Martedì 29 Maggio 2007 1 IL SINDACATO DEI CITTADINI SCUOLA ISTITUZIONI SCOLASTICHE E CULTURALI ALL’ESTERO FORMAZIONE PROFESSIONALE Basta con il festival degli annunci del Governo. C’è un accordo che deve solo essere rispettato Il nostro impegno per il contratto In assenza di risposte coerenti sarà inevitabile lo sciopero generale Il Punto Qual è la notizia DI FRANCESCA RICCI Raccontare la scuola non è per niente facile: se metti in evidenza un aspetto devi spiegare che ce ne sono altri ben più complessi. Se riporti un caso non puoi fare a meno di considerare le eccezioni.Raramente chi lavora a scuola si riconosce negli articoli di giornale o nei servizi televisivi.C’è sempre qualcosa che manca, qualcosa di inesatto, di detto male. Ogni insegnante, ogni classe, ogni scuola sente di avere delle specificità che andrebbero raccontate meglio.Di recente il ministro Fioroni ha avviato un’iniziativa nazionale per raccontare la «buona scuola». Forse ce n’è davvero bisogno se si pensa che finiscono in cronaca solo i fatti più inverosimili e sconcertanti. Ma perchè le buone notizie non trovano spazio? Giornalista alle prime armi, mi mandarono in una scuola media dove i ragazzi piantavano alberi. Tornata in redazione il caporedattore mi chiese: che cos’è successo? Ed io: gli studenti hanno piantato gli alberi. E lui: sì ma la notizia qual è? Ed io: c'erano queste classi, questi insegnanti, questo tipo di alberi. Ho raccontato la scuola, la giornata, ogni dettaglio. Ma lui ancora: qual è la notizia? Esausta gliel'ho chiesto io. Mi ha risposto che dovevo conoscere il territorio e che cosa era successo prima di quel giorno. Quella scuola era in una zona a forte connivenza malavitosa. L'iniziativa di piantare alberi era dunque fortemente simbolica. Il titolo sul giornale fu: la rivincita degli studenti. Una forzatura, forse, come accade spesso nei titoli. Ma il messaggio era chiaro: in quella scuola non erano stati piantati solo degli alberi ma era stato fatto molto di più. Superare la soggettività e sviluppare la capacità di individuare l'elemento nuovo, la notizia, potrebbe servire, anche dopo questa settimana promozionale, ai tanti insegnanti che riescono a trasformare ogni giorno il lavoro in qualcosa ricco di significato. Il trucco c'è e poi si vede. B asta con il festival degli annunci»: nei giorni scorsi, in una nota congiunta Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, hanno detto con chiarezza che in assenza di risposte concrete e immediate da parte del governo, lo sciopero sarà inevitabile e le iniziative di protesta e di mobilitazione del personale della scuola continueranno durante le attività di fine anno scolastico compresi scrutini ed esami. Mentre andiamo in stampa è previsto un incontro a Palazzo Chigi tra governo e sindacati per tentare di mettere la parola fine a ritardi, silenzi, annunci fatti e smentiti, rinnovare il contratto dei dipendenti pubblici e così evitare lo sciopero. «Prima il governo rispetti i patti, poi si potrà discutere di altro»: così il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ha commentato l’annuncio del vertice. «Noi con il governo abbiamo fatto un accordo», ha detto Angeletti, «ed è chiaro che quell’accordo va rispettato. E se ci sarà il rispetto dei patti», ha sintetizzato, «probabilmente lo sciopero generale della categoria non si farà. Viceversa», ha concluso, «verrà confermato». Al di là di quel che dirà il governo, è certo che i sindacati chiederanno il rispetto dell’accordo del 6 aprile scorso. Accordo, che per la scuola, prevede le risorse per l’incremento delle retribuzioni e ulteriori risorse per la valorizzazione professionale del personale. «Non c’è molto da trattare», commenta Di Menna, «occorre soltanto rinnovare il contratto scaduto da 17 mesi. Le retribuzioni sono ferme al dicembre 2005, retribuzioni che in media sono sui 1.200 euro netti. L’appello che lancia la Uil scuola alle forze politiche, al governo e al presidente Prodi», aggiunge Di Menna, «è di mettere veramente il sapere e l’istruzione al centro dell’azione politica. Lo ripetiamo da tempo, occorre dare valore al lavoro e, per riconoscere l’impegno professionale e per la qualità della scuola pubblica ci vogliono più risorse. U ltim’ora Tutti gli aggiornamenti sugli esiti dell’incontro, sullo stato della trattativa e sulla eventuale revoca dello sciopero sono disponibili sul sito Uil Scuola. Vanno superate le scelte tecniche di mero contenimento finanziario E’ emergenza retribuzioni Centrale per la qualità della scuola il nodo delle risorse Ad ogni rinnovo di contratto, abbiamo sempre trovato resistenze, difficoltà di ogni genere e il mancato rispetto dei tempi di scadenza; mai come questa volta però, le difficoltà si sono acuite, addirittura dopo un accordo politico con il governo che di solito, come è avvenuto nelle altre occasioni, spiana la strada per il rinnovo del contratto stesso. Il 6 aprile abbiamo sottoscritto con il governo un accordo, con soddisfazione di tutti, che definisce gli incrementi retributivi, medi, in 101 euro per gli statali, equivalenti per la scuola a 115 ai quali, per il comparto scuola, si sommano, le disponibilità dei rispar- mi di sistema, per gli Ata (97mln.) e per i docenti (200mln), la certezza degli arretrati per il 2007, il tutto compatibile con le condizioni di finanza pubblica. Un accordo positivo che impegna il governo ad adeguare le disponibilità finanziarie, al momento non sufficienti. Inaspettatamente, il governo ha disatteso gli impegni. E’ lecito chiedersi: si è verificata nel frattempo una emergenza, una calamità naturale, una guerra non prevista? Nulla di tutto questo. Si persevera solo in una politica di contenimento delle spese, senza alcuno sguardo strategico, sulla strada sbagliata della Finanziaria, tesa a colpire sempre le stesse categorie di lavoratori, indirettamente con i tagli, ora direttamente con la riduzione delle retribuzioni. Non riconoscere almeno il potere d’acquisto, equivale a ridurre lo stipendio! La risposta dei lavoratori non può che essere lo sciopero generale il 4 giugno.Un settore strategico come quello della scuola a cui si chiedono sempre ulteriori impegni, non può essere considerato un costo da tagliare, ma un investimento sul futuro, sociale e di sviluppo economico. Speriamo che al più presto la parola definitiva torni alla buona politica, che superi le scelte tecniche di mero contenimento finanziario. PROFESSIONALI DOSSIER UIL SCUOLA RECLUTAMENTO Restano nel sistema nazionale e hanno bisogno di organici stabili Il cacciavite di Fioroni: bilancio di in un anno di politiche per l’istruzione La denuncia della Uil: dopo lo stop alle abilitanti non parte un sistema alternativo a pag.2 a pag.3 a pag.3 DI PINO TURI SICUREZZA LAVORO Continua l’emergenza in Italia Servono prevenzione, informazione, rigore nei controlli e rispondenza fra leggi e comportamenti pratici. Un tema serio che deve vedere il coinvolgimento di tutti. di Giuseppe Moretti a pag.3 E’ PERIODO DI IMPORTANTI SCADENZE FISCALI. RIVOLGITI AI CAF UIL 2 Martedì 29 Maggio 2007 SCUOLA D’OGGI Le richieste di Uil/Uil Scuola per il decollo del sistema di istruzione professionale previsto dal dl 7/07 Istituti professionali senza tagli orari La modifica della frequenza settimanale non riduca gli organici Pagina a cura DI NOEMI RANIERI L a modifica dell’orario di frequenza settimanale degli istituti professionali deriva dalla legge finanziaria per il 2007 e dalle disposizioni dell’art. 13 del decreto legge 7/2007, convertito nella legge 40/2007, che consente, contestualmente alla riduzione, il mantenimento dell’istruzione professionale nel sistema nazionale dell’istruzione secondaria superiore e si collega all’esigenza di favorire il conseguimento del successo scolastico a ogni studente, gravato da criticità per l’eccesso di carico orario. In un primo incontro tra i sindacati scuola e il ministero si è ottenuta la riduzione per il 2007/2008 a 34 ore settimanali esclusivamente alle classi prime, diversamente dalla proposta del ministero basata sull’intero biennio, di calcolare gli organici su una quota complessiva di 36 ore settimanali, di prevedere una strutturazione del curricolo sulle tre aree tradizionali dei percorsi, di equivalenza, di indirizzo e di integrazione, di garantire la prosecuzione dell’applicazione dei piani di studio definiti nel proget- to ’92 per gli istituti atipici. Come Uil abbiamo rivendicato la salvaguardia delle prerogative e dei diritti dei lavoratori sostenendo l’esigenza che alla riduzione dell’orario settimanale di frequenza degli alunni non debba automaticamente corrispondere una riduzione di organico del personale docente. Tali risorse professionali devono essere lasciate alle scuole, in considerazione dei cambiamenti conseguenti all’innalzamento dell’obbligo di istruzione per il potenziale incremento delle iscrizioni e a quelli derivanti dal potenziamento dell’istruzione tecnica e professionale, ai fini della messa a punto di modelli organizzativi funzionali all’offerta formativa sul territorio, da erogare in regime di autonomia, nell’ottica dell’organico funzionale di istituto, da anni da noi richiesto. L’ambito del loro utilizzo rientra nella quota di flessibilità organizzativa prevista fino al massimo del 20% del curricolo annuale e regolamentata secondo il rispetto delle competenze rispettivamente assegnate dall’autonomia agli organi di gestione collegiale di istituto e alla contrattazione. La questione si porrà ora al tavolo contrattuale per le utilizzazioni e più ancora sulla interlocuzione per l’adeguamento degli organici alle situazioni di fatto; in ogni caso il principio del nostro confronto sarà la tutela degli interessi dei lavoratori, i quali necessitano, proprio per la rilevanza strategica del prospettato rilancio dell’istruzione tecnica e professionale, di elementi determinanti per la sicurezza e la stabilità. Vanno affrontate inoltre, con l’obiettivo di un più positivo intreccio tra istruzione, formazione e lavoro, oggetto di un documento congiunto tra Uil e Uil Scuola, tutte le questioni connesse alla costituzione dei poli tecnico-professionali provinciali della legge 40, tra cui prioritario appare il rafforzamento dell’alta qualificazione post-secondaria con il coinvolgimento delle istituzioni locali, delle imprese, del partenariato, e un diverso livello di responsabilità delle regioni, a partire dalle nuove qualifiche professionali, da rilasciare a compimento di un percorso che integri il nuovo biennio di istruzione obbligatoria con i corsi di formazione professionale. Di questo e altro ancora si è discusso nelle due giornate di studi seminariali Il documento di Uil/Uil Scuola Gli obiettivi definiti nella strategia di Lisbona costituiscono da lungo tempo lo sfondo su cui la Uil e la Uil Scuola hanno impostato la loro azione, appurata l’importanza che il raccordo tra percorsi di istruzione formazione e lavoro assume ai fini della piena espressione della cittadinanza attiva e della partecipazione ai processi di sviluppo. Le complesse sfide chiamano tutti gli attori in gioco a un grande e duplice impegno, quello della netta riduzione della dispersione scolastica e di una migliore e maggiore occupabilità, per il quale sono assolutamente necessari strumenti come il potenziamento delle competenze culturali di base ai fini di una migliore adattabilità, la valorizzazione delle capacità relazionali, l’utilizzo attivo delle nuove tecnologie, l’approccio alla essenzialità dei saperi, gli approfondimenti su aree professionalizzanti. L’intento di fare il punto sulle diverse problematiche a ciò connesse, quello di individuare una linea di condivisione su ciò che la rappresentanza di categoria e quella confederale possono singolarmente o congiuntamente mettere in campo per una migliore gestione dei fenomeni sociali e culturali aperti, inerenti il più forte rapporto tra le ricorrenti esperienze formative e quelle di lavoro, hanno spinto i due soggetti a produrre un testo che diffusamente richiama prospettive e impegni verso importanti ambiti di sviluppo, dal rilancio dell’istruzione tecnica e professionale al potenziamento dell’alta qualificazione superiore, l’educazione degli adulti, le opportunità offerte dall’alternanza scuola-lavoro, l’apprendistato, e altro ancora costituiscono i temi a cui si è tentato di dare una lettura a due lenti, per dare un orientamento a tutti coloro che, dovendo quotidianamente confrontarsi con i lavoratori, le sfide del mercato e le esigenze di qualificazione della formazione e dell’istruzione, necessitino di un positivo riferimento. On-line il testo completo del documento. organizzate dal ministero «Laboratorio dell’istruzione tecnica e professionale» a cui in attesa di più idonei spazi di confronto abbiamo inteso di partecipare attra- verso nostri testimoni della esperienza didattica e dirigenziale della scuola. A breve sul sito una sintesi dei loro contributi. (riproduzione riservata) Sarà centrale il coinvolgimento degli insegnanti In una nota del dicastero tutte le precisazioni sullo svolgimento delle prove Verso le nuove Indicazioni Le Indicazioni nazionali allegate al decreto legislativo 59/2004 sollecitarono aspre critiche per incongruenze e imprecisioni tali da farne richiedere da più parti una complessiva revisione; con la circolare per l’anno ponte il ministro aveva esplicitato la volontà di procedere in tale direzione e così un’apposita commissione di saggi ha diffuso il documento «Cultura Scuola Persona» a cui presto si è aggiunto quello elaborato, per una prima interpretazione, dal ministero. La definizione di nuove linee programmatiche per l’intero ciclo primario passerà attraverso la presentazione alle Commissioni parlamentari competenti di un testo che le scuole utilizzeranno in via provvisoria per l’anno scolastico 2007/2008, un piano di applicazione assistita con azioni di monitoraggio e di dialogo con l’esperienza e infine la stesura definitiva. La Uil Scuola, in un’articolata riflessione disponibile on-line, ha evidenziato la positiva spinta verso un sistema nazionale unitario di competenze, il coinvolgimento delle scuole e della loro progettualità, una moderna centralità dei processi fondata sul protagonismo degli allievi: tali scelte necessitano però della stabilizzazione degli organici e di un governo della scuola dell’auto- nomia fondato sulla valorizzazione professionale, su nuovi organi di gestione collegiale e su un sistema di valutazione/autovalutazione delle scuole. Rispetto alle procedure riteniamo che, una volta definito, il testo vada messo a disposizione delle scuole e degli insegnanti e solo dopo, sia reso definitivo con l’adozione nell’apposito regolamento legislativo. Successivamente alla audizione presso la commissione la Uil, insieme alle altre organizzazioni sindacali ha inviato al ministro una richiesta di incontro in quanto la nuova prospettiva apre ricadute sul lavoro dei docenti e sulla organizzazione delle scuole, impegnate da tempo ad esempio, a predisporre i nuovi piani dell’offerta formativa sulla base di disposizioni e regolamenti, afferenti o alle indicazioni nazionali o ai pregressi ordinamenti. A ciò si aggiunga che le case editrici a tali, poco chiare, condizioni si sono attenute per la messa a punto dei nuovi libri di testo. Ancora una volta si rileva come i tempi delle leggi, della politica e della amministrazione siano poco rispettosi ed esperti di quelli di cui effettivamente le scuole e gli operatori hanno bisogno per metabolizzare il senso delle innovazioni e declinarle in significative attività educative. Per gli esami di terza media il ministero ha dato le linee Con una nota del 10 maggio il ministro ha fornito alle scuole alcune precisazioni per lo svolgimento delle prove di esame di stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, già regolamentato dalla circolare n. 28 del 15 marzo 2007. Per la seconda lingua comunitaria, in attesa di assicurare pari dignità con la prima lingua comunitaria, si rimette a ogni singola istituzione scolastica, mediante delibera del collegio dei docenti, la decisione sullo svolgimento secondo tre possibili soluzioni: in via ordinaria prova scritta della prima lingua comunitaria insegnata e valutazione della seconda lingua all’interno del colloquio interdisciplinare; in via sperimentale prova scritta unica per entrambe le lingua comunitarie insegnate; infine, svolgimento di due prove scritte distinte delle due lingue comunitarie insegnate. L’informatica va verificata all’interno del colloquio pluridisciplinare sulla base della presentazione delle attività e delle esperienze del triennio. Per le prove scritte si suggerisce la previsione di un tempo più disteso per i soggetti affetti da disturbi di apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia). Le attività e gli insegnamenti facoltativi e opzionali svolti dagli alunni nell’ultimo anno possono costituire oggetto di esame all’interno del colloquio pluridisciplinare, affidato esclusivamente ai docenti di classe membri della commissione esaminatrice, in quanto gli stessi, in sede di valutazione periodica o finale, sono, parimenti, i soggetti titolari della valutazione degli apprendimenti. Per quanto riguarda la certificazione delle competenze, si conferma il carattere sperimentale e transitorio del modello suggerito, per il quale si invitano tutte le scuole a svolgere opportuna riflessione per eventuali integrazioni e si segnala la messa in linea sul sito del ministero di un primo contributo di sostegno allo studio e alla ricerca in materia. Relativamente alla predisposizione, sottoscrizione e consegna della certificazione, si precisa che la fase istruttoria di predisposizione della certificazione è affidata a ciascun consiglio di classe che provvede ad approntare in via informale ogni elemento utile alla compilazione del modello; in sede di esame, tenuto conto degli ulteriori elementi valutativi raccolti, la commissione provvede alla compilazione del modello di certificazione, apponendovi anche il giudizio sintetico finale e rimettendo la sottoscrizione della certificazione al presidente della commissione; successivamente il dirigente scolastico appone la firma a convalida della rilevazione e valutazione delle competenze riferite al percorso scolastico. Tale certificazione delle competenze, in quanto comprensiva degli esiti dell’esame di stato e degli elementi di valutazione riferiti al percorso scolastico dell’alunno, integra e sostituisce la certificazione che in via ordinaria le istituzioni scolastiche rilasciano agli alunni licenziati subito dopo la conclusione positiva dell’esame e va pertanto consegnata a esami conclusi per essere presentata alla scuola del successivo ordine a cui l’alunno si è iscritto. Per i candidati esterni, in attesa di regolamentare l’intera materia, non potendo disporre di pregressi elementi di conoscenza circa le competenze acquisite, si utilizzerà transitoriamente la certificazione precedentemente in uso. Per scrivere alla Uil Scuola: [email protected] SCUOLA D’OGGI Martedì 29 Maggio 2007 3 Un dossier di Uil Scuola passa al setaccio i provvedimenti presi dal governo in materia di istruzione Il cacciavite del ministro Fioroni Bilancio sulla gestione di un anno: pesa il nodo del contratto U n bilancio fatto di luci e ombre, su cui pesa molto la vicenda del mancato rinnovo del contratto: questo il giudizio della Uil Scuola sulle scelte politiche per il sistema istruzione in un anno di governo. Interventi chiari e concreti: è stata questa la sollecitazione della Uil al ministro Fioroni e al viceministro Bastico, appena insediati a viale Trastevere. La scelta di intervenire con il «metodo del cacciavite» con gradualità, concretezza, pragmatismo è stata da noi condivisa. I primi atti del nuovo governo si sono caratterizzati positivamente per la scelta di interventi organici: un esempio è quello della riforma del II ciclo. È stata bloccata l’entrata in vigore di una riforma che lasciava nel limbo tutti gli istituti professionali, chiarendo il loro carattere nazionale. È stato subito definito il nuovo percorso tecnico-profesIl testo integrale del dossier curato da Lello Macro, con la cronologia e il dettaglio di tutti i provvedimenti legislativi, è disponibile sul sito internet della Uil Scuola nella sezione ricerche sionale, puntando sui poli tecnologici e su un’istruzione tecnico superiore di grande qualità. Giudizio positivo anche per l’abolizione del portfolio e degli anticipi nella scuola dell’infanzia, per il ritorno dell’istruzione «pubblica», per la disapplicazione del tutor. Bene accolta anche la riforma degli esami di maturità, che da quest’anno torneranno a essere affidati a una commissione mista. Giudizio sospeso invece per quei provvedimenti che sono un’enunciazione di principio che va resa concreta nel tempo: rientrano tra questi il rafforzamento dell’autonomia didattica, la riforma dell’Invalsi e il sistema di valutazione, la sinergia scuola-università, le misure antibullismo, l’avvio della revisione delle indicazioni nazionali. La scelta di soluzioni che potessero sostenere e aiutare il lavoro, si legge nel dossier Uil Scuola però, si è andata «sfarinando» nel tempo e il cacciavite si sta arrugginendo. Tra le cose che proprio non vanno c’è il reclutamento degli insegnanti (sull’argomento l’articolo in questa pagina e a pagina 6). Non decolla il nuovo sistema di finanziamento delle scuole: il debito pregresso e le tante com- petenze in termini finanziari hanno prodotto grandi problemi nel funzionamento delle scuole. Prima una Finanziaria che ha portato riduzioni di organico e di risorse finanziarie, poi le ristrettezze di bilancio delle scuole che hanno portato molti istituti a modificare il loro assetto a scapito della didattica, ora il contratto fermo. Il nodo risorse è centrale. Si è diffuso un malcontento nel personale della scuola determinato dal fatto che non è riconosciuto il valore del lavoro e che nell’azione di governo alla scuola non viene riconosciuta quella centralità che viene invece tanto decantata nei programmi. L’appello che lancia la Uil Scuola alle forze politiche, al governo e al presidente Prodi è di mettere veramente il sapere e l’istruzione al centro dell’azione politica. Lo ripetiamo da tempo, ci vogliono più risorse e meno burocrazia. Rinnovare il contratto scaduto da 17 mesi, con retribuzioni medie di 1.200 euro nette, ferme al dicembre 2005, è indispensabile per la qualità della scuola pubblica, per dare serenità al personale della scuola e riconoscere l’impegno professionale. Il bilancio di un anno è di luci e ombre e la partita non chiusa del contratto pesa in modo serio. Il 4 giugno c’è uno sciopero indetto da tutti i sindacati della scuola (Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda) per il contratto. Sol- lecitiamo il governo a una rapida decisione che porti a un’inversione di rotta e, coerentemente con l’accordo del 6 aprile, rapidamente alla firma del contratto. Sollecitato il ministero a fare presto chiarezza Per uscire dall’emergenza infortuni sul lavoro bisogna diffondere la cultura Sul reclutamento Sicurezza, occorrono la nebbia è fitta prevenzione e informazione Nebbia fitta sul reclutamento degli insegnanti e sulla formazione iniziale. L’incertezza delle norme sta determinando una situazione paradossale, che va rapidamente bloccata. Siamo tempestati di telefonate e richieste di chiarimento. Vediamo che cosa sta succedendo: dopo che è stata congelata la norma prevista dalla legge Moratti che prevedeva la laurea specialistica abilitante e non è stata sostituita con una diversa modalità. È accaduto ciò che accade quando si opera in negativo senza costruire: totale confusione, incertezza, aspiranti docenti allo sbaraglio, possibile ricostituzione di nuovo precariato. Il ministero dell’università ha autorizzato nuovi bandi per le Siss, abilitanti, ovviamente a numero chiuso e a pagamento, specificando di non poter garantire l’utilizzo di tale abilitazione ai fini dell’immissione in ruolo. Senza voler mettere in discussione la qualità delle Siss, è certo che i giovani laureati non sono messi in grado di sapere quale è il percorso per accedere all’insegnamento. Mentre con le graduatorie permanenti si vuole chiudere con il precariato, se non si de- cide rapidamente si pongono le basi per il suo ricostituirsi. In alcune regioni e per alcune discipline c’è disponibilità di posti e coloro che avranno lavorato per anni e avranno acquisito l’abilitazione rivendicheranno legittimamente l’immissione in ruolo. Non ci vengano poi a dire che è il sindacato a sostenere il precariato! La Uil Scuola, su questo tema, ha da tempo sollecitato il ministero della pubblica istruzione a fare chiarezza e a definire nuove modalità di reclutamento per dare certezze ai giovani laureati. La formazione iniziale e le modalità di reclutamento degli insegnanti devono essere in grado di selezionare e formare puntando su una forte motivazione, sulle competenze disciplinari, metodologiche-didattiche, relazionali necessarie ai complessi compiti che gli insegnanti devono svolgere. Tale modalità, che dovrà vedere un momento di formazione e tirocinio direttamente nelle scuole, utilizzando le migliori competenze, in termini di didattica, innovazione e ricerca degli insegnanti attualmente in servizio, deve rappresentare una delle buone carte con cui il governo affronta la politica scolastica. GIUSEPPE MORETTI segretario generale Feneal-Uil DI Siamo ancora purtroppo in una situazione di emergenza, malgrado si sia raggiunto qualche risultato positivo sul tema della sicurezza con una diminuzione degli infortuni sul lavoro, anche nel settore edile. Infatti, registriamo un vero e proprio bollettino di guerra, riguardo al quale anche il presidente della repubblica è intervenuto, sottolineando il dovere istituzionale di reagire, indignarsi e sollecitare risposte. Apprezziamo il fatto che il governo abbia varato il disegno di legge delega sul Testo unico sulla sicurezza e pensiamo che la sua discussione debba avvenire in tempi brevi e in un contesto legislativo non conflittuale, poiché su questo tema si può e si dovrebbe essere più uniti o comunque ridurre le differenziazioni politiche. Ritengo fondamentale, come previsto dal nuovo testo di proposta di legge, che il tema della sicurezza venga affrontato fin dalla fase degli studi all’università e prima ancora dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. È un tema serio e che deve coinvolgere tutti. Ciò che conduce a una situazione di emergenza è la non rispondenza tra le leggi e i comportamenti pratici, e un per- Giuseppe Moretti corso formativo, in questo senso, può sensibilizzare al rispetto delle leggi e prevenire atteggiamenti irregolari e scorretti. L’impianto legislativo sulla sicurezza, infatti, non manca, poiché, soprattutto negli ultimi 15 anni, sono state introdotte numerose norme. Nel breve periodo si può intervenire conferendo maggior rigore al sistema sanzionatorio, non per pura vocazione giustizialista, ma perché la sanzione funzioni da deterrente, scoraggiando comportamenti negativi e al di fuori da ogni regola, potenziando l’attività di vigilanza, non soltanto con l’aumento del personale ispettivo, ma soprattutto stanziando maggiori risorse da destinare ai controlli, perché ciascun operatore sia messo in condizioni di svolgere il proprio ruolo. Fondamentale è però il coordinamento di tutte le forze operative in campo al fine di assicurare controlli mirati ed efficienti. È del tutto evidente l’importanza che ha, sia sul versante della lotta alla prevenzione degli infortuni sia su quello del lavoro irregolare, il Documento unico di regolarità contributiva (Durc). Esso si è rivelato uno strumento fondamentale, i cui meccanismi vanno perfezionati al fine di renderlo un’esperienza estendibile a tutti gli altri settori, per regolarizzare il lavoro nero, fenomeno inquietante e fuori da ogni regola e tutela, ma non soltanto: rendere regolare il lavoro nero vuol dire, infatti, anche renderlo più sicuro, tutelato e quindi meno esposto ai rischi. 4 Martedì 29 Maggio 2007 SCUOLA D'OGGI Uil Scuola apre una riflessione sul funzionamento degli istituti dopo l’entrata in vigore della legge 59 Autonomia, sette punti per rilanciarla A distanza di 10 anni occorrono interventi rapidi e coraggiosi A dieci anni dall’approvazione della legge delega 59/97 e dall’introduzione dell’autonomia scolastica, la Uil Scuola apre una riflessione sul funzionamento reale delle scuole, partendo dall’esperienza concreta. L’autonomia è una grande opportunità che presenta nell’esperienza concreta deficit di funzionamento. Bisogna evitare di «buttarla a mare» e apportare quei correttivi che la facciano essere veramente uno strumento di innovazione e modernizzazione della scuola. Non usa mezze misure il segretario generale della Uil Scuola, nel suo intervento nel corso del convegno nazionale sull’autonomia promosso dalla Uil Scuola a Roma, in occasione dei dieci anni dall’entrata in vigore della legge, nel tracciare un bilancio di questi anni di applicazione e nel rilanciare le proposte della Uil Scuola. Suggeriamo un percorso con sette proposte concrete: supporti alle scuole e regole certe del funzionamento, eliminando il «fai da te»; prevedere un collegio dei docenti articolato per dipartimenti, anche di ricerca; attuare le norme dell’autonomia come, per esempio, le figure di staff provenienti dalle funzioni docenti che non sono mai state attuate; la riforma degli organi collegiali fermi al 1974 con la presenza degli enti locali e, per le superiori, delle forze sociali; l’attuazione dell’autonomia amministrativa e contabile delle scuole; la definizione di modelli di rete; un organico funzionale stabile. Si tratta di proposte chiare e certamente realizzabili. Quel che è emerso, registrando le opinioni di chi lavora a scuola e dando valore alle esperienze, è che a fronte della spinta innovativa introdotta la scuola non ha avuto il necessario sostegno. A coordinare i lavori del convegno è stata Noemi Ranieri. Sono intervenuti ad approfondire i diversi aspetti dell’autonomia scolastica Osvaldo Pagliuca (il contesto storico), Giuseppe Cosentino, capo dipartimento Mpi (il processo di innovazione), Mario Ricciardi, comitato direttivo Aran (la contrattazione), Rosa Venuti, presidente Irase (la formazione del personale), Lorenza Patriarca, associazione scuole autonome del Piemonte (le reti di scuole e il rapporto con il territorio), Mariella Spinosi, dirigente tecnico Mpi (la didattica), Maria Domenica Testa, direttore generale Mpi (i nuovi fondi per le scuole), Andrea Ranieri, commissione cultura Senato (le prospettive politiche). Nuova stagione degli incontri culturali Uil Scuola Omaggio di Nuoro a Grazia Deledda DI NOEMI RANIERI La nuova stagione degli incontri culturali della Uil Scuola è ripresa a Nuoro, il 26 e 27 aprile con un altro grande personaggio della nostra storia culturale, un raro premio Nobel al femminile per la letteratura, che nell’isola ebbe i natali, Grazia Deledda. Con la presidente del consorzio Parco letterario dedicato, la professoressa Neria De Giovanni e la critica letteraria Angela Guiso sono state ripercorse le tappe della vita e dell’opera della scrittrice, intervallati da brani delle opere e da saggi della più genuina tradizione musicale sarda, mentre con il direttore dell’Istituto di studi regionali per le tradizioni popolari si è approfondito il percorso di documentazione della vita e della esperienza deleddiana visibile presso la sua casa nonché il legame, passato e presente della scrittrice con la sua terra, a cui tutta la poetica si è ispirata. Molto ha colpito la determinazione e la tenacia con cui Grazietta, così veniva definita in famiglia, aveva affrontato il compito prefissatasi in gioventù, quello di fare, da sola, la letteratura sarda, traendo dai riti, dalle tradizioni dalle leggende di quella isola, a cui Elio Vittorini dedicò il suo «Sardegna come un’infanzia» lo spunto per delineare situazioni tipi e trame di profonda universalità. Ammirabile infine lo sforzo del comune di Galtelli e dei suoi amministratori di legare il rilancio del territorio geografico che ha fatto da sfondo a tante affascinanti narrazioni, alla grande scrittrice. Nel paese delle «canne al vento» oltre alla splendida ospitalità abbiamo apprezzato i giovani allievi della scuola media di Galtelli di procedere allo studio di tradizioni, culti e costumi che ne caratterizzano ad oggi le origini e la storia. I prossimi appuntamenti con altri due importanti testimoni di cultura ed esperienza sono Edmondo De Amicis ed Enrico Fermi. Il documento Uil Scuola sull’autonomia A) L’Autonomia. La scuola primaria, la scuola secondaria di 1° grado, la scuola secondaria di 2° grado richiedono modalità gestionali e di governo diversificate. Anziché considerare genericamente le scuole, occorre prevedere strumenti diversi per realtà che in un quadro di sistema unico, quello dell’istruzione, hanno specificità diversificate. Per dare, per esempio, più senso all’autonomia didattica occorre ricordare che la scuola primaria ha una forte funzione socializzante ed educativa, di orientamento, mentre la scuola secondaria di secondo grado è connotata da una attività finalizzata all’acquisizione di saperi, competenze, stimolo e verifica delle capacità critiche. Negli ultimi anni sono centrali il collegamento con l’università, l’istruzione tecnica e professionale superiore, gli stage, il lavoro. B) I principi dell’autonomia consolidati, positivi, da valorizzare. Autonomia didattica; autonomia organizzativa; autonomia amministrativa; autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo. Purtroppo nella gestione quotidiana c’è spesso una sorta di proiettificio, con forte rischio di burocratizzare la progettazione collegiale, la definizione del progetto della scuola. Viene vissuto negativamente il troppo tempo dedicato a tutto ciò che è trascrizione cartacea, discussione preparatoria, la così detta progettazione - cooperazione. È forte la esigenza di ridare valore e centralità al tempo passato con gli alunni (singoli, gruppi, non necessariamente classe). La centralità della funzione docente è funzione didattica, di insegnamento. Questa è la prima questione in cui mettere ordine. C) Autonomia - limiti - regole. Vanno definite regole certe e uguali per tutte le scuole in materia di: supporti; controlli - verifiche; valutazione. D) Collegialità - responsabilità. Definire bene la collegialità partendo dalla centralità, priorità dell’insegnamento che è anche lavoro individuale del singolo insegnante. Il collegio, articolato per gruppi, delibera il Pof, per la parte didattica. L’insieme degli insegnanti definisce l’autonomia didattica (personalizzazione dell’insegnamento). Le soluzioni per una articolazione della funzione docente, rispondenti alle nuove professionalità connesse all’autonomia. Alcuni insegnanti, individuati in modo oggettivo in base a titoli e esperienze (né eletti dal collegio, né scelti dal Ds) per una parte dell’impegno lavorativo partecipano alla gestione della flessibilità organizzativa in attuazione del Pof; a essi si affidano precise funzioni in merito ad aspetti organizzativi per migliorare le modalità di funzionamento, per tali figure professionali specifiche va previsto il parziale esonero dell’insegnamento. Organi collegiali. Per la riforma degli organi collegiali va prevista la presenza delle forze sociali e istituzionali (per evitare di indebolire l’autonomia rispetto alla istituzione regionale o provinciale per delega). Va prevista inoltre una rappresentanza delle diverse professionalità, docenti e ata, della componente genitori e della componente studenti. Il dirigente scolastico. È interfaccia di tutti i livelli delle scuole dell’autonomia e rappresentante legale. Il coordinamento didattico è affidato ai dipartimenti del collegio per aree disciplinari. Enti locali. Partecipano agli organi di gestione in modo da non creare gerarchia tra regioni e scuole, ma partecipazione alle decisioni. E) L’autonomia amministrativa. Avere a riferimento il modello Università. Prevedere separazione di responsabilità tra compiti di direzione organizzativa, promozione di ricerca e coordinamento didattico, rappresentanza legale della scuola, dalla gestione amministrativa e contabile. F) Strutture di supporto. Istituire al posto degli ex Provveditorati strutture tecniche (con ispettori e altre competenze tecnico-professionali) di supporto, completando così la trasformazione degli Uffici scolastici provinciali verso la realizzazione di centri territoriali di accompagnamento ai processi di autonomia. La scuola autonoma, senza riferimenti territorialmente vicini, non ha dato esiti positivi. La gestione regionale si è mostrata insufficiente, e talvolta invasiva. Occorre favorire la reti (didattica e amministrativa). G) Contrattazione. La contrattazione è strumento di regolamentazione di diretta conseguenza dell’autonomia. Tenendo conto delle diverse responsabilità con impatto su quelle gestionali. Nelle sedi contrattuali la scelta di riconoscere le professionalità ata e docente, con la contrattualizzazione di aspetti connessi alla gestione e all’autonomia didattica. H) Conclusioni. La scelta di autonomia forte evita le negatività sia della gestione burocratica che della possibile gestione «politica» delle istituzioni scolastiche. Per essere forte l’autonomia deve: 1) avere regole certe; 2) funzionamento efficace; 3) ampiezza del supporto tecnico-professionale e della valutazione; 4) gestione democratica con rappresentanza anche esterna alle scuole; 5) riaffermare centralità della didattica; 6) buon funzionamento amministrativo; 7) contrattazione di scuola efficace; 8) organizzazione in reti. Occorre: • attuare pienamente la legge 59 (non attuato in parti importanti) v. figure intermedie provenienti dai docenti • Istituire i centri territoriali (supporti-controlli e verifica sugli aspetti gestionali e di funzionamento). • Sistemi di valutazione articolati per scuole o reti di scuole. • Riforma degli organi di gestione con presidenza del Consiglio di scuola al dirigente; il collegio dei docenti va articolato per dipartimenti presieduti da un docente. SCUOLA D’OGGI Martedì 29 Maggio 2007 5 Dalla manifestazione al Teatro delle Fonti riparte l’impegno della Uil per il lavoro Rsu, il nostro impegno continua Sempre più protagonisti di una scuola pubblica di qualità Protagonisti in una scuola pubblica di qualità. Questo il titolo scelto per l’appuntamento di Fiuggi. In alto: un dettaglio dell’affollatissima sala. Sotto: un momento del concerto di apertura. Attualità della scuola e report di un successo. Due momenti diversi hanno caratterizzato la manifestazione nazionale dedicata al successo della Uil Scuola nelle elezioni delle Rsu. In apertura l’attualità della scuola: con gli interventi di Massimo Di Menna, del ministro Giuseppe Fioroni e di Luigi Angeletti. La seconda parte è stata dedicata al grande successo ottenuto dai candidati Uil Scuola nelle recenti elezioni. QUADRO RIASSUNTIVO ELEZIONI RSU 2000-2003-2006 voti % 2000 93.515 12,02 2003 110.696 12,80 2006 126.040 14,57* DIFF. +15.344 +1,77 Rilevazione Uil Scuola sul totale dei seggi, in attesa dei dati ufficiali Aran * la percentuale nazionale del 2006 è calcolata ipotizzando come voti validi quelli del 2003 Lo stile Uil vince per la terza volta. «Quando si fanno le elezioni c’è una sana competizione: c’è chi vince, chi pareggia, chi perde. La Uil Scuola, in queste tre elezioni, è stato l’unico sindacato ad aver sempre vinto. È un segno positivo, frutto del grande lavoro che è stato fatto in tutte le città di Italia. Un grande risultato, ottenuto in elezioni difficili, con la scuola al centro dell’attenzione pubblica. La Uil è una voce libera della scuola, per questo ci sforziamo, con testardaggine, di far sì che le nostre idee siano quelle nate dal confronto con chi nella scuola lavora». A sinistra: un momento dell’intervento di Pino Turi sul ruolo delle Rsu nella scuola dell’autonomia. A destra: Piero Bottale illustra i dati elettorali prima della consegna dei premi. Più risorse per la qualità della scuola. «È necessario che il governo», ha detto Massimo Di Menna nel suo intervento, «consideri l’istruzione volàno per lo sviluppo del paese. Non si possono ridurre gli organici e tagliare le risorse sperando che la qualità migliori. Si cominci perciò rinnovando il contratto e mettendo nel Dpef un piano di investimenti pluriennali per la scuola». «Va superata», ha detto il ministro Giuseppe Fioroni, «la stratificazione di norme e di leggi che trasformano chi lavora a nella scuola in qualcuno che è più ossessionato di mettere a posto le carte, di riempire moduli, di scrivere giudizi, che di fare l’insegnante e questa è una cosa a cui, io credo, vada data una sistemata radicale». «Noi dobbiamo essere gli interpreti di una politica positiva», ha detto Luigi Angeletti. «La giustizia sociale non è una spesa pubblica che, in tempi di ristrettezza, possiamo eliminare. La funzione dello Stato, i servizi dello Stato, la scuola, non sono un’appendice di un vecchio modello sociale, sono il fulcro delle possibilità di un paese come l’Italia di crescere, di tornare a crescere». 6 Martedì 29 Maggio 2007 SCUOLA D'OGGI Iniziativa di Uil Scuola per aiutare l’inserimento in aula Sottoscritto accordo tra Mpi e sindacati Integrare è possibile Ata, arriva l’intesa Vademecum per i bimbi immigrati B ambini immigrati a scuola: iscriverli può essere un rebus burocratico per le famiglie. Ma anche le scuole, quando in pratica si trovano di fronte al caso concreto, immaginiamo un bimbo cinese o russo che non parla italiano, non sanno spesso quali strumenti utilizzare, quali interventi porre in atto. Il vademecum destinato all’inserimento dei bambini immigrati nel sistema scolastico italiano è stato realizzato grazie ad una iniziativa congiunta dell’Ital, della Uil Scuola e della Uil, presentata ufficialmente a Roma e ripresa con grande partecipazione nelle città di Gorizia e Lecco. Si tratta di un libretto sintetico e chiaro destinato agli stranieri che frequentano o che si accingono a frequentare le scuole italiane, allo scopo di fornire a ragazzi e famiglie un’informazione mirata all’integrazione e, proprio per questa ragione, è stato redatto anche in inglese, spagnolo, cinese, arabo e romeno. In modo schematico, sono illustrati tutti gli adempimenti necessari per iscriversi a scuola, indicati i documenti anagrafici, sanitari e scolastici da presentare e segnalate le opportunità di formazione per giovani e adulti presenti in tutte le Regioni italiane. La quota sempre più rilevante che i minori figli di cittadini stranieri (ad oggi sono circa il 22% della presenza straniera con la prospettiva che tra dieci anni saranno più di un milione e mezzo) rappresentano nel mondo della scuola e nel nostro tessuto sociale, merita un’attenzione particolare da parte di tutti i soggetti istituzionali. I dati della ricerca condotta dalla Uil Scuola, elaborando i dati incrociati del ministero dell’istruzione e della Caritas, mostrano una distribuzione non omogenea degli alunni stranieri sul territorio nazionale, in quanto strettamente legata alle possibilità occupazionali dei nuclei familiari e alla presenza di condizioni socioeconomiche che consentano i ricongiungimenti familiari. Nel nostro paese l’obbligo scolastico vige sia per i bambini italiani che per quelli stranieri, spiega Di Menna, anche se non risultano in regola con il permesso di soggiorno. Ciò significa che l’incremento di extracomunitari che frequentano le scuole italiane sulla formazione DI ANTONELLO LACCHEI sarà sempre più consistente. Il sistema scolastico italiano, quindi, deve affrontare con assoluta priorità due problematiche: l’integrazione dei ragazzi stranieri nella scuola, che molto spesso accelera il processo di integrazione di tutto il nucleo familiare, e l’apprendimento della lingua italiana, anche attraverso intese e interventi con comunità di stranieri che operano nel nostro territorio. Nei giorni scorsi è stato sottoscritto l’accordo tra sindacati e ministero per integrare il sistema di formazione del personale Ata. Con questa firma l’amministrazione si impegna a ricondurre al sistema nazionale già esistente tutte le diverse iniziative per la valorizzazione professionale e per i processi di riforma. L’attuazione del progetto Sidi per la riorganizzazione dei servizi informatici costituirà il banco di prova del nuovo accordo. Tale progetto, che sarà reso operativo progressivamente a partire dall’anno scolastico 2007/08, comporta la realizzazione di iniziative di formazione del personale amministrativo per la gestione delle nuove procedure informatiche. La formazione riguarderà tutto il personale delle segreterie, compresi i lavoratori precari. Per monitorare il progetto e analizzare le ricadute sulle competenze gestionali delle scuole e sull’organizzazione del lavoro del personale sarà istituita una commissione paritetica con le rappresentanze dei sindacati e dell’amministrazione. Ma la formazione è solo un aspetto, anche se importante. Resta l’esigenza di farla finita con i tagli indiscriminati e di ridistribuire il personale in relazione ai nuovi carichi di lavoro: per dare certezze e prospettive ai lavoratori serve subito il piano pluriennale di assunzioni per l’assorbimento del precariato, va concluso il confronto per l’attuazione degli istituti sulla mobilità verticale, magari nella sede del rinnovo contrattuale. Per non prendere in giro i lavoratori è necessaria la definizione dei posti di coordinatore, e la realizzazione dell’unità dei servizi in ogni scuola, dando concrete possibilità ai passaggi dall’area B alla C. Nella società della conoscenza è indispensabile l’estensione dell’area tecnica in ogni scuola, vanno inoltre ridisegnate le competenze del collaboratore scolastico in relazione alle nuove istanze di accoglienza e sorveglianza poste dalla società ed aumentata la sfera di autonomia del Dsga dal Dirigente scolastico. L’impegno della Uil Scuola è costante e tangibile verso tutti gli interlocutori per affrontare responsabilmente il problema della organizzazione dei servizi Ata e la difesa del loro ruolo nella scuola dell’autonomia. Chiesta l’apertura di un tavolo sulle graduatorie Il dicastero ha varato la tabella di ripartizione ABILITAZIONE Precari, le nomine Dirigenti scolastici si fanno per luglio pronti gli organici Strumento musicale, dm in arrivo DI PASQUALE PROIETTI Il 19 aprile scorso, con la scadenza della presentazione delle domande di inserimento nelle graduatorie provinciali a esaurimento, si è chiuso un altro capitolo dell’accidentato percorso di migliaia di docenti precari verso la nomina in ruolo. Considerando che per luglio prossimo per il personale docente saranno effettuate 50 mila nomine in ruolo, per molti, dopo anni di precariato, sarà l’ultimo atto formale verso una situazione lavorativa finalmente stabile. Come è noto, la Finanziaria varata a dicembre ha trasformato le vecchie graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento, salvaguardando tutti coloro che erano già inseriti più coloro che, avendo maturato i requisiti, si sono inseriti ex novo. Con le graduatorie permanenti, la finanziaria ha cancellato anche la validità dei concorsi ordinari, quindi, per quanto riguarda il reclutamento siamo in una situazione di vuoto normativo: con successivi decreti del ministro dovranno essere definite nuove modalità di reclutamento. Le università stanno comunque attivando il IX ciclo Ssis e un ulteriore ciclo di laurea in Scienze della formazione primaria che consentono l’acquisizione dell’abilitazione ma non l’inserimento in gra- duatoria. In questa situazione il personale laureato è disorientato e non sa che fare. La Uil Scuola ha da tempo chiesto ufficialmente all’amministrazione l’apertura di un confronto su queste tematiche. Per completare il mosaico relativo alla questione supplenze manca ancora il decreto relativo alle graduatorie d’istituto di terza fascia. Nelle prossime settimane, sulla base del nuovo regolamento, l’amministrazione dovrebbe emanare il decreto che consentirà ai nuovi laureati di potersi inserire nelle graduatorie e, contestualmente, consentire a tutti coloro che sono inseriti nelle graduatorie provinciali a esaurimento di poter esercitare la scelta delle scuole per le supplenze brevi. In questa situazione di attesa si è inserita una sentenza del Tar del Lazio che, accogliendo il ricorso di alcuni supplenti rispetto allo slittamento a gennaio 2008 dei tempi di conclusione del percorso abilitante riservato indetto ai sensi del dm 85/05, potrebbe incidere sulla tempistica delle nomine in ruolo. Su questo la Uil ritiene che non si possa perdere ulteriore tempo, che le operazioni di nomina in ruolo vadano fatte entro luglio come stabilito dalla legge, procedendo da subito alla definizione dei contingenti provinciali, per dare certezza e tranquillità a tutto il personale interessato. DI FRANCO SANSOTTA Con il decreto n. 41 del 14/5/2007, il ministero della pubblica istruzione ha determinato le dotazioni organiche dei dirigenti scolastici per l’anno scolastico 2007-2008, che coincidono con il numero delle scuole che operano nel territorio nazionale. Ripartiti per i tre settori formativi, risultano 7.482 posti per la scuola primaria e secondaria di I grado, 3.213 per la secondaria e 47 per i convitti e gli educandati: in totale 10.742 posti, ai quali si aggiungono quelli relativi alle 19 scuole con lingua di insegnamento slovena delle province di Gorizia e Trieste. Riportiamo di seguito la tabella allegata con la ripartizione a livello regionale. LE DOTAZIONI ORGANICHE NELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE E NEGLI ISTITUTI EDUCATIVI SU WWW.UILSCUOLA.IT L’INFORMAZIONE ON LINE DELLA UIL SCUOLA DI GIUSEPPE D’APRILE «A Dicembre 2006, quando al sit-in organizzato davanti il ministero della pubblica istruzione si parlava di una eventuale abilitazione per i docenti di strumento musicale per permettere l’inserimento nelle graduatorie a esaurimento, sembrava un’impresa irrealizzabile». La convinzione però di procedere nella direzione auspicata è derivata dalla constatazione che, al contrario delle altre discipline, non solo si tratta dell’unica classe di concorso a non aver un percorso abilitante ordinario ma anche perché, a tutt’oggi, la stragrande maggioranza dei supplenti di strumento musicale, anche per supplenze annuali, viene reclutata dalle graduatorie di terza fascia d’istituto, in quanto le vigenti graduatorie permanenti sono in tante province esaurite. Da allora, l’impegno della Uil Scuola non solo è stato costante, ma determinante, affinché quanto legittimamente richiesto dai numerosi docenti di strumento musicale, si concretizzasse. Ora, a distanza di cinque mesi, posso affermare che quell’impresa è stata quasi realizzata. È in dirittura d’arrivo il decreto che permetterà ai docenti di abilitarsi e di inserirsi nelle graduatorie permanenti ad esaurimento. SCUOLA D’OGGI Martedì 29 Maggio 2007 7 Piccolo vademecum per poter accedere alle prestazioni fornite dall’ente previdenziale pubblico Mutui e prestiti ai pensionati Inpdap Tutte le erogazioni creditizie per chi ha lavorato nella scuola DI NICOLA MONDELLI C onsentito anche ai pensionati della scuola di contrarre mutui o chiedere prestiti a tassi agevolati erogati dalla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dall’Inpdap, ovvero erogati da istituti bancari o intermediari finanziari autorizzati dall’Istituto di previdenza, da estinguere mediante la cessione di una quota della pensione fino a un quinto dell’ammontare della stessa e per un periodo non superiore a dieci anni. L’estensione ai pensionati già pubblici dipendenti di contrarre mutui e chiedere prestiti alle banche o agli intermediari finanziari, da estinguere mediante la cessione di una quota di pensione, era stata introdotta dall’articolo 13-bis del dl 14 marzo 2005, n. 35, convertito nella legge n. 80/05. Controllo prospetto di pensione Il personale della scuola che cesserà dal servizio dal 1° settembre prossimo sta ricevendo o riceverà nelle prossime settimane il prospetto dati che l’Ufficio scolastico provinciale deve trasmettere per via telematica e su nastro magnetico alla sede provinciale dell’Inpdap. Poiché tale prospetto sarà utilizzato dall’Inpdap per determinare l’ammontare della pensione, si consiglia di verificare l’esattezza dei dati in esso riportati. La verifica può essere fatta da un esperto della Uil-Scuola provinciale o dal patronato Ital. Si ribadisce che il dipendente ha diritto a ricevere in tempo utile copia del prospetto. L’art. 1, comma 347 della legge 23 dicembre 2005, n. 266 ha successivamente esteso tale possibilità anche alle prestazioni creditizie agevolare erogate dall’Inpdap, estensione regolamentata con il dm 7 marzo 2007, n.45. Condizioni per mutui e prestiti concessi da banche o società finanziarie. Perché il de- bito contratto con le banche e gli intermediari finanziari dai dipendenti pubblici e dal personale della scuola possa essere estinto mediante la cessione di una quota della pensione, l’Inpdap ha, con la circolare n. 9 del 30 marzo 2007, fornito una lunga serie di condizioni per concedere l’autorizzazione. L’Istituto di previden- La previdenza complementare della scuola ha raggiunto quota 80 mila Il Fondo Espero festeggia compleanno e nuovi iscritti DI PIERO BOTTALE Ottantamila! Espero spegne la sua seconda candelina conseguendo un risultato insperato in termini di adesioni. Lentamente sta maturando nei lavoratori della scuola la consapevolezza che sia necessario, se non in molti casi indispensabile, riuscire ad accumulare, nel corso della vita lavorativa, una pensione integrativa tale da consentire un livello di reddito adeguato al momento del collocamento a riposo. Curiosamente sembra però che questa consapevolezza sia maggiormente presente tra i lavoratori con una certa anzianità di servizio, visto che l’età media degli aderenti ad Espero è ben superiore ai 45 anni. Diventa quindi importante spiegare ai giovani lavoratori, a partire dai 60 mila che prevedibilmente saranno assunti entro settembre, l’importanza di una scelta consapevole che, seppure non obbligatoria per legge, risulta fondata su presupposti inconfutabili: quando l’aspettativa di pensione in termini quantitativi si aggira sul 50% dell’ultimo stipendio, la non adesione a una forma di pensione integrativa suona un poco come una scelta di rimanere in servizio fino all’ultimo giorno consentito, per la semplice ragione che sarà difficile potersi «permettere» di lasciare prima del necessario il lavoro attivo con una pesante riduzione degli introiti economici. Il compito di far comprendere questo messaggio è affidato al nuovo consiglio di amministrazione, insediato nel mese di aprile, che, dopo aver proceduto all’elezione del nuovo presidente, individuato all’unanimità nel prof. Mauro Paoloni, ha predisposto una serie di iniziative informative da attuarsi in coincidenza con l’inizio del prossimo anno scolastico. Più che tutte le informazioni, le simulazioni, le proiezioni, parleranno a favore del fondo pensione le prime liquidazioni, previste per il mese di giugno, riguardanti le persone che si sono iscritte a Espero al momento della sua nascita; un esempio per tutti: con meno di due anni di adesione e versamenti per circa 800 euro (tra l’altro fruendo su questa somma di riduzioni fiscali), la liquidazione del capitale maturato si aggirerà sui 2.600 euro. Le cifre, come sempre, valgono più di qualsiasi parola. Il nuovo cda, oltre a dover assolvere alla funzione informativa, dovrà, nei prossimi mesi, definire un aspetto decisivo per l’assetto del fondo pensione, quello riguardante il profilo di investimento per il primo esercizio triennale. Si tratta, in pratica, di decidere le modalità di investimento dei capitali affidati alla gestione di Espero. Trattandosi di monocomparto, ovvero di un’unica tipologia di investimento che riguarderà indistintamente tutti gli aderenti, indipendentemente dall’età e dall’anzianità di servizio, la scelta cadrà su un profilo di estrema prudenza, rimandando a quando sarà possibile individuare profili diversi (fra tre anni), scelte più coraggiose, ma col tempo più remunerative. Un’ultima, ma non meno importante questione che gli organi dirigenti dovranno risolvere entro il mese di giugno, riguarda le modifiche necessarie a consentire l’ingresso in Espero dei lavoratori delle scuole private e di coloro che operano nell’ambito della formazione professionale. Questi lavoratori (e non quelli dello stato), ricordiamolo, devono esercitare entro il 30 giugno l’opzione sulla destinazione del proprio tfr. In attesa dei tempi tecnici necessari per poter aderire al fondo pensione della scuola (prevedibilmente 2/3 mesi), il consiglio che offriamo a questi lavoratori è quello di esercitare l’opzione di lasciare il tfr in azienda, per poi aderire a Espero quando possibile. In questo modo i loro diritti potranno essere pienamente tutelati e tutto il comparto dei lavoratori del settore istruzione avranno prospettive meno fosche al momento del collocamento a riposo. za, prima di autorizzare la ritenuta sulla pensione, dovrà infatti controllare se è stato sottoscritto il contratto di assicurazione sulla vita e, relativamente ai tassi di interesse richieste, deve verificare che il Taeg indicato nella dichiarazione di benestare rilasciato dai soggetti che concedono i mutui e i prestiti, non sia superiore alla soglia di usura desunta dai dati forniti ogni trimestre dalla Banca d’Italia. Condizioni per accedere ai mutui e ai prestiti erogati dall’Inpdap. Per accedere, invece, alle prestazioni creditizie agevolate erogate dall’Inpdap, i pensionati devono risultare iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell’Istituto di previdenza. L’iscrizione alla Gestione, dispone il citato Regolamento, avviene di diritto. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del decreto n. 47/07 (25 aprile 2007), i pensionati iscritti di diritto alla Gestione possono revocare l’iscrizione. Nei confronti di chi non revoca l’iscrizione, sulla rata di pensione del mese di novembre 2007 verrà disposta la ritenuta pari allo 0,50% della pensione. Nessun contributo sarà, invece, dovuto dagli iscritti alla Gestione, titolari di pensione fino a 600 euro lorde mensili, importo che sarà adeguato annualmente dall’Inpdap prendendo a riferimento le variazioni del trattamento minimo delle pensioni a carico del fondo pensioni dei lavoratori dipendenti (Inps). Dall’inizio del mese di novembre i pensionati potranno, pertanto, inoltrare le richieste con le modalità e alle condizioni che saranno prossimamente emanate dall’Inpdap. 8 Martedì 29 Maggio 2007 SCUOLA D'OGGI