la formazione di base. La durata del corso è di 12 ore, ad ogni edizione hanno
partecipato in media 15 persone, formando così 66 nuovi addetti al primo soccorso.
8 moduli per l’aggiornamento. La durata dei modulo di aggiornamento è di 4 ore. Per ogni
edizione hanno partecipato in media 22 persone, garantendo così il mantenimento delle
competenze nelle manovre di primo soccorso a 186 addetti.
Formazione per RSPP; l’attività formativa è stata organizzata dalla Rete Provinciale delle scuole
utilizzando il pacchetto formativo predisposto dal SIRVESS (Sistema di Riferimento Regione Veneto
per la Sicurezza nelle Scuola); la docenza richiesta al personale SPISAL ha riguardato gli argomenti
relativi alla normativa in materia di sicurezza sul lavoro, l’organizzazione della vigilanza e alcuni
argomenti tecnici specialistici:
Due corsi base per nuovi RSPP: 20 ore di docenza SPISAL
Un corso di aggiornamento per RSPP: 5 ore di docenza SPISAL
•
Didattica della sicurezza
Per aiutare, sostenere e formare gli insegnanti al fine di implementare le attività educative rivolte agli
allievi, all’interno delle Rete è attivo un gruppo di lavoro costituito da un coordinatore, 2 insegnanti e
l’Assistente Sanitaria dello SPISAL.
Nel 2014 l’attività di sostegno agli insegnanti in tema di sicurezza è stata rivolta alla realizzazione di
percorsi formativi per gli allievi degli ultimi anni di alcuni istituti tecnici, coinvolgendo oltre 120
allievi. A questi studenti, equiparati ai lavoratori in quanto frequentori di laboratori, è stata garantita
una formazione conforme alla normativa in materia di sicurezza sul lavoro, pertanto valida per un loro
futuro inserimento lavorativo.
Una interessante iniziativa, realizzata in un istituto professionale, ha riguardato la formazione degli
allievi con disabilità che frequantavano i laboratori. Il corso, di 6 ore, ha riguardato circa 15
allievi. Risultando difficile utilizzare con questi soggetti, che presentano difficoltà intellettive, psichiche
o motorie, i pacchetti didattici sulla sicurezza sul lavoro predisposti per gli altri studenti, è stato
necessario progettare strumenti didattici nuovi: l’Assistente Sanitaria dello SPISAL, collaborando con
il responsabile della sicurezza della scuola, ha progettato e realizzato unità didattiche mirate ai rischi
dei vari laboratori e calibrate sul tipo e grado delle disabilità, realizzando in tal modo uno strumento
fruibile anche dalle altre scuole in cui ci siano allievi disabili.
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3° PROMOZIONE DEGLI STILI DI VITA CORRETTI: fumo e alcol negli ambienti di lavoro
Il nuovo approccio preventivo per le problematiche correlate con scorretti stili di vita, in particolare il fumo
di tabacco e il consumo di alcool, consiglia di utilizzare la strategia della promozione della salute.
L’efficacia degli interventi dipende sia dalla fattiva collaborazione e impegno di tutti i soggetti aziendali,
che dall’azione continua e perseverante di controllo e prevenzione da parte dei servizi pubblici.
Nel 2014 è continuata, quindi, l’azione di supporto nelle aziende interessate promuovere una politica di
informazione e sensibilizzaione dei lavoratori.
L’Assistente Sanitaria, prendendo spunto dagli interventi di vigilanza o su richiesta delle ditte stesse, ha
stimolato le aziende all’attuazione di politiche di promozione della salute che comprendessero oltre al
rispetto della normativa (gestione del problema), anche l’educazione (incontri con i lavoratori) e l’aiuto alla
disassuefazione (collaborazione con il SER.D. e coinvolgimento del medico competente).
Nel corso del 2014 è stato effettuato l’intervento in un Comune; si sono svolti: 1 incontro gestionale con
la dirigenza (Sindaco, dirigenti, RSPP, RLS, Medico competente) e successivamente è stato effettuato, in
collaborazione del personale del SER.D., 1 incontro di formazione ed educazione coinvolgendo circa
10 lavoratori; gli argomenti trattati hanno riguardato sia il fumo di tabacco che l’assunzione di bevande
alcolichecompletando l’illustrazione di quest’ultima problematica con test di verifica dell’alcolemia nell’aria
espirata.
Nel 2014 una grande occhialeria del bellunese ha voluto coinvolgere l’ULSS, nello specifico le strutture
territoriali del Dipartimento di Prevenzione e del Dipartimento delle Dipendenze nella manifestazione di
promozione della salute denominata “Safety week 10-14 marzo 2014”. L’assistente Sanitaria SPISAL ha
partecipato per due giornate allo stand dedicato alla salute e sicurezza, presentando le attività del
Servizio, distribuendo materiale informativo sulla sicurezza sul lavoro e sulle problematiche del fumo e
dell’alcol negli ambienti di lavoro e rispondendo alle varie richieste di informazioni e di chiarimenti.
4° PROMOZIONE DELLA SALUTE NEI LAVORATORI AUTONOMI
Anche nel 2014 si continuato a promuovere il progetto regionale “Promozione della salute nei lavoratori
autonomi” (distribuzione dei pieghevoli durante i sopralluoghi nei cantieri). Il progetto aveva lo scopo di
ottenere una riduzione degli infortuni e malattie sul lavoro dei lavoratori autonomi attraverso azioni
informative e formative la sorveglianza sanitaria.
Dopo la rilevante attività di formazione realizzata negli anni precedenti (6 corsi per lavoratori edili) non si
sono più avute richieste, per cui nel 2014 non si sono potuti organizzare corsi per i lavoratori autonomi.
E’ continuta invece l’offerta della sorveglianza sanitaria: n. 3 Lavoratori Autonomi si sono rivolti allo
SPISAL di Belluno per l’effettuazione della visita medica di idoneità lavorativa.
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ATTIVITÀ AUTORIZZATIVA
Il Servizio SPISAL, in qualità di organo di vigilanza della ULSS, è destinatario di numerose segnalazioni,
notifiche, richieste di autorizzazioni e pareri previsti da numerose Leggi.
L’attività autorizzativa è rappresentata dalle prestazioni attribuite istituzionalmente al Servizio Pubblico
dalle leggi vigenti e consiste nel ricevere comunicazioni e notifiche e nell’esprimere pareri e autorizzazioni.
I pareri sono prevalentemente rappresentati dalle pratiche edilizie per i nuovi insediamenti produttivi per i
quali i Comuni richiedono il parere sanitario di competenza. Per quanto concerne il registro infortuni si
segnala che la Legge Regione Veneto n° 32 del 22 ottobre 2014 ha abrogato l’obbligo della
vidimazione del registro da parte dello SPISAL; permane comunque l’obbligo per le ditte di tenere,
aggiornare ed esibire, in caso di controllo, il registro infortuni.
Attività Amministrativa svolta dallo SPISAL nel 2014
RIFERIMENTO NORMATIVO
Pareri per rilascio permesso di costruire
Notifiche cantieri art. 99 D.Lgs.81/08
Piani di lavoro e notifiche amianto artt. 250 e 256 D.Lgs. 81/08
Relazioni annuali imprese amianto art. 9 L.257/92
Altre Comunicazioni (apertura cantieri non dovute, detrazioni fiscali, et)
Altre (registri degli esposti)
Vidimazione Registro Infortuni (fino al12 novembre 2014)
N° PRATICHE
80
791
83
12
316
8
577
COMMISSIONE PROVINCIALE PATENTI GAS TOSSICI
Con Decreto della Giunta regionale del Veneto del 31.12.2001 n° 3887, la Regione ha disposto, a
decorrere dal 01.01.2002, ed a norma della Legge Regionale 11/2001, l’esercizio effettivo da parte delle
ULSS capoluogo di Provincia delle funzioni amministrative concernenti il rilascio e il rinnovo delle patenti
di abilitazione all’impiego dei gas tossici di cui all’art. 4 del R.D. 147 del 1927. A seguito di tali
provvedimenti, questa ULSS ha istituito nel Dipartimento di Prevenzione presso il Servizio SPISAL l’ufficio
competente all’espletamento delle suddette attività, valevole per tutto l’ambito provinciale. E’ stata, quindi,
costituita la Commissione Provinciale composta da esperti di: Prefettura, Questura, Comando Provinciale
dei Vigili del Fuoco, Laboratorio Provinciale dell’ARPAV e ULSS– Dipartimento di Prevenzione.
Rilascio
Nel 2014 non è pervenuta nessuna richiesta per rilascio di nuove patenti.
Rinnovo
La patente deve essere rinnovata ogni 5 anni, esibendo idonea documentazione sanitaria comprovante
l’idoneità psico-fisica. Per agevolare l’utenza il Servizio ricorda con lettera la scadenza del patentino; nel
2014 sono stati spediti 23 inviti e sono state presentate 20 domande di rinnovo, alla quali è stata data
regolare risposta.
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Relazione annuale di attività 2014 e programma