Notizie testimonianze proposte per gli amici dei missionari Burundi Camerun Ciad Congo r. d. mozamBiCo Sierra Leone BangLadeSh FiLippine giappone indoneSia Taiwan amazzonia BraSiLe CoLomBia meSSiCo CSAM Centro Saveriano Animazione Missionaria Via Piamarta, 9 - 25121 Brescia Tel. 030.3772780 – Fax 030.3772781 E-mail: [email protected] Direttore: Marcello Storgato Redazione: Diego Piovani Direttore responsabile: Marcello Storgato Regist. Trib. di PR 07-03-1967 - n. 400 Fruisce di contributi statali (legge 270/1990) In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio P. T. Brescia C.M.P., detentore conto per la restituzione al mittente, che si impegna a pagare la relativa tariffa 2012 NOVEMBRE n. 9 Il nostro “anno della fede” Una porta da tenere sempre aperta per tutti p apa Benedetto ha inaugu rato l’anno della fede nel contesto del sinodo dei vescovi sulla “nuo va evange lizzazione” e in coinci denza con il 50.mo an niversario dell’inizio del concilio Vaticano II. Quel gior no (11 ot tobre 1962) Giovanni XXIII ave va detto ai padri conciliari che lo at torniavano numerosi come mai accaduto prima: “È solo l’aurora, e già i primi raggi del sole nascente come so avemente carezzano l’animo no stro! L’aria è santa qui, percorsa da brividi di letizia. Prende vita sotto i nostri sguardi la visio ne dell’apostolo Giovanni (cf Ap 1,20): voi siete come stelle luminose nella maestà di que sto tempio e della vostra luce si adornano le chiese a voi affidate, che splendono come candelabri attorno al sepolcro del principe degli apostoli”. La chiesa e il mondo Sono passati cinquant’anni e l’«aurora» di cui parlava Gio vanni XXIII si è forse un poco schiarita, ma la luce del conci lio non è ancora arrivata a spri gionare tutto il suo splendore. Cinquant’anni sono tanti, ma in realtà sono anche molto po chi per tradurre nella realtà la formidabile intuizione di papa Giovanni. Egli mirava a ridare splendore e attualità al mistero della chie sa, per aprirla al mondo e per il mondo, e farne una chiesa che non considera più il mondo co me un estraneo da guardare da lontano o come un servitore da comandare e bacchettare, perché sia come essa lo vuole. La chiesa è entrata in dialogo con questo mondo, che la chie sa vuole amare come Dio lo ama (cf Gv 3,16), anche se non è sempre aperto alla parola del vangelo, anche se spesso e vo lentieri rimane indifferente alle PER VIVERE LA FEDE OGNI GIORNO Con la guida spirituale di san Guido Conforti p. MARCELLO STORGATO, sx L unedì 8 ottobre 2012, all’inizio del sinodo dei vescovi per la nuova evangelizzazione, papa Benedetto XVI ha giustamente affermato: “Vangelo vuol dire che Dio ha rotto il silenzio; Dio ha parlato; Dio c’è; Dio ci conosce, Dio ci ama, è entrato nella storia. Gesù è la sua Parola, il Dio con noi, il Dio che ci mostra che ci ama, che soffre con noi fino alla morte e risorge”. Ma come far arrivare questo “vangelo - buona notizia” agli uomini di oggi? È questa la grande sfida. Le “notizie” che oggi circolano in tutti i canali tradizionali e tecnologici - sono davvero tante, e il rischio di disperdersi è altissimo. Non basta, quindi, mettere in onda - o in banda, si direbbe oggi - la “buona notizia”. C’è bisogno ancora dei famosi missionari del vangelo, che annunciano il canale giusto, che propongono la banda giusta per entrare nella “buona notizia”. Lo ha detto chiaramente il cardinale Donald William, di Washington, nella sua relazione introduttiva al sinodo: “Coloro che hanno bisogno di sentir parlare di Cristo sono vicini a noi, nei nostri quartieri e nelle parrocchie, anche se i loro cuori e le loro menti sono lontani da noi. I missionari hanno coperto immense distanze geografiche per portare la Buona Novella. Noi, missionari della nuova evangelizzazione, dobbiamo superare distanze ideologiche altrettanto immense, spesso prima ancora che usciamo fuori del nostro quartiere o della nostra famiglia”. Il calendario della fede che trovate in questo numero, l’abbiamo pensato proprio per essere un piccolo aiuto a vivere bene questo “anno della fede”. Infatti, è tutto impostato su questa grande e fondamentale virtù, che è prima di tutto dono di Dio a noi (per questo si chiama virtù “teologale”). Un dono da accogliere nella preghiera e nella meditazione quotidiana. Lo facciamo con la guida spirituale di san Guido Conforti, padre di missionari e grande animatore della chiesa italiana; un pastore che per la fede cristiana ha donato tutto se stesso, amando tutti in Cristo, senza sconti e senza risparmi, consapevole del fatto che “i più poveri del mondo sono coloro che non hanno la fede”. Ogni mese, ogni giorno, tro- verete una frase su cui riflettere, una parola da meditare, un invito a vivere con coraggio la fede in tutte le sue esigenze, umane e spirituali. La fede tra gli uomini e la fede in Dio. Perché non può credere in Dio e alla sua Parola chi non crede nell’uomo e alla parola umana. Ecco un’anticipazione di come san Guido viveva la fede umana e la fede cristiana: “La fede umana, figlia della parola dell’uomo, è indispensabile, perché è il vincolo delle nostre relazioni sociali; è il fondamento della vita domestica e sociale. Banditela dal mondo, e subito la società si divide, la famiglia si separa, l’individuo si discioglie”. E per la fede cristiana? “Se volete credere molto, amate molto... Voi che cercate la fede, scendete nell’intimo del vostro cuore; e là troverete l’amore che ve ne farà dono. Sì, se voi volete credere molto, amate molto”. Cari amici, con gioia i Missionari Saveriani vi fanno dono del “calendario della fede”. Accoglietelo e tenetelo bene... a vista! E permettete un’ultima parola sincera, valida per dodici mesi e oltre: auguri per... un buon anno della fede! Stampa: Tipografia Camuna S.p.A. - Brescia Contributo annuo € 10,00 - Contiene I. R. Poste Italiane. Sped. A.P. D.L. 353 03 (conv. L.27/02/04 n° 46) art. 2, comma 2, DCB Brescia. Envoi par Abonnement Postal - Taxe Perçue p. GABRIELE FERRARI, sx proposte della chiesa, o è addi rittura ostile alla sua azione. Ma la chiesa non dimentica il desi derio del cuore del suo Signore, che ha voluto fare della chiesa il cuore del mondo, allo scopo di farlo diventare una sola famiglia di fratelli e sorelle, figli e figlie dell’unico Padre Celeste. Un anno di conversione Per questo la chiesa deve vive re questo «anno delle fede» come un anno di conversione all’iden tità delineata dal concilio: essere popolo di Dio, corpo di Cristo e tempio dello Spirito, sacramen to universale di salvezza, spazio d’incontro con Dio per tutti gli uomini di buona volontà. Ma de ve essere anche anno di conver sione e di attenzione al mondo, affinché incontri il regno di Dio, luogo di convivialità per “tutti i figli di Dio dispersi” (Gv 11,52). Per realizzare questo progetto di unità Gesù ha “consacrato se stesso” (Gv 17,19), ha dato cioè la sua vita sulla croce, affinché tutti si sentano cercati e amati dal Padre, perché lo possano in contrare e credere al suo amore. Far crescere la fede e offrirne a tutti la possibilità, ecco l’obietti vo di questo «anno della fede». Nella lettera La porta della fede, con cui ha annunciato quest’anno speciale, il Papa ci ricorda che questa “porta” è sempre aperta: è stata aperta dal Figlio di Dio, ma tocca a noi tenerla aperta per tutti, perché tutti possano passarvi e trovare la salvezza. Testimoniare la nostra fede Compito di quest’anno sarà di far crescere la nostra fede attra verso una maggiore intimità con Gesù, una migliore celebrazione della liturgia; ma anche attra verso un rinnovato impegno per trasmettere la nostra fede a colo ro che non hanno mai sentita la “Parola della verità” o a coloro che, pur avendola sentita, non ne sentono più il fascino. Il mondo sembra far a meno di Dio, ma in realtà ne ha una grande nostalgia. Quando cerca pace, giustizia, verità, onestà, solidarietà, in realtà cerca incon sciamente Dio, che è la sorgente della vita e di tutti quei valori che la rendono buona e bella e che permettono di viverla in pienezza anche in questo tempo difficile che è il nostro. A coloro che attendono una Parola che colmi i loro desideri, noi discepoli di Gesù dobbiamo la testimonianza di una vita che mostri che crediamo in Uno che è in grado di riempire il nostro cuore di speranza, di gioia e di pace. Condividiamo con loro le stesse speranze e le stesse pau re, ma abbiamo incontrato Co lui che “ha le parole della vita eterna” (Gv 6,68) e per questo crediamo in Lui, anche se non lo vediamo. Rimaniamo quindi sulla “porta della fede” per invitare tutti a en trare con noi, ospiti e commensa li, nella casa del Padre. Questa è la missione della chiesa, la “lieta notizia” che vogliamo far cono scere a tutti. ■ Nel disegno di Umberto Gamba, il simbolo della porta aperta: tutti possono entrare, benvenuti alla scoperta della fede! 9 2012 novembre n. ANNO 65° 33 anni di missione per tre San Guido Conforti: un anno dopo I laici sono davvero importanti Per vivere l’Avvento e il Natale missionario Dalle comunità saveriane d’Italia Testimonianze, interviste e proposte Il calendario 2013 Per vivere con i saveriani l’anno della fede 2 3 4 2012 NOVEMBRE VITA SAVERIANA Trentatre anni di missione per tre Giuseppe, Marcello e Renato in Amazzonia A Belém c’è una casa - chiamata con la parola latina “domus” - dove tutti i saveriani in Amazzonia possono trovare un posto per passare qualche giorno o qualche ora di riposo e di preghiera. Serve anche per incontri di zona o per celebrare una felice ricorrenza... Come quella del 3 agosto scorso, quando i tre saveriani Giuseppe Borghesi, Renato Trevisan e Marcello Zurlo, si sono dati appuntamento per celebrare i trentatre anni di vita missionaria in Amazzonia (1979-2012). Inginocchiati a Guadalupe Tanti anni fa ci siamo trovati insieme all’aeroporto di Linate, ansiosi di realizzare il nostro sogno: donare la vita per le missioni. Era la sera del 7 settembre 1979. Il viaggio aveva una tappa importante: consacrarci alla Madonna di Guadalupe in Messico. A Città del Messico ci ha accolto p. Tiberio Munari (oggi ancora attivo alla bella età di 93 anni). Siamo stati festeggiati da tutte le comunità saveriane con il fervore tipico dei messicani... Ci siamo inginocchiati davanti all’immagine della Madonna di Guadalupe, per il nostro gesto d’amore e di donazione a lei del nostro futuro lavoro missionario in Amazzonia. E poi, di nuovo in viaggio. All’alba del 16 settembre 1979, baciavamo la terra santa in Belém, capitale dell’Amazzonia. Missionari felici! Dopo tre mesi di studio della lingua alla periferia di Belém, abbiamo preso vie diverse: p. Renato è stato destinato a vivere con i popoli indigeni kayapó; p. Giuseppe si è identificato con la gente delle isole sparse tra i meandri del Rio delle Amazzoni, in diocesi di Abaetetuba; p. Marcello è finito in un villaggio del comune di Bujaru, chiamato “Vila Concórdia”, a circa sette ore di viaggio da Belém. Eravamo felici di sentirci missionari e di poter annunciare il regno di Dio e viverlo con la gente. Tutto il nostro bagaglio intellettuale e teologico si è lentamente spento e... siamo rimasti convertiti dalla fede del popolo semplice dell’Amazzonia e dal loro modo di viverla; siamo stati ri-battezzati nelle acque degli immensi fiumi dell’Amazzonia. Il regno di Dio era arrivato pri- p. MARCELLO ZURLO, sx ma di noi, anche senza di noi! Tre vite, una missione Da allora, padre Renato (eccetto un periodo di servizio nella direzione generale dell’istituto) è vissuto tutto il tempo tra gli indio kayapó. La sua esperienza è il punto di riferimento per tutti coloro che vogliono conoscere la vita e lo spirito di questo popolo. Padre Giuseppe, dopo 14 anni vissuti tra le isole di Abaetetuba, sempre in barca, è stato per tre anni rettore del seminario di Abaetetuba. Infine, è stato destinato ad Altamira, la più grande prelatura del mondo, sul grande fiume Xingu. Oggi lavora a São Felix do Xingu, distante più di mille chilometri da Belém. Padre Marcello, dopo tre anni a Vila Concórdia, è vissuto undici anni in Abaetetuba, come rettore del seminario ed economo della diocesi, con mons. Angelo Frosi di santa memoria. È poi passato per Barcarena, Vila dos Cabanos, Ananindeua e Belém, nella parrocchia San Francisco Saverio; a ottant’anni è infine Da sinistra, p. Marcello Zurlo, p. Renato Trevisan e p. Giuseppe Borghesi celebrano il loro 33° anno di missione in Amazzonia approdato alla “domus” saveriana di Belém. Il nostro “Magnificat” I “tre” non potevano lasciar passare la ricorrenza dei 33 anni di vita missionaria senza festeggiare in fraternità. Ci siamo convocati e cosa abbiamo fatto? Nella santa Messa, presieduta dal più giovane p. Renato, abbiamo cantato il Magnificat, il canto della Madonna, ringraziando il Signore per tutto quello che egli ha operato attraverso di noi. E ci siamo impegnati a vivere la nostra missione, come Cristo nella sua passione e resurrezione, dopo i 33 anni di vita. A mezzogiorno, ci siamo riuniti con tutti i confratelli della zona attorno alla tavola della fraternità, con tanto di torta e “tanti auguri a voi”. Nessuno ha osato augurarci: “per altri 33 anni!”. Sarà per quanto Dio vorrà. ■ ICONA San Guido Conforti: un anno dopo Lettera del superiore generale per ricordare 2 Carissimi, il 23 ottobre è il primo anniversario della canonizzazione di mons. Guido Conforti. È un momento utile per guardare all’anno trascorso e per domandarci se lo abbiamo “fatto fruttare” nella nostra vita quotidiana. In merito, desidero proporre tre livelli di riflessione e di impegno. Il primo si riferisce alla dimensione “umana” di mons. Conforti, alla sua storia, al suo contesto, alle sue scelte. La canonizzazione è stata un grande momento di approfondimento. Sta a noi continuare a studiare, leggere, conoscere, parlarne. Il secondo ci interpella sulla dimensione “carismatica” e in particolare sul nostro essere totalmente dediti all’annuncio del vangelo a coloro che ancora non lo conoscono. Celebrare la sua festa - il 5 novembre - è autentico se ravviva in ciascuno di noi lo slancio missionario. Il terzo, quello più fruttuoso, è la dimensione “divina”. L’autore dell’icona di san Guido vescovo e missionario (venerata nel santuario a lui dedicato a Parma), spiega con queste parole: “Figure ed edifici non producono nessuna ombra, perché appartengono a una realtà trasfigurata, che non riceve luce dall’esterno, perché contiene in se stessa la sorgente della luce… Venerando il santo, ci si eleva dal visibile al desiderio e all’amore dell’invisibile, del divino… e la grazia discende su di noi per mezzo di questa immagine”. E aggiunge: “Le icone non sono firmate, perché l’autore è Dio stesso”. (Carlo Richiedei) Capiamo bene che l’artista non si riferisce prima di tutto all’icona come quadro, ma a colui che l’icona rappresenta. Il santo è “capolavoro” di Dio, unico e irripetibile, ma anche icona dell’azione di Dio. Rapportarsi a lui vuol dire scoprire come e a quali condizioni Dio opera nella vita di una persona, e quindi, anche nella nostra, rispettando l’unicità di ciascuno. In questo primo anniversario della canonizzazione di mons. Conforti, mentre noi saveriani ci prepariamo al XVI capitolo generale, nella chiesa si è concluso il sinodo sulla nuova evangelizzazione ed è iniziato l’anno della fede, “regola indeclinabile della nostra condotta” come afferma san Guido. A partire dalla sensibilità ecclesiale di mons. Conforti e dal suo amore per la famiglia saveriana, credo che egli ci inviti a coinvolgerci pienamente in questi eventi. È anche un bel modo per vivere questo primo anniversario. Affido ciascuno di voi all’amore e all’intercessione del nostro santo. p. Rino Benzoni, sx GALLI PADRE MICHELE: SAVERIANO BEN RIUSCITO Così l’ha definito il parroco di Ranica (BG) nell’omelia durante la Messa di suffragio: “un saveriano ben riuscito, che ha vissuto i valori nei quali ha creduto, con modestia e umiltà”. Padre Michele Galli si è spento in Indonesia il 24 settembre, all’età di 84 anni, mentre era in ospedale per essere operato alla cataratta. Dopo le elementari aveva lavorato nelle fornaci per aiutare la mamma, rimasta vedova con quattro figli. A 15 anni decide di diventare missionario, contro la volontà del padrone che non voleva lasciarlo andare... Ha vissuto tutta la sua vita missionaria - 55 anni - in Indonesia, sempre disponibile, anche in incarichi importanti nella diocesi. È sepolto nel piccolo cimitero saveriano a Padang. ■ COSIMO P. CORIGLIANO: SAVERIANO MURATORE Da sei anni viveva in famiglia, a Fragagnano, non lontano da Taranto. Padre Cosimo Corigliano ha terminato la vita terrena il 28 settembre, per complicazioni improv- vise, all’età di 79 anni. Era entrato tra i saveriani a 24 anni, già esperto muratore. Ordinato sacerdote nel 1965, era stato destinato al Brasile, dove aveva lavorato fino al 2006, costretto a lasciare la missione per il morbo di Alzheimer. Padre Cosimo ha aiutato i poveri a migliorare la loro situazione e a vivere una vita più dignitosa. Costruire case era per lui un modo per annunciare il vangelo delle beatitudini: “beati i senza tetto, perché avranno una casa!”. Migliaia di famiglie povere stanno vivendo nelle casette da lui progettate su piccoli lotti di terra, alle periferie delle grandi città brasiliane. ■ MANTENERE VIVA LA MEMORIA Vavassori: “Una vita per gli altri” Il saveriano congolese p. Paulin Batairwa ha raccolto le testimonianze di molte persone che hanno conosciuto p. Simone Vavassori e ha scritto una biografia del missionario, deceduto per infarto otto anni fa a Bukavu. Un bel volume di 230 pagine, con immagini e documentazione, in lingua francese, stampato dalla tipo- grafia Lavigerie. Sarà un ottimo strumento di animazione missionaria tra i giovani congolesi. Speriamo di avere presto anche un’edizione italiana. Medici: “Un uomo felice” Il 14 ottobre, nella parrocchia di Santa Mariana in Brasile, è stato lanciato il libro “Diario di un uomo felice”. Si tratta di una piccola parte del diario che p. Luigi Medici, saveriano modenese scomparso due anni fa, ha scritto per quasi 70 anni, con una costanza impressionante. Hanno curato l’edizione il confratello p. Giovanni Murazzo e l’amico Claudinei Pollesel, con la traduzione dall’originale italiano di Marcia Forti. Sono 173 pagine illustrate, con la presentazione del vescovo ausiliare di Rio de Janeiro. ■ LA SFIDA DEI MARTIRI Il 29 settembre, nel 17.mo anniversario dell’uccisione di p. Ottorino Maule, p. Aldo Marchiol e Catina Gubert, il vescovo di Bururi ha celebrato a Buyengero - presso la tomba dei martiri - una Messa solenne con la partecipazione di molti saveriani, sacerdoti e fedeli della diocesi. La data sta ormai diventando un appuntamento annuale per la “festa della riconciliazione e del perdono”. I nostri martiri, insieme a una moltitudine di altri martiri burundesi, incoraggiano a scoprire la fraternità tra i popoli e le etnie, nella giustizia e nel perdono. Una grande sfida umana e cristiana! ■ 2012 NOVEMBRE DIALOGO E SOLIDARIETÀ LETTERA DAL DIRETTORE p. Marcello Storgato MISSIONARI SAVERIANI Via Piamarta 9 - 25121 Brescia E-Mail: [email protected] Pagina web: saveriani.bs.it/missionari_giornale MA I VESCOVI CREDONO NEI LAICI? Caro direttore, ho letto con gioia l’articolo di p. Gabriele Ferrari su “la nuova evangelizzazione” (editoriale del n. 7/2012). Ha centrato il problema. La chiesa ha bisogno di essere ri-evangelizzata: il fossato fra quello che dice e quello che fa si allarga, con il rischio di non essere più credibile. La gerarchia confida nell’impegno del laicato. Ma non si è ancora capito, chi sono oggi i laici? Basta leggere qualche articolo e seguire qualche conferenza per capire che noi laici siamo ben poca cosa. L’articolo di p. Gabriele mi ha confortato. Possibile che la gerarchia non sappia liberarsi dai suoi pregiudizi? Possiamo sperare che nel sinodo dei vescovi qualcuno si ricordi delle parole del cardinal Martini, che “la chiesa è in ritardo di 200 anni”? A volte mi chiedo dove vivano i nostri vescovi. In famiglia per educare bene i figli servono genitori che diano l’esempio. La povertà bisogna viverla e amarla, non solo predicarla per gli altri. Sto dicendo cose grosse, ma sono le conversazioni che girano tra noi fedeli. Cordiali saluti, Lucchi Ernesto, via e-mail Caro direttore, da molti anni ricevo “Missionari Saveriani”. Sono emozionata mentre scrivo: grazie per l’attenzione che rivolgete a noi tutti. Ogni tanto, nelle difficoltà della vita, vado in crisi e diminuisce la fiducia. Ma l’esperienza e il coraggio missionario di “Ale & Ale” - che hanno scritto a pagina 2 - mi hanno trasmesso ancora più fiducia nel Signore. Voglio unirmi a voi in preghiera per la mia famiglia (per il figlio di 15 anni) e soprattutto per le tante persone di ogni nazionalità ed esperienza di vita che incontro al centro di ascolto di Giussano, bisognose di conforto e di lavoro. Chiedo che i miei cari genitori vengano iscritti nella “Santa Messa Perpetua”, con la pagellina di conferma. Un saluto cordiale a tutti i missionari, Antonella Molteni, Carugo - Como Carissimi, grazie per queste vostre belle lettere, che ci danno coraggio e anche soddisfazione: i nostri lettori sono persone meravigliose! L’editoriale mensile di p. Gabriele richiede una certa attenzione; il nostro Ernesto, ha anche la capacità di mettere “nero su bianco” emozioni e convinzioni, facendosi voce anche di tanti altri “laici”, che giustamente chiedono più “fiducia” nella chiesa “popolo di Dio”. Meno male che tanti laici e laiche continuano a impegnarsi con l’esempio in famiglia e nella società, come autentici missionari di Cristo! Grazie anche a tutti coloro che, come Antonella, hanno gustato i racconti di Ale & Ale dal Brasile. E sono tanti! Pensate che p. Girola, da Roma è andato fino a Offagna (Ancona), per soddisfare alla voglia di passare una giornata con gli Andreoli e figli Miriam e Francy. Restiamo uniti nella preghiera e nella testimonianza, per confermarci nella fiducia, espressione della fede genuina, perché “sia da tutti conosciuto e amato nostro Signore Gesù Cristo!”. Vostro, p. Marcello, sx STRUMENTI D'ANIMAZIONE AVVENTO E NATALE MISSIONARIO Per vivere l’Avvento e il Natale con stile missionario, giorno per giorno, proponiamo il libretto: Entrati nel- la casa credettero. Cammino liturgico-missionario nell’anno della fede, a cura di autori vari, pagine 96, € 3,50 per copia. È un sussidio per vivere l’Avvento e il Natale, in una dimensione familiare, di gruppo, o personale. Propone un cammino quotidiano articolato in tre parti: letture liturgiche del giorno, breve commento alla luce del tema della fede, e brano del Catechismo della chiesa cattolica o della lettera di Benedetto XVI La porta della fede. Per i bambini e i ragazzi: Diario di un asino. Cammino verso Betlemme, sulla scia della stella, a cura di Pablo Sartori, pagine 16, € 1,50. È la storia della nascita di Gesù dal punto di vista di Chamor, un asinello di Betlemme. Vengono proposte riflessioni e attività simboleggiate dalle parti del corpo dell’asinello: le orecchie=ascolto (il vangelo), la bocca=parola di… (buone notizie dai testimoni), la groppa=umiltà (piccoli protagonisti), le zampe=lavoro (prendi un impegno). Sconto del 30% per acquisti di almeno 10 copie. Richiedere a: • Libreria dei popoli, Brescia Tel. 030 3772780 int. 2; Fax 030 3772781; E-mail: [email protected] I MISSIONARI SCRIVONO Ladibamba: il “Molokay” di Douala, in Camerun A Douala, in Camerun, nella parrocchia “Gesù Buon Pastore”, tra i mille problemi, quello sanitario è vitale. In citPadre Paolo Maran, missionatà c’è un centro di assistenza chiamato “Ladibamba”, terio-infermiere, tra i lebbrosi nuto dalle carmelitane missionarie, che curano i lebbrosi e e malati a Douala ogni sorta di piaga tropicale. Cinquant’anni fa a Ladibamba si “scaricavano” i lebbrosi, come a Molokay al tempo di padre Damiano. Con alcune mamme, ogni settimana mi reco a Ladibamba: le mamme fanno la pulizia delle camerette dei lebbrosi e malati; io sono “aiuto infermiere”. Credetemi, non avevo mai visto la distruzione di piedi, gambe e mani che possono fare le piaghe tropicali: è impressionante! La piaga inizia con una ferita, un taglio, una scottatura, un bubbone non curato, un’iniezione mal fatta... E poi la devastazione: la cancrena si dilata. Come “missionario - infermiere”, più che curare direttamente, cerco di rincuorare i malati, soprattutto i ragazzi e le ragazze che intravedono un triste futuro per la loro vita. Quando rientriamo in parrocchia, in macchina nessuno ha voglia di parlare; il nostro silenzio parla da sé e i nostri pensieri si caricano di tante domande, che vi lascio immaginare... Un riconoscente saluto a tutti, p. Paolo Maran, sx - Douala, Camerun ([email protected]) Grazie per l’aiuto solidale dall’Amazzonia Desidero ringraziare di cuore gli amici benefattori, che ci aiutano molto con le loro offerte, che abbiamo utilizzato per migliorare chiesa e sala della comunità nella missione “Santa Rita”, e anche con le loro preghiere, molto importanti affinché noi possiamo continuare ad annunciare il regno Dio in Amazzonia. Ringrazio il Signore perché sto vivendo una grande esperienza di fede in mezzo a questo popolo, dal quale ricevo più di quello che posso dare. p. José Martin Mejía, sx - Ourilândia, Brasile ([email protected]) Quella dispettosa “torta della luna”, alla cinese Sto mettendo in ordine “Missionari Saveriani” degli anni passati, per conservarli nei nostri scaffali, perché sono interessanti non solo per noi italiani, ma anche per i confratelli di altre nazionalità, che li sfogliano volentieri. Qui a Taipei il 30 settembre è ufficialmente iniziato l’autunno con i vari bbq e le moon cakes. Il “bibiqu” è la grigliata all’aperto, che sta andando molto di moda, tanto che il governo ha proibito la grigliata nei parchi dove bambini e giovani vengono per giocare. Così le grigliate i cinesi le hanno fatte sui marciapiedi (peggio ancora) ! La “moon cake” (nella foto) è un dolce antico. L’origine risale ai tempi mitologici, quando l’imperatore, per ingraziarsi il cielo, doveva offrire un sacrificio al dio sole all’inizio della primavera e uno alla luna all’inizio dell’autunno. Ma le “moon cakes” sono a sorpresa. Infatti sono nate per nascondere nel “dolce” un messaggio rivoluzionario per far saltare la dinastia Mongola (Ming). La creatività dei cinesi è davvero grande! E così, all’interno della “moon cake” ci mettono il tuorlo d’uovo oppure una pallina di pesce o di marmellata di fagioli rossi (che a me piace tanto!)... Il tondo non ha spigoli ed è simbolo d’armonia e di buon auspicio per la famiglia... Ma è solo quando ce l’hai in bocca che puoi sapere cosa c’è dentro al dolcetto: lo si capisce dall’espressione di disappunto o, se la boccata è stata buona, di sollievo. Spero di aver soddisfatto la vostra curiosità e di avervi divertito un po’ con questi... misteri cinesi! p. Edi Foschiatto, sx - Taipei, Taiwan ([email protected]) SOLIDARIETÀ MENTAWAI: RADIO PER LE ISOLE L’assemblaggio manuale dell’antenna della radio di Siberut A Muara Siberut, nelle isole Mentawai (Indonesia), il lavoro pastorale prevede visite ai villaggi almeno ogni due mesi. Ci muoviamo via acqua, con la difficoltà del mare mosso o della siccità dei fiumi. Nel 2010 abbiamo pensato a montare una stazione radio, in modo da rendere più efficace la diffusione dell’annuncio del vangelo. Abbiamo cominciato con una radio FM trasmittente 85 watt, che ha un raggio di soli sette chilometri e la cui ricezione non è molto chiara. Lavoriamo in un piccolo ripostiglio della missione, insieme ad alcuni volontari. Gli utenti della nostra radio sono molto entusiasti, ma questa dovrebbe diventare la stazione radio di riferimento per tutto l’arcipelago di Mentawai. La gente che vive nei villaggi lontani chiede e spera di poter ascoltare le trasmissioni, allo stesso modo di chi abita vicino al nostro centro. Per questo è necessario potenziare la radio portandola almeno a 2.500 watt. La spesa prevista è di circa 15.000 euro. E per questo chiediamo l’aiuto dei lettori di “Missionari Saveriani”. Grazie a chi decide di collaborare a questo bel progetto per annunciare il vangelo del regno di Dio. p. Vicidius Hebry Walian, sx PICCOLI PROGETTI 9/2012 - INDONESIA A Siberut, radio per le isole A Siberut nelle Mentawai (Indonesia), i saveriani hanno installato una stazione radio, a raggio limitato (soli sette chilometri). Per raggiungere tutti gli abitanti delle isole, occorre potenziarla a 2.500 watt. Si chiede un aiuto per l’investimento previsto di 15.000 euro. • Responsabile del progetto è il saveriano p. Vicidius Walian. 8/2012 - CAMERUN Adotta uno studente saveriano Quindici studenti saveriani di Camerun e Ciad studiano filosofia al seminario di Bafoussam. Tra tasse scolastiche, trasporto e materiali, le spese annue per ognuno ammontano a 900 euro. I saveriani chiedono di adottare uno studente con un’offerta libera annuale o mensile. • Responsabili del progetto sono p. Fernando e p. Pierre. Chi desidera partecipare alla realizzazione di questi progetti, può utilizzare l’accluso Conto corrente postale, oppure può inviare l’offerta su C/c.p. o bonifico direttamente a: “Associazione Missionari Saveriani Onlus” Viale S. Martino 8 - 43123 PARMA C/c 1004361281 (Cod. fiscale 92166010345) IBAN IT77 A076 0112 7000 0100 4361 281 Si prega di specificare l’intenzione e il numero di Progetto. Grazie. 2012 NOVEMBRE ALZANO 24022 ALZANO L. BG - Via A. Ponchielli, 4 Tel. 035 513343 - Fax 035 511210 E-mail: [email protected] - C/c. postale 233247 Dal seme alla pianta con tanti frutti I saveriani nel Bergamasco da quasi 70 anni L a presenza saveriana nel Bergamasco risale al periodo bellico (1943-1945), quando un gruppo di missionari e “apostolini” (così allora erano chiamati i giovani aspiranti missionari delle scuole medie) si trasferirono dalla scuola apostolica di Grumone (CR) a Gromo San Marino, in Alta Val Seriana, in cerca di un luogo meno esposto ai pericoli della guerra in corso. Da Pedrengo ad Alzano Terminato il conflitto, una residenza ancora provvisoria ma più conveniente, fu trovata nella villa Sottocasa di Pedrengo (sgomberata dai soldati tedeschi che l’avevano occupata), gentilmente prestata dai proprietari. Qui la “scuola apostolica” dei saveriani iniziò la sua attività nell’agosto 1945 e continuò fino al 1948, quando la comunità degli “apostolini” e dei loro formatori si trasferì a Zelarino (VE), dove l’anno precedente era stata aperta una nuova scuola. Negli anni successivi, per un certo periodo di tempo, la villa p. MARIO GIAVARINI, sx Sottocasa di Pedrengo fu adibita a casa di formazione per gli aspiranti missionari di età adulta. Fu solo nel 1955, esattamente il 7 ottobre, che una scuola apostolica saveriana fu aperta in modo stabile nella diocesi di Bergamo. La nuova sede fu la villa Santa Maria di Alzano Lombardo, conosciuta in diocesi come la casa di ritiri e incontri dell’azione cattolica femminile. Gli edifici, adattati a più riprese, servirono alla formazione di aspiranti missionari delle scuole medie, fino alla chiusura della casa nel 1995. Ci presentiamo a tutti i lettori La comunità saveriana di Alzano 2012-2013 un po’ di storia, ora vi D opo presentiamo uno per uno i saveriani che attualmente vivono nella comunità di Alzano. Due bergamaschi e un musicista Padre Giuseppe Zanchi, nativo di Ranica, è il saveriano più conosciuto nella zona ed è anche il più anziano. Ha lavorato per molti anni come missionario in Brasile. Ora è addetto all’accoglienza nella nostra casa, servizio che svolge con molta simP. Giuseppe Zanchi patia e giovialità. È tifosissimo dell’Atalanta, ma è pur sempre disponibile per le confessioni o consigli spirituali. Padre Giuseppe Rinaldi è l’altro bergamasco. Da anni presta molti servizi nelle parrocchie della zona; accompagna vari pellegrinaggi in Terrasanta, a Lourdes, Fatima e Medjugorje. 4 P. Mario Giavarini Ha animato vari corsi per fidanzati ed è assiduo collaboratore del centro missionario diocesano. Ora, P. Giuseppe Rinaldi pur continuando queste attività, tornerà a risiedere nella sede dei saveriani ad Alzano, facendo così parte della nostra comunità. Padre Mario Curione, originario di Fardella in Basilicata, è stato missionario in Giappone per vari anni. Rinomato compositore di musica liturgica, p. Mario è richiesto spesso per il ministero della riconciliazione (confessioni) e della direzione spirituale (visite ai malati), attività per le quali è sempre disponibile pur nei limiti della sua salute. Economo, animatore, rettore Padre Antonio Benetti è l’eco- P. Antonio Benetti p. MARIO GIAVARINI, sx nomo della comunità, servizio a cui si dedica con molta generosità ed esperienza. Ha lavorato come missionario per diversi anni in Amazzonia; è sempre disponibile per ogni necessità dei singoli confratelli e della casa, come pure per il ministero sacerdotale Padre Stefano Berton, veneto di origine, è stato missionario “girovago”: in Sierra Leone, in Colombia, negli Stati Uniti… Ha altri due fratelli sacerdoti: uno lavora in diocesi a Vicenza, l’altro, saveriano, è in Sierra Leone, dedito al recupero dei bambini soldato. Padre Stefano è animatore missionario nei seminari d’Italia; organizza anche brevi esperienze di missione per seminaristi, sacerdoti e vescovi. Padre Mario Giavarini sono io: da circa un anno sono rettore della comunità. Di origine emiliana, ho lavorato per quasi vent’anni in Congo. Di ritorno dalla missione ho servito come rettore in varie comunità saveriane: Zelarino (VE), Desio (MB), Parma, Vicenza, e ora Alzano. ■ (continua nel riquadro) P. Stefano Berton P. Mario Curione Uno scorcio della casa dei saveriani di Alzano Lombardo, in via Ponchielli 4, con il giardino e la statua della Madonna Terra ricca di vocazioni saveriane Gli anni della “scuola apostolica” furono vivaci e fecondi di tante vocazioni missionarie. Animatori vocazionali fervidi ed entusiasti hanno trasmesso la loro passione missionaria a tanti ragazzi. Padre Pacifico Fellini e p. Lorenzo Lini negli anni ‘40, e poi altri come p. Gianfranco Cruder negli anni ‘60 e ‘70, sparsero con gioia contagiosa il seme della vocazione missionaria nei paesi bergamaschi. Grazie alla collaborazione generosa del clero e della popolazione della diocesi di Bergamo, la messe fu rigogliosa. Molti dei 93 missionari saveriani bergamaschi (di cui 59 viventi) provengono dalla “scuola apostolica” di Pedrengo o di Alzano Lombardo di quegli anni. Ora lavorano per portare la grazia e la gioia della fede in Cristo in tutte le venti mazioni dove i saveriani sono presenti: dal Giappone all’Amazzonia, dalle Filippine al Mozambico, dalla Cina all’Indonesia, dalla Colombia al Bangladesh, dal Congo al Burundi, al Ciad, alla Sierra Leone... Insieme alla diocesi di Vicenza, dove san Guido Conforti aprì la prima “scuola apostolica” nel 1919, Bergamo è stata la diocesi che ha dato il maggior numero di missionari saveriani. E non poche sono anche le missionarie di Maria - saveriane. Una nuova presenza Ora la situazione è cambiata. Dal 1995, la casa saveriana di Alzano Lombardo è stata trasferita nella nuova sede in via Ponchielli 4, diventando un “centro di animazione vocazionale e missionaria”. Non accoglie più ragazzi giovanissimi (delle scuole medie) come un tempo, ma opera in collaborazione con il centro missionario diocesano. È una casa aperta ad accogliere parrocchie e gruppi in cerca di un posto tranquillo per meditare e pregare, alimentando con varie iniziative la coscienza missionaria della chiesa locale e sostenendo l’opera dei missionari saveriani bergamaschi nel mondo intero. ■ SEMPRE E TUTTI PER LA MISSIONE p. MARIO GIAVARINI, sx I saveriani nella comunità di Alzano attualmente sono sei. Ci dedichiamo all’animazione missionaria e vocazionale sul territorio, grati e riconoscenti per la stima che la popolazione mostra nei nostri confronti. Come sacerdoti siamo disponibili per attività pastorali nelle parrocchie della zona: celebrazioni Eucaristiche, confessioni, incontri vari. Non poche persone vengono direttamente in via Ponchielli per confessarsi, o per chiedere consiglio o per avere una direzione spirituale. Noi siamo lieti di accogliere e di poter offrire questi servizi propri della nostra condizione sacerdotale. Come missionari, vogliamo essere testimoni di universalità e di apertura a tutti i popoli e a tutte le culture, seguendo il motto del nostro santo fondatore: “Fare del mondo una sola famiglia cristiana”. Per questo ci rendiamo disponibili per le giornate missionarie, per gli incontri con gruppi missionari e per qualsiasi forma di sensibilizzazione alla missione. E poiché ormai si parla di “terra di missione” anche nel nostro territorio, per la presenza di tanti immigrati non cristiani e per il continuo aumento del numero di non credenti, vogliamo impegnarci per una presenza in questi ambienti, in fedeltà al nostro carisma, tutto teso all’annuncio di Gesù. Annunciare e far conoscere Gesù è la prima finalità di noi saveriani, finalità che noi vogliamo vivere non solo attraverso i contatti con la gente, ma anche con qualche servizio concreto che il vicariato o la diocesi vorranno affidarci. 2012 NOVEMBRE BRESCIA 25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9 Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781 E-mail: [email protected] - C/c. postale 216259 La squadra dello Csam La comunità saveriana di Brescia antichi chiostri di San N egli Cristo vive la comunità dei saveriani, aperta al mondo con stile missionario. La comunità di Brescia gestisce lo Csam, il centro saveriano di animazione missionaria. Qui vengono elaborate le nostre riviste mensili, che molti di voi conoscono: • Cem Mondialità, la rivista italiana di educazione ai valori mondiali e all’intercultura; • Missionari Saveriani, che porta nelle case notizie, testimonianze e proposte missionarie; • Missione Oggi, la rivista saveriana più antica che aiuta a riflettere e approfondire le tematiche della missione universale. Ci sono anche lo studio Videomission che si occupa dei nuovi mezzi di evangelizzazione, e la p. GESUINO PIREDDA, sx Libreria dei popoli che, attraverso libri e audiovisivi, offre una migliore conoscenza delle culture e dei problemi dei popoli del mondo. Ecco ora una presentazione dei saveriani che compongono la comunità. Mario, il superiore teologo Padre Mario Menin è il rettore della comunità e direttore La comunità saveriana di Brescia durante la programmazine 2012, nella casa delle comboniane a S. Felice del Benaco: (da sinistra) p. Fiorenzo, p. Gianni, p. Gesuino, p. Marco, p. Marcello, p. Giusppe, p. Mario, con p. Ulisse e p. Rosario La squadra dello Csam / 2 La comunità saveriana di Brescia... continua C ontinuiamo la presentazione dei saveriani che compongono la comunità di Brescia. 4 acquarello di p. Angelo Costalonga Fiorenzo, il regista Padre Fiorenzo Raffaini, bergamasco, è sacerdote nel 1978 e la sua prima esperienza si svolge a Udine, dove si dedica all’animazione vocazionale dei ragazzi. Dopo dieci anni di vita missionaria in Congo, a Parigi consegue la licenza in pastorale e catechetica. Ricevuto l’invito a prepararsi per il settore audiovisivo, frequenta un corso biennale diplomandosi in pastorale della comunicazione sociale. Dal luglio del 1998 è direttore dello studio “Videomission”, producendo molti video interessanti sui temi e gli interpreti della missione. Gli ultimi suoi lavori sono concentrati su san Guido Conforti: la vita, la spiritualità, il carisma. Gianni, immerso tra i libri Padre Gianni Zampini è di origine veronese. Ordinato sacerdote nel 1973, inizia la sua missione allo Csam, dove esprime doti organizzative e capacità di lavoro indefesso. La sua anima viaggiatrice lo porta in ogni parte d’Italia a diffondere la stampa missionaria. Viene inviato missionario in p. G. PIREDDA, sx Colombia e stabilisce subito con la gente un rapporto di profonda simpatia, che continua ancora oggi con iniziative di preghiera e di sostegno ai più bisognosi. A Brescia si occupa della “Libreria dei Popoli”, un lavoro impegnativo che richiede energia e tempo. Lo si vede spesso, a notte fonda, tra gli scaffali, intento a ordinare e classificare i tanti volumi della nostra bella libreria, o davanti al computer per rispondere alle email di richieste e ordinazioni. Marco, l’amministratore Padre Marco Vigolo è vicentino. Ordinato sacerdote a Parma, dopo otto mesi a Londra per lo studio dell’inglese, a settembre del 1984 parte per il Giappone, dove rimane per ben 25 anni. Ricopre diversi incarichi: direttore di scuole materne, economo, parroco, consigliere... Avrebbe voluto restare sempre in Giappone, ma il sogno svanisce. Una telefonata lo fa tornare in Italia. Misurato e generoso, accoglie l’invito di venire a Brescia come “amministratore” dello Csam ed economo della comunità. È anche incaricato per le mostre annuali e per accogliere gruppi ed enti che desiderano utilizzare gli ampi spazi di cui disponiamo a San Cristo. ■ della rivista “Missione Oggi”. Proviene dalla terra veneta e ha un carattere che denota nei modi garbati e gentili una certa aristocrazia, che infonde serenità. È “dottore” in Missiologia e già dagli anni ’70 insegna teologia dogmatica (prima a Parma e ora a Reggio Emilia). Dopo 12 anni di missione in Brasile, viene richiamato a Parma come insegnante e formatore dei teologi saveriani. Vive a Brescia dal 2008, ed è anche direttore di “Ad gentes”, la rivista teologica degli istituti missionari italiani. Marcello, direttore-contadino Padre Marcello Storgato è direttore di “Missionari Saveriani”. È nato a Roma, ma i genitori sono emigrati da Treviso. Ordinato sacerdote, viene inviato in Bangladesh, dove rimane per 21 anni, lavorando in una missione rurale e al centro nazionale per la formazione di catechisti, insegnanti e leader sociali. A Brescia dal gennaio 1994, collabora alla redazione di “Missione Oggi”. Dal settembre del 2002 dirige il mensile “Missionari Saveriani”. È iscritto all’albo dei giornalisti, ma non dimentica la sua “vocazione” di contadino: segue l’orto come un’opera d’arte, per la gioia conviviale della comunità. Giuseppe, lo storico Padre Giuseppe Tanfoglio è bresciano doc. Diplomato in economia, entra tra i saveriani giovane di 21 anni. È addetto all’amministrazione generale, prima di partire per la missione in Congo, dove rimane otto anni. Da allora si dedica allo Csam, prima a Parma e poi a Brescia; si prende cura dell’indirizzario dei numerosi abbonati al mensile “Missionari Saveriani”. Ordinato, metodico nel suo lavoro, sorprende la sua ampia conoscenza del mondo dell’arte, della storia e della teologia. A lui si deve il libro su “San Cristo”, con la collaborazione fotografica di p. Fiorenzo. È il nostro wikipedia storico - artistico. ■ I missionari saveriani vi aspettano in via Piamarta 9... Non potete sbagliare: salite senza paura (da piazza Brusato) perché non prenderete la multa. La “Libreria dei popoli” sarà in grado di soddisfare ogni vostra richiesta. LA SQUADRA DELLO CSAM / 3 La comunità saveriana di Brescia... fine p. GESUINO PIREDDA, sx Concludiamo la presentazione della “squadra” dei saveriani che vivono e lavorano a Brescia. Romano, il decano Padre Romano Didonè è il decano della casa e un lavoratore instancabile. È padovano, ma ha anche ascendenze teutoniche da parte di madre, circostanza che non manca di sottolineare, se si presenta l’occasione. È stato missionario in Burundi, ma ha trascorso la maggior parte dei suoi anni in Italia, con vari incarichi: insegnante a Vicenza, formatore ad Alzano Lombardo, economo a Parma. Da Parma arriva a Brescia nel 1992, insieme a tutta la comunità dello Csam. Qui svolge il ruoPadre Romano Didonè, lo di economo e di coordinatore del ministero, decano della comunità mantenendo i contatti con i sacerdoti delle diosaveriana di Brescia cesi di Brescia, Piacenza e Novara. Accompagna i confratelli alle visite mediche, quando c’è bisogno, e accoglie i poveri che chiedono cibo e assistenza. Gesuino, il professore Padre Gesuino Piredda è sostituto del rettore. Incaricato del Gams (Gruppo amici dei missionari saveriani), si dedica al ministero e alle giornate missionarie. Pluri laureato (in teologia dogmatica, lettere e filosofia), ha insegnato per molti anni al ginnasio e all’istituto magistrale di Cremona, diventandone preside incaricato. La sua esperienza è prevalentemente italiana, tranne qualche breve parentesi a Londra, in Indonesia e in Brasile, dove tiene i contatti con l’associazione “Pro meniños de rua”. È il nostro “pensionato d’oro” e si reca ogni tanto nella sua Sardegna e in Germania a visitare gli amici benefattori. 2012 NOVEMBRE CAGLIARI 08015 MACOMER NU - Via Toscana, 9 Tel. 340 0840200 E-mail: [email protected] - C/c. postale 207084 Il quadernetto delle Messe Padre Ildo Chiari e la missione in Sardegna I l saveriano emiliano padre Ildo Chiari, 91 anni, originario di Brescello, è stato ordinato sacerdote da mons. Evasio Colli il 23 febbraio 1947 al “Tempio” del Sacro Cuore di Parma. L’anno dopo è stato inviato in Sardegna come animatore missionario e come guida spirituale degli “apostolini” nel seminario di Tortolì, dove p. Virgilio Mirto aveva fondato il “seminario sardo per le missioni estere”. Dal seminario alle casermette La tragica e generosa morte di p. Mirto, il 15 luglio del 1947, offrì la possibilità di aprire la prima casa apostolica dei missionari saveriani in Sardegna, il 1° settembre del 1947. Tre anni dopo - il 10 luglio 1950 - gli “apostolini”, furono trasferiti presso le Casermette di Macomer. Li accompagnava p. Ildo Chiari. Infatti, dal “registro delle Mes- se” risulta che p. Chiari celebra la Messa a Macomer l’11 luglio nella stanza adattata a cappella, pulita con “olio di gomito”, come raccontava p. Bruno Orrù. Possiamo dire che il desiderio di p. Mirto di un seminario missionario in Sardegna è stato portato avanti dai saveriani prima a Tortolì, poi a Macomer e a Cagliari. I primi alunni del seminario sardo per le missioni estere - p. Luigi Caria in Sierra Leone e p. Alessio Cabras in Brasile - hanno imparato lo spirito missionario prima da p. Virgilio Mirto e poi dalla spiritualità di san Guido Conforti, trasmessa loro dai saveriani. Film missionari nelle piazze Padre Ildo è stato per cinque anni animatore missionario in Sardegna. La sua presenza e attività sono documentate dal “registro delle intenzioni di Messe” che, a 91 anni, egli conserva p. DINO MARCONI, sx ancora con cura e attenzione. Gli ho chiesto il favore di farmi leggere i due “registri” della Sardegna, per vedere i paesi che aveva visitato per fare l’animazione missionaria. Il periodo va dal 28 agosto del 1948 al 17 luglio del 1953. Svolgeva la sua attività tra la gente nelle piazze di quei tempi. Partiva da Tortolì su strade polverose per stringere rapporti di amicizia con la popolazione attraverso le feste missionarie. Nei paesi, proiettavano sulle piazze, davanti la chiesa, le diapositive missionarie e i film, oscurando i lampioni con qualche straccio. Non c’era ancora la televisione e la proiezione in piazza dei film era una vera festa di paese! Da nord a sud dell’isola Dopo lo sbarco a Olbia, p. Ildo celebra la prima Messa “sarda” a Nuoro, presso le suore di San Aneddoti su san Guido Conforti Il ragazzo birichino e il vescovo buono in cui si celebra la N elfestameseliturgica di san Guido Conforti (5 novembre), mi piace ricordare alcuni aneddoti che lo riguardano fin da bambino e che mi sono sempre piaciuti: cose che capitano a tutti i bambini... Il nido e il secchio d’acqua Durante una passeggiata nei campi paterni, il piccolo Guido, salendo su un pioppo per vedere un nido di uccelli, cade a terra. Picchia la testa sul terreno, o su un ramo, e forse questa è la causa delle sue successive crisi epilettiche che hanno ritardato la sua ordinazione sacerdotale e gli hanno provocato problemi di salute. C’è anche un altro episodio curioso. Un mendicante girovago la notte andava a dormire nel fienile del padre a Casalora. Guido fa scorrere sotto il giaciglio di paglia un secchio d’acqua, rovinando il sonno del povero mendicante, che lancia in aria una sonora bestemmia. Conforti considerava questa birichinata la più brutta della sua vita da bambino. 4 Le cadute da cavallo Da vescovo, invece, è vittima di due cadute nei fossi. Mons. Conforti aveva noleggiato a Ferrara una carrozza a due cavalli per andare a Coccanile, un paese della diocesi di Ravenna. La strada fiancheggiava un canale pieno d’acqua. A un tratto, in località “Ponte di Corlo”, i cavalli vedono un lenzuolo bianco muoversi al vento, s’impennano e indietreggiano. Il cocchiere non riesce a trattenerli e la carrozza finisce nel fossato. Il parroco della vicina parrocchia di Corlo, ricevendo l’arcivescovo e il cocchiere, presta loro i propri abiti, finché non si asciugano quelli molli d’acqua. Anche a Parma, andando verso Caneto, lungo il torrente Cedra, Conforti cade da cavallo. Tutto bagnato prosegue a piedi, fino alla porta della canonica di Palanzano. Nel buio della notte, al parroco sorpreso di vedere il suo vescovo in quelle condizioni, il Conforti dice confuso: “Anche il vescovo cade da cavallo! Posso Mons. Conforti a cavallo durante una visita pastorale sull’Appennino p. DINO MARCONI, sx cambiare gli abiti?”. Il birocciaio e il carrettiere La sera del 18 luglio 1904 il birocciaio Giovanni Zerbini si prende una rivoltellata alla mandibola mentre cerca di inseguire l’anarchico Francesco Melandri, colpevole d’aver sparato a don Sebastiano Malucelli, di Sant’Alberto, mentre recitava il rosario in chiesa. I due feriti vengono trasportati all’ospedale di Ravenna, dove ricevono anche la visita di mons. Conforti. Dopo alcuni giorni lo Zerbini torna a casa, mentre don Sebastiano muore il 23 luglio, perdonando il suo uccisore. Il fattaccio provoca in mons. Guido una grave crisi emotiva e il risveglio della tisi polmonare. La notte tra il 22 e il 23 luglio, Conforti ha un primo violento sbocco di sangue e poi altri ancora, finché il 10 agosto invia a Roma le dimissioni da arcivescovo di Ravenna. Una sera del 1921 a Parma, tornando da una visita pastorale, in via San Secondo il vescovo, tra la gente impotente, scende da carrozza e con il segretario raccoglie da terra il carrettiere Amleto, trasportatore di ghiaia, bastonato a sangue dagli squadristi. Porta il malcapitato fino all’ospedale dove, purtroppo, muore. Il Buon Samaritano non passa mai oltre: ha pietà di tutti e li soccorre. ■ Vincenzo; la seconda, presso la colonia di Arbatax; la terza, nella cappella del seminario di Tortolì, oggi biblioteca comunale. Il primo paese visitato della Sardegna è Talana, con 10 confessioni e 50 comunioni. Predica poi gli esercizi spirituali ai seminaristi di Lanusei e anima le parrocchie di Barisardo, Baunei e Arbatax per il ritiro missionario. In Sardegna p. Ildo organizza 196 feste missionarie in molti paesi, dai quali provengono ancora molti abbonati e alcuni missionari. Il 28 e 29 novembre 1948 per la festa missionaria nel seminario regionale di Cuglieri, distribuisce 120 comunioni ai teologi. Egli visita tanti paesi di varie diocesi sarde, da nord a sud dell’isola: Padre Ildo Chiari, 91enne saveriano emiliano, Nuoro, Oristano, Cagliari, grande devoto della Madonna e del Conforti, Sassari, Ozieri, Tempio Pauè stato animatore missionario in Sardegna sania, Alghero, Bosa, Igledal 1947 al 1952 sias, Ales. A Bonorva predica il “triduo” per preparare all’orditificato” del superiore generale nazione di p. Giovanni Angius... p. Giovanni Gazza, con tanto di Alla fine dell’anno 1948 annota: timbro dell’istituto Saveriano. “Confessioni 2.536, Comunioni Tutta speciale è l’attenzione di 2.775, Messe 372”. p. Ildo verso l’immagine della “Madonna della fede”, collocata Il timbro dell’istituto sulle scale della casa saveriana a Con il trasferimento a MacoSan Pietro in Vincoli, dove tuttora mer dell’11 luglio 1950, la sua egli risiede. Padre Ildo vuole che attività si sposta verso i paesi la lampada votiva resti sempre acdel nordest della Sardegna e del cesa. La statua era originariamenCagliaritano, dove inizia anche te nel pianerottolo della casa mala predicazione delle “Quarantodre di Parma, sostituita durante re”. Il 21 maggio 1951 il registro la guerra con l’immagine di san delle intenzioni delle Messe ha Giuseppe, per voto di protezione il “vidi e recognovi - visto e cercontro i bombardamenti. ■ OTTO DIES A SAS ANIMAS Dice Gesù: “lo sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore, vivrà. Chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?” (Gv 11,25). I missionari saveriani della Sardegna, celebrano l’ottavario di preghiere per i defunti intorno all’altare del Signore con la pratica degli “Otto dies a sas Animas”: • a Macomer nella chiesa dell’istituto, in via Toscana 9, da domenica 11 a domenica 18 novembre alle ore 19; • a Cagliari nella chiesa dell’istituto, in via Sulcis, da domenica 18 a domenica 25 novembre alle ore 18,30. Chi desidera unirsi alla nostra preghiera di suffragio per i propri cari defunti può farci conoscere i loro nomi attraverso: - il nostro C.C.P. n. 207084 accluso al giornale; - con lettera da inviare a: Missionari Saveriani, via Toscana 9, 08015 Macomer (NU); - consegnando le intenzioni alla delegata missionaria. Le offerte che ci pervengono a suffragio dei cari defunti sono un gesto di collaborazione all’attività missionaria dei saveriani nel mondo. i Saveriani della Sardegna 2012 NOVEMBRE CREMONA 26100 CREMONA CR - Via Bonomelli, 81 Tel. 0372 456267 - Fax 0372 39699 E-mail: [email protected] - C/c. postale 00272260 Andrea Facchetti è sacerdote! Ordinazione a Parma, prima Messa a Viadana Lafranconi, vescovo M ons. di Cremona, ha rivolto questo augurio a p. Andrea Facchetti, missionario saveriano di Viadana ordinato sacerdote sabato 30 giugno nel santuario San Guido Conforti a Parma: “Parti per il Mozambico con la certezza che Dio è con te, e che lo è sempre stato fin dal momento in cui sei stato concepito nel grembo materno. Sarà lui a darti la forza di dire le parole radicali e difficili del vangelo”. Hanno concelebrato mons. Biguzzi, vescovo emerito di Makeni, il superiore per l’Italia p. Rosario e il rettore p. Ulisse, l’arciprete di Viadana mons. Floriano Danini e una sessantina tra saveriani e sacerdoti diocesani di Parma e Cremona. Una festa davvero mondiale… La liturgia di ordinazione del giovane viadanese è stata una vera festa che ha coinvolto il mon- CLAUDIO RASOLI Il saveriano di Viadana, Andrea Facchetti è stato ordinato sacerdote sabato 30 giugno. Pubblicare il racconto a novembre non si tratta di un colpevole ritardo, ma di una scelta. Pensiamo, infatti, che p. Andrea meriti di essere ben visibile per tutto il 2013, insieme al calendario che trovate con questo numero. È un invito per i giovani cremonesi e viadanesi a leggere la sua storia e, perché no, a seguire le orme di questo missionario, già partito per il Mozambico. p. Sandro Parmiggiani, sx do: dai canti in diverse lingue e ritmati dai tamburi, ai compagni di studio provenienti da sei nazioni (Congo, Sierra Leone, Brasile, Messico, Burundi, Indonesia) e vestiti nei loro abiti colorati, all’assemblea dove, accanto ai fedeli di Viadana, hanno preso posto gli amici del campo nomadi. La celebrazione è iniziata alle 18: padre Andrea era insieme ai genitori Lorenzo e Carla e alla sorella Valeria. Dietro di loro c’erano centinaia di amici: gli scout di Viadana 1, i parrocchiani dell’Immacolata di Parma e Torrile, i ragazzi della comunità “Il focolare” di Ancona... “Costruisci la comunione” Padre Rosario ha ringraziato mons. Lafranconi per la sua presenza e ha ricordato la grande tradizione missionaria della chiesa cremonese. Dopo la proclamazione del vangelo è avvenuta la chiamata: suggestivo il gesto di padre Andrea che prima di rispondere “Eccomi!”, ha abbracciato la mamma e il papà. Nell’omelia il vescovo ha ricordato che per custodire la propria vocazione è necessario godere della compagnia di Dio e di quella degli uomini. “La vita di comunità, sia religiosa che missionaria, ti aiuterà a formare La festa dei famigliari 2012 Genitori, zii e nipoti sono i primi benefattori 30 settembre un D omenica centinaio di famigliari dei saveriani cremonesi hanno risposto ai nostri inviti per ascoltare p. Guglielmo Camera, postulatore della causa di canonizzazione di san Guido Conforti. Il fondatore dei saveriani è proclamato “santo” da un anno. Le sue spoglie mortali sono nel presbiterio del santuario della casa madre, a Parma, meta continua di pellegrini che lo venerano e invocano. San Guido, un anno dopo Padre Guglielmo ha parlato con molta semplicità della vita del nostro santo, dalla nascita alla morte, della sua spiritualità missionaria, della sua santità, del suo apostolato, del suo viaggio in Cina, del suo funerale, a cui ha partecipato una folla innumerevole e un gran numero di sacerdoti e vescovi. In quell’occasione aveva predicato l’arcivescovo di Cremona mons. Cazzani, che conosceva molto bene mons. Conforti da circa trent’anni e già allora aveva parlato di lui come di un “santo”. Dopo la conferenza, p. Camera ha presieduto la santa Messa, celebrata con altri saveriani che a Cremona hanno lavorato per molti anni: p. Sergio Cambiganu, ora rettore della comunità di Udine, p. Mario Diotto, ora a Zelarino, e p. Alfonso Oprandi, missionario in Bangladesh. Era presente con il suo gruppo di cantori il maestro Piero Barbieri, nostro affezionato benefattore di Corte de’ Frati. p. S. PARMIGGIANI, sx Un “grazie” infinito! Dopo la Messa, quasi tutti i presenti si sono fermati per il pranzo, preparato con molta perizia dalla nostra cuoca Anna, aiutata da altri collaboratori. È stata davvero una bella festa! Alle 15, tutti sono partiti ringraziando e ripromettendosi di tornare ancora a trovarci. Molti di loro hanno voluto lasciare un’offerta come contributo, dando prova della loro generosità e della verità scritta anche nella nostre regole: “I genitori e i parenti dei missionari sono i nostri primi benefattori “. Ci hanno dato quello che è più prezioso: i loro figli e fratelli!”. E noi non finiremo mai di ringraziarli e di ■ pregare per tutti loro. Padre Mario Diotto ha animato da par suo il pranzo dei famigliari con l’immancabile fisarmonica… E la sala da pranzo si è trasformata in un karaoke 4 La Messa per la festa dei famigliari di domenica 30 settembre è stata presieduta da p. Guglielmo Camera; con lui p. Sandro e altri saveriani che a Cremona tornano sempre volentieri Il saveriano di Viadana, Andrea Facchetti, con famigliari e saveriani dopo l’ordinazione sacerdotale ricevuta il 30 giugno da mons. Lafranconi, vescovo di Cremona, nel santuario “Conforti” di Parma la tua identità di presbitero. Non smettere mai di essere costruttore di comunione”. È quindi iniziata la liturgia di ordinazione, con l’assunzione da parte del giovane Andrea degli impegni sacerdotali, il canto delle litanie dei santi, l’imposizione delle mani da parte del vescovo e di tutti i preti presenti e infine la preghiera di ordinazione. In ginocchio, l’ordinando ha seguito con grande intensità tutte le fasi del rito. Quando si è alzato, era finalmente sacerdote! Così ha potuto vestirsi con la stola e la casula, è stato unto con il sacro Crisma e gli è stato consegnato il pane e il vino per la celebrazione Eucaristica. Infine la tensione si è sciolta con il lungo abbraccio di pace tra il neo sacerdote e tutti i celebranti. “In Mozambico ti aspettano” Prima della benedizione finale, ha preso la parola p. Carlo Giro- la, appena tornato da una visita in Mozambico: “Ti stanno aspettando, caro Andrea, e ti vogliono già bene. Sarai nella missione di p. Bruno Boschetti, morto proprio il giorno della tua professione religiosa. Da parte del consiglio pastorale di Dondo, offro a tua mamma una stoffa colorata che solitamente le donne usano come vestito. A tuo padre volevano regalare un capretto, ma sarebbe stato difficile portarlo in Italia...”. Padre Andrea ha ringraziato i suoi amici non credenti: “la vostra presenza ci impone una testimonianza più verace”. Parole d’affetto le ha rivolte alla sua famiglia, a mons. Biguzzi e al vescovo Lafranconi: “l’imposizione delle tue mani mi legherà per sempre alla chiesa cremonese”. “Ringrazio il popolo del Mozambico - ha concluso - che mi ha già accolto con affetto; prego Dio che mi tenga sempre umile”. ■ IMMAGINI DI UNA BELLA GIORNATA Uno scorcio dei parenti, quasi un centinaio, che hanno riempito la chiesa dei saveriani di Cremona; in prima fila, la mamma di p. Claudio Marinoni: la signora Lina, 89 anni, non ha voluto mancare a questo bell’appuntamento. Padre Sandro Parmiggiani e p. Pilade Rossini sono i “superstiti” della comunità saveriana di Cremona, che dopo l’estate ha avuto più partenze che arrivi. 2012 NOVEMBRE DESIO 20033 DESIO MB - Via Don Milani, 2 Tel. 0362 625035 - Fax 0362 624274 E-mail: [email protected] - C/c. postale 00358200 Saluto e ringrazio tutti, pronto a ripartire nove anni in Italia ho D opo di nuovo la gioia di ripren- dere l’esperienza della missione in Camerun-Ciad, dove ho già trascorso 21 anni di vita. Qualcuno mi ha domandato se a 63 anni è ancora tempo di partire. È sempre il tempo della missione, cioè di annuncio del vangelo là dove non è ancora conosciuto. Questo vale per la “missione qui tra noi”, perché è crescente il bisogno di annuncio ed è grande la sete di Dio anche in Italia e in Brianza, dove il calo della pratica religiosa e della fede vissuta ci fa sperimentare un grave vuoto. Ma è tanto più grande il bisogno dell’annuncio dove la presenza della chiesa è ancora più debole, perché l’annuncio non è giunto o non è mai penetrato. Il missionario cresce Devo inoltre riconoscere che l’esperienza nelle “giovani chiese” mi ha arricchito enormemente. Il missionario che parte non è lo stesso quando torna. E io mi sono sentito cresciuto umanamente e spiritualmente dalla testimonianza di tanti fratelli che mi sono rimasti nel cuore. Augustin Rouamou, in carrozzella da 20 anni e catechista della sua comunità; Gabriel Matna, sempre sorridente e interessato alla scuola, anche se analfabeta; Maman Susanne, una donna responsabile della sua comunità; Mathieu, il catechista cieco che conosceva a memoria il vangelo e lo proclamava nelle celebrazioni cantandolo; Michel Furisou, che percorreva due volte la settimana una lunga distanza in bicicletta per aiutare una comunità che stava nascendo… E tanti altri che erano in realtà i veri evangelizzatori della loro gente. p. BENIGNO FRANCESCHETTI, sx In dialogo nella Brianza Ma ho vissuto bene anche questi anni in cui mi è stato chiesto un servizio in Italia per permettere ad altri di partire per la missione. Ho trascorso i primi quattro anni a Desio cercando di aprire la comunità all’accoglienza e al dialogo interreligioso. Nella zona di Desio c’è un folto gruppo di pakistani che ci ha chiesto lo spazio per pregare, spesso all’aperto, ma a volte anche in casa. Si è creata una bella amicizia che continua ancora. Ed è nato anche un cammino con le donne e con i giovani musulmani. Penso che con la fiducia e l’amicizia si possa vincere ogni paura e tutti ricevano molto. Le iniziative a Salerno L’esperienza a Salerno mi ha lasciato ammirato e riconoscen- Aneddoti su san Guido Conforti Il ragazzo birichino e il vescovo buono N el mese in cui si celebra la festa liturgica di san Guido Conforti (5 novembre), mi piace ricordare alcuni aneddoti che lo riguardano fin da bambino e che mi sono sempre piaciuti: cose che capitano a tutti i bambini... Il nido e il secchio d’acqua Durante una passeggiata nei campi paterni, il piccolo Guido, salendo su un pioppo per vedere un nido di uccelli, cade a terra. Picchia la testa sul terreno, o su un ramo, e forse questa è la causa delle sue successive crisi epilettiche che hanno ritardato la sua ordinazione sacerdotale e gli hanno provocato problemi di salute. C’è anche un altro episodio curioso. Un mendicante girovago la notte andava a dormire nel fienile del padre a Casalora. Guido fa scorrere sotto il giaciglio di paglia un secchio d’acqua, rovinando il sonno del povero mendicante, che lancia in aria una sonora bestemmia. Conforti considerava questa birichinata la più brutta della sua vita da bambino. 4 Le cadute da cavallo Da vescovo, invece, è vittima di due cadute nei fossi. Mons. Conforti aveva noleggiato a Ferrara una carrozza a due cavalli per andare a Coccanile, un paese della diocesi di Ravenna. La strada fiancheggiava un canale pieno d’acqua. A un tratto, in località “Ponte di Corlo”, i cavalli vedono un lenzuolo bianco muoversi al vento, s’impennano e indietreggiano. Il cocchiere non riesce a trattenerli e la carrozza finisce nel fossato. Il parroco della vicina parrocchia di Corlo, ricevendo l’arcivescovo e il cocchiere, presta loro i propri abiti, finché non si asciugano quelli molli d’acqua. Anche a Parma, andando verso Caneto, lungo il torrente Cedra, Conforti cade da cavallo. Tutto bagnato prosegue a piedi, fino alla porta della canonica di Palanzano. Nel buio della notte, al parroco sorpreso di vedere il suo vescovo in quelle condizioni, il Conforti dice confuso: “Anche il vescovo cade da cavallo! Posso Mons. Conforti a cavallo durante una visita pastorale sull’Appennino p. DINO MARCONI, sx cambiare gli abiti?”. Il birocciaio e il carrettiere La sera del 18 luglio 1904 il birocciaio Giovanni Zerbini si prende una rivoltellata alla mandibola mentre cerca di inseguire l’anarchico Francesco Melandri, colpevole d’aver sparato a don Sebastiano Malucelli, di Sant’Alberto, mentre recitava il rosario in chiesa. I due feriti vengono trasportati all’ospedale di Ravenna, dove ricevono anche la visita di mons. Conforti. Dopo alcuni giorni lo Zerbini torna a casa, mentre don Sebastiano muore il 23 luglio, perdonando il suo uccisore. Il fattaccio provoca in mons. Guido una grave crisi emotiva e il risveglio della tisi polmonare. La notte tra il 22 e il 23 luglio, Conforti ha un primo violento sbocco di sangue e poi altri ancora, finché il 10 agosto invia a Roma le dimissioni da arcivescovo di Ravenna. Una sera del 1921 a Parma, tornando da una visita pastorale, in via San Secondo il vescovo, tra la gente impotente, scende da carrozza e con il segretario raccoglie da terra il carrettiere Amleto, trasportatore di ghiaia, bastonato a sangue dagli squadristi. Porta il malcapitato fino all’ospedale dove, purtroppo, muore. Il Buon Samaritano non passa mai oltre: ha pietà di tutti e li soccorre. ■ Non sono un... fuggitivo Riparto quindi da Salerno e dall’Italia non come un... fuggi- Padre Benigno Franceschetti, dopo nove anni come animatore missionario in Italia, torna in Camerun-Ciad tivo, ma perché credo che il nostro partire dia coraggio anche a chi resta. Dico grazie, dunque, a tutti coloro che ho conosciuto e con cui ho lavorato in questi anni, con l’impegno di restare uniti e di continuare il cammino con lo stesso spirito e con la stessa generosità, anche se vivendo in “continenti” diversi. Grazie di cuore a tutti voi! Dio ci benedica e ci colmi della sua gioia. ■ MISSIONE E PREGHIERA LA GRAzIA DI UNA BUONA SEMINA Il campo di Gesù è il nostro cuore m. ANNA MARIA CANOPI, osb In questo autunno ricco di grazia, torna alla memoria la parabola di Gesù sul seminatore che esce di buon mattino per la sua giornata di lavoro. Quanti semi sono stati gettati con magnanima gratuità! Noi sappiamo che il campo di Gesù è il mondo intero: è un campo immenso, senza frontiere e senza barricate. Nello stesso tempo, il campo di Gesù è anche il nostro cuore, che per lui non è troppo stretto, se solo gli permettiamo di dilatarlo sulle dimensioni della sua carità. Come lo abbiamo preparato per accogliere la grazia che nell’ora presente è riversata in noi davvero con sovrabbondanza? Forse in noi ci sono tutti i tipi di terreno di cui parla la parabola evangelica… Il nostro cuore è una strada esposta ai “furti” degli uccelli, quando non custodiamo con amore la Parola, quando non la prendiamo come guida, ma ci lasciamo ammaliare da altre parole più comode e seducenti… Il nostro cuore forse è anche un luogo sassoso. Sassi sono le nostre ostinazioni e ribellioni, le durezze e chiusure, i nostri pensieri e sentimenti non buoni, non caritatevoli. Nel nostro cuore non ci possono nemmeno essere zone piene di rovi e spine, che sono l’invidia, e la rivalità, l’ambizione e la cupidigia… Ma il Signore ci consola e assicura che c’è anche un po’ di terra buona… Noi siamo facilmente portati al pessimismo vedendo il male dilagare ovunque. Eppure nel cuore di ogni uomo c’è sempre almeno una zolla buona, dove il seme germoglia e fruttifica. Riprendiamo allora fiducia e collaboriamo con impegno con Gesù, il divino Agricoltore che vuol fare della terra arida un campo di biondo grano! E tutto questo attraverso un semplice sì, una parola che anche un bambino sa dire: la parola che ha aperto a Gesù la strada per venire sulla terra e che apre a noi la strada del cielo, la via della santità. Il seminatore al tramonto - V. Van Gogh è sempre tempo della missione te. Il gruppo del laicato saveriano che ho trovato è veramente forte, generoso, creativo e sta facendo un cammino di collaborazione davvero bello e interessante con la comunità dei saveriani e delle saveriane. La proposta di mostre interculturali ha interessato molte scuole, che ora possiamo raggiungere anche con un allestimento itinerante. È un’opportunità unica in Italia. La festa dei popoli in piazza, con l’appoggio anche del comune, sta crescendo di anno in anno. Il cammino di numerosi gruppi di giovani ci permette di stare a contatto con il futuro. La collaborazione con strutture diocesane e con le parrocchie ci fanno sentire pienamente inseriti nella chiesa locale. L’esperienza di accogliere in casa nel periodo invernale persone “senza fissa dimora” ha svegliato la sensibilità sociale nell’ambiente. Tutto questo ha spesso trasformato la nostra casa saveriana in un “via vai” di gruppi e persone che, a modo loro, vogliono sentirsi parte del nostro slancio missionario. 2012 NOVEMBRE FRIULI 33100 UDINE UD - Via Monte S. Michele, 70 Tel. 0432 471818 - E-mail: [email protected] - C/c. postale 210336 La casa e le attività dei saveriani Giro panoramico virtuale, ma non troppo S iamo in via Monte S. Michele, 70. Entrando nell’atrio è subito evidente che ci troviamo in una casa di missionari: campeggia un grande planisfero con le zone dove vivono i saveriani, sparse nei quattro continenti (esclusa l’Australia); ci sono anche sei piccole vetrine con alcuni oggetti, manufatti dell’artigianato delle missioni saveriane. Ma lo sguardo è attratto dalla bella immagine di san Guido, all’ingresso della chiesa: un ambiente semplice, ma raccolto, che ha una capienza per un centinaio di persone. Pannelli e bandiere I corridoi che portano alle sale di riunione sono tappezzati da una ventina di pannelli con fotografie e scritte: presentano l’ideale e l’attività missionaria nei diversi paesi del mondo. Il primo e il secondo offrono brevi cenni bio- grafici di san Guido Conforti e di san Francesco Saverio. I pannelli successivi presentano il carisma dei saveriani - il primo annuncio di Cristo fino agli estremi confini della terra - e le diverse missioni in Africa, America e Asia. Seguono una quindicina di pannelli che aiutano a riflettere sulla missione e sulle sue esigenze. Sono anche raffigurati i saveriani friulani nel mondo, vivi e defunti, con i loro nomi e paesi di origine, e la missione dove hanno svolto o svolgono tuttora il loro apostolato. A questo si aggiunge una piccola esposizione di riviste e libri missionari e le bandiere di tutte le nazioni in cui sono presenti i saveriani. Sale incontri e biblioteca Per riunioni e incontri c’è un salone - teatro con una capienza per più di cento persone, che si presta anche per proiezioni di p. CARMELO BOESSO, sx filmati, e una sala per riunioni più piccola per una quarantina di persone. L’ampia sala da pranzo può comodamente ospitare un centinaio di ospiti. C’è anche un ambiente per la biblioteca multimediale, accessibile anche via internet e collegata con altre realtà simili presenti in città, con libri e audiovisivi su tematiche missionarie specifiche. La casa, anche se può disporre di alcune stanze con posti letto, si presta più facilmente per incontri e attività che si svolgano in una sola giornata. doti della diocesi. Ogni mese, nel pomeriggio della seconda domenica, da ottobre a giugno, c’è un incontro di preghiera per le vocazioni, con la recita del rosario e la celebrazione della Messa. Vi partecipano famigliari e amici dei missionari, ma l’incontro evidentemente è aperto a tutti. Nostri ospiti graditi Ci sono anche tanti gruppi che richiedono la nostra ospitalità. Alcuni esempi. - L’associazione “Dinsi une man”, che riunisce, ogni quindici giorni circa, un gruppo di volontari con persone che hanno bisogno di essere seguite per passare con loro qualche momento in serenità e gioia. - L’associazione “Coppie per Cristo” per la famiglia e la vita, che riunisce famiglie filippine per la preghiera e la formazione. - Riunioni dei sacerdoti del vicariato della città di Udine. - Ritiri spirituali di bambini della prima confessione e della prima Comunione con i loro genitori. - Qualche incontro organizzato dal centro missionario della diocesi. Queste attività si svolgono periodicamente nella nostra casa. Ci auguriamo che possano essere incrementate, diventando anche occasioni di animazione missionaria e vocazionale. ■ Gli incontri “saveriani” I saveriani ogni anno organizzano alcune attività: la festa dei famigliari dei missionari friulani (ultima domenica di settembre); la festa di san Guido Conforti (5 novembre); la festa del patrono san Francesco Saverio (3 dicembre) con l’arcivescovo e i sacer- Sono di nuovo in Friuli Come un fratello e compagno di viaggio C ari amici, molti di voi forse non mi conoscono, essendo io friulano… per metà. Sono arrivato a S. Giorgio di Nogaro dalla Francia, all’età di tre anni. I miei genitori si sono incontrati e conosciuti in un paese vicino a Marsiglia. Mio padre Giocondo è friulano di Ariis di Rivignano; mia madre Emanuela è sarda di S. Antioco. Udine - Taranto - Bangladesh Subito dopo il tragico terremoto del 1976, al termine delle elementari, ho avuto la grazia di conoscere due saveriani che hanno conquistato il mio cuore per la missione: p. Giuseppe Caretta e p. Roberto Dal Forno. Ricordo il compianto p. Roberto che si fermava a casa mia con il suo sorriso e l’entusiasmo per la 4 missione, e mi invitava ad andare “oltre il recinto del nostro cortile”… di casa! E così entrai dai saveriani di Udine per le scuole medie, accolto da p. Carmelo Boesso. Il mio percorso di studi si è concluso con l’ordinazione sacerdotale nel 1990 e la mia prima destinazione è stata Taranto, dove ho lavorato nell’animazione missionaria e vocazionale. Sono stati otto anni bellissimi, che porterò sempre nel cuore. Da lì ho spiccato il volo verso il Bangladesh agli inizi del 2001. Tre anni in Sardegna Sono stato in Bangladesh fino al 2009, coronando quel sogno tanto desiderato sin dagli inizi del mio cammino, e dove spero Il friulan-sardo p. Daniele Targa da settembre è la “new entry” della comunità saveriana di Udine: è un ritorno... a casa p. DANIELE TARGA, sx di tornare al più presto. In questi ultimi tre anni, mi è stato chiesto di lavorare in Sardegna. È stato un periodo molto intenso, durante il quale ho macinato chilometri su e giù dall’isola per suscitare l’amore per la missione. Ricordo e ringrazio tutti i gruppi sparsi per la Sardegna, dove ho conosciuto la cultura e il folklore e dove ho sperimentato l’affetto profondo per la famiglia saveriana. Vicino ai genitori Ora sono di nuovo in Friuli. Dai superiori ho ricevuto il permesso per stare un po’ di tempo vicino ai miei genitori, soprattutto a mio padre che non gode di ottima salute. Vorrei essere davvero un vostro fratello e compagno di viaggio. È appena iniziato l’anno della fede. Noi missionari crediamo fortemente a ciò che Giovanni Paolo II diceva: “la fede si rafforza donandola”; la fede “ci spinge a essere missionari”. Sono contento di condividere con voi questa nuova avventura. Ringrazio di cuore i saveriani di Udine che mi hanno accolto con affetto: p. Mario, p. Carlo, p. Lorenzo, p. Romeo e il nuovo superiore p. Antonio. L’amore per Cristo ci spinga a creare del mondo una sola famiglia. E per questo preghiamo tutti insieme. Mandi! ■ Uno scorcio dell’atrio della casa dei saveriani di Udine, in via Monte S. Michele I SAVERIANI DI UDINE 2012 - 2013 La comunità saveriana di Udine è attualmente composta da sei missionari: p. Antonio Guiotto, nuovo rettore ed economo, p. Romeo Brotto, p. Mario Cruder, p. Lorenzo Mattiussi, p. Carlo Treppo e p. Daniele Targa. Ognuno ha alle spalle una ricca esperienza missionaria, frutto di un periodo di vita passato in missione o al servizio della congregazione. Oltre a prestarsi per alcuni incarichi comunitari di accoglienza e di manutenzione della casa, “i sei” collaborano con il centro missionario diocesano per l’animazione missionaria della pastorale nei suoi diversi settori. Inoltre, sono disponibili ad aiutare i parroci nel ministero pastorale. La celebrazione della Parola e dell’Eucaristia dà l’opportunità di offrire ai fedeli un messaggio missionario, in sintonia con il nostro carisma. È una pastorale un po’ itinerante, proprio in stile missionario; in certi periodi è veramente intensa tanto che non sempre possiamo rispondere a tutte le richieste che ci vengono rivolte. In ogni caso diamo la precedenza ai gruppi che chiedono ospitalità nella nostra casa, prestandoci anche per l’animazione di incontri e ritiri spirituali. Un bel gruppo di saveriani friulani riuniti fuori dalla casa di Udine 2012 NOVEMBRE MACOMER 08015 MACOMER NU - Via Toscana, 9 Tel. 0785 70120 - Fax 0785 70706 E-mail: [email protected] - C/c. postale 207084 Il quadernetto delle Messe Padre Ildo Chiari e la missione in Sardegna I l saveriano emiliano padre Ildo Chiari, 91 anni, originario di Brescello, è stato ordinato sacerdote da mons. Evasio Colli il 23 febbraio 1947 al “Tempio” del Sacro Cuore di Parma. L’anno dopo è stato inviato in Sardegna come animatore missionario e come guida spirituale degli “apostolini” nel seminario di Tortolì, dove p. Virgilio Mirto aveva fondato il “seminario sardo per le missioni estere”. Dal seminario alle casermette La tragica e generosa morte di p. Mirto, il 15 luglio del 1947, offrì la possibilità di aprire la prima casa apostolica dei missionari saveriani in Sardegna, il 1° settembre del 1947. Tre anni dopo - il 10 luglio 1950 - gli “apostolini”, furono trasferiti presso le Casermette di Macomer. Li accompagnava p. Ildo Chiari. Infatti, dal “registro delle Mes- se” risulta che p. Chiari celebra la Messa a Macomer l’11 luglio nella stanza adattata a cappella, pulita con “olio di gomito”, come raccontava p. Bruno Orrù. Possiamo dire che il desiderio di p. Mirto di un seminario missionario in Sardegna è stato portato avanti dai saveriani prima a Tortolì, poi a Macomer e a Cagliari. I primi alunni del seminario sardo per le missioni estere - p. Luigi Caria in Sierra Leone e p. Alessio Cabras in Brasile - hanno imparato lo spirito missionario prima da p. Virgilio Mirto e poi dalla spiritualità di san Guido Conforti, trasmessa loro dai saveriani. Film missionari nelle piazze Padre Ildo è stato per cinque anni animatore missionario in Sardegna. La sua presenza e attività sono documentate dal “registro delle intenzioni di Messe” che, a 91 anni, egli conserva p. DINO MARCONI, sx ancora con cura e attenzione. Gli ho chiesto il favore di farmi leggere i due “registri” della Sardegna, per vedere i paesi che aveva visitato per fare l’animazione missionaria. Il periodo va dal 28 agosto del 1948 al 17 luglio del 1953. Svolgeva la sua attività tra la gente nelle piazze di quei tempi. Partiva da Tortolì su strade polverose per stringere rapporti di amicizia con la popolazione attraverso le feste missionarie. Nei paesi, proiettavano sulle piazze, davanti la chiesa, le diapositive missionarie e i film, oscurando i lampioni con qualche straccio. Non c’era ancora la televisione e la proiezione in piazza dei film era una vera festa di paese! Da nord a sud dell’isola Dopo lo sbarco a Olbia, p. Ildo celebra la prima Messa “sarda” a Nuoro, presso le suore di San Aneddoti su san Guido Conforti Il ragazzo birichino e il vescovo buono in cui si celebra la N elfestameseliturgica di san Guido Conforti (5 novembre), mi piace ricordare alcuni aneddoti che lo riguardano fin da bambino e che mi sono sempre piaciuti: cose che capitano a tutti i bambini... Il nido e il secchio d’acqua Durante una passeggiata nei campi paterni, il piccolo Guido, salendo su un pioppo per vedere un nido di uccelli, cade a terra. Picchia la testa sul terreno, o su un ramo, e forse questa è la causa delle sue successive crisi epilettiche che hanno ritardato la sua ordinazione sacerdotale e gli hanno provocato problemi di salute. C’è anche un altro episodio curioso. Un mendicante girovago la notte andava a dormire nel fienile del padre a Casalora. Guido fa scorrere sotto il giaciglio di paglia un secchio d’acqua, rovinando il sonno del povero mendicante, che lancia in aria una sonora bestemmia. Conforti considerava questa birichinata la più brutta della sua vita da bambino. 4 Le cadute da cavallo Da vescovo, invece, è vittima di due cadute nei fossi. Mons. Conforti aveva noleggiato a Ferrara una carrozza a due cavalli per andare a Coccanile, un paese della diocesi di Ravenna. La strada fiancheggiava un canale pieno d’acqua. A un tratto, in località “Ponte di Corlo”, i cavalli vedono un lenzuolo bianco muoversi al vento, s’impennano e indietreggiano. Il cocchiere non riesce a trattenerli e la carrozza finisce nel fossato. Il parroco della vicina parrocchia di Corlo, ricevendo l’arcivescovo e il cocchiere, presta loro i propri abiti, finché non si asciugano quelli molli d’acqua. Anche a Parma, andando verso Caneto, lungo il torrente Cedra, Conforti cade da cavallo. Tutto bagnato prosegue a piedi, fino alla porta della canonica di Palanzano. Nel buio della notte, al parroco sorpreso di vedere il suo vescovo in quelle condizioni, il Conforti dice confuso: “Anche il vescovo cade da cavallo! Posso Mons. Conforti a cavallo durante una visita pastorale sull’Appennino p. DINO MARCONI, sx cambiare gli abiti?”. Il birocciaio e il carrettiere La sera del 18 luglio 1904 il birocciaio Giovanni Zerbini si prende una rivoltellata alla mandibola mentre cerca di inseguire l’anarchico Francesco Melandri, colpevole d’aver sparato a don Sebastiano Malucelli, di Sant’Alberto, mentre recitava il rosario in chiesa. I due feriti vengono trasportati all’ospedale di Ravenna, dove ricevono anche la visita di mons. Conforti. Dopo alcuni giorni lo Zerbini torna a casa, mentre don Sebastiano muore il 23 luglio, perdonando il suo uccisore. Il fattaccio provoca in mons. Guido una grave crisi emotiva e il risveglio della tisi polmonare. La notte tra il 22 e il 23 luglio, Conforti ha un primo violento sbocco di sangue e poi altri ancora, finché il 10 agosto invia a Roma le dimissioni da arcivescovo di Ravenna. Una sera del 1921 a Parma, tornando da una visita pastorale, in via San Secondo il vescovo, tra la gente impotente, scende da carrozza e con il segretario raccoglie da terra il carrettiere Amleto, trasportatore di ghiaia, bastonato a sangue dagli squadristi. Porta il malcapitato fino all’ospedale dove, purtroppo, muore. Il Buon Samaritano non passa mai oltre: ha pietà di tutti e li soccorre. ■ Vincenzo; la seconda, presso la colonia di Arbatax; la terza, nella cappella del seminario di Tortolì, oggi biblioteca comunale. Il primo paese visitato della Sardegna è Talana, con 10 confessioni e 50 comunioni. Predica poi gli esercizi spirituali ai seminaristi di Lanusei e anima le parrocchie di Barisardo, Baunei e Arbatax per il ritiro missionario. In Sardegna p. Ildo organizza 196 feste missionarie in molti paesi, dai quali provengono ancora molti abbonati e alcuni missionari. Il 28 e 29 novembre 1948 per la festa missionaria nel seminario regionale di Cuglieri, distribuisce 120 comunioni ai teologi. Egli visita tanti paesi di varie diocesi sarde, da nord a sud dell’isola: Padre Ildo Chiari, 91enne saveriano emiliano, Nuoro, Oristano, Cagliari, grande devoto della Madonna e del Conforti, Sassari, Ozieri, Tempio Pauè stato animatore missionario in Sardegna sania, Alghero, Bosa, Igledal 1947 al 1952 sias, Ales. A Bonorva predica il “triduo” per preparare all’orditificato” del superiore generale nazione di p. Giovanni Angius... p. Giovanni Gazza, con tanto di Alla fine dell’anno 1948 annota: timbro dell’istituto Saveriano. “Confessioni 2.536, Comunioni Tutta speciale è l’attenzione di 2.775, Messe 372”. p. Ildo verso l’immagine della “Madonna della fede”, collocata Il timbro dell’istituto sulle scale della casa saveriana a Con il trasferimento a MacoSan Pietro in Vincoli, dove tuttora mer dell’11 luglio 1950, la sua egli risiede. Padre Ildo vuole che attività si sposta verso i paesi la lampada votiva resti sempre acdel nordest della Sardegna e del cesa. La statua era originariamenCagliaritano, dove inizia anche te nel pianerottolo della casa mala predicazione delle “Quarantodre di Parma, sostituita durante re”. Il 21 maggio 1951 il registro la guerra con l’immagine di san delle intenzioni delle Messe ha Giuseppe, per voto di protezione il “vidi e recognovi - visto e cercontro i bombardamenti. ■ OTTO DIES A SAS ANIMAS Dice Gesù: “lo sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore, vivrà. Chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?” (Gv 11,25). I missionari saveriani della Sardegna, celebrano l’ottavario di preghiere per i defunti intorno all’altare del Signore con la pratica degli “Otto dies a sas Animas”: • a Macomer nella chiesa dell’istituto, in via Toscana 9, da domenica 11 a domenica 18 novembre alle ore 19; • a Cagliari nella chiesa dell’istituto, in via Sulcis, da domenica 18 a domenica 25 novembre alle ore 18,30. Chi desidera unirsi alla nostra preghiera di suffragio per i propri cari defunti può farci conoscere i loro nomi attraverso: - il nostro C.C.P. n. 207084 accluso al giornale; - con lettera da inviare a: Missionari Saveriani, via Toscana 9, 08015 Macomer (NU); - consegnando le intenzioni alla delegata missionaria. Le offerte che ci pervengono a suffragio dei cari defunti sono un gesto di collaborazione all’attività missionaria dei saveriani nel mondo. i Saveriani della Sardegna 2012 NOVEMBRE MARCHE 60129 ANCONA AN - Via del Castellano, 40 Tel. 071 895368 - Fax 071 2812639 E-mail: [email protected] - C/c. postale 330605 DIARIO DELLA COMUNITà Un bel mosaico variopinto... La comunità saveriana di Ancona L a casa dei saveriani di Ancona è situata nel quartiere Tavernelle, sulla strada che va verso Portonovo. In questi anni ha visto passare davvero tan- p. SERGE TCHATCHE, sx te persone. Da tanti anni qui si svolge un’intensa attività di animazione missionaria e giovanile, che ha portato e continua a portare i suoi frutti. La casa è infatti un punto di riferimento per molti gruppi, accompagnati da noi saveriani o da animatori esterni. La casa di Ancona, oltre ad essere centro di animazione missionaria e vocazionale, è una casa per la formazione di aspiranti saveriani, sede del postulandato e noviziato. Qui i giovani vengono per la preparazione immediata alla prima professione religiosa dei voti di povertà, castità, obbedienza e Padre Claudio Bratti, a sinistra, con un gruppo della parrocchia Santi Cosma e Damiano, missione. dove collabora alle varie attività Casa di formazione e animazione La comunità saveriana di Ancona / 2 principale che svolL’ attività giamo è quella d’accom- pagnare i vari gruppi di adolescenti e di giovani durante l’anno, oltre a preparare i vari campi estivi. Attualmente, proponiamo cammini missionari per i ragazzi dai 13 ai 15 anni, dai 16 ai 18 e dai 18 in su. Proponiamo anche percorsi di preparazione a una esperienza estiva in alcuni paesi dove i saveriani hanno le missioni come la Colombia, il Brasile, il Bangladesh, le Filippine, il Camerun-Ciad, la repubblica democratica del Congo. Da quest’anno abbiamo iniziato un’esperienza estiva interessante. Si tratta di un pellegrinaggio che è anche un campo di spiritualità missionaria itinerante in collaborazione con i saveriani che vivono in Spagna. Il percorso parte da Loyola (città di sant’Ignazio) e finisce a Javier, la città di san Francesco Saverio, patrono dei saveriani. Nella casa di Ancona avviene anche l’esperienza del Tabor: un periodo di discernimento vocazionale a 360 gradi per i giovani dai 18 ai 30 anni, svolta in collaborazione con le altre comunità saveriane in Italia. La casa rimane aperta anche ai gruppi bisognosi di un luogo adatto per incontri e ritiri spirituali. ■ 4 P. Serge Tchatche e p. Alberto Panichella giovani in mezzo ai… giovani. L’animazione missionaria giovanile è una caratteristica dei saveriani di Ancona p. SERGE TCHATCHE, sx Attualmente in comunità siamo otto confratelli, di varia provenienza. Enzo, Alberto e Serge Padre Enzo Tonini, originario di Palmanova nel Friuli, è responsabile dell’animazione missionaria e vocazionale. È arrivato ad Ancona tre anni fa dalla Colombia, dove ha lavorato intensamente per una decina d’anni. Padre Alberto Panichella, marchigiano di Villa Potenza (Macerata), è arrivato l’anno scorso dal Brasile dove ha trascorso 28 anni di attività missionaria. È ora impegnato anche lui nell’animazione missionaria e accompagna anche alcune realtà come la Caritas diocesana. Padre Serge Tchatche, vengo dal Camerun e sono in Italia da ormai otto anni. Ho studiato a Parma e sono stato ordinato sacerdote due anni fa. Sono stato inviato ad Ancona come animatore missionario giovanile. L’Italia è per me la prima destinazione alla missione. Claudio, Giuseppe e Narciso Padre Claudio Bratti, originario di Apiro, è ad Ancona da circa un anno. Anche lui viene dal Brasile, dove è stato missionario per una decina d’anni. Attual- mente è animatore missionario e collaboratore nella parrocchia dei Santi Cosma e Damiano ad Ancona. Padre Giuseppe Bardelli è piacentino. È ad Ancona da cinque anni e fa l’economo della comunità, oltre ad essere impegnato nell’animazione missionaria nelle parrocchie. Padre Narciso Passuello, è colui che fra tutti vive ad Ancona da più tempo, già da quando la casa saveriana era nella zona Posatora. Continua a fare ministero e animazione missionaria nelle varie parrocchie della diocesi. Piermario il più anziano, Pietro il più giovane Padre Piermario Tassi, originario di Poggio S. Marcello, è nella comunità di Ancona dal 1996. È arrivato dopo avere trascorso una trentina di anni nella repubblica democratica del Congo. È incaricato di mantenere i rapporti con i benefattori e svolge il servizio di confessore nelle parrocchie. L’ultimo arrivato è Pietro Rossini, un giovane di Salerno di appena 19 anni. Ha iniziato il cammino di formazione per diventare saveriano. È al suo primo anno ad Ancona e ha iniziato lo studio della teologia all’istituto teologico marchigiano. ■ SPAZIO GIOVANI LA MISSIONE NON è PER POCHI diac. MARCO CASTELLANI Il 9 settembre sono stato ordinato diacono nella diocesi di Ancona. Ero appena tornato da un viaggio veramente bello, che ho vissuto con il saveriano p. Enzo Tonini e altri tre giovani: Silvia, Alice e Daniele. L’esperienza missionaria è durata quasi un Il diacono Marco di Ancona, in alto a destra, con i suoi compamese, in tre citgni di viaggio in Colombia, guidati da p. Tonini (al centro) tà della Colombia: Bogotà, Cali e Buenaventura. Appena arrivato, mi sono dovuto mettere in gioco subito. Infatti, all’uscita dell’aeroporto si presentava per me un mondo completamente nuovo, fatto di tassisti e venditori di ogni genere. Ragazzi giovani e laureati sono spesso costretti a guidare un’auto tutto il giorno o comunque a sbarcare il lunario con un lavoro improvvisato. Di fronte a questa realtà mi interrogavo: “Come si può predicare il vangelo in questa terra? A che serve trasmettere un messaggio di speranza se prima non c’è il minimo necessario per vivere?” A queste domande ha risposto un missionario che ho incontrato a Cali. Mi ha detto che nella sua lunga esperienza di evangelizzazione, ha costruito solo un muro di mattoni intorno a una chiesa… In quel momento ho capito che dovevo cambiare mentalità su cos’è la missione e cos’è il vangelo. Il vangelo non è una questione da salotto, dopo un bel pasto abbondante; la missione non è un impegno solo per pochi sacerdoti e laici. È quando non ho tutto che ho bisogno del “Tutto!”. Pur essendo diversa la cultura, i problemi sono gli stessi; pur essendo diverso il modo di vedere le cose, la strada è la stessa; pur essendo diversi i paesi, noi formiamo un’unica famiglia! 2012 NOVEMBRE PARMA 43123 PARMA PR - Viale S. Martino, 8 Tel. 0521 920511 - Fax 0521 920502 E-mail: [email protected] - C/c. postale 153437 Una festa per tutta la città Giornate speciali per p. Carlo Salvadori S abato 22 settembre: una giornata splendida. Già dal mattino il sole sorgendo illumina le vetrate del santuario San Guido Conforti, che nel pomeriggio accoglie la comunità cristiana di Parma, accanto al giovane Carlo che viene ordinato presbitero per le mani del vescovo mons. Enrico Solmi. Un santuario gremito Tutti i confratelli saveriani di Parma - studenti compresi - si mobilitano per preparare bene la casa. Tutti al lavoro dal mattino: le bandiere che rappresentano i paesi in cui siamo presenti come missionari vengono esposte; anche i muri sono addobbati, portando un clima di festa. Che bell’inizio d’anno per noi! La celebrazione è alle ore 18: un appuntamento a cui nessuno vuole mancare. Già alle 17.30 il santuario è pieno: ognuno vuole occupare il posto davanti per vedere bene. Il coro si prepara, tutti i famigliari sono già presenti, gli amici… Verso le 18 - incredibi- le! - il santuario è strapieno: tutti hanno voluto esserci di persona. Anche i matronei del santuario sono occupati da fedeli che dall’alto partecipano alla celebrazione. Tutti cantano con gioia per il dono di questo nuovo prete missionario: lo si legge anche sui volti dei partecipanti. Sono presenti non solo i parmigiani, ma anche alcuni amici dall’Africa (Camerun, Congo, Ciad…) e da altre regioni d’Italia. Celebrazione commovente Il canto d’ingresso dà il tono alla celebrazione: “Lo Spirito del Signore è su di me, lo Spirito con l’unzione mi ha consacrato, lo Spirito mi ha mandato ad annunciare ai poveri, un lieto messaggio di salvezza!”. Sono le stesse parole che si leggono sulle labbra di Carlo mentre risponde alle domande del vescovo e quando dice: “Eccomi, sì, lo voglio”. Sono tanti i sacerdoti presenti per accogliere Carlo nel ministe- BENJAMIN MUGISHO, sx ro del sacerdozio missionario. È stata una celebrazione davvero commovente, vissuta nella sua profondità, dove tutti hanno riscoperto la bellezza dell’essere cristiano, di pregare insieme, di lodare Dio. Nelle parole della gente dopo la celebrazione, si leggeva un sentimento di gratitudine al Signore e ai saveriani “che ci hanno aiutato a vivere con gioia la celebrazione”. La veglia e la prima Messa Il giorno prima, venerdì 21 settembre, abbiamo partecipato alla veglia di preghiera nella parrocchia di Carlo, “Santa Maria del Rosario”, per prepararci all’ordinazione. “Pietro vai, fidati di me. Getta ancora in acqua le tue reti, prendi il largo…”. Seguendo questo invito del Signore al discepolo Pietro, tutta la comunità parrocchiale ha accompagnato Carlo a gettare le reti verso i fratelli a cui verrà mandato, testimoniando così l’amore di Dio. Il novello prete p. Carlo ha ce- lebrato la sua prima Messa il giorno seguente, domenica 23, nella sua parrocchia parmense. Anche là, nessuno dei parrocchiani e degli amici vuole mancare. Padre Carlo è accompagnato dal fratello maggiore don Paolo, dal superiore dei saveriani p. Rosario, dal parroco di Santa Maria del Rosario e da molti altri confratelli saveriani. Nella sua omelia, il neo ordinato insiste sul ruolo del missionario in mezzo ai fratelli: “è uno che serve, come ci ha detto Gesù”. Sandali, bisaccia e... la Vergine Padre Carlo riceve dalla parrocchia alcuni simboli significativi per la sua Sabato 22 settembre il saveriano Carlo Salvadori vita di missione: doven- è ordinato sacerdote dal vescovo mons. Solmi, nel do mettersi in cammino santuario “Conforti” della casa madre di Parma verso gli ultimi, riceve i Possa lo Spirito Santo illumisandali, una bisaccia, la mappa nare questo nuovo sacerdote nel del mondo che è chiamato ad absuo cammino missionario. Cabracciare, come Cristo sulla croro Carlo, buona missione. Ogni ce, l’icona della “Vergine della tuo passo sia segno della pretenerezza”, in segno dell’attegsenza di Cristo in mezzo alla giamento con cui va incontro a gente! ■ fratelli e sorelle. Le parole del vescovo e di p. Carlo La coincidenza con l’ordinazione di san Guido p. M. STORGATO, sx da una famiglia che V enuto ha avuto la grazia di sei figli, tra cui don Paolo, attuale parroco del “Tempio Sacro Cuore”, Carlo ha sentito la chiamata missionaria mentre era nel seminario diocesano. Senza invidia, il vescovo ha assicurato che “la chiesa di Parma gode nel vedere un suo figlio tra i saveriani, fondati dal santo vescovo Conforti, proprio nell’anno della sua canonizzazione”. Solmi: “Prete per servire” “Non far mai soffrire nessuno, opera la pace e la giustizia, sii uomo di pace. Queste virtù ti accomunino a tutte le persone di buona volontà”. Con questo augurio mons. Solmi ha iniziato 4 la sua omelia dopo aver consacrato sacerdote il giovane parmense Carlo Salvadori, in un santuario gremito da saveriani, sacerdoti e fedeli della diocesi di Parma. Riferendosi al brano di vangelo proclamato (Marco 9,30-37), il vescovo ha spiegato: “È uno spaccato della tua futura vita missionaria: ai discepoli distratti, che discutono chi sia il più grande tra loro, Gesù prende un bambino e con lui si mette al centro, per essere il primo che accoglie e serve. Come prete, lo Spirito Santo ti consegna all’umanità per servirla, donandole Cristo. Tieni presente la tua debolezza, ma non avere paura: abbi fiducia nel Signore”. Nella parrocchia “Santa Maria del Rosario”, domenica 23 settembre p. Carlo celebra la prima Messa Carlo: “Ringrazio Conforti” Al termine della santa Messa, padre Carlo ha ringraziato una lunga lista di persone: il vescovo che lo ha consacrato sacerdote; papà Claudio e mamma Teresa che l’hanno messo al mondo, insieme agli altri figli, amandoli profondamente; i confratelli saveriani, i sacerdoti, il coro, i parenti e amici, vicini e lontani, parmensi e camerunesi... Ma prima di tutti, p. Carlo ha ringraziato san Guido Conforti “per il carisma missionario che ha donato alla chiesa attraverso la congregazione dei missionari saveriani”. Certamente una coincidenza scelta: proprio il 22 settembre del 1888, nella cattedrale di Parma mons. Miotti ordinava sacerdote Guido Conforti; e il 23 settembre don Conforti celebrava la sua prima Messa al santuario Mariano di Fontanellato. Il battimano finale ha sprigionato quella grande gioiosa emozione dell’animo, che si leggeva sul viso di tutti i partecipanti. Papà Guido mi ha confidato: “Sono davvero felice e ringrazio il Signore che ha scelto il figlio Carlo per fare dono - a lui e a noi tutti - della grande eredità di santità missionaria dell’istituto fondato da san Guido Conforti”. ■ Padre Carlo Salvadori con papà Claudio e mamma Teresa, dopo la prima Messa, nella parrocchia Santa Maria del Rosario GLI APPUNTAMENTI GAMS 2012 - 2013 p. ULISSE ZANOLETTI, sx Gli amici del Gams (Gruppo amici dei missionari saveriani) alla fine dell’estate hanno ripreso puntuali le loro attività. Il primo incontro si è svolto il 4 ottobre. Ma c’è ancora tempo per partecipare a queste belle riunioni di preghiera, di festa e solidarietà. Ecco il calendario completo per l’anno 2012 - 2013. Giovedì 8 novembre, Giovedì 22 novembre, Giovedì 13 dicembre, Giovedì 10 gennaio, Giovedì 7 febbraio, Giovedì 7 marzo, Giovedì 21 marzo, Giovedì 11 aprile, Giovedì 2 maggio, Giovedì 23 maggio: Giovedì 30 maggio, Giovedì 6 giugno, ore 15,30: Castagnata ore 15,30: Preghiera di Avvento ore 15,30: Messa del dono ore 15,30: Celebrazione dei ministeri ore 15,30: Carnevale con… chiacchiere ore 15,30: Incontro di Quaresima ore 10,30: Preparazione alla Pasqua ore 16,00: Incontro di preghiera ore 16,00: Incontro di preghiera Gita annuale ore 16,00: Assemblea e programmazione ore 16,00: Messa di ringraziamento Per informazioni e richieste, rivolgersi alla signora Emilia Bonfanti o alla signora Paola Curti (e-mail: [email protected]). Tutti sono comunque invitati a unirsi, almeno spiritualmente, in casa o in chiesa, per pregare per i missionari e per le vocazioni saveriane. Grazie! 2012 NOVEMBRE PIACENZA 25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9 Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781 E-mail: [email protected] - C/c. postale 216259 Giornate speciali per p. Carlo Salvadori S abato 22 settembre: una giornata splendida. Già dal mattino il sole sorgendo illumina le vetrate del santuario San Guido Conforti, che nel pomeriggio accoglie la comunità cristiana di Parma, accanto al giovane Carlo che viene ordinato presbitero per le mani del vescovo mons. Enrico Solmi. Un santuario gremito Tutti i confratelli saveriani di Parma - studenti compresi - si mobilitano per preparare bene la casa. Tutti al lavoro dal mattino: le bandiere che rappresentano i paesi in cui siamo presenti come missionari vengono esposte; anche i muri sono addobbati, portando un clima di festa. Che bell’inizio d’anno per noi! La celebrazione è alle ore 18: un appuntamento a cui nessuno vuole mancare. Già alle 17.30 il santuario è pieno: ognuno vuole occupare il posto davanti per vedere bene. Il coro si prepara, tutti i famigliari sono già presenti, gli amici… Verso le 18 - incredibile! - il santuario è strapieno: tutti hanno voluto esserci di persona. Anche i matronei del santuario sono occupati da fedeli che dall’alto partecipano alla celebrazione. Tutti cantano con gioia per il dono di questo nuovo prete missionario: lo si legge anche sui volti dei partecipanti. Sono presenti non solo i parmigiani, ma anche alcuni amici dall’Africa (Camerun, Congo, Ciad…) e da altre regioni d’Italia. Celebrazione commovente Il canto d’ingresso dà il tono alla celebrazione: “Lo Spirito del Signore è su di me, lo Spirito con l’unzione mi ha consacrato, lo Spirito mi ha mandato ad annunciare ai poveri, un lieto messag- BENJAMIN MUGISHO, sx gio di salvezza!”. Sono le stesse parole che si leggono sulle labbra di Carlo mentre risponde alle domande del vescovo e quando dice: “Eccomi, sì, lo voglio”. Sono tanti i sacerdoti presenti per accogliere Carlo nel ministero del sacerdozio missionario. È stata una celebrazione davvero commovente, vissuta nella sua profondità, dove tutti hanno riscoperto la bellezza dell’essere cristiano, di pregare insieme, di lodare Dio. Nelle parole della gente dopo la celebrazione, si leggeva un sentimento di gratitudine al Signore e ai saveriani “che ci hanno aiutato a vivere con gioia la celebrazione”. La veglia e la prima Messa Il giorno prima, venerdì 21 settembre, abbiamo partecipato alla veglia di preghiera nella parrocchia di Carlo, “Santa Maria del Rosario”, per prepararci all’or- Aneddoti su san Guido Conforti Il ragazzo birichino e il vescovo buono in cui si celebra la N elfestameseliturgica di san Guido Conforti (5 novembre), mi piace ricordare alcuni aneddoti che lo riguardano fin da bambino e che mi sono sempre piaciuti: cose che capitano a tutti i bambini... Il nido e il secchio d’acqua Durante una passeggiata nei campi paterni, il piccolo Guido, salendo su un pioppo per vedere un nido di uccelli, cade a terra. Picchia la testa sul terreno, o su un ramo, e forse questa è la causa delle sue successive crisi epilettiche che hanno ritardato la sua ordinazione sacerdotale e gli hanno provocato problemi di salute. C’è anche un altro episodio curioso. Un mendicante girovago la notte andava a dormire nel fienile del padre a Casalora. Guido fa scorrere sotto il giaciglio di paglia un secchio d’acqua, rovinando il sonno del povero mendicante, che lancia in aria una sonora bestemmia. Conforti considerava questa birichinata la più brutta della sua vita da bambino. 4 Le cadute da cavallo Da vescovo, invece, è vittima di due cadute nei fossi. Mons. Conforti aveva noleggiato a Ferrara una carrozza a due cavalli per andare a Coccanile, un paese della diocesi di Ravenna. La strada fiancheggiava un canale pieno d’acqua. A un tratto, in località “Ponte di Corlo”, i cavalli vedono un lenzuolo bianco muoversi al vento, s’impennano e indietreggiano. Il cocchiere non riesce a trattenerli e la carrozza finisce nel fossato. Il parroco della vicina parrocchia di Corlo, ricevendo l’arcivescovo e il cocchiere, presta loro i propri abiti, finché non si asciugano quelli molli d’acqua. Anche a Parma, andando verso Caneto, lungo il torrente Cedra, Conforti cade da cavallo. Tutto bagnato prosegue a piedi, fino alla porta della canonica di Palanzano. Nel buio della notte, al parroco sorpreso di vedere il suo vescovo in quelle condizioni, il Conforti dice confuso: “Anche il vescovo cade da cavallo! Posso Mons. Conforti a cavallo durante una visita pastorale sull’Appennino p. DINO MARCONI, sx cambiare gli abiti?”. Il birocciaio e il carrettiere La sera del 18 luglio 1904 il birocciaio Giovanni Zerbini si prende una rivoltellata alla mandibola mentre cerca di inseguire l’anarchico Francesco Melandri, colpevole d’aver sparato a don Sebastiano Malucelli, di Sant’Alberto, mentre recitava il rosario in chiesa. I due feriti vengono trasportati all’ospedale di Ravenna, dove ricevono anche la visita di mons. Conforti. Dopo alcuni giorni lo Zerbini torna a casa, mentre don Sebastiano muore il 23 luglio, perdonando il suo uccisore. Il fattaccio provoca in mons. Guido una grave crisi emotiva e il risveglio della tisi polmonare. La notte tra il 22 e il 23 luglio, Conforti ha un primo violento sbocco di sangue e poi altri ancora, finché il 10 agosto invia a Roma le dimissioni da arcivescovo di Ravenna. Una sera del 1921 a Parma, tornando da una visita pastorale, in via San Secondo il vescovo, tra la gente impotente, scende da carrozza e con il segretario raccoglie da terra il carrettiere Amleto, trasportatore di ghiaia, bastonato a sangue dagli squadristi. Porta il malcapitato fino all’ospedale dove, purtroppo, muore. Il Buon Samaritano non passa mai oltre: ha pietà di tutti e li soccorre. ■ MISSIONE E PREGHIERA La grazia di una buona semina Il campo di Gesù è il nostro cuore m. ANNA MARIA CANOPI, osb In questo autunno ricco di grazia, torna alla memoria la parabola di Gesù sul seminatore che esce di buon mattino per la sua giornata di lavoro. Quanti semi sono stati gettati con magnanima gratuità! Noi sappiamo che il campo di Gesù è il mondo intero: è un campo immenso, senza frontiere e senza barricate. Nello stesso tempo, il campo di Gesù è anche il nostro cuore, che per lui non è troppo stretto, se solo gli permettiamo di dilatarlo sulle dimensioni della sua carità. Come lo abbiamo preparato per accogliere la grazia che nell’ora presente è riversata in noi davvero con sovrabbondanza? Forse in noi ci sono tutti i tipi di terreno di cui parla la parabola evangelica… Il nostro cuore è una strada esposta ai “furti” degli uccelli, quando non custodiamo con amore la Parola, quando non la prendiamo come guida, ma ci lasciamo ammaliare da altre parole più comode e seducenti… Il nostro cuore forse è anche un luogo sassoso. Sassi sono le nostre ostinazioni e ribellioni, le durezze e chiusure, i nostri pensieri e sentimenti non buoni, non caritatevoli. Nel nostro cuore non ci possono nemmeno essere zone piene di rovi e spine, che sono l’invidia, e la rivalità, l’ambizione e la cupidigia… Ma il Signore ci consola e assicura che c’è anche un po’ di terra buona… Noi siamo facilmente portati al pessimismo vedendo il male dilagare ovunque. Eppure nel cuore di ogni uomo c’è sempre almeno una zolla buona, dove il seme germoglia e fruttifica. Riprendiamo allora fiducia e collaboriamo con impegno con Gesù, il divino Agricoltore che vuol fare della terra arida un campo di biondo grano! E tutto questo attraverso un semplice sì, una parola che anche un bambino sa dire: la parola che ha aperto a Gesù la strada per venire sulla terra e che apre a noi la strada del cielo, la via della santità. Il seminatore al tramonto - V. Van Gogh Una festa per tutta la città dinazione. “Pietro vai, fidati di me. Getta ancora in acqua le tue reti, prendi il largo…”. Seguendo questo invito del Signore al discepolo Pietro, tutta la comunità parrocchiale ha accompagnato Carlo a gettare le reti verso i fratelli a cui verrà mandato, testimoniando così l’amore di Dio. Il novello prete p. Carlo ha celebrato la sua prima Messa il giorno seguente, domenica 23, nella sua parrocchia parmense. Anche là, nessuno dei parrocchiani e degli amici vuole mancare. Padre Carlo è accompagnato dal fratello maggiore don Paolo, dal superiore dei saveriani p. Rosario, dal parroco di Santa Maria del Rosario Sabato 22 settembre il saveriano Carlo Salvadori e da molti altri confratelli è ordinato sacerdote dal vescovo mons. Solmi, nel saveriani. Nella sua ome- santuario “Conforti” della casa madre di Parma lia, il neo ordinato insiste sul ruolo del missionario in mezmondo che è chiamato ad abzo ai fratelli: “è uno che serve, bracciare, come Cristo sulla crocome ci ha detto Gesù”. ce, l’icona della “Vergine della tenerezza”, in segno dell’attegSandali, bisaccia giamento con cui va incontro a e... la Vergine fratelli e sorelle. Padre Carlo riceve dalla parPossa lo Spirito Santo illumirocchia alcuni simboli significanare questo nuovo sacerdote nel tivi per la sua vita di missione: suo cammino missionario. Caro dovendo mettersi in cammino Carlo, buona missione. Ogni tuo verso gli ultimi, riceve i sandapasso sia segno della presenza di li, una bisaccia, la mappa del Cristo in mezzo alla gente! ■ 2012 NOVEMBRE PIEMONTE e lIgurIA 20033 DESIO MI - Via Don Milani, 2 Tel. 0362 630591 - Fax 0362 301980 E-mail: [email protected] - C/c. postale 00358200 Una festa per tutta la città Giornate speciali per p. Carlo Salvadori S abato 22 settembre: una giornata splendida. Già dal mattino il sole sorgendo illumina le vetrate del santuario San Guido Conforti, che nel pomeriggio accoglie la comunità cristiana di Parma, accanto al giovane Carlo che viene ordinato presbitero per le mani del vescovo mons. Enrico Solmi. Un santuario gremito Tutti i confratelli saveriani di Parma - studenti compresi - si mobilitano per preparare bene la casa. Tutti al lavoro dal mattino: le bandiere che rappresentano i paesi in cui siamo presenti come missionari vengono esposte; anche i muri sono addobbati, portando un clima di festa. Che bell’inizio d’anno per noi! La celebrazione è alle ore 18: un appuntamento a cui nessuno vuole mancare. Già alle 17.30 il santuario è pieno: ognuno vuole occupare il posto davanti per vedere bene. Il coro si prepara, tutti i famigliari sono già presenti, gli amici… Verso le 18 - incredibile! - il santuario è strapieno: tutti hanno voluto esserci di persona. Anche i matronei del santuario sono occupati da fedeli che dall’alto partecipano alla celebrazione. Tutti cantano con gioia per il dono di questo nuovo prete missionario: lo si legge anche sui volti dei partecipanti. Sono presenti non solo i parmigiani, ma anche alcuni amici dall’Africa (Camerun, Congo, Ciad…) e da altre regioni d’Italia. Celebrazione commovente Il canto d’ingresso dà il tono alla celebrazione: “Lo Spirito del Signore è su di me, lo Spirito con l’unzione mi ha consacrato, lo Spirito mi ha mandato ad annunciare ai poveri, un lieto messag- BENJAMIN MUGISHO, sx gio di salvezza!”. Sono le stesse parole che si leggono sulle labbra di Carlo mentre risponde alle domande del vescovo e quando dice: “Eccomi, sì, lo voglio”. Sono tanti i sacerdoti presenti per accogliere Carlo nel ministero del sacerdozio missionario. È stata una celebrazione davvero commovente, vissuta nella sua profondità, dove tutti hanno riscoperto la bellezza dell’essere cristiano, di pregare insieme, di lodare Dio. Nelle parole della gente dopo la celebrazione, si leggeva un sentimento di gratitudine al Signore e ai saveriani “che ci hanno aiutato a vivere con gioia la celebrazione”. La veglia e la prima Messa Il giorno prima, venerdì 21 settembre, abbiamo partecipato alla veglia di preghiera nella parrocchia di Carlo, “Santa Maria del Rosario”, per prepararci all’or- MISSIONE E PREGHIERA / 29 La grazia di una buona semina Il campo di Gesù è il nostro cuore I n questo autunno ricco di grazia, torna alla memoria la parabola di Gesù sul seminatore che esce di buon mattino per la sua giornata di lavoro. Quanti semi sono stati gettati con magnanima gratuità! Il viaggio del Papa in Libano come pellegrino di pace, il suo pellegrinaggio a Loreto, il sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione, la solenne apertura dell’anno della fede, nel cinquantesimo anniversario dell’inizio del concilio Vaticano II, e insieme nel ventennio della pubblicazione del catechismo della chiesa cattolica, cui sempre urge tornare per custodire salde le fondamenta dell’edificio spirituale della nostra fede. 4 Il seminatore al tramonto - V. Van Gogh Siamo pronti ad accogliere Gesù? Noi sappiamo che il campo di Gesù è il mondo intero: è un campo immenso, senza frontiere e senza barricate. Nello stesso tempo, il campo di Gesù è anche il nostro cuore, che per lui non è troppo stretto, se solo gli permettiamo di dilatarlo sulle dimensioni della sua carità. Come lo abbiamo preparato per accogliere la grazia che nell’ora presente è riversata in noi davvero con sovrabbondanza? Forse in noi ci sono tutti i tipi di terreno di cui parla la parabola evangelica… Il nostro cuore è una strada esposta ai “furti” degli uccelli, quando non custodiamo con amore la Parola, quando non la prendiamo come guida, ma ci lasciamo ammaliare da altre parole più comode e seducenti… Il nostro cuore forse è anche un luogo sassoso. Sassi sono le nostre ostinazioni e ribellioni, le durezze e chiusure, i nostri pensieri e sentimenti non buoni, non caritatevoli. Nel nostro cuore m. ANNA MARIA CANOPI, osb [email protected] non ci possono nemmeno essere zone piene di rovi e spine, che sono l’invidia, e la rivalità, l’ambizione e la cupidigia… Almeno una zolla buona! Ma il Signore ci consola e assicura che c’è anche un po’ di terra buona… Noi siamo facilmente portati al pessimismo vedendo il male dilagare ovunque. Eppure nel cuore di ogni uomo c’è sempre almeno una zolla buona, dove il seme germoglia e fruttifica. Riprendiamo allora fiducia e collaboriamo con impegno con Gesù, il divino Agricoltore che vuol fare della terra arida un campo di biondo grano! Il mese di novembre, che invita al raccoglimento e alla preghiera, sia per noi il tempo favorevole per rimanere in ascolto della Parola, mettendoci - come ha esortato il Papa a Loreto - “alla scuola di Maria, che ha offerto la propria carne, ha messo tutta se stessa a disposizione della volontà di Dio, diventando «luogo» della sua presenza, casa vivente del Signore”. E tutto questo attraverso un semplice sì, una parola che anche un bambino sa dire: la parola che ha aperto a Gesù la strada per venire sulla terra e che apre a noi la strada del cielo, la via della santità. ■ dinazione. “Pietro vai, fidati di me. Getta ancora in acqua le tue reti, prendi il largo…”. Seguendo questo invito del Signore al discepolo Pietro, tutta la comunità parrocchiale ha accompagnato Carlo a gettare le reti verso i fratelli a cui verrà mandato, testimoniando così l’amore di Dio. Il novello prete p. Carlo ha celebrato la sua prima Messa il giorno seguente, domenica 23, nella sua parrocchia parmense. Anche là, nessuno dei parrocchiani e degli amici vuole mancare. Padre Carlo è accompagnato dal fratello maggiore don Paolo, dal superiore dei saveriani p. Rosario, dal parroco di Santa Maria del Rosario Sabato 22 settembre il saveriano Carlo Salvadori e da molti altri confratelli è ordinato sacerdote dal vescovo mons. Solmi, nel saveriani. Nella sua ome- santuario “Conforti” della casa madre di Parma lia, il neo ordinato insiste mondo che è chiamato ad absul ruolo del missionario in mezbracciare, come Cristo sulla crozo ai fratelli: “è uno che serve, ce, l’icona della “Vergine della come ci ha detto Gesù”. tenerezza”, in segno dell’atteggiamento con cui va incontro a Sandali, bisaccia fratelli e sorelle. e... la Vergine Possa lo Spirito Santo illumiPadre Carlo riceve dalla parnare questo nuovo sacerdote nel rocchia alcuni simboli significasuo cammino missionario. Caro tivi per la sua vita di missione: Carlo, buona missione. Ogni tuo dovendo mettersi in cammino passo sia segno della presenza di verso gli ultimi, riceve i sandaCristo in mezzo alla gente! ■ li, una bisaccia, la mappa del aneddoTi su san guido ConForTi p. DINO MARCONI, sx Nel mese in cui si celebra la festa liturgica di san Guido Conforti (5 novembre), mi piace ricordare alcuni aneddoti che lo riguardano fin da bambino e che mi sono sempre piaciuti: cose che capitano a tutti i bambini del mondo... Durante una passeggiata nei campi paterni, il piccolo Guido, salendo su un pioppo per vedere un nido di uccelli, cade a terra. Picchia la testa sul terreno, o su un ramo, e forse questa è la causa delle sue successive crisi epilettiche che hanno ritardato la sua ordinazione sacerdotale e gli hanno provocato problemi di salute. C’è anche un altro episodio curioso. Un mendicante girovago la notte andava a dormire nel fienile del padre a Casalora. Guido fa scorrere sotto il giaciglio di paglia un secchio d’acqua, rovinando il sonno del povero mendicante, che lancia in aria una sonora bestemmia. Conforti considerava questa birichinata la più brutta della sua vita da bambino. Da vescovo, invece, è vittima di due cadute nei fossi. Mons. Conforti aveva noleggiato a Ferrara una carrozza a due cavalli per andare a Coccanile, un paese della diocesi di Mons. Conforti a cavallo durante Ravenna. La strada fiancheggiava un una visita pastorale sull’Appennino canale pieno d’acqua. A un tratto, in località “Ponte di Corlo”, i cavalli vedono un lenzuolo bianco muoversi al vento, s’impennano e indietreggiano. Il cocchiere non riesce a trattenerli e la carrozza finisce nel fossato. Il parroco della vicina parrocchia di Corlo, ricevendo l’arcivescovo e il cocchiere, presta loro i propri abiti, finché non si asciugano quelli molli d’acqua. Anche a Parma, andando verso Caneto, lungo il torrente Cedra, Conforti cade da cavallo. Tutto bagnato prosegue a piedi, fino alla porta della canonica di Palanzano. Nel buio della notte, al parroco sorpreso di vedere il suo vescovo in quelle condizioni, il Conforti dice confuso: “Anche il vescovo cade da cavallo! Posso cambiare gli abiti?”. 2012 NOVEMBRE PuglIA 74122 LAMA TA - Via Tre Fontane, 15 Tel. 099 7773186 - Fax 099 7772558 E-mail: [email protected] - C/c. postale 10423747 Missione in tutte le direzioni Cristo e il suo vangelo per l’umanità ottobre 1962, cinquanL’ 11ta anni fa, papa Giovan- ni XXIII apriva ufficialmente il concilio Vaticano II, con la partecipazione dei vescovi di tutto il mondo. Il concilio, che si è protratto per tre anni, ha aiutato la chiesa a comprendere la sua missione all’interno della nuova situazione culturale, economica e politica del mondo, e davanti alle nuove prospettive, in particolare nel sud del mondo, legate alla conclusione dell’era coloniale. Ascolto, dialogo, annuncio La chiesa si è messa in ascolto e in dialogo con il mondo, dando così un impulso nuovo alla sua azione e al servizio dell’evangelizzazione. È stato l’inizio di un percorso che in questi 50 anni ha permesso alla chiesa di rinnovare e maturare l’idea e la pratica della missione: sono cambiati i protagonisti, sono stati rinnovati i modi e i mezzi, è stato riscoperto il centro della missione. Cristo e il suo vangelo, la sua Buona Notizia per ogni persona e per il mondo intero, sono tornati al centro dell’opera di evangelizzazione, accompagnati dai progetti per uno sviluppo integrale della persona là dove questo è necessario. Compito di ogni credente Nel frattempo le chiese locali, anche quelle “di missione”, hanno preso coscienza che la missione riguarda anche loro e che loro p. PIERO PIEROBON, sx stesse sono chiamate a farsi carico della missione della chiesa universale. Per questo oggi nel mondo si incontrano dappertutto, anche in Europa, missionarie e missionari provenienti da tutti i continenti. La direzione della missione non è più da nord a sud, ma va in tutte le direzioni. Inoltre, i laici si sentono sempre più coinvolti e responsabili dell’annuncio del vangelo: la missione è compito di ogni credente. La chiesa, da quando è stata fondata fino ad oggi, a nome di Gesù e a nome di tutti i cristiani, ha inviato e continua a inviare gli annunciatori, missionari e missionarie consacrati a tempo pieno per evangelizzare i popoli in tutto il mondo. ■ Animazione, accoglienza, servizio La comunità saveriana che vive a Taranto L e persone che vengono nella nostra casa di Taranto, un po’ alla spicciolata, sono comunque numerose. La gente arriva per diversi motivi: per amicizia, per chiedere un consiglio, per avere un conforto, per instaurare un dialogo o semplicemente per confessarsi. Siamo qui per testimoniare È attraverso queste persone che noi abbiamo modo di aiutare gli ospiti che incontriamo a prendere coscienza che il battesimo ci impegna tutti come chiesa ad essere cellule vive della missione e ad aprire gli occhi verso gli orizzonti della salvezza di tutti gli uomini, secondo il comando di Gesù. 4 In questo contesto, si inseriscono e vivono i missionari saveriani, non solo nel servizio dell’evangelizzazione all’estero, ma anche nella presenza e nell’animazione missionaria in Italia. L’età che sale e la diminuzione delle vocazioni ci hanno portato a ripensare la nostra presenza e le nostre attività, adattandole alle nostre energie e alla nuova coscienza missionaria delle chiese locali. I giovani e la chiesa locale La comunità saveriana di Taranto accoglie in casa, ogni anno a turni, i ragazzi delle sei parrocchie di cui è formata la diaconia di Lama, con ritiri di preparazio- La comunità dei saveriani della Puglia; da sinistra: p. Primosig (ora a Vicenza), p. D’Erchie, p. Pozzobon (in visita), p. Berton e p. Pierobon (rettore). Padre Pietro Pierobon e p. Angelo Berton si occupano della pagina di “Missionari Saveriani” per la Puglia. p. P. PIEROBON, sx ne per la prima Comunione e la Cresima. Inoltre, accoglie anche altri gruppi di ragazzi più grandi di altre parrocchie della città, (come gli scout) durante tutto l’anno. Un’attività molto richiesta, che ci viene offerta per svolgere attività di animazione missionaria, è la supplenza e il ministero nelle parrocchie, soprattutto in città ma anche fuori. Il direttore del centro missionario diocesano ha proposto a p. Piero Pierobon un’incisiva attività di animazione missionaria a livello diocesano, per la programmazione e la formazione sopratutto dei giovani nelle parrocchie e nella chiesa locale. ■ Padre Pierobon con un gruppo dell’Azione cattolica, alla fine di un seminario che si è svolto dai saveriani di Taranto. I saveriani sono disponibili anche per servizi di ministero nelle parrocchie di città e provincia. I saveriani di Taranto celebrano la santa Messa insieme a p. Pozzobon; non si vede p. Pierobon, che ha scattato la foto. in memoria di P. Cosimo CorigLiano p. MARCELLO STORGATO, sx Nel pomeriggio di Padre Cosimo Covenerdì 28 settembre rigliano, a sinistra, 2012, è spirato il save- con due confratelli riano di Fragagnano, in Brasile p. Cosimo Damiano Corigliano. Era affetto da anni del morbo di Alzheimer e viveva nel paese, assistito amorevolmente dai famigliari e dagli amici. Padre Cosimo è stato missionario in Brasile per oltre quarant’anni, sempre impegnato per il bene della popolazione più povera. Si è dedicato soprattutto alla costruzione di piccole case, in cui le famiglie potessero vivere in modo “decente”. Scriveva in una sua lettera dal Brasile: “Nella parrocchia di Sarutaià, su 17 ettari di terreno edificabile sono state costruite 300 abitazioni di 70 metri quadri ciascuna. Queste case sono già abitate, anche se il manto stradale è sprovvisto di asfalto. Su altri 24 ettari di terra, con lotti di 1.000 metri quadri, sono già state edificate altre 30 casette, provviste di acqua e di luce elettrica. Ne verranno edificate altre 50, complete di illuminazione e impianto idrico. Sono disponibili anche altri 19 ettari di terreno, con lotti da 490 metri quadri. Qui però non è stato ancora possibile edificare. Se Dio vorrà, in breve tempo speriamo di poter iniziare i lavori...” Insomma, sembra la relazione di un impresario edile che pensa solo alle case degli altri. Terminava la lettera con queste parole: “Ringrazio tutti per la vostra grande benevolenza e auguro una vita serena, con la grazia del Signore”. E ora noi auguriamo a lui di vivere eternamente nella gioia del cielo. 2012 NOVEMBRE rEggIO CAlABrIA 89135 GALLICO SUPERIORE RC - Via Rimembranze Santuario Madonna della Grazia Tel. 0965 370304 - Fax 0965 373137 - E-mail: [email protected] - C/c. postale 10444891 Una festa per tutta la città Giornate speciali per p. Carlo Salvadori S abato 22 settembre: una giornata splendida. Già dal mattino il sole sorgendo illumina le vetrate del santuario San Guido Conforti, che nel pomeriggio accoglie la comunità cristiana di Parma, accanto al giovane Carlo che viene ordinato presbitero per le mani del vescovo mons. Enrico Solmi. Un santuario gremito Tutti i confratelli saveriani di Parma - studenti compresi - si mobilitano per preparare bene la casa. Tutti al lavoro dal mattino: le bandiere che rappresentano i paesi in cui siamo presenti come missionari vengono esposte; anche i muri sono addobbati, portando un clima di festa. Che bell’inizio d’anno per noi! La celebrazione è alle ore 18: un appuntamento a cui nessuno vuole mancare. Già alle 17.30 il santuario è pieno: ognuno vuole occupare il posto davanti per vedere bene. Il coro si prepara, tutti i famigliari sono già presenti, gli amici… Verso le 18 - incredibile! BENJAMIN MUGISHO, sx - il santuario è strapieno: tutti hanno voluto esserci di persona. Anche i matronei del santuario sono occupati da fedeli che dall’alto partecipano alla celebrazione. Tutti cantano con gioia per il dono di questo nuovo prete missionario: lo si legge anche sui volti dei partecipanti. Sono presenti non solo i parmigiani, ma anche alcuni amici dall’Africa e da altre regioni d’Italia. Celebrazione commovente Il canto d’ingresso dà il tono Saveriano va, saveriano viene Cambia il rettore: salutiamo p. Ezio e p. Pierluigi S caduto il secondo mandato triennale come superiore della comunità saveriana di Gallico, p. Ezio Marangoni ha lasciato la Calabria. Attualmente, è a Roma per “l’anno sabbatico”, un periodo di riposo e di studio. Riceverà poi la nuova destinazione. Un anno impegnativo Gli ultimi mesi passati a Gallico sono stati molto intensi per p. Ezio. Ha seguito la riparazione urgente e impegnativa del santuario e ha curato la celebrazione dei “Sette Sabati” della Madonna della Grazia, invitando le parrocchie più vicine al pellegrinaggio il sabato sera. Molto impegnativa è stata la preparazione e lo svolgimento della festa della Madonna della Grazia con i relativi spostamenti della venerata immagine a Gallico Marina: processione alla discesa e processione alla risalita. Quest’anno, in via eccezionale, c’è stata anche la salita in forma privata a Sambatello e Diminiti. Poi le processioni tradizionali per le vie di Santa Domenica e Prioli la domenica, e per le vie di Gallico Superiore il martedì. Tutti eventi complessi e impegnativi che p. Ezio ha gestito con la sua solita passione e grazia. Saluti commossi e un bentornato Le Messe di sabato sera e di domenica 9-10 settembre sono p. E. MARCELLI, sx state occasioni per lui di salutare i fedeli e gli amici, che a loro volta gli hanno espresso un commosso e grato “arrivederci”. Domenica sera, dopo la Messa, i presenti sono stati invitati tutti a salutare p. Ezio in un amichevole rinfresco nella “sala azzurra”. Questa opportunità è stata molto gradita e tutto si è svolto in grande allegria, se pur con qualche lacrima. Padre Pierluigi Felotti, arrivato a fine estate, prende il ruolo di superiore della comunità e direttore del santuario. Padre Pierluigi era già stato quattro anni a Gallico, prima che arrivasse p. Ezio Marangoni. Molti frequentatori del santuario Madonna della Grazia lo ricordano e gli danno il “bentornato”. ■ alla celebrazione: “Lo Spirito del Signore è su di me, lo Spirito con l’unzione mi ha consacrato, lo Spirito mi ha mandato ad annunciare ai poveri, un lieto messaggio di salvezza!”. Sono le stesse parole che si leggono sulle labbra di Carlo mentre risponde alle domande del vescovo e quando dice: “Eccomi, sì, lo voglio”. Sono tanti i sacerdoti presenti per accogliere Carlo nel ministero del sacerdozio missionario. È stata una celebrazione davvero commovente, vissuta nella sua profondità, dove tutti hanno riscoperto la bellezza dell’essere cristiano, di pregare insieme, di lodare Dio. Nelle parole della gente dopo la celebrazione, si leggeva un sentimento di gratitudine al Signore e ai saveriani “che ci hanno aiutato a vivere con gioia la celebrazione”. La veglia e la prima Messa Il giorno prima, venerdì 21 settembre, abbiamo partecipato alla veglia di preghiera nella parrocchia di Carlo, “Santa Maria del Rosario”, per prepararci all’ordinazione. “Pietro vai, fidati di me. Getta ancora in acqua le tue reti, prendi il largo…”. Seguendo questo invito del Signore al discepolo Pietro, tutta la comunità parrocchiale ha accompagnato Carlo a gettare le reti verso i fratelli a cui verrà mandato, testimoniando così l’amore di Dio. Il novello prete p. Carlo ha celebrato la sua prima Messa il giorno seguente, domenica 23, nella sua parrocchia parmense. Anche là, nessuno dei parrocchiani e degli amici vuole mancare. Padre Carlo è accompagnato dal fratello maggiore don Paolo, dal superiore dei saveriani p. Rosario, dal parroco di Santa Maria del Rosario e da Sabato 22 settembre il saveriano Carlo Salvadori è ordinato sacerdote dal vescovo mons. Solmi, nel santuario “Conforti” della casa madre di Parma molti altri confratelli saveriani. Nella sua omelia, il neo ordinato insiste sul ruolo del missionario in mezzo ai fratelli: “è uno che serve, come ci ha detto Gesù”. Sandali, bisaccia e... la Vergine Padre Carlo riceve dalla parrocchia alcuni simboli significativi per la sua vita di missione: dovendo mettersi in cammino verso gli ultimi, riceve i sandali, una bisaccia, la mappa del mondo che è chiamato ad abbracciare, come Cristo sulla croce, l’icona della “Vergine della tenerezza”, in segno dell’atteggiamento con cui va incontro a fratelli e sorelle. Possa lo Spirito Santo illuminare questo nuovo sacerdote nel suo cammino. Caro Carlo, buona missione. Ogni tuo passo sia segno della presenza di Cristo in mezzo alla gente! ■ aneddoTi su san guido ConForTi p. DINO MARCONI, sx Nel mese in cui si celebra la festa liturgica di san Guido Conforti (5 novembre), mi piace ricordare alcuni aneddoti che lo riguardano fin da bambino e che mi sono sempre piaciuti: cose che capitano a tutti i bambini del mondo... Durante una passeggiata nei campi paterni, il piccolo Guido, salenGUIDOPicchia CONFORTI do su un pioppo per vedere un nido di uccelli, cade san a terra. la testa sul terreno, o sul’abito un ramo, e forse questa la causadel delle sue batsucAbbiamo ricevuto santo della fede nelè giorno nostro cessive crisi epilettiche hanno ritardato la sua ordinazione sacertesimo, ma questo abitoche è necessario perfezionarlo con l’esercizio dedotale gli hanno salute. che è, deve diventagli atti erelativi, per provocato cui la fedeproblemi nostra dadiabituale ancheinformando un altro episodio curioso.tutti Un mendicante la notte reC’è attuale, e vivificando gli atti dellagirovago nostra vita. Non andava a dormire nel fienile delgiustificati padre a Casalora. Guido scorrerema sot-è basta avere la fede per essere al cospetto delfa Signore; to il giaciglio di paglia un della secchio d’acqua, sonnoopere. del povero necessario vivere la vita fede, che sirovinando manifestail nelle mendicante, chedella lancia in aria sonora bestemmia. Conforti consideVivere la vita fede vuoluna dire giudicare ogni cosa secondo i suoi rava questa birichinata la più brutta della sua vita da ebambino. infallibili comandi, approvare ciò che essa approva condannare ciò Mons. ConforDaessa vescovo, invece, è vittima di due cadute nei fossi. che condanna. Non basta credere, ma bisogna vivere in conformiti noleggiato Ferrara unain carrozza due cavalli per le andare a tàaveva della propria fede,ainterrogarla tutti gli aincontri, in tutte continCoccanile, paese della diocesi di Ravenna. La strada fiancheggiagenze dellaun vita e regolarsi non secondo l’andazzo del tempo, non seva un canale pienodelle d’acqua. A un tratto, inma località “Ponte Corlo”, condo le esigenze passioni sregolate, secondo i suoidiinsegnaimenti, cavallicon vedono un lenzuolo biancolamuoversi al praticare vento, s’impennano la persuasione di seguire verità e di la giustizia. e indietreggiano. Il cocchiere non riesce ama trattenerli la carrozza fiNon basta credere speculativamente, bisognaeanche credere nisce nel fossato. Il parroco della vicina parrocchia di Corlo, ricevenpraticamente, vale a dire senza arrossire di fronte agli scettici e ai mido l’arcivescovo e il cocchiere, presta loro itutti propri abiti, finché non si scredenti. È necessario che la fede informi i pensieri della nostra asciugano quelli molli del d’acqua. mente, tutti gli affetti nostro cuore. È necessario che la nostra vita Anche a Parma, andando lungoNon il torrente Cedra, Cone le nostre opere siano l’ecoverso dellaCaneto, nostra fede. basta che l’immaforti cade da cavallo. Tutto bagnato prosegue a piedi, fino allaperché porta gine adorabile del Crocifisso adorni le pareti delle nostre case della canonica di là Palanzano. Nel buio della notte, al parroco sorpreso si possa dire che regna Cristo. È necessario di più: che il suo spirito di vedere il suo vescovo in quelle condizioni, il Conforti dice confuso: santifichi i membri delle nostre famiglie. “Anche il vescovo cade da cavallo! Posso cambiare gli abiti?”. bisogna Credere... PraTiCamenTe! 4 Padre Pierluigi Felotti è il nuovo rettore della comunità saveriana di Gallico; per lui si tratta di un gradito ritorno. Padre Ezio saluta le collaboratrici più strette del santuario “Madonna della Grazia”, prima di lasciare la Calabria. Padre Ezio Marangoni stappa una bottiglia e così saluta tutti gli amici di Gallico; ora è a Roma per un anno, in attesa di una nuova esperienza missionaria. 2012 NOVEMBRE rOMA 00165 ROMA RM - Via Aurelia, 287 Tel. 06 39366929 - Fax 06 39366925 E-mail: [email protected] - C/c. postale 45206000 In Burundi, fede da consolidare Intervista all’abbé amico don Gérard Gérard Nibigira ha D ontrascorso due anni, gra- dito ospite nella casa saveriana di via Aurelia. Proviene dalla diocesi di Muyinga in Burundi. Ha 59 anni ed è stato ordinato sacerdote il 3 dicembre 1981, il giorno della festa di san Francesco Saverio. Ha lavorato in quattro diverse parrocchie della diocesi, il vescovo l’ha inviato a Roma per approfondire gli studi sulla “teologia spirituale”. Prima di tornare in Burundi, ha risposto ad alcune domande, per parlarci della sua chiesa di origine. Parlaci della tua diocesi… La diocesi di Muyinga ha poco più di un milione di abitanti, dei quali oltre la metà sono cattolici. Abbiamo 17 parrocchie, guidate da una sessantina di sacerdoti. Negli ultimi due anni abbiamo avuto 15 nuovi sacerdoti: una grazia davvero eccezionale! Come sta la chiesa burundese? Il Burundi ha una popolazione di oltre otto milioni di abitanti, con otto diocesi. La chiesa cattolica è presente da 115 anni. I cattolici sono circa il 60 per cento, seguiti da anglicani, metodisti, battisti, evangelisti, pentecostali e tante altre piccole sette. Ci sono anche i musulmani e coloro che seguono la tradizione religiosa “naturale”. Quali sono le maggiori difficoltà? La nostra è una chiesa giovane, ma presenta anche diversi problemi. Pensiamo, per esempio, al raffreddamento della fede tra i battezzati, la cui pratica religiosa a volte lascia a desiderare. Anche da noi c’è un crescente disinteresse e vari fedeli si allontanano dalla comunità cristiana. Inoltre, l’aumento delle sette crea confusione tra la gente. An- a cura di p. FILIPPO ROTA MARTIR, sx che il fenomeno del secolarismo oggi è diffuso. I nostri giovani soffrono la mancanza di lavoro e il loro futuro è incerto. Per molti non è facile formare una famiglia e portarla avanti con serenità. In generale, la situazione sanitaria e sociale minaccia lo sviluppo della popolazione. Qual è la sfida più grande? Siamo stati evangelizzati da oltre cento anni e abbiamo avuto dei bei frutti. Per esempio, la percentuale di cristiani in Burundi è buona. Nonostante questo, non possiamo sederci ed esaltarci troppo, poiché bisogna ancora consolidare la fede. Deve diventare una fede viva, che si rifletta nella pratica e che trasformi ogni attività e relazione umana. Facci qualche esempio… I vari scontri etnici e le guerre civili, che il nostro paese ha cono- Immagini da via Aurelia... Una comunità viva e aperta al mondo rischiamo di chiuderci O ggi ai fratelli bisognosi e pove- ri, a chi non è dei “nostri”, a chi ha un’altra fede... San Guido Conforti, in sintonia con il vangelo di Gesù, ci dà un compito: “formare una p. FILIPPO ROTA MARTIR, sx sola, grande famiglia umana”, dove ogni uomo e donna sono fratelli e sorelle, accolti e amati. ■ Nell’atrio, s’incontra subito il busto di san Guido Conforti, che ha dato la vita perché il vangelo sia trasmesso a ogni persona, popolo e cultura. Abbé Gérard Nibigira, sacerdote burundese, per due anni ospite dei saveriani di Roma, in via Aurelia; dalla finestra della sua stanza, l’ospedale San Carlo e uno squarcio del panorama “romano” sciuto nella sua storia, testimoniano che i valori cristiani sono poco radicati nel cuore dei battezzati. È ancora necessario approfondire la fede e procedere a una nuova e profonda evangelizzazione. Come ti sei trovato a Roma? Questi due anni a Roma sono stati per me molto ricchi di esperienze, sia spirituali sia intellettuali, dal punto di vista umano, personale e anche comunitario. Nell’ambito dell’università, ho potuto aggiornarmi e fare nuove conoscenze. Ho potuto anche seguire l’andamento del mondo odierno, e questa è sempre una cosa meravigliosa. Ho imparato tante cose che mi aiuteranno personalmente nel ministero sacerdotale in parrocchia, e anche nelle scuole e in tanti altre attività pastorali. Cosa ti ha arricchito di più? Il contatto con persone di diverse nazioni e continenti mi ha arricchito in tanti aspetti. L’incontro con un professore veramente esperto e preparato mi ha dato tanto piacere e gusto; mi ha fatto venire la voglia spingere la ricerca un po’ più avanti, anche attraverso il mio contributo personale. Purtroppo ho incontrato anche qualche persona che, invece di aiutarmi a proseguire il cammino, mi ha un po’ scoraggiato. I programmi per il futuro? Il mio programma futuro lo disegnerà la Provvidenza. A me basta rendermi disponibile per qualsiasi eventualità. Per ora, pare che debba vivere con i giovani seminaristi della mia diocesi. Quindi sarò educatore, insegnante, direttore spirituale... Un ministero delicato e impegnativo. Lo accolgo con molta fede e speranza. Il Signore saprà donarmi la grazia necessaria per poter portare avanti questo compito nel modo che a lui piacerà. ■ “Con voi sono sTaTo bene” Intervista a don Gérard Nibigira / 2 a cura di p. F. ROTA MARTIR, sx Continua l’intervista con don Gérard, il sacerdote burundese ospite per due anni dei saveriani di Roma. Desideri ringraziare qualcuno? I miei ringraziamenti vanno in primo luogo al mio vescovo, che mi ha dato l’opportunità di vivere questa esperienza. Desidero ringraziare anche tutti coloro che hanno contribuito al mio soggiorno a Roma: i saveriani che hanno accettato di accogliermi e ospitarmi. La comunità saveriana del “Collegio Conforti” è stata il mio “paradiso” durante questi due anni. Mi sono sentito in famiglia, dove le diversità sono al servizio della fraternità. Sono stato accolto e aiutato con amore e con premura. Credo che in nessun altro luogo sarei stato meglio. 4 La grotta della Madonna, nel piccolo cortile della casa saveriana in via Aurelia. Maria è la prima e più grande missionaria, l’ideale da seguire e da invocare. La comunità saveriana si ritrova... anche davanti alla televisione, in genere per assistere al telegiornale. Sentiamo il bisogno di informarci su quello che succede, nel nostro paese e nel mondo. Conoscevi già i saveriani? Conosco i saveriani da tanto tempo. Sono in Burundi e lavorano anche in varie parrocchie della mia diocesi di Muyinga. Abbiamo tante occasioni di vivere insieme, di conoscerci meglio, di collaborare e aiutarci in vari settori della vita. Anche coloro che vivono nella diocesi di Bujumbura, quasi tutti hanno esercitato il ministero nella nostra diocesi per qualche tempo: li incontro ogni volta che vado nella capitale. Questo per dire che l’ambiente saveriano mi è molto familiare. Tanti auguri! All’amico don Gérard auguriamo ogni bene nel suo apostolato nella giovane chiesa in Burundi. L’Eucaristia quotidiana ci mantiene in comunione nella chiesa missionaria. 2012 NOVEMBRE rOMAgNA 48125 S. PIETRO in VINCOLI RA - Via Angaia, 7 Tel. 0544 551009 - Fax 0544 551811 E-mail: [email protected] - C/c. postale 13591482 Vogliamo metterci ad ascoltare Un proposito utile per tutto l’anno C ari amici della Romagna, vogliamo presentarvi la nostra comunità in questo nuovo anno di lavoro pastorale e di presenza saveriana tra voi. Ecco nella foto i saveriani che la compongono attualmente: p. Giuseppe Nardo, p. Ildo Chiari, p. Guglielmo Camera, p. Dino Marconi, p. Lino Sgarbossa. Ci siamo riuniti in questi giorni con p. Ulisse Zanoletti, vice superiore p. LINO SGARBOSSA, sx per l’Italia, e abbiamo cercato di stilare alcune linee programmatiche sul nostro lavoro e sulla presenza missionaria in Romagna. Condividiamo con voi brevemente queste riflessioni, che ci aiuteranno a fare della nostra presenza qualcosa che riproduca il cammino di Cristo che, venendo tra noi, ci ha accolto e ci ha rivelato il vero volto del Padre Celeste. La comunità saveriana di S. Pietro in Vincoli, versione 2012: (da sinistra) p. Ildo Chiari, p. Dino Marconi, p. Lino Sgarbossa, p. Giuseppe Nardo e p. Guglielmo Camera La fretta è... nemica Abbiamo parlato della necessità di ascoltare. Ci siamo propo- Aneddoti su san Guido Conforti Il ragazzo birichino e il vescovo buono L a “peregrinatio Conforti” nelle diocesi di Ravenna e Forlì è stata un successo. Nel mese in cui si celebra la festa liturgica di san Guido Conforti (5 novembre), mi piace ricordare alcuni aneddoti che lo riguardano fin da bambino e che mi sono sempre piaciuti: cose che capitano a tutti i bambini del mondo... Il nido e il secchio d’acqua Durante una passeggiata nei campi paterni, il piccolo Guido, salendo su un pioppo per vedere un nido di uccelli, cade a terra. Picchia la testa sul terreno, o su un ramo, e forse questa è la causa delle sue successive crisi epilettiche che hanno ritardato la sua ordinazione sacerdotale e gli hanno provocato problemi di salute. C’è anche un altro episodio curioso. Un mendicante girovago la notte andava a dormire nel fienile del padre a Casalora. Guido fa scorrere sotto il giaciglio di paglia un secchio d’acqua, rovinando il sonno del povero mendicante, che lancia in aria una sonora bestemmia. Conforti considerava questa birichinata la più brutta della sua vita da bambino. 4 Le cadute da cavallo Da vescovo, invece, è vittima di due cadute nei fossi. Mons. Conforti aveva noleggiato a Ferrara una carrozza a due cavalli per andare a Coccanile, un paese della diocesi di Ravenna. La stra- da fiancheggiava un canale pieno d’acqua. A un tratto, in località “Ponte di Corlo”, i cavalli vedono un lenzuolo bianco muoversi al vento, s’impennano e indietreggiano. Il cocchiere non riesce a trattenerli e la carrozza finisce nel fossato. Il parroco della vicina parrocchia di Corlo, ricevendo l’arcivescovo e il cocchiere, presta loro i propri abiti, finché non si asciugano quelli molli d’acqua. Anche a Parma, andando verso Caneto, lungo il torrente Cedra, Conforti cade da cavallo. Tutto bagnato prosegue a piedi, fino alla porta della canonica di Palanzano. Nel buio della notte, al parroco sorpreso di vedere il suo vescovo in quelle condizioni, il Conforti dice confuso: “Anche il vescovo cade da cavallo! Posso Mons. Conforti a cavallo durante una visita pastorale sull’Appennino p. DINO MARCONI, sx sti di essere una “comunità che ascolta” per essere “comunità missionaria”. Oggi ci troviamo nell’era delle grandi comunicazioni di massa e viviamo ormai sommersi dalle parole. Basti pensare che in molte case la televisione accesa fa da costante sottofondo e inonda di parole la vita domestica. Oppure pensiamo anche alle nostre vite frenetiche, spesso piene di comunicazioni frettolose al cellulare. Ma anche in famiglia e in comunità spesso siamo costretti a scambiarci tante informazioni nel poco tempo che abbiamo per poter stare assieme. Così accade che i brevi momenti che abbiamo a disposizione per poter stare un po’ in comunione vengono subito riempiti di comunicazioni rapide, e magari anche di parole pronunciate velocemente senz’avere il tempo di rifletterle. La fretta nel parlarci rende le nostre relazioni sempre più frenetiche e, soprattutto, ci sottrae la possibilità di stare ad ascoltarci, perché quando ci si parla frettolosamente, non ci si ascolta davvero: ciascuno di noi finisce con il concentrarsi non sulle cose che ascolta, ma sulle cose da dire! Apriamo orecchie e cuore San Giacomo scrive nella sua epistola: “Fratelli carissimi, ogni uomo sia pronto ad ascoltare e lento a parlare” (Giac 1:19). Gesù Cristo è venuto appunto a mostrarci che Dio ascolta le nostre grida d’aiuto. Gesù non è mai rimasto indifferente di fronte ai bisogni materiali e spirituali della gente che incontrava. Ha sempre saputo ascoltare le persone. Soprattutto, ci siamo resi conto che Gesù ci porta in disparte, ci invita a fare silenzio, perché solo così possiamo ascoltare Dio e ascoltare anche la voce dei fratelli; poi ci apre la bocca, dicendo “Effatà”, una parola aramaica che vuol dire “apriti”. Non si tratta solo di aprire la bocca e le orecchie, ma di aprire il cuore. È un dato di fatto, come dicevo sopra, che spesso non ascoltiamo nessuno: né Dio né i fratelli. Anche in famiglia non siamo più capaci di fare silenzio e di ascoltare... E Gesù dice: “apriti”, cioè apriti all’ascolto di Dio. Nel silenzio dobbiamo leggere e ascoltare la Parola di Dio che è la Bibbia; nel silenzio, saremo capaci di parlare a Dio e a tutti. Chiediamo a voi una preghiera, perché possiamo essere comunità che sa ascoltare e sa poi donare la Parola a tutti coloro ■ che ci circondano. cambiare gli abiti?”. Il birocciaio e il carrettiere La sera del 18 luglio 1904 il birocciaio Giovanni Zerbini si prende una rivoltellata alla mandibola mentre cerca di inseguire l’anarchico Francesco Melandri, colpevole d’aver sparato a don Sebastiano Malucelli, di Sant’Alberto, mentre recitava il rosario in chiesa. I due feriti vengono trasportati all’ospedale di Ravenna, dove ricevono anche la visita di mons. Conforti. Dopo alcuni giorni lo Zerbini torna a casa, mentre don Sebastiano muore il 23 luglio, perdonando il suo uccisore. Il fattaccio provoca in mons. Guido una grave crisi emotiva e il risveglio della tisi polmonare. La notte tra il 22 e il 23 luglio, Conforti ha un primo violento sbocco di sangue e poi altri ancora, finché il 10 agosto invia a Roma le dimissioni da arcivescovo di Ravenna. Una sera del 1921 a Parma, tornando da una visita pastorale, in via San Secondo il vescovo, tra la gente impotente, scende da carrozza e con il segretario raccoglie da terra il carrettiere Amleto, trasportatore di ghiaia, bastonato a sangue dagli squadristi. Porta il malcapitato fino all’ospedale dove, purtroppo, muore. Il Buon Samaritano non passa mai oltre: ha pietà di tutti e li soccorre. ■ animaTori giovaniLi in assembLea p. DINO MARCONI, sx Il pomeriggio del 3 settembre con il ritiro “Sulla tua parola getterò le reti” è iniziata l’assemblea dei saveriani animatori dei giovani in Italia. La missione va oltre le crisi e i fallimenti; si ispira alle parole evangeliche della pesca miracolosa. La chiesa infatti è come una barca fragile e offre la salvezza solo con Cristo. Vari esperti del movimento saveriano “Cem Mondialità” ci hanno aiutato a conoscere l’attuale mondo culturale che non è più uniforme, ma diverso per culture, religioni e sensibilità. La scuola è forse l’unico luogo pubblico che rappresenta realmente le diversità culturali che abitano il territorio. Ma l’ambito educativo va oltre la scuola e la famiglia. Gli immigrati possono favorire la crescita culturale, in un mondo che è diventato un bazar. Padre Guglielmo Camera, nell’anno della canonizzazione di san Guido Conforti, ha parlato della devozione del nostro fondatore a san Francesco d’Assisi, che ha sviluppato l’idea dei voti mistici del missionario per una più profonda unione con Gesù. Gli animatori, come contemplativi in azione, hanno anche compiuto un pellegrinaggio a La Verna (nella foto), dove il Conforti aveva rivisto il testo delle costituzioni dell’istituto saveriano nel 1921. L’assemblea è terminata il mattino di sabato 8 settembre. 2012 NOVEMBRE SAlErNO 84135 SALERNO SA - Via Fra G. Acquaviva, 4 Tel. 089 792051 - Fax 089 796284 E-mail: [email protected] - C/c. postale 00205849 è sempre tempo della missione Saluto e ringrazio tutti, pronto a ripartire nove anni in Italia ho D opo di nuovo la gioia di ripren- dere l’esperienza della missione in Camerun-Ciad, dove ho già trascorso 21 anni di vita. Qualcuno mi ha domandato se a 63 anni è ancora tempo di partire. È sempre il tempo della missione, cioè di annuncio del vangelo là dove non è ancora conosciuto. Questo vale per la “missione qui tra noi”, perché è crescente il bisogno di annuncio ed è grande la sete di Dio anche in Italia e nel Salernitano, dove il calo della pratica religiosa e della fede vissuta ci fa sperimentare un grave vuoto. Ma è tanto più grande il bisogno dell’annuncio dove la presenza della chiesa è ancora più debole, perché l’annuncio non è giunto o non è mai penetrato. Il missionario cresce Devo inoltre riconoscere che l’esperienza nelle “giovani chiese” mi ha arricchito enormemente. Il missionario che parte non è lo stesso quando torna. E io mi sono sentito cresciuto umanamente e spiritualmente dalla testimonianza di tanti fratelli che mi sono rimasti nel cuore. Augustin Rouamou, in carrozzella da 20 anni e catechista della sua comunità; Gabriel Matna, sempre sorridente e interessato alla scuola, anche se analfabeta; Maman Susanne, una donna responsabile della sua comunità; Mathieu, il catechista cieco che conosceva a memoria il vangelo e lo proclamava nelle celebrazioni cantandolo; Michel Furisou, che percorreva due volte la settimana una lunga distanza in bicicletta per aiutare una comunità che stava nascendo… E tanti altri che erano in realtà i veri evangelizzatori della loro gente. p. BENIGNO FRANCESCHETTI, sx In dialogo nella Brianza Ma ho vissuto bene anche questi anni in cui mi è stato chiesto un servizio in Italia per permettere ad altri di partire per la missione. Ho trascorso i primi quattro anni a Desio (MB) cercando di aprire la comunità all’accoglienza e al dialogo interreligioso. Nella zona di Desio c’è un folto gruppo di pakistani che ci ha chiesto lo spazio per pregare, spesso all’aperto, ma a volte anche in casa. Si è creata una bella amicizia che continua ancora. Ed è nato anche un cammino con le donne e con i giovani musulmani. Penso che con la fiducia e l’amicizia si possa vincere ogni paura e tutti ricevano molto. Le iniziative a Salerno L’esperienza a Salerno mi ha lasciato ammirato e riconoscen- Scoperta davvero... eccezionale! La comunità saveriana di Salerno Squilla il telefono. D rin. “Scusate, è questo lo 089 792051 dei salesiani?”. “Signora, il numero è giusto, ma qui sono i saveriani”, risponde un missionario, che prende la palla al balzo e continua: “Se vuole venire a trovarci, noi siamo disponibili dalle 8 del mattino fino a sera. Siamo in via Fra’ Giacomo Acquaviva 4, vicino alla parrocchia San Paolo a Salerno città. Venga a trovarci… e farà una scoperta davvero eccezionale!”. Una presenza storica Questo potrebbe essere l’inizio di una storia, o meglio, la continuazione di una presenza dei 4 saveriani a Salerno. Già mons. Conforti aveva fatto scendere i suoi missionari nel sud Italia, a Massa di Vallo della Lucania, nel lontano 1930. Siamo poi venuti nel quartiere storico di Salerno (nel 1947) e siamo al Masso della Signora dal 1960. Quanti missionari hanno lavorato, sudato, pregato, sognato e hanno poi spiccato il volo per tutti i paesi del mondo! Ora nella comunità siamo in otto. Alla porta d’ingresso troverete fratel Renato Atzori dalla Sardegna che vi accoglierà con gentilezza. E, come d’incanto, sentirete la risata contagiosa di padre Nazzareno Corradini, di All’ingresso della casa di Salerno i saveriani si presentano con l’ideale ricevuto da san Guido Conforti: “Fare del mondo una famiglia”; gli amici che vogliono conoscere e collaborare sono tutti benvenuti! te. Il gruppo del laicato saveriano che ho trovato qui è veramente forte, generoso, creativo e sta facendo un cammino di collaborazione davvero bello e interessante con la comunità dei saveriani e delle saveriane. La proposta di mostre interculturali ha interessato molte scuole, che ora possiamo raggiungere anche con un allestimento itinerante. È un’opportunità unica in Italia. La festa dei popoli in piazza, con l’appoggio anche del comune, sta crescendo di anno in anno. Il cammino di numerosi gruppi di giovani ci permette di stare a contatto con il futuro. La collaborazione con strutture diocesane e con le parrocchie ci fanno sentire pienamente inseriti nella chiesa locale. L’esperienza di accogliere in casa nel periodo invernale persone “senza fissa dimora” ha svegliato la sensibilità sociale nell’ambiente. Tutto questo ha spesso trasformato la nostra casa saveriana in un “via vai” di gruppi e persone che, a modo loro, vogliono sentirsi parte del nostro slancio missionario. Non sono un... fuggitivo Riparto quindi da Salerno e dall’Italia non come un... fuggi- Padre Benigno in uno dei tanti incontri a cui ha partecipato negli anni di permanenza a Salerno tivo, ma perché credo che il nostro partire dia coraggio anche a chi resta. Dico grazie, dunque, a tutti coloro che ho conosciuto e con cui ho lavorato in questi anni, con l’impegno di restare uniti e di continuare il cammino con lo stesso spirito e con la stessa generosità, anche se vivendo in “continenti” diversi. Grazie di cuore a tutti voi! Dio ci benedica e ci colmi della sua gioia. ■ p. OLIVIERO FERRO, sx Reggio Emilia, che sta uscendo o rientrando dai suoi giri apostolici nei gruppi di preghiera, confessioni, consigli e altre cose belle. Nei dintorni c’è padre Antonio Chiofi, laziale, alle prese con i conti e con le spese. E vicino a lui c’è il nuovo superiore, padre Carlo Pozzobon, di Treviso. Otto, ma anche di più… Padre Francesco Cavallo da Bari si divide tra la cappella e l’accoglienza di tante persone, bisognose di consiglio; è il più “giovane” della comunità, con i suoi 92 anni ben portati. Dalla cucina si sentono rumori e profumi. La cuoca Anna sta preparando il pranzo e un po’ più in alto la lavatrice va a pieno ritmo sotto il controllo di Angela. Se senti dei colpi di martello, è Gerardo che sta facendo uno dei tanti lavori di manutenzione della casa. Dimenticavo: mancano ancora altri tre saveriani. Padre Simone Piccolo (veneziano) e padre François Noah (africano del Camerun): sono sempre in movimento per incoraggiare i ragazzi e i giovani a sentirsi missionari dappertutto. Infine, l’ultimo, che scrive, va alla radio e segue gli scout: sono io, padre Oliviero Ferro (piemontese), e cerco di far conoscere a tutti ciò che è bello, giusto e santo, anche attraverso il nostro super mensile “Missionari Saveriani”. ■ “grazie, Padre benigno!” ELENA e NANDO Che un missionario parta è la cosa più naturale del mondo; ma prima dell’andare c’è lo stare, il condividere la vita. È così che a noi laici saveriani di Salerno è capitato di avere per cinque anni p. Benigno Franceschetti come guida spirituale. Ci è stato accanto con discrezione, accogliendoci con grande disponibilità d’animo e con un sorriso, anzi con la sua caratteristica risata. Ci ha aiutato soprattutto nel cammino formativo. Giunto il momento dei saluti, nascondere la tristezza è sforzo vano; perchè p. Benigno in questi anni ha saputo farsi nostro compagno di viaggio nel cammino quotidiano delle nostre famiglie, nelle scelte e nelle incertezze della nostra vita, ascoltando la fatica e la confusione che si vive nel mondo del lavoro e le preoccupazioni che accompagnano la crescita dei nostri figli e l’invecchiamento dei nostri cari. Lo ringraziamo perché si è fatto coinvolgere nelle nostre iniziative e ha colto le provocazioni che gli passavamo; basta pensare alle mostre interculturali che ha appoggiato e sostenuto, o all’accoglienza dei senza fissa dimora, di cui è stato promotore convinto. A nome di tutto il gruppo dei laici saveriani di Salerno diciamo a p. Benigno un grazie grande e affettuoso, accompagnato da auguri sinceri e preghiere fraterne. Padre Benigno con le famiglie dei laici saveriani in una escursione estiva; a sinistra, il consigliere generale p. Carlo Girola 2012 NOVEMBRE 22038 TAVERNERIO CO - Via Urago, 15 Tel. 031 426007 - Fax 031 360304 E-mail: [email protected] C/c. postale 267229; Banca Raiffeisen, Chiasso C/c.p. 69-452-6 TAVErNErIO Allora, tutto il mondo è missione? Dai fiumi dell’Amazzonia alle unità pastorali ero lungo la riva U nadel sera fiume. Arrivavo dalla p. GIUSEPPE BORGHESI, sx città, avevo risalito il fiume sul barcone della parrocchia. A Rio Bacurì non c’era una farmacia, non c’era un medico, niente scuole. Aspettavo la gente per la Messa. La chiesa è dietro a me, ancora vuota. Vedo arrivare alcune canoe cariche di gente. Tutti sporchi di melma. Il tempo di lavarsi dall’odore grasso di pesce, e subito in chiesa a intonare una nenia sacra. A quella vista, mi sento salire dentro una domanda: “Se Gesù fosse qui, al mio posto, comincerebbe subito a celebrare l’Eucaristia, o farebbe qualcos’altro?”. me, in silenzio. Loro arrivavano in canoa, si lavavano, in silenzio. Entravano nella chiesetta a incontrare Dio attraverso il rito... Ma poi una risposta è arrivata: “Fermati, Giuseppe! Comunicare è importante. Annunciare il vangelo di Gesù Cristo significa comunicarlo in modo più completo. E poi, una cosa è comunicare il vangelo da soli, altra cosa è comunicarlo insieme. Insieme è meglio!”. Così ho chiesto al vescovo come fosse possibile unire l’annuncio religioso con la solidarietà verso i bisogni della gente. Il vescovo ha suggerito di assumere un laico che mi aiutasse. missionari. Lui sentiva forte la necessità di risvegliare gli isolani con piccoli progetti: fabbriche di ceramica a misura famigliare; un cantiere dove costruire i barconi per gli spostamenti dei gruppi parrocchiali... Romildes, invece, spingeva per una pastorale dei pescatori: le famiglie dei pescatori erano attente a chi fosse in grado di togliere il monopolio a certi personaggi... Altri sei laici, uno dopo l’altro, si sono uniti a noi per un servizio pastorale. Cresceva il bisogno di pregare insieme, una volta al giorno. Il soprassalto delle iniziative rischiava di passarci sopra la testa. Insieme è meglio! Di fatto, per cinque anni ho consumato remi e sandali per raggiungere i villaggi dei “ribeirinhos” - gli abitanti dei fiumi. Cinque anni senza raccogliere niente. Li aspettavo lungo il fiu- La compagnia dei laici È stato come lo sbocciare di un fiore. In poco tempo ho trovato un numero di laici sufficienti per far fronte alle esigenze della missione. Assòpra è diventato il mio primo compagno di viaggi Le otto maniglie del timone Un giorno mi capita tra le mani un timone di barca: una ruota con otto maniglie. Questo è diventato il simbolo delle nostre varie attività. A ogni maniglia corrisponde il nome di un’attivi- Ribaltiamo la prospettiva San Guido e la storia di Luciano Grendene E ravamo abituati a pensare a mons. Conforti con nostalgia e ammirazione per tutto ciò che aveva fatto di bene per il popolo di Parma e inviando i missionari nel mondo. Ora egli è santo. “Santo” significa semplicemente che è in paradiso e che è vivo. Sappiamo per fede che quando Gesù tornerà per giudicare i vivi e i morti, porterà con sé l’intera schiera dei santi. Tra loro, san Guido Conforti troverà il modo di inserire tutte le persone che sono andate in paradiso grazie ai suoi missionari: un popolo innumerevole di ogni tribù, lingua e nazione, come grani di sabbia sulle spiagge del mare. 4 Apriamoci alla speranza Il 5 novembre, festa di san Guido, dobbiamo pregare per lui come una persona cara che abbiamo perso per sempre, o dobbiamo invocare il suo aiuto? Dobbiamo raccontare a lui come vanno le cose di qui, o dobbiamo lasciare che lui ci racconti come sono le cose di là? San Guido capovolge e scompiglia il nostro modo di pensare ai defunti. La sua voglia di raccontare quello che c’è di là è più grande del bisogno che noi sentiamo di pregare per il suo riposo eterno. Allo stesso modo, dobbiamo pregare Dio solo perché conceda il riposo eterno ai nostri cari defunti, oppure dobbiamo pregare loro perché vengano a scaldarci il cuore con i racconti del loro mondo? Ringraziamo san Guido per la speranza alla quale ci apre mente e cuore. Luciano e il senso della vita Questa rivoluzione nel modo di rapportarci ai morti è divenuta più chiara leggendo la storia di Luciano Grendene, nipote del nostro p. Giuseppe Caretta. Dal me- La copertina di “Io e l’universo”, l’ultima opera di Luciano Grendene, nipote di p. Caretta; sul senso della vita e della morte egli ha scritto ben 24 libri p. LINO MAGGIONI, sx se di agosto siede accanto a san Guido, alla mensa di Abramo. Luciano è morto a soli 56 anni, dopo aver provato la sofferenza morale e fisica: la moglie lo ha lasciato; e in seguito, una malattia terribile lo ha inchiodato in carrozzella. Sul senso della vita e della morte Luciano ha scritto 24 libri. Quello che noi impariamo da san Guido sulla morte, Luciano l’aveva messo nero su bianco durante la sua infermità. “Se Dio vuole così, così sia” In questo mese di novembre, condividiamo con voi alcuni pensieri di Luciano, che vanno oltre ogni tempo. “Che si chiami Bepi o Toni poco importa; la mia è una malattia neurodegenerativa inarrestabile, progressiva e devastante, che porta allo sfacelo del corpo. Se Dio vuole così, così sia. Poiché nella mia situazione vedo come unico bene, che mi libererà da tutti i mali, sorella morte corporale…”. “Se la Trinità Santissima ha deciso di ritirare prematuramente il dono della vita terrena, è perché vuole elargire con anticipo il dono più grande della vita celeste”. “Con il mio spirito sarò in ogni brezza, in ogni tempesta, in ogni rugiada, in ogni luna piena; perché il mio spirito ama la bellezza per sempre”. ■ Padre Giuseppe Borghesi (a sinistra), con p. Marcello Zurlo e p. Renato Trevisan festeggiano i loro 33 anni di missione in Amazzonia tà parrocchiale. Una maniglia per indicare gli spacci comunitari per la spesa dei meno abbienti; una per la riunione settimanale in cui pregare; una a indicare la pastorale dei bambini; una per la pastorale giovanile… E la gente si avvicina sempre più. La chiesa diventa la fontana del villaggio che disseta tutti. La fede entra in tutti i momenti della vita. Comunque non sono solo rose e fiori. Bisogna fare i conti anche con i temperamenti delle persone. La missione anche in Italia Ora sono a Tavernerio per frequentare un corso di aggiornamento missionario, insieme ad altri confratelli e consorelle provenienti da varie nazioni del mondo. Due mesi fa sono tornato in Italia per un turno di riposo, come è consuetudine per i missionari. Qui, per la prima volta, sento parlare di “unità pastorali”. C’è chi dice che sono una necessità, perché i preti stanno calando di numero. Altri sostengono che sono una scommessa della fede: servono a superare l’indifferenza, a migliorare le relazioni tra la gente... Un amico mi ha raccontato che a Cantù c’erano cinque parrocchie. Oggi c’è una sola “unità pastorale”. Un signore di Giussano mi diceva di aver partecipato a una cena, organizzata dal prete “coordinatore” della loro “unità pastorale”, il cui ricavato sarà devoluto ai terremotati dell’Emilia. Lo ascolto. Mi commuovo. E mi chiedo: “Ma allora tutto il mondo è diventato missione?”. ■ gLi amiCi vengono a TrovarCi Piero e Anita Ballarate sono tornati con i figli Andrea e Marco nel nostro parco, davanti all’altare a cielo aperto, dove si sono sposati 37 anni fa. La comunità parrocchiale della città murata nel giorno dedicato alla programmazione pastorale. 2012 NOVEMBRE VICENZA 36100 VICENZA VI - Viale Trento, 119 Tel. 0444 288399 - Fax 0444 288376 E-mail: [email protected] - C/c. postale 13616362 Energie giovani e... anziane Nella casa dei saveriani di Vicenza C i è venuta l’dea di rendere partecipi i nostri amici lettori di ciò che avviene nella casa dei saveriani di Vicenza, in viale Trento, da un po’ di tempo p. LUCIANO BICEGO, sx a questa parte. Sentiamo innanzitutto cosa dice p. Elio Cosma, rientrato dal Messico poco tempo fa e ora superiore della comunità. Padre Cosma: “da non crederci!” “Sono qui a Vicenza da un anno e ho partecipato a vari incontri del GAMS, del gruppo gio- Genitori e figli all’incontro delle “famiglie per la missione”, nella casa dei saveriani di Vicenza Piedi per terra e occhi al cielo Nella casa dei saveriani di Vicenza / 2 E cco quello che ha da dirci Simonetta, rappresentante del GAMS, il gruppo amici dei missionari saveriani. È un gruppo iniziato già ai tempi di san Guido Conforti e ormai diffuso anche in America latina, in Africa e in Asia. 4 può realizzare quel desiderio che è presente in ciascuno di noi: fare qualcosa per gli altri in modo gratuito. Padre Luciano ci guida con la semplicità e la spontaneità che gli vengono dagli anni trascorsi in missione: piedi per terra ma occhi rivolti al cielo, per incontrare Dio negli uomini. La mostra dei presepi e il mercatino missionario sono le attività nelle quali ognuno di noi è impegnato, durante l’intero anno. L’ascolto delle testimonianze e dei progetti missionari, gli approfondimenti della fede alla luce della Parola di Dio, le varie celebrazioni e la riconciliazione comunitaria, si alternano a semplici momenti conviviali che ci aiutano a crescere nell’amicizia. Oggi l’Italia è terra di missione e lo stile del Gams è da esportare p. LUCIANO BICEGO, sx in tutte le nostre comunità”. Provare per credere! Diamo infine la parola a Lara, animatrice del gruppo giovani, che si preparano a visitare le nostre missioni. “Sono arrivata dai saveriani quasi per caso e mi sono trovata attorniata da tanti giovani che erano spinti dalla Gams: uno stile da esportare voglia di missione. Lentamente “Da un anno faccio parte di anch’io mi sono lasciata coinquesto gruppo di persone amivolgere, ascoltando quello che che dei saveriani. E chi è un mi diceva il cuore, e sono partita amico, se non colui che conosce per il Brasile. Successivamente, le tue necessità, i tuoi progetti, ho fatto l’animatrice. e ti aiuta a realizzarli? Questo è Il corso di preparazione si ciò che cerchiamo di fare, con lo svolge dai saveriani, ma è costile missionario che ho speriordinato da animatori laici, da mentato fin dal primo incontro: suore e da missionari di vari accoglienza e attenzione a ogni istituti religiosi. Questa caratsingola persona, scoperta e valoteristica permette ai giovani di rizzazione dei doni di ciascuno. avvicinarsi allo stile missionario Il gruppo non viene prima della vissuto in modo differente dai persona, ma nel gruppo ognuno vari carismi. I giovani sono molto attenti e interessati alle tematiche proposte. Tra loro si creano forti legami perché hanno gli stessi interessi, che non sempre è facile ritrovare nelle parrocchie, dove non ci sono molte iniziative per i giovani oltre i vent’anni. Comunque, posso dire a chi vuole provare, che non resterà deGiovani che partecipano al corso per prepararsi a vivere un’esperienza missionaria, insieme ad animatori e animatrici luso”. ■ vani e del gruppo famiglie per la missione. Ho potuto notare una realtà incredibilmente viva, che fa ben sperare. Se non fossi stato presente, non ci avrei creduto. Ricordo la giornata di fine anno del gruppo delle famiglie: un bel mix di energie e attività in cui ognuno è valorizzato per ciò che è. Quel giorno, infatti, ognuno raccontava a suo modo, davanti a tutti, il cammino che stava facendo. I più piccoli, attraverso il canto, esprimevano i diritti di ogni bambino che viene al mondo. Gli adolescenti si presentavano attraverso i powerpoint; i genitori narravano ai figli come, nel corso dell’anno, erano riusciti a vivere la sobrietà. Insomma, ero davvero stupito di tutto. Perciò, cari amici e amiche, siete tutti invitati in viale Trento 119 a Vicenza, per provare la stessa emozione”. Una finestra sul mondo Sentiamo ora Luisa di Santa Maria di Camisano, che partecipa al gruppo delle famiglie per la missione. “Per noi genitori la casa dei saveriani rappresenta il luogo d’incontro per un appuntamento mensile importante: un momento di formazione e riflessione, basato sulla parola di Dio, e un incoraggiamento ad adottare sempre più uno stile missionario. Incontrarci periodicamente tra famiglie che condividono la stessa ricerca, la stessa voglia di intraprendere un percorso di formazione, ci permette di confrontarci su temi e problematiche che ci accomunano, ricevendo consigli e testimonianze incoraggianti. Oltre al confronto tra noi, però, la casa saveriana è anche una finestra sul mondo: ci offre molte occasioni per proiettarci verso le terre di missione e verso esperienze significative di persone che dedicano la propria vita agli altri. Quest’anno, affrontando il tema della sobrietà, abbiamo avuto tre testimonianze che ci hanno ricordato come il carisma missionario debba orientarsi fuori dall’Italia e in Italia, e anche in famiglia. Questo, infatti, è il luogo in cui si vivono le relazioni di fraternità e condivisione, servizio e amore, e dove si inizia a educare i nostri figli a certi stili di vita. La domenica mattina, quando arriviamo per gli incontri, ci sentiamo come in casa nostra. Nei corridoi si respira la ricchezza di vite intense, spese nei diversi paesi del mondo in circostanze diverse. In questo contesto, ciascuno di noi ha il suo posto: i figli con i loro coetanei e gli adulti tra loro. Ognuno si sente a proprio agio, perché avverte una bella accoglienza che abbatte subito le distanze tra i nuovi e i vecchi, e ci fa sentire parte integrante di questa grande famiglia”. ■ (continua a lato) Gli animatori di diverse congregazioni guidano la formazione dei giovani che vanno in missione La mosTra dei PresePi missionari Inaugurazione: domenica 25 novembre Domenica 25 novembre alle ore 14, presso la casa dei saveriani di Vicenza, in viale Trento, si tiene l’inaugurazione della mostra dei presepi missionari. La mostra rimane aperta tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18, fino al 6 gennaio 2013. Il ricavato della mostra 2012 aiuta a finanziare il progetto di una “Radio per Siberut”, nelle isole Mentawai in Indonesia. Domenica 13 gennaio, come da tradizione, è in programma la festa finale con i bambini attorno al presepio. Si tratta di una bella iniziativa, in cui intervengono tante famiglie… I bambini possono restituire i presepi-salvadanaio, con i risparmi fatti nel tempo dell’Avvento. Sacerdoti, catechisti e famiglie sono pregate di prelevare i “salvadanaio” presso la casa dei saveriani. 2012 NOVEMBRE ZElArINO 30174 ZELARINO VE - Via Visinoni, 16 Tel. 041 907261 - Fax 041 5460410 E-mail: [email protected] - C/c. postale 228304 Un incontro in tre tappe La festa dei famigliari dei missionari 23 settembre è D omenica riuscito bene l’annuale in- p. FRANCO LIZZIT, sx (Trivignano), da Caorle la sorella di suor Bianca (Sudan) e suor Cornelia (Brasile) e in particolare don Luigi Tonetto dal Brasile, fratello di p. Sergio, saveriano morto quattro anni fa. di san Guido Conforti, seguita dalla celebrazione della Messa. contro con i parenti e amici dei Presiedeva don Luigi Tonetto missionari veneziani. Dai savecon i saveriani Mario Diotto, riani di Zelarino sono arrivate Sergio Cambiganu, (nuovo retoltre 200 persone. Tra loro, i getore della comunità), Marcello nitori di p. Simone (saveriano di Storgato, Giancarlo Lazzarini Gazzera), di p. Daniele (comboAtto primo: in chiesa (trasferito ad Ancona nella casa niano di Favaro, ora in ColomAlle 10,30, nella chiesa del del noviziato), Flavio Bacchin e bia), la mamma di suor Lucia centro pastorale “Card. UrbaFranco Lizzit. (di Portegrandi, missionaria in ni”, c’è stata una proiezione con Don Luigi, commentando il Angola), le sorelle di suor Flavia gli eventi della canonizzazione vangelo con accento spiccatamente brasiliano (46 anni di missione), ha subito a ff e r m a t o : “Annunciare Cristo è lo scopo unico della nostra missione; a questo converge ogni Don Luigi e i saveriani Mario, Sergio (nuovo rettore), Marcello, Giancarlo, Flavio e Franco durante la Messa per la festa dei famigliari dei missionari veneziani nostra atti- Chi parte e chi arriva... Nella comunità saveriana di Zelarino due anni di servizio D opo come rettore, p. Giancarlo Lazzarini di Murano, è partito per la comunità saveriana di Ancona, lasciandoci con nostalgia. Infatti, in questi due anni ha potuto godere un po’ della vicinanza dei parenti e dell’amicizia di sacerdoti suoi compagni nel seminario di Venezia. Lo sostituisce p. Sergio Cambiganu, di Sassari. Non è nuovo a Zelarino. Vi era stato come studente negli anni 1952-54. Vi era tornato, giovane sacerdote, come professore di filosofia e pedagogia dal 1964 al 1975. Proprio in quel periodo si è laureato in pedagogia a Padova. 4 Benvenuti p. Sergio e p. Sisto Padre Sergio è stato missionario in Burundi dal 1975 al 1980, quando fu espulso assieme ad altri missionari per la politica del presidente Bagaza. Di nuovo a Zelarino per dieci anni dal 1981 al ‘91, è andato poi a Cremona per l’animazione missionaria. Viene con le sue doti umane e il carisma sacerdotale e missionario; e anche con… i prelibati vini e dolcetti sardi. È arrivato anche p. Sisto Da Rold, bellunese. È stato compagno di p. Sergio dal noviziato al sacerdozio. La sua lunga esperienza in missione si chiama Uvira, Bukavu… in Congo RD, intramezzata da periodi di riposo Il sassarese p. Sergio Cambiganu (a sinistra) è il nuovo rettore dei saveriani di Zelarino; con lui, a completare la squadra è arrivato anche il bellunese p. Sisto Da Rold vità. È un servizio alla chiesa e alle persone che incontriamo. È un servizio non facile, perché bisogna farlo alla maniera di Gesù, con semplicità e umiltà, e questo costa sacrificio. Il mio servizio si svolge in Brasile e il vostro qui, con le persone che incontrate. Nelle difficoltà ci aiuta guardare a Gesù e a Maria”. coetanei: Maddalena di Onara, nata l’8 settembre, e Riccardo di Gaggio… Si vede proprio che la missione non ha limiti di spazio e di età. Ci sono anche tre persone su sedia a rotelle: con la sofferenza e la preghiera, danno un grande aiuto alle missioni e non hanno voluto perdere questo appuntamento. Atto secondo: a pranzo Dalla chiesa siamo passati alla sala da pranzo, dal colloquio con Dio a quello con i fratelli: saluti e abbracci in un clima di rumorosa fraternità, surriscaldata dal buon cibo e dal buon vino. La semplicità e la gioia del personale di servizio, tra cui molti giovani, hanno fatto sentire tutti non ospiti, ma famigliari. Durante il pranzo c’è stato l’intermezzo di p. Mario con un concorso a premi: “Tutto un imbroglio!”. Ma i vincitori dei numerosi premi si sono sentiti tutt’altro che imbrogliati. …Chi è laggiù a capotavola? È Margherita, festeggiata nel suo primo compleanno, anche lei con lo spirito della prozia suor Flavia, per tanti anni missionaria in Brasile. Ci sono anche due suoi Atto terzo: il saluto I graditi ospiti, dopo aver ringraziato il personale di servizio e salutato i saveriani, si sono diretti verso i propri mezzi di trasporto. In tutti sembrava risuonare un motivetto: “Siamo arrivati da tanti paesi diversi, per tante strade diverse; ora torniamo a casa diversi, perché portiamo più gioia nel cuore; la gioia di formare una sola famiglia tra noi e con i missionari, per diffondere ovunque il regno di Cristo”. Il nuovo rettore, padre Sergio, ha ringraziato e salutato tutti con un “arrivederci alla prossima”. Allora, ecco l’impegno che ci deve accompagnare in questo “atto terzo”, fino al prossimo incontro: “Rafforzare la solidarietà con le missioni e annunciare Gesù nel nostro ambiente”. ■ p. FRANCO LIZZIT, sx e cure in famiglia, a Parma e a Zelarino, dove ritrova tanti amici felici di rivederlo. Restano p. Mario e p. Franco Al loro posto rimangono p. Mario Diotto e la sua fisarmonica, che porta allegria in tanti gruppi di anziani e diventa strumento efficace per l’animazione missionaria nelle scuole, a catechismo e nelle assemblee, a cui p. Mario si rivolge volentieri. E poi ci sono io, p. Franco Lizzit, il jolly della comunità, anche se le mie torte sono spesso... ciambelle con il buco. Faccio parte della commissione missionaria e della pastorale giovanile, nonostante le quasi quattro giovinezze ormai trascorse. Ma mi sento ancora abbastanza “giovane dentro”. Un saluto affettuoso Padre Amedeo Ghizzo, invece, dopo una presenza quasi ventennale a Zelarino, dallo scorso giugno si trova a Parma per curare meglio il diabete. A Parma si trova anche p. Bruno Cisco, dopo un anno trascorso a Vicenza. Li salutiamo, assicurando loro il ricordo nella preghiera, in questo tempo di sofferenza. La nostra comunità cerca di continuare ad essere memoria della missione nel luogo in cui il Signore ci ha posto, anche tra le parrocchie che chiedono e accettano il nostro servizio. ■ Riccardo, Margherita e Maddalena, classe 2011, felici con le loro mamme, si preparano a una prima partenza; ci sarà poi quella per la missione? inConTri di PregHiera in Casa e Fuori Il primo aiuto da dare al missionario è la preghiera. Gesù, infatti, prima di inviare gli apostoli, raccomanda loro: “Pregate il Padrone della messe che mandi operai…”. Con questo spirito i nostri amici continuano a riunirsi ogni terzo giovedì del mese nella chiesa dei missionari saveriani di Zelarino, a pregare per le vocazioni e per le missioni. Ecco le date e gli orari per il 2012-2013. 2012 15 novembre 20 dicembre 17 gennaio 2013 ore 15,30 ore 15,30 ore 15.30 Per informazioni e richieste, rivolgersi a p. Franco o a p. Sergio. Tutti sono comunque invitati a unirsi, almeno spiritualmente, in casa o in chiesa, per pregare per i missionari e per le vocazioni saveriane. Grazie! 21 febbraio 21 marzo 18 aprile 16 maggio 20 giugno 19 settembre 17 ottobre 21 novembre 19 dicembre ore 15,30 ore 15,30 ore 16,30 ore 16,30 ore 16,30 ore 16,30 ore 16,00 ore 15,30 ore 15.30 Segnaliamo anche gli incontri di formazione per i gruppi missionari parrocchiali, organizzati dal centro missionario diocesano, presso il centro pastorale “Card. Urbani” di Zelarino, a iniziare da domenica 18 novembre dalle 15 alle 18. Il tema dell’anno è: “Missione, porta della fede”.