in as ce re R no ug gi 06 20 2 U aria pura n po’ di L’unico e vero giornale di CASA ACCOGLIENZA S O M M A R I O 2 La comunità di biella 3 Il tirocinio in comunità 4 Ore 7,30 a.m. 5 No stress 6 Scalciando 7 Il Card. Tonini alla CdG 8 Fiori d’arancio 9 Quale libertà 10 Cinema per tutti 11 La nave del tempo In questa comunità si respira aria pura, anche se può sembrare paradossale visto che viviamo dentro un sistema che è inquinato sotto tutti gli aspetti. Ma l'aria pura alla quale mi riferisco è quella dentro di noi, che ti fa sorridere dentro, perché è un dono grande che è la vita riscoperta anche nelle piccole cose quotidiane, valorizzate perché da esse traiamo gli spunti per cambiare ed io, personalmente, mi ritengo fortunato ad aver incontrato nel mio cammino la Casa del Giovane. Di una cosa mi rammarico e cioè di non aver potuto conoscere don Enzo, un uomo di un'eccezionale forza e carisma che trasmetteva a tutti quelli che lo incontravano e che, ancora oggi, è presente in chi lo ha conosciuto e nei suoi scritti. Grazie don ed a tutti quelli che hanno creduto e credono in lui. Enzo C per tutti inema R pagina 10 Qualche consiglio dalle recensioni dei giornali VOLVER Cioè tornare, via col tango. Almodovar torna alla sua infanzia alla Mancha, invasa dalla presenza delle donne, e racconta la storia di una madre che muore ma torna come fantasma per dirimere gli imbrogli sentimentali delle figlie. Gran film sul vento della memoria, sugli affetti, dove vivi e morti convivono nelle dimensione poetica di un artista vero che, uscito dal periodo kitsch-pop, apre le porte della sua solitudine. Commedia triste-allegra che omaggia il nostro cine: Cruz e Maura strepitose. Da vedere. RADIO AMERICA Ultimo spettacolo, nel Mid West, di una varietà radiofonico di culto, extravaganza con decine di personaggi irresistibili e un ospite d'onore che viene da chissà dove. Film classico di Altman, meravigliosamente corale, spiritoso ma anche macabro, un Nashville rivisto con la saggezza e l'ironia degli 80 anni. Nessuno usa più il cinema come lui, il suo film è una prodigiosa porta girevole con mille sorprese, dialogo spiritoso e una cast fantastico in cui tutti cantano, anche Meryl. Da vedere. IL GRANDE SILENZIO Giocando sulla ripetizione, sul ritmo, sul silenzio e sullo scorrere del Tempo, il regista tedesco Groning, solo con una telecamera, ha ripreso per mesi le opre e i giorni dei Certosini nella Grande Chartreuse. Una di quelle grandi scommesse che fanno talvolta il cinema un'arte speciale, un film spiritual-estetizzante che risponde al desiderio di silenzio dell'ultimo Fellini. E un atto di fiducia nelle capacità emotive e intellettive del pubblico che ascolta le voci di dentro. Da vedere, anche per atei. pagina 3 comunità R I l tirocinio in Era la metà febbraio di quest'anno. Ricordo, di quel periodo, le prima riunioni con gli altri studenti che avevano cominciato il loro percorso nelle strutture della Comunità; ma soprattutto la mia curiosità di conoscere una realtà che da così tanto tempo fa parte di questa città, e di cui tuttavia conoscevo così poco. Ho incontrato i ragazzi di Casa Accoglienza, durante uno degli incontri che Simone ed Anna organizzano regolarmente durante la settimana, incontri a cui ancora oggi continuo a partecipare. In seguito ho partecipato alle riunioni della casa, al laboratorio di teatro, all'attività del gioco, al lavoro di verifica di gruppo riguardante il percorso comunitario individuale. Il 24 e 25 aprile ero ad Inesio nella meravigliosa casa estiva per ragazzi. Qui ho assistito alla preparazione di una scheda di verifica ed alla sua lettura di gruppo, sperimentando un'attività che già conoscevo in un contesto del tutto nuovo, sia per me, sia per alcuni ragazzi che vi si recavano per la prima volta. Queste giornate, mi hanno permesso di valutare e riflettere sull'esperienza che sto vivendo qui; le stesse sono state ben descritte e raccontate da Marco C., Paolo M., e Massimo nel primo numero di questo giornalino. A poco a poco ho cominciato a condividere, nel mio piccolo, i tempi e i ritmi quotidiani proposti dalla Comunità, rapportandoli con i miei abituali, a volte così diversi e magari frenetici, come quelli di miei tanti altri coetanei o studenti dell'Università, e con il mio modo di intendere e vivere personalmente anche la religione. Lo stare in gruppo, lo stimolo al dialogo ed alla condivisione dei compiti significano anche, secondo me, un'opportunità in più per conoscerci e, perché no, condividere degli interessi: così ho scoperto che Massimiliano, da bravo musicista, ha un debole per le canzoni in la minore, che a Matteo piace andare a correre(e se decidi di seguirlo ti fa sudare, vero Marco?) e Vincenzo ha imparato che a giocare con me a bigliardino non ci fa un affare… Quindi, soddisfatto di essere il primo tirocinante a scrivere sul loro giornale (e facendomi quindi entrare così nella storia!) ringrazio tutti i ragazzi e vi saluto. Yossi R pagina 6 S calciando Cosa resta del calcio italiano che a dire di molti è il migliore del mondo? Lasciando perdere ogni tendenza sportiva di ognuno, dobbiamo ammettere che la cosa ha lasciato tutti un po' a disagio, anche chi del calcio sa poco o niente, ma perché qui si parla di Italia e tutti, bene o male , ne siamo dentro. Io, cresciuto da un nonno milanista che mi diceva che prima di essere milanista dovevo essere anti-juventino, devo ammettere che lo scandalo Moggi non ha fatto altro che dare corpo a tutti quei dubbi che molti(io compreso) avevano su questa dirigenza Al-caponiana, che la GEA stesse diventando come la Microsoft e che agli altri dovessero restare solo le briciole, ma quando si arriva a parlare di così tanti soldi, rimanere nel lecito diventa quasi un'utopia. Durante gli anni di tossicodipendenza, il calcio non è stato vissuto da me con l'entusiasmo con il quale lo vivevo prima, specialmente a scuola, ma in maniera un po' superficiale, visto che avevo altro a cui pensare, ed oggi, invece, lo vivo come un qualcosa da condividere con gli altri, qualcosa che faccia parte di discorsi, di tempo libero, di prese in giro e anche di soddisfazioni, perché no, perché quando si vince la Champion contro la Juve è una grande soddisfazione, ma anche di tristezze come contro il Liverpool, ma non bisogna farlo certo diventare una malattia, come purtroppo molti fanno anche a discapito della famiglia. Quando però succedono certe cose non rimango indifferente poiché mi fa vedere quanto il sistema sia debole, quanto sia mosso solo dai potenti e di quanto il dio denaro abbia il controllo totale di cose e persone. Anni fa vedevo persone alle quali piaceva giocare al calcio ed avrebbero fatto carte false per giocare, ma oggi gira tutto intorno ai soldi e quelli ai quali interessa ancora solo il gioco sono ben pochi e c'è chi si accontenta anche della panchina, purché il conto in banca cresca. Poi, se ci sono dietro delle persone astute e crudeli, il gioco è fatto, almeno fino a quando non ti beccano. Una cosa è sicura: se non si puniscono questi fatti, prima o poi qualcuno lo rifarà e beccarlo sarà più difficile. La Juve in serie B? Ci manderei anche il Milan se servisse a qualcosa. E anche l'Inter... pagina 7 alla CdG R I l Card. Tonini Lunedì 29 maggio abbiamo icontrato il cardinal Ersilio Tonini in comunità. La prima impressione è stata di vedere un uomo minuto che, però, compensava l’apparente fragilità con la sua grandissima cultura ed il grande amore per i bambini. Dopo essersi fatto accompagnare mano nella mano da una bellissima bambina di due anni, ha parlato del futuro che non è identificabile esclusivamente nella televisione, con i suoi reality show o con la stampa e i suoi pettegolezzi, ma nei più piccoli dei quali dobbiamo prenderci cura, che, come diceva don Enzo, “non hanno bisogno di molto, ma di tutto”. Il cardinale ha fatto presente che è molto bello trovarsi al mondo in questo momento storico; il livello di cultura si è alzato parecchio e la mortalità è diminuita tantissimo. Non bisogna però lasciarsi condizionare troppo dalle mode a volte eccessivamente costose, abituarsi invece ad amare se stessi perché ognuno di noi è unico così com'è. Ci ha anche ricordato che la sapienza non è altro che il gusto della vita: il sorgere del sole, i prati in fiore, la brezza sul viso e perché no un buon pranzo; questo è avere il gusto di vivere. Gli è stata posta anche qualche domanda e tra queste c'era: “perché lei ama tanto i bambini?” Ha risposto ricordando a tutti noi di aver avuto una bella infanzia e che sarebbe stato bello che tutti i bambini in difficoltà avessero anche loro ciò che egli provò. È stata una conferenza importante che, credo, abbia lasciato qualcosa a tutti. Si è conclusa con l’invito del Cardinale a non abituarci troppo alle cose e di conservare sempre lo stupore della prima volta ed un augurio bellissimo: “Buona vita”. Massimiliano R pagina 8 iori F d’arancio Un paio di mesi fa circa,si era pensato di poter organizzare un matrimonio in comunità dove si sarebbe sposato il fratello della moglie di Simone. Detto e fatto, più o meno, noi tutti di casa Accoglienza ci siamo dati da fare, chi più chi meno, a seconda delle proprie possibilità tenendo conto che dovevamo fare questo per gente esterna e che era una cosa per noi del tutto nuova. È andato tutto a meraviglia. Ridendo e scherzando, abbiamo portato a termine questo nostro impegno che sembrava più grande di noi. Alla sera, nonostante fossimo tutti molto stanchi, si leggeva sulle facce molta soddisfazione per l'impegno che avevamo dato ed anche gli sposi erano molto contenti e soddisfatti. Questo può significare che siamo persone come gli altri, né più né meno e che da questa esperienza può nascere un gruppo di ragazzi che con la loro disponibilità, si sentono in grado di portare avanti anche incarichi piuttosto impegnativi come questo. Ne potrebbe venir fuori più responsabilità, più possibilità di capire quali attitudini, quali capacità, quale voglia di buttarci in esperienze, più senso per la nostra vita. Questa è la nostra comunità che ci offre queste possibilità: sfruttiamole. Ettore N stress pagina 5 R o Non voglio che il mio cammino diventi uno stress. Questo mi porta infatti a far cambiamenti forzati. Se decido di cambiare è perché capisco di avere degli atteggiamenti e dei modi di vedere e concepire le situazioni che incontro che non vanno bene, che mi portano a non sentire la sintonia con il vero me stesso. È incontrando il mio vero io che posso capire cosa devo “limare” di me. Quando io accetto di cambiare accetto di lavorare su me stesso, certo in quello che riesco in quello che riesco a fare. Devo avere la giusta dimensione di quello che posso fare. Personalmente mi ritengo fortunato, perché ho delle persone che mi aiutano con parole, atteggiamenti e mi guidano nelle situazioni per me più giuste. Certo devo avere fiducia in loro. Voglio e devo cambiare per migliorarmi, per migliorare il rapporto con le persone, qualunque persona. Molte mie paure sono svanite e mi accorgo di non aver più tanta voglia di parlare solo dei miei problemi, ma di interessarmi anche degli altri. Il mio carattere è quello che è, manca di tatto, sensibilità, non capisco mai quando è meglio che stia zitto o quando possa parlare senza far danni, ma per adesso ho questo carattere e lo devo accettare. Vito R pagina 4 re O 7.30 a.m Ogni mattina, puntualmente alle 07.30, i ragazzi di Casa Accoglienza si riuniscono per un piccolo, ma importante, momento di riflessione e preghiera. Dopo il rito cristiano del segno della croce, si sceglie tra le tante canzoni dedicate a Dio, a Gesù o alla Madonna. Potrebbe anche sembrare infantile, ma sicuramente aiuta ad affrontare le giornata in modo più sereno e obbliga (in parte) a svegliarsi da quella sensazione, quasi ipnotica, della sonnolenza post-sveglia. Si continua con un piccolo ma importante insegnamento di don Enzo: brevi paragrafi su un libretto che i ragazzi, a turno, ogni mattina scelgono e leggono per tutti. Dopo ciò arriva il momento che secondo me è più significativo di tutti: due minuti interi di assoluto silenzio e meditazione. In quegli istanti anche chi non è abituato a farlo “pensa” e chi lo sa quanti pensieri è in grado di fare il nostro cervello in due minuti. Passato questo tempo, molto discretamente il nostro compagno Sandro invita tutti ad alzarsi e a pregare recitando il Padre Nostro o un’Ave Maria. Ci si saluta con un significativo “buon giorno” e ci si dirige ognuno verso il proprio laboratorio. Massimiliano Q ibertà? pagina 9 R uale Quando qualcuno dice che in Comunità manca la libertà, a che cosa si riferisce? Mi sembra che nessuno di noi sia chiuso a chiave, che sia obbligato a stare qui. Anche chi ha problemi di giustizia ha sempre l'opportunità di scegliere cosa fare, anche se l'alternativa è il carcere, purtroppo, ma anche in questi casi si raccoglie ciò che si semina. Dunque non è questa forse la libertà? Libertà di scegliere cosa fare, andare o restare, di scegliere cosa è più giusto per noi e, si spera, per una volta prendere in mano la propria vita con la giusta decisione. Liberi di guardarsi allo specchio e di vedere se sul nostro viso c'è la voglia e la volontà di cambiare, di non prenderci è di non prendere più in giro, di cominciare a volerci bene e di volerlo un po' anche al prossimo ed a chi ci sta vicino. Libertà di vivere, di fare nostre anche quelle regole che fino a ieri non ci piacevano ma che sappiamo essere essenziali per condurre un'esistenza migliore, che ci appaga sotto ogni aspetto, una vita degna di essere vissuta. Trovare il nostro equilibrio ed una dignità che, secondo me, fanno parte di questa libertà che ognuno va dicendo, anche la libertà da quelle sostanze che ci hanno tenuti prigionieri per anni, senza farci conoscere quella vera, anche se non ce ne siamo mai lamentati; anzi, per noi essere chiusi in quel mondo voleva dire essere liberi, ma ora che il mondo ci si presenta davanti a volte la paura è tale che ci piacerebbe essere di nuovo là, quasi protetti da quel falso universo che ci sembrava così bello ma che in realtà non ci lasciava possibilità di vita. Così, prima di lamentarsi, bisognerebbe riflettere su che cosa vogliamo veramente e prendere una posizione con noi stessi, una posizione che porti dove per noi possa cominciare veramente la nostra esistenza e dove sentirsi qualcuno anche al di fuori di una piazza. Paolo R pagina 2 a comunità di L Biella Una parte dei ragazzi di Casa Accoglienza si è recata, con don Luigi, a far visita alla comunità di Biella a un anno esatto dall'inaugurazione del monastero Mater Carmeli, dove oggi vivono sei suore in clausura. Quando i ragazzi sono arrivati le suore erano in preghiera e non hanno potuto riceverli, ma li avrebbero accolti più tardi. Così, nell'attesa, sono andati a visitare il santuario di Oropa, costruzione immensa e di rara bellezza artistica, al centro della quale vi è una fontana particolare da dove, con appositi mestoli, ci si può dissetare e tutto intorno appunto, si erge la costruzione nella sua maestosità e bellezza. All'interno vi è la chiesa dedicata alla Madonna Nera, meta di pellegrinaggio. Nelle struttura vi sono anche molti riconoscimenti di tantissime persone che hanno visto la morte e che, per grazia, i giovani si sono salvate ed hanno portato lì la loro testimonianza ed il loro ringraziamento. Più tardi, finita la visita al santuario, si sono recati al monastero dove le suore li hanno accolti e dove era stato preparato un piccolo buffet. Le sorelle hanno parlato con i ragazzi dell'amore che nutrono per Dio e della fede, che ogni giorno dà loro forza. È stato un incontro molto bello e forte che ha trasmesso a tutti, credenti e non, quella voglia di fare ed andare avanti credendo in qualcosa che per ognuno può essere diverso ma uguelmente importante. Verso le 20.00 sono andati a cenare ospiti di Casa Speranza e li hanno condiviso un bel momento di scambio con i ragazzi che, molti, non conoscevano. A fine serata hanno fatto ritorno a Pavia pronti per ricominciare una nuova esperienza che il giorno dopo la vita a tutti loro regala. Marco C. L tempo pagina 11 R a nave del Voglio una nave, E nel tempo viaggiare Ed indietro tornare Per ricominciare. E la mia vita salvare Con questa nave lo posso fare, Imparare ad amare…””…””…””…di più, di più di Max Cella Soli, questo mondo ci insegna che, Siamo soli, e no che non mi và. Voglio te, sui prati correre Fermarmi solo se ci sei… Voglio una nave, E nel tempo viaggiare Ed indietro tornare Per ricominciare. E la mia vita salvare Con questa nave Lo posso fare Imparare ad amare…””…””…””…di più, di più Siedo, su di un divano un po' sgualcito, con il tempo scritto sopra, e con gli occhi guardo il nulla. Brindo alla salute con un caffé, Perché la vita è adesso, ma senza aver successo… Voglio una nave, E nel tempo viaggiare Ed indietro tornare Per ricominciare. E la mia vita salvare Con questa nave Lo posso fare Imparare ad amare…””…””…””…di più, di più, di più...