Postale D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n° 46) art. 1. comma 2 DCB” - CMP Milano Roserio Direttore Responsabile: Paolo Ferrario Redattore Capo: Nino Venditti Redattori: Luigi Bossi, Augusto Cogliati, Emiliano Invernizzi, Ivan Piazza, Luca Ramon Valsecchi, Enzo Vavisa Redazione presso A.N.A. Lecco: Via Pescatori, 23 - Telefono 0341.364.108 Autoriz.: Trib. di Lecco n. 31 del 3-9-53 Grafica: PrePrint - Lecco Stampa: La Grafica - Molteno (LC) PERSONAGGI pagina 4 Corrado e Giulio Venini padre e figlio alpini medaglie d'oro al V.M. GIOVANI pagina 8 Alessandro racconta il suo anno di naja nel 7° Alpini APPUNTI SULLA GRANDE GUERRA pagina 3 CENTRO STUDI pagina 10 VITA DEI GRUPPI pagina 11 ANAGRAFE ALPINA pagina 14 Carissimi Alpini e Amici degli Alpini, mi rivolgo a voi con grande amiciè ancora lungo e difficile. sempre: “Andiamo avanti”, ”Vai zia, stima e gratitudine, e tantissiIl periodo storico che stiamo viavanti cosi”. Questo per me e per ma emozione, perché queste mie vendo non è per niente facile, tutto il Consiglio della Sezione è parole e pensieri raggiungano voi e ma voi mi insegnate cose meramotivo di grande sostegno e di le vostre famiglie in occasione delvigliose solo con lo sguardo, con grande forza. le imminenti feste di Natale. il sorriso ed in particolare mi dite Mi rivolgo a voi come si fa in famiglia, perché ritengo essere in una granesatta quel giorno, la memoria de famiglia, per Ho veduto il Cristo! Da prire i segni sco a nto guidò d’isti mi tro on inc ile condividere questo cab vo rre dell’i e profonda to la maschera essenziale periodo di riposo e caratteristici del Cristo sot denudato dal dolore. riflessione dopo l’indi ogni uomo percosso e sto con gli alpini, 1946 tensissimo tratto di Don Carlo Gnocchi, Cri sentiero che insieme abbiamo percorso. Un anno pieno di attività che vi ha visti impegnati su tanti fronti, dove abbiamo messo in campo tanta dedizione e tanta concretezza. Sono orgoglioso di aver camminato insieme a tutti voi, che sempre mi accogliete con grande entusiasmo, direi a volte in maniera esagerata, quando ho l’occasione di partecipare alle vostre attività. Essere in mezzo a voi per uno scambio di idee e di opinioni, dove vi è l’unità d’intenti e Alpini l’obiettivo è il bene coAssociazione Nazionale co mune, consapevole che Sezione di Lec il sentiero da percorrere nale ezio Il Presidente e il Consiglio S Allora, carissimi Alpini, che que sto periodo Natalizio sia per noi tutti un momento in cui dobbia mo lasciarci guidare dalle voci che vengono dal cuore, dai valo ri che rappresentano il Presepe e l’alberello illuminati di luci che trasmettono serenità, pace, umil tà e tanta speranza per andare avanti uniti tutti insieme. A voi, carissimi Alpini, alle vostre famiglie, a tutti quelli che in ma niera spassionata ci sono vicini per camminare su questo sentie ro e portano insieme a noi questo zaino pesante, un augurio perso nale e a nome di tutti i nostri Con siglieri, per questo Natale, che sia bello e semplice per ripartire tutti insieme con il nuovo Anno 2015. E allora vi dico GRAZIE perché tutto ciò che mi avete trasmesso, confezionato con il nastro trico lore, è il regalo più bello che un presidente possa ricevere dai suoi Alpini. Un cappello alpino pieno di tante cose belle ed importanti e con ab braccio ci diciamo: Buon Natale e Buon Anno IL VOSTRO PRESIDENTE MARCO M Raduno del 2° raggruppamento a Monza Impressioni di un capogruppo Il presidente e alcuni consiglieri con il vessillo all'ammassamento È stata una domenica davvero speciale quella che ci ha visti protagonisti della pacifica invasione di Monza, in occasione del raduno del 2° Raggruppamento il 19 ottobre: la Sezione di Lecco ha fatto la sua parte e la presenza di 50 gagliardetti ne è la conferma. Vorrei raccontarvi l’importante raduno interregionale con gli occhi di un Alpino capogruppo. Come di consueto, partenza di buon’ora e arrivo in una Monza ancora tranquilla, anche se Monza - Raduno presso il Monumento ai Caduti vi incrociamo già tante penne nere. Non appena ci mettiamo in cammino per raggiungere l’ammassamento, incontriamo il Presidente Marco Magni ed altri Consiglieri di Sezione, oltre a numerosi alpini di altri gruppi con i quali è un piacere raggiungere la Villa Reale, finalmente riportata agli antichi splendori d’un tempo (voluta dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria perché si potessero vedere le montagne grazie «alla solubilità dell’aria ed all’amenità del paese»). Dopo una sobria colazione alpina (impossibile rinunciarvi), raggiungiamo il nostro settore e lo scenario che ci attende è davvero quello delle grandi occasioni. Anche il meteo sembra dalla nostra parte ed è un piacere salutarsi tra Alpini e contarsela un po’ su… Ad un certo punto mi sento chiamare da un Alpino della Sezione Monza - La fanfara della Brigata Alpina Taurinense MONZA - SABATO 18 OTTOBRE 2014 Sgambata attraverso la Brianza Un paio di giorni di festa, frutto di un grande lavoro, durato ben un anno, che gli alpini monzesi non vedevano l’ora di mettere in pratica. Si è trattato infatti di uno tra i raduni più numerosi d’Italia che comprende complessivamente nelle due regioni, Lombardia ed Emilia Romagna: 20 sezioni, per un totale di più di 100 mila soci. Proprio in occasione di questo raduno tenutosi a Monza nello scorso mese di ottobre, dove, come sempre, sono albergati i valori della morale, della lealtà e della gioia di vivere, alcuni alpini dei Gruppi di Olgiate Calco, Monte San Genesio e Osnago, hanno preso la via di Monza a piedi (con ritorno in serata in treno per poi ripartire il giorno dopo sempre in treno ). A Villasanta c’è stata la tappa per il pranzo e qui si sono aggiunti altri quattro alpini del Gruppo di Sirtori. di Como e, non appena metto a fuoco, riconosco un viso familiare. Ed è così che, dopo pochi minu ti, ci ritroviamo in 5 commilitoni del 2°/86, in quel di Vipiteno Gam “Sondrio” e potete immaginare le emozioni forti suscitate dai ri cordi e dagli immancabili aned doti… Vi confesso che è la prima volta che mi capita un incontro tanto inatteso quanto gradito: è proprio vero che la grande fami glia alpina riserva sempre piace voli sorprese! I discorsi poi delle varie autori tà presenti (Mario Penati, presi dente sezione Monza, il sindaco Roberto Scanagatti, il prefetto Giovanna Vilasi) ci hanno fatto ri flettere sull’importanza di quanto stavamo vivendo, vuoi per l’85° di fondazione della sezione Ana di Monza, vuoi per la città stes sa, che mai era stata teatro di un evento così importante. E che dire del discorso del presidente nazionale Sebastiano Favero: idee chiare ed espresse con semplicità e determinazione, alla maniera alpina! E speriamo possano co gliere nel segno, soprattutto per riportare in auge la “naja”, intesa come propedeutica alla protezio ne civile, ma che possa plasmare alla maniera alpina i nostri giova ni, troppo spesso abbandonati a se stessi. Lo sfilamento poi ci ha riempito di emozioni forti, data la generosa e festante partecipazione della tan tissima gente accorsa. Gli Alpini sono sempre applauditi, dovun que vadano, ma non è solo per il folclore che, giustamente, non manca mai: è soprattutto perché ci mettiamo sempre la faccia in prima persona, e oggigiorno di gente mascherata c’è n’è davvero troppa in giro a fare danni… Noi Alpini del gruppo Monte San Genesio abbiamo chiuso il setto re di Lecco esponendo il nostro striscione: “ALPINI: DARE, NON CHIEDERE”. Siamo convinti di aver fatto riflettere molte persone che ci hanno applaudito e condi viso il concetto, oltretutto siamo stati anche onorati dall’applauso del presidente nazionale! La conclusione vuole essere un accorato invito a continuare su questa strada: andiamo nelle cit tà e facciamoci sentire perché la gente ha bisogno più che mai de APPUNTI SULLA GRANDE GUERRA a cura di Ivan Piazza Comincia la battaglia delle trincee La resistenza del piccolo Belgio rallenta l’avanzata tedesca E i soldati dell’Impero si impantanano in una guerra di posizione Conclusa in modo positivo per la Germania, con la conquista della cintura di forti che difendevano la capitale belga, la prima fase del Piano von Schlieffen, con la prevista violazione della neutralità belga, per le truppe d’invasione tedesche al comando del Generalissimo von Moltke, si presentava la necessità di effettuare la seconda parte del piano preparato fin dal 1905 dall’allora Capo di Stato Maggiore. La rapida conversione delle truppe tedesche e l’altrettanto rapida calata su Parigi, era affidata alla Prima Armata comandata dal Generale Alexander von Kluck, sul fianco all’estrema destra, dalla Seconda Armata del Generale Karl von Bulow e dalla Terza Armata del Generale Max von Hausen: l’insieme di queste tre Armate costituiva una forza d’urto di formidabile potenza. Ma una serie di decisioni prese dai vari Comandanti d’Armata, segnatamente von Kluck e von Bulow, senza preventivamente consultare il Comandante in Capo, il progressivo peggioramento delle comunicazioni che da inadeguate erano diventate disastrose, gettarono le basi per quegli accadimenti che portarono in breve a trasformare quella che nelle intenzioni sarebbe dovuta essere una Guerra di movimento peditionary force) al comando del Maggiore Generale sir Jonh French, sbarcata sul continente il 12 di agosto, si era concentrata nella zona di Maubeuge, ma il suo schieramento sul campo era stato in qualche modo ritardato tanto che le truppe Britanniche si presentarono al confine con il Belgio solo il 21 giungendo a Mons e scontrandosi in quel luogo con la Prima Armata di von Kluck il successivo 23. Per una nazione con le pretese imperiali della Gran Bretagna, la BEF, posta al comando del Generale Sir John French, aveva dimensioni abbastanza ridotte: appena quattro Divisioni e l’equivalente di una Divisione di cavalleria; in totale circa 100mila uomini. Battuti dai tedeschi, gli inglesi si ritirano verso Le Cateau dove, su posizioni abbastanza precarie, si scontrano nuovamente con la Prima Armata di von Kluck. Ancora battuti, marciando giorno e notte, i superstiti raggiungono la Marna dove si attestano a difesa. A questo punto iniziano per le armate germaniche i primi grossi problemi: le truppe hanno percorso ormai oltre 350 chilometri marciando e combattendo e sono esauste, le linee di rifornimenti si sono oltremodo allungate, altri due Corpi d’Armata sono stati distaccati ad est per fronteggiare oltremodo brevi e possono contare su un esercito numericamente molto superiore. Grazie alla resistenza del piccolo esercito belga, i francesi hanno il tempo di rischierare sulle nuove posizioni i resti dei reparti decimati al fronte che ora sanno di dover difendere la capitale. E qui, sulla Marna, si arresta l’avanzata tedesca, crollano le illusioni di una guerra rapida, di movimento, del «per Natale tutti a casa». In soli otto giorni, dal 5 al 13 di settembre, i due schieramenti perderanno oltre 550mila uomini mentre la Battaglia della Marna segnerà il capolinea per il Capo di Stato Maggiore Helmut von Moltke che, considerato responsabile della sconfitta, in preda ad una grave forma di esaurimento nervoso, viene rimosso dall’incarico e sostituito dal Generale Erich von Falkenhayn. Il Fronte Occidentale da questo momento si stabilizza su una linea che va dal Mare del Nord al confine con la Svizzera. Ci saranno ancora tentativi di superarsi in quell’ultima porzione di 1914, e uno degli scontri più importanti sarà la prima battaglia di Ypres dove, dal 17 di ottobre al 22 di novembre il Corpo di Spedizione Britannico si scontra con la Sesta Armata tedesca guidata dal Principe Rupprecht di Baviera. La fine dello scontro vedrà i tedeschi acquisire un grosso vantaggio strategico, avendo occupato alcune delle più ricche regioni industriali della Francia e del Belgio, ma l’obiettivo principale di occupare Ypres fallisce. Nasce, proprio nel corso della prima battaglia di Ypres, rende conto che i pochi posti dove ripararsi sono i crateri prodotti dall’esplosione dei proietti di ar tiglieria; da qui al collegare tra di loro questi crateri con cammina menti protetti e scavare ricoveri il passo è breve. In breve i contendenti si organiz zeranno a difesa e un reticolo di trincee contrapposte, disposte su vari ordini, spesso distanti tra loro poche decine di metri, co prirà per centinaia di chilometri il fronte. Proprio nel settore di Ypres, si registrerà un fatto che, privo di reale valore dal punto di vista militare, acquisterà col passare del tempo un significato umano che probabilmente va ben al di la delle intenzioni degli stes si protagonisti: la tregua di Natale tra soldati degli opposti schiera menti. Alla fine del 1914, era evidente che il piano von Schlieffen si era rivelato non attuabile, che nel cercare una rapida vittoria per poi negoziare una pace da posizioni di forza, i tedeschi avevano fallito. Con tutte le parti in grado di con tare su milioni di uomini, era im possibile assicurarsi una facile vittoria. Prima che la guerra terminasse, troppi uomini sarebbero morti. Ricordiamo Corrado Venini eroe della Grande Guerra ...Ogni libertà deve avere un limite nella libertà altrui... Così scriveva la medaglia d’oro al Valor Militare a.m. capitano Corrado Venini nel 1916 in una nobilissima lettera lasciata alla moglie per il figlio Giulio Corrado, da poco nato il 6 novembre 1915, che rimane il suo testamento. Fu ferito mortalmente infatti in battaglia dallo scoppio di una granata nemica il 18 maggio 1916 a Cima Maggio, in val Posina. Egli era intento a rianimare e riordinare i reparti dei suoi alpini del btg. Monte Suello scossi dalle perdite subite in seguito all’offensiva scatenata dagli austriaci nel Trentino e continuò «per ben sette ore a dirigere l’azione e ad incitare i suoi uomini alla più strenua resistenza, offrendo fulgida prova di altissime virtù militari». Poi, due giorni dopo essere stato trasportato nel 35° ospedaletto da campo, vi spirò per le ferite riportate con il pensiero rivolto alla Patria: «Se io cado per la Patria, dovrai nella mia morte trovare una ragione di più per amare questa nostra Italia... » e alla famiglia. Il nobile messaggio al figlio ebbe senz’altro grande influenza nella formazione del giovane Giulio il quale, nella seconda guerra mondiale, emulò poi le gesta eroiche del padre e fu insignito come lui della medaglia d’oro al Valor Militare a.m. meritata nella campagna di Grecia. Tragico e nel medesimo tempo sublime comune destino. «Ama la libertà, ma non eccedere: ogni libertà deve avere un limite nella libertà altrui: diffida di chi in nome di essa spregia la disciplina sociale, quella dello spirito e anche del corpo». Corrado Venini era nato a Como nel 1880: studi classici e scuola militare di Modena dalla quale uscì sottotenente assegnato al 3° reggimento alpini dove intanto si stava sperimentando l’utilizzo degli sci in ambito militare. Promosso tenente fu assegnato alla compagnia sciatori, da poco costituita, nella quale divenne pure istruttore dei primi corsi per alpini sciatori. Qui lo scopriamo anche poeta nelle parole dell’Inno degli alpini sciatori, noto e più volte cantato, poi, non solo nel corso della guerra, e dell’Inno del 3° alpini il cui spartito troviamo pubblicato sul quindicinale di scelta musica per pianoforte “Il pianista dilettante” edito a Torino. Il testo di quest’ultimo è permeato di amor di Patria e nobili sentimenti che possiamo verificare, per esempio, nella parte finale: «Noi gettiam di sfida un grido: / non si passa, oppur si muore! / Vivan gli Alpini, siamo del terzo. / Morendo: Italia! ciascun dirà!». Quando il suo reparto interviene in Calabria nel 1905, in soccorso della popolazione colpita dal grave ter- A fine 1912, capitano, viene trasfe rito al 5° alpini, battaglione Vesto ne ed opera in Libia al comando di una compagnia meritando nume rosi encomi solenni. Rimpatriato, dal maggio 1915 partecipa alle operazioni di guer ra contro l’Austria in val di Ledro, comandando poi la 91a compa gnia appena utilizzata, con altre, a costituire il nuovo battaglione di milizia mobile Monte Suello che è inviato a combattere sugli Altipiani vicentini in quella che fu definita dagli italiani come Strafexpedition, traduzione in tedesco di “spedizio ne punitiva”. Il Penna Nera delle Grigne ha già Varenna - Tomba della famiglia Venini e figlio eroi, per la firma Niven, il nostro Nino Venditti, mentre scriveva del nostro gruppo alpini di Varenna: «Un gruppo dedicato ad un eroe». Oggi tuttavia rammentiamo ancora la medaglia d’oro alla memoria capitano Corrado Venini, nell’occasione del centenario della Grande Guerra, perché figlio dei “nostri” laghi (Como, Porlezza come origine della famiglia, e infine Varenna) e con quel pizzico d’orgoglio per il suo desiderio di trovare riposo terreno nel cimitero di Varenna. «Difficilmente, se io cado, potrò dormire accanto ai miei cari a Varenna - scriveva ancora al figlio -. Ma là verrà inciso il mio nome». E invece le cronache del tempo ci riportano la notizia che nel 1926 a Varenna si svolsero le onoranze alla salma del capi- Lapide sulla tomba di famiglia tano Corrado Venini, classe 1880, del 5° alpini, battaglione di milizia mobile Monte Suello, tre encomi solenni e medaglia d’argento al V.M., poi medaglia d’oro al V. M. alla memoria. «La sezione alpini di Lecco è rappresentata da numerosi soci, con gagliardetti e corona verde trasportata al seguito della bara da due alpini in servizio». Varenna - Cippo nel viale delle rimembranze Ora riposa nella tomba di famiglia, “appesa” tra lago e monte nel cimitero di Varenna. Le varie lapidi ricordano, tra gli altri, il padre generale di brigata e la madre, la moglie ed il figlio Giulio Corrado, quello della lettera dal fronte. Tenente nel 3° reggimento granatieri di Sardegna e, lui pure, medaglia d’oro al V.M. alla memoria nella seconda guerra mondiale (Co stone est di Lekduchaj, 1 gennaio 1941), fu ferito e cadde in analoga situazione a quella del padre. Corrado Venini: un predestinato? Comunque un grande esempio di uomo e di alpino! Alla sua figura il nostro ricordo, oggi, e nel futuro. LUIGI B Giro delle baite zona Lecco I monumenti ai Caduti della «Acqua al nostro rifugio Cazzaniga-Merlini» e signorilità dal capogruppo Silvano Panzeri e dai suoi valenti collaboratori, hanno gustato, in allegra compagnia, un ottimo ed abbondante "rancio alpino", non tralasciando di raccogliere, come al solito, un discreta somma di denaro da devolvere alla nostra Sezione, per contribuire all’importante spesa sostenuta per portare l’acqua potabile al nostro Rifugio. Agli ideatori e collaboratori di questa sempre più bella iniziativa: mille grazie ed un lungo applauso. Rancio Laorca - I partecipanti al rancio della solidarietà ENZO VAVISA Sabato, 25 ottobre 2014, la bella sede del gruppo ANA Rancio-Laorca Monte Medale ha ospitato la 12ª tappa del «Giro delle Baite di Lecco e circondario». I partecipanti alla manifestazione, accolti con calorosa amicizia Grande Guerra Venerdì 14 novembre è stato presentato a Lecco, in sala don Ticozzi, il volume “I monumenti ai Caduti della Grande Guerra” Il censimento per la provincia di Lecco, a cura di Lucia Ronchetti, direttrice dell’Archivio di Stato di Como. L’opera, come ha affermato il prefetto di Lecco, Antonia Bellomo, che ne ha curato la presentazione, è frutto di una collaborazione sinergica tra l’Archivio di Stato e le Amministrazioni Comunali del territorio, nata nel 2010, come ha poi riferito la curatrice, con le prime richieste d’informazione ai Comuni. Il prefetto di allora, Marco Valentini, aveva promosso la ricerca nell’ambito delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. La pubblicazione avviene in occa- sione del centenario della Grande Guerra che costituisce la naturale prosecuzione di quella iniziativa: ricuperare la memoria collettiva. La realizzazione è grazie al contri buto della Provincia, del Comune di Lecco e della Fondazione del la provincia di Lecco. 267 pagine descrivono 194 manufatti alla cui ricerca hanno partecipato anche insegnanti e studenti del Liceo Manzoni di Lecco. LUIGI B Un dono per la chiesetta del Morbegno alle Betulle 209 Medaglie d’oro al V.M. sul Labaro Nazionale Accompagnata da una lettera autografa indirizzata al nostro presidente, il capogruppo Luigi Aldeghi, a nome del gruppo alpini di Cassina Valsassina, ha donato alla sezione una bella tovaglia da posare sull’altare della chiesetta del Morbegno al Pian delle Betulle. Un «piccolo capolavoro fatto a mano dalla moglie di un nostro alpino» la definisce e la dedica a tutti i morbegnini come è raffigurato sul tessuto. Grazie davvero al capogruppo, al gruppo ed alla gentile signora che ne ha curato la confezione. Con l’assicurazione che il telo farà parte del “corredo” della nostra “tenda dell’anima”. L’alpino paracadutista caporal maggiore capo Andrea Adorno ha rice vuto il 4 novembre dal Presidente della Repubblica la medaglia d’o ro al V.M. per eroico comportamento in Afghanistan nel corso di una operazione mirata a disarticolare l’insurrezione afghana. Ferito ad una gamba, manteneva stoicamente la posizione garantendo la sicurezza necessaria per la riorganizzazione della sua unità. È il primo graduato dell’esercito italiano, vivente ed in servizio, a ricevere tale ricompensa. Il presidente ANA Favero, nella recente riunione dei presidenti a Milano, ha comunicato che sul nostro Labaro nazionale, simbolo dell’Associa Protezione Civile, non solo emergenza Intenso programma di formazione dei nostri volontari 16 Novembre 2014. Alla spicciolata arrivano gli alpini a Sala al Barro. Quando ci arrivo io diversi volontari e alpini sono già al lavoro per predisporre tutto il necessario per la riuscita della festa. Dopo gli onori al vessillo ed alla bandiera ci spostiamo nel salone predisposto per le relazioni. «Il volontario è l’espressione più vera di una società civile che ha voglia e capacità di essere padrona del proprio futuro». Dopo il ricordo dei volontari andati avanti ed i saluti alle autorità civili e militari, il coordinatore Piero cita la frase di Franco Gabrielli, Capo Dipartimento della Protezione Consegna del Premio a Ugo De Giovanbattista Civile. Ha, poi, continuato: «Il volontario è il custode del territorio e forza civile di tutela della comunità: migliorare la vita di tutti, cominciando dalla propria. La Protezione Civile è previsione, prevenzione, soccorso e superamento dell’emergenza, ma per fare questo occorre soprattutto formazione, addestramento e sicurezza personale». Per meglio prepararci, dopo incontri di zona con i volontari, nei prossimi mesi sarà aggiornato e codificato l’organigramma da parte del consiglio sezionale. La relazione del coordinatore è proseguita, poi, con l’elenco degli interventi a supporto delle manifestazioni alpine, della comunità o di altre associazioni. Ho contato 17 interventi per i gruppi pronto intervento e logistico, 5 per la squadra anti incendio, 12 per i cinofili, 10 per le trasmissioni mentre il gruppo scuola/cultura ha fat- IL PERSONAGGIO È Ugo l’alpino dell’anno Premiato per la decennale attività nella Banda e nella Protezione civile Il premio è stato assegnato all’alpino Ugo De Gianbattista del gruppo di Perledo. Appena terminata la cerimonia di premiazione e prima dell’inizio della Messa ho chiesto ad Emiliano dove potevo trovare Ugo per sentire le sue impressioni a caldo sul premio ricevuto. «Ecco, quello è il suo strumento», mi dice Emiliano indicandomi un trombone rovesciato sotto il pennone dell’alza bandiera. Poi abbiamo visto Ugo tra un gruppetto di alpini che lo complimentavano. Avvicinatomi, ho chiesto ad Ugo come si sentiva in quel momento: «Sono emozionato ed un poco disorientato. Non ho fatto nulla di speciale; ho solo fatto quello che fanno gli alpini», è stata la sua risposta. Ho sentito che sei tra i fondatori della banda della Sezione di Lecco, chiedo ancora. «Si, mi piace la musica e mi diverto a suonare il mio trombone e visto che avevo la possibilità di far parte di una banda alpina ho incominciato que- Ma sei anche un volontario di Protezione Civile? «Si, sono un volontario della squadra trasmissioni da quando è stato fondato il nucleo di Protezione Civile. Le esperienze più importanti sono stati gli interventi umanitari nella ex Juguslavia, prima a Zagabria e poi a Sarajevo. All’epoca avevo una ditta di auto trasporti ed ho messo a disposizione alcuni automezzi». Il tuo capo gruppo mi ha detto che partecipi anche alle attività del gruppo… «Mi sembra ovvio partecipare alle attività ed alle manifestazioni del gruppo come tutti gli alpini». Non è che fai anche qualcosa d’altro? «Ora sono in pensione ed ho più tempo libero. Al martedì vengo a Sala al Barro per aiutare a mantenere in ordine mezzi e attrezzature», è la sua risposta. La Messa sta per iniziare ed Ugo si muove per partecipare alla cerimonia. Resto un attimo a meditare sulle poche parole che l’alpino Ugo mi ha detto. Complimenti al Presidente ed al consiglio per la to 28 esercitazioni di evacuazione e 10 visite alla linea Cadorna. Il logistico si ritrova, inoltre, ogni martedì, per gestire automezzi, attrezzature e materiali. Chiude il proprio intervento il co ordinatore richiamando, prima, gli aspetti legislativi regolati da leggi nazionali, anche questi rivol ti alla tutela del volontario, poi, ri volgendo i ringraziamenti ad ogni singolo volontario per l’impegno profuso durante l’anno. Successivamente è intervenuto Flavio Polano, presidente della provincia di Lecco, che ha posto l’accento sulle oggettive difficoltà dovute alle variazioni climatiche, alla varietà ed alla fragilità del no stro territorio. Questa situazione ci porta spesso a gestire le emer genze; noi dobbiamo essere ca paci di trasformare gli interventi non più sulle emergenze ma sulla prevenzione. Ecco la necessità di aprire ai giovani e di crearci un fu turo migliore Il nostro presidente Marco Ma gni, dopo aver rivolto i ringra ziamenti alle autorità civili e mi litari ed ai nostri volontari, ci ha invitati a condividere, anche nel nostro giorno di festa, idee e di sponibilità per poter sempre me glio soddisfare le richieste della popolazione. Infine l’attestato per i volontari che hanno raggiunto 80 anni di età e la consegna del premio alla memoria del nostro presidente Raffaele Ripamonti all’alpino Ugo De Gianbattista del gruppo di Perledo. Chiude la mattinata la celebrazio ne della Messa, officiata da don Paolo, missionario del Pime che durante l’omelia ci ha ricordato i valori alpini: tradizione e memo ria, solidarietà, amicizia, disponi bilità ad aiutare il prossimo. E su bito mi tornano alla mente le due figure più importanti di questa nostra manifestazione: Alessan dro Merlini, fondatore del nucleo P.C. e Raffaele Ripamonti, en trambi autorevoli figure di alpini, presidenti della Sezione di Lecco. Ora, chiusa la parte istituzionale della manifestazione, che conti nui la festa, più che meritata, dei nostri magnifici volontari, alme no una volta all’anno, favoriti an che da Giove pluvio che benigno Volontario, sei un…rubalavoro? Ho sentito da alcuni anche questa: la Protezione Civile è il corpo nel quale affluiscono tutti i fanatici scartati dalla Polizia, Esercito e Carabinieri, costituito al fine di risparmiare sui costi dei Vigili del Fuoco, addetti ecologici, edili e altri lavori più o meno sporchi. E poi ancora: è un disperato tentativo di salvare la finanza pubblica, in cambio della possibilità di poter indossare una divisa con qualche lustrino fosforescente. Si usa gente che si abbassa a compiere gratuitamente i più umili e degradanti dei lavori, ma anche in mansioni tecniche per le quali lo Stato, perennemente in crisi, non vuole e non può, spendere danaro in stipendi (spesso inutili), compensi, ecc...Va bene, nessuno è cieco. Forse si avrebbero più posti di lavoro con solo soccorritori professionisti, c’è però il non piccolo problema, chi li pagherebbe tutti? Conosciamo che il nostro territorio e non solo, è purtroppo, in certe sta- gioni dell’anno, ricco di calamità dove in molti casi occorrono un surplus di uomini e mezzi. Poi in verità mi sembra che il fenomeno volontari non tolga lavoro a nessuno. Non credo che ci sia la fila di persone che, pur pagati, vogliano far parte di associazioni ove, quando occorre, non esistono feste, Pasqua, Natale e Capodanno. Mi domando poi il perché si offende. Ognuno è libero di scegliere la sua strada, non per le divise luccicanti e robe del genere, è la solita secolare storia: non si può più pensare di fare del bene senza essere criticati. Non importa. Il volontariato è una scelta che parte dal cuore, una scelta giusta perché consente di far qualche cosa per il prossimo, anche se toglie piccoli spazi ai propri interessi quotidiani. Crede, e chi scrive con loro, che essere volontario significa essere una persona che aiuta altri senza secondi fini, spesso senza un grazie (come suddetto). È una cosa alla portata di tutti e specialmente nel mondo di oggi, dove, non si fa niente per niente. I valori che il volontario, con il proprio esempio, intende trasmettere ai giovani i valori del «fare» senza essere costretto: gratuità, senso di vicinanza, solidarietà e fratellanza. Tutto questo non è pura retorica è solo verità. Le associazioni nella costellazione del volontariato sono tantissime, ognuna con i propri intenti, con i propri orientamenti sociali mirati, ognuna con le proprie forze. Qualcuna tra le più eclatanti sono d’esempio: la Croce Rossa Italiana, Bianca e Verde, Avis, Aido, Medici Senza Frontiere, Soccorso Alpino, quelle ospedaliere, gli ecologici, i volontari di enti religiosi per la protezione dell’infanzia, per l’aiuto agli handicappati, alle preziose guardie ecologiche, ai missionari in terre lontane e rischiose, ai più miseri e altre organizzazioni impegnate nel sociale. L’elenco è lunghissimo, si può riempire un dizionario ove, però, sotto alla vocale «A» puoi trovare l’acronimo Ana con la sua storia, con la sua Protezione Civile. Un percorso iniziato nel 1976 dalle macerie del Friuli devastato dal terremoto e speriamo terminato a L’Aquila. Fiore all’occhiello, lo scrivo con una certa presunzione, il nostro nucleo di Protezione Civile «Sandro Merlini» costantemente presente al richiamo di aiuto che provenga da qualsiasi parte del territorio ed oltre. NIVEN Riunione dei capigruppo della Sezione di Lecco Presso la Sala Conferenze dell’Unità di Protezione Civile, a Pescate, venerdì 7 novembre si è svolta la riunione dei Capigruppo. In apertura si procede al saluto alla Bandiera. Sono presenti 52 gruppi su 70 1 - Aggiornamento lavori al rifugio Cazzaniga-Merlini Il presidente dichiara che i lavori al rifugio sono finiti e che i risultati sono stati più che soddisfacenti. Ringrazia per la partecipazione tutti gli alpini che hanno collaborato. Un particolare ringraziamento ai tecnici che hanno curato la realizzazione dell’opera, Ing. Negri, Arch. Spreafico e Ing. Dario Comini. Prende la parola l’Ing. Negri per illustrare e commentare le foto relative all’esecuzione dei lavori e per complimentarsi con Cesare Goretti per l’esecuzione materiale dei lavori con passione e competenza. L’arch. Spreafico illustra l’aspetto economico che ha avuto un costo totale di € 89.932,00 Il contributo regionale è di circa € 46.000,00 pari al 50% della spesa. 2 - Attività sezionali in programma Il presidente comunica che il prossimo cantiere da aprire sarà al Pian delle Betulle per non far scadere il progetto. I lavori riguarderanno il tetto e possibilmente l’impianto elettrico, per avere un illuminazione più adeguata e diffusa e quello di riscaldamento. Occorrerà intervenire anche sul muro di sostegno esterno in parte inclinato e pericolante. Elenco prossime manifestazioni:. 13.12.14 - Concerto di Natale, 40° di fondazione delle Banda e consegna delle borse di studio Ugo Merlini. Verrà consegnato un riconoscimento alla Dr.sa Elena Giorgioni che ha redatto una tesi sulla storia del nostro giornale Penna Nera. 23.01.15 - Messa di Nikolajewka a Merate In febbraio Cerimonia di Nikolajewka a Madesimo. Sarà preceduta da un incontro organizzativo a Mandello con i presidenti delle sezioni di Como, Colico e Sondrio. Lori illustra le attività sportive: Ai piani di Bobbio tutto è andato molto bene. 15.02.15 - 80° Campionato sci di fondo ad Asiago 08.03.15 - 38° Campionato di sci alpino a Schilpario 22.03.15 - Slalom a Chiomonte in val di Susa 21.06.15 - Corsa a staffetta a Bedonia 19.07.15 - 44° corsa in montagna a Soligo-Conegliano Ramon aggiorna sulla preparazione del sito che serve per avere più possibilità di approccio sul territorio per tutte le info riguardanti la sezione. Invernizzi informa che tutte le notizie su Penna Nera verranno riportate sul sito. Chiede di comunicare qualsiasi attività in atto presso i gruppi. La banda festeggia il 40° di fondazione. Caglio di Osnago chiede info sulla consegna del nostro Penna Nera che non arriva a tutti i suoi iscritti. La stessa cosa si verifica anche presso altri gruppi. Si faranno controlli. Il ritiro bollini sarà possibile dopo il 19 novembre. 3 - Attività Protezione civile Il presidente informa che entro l’assemblea di marzo presenterà un nuovo organigramma. Farà un giro nelle zone per individuare le figure di capisquadra e vice capisquadra. Dell’Era informa che quanto fatto sulla Linea Cadorna l’anno scorso è andato tutto bene così anche per il collaudo. Ringrazia Ivan Piazza per la sua attività presso le scolaresche. Adesso il problema sarà di ben gestire la manutenzione. 4 - Adunata dell’Aquila 2015 Tavola: fino ad ora 76 iscritti per partecipare con l’organizzazione sezionale. Da informazione sui contributi per i lavori relativi al rifugio e alle Betulle, pervenuti ad oggi. Mariano Spreafico comunica che non c’è una partecipazione attiva all’Adunata dell’Aquila da parte delle autorità amministrative e l’organizzazione è molto in ritardo. 5 - Comunicazioni varie Presidente: ulteriori prossimi interventi di manutenzione alle coperture dei manufatti a Pescate e a Sala al Barro. LA VOCE DEI GIOVANI La naja volontaria oggi… Alessandro Regazzoni racconta il suo anno nel 7° alpini Alessandro e i compagni di naja «Ho svolto il Rav (Reggimento addestramento volontario) a Verona. Successivamente ho prestato servizio nel 7° Reggimento alpini nel battaglione Feltre a Belluno con l’incarico di Alpino fuciliere. Il tutto da marzo 2009 a marzo 2010». Fino a pochi anni fa non si diceva forse “Car”? Chiediamolo ad Alessandro Regazzoni del Gruppo di Belledo. L’idea di questa “intervista” è nata durante una manifestazione alpina in vetta al monte Resegone seduti intorno ad un tavolo, ricordando momenti di vita alpina passata, e per l’appunto Alessandro, che in quel momento sedeva accanto a me, non si trovava con le esperienze da lui vissute, se non in minima parte. «Gavetta, cubo, sveglia alle sei. Campo estivo, mi sembra di aver fatto qualcosa», mi diceva … Vediamo cosa ci racconta, e ognuno di noi si metta a confronto con le proprie esperienze. Perché hai voluto diventare alpino e provare questa esperienza militare? Non avevo un motivo ben preciso, forse per continuare la tradizione familiare “alpina”, in quanto mio nonno era stato alpino così come alcuni miei zii e cugini. Dove hai fatto domanda per diventare alpino? Presso il distretto di Como. Poi mi hanno mandato a Verona per due mesi al Rav (prima si chiamava Car). C’erano altri 3 campi di addestramento, e precisamente a Napoli, Ascoli e Chieti. La sveglia era alle sei, colazione e alzabandiera alle otto. Attività fisica e poi addestramento vario, pressappoco come il vostro, sentendovi parlare. Dimenticavo; c’erano le donne, che alloggiavano in compagnie separate. Dopo il “Rav” dove ti hanno trasferito ? Dopo mi hanno traferito a Belluno al 7° reggimento con incarico di Alpino fuciliere. Com’era la giornata tipo in caserma? La sveglia non era roboante con musiche o trombettate, ci si poteva alzare anche dieci minuti prima dell’alza bandiera; l’importante era essere in ordine per quel momento. La colazione si poteva fare in camera, allo spaccio o in mensa. (di solito in mensa non c’era nessuno). In camerata eravamo in sei e ognuno aveva il comodino, sedia e armadietto. Attenzione che il “cubo” andava sempre fatto. Dopo l’alza bandiera venivano dati i compiti. Alla sera invece il contrappello era alle undici e si doveva essere in stanza, ma si poteva essere anche a letto. Di solito passava il sergente o il caporale di giornata. Nonnismo Tre amici Forse perché eravamo tutti volontari e consapevoli delle nostre scelte e non c’era tempo per stupidaggini. Ok qualche scherzo... Cosa mi dici invece della gavetta... La gavetta l’abbiamo vista i primi giorni, poi l’abbiamo dimenticata nell’armadietto. Il pranzo, quando eravamo fuori per esercitazione, ci veniva portato dai mezzi dedicati e servito in piatti di plastica. La razione K? Una volta sola. Turni di guardia? Sì, quelli venivano fatti, con l’aiuto delle telecamere. Si facevano quando la compagnia usciva per addestramento, allora si simulava un’azione in campo nemico e la caserma diventava un obiettivo sensibile e chi stava in caserma faceva la guardia. Solo in questa occasione sono salito sulla garitta. Campi estivi e invernali? Campi estivi e invernali come li intendete voi mai fatti, sulle Dolomiti non siamo mai andati se non quelle del Bellunese. Si facevano dei campi in autunno di addestramento con orienteering sul territorio. Un giorno alla settimana si facevano marce intorno al bellunese. Ricordo che l’unica volta che sono andato nel cuore delle Dolomiti e precisamente sulla Marmolada, è stato per andare a trovare un mio commilitone che era stato traferito per un mese a far all’arrivo della funivia. (Il Museo è annesso alla stazione di arrivo a Serauta (quota 2.950 m) che parte da Malga Ciapèla (1.500 m). É il più alto d’Europa e si trova pro prio sui luoghi dove si è combat tuta la Grande Guerra tra Italiani e Austro-Ungarici ndr.). In tenda hai dormito? Sì, certo. Non posso dire di certo di aver “sentito l’acqua giù per le spal le...” questo lo ammetto; però lo spirito alpino in qualche modo l’ho percepito e ne ho fatto tesoro. Quali altre attività hai svolto? Ho partecipato all’operazione “Strade sicure”, in affiancamen to all’arma dei Carabinieri nello svolgere i pattugliamenti su punti e presidi sensibili. Quali esperienze di vita ti sei portato a “casa” da questo anno di vita alpina? È stata sicuramente un’esperien za positiva che mi ha arricchito a livello umano . Ho imparato ad “obbedire”, a ri spettare compagni e superiori. Mi ha stimolato a cercare soluzio ni personali in situazioni critiche. L’esperienza è stata più appagan te anche perché, da quello che avevo sentito prima della parten za sul “nonnismo” ho riportato solo esperienze positive. Come la vivi oggi questa tua esperienza, all’interno del tuo gruppo alpino? Sono appena entrato grazie alla spinta del capogruppo Roberto Riva. Per il momento non partecipo at tivamente alla vita del gruppo. Non ci sono tanti giovani e since ramente non trovo quello spunto per partecipare più attivamente. Se non si frequenta la sede o la baita, si rimane fuori dal giro. Vorrei chiudere con una rifles sione: lascio ad ognuno di noi il compito di riflettere su quanto raccontato da Alessandro e trarne le dovute conclusioni. Mi rivolgo in particolare a tutti i capigruppo: cerchiamo di non vivere solo di ricordi ma di essere con il nostro esempio, portatori di valori che oggi per comodità o per moda ci dimentichiamo. La nostra storia non è fatta solo di gloria, ma anche di tutte le brut Anche gli alpini lecchesi all’Adamello 2014 Il cinquantunesimo Pellegrinagannuale in Adamello è stato dedicato a Giovanni Paolo II nell’anno in cui è diventato Santo. Così il ricordo dei caduti della Grande Guerra nel centenario dallo scoppio è stato celebrato accostandolo al Grande Papa ricordando l’anniversario dei 30 anni dalla sua prima visita a sorpresa (con il Presidente della Repubblica Sandro Pertini). Nel 1988 vi ritornò poi ufficialmente celebrando una Messa alla Lobbia Alta, che diverrà poi il luogo sacro, simbolo della pace nelle terre dove vi furono i conflitti più cruenti. E proprio lì all’Altare del Papa si sarebbe dovuta svolgere la cerimonia solenne del sabato. Purtroppo come molte volte quest’estate il meteo non l’ha permesso. Il gruppo più numeroso di rappresentanti della sezione di Lecco formato da 7 alpini ha fatto parte della colonna 6 del versante trentino. Dopo la salita al rifugio Carè Alto del venerdì, effettuata col bel tempo, il morale (nonostante le previsioni meteo) era alto. Il sabato mattina alle 2.30 si parte con un cielo sereno che illude la maggior parte dei pellegrini. Dopo un’ora circa di cammino in direzione Passo del Cavento una pioggerellina fine calma il buonumore. Via via il tempo peggiora, qualche lampo, qualche tuono e inizia a piovere copiosamente. È ancora ampiamente buio e la pioggia sulle rocce e sul sentiero rende ancora più difficile la salita. Ci alziamo di quota arrivando sul ghiacciaio a circa 3000 mt, la pioggia si trasforma in neve che si attacca sulle nostre mantelle e sui nostri zaini. Le guide fanno un summit e d’intesa con le altre colonne e gli organizzatori dichiarano dietro-front. Troppo pericoloso salire ancora soprattutto in vista del percorso che ci resta da affrontare sia per difficoltà tecniche che lunghezza. Si rientra con una lunga discesa sotto una pioggia autunnale che non smette fino a fondovalle. La messa all’altare del Papa è stata annullata. È stata celebrata una Messa nel rifugio Caduti all’Adamello per i fortunati che erano giunti in quota il venerdì con il bel tempo (c’era l’amico del gruppo di Galbiate che ci ha raccontato di un venerdì spettacolare sia dal punto di vista meteo che storico con la visita delle trincee in quota). La domenica si è tenuta la cerimonia conclusiva a Tione di Trento con la Messa celebrata dal car- Adamello - Immagini dei nostri gruppi con i consiglieri nazionali e sezionali Mariano e Cesare Una attraversata tra storia e presente Sabato 6 settembre, di buon mattino, tre figli di alpini partono a piedi da Ca’ San Marco diretti al Cimone di Margno. Li aspetta un’attraversata di 28,4 Km., 1641 metri di dislivello positivo e 2019 negativo, ma la giornata è buona, l’affiatamento li sostiene e l’aria frizzante del mattino ristora la fatica dei primi passi. L’itinerario è affascinante e suggestivo dal punto di vista naturalistico. In sequenza vengono attraversati: il Passo di Verrobbio - dove si possono vedere i resti delle trincee e altre opere di fortificazione (Linea Cadorna) della prima guerra mondiale, fatti di camminamenti, dinale Re che ha portato i saluti di Papa Francesco e ha sottolineato l’amore di Papa Wojtyla per quei luoghi e ha ribadito la Santità di quest’ultimo. In conclusione i veci e i più pre senti commentavano che nelle precedenti 50 edizioni mai la ce rimonia in quota era stata com pletamente annullata! Cosa vorrà significare? Anche questa edizione è storia. Sicuramente è stata l’edizione dei pellegrini. Centinaia di persone sono partite nei vari giorni della settimana e dai vari punti dell’A damello con una meta comune. Non è stato possibile raggiunger la. La memoria ai caduti è stata resa lo stesso, forse anche in ma niera più forte, sentita e naturale. Nel ritornare a valle, rammarica to per non poter raggiungere la meta, pensavo che cento anni fa migliaia di uomini non poterono scegliere di tornare indietro! E quanti non ritornarono più del tutto! allora forse va bene così, silenzio e nessun rimpianto! L’Adamello quest’anno non ha sentito i tanti e forse troppi elicot teri, ma ha visto tantissimi cappelli alpini, gagliardetti e vessilli muo versi in silenzio quasi portando rispetto a quei luoghi. Per la cronaca la sezione di Lecco era rappresentata dal consigliere Cesare Goretti e dagli alpini con i gagliardetti dei gruppi di Ballabio, Cortabbio, Esino Lario, Galbiate, Pasturo, Primaluna, Olgiate Calco. EMILIO GALBANI gallerie e finestre di osservazione - il Lago di Pescegallo, il Rifugio Salmurano, la Val Tronella, il Lago di Trona, l’idilliaco Lago Zanco ne, la Bocchetta di Trona sotto la protezione del Pizzo Tre Signori - e un improvviso acquazzone -, il Rifugio Santa Rita. Percorren do tratti selvaggi e stupendi della Gran Via delle Orobie, partiti alle 8 i tre raggiungono il Cimone di Margno poco dopo le 18, unen dosi poi agli alpini per la tradizio nale fiaccolata verso i Piani delle Betulle. Al tramonto il saluto di un arcobaleno che dal fondo del la Val Brembana solcava il Pizzo e si gettava nell’Alpe Varrone, ha benedetto questo viaggio fatto di bellezza, di fatica, di memoria e di Invito a Sezioni e Gruppi ad interpretare il centenario della Grande Guerra Il rifugio alpino di Costalovara Nella bella cornice del Soggiorno Alpino il 25 e 26 ottobre si sono ritrovati i referenti del Centro Studi Ana e Sacrari per confrontarsi sulle tematiche che l’Associazione sta portando avanti: la celebrazione del centenario della Grande Guerra innanzitutto, con i temi “ricordo dei Caduti” e “trasmissione della memoria ai giovani”. Quanto al primo la sede nazionale si è fatta promotrice dell’accordo quadro con OnorCaduti, che permetterà agli alpini di partecipare alla manutenzione e al presidio dei Sacrari, dai grandi nazionali sino ai piccoli e locali, secondo le convenzioni che via via saranno approntate. Per il secondo è disponibile, come ha esposto Gianluca Marchesi, il progetto “il Milite...non più ignoto” che sta coinvolgendo scuole e studenti in una ricerca su nomi di Caduti, documenti, lapidi, vie, piazze per un concorso il cui bando è allo studio, anche con appoggio dello Sme, e per il quale si pensa ad un evento finale a livello nazionale. Il presidente del Centro studi, il nostro consigliere nazionale Mariano Spreafico, ha presentato il logo ufficiale “Gli alpini per il Centenario” da utilizzare accanto al logo Ana in iniziative organizzate direttamente da Sezioni e Gruppi. Per eventi in collaborazione con altri occorrerà autorizzazione del Centro Studi descrivendo brevemente l’iniziativa a cui si intende abbinarlo. Tutte le manifestazioni dovranno essere comunicate per tempo al Centro Studi per documentazione e memoria. Inoltre è stata aperta sul sito dell’Ana una pagina dove saranno segnalate iniziative, articoli, bibliografie e altro: www.ana.it/pagine/ gli-alpini-per-il-centenario.dot Mauro Depetroni ha poi proiettato e commentato un vademecum illustrativo delle linee guida per allestire una mostra ed ha concluso che occorre anche, e non è secondario, definire per tempo la possibile esportabilità della stessa. Proprio su quest’ultimo tema si è soffermato Andrea Bianchi, presentando il progetto di una piccola mostra sulla storia de- PIAN SCIRESA I 40 anni del «Cippo degli alpini» Per i 40 anni esatti dall’inaugurazione del Cippo degli Alpini posto nella Pineta di Pian Sciresa, gli Alpini di Malgrate si sono radunati al Cippo lunedì 22 settembre per ricordare l’evento. Al ritrovo erano presenti: il parroco di Malgrate don Andrea Lotterio, il vicesindaco alpino del Comune di Malgrate Innocente Vassena, i rappresentanti degli «Amici della Croce di Pian Scire- sa», il presidente della Sev di Valmadrera e tutti i capigruppo degli Alpini di Malgrate che nei 40 anni di vita del Cippo si sono succeduti nella conduzione dell’associazione, in ordine decrescente alpini: Emilio Giovari, Giuseppe Longhi, Adolfo Fumelli e Umberto Anghileri. Unici assenti il capogruppo dell’inaugurazione Luciano Verlino salito prematuramente nel Paradiso di Cantore ed il primo ca- pogruppo Andrea Chiarcos, momentaneamente impossibilitato a camminare. Don Andrea con una preghiera ha ricordato tutti gli Alpini e volontari che hanno lavorato per la costruzione e la manutenzione del Cippo ed in particolare il “vecio” Luigi Biffi ideatore ed al tempo vera anima dell’iniziativa. La breve cerimonia si è conclusa con la recita della «Preghiera dell’Alpino» e con il rancio in compagnia. PER IL GRUPPO CLORINDO RIVA Il logo “Alpini per il centenario” da utilizzare accanto al logo ANA” gli alpini nella Grande Guerra su pannelli roll up, che per il poco spazio impegnato sarà sponibile all’itinere -nel livello base eventualmente da integrare in loco- presso gruppi e sezioni con il solo impegno del traspor to dalle zone di deposito. Questa mostra, che per la sua configura zione non avrà necessità di loca zioni attrezzate, sarà un’interes sante opportunità da prenotare sollecitamente presso il Centro Studi nazionale. Prima dell’apertura ufficiale del dibattito il direttivo si è intrat tenuto sui campi scuola e Mar chesi ha presentato un filmato con situazioni e momenti ripre si durante le ultime esperienze. Quest’anno, oltre ai 13 campi di "Anch’io sono la Protezione civile" organizzati in accordo e secondo il format del Diparti mento nazionale della Protezio ne civile, l'Associazione ha dato vita al primo campo scuola Ana, allestito a Griante. Sulla base di risultati confortan ti e dell’esperienza acquisita si è allora convenuto di prevedere un unico tipo di campi, con un regolamento preciso, che l’Ana porterà avanti affiancando e aiu tando il Ministero, ma con gestio ne in prima persona. Avverrà nel rispetto del protocollo imposto ma rimodulandolo leggermente, ampliando e inserendo in manie ra equilibrata aspetti che riguar dano da vicino gli alpini e che ci interessa comunicare ai ragazzi: memoria, ricordo, coralità, ecc. Nel successivo dibattito anche il nostro Ivan Piazza ha portato un contributo sottolineando le re sponsabilità e quindi professio nalità, capacità e attenzione che debbono avere le persone alle quali vengono affidati i giovani. Tanta carne al fuoco e tante pro poste che ci si augura diventino pretesto per tavoli di lavoro di VITA DEI GRUPPI a cura dei gruppi della sezione di Lecco Barzio Festeggiati i 30 anni del Bivacco Domenica 20 luglio il gruppo si ritrova come ogni anno al Gesolo in Valle di Corda e quest’anno in particolare per festeggiare il 30° di costruzione del «Bivacco enne Nere Gruppo Barzio». La festa inizia al mattino ore 9 con la camminata alpina, gara a tempo non competitiva aperta a tutti (piazzale funivia - bivacco) - Ore 11 arrivo dell’ultimo di 30 concorrenti. Ore 11,30 ritrovo all’entrata Bivacco dove sulla parete è stata murata una marmina a ricordo del 30° di fondazione con ringraziamento a tutti quanti alpini e simpatizzanti hanno contribuito alla costruzione. Presente tutto il consiglio in carica, il sindaco Andrea Ferrari, Ass.ne Naz. Carabinieri Barzio e reduci, il nostro alfiere Mario Scandella col nostro gagliardetto accompagnato anche dai gagliardetti provenienti da Cassina Valsassina, Pasturo e Introbio. Benedizione della marmina da parte del parroco di Barzio Don Lucio Galbiati e a seguire Messa al Gesolo. Ore 13 pranzo per tutti. Ore 14 premiazione di tutti i concorrenti della camminata alpina da parte del sottoscritto Giuseppe Arrigoni Marocco. Si ringrazia per i premi la ditta Invernizzi formaggi di Maggio di Cremeno, la Rinascenza e Sorgente sport di Barzio e Sport Specialist di Barzanò. Un grazie a tutti quelli che hanno partecipato alla manifestazione e arrivederci all’anno prossimo. IL CAPOGRUPPO GIUSEPPE ARRIGONI MAROCCO Belledo Il Tirano a Ponte di Legno Il Battaglione Tirano è stato sciolto il 21 Marzo 1991 ed il 31 Agosto 2014 si è svolto il IV raduno di coloro che hanno militato in questo glorioso battaglione a Malles Venosta nel 1953, composto da cinque compagnie, 46-48-49-09 mortai e la comando, alla quale partecipai dopo aver svolto il corso alla scuola militare di Aosta, nel lontano 1957. Eravamo presenti in circa 1.200 alpini tra "Veci" e bocia, attraver- Barzio - La targa commemorativa gente del posto che sempre accompagnano le sfilate. Tra i gagliardetti c’era anche quello del Gruppo di Belledo. La cerimonia si è svolta in maniera usuale; sfilata con bande, autorità civili e militari,onore ai caduti, Messa al campo celebrata dal Vescovo, ex Alpino del Tirano, venuto dal Brasile per onorare la manifestazione. L'organizzazione è stata perfetta, la parteciapzione dei residenti molto sentita, numerosi i battimani e la Messa molto partecipata, terminata con la preghiera dell’alpino ed il canto “Signore delle cime”. Un plauso a tutti... Arrivederci alla prossima - Tirano ...mai tardi. ALPINO GIANBATTISTA VILLA «MONTE RESEGONE» BELLEDO Garbagnate Monastero e Brongio I nonni, i bambini e gli alpini con la Protezione civile Ana Numerosi sono stati i partecipanti alla giornata organizzata dal Gruppo Alpini di Garbagnate Monastero e Brongio nella mattinata di domenica 5 ottobre, che ha visto Belledo - Ponte di legno, raduno del Tirano nonni, genitori, bambini ed alpini camminare per le vie del paese. La manifestazione ha visto quale premessa alcune altre iniziative. Si è iniziato il venerdì con una giornata dedicata alle scuole dell’infanzia e Primaria: prove di evacuazione con la Protezione Civile locale, coordinata dall’alpino Ivan Piazza, la proiezione di un filmato «Ma chi sono questi alpini?» e una mostra preparata dagli alunni e dedicata ai nonni e all’ambiente. La sera del sabato si è svolta la premiazione dei lavori presenti alla mostra ritenuti più meritevoli; a seguire un filmato, presentati da Cristian Mornico, sulla Protezione civile Ana della Sezione di Lecco illustrante alcuni interventi nelle zone terremotate e alluvionate, e per finire la proiezione di diapositive, ben commentate dall’amico Ivan Piazza, sulla storia ed il recupero della Linea Cadorna. La giornata di domenica è iniziata con un corteo che partendo dalle scuole ha raggiunto il locale monumento agli alpini; dopo l’alzabandiera sulle note dell’Inno d’Italia, la madrina del Gruppo Alpini, signora Rosanna Valsec- chi, ha depositato un omaggio floreale. Il silenzio, suonato ma gistralmente con la tromba, ha concluso il breve ma intenso momento. Presenti il consigliere nazionale Mariano Spreafico ed il consiglieri sezionale Mauro Fari na oltre al sindaco e altre autorità locali. Da qui è poi iniziata la cammina ta non competitiva con piazzole e luoghi da visitare e conoscere iniziando con la vecchia Filanda, ormai ristrutturata ed adibita ad abitazioni. Sul posto un pannello illustrante le attività che ivi erano svolte, un tavolo con rami e foglie di gelso con sopra un centinaio di bozzoli gentilmente donatoci dal Museo della Seta di Como. Il signor Romeo, giovane ottanten ne, ha illustrato alcuni aspetti dell’allevamento del baco che fino a tempi non tanto lontani co stituiva una reale fonte di lavoro per gli abitanti del paese. Alcuni componenti del Gruppo Firlinfeu di Pusiano hanno poi eseguito dei canti sulla filanda. Passati oltre ci si è soffermati presso il palazzo dei nobili Fu magalli, signorotti del luogo nei secoli passati. Micanzi, attuale Garbagnate Monastero e Brongio - Alpini e scolari proprietario, ha gentilmente concesso di visitarne i giardini e parte dei locali. La camminata è proseguita poi per via Italia dove in una piazzola era presente una grande cornice in cui si stagliava la chiesetta di San Martino. Un pannello illustrava con immagini l’interno della stessa e Umberto Colombo ha recitato alcune filastrocche da lui composte sulla valle e la chiesetta. Poi dopo un piccolo ristoro, preparato dai gestori della locale pizzeria, si è passati a visitare la casa Butti, risalente al 1500 e descrittaci dall’attuale proprietario Boselli che ci ha permesso di visitare anche i bellissimi e ben curati giardini. Alcuni balli del Gruppo Firlinfeu di Pusiano, con i loro antichi costumi brianzoli, hanno reso l’atmosfera della vita contadina del passato. Indi si è entrati a visitare la chiesetta dei Santi Nazaro e Celso, risalente al XI secolo dove la signora Elisabetta Rigamonti ne ha illustrato la storia e le sue bellezze. Infine raggiunto i pressi del campo di calcio. Don Giacomo ha celebrato la Messa al campo. Al termine dopo i saluti delle autorità presenti, il sindaco Sergio Ravasi, il presidente sezionale Marco Magni e il Consigliere nazionale Mariano Spreafico, si è passati alla tavola con menu alpini (cassola, brasato, zola, polenta, ecc..). Nel pomeriggio il Gruppo Protezione civile della Sezione di Lecco ha presentato i propri mezzi e le attrezzature a sua disposizione e dato vita a bellissimi momenti con le unità Cinofile e la squadra Antincendio boschivo coinvolgendo i presenti, in particolar modo i più giovani. In chiusura si è proceduto all’estrazione di numerosi premi per Garbagnate Monastero e Brongio - Tanti ragazzi alla manifestazione zo Bruno ha poi concluso: «Vorrei ringraziare tutti coloro che a vario titolo hanno collaborato alla buona riuscita di questo evento e tutte le persone che con la loro presenza hanno voluto partecipare alla nostra iniziativa». IL GRUPPO San Genesio Ricordato il mezzo secolo dell’Alpino della Vetta Il 28 settembre 2014 è stata una di quelle date che entreranno negli annali del Gruppo Alpini Monte San Genesio, il sodalizio che riunisce le Penne Nere di Rovagnate, Perego e Santa Maria Hoè. In una giornata autunnale solo per le tinte del cielo, alla presenza delle autorità locali e dei rappresentanti di un gran numero di gruppi del territorio nonché di semplici cittadini, si è festeggiato il compleanno dell’Alpino di Vedetta, la statua eretta cinquant’anni orsono per ricordare tutti i combattenti andati avanti nel cammino della vita. Opera dello scultore Santo Caslini, il monumento, come già ben spiegato dal nome scelto per lo stesso dal consiglio direttivo di allora guidato da Danilo De Capitani, rappresenta effettivamente un alpino, realizzato in bronzo, quale “simbolo tangibile della nostra presenza nel territorio della Valletta” come afferma l’attuale capogruppo Carlo Brambilla nel libretto appositamente realizzato in occasione di questo importante traguardo raggiunto. «Dall’ubicazione a suo tempo individuata, sta ad osservare i nostri paesi e non li perde mai di vista». Il monumento – dal 20 settembre 1964 - è infatti posto a Santa Maria, alla confluenza della strada che sale da Rovagnate con quella che da Tremonte porta verso Hoè, rivolto verso le colline di Perego. «Dal suo sguardo, sereno ma determinato, comprendiamo lo stile della sua presenza: stare in mezzo a tutti noi come farebbe un fratello maggiore». E proprio dinnanzi all’Alpino si è conclusa la cerimonia ufficiale, modulata dal seguente programma. Aperta con l’alzabandiera a Villa Sacro Cuore, la mattinata è poi proseguita con la Messa presso la parrocchiale di Rovagnate, celebrata da Padre Celestino Buzzi; a seguire il corteo si è inerpicato fin su a Santa Maria facendo sosta dapprima al cimitero del paese poi alla baita degli alpini. Nel primo “stop” si è voluto rendere omaggio, alla presenza anche dei parenti, a Giorgio Perego, giovane santamariese morto durante l’edificazione del primo monumento pensato per onorare i caduti di tutte le guerre, un’opera che, a pino di Vedetta, eretto solo diversi anni dopo, rappresenta dunque la seconda versione, completa mente riprogettata in maniera originale dal Caslini. Alla sede del gruppo, invece, si sono susseguiti gli interventi della autorità con Paola Panze ri, presidentessa dell’Unione dei comuni della Valletta, a rompere il ghiaccio raccontando un aned doto personale. Prendendo la pa rola, ha infatti citato le fotografie di tre giovanissimi che, da picco la, si fermava ad osservare a casa di conoscenti. Si trattava di tre combattenti di appena 17, 18 e 20 anni spirati dopo una brevissima permanenza al fronte. Morti in guerra insomma così come tutti quei soldati il cui sacrificio è poi servito per «elevare l’Italia da ter ritorio a Patria», una Patria che, attraverso la propria Carta Costi tuzionale, all’articolo 4, chiede ad ognuno di «continuare a fare la propria parte» anche oggi, in tempo di pace ma soprattutto an che oggi dinnanzi alle nuove sfi de dettate dalla crisi economica: «ci si può rialzare anche dopo la tempesta» il messaggio di speran za lanciato in chiusura, passan do il microfono a Marco Magni presidente sezionale. Egli, ha così definito in più passaggi, il monu mento come il «punto di riferi mento da seguire per i valori che rappresenta, per la fede e l’amo re, per l’umiltà e la semplicità an che in una società difficile come la nostra». Lo zaino dell’alpino – ha poi ripreso– «è affardellato di valori. Noi dobbiamo andare avanti stando vicino alle Ammini strazioni e alle Forze dell’ordine, dobbiamo essere riferimento per i nostri giovani dicendo loro che non tutto è dovuto, quello che vo gliono se lo devono guadagnare come hanno fatto i nostri Veci». San Genesio - Il bellissimo monumento cinquantenario Anticipando la sorpresa preparata dagli Alpini del gruppo San Genesio – una mostra fotografica dedicata al sodalizio – il Presidente sezionale ha infine pubblicamente ringraziato per la propria presenza anche i membri del Coro Steluche esordì appunto 50 anni fa in occasione dell’inaugurazione della statua dell’Alpino. Nato a Rovagnate, mantenendo fede alle proprie origini, si è poi trasferito a Brivio continuando a proporre un repertorio di canzoni «che contengono i nostri valori» ha proseguito Magni. «E se cantati, questi valori raddoppiano». Ecco quindi che i cantori hanno intonato “Stelutis Alpinis” prima di rimettersi in marcia verso il monumento dinnanzi al quale, dopo l’esecuzione del Piave e del Silenzio da parte della Banda G. Verdi di Airuno, che ha presenziato alla ricorrenza, è stata deposta una corona d’alloro, ulteriore omaggio all’Alpino e ai suoi ideali nonché a tutti i caduti che egli rappresenta. La giornata di festa si è conclusa con il “rancio” presso l’oratorio di S. Maria Hoè, sempre con la partecipazione del Coro Stelutis che ha inizialmente allietato il pranzo con l’esecuzione di alcuni brani e poi Valmadrera/M. Barro - Il simpatico omaggio donato agli alpini ha mantenuto alta la qualità canora degli immancabili canti alpini. GRUPPO ALPINI «MONTE SAN GENESIO» Valmadrera «Amici Della Speranza» di Villasanta e concerto pro Telethon Come ormai tradizione, anche quest’anno abbiamo ospitato, presso la nostra baita sul Monte Barro, un nutrito gruppo di ragazzi disabili e volontari dell’Associazione «Amici della Speranza» di Villasanta (MB), una lodevole organizzazione che nutre, ricambiata, una fraterna amicizia decennale con le penne nere valmadreresi e con l’amministrazione del Parco, nonché, per il suo interessante museo. La bella giornata di sole, almeno all’inizio, ha consentito a tutti di godere della bellezza del posto e di una discreta raccolta di castagne presenti quest’anno. Grazie alla partecipazione numerosa di alpini, tutto si è svolto nel migliore dei modi. Un buon piatto di pastasciutta, luganega, spiedini e dolci hanno accompagnato giovani e meno giovani. Non è mancata una bella cantata in compagnia. Al termine della giornata, i ragaz- zi dell’associazione hanno donato agli alpini un caro ricordo con la consegna al capogruppo Giancarlo Invernizzi, di un collage di foto a ricordo delle giornate degli anni precedenti. Il presidente dell’asso- l’ospitalità invitandoli a Villasan ta in occasione di una prossima manifestazione organizzata dagli Amici delle Speranza. Ci siamo lasciati dandoci appuntamento al prossimo anno. Ma le attività soli dari del gruppo non finiscono qui. Nella serata del 28 novembre con il patrocinio del Comune, ha orga nizzato, per la raccolta fondi a fa vore di Telethon (l’organizzazione che finanzia più di 2.200 progetti di ricerca e il lavoro di oltre 1.400 ricercatori. Perché nascere con una malattia genetica non sia una condanna), presso l’Auditorium Fatebenefratelli di Valmadrera, un applauditissimo concerto del Coro Grigna, diretto dal maestro Giu seppe Scaioli. ANTIMO/N Chi si riconosce? Vediamoci all’Aquila!!! Battaglione L’Aquila - 1966-1967 Tarvisio Telefonare a Giuseppe Gaddi (nella foto in seconda fila al centro) del gruppo Mandello del Lario - Sez. di Lecco Tel. Mobile: 3394607040 CALENDARIO SEZIONE E GRUPPI 2015 MARZO GENNAIO 11 Cassina Valsassina - Assemblea annuale del gruppo 18 Nazionale Comm. Novo Postojalwca Caduti della Cuneense a Cuneo 23 Sezionale Comm. battaglia di Nikolajewka a Merate 24 Nazionale 72ª Comm. battaglia di Nikolajewka a Brescia FEBBRAIO 7 8 Sezionale Comm. battaglia di Nikolajewka a Madesimo con le sezioni di Como, Colico e Sondrio Sezionale Campionato sezionale e intersezionale di sci slalom 7 Sezionale Assemblea annuale dei Delegati a Lecco Nazionale 38° Camp. Nazionale Sci alpinismo a Schilpario Sez. Bergamo Nazionale 49° Camp. Nazionale Sci slalom a Pian del Frais 22 Chiomonte Sez. Susa - Torino Sezionale Concerto di Pasqua del coro Grigna e consegna borsa di 28 studio “Corrado Pedroni” a.m. 8 ANAGRAFE ALPINA Acquate (Matrimoni) Il consiglio del gruppo alpini si congratula con i papà Basilio Rigamonti, padre di Roberto e Stefano Ravasio, padre di Silvia, per l’unione in matrimonio dei rispettivi figli ed augura agli sposi tanti anni di serenità e amore. Airuno (Lutti) Il gruppo partecipa al dolore dei soci Paolo e Giovanni Tavola per la scomparsa della cara mamma Edvige. È vicino alla socia Donatella Balasso per la dolorosa perdita del caro papà Sergio. Alle famiglie le più sentite condoglianze. Annone Brianza (Lutti) Tutti gli alpini si stringono al capogruppo Franco e Mario Martinoia ed alle loro famiglie per la dolorosa perdita del caro fratello Bruno, classe 1939. Si uniscono le sincere condoglianze della famiglia Venditti. Il gruppo porge le condoglianze più sentite ai soci: Angelo Bartesaghi per la morte della suocera Ester; Gabriele Sesana per la scomparsa del suocero Mario. (Anniversari) Dario Panzeri per il 15° di nozze; Alvaro Gioia e Giuseppe Vassena per il 35°; Dionigi Panzeri, Giuliano Sala, Federico Bartesaghi e Francesco Catanzaro per il 40°; Elio Corti, Bonaventura Stefanoni, Luigi Sala, Alessandro Tentori e Erminio Arrigoni per il 45°; Franco Martinoia per il 50° d’oro; Ferdinando Nava per il 55° di smeraldo. Perché ogni giorno possiate ricordare con le vostre spose, con gioia ed emozione, il momento in cui il Signore vi ha uniti. Auguri alpini! Ballabio (Lutti) Tutto il gruppo partecipa al forte dolore del proprio socio alpino Martino Locatelli per la prematu- ra scomparsa in tenera età del figlio Samuele e unisce sentite condoglianze a tutti i familiari del piccolo. Commosso cordoglio alpino all’aggregato Fiorenzo Corti per la perdita del caro papà Giuseppe. Barzago (Lutti) Il gruppo alpini, porge sentite condoglianze al socio Ettore Redaelli per la perdita del fratello Alberto. Belledo (Lutti) Ci ha lasciato il socio artigliere alpino Angelo Fumagalli, alla moglie Giuseppina e familiari, esprimiamo le più sentite condoglianze. Inoltre partecipiamo al cordoglio del socio Gigi Bellani per la perdita della cara sorella Anna. Cassago Brianza (Lutti) Condoglianze all’alpino Gianfranco Bosisio per la scomparsa della suocera Rosa, all’alpino Bruno Crippa per la scomparsa del papà Mario e all'alpino Ambrogio Pozzi per la scomparsa del cognato Camillo. (Nascite) Fiocco rosa per l’alpino Edoardo Proserpio per la nascita della nipote Agata. Cernusco Lombardone (Matrimoni) Il gruppo si felicita con il socio alpino Pierluigi Dell’Orto e la moglie Rossella per il matrimonio del figlio Matteo con la sig.na Maddalena Spreafico. Ai novelli sposi auguriamo gioia e felicità e una vita matrimoniale lunga e serena. Cesana Brianza (Nascite) Per la nascita del primogenito Alessio auguri e felicitazioni al papà Alessandro Colombo e signora ed al nonno Giancarlo. Colle Brianza (Nascite) Tanti auguroni al papà Luca alla mamma Ste- fania ai nonni Gianni ed Enrico, tutti alpini, per il battesimo della piccola Camilla. Cortenova (Lutti) Sentite condoglianze all’alpino Mario Melesi e a tutta la famiglia, per la scomparsa della moglie Lina. Sincere condoglianze anche all’alpino Giuseppe Galperti, e a tutta la famiglia, per la perdita della sorella Dolores. Esino Lario (Lutti) Sentite condoglianze ai famigliari per la scomparsa del socio aggregato Augusto Teruzzi. (Nascite) Fiocchi rosa e celesti nel gruppo. Congratulazioni al socio alpino Giancarlo Acquistapace diventato bisnonno per la nascita della Bis-nipotina Melissa Bertarini; al socio alpino Luciano Maglia per la nascita della nipotina Chiara Maglia; al socio aggregato Fabio Viglienghi per la nascita della nipotina Beatrice Maglia; al socio alpino Davide Balatti per la nascita della figlia Elena; al socio alpino Gianluca Viglienghi per la nascita del figlio Tommaso. Felicitazioni a tutte le mamme e papà. Galbiate (Lutti) Il capogruppo, consiglieri e tutti gli alpini e simpatizzanti del sodalizio, si stringono al dolore dell’alpino Giovanni Riva per la scomparsa della moglie Maria Galbusera, preziosa volontaria in tante manifestazioni associative. Ai famigliari e parenti le più sentite condoglianze di tutti gli alpini galbiatesi e non. Il capogruppo, il consiglio e tutti i soci comunicano che l’amico degli alpini Alfonso Ferrari, custode della nostra sede, è andato avanti. Ai cari le più sentite condoglianze. (Nascita) Il gruppo annun- cia la nascita della piccola Camilla figlia dell’alpino Marco Sironi. Al neo papà e alla neo mamma Elisa, le felicitazioni e auguri di tutto il gruppo. Introbio (Nascite) Vivissime congratulazioni da tutto il gruppo, al socio alpino Ezio Artusi per la nascita del secondogenito Michele. Alpini avanti!! Limonta (Complimenti) Nel mese di ottobre l’alpino Camillo Mauri, nato a Como il 24-101924, iscritto al nostro gruppo, decorato «Croce di Ferro al Merito Sofferenza Campo Concentramento nazista» in Germania 1943/1945, ha compiuto la bellezza di 90 anni. Agli auguri del gruppo si uniscono quelli sentiti di tutti gli alpini della Sezione di Lecco. Maggio (Nascite) Il gruppo si congratula con il socio alpino Giovanni Invernizzi per la nascita della piccola Tessa tanti auguri alla mamma! Al socio Giovanni Manzoni per la nascita del nipotino Luca auguri ai genitori! Al socio aggregato Giuseppe Invernizzi per la nascita della nipotina Eva, complimenti a mamma e papà! (Anniversari) Felicitazioni ai soci alpini: Franco Invernizzi con la moglie Rosangela, Evangelista Locatelli con la moglie Luigia, Roberto Locatelli con la moglie Vanda per il loro 50° anniversario di matrimonio ...auguri dal gruppo! Mandello Lario (Lutti) È mancata Claudina Gaddi, vedova di un grande alpino Giovanni Zucchi, reduce di Russia e tante altre campagne; nonché mamma di Antonio e Nunzio quanti soci del Gruppo di Mandello del Lario.” Il socio Giuseppe Cedro è andato avanti il 4 ottobre. Il gruppo si stringe attorno ai familiari rinnovando sentite condoglianze. (Matrimoni) Felicitazioni al socio Elio Alippi che ha condotto in sposa la gentile Paola. Il gruppo augura ogni bene e felicità. Margno e Crandola Valsassina (Lutti) Il gruppo, porgendo sincere e sentite condoglianze, partecipa al dolore del socio Giovanni Denti per la scomparsa della mamma Maddalena Malugani. (Nascite) Felicitazioni all’alpino Andrea Tantardini per la nascita della piccola Vittoria. Congratulazioni a mamma Vania. Olgiate Calco (Nascite) Il gruppo e la Protezione Civile si felicitano col socio Alessandro Chierichetti e mamma Marianna per la nascita del bocia Adam, che ha promosso al grado di nonno il nostro Guido. Auguri alpini anche dal «vecio» Niven. Pasturo (Lutti) Il gruppo è vicino e porge sentite condoglianze al socio Francesco Arrigoni per la prematura scomparsa del nipotino Samuele Locatelli. Sentite condoglianze ai soci Giuseppe Negri e Adriano Agostoni per la (Matrimoni) Felicitazioni al socio Antonio Ticozzi per il matrimonio della figlia Marta con Riccardo. Auguri ai familiari tutti. (Anniversari) Felicitazioni al socio Mario Bergamini e alla moglie Annamaria per i loro 50 anni di matrimonio. Pescate (Lutti) Il gruppo porge sentite condoglianze alla moglie Maria e ai figli per la scomparsa dell'alpino Angelo Brusadelli. Primaluna (Nascite) È nata Giorgia. Il gruppo si congratula con papà Alessandro, mamma Tania e con i soci Giulio e Alberto Tantardini. Auguri di ogni bene alla neonata. Rancio Laorca (Lutti) Il gruppo alpini «Monte Medale» porge sentite condoglianze al socio Roberto Rota per la perdita della cara mamma Gabriella. Sincere condoglianze anche alla famiglia del nostro socio tenente Gianbattista Perossi «andato avanti». Robbiate (Lutti) Il socio fondatore alpino Mario Sala è andato avanti. Tutta la famiglia alpina e gli amici Robbiatesi lo ricordano sempre con grande affetto. Sentite condoglianze alla moglie Elisabetta e ai figli Giuliano e Adelio. Sentite condoglianze anche al socio alpi- Maria. San Genesio (Lutti) L’alpino Marco Trabucchi, dopo lunga e tremenda malattia è andato avanti. Sentite condoglianze alla moglie Anna e alle figlie Luana, Lavinia e Roberta. Sentite condoglianze anche all’alpino Giordano Crippa per la perdita della carissima sorella Isidora. Il nostro capogruppo onorario, sergente Silvestro Lavelli, è andato avanti. Già segretario all’epoca della costruzione del Monumento all’Alpino, è stato Capogruppo dal 1972 al 1994 e proprio nel settembre del suo ultimo anno di mandato è stata inaugurata la Baita che tutti conoscete. Tutto il gruppo si stringe attorno ai figli Cesare e Matteo ed ai parenti tutti - «Ciao Silvestro, il tuo esempio continuerà a guidarci per gli anni a venire!» - Il sergente Valentino Gilardi è andato avanti. Alpino schivo e riservato, ha camminato con il gruppo negli ultimi anni della sua marcia terrena. Le più sentite condoglianze alla moglie Ester ed a tutta la famiglia. (Nascite) È con gioia grande che diamo il benvenuto alla piccola Vittoria, seconda nipotina del vice capogruppo Emilio Fumagalli: complimenti vivissimi ai genitori Elisa ed Enrico, ed anche a nonna Roberta. (Matrimoni) Il primo agosto Gatti: auguroni ai neosposi e un arrivederci alle prossi me feste alpine! San Giovanni (Matrimoni) Il socio alpino Lodovico Combi é lieto an nunciare le nozze del figlio Marco con la gentil signori na Angela Rusconi. Auguri vivissimi dal gruppo. Sirone (Lutti) Il gruppo alpini an nuncia con dolore la scom parsa dell’alpino Francesco Giunchi, di anni 71, e porge le più vive condoglianze alla moglie Mariateresa, al figlio Pierluigi ed a tutti i familiari. (Nascite) Il gruppo porge i migliori auguri all’alpino Francesco Casiraghi per la nascita della nipotina Caro lina, figlia di Raffaele e Fa brizia. Sueglio (Matrimoni) Il gruppo esprime le sue più sentite felicitazioni per le nozze, celebrate il 4 Ottobre scor so, del socio aggregato Va lerio Arnoldi con la gentile Angela Buzzella Ganzinelli. Valmadrera (Lutti) Il gruppo si unisce al dolore dell’alpino Gianni Valsecchi per la scomparsa del fratello Fulvio, cl. 43. (Nascite) Il gruppo si congra tula con il socio Luigi De Lu cia per la nascita della nipo tina Zoe. Auguri vivissimi alla piccola ed ai genitori, anche da parte di Nino Venditti. Varenna (Matrimoni) Il gruppo au gura tanta felicità al proprio capogruppo Ivan Acquista pace e alla moglie Etta, che il 21 settembre si sono uniti in matrimonio. Ai novelli sposi tantissimi auguri unitamen te a quelli sinceri del «vecio», ex varennese, Niven. (Nascite) Congratulazioni al nostro socio Roberto Noci per la nascita della nipotina Tiro, Lecco guarda tutti dall’alto I nostri atleti ai primi tre posti della gara di carabina di San Giovanni Lupatoto P.Mantegazza 3°-Marco Rambaldel-F.Sabadini 1°-C.Bianchi 2° In libera uscita, domenica 12 ottobre alle due di un assolato pomeriggio, siamo andati in centro città a mischiarci nella gran folla dei turisti : il Ponte di Pietra sull’Adige, Piazza delle Erbe, il Liston, l’Arena. Che bella Verona! Alle 8.30, Fabrizio, Claudio ed io eravamo entrati nello storico Tiro a segno di Verona per partecipare alla Gara di tiro con carabina calibro 22 organizzata dagli alpini del Gruppo di S. Giovanni Lupatoto e aperta ad altri Gruppi e Sezioni. Gara scoperta da Fabrizio, essa si presentava sul web come gara “alla portata di tutti”. Avendo frequentato diverse gare di tiro, noi tre siamo diventati un po’ esigenti, ci piacciono le gare moderatamente competitive e molto associative, le gare in cui tutti sparano, alla pari, con armi e munizioni fornite dall’armeria del Tiro a Segno, gare in cui sono severe, come è indispensabile siano, le prescrizioni di comportamento e maneggio delle armi ma per le quali le formalità burocratiche sono mantenute semplici. Al bar, per tirarci su dopo levataccia e viaggio in auto, facciamo i primi incontri con gli alpini veronesi. Come: «Venite da Lecco? Benvenuti». Entriamo nella navata delle linee di tiro e ci presentiamo al grande organizzatore della gara, il capogruppo Giampietro Ciocchetta che ci accoglie con grande piacere e ci presenta al tavolo delle iscrizioni. Noi veniamo inseriti nel primo turno di tiro. La gara si svolge in due giorni, sabato e domenica mattina. Sempre più alpini sono presenti, si chiacchera, poi ci NOTIZIE SPORTIVE Atleti, abbiamo bisogno di voi Appello a partecipare alle manifestazioni sportive alpine Quest’anno l’attività sportiva ha avuto un risultato nella media delle precedenti stagioni. Il rammarico da parte mia nasce dal fatto che sicuramente si potrebbe ottenere molto di più considerando quello che le sezioni, nostre vicine di casa, sono in grado di fare. Mi riferisco ovviamente a Sondrio e Bergamo, e anche se quest’ultima è una sezione molto più numerosa della nostra con cui difficilmente potremmo competere, Sondrio come iscritti è sugli stessi numeri. Con questo vi chiedo una maggiore partecipazione ai campionati nazionali e posso garantire che se proverete a partecipare a queste manifestazioni vi potrete rendere conto che il livello dei partecipanti è molto alto , pertanto gli atleti che fanno competizioni tutto l’anno potrebbero dedicare un fine settimana agli alpini! Ricordo in occasione del campionato nazionale di corsa in monta- gna del 2012 organizzato dalla nostra sezione a Perledo, abbiamo piazzato ai primi 6 posti ben 3 atleti ed al momento delle premiazioni uno di loro mi disse: «L’anno prossimo avremo la staffetta più forte in assoluto». L’anno successivo la corsa in montagna a staffetta si svolse a Forca di Presta località nelle Marche, dove io ero presente, oltretutto posto magnifico. Il mese precedente la manifestazione ho contattato tutti i partecipanti della corsa di Perledo 45 atleti, ho avuto tante risposte negative in quanto la manifestazione si svolgeva a 600 km da casa o con la scusa che c’erano altre manifestazioni. Anch’io nella mia disciplina faccio gare tutte le settimane, ma quando c’è una manifestazione alpina rinuncio per partecipare al nostro campionato. Per tanto faccio appello al vostro spirito alpino e per qualsiasi informazione sono a vostra disposizione. pi di cui 5 di prova, su 5 bersagli, tiratori seduti con canna e gomito destro appoggiati, un cannocchia le per vedere dove vanno le pal lottole. Le armi sono buone e ben tarate quindi si vede già il primo colpo di prova nel bersaglio. Dovete però immaginare, se spara to non trovate dove è andato il col po. Cosa fate poi? Mirate più alto? Più a destra? Naturalmente mirate ancora al centro e sperate di vede re dove è andato il colpo. Terminati i tiri entro il tempo sta bilito si passa in retrovia a guardare i nuovi tiratori, ad assaporare i tra mezzini al salame e al formaggio, a ciacolare, a bere un bicchiere o due, ad infilzare i sottaceti. Veniamo presentati a Marco Ram baldel consigliere sezionale per lo sport che si compiace per la nostra partecipazione, lui dedica in estate parecchio tempo ad organizzare ed a condurre il recupero di trincee e postazioni in Carnia, ci racconta di ritrovamenti di materiali, di mu nizionamento ed anche di caduti, di comportamenti buoni ma qual che volta non buoni dei volontari. L’armeria del tiro a segno possiede anche fucili Mosin-Nagant model lo entrato in servizio nell’Impero Russo nel 1891 esso è stato utiliz zato nelle due guerre mondiali e prodotto ancora negli anni ses santa. Fu forse il primo fucile Rus so dotato di caricatore. È così che inganniamo parte del tempo di at tesa prima delle classifiche e delle premiazioni, tirando col Nagant. Non ci siamo sottratti all’impor tante dovere di partecipare alla riffa acquistando bigliettini con numeri che si dimostreranno qua si vincenti. In palio c’erano bei ce stoni ricolmi di cose buone. Come tutti i concorrenti avevamo già ri cevuto una borsa con vino e pasta locali. Intanto i tiri erano cessati ed i fogli classifiche con almeno cento par tecipanti erano stati appesi, veni vano ora le premiazioni. I primi ad essere chiamati per le premiazioni siamo stati noi della sezione di Lecco, 3°,2° e 1° classifi cato!!! Con 3 targhe, applausi e foto ricordo. Alla fine delle premiazio ni veniamo ancora premiati con un’altra targa per la Sezione. Veramente hanno fatto le cose in grande i Veronesi, sapeste quanti premi e quanti applausi. Ancora saluti e ringraziamenti re ciproci ed arrivederci, quindi in