REGIONE VENETO ULSS N° 1 BELLUNO DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE SERVIZIO PREVENZIONE IGIENE e SICUREZZA negli AMBIENTI di LAVORO RELAZIONE ANNUALE di ATTIVITÀ 2014 e PROGRAMMA 2015 PRESENTAZIONE Anche quest'anno ci presentiamo all'opinione pubblica attraverso la pubblicazione del consuntivo dell'attività svolta nell’anno trascorso e della programmazione per l’anno in corso. Il “resoconto dell’anno” rappresenta un’occasione per parlare del Servizio, dei suoi risultati e delle sue strategie. Infatti, l’obiettivo del rapporto annuale non è solo quello di pubblicare i “numeri” ma quello di garantire una informazione chiara e trasparente dei criteri di programmazione degli interventi, delle prestazioni effettuate e dei risultati ottenuti in termini di efficacia della prevenzione. Solitamente le attività del servizio SPISAL sono percepite come repressive, mentre rimane misconosciuta la loro ricaduta preventiva. A questo proposito, riteniamo importante segnalare che un recente studio, condotto nella nostra regione, ha dimostrato l’efficacia (capacità di riduzione degli infortuni) degli interventi effettuati dagli SPISAL. E’ stato, infatti, statisticamente dimostrato che nelle aziende oggetto di intervento del servizio di vigilanza si é avuta una maggior riduzione degli infortuni rispetto ad analoghe aziende (stesso comparto, stesse dimensioni) che non avevano ricevuto nessun controllo. La ricerca, inoltre, ha confermato l’appropriatezza degli interventi effettuati, vale a dire che i controlli sono stati fatti proprio nelle situazioni più rischiose, dimostrando che la programmazione ha seguito criteri di prorità corretti (atti del convegno di Padova del 19.11.2014 “Valutazione di efficacia degli interventi di prevenzione degli SPISAL http://www.ulss.tv.it/Minisiti/spisal/assistenza/documenti.html). I risultati della ricerca dimostrano la correttezza delle modalità di approccio e di intervento adottate dal Servizo SPISAL di questa ULSS, che ha sempre cercato di assistere l’imprenditore nella gestione e nelle organizzazione della salute e sicurezza della propria azienda, assieme alla doverosa verifica della attuazione degli obblighi legislativi. Sperando che questo possa contribuire ad accrescere la collaborazione reciproca, si accolgono con piacere eventuali osservazioni o proposte dai lettori della presente relazione. INDICE INDICE pag. 2 IL SERVIZIO SPISAL Mission e attività Organizzazione – Operatori pag. 3 pag. 4 CARATTERISTICHE PRODUTTIVE DEL TERRITORIO pag. 5 RIEPILOGO DELLE ATTIVITÀ SVOLTE pag. 6 INTERVENTI DI COMPARTO Prevenzione in Agricoltura Prevenzione in Edilizia Prevenzione nelle aziende ad alto indice infortunistico Prevenzione del rischio da ambienti confinati Prevenzione nelle aziende che effettuano schiumatura poliuretanica Prevenzione nel comparto delle Onoranze Funebri pag. 8 pag. 9 pag. 12 pag. 12 pag. 13 pag. 15 GLI INFORTUNI SUL LAVORO Epidemiologia degli infortuni nella ULSS n. 1 Belluno Le inchieste giudiziarie per infortuni pag. 16 pag. 18 LE MALATTIE PROFESSIONALI Epidemiologia degli infortuni nella ULSS n. 1 Belluno Le inchieste giudiziarie per tecnopatie pag. 20 pag. 21 AMBULATORIO DI MEDICINA DEL LAVORO Sportello “Assistenza ed ascolto per disagio psicosociale lavoro-correlato” Ricorsi contro il giudizio del Medico Competente pag. 22 pag. 22 IGIENE E TOSSICOLOGIA INDUSTRIALE Controllo sulle attività di rimozione dei materiali contenenti amianto Regolamenti REACH e CLP pag. 23 pag. 25 ATTIVITÀ DI PROMOZIONE DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA SUL LAVORO Assistenza e informazione Promozione della cultura della sicurezza nelle scuole Promozione degli stili di vita corretti negli ambienti di lavoro Progetto regionale “promozione della salute del lavoratore autonomo” pag. 26 pag. 27 pag. 28 pag. 28 ATTIVITÀ AUTORIZZATIVA pag. 29 COMMISSIONE PROVINCIALE PATENTI GAS TOSSICI pag. 29 2 IL SERVIZIO S.P.I.S.A.L La mission istituzionale dello S.P.I.S.A.L., servizio del Dipartimento di Prevenzione della ULSS, è riportata nell’art. 7 del D.Lgs. 502/92, modificato dal D.Lgs. 229/99, nella legislazione regionale (L.R. 54/82) e trova conferma nel DPCM 29 novembre 2001 dove si indicano i Livelli Essenziali di Assistenza: “La mission dello SPISAL è la prevenzione degli infortuni e delle malattie da lavoro ed il miglioramento del benessere di chi lavora e viene perseguita attraverso azioni di vigilanza, assistenza, formazione e promuovendo nelle aziende una cultura orientata allo sviluppo dei sistemi di gestione della sicurezza e al controllo dei determinanti di salute”. Le azioni tipiche del Servizio consistono in: Vigilanza: • Verifica dell'attuazione delle norme in materia di igiene e sicurezza in tutti i luoghi di lavoro • Controllo dei fattori di nocività attraverso misurazioni degli inquinanti ambientali • Riconoscimento delle cause e delle responsabilità nei casi di infortunio e malattia professionale con accertamento delle violazioni delle norme di sicurezza e di igiene del lavoro Attività sanitarie: • Certificazioni di idoneità al lavoro • Sportello di ascolto e assistenza contro il disagio psicosociale correlato al lavoro • Ricorsi contro il parere espresso dal medico competente • Visite specialistiche in Medicina del Lavoro per consulenza (a medici di base e ospedalieri) • Sorveglianza sanitaria per lavoratori ex esposti ad amianto e lavoratori autonomi • Tutela delle lavoratrici-madri mediante accertamento delle condizioni di rischio lavorativo e ambientale • Partecipazioni ai collegi medico-legali • Vigilanza sull’attività dei Medici Competenti Attività amministrative - autorizzative: • Valutazione dei requisiti di idoneità e salubrità dei nuovi insediamenti produttivi. • Valutazione dei piani di lavoro/notifiche per la rimozione di amianto ex titolo IX-capo III D.Lgs 81/2008 • Concessioni di deroghe: - all’uso dei DPI per rumore ex art. 197 D.Lgs.81/2008 - all’uso di laboratori interrati ex art. 65 D.Lgs.81/2008 • Ricezione di comunicazioni, notifiche o registri obbligatori - comunicazione per nuove attività o impianti ex art. 67 D.Lgs.81/2008 - notifica per apertura cantieri ex art. 99 D.Lgs.81/2008 - comunicazioni per situazioni pericolose, di superamento dei limiti o di emergenza (rumore, impiego di cancerogeni, o di agenti biologici, amianto) - registro degli esposti (rumore, cancerogeni, agenti biologici, amianto) - relazione annuale sulle attività di rimozione amianto • Rilascio e rinnovo delle patenti di abilitazione all’impiego dei gas tossici (a livello provinciale) Attività di assistenza – informazione (sportello informativo): • Progettazione e realizzazione di interventi di educazione e promozione alla salute • Divulgazione di documentazione scientifica, tecnica e normativa • Dati statistici ed epidemiologici su infortuni e malattie professionali • Indicazioni su problemi di medicina del lavoro, igiene industriale, antinfortunistica e sistemi di gestione della sicurezza. 3 ORGANIZZAZIONE Lo SPISAL è dislocato su due sedi: Belluno, in Via S. Andrea, 8 e Pieve di Cadore in Via degli Alpini, 39. L'organizzazione interna prevede: • un servizio amministrativo, per informazioni e appuntamenti, con orario di apertura al pubblico dalle ore 8 alle ore 13 dal lunedì al sabato • lo sportello informativo per assistenza tecnica, normativa, sanitaria, su appuntamento • lo sportello di ascolto e assistenza contro il disagio psicosociale correlato al lavoro, su appuntamento. OPERATORI L'organico del Servizio è costituito da diverse figure professionali che operano in modo integrato: 2 medici del lavoro, 1 assistente sanitaria, 1 igienista industriale, 6 ispettori-tecnici della prevenzione. Tutti gli operatori (eccetto l’amministrativo) hanno la qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria con conseguente responsabilità del rapporto alla Magistratura e della gestione dell’iter procedurale sanzionatorio di cui al D.Lgs. 758/94. I medici, specialisti in Medicina del lavoro, si occupano prevalentemente della gestione degli aspetti di tipo sanitario, dalle indagini giudiziarie per patologia professionale, al controllo sanitario dei lavoratori esposti a rischi professionali. Effettuano interventi di vigilanza negli ambienti di lavoro per la verifica degli aspetti di igiene e delle misure di sorveglianza sanitaria e in particolare sulle attività svolte dai medici competenti. Il chimico igienista si occupa della vigilanza sugli aspetti di igiene industriale: controllo sul contenimento degli inquinanti professionali e sull’efficacia degli impianti. Esprime i pareri su: piani di lavoro per rimozione amianto, installazione impianti distribuzione di carburante e nuovi insediamenti produttivi. Effettua i controlli ispettivi nei cantieri di rimozione di amianto. L’assistente sanitaria cura tutte le attività di tipo informativo, formativo e di promozione della salute per lo sviluppo di una cultura della sicurezza tra lavoratori e imprenditori. Effettua indagini giudiziarie di malattie professionali e di alcuni casi di infortuni sul lavoro. Collabora nella gestione delle attività sanitarie e ambulatoriali. I tecnici della prevenzione vigilano e controllano tutti gli ambienti di lavoro (aziende, cantieri, etc) affinché le strutture, gli impianti, le macchine, le attrezzature, il processo produttivo e l’organizzazione delle prevenzione rispondano ai requisiti di igiene e sicurezza; ricercano le cause e le responsabilità degli infortuni sul lavoro redigendo i rapporti giudiziari; esprimono pareri sulle attività di bonifica e sulle caratteristiche dei fabbricati utilizzati a scopo produttivo. Il personale amministrativo: cura il protocollo, la spedizione e l’archiviazione delle pratiche, garantisce supporto giuridico-amministrativo (accesso atti, privacy, etc), cura la gestione degli aspetti economicofinanziari (rendicontazione spese/entrate, predisposizione e spedizione delle fatture, etc). Sostiene i rapporti con l’utenza (front-office) fornendo le informazioni di primo livello. Con la collaborazione del personale amministrativo del Dipartimento di Prevenzione, vengono gestite, a livello provinciale, le pratiche di rilascio e rinnovo delle patenti per l’impiego dei gas tossici. ORGANIGRAMMA Direttore Amministrativo Medico del Lavoro Chimico igienista Assistente Sanitaria Daniela Marcolina Raffaella Della Libera Maria Teresa Riccio Stefania Peterle Mariagrazia Smaniotto Tommaso Bernardi Sergio Boso Giandamiano Candeago Alberto De Carli (a tempo determinato e orario ridotto) Massimo Pomarè Tecnici della Prevenzione Nella pianta organica del Servizio è presente un ulteriore Tecnico della Prevenzione (Urdich Alessandro) attualmente in comando presso la Procura 4 CARATTERISTICHE PRODUTTIVE DEL TERRITORIO L’ambito di competenza della ULSS n° 1 è caratterizzato da un territorio molto vasto, pari a 2.748 kmq di superficie, ubicato prevalentemente in zona montana con una viabilità non sempre scorrevole. E’ composto di 51 Comuni e vi risiede una popolazione di 129.410 abitanti, con una densità di 47 abitanti per Km2. Le aziende presenti nel territorio, alla fine del 2013 ammontavano a 9.833 unità di cui circa un terzo con almeno un dipendente; gli addetti ammontavano (riferiti all’anno 2012 erano 46.755 di cui 4.866 lavoratori autonomi; la tabella seguente riporta le informazioni sulle dimensioni dei vari settori della realtà produttiva locale ricavate dalla Banca Dati INAIL Epiwork. Aziende per settore di attività economica presenti nel territorio dell’ULSS n. 1 Belluno anno 2013. SETTORI ATTIVITA’ Agriindustria e pesca Estrazione Minerali Industria Alimentare Attività Manifatturiera di cui AZIENDE 149 19 99 Tessile Conciaria Legno Carta Chimica e Petrolio Gomma Metalmeccanica Elettronica Occhialeria e altre manifatture 100 2 403 68 32 13 531 85 414 Elettricità Gas Acqua Costruzioni Commercio Trasporti e Magazzinaggio Sanità Servizi Attività non classificate TOTALE 13 1.734 1.401 285 214 4.199 122 9.883 La crisi economica globale ha colpito duramente anche la nostra realtà provinciale dove è continuato il calo delle attività produttive e del numero dei lavoratori nei comparti di tipo produttivo (manifatturiero, edile, metalmeccanico). 5 RIEPILOGO DELLE ATTIVITÀ SVOLTE La tabella seguente illustra le principali attività svolte dallo SPISAL di Belluno nell’ultimo anno. Attività di prevenzione svolta nel 2014 dal Servizio SPISAL TIPO DI INTERVENTO Aziende controllate Cantieri ispezionati Sopralluoghi Attività giudiziaria per infortuni (inchieste per infortuni) Attività giudiziaria per tecnopatie (inchieste per malattie professionali) Attività sanitaria (visite, accertamenti) Aziende controllate con indagini ambientali e di rischio Pareri di interventi per bonifica amianto Attività autorizzativa (Nuovi Insediamenti Produttivi, inizio attività ex art 67) Assistenza/sportello informativo (risposte scritte) Ore di docenza / Figure formate 2014 349 166 426 42 59 73 20 83 80 50 75/300 L’obiettivo stabilito dalle indicazioni nazionali e regionali è di ispezionare il 5% delle aziende con almeno un dipendente o equiparato che per l’anno in esame è stato calcolato in circa 340: nel corso del 2014 lo SPISAL ha controllato 349 imprese, superando l’obiettivo stabilito. La tabella illustra le tipologie produttive oggetto degli interventi. Aziende ispezionate dallo SPISAL nel 2014 suddivise per comparto produttivo COMPARTO Edilizia Manifatture (legno, elettronica, tessile) Imprese Funebri Agricoltura Metalmeccanica Produzione meterie plastiche Sanità e servizi sanitari Pubblica Amministrazione Esercizi pubblici/ hotel/ristoranti Commercio Occhialeria Trasporti Altro TOTALE N° AZIENDE ISPEZIONATE 259 17 13 11 10 8 5 5 5 4 3 2 7 349 Come per gli anni precedenti, la maggior parte dell’attività di vigilanza ha interessato il comparto dell’edilizia attraverso l’ispezione nei cantieri e il controllo sulle aziende in essi presenti (74% delle ditte controllate). Le indicazioni nazionali e regionali prevedono un impegno costante in questo settore, anche attraverso interventi eseguiti in collaborazione con gli altri Enti: per il 2014 l’obiettivo stabilito per questa ULSS era di ispezionare 158 cantieri di cui almeno il 10% in congiunta. L’attività svolta, consistente nel controllo di 166 cantieri, di cui 20 insieme ai colleghi della DTL, INAIL, INPS, ha superato il valore assegnato (vedi “interventi di comparto” pag. 9). La collaborazione con gli altri Enti di vigilanza si è sviluppata, oltre che nei controlli dei cantieri, anche con ispezioni congiunte organizzate in situazioni particolarmente rischiose o a seguito di segnalazioni. Complessivamente sono stati eseguiti 10 sopralluoghi insieme ai colleghi della DTL presso aziende “etniche” (n. 6) o per esposto (n. 3) o per rischio rilevante come i siti confinati (n. 1). Le ispezioni nelle aziende cosidette “etniche” sono state effettuate, su indicazioni regionali, nelle attività gestite da cinesi e hanno interessato due attività produttive (occhialeria), tre commerciali e una ristorazione. Per quanto riguarda il rispetto della normativa in materia di sicurezza tre imprese non hanno presentato carenze, altre tre non avevano ottemperato agli obblighi prevsiti dal D.lgs 81/08 in merito alla valutazione dei rischi. Anche gli interventi effettuati nelle aziende del settore agricolo rientrano nell’ambito di attività di vigilanza dettate da direttive nazionali e regionali; in considerazione dello scarso numero di imprese agricole con dipendenti nel nostro territorio, l’obiettivo stabilito dalla Regione per questa ULSS per il 2014 era di ispezionarne una decina, di cui almeno una in collaborazione con i colleghi dei Servizi del Dipartimento di 6 Prevenzione che si occupano della sicurezza alimentare e ambientale nell’uso dei fitosanitari e una insieme agli ispettori degli altri Enti; anche in questo caso l’obiettivo è stato raggiunto, avendo ispezionato 10 aziende agricole (vedi “interventi di comparto pag. 8). Negli altri settori le ispezioni hanno avuto luogo a seguito di segnalazioni da parte dei lavoratori o per il verificarsi di un infortunio o di una malattia professionale, oppure per un intervento di prevenzione su rischio specifico come nel caso dello studio sul rischio da isocianati o dell’intervento di comparto nelle imprese funebri (vedi “interventi di comparto rispettivamente a pag. 13 e 15). Durante le ispezioni sono state verificate tutte le condizioni di igiene e sicurezza (antinfortunistica, impiantistica, igiene ambientale e dei locali, sorveglianza sanitaria, aspetti documentali ed organizzativi). Gli atti amministrativi e giudiziari redatti a seguito delle ispezioni nei luoghi di lavoro sono: • 97 verbali all’autorità giudiziaria con riscontro di 111 violazioni penali in materia di salute e sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 758/96) • 2 verbali di accertamento di illeciti amministrativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/08 art. 301-bis) • 3 verbali contenenti disposizioni migliorative; • 304 relazioni informative agli interessati (verbale “negativo”) Nel corso degli ultimi anni la percentuale delle imprese sanzionate sul totale di quelle visitate è costantemente diminuita passando dal 51% del 2010 al 28% nel 2014. Ciò sta sicuramente a significare che le aziende bellunesi –e in particolare le imprese edili, visto che la maggior parte dell’attività ispettiva ha interessato il comparto delle costruzioni- hanno continuato il percorso di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei posti di lavoro, già iniziato nel 1996 con l’attuazione delle normative comunitarie, e che i lavoratori hanno maturato una maggior responsabilità e sensibilizzazione nei confronti della sicurezza e salute sul lavoro, senza dimenticare l’importante azione di prevenzione effettuata dagli Enti di tutela e vigilanza (SPISAL, INAIL, DTL). Il numero dei sopralluoghi effettuati (426) è superiore al numero delle aziende ispezionate, perché durante i sopralluoghi in cantiere vengono controllate più imprese, tuttavia il numero complessivo dei sopralluoghi risulta sempre rilevante perché, se viene redatto un verbale di prescrizioni, è necessario successivamente eseguire il successivo sopralluogo di verifica per controllare l’attuazione delle indicazioni impartite. L’attività giudiziaria per indagini per infortuni e malattie professionali rappresenta una attività istituzionale dovuta ai sensi del Codice di Procedura Penale, effettuata sia di iniziativa, che su richiesta della Magistratura e costituita da rapporti giudiziari per infortuni e tecnopatie. Per quanto riguarda le inchieste per infortunio sul lavoro, il Servizio assicura le indagini in tutti i casi gravi (prognosi superiore a 40 giorni) e mortali. Nel corso dell'anno 2014 il Servizio ha effettuato n° 42 rapporti giudiziari per infortuni gravi, aventi le caratteristiche di cui sopra, in 1 caso l’indagine ha riguardato un infortunio mortale. Il numero delle inchieste per malattie professionali è collegato alle segnalazioni di tecnopatie che giungono al Servizio. Le segnalazioni di sospetta malattia professionale, pervenute nel corso dell’anno, sono state 93; tutte sono state valutate, in primo luogo, per definirne l’origine professionale, riconosciuta in 32 casi e, successivamente, per selezionare i casi in cui fare rapporto alla Magistratura (indebolimento permanente di un organo di senso o di un apparato). Nel corso del 2014 sono state redatte n. 59 inchieste complete di sopralluogo e sommarie informazioni testimoniali e sono stati inoltrati 12 rapporti giudiziari nei casi dovuti. In nessun caso l’indagine ha evidenziato violazioni alle norma di competenza. L’attività sanitaria dello SPISAL consiste nell’evadere le richieste dell’utenza, in particolare: certificati per idoneità lavorative specifiche (uso di esplosivo, volontari antincendio boschivo, etc.), consulenza specialistica a medici di base e/o ospedalieri, sorveglianza sanitaria agli ex esposti ad amianto e ai lavoratori autonomi ed, infine, partecipazione ai collegi medici per ricorsi contro il giudizio del medico competente. In totale sono state effettuate 73 visite mediche. L’attività autorizzativa è rappresentata dalle prestazioni attribuite istituzionalmente al Servizio Pubblico dalle leggi vigenti e consiste nel ricevere comunicazioni e notifiche e nell’esprimere pareri e autorizzazioni. I pareri sono prevalentemente rappresentati dalle pratiche edilizie per i nuovi insedimenti produttivi per i quali i Comuni richiedono il parere sanitario di competenza. Gli interventi di promozione alla salute, di formazione e di assistenza sono rappresentate dalle prestazioni di assistenza alle imprese, tesa a fornire indirizzi e procedure per facilitare l’attuazione della normativa prevenzionale e dalla realizzazione di progetti di promozione della salute. Nei capitoli successivi vengono illustrate le singole tipologie di attività 7 INTERVENTI di COMPARTO Uno dei principali obiettivi di salute indicati dalla pianificazione nazionale, per quanto riguarda la prevenzione nei luoghi di lavoro, è la riduzione del 15% degli eventi gravi e invalidanti. Per ottenere ciò è necessario localizzare il problema a livello strategico (comparti principalmente interessati) e tattico (individuazione delle aziende su cui effettuare specifici interventi). Pertanto le indicazioni regionali sono di intervenire con azioni di vigilanza e prevenzione nelle aziende del comparto agricolo, nelle aziende edili e nelle aziende degli altri comparti con elevato indice infortunistico e nelle attività con presenza di luoghi confinati ove il rischio di infortuni mortali per asfissia e intossicazione risulta molto elevato. Inoltre, in relazione alle caratteristiche di rischio delle realtà lavorativa locale, ogni anno vengono individuati dei settori meritevoli di studio. Di seguito vengono illustrate gli interventi effettuati in questi comparti. INTERVENTO DI PREVENZIONE IN AGRICOLTURA Tecnico della Prevenzione Giandamiano Candeago, referente del progetto, con la partecipazione degli altri Tecnici della Prevenzione Il settore dell’agricoltura e silvicoltura rappresenta una priorità di intervento stante la rilevanza del problema infortunistico (elevata frequenza e gravità), tanto che il Piano Nazionale di Prevenzione ha stabilito che ogni regione deve programmare con “particolare urgenza” azioni di prevenzione e vigilanza nel proprio territorio. La Regione Veneto ha definito una procedura per il controllo uniforme su tutto il territorio delle aziende agricole, dei costruttori e rivenditori di macchine; inoltre ha stabilito il numero minimo di ispezioni da effettuarsi annualmente per ogni SPISAL che nel caso della nostra ULSS consite nel controllare almeno 10 imprese. Lo SPISAL di questa ULSS ha effettuato, nel 2014, 11 controlli nelle aziende agricole (10 di iniziativa, 1 a seguito di infortunio). Nel territorio della ULSS n. 1 di Belluno l’agricoltura è poco rappresentata e nella maggior parte dei casi si tratta di aziende familiari o individuali.Tuttavia anche i coltivatori diretti e le imprese familgliari sono soggetti agli obblighi del D.Lgs. 81/08 relativamente alla sicurezza delle attrezzature da lavoro e del trattore, e a quello di utilizzare i dispositivi di protezione individuali (DPI). Nel corso del sopralluogo sono stati verificati tutti gli aspetti della igiene e sicurezza sul lavoro, con particolare attenzione agli aspetti della sicurezza delle attrezzature e dei trattori come da indicazioni regionali, nello specifico sono stati controllati n. 26 trattori e n. 23 attrezzature da lavoro. Per quanto riguarda le carenze riscontrate, in 5 imprese sono state riscontrate violazioni riguardanti la sicurezza delle attrezzature. Anche se il limitato numero dei casi esaminati non ci permette di trarre delle valutazioni statistiche, è doveroso segnalare che rispetto allo scorso anno la situazione risulta migliorata. Infatti nel 2013 in due terzi delle imprese agricole ispezionate si erano riscontrate violazioni alle norme sulla sicurezza del lavoro, mentre nel 2014 le aziende non a norma si sono ridotte a un terzo. Si conferma, comunque, che il comparto agricolo presenta maggiore difficoltà ad attuare le norme di sicurezza, vuoi per il carattere familiare delle imprese vuoi per la vetustà del parco macchine che rende molto oneroso l’adeguamento. Come da programma regionale una parte delle ispezioni è stato effettuato insieme ad altri Enti/Servizi di vigilanza e precisamente: 1 controllo congiuntamente con gli ispettori della DTL che si sono interessati della regolarità dei rapporti di lavoro; 1 controllo congiuntamente con i nostri colleghi del Dipartimento di Prevenzione Servizio SIAN, per la verifica degli aspetti relativi all’impiego dei fitofarmaci. Per il prossimo anno si continuerà la vigilanza nel comparto agricolo garantendo lo stesso numero di ispezioni e mantendo la collaborazione con gli altri Enti e Servizi. 8 INTERVENTO DI PREVENZIONE IN EDILIZIA Tecnico della Prevenzione Sergio Boso, referente del progetto, con la partecipazione degli altri Tecnici della Prevenzione Il settore delle costruzioni continua a rappresentare uno dei comparti più a rischio per frequenza e gravità degli infortuni sul lavoro, pertanto è prioritario intervenire con azioni di informazione e vigilanza costanti, come indicato dal Piano Nazionale Prevenzione in Edilizia e dalla programmazione della prevenzione annuale della nostra regione. Nella tabella seguente viene descritta l'attività ispettiva svolta nel corso del 2014 che comprende, oltre all’attività di vigilanza, anche quella giudiziaria per infortuni e tecnopatie. Attività svolta nel settore edile dallo SPISAL nel 2014 ATTIVITÀ Cantieri ispezionati di cui NON a norma al primo sopralluogo Sopralluoghi effettuati Imprese e/o lavoratori autonomi controllati Verbali di ispezione con prescrizioni o sanzioni amministrative di cui riguardanti: Imprese (datori lavoro, dirigenti, preposti) Lavoratori autonomi Committenti/responsabili dei lavori Coordinatori sicurezza Inchieste per infortunio Inchieste per tecnopatia N° 166 46 (pari al 27,7%) 251 259 60 49 4 4 3 9 17 Il numero dei cantieri ispezionati è stabile rispetto allo scorso anno e supera il quantitativo minimo stabilito dalla regione (158). L’obiettivo del Piano Nazionale di Prevenzione in Edilizia è quello di essere presenti e visibili sul territorio assicurando il controllo su almeno il 10% dei cantieri operanti nel territorio: quest’anno nel nostro territorio è stato possibile raggiungere la percentuale del 21% rispetto al numero delle notifiche di “apertura cantiere” inoltrate al Servizio, risultate in totale 792. . Anche nel 2014 si è confermato il trend di miglioramento delle condizioni di sicurezza dei cantieri operanti nel bellunese. Infatti rispetto agli anni precedenti la percentuale dei cantieri non a norma è diminuita passando dal 68% del 2010, al 58% del 2011, al 54% nel 2012, 30% nel 2013, fino a raggiungere il 27,7% nel 2014. Il 12% delle ispezioni, pari a 20 cantieri, è stato eseguito insieme con gli altri enti di vigilanza INAIL-INPSDTL-Carabinieri, in particolare, erano sempre presenti gli ispettori della Direzione Territoriale del Lavoro, integrati di volta in volta anche dagli altri Enti. L’importanza della vigilanza congiunta fra Enti che hanno competenze diverse sta nel fatto che il controllo risulta completo sotto tutti gli aspetti: sia quelli relativi alla sicurezza e all’igiene, sia quelli riguardanti la regolarità dei rapporti di lavoro. Oltre alle ispezioni fatte congiuntamente, tutta l’attività di vigilanza nel settore delle costruzioni viene fatta in coordinamento con gli altri Enti di vigilanza, grazie all’azione di coordinamento fatta all’interno del l’Organismo di Coordinamento Provinciale per la prevenzione e vigilanza sul lavoro e all’attivazione del flusso informativo che permette lo scambio continuo e costante delle notizie. Infatti, al fine di prevenire interferenze o sovrapposizioni, periodicamente viene scambiato fra gli Enti di vigilanza il resoconto dei cantieri ispezionati e l’elenco delle zone da controllare. Al fine di uniformare le modalità di accesso e di valutazione dei cantieri e garantire un comportamento il più omogeneo possibile fra i Servizi di vigilanza delle due ULSS provinciali, nel 2014 è stato previsto un percorso formativo coinvolgendo i colleghi dello SPISAL di Feltre, si è definita la procedura provinciale per le attività ispettive in edilizia e si sono organizzati sopralluoghi in collaborazione con gli ispettori dello SPISAL dell’ULSS 2 Feltre. Circa una decina di cantieri nel terririo dell’ULSS di Belluno ed altrettanti nel territorio dei Feltre sono stati fatti con la presenza contemporanea di ispettori delle due ULSS, che in tal modo hanno imparato ad utilizzate modalità di controllo comuni e uniformi. L’attività di vigilanza viene organizzata in modo da coprire uniformemente tutto il territorio di competenza; il cantiere viene individuato sulla base delle notifiche pervenute, privilegiando le situazioni che risultano più 9 rischiose, quali i pericoli di caduta dall’alto o in profondità, oppure si utilizza il metodo dell’avvistamento (percorrendo in auto il territorio selezionato), negli altri casi le motivazioni sono state l’accadimento di infortuni gravi e le segnalazioni, come illustra la tabella seguente. Attività di vigilanza in cantiere: motivo dell’ispezione Motivo A vista o su notifica Indagini per infortunio Esposto Controllo piano rimozione amianto Totale Numero 120 9 19 18 166 Come gli anni precedenti sono pervenute al Ns Servizio numerose segnalazioni (19 esposti pari al 12% dei cantieri ispezionati), anche se in calo rispetto all’anno precedente. Si tratta prevalentemente di richieste da parte di privati, residenti nelle vicinanze del cantiere, preoccupati per la loro incolumità e per la sicurezza degli spazi comuni; in alcuni casi l’esposto è stato fatto da Imprese, preoccupate per una concorrenza sleale. Il 27,7% dei cantieri non è risultato adeguatamente protetto rispetto ai principali rischi infortunistici (caduta dall’alto, sicurezza di impianti o macchine) e organizzativi (gestione, coordinamento, documentazione). Nella tabella seguente vengono analizzate le più frequenti carenze riscontrate. Carenze riscontrate durante le ispezioni nei cantieri: anno 2014 CARENZE Ponteggi, impalcature e parapetti, attrezzature da lavoro in quota, operazioni di montaggio e smontaggio, protezioni contro le cadute dall’alto in genere Ambienti e posti lavoro, passaggi, scale, viabilità e recinzione Obblighi dei datori di lavoro delle imprese esecutrici (POS, vigilanza, formazione valutazione dei rischi, nomine, contratto d’appalto, pimus, etc) Obblighi lavoratore autonomo Obblighi del committente (nomine, notifica, verifiche idoneità imprese, etc) Obblighi della impresa affidataria Obblighi del Coordinatore Sicurezza Scavi, fondazioni e demolizioni lavori Obblighi del preposto Impianti e apparecchiature elettriche Protezione delle macchine e delle attrezzature e loro manutenzione Totale N° VIOLAZIONI 24 11 10 5 4 4 3 2 2 1 1 67 Le carenze più diffuse riguardano sempre le protezioni contro le cadute dall'alto, che sono proprio la causa degli infortuni più gravi o mortali. Il persistere di tali carenze è indicativo del fatto che c’è una sottostima del rischio da parte di alcuni imprenditori; d’altra parte è necessario che anche i lavoratori, formati a lavorare in sicurezza ed addestrati a riconoscere le situazioni pericolose, si attivino nel segnalare le condizioni di lavoro non a norma, diventando attori positivi di prevenzione, come previsto dalle norme antinfortunistiche. Si noti che alcune violazioni sono state contestate direttamente al “preposto” di cantiere (capocantiere, caposquadra ecc.) figura che ricopre una ruolo fondamentale nella gestione di sicurezza del cantiere, ma anche con possibile responsabilità penale, in caso d’infortunio. Un altro aspetto a cui è stata rivolta particolare attenzione anche nel 2014 riguarda la voce “Ambienti e posti lavoro, passaggi, scale, viabilità e recinzione”. In questi casi l’attività ispettiva è stata orientata anche alla tutela dell’ambiente esterno al cantiere in particolare finalizzata alla tutela della popolazione, pretendendo dalle imprese una chiara delimitazione tra attività lavorativa e ambiente di vita quotidiana, valutando le possibili interferenze ambientali. Gli aspetti organizzativi della gestione della sicurezza in cantiere, rappresentati dai documenti della sicurezza (Piano Operativo di Sicurezza, Piani di Sicurezza e Coordinamento, Fascicolo adatto alle caratteristiche dell’opera, etc.) rappresentano un fattore importante nella gestione del cantiere. Purtroppo questi documenti vengono considerati ancora come meri adempimenti formali, affidandone spesso l’elaborazione a studi e consulenti esterni che a volte li redigono in modo standardizzato. Un documento così fatto perde il suo scopo, che è quello di prevedere le situazioni di rischio nel cantiere e di 10 organizzare il lavoro in modo sicuro e resta solo un documento formale, inutile dal punto di vista della sicurezza. Durante i controlli in cantiere del 2014 si sono incontrati circa 34 lavoratori autonomi rilevando in 4 casi delle violazioni relative alla loro attività. Per questa categoria di lavoratori è sempre rimasto attivo lo SPORTELLO INFORMATIVO e le visite di idoneità lavorativa, in proseguo al progetto regionale “LAVORATORE AUTONOMO Sano Sicuro Informato), avviato nel 2012. Sempre più, sono stati trovati in cantiere committenti che eseguivano lavorazioni in supporto alle imprese; non essendo qualificati e con adeguata formazione, sono stati fatti allontanare dal cantiere. Si ricorda che la responsabilità, in caso d’infortunio del committente che lavora nel cantiere, ricade sull’impresa titolare del cantiere. Quest’anno è stato notevolmente implementato il monitoraggio sull’ottemperanza al divieto di assunzione di bevande alcoliche per le lavorazioni del comparto costruzioni: sono stati effettuati controlli alcolimetrici in n.21 cantieri, corrispondenti al 12,6% del complessivo dei cantieri ispezionati, sottoponendo al test n.78 lavoratori. Solo in un cantiere il test è risultato positivo per due lavoratori che sono stati immediatamente sospesi dell’attività. Oltre alla dovuta azione di controllo sul rispetto della normativa in materi di sicurezza sul lavoro, gli interventi nei cantieri si caratterizzano per essere dei veri e propri i momenti informativi e formativi per tutte le maestranze presenti in quel momento e, quando possibile, anche per i Coordinatori per la Sicurezza in fase di Esecuzione (CSE), convocati nel cantiere. In questo modo si ricerca l’obiettivo di fare promozione attuando sia la fase ispettiva sia la fase di supporto, informativa e di assistenza, che rappresenta la “mission” dello SPISAL. Un passo all’indietro, nella prevenzione delle possibili cadute dall’alto, nella fase manutentiva delle coperture degli edifici, è stato fatto con la Legge Regionale 25 settembre 2014, n.28, entrata in vigore dal 1 ottobre, la quale, andando a modificare di fatto le DGRV 2774/09 e DGRV 97/12 “Misure preventive e protettive da predisporre negli edifici per le manutenzioni in quota in condizioni di sicurezza”, ne ha in parte compromesso l’efficacia. Sicuramente l’intento del legislatore regionale era quello di semplificare e snellire gli adempimenti relativi alla fase manutentiva dei fabbricati, ciò invece ha disorientato sia i Tecnici Comunali, sia i Progettisti che i Committenti che tutti gli operatori del settore, perché ha di fatto eliminato una importante misura di sicurezza per tutti quei lavoratori che che eseguono interventi di manutenzione sul tetto (es. antennisti, spaccacamini, pulizia grondaie), per i quali, vista la durata effimera dei lavori, non è pensabile l’allestimento di opere di protezione fissa come i ponteggi. Tuttavia, si fa presente che non sono state modificate le norme in materia di sicurezza sul lavoro di cui all’art. 91 del D.lgs. 81/08 dove si prescrive l’obbligo del “Fascicolo adatto alle caratteristiche dell’opera”, ed è proprio in detto documento che devono essere previste le misure di sicurezza specifica da installarsi nell’edificio, per la protezione dei lavoratori contro le possibili cadute dall’alto nella fase manutentiva. Pertanto durante la vigilanza nei cantieri lo SPISAL accerterà la presenza di tale documento e dell’adeguatezza delle misure previste, fra cui non potranno mancare i sistemi di protezione fissi. Si ricorda, infine, che è responsabilità dei Committenti che commissionano i lavori di manutenzione in quota sugli edifici esistentii, assicurarsi che tali operazioni avvengano in condizioni di sicurezza, pertanto l’invito è quello dell’installazione delle misure preventive e protettive contro le cadute dall’alto negli edifici, anche in assenza di un obbligo di legge. Per il prossimo anno si continuerà l’attività di prevenzione e vigilanza nel comparto delle costruzioni, secondo le direttive nazionali e regionali, con l’obiettivo di: garantire una sufficiente copertura ispettiva del territorio; offrire controlli omogenei, mirati a ridurre i rischi rilevanti, con soluzioni di prevenzione condivise e uniformi con gli altri Enti di Vigilanza. evitare pratiche inutili e sovrapposizione dei controllo delle varie Ammininistrazioni attraverso il coordinamento degli interventi fra Enti; monitoraggio sul divieto assunzione bevande alcoliche. 11 INTERVENTI IN AZIENDE AD ALTO RISCHIO INFORTUNISTICO Dirigente Chimico Stefania Peterle, referente del progetto, e i Tecnici della Prevenzione Seguento i criteri di pianificazione degli interventi in base all’entità del rischio, oltre alla vigilanza in edilizia e in agricoltura, si sono effettuati controlli mirati nelle aziende appartenenti ai comparti a più alto indice infortunistico, secondo i seguenti criteri di priorità: aziende che hanno avuto infortuni invalidanti; aziende che hanno i tassi di incidenza più elevati di 3 per 1000 addetti per infortuni gravi (eventi con prognosi superiore a 30 giorni); aziende che hanno “eventi sentinella” cioè con dinamica significativa per carenze di sicurezza). Nel 2014 sono state selezionate 12 Aziende dei comparti: produzione poliuretani, produzione schede elettroniche, produzione energia elettrica. In queste aziende l'approccio utilizzato, secondo le indicazioni regionali, mira a verificare, oltre al rispetto generale della normativa, anche gli specifici fattori di rischio per infortuni gravi attraverso l'esame del Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro (SGS) e del modello organizzativo e di gestione (MOG) presente in azienda, come previsto dall' art. 30 del D.lgs. 81/08. Il nostro Servizio ha inteso richiamare l'attenzione delle Aziende sui vantaggi derivanti da una efficace organizzazione della sicurezza, non tanto come “deterrente” ai fini della L.231/2001, ma in relazione alla maggiore “tranquillità” per il datore di lavoro che così può gestire, ossia tenere sotto controllo, la sicurezza sul lavoro e le attività ad essa collegate affidate alle varie figure (datore di lavoro, dirigenti, preposti; RSPP, RLS, addetti alle emergenze, Medico Competente). Lo sforzo è stato quello di avviare una riflessione, con i protagonisti della sicurezza aziendale, sull'importanza di definire “chi fa, che cosa, come e quando” e le conseguenze delle eventuali carenze nello svolgimento dei compiti di ciascuno, partendo dai problemi oggettivi emersi in sede di sopralluogo ispettivo: in altre parole, si stimolavano le figure aziendali ad individuare il perchè si fosse potuta verificare una situazione pericolosa (macchina non protetta, aspirazione non funzionante, procedure assenti.....) e come evitare che la situazione si ripeta. In due situazioni si è redatto il verbale di contravvenzione per carenze di mantenimento della salubrità luoghi di lavoro. Negli altri casi, le situazioni rilevate non corrispondevano a violazioni palesi del dettato normativo, ma potevano essere affrontate con un percorso condiviso di miglioramento delle procedure aziendali. Infatti, nella maggior parte delle Aziende visitate, i RSPP hanno condiviso e recepito di buon grado i suggerimenti forniti in tema di miglioramento continuo, ritenendoli un punto di forza poter “esibire“ l'attenzione dedicata alla sicurezza, dentro e fuori l'Azienda. Nel corso del prossimo anno verranno proseguite queste azioni in altre aziende e altri comparti. INTERVENTI IN AZIENDA CON RISCHIO DA AMBIENTI CONFINATI Dirigente Chimico Stefania Peterle, referente del progetto, e i Tecnici della Prevenzione A causa della gravità degli infortuni che potenzialmente possono accadere nei luoghi di lavoro confinati è necessario mantenere alta l’attenzione e la vigilanza nelle imprese che eseguono i lavori questi particolari ambienti. Gli obiettivi quantitativi regionali prevedono, per il territorio in esame, almeno un intervento all’anno da effettuarsi congiuntamente fra gli Enti di vigilanza. Pertanto, anche nel 2014, in collaborazione con il personale ispettivo della DTL di Belluno, si è deciso di continuare il controllo nelle piscine dove il rischio è determinato dal locale tecnologico in cui sono installati gli impianti di depurazione e clorazione con il deposito delle relative sostanze chimiche (cisterne con la soluzione di ipoclorito di sodio e con acido solforico). Per questo tipo di ambienti, trattandosi di locali interrati e con scarso ricambio d'aria, i rischi di asfissia per carenza di ossigeno o presenza di gas/vapori irrespirabili, sono collegate ad eventuali incidenti (spandimenti accidentali, miscelazione di sostanze incompatibili) che possono determinare lo sviluppo di gas tossici e la necessità di intervenire in condizioni di emergenza. A seguito del nostro intervento il gestore ha migliorato la segnaletica e l'etichettatura, rendendole ben evidenti sui contenitori, sulle tubazioni, sui punti di rabbocco. Inoltre è stato migliorato l’aspoetto organizzativo con la redazione delle istruzioni operative in cui si prevede la vigilanza costante dell'operatore in fase di caricamento e la formazione speciale dell'addetto all'autocisterna. Per il prossimo anno si prevede di proseguire con i controlli su questi ambienti, completando l’indagine in tutte le piscine del territorio. 12 INTERVENTO DI COMPARTO NELLE AZIENDE DELLA PROVINCIA DI BELLUNO CHE EFFETTUANO LA SCHIUMATURA POLIURETANICA Dirigente Chimico Stefania Peterle e TdP Patrizia Curto dello SPISAL n. 2 Feltre In Provincia di Belluno è presente l'attività di produzione di manufatti in poliuretano, soprattutto sotto forma di schiuma rigida espansa isolante per impianti frigoriferi. La reazione di polimerizzazione avviene miscelando estemporaneamente isocianato e poliolo in apposite macchine schiumatrici. La reazione esotermica può creare una dispersione in aria di monomero isocianico MDI prima che esso abbia completamente reagito. I rischi chimici principali sono determinati dagli isocianati aromatici, potenti allergizzanti delle vie respiratorie e sospetti cancerogeni e dagli additivi dei polioli (acido formico o fosfati clorurati). Per la rilevanza dei rischio chimico insito nelle suddette lavorazioni e per alcune segnalazioni di malattie professionali (asma da isocianati) si è deciso di effettuare un intervento di prevenzione/vigilanza nelle aziende che effettuavano attività di schiamatura di poliuretano espanso e di realizzarlo su tutte le aziende del territorio provinciale anche in considerazione del limitato numero delle ditte del comparto in esame. Lo scopo dell’indagine era di standardizzare la vigilanza a livello provinciale e uniformare le indicazioni per una corretta valutazione dei rischi e per le relative misure di prevenzione. I 2 SPISAL della Provincia hanno operato congiuntamente, tramite sopralluoghi effettuati insieme dagli ispettori delle due ULSS, utilizzando strumenti condivisi (check-list di controllo, informativa preliminare); elaborando insieme i dati raccolti e divulgando le conclusioni (incontro con aziende e associazioni con consegna della relazione sottoscritta da entrambi gli SPISAL). Attività svolta Nel periodo gennaio-settembre 2014 sono stati effettuati sopralluoghi in 12 Aziende (5 presenti nel territorio dell'ULSS n. 1, e 7 nell' ULSS n. 2), con raccolta standardizzata dei dati impiantistici delle schiumatrici (manuali, automatiche, a bassa o alta pressione) e delle caratteristiche della ventilazione ambientale e della aspirazione localizzata. Sono stati controllati inoltre i documenti aziendali inerenti la sicurezza (Documento Valutazione Rischio Chimico, Libretti macchina, Indagini Ambientali, Sorveglianza Sanitaria). Risultati Nelle 12 Aziende esaminate erano presenti 157 lavoratori addetti alla mansione, su un totale di 1365 lavoratori; gli impianti di schiumatura erano in totale 38, di cui 34 manuali e 4 automatici; per quanto riguarda la tecnologia d'impianto, 23 erano del tipo “ad alta pressione” e 15 a “bassa pressione”. Dall' indagine svolta sono emerse criticità sui seguenti aspetti : schede di sicurezza, spesso non aggiornate ai Regolamenti Europei REACH 1907/2006 e 453/2010; presenza di prodotti pericolosi usati come ausiliari di pulizia che in qualche caso potevano essere eliminati; frequente assenza del libretto d'uso degli impianti di schiumatura; assenza o carente efficienza di aspirazioni localizzate nei punti di schiumatura; postazioni di lavoro con imbrattamenti di poliuretano per la fuoriesce durante la schiumatura o nelle fasi di lavaggio; scarsa qualità delle indagini ambientali di esposizione personale a MDI, dovuta a metodiche analitiche non specifiche, limiti di rilevabilità e sensibilità non coerenti con il TLV, tempi di campionamento insufficienti. Conclusioni Lo studio ha permesso di uniformare le indicazioni migliorative da fornire alle aziende sia in fase di valutazione del rischio chimico, sia per l’adozione delle misure di prevenzione e protezione più idonee, che si possono così riassumere: MATERIE PRIME scegliere materie prime e prodotti di lavaggio meno pericolosi, sulla base dell’ analisi delle schede di sicurezza aggiornate (Regolamento Europeo 453/2010), verificando inoltre che le proprie condizioni operative rientrino negli eventuali scenari di esposizione ivi descritti; verificare la presenza di etichette e segnaletica ben visibili, allo scopo di evidenziare, nei contenitori e nei percorsi delle tubazioni, la presenza dei fluidi pericolosi; nella postazione di rifornimento dei serbatoi utilizzare imbocchi dedicati e distinti per isocianati e polioli; dotarei recipienti di fluidi pericolosi che possono dar luogo a spandimenti/sgocciolamenti, di bacini di contenimento, separati per compatibilità. IMPIANTI disporre dei libretti d'uso degli impianti di schiumatura ed adeguare l 'uso delle macchine a quanto previsto dal costruttore; 13 assicurare che l’areazione degli ambienti di lavoro sia di almeno 3-5 ricambi/ora e installare sempre l’aspirazione localizzata nelle postazioni di schiumatura manuale anche quando la temperatura operativa è inferiore ai 40°C, perché la fase di polimerizzazione esotermica porta ad un innalzamento della temperatura oltre i 100°C all'interno dello stampo; ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO disporre l’uso di guanti ed indumenti da lavoro con caratteristiche di impermeabilità per la protezione da imbrattamenti da schiuma ancora in reazione; redigere procedure operative che prevedano: o la regolare pulizia della postazione di lavoro dagli imbrattamenti o l’allontanamento degi scarti di produzione dall’ambiente di lavoro o i presidi e le modalità di intervento in caso di spandimenti accidentali e/o per il primo soccorso eseguire l’eventuale indagine ambientale secondo le metodiche OSHA 47, tenendo presente che il suo scopo è quello di monitorare l’efficacia delle misure di contenimento del rischio da vapori di MDI e non di giustificare l’assenza di aspirazione localizzata nell’impianto di schiumatura; SORVEGLIANZA SANITARIA Sottoporre a sorveglianza sanitaria con periodicità annuale i lavoratori addetti alla schiumatura, con un' attenta raccolta anamnestica mirata ai rischi allergizzanti e un periodico controllo della funzionalità ventilatoria. La conclusione dell'indagine è stata resa nota a tutte le aziende del comparto e alle associazioni di categoria in un incontro svoltosi a Feltre nel gennaio 2015, in cui si sono valorizzati i vantaggi della modalità di intervento di comparto: agire con omogeneità laddove vi sono margini di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori estendere anche alle altre aziende le migliori soluzioni tecniche, organizzative, procedurali già attuate in qualche ditta, domostrando così, che tali miglioramenti sono “concretamente attuabili”. Per quanto riguarda l'attività prevista per il 2015, ci si propone di effettuare un'indagine sempre a livello provinciale, nel comparto delle galvaniche, settore interessante, non solo per la presenza di rischi lavorativi molto rilevanti, ma anche per le novità introdotte dai Regolamenti Europei REACH e CLP (imminente entrata in vigore di restrizioni per il cromo esavalente e acido borico, nuova classificazione di cancerogenicità di alcuni sali di Nichel), e relative ricadute sull'applicazione del D.Lgs.81/08. 14 INTERVENTO NEL COMPARTO DELLE ONORANZE FUNEBRI Dirigente Medico Maria Teresa Riccio, referente di area, con la partecipazione della Assistente Sanitaria Mariagrazia Smaniotto Nel 2014 si sono completati i controlli ispettivi presso tutte le aziende del comparto funebre. L’ intervento era organizzato in diverse fasi: informazione: incontro con le aziende del comparto assistenza: disponibilità degli operatori SPISAL per informazioni, richieste di chiarimenti, ecc., vigilanza: successivo sopralluogo ispettivo per verificare l’attuazione della normativa in materia di sicurezza sul lavoro. Fase Informativa L’incontro informativo è stato effettuato il 26.06.2013, invitando le 18 Aziende operanti nel territorio dell’ULSS n. 1. La partecipazione complessiva è stata superiore al 50% perché 9 aziende erano presenti alla riunione, mentre altre due 2 ditte, si sono recate nei giorni successivi presso il Servizio per ritirare il materiale predisposto e per approfondire gli argomenti in discussione. L’incontro aveva lo scopo di infomare le imprese sui principali rischi lavorativi e fornire indicazioni sulle misure di prevenzione da attuare e sulla corretta stesura del documento di valutazione dei rischi, ricordando ai datori di lavoro gli obblighi dettati dalla normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro. A tale scopo è stato consegnato ai partecipanti un sintetico manuale contenente la descrizione dei principali rischi e l’indicazione delle misure di prevenzione prioritarie da adottare. Nel corso dell’incontro è emerso che non tutte le imprese avevano attivato la sorveglianza sanitaria, poche avevano misurato il rischio ergonomico e solo alcune avevano completato la formazione dei lavoratori. Fase Ispettiva Nel periodo 2013-2014, due ditte hanno cessato l’attività e 4 si sono consorziate in un’unica impresa; pertanto i sopralluoghi ispettivi effettuati hanno interessato tutte le 13 imprese del comparto. Il comparto studiato risulta costituito da imprese di piccole dimensioni in cui operano, oltre al legale rappresentante, i soci (n. 17), alcuni collaboratori famigliari (n.4); i lavoratori sono prevalentemente rappresentati da operatori cosiddetti a chiamata (n. 22) e in numero inferiore dai dipendenti fissi (n. 15). Il controllo ha riguardato non solo i locali, ma soprattutto gli aspetti organizzativi: dalla valutazione dei rischi, alla formazione dei lavoratori, attivazione della sorveglianza sanitaria, gestione dei DPI, nomine delle figure della sicurezza, valutazione dello stress lavoro-correlato, organizzazione delle emergenze (primo soccorso e antincendio) e attuazione delle misure di prevenzione per il rischio biologico e da movimentazione manuale di carichi. Risultati Gli ambienti di lavoro ispezionati, destinati ad ufficio, esposizione e deposito, non hanno presentato carenze strutturali o igienistiche. Dalla analisi dei Documenti di Valutazione dei Rischi è risultato che tutte le imprese avevano approfondito il rischio da movimentazione manuale dei carichi misurandolo con metodi standardizzati e oggettivi; l’entità del rischio, così misurato, risulta collocarsi nella fascia di punteggio basso, corrispondente cioè ad un lieve sforzo con un improbabile rischio per la salute da sovraccarico fisico. Infatti le ditte avevano adottato per le attività di trasporto e sollevamento delle salme l’impiego dei carrelli funebri, e per la movimentazione del cofani funebri seguivano la procedura di trasporto con 6 o 4 operatori. Gli altri aspetti organizzativi controllati sono risultati adeguatamente valutati e attuati. Solo in un caso si è riscontrata la mancata organizzazione servizio di primo soccorso aziendale (carenza sanzionata). Conclusioni In conclusione l’indagine effettuata ha consentito di fornire alle imprese, in una fase antecedente ai controlli, indicazioni su come affrontare i rischi presenti nella loro realtà lavorativa e quali misure preventive predisporre. Al momento del sopralluogo ispettivo le ditte avevano correttamente attuato le misure di tutela. Riteniamo pertanto che i risultati dell’intervento possano essere considerati “positivi”, avendo aumentato l’attuazione delle misure di salute e sicurezza per i lavoratori del comparto funebre. INTERVENTI DI COMPARTO: PROGRAMMA PER IL 2015 Riassumento, lattività di prevenzione e vigilanza per il 2015, prevede di: Continuare la vigilanza nei comparti edilizia e agricoltura nel rispetto dei Piani Nazionali; Effettuare un'indagine, a livello provinciale, nel comparto delle galvaniche, per la rilevanza dei rischi chimici e per le novità introdotte dai Regolamenti Europei REACH e CLP; Effettuare un intervento nel settore della grande distribuzione (supermercati) per la presenza dei rischi ergonomici che generano numerose segnalazioni di malattia professionale. 15 GLI INFORTUNI SUL LAVORO NELLA ULSS n°1 Belluno Nella tabella seguente si riportano i dati degli infortuni accaduti e denunciati nella ULSS n. 1 Belluno nell’ultimo quinquennio. Numero degli infortuni definiti (escluse le franchigie) e numero lavoratori per settore di attività nella ULSS n° 1 Belluno periodo 2008-2013 2008 2009 2010 2011 2012 2013 15 / 162 7 / 174 6 / 185 10 / 183 14 / 211 10 / n.d. 5 / 115 3 / 107 6 / 122 3 / 142 5 / 127 0 / n.d. 11 / 455 17 / 474 10 / 475 12 / 424 5 / 430 8 / n.d. 9 / 390 8 / 323 8 / 320 8 / 325 10 /415 8 / n.d. 0 /10 0/8 0/4 0/3 0/3 0 / n.d. Ind. Legno 61 / 1.129 51 / 1.062 43 / 1.088 40 / 1.074 29 / 1.014 32 / n.d. Ind. Carta 7 / 214 2 / 210 1 / 211 2 / 206 0 / 185 1 / n.d. Ind. Chimica 54 /877 42 / 772 31 / 808 27 / 786 26 / 726 21 / n.d. Ind. Gomma 0 / 20 1 / 22 0 / 19 0 / 20 1 / 21 1 / n.d. Ind. Trasf. Non Metall. 36 / 438 27 / 428 11 / 364 26 / 367 9 / 288 7 / n.d. Ind. Metalli 3 / 51 5 / 1.021 4 / 1.021 3 / 966 3 / 1.068 4 / n.d. Metalmec. 88 / 2.033 74 / 1.956 58 / 1.947 62 / 1.908 52 / 1.857 48 / n.d. Ind. Elettrica 21 / 1.397 17 / 1.231 12 / 1.285 21 / 1.195 12 / 1.132 19 / n.d. 167 / 10.772 141 / 10.551 101 / 10.879 127 / n.d. Agroindustri a e pesca Estrazione minerali Ind. Alimentare Ind. Tessile Concerie Altre Industrie Elettricità, Gas, acqua 249 / 11.222 190 / 10.387 5 / 56 8 / 62 2 / 72 6 / 87 11 / 89 9 / n.d. Costruzioni 357 / 4.352 265 / 4.289 242 / 4.094 234 / 4.190 199 / 3.950 146 / n.d. Commercio 82 / 3.861 67 / 4.020 67 / 3.879 76 / 3.905 72 / 3.918 67 / n.d. Trasporti 71 / 1.132 62 / 1.215 42 / 1.102 50 / 1.133 49 / 1.082 45 / n.d. Sanità 111 / 3.671 127 / 3.681 141 / 3.501 133 / 3.522 116 / 3.556 156 / n.d. Servizi 312 / 16.077 309 / 16.602 341 / 16.122 274 / 16.303 241 / 15.790 227 / n.d. Comp. non determinato TOTALE INDUSTRIA 35 / 67 33 / 45 21 / 62 36 / 76 28 / 68 33 / n.d. 1.532 1.315 1.213 1.1164 983 969 Agricoltura 59 67 65 64 51 46 Conto Stato 67 56 64 54 48 45 1.658 / 47.731 1.438 / 48.096 1.342 / 47.457 1.282 / 47.372 TOTALE 1.082 / 46.756 1.060 / n.d. Come si può notare nel decennio si registra un continuo calo del numero totale degli infortuni. 16 Pur non trascurando il fatto che negli ultimi 5 anni le consistenti riduzioni sono in gran parte dovute alla crisi produttiva, riteniamo che il trend positivo sia collegato ad un reale miglioramento in termini di sicurezza degli ambienti di lavoro, il cui merito va attribuito alle aziende e a chi le ha supportate nell’impegno pluriennale per rafforzare la cultura della prevenzione. Infatti, come ci illustra il grafico seguente, il calo è confermato dalla riduzione dell’indice di frequenza calcolato rapportando il numero degli infortuni accaduti e definiti, sul totale dei lavoratori occupati nello stesso anno. Tale valore è passato, per tutti i settori, dal 3,5% del 2008 al 2,3% del 2012. Il dato positivo, che conferma il trend positivo, va identificato nel fatto che l’indice infortunistico si è ridotto soprattutto in quei comparti produttivi seguiti con più costanza e attenzione dalle Associazioni Imprenditoriali e dei Lavoratori, ma anche dai Servizi di Vigilanza, vale a dire le Costruzioni, il cui indice infortunistico è calato nel quinquennio del 39%, il Legno, dove il calo è stato anche maggiore, pari al 48%, e la Metalmeccanica, con un calo del 34%. Indici di frequenza degli infortuni definiti in totale e per alcuni settori di attività della ULSS n° 1 Belluno periodo 2008-2012 (x 100 addetti) 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 2008 totale 2009 costruzione 2010 2011 legno metalmec 17 2012 altre manifatt LE INCHIESTE GIUDIZIARIE PER INFORTUNI Tecnico della Prevenzione Massimo Pomarè, referente di area, con la partecipazione degli altri operatori SPISAL Lo svolgimento di indagini sugli infortuni costituisce un'importante attività di prevenzione degli infortuni. Per garantire efficacia al lavoro di investigazione è stato attivato un flusso informativo in tempo reale (telefonata) dal Pronto Soccorso o direttamente dal SUEM per i casi più gravi (mortali o con prognosi riservata) in modo da permettere agli ispettori di recarsi tempestivamente sul luogo dell’incidente. Per gli altri incidenti i Servizi di Pronto Soccorso Ospedaliero garantiscono l’invio allo SPISAL della copia del certificato di infortunio entro le 24-48 ore successive e via fax, in tempo reale, se la prognosi è di almeno 30 giorni. Sulla base di queste informazioni vengono selezionati i casi da indagare: • infortuni mortali e gravi con prima prognosi superiore ai 40 giorni, per i quali l’indagine è obbligatoria in quanto la lesione ha le caratteristiche di cui agli artt. 583, 589 o 590 del CP (lesioni personali gravi); • infortuni di una certa gravità, soprattutto se nella dinamica presentavano possibili carenze antinfortunistiche nelle macchine o negli impianti; • infortuni, anche non gravi, ma che si ripetono frequentemente nella stessa azienda. Oltre alle precedenti informazioni, fin dal 2010 si è attivato un flusso informativo dall’INAIL per i casi di infortuni sul lavoro che, pur avendo una prognosi iniziale breve, si sono aggravati successivamente, superando i 40 giorni di assenza dal lavoro. Per tutti i casi selezionati, ad esclusione degli incidenti stradali e di quelli accaduti a lavoratori autonomi senza dipendenti, il Servizio procede con approfondimento del singolo caso ed eventualmente con l’inchiesta giudiziaria. L'inchiesta giudiziaria per infortunio è un’attività delicata ed impegnativa e comprende l’effettuazione dei seguenti interventi: • primo sopralluogo conoscitivo sul luogo dell'infortunio ed eventuali sopralluoghi successivi con raccolta di documentazione, foto, schizzi e qualsiasi altra prova utile allo svolgimento dell’inchiesta; • raccolta di sommarie informazioni testimoniali dall'infortunato e dai testimoni; • eventuali verbali d'ispezione contenenti le prescrizioni atte ad eliminare il rischio infortunistico; • eventuali sequestri e relativi dissequestri; • rapporto alla Magistratura. Inchieste giudiziarie: Nel corso dell'anno 2014 il Servizio ha indagato n° 42 casi di infortuni gravi; le conclusioni sono state le seguenti: nel 31% dei casi indagati (pari a 13 casi) si è riscontrata una carenza delle condizioni oggettive di sicurezza di tipo tecnico o organizzativo, evidenziando una violazione alla normativa; nel 33% degli incidenti si sono individuati fattori di rischio legati alla componente soggettiva del lavoratore quali disattenzione, operazione non corretta, imprudenza, errori di valutazione etc.; nel restante 36% non è stato possibile riconoscere carenze antinfortunistiche o comportamenti errati nella dinamica degli incidenti, per la maggior parte si tratta di incidenti dovuti a cadute in piano, distorsioni, urti o altre tipologie di accadimento che possono essere rientrare nel cosiddetto “rischio generico”. L’inchiesta per infortuni risponde a esigenze giudiziarie (giustizia penale), ma deve anche rispondere a criteri di efficacia, cioè la capacità di intervenire là dove ci sono situazioni pericolose ed impedire che permangano in essere situazioni a rischio. Poiché non è possibile analizzare tutti gli infortuni che accadono nel territorio, è necessario effettuare una attenta selezione dei casi da indagare. L’efficacia della azione preventiva si basa proprio sulla capacità di estrapolare da tutte le segnalazioni i casi che sottendono una carenza delle misure di sicurezza, fermo restando i casi mortali e gravi che devono essere eseguiti d’ufficio e le richieste della Magistratura. Il dato che misura questa efficacia è il rapporto fra il totale delle inchieste fatte e quelle conclusasi con l’individuazione di una violazione, che nella nostra casistica supera il 30%, dato che risulta essere coerente con la media regionale. 18 Nel 2014 si è verificato 1 infortunio mortale che ha coinvolto un dipendente di una azienda che effettua posa di linee elettriche. Gli operatori del Servizio hanno approfondito anche un altro incidente mortale, anche se non si trattava di vero infortunio sul lavoro in quanto era coinvolto un pensionato hobbista che eseguiva lavori boschivi. Questi fatti confermano come le lavorazioni agro-forestali siano effettivamente molto pericolose. Comparto Posa linee elettriche Lavori boschivi Modalità accadimento Lavoratore trascinato e travolto da un argano cingolato, rotolato lungo un pendio durante le fasi di tesatura dei cavi di una linea elettrica Ribaltamento di trattore agricolo: pensionato schiacciato a causa del ribaltamento del trattore lungo la strada silvo-pastorale I settori produttivi principalmente interessati dalle indagini per infortuni sono quelli a maggior rischio come l’edilizia; tuttavia si evidenziano le numerose inchieste nel terziario, dovute soprattutto ai fattori di rischio di “tipo generico”, come sopra descritti. Inchieste giudiziarie svolte nel 2014: suddivisione numerica per comparto produttivo. COMPARTO Edilizia Metalmeccanica Commercio e alberghiero Agricoltura, lavori boschivi Impianti risalita/trasporti Legno, segherie Terziario, Servizi, Pubb. Amministrazione Chimico Distribuzione energia elettrica, gas, acqua TOTALE N° inchieste infortuni 10 3 5 2 2 3 11 1 5 42 Altre indagini: Per altri infortuni, non soggetti all’obbligo del rapporto giudiziario, si sono attivate analisi di tipo diverso: per mezzo di verifiche documentali, interviste telefoniche o con l’invio di questionari; tali metodologie risultano meno impegnative in termine di carico di lavoro, ma sono comunque utili per individuare eventuali situazioni che necessitano di ulteriori indagini e per rendere consapevoli le aziende che la vigilanza sul fenomeno è continua. Con queste strategie alternative sono stati approfonditi ulteriori 30 casi. In particolare sono stati inviati 4 questionari a ditte e/o lavoratori per la raccolta di informazioni sulle modalità di accadimento dell’incidente e sulla gestione del fenomeno infortunistico aziendale. Gli infortuni indagati con quest’ultima metodologia, che riguardano casi di proiezione di schegge negli occhi e di movimentazione di carichi, sono caratterizzati in genere da prognosi di breve durata e da modalità di accadimento riconducibili a carenze di misure di prevenzione primaria principalmente individuabili nella informazione, addestramento, impiego dei DPI. Le risposte al questionario sono state esaurienti. Per il prossimo anno l’obiettivo è di mantenere lo standard medio degli ultimi anni, garantendo indagini su tutti gli infortuni gravi con più di 40 giorni di prima prognosi e su quelli la cui dinamica fa sospettare una carenza di misure di sicurezza. Inoltre, anche per il prossimo anno si continuerà a monitorare il fenomeno relativo agli infortuni con pochi giorni di prognosi, inviando i questionari e sensibilizzando le aziende a riflettere sulle cause di tali incidenti, eventualmente ispezionando quelle aziende dove il fenomeno si ripete con particolare frequenza anche se negli anni c’è stata una sensibile diminuzione di infortuni con tale dinamica. 19 LE MALATTIE PROFESSIONALI Dirigente Medico Maria Teresa Riccio, referente di area con la partecipazione della Assistente Sanitaria Mariagrazia Smaniotto Le malattie professionali sono le patologie contratte a causa del lavoro, legate cioè ai fattori di rischio presenti nell'ambiente di lavoro (rumore, vibrazioni, microclima, inquinanti aerodispersi, fattori ergonomici). La possibilità che questi fattori determinino stati di malattia è in diretta relazione con la loro concentrazione, con la durata dell'esposizione e con la diversa ricettività individuale. Il D.M. 11/12/2009 (ultimo aggiornamento) elenca le malattie correlate al lavoro per le quali è obbligatoria, da parte dei medici che, nell'esercizio della loro professione, ne riconoscano l'esistenza, la denuncia all' ULSS (SPISAL) e all’INAIL competente per territorio (art. 139 del DPR 1124/65). Le suddette segnalazioni hanno lo scopo di permettere: allo SPISAL, di verificare l’ambiente di lavoro sospettato di essere l’origine del danno, per eliminare le eventuali carenze in materia di igiene del lavoro; all’Istituto Assicuratore, di implementare l’elenco delle vere malattie per le quali esiste il riconoscimento automatico di tecnopatia professionale (le cosiddette malattie tabellate di cui al DM 09/04/2008). Se il danno è imputabile a violazioni delle norme sull'igiene e sicurezza del lavoro ed assume carattere di lesione personale grave o gravissima a causa di un indebolimento permanente di un organo, vige l'obbligo di segnalazione (referto) da parte del medico certificatore all’Autorità Giudiziaria, autorità che può essere individuata anche nello SPISAL, in quanto il personale possiede la qualifica di UPG (Ufficiale di Polizia Giudiziaria). Tutte le segnalazioni che pervengono allo SPISAL hanno, quindi, una triplice finalità: permettono di realizzare una mappatura delle aziende a rischio attraverso il riconoscimento dell'incidenza della patologia da lavoro; permettono di programmare l'attività ispettiva nelle singole realtà aziendali; attivano l’azione giudiziaria. La tabella seguente illustra la progressione delle segnalazioni di sospetta malattia professionale inviate al Servizio negli ultimi 10 anni (le segnalazioni sono riferite al singolo soggetto anche se, per alcuni casi di problemi osteoarticolari, una persona può presentare più di una patologia). Segnalazioni di sospette malattie professionali pervenute allo SPISAL. Periodo 2004-2014 TECNOPATIE 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Osteo-artrotendinopatie 44 31 53 42 41 44 30 51 33 50 67 Ipoacusie 47 53 46 47 36 23 22 14 13 14 16 Dermatiti 23 22 8 9 13 9 9 2 6 3 - 1 1 1 - 3 - 2 2 - 1 4 1 2 3 1 Bronco-pneumopleuro patie Disagio lavorativo Altro 1 2 4 5 5 3 2 9 2 3 1 Tumori e mesoteliomi 2 2 6 8 1 1 15 6 3 6 4 118 111 118 111 99 80 80 85 59 80 93 TOTALE Il trend delle segnalazioni è in aumento negli ultimi due anni. Le denunce di tecnopatie sono state redatte nella maggior parte dei casi da INAIL e dal patronato e in due casi dal medico di base; in pochi casi l’informazione è stata fornita dai medici competenti. Anche nel 2014 sono state numerose le segnalazioni per malattie osteoarticolari, confermando che ormai queste malattie rappresentano il vero problema emergente nel mondo del lavoro. Si tratta prevalentemente di disturbi/patologie muscolo-tendinee correlate al rischio da movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori tipici delle lavorazioni dell’occhiale e della metalmeccanica, e di patologie osteoarticolari da sovraccarico biomeccanico del rachide, frequenti nelle lavorazioni dell’edilizia (muratori) o della sanità (infermieri/assistenti alla persona). 20 Le segnalazioni delle patologie da rumore sono leggermente aumentate, ma sempre complessivamente basse; le segnalazioni più frequenti riguardano l’edilizia, proprio perché si tratta di lavorazioni rumorose difficilmente migliorabili con interventi ambientali Da quando è stato istituito presso lo SPISAL lo sportello di assistenza e ascolto per il disagio psicosociale lavoro-correlato, sono comparsi anche i primi casi di stress lavoro-correlato. Le indagini svolte Per ognuna delle segnalazioni precedentemente citate, il Servizio valuta, in primo luogo, se effettivamente si tratta di una patologia causata o correlata all’esposizione professionale; dopodiché interviene, là dove è possibile, per eliminare o ridurre i rischi dell’ambiente lavorativo, infine ricerca le eventuali responsabilità penali. Si tratta di un’attività impegnativa per il personale sanitario (medico e assistente sanitaria) che ha il compito di effettuare: raccolta di documentazione aziendale sopralluogo in azienda con valutazione del rischio lavorativo raccolta delle sommarie informazioni dal lavoratore; visita medica ed eventuali accertamenti strumentali redazione di rapporto giudiziario se del caso (vedi paragrafo seguente Attività Giudiziaria) Nel corso del 2014, i casi di sospetta malattia professionale segnalati o riscontrati direttamente sono stati complessivamente 93. Tutte le segnalazioni sono state valutate per selezionare quelle meritevoli di approfondimento o di archiviazione. In 19 casi l’analisi ha portato all’archiviazione della pratica, perché riguardanti i titolari, o di competenza di altra ULSS, o già segnalati in anni precedenti, etc). Negli altri 74 casi è stata fatta l’indagine che nel 43% dei casi ha confermato l’origine professionale della malattia segnalata, come illustra la seguente tabella. Indagini per sospette malattie professionali e casi con riconoscimento di origine professionale. Anno 2014 Patologie Ipoacusie Osteo-artro-tendinopatie Tumori e mesotelioma Bronco-pneumo-pleuro patie Disagio lavorativo TOTALE N° casi indagati 14 50 4 4 1 74 Casi di origine professionale 8 19 1 4 32 Come si può notare nel caso delle malattie ostearticolari sono frequenti le segnalazioni improprie, cioè vengono attribuite all’esposizione lavorativa malattie che invece sono originate da fattori endogeni o da esposizioni extraprofessionali. Nell’ambito delle indagini riguardanti queste patologie sono state eseguite anche misurazioni del rischio ergonomico in 4 aziende per verificare la correttezza delle valutazioni del rischio esegute dal datore di lavoro: è stato misurato il rischio da movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori in 13 mansioni tipiche del comparto occhialeria e in 3 mansioni della metalmeccanica. Le segnalazioni di sospette malattie tumorali hanno riguardato tre neoplasie polmonari, non riconducibili ad esposizioni lavorative e un mesotelioma di un ex esposto ad amianto, dipendente di una ditta non appartenente al territorio dell’ULSS n. 1. Le 4 patologie classificate come “bronco-pneumo-pleuro patie” si riferiscono a placche placche pleuriche riconducibili ex esposti ad amianto, riscontrate nell’ambito della sorveglianza sanitaria attuata dal nostro Servizio. L’attività Giudiziaria Quando l’indagine svolta a seguito delle segnalazione di sospetta malattia professionale assume la caratteristica di indebolimento permanente di un organo di senso o di un apparato (es. ipoacusie). lo SPISAL deve redigere il rapporto all’Autorità Giudiziaria Per 12 casi di malattie professionali è stato anche inoltrato il rapporto alla Magistratura perché la malattia aveva la caratteristiche di cui agli artt. 583, 589 o 590 del CP (lesioni personali). In nessun caso l’indagine ha evidenziato violazioni attuali alle norma di igiene e sicurezza sul lavoro. 21 AMBULATORIO DI MEDICINA DEL LAVORO Dirigente Medico Maria Teresa Riccio, referente di area, con la partecipazione della Assistente Sanitaria Mariagrazia Smaniotto L’attività sanitaria dello SPISAL consiste nell’evadere le richieste dell’utenza, in particolare: certificazioni di idoneità lavorativa (impiego di esplosivi, volontariato per antincendio boschivo, etc.), consulenza specialistica a medici di base e/o ospedalieri e sorveglianza sanitaria per lavoratori ex esposti ad amianto e per lavoratori autonomi. Attività sanitaria svolta nel 2014 VISITE/ACCERTAMENTI Visite mediche di idoneità al lavoro Visite mediche per ex esposti amianto Partecipazione a collegi medico-legali Visite mediche in corso di indagini di tecnopatia o infortunio Visite mediche di consulenza Sorveglianza sanitaria a lavoratori autonomi Audiometrie Spirometrie Visus N° 44 18 15 12 4 3 34 53 25 Oltre alle attività ambulatoriali sopradescritte, il personale sanitario SPISAL è stato impegnato nella gestione dello sportello per il disagio stress lavoro-correlato e nella risposta ai ricorsi contro i giudizi dei medici competenti. SPORTELLO DI ASSISTENZA e ASCOLTO per il DISAGIO PSICOSOCIALE LAVORO-CORRELATO In ottemperanza all’art. 6 della LR n. 8 del 22/01/2010 è stato attivato presso lo SPISAL un nuovo servizio: lo Sportello di Assistenza ed Ascolto sul Mobbing, sul Disagio Lavorativo e sullo Stress Psico−Sociale nei luoghi di lavoro. Lo Sportello ha la funzione di fornire informazioni ed indicazioni sui diritti dei lavoratori e sui relativi strumenti di tutela e orientare il lavoratore verso le strutture di supporto presenti nel territorio. La procedura di assistenza ed ascolto consiste nel colloquio semistrutturato e nei questionari autosomministrati per l’individuazione della condizione di disagio al lavoro. Se si riconoscono condizioni di disagio/malessere l’interessato viene inviato al Centro di Riferimento di 2° livello per la diagnosi mirata. Quando, invece, emergono problematiche non collegabili alla sicurezza sul lavoro, il lavoratore viene indirizzato ad altri Enti competenti per la situazione individuata, per esempio alla Direzione Provinciali Lavoro per aspetti contrattuali, alla Consigliera di Parità Provinciale per forme discriminazione di genere o al Comitato Unico di Garanzia nel caso in cui l’utente provenga da una Pubblica Amministrazione. Nel corso del 2014, 2 lavoratori si sono rivolti allo sportello, entrambe le persone lavoravano presso strutture socio-sanitarie pubbliche o private: un soggetto è stato inviato al centro di riferimento di 2° livello per la valutazione diagnostica che non ha confermato il nesso causale con l’ambiente lavorativo; nel secondo caso non si sono riscontrati né situazioni patologiche conclamate, né elementi tali da ipotizzare un nesso causale con l’ambiente di lavoro. RICORSO AVVERSO IL GIUDIZIO DEL MEDICO COMPETENTE Il D.Lgs.81/08 concede agli interessati (lavoratore o datore di lavoro) facoltà di ricorrere contro il giudizio espresso dal medico competente rivolgendosi all’organo di vigilanza. Presso il Servizio SPISAL è istituito il collegio medico costituito dal Direttore e dal dirigente medico dello SPISAL e dal Medico Legale del SISP del Dipartimento di Prevenzione. Nel corso del 2014 sono pervenuti n. 9 ricorsi che riguardavano dipendenti di vari comparti lavorativi diversi (occhialeria, servizi sanitari, edilizia). La valutazione medico collegiale è stata eseguita in 5, in quanto un ricorso è stato ritirato dal lavoratore, un altro non è stato accolto perché presentato oltre il termine dei trenta giorni dal giudizio emesso dal medico competente e due procedimenti sono in corso di definizione. Per i 5 casi conclusi, il giudizio espresso dal medico competente è stato modificato in 3 e revocato in 2. 22 IGIENE E TOSSICOLOGIA INDUSTRIALE Dirigente Chimico Stefania Peterle, referente di area, con la partecipazione degli altri operatori tecnici della prevenzione Nel corso del 2014 l’attività di igiene industriale ha riguardato: la valutazione di efficienza e di efficacia degli impianti di aspirazione localizzata, in aziende che utilizzano prodotti volatili pericolosi, come isocianati (vedi “indagine di comparto” pag. 13), vernici e solventi. In totale sono stati effettuati circa trenta rilievi con fumogeni, riscontrando nella maggior parte dei casi una buona situazione; solo in qualche caso, nell'attività di schiumatura dei poliuretani, si è evidenziata la necessità di far migliorare la geometria e/o la posizione dell'aspirazione localizzata presso il punto di formazione dell'inquinante. il controllo del rischio amianto, sia in termini di verifica dei materiali sospetti presenti in parti di edifici ed impianti , che in termini di verifica di corretta bonifica e smaltimento da parte delle ditte specializzate, che, infine, di indagini per la ricerca di siti ancora contenenti amianto. La vigilanza, secondo le indicazioni regionali, sui nuovi Regolamenti REACH e CLP. Nelle pagine seguenti illustreremo in dettaglio questi ultimi due argomenti. CONTROLLO SUI RISCHI DA MATERIALI CONTENENTI AMIANTO E DALLE RELATIVE ATTIVITA' DI BONIFICA La L. 257/92 prevede che lo SPISAL venga informato su tutti gli interventi di demolizione, rimozione o scoibentazione di materiali contenenti amianto, attraverso la presentazione di un dettagliato piano contenente le modalità di esecuzione, le misure tecniche di protezione dei lavoratori e dell’ambiente, nonché le indicazioni logistiche del cantiere, dei soggetti responsabili e della data di inizio dei lavori. Lo SPISAL valuta la documentazione pervenuta ed esprime eventuali osservazioni, tenendo presenti sia gli aspetti antinfortunistici che quelli relativi alla protezione personale e ambientale. Inoltre, vigila sul rispetto delle procedure descritte nel piano e delle misure di protezione ed igiene, effettuando sopralluoghi e misure ambientali (rilievo di fibre aerodisperse). Nel corso del 2014 sono pervenuti 83 piani/notifiche (articoli 250 e 256 del D.Lgs.81/08) per interventi su materiali contenenti amianto. Anche quest'anno la maggior parte dei piani ha interessato la rimozione di materiali in matrice compatta, ovvero coperture in cemento amianto (“eternit”), il cui rischio principale per il lavoratore è quello infortunistico, in considerazione della fragilità delle lastre che non sostengono il peso di una persona. I piani di lavoro presentati sono stati numerosi perchè molti proprietari di edifici, che hanno utilizzato gli incentivi per l’installazione sul tetto di impianti fotovoltaici, hanno approfittato dell’occasione per effettuare la bonifica delle coperture in amianto. Gran parte di questi interventi hanno riguardato aziende agricole (coperture e tettoie di stalle, fienili, ecc), alcune attività commerciali ed un plesso scolastico. In altri casi, Società bancarie e Società telefoniche di rilevanza nazionale, hanno avviato una campagna di completa eliminazione di materiali con amianto ancora presenti in alcune strutture; in questi casi si è trattato soprattutto di parti di impianti tecnologici, cioè guarnizioni o impasti isolanti di materiale friabile. Un'altra quota di lavori ha riguardato la rimozione di pavimenti fatti di piastrelle in vinil-amianto in edifici ad uso pubblico (amministrazioni ed attività commerciali), ed infine la rimozione di tubazioni e canne fumarie rinvenuti durante la demolizione di edifici. Non potendo effettuare l’ispezione su tutti i cantieri di bonifica segnalati, si sono selezionati quelli che presentavano fattori di rischio maggiori per superficie, pendenza o altezza del tetto, per l’assenza di struttura portante sotto la copertura o per la vicinanza con zone sensibili (centri abitati o scuole), o infine con presenza di amianto nella forma più pericolosa, cioè friabile. Seguendo questi criteri, sono stati controllati: 16 cantieri per la rimozione di amianto compatto. Le ispezioni hanno evidenziato, in generale, un comportamento corretto da parte delle ditte specializzate nella bonifica, con rispetto dei contenuti del piano di lavoro, mentre le carenze più significative sono state individuate a carico dell'organizzazione del cantiere, in caso di lavori di ristrutturazione importanti, con più Ditte coinvolte: in questo caso sono risultati carenti l'individuazione delle aree, la corretta segregazione del cantiere, il deposito rifiuti, il coordinamento dei lavori in caso di attività della Committenza contemporaneamente presenti (es.attività commerciali). 23 2 cantieri per la rimozione di amianto in matrice friabile o assimilabile; o in un caso si trattava di intervento di rimozione di guarnizioni isolanti (materiale friabile) nei locali tecnologici di edifici privati, ma ad uso pubblico (banca). Trattandosi della forma di amianto più pericolosa per liberazione di fibre in aria, il cantiere è stato verificato attentamente e le lavorazioni sono risultate correttamente condotte. o Il secondo caso, del tutto eccezionale, ha riguardato lo scoperchiamento di un capannone industriale causato da una tromba d'aria durante il periodo estivo; la copertura di cemento amianto, anche se compatto ed in buono stato di conservazione, è stata trasportata con violenza nei terreni limitrofi, disperdendosi e frantumandosi (materiale assimilabile al friabile). Il Servizio SPISAL è intervenuto sia nella fase dell'emergenza insieme ad ARPAV, per dare nell'immediatezza le indicazioni per il contenimento dei rischi per la popolazione, sia, in un secondo momento, per verificare la corretta esecuzione dei lavori di bonifica da parte della ditta specializzata ed abilitata, verificando anche, successivamente, le condizioni di sicurezza del capannone in relazione alla necessità ripresa dell'attività produttiva. Attività svolta per il controllo del rischio amianto: anno 2014 TIPO DI ATTIVITÀ Autorizzazioni piani di lavoro e notifiche artt. 250 e 256 D.Lgs. 81/08 Relazioni annuali ex art. 9 D.Lgs. 257/92 Cantieri di rimozione di amianto compatto visitati Cantieri di rimozione di amianto friabile visitati Quantità di materiale compatto rimosso (tonnellate) Quantità di materiale friabile rimosso (kilogrammi) Certificazioni di restituibilità Campioni di materiale sospetto prelevati N° Interventi 83 12 16 2 203 10 1 1 Considerata la specializzazione in materia, il nostro Servizio interviene anche negli ambienti di vita: nel 2014 si è occupato di un centro di accoglienza per persone vittime di disagio sociale, per la presenza di amianto nei pavimenti vinilici dell'edificio, a seguito della preoccupazione espressa dal personale addetto alla struttura, destinata anche ad accogliere bambini. Si è proceduto a campionare la piastrella “sospetta” per la presenza di amianto e, a seguito di conferma, si è proceduto ad effettuare una misura in SEM di eventuali fibre di amianto aerodisperse che ha dato esiti tranquiliizzanti, trattandosi di pavimenti in buono stato di conservazione. Sono state fornite, come da prassi consolidata, le informazioni sulle cautele per una corretta manutenzione ordinaria del pavimento, in attesa della bonifica da parte del proprietario dell'immobile. Infine, nel 2014 una particolare richiesta d'indagine è pervenuta dalla Procura di Torino per quanto riguarda la possibile presenza di amianto in guarnizioni (freni e frizioni) di autoveicoli importati dall' Asia e potenzialmente presenti in alcune concessionarie d'auto anche nel nostro territorio. Sono stati effettuati, pertanto, interventi ispettivi in due rivenditori d'auto che commercializzavano quel tipo di autoveicoli. I sopralluoghi sono stati effettuati prima che il personale delle autofficine eseguisse gli interventi di manutenzione e sostituzione dei materiali in amianto, evitando quindi l’esposizione pericolosa. Le autofficine interessate hanno così potuto ottenere che l’intervento di bonifica venisse realizzato, tramite la ditta costruttrice, da una ditta specializzata ed abilitata. 24 I REGOLAMENTI REACH E CLP: LA STRATEGIA REGIONALE E LE INIZIATIVE LOCALI I Regolamenti REACH e CLP rappresentano un sistema integrato di registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche, miscele e articoli che mira ad assicurare un maggiore livello di protezione della salute umana e dell'ambiente. Obiettivo principale dei regolamenti è migliorare la conoscenza dei pericoli e dei rischi derivanti dai prodotti chimici e al contempo mantenere e rafforzare la competitività e le capacità innovative dell'industria chimica europea. Grazie a loro sarà possibile ottenere informazioni più numerose e più complete sulle proprietà pericolose dei prodotti manipolati, sui rischi connessi all'esposizione, sulle misure di sicurezza da applicare, in quanto oltre 30.000 agenti chimici, fabbricati o importati all’interno della UE, saranno soggetti ad un esame della loro pericolosità ed inseriti in un data-base comune a tutti gli Stati membri. Il Regolamento REACH prevede l’obbligo per i produttori ed importatori di Registrazione e di definizione delle misure di gestione del rischio delle sostanze chimiche. Le modalità di trasmissione delle informazioni sui pericoli associati ai prodotti chimici sono invece stabilite dal Regolamento CLP che introduce un nuovo sistema di classificazione, etichettatura ed imballaggio e redazione della scheda di dati di sicurezza (SDS) delle sostanze e delle miscele. Per assicurare trasparenza, imparzialità e coerenza a livello internazionale gli Stati membri hanno stabilito un appropriato quadro sanzionatorio che permette di irrogare sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive in caso di mancata ottemperanza: per l’attuazione della vigilanza Italia sono stati emanati i D.Lgs. n.133/2009 e n.186/2011, individuando le Autorità competenti in materia (Ministero della Salute), che opera d'intesa con le Regioni, attraverso ASL e ARPA. L'Autorità Regionale del Veneto è la Sezione Regionale Prevenzione. Con le DGRV n.4283 del 2009 e DGRV n.3461 del 2010 La regione Veneto ha individuato varie linee di lavoro, finalizzate non solo agli aspetti di vigilanza, ma soprattutto ad orientare ed aiutare le aziende nelll’applicazione delle norme. Per quanto riguarda la Vigilanza, è stata istituita la “rete regionale di coordinamento Reach” per l’elaborazione di modelli e protocolli di ispezione e l’individuazione dei laboratori deputati alle analisi dei campioni prelevati nelle attività di controllo. A partire dal 2013 la Regione Veneto ha definito il Piano Regionale dei controlli REACH, definendo il numero degli interventi, le modalità e la tipologia di Azienda da controllare. Per quanto riguarda il territorio della provincia di Belluno, nel 2014, si sono organizzate le attività di vigilanza in modo congiunto tra le due ULSS, attenendosi alle indicazioni Europee/Nazionali/Regionali: 1. un controllo ispettivo in un'azienda chimica dell’ULSS n. 1 Belluno che utilizza una materia prima importata da paesi extra UE (Israele), al fine di verificare la correttezza delle informazioni riportate sulla scheda di sicurezza della sostanza da parte dell'importatore, e la coerenza con le quantità di sostanza acquistata dall'Azienda utilizzatrice, sulla base del confronto con i dati forniti dall'Agenzia delle Dogane; 2. un controllo ispettivo in una Azienda produttrice di cosmetici (settore indicato dalla Regione) presente nel territorio dell'ULSS n. 2 di Feltre; il controllo ha riguardato la correttezza e la coerenza delle schede di sicurezza e delle etichette di materie prime e miscele commercializzate dall'Azienda in questione. Gli esiti di entrambi i controlli sono stati nel complesso soddisfacenti, anche se alcune schede dei dati di sicurezza necessitavano di alcuni miglioramenti, da noi indicati, e successivamente attuati dalla ditta ispezionata o dal suo fornitore, estendendo indirettamente l'effetto dell'indagine anche ai fornitori di altre ULSS ai quali sono state rischieste le SDS e le etichette corrette ed aggiornate. Oltre alla prevista attività ispettiva, nel 2014 “Assindustria Belluno” di Confindustria ha chiesto il contributo del nostro personale di vigilanza per un Convegno destinato alle Aziende del settore chimico ed agli studenti del quinto anno degli istituti tecnici, chiedendo di illustrare gli aspetti della vigilanza, attuale e futura, sull' attuazione del REACH; il Convegno si è svolto a dicembre 2014. Nel 2015 l'attività del Gruppo Vigilanza Provinciale proseguirà, sulla base delle indicazioni regionali, e come anche previsto dal Piano Regionale Prevenzione recentemente emanato. Anche l'attività di assistenza alle Aziende, proseguirà, sempre in forma armonizzata tra le 2 ULSS provinciali. 25 ATTIVITÀ DI PROMOZIONE DELLA SALUTE e SICUREZZA SUL LAVORO Questa attività vede coinvolti tutti operatori del Servizio SPISAL, i quali ognuno nell’ambito della loro professionalità e competenza, si impegnano ad promuovere la cultura della salute e sicurezza sul lavoro. In particolare gli interventi hanno interessato: 1. l’assistenza e l’informazione alle aziende, ai lavoratori e alle figure della sicurezza 2. Il sostegno alle politiche di gestione della cultura della salute e sicurezza nelle scuole 3. la promozione degli stili di vita corretti negli ambienti di lavoro 4. la tutela della salute e sicurezza del lavoratore autonomo 1° ASSISTENZA e INFORMAZIONE • Sportello informativo Nel corso del 2014 tutti gli operatori del servizio, ognuno per la propria specificità, hanno fornito risposte alle richieste di informazioni da parte di Tecnici, Progettisti, Consulenti aziendali, RSPP e funzionari di Associazioni, effettuando 217 incontri “ad personam”, rispondendo per iscritto a 50 quesiti e a oltre 200 richieste telefoniche di informazioni. I quesiti riguardavano principalmente: modalità di applicazione del decreto sulla sicurezza nei cantieri edili, dubbi sulle norme per la costruzione di nuovi insediamenti produttivi, gli obblighi inerenti la formazione dei lavoratori e delle altre figure della sicurezza, e, in genere, l’applicazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro. • Incontri informativi e formativi Oltre alla forma diretta costituita dallo “sportello”, nel corso del 2014 sono stati organizzati, a livello provinciale, incontri informativi strutturati con associazioni di imprese e di lavoratori, professionisti e consulenti vari, per affrontare specifiche problematiche: Due edizioni del corso il 20 febbraio e il 16 settembre a Venezia per medici competenti delle aziende ULSS del Veneto, organizzato dalla ULSS n. 1 Belluno con la relazione “la promozione della salute nei luoghi di lavoro:I nuovi compiti del Medico del Lavoro nella politica aziendale contro il fumo nelle Aziende ULSS” Corso del 3 ottobre, organizzato in collaborazione con il Comando dei Vigili del Fuoco di Belluno in tema di Gestione della vigilanza in materia di antincendio rivolto ai funzionari degli Enti di vigilanza delle due ULSS. Incontro informativo del 21 ottobre sulla vigilanza in materia di stress lavoro-correlato, rivolto alle Associazioni di categoria degli imprenditori e dei lavoratori e agli Enti di vigilanza e tutela sul lavoro della provincia. Seminario del 5 novembre organizzato in collaborazione con l’INAIL di Belluno sulla certificazione di malattia professionale rivolto ai medici competenti e medici di Medicina Generale provinciali Due riunioni dell’Organismo Provinciale di Coordinamento (OPC) delle attività di vigilanza di cui all’art. 7 del D.Lgs. 81/2008 e DPCM 21.12.2007, istituito in data 16.12.2009. Nel corso del 2014 il comitato si è riunito due volte: 27 febbraio, 2 ottobre. • Partecipazioni a manifestazioni scientifiche Gli operatori del Servizio hanno partecipato nel 2014 ai seguenti incontri scientifici, in qualità di relatori: Convegno a Sedico 9 maggio: “Procedure semplificate dei modelli di organizzazione e gestione della sciurezza sul lavoro nelle piccole e medie imprese”. Organizzato da Confartigianto Belluno, con la partecipazione alla tavola rotonda di confronto fra enti di vigilanza, associazioni e studi legali Corso a Venezia 12 giugno per i referenti regionali del progetto “Aziende Sanitarie libere dal fumo”, organizzato dalla ULSS n. 1 di Belluno, con la relazione “Presentazione del manuale “Verso ospedali e servizi sanitari liberi dal fumo” Convegno a Venezia 11 settembre: “Piano regionale di prevenzione 2010-12 area Sanità Pubblica: passato, presente e futuro”, con la relazione “Attività svolte e criticità emerse: area malattie non trasmissibili, fumo passivo” Incontro a Belluno 12 novembre: “Sicurezza e regolamentazione del lavoro in cantiere per le imprese di installazione di impianti”. Organizzato da APPIA Belluno, con la relazione su: Quali adempimenti si devono rispettare in materia di sicurezza sul lavoro durante le attività in cantiere. Congresso a Bologna 15-17 ottobre organizzato dalla Società Italiana di Medicina del Lavoro ed Igiene Industriale, con la presentazione della relazione/poster “La produzione di manufatti in poliuretano nella provincia di Belluno: intervento di prevenzione” 26 Seminario a Belluno 31 ottobre in tema di sicurezza sul lavoro. Organizzato dalle Organizzazioni Sindacali di ENEL, Edison e Municipalizzate delle regioni Lombardia e Veneto, con la relazione di illustrazione delle attività dello SPISAL nell’ambito degli infortuni sul lavoro. Convegno a Belluno 5 dicembre: “Le normative REACH e CLP: quali obblighi e rischi per le imprese?” Organizzato da Confindustria Belluno, con una relazione su “Vigilanza sul REACH a livello nazionale, regionale e provinciale” 2° ATTIVITA’ di PROMOZIONE nelle SCUOLE Fin dal 2005 è attiva nelle provincia di Belluno la “rete delle scuole per la salute e la sicurezza” (RESIS) a cui partecipano quasi tutti gli istituti scolastici del territorio con la collaborazione di Enti e Istituzioni e agenzie extrascolastiche (associazioni degli imprenditori e dei lavoratori, Provincia, ULSS, INAIL). La rete ha lo scopo di promuovere la gestione della sicurezza nelle scuole e la cultura della sicurezza, coinvolgendo gli allievi in un percorso di sensibilizzazione e formazione in materia di sicurezza sul lavoro. Lo SPISAL di Belluno nel 2014 ha collaborato con la Rete al completamento della formazione delle figure scolastiche della sicurezza e al sostegno degli insegnanti impegnati nelle attività didattiche in materia di sicurezza. • Formazione Il Servizio ha collaborato con la rete delle scuole partecipando alla docenza in corsi di formazione delle figure della sicurezza scolastiche: Corsi per gli addetti al Primo Soccorso; I corso sono stati organizzati dalla rete provinciale delle scuole per la sicurezza seguendo il programma stabilito dal DM 388/04, la docenza è stata affidata ai medici dei Servizi di Pronto Soccorso Ospedalieri per gli argomenti relativi al primo intervento (comprendenti anche esercitazioni di rianimazione cardio-respiratoria su manichino) e al medico SPISAL per la parte organizzativa e normativa: 4 moduli per la formazione di base. La durata del corso è di 12 ore, ad ogni edizione hanno partecipato in media 15 persone, formando così 66 nuovi addetti al primo soccorso. 8 moduli per l’aggiornamento. La durata dei modulo di aggiornamento è di 4 ore. Per ogni edizione hanno partecipato in media 22 persone, garantendo così il mantenimento delle competenze nelle manovre di primo soccorso a 186 addetti. Formazione per RSPP; l’attività formativa è stata organizzata dalla Rete Provinciale delle scuole utilizzando il pacchetto formativo predisposto dal SIRVESS (Sistema di Riferimento Regione Veneto per la Sicurezza nelle Scuola); la docenza richiesta al personale SPISAL ha riguardato gli argomenti relativi alla normativa in materia di sicurezza sul lavoro, l’organizzazione della vigilanza e alcuni argomenti tecnici specialistici: Due corsi base per nuovi RSPP: 20 ore di docenza SPISAL Un corso di aggiornamento per RSPP: 5 ore di docenza SPISAL • Didattica della sicurezza Per aiutare, sostenere e formare gli insegnanti al fine di implementare le attività educative rivolte agli allievi, all’interno delle Rete è attivo un gruppo di lavoro costituito da un coordinatore, 2 insegnanti e l’Assistente Sanitaria dello SPISAL. Nel 2014 l’attività di sostegno agli insegnanti in tema di sicurezza è stata rivolta alla realizzazione di percorsi formativi per gli allievi degli ultimi anni di alcuni istituti tecnici, coinvolgendo oltre 120 allievi. A questi studenti, equiparati ai lavoratori in quanto frequentori di laboratori, è stata garantita una formazione conforme alla normativa in materia di sicurezza sul lavoro, pertanto valida per un loro futuro inserimento lavorativo. Una interessante iniziativa, realizzata in un istituto professionale, ha riguardato la formazione degli allievi con disabilità che frequantavano i laboratori. Il corso, di 6 ore, ha riguardato circa 15 allievi. Risultando difficile utilizzare con questi soggetti, che presentano difficoltà intellettive, psichiche o motorie, i pacchetti didattici sulla sicurezza sul lavoro predisposti per gli altri studenti, è stato necessario progettare strumenti didattici nuovi: l’Assistente Sanitaria dello SPISAL, collaborando con il responsabile della sicurezza della scuola, ha progettato e realizzato unità didattiche mirate ai rischi dei vari laboratori e calibrate sul tipo e grado delle disabilità, realizzando in tal modo uno strumento fruibile anche dalle altre scuole in cui ci siano allievi disabili. 27 3° PROMOZIONE DEGLI STILI DI VITA CORRETTI: fumo e alcol negli ambienti di lavoro Il nuovo approccio preventivo per le problematiche correlate con scorretti stili di vita, in particolare il fumo di tabacco e il consumo di alcool, consiglia di utilizzare la strategia della promozione della salute. L’efficacia degli interventi dipende sia dalla fattiva collaborazione e impegno di tutti i soggetti aziendali, che dall’azione continua e perseverante di controllo e prevenzione da parte dei servizi pubblici. Nel 2014 è continuata, quindi, l’azione di supporto nelle aziende interessate promuovere una politica di informazione e sensibilizzaione dei lavoratori. L’Assistente Sanitaria, prendendo spunto dagli interventi di vigilanza o su richiesta delle ditte stesse, ha stimolato le aziende all’attuazione di politiche di promozione della salute che comprendessero oltre al rispetto della normativa (gestione del problema), anche l’educazione (incontri con i lavoratori) e l’aiuto alla disassuefazione (collaborazione con il SER.D. e coinvolgimento del medico competente). Nel corso del 2014 è stato effettuato l’intervento in un Comune; si sono svolti: 1 incontro gestionale con la dirigenza (Sindaco, dirigenti, RSPP, RLS, Medico competente) e successivamente è stato effettuato, in collaborazione del personale del SER.D., 1 incontro di formazione ed educazione coinvolgendo circa 10 lavoratori; gli argomenti trattati hanno riguardato sia il fumo di tabacco che l’assunzione di bevande alcolichecompletando l’illustrazione di quest’ultima problematica con test di verifica dell’alcolemia nell’aria espirata. Nel 2014 una grande occhialeria del bellunese ha voluto coinvolgere l’ULSS, nello specifico le strutture territoriali del Dipartimento di Prevenzione e del Dipartimento delle Dipendenze nella manifestazione di promozione della salute denominata “Safety week 10-14 marzo 2014”. L’assistente Sanitaria SPISAL ha partecipato per due giornate allo stand dedicato alla salute e sicurezza, presentando le attività del Servizio, distribuendo materiale informativo sulla sicurezza sul lavoro e sulle problematiche del fumo e dell’alcol negli ambienti di lavoro e rispondendo alle varie richieste di informazioni e di chiarimenti. 4° PROMOZIONE DELLA SALUTE NEI LAVORATORI AUTONOMI Anche nel 2014 si continuato a promuovere il progetto regionale “Promozione della salute nei lavoratori autonomi” (distribuzione dei pieghevoli durante i sopralluoghi nei cantieri). Il progetto aveva lo scopo di ottenere una riduzione degli infortuni e malattie sul lavoro dei lavoratori autonomi attraverso azioni informative e formative la sorveglianza sanitaria. Dopo la rilevante attività di formazione realizzata negli anni precedenti (6 corsi per lavoratori edili) non si sono più avute richieste, per cui nel 2014 non si sono potuti organizzare corsi per i lavoratori autonomi. E’ continuta invece l’offerta della sorveglianza sanitaria: n. 3 Lavoratori Autonomi si sono rivolti allo SPISAL di Belluno per l’effettuazione della visita medica di idoneità lavorativa. 28 ATTIVITÀ AUTORIZZATIVA Il Servizio SPISAL, in qualità di organo di vigilanza della ULSS, è destinatario di numerose segnalazioni, notifiche, richieste di autorizzazioni e pareri previsti da numerose Leggi. L’attività autorizzativa è rappresentata dalle prestazioni attribuite istituzionalmente al Servizio Pubblico dalle leggi vigenti e consiste nel ricevere comunicazioni e notifiche e nell’esprimere pareri e autorizzazioni. I pareri sono prevalentemente rappresentati dalle pratiche edilizie per i nuovi insediamenti produttivi per i quali i Comuni richiedono il parere sanitario di competenza. Per quanto concerne il registro infortuni si segnala che la Legge Regione Veneto n° 32 del 22 ottobre 2014 ha abrogato l’obbligo della vidimazione del registro da parte dello SPISAL; permane comunque l’obbligo per le ditte di tenere, aggiornare ed esibire, in caso di controllo, il registro infortuni. Attività Amministrativa svolta dallo SPISAL nel 2014 RIFERIMENTO NORMATIVO Pareri per rilascio permesso di costruire Notifiche cantieri art. 99 D.Lgs.81/08 Piani di lavoro e notifiche amianto artt. 250 e 256 D.Lgs. 81/08 Relazioni annuali imprese amianto art. 9 L.257/92 Altre Comunicazioni (apertura cantieri non dovute, detrazioni fiscali, et) Altre (registri degli esposti) Vidimazione Registro Infortuni (fino al12 novembre 2014) N° PRATICHE 80 791 83 12 316 8 577 COMMISSIONE PROVINCIALE PATENTI GAS TOSSICI Con Decreto della Giunta regionale del Veneto del 31.12.2001 n° 3887, la Regione ha disposto, a decorrere dal 01.01.2002, ed a norma della Legge Regionale 11/2001, l’esercizio effettivo da parte delle ULSS capoluogo di Provincia delle funzioni amministrative concernenti il rilascio e il rinnovo delle patenti di abilitazione all’impiego dei gas tossici di cui all’art. 4 del R.D. 147 del 1927. A seguito di tali provvedimenti, questa ULSS ha istituito nel Dipartimento di Prevenzione presso il Servizio SPISAL l’ufficio competente all’espletamento delle suddette attività, valevole per tutto l’ambito provinciale. E’ stata, quindi, costituita la Commissione Provinciale composta da esperti di: Prefettura, Questura, Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, Laboratorio Provinciale dell’ARPAV e ULSS– Dipartimento di Prevenzione. Rilascio Nel 2014 non è pervenuta nessuna richiesta per rilascio di nuove patenti. Rinnovo La patente deve essere rinnovata ogni 5 anni, esibendo idonea documentazione sanitaria comprovante l’idoneità psico-fisica. Per agevolare l’utenza il Servizio ricorda con lettera la scadenza del patentino; nel 2014 sono stati spediti 23 inviti e sono state presentate 20 domande di rinnovo, alla quali è stata data regolare risposta. 29