a storia ci ha abituato a corsi e ricorsi. Anche la tecnologia della comunicazione non sembra potersi sottrarre a
questa inevitabile regola d’oro, e questo
è particolarmente evidente se si analizza
il nuovo strumento di elaborazione presentato con il nome di Tablet Pc, ovvero
il computer-tavoletta. Farà sicuramente
felici gli amanti delle cose semplici scoprire che il cerchio – in materia di scrittura – si è finalmente chiuso. Dalla tavoletta cerata, antesignana del foglio di
carta vergato a mano, passando attraverso la dattilografia con la macchina da
scrivere, la macchina per stenografare e
la tastiera del computer (con la parentesi
ludica dei tasti del telefono cellulare),
siamo tornati a scrivere a mano, questa
volta su uno schermo video.
A guardare bene, infatti, il Tablet Pc
affonda le sue radici niente meno che
alla fine del terzo millennio avanti Cristo. Risalgono a questo periodo le prime
“lettere” che Assiri e Babilonesi scrivevano su tavolette. Utilizzando un bastoncino appuntito chiamato stilo, il testo veniva inciso sull’argilla, e la tavoletta veniva fatta seccare al sole, prima di coprirla con una “busta” di argilla fresca
sulla quale veniva impresso il sigillo del
mittente ed il nome del destinatario. Dall’argilla alle tavolette di terracotta fatte
seccare al fuoco, il passo fu breve mentre
più tardi, presso Fenici, Greci ed in se-
guito anche presso i Romani, vennero introdotte le tavolette ricoperte di cera che
avevano se non altro il pratico vantaggio
di essere meno fragili e soprattutto riutilizzabili.
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e tavolette dei Romani – giunte fino a
noi da Pompei, da Ercolano e dal
Nord Africa – erano di legno, rettangolari come lo schermo di un Tablet Pc, e di
varie dimensioni. Venivano prima imbiancate con il gesso, ricoperte di cera
(non essendo raffinata, questa aveva un
navig@ndo
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Il cerchio si chiude
Un Tablet Pc,
la moderna evoluzione
della tavoletta cerata,
e in basso:
disegno raffigurante stili per scrivere e
tavolette cerate su cui venivano incise le parole.
La somiglianza con un Tablet Pc è davvero notevole
La tavoletta di cera del terzo millennio
di INDRO NERI
Una tavoletta
cerata
Una giovane
donna è
raffigurata in
un’abitazione di
Pompei mentre
utilizza uno stilo
per scrivere su un
“libretto” di
tavolette cerate.
Si tratta di un
affresco di età
imperiale
colore piuttosto scuro, per cui spesso si
parlava di questo supporto scrittorio
come di “tavolette tristi”), quindi adoperate sia per comunicazioni quotidiane
(biglietti, brevi messaggi, appunti, esercitazioni degli scolari) che per atti legali
ed amministrativi (leggi e quietanze).
Per praticità d’uso, spesso venivano
tenute assieme per mezzo di un cordoncino, fatto passare lungo alcuni fori praticati nell’orlo. Così “rilegate” prendevano l’aspetto di un libro, detto “caudex” o
“codex” (codicillo). E l’attuale parola
“codice” del nostro vocabolario, che indica un complesso omogeneo di leggi, si
deve appunto al costume antico di trasmettere i testi giuridici principalmente
sotto forma di tavolette rilegate.
Anche la nostra parola “stile” –
aprendo una parentesi etimologica – ha a
che fare con le tavolette. Sulla cera,
come detto poco sopra, si scriveva incidendo con un lungo cannello appuntito
che si chiamava “stilus”’. L’estremità
opposta alla punta dello stilo era appiattita, permettendo dunque di cancellare,
pareggiando la cera come con una spatola, il testo già vergato; perciò “correggere” si diceva “stilum vertere”, e dal momento che l’azione dello scrivere e del
correggere era inscindibile dalla figura
degli scolari che si esercitavano, e che
quindi scrivevano ma più spesso correggevano, da “stilum” (pennino) a “stile”
(modo personale di espressione) il passo
è stato breve.
Dalle tavolette alla pergamena, dalla
pergamena alla carta, e dalla carta al
computer-tavoletta, anche se al Tablet Pc
così come lo conosciamo oggi, ci siamo
arrivati a piccoli passi e dopo quaranta
anni di ricerche.
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a storia di questa tavoletta del terzo
millennio ha inizio nel 1963 quando
Ivan Sutherland, per la sua tesi di laurea
presso il prestigioso Massachusetts Institute of Technology, costruì un prototipo
di “stilo elettronico” con il quale disegnare direttamente sul video dell’elaboratore. Si trattava di una penna che funzionava come un dispositivo di puntamento luminoso. Ma il computer di allora era ben lontano dall’essere portatile.
L’anno successivo (1964) la Rand
Corporation realizzò il Grafacon, l’archetipo di tutti i Tablet Pc. Costruito
quasi interamente a mano, aveva il costo
proibitivo di quasi diciottomila dollari di
allora. Dalle successive ricerche emersero nel 1970 la Sonic Pen 3-D e, negli
anni Ottanta, i primi computer con monitor tattili (per capirsi, gli schermi che
troviamo per esempio oggi alla stazione,
dove si acquista il biglietto del treno o si
consultano le informazioni orarie, semplicemente premendo con il dito direttamente sullo schermo, invece che utilizzando un mouse o una tastiera).
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el 1980 è il primo computer appositamente realizzato per chi è sempre in movimento, lo Osborne 1, del
peso di dodici chili e dell’ingombro di
una ventiquattrore. Eppur si muove. Ma
è con gli oltre sei milioni di Tandy 100
venduti negli Stati Uniti a cominciare dal
1983 che il computer portatile diventa un
vero strumento di lavoro.
Nel 1987 Apple si guadagna l’attenzione delle cronache presentando Navigator, un prototipo di computer portatile
a forma di libro che avrebbe dovuto stupirci per i suoi effetti speciali tra i quali
il riconoscimento vocale, ma che poi
cade nel dimenticatoio.
GridPad 1900 viene lanciato nel 1989
ed è il primo vero Tablet Pc, basato su si-
stema operativo Dos, dotato di “stilo” e di
un primitivo programma di riconoscimento della scrittura. L’anno successivo
(1990) Robert Carr e la Go Corporation
realizzano PenPoint, il primo sistema operativo specifico per penne elettroniche.
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a questo momento in poi la strada
per il Tablet Pc diventa un’autostrada a quattro corsie, e le novità in questo settore cominciano a susseguirsi a ritmo serrato. Nel 1992 la Microsoft presenta la speciale edizione di Windows
3.1 per penne elettroniche; nel 1993 la
Apple produce Newton, il primo computer palmare che però non godrà dei favori del pubblico; nel 1994 sempre la Microsoft propone WinPad con il programma Graffiti di riconoscimento della scrittura. La strada che porta al Tablet Pc
odierno è poi costellata da pietre miliari
quali il Vadem Clio Sharp TriPad (1988)
che può essere usato come computer ma
anche (sic!) come supporto sul quale appoggiare i fogli per prendere appunti (a
mano), come fosse una cartella clinica;
lo Aqcess Qbe (1999) del peso di due
chilogrammi dotato di riconoscimento
vocale; il Gateway Connected
Touch Pad ed il 3 Comms Audrey (2000) con collegamento
ad Internet ed interfacciamento mediante stilo, tastiera senza fili o monitor tattile.
Nuove generazioni di Tablet Pc sempre più potenti
continuano ad affacciarsi oggigiorno sul mercato, con prestazioni e prezzi sempre più
competitivi. I modelli disponibili sono più sofisticati e facili
da usare ed oramai i Tablet Pc
hanno le stesse funzionalità di
un computer da tavolo, batteria di lunga durata e peso contenuto.
I vantaggi dei Tablet Pc
sono notevoli. Non solo le dimensioni, molto più contenute
di un computer portatile, o il
sistema operativo Microsoft
più avanzato (Windows XP
Tablet PC Edition). Sono
computer concepiti per favorire una maggiore e naturale interazione tra uomo e macchi-
na, per tornare cioè alla semplicità ed
immediatezza della comunicazione alla
quale carta e matita ci avevano abituato.
Come su una tavoletta di cera, o su un
foglio per appunti, il Tablet Pc permette
di scrivere testi a mano con tutta naturalezza, utilizzando lo stilo elettronico e
convertendo poi lo scritto in caratteri di
stampa. Il riconoscimento della scrittura
in lingua italiana, al quale è abbinato anche un programma per il controllo ortografico, è frutto di tre anni di ricerca e
sviluppo durante i quali Microsoft ha
coinvolto oltre mille utenti, raccogliendo
oltre sette milioni di campioni di grafia.
E
sistono due modelli di Tablet Pc:
quello con lo schermo che si chiude
sulla tastiera come in un computer
portatile, e quello in cui lo schermo è
scollegato dalla tastiera e può essere utilizzato a se stante per prendere appunti.
Strumento tecnologicamente avanzato
che, a guardar bene, ricorda proprio una
tavoletta cerata di qualche migliaio di
anni fa.
Ruotando lo
schermo di alcune
versioni di
Tablet Pc si
scopre una
tastiera
“vecchio stile”
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Il cerchio si chiude La tavoletta di cera del terzo millennio navig@ndo