Anteprima Estratta dall' Appunto di Storia
moderna
Università : Università Degli Studi Di Foggia
Facoltà : Cons.BeniCulturali
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L' Appunto
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L'età contemporanea
di Gabriella Galbiati
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Riassunto del testo "L'età contemporanea. Dalla grande guerra a oggi". Il testo
affronta tutte le fasi del periodo storico che va dalla prima guerra mondiale fino
ai giorni nostri.
Università degli Studi di Napoli - Federico II
Sociologia
Storia contemporanea
Gabriella Gribuadi
L'età contemporanea. Dalla grande guerra a
oggi.
Autore del libro: Alberto Mario Banti
Editore: Laterza
Anno pubblicazione: 2009
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Università:
Facoltà:
Esame:
Docente:
Titolo del libro:
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Gabriella Galbiati
Sezione Appunti
1. Lo scoppio della prima Guerra Mondiale
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Il motivo scatenante della guerra è l’assassinio dell’arciduca austriaco Francesco Ferdinando, avvenuto a
Sarajevo il 28 giugno 1914 per mano di un nazionalista serbo. Un mese più tardi l’Austria - Ungheria attacca
la Serbia, ritenuta corresponsabile dell’attacco e che aveva rifiutato le condizioni del loro ultimatum. A
questo punto si mette in moto il sistema di alleanze internazionali. Infatti, la Germania si schiera a fianco
dell’Austria - Ungheria (Triplice Alleanza), mentre Russia, Francia e Inghilterra (Triplice Intesa) entrano in
guerra al fianco della Serbia. Nel novembre del 1914 l’Impero Ottomano (dominio dei Turchi nei territori
balcanici, vicino-orientali e nordafricani) entra in guerra come alleato di Austria - Ungheria e Germania,
soprattutto per attaccare la Russia e riconquistare le terre dell’area caucasica. Tra il 1915 e il 1917,
entreranno in guerra anche Italia, Portogallo, Romania, Grecia e USA, tutti a fianco dell’Intesa, mentre la
Bulgaria a fianco degli Imperi Centrali nel 1915.
Ciò che stupisce è che quando scoppia la guerra nell’estate del 1914, tutti i paesi ne sono entusiasti. In molte
città la gente scende per strada per festeggiare e alcuni intellettuali, come il poeta Rilke, Marinetti, il
giovane Gandhi e Freud, inneggiano alla guerra e al patriottismo. Solo il Partito socialista serbo e il Partito
socialdemocratico russo si dichiarano a sfavore.
Col passare dei mesi, però, appare chiara la brutalità della guerra con i suoi milioni di morti e feriti.
Vengono meno sia l’ideale cavalleresco che l’idea di una guerra lampo e di movimento con rapidi
spostamenti di truppe e veloci attacchi di sfondamento.
Infatti, gli eserciti contrapposti si equivalgono e nessuno riesce a sfondare le linee avversarie. I combattenti
si fronteggiano scavando trincee nel terreno, fosse lunghe per decine e decine di chilometri, articolate e
fortificate, attrezzate con gli ultimi ritrovati della tecnica, come il filo spinato, e protette da armi sofisticate
come i fucili a ripetizione, le mitragliatrici, le granate e le bombe a mano. Oltre a queste, bisogna aggiungere
gli aerei da combattimento e i gas asfissianti. Quest’ultimi furono sperimentati per la prima volta dai
tedeschi in Belgio nel 1915. Rapidamente vengono messe a punto le maschere antigas.
Provare ad attraversare e sfondare le trincee nemiche porta alla morte sicura. Restare nella propria trincea,
invece, significa sfidare topi, pulci, polvere, fango, l’odore della carne in putrefazione e stare in condizioni
igieniche impossibili.
Per questo, fu necessaria una propaganda ufficiale che motivasse a combattere per la difesa delle proprie
famiglie, delle proprie case e della propria nazione. Per stimolare maggiormente i soldati, fu attuata anche la
tecnica della degradazione dell’immagine del nemico, come colui che è capace di compiere ogni genere di
atrocità e che va disprezzato e annullato. Non si sa, però, se tutte le atrocità denunciate siano state commesse
davvero oppure dichiarate per rendere più agitati gli animi, anche se è accertato che i soldati che occupavano
i territori stranieri compirono aggressioni e maltrattamenti contro i civili.
Tra le conseguenze immediate della guerra, fu stabilito che le donne fossero reclutate come forza lavoro,
anche per impieghi che fin ad allora erano riservati agli uomini. Inoltre, i governi assunsero il
coordinamento del sistema economico dei loro paesi, dirigendo le ordinazioni, controllando gli afflussi di
materie prime e di fonti energetiche e regolando il mercato dei beni alimentari. Dal canto loro, le industrie
belliche sono in rapida crescita, portando grandi profitti agli imprenditori.
L'età contemporanea
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Gabriella Galbiati
Sezione Appunti
2. Le prime fasi della guerra (1914-15)
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Inizialmente gli stati sono convinti di concludere la guerra in poco tempo. L’iniziativa più importante parte
dall’esercito tedesco, che occupa il Belgio, paese neutrale, per attraversare e attaccare la Francia. L’esercito
tedesco arriva quasi a Parigi, facilitata dal fatto che la frontiera belga è scoperta poiché neutrale. La
controffensiva francese, però, riesce a far ritirare i tedeschi. In poco tempo diventa chiaro che quella che si è
pensato essere una guerra di movimento è una guerra di posizione, cioè di trincea.
Nel frattempo, l’Italia, con il governo Salandra, aveva deciso di dichiararsi neutrale, nonostante nel 1882
avesse firmato il trattato di alleanza difensiva con la Triplice Alleanza. La ragione ufficiale è che tale
alleanza è a carattere difensiva e non offensiva. In realtà, il governo è convinto di non ottenere le terre che
gli spettano dall’Austria – Ungheria (Trieste e Trento), l’esercito non è pronto e la particolare
conformazione geografica del paese la esporrebbe agli attacchi della Marina britannica, all’epoca la più
potente del mondo.
Nell’agosto del 1914, però, al Parlamento e tra l’opinione pubblica si comincia a dibattere sulla neutralità o
un possibile intervento italiano in guerra. Tra i neutralisti, vi sono i cattolici, con a capo il papa Benedetto
XV, i liberali, tra cui Giovanni Giolitti, e i socialisti. Tra quest’ultimi, l’allora direttore dell’Avanti Benito
Mussolini che con un articolo si dichiara interventista. Per questo viene cacciato dal partito e fonderà il
nuovo giornale il Popolo d’Italia. Tra gli interventisti, troviamo Gabriele D’Annunzio, i nazionalisti, i
democratici, gli ex socialisti o anarchici o sindacalisti e in seguito anche il presidente Salandra e il ministro
degli esteri Sidney Sonnino. Infatti, nell’autunno del 1914 vengono avviate trattative segrete bilaterali con
entrambe le parti non solo per far guadagnare tempo alla preparazione dell’esercito ma per constatare chi
promette di più. L’offerta migliore arriva dalla Triplice Intesa e comprende Trieste e Trento, il Tirolo fino al
Brennero, il protettorato sull’Albania, la Dalmazia e l’Istria, con l’eccezione della città di Fiume. Così viene
firmato nel 1915 il patto di Londra. L’Italia così dichiara guerra all’Austria – Ungheria. Nel 1916 gli austroungarici organizzano una spedizione punitiva nel Trentino, perché l’Italia non ha rispettato il patto della
Triplice Alleanza. L’esercito italiano è costretto ad arretrare, pur riuscendo a bloccare l’attacco, e Salandra
decide definitivamente di dimettersi.
Una situazione analoga accade con l’offensiva scatenata dai tedeschi contro la piazzaforte di Verdun nel
1916. L’operazione ha come unico risultato un terribile massacro. Così gli inglesi e i francesi tentano un
contrattacco sulle Somme. Anche questa battaglia non porterà a risultati e il costo delle vite umane sarà
altissimo soprattutto per gli inglesi. Nel frattempo i tedeschi riescono a sconfiggere i russi, occupando la
Polonia e l’esercito austro-ungarico occupa la Serbia.
L'età contemporanea
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Gabriella Galbiati
Sezione Appunti
3. L'intervento degli Usa in guerra
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Ma un evento tragico farà cambiare la rotta del conflitto. Dal 1915 i tedeschi usano i sottomarini contro le
navi mercantili dirette in Gran Bretagna. Poco dopo un sottomarino tedesco affonda il transatlantico inglese
Lusitania, che trasportava alcuni civili statunitensi. L’azione suscita le proteste del governo americano che
decide di entrare in guerra a fianco dell’Intesa. La partecipazione degli Stati Uniti è dovuta anche a motivi di
interesse economico visto che le esportazioni verso Regno Unito e Francia si sono quadruplicate e che le
banche nordamericane hanno concesso enormi quantità di prestiti ai governi inglese e francese. L’esercito
americano fu organizzato sulla base di una circoscrizione obbligatoria, perché si presentarono un numero
esiguo di volontari, ed entrò nei campi di battaglia solo nella primavera del 1918.
Intanto la Russia, inseguito alla seconda rivoluzione del 1918, si proclama Repubblica Socialista e firma un
trattato di pace separato con la Germania. Gli austro-ungarici, invece, tentano uno sfondamento del fronte
italiano con l’assalto del villaggio di Caporetto nel Friuli nel 1917 e riescono ad avanzare. Il fronte italiano è
così costretto alla ritirata, finché non riesce ad organizzarsi sul fiume Piave e l’avanzata austro-ungarica
viene fermata. Intanto l’arrivo dei soldati americani da nuova linfa al conflitto. Nel 1918 i francesi
costringono alla resa i bulgari e gli inglesi piegano gli ottomani. L’esercito italiano travolge gli austrotedeschi, sconfitti nella battaglia di Vittorio Veneto. L’Austria chiede l’armistizio, che viene firmato con i
rappresentanti italiani.
Il 9 novembre 1918 a Berlino scoppia una rivoluzione, per cui l’imperatore Guglielmo II è costretto a
fuggire e viene proclamata la Repubblica democratica. Anche la Germania firma l’armistizio. È la fine della
guerra.
Le prime conseguenze della I guerra mondiale
L'età contemporanea
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Sezione Appunti
4. I 14 punti di Wilson
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I presupposti per un nuovo assetto europeo vengono designati dal presidente americano Wilson, che ha
stilato 14 punti. Tra essi, si ricorda la libertà di navigazione, la rinuncia alla diplomazia segreta,
l’autodeterminazione dei popoli e la creazione di un organismo internazionale che sovraintenda questi
principi ed eviti i conflitti internazionali, ovvero la Società delle Nazioni. Questa verrà costituita nel 1920,
con sede a Ginevra. Gli stati aderenti si impegnano a rispettare l’integrità territoriale e l’indipendenza
politica degli altri stati membri. Chi non rispetta tali condizioni, dovrà pagare sanzioni economiche. Gli Stati
Uniti, però, all’ultimo minuto decisero di non entrarvi a far parte perché volevano mantenere l’autonomia
rispetto ai paesi europei.
Wilson auspicava anche una pace senza vinti e vincitori. Ciò non fu possibile perché Francia e Inghilterra
volevano punire la Germania.
Le prime conseguenze della fine della guerra furono: il crollo dell’Impero austro-ungarico, dovuto alle
ribellioni degli attivisti cechi e slovacchi, che dichiarano la loro indipendenza; poco dopo furono seguiti dai
polacchi e dagli ungheresi; anche l’Impero ottomano crolla a causa delle sconfitte contro l’Inghilterra e
l’azione delle truppe greche.
Intanto nel gennaio del 1919 si apre a Versailles la conferenza di pace per il riassetto internazionale.
Le condizioni di pace imposte alla Repubblica tedesca sono pesantissime. La Germania, considerata la
principale responsabile della guerra, deve restituire l’Alsazia e la Lorena alla Francia; dare le colonie a
Inghilterra, Francia e Giappone; pagare i danni del conflitto alle potenze vincitrici; rinunciare alla flotta e
smilitarizzare il Reno.
Fu poi riconosciuta ufficialmente la Repubblica d’Austria, la Repubblica ungherese, il Regno di Jugoslavia,
il Regno di Romania e la Repubblica Cecoslovacchia.
L'età contemporanea
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Sezione Appunti
5. L'autonomia dell'Irlanda
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L’Italia, invece, ottiene Trieste e Trento, l’Istria ma non la Dalmazia.
Un altro evento determinato collegato alla Grande Guerra fu la questione irlandese. Nel 1914 il Parlamento
del Regno Unito approva una legge che riconosce la Home Rule (l’autonomia) dell’Irlanda, tranne l’Ulster,
una regione nordoccidentale, che vuole restare nel Regno Unito. A causa dello scoppio della guerra,
l’applicazione della legge viene rimandata. Molti irlandesi però si arruolano volontari. Ci sono comunque
gruppi di irlandesi nazionalisti che vedono nella guerra la possibilità di conquistare la piena indipendenza.
Così il lunedì di Pasqua del 1916 scoppia una rivolta a Dublino e viene proclamata la Repubblica. L’esercito
britannico riesce però a sopprimere la rivolta e molto irlandesi vengono giustiziati. La popolazione irlandese
non si arrende e si ravvivano sentimenti di nazionalismo. Anche la Chiesa cattolica irlandese da il suo
sostegno alla lotta. Da qui si ha l’organizzazione dell’Irish Republican Army (IRA) contro le forze
britanniche. Nel 1921 si arriva alla firma del trattato anglo-irlandese che fonda lo Stato libero d’Irlanda,
ovvero uno Stato autonomo che fa parte dell’Impero britannico, che riconosce come monarca il sovrano
inglese e che deve mantenere rapporti privilegiati con l’Impero sia dal punto di vista commerciale che di
politica estera. Queste clausole provocano una spaccatura in Irlanda tra chi è favorevole al trattato e chi
pensa che sia un tradimento agli ideali repubblicani. Così nel 1922 comincia una guerra civile, che si
conclude nel 1923 con la morte di molti repubblicani oltranzisti, tra cui il politico Micheal Collins.
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Sezione Appunti
6. La Russia rivoluzionaria - 1916/17 -
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La Russia è il paese che denuncia il massimo di perdite umane perché i capi dell’esercito si sono preoccupati
poco di mandare i propri soldati allo sbaraglio e perché sono dotati di pessimi armamenti. Inoltre nel 1916 si
registra una cattiva annata agricola per cui i prezzi dei beni alimentari erano alle stelle.
All’inizio della guerra lo zar Nicola II decide di cambiare il nome di San Pietroburgo, capitale russa, in
Pietrogrado. La città ospita i palazzi del governo, la Duma (il Parlamento russo) e diverse industrie. Ma
dall’inizio del 1917 gli operai sono in agitazione. A loro si aggiungono le donne che scendono in piazza per
rivendicare i loro diritti. Soltanto verso la fine di febbraio il governo sollecita lo zar ad un intervento
attraverso i soldati. Però la maggior parte di loro ammutina e si unisce alla folla, a cui distribuisce le armi. A
questo punto, a Nicola II viene chiesto di abdicare e la Russia diventa una repubblica. Si forma un governo
di coalizione, formato da rappresentanti di diversi partiti, che ha il compito di prendere una decisione sulla
guerra. Ma il governo decide che il paese manterrà fede ai suoi impegni. Non è ciò che si aspettava il
popolo, la cui insoddisfazione viene raccolta dai soviet. Si tratta di comitati di operai e operaie unite nella
richiesta della fine della guerra. Il soviet di Pietrogrado è quello più importante ed è guidato dai dirigenti
socialisti menscevichi (minoritari), mentre i bolscevichi (maggioritari) hanno una debole influenza. Tale
soviet ha però preso il controllo delle poste, dei telegrafi e delle forze armate ribelli. Per questo, il governo
provvisorio deve essere sempre pronto a dialogare con i soviet per qualsiasi questione. Intanto torna
dall’esilio in Svizzera Lenin. Quest’ultimo vi era andato volontariamente per non essere controllato più dalla
polizia russa perché svolgeva attività di propaganda rivoluzionaria e faceva parte del Partito
socialdemocratico operaio russo. Dopo poco il suo arrivo in patria pubblica le Tesi d’Aprile, un programma
che prevede il rovesciamento del governo provvisorio, il trasferimento del potere ai soviet, l’uscita della
Russia dalla guerra e la nazionalizzazione di tutte le proprietà terriere. Lenin, a capo dei bolscevichi,
guadagna sempre più il favore del popolo e comincia ad organizzare una forza paramilitare bolscevica (le
Guardie rosse).
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Gli Usa sono divenuti uno Stato Federale, dove ogni stato è autonomo, ha una propria Costituzione, un
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