4S.\^a.\ TERNO TEENTA PER CENTO - n ACCOLTI SECCO 0 GIOVANNINO 0 NAPOLETAKI MATILDE SEEAO TERZA EDIZIONE. MILANO FRATELLI TKEVES, 1889 EDITORI LA MORTE l'ROPIÌlETA Riservati I.KIIEHARIA tutti i 0^3 ^3 Tip. Fratelli TiPves. diritti ALL'ERTA, ?Matilde Sìrao. SENTL\ELLA! Nella luminosa napoletano paesaggio Nella agosto. pomeridiana, ora dormito aveva immobile silenzioso, di calda e leonino da siesta lunga serto, de- assai, il sotto il sole mezzogiorno , quattro alle d' ombra nessuna si uomo era , apparendo mossa, verde a dei sulla Bagnoli; che sinistra, sulla sparendo, e viene larga via Posilipo da nura pia- gran bianca, rasentando , r ultimo spalto anche erboso larga capo un di collina quella via che la è che è delizia di , quanti Napoli, amano stranieri indigeni e non , una carrozza, non non di il a che carretto un Fuorigrotta, primo suo Cuma, sorpassasse carretto; un e angolo, a sulla il non bellissimo una diritta che voltando Baia; non Bagnoli per andare trova a sul nave capo mata chia- via, ai una rozza, car- di zuoli, Poz- mare, Posilipo , 4 sentinella; ALLERTA, lontano, linea andarsene per da vela un nel canale bianca alla intorno che dei di spalancate dei vuoti; l'osteria al Non terrazze. non degli uomini e soffiato, per sollevando di delle qualche Posilipo di e delle roteare della di delle rini came- di buontemponi rate sbar- aveva le porte delle non un sonno il ponente aveva dal alla mare sulle due piegando di terra, strade e vando solle- verdi, facendo coste trombe bigiastra arena agitare le persiane bianche case i grande polvere facendo spiaggia, delle Solo Fuorigrotta, picciole spiaggia, ritrovo nel tempo, i fitti papaveri gia spiag- stesso, luccicante mare cose. dei turbini la giungeva, immobilizzato sole, pareva Nisida, , il voce: una chetta bar- ponente, amanti canto un una siesta, il picciolo finestre,sbarrate sue una vedere, dalle porticine al di non di sulla , tutte le grido, la Bagnoli, di duellanti , sue isola bagni marini, battenti e non lunghezza, sua deserto, lasciando rimasto fumo; fiorita Bagnoli. Durante stabilimento era di Precida; verde in tutta la prospetta dolce di montata sor, piumetto vago filante nera e sfrondando le passi- fiore sui pergolati delle terrazze, nell'osteria Bagnoli. Ma suo è la delle il il rombo paesaggio che canzone case ponente, si e concilia degli alberi. sa, a serve napoletano il sonno cullare che delle spese so- dei col dorme, persone, sentinella! ALLERTA, l'ora Ma estivo, diffondendo magra, dalle nudi, a marinaio, dei e bagni raccogliere, dai palidi legno donde che le lenzuola sul il sole guarnita da nastro un dai e rosso: e piedi si mise pendevano, larga paglia bagnata una capo dolcezza Portava asciugate. aveva puscolo cre- alta, bruna, bronzo stabilimento lungo grande una color gambe dallo usci di moglie Una nel declinava pomeridiana intorno. 5 sfondata, e gramente alle- cantava : E songh'eseta buttune songh'e velluto E 0 E . \ Iacee M'a tanto Ogni nnanmrato primmo lassato lunga figura, guardava come se dalla fanciulletti bimbi spalla che saltando i bei con cariche La dalla di Carrano, villa usci una governante di si fermò, avendo il carico delle capelli biondi villa sacelli, marinala raggiunta, piattaforma sua fanciullette, bellissime mano, l'avevano sulla di condotte una tutto e , di borsette. una la verso un la scompariva aspettasse. Infatti dalla cameriera, solecchio cui sotto lenzuola, inglesi creature raccogliendo andava mentre di di glduto! nn'c , carico \torma se e di pioventi gioni, provvifacendo buttato la e circondarono, legno sulle sopra lenzuola, sue e ; scuotendo spalle; sgam- i b ALL bettando, malgrado governante ! SENTINELLA ERTi, le ammonizioni inglesi della la marinara mentre rideva larga bocca, dai grossi denti sua tre camerini quattro o minuti tutta si dei la torma ne andava rigati di chiusero, fanciulletti fanciullette spiaggia se Bagnoli dei l'isola e , gutturali, tendendo voci la marinara della ridesse, di di via la con di cui i vinaio dalle carico 'di vino le ciambelle marinara e coi che del le di sopra uno con buttata molignane di carretto di il suo angolo stretto le gambe i teriore an- la sospese spalla, che vuoto carro in Procida, in città;e una sopra 1 : car- deposto aveva Monte geva, giun- venduto aveva tutte e vuote, che carretto col ragazzi. Pozzuoli diritta,verso , trottando dall'alto spiaggia parca carico, al mattino: carrettieri, seduti giacchetta riose cu- perchè le manine, la pomidoro botti del certe con Tutta a arrivato era la dolce Nisida, coraggiosamente legno. ortolano, vuoto, tutti Napoli delle Fuorigrotta, qualche carretto andandosene retto loro buttasse piattaforma Dalla di gridando soffiando , fra nuotando, dieci e , : nero dopo e la con , , andavano trabalzava e il , fischiettio allegro della trotto. il leggero carro stretto creta, chiuse mare di da napoletane loro anfore un che tappo erano che canzone, Passò anche panciute, di pagnava accomun rotonde, sughero, ancora lungo umide le di mìime odo- ALL ranti acremente in e calzoni marinaio Anclie via ma di Napoli piacere, nessun forestieri: il cocchiere spiegando che fare i fare a i dintorni, all'alba, le esercitazioni vinciali pro- che sitavano vi- dovi piglian- non l'aria di sulla spiaggia, poligono dei Bagnoli, i soldati che e e aver si fermava il di bagni, volendo ma (luello era mattina, veicolo cariche carrozze scrupolosamente la pipetta da corta una retto ber- un Posilipo qualche erano in venuti dove con le labbra. dalla compariva: e vano ave- in camicia era bianca, scalzo, lungo, e fra che , città: il carrettiere di tela scuriccio / minerale dell'acqua portata ! SESTINELLA ERTA, venivano a mava quell'isola si chia- Nisida, Niseta. Bella, bella — guardando l'isola specchiava nel verde mare, Il cocchiere crollava avanti, voltando per i suoi era qualche dalla via bella ed 0 ai di che già diventato le la equipaggio di la piaceri del per a mentre , che per Ovvero spuntava qualche Napoli signora zione, combina- capriccio, rinunziando viaggio estivo; lentamente ciaio. ac- camminando grotta. padronale restata di si Fuorigrotta, portando Posilipo,conducente dispetto,o color spalle via provinciali, leggiadramente provinciali sotto elegante, per i esclamavano — e il cocchiere l'ombrellino dava an- grande , all'erta, bianco, foderato aureola di testa una si fermava la bella rosso, circondava pensosa: anche sulla isola di Nisida ritornare rigrotta, per che fosse che fra scoperto il buoni verde, rozza car- carrozza Fuo- verso città,la signora in quel punto i suoi la giro, suo sulla sticava fanta- sissimo lumino- luminoso, occhi sua guardare per mentre e il delia questa spiaggia, lentamente continuava ! sentinella acuti avevano di dell'isola cima Nisida. le finestre Tutte sul sulla via di assai delle in mezzo, verdastro, di azzurra t'anni, bruno, volte chiedendogli ad altro. di grosso A una donna scura, e rieri came- tiravano di un nero, la semplice sui uomo davano guar- bionda, giovane, un liera sa- cristallo finestra,due abitino quaran- bello, pensoso. la donna si chinò qualche cosa, la con mano rispondere vagamente, La terrazza piedi dipinti di bicchieri lievemente egli parve grande mettevano delicata, vestita e Bagnoli, dei tovaglie, una mare: bianca Due dei lancate, spa- passiflore,due dai capovolti. il tela e erano sonnacchiosi, greggia, le sulla e rustici,ancora stendevano pianura delle pergolato tavole dove sulla mare, Fuorigrotta; dal coperta adesso dell'osteria, donna lo abbandonò l'uomo, verso un sul sorriso, poggiandogli ed braccio , pensando come alla finestra. all'erta, che senza egli dicesse nulla, nell'acqua allegramente ritornò a ma l'isola di di un tre men- sorridendo al racconto bizzarro sogno. il mare, Anche nella pomeridiana: siesta dei fanciulli la Aniello! Adesso si levava la la che della sonno strideano le ridendo e , marinara, rivolta distesa: a paranze sotto senza crepuscolo bagnavano Aniello, passato il avevano venivano e filando riva a chiamava tre di Procida canale si mentre spiaggia, del ora presso che schiamazzando: verso molle risvegliato dal si fosse estivo, parea voci sottovoce, il capo, consentendo come poco, affascinata, come Nisida, lungamente, egli ascoltava, crollando un dal strappando , lui,alla finestra,parlandogli indicandogli vano strilla- rava largo fiore di passiflora, di cui ti- un petali,coi dentini; i sulla comparve e inglesi che i bimbi terrazza, guardando pergolato ! sentinella Pozzuoli, verso della brezza si vedesse che sera il moto guendosi, se- nuo conti- , cui con liica, la grande tratto, dietro Napoli capo trotto che in quelle fratellanze sono le lavandaie di di veniva un esso che da scja- nare mariA paranze. che Fuorigrotta cavallo anche la mare un da tornavano , portando grossi fardelli di biancheria, sordo misura; due la via per due a di rete pescatrici e andare lasciavano levava sul si udì i Napoli, un piedi in per la 10 diritta strada nera nera lunga; e col si conducono dove forgone in i morti buona gente giorno, non dei carrettone Bagnoli: dal vedere bagno finestra il suo come per braccio a nipoti che navano ritor- gli occhiali di bisogno passò bagni, dove viottola di innanzi la sgomenta, innanzi restare del \ innamorato suo la adesso, rozza car- negra spazzava camerini, immobile, filato in- avendo picciolo stabilimento ai ma seguendo ma protezione: marinara, legno la fece carrozza, al bionda la donnina quello dei sulla indietro, come la tetra mente rapida- l'osterìa la vinse, si piegò di nuovo, gli occhi il era non meglio carrozza; si tirò lacunosità con inforcò o , leggeva che , la negra segnarsi, passò sotto i di passare Ma forgone villa,aspettando la pregiiiera una miss che e notte, senza Carrano, vecchia una porta della alla Il la villa sotto somigliava vede non la era : gli sportelli epidemia scongiuro. morti. forgone porta al camposanto sottovoce uno al seri'ato, con di passare borbottare senza ste Po- convalescenti che tempo mormorare senza Regie né forgone che napoletana ode che , municipale, al carrettone chiuso, delle innanzi tutto nero, carrozza tutto , i soldati nero una quello a legno sollevati, un di per né piccolo coupé , Era forgone un rassomigliava non un polverosa. e '. SENTINELLA ERTA, ALL col e la grosso di la raviglia me- ba- ALL della stone si sdraiati, nei erano maglia, sull'arena Il negro da si poi altro un sull'arena, sogguardando la verso coloro abbassato poco. Un altro un uomo, taciturno e villa Alla pallore mortale e sul mare, abitanti di poi nero, giovane, con come fossero stretto emozione. infine salto un si via scolorò tutte le vinti da scese di- solo vano, forma- di Posilipo, samente. inten- guardava dell'uomo, il gran un triangolo. Dalla silenzio stati si scostò col bile diritto,immo- grande se minuti, carabinieri, che bagnetti correre dis- dentro discese; e comparsa un tanto per tre predella, restando Fuorigrotta, dai fu o dall'osteria,dalla Carrano, ferrai ancora due per lui, uno a rosso. ogni come stavano fra i tre intorno pennacchio sempre, vano un del cupa aspettavano, carabiniere la toccar senza di che nel biniere, cara- un essi, l'appuntato, si piegò forgone; parlamentò capo sceso cautamente, porticina aperta con il di uno sorpresi. su, penombra i carabinieri Nisida: di bagno, sull'arena, poco era ne altro; nella Pazientemente da che porticina di dietro, l'unica forgone, si scorgeva verso vestitini fermato aperta, era un i fanciulli mani; loro era la loro; porta, si le calda, si levarono forgone lontano sua fra granata 1 SEMINELLA EKTA, samente, improvvi- intornò: cose sulla paesaggio un e profondo e un terra i suoi vido bri- Egli era alto, forte, di di capelli i intatta pelle rossi: quelli di fanciullo un vecchio sereni e calzone lanetta la Vestito cui come di macchie tutto vecchia una simo, teneris- azzurro attraverso berrettino avendo non bisunto nero un lacciato sfi- e giacchetta di si vedeva la egli pan^ciotto,con che fortemente la della brezza vedere lasciava tranquillo fulva, egli restava rossa, quella ignobile livrea sotto appena , bianca, criniera volto, dalla quasi candidi, e verdastro, marrone camicia un innocente. all'orlo, di che lentiggine, egli aveva rara azzurri, di grandi volto suo appena , , coloro di bianco pelo un qualche paio di occhi occhi un nel e anni fitta, opaca, bianchezza senza di spalle: il bianchezza una , macchiata venticinque di latte, la rnuUebre hanno un po' curvo un bianchissimo, era di giovanotto un 1 SENTINELLA ERTA, ALL miseria, respirando marina come se , felice di fosse incatenate: i due che e vera intorno ai tutti mani che giù con si chiudeva gli occhi questa scena, vecchi di e erano si chiamano coloro e girava due in un che fanciulli,donne che semplici incatenato polsi,ma che le con volte grosso specie di gioiello lugubre una E i propria catena, polsi,e sue polizia castagnole pollici,non uniscono le le manette, con della volgare stringono una già non in manette quell'aria.Solo chetto, luc- rio. carcera- guardavano e uomini, ALL Pure, egli non le mani, volgevano si invariabilmente al da veniva sofTocante. intorno forse, tutti più: quella Se che lo non Poteva di impiegato, un o un che ferro, i coi era legava, la sua che la dell'orrendo delicato , ignora dalla occhi male; invano dolcezza l'aria aveva sida dagli tanto — è la o colà. Ma invincibili se del con e ingenua invano . e senza la poiché catena Ah a tutti che egli era vano in- bianco e che bimbo tranquillo egli invano pacifica, sogguardando curiosità, quella l'isola catena di Niera truce, sanguinolente, quella catena dramma sua sfidarla, vinto paesaggio; gran semplice stava ne anelli la nome, qual sere es- testimone, un mistero. azzurri la gente che qual- per forte, giovane, dal volto guardare senza ogni il colà condanna, che era tutti come qualità, il suo che egli affascinava , abitasse suoi nei la catena parola dato sal- carabinieri, poteva storia; è stata, guardato uomo, liberato, lo e , fosse venuto un chiuso pietra polsi un parente di qualcuno la catena di o respirare, egli avrebbero essere di carcere, di ferro, solidamente quanti, libero, contento, affare guardava si non avvinghiava ne , quanti. di catena quel giro mentre tutti piacere carcere un catena. dosi sollevarle, quieto, dan- di cercava evidentemente che quella a soffrirne;non pareva non ! SENTINELLA ERTA, un essere il ceva di- pernicioso^ all'erta, 14 dalla condannato tacere, in la voce allegro dei frusta dei di immobilizzava verde lago E la gran tutta circonda l'isola fresco istessa campagna iiicatenatore; deturpate, presenza infame Ma barca e venne \fiorita Bagnoli: le della un la conducevano turchiniccio taciturni, i due scuro, barcaiuoli un come dalle verde e nella loro di quel da deltà, cru- innocenza, dalla corrotte sempre di che tristezza perversità, della micidiale. si distaccò vogando fondo pro- sembravano cose violate di mare l'oppressione turbate, per sempre una e di improvvisa colpiti, soffrire che ladro, sorgente boschetto nella catena! un era Nisida, che quell'apparizione un l'uomo e zone can- implacabile colorito li aveva per ferro e un della La passaggio. il bel e ciulli, fan- Pozzuoli, la fiorita, intorno, tutto , dei amore e come ferro a quel tutti, fiori,sembravano, di di l'uomo; poetico acque d' parole avviati micidiale, forse. un faceva finestra, lo scoppiettìo della alla carrettieri l'incubo Era mini, uo- il richiamo marinara, le pescatori, cocchieri dei che quella silenzio, le risa della grossa bionda donnina Era profondo un giustizia degli legge. la catena! catena, La dalla condannato malvagio, ! sentinella dalla verso due con si riva la dell'isola spiaggia barcaiuoli berretti vestiti neri. piegavano dei Quieti, sui remi all'erta, ]() la vava tranquillità,come sua piacere, certo viaggio come all' aria della barca. cosi, incatenate, mani diporto di barca di voci piena solo pescatori; sé con muta, le di questa, via tetra,portante il bel di lavoro, taceva, cupa, al mare, di fanciulli, donne, la e del fiammanti barca il condannato crociate in- barcaiuoli cupole rude o le solo, taceva, : dei e per gioconde, quel avesse attraversa muliebri, degli ombrellini le se naturale rossa, di in grembo Teneva che barca Ogni carcere. un lante libera, in quel cul- dei carabinieri fra il silenzio con contento come moto un per sceso era intorno, fosse se mare, per moto di quando forgone. Anzi, si guardava dal è ! SENTINELLA scorta, sua castigo tando por- tragedia una umana. Eccoci — La disse — barca aveva urtato ferma, neir ordine come era La il piccolo i barcaiuoli tenendola dell'approdo. il condannato. se, contro pietra dell'isola: di piuolo fra come stretta scorta a scese, la tenevano man- un forte sempre fra tenendo salita prodo ap- sé il , condannato. — — E via Fra Va poco — disse l'appuntato primo al caiuolo. bar- lieiie. la salita saliente all' isola ira cominciò, gii alberi, un sopra gran la viale larga om- ALLERTA, broso, pieno del salivano in levava bevendo la quelle voci della ma di largo viale il capo, ogni tanto, dolce delie rose, di quella lunga pareti di pietra, Solo, certo un a intendendo iimpallidi, che fucile. Forse, un momento, la scorta, Matilde scorta, era luccicare Impallidì mortalmente gli fosse se come quel che sfuggita Seeao, Rauonti. gabbia. udì era lieve un fosse: egli ed la crollò quel di canna il capo, illusione. la catena, da del sentinella, grande una quasi acuto una e malgrado ingannato sé, pagna, cam- egli andava, come che lo un in colse, indovinò prigioniero dannato cona nella l'orecchio fra siepi il ma bestia una sua le e girato, fra quattro tanto punto, a innanzi gli alberi: movimento intendendo guardava come della curarsi senza d' alberi passeggiata, aveva il come piaceri. Solo, luccicava, cosa sede conducesse dei e via La all'alta se lusso vedeva, egli che tutte se ascensione, i boschetti lo non felice del qualche quasi come sforzo come parco, vavano tro- superiori. Il lo inebbriassero. con fra sfere il capo senza castello, sede imbruniva, ansiosamente, saliva un al tramonto. continuamente, delle natura dell'isola,saliva un in su, luce, levava lunga, era su, la luce ancora condannato degli uccellini canto giù, all'approdo, già Mentre come 1 SENTINELLA grado mal- paesaggio li campestre, creduto aveva I SENTINELLA ERTA, ALI, di libero: esser un istante. Né più giunti di di muro un a rifare potette questo cinta, da ferro, sbarrata, guardata mostrò L'appuntato il fucile metallico sibilo un si scorta la in .trovavano case a di Nisida. Penale si diresse L' verso ed piani, questa, entrò del il ritratto la con Re. testa — E vi è il direttore? Ora viene di Era carabinieri diede una fisonomia fecero un' occhiata il saluto di due vanie, scri- lido, pal- mente, misera- registro. l'appuntato. scritturale. senz'aver sui uomo un lo il condannato. sguardo due reno. pianter- vestito chiese — rispose scrivere, a uno con — a scarno, grande suo Non riprese alto, scritturale un al con cole pic- sedia, il crocifìsso, già spiumata, in scriveva si Bagno centro, mobiliato, Uno con pratico, era ufficio un qualche divano, un — in Regio che del casa magramente Era del appuntato, una da circondata pianò, gli uffici un tenacci ca- Ora il condannato. piazzetta, una grandi pesantemente, richiuse dietro e pose de- si schiuse : essa , dietro sentinella. una tutti i aprendo porta di ferro della porta foglio: la sentinella un andò e grande una a Erano sogno. degnato Entrò pure nep- rettore. il di- quarant' anni, forte, bonaria, militare. ma seria. 1 Egli salutò, sfuggita al condannato e all'erta, andò sedersi a alla vi Come — condannato, al Traetta Rocco — la per tato L'appun- consegna. ? chiamate 19 scrivania. seconda foglio di il gli diede I sentinella chiese — il direttore verifica. costui rispose — , voce a bassa. avete Non — — — — Sciurillo. Mi chiamano Di dove Di Napoli. siete ? ? Anni — soprannome? un Ventisei. — fu"? Del — levando il tremare il soggiunse il direttore, il disse — capo. Del c^ — fu Gennaro disse, — senza condannato. Condannato — direttore, chinando Traetta Rocco altra non domanda. In vita? se come capo, In vita, — Numero un — qualche lo scritturale aveva gistrato re- galeotto. nuovo chiese lo scritturale al tore, diret- indifferenza. con — il rispose. Aspettava Intanto questo — po' un — rabbrividito. avesse — parricidio per suo Il direttore costui rispose brevemente. -117, berretto rosso — scrisse foglio lo scritturale. suonò un campanello. Un uomo pra so- 20 all'erta, di vestito grigio, Alia — vestizione Traetta in foglio,quasi fra Passavano fiori,dietro fine in le volte, tre fondo, in di un rosso Gli mani vivo, tatto del piede, fu piani, non di vaso della un ardeva sacchi. fatta in un Alla due e Un La altro zione vesti- momento: tela,calzoni, panciotto, giacca ciò per due dove, scuro, incudine. certi mattone l'avevano la saldatura un' Traettafu di già di fucina sopra filato color e di dall'altra e innanzi. camerone sopra grossa avevano, albero qualche sempre fuoco sedeva di Rocco camicia un gran battevano carceriere strade Bagno, due o di gendo leg- nato. del condan- parte uno rabinieri ca- solo era qualche una i : innanzi, del con il carceriere un Ora dannato. con- graticciate di ferro. Voltarono entrarono fabbri e adorne alti. Finestre più le strade Da il il carceriere curandosi degli edifici di sorgevano o fiorito. già acacia, segnandogli direttore,con- andava non marciapiedi coi larghe, il direzione. questo ma si presentò. nero, indicandogli e dietro usci carceriere, il gli disse — restarono col berretto un foglio un Rocco con ! sentinella berretto scuro, stampigliato vestirlo, levata buttata in catena di affare lungo un al un 4i7. numero la catena dalle cantuccio. galeotto, di Ma al collo piuttosto. Acco- all'erta, vacciati caldo ferro stretta? è chiese — No, è giusta — La catena Mi — più lunga era con molto vi alla sentiva metro. un chiese — lui, il e anello suo piede, dava il suonò Quando risola di Nisida molle notte Rocco e si scostandosi lo indifferenza quelle folle brutali,sono avevano : di le due tena ca- dei calzoni pesava intorno leranza d'intol- sopra profonda folla dì galeotti con lui, non la paura, due una con note note paura a mente bieca- guardandolo grandi a fidenza, dif- rispondendo accolto e mente, macchinalInvincibile una colp_evoli,le appunto La nove, una mescolato domanda, rara ; alcuni era era da continuo alle Quella accolto aveva sua mare stellata. Traetta lo acuto, silenzio, il catena ferro, saldato di senso un cintura la così, sospesa — cintura. nella uncino un era pure, qualche di il carceriere. gli rispose — Difatli : già altro ? un puoi sospenderla di a indifferenza. No — lui, che disse — legheranno fingendo cui loro, insopportabile. peso al di uno Traetta. Rocco un 11 alternativamente. Non — 21 martellavano fabbri terra, i due per ! sentinella una lida ge- istintive bestiali, vaga. di tutto, di indistinta, grande, crudele. basso, cupo, loro alla cappella, messa di su in essi, certe panche di fede, levando con Nella chiesa quel con di difformi malgrado delinquenti. di teste la misticità del ritti,sogguardando alla dava la la sottile quelli .mente, alle prime centinaia i custodi, dell'ora, nel e mendo te- lenzio, siche rialzate un morio mor- chiolio scric- delle , con il uno quello momento vano sta- grande solo unirsi pregavano, cadenti volte le e prete vecchio, del incessante, ogni è il solo che Ma rossi, acutamente, e si udiva che e così voce monotono, smosse luogo sorpresa: benedizione, di alcuni obliqui. quelle su li se i berretti e tutti via. erano cadevano sera sempre come leggea sui volti bianco, in cucito galeotto, della ombre verdi i berretti numero del nome si vore fer- un sottili,negli sguardi bocche pallidi,sulle con soverchiante, d'ipocrisia,che ardore un era metà una e : la voce, talora nuda, folla si alcuni emozione una premesse legno pregavano, con chiesa quella di smo egoi- un andato era grande una fresco, dove vero, tutti,e Egli di imbiancata ! SEtlTIKELLA ALL'ERTA, tene ca- pcnosa- gi'an rumore 'diferro. Raggricchiato era stato pregare, vinto senza in da un una parlare, angolo, grande non Rocco timidità: sentiva altra Traetta e senza sensa- ALL non ERTA. fantastico era primitiva e Traetta, era crudele, ignorante e Rocco d'oro, girava nelle si della fuga, quella idea dall'anima Perchè come una ? Mentre no grande in fondo e alla bollite nel nelle mastello tutte a dovuto trovare un buttarsi giù, nel di mente avida- prese damente, latta,avi- affamate, fuggire, nel cena, pomodoro, scidelle bestie tante avrebbe che imperante mangiavano mentre con.e la andavano cameroiie, grande vinto, preghiera. quelle patate dal prete, egli più disperati, gli sgorgò dei anche coscienze, le che ma scintillante preso, E morte. tura crea- feroce; del tremanti alla una spera quella catena, sino tutto, sempre, sua mani da coperto senti idea dalla il Salvatore, mentre 1 SENTINELLA egli pensava mente necessarianella un'astuzia, mezzo, , notte, e di Nisida dell'altezza tanto nella diffìcile con dal passeggiavano, egli andava sua catena, passeggiata, lui giovano e dopo e la con ardente suo la cena, attorno senz' se come l'audacia Preso guariate, e vie il senso dalla sua scendo cre- potesse non sere es- forte, a lui astuto, razione. furberia, la libe- desiderio, mentre in attorno, accorgersi divorato gli andava fuga della mente, a poco Le sfuggito, in quel primo giorno, gli era il sogno che tentare, cosi pareano fuggire. mare, un grande trascinando della sua visione tile, cor- la furiosa di fuga. ALL lui vi le deserte dei campagna lumicini, torii. Giusto, e due largo fìnestrone e il restava ?campana Traetta dal del quel camerone movimento di fu abbassato, letto. suo essendo sarebbe fu portabile, insop- e suonata la già molti dei Rocco russavano , quel pezzo di cielo come e di la fantasia stato di mare, a sempre, galeotti,le catene, le eccitava Come finestrone, che come catene, glaciali compagne rumore lato stel- quei corpi umani. silenzio Stridevano, dei un il cielo im caldo, l'odore guardava aveva , seconda galeotti di si vedeva aveva strapunto uno aperto, troppo sempre il gas donde dormi- dove Traetta, Rocco la brillante loro , fosforescente: mare col Come ai pancaccia, una sando attraver- tutta camerone lenzuola grosse isquadre, tornavano grande assegnati avuto libertà. Pozzuoli e più Nisida, guardando di Bagnoli il della Per vie galeotti i lata: stel- notte gli occhi, sentendo volgeva il silenzio. Suonava di la molle folle la smania più acuta, 2r" . cortile,brillava 111 alto, sul e SENTINELLA ERTA, ogni bili indivisi- letto, e il loro di Rocco Traetta. strone fuggire, da quel fìne- facile ! Ma, ad si udì, — tratto, da lontano fievole, ma lontano, una voce precisa: All'erta,sentinella! Meno disse: un lontano, dopo un minuto, un'altra voce ! SENTIKELLA £RTA, ALL All'erta, sentinella! — Ancor lontano, meno forte, chiamò terza una sonora, voce, : AlFerta, sentinella! — Prossimamente, chiamò: voce una All'erta, sentinella! — infine E dove la dormiva non udirono il giro dell'isola. si risposta se ne la per risposta, sonoramente, questa sto! tacque. riordinando non Rocco lacerati lontano la del cercato, aveva coraggio, dava avvilito, an- Traetta, i lembi appena riprender lontano dopo e : Poi, tutto Ma E di nuovo, rimandarono, All'erta — Traetta, Rocco camerone centi altre, più lontane, più fioche, fa- delle le voci il sotto scoppiò voce sogno. suo nella notte, di di quindici minuti, dopo prima ricominciò: voce All'erta,sentinella! — le E lunghe, alternando, di passarono dopo si andarono il fine- sotto nuovo tano, Traetta, si allontanarono; di lon- di Rocco strone quiete voci sonore, fatto aver il giro sposta dell' isola, la ri- risuonò, chiara, squillante: All'erta — Ogni un e quarto incubo. si sto! d'ora, Quando rispondevano, ogni quarto quelle voci si udiva il d'ora. Come si chiamavano rumore delle ca- nel tene, i galeotti si agitavano, letti loro. trabalzava, siamo noi ogni soldati fedeli dei dicevano: faremo non nella Egli fremeva, l'incubo r terribile. Nella spezzò, Sdraiato direttore lo se la nostra Ogni isolati da del non gliamo, vevoce- a della metà nuovo, era le voci mare, non notte, le sempre, micidiale, del poltrona, dopo sua penale cima volesse quelli che ma ; noi d'ora, quarto E di a vivono leggeva fondo, parricida, e lontani giornale, tanta nella meditandolo, dai indifferenti, relegati il pranzo, il con imprimerselo leggeva, assaporandolo fanno acuto chiare, forti, fedeli. Egli Bagno attentamente, come noi egli pianse. nella del l'occhio con stellata, sul notte cuore ed vegliamo, tacere vinto, prostrato, udendo si voci mai fuggito mai, mai. voci, il duro buone notte, di collera; impotente: opprimeva. prolungavano, sarebbe no nessuno, far può dormiva, Le Noi dur sui sonno, ora. — pronti, fuggire ^i non d' quarto qui, armati, nulla si Traetta Rocco Ma ! SENTISELI,*. EKTA, ALL tezza lenmente: come grandi centri, da qualunque ALL società di curiosi ma vita. sulla cui Ogni onesta la freddezza e tanto, però, faccia, in il capo, crollava Egli nuove. •soldato stato valoroso, rimanevano la sua di Lissa energia: di e l'Italia,la cui il che avrebbe ma sul fremere di nell'isola di Nisida. che collera nati sono ferocemente vivere fra tusiasmo en- fatalità cattivi non aveva battuto era fosse buono 11 vivere per i galeotti, fra la preferito mettere ed magnanima Malinconico, per la guerra, innamorati marziali che quelli candidamente di essa, le memorie vita impotente tutti come per Egli volta, per la patria, anzi questa campo, le due si tutto anche paese, un occupare a poiché come che suo tramontare. pareva 1866 suo il molto erano malinconico, 1860, pensando servire mandato avevano nel cattive vivi, in quel bagno sempre stella battersi potuto delle coraggio, suo Custoza, bontà, patriotto ardente, quei giorni, dopo il capo, crollava nel lo dove penale grande leggesse un il e direttore, famiglia, si dileguava se come era il buon la naturale restava movimento qualunque , della ! SENTINELLA ERTA. o e che e debbono fra le speranze lontane. — presso nuove? Cattive il balcone camiciuoletta — Cattive — del chiese la moglie, salottino, lavorava che, a di bimbo. — rispose il marito, senz'altro. una all"erta, chinò Ella Aveva alla sul chiesto cosi, troppo ovale e pensoso, dal lana sottile nel sopra un le incisioni che di pezzo AeW bimbo di delle Emporio anni, immagini, le fogli sparsi — Mario? guardato — — chiamò po' mio"? sul — giornali — un Papà lucenti dei con di bontà. Che Certi tagli ? soldati. i e vestito di in terra, una suoi Era e ricciuti pensosa pelli ca- come poteva gliarne inta- figurine le Restava , quieto per terra, circondato in lido pal- un sai piccole forbici,as- sue dai illustrati. il padre, dopo affettuosa rispose — padre ternità; ma- rato tranquillo, innamo- le dita. seduto intiere,solo, ore molli guastare senza punzecchiarsi dai dolce , senza volto dalla seduto felice quando con nitidamente dal teneramente Pittoresco. assai madre, qualcuna, da tappeto, tagliando quietamente tre sua rito, ma- durava semplice stava castani, dall'aria quella di che sogguardava tanto il bambino verso buon po' impallidito un ogni nera: al volgere ri- per giovanetta una corpo ma d' interesse Era tempo. dare. doman- senza guerra, quel silenzio spezzare 29 sasse perchè s'interes- non alla parola una per lavoro, il capo politica o '. sentinella il averla curiosità. vando piccolo figlio,le- grandi occhi castani, all'erta, 30 belli? Sono — Belli, papà. — Vieni — Il darmi a bimbo età, sua a I sentinella subito: sottile,sottile ma padre suo levò si bacio. un braccia per poi, disciolto, gli appoggiò ginocchia, come fosse se il piccolo volto di È — no Sì, — da L'ha la Non — Grazietta tanti mica pallido — e egli la io Gennaro gerezza leg- alla madre. lui. Perchè — Campanile di ha non giustato ag- Mario? lei, con fioca. voce dei libri,che veva do- giorni ? abbiamo non di molto al sospenderla forti soggiunse — la forza avuto muro. lei,con Non un sorriso. abile è La e Potevate che la con vedo. sollevarla siamo il padre mire; dor- portata. — di chiese portata la scansia fare — posava, suggerì disse — ha E — volesse o bianco carrozzetta sì sulle lei, subito. — giorno? la \ — disse uscire ogni esci ? — Fallo — ciarlo; abbrac- fiore. un ammalato No, — Venne la testa stanco la per padre. suo come le gli tese e grande era poteva moglie lasciar assai. fare Egli mettere guardò a Gennaro aveva a fatta Campanile, la scansia, posto. intensamente il marito e all'£rtì, 32 Ella Cuciva tacque. delle nervosità la come una in bimbo, il padre la e madre, padre odii tu subitamente padre, i le la sottile 11 guancie. testina, guardò le braccia tese celare rossore un abbruciava le de! Anche — e quel silenzio, levò la testa sé a febbrilmente, per dita: vampa ! sentinella attirare per baciarlo. e galeotti? il gli chiese — carezzandogli commosso, i capelli. Il intendendo — dei di il Ora ripetè — padre tutti soprabito: era — bimbo, fanno il tonazione in- una con moglie di nale, gior- isolata vita una si andare lo e spazzolava ufficio. in seguiva. Egli abbracciarla per il chiuso e spazzola una l'ora si Il costò ac- ella ed il gli precipitosamente: Fa pure venire subito, per No, no, se come — disse posto, metodicamente, suo macchinalmente, alla venire al quelli che Con bimbo, il piegato aveva monotona. — gli — pietà. rimettendolo disse, poveretti sottovoce. Poveretti come non la domanda. galeotti sono I padre, — candidamente, figliuoletto lo guardò, Non mi ti fallo Campanile; Gennaro la scansia. dispiace, una cara — disse lui rezzandola ca- fanciulla. dispiace, ti assicuro che non mi ALL dispiace sforzo soggiunse — sé su fu bene Bene, andato nuovo, col bimbo al egli disse — il buon quando Ma suo marito onesto e pianto. affettuoso dovere, il capo il collo Quella vita di sposa, singolare, dove si alternava colla ella l'aveva cominciata Infine, era una vecchia una povera il sposata perchè egli forse fra i stretta che a l'avrebbe sarebbe quell'uomo consolata sensibile Matilde e parenti in assai mente scarsa- affetto grande. a veva l'a- di in Era peva sa- sola, un'i- accettato, si sarebbe che generoso e di tutto. lo vivere isolata, che buono pietoso, Non aveva sapeva, .Serap,Racconti. di casa capitano Gigli andata delicato malvagi, senza lei, per si sarebbe l'ambiente quel- coraggiosamente. cuore un galeotti? Lo che pensando cosi, per aveva il grime. la- profonda lavorando e pane; col in madre, zia, guadagnando proprio suo brucianti ragazza, viveva quei e del folta dei assai di bimbo la solitudine compagnia dote, che senza del e di ne vivere a quello su pianto: poche Raro se quei ladri fra puro, piccolo figlio, bagnando e l'isola,e solo per lui andandosene. penoso micidiali, ella piegò suo grave lo vedrà. Grazietta — un stare, lascia. Uscirò, uscirò — Cecilia, facendo stessa. Lascia — ! SENTINELLA ERTA, un donna, mento temperache fre3 ERTA. ALL di dolore subitamente meva anche aveva fEra si e semplici anime chiusa era per sottrarsi Ma nessuna in dormire, udendo che di liberarla che porta dalle si ella aveva semplice, nelle ore il che bella tra mare, salivano Bada, Che nel il fioca luce notte di una un'isola, i e voce, mare, il cielo profumi insistente, dicendole: sogno, carcere. capitano Gigli della ha molto aperti, sentinelle, guardando lampada più che dormiva gli occhi con delle le del in riposo dell'uomo il richiamo dendo ten, abitava, fra il suo vegliava, confusamente una ma setta, ca- gusto un rumore degli spalti un Mentre ella aspettando in è questo placidamente, la i fiori sua quando essere che disperdeva notti ! lavorato, isola dalle rive: immancabile, — di immaginare ])roprio nella il chiamo ri- d'ora, quarto con sera, senza lungo Nella adornata l'orecchio, ascoltava poteva in immancabile! della delle notti richiamo, ripeteadi quarto che finestra notturne Quante quel lungo ribrezzo. di o voci vegliavano. insistente, continuo, e la buone. e le faceva che chiusura sentinelle ella ma immediatamente, casa vista una a potuto aveva tenerezza; incinta, in queir isola, negli ultimi venuta mesi: le hanno di e spirituale nell'anima, forza una che forza ! SENTINELLA paurose che le disegnava visioni. queste, lunga, lunga, che il Fu pie- all'erta, colo Mario che in portava dei porta in un nella se ella invano fanciulietto cuUa officina di di che ogni madre, dei non poteva vista dormiva, dove grande che uscita a ne voravano; la- prime il stipendio cuore il suo con e e grande le li la di tezza, delica- premura, sue ella sorrideva lo vedeva pitano ca- non il terzo lei,per scoramento, i cristalli andava E Il momento; almeno Napoli. nascondere, se dalla lare? Napoli, ogni spendeva marito il e l'officina uscite, le scarpette, dal- un a di dietro sé galeotti. di tenerezza vibrare aveva ribrezzo, ella quei disgraziati quello che Quando dèi era cordo, ri- invano, sottrarre per officine, costava suo E d'isolarsi,invano roba, dalle il come triste questo calzolai-galeotti. Come cercava vi era baci, al contatto e erano mandare nasceva scarpette, le benedette prime fanno figlio un doloroso! mezzo falegnami le scarpe ogni Mario che suoi di carattere cercato dove ferti. sof- aveva Piccolino nei consolarlo alla cubi, degli in- baciarlo, la madre, a aveva studiato aveva il peramento tem- penale, fra i galeotti: di desolato questo ella poesia bagno un voluto di La in cosa avesse che fuggiva, del le tracce tutte della si buttava qualche delicatezza notturni casa, carcere, la pallore parte 35 piccolo figliogracile un tutta terrori una quando sé nel e E nato: era I sentinella a un paure. a suo tratto ERTA, ALL da circondato da vano galeotti, clie andaella qualclie reclamo, lui per schianto di gruppo un ! SENTINELLA le fra stringeva al cuore, aveva uno braccia il flgliuolino, convulsamente. suo in galeotti guardavano I il la leggeva del avessero lasciava Non nulla coltello il uscire le pareva di carcerati, per l'istinto per assassini Usciva, portandoselo madre popolana, quando Costoro obbedendo passo, suo. Uno era un bianco più la a grande e dagli Ma giovanotto occhi vendetta bestiale azzurri di quelli di uno ucciso. im'umile stancliozza: cavandosi il bel paterno ella fuggiva sempre Gra- con e galeotto, chinava guardare dolce ciie manica! per salutavano, perversi. incontrava che sentire intimidita, quasi che nella collo,lei,come qualche air istinto dei cuore convinceva desiderio senza berretto, fermandosi persa glielo avrebbe in incontrava gli occhi. avessero dell'omicidio, , occhi poteva la sempre giorno un , quegli in noscendolo co- dolce, ma bambino suo : sangue, indulgenza, nascosto zietta, mai essere direttore, Ahi, nulla uomini sangue, un ella il furore. quegli che l'abitudine non mai, ed minaccia, persuaderla il migliore di tutti, freddo crudele ma la implorandone ansiosamente, severo volto sulla robusto, mollo Piccolino, che ò nel alTreltava via il col sua il bimbo strada, dal volto femminili, ALL capelli rossi: dai col bambino: fermato, teneri, guardava, svoltato l'angolo della vincerli mai. di vincere la in trovava affettuosa, sempre di al uomo un di di cuore Solo un tura rimorso. vago molto con un ora, In buona, a vincere chiedeva a sé della sempre della rimprovero tolta, si, ma stessa propria suo conto talvolta, di cercava rimorso. veniva verità, ella a tutti i crudeltà. una mali, ribrezzo, la focato. sof- assalila al cerlo, vinCosì come era piam.ente della tarla but- per chiudeva, Cecilia devota il e e vergognava un vago si compassionevole arrivava cercava malinconia incerto, moglie sua qualche in ella 1' aveva che ribrezzo questo addolorato, il terrori, Egli intravedeva, carcere. senso un i suoi che vergogna fossero all'avvenire avesse persona aveva generoso alla miseria, in che temeva paura: buon disgusto, chi oc- il tempo E sua una ella paziente. Ella si palesare il suo sua casa suoi coi finché la dava, guar- passare, mitigare dolcezza madre giovane Gracile, pensierosa, con il marito la lunga via. potuto aveva passava Parea rosso. galeotto, grande il guardava, questo sempre, la vedeva quando e dV berretto egli l'aspettasse, clie quasi incontrava lo vita, dal in condannato ! SENTINELLA KRTA, da creasuo vere, do- e quando sua paura, stizia, propria ingiuErano creature i anclie umane giusto loro, di i che lei a uomini che galeotti, e ogni marito suo diceva erano Cecilia si la loro vista, quando Per decideva il saluto erbosi, dove le con a Mario st'obbllo un la vasta di sogno, penosamente 'rneva un dalla sua come a di di suoi il tratta sogni, Che di sue fare? suo Era più marito , impressioni ; se, in que- compariva trascinando - bruscamente impallidendo mente rapidavia. E quei fiori, tutto dalla infamati le facevano orrore. forte di lei. Solo, in presenza quanto , allegro togliendo mare, assassino, un mentre fanciullo, portandoselo quel terra catena, ella compri quel paesaggio, improvvisamente di da s'incantava mattone, spavento, campagna, preseirea prato il picciolo mare, insetto un rosso dai terra sugli spalti Se strilletlo pericolo di morte, un il berretto. ella uno pesante pace, da quella di una grido nell'isola, e improvvisamente vestito uomo in : pacatamente sul ed distesa dava verità pentimento, margherite le trovato aveva di poco! innocenti ogni tanto e sedere a con più disgraziati cavavano per tirava manine perchè si solo che guardare forse passeggiava metteva bimbo severo sopportare quando cuore questa di dolore a ahimè, poco, quel cosi era cristiani, e tanto dolcemente colpevoli. E piena rendere SENTINELLA ERTA, ALL più poteva sentendo di frenava le , essere ingrata , SI, figlio,in — Poiché era fabbri-ferrai, le come attaccate alla spingere farsi tutta in vasta dava caldo alle certo tempo un svegliava si si di levarsene; morbidi. orecchie. dal stessa felice Era intiere, per ore gli occhi, feltro di madre, La si stancava; subito, felice era la madre cappellino suo cosi era gambe, per cile diffì- e Mario voluto mai tura, cin- guastava. isola, socchiudendo nel dopo alla pesante picciolo carrozza, legno, portavano e momento renderli per che piede era debole sonnecchiando gli il legnami galeotti-fa- essi quei cuscini, che su portare la ogni un«po' imbottili aveva che avrebbe e di sdraiarsi di che e non magro era ferro che 11 dentro, era felice, che più def caviglia carrozzella una quei catene da carrozzella da rozzamente stridente, Quando grossolana una fatta e a ella, reprimendo rispose — sospiro^ un bimbo, carrozza che gracile, il bimbo ma dormiveglia, suo e gridava; Spingi, — momento, Un — spingi mamma, Mario I — faceva rando ella, respi- profondamente. E reslava di ferro, — appoggiala riposandosi; Spingi, con ma le mani subilo, il bimbo ricominciava; mamma, spingi, con ti pi'cgo, alla voce barra plichevole sup- ti prego. Ella si rimetteva mandare di in lavoro, di lasciar tanti alla buttata Sta e vi ad compagnarlo, ac- bisogno era temeva vagamente come un allegro, dove di delizia. La senso cappellino il di dove carrozzetta salto un serva Gennaro sta i e guanti: si dre ma- aveva del bimbo. quarant'anni, silenziosa, Campanile la padrona, della padrona. tacitamente a di facendo servizio nella bizzarramente, sforzo. uno a pei- darlo un suo marito: di rissa: seguito Ischia, da vunque, do- Ischia mettersi per miracolo sceva cono- moglie in aveva Così, quello che a ; isola, riuscendoci stessa dell'ostinazione. la Era l'impossibile per sorriso omicida un lui, lo Portolongone Nisida, con lieve un galeotto, Grazietta, da la mettere a , attenta. abbozzò serva serviva due in Così, quel giorno, con disse — fedele in carrozza, trasportare giù per le scale, con i terrori un anche usato guardare. attenta, La andare e mai solo, porta, la pesante una Verrà scansia avrebbe copertina sulle ginocchia una a mente, coraggiosa- possibile: e si fece Non Mario casa. messo Grazietta, — la sedere era stava era entrò a si non sola il bimbo buttò serva; casa, ella altri, innanzi la "41 cammino, passeggiare a Grazielta con in sospirare. senza ! SENTINELLA ALLERTA, della al sempre volontà guadagnava, cosi a due grosse e del parti cibo suo sacrificio questo mandata andavano tanta dall'isola. via Il tarchiato, dall'aria uomo alla ferriata in la era marito, suo a compito era nascostamente, ! SEKTINELLA ALLERTA, silenzio, quasi di paura galeotto, esser grosso un mente cauta- feroce, veniva della terrena cucina tava por- , via e se ne piatto coperto, un andava in Ella del quasi suo digiuno; la crollava disgrazie sono disgrazia può non andare? Là, là — che tutti. • disse — questa la madre al d'incamminarsi. figliuolo, prima — a ventù gio- gli omicidii che colpe, convinta capitare vuoi Dove — e come la timida convinta signora, paura sua il capo, d'esperienza, compatendo della padrona, la quando e racemente. vo- felice,contenta mostrava galeotti, Grazietta donna a le delle frutta, mangiare a rientrava, tutta involontariamente, dei del pane, cantuccio un e fece il bimbo, innanzi indicando se. vie Le una di Nisida ottobre là dà e ancora erano degli impiegati, carcerieri, l'aria graziosa il gran a dei un sterrati, alberi di acacie verdi. Le case, fornitori, dei piano, a due del Bagno di breggiati om- che in dimore capifabbrica. piani, avevano di piccoli,civettuoli corpo quelle come piccola città, coi marciapiedi qua dei larghe eran nidi di provincia; Penale, dormì- all'erta, ! sentinella torli,refettorii,officine, gallerie, infermerie, in restava che ro^a a fra dominava le di e gli alberi, si mare soleggiato: Il rozzetta, spalancava e circonda Nisida, aveva la una visione lunga di sulla disteso bimbo, sione viriso sorcar- gli occhioni, quasi ridendo, Là, là... La madre da presa che da alle mogli che il era lungo anche tanto il sbarra il Ma mano. sfinimento suo del della bimbo, ad la vinse quasi deserto, dove le passava e un salutava punto, proprio, dovette svenuta. case ramente. libe- saluto, chinando carrozzella, sedersi pietra, pallida, quasi Ogni sorridendo, : mare circolavano certo un il bambino. passava: al avanti anch'ella suo soldato rispondeva capo: sieme l'isola,in- abitavano guardando qualche Ella la che sogno glie mo- figliuola di fornitore, galeotto, di quelli che qualche poco qualche degli ufficiali,e passava lentamente, sempre bilità; sensi- eccitata macchinalmente signore sette 0 sfinimento, uno soverchia una impiegato, qualche le sei la carrozzella, da infiacchimento, un le veniva di lentamente spingeva salutava di una vagamente: mormorava, — con che strada freschezza. come quei villini. Ogni tanto e case del tutti della gomito un alto, bruno, mezzo, ceri, car- lasciare sopra Era finivano un un e il la banco posto comin- all'erta, la campagna dava madre, la dal — che Il bimbo guardava sbiancato, dagli occhi volto un mormorare, osava chiusi, soc- midito, po' inti- po' spaurito: un — di Nisida. appena e ! SEXTINELLA Spingi....mamma... spingi. Ora... ella ora diceva — soffio, pareva un Vostra eccellenza, il e bassa cosi voce a figliuolino la non udiva. — carrozzetta disse — una maschia, voce la io spingere posso ma umile. Donde dai e teneri mente azzurri, cosi, improvvisa- occhi Che ? quel galeotto dal volto bianco sorto era ? voleva che chiedeva lo Essa , guardò, fosse Il piccerillo il galeotto eccellenza, posso Ella labbra pesa mormoi'ò — più i)ure. Vostra la carrozzetta — io. spingere capi, allora. E strette, disse : mente umil- di pallida nuovo, con le No. — Egli la guai'dó, tacque riprese, umilmente, Non — portare — — egli se come visione. una — sgomenta, trasognata, No è fatica a — me, Scusate, momento, un poi ostinatamente: per questo disse per le vostre Lasciatelo piccerillo. lei,ancora, scusate mani. l'ardire. incollerita. Io lo saprei por- ALL tare, paura fini di — voce Io dire ho non Si eroico sospesa tintinni cintura fremeva Adesso di 1 cavalli che spiaggia in — vuoi hai Perchè cosi. disse il bimbo detto di tacque i pascere delle rette car- viveri, dalla riflettendo. no sentendo quel galeotto? a che la voce di sua turbata. era Ora sei — No, in ? Perchè mamma giuria. d' in- su. Mamma Il bimbo trasportare a come galeotto a quelli e e campagna, venivano ufficiali tre o ma madre quel pièna in prati,dove servivano Che — due Egli servigi, le fosse erano fra i viottola uno collera, cui con i suoi offerto aveva — camente, sec- la catena la di ancora umiltà con sinistramente, allontanarsi guardando la medesima madre le braccia; alla se — la tiate por- la carrozzetta. con figlio. Ella — lei voglio che ricominciando, spingere a il — disse — non gesto largo egli tacque — che tenerezza niente Ma alzò, risolutamente, un una di — , le tale abbiate Non piccerillo. sforzo fece piccerillo. con paura levandosi. il 4d piena di lacrime. pareva — il fatica, senza ! SEKTIKELLA ERTA, caro. stanca osservò di lui spingere dopo un la carrozzetta, poco. 46 all'erta, Levami su, Resta, caro, — — più innanzi, innanzi. ancora pezzetto, in silenzio; un già passate Il bimbo scendere. andiamo resta; Camminarono avevano fammi mamma, riposerò più mi ! SESTIXEILA due guardava o tre garitte di nella. senti- i soldati, sempre ridendo sor- loro. Mamma — — — il bimbo. disse — ? Che vuoi, Quel galeotto voleva caro tano, attorno, lon- portarmi sai ? Sì, si. — È — poveretto un in guardandola Chi — ti ha lo Papà, — Ella abbassò Anche — il fanciullo, volto. detto ha questo? detto rispose lui, — il capo, i soldati chiese — il osservò — ribatter senza dei sono , nulla. poveretti,mamma? dopo bimbo mente. trionfal- pensato aver di , nuovo. — I soldati sono galantuomini disse il rispose — bito su- lei. — Ecco poveretti sono, — mamma Il — e i soldati ? II piccolo sono i — galeotti sono galantuomini. Io che piccerfllo. piccolo figlio caro bracciandolo, baciandolo, caro — disse teneramente. lei,ab-* AI.L, miserabile barriera forse che degli passaggio Nel campo. che terreno l'erba crescevano vi si estivi, lasciando e della crocchiante di profumo da va, dei mesi di si da gli occhi meravigliali uomini. Vide: cinque punti una ma piccola che il vide del contorto; un che campo di croce tempo pure ma muro, un quel le onde come mosso, da di e le allo caitellino Acuto dove la vegetazione di nuovo, detta. male- forse Cecilia dava, guar- meglio, volendo cercando il mistero indovinare nera solitariamente, espande abbandonata, bene, papaveri anni, dove libera, dimenticata, cercando gioni, sta- selvaggie: rose illanguidendosi rinascendo, Con i abbandonati, campi o quattro soporifera. semenza s'inasprisce e morendo, delle sottile la bacca selvaggia, violento il profumo nessuno erba abbassava, appassiti stelo un collera; fra in rose erano sullo si mare fasci le a che dopo di cespugli ineguale; bizzarramente come quel di a qui si gonfiava, altrove ondulazioni con cresceva che e il confine più l'erba ineguali, sul terreno animali degli e neppure campo più al si opponeva non uomini segnava non I SENTINELLA ERTA, mente bizzarra- campo del dato circon- mare, dagli abbandonato ogni tanto, in quattro abbandonato, legno che era intemperie croci, ad o sorgeva stato nero, avevano alcune, giallastro, sporco, lorito, scoera su taccato at- cui eran scritte due iniziali e degli uomini croci Le nome. cosi, come vivo, la terra, per forse dove coprire state erano della Cecilia Ma presentimento dicesse che di altro il fra avorio, qualche di della sulla alla scintillavano aveva della a terra menta petali cadenti, Math.de pèzzo Mal se Ebbene, mente, precisa- e il verde di vecchio che morti glia, germo- delle terribile dei dei morti galeotti alla fioritura le rose quattro stagioni, Serao, Racconti. di si lavavano ossa ossa fra per uscivano camposanto selvaggia, le terrore disgiunte, terreno Accanto un mal seppelliti, casse le bianche vano dove- sacra. di terreno le bianche al sole. Il becchini. che vide, vide quei e pioggia, , naturalmente il movimento caso a vedere. come del decomposizione, nuovo non naturale vate tro- come doveva loro volta, ombra dolore, umano. terra, nelle il movimento per osso l'ob- il corpo giallore del dell'erba, biancheggiare, suo per o una ancora, gli occhi, ella aguzzando vento piccola guardava ancora giustizia del piantate più loro ignoto coperti del forse, cadute esisteva non la gettate alla rinfusa, capriccio degli uomini; il morto dato, in cambio aveva il che cifra parevano per che cifra, quella una gli grossi caratteri,incerti, con mano, portato da aveva blio a 4» SENTINELLA ALLKRTi, rosa odo- larghe, germo4 50 ALLERTA, gliavano strani là, un e che l'occhio disegnare Cecilia scheletro. castigo del mondo che morte, la cadavere, che il neppure dei galeottinon di veniva di libertà di forzati. E a fosse visione di se, solitudine, la visione parca senza pietà vegetazione, dal da maledetto in e Dio senza quella vento, la visione e terra fra in battuta di tre cadaveri quella marito, la ossa pietà più campo dagli uomini, cure, siderio de- acre alla suo suno nes- i morti apparve di e quelle in seppellitiin qnel morti, bimbo, suo messi pregare: Cecilia, insieme straziata, un'orribile l'opera di erano rimasto, ossa Il camposanto ultimo, un altro alle disgiunte, a la profonda, qualunque i cadaveri fuori, quasi che venivano questo dopo neppure lavorare, a sbar-* sino dell'assas- carne. aveva l'intiero anche estremo la loro cosi quasi terra tomba giù in fretta, fra quattro assi ci temeva al cadavere galeotto ortolano, un violenza, di morti, punisce riposo spogliato vedevano gli occhi con si ha che cura hanno dalla pietà della la neppure neppure che concede non di vegetazione rati,questa orrenda pietosa prepotenti che spaurito guardava, né ne cosi sorgere e se la terra bucata soverchianti vedersi terra, po' dapertutto, aver parevano sterpi umani; alla li ridonava vanga qua quegli ! SENTINELLA del che liti seppelselvaggia dal sole abbandonati. o all'erta, dei ladri quelle cu grido di dolore, di etto, ma piombo, lungo si Quando udì lambino etta, era ma agli occhi lanco, che labbra sdraiato nella che, larga foglia di vite. hi li e volte, guardando •uè Zitto 1 — più piano rumore. ossastra, n dal e ga- volto le la Come risolino madre, sua mo- foglia di socchindeva un sul gli ocsilenzioso, lungo distesa, dorme. mamma il colosso ori, era numero apavero galeotto al volto larga innanzi ir quel a detto: veva E facendo sorrideva, e cacciarne per il fanciulletto riapriva, suo terra, gli agitava per fargli fresco, ite passava, Il il carroz- sua sorrideva olto, per una l'erba. fra friisclo. alto, dai capelli rossi grande, 30tto giù, gli occhi aperto dalle ella cadde un disteso sempre e nel gli occhi, fra aprì e altis- un le si formò ed solamente aveva E muretto, col viso il riscosse silenzio ran paura uscì, strozzato: non alla luce ossa degli assassini. e imo i le loro l'isorgevano, portando he ! sentinella Quel del grande sdraiato lla agitato la fo- aveva bambino, non di tela vestito corpo sull'erba, per quello pareva di bonario, infantile ; più lontano, fra i buttato 117 e il berretto pareva in ritardo. un rosso papavero, che un portava grosso all'erta, 52 Cecilia sentiva non guardava in figlio e suo piedi, e foglia di fra visto, le aveva farla tremare; sulla pelle. Andiamo, — E con Rocco: e Ella ritornò solo lieve andava collera, su, brivido la di ciò che senza ma le passò disse, levandosi. — dolce indicò il suo spingere la a gomito, rotolando integralmente, un che , levato era dita. Il ricordo le egli raccolse si mise si sul senza imbarazzato, garbo un galeotto, Traetta restava vite appoggiata il Rocco paura. senza altro, svegliandosi debolezza; immensa una ! sentinella la carrozzetta a berretto, rapidamente, carrozza, dietro, fiaccamente, allegramente. lasciandosi dare, an- vinta, domata. III. parlando Lentamente, capitano Gigli, direttore Nisida se ne e i! regio andavano pomeriggio tre o del R. Bagno ispettore carcerario le vie per di novembre. quattro sottovoce giorni a L' fra loro, il penale di Colonna, dell' isola, in ispettore stava quel da Nisida, alloggiato nella all'erta, ledesima i ! sentinella del direttore: casa era cinquantina d'anni, assai una crupoloso che e urocraticamente, landosi di molta con le po' un infor, a volontà il pa- egli che Gigli capitano l' ispettore, mai tutto, Tranquillo, cose. una pettava profondamente, di ragionare più piccole iente, ossequioso bbandonava ufficio minuzia tutto, volendo nalizzando assai metodico, queir compiva piemontese un dandogli ri- non le tutte otizie,tutte le spiegazioni desiderate, fornen- ogli registri e conti, perchè ida potesse osservò - ha anche Abbastanza, — — o' — Finché È che di si fa Tutto sembra devozione. con — mormorò era poco, signora vostra osservò — poverina voce fantastica Adesso Un la bene vero, ipio,le — gut- simpatia. sua ci lasciano mi Credo po' — accento suo lui, un vagamente. (nerezza n soddisfatto qui volentieri, dunque? Restate qualmente — siate commendatore. difficile,quando leno quel la Ni- su completo. che pare l'ispettorecon irale, che — lavoro un generale, mi In — essere la relazione — e il Colonna. rispose Gigli, con — è ci stia non po' gracile un di una salute, l'ambiente, capite, sul prin- insopportabile. si è abituata mi pare. ? Certo mi è impossibile n4 ERTA. ALL modificare mi ora rassegnata sembra triste, più È poveretta. , conico; malin- naturalmente carattere un ! SENTINELLA è di pieno cuore un si ma bontà. l'ispettore,senza soggiunse rivelavano parole che mezzi I miei — brevemente il lo permettono giunti a i — sotto ho le disse — pietre lendo sa, il Colonna. cinquantina, una più pericolosi,a mi cui è stato i più domiti, in- sibile impos- lavorare. di far — dai portando venivano ? volontieri tutti. Ne dove le scale. per Lavorano piazzetta una di calce, curvandosi Non disse — edificio,fabbricato nuovo un vivamente — quelle a emozione. galeotti stessi. Essi andavano, — — capitano Gigli. sorgendo secchi Napoli a rispondere una non Erano Tacquero. stava mandarla forse Bisognerebbe — Avete adoperato Li ho adoperati: coercitivi? i mezzi inaspriti,ma li hanno non domati. Quali — le saranno cause ? Le ginare potete imma- ? Sono — fatto una rapine. di quei condannati vita Per Ne E da vagabondi, loro il lavoro chiamerò volgendosi a un hanno che vivendo ò una cosa sempre furti, di portabile. insop- uno. galeotto, seduto sopra un all'erta, Non — bestemmiate. Stare — catena qui, bè, anche, Vittorio. Avete l'obbligo di vi è da fare; portare l'orologio clie è questo faticare, perdio, Ma parole Queste non ! sentinella la regala mai! no, dette erano ci vorare. la- tetra una con energia. — Potrebbe lavorare chi Ma titolo? sa anni venti Sempre li faccio... se voi, il titolo, per buon un l'ispettoreColonna. disse — Che — esser — da ho fare. soggiunse, in aria succedere. Posso di sfida. Come? — Oh, — morire; — Da tante e posso Nisida dolcemente, pure ma galeotto è scappare.... si scappa si scappa si disse costui Uno — Tutto sta vero dove uno a non dentro, fare a star star questo con trionfalmente vedete, cellenza, ec- è gli occhi. il fiero passato, governo passa carogna, il gran sempre il direttore: sguardo continuò — una essere ci deve poi... sempre capitano Gigli. uno, lo con di si solo, è ma tutti qua Ma assai scappato. L'ispettore interrogò — il disse — muore. gli disse — fermezza, con 0 — possono non Si scappa, — il cose questa ? salto. come E leotto ga- l'altro. sono poi...e legge, ci deve all'erta, Basta — indomabile Indomabile, — — — — si Una volta. Una soltanto legge vuole avere il difficilmente di e grandi uomini, sprezzatori e fra loro, ognuno si che tanto primato mettono , mi Ciò accordo. dà un' arma di essi. contro si Pure — — così. condanna: della della Gigli. ? tutti credono Si — sono disse rivoltati? mai Non si allontanò. e — cinquanta, almeno, ho Ne spalle nelle si strinse Quello insubordinazione. vostra della nota Prenderò — 57 l' ispettore severamente. gli disse — ! sentinella rivoltati 1 sono SI. — subito Fu — — — — subito. Non Si ebbero conseguenze? ferito Fui da Sì — — — — disse pietra, alla di il semplicemente capitano. cedettero? Parlai loro, li lasciai parlare. Volevano invece famiglie più spesso, di ogni due testa. ? i rivoltosi Come le loro mese, colpo un fra Scendeste — la ribellione? domata mesi. una Era volta una dere ve- al manda do- giusta, l'accordai. — Faceste bene. E vengono spesso, miglie? queste fa- l all'erta, sentinella 58 Poclie — alle Ci rare. e che lontane Provincie colpevoli appartenenti sono vedono altri, di Napoli, visita: mesi. Altri.... ha ucciso trovare. a Passano talvolta Sono Ed — è — parricida. Era naturale, loro materno. sarebbe venire a Le — Al — Al talvolta Ho creduto Nisida; dice mio a le sue o o che sia — — Le dri ma- nel io, un figlio lo creilo lettere si da lavorare lì 11 per cose, siano denari abbia non voi, queste bimbo, piemontese. anche abbia che tere let- mostruose, Suo la madre venire; e da venire. il Traetta t rispose Gigli,sorridendo. bimbo! SI. Traetta e cani. e che che o possa — il rigido venuta. suppone smarrite, — risposto alle , ancora: le letiere. Gigli,pensando. bizzarre cosi che poco di venirlo mani, neanche disse — disse — amor nuamente conti- scrive madre? ha Non del sono non la venuta, Chissà, — padre; strazianti. No, mai. — le mie per Rocco suo supplicandola madre, sua miglia, fa- in proprio galeotto tranquillo,giovane, che a una ogni sei viene, capite. Vi è qui Traetta, detto Sciurillo, che un mai i loro stati micidiali sono nessuno e ricevono non l'amore gli e che sempre hanno attorno, per i bimbi con i la fedeltà grossi all'erta, lo E — lasciate da uomiiH più delle con Erano giunti Bagno. era all'ultimo raggio. co- tore, l'ispet- visitare edificio grande l'infermeria che vano salivano, incontra- Mentre galeotti, tenendo bicchjeri dei piatti. Li adibisco — dargli osservò porta del piano. dei venta di- il bimbo di — a d'incredulità. una a Anche strane, Dovevano ancora dei idee danno far può maniera una sorriso un del e È umano. Avete — Chi innocente? creaturina una meglio trattarli valga sempre cristiani. da e lui ? con che Si. Credo — 5f" ! sentinella al servizio degl'infermi del piccolo ospedale. Credete — Fra — dei meglio. s'intendono loro i carcerieri, continua, esaspera Agli ammalati, Spesso. Ma L'ospedale dei — stanzone mare; nera; le grande il è calce: dove dormivano ma formato quattro con , era di terra sani; non da vi un battuta solo aperti nera semplicemente migliori erano tare. sven- a fìnestroni imbiancate i letti i più tranquilli. facile inganno un galeotti era erano alla presenza falsi ammalati. dei pavimento mura La evito. la avrete Spesso — sul bene? sia che era di il solito quelli sacco all'erta, sentinella! a righe azzurre foglie di granoturco, e nove galeotti da di sognanti. Uno il direttore la carità di tanto, da — — contro volto se il medico Fatemi un'altra mi Non mangio ne l'ha prescritta. carità, fatemi perchè spalle,e fate fare mi tempo! tanto L'avrai le non di carne? pezza al mare, occhi fioca. voce un che mare giallastro,chiamò essi, scarno, con o ziosi silen- e certi con Direttore, direttore, perchè — da le finestre tutte Otto immobili letto, pallidi,guardanti il nel loro vedeva grossolane. meno ammalati, erano sottile di materasso un lenzuola delle lana si ma di crocchianti gontio bianche, e piazzare di vederlo; io possa qui gli pressione un'oppressione, un'op- sento ! Si lamentava, con piccola una sospirando, ripetendo le parole, dimenando che Gli altri ammalati certi occhi con la tacevano, meravigliati taciturno, girava intorno tutto, mentre ancora qualche — Ah, cosa, con digerire quelle quattro puie mare! fare una e tendo preghiere, ripesmagrita. testa lo guardavano infastiditi. ai tore, L'ispet- guardando letti, il galeotto piagnucoloso pipata, cava cer- insistenza. poter neppure non le sottile,gemendo, voce fumare fave che ci con questa la pipa, per danno, nep- bell'aria di all'erta, hai Non — grande chi E — tabacco? pazienza, 61 gli domandò, — con capitano Gigli. chi lo dà? me ? Se poveretto il ! sentinella anche avessi lo vuol me dare, a me la buon'anima di mia mandarmi qualche moglie, quella ci penserebbe a soldo.... ti Se — porti bene, fai, dalla come bene E — ho non buono, ragione da cristiano la possiamo ci non castiga gemere c'è che e Gemeva , il dire, stare voi — vi pare ma bacco. ta- tore? eh, diret- galeotto, che catena questa del pagherò vita non quando ammalati catena, venisse di ma profondo un petti,che sospiro sulle loro avevano ce il Signore : oh angelo un per Gli domandò usci carni nominata da tutti il freddo la quei tatto con- quel ferro. è sempre ma ebbe come È fastidiosissimo,—disse — per ti stai quando lamentarmi, facendoci sempre: catena, — io sempre la levasse! me — sera, levare, mai, anche questa catena, questa e alla di a questa? mai ti lamenti male, stai continuò — siete mattina quando e non se è ammalato, gli fo qualche Gigli, cessione con- questo. morta la moglie mentre l'ispettore, andarsene. il capitano mentre scendevano era qui? — le scale b'J ALL L'ha — di uccisa lo Caserta; Costoro, per chiamavano tagliato il capo Si, di avrebbe era arrestarono morta, piangeva qui ha tono bat- quasi a come un grida e , , perdonarle risuscitare vorrebbe la subito, talvolta piange meglio fatto che perdona che le , stare e , insieme. sempre — che Anche bambino. che cui quell'ascia Lo caporale. un dopo seppe àscia,con gelosia? Per — rano adope- moglie. sua a di neve, masso tagliente e di neve, il nevaiuolo. Ciccio il spezzare venditore un colpi ripetuti.Con a — lui. Era larga una : SENTINELLA BETA, Deve noiosissimo, essere la riprendendo via osservò — agli uffici tornare per tore, l'ispet- di direzione. camminando Tacevano, crepuscolare intornio era giastro di novembre gran cezza dol- giorno bi- piano. Una e si attenuava il nella tima ul- sua ora. — fra Quanti r sé , jstessa alla alla i e — tutta come l'isola all'arrivo che e e cosi facile questi galeotti non fuga? tutti, Ci pensano Gigli. disse — , facile cosi pare mare! sul Colonna ispettore partenza. Come pensano — fìnestroni — — 1 disse sottovoce il pitano ca- più tranquilli,i più laboriosi, ci più indifferenti,i più distratti,i più ipocriti, ALI, giù: buttarsi a gesserò le altre e all'ultimo, fino I SENTINELLA ERTA, quattro, ebbero ne sumate con- sola una di riescita. No — riprendeste? lo Non — marinaio un era Lucia, di quelli che lo Non qualche gli E altri giù, fu udito, Mi diceva sere es- mentre che nella senti- una di essi uno intese dava an- subito Difatti li abbiamo evadeva. ritrovati, il giorno seguente, sempre Deve l'estero. mercantile, al- nave straziante, che così colui morto esser tutti tre. il grido che mozzatori. som- tre! morti Sono — al soldo. un mai. riprendemmo espatriato, su — da monetina fondo in bimbi Santa , dall'infanzia, li chiamano palombari Sono la raccogliere a mare, da vanno di Napoli di , sugli gli, sco- morti. — Ciò sarà stato di agli salutare esempio altri. — fatto terrore. gran un revasione! sempre qui morir il nostro tutti soldato della nella , cimitero sforzi che non Ma Quello la paura appunto miei ciò riportato i corpi sfracellati; Abbiamo fa ho volesse che importa, con cui sognano galera. Bisogna orrore dire spavento. Malgrado trovato nò assumersi un è combattono, Hanno morte. ha che tutti i galeotto,né la custodia di un dei ERTA, ALL iccolo È caduto camposanto. etto, non dei uno lattarlo. Li ho Drizzato, dai ustode fanno tristi 'eder quest'orribilecamposanto, nella interessarvene, Vedrò, — vedrò, ho non tale rapil solo per rreste do- galeotti. Voi relazione. rispose — d'un fa passare, ai dell'evasione obau- ispettore, che assicuro, signor le velleità Ma lettere,su Vi loco, essere far la spesa a lorto. questa voglio non contadino. risposta alle mie iiai avuto ati ai sol- di bisogne. Vorrei qualunque un qui: superiori, voluto Anche malinconici sono che miei , ha galeotti muratori Già, ita di carcerieri più più parti il mu- in puniti: inutilmente. fa ribrezzo. ligarli a ! SENTINELLA il Colonna vaga- nente. Sulla della terrazzina donde casa ìdifìcii dirimpetto, si vedeva distesa ivevano ?ipararla dal Mario jhe •ifiutava sole era tutto né 3 da e non nella taciturna, di allora cose lo tenda umidità. né né in andare indolenza portavano, Serao, Racconti. ore con in cui carrozzetta, malinconica, la madre neanche il piccolo giuocare, né passeggiare, contemplazione che tela,per Quando quella grande voleva di mare, di debolezza, nelle sua dormire, s'incantava Matilds dalla e preso dalla veniva provvida una angolo un due fra , , la vinava, indo- poltroncina, ri all'erta, coi giocattoli coi ! sentinella libri delle immagini, , dove terrazzina fiorivano nei vasi screziati le viole del la fiammanti, basilico. sulla anche terrazzina, per geranii solo, il bimbo, intiere, egli ore rossi l'odoroso e lasciarlo Restava nessuno. , odorosa maggiorana Potevano i pensiero , i garofani , , sulla mava chia- non tranquillo sfogliando , ogni tanto, le mani con il suo libro talvolta,presa da inginocchiare circondava lo con il mesto sue alla il mare, guardando strana una innanzi le quasi trasparenti, pallida madre, La gli inquieti occhi con a d'immagini, immobile. muto, candide, sava allora, fisbambino paura, si veniva poltroncina, sua braccia amorose e lo materno, interrogava ansiosamente: — — — — — — Che hai? Niente, Ti No, senti Proprio, No, con — — — un ti senti non mamma, a Sei male? mamma. sorridendo — mamma. il piccolo rispondeva — una male? pazienza gliando angelica, rassomi- grande ragazzo contento, Mario , saggio ? Contento. Vorresti SI. manima. andar a figlio, Napoli, nevvero? e tuoso. affet- all'erta, sentinella! figlio mio, figlio mio, Oh — diceva — ella baciandolo desolata. anche Ma — la poggiandole abbracciando ella come figlio povero , se pietà , bimbo È bello, bello, qui, è come diceva — vuol non lui, quel chinalmente, mac- fanciullo piccolo buon un che ragionevole di l'anima. le struggesse — rava mormo- — , immensa una madre, sua spalla. sulla guancia bello, è qui , figlio Povero — anche loello il bimbo ripeteva — è qui dispiacere dare , a nessuno. la madre Ma che vedeva la invadeva È questa Ah convinceva, niente e niente gaiezza sua sfiorate, disperse: un'ora d'inebbriante grande, che della le non è importava? Il suo fra tragedia di centinaia fiore per la sempre le illusioni sue sempre contro ventù gio- sua oramai , avrebbe ai mai più umili vibrante. figlio,flore delicato, galera, cresciuto galera! goduto felicità, l'ora concessa giovinezza Per lore do- sempre: difenderla poteva quest'orribilepensiero. la pensava galera, è questa , , Ogni volta no. figlio pallido,silenzioso,un suo acuto — si non strazio nato di Ma era semplice immane d'uomini deturpato che quel piccolo nell'ambiente quella e destini,l'ora sé, oramai, per più di una perpetua incatenati, povero dalla immonda all'erta, Certo, il bimbo compagnia. di trovarsi fra i ladri della È — la salute sua la indovinava, gli omicidi; e in triste COSI bimbo, un galera, è la galera, poiché bimbo in linconia ma- fra sé pensava — lo che che Traetta scivolava di la catena alla gamba al sentiva il fisamente il suo, madre. Ogni si lo sulla bussare, senza si deve buttare fida sulla passava un osso e Graziella e che donna, di casa del che non una rettore di- entrare, senza un come pietà degli memore guardandolo alla porta, aspettando, tro die- sempre una giorno, venendo fermava di Cecilia , di , stretta teneramente e sguardo Rocco cendosi stridere, fa- la presenza un'ombra, come così pareva, umile, ribrezzo, andando Piccolino, negli occhi accomodargli farla non per piccolo, evitando di cui al bimbo tenendo la casa, per spingesse compagnia cei-casse cane osa uomini. a cui cercarlo Talvolta gli diceva: Entrate. Talvolta, là,fermo, nessuno come passava una statua. il ci si divertiva, Traetta Rocco tenesse terrazzina, che poiché voleva, giocattoli spezzati. Silenzioso, — sua causa. qualclie momento, lasciava la carrozzella, sulla marito suo stesso, essa i la sfiorimento lo questa avevano e sapeva madre. Pure, e ! sentinella ed Ben un'ora egli stava felice se Ceci- all'erta, sentinella! da ci stava che gli diceva , vedendolo balcone, al lia,affacciandosi un 69 in come pezzo, il superando , pendo 11, sazione ora- naturale sgusto di- : Salite — La pure. l' implorante commoveva giovanotto forte,che chiedeva grazia, di vedere una stare vicino. il Quando di in mano, chinando lo levava Passavano le bimbo, a stabiliva da — — — — — Il Chi lui; e silenzii te lo ha prestamente col accanto terra, bizzarra una e subito quello aria, mentre quella Rocco la berretto dacchiava ri- 11 galeotto terrazza. catena il giaceva conversazione si Traetta, interpolata : fatto,questo vestito,Sciurillo? Il governo. E pure questa coppola? (berretto). Sissignore. È buono il governo — galeotto lo guardava, detto, in un' ivesse lotte, egli avrebbe iopo in per fra Mario lunghi gioia, saliva fuori ore come quella parola, gli occhi, trovava su, si sedeva accanto sentito le passava rumore, senza mutamente, quel piccolo figlio,di potergli aveva il galeotto arrossiva di sguardo un ora tacendo. del mormorato intervallo,il diceva bambino il ragazzo. Se meriggio : il ragazzo che , sì, oscuro. incominciava: era Poi, all'ebta, sentinella! E — E — fave, divenne il ridendo diceva — ridevano Ora ambedue. Il ragazzo, i maccheroni, galeotto. tratto, un a pensoso: ho Io — frutta? per Le — brodo. nel fave Pure — piatto? secondo per Sciurillof mangiare, brodo, signori. nel Fave — da dato ti lianno Che — mangiato Seiurillo — diceva, riflettendo. Salute — voi ! piacciono Ti — a a Seiurillo. ridendo dicea — ? te, i maccheroni Sissignore. — Un' altra — conserverò un mangerò ne te meno, ne piattino. importa, signori Non — volta il galeotto, diceva — intenerito. SI, si, tu li mangerai — po' un gridava il ragazzo — arrabbiato. Sissignore, sissignore, — — Il d' rispondeva bambino, subito non vi Traetta, spaventato. Rocco sfogliava annoiato, lera, col- prendete il suo libro immagini. Leggi — — — Non Se diceva qua sotto una leggenda sai leggere? — sotto Oh sapessi leggere, non a una quanto starei dicandogl Seiurillo, in- figurella. sei qua scemo! — disse. il Fuori SENTINELLA EUTA, ALL piovere l'acqua faceva sulla il bimbo vasi; dei molta terrazzino, con delicatezza,egli terra seguiva po' un ciata bru- molta con tenzione at- l'operazione. un le foglie,Sciurillo. poco Sissignore. — rimasta Era Dammi Il sulla nell' innaffiatoio. terra terrazzino, in del rinfrescarla. giro, per — d' acqua po' un la buttò Sciurillo e anche Innaffia — garofano, un Sciurillo. galeotto spiccò delicatamente diede lo Mario. a lo Questo — garofano un voglio dare a mamma disse — il ragazzo. pensando Sissignore. — Vaglielo — Il tu. portare a il galeotto guardò bimbo, ciera una con spaurita. Va — Signorino... — — diate disse — lui esitando — , glielo date non — il ragazzo. comandò — chè per- voi ?... Perchè? Sarà meglio, sentite, signorino, che voi, questo garofano. Da voi le fa glielo piacere, signorino. Gli bimbo tremava comprese fisamente. talmente la sua la voce emozione. che Mario anche lo guardava, il ALL il disse galeotto ragione Ha E levandosi tanto — Si udì sé gli cucina. il alle Ma detto il libro — — — sorrise. di e di Ora che con mani sulla vede. gli cadde ciera con il Non lo Che volete, signorino? voglio Niente — — Volete No, — niente che il nocchia gi- galeotto — disse fece il il bimbo, bimbo, stato. disgu- crollando vi racconti una storia? brutte. sono Volete suo gli occhi il capo. — del raccoglierlo. , — in Poi, dalle terra; per le Gra- porta lente, con non e il rame, buttarsi, a baci levava piMisava strofinare nuovo fissi di chi a boli, de- dando: gri- casa, poltroncina, sfogliando sua d'immagini, accorse nella riapparve di venne vagamente po' un schiocco piante, il bimbo stanca, sulla libro galeotto aveva terrazzino, gambucce grande un foglie secche zietta birbanti. mamma! come fra tanti — il bimbo. sottili,rientrò erano Mamma, come sulle su soffrire può siamo replicò — la umilissimamenle. soggiunse — ci non perchè — ragione Ha — vostra madre La — ! SENTINELLA ERTA, che canta ....sì, vi — canti fece una canzone? il bimbo sorridendo. 74 ALL il E Si iesco da ccà (Unto Voglio fa veni Voglio fa nchiude Cantava fuoco Questa disse — il E quando Sottovoce mani, bimbo un" cere. car- altra di San la anni sapeva condanna. sua tare can- fin dove Francesco zone Can- bizzarro, con metro un a fantastiche: A le di ricominciò triste,che carcere due è uscito tere met- il bambino. canzone aspettato la minacciosa vuol allegra. Cantane troppo dal terra. carcerato, che fiamme, vecchia e allegramente, ma triste,lunga, sopra rime mare galeotto, piano piano, Napoli, aveva è , hi Mercato tutto languidamente una da a del e sen-a-serra revuoto sottovoce, canzone — nu carcerato , Vogliomette a allegramente: cominciò galeotto : SENTINELLA ERTA, San Francisco Già ssona la Chi dorme e Chi fa nfamità! cantava, crollando sveglia, chi veglia tenendosi il capo col i berretto ascoltava, socchiudendo E a San Ce stanno E' ninne Lia stanno Francisco e' ccancelle, chiù belle a jienà. ginocchi rosso. gli occhi. con 11 all'erta, sentinella! Ma vi che m'ha rillicato e' Stu Me Il bimbo alla vo' vede due aveva la Ma si Sta sciorta r Il bimbo chinato cantilena. mme E invoca il capo il galeotto! la zione: libera- passa de tossa coppola rossa voglio abhruscià. dormiva. la triste il volte tré o strofa, quella che La ancora Pjytiorto mnorto. bizzarra, lentissima riprese fatto 11 galeotto del canzone canticchiava carcere, larne cul- per innocente. sonno IV. la notte Tutta agitato. e La che per chiamavano subito che il capitano moglie, non che poteva quella voce ogni il marito Gigli il aveva mai stato sonno molto simo lievis- riposare profondamente delle quarto era d' sentinelle, che aveva ora si voltava si inteso , e si rivoltava all'erta, sentinella! nel letto,che, talvolta,sospirava profondamente come un Ti — tre oppresso. uomo male? senti volte, schiudendo No, — Dormi no gli — tranquilla, sto bene; Ella suoi ella sonno, in scossi: nervi aveva con sonno. ubbidiente, cosi, fra udito lo che moglie guardava meravigliata, egli il marito che passeggiata, una All'ora di silenzioso, riva. A un — — — che tornato era Andava nervoso. Poi, si se mise qualche a fare a su e nella barca po' pallido, giù, si via alla stava acco- che liva sa- spiaggia si staccasse dalla taciturno. distratto, pranzare, punto, domandò: certo sei di novembre; Ne abbiamo Sei di novembre domandava intelligenza. veroT — chiese il ostinatamente, sempre, di curiosità è rispose la moglie. — Perchè, papà, perchòf insistenza vado un riva, guardava dalla Nisida Bagnoli, dei io passeggiata. finestra, guardava alla a pranzo era detto: aveva lunga una si cati, spalan- gli occhi con dormi, poverina: Dormi, — e spuntata l'alba,e alla prestissimo, appena alzato cando cer- veglia agitato. Il capitano Gigli, al mattino, era — quel leggero riposo ma sempre o premura. ho non piegato il capo, aveva di riaddormentarsi dei lui detto due nell'ombra. gli occhi aveva — chiesto aveva dei ragazzi, che bimbo, con la è la loro ALL il lo Te — Dopo — nel silenzio. le tre verso pranzo, si calmò: Gigli a tremavano, signora stentò l'espresso è èi! Quanto lire Due — Ella i le due bicchier un capitano che fece una buona La più, lire di vino, Gigli per la la ricevuta. barca la il fattorino. disse — signora. il a morto, pallido come un telegramma, malgrado impietrito. pareva e rito: ma- settanta questo giovanotto, con una sua moglie. cosi voce la disse — da — gnora. si- bere disse tramutata , fremere notizia, signora Gigli che tanto Dagli cinque lire. Cecilia, e dagli — il fissi sul leggesse Ecco — di denari, sogguardando Gigli era gli occhi non mani settanta. numerava teneva che chiese — e il capitano la e gnato conse- ignota emozione una firmare a tazione agi- sua aveva dispaccio, di Gigli, tremante Ci — il e Le telegramma. un aprendo anch'essa, — entrato era li rilesse telegrafo, proveniente del fattorino un Napoli, da la improvvisamente Ma si fece pomeridiane, portare tutti i giornali dei giorni scorsi, febbrilmente. disse più tardi, piccolo figlio dirò rientrando padre, ! SENTINELLA ERTA, diede chiamare una il — Egli ha notizia. buonissima denaro, poi portato suonò Graziella; la serva il campanello con- IH ALL ERTA. il fattorino dusse del ginocchia Ora — in cucina. il bimbo padre, Papà, dammi — bere a '. SENTINELLA diceva: il telegramma, ora disse — il il soli erano le prese le e figliuolo, e Cecilia, gravemente, verso mano una mente. dolcissima- marito, moglie si avanzò capitano Gigli il telegramma. padre , E siccome alle Attaccato disse, tezza len- con : Cecilia,questo telegramma — notizia, Emanuele è entrato Era Tacque. si era e che un è nulla, pallida è anche italiana — temperie, in- pallore di lagrime. quel cuore, emozione, e mente allegra- velati quel buona alle e mortale moglie, ammirando Venezia — al sole battaglia, erano coraggio, quella nobilissima diceva pelle contemplato avevano di campi La Venezia la ma indurita coperta da era i soldato: un oscurata i fieri occhi torio Vit- stamane Venezia. a grande una è italiana. nostra, Venezia che notizia: grandissima una porta non gli essa. disse, di il nuovo, capitano Gigli. Venezia — sottile (1 — ripetette una vocina Piccolino. levò padre lo baciò — di è italiana su, nelle il ragazzo braccia, e freneticamente. Venezia è italiana, Venezia è italiana — 80 ALL ! SENTINELLA ERTA, capannelli di paleotli e di soldati. dei il che direzione, di stanza balcone capitano Gigli il suo bimbo mento mo- un nella rientrava gli gridò, ridendo, e In sua sul comparve il fazzoletto agitando : Venezia — Alle per è italiana. (luattro l'isola tutta stanzoni dal e larga piazza, innanzi ufficiali e nel alla i soldati, dai disponendo, sospinti mano, un in scialbe, rossi dalle , dai le e facce dai colorite Dietro un tore, diretdati, i sol- galeotti, verdi, dalle da man rono forma- del casa file dei lunghe Come : e i soldati alla berretti galeotti si andavano regolarmente gli ullìciali. mezzo i carcerieri. piazza, innanzi si distendevano dai berretti mettere ri- a rio chiacchie- gran po' innanzi, un quadrato, tenendo e grande scaglioni a del cinturino, arrivarono due, per sulla pre, sem- dapertutto. Poi, lentamente, capi-squadra arrivavano, come perduto tempo, avevano alle ghette. Un due gala, arrivavano ne la fibbia si udiva squadre, di tenuta e dati Sol- del direttore. casa Statuto; dagli case, portati sulla tutti in lustrare a vivace condotti alla udito era detta fureria, cosi erano spicciolata,che i bottoni a dalla erano dello giorno si tamburo quartiere, dalle ufficiali si e di ordinanza, di soldati rullo un sangue facce vi- all'erta, che ziato l'astinenza neanche all'aria la vita aperta lo ferreo silenzio avvicinarsi si restrinse meglio, Era il che robusta, più una il mano bimbo, suo il di lana visto alle a il padre 60. Il con lui: coll'altra e Quando il buon no: furia,col un'aria aveva suo festevole Matilde teneva conduceva il bimbo era padre, di in litare, mi- non dovuto bel vestito al volto Slrao, Racioiiti. in aveva attaccato andaro quell'ora detto gli aveva vestirlo gentile, in fretta che bianco col di dal gli uscivano gli si uniforme, contentezza, di tenerezza, la madre daglie: me- piccolo figlio, vestito suo e in commemorativa capitano Gigli di e tre ginocchia, strillando, perchè "'oleva forza udir più forte, più petto portava medaglia la bianca. in che Gigli, vestito bianco, coi capelli ricciuti che berretto quadrato meglio, per un'aria telegramma un il e galeotti civile,l'altra al valor 1859 della campagna i e del poco. Sul era fece veder gli dava al valor la terza si catene i soldati capitano severa. I matamente ani- galeotti impazienti un il comparso uniforme, castigare. a caratteristico si per e chiolio acuto, quello scric- ma tratto,fra soldati, spinto dai volevano galera delle è il rumore un grandissimo dei in schricchiolio che penale. A bagno un arrivava nell'aria,sottile elevava della sottovoce, fra loro, ma galeotti parlavano e ! sentinella dava berretto G all'erta, sentinella! bianco di cui fanciulletto certi si padre, occhi lucenti condotto La quell'ora solenne dato bacio un clie alla madre il e in bacio vi si dietro, per vedere come una vasta La piazza piena e la verso i Bagnoli. si gente di Nel attorno dei galeotti, la tela, grossa mattone, in vi tutte gran le della tutti di nella e spettacolo traen- Xisida era , sugli spalti e cappotti era folla dei soldati formava una dei la gran dai gradazioni più forte,più cupo, ancora, i fornitori dai attorno rito ma- sgomento. più sempre dalla il il quadrato azzurro-scuriccia, poi, castani, quasi sino mezzo, aveva del balcone lo maggiore traboccava ristretto era striscia la , vederlo scala scossa, senso un tanto dato dalla persiane indietro, per dosi vano, trema- mentre le Ebbe vista. non fosse i ricciolini figlio discendevano nascose se padre, gli figlio.Poi, piazza, ella socchiuse esser di pensiero un del di mani prima del fronte, fra mente con rapidamente, mano pareva come le cui turbava, alla attaccato un vestito, madre la guardava, orgoglioso lo vestivano mentre uscire, cosi uomo. lo 11 alla attaccato tanto di amore, mano, per piccolo un ogni e fioro. tanto era trionfalmente era del mano fanciulletto il dati; sol- lazione popodi vestiti del più sbiadito: rosso e cora, an- gl'impiegati dell'isola, tutti galera, tutti quelli che vivevano all'erta, nel penale bagno pel bagno e cantuccio, cercando bizzarra, un fornitori. l'indistinto elevava tutto isola, e Nisida di il resto era Alla un il bambino; faccia i tutta e la deserto, e volte e di verso capitano Gigli si quadrato allargò tenendo sempre il cenno; un venne a italiana fu facce di la sì scoprirono grande una usci un zio silen- po' un parlare, la le berretti il capo: mano fu pochino un il mano e in colpevoli, tutte erano cate, sbian- Egli fece cosa. dalla fila sollevata. si volse Il ad e si berretto; e man mano, verdi e dai berretti restarono così, tano capi- essa al armi, e ' sinistra; la bandiera sua e di salutò, portando galeotti, dai tutto improvvisamente spiegata presentarono che per criminose, alla Gigli, prima della i soldati, gli ufficiali, portabandiera mettere senza restò, isolato, guardando vi lui,come nell'attesa e abbandonato. fulla, mentre oneste l' del- case campagna, era si nite, riu- il resto galeotti, tutti quanti, galantuomini facce piazza la concentrazione paese del comparsa degli quella piazza in gran egli vi entrò, suo che mogli grandi folle che e piazzette, era universale: ed città folla dalla delle un quella le mentre si sentiva si sentiva un'anima: E quanto, carceri, strade da donne, brusio indovinava, si vita di in penale, d' isolarsi gruppo ufficiali,dei ! sentinella e i soldati tutti i rossi, a capo Hi ALL scoperto, vecchi che italiana giovani, innanzi e lieve una ultimo, il bimbo, occhi restando lana quadrato. passato grande Un quella gente tutta su Gigli divenne le labbra Dal a di galeotti incalzava e più in si candida, che essi a stringeva si , metteva questo tutto la mento. mo- premeva soldati e , il bambinetto e , breve macchia rabbrividire. silenzio, di tutto il grandissimo un che dei una fece minciava co- quella profonda scoperto, capo a tutti. guardava che gente pitano ca- marito suo picciolo quadrato stringeva mezzo più il di del schiudeva si ritrasse il capitano, insistenza tanta siepe folla gran al era guardavano, che Cecilia parlare. Quella con vedendo balcone, suo lo di emozione il volto e negli mezzo pallido, mentre parlare. Tutti per di soffio per bianco in scoperto capo a , E guardando il berretto levò si alla bandiera sollevava. brezza lentamente, padre, suo ! SENIINELLA ERTA, il Ma simo profondis- silenzio. — Ul'fìciali e forte, voce Gigli — soldati, comincio — leggermente ma oggi, all'isola di città d'Italia, è arrivala nostro il nostro re, esercito, Vittorio Venezia. Al Venezia tremore .\isida, una generale, Emanuele, ò della velata, a dire il capitano in corno ogni notizia. grande 11 del nostro il capo oggi con è entrato in nostra. sua voce alla sonora , sua emozione, grande un bocche dei soldati parola che confuse, altre — — si Abbiamo ragione il chetato, fu di cui cui i avverando, Venezia! vi il eravate voi nuova suo tutti i cuori e si chiamano a a dice voi, il di senza vostro sentirsi profondamente di italiano! e esser voi, della Nessuno donne le nostre e di perle E fremere di nere oggi esser che suno nes- tenerezza, Venezia, felice, di tezza for- nell'anima, Vcne~ia! nome, della grande, nemico! piangere petto le collane lacrime pensa nessuno senza del va rubata; dell'arte mani si realtà! ma miracolo volavano sul portavano morta, non voi nominare poteva forte bella, italiana, nelle vi tutti, tutti, cruccio, voi voi gloriosa, battaglia, il dolore Eravate piangeva, di giovani, poiché più e il migliaia dell'unità,ecco, sogno una i unità cui ancora, e si rumore dettero sul campo i vecchi nuovi, con Oh, Venezia, patria che uomini tutti, della intelligenza,per grande questo di la dai'emmo tatti noi e sujierstiti sogno la vita misero il grande fra sempre: commossi, essere migliaia la loro e uomini per i cuore il sola una ritornava Gìgli, come poiché italiana, per loro di capitano — che parola Venezia! dalle uscito distinta, precisa, ripeteva, Venezia, riprese — grido rispose, degli ufficiali;era e una ! SENTINELLA ERTA, ALL senza soldato 8b SENTINELLA! ALLERTA. corse fra agitò nelle gli ufficiali come portabandiera. Io credo, riprese — più lentamente, ma degnamente non sdegnate, è da eremo che che voi tutte le telegramma mi che è stato spettacolo che gli uomini di perchè al Re di certo, non lieta che potete udirla, novella, magnifico, e vano piange- e veneziane nuele, Ema- Che cosa, gran è accaduta senza che agli oggi. Voi, un lieto legno per non persiane, cadere, teneva goglio or- occhi. gli occhi, dintorno, risuonavano le devano ten- Italia,a Vittorio lagrime Cecilia, dietro Il Emanuele Vittorio le donne li benedicesse. le la questo nostra. gridavano d' stizia giu- io credo è commovente che miei, è questa Tutti in pena, Venezia veneziani amici vi mandi di luogo l'entrata emozione, i bambini della voi, patriotti,italiani, annunzia soggiunge: uno nobilmente provincie italiane, un che voi patria, servizio gioite perchè che oscuramente, agli ordini che ò anche tutti nostra stare gli Gi- capitano tutti, impiegati voi poiché ogni punitiva, credo il lavorate la per nobile, di venuti dire a che — civili,funzionarli, voi che inteso galeotti I aspettassero. se — si bandiera La scoperto, taciturni, pensosi, capo a approvazioni di i soldati. e del mani guardavano, , mormorio grandissimo Un di attaccata il fazzoletto plausi. apal sulla ALL Saggiamente — suo re del e vi SENTINELLA ERTA, la : nel legge d'Italia, popolo, dei mezzo per punisce, togliendovi galantuomini; vi punisce la punizione di Stato il Severi più clie e noi pentimento. il siamo, passato soffrendo, cancella Molti fra dieci dalla di voi usciranno diventare-bjoni: dovranno il loro lo peccato: la ma credo del a vi debbono Non V. legge, un gran dalla credo Io penitenza di giorno credo la per sia il la cuori giorno, oggi. possiate grande sfato divina, forte cosi toso. pie- quelli clie grandi cosi del e tutti anche lo dimentica cato. pec- vinto umano misericordia bene vostro abitudine che tutti i miracoli essere dia. misericor- qui, fra tre anni, cuore El)bene, oggi, io dimentico la stiana: cri- e porteranno, e sono umana potenza un del qui tutta la vita. È restar misericordia che di vinto quotidiano pentimento, credo. di e linea una penitenza, cosi umana legge questa galera, lavorando anni, fra quindici dura Io legge con la purifica. Ogni in col nandovi condan- dove spietati.La non dei cercando Ma la pentimento voi società punisce legge di indulgenza una purifica: vi saggiamente, finisce,comincia strati magi- avvinghiandovi ferro; vi punisce isolandovi; a! lavoro: suoi dalla del nome ! da la Credo formarvi: tras- del sentimento. tica passato, lo dimendura condanna. scontenti, qui, oggi. Dimenticale il passato il tetro e fuori peccato della il vostro che di penitenza. della patria, siete nel di cento alcuni che del festa dove terra italiani. Ricordatevi petti, si calde. finito aveva il petti abbassato. capo Con di gesto un parlare fisamente. commossi invincibile di tro Die- ogni Ma emozione, altro il l'affanno sopra singhiozzi i di rumore piccola una vago, guardando , sopra , irresistibili, sopra un singhiozzare , dei udi si piangeva, silenziosamente, la bandiera adesso udì col piangevano, lagrime grosse silenzio profondo persiane Cecilia capitano I siete Pensate una della conquista anche e — ansare le che questo. Italiani,italiani tutti. Tacque a festa una Voi la vostra e una vostro, solo dimenticate vostro; rimorso nasceste. 89 legge, fuori della società; dimenticate oggi è paese ! SEKTJKELLA ALLERTA, quella fioca voce , sottile, grido: — Venezia! Viva il Era il suo agitando volto in farsi vestito coi punta gridava di lana di di bianco aveva e piedi o , le detto bianca. micidiali vecchi , a vedere, il bimbo parola. E tutti funzionari, e vita o a tempo, incendiarli ladri , breve rilucenti, braccia, la padre Col farsi per ufficiali,impiegati quanti, galeotti,condannati giovani al accanto occhioni grandi sentire, agitando quanti, soldati tutti berretto sbiancato, alzandosi per che Piccolino , , ' ALL tutti i galeotti, gridarono vestito con un di di le di prime lumicino di carta dentro rosso : Ve alcuni strade di sbarre di i galeotti Nisida ferro Attaccata a tre colori, Ci un tutta alto di dei per mettere al coi soldati avevano come gli ve ne le lungo acacie, dalle finanche dove carcere, punizione palo due posto scale, comparendo strisce, a portoni; dalla parte o tre formata. stata era la stella lampioncini, volute erano lori co- i Bagnoli. guarda a i finestre, sotto delle in uno coni, ringhiere dei bal- le finestre, nel mandati che di tre, formavano pendevano e delle erano dell'isola , delle ai rami un colori tre dapertulto erano porte, alle cornici attaccati erano di verde, sospesi agli sporti delle Erano piccoli,con erano uno ne l'isola sul- l'illuminazione. festoni, a grappoli: lungo archi fondamenta: verde; altri,a gruppi e nazionali. a tutta per discesero sera trasparente, bianco, uno rosso, si difTuse dalle della ore Nisida, cominciò lampioncini bianco, l'anima, con Venezia! Viva Come che tuono la scuotesse parve e al piccolo figlio insieme gridarono bianco, rumore l'isola — SENTINELLA ERTA, ore l'illuminazione di e lavoro, i galeotti fraternizzato, salendo nei vani delle talia. d'I- sullo finestre, degli scoiattoli, portando rampicandosi ar- in ALL giro le tavole ERTA. lunghe già accesi, tirando nestre che piene di dai su, galeotto un o piani, le ca^- Non giocondo che finiva applausi, quando l'isola scintillava colori tre che gittavano liete e sul della nerezza canti e la musica dei richiamati Gigli tutta dal che il golfo, in per nei una patriottici chiare degli tinte edifici vaci vi- sulla e minosa lu- galleggiante nel silenzio della incominciata da soldati notte, o sei si si erano aveva era musicanti, Napoli, dal in libertà fatto soldati,doppia dispensare razione ai li quartiere sera: vano ave- di Piz- sera. soldati quella otto: Nisida: ma piazza, dove aggruppati erano a quella per sulla messa alle residenti zofalcone, appositamente Tutti sera una era cinque mancavano essa di galleggiante biancore uscivano, la musica musica otto casa suoni. Difatti era una le loro campagna; donde di scoppio di luminosa, tutta frastuono un lato immensa placidamente festa, di serata o gioiello sorgente un una andasse ne Alle come pareva e un lunghe, scivolava grande un tutto illuminato. compariva mare: in risate portone; un udivano si soldato un di lampioncini secondi lampioncini. cadeva, lungo l'arco a di coperte allegri gridi di richiamo, che quando se l SENTINELLA e il doppio galeotti: la La intorno galeotti. capitano rancio consegna ai SENTINELLA! ALLERTA, degli ufficiali dei e la Appena i cominciarono E vibrante cosi che e Viva Oppure l'altro di Garibaldi al simile quei tutta per tuono era , gridavano: un' cliezza, la fanfai-a suonare canzonette le centinaia con l'Italia! dopo reale ! ricominciava, che Viva Solo da grido: bocche — fragorosamente l'inno o usciva urlo rombo un il rombare E dalle Vittorio! con Viva — siasmante. entu- gridavano: l'isola. Talvolta — reale la marcia immenso con scoppiavano che si diffondeva petti che scente cre- così inebbriante, volta un cosi di guerra, ripresa, fu alternata nella tromboni dai reale primi squillidi tromba, Garibaldi, cosi Garibaldi, di piazza, marcia la volte richiamo un Ogni trombe dati. sol- reale! di suoi d'impeto di sulla e gridi allegri: nei sembrano l'inno galeotti comparve ventina una per sorvegliare, inno! Inno, — musica reale, marcia Marcia — di era si divertissero che di lasciar ma carcerieri e l'inno pe;;i fra di ora musica, potò finir di di suonare Garibaldi; concertati o motivi sui guerresche per e la stan- la cia mar- cominciò popolari popolane, a di allora ALL molto alla moda. che musica nesta che finanche di tutti vi fu in minore iu maggiore, in gutturalmente, facessero se ancora! di sentire Ogni tanto, entrava in un biccliiere in piazza, era stato essi erano dalla — a un dei musicanti uno voci vano canta- parole, come a dove vino; soldati in preda su, a loro su ma aperta, stesse: ebbrezza. A polka. una prendimi voci vi Non pei galeotti, grande una tore diret- ritornava lumi, dall'aria dai suonò la musica Prendimi e ed gli dava forza. più canti, dalle dai del casa Graziella con tutti eccitati levano vo- scompariva il musicante e suonare quando pezzo. nella cucina, di musica, tratto un nuovo vino, pei parevano le quelli che le si addio, con gridavano — silenziosamente Gigli, Rosina, dire senza cercando quando e regola, con Fe- l'accompagnamento. Ancora, — alcuni Addio piena o vano galeotti si mette- insieme, famosa ancora e i e sfoggio di voce; concerto un Gigogin, Bella soldati i fare alla la la seguendo gruppi, per intuonava cantare, a arrivò E lucici, ! SENTINELLA ERTA, — disse il bimbo Sciurillo. Attaccato aveva alla mano seguito battendo mani innanzi di Rocco tutti i per bino Traetta, il bam- progressi la consolazione alla stella della le minazione, illu- cole pic- d'Italia, illuminata all'erta, 94 tre colori. nei mamma Ella — sotto appariva il balcone lui e di da gridava, Vieni su via',mi dubitate, Non — ? vado no, cara! mamma cara, No, — girato per aveva : Mamma — tanto ogni sua. basso stancarsi Senza l'isola,tornando ! sentinella porta Sciurillo. dubitate non diceva — il galeotto. Ogni tanto, Signori, Quando ripetuto Varmata se la con , sottile Ma della su, nelle cominciò braccia batteva — i piedini a sul cercando sempre cominciò che intese dire, Gfgogin il e suono stenza: insi- con su. fosse stanco, il bimbo lo sopra rideva e gli petto. ballare, Sciurillo. Fammi Allora lui, vocina poderose, posandolo spalla, in alto, dove una Bella quando Traetta, credendo Rocco anche , va. egli piazza, sua il ritornello ne polka, in Sciurillo, Sciurillo, levami levò Rocco il ragazzo. cantato il capo aveva — giro. freddo? diceva — avevano levando della avete non caldo Ho — in portava gli domandava: Traetta — lo mentre a di alto girare farsi largo il ragazzo. lentamente, coi Rocco gomiti, nendo te- Traetta lentamente, al all'erta, 9t) Nella della penombra quasi chiuse tuccio del con le soffio di un storia una di socchiuse, fischiava respiro; il gli stringeva di bianche giorno veniva acuto di chinino della febbre zione, asportando Pallida, muta, e Ogni — le immensa voce, sottomamma mente faticosa- giorni la infiammata, Due il dottor volte ciolo Carac- abbassare il il grado caustica- pellicole bianche, pando strap- piccolo paziente. madre assisteva le labbra solamente, sparsa co- gli dava alla e secche, cui bambino, al fermo in- Piccolino cinque procedeva mordevasi nella da lel- spalancati da tre per rigida, la tanto la maligne. grida dolorose delle pietà e il sul labbra gola anche visitare a valerianato la pustole talvolta e Il le vivide con po' tumefatte, difterite al fate. gli occhioni con febbre, di erano parlando solamente, voce cui chinandosi imposte, ascoltava un stanzetta, di piccolo ammalato, gli diceva ardenti sestisella perazione, all'o- per non dare. gri- diceva, con una voce: Figlio mio, figliomio, figlio mio!... ALL dopo l'operazione,passato alquanto un'ora Ma della il bruciore causticazione, il bimbo la febbre più liberamente, calore, egli sonnecchiava chiedeva ansietà gli davano e dei battute, gli davano la poiché del infezioni vedendolo bere del mangiare con ella dopo, Egli dormiva la con madre parendole quasi /'ora , occhi e la manina con il volto cava della Bene — sorridendo Poi Matilde una piva, asso- sull'origliere Piccolino suo tranquillo di a quel lungo una mez guarigione. A riapriva gì il bimbo di sudore, cer madre: Come ti senti ? rispondeva quello invariabilmente, — un tacevano. fazzolettino si come che durasse cosparsa eccomi. Eccomi, figlio, — vaci vi- consolava, quarto d'ora, un placidamente tratto un si i minuti l'indizio di più fosse di il contava che nelle alte sostenere abbastanza riparatore,beandosi sonno e anche un'ora che marsala, che il capo appoggiava per uova voracità, vedendolo con dormiva dove bianco con con di madre divorante; sete una brodi diceva La corpo. madre; mangiare bisognava sangue, le forze da bicchieri terapia nuova della forti dei di quel fischio del l'anima bere, chiedeva da rava respi- discendeva senza straziava che respiro, ! SENTINELLA EBTA, poco. La madre asciugava di battista la fronte madida Seeao, Baccanti. del con un bimbo, 7 ! all'erta, sentikella della madre, nella era lungo, nella silenzio un e fondò pro- stanza. Raccontami — a dole bacian- restava piccola mano La lievemente. mano carezzandole, le manine, gli asciugava storia, mamma, una diceva — bimbo, fiocamente. il chinandosi pian piano, E gli raccontava mamma sempre, inventandone fantasia di madre reginelle e di talvolta nella e oscurità; interrompere osava non guardava lino virtù, con la perversità, la punizione fiaba assuefatto lasciando il Anche storia oramai bruttezza il bimbo e il che l'oscurità al- picco- suo della bellezza della finiva di rideva figliuolo gli sor- suo negli occhi trionfo poggiare ap- e e della della crollava testa, soddisfatto, contento. la — sua Col ammalato. ad il racconto. e il letto, cercando quella meravigliosa ascoltava la madre penombra, terminasse la madre padre il nella tacitamente che vano lo diverti- e si veniva e spalliera del alla fate, arrivava figliuolo, suo chetamente alla abituarsi al zarre biz- care spalan- Talvolta, mentre la fiaba Entrava delle gli facevano fate,che immensamente. padre. accesa di vecchie al piccolo ammalato, gli ocelli, raccontava sua trovando di reucci di cambiando fiaba, una inquieta, combinazioni lettuccio, la sul Come moglie. sta ? — diceva il capitano Gigli a sentinella! ALLERTA, Bene — clie ancora Dice — la madre, lo dice cosi, poverino sempre farci sta non madidi capellucci — bene? il ciiiedeva — di nell' anima turbato padre, quel paresse. Cosi, cosi — mormorava — coraggio. più ansiosamente, che i carezzandogli per Ma — rispondesse. madre sua fanciulletto, prima il rispondeva — MS dogli accomodan- la mamma, dicea — i cuscini, taciturna, malinconica. E rimaneva angosciato, indovinava portarlo via, nevvero? Vorresti — per da trarla quel silenzio,in più abbattuta, più SI — Il medico — dice timidamente Non — aprendo Io — accasciata si le sto gosce. an- lechiedea, — cui sue ella del bimbo appariva infermo. ella. rispondeva — parte delle una marito, Il che si non può geva soggiun- — il marito. può, non si può ribatteva — ella, braccia, disperatamente. bene, qui, mamma — diceva il povero fìgliuolino. — E Poverino, poverino sottovoce, andando — diceva accanto il al gli diceva; — — Promettimi, promettimi... Ti prometto tutto,Cecilia mia... padre. cilia marito, Ce- all'erta, 100 Promettimi — possiamo lo lui con che si SI, cara, — mi clie appena andare lasci Promettimi. diceva — il marito, dola accarezzan- il bimbo. accarezzava come meglio, sta appena trasportare, Napoli. a sentinella! Prometti! — si. SI, — egli intendeva Poiché rinato era in tutti gli infermi lente, il stringeva bimbo vegliavano, aveva che faceva febbre. queste voci il silenzio persone lattia ma- la galera me infatti,co- sera, acute di o lattie ma- gola gli si La affannoso , le E egli che , momento aveva il sentinelle che e piccolo e la che devano rispon- si corpo l'incubo, di arso di nuovo, turbavano immancabilmente , il il lieve turbavano arrivava, quando del della requie di delle voce l'erta,sentinella, arriva\'a alle orecchie for- la causticazione notte, turbavano stanche, e bianche , un lei della mucosa macchie trasalire della ammalati; rossa si chiamavano , dalla sulla nuovo, respirava, la madre per respiro diventava Appena sera. orrore peggiorava. lentamente, dopo mantisi fiera di malattie ricomparivano , La cuore. questa caldo, un'irrequietezza, un'agitazione Di continua. gola il , un aveva in fanciullo, l'invincibile del le che fino Piccolino,per a riposo delle gli riposo de- presentiva mettere non Vai- le nìani fargliudire. importa, Non — importa non voltandosi, rivoltandosi, Oli — egli diceva, — avendo non requie. questa galera, questa galera! diceva — fra sé. ella, come importa Non — ! SENTINELLA ERTA, ALL insisteva — le lenzuola il bimbo, intorno al così cattive lando svento- corpicciuolo suo ardente. Ma le notti Cecilia del Malgrado il marito che si la offrisse di bimbo — pianelle in seduta alle il capo, la serva pietà femminile. e del ne sconvolto con Ma ogni tanto di vegliar quel da marito cio lettucla con un far staglia vedone cor- rumore, quel letto, del lasciarla. Se il marito non rispondeva — l'origlierebianco Bisognava in cintura per presso preghiere qui Dormo alla che smuovere, Pallida, muta, attaccata monacale, lasciava concentrata era malato. scura ella restava si casse suppli- la malgrado , ripetutamente non vita sua il linea una la pregasse, vegliare, lui lei: niente. Cecilia tutta di figliuolo. suo di lasciarlo Grazietta lunghe! così e abbandonare voleva non lettuccio erano e spondere ri- senza di Grazietta. dicare soltanto, nell' in- ragazzo. andavano nel suo crollando cuore terno, pa- quella istintiva,materna quali il notti! La febbre sceva; cre- bimbo, soffocando, chie- all'erta, deva di nelle coperte nelle braccia alzato. essere nei e lo portava su sulla si , che sul dormire letto su e bimbo malato; am- tenuto continuava in braccio male, letto, s'inclinava movimento nel osava a giare passeg- il bimbo mentre spalla. Poi cosi, ritto,in gli facesse temendo le che , giata, disa- posizione una pian piano si accostava deporlo, per lieve sonno al ma il bimbo , primo faceva , lamentio. un No, — che assopito, non giù, e sulla appesantiva udire Ella desolate un sempre lo vedesse lentamente, al madre. sua quietare il bimbo, posarlo ancora farlo giando appog- , assopiva leggermente. Malgrado si ritto, su meglio le madri di far talvolta levava giù, cosi, canticchiando, poveretta, e invano cercano di spalla canticchiano come lo avvolgeva respirava , la testa madre La lenzuoli, lo lui e ! sentinella no la Qualche diceva — ciando lei, rialzandolo, ricomin- passeggiata. volta lo arrivava a grande delicatezza,sul letto,e andare la testa Se anche cuscino, sempre di terrore continuava più cio,appoggiando la a a e una lasciava con chi gli oc- la madre ne magine. terribile im- una dormire, lampada, la testa che quasi con il bimbo tale abbandono chiusi, con rabbrividiva sul posare, sava ella abbas- tornava al lettuc- sul cuscino, estenuata. 104 all'erta, sestikellaI salendo, come se ma fra bambino; veglia e un profondo, sonno eccezionalpiente e madre la il e del cadeva ha fisiche forze sue il dottor otto, veniva la visita per cora an- intenso, di chi le consumate il suo vedeva lei stessa e nero, morali/Quando,alle lo sonno riposare profondamente in piangere inteso avesse racciolo, Cache mattino, trovava vicini, pallidi figlio dormivano, entrambi. ha Come — dottore la notte? passato preparativi i suoi faceva mentre chiedeva — il la per causlicazione. Male — diceva — Dormiva, — Il dottore il ora. è stato SI, ma — la madre. male piegava alle cinque. sino po' il un preparando capo, pennellino. È questa — Ma — galera no, ma no, madre ripetendo le andava — la diceva — solata. de- , il me- ' dico anche — Che le le della Grazietta casa , dare che un Ella dava alla galera: malattìa di di fare proibito dolore vi è la difterite. Napoli importava! angosce sue giorno a a con Grazietta po' di pranzo so ne a tanto Mario, entrare tale la nessun impeto era suo di tutte colpa che, dal aveva primo proibito galeotto in di collera sgomentata e e di per marito, il galeotto, all'erta, sentinella! gli aveva detto cucina, certo al come da Né — Rocco venire non solito, mangiare Cecilia, come la malattia primo gli signora La — Egli sta, come tinuamente con- di tentato e ramente du- detto: galeotti per casa. pianto un Dio — peccerillof sta, questo con Dio Preghiamo — gironzava recisamente aveva come Preghiamo Male. minciata co- era soglia, colpito. domandato aveva — sulla restava Ma — dato gri- occhio. Aveva ma né aveva — il mal casa. vuole non a Campanile, temesse giorno, Grazietta — Gennaro alla un piatto coperto. del ragazzo, intorno a gli andava nessuno se della aspettarla, Traetta, dal giorno in cui Rocco il ferriate ella un Traetta, nessuno, entrare, di ma in marito, né suo Pure, alle dell'isola,dove punto portare di 105 lo faccia che rispose nella voce. sanare. umilmente Rocco Traetta. E dalla lavoro alla mattina che qualcuno curava, di per un domandare. sopra dimentico del poter guardare socchiuse, raggio sfuggiva si il Gli che mangiare uscisse sul piovevano e quel balcone la non del se ne dormire, dalle sera al intorno ne punizioni, egli giorno, donde di luce. sempre aggirava bimbo, aspettando punizioni capo pur , sera, gli assegnavano, del casa alla ste impofiltrava a-ll'erta, sentinella 106 ogni volta — Ora che la meglio, sta nella Un Non mai il medico dell'ergastolo davanti, sta voi che che era un trattar il il servitore di Io po' burbero — i — che e sta? come il dottore disse abituato era galeotti. servitore, signor professore , ero quel peceeriìlo. nel che — sione occa- gli si piantò Rocco importa? ne ve E, veramente, a e voce: ruvidamente era — avuto aveva non botto. Traetta, Rocco quel peceeriìlo, a E — bassa a Come — a e di Caracciolo. il medico ammalato, E può Madonna. anche stato di curarlo. si non Madonna. giorno affrontò era Grazietta, a peggio, sta ora nella Speriamo diceva — incontrare. poteva capire; speriamo — sta? sta, come Come — 1 il medico cosi Ma si sana? e cosi cosi disse — Voi umile lo squadrò, questi sentimenti scorgere Sta dirlo, era e poco nei passionat apvezzo av- galeotti. poi, borbottando. lo dovete far gnor si- sanare, professore. — Così speriamo disse — il medico passando avanti. il gran Ma non poter entrare Cecilia , cruccio in di Rocco casa. appariva egli appariva Ogni Traetta volta di era che gnora la si- dietro i cristalli del balcone all'angolo della piazza si , a-ll'erta, cavandosi avanzava, due tre 0 che avrebbe indifferente. voleva non il berretto ella Ma facesse il terzo la subito, il 0 entrato guardia intorno quarto, Gigli scriveva. scriveva di Era le di scrivere: e mettendo levare quello continuò, gli occhi. che Alla il capitano Gigli, e retto Traetta, col beril capitano finisse per qualche tempo, che da parte le lettere come più, egli era capitano Rocco attese mani, il l'altra dal- giorno, Un casa. direzione, dove nervosamente. fra lentamente, , o chiamata come alla pallido vedeva, il capo potendone non nell'ufficio lo non dall'interno. Egli si allontanava sguardo qualunque voltava vederlo, perchè dola salutan- tale un commosso parte, si ritirava se 107 rosso, volte,rivolgendole supplichevole persona ! sentinella che scriveva, senza vertendo fine,il capitano Gigli,av- qualcuno era nella stanza, smise di scrivere. Siete — voi. Volevo — Povero ha — Oh — — Madonna, Poverino, a — e voce la oh il crudele. Madonna! — — morò mor- peccevillo. padre, Soffre esclamò mosso com- assai. lorosament do- Traetta. è tanto più bassa, madre, volete? Eccellenza disse -— malattia una Che sapere.... del volevo Piccolino Rocco — Vostra sapere, il galeotto — Traetta? Rocco sempre paziente come vicino — disse parlasse se a lui. il padre, fra sé all'erta, 108 — — Ma si Ci vorrà presto? sana ! sentinella qualche si sana? Quando — giorno , qualche giorno ancora. Il che galeotto restava dire voleva giacche colpevole desiderio, di per — .... il .... È no di È — delle nervoso, persone stava cia fac- grande un : rispose, dopo — bisogna ma aver sato, pen- colo, pic- povero lo infastidisce. con me, aspettare per si divertiva. vederlo, il medico. anche detto .... ansietà quella su impressa volta, quando vero, — gli occhi capitano Gigli. una — 10 ha ora, Poi, osava. non quello, disse: grande una e nessuno? la vide e la presenza e — veder capitano Gigli levò di , cosa là per può non e .... Il venuto era — qualche si vedeva confuso muto, domani già.... aspettare.... dopodomani o forse. — Di Gigli vagamente Rocco il più, di più. Ci vuole di fronte alla disse di ostinazione , il silenzio. Traetta Rocco il berretto rosso, andarsene, dovendo ancora 11 capitano Gigli, imbarazzato, rispondere aveva — Traetta. Di nuovo, le mani riposo a piegato il capo e ad decidendosi non dire quelle premure, girava fra qualche non volendo scriveva cosa. sapendo che licenziarlo, nuovamente. all'erta, sentinella! Eccellenza — sopportarmi, Dite — bene "Va — una tanto da buono carità? po' infastidito. lenza, Sciurillo, Eccel- assai. assai lo scordate. ve non farmi Gigli,un lo saluta Sciurillo siete salutate, quel peccerillo: gli dite che lo Me — volete fece — che voi , 109 disse — il capitano. dirò, Glielo — certamente. Il galeotto mormorò grazie usci lentamente e se ne del sguardo sei penale, né Bagno tanto la natura ucciso padre quistioni d'interessi: nelle sua come vita casa, di di quel fragile fiore diventava Lo tutto Rocco male; entrare; che era che un di implacabile, di fronte a Gigli, l'isola, nel- anche sua una piccolo intorno di l'anima bile terri- dieci minuti accadeva sapeva per le circostanze. il capitano gironzava ma , micidiale sapeva, Traetta solo tutte per zarramente, biz- Traelta parricidio più per cessiva ec- ogni così colpo un più quello quel ma Rocco dolore, parlando di ammalato. tentando il era stato era sapeva che di quest'uomo, che belva, tremava fanciullo il , pel tempo, cause, Eppure della né egli trasaliva. il in viveva gli si rivelava umana che aveva il bene vigliarlo, mera- ferocia, né la la eccessiva umiltà, né poteva che anni sette o dallo seguito capitano Gigli. Nulla da lenza Eccel- Vostra a alla che moglie quegli aspetti ALL voleva odiosi. Non detto galeotti per entrava, nessuno casa davanti Grazietta, anche a ! SENTIKELLA ERTA, al le si celare a che quello il del lettuccio collera,per le diceva cuore , quella con cendo capelli,di- i molli pietà che infinita sul le guance baciandone bimbo suo dire non chinava si e calde, carezzandone e magre di lampo un minava no- gliocchi naturalmente, ella socchiudeva come E nazione, combi- galeotti, per i Nisida, la galera, aveva capitano. Quando nessuno. no, lo — nella aveva voce: Figlio mio, figlio mio.... — Cosi, il neppure desolato scosso, dalla muta e neppure lui osò vi di corcando farsi dalla internamente fanciullo alla casa, Gigli, intimidito, capitano mai che, intorno in pena. udire farsi non moglie, della rammentarle un'anima era Silenzioso, dì cercando non , col vedere disperazione del malattia fare di un malfattore vero , , Rocco Traelta coletti intorno alla scappando col il suo tozzo dei dal di pane companatico. qualunque come sedendosi Egli cortile dove si ammonizione, carcerieri,non in dove aveva deva ve- terra mente, distratta- mangiavano, messo sopra ribellava, tacitamente, a vi- , solitaria,gironzando restava nei giornata sua piazz.a,camminando qualcuno comparire quando la passava qualunque gridava, non a punizione litigava,ma scap- all'erta, 112 lunghe nelle notturne, quando ore sentinelle impediva ricordava che la questo, forti suoi di chi di nulla vederlo. potea struggersi Fra il mondo il cui avrebbe anima preghiera, ella Il bambino da bianche pustolctte si non che Il cuore ilpovero ma della speranza. restava seria; e forza la cui di bene si via volontà La Solo sempre il metodo sua a Dio. di male e e scoloriva, le pennella- il grado della febbre bambino, via si diminuiva della la stessa cura del , gione. guari- subito apriva la faccia di della dalla sulla madre gnetica, ma- altro. rossore portate , cui lei, era l' infiammazione egli pareva grande Caracciolo suo vi invocazione nessun riproducevano; consumava diminuiva, una il di continua, disperata alternative aveva mitigava, si zione, e — lui, di desiderio salvarlo. una giorni. Talvolta otto gola tutta era altro. Dio Niente in una immersa era del sorte il bimbo, potuto di importava dal impetuoso, amore solo le dotata, la misticamente di erano pietosamente e le fuori Ma di madre Nulla chi la madre, ardente e chiedeva suo figlioe suo inquieto sulla , delle voce bontà, tutti i più sua di donna nel figliuolosuo. nulla bimbo, la galera. tenerezza, la potea aggirare si di riposo una sentimenti riassunti chi il abitava sua ! SENTINELLA a medico non bata, tur- continuava ERTA, ALL in tutta la e durezza, sua tre volte il con venivano la febbre catrici, nel alla fatalità confusa essendo pustole smaniava, portando gliocchi disfatto. La madre tutto chiedendogli nelle tesoro si come braccia dalla di notte gioia Il da al in mortale una passeggiava su giù nella ogni tanto, attraversava di piedi,apriva e sogguardava. brevi momenti Matilde Ben moglie sua di e cuore speranza suo ticchiare can- in razione. dispe- alla corroso dormiva non vedova , e stanza: stanze; in punta la porta della felice,se figlioin assopimento, Sebao,Eacconfi. per trabalzava notte, sua le due chetamente e Cosi, di giorno inquietudine, e cullarlo nella marito, spesso, mente, ripetuta- poteva più non notte, il suo dolore, dalla terrore un sentisse, tremava, la solita canzoncina. giorno, da per , dendo per- di speranze, nome, a soffocata voce dita, stor- peggioramento, quel dente, ar- disperati restava ripresa,improvvisamente, quietarlo,la soffo- e smaniava, minuto sollevandolo come quell'apparizione corrodenti balbettava, chiamandolo nero; menti peggiora- più dura, più dal subitaneo un , gola, volgendo pallido volto in i si accendeva il bimbo le manine è che improvvisi. Ricominciava, nella gola di grandi e chinino, le forti dosi di forte. Gli improvvisa una per due le causticazioni con giorno, con nutrimento un ! SBNTIKELLA se retta came- potea uno ne prendere sor- di quei andava 8 ili sentinella! ALL£ETi, quietamente, un quel riposo era Ma andava il bimbo su che si ed vedere martiri. della stanca braccia nelle giù, tenendosi e affagottato nelle lamentava, lasciando i due l'ombra cameretta, che pensando conforto, per un nella spesso, madre po' racconsolato, picciolo volto un perte, co- stanco emaciato. — — Sta male? cosi Così chiedeva — tono, continuando voce, E dopo contemplato aver doloroso, riposare neppure ombra padre bassa a lui pensando si dottor il bimbo. difficilmente cura una Chiedeva poteva di di Cecilia. Gli dava refrigeravano corpo ricominciava, era pensoso, come sera, fatta zione un'atten- con alleviò bere; poi, da si lamentava, Il dottore ma l'ardore, il ma la smania sempre, il pezzetti di ghiaccio minuto, invincibile. tivo: po' cat- dolore, squarciando dei un un massima, inghiottire e piangeva, si, piangeva bruciore della sempre desolata cameretta. agitava nella Caracciolo, scrutatrice, con lo quella a la causticazione dal lungamente cuore poteva più Non giorno, specialmente, fu neanche molto andava. ne quel momento un se che materna Il dodicesimo via il diceva — sempre. quadro che stesso , passeggiare. a figlio Povero sullo lei rispondeva — , — lui sottovoce. quel di era non cile gra- andato turbato. al letto il e Meglio — il spalliera, poco. un il bimbo, accanto alla domandò — disse — seduta era chetarsi a ti senti? Come 115 appoggiato capitano cominciò il ragazzo — Cecilia serata, mentre Nella ! SENTINELLA ALLERTA, padre. la con cola pic- sua voce. Dopo il padre Voi — si Mi volete mammà e — Tanto che Ma guardarono bene? in Mi le bene, soffocava voler la madre tanto bene anche soffocare, la testa distese mormorò — fu ma migliore; il bimbo non smaniava, durante come sul il corpo. Si inquietudini,guardava — Non alla — Pare dormire. sta tanto moglie, la che riposi non giornata. quetamente, cuscino e le braccia risvegliava, ma senza attorno, tacitamente. male, sul il padre, lui. abbandonata lungo nando fre- lagrime. Anzi, ogni tanto, si addormentava con bene, papà gli occhi. disse — il principio della notte si sentiva muti. lui,richiudendo pallido,accasciato, era volto manda; do- questa per dovete Figlio mio, figlio mio appena — scossa, una disse — dando guar- bene? ebbero e e loro: domandò madre, la e volete mi Ambedue — gli occhi silenzio,egli schiuse un mi pare — disse il marito tardi. — mormorò ella; — va a all'erta, sentinella! Tornerò — gutturale di madre La Dorme.... la con Di — luce la No: — intese andò lo Sta a rantolo e si fosse le voltare un lampada la fosse modo in la poca che occhi. come per di sì col capo profondo; vinse il e riaddormentarsi. inquieta per quel sempre poco, quattro rimasto che lievemente, accennò la guardò cliiese — cosi? cosi stanchezza Verso bene; intese gli occhi vegliò ? abbassarla colpisse negli bene richiuse Ella soffio, la la vedo. Egli sorrise e la testa letto. sul non non la luce piegava lampada. È troppo forte,debbo e soffio. un risvegliò un la quando Mamma, Ella a fanciullo; del piegandosi — un resto, riposava. come via. Cecilia egli andò al sonno, — aveva madre. ripetette la — nuovo, voce il e grave appoggiata guancia il padre, disse — Dorme.... — Ma, del rantolo. 11 vegliava. mano, — più gola: alle volte , una fatto era nella fischiava respiro si fanciullo del suono due, egli tornò, pian piano. le Infatti,yerso sonno lui. disse — poi ma piegò il sopore il capo a della dormire. piccolo figlioriapri gli occhi attorno, solo; ma come con smarrito, uno quasi che sforzo, levando sentinella! all'eeta, po' un il madre sul capo era madre si cuscino, suoi bei che accorse là, riposante. sempre coi 117 Egli occhioni larghi allargati , febbre, usciva chiamò, e disse Ella forse Figlio egli Egli fece parola sulla e e guancia come era solo sulla il lampada La consumato Egli respiro. levò tocco e manina una della guancia non dre. ma- dere schiu- senza mio.... Ancora rimase parola: ciale, guan- disse: occhi, materna il senti sul volto pena ne testa sforzo. piccolo l'appoggiò lievemente — il con non gli dallo pieno in la con estenuato illuminava cui ricadde poi come da la guardò , dalla sua per lassù. un col cenno chiuse della riposo. gli capo occhi. madre a La come questa manina per rezza ca- 118 all'euta, sentinella! VI. Fu Gigli che volto sedeva le fra alla lievemente bussato il tavolino presso mani porta. Il capitano solo col , levò la faccia , , lagrimosa e consegnò al disse: Avanti. — Entrò Graziella padrone scritto '• lapis, da Ricordati la come con " madre dei — Dille non che , poteva A „ madre, la tratto, fra la farraggine un mente potendo vengo, letto di morte dal desiderare, chiedere cupi pensieri, nella E trasognato d'ignoranza. disperata? il ricordo. nella E cia, Ella apri le brac- domandare. scritto la aveva : ritornava non Grazietta la promessa. figlio.Che del Guardò atto un Ricordati Cosi scriveva, senz'altro. del capitano Gigli le volesse vi lesse „ , se e calligrafiaconvulsa una moglie che ricordo. questo Egli lo apri la promessa. confusa mento silenziosamente foglio bianco. un a Era e del padre resistere, disse vengo da lei. balenò a zietta: Gra- laO SE"fTINELLAl ALL'EETA, Egli la guardo, Voglio — osando non portare interrogarla. il bambino via — disse lei nato in duramente. via? Portarlo — Cosi — galeotti,fra Egli la .... bambino capito? a galeotti.... E lei un — disse. dolore Ma tutto da il fanciullino vaganti che fatto,a Nisida per telegrammi un Per — le arrivavano non del padre immense a morto fissare il proprio pensiero. profondo partire e Napoli, hai niente. vegliare a tutte da duramente. qui, hai capito, niente. cara, tornò autorizzazioni. fu mano. supplichevolmente. di anima trasporto, di onesti. la Napoli, Luigi, un'occupazione: scambio sono lui,vinto, convinto. disse — lo sforzo al ci non lei,ostinatamente, gli stessi occhi più, dopo e le prese niente /((/, ne se buoni dove , delle difficoltà disse — Niente, Ella un portarlo portarlo in braccio, lo porto via, il da di carità con Napoli ragione Tutto — di e disse — Hai — sono saranno Dovessi — ci i morti guardò vi — — galera. Voglio in non cimitero Al — morto È — Napoli? A — è dove Napoli, lei duramente. disse — galera ed Cosi? Napoli, tutta i fu data difficoltà di permessi, le la giornata fu fra Pozzuoli, Napoli di messi, giungere uno e sida, Niuna attività in cui febbrile pascolo, un il dolore triste bisogna dicean e sottovoce, il di riposo sguardo: subito, di a silenzio; gli occhi di uomini gente Quando porte e vi è Più era tutte era un andava fondo pro- tanto azzurra. Dalla cosa. del donne niva, ve- e ogni il bimbo ufficio in tutti era che anche credono a era una vano chiede- ; tardi, più tardi. poi è dere ve- nale. meridio- si aprono tutte un raccomandarsi, che il bimbo a Dio. Ma le cino, morti- per preghiere tutti possibile il costume quando , le loro se morto, un la folla entra; rispondeva — padre, al poiché piamente portare ufficio. , Questo vengono vi , sottovoce, il bimbo. e si metteva cotonina ceri. E dei pallido chiarore sfilata vi stanzetta nella si vedeva uno , qualche frettolosamente Preparava piazza di grembiale col con suo piedi, asciugandosi di punta in nel questo Grazietta solo po' un ordini, a scrivere, porte aperte e lando par- di turbare ringraziava, dare a una serviva, difficoltà sorgeva, tutto dalle casa vano anda- padre ascoltava, e nuovo, telegrafare. Ma Nella temessero Il vava tro- dovere, per se nuova una o quanto po' confuso se padre triste di chi fa solo come qualcuno. distratto, un del l'aria avevano malincuore, solo per affetto a 121 sfogo. Quelli che uno venivano, e 1 SENTINELLA ALLERTA, possa il padre all'erta, sentinella 122 Poiché due per volte, quando dirle questo, essa ! chiamata aveva cilia Ce- risposto di aveva no, ostinatamente. voglio Non — Oh — detto aveva — Cecilia,lascia, lascia cupamente. che preghino per lui il bimbo — .... è la seconda E del marito, Tutti — volta, un se più tardi. Solo adesso.... non Rocco al mattino, Il 11 da E peccerillo è era Gigli lo cucina, per sapere nel in grembiale, in Paradiso. andato rimasto istupidito. come Due aveva o tre l'ufficio, del- nulla, rincantucciato volte, passando, visto, dalla diceva. — nell'anticamera entrato domandare imbarazzato , la testa quell'ora,era angolo. un mani, quella scoppiando peccerillo, il peccerillo senza in e fra le detto; Traetta — , Graziella golo an- legno della , aveva — peccerillo nascondendosi pianto gli chiamata aveva del notizie ferriata un di banco un il berretto Dalla abbassato. capo in restava sopra dell'anticamera, tenendo dopo. persuasi di ritornare Traetta dell'ufficio,seduto col ghiere. pre- dalle istanze po' scossa andavano, ne gli servono non detto: aveva adesso, Non — lassù, ma non presenza si di era il pitano ca- mato fer- Traetta. all'ekta, Solo, la terza gli e il vedere si vato le- era detto: Eccellenza, questa di farmi carità peccerillo.... tardi, più tardi Più — 123 quarta volta, Traetta o aveva Vostra — ! sentinella detto aveva — il padre, in fretta. Ditelo — mai alla entrato ci voleva: quando Glielo — era diteglielo che la deve me signora, diteglieloche malato, perché questa carità, adesso, dopo ma un'ora egli alla 11 sua mattina, prima Domani a capo la con , affranti. Infine, stanco, il capitano Gigli uscendo la sera, ufficio,risalendo — cuori dei invincibile era aspettando dell' ufficio , di mi non dirò. nell'anticamera verso sono fare. Si allontanò: pazienza non casa, gli disse: della partenza. galeotto lo guardò, meravigliato: poi crollò il capo: — Grazie, Eccellenza. Sopra, il capitano nel corridoio. Sempre quell'improvviso con chiamare Gigli fece la medesima, voltarsi sua glie mo- sempre indietro, come se la chiamassero. Tutto — — — Per è fatto — disse il quando? Domani, a mezzogiorno. capitano, penosamente. all'erta 124 E pronunziata, solo quella parola definitiva,ultima, la sura, chiu- solo quando quell'ora quando dal fine, fu detta la solo allora il petto dal che pensando che e E fu nella in si non la sfilata cerei grossi che cristiana di fiori il fascio cio, la ; da casa, da Napoli, infine,l'ultimo foderata di scivolando seduta, Il primo Piccolino fu del quasi raso. un sul po' staccata Rocco a erano fede; da l'ultimo e erano le suo letto,la entrare Traetta, La poli Na- lettuc- suo bianco suo nuti ve- nima dell'a- le scale pavimento. dal venivano simbolo financo cui il piccino faceva con che porte spalancate, cui il il vestitino Napoli novembre nella consuma freschi, di stanza, la sua cosparse si salvarla. per Napoli Da ardevano, che roso dolo- la tenne e che di coloro morto. il bimbo salutare i di del capitano Gigli,dalle casa albero l'ora, morta, in quel- mattinata mite una vulsione con- esterrefatto, far nulla poteva rito, ma- suo un paura, ella sarebbe forse cominciò a ebbe braccia, silenzioso, sgomento, nelle cerasse le la- furore un di una a come tale radici, con l'uomo, ilsoldato che di preda in dolore, sconquassata, dalle tremi voce, diventato cuore nelle braccia gridando, piangendo, di bassa a singulto parve orribile cadde e fu padre, donna quella 'pietra,vacillò; un che I SENTINELLA , nella pette scar- gio; viagcassa zetta stan- pian piano, madre letto,tenendosi era le gi- all'erta, sentinella' nocchia po' sciolti lo non più le mani, con sul coi suoi sulla tanto per madre La via. manina una innanzi sé a di sentimento pietà, per entravano della morte, odorosa stanza, dove Nessuno chiedeva bimbo il che le fra aveva lettera. una nelle dalla nella o fosse dita Quando i parenti stessi nelle cintura , stanza, Signore che in ma o alla il bambino paradiso. Così gente, tutti coloro che malinconico senso dalla uscivano e giaceva. morto quella chiusa un di dendo ve- carta glimettono il suggellata e fanciulletto coloro che che muore, a vanno fra le mani, pieghe del vestito, qualche letterina; è quasi sempre al ciasse cac- , piccolo Provincie meridionali, visitarlo punto, lo se come , come tro. den- certo quantità una bimbi, soldati, uftìciali curioso del cosa, un a senza corridoio, ritto, nella penombra, nel donne, stette e cerea qualche usci e letto: piangere, senza mise si levò Egli passare per del immobile; stava pian lettuccio,appoggiando il galeotto,gelidamente, guardò restò al sponda vi e avevano non , prese baciò piccolo, la se Traetta Rocco tempo, parlare. Cautamente che occhi accanto piano, s'inghiocchiò la fronte il galeotto,come guardò espressione. nessuna li,così, nei'ovestita,coi capelliun collo ; vedesse, 125 una preghiera rivolta Vergine, per chiedere porta Rocco con sé, nella Traetta aveva zia gra- una tomba messa e all'erta, 126 fra Vedeva grasia. senz'aver il Andiamo, — vano, prega- quella a Né irrigidita. capitano Gigli, chiamatala : andare. Dobbiamo — , nulla madre tutto, le disse fuori, tremando Rocco gente di dire di figura femminile lei tremò, quando glifacesse s'inginocchiavano, coraggio alla diretta che la passare Traetta; entravano, tetra lettera una Addolorata, chiedendole Madonna la del peccerillo le dita ! sentinella diss'ella,risolutamente, — alla avviandosi chinalmente mac- stanza sua per , prendere mantello un Avrebbero morto: che e se certo che cassa per si Traetta e la testina , cuscino. aveva Il andavano insieme: lo strazio. mitigato la moglie il vedendo cassa della che nulla. sul muto e , non ardenti raso Rocco geva, pian- piccolo vere cadalettuc- un bianco piangeva come se cevano fa- senza serva in come appoggiata rossi udì non presenti: la erano nella e nella il rumore i soldati erano vide galeotto gli occhi stando portar via, re- farle sentire silenziosamente, ciò straziante meno di trattenere non Grazietta acconciato il bimbo operazione, delicatamente, Ella rumore. era avrebbe chiudeva; questa far non Napoli vederlo viaggio cercò stanza, strappo Uscivano, casa. Il marito sua lo a dovuto lugubre questo cappello. un accompagnato avessero in e del ma , vi fosse all'erta, 128 via, abbandonando per si porta di ferro il padre due e la madre impiegati la tutta : folla guardando e Ma egli notasse, restò fermo sullo A se tratto,un un ne gomito per qualche tempo della guardando sempre. per di di tutto , il corteo riva. il corteo non dei grande aveva barca nessun fiori nel marinai Ma gli occhi che segno e zientemen pa- dimentico egli era per vedere ricompariva. Infatti,riapparve, La deva scen- cavano lassù, nell'isola,cer- lui,ma egli aguzzava che strada vederlo. senza aspettò: forse dappertutto coprivano cassa, alla piccola spiaggia, gli nascose stette sempre, dei fiori che andava, lo stava di lutto: se sulla aspettando anzi, aveva fondo, buttati sulle panchine. I due salutarono, levando la barca fra i fiori sciolti fu e carica le corone , appariva che il corteo giù dalla piccola il peccerilloche all' isola, Traetta. Rocco e i vividi colori cadevano ufficiali, piante,discendendo fra le scompariva, la bara, con qui, risalendo spalto erboso, guardando e La di là : morticello, due di lo nessuno conforto. soldati fu capitano si richiuse e i due del civili piccola che senza spalancò la discesa continuarono al mano parola di Gigli,dicendogli qualche vi porta di ferro stringevano la Tutti il saluto. tarsi vol- senza l'isola, sempre grande Alla indietro. ! sentinella i remi: di corone, in e un mento mo- in mezzo fu posata la bara: e la madre ; accanto nero formando di fiori carica conducesse se come l' azzurro per , la barca Cosi gruppo. un vestite di li accompagnavano, quelli che loro a sedettero prora pallidefigure padre, il e fiori. A che si vedevano non i:i9 \ SENTINELLA ERTA, ALL andò, mente lenta- del mare un felice , corteo ; , andare vide la cosi in , quella solo forse i obbedendo a sopra l'azzurro; dalla andava lo potuto salutare, morto, lo salutava se se , aveva nella un messo bara. se , la ne Il fanciullo e era fiori, se alla lo non lo ora come bertà. li- aveva salutava, se gli parlasse, udirlo, ancora il peccerillo beilo , grazia che mani i Traetta, che che potesse Cosi carcere, andava Rocco raccomandandogli nelle madre. dal sottovoce, peccerillo la barca fanciullo,tra che e parivano ap- lentissimamente, partire vivo, dei nessuno vedere andava ne galera raccomandandogli Madonna a il sempre, il fanciullo il chiamandolo carrozze: potuto vedere, aveva come due parola della una lo vedeva Cosi non con , si avanzava, di fiori che andava, per ne onde, di novembre si fermava ne se chete mattinata profilidi nessuno passava, carica sulle indistinto. Sulla spiaggia deserta movimento Bagnoli e , scivolando odorosa, colorita Traetta Rocco che voleva dalla la lettera che gli chiuso avevano lontano sbarcava , ora: lo mettevano Matilde nella Seeao, Racconti. carrozza, e , fra sempre 9 i all'erta, 130 fiori,vi salivano le padre : tri gli al- e il fanciullo lontanissimo, filavano, rapidamente, carrozze sulla scomparse la madre e nell'altra. Era salivano : il ! sentinella via finito. Il fanciullo di Fuorigrotta. Tutto era sparito. morto, era erano VII. notte La che autunnale il della giorno, sida. non si anzi era Ma pioggia; delle cose, sotto l'arco fondo delle loro poiché tutti la fiochissima del soldato, casotto e di profonda che legno la era si teneva e di del di bufera, Ni- né le sentinelle accesa fermo quiete. Solo, come e ferme strattame di- sentinella nina, lanter- una spenti: erano mascherata ferro. la quiete dell'aria Qualche aveva rezza ne- nerezza i fanali dell'isola luce E la garitte interrogavano tenebre. alla garitta ma la che tanto quelle in né rante du- crespucolo dell' isola profonda grande intorno: nel sulla presagiva di nebbia , di nuvole. scuro incombeva oscurità sulla mare, velo il cielo coperto diventato, era cielo del Il sottile aveva strato uno sera, luna. senza era dal corpo innanzi Ombra sempre ol suo profonda a ogni all'erta, sentinella! d'ora quarto All'erta — La domanda la tranquilla,pacata, quasi della sorveglianza. più Essa elettrica le scossa intorno, da perfettamente certo in di intorno: sentite che uno Cosi corpo. sull'ombra, fosse ma non spazio la sentinella chiedergli un disse, assai Chi va del da o in o per male. ani- un tile cor- si siete , acquista che vi è Aguzzò , cuno, qual- nulla, ma occupato ora nulla. un dove da gli occhi accendere , che Credendo posto vicino, che fiammifero sottovoce; là? è una solitudine, udite non vuoto scorse la solo la sentinella. non che materiale vedete, golo l'an- come campagna esser tratto,la certezza un ma oscura, una colmo guardava uomo camera una infuna strada, o un nel Pozzuoli, trasali. detto percorsa era Talvolta, in 0 che rumore, aveva profonda così era le due, verso inteso aveva non quiete risposta nella fiducia serena dell'isola,verso acuto della voce notte, la sentinella della cioè La Solo, notte! quella — risposta. più viva, suonava era sveglia, mentre una era a la ritornare per sto. della voce come un lentamente, capo, con da All'erta, sentinella! — di all'altro intorno, indietro, intorno cominciava si propagava, e sino precisamente, in di richiamo voce dell'isola capo un la 131 venisse la pipa all'euta, ]32 ebbe Non risposta. Crollò nessuna di essersi avvezzo a ingannato. camminare facendo alla torno non per la seconda di era di era sorprese; qualche che uno scaglione dell'isola. alla parola furono tumultuosa, — o fratta che una rispondere il fucile di sparare intorno si vunque l'isola,do- in comandati fuoco un giù, dove , perchè i Tre insieme, abbassavano ciecamente, e colare cir- sparando, la consegna fuggitivi si dirigevano, una di fuoco corona all'isola,nella notte, fumo, intorno fra il tumulto sparò. lunghi gridi, tutta all'isola,fu gli ignoti fuggitivi.Fu di e all'arme, all'arme! all'arme, di fucili che era allora, urlante: All' arme, il mare, passi copriva risuonava, intesi due no sentinella, la parola violenta, una propagandosi, e di E invece quattro colpi di fucile risuonarono, verso la trenta a intorno, per intorno era mezz'ora, che una all'erta, sentinella, egli puntò Immediatamente in quiete profonda una che di domanda vegliare sor- cautamente, passo, si muoveva, giù, in verso strazianti,e a volta, precisamente, ebbe qualcuno dendo cre- calabrese un continuò e passata ancora distanza, Ma il capo, notte, per cattive strade garitta.Di nuovo, Ma zione di dalle guardandosi I sentisfxla e subito dati dell'ergastolo risvegliato, dei solda un ul'iìoiale che alla ricerca,si udì il secco scattare correvano dei fucrilvri- ALL SENTINELLA ERTA, Tumultuariamente, caricati. facevano ! dormitorii, i nei l'appello dei galeotti velocemente le due in alla i ricerca. Nisida lumi, tutta sua dopo guardia, dormitorii. udivano Costoro, gridare un A dei allarme un secco scattar sentinella di dei Io ci dalle dai sorrisi E di al falso un fuori, Ma isolato fucile chiamarsi un e il l'ergastol L'appello nel- talvolta, nome, suo malinconicamente: chi gli ignoti facce, dai maliziosi. fu solamente il pallido Chissà, forse fucili,ricaricati. SI, tutti invidiavano Si vedeva completo, Pozzuoli. e ci sto, beato sto, tempo, a dei carcerieri, colpo e non , era persone, galeotto rispondeva — sbalorditi di sollievo. verso un continuava, un di piovere di punizioni. nessuno; marciare nella corpo , rispondevano respirava ogni tanto, risuonava e dal bestemmiare mancava della bilità, responsa- sua che si trovava vice-direttore non già galeotti,un ogni dormitorio forse vestito, semi- suppliva Gigli vestiti non urlare, un un furono all'appello dei galeotti, nei l'appello era partire piedi: passato , ed della esser assisteva far in era vice-direttore, che assenza, correva Dappertutto pallido, spaventato il staffetta una all'isola, per basso barche, riaccesi mentre dere ve- per , chi mancasse, cerieri car- è scappato! che erano giti. fug- voce, dialoghetti sotto- I carcerieri nell'ultimo erano ribondi. fu- dormitorio. 134 all'erta, dove galeotti,che sessanta erano cinquantotto: il carceriere, tre volte,temendo l'appello, ma cinquantotto, erano due. mancavano diventato era — — — Due ! sentinella — — — fuggiti. sono? detto Calami! Giacomo Ingannalamorte. l'altro ? Traetta, Rocco Sciurillo. Giovani. a si morsicò poi organizzare meglio l'isola i due propagando, da ripetuti,commentati le tra correvano ne fratte tra le ricerche. in i burroni risuonavano Qualche ve andavano dappertutto lume si che ne , che dell'isola bocca, lumi erano In rillo, Sciu- e , al basso primere re- losamente, fretto- andò, di bocca tutti. Vi , uftìcìali. se Inyannalamorle nomi, si andavano labbra, per le bestemmia, una erano detto Giovani? Il vice-direttore tutta che al vice-direttore terreo, gli disse: sono Chi E sbagliato, cinquantotto, ne sempre Voltandosi vati tro- disperato, rifece di essersi , — furono ne e degli le sciabole sulla finanche accese vano; veni- spiaggia dei Bagnoli dirimpetto. Solo dopo un'ora potettero mettersi grandi lanterne di luce in moto lasciavano sul mare, le barche. come e una andavano Le traccia loro guigna san- lentamente intorno, esplorando ogni grotta, entrando in ogni Alle sette jdel mattino nella acqua ed alta assai battente, per entrò po' di un sottile,scarna e scuro e intorno mazza, a piedi, di mezzo fianco. rialzava Era palmo. un la di percallo vano sembra- alla fine e semplice malaticcia pancia disegnava appena di volto persona bianca gonnella E posti de- tura crea- una con grossa azzurra di porta, spinse gonnella una la aveva ma giovanotta da Tom- aprirlo completamente, intorno di cotonina che la di mussola di sproporzionata grembiule la di ombrello la persona che bruno: e tamente discre- secchio un scarna, cui la baschina fodere terra aprire per giovanile, lungo gracile, era il da girò quartierino; di carboni riposqj^sie ginocchio del rialzò paniere un e per col serratura la serva, masina, chiave una che il samente, preci- percalle sui giunse nella 140 TERNO SECCO 11 terra carico, suo si sedette e di posò cucinetta, Tommasina scura per nuovo respirare: per violari ogni mattina, alle sei, partiva dal vicolo al Pendino d'ora, poiché poteva la distanza correre, il passo: prima è con quel di arrivar un po' di fatica,comperava un secchio di acqua saliva i tre socchiudendo al marito sicurezza in casa, letto si buttava vuoto, lasciava Era di al lavoro. di ribollitura sera le altre, come del focolaretto, cenere la pattuglia e vi che acceso, mormorava: mattutina, quella che sui carboni tutte di mettersi per derli, accen- indietro, ogni tanto, perchè dell'acido messo sabato, carboncino sofliava buttandosi vi ebbe blica pub- disteso, nel napoletane fanno, prima Ora di Dio..,. la invocazione le lavoratrici puzzo la qualche nome lungo di appositamente In la pena. per guardia una dormire scosse trovarvi piani,vacillando, riposarsi della. dura per Tommasina — a mente, lenta- e quell'ora,forse, rientrava a Quella mattina notturna. per che e era attingeva cortile gli occhi che non risparmiare per del quarti le rallentava il carbone, , Pensava su, piazza poiché e che peso in tre grande al pozzo lentamente, ansando servizio, suo dell'Aiuto, mettendoci Maria Santa al andava e carbonico su il bricco del giorno la quando nauseava: del caffè, con prima, cercò il un nella po' pa- niera in dei carboni, non nel quartierino. che altri tre per si chetò infine l'uovo nel da ed pranzo a voce entrò era — Saranno È tardi,è : nella le il una ciò, ricominpre sem- da e dove camera stanza miva, si dor- imposte. disse — la serva, volgendos ri- largo letto. stata — sonora, che — vi fu attraversò salotto da troppo Sbattendo tratto. di sospiro, poi la tosse giorno, Tommasina Buon che minuti giorno, signori Buon appannava — insistenti due colpo altro, non un il mivano dor- delle un profondo serviva verso — si udì un schiudendone — che una bicchiere, Tommasina che stanzetta una da Ma un quattro o il bicchiere fine, e soffocava altro,da un s'intese cui rumore , troppo striduli,ma in pausa, meno nel lo componevano, tosse, seguito da forti,non il risvegliare le persone per rumore, stanze di fare lo zucchero tuorlo, con ravvolto uovo un quest' uovo possibile,sbatteva solo pescò Cercando carta. una vi e IM SECCO TERKO le sette tardi — ma rispose che una una tura vela- è? ora e le mezza. mormorò la voce velata femminile. E la donna si levò due lunghe e dove sulla si mescolavano caniiciuola. sui cuscini, come treccie di per zarsi; al- capelli biondi, già i bianchi, le piovvero Era una signora di quaran- 142 TERNO l'anni, con mani di profilo purissimo, un dolci, bigi molto occhi fini cosi e mandorla, a candide cosi che di paio un con certe con quelle pareano giovanettina. una Caterina, Caterina — alla a SECCO volgendos ri- accanto dormiva che persona signora la fece — lei. Ma questa indietro castane retta, sul la la piano, come fra E il disse letto, familiarmente, — Dio — fosse pian di gliarla. sve- come alla perta. co- spalliera del ciulla Caterina, la fan- guardava dalle sulla folte sopracciglia rincagnato. naso Perchè signora, coraggio bianche mani quattordicenne, dal la cosi poi, sottovoce, appoggiata Tommasina, nere, fede- sé. le delicate incrociò della volta, ma una mancasse — parlasse se ancora figlia Povera — le se cie trec- che profondamente, la chiamò madre, lunghe dormiva schiusa, bocca cosi beatamente, due con tato but- capo bianchezza sulla rossa col mosse: guanciale, sparse con si neppure dite: figlia! Sta povera benissimo, la benedica. Vorrei che costretta mentre a dormisse andare a quietamente, vestirsi. sino scuola a — tardi, che non la dre, ma- fece modestamente, ciava comin- 144 TERNO assai stanca, del bestie; cattivo odore la ma Tommasina, signora, attorno. la casa, che letto ferro, proprio grezzati; vi di da di crine cui si male da una di forma e da una tavola pulita: grande letto di- appena piccola piccola, meschina del da di detto di schina me- attaccapanni un , salotto e di ferro cretonne, stinta dalle rotonda, della da sedie due vi si lavoravaed scansie vi si era verchie so- dure, rigide, di libri coperta di marmo, casa: o letta,coperto un quattro un formato era Genova, fare poteva lucida, il lusso vi si scriveva, dal presa antiquata, assai arredata tenerla per uno gno, cassettone, dal piano di le- fodera lavature: vestirsi,dette quelli napoletani, cosi , del la fanciul- poveramente era il mobilio divano, un di poco dipinta noce , di sedie, di un era toilette una cosi Era da svegliare finiva ci voleva la stanzetta bottò bor- sempre. mentre sguardo — viottola nella passando dormiva che paio ottenere pulito tener per letto maritale, per grande di di riempita era fosforica, senza fo di tutto Eppure La quelle risultato. nessun lona si di sche foglie fre- uccidere per casetta di luce e sulle pomata, romana, della inventato aveva fosforo,come brutte vociferazione lunga Tommasina insalala della — la per giornata. Ora, mettere SECCO lida, so- mangiava, pulita,bianca, l'orgogliodella signora fredda, era Niente altro. Non tappeto, di un resisteva ogni tanto, 0 — Su, piccola,su, — aveva ed esclamava poco rifugio: per la mamma, rispondea — come di che mamma.... o mamma, troppo come leva vo- dall'altra parte, sorridendo, dormito aveva che lamentandosi borbottando, che nudi; le Tommasina a farla alzare: si voltava sonno, poltroncina,di una gelida. nudità una figliola. della e cortina; i mattoni, una Caterina di l'ombra finestre,nude; Ma 145 SECCO TEBKO parlasse se con rezzevolmente, ca- bimba una quattro anni. Caterina che asserì nossignora, la povera era trascinandosi un quasi forzò l'indomani alzata a tutta la La signora che tre soldi non e faceva faceva senz'altro Matilde bene domenica, si rebbe sa- dato che an- caffè,perchè era doveva lezioni vociferare d'inglese questo lusso al colazione che dendo, po' ri- un , giornata, dando francese, si permetteva , le avrebbe nel sbattuto un vestirsi, promettendole era che bruna come poco a che alle dieci: lei l' uovo domenica. Caterina E serva. e donne alle due , che la del Cilento, magra ragazza fedele cane contraddisse sabato, un'oliva, devota come domenica; festa, era era petto: e stava quell'uovo. Ora Serao, Eaccoìiii. per sino di valeva che ma e polo scru- que, alle cin- seduta, pen10 141) sierosa, guardava niente elegante, vestito suo ai vedere po' le scarpe i e le la madre, l'abito ad di lana già guardava desolata ciera una sumato con- lasciava e si portava grand'aria la : ancora dell'inverno, assai marrone sante, pe- signorile. tutto,piccola figlia Rompi esuberanza corto maggio a busto, ro- corpo era Caterina con , tane sot- calzette. Giusto fatto era che conservava — un bigia si gambe. gomiti legava le aveva cresceva di lanetta gomiti, si un mentre Caterina tutto, vestiti,scarpe, rompeva il clie Tommasina alla fanciulla: e SSCCO TERKO disse — la madre dolcemente. — Si rompe, mi non per La certamente Certamente, un il suo bambino era imminente per nulla, faret E per gli e neppure la per sua tacitamente, la cui gnora, la si- era la figlio, non aveva già fremente creatura. sua e allora, la fanciulla. pannolino, un signora tanto mormorò impallidendo: questo rabbrividiva, già madre, viso nuovo, Tommasina, esclamò — di pietà a voltò il capo, serva — lo daremo qui Questo le parlavano di da sorriso. vago che e vestito un promesso con — ho come ? esami — hai mamma; le due Poi madri il turbamento sempre cui nascita pronto si cora an- turbava, di amoro guardò in s'intesero, della gio- TERNO tanto vane 147 SECCO Ma girando la suoi per panetto un la mentre da le già portando Aveva il il caffè bevuto soldo, allegramente, un il prendeva signora caffè suo con l'uovo, offrendogliene ogni tanto, quasi presa rimorso cui figlia non la ritornata in in che in cucina, bevendo La casa. certo un misurarsi le un dare solo in messe mano e d'argento,sul palmo facendo — La era di caffè, due tanto, sol- in testa, di le diceva quel giorno, poiché guardava tutto, e gliele la povera faccia,dolcemente, quasi volendone e dei Ci arrivi? Mo vediamo signora Dall'altra calcoli — se stanza gridava: quella guardava della mano, ne vocare inle tre senza lare, par- mentali. domandò — a parlò pian piano, tre lire per la benevolenza: — cappello serva: spesa , in e la con nella poco potea aveva lire col erano da e Tommasina le tazze signora tempo, permetteva fondicelo un sulla porta della cucina venne serva si partecipava. bicchiere, poiché un per quel lusso per i e rincagnato, levando e atto di finezza. un con nero, arguto trecce, libri i suoi , , nasetto con capo cercando casa, canticchiava quaderni lenii sul le Caterina, rifacendosi più veccliia. della compassione l'affettuosa era , la signora. fece l'altra pensando andò, come ancora. sollevata. Caterina, mettendosi il cappello, 148 SECCO TERNO Tommasina, — le albicocche. comprami Sissignora. — Tommasina — comprami , l'uncinetto Sissignora. — , nero per il cappello: "Vieni,vieni,piccola — alla innanzi Madre e figliase — O ma, mam- sotto porti tu mi scatoletta braccio: un della il braccio figliuolacon una e masina? Tom- cose, accompagni. la andarono, ne l'altro sotto mamma, la vi Madonna pel disegno, compassi ficcato più. regge queste di libri,di quaderni, carico un non mormorava — tutte oggi dubitate, la Non — questo porta aperta. fai trovare Mi — di elastico palmi bene. Va — due comprami Tommasina — di per bianco. di cotone un'oncia e puntina una aveva madre. diceva, scendendo — le scale. — Ma mi tu sostieni , piccola, rispondeva — la madre. far la spesa, l'abitudine a rassettare napoletana disfaceva si mise i cuscini materassi sino al sola, prima restata Tommasina, a e capo le lenzuola, letto: pomeriggio, tutto questo assai per cosi e di andare la casetta. Per il letto,togliendone ammucchiava prender , aria. per i rimasti sarebbero penosamente a Faceva il fastidio TERNO della gravidanza; quando, vide cadere in terra che fosse che talvolta dormire. per piccola carta, e terra: ma sulla scuola cartina pensò del potuto aveva Giffoni scendeva dopo zappando terno, poiché grazia che numeri, con terno, sabato non carta con un tre numeri almanaccando, cercava un e nella tasca né busta biglietto da su, quella signora? una questo forse era come da una carta proprio Era lettera, né visita: era una senz'altro,da giuocare. almanaccando, Tommasina ricostruire tutto prete,o frate,o qualche anima un quando giuocare poiché Ma letto della ricetta, né una terno Contava di spesa, mandava. era una un , era nel si trovava — letto. aver di cotone. la Dio la i numeri ficcò la cartina far per la povera rotonda. Tommasina grembiule suo che leggere, non scritti tre erano marsi, cal- servarla; con- malgrado perfettamente conosceva E macchinalmente E , sapeva di per per Tre, quarantadue, ottantaquattro: è — un bocca, , calligrafiachiara, — tormentata la raccolse cilentana, che la frequentare codeina dello scritto,sulla sguardo uno Pensò carta. era in vi era Ma leggere. Non sapesse contadina e notte Tommasina vi gettò non alla lenzuola, pastiglie di tosse, la signora metteva dalla le piccola delle quando , scuotendo una l'involucro 149 SECCO questo fatto. Forse cuno, qualbuona 150 SECCO TERNO devota, dato aveva signora: alia un'anima ieri,venerdì, quei forse o li santa lei, che E caso. terno un la è l'abitudine come signora incerto di andare scritto i tre al sabato quella notte, vuol vuol che dire di arrischiarvi fatto aver buona, la la buona, signora mi avrà per la possa Prese mettervi di in cui ste, si la dentro paglia sandovi, pennotte si gnano, so- sono non si sognano, vale non soldi. che buoni la pena doveva Cosi essendo tanto , solo che e sognare la spesa, cliissà! — tre lire per la spesa, di più, che cosa benedire anche aiutare e donna la Mame.... pulito, in cucina, poiché,da tempo, dei testimone bei tempi per la sta ce- lontani , , sfondata. vicina nella Tommasina dato si compravano era e certi. strofinaccio uno di carta, che poteva non qualche giuocare che e pensava — se signora sua i numeri Chissà! dire che, aveva il guanciale due neppure tanto conoscere — cattivi sono sera, pezzetto sicuramente: usciranno che dire a questi numeri se — in Napoli, assai, assai, intensamente, pensandovi in giuoca, Vale un sopra un per , letto,il venerdì a numeri venerdì cosi tiene poi,spiegati, sotto mettendoli e cui fatta la prova. aveva prima dal di chi a e veramente era pensati aveva , tre numeri di casa, al mercato pollie ragu- tolo, Giusto, sul lai-go pianerotche era anche la padrona 152 TERNO entrando ingenuità la non vita beneficava riguardavano di che mentre era i su al saluto ti ho come della pomidoro. cura. la Ci — E io a fine di — Ebbò, metterò mi Se anciie me i pesche, per rispose — mangio vicino dare man- di era un'ora. donna Ebbene — come borraggine, quello clie trovo, quanto dei alla canestra i soldi li hai dove di per far la li vendi? visti, questi quattro qualcuno! Fra maggio? lascerò allora a canzonatoria, — menti, diverti- poco Sai che li dovrete siamo dare a il chilo. soldo un più il chilo. soldi , alla di vorrebbero mani nelle soldi la poteva , Gesù! — che detto? quattro A — grandi di minestra cura Bell'uomo, — sublime mercato, Cilentana. quella, fermata disse — al cuoca chilo un Signora mia, — più persone signora che la Stai facendo va? la suoi giorno, Tommasina Buon Luisa dei uno una scere cono- tere venditori, sul pianerottolo,e discu- di il prezzo volendo la dichiaravano amava, ogni mattina — tutti i , le medesime mentre e chiamare in cose tutti,credendosi fra tutte. E seccante le tutte , le donna, fra in , fatti clie la SECCO fare il di signore fare il venditore disse — e in aria quello dei pomidoro. li dai numeri, per due bell'uomo'. soldi un chilo, ti do TEENO A saltò piedi in jj;elotese il mento una di capra, Luisa Jaquinanudiva quando come Con- interessantissima. cosa dati li ha Te — donna e il capo, levò punto il venditore questo cettella 153 SECCO monaco? un chiese — Tom- a masina. Sarà — il confessore stato osservò — Con- cettella. belle ragazze Le — i numeri Glie — ve chi deve disse — numeri vuol venditore, 0 prendere giuocano sore, confes- o bonajjflciata oggi, , tre, quarantadue si ridendo. monaco, alla loro chi dà sempre certi, e il governo Come — il importai ne giuocare trovan ottantaquattro: e crepa! ? domandò — donna Luisa. piacere, signora mia, A — voi; per noi. a lo a vengo do; ma prendere masina, sul — capo, di ne come pomidoro? niente, domani soldi. tutti in carrozza — po' malinconicamente, un se servono il soldo esce i due sorvegliando Il venditore chilo non andiamo po' ridendo, un se non gli manca dai, questo Domani, — chi per lo Me Te — servono ma il peso del scendeva, disse Tom- chilo. con la canestra pesantemente. Senti Tommasina — , Jaquinangelo — questi sono disse sei donna soldi, per Luisa farti 154 di minestra una che alle tua borraggine....Ma puoi farne te li dia, tu non oggi tre , Dio meglio se me, lo renda scale lei per il marchesa e fra Mariangela gran una contenta. dendo scen- sarebbe stato soldi, mentre donna loro, per stabilire come la aveva con smorto, del palazzo e di cotone Mariangela, un con la cui bellissima una stinte e mentre rapidamente formava e stita ve- nel dìjockey- figliuola del provocante napoletane: faceva profumo gran palazzo borbonico le scarpe rosso del ogni tanto, naso Ricciardi: teletta,con delle monelle primo piano Jaquinangelo, portone passava era flore di bellezza di e gran un Gelsomina club. Giusto al palazzo nel , e della cameriera abitava del Ricciardi, dirimpetto, lungo con ghese signora, per quell'ambiente bor- carrozza di seta discorreva la era che l'aristocrazia calzette giare man- Tommasina, Mariangela Casamarte, vestita la Concettella, sul pianerottolo, , viso trovare sono che i sei avere portone Gelsomina. che vieni uso, giuocare quel biglietto. si doveva nobile: disse pensando , chiacchieravano Sotto ti farà non no, — Jaquinangelo Luisa altro di olio: la devi condita ben a ve le Concettella e meglio no,, , minestra, avanti — SECCO TEBNO tinaio por- vane, gio- inebbriante, scalcagnate, le il viso incipiiato discorreva delle delle con l'uncine stelle,al- coperte, che TERNO alle vendeva SECCO fidanzate la moda del delle popolare all'uncinetto,col Vai — far a la dintorni, poiché spose era trasparente roseo spesa? domandò — sina, Mariangela, la cameriera Già. — Lo — maritare dicevo e qui, clie chi Caccioppoli, che giovane E — che Ci — ci in è signore, o un un perchè lire? fare — Che deve ? Il contino qualche quella se si e butta fresco che ogni volta faccia fresco cinquecento possiamo nulla, delle in di Dio dall'altra il contino marchesa, sa che mangia anima Benilde, hai ne io, meraviglia, un viene ne fare la non : e marchese, povera soldo un dirle: cosa, il punto torna senza a nostra si butterebbe è all'alba, ristrettezze; il marchese, dice mai. casa me, casa ogni tanto cugina, avesse parte stare marchesa, in una non tutto, e lascia dalla non a spesso che scegliere il proprio più, la marchesa se rientra quando della entra, perchè ! Da pozzo il giovane signore, un vanni Gio- entra, questo, Mariangela? entra, ci che, proprio, pello. cap- si vuol scegliere, fra don parrucchiere; possiamo ne non del zurro. az- Tomma- che Rigillo, il parrucchiere: è meglio di perta co- o elegante, col Gelsomina a sa non la vai"? tu, dove E a lora al- che 1 beni nostre gli si para- SECCO TERKO e quando si vedono, da pagare E r e biglietto.Che attirò Tommasina di astuccio Gelsomina e pelle lo rossa, vedere? dalla apri: brillava uno spillo grande, di brillanti e rubini, scintillanti bianco gliuole fare, fi- sotto più attorno, cavò guardò si s'iia da s'impegna. Volete e deve signora viaggia, la se Si vende androne, un il sé mie? lire il mese, : duecento spillatico lo fernali tasca sul velluto di ferro a nella vallo, ca- ombra pen- dell'androne. Che — piange Non — al Monte Non di sarebbe litarii della che ci ha che poi ci l'anima niente. Abbiamo soltanto? questo a braccialetti. tre tutte la zia al matrimonio monaca queste migliaia Donnalbina, Per fortuna si non cose per 1 impegnato principessa, la collana si fece vorranno questa roba portare che, è E regalati e di terlocutr in- le due esclamarono — Pietà? nonna impegnato è estate bella! cosa di so- perle Clotilde, abbiamo che ora Ma portano. ispegnare tutto , st'inverno que- ! — Croce facendo — Ci per per un nella Caccioppoli, 0 sulla mormorò — Toiniuasina, — andarsene. vorrebbe sogguardando tutti terno — disse Gelsomina, via, se compariva se il ijiovanc porta della bottega. di don vanni Gio- Rigillo apparisse TERNO chi E — te li dà, Io sto — da otto ne dovrà anni 157 SECCO i numeri t aspettano centinaia pagare sei giuocando ; tutti lo esclamò — riangela. Ma- ventidue e questo ambo, il governo, quando esce. Io — tengo sessantaquattro, disse — Gelsomina, sferruzzando r uncinetto con estratto per cremente ala- sempre vogliono ci ma — — troppi denari, per prender qualche cosa, con un estratto. Il terno — disse — E mio scantonò la via per lasciò di via falde, la fronte e finiva la scriminatura sulla nuca, arricciati alle bellissima, don cioè faceva Solimena, ma Giovanni aveva da al terzo sima, candidis- partiva con nera dalla spazzola capelli a punte, Federico Gelsomina era Santoro, lavoratrice di Caccioppoli era la instancabile Certo signore, per i del il garzone gabbanella che procuratore piano del quarant'anni, la al il lustrascarpe, sta arrovesciato, la rossa, bito su- poiché la camicia con dell'eleganza, Nuovi: dove Federico, di seta senza l'ideale Banchi goletto largamente la cravattina lievemente dei Eccehomo, parrucchiere. Piccolo, dal andandosene. Mariangela, comparso era quattro ottanta- tre, quarantadue, Tommasina, Gelsomina cantuccio è: cinetto. unun all' avvocato palazzo faccia ciardi, Ric- scialba 158 TERNO la barbetta e Ah! il del don giovanotti del si dava porta di Santa alla bottega, messo il faceva lustrare alla dell'Aiuto, felice. Ora gli stivaletti lustrascarpe: Gelsomina, e si avvicinò — — — gomitolo Salutiamo Buon giorno a borbottare Oh zi esclamò — del E Domenico, che vostro Io ne me. il filo momento saccoccia. disse — chi Gelsomina. candelel vuole fate non non ho fatto,donna avete avvocato — da rare lavo- si — a più il cattivo ! — Gelsomina. accendendo — di lo stivaletto. posso — Gelso- sciancato, lustrando lo si e Federico. voi a lustrino lasciar ogni in disse — aveva quelle occhiate, da senza aveva Candele, candele, mise non che accanto vitellino,dallo di attratta tirando all'uncinetto, dal o sogguardava e lentamente, presso o Federico del tutti volta che ogni e dello come cantonata, piede sul banchetto sciancato mina: popolano, Maria era Federico, assai po' l'aria mestiere, suo dall' ospedale. esce un Giovanni poteva chiacchierare, la che uno preferiva che parrucchiere ci di Gelsomina sdegnoso, i rada SECCO '? — ironicamente mozzicone un avvocati Quando disse ho una derico, Fe- nero. diss' — Gelsomina, ella,dispettosamente. lite,mi difendo 160 TERNO questa due, settimana, di cadenze. Perchè ha parlato chiostro ne son dei sessantanove, questa forse, forse senza e piramidi carta forma a che da sfoga o sopra, si sa. E non per terno importa, Un terno non ? Un monaco non Volete Giochiamo che Scusate, scusate ce affatto. fece metta fece lira cinque in due. mente. questi, galante- anche la zi Domenico: li avete mezza — — cabalista? Niente importa, Che servirvi ! E esce esce. non la prova. a naso quei foglietti dagli spiriti buoni? far sul gli occhiali le sotto : dato? Sto fittivano s'in- dove sparenti ; niente, questo Sempre — fogli sporchi, certi cuore, e con lo ha zi di numeri: borbottava servava con- lustrare, per sfogliava febbrilmente e chi dove giornali cabalistici, dei soldi, Federico? — il di straccetti assistito — pezzi : cifre, Niente serve e spazzole le z) Domenico poi, bello assai il banchetto le e laceri pezzetti di — miei, timana diciotto, della set- sciancato, cavò lo unti, mezzo sudici e il ripete, infatuato, di sotto Domenico — volta, dei numero calcoli certi il e diciannove. il lustro Non da Maria chiesa la undici, forse, si scorsa, E di Santa sorci, che perchè usciranno ne il monaco pieni,sicché sorci, è sicuro: Un sbaglia: non la Nova uscendo SECCO i vostri fanciulla ? alte- TERNO ramente il gioco non Sta — si E in buone mani divisero, lui avviarsi Maria il rachitico del sul posato piccolo dal Ma non lo sciancato lando cabale, crol- sue vide gli il di largo un piede impazienza, con , per si di era Il giudice nero panno cappellino nero, piede che palandrella di nastro chiali oc- , banchetto, per la lustratura. dal tega bot- lotto,in piazza Scognamiglio dalla cata gio- gente, lei per rialzandosi che panciotto bianco, adorno di nelle giudice la sua zi Domenico sorridendo, gobbo, e al banco tanto alla affluire ad immerso naso, io no, l'innamorato,galantemente. ritornare la Nuova. capo, sul clie faccia disse per lentamente io. Se pensare biglietto? — cominciava rimaneva e il conservi dove Santa fidate Vi va. che e ci devo questo a — 161 SECCO di paglia il battè farsi colo pic- servire presto. Cerco — lo scusa sciancato, E battè del — Sempre disse — — confuso tutto Matilde ci — la con soffiava la giudice gobbo volete Sekao. il eccomi pronto. sul spazzola polvere fece — dalla chetto, ban- picciola Scognamiglio. numeri, sempre severamente Che Eccellenza Vostra vivamente mentre scarpa a numeri, Domenico magistrato. fare. Eccellenza, è la Racconti. sione. pas- 11 Ib^ TEBKO È — E a allora chi Io — — vizio un ? Non o non Ma forse? bere fece — il suno. nes- simo? pros- sbagliate. degli altri,gioco il mio: ? da faresti ? mangiare sciancato, lo del vi qua padrone e a magistrato. ma vincessi, che da Darei basta, Rubo? il denaro il male figli, ho niente cerco Dico ribattè — sono se non governo? mi guadagno, Eccellenza, gioco non sono io, giocando coltellate? Scusate, — il basta, ubbriaco, Tiro È mi non Mi — male mantiene moglie, quello che quando e lo perchè faccio ho non , vizio, Domenico. un E — SECCO con tutto a gesto un cinato il vi- di perba su- larghezza. — — E il resto? Eh, si sa! — Da — E quanto — gesto un di giochi, Domenico? otto avevo hai vinto anni. Eccellenza. ? volte, soltanto: Due un'altra nient'altro E — anni quando piastre: — con cinquant'anni. Sono — quello ancora. fatalità. quanti Da giocheresti fece — alla obbedienza — Lo volta volta una cinquanta quindici lire. ? Nient'altro. Vedi e che bene che il governo non vi ci sono molte guadagna. bilità proba- Ma — noi. come stanno Ci di da matematica, gente con monaci che illuminate, istruiti, anime fare Napoli, Eccellenza, per dotti, uomini e ha già quando non 163 SECCO TERNO mini uo- santi bene sanno i numeri. giocano? li E — Certi — il volte volta. si sannoi non e bene sanno copertara, E vede se se ne di dissuaderla, Gioco fece vedere la via al dei scarpe dei sua la qua, giocava, tre, essa Che ! voglio tabella. Ho rire, mocato cer- impossibile. stato invece? magistrato filza di una bigliettiflnanco crollò alla quattro è non bigliettone. questo delle clie sulla uno giochi, che tu Quello cui detto la che Gelsomina, venuta si non manca numeri ottantaquattro. e ambi,quaterne, verso è ha mi e quarantadue — all'odorato, i fa vi acceca volte certe Certe volte certe interpretare: poco E il Signore ma giuocare: li sento Io escono: — mente misteriosa- combinazioni. Sono numeri, li fa ve fede. continuò — lustrascarpe. Qualche — no vincono? E — sì, certi il capo, e se ne Tribunali. famiglia femmine, pagò andò un tutto Pensava, di brune, di terni, sette soldo meri. nu- la pulitura pensieroso, ralmente, cosi, natu- fra cinque figliuoli, piccole,rachitiche, 16-1 TERNO bruttissime, che marito: il che e la bucato, cucivano della facevano avevano alla una mantenerle alla brutte, che neppure loro. si da asteneva due soldi la ragazza, aveva del resto, lo soldo un imparare sordomuto, Oh, potrebbe mandare E se severo ne nella se qualche andava perchè tabacco, venuto tore vice-pre- Amalia, le figliuole, sue ch'egli lo al cosa, que chiun- sciancato, uno che figliuole sposerebbero le mie normale, scuola una era come che pensava. alla ogni sposato, malgrado Credo — un , dote, di aveva gobbo. — E per gli era Come quando non fosse giorni. vava tro- solo annasava e dove mai, spendeva cosi illusioni sempre, d'ammogliarsi, Frosolone? a in tasca, tastava come brutte, cosi portava tutto ai telegrafi: una si faceva padre non ogni due mente in che potuto di casa, cure serabile, midurle con- avesse Erano il gli sforzi osava normale, alle cucina, biancheria, non Almeno scuola? Egli si ma la l'aria cosi egli scuola lire che le due la sempre levarle come evenienza, in casa, trovato intanto, malgrado e passeggio. a sul conto tutto infelice,che còsi ma certo stiratura, cucivano economia, metterne avrebbero non i vestiti mai SECCO facessero dente vicepresi- qualcuna delle o da Tribunale, faccia; soltanto, al gazze ra- telegrafo, per vivere, almeno! lentamente, invece di tutto voltare per Pignatelli, dove strada la il ibO SECCO TERNO giudice Inzenga ogni via Liiudice Scognamiglio gobbo del Federico una radere la barba, avventori del barbiere Rigillo il discorrere chi non giocava, chi aveva dei chi al lavoro, farsi per numeri, non i del chi sabato giocava, mai aveva giovani giocato, proprio biglietto prediletto. E il quella o bottega tagliare i capelli.E discorrere a tagliava cui familiarità rispettosa piccola napoletana, barba dato era indolenti, fra o il gran era mattina, la si e farsi per frettolosi con nale Tribu- nella quantità di gente arrivava fra gente al giunse rientrato era parrucchiere poiché sal)ato, il di più tardi. mezz'ora Intanto con Mezzocannone: mattina quella insolitamente, vava tro- si accompagnava e lui, voltò, insolitamente, per e mattina a i tutti quei cui derico, Fedella radeva capelli,andava tendo ripe- : — non — Se accade mi vedete Che più qui, signore fatto? fiotti bianchi io spero, fatto, come un — domandava del sapone, oggi, mio. l'avventore, fra lo scricchiolio fra i delle forbici. — — — Un terno, Che terno? Un terno che debbo sicm'o; vincere. tre, quarantadue, taquattro. ottan- Jhb SECCO TERNO te l'ha Chi — dato? L'innamorata — mia. cambiamo vinciamo, Se stato. anche l'avventore, E la Maria fermata era era entrata nella suo cugino, quello piccola era naturale, di i e dipinti : i Banchi dove dipingeva passandovi mollemente tinta della Madonna d'oro e del del tutto come le statue lana o di il era i ingenua: la seta, s. di tonaca bigia popolo con una Quando di stelle il mantello la tonaca rone mar- preferiva, Ma napoletano vestiti vera e intriso azzurra cosparsa — il quartiere ó pennello, la Assisi. santi mente delicata- vestiti,sul legno, Giuseppe, dei solamente i santi. il tonaca ramente Ve- stuccatore pure si fanno sopra il primo che anche grande poverello loro faceva Immacolata d'argento, azzurro verità, assai tega bot- La santi, grandi, sei o Nuovi, occorreva, una i santi. piedi, di stucco, egli ma tradizionale in cinque Ascione, Peppino di faceva Ascione e tissimo, affolla- era scolpito,la riempivano. legno testa, le mani dei che lotto Santa a piazzetta delfAiuto; nella bottega Peppino santi il banco dove Nova, si di lata spazzo- una di arrivare intanto, prima Gelsomina, la gli dava soprabito. al al scettico, restava più Federico mentre pensoso, il risce, prefe- veramente, tonaca in ricamata di 168 TEKNO Ferreri cenzo col libro fiamma dello Ascione li guardava, Spirito loro chiedesse se Accanto il giorno, da fiasco non di Peppino mai aveva vino di chiuso da esclamava Niente ci egli mattina, può, Madonna della maniche di rosee — Ti — mi servono li toccasse, al fiasco al beveva dì vetro dastro, ver- ciata: accartoc- vite una invincibile bolezza, de- nella bottega, quella coroncina una sul biondo capo tutta vestita nascoste di di di le sotto rose una bianco, ampie presti cinque per soldi comperare ? il cotone della ? coperta — creta candida. lana Peppino, — di Neppur da Saictta, le manine con abitavano, tegame Ascione entrò metterla per ogni niente. formava artificiali e : Gelsomina Quando dove foglia di una poiché egli, preso — gli mandava, fame. Marano, guarigione. i maccheroni largo un come il bianchetto Maggiore, in che fra madre sua S. Giovanni senza poiché della grazia la e Peppino capo. raffreddavano che si raffreddavano rossa, sul Santo mano estatico, malinconico, la si pomodoro, in aperto lui, sul tavolino, a vermiglione, al SECCO No, mi servono Sono.numeri Peppino per giuocare buoni? Ascione, — — domandò Escono? certi numeri. mente languida- SECCO TERKO Speriamo. — il del giovine giuocarli anche farai il terno poco di — — la vinci, che Se vinco? chiama vino E una Madonna mai visto: Pugliano. tutto simile che mani un che di tutti i ho se di essere non tina, mat- La dorato. là vera chiesa e manto un nelle battista, con nel cuore, hanno e porta le dorato: argento anche di seta grossa che corona intorno, di è ne meraviglia; di E grazia, se alla fino, una porta ficcate paeselli e tornare questa come oro bianco di essere argento sulla sole mesi. il vestito ricamato largo merletto. spade sei avere deve testa, deve e vedete voglio regalare la fazzoletto un di Somma, più santi? Deve nera, mi e — si che passeggiata ogni una Addolorata, e chiudo Io latte fresco vaccina, di Voglio fare, Santi! — la terra dopo fai non , lire. paesetto un dentro brodo grosso, e grasso a montagna quei paeselli per faccio. la là faccio buono; — vado ne là ci sta : importa ne quindici io, che so Fuoco Resina. me ma fai, neh, Peppl ? Lo me mio: conto per di ambo Pugliano, sopra dopo testa lira una un Se e Rigillo. Vuoi parrucchiere asciutto, perchè vincere bottega rico, Fede- con sposo tu? Tieni, mettici — mi vinco, Se debbono da venire da sulla sette sere es- da Napoli, 170 TFRNO nella e perchè E un'altra non disse Peppino Quando e in delia e per tre Santa intesi. era misteriosa pairoco. pace ritirava: cominciò vi si non alla distanza cliedava ogni tanto un' molto movimento nella essa piazza era pure nep- il vespro affollato,per ragione del vicoletti. e ora, da qualche pensare solito, da per del il vespro e di Nuovi, che di chiesa: coledì mer- dettero ne bene meno Invece panio, scam- Vergine. Ma vicoli se sempre carro-^ella della onore Sapevano volte, alla regnava uno diceva, ogni Barbara, piazzettine. — convincimento. piazzetta, dei Banchi i fedeli chiamare una di Madonna cinque, dalia parrocchia dell'Aiuto ogni sabato, piazzette si Peppino, migliore le che Donnalbina, gran la è il vespro gli abitanti al Addolorata, profondo con Maria per sabato la bella ? suonarono di Santa suona la Madonna quella Perchè — pregare per Addolorata. Mamma — Pugliano, di chiesetta fECCO cui il sole attraversata lenta, vuota, col cocchiere una da son- TERNO necchiante già nel la campana del espose nome. Vendeva srido, un malinconico e rose di sazio soddisfatta. le cui il sole gelosie di o che di sione pas- alle finestre, sbarrate contro chiusi gli porte delle teghe bot- di che , scuretti : nessuno socchiuse già era nangelo sedia a solita calzetta da la il portone finanche mancava bella creatura biondi, faceva alle coperte di delle il sue giovane azzurro, di Ricciardi stelle di cotone del Un canto ac- minciata inco- deserto: era dove guardia, spose. sulla e piccolo gatto un dagli occhioni giovani Jaqui- pacificamente, la sedia la dei portinaia cotone dormiva poco, bigio. Anche e sedere, maggio, portone la Rosa, era una Al estivo. mancava ove il caldo contro caldo un sulle apparve le niente e solamente erano bellezza, voluttà, che apparve ancora non canto rose: di mestizia nessuno erano cui le sentimentale Ma E soltanto belle struggimento uno pareva di saziò come il gridò ne lunghissimo un eraiìo tanta con ma nel fermò mappio. profumi. Diceva belle, che erano altro, canto, un e di rose venditore si mercanzia sua che Dopo un piazza, voluttuoso, e come la rose: era estivo. tacque, vespro la centro, era pomeriprpio attraversò ambulante 171 SECCO Gelsomina, bigi e dai lavorando pelli ca- cremente ala- bianco, per sol parrucchiere le derico, minuto. Fe- Rigillo era 172 TERNO comparso sulla spruzzato lungamente innanzi Alle alla e la da lentamente, su, Banchi per la Cosi deserta, nel in di e piazza era due il capo ceste, belle le la suoi ai ; rose alle carico, se e un egli fittissimo, nella sentire la porta, e scappava scantonando col cappello ora messo tre da le una erano l'invito, risposto alrialzato il di alle di cinque, suo Don- : vi Mariangela, di Casainarte, se in rose poco. mattinata per le pel vicolo 11 viavai come volte, il venditore quanto aveva un marchesa della merlerà giore. Mag- canzone, avendo andato era silenzio. Per malinconica palazzo Jaquinangelo, gran piano maggio. sua dondolandosi nalbina, Nel di nessuno ne le avviato era finestre, tenendo quietamente mente, lenta- e completamente restata piedi, dicendo ma alzata Giovanni San per si quella solitudine, cantò lustro suo tracolla, a sciancato, pomeriggio rose levando di in sciancalo glielo permettevano Nuovi quel silenzio, il e selciato. lustrare, l'aveva come ricurve gambe sue catinella, una lo spazzole sue aveva e l'arido inaffiare mettendosela penosamente, di zi Domenico le cassetta bottega: l'acqua mezzo, rassettate dentro della soglia soglia, per quattro aveva SECCO la ca-» era stato ella richiudeva non scale, come parte, di traverso ora pian voluto avesse una da sulla era farsi freccia, un'altra, testa, con TEENO di ciera una le verso porta gran rumore un maschili, che e da una voci: mai la forse difatti e per Jaquinangelo. Al giudice Scognamiglio, faceva come non Le mai della senza piene inutile profonda casa sul il mai, pianerottolo,alle si avvicinasse E Scognamiglio più piccolo odore udito, era gnose vergo- che facevano, che subivano, talpe, aprire custodia casa loro, facendo la in sei del cui ritornava di pranzo la porta, si decidevano alla malgrado l'ora in che come di quando entrava si suo dando diffidenze, doman- prima stessero uscivano tutti dormivano. gobbo se Nessuno non miseria vivevano era, appena, aprirla, come e chi del così erano di il rumore. di lavoro che volte schiudendola esse vita sospetti, piene tre tesoro. nessun lazzo pa- abitava di commissioni affare, non decente e mormorare, di la metà Scognamiglio ragazze della affittando crale, sepoldel piano primo le più silenzio dove mai chiusa sentire secondo, nessun si udiva femminili stata era un un'agenzia a scale, sulle voci far non al Poi, improvvisamente, e porta più turbato, non di susseguito era appartamento socchiusa litigavano: irata mano violenza, con di affaccendamento. e due, dalla venuto era mistero Ilo SECCO di mai un : ed di spesa mattino, quando fossero il ad le cinque piccolo giudice dal tribunale, usciva non dall' ap- TERNO chiuso partainento, piano, dove gelo la e fino alle affettuose, di seccare Concettella e dopo si pranzo, non mancando alle quattro, era perchè da quattro, dopo subito: di cliiamarla era in che questa era trascinandosi, sé contro e E di il sugo e il rimasuglio Costa, di insieme a a due o vi pasta la memoria, scendere. ridi- le toccava di cassoni pasta volte, mormorando bolliva sopra un sura ogni qualità, mi- Hìo/i/uv—a^/w, questa salvo tre fornellino un grandi dei serva: pei maccheroni, chiamata vevano do- parte della la perdeva sopra della fastidio quattro Dalla prezzemolo pomidoro forma, alle sarebbe tranquillità, poiché poiché mentre altro, insieme dar più stanca, sempre stessa, per rientrata e Non giorni, alle si era che fare. bene, Tommasina, uscita soldo un per tanto, inutilmente. soltanto casa da tutti i va casa, tre, infine, svegliassero la molto francese, grande signora che come e il servitore letto,per dormire, a detto aver persone sue maalle aveva fare, riaddormentata alle cuoca: avvertire gioni ra- minuto un figli,Pietro messa di nulla aveva la di e i suoi marito, suo Luisa, donna cessato aveva stato era intenzioni buone non vi francese, tre, poiché di quantità una terzo Januinan- Luisa donna cliiamata signora Al ermeticamente. abitavano movimento con SECCO di poiché pasta bollivano è della dei 1 ( b TERSO loro. Egli che! zi denari respiro, pagandosi terribile che lasciava più pace domenica sarebbe Perchè — fatto venuta a biancheria, e con una e a usura gli non la una scena, fare un'altra, e settimane tre mangiando in non non da dello aveva per offrire come vuole erano della moglie Stato, volesse dire ragione. Fingeva famigliare: miseria la sigaro a moglie, un di Infine, dal fìaschetto e in bicchiere i bottoni tempo crepasse lira mezza e e egli diceva, come malaticcia. Marano, gnate ba- da rispettabile,autorevole, il decoro, sempre la se come buona una sempre un fece — il capo, persona funzionano egli avevo quella era occuparsi Francesco, spalle, seccamente. crollò Il marito sempre, domandò — quelle fette di pane ne nelle stringendosi non sul cassettone, niente, minestra. Perchè che ? avidamente nella — lasciato hai non zi Fortunata per di stava pre- nulla. aveva sua quella che il debitore signora, poiché da della casa Ma ogni sabato, : aveva stanco mezzo, mezzogiorno. vestili avvinghiava ne a e Fortunata, vendeva e sei sino dormire venuta era alle rientrato era volendo morto, SECCO della di non mentre saccoccia a un sua amico, giubba rinnovati, lasciava che fatica,incinta, mal stita, ve- mentre di beveva il vino vetro, le narrò che TERNO più tardi sina, il giovane muratore tifo,il muratore, ed poiché quei capogiri salutare a — Glffoni a se giorni tornava ne muratore non nella soffriva. Valle dal E se Piana: era testa, ne dava an- venuto la sorella. lui Beato andarmene — di cui colto venti quella debolezza lui, con al paese, rimasto era del con lei,Tomma- stato il mestiere più di era ora era per : Conocchia: all'ospedale della al paese, il fratello venuto era 1"7 SECCO disse — tutta su potessi — io ! anche Libertà Tommasina la linea pronunziò — vemente gra- Francesco. Ella lo di traverso. guardò r inganno : glipoteva perdonare Non 1' aveva chiesa, poiché le guardie semplici aver e possono Tommasina lire di le lire di guardia di contro a economia, poi avevano anche pubblica sicurezza, il servizio, sempre cosa di fatto aveva giato man- l'oro dodici,a dodici: egli era qualche cercava che economia, zitella. Insieme da la biancheria le qualche piccola industriola,con su sei,settecento sempre e rimasto tando borbot- protestando meglio, ma poi che attaccato tunica, al bottone, al berretto, alle passeggiate in una non alla moglie, promettendole di dar le dimissioni, di metter alla solo sposata due, col passo parola Matilde pronunziando cadenzato, ogni mezz'ora. qualcuno, E Serao, Baccanti, ogni 12 , 178 glielo diceva, tanto innocenti, Ci hai su, e — No le fece guardò voleva elargiva Francesco, che tornato ella Quando accasciamento il suo undici. Alle dalle abbattuta rimase ma sopra dicendo sul una mormo- fosse sedia, di minuto ricominciò alle pronto: ed era pesi in che un le mani con il rosario: da un pronto il pranzo tutto mise qualche Carlo. com'era, umile scale, dai petto, presa San dava An- tre : sarebbe voleva sola, ebbe quattro fatica,si dalla il saluto andò, ne Se innanzi lavoro, perchè padrone. capo alle : se casa soltanto: dignità, fece e a ogni tanto, se, guardia, lui,alle di servizio era niente scirocco, in quel giorno. la casa a parlare guardò Lo tanto con osasse miracolo, tacchi era montar a cosa, vi che e portava non : ira come molta con militare, girò sui l'ando tanta con paio di lire. un spallata. una quattrini? nutrito esser dosi levan- Francesco, dando quasi quattrini, egli ma 1' a- Francesco il cinturino. moglie fai dei ne lo la chiedendosi dolore, disse stringendosi che Quella lira?— una — E — e altre tante come V altro o dosi essen- piantata. vrebbe — chiesa, giorno un che Tommasina: a alla solo sposata di SECCO TERNO e un aveva angolo sotto tato, por- del lotto, sa- il grembiule, sonnecchiava, gran ella, col torpore. Ma TERNO alle cinque quarto, Carminiello, un dell'Aiuto Madonna portava sul risuonavano Maggiore, dalla di era allora nei nelle bassi. e a il gridare — che Giovanni silenzio novanta! — rantadue! qua- — la portoni, nelle botteghe, moglie prima del chiere parruc- spalancare a la finestra : la tre uscito è ritto — parve ? sugli zoccoh, un po' sciato rove- gola gonfia, gridò: novanta — — quarantadue ottantaquattro. Ora tutte si le si case spalancavano, sulle soghe in sottana in nei che monello, Dodici San immediatamente, Sofia, la Donna il torace, — minuti piantato sull'angolo e tre! — case, Carminio, — dieci di legno, le carrozze, e eretto, fra il gran fermento, Rigilio, fu E strada di ottantaquattro! un nascesse zoccoli Dopo ritorno; dodici! uscito — E si strillò: pomeridiano, È Casamarte la scuderia piazza, col capo della — i suoi e selciato. scomparso era : lavare per di stalla mozzo di monel- un palazzo Ricciardi, in piazza dal parti, correndo, che marchesa della coccliiere da facea anni, che di otto luccio al e 179 SECCO e animavano, tutte delle le tutte bottegaie comparivano botteghe, tutte giacchetta di mussola pianelle, ricomparivano ai le finestre le portinaie, bianca, portoni, curiose, 180 TERSO coi abbaino un fianchi, sui pugni tutt'arruffata si in aria. E desta, gridò da Santoro, come sonno, di' un'altra Carminiè, — dal ancora che la faccia con il portone, Gelsomina sopra biondo SECCO lino uccel- un : volta che è uscito l'estrazi al- ? Alla Carmini voce, i prendere elio era di che sabato sabato la sapienti, per Maggiore, eccezionale. a alla Rotonda, con che pause l'estrazione, altrettanti come quella intese E volta, disse terza le sillabe gittandone ogni si estraevano, Giovanni San un andava dove numeri, presso quello tutti,all' emozione di curiosità squilli di tromba. Dodici — ire — novanta — quarantadue — ottantaquattro. — fu Vi come fioca, quella voce botteguccia, sua silenzio un — — Carminiè, dovere di palazzo Casamarte. francese bina, braccio. è — al ragazzo: uscito, novanta rispose quello, Ricciardi, per In mezzo a quel se e ne portandosi la ? fatto il suo scappò l'ultimo della colpo silenzio la ambedue: di di signora via Donnal- figliola Caterina stanche, nel marchesa all'angolo della comparve Brano dare aperta carrozza una il ciabattino, dalla pubblico banditore, alia spugna domandò eletto Terzo di Totonno come solo universale: sotto la il signora TEBNO delle troppo quel po' di lezioni di star di scuola, dove una po' un di percalla la il e se nella stanchezza casa, per in po' un e prender scale, pronunziando più volte,col porta indietro. cibo, di casa, aprire po' confusa, Ma in due che tavola solidissimo nel poiché la la avendo Ella le la pronto: a e in venne lasciato ancora di dire padrone, vista. sua mente, silenziosa- mangiare, sulla salotto. Parlavano fanciulla e le immersa sentiva. detto appetito senza sando parola, bus- breve si misero cosi a mento, raccogli- riconoscendo annebbiava donne rotonda, pochissimo: un non minuti, tuttofa le due tornare dell'ombrellino, alla manico ad sonno di faticosamente qualche non erano, come attraversarono salirono torpore, pel di traverso, dell'estrazione, e derni, qua- mente, disordinata- poiché Tommasina, rosario, quasi mediocre, di universale profondo il nava trasci- libri,i Assorte esse un un peramento tem- cadere, portava desiderio l'annunzio di nulla: accorgersi i moschettiera, quel momento dopo assai compassi, nel stanza la madre lì li per alla nella ore, Talché fossero figliuola troppo robusto suo dei sciupava la : figliuola teneva bianco il cappello piazza la : e come tante ombrellino suo scatoletta il colletto il deprimeva. si restava le chiusa, per stanca le si cui in date, che fiato 181 SECCO aveva mangiava sempre presto pre- 182 TERNO sto assai e presto due tavola l'acqua. esile quel beveva: non la tosse. quinangelo Si udiva, gran al grande è po' di finito di la scolare, alla di del di professore l'idea delle vacanze del avrebbe tardi, ogni mattina, poter andare facea ogni promettere non sera clie la e vano apri- piazza, parlavano la alla lezioni capricci E del nota parola si leggere contando rac- sore profescattivo costante della ciulla, fane poter levarsi che Villa. madre dri, ma- approssimava avute: alla che delle figliuola una nella luglio che che si Ja- abituate burbero di letteratura. allegrezza dominava palazzo vi ponevano non : e le stizziva aspro, mellilluo, ma l'umor aritmetica, i l'umor madre mano il vino delle servitori dei per raccontando dava, le insolenze la erano e madre scolastici delle con pranzare figliuola gli episodii le bizze solo porte che donne cina, cu- messo udiva, nella napoletano, loro, adesso; in uno nel vero, le due chiasso Avevano mente. e un si ma tavola, a guardava rumore gran un vocio, un vino Marano si chiudevano: e fra pel il bicchiere, bianca e piena le forchette signora, tenendo la Ma Tutta pulite,avendo sempre bicchieri fermava, serviva sciacquare a fossero perchè a Tommasina di sonno, facendo intenerita. mangiare, guardandola ancora ogni tanto, si madre, la : SECCO E romanzi, si mentre l'avrebbe con- 184 TERNO vinto avete ve abitare lei forte, vuol in deve è ora è somma ad andate, ne loca, perchè si la se rimanete se Se : e SECCO questa mettere casa. il subito di buono tempo ancora pere sa- affitto. madre La figliasi guardavano la e gliate. meravi- Concettina, spiegati meglio, perchè — ti non capisce. Si — ha ha che Ed — dato anche come ridendo che tutti e di signora fattasi bucato. sapete'. lo non la tabella. tre, sopra la sapere lo sapevo.... non dopo l'altro, signora mia, Uno — la disse — Concettella. Veramente.... — domandò cencio un vedere Fate noi. a — cuscino, il vostro sotto che quello di stamattina, trovato è uscito? bianca — del terno tratta Tommasina e mamma Ora, la risposta, per è se mia uscito? è bellezza, una lecito,vorrei padrona, a posito pro- dell'appartamento. Dirai — ho non — Gesù! gettata — la a L'ho la signora. Luisa Donna giuocato disse — a il bigliettoe signora, — mare! strillò E Jaquinangelo ho non Concettella. come, dimenticato, non — io niente dolcezza. molta con vinto che — Buona l'avete continuò sorte giuocato I dolcemente TERNO Come — può uno accade Tutto i numeri? scordare chiese — Concettella. ingenuamente — 185 SECCO mormorò — la bassa voce a signora. Tommasina E — ci è? Neanclie non lei ha cato gio- ? È — andata a qualche vinto la che donna debbo Luisa, di disporre la dire e cemente dol- soggiunse — ha che che ora qua? restate ha vinto Gli è il terno, vorrà l'appartamento.... tutto Quanto — riamo spe- giuocato abbia , di grosso cosa ma signora. Sicché — che diavola povera , il caffè: comperare vinto? chiese, — con sforzo uno signora. Centomila — tu? E — lire. Duemila: — altri avevo non soldi da giuo- , care. Bene — signora disse — dille — lo me che se faccia morirei, se si tirò figlia,che parola, e ma la mi la non era vide le ce ne porta dietro. una In andremo. i numeri! di cosa quel pronunziata scomposta di Io queste. la momento una neppure pallida e tremante, guardò cosi la tamento, l'appar- tutto serve dimenticarsi accadesse aveva più penosamente sapere, Sissignore; Gesù, — E sempre volto la dre ma- cosi , li- 186 SECCO TERNO Vida, che al diede Con mamma, sui capelli della stretto sul petto, la madre profondamente, cupo, il tentò le braccia tentava, della più forte,più forte,come esalare l'ultimo volte Due della voltò aprire da chi Scusate, — madre la lo che stringevano quella testa di figlia respiro. alla vi disse — la faccia con scorgere volta porta. braccia Le .s'indebolirono, si schiusero. ad Va cata soffo- il capo, desolata, le impedisse di bussarono madre — fanciulla La ogni ma se petto di madre suo tale un'emozione di levare , sussulto un le si spezzasse. cuore quell'abbi'accio da singhiozzava con da scossa paio di volte un figlia,tenendone rumore, senza lagrime, senza parea sul le braccia mamma.... la bocca il capo che grido, buttandole un collo: Oh — in alla figliuola, l'ombra, verso non per e si farsi entrava. è Tommasina? disse — riangela, Ma- entrando. No: — la Noi il andata Ah! volevo stasera prendere salutarla.... partiamo, contino, per un'ora a il caffè disse — macchinalmente. ragazza — e è fa? succede signore si può darle marchesa, Parigi. Chi Mah! non , la e il marchese, lo avrebbe mie, tutto immaginare. cosa. una creduto quel che Stamattina TERNO al Monte di Pietà; Anche — dal voi, pensare dovuto Portavo al Monte mi frullavano ad altro. al lotto. E poiché impegnano del pegno ho visto è piangere: buona, un cosa ha e Che cani si è non detto serviva altre — e senza e gnora sila Quando messa hanno fatto I Basta, stava trattenere, è tanto subito si è dovuto pensato dire disgraziatamente, di lui tanta set- la per questi signori potuta navo Tor- impegnare giuocate. tutto, hanno marchese, lui è il padrone, che lire e e fare? l'estrazione, la signora viaggetto al somma avute il marito venuto è uscita contino venti le ho e ho assai quei pochi quattrini, si è lite terribile. quando e per quelli che d' pensato levato me dato la quello di ho per hanno tutti. Come per allora ho così due signora ha fare meri: nu- potevo non la folla di la metà con la cartella e col i dato diminuiscono Monte, pochi casa lire: la al marchesa: anche una ha e quello Pietà, quanto mi vedono come restano ne a a io vinto aspettare! Di sabato, tutti impegnano poco, alla di Monte la signora, di Pietà la testa, per Al ho che mi gone-letto. va- tramutata. voce Tommasina poter giuocare ce una dire spillone, quando e con domandò — proprio la marchesa. non vinto? angolo, suo col partiamo stasera avete Già, si può — SECCO non si di anche perché parte. Ba- 188 TERSO sta, scusate, venuta ero vi se Tommasina, a la Io viene vorrei andandosene ha la col del viaggio tutto? la strada vincita Gliela disse — i marito tutto, salvo a gli dirà che come fra Monte, che quel cone bric- poco : la spesa pagare ha impegnato prendere vorrei non che e chesa mar- Ora brillanti. suoi la farà come sapere al , del e Mariangela, continuò — vorrei Basta, gliele darò caffè sapere prenderà si padrona le merita. giusti,se dispegnare detto della trasognata. — a regalo lire di cento ma viene? dare, quando fanciulla,come — queste mie, siamo Quando — chiacchiere: con settantacinque venticinque volete trattengo portare a SECCO di buona nuovo sera, gnore si- mie. Buona — sera. figliuola andò La stettero tacite Quanto — sedersi qualche per ritarda vorresti Tu — a il la presso madre, tempo. Tommasina — mormorò caffè, piccola? — terina. Ca- chiese la madre. — — del — No, non L'avranno terno. È vero. Bussarono. per il caffè: trattenuta ma in perchè istrada ritarda! a parlare lei? Sarà — ha No, — E allora la Fuori involto grosso Scusate, sotto uscita caffè e venivo dentro ero la Ora di la angolo Già — lo Zi qui. Sarà bottega — terno, non per il terno. sciancato che Domenico del mia, certo se no mio io innamorato. derico. Fe- soggiunse con restando è vero? la disse — la sione esplo- una fuori E che pensare che porta. dal suo il cervello zi Domenico lustra le anche mi ha Peppino lui. Ora salute, e già Ma noi lui stravolto ci io ? a signore stati saranno santi, ed va e , prestato Peppino fa i scarpe, Federico giocassimo i numeri. cugino: tarello non passata, mentre mio quello lo ha soldi che cinque È — comprare , per rossendo. ar- signora, dolcemente. voleva mie, ciulla fan- disse Caterina. per vista, signorina , non mezza, lo sposo il la — chiese — gioia, sempre Per — un ritornata. cercarla a con Vedendo di Tommasina più l'ho Non — è non toro, San- po' intimidita. un e la aprire, per Gelsonnina era il braccio. cercavo un'ora da ad palazzo Ricciardi, del l'avete vista? Non — vi porta indietreggiò, — si decise la fanciulla portinaia la Caterina. chiave. la volta. terza disse — 18" SECCO TERNO è un Ascione po' san- Pagliano, sposiamo. quei Sapete a rarsi cu- che 190 TERNO hanno non voluto SECCO darci i danari al banco del , lotto quando , che non non Cile se Di — la fare la faccia mia. Ma il bambino avere i denari ci dà non altro avevo e altro. Buona — Ma che veda a scale — scale alla il Governo che non volontà, niente passeggio: Scognamiglio, in la avete e il giudice incontrato lo sciancato sua. — gobbo si Sco- figliuolanza,che avevano vinto? terina Ca- e la serva, tornare sua scherzando, vita parlottare; un di veder tutta con Ebbene, udiva si ringhiera. Era zi Domenico mai E signorine. impaziente gnamiglio, deve piacere. Ditele la buona io ho che poiché lunedi. sare. spo- la vuole: , , cevo fa- sera. nelle affacciò si deve le farà poco che sera, Buona sé, se altro, oggi avevo non Caterina. Tommasina, fra porta. all'uncinetto, che da a la presso domandò — , , fanciulla. l'ortolana, che la se Toramasina? sedia una di stelle Nannina, Ora, poi si tratta? coperta per sarà ripetette la sopra tornassimo lunedi, il Governo dove — l'involto che È — io ? e troppe vincite, che , Andremo Ma sarà? Depose denari più fugge. ne Federico pagate avevano importa! Dove — che avevano lunedi. andati , detto Hanno da ci siamo — che egli che Quanto non avete le per veniva gli chiese dava an- su. il giudice zava schervinto? 192 TERNO La fanciulla,un chiuse la SECCO po' sgomenta, lo sciancato mentre porta, rientrò in casa, se ne dava an- vacillando. — Quanta vinto! mormorò — la macchinalmente. signora — avrà gente vinto Hanno tutti,tutti rispose la fanciulla — desolatamente. annottava. Tacquero: le scale Per Jaquinangelo, continuava delle porte; il vocio nella piazza dell'Aiuto, in quella che maggio, terzo vi le i carezzava piccola tovaglia brillò madre — — Non devi alla in e portarono i mente, Macchinal- il lume. tutto .portò nel salotto: la in raccolse la Il'lume rotonda. le lezioni! sul la tavola signora, placidament cucina. alla tavola figlia, sedendosi il piccolo presero piattisporchi, imparare Ah, è domenica! quartierino, al accendiamo mezzo È domenica, di Caterina. sparecchiata, mezzo raccolse — folti di in cucina, lo lieta serata esili e bianche, la signora scuro, petrolio e nel continuava silenzio. gran un ambedue restava acceso Solo mani sue è Mamma, a era capelli Andarono lume il tramestio e palazzo il chiudere l'aprire e cominciava. piano, con — e del — divano chiese di la nova. Ge- domani. — ripetette la signora chinalmente. mac- TERNO silenzio Di nuovo, prima Ma morio, picciolo mor- un come fruscio. un stinto venire, indi- a vi Non posero , assorte mente, grande. cucina, cominciava dalla , 193 SECCO in ognuna pensieri. Una chiave girò nella toppa. Ah, — Non di Tommasina! ecco Tommasina, era in mano — sera Buona sera, a Eccomi San la quietamente restava estatica Io Carlo, dopo aver signora, di certa qualche appena vediamo correre, Che raguso. grido. Come una compagno, si possono naturali. Tommasina dannata. Aveva Matilde Mia Ga- moglie, per che cose come saputo la notizia Serao, Racconti. biamo dob, dire,perchè strillava ho e dovere, poiché col accorso vedo, signora mia! signorina bronzo riunite sono è fermarsi quattro persone terra, coi dolori del parto. Sono a il Governo di è di cone, boc- un visto gente, all'angolo dei Cavalli inteso nanzi guardia, in- mangiato ho tre men- guardarlo. a stava porcheria. Quando vera il cinturino n'è di Tommasina"? Che qui, poiché quello che ci dà una piantò, questi signori. servirvi. a Si giubba, strinse Francesco. domandò la fanciulla bianco. dignitosamente: Buona — — tenuta, corretto, portando cartoccetto un disse e — in il berretto, tirò la si cavò Francesco, guardia era pubblica sicurezza, gridò la fanciulla. — del innanzi sono cose un'anima terno 13 che J94 TEENO di caffè soldi tre sconquassata poco strada, dopo come era era corsa notizia. la per Un poco in sulle braccia, la per Bene; di terla met- requisita e le scale: ho via, dai dolori. ho combinazione questa data che per doveva perchè tutto. Ilo dovuto carrozzella una per , l'impressione, per poco strillando, mi ha raccontato tutta e Carlo San afferrata il giorno, è stata venire dovere, suo un corsa, comprato aver verso , la gran darmi un la vinto, per aveva SECCO fortuna, che per donna una potuto tarla por- toriente paril abbandonare posto. L'avete — — Domando casa? a A perdono. ho Io che portata da fare responsabilità chi casa il dover mio sulle abbiamo poteva e sa sisterla? as- il cielo spalle! L' iio portata all'ospedale.... — .... Tommasina! 0 povera a pagamento! Là trova quando il ragazzo, niente; terno, — femmine ciò ma Quanto la strillano. abbiamo non è falsa. si farà ha signora. esatto Non Caterina. chirurghi, pannolini, Essa le non Ma, — è ci è già, mancherà ancora i denari chiese mente premurosa- lunedì. vinto? per dell'ospedale Strillava, soltanto. scontenta. le i Quella nasce. un'idea, signori miei, che tutte medici, levatrici,brodo, anche medicine, andata gridò — del Poco — fece — 195 SECCO TERNO l'altro con moto un zante sprez- , delle labbra. lire. donna è. Se si da da si fai perchè E che Che se E da ne raccontava somma faceva dei la meri, nu- lora tutto, al- giocata una io ho corpo, non nere, rima- da serve niente. a quattrini, Tommasina? donna sta, adesso? come i millecinquecento Con nel Sempre fare: il insieme donne. sempre trovato aveva mi e questa ci volete — me non e lire,che quando combinare poteva uomini Signori miei, la donna essa, veniva cinquecento giocato sei soldi: mille- Ha — donna sempre la soggiunse — è. signora, pietosamente. stare Per — bene, primo figlio.Bene Pure, in qui e agli strilli,essa la poiché che la servirla per , che sempre più la donna al Anche portati Mi consegna. tanto cambiato stato, che in di più degna essere pure ha tenta, con- bene, massime Che sta ho dava, raccoman- qualche male. testa avuto contenta, ha mani. le si , di morire. tornare non l'avvenire le facessero quando di le volessero assai alla signora sua ha caffè, che tanto era sapendo anche sentiva di chiave, obbediente detto, che anche soldi tre questi È gracile. È bene. sta in buone sta. Ma non mezzo di darmi sta non notte sta- preghiera, perchè si volete, signori miei , quello stato, le pare sapendo di non dover servizio, poiché la signora, certo. 196 TERNO voluta bene, Sta stato. tacere vero? è non il vedete? disse lo non Caterina. bisogna permette; Domani. regolamento. Speriamo. questa coperta far ancora a nulla.... importa Andrò a .... Ed ecco prese non posso tando vol- Francesco, si vedrà — con atto poi. terminò — — Buona delicatamente la carta da cento Francesco a sera gnori. questi si- il berretto e la gendo spin- sulla coperta usci. Cosi, le donne di trovarla, all'ospedale. il cartoccetto. zazzera, .. parte. fece — il caffè S'impett), mise Io. e Gelso- soggiunse, esitando, — dignitoso disinteresse, — cento Casamarte le manda piacere. dall'altra la faccia Non che uncinetto le faranno Santoro: di la marchesa le manda lire che muova, com- bene, qualunque la — si non Speriamo, poveretta: portatele queste mina non sempre la fece sempre Voi, quando regolamento rispettare — che le volevano ditele,che le vogliamo Stasera, Il — dire per la madre ma bene, Francesco, lo sia — esser gesto immediato: noi — gridare, stato, che Tommasina; a un — li lì per era cambiato avevano — di bene. Caterina con si raccomanda progetti, èssa altri tiene SECCO rimasero solissime, nel quar- e TERNO tierino. alla senza la madre mentre a via, forse, questo, tutto le mani dide can- gli occhi socchiudeva e alla serva, , dormire. madre Madre, — pensava andar incrociato aveva volesse se una senza pensava ginocchia sulle ragazza dovuto Confusamente poco. come soldo, un avrebbero donde fra la piedi, immobile, In casa casa 19/ SECCO disse — dosi fanciulla, seden- la vicino. è, piccola? Che — Dimmi — — — una cosa. Che cosa? Hai proprio dimenticato, di quel biglietto? giocare dimenticato — rispose fiocamente. — .... tu Mamma, — dimenticato cato dimenti- proprio dici non la bugia, mai. denaro? avevi non o mai Hai verità, La mamma. .... Come, — l'hai La — non ai i miei cartoncini Non ti ho chiesto di disegno e me data! madre avevi che disse fece piedi la che quella Ma di' la quella, mamma, e l'hai me la mamma, atto. , rispose. non avevi Non Nulla non denaro? avevi non lira per una denaro. avevo non — non come figliuola , con data? proferì parola, straccio uno le verità, braccia le cadde aperte , 198 TERNO battendo la sulle testa SECCO ginocchia dando; gri- materne , — E — Perdono, fiocamente Piccola, perdono, mamma, la piccola madre diceva: figlia.... mamma! Il la professore Alessandro mattinale sua ginnasiale del lezione Barracaracciolo, anemica e se ne della simo. dai nero : Ritto presso persona testa de dal Perula viso di far la calza. di quercia con di tavolone, a bassa le magre giallastro,il professor lentamente il Ma mentre passava voce dita la la torta con- grossa Alessandro registro Barbarella, la custode, largo tenuis- chinando chinando rachitico dal e biondo un cheggia fian- che anticamera salutato capelli il archi, grande lisciando lida pal- una gnato riaccompa- aveva ad terza Alfonsina guardia, alla aveva i nella , firmava mentre a ivi lo sottile mano di finito aveva educandato. banchi andata, era storia, corridoio il giardino, sino tavolone di la maestra lungo conventuale, Feruta taciturna, lo e il per reale primo de di presenza, continuava la carta rossa 202 TRENTA asciugante sulla la maestra ridente, e colorite dal CESTO Clorinda dalle Fasulo, grosse di lana vestito crepitasse, spalle rotonde, delle delle rotonde braccia ella, allegramente Volentieri — il disse piccolo mento ogni movi- a movimento ogni trattenervi quella forte favore. un nuto? mi- un tosamente rispet- professore, meschino a farmi disse — lui,guardandola e che tanto in grassezza. la Conoscete Ruffo-Scilla? banca Nossignora, — con lucide pali. potete — — Dovreste — guancia stretto a come davanti ammirazione sona gras- professore, buongiorno Buongiorno, — scarna una ogni minuto, a la tracciata, sopraggiunse , parea che sgorbiata aveva dei lavori alta e firma cadaverica mano PER sorriso vago un la non conosco non — — lui, disse conosco nessuna banca. sia sulla vostra dovreste strada. mettere Fasulo ch'è di Clorinda È una libretto? — Due mia Ora, sulla lire lire. Trecento — vi è l'indirizzo. importa, qui Non — sorella e a se Credo vi dà non banca queste nome di che dio, fasticento sette- Elisabetta quattrocento a nome Fasulo. cassa di riparmio? Debbo avere un libretti? No, professore. Margherita Lombardi, che PER TRENTA ci ha lire,due centocinquanta messo semphce avuto una della banca Teresina ricevuta, cinque e Wi CENTO Farnese sei o nostra ma firme. dal mese, la Cosi anche mena Filo- così delle maestra semplice una timbro , Scognamiglio ricevuta, fa, ha col economa , Una mesi ricevuta. si hanno deposito, dodici piccole. In al capo lire sopra cento. Dodici — lire sopra mese? ogni cento fece — lui, sgomentato. Già, dodici — lire facendosi lei ridendo disse — più rossa e rosamente, clamo- più lucida per la risata. mi Non — Margherita — Filomena È mormorò — le hanno Clorinda imbroglio, un mai ad Farnese avute, e disse — Fasulo. allora , timidamente pronunziava egli soggiunse. — Teresina Lombardi, Scognamiglio trionfalmente — possibile, pare il alta Fasulo signorina professore che voce opinione una non recisa. che! Ma — ha — Ma come Ruffo qui Scilla dentro un delle dare può è un signore, ò un lantuomo, ga- nipoti. interesse cosi voloso fa- ì Clorinda guardandosi Fasulo tacque per un attorno, disse quasi de Feruta professore Alessandro momento, all'orecchio : poi del 204 Ah! — Perctiè questa Peccato! a Ci di domenica deve essere chi ci abbiamo le messo anni; capite, che che abbiamo una che profìtti!Noi non le e mia folla, gran economie nostre di mesata è chiusa. banca sempre le trenta con da , la volete domenica di sempre e banca: questa portate voi, signorina Fasulo? li usciamo casa, rigida di equità, egli prova: non Perchè — coscienza sua un'ultima tentò sono quello, profondamente. fece — nella Pure Rothschild: con Rotlischild. di denari — fa affari Ruffo-Scilla — CEKTO PER TRENTA di da fare sorella io e — servirò, Vi preferito veder tirvene, può — Quando ammiccando fare di Vi lana voi a qualche guaio. ci è persona li, quella si — servirò, amicizie volendo, può avrei al a pen- .. disse — barone ella, di Rothschild sii:uri. stare ripetè lui, infilando — ogni modo, i guanti procurarsi delle nell'educandato. Pure, passando Barbarella sebbene il deposito. Potete maliziosamente e — Ruffo-Scilla? succedere lontano, — lui, che volete Come alla banca disse — non , economia. i denari si mettano non lire quaranta , ci è molto due la la custode grande aveva il professore Alessandro il tormento di porta di quercia che tutta schiusa, de Peruta quei quattrini che aveva sosa, pen- sentì bito su- presi TRENTA da Fasulo. Clorinda miserabile scolari lire al arrivava mese madre e Non aveva era un incarncaio un due scuole combinare viveva , Giffoni mai visto e paio un centosettanta lui, a a sorella sua portate; storia con a cui con 1 Non professore mai dosso ad- , titolare,che un portato aveva e di professore neanche di possedute mai aveva Quando lire, il povero settecento le 205 CENTO PER Napoli , sua nel Cilento. Vallepiana, settecento il lire , mobiliata, che e e povera di gente ricca. i tre professore pelle nera Mentre se un'enorme più giallo nella cartapecora voluto quel enorme: al della ma palazzo Carità, dove tasca del chiuse rubargliele del andare denaro non le settecento Fasulo. sorelle perderle, poteano subito dava, an- distanza la pensarci, ogni tanto, impallidiva, cioè deporre ne di dell'omnibus, soldi stavano consumata, t'anni. Avrebbe Vittorio portafoglio largo, sdrucito, nel lire delle riati Ca- riunione ogni momento tastava soprabito, dove Corso immensa una anche il Poteva sul fare risparmiando di è stanzuccia una quel palazzo a anche piedi, dovendo e in Concordia, alla via Emanuele, a viveva corrisponde che gente che professore, gramo subito Faucitano a risiedeva alla tempo Toledo , la solo di tren- banca, gli dava il aveva al diventava volto suo che : un di al , grande stidio favare arri- largo banca 206 TRENTA PER Ruffo-Scilla; doveva alle alunne in da la teneva libraio in Muratori, Il libi'aio con di vado Ora Antonio, Don — come a Antonio soggiunse intendenze il frase Voi — disse il Io — la voce — non era domani tre o un questo don ogni con — delle che borboniche, nella ore altro e pensionato immobile, libri, il libreria — tiche an- sava pas- di don cendo silenzioso, di- mezz'ora. niente, don Filippo? — insinuante. voce l'altro. fece — Ma pure, malsicura. Gaetanino ? lire di soggiungendo metterci può ci mettete Scommetto ridendo vestito medico. giovanotto, vendo chetti pac- ascoltava biondo, e giovanotto, Filippo Gambardella, una dei Scavia, alto di finanze due sempre spesso. faceva dello nità Tri- storia, faceva mentre vecchietto, un di portarci cinquemila celebre un via eleganza: disse — di nome prestito, giovanotto un certa una — un grammatichette parole in volume prendere entrò quando Gambardella, Gambardella, di le a preso perdere quei quattrini, tasca, anche scolastico Maggiore, del di sulla mano male, Nor- macchinalmente, E paura lezione sua alla Scuola corso, del Gesù. via la dare prima secondo costante una dal del CENTO vi clie domani Starace. — decidete, Volete che — disse venga 208 TRESTA verno; e — tutti ci giuocano, Vorrei tener D' altronde — mormorò il fa denari con libraio, osservò, — il io ! inglesi speculazioni quella gente — nista. pensio- — , d'Inghilterra pala. la Inglesi? Mi osservò — denaro, sono , — CENTO PER detto avevano dubitando che eraRothschild il sempre, professore de Feruta. Rothschild? — cavallo. a meglio, dunque: Tanto Vedete che stiamo Ruffo-Scilla questo sa fare.... Il professore il che pensionista loro a si le scale in in era, nero, fine di chito. arric- umide e novembre. Nervoso temperamento che il glio portafo- lire,gli pesasse sul petto, un avrebbe che che prendeva era malamente fatta cosi una laborioso, molto sul lezione cosi serio retribuito. di pezzo cattiva per scure, le settecento come tale: capi- lentamente sembrava ora un il capitale della malaticcio suo non con egli tanto Normale, Scuola quel e tre men- curioso si sarebbe salla Feruta difforme, uomo Certo Ruffo-Scilla mattina quella come di della assai era possedesse se de convinto, rendita una con professore che pensava desse pensione, Il andò, poco ne quest'ora, a sua se piombo. di storia, coscienzioso, quel Nella memente enor- suo sala incarico della Di- TRENTA rezione, umida, sale, vide zolo il della col direttore (^ magro, anche lì dentro '' Passò di non fra le alunne alla mente banco che e un'allucinazione, otto nella o mattina con cortesia sua nervosità fondo di che non che dalle nella e un vedeva ? case alle udito e ora cedendo alla infermo: Serao, EatcoHii. quelle chiacchiera sapeva popolane, l'ora che dire. Invano silenzio, fanciullo,poiché ragazze ragazze poiché egli era sofferente,non era di loro, in casa, , infelice dacchia ri- riguardava loro arrabbiandosi essere da , quelle si facesse temevano, quelle Matilde voce, sotto- il riso che cosa certo, varie indomite come malaticcio, non di lo buono da amato. ponevano reprimere agitava e, ora , erano non né letti, sorridendo, qualche egli pregava Egli fermarsi, poiché strada, )ielle visite,avevano ragazze nome quei discorsetti in esterne, venivano della il o scoglio fatale? ricercato, erano Ruffo-Scilla Erano sibilare uno distratte cercando la banca fissazione lezione, in quei bigliettinipassati banco a mente viva- prete lungo un una senza né essere un'allucinazione, o Era ma di nome avanti, salutando, sapeva Era inteso aveva preton- parlottare , Scuola, piemontese. ^^^Scilla,il pericoloso le altre come di letteratura, un piccolo e grasso lungo, polverosa, e scura professore barese CENTO PER la lezione in e nervoso timido farsi , e tare rispet- impertinenti. finisse, per 14 210 TRENTA andarsene, la turbavano mai aveva Ah fu rigidità di che mancato, non far non atto. trans- mai aveva in chiasso le undici coro, multuosam tualtro un con : rivederla, professore A — che suonarono salutando pretesto per avventura alzarsi, si alzarono fanciulle, vedendolo le cui , coscienza felice,quando ben la banca equivoca una per Fasulo, per sorelle quella finanziaria, la cui audacia e di più parlare udire non delle denaro depositare quel palazzo Faucitano, al correre per CENTD PKB ! A rivederla, fessore pro- ! Ora da correva quel portafoglio da del bella e la per fra via, sentendosi cortile, nel scala lo dieci minuti sentendosi nero, denaro quel avrebbe giunto Era sarebbe liberato fare potuto Nazionale per storia, lavoro altre ne persone incontrò polatissima: era in da due parti a sua difficile duro, e vita di scienziato. salivano, che una scendevano. un una gran e da in La salone grande la porto: quel mento tor- alla studiare della critica che lungo Ma vide lui, le scale: con piezza am- passeggiata una Biblioteca sua L' , poi andare l'ideale della seguitato per- Faucitano palazzo tranquillamente, per un come malaugurato. rincorarono. , opprimere e banca era lungo, divisione di era che altre po- diviso legno , TRENTA quale nella biondo, acero, Vi degli impiegati. depositi tre e si ma la dei depositi, gente persone sala al frangia, di fattorini tre parte della La grossi fiocchi. a il denaro, a fascetti E la fossero pacchetti a uscite per allora unte vree li- l'uno sulle alcune da nuove come levato de professor : mattino, mani. che gli sembrava allargasse si sempre Quella cantuccio, ore nendo alzate, te- alto. minuto un passavano, folla si voltò lo un si estendesse, movimento spaventava: verso isolato, passavano, sviluppasse, con di sgomento fatto un parso più, sate pas- si vedevano Non braccia ebbe gli era le come in Feruta quello che se fico, litogra- fossero se , il denaro bigie, come il torchio sotto delle che teste l'altro, al- avevano carte azzurre, sporchissime , dove mano innanzi , bisunte e mille la gialle,carte carte altre un in servizio si affoltiva gente sollevata , in Dei giallo,portavano: filettate di scuro, RuJfo-ScUla. il si con , tenendo al con scuro, agli sportelli di deposito, stringendosi Il quattro o azzurro facevano banca agli sportelli ammobiliata, era i degli interessi; interessi. azzurro e gli sportelli sportelli per solo erano pubblico oro azzurro Banca vi eleganza, di velluto bancaria una tre innanzi assiepava mentre adibita aprivano erano quelli degli a si pagamenti i per CENTO PER il muro pidissimo. ra- si e ritirò cavò JIA TRENTA dal portafoglio le • un anche dai mustacchi alla cravatta mignolo brillante grosso smaltato come la cifra del detto così piccola una al con del altro — — tanta — — far depositante E che i nomi Francesco Pasquale nel E la dietro e cadevano, siccio mas- oro tempo, tutti,gittava il cifra in bro, li- staccava medesimo a pidamente ra- segnava bollata, con- deposito del il cancello scriveva al dito piccolo un averla udire e portava figlia,donde dopo depositante. impiegato registro. che ricevuta altro impiegato un e brillantina, nera, in di piegato, im- ferro, scriveva deposito madre forte, per voce nome a di legato in fosse se processione ferro, che magnifica perla una un col divise, elegantissimo Un di l'operazione capelli lucidi arricciati altro un della Pure, semplice! così era in e Fa- dividendole in mano, lui alla coda giovane, dai lire lentamente. sorelle volta, una lire, mettendosele avanzava, deposito lire delle di trecento quattrocento che ancora gruppo mettendosi CENTO settecento sulo, contandole in l'EH di legno, altro un cosi a un picco!^ : Jadicicco, quattrocentotrenta! duemilasettecentoset- Foderaro , ! Salvatore Barone Apricena, centoventi vanta settemilano- \'asaturo Costanzo ! , ! Rapida operazione che seguita acutamente da de Alessandro altro qualcun Anche semplicità, allegri, felici, come da un così peso grave la cifra che delle il timidamente poche ai pensando lire. Ah grossi li come depositanti, quelli che molti tanti potevano e in denari, per fine Alessandro la in di punta dallo E il de sorpresa sua piedi, piccolo sportello per una una poi, in tutto come del avuta, tre mese sore profes- rizzava per dare guar- salone. bene, legge tanti questo Si era, si rammentava impressione piccoli fine 1 II cresceva. nell'interno bizzarra i gliaia mi- coloso portare al mira- vedeva Feruta spiravano, so- interessi molte con moltissimi cresceva, professore momento, rapidi e e Ruffo-Scilla, averne trimestre di lire invidiavano, Ruffo-Scilla, al benefico denari, stringevano centinaia potuti realizzare si sarebbero di essi , le loro il fortunato Ruffo-Scilla banca mentre dietro più in- gente scorgere sulla di lire la grossa, collo, per mettere potea migliaia più era avanzava e sbrigati felicemente. Come che davano, an- ne liberati essersi di contenti , non se fossero se siderato de- ma gli altri che nulla, vedendo dire quella avrebbe bancarie; formalità maggiori osava forse quella lestezza, di di meravigliava si ó meraviglia. di riempiva lo Feruta, 21 CENTO PER TRENTA di o prima, alla capitale d'Italia, a Firenze. in quel mento, ravvicina- quattr'anni Era an- TKESTA dato il colà, in di cerca posto che la o andato era la saloni piorno, un alla dall'animazione vie di nitidi riscaldati silenzio quel grande si di reps cortine caloriferi, dai da legni costosi da gli in quella ritornò. un tanti seduti pesanti, da e il Dietro salone, il impiegati suo che certe sopra verificare, cifra. serie E in un' dietro di scaffali al il di e della gli amico lavoravano, marmi, quella legno, dietro il cancello, dietro pagina profondi, del cancello di tendosi met- l'orecchio, per registro tutta era armadii, che soffitto, di scrivanie alle quali lavoravano in immensi silenziosamente, la penna grande fra apparso era poltrone alte,scrivendo altra rità, seve- Banca, di cancello grande registri,lentamente, ogni tanto tutta medesima maestà quentatori fre- stri, neri, lu- tavoloni quei massicci, da quel lusso di stucchi di dei quelle profonde da , verde, tutta E il passo dove cauto faceva Firenze, quei grandi , da un Non stessa. da avuta e gio linguag- amico, un Banca impressione chiari in sopraffatto dalla delle alla male. nor- Nazionale. Banca per specialmente, di l'indirizzo,timido, cercarlo scuola si dice cercato aveva impiegato a solenne nella pratica, come sua conoscendone bellezza po' di protezione, un che burocratico, napoletano CENTO poi avuto, aveva Si ricordava esaurita PER larghe i taciturni e una , una vano arrivananzi alte, in- impiegati. era giallastro contarli. anche delle Erano Ferdinando il seguiva a ogni altro il la da messo sulla e il — persona Lire de Fasulo. il dietro , de Perula, ne disse — parte il ogni a neta, mo- l' impiegato, di monete, un cassetto provinciale andò pian settecento, — — per il tivamente: defini- dondolandosi piano, disse d'oro riporlo. E da separò ne un'oca come grassa, se fascio tro 11,die- avevano, non l' al- insieme grande un mucchio un Feruta, denaro, era d'argento. Evidentemente se contandole denaro, suo già depositato ed malincuore gento ar- ricevuta. il cancello, neppure a d' monete Alessandro professore carte-valori, di un carta, avidamente. cominciando Aveva tutto era provinciale Dodicimilasettecento, — e Il l'occhio con di di monete tempo, e era , sorrideva. stava quale a sene non distrattamente ; vagamente impiegato da carte-valori di giallo, metteva come Borbone; di secondo campionario r piastre, circolazione, in vedevano di prabito so- un unte, sporche, ed carte sacchetto un con si e ! quest'ultimo di feltro cappello un evidentemente, provinciale un e di panciuto, uomo grosso un i denari prendeva L'impiegato che dodicimilasettecento Amii-ante, Gaetano — CENTO PER TRENTA troppo gonfia. professor Elisabetta e sandro Ales- Clorinda Elisabetta — E da mise scrivere — — il denaro parte — sportello. dello l'impiegato strillò Fasulo, settecento, Clorinda e 217 CENTO TER TRKNTA accinsendosi , a la ricevuta. le Per il professore, colpito. —disse lo contate! Non piccole mai, somme, il cui l'impiegato, tamente rispose net- — tillava scin- di brillanti anello magnificamente. — Vi siete professore, Elisabetta la ricevuta staccò Elegantemente ingannato, dovete — Fasulo disse — iscrivere porse. il gelidamente lire per trecento quattrocento e la e Clorinda per Fasulo. L' — impiegato Si può datemela E fare — caratteri è non due, Voi in Mi N'on levando — ? , duole vi — zioni, aggiun- regolare. il bel voi, per le due — , dovete Ne depositanti. noi ma no, — giovane. ma mi darete due vute, rice- detto. avevo spalle. professore perdere, da tempo vi sarete le il osservò ricevuta una insolenza con delle sopra perfetta regola, per avete come — disse, — minuti. Nossignore disse — la carta, ci faceva presa questa ricevuta, indietro. a — la correggere d' impazienza. moto piccolo un represse bene — spiegato, Basta, ve ne — fece farò l'altro, due. 218 TRENTA CENTO sospirando d'impazienza, dopo E la PER prima ricevuta, se le sillabe sua — mise ne nomi, dei rifare a lacerata aver due, pitando com- dimostrare per la le staccò: noia. Poi Sta bene? Bene. — nel Ma — di avanti, signor passiamo E — lasciate libro, ci deposito sbagliata? mio. dichiarazione una glacialmente osservò — professore, senz'andarsene. il Oh — si fa grande con Voltò dal la dorso presto! disse — il bel giovanotto, noncuranza. pagina con e gesto rapido lacerò un sbagliata, facendone la ricevuta una pallottolina. Voi — lacerate il Bò? — r e di Vi da il fu Ora trapuntato tutte a spiegare nuti mi- o sei E fu visto sul battista, profumato, giorno, le carte cinque di malcontento. giovanotto di tello spor- ritorno. mormorio fazzoletto dallo : questi signori per tutti il bel suo chioccia voce pazienza. un il capo cacciò impiegato a andarsene. il professore, per fece — disse Prego — mandò do- — impertinenza. l'impiegato, con chiese — Allora commerciale! professore terrorizzato. Niente, — libro un e mettervi valori tavolino dall'orlo fusa, dentro, alla rin- inzeppandole, stringen- dole quelle mentre , caddero Gliene o se non ne le monete, grande oro in li vide e goli. an- e lui sene, accorger- riuniva tutte quelle di lasciando cantuccio. I due gati impiesero fos- porta: parve una dei : e se in impiegato, sporco, sparire gli terra non l'altro il tesoro denaro quel per un dietro inghiottiti loro Feruta ma tutti per di finse argento, e scomparvero De o Intanto, disprezzate, rame, quattro o accorse, strofinaccio uno da sbucavano tre andandosene. iil9 CENTO PER TRENTA depositanti. andò, disperato ne inabissato scomparso , , sparito. II. bionda La Emanuele, signora camminando lungo aveva uno di alla , o sguardo di mare, sua tutta sul quel poggiolo Napoli. Ma, tutta veniva invernale, da o sinistra; e camminava con gli occhi città che nel bassi nistra si- discopre quel seducente stretta di distratta,non di e si cui campagna, raccolta Vittorio marciapiede indifferente per Corso pel gio paesagsi svolgeva mente prestacaldo dietro tello man- la set- TRENTA tile veletta di nero guardava , , levò giovanotto fisamente i passanti nò cui su nicotto. ma- mente prestaebbe Pure il , le si parava che bassa Eleonora, , come e le disse — guardandola ma voce , negli occhi, innanzi di dolcezza. neri, carichi signora a paesaggio, camminava. occhi Buongiorno, — il guantate il bruno il selciato prestamente profondi i mani dentro né solo di un' ombra senso piccole ficcate guardava Non il e CENTO le con nera, capretto PER se potesse non staccarsene. — per per Buongiorno, salutarlo la fece abbassò E apparve. il capo pochi sono — nuto? mi- un mi Perché lui, signora, candido volto quasi un'onda di insieme non sangue più piano aspettate sempre.' con corruccio un fare posso chiese — pieno . dispiacere parea che ella, di linconia. ma- diversamente — , mortificato, piegando come fate e sparente tra- nulla. Perchè Mi del sul e camminarono improvvisamente, — avanti accompagni . dire senza disse vi che lui, supplicando; pallore — tirando , soltanto. Ella — licenziarsi permettete — passi per e fece ella, come — strada. sua Non — signor Paolo, — mormorò la testa. la bionda , le lacrime avessero velata la voce sua dite Non — i e begli occhi suoi questo, soffocando. come 221 CENTO PER TKENTA lo non Per — dolci dite, fondi. pro- pregò — darvi non e lui, cere, dispia- un morirei. E nella urgeva la forte si e sua d'inverno, pochi erano via e di era fredda al correva badare da percorsa si cui occhi alle ditori ven- operaie, e frettolosa, sue senza cure, quella pallida coppia di passeggiatori, a che lavoro, Per del Corso: erbaggi, da operai suo guardò mattinala gente affaccendata, gente preoccupata, che geva ur- il passo. passeggiatori Napoli sopra di frutta i lo Ella affrettare quell'ora, in quella a la bella di tremula, e disperata passione. e tacque, cercando fortuna, bassa voce parlavano guardarsi senza 1' espressione avevano in di viso i e ardente un dolore. Egli — dall' occhiello prese fredde pallide e gelo, cercò violette nel pian piano. Ella si sentiva così debole, che non dal di osò respingere manicotto addolorata quel dal di e tenue sottile,e tirò il mazzolino profumo di po' rosicchiate un , metterlo e mazzolino un lei, cosi dono, entro manicotto. — di Me lo ha freddo; lui,come era per dato il ragazzina una primo distrarsi da che un scalza vendeva, e — morta narrò pensiero dominante. il 222 TRENTA ha mi — forse Il mondo — Voi — — No, no, SI, avete l'orizzonte. rispose pianto, avrei Perchè di no, — il mare, signora Eleonora. subito ella. ribattè lui,guardandola — disperatamente. amorosamente, — gamente, ella,va- — pianto, stamane, — denti, che i pieno d'infelici, fece è avete battendo e portato fortuna. guardando — TENTO detto, tremando le avrei io PER dovuto fece la bionda per fuggire piangere? Vi assicuro signora, guardando l'inchiesta di verso occhi quegli disperati. — Perchè volete Eleonora? signora che tutto? Forse Non — nascondermi lo io Vi parola, signor — Bejie, essa a voi disse — levate non — vi offende. come vostri sta que- mente. ella, severa- dirò Ma al amici, mi più sta que- avevate più umile, sarmi d'interes- candidamente. onestamente Non , , mi mai prego. amico, dei sconosciuto fatalmente? pronunziar lui, ad indovino non tutto, cosi non vi tanto io amo? Paolo, mormorò — come permesso, più di Lasciamoci, parola, se al so io vi detto avevo — non che sapete che Forse soffrite, quel che anche questo, sarebbe una cata ingiustifi- crudeltà. — Scusate — ella , sono realmente disse ravveduta , cosi infelice,cosi — , abbandonala. ma 224 TRENTA Ma erano che dove PER CENTO arrivati assai Corso conduce dal abitava la più avanti al oltrepassato Vhótel levue si trovavano e campestre indietro, coi Torniamo, fece — egli vi cosa vi la prego occhi suoi ha ad prima supplicò, — timidi dolci. e lui, vinto. mi Ma — rete di- farvi piangere. ditelo al vostro fatto,per Ditemelo, signora — migliore dire, che non con un è Ma a ritorna voce un non ogni coscienza, pericolo? niente, io donna , parole casa? ogni Ha — di senso proprio e niente. debole, Che che ogni pudore? dove Sono non lasse par- ad alta amore, 0 è forse va? una se fai Perchè cosa perduto sapessi almeno ignorante difendere, nò Le Se continuasse se come interiore. a a straziata. persona riprese ella, come — stessa, torna di ella scoppiò — tacendo. sta? discorso casa, a lamento dove sé È da ieri mattina rientrato, stanotte. Egli la guardò, — Eleonora, amico. Egli non — so fu assai Nulla, nulla. — in Ella Corso Bel- : guardandolo che Vhótel e lato del deserto. assai Torniamo — Bristol un anche fin- Avevano , accorgersene — in letta sca- palazzo Cariati, Eleonora. signora della Ma non misera lo posso salvare! le uscivano dalle labbra convulsi- nii TRENTA vamente, a come se scatti, con fosse pubblica via, senza accanto un ella parlava : di scoppi salotto, e suo a voce, nella non che uomo Sempre, Egli l'amava occhi ella rispose — di quell'uomo si tramutò ma Eleonora signora fermezza. con — rispetto. e rispose nulla, la marito, signora lui gravemente. amore non e vostro sempre disse — gli debbo Io improvvisi sola, nel amate Eleonora, — affogarla speranza. Voi — dovessero come se CENTO PER di potè vedere forte che coraggioso e lore co- gli erano pieni di lacrime. Il dovere.... — sua per doveri, compie non importa? ricambiati.... — — pare non in vero, E poi, chi vedo della finestra — ... a Matilde volte solo della disse — mia Sebao. nostra un egli mi rimproverarlo; A volte grande si siede terrazza e intiere.... il signor si stanza è di giorno oso non ore per essere lieto mondo. qualche che per lui. interrogarlo. cantuccio 1,0 Da dei suoi l'adorava. troppo un sai neppure tace, fumando, — come nessuno amasse sospirò — turbato così un che si Se sarebbe È oso voi con riprese colui — Che — lei, vagamente, scusa. Egli — disse — vede Paolo tutto. folle buonumore, Racconti. dalla — come 15 226 TRENTA stordirsi, dimenticare. volesse se notte una egli è in pericolo! certo Paolo, tornare senza Io riio — Oli Perchè le Avete — Oh vi Lo, vidi No: La non mia meno.... Al- marito corre non vado signore aveva fece — che siete Ella ironicamente. la era verità, nulla. sera lui, distrattamente il Giardino chiamano in posto. nessun era non verno. d'in- stata? mai domanda d'inverno G'ardino Ella ieri ci Non le po' un dendo lui, sorri- fece — timida, intravedendo teatro quel a — di tormento. gran vostro — domandar osando — di sono sorridere a tutta diventata — con custode gli occhi, rassicurarvi.... potete continuò — lui, pericolo. alcun non chinò e — ironicamente E preghiera. il forse ella, fece ribattè — tamente. distrat- e — di atto Paolo, signor rassicurarmi. per — stato 1 Io — dove! Sono — ragione umiliata. il e dirvelo? durezza. marito vostro è mai Non casa. — in mani, signor Oh parole, freddamente dovrei po' di un sera, carità, ditemi per congiungendo — a visto, ieri pronunziò queste — CENTO PER • 11 sciocca, scusatemi. è fatto precisamente per oneste. chinato gli occhi e impallidiva. Ma egli sofferto aveva troppo della acuto piacere come allegramente, lo dopo galanti signorine il passo, come Ora che — prosperità per credono in poiché — banche è d'inverno, ogni sera, correi denaro Quanto risuonare faceva agli occhi Ella osò le vergogna quasi per dubbio più ricominciò Mio alla arrivare marito a è una cosa di gaudenti. d'oro sera, innanzi Gioia. al volto sua fiamme delicato. casa, della Stava quando crucciarla. mescolato Pare, col banchiere è ricchi, marito, ieri in domandò. Ed che dino banchieri, il Giar- nulla; male salite erano ad quelli tutti napoleoni Lidia dire grande lui, deciso pieno Vostro i suoi dipinti di non di e diventati sono i di tempo un ricchissimi diventati sono di più. continuò — fondo, queste il ritrovo E ella, affrettando fece — udire non Napoli in cena indipendenti sia venuto pare si dove un indipendenti.... e per sino andare — fatto un po' teatro, un mariti inteso, ho inteso, Ho — è spettacolo. giovinetti galanti, di — un dell'altrui. e po' trattoria po' cafc-cìiantant, un — come narrasse se cV inverno Il Giardino — — teneva interessante. poco e lo e sofferenza sua fiaccamente, Continuò, a2( CENTO PEE TRENTA Costa. pericolosa? queste banche? un 228 Chissà! — — — Per Lo so, è Ma anche — le coscienze dite Ella che ebbe di moto che alla a vi è seriamente scolato? me- almeno. pare, un Emanuele il avvenire ribellano si oneste marito mio la scaletta fermò potrebbe fantasmagoria.... Seriamente; — catastrofe una singolare E — follia di tutti. catastrofe? Una questa ci credono.... lui. Tutte — tutti ora, una mormorò — CENTO PEB TRENTA ribrezzo, mentre conduce discesa dal delle nella stradetta, come Cariati. Si licenziare volesse se Vittorio corso Colonne deva scen- giovanotto. — Sentite mi ma malff le con Siete — gli disse, — fatto avete vostre cosi voi — mi curata, rassi- avete molto male, molto notizie. da buona gelosa di vostro esser marito? — No, gelosa. disse — lei, fermamente Solamente quest'affare altrui, questo mi essermi dà — — una grande amico? veramente quella dolcezza che giuoco che lo non — sono di banche, voi dite di denari cosi ricoloso, pe- inquietudine. Volete — soggiunse pon aflfascinava. Ordinate. Vediamo di salvare insieme mio marito. TRENTA l'ho Ve detto, il porto casa: sua mi disonorerebbe: su m^e. : la come verità, E vi se vi se è è vi cosa fate foste se Lo farò, sente, talvolta. tale ardore, Siete — credo che Credete — santa volta a mia la mi Egli avrà voce di salvarlo. mormorò — miracolo mio venite marito. mio a spero questo vicino, o lui, soggiogato. Questa una che lontano duramente. Io, allora, parlerò — di sapere pericolo, un disse — questo giudice d'istruzione. un semplicemente fondamente pro- in vero cercate pericolo serio, un dirmelo, francamente, — di è inchiesta: una ricadrebbe minutamente, d'informarvi che disonore suo catastrofe sua nella vivo ma Il nome. suo la Vedete imbroglio gelosa: sono non 229 CENTO PER lui, vi riesca. compromesso? assai marito non ma — diss'ella,spaventata. — — Non so, disse — credetelo, mio amico, Ma lui, imbarazzato, come cominciava quella coppia, qualche Era signora del Eleonora, giardino calzata trattenne Cariati. finemente un proprio non minuto dal la stese le a sua, picciola nero, sue: casa forse la girar l'angolo che guanto fra un guardava indovinando vicino doveva Gli che gente curiosamente cosa. di amaramente. passar a si trattasse se soggiunse — formerò, m'in- — ed mano egli la 230 TRENTA Addio, — ci ella — PER CENTO disse, debbo — andare, tutti guardano. Abbiamo — di lui.... parlato sempre — diss'egli malinconicamente. È la — mi così — signor E lei, colpevole. Addio, meno rivederci. a rivederci.... avrò Appena — esser mormorò — Paolo. A — di pare Dite: — salvaguardia nostra la senti le notizie. guardava tutto il quando. so non debole suo che amorosamente così ella consumarsi cuore di pietà.... Perchè — andate d'inverno ? Così, per — di anche chiese, — distrarmi.... voi, la sera, al Giardino con lieve sorriso. un lui,rosso mormorò — gioia. — con Ma una — eravate solo, fiducia profonda. Solo, sempre ? nevvero solo, cara — gli domandò, — disse lui, ineb- briato. — via Non con ci andate sorriso un Egli la vide con un del passo più, — gli gettò lei,scappando incantevole. fuggire, figura snella più leggero, giardino Cariati. e Anche palazzo Cariati, ella stava al secondo. voltar subito lui abitava al terzo Ma bruna, e non piano, osò golo l'an- l'immenso neltre men- seguirla. 232 TRENTA Bene, — — grazie sempre al Sempre. È PER disse — per me dire per ricevuto di mia sorella. di conforto gran famiglia, qualche Ieri ho un che sapendo cosa, Grazie, grazie — voi, professore, e — pensando non la vostra E — ma lei lavoro? vagamente, andarsene, CENTO lui, quelle banche.... — lunga una mi mormorò, — cortese. commosso. domandano.... Mi diss'ella, — essergli lettera, una licenziarsi. sta bene? disse — meglio era come per giunse, sog- — lettera domandano samente improvvi- come preoccupato. Anche — Pare.... E poi.... — di noi.... credono Ma — Non nella voce. credo, non Meglio — Ma — — avete — se non hanno sapete, siamo cosi, forse, loro — pallore. le donne — anch' gliata, meravi- provincia. in lei, credo, Non lo SI, subito. lieve tutto saper tutto.. sappiamo fare come boccone. averne, un vogliono ribattè — lui, stentatamente, un noi forse vogliono sgomento — che di banca? aifare ella stentatamente curiose.... sono fece il rumore giunto soggiunse, provincia da n'è — dominare potendo non — laggiù? loro? . qualche esse po' un con continuò a di dire tire potesse inghiotdenaro, assai non sono pos- poveri. diss'ella, lentamente. risposto? Ilo scritto loro che queste bau- TRENTA che non che erano altro esser clie 233 CENTO PER truffa, una Così truifa. una potevano non in staranno guardia! Ma — dite se Faranno — che stare lui, sempre Buongiorno, — freddo un professore, Egli la mortale guardò cominciare assai le scale dove la sorella premura notizie chiedeva per ansietà in nulla, cortile,e andò ne Non molta che le altro; niente scorgere al vuta, rice- con dicendo certa una nulla, avevano sorella, ma sua e se sapere, di lettera. madre sua banche, parso quella e nel gli chiedeva delle era colpita. quella lettera curiosità, per al fratello ma : da lavoro, preoccupato suo pallida,come inoltrarsi ancora provvisame lei, im- disse — l'avesse salire a disse — parlare. a andandosene, se perdere? gli altri guardia in stentando da hanno.... non perchè tanta curiosità? In alla quanto salendo lentamente stanca sentiva , il peso delle entrò Appena un lapis e sue semplicemente "Cara per Eleonora le scale, aggravarlese Triggiano, come sulle fosse se spalle tutto cure. in la casa, biglietto di datato Eleonora signora dalla così suo le cameriera marito, stazione segnò con- scritto centrale. col Diceva : — Vado a Salerno, per affari TREKTA della banca rivederci A CENTO vi è da Costa: di denaro. PEE Ritornerò guadagnare fra tre una tità quan- quattro giorni. o Carlo. — „ di una parola lei, sempre questa Non forse E donna.... non quella Lidia senza alla la fronte Non la verità di uno aveva quando un di punto momenti pare tutto appoggio sola. afiidato aveva Carlo a questo di mente uniti nessuno. e innanzi né aveva Anzi, Collemagno crollante la cuore e pur alla la l'amava che vita sua amore, ricolante pe- al esistenza rito, ma- e da indissolubil alla parenti, di non disprezzato sua amico e onestamente aveva un luta, asso- anima restando figliuoli, nò aveva detto intorno la legge trecciat in- imminente: povera costui staccata moglie, sua mani sembrava Ma Candidamente, suo gendosi strin- di dissoluzione per Triggiano: cuore, quella Non il zione cola- aveva : catastrofe una quei Era no il e della far le sotto Collemagno. vita domanda poltrona, più gelosa, era sulla le pesasse lunga una mente, sicura- cappello volesse se gli occhi e Paolo a il rispondere in falso nome via le ciiiedea Forse, quella ilsignor Paolo?... Buttò sdraiò si un per naro. de- questo solo! chiamata, lui. con che e andato era parola una sempre Gioia, giusto, era cameriera banca, l'aveva come mantello, affetto,non società. nò solo: ma da due amici, Paolo anni, TRENTA rimedio, senza al buon nella ragione , buona, Ella cui male, a quella sé un bile invinci- altro abisso, virtuosa animo suo del erano pietà di lei,nella solitudine, nell'abbandono Stava sdraiata di era casa sua via piani dalia della di due e in che e catastrofe del di il marito"? A suo onore: certo dine! solitu- che dove quello dunque era stanza del terzo lettere profondamente piano, poco tanto alla condotto in Salerno, pagnia com- dipinti, di dagli occhi mangiava era dosi complican- le davano forse i allegramente illecitamente. Paolo commosse, La poleoni na- tudine! soli- Collemagno? nella lontano, scrivendole tre ventiquattro con che a d'oro, guadagnati Ma grandi, Salerno, lo avrebbero quella donna Gioia, sei dalla alto scale servizio, quei terribili affari spavento Lidia era, lo come piccoli e grandi. Qual appartamenti Dove due con verno, in- palazzo Cariati, parte del Corso, Concordia, più piccole Oh silenziosa, era nombra pe- bigia d' e tutt'attorno,quel vastissimo alto tre fra la tutta e fredda giornata una ? silenziosa, nella stanza una Chi pietà, la pietà! pietà. La aveva in e l'orrore con del la sola era veramente era del alla innanzi a resistenze tante ma cadute, innanzi l'orrore con peccato: pensando sentiva perdizione. di giovane vita passione, una salvezza, ed ella pensando senza e povero 235 CENTO PER una a cui di sua quelle ella non 'Jàb TRENTA mai aveva risposto pietà. per precise, ella gli bene, che ma , forse 0 che ella l'amava, che che sarebbe Collemagno ella solitudine il Concettina, di uscire pur da bi::~oca, volea pensieri dolorosi di si. La la poco, conosceva bi.:-oca,l'aveva piano sempre cosi suola Era anche andava : e taciturna, cheto che di feltro. E cosi vestita nero di e avesse pareva lana un cappello con cosa, quella da disse donna tina, Concetnel incontrata vicini: donna al bassi le di crespo secondo , e scarpe un cettina Con- vestita la vide cautamente nera, donna opprimeva gli occhi con rebbe sa- di uscire pur poveramente sempre sé: la a sola. scala, terza Paolo qualche solamente nella abitava la questa volta,essendo cortile,qualche passione, dirle che a dirle che che colui di liberarsi pur vincolo un compagnia quella solitudine, quella desolazione, cappa di la cameriera da bata tur- chiamarlo peccato. Sola, sola, la sentiva giusto purità, quella entrò quando così con mai, poteva non lei a lasciata la era stata E accorso l'avrebbe non si e amarla giusto Ma tizie no- marito: suo legare da profonda. di cerca amarla, ancora spingere, re- pregiiiera che salvare eroicamente, gratitudine osava in era nell'anima, sentendosi di non ardente fatta, per aveva cosi CENTO quelP per significava questo PER il passo con la entrare. grosso scialle nero legato TRENTA il mento sotto PER freddo, stringevano di tappezzeria, canta, E di era palpebre sguardo cauto e borse gallo che un Concettina, la bàzoca, uguale, sola una come di goccia scuriccie se sangue coprivano le labbra sottili vi non le : lo sempre di erano lor co- un pallidissima. rosa lodato Sia — po' un vecchie stinti. di donna sotto, scorresse, quelle il malgrado , è ricamato pallor cereo, un di cui più il volto tutto di una su colori a giallastre le mani ; 237 CENTO Gesù Maria! e disse, — con voce bassa. — Oggi e che la vi disturbo? attorno pallor — No, e tutto cereo, cercando — Voi donna — detto — la incrociando rispose — beghina, le eguale, suda fare Volentieri, per Eleonora, il aveva santa dovete nora signora Eleo- mani di un borsa. la ai suoi signora tetri carità, una dandosi guar- nora Eleo- pensieri. mormorò — Concettina. signora — chiese di sottrarsi mi la giaculatoria. — niente, per rispose — conosceva Non — sempre, Io ai cuore so che voi persona di no. e Sarà Dite, dite, — ho quanto che non posso, rispose — molto era ricca, la ma poverelli. siete un pensato proprio ribattè una buono che spirito, una non mi avreste grazia particolare. pazientemente la bionda 238 TRENTA signora, tanti Dovete sapere povere, così queir di arte merletti Ah sospiro, È — vero, Chi di volto madre Mia ed Ora guerra. ficile dif- con terribili lotte osservò — profondo un tormenti sguardo uno La vita poco, ma — chi molto, combatte da i suoi Eleonora. soggiunse — i e come com'è duro, diffìcile, con gittando di seta un dove naufragare. è assai ha avessimo non sapremmo com'è mia, per era non beghina, di per siamo madre se non uscisse se Eleonora, — noia sua le calze onestamente! come virtù sua mia e che proprio signora vivere io rammendare antichi vivere. che povere, , la la dimostrare 'preliminari. — così volendo non CENTO PER io siamo solamente, la sospiro. ? riprese — milizia. una la sul bel scrutatore è gnora si- Chi tutti combattono.» state in che pare continua una ci sia un filo speranza... — che In modo ? che signora Eleonora, giungere senza dando — distrarla a ancora Le uno banche! — distrattamente quelle omelie queste banche, Con — chiese — — dalle la annoiavano, sue mormorò sguardo attorno. esclamò Leonora, cure. la beghina, mente profonda- meravigliata. — oro, Giù. di — Tutti questa manna profittano di questa clie il Signore pioggia fa di piovere 240 TRENTA mammà la siete che — — desiderate si.... credo Altro che Come sarebbe che detto avete banchiere lo Mio Costa. conosca.... lo conosce, ò collettore.... ? Eleonora signora La da cuore, La borsa dove beghina ricamato era di vederne a piccolo sussidio non usci ne usci, invece, da La uno la borsa a cui donna le cettina, Con- cercasse un Costa. suppliche Ma come , Napoli: a portafogliacciodi cartapecora un teneva come deponendolo credè e là scuoiato e tenuto spago. beghina lo toccandolo nella piegata di lungo carta disse mano banchiere grande gialla,proprio gialla,qua stretto con madre, sua di scrivere l'abitudine Non signora Eleonora di al la al colpo un tappezzeria il gallo supplica nome una in La la uscire anche come immersa aveva nel fondo. cercava ebbe parola misteriosa. questa nulla. ne dal mi non Collettore. — è che voi pregare ? Concettina, voi cosa marito, volete Lo me. moglie Donna — e per e CENTO PER se preziosamente nelle mani, fosse un oggetto sulle ginocchia, dopo terra, clie si aftlosciò come sacro , e posato aver un cencio molle, apri il portafogliaccio. — Noi vogliamo sulla quel suo banca occhio le nostre mettere Costa, — disse felino, scrutatore. misere la beghina nomie eco- con TRENTA Ah! — È — una assai somma di t' anni Eleonora, fece — di stenti fatto abbiamo Ma tempi i sospiro, un e abbiamo ritirato Che abbiamo debitori dovuto al ! Ci ha tutti quelli Quante ghiere pre- Ci sono ostinati, che restituire il Padre aiutate il capite, Signore! l'interesse,ma sì, pagare dà mese, voluto! fare avere Costa lire,da ostinati, cosi cosi niente che con all'anno, cento Ora ci ha sate. compen- potuto cento, al per standogli pre- soggiunse — queste poche ci dovevano. ci ha per mia. qualche amico, mai venti in tren- , un egli abbiamo non il diciotto quindici a tristi , signora , dei ed sono e — nientemeno che piacere un quindici, del del più piccola, riunita sommetta una stupefatta. privazioni. Certo , volta ^41 CEKTO PER gliono, vo- il pitale ca- Eterno e , buon un vi è non di omo l'eguale, Infine scrupoloso. e tutto voi a Falcone, Gaetano esigere, per abbiamo un perchè potuto riunire lo che sant'omo consigliata col parroco, essermi dopo usciere, consegniate tutto ho tato por- vostro a marito. Intanto per carta, nelle sue più intorno a infami che — Matilde crudeli se Eleonora, la fitta rete Qual Sekao. è la somma? Bacconti. e sempre d'interessi la traeva — da immersa ansietà, sentendo la circondava carta pian piano, denaro, lentamente. capo e il contava sordidi alla chiese dizione: permac- 16 242 TRENTA chinalmente, credendo, di si trattasse occhi come la centinaio le labbra. fronte per a Eleonora finito ciò E signora lire, — poggiando ap- gli colo, spetta- che la e ghina be- durò un avendo beghina, alla quarantamila Sono — orribile un di contare. rotoletto, tendendolo che coprendosi aspettava la la beghina, le cifre con conto, ripiegò i denari suo disse — mano, vedere pezzetto. Quietamente il di lire. Pazientemente, una non signora avesse contare, a fra la naturale, che era sfortunatamente, continuando le sibilavano CESTO come qualche Poco, poco, — PER vato tro- fece ne un bionda. disse nettamente beghina. la Che — ? Quarantamila — Fatiche — — cento — — ma al mese. Per — — dice. metterle marito gli fa lui che ne per banca? favore, il venti per ?... favore Vostro lo deve ce ? Il diciotto Costa a vore. fa- il venti , chi credete Non lo sapete? di che È , tanti, è la stessa guadagna denari fare, questo , Con Sono alla vogliamo, Già, Che per nostre. volete E — replicò. — ? Vostre — lire, li guadagni il marito Franceschiello. cosa. ? vostro che lo TRENTA ? Chi, Franceschiello ^ vuol quando dopo, fare di Ma, — con Significa che per si Ci per tanti breve — per ne e i sono di silenzio signora — la Ma.... ci siamo : se Borbone sta cento, per ed altro — disse, beghina io, bene dopo una tendendo , signora nora. Eleo- intese, eh? Venti alla ci teniamo no, un è leste. chili' amico il venti , Tenetevele, — denari, il fascicoletto faremo la conti, mammà volta cento servirà deposito. di pausa ca vogliamo fatti certi mesi un' altra che festa, che far noi siamo Questi — sente quando rispose — ffeneste e può Ma entrare. capite? sciamo La- disperazione. Arapite port' — qui, aperte. canzone e di Franceschiello? niente, so cupa una la il ritorno non braccia il parroco, Sapete avviso, per tutti,tornerà a dice Dio: a discorsi. questi popolo napoletano; suo beneficato avrà lui che , accoglieranno tutti lo e al carità la fare È il Borbone. secondo Francesco — 24a CENTO PER queste poche lire uso. disse freddamente la signora Eleonora. — — — invece siamo Come? Io E non le perchè! prendo. Perchè del diciotto? cosi povere Ah abbiamo il venti, signora mia, signora cosi , chiesto povere e il mondo mia, è 244 TRENTA tristo! Vi assicuro tanto vecchia di mia ma quando per non Sarà io ma io Io? no,— — abbiamo cento per donna ci Concettina: il vostro nulla so di denaro. né , poi. dubbio? qualche soggiunse la glacialmente mescolarmi non banche queste adesso.... nò preferisco Ma — di tutto rinunziare. prendere non avete Ma — far Noi venti volete, voglio saperne, non neppure; perchè? Perchè — miserabili. che posso penserei si deve questo : quella avessi non ci miseria, possiamo quel non E — conti se non tanto ci non serve, — in essere i nostri fatto che madre, si è CENTO PER in signora. questioni di denaro. Allora, perchè — è Non Torna — Non — è a presto ? qui; so : fra siamo E perchè alle altre! di Dio? a non Ci è tanta — e gente me non quattro stro vo- con mi giorni, credo. pe'rdere questi sebbene mi dispiaccia assai. pite, Ca- povera. portate voi il denaro folla,ogni giorno, Chi Io o allora: giorni d'interesse, — parlare Salerno. tre aspetterò, Lo — fate ? marito — mi non non vuole vergogno aumenteranno a a Costa? quella banca, profittare della della folla. E l'interesse,se lo zia gra- poi.... cerco TRENTA senza 245 CENTO PER raccomandazione. una vostro Aspetterò marito. Siete — che sicura Sicurissima — lo ve farà la disse — le per mi dice miei tanti Sono — di scale, r,:i di parla Sta bene la ribattè — dei crollando peso, le , di si scaricasse se un aspettate lui. — Voi — spalle, come Eleonora signora , mi il tenete rimettendo ? segreto vorrei Non economie nel in e di si sapesse, che palazzo! questi tre presto fatto. Siamo Ci nati! tanti malintenzio- sono donne ghina be- piccole queste quattro giorni o la portafogliaccio. nel i denari chiese — , è quello e amici. — — contra m'in- banche, queste denaro aria , giorni che, quando il mio metterci in beghina , trionfale. favore? questo sole. Mi furto un raccomando assai. Non — alzandosi — nessuno, Madonna La — veggo per v'illumini, la Rimasta nulla fece — la accompagni, vi signora sola — a chiedere ragazza se parea suno. nes- beghina, rispose piamente Eleonora. ella si sentì mente profonda- come , stordita. a andarsene. Madonna La dirò non Di la cameriera nuovo, volea ella far colazione: stessa di avere le venne tardi, la era una certa TKENTA nella in solitaria ? Ci — tornate ma E si che tre o versando molto cose presto. cameriera. zione cola- dopo per Sono sola. ore, certo, il caffè. da Ho — disse — fare importanti. vedea, al modo volea sola, punto. certo due vorranno la cameriera due libertà un mangiar dalla , cliiese, a — Si, — dà signora andò a pranzo, fretta in mi signora La la bionda da stanza fretta, e servita — CENTO straccamente, E premura. PER dirle tutto. la guardava come Costei signora, si alzava mentre , di andarsene per della strascico dietro parlare, immergerla stato — Eccellenza Vostra fra economie tre e mi tanti per lia per ha la cucina. fatto delle nulla, proprio — Vi darò mesi Anche spese. senza qualche e che per che la mettere potuto deli'o/'o e anche il mio siamo per le mie mia gnora si- insieme rame, fidanzato, restati nulla, per le spese coselta, tarmi mari- po'di un Totonno, Ora teva po- completo io debbo regali bei la poteva che un , fatti,io ho della biancheria, clie di l'attraeva. che sa quattro o in più sempre stordimento, di obblioso le disse , preoccupazioni, sue lo con le frusciava quello Tutto sguardo. alle sottrarre che monacale tonaca lo eoa salotto, suo vestaglia sua una come nel nuovo senza del trimonio. ma- quel giorno. 240 anche Daremo la di la Non vi la è portinaia, GenoviefFa legio.... sacri- vero un RaiFaella!... fare per mormorò — padrona. niente? serve No, niente. — Eccellenza. Buongiorno, — rivederci. A — E restò sola, di pene si sue naufragio, un del di che Ma adesso, Era passato. era distesa in sull'alghe, all'immenso invincibile lotte. Le pareva più, annegata, della rovina, le pesavano più vinta tutti di vien dopo potersi non con mille corpo sommersa. avevano di suU' sul La stare arena nella chezza stan- di ste que- salvare mai una inazione suprema d'acqua atmosfere e minuto pafea assopita, zione sensa- sul capo, mare, finita, nella sul fare ? Era : che la l'orrendo Le mollemente l'orribile disperazione le passava sommersa. fondo parea, spavento provata aver dell'onda sommergendola. l'acuto sentito aver perdersi, di mortale attutita. Le sopportato aver delle l' asprezza Ora nuovo. perfettamente era dolore, di senza e quello povera va, dolcemente — lana, santa una che argento, Va, — di materassi finanche impegnata tutta di i bei più grande. GenoviefFa, somma si è CEKTO TER TRENTA capo. Che fatalità rappresentato che poteva l'aveva , contro lei la fatalità. Era stata malinconia una perduto, le intorno rimpianto, sé a come in e a sul a da da balcone di palazzo fianco, al stava lemagno. di il fido E dopo volto si guardarono cristalli, senza muoversi, le a ore, si lungo, dire i dietro di dava finestra si sentiva i dietro guardarono nulla, assorbiti. la stalli, criCol- Paolo sorriso, di declinando ella quei cristalli, che una amoroso a senza A piano, lieve delicato ella si recò letto da Cariati. terzo un volto oscure, stanza sua alla stretta era bianco quelle tinte della giardino muro nella avvolta che marrone cingolo, col un emergeva un nalmente Macchi- , vestaglia di lana che aveva stessa. sé , cintura quanto per fantasma un- solamente rimasta era della strazii dagli acuti : e di , , mortale, ora suprema vinta donna debole una di combattere prima 249 CENTO PER TRENTA giornata; e savano Pas- dietro perduta. sommersa, III. La settimana fu precedette improvvisamente che Napoli, che nella aveva prima fischiato metà di il l'anno, Natale, quelfiera montana tra- dolce. La per tutte le vie dicembre, sgomen- di 250 TRENTA tando e che singolarmente sopportano il non fa forse dei le temano della di ogni che, in mettono e faccia perchè l'immenso Nella che precede al cielo,è esca il sole, anche che per gente da il Natale, è dei u che permettere saliva sino Toledo, a un tutta su. dove volgere gli perchè i poveri, benedette, per tutti aiutano, tutti meraviglioso una sempre che Napoli tumulto su, come disinteressati, sui diventava a corrono, soc- dirsi, sommetta era stato aveva il fatto in scirocco la tramontana Il mercato. e che perchè bammeniello. cangiare presto esca quello Pasqua, quell'anno, proprio, E di immane gente pregare e, agiata ha mezzo la di compri la gli umili, poiché Gesù, e la perchè settimane Bambino grazia baldoria, ceri, poveretti, sospirare, un un sono spendere. più al il soverchio come precede tutti comprano la state caro di dei e avvolse mercato. occhi sanno gente, settimana quella che più settimana tempo, la tutta casa, vende buon gli arrossa Erano dal ardere tana tramon- gente, massime povera pioggia ad napoletani scirocco genere la e scirocco. quella egualmente freddo di dello preghiere venditori le labbra dolcissimo un adoratrice meschino, in : e i freddo, la cruda impallidire occhi, cadde città CENTO infelicitando che la PER diventasse era un cominciato quartieri popolari immenso, visto che di Toledo a vi ambulanti, piccole botteghe centinaia bancarelle, le erano !Ì0l CENTO PER TRENTA da e Toledo quartieri popolari dell'alto,sino ai Vittorio tutta in Napoli al corso tendo verdi, met- colline tenso, in- assordante, rombo un ch»^ continuo, alle sino Enianuele, liva sa- la parea del voce gran Vesuvio. Eleonora della le vie gelava avendo città, restò dal di atonia stato più l'avvinceva. ciarlando, come esaltazione; della paio moglie lo sorriso ella li ma e giornata; le andarci anche d' poco 11 marito disposta, che si staccava queste estreme alcuni vaghi due adesso rifiutato,mettendo volto ma a lei di un belli,molto smorto uno con volte mezza pagnata, scam- una era ella aveva di moda tamente distrat- pretesto che si tiva sen- freddo. volentieri, le cortesie, quasi scrupoli pensoso donato che aveva da tinua con- portati per aveva inverno, Salerno, una aveva accolti Sorrento, a a brillanti,molto li in sempre da preda Le proposto aveva vampa, pallido aveva stento a il ma di della che netto, cami- verboso, fumando, in scorava. di orecchini costosi, fosse se nel tornato era più allegro,semprepiù sempre il fuoco malinconica Il marito freddo mente, solitaria- in casa, calore gran il gran che a fatto accendere assopita quello fino Triggiano, per coscienza, usava obbedire e quando ad la ^a\i TRENTA annoiata vedeva se marito ebbe non neanche come assenza, il capo la il meditazione, in quel pallido del terzo d'inverno palco delle che fedelmente; di nero, che appariva alla finestra si facea e le traccie avevano Gioia in un namente, quotidia- potea difendere si cereo nelle e Carlo, ella leggeva San da chi oc- al Giardino le arrivavano e via, gli cenava Lidia non quella contemplazione volto nella affatto, teneva il marito fila,a lettere non di conduceva di seconda Non usciva. anche di ore poltroncina, fingendo volto mentre o lunghe lunghe piano, ansioso, desolato; della sera, sua ai leggendo su la Solo, di dietro leggere, non volta terza Collemagno: singolarmente. in ma il volte Due Non parlarci; quei dialoghi, una sigaretta spiegarle sue Paolo con e fatto. Ella scuoteva quelle cristalli,seduta ore di al fuoco. accanto indebolivano la alla e : sempre più parlato voleva notte pensiero aveva ricadeva e aveva un'arietta. rientrò non spalle le allegramente, denti, canticchiando ai la restia, crollava o di casa, usciva ne CENTO PER quella lettura. da Il pallido gli occhi, sottolineati insonnie, delle delle veglie. Ma il Napoli, e aperse giano giorno in cui il molle Raffaella spense i balconi. battè le scirocco Levandosi, palpebre, nel il fuoco a abbracciò caminetto Eleonora quella dolce Trigluce di PER TRENTA sole. Non che in la signora canneriera multo, tu- casa, il torpore quella giocondità a per diradare non va a fare spese? Raffaella, che ho Non — della sonnecchiando; finisce lore ca- lieto quel a scuro vinta, svaniva che quel a tutti i napoletani. dei La cantuccio un l'aveva esteriore — finestre, pensando, leggicchiando, che quel chiarore, a dalle entrava mettersi dolori più potea CENTO nulla da le intorno. girava comperare chiese — fece — la padrona indecisa. Ed — anche qualche cosa, andando la sarta per signora prenderle a gentile assai azzurro panno non la cupo, del giovanile e solito. arieggianti quegli secolo sul volto grossa Raffaella francese: candido treccia le vestito un la riera, came- che nuovo e bionda porse portabiglietti e il in Sul un'aria lunghe di feltro e molte, gittava un'ombra le cadenti piume manicotto, la luminosa. si ammassava, il candido più simo cappelli del sedice- la falda sotto di galloncini cappello piume antichi e sottili le dava gran le quel vestito giacchetta snella una che che nfiai indossato. di orlato fremevano cupo azzurro disse — signora artistici bottoni grandi mia aveva d'argento, scintillanti,con a carità, comperate per portato, da quindici giorni, ma aveva pigrizia la signora Era farlo doveste se il portafoglio,il fazzolettino. 254 TRENTA Ora, — a di la se signora che se fosse non sottovoce fidenza con- ciataggine sfac- parrebbe Raffaella cose, disse — guanti di i abbottonandosi padrona, la quella con bonarietà. parlate di queste Non il bambinello e Raffaella, napoletana servile drebbe peccerillo, an- un giocattoli mormorò — CENTO avesse i comperare cera.... — PER camoscio. Vuol — dire lentamente, E di direzione aveva macchinalmente sul Anche salumai nella avevano messe midette delle dalle i cavoli bianchi, si ergevano grosse, comperava, di un mele lassù, Pasquale. i e di pezze di cacio di ei fruttivendoli delle per pere, a pira- la : la cicoria, le montagne, camminare le dei mandarini di rapa, richiamante e solita rotonde i trionfini mucchi, verde nuele, Ema- botteghe, di salami, e i broccoli a e piede, strada, per tutto il marcia- e arance casa. cert'animazione, una gli erbivendoli delle .. fare era di San di immense sulla le ceste dove di pezze e da Vittorio corso chiesetta era di nulla caciocavalli, sardagnolo mentre dire usci aveva sul riboccavano, Cotrone, rape tutto. non : vi Corso prosciutti,di .cacio voleva al monastero accanto pregare, di Dio. Triggiano risali andare per ci fu la volontà due, dopo quindici giorni le verso reclusione, Eleonora Non di non Raffaella, che soggiunse — che fresche, gioia. Già un si po'libe- TRENTA di detestare quel pensiero, della ribellioni dal si alzò Ma delle uscendo dalla persone che, malgrado chiesa, giunsero camminava avrebbe da : un poco della di all'altro scendere per po' angusta, gradelle. scendendo, ed pesce, che ella si erano sulle a : trovò e poco cominciate pietre di gradino sta que- argento il passo, pre sem- Dolori, E cento come come deva scen- quartiere popolare si faceva a di la delle guardare pericolo. trovò, ha sul dei Sette il gran uno si chiama galloni affrettava di Natale nella folla. Già del cercando sedute cui un Pignasecca, alto, il vocio grande, i la via per proprio fuggisse alla e canto. ac- sorgere Toledo a popolane ella : ma Collema- po'disselciata che un elegante, luccicavano il Corso, Paolo porta, si voltavano loro lontà, vo- di terrore. vederselo giù, Le stanco della per pochi passi, incerta, signora se tirsi, pen- là. Paolo, ed ella temeva gradini, tutti sbocconcellati Cento né i tormentosi brivido un incontrato l'aspettava sempre minuto sforzo lo un sicuramente sbocco un ebbe ancora Fece via e tenta, malcon- quel volto con raccogliere a pensieri erranti, ella gno volta: una piangere, né saputo belle pregare. non Se di quelle insoddisfatta, marmo, avendo trovò non quelle purezza, freddo non né CENTO PER inarmo più grande, più poco, a travolta le contrattazioni , e sulla rie- TRENTA del cliezza di alighe si elevava Sei — urlio lire! Sei — Niente, — gridava — Scilla — — ragione Evviva Scilla ! Scillal di acqua tanta minuta, che ella A Tre acclamava il e così di le delle E anguille si sentiva gente, lunghe, Matilde Sekao. due e era tuarie, tumul- cosi spinta, parti. lava stril- — alici. strillava — il dibattito soldo, sopra bidi mor- massime la povera tutte ditore. ven- contorte, in quello comperava, cosi lire. la folla. lentissimamente lire, tre chili compratore. un massime Ruffo sta ventiquattro soldi, a ventiquattro il venditore — gente che avanzava da urtata, stretta — gramente. alle- le sette tepido, cosi le contrattazioni e — tutte pomeridiano, la ci di anguste marina, Ma che quegli odori fra guizzanti, di triglierosse la gente venditore, acclamava — Triggiano soffocare. il passando il cuoco evviva scirocco spinola? ! hai Evviva Eleonora acqua, cuoco. un gridava — strillava — pieni sette. Dammela: — lire,questa cinquanta e canestri ( allegro. lire,sette Niente, sette — sui pesci semivivi, spruzzati di un Sette — 2o CENTO napoletano, mare di e PER di lui,un ferveva, acuto, sopra alla fine Racconti. più il compratore 17 e 238 TRENTA il venditore voglio dare A — flusso quel alle tavole alle in folla, levando scuriccio, dalle alla Sul suolo marino tra era e fetidi fosse acuti e intorno alla a baraonda, dalle parole gambero accanto odorava era piena udite fan- una anguille mano. di di e un tanto e cose. il fazzoletto po' d' quella in qua parea tutte le a ogni ma fango sentori glauca respirare battista: cheggiavano bianstento a che portava per la nera, piccola sua tutte le persone bocca nestri, ca- tela quattro umidità una Triggiano profumava di provvigioni, alla sciroccale e enormi minacciose: melma una l'aria Eleonora che vimine un per sospese intorno grosso un portando camminava, ciullina napoletana traversava alto di altre di guille. an- polipivivi, nel fondo, zampette carica mamma i delle persone agli ditore ven- coperte di cestellini, panche fanciullo Un la di ombrelloni dove ai catini intorno il spruzzi la febbre intorno grandi le alici. opache e riflusso e grandi i grandi tutta di marmo, sotto intorno giornate strepitava — bianche pance l'animazione, E tutta in lire anguille, buttando sulle acqua queste sante per tre lire, a tre di era buttando generosità, il pescivendolo, incartando esclamava — atto di faceano le Te — CENTO soldi. sei via PER ireos gran là, da lembi TRENTA di marito fra umili lieto stato in in assunto Napoli per le tasche sarebbe cosi festa più poetica banchetto di quell'anno zioni propor- immenso un la percezione quel Natale quella biati scam- sione espres- aveva tutte che tutti,che per avrebbe gantua, che corso, era risolventesi stessa che precisa ben possedevano, ne dalla e di tutti i visi, ella chiara, danaro gran moglie, e generale ben gioia, da dialoghetti di grida frase, da aoH CENTO PER Gar- colossali. l' urdemo Pare il della poeta, parlando del se napoletani cibo, del tutto un d'isola sogno di maccheroni, scinati, enormi piatti di la con di foglia di lauro; acciughe il tonno in di sira- fricassea, l'uovo, cavoli, coperti dure uova con , polliarrosto, polli in guazzetto, di Isola di cuccagna delle banche, pomodoro, queir il grasso dalle tasche da anno, dei dalle serve , a pertutto dap- quelle borghesi tasche forno. il denaro correva principi quelle dei , polli al poiché interesse , quelle delle broccoli con l'aceto, le con tagne mon- con di insalate mescolate conserva maggiordomi allegrezza, , sott'olio: polli alla di anguille marinate, fritte,arrostite,con cibo, gran di cuccagna, montagne mente real- ma cibo, dava fantastica febbre una , Natale; di , ai diceva magna dell' interminabile delicato cibo festa prospettiva la lieta del che j'uorno delle dei ricchi persone a TRENTA pietose alle tasche generose e dappertutto il denaro, parti, ma le tutte denaro che da si Triggiano erano più di solitudine di profonda città una quello mangiare si vendono le migliori il tanto fra tanta una roba si in da verso verso all'entrata banchi, con le un gran che andava per spinta solo licità fe- di pasta casse e il pranzo, dormire dalla mare fer- di frutta Costui, aperte, coi e folla, si dovette Pignasecca. sue fra tanta le via Toledo; della tutte già. portandosi fresco, il venditore da il mangiare, , Ella la vinceva, comperare fermarsi senza poter dove mollezza mangiare, di a paese un sgorgante avevano il pesce passeggiare. trova migliori erbaggi, i gran da sognavano avviandosi suoi E più mente improvvisa- , pesce, e abitualmente che vuole denaro quelli che pranzi che quei mento sfrena- grande denaro, aver frutta. pollo, l'erba, per dopo più acuta, meridionale, miglior fra che due di Eleonora colori, attraverso verità povera, ad si trova di i questo , la gran per di meditazione: e una abitualmente tasche, dovunque acutizzati gli odori, ella sentiva , provincia, e sensi le voci, attraverso attraverso morale dalla dovunque come da venuto , quindici giorni sobria, denaro un di Natale.! napoletana reva poverelli: cor- largamente largamente, cuccagna dei specialmente arrivava si spargeva CENTO PER che, sec- con suoi i PER TRENTA canestri invaso, aveva anche ma bianche e di secche castagne Calabria, da coperte uva strato e grossa, tutto secche noci guscio, cotte, fichi secchi di Sicilia,prugne di zucchero ciò secche biancastro cui, fra le rughe", di tutte di coperto le dimensioni: fiori artificiali dorati, ad archi, baldacchino casse, pasta fina, e di carta , immenso vero tutte maccheroni colorata, di festoni un il ciapiede, mar- , piccole ciliegie secche pasta 11 Castagne dentro mandorle passa uno solamente non la strada. nocciuole, bianche, ^tìl CENTO le panche, cascate, a quadrato, le canestre, sotto la gente si affollava. E l'arco sotto scendeva, che della bottega, oscillante, entravano ed colori, gialli,azzurri grosso un urtato dai uscivano: e Pulcinella, che cappelli di sopra, rossi, vi al e cartello gran al di loro co- vividi un le mani con pomodoro accanto a dipinto era mangiava piatto di maccheroni scarlatto, acciecante, un un rosso Pulcinella la scritta: A chiunque viene Un, chilo di Volea dire Vera pasta Viva tnva che pasta, di frutta da a comprare pasta voglio regalare, della la banca tre secche, Costa Costa! giorni di il venditore di , scioscio/e,a chiunque 262 TRENTA in entrasse fichi detti quel magazzino secchi delie o donava pasta, po' nerastri costava fondo Era pasta. chilo chilo Un alla quei viva la voce, della staiuolo il per pastaiuolo aveva di interessi gli Costa popolo sembravano la che si di pareva di mai sei compravano un chilo si tre tava vuo- i e del leggenda la varia, setti ver- chi diceva lire di le di di maccheroni labbra era la Ma compratori: soldi e ed ingenua che tante con- elargirla per denigrarla. di lire trentamila pasta pa- che diceva chi — stica, fanta- curiosa, mordendosi che reclame da non gli altri banchieri i collettori vuotava E regalato diecimila aveva riore: infe- cosa e comperare Costa: banca cercavano non bottega guadagnato la di come una napoletana Napoli: tutta napoletano; e quella Costa. cinquantamila e amici con parati, pre- munificenza, quella a Piguasecca, girava erano ripetuti allegramente: erano la banca viva un qualità di ma popolazione cartello maccheroni Vesuviana, Costa mai, tutti ci venivano sul della o bottega, questi cartocci regalo, giorni, circolando passa lira: ed quella generosità natalizia deliziosa dei comperare grossi maccheroni venditore, quel pure di della il lo annunziava di mezza alla pasta per noci, dell'uva un di sita. in CESTO PER e se al i loro per tissima, potenbottega quelli gnavano pastina, ci guadadi mezza lira, 261 TRENTA sul Ella manicotto. era manifesto un sita di Banco in venti via su del dieci cinque un calzolaio, di faceva solo indirizzo: tutti intorno terra, altra di conservò, il suo Si mise marciapiedi .\vrebbe cosa, ma tanto lo e perchè vagamente la la un poiché lo fatti, In- conservavano. vi non erano gente, dopo a nifestini ma- sempre buttar Eleonora per Toledo: fiera dovuto era : dava e bastasse, succede anche nome un una s'infastidiva ferveva, letto via sto que- facendone Triggiano lo tro den- lungo dove mazzante. schia- acuta, qualche comperare carità per aver fogliettogiallo, cacciandolo il manicotto. i due dentista, di un carta, sdegnosamente, pallottola. E una Niente il manifestino, carta, si affretta di lecitudin sol- massima di danaro come offerta: più aperta dalle portava non al distributore per pezzo di questo quattro anche operazioni. attentamente in piegavano pezzo la che parea leggevano sul prometteva promessa una e qualunque era il deposito di l'interesse vinaio: un al offriva su oro, nelle gni, compa- chiunque essa il manifestino come era che la banca pantaalità e : o e dirimpetto — in salire cento: per Ferrerò quale avvertiva mese faceva venti alle altro al macchinalmente: banca disponibili cento carta, il che leggeva la — CEKTO Giacomo San Napoli, per lo della denari avesse VER comperare, di caricarsi di quella TRENTA meschina CENTO bicchieri robetta: da spazzole , PER di cristallo cucina, centesimi, portafogli di macinini lumi per E gente sulla gente strada, era tubi e le contrattazioni gli urti delle persone la dava arrovesciato, del di piacere rità ca- carella ogni ban- a che tolose, fret- piccola sua inutile. Accanto capo e la voce, la bocca con poter urlare a voce: fazzoletti Tre Na lira! una scopetta quindici soldi! Lacci — ticinque, ven- quest'anno, vendere: ragazzetto un spalancata, pieno — e arrugginiti forti, che assai pareva instancabile,col — fra così vi piena lira una comperava, felice di era erano le caffè cinque settanta- petrolio. a poi, tanta tanta da di cravatte lano grosso- lenti per orologi, e a soldo, un a un soldo! Sei bicchieri — Sparate, sparate! — venditore di di bengala, Quando mai, di Natale, venuti a la festa a frvvoli pa~;i. più comperavano, Napoli? Per del Bambino Venafro, Teano, a a Cotrone: lo nel Potenza, eppure a ciali. provin- provinciali erano più tengono loro i erano i paese, Nocera, celebrare a a ! tutti,il di trictrac, di fuochi che Quelli a urlava, sopra — bombe-carta, di lira sei bicchieri lira,una una ria, Santamaa Cassino, quest'anno, nell'in- 2b6 TRENTA la CENTO venuti, certamente erano verno, PER vigilia di Natale rendendo ma , piena, più ingombra. Erano l'arciprete alla testa, con da da i col marito, panciuti di giacchetta di i Allegria ai Guantai sino e e di de tutto il tre anni ogni contrattando roba, piccoli San di Eboli, Tommaso in di via prima di le grosse bottega Villa si ai Fiorentini, Borghese spinti erano in Medina piazza a lungo, anzi a nicipio: Mu- andando coi pelli cap- indietro, gli paesane, scarpe , gia, Fog- avevano Fontana buttati furbi d'Aquino, lo passavano giorno vocati av- alla i loro e dei Fiori denarosi più tai no- elementari le donne giù, stanchi, rifiniti, in a la Reggio, Saint-Peter"bourg trascinando donne, cereali piazza Carità, i i cappello e di a a.\\'Hótel centrale all'Hotel su rosso Nuovi: e in in i sbarcati, coi treni di figlie grossi stivaloni, in provinciali alberghi Cappello le con maestri marrone erano Benevento, del deW velluto Tutti inondato in coloni i venditori brigantesca; compari. coi signorelle: collegio ; tabaccosi; rabbiosi sparuti; e proprietarii i medici e da di tieramente in- vestite metà uscito più frotte,con a le donne o ragazzo e magri scarni, grossi Napoli venuti, contadine venuti erano andarsene per a ogni mini uo- mandosi fer- rella, banca- lungo, tutti insieme, fanciulli, arcipreti e coloni, disprezzando offrendo il terzo, il quarto della do- FEH TRENTA quasi volta, anzi I E di accordo. ai pesanti si finivano sempre, alle capiva di vestiti cannacclte tre fili di cetti d'oro, alle loro labbra obliqui furbi e Napoli i loro conservata Napoli, si di visto era luccicante moneta che e in nascosto, rendita Nazionale, terribile non contentandosi di cassa di in pochi mesi, di triplicare risparmio: avidità loro ducati, di Spagna, nei del venivano mai, a loro, i provinciali, vano veni- fiducia avendo alla Banca quello con il loro guadagno chi vec- mente tesoro, gelosa- credendo la la sordida resse, inte- interesse il loro anni, per italiana, non non ? Erano Napoli loro tant'oro, una argento, sonante dal lac- venuti provincia. Quando tanto attratti portare a nella piastre, i antichissima, ferrati della quel grosso i colonnati cofani ai erano napoleoni, perfino moneta una che per le loro portare scarpe, fioccagli, d'oro, colore capiva le banche, per per si grosse sottili,agli sguardi al bizzarro tutto a tal- mettersi palline d'oro, , carnagione: in ai che e per loro panno, alle a ingiurie dei cafoni li chiamavano che venditori le tollerando ostinandosi, manda, 267 CENTO che dava la certezza, denaro, rapido, con stico, fanta- illecito. Lo vedeva bene, camminando si arrestasse per : Eleonora Toledo, la circolazione Triggiano, ogni era poiché tanto, bisognava impedita innanzi TRENTA ai delle portoni composta e in banche: ci si avviavano le i nipoti ligliuole,il tutti Triggiano, quella folla, vedeva guida, una di suo di che brillanti, i festevolezza che coloro che alle le dei che operazioni i collettori. Giovanotti di scapati che famiglia ]mrare delle niente loro case; e che studenti guida, tissimo l'elegancon quella con i collettori. alla che i banca stii, re- levavano che le viavano abbreErano professione; figli senza erano e gli impazienti. per grossi Erano imbarazzate, persone spilla vivamente, cuore. timidi, di la loro silenzio portavano i la magnifica una napoletani, il aveva con piene con in allarga eccitavano difficoltà le dita perorare, a parlantina propria Erano elegante, l'ascoltavano di acuto quasi ogni gruppo magari continuava compiere curiosamente provinciali seguivano docilmente, compare, a scrutava con le figliuolie l'occhio Ma giovanotto un pelliccia: e andassero che perla alla cravatta, anelli la col colono solenne. di cosa Eleonora coi se siepava, as- provinciali I proprietario come si l'arciprete con gruppi, grasso insieme, qualche il , persone napoletani, lentamente. per di cafoni, di provinciali di parte di cittadini procedendo e folla una specialmente qualche donne CENTO PER non avevano prima che non voluto im- la desolazione avevano pò- continuare Ulto che CENTO TRENTA PER i loro studii; lasciato avevano agenti di cambio nella Borsa, che differenze; giuocatori dove circoli di non mal giuoco; impiegati in ufficio potevano esercitavano teatri, nelle i Costa, Cunctis, si fosse lire , cento essere fede o purché in entrassero suo marito perla nera e nei nelle della o banca que Bianchini, chiun- diecimila, subito mila venti- il tanto collettore. accettassero, col per il aveva fede, la complicità Tutti in suo vano potebuona banchiere, parte principale: il come portava, alla caffè Scilla,o della voglio diventava in tale bizzarro sione, profes- perorando, banca mezzo, tali,purché mala vare tro- quelli che nei deporre — e davano an- per curiosa Ferrer, collettore, cento non agli sportelli,dicendo: vuol mio per come per banca presentato , tanto della debiti passeggiate, quella Lopez amico mio Un della di o parte sera, dai collettore? era balli, dovunque, vantaggi o non nelle e nei solo tale alla birrerie declamando — che tali. A mattina visite, finanche de retribuiti apertamente dalla banca i loro andavano esser loro stati radiati pagato depositante. Chi qualche Tutti vi o parire com- le pagato erano avevano- gazzini; ma- poteano non avendo non gozio ne- modesti i loro che di commessi dramma. che pensando quei giovanotti, come cravatta, E e i brillanti alle duttore se- la dita. 270 TRENTA ai brillanti pensando che le mortale alla falda saliva del alle che Ma dice il Napoli, dei t Metà parti. Il bicchieri entrare; si dove per dove su di Nunzio di vico Teatro da tra ; l'al- volta, si biavano scam- ambulante cino vi- il loro bancarella i e Miccio, San strada grafia tiposita, vi- da miglie fa- intiere visita: grandi gioiellieri, voci, della si non bigliettidi cosi sempre tutte le Chiostro stallo cri- un di biglietto da presso parole, su da Barberio, circondata è furore, bottiglie di cento stampavano Nuovo poletano na- vendeva lanerie, di seterie, piccola finanche e a verbo Grazie, faceva certe e strada, Chianche vico volta come , la la solitudine tutte le a tanto magnifico cristallaro vole%'ano gente era il napoletani lire, era due che vi gente scialava, mentre grossi negozianti denaro tanta delle azzurrino, poteva le rossore questo? e Madonna certi il di pia l'am- sotto tutto comperava, le con gli occhi pittoresco verbo, alla alla inebbriato, uomo cappello, poiché importava metà rita fe- una guancie. circolava, per i da quasi suo ai brillanti lei, producendo marito, ella abbassava suo come delicatezza, pensando sua nervosa, coperta, aveva Gioia, pensando offerti,a aveva loquela di cui Lidia dicevano. tutti CENTO PER profonda! su Carità Tommaso tutti i e E toni can- Corsea, Aquino, Fiorentini, Taverna 2l2 TRENTA l'altro,perchè anche serbò umidi. erano Dopo Santa si calmava un li : cessava alle ai dolci i oro del e cartellone la firmato più ".Ba/ica decorosa: e carta, faceva leggevano, una era di trovava nel ampio, Costa e volta. marmi, di d'ogni specie; dalle due botteghe carrozzelle, carica di Dove e quanti su la folla ricominciava smaglianti del di variopinte, che risaliva di era cento, in per magazzini nuovi folla e fermi, attoniti, gendo leg- bomboniere una Il un'aria effetto mirabile seconda cento carta. Aveva Callisch, tremagazzini di in Compac/m'a. restavano poter per grossi poiché razioni, ope- di caso cento chiarava di- sue i caratteri un ai cato attac- Costa ventitré per gruppo alcune quel venticinque certo innanzi la banca del lenta, manifesto riescila depositanti un dai grasso più Ancora dove venticinque era diventava grande poco, all'estero,si in 1 bei pasticci di fegato un a per i suoi polare po- magazzini, aristocratica. da che favorire grandi folla La innanzi muro, suo la fiera delle bancarelle poco, sete, dai più elegante, più si fermava, nel esposto le più belle cose, finissimi. al Triggiano Brigida il movimento ma avevano diamanti Eleonora quello, macchinalmente, manicotto. magazzini CENTO PER entrava ciere dol- cristalli, di ed dolci usciva nelle carrozze, nelle tate, cartocci, di bottiglieincar- Canestrini, di cassette di legno greggio. PER TRENTA andirivieni, Un al come palazzo Faucitano, Eleonora dei dolci Triggiano : voleva alla entrata era ogni faceva tanta la folla era sgabello di ferro altre varie come gente di sua le Ma nei tre il miele di conserva in e fatto stacciuolo sostanza sedute. il sosamiello le di fior di tutte le forme a quadrilatero, rettangolo, di tutte le dolcezze: gli ordini provincia per ne : questi dolci geometriche, rotonde, forma a tutti faceva i di Serao, Racconti. panini, a colori,promettenti un consumo delle presi da due nei stocratica, l'ari- per pistacchio, commessi loro me, enor- in cassette che non registri.Ma che an- pasticcini,i pasticcini francesi, Matilde vano entra- verde, bianca, fatta mandarne di scrivere cessavano i erano se una farina, di cioccolatte,di fìtto bianco assumevano cuore, di quantità; il mo- di mandorle^e e a era all'apparenza, morbido di mandorle rombo, zucchero gior mag- ricerca liquefacentesi in bocca; amarena, e prese La fatto in mandorle, pasta reale, rosea, a tare, aspet- convenne magazzini; erano frutta, duro e di mandorle felice giallo-bruna, assai dura, dove pasta lucida cinato, vi- sedette, pazientemente, e signore natalizi: vizio, ser- del rendendo anno, golosità napoletana, la maggior i dolci comperare poveri bimbi certi questa piccola gente. tutta per regalarne alla portinaia,a come per alla Ruffo-Scilla. banca uno 273 CENTO di tutte le 18 TE TRENTA colori, con forme, di tutti i brune, gialle, bianche, erano messi doppi fogli di dalle dragées nelle scatole dolce, langues da confetti più dei nei grandi le chicche cesi, fran- chat, scomparivano de di di raso, metallo cesellato grandi di candidi. silenzio, nati , del quella bottega, di quelli che sanno privarsi hanno molti poveri, e anche Caflisch le persone dei i collettori non delle nelle dolci, i pochi in dalla tega bot- là, tani, napole- soldi che i dolci e anche dentro loro dei ne per trascinando offrendo non quelli che Anche Malaga, La tutti i di come entravano, paste, del grandi proprio era miserabili. convinte, dai carrozzelle. di il Natale hanno gli da- rosea, pulito, elegante, Natale comperano per e uscivano facchini celebrazione gran in dai portati Faceano rapidamente, mestiere enormi tranquillo. Cartocci pis::a Caflisch, tutti casa Servivano quel a ma secca, la richieste. capelli biondi, azzurri, dai ; pasticceria svizzeri, giovanotti dalla pelle bianca grembiali trina, di schiacciata, comune tutti i commessi occhi sticcini pa- napoletani, , anche di le loro avevano il servizio questi castelli a , e alle la anche ma delizia biscotti, la cosidetta i anche carta; maiolica, di anche francesi, dalla pralines aXfondants, dai nomi paglia, la chiare, le creme, tutte piramidi a CENTO rosee, formano che II colà samente genero- vini dolci i forti che e mirabile lo Con affrettare di cercò chiacchierare a sguardo Eleonora dei comm.essi uno costui, gentile, premuroso, , la prendeva registro, ella disse il dolci annoiata. Natale là, si trovò quella roba ? Per lei declinava umidità. era né di gente, le faceva il Natale, né Pasqua, genere. Verso Ferdinando le camminava? 1 Che si tramutava da sempre, La non tutti vi più era gli angoli Maggiore, Sergente a giornata sempre Rotto, Nardones, in coro, scontenta, quella lo scirocco Vico i svizzero. nuovo tutta nessun San essa, vendere lo mangiare vi non scoppiava, comperare fanno di vicoli, Berlo, Campane, Carminiello, a di da più quell'urlio,ma dei ci uscita, perchè era festa, di e ripetette — argutamente Perchè nessuna in che banche di morò mor- — stessa. gliene importava tutta né sé a lire conosceva. dolci.... conchiuse — Uscendo Che più le Sono la che comprano rispondendo — di : commesso Tutti — zeri sviz- libro nel giornate di quarantamila Sono — gli folla! Che — mentre e tutti come banca Triggiano annotazione sua della meravigliosa Ferrer, della banca Cunctis. de invitati, pagando i loro stordivano loro, continuando tutto liirt CENTO TER TRENTA la voce midabile for- distesa, incitando bombe-carta,' le rotelle,if nuvoli TRENTA lo spariatorio, che una lo E che spariatorio ordinanze della il il gran vermicelli bile, invincile altre : cucinati di che di broccoli, bevuto cinque, di una molti il gran una nella i napoletani lo cortili saltando il tricche-tracehe di di bomba scoppia che che di di di che vano ave- frutta, fresche di rosolio,dopo vino; dopo di che, piazze, nei vicoli, comuni, più dopo cosidetta nei terni cortili in- spariatorio. Il napoletano d'artificio, ma rumore quantità : insalate, una dopo dolci, molte strada, nelle nei ; i il capitone e fiori, una quantità una cominciò cavoli tre o di sottaceti bevuto chiassuoli, il fuoco vigilia di cinque. Dopo anguille due mangiato mangiato aver della alle minciò co- pomeriggio, fritto,in arrosto, in fricassea rinforzo, composta e le dalle spariatorio del magro mangiato avevano secche, lo fine due aveva ne l'olio,l'aglioe le acciughe, con in dalle però perseguitato guardie, di proibito dalle che invano — pranzo avevano che tutte invano — tardi, alla dura Natale, che Natale, delle verso nei vinceva questura contravvenzioni dopo di vendita, la permessa alle bengala, tutto instancabile, voce superava, di Sparate, sparate! — e CENTO i fuochi acche, i tricche-tr pa~^i\ PER adora ogni altro le botte, scoppia, ter^iola, tre rumorosamente scoppietta la meno volte, rumoro- samente che pa^:;o di rotonda una che dà la luce a sette un mare, fuoco di nelle strade le con i ir icche-tr dato aver di il loro fuoco a Sulle i buoni sulla i cavalli il stalla. sulla terrazza. delle faceva quelle popolari. le terziole e di testa ricaricare Le donne, alle spalle : e golo, an- piani aria in salve il fucile po' un nei toni; por- i pochi e di filosoficamente gravi, scoppi vicini un e lontani, puzzo acuto bruciata, di polvere bruciata,un fumo tossire e mentate, sgo- rifiutavano rumori improvvisati, o ultimi rifugiavano si dopo un queste e di e in sparavano e aveva monelli, degli si ritiravano sordi scoppi e si sul e cadevano carrozze Rumori propria di carta in e polvere: a tempo circolare, i cocchieri aspettati preda la domanda terrazze po' allegre un alla in si faceva borghesi regolari, di uscire azzurra, colline botta, fuggivano una fucile, carico erano o pareva sulle bengala. Gruppi gridando. uscivano balconi come di bengala acche, per risposta: ogni iinestra fuoco suo Napoli aristocratiche dai bombe, i fuoco. di lagrime strade fuoco, gira, gira, verde, o moschetteria, dalle Mentre di scompigliando che rossa, pomeridiane f muoio fuoco, il fuoco di fontanina violacea, piangendo Alle il rotella la il curva viandanti, i donne, una percorre fuggire gruppi quindici volte, o lanciato facendo o dieci ma 277 CENTO PER TRENTA coraggiosi viandanti. che 278 TKEKTA Sparate, — dello PER sparate! CENTO avendo spariatorio, i gridavano — le rifornito venditori loro vuote bottegucce. Alle dieci Orefici, alle di Santa a Baracche, giovanotti all'ospedale le faccie finiva non il razzi da quelle udire. quel nervi, tutti giorno, i dintorni erano la pieni di tanto Era possibile im- pranzato i suoi dominare fra spariatorio il quei dabile. formi- era i Cariati era da riposare, aveva testa Ma fuoco. spariatorio palazzo del crollare di che mani Napoli tutta colorati, potendo non nascosto aveva stesso Lo le con fontanine Triggiano, Eleonora sola, lumi andati asportate. impossibile dormire, non dita le : ventiquattro erano moschetteria, quei da volanti, impossibile di fuoco battaglia Pellegrini, squarciate, illuminata era feriti, ai dei di monelli e agli Mercato, Montecalvario, a campi parevano tra arse, la Nuova, Maria al piazze, certe sera, cuscini; e , ma palazzo il vesse do- pareva di rumore quella , popolare nulla in fumo di artiglieria. simile, molte a Da Natale migliaia anni Napoli di lire si non era mandato aveva delle udito sue banche. Ì!OU TRENTA dover dare della vita solitaria quella melanconica a chiedeva non né al all'ora, stato. mondo; della bella, Giovane, nel così, sola Non con l'anima voleva in assopita Viveva fatti Chissà — ogni tanto idea quella — È di come un mondo, senza accanto. tale leggendo ore alle a intiere senza' zioni conversa- quantità una sfuggire al grande non potea chiedeva — resistere a abbandono. suoi alTari — rispondeva Eleonora. le domande di nell'anima: che per nobili chiesa, sarà, il signore ? Raflaella attorno vagamente Ma dove di così, nella esteriori, per le si svolgeva fatto che sperazion di- mento senti- vasto assai, passando esteriori, interessandosi piccoli ragione soccorso, sussulti, dandosi senza scosse, piena nel preghiera, una non di le camminasse pensarci. passeggiando assai, la suo improvvisa senza che persona il ricchezza una appoggio, rito, ma- qualche stravaganza. abbandonata era senza una a suo a stessa una con cuore, ideali, ella sé che la conducesse Ella riflettere, di a temeva vita; donna. considerare non chiedere non di intorno così, alla giornata, a di faceva Dio, nò a viveva e bisogno di sua né fermandosi Aveva si esistenza più niente non pensare, CENTO risposta dispiacevole. E la grande una abitudine PER della premurosa came- riera giorno, più fìtte,un facevano si ilOl CENTO PER TRENTA mente, secca- le disse: Vi — queste dove acutezza. Forse Forse... discorsi. loro La si annunziava che il con cadevano sono la — E Piove, che ! — del una suo cuore. dopo dolcissime desiderii, che lasciando nervi, perchè di mani innamorate. disse Eleonora. lunga giornata e non nel l'improvviso giornate, solitarie, questa, senza suo più sapea occuparsi, sempre il conto i dissipando i tante Ma ge piog- turbano l'altra, come monotone, vestirsi. napoletana rumore, deserto; E tina mat- Triggiano. precoce leggere, di che temendo a tramontana, una appartamento sgomenta, senza tutta fare, che venute, lievi peccato intravvide grande soffi che riosità cu- pioggia interruppe gran con una quella signora quelle grandi carezze come di primavera freddo, dissipando l'adito ai molli la più gioia. senza Eleonora scroscio improvviso un letargo aveva soggiunse — aiutando mormorò — grande non spavento, oggi, cameriera, marito: suo di lui, così, per senza verrà dal dolore suo Domandava vaga, — il di parlava trarla più poteva spirituale la le più nessuno niente — di occuparvi non cose. Così, e Raffaella, di prego, po' un glio risve- tante nate, gior- sarebbero speranze lungo, immenso, e le ^82 PER TRENTA faceva e paura lunga, là delle le vita di pioggia e un la bellezza ; velo era una vuota. si i fiori rinascenti, e rifiorita del pioggia confortante il capo gran dionale meri- e la via correvano, scalzi, ridendo, strillando. nulla Ma pioggia poteva lei a i che si lusinghe per lei. Oramai di esistenza Ecco nella il L'hanno Ella La : nessuna di nuovo, nulla disse — dove stanza pettine lettera? Una la aveva la sua stagione solitaria, senza lettera, una distrattamente — tiepida la frutti. rientrando — né indifferenti, passavano lunga una era fiori,senza — : quella con imminente, annunziava arrecarle poteva esse che importare indifferente, le stagioni capo suo i monelli scoperto, rigori invernali stagione sul per ! piove finissero e paese bagnare Piove, disteso era si intuivano lasciandosi — i cristalli sopra bigio sciava Scro- quel temporale primaverili mollezze mente insopportabil- pareva primavera gran città; dietro tutta le insopportabilmente finestre sulla la CENTO portata a la biondi quella, mano cameriera, signora passava ne' suoi fece — la e capelli. sempre il servitore risposta. apri. Le breve scriveva lettera diceva Paolo : Colleraagno. stratta. di- tende at- TRENTA " è compiuto. pericolo. sola Voi in Credete Ella di altri. un lo lettera la amate! Quale più amare non Nessuno, fatto. Portava lo avrebbe salvato: si sentiva di Grazie! E vi Eleonora mandò avrebbero cercato lei a passato, suo di quell'uomo, di salvarlo, po' indifferente, un prima tamente, len- E torpore. suo volta, queste parole il che nel primo la Forse, tempesta quel colloquio in cui ripreso pericoli della sua le loro vita implacabili, spaventosi ed sarò. appuntamento il tutto ella giorno avrebbe tutti i suoi acuzie, le sarebbero e Vi viale. nel „ indeciso vago, l'adorava. stata sole, aspettatemi Triggiano. questo sarebbe evitato uscirà Capodimonte, — all'uomo la sentiva si chiedeva il nome dal sona per- stessa, né gli del nome tratta La Ella sé se scoraggiata, esser più tardi di parco Paolo Collemagno: Paolo Se devozione. né avrebbe scrisse, per " io obbedirò. : pensava. e Ma avrebbe a dove chiedervi voi persona? nessuno. sacrificio, in infastidita Dite nessuno, ultimo poiché grave „ guardava che in oso profonda alla mia deste Ditemi Non vostra. casa mi è amate potete salvarla. oggi, subito. ricevermi Collemagno. che persona vedervi posso di La che L'incarico Eleonora. Signora 283- CENTO PEK in dolori cui sorti attraenti, per tutti i innanzi, la pietà ani TRENTA Temeva quel colloquio. terribili, certo tutto avrebbe gno, il bel sentire e che Aveva seppellirla sempre di continua di la non sepolcro, alzarsi per forza, al volevano risvegliavano? un'altra senza triate Perchè nella ? pioggia decresceva, nella Ella andava già soffocando nella lana poiché marrone, il calore sua sulle una esistenza nella la battuta. com- stanza, sua vestaglia monacale dietro ve- ai dub- rinasceva veniva, e il rumore mentre decresceva di senza chiedevano cosa cuore bii,ai contrasti, ai tormenti buttare poveretta, essa E via, il suo sotto rezione! risur- volevano Che martoriato? e piovuto dolorosa la lotta, coraggio ingiungeva il mondo sua in lei,gli egoisti ? Perche da cuore suo della volta la che avesse inabissato non la traeva le voce Oh evitare di voce una forte una il giorno, si fosse pioggia, ecco ogni di vivere non di Signore domandato di camminare. e Che la ed pietà, di di quell'obblio di vuto do- al cuore, al tanto sapere, anzi E avrebbe fremere in più cose Collema- le andava facea dormiveglia: suo tutto che quell'atonia, aveva in pensare, dal la Paolo fedele: chiesto tenerezza. cosa, la sventura. e voce inteso rivivere, avere rivedere onesto quella commossa, dovuto contro dovuto volto avrebbe Vi avrebbe : e volontà, andare una CENTO PKE pioggia primaverile, poiché, nelle sue vi vene di era gè- PER TRENTA lide e ad ricominciava veniva, fosse agitata, le immaginando prolungata di Paolo Collemagno. nulla. Ahi, pace, di fuggito per era immersa di angosce avrebbe si ! E nel girando nei concentrata alle più che sottile guardò Ella la vita ella è poteva di disperati sole Era battè dell'uomo suo nome, aveva il suo vise improvin zione, agita- deserto , non ella che vano ave- sanno l'una, quando ella e amato. nata ri- era non un finestre. sue fuori. sapere: che alle sulle E sospetto, alla lei: per tempo. il al pensieri, macchinalmente marito, Ahi, che passate foschi doveva pericolo appartamento suo dei il lei? ore nelle e Dove era salvarlo? vivo tempo, angosce raggio suo sonno sconforti debolezza, le suoi del senso cosa andare. di ancora vivo, adesso, esaltazioni Ella poteva all'improvvisa il il infelicissima. la forza, avuto era paura, di marito, in quell'ora? Quale Come cuore si avvedea sempre negli vita una suo correva? ne non la ella, perduta ma tranquillità,di dimenticanza, nuovamente essere decresceva di febbraio, visioni, pericolo, quel biglietto con Decresceva, tristi cosa combinando cose, del marito pioggia, nella mattinata clie gravissimo orribili più andava pensando commossa, l'assenza sue il sangue; ardere imminente, questo nelle CENTO Bisognava vare sal- doveva forse, chissà, L'uomo che 28b TRENTA amate, scritto aveva Collemagno. Paolo voleva amare doveri della di febbraio un in umidore pallido nel , si era nero avrebbe possibile: fango Il coupé strada che aveva che la ascendeva tutta si lìnanco Eleonora offriva era il il ventotto cristalli,molti, questo bionda carrozza nuove Triggiano guardava lissima sotti- strano. corresse, ma non sdrucciolevole e tutta per e in salita. Toledo, vecchie la che, ban- il venticinque, cento, al mese; tutto per rossi, gialli, ventiquattro, per che la dietro di cartelloni di aveva coupé; un esaltazione: lentamente verdi, tutti cartelloni dove la formato tappezzata ella aspetto un sua era sottili. Pure, donna e l'aria, nel- e guardare a di la strada si dei scintillante adesso via chiusa, voltavano nera temporali. nella umidità il cielo azzurrina, agitazione, sua voluto era il lunghi volto veletta tanta i dopo carrozza una esangue vestito Ella tinta dolce, dagli odori la strada, dalla gravi, imponenti. ancora la lieve malgrado le responsabilità nuovo delicata regnava prendere fatto dolorosi ai fuori, tutto carrozza, una nascondere per non amava, risuscitata era si diffonde umidore Un non disse. aveva quella che ella no, le pesavano, — sali Quando e vita Andiamo, — No, dolorosamente e esistenza, di sua della umilmente ma , CENTO PER questo, ma senza TRENTA deserto: tamente al Real mena è è gli Ella i la e da quella campagna da quelle ville e del grande porta Real Eleonora e quella grande di sotto lontana, del avorio a quel deserto, stillante gli Parco e Si salutarono stendersi o profondi più solamente la mano, portinaio, che il permesso Ella esibì. di alla dava an- viali ombrosi compiace* via. lontana lentamente Andava , un'illusione dagli occhi il solitarii: ella si estensione porte stre campe- appena sul senza vide Paolo le parve e alto manico quando sé, fedele, immancabile. Era le innanzi appena alberi. pioggia, silenzio si fermò ombrellino, suo di sbarrate appoggiandosi lentamente, da Triggiano taciturni profumati, si elevava; lassù, in quei grandi spesso gno. coupi' zione vegeta- una fresca avevano guardò conosceva, che va II della via, sinistra, la gran quell'immenso invernale, che an- la solitudine. a veniva ancora che finestre, da le la le po' di serenità un ricercano sempre non lontano, troppo reale, donde verde, solo nell'inverno e grandi alberi sfrondati parco che frequentata, rasentava, del sempre Capodimonte molto ville che carrozza meraviglia di ritrovo un amanti guardava mentre via le molte nessuno, per la CESTO Castello, è di estate, per vi VER più con dirsi nire ve- CoUema- più ardenti scarno, ? gli occhi, una di senza parola e si TRENTA misero gli occhi con oppressi il del edifìcio del verdi , sotto forestale 11 custode un reale cavando nel entrarono viale del gialle dell'inverno, strideva non in si di violette dei Ella, accanto quelle il dove a di bene la verdura prima flora ciola non nudi bianca della non forti e sorgeva, larghi prati fresco di diccio umi, glaciali dei una puro rinascente da un' aria come quella pic- come e gelida. Egli, molto diletto abiti neri scintillanti Serao, Racconti. valli inter- a fresca, ingenua, boschi, , placarsi schiantato al Matilde gia, piog- fugaci di disperazione foresta, innocente con di sentiva risuscitato;e bionda foglie sottile odore un mano andare suoi tile sot- penetra sole. Andavano. vicino e arma coprivano si i fiorellini avevano dei i quello a da nei umida già e la vedeva si lasciava setta ca- La di ancora tutta ancora lui,man cuore speranza che coperta anemoni, mattina suo dall' a dove sua profondo. parco mescolava sensazioni dalla che pietra il berretto neppure; rosei oscuri boschi di tenue, chiara, già verdura piegando e soglia della discesa, già gli alberi una dalle , , ghiaia sinistra a , arco dalla fossero se inglese , li salutò come circondato palazzo giardino passando destra abbassali, l'altro, al- accanto uno pensieri.Lasciarono dai loro grande aiuole lentamente, camminare a ao9 CENTO PER di tempo , plarla, contem- di giovanile giaietto, , come 19 290 TRENTA PER allora fiiovanetta che una Andavano. la sé da avea dovere stretto uno le ritornava labbra se fosse come marito pensava — Dite, Paolo, la che era e sta que- — a dovisi rustico un ancora alle delia parola mormorò — renamente, se- continuamente , — da dovere, un parola ultima, bizzarra, fatidica,a lei inesplicabile, stenza. esi- freddamente, suo dovere alla staccata compiere verso pericolo, L'ultimo in sentiva sentiva ma che affaccia si ella Ora pena: sua CENTO bassa a di banco stenza. esi- sua rivando ar- voce, legno lascian- e cadere. Ma non avendogli ella egli,obbediente, lei, staccando ciottolini la con di ghiaia detto di sederlesi rimase in delia punta piedi davanti a dei mazzettina in buttandoli e canto, ac- in qua, là. macchinalmente. L'incarico — mi che difficile, signora Eleonora, il io ma — e ora tutta caldo, ardente cosi la lei, con provincia follia nella in e un Tutta la in sono paese come nunciando pro- dolcezza, grande fantasia difficile guardarsi assai era egli cominciò, — promesso! avevo crescente di nome dato, avevate città, lo preda a sta que- meridionale, il nostro dall'esaltazione Ma voi avete trovata la è , e dalla follia ! — pete, sa- verità, newero? chiese — L' ho — potesse saperla, trovata molti con stenti , lui,chinando di inchiesta una mio per tutti istruire che certa sono un istruttore; ora quello a potrei che dovrà processo. Eleonora lei, impallidendo, egli soggiunse — , solennità, grave immenso impiegati , come personale, facendo esclamò — facendo — — ? Signora una giudice grande questo processo — conto gli elementi Processo? — gli occhi, mio da riprese — , nuovo per conto fornire egli stesso se come come verità. la fosse ella,guardandolo ansiosamente egli solo se ^91 CENTO PER TBENTA furto; banchieri, collettori e banche queste — con , tori amministraaltrettanti sono ladri. Ella si le ultime — lacrime Brasile banchieri. il né — né il leggende riprese lui, come spiegazioni, Mai se desse né a mai dato il denaro più fortunata, speculazioni. nella Ma né sé la Francesco ha dodici, il quindici, il venti nella di lacrime la inventate Rothschild, il papa, hanno velo un vista; intorno. delle Nessuna — e le offuscarono — le scomparve il bosco — le labbra morse un è stesso delle banca ghilterra, d'In- secondo, soldo più cento audace costoro il dieci, al mese, delle Ruffo , né questi a potuto dare per vera, bliche pub- Scilla , 292 TRENTA Ferrei' Costa, dei minori, ladri denaro. non il mangiando che Ladri niente resto, una dal parte gran impiegati essi i loro e vivendo giorno per giorno allegramente, che tre mesi, fra un loro un capitato volendoci non dell'isola di cuccagna; tutti i gioielli tutte le , che minuto Tutti — la chi per San nel in per ladri signora non una uno sulla rinascente lusso un umane cabile, implasfrenato, del godere per Carlo, chi banca ? chiese — ne mente macchinal- Eleonora. escluso. Chi per pariglia di cavalli,chi furto. Il denaro una sandoci, pen- fugge.... per tutti entrato usciva sparpagliarsi nelle donna, una per un lautamente pranzare delicatamente, cenare non viaggi, scampagnate, pazzie erano Tutti, — giorni dimenticandoli e di piaceri cavalli, carrozze, donne, ma sicuro, immancabile, pericolo imminente, fra sapendo dieci questo su una capitale, calcolando pensare, , sogno a disastro; meridionale follia gran dal fra mese, e e collettori. questo interesse, levandolo sarebbe altro. capitale Davano fra dei , i loro parte minor giuoca- sono l'interesse, prelevandolo Davano caterva banchieri, né speculatori: né pubblico del innumerevole né erano non CENTO la tutta e di borsa, tori PER stati sono alle due dopo tasche e per complici pomeridiane due dei palco o tre ore, banchieri, de- TRENTA PER CENTO gliimpiegati, dei collettori,finanche dei degli uscieri, servitori, per sparpagliarsi, nella si dovunque in i depositanti frutto si cosi si beve, giuoca, si spende È certo.... l'avidità spingeva il denaro. minuto un un mangia, il mettere a certo usurarlo loro le illecito che guadagno più rette coscienze ma piccole quante di ; piccole e ha alla quanti tesoretti preziosi che economia, che e porteranno sé con strofi cata- piccola sono fragati nau- avvenire un gordigia in- tastrofe ca- gran terribili intanto a corrotto nella pure, strappate somme denaro grande è la , del stessa, sera di miseria!... La — catastrofe? timidamente gli occhi Sarà — fra tre dell'immensa tutti cionc truffa del curatore malfattori. Ma forse verrà "bancarotta ogni modo che sono mio di ammessa cinque moglie di Egli esitò — .... anni truffa. di cere. car- lei come se promesso com- già fosse colpevole. un un la sia seriamente , la e lamente so- perduti. marito domandò — del prò- di associa- fraudolenta meno aver ? le fila Tutte già nelle mani sono l'accusa Credete — giorni. sotto possono A quattro arrestati la Non in volto. Banchieri, collettori,impiegati, re. saranno di o ella, levandogli chiese — momento lo credo, — disse : poi, dopo uno sforzo. S"94 TRENTA siete certo Ne — CENTO l'ER ! insistè — lei,con certa una durezza. iio le prove, Ne — della — Queste mormorò — egli, nella titudine ret- coscienza. sua alla dinanzi prove giustizia , sono pos- , farlo apparire colpevole, complice, possono farlo condannare? andare — Sì, sino disse — registri dove suo gli ha sulla ma verbali non — Non — si E.... prove. nome fece lei,come può fare di tutto — può Bisogna molte testimonianze le per le carte, di cercare dei da offesa struggerle di- metterlo zioni deposi- queste La sazioni. tran- cancellarne le — malfattori in mettere chiese lei, prescrive ditando. me- tutto anzi- prigione. Dopo.... accomodarsi. L'onore è perduto, per sempre, — disse lei, freddamente. — — Quello sì, E che è colpa partire.... fuggire? lasciarsi non appare. diversamente. bisognerebbe SI : il codice — rovina. varranno. Egli dovrebbe — lendo vo- ricevute, carte, il denaro, distrutte bisogna commessa, quella esistono — consegnato banca: Oh! — di vi saranno Certo di chi al fondo lui, il lei, ostinata, ribattè — posso — rispose lui. fare, io ? — domandò ella. 296 TRENTA. — — Non sapete dove No: prima Chissà — I CoUemagno lo diceva: io penso che di rimorso saperlo della lo cercheranno in che questura l' ispettore vostra casa a le vostre perquisire carte, il giudice istruttore che testimone, tutto, dettaglio pauroso, sopportare Oh Dio, oh le mani E — la per Nessuno, — Povera — di un faceva avete fece — e come una E ella, torcendosi dove neppure sua vita lui, prendendole fra le trattenendola fanciulla al coverarvi ri- avvenire che faccia, si levò, risoluta : sue. al l'aspettava, legata per sempre il disonore tosament pie- primo suo trangosciata, trasalendo furfante, sentendo in trete po- lui,disperato. dell'orribile la — non mano colloquio d'amoi'e. sentendo come disperazione. cara, arrossi, pensiero sonorevole di- nessuno. una Ella Dio! disse — come ciò? che pensare ! un vi chiamerà Eleonora, angiolo santo, 0 — tutto non i carabinieri sventura: verrà se prigione,oltre , della questa disperazione altrui, della il peso in le prove, in Paolo sforzo voi, sempre, distrugge parte, oltre all'onta tutto più. turbata. più uno con a catastrofe. Se egli non avrete lo dice non ella,sempre soggiunse — — all'orribile ora . fece — Sentite, — è? forse.. Tornerà, — CENTO PEK a che quella piva la col- TRENTA Vado, — PER disse — francamente dovere. lo dica: ve voi Ma il mio buono, mi soggiunse, emozione, Oh — e — di mi sì debole dite degna. ero meschina. Vi di darvi ve ne mentato, tor- di sol un temi Di- prego. questo.... ho Sono morò mor- — creatura una fatto soffrire. di natemi. Perdosenza il disse lui, qui, vi anima benedica, cara, toccandole la — fronte , E ho tremante voce andarmene posso solennemente che bene vi Io a perdono. Dio — forte,saggio, semispenta. voce Non vostro alla io di fronte degna non , e la Perdonatemi, cara, non , dinanzi perdonate. cara, Si che cosi che con ero non pena. lui, con — Siete sciocca, misera, vile. — che d'animo. st'ultimo que- a lasciate è umiliato cuore dandolo guar- Vado — prima, Paolo, misericordioso, sento pensiero Collemagno, negli occhi. grandezza vostra Paolo a 297 CENTO mi per — , fatto. avete di camminarono il insieme nuovo accanto , , senza darsi senza parlare. doloroso, altrui il braccio, Se anime , curvando il capo Andavano quei momenti Ma l'ora di dolce al loro castigate per sotto piano, il peso come compagnia, fuggiva, e la toccarsi andavano oneste , destino. ne senza presto per mano, destino le del colpe loro prolungare in tanta furono in rezza. ama- vista 298 TBENTA di dell'arco pietra che comprese le ulti ir voleano di lei fra forza e vostra, le sue, Ma da per ogni soccorso, vostra io il vi fra lassù, nella pronto volete. vostra nelle lo Non Si allontanò se come la spingesse consiglio, pensate aspettando tutto. a Avete viva forza temi manda- che quello volete, lo dimenticate. Non casa, Sono tinella sen- una come menticate di- mi questa grazia. Non cattive. ore — Penserò disse a ella, profondamente questo, sempre. voltarsi senza tro, indie- come d'intenerirsi, paura gli occhi siderate con- amico, Scrivetemi, nel coupé, si lasciò andare spalliera, con vi Non fatalità di risoluzione. una u[»a un rapidamente, avesse cosa, testa! dimenticherò, — voi. qualunque vostre turbata. da abbandonata, stessa fedele. Fatemi — mia, parola; farò che quello di gli amici. una amico sono qualunque poi, per casa sulla piombi dire a tutto a sola, mai più devoto non di persona, sono la comunicarle diritto di venire in sera mai per tenendo per io — parola, sempre dolore come ho non questa fermò, , mansuetudine, che le disse — , mano casa si e : , di separarsi. Egli andare Eleonora Sentite — dove ella voleva parole e CENTO PER Ora, col capo chiusi, accasciata nella sua angoscia, per muovere il cuore invocando di suo se da marito. tandosi but- sulla e Dio pur la Ahi TRENTA che non vizioso, l'aveva amata , la sentimento: quale profonda. della ne virtù voluto essendo colpito coscienza Ahi non aveva viaggio di discesa piano , E più e crollò gli lieta No , Che se non dispaccio, il capo, dire tutto e le le a di era tornato. lettera il un suo che an- simile? senza e sé fosse caso sempre era casa: a per quel pareva uomo un a reva pa- di fare il delitto chiamò piegarle in sfrontatezza arrivò nessuna sentendo destino malfattore? tutto no: carrozza, chiese truffa, avrebbe onesta Napoli, ma povero, così. dalla del : tardi, quando marito. nessun della giocondo verso alla era grave, discendere suo non assai Era dolo, truffan- speranza pratico innanzi marito. rubandolo, perduto! Cercava, lento piano denaro, molto, necessario del irremissibilmente svanisse influenza ancora, ancora, avere risvegliata la un commosso, , più la dolce complice ella delusione una Quale parola altamente che dopo amorosa prestissimo troppo, strabocchevolmente, del furto? quando le delicatezze tutte finzione conosceva e rone chiacchie- dell'onestà, poiché avendo e aveva finto lo avrebbe poiché egli non frivolo essere grossolano, che e breve Come un meridionale aveva venuta era Era un bugiardo, allegro e CENTO speranza! aveva frivolmente del TER Era il portinaio ritornato venuto ? Niente. Ella più quella gravezza coraggio. Non pò- 300 TRENTA tette resistere salire a la mordeva : agitarsi,di Costa, quel giorno, veniva la banca nulla a in un'ora deposito, ridendo discendevano parola la con le ricordò quello giorni, di andò al cosi, tutti le mandava in da su, della penombre dita sera incrociate, come Il cocchiere le unisse. e un posto un paio lentamente la di all' altro , soleva di follia di la e quentare, fre- d'amici, case perchè sul volto sua poteva che specie frettolosa: tro quat- o sfogare cerca. ri- temeva disperazione; dentro, il cocchiere, precisa, ma guardò chimericamente una leggessero li fra tre per dalla carrozza, usciva Non da sonoro più. al circolo caffè, presa come caso, o marito: suo a e : che riso girando , probabilmente trovare ma là, il riso e marito suo avrebbero non Discendendo che di alta pensando soltanto, sgomenta, dove quella , liberazione, angoscia chierando chiac- felici di , che aperta domandare osò fumando e che denaro tenuta Non che quegli impiegati cancelli: i avevano tardi. più alla banca portarla chiudevano che di , inutilmente. raccogliere il molto per portato anche di tare aspet- , di muoversi marito al cocchiere ad così casa, bisogno suo arrivò ma CENTO in un cercare l'ordine Diede PER basciata un'im- con aspettava, nelle già discese, stringendo una trangosclata lentamente preghiera faceva ritornava, perchè le era basciata l'imvec- TRENTA chio flemmatico: e nella il capo metteva diceva e carrozza 301 CENTO PEE dallo alla circolo, al caffè, in giorni. Ella dava la e non poteva che non lo volesse deve EgU — nel E anche da abitasse. che sera Il le disse E salì aprirle Il — dorme. fece — Si il non disse lo nosceva co- ogni speranza, al chiere coc- il pagava un'ora , con fa. profondo un Raffaella sospiro. ad venne — aveva pranzato svegliarlo che non mormorò ella sé a guardava tutto e alle ora nove. stessa. scintillante di perline nere, cappello, si sfilò lentamente alla cameriera in silenzio. abbassando di di il mantello consegnando la è tornato ella detto Ha si levò Mentre signorino è tornato, tolse ma cato cer- porta. Aspetterò — ; si avanzava, rapidissimamente. la lo avrebbe Allora, perduta casa. meno : signori/w Ah! — a a , Gioia. di salvezza di tornare — Livia caso: via, pensò: quella svergognata dove nella nella que cin- o fine, quando posto nessun da essere vano ave- quattro Alla cercare furore suo portiere in cercarlo non indirizzo,a nuovo un ricominciava. crucif^ via da signor Triggiano il visto degli amici casa che signora , al tello spor- Poi la fronte paziente aspettativa. guanti, Raffaella sedette sulla i in mano, una che trona, polin atto 302 TRENTA — — è Sta più tardi, bene, Eccellenza solamente ella. la Raffaella. Avvertitemi viso nella immerso che salute, lampada. fatiche grande marito quelli immobile, , di bra penomdi seta paralume il aveva che intellettuali almeno tempo, cerchio largo il Suo tutti come si sonno da riposano fonde pro- da materiali o sante, pe- fonde pro- , agitazioni dello tornato a estenuato casa che spirito.Si capiva niente che lontano due ella attese che ora il ricondurlo Si a nella solito le di stanza sua campanello Carlo Raffaella, parlando e e con chiudendo rumoreggiando nuove del con se la sera scricchiolanti. soltanto. quando , elettrico un risuonò, cominciò e il suo risveglio, parlando con stesso, canticchiando, i rumorosamente le duro. grazia di giorno Triggiano allegro chiasso aprendo la e muoversi, senza un per più se[npre forte fatto aveva anche casa, squillo respiro suo pazientemente, Signore avanzava lungo il stanze, era udire, a , Pure in svegliato. poltrona sua nel diffondeva è qualche , sulla z'andarsene. sen- rovinerà padrone aspettare seduta ore col Raffaella, mormorò — si il quando dovette due disse — importa, andate, Non Ma pronto, modo. questo — CENTO Il pranzo Vostra — TER scarpe sue La di signora cassetti, elegante, Eleonora TRENTA — La che cosa urgenti. cosi, voi donne, il favore faresti affari è si tratta di frivolezze. poi e — ciando lui, comin- dire ti debbo Dite sempre — fece — Ilo impazientirsi. a — CENTO andare.... io debbo Ma — PER urgentissima. borbottò — lui, Se ti pregassi, mi di rimettere domani a questo colloquio ? No — ripetette ostinatamente — , adesso. parlarti questa sera, cinque giorni, senz'aver io qui, ad restar a la E trovarla torti sentiva ella che mutata, Ti ascolto, lei,ma a come se di pausa, tu fosse — sei stato banchiere Da tutte tu senza Carlo, — marito stato parire lasciare a i suoi di ragione esser cosi. parlare il cappello cominciò, dirimpetto il e ti ha Costa quattro mesi oneste fra persone che dopo fede buona ingannato ; la in corte una bastone, visita. in la tua le persone vivi di sentiva e sua abituato disse, sedendosi — ella — ti prego produsse sempre aveva ragione aveva Ora cato cer- tranquilla,la graziosa, umile, dolce: , — al forte. Era impressione ti ho notizie: cosi era che ferma, così voce aspettato ascoltarmi. attitudine sua ho Ti giorno, ieri,dovunque. il tutto tue debbo — , in messo tu è stata tua un dichiarano di assisie. sorpresa; amicizia lavori domani minuto un per il per cattivo fare. af- gente che dei possono ladri; comr e si Egli prime parole; egli si Solo come Ella guardava hanno Ti — sei dunque quale abisso dalla lo il la mia, stato ti hanno sei Tu a salvarti la tua trascinato. tu, nella cui travolto esser , Credo.... spero sforzo che — tu onestà, in l'onesto, Tu ho mano partire,fare messa pensi non rovina di disonore. uno con salvarti. Puoi esiste di prova le carte, le da staccarti tutto; puoi se una ancor : tuomo, galan- un soggiunse — possa bruciare in , distruggere quanto te: lacerare, un que, conosci, dun- folle;non orgoglio, puoi domani, con samente nervo- negli occhi, e prosegui bonarietà, per galantuomo, zione. emo- annoiasse , tu quillamente, tran- sua mustacchi, mentito, Carlo. la tua per i suoi il discorso se lo continuava, rimesso era arricciava , poco. lei come ma pallido, alle mortalmente fatto era 305 CENTO PER TRENTA cora an- contro vute, lettere,le rice- subito; Costa, e viaggio.... un Egli la guardò ancora e scoppiò in larga una risata. — ridere, Non le si se — assicuro la squarciasse Rido Europa: ridere, non voce per queste frottole Costa è dei è testa finanziaria per una che lui, con JIatilde ti uno sei un più fatta tono yERAO, Racconti. di come diss'^ella, — che forti l'angoscia. ti hanno contate. rac- speculatori di potentissima. Ti corbellare.... sprezzante — giunse sog- pietà. '20 30t} TRENTA Costa — tre tutti e nelle mani ella,frenando come Ti hanno notizia che di Costa verità, gira da ne sociasiorie ci non Questa mesi. Sono giro come la voce. se fosse tutti è una i nemici la stessa la mano, quasi, arrestati, come '(s- malfattori. disse — penso Oh — smorta cara. lei, levando Sara/tno — di Follìe, in sicura, sono esclamò — quattro mettono giurare. — ella diventava burlata, mia che Io — disse — indignazione. sua mentre carte svenisse. se — la le del re, procuratore stento Egli rise ancora, deferiti fra saranno giudiziario. Tutte del a CENTO gli altri giorni al potere sono per PEK lui levandosi, — follie,io neppure. Carlo, Carlo, tu vuoi non varti sal- dunque ? tua che? da Ma — mente Ma che fantastica? Io vai ho non consigli né di preghiere. Sono ad principio, continuerò ricchi — — bisogno socio di né di Costa dal diventeremo esserlo , lui. quanto È nella avvolgendo denaro rubato, Eleonora, tu — disse lei duramente. , perdi la testa ! gridò lui — in collera. — Ti preso come la dico che come moglie ò denaro ladro, di un e rubato, che ladro! io sarò e che tu rai sa- considerata TRENTA Taci, — disse — taci, pazza Ella del vi è paura. re noi Che altri siamo sono tanti, che in buona Tu truffa, un — se ne di si legano le noi a rebbero crolle- crollare; Rassicurati: persone. così cinico spietato della neppure che , di fingeva egli confessava ella vantava, rovina dunque sai furto? — Piano, piano; diamo combinato senti e la come pietosa crederlo sua in plicità com- sé un in , stessa grande morte. vantaggiarsi Noi cui immensa una silenzio — moglie sua che credere non Abbiamo profittava fede, in e e , non di denaro? furbi. discorso questo può lei rabbrividendo. troppe abbastanza come rca pa- — denaro col possiamo non noi con bugia fece — Il compra gl'interessi che modo, egli si sciocchi. in cui nostri. l'innocentina, farmi Non a volto; sogghignando, lui amici non cosa cose E sul che, bian- Giudici, presidenti, procuratori Carlo, Carlo! siamo — , le labbra con contrazione riprese — tutti sono molto. — i denti morisse. resto, — digrignando , gli occhi, grande Del — non cliiuso una che lui Ò07 CENTO sei ! che aveva con PER della che queste banche chiese ella un'audace ingordigia l'interesse.... sono glacialmente. speculazione, e una della un bestialità. ÒUS dal Levandolo — questi lui, egual con collera. sua — Eleonora, fece — lei, esclamò capitale.... glaciale. sempre — CENTO PER BNTA T ti non riguardano, la freddezza, reprimendo donne Le — affari entrare debbono non negli affari. dunque Tu — credi '^ mi non ella chiese — angosciosamente. No, — le bruciare salvarti, di di cercherai Non — ti credo. non carte, di partire?.... Neppur — qui? Resterai — Non Sì. — vi che ora la da è 1 fece — denaro. tanto guadagnare via andar da sciocco così sono Dio Oh — sogno. per le mani ella torcendosi per disperazione. far Non — rettorica, Neanche — nostro ti prego se nome , pel se nostro Rettorica, rettorica, — onore scongiuro , pel pel....nostro , vedi agita, te ne No, Ella — come abbassò vedi brucia lui, sempre il capo sul , mi dolore che tutto più ti non commuovere ti prego, scongiuro, fece ripetette lui. — Carlo, Carlo, lasciati perdere, — ti , passato? amore — mente. lui, sprezzante- disse — e parti. duramente. petto, come se pen- inteso, Ho viziosa. Voi — di sposare un furfante.... , galantuomo, Eleonora, — quando quando altrui dei , Almeno risorse.... altre hanno voi ! Almeno nel poveretti foste la aveste che è Ma famato af- povero, miseria di molto denaro denaro lo sapete preda — a Oh un per stato te? con colmo venti Ho occhi della un anni maggior quella.... esclamò — lui, in di collera. voi! dis- — al cielo. sarei che stato morti? brutalità. a dire capriccio; me tutta la vita a gridò lui, — Credevi — il rosario lo pago. che templare con- vato arrirei sa- insieme È denaro tuo, forse? — Oh Madonna, • Gioia.... accesso le mani i tuoi al a Vergine, soccorretemi santa Credevi Lidia vuoi? infrenabile s'ella,levando — a si, che Ebbene, — bene.... darne per , voi di l'avidità, è il desiderio naro denon , , iscusa! gogna ver- nome.... le mani mettete denaro nel dalla le fiamme porto il vostro che voi che un lui furente. faccia alla penso penso di moglie gridò — salgono Mi — la sono avete ordinata vita dis- la vostra creduto Ho valete non loro, come altrui, per del denaro bisogno disse. ella — gli altri: voi, di tutti meglio zione emo- scomparsa. era — , di traccia ogni rialzò lo Quando sasse. 309 CENTO PER TBBNTA Madonna, illuminatemi! — 810 TRENTA esclamò di niente? che annoiare esse dalla che casa? si Vuoi da urlò — Posso — che Non suo ti l'uomo addirittura? vada ne sti que- accorgi più sempre me natemi! illumi- con scene, lei. nevvero? con un'altra, con salvo nessuno, piagnucolosa, perfida d'ingiuriare la gente marito! Con lui, ripetendo frase, questa Lasciami volta. terza staccare donna una la rettoricate. stare a permette te! a lei, con con scio la- Ti Vergine, queste con servono Con — sei libera? Maria per queste con Andrai — ella fece Non gridi, talmente. men- pregasse vuoi, forse? che Non Vergine, Maria — — se seccarmi. non Oh — quello tutto mancare libero, ella, come nuovo hai Non — CENTO PEK onesta, tutti,salvo tre a minciare co- che quattro o che e con volte potendosi più padroneggiare. non andar via, io diss'ella,lentamento, — pallidissima. — dove Liberissima, esclamò — potrai andare, lui. io ma non Non — so bene te lo domanderò neppure. — Tutte buono occhi — 0 le creature cattivo, — trovano umane ricovero, ella, levando mormorò gli al cielo. Fa era quel che stanco ti pare, e voleva — disse andarsene. lui, che mai ora- OÌJ TRENTA piano, andarsene, per al terzo su, che guardava, alla porta la porta che ma agli occhi dello ringhiera, come si schiuse sigaro, il marito che Questa, saliva stupefatto la ed fumando Sempre udito aveva casa e un mento mo- Subito dire neppure ella, senza in bussò vacillasse. se rientrò marito moglie piano, appoggiandosi parola, scomparve. una lentamente intendendo, non del terzo alla CENTO piano. innanzi E PER e visto il chiamò suo faella. Raf- tutto, arrivò subito, pallida, tremante: Chi — lassù abita al terzo piano , ? chiese — lui, fingendo indifferenza. Il — signor Paolo È disse r amante della lui, con faceva malgrado la cameriera parole, disse Nossignore, — che fischiare , delle signora, voce una denti,mentre E balbettò — ella, gli occhi. abbassando — Collemagno, non è vero! gli fischiava la la sua — fra i mazzettina. ignoranza sua subito: nossignore. Era che uno le leva vo- bene. Ahi — fece — egli, torcendosi nervosamente il mustacchio. e Ma se un po' Lassù, ne di andò, pallore quando col passo sulle ella aveva un po' incerto, guancie. bussato, come se Paolo CoUemagno aprire egli aspettato avesse fu Quando stesso. 313 CENTO PER TRENTA dell'anticamera, entrata, nella soffio un ad venne , le uscì nombra pe- dalle labbra: Eccomi. — Egli s'inginoccliiòe piangente della Al clie veste, piamente, giorno salito era strade di Napoli; della e le se Ruffo banca serbato avevano il delle numero centodieci, diffuse a prime Scilla molta venti, della e lusso certo nel che personale voleva sdrucciolate erano equivoclie, di brutto le e due di nei poclie mal stanzette che e vestita , un Vecchi, del vicolo secutivamente, con- sorte, erano della compiva semplici operazioni pagamento un mescliinità, nelle strade , e anzi grandioso, portoni oscuri, dove aspetto partamenti ap- , le altre nella sta Co- negli affettando le zione imita- a banca decenza parere tutte ban- tutte per , e l'orlo santamente. di febbraio 10 le baciò degli primo Stufa interessi. piano San scuro di gente mente goffa- sito depo- Bastavano dei Guantai Giorgio, del vico 314 TRENTA Campane, dentro messo due due scrivanie in figure, esose zoppicanti, due grosso Alcune di queste ci è mal vestite , tone car- paglia. banclie Mezzo sorte erano di Vico Nilo, di Cannone, dove Tribunali, tutto, famiglie borghesi, famiglie di operai di di fiori fabbriche artificiali ricamatori di , , di povere oggetti sacri, levatrici,case del disonore , vii prezzo a ci dovunque o averci , di nuove vicolo del Mercanti, dopo registracci di sedie quattro e quei palazzi di via via banca, una creare per CENTO PER all' inferiore, banca; una banca popolo, vi mobili, nei nei letti di ferro puzzolente , facce le stesse parevano il le di o gli impiegati le stesse camice arrossite che Però , queste nuove crescendo di Era stessi nità afficancel- piccole banche, di pegni e spegni , e gli stessi soprabiti bisunti, lassù, nella tetra l'indecente banche, che zavano stroz- vecchia, unta, roba nuove stesse rotolando cravatte agenzia. di miseria l'interesse precipitosamente, neve geva sor- misteriose registri,negli legno. che quelle sfilacciate, le malgrado piano superiore delle erano quella delle avevano pegni; anzi, degli impiegati di di quella dell' agenzia come al berghi al, rigoglio naturale, un e di agenzie e come gionier pri- bigliardi clandestini un'agenzia, era donne come dai venuto era una tutte lina pallotto- ghiacciai eterni PER TRENTA diventa delle Alpi dare l'interesse denari anche E sino più lontane Chi non da anticipato la denaro, di loro depositi pioventi a dieci quei quindici giorni; per otto di faceva facevano che il denaro solo cosi alla esigere, per banche; un dovunque circolo una , jiadiglione militare, un grande convento di più per polosi, scru- poco, scienza; co- i vessavano mettere era i delle propria proprietari di provincia sulle gnare conse- giorni, per otto per altrui,i più onesti, dicevano coloni, per postieri, giorni,a quindici giorni, , i \ dovevano , naturalmente prestare: pensione; quelli arrischiavano , giorni brillanti,l'argenteria, banche, tutti conto ne lotto, che alle impiegavano persone vicine vesti; i pensionisti impegnavano di banco se i cartella il denaro loro mentò au- cina die- prima provinole più in assunsero le ricche esazioni le tutte impegnavano vendevano lo i , aveva signore tenitori che visto, mai ciale. commer- cento, nella per i propri favolosa. forma una le Napoli, tutta di interesse febbraio, tanto di da al trenta metà a all' altro passava fulmineità come questo fatto cosa di colpo consegnato aver sportello, si fantasmagoria, come e dopo il Già stato l'interesse,qualche aver per che uno a valanga. una anticipato era tanto gennaio, CENTO un il loro naro de- ritrovo di famiglia monaclie, un , un 316 TRENTA ritiro di oblate, di convitto di febbraio sviluppò i più poveri, di al trenta denaro a cento.... al per depositi caffè indurre di alla che banche. sospetto, una diffidenza: voci la che prudenti baracca; furiose indifferenti questo e dei che ha bisogno , vi non difensori insieme banche di delle que, fossero, dovun- gli scettici,gli questa paura diffidenza vaga, eccitavano pascolo alla la gran fantasia nale, meridio- a Quelli che erano ogni tasia fan- dovunque, di entrare disperatamente, delle brivido fossero fra negli affari di commercio. battevano un un come depositanti molti il crollo di tutta discussioni davano e al pa- queste su un vi non al ritiro,dalla in come gli esaltati,ma toventi cen- portinaio fosse annunziavano sospetto, questa la mente vi che già che non in dal paura, già aveva del denaro non vaga non delle che già Non dal e pinzocchera borbonico tutti misero di casa, dron a banche moltissimi: dalla maestra, sua , mese. , educanda naro de- più restii queste alla stiratrice dell' esercito i nella più guardinghi i una lire di economie capitano un del passione piccoli,ma erano di cameriere da tanto ragazze, dovunque, la più economi, il loro mettere I educandato un , si i CENTO ragazzi, dovunque, decade prima PER si di-, gli esaltati, costo agli interessati, facevano che an- , una e costo; guei TRENTA violenta contro attaccato loro quartiere buone hanno funghi duello un banche le minatorie: era già vinta, di era se la furore un travolto i le lettere sati interes- che presa, ne teva po- la Camera magistratura, che era per cento di le quanto undici per dieci quaranta per esse perchè cento non sorte per più piccole nei , febbraio. febbraio Nel cento arrivarono meriggio po- l'interesse giorni fisso al dalla nel oramai avevano anticipato, fu portato da al crescevano, avesse e dieci,undici giorno restato sessanta rovina , nove, del depositi cervelli sguernirono si i di umili più giorni otto, Ma grado mal- gli l'impressione per freneticamente, , banche Il Ptm, anonime, di tutti le Commercio. Pure borse fatto era campagna paura tutto ucciso: stato sua il governo, avere Si l'opinione pubblica, già per ma e di sangue. le lettere la gran e non come nella minacce, banche: era cose sorti,come erano turbamento. già macchiate erano dato le tutte queste innocente un e principio aveva non come rovescio, grande un e Però, mai. , continuava gnìo banche il loro portava dal , giornali ligii a , il Pungolo sera, sin che onesto le aveva ciò giornale della un coraggioso, , 317 CENTO PER due dalla trenta nuove prima e al seconda. ad pomeriggio avere del tanti, deposigiorno 11: TRENTA il banche, fu E tutte il cosi: che sarebbero volte tre del nei coi loro Ma era Scilla, della mattina ci Non nella che dettero cre- notte tutto, dapper- d'iiirerno, nelle bische, nei balli coi loro amici, cominciò il panico: clie nella schiudendo po' di guadagni, di e che dopo Scilla si era ai suoi e nell'abisso molto si seppe per che difatti,si seppe costituito miraggi Rullo costituirsi, nella avvenuto dove mente, po' involontaria- un , fatalità per Guglielmo notte più far fronte gli occhi travolgere promesso questore Ruffo rata, fu dichia- anzi donne, potendo non lasciato fantastici al data , grandi le loro sicuramente un aveva nelle e suno nes- stata già giornale. al Giardino e con alle otto pagamenti, si del che parassiti. si seppe Ruffo Carlo caffè, dire essere, sito depo- in disastro, si mostrarono trattorie grandi del di cattura somme era gli interessati loro San a e poteva e neppure prima le notizia La pio desiderio un stesso procuratore suggelli. Bisogna i apposti o dallo spiccato mandato sequestrate state ci credette. due il castello un banchieri, collettori,impiegati: che contro e come giorno prima avrebbe l'indomani, , quante, Piutgoìo fu annunziato re, larono crol- mattinata , le di carta. nella febbraio 12 giorno CENTO PER Scilla mattinata, più tardi, immediatamen il fatto, Guglielmo nelle mani del qua- daO TRENTA folla via, a forza. soltanto, furono vecchio che come fosse se ultime, rade balbettando, tolto r di era che rossi se regolare uso che coloro fra entravano urto presentimento: e in si affrettavano a dar in non cosi a modo malo volta sua più alla la cattiva il più Trinità al vico San Tofà pebre morto, le pal- gli occhi taluno i sotto desolante le donne. alla : tava notizia, divenun se colui : apprendeva che dolorosa come notizia, gridando, non vacillava gessero regcandogli man- , il terreno Ma e e cattivo un imprecando "pallidocome luce nulla cinquanta, tutti in nulla la gli battevano straziante Lo ancora quaranta, ancora sapeva chio, vec- gli avesse nervoso strillando,piangendo, che parola sgorgate folla, vinti da loro massarsi am- vecchiaia, andava sapevano la , altro un erano favella. della non la lui; della un miei scialbo giovane donde lacrime come figli , ammassarsi, anche impazzito gli occhi con strazianti. continuamente ripeteva e miei un ci è che : non mormorava scena una lugubri, assassino; un fu non Figli lo dovettero guardie Le Ma scene gridava: sono , le tante che uccidetemi, CENTO atterrita! già sgomenta, condur Un PEK piedi. spettacolo Dapertutto dove degli e Ferdinando, Spagnoli ai Guantai nelle vie vi e lo una era a Vecchi, vano presenta- Santa a grandi, nei banca, Brigida, Toledo e a vicoletti. TRENTA nei anticamere da le tutte bianco grembiule popolane pegnatrici elle avevano che dietro pallore, la il stessa disperati di tentavano cantuccio a finiva solo lane. popo- tremanti, di labbra violacee che , li nella i più sapevano non strada in , un , a lacrime grosse sulle lacrime un lenziose si- altre guance, fluenti,nervosamente bambini, nei loro grandi angolo lacrime per ricominciare desolate , sulla rovina di ogni economia, nei , portoni resistere, era di Matilde un , la nota di nella pianto acuta a un piangenti tuna, ogni for- quel strada, per cui della nessuno mattinata gennaio. Sbrao, Baccmiti. che in ogni speranza, pianto femminile, lì,pubblico, le scale di invano singhiozzi. Alcune i desolate, sono in le loro lugubre delle quel pianto continuo, incessante, E di sa stesso di mani altro, quel pianto di donne tutte lo convulsa si disfacevano disperate, come dolori. stesse , di calde scoppi signore cappellino capitato strada, alcune che mezze spettacolo reprimere di col lato,iin- un mostravano collera piangevano e le e primo deboli, più infinitamente frenarsi da pendente la veletta Straziante occhi di traverso, signore preso le condizioni, di tutte annodato mezze , accorrere scapigliate,cameriere e lo scialle con le tetre per vedevano parti le donne, in basdiina oscure, si dovunque , popolane e le scale portoncini, per d21 CENTO PBR 21 3'J2 TRENTA la Ma delegati i registri i impiegati, o Allora, funebre tutto maschile avrebbe mai clamore fatto dove forza riavuto più di nelle pubblica che più furenti toglier ucciderli, per a la Santa Era di lamenti, non gran urli, clamore un disperato di che i ragazzi anche sciarpa via i i bastonarli, per per alcune carabinieri, parlare colpevoli: Maria La ai i colpevoli;e le guardie, volendo In , la accoglieva banche, l'ispettore, il delegato Foria, salvare la folla facesse Un contro , ai denaro. materne, massacrarli. cingere per il suo gli arrestati mano Tribunali, che portava si gettavano di a si bene perduto, strillo braccia uomini, era pianti muliebri, il loro mettevano di e sentiva d'imprecazioni, bestemmie, tenuti tutto cora. an- convoglio lento cose femminile finito,che era di truci e presentarsi di di gli avuto avevano di quella specie quel trasporto a , a i libri, i via , che l'impudenza in , i banchieri arresto collettori pochi l'imprudenza la folla in portando e le per- guardie le , portandosi travestite, e seiiue- , suggelli, scendevano di , uniforme di perquisizione gli ispettori nite fi- aspetto, quando, di di stro, di apposizione scale CENTO cambiava scena operazioni le PER Nova in fu soldati, per giustizia sommaria alla ai vette do- folla furente, altre, ai canti Mer- chiesto forzo rin- impedire che dei bancliieri. impossibile sciogliere gli attruppamenti, im- possibile nella aspettare niente. strada l'urto di restare alla correvano cosi le mura , giovanotti, nelle banca, istinto per , aspettare . di vincibi In- disperazione una donne, uomini, la forza di inutile era aspettare , Sotto che gente , Che! vaga, la ^jersuadere loro case: con una vedere non vano ave- vano, usci- ne speranza la strada le , il loro dove pareti , denaro stato era , travolto. Nei circoli nei monasteri , negli uffici, nelle del disastro arrivò le sospendere più nò pensò ad uscire dello ogni ritegno Verso le tre di tardi la chi e lo nuovo Ma da prendeva quattro, oramai nessuno la , folla si via che che maestre, di militari, uscivano dolore frementi trovavano dal ordine dis- via. saputo casa, messo, per- riguardo, aumentando, vedove di gran correr a sopraggiungevano, ansiosi', taciturna, ogni avevano di vivo a banca questo sé, cosi, nel che allora elemento ma alla aveva venne Monache allora scrìvere a pensando non , tero dovet- , spirito, buttando notizia. l'uelli lavoro correre lo non impiegati, operai, un si zia noti- , per tutti costoro che due: , , se il né leggere andarsene sapere: le , a la padiglioni, verso lezioni , per nei scuole, educandati, negli , vunque, do- più fessori, progistrati ma- tribunale: stupefatto. alle tre, alle una folla , nell' oppressione, stanca d'a- 024 TRENTA troppo parlato,gridato, pianto, bestemmiato, ver accasciata che dal desolate. case non come più grande era folla di anime che come se tutte le colpite. E vita chiudevano, fatto taciturno nuovo tumulto dai nuovi arrivati di coloro l'amarezza inondate avevano da magre momento. deserti, si fra lugubre, un sette e poravano assa- ore loro sventura già, coi treni E Caserta, ad cominciavano multo tu- un da Foggia, i arrivare terribili stati erano -facce più colpitinella alcune sconvolte , , con parca trovo, luoghi di ri- , provinciali,quelli che fallita cine, offi- nasceva, vene. , Campobasso stupidità le i da da Salerno fazione stupe- le deserte della le , gran che una una di convivenza, un coro successivi da in mentre comune, tutta ne trovava dolore scuole, gli ufflcii, tutti di silenziosi, sto gli altri. Que- improvvisa una la più disgrazia propria si chiudevano , avesse il capo, la di contingente nuovo dal colà erano di tutti quella di minciavano rico- scene neppure dire che volessero se e , desolarsi, crollavano di Le avevano , forza che quelli tutti che e inutile aspettativa li,attonita, inebetita, incapace nelle e mattino di un' peso restava pure di rientrare e CENTO PEIl alcune terree cosi nella rosse , gli occhi dovessero Nota così morire iniettati di sangue, di apoplessia, curiosa, bizzarra, i in sezza, gras- che quel provinciali TRENTA tacevano PBB CENTO dicevano non neppure , guardandosi attorno avuto avevano Napoli i e di crogiuolo spariva, denaro diventava Napoli, e dove dalle fide i Napoli: alle credevano facce solo napoletani dei napoletano di che commedia grande Napoli, che forse ne parte si mentre di curve si rannicchia in da chi sé ha ci non grida ai , che sola un lira; avuto stesso costoro, il loro denaro, tasca piangendo una e dando. gri- strette, con forte un certe con a tutti in ancora le labbra Cupi, tetri,con spalle una non fantasticamente, disperavano , alle mangiato portavano essi credevano giuocata avevano che a quella tutta , perduto avesse anni, provinciali non cosi, vagamente, credevano una : vano ave- portar via , da grazia disperate , pianti paese I erano perduti: erano pappata più. squagliava, Ecco, ci si erano mai visto avrebbero si nascosto Dio, quella bella bollente un denaro, napoletani di grazia il casse si il loro lasciare come fredda. e sospetto gran tutto cenere capitati,alla perdizione voluto in sempre napoletani: diffidente,pauroso: occhio con parola, una le colpo e occhiate , obblique tra la porte sospetto, i provinciali si aggiravano di folla, salivano sbarrate crollando come e chiuse il capo pazzi, alle coi banche, le suggelli, scendevano ironicamente: andavano trovavano molti in dal questore zella, carroz- al prò- Tr.EXTA dal curatore da re, anticamere Napoli che vi nulla era dei sindaci ci credevano, che vi il crederci, trama le ombre Infine per dolorosi come erano malincuore, propria della rientrata l'ora del prima e a queste casa, rimorso. porte: tanto, deserti. rimasero solitarie sino a si E l'ora tutto del il peso di una nelle erano della tutti l'ora dolore, comune Il teatro tennero notte: sparivano in morta, parve aggiravano tarda che più poli Na- sopra disperdendo: si andò intanto che credevano, ci scesero ci sarebbe nessuno parole al paese, seco il' inrcrno e provinciali rimandarli notte, dopo il disastro. il Giardino periti sentendo sera Napoli loro ghignando, temendo sciagura, mente Paziente- dei i E fantasmi portando parole gabbati. e la folla lentamente e a della in il momento, per non ma loro, provinciali, truffati la naturale rapporto a alle dicevano fallimento. uscivano una simili napoletani. fare verità, non era del di la stessa erano da aspettare l'aria avevano i intiere, sfogavano , bisognava quello si e facce li ascoltavano, le autorità non di bunale del tri- ore malgrado infine, e contro presidente aspettavano del ricevimento, amare che al popolate loro, entravano, freddezza CE^"TO costui commercio, di nelle TER San chiuse andato. quella Carlo le loro I call'è quantità di strade tutti più bre ommote, re- quelli che 328 " TRENTA liva galla: dovunque a invano tumulto 1 cattivi 1 nodi vari che le rivoltelle che della treni o curioso, di ora in il modo ora, case come con o al un e milioni altre la banca milioni si seppe che : sei e altra , una innanzi disonore, espatriando, salivano queste crescendo si cosa cifre, spaventoso. e la cifra infine Ruffo in tutto mezzo. erano ferimenti; Scilla,dieci Costa, quattro milioni milioni silenzio fallita, qualche la banca piccole banche, trentaquattro nel famiglie. E già milioni, dodici, quindici; precisa. Venti le suicidi! innanzi le cifre della di spargimento partita fuggendo era di qualcuno quelli dell' , abbandonando mormoravano vano già brilla- mattina cinque con sera rovina, fuggendo Dieci Alla quattro e in tetra pure dolore. risse corsero ac- lunga, piena di pianto, d'inverno, quantità di gente spezzare. , lo impedire il avevano soffocati gridi nò si allentavano sangue sempre per dai potuto molte del i coltelli: e accaduti avvenute nudamente, , indissolubili disperazione, di erano alla vincoli sentimenti, notturne, quando inconsolabile un coi fu Notte di sangue. di palesavano li doveva guardie questi posti nel dell'interesse, nome posti, chiamate le piena si più , colpo fatale In i sacri e mie gridi,urli,bestem- trista, i più cattivi istinti crudamente: CENTO erano soffocate. dell'ora più In PER una~ e mezzo fallita di TRENTA che Colui non né de di , fuggire, del mattina uscisse di ricevuto 'lettera di madre dai varii di nel loro tempo e un un la loro della più grande, venduto, che Sorgente che ne aveva che sorella erano dalle che che giunto finan- era la speranza, di , — triplicare — la desiderava dato avevano mandate un la de a que- e resse l'inte- con casa così, di vero po- , che casa da prezzo del casetta una una farle per poco figlio del povero Alessandro ! in speravano, del ahimé bizione l'am- con questa casetta Napoli, a di Alessandro state allettate Costa, di comperare carico cane, un volte lire, sperando, fratello,del buon come mille masseria: una a meno che , venduto banca cato. pec- grave piccolissima fortuna, duemila st'orto, per La dalle chiacchiere Giffoni paesello, con orto, avevano esser di raddoppiare di Vallepiana. Giffoni collettore un lezioni, sue Salerno, ripetute depositanti promesse che otto, prima commesso da La lunga, confusa, straziante un avevano arrivate cidersi uc- Alessandro giro delle Stordite, imbambolate erano di né professore. alle solito sorella, da sua lei e infermo e pel forza la il povero era febbraio, 12 casa egli aveva avuto aveva il gramo Perula 329 CENTO PER denaro Feruta. Napoli, vivere. a gran lavorava vano Ave- Francesco tempo, ma vile, visto la premura la Le per madre e duemila mezzo la lire di un ^30 TRENTA PER collettore, di nascosto donne le due ma Poi ricevuta. sulle notizia brutalità ed sapendo come molto che fra due giardino decise erano il mal il denaro a giusto in quel giorno qualche soldo giorni Napoli: a venire per del peccato E cosi, anche fatale giorno livido i Alessandro lire, in cosi gannato, in- ginocchio, né conosceva de Peruta in quei per poli Na- , di febbraio, morsicandosi singulti, andando questura, di late Pure, deso- andò girando le labbra , , paio un bugia. né inganno, non gesse esi- loro averlo perdono, che si , che mandasse cosa. per lui, il giusto, il buono, la mese settecento qualche gli chiedevano a e un stare a commesso, cartella, di duemila con combinato avrebbero lasciare Sorgente lui la scadeva dopo sapendo esse, dovuto l'interesse con cato pec- fatto. Infine.... pregato, mandar a il loro Francesco a piena di esterrefatte, non confessare per giorni avrebbero il e fare risposto lettera restate erano che qual- sapere aveva una pianto, molto aver casa Costui — riparare per , scritto, fingendo banche. esse di che peccato figliuolo,per rammentava ne se — e fratello, la cartella del avevano commesso, dal — avuto po' inquiete un niente, al fratello di ahimè, — avevano , avevano CENTO dalla dalla banca mere repri- per Costa (juestura al procuratore del alla Re, TRKNTA e al tribunale banca di 331 CENTO Commercio, dolore. Ahi poi di e trascinandosi Costa, dal PER piedi, come il destino era a clie , di lui! più forte lira disponibile, con creduto era banche; e i suoi al vaghi sicuro stato una quanto presentimenti, dalla tremato aveva betito ine- mai senza famiglia povera una lui, egli, malgrado si infermo, Povero, alla nuovo disgrazia delle gli altri,il poveretto per t forte, più forte Più due quelle sorella: poteva ancora di osavano che Costa Quel andò non sicuro. vi pietà; che andò non colazione, soltanto da dei alle que dovunpena ap- di dieci della tutti, milioni. lezioni, non sue pranzo: a sete una vano guarda- depositanti i andò non setta ca- appena più malaugurati i egli e sua spettro di questo niente, niente era Lo miserabile, e dirgli di e tetto, la vecchia aver erano giorno a malaticcio acciecava madre sua pietà, dovunque, piccolo, banca il loro toglieva con si di famiglia, il ricovero di uomo donne sante e destino, che il e ardente mentato tor- stanco , ma incapace palazzo di Cariati , girava tanto, macchinalmente, bicchiere due d' acqua, centesimi. piccola stanza, nella rientrare , girava bevendo ogni , dall'acquaiuolo, un senza Qual notte di stanzetta sua sciroppo, che gran pagava egli passò, lassù, nella fredda, solo, solo, solo! Aveva cer- 332 PER TRENTA di Eleonora cato Triggiano; lontana, avendo suo amore peccato; suo il collettore Triggiano insieme Parigi, e diano quotidi cercato aveva della banca Carlo Costa ma , Cariati, dicevano i via portandosi ma della povera gente; rientrato era il diretto preso solo, non nel lazzo pa- donna una il e zanotte, mez- solitudine, nel pianto, sofferto avrebbero cosa maligni del gendosi affranto, immer- stanco freddo, nella che Torino per il professore, a e , sentendo Paolo a il rimorso e , costui, all'alba,aveva denaro lontana era , del e ella ma portato altrove, il Collemagno CENTO le due , donne, povere che a l'indomani venuto a del dello invece pietà infinita per immaginare preso da r ira pel miseria, un svincolava per la le due di tremore sventura, sentiva della collera, pietà,una una sorella, di di senza e disuniva un'adorazione fatta teva podre, ma- esser il terrore tre Mendella i cuori e , più stretti,egli sentiva all'affetto sua compassione. perduto famiglia diventare rebbe sa- l'angelico E nel- casa. benedetta po' dappertutto il denaro, e non disgraziale; donne sua puto sa- Sorgente loro nasceva la faccia denaro i nodi sua pietoso, gran un dalla casa poveretto, invece sdegno, volto sereno Francesco scacciarle cuore avrebbero tutto, la perduto avevano mentre il Giffoni, quando l'amore più profondo, nella mescolarsi di un culto protezione, qual- he di cosa OL^li pregò più alto, di di e il da non la fiera a E e raccomandandosi la trista buona, e pieno di tal quel piccolo infermo floscie guancie alla in stazione, volto loro ma dal o vollero dispiacere aver di tre volte, dopo averlo del egli, con intendere che che Erano stanchezza parlare ne cenno plice sem- annientarle. e grossa in dalle prenderle a volesse pareva smorte e lasciato la viaggio un stanche, vecchia insolito. abbracciato, denaro, della un così dre ma- ansietà, guardandole dalla ma loro di La meraviglioso , testa intensità legger nell'anima. casa, Due tale con di mediatamen im- passava, viaggio. egli andò , dare man- sapessero la sorella dalla fremendo non colpo poteva gialle e che in coraggio novo sua il denaro venissero che momento stanca, e un un loro GiiToni,o a vecchia era E notizia sorella Dio, perchè a potè Feruta sua ogni e figlio inauditi, il giorno de viaggio, scrivendo in sentissero donne sue a dalla perchè sforzi con madre , di dovere Signore, il egli potesse, suo il prof. Alessandro sua il il altre, le novella. seguente, per fare a pregò femminili: cuori notte tempesta , pregò amoroso; bocca la dargli forza, perchè disgrazia questa nella E sublime. Signore di misurare il iuei deboli, ingenui Signore CENTO PER TRENTA loro della avrebbero unica mano, esse sorsa, rifece parlato più JUliNTA lardi. Quelle di E tacevano, farsi un soli baciò mortale, t^enue la ingannate di stanza biliata, mo- da un rugosa di sua E lore pal- più vecchia che me. donne iii- facilmente tradite, la dre ma- disse: povere intesero ma le avete non ingannate, mentre la e provincia, tradite, e verità. cava cer- tutto. coperto lavorato, voi semplici, e mano mamma, donne Erano dire per piccola volto tanto aveva Mamma, — leone, nella col lui mentre , , che di seduti ej^li CENTO pensose, cuore furono quando l'IiR subito la bile terri- sorella gridava di voleva inginocchiarsi sperazione di- , davanti al averlo 0 voi E chiedergli per di perdono rovinato. — — figliuolo fece mamma, avete piansero pietà. — me, avete insieme, lui, me, nella tremando non più di dolore, temete. profonda liare fami- Alle dieci parrocchia dei della porta dell'antica sulla di campanello allo di piazza il la del Santa vico del Maria cominciata un vico in nella rimase accanto Matilde Sbrao, poggiato ap- porta stesa, a ditrilli, grande fra di Pentecoste. si chetò: alla porta, minuti poco Apostoli ma ritto innanzi : Racconti. i della Grotta dei SS. tratto, il campanello deserta sti-i- e Vertecoeli, della chiesa sugli scalini,ripetendo ogni due piazza minciò co- avvertire per cantata, la funzione sagrestano alla a grestano sa- uscì e vecchia Apostoli, delle Gradelle, che SS. messa grosso un serviva Gerolomini, A il napoletana campanello di via sarebbe Apostoli stipitedella pesante continuamente: Marra, il argento. Il sagrestano, scrollava quercia, divoti chiesa SS. agitare vivamente ad dulo quella domenica, di mezzo e 22 GIOVANMNO (1 il Avanzate — le Pure alla ancora che borghesi doveva di pettinessà dei mazzocchio Il piazza, monotonamente: Nel in il Avanzate palazzo mozzi di stalla strigliando i e due di ora cortile, un di percalle nel lucido dei bambini. di questa la esce SS. della messa. Apostoli, festiva, il movimento si palazzo giallo,con che centuava. acun i cocchieri e i , della principessa botteghe acuto puzzo dappertutto. Giusto, della mani qualche dietro piazza cavalli, lavando dalle Solo sdegnoso i finimenti,riempivano sudicia: gnore si- ancora: ficcata lastricato largo, mal le ripetendo, agli echi grande un pezzo nelle vestito nuovo piede, che quella mattinata cortile col numero Era volte. tre assai gente, andava — il grosso capelli,tirandosi minuta chiata un'oc- affrettavano argento sagrestano, teghe, bot- cantata, il sagrestano messa giungeva, loro dare a erano si suonato aver popolana la la uscisse delle pomodoro, ancora pettinatrice,non perchè di messa. ripassavano e dove sugo la esce andavano cucina, nel bolliva carne e ora passavano che le massaie della MORTI! che piede, bottegaie che LA agli sportelli socchiusi innanzi di 0 principessa di in le di Santobuono, carrozze di pozze interne di stalla finando stro- di acqua spalancate del si quell'ora,la Santobuono e era diffondeva due mantici quasi in O fra ordine, mozzi, fra di nella strada a scala palazzo pulizia al primo di cinque piano mesi, le davano non alla pace pallida, volta malediva di monaca e stupido larga donna testa le che la quella domenica, : arrivava non lana le lacrime con in cui preso invece un più assai nera, corto, innanzi, coppia alla e rossa, agli chi, oc- di farsi amore Ranaudo messa: cinquant'anni, lunga, pingue che davano non pace, di vestito aveva , preparava a abitava pazzo Ciccio, l'impiegato postale. per Dirimpetto si di il momento casa, che quattro piccoli figli Orsolina volta, a tiere, por- incinta, quell'anno, minuto il mile siLa essendovi altri orribilmente consumato, e i suoi abbottonarsi dere pren- messa. a Orsolina ancora donna a agli inquilini,piano Mariagrazia serva specialmente, ad affidata un andare palazzo un non donna e dovevano due, ai SS. Apostoli, poiché era di e passi, per condurla e era che abitava numero piano. Giusto, per cocchieri Carbonara, a che fortezza sporca: la di venti a Giovanni San una assai era àó'd MOnTE scalpitare dei cavalli principessa del LA chiasso gran là, scendere uscire la un lo O GIOVANNINO che si andava larghe scarpe di con non un donna Peppina naudo, Ra- grossa, grassa, più viso ha roseo avuto pelando, prunella posatamente infantile con figliuoli, si faceva dalla di serva mettere Concetta: la d40 O don mentre Alfonso del di lotto ritorno da alle tre donde e in di cerca nero: sinistra,un' andare vecchio messa: a scarno e naso un bianche due e Vincenzo Manetta, di storia Vincenzo e bianco, da donna buona che si e viso che capellicon delicato si ostinava la tintura capelli variavano marrone di chiaro, ma preparava viso un sottili al ritiro, innamorato e al certi e documenti, Elisabetta maritata che tinte,ora netta, Maassai aveva vato conser- verdastri, la tìnta di color rosso scuro delle tura, ma- tingersi i che tanto violaceo da punto ingiallito di zitella Zempt, un bastoni, don nell'abitudine ora piano, fedine sino era tardi,a quarantacinque anni, un centezza lu- una con donna poi l'autore: credendosene aver di tribunale Napoli, brani non Man(;tta, al ritiro essere interi si come cancelliere dell'antica gli copiarne felice magre il soprabito secondo uccello, due gambe rabbioso della di e coniugi con Al don lungo secco, di sorridendo coppia altra dato an- quaglie vecchi i due occhi. era mettersi tranquilli,contenti figli,felici, placida negli Dio, piedi,alle dieci,si a e messo com- a d'Arco, dove mattino, si guardavano figliuoli, ora avanti la giacca di fustagno, per senza per marito, suo cacciatore gran Pomigliano del MORTE Ranaudo, di castoro a LA ritornato, sempre era levava O GIOVANNINO cupe questi cupo, e neralmente ge- erbe GIOVANNINO O di don Vincenzo meticoloso, la Elisa, il sagrestano — Una, — una Elisa infilando sulle mani È — chiuso la ? messa 1 Ora del stanzino sagrestano scampanellare. cominciato la un grande appartamento un grande sbattere una forte di porte cantata. messa piano di dodici e a dieci soltanto ci volevano Nell'appartamento del secondo diritta, a stanze, vi fu andirivieni,e un gridò: di donna voce carbone. aveva cominciata sarebbe e po' gialle. un ? nello il Intanto minuti ma nera in tasca. Elisa, il gatto — donna il rosario. ho Le — volte. pazientemente perdere Elisa, le chiavi — due suonato guanti di reticella i mezzi grassette, Cerco — nero terra". in ha zoso, po' stiz- un soprabito mazza dicea — Elisa, vuoi — col Manetta, piedi,batteva ai sino metodico, E pantano. 341 MORTE LA O Chiarina, Chiarinal — è? Che — rispose — una voce, da zetta stan- una chiusa. gridò la si — seconda di donna voce affibbiava assai la suonata E — Gabriella, bracialetto un volta, la d' oro messa ella mentre a , — catena, pesante. E Chiarina va bene dalla — sua rispose stanza. la sottile voce di 'iii2 Ti — gridò vuoi donna d'oro, ad Ognuno — dietro la urlò è vero? non anche chi donna di voce ha siccio. mas- l'anima? sua di di rispose — fatta Chiarina coraggio Gabriella — altro un grossi, assai all'anima porta la di abbottonarsi dula. stri- parlare, sentite! mentre invano cercava i pesanti orecchini di oro, perle a brillanti. e — Te — voi — Come, che bruno Giovannino, disse — sottile e morata sei -innacione, strac- è altro! non importa quindi m'importa? non strando Ciiiaiina, mo- da fessura una affatto: voi comandate non in sottana Donna rubicondo io ti sono — e mi non siete ribattè la polvere impallidire, soffocando diventò violetta. madre: Ciiiarina, e strandosi mo- bustino. Gabriella, grande, grassa, che mamma, io ! comando Niente nero, di — stanza. sua vergognare, ? porta. capisci,e — dalla che non il viso della sempre quello straccione straccione A parlare, adesso dovresti ne di — neppur potessi Non strillò la ragazza, a messa, anelli perdere pensa Sentite — la MORTE Gabriella, affibbiandosi Vuoi — LA 0 perdere braccialetto — OIOVAKNINO 0 di nel con cipria non suo busto un viso arrivava di raso d44 O assai comune, laccetto GIOVANNINO che assai vestiva di come nero mettersi per Questa — — nella — mi ragazza farà tribolazioni chiesa di Santa L'Eterno Padre Sono i Chiarina col e portato la il in cappello tutto forma di l'inverno. dura figliastrae aggrottò di lana castoro le servazione. os- Padre, minella. Car- fare la donna del piperno. chera. ripetette la pinzo- stanza, vestila, sua Donna rava sospi- di borbottò testa, mettendosi il vestito lamente so- disse — potrebbe — — dalla e mormorò — più nostri uscita era Anche sembra peccati cappello guanto. mi ma — Dio all'Eterno mi però sempre sgridavano. in Ciiiara tava portura crea- una crepai-e Offrite queste grazia di aggiustarle la testa — la Carminella, Gabriella Gabriella e lavorava di grazia quando tuale, spiri- monaca una a donna vita al collo. Era in compunzione di la contrita, che cera Car- alle sei, essa messa silenziosa, dallo sguardo e un questo, Carmi- In faceva bianco da nella stanza. la che dalla fuggente, alla persona comparve devota, il fazzoletto pallida MORTE oro. già inteso aveva era di doppio nella, la cameriera, minella LA attaccato ma assai O vecchio un nera nero Gabriella era era chio: vec- stato squadrò sopracciglia: O O GIOVANNINO 345 MORTE LA • Perchè — ti sei è veccliia Non — Pare — il cappello di è Non — metterti mi va E vero. il vestito che stagione mezza Il vestito — ? roba ancora. te. Potevi a veccliia questa messa ti ho e fatto fare. po' largo. un ti andava se chiaro largo, si non accomodare? poteva Domani.. — . Va — donna a metterti vestito, Chiarina — disse Gabriella. È — tardi. Aspetterò, — si dice no, il perchè sei il mettere ti mando come vestito, se stracciona, una figliastra. si dicesse Se — che ti devi ma solo mormorò questo!.... — Chiarina. che E — lingue? e Non che sanno per si può dire? il sangue spendo che vostro mio ?... — queste male costi? Non mi mantenerti per di signora una come Il sangue — dicono quello sanno vestirti Che ? carrozza ironicamente chiese Chiarina. Certamente: — sQ.non se fossi non tuo era La fossi di padre, di tua ragazza se e una razza come madre, di -bruna fossi non un'ingrata sconoscente, stracciona pezzente doveva superba, era tu come quella essere lo diresti si e cona, bric- dicola ri- stessa. fatta terrea per o4f) (JOVANNINO O O MORTE LA • il pallore labbra voce che — debbo giacché sopportare, sopporti, giacché di sposarsi terra; piedi, questo, madre oggi, era capite? offendere che I vestiti è si famiglia; quando tu possa Voi della del interesse i vestiti che principesse e i agenzia; vostra bestemmia parlate Quella sta casa in del per cento la quando mia diavolo e prestate ; portate l^idredelle gente vi vede donna il Padre proprio, per pite? ca- risalita; impegnati il vostro madre, paradiso: buona, acni sono sottovoce di era le cameriere gioielliche e le dicevano: gente centoventi della erano pezzente una povera si vendono comprati erano tutti tanto siete ? Siete che i denari avete con benedetta! essere mia signora, una portava, usciva nata gior- che Dite era metteva, metteva la santa vero Ma eravate non dove sopporto. alla bottega; i gioielli che sua di cui la terra pezzente? una egli fece vogliate voi madre, lo non dre, pa- il purgatorio quanto per ; voi, soffrendo di baciar neppure di a che ma di mia santa degna che voluto di mio bisogna l'anima fatto ha Dio cosi bassa sta bene, la buon'anima pure gentili a me, vogliate insultare in Non disse — vogliate insultare voi la bestialità i Gabriella Sentite, donna le e rabbia. di tremavano rosse — che scintillavano gli occhi : . cuore alla sare, pasduro. Gabriella. Eterno voi. ha O Per — questo domandò — GIuVAKNlNO O ti vuoi non fuori dei suonava Apostoli campanello farsi il segno a Non — lo debbo la per chiesa il volta terza nuava esterrefatta, conti- della dire ì dalla sagrestano della il Carminella, e il vestito mettere Gabriella, soffocata donna collera, mentre SS. MORTK LA croce voi a ribattè — tamente ostina- Cliiarina. Ma — io giiatrice Bè, — capisco perchè — lo avrà Te lo strillò la grassa — metterti vuoi non impe- il vestito. proibito l'innamorato. clie volete? e audacemente chiese — Chiarina. Quella — faccia gialla,quella quel tisico in terzo fa il geloso ! Già, già: — Chiarina, Che — il cui volete? subito ancora cresceva. il vestito nuovo. No. — Chiarina, — Andate — E donna mano fece per ad la da nella raggiunse pesanti braccialetti e d' collo sottile di Chiarina a stanza sua e di guanto un tutte la pazza. Aversa. rientrare Gabriella calzata far fare mi non pure schiaffeggiò su e replicò — d'emozione tremore ti metti verde, grado, che dà gliordini,che che e faccia con grossa la Uno dei le guance. oro a gridare disperatamente. ma pelle rossa due che la : sferzò catena si mise a il piangere 348 O Zitta! — donna da diceva — MORTE LA con bassa voce Ma no urlava — il tutto Chiarina, farsi per tire sen- palazzo. la ragazza assalita strillava del da primo piano donn'Orsolina innanzi figliuoli, pallida, stanca, assai nervosità una convulsa. come porta, menandosi grossa, ci volevano la con per che E crollando il capo si ergeva un — sera — alla Fanno di — chiesa. quello vedrete un più andare in al braccio di Ranaudo, bastone po' e dall' altra di sei le scale, capelli su cui rile, primave- primavere. dalla questo la sorreggere per rado almeno dagli figli attirati Peppina scendeva sempre alla mattina ridacchiando. Il battere lana un aveva disse — che i soldi cappello perfettamente che ma a donna grassezza, già pancia appoggiata Alfonso don parte appoggiata sua di schiera in volevano non Placidamente marito, i perchè strilli di Chiarina suo chiudeva ! si tormentava chiesa. che una la sedia pagare vi succede tolo pianerot- contando mormorava vincibile in- Sul sua Maritatevi, maritatevi, ragazze; uomo rauca e Zitta,zitta! — la O Gabriella. No, — GIOVANNINO le ragazze rispose proverbi e fa don loro bene, Alfonso che come era un , di una grossa allegria. GIOVANNINO 0 Più don lentamente, celliere messo 0 dal secondo Elisa, hai — governo Elisabetta. da messa? Sicuro. — — — Perchè grida donna L'avrà bastonata Oh — Al a il libro preso un piano, dando moglie, donna sua il can Manetta, ritiro, per forza, da a a 349 MORTE Vincenzo persecutore, scendeva il braccio LA Chiarina? la matrigna. ! gioventù, gioventù tutti piano, terzo si sinistra gli studenti affacciati erano che alle abitavano finestre , cortile; a destra provvisto vecchie, meno il maestro d'inglese di di sorelle ciabatte. papalina in aria, il cocchiere buono, nel della più o cristalli, cortile,guardando principessa di Santo- canticchiava: Papà mentre E i legio, col- un tutte dietro comparso era in e cinque del nou vuole e — ? e E come faremo il suo mozzo, mammà nerainono, faremo come ? impertinente, a gola spiegata cantava: Ce vonno i deuare e — iiun i lenimmo , E Ora comma facimmo? stravolta, cercando propria fìsonomia, messa anche lei , donna e comme di facimmo? tranquillizzare la Gabriella seguita da scendeva Carminella che a si ifoO era messa O GIOVANNINO un velo opaco. Scendeva pianto, il chiusa in pianto, quel lamento si che le le doveva poter mai sorrisi per crudele: gli studenti impegnati del alla passando sentito che a senza quei suo uomo non di senza il marito del non pc- un legge, magistrato, aggiungere che anellini e donna briella, Ga- primo piano, 'ra tutore? come gravemente: rispondeva: morava: mor- creatura: Elisabetta ha terra avevano Peppina Ranaudo donna ma a sapeva che ischerzo: , marito: la povera , orologi la rampa cui , malgrado piano sentito, più giù, donna aveva lire,di Gabriella creatiwa puccra dire terzo per per con del professore piangente casa, donna la salutavano d'oro, aveva i sorrisi gì' interessi agenzia sua ella obbligatorii, poiché il , sorte suo Ma forzati,le zitellone compiangevano sua che udivano. il debito in del più quel cinque sorelle pagare serrata Le al udire duecentoventi diminuire ragazza la chiave. tacevano non tutti aveva balconi , che, malgrado salutata dissanguava ai nero il forte ella la via di d'inglese, sorrisi professore che scale, lei fremeva l'avevano cui udire non finestre le per si, sapeva sapeva, capelli di di Chiarina alle erano e di portandosi erano passaggio: MORTE sui fìngendo casa, cortile, che LA nero singhiozzo che persone 0 Manetta E il marito, ceva, egli si di- rimo, integer- '7 tutore, cara 352 O GIOVANNINO l' organo risuonava in in terra del il alla — — — bastone cappello moglie Elisa, L'ho — Ora sopra il rosario delle devo sulle accanto a lui, del torio. purga- la buona morte, a Olimpia e la dico. Alfonso gloria, Ranaudo ai sorridevano Carminella, la dei preti,nella dalle pinzocchera, macchinalmente; agitata ancora fra loro,sorrìdevano che solo calda secche con tata, can- dei labbra donna rici. chiedi mente, rapida- pregava Gabriella, d' ira in collera , , so. In collera messa colicid'incensiere usciva sibilo ricordati. donna all'altro, accanto uno sorridevano con sul Avellino. agli inchini ancora vi aveva e appoggiata anime per -ione Elisa, i sessanta Un aveva congiunte sedia una taciturni, ogni tanto: Elisa, la Seduti don testa i detto. Sant'Andrea — la , mani, e le mani ginocchio, un pra so- mentre Manetta di colore fazzoletto un buttata , musica, Vincenzo di devoti. piena fervidamente, don po' vergognosi; pomo chiesa stupiditidalla figlirestavano Fu all'aitar maggiore, ginocchioni sedia, pregava appoggiato cantata. messa vecchia e Donn'Orsolina messo MORTE la per bella nella una L\ s'inginoccliiò vicino felice,quando un O gli altri,restava in chiesa, O GIOVANNINO i suoi pelle dei guanti, sentendo il peso sotto degli orecchini la di orecchie. tranquillo oro perle , gli altri Certo invocante o in contrito braccialetti , anelli grasse a nel la il serenità, cruccio, di suo , scintillante o gioielliere,di sangue. brutta piangeva quel grande dalla calmando, mobile e e lentamente, per già era terrazzino molto i piani e andò ma al una al pozzo cui sul al tura crea- pianto, pronta Dopo dieci nuti mi- uscì sopra un che tanto cortile simile in tutti altro palazzo Santobuono facciata nello come volesse se Serao, alla Racronti. , stesso gli anche attingevano pozzo immediatamente, Matilde buona, , inquilini dell' per dava e delicati;una di volontà. calma, che da le mani con simpatica sensibile, pronta al sorriso, indomita l'urto Ma fìsonomia, dai grigi occhi brillanti,dai lineamenti nervosa grima la- rina Chia- fatto. Si levò aveva creatura una bruna crudele e singhiozzava. e che sfogo capelli.Era somigliare ras- in casa. terra, raggiustandosi, ravviandosi i stei co- ogni gioiello sia terra, chiusa per le si veniva nervoso o /. Intanto, distesa ancora cui di cuore , di alle il cuore avevano dolore; solo una brillanti e umilmente innocente un si appagava vetrina solo consolandosi , sentendo i suoi guardando doó MORTE LA di pregare invano tentando O gente spor- cortile. Ella attingere acqua: finestra attigua, che 2:5 O sul egualmente dava O GIOVANNINO Il terrazzino livello, stesso con nel la pozzo. Ma potuto udire. e da quiete, un cima con tale valse biondo, guardandosi parlare, senza — — sei Non No, — Perchè? — Non — — — ho No, Di' fece messa a nel era tile, cor- e affettuosa. e Il vanotto gio- sottovoce, timoroso, guardava di silenzio tre men- deva, gli sorri- dall'emozione: messa? — disse vannino. Gio- lei. voluto Di' la verità: fare sguardo come vinta alla andata fece — di parola più lo scare ca- giovani si guardarono I due bruna era portone, erano silenzio po' attorno, tene ca- avrebbero bianco, alto, parlava un ragazza dal molti tutti intensità la di , benissimo vedevano, piano: mezzo, probabile era poteva gran fondo. a una che la si allo distendersi, a ed mano in carrucole anche quell'ora in Ma gran una funi, di parve. ap- stavano il pozzo al terzo sino cortile finestra Tutti conversazione. dal si di giovinotto un avevano ma darsi impossibile una la ferro, di secchi: di MOETE pozzo, e garbuglio un LA andarci. donna ti ha Gabriella trattata? mal- no. la verità, Chiarina, — e la più calorosa, più insistente. voce di lui litigato, Abbiamo — — Perchè avete Perchè ti Non — sendo, arros- voglio bene. bene, veramente, mente? vera- lo sai. tu niente, io, so lei, litigato? Giovannino, — dOO MORTE mormorò — veramente vuoi Mi — LA di mentire. incapace — O GIOVAKNINO O lui,fìngendo susurrò — di dubitare. ho eccitata. — udire Ti — volta, una lei subitamente , ho detto o la morte. fatto la male? mi e Gabriella ha o non schiaffeggiata. chiese — volta: centesima Donna parola questa ha ancora esclamò — Le Giovannino può detto, oggi, matrigna? mia a che Sai — lui, sottovoce, impallidendo. Un — importa non ma poco , rispose lei — , orgogliosamente. Clara Povera — mi Perchè — — fra parlando rome esclamò pozzo Una aperto e di funi un gran o tre sorelle teste silenzio, si ergeva quasi po' lui, per del compatire di esaltazione. freschezza cui le loro , disse — mi Non un a su bagnate Due preda grande Chiarina ! sé. compatisci? lei, in Tacquero. Clara povera , saliva dal facciavan giovanili si afsempre, sopra un li circondava. mucchio accostarsi all' innamorato. professore erano ap- 356 dietro parse la i giovane il capo, capiva tratto — — — — — — — — vita che — bene — ? Per far Per sposarci. Senza denari? Senza denari. È cosa una la pipa, crollando queste lui le cose esse. durare, fece — insieme fuggire Potremo sa mente. discreta, disse — a un rina. un'eco, Chia- come fare? domandò — vita e che teme l'amore ci è Quando lui,scosso di bel ne disse — disperata, troppo la testa lui, scuotendo che che può non può durare, che E ad la vedendo Giovannino. il bel Non sparite fumava indulgeva e MORTE sorriso erano dicesse se Questa — ed studente come LA O cristalli, avevano coppia Uno — GIOVANNINO O la gazza. ra- e bato. tur- soggiunse — giovane indolente, le violenze. ci è tutto. Tu mi vuoi ? Assai, Clara, assai. allora E ci non i denari. servono piamo Scap- via. Senza — — — Sei un Clara denari vile, non — si fa nulla. disse bella, tu scherzi lei — indignata. fece lui ridendo. GIOVANKINO O scherzo, Non — denaro, ti Io — sai non O Hai no. hai paura, sei amare, 357 MORTE LA di bisogno vile. un Clara. adoro, No. — lo Tu — che sai, Clara, ti adoro. No. — giuro sull'anima Ti — mia, Clara, che ti adoro. No. — la Ma guardò terza il Hai — vita come occhi può fosse più debole. fu e Ella vinta. disse. — altra qualche non durare perchè cosa, sta que- ripetè lui,di nuovo, — insistentemente dal tormentato dell' esistenza. problema Io negli ragione se — fu giovane Pensiamo — negazione non nulla so Giovannino. Questa , trigna ma- è crudele. Tanto — crudele? sarebbe Non possibile di vincerla? Io — le labbra ci metto, — disdegno. per — ci è umiliazione: Non — mi non diss'ella Io non è come muovendo umiliarmi. so se fosse tua madre. Dio — Perchè — io? ne guardi! continuò — — Vuoi hai non esclamò — voluto lui, come che ci mai quella, segnandosi. che proseguendo parli io? ci parlassi a tere. riflet- 358 O Non — ricavi ne — Chissà! — È GIOVAKKIKO Il denaro — dopo — lei, che ribattè — Che — cosa, abbia Chiarina mai amato lo tu se volere E schiafì'eggia , te ne La nuovo, lo Allora me vado. No, , no voce — viene ancora, — Io non — Non lei, senza importa, Chiarina, ci sionato pas- quello dell'innamorato, che dall'amore. posso, stendendosi. di nuovo, da la mano. tanto era mormorò — e non — , egli impallidì d'amore. che sguardo Dammi Non passionata, ancora, il suo lei andare. ne tanto sguardo, magnetizzato — te non i come parlando, ci trova pregò — , viene non e dentro, se vedrai. Giovannino era Non staccare — ne andare, lo — chiusa Sto nessuno, volessi. mi se ritorna, ora, se di batte — casa? in carcerati. — lui, sdegnata. sempre amarti, debbo chiude mi naro. il de- osservò — , mi che apprezza non bella una non Potrebbe — MORTE l'amore. Credo — vile, è LA nulla. donna una O se viene? susurrò — lui, ? arrivo, posso, non — e posso, si — curvava esclamò quasi piangendo. parlerò a dire con tua matrigna, lui, ostinato. Clara, — cominciò ri- ? 360 che MOBTE LA che innamorati due i videro essi O GIOVANNINO O si ora tacendo. sorridevano, Elisa? — vuoi? Che — Maria — vedemmo Santa a Vetere? Capua — ci quando ricordi Ti — Mi ricordo. Ti ricordi Elisa ti che la lasciar dispiacque provincia? ricordo. Mi — ti sei Non — meglio, trovata Xapoli? a Meglio. — Iddio! Benedetto — La Ranaudo coppia sorrise cancelliere. la coppia più piano; e paternamente dendo ve- innamorati. schiaffi Gli — veniva maternamente i due il buon fece — serviti sono niente a servò os- — , ridacchiando ballatoio che dava L'amore — don donna da sul cortile. lontan Alfonso sull'ampio Peppina, non che si può fare, di si vantava — una ticchiò can- voce fenomenale. I Manetta pian piano, e terzo piano, alle i due innamorati — bene, Devi comparivano mentre dirmi Chiarina. finestre si le scale ascendevano i Ranaudo e gli inquilinidel ai balconi. guardavano un' ultima volta Dimentichi, negli occhi. che mi vuoi O GIOVANNINO volta? Un'ultima — 0 LA 361 MORTE Sempre, ti sempre, voglio bene. la Dammi — ella Ora farsi dietro vide di correvano Levò sua felicità, diede che in forte un che avvertiva, arrivati toccarsi a un il don- pericolo la malgrado di che tosse, salvare, cercava trionfalmente momento alle capo vide urto pariva com- avere il : e per dosi trascinan- di sapendo sorpresi esser questo Orsolina, povera e di fune, lui. In a gli innamorati, che chiamava, cerchi Gabriella. donna n'Orsolina, erano la figliuoli i calcagna quel arrivare cortile nel hi dei ammucchiava alta, per più Clara. mano, i due dito giovani innanzi a , tutti nella calda di quel taciturni non innocente piccolo distratti o vedere. entrando. Anche Ma di donna il silenzio felici primaverile mattinata , fra favore: tutti che , i sorrisi di fìngevano Gabriella visto, aveva indulgente di pietoso, , quella gente di e povera, quella o buona affettuosamente vecchia, gente o infelice, o che amorosa vinse perdonava malata, am- deva ve- che an- , lo pregare, sdegno né del duro perdonare. cuore che non sapea ne 3G2 GIOVANNINO O Seduta in Chiarina camera di la l' ora quella era coroncina mani e preghiera: abbandonato. Aveva un neppure di Il in pomeriggio che ore nel matrigna? sola nella , entrare nel salone, non sue in role pa- grembo, distrarsi,di trine sue vorare la- per salone ma , il meccanico interminabilmente estivo : vincere erano si trovava donna a la crudeltà Due ore sua stanza osando non Affaitati salone, insieme di grani sacre restava Giovannino cercare della alle proseguire quel per 1 nelle giallo-oro, del potuto casa, Chiarina il rosario le sembrava due poiché ma chiudevano comandare rac- per immobili tempo , dunque decisione tentato, per broccato in lungo mente macchinal- all'uncinetto;certe poco, aveva lavorio. si bamento tur- un Madonna, restavano le labbra della a rosario un alla della preda , della i mobili vita sua l'impazienza cercato Aveva dicendo pregare, il balconcino. in era sua profondo. MOBTE ingannare invano L'anima LA presso sua, tentava dell'attesa. 0 erano, , non chiamare briella, Ga- nata osti- certo: osando nes- e GIOVANNINO O silenzio dalla e fantasie, sue solitudine origliava, , passo, un che una si chiude. udisse se voce, Niente. istintivamente con timore ella male, la con impedito aveva matrigna. sua stimando giorno, e un a donna tempo il Ma di anche con donne chiedendole la matrigna Alle cortesia. colloquio. un acconsentì di otto taciturni sempre lettera una subito i loro da interrotti o le sera silenziosamente: cenavano erano sisteva, in- giovanotto dirglielo,scrisse senza dirsi; peggior di parlare , a anzi, , quella l'unica via di salvezza, Gabriella Strano porta Giovannino a dal udisse una vago , più e se battere molto Per un àbd MORTK LA dalle sovraeccitata suno, O e due pasti sioni discus- colleriche. Il tuo — innamorato ha mi scritto — disse , tratto un a Ah! — di Di spavento. vi fu nuovo essere fieramente, non di sogni che parevano per un terrore domani. Viene senz'irà: che per lei, fu La notte dormiveglia un di realtà si gelava , fanciulla inaudito, non Chiarina, una realtà parevano sogni. fu Ma aveva pareva oltre. più altro. disse matrigna La ma reprimere vuole? che interrogata inquieta, febbrile, pieno E — silenzio. parlato seccamente, volesse di l'altra,cercando parlarmi. Vuole — Gabriella. fece — moto un donna ora la ora speranza più B64 GIOVANNINO O dolce infiammava le alle Quando moto le udì tre , per dirgli di sua camera, dall'urto vinta lungo. di così si lasciava costei, com'era persuadere, la pregava due cuori la pregava quella l'avrebbe pregata, non que; dun- alla cocciuta ma- prevedibile, non che si crudele voler non a umiliazione guardava di chè per- donna? giammai, Ciiiarina giammai, nella nel strada, vincere per delle sulla , di ogni tanto piede a dava sonnecchiava: colino cliiudeva dei forti che di gli dove Ranaudo; quel a occhi , colpo un dove il suo cullamento placato, Un veniva la odore dai acuto balconi indolente il pie- la madre e di di una micia ca- conserva di donna grassona ratrice sti- bottega, maternamente di vimini dava guar- una sua colpi di ferro, sul petto fumava. pomodoro pina tazione, agi- sua , bimbo dava la della porta dolore pensieri: Gradelle, canestro un tristi era fanciulla La calmare per i suoi vicoletto stirava mentre preghiera. una dere ren- amavano: troppo orgogliosa, preferiva qualunque alla terminabi in- tempo nino allora, forse, Giovan- e pregava , infelice il le non , lungo, Giovannino, trignav Forse nella diceva che Ma un come che nervoso nulla, parendole di far permetteva ebbe , immobile restò Ma pace. Giovannino, via fuggire. ebbe Non campanello il mandar per MORTE vene. , come la LA O Pepusciva O Ogni sul tanto luglio. Un O balcone, la di GIOVANNINO si la da e S. Giovanni venditore del voce mescolava ri- al sole seccava di mosche: ronzio Carbonara a mestolino un che conserva gran con e 365 MORTE LA di , limoni quello che sentire le Gabriella rancori ma di monelli, dei ella da male la quella di tutte farle ore sconosciuto che non finito per vincere stretta sulla aveva sedia, mai tutti donna. Tutti della avuto. gli altri cui ella si non benefìcio, sua male La suoi abbassato i esistenza: il Aspettava un col capo in torture, tutti , male non solo sue ora? fide, per- amore: ore: un nere bene, cose si sollevavano venti le in Era eccitamento quella donna le suo matrigna nervi, da le doveva poteva da buono donna buono. cattive, di cose sua le pareva con di ditori ven- la non nulla stato pianti, tutte un dei inflitti al contro i suoi avuto come di ma senza , bizzarramente uscir dallo trovavano suoi strada speranza: tormenti nulla rinfocolati : E senza dovesse aspettava vedere , parole animali. era di nuovi fronte senza nella giù le o ansiosa, attesa aveva la quel' colloquio di Giovannino da i suoi verdi stecche essere , voci agitazione di parea appoggiava accadeva degli , mai di persiana che Chiarina A sonnambulismo: un alla freschi. i raccomandava malinconicamente limoni suoi in che male, ignoto paura un , aveva sentimenti: sul petto, 366 O r occhio con pericolo GIOVANNINO O sguardo senza sconosciuto ancora attendeva clie vano trascorre- finito per sembrarle una voce bassa , mortali. Alle spalle sue questo , i minuti e avevano , MORTE LA , la chiamò: Che — volete? madre La Chiarina vostra rispose ella, gnata, traso- come vi desidera al salone. pinzocchera. del solito e si non le sottilissime e bra lab- fanciulla non mosse. Chiarina, la madre Donna la faccia Aveva l'aridità dell' ira. La avevano — la guardò verdastra più chiese — Carminella. a — I Chiarina Donna — vi vostra vuole al salone. sola? Sta — chiese — Nossignora: — la malignamente Macchinalmente che specchio bianca, stava che sopra toccò di cameriera seduta giallo del sul di che guardò si grande divano salone; quella vestaglia al lone. sa- vestaglia una comperato aveva duchessa dre ma- sua si avviò e vestita merletti della di , Gabriella, carica ciò rosario, ba- il tavolino un vedersi senza vuole. vi e — rispose — vengo. Chiarina teneva Donna dalla compagnia, picciola, pallida fotografia una nello in pinzocchera ditele bene: Va — sta la ragazza. di di Episcopio, broccato bianca la fa- 368 0 bianca mano febbre fu nelle presa mi la sembra del il tremore aveva mani grosse Gabriella, volontà meglio MORTE far contenta, donna stia LA delia quasi rosse, matrigna. voluto Ti ho 0 sottile che e gonfie della — GIOVAUNIKO di buon un lo che Signore, Dio don e una Ti vi ci qua, voglio trattare l'aiuto Con mamma. tempo suo che pare Giovannino, giovane. farebbe a poiché — tamente len- pronunziò — Dammi sposerete. bacio. un Sulla delicata schioccando , anche le Ma fanciulla le grosse Chiarina labbra sue della guancia della l' atto fece si non labbra si posarono, di mossero e trigna^ ma- baciare. calde grime la- , silenziose sul busto del guardava — la sul scesero vestito. Giovannino, mamma, alla volto, sul sereno, disse — beato, Gabriella tenerita, in- fanciulla. rispose,taciturnamente non collo, fidanzata. sua Chiamami Costei le continuando piangere. a — Chiamami mamma, gendo, ripetette,quasi pian- — umilmente. — Mamma, guUando Quando sue labbra mamma, — disperatamente, Canninella sottili e la scoppiò la a gridare, fanciulla. pinzocchera, violette sin- che con si stiravano quelle nel GIOVANNINO O discorrere, l'andò 0 quelle con raccontando LA occhiate tutti a 369 MORTE oblique nel palazzo , nella buono, delle piazzetta dei sarcastico e della vi fu , di soddisfazione. di Lo quel costante, invincibile intenerito a il Gabriella Donna — disse — donna sul Pepiflna che conserva a vicini, li aveva sposti di- aveva benevola di contrattava, pesche Napoli si chiama avanti di grassona mentre canestro sione deci- santa una preso , è santo Nessuno — ha Ranaudo pianerottolo,un vimento mo- pietà. quella , fide per- infelice amore grandissima una sue spettacolo continuo di tutti i cuore fìschiante generale un colo vi- , le malgrado serva, reticenze vaghe e il tono Gradelle, malgrado Santonel Apostoli SS. false, e quella per percocata. Dio a ribattè — , pinzochera, la e facendosi il segno della croce andandosene. dovunque, Ma , malgrado inacetita, trovò buona — che la oramai che le non denari Matilde della le sua gente sorrideva voce di questa la e sua dirvi che mi più per gravidanza, forza senza fa in prospettiva. rispose donn'Orsolina, — poteva ne sinuazioni in- sue ventura, di questo matrimonio dava devo malgrado stridìo lo Sentite,Carmine, che senza dovunque, per nella estate, lavorare," piacere, come Serao, 1'.::conti. il fastidio — se tite, sen- nnella 24 370 0 figlia.Il mia fosse sissignore, Non — la O MORTE è la dobbiamo tutte non schiavitù, una avere.... ribattè — acremente , pinzochera. È combinazione, una donn'Orsolina bene I.A matrimonio tutte ma tutte, serva — GIOVANNINO le vecchie del zitelle del i cristalli dietro Chiarina dei aria con arrossiva: e di star bisogno aveva cosi.... piano, terzo la loro professore, espressero il capo mente bonaria- ogni tanto.... succede — Finanche sorelle che tutti, con mormorò — loro tutti sfazione, soddi- balconi, festevole. le Ella quelli che lutando sa- nava chi- trava, incon- oramai, nelle scale, nel cortile" nella strada alla partecipavano gioia, salutandola sua dandole dei misteriosi cemente viva- buoni auguri, , stringendole quando le mani, abbracciandola, si sarebbero Vincenzo Don mangiati donna e Elisa dole chieden- queati fetti. con- Manetta un , giorno, sotto andata era del l'arco la portone, mentre innanzi la trigna ma- trattennero contandole rac- , come un come era di matrimonio un idillio per dirsi il cocchiere aria vecchi il loro che matrimonio, essi narravano , , un andato togliendosi degli antichi parola mente, mutua- dolci. Finanche motti della principessa di Santobuono, giorno, salutando di la la con frusta,con galanteria cavalleresca, pieno di complimenti, si con offri,lui e una un la certa frasario sua car- GIOVANNINO O rozza, per lo 371 MORTE LA alla accompagnare chiesa al municipio e sposalizio di Chiarina e il furbo sagrestano della parrocchia sulla soglia della finanche dei SS. 0 Apostoli, una chiesa disse domenica, Chiarina a che di Giovannino; fatto aveva fare , triduo, a un la con in volontà della Gradelle, al balconcino la stiratrice mattina una Chiarina, ferro, sopra che dette vicolo comparire di colpo gran petto di camicia un del vide un lice fe- mettendosi matrigna grazia di Dio; finanche delle fosse insaputa, perchè ella sua fumicante, gridando allegramente: Amore! — Amore! Chiarina sentiva tenerezza in sé di senso Affaitati,ritenuto potea scriverle risposta; la veniva della sera ore; se si e in la casa domenica, la ragazza faceva sera sempre tre o strada che combinazione, donna e si univa Gabriella le accompagnava alle due facesse donne, alcuna dovunque e tro quat- era ne , per tutto del giovedì usciva, egli nella da ufficiale, averne restandoci trovare sione confu- nino lei. Giovan- per e non Pure, fidanzato voleva di però, sempre, diffidenza. come quando ma grande una dolcezza, oramai, essere quest' onda sé commossa, felicità, amareggiata invincibile dovea a il capo Aveva parere. di un chinava e volendo intorno vertito av- come senza zione osserva- andavano; 372 se O le due GIOVANNINO l'occhialino di In verità, del costume era Che tavola una nella ovale: al palco. innamorati si allontanava non nel gnarsene. la- a presente! era pranzo, intorno vi una era all' uncinetto pada lam- anche per , dare forma una le mani: carica vestaglia di grosse delle faceva guastava Giovannino quel tutta la , suo amato: tono di senso la sua voce e quando poi di in vero, rate setiva sen- diffidenza amara gioia: un taglio ven- fumava Ciiiarina esse in di oro, vannino argento: Gio- Erano, lo carezzava egli parlava che sguardo ambiente Giovannino il silenzio, la rompeva soffio di la circondava di tenerezza tanto puntini In vestaglia grande sigarette che di dolcezza. svanire le un taciturnamente. lentamente, piene agitava di in tava agi- le carica azzurra, gemme, scintillante nero che nervoso Gabriella, ora donna in ora rosa, al tremito a Chiarina paralume. gran alacremente lavorava da mezzo un telli, man- pensavano s'ella stanza nel da coperta due , importava seduti Stavano i con questo è anche ma né paese fondo due i e presente, sempre momento: un dei colloqui tutti i a Gabriella donna in modestamente restando la busta gli scialli loro il egli era teatro a obbligo, portando togliendo , MORTE andavano signore cavaliere loro LA 0 di carico che ogni come con un quel basso, seduttore, ella involontariamente si fermava guancie. cui il sangue dal il gran dato in giorno continuava consenso, insolitamente mostrarsi riscaldarle a primo , mobili, im- restavano le saliva matrigna La aveva 373 MORTE lavorare, le mani dal mentre le LA O GIOVANNINO O cortese a mente costante- ma , cortese. che, Pareva a Affaitati Giovannino mente, tratto,magica- un fatto avesse quell'odio profondo, quel profondo le 1' una armate aveva uguale fascino dell'una, la fierezza in cui Giovannino venir di donna era Gabriella agitare sue gemme. il A SS. ventaglio e certo un Eccolo — , punto Chiarina po' un sieme: in- sera nervosa dimenticandosi far per , sottile si faceva Apostoli. la passavano sempre sere il permesso aveva sbadigliava, suo fìscliio dolce — donne Chiarina di non un cuore dell'altra. Nelle cuore Affaitati le due su, ma e del che del la durezza vinto avesse che rancore e l'altra, contro cessare della brillare le serata udire dalla un zetta piaz- trasaliva. mormorava come a sé stessa, la fanciulla. Eccolo, — Giovannino Era andare di a porta che dove diceva, — che passare San Gennaro, si facessero accorreva un i una a alta, donna voce passava po' del dove a suo era briella. Ga- quell'ora, per tempo fama un al caffè tempo migliori gelati napoletani folla di , e borghesi, impiegati 374 O piccoli possidenti e 0 GIOVANNINO qui, Sono Cliiarina certo — — ti amo, la Al caffè, A spender udire; lotto. il fischio e l'animo ora? , ti scordare! non con andrà tempo, del significava: restava Dove — farsi per amorosamente — cabalisti pi-etie , fischiava, Giovannino MORTE LA sospeso. chiedeva — , dopo un matrigna. rispondeva — danari fanciulla,quietamente. la borbottava — donna , Gabriella. Chiarina nulla. Alla antica perchè di niente. capo, domato aveva collera fervidamente contro la di padre suo non si nulla, la sua delle cancellava. Se matrigna, se Non ella ella era qualche voleva non suo Chiarina che ella sue voleva aveva stata giovane di il ricordo il ricordo ecco. sul cuore ma nisse ve- riconoscenza giovanile matrigna: , la gran nel che di pregarla passavano caffé, gHelo diceva non ella,proprio, Certo felici che ore sera; un parso matrigna, ed la al permesso avesse sua Giovannino spendere danari la spesso, sarebbe pregarla delle a matrigna, più su, cosa, andato la dirle senza che le diceva non e faccia, ma restava, intiera,tutta la fanciulla fierezza: essa, in guardava sarebbe non se la mal delle pene la avea pene cora an, darle doman- giudicato ingiusta verso 376 0 Quando GIOVANNINO O arrivavano Chiarina Vergine, donna MORTE alle bellissime s'inginocchiava alla sedia Solo LA la come Gaijriella si curvava le litanie mentre un'altra udiva e sottile. Era dal la caffè la qui, dal da piazza che a si ritornava salutava casa, dire le che pregando tutto alla fine a del invece grande le valeva, da con la serva questo, alzava irritata, ingiurie, e rosario, dirlo si fermava tutta lerita incol- so, sola, in tutte quelle dandosene an- cina, cu- zioni, tenta- lei,nò per l'anima, secondo il corpo. cosi venire delle dicesse se E ammonendo, come pregare, Gabriella Donna perchè quel primo, per a litanie, distratta. ricominciando non curvata intendeva come via ti scordare! di Chiarina, più forte, voce senza il fischio Apostoli, dolce SS. Affaitati non trasalire. Carminella, Fu volta, rispetto.Tal- proseguivano, ti amo, spalle le si vedevano né grassezza; sua per di rientrare prima Carminella. serva come Giovannino e Sono Solo la volta lei,appoggiando innamorata: sua — poco, un anche ficilment seduta, potendo dif- restava inginoccliiarsi, per ma litanie della in che ci conforto la tre volte di Chiarina casa di due: che Aflaitati Giovannino venne della matrigna cominciò la settimana, cosi, naturalmente, ragazza se ne a con innamorata, lagnasse. Giovan- e O nino serbava di fumare, tale che bitorzoluta grassa, incantata. spingeva musica soave intimidita matrigna: sua macchina, di ci metto Chiarina una per Ci — la in di Olanda, tutta metti pezze una — , discorso, di più, — vava osser- — più tempo, Clara, facchino grosse, di buona scuotendo Chiarina che una mussola. per fanic vide faceva i di finissima La felice,palpava la tela per sentirne stropicciava la mussola — sigaretta. sua L'indomani, un a giorno. ci vuol della da casa redo, cor- sottana. giorni sorridendo, Giovannino, discorsi! servizi, due ci pre sem- intervenendo. che bianca cenere Dolci più, pure soggiungeva, la sol un matrigna, Credi — di metti dal trasportata sottana, sulla vuole, una due più Prima di ci quanto , calcolava la se sottovoce, camieia, una camicia una come parlavano sera, cucire per Per — Una rina: Chia- gli occhi levava tela, di mussola, di reva pasi con all'orecchio. poi rispondeva, timidamente. di oro, avvenire, le risuonasse rispondere, di del loro ascoltava, beata, lo costei feroce ogni tanto, Giovannino Ora, parlare a prima questa coperta e poco, la matrigna, con , donna parlava permesso modi di cortesia una sempre specialmente aveva, òli MORTE LA corretto: contegno un bassa, chiedeva voce a 0 GIOVANNINO cader tare por- grossi tela fanciulla, la finezza, l'amido. 378 O di tela pezze di mussola e timbro un dell'agenzia di pegni roba quella che non tela, una mai aveva i mobili di e mai Gabriella; addosso, la sopravvenne Ci basterà? come sequestro: conae pegnata im- i vestiti di donna l'oro che e Lacrime le E cose. portava di sangue e in guardarla per che credo ci confusa. dicevo questo tela,spiegando contro basterà.... Poi, dopo luce. morò mor- — sforzo uno Grazie! — che se non ci bastasse, dell'altra,tela,mussola, lino,tante piena, questi straccioni roba Buona la chiese, spiegando — grande, soggiunse: è Una matrigna. la ragazza, Che! ria, mise- per cucina, roba come tutte la mussola Credo.... della Gabriella. come della a di sangue: un le gemme gente, povera e da spegnata: donna era potuto spegnarla. casseruole come che matrigna. sua impegnata del dolore, venuti la batteria bro, tim- un apparteneva di lacrime mussola Le cosa. subito spegni, di e una portavano infelice,clie l'aveva gente — di ella capi curioso: Impallidì,tremò: — 5I0RTF. LA impallidì,accorgendosi quando — O GIOVANNINO , non però. ho zia l'agen- pezze, fanno ne che pegnarne. im- Misuriamola , dumiuc. E si misero sentiva sera, ([uando misurare, a una venne fìtta al silenziosamente. cuore, Giovannino, rina Chia- inguaribile. fu più La silen- O ziosa del la la e solito: chiese del mamma — cui alla hai levar vi fece parte già tagliata. era la nostra ringraziato miOrmorò — la dal sottovoce, rapidamente, — — — La Lo Bè sai? ? Roba sua si faceva fanciulla fare figlia di fa? a palazzo, Chiarina non la notte. lui dico, siata. vento, estaChiarina E — meravigliato. ribattè in quel mento: mo- non osò dire rientrava e il seguente, di un aveva Si lei sgomenta. ripetette lui,quietamente. — principessa. scorata, da voce Giovannino: crudelmente, generosità una tutta che ti matrigna il a chiese — soffri la Tutto della facea fa? E Capisco. disse stra, no- dell'agenzia. impegnata, ma altro. è roba che e ragazza, mamma la con Gabriella fatto? lavoro. suo Poi, chiamata, lasciò la stanza. — lore, va- buona ci ha , Giovannino Donna il fidanzata: sua gli occhi rare ammi- portare la tela ringrazio anch'io, bella seduttore. far per regalo splendido che disse — 379 MOETE qualità, domandò la ringraziato Ho E LA matrigna, una ammirò Chiarina, senza la ma di mussola, poi — O propria munificenza, Giovannino — GIOVANNINO era giorno donna corredo Ma Gabriella degno la ragazza, potuto chiudere addormentata lava par, che della lusa, disilchio oc- male, 380 0 GIOVANNINO O LA mattino, parendole, nel sogno, al fantastica una di sottana molli camicia sangue... di ciò giorni alla di che e vincere a nel i suoi che la anche la Egli parlava nemmeno. leziosa nelle Chiarina la con tanta dolcezza vinta: della Giovannino il faceva letto, con scintillante,appositamente grande — Ci vuole armadio lastra di ciava ricomin- di la toelette di d'amore, futura disegno cristallo mogano tanta con Ora, taceva. loro mogano, come ella smetteva che fatto un vano lusingaMa morire grande un con certe che la macchina e spesso un tutta aveva e fidanzata sua si sentiva discorrevano una donna tronfia. e ella di lavorare, da rossa che parlava con accorgesse ne lusingava voro la- vano discorre- gli occhi, Giovannino guardare tenerezza stanza se diosi fasti- nel assorta alla grossa la che donna, levava a cioè certi attenzione, nell' ascoltarla, di la grossa le da vestaglie da giovinetta, sue profondo rispetto arie essa vorava la- il ticchettìo Giovannino e la delusione e Adesso sera: cosi vannino Gio- e Ci vollero scrupoli: di era che senza Gabriella distraeva matrigna insieme fantastica una dolorosa. cuore, pensieri. Talvolta , donna addosso aver assai, assai. macchina, dell'ingranaggio di lagrime, ridessero le restò e MORTE di bella una letto da casa: di ottone Angelo tutto per scolpito vedersi: col sce, Pe- marmo O grigio, suggeriva — Anche — cosi usa, piedi a del dolci questi naturale una del lei la progetti. Chiarina, si loro soli due, gioia accanto solo passato, soli, tenendosi lui, per a dalla accanto nuova, nel dolore: come liberazione, doloroso vita serena ella ella loro sarebbe al suo Questo nella libera libera, di là, poiché innamorata; di parlava la Madonna al muro — di la osò suo la stata pia va ave- sposo più felice fanciulla Giovannino mentre Pompei, da stanza lavorare, col immagine di Valle della di bella una dove casa andarsene sera, una ma giorno questo dalla sognava, amore, materialmente anche sarebbe di mano, per presto uscita dove casa, le donne. E venisse sofferto,per tanto nella Oh l'oblìo principio divisi uniti ma presentava rap- il ella sarebbe sempre, morte credeva. cui — perdeva tutto , fra perchè sogni più lieti. 11 giorno del matrimonio per in bella Giovannino. più Giovannino, sempre briella. Ga- una e letto, aggiungeva — udiva amava nei donna maternamente sdraio, a Quando che 381 MORTE LA la toelette,naturalmente, poltrona adesso O GIOVANNINO della Vergine, appendere da letto, Chiarina, tendo smet- domandare: il salotto? Quale salotto? la matrigna. — .intervenne a dire presa sor- 382 GIOVANNINO O Il — salotto E di tutto vi non fece — gli occhi non si la fin fuori le scale ed Hai — della — — — — — filo,spezzando fuori illuminava vosa, ner- l'ago si levò Giovannino porta. Là luna inteso ciò ella lo il per dolo seguentrattenne. pianerottolo, che ha detto giuocherellando la col matrigna? lucchetto porta. Che ha Che noi) detto? fece — abbiamo dunque — il po' un il cortile. domandò — vivacemente, quella poltrona. sua alzò, risolutamente, si la soli. La Giovannino, matrigna, dalla Quando ella La momento macchina. Erano libertà,di solitudine: di spes'io bero. li- senz'altro. bassi, taceva. spezzando pare: sempre malignamente. un mi Io, poi, resterà ragazza, lavorava andarsene, voi sogno mosse ragazza della nuovo. sempre, per con La giallo, pare per il soave Sparito sparito È bello, nessuno; Ah! — il mio? basta broccato vedo non disse, — la ragazza. quasi tremando, — qualcuno, vedere per MORTE LA O con lui,come bisogno infastidito. di salotto. teremo Abi- lei? Pare. E perchè? Porcile disse non abbiamo lui carezzandole denari, figliuolamia, i capelli lievemente. , 384 O GIOVANNINO O Scusate, scusate, — in LA MORTE disse — l'altra, scoppiando lagrime. E le rimasero quelle lagrime lo all'idea di dover per carità; non per sé, per sentiva una dir Si: ogni a generale; municipale, per poco, sul cosi di broccato sapeva con una posto consolarsene. mandava ansietà, do- certa cercato avesse nelle ferrovie, nella concorso un impiegato se , poi intendeva ma che serio ma le e sognava bi- il direttore zione illumina- il sindaco conoscere Vagamente ramo. consolarla , d'ordine, roba diceva ingannarla. e ella s'appagava che egli delle , per giallo- protezioni presso bisognava del le preparava ora bellissimo, cedendole non città,come l'assessore gliastra fi- alla pratiche. Egli le rispondeva, un di loro Gabriella, principessa, se delle avere della sera, idea, delia dato avere salotto il suo delle di vagamente, cercava da Giovannino fatto di darle andava, di donna dopo Chiarina ma che avesse che per questa la fierezza bontà trigna, ma- ella le dava rinfacciato per appartamento che ciare accon- della casa sopportare della corredo nientemeno che poteva intanto, dovunque E donna, santa un Tanto poteva bene in aveva Giovannino, un oro. vivere volte le famiglia. nuova si Non il pane mangiando tante grado mal- cuore , sfogo materiale. carità,che in E non parole, insisteva, GIOVANNINO O insisteva, con stringeva nelle spalle,come si egli parlava ora, ed estranee poi, Ma a gliaveva essa poco precisare di quanto ha attinenza delle guardava Vufflcio, voleva nominare V — tetro mondo e volta tal- di che spaurita,quasi proprio lui,non quelle donna tetre tro, al- un cose. Gabriella,quando l'agenzia. ufficio, ripeteva Giovannino, nominare l'agenzia, — voleva parlargli e ascoltava, sorpresa: diceva — cose l'oscuro con esser discorreva cose cominciato aveva sue Giovannino, accertarsi che — le agenzie. Chiarina volesse ella chiaramente a di risposto incertamente. poco, a dato doman- aveva si trattasse se come egli gna la matri- con gliene dapprima cautela, con che a infastidito. Invece, di affari spesso di Chiarina: 385 MORTE affanno, fino certo un LA O quando aria con di misteriosa compunzione. Non Ma osavano oramai volto di questo di discorso. quelle che si vergogna, che il volta Donna che che l' oggetto a diritto troppo alto,una conto lungo, prendeva Gabriella per a nome. di si lagnava di femmine, un terzo impegnare lira sopra , Serao, Racconti. che esigevano ogni dieci lire. Matilde il cominciavano quelle streghe portano duro suo ogni sera, sofferenza Chiarina, ogni amaramente un parlavano ne l'aria malgrado darle ancora 25 3Bd GIOVANNINO O alla E — arrabbiandosi di Una vera tre , che voce sua tiamo met- fatica sola lire sopra si trenta.... nino, Giovan- cadenze aveva quasi neWujficio, approvava — ro lavo- gnoso vergo- maniera, questa per camorra, la con e , esempio per il povero buona con mano, che Gabriella di entrare coraggio orologio prendono, — ha non levano r scellerate aspettano — , che MORTE donna soggiungeva — , LA fine,queste brutte fanno? gli 0 cosi attraenti. E — dio; dire la Dio, tanti con affari con senza Una protezione miando rispar- ufficio valeva della a onestamente, l'aiuto ogni dieci lire;con Vergine, facevo lo stesso!.... sempre una Giovannino, e delle gran buona donna, dola guardan- commosso, ogni tanto, come sera udiva non ma per un dolor poi se la mente come sordo udissel le si il rumor più, sentendo parole, sentendo puntura cose, neil' sempre insopportabili: cose , certe fatto la fremeva confondeva vago principio, ammirazione. Chiarina delle fatto,sul entrare lira esclamava — di mezza che ci é rime non piccola impegnatrice, l'ho stata Siete — di ma l'ho io vergogna gente, prendendo di anche che mestiere questo tanta rimedio, capite! ci è non un dolore continue ma , spiegare donna meglio Gabriella andò a Giovannino a prendere GIOVANNINO O di là, O registri dell'agenzia. i 387 MORTE LA rincaserò I fidanzati soli: fai questo, Perchè — fai ? domandò — è buono Tutto — buttando mente, Ella la ragazza, che Dio far ridere. la grossi libri sudici stettero sicuro del donna e replicava, piegati sui Gabriella nino Giovan- e il crudele è crudele ha esposto: il crudele sempre piangere non il perfettamente cui esige triplo valore che un teresse in- finisce per confiscare e ingranaggio impossibile ingranaggio sempre capitale,per suo che come , realmente oggetto far ma potere un ma la sera, Tutta l'impegnatore cui Dio, un lui: per studiare a lui,quie- lei su egualmente domata. obbediente, aveva come poteva Soffriva disse — sigaretta. adorava lo un un sapersi, a replicò. Egli non assoluto, al la affannosamente smarrita. tutta per lo perchè Giovannino, colui del per che capitale cui ha è quasi impegnato oggetto, lo ricuperi mai. un Ottanta — l'oggetto resta volte a cento, sopra noi, Gabriella, richiudendo — a donna fini trionfalmente il suo grosso fatti, conti e sudicio libro. — È bellissimo, bellissimo, — mormorò vannino, Gio- meditabondo. E malgrado le supplichevoli occhiate della sua 388 GIOVAKNIKO 0 fidanzata, egli O chiese donna a quei libri,solo domenica era farvi sopra lui,chi sa e le non studio, vedeva che non la mano della Che Chiarina Soffro,mi — delle fai che ei voleva nuove, cose andò uscendo, gere strin- a fidanzata, la trovò sua ? le chiese — soffrire, •" glior mi- qualche darle potesse di prestargli seguente, servivano: uno hai. Gabriella pel giorno consiglio. Quando, — MORTE LA lida. ge- sottovoce. rispose ella,quasi — svenendo. allora da Ma furono in poi, brevissimi. veniva facesse — adesso la ogni nel passata tutto cui si pagava il negro questo voltura: esperto di negre strazio della capito dava lo dei matrigna gni, pe- di diritto,insomma vannino Gio- gente. povera ribrezzo subito dano circon- che parole , disin- con . si tutto faceva , consigli pratici donna briella Ga- , guardava , dieci si recò Gabriella, dalla cartella, dello scatoltno, altro un , gli si che parlare dell'agenzia, dei corteo aveva nino Giovan- — senza sera, parlava senza ne serata, osservazione dell'interesse,della per dialoghi d'amore i loro Tutta nessuna era fare, vedrai. far la sciocca, lasciami Non — e un con giorno l'occhio Giovannino sino E scostamente na- le verso , , all'agenzia,dove vi restò intenerito. troneggiava alle dodici. Fini donna per an- 0 darvi GIOVANNINO ogni giorno, innocente cosi sottile e coi vestiti lo di il sapere due del aveva sulla piazza disse — Ma Ah! la — fece il sera , alle finestra , la non impazienza. sua del salotto che vide la tornare gnata accompa- Ella si ritrasse indietro, ancora. subito, Ho — — e incontrato mi vannino, Gio- fatta son compagnare ac- poco. un — alla balcone sali, sola: matrigna mito tre- agitata, senza , inconscia colpita,ma seguiva , Giovannino. da La dal la e d'impazienza, spiegare giorno un , pre sem- rina tingersi. Chia- nervosa, fremendo neppure stretta , involontario un l' aspettava pomeriggio, Infatti da gliori mi- lire di gioie, cinquemila o presa perchè, sapendosi coi soffocare, portando talvolta paura; uno all'agenzia, acconciava del Rossetter, per sguardo, mezze in era uscire, ogni mattina, la vedeva con da quattro comprato aveva si così , soldi,di andare Ora, per in modo addosso di cappelli più pomposi , busto guadagno lui, dalla , al vera po- diventava, Gabriella impegnatrice la grassa quella ammaliatore aspro donna di beatitudine. stato da e accumulatore rapace lire, di lire, che nel Chiarina: cosi soave, 389 MORTE sguardo , voce LA di nascosto ma di dallo Giovannino 0 l'altra. segreto del lavoro di nino Giovan- all'agenzia fu scoperto: poiché, ridendo, la 390 GIOVANNINO O e grossa della al fidanzato ricordate, eh, Giovannino, ci non Giovannino, la io, ve ero faceva tale che ? rispose — , sgomentarsi, senza ma ho vero visto che siete assai astuto, , nato proprio siete La primo 11 guardandosi. Gabriella donna dicendo Sta fermò, — occhiata; bieca Pure, le Cliiarina? che serva divozioni, sulla Madre! — se ne compariv ri- non chiese — rispose — i due mente secca- in una andò. Chiarina dopo. poco ritta e un chiamata. aveva pinzochera, avvolgendo la sola alla come Cliiarina voce. fa che Carminella, — nella tura, disinvol- con tanto ogni ma gli passava tremito 6 usci po' in silenzio, un parlare, a Giovannino; fu — rimasero I due stanza. l'impegnatore. fare per alzò, improvvisamente, si ragazza dalla tarsi vol- senza Ctiiarina. verso K quel l'orologio di nichelio impegnare Se — disse figliastra: voleva — MORTE LA impegnatrice grassa sua Vi — O ricomparve. Si soglia; disse, con assai voce tramutata, madre! — — — — Che è? Permettete Dille pure. che io dica due parole a • vannino.' Gio- jya o mio — — mestiere un , esagerare, Non sai che o cosi Non sangue? e aiov.vNNixo è svergognato mestiere un tutti ci sai che maledizioni queste morte cosi dele? cru- , Cliiarina. che Non la di lagrime odiano, della di e questo: per ci gente povera colpiscono? — — per Non esagerare. Non sai il — — — che Non esagerare. Non sai Non si che 0 così per mio, braccia, le nel fremente, trovare dello dolore. suo chetandosi adesso, — a a dei Figliuola mia, del far sto que- fece lui spaventato. — parole vaghe, quasi Ella poco discorsi tu lavoro , dalla cendosi gridò ella,tor- potete voi come — — mani, nell'ombra, gliele carezzò, sottovoce stordirla mormorò — ? le prese disse la pena? per mio, amor Calmati, Clara, calmati, — aveva? ne poco, morto nell'ombra. amandomi le morrò, ne muore amor le E io che è papà povero l'orrore ribrezzo, per lui, sorridendo, — il mio matrigna. stessa per Ho non ascoltava, a poco; ancora vava, egli arri- più pratici,più mi hai campar cercato, hai per sitivi. po- pregato di di sina, elemo- visto, ho O assai, cercato di t'altra GIOVANMKO ho non LA ótìó MOETE niente; trovato tutto è questione fortuna, di protezione. D'altronde di gente Io merito, ho non costato? tan- sul strico. la- Allora ho sato pen- matrigna. Ti credi ho sofferto, ma Ho tuo, per amor per alla sta me, nulla. utile sia mi non di più trovato di rendermi che O portato, sop- farti vivere non di elemosina.... piangere, Clara, Non — Certo, è non bel un tutto. Anche la donna. Con noi mia, volta, una ereditare è della gente possiede , da che Di che noi mia, d'impegnare glielo deve gliuola fi- piscilo Cabiamo dob- d'altronde, poi, bisogno qualcheduno buona una i nostri. sono stupida lei. E ha te, farei per benissimo. interessi cara piangere. interessi, capisci, i suoi i suoi ma credilo, è si è condotta E ci è da non mestiere; matrigna, puoi lagnare! ti nell'ombra. singhiozzò Ella vi se quanto gnare, impe- pure nevyero? — — Non dir Non lo dico. così.... qual Sai Ella — Ma lui, per non è la mia si rimariti. matrigna lo lo me lei,esausta. di badare lo rare. puoi rimprove- sola paura? Allora ai nostri È che la tua freschi! staremmo nell'ombra. guardò, non quello Ma mio, interessi, cuor mormorò — farà, credo, temperare — soggiunse l'effetto delle sue subito parole. — 394 0 GIOVANNINO È già di età, è il per MOKTE donna, Sei verso. bisogna gliarla pi- calma, ora? SI. — SI. — ... Credi — ... Mi dai la Era un voplio, taiitn,tanto? ne bacio? un volta prima che chiedeva. lo pozzo Ella allo indietro, appoggiandosi passo del io te che SI. — — bene? vuoi Mi — fece sportello disse: e No! — Sei — cattiva: che stanca era verità, da che Giovannino. un poco la Metteva per lieve passo. discosto e Era che disse letto. In a il esaltato dal lore do- pace. La , aver passeggiava le lettere dalla penna, testa nella calmarsi: colpiva. Talvolta, barazzo. im- sonno: lacerava le uscivano — più le faceva poi dell'acqua fredda, la trovò il lume, stanza, scriveva, di strazio andare temperamento riaccendeva il suo la fanciulla Ma non non volta, celare per voleva sera dall'amore, e notte che e quella eccitabile suo poco, un senz'altro. Rientrarono, un'altra lo darai me lui, ridendo di'bse a LA buona una suo 0 dietro CarmincUa veniva, a un la la per piene dirette catinella brivido lato ge- porta, sentiva che dormiva piedi scalzi,a gliare. ori- O — — — — — — — — — — — — 0 Che 395 MORTE è? Vi sentite No: ma male? non dormire. posso le orazioni. lio dette. Le un'altra Ditele Niente ci volta. può, Carminella, Raccomandatevi Si è alla scordata Non di parlate notte. Buona notte. di le fatte. E vi la sposa: a cui ella la Con la volontà le non ha notizia era mai aveva usciva, fanciulla, dosso, gricciori ad- della Carminella rispondeva tutti la chiamavano che la i torno, in- sempre quando che serva famigliarità abituale era sorrideva, domandano Talvolta, quando le Santobuono, febbricitante una guardi. che premure gli inquilini al palazzo come può. Madonna. Carminella intorno, erano ci me. Dio giorno certe con niente così. Buona Anche — LA Signorina? Ditevi — GIOVANNINO bre. feb- sua 1' accompagnava, che lei, la con napoletana: di Dio, il matrimonio si farà. Carminella Ora, in chiesa pace, in cercava la ragazza: nessuna ora e del di costei attrarre che non giorno, vi andava spesso aveva ve- 396 GIOVANNINO O lentieii. 11 gelo della del cervello confuse del cliicsa mattina lei, come alla e smarrita donne un fibra cedeva, Tanto l'aveva che fra sera, — -altre,si Andiamo atto come se è non a i canti e la spesso piangere. a alla profonda amor^. così male, che bianca bianca. disse — Andavano ciie alla senti Si fece via, funzione La cosi colpita, in pieno di svenire. punto — le cera stanca, innanzi innanzi profonda, pre: sem- cosa, dolce era malinconici. omai accanto con taceva. e fanciulla, intenerita, si metteva sua cialmente. spe- , l'ora sera: qualche faceva in spesso sempre guardava parole le ogni vespero delle la quella trangugiasse le fila al vespero sera, dirle volesse se che l'ardore rannodava si teneva la fanciulla ma le calmava preghiera Carminella a MORTE pensiero. Si, andava suo alla chiesa, la e Li O La lusione de- rezza ama- Una fu sul Carmiiiella. a finita, — - rispose la serva spaurita. — A resto, Se altro un malincuore seguiva sti'ingerla a la la — — — Hai Non Devi piazochera padrona, rallentare nervosa, la chiave? minuto, quasi indietro: chiese. so..., averla, si il passo. tornò — vengo dammela. Ma meno. levò e volesse mente lentaco- paziente, costei, im- O GIOVANNINO Maccliinalinente si mise a la a casa sua La affrettare il passo la suo di fidanzato la che che nulla fu abitatori grido che Poi fu la s'illuminarono: pallido volto. pian di vedere dappertutto, i pacifici un , mai di gente sbatter uno schiusa rotto e di di più. verso attra- porte, due un voci: violentemente, , del ribile, ter- Santobuono furiosa corsa nella sera bra un'om- pozzo. finestre,lutti donna bra lab- partamen l'ap- chiamò dimenticheranno le il sulle attraversò di palazzo non grida tutte more ru- , inteso sull'orlo apparve un , grido acutissimo, Un cristallo un ticamera dall'an- dolcemente baciava porta del terrazzino Alle giallo supplichevole, disperato, fece cadere fanciulla La scostare di umano, una sapeva ma il sere es- come , non colpi di broccato appartamento, cliiamar letto aveva del essi intesa r livido di , matrigna. sua la avanzarsi per le tende piano voci clie le fece la forza Ebbe sul porta di casa, di la fanciulla e ansiosa raggiungerla. rumore voci innanzi, trasognata, per aprì rapidamente di gliela dette buttarsi per 397 MORTE serva come serva, un LA correre, , morta. O Gabriella i pianerottoli urlava dalla terrazzetta, urlava: — S'è buttata Il porcaro Carminella nel pozzo, arrivò era s'è buttata soltanto andata a dopo cercarlo, nel dieci dormiva pozzo! minuti, an- 398 perchè Cora, sotto e GIOVANNINO O terra. lavorava Era calzoni scalzo dalla incominciò certi cortile corda sul testa Mollate, E A Morta ringhiera, mente. giù, fissa- ancora profondo, voce una un Morta, tirare. e quattro o i cocchieri Egli Pesava. donna punto singhiozzava, fece — tutte forte: certo un tre , nuti mie tava por- Pep- gridò: viva? o Morta! a che Ranaudo da tutti sata abbas- della Dopo stratta una cominciarono vicoli, fu — giunto. era il corpo. — ginocchi in- cocchieri. diede — dal disse — Il po:saro pina guardava Car- forse e aveva ferro gelido egli piano, secondo matrigna La rono gli lega- ai fianchi, ed fervidamente, Giovannino mozzi cavano. ammic- grandissimo. del pianerottolo sul ai che i mozzi e Silenzio gli altri pregavano. fioca occhi intorno pregava — poi in forte, in camicia e i cocchieri la discesa. mentre mezzanotte alto con grossa la MORTE , Nel minella, I.A uomo un , una O le parti, da gemito, morta, voce una su un morta! Fine. fino fioca giù, pianto, un e affannosa. nella via, nei singhiozzo: i