Il progetto Incidenti Stradali:
un po’ di storia, qualche dato e le prospettive future.
A cura di:
Alberto Silva e Sandra Bonistalli – Educazione alla Salute Azienda Usl 11
Comunicazione presentata alla Conferenza di Programma Prevenzione Collettiva
12 dicembre 2007 – Empoli
Breve storia introduttiva
Il “che cosa fare” per contribuire alla diminuzione degli incidenti stradali è sempre stato un problema
rilevante.
Ovviamente il dramma degli infortuni sulla strada non è una questione legata ad un solo soggetto o
istituzione ma deve essere affrontato sotto diversi aspetti (miglioramento della viabilità, dei controlli,
dell’educazione, degli assetti urbanistici, delle politiche dei trasporti e molto altro ancora).
In passato, come Educazione alla Salute, ci eravamo occupati di diffondere nelle scuole la conoscenza delle
regole del traffico, ancor prima dell’istituzione del “patentino” ma l’intervento era molto limitato e di poco
“rumore”.
Abbiamo allora tentato di coinvolgere i comuni del territorio, la polizia, le scuole, le assicurazioni, le scuole
guida in iniziative congiunte. Nel periodo 2003/2004 abbiamo svolto una serie di interviste ai sindaci, ai
comandi di polizia municipale e polizia di stato per capire il loro modo di interagire, le loro azioni, come
raccoglievano i dati degli incidenti stradali, se investivano una quota dei proventi delle contravvenzioni per il
miglioramento delle viabilità e protezione delle fasce deboli (bambini e anziani): a prescindere dai risultati è
emersa la disponibilità a collaborare in azioni coordinate tra i diversi soggetti.
Nel tentativo di promuovere interventi più efficaci abbiamo trovato esperienze documentate di corsi di “guida
sicura”, (guida su pista attrezzata, a fianco di piloti professionisti). In alcune aree del nord Italia queste
esperienze teorico-pratiche per giovani neopatentati pare hanno sortito buoni effetti: nei casi descritti in
letteratura le compagnie di assicurazione riducevano il premio ai giovani che avevano frequentato i corsi di
“guida sicura” inducendo così un “circuito” sostenibile (i genitori pagano più volentieri il corso se hanno una
riduzione sulla polizza del figlio, le assicurazioni si fanno pubblicità, il corso può indurre atteggiamenti più
corretti nello stile di guida). I corsi di “guida sicura” sono esperienze teorico/pratiche condotte da
professionisti del volante, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza alla guida inducendo anche un
atteggiamento di cautela e rispetto delle regole. Abbiamo allora tentato di riprodurre una esperienza simile
anche nel nostro territorio.
I corsi di Guida Sicura
Nel 2003, in collaborazione con il Circondario Empolese Valdelsa sono stati organizzati i primi corsi “guida
sicura” su 4 ruote, ovvero teoria e pratica su pista accanto a piloti di rally: conoscenza uso ABS, cinture,
posizione di guida. Tipi di frenata, impostazione curva, emergenze, spazi di frenata, tempi di reazione.
Target: studenti neopatentati o con foglio rosa.
L’obiettivo era la sensibilizzazione alla pratica di guida sicura e conoscenza dei limiti individuali e del mezzo.
I contatti con le compagnie assicurative non hanno avuto l’esito sperato, ovvero la collaborazione ed il
sostegno al progetto.
Qualche dato saliente
I corsi continuano e dal 2003 ad oggi sono stati coinvolti oltre 1.300 studenti di tutti gli istituti superiori del
territorio: solo nel mese di marzo 2008 è prevista la partecipazione di 240 studenti.
Criticità principali
1. Difficoltà organizzative (attività carico dell’Educazione alla Salute)
2. Non sufficiente coinvolgimento delle scuole
3. Costi alti (sostenuti dal Circondario Empolese Valdelsa)
Il questionario di valutazione dei “corsi di guida sicura”
Educazione alla Salute - Azienda Usl 11 Empoli
Per avere una misura di impatto sugli studenti partecipanti al
corso abbiamo somministrato un questionario ad oltre 200
ragazzi, dopo qualche mese dall’esperienza di “guida sicura”.
L’impatto è risultato buono: il Corso di Guida Sicura “è
piaciuto” al 98.6% dei soggetti. Nel 93.9% dei pareri il Corso è
servito a “migliorare lo stile di guida”.
L’85% dei soggetti ha riferito un miglioramento della percezione
della “consapevolezza del rischio alla guida”.
Si rimanda alla consultazione del libretto “I corsi di guida sicura
– Risultati di un questionario somministrato ai partecipanti al corso”.
Maggio 2004
Nel lavoro è stato possibile anche
valutare alcuni aspetti del corso per
fornire indicazioni anche all’agenzia
organizzatrice, quali: valutazione
complessiva, della sezione teorica, della
guida in pista e della relazione con i piloti.
Per offrire una esperienza sul “campo” anche ai più giovani, ovvero organizzare esperienze di guida su due
ruote a motore, abbiamo pensato alla realizzazione di un “simulatore di guida” per evitare possibili danni
reali.
Il progetto “simulatore di guida a due ruote”
Con l’Università degli Studi di Pisa, - Istituto S.Anna – Laboratorio Robotica di Pontedera abbiamo lavorato
dal 2003 e 2004 per sviluppare un simulatore di guida per veicoli a due ruote che riproducesse le condizioni
reali della strada, inclusi i comportamenti errati degli altri veicoli.
Sono stati coinvolti a vario titolo il Ministero Infrastrutture e Trasporti, Salute, Autoscuole Nazionali,
Compagnie Assicurative, Associazionismo (vittime degli incidenti stradali, motociclismo, volontariato ed altro)
e l’8 marzo 2005 il progetto è stato presentato in una iniziativa pubblica “Due ruote in sicurezza”, al Museo
Piaggio di Pontedera.
In quella giornata sono stati presentati i risultati di un altro questionario, quello sugli “stili di guida dichiarati”
(su due e quattro ruote), somministrato alla fine del 2004 a circa 3.000 soggetti di ogni età. I questionari
sono stati distribuiti nelle scuole del territorio e fatti compilare agli studenti ma anche a casa a genitori, zii,
nonni, amici, in modo tale da coprire un discreto ventaglio di età.
Due Ruote in Sicurezza – presentazione del progetto - 8 marzo 2005 – Museo Piaggio: Pontedera
Dati epidemiologici e “indagine sullo stile di guida”
Dott. Alberto Silva – Asl 11 Empoli – Ed.alla Salute
I risultati, per i quali si rimanda all’indagine, sono molto simili quelli rilevati dagli studi annuali Censis: i
giovani maschi subiscono più incidenti e sono più inclini a ignorare le norme stradali. Ovviamente l’incontro
tra ciclomotoristi e automobilisti in termini di “distrazioni”, “non utilizzo delle frecce di segnalazione”, “non
rispetto dei semafori e degli stop”, “norme errate di “sorpasso” ed altro non produce niente di buono.
Il simulatore Riding Trainer
Abbandonato il progetto con l’Istituto S.Anna per costi eccessivi, tempi di realizzazione lunghi e poco
coinvolgimento da parte delle altre istituzioni abbiamo avviato alla fine del 2005 una indagine di mercato alla
ricerca di un simulatore con caratteristiche definite: 1) Basso costo, 2) Facile trasportabilità, 3) Simulazione
delle condizioni di traffico “reale”, 4) Oggetto già pronto ll’uso, 5) Simulazioni di guida proiettabili su schermo.
In novembre 2005 abbiamo avuto modo di provare il
Simulatore Riding Trainer della Honda, strumento che
rispondeva alle nostre esigenze.
Una volta acquisito, il simulatore è stato subito
sperimentato anche in occasione di iniziative
pubbliche durante i primi mesi del 2006.
Dopo i primi test lo strumento è stato presentato alla
Polizia Municipale, Stradale, Uffici Scuola, Insegnanti
ed è stato definito un progetto sperimentale per il suo
utilizzo nelle scuole.
La prima fase di sperimentazione
La verifica di impatto del simulatore con i ragazzi è stata eseguita sperimentalmente con l’utilizzo di un
questionario, strumento utilizzato anche in seguito, nella fase 2 della sperimentazione, ovvero l’ingresso
nelle scuole.
Il calendario 2007 dell’Educazione alla Salute
Per preparare il terreno all’utilizzo del simulatore è stato realizzato dall’Educazione alla Salute il calendario
2007 “Non perdiamoci la vita per strada”, distribuito nelle scuole, nei distretti e sedi Asl, nei luoghi di
aggregazione.
L’oggetto del calendario è il rispetto delle regole della
strada e l’attenzione alle scorrettezze altrui (il
calendario è stato distribuito ed è facile trovarne una
copia nella nostra zona). Sei illustrazioni, una ogni due
mesi, che prendono spunto dalla piaga dell’utilizzo dei
“cellulari alla guida”, dal non rispetto delle norme di
circolazione, dall’ignoranza ed aggressività alla sulla
strada.
Il manuale per l’utilizzo dello strumento
Per favorire la sostenibilità
del progetto è stato creato
anche il “Manuale per
l’utilizzo del simulatore” in
modo tale da rendere
autonomi gli insegnanti per
la gestione delle strumento.
Il manuale è disponibile
presso l’Educazione alla
Salute di questa Asl 11, è
stato distribuito e viene
attualmente consegnato a
tutte le scuole che hanno
avuto a che fare, o che
dovranno confrontarsi, con il
simulatore.
Utilizzo del simulatore nell’ano scolastico 2006/2007 – fase 2 della sperimentazione
Primi risultati
Da gennaio a maggio il simulatore è stato utilizzato nelle scuole e provato da circa 1.500 ragazzi (una media
di 13 ragazzi al giorno) delle terze medie inferiori e prima e seconda superiore: sono stati acquisiti oltre 900
questionari.
Nessun istituto ha avuto problemi di montaggio e funzionamento del simulatore, grazie al manuale.
L’esperienza del simulatore è piaciuta agli insegnanti ed ai ragazzi che l’hanno proposta anche per il
prossimo anno.
Per sondare meglio il terreno sono stati analizzati i dati del questionario somministrato agli studenti dopo
l’esperienza di guida simulata: i risultati sono stati buoni e una sintesi viene riportata di seguito.
L’analisi dei dati dei “questionari di impatto” con il simulatore
Qualche dato sugli studenti
Il 38% che ha provato il simulatore non
aveva mai guidato un motorino (48% delle
F e 27% dei M); circa il 35% dei soggetti
ha il patentino (39% M e il 32% delle F).
Il 31.6% degli studenti guida abitualmente
il motorino ma i Maschi hanno un valore
più alto: 40% contro il 31.6% delle
Femmine; le differenze sono significative.
Incidenti dichiarati
46.8 incidenti ogni cento guidatori abituali di motorino). Nei maschi la percentuale di incidenti è 53% contro
il 37% delle femmine.
L’esperienza di guida simulata è piaciuta all’90% del totale dei ragazzi e questo strumento è stato
riconosciuto “utile per imparare a guidare” dai tre quarti degli studenti (75%). Per i 66% l’esperienza è stata
coinvolgente
Tra quelli che “guidano abitualmente il motorino” il simulatore è risultato “utile per imparare a guidare” per
oltre la metà dei ragazzi (64.4%).
Per quelli che invece “non guidano” lo strumento è “utile” per 8 ragazzi su 10 (79.5%).
Il rapporto integrale è disponibile presso l’Educazione alla Salute.
Alla domanda “che cosa ti è piaciuto di più
del simulatore” (risposta multipla) circa il
60% dei ragazzi ha citato gli “imprevisti che
si verificano nella simulazione”, “la possibilità
di capire gli errori propri”, “la possibilità di
capire gli errori degli altri” e l’opportunità di
avere una scheda riassuntiva alla fine del
percorso. Il simulatore è stato percepito
come “videogioco” nell’11% circa delle
preferenze.
In generale l’attenzione dei ragazzi ha
spaziato tra gli aspetti di “guida difensiva” e
di ambiente “reale” di guida.
Nel 90% delle risposte si ritrovavano sempre
gli aspetti relativi alle possibilità di capire gli
errori propri e degli altri, gli imprevisti che si
verificavano.
Il manuale di “guida difensiva”
Per sostenere ancor di più l’iniziativa di “guida con il simulatore” nel settembre 2007, prima dell’inizia del
nuovo anno scolastico 2007/2008 è stato creato dall’Educazione alla Salute il “Manuale di Guida Difensiva”,
strumento base di diffusione di dati e concetti utili allo scopo di “riportare a casa la pelliccia, sana e salva”.
Il manuale intende offrire al lettore una serie di dati
ed informazioni utili a livello personale e costituire
una base per interventi didattici nelle scuole.
Con una trentina di illustrazioni il manuale tratta
diversi argomenti, suddivisi in sezioni, tra cui le
principali:
a) le cose che bisogna assolutamente sapere
b) i consigli utili prima di mettersi in sella
c) guida difensiva – attenzione agli altri mezzi
attenzione a noi stessi
d) materiali e rassegna stampa.
Sono riportate molte indicazioni di siti web su cui
trovare informazioni o approfondire argomenti.
La narrazione è condotta da animali da pelliccia, a
rischio di estinzione, con riferimenti al mercato
dell’abbigliamento.
Ne riportiamo una sintesi.
L’incipit del primo capitolo è
la descrizione della realtà
filtrata dai dati più recenti,
che suggeriscono una
visione delle cose un po’
diversa da quella che viene
presentata dalla stampa o
dai media.
Seppur sia vero che gli
incidenti e i feriti aumentano
nel tempo, il numero di morti
per incidente stradale
mostrano invece una
sensibile riduzione.
L’aumento del numero dei morti tra i motociclisti
Analizzando meglio i dati si rileva
invece che, pur nella
diminuzione totale del numero
dei decessi, il numero e la % dei
morti sulle due ruote aumenta.
Il motociclista può essere così
definito “utente debole della
strada”; i decessi riguardano
principalmente i maschi e tra i 14
ed i 24 anni la morte per
incidente stradale rappresenta
per loro la prima causa di morte.
Da uno studio effettuato in Europa (Ricerca MAIDS), promosso dalle case produttrici di veicoli a due ruote
motorizzate sono emerse considerazioni interessanti che confermano il concetto di “motociclista - utente
debole” e la necessità di sviluppare e promuovere le tecniche di “guida difensiva”.
Principali conclusioni della Ricerca MAIDS – Incidenti che coinvolgono veicoli a due ruote
1) Nel 60% è coinvolta un’automobile
2) Avvengono in area urbana (72.3%), con bassa densità di traffico ed in buone condizioni di visibilità.
3) Nel 90% dei casi il motociclista vede lo scenario prima dell’incidente
4) La responsabilità primaria dell’incidente: 50% altro veicolo, 37% motociclo
5) Nel 70% dei casi l’altro mezzo non percepisce la presenza del motociclo
6) Violazioni al Codice della Strada rilevate: 8% del motociclista, 18% dei conducenti dell’altro veicolo.
7) I motociclisti che guidano motocicli sono più attenti agli altri
8) In circa il 70% dei casi la velocità di impatto delle "due ruote" è minore di 50 km/h: a % sale al 90% nel
caso dei ciclomotori
9) Complessivamente i caschi risultano essere un dispositivo efficace per la riduzione della gravità delle
lesioni alla testa.
Nelle sezioni “guida difensiva, attenti agli altri e a noi stessi” si riportano una serie di informazioni che
caratterizzano meglio il concetto di “guida difensiva” e spaziano sui comportamenti scorretti individuali.
In “attenzione agli altri mezzi” si
richiama alla necessità
dell’osservazione ed alla cautela
nella guida. La distrazione e
l’arroganza dei mezzi più grossi
è una realtà con la quale
dobbiamo confrontarci tutti i
giorni: l’introduzione del telefono
cellulare in tutti gli aspetti della
vita, incluso l’ambiente di
“guida”, costituisce un elemento
di disturbo ulteriore all’attenzione
ed alla percezione delle “realtà
effettuale” della strada.
Riconoscere a “vista” il pilota
pericoloso, distratto, arrogante
(da come si muove in macchina,
che cosa fa mentre guida) è un
elemento portante della “guida
difensiva.
Nella sezione “attenzione a noi
stessi” vengono presi in
considerazione gli aspetti legati
ai nostri livelli di attenzione, al
rispetto delle regole, alla
necessità di mettersi alla guida in
buone condizioni psico fisiche,
senza aver bevuto o ingerito
sostanze che alterano la
percezione delle realtà.
Nei capitoli si ritrovano riferimenti
bibliografici, dati e indicazioni di
siti web.
I progetti per l’anno scolastico 2007/2008
Progetto Guida Sicura
Continua i progetto “guida sicura” su quattro ruote, come già detto e nel solo nel mese di marzo 2008 è
prevista la partecipazione di 240 studenti.
Progetto Guida Difensiva – Sicurezza su due ruote (utilizzo del simulatore)
Anche questo progetto continua, con un coinvolgimento più elevato delle scuole: dei 1.500 studenti previsti
per il precedente anno scolastico 2006/2007 siamo arrivati ai 2.700 di quest’anno.
Purtroppo non tutte le richieste di partecipazione al progetto sono state esaudite: con un solo simulatore di
guida non è stato possibile includere altri studenti.
L’esperienza di “guida difensiva” del simulatore è in qualche scuola abbinata ai corsi per il conseguimento
del “patentino” ed in altri è invece un progetto indipendente.
Da quest’anno, assieme al simulatore di guida viene consegnato:
a) Videoproiettore,
b) Manuale d’uso,
c) Consigli per la didattica (elementi guida per la gestione dello strumento),
d) Manuale di guida difensiva,
e) Materiale informativo sull’alcool,
f) Questionario di valutazione dell’esperienza con il simulatore.
I progetti “aggiunti”
Il progetto “…ma non era colpa mia!”
Nell’anno scolastico 2007/2008 nelle scuole di alcuni comuni del territorio il progetto è cogestito tra
insegnanti agenti di Polizia Municipale che, oltre che partecipare alla gestione della simulazione,
introdurranno elementi didattici ulteriori.
Si tratta di una aggiunta al progetto base, comprensiva di un concorso tra scuole e classi: le performances
alla guida di ogni soggetto verranno valutate attraverso una scheda e le classi che avranno il punteggio
migliore verranno premiate. Il sottoprogetto che vede la partecipazione dei comandi di Polizia Municipale
prende il nome di “ma non era colpa mia”, commento frequentemente usato dagli studenti nei casi in cui
(durante la simulazione) subiscono un incidente causato dal comportamento dei mezzi virtuali.
Altri progetti
Oltre al progetto “guida difensiva” del simulatore e “non era colpa mia” possono essere richiesti dalla scuole
all’Educazione alla Salute.
Percorsi di approfondimento - sperimentali
1. Classi 3^ medie. “Prudenza!” – educazione alla guida difensiva” (16 classi)
2. Primi 2 anni delle Superiori. Laboratori teatrali (2 Istituti)
Il progetto Pedibus, per i più piccoli
Durante gli anni passati sono stati condotti
altri progetti interessanti, tra i quali il
“Pedibus”, iniziativa svolta a Empoli che
prevedeva l’accompagnamento a piedi dei
bambini a scuola attraverso un “autobus
umano” seguendo un percorso definito. Alla
guida e al controllo dell’autobus virtuale
(anzi, umano), in cima e in fondo, due “nonni
vigili”, volontari dell’associazionismo.
La continuazione di questa iniziativa è
auspicabile anche per gli altri comuni del
territorio.
La collaborazione con il volontariato continua: nel 2008 inizierà il progetto “I passaparola”, ovvero una
serie di intereventi condotti da volontari “formati” condotti nell’ambito degli stili di vita che affiancheranno
anche le iniziative ed i progetti sugli Incidenti Stradali promossi dalle Società della Salute e Azienda Usl 11.
Per concludere con un po’ di citazioni colte, auspichiamo che i prossimi interventi sui temi della sicurezza
stradale, condotti a più mani, possano collocarsi nel contesto del titolo della commedia di Harry Segall,
“Heaven can wait”, divenuta poi film dal titolo “L’inafferrabile signor Jordan” (1941), storia più nota nel
rifacimento a regia di Warren Beatty (1978) “Il paradiso può attendere” (dal titolo originale del romanzo).
Promuovendo le tecniche di guida sicura, difensiva, adottando soluzioni urbanistiche migliori, piste ciclabili e
pedonali, aree ristrette al traffico, aumentando i controlli sull’uso di alcool, sull’utilizzo improprio dei cellulari,
elevando il livello di conoscenza e coscienza alla guida e con altre azioni vorremmo che il paradiso
rimanesse in attesa e non richiamasse anzitempo i giovani ciclomotoristi.
A cura dell’Educazione alla Salute - Azienda Usl 11
Alberto Silva e Sandra Bonistalli
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Il progetto Incidenti Stradali: un po` di storia, qualche dato e le