4S.\^a.\
TERNO
TEENTA
PER
CENTO
-
n ACCOLTI
SECCO
0
GIOVANNINO
0
NAPOLETAKI
MATILDE
SEEAO
TERZA
EDIZIONE.
MILANO
FRATELLI
TKEVES,
1889
EDITORI
LA
MORTE
l'ROPIÌlETA
Riservati
I.KIIEHARIA
tutti
i
0^3
^3
Tip.
Fratelli
TiPves.
diritti
ALL'ERTA,
?Matilde
Sìrao.
SENTL\ELLA!
Nella
luminosa
napoletano
paesaggio
Nella
agosto.
pomeridiana,
ora
dormito
aveva
immobile
silenzioso,
di
calda
e
leonino
da
siesta
lunga
serto,
de-
assai,
il
sotto
il
sole
mezzogiorno
,
quattro
alle
d'
ombra
nessuna
si
uomo
era
,
apparendo
mossa,
verde
a
dei
sulla
Bagnoli;
che
sinistra,
sulla
sparendo,
e
viene
larga
via
Posilipo
da
nura
pia-
gran
bianca,
rasentando
,
r
ultimo
spalto
anche
erboso
larga
capo
un
di
collina
quella
via
che
la
è
che
è
delizia
di
,
quanti
Napoli,
amano
stranieri
indigeni
e
non
,
una
carrozza,
non
non
di
il
a
che
carretto
un
Fuorigrotta,
primo
suo
Cuma,
sorpassasse
carretto;
un
e
angolo,
a
sulla
il
non
bellissimo
una
diritta
che
voltando
Baia;
non
Bagnoli
per
andare
trova
a
sul
nave
capo
mata
chia-
via,
ai
una
rozza,
car-
di
zuoli,
Poz-
mare,
Posilipo
,
4
sentinella;
ALLERTA,
lontano, linea
andarsene
per
da
vela
un
nel canale
bianca
alla
intorno
che
dei
di
spalancate
dei
vuoti; l'osteria
al
Non
terrazze.
non
degli
uomini
e
soffiato, per
sollevando
di
delle
qualche
Posilipo
di
e
delle
roteare
della
di
delle
rini
came-
di buontemponi
rate
sbar-
aveva
le
porte delle
non
un
sonno
il ponente
aveva
dal
alla
mare
sulle
due
piegando
di
terra,
strade
e
vando
solle-
verdi, facendo
coste
trombe
bigiastra
arena
agitare le persiane
bianche
case
i
grande
polvere
facendo
spiaggia,
delle
Solo
Fuorigrotta,
picciole
spiaggia,
ritrovo
nel
tempo,
i fitti papaveri
gia
spiag-
stesso, luccicante
mare
cose.
dei turbini
la
giungeva,
immobilizzato
sole, pareva
Nisida,
,
il
voce:
una
chetta
bar-
ponente,
amanti
canto
un
una
siesta, il picciolo
finestre,sbarrate
sue
una
vedere, dalle porticine
al
di
non
di
sulla
,
tutte le
grido,
la
Bagnoli,
di duellanti
,
sue
isola
bagni marini,
battenti
e
non
lunghezza,
sua
deserto, lasciando
rimasto
fumo;
fiorita
Bagnoli. Durante
stabilimento
era
di
Precida;
verde
in tutta la
prospetta
dolce
di
montata
sor,
piumetto
vago
filante
nera
e
sfrondando
le
passi-
fiore sui
pergolati delle terrazze, nell'osteria
Bagnoli.
Ma
suo
è la
delle
il
il
rombo
paesaggio
che
canzone
case
ponente, si
e
concilia
degli alberi.
sa,
a
serve
napoletano
il
sonno
cullare
che
delle
spese
so-
dei
col
dorme,
persone,
sentinella!
ALLERTA,
l'ora
Ma
estivo, diffondendo
magra,
dalle
nudi,
a
marinaio,
dei
e
bagni
raccogliere, dai palidi legno donde
che
le lenzuola
sul
il sole
guarnita
da
nastro
un
dai
e
rosso:
e
piedi
si mise
pendevano,
larga paglia bagnata
una
capo
dolcezza
Portava
asciugate.
aveva
puscolo
cre-
alta, bruna,
bronzo
stabilimento
lungo
grande
una
color
gambe
dallo
usci
di
moglie
Una
nel
declinava
pomeridiana
intorno.
5
sfondata,
e
gramente
alle-
cantava
:
E
songh'eseta
buttune
songh'e velluto
E
0
E
.
\
Iacee
M'a
tanto
Ogni
nnanmrato
primmo
lassato
lunga
figura, guardava
come
se
dalla
fanciulletti
bimbi
spalla
che
saltando
i bei
con
cariche
La
dalla
di
Carrano,
villa
usci
una
governante
di
si fermò,
avendo
il carico
delle
capelli biondi
villa
sacelli,
marinala
raggiunta,
piattaforma
sua
fanciullette, bellissime
mano,
l'avevano
sulla
di
condotte
una
tutto
e
,
di borsette.
una
la
verso
un
la
scompariva
aspettasse. Infatti dalla
cameriera,
solecchio
cui
sotto
lenzuola,
inglesi
creature
raccogliendo
andava
mentre
di
di
glduto!
nn'c
,
carico
\torma
se
e
di
pioventi
gioni,
provvifacendo
buttato
la
e
circondarono,
legno
sulle
sopra
lenzuola,
sue
e
;
scuotendo
spalle;
sgam-
i
b
ALL
bettando, malgrado
governante
!
SENTINELLA
ERTi,
le ammonizioni
inglesi della
la marinara
mentre
rideva
larga bocca, dai grossi denti
sua
tre
camerini
quattro
o
minuti
tutta
si
dei
la
torma
ne
andava
rigati di
chiusero,
fanciulletti
fanciullette
spiaggia
se
Bagnoli
dei
l'isola
e
,
gutturali, tendendo
voci
la
marinara
della
ridesse,
di
di
via
la
con
di
cui
i
vinaio
dalle
carico
'di vino
le ciambelle
marinara
e
coi
che
del
le
di
sopra
uno
con
buttata
molignane
di
carretto
di
il suo
angolo
stretto
le
gambe
i
teriore
an-
la
sospese
spalla,
che
vuoto
carro
in
Procida, in città;e
una
sopra
1
: car-
deposto
aveva
Monte
geva,
giun-
venduto
aveva
tutte
e
vuote, che
carretto
col
ragazzi.
Pozzuoli
diritta,verso
,
trottando
dall'alto
spiaggia parca
carico, al mattino:
carrettieri, seduti
giacchetta
riose
cu-
perchè
le manine,
la
pomidoro
botti
del
certe
con
Tutta
a
arrivato
era
la dolce
Nisida, coraggiosamente
legno.
ortolano, vuoto,
tutti
Napoli
delle
Fuorigrotta, qualche carretto
andandosene
retto
loro
buttasse
piattaforma
Dalla
di
gridando
soffiando
,
fra
nuotando,
dieci
e
,
:
nero
dopo
e
la
con
,
,
andavano
trabalzava
e
il
,
fischiettio
allegro
della
trotto.
il leggero
carro
stretto
creta, chiuse
mare
di
da
napoletane
loro
anfore
un
che
tappo
erano
che
canzone,
Passò
anche
panciute,
di
pagnava
accomun
rotonde,
sughero,
ancora
lungo
umide
le
di
mìime
odo-
ALL
ranti
acremente
in
e
calzoni
marinaio
Anclie
via
ma
di
Napoli
piacere,
nessun
forestieri:
il cocchiere
spiegando
che
fare
i
fare
a
i
dintorni,
all'alba,
le esercitazioni
vinciali
pro-
che
sitavano
vi-
dovi
piglian-
non
l'aria di
sulla
spiaggia,
poligono dei Bagnoli,
i soldati
che
e
e
aver
si fermava
il
di
bagni,
volendo
ma
(luello era
mattina,
veicolo
cariche
carrozze
scrupolosamente
la
pipetta da
corta
una
retto
ber-
un
Posilipo qualche
erano
in
venuti
dove
con
le labbra.
dalla
compariva:
e
vano
ave-
in camicia
era
bianca, scalzo,
lungo,
e
fra
che
,
città: il carrettiere
di tela
scuriccio
/
minerale
dell'acqua
portata
!
SESTINELLA
ERTA,
venivano
a
mava
quell'isola si chia-
Nisida, Niseta.
Bella, bella
—
guardando
l'isola
specchiava
nel
verde
mare,
Il cocchiere
crollava
avanti, voltando
per
i suoi
era
qualche
dalla
via
bella
ed
0
ai
di
che
già
diventato
le
la
equipaggio
di
la
piaceri del
per
a
mentre
,
che
per
Ovvero
spuntava
qualche
Napoli
signora
zione,
combina-
capriccio, rinunziando
viaggio estivo;
lentamente
ciaio.
ac-
camminando
grotta.
padronale
restata
di
si
Fuorigrotta, portando
Posilipo,conducente
dispetto,o
color
spalle
via
provinciali,
leggiadramente
provinciali sotto
elegante,
per
i
esclamavano
—
e
il cocchiere
l'ombrellino
dava
an-
grande
,
all'erta,
bianco, foderato
aureola
di
testa
una
si fermava
la bella
rosso,
circondava
pensosa:
anche
sulla
isola
di
Nisida
ritornare
rigrotta, per
che
fosse
che
fra
scoperto
il
buoni
verde,
rozza
car-
carrozza
Fuo-
verso
città,la signora
in
quel punto
i suoi
la
giro,
suo
sulla
sticava
fanta-
sissimo
lumino-
luminoso,
occhi
sua
guardare
per
mentre
e
il
delia
questa
spiaggia,
lentamente
continuava
!
sentinella
acuti
avevano
di
dell'isola
cima
Nisida.
le finestre
Tutte
sul
sulla
via
di
assai
delle
in mezzo,
verdastro,
di
azzurra
t'anni, bruno,
volte
chiedendogli
ad
altro.
di grosso
A
una
donna
scura,
e
rieri
came-
tiravano
di
un
nero,
la
semplice
sui
uomo
davano
guar-
bionda,
giovane,
un
liera
sa-
cristallo
finestra,due
abitino
quaran-
bello, pensoso.
la
donna
si chinò
qualche
cosa,
la
con
mano
rispondere vagamente,
La
terrazza
piedi dipinti di
bicchieri
lievemente
egli parve
grande
mettevano
delicata, vestita
e
Bagnoli,
dei
tovaglie,
una
mare:
bianca
Due
dei
lancate,
spa-
passiflore,due
dai
capovolti.
il
tela
e
erano
sonnacchiosi,
greggia,
le
sulla
e
rustici,ancora
stendevano
pianura
delle
pergolato
tavole
dove
sulla
mare,
Fuorigrotta;
dal
coperta
adesso
dell'osteria,
donna
lo
abbandonò
l'uomo,
verso
un
sul
sorriso, poggiandogli
ed
braccio
,
pensando
come
alla
finestra.
all'erta,
che
senza
egli dicesse
nulla,
nell'acqua
allegramente
ritornò
a
ma
l'isola di
di
un
tre
men-
sorridendo
al racconto
bizzarro
sogno.
il mare,
Anche
nella
pomeridiana:
siesta
dei
fanciulli
la
Aniello!
Adesso
si levava
la
la
che
della
sonno
strideano
le
ridendo
e
,
marinara,
rivolta
distesa:
a
paranze
sotto
senza
crepuscolo
bagnavano
Aniello,
passato il
avevano
venivano
e
filando
riva
a
chiamava
tre
di Procida
canale
si
mentre
spiaggia,
del
ora
presso
che
schiamazzando:
verso
molle
risvegliato dal
si fosse
estivo, parea
voci
sottovoce,
il capo,
consentendo
come
poco,
affascinata,
come
Nisida, lungamente,
egli ascoltava, crollando
un
dal
strappando
,
lui,alla finestra,parlandogli
indicandogli
vano
strilla-
rava
largo fiore di passiflora, di cui ti-
un
petali,coi dentini;
i
sulla
comparve
e
inglesi che
i bimbi
terrazza, guardando
pergolato
!
sentinella
Pozzuoli,
verso
della
brezza
si vedesse
che
sera
il moto
guendosi,
se-
nuo
conti-
,
cui
con
liica, la
grande
tratto, dietro
Napoli
capo
trotto
che
in
quelle fratellanze
sono
le
lavandaie
di
di
veniva
un
esso
che
da
scja-
nare
mariA
paranze.
che
Fuorigrotta
cavallo
anche
la
mare
un
da
tornavano
,
portando
grossi fardelli di biancheria,
sordo
misura;
due
la via
per
due
a
di
rete
pescatrici
e
andare
lasciavano
levava
sul
si udì
i
Napoli,
un
piedi
in
per
la
10
diritta
strada
nera
nera
lunga;
e
col
si conducono
dove
forgone
in
i morti
buona
gente
giorno,
non
dei
carrettone
Bagnoli:
dal
vedere
bagno
finestra
il suo
come
per
braccio
a
nipoti che
navano
ritor-
gli occhiali
di
bisogno
passò
bagni,
dove
viottola
di
innanzi
la
sgomenta,
innanzi
restare
del
\
innamorato
suo
la
adesso,
rozza
car-
negra
spazzava
camerini,
immobile,
filato
in-
avendo
picciolo stabilimento
ai
ma
seguendo
ma
protezione:
marinara,
legno
la fece
carrozza,
al
bionda
la donnina
quello
dei
sulla
indietro, come
la tetra
mente
rapida-
l'osterìa
la vinse, si piegò di nuovo,
gli occhi
il
era
non
meglio
carrozza;
si tirò
lacunosità
con
inforcò
o
,
leggeva
che
,
la negra
segnarsi,
passò
sotto
i
di
passare
Ma
forgone
villa,aspettando
la
pregiiiera
una
miss
che
e
notte, senza
Carrano,
vecchia
una
porta della
alla
Il
la villa
sotto
somigliava
vede
non
la
era
:
gli sportelli
epidemia
scongiuro.
morti.
forgone
porta al camposanto
sottovoce
uno
al
seri'ato, con
di
passare
borbottare
senza
ste
Po-
convalescenti
che
tempo
mormorare
senza
Regie
né
forgone che
napoletana
ode
che
,
municipale,
al carrettone
chiuso,
delle
innanzi
tutto
nero,
carrozza
tutto
,
i soldati
nero
una
quello
a
legno sollevati, un
di
per
né
piccolo coupé
,
Era
forgone
un
rassomigliava
non
un
polverosa.
e
'.
SENTINELLA
ERTA,
ALL
col
e
la
grosso
di
la
raviglia
me-
ba-
ALL
della
stone
si
sdraiati, nei
erano
maglia, sull'arena
Il negro
da
si
poi
altro
un
sull'arena, sogguardando
la
verso
coloro
abbassato
poco.
Un
altro
un
uomo,
taciturno
e
villa
Alla
pallore mortale
e
sul
mare,
abitanti
di
poi
nero,
giovane,
con
come
fossero
stretto
emozione.
infine
salto
un
si
via
scolorò
tutte le
vinti
da
scese
di-
solo
vano,
forma-
di
Posilipo,
samente.
inten-
guardava
dell'uomo,
il gran
un
triangolo. Dalla
silenzio
stati
si scostò
col
bile
diritto,immo-
grande
se
minuti,
carabinieri, che
bagnetti
correre
dis-
dentro
discese; e
comparsa
un
tanto
per
tre
predella, restando
Fuorigrotta, dai
fu
o
dall'osteria,dalla
Carrano,
ferrai
ancora
due
per
lui, uno
a
rosso.
ogni
come
stavano
fra i tre
intorno
pennacchio
sempre,
vano
un
del
cupa
aspettavano,
carabiniere
la
toccar
senza
di
che
nel
biniere,
cara-
un
essi, l'appuntato, si piegò
forgone; parlamentò
capo
sceso
cautamente,
porticina aperta
con
il
di
uno
sorpresi.
su,
penombra
i carabinieri
Nisida:
di
bagno,
sull'arena, poco
era
ne
altro; nella
Pazientemente
da
che
porticina di dietro, l'unica
forgone, si scorgeva
verso
vestitini
fermato
aperta,
era
un
i fanciulli
mani;
loro
era
la
loro;
porta, si
le
calda, si levarono
forgone
lontano
sua
fra
granata
1
SEMINELLA
EKTA,
samente,
improvvi-
intornò:
cose
sulla
paesaggio
un
e
profondo
e
un
terra
i suoi
vido
bri-
Egli
era
alto, forte,
di
di
capelli
i
intatta
pelle
rossi:
quelli
di
fanciullo
un
vecchio
sereni
e
calzone
lanetta
la
Vestito
cui
come
di
macchie
tutto
vecchia
una
simo,
teneris-
azzurro
attraverso
berrettino
avendo
non
bisunto
nero
un
lacciato
sfi-
e
giacchetta
di
si vedeva
la
egli pan^ciotto,con
che
fortemente
la
della
brezza
vedere
lasciava
tranquillo
fulva, egli restava
rossa,
quella ignobile livrea
sotto
appena
,
bianca,
criniera
volto, dalla
quasi candidi,
e
verdastro,
marrone
camicia
un
innocente.
all'orlo, di
che
lentiggine, egli aveva
rara
azzurri, di
grandi
volto
suo
appena
,
,
coloro
di
bianco
pelo
un
qualche
paio di occhi
occhi
un
nel
e
anni
fitta,
opaca,
bianchezza
senza
di
spalle: il
bianchezza
una
,
macchiata
venticinque
di
latte, la rnuUebre
hanno
un
po' curvo
un
bianchissimo,
era
di
giovanotto
un
1
SENTINELLA
ERTA,
ALL
miseria, respirando
marina
come
se
,
felice di
fosse
incatenate:
i due
che
e
vera
intorno
ai
tutti
mani
che
giù
con
si chiudeva
gli occhi
questa scena,
vecchi
di
e
erano
si chiamano
coloro
e
girava due
in
un
che
fanciulli,donne
che
semplici
incatenato
polsi,ma
che
le
con
volte
grosso
specie di gioiello lugubre
una
E
i
propria catena,
polsi,e
sue
polizia castagnole
pollici,non
uniscono
le
le manette,
con
della
volgare
stringono
una
già
non
in
manette
quell'aria.Solo
chetto,
luc-
rio.
carcera-
guardavano
e
uomini,
ALL
Pure, egli non
le
mani,
volgevano
si
invariabilmente
al
da
veniva
sofTocante.
intorno
forse, tutti
più:
quella
Se
che
lo
non
Poteva
di
impiegato,
un
o
un
che
ferro,
i
coi
era
legava,
la
sua
che
la
dell'orrendo
delicato
,
ignora
dalla
occhi
male;
invano
dolcezza
l'aria
aveva
sida
dagli
tanto
—
è la
o
colà. Ma
invincibili
se
del
con
e
ingenua
invano
.
e
senza
la
poiché
catena
Ah
a
tutti che
egli
era
vano
in-
bianco
e
che
bimbo
tranquillo
egli
invano
pacifica, sogguardando
curiosità,
quella
l'isola
catena
di Niera
truce, sanguinolente, quella catena
dramma
sua
sfidarla, vinto
paesaggio;
gran
semplice
stava
ne
anelli
la
nome,
qual
sere
es-
testimone,
un
mistero.
azzurri
la gente
che
qual-
per
forte, giovane, dal volto
guardare
senza
ogni
il
colà
condanna,
che
era
tutti
come
qualità, il suo
che
egli
affascinava
,
abitasse
suoi
nei
la catena
parola
dato
sal-
carabinieri, poteva
storia;
è
stata,
guardato
uomo,
liberato,
lo
e
,
fosse
venuto
un
chiuso
pietra
polsi
un
parente di qualcuno
la catena
di
o
respirare, egli
avrebbero
essere
di carcere,
di
ferro, solidamente
quanti, libero, contento,
affare
guardava
si
non
avvinghiava
ne
,
quanti.
di
catena
quel giro
mentre
tutti
piacere
carcere
un
catena.
dosi
sollevarle, quieto, dan-
di
cercava
evidentemente
che
quella
a
soffrirne;non
pareva
non
!
SENTINELLA
ERTA,
un
essere
il
ceva
di-
pernicioso^
all'erta,
14
dalla
condannato
tacere, in
la
voce
allegro dei
frusta
dei
di
immobilizzava
verde
lago
E
la gran
tutta
circonda
l'isola
fresco
istessa
campagna
iiicatenatore;
deturpate,
presenza
infame
Ma
barca
e
venne
\fiorita
Bagnoli:
le
della
un
la conducevano
turchiniccio
taciturni, i due
scuro,
barcaiuoli
un
come
dalle
verde
e
nella
loro
di
quel
da
deltà,
cru-
innocenza,
dalla
corrotte
sempre
di
che
tristezza
perversità, della
micidiale.
si distaccò
vogando
fondo
pro-
sembravano
cose
violate
di
mare
l'oppressione
turbate, per
sempre
una
e
di
improvvisa
colpiti, soffrire
che
ladro,
sorgente
boschetto
nella
catena!
un
era
Nisida,
che
quell'apparizione
un
l'uomo
e
zone
can-
implacabile
colorito
li aveva
per
ferro
e
un
della
La
passaggio.
il bel
e
ciulli,
fan-
Pozzuoli, la
fiorita, intorno, tutto
,
dei
amore
e
come
ferro
a
quel
tutti,
fiori,sembravano,
di
di
l'uomo;
poetico
acque
d'
parole
avviati
micidiale, forse.
un
faceva
finestra, lo scoppiettìo della
alla
carrettieri
l'incubo
Era
mini,
uo-
il richiamo
marinara,
le
pescatori,
cocchieri
dei
che
quella
silenzio, le risa
della
grossa
bionda
donnina
Era
profondo
un
giustizia degli
legge.
la catena!
catena,
La
dalla
condannato
malvagio,
!
sentinella
dalla
verso
due
con
si
riva
la
dell'isola
spiaggia
barcaiuoli
berretti
vestiti
neri.
piegavano
dei
Quieti,
sui
remi
all'erta,
]()
la
vava
tranquillità,come
sua
piacere,
certo
viaggio
come
all' aria
della
barca.
cosi,
incatenate,
mani
diporto
di
barca
di voci
piena
solo
pescatori;
sé
con
muta,
le
di
questa,
via
tetra,portante
il bel
di lavoro,
taceva,
cupa,
al
mare,
di fanciulli,
donne,
la
e
del
fiammanti
barca
il condannato
crociate
in-
barcaiuoli
cupole
rude
o
le
solo, taceva,
:
dei
e
per
gioconde,
quel
avesse
attraversa
muliebri,
degli ombrellini
le
se
naturale
rossa,
di
in grembo
Teneva
che
barca
Ogni
carcere.
un
lante
libera, in quel cul-
dei carabinieri
fra il silenzio
con
contento
come
moto
un
per
sceso
era
intorno,
fosse
se
mare,
per
moto
di
quando
forgone. Anzi, si guardava
dal
è
!
SENTINELLA
scorta,
sua
castigo
tando
por-
tragedia
una
umana.
Eccoci
—
La
disse
—
barca
aveva
urtato
ferma,
neir ordine
come
era
La
il
piccolo
i barcaiuoli
tenendola
dell'approdo.
il condannato.
se,
contro
pietra dell'isola:
di
piuolo
fra
come
stretta
scorta
a
scese,
la
tenevano
man-
un
forte
sempre
fra
tenendo
salita
prodo
ap-
sé
il
,
condannato.
—
—
E
via
Fra
Va
poco
—
disse
l'appuntato
primo
al
caiuolo.
bar-
lieiie.
la salita
saliente
all' isola
ira
cominciò,
gii alberi,
un
sopra
gran
la
viale
larga
om-
ALLERTA,
broso,
pieno
del
salivano
in
levava
bevendo
la
quelle
voci
della
ma
di
largo viale
il capo,
ogni
tanto,
dolce
delie
rose,
di
quella lunga
pareti di
pietra,
Solo,
certo
un
a
intendendo
iimpallidi,
che
fucile.
Forse,
un
momento,
la scorta,
Matilde
scorta,
era
luccicare
Impallidì mortalmente
gli fosse
se
come
quel
che
sfuggita
Seeao, Rauonti.
gabbia.
udì
era
lieve
un
fosse:
egli
ed
la
crollò
quel
di
canna
il capo,
illusione.
la catena,
da
del
sentinella,
grande
una
quasi
acuto
una
e
malgrado
ingannato
sé,
pagna,
cam-
egli andava,
come
che
lo
un
in
colse, indovinò
prigioniero
dannato
cona
nella
l'orecchio
fra
siepi
il
ma
bestia
una
sua
le
e
girato, fra quattro
tanto
punto,
a
innanzi
gli alberi:
movimento
intendendo
guardava
come
della
curarsi
senza
d' alberi
passeggiata,
aveva
il
come
piaceri. Solo,
luccicava,
cosa
sede
conducesse
dei
e
via
La
all'alta
se
lusso
vedeva,
egli che
tutte
se
ascensione,
i boschetti
lo
non
felice
del
qualche
quasi
come
sforzo
come
parco,
vavano
tro-
superiori. Il
lo inebbriassero.
con
fra
sfere
il capo
senza
castello, sede
imbruniva,
ansiosamente,
saliva
un
al tramonto.
continuamente,
delle
natura
dell'isola,saliva
un
in su,
luce, levava
lunga,
era
su,
la luce
ancora
condannato
degli uccellini
canto
giù, all'approdo, già
Mentre
come
1
SENTINELLA
grado
mal-
paesaggio
li
campestre,
creduto
aveva
I
SENTINELLA
ERTA,
ALI,
di
libero:
esser
un
istante.
Né
più
giunti
di
di
muro
un
a
rifare
potette
questo
cinta,
da
ferro, sbarrata, guardata
mostrò
L'appuntato
il fucile
metallico
sibilo
un
si
scorta
la
in
.trovavano
case
a
di Nisida.
Penale
si diresse
L'
verso
ed
piani, questa,
entrò
del
il ritratto
la
con
Re.
testa
—
E
vi è il direttore?
Ora
viene
di
Era
carabinieri
diede
una
fisonomia
fecero
un' occhiata
il saluto
di
due
vanie,
scri-
lido,
pal-
mente,
misera-
registro.
l'appuntato.
scritturale.
senz'aver
sui
uomo
un
lo
il condannato.
sguardo
due
reno.
pianter-
vestito
chiese
—
rispose
scrivere,
a
uno
con
—
a
scarno,
grande
suo
Non
riprese
alto,
scritturale
un
al
con
cole
pic-
sedia, il crocifìsso,
già spiumata,
in
scriveva
si
Bagno
centro,
mobiliato,
Uno
con
pratico,
era
ufficio
un
qualche
divano,
un
—
in
Regio
che
del
casa
magramente
Era
del
appuntato,
una
da
circondata
pianò, gli uffici
un
tenacci
ca-
Ora
il condannato.
piazzetta,
una
grandi
pesantemente,
richiuse
dietro
e
pose
de-
si schiuse
: essa
,
dietro
sentinella.
una
tutti i
aprendo
porta di ferro
della
porta
foglio: la sentinella
un
andò
e
grande
una
a
Erano
sogno.
degnato
Entrò
pure
nep-
rettore.
il di-
quarant' anni, forte,
bonaria,
militare.
ma
seria.
1
Egli salutò,
sfuggita al condannato
e
all'erta,
andò
sedersi
a
alla
vi
Come
—
condannato,
al
Traetta
Rocco
—
la
per
tato
L'appun-
consegna.
?
chiamate
19
scrivania.
seconda
foglio di
il
gli diede
I
sentinella
chiese
—
il
direttore
verifica.
costui
rispose
—
,
voce
a
bassa.
avete
Non
—
—
—
—
Sciurillo.
Mi
chiamano
Di
dove
Di
Napoli.
siete ?
?
Anni
—
soprannome?
un
Ventisei.
—
fu"?
Del
—
levando
il
tremare
il
soggiunse
il
direttore,
il
disse
—
capo.
Del
c^
—
fu
Gennaro
disse,
—
senza
condannato.
Condannato
—
direttore, chinando
Traetta
Rocco
altra
non
domanda.
In
vita?
se
come
capo,
In
vita,
—
Numero
un
—
qualche
lo scritturale
aveva
gistrato
re-
galeotto.
nuovo
chiese
lo
scritturale
al
tore,
diret-
indifferenza.
con
—
il
rispose. Aspettava
Intanto
questo
—
po'
un
—
rabbrividito.
avesse
—
parricidio
per
suo
Il direttore
costui
rispose brevemente.
-117, berretto
rosso
—
scrisse
foglio lo scritturale.
suonò
un
campanello.
Un
uomo
pra
so-
20
all'erta,
di
vestito
grigio,
Alia
—
vestizione
Traetta
in
foglio,quasi
fra
Passavano
fiori,dietro
fine
in
le
volte,
tre
fondo,
in
di
un
rosso
Gli
mani
vivo, tatto
del
piede, fu
piani, non
di
vaso
della
un
ardeva
sacchi.
fatta
in
un
Alla
due
e
Un
La
altro
zione
vesti-
momento:
tela,calzoni, panciotto, giacca
ciò
per
due
dove,
scuro,
incudine.
certi
mattone
l'avevano
la saldatura
un'
Traettafu
di
già
di fucina
sopra
filato color
e
di
dall'altra
e
innanzi.
camerone
sopra
grossa
avevano,
albero
qualche
sempre
fuoco
sedeva
di Rocco
camicia
un
gran
battevano
carceriere
strade
Bagno,
due
o
di
gendo
leg-
nato.
del condan-
parte
uno
rabinieri
ca-
solo
era
qualche
una
i
:
innanzi,
del
con
il carceriere
un
Ora
dannato.
con-
graticciate di ferro. Voltarono
entrarono
fabbri
e
adorne
alti. Finestre
più
le strade
Da
il
il carceriere
curandosi
degli edifici di
sorgevano
o
fiorito.
già
acacia,
segnandogli
direttore,con-
andava
non
marciapiedi
coi
larghe,
il
direzione.
questo
ma
si presentò.
nero,
indicandogli
e
dietro
usci
carceriere,
il
gli disse
—
restarono
col
berretto
un
foglio
un
Rocco
con
!
sentinella
berretto
scuro,
stampigliato
vestirlo, levata
buttata
in
catena
di
affare
lungo
un
al
un
4i7.
numero
la catena
dalle
cantuccio.
galeotto,
di
Ma
al collo
piuttosto.
Acco-
all'erta,
vacciati
caldo
ferro
stretta?
è
chiese
—
No, è giusta
—
La
catena
Mi
—
più
lunga
era
con
molto
vi
alla
sentiva
metro.
un
chiese
—
lui,
il
e
anello
suo
piede, dava
il
suonò
Quando
risola
di
Nisida
molle
notte
Rocco
e
si
scostandosi
lo
indifferenza
quelle folle
brutali,sono
avevano
:
di
le due
tena
ca-
dei calzoni
pesava
intorno
leranza
d'intol-
sopra
profonda
folla dì galeotti
con
lui, non
la paura,
due
una
con
note
note
paura
a
mente
bieca-
guardandolo
grandi
a
fidenza,
dif-
rispondendo
accolto
e
mente,
macchinalInvincibile
una
colp_evoli,le
appunto
La
nove,
una
mescolato
domanda,
rara
; alcuni
era
era
da
continuo
alle
Quella
accolto
aveva
sua
mare
stellata.
Traetta
lo
acuto,
silenzio,
il
catena
ferro, saldato
di
senso
un
cintura
la
così,
sospesa
—
cintura.
nella
uncino
un
era
pure,
qualche
di
il carceriere.
gli rispose
—
Difatli
:
già
altro ?
un
puoi sospenderla
di
a
indifferenza.
No
—
lui, che
disse
—
legheranno
fingendo
cui
loro,
insopportabile.
peso
al
di
uno
Traetta.
Rocco
un
11
alternativamente.
Non
—
21
martellavano
fabbri
terra, i due
per
!
sentinella
una
lida
ge-
istintive
bestiali,
vaga.
di tutto, di
indistinta, grande,
crudele.
basso, cupo,
loro
alla
cappella,
messa
di
su
in
essi,
certe
panche
di
fede, levando
con
Nella
chiesa
quel
con
di
difformi
malgrado
delinquenti.
di
teste
la misticità
del
ritti,sogguardando
alla
dava
la
la
sottile
quelli
.mente, alle
prime
centinaia
i
custodi,
dell'ora,
nel
e
mendo
te-
lenzio,
siche
rialzate
un
morio
mor-
chiolio
scric-
delle
,
con
il
uno
quello
momento
vano
sta-
grande
solo
unirsi
pregavano,
cadenti
volte
le
e
prete vecchio,
del
incessante,
ogni
è il solo
che
Ma
rossi,
acutamente,
e
si udiva
che
e
così
voce
monotono,
smosse
luogo
sorpresa:
benedizione,
di
alcuni
obliqui.
quelle
su
li
se
i berretti
e
tutti via.
erano
cadevano
sera
sempre
come
leggea sui volti
bianco,
in
cucito
galeotto,
della
ombre
verdi
i berretti
numero
del
nome
si
vore
fer-
un
sottili,negli sguardi
bocche
pallidi,sulle
con
soverchiante,
d'ipocrisia,che
ardore
un
era
metà
una
e
:
la voce,
talora
nuda,
folla si
alcuni
emozione
una
premesse
legno
pregavano,
con
chiesa
quella
di
smo
egoi-
un
andato
era
grande
una
fresco, dove
vero,
tutti,e
Egli
di
imbiancata
!
SEtlTIKELLA
ALL'ERTA,
tene
ca-
pcnosa-
gi'an
rumore
'diferro.
Raggricchiato
era
stato
pregare,
vinto
senza
in
da
un
una
parlare,
angolo,
grande
non
Rocco
timidità:
sentiva
altra
Traetta
e
senza
sensa-
ALL
non
ERTA.
fantastico
era
primitiva
e
Traetta,
era
crudele, ignorante
e
Rocco
d'oro, girava nelle
si
della fuga, quella idea
dall'anima
Perchè
come
una
?
Mentre
no
grande
in fondo
e
alla
bollite nel
nelle
mastello
tutte
a
dovuto
trovare
un
buttarsi
giù, nel
di
mente
avida-
prese
damente,
latta,avi-
affamate,
fuggire,
nel
cena,
pomodoro,
scidelle
bestie
tante
avrebbe
che
imperante
mangiavano
mentre
con.e
la
andavano
cameroiie,
grande
vinto,
preghiera.
quelle patate
dal
prete, egli
più disperati, gli sgorgò
dei
anche
coscienze,
le
che
ma
scintillante
preso,
E
morte.
tura
crea-
feroce;
del
tremanti
alla
una
spera
quella catena,
sino
tutto, sempre,
sua
mani
da
coperto
senti
idea
dalla
il Salvatore,
mentre
1
SENTINELLA
egli pensava
mente
necessarianella
un'astuzia,
mezzo,
,
notte,
e
di Nisida
dell'altezza
tanto
nella
diffìcile
con
dal
passeggiavano,
egli andava
sua
catena,
passeggiata,
lui
giovano
e
dopo
e
la
con
ardente
suo
la cena,
attorno
senz'
se
come
l'audacia
Preso
guariate,
e
vie
il senso
dalla
sua
scendo
cre-
potesse
non
sere
es-
forte, a lui astuto,
razione.
furberia, la libe-
desiderio, mentre
in
attorno,
accorgersi
divorato
gli andava
fuga
della
mente,
a
poco
Le
sfuggito, in quel primo giorno,
gli era
il sogno
che
tentare,
cosi
pareano
fuggire.
mare,
un
grande
trascinando
della
sua
visione
tile,
cor-
la
furiosa
di
fuga.
ALL
lui vi
le deserte
dei
campagna
lumicini,
torii. Giusto,
e
due
largo
fìnestrone
e
il
restava
?campana
Traetta
dal
del
quel
camerone
movimento
di
fu abbassato,
letto.
suo
essendo
sarebbe
fu
portabile,
insop-
e
suonata
la
già molti
dei
Rocco
russavano
,
quel pezzo
di cielo
come
e
di
la fantasia
stato
di mare,
a
sempre,
galeotti,le catene, le
eccitava
Come
finestrone, che
come
catene, glaciali compagne
rumore
lato
stel-
quei corpi umani.
silenzio
Stridevano,
dei
un
il cielo
im
caldo, l'odore
guardava
aveva
,
seconda
galeotti di
si vedeva
aveva
strapunto
uno
aperto, troppo
sempre
il gas
donde
dormi-
dove
Traetta,
Rocco
la
brillante
loro
,
fosforescente:
mare
col
Come
ai
pancaccia,
una
sando
attraver-
tutta
camerone
lenzuola
grosse
isquadre,
tornavano
grande
assegnati
avuto
libertà.
Pozzuoli
e
più
Nisida, guardando
di
Bagnoli
il
della
Per
vie
galeotti
i
lata:
stel-
notte
gli occhi, sentendo
volgeva
il silenzio.
Suonava
di
la molle
folle la smania
più
acuta,
2r"
.
cortile,brillava
111 alto, sul
e
SENTINELLA
ERTA,
ogni
bili
indivisi-
letto, e il loro
di Rocco
Traetta.
strone
fuggire, da quel fìne-
facile
!
Ma, ad
si udì,
—
tratto, da lontano
fievole,
ma
lontano,
una
voce
precisa:
All'erta,sentinella!
Meno
disse:
un
lontano, dopo
un
minuto,
un'altra
voce
!
SENTIKELLA
£RTA,
ALL
All'erta, sentinella!
—
Ancor
lontano,
meno
forte, chiamò
terza
una
sonora,
voce,
:
AlFerta, sentinella!
—
Prossimamente,
chiamò:
voce
una
All'erta, sentinella!
—
infine
E
dove
la
dormiva
non
udirono
il giro dell'isola.
si
risposta
se
ne
la
per
risposta,
sonoramente,
questa
sto!
tacque.
riordinando
non
Rocco
lacerati
lontano
la
del
cercato,
aveva
coraggio,
dava
avvilito, an-
Traetta,
i lembi
appena
riprender
lontano
dopo
e
:
Poi, tutto
Ma
E di nuovo,
rimandarono,
All'erta
—
Traetta,
Rocco
camerone
centi
altre, più lontane, più fioche, fa-
delle
le voci
il
sotto
scoppiò
voce
sogno.
suo
nella
notte, di
di
quindici minuti,
dopo
prima
ricominciò:
voce
All'erta,sentinella!
—
le
E
lunghe,
alternando,
di
passarono
dopo
si andarono
il fine-
sotto
nuovo
tano,
Traetta, si allontanarono; di lon-
di Rocco
strone
quiete voci
sonore,
fatto
aver
il
giro
sposta
dell' isola, la ri-
risuonò, chiara, squillante:
All'erta
—
Ogni
un
e
quarto
incubo.
si
sto!
d'ora,
Quando
rispondevano,
ogni quarto
quelle voci
si udiva
il
d'ora.
Come
si chiamavano
rumore
delle
ca-
nel
tene, i galeotti si agitavano,
letti loro.
trabalzava,
siamo
noi
ogni
soldati
fedeli dei
dicevano:
faremo
non
nella
Egli fremeva,
l'incubo
r
terribile.
Nella
spezzò,
Sdraiato
direttore
lo
se
la nostra
Ogni
isolati
da
del
non
gliamo,
vevoce-
a
della
metà
nuovo,
era
le voci
mare,
non
notte,
le
sempre,
micidiale, del
poltrona, dopo
sua
penale
cima
volesse
quelli che
ma
; noi
d'ora,
quarto
E
di
a
vivono
leggeva
fondo,
parricida,
e
lontani
giornale,
tanta
nella
meditandolo,
dai
indifferenti,
relegati
il
pranzo,
il
con
imprimerselo
leggeva, assaporandolo
fanno
acuto
chiare, forti, fedeli. Egli
Bagno
attentamente,
come
noi
egli pianse.
nella
del
l'occhio
con
stellata, sul
notte
cuore
ed
vegliamo,
tacere
vinto, prostrato, udendo
si
voci
mai
fuggito mai, mai.
voci, il duro
buone
notte, di collera; impotente:
opprimeva.
prolungavano,
sarebbe
no
nessuno,
far
può
dormiva,
Le
Noi
dur
sui
sonno,
ora.
—
pronti,
fuggire
^i
non
d'
quarto
qui, armati,
nulla
si
Traetta
Rocco
Ma
!
SENTISELI,*.
EKTA,
ALL
tezza
lenmente:
come
grandi centri,
da
qualunque
ALL
società
di
curiosi
ma
vita.
sulla
cui
Ogni
onesta
la freddezza
e
tanto,
però,
faccia,
in
il capo,
crollava
Egli
nuove.
•soldato
stato
valoroso,
rimanevano
la
sua
di
Lissa
energia:
di
e
l'Italia,la
cui
il
che
avrebbe
ma
sul
fremere
di
nell'isola
di Nisida.
che
collera
nati
sono
ferocemente
vivere
fra
tusiasmo
en-
fatalità
cattivi
non
aveva
battuto
era
fosse
buono
11 vivere
per
i galeotti,
fra
la
preferito mettere
ed
magnanima
Malinconico,
per
la guerra,
innamorati
marziali
che
quelli
candidamente
di essa,
le memorie
vita
impotente
tutti
come
per
Egli
volta, per la patria, anzi
questa
campo,
le due
si
tutto
anche
paese,
un
occupare
a
poiché
come
che
suo
tramontare.
pareva
1866
suo
il
molto
erano
malinconico,
1860, pensando
servire
mandato
avevano
nel
cattive
vivi, in quel bagno
sempre
stella
battersi
potuto
delle
coraggio,
suo
Custoza,
bontà,
patriotto ardente,
quei giorni, dopo
il capo,
crollava
nel
lo
dove
penale
grande
leggesse
un
il
e
direttore,
famiglia, si dileguava
se
come
era
il buon
la naturale
restava
movimento
qualunque
,
della
!
SENTINELLA
ERTA.
o
e
che
e
debbono
fra le speranze
lontane.
—
presso
nuove?
Cattive
il balcone
camiciuoletta
—
Cattive
—
del
chiese
la
moglie,
salottino, lavorava
che,
a
di bimbo.
—
rispose
il
marito, senz'altro.
una
all"erta,
chinò
Ella
Aveva
alla
sul
chiesto
cosi,
troppo
ovale
e
pensoso,
dal
lana
sottile nel
sopra
un
le incisioni
che
di
pezzo
AeW
bimbo
di
delle
Emporio
anni,
immagini,
le
fogli sparsi
—
Mario?
guardato
—
—
chiamò
po'
mio"?
sul
—
giornali
—
un
Papà
lucenti
dei
con
di bontà.
Che
Certi
tagli ?
soldati.
i
e
vestito
di
in
terra,
una
suoi
Era
e
ricciuti
pensosa
pelli
ca-
come
poteva
gliarne
inta-
figurine
le
Restava
,
quieto per
terra, circondato
in
lido
pal-
un
sai
piccole forbici,as-
sue
dai
illustrati.
il
padre,
dopo
affettuosa
rispose
—
padre
ternità;
ma-
rato
tranquillo, innamo-
le dita.
seduto
intiere,solo,
ore
molli
guastare
senza
punzecchiarsi
dai
dolce
,
senza
volto
dalla
seduto
felice quando
con
nitidamente
dal
teneramente
Pittoresco.
assai
madre,
qualcuna,
da
tappeto, tagliando quietamente
tre
sua
rito,
ma-
durava
semplice
stava
castani, dall'aria
quella di
che
sogguardava
tanto
il bambino
verso
buon
po' impallidito
un
ogni
nera:
al
volgere
ri-
per
giovanetta
una
corpo
ma
d' interesse
Era
tempo.
dare.
doman-
senza
guerra,
quel silenzio
spezzare
29
sasse
perchè s'interes-
non
alla
parola
una
per
lavoro,
il capo
politica o
'.
sentinella
il
averla
curiosità.
vando
piccolo figlio,le-
grandi
occhi
castani,
all'erta,
30
belli?
Sono
—
Belli, papà.
—
Vieni
—
Il
darmi
a
bimbo
età,
sua
a
I
sentinella
subito:
sottile,sottile
ma
padre
suo
levò
si
bacio.
un
braccia
per
poi, disciolto, gli appoggiò
ginocchia,
come
fosse
se
il piccolo volto
di
È
—
no
Sì,
—
da
L'ha
la
Non
—
Grazietta
tanti
mica
pallido
—
e
egli
la
io
Gennaro
gerezza
leg-
alla madre.
lui.
Perchè
—
Campanile
di
ha
non
giustato
ag-
Mario?
lei, con
fioca.
voce
dei
libri,che
veva
do-
giorni ?
abbiamo
non
di
molto
al
sospenderla
forti
soggiunse
—
la forza
avuto
muro.
lei,con
Non
un
sorriso.
abile
è
La
e
Potevate
che
la
con
vedo.
sollevarla
siamo
il padre
mire;
dor-
portata.
—
di
chiese
portata la scansia
fare
—
posava,
suggerì
disse
—
ha
E
—
volesse
o
bianco
carrozzetta
sì
sulle
lei, subito.
—
giorno?
la
\
—
disse
uscire
ogni
esci
?
—
Fallo
—
ciarlo;
abbrac-
fiore.
un
ammalato
No,
—
Venne
la testa
stanco
la
per
padre.
suo
come
le
gli tese
e
grande
era
poteva
moglie
lasciar
assai.
fare
Egli
mettere
guardò
a
Gennaro
aveva
a
fatta
Campanile,
la scansia,
posto.
intensamente
il marito
e
all'£rtì,
32
Ella
Cuciva
tacque.
delle
nervosità
la
come
una
in
bimbo,
il padre
la
e
madre,
padre
odii
tu
subitamente
padre,
i
le
la
sottile
11
guancie.
testina, guardò
le braccia
tese
celare
rossore
un
abbruciava
le
de!
Anche
—
e
quel silenzio, levò
la testa
sé
a
febbrilmente, per
dita:
vampa
!
sentinella
attirare
per
baciarlo.
e
galeotti?
il
gli chiese
—
carezzandogli
commosso,
i
capelli.
Il
intendendo
—
dei
di
il
Ora
ripetè
—
padre
tutti
soprabito:
era
—
bimbo,
fanno
il
tonazione
in-
una
con
moglie
di
nale,
gior-
isolata
vita
una
si
andare
lo
e
spazzolava
ufficio.
in
seguiva. Egli
abbracciarla
per
il
chiuso
e
spazzola
una
l'ora
si
Il
costò
ac-
ella
ed
il
gli
precipitosamente:
Fa
pure
venire
subito, per
No,
no,
se
come
—
disse
posto, metodicamente,
suo
macchinalmente,
alla
venire
al
quelli che
Con
bimbo,
il
piegato
aveva
monotona.
—
gli
—
pietà.
rimettendolo
disse,
poveretti
sottovoce.
Poveretti
come
non
la domanda.
galeotti sono
I
padre,
—
candidamente,
figliuoletto lo guardò,
Non
mi
ti
fallo
Campanile;
Gennaro
la scansia.
dispiace,
una
cara
—
disse
lui
rezzandola
ca-
fanciulla.
dispiace,
ti assicuro
che
non
mi
ALL
dispiace
sforzo
soggiunse
—
sé
su
fu
bene
Bene,
andato
nuovo,
col
bimbo
al
egli
disse
—
il buon
quando
Ma
suo
marito
onesto
e
pianto.
affettuoso
dovere,
il capo
il collo
Quella vita di sposa,
singolare, dove
si alternava
colla
ella l'aveva
cominciata
Infine, era
una
vecchia
una
povera
il
sposata
perchè egli
forse
fra i
stretta
che
a
l'avrebbe
sarebbe
quell'uomo
consolata
sensibile
Matilde
e
parenti
in
assai
mente
scarsa-
affetto
grande.
a
veva
l'a-
di
in
Era
peva
sa-
sola,
un'i-
accettato,
si sarebbe
che
generoso
e
di tutto.
lo
vivere
isolata, che
buono
pietoso,
Non
aveva
sapeva,
.Serap,Racconti.
di
casa
capitano Gigli
andata
delicato
malvagi,
senza
lei, per
si sarebbe
l'ambiente
quel-
coraggiosamente.
cuore
un
galeotti? Lo
che
pensando
cosi, per
aveva
il
grime.
la-
profonda
lavorando
e
pane;
col
in
madre,
zia, guadagnando
proprio
suo
brucianti
ragazza,
viveva
quei
e
del
folta dei
assai
di
bimbo
la solitudine
compagnia
dote, che
senza
del
e
di
ne
vivere
a
quello
su
pianto: poche
Raro
se
quei ladri
fra
puro,
piccolo figlio, bagnando
e
l'isola,e solo
per
lui andandosene.
penoso
micidiali, ella piegò
suo
grave
lo vedrà.
Grazietta
—
un
stare, lascia.
Uscirò, uscirò
—
Cecilia, facendo
stessa.
Lascia
—
!
SENTINELLA
ERTA,
un
donna,
mento
temperache
fre3
ERTA.
ALL
di dolore
subitamente
meva
anche
aveva
fEra
si
e
semplici
anime
chiusa
era
per
sottrarsi
Ma
nessuna
in
dormire,
udendo
che
di
liberarla
che
porta
dalle
si
ella
aveva
semplice,
nelle
ore
il
che
bella
tra
mare,
salivano
Bada,
Che
nel
il
fioca
luce
notte
di
una
un'isola,
i
e
voce,
mare,
il cielo
profumi
insistente,
dicendole:
sogno,
carcere.
capitano
Gigli
della
ha
molto
aperti,
sentinelle, guardando
lampada
più
che
dormiva
gli occhi
con
delle
le
del
in
riposo dell'uomo
il richiamo
dendo
ten,
abitava, fra
il suo
vegliava,
confusamente
una
ma
setta,
ca-
gusto
un
rumore
degli spalti
un
Mentre
ella
aspettando
in
è
questo
placidamente,
la
i fiori
sua
quando
essere
che
disperdeva
notti !
lavorato,
isola
dalle rive:
immancabile,
—
di
immaginare
])roprio nella
il
chiamo
ri-
d'ora,
quarto
con
sera,
senza
lungo
Nella
adornata
l'orecchio, ascoltava
poteva
in
immancabile!
della
delle
notti
richiamo,
ripeteadi quarto
che
finestra
notturne
Quante
quel lungo
ribrezzo.
di
o
voci
vegliavano.
insistente, continuo,
e
la
buone.
e
le faceva
che
chiusura
sentinelle
ella
ma
immediatamente,
casa
vista
una
a
potuto
aveva
tenerezza;
incinta, in queir isola, negli ultimi
venuta
mesi:
le
hanno
di
e
spirituale nell'anima,
forza
una
che
forza
!
SENTINELLA
paurose
che
le disegnava
visioni.
queste, lunga, lunga, che
il
Fu
pie-
all'erta,
colo
Mario
che
in
portava
dei
porta
in
un
nella
se
ella
invano
fanciulietto
cuUa
officina
di
di
che
ogni madre,
dei
non
poteva
vista
dormiva,
dove
grande
che
uscita
a
ne
voravano;
la-
prime
il
stipendio
cuore
il suo
con
e
e
grande
le
li
la
di
tezza,
delica-
premura,
sue
ella sorrideva
lo vedeva
pitano
ca-
non
il terzo
lei,per
scoramento,
i cristalli
andava
E
Il
momento;
almeno
Napoli.
nascondere,
se
dalla
lare?
Napoli, ogni
spendeva
marito
il
e
l'officina
uscite, le scarpette, dal-
un
a
di dietro
sé
galeotti.
di tenerezza
vibrare
aveva
ribrezzo,
ella
quei disgraziati
quello che
Quando
dèi
era
cordo,
ri-
invano,
sottrarre
per
officine, costava
suo
E
d'isolarsi,invano
roba, dalle
il
come
triste
questo
calzolai-galeotti. Come
cercava
vi era
baci,
al contatto
e
erano
mandare
nasceva
scarpette, le benedette
prime
fanno
figlio
un
doloroso!
mezzo
falegnami
le
scarpe
ogni
Mario
che
suoi
di
carattere
cercato
dove
ferti.
sof-
aveva
Piccolino
nei
consolarlo
alla
cubi,
degli in-
baciarlo, la madre,
a
aveva
studiato
aveva
il
peramento
tem-
penale, fra i galeotti:
di desolato
questo
ella
poesia
bagno
un
voluto
di
La
in
cosa
avesse
che
fuggiva,
del
le tracce
tutte
della
si buttava
qualche
delicatezza
notturni
casa,
carcere,
la
pallore
parte
35
piccolo figliogracile
un
tutta
terrori
una
quando
sé
nel
e
E
nato:
era
I
sentinella
a
un
paure.
a
suo
tratto
ERTA,
ALL
da
circondato
da
vano
galeotti, clie andaella
qualclie reclamo,
lui per
schianto
di
gruppo
un
!
SENTINELLA
le
fra
stringeva
al cuore,
aveva
uno
braccia
il
flgliuolino, convulsamente.
suo
in
galeotti guardavano
I
il
la
leggeva
del
avessero
lasciava
Non
nulla
coltello
il
uscire
le pareva
di
carcerati, per
l'istinto
per
assassini
Usciva,
portandoselo
madre
popolana,
quando
Costoro
obbedendo
passo,
suo.
Uno
era
un
bianco
più
la
a
grande
e
dagli
Ma
giovanotto
occhi
vendetta
bestiale
azzurri
di
quelli
di
uno
ucciso.
im'umile
stancliozza:
cavandosi
il bel
paterno
ella
fuggiva
sempre
Gra-
con
e
galeotto, chinava
guardare
dolce
ciie
manica!
per
salutavano,
perversi.
incontrava
che
sentire
intimidita, quasi
che
nella
collo,lei,come
qualche
air istinto
dei
cuore
convinceva
desiderio
senza
berretto, fermandosi
persa
glielo avrebbe
in
incontrava
gli occhi.
avessero
dell'omicidio,
,
occhi
poteva
la
sempre
giorno
un
,
quegli
in
noscendolo
co-
dolce,
ma
bambino
suo
:
sangue,
indulgenza,
nascosto
zietta, mai
essere
direttore,
Ahi, nulla
uomini
sangue,
un
ella
il furore.
quegli
che
l'abitudine
non
mai, ed
minaccia,
persuaderla
il
migliore di tutti, freddo
crudele
ma
la
implorandone
ansiosamente,
severo
volto
sulla
robusto,
mollo
Piccolino,
che
ò nel
alTreltava
via
il
col
sua
il
bimbo
strada,
dal
volto
femminili,
ALL
capelli rossi:
dai
col bambino:
fermato,
teneri, guardava,
svoltato
l'angolo della
vincerli
mai.
di vincere
la
in
trovava
affettuosa, sempre
di
al
uomo
un
di
di
cuore
Solo
un
tura
rimorso.
vago
molto
con
un
ora,
In
buona,
a
vincere
chiedeva
a
sé
della
sempre
della
rimprovero
tolta, si,
ma
stessa
propria
suo
conto
talvolta,
di
cercava
rimorso.
veniva
verità, ella
a
tutti i
crudeltà.
una
mali,
ribrezzo, la
focato.
sof-
assalila
al
cerlo,
vinCosì
come
era
piam.ente
della
tarla
but-
per
chiudeva,
Cecilia
devota
il
e
e
vergognava
un
vago
si
compassionevole
arrivava
cercava
malinconia
incerto,
moglie
sua
qualche
in
ella
1' aveva
che
ribrezzo
questo
addolorato,
il
terrori,
Egli intravedeva,
carcere.
senso
un
i suoi
che
vergogna
fossero
all'avvenire
avesse
persona
aveva
generoso
alla miseria,
in
che
temeva
paura:
buon
disgusto,
chi
oc-
il tempo
E
sua
una
ella
paziente. Ella si
palesare il suo
sua
casa
suoi
coi
finché
la
dava,
guar-
passare,
mitigare
dolcezza
madre
giovane
Gracile, pensierosa,
con
il marito
la
lunga via.
potuto
aveva
passava
Parea
rosso.
galeotto,
grande
il
guardava,
questo
sempre,
la vedeva
quando
e
dV
berretto
egli l'aspettasse,
clie
quasi
incontrava
lo
vita, dal
in
condannato
!
SENTINELLA
KRTA,
da
creasuo
vere,
do-
e
quando
sua
paura,
stizia,
propria ingiuErano
creature
i
anclie
umane
giusto
loro,
di
i
che
lei
a
uomini
che
galeotti, e ogni
marito
suo
diceva
erano
Cecilia
si
la loro
vista, quando
Per
decideva
il saluto
erbosi, dove
le
con
a
Mario
st'obbllo
un
la vasta
di sogno,
penosamente
'rneva
un
dalla
sua
come
a
di
di
suoi
il
tratta
sogni,
Che
di
sue
fare?
suo
Era
più
marito
,
impressioni
; se,
in
que-
compariva
trascinando
-
bruscamente
impallidendo
mente
rapidavia. E
quei fiori, tutto
dalla
infamati
le facevano
orrore.
forte di lei. Solo, in presenza
quanto
,
allegro
togliendo
mare,
assassino,
un
mentre
fanciullo, portandoselo
quel
terra
catena, ella compri
quel paesaggio, improvvisamente
di
da
s'incantava
mattone,
spavento,
campagna,
preseirea
prato il picciolo
mare,
insetto
un
rosso
dai
terra
sugli spalti
Se
strilletlo
pericolo di morte,
un
il berretto.
ella
uno
pesante
pace,
da
quella
di
una
grido
nell'isola, e
improvvisamente
vestito
uomo
in
:
pacatamente
sul
ed
distesa
dava
verità
pentimento,
margherite
le
trovato
aveva
di
poco!
innocenti
ogni tanto
e
sedere
a
con
più disgraziati
cavavano
per
tirava
manine
perchè
si
solo
che
guardare
forse
passeggiava
metteva
bimbo
severo
sopportare
quando
cuore
questa
di dolore
a
ahimè,
poco,
quel
cosi
era
cristiani,
e
tanto
dolcemente
colpevoli. E piena
rendere
SENTINELLA
ERTA,
ALL
più poteva
sentendo
di
frenava
le
,
essere
ingrata
,
SI, figlio,in
—
Poiché
era
fabbri-ferrai,
le
come
attaccate
alla
spingere
farsi
tutta
in
vasta
dava
caldo
alle
certo
tempo
un
svegliava
si
si
di
levarsene;
morbidi.
orecchie.
dal
stessa
felice
Era
intiere, per
ore
gli occhi,
feltro
di
madre,
La
si stancava;
subito,
felice
era
la madre
cappellino
suo
cosi
era
gambe,
per
cile
diffì-
e
Mario
voluto
mai
tura,
cin-
guastava.
isola, socchiudendo
nel
dopo
alla
pesante
picciolo
carrozza,
legno,
portavano
e
momento
renderli
per
che
piede
era
debole
sonnecchiando
gli
il
legnami
galeotti-fa-
essi
quei cuscini, che
su
portare
la
ogni
un«po'
imbottili
aveva
che
avrebbe
e
di sdraiarsi
di
che
e
non
magro
era
ferro
che
11 dentro,
era
felice, che
più
def
caviglia
carrozzella
una
quei
catene
da
carrozzella
da
rozzamente
stridente,
Quando
grossolana
una
fatta
e
a
ella, reprimendo
rispose
—
sospiro^
un
bimbo,
carrozza
che
gracile,
il bimbo
ma
dormiveglia,
suo
e
gridava;
Spingi,
—
momento,
Un
—
spingi
mamma,
Mario
I
—
faceva
rando
ella, respi-
profondamente.
E
reslava
di ferro,
—
appoggiala
riposandosi;
Spingi,
con
ma
le
mani
subilo,
il bimbo
ricominciava;
mamma,
spingi,
con
ti pi'cgo,
alla
voce
barra
plichevole
sup-
ti prego.
Ella
si
rimetteva
mandare
di
in
lavoro,
di lasciar
tanti
alla
buttata
Sta
e
vi
ad
compagnarlo,
ac-
bisogno
era
temeva
vagamente
come
un
allegro, dove
di delizia. La
senso
cappellino
il
di
dove
carrozzetta
salto
un
serva
Gennaro
sta
i
e
guanti:
si
dre
ma-
aveva
del bimbo.
quarant'anni, silenziosa,
Campanile
la
padrona,
della
padrona.
tacitamente
a
di
facendo
servizio
nella
bizzarramente,
sforzo.
uno
a
pei- darlo
un
suo
marito:
di
rissa:
seguito
Ischia,
da
vunque,
do-
Ischia
mettersi
per
miracolo
sceva
cono-
moglie
in
aveva
Così, quello che
a
;
isola, riuscendoci
stessa
dell'ostinazione.
la
Era
l'impossibile
per
sorriso
omicida
un
lui, lo
Portolongone
Nisida,
con
lieve
un
galeotto, Grazietta,
da
la
mettere
a
,
attenta.
abbozzò
serva
serviva
due
in
Così, quel giorno,
con
disse
—
fedele
in carrozza,
trasportare giù per le scale,
con
i terrori
un
anche
usato
guardare.
attenta,
La
andare
e
mai
solo,
porta, la pesante
una
Verrà
scansia
avrebbe
copertina sulle ginocchia
una
a
mente,
coraggiosa-
possibile:
e
si fece
Non
Mario
casa.
messo
Grazietta,
—
la
sedere
era
stava
era
entrò
a
si
non
sola
il bimbo
buttò
serva;
casa,
ella
altri,
innanzi
la
"41
cammino,
passeggiare
a
Grazielta
con
in
sospirare.
senza
!
SENTINELLA
ALLERTA,
della
al
sempre
volontà
guadagnava,
cosi
a
due
grosse
e
del
parti
cibo
suo
sacrificio
questo
mandata
andavano
tanta
dall'isola.
via
Il
tarchiato, dall'aria
uomo
alla
ferriata
in
la
era
marito,
suo
a
compito
era
nascostamente,
!
SEKTINELLA
ALLERTA,
silenzio, quasi
di
paura
galeotto,
esser
grosso
un
mente
cauta-
feroce, veniva
della
terrena
cucina
tava
por-
,
via
e
se
ne
piatto coperto,
un
andava
in
Ella
del
quasi
suo
digiuno;
la
crollava
disgrazie
sono
disgrazia può
non
andare?
Là, là
—
che
tutti.
•
disse
—
questa
la
madre
al
d'incamminarsi.
figliuolo, prima
—
a
ventù
gio-
gli omicidii
che
colpe, convinta
capitare
vuoi
Dove
—
e
come
la timida
convinta
signora,
paura
sua
il capo,
d'esperienza, compatendo
della
padrona,
la
quando
e
racemente.
vo-
felice,contenta
mostrava
galeotti, Grazietta
donna
a
le
delle frutta,
mangiare
a
rientrava, tutta
involontariamente,
dei
del pane,
cantuccio
un
e
fece
il
bimbo,
innanzi
indicando
se.
vie
Le
una
di
Nisida
ottobre
là dà
e
ancora
erano
degli impiegati,
carcerieri,
l'aria graziosa
il gran
a
dei
un
sterrati,
alberi
di
acacie
verdi.
Le
case,
fornitori, dei
piano,
a
due
del
Bagno
di
breggiati
om-
che
in
dimore
capifabbrica.
piani, avevano
di piccoli,civettuoli
corpo
quelle
come
piccola città, coi marciapiedi
qua
dei
larghe
eran
nidi di provincia;
Penale,
dormì-
all'erta,
!
sentinella
torli,refettorii,officine, gallerie, infermerie,
in
restava
che
ro^a
a
fra
dominava
le
di
e
gli alberi, si
mare
soleggiato:
Il
rozzetta, spalancava
e
circonda
Nisida,
aveva
la
una
visione
lunga
di
sulla
disteso
bimbo,
sione
viriso
sorcar-
gli occhioni, quasi ridendo,
Là, là...
La
madre
da
presa
che
da
alle mogli
che
il
era
lungo
anche
tanto
il
sbarra
il
Ma
mano.
sfinimento
suo
del
della
bimbo,
ad
la
vinse
quasi deserto, dove
le
passava
e
un
salutava
punto, proprio,
dovette
svenuta.
case
ramente.
libe-
saluto, chinando
carrozzella, sedersi
pietra, pallida, quasi
Ogni
sorridendo,
:
mare
circolavano
certo
un
il
bambino.
passava:
al
avanti
anch'ella
suo
soldato
rispondeva
capo:
sieme
l'isola,in-
abitavano
guardando
qualche
Ella
la
che
sogno
glie
mo-
figliuola di fornitore,
galeotto, di quelli che
qualche
poco
qualche
degli ufficiali,e passava
lentamente,
sempre
bilità;
sensi-
eccitata
macchinalmente
signore
sette
0
sfinimento,
uno
soverchia
una
impiegato, qualche
le sei
la carrozzella,
da
infiacchimento,
un
le veniva
di
lentamente
spingeva
salutava
di
una
vagamente:
mormorava,
—
con
che
strada
freschezza.
come
quei villini. Ogni tanto
e
case
del
tutti
della
gomito
un
alto, bruno,
mezzo,
ceri,
car-
lasciare
sopra
Era
finivano
un
un
e
il
la
banco
posto
comin-
all'erta,
la campagna
dava
madre,
la
dal
—
che
Il bimbo
guardava
sbiancato, dagli occhi
volto
un
mormorare,
osava
chiusi,
soc-
midito,
po' inti-
po' spaurito:
un
—
di Nisida.
appena
e
!
SEXTINELLA
Spingi....mamma...
spingi.
Ora...
ella
ora
diceva
—
soffio,
pareva
un
Vostra
eccellenza,
il
e
bassa
cosi
voce
a
figliuolino
la
non
udiva.
—
carrozzetta
disse
—
una
maschia,
voce
la
io
spingere
posso
ma
umile.
Donde
dai
e
teneri
mente
azzurri, cosi, improvvisa-
occhi
Che
?
quel galeotto dal volto bianco
sorto
era
?
voleva
che
chiedeva
lo
Essa
,
guardò,
fosse
Il
piccerillo
il
galeotto
eccellenza, posso
Ella
labbra
pesa
mormoi'ò
—
più
i)ure. Vostra
la carrozzetta
—
io.
spingere
capi, allora.
E
strette, disse
:
mente
umil-
di
pallida
nuovo,
con
le
No.
—
Egli la guai'dó, tacque
riprese, umilmente,
Non
—
portare
—
—
egli
se
come
visione.
una
—
sgomenta,
trasognata,
No
è fatica
a
—
me,
Scusate,
momento,
un
poi
ostinatamente:
per
questo
disse
per
le vostre
Lasciatelo
piccerillo.
lei,ancora,
scusate
mani.
l'ardire.
incollerita.
Io lo
saprei por-
ALL
tare,
paura
fini di
—
voce
Io
dire
ho
non
Si
eroico
sospesa
tintinni
cintura
fremeva
Adesso
di
1 cavalli
che
spiaggia
in
—
vuoi
hai
Perchè
cosi.
disse
il bimbo
detto
di
tacque
i
pascere
delle
rette
car-
viveri, dalla
riflettendo.
no
sentendo
quel galeotto?
a
che
la
voce
di
sua
turbata.
era
Ora
sei
—
No,
in
?
Perchè
mamma
giuria.
d' in-
su.
Mamma
Il bimbo
trasportare
a
come
galeotto
a
quelli
e
e
campagna,
venivano
ufficiali
tre
o
ma
madre
quel
pièna
in
prati,dove
servivano
Che
—
due
Egli
servigi, le fosse
erano
fra i
viottola
uno
collera,
cui
con
i suoi
offerto
aveva
—
camente,
sec-
la catena
la
di
ancora
umiltà
con
sinistramente,
allontanarsi
guardando
la medesima
madre
le braccia;
alla
se
—
la
tiate
por-
la carrozzetta.
con
figlio. Ella
—
lei
voglio che
ricominciando,
spingere
a
il
—
disse
—
non
gesto largo
egli tacque
—
che
tenerezza
niente
Ma
alzò, risolutamente,
un
una
di
—
,
le
tale
abbiate
Non
piccerillo.
sforzo
fece
piccerillo.
con
paura
levandosi.
il
4d
piena di lacrime.
pareva
—
il
fatica,
senza
!
SEKTIKELLA
ERTA,
caro.
stanca
osservò
di
lui
spingere
dopo
un
la
carrozzetta,
poco.
46
all'erta,
Levami
su,
Resta,
caro,
—
—
più innanzi,
innanzi.
ancora
pezzetto, in silenzio;
un
già passate
Il bimbo
scendere.
andiamo
resta;
Camminarono
avevano
fammi
mamma,
riposerò più
mi
!
SESTIXEILA
due
guardava
o
tre
garitte
di
nella.
senti-
i soldati,
sempre
ridendo
sor-
loro.
Mamma
—
—
—
il bimbo.
disse
—
?
Che
vuoi,
Quel
galeotto voleva
caro
tano,
attorno, lon-
portarmi
sai ?
Sì, si.
—
È
—
poveretto
un
in
guardandola
Chi
—
ti ha
lo
Papà,
—
Ella
abbassò
Anche
—
il
fanciullo,
volto.
detto
ha
questo?
detto
rispose lui,
—
il capo,
i soldati
chiese
—
il
osservò
—
ribatter
senza
dei
sono
,
nulla.
poveretti,mamma?
dopo
bimbo
mente.
trionfal-
pensato
aver
di
,
nuovo.
—
I soldati
sono
galantuomini
disse
il
rispose
—
bito
su-
lei.
—
Ecco
poveretti
sono,
—
mamma
Il
—
e
i soldati
? II
piccolo
sono
i
—
galeotti sono
galantuomini.
Io
che
piccerfllo.
piccolo figlio caro
bracciandolo, baciandolo,
caro
—
disse
teneramente.
lei,ab-*
AI.L,
miserabile
barriera
forse
che
degli
passaggio
Nel
campo.
che
terreno
l'erba
crescevano
vi si
estivi, lasciando
e
della
crocchiante
di
profumo
da
va,
dei
mesi
di
si
da
gli occhi
meravigliali
uomini.
Vide:
cinque
punti
una
ma
piccola
che
il
vide
del
contorto;
un
che
campo
di
croce
tempo
pure
ma
muro,
un
quel
le onde
come
mosso,
da
di
e
le
allo
caitellino
Acuto
dove
la vegetazione
di nuovo,
detta.
male-
forse
Cecilia
dava,
guar-
meglio, volendo
cercando
il mistero
indovinare
nera
solitariamente,
espande
abbandonata,
bene,
papaveri
anni, dove
libera, dimenticata,
cercando
gioni,
sta-
selvaggie:
rose
illanguidendosi
rinascendo,
Con
i
abbandonati,
campi
o
quattro
soporifera.
semenza
s'inasprisce e
morendo,
delle
sottile la bacca
selvaggia,
violento
il profumo
nessuno
erba
abbassava,
appassiti
stelo
un
collera; fra
in
rose
erano
sullo
si
mare
fasci le
a
che
dopo
di
cespugli
ineguale;
bizzarramente
come
quel
di
a
qui si gonfiava, altrove
ondulazioni
con
cresceva
che
e
il confine
più
l'erba
ineguali, sul terreno
animali
degli
e
neppure
campo
più al
si opponeva
non
uomini
segnava
non
I
SENTINELLA
ERTA,
mente
bizzarra-
campo
del
dato
circon-
mare,
dagli
abbandonato
ogni tanto, in quattro
abbandonato,
legno
che
era
intemperie
croci, ad
o
sorgeva
stato
nero,
avevano
alcune,
giallastro, sporco,
lorito,
scoera
su
taccato
at-
cui
eran
scritte
due
iniziali
e
degli
uomini
croci
Le
nome.
cosi,
come
vivo, la
terra,
per
forse
dove
coprire
state
erano
della
Cecilia
Ma
presentimento
dicesse
che
di
altro
il
fra
avorio, qualche
di
della
sulla
alla
scintillavano
aveva
della
a
terra
menta
petali cadenti,
Math.de
pèzzo
Mal
se
Ebbene,
mente,
precisa-
e
il verde
di
vecchio
che
morti
glia,
germo-
delle
terribile
dei
dei
morti
galeotti
alla fioritura
le
rose
quattro stagioni,
Serao, Racconti.
di
si lavavano
ossa
ossa
fra
per
uscivano
camposanto
selvaggia,
le
terrore
disgiunte,
terreno
Accanto
un
mal
seppelliti,
casse
le bianche
vano
dove-
sacra.
di
terreno
le bianche
al sole. Il
becchini.
che
vide, vide
quei
e
pioggia,
,
naturalmente
il movimento
caso
a
vedere.
come
del
decomposizione,
nuovo
non
naturale
vate
tro-
come
doveva
loro
volta,
ombra
dolore,
umano.
terra, nelle
il movimento
per
osso
l'ob-
il corpo
giallore del
dell'erba, biancheggiare,
suo
per
o
una
ancora,
gli occhi, ella
aguzzando
vento
piccola
guardava
ancora
giustizia
del
piantate
più
loro
ignoto
coperti
del
forse, cadute
esisteva
non
la
gettate alla rinfusa,
capriccio
degli uomini;
il morto
dato, in cambio
aveva
il
che
cifra
parevano
per
che
cifra, quella
una
gli
grossi caratteri,incerti,
con
mano,
portato da
aveva
blio
a
4»
SENTINELLA
ALLKRTi,
rosa
odo-
larghe,
germo4
50
ALLERTA,
gliavano
strani
là, un
e
che
l'occhio
disegnare
Cecilia
scheletro.
castigo del
mondo
che
morte,
la
cadavere,
che
il
neppure
dei galeottinon
di
veniva
di libertà
di
forzati.
E
a
fosse
visione
di se,
solitudine, la visione
parca
senza
pietà
vegetazione,
dal
da
maledetto
in
e
Dio
senza
quella
vento, la visione
e
terra
fra
in
battuta
di tre cadaveri
quella
marito,
la
ossa
pietà più
campo
dagli uomini,
cure,
siderio
de-
acre
alla
suo
suno
nes-
i morti
apparve
di
e
quelle
in
seppellitiin qnel
morti,
bimbo,
suo
messi
pregare:
Cecilia, insieme
straziata, un'orribile
l'opera di
erano
rimasto,
ossa
Il camposanto
ultimo,
un
altro
alle
disgiunte,
a
la
profonda,
qualunque
i cadaveri
fuori, quasi che
venivano
questo
dopo
neppure
lavorare,
a
sbar-*
sino
dell'assas-
carne.
aveva
l'intiero
anche
estremo
la loro
cosi
quasi
terra
tomba
giù in fretta, fra quattro assi
ci
temeva
al cadavere
galeotto ortolano,
un
violenza,
di morti,
punisce
riposo
spogliato
vedevano
gli occhi
con
si ha
che
cura
hanno
dalla
pietà della
la
neppure
neppure
che
concede
non
di
vegetazione
rati,questa orrenda
pietosa
prepotenti che
spaurito
guardava,
né
ne
cosi
sorgere
e
se
la terra
bucata
soverchianti
vedersi
terra,
po' dapertutto,
aver
parevano
sterpi umani;
alla
li ridonava
vanga
qua
quegli
!
SENTINELLA
del
che
liti
seppelselvaggia
dal
sole
abbandonati.
o
all'erta,
dei ladri
quelle
cu
grido di dolore, di
etto,
ma
piombo,
lungo
si
Quando
udì
lambino
etta,
era
ma
agli occhi
lanco, che
labbra
sdraiato
nella
che,
larga foglia di vite.
hi
li
e
volte, guardando
•uè
Zitto 1
—
più piano
rumore.
ossastra,
n
dal
e
ga-
volto
le
la
Come
risolino
madre,
sua
mo-
foglia di
socchindeva
un
sul
gli ocsilenzioso,
lungo distesa,
dorme.
mamma
il
colosso
ori,
era
numero
apavero
galeotto
al volto
larga innanzi
ir
quel
a
detto:
veva
E
facendo
sorrideva,
e
cacciarne
per
il fanciulletto
riapriva,
suo
terra, gli agitava
per
fargli fresco,
ite passava,
Il
il
carroz-
sua
sorrideva
olto, per
una
l'erba.
fra
friisclo.
alto, dai capelli rossi
grande,
30tto
giù,
gli occhi
aperto
dalle
ella cadde
un
disteso
sempre
e
nel
gli occhi, fra
aprì
e
altis-
un
le si formò
ed
solamente
aveva
E
muretto, col viso
il
riscosse
silenzio
ran
paura
uscì, strozzato:
non
alla luce
ossa
degli assassini.
e
imo
i
le loro
l'isorgevano, portando
he
!
sentinella
Quel
del
grande
sdraiato
lla
agitato la fo-
aveva
bambino,
non
di tela
vestito
corpo
sull'erba,
per
quello
pareva
di
bonario, infantile ; più lontano, fra i
buttato
117
e
il berretto
pareva
in ritardo.
un
rosso
papavero,
che
un
portava
grosso
all'erta,
52
Cecilia
sentiva
non
guardava
in
figlio e
suo
piedi, e
foglia di
fra
visto, le
aveva
farla
tremare;
sulla
pelle.
Andiamo,
—
E
con
Rocco:
e
Ella
ritornò
solo
lieve
andava
collera,
su,
brivido
la
di ciò
che
senza
ma
le passò
disse, levandosi.
—
dolce
indicò
il suo
spingere la
a
gomito,
rotolando
integralmente,
un
che
,
levato
era
dita. Il ricordo
le
egli raccolse
si mise
si
sul
senza
imbarazzato,
garbo
un
galeotto,
Traetta
restava
vite
appoggiata
il
Rocco
paura.
senza
altro, svegliandosi
debolezza;
immensa
una
!
sentinella
la carrozzetta
a
berretto, rapidamente,
carrozza,
dietro, fiaccamente,
allegramente.
lasciandosi
dare,
an-
vinta, domata.
III.
parlando
Lentamente,
capitano Gigli, direttore
Nisida
se
ne
e
i! regio
andavano
pomeriggio
tre
o
del R.
Bagno
ispettore carcerario
le vie
per
di novembre.
quattro
sottovoce
giorni
a
L'
fra
loro,
il
penale di
Colonna,
dell' isola, in
ispettore stava
quel
da
Nisida, alloggiato nella
all'erta,
ledesima
i
!
sentinella
del direttore:
casa
era
cinquantina d'anni, assai
una
crupoloso
che
e
urocraticamente,
landosi
di
molta
con
le
po'
un
infor,
a
volontà
il
pa-
egli
che
Gigli
capitano
l' ispettore,
mai
tutto,
Tranquillo,
cose.
una
pettava profondamente,
di
ragionare
più piccole
iente, ossequioso
bbandonava
ufficio
minuzia
tutto, volendo
nalizzando
assai
metodico,
queir
compiva
piemontese
un
dandogli
ri-
non
le
tutte
otizie,tutte le spiegazioni desiderate, fornen-
ogli registri e conti, perchè
ida
potesse
osservò
-
ha
anche
Abbastanza,
—
—
o'
—
Finché
È
che
di
si fa
Tutto
sembra
devozione.
con
—
mormorò
era
poco,
signora
vostra
osservò
—
poverina
voce
fantastica
Adesso
Un
la
bene
vero,
ipio,le
—
gut-
simpatia.
sua
ci lasciano
mi
Credo
po'
—
accento
suo
lui, un
vagamente.
(nerezza
n
soddisfatto
qui volentieri, dunque?
Restate
qualmente
—
siate
commendatore.
difficile,quando
leno
quel
la
Ni-
su
completo.
che
pare
l'ispettorecon
irale, che
—
lavoro
un
generale, mi
In
—
essere
la relazione
—
e
il Colonna.
rispose Gigli, con
—
è
ci stia
non
po' gracile
un
di
una
salute,
l'ambiente, capite, sul prin-
insopportabile.
si è abituata
mi
pare.
?
Certo
mi
è
impossibile
n4
ERTA.
ALL
modificare
mi
ora
rassegnata
sembra
triste,
più
È
poveretta.
,
conico;
malin-
naturalmente
carattere
un
!
SENTINELLA
è
di
pieno
cuore
un
si
ma
bontà.
l'ispettore,senza
soggiunse
rivelavano
parole che
mezzi
I miei
—
brevemente
il
lo
permettono
giunti
a
i
—
sotto
ho
le
disse
—
pietre
lendo
sa,
il Colonna.
cinquantina,
una
più pericolosi,a
mi
cui
è stato
i
più
domiti,
in-
sibile
impos-
lavorare.
di far
—
dai
portando
venivano
?
volontieri
tutti. Ne
dove
le scale.
per
Lavorano
piazzetta
una
di calce, curvandosi
Non
disse
—
edificio,fabbricato
nuovo
un
vivamente
—
quelle
a
emozione.
galeotti stessi. Essi andavano,
—
—
capitano Gigli.
sorgendo
secchi
Napoli
a
rispondere
una
non
Erano
Tacquero.
stava
mandarla
forse
Bisognerebbe
—
Avete
adoperato
Li ho
adoperati:
coercitivi?
i mezzi
inaspriti,ma
li hanno
non
domati.
Quali
—
le
saranno
cause
? Le
ginare
potete imma-
?
Sono
—
fatto
una
rapine.
di
quei condannati
vita
Per
Ne
E
da
vagabondi,
loro
il lavoro
chiamerò
volgendosi
a
un
hanno
che
vivendo
ò
una
cosa
sempre
furti,
di
portabile.
insop-
uno.
galeotto, seduto
sopra
un
all'erta,
Non
—
bestemmiate.
Stare
—
catena
qui, bè,
anche,
Vittorio.
Avete
l'obbligo di
vi è da
fare; portare
l'orologio clie
è
questo
faticare, perdio,
Ma
parole
Queste
non
!
sentinella
la
regala
mai!
no,
dette
erano
ci
vorare.
la-
tetra
una
con
energia.
—
Potrebbe
lavorare
chi
Ma
titolo?
sa
anni
venti
Sempre
li faccio...
se
voi, il
titolo, per
buon
un
l'ispettoreColonna.
disse
—
Che
—
esser
—
da
ho
fare.
soggiunse,
in aria
succedere.
Posso
di sfida.
Come?
—
Oh,
—
morire;
—
Da
tante
e
posso
Nisida
dolcemente,
pure
ma
galeotto
è
scappare....
si scappa
si scappa
si
disse
costui
Uno
—
Tutto
sta
vero
dove
uno
a
non
dentro,
fare
a
star
star
questo
con
trionfalmente
vedete,
cellenza,
ec-
è
gli occhi.
il fiero
passato,
governo
passa
carogna,
il gran
sempre
il direttore:
sguardo
continuò
—
una
essere
ci deve
poi...
sempre
capitano Gigli.
uno,
lo
con
di si
solo, è
ma
tutti qua
Ma
assai
scappato.
L'ispettore interrogò
—
il
disse
—
muore.
gli disse
—
fermezza,
con
0
—
possono
non
Si scappa,
—
il
cose
questa
?
salto.
come
E
leotto
ga-
l'altro.
sono
poi...e
legge, ci deve
all'erta,
Basta
—
indomabile
Indomabile,
—
—
—
—
si
Una
volta.
Una
soltanto
legge
vuole
avere
il
difficilmente
di
e
grandi
uomini, sprezzatori
e
fra loro, ognuno
si
che
tanto
primato
mettono
,
mi
Ciò
accordo.
dà
un'
arma
di essi.
contro
si
Pure
—
—
così.
condanna:
della
della
Gigli.
?
tutti
credono
Si
—
sono
disse
rivoltati?
mai
Non
si allontanò.
e
—
cinquanta, almeno,
ho
Ne
spalle
nelle
si strinse
Quello
insubordinazione.
vostra
della
nota
Prenderò
—
57
l' ispettore severamente.
gli disse
—
!
sentinella
rivoltati 1
sono
SI.
—
subito
Fu
—
—
—
—
subito.
Non
Si ebbero
conseguenze?
ferito
Fui
da
Sì
—
—
—
—
disse
pietra, alla
di
il
semplicemente
capitano.
cedettero?
Parlai
loro, li lasciai parlare. Volevano
invece
famiglie più spesso,
di
ogni
due
testa.
?
i rivoltosi
Come
le loro
mese,
colpo
un
fra
Scendeste
—
la ribellione?
domata
mesi.
una
Era
volta
una
dere
ve-
al
manda
do-
giusta, l'accordai.
—
Faceste
bene.
E
vengono
spesso,
miglie?
queste fa-
l
all'erta, sentinella
58
Poclie
—
alle
Ci
rare.
e
che
lontane
Provincie
colpevoli appartenenti
sono
vedono
altri, di Napoli,
visita:
mesi.
Altri....
ha
ucciso
trovare.
a
Passano
talvolta
Sono
Ed
—
è
—
parricida.
Era
naturale,
loro
materno.
sarebbe
venire
a
Le
—
Al
—
Al
talvolta
Ho
creduto
Nisida;
dice
mio
a
le
sue
o
o
che
sia
—
—
Le
dri
ma-
nel
io,
un
figlio lo creilo
lettere
si
da
lavorare
lì 11 per
cose,
siano
denari
abbia
non
voi, queste
bimbo,
piemontese.
anche
abbia
che
tere
let-
mostruose,
Suo
la madre
venire;
e
da
venire.
il Traetta
t
rispose Gigli,sorridendo.
bimbo!
SI. Traetta
e
cani.
e
che
che
o
possa
—
il rigido
venuta.
suppone
smarrite,
—
risposto alle
,
ancora:
le letiere.
Gigli,pensando.
bizzarre
cosi
che
poco
di venirlo
mani,
neanche
disse
—
disse
—
amor
nuamente
conti-
scrive
madre?
ha
Non
del
sono
non
la
venuta,
Chissà,
—
padre;
strazianti.
No, mai.
—
le mie
per
Rocco
suo
supplicandola
madre,
sua
miglia,
fa-
in
proprio
galeotto tranquillo,giovane, che
a
una
ogni sei
viene, capite. Vi è qui
Traetta, detto Sciurillo, che
un
mai
i loro
stati micidiali
sono
nessuno
e
ricevono
non
l'amore
gli e
che
sempre
hanno
attorno,
per
i bimbi
con
i
la fedeltà
grossi
all'erta,
lo
E
—
lasciate
da
uomiiH
più
delle
con
Erano
giunti
Bagno.
era
all'ultimo
raggio.
co-
tore,
l'ispet-
visitare
edificio
grande
l'infermeria
che
vano
salivano, incontra-
Mentre
galeotti, tenendo
bicchjeri
dei
piatti.
Li adibisco
—
dargli
osservò
porta del
piano.
dei
venta
di-
il bimbo
di
—
a
d'incredulità.
una
a
Anche
strane,
Dovevano
ancora
dei
idee
danno
far
può
maniera
una
sorriso
un
del
e
È
umano.
Avete
—
Chi
innocente?
creaturina
una
meglio trattarli
valga sempre
cristiani.
da
e
lui ?
con
che
Si. Credo
—
5f"
!
sentinella
al servizio
degl'infermi del piccolo
ospedale.
Credete
—
Fra
—
dei
meglio.
s'intendono
loro
i
carcerieri, continua, esaspera
Agli ammalati,
Spesso.
Ma
L'ospedale
dei
—
stanzone
mare;
nera;
le
grande
il
è
calce:
dove
dormivano
ma
formato
quattro
con
,
era
di terra
sani;
non
da
vi
un
battuta
solo
aperti
nera
semplicemente
migliori
erano
tare.
sven-
a
fìnestroni
imbiancate
i letti
i
più tranquilli.
facile
inganno
un
galeotti era
erano
alla
presenza
falsi ammalati.
dei
pavimento
mura
La
evito.
la
avrete
Spesso
—
sul
bene?
sia
che
era
di
il solito
quelli
sacco
all'erta, sentinella!
a
righe
azzurre
foglie di granoturco,
e
nove
galeotti
da
di
sognanti. Uno
il direttore
la carità
di
tanto, da
—
—
contro
volto
se
il medico
Fatemi
un'altra
mi
Non
mangio
ne
l'ha
prescritta.
carità, fatemi
perchè
spalle,e
fate fare
mi
tempo!
tanto
L'avrai
le
non
di carne?
pezza
al mare,
occhi
fioca.
voce
un
che
mare
giallastro,chiamò
essi, scarno,
con
o
ziosi
silen-
e
certi
con
Direttore, direttore, perchè
—
da
le finestre
tutte
Otto
immobili
letto, pallidi,guardanti il
nel loro
vedeva
grossolane.
meno
ammalati,
erano
sottile di
materasso
un
lenzuola
delle
lana
si
ma
di crocchianti
gontio
bianche,
e
piazzare di
vederlo;
io possa
qui gli
pressione
un'oppressione, un'op-
sento
!
Si
lamentava,
con
piccola
una
sospirando, ripetendo
le
parole,
dimenando
che
Gli altri ammalati
certi occhi
con
la
tacevano,
meravigliati
taciturno, girava intorno
tutto, mentre
ancora
qualche
—
Ah,
cosa,
con
digerire quelle quattro
puie
mare!
fare
una
e
tendo
preghiere, ripesmagrita.
testa
lo
guardavano
infastiditi.
ai
tore,
L'ispet-
guardando
letti,
il galeotto piagnucoloso
pipata,
cava
cer-
insistenza.
poter neppure
non
le
sottile,gemendo,
voce
fumare
fave
che
ci
con
questa
la
pipa, per
danno,
nep-
bell'aria
di
all'erta,
hai
Non
—
grande
chi
E
—
tabacco?
pazienza,
61
gli domandò,
—
con
capitano Gigli.
chi
lo dà?
me
? Se
poveretto
il
!
sentinella
anche
avessi
lo vuol
me
dare,
a
me
la buon'anima
di mia
mandarmi
qualche
moglie, quella ci penserebbe
a
soldo....
ti
Se
—
porti bene,
fai, dalla
come
bene
E
—
ho
non
buono,
ragione
da
cristiano
la
possiamo
ci
non
castiga
gemere
c'è
che
e
Gemeva
,
il
dire,
stare
voi
—
vi pare
ma
bacco.
ta-
tore?
eh, diret-
galeotto,
che
catena
questa
del
pagherò
vita
non
quando
ammalati
catena, venisse
di
ma
profondo
un
petti,che
sospiro
sulle loro
avevano
ce
il Signore
:
oh
angelo
un
per
Gli
domandò
usci
carni
nominata
da
tutti
il freddo
la
quei
tatto
con-
quel ferro.
è sempre
ma
ebbe
come
È fastidiosissimo,—disse
—
per
ti
stai
quando
lamentarmi,
facendoci
sempre:
catena,
—
io
sempre
la levasse!
me
—
sera,
levare, mai, anche
questa catena, questa
e
alla
di
a
questa?
mai
ti lamenti
male,
stai
continuò
—
siete
mattina
quando
e
non
se
è
ammalato,
gli fo qualche
Gigli,
cessione
con-
questo.
morta
la
moglie
mentre
l'ispettore,
andarsene.
il capitano
mentre
scendevano
era
qui?
—
le scale
b'J
ALL
L'ha
—
di
uccisa
lo
Caserta;
Costoro, per
chiamavano
tagliato il capo
Si, di
avrebbe
era
arrestarono
morta,
piangeva
qui
ha
tono
bat-
quasi
a
come
un
grida
e
,
,
perdonarle
risuscitare
vorrebbe
la
subito,
talvolta
piange
meglio
fatto
che
perdona
che
le
,
stare
e
,
insieme.
sempre
—
che
Anche
bambino.
che
cui
quell'ascia
Lo
caporale.
un
dopo
seppe
àscia,con
gelosia?
Per
—
rano
adope-
moglie.
sua
a
di neve,
masso
tagliente
e
di neve,
il nevaiuolo.
Ciccio
il
spezzare
venditore
un
colpi ripetuti.Con
a
—
lui. Era
larga
una
:
SENTINELLA
BETA,
Deve
noiosissimo,
essere
la
riprendendo
via
osservò
—
agli uffici
tornare
per
tore,
l'ispet-
di direzione.
camminando
Tacevano,
crepuscolare
intornio
era
giastro di novembre
gran
cezza
dol-
giorno
bi-
piano. Una
e
si attenuava
il
nella
tima
ul-
sua
ora.
—
fra
Quanti
r
sé
,
jstessa
alla
alla
i
e
—
tutta
come
l'isola
all'arrivo
che
e
e
cosi
facile
questi galeotti
non
fuga?
tutti,
Ci pensano
Gigli.
disse
—
,
facile
cosi
pare
mare!
sul
Colonna
ispettore
partenza. Come
pensano
—
fìnestroni
—
—
1
disse
sottovoce
il
pitano
ca-
più tranquilli,i più laboriosi,
ci
più indifferenti,i più distratti,i più ipocriti,
ALI,
giù:
buttarsi
a
gesserò
le altre
e
all'ultimo,
fino
I
SENTINELLA
ERTA,
quattro,
ebbero
ne
sumate
con-
sola
una
di
riescita.
No
—
riprendeste?
lo
Non
—
marinaio
un
era
Lucia, di quelli che
lo
Non
qualche
gli
E
altri
giù,
fu
udito,
Mi
diceva
sere
es-
mentre
che
nella
senti-
una
di essi
uno
intese
dava
an-
subito
Difatti li abbiamo
evadeva.
ritrovati, il giorno seguente,
sempre
Deve
l'estero.
mercantile, al-
nave
straziante, che
così
colui
morto
esser
tutti tre.
il grido
che
mozzatori.
som-
tre!
morti
Sono
—
al
soldo.
un
mai.
riprendemmo
espatriato, su
—
da
monetina
fondo
in
bimbi
Santa
,
dall'infanzia, li chiamano
palombari
Sono
la
raccogliere
a
mare,
da
vanno
di
Napoli
di
,
sugli
gli,
sco-
morti.
—
Ciò
sarà
stato
di
agli
salutare
esempio
altri.
—
fatto
terrore.
gran
un
revasione!
sempre
qui
morir
il nostro
tutti
soldato
della
nella
,
cimitero
sforzi
che
non
Ma
Quello
la paura
appunto
miei
ciò
riportato i corpi sfracellati;
Abbiamo
fa
ho
volesse
che
importa,
con
cui
sognano
galera. Bisogna
orrore
dire
spavento. Malgrado
trovato
nò
assumersi
un
è
combattono,
Hanno
morte.
ha
che
tutti i
galeotto,né
la custodia
di
un
dei
ERTA,
ALL
iccolo
È caduto
camposanto.
etto, non
dei
uno
lattarlo. Li ho
Drizzato, dai
ustode
fanno
tristi
'eder
quest'orribilecamposanto,
nella
interessarvene,
Vedrò,
—
vedrò,
ho
non
tale rapil solo
per
rreste
do-
galeotti. Voi
relazione.
rispose
—
d'un
fa passare,
ai
dell'evasione
obau-
ispettore, che
assicuro, signor
le velleità
Ma
lettere,su
Vi
loco,
essere
far la spesa
a
lorto.
questa
voglio
non
contadino.
risposta alle mie
iiai avuto
ati
ai sol-
di
bisogne. Vorrei
qualunque
un
qui:
superiori,
voluto
Anche
malinconici
sono
che
miei
,
ha
galeotti muratori
Già,
ita di carcerieri
più
più parti il mu-
in
puniti: inutilmente.
fa ribrezzo.
ligarli a
!
SENTINELLA
il Colonna
vaga-
nente.
Sulla
della
terrazzina
donde
casa
ìdifìcii dirimpetto, si vedeva
distesa
ivevano
?ipararla dal
Mario
jhe
•ifiutava
sole
era
tutto
né
3
da
e
non
nella
taciturna, di
allora
cose
lo
tenda
umidità.
né
né
in
andare
indolenza
portavano,
Serao, Racconti.
ore
con
in cui
carrozzetta,
malinconica,
la madre
neanche
il piccolo
giuocare, né passeggiare,
contemplazione
che
tela,per
Quando
quella grande
voleva
di mare,
di
debolezza, nelle
sua
dormire,
s'incantava
Matilds
dalla
e
preso
dalla
veniva
provvida
una
angolo
un
due
fra
,
,
la
vinava,
indo-
poltroncina,
ri
all'erta,
coi
giocattoli
coi
!
sentinella
libri
delle
immagini,
,
dove
terrazzina
fiorivano
nei
vasi
screziati
le viole
del
la
fiammanti,
basilico.
sulla
anche
terrazzina, per
geranii
solo, il bimbo,
intiere, egli
ore
rossi
l'odoroso
e
lasciarlo
Restava
nessuno.
,
odorosa
maggiorana
Potevano
i
pensiero
,
i garofani
,
,
sulla
mava
chia-
non
tranquillo sfogliando
,
ogni tanto,
le mani
con
il suo
libro
talvolta,presa
da
inginocchiare
circondava
lo
con
il mesto
sue
alla
il mare,
guardando
strana
una
innanzi
le
quasi trasparenti,
pallida madre,
La
gli inquieti occhi
con
a
d'immagini,
immobile.
muto,
candide,
sava
allora, fisbambino
paura,
si veniva
poltroncina,
sua
braccia
amorose
e
lo
materno,
interrogava ansiosamente:
—
—
—
—
—
—
Che
hai?
Niente,
Ti
No,
senti
Proprio,
No,
con
—
—
—
un
ti senti
non
mamma,
a
Sei
male?
mamma.
sorridendo
—
mamma.
il piccolo
rispondeva
—
una
male?
pazienza
gliando
angelica, rassomi-
grande
ragazzo
contento, Mario
,
saggio
?
Contento.
Vorresti
SI.
manima.
andar
a
figlio,
Napoli, nevvero?
e
tuoso.
affet-
all'erta, sentinella!
figlio mio, figlio mio,
Oh
—
diceva
—
ella baciandolo
desolata.
anche
Ma
—
la
poggiandole
abbracciando
ella
come
figlio
povero
,
se
pietà
,
bimbo
È bello,
bello, qui,
è
come
diceva
—
vuol
non
lui,
quel
chinalmente,
mac-
fanciullo
piccolo
buon
un
che
ragionevole
di
l'anima.
le struggesse
—
rava
mormo-
—
,
immensa
una
madre,
sua
spalla.
sulla
guancia
bello,
è
qui
,
figlio
Povero
—
anche
loello
il bimbo
ripeteva
—
è
qui
dispiacere
dare
,
a
nessuno.
la madre
Ma
che
vedeva
la invadeva
È questa
Ah
convinceva,
niente
e
niente
gaiezza
sua
sfiorate, disperse:
un'ora
d'inebbriante
grande, che
della
le
non
è
importava?
Il
suo
fra
tragedia di centinaia
fiore per
la
sempre
le
illusioni
sue
sempre
contro
ventù
gio-
sua
oramai
,
avrebbe
ai
mai
più umili
vibrante.
figlio,flore delicato,
galera, cresciuto
galera!
goduto
felicità, l'ora
concessa
giovinezza
Per
lore
do-
sempre:
difenderla
poteva
quest'orribilepensiero.
la
pensava
galera, è questa
,
,
Ogni volta
no.
figlio pallido,silenzioso,un
suo
acuto
—
si
non
strazio
nato
di
Ma
era
semplice
immane
d'uomini
deturpato
che
quel piccolo
nell'ambiente
quella
e
destini,l'ora
sé, oramai,
per
più
di
una
perpetua
incatenati, povero
dalla
immonda
all'erta,
Certo, il bimbo
compagnia.
di trovarsi
fra i ladri
della
È
—
la
salute
sua
la
indovinava,
gli omicidi;
e
in
triste
COSI
bimbo,
un
galera, è la galera,
poiché
bimbo
in
linconia
ma-
fra sé
pensava
—
lo
che
che
Traetta
scivolava
di
la catena
alla
gamba
al
sentiva
il
fisamente
il suo,
madre.
Ogni
si
lo
sulla
bussare,
senza
si deve
buttare
fida sulla
passava
un
osso
e
Graziella
e
che
donna,
di
casa
del
che
non
una
rettore
di-
entrare,
senza
un
come
pietà degli
memore
guardandolo
alla
porta,
aspettando,
tro
die-
sempre
una
giorno, venendo
fermava
di Cecilia
,
di
,
stretta
teneramente
e
sguardo
Rocco
cendosi
stridere, fa-
la presenza
un'ombra,
come
così
pareva,
umile,
ribrezzo, andando
Piccolino,
negli occhi
accomodargli
farla
non
per
piccolo, evitando
di cui
al bimbo
tenendo
la casa,
per
spingesse
compagnia
cei-casse
cane
osa
uomini.
a
cui
cercarlo
Talvolta
gli diceva:
Entrate.
Talvolta,
là,fermo,
nessuno
come
passava
una
statua.
il
ci si divertiva,
Traetta
Rocco
tenesse
terrazzina, che
poiché
voleva,
giocattoli spezzati. Silenzioso,
—
sua
causa.
qualclie momento,
lasciava
la carrozzella,
sulla
marito
suo
stesso,
essa
i
la
sfiorimento
lo
questa
avevano
e
sapeva
madre.
Pure,
e
!
sentinella
ed
Ben
un'ora
egli stava
felice
se
Ceci-
all'erta, sentinella!
da
ci stava
che
gli diceva
,
vedendolo
balcone,
al
lia,affacciandosi
un
69
in
come
pezzo,
il
superando
,
pendo
11, sazione
ora-
naturale
sgusto
di-
:
Salite
—
La
pure.
l' implorante
commoveva
giovanotto forte,che
chiedeva
grazia, di vedere
una
stare
vicino.
il
Quando
di
in mano,
chinando
lo
levava
Passavano
le
bimbo,
a
stabiliva
da
—
—
—
—
—
Il
Chi
lui;
e
silenzii
te lo ha
prestamente
col
accanto
terra,
bizzarra
una
e
subito
quello
aria, mentre
quella
Rocco
la
berretto
dacchiava
ri-
11 galeotto
terrazza.
catena
il
giaceva
conversazione
si
Traetta, interpolata
:
fatto,questo vestito,Sciurillo?
Il governo.
E
pure
questa
coppola?
(berretto).
Sissignore.
È
buono
il governo
—
galeotto lo guardava,
detto, in un'
ivesse
lotte, egli avrebbe
iopo
in
per
fra Mario
lunghi
gioia, saliva
fuori
ore
come
quella parola,
gli occhi, trovava
su,
si sedeva
accanto
sentito
le passava
rumore,
senza
mutamente,
quel
piccolo figlio,di potergli
aveva
il galeotto arrossiva
di
sguardo
un
ora
tacendo.
del
mormorato
intervallo,il
diceva
bambino
il ragazzo.
Se
meriggio
:
il ragazzo
che
,
sì, oscuro.
incominciava:
era
Poi,
all'ebta, sentinella!
E
—
E
—
fave,
divenne
il
ridendo
diceva
—
ridevano
Ora
ambedue.
Il ragazzo,
i
maccheroni,
galeotto.
tratto,
un
a
pensoso:
ho
Io
—
frutta?
per
Le
—
brodo.
nel
fave
Pure
—
piatto?
secondo
per
Sciurillof
mangiare,
brodo, signori.
nel
Fave
—
da
dato
ti lianno
Che
—
mangiato
Seiurillo
—
diceva, riflettendo.
Salute
—
voi !
piacciono
Ti
—
a
a
Seiurillo.
ridendo
dicea
—
?
te, i maccheroni
Sissignore.
—
Un' altra
—
conserverò
un
mangerò
ne
te
meno,
ne
piattino.
importa, signori
Non
—
volta
il galeotto,
diceva
—
intenerito.
SI, si, tu li mangerai
—
po'
un
gridava il ragazzo
—
arrabbiato.
Sissignore, sissignore,
—
—
Il
d'
rispondeva
bambino,
subito
non
vi
Traetta, spaventato.
Rocco
sfogliava
annoiato,
lera,
col-
prendete
il
suo
libro
immagini.
Leggi
—
—
—
Non
Se
diceva
qua
sotto
una
leggenda
sai
leggere?
—
sotto
Oh
sapessi leggere, non
a
una
quanto
starei
dicandogl
Seiurillo, in-
figurella.
sei
qua
scemo!
—
disse.
il
Fuori
SENTINELLA
EUTA,
ALL
piovere l'acqua
faceva
sulla
il bimbo
vasi;
dei
molta
terrazzino, con
delicatezza,egli
terra
seguiva
po'
un
ciata
bru-
molta
con
tenzione
at-
l'operazione.
un
le foglie,Sciurillo.
poco
Sissignore.
—
rimasta
Era
Dammi
Il
sulla
nell' innaffiatoio.
terra
terrazzino, in
del
rinfrescarla.
giro, per
—
d' acqua
po'
un
la buttò
Sciurillo
e
anche
Innaffia
—
garofano,
un
Sciurillo.
galeotto spiccò delicatamente
diede
lo
Mario.
a
lo
Questo
—
garofano
un
voglio dare
a
mamma
disse
—
il ragazzo.
pensando
Sissignore.
—
Vaglielo
—
Il
tu.
portare
a
il
galeotto guardò
bimbo,
ciera
una
con
spaurita.
Va
—
Signorino...
—
—
diate
disse
—
lui
esitando
—
,
glielo date
non
—
il ragazzo.
comandò
—
chè
per-
voi ?...
Perchè?
Sarà
meglio, sentite, signorino, che
voi, questo
garofano.
Da
voi
le fa
glielo
piacere,
signorino.
Gli
bimbo
tremava
comprese
fisamente.
talmente
la
sua
la
voce
emozione.
che
Mario
anche
lo guardava,
il
ALL
il
disse
galeotto
ragione
Ha
E
levandosi
tanto
—
Si
udì
sé
gli
cucina.
il
alle
Ma
detto
il libro
—
—
—
sorrise.
di
e
di
Ora
che
con
mani
sulla
vede.
gli cadde
ciera
con
il
Non
lo
Che
volete, signorino?
voglio
Niente
—
—
Volete
No,
—
niente
che
il
nocchia
gi-
galeotto
—
disse
fece
il
il
bimbo,
bimbo,
stato.
disgu-
crollando
vi
racconti
una
storia?
brutte.
sono
Volete
suo
gli occhi
il capo.
—
del
raccoglierlo.
,
—
in
Poi, dalle
terra;
per
le
Gra-
porta
lente, con
non
e
il rame,
buttarsi,
a
baci
levava
piMisava
strofinare
nuovo
fissi di chi
a
boli,
de-
dando:
gri-
casa,
poltroncina, sfogliando
sua
d'immagini,
accorse
nella
riapparve
di
venne
vagamente
po'
un
schiocco
piante,
il bimbo
stanca, sulla
libro
galeotto
aveva
terrazzino,
gambucce
grande
un
foglie secche
zietta
birbanti.
mamma!
come
fra
tanti
—
il bimbo.
sottili,rientrò
erano
Mamma,
come
sulle
su
soffrire
può
siamo
replicò
—
la
umilissimamenle.
soggiunse
—
ci
non
perchè
—
ragione
Ha
—
vostra
madre
La
—
!
SENTINELLA
ERTA,
che
canta
....sì,
vi
—
canti
fece
una
canzone?
il bimbo
sorridendo.
74
ALL
il
E
Si
iesco da
ccà (Unto
Voglio fa
veni
Voglio fa
nchiude
Cantava
fuoco
Questa
disse
—
il
E
quando
Sottovoce
mani,
bimbo
un"
cere.
car-
altra
di
San
la
anni
sapeva
condanna.
sua
tare
can-
fin
dove
Francesco
zone
Can-
bizzarro, con
metro
un
a
fantastiche:
A
le
di
ricominciò
triste,che
carcere
due
è uscito
tere
met-
il bambino.
canzone
aspettato
la minacciosa
vuol
allegra. Cantane
troppo
dal
terra.
carcerato, che
fiamme,
vecchia
e
allegramente,
ma
triste,lunga, sopra
rime
mare
galeotto, piano piano,
Napoli,
aveva
è
,
hi Mercato
tutto
languidamente
una
da
a
del
e
sen-a-serra
revuoto
sottovoce,
canzone
—
nu
carcerato
,
Vogliomette
a
allegramente:
cominciò
galeotto
:
SENTINELLA
ERTA,
San
Francisco
Già
ssona
la
Chi
dorme
e
Chi
fa nfamità!
cantava,
crollando
sveglia,
chi
veglia
tenendosi
il capo
col
i
berretto
ascoltava, socchiudendo
E
a
San
Ce
stanno
E'
ninne
Lia
stanno
Francisco
e'
ccancelle,
chiù belle
a
jienà.
ginocchi
rosso.
gli occhi.
con
11
all'erta, sentinella!
Ma
vi che m'ha
rillicato e'
Stu
Me
Il bimbo
alla
vo' vede
due
aveva
la
Ma
si
Sta
sciorta
r
Il bimbo
chinato
cantilena.
mme
E
invoca
il capo
il galeotto!
la
zione:
libera-
passa
de
tossa
coppola rossa
voglio abhruscià.
dormiva.
la triste
il
volte
tré
o
strofa, quella che
La
ancora
Pjytiorto
mnorto.
bizzarra, lentissima
riprese
fatto
11
galeotto
del
canzone
canticchiava
carcere,
larne
cul-
per
innocente.
sonno
IV.
la notte
Tutta
agitato.
e
La
che
per
chiamavano
subito
che
il capitano
moglie,
non
che
poteva
quella
voce
ogni
il marito
Gigli
il
aveva
mai
stato
sonno
molto
simo
lievis-
riposare profondamente
delle
quarto
era
d'
sentinelle, che
aveva
ora
si voltava
si
inteso
,
e
si
rivoltava
all'erta, sentinella!
nel
letto,che, talvolta,sospirava profondamente
come
un
Ti
—
tre
oppresso.
uomo
male?
senti
volte, schiudendo
No,
—
Dormi
no
gli
—
tranquilla, sto bene;
Ella
suoi
ella
sonno,
in
scossi:
nervi
aveva
con
sonno.
ubbidiente,
cosi, fra
udito
lo
che
moglie
guardava
meravigliata, egli
il marito
che
passeggiata,
una
All'ora
di
silenzioso,
riva.
A
un
—
—
—
che
tornato
era
Andava
nervoso.
Poi, si
se
mise
qualche
a
fare
a
su
e
nella
barca
po' pallido,
giù, si
via
alla
stava
acco-
che
liva
sa-
spiaggia
si staccasse
dalla
taciturno.
distratto,
pranzare,
punto, domandò:
certo
sei di novembre;
Ne
abbiamo
Sei
di novembre
domandava
intelligenza.
veroT
—
chiese
il
ostinatamente,
sempre,
di curiosità
è
rispose la moglie.
—
Perchè, papà, perchòf
insistenza
vado
un
riva, guardava
dalla
Nisida
Bagnoli,
dei
io
passeggiata.
finestra, guardava
alla
a
pranzo
era
detto:
aveva
lunga
una
si
cati,
spalan-
gli occhi
con
dormi, poverina:
Dormi,
—
e
spuntata l'alba,e alla
prestissimo, appena
alzato
cando
cer-
veglia
agitato. Il capitano Gigli, al mattino,
era
—
quel leggero riposo
ma
sempre
o
premura.
ho
non
piegato il capo,
aveva
di riaddormentarsi
dei
lui
detto
due
nell'ombra.
gli occhi
aveva
—
chiesto
aveva
dei
ragazzi, che
bimbo,
con
la
è la loro
ALL
il
lo
Te
—
Dopo
—
nel
silenzio.
le tre
verso
pranzo,
si calmò:
Gigli
a
tremavano,
signora
stentò
l'espresso
è
èi!
Quanto
lire
Due
—
Ella
i
le due
bicchier
un
capitano
che
fece
una
buona
La
più,
lire
di vino,
Gigli
per
la
la ricevuta.
barca
la
il fattorino.
disse
—
signora.
il
a
morto,
pallido come
un
telegramma,
malgrado
impietrito.
pareva
e
rito:
ma-
settanta
questo giovanotto,
con
una
sua
moglie.
cosi
voce
la
disse
—
da
—
gnora.
si-
bere
disse
tramutata
,
fremere
notizia,
signora
Gigli
che
tanto
Dagli cinque lire. Cecilia, e dagli
—
il
fissi sul
leggesse
Ecco
—
di
denari, sogguardando
Gigli era
gli occhi
non
mani
settanta.
numerava
teneva
che
chiese
—
e
il capitano
la
e
gnato
conse-
ignota emozione
una
firmare
a
tazione
agi-
sua
aveva
dispaccio,
di
Gigli, tremante
Ci
—
il
e
Le
telegramma.
un
aprendo
anch'essa,
—
entrato
era
li rilesse
telegrafo, proveniente
del
fattorino
un
Napoli,
da
la
improvvisamente
Ma
si fece
pomeridiane,
portare tutti i giornali dei giorni scorsi,
febbrilmente.
disse
più tardi, piccolo figlio
dirò
rientrando
padre,
!
SENTINELLA
ERTA,
diede
chiamare
una
il
—
Egli ha
notizia.
buonissima
denaro, poi
portato
suonò
Graziella; la
serva
il campanello
con-
IH
ALL
ERTA.
il fattorino
dusse
del
ginocchia
Ora
—
in cucina.
il bimbo
padre,
Papà, dammi
—
bere
a
'.
SENTINELLA
diceva:
il telegramma,
ora
disse
—
il
il
soli
erano
le prese
le
e
figliuolo,
e
Cecilia, gravemente,
verso
mano
una
mente.
dolcissima-
marito, moglie
si avanzò
capitano Gigli
il telegramma.
padre
,
E siccome
alle
Attaccato
disse,
tezza
len-
con
:
Cecilia,questo telegramma
—
notizia,
Emanuele
è entrato
Era
Tacque.
si era
e
che
un
è
nulla, pallida
è
anche
italiana
—
temperie,
in-
pallore
di lagrime.
quel
cuore,
emozione,
e
mente
allegra-
velati
quel
buona
alle
e
mortale
moglie, ammirando
Venezia
—
al sole
battaglia, erano
coraggio, quella nobilissima
diceva
pelle
contemplato
avevano
di
campi
La
Venezia
la
ma
indurita
coperta da
era
i
soldato:
un
oscurata
i fieri occhi
torio
Vit-
stamane
Venezia.
a
grande
una
è italiana.
nostra, Venezia
che
notizia:
grandissima
una
porta
non
gli
essa.
disse,
di
il
nuovo,
capitano Gigli.
Venezia
—
sottile
(1
—
ripetette una
vocina
Piccolino.
levò
padre
lo baciò
—
di
è italiana
su,
nelle
il ragazzo
braccia,
e
freneticamente.
Venezia
è
italiana, Venezia
è
italiana
—
80
ALL
!
SENTINELLA
ERTA,
capannelli di paleotli e di soldati.
dei
il
che
direzione,
di
stanza
balcone
capitano Gigli
il suo
bimbo
mento
mo-
un
nella
rientrava
gli gridò, ridendo,
e
In
sua
sul
comparve
il fazzoletto
agitando
:
Venezia
—
Alle
per
è
italiana.
(luattro
l'isola
tutta
stanzoni
dal
e
larga piazza, innanzi
ufficiali
e
nel
alla
i
soldati,
dai
disponendo,
sospinti
mano,
un
in
scialbe,
rossi
dalle
,
dai
le
e
facce
dai
colorite
Dietro
un
tore,
diretdati,
i sol-
galeotti,
verdi, dalle
da
man
rono
forma-
del
casa
file dei
lunghe
Come
: e
i soldati
alla
berretti
galeotti
si andavano
regolarmente
gli ullìciali.
mezzo
i
carcerieri.
piazza,
innanzi
si distendevano
dai berretti
mettere
ri-
a
rio
chiacchie-
gran
po' innanzi,
un
quadrato,
tenendo
e
grande
scaglioni
a
del cinturino,
arrivarono
due,
per
sulla
pre,
sem-
dapertutto. Poi, lentamente,
capi-squadra
arrivavano,
come
perduto tempo,
avevano
alle ghette. Un
due
gala,
arrivavano
ne
la fibbia
si udiva
squadre,
di
tenuta
e
dati
Sol-
del direttore.
casa
Statuto;
dagli
case,
portati sulla
tutti
in
lustrare
a
vivace
condotti
alla
udito
era
detta fureria,
cosi
erano
spicciolata,che
i bottoni
a
dalla
erano
dello
giorno
si
tamburo
quartiere, dalle
ufficiali si
e
di
ordinanza,
di
soldati
rullo
un
sangue
facce
vi-
all'erta,
che
ziato
l'astinenza
neanche
all'aria
la vita
aperta
lo
ferreo
silenzio
avvicinarsi
si restrinse
meglio,
Era
il che
robusta, più
una
il
mano
bimbo,
suo
il
di lana
visto
alle
a
il
padre
60. Il
con
lui:
coll'altra
e
Quando
il buon
no:
furia,col
un'aria
aveva
suo
festevole
Matilde
teneva
conduceva
il bimbo
era
padre,
di
in
litare,
mi-
non
dovuto
bel vestito
al volto
Slrao, Racioiiti.
in
aveva
attaccato
andaro
quell'ora
detto
gli aveva
vestirlo
gentile,
in fretta
che
bianco
col
di
dal
gli uscivano
gli si
uniforme,
contentezza, di tenerezza,
la madre
daglie:
me-
piccolo figlio, vestito
suo
e
in
commemorativa
capitano Gigli
di
e
tre
ginocchia, strillando, perchè "'oleva
forza
udir
più forte, più
petto portava
medaglia
la
bianca.
in
che
Gigli, vestito
bianco, coi capelli ricciuti che
berretto
quadrato
meglio, per
un'aria
telegramma
un
il
e
galeotti
civile,l'altra al valor
1859
della campagna
i
e
del
poco.
Sul
era
fece
veder
gli dava
al valor
la terza
si
catene
i soldati
capitano
severa.
I
matamente
ani-
galeotti impazienti
un
il
comparso
uniforme,
castigare.
a
caratteristico
si
per
e
chiolio
acuto, quello scric-
ma
tratto,fra
soldati, spinto dai
volevano
galera
delle
è il rumore
un
grandissimo
dei
in
schricchiolio
che
penale. A
bagno
un
arrivava
nell'aria,sottile
elevava
della
sottovoce, fra loro, ma
galeotti parlavano
e
!
sentinella
dava
berretto
G
all'erta, sentinella!
bianco
di
cui
fanciulletto
certi
si
padre,
occhi
lucenti
condotto
La
quell'ora solenne
dato
bacio
un
clie
alla
madre
il
e
in
bacio
vi
si
dietro,
per
vedere
come
una
vasta
La
piazza
piena
e
la
verso
i
Bagnoli.
si
gente
di
Nel
attorno
dei
galeotti, la
tela,
grossa
mattone,
in
vi
tutte
gran
le
della
tutti
di
nella
e
spettacolo
traen-
Xisida
era
,
sugli spalti
e
cappotti
era
folla
dei soldati
formava
una
dei
la gran
dai
gradazioni
più forte,più cupo,
ancora,
i fornitori
dai
attorno
rito
ma-
sgomento.
più
sempre
dalla
il
il quadrato
azzurro-scuriccia,
poi,
castani,
quasi
sino
mezzo,
aveva
del balcone
lo
maggiore
traboccava
ristretto
era
striscia
la
,
vederlo
scala
scossa,
senso
un
tanto
dato
dalla
persiane
indietro, per
dosi
vano,
trema-
mentre
le
Ebbe
vista.
non
fosse
i ricciolini
figlio discendevano
nascose
se
padre, gli
figlio.Poi,
piazza, ella socchiuse
esser
di
pensiero
un
del
di
mani
prima
del
fronte, fra
mente
con
rapidamente,
mano
pareva
come
le cui
turbava,
alla
attaccato
un
vestito,
madre
la
guardava,
orgoglioso
lo vestivano
mentre
uscire,
cosi
uomo.
lo
11
alla
attaccato
tanto
di amore,
mano,
per
piccolo
un
ogni
e
fioro.
tanto
era
trionfalmente
era
del
mano
fanciulletto
il
dati;
sol-
lazione
popodi
vestiti
del
più sbiadito:
rosso
e
cora,
an-
gl'impiegati dell'isola, tutti
galera,
tutti
quelli che
vivevano
all'erta,
nel
penale
bagno
pel bagno
e
cantuccio, cercando
bizzarra,
un
fornitori.
l'indistinto
elevava
tutto
isola,
e
Nisida
di
il resto
era
Alla
un
il
bambino;
faccia
i
tutta
e
la
deserto,
e
volte
e
di
verso
capitano Gigli
si
quadrato
allargò
tenendo
sempre
il
cenno;
un
venne
a
italiana
fu
facce
di
la
sì
scoprirono
grande
una
usci
un
zio
silen-
po'
un
parlare,
la
le
berretti
il capo:
mano
fu
pochino
un
il
mano
e
in
colpevoli,
tutte
erano
cate,
sbian-
Egli fece
cosa.
dalla
fila
sollevata.
si volse
Il
ad
e
si
berretto;
e
man
mano,
verdi
e
dai
berretti
restarono
così,
tano
capi-
essa
al
armi,
e
'
sinistra; la bandiera
sua
e
di
salutò, portando
galeotti, dai
tutto
improvvisamente
spiegata
presentarono
che
per
criminose,
alla
Gigli, prima
della
i soldati,
gli ufficiali,
portabandiera
mettere
senza
restò, isolato, guardando
vi
lui,come
nell'attesa
e
abbandonato.
fulla, mentre
oneste
l'
del-
case
campagna,
era
si
nite,
riu-
il resto
galeotti, tutti quanti, galantuomini
facce
piazza
la concentrazione
paese
del
comparsa
degli
quella piazza
in
gran
egli vi entrò,
suo
che
mogli
grandi folle
che
e
piazzette,
era
universale:
ed
città
folla
dalla
delle
un
quella
le
mentre
si sentiva
si sentiva
un'anima:
E
quanto,
carceri, strade
da
donne,
brusio
indovinava,
si
vita
di
in
penale,
d' isolarsi
gruppo
ufficiali,dei
!
sentinella
e
i soldati
tutti
i
rossi,
a
capo
Hi
ALL
scoperto, vecchi
che
italiana
giovani, innanzi
e
lieve
una
ultimo, il bimbo,
occhi
restando
lana
quadrato.
passato
grande
Un
quella gente
tutta
su
Gigli divenne
le labbra
Dal
a
di
galeotti
incalzava
e
più
in
si
candida,
che
essi
a
stringeva
si
,
metteva
questo
tutto
la
mento.
mo-
premeva
soldati
e
,
il bambinetto
e
,
breve
macchia
rabbrividire.
silenzio,
di tutto il grandissimo
un
che
dei
una
fece
minciava
co-
quella profonda
scoperto,
capo
a
tutti.
guardava
che
gente
pitano
ca-
marito
suo
picciolo quadrato
stringeva
mezzo
più
il
di
del
schiudeva
si ritrasse
il capitano,
insistenza
tanta
siepe
folla
gran
al
era
guardavano,
che
Cecilia
parlare.
Quella
con
vedendo
balcone,
suo
lo
di
emozione
il volto
e
negli
mezzo
pallido, mentre
parlare. Tutti
per
di
soffio
per
bianco
in
scoperto
capo
a
,
E
guardando
il berretto
levò
si
alla bandiera
sollevava.
brezza
lentamente,
padre,
suo
!
SENIINELLA
ERTA,
il
Ma
simo
profondis-
silenzio.
—
Ul'fìciali e
forte,
voce
Gigli
—
soldati,
comincio
—
leggermente
ma
oggi, all'isola
di
città d'Italia, è arrivala
nostro
il nostro
re,
esercito, Vittorio
Venezia.
Al
Venezia
tremore
.\isida,
una
generale,
Emanuele,
ò
della
velata,
a
dire
il
capitano
in
corno
ogni
notizia.
grande
11
del nostro
il capo
oggi
con
è
entrato
in
nostra.
sua
voce
alla
sonora
,
sua
emozione,
grande
un
bocche
dei soldati
parola
che
confuse,
altre
—
—
si
Abbiamo
ragione
il
chetato,
fu
di
cui
cui
i
avverando,
Venezia!
vi
il
eravate
voi
nuova
suo
tutti i cuori
e
si
chiamano
a
a
dice
voi,
il
di
senza
vostro
sentirsi
profondamente
di
italiano!
e
esser
voi,
della
Nessuno
donne
le nostre
e
di
perle
E
fremere
di
nere
oggi
esser
che
suno
nes-
tenerezza,
Venezia,
felice, di
tezza
for-
nell'anima,
Vcne~ia!
nome,
della
grande,
nemico!
piangere
petto le collane
lacrime
pensa
nessuno
senza
del
va
rubata;
dell'arte
mani
si
realtà!
ma
miracolo
volavano
sul
portavano
morta,
non
voi
nominare
poteva
forte
bella,
italiana, nelle
vi
tutti, tutti,
cruccio, voi
voi
gloriosa,
battaglia,
il dolore
Eravate
piangeva,
di
giovani, poiché
più
e
il
migliaia
dell'unità,ecco,
sogno
una
i
unità
cui
ancora,
e
si
rumore
dettero
sul campo
i vecchi
nuovi,
con
Oh, Venezia,
patria che
uomini
tutti,
della
intelligenza,per
grande
questo
di
la dai'emmo
tatti noi
e
sujierstiti
sogno
la vita
misero
il
grande
fra
sempre:
commossi,
essere
migliaia
la loro
e
uomini
per
i
cuore
il
sola
una
ritornava
Gìgli, come
poiché
italiana, per
loro
di
capitano
—
che
parola
Venezia!
dalle
uscito
distinta, precisa,
ripeteva,
Venezia,
riprese
—
grido rispose,
degli ufficiali;era
e
una
!
SENTINELLA
ERTA,
ALL
senza
soldato
8b
SENTINELLA!
ALLERTA.
corse
fra
agitò
nelle
gli ufficiali
come
portabandiera.
Io
credo,
riprese
—
più lentamente,
ma
degnamente
non
sdegnate,
è
da
eremo
che
che
voi
tutte
le
telegramma
mi
che
è stato
spettacolo
che
gli
uomini
di
perchè
al Re
di
certo,
non
lieta
che
potete udirla,
novella,
magnifico,
e
vano
piange-
e
veneziane
nuele,
Ema-
Che
cosa,
gran
è accaduta
senza
che
agli
oggi. Voi,
un
lieto
legno per
non
persiane,
cadere, teneva
goglio
or-
occhi.
gli occhi, dintorno, risuonavano
le
devano
ten-
Italia,a Vittorio
lagrime
Cecilia, dietro
Il
Emanuele
Vittorio
le donne
li benedicesse.
le
la
questo
nostra.
gridavano
d'
stizia
giu-
io credo
è
commovente
che
miei, è questa
Tutti
in
pena,
Venezia
veneziani
amici
vi mandi
di
luogo
l'entrata
emozione,
i bambini
della
voi, patriotti,italiani,
annunzia
soggiunge:
uno
nobilmente
provincie italiane,
un
che
voi
patria,
servizio
gioite perchè
che
oscuramente,
agli ordini
che
ò anche
tutti
nostra
stare
gli
Gi-
capitano
tutti, impiegati
voi
poiché ogni
punitiva, credo
il
lavorate
la
per
nobile, di
venuti
dire
a
che
—
civili,funzionarli, voi che
inteso
galeotti
I
aspettassero.
se
—
si
bandiera
La
scoperto, taciturni, pensosi,
capo
a
approvazioni
di
i soldati.
e
del
mani
guardavano,
,
mormorio
grandissimo
Un
di
attaccata
il fazzoletto
plausi.
apal
sulla
ALL
Saggiamente
—
suo
re
del
e
vi
SENTINELLA
ERTA,
la
:
nel
legge d'Italia,
popolo,
dei
mezzo
per
punisce, togliendovi
galantuomini;
vi
punisce
la
punizione
di
Stato
il
Severi
più clie
e
noi
pentimento.
il
siamo,
passato
soffrendo, cancella
Molti
fra
dieci
dalla
di
voi
usciranno
diventare-bjoni:
dovranno
il loro
lo
peccato:
la
ma
credo
del
a
vi debbono
Non
V.
legge,
un
gran
dalla
credo
Io
penitenza
di
giorno
credo
la
per
sia
il
la
cuori
giorno, oggi.
possiate
grande
sfato
divina,
forte
cosi
toso.
pie-
quelli clie
grandi
cosi
del
e
tutti
anche
lo dimentica
cato.
pec-
vinto
umano
misericordia
bene
vostro
abitudine
che
tutti i miracoli
essere
dia.
misericor-
qui, fra tre anni,
cuore
El)bene, oggi, io dimentico
la
stiana:
cri-
e
porteranno,
e
sono
umana
potenza
un
del
qui tutta la vita. È
restar
misericordia
che
di
vinto
quotidiano pentimento,
credo.
di
e
linea
una
penitenza,
cosi
umana
legge
questa galera, lavorando
anni, fra quindici
dura
Io
legge
con
la
purifica. Ogni
in
col
nandovi
condan-
dove
spietati.La
non
dei
cercando
Ma
la
pentimento
voi
società
punisce
legge di indulgenza
una
purifica:
vi
saggiamente,
finisce,comincia
strati
magi-
avvinghiandovi
ferro; vi punisce isolandovi;
a! lavoro:
suoi
dalla
del
nome
!
da
la
Credo
formarvi:
tras-
del sentimento.
tica
passato, lo dimendura
condanna.
scontenti, qui, oggi.
Dimenticale
il
passato
il tetro
e
fuori
peccato
della
il vostro
che
di
penitenza.
della
patria,
siete
nel
di cento
alcuni
che
del
festa
dove
terra
italiani.
Ricordatevi
petti, si
calde.
finito
aveva
il
petti
abbassato.
capo
Con
di
gesto
un
parlare
fisamente.
commossi
invincibile
di
tro
Die-
ogni
Ma
emozione,
altro
il
l'affanno
sopra
singhiozzi
i
di
rumore
piccola
una
vago,
guardando
,
sopra
,
irresistibili,
sopra
un
singhiozzare
,
dei
udi
si
piangeva, silenziosamente,
la bandiera
adesso
udì
col
piangevano,
lagrime
grosse
silenzio
profondo
persiane Cecilia
capitano
I
siete
Pensate
una
della
conquista
anche
e
—
ansare
le
che
questo. Italiani,italiani tutti.
Tacque
a
festa
una
Voi
la vostra
e
una
vostro,
solo
dimenticate
vostro;
rimorso
nasceste.
89
legge, fuori della società; dimenticate
oggi è
paese
!
SEKTJKELLA
ALLERTA,
quella
fioca
voce
,
sottile, grido:
—
Venezia!
Viva
il
Era
il suo
agitando
volto
in
farsi
vestito
coi
punta
gridava
di lana
di
di bianco
aveva
e
piedi
o
,
le
detto
bianca.
micidiali
vecchi
,
a
vedere,
il bimbo
parola.
E
tutti
funzionari,
e
vita
o
a
tempo,
incendiarli
ladri
,
breve
rilucenti,
braccia,
la
padre
Col
farsi
per
ufficiali,impiegati
quanti, galeotti,condannati
giovani
al
accanto
occhioni
grandi
sentire, agitando
quanti, soldati
tutti
berretto
sbiancato,
alzandosi
per
che
Piccolino
,
,
'
ALL
tutti i
galeotti, gridarono
vestito
con
un
di
di
le
di
prime
lumicino
di carta
dentro
rosso
:
Ve
alcuni
strade
di
sbarre
di
i
galeotti
Nisida
ferro
Attaccata
a
tre
colori,
Ci
un
tutta
alto
di
dei
per
mettere
al
coi
soldati
avevano
come
gli
ve
ne
le
lungo
acacie,
dalle
finanche
dove
carcere,
punizione
palo
due
posto
scale, comparendo
strisce,
a
portoni;
dalla
parte
o
tre
formata.
stata
era
la stella
lampioncini,
volute
erano
lori
co-
i Bagnoli.
guarda
a
i
finestre, sotto
delle
in
uno
coni,
ringhiere dei bal-
le
finestre, nel
mandati
che
di tre,
formavano
pendevano
e
delle
erano
dell'isola
,
delle
ai rami
un
colori
tre
dapertulto
erano
porte, alle cornici
attaccati
erano
di
verde,
sospesi agli sporti
delle
Erano
piccoli,con
erano
uno
ne
l'isola
sul-
l'illuminazione.
festoni, a grappoli: lungo
archi
fondamenta:
verde; altri,a gruppi
e
nazionali.
a
tutta
per
discesero
sera
trasparente,
bianco,
uno
rosso,
si difTuse
dalle
della
ore
Nisida, cominciò
lampioncini
bianco,
l'anima,
con
Venezia!
Viva
Come
che
tuono
la scuotesse
parve
e
al piccolo figlio
insieme
gridarono
bianco,
rumore
l'isola
—
SENTINELLA
ERTA,
ore
l'illuminazione
di
e
lavoro,
i
galeotti
fraternizzato, salendo
nei
vani
delle
talia.
d'I-
sullo
finestre,
degli scoiattoli, portando
rampicandosi
ar-
in
ALL
giro
le
tavole
ERTA.
lunghe
già accesi, tirando
nestre
che
piene
di
dai
su,
galeotto
un
o
piani, le ca^-
Non
giocondo
che
finiva
applausi, quando
l'isola scintillava
colori
tre
che
gittavano
liete
e
sul
della
nerezza
canti
e
la musica
dei
richiamati
Gigli
tutta
dal
che
il golfo, in
per
nei
una
patriottici
chiare
degli
tinte
edifici
vaci
vi-
sulla
e
minosa
lu-
galleggiante
nel silenzio
della
incominciata
da
soldati
notte,
o
sei
si
si
erano
aveva
era
musicanti,
Napoli,
dal
in
libertà
fatto
soldati,doppia
dispensare
razione
ai
li
quartiere
sera:
vano
ave-
di Piz-
sera.
soldati
quella
otto:
Nisida:
ma
piazza, dove
aggruppati
erano
a
quella
per
sulla
messa
alle
residenti
zofalcone, appositamente
Tutti
sera
una
era
cinque
mancavano
essa
di
galleggiante
biancore
uscivano,
la musica
musica
otto
casa
suoni.
Difatti
era
una
le loro
campagna;
donde
di
scoppio
di
luminosa,
tutta
frastuono
un
lato
immensa
placidamente
festa,
di
serata
o
gioiello sorgente
un
una
andasse
ne
Alle
come
pareva
e
un
lunghe,
scivolava
grande
un
tutto
illuminato.
compariva
mare:
in
risate
portone;
un
udivano
si
soldato
un
di
lampioncini
secondi
lampioncini.
cadeva, lungo l'arco
a
di
coperte
allegri gridi di richiamo, che
quando
se
l
SENTINELLA
e
il
doppio
galeotti: la
La
intorno
galeotti.
capitano
rancio
consegna
ai
SENTINELLA!
ALLERTA,
degli ufficiali
dei
e
la
Appena
i
cominciarono
E
vibrante
cosi
che
e
Viva
Oppure
l'altro
di
Garibaldi
al
simile
quei
tutta
per
tuono
era
,
gridavano:
un'
cliezza, la fanfai-a
suonare
canzonette
le centinaia
con
l'Italia!
dopo
reale
!
ricominciava,
che
Viva
Solo
da
grido:
bocche
—
fragorosamente
l'inno
o
usciva
urlo
rombo
un
il rombare
E
dalle
Vittorio!
con
Viva
—
siasmante.
entu-
gridavano:
l'isola. Talvolta
—
reale
la marcia
immenso
con
scoppiavano
che
si diffondeva
petti che
scente
cre-
così
inebbriante,
volta
un
cosi
di guerra,
ripresa, fu alternata
nella
tromboni
dai
reale
primi squillidi tromba,
Garibaldi, cosi
Garibaldi,
di
piazza,
marcia
la
volte
richiamo
un
Ogni
trombe
dati.
sol-
reale!
di
suoi
d'impeto
di
sulla
e
gridi allegri:
nei
sembrano
l'inno
galeotti
comparve
ventina
una
per
sorvegliare,
inno!
Inno,
—
musica
reale, marcia
Marcia
—
di
era
si divertissero
che
di lasciar
ma
carcerieri
e
l'inno
pe;;i
fra
di
ora
musica,
potò finir di
di
suonare
Garibaldi;
concertati
o
motivi
sui
guerresche
per
e
la
stan-
la
cia
mar-
cominciò
popolari
popolane,
a
di
allora
ALL
molto
alla
moda.
che
musica
nesta
che
finanche
di
tutti
vi
fu
in
minore
iu
maggiore,
in
gutturalmente,
facessero
se
ancora!
di
sentire
Ogni
tanto,
entrava
in
un
biccliiere
in
piazza,
era
stato
essi
erano
dalla
—
a
un
dei
musicanti
uno
voci
vano
canta-
parole, come
a
dove
vino;
soldati
in
preda
su,
a
loro
su
ma
aperta,
stesse:
ebbrezza.
A
polka.
una
prendimi
voci
vi
Non
pei galeotti,
grande
una
tore
diret-
ritornava
lumi, dall'aria
dai
suonò
la musica
Prendimi
e
ed
gli dava
forza.
più
canti, dalle
dai
del
casa
Graziella
con
tutti eccitati
levano
vo-
scompariva
il musicante
e
suonare
quando
pezzo.
nella
cucina,
di
musica,
tratto
un
nuovo
vino, pei
parevano
le
quelli che
le
si
addio,
con
gridavano
—
silenziosamente
Gigli,
Rosina,
dire
senza
cercando
quando
e
regola,
con
Fe-
l'accompagnamento.
Ancora,
—
alcuni
Addio
piena
o
vano
galeotti si mette-
insieme,
famosa
ancora
e
i
e
sfoggio di voce;
concerto
un
Gigogin,
Bella
soldati
i
fare
alla
la
la
seguendo
gruppi,
per
intuonava
cantare,
a
arrivò
E
lucici,
!
SENTINELLA
ERTA,
—
disse
il bimbo
Sciurillo.
Attaccato
aveva
alla
mano
seguito
battendo
mani
innanzi
di Rocco
tutti i
per
bino
Traetta, il bam-
progressi
la consolazione
alla stella
della
le
minazione,
illu-
cole
pic-
d'Italia, illuminata
all'erta,
94
tre colori.
nei
mamma
Ella
—
sotto
appariva
il balcone
lui
e
di
da
gridava,
Vieni
su
via',mi
dubitate,
Non
—
?
vado
no,
cara!
mamma
cara,
No,
—
girato per
aveva
:
Mamma
—
tanto
ogni
sua.
basso
stancarsi
Senza
l'isola,tornando
!
sentinella
porta Sciurillo.
dubitate
non
diceva
—
il
galeotto.
Ogni
tanto,
Signori,
Quando
ripetuto
Varmata
se
la
con
,
sottile
Ma
della
su,
nelle
cominciò
braccia
batteva
—
i
piedini
a
sul
cercando
sempre
cominciò
che
intese
dire,
Gfgogin
il
e
suono
stenza:
insi-
con
su.
fosse
stanco,
il bimbo
lo
sopra
rideva
e
gli
petto.
ballare, Sciurillo.
Fammi
Allora
lui,
vocina
poderose, posandolo
spalla, in alto, dove
una
Bella
quando
Traetta, credendo
Rocco
anche
,
va.
egli
piazza,
sua
il ritornello
ne
polka,
in
Sciurillo, Sciurillo, levami
levò
Rocco
il ragazzo.
cantato
il capo
aveva
—
giro.
freddo?
diceva
—
avevano
levando
della
avete
non
caldo
Ho
—
in
portava
gli domandava:
Traetta
—
lo
mentre
a
di
alto
girare
farsi
largo
il ragazzo.
lentamente,
coi
Rocco
gomiti,
nendo
te-
Traetta
lentamente,
al
all'erta,
9t)
Nella
della
penombra
quasi
chiuse
tuccio
del
con
le
soffio di
un
storia
una
di
socchiuse,
fischiava
respiro;
il
gli stringeva
di bianche
giorno
veniva
acuto
di chinino
della
febbre
zione, asportando
Pallida, muta,
e
Ogni
—
le
immensa
voce,
sottomamma
mente
faticosa-
giorni la
infiammata,
Due
il dottor
volte
ciolo
Carac-
abbassare
il
il
grado
caustica-
pellicole bianche,
pando
strap-
piccolo paziente.
madre
assisteva
le labbra
solamente,
sparsa
co-
gli dava
alla
e
secche,
cui
bambino,
al
fermo
in-
Piccolino
cinque
procedeva
mordevasi
nella
da
lel-
spalancati
da
tre
per
rigida, la
tanto
la
maligne.
grida dolorose
delle
pietà
e
il
sul
labbra
gola
anche
visitare
a
valerianato
la
pustole
talvolta
e
Il
le vivide
con
po' tumefatte,
difterite
al
fate.
gli occhioni
con
febbre,
di
erano
parlando
solamente,
voce
cui
chinandosi
imposte,
ascoltava
un
stanzetta, di
piccolo ammalato,
gli diceva
ardenti
sestisella
perazione,
all'o-
per
non
dare.
gri-
diceva,
con
una
voce:
Figlio mio, figliomio, figlio mio!...
ALL
dopo l'operazione,passato alquanto
un'ora
Ma
della
il bruciore
causticazione, il bimbo
la febbre
più liberamente,
calore, egli sonnecchiava
chiedeva
ansietà
gli davano
e
dei
battute, gli davano
la
poiché
del
infezioni
vedendolo
bere
del
mangiare
con
ella
dopo,
Egli dormiva
la
con
madre
parendole quasi
/'ora
,
occhi
e
la manina
con
il volto
cava
della
Bene
—
sorridendo
Poi
Matilde
una
piva,
asso-
sull'origliere
Piccolino
suo
tranquillo
di
a
quel
lungo
una
mez
guarigione.
A
riapriva gì
il bimbo
di
sudore,
cer
madre:
Come
ti senti ?
rispondeva quello invariabilmente,
—
un
tacevano.
fazzolettino
si
come
che durasse
cosparsa
eccomi.
Eccomi, figlio,
—
vaci
vi-
consolava,
quarto d'ora,
un
placidamente
tratto
un
si
i minuti
l'indizio di
più fosse
di
il
contava
che
nelle alte
sostenere
abbastanza
riparatore,beandosi
sonno
e
anche
un'ora
che
marsala,
che
il capo
appoggiava
per
uova
voracità, vedendolo
con
dormiva
dove
bianco
con
con
di
madre
divorante;
sete
una
brodi
diceva
La
corpo.
madre;
mangiare
bisognava
sangue,
le forze
da
bicchieri
terapia
nuova
della
forti
dei
di
quel fischio del
l'anima
bere, chiedeva
da
rava
respi-
discendeva
senza
straziava
che
respiro,
!
SENTINELLA
EBTA,
poco.
La
madre
asciugava
di battista la fronte madida
Seeao, Baccanti.
del
con
un
bimbo,
7
!
all'erta, sentikella
della madre,
nella
era
lungo,
nella
silenzio
un
e
fondò
pro-
stanza.
Raccontami
—
a
dole
bacian-
restava
piccola mano
La
lievemente.
mano
carezzandole,
le manine,
gli asciugava
storia, mamma,
una
diceva
—
bimbo, fiocamente.
il
chinandosi
pian piano,
E
gli raccontava
mamma
sempre,
inventandone
fantasia
di madre
reginelle e
di
talvolta nella
e
oscurità;
interrompere
osava
non
guardava
lino
virtù, con
la
perversità, la
punizione
fiaba
assuefatto
lasciando
il
Anche
storia
oramai
bruttezza
il bimbo
e
il
che
l'oscurità
al-
picco-
suo
della bellezza
della
finiva
di
rideva
figliuolo gli sor-
suo
negli occhi
trionfo
poggiare
ap-
e
e
della
della
crollava
testa, soddisfatto, contento.
la
—
sua
Col
ammalato.
ad
il racconto.
e
il
letto, cercando
quella meravigliosa
ascoltava
la madre
penombra,
terminasse
la madre
padre
il
nella
tacitamente
che
vano
lo diverti-
e
si veniva
e
spalliera del
alla
fate,
arrivava
figliuolo,
suo
chetamente
alla
abituarsi
al
zarre
biz-
care
spalan-
Talvolta, mentre
la fiaba
Entrava
delle
gli facevano
fate,che
immensamente.
padre.
accesa
di vecchie
al piccolo ammalato,
gli ocelli,
raccontava
sua
trovando
di reucci
di
cambiando
fiaba,
una
inquieta,
combinazioni
lettuccio, la
sul
Come
moglie.
sta ?
—
diceva
il
capitano
Gigli
a
sentinella!
ALLERTA,
Bene
—
clie
ancora
Dice
—
la
madre,
lo
dice
cosi, poverino
sempre
farci
sta
non
madidi
capellucci
—
bene?
il
ciiiedeva
—
di
nell' anima
turbato
padre,
quel
paresse.
Cosi, cosi
—
mormorava
—
coraggio.
più
ansiosamente,
che
i
carezzandogli
per
Ma
—
rispondesse.
madre
sua
fanciulletto, prima
il
rispondeva
—
MS
dogli
accomodan-
la mamma,
dicea
—
i cuscini,
taciturna, malinconica.
E rimaneva
angosciato, indovinava
portarlo via, nevvero?
Vorresti
—
per
da
trarla
quel silenzio,in
più abbattuta, più
SI
—
Il medico
—
dice
timidamente
Non
—
aprendo
Io
—
accasciata
si
le
sto
gosce.
an-
lechiedea,
—
cui
sue
ella
del bimbo
appariva
infermo.
ella.
rispondeva
—
parte delle
una
marito,
Il
che
si
non
può
geva
soggiun-
—
il marito.
può,
non
si
può
ribatteva
—
ella,
braccia, disperatamente.
bene, qui,
mamma
—
diceva
il povero
fìgliuolino.
—
E
Poverino,
poverino
sottovoce, andando
—
diceva
accanto
il
al
gli diceva;
—
—
Promettimi, promettimi...
Ti
prometto
tutto,Cecilia
mia...
padre.
cilia
marito, Ce-
all'erta,
100
Promettimi
—
possiamo
lo
lui
con
che
si
SI, cara,
—
mi
clie appena
andare
lasci
Promettimi.
diceva
—
il
marito,
dola
accarezzan-
il bimbo.
accarezzava
come
meglio,
sta
appena
trasportare,
Napoli.
a
sentinella!
Prometti!
—
si.
SI,
—
egli intendeva
Poiché
rinato
era
in
tutti gli infermi
lente, il
stringeva
bimbo
vegliavano,
aveva
che
faceva
febbre.
queste
voci
il silenzio
persone
lattia
ma-
la galera
me
infatti,co-
sera,
acute
di
o
lattie
ma-
gola gli si
La
affannoso
,
le
E
egli
che
,
momento
aveva
il
sentinelle
che
e
piccolo
e
la
che
devano
rispon-
si
corpo
l'incubo, di
arso
di
nuovo,
turbavano
immancabilmente
,
il
il lieve
turbavano
arrivava, quando
del
della
requie
di
delle
voce
l'erta,sentinella, arriva\'a
alle orecchie
for-
la causticazione
notte, turbavano
stanche,
e
bianche
,
un
lei
della
mucosa
macchie
trasalire
della
ammalati;
rossa
si chiamavano
,
dalla
sulla
nuovo,
respirava, la
madre
per
respiro diventava
Appena
sera.
orrore
peggiorava.
lentamente, dopo
mantisi
fiera
di malattie
ricomparivano
,
La
cuore.
questa
caldo, un'irrequietezza, un'agitazione
Di
continua.
gola
il
,
un
aveva
in
fanciullo, l'invincibile
del
le
che
fino
Piccolino,per
a
riposo delle
gli
riposo de-
presentiva
mettere
non
Vai-
le nìani
fargliudire.
importa,
Non
—
importa
non
voltandosi, rivoltandosi,
Oli
—
egli diceva,
—
avendo
non
requie.
questa galera, questa galera!
diceva
—
fra sé.
ella, come
importa
Non
—
!
SENTINELLA
ERTA,
ALL
insisteva
—
le lenzuola
il bimbo,
intorno
al
così
cattive
lando
svento-
corpicciuolo
suo
ardente.
Ma
le notti
Cecilia
del
Malgrado
il marito
che
si
la
offrisse
di bimbo
—
pianelle
in
seduta
alle
il capo,
la
serva
pietà femminile.
e
del
ne
sconvolto
con
Ma
ogni tanto
di
vegliar
quel
da
marito
cio
lettucla
con
un
far
staglia
vedone
cor-
rumore,
quel letto,
del
lasciarla. Se
il marito
non
rispondeva
—
l'origlierebianco
Bisognava
in
cintura
per
presso
preghiere
qui
Dormo
alla
che
smuovere,
Pallida, muta,
attaccata
monacale,
lasciava
concentrata
era
malato.
scura
ella restava
si
casse
suppli-
la
malgrado
,
ripetutamente
non
vita
sua
il
linea
una
la pregasse,
vegliare, lui
lei: niente. Cecilia
tutta
di
figliuolo.
suo
di lasciarlo
Grazietta
lunghe!
così
e
abbandonare
voleva
non
lettuccio
erano
e
spondere
ri-
senza
di Grazietta.
dicare
soltanto, nell' in-
ragazzo.
andavano
nel
suo
crollando
cuore
terno,
pa-
quella istintiva,materna
quali
il
notti!
La
febbre
sceva;
cre-
bimbo, soffocando, chie-
all'erta,
deva
di
nelle
coperte
nelle
braccia
alzato.
essere
nei
e
lo
portava
su
sulla
si
,
che
sul
dormire
letto
su
e
bimbo
malato;
am-
tenuto
continuava
in braccio
male,
letto, s'inclinava
movimento
nel
osava
a
giare
passeg-
il bimbo
mentre
spalla. Poi
cosi, ritto,in
gli facesse
temendo
le
che
,
giata,
disa-
posizione
una
pian piano si accostava
deporlo,
per
lieve
sonno
al
ma
il bimbo
,
primo
faceva
,
lamentio.
un
No,
—
che
assopito, non
giù,
e
sulla
appesantiva
udire
Ella
desolate
un
sempre
lo vedesse
lentamente,
al
madre.
sua
quietare
il bimbo,
posarlo
ancora
farlo
giando
appog-
,
assopiva leggermente.
Malgrado
si
ritto,
su
meglio
le madri
di far
talvolta
levava
giù, cosi, canticchiando, poveretta,
e
invano
cercano
di
spalla
canticchiano
come
lo avvolgeva
respirava
,
la testa
madre
La
lenzuoli, lo
lui
e
!
sentinella
no
la
Qualche
diceva
—
ciando
lei, rialzandolo, ricomin-
passeggiata.
volta
lo arrivava
a
grande
delicatezza,sul letto,e
andare
la testa
Se
anche
cuscino, sempre
di terrore
continuava
più
cio,appoggiando
la
a
a
e
una
lasciava
con
chi
gli oc-
la madre
ne
magine.
terribile im-
una
dormire,
lampada,
la testa
che
quasi
con
il bimbo
tale abbandono
chiusi, con
rabbrividiva
sul
posare,
sava
ella abbas-
tornava
al lettuc-
sul cuscino, estenuata.
104
all'erta, sestikellaI
salendo,
come
se
ma
fra
bambino;
veglia
e
un
profondo,
sonno
eccezionalpiente
e
madre
la
il
e
del
cadeva
ha
fisiche
forze
sue
il dottor
otto, veniva
la visita
per
cora
an-
intenso, di chi
le
consumate
il suo
vedeva
lei stessa
e
nero,
morali/Quando,alle
lo
sonno
riposare profondamente
in
piangere
inteso
avesse
racciolo,
Cache
mattino, trovava
vicini, pallidi
figlio dormivano,
entrambi.
ha
Come
—
dottore
la notte?
passato
preparativi
i suoi
faceva
mentre
chiedeva
—
il
la
per
causlicazione.
Male
—
diceva
—
Dormiva,
—
Il dottore
il
ora.
è stato
SI, ma
—
la madre.
male
piegava
alle cinque.
sino
po' il
un
preparando
capo,
pennellino.
È questa
—
Ma
—
galera
no,
ma
no,
madre
ripetendo
le andava
—
la
diceva
—
solata.
de-
,
il me-
'
dico
anche
—
Che
le
le
della
Grazietta
casa
,
dare
che
un
Ella
dava
alla
galera:
malattìa
di
di fare
proibito
dolore
vi è la difterite.
Napoli
importava!
angosce
sue
giorno
a
a
con
Grazietta
po' di
pranzo
so
ne
a
tanto
Mario,
entrare
tale
la
nessun
impeto
era
suo
di tutte
colpa
che, dal
aveva
primo
proibito
galeotto in
di collera
sgomentata
e
e
di
per
marito, il galeotto,
all'erta, sentinella!
gli aveva
detto
cucina,
certo
al
come
da
Né
—
Rocco
venire
non
solito,
mangiare
Cecilia, come
la malattia
primo
gli
signora
La
—
Egli
sta,
come
tinuamente
con-
di
tentato
e
ramente
du-
detto:
galeotti per
casa.
pianto
un
Dio
—
peccerillof
sta, questo
con
Dio
Preghiamo
—
gironzava
recisamente
aveva
come
Preghiamo
Male.
minciata
co-
era
soglia, colpito.
domandato
aveva
—
sulla
restava
Ma
—
dato
gri-
occhio.
Aveva
ma
né
aveva
—
il mal
casa.
vuole
non
a
Campanile,
temesse
giorno,
Grazietta
—
Gennaro
alla
un
piatto coperto.
del ragazzo,
intorno
a
gli andava
nessuno
se
della
aspettarla,
Traetta, dal giorno in cui
Rocco
il
ferriate
ella
un
Traetta, nessuno,
entrare,
di
ma
in
marito, né
suo
Pure,
alle
dell'isola,dove
punto
portare
di
105
lo faccia
che
rispose
nella
voce.
sanare.
umilmente
Rocco
Traetta.
E
dalla
lavoro
alla
mattina
che
qualcuno
curava,
di
per
un
domandare.
sopra
dimentico
del
poter guardare
socchiuse,
raggio
sfuggiva
si
il
Gli
che
mangiare
uscisse
sul
piovevano
e
quel balcone
la
non
del
se
ne
dormire,
dalle
sera
al
intorno
ne
punizioni, egli
giorno, donde
di luce.
sempre
aggirava
bimbo, aspettando
punizioni
capo
pur
,
sera,
gli assegnavano,
del
casa
alla
ste
impofiltrava
a-ll'erta, sentinella
106
ogni volta
—
Ora
che
la
meglio,
sta
nella
Un
Non
mai
il medico
dell'ergastolo
davanti,
sta
voi
che
che
era
un
trattar
il
il servitore
di
Io
po' burbero
—
i
—
che
e
sta?
come
il dottore
disse
abituato
era
galeotti.
servitore, signor professore
,
ero
quel peceeriìlo.
nel
che
—
sione
occa-
gli si piantò
Rocco
importa?
ne
ve
E, veramente,
a
e
voce:
ruvidamente
era
—
avuto
aveva
non
botto.
Traetta,
Rocco
quel peceeriìlo,
a
E
—
bassa
a
Come
—
a
e
di
Caracciolo.
il medico
ammalato,
E
può
Madonna.
anche
stato
di curarlo.
si
non
Madonna.
giorno affrontò
era
Grazietta,
a
peggio,
sta
ora
nella
Speriamo
diceva
—
incontrare.
poteva
capire; speriamo
—
sta?
sta, come
Come
—
1
il medico
cosi
Ma
si sana?
e
cosi
cosi
disse
—
Voi
umile
lo squadrò,
questi sentimenti
scorgere
Sta
dirlo, era
e
poco
nei
passionat
apvezzo
av-
galeotti.
poi, borbottando.
lo dovete
far
gnor
si-
sanare,
professore.
—
Così
speriamo
disse
—
il medico
passando
avanti.
il gran
Ma
non
poter
entrare
Cecilia
,
cruccio
in
di Rocco
casa.
appariva
egli appariva
Ogni
Traetta
volta
di
era
che
gnora
la si-
dietro i cristalli del balcone
all'angolo della piazza
si
,
a-ll'erta,
cavandosi
avanzava,
due
tre
0
che
avrebbe
indifferente.
voleva
non
il berretto
ella
Ma
facesse
il terzo
la
subito,
il
0
entrato
guardia intorno
quarto,
Gigli scriveva.
scriveva
di
Era
le
di scrivere:
e
mettendo
levare
quello continuò,
gli occhi.
che
Alla
il capitano
Gigli, e
retto
Traetta, col beril
capitano finisse
per
qualche tempo,
che
da parte le lettere
come
più, egli era
capitano
Rocco
attese
mani,
il
l'altra
dal-
giorno,
Un
casa.
direzione, dove
nervosamente.
fra
lentamente,
,
o
chiamata
come
alla
pallido
vedeva,
il capo
potendone
non
nell'ufficio
lo
non
dall'interno. Egli si allontanava
sguardo
qualunque
voltava
vederlo, perchè
dola
salutan-
tale
un
commosso
parte, si ritirava
se
107
rosso,
volte,rivolgendole
supplichevole
persona
!
sentinella
che
scriveva,
senza
vertendo
fine,il capitano Gigli,av-
qualcuno
era
nella
stanza,
smise
di scrivere.
Siete
—
voi.
Volevo
—
Povero
ha
—
Oh
—
—
Madonna,
Poverino,
a
—
e
voce
la
oh
il
crudele.
Madonna!
—
—
morò
mor-
peccevillo.
padre,
Soffre
esclamò
mosso
com-
assai.
lorosament
do-
Traetta.
è tanto
più bassa,
madre,
volete?
Eccellenza
disse
-—
malattia
una
Che
sapere.... del
volevo
Piccolino
Rocco
—
Vostra
sapere,
il galeotto
—
Traetta?
Rocco
sempre
paziente
come
vicino
—
disse
parlasse
se
a
lui.
il padre,
fra sé
all'erta,
108
—
—
Ma
si
Ci
vorrà
presto?
sana
!
sentinella
qualche
si sana?
Quando
—
giorno
,
qualche
giorno
ancora.
Il
che
galeotto restava
dire
voleva
giacche
colpevole
desiderio, di
per
—
....
il
....
È
no
di
È
—
delle
nervoso,
persone
stava
cia
fac-
grande
un
:
rispose, dopo
—
bisogna
ma
aver
sato,
pen-
colo,
pic-
povero
lo infastidisce.
con
me,
aspettare per
si divertiva.
vederlo,
il medico.
anche
detto
....
ansietà
quella
su
impressa
volta, quando
vero,
—
gli occhi
capitano Gigli.
una
—
10 ha
ora,
Poi,
osava.
non
quello, disse:
grande
una
e
nessuno?
la vide
e
la presenza
e
—
veder
capitano Gigli levò
di
,
cosa
là per
può
non
e
....
Il
venuto
era
—
qualche
si vedeva
confuso
muto,
domani
già....
aspettare....
dopodomani
o
forse.
—
Di
Gigli
vagamente
Rocco
il
più, di più. Ci vuole
di
fronte
alla
disse
di
ostinazione
,
il silenzio.
Traetta
Rocco
il berretto
rosso,
andarsene,
dovendo
ancora
11 capitano
Gigli, imbarazzato,
rispondere
aveva
—
Traetta.
Di nuovo,
le mani
riposo
a
piegato
il capo
e
ad
decidendosi
non
dire
quelle premure,
girava fra
qualche
non
volendo
scriveva
cosa.
sapendo
che
licenziarlo,
nuovamente.
all'erta, sentinella!
Eccellenza
—
sopportarmi,
Dite
—
bene
"Va
—
una
tanto
da
buono
carità?
po' infastidito.
lenza,
Sciurillo, Eccel-
assai.
assai
lo scordate.
ve
non
farmi
Gigli,un
lo saluta
Sciurillo
siete
salutate, quel peccerillo: gli dite che
lo
Me
—
volete
fece
—
che
voi
,
109
disse
—
il capitano.
dirò,
Glielo
—
certamente.
Il
galeotto mormorò
grazie
usci
lentamente
e
se
ne
del
sguardo
sei
penale, né
Bagno
tanto
la natura
ucciso
padre
quistioni d'interessi:
nelle
sua
come
vita
casa,
di
di
quel fragile fiore
diventava
Lo
tutto
Rocco
male;
entrare;
che
era
che
un
di
implacabile, di fronte
a
Gigli,
l'isola,
nel-
anche
sua
una
piccolo
intorno
di
l'anima
bile
terri-
dieci minuti
accadeva
sapeva
per
le circostanze.
il capitano
gironzava
ma
,
micidiale
sapeva,
Traetta
solo
tutte
per
zarramente,
biz-
Traelta
parricidio più
per
cessiva
ec-
ogni
così
colpo
un
più
quello
quel
ma
Rocco
dolore, parlando di
ammalato.
tentando
il
era
stato
era
sapeva
che
di
quest'uomo, che
belva, tremava
fanciullo
il
,
pel tempo,
cause,
Eppure
della
né
egli trasaliva.
il
in
viveva
gli si rivelava
umana
che
aveva
il bene
vigliarlo,
mera-
ferocia, né la
la eccessiva
umiltà, né
poteva
che
anni
sette
o
dallo
seguito
capitano Gigli. Nulla
da
lenza
Eccel-
Vostra
a
alla
che
moglie
quegli aspetti
ALL
voleva
odiosi. Non
detto
galeotti per
entrava,
nessuno
casa
davanti
Grazietta, anche
a
!
SENTIKELLA
ERTA,
al
le si
celare
a
che
quello
il
del
lettuccio
collera,per
le diceva
cuore
,
quella
con
cendo
capelli,di-
i molli
pietà che
infinita
sul
le guance
baciandone
bimbo
suo
dire
non
chinava
si
e
calde, carezzandone
e
magre
di
lampo
un
minava
no-
gliocchi
naturalmente, ella socchiudeva
come
E
nazione,
combi-
galeotti, per
i
Nisida, la galera,
aveva
capitano.
Quando
nessuno.
no,
lo
—
nella
aveva
voce:
Figlio mio, figlio mio....
—
Cosi,
il
neppure
desolato
scosso,
dalla muta
e
neppure
lui osò
vi
di
corcando
farsi
dalla
internamente
fanciullo
alla casa,
Gigli, intimidito,
capitano
mai
che, intorno
in pena.
udire
farsi
non
moglie,
della
rammentarle
un'anima
era
Silenzioso,
dì
cercando
non
,
col
vedere
disperazione
del
malattia
fare
di
un
malfattore
vero
,
,
Rocco
Traelta
coletti intorno
alla
scappando
col
il
suo
tozzo
dei
dal
di pane
companatico.
qualunque
come
sedendosi
Egli
cortile
dove
si
ammonizione,
carcerieri,non
in
dove
aveva
deva
ve-
terra
mente,
distratta-
mangiavano,
messo
sopra
ribellava, tacitamente,
a
vi-
,
solitaria,gironzando
restava
nei
giornata
sua
piazz.a,camminando
qualcuno
comparire
quando
la
passava
qualunque
gridava, non
a
punizione
litigava,ma
scap-
all'erta,
112
lunghe
nelle
notturne, quando
ore
sentinelle
impediva
ricordava
che
la
questo,
forti suoi
di chi
di
nulla
vederlo.
potea
struggersi
Fra
il
mondo
il cui
avrebbe
anima
preghiera,
ella
Il bambino
da
bianche
pustolctte
si
non
che
Il
cuore
ilpovero
ma
della
speranza.
restava
seria; e
forza
la cui
di bene
si
via
volontà
La
Solo
sempre
il metodo
sua
a
Dio.
di male
e
e
scoloriva, le
pennella-
il grado
della febbre
bambino,
via
si
diminuiva
della
la stessa
cura
del
,
gione.
guari-
subito
apriva
la faccia
di
della
dalla
sulla
madre
gnetica,
ma-
altro.
rossore
portate
,
cui
lei,
era
l' infiammazione
egli pareva
grande
Caracciolo
suo
vi
invocazione
nessun
riproducevano;
consumava
diminuiva,
una
il
di
continua, disperata
alternative
aveva
mitigava,
si
zione,
e
—
lui,
di
desiderio
salvarlo.
una
giorni. Talvolta
otto
gola
tutta
era
altro. Dio
Niente
in una
immersa
era
del
sorte
il bimbo,
potuto
di
importava
dal
impetuoso,
amore
solo
le
dotata, la
misticamente
di
erano
pietosamente
e
le
fuori
Ma
di madre
Nulla
chi
la madre,
ardente
e
chiedeva
suo
figlioe
suo
inquieto sulla
,
delle
voce
bontà, tutti i più
sua
di donna
nel figliuolosuo.
nulla
bimbo,
la
galera.
tenerezza, la
potea aggirare
si
di
riposo
una
sentimenti
riassunti
chi
il
abitava
sua
!
SENTINELLA
a
medico
non
bata,
tur-
continuava
ERTA,
ALL
in tutta la
e
durezza,
sua
tre volte il
con
venivano
la febbre
catrici,
nel
alla
fatalità
confusa
essendo
pustole
smaniava, portando
gliocchi
disfatto. La
madre
tutto
chiedendogli
nelle
tesoro
si
come
braccia
dalla
di notte
gioia
Il
da
al
in
mortale
una
passeggiava
su
giù nella
ogni tanto, attraversava
di
piedi,apriva
e
sogguardava.
brevi
momenti
Matilde
Ben
moglie
sua
di
e
cuore
speranza
suo
ticchiare
can-
in
razione.
dispe-
alla
corroso
dormiva
non
vedova
,
e
stanza:
stanze; in punta
la porta della
felice,se
figlioin
assopimento,
Sebao,Eacconfi.
per
trabalzava
notte,
sua
le due
chetamente
e
Cosi, di giorno
inquietudine,
e
cullarlo
nella
marito, spesso,
mente,
ripetuta-
poteva più
non
notte, il suo
dolore, dalla
terrore
un
sentisse, tremava,
la solita canzoncina.
giorno,
da
per
,
dendo
per-
di speranze,
nome,
a
soffocata
voce
dita,
stor-
peggioramento,
quel
dente,
ar-
disperati
restava
ripresa,improvvisamente,
quietarlo,la
soffo-
e
smaniava,
minuto
sollevandolo
come
quell'apparizione
corrodenti
balbettava, chiamandolo
nero;
menti
peggiora-
più dura, più
dal subitaneo
un
,
gola, volgendo
pallido volto
in
i
si accendeva
il bimbo
le manine
è che
improvvisi. Ricominciava,
nella gola di grandi
e
chinino,
le forti dosi di
forte. Gli
improvvisa
una
per
due
le causticazioni
con
giorno, con
nutrimento
un
!
SBNTIKELLA
se
retta
came-
potea
uno
ne
prendere
sor-
di
quei
andava
8
ili
sentinella!
ALL£ETi,
quietamente,
un
quel riposo
era
Ma
andava
il bimbo
su
che
si
ed
vedere
martiri.
della
stanca
braccia
nelle
giù, tenendosi
e
affagottato nelle
lamentava,
lasciando
i due
l'ombra
cameretta,
che
pensando
conforto, per
un
nella
spesso,
madre
po' racconsolato,
picciolo volto
un
perte,
co-
stanco
emaciato.
—
—
Sta
male?
cosi
Così
chiedeva
—
tono, continuando
voce,
E
dopo
contemplato
aver
doloroso,
riposare neppure
ombra
padre
bassa
a
lui
pensando
si
dottor
il bimbo.
difficilmente
cura
una
Chiedeva
poteva
di
di Cecilia. Gli dava
refrigeravano
corpo
ricominciava,
era
pensoso,
come
sera,
fatta
zione
un'atten-
con
alleviò
bere; poi,
da
si lamentava,
Il dottore
ma
l'ardore, il
ma
la smania
sempre,
il
pezzetti di ghiaccio
minuto,
invincibile.
tivo:
po' cat-
dolore, squarciando
dei
un
un
massima,
inghiottire e
piangeva, si, piangeva
bruciore
della
sempre
desolata
cameretta.
agitava nella
Caracciolo,
scrutatrice, con
lo
quella
a
la causticazione
dal
lungamente
cuore
poteva più
Non
giorno, specialmente, fu
neanche
molto
andava.
ne
quel
momento
un
se
che
materna
Il dodicesimo
via
il
diceva
—
sempre.
quadro
che
stesso
,
passeggiare.
a
figlio
Povero
sullo
lei
rispondeva
—
,
—
lui sottovoce.
quel
di
era
non
cile
gra-
andato
turbato.
al letto
il
e
Meglio
—
il
spalliera,
poco.
un
il
bimbo,
accanto
alla
domandò
—
disse
—
seduta
era
chetarsi
a
ti senti?
Come
115
appoggiato
capitano
cominciò
il ragazzo
—
Cecilia
serata, mentre
Nella
!
SENTINELLA
ALLERTA,
padre.
la
con
cola
pic-
sua
voce.
Dopo
il
padre
Voi
—
si
Mi
volete
mammà
e
—
Tanto
che
Ma
guardarono
bene?
in
Mi
le
bene,
soffocava
voler
la madre
tanto
bene
anche
soffocare,
la testa
distese
mormorò
—
fu
ma
migliore; il bimbo
non
smaniava,
durante
come
sul
il corpo.
Si
inquietudini,guardava
—
Non
alla
—
Pare
dormire.
sta tanto
moglie,
la
che
riposi
non
giornata.
quetamente,
cuscino
e
le braccia
risvegliava, ma
senza
attorno, tacitamente.
male,
sul
il padre,
lui.
abbandonata
lungo
nando
fre-
lagrime.
Anzi, ogni tanto, si addormentava
con
bene, papà
gli occhi.
disse
—
il principio della notte
si sentiva
muti.
lui,richiudendo
pallido,accasciato,
era
volto
manda;
do-
questa
per
dovete
Figlio mio, figlio mio
appena
—
scossa,
una
disse
—
dando
guar-
bene?
ebbero
e
e
loro:
domandò
madre,
la
e
volete
mi
Ambedue
—
gli occhi
silenzio,egli schiuse
un
mi
pare
—
disse
il marito
tardi.
—
mormorò
ella;
—
va
a
all'erta, sentinella!
Tornerò
—
gutturale
di
madre
La
Dorme....
la
con
Di
—
luce
la
No:
—
intese
andò
lo
Sta
a
rantolo
e
si
fosse
le
voltare
un
lampada
la
fosse
modo
in
la
poca
che
occhi.
come
per
di sì col capo
profondo;
vinse
il
e
riaddormentarsi.
inquieta per quel
sempre
poco,
quattro
rimasto
che
lievemente, accennò
la
guardò
cliiese
—
cosi?
cosi
stanchezza
Verso
bene; intese
gli occhi
vegliò
?
abbassarla
colpisse negli
bene
richiuse
Ella
soffio, la
la vedo.
Egli sorrise
e
la testa
letto.
sul
non
non
la luce
piegava
lampada.
È troppo forte,debbo
e
soffio.
un
risvegliò un
la
quando
Mamma,
Ella
a
fanciullo;
del
piegandosi
—
un
resto, riposava.
come
via. Cecilia
egli andò
al sonno,
—
aveva
madre.
ripetette la
—
nuovo,
voce
il
e
grave
appoggiata
guancia
il padre,
disse
—
Dorme....
—
Ma, del
rantolo.
11
vegliava.
mano,
—
più
gola: alle volte
,
una
fatto
era
nella
fischiava
respiro
si
fanciullo
del
suono
due, egli tornò, pian piano.
le
Infatti,yerso
sonno
lui.
disse
—
poi
ma
piegò
il sopore
il capo
a
della
dormire.
piccolo figlioriapri gli occhi
attorno,
solo; ma
come
con
smarrito,
uno
quasi che
sforzo, levando
sentinella!
all'eeta,
po'
un
il
madre
sul
capo
era
madre
si
cuscino,
suoi
bei
che
accorse
là, riposante.
sempre
coi
117
Egli
occhioni
larghi
allargati
,
febbre,
usciva
chiamò,
e
disse
Ella
forse
Figlio
egli
Egli
fece
parola
sulla
e
e
guancia
come
era
solo
sulla
il
lampada
La
consumato
Egli
respiro.
levò
tocco
e
manina
una
della
guancia
non
dre.
ma-
dere
schiu-
senza
mio....
Ancora
rimase
parola:
ciale,
guan-
disse:
occhi,
materna
il
senti
sul
volto
pena
ne
testa
sforzo.
piccolo
l'appoggiò
lievemente
—
il
con
non
gli
dallo
pieno
in
la
con
estenuato
illuminava
cui
ricadde
poi
come
da
la
guardò
,
dalla
sua
per
lassù.
un
col
cenno
chiuse
della
riposo.
gli
capo
occhi.
madre
a
La
come
questa
manina
per
rezza
ca-
118
all'euta, sentinella!
VI.
Fu
Gigli che
volto
sedeva
le
fra
alla
lievemente
bussato
il tavolino
presso
mani
porta. Il capitano
solo
col
,
levò
la faccia
,
,
lagrimosa
e
consegnò
al
disse:
Avanti.
—
Entrò
Graziella
padrone
scritto
'•
lapis, da
Ricordati
la
come
con
"
madre
dei
—
Dille
non
che
,
poteva
A
„
madre,
la
tratto, fra la farraggine
un
mente
potendo
vengo,
letto di morte
dal
desiderare, chiedere
cupi pensieri, nella
E
trasognato
d'ignoranza.
disperata?
il ricordo.
nella
E
cia,
Ella apri le brac-
domandare.
scritto la
aveva
:
ritornava
non
Grazietta
la promessa.
figlio.Che
del
Guardò
atto
un
Ricordati
Cosi
scriveva, senz'altro.
del capitano Gigli
le volesse
vi lesse
„
,
se
e
calligrafiaconvulsa
una
moglie che
ricordo.
questo
Egli lo apri
la promessa.
confusa
mento
silenziosamente
foglio bianco.
un
a
Era
e
del
padre
resistere, disse
vengo
da
lei.
balenò
a
zietta:
Gra-
laO
SE"fTINELLAl
ALL'EETA,
Egli la guardo,
Voglio
—
osando
non
portare
interrogarla.
il bambino
via
—
disse
lei
nato
in
duramente.
via?
Portarlo
—
Cosi
—
galeotti,fra
Egli
la
....
bambino
capito?
a
galeotti....
E
lei
un
—
disse.
dolore
Ma
tutto da
il fanciullino
vaganti che
fatto,a
Nisida
per
telegrammi
un
Per
—
le
arrivavano
non
del
padre
immense
a
morto
fissare il proprio pensiero.
profondo
partire e
Napoli, hai
niente.
vegliare
a
tutte
da
duramente.
qui, hai capito, niente.
cara,
tornò
autorizzazioni.
fu
mano.
supplichevolmente.
di
anima
trasporto,
di
onesti.
la
Napoli, Luigi,
un'occupazione:
scambio
sono
lui,vinto, convinto.
disse
—
lo sforzo
al
ci
non
lei,ostinatamente,
gli stessi occhi
più, dopo
e
le prese
niente
/((/,
ne
se
buoni
dove
,
delle difficoltà
disse
—
Niente,
Ella
un
portarlo
portarlo in braccio, lo porto via, il
da
di
carità
con
Napoli
ragione
Tutto
—
di
e
disse
—
Hai
—
sono
saranno
Dovessi
—
ci
i morti
guardò
vi
—
—
galera. Voglio
in
non
cimitero
Al
—
morto
È
—
Napoli?
A
—
è
dove
Napoli,
lei duramente.
disse
—
galera ed
Cosi?
Napoli,
tutta
i
fu data
difficoltà
di
permessi,
le
la giornata
fu
fra Pozzuoli,
Napoli
di
messi,
giungere
uno
e
sida,
Niuna
attività in cui
febbrile
pascolo,
un
il dolore
triste
bisogna
dicean
e
sottovoce,
il
di
riposo
sguardo:
subito, di
a
silenzio;
gli
occhi
di
uomini
gente
Quando
porte
e
vi
è
Più
era
tutte
era
un
andava
fondo
pro-
tanto
azzurra.
Dalla
cosa.
del
donne
niva,
ve-
e
ogni
il
bimbo
ufficio
in
tutti
era
che
anche
credono
a
era
una
vano
chiede-
;
tardi, più tardi.
poi è
dere
ve-
nale.
meridio-
si aprono
tutte
un
raccomandarsi,
che
il bimbo
a
Dio.
Ma
le
cino,
morti-
per
preghiere
tutti
possibile
il costume
quando
,
le loro
se
morto,
un
la folla entra;
rispondeva
—
padre,
al
poiché piamente
portare
ufficio.
,
Questo
vengono
vi
,
sottovoce,
il bimbo.
e
si metteva
cotonina
ceri. E
dei
pallido chiarore
sfilata
vi
stanzetta
nella
si vedeva
uno
,
qualche
frettolosamente
Preparava
piazza
di
grembiale
col
con
suo
piedi, asciugandosi
di
punta
in
nel
questo
Grazietta
solo
po'
un
ordini, a scrivere,
porte aperte
e
lando
par-
di turbare
ringraziava,
dare
a
una
serviva,
difficoltà sorgeva,
tutto
dalle
casa
vano
anda-
padre ascoltava,
e
nuovo,
telegrafare. Ma
Nella
temessero
Il
vava
tro-
dovere,
per
se
nuova
una
o
quanto
po' confuso
se
padre
triste di chi fa
solo
come
qualcuno.
distratto, un
del
l'aria
avevano
malincuore, solo per affetto
a
121
sfogo. Quelli che
uno
venivano,
e
1
SENTINELLA
ALLERTA,
possa
il padre
all'erta, sentinella
122
Poiché
due
per
volte, quando
dirle
questo,
essa
!
chiamata
aveva
cilia
Ce-
risposto di
aveva
no,
ostinatamente.
voglio
Non
—
Oh
—
detto
aveva
—
Cecilia,lascia, lascia
cupamente.
che
preghino
per
lui
il bimbo
—
....
è
la seconda
E
del marito,
Tutti
—
volta, un
se
più tardi. Solo
adesso....
non
Rocco
al
mattino,
Il
11
da
E
peccerillo è
era
Gigli lo
cucina,
per sapere
nel
in
grembiale,
in Paradiso.
andato
rimasto
istupidito.
come
Due
aveva
o
tre
l'ufficio,
del-
nulla, rincantucciato
volte, passando,
visto,
dalla
diceva.
—
nell'anticamera
entrato
domandare
imbarazzato
,
la testa
quell'ora,era
angolo.
un
mani,
quella scoppiando
peccerillo, il peccerillo
senza
in
e
fra le
detto;
Traetta
—
,
Graziella
golo
an-
legno
della
,
aveva
—
peccerillo
nascondendosi
pianto
gli
chiamata
aveva
del
notizie
ferriata
un
di
banco
un
il berretto
Dalla
abbassato.
capo
in
restava
sopra
dell'anticamera, tenendo
dopo.
persuasi di ritornare
Traetta
dell'ufficio,seduto
col
ghiere.
pre-
dalle istanze
po' scossa
andavano,
ne
gli servono
non
detto:
aveva
adesso,
Non
—
lassù,
ma
non
presenza
si
di
era
il
pitano
ca-
mato
fer-
Traetta.
all'ekta,
Solo, la
terza
gli
e
il
vedere
si
vato
le-
era
detto:
Eccellenza, questa
di farmi
carità
peccerillo....
tardi, più tardi
Più
—
123
quarta volta, Traetta
o
aveva
Vostra
—
!
sentinella
detto
aveva
—
il
padre,
in fretta.
Ditelo
—
mai
alla
entrato
ci voleva:
quando
Glielo
—
era
diteglielo che
la deve
me
signora, diteglieloche
malato, perché
questa
carità, adesso,
dopo
ma
un'ora
egli
alla
11
sua
mattina, prima
Domani
a
capo
la
con
,
affranti.
Infine,
stanco, il capitano Gigli uscendo
la sera,
ufficio,risalendo
—
cuori
dei
invincibile
era
aspettando
dell' ufficio
,
di
mi
non
dirò.
nell'anticamera
verso
sono
fare.
Si allontanò:
pazienza
non
casa,
gli disse:
della
partenza.
galeotto lo guardò, meravigliato: poi crollò
il capo:
—
Grazie, Eccellenza.
Sopra,
il capitano
nel corridoio.
Sempre
quell'improvviso
con
chiamare
Gigli fece
la
medesima,
voltarsi
sua
glie
mo-
sempre
indietro, come
se
la chiamassero.
Tutto
—
—
—
Per
è fatto
—
disse
il
quando?
Domani,
a
mezzogiorno.
capitano, penosamente.
all'erta
124
E
pronunziata,
solo
quella parola definitiva,ultima, la
sura,
chiu-
solo
quando
quell'ora
quando
dal
fine, fu detta
la
solo
allora
il petto
dal
che
pensando
che
e
E
fu
nella
in
si
non
la sfilata
cerei
grossi
che
cristiana
di fiori
il fascio
cio, la
; da
casa,
da Napoli, infine,l'ultimo
foderata
di
scivolando
seduta,
Il
primo
Piccolino fu
del
quasi
raso.
un
sul
po' staccata
Rocco
a
erano
fede; da
l'ultimo
e
erano
le
suo
letto,la
entrare
Traetta,
La
poli
Na-
lettuc-
suo
bianco
suo
nuti
ve-
nima
dell'a-
le scale
pavimento.
dal
venivano
simbolo
financo
cui il piccino faceva
con
che
porte spalancate,
cui il
il vestitino
Napoli
novembre
nella
consuma
freschi, di
stanza, la
sua
cosparse
si
salvarla.
per
Napoli
Da
ardevano,
che
roso
dolo-
la tenne
e
che
di coloro
morto.
il bimbo
salutare
i
di
del capitano Gigli,dalle
casa
albero
l'ora,
morta, in quel-
mattinata
mite
una
vulsione
con-
esterrefatto,
far nulla
poteva
rito,
ma-
suo
un
paura,
ella sarebbe
forse
cominciò
a
ebbe
braccia, silenzioso, sgomento,
nelle
cerasse
le la-
furore
un
di
una
a
come
tale
radici, con
l'uomo, ilsoldato
che
di
preda
in
dolore, sconquassata,
dalle
tremi
voce,
diventato
cuore
nelle braccia
gridando, piangendo,
di
bassa
a
singulto parve
orribile
cadde
e
fu
padre,
donna
quella
'pietra,vacillò; un
che
I
SENTINELLA
,
nella
pette
scar-
gio;
viagcassa
zetta
stan-
pian piano,
madre
letto,tenendosi
era
le gi-
all'erta, sentinella'
nocchia
po' sciolti
lo
non
più
le mani,
con
sul
coi suoi
sulla
tanto
per
madre
La
via.
manina
una
innanzi
sé
a
di
sentimento
pietà, per
entravano
della morte,
odorosa
stanza, dove
Nessuno
chiedeva
bimbo
il
che
le
fra
aveva
lettera.
una
nelle
dalla
nella
o
fosse
dita
Quando
i parenti stessi
nelle
cintura
,
stanza,
Signore
che
in
ma
o
alla
il bambino
paradiso.
Così
gente,
tutti coloro
che
malinconico
senso
dalla
uscivano
e
giaceva.
morto
quella
chiusa
un
di
dendo
ve-
carta
glimettono
il
suggellata
e
fanciulletto
coloro
che
che
muore,
a
vanno
fra le
mani,
pieghe del vestito, qualche
letterina; è quasi sempre
al
ciasse
cac-
,
piccolo
Provincie meridionali,
visitarlo
punto,
lo
se
come
,
come
tro.
den-
certo
quantità
una
bimbi, soldati, uftìciali
curioso
del
cosa,
un
a
senza
corridoio, ritto, nella penombra,
nel
donne,
stette
e
cerea
qualche
usci
e
letto:
piangere,
senza
mise
si levò
Egli
passare
per
del
immobile;
stava
pian
lettuccio,appoggiando
il galeotto,gelidamente,
guardò
restò
al
sponda
vi
e
avevano
non
,
prese
baciò
piccolo, la
se
Traetta
Rocco
tempo,
parlare. Cautamente
che
occhi
accanto
piano, s'inghiocchiò
la fronte
il galeotto,come
guardò
espressione.
nessuna
li,così,
nei'ovestita,coi capelliun
collo ;
vedesse,
125
una
preghiera rivolta
Vergine, per chiedere
porta
Rocco
con
sé, nella
Traetta
aveva
zia
gra-
una
tomba
messa
e
all'erta,
126
fra
Vedeva
grasia.
senz'aver
il
Andiamo,
—
vano,
prega-
quella
a
Né
irrigidita.
capitano Gigli, chiamatala
:
andare.
Dobbiamo
—
,
nulla
madre
tutto, le disse
fuori, tremando
Rocco
gente
di dire
di
figura femminile
lei tremò, quando
glifacesse
s'inginocchiavano,
coraggio
alla
diretta
che
la
passare
Traetta; entravano,
tetra
lettera
una
Addolorata, chiedendole
Madonna
la
del peccerillo
le dita
!
sentinella
diss'ella,risolutamente,
—
alla
avviandosi
chinalmente
mac-
stanza
sua
per
,
prendere
mantello
un
Avrebbero
morto:
che
e
se
certo
che
cassa
per
si
Traetta
e
la testina
,
cuscino.
aveva
Il
andavano
insieme:
lo strazio.
mitigato
la
moglie
il
vedendo
cassa
della
che
nulla.
sul
muto
e
,
non
ardenti
raso
Rocco
geva,
pian-
piccolo
vere
cadalettuc-
un
bianco
piangeva
come
se
cevano
fa-
senza
serva
in
come
appoggiata
rossi
udì
non
presenti: la
erano
nella
e
nella
il rumore
i soldati
erano
vide
galeotto
gli occhi
stando
portar via, re-
farle sentire
silenziosamente,
ciò
straziante
meno
di trattenere
non
Grazietta
acconciato
il bimbo
operazione, delicatamente,
Ella
rumore.
era
avrebbe
chiudeva;
questa
far
non
Napoli
vederlo
viaggio
cercò
stanza,
strappo
Uscivano,
casa.
Il marito
sua
lo
a
dovuto
lugubre
questo
cappello.
un
accompagnato
avessero
in
e
del
ma
,
vi fosse
all'erta,
128
via, abbandonando
per
si
porta di ferro
il
padre
due
e
la madre
impiegati
la
tutta
:
folla
guardando
e
Ma
egli
notasse, restò fermo
sullo
A
se
tratto,un
un
ne
gomito
per
qualche tempo
della
guardando
sempre.
per
di
di tutto
,
il corteo
riva.
il corteo
non
dei
grande
aveva
barca
nessun
fiori nel
marinai
Ma
gli occhi
che
segno
e
zientemen
pa-
dimentico
egli era
per
vedere
ricompariva. Infatti,riapparve,
La
deva
scen-
cavano
lassù, nell'isola,cer-
lui,ma
egli aguzzava
che
strada
vederlo.
senza
aspettò: forse
dappertutto
coprivano
cassa,
alla piccola spiaggia, gli nascose
stette
sempre,
dei fiori che
andava,
lo stava
di lutto:
se
sulla
aspettando
anzi,
aveva
fondo, buttati sulle panchine. I due
salutarono, levando
la barca
fra i fiori sciolti
fu
e
carica
le
corone
,
appariva
che
il corteo
giù dalla piccola
il peccerilloche
all' isola,
Traetta.
Rocco
e
i vividi colori
cadevano
ufficiali,
piante,discendendo
fra le
scompariva,
la bara,
con
qui, risalendo
spalto erboso, guardando
e
La
di là
:
morticello, due
di
lo
nessuno
conforto.
soldati
fu
capitano
si richiuse
e
i due
del
civili
piccola
che
senza
spalancò
la discesa
continuarono
al
mano
parola di
Gigli,dicendogli qualche
vi
porta di ferro
stringevano la
Tutti
il saluto.
tarsi
vol-
senza
l'isola,
sempre
grande
Alla
indietro.
!
sentinella
i remi:
di corone,
in
e
un
mento
mo-
in mezzo
fu posata la bara:
e
la
madre
; accanto
nero
formando
di fiori
carica
conducesse
se
come
l' azzurro
per
,
la barca
Cosi
gruppo.
un
vestite
di
li accompagnavano,
quelli che
loro
a
sedettero
prora
pallidefigure
padre,
il
e
fiori. A
che
si vedevano
non
i:i9
\
SENTINELLA
ERTA,
ALL
andò,
mente
lenta-
del
mare
un
felice
,
corteo
;
,
andare
vide
la
cosi
in
,
quella
solo
forse
i
obbedendo
a
sopra
l'azzurro;
dalla
andava
lo
potuto
salutare,
morto,
lo salutava
se
se
,
aveva
nella
un
messo
bara.
se
,
la
ne
Il fanciullo
e
era
fiori,
se
alla
lo
non
lo
ora
come
bertà.
li-
aveva
salutava,
se
gli parlasse,
udirlo,
ancora
il peccerillo beilo
,
grazia che
mani
i
Traetta, che
che
potesse
Cosi
carcere,
andava
Rocco
raccomandandogli
nelle
madre.
dal
sottovoce,
peccerillo
la barca
fanciullo,tra
che
e
parivano
ap-
lentissimamente,
partire
vivo,
dei
nessuno
vedere
andava
ne
galera
raccomandandogli
Madonna
a
il
sempre,
il fanciullo
il
chiamandolo
carrozze:
potuto vedere,
aveva
come
due
parola della
una
lo vedeva
Cosi
non
con
,
si avanzava,
di fiori che
andava, per
ne
onde,
di novembre
si fermava
ne
se
chete
mattinata
profilidi
nessuno
passava,
carica
sulle
indistinto. Sulla spiaggia deserta
movimento
Bagnoli
e
,
scivolando
odorosa,
colorita
Traetta
Rocco
che
voleva
dalla
la lettera che
gli
chiuso
avevano
lontano
sbarcava
,
ora:
lo mettevano
Matilde
nella
Seeao, Racconti.
carrozza,
e
,
fra
sempre
9
i
all'erta,
130
fiori,vi salivano
le
padre
:
tri
gli al-
e
il fanciullo
lontanissimo,
filavano, rapidamente,
carrozze
sulla
scomparse
la madre
e
nell'altra. Era
salivano
:
il
!
sentinella
via
finito. Il fanciullo
di
Fuorigrotta. Tutto
era
sparito.
morto,
era
erano
VII.
notte
La
che
autunnale
il
della
giorno,
sida.
non
si
anzi
era
Ma
pioggia;
delle cose,
sotto
l'arco
fondo
delle
loro
poiché tutti
la fiochissima
del
soldato,
casotto
e
di
profonda
che
legno
la
era
si teneva
e
di
del
di
bufera,
Ni-
né
le sentinelle
accesa
fermo
quiete. Solo,
come
e
ferme
strattame
di-
sentinella
nina,
lanter-
una
spenti:
erano
mascherata
ferro.
la
quiete dell'aria
Qualche
aveva
rezza
ne-
nerezza
i fanali dell'isola
luce
E la
garitte interrogavano
tenebre.
alla garitta
ma
la
che
tanto
quelle
in
né
rante
du-
crespucolo
dell' isola
profonda
grande
intorno:
nel
sulla
presagiva
di nebbia
,
di nuvole.
scuro
incombeva
oscurità
sulla
mare,
velo
il cielo
coperto
diventato,
era
cielo
del
Il sottile
aveva
strato
uno
sera,
luna.
senza
era
dal corpo
innanzi
Ombra
sempre
ol
suo
profonda
a
ogni
all'erta, sentinella!
d'ora
quarto
All'erta
—
La
domanda
la
tranquilla,pacata, quasi
della
sorveglianza.
più
Essa
elettrica le
scossa
intorno,
da
perfettamente
certo
in
di
intorno:
sentite che
uno
Cosi
corpo.
sull'ombra,
fosse
ma
non
spazio
la sentinella
chiedergli un
disse, assai
Chi
va
del
da
o
in
o
per
male.
ani-
un
tile
cor-
si
siete
,
acquista
che
vi è
Aguzzò
,
cuno,
qual-
nulla, ma
occupato
ora
nulla.
un
dove
da
gli occhi
accendere
,
che
Credendo
posto vicino, che
fiammifero
sottovoce;
là?
è
una
solitudine,
udite
non
vuoto
scorse
la
solo
la sentinella.
non
che
materiale
vedete,
golo
l'an-
come
campagna
esser
tratto,la certezza
un
ma
oscura,
una
colmo
guardava
uomo
camera
una
infuna strada, o
un
nel
Pozzuoli, trasali.
detto
percorsa
era
Talvolta, in
0
che
rumore,
aveva
profonda
così
era
le due,
verso
inteso
aveva
non
quiete
risposta
nella fiducia
serena
dell'isola,verso
acuto
della
voce
notte, la sentinella
della
cioè
La
Solo,
notte!
quella
—
risposta.
più viva, suonava
era
sveglia, mentre
una
era
a
la
ritornare
per
sto.
della
voce
come
un
lentamente,
capo,
con
da
All'erta, sentinella!
—
di
all'altro
intorno,
indietro, intorno
cominciava
si propagava,
e
sino
precisamente,
in
di richiamo
voce
dell'isola
capo
un
la
131
venisse
la
pipa
all'euta,
]32
ebbe
Non
risposta. Crollò
nessuna
di essersi
avvezzo
a
ingannato.
camminare
facendo
alla
torno
non
per
la seconda
di
era
di
era
sorprese;
qualche
che
uno
scaglione dell'isola.
alla
parola
furono
tumultuosa,
—
o
fratta che
una
rispondere
il fucile
di sparare
intorno
si
vunque
l'isola,do-
in
comandati
fuoco
un
giù, dove
,
perchè
i
Tre
insieme,
abbassavano
ciecamente,
e
colare
cir-
sparando,
la consegna
fuggitivi si dirigevano,
una
di fuoco
corona
all'isola,nella notte,
fumo, intorno
fra il tumulto
sparò.
lunghi gridi,
tutta
all'isola,fu
gli ignoti fuggitivi.Fu
di
e
all'arme, all'arme!
all'arme,
di fucili che
era
allora,
urlante:
All' arme,
il mare,
passi
copriva
risuonava,
intesi due
no
sentinella, la parola violenta,
una
propagandosi,
e
di
E invece
quattro colpi di fucile risuonarono,
verso
la
trenta
a
intorno, per
intorno
era
mezz'ora, che
una
all'erta, sentinella, egli puntò
Immediatamente
in
quiete profonda
una
che
di domanda
vegliare
sor-
cautamente,
passo,
si muoveva,
giù, in
verso
strazianti,e
a
volta, precisamente, ebbe
qualcuno
dendo
cre-
calabrese
un
continuò
e
passata
ancora
distanza,
Ma
il capo,
notte, per cattive strade
garitta.Di nuovo,
Ma
zione
di
dalle
guardandosi
I
sentisfxla
e
subito
dati
dell'ergastolo risvegliato, dei solda
un
ul'iìoiale che
alla ricerca,si udì il secco
scattare
correvano
dei
fucrilvri-
ALL
SENTINELLA
ERTA,
Tumultuariamente,
caricati.
facevano
!
dormitorii, i
nei
l'appello dei galeotti
velocemente
le due
in
alla
i
ricerca.
Nisida
lumi, tutta
sua
dopo
guardia,
dormitorii.
udivano
Costoro,
gridare
un
A
dei
allarme
un
secco
scattar
sentinella
di
dei
Io
ci
dalle
dai sorrisi
E
di
al
falso
un
fuori,
Ma
isolato
fucile
chiamarsi
un
e
il
l'ergastol
L'appello nel-
talvolta,
nome,
suo
malinconicamente:
chi
gli ignoti
facce, dai
maliziosi.
fu solamente
il pallido
Chissà,
forse
fucili,ricaricati.
SI, tutti invidiavano
Si vedeva
completo,
Pozzuoli.
e
ci sto, beato
sto,
tempo,
a
dei carcerieri,
colpo
e
non
,
era
persone,
galeotto rispondeva
—
sbalorditi
di sollievo.
verso
un
continuava,
un
di
piovere di punizioni.
nessuno;
marciare
nella
corpo
,
rispondevano
respirava
ogni tanto, risuonava
e
dal
bestemmiare
mancava
della
bilità,
responsa-
sua
che si trovava
vice-direttore
non
già
galeotti,un
ogni dormitorio
forse
vestito,
semi-
suppliva Gigli
vestiti
non
urlare, un
un
furono
all'appello dei galeotti, nei
l'appello
era
partire
piedi:
passato
,
ed
della
esser
assisteva
far
in
era
vice-direttore, che
assenza,
correva
Dappertutto
pallido, spaventato
il
staffetta
una
all'isola, per
basso
barche,
riaccesi
mentre
dere
ve-
per
,
chi mancasse,
cerieri
car-
è
scappato!
che
erano
giti.
fug-
voce,
dialoghetti sotto-
I carcerieri
nell'ultimo
erano
ribondi.
fu-
dormitorio.
134
all'erta,
dove
galeotti,che
sessanta
erano
cinquantotto:
il carceriere,
tre volte,temendo
l'appello,
ma
cinquantotto,
erano
due.
mancavano
diventato
era
—
—
—
Due
!
sentinella
—
—
—
fuggiti.
sono?
detto
Calami!
Giacomo
Ingannalamorte.
l'altro ?
Traetta,
Rocco
Sciurillo.
Giovani.
a
si morsicò
poi
organizzare
meglio
l'isola i due
propagando,
da
ripetuti,commentati
le
tra
correvano
ne
fratte
tra
le ricerche.
in
i burroni
risuonavano
Qualche
ve
andavano
dappertutto
lume
si
che
ne
,
che
dell'isola
bocca,
lumi
erano
In
rillo,
Sciu-
e
,
al basso
primere
re-
losamente,
fretto-
andò,
di bocca
tutti. Vi
,
uftìcìali.
se
Inyannalamorle
nomi,
si andavano
labbra, per
le
bestemmia,
una
erano
detto
Giovani?
Il vice-direttore
tutta
che
al vice-direttore
terreo, gli disse:
sono
Chi
E
sbagliato,
cinquantotto, ne
sempre
Voltandosi
vati
tro-
disperato, rifece
di essersi
,
—
furono
ne
e
degli
le sciabole
sulla
finanche
accese
vano;
veni-
spiaggia dei Bagnoli dirimpetto. Solo dopo un'ora
potettero
mettersi
grandi lanterne
di luce
in
moto
lasciavano
sul mare,
le barche.
come
e
una
andavano
Le
traccia
loro
guigna
san-
lentamente
intorno, esplorando ogni grotta, entrando
in
ogni
Alle
sette jdel mattino
nella
acqua
ed
alta
assai
battente, per
entrò
po' di
un
sottile,scarna
e
scuro
e
intorno
mazza,
a
piedi,
di
mezzo
fianco.
rialzava
Era
palmo.
un
la
di
percallo
vano
sembra-
alla
fine
e
semplice
malaticcia
pancia
disegnava
appena
di
volto
persona
bianca
gonnella
E
posti
de-
tura
crea-
una
con
grossa
azzurra
di
porta, spinse
gonnella
una
la
aveva
ma
giovanotta
da
Tom-
aprirlo completamente,
intorno
di cotonina
che
la
di mussola
di
sproporzionata
grembiule
la
di ombrello
la persona
che
bruno:
e
tamente
discre-
secchio
un
scarna,
cui
la baschina
fodere
terra
aprire
per
giovanile, lungo
gracile,
era
il
da
girò
quartierino;
di carboni
riposqj^sie
ginocchio
del
rialzò
paniere
un
e
per
col
serratura
la serva,
masina,
chiave
una
che
il
samente,
preci-
percalle sui
giunse
nella
140
TERNO
SECCO
11
terra
carico,
suo
si sedette
e
di
posò
cucinetta, Tommasina
scura
per
nuovo
respirare:
per
violari
ogni mattina, alle sei, partiva dal vicolo
al Pendino
d'ora, poiché
poteva
la distanza
correre,
il passo:
prima
è
con
quel
di
arrivar
un
po' di fatica,comperava
un
secchio
di acqua
saliva
i tre
socchiudendo
al marito
sicurezza
in casa,
letto
si buttava
vuoto,
lasciava
Era
di
al lavoro.
di
ribollitura
sera
le altre,
come
del focolaretto,
cenere
la
pattuglia
e
vi
che
acceso,
mormorava:
mattutina, quella che
sui
carboni
tutte
di mettersi
per
derli,
accen-
indietro, ogni tanto, perchè
dell'acido
messo
sabato,
carboncino
sofliava
buttandosi
vi ebbe
blica
pub-
disteso, nel
napoletane fanno, prima
Ora
di
Dio..,.
la invocazione
le lavoratrici
puzzo
la
qualche
nome
lungo
di
appositamente
In
la pena.
per
guardia
una
dormire
scosse
trovarvi
piani,vacillando,
riposarsi della. dura
per
Tommasina
—
a
mente,
lenta-
e
quell'ora,forse, rientrava
a
Quella mattina
notturna.
per
che
e
era
attingeva
cortile
gli occhi
che
non
risparmiare
per
del
quarti
le rallentava
il carbone,
,
Pensava
su,
piazza
poiché
e
che
peso
in
tre
grande
al pozzo
lentamente,
ansando
servizio,
suo
dell'Aiuto, mettendoci
Maria
Santa
al
andava
e
carbonico
su
il bricco
del giorno
la
quando
nauseava:
del
caffè, con
prima, cercò
il
un
nella
po'
pa-
niera
in
dei
carboni,
non
nel
quartierino.
che
altri tre
per
si chetò
infine
l'uovo
nel
da
ed
pranzo
a
voce
entrò
era
—
Saranno
È tardi,è
:
nella
le
il
una
ciò,
ricominpre
sem-
da
e
dove
camera
stanza
miva,
si dor-
imposte.
disse
—
la serva,
volgendos
ri-
largo letto.
stata
—
sonora,
che
—
vi fu
attraversò
salotto
da
troppo
Sbattendo
tratto.
di
sospiro, poi
la tosse
giorno, Tommasina
Buon
che
minuti
giorno, signori
Buon
appannava
—
insistenti
due
colpo
altro, non
un
il
mivano
dor-
delle
un
profondo
serviva
verso
—
si udì
un
schiudendone
—
che
una
bicchiere, Tommasina
che
stanzetta
una
da
Ma
un
quattro
o
il
bicchiere
fine, e soffocava
altro,da
un
s'intese
cui
rumore
,
troppo striduli,ma
in
pausa,
meno
nel
lo componevano,
tosse, seguito da
forti,non
il
risvegliare le persone
per
rumore,
stanze
di fare
lo zucchero
tuorlo, con
ravvolto
uovo
un
quest' uovo
possibile,sbatteva
solo
pescò
Cercando
carta.
una
vi
e
IM
SECCO
TERKO
le sette
tardi
—
ma
rispose
che
una
una
tura
vela-
è?
ora
e
le
mezza.
mormorò
la
voce
velata
femminile.
E
la donna
si levò
due
lunghe
e
dove
sulla
si mescolavano
caniiciuola.
sui
cuscini, come
treccie
di
per
zarsi;
al-
capelli biondi,
già i bianchi, le piovvero
Era
una
signora
di
quaran-
142
TERNO
l'anni, con
mani
di
profilo purissimo,
un
dolci,
bigi molto
occhi
fini
cosi
e
mandorla,
a
candide
cosi
che
di
paio
un
con
certe
con
quelle
pareano
giovanettina.
una
Caterina, Caterina
—
alla
a
SECCO
volgendos
ri-
accanto
dormiva
che
persona
signora
la
fece
—
lei.
Ma
questa
indietro
castane
retta,
sul
la
la
piano,
come
fra
E
il
disse
letto, familiarmente,
—
Dio
—
fosse
pian
di
gliarla.
sve-
come
alla
perta.
co-
spalliera del
ciulla
Caterina, la fan-
guardava
dalle
sulla
folte
sopracciglia
rincagnato.
naso
Perchè
signora,
coraggio
bianche
mani
quattordicenne,
dal
la
cosi
poi, sottovoce,
appoggiata
Tommasina,
nere,
fede-
sé.
le delicate
incrociò
della
volta, ma
una
mancasse
—
parlasse
se
ancora
figlia
Povera
—
le
se
cie
trec-
che
profondamente,
la chiamò
madre,
lunghe
dormiva
schiusa,
bocca
cosi
beatamente,
due
con
tato
but-
capo
bianchezza
sulla
rossa
col
mosse:
guanciale,
sparse
con
si
neppure
dite:
figlia! Sta
povera
benissimo,
la benedica.
Vorrei
che
costretta
mentre
a
dormisse
andare
a
quietamente,
vestirsi.
sino
scuola
a
—
tardi, che
non
la
dre,
ma-
fece
modestamente,
ciava
comin-
144
TERNO
assai
stanca,
del
bestie;
cattivo
odore
la
ma
Tommasina,
signora,
attorno.
la casa,
che
letto
ferro, proprio
grezzati;
vi
di
da
di
crine
cui
si
male
da
una
di forma
e
da
una
tavola
pulita:
grande
letto
di-
appena
piccola piccola, meschina
del
da
di
detto
di
schina
me-
attaccapanni
un
,
salotto
e
di
ferro
cretonne, stinta dalle
rotonda,
della
da
sedie
due
vi si lavoravaed
scansie
vi si
era
verchie
so-
dure, rigide,
di libri
coperta di marmo,
casa:
o
letta,coperto
un
quattro
un
formato
era
Genova,
fare
poteva
lucida, il lusso
vi si scriveva,
dal
presa
antiquata,
assai
arredata
tenerla
per
uno
gno,
cassettone, dal piano di le-
fodera
lavature:
vestirsi,dette
quelli napoletani,
cosi
,
del
la fanciul-
poveramente
era
il mobilio
divano,
un
di
poco
dipinta
noce
,
di sedie,
di
un
era
toilette
una
cosi
Era
da
svegliare
finiva
ci voleva
la stanzetta
bottò
bor-
sempre.
mentre
sguardo
—
viottola
nella
passando
dormiva
che
paio
ottenere
pulito
tener
per
letto maritale, per
grande
di
di
riempita
era
fosforica, senza
fo di tutto
Eppure
La
quelle
risultato.
nessun
lona
si
di
sche
foglie fre-
uccidere
per
casetta
di luce
e
sulle
pomata,
romana,
della
inventato
aveva
fosforo,come
brutte
vociferazione
lunga
Tommasina
insalala
della
—
la
per
giornata. Ora,
mettere
SECCO
lida,
so-
mangiava,
pulita,bianca,
l'orgogliodella signora
fredda,
era
Niente
altro. Non
tappeto, di
un
resisteva
ogni tanto,
0
—
Su, piccola,su,
—
aveva
ed esclamava
poco
rifugio:
per
la mamma,
rispondea
—
come
di
che
mamma....
o
mamma,
troppo
come
leva
vo-
dall'altra parte, sorridendo,
dormito
aveva
che
lamentandosi
borbottando,
che
nudi; le
Tommasina
a
farla alzare: si voltava
sonno,
poltroncina,di
una
gelida.
nudità
una
figliola.
della
e
cortina; i mattoni,
una
Caterina
di
l'ombra
finestre,nude;
Ma
145
SECCO
TEBKO
parlasse
se
con
rezzevolmente,
ca-
bimba
una
quattro anni.
Caterina
che
asserì
nossignora,
la povera
era
trascinandosi
un
quasi forzò
l'indomani
alzata
a
tutta
la
La
signora
che
tre soldi
non
e
faceva
faceva
senz'altro
Matilde
bene
domenica,
si
rebbe
sa-
dato
che
an-
caffè,perchè
era
doveva
lezioni
vociferare
d'inglese
questo lusso
al
colazione
che
dendo,
po' ri-
un
,
giornata, dando
francese, si permetteva
,
le avrebbe
nel
sbattuto
un
vestirsi, promettendole
era
che
bruna
come
poco
a
che
alle dieci:
lei l' uovo
domenica.
Caterina
E
serva.
e
donne
alle due
,
che
la
del Cilento, magra
ragazza
fedele
cane
contraddisse
sabato,
un'oliva, devota
come
domenica;
festa, era
era
petto:
e
stava
quell'uovo. Ora
Serao, Eaccoìiii.
per
sino
di
valeva
che
ma
e
polo
scru-
que,
alle cin-
seduta, pen10
141)
sierosa, guardava
niente
elegante,
vestito
suo
ai
vedere
po'
le scarpe
i
e
le
la madre,
l'abito
ad
di lana
già
guardava
desolata
ciera
una
sumato
con-
lasciava
e
si
portava
grand'aria
la
:
ancora
dell'inverno, assai
marrone
sante,
pe-
signorile.
tutto,piccola figlia
Rompi
esuberanza
corto
maggio
a
busto,
ro-
corpo
era
Caterina
con
,
tane
sot-
calzette. Giusto
fatto
era
che
conservava
—
un
bigia si
gambe.
gomiti
legava le
aveva
cresceva
di lanetta
gomiti, si
un
mentre
Caterina
tutto, vestiti,scarpe,
rompeva
il
clie
Tommasina
alla fanciulla:
e
SSCCO
TERKO
disse
—
la madre
dolcemente.
—
Si rompe,
mi
non
per
La
certamente
Certamente,
un
il
suo
bambino
era
imminente
per
nulla,
faret
E
per
gli
e
neppure
la
per
sua
tacitamente,
la
cui
gnora,
la si-
era
la
figlio,
non
aveva
già fremente
creatura.
sua
e
allora,
la fanciulla.
pannolino,
un
signora
tanto
mormorò
impallidendo:
questo
rabbrividiva, già madre,
viso
nuovo,
Tommasina,
esclamò
—
di
pietà
a
voltò il capo,
serva
—
lo daremo
qui
Questo
le parlavano
di
da
sorriso.
vago
che
e
vestito
un
promesso
con
—
ho
come
?
esami
—
hai
mamma;
le due
Poi
madri
il turbamento
sempre
cui
nascita
pronto
si
cora
an-
turbava,
di
amoro
guardò
in
s'intesero,
della
gio-
TERNO
tanto
vane
147
SECCO
Ma
girando
la
suoi
per
panetto
un
la
mentre
da
le
già
portando
Aveva
il
il caffè
bevuto
soldo, allegramente,
un
il
prendeva
signora
caffè
suo
con
l'uovo, offrendogliene ogni tanto, quasi presa
rimorso
cui
figlia non
la
ritornata
in
in
che
in
cucina, bevendo
La
casa.
certo
un
misurarsi
le
un
dare
solo
in
messe
mano
e
d'argento,sul palmo
facendo
—
La
era
di
caffè,
due
tanto,
sol-
in
testa,
di
le diceva
quel giorno, poiché
guardava
tutto, e gliele
la
povera
faccia,dolcemente, quasi volendone
e
dei
Ci
arrivi?
Mo
vediamo
signora
Dall'altra
calcoli
—
se
stanza
gridava:
quella guardava
della mano,
ne
vocare
inle tre
senza
lare,
par-
mentali.
domandò
—
a
parlò pian piano,
tre lire per
la benevolenza:
—
cappello
serva:
spesa
,
in
e
la
con
nella
poco
potea
aveva
lire
col
erano
da
e
Tommasina
le tazze
signora
tempo,
permetteva
fondicelo
un
sulla porta della cucina
venne
serva
si
partecipava.
bicchiere, poiché
un
per
quel lusso
per
i
e
rincagnato, levando
e
atto di finezza.
un
con
nero,
arguto
trecce,
libri
i suoi
,
,
nasetto
con
capo
cercando
casa,
canticchiava
quaderni
lenii sul
le
Caterina, rifacendosi
più veccliia.
della
compassione
l'affettuosa
era
,
la
signora.
fece l'altra pensando
andò,
come
ancora.
sollevata.
Caterina, mettendosi
il cappello,
148
SECCO
TERNO
Tommasina,
—
le albicocche.
comprami
Sissignora.
—
Tommasina
—
comprami
,
l'uncinetto
Sissignora.
—
,
nero
per
il cappello:
"Vieni,vieni,piccola
—
alla
innanzi
Madre
e
figliase
—
O
ma,
mam-
sotto
porti
tu mi
scatoletta
braccio:
un
della
il braccio
figliuolacon
una
e
masina?
Tom-
cose,
accompagni.
la
andarono,
ne
l'altro sotto
mamma,
la
vi
Madonna
pel disegno,
compassi
ficcato
più.
regge
queste
di libri,di quaderni,
carico
un
non
mormorava
—
tutte
oggi
dubitate, la
Non
—
questo
porta aperta.
fai trovare
Mi
—
di elastico
palmi
bene.
Va
—
due
comprami
Tommasina
—
di
per
bianco.
di cotone
un'oncia
e
puntina
una
aveva
madre.
diceva, scendendo
—
le scale.
—
Ma
mi
tu
sostieni
,
piccola,
rispondeva
—
la madre.
far la spesa,
l'abitudine
a
rassettare
napoletana
disfaceva
si mise
i cuscini
materassi
sino
al
sola, prima
restata
Tommasina,
a
e
capo
le
lenzuola,
letto:
pomeriggio,
tutto questo
assai
per
cosi
e
di andare
la casetta.
Per
il letto,togliendone
ammucchiava
prender
,
aria.
per
i
rimasti
sarebbero
penosamente
a
Faceva
il fastidio
TERNO
della
gravidanza; quando,
vide
cadere
in terra
che
fosse
che
talvolta
dormire.
per
piccola carta, e
terra:
ma
sulla
scuola
cartina
pensò
del
potuto
aveva
Giffoni
scendeva
dopo
zappando
terno, poiché
grazia che
numeri,
con
terno,
sabato
non
carta
con
un
tre numeri
almanaccando,
cercava
un
e
nella
tasca
né
busta
biglietto da
su,
quella
signora?
una
questo
forse
era
come
da
una
carta
proprio
Era
lettera, né
visita:
era
una
senz'altro,da giuocare.
almanaccando,
Tommasina
ricostruire
tutto
prete,o
frate,o qualche anima
un
quando
giuocare
poiché
Ma
letto della
ricetta, né
una
terno
Contava
di
spesa,
mandava.
era
una
un
,
era
nel
si trovava
—
letto.
aver
di cotone.
la
Dio
la
i numeri
ficcò la cartina
far
per
la povera
rotonda.
Tommasina
grembiule
suo
che
leggere,
non
scritti tre
erano
marsi,
cal-
servarla;
con-
malgrado
perfettamente
conosceva
E macchinalmente
E
,
sapeva
di
per
per
Tre, quarantadue, ottantaquattro: è
—
un
bocca,
,
calligrafiachiara,
—
tormentata
la raccolse
cilentana, che
la
frequentare
codeina
dello scritto,sulla
sguardo
uno
Pensò
carta.
era
in
vi era
Ma
leggere. Non
sapesse
contadina
e
notte
Tommasina
vi gettò
non
alla
lenzuola,
pastiglie di
tosse, la signora metteva
dalla
le
piccola
delle
quando
,
scuotendo
una
l'involucro
149
SECCO
questo fatto. Forse
cuno,
qualbuona
150
SECCO
TERNO
devota,
dato
aveva
signora:
alia
un'anima
ieri,venerdì, quei
forse
o
li
santa
lei, che
E
caso.
terno
un
la
è l'abitudine
come
signora
incerto
di andare
scritto
i tre
al sabato
quella notte, vuol
vuol
che
dire
di arrischiarvi
fatto
aver
buona,
la
la
buona,
signora mi avrà
per
la possa
Prese
mettervi
di
in
cui
ste, si
la
dentro
paglia
sandovi,
pennotte
si
gnano,
so-
sono
non
si sognano,
vale
non
soldi.
che
buoni
la pena
doveva
Cosi
essendo
tanto
,
solo
che
e
sognare
la spesa,
cliissà!
—
tre lire per
la spesa,
di più, che
cosa
benedire
anche
aiutare
e
donna
la Mame....
pulito, in cucina,
poiché,da tempo,
dei
testimone
bei
tempi
per
la
sta
ce-
lontani
,
,
sfondata.
vicina
nella
Tommasina
dato
si compravano
era
e
certi.
strofinaccio
uno
di carta,
che
poteva
non
qualche
giuocare
che
e
pensava
—
se
signora
sua
i numeri
Chissà!
dire
che,
aveva
il guanciale
due
neppure
tanto
conoscere
—
cattivi
sono
sera,
pezzetto
sicuramente:
usciranno
che
dire
a
questi numeri
se
—
in Napoli,
assai, assai,
intensamente,
pensandovi
in
giuoca,
Vale
un
sopra
un
per
,
letto,il venerdì
a
numeri
venerdì
cosi
tiene
poi,spiegati, sotto
mettendoli
e
cui
fatta la prova.
aveva
prima
dal
di chi
a
e
veramente
era
pensati
aveva
,
tre numeri
di casa,
al mercato
pollie
ragu-
tolo,
Giusto, sul lai-go pianerotche
era
anche
la
padrona
152
TERNO
entrando
ingenuità
la
non
vita
beneficava
riguardavano
di
che
mentre
era
i
su
al saluto
ti ho
come
della
pomidoro.
cura.
la
Ci
—
E
io
a
fine
di
—
Ebbò,
metterò
mi
Se
anciie
me
i
pesche,
per
rispose
—
mangio
vicino
dare
man-
di
era
un'ora.
donna
Ebbene
—
come
borraggine,
quello clie trovo,
quanto
dei
alla canestra
i soldi
li hai
dove
di
per
far
la
li vendi?
visti, questi quattro
qualcuno!
Fra
maggio?
lascerò
allora
a
canzonatoria,
—
menti,
diverti-
poco
Sai
che
li dovrete
siamo
dare
a
il chilo.
soldo
un
più
il chilo.
soldi
,
alla
di
vorrebbero
mani
nelle
soldi
la
poteva
,
Gesù!
—
che
detto?
quattro
A
—
grandi
di minestra
cura
Bell'uomo,
—
sublime
mercato,
Cilentana.
quella, fermata
disse
—
al
cuoca
chilo
un
Signora mia,
—
più
persone
signora che
la
Stai facendo
va?
la
suoi
giorno, Tommasina
Buon
Luisa
dei
uno
una
scere
cono-
tere
venditori, sul pianerottolo,e discu-
di
il prezzo
volendo
la dichiaravano
amava,
ogni mattina
—
tutti i
,
le medesime
mentre
e
chiamare
in
cose
tutti,credendosi
fra tutte. E
seccante
le
tutte
,
le donna,
fra
in
,
fatti clie
la
SECCO
fare
il
di
signore
fare
il venditore
disse
—
e
in aria
quello dei pomidoro.
li dai
numeri,
per
due
bell'uomo'.
soldi
un
chilo, ti
do
TEENO
A
saltò
piedi
in
jj;elotese il mento
una
di capra,
Luisa
Jaquinanudiva
quando
come
Con-
interessantissima.
cosa
dati
li ha
Te
—
donna
e
il capo,
levò
punto il venditore
questo
cettella
153
SECCO
monaco?
un
chiese
—
Tom-
a
masina.
Sarà
—
il confessore
stato
osservò
—
Con-
cettella.
belle ragazze
Le
—
i numeri
Glie
—
ve
chi
deve
disse
—
numeri
vuol
venditore,
0
prendere
giuocano
sore,
confes-
o
bonajjflciata oggi,
,
tre, quarantadue
si
ridendo.
monaco,
alla
loro
chi dà
sempre
certi, e il governo
Come
—
il
importai
ne
giuocare
trovan
ottantaquattro:
e
crepa!
?
domandò
—
donna
Luisa.
piacere, signora mia,
A
—
voi;
per
noi.
a
lo
a
vengo
do;
ma
prendere
masina,
sul
—
capo,
di
ne
come
pomidoro?
niente, domani
soldi.
tutti in
carrozza
—
po' malinconicamente,
un
se
servono
il soldo
esce
i due
sorvegliando
Il venditore
chilo
non
andiamo
po' ridendo,
un
se
non
gli manca
dai, questo
Domani,
—
chi
per
lo
Me
Te
—
servono
ma
il peso
del
scendeva,
disse
Tom-
chilo.
con
la canestra
pesantemente.
Senti
Tommasina
—
,
Jaquinangelo
—
questi
sono
disse
sei
donna
soldi, per
Luisa
farti
154
di
minestra
una
che
alle
tua
borraggine....Ma
puoi farne
te li dia, tu
non
oggi
tre
,
Dio
meglio
se
me,
lo renda
scale
lei
per
il
marchesa
e
fra
Mariangela
gran
una
contenta.
dendo
scen-
sarebbe
stato
soldi, mentre
donna
loro, per stabilire
come
la
aveva
con
smorto,
del palazzo
e
di cotone
Mariangela,
un
con
la
cui
bellissima
una
stinte
e
mentre
rapidamente
formava
e
stita
ve-
nel
dìjockey-
figliuola del
provocante
napoletane:
faceva
profumo
gran
palazzo
borbonico
le scarpe
rosso
del
ogni tanto,
naso
Ricciardi:
teletta,con
delle monelle
primo piano
Jaquinangelo,
portone
passava
era
flore di bellezza
di
e
gran
un
Gelsomina
club. Giusto
al
palazzo
nel
,
e
della
cameriera
abitava
del
Ricciardi, dirimpetto,
lungo
con
ghese
signora, per quell'ambiente bor-
carrozza
di seta
discorreva
la
era
che
l'aristocrazia
calzette
giare
man-
Tommasina,
Mariangela
Casamarte,
vestita
la
Concettella, sul pianerottolo,
,
viso
trovare
sono
che
i sei
avere
portone
Gelsomina.
che
vieni
uso,
giuocare quel biglietto.
si doveva
nobile:
disse
pensando
,
chiacchieravano
Sotto
ti farà
non
no,
—
Jaquinangelo
Luisa
altro
di olio: la devi
condita
ben
a
ve
le
Concettella
e
meglio
no,,
,
minestra,
avanti
—
SECCO
TEBNO
tinaio
por-
vane,
gio-
inebbriante,
scalcagnate, le
il viso
incipiiato
discorreva
delle
delle
con
l'uncine
stelle,al-
coperte, che
TERNO
alle
vendeva
SECCO
fidanzate
la moda
del
delle
popolare
all'uncinetto,col
Vai
—
far
a
la
dintorni, poiché
spose
era
trasparente
roseo
spesa?
domandò
—
sina, Mariangela, la cameriera
Già.
—
Lo
—
maritare
dicevo
e
qui,
clie
chi
Caccioppoli, che
giovane
E
—
che
Ci
—
ci
in
è
signore, o
un
un
perchè
lire?
fare
—
Che
deve
? Il contino
qualche
quella
se
si
e
butta
fresco
che
ogni volta
faccia
fresco
cinquecento
possiamo
nulla, delle
in
di Dio
dall'altra il contino
marchesa,
sa
che
mangia
anima
Benilde, hai
ne
io,
meraviglia,
un
viene
ne
fare la
non
:
e
marchese,
povera
soldo
un
dirle:
cosa,
il
punto
torna
senza
a
nostra
si butterebbe
è
all'alba,
ristrettezze; il marchese,
dice
mai.
casa
me,
casa
ogni tanto
cugina,
avesse
parte
stare
marchesa,
in
una
non
tutto, e lascia
dalla
non
a
spesso
che
scegliere il
proprio più, la marchesa
se
rientra
quando
della
entra, perchè
! Da
pozzo
il giovane
signore,
un
vanni
Gio-
entra, questo, Mariangela?
entra, ci
che, proprio,
pello.
cap-
si vuol
scegliere, fra don
parrucchiere;
possiamo
ne
non
del
zurro.
az-
Tomma-
che
Rigillo, il parrucchiere: è meglio
di
perta
co-
o
elegante, col
Gelsomina
a
sa
non
la
vai"?
tu, dove
E
a
lora
al-
che
1 beni
nostre
gli si
para-
SECCO
TERKO
e
quando
si
vedono,
da
pagare
E
r
e
biglietto.Che
attirò
Tommasina
di
astuccio
Gelsomina
e
pelle
lo
rossa,
vedere?
dalla
apri:
brillava
uno
spillo grande,
di brillanti
e
rubini, scintillanti
bianco
gliuole
fare, fi-
sotto
più
attorno, cavò
guardò
si
s'iia da
s'impegna. Volete
e
deve
signora viaggia,
la
se
Si vende
androne,
un
il
sé
mie?
lire il mese,
: duecento
spillatico
lo
fernali
tasca
sul
velluto
di
ferro
a
nella
vallo,
ca-
ombra
pen-
dell'androne.
Che
—
piange
Non
—
al Monte
Non
di
sarebbe
litarii della
che
ci ha
che
poi
ci
l'anima
niente.
Abbiamo
soltanto?
questo
a
braccialetti.
tre
tutte
la zia
al matrimonio
monaca
queste
migliaia
Donnalbina,
Per
fortuna
si
non
cose
per
1
impegnato
principessa, la collana
si fece
vorranno
questa roba
portare
che, è
E
regalati
e
di
terlocutr
in-
le due
esclamarono
—
Pietà?
nonna
impegnato
è estate
bella!
cosa
di
so-
perle
Clotilde,
abbiamo
che
ora
Ma
portano.
ispegnare tutto
,
st'inverno
que-
!
—
Croce
facendo
—
Ci
per
per
un
nella
Caccioppoli, 0
sulla
mormorò
—
Toiniuasina,
—
andarsene.
vorrebbe
sogguardando
tutti
terno
—
disse
Gelsomina,
via, se compariva
se
il ijiovanc
porta della
bottega.
di
don
vanni
Gio-
Rigillo apparisse
TERNO
chi
E
—
te li
dà,
Io
sto
—
da
otto
ne
dovrà
anni
157
SECCO
i numeri
t
aspettano
centinaia
pagare
sei
giuocando
; tutti lo
esclamò
—
riangela.
Ma-
ventidue
e
questo
ambo,
il governo,
quando
esce.
Io
—
tengo sessantaquattro,
disse
—
Gelsomina,
sferruzzando
r uncinetto
con
estratto
per
cremente
ala-
sempre
vogliono
ci
ma
—
—
troppi denari, per prender qualche cosa,
con
un
estratto.
Il terno
—
disse
—
E
mio
scantonò
la via
per
lasciò
di via
falde, la
fronte
e
finiva
la
scriminatura
sulla
nuca,
arricciati
alle
bellissima,
don
cioè
faceva
Solimena,
ma
Giovanni
aveva
da
al terzo
sima,
candidis-
partiva
con
nera
dalla
spazzola
capelli a
punte, Federico
Gelsomina
era
Santoro,
lavoratrice
di
Caccioppoli
era
la instancabile
Certo
signore,
per
i
del
il garzone
gabbanella
che
procuratore
piano
del
quarant'anni, la
al
il lustrascarpe,
sta
arrovesciato,
la
rossa,
bito
su-
poiché
la camicia
con
dell'eleganza,
Nuovi:
dove
Federico,
di seta
senza
l'ideale
Banchi
goletto largamente
la cravattina
lievemente
dei
Eccehomo,
parrucchiere. Piccolo,
dal
andandosene.
Mariangela,
comparso
era
quattro
ottanta-
tre, quarantadue,
Tommasina,
Gelsomina
cantuccio
è:
cinetto.
unun
all' avvocato
palazzo
faccia
ciardi,
Ric-
scialba
158
TERNO
la barbetta
e
Ah!
il
del don
giovanotti del
si dava
porta di Santa
alla
bottega,
messo
il
faceva
lustrare
alla
dell'Aiuto,
felice. Ora
gli stivaletti
lustrascarpe:
Gelsomina,
e
si avvicinò
—
—
—
gomitolo
Salutiamo
Buon
giorno
a
borbottare
Oh
zi
esclamò
—
del
E
Domenico,
che
vostro
Io
ne
me.
il filo
momento
saccoccia.
disse
—
chi
Gelsomina.
candelel
vuole
fate
non
non
ho
fatto,donna
avete
avvocato
—
da
rare
lavo-
si
—
a
più
il cattivo
!
—
Gelsomina.
accendendo
—
di
lo stivaletto.
posso
—
Gelso-
sciancato, lustrando
lo
si
e
Federico.
voi
a
lustrino
lasciar
ogni
in
disse
—
aveva
quelle occhiate,
da
senza
aveva
Candele, candele,
mise
non
che
accanto
vitellino,dallo
di
attratta
tirando
all'uncinetto,
dal
o
sogguardava
e
lentamente,
presso
o
Federico
del
tutti
volta che
ogni
e
dello
come
cantonata,
piede sul banchetto
sciancato
mina:
popolano,
Maria
era
Federico,
assai
po' l'aria
mestiere,
suo
dall' ospedale.
esce
un
Giovanni
poteva chiacchierare,
la
che
uno
preferiva
che
parrucchiere
ci
di
Gelsomina
sdegnoso,
i
rada
SECCO
'?
—
ironicamente
mozzicone
un
avvocati
Quando
disse
ho
una
derico,
Fe-
nero.
diss'
—
Gelsomina,
ella,dispettosamente.
lite,mi
difendo
160
TERNO
questa
due,
settimana,
di cadenze.
Perchè
ha
parlato
chiostro
ne
son
dei
sessantanove,
questa
forse, forse
senza
e
piramidi
carta
forma
a
che
da
sfoga
o
sopra,
si
sa.
E
non
per
terno
importa,
Un
terno
non
? Un
monaco
non
Volete
Giochiamo
che
Scusate, scusate
ce
affatto.
fece
metta
fece
lira
cinque
in
due.
mente.
questi, galante-
anche
la
zi Domenico:
li avete
mezza
—
—
cabalista?
Niente
importa,
Che
servirvi
! E
esce
esce.
non
la prova.
a
naso
quei foglietti
dagli spiriti buoni?
far
sul
gli occhiali
le
sotto
:
dato?
Sto
fittivano
s'in-
dove
sparenti
; niente, questo
Sempre
—
fogli sporchi,
certi
cuore,
e con
lo ha
zi
di
numeri:
borbottava
servava
con-
lustrare,
per
sfogliava febbrilmente
e
chi
dove
giornali cabalistici,
dei
soldi, Federico?
—
il
di
straccetti
assistito
—
pezzi
:
cifre,
Niente
serve
e
spazzole
le
z) Domenico
poi,
bello assai
il banchetto
le
e
laceri
pezzetti di
—
miei,
timana
diciotto, della set-
sciancato, cavò
lo
unti, mezzo
sudici
e
il
ripete,
infatuato, di sotto
Domenico
—
volta,
dei
numero
calcoli
certi
il
e
diciannove.
il lustro
Non
da
Maria
chiesa
la
undici,
forse,
si
scorsa,
E
di Santa
sorci, che
perchè
usciranno
ne
il monaco
pieni,sicché
sorci, è sicuro:
Un
sbaglia:
non
la Nova
uscendo
SECCO
i vostri
fanciulla
?
alte-
TERNO
ramente
il
gioco
non
Sta
—
si
E
in buone
mani
divisero, lui
avviarsi
Maria
il
rachitico
del
sul
posato
piccolo
dal
Ma
non
lo sciancato
lando
cabale, crol-
sue
vide
gli
il
di
largo
un
piede
impazienza,
con
,
per
si
di
era
Il giudice
nero
panno
cappellino
nero,
piede
che
palandrella di
nastro
chiali
oc-
,
banchetto, per la lustratura.
dal
tega
bot-
lotto,in piazza
Scognamiglio
dalla
cata
gio-
gente, lei per
rialzandosi
che
panciotto bianco,
adorno
di
nelle
giudice
la
sua
zi Domenico
sorridendo,
gobbo,
e
al banco
tanto
alla
affluire
ad
immerso
naso,
io
no,
l'innamorato,galantemente.
ritornare
la Nuova.
capo,
sul
clie faccia
disse
per
lentamente
io. Se
pensare
biglietto?
—
cominciava
rimaneva
e
il
conservi
dove
Santa
fidate
Vi
va.
che
e
ci devo
questo
a
—
161
SECCO
di
paglia
il
battè
farsi
colo
pic-
servire
presto.
Cerco
—
lo
scusa
sciancato,
E
battè
del
—
Sempre
disse
—
—
confuso
tutto
Matilde
ci
—
la
con
soffiava
la
giudice gobbo
volete
Sekao.
il
eccomi
pronto.
sul
spazzola
polvere
fece
—
dalla
chetto,
ban-
picciola
Scognamiglio.
numeri, sempre
severamente
Che
Eccellenza
Vostra
vivamente
mentre
scarpa
a
numeri,
Domenico
magistrato.
fare. Eccellenza, è la
Racconti.
sione.
pas-
11
Ib^
TEBKO
È
—
E
a
allora
chi
Io
—
—
vizio
un
? Non
o
non
Ma
forse?
bere
fece
—
il
suno.
nes-
simo?
pros-
sbagliate.
degli altri,gioco il mio:
?
da
faresti ?
mangiare
sciancato,
lo
del
vi
qua
padrone
e
a
magistrato.
ma
vincessi, che
da
Darei
basta,
Rubo?
il denaro
il
male
figli,
ho
niente
cerco
Dico
ribattè
—
sono
se
non
governo?
mi
guadagno,
Eccellenza,
gioco
non
sono
io, giocando
coltellate?
Scusate,
—
il
basta,
ubbriaco,
Tiro
È
mi
non
Mi
—
male
mantiene
moglie, quello che
quando
e
lo
perchè
faccio
ho
non
,
vizio, Domenico.
un
E
—
SECCO
con
tutto
a
gesto
un
cinato
il vi-
di
perba
su-
larghezza.
—
—
E
il resto?
Eh,
si sa!
—
Da
—
E
quanto
—
gesto
un
di
giochi, Domenico?
otto
avevo
hai
vinto
anni. Eccellenza.
?
volte, soltanto:
Due
un'altra
nient'altro
E
—
anni
quando
piastre:
—
con
cinquant'anni.
Sono
—
quello
ancora.
fatalità.
quanti
Da
giocheresti
fece
—
alla
obbedienza
—
Lo
volta
volta
una
cinquanta
quindici lire.
?
Nient'altro.
Vedi
e
che
bene
che
il governo
non
vi
ci
sono
molte
guadagna.
bilità
proba-
Ma
—
noi.
come
stanno
Ci
di
da
matematica,
gente
con
monaci
che
illuminate,
istruiti, anime
fare
Napoli, Eccellenza,
per
dotti, uomini
e
ha
già quando
non
163
SECCO
TERNO
mini
uo-
santi
bene
sanno
i
numeri.
giocano?
li
E
—
Certi
—
il
volte
volta.
si sannoi
non
e
bene
sanno
copertara,
E
vede
se
se
ne
di
dissuaderla,
Gioco
fece
vedere
la via
al
dei
scarpe
dei
sua
la
qua,
giocava, tre,
essa
Che
!
voglio
tabella.
Ho
rire,
mocato
cer-
impossibile.
stato
invece?
magistrato
filza di
una
bigliettiflnanco
crollò
alla
quattro
è
non
bigliettone.
questo
delle
clie
sulla
uno
giochi,
che
tu
Quello
cui
detto
la
che
Gelsomina,
venuta
si
non
manca
numeri
ottantaquattro.
e
ambi,quaterne,
verso
è
ha
mi
e
quarantadue
—
all'odorato, i
fa
vi acceca
volte
certe
Certe
volte
certe
interpretare:
poco
E
il Signore
ma
giuocare:
li sento
Io
escono:
—
mente
misteriosa-
combinazioni.
Sono
numeri,
li fa
ve
fede.
continuò
—
lustrascarpe.
Qualche
—
no
vincono?
E
—
sì, certi
il capo,
e
se
ne
Tribunali.
famiglia
femmine,
pagò
andò
un
tutto
Pensava,
di
brune,
di
terni,
sette
soldo
meri.
nu-
la pulitura
pensieroso,
ralmente,
cosi, natu-
fra
cinque figliuoli,
piccole,rachitiche,
16-1
TERNO
bruttissime, che
marito:
il
che
e
la
bucato,
cucivano
della
facevano
avevano
alla
una
mantenerle
alla
brutte, che
neppure
loro.
si
da
asteneva
due
soldi
la
ragazza,
aveva
del
resto, lo
soldo
un
imparare
sordomuto,
Oh,
potrebbe
mandare
E
se
severo
ne
nella
se
qualche
andava
perchè
tabacco,
venuto
tore
vice-pre-
Amalia,
le
figliuole,
sue
ch'egli
lo
al
cosa,
que
chiun-
sciancato,
uno
che
figliuole sposerebbero
le mie
normale,
scuola
una
era
come
che
pensava.
alla
ogni
sposato, malgrado
Credo
—
un
,
dote,
di
aveva
gobbo.
—
E
per
gli era
Come
quando
non
fosse
giorni.
vava
tro-
solo
annasava
e
dove
mai,
spendeva
cosi
illusioni
sempre,
d'ammogliarsi,
Frosolone?
a
in tasca,
tastava
come
brutte,
cosi
portava
tutto
ai telegrafi:
una
si faceva
padre
non
ogni due
mente
in
che
potuto
di casa,
cure
serabile,
midurle
con-
avesse
Erano
il
gli sforzi
osava
normale,
alle
cucina,
biancheria,
non
Almeno
scuola?
Egli si
ma
la
l'aria cosi
egli
scuola
lire che
le due
la
sempre
levarle
come
evenienza,
in casa,
trovato
intanto, malgrado
e
passeggio.
a
sul conto
tutto
infelice,che
còsi
ma
certo
stiratura, cucivano
economia,
metterne
avrebbero
non
i vestiti
mai
SECCO
facessero
dente
vicepresi-
qualcuna
delle
o
da
Tribunale,
faccia; soltanto,
al
gazze
ra-
telegrafo, per
vivere, almeno!
lentamente,
invece
di
tutto
voltare
per
Pignatelli, dove
strada
la
il
ibO
SECCO
TERNO
giudice Inzenga
ogni
via
Liiudice
Scognamiglio
gobbo
del
Federico
una
radere
la
barba,
avventori
del
barbiere
Rigillo
il discorrere
chi
non
giocava,
chi
aveva
dei
chi
al
lavoro,
farsi
per
numeri,
non
i
del
chi
sabato
giocava,
mai
aveva
giovani
giocato,
proprio biglietto prediletto. E
il
quella
o
bottega
tagliare i capelli.E
discorrere
a
tagliava
cui
familiarità
rispettosa
piccola napoletana,
barba
dato
era
indolenti, fra
o
il gran
era
mattina,
la
si
e
farsi
per
frettolosi
con
nale
Tribu-
nella
quantità di gente arrivava
fra
gente
al
giunse
rientrato
era
parrucchiere
poiché
sal)ato, il
di
più tardi.
mezz'ora
Intanto
con
Mezzocannone:
mattina
quella
insolitamente,
vava
tro-
si accompagnava
e
lui, voltò, insolitamente, per
e
mattina
a
i
tutti
quei
cui
derico,
Fedella
radeva
capelli,andava
tendo
ripe-
:
—
non
—
Se
accade
mi
vedete
Che
più qui, signore
fatto?
fiotti bianchi
io spero,
fatto, come
un
—
domandava
del sapone,
oggi,
mio.
l'avventore,
fra lo scricchiolio
fra i
delle
forbici.
—
—
—
Un
terno,
Che
terno?
Un
terno
che
debbo
sicm'o;
vincere.
tre, quarantadue,
taquattro.
ottan-
Jhb
SECCO
TERNO
te l'ha
Chi
—
dato?
L'innamorata
—
mia.
cambiamo
vinciamo,
Se
stato.
anche
l'avventore,
E
la
Maria
fermata
era
era
entrata
nella
suo
cugino,
quello
piccola
era
naturale,
di
i
e
dipinti :
i
Banchi
dove
dipingeva
passandovi
mollemente
tinta
della
Madonna
d'oro
e
del
del
tutto
come
le statue
lana
o
di
il
era
i
ingenua:
la
seta,
s.
di
tonaca
bigia
popolo
con
una
Quando
di
stelle
il mantello
la tonaca
rone
mar-
preferiva,
Ma
napoletano
vestiti
vera
e
intriso
azzurra
cosparsa
—
il quartiere
ó
pennello,
la
Assisi.
santi
mente
delicata-
vestiti,sul legno,
Giuseppe,
dei
solamente
i santi.
il
tonaca
ramente
Ve-
stuccatore
pure
si fanno
sopra
il
primo
che
anche
grande
poverello
loro
faceva
Immacolata
d'argento,
azzurro
verità,
assai
tega
bot-
La
santi, grandi,
sei
o
Nuovi,
occorreva,
una
i santi.
piedi, di stucco,
egli
ma
tradizionale
in
cinque
Ascione,
Peppino
di
faceva
Ascione
e
tissimo,
affolla-
era
scolpito,la riempivano.
legno
testa, le mani
dei
che
lotto
Santa
a
piazzetta delfAiuto;
nella
bottega
Peppino
santi
il banco
dove
Nova,
si
di
lata
spazzo-
una
di arrivare
intanto, prima
Gelsomina,
la
gli dava
soprabito.
al
al
scettico, restava
più
Federico
mentre
pensoso,
il
risce,
prefe-
veramente,
tonaca
in
ricamata
di
168
TEKNO
Ferreri
cenzo
col
libro
fiamma
dello
Ascione
li guardava,
Spirito
loro
chiedesse
se
Accanto
il
giorno, da
fiasco
non
di
Peppino
mai
aveva
vino
di
chiuso
da
esclamava
Niente
ci
egli
mattina,
può,
Madonna
della
maniche
di
rosee
—
Ti
—
mi
servono
li toccasse,
al fiasco
al
beveva
dì vetro
dastro,
ver-
ciata:
accartoc-
vite
una
invincibile
bolezza,
de-
nella
bottega, quella
coroncina
una
sul
biondo
capo
tutta
vestita
nascoste
di
di
di
le
sotto
rose
una
bianco,
ampie
presti cinque
per
soldi
comperare
?
il cotone
della
?
coperta
—
creta
candida.
lana
Peppino,
—
di
Neppur
da
Saictta,
le manine
con
abitavano,
tegame
Ascione
entrò
metterla
per
ogni
niente.
formava
artificiali
e
:
Gelsomina
Quando
dove
foglia di
una
poiché egli, preso
—
gli mandava,
fame.
Marano,
guarigione.
i maccheroni
largo
un
come
il bianchetto
Maggiore,
in
che
fra
madre
sua
S. Giovanni
senza
poiché
della
grazia
la
e
Peppino
capo.
raffreddavano
che
si raffreddavano
rossa,
sul
Santo
mano
estatico, malinconico,
la
si
pomodoro,
in
aperto
lui, sul tavolino,
a
vermiglione,
al
SECCO
No,
mi
servono
Sono.numeri
Peppino
per giuocare
buoni?
Ascione,
—
—
domandò
Escono?
certi numeri.
mente
languida-
SECCO
TERKO
Speriamo.
—
il
del
giovine
giuocarli anche
farai
il terno
poco
di
—
—
la
vinci, che
Se
vinco?
chiama
vino
E
una
Madonna
mai
visto:
Pugliano.
tutto
simile
che
mani
un
che
di
tutti i
ho
se
di
essere
non
tina,
mat-
La
dorato.
là
vera
chiesa
e
manto
un
nelle
battista, con
nel
cuore,
hanno
e
porta
le
dorato:
argento
anche
di
seta
grossa
che
corona
intorno,
di
è
ne
meraviglia;
di
E
grazia,
se
alla
fino,
una
porta ficcate
paeselli
e
tornare
questa
come
oro
bianco
di
essere
argento
sulla
sole
mesi.
il vestito
ricamato
largo merletto.
spade
sei
avere
deve
testa, deve
e
vedete
voglio regalare
la
fazzoletto
un
di Somma,
più santi?
Deve
nera,
mi
e
—
si
che
passeggiata ogni
una
Addolorata,
e
chiudo
Io
latte fresco
vaccina,
di
Voglio fare,
Santi!
—
la terra
dopo
fai
non
,
lire.
paesetto
un
dentro
brodo
grosso,
e
grasso
a
montagna
quei paeselli
per
faccio.
la
là faccio
buono;
—
vado
ne
là ci sta
:
importa
ne
quindici
io, che
so
Fuoco
Resina.
me
ma
fai, neh, Peppl ?
Lo
me
mio:
conto
per
di
ambo
Pugliano, sopra
dopo
testa
lira
una
un
Se
e
Rigillo. Vuoi
parrucchiere
asciutto, perchè
vincere
bottega
rico,
Fede-
con
sposo
tu?
Tieni, mettici
—
mi
vinco,
Se
debbono
da
venire
da
sulla
sette
sere
es-
da
Napoli,
170
TFRNO
nella
e
perchè
E
un'altra
non
disse
Peppino
Quando
e
in
delia
e
per
tre
Santa
intesi.
era
misteriosa
pairoco.
pace
ritirava:
cominciò
vi si
non
alla
distanza
cliedava
ogni tanto
un'
molto
movimento
nella
essa
piazza
era
pure
nep-
il vespro
affollato,per
ragione
del
vicoletti.
e
ora,
da
qualche
pensare
solito,
da
per
del
il vespro
e
di
Nuovi,
che
di
chiesa:
coledì
mer-
dettero
ne
bene
meno
Invece
panio,
scam-
Vergine. Ma
vicoli
se
sempre
carro-^ella
della
onore
Sapevano
volte, alla
regnava
uno
diceva, ogni
Barbara,
piazzettine.
—
convincimento.
piazzetta, dei Banchi
i fedeli
chiamare
una
di
Madonna
cinque, dalia parrocchia
dell'Aiuto
ogni sabato,
piazzette
si
Peppino,
migliore
le
che
Donnalbina,
gran
la
è
il vespro
gli abitanti
al
Addolorata,
profondo
con
Maria
per
sabato
la bella
?
suonarono
di Santa
suona
la Madonna
quella
Perchè
—
pregare
per
Addolorata.
Mamma
—
Pugliano,
di
chiesetta
fECCO
cui
il sole
attraversata
lenta, vuota, col cocchiere
una
da
son-
TERNO
necchiante
già nel
la campana
del
espose
nome.
Vendeva
srido,
un
malinconico
e
rose
di
sazio
soddisfatta.
le cui
il sole
gelosie
di
o
che
di
sione
pas-
alle finestre,
sbarrate
contro
chiusi
gli
porte delle
teghe
bot-
di
che
,
scuretti
: nessuno
socchiuse
già
era
nangelo
sedia
a
solita
calzetta
da
la
il
portone
finanche
mancava
bella
creatura
biondi, faceva
alle
coperte
di
delle
il
sue
giovane
azzurro,
di Ricciardi
stelle di cotone
del
Un
canto
ac-
minciata
inco-
deserto:
era
dove
guardia,
spose.
sulla
e
piccolo gatto
un
dagli occhioni
giovani
Jaqui-
pacificamente,
la sedia
la
dei
portinaia
cotone
dormiva
poco,
bigio. Anche
e
sedere,
maggio,
portone
la
Rosa,
era
una
Al
estivo.
mancava
ove
il caldo
contro
caldo
un
sulle
apparve
le
niente
e
solamente
erano
bellezza,
voluttà, che
apparve
ancora
non
canto
rose:
di mestizia
nessuno
erano
cui
le
sentimentale
Ma
E
soltanto
belle
struggimento
uno
pareva
di
saziò
come
il
gridò
ne
lunghissimo
un
eraiìo
tanta
con
ma
nel
fermò
mappio.
profumi. Diceva
belle, che
erano
altro,
canto,
un
e
di
rose
venditore
si
mercanzia
sua
che
Dopo
un
piazza,
voluttuoso,
e
come
la
rose:
era
estivo.
tacque,
vespro
la
centro,
era
pomeriprpio
attraversò
ambulante
171
SECCO
Gelsomina,
bigi
e
dai
lavorando
pelli
ca-
cremente
ala-
bianco, per
sol
parrucchiere
le
derico,
minuto. Fe-
Rigillo
era
172
TERNO
comparso
sulla
spruzzato
lungamente
innanzi
Alle
alla
e
la
da
lentamente,
su,
Banchi
per
la
Cosi
deserta, nel
in
di
e
piazza
era
due
il capo
ceste,
belle
le
la
suoi
ai
;
rose
alle
carico,
se
e
un
egli
fittissimo, nella
sentire
la porta,
e
scappava
scantonando
col
cappello
ora
messo
tre
da
le
una
erano
l'invito,
risposto alrialzato
il
di
alle
di
cinque,
suo
Don-
:
vi
Mariangela,
di Casainarte,
se
in
rose
poco.
mattinata
per
le
pel vicolo
11 viavai
come
volte,
il venditore
quanto
aveva
un
marchesa
della
merlerà
giore.
Mag-
canzone,
avendo
andato
era
silenzio.
Per
malinconica
palazzo Jaquinangelo,
gran
piano
maggio.
sua
dondolandosi
nalbina,
Nel
di
nessuno
ne
le
avviato
era
finestre, tenendo
quietamente
mente,
lenta-
e
completamente
restata
piedi, dicendo
ma
alzata
Giovanni
San
per
si
quella solitudine,
cantò
lustro
suo
tracolla,
a
sciancato,
pomeriggio
rose
levando
di
in
sciancalo
glielo permettevano
Nuovi
quel silenzio,
il
e
selciato.
lustrare, l'aveva
come
ricurve
gambe
sue
catinella,
una
lo
spazzole
sue
aveva
e
l'arido
inaffiare
mettendosela
penosamente,
di
zi Domenico
le
cassetta
bottega:
l'acqua
mezzo,
rassettate
dentro
della
soglia
soglia, per
quattro
aveva
SECCO
la ca-»
era
stato
ella richiudeva
non
scale, come
parte,
di traverso
ora
pian
voluto
avesse
una
da
sulla
era
farsi
freccia,
un'altra,
testa,
con
TEENO
di
ciera
una
le
verso
porta
gran
rumore
un
maschili, che
e
da
una
voci:
mai
la
forse
difatti
e
per
Jaquinangelo.
Al
giudice Scognamiglio,
faceva
come
non
Le
mai
della
senza
piene
inutile
profonda
casa
sul
il
mai,
pianerottolo,alle
si avvicinasse
E
Scognamiglio
più piccolo
odore
udito,
era
gnose
vergo-
che
facevano,
che
subivano,
talpe,
aprire
custodia
casa
loro,
facendo
la
in
sei del
cui
ritornava
di pranzo
la porta,
si decidevano
alla
malgrado
l'ora in
che
come
di
quando
entrava
si
suo
dando
diffidenze, doman-
prima
stessero
uscivano
tutti dormivano.
gobbo
se
Nessuno
non
miseria
vivevano
era,
appena,
aprirla, come
e
chi
del
così
erano
di
il
rumore.
di lavoro
che
volte
schiudendola
esse
vita
sospetti, piene
tre
tesoro.
nessun
lazzo
pa-
abitava
di commissioni
affare, non
decente
e
mormorare,
di
la metà
Scognamiglio
ragazze
della
affittando
crale,
sepoldel
piano
primo
le
più
silenzio
dove
mai
chiusa
sentire
secondo,
nessun
si udiva
femminili
stata
era
un
un'agenzia
a
scale,
sulle
voci
far
non
al
Poi,
improvvisamente,
e
porta
più turbato,
non
di
susseguito
era
appartamento
socchiusa
litigavano:
irata
mano
violenza,
con
di affaccendamento.
e
due, dalla
venuto
era
mistero
Ilo
SECCO
di
mai
un
:
ed
di
spesa
mattino, quando
fossero
il
ad
le
cinque
piccolo giudice
dal
tribunale,
usciva
non
dall' ap-
TERNO
chiuso
partainento,
piano,
dove
gelo
la
e
fino
alle
affettuose,
di
seccare
Concettella
e
dopo
si
pranzo,
non
mancando
alle
quattro,
era
perchè
da
quattro, dopo
subito:
di
cliiamarla
era
in
che
questa
era
trascinandosi,
sé
contro
e
E
di
il sugo
e
il
rimasuglio
Costa,
di
insieme
a
a
due
o
vi
pasta
la
memoria,
scendere.
ridi-
le toccava
di
cassoni
pasta
volte,
mormorando
bolliva
sopra
un
sura
ogni qualità, mi-
Hìo/i/uv—a^/w,
questa
salvo
tre
fornellino
un
grandi
dei
serva:
pei maccheroni,
chiamata
vevano
do-
parte della
la
perdeva
sopra
della
fastidio
quattro
Dalla
prezzemolo
pomidoro
forma,
alle
sarebbe
tranquillità, poiché
poiché
mentre
altro, insieme
dar
più stanca,
sempre
stessa,
per
rientrata
e
Non
giorni, alle
si
era
che
fare.
bene,
Tommasina,
uscita
soldo
un
per
tanto,
inutilmente.
soltanto
casa
da
tutti i
va
casa,
tre, infine,
svegliassero
la
molto
francese, grande
signora
che
come
e
il servitore
letto,per dormire,
a
detto
aver
persone
sue
maalle
aveva
fare,
riaddormentata
alle
cuoca:
avvertire
gioni
ra-
minuto
un
figli,Pietro
messa
di
nulla
aveva
la
di
e
i suoi
marito,
suo
Luisa,
donna
cessato
aveva
stato
era
intenzioni
buone
non
vi
francese,
tre, poiché
di
quantità
una
terzo
Januinan-
Luisa
donna
cliiamata
signora
Al
ermeticamente.
abitavano
movimento
con
SECCO
di
poiché
pasta
bollivano
è
della
dei
1
(
b
TERSO
loro.
Egli
che!
zi
denari
respiro, pagandosi
terribile
che
lasciava
più pace
domenica
sarebbe
Perchè
—
fatto
venuta
a
biancheria,
e
con
una
e
a
usura
gli
non
la
una
scena,
fare
un'altra,
e
settimane
tre
mangiando
in
non
non
da
dello
aveva
per
offrire
come
vuole
erano
della
moglie
Stato,
volesse
dire
ragione. Fingeva
famigliare:
miseria
la
sigaro
a
moglie,
un
di
Infine,
dal
fìaschetto
e
in
bicchiere
i bottoni
tempo
crepasse
lira
mezza
e
e
egli diceva,
come
malaticcia.
Marano,
gnate
ba-
da
rispettabile,autorevole,
il decoro,
sempre
la
se
come
buona
una
sempre
un
fece
—
il capo,
persona
funzionano
egli
avevo
quella
era
occuparsi
Francesco,
spalle, seccamente.
crollò
Il marito
sempre,
domandò
—
quelle fette di pane
ne
nelle
stringendosi
non
sul cassettone,
niente,
minestra.
Perchè
che
?
avidamente
nella
—
lasciato
hai
non
zi Fortunata
per
di
stava
pre-
nulla.
aveva
sua
quella che
il debitore
signora, poiché da
della
casa
Ma
ogni sabato,
: aveva
stanco
mezzo,
mezzogiorno.
vestili
avvinghiava
ne
a
e
Fortunata,
vendeva
e
sei
sino
dormire
venuta
era
alle
rientrato
era
volendo
morto,
SECCO
della
di
non
mentre
saccoccia
a
un
sua
amico,
giubba
rinnovati, lasciava
che
fatica,incinta, mal
stita,
ve-
mentre
di
beveva
il vino
vetro, le narrò
che
TERNO
più
tardi
sina,
il
giovane
muratore
tifo,il muratore,
ed
poiché
quei capogiri
salutare
a
—
Glffoni
a
se
giorni
tornava
ne
muratore
non
nella
soffriva.
Valle
dal
E
se
Piana:
era
testa,
ne
dava
an-
venuto
la sorella.
lui
Beato
andarmene
—
di cui
colto
venti
quella debolezza
lui, con
al paese,
rimasto
era
del
con
lei,Tomma-
stato
il mestiere
più
di
era
ora
era
per
:
Conocchia:
all'ospedale della
al paese,
il fratello
venuto
era
1"7
SECCO
disse
—
tutta
su
potessi
—
io !
anche
Libertà
Tommasina
la linea
pronunziò
—
vemente
gra-
Francesco.
Ella lo
di traverso.
guardò
r
inganno
:
glipoteva perdonare
Non
1' aveva
chiesa, poiché le guardie semplici
aver
e
possono
Tommasina
lire di
le lire di
guardia
di
contro
a
economia,
poi
avevano
anche
pubblica sicurezza,
il servizio, sempre
cosa
di
fatto
aveva
giato
man-
l'oro
dodici,a dodici: egli era
qualche
cercava
che
economia,
zitella. Insieme
da
la biancheria
le
qualche piccola industriola,con
su
sei,settecento
sempre
e
rimasto
tando
borbot-
protestando
meglio,
ma
poi
che
attaccato
tunica, al bottone, al berretto, alle passeggiate
in
una
non
alla
moglie, promettendole di dar le dimissioni,
di metter
alla
solo
sposata
due, col passo
parola
Matilde
pronunziando
cadenzato,
ogni mezz'ora.
qualcuno,
E
Serao, Baccanti,
ogni
12
,
178
glielo diceva,
tanto
innocenti,
Ci
hai
su,
e
—
No
le
fece
guardò
voleva
elargiva
Francesco,
che
tornato
ella
Quando
accasciamento
il
suo
undici.
Alle
dalle
abbattuta
rimase
ma
sopra
dicendo
sul
una
mormo-
fosse
sedia,
di
minuto
ricominciò
alle
pronto: ed
era
pesi
in
che
un
le mani
con
il rosario:
da
un
pronto il pranzo
tutto
mise
qualche
Carlo.
com'era,
umile
scale, dai
petto, presa
San
dava
An-
tre : sarebbe
voleva
sola, ebbe
quattro
fatica,si
dalla
il saluto
andò,
ne
Se
innanzi
lavoro, perchè
padrone.
capo
alle
:
se
casa
soltanto:
dignità, fece
e
a
ogni tanto,
se,
guardia, lui,alle
di servizio
era
niente
scirocco, in quel giorno.
la
casa
a
parlare
guardò
Lo
tanto
con
osasse
miracolo,
tacchi
era
montar
a
cosa,
vi
che
e
portava
non
:
ira
come
molta
con
militare, girò sui
l'ando
tanta
con
paio di lire.
un
spallata.
una
quattrini?
nutrito
esser
dosi
levan-
Francesco,
dando
quasi
quattrini, egli
ma
1' a-
Francesco
il cinturino.
moglie
fai dei
ne
lo
la
chiedendosi
dolore,
disse
stringendosi
che
Quella
lira?—
una
—
E
—
e
altre
tante
come
V altro
o
dosi
essen-
piantata.
vrebbe
—
chiesa,
giorno
un
che
Tommasina:
a
alla
solo
sposata
di
SECCO
TERNO
e
un
aveva
angolo
sotto
tato,
por-
del
lotto,
sa-
il grembiule,
sonnecchiava,
gran
ella,
col
torpore. Ma
TERNO
alle
cinque
quarto, Carminiello,
un
dell'Aiuto
Madonna
portava
sul
risuonavano
Maggiore,
dalla
di
era
allora
nei
nelle
bassi.
e
a
il
gridare
—
che
Giovanni
silenzio
novanta!
—
rantadue!
qua-
—
la
portoni, nelle botteghe,
moglie
prima
del
chiere
parruc-
spalancare
a
la finestra
:
la
tre
uscito
è
ritto
—
parve
?
sugli zoccoh,
un
po'
sciato
rove-
gola gonfia, gridò:
novanta
—
—
quarantadue
ottantaquattro.
Ora
tutte
si
le
si
case
spalancavano,
sulle
soghe
in sottana
in
nei
che
monello,
Dodici
San
immediatamente,
Sofia, la
Donna
il torace,
—
minuti
piantato sull'angolo
e
tre!
—
case,
Carminio,
—
dieci
di
legno,
le carrozze,
e
eretto, fra il gran
fermento,
Rigilio, fu
E
strada
di
ottantaquattro!
un
nascesse
zoccoli
Dopo
ritorno;
dodici!
uscito
—
E
si
strillò:
pomeridiano,
È
Casamarte
la scuderia
piazza, col capo
della
—
i suoi
e
selciato.
scomparso
era
:
lavare
per
di stalla
mozzo
di
monel-
un
palazzo Ricciardi, in piazza
dal
parti, correndo,
che
marchesa
della
coccliiere
da
facea
anni, che
di otto
luccio
al
e
179
SECCO
e
animavano,
tutte
delle
le
tutte
bottegaie comparivano
botteghe,
tutte
giacchetta di mussola
pianelle, ricomparivano
ai
le finestre
le portinaie,
bianca,
portoni, curiose,
180
TERSO
coi
abbaino
un
fianchi,
sui
pugni
tutt'arruffata
si
in aria. E
desta, gridò
da
Santoro,
come
sonno,
di' un'altra
Carminiè,
—
dal
ancora
che
la faccia
con
il portone, Gelsomina
sopra
biondo
SECCO
lino
uccel-
un
:
volta
che
è uscito
l'estrazi
al-
?
Alla
Carmini
voce,
i
prendere
elio
era
di
che
sabato
sabato
la
sapienti, per
Maggiore,
eccezionale.
a
alla Rotonda,
con
che
pause
l'estrazione,
altrettanti
come
quella
intese
E
volta, disse
terza
le sillabe
gittandone
ogni
si estraevano,
Giovanni
San
un
andava
dove
numeri,
presso
quello
tutti,all' emozione
di
curiosità
squilli di
tromba.
Dodici
—
ire
—
novanta
—
quarantadue
—
ottantaquattro.
—
fu
Vi
come
fioca, quella
voce
botteguccia,
sua
silenzio
un
—
—
Carminiè,
dovere
di
palazzo
Casamarte.
francese
bina,
braccio.
è
—
al ragazzo:
uscito, novanta
rispose quello,
Ricciardi, per
In
mezzo
a
quel
se
e
ne
portandosi
la
?
fatto il suo
scappò
l'ultimo
della
colpo
silenzio
la
ambedue:
di
di
signora
via Donnal-
figliola Caterina
stanche,
nel
marchesa
all'angolo della
comparve
Brano
dare
aperta
carrozza
una
il ciabattino, dalla
pubblico banditore,
alia
spugna
domandò
eletto
Terzo
di Totonno
come
solo
universale:
sotto
la
il
signora
TEBNO
delle
troppo
quel
po' di
lezioni
di star
di
scuola, dove
una
po'
un
di
percalla
la
il
e
se
nella
stanchezza
casa,
per
in
po'
un
e
prender
scale, pronunziando
più volte,col
porta
indietro.
cibo,
di casa,
aprire
po' confusa,
Ma
in due
che
tavola
solidissimo
nel
poiché
la
la
avendo
Ella
le
la
pronto:
a
e
in
venne
lasciato
ancora
di dire
padrone,
vista.
sua
mente,
silenziosa-
mangiare,
sulla
salotto. Parlavano
fanciulla
e
le
immersa
sentiva.
detto
appetito
senza
sando
parola, bus-
breve
si misero
cosi
a
mento,
raccogli-
riconoscendo
annebbiava
donne
rotonda,
pochissimo:
un
non
minuti, tuttofa
le due
tornare
dell'ombrellino, alla
manico
ad
sonno
di
faticosamente
qualche
non
erano,
come
attraversarono
salirono
torpore,
pel
di traverso,
dell'estrazione,
e
derni,
qua-
mente,
disordinata-
poiché Tommasina,
rosario, quasi
mediocre,
di universale
profondo
il
nava
trasci-
libri,i
Assorte
esse
un
un
peramento
tem-
cadere, portava
desiderio
l'annunzio
di nulla:
accorgersi
i
moschettiera,
quel momento
dopo
assai
compassi,
nel
stanza
la madre
lì li per
alla
nella
ore,
Talché
fossero
figliuola
troppo robusto
suo
dei
sciupava
la
:
figliuola teneva
bianco
il cappello
piazza
la
: e
come
tante
ombrellino
suo
scatoletta
il colletto
il
deprimeva.
si
restava
le
chiusa, per
stanca
le si
cui
in
date,
che
fiato
181
SECCO
aveva
mangiava
sempre
presto pre-
182
TERNO
sto
assai
e
presto
due
tavola
l'acqua.
esile
quel
beveva:
non
la tosse.
quinangelo
Si
udiva,
gran
al
grande
è
po'
di
finito di
la
scolare,
alla
di
del
di
professore
l'idea
delle
vacanze
del
avrebbe
tardi, ogni mattina,
poter andare
facea
ogni
promettere
non
sera
clie la
e
vano
apri-
piazza,
parlavano
la
alla
lezioni
capricci
E
del
nota
parola
si
leggere
contando
rac-
sore
profescattivo
costante
della
ciulla,
fane
poter levarsi
che
Villa.
madre
dri,
ma-
approssimava
avute:
alla
che
delle
figliuola
una
nella
luglio che
che
si
Ja-
abituate
burbero
di letteratura.
allegrezza dominava
palazzo
vi ponevano
non
:
e
le stizziva
aspro,
mellilluo, ma
l'umor
aritmetica,
i
l'umor
madre
mano
il vino
delle
servitori
dei
per
raccontando
dava,
le insolenze
la
erano
e
madre
scolastici
delle
con
pranzare
figliuola gli episodii
le bizze
solo
porte che
donne
cina,
cu-
messo
udiva, nella
napoletano,
loro, adesso;
in
uno
nel
vero,
le due
chiasso
Avevano
mente.
e
un
si
ma
tavola,
a
guardava
rumore
gran
un
vocio,
un
vino
Marano
si chiudevano:
e
fra
pel
il bicchiere,
bianca
e
piena
le forchette
signora, tenendo
la
Ma
Tutta
pulite,avendo
sempre
bicchieri
fermava,
serviva
sciacquare
a
fossero
perchè
a
Tommasina
di sonno,
facendo
intenerita.
mangiare,
guardandola
ancora
ogni tanto, si
madre,
la
:
SECCO
E
romanzi,
si
mentre
l'avrebbe
con-
184
TERNO
vinto
avete
ve
abitare
lei
forte, vuol
in
deve
è
ora
è
somma
ad
andate,
ne
loca, perchè
si
la
se
rimanete
se
Se
: e
SECCO
questa
mettere
casa.
il
subito
di
buono
tempo
ancora
pere
sa-
affitto.
madre
La
figliasi guardavano
la
e
gliate.
meravi-
Concettina, spiegati meglio, perchè
—
ti
non
capisce.
Si
—
ha
ha
che
Ed
—
dato
anche
come
ridendo
che
tutti
e
di
signora fattasi
bucato.
sapete'.
lo
non
la tabella.
tre, sopra
la
sapere
lo sapevo....
non
dopo l'altro,
signora mia,
Uno
—
la
disse
—
Concettella.
Veramente....
—
domandò
cencio
un
vedere
Fate
noi.
a
—
cuscino,
il vostro
sotto
che
quello
di stamattina,
trovato
è uscito?
bianca
—
del terno
tratta
Tommasina
e
mamma
Ora,
la
risposta, per
è
se
mia
uscito?
è
bellezza,
una
lecito,vorrei
padrona,
a
posito
pro-
dell'appartamento.
Dirai
—
ho
non
—
Gesù!
gettata
—
la
a
L'ho
la signora.
Luisa
Donna
giuocato
disse
—
a
il
bigliettoe
signora,
—
mare!
strillò
E
Jaquinangelo
ho
non
Concettella.
come,
dimenticato,
non
—
io
niente
dolcezza.
molta
con
vinto
che
—
Buona
l'avete
continuò
sorte
giuocato I
dolcemente
TERNO
Come
—
può
uno
accade
Tutto
i numeri?
scordare
chiese
—
Concettella.
ingenuamente
—
185
SECCO
mormorò
—
la
bassa
voce
a
signora.
Tommasina
E
—
ci è? Neanclie
non
lei ha
cato
gio-
?
È
—
andata
a
qualche
vinto
la
che
donna
debbo
Luisa,
di
disporre
la
dire
e
cemente
dol-
soggiunse
—
ha
che
che
ora
qua?
restate
ha
vinto
Gli
è
il terno, vorrà
l'appartamento....
tutto
Quanto
—
riamo
spe-
giuocato
abbia
,
di grosso
cosa
ma
signora.
Sicché
—
che
diavola
povera
,
il caffè:
comperare
vinto?
chiese,
—
con
sforzo
uno
signora.
Centomila
—
tu?
E
—
lire.
Duemila:
—
altri
avevo
non
soldi
da
giuo-
,
care.
Bene
—
signora
disse
—
dille
—
lo
me
che
se
faccia
morirei,
se
si tirò
figlia,che
parola,
e
ma
la
mi
la
non
era
vide
le
ce
ne
porta dietro.
una
In
andremo.
i numeri!
di
cosa
quel
pronunziata
scomposta
di
Io
queste.
la
momento
una
neppure
pallida e tremante, guardò
cosi
la
tamento,
l'appar-
tutto
serve
dimenticarsi
accadesse
aveva
più penosamente
sapere,
Sissignore; Gesù,
—
E
sempre
volto
la
dre
ma-
cosi
,
li-
186
SECCO
TERNO
Vida, che
al
diede
Con
mamma,
sui
capelli della
stretto
sul
petto, la madre
profondamente,
cupo,
il
tentò
le braccia
tentava,
della
più forte,più forte,come
esalare
l'ultimo
volte
Due
della
voltò
aprire
da
chi
Scusate,
—
madre
la
lo
che
stringevano
quella testa di figlia
respiro.
alla
vi
disse
—
la faccia
con
scorgere
volta
porta.
braccia
Le
.s'indebolirono, si schiusero.
ad
Va
cata
soffo-
il capo,
desolata, le impedisse di
bussarono
madre
—
fanciulla
La
ogni
ma
se
petto di madre
suo
tale un'emozione
di levare
,
sussulto
un
le si spezzasse.
cuore
quell'abbi'accio
da
singhiozzava
con
da
scossa
paio di volte
un
figlia,tenendone
rumore,
senza
lagrime,
senza
parea
sul
le braccia
mamma....
la bocca
il capo
che
grido, buttandole
un
collo:
Oh
—
in
alla
figliuola,
l'ombra,
verso
non
per
e
si
farsi
entrava.
è
Tommasina?
disse
—
riangela,
Ma-
entrando.
No:
—
la
Noi
il
andata
Ah!
volevo
stasera
prendere
salutarla....
partiamo,
contino, per
un'ora
a
il caffè
disse
—
macchinalmente.
ragazza
—
e
è
fa?
succede
signore
si
può
darle
marchesa,
Parigi. Chi
Mah!
non
,
la
e
il marchese,
lo avrebbe
mie,
tutto
immaginare.
cosa.
una
creduto
quel
che
Stamattina
TERNO
al Monte
di
Pietà;
Anche
—
dal
voi,
pensare
dovuto
Portavo
al Monte
mi
frullavano
ad
altro.
al lotto. E
poiché
impegnano
del
pegno
ho
visto
è
piangere:
buona,
un
cosa
ha
e
Che
cani
si è
non
detto
serviva
altre
—
e
senza
e
gnora
sila
Quando
messa
hanno
fatto
I
Basta,
stava
trattenere, è tanto
subito
si è dovuto
pensato
dire
disgraziatamente,
di lui
tanta
set-
la
per
questi signori
potuta
navo
Tor-
impegnare
giuocate.
tutto, hanno
marchese,
lui è il padrone,
che
lire
e
e
fare?
l'estrazione, la signora
viaggetto
al
somma
avute
il marito
venuto
è uscita
contino
venti
le ho
e
ho
assai
quei pochi quattrini, si è
lite terribile.
quando
e
per
quelli che
d'
pensato
levato
me
dato
la
quello
di
ho
per
hanno
tutti. Come
per
allora
ho
così
due
signora ha
fare
meri:
nu-
potevo
non
la folla di
la metà
con
la cartella
e
col
i
dato
diminuiscono
Monte,
pochi
casa
lire:
la
al
marchesa:
anche
una
ha
e
quello
Pietà, quanto
mi
vedono
come
restano
ne
a
a
io
vinto
aspettare! Di sabato, tutti impegnano
poco,
alla
di
Monte
la signora,
di Pietà
la testa,
per
Al
ho
che
mi
gone-letto.
va-
tramutata.
voce
Tommasina
poter giuocare
ce
una
dire
spillone, quando
e
con
domandò
—
proprio
la marchesa.
non
vinto?
angolo,
suo
col
partiamo
stasera
avete
Già, si può
—
SECCO
non
si
di
anche
perché
parte. Ba-
188
TERSO
sta, scusate,
venuta
ero
vi
se
Tommasina,
a
la
Io
viene
vorrei
andandosene
ha
la
col
del
viaggio
tutto?
la strada
vincita
Gliela
disse
—
i
marito
tutto, salvo
a
gli dirà
che
come
fra
Monte,
che
quel
cone
bric-
poco
:
la spesa
pagare
ha
impegnato
prendere
vorrei
non
che
e
chesa
mar-
Ora
brillanti.
suoi
la
farà
come
sapere
al
,
del
e
Mariangela,
continuò
—
vorrei
Basta,
gliele darò
caffè
sapere
prenderà
si
padrona
le merita.
giusti,se
dispegnare
detto
della
trasognata.
—
a
regalo
lire di
cento
ma
viene?
dare, quando
fanciulla,come
—
queste
mie, siamo
Quando
—
chiacchiere:
con
settantacinque
venticinque
volete
trattengo
portare
a
SECCO
di
buona
nuovo
sera,
gnore
si-
mie.
Buona
—
sera.
figliuola andò
La
stettero
tacite
Quanto
—
sedersi
qualche
per
ritarda
vorresti
Tu
—
a
il
la
presso
madre,
tempo.
Tommasina
—
mormorò
caffè, piccola?
—
terina.
Ca-
chiese
la
madre.
—
—
del
—
No,
non
L'avranno
terno.
È
vero.
Bussarono.
per
il caffè:
trattenuta
ma
in
perchè
istrada
ritarda!
a
parlare
lei?
Sarà
—
ha
No,
—
E allora
la
Fuori
involto
grosso
Scusate,
sotto
uscita
caffè
e
venivo
dentro
ero
la
Ora
di
la
angolo
Già
—
lo
Zi
qui. Sarà
bottega
—
terno,
non
per
il terno.
sciancato
che
Domenico
del
mia,
certo
se
no
mio
io
innamorato.
derico.
Fe-
soggiunse
con
restando
è vero?
la
disse
—
la
sione
esplo-
una
fuori
E
che
pensare
che
porta.
dal
suo
il cervello
zi Domenico
lustra
le
anche
mi
ha
Peppino
lui. Ora
salute,
e
già
Ma
noi
lui
stravolto
ci
io ?
a
signore
stati
saranno
santi, ed
va
e
,
prestato Peppino
fa i
scarpe,
Federico
giocassimo
i numeri.
cugino:
tarello
non
passata, mentre
mio
quello
lo
ha
soldi che
cinque
È
—
comprare
,
per
rossendo.
ar-
signora, dolcemente.
voleva
mie,
ciulla
fan-
disse
Caterina.
per
vista, signorina
,
non
mezza,
lo sposo
il
la
—
chiese
—
gioia, sempre
Per
—
un
ritornata.
cercarla
a
con
Vedendo
di Tommasina
più
l'ho
Non
—
è
non
toro,
San-
po' intimidita.
un
e
la
aprire, per
Gelsonnina
era
il braccio.
cercavo
un'ora
da
ad
palazzo Ricciardi,
del
l'avete vista?
Non
—
vi
porta
indietreggiò,
—
si decise
la fanciulla
portinaia
la
Caterina.
chiave.
la
volta.
terza
disse
—
18"
SECCO
TERNO
è
un
Ascione
po' san-
Pagliano,
sposiamo.
quei
Sapete
a
rarsi
cu-
che
190
TERNO
hanno
non
voluto
SECCO
darci
i danari
al banco
del
,
lotto
quando
,
che
non
non
Cile
se
Di
—
la
fare
la
faccia
mia.
Ma
il bambino
avere
i denari
ci dà
non
altro
avevo
e
altro. Buona
—
Ma
che
veda
a
scale
—
scale
alla
il Governo
che
non
volontà, niente
passeggio:
Scognamiglio,
in
la
avete
e
il giudice
incontrato
lo sciancato
sua.
—
gobbo
si
Sco-
figliuolanza,che
avevano
vinto?
terina
Ca-
e
la serva,
tornare
sua
scherzando,
vita
parlottare;
un
di veder
tutta
con
Ebbene,
udiva
si
ringhiera. Era
zi Domenico
mai
E
signorine.
impaziente
gnamiglio,
deve
piacere.
Ditele
la buona
io ho
che
poiché
lunedi.
sare.
spo-
la vuole:
,
,
cevo
fa-
sera.
nelle
affacciò
si deve
le farà
poco
che
sera,
Buona
sé, se
altro, oggi
avevo
non
Caterina.
Tommasina,
fra
porta.
all'uncinetto, che
da
a
la
presso
domandò
—
,
,
fanciulla.
l'ortolana, che
la
se
Toramasina?
sedia
una
di stelle
Nannina,
Ora,
poi
si tratta?
coperta
per
sarà
ripetette la
sopra
tornassimo
lunedi, il Governo
dove
—
l'involto
che
È
—
io ?
e
troppe vincite,
che
,
Andremo
Ma
sarà?
Depose
denari
più
fugge.
ne
Federico
pagate
avevano
importa!
Dove
—
che
avevano
lunedi.
andati
,
detto
Hanno
da
ci siamo
—
che
egli che
Quanto
non
avete
le
per
veniva
gli chiese
dava
an-
su.
il giudice
zava
schervinto?
192
TERNO
La
fanciulla,un
chiuse
la
SECCO
po' sgomenta,
lo sciancato
mentre
porta,
rientrò
in casa,
se
ne
dava
an-
vacillando.
—
Quanta
vinto!
mormorò
—
la
macchinalmente.
signora
—
avrà
gente
vinto
Hanno
tutti,tutti
rispose la fanciulla
—
desolatamente.
annottava.
Tacquero:
le scale
Per
Jaquinangelo,
continuava
delle
porte;
il vocio
nella
piazza dell'Aiuto, in quella
che
maggio,
terzo
vi
le
i
carezzava
piccola tovaglia
brillò
madre
—
—
Non
devi
alla
in
e
portarono
i
mente,
Macchinal-
il lume.
tutto
.portò
nel
salotto:
la
in
raccolse
la
Il'lume
rotonda.
le lezioni!
sul
la tavola
signora, placidament
cucina.
alla tavola
figlia, sedendosi
il piccolo
presero
piattisporchi,
imparare
Ah, è domenica!
quartierino, al
accendiamo
mezzo
È domenica,
di
Caterina.
sparecchiata,
mezzo
raccolse
—
folti di
in cucina,
lo
lieta serata
esili e bianche, la signora
scuro,
petrolio e
nel
continuava
silenzio.
gran
un
ambedue
restava
acceso
Solo
mani
sue
è
Mamma,
a
era
capelli
Andarono
lume
il tramestio
e
palazzo
il chiudere
l'aprire e
cominciava.
piano,
con
—
e
del
—
divano
chiese
di
la
nova.
Ge-
domani.
—
ripetette la signora
chinalmente.
mac-
TERNO
silenzio
Di nuovo,
prima
Ma
morio,
picciolo mor-
un
come
fruscio.
un
stinto
venire, indi-
a
vi
Non
posero
,
assorte
mente,
grande.
cucina, cominciava
dalla
,
193
SECCO
in
ognuna
pensieri. Una
chiave
girò nella toppa.
Ah,
—
Non
di
Tommasina!
ecco
Tommasina,
era
in
mano
—
sera
Buona
sera,
a
Eccomi
San
la
quietamente
restava
estatica
Io
Carlo, dopo
aver
signora,
di
certa
qualche
appena
vediamo
correre,
Che
raguso.
grido.
Come
una
compagno,
si possono
naturali.
Tommasina
dannata.
Aveva
Matilde
Mia
Ga-
moglie, per
che
cose
come
saputo la notizia
Serao, Racconti.
biamo
dob,
dire,perchè
strillava
ho
e
dovere, poiché
col
accorso
vedo, signora mia!
signorina
bronzo
riunite
sono
è
fermarsi
quattro persone
terra, coi dolori del parto. Sono
a
il Governo
di
è di
cone,
boc-
un
visto
gente, all'angolo dei Cavalli
inteso
nanzi
guardia, in-
mangiato
ho
tre
men-
guardarlo.
a
stava
porcheria. Quando
vera
il cinturino
n'è di Tommasina"?
Che
qui, poiché quello che ci dà
una
piantò,
questi signori.
servirvi.
a
Si
giubba, strinse
Francesco.
domandò
la fanciulla
bianco.
dignitosamente:
Buona
—
—
tenuta, corretto, portando
cartoccetto
un
disse
e
—
in
il berretto, tirò la
si cavò
Francesco, guardia
era
pubblica sicurezza,
gridò la fanciulla.
—
del
innanzi
sono
cose
un'anima
terno
13
che
J94
TEENO
di caffè
soldi
tre
sconquassata
poco
strada, dopo
come
era
era
corsa
notizia.
la
per
Un
poco
in
sulle
braccia,
la
per
Bene;
di
terla
met-
requisita e
le scale:
ho
via,
dai dolori.
ho
combinazione
questa
data
che
per
doveva
perchè
tutto. Ilo dovuto
carrozzella
una
per
,
l'impressione,
per
poco
strillando, mi ha raccontato
tutta
e
Carlo
San
afferrata
il giorno, è stata
venire
dovere,
suo
un
corsa,
comprato
aver
verso
,
la gran
darmi
un
la
vinto, per
aveva
SECCO
fortuna, che
per
donna
una
potuto
tarla
por-
toriente
paril
abbandonare
posto.
L'avete
—
—
Domando
casa?
a
A
perdono.
ho
Io
che
portata
da
fare
responsabilità
chi
casa
il dover
mio
sulle
abbiamo
poteva
e
sa
sisterla?
as-
il cielo
spalle!
L' iio
portata all'ospedale....
—
....
Tommasina!
0
povera
a
pagamento!
Là
trova
quando
il ragazzo,
niente;
terno,
—
femmine
ciò
ma
Quanto
la
strillano.
abbiamo
non
è falsa.
si farà
ha
signora.
esatto
Non
Caterina.
chirurghi,
pannolini,
Essa
le
non
Ma,
—
è
ci è
già,
mancherà
ancora
i denari
chiese
mente
premurosa-
lunedì.
vinto?
per
dell'ospedale
Strillava, soltanto.
scontenta.
le
i
Quella
nasce.
un'idea, signori miei, che
tutte
medici,
levatrici,brodo, anche
medicine,
andata
gridò
—
del
Poco
—
fece
—
195
SECCO
TERNO
l'altro
con
moto
un
zante
sprez-
,
delle
labbra.
lire.
donna
è. Se
si
da
da
si fai
perchè
E
che
Che
se
E
da
ne
raccontava
somma
faceva
dei
la
meri,
nu-
lora
tutto, al-
giocata
una
io ho
corpo,
non
nere,
rima-
da
serve
niente.
a
quattrini, Tommasina?
donna
sta, adesso?
come
i
millecinquecento
Con
nel
Sempre
fare:
il
insieme
donne.
sempre
trovato
aveva
mi
e
questa
ci volete
—
me
non
e
lire,che
quando
combinare
poteva
uomini
Signori miei, la donna
essa,
veniva
cinquecento
giocato sei soldi: mille-
Ha
—
donna
sempre
la
soggiunse
—
è.
signora,
pietosamente.
stare
Per
—
bene,
primo
figlio.Bene
Pure,
in
qui
e
agli strilli,essa
la
poiché
che
la
servirla
per
,
che
sempre
più
la
donna
al
Anche
portati
Mi
consegna.
tanto
cambiato
stato,
che
in
di
più degna
essere
pure
ha
tenta,
con-
bene, massime
Che
sta
ho
dava,
raccoman-
qualche
male.
testa
avuto
contenta,
ha
mani.
le si
,
di morire.
tornare
non
l'avvenire
le facessero
quando
di
le volessero
assai
alla
signora
sua
ha
caffè, che
tanto
era
sapendo
anche
sentiva
di
chiave, obbediente
detto, che
anche
soldi
tre
questi
È gracile. È
bene.
sta in buone
sta. Ma
non
mezzo
di darmi
sta
non
notte
sta-
preghiera, perchè
si
volete, signori miei
,
quello stato, le pare
sapendo
di
non
dover
servizio, poiché la signora, certo.
196
TERNO
voluta
bene,
Sta
stato.
tacere
vero?
è
non
il
vedete?
disse
lo
non
Caterina.
bisogna
permette;
Domani.
regolamento.
Speriamo.
questa
coperta
far
ancora
a
nulla....
importa
Andrò
a
....
Ed
ecco
prese
non
posso
tando
vol-
Francesco,
si vedrà
—
con
atto
poi.
terminò
—
—
Buona
delicatamente
la carta
da
cento
Francesco
a
sera
gnori.
questi si-
il berretto
e
la
gendo
spin-
sulla
coperta
usci.
Cosi, le donne
di
trovarla, all'ospedale.
il cartoccetto.
zazzera,
..
parte.
fece
—
il caffè
S'impett), mise
Io.
e
Gelso-
soggiunse, esitando,
—
dignitoso disinteresse,
—
cento
Casamarte
le manda
piacere.
dall'altra
la faccia
Non
che
uncinetto
le faranno
Santoro:
di
la marchesa
le manda
lire che
muova,
com-
bene, qualunque
la
—
si
non
Speriamo, poveretta: portatele queste
mina
non
sempre
la fece
sempre
Voi, quando
regolamento
rispettare
—
che
le volevano
ditele,che
le vogliamo
Stasera,
Il
—
dire
per
la madre
ma
bene, Francesco,
lo
sia
—
esser
gesto immediato:
noi
—
gridare,
stato, che
Tommasina;
a
un
—
li lì per
era
cambiato
avevano
—
di
bene.
Caterina
con
si raccomanda
progetti, èssa
altri
tiene
SECCO
rimasero
solissime,
nel
quar-
e
TERNO
tierino.
alla
senza
la madre
mentre
a
via, forse,
questo,
tutto
le mani
dide
can-
gli occhi
socchiudeva
e
alla
serva,
,
dormire.
madre
Madre,
—
pensava
andar
incrociato
aveva
volesse
se
una
senza
pensava
ginocchia
sulle
ragazza
dovuto
Confusamente
poco.
come
soldo,
un
avrebbero
donde
fra
la
piedi, immobile,
In
casa
casa
19/
SECCO
disse
—
dosi
fanciulla, seden-
la
vicino.
è, piccola?
Che
—
Dimmi
—
—
—
una
cosa.
Che
cosa?
Hai
proprio dimenticato,
di
quel biglietto?
giocare
dimenticato
—
rispose fiocamente.
—
....
tu
Mamma,
—
dimenticato
cato
dimenti-
proprio
dici
non
la
bugia, mai.
denaro?
avevi
non
o
mai
Hai
verità,
La
mamma.
....
Come,
—
l'hai
La
—
non
ai
i miei
cartoncini
Non
ti ho
chiesto
di
disegno
e
me
data!
madre
avevi
che
disse
fece
piedi
la
che
quella
Ma
di' la
quella, mamma,
e
l'hai
me
la mamma,
atto.
,
rispose.
non
avevi
Non
Nulla
non
denaro?
avevi
non
lira per
una
denaro.
avevo
non
—
non
come
figliuola
,
con
data?
proferì parola,
straccio
uno
le
verità,
braccia
le cadde
aperte
,
198
TERNO
battendo
la
sulle
testa
SECCO
ginocchia
dando;
gri-
materne
,
—
E
—
Perdono,
fiocamente
Piccola,
perdono,
mamma,
la
piccola
madre
diceva:
figlia....
mamma!
Il
la
professore
Alessandro
mattinale
sua
ginnasiale
del
lezione
Barracaracciolo,
anemica
e
se
ne
della
simo.
dai
nero
:
Ritto
presso
persona
testa
de
dal
Perula
viso
di
far la calza.
di
quercia
con
di
tavolone,
a
bassa
le
magre
giallastro,il professor
lentamente
il
Ma
mentre
passava
voce
dita
la
la
torta
con-
grossa
Alessandro
registro
Barbarella, la custode,
largo
tenuis-
chinando
chinando
rachitico
dal
e
biondo
un
cheggia
fian-
che
anticamera
salutato
capelli
il
archi,
grande
lisciando
lida
pal-
una
gnato
riaccompa-
aveva
ad
terza
Alfonsina
guardia,
alla
aveva
i
nella
,
firmava
mentre
a
ivi lo
sottile
mano
di
finito
aveva
educandato.
banchi
andata,
era
storia,
corridoio
il giardino, sino
tavolone
di
la maestra
lungo
conventuale,
Feruta
taciturna, lo
e
il
per
reale
primo
de
di presenza,
continuava
la carta
rossa
202
TRENTA
asciugante
sulla
la maestra
ridente,
e
colorite
dal
CESTO
Clorinda
dalle
Fasulo,
grosse
di lana
vestito
crepitasse,
spalle rotonde,
delle
delle
rotonde
braccia
ella, allegramente
Volentieri
—
il
disse
piccolo
mento
ogni movi-
a
movimento
ogni
trattenervi
quella
forte
favore.
un
nuto?
mi-
un
tosamente
rispet-
professore,
meschino
a
farmi
disse
—
lui,guardandola
e
che
tanto
in
grassezza.
la
Conoscete
Ruffo-Scilla?
banca
Nossignora,
—
con
lucide
pali.
potete
—
—
Dovreste
—
guancia
stretto
a
come
davanti
ammirazione
sona
gras-
professore, buongiorno
Buongiorno,
—
scarna
una
ogni minuto,
a
la
tracciata, sopraggiunse
,
parea
che
sgorbiata
aveva
dei lavori
alta
e
firma
cadaverica
mano
PER
sorriso
vago
un
la
non
conosco
non
—
—
lui,
disse
conosco
nessuna
banca.
sia
sulla
vostra
dovreste
strada.
mettere
Fasulo
ch'è
di Clorinda
È
una
libretto?
—
Due
mia
Ora,
sulla
lire
lire. Trecento
—
vi è l'indirizzo.
importa, qui
Non
—
sorella
e
a
se
Credo
vi dà
non
banca
queste
nome
di
che
dio,
fasticento
sette-
Elisabetta
quattrocento
a
nome
Fasulo.
cassa
di
riparmio?
Debbo
avere
un
libretti?
No, professore. Margherita
Lombardi,
che
PER
TRENTA
ci ha
lire,due
centocinquanta
messo
semphce
avuto
una
della
banca
Teresina
ricevuta,
cinque
e
Wi
CENTO
Farnese
sei
o
nostra
ma
firme.
dal
mese,
la
Cosi
anche
mena
Filo-
così
delle
maestra
semplice
una
timbro
,
Scognamiglio
ricevuta,
fa, ha
col
economa
,
Una
mesi
ricevuta.
si hanno
deposito,
dodici
piccole.
In
al
capo
lire sopra
cento.
Dodici
—
lire sopra
mese?
ogni
cento
fece
—
lui, sgomentato.
Già, dodici
—
lire
facendosi
lei ridendo
disse
—
più
rossa
e
rosamente,
clamo-
più lucida
per
la risata.
mi
Non
—
Margherita
—
Filomena
È
mormorò
—
le hanno
Clorinda
imbroglio,
un
mai
ad
Farnese
avute,
e
disse
—
Fasulo.
allora
,
timidamente
pronunziava
egli soggiunse.
—
Teresina
Lombardi,
Scognamiglio
trionfalmente
—
possibile,
pare
il
alta
Fasulo
signorina
professore
che
voce
opinione
una
non
recisa.
che!
Ma
—
ha
—
Ma
come
Ruffo
qui
Scilla
dentro
un
delle
dare
può
è
un
signore, ò
un
lantuomo,
ga-
nipoti.
interesse
cosi
voloso
fa-
ì
Clorinda
guardandosi
Fasulo
tacque
per
un
attorno, disse
quasi
de
Feruta
professore Alessandro
momento,
all'orecchio
:
poi
del
204
Ah!
—
Perctiè
questa
Peccato!
a
Ci
di domenica
deve
essere
chi
ci abbiamo
le
messo
anni; capite, che
che
abbiamo
una
che
profìtti!Noi
non
le
e
mia
folla,
gran
economie
nostre
di mesata
è chiusa.
banca
sempre
le trenta
con
da
,
la
volete
domenica
di
sempre
e
banca:
questa
portate voi, signorina Fasulo?
li
usciamo
casa,
rigida di equità, egli
prova:
non
Perchè
—
coscienza
sua
un'ultima
tentò
sono
quello, profondamente.
fece
—
nella
Pure
Rothschild:
con
Rotlischild.
di
denari
—
fa affari
Ruffo-Scilla
—
CEKTO
PER
TRENTA
di
da
fare
sorella
io
e
—
servirò,
Vi
preferito
veder
tirvene, può
—
Quando
ammiccando
fare
di
Vi
lana
voi
a
qualche
guaio.
ci è
persona
li,
quella
si
—
servirò,
amicizie
volendo,
può
avrei
al
a
pen-
..
disse
—
barone
ella,
di Rothschild
sii:uri.
stare
ripetè lui, infilando
—
ogni modo,
i
guanti
procurarsi
delle
nell'educandato.
Pure, passando
Barbarella
sebbene
il deposito. Potete
maliziosamente
e
—
Ruffo-Scilla?
succedere
lontano,
—
lui,
che
volete
Come
alla banca
disse
—
non
,
economia.
i denari
si mettano
non
lire
quaranta
,
ci è molto
due
la
la custode
grande
aveva
il professore Alessandro
il tormento
di
porta di quercia che
tutta
schiusa,
de
Peruta
quei quattrini che
aveva
sosa,
pen-
sentì
bito
su-
presi
TRENTA
da
Fasulo.
Clorinda
miserabile
scolari
lire al
arrivava
mese
madre
e
Non
aveva
era
un
incarncaio
un
due
scuole
combinare
viveva
,
Giffoni
mai
visto
e
paio
un
centosettanta
lui, a
a
sorella
sua
portate;
storia
con
a
cui
con
1 Non
professore
mai
dosso
ad-
,
titolare,che
un
portato
aveva
e
di
professore
neanche
di
possedute
mai
aveva
Quando
lire, il povero
settecento
le
205
CENTO
PER
Napoli
,
sua
nel Cilento.
Vallepiana,
settecento
il
lire
,
mobiliata,
che
e
e
povera
di gente
ricca.
i tre
professore
pelle nera
Mentre
se
un'enorme
più giallo nella cartapecora
voluto
quel
enorme:
al
della
ma
palazzo
Carità,
dove
tasca
del
chiuse
rubargliele
del
andare
denaro
non
le settecento
Fasulo.
sorelle
perderle, poteano
subito
dava,
an-
distanza
la
pensarci, ogni tanto, impallidiva, cioè
deporre
ne
di
dell'omnibus,
soldi
stavano
consumata,
t'anni. Avrebbe
Vittorio
portafoglio largo, sdrucito,
nel
lire delle
riati
Ca-
riunione
ogni momento
tastava
soprabito, dove
Corso
immensa
una
anche
il
Poteva
sul
fare
risparmiando
di
è
stanzuccia
una
quel palazzo
a
anche
piedi, dovendo
e
in
Concordia,
alla via
Emanuele,
a
viveva
corrisponde
che
gente
che
professore,
gramo
subito
Faucitano
a
risiedeva
alla
tempo
Toledo
,
la
solo
di tren-
banca,
gli dava
il
aveva
al
diventava
volto
suo
che
:
un
di
al
,
grande
stidio
favare
arri-
largo
banca
206
TRENTA
PER
Ruffo-Scilla; doveva
alle
alunne
in
da
la
teneva
libraio
in
Muratori,
Il libi'aio
con
di
vado
Ora
Antonio,
Don
—
come
a
Antonio
soggiunse
intendenze
il
frase
Voi
—
disse
il
Io
—
la
voce
—
non
era
domani
tre
o
un
questo
don
ogni
con
—
delle
che
borboniche,
nella
ore
altro
e
pensionato
immobile,
libri,
il
libreria
—
tiche
an-
sava
pas-
di don
cendo
silenzioso, di-
mezz'ora.
niente, don
Filippo?
—
insinuante.
voce
l'altro.
fece
—
Ma
pure,
malsicura.
Gaetanino
?
lire di
soggiungendo
metterci
può
ci mettete
Scommetto
ridendo
vestito
medico.
giovanotto,
vendo
chetti
pac-
ascoltava
biondo,
e
giovanotto,
Filippo Gambardella,
una
dei
Scavia,
alto
di finanze
due
sempre
spesso.
faceva
dello
nità
Tri-
storia,
faceva
mentre
vecchietto,
un
di
portarci cinquemila
celebre
un
via
eleganza:
disse
—
di
nome
prestito,
giovanotto
un
certa
una
—
un
grammatichette
parole
in
volume
prendere
entrò
quando
Gambardella,
Gambardella,
di
le
a
preso
perdere quei quattrini,
tasca, anche
scolastico
Maggiore,
del
di
sulla
mano
male,
Nor-
macchinalmente,
E
paura
lezione
sua
alla Scuola
corso,
del Gesù.
via
la
dare
prima
secondo
costante
una
dal
del
CENTO
vi
clie domani
Starace.
—
decidete,
Volete
che
—
disse
venga
208
TRESTA
verno;
e
—
tutti ci
giuocano,
Vorrei
tener
D' altronde
—
mormorò
il
fa denari
con
libraio,
osservò,
—
il
io !
inglesi
speculazioni
quella gente
—
nista.
pensio-
—
,
d'Inghilterra
pala.
la
Inglesi? Mi
osservò
—
denaro,
sono
,
—
CENTO
PER
detto
avevano
dubitando
che
eraRothschild
il
sempre,
professore de
Feruta.
Rothschild?
—
cavallo.
a
meglio, dunque:
Tanto
Vedete
che
stiamo
Ruffo-Scilla
questo
sa
fare....
Il
professore
il
che
pensionista
loro
a
si
le scale
in
in
era,
nero,
fine
di
chito.
arric-
umide
e
novembre.
Nervoso
temperamento
che
il
glio
portafo-
lire,gli pesasse
sul
petto,
un
avrebbe
che
che
prendeva
era
malamente
fatta
cosi
una
laborioso,
molto
sul
lezione
cosi
serio
retribuito.
di
pezzo
cattiva
per
scure,
le settecento
come
tale:
capi-
lentamente
sembrava
ora
un
il capitale della
malaticcio
suo
non
con
egli
tanto
Normale,
Scuola
quel
e
tre
men-
curioso
si sarebbe
salla
Feruta
difforme,
uomo
Certo
Ruffo-Scilla
mattina
quella
come
di
della
assai
era
possedesse
se
de
convinto,
rendita
una
con
professore
che
pensava
desse
pensione,
Il
andò, poco
ne
quest'ora,
a
sua
se
piombo.
di
storia,
coscienzioso,
quel
Nella
memente
enor-
suo
sala
incarico
della
Di-
TRENTA
rezione, umida,
sale, vide
zolo
il
della
col direttore
(^
magro,
anche
lì dentro
''
Passò
di
non
fra
le alunne
alla
mente
banco
che
e
un'allucinazione,
otto
nella
o
mattina
con
cortesia
sua
nervosità
fondo
di
che
non
che
dalle
nella
e
un
vedeva
?
case
alle
udito
e
ora
cedendo
alla
infermo:
Serao, EatcoHii.
quelle
chiacchiera
sapeva
popolane,
l'ora che
dire. Invano
silenzio,
fanciullo,poiché
ragazze
ragazze
poiché egli era
sofferente,non
era
di loro, in casa,
,
infelice
dacchia
ri-
riguardava
loro
arrabbiandosi
essere
da
,
quelle
si facesse
temevano,
quelle
Matilde
voce,
sotto-
il riso
che
cosa
certo, varie
indomite
come
malaticcio,
non
di
lo
buono
da
amato.
ponevano
reprimere
agitava
e,
ora
,
erano
non
né
letti,
sorridendo,
qualche
egli pregava
Egli
fermarsi, poiché
strada, )ielle visite,avevano
ragazze
nome
quei discorsetti
in
esterne, venivano
della
il
o
scoglio fatale?
ricercato,
erano
Ruffo-Scilla
Erano
sibilare
uno
distratte
cercando
la banca
fissazione
lezione, in quei bigliettinipassati
banco
a
mente
viva-
prete lungo
un
una
senza
né
essere
un'allucinazione, o
Era
ma
di
nome
avanti, salutando,
sapeva
Era
inteso
aveva
preton-
parlottare
,
Scuola,
piemontese.
^^^Scilla,il pericoloso
le altre
come
di letteratura, un
piccolo
e
grasso
lungo,
polverosa,
e
scura
professore
barese
CENTO
PER
la lezione
in
e
nervoso
timido
farsi
,
e
tare
rispet-
impertinenti.
finisse, per
14
210
TRENTA
andarsene,
la
turbavano
mai
aveva
Ah
fu
rigidità di
che
mancato,
non
far
non
atto.
trans-
mai
aveva
in
chiasso
le undici
coro,
multuosam
tualtro
un
con
:
rivederla, professore
A
—
che
suonarono
salutando
pretesto per
avventura
alzarsi, si alzarono
fanciulle, vedendolo
le
cui
,
coscienza
felice,quando
ben
la
banca
equivoca
una
per
Fasulo, per
sorelle
quella
finanziaria, la cui
audacia
e
di
più parlare
udire
non
delle
denaro
depositare quel
palazzo Faucitano,
al
correre
per
CENTD
PKB
! A
rivederla,
fessore
pro-
!
Ora
da
correva
quel portafoglio
da
del
bella
e
la
per
fra
via, sentendosi
cortile, nel
scala
lo
dieci
minuti
sentendosi
nero,
denaro
quel
avrebbe
giunto
Era
sarebbe
liberato
fare
potuto
Nazionale
per
storia,
lavoro
altre
ne
persone
incontrò
polatissima:
era
in
da
due
parti
a
sua
difficile
duro,
e
vita di scienziato.
salivano,
che
una
scendevano.
un
una
gran
e
da
in
La
salone
grande
la
porto:
quel
mento
tor-
alla
studiare
della
critica
che
lungo
Ma
vide
lui, le scale:
con
piezza
am-
passeggiata
una
Biblioteca
sua
L'
,
poi andare
l'ideale della
seguitato
per-
Faucitano
palazzo
tranquillamente, per
un
come
malaugurato.
rincorarono.
,
opprimere
e
banca
era
lungo,
divisione
di
era
che
altre
po-
diviso
legno
,
TRENTA
quale
nella
biondo,
acero,
Vi
degli impiegati.
depositi
tre
e
si
ma
la
dei
depositi,
gente
persone
sala
al
frangia,
di
fattorini
tre
parte della
La
grossi fiocchi.
a
il
denaro,
a
fascetti
E
la
fossero
pacchetti
a
uscite
per
allora
unte
vree
li-
l'uno
sulle
alcune
da
nuove
come
levato
de
professor
:
mattino,
mani.
che
gli sembrava
allargasse
si
sempre
Quella
cantuccio,
ore
nendo
alzate, te-
alto.
minuto
un
passavano,
folla
si voltò
lo
un
si
estendesse,
movimento
spaventava:
verso
isolato,
passavano,
sviluppasse,
con
di sgomento
fatto
un
parso
più,
sate
pas-
si vedevano
Non
braccia
ebbe
gli era
le
come
in
Feruta
quello che
se
fico,
litogra-
fossero
se
,
il denaro
bigie,
come
il torchio
sotto
delle
che
teste
l'altro,
al-
avevano
carte
azzurre,
sporchissime
,
dove
mano
innanzi
,
bisunte
e
mille
la
gialle,carte
carte
altre
un
in
servizio
si affoltiva
gente
sollevata
,
in
Dei
giallo,portavano:
filettate di
scuro,
RuJfo-ScUla.
il
si
con
,
tenendo
al
con
scuro,
agli sportelli di deposito, stringendosi
Il
quattro
o
azzurro
facevano
banca
agli sportelli
ammobiliata,
era
i
degli interessi;
interessi.
azzurro
e
gli sportelli
sportelli per
solo
erano
pubblico
oro
azzurro
Banca
vi
eleganza, di velluto
bancaria
una
tre
innanzi
assiepava
mentre
adibita
aprivano
erano
quelli degli
a
si
pagamenti
i
per
CENTO
PER
il
muro
pidissimo.
ra-
si
e
ritirò
cavò
JIA
TRENTA
dal
portafoglio le
•
un
anche
dai
mustacchi
alla cravatta
mignolo
brillante
grosso
smaltato
come
la cifra del
detto
così
piccola
una
al
con
del
altro
—
—
tanta
—
—
far
depositante
E
che
i nomi
Francesco
Pasquale
nel
E
la
dietro
e
cadevano,
siccio
mas-
oro
tempo,
tutti,gittava il
cifra
in
bro,
li-
staccava
medesimo
a
pidamente
ra-
segnava
bollata, con-
deposito
del
il cancello
scriveva
al dito
piccolo
un
averla
udire
e
portava
figlia,donde
dopo
depositante.
impiegato
registro.
che
ricevuta
altro impiegato
un
e
brillantina,
nera,
in
di
piegato,
im-
ferro, scriveva
deposito
madre
forte, per
voce
nome
a
di
legato in
fosse
se
processione
ferro, che
magnifica perla
una
un
col
divise,
elegantissimo
Un
di
l'operazione
capelli lucidi
arricciati
altro
un
della
Pure,
semplice!
così
era
in
e
Fa-
dividendole
in mano,
lui alla coda
giovane,
dai
lire
lentamente.
sorelle
volta,
una
lire, mettendosele
avanzava,
deposito
lire delle
di trecento
quattrocento
che
ancora
gruppo
mettendosi
CENTO
settecento
sulo, contandole
in
l'EH
di
legno,
altro
un
cosi
a
un
picco!^
:
Jadicicco, quattrocentotrenta!
duemilasettecentoset-
Foderaro
,
!
Salvatore
Barone
Apricena,
centoventi
vanta
settemilano-
\'asaturo
Costanzo
!
,
!
Rapida
operazione
che
seguita
acutamente
da
de
Alessandro
altro
qualcun
Anche
semplicità,
allegri, felici, come
da
un
così
peso
grave
la
cifra
che
delle
il
timidamente
poche
ai
pensando
lire. Ah
grossi
li
come
depositanti, quelli che
molti
tanti
potevano
e
in
denari, per
fine
Alessandro
la
in
di
punta
dallo
E
il
de
sorpresa
sua
piedi, piccolo
sportello
per
una
una
poi, in
tutto
come
del
avuta,
tre
mese
sore
profes-
rizzava
per
dare
guar-
salone.
bene,
legge
tanti
questo
Si
era,
si rammentava
impressione
piccoli
fine
1 II
cresceva.
nell'interno
bizzarra
i
gliaia
mi-
coloso
portare al mira-
vedeva
Feruta
spiravano,
so-
interessi
molte
con
moltissimi
cresceva,
professore
momento,
rapidi
e
e
Ruffo-Scilla,
averne
trimestre
di lire
invidiavano,
Ruffo-Scilla, al benefico
denari,
stringevano
centinaia
potuti realizzare
si sarebbero
di
essi
,
le loro
il fortunato
Ruffo-Scilla
banca
mentre
dietro
più in-
gente
scorgere
sulla
di lire
la
grossa,
collo, per
mettere
potea
migliaia
più
era
avanzava
e
sbrigati
felicemente.
Come
che
davano,
an-
ne
liberati
essersi
di
contenti
,
non
se
fossero
se
siderato
de-
ma
gli altri
che
nulla, vedendo
dire
quella
avrebbe
bancarie;
formalità
maggiori
osava
forse
quella lestezza,
di
di
meravigliava
si
ó
meraviglia.
di
riempiva
lo
Feruta,
21
CENTO
PER
TRENTA
di
o
prima, alla capitale d'Italia, a Firenze.
in
quel
mento,
ravvicina-
quattr'anni
Era
an-
TKESTA
dato
il
colà,
in
di
cerca
posto che
la
o
andato
era
la
saloni
piorno,
un
alla
dall'animazione
vie
di
nitidi
riscaldati
silenzio
quel grande
si
di reps
cortine
caloriferi,
dai
da
legni costosi
da
gli
in
quella
ritornò.
un
tanti
seduti
pesanti, da
e
il
Dietro
salone, il
impiegati
suo
che
certe
sopra
verificare,
cifra.
serie
E
in
un'
dietro
di scaffali
al
il
di
e
della
gli
amico
lavoravano,
marmi,
quella
legno,
dietro
il
cancello,
dietro
pagina
profondi,
del
cancello
di
tendosi
met-
l'orecchio, per
registro
tutta
era
armadii, che
soffitto, di scrivanie
alle quali lavoravano
in immensi
silenziosamente,
la penna
grande
fra
apparso
era
poltrone alte,scrivendo
altra
rità,
seve-
Banca,
di
cancello
grande
registri,lentamente,
ogni tanto
tutta
medesima
maestà
quentatori
fre-
stri,
neri, lu-
tavoloni
quei
massicci, da quel lusso di stucchi
di
dei
quelle profonde
da
,
verde,
tutta
E
il passo
dove
cauto
faceva
Firenze,
quei grandi
,
da
un
Non
stessa.
da
avuta
e
gio
linguag-
amico,
un
Banca
impressione
chiari
in
sopraffatto dalla
delle
alla
male.
nor-
Nazionale.
Banca
per
specialmente,
di
l'indirizzo,timido,
cercarlo
scuola
si dice
cercato
aveva
impiegato
a
solenne
nella
pratica, come
sua
conoscendone
bellezza
po' di protezione,
un
che
burocratico,
napoletano
CENTO
poi avuto,
aveva
Si ricordava
esaurita
PER
larghe
i taciturni
e
una
,
una
vano
arrivananzi
alte, in-
impiegati.
era
giallastro
contarli.
anche
delle
Erano
Ferdinando
il
seguiva
a
ogni
altro
il
la
da
messo
sulla
e
il
—
persona
Lire
de
Fasulo.
il
dietro
,
de Perula,
ne
disse
—
parte
il
ogni
a
neta,
mo-
l' impiegato,
di monete,
un
cassetto
provinciale
andò
pian
settecento,
—
—
per
il
tivamente:
defini-
dondolandosi
piano,
disse
d'oro
riporlo. E
da
separò
ne
un'oca
come
grassa,
se
fascio
tro
11,die-
avevano,
non
l'
al-
insieme
grande
un
mucchio
un
Feruta,
denaro,
era
d'argento. Evidentemente
se
contandole
denaro,
suo
già depositato ed
malincuore
gento
ar-
ricevuta.
il cancello, neppure
a
d'
monete
Alessandro
professore
carte-valori,
di
un
carta, avidamente.
cominciando
Aveva
tutto
era
provinciale
Dodicimilasettecento,
—
e
Il
l'occhio
con
di
di
monete
tempo,
e
era
,
sorrideva.
stava
quale
a
sene
non
distrattamente
; vagamente
impiegato
da
carte-valori
di
giallo,
metteva
come
Borbone;
di
secondo
campionario
r
piastre,
circolazione,
in
vedevano
di
prabito
so-
un
unte, sporche, ed
carte
sacchetto
un
con
si
e
!
quest'ultimo
di feltro
cappello
un
evidentemente,
provinciale
un
e
di
panciuto,
uomo
grosso
un
i denari
prendeva
L'impiegato
che
dodicimilasettecento
Amii-ante,
Gaetano
—
CENTO
PER
TRENTA
troppo gonfia.
professor
Elisabetta
e
sandro
Ales-
Clorinda
Elisabetta
—
E
da
mise
scrivere
—
—
il denaro
parte
—
sportello.
dello
l'impiegato
strillò
Fasulo, settecento,
Clorinda
e
217
CENTO
TER
TRKNTA
accinsendosi
,
a
la ricevuta.
le
Per
il professore, colpito.
—disse
lo contate!
Non
piccole
mai,
somme,
il cui
l'impiegato,
tamente
rispose net-
—
tillava
scin-
di brillanti
anello
magnificamente.
—
Vi
siete
professore,
Elisabetta
la ricevuta
staccò
Elegantemente
ingannato,
dovete
—
Fasulo
disse
—
iscrivere
porse.
il
gelidamente
lire per
trecento
quattrocento
e
la
e
Clorinda
per
Fasulo.
L'
—
impiegato
Si
può
datemela
E
fare
—
caratteri
è
non
due,
Voi
in
Mi
N'on
levando
—
?
,
duole
vi
—
zioni,
aggiun-
regolare.
il bel
voi,
per
le due
—
,
dovete
Ne
depositanti.
noi
ma
no,
—
giovane.
ma
mi
darete
due
vute,
rice-
detto.
avevo
spalle.
professore
perdere,
da
tempo
vi sarete
le
il
osservò
ricevuta
una
insolenza
con
delle
sopra
perfetta regola, per
avete
come
—
disse,
—
minuti.
Nossignore
disse
—
la carta, ci faceva
presa
questa
ricevuta,
indietro.
a
—
la
correggere
d' impazienza.
moto
piccolo
un
represse
bene
—
spiegato,
Basta,
ve
ne
—
fece
farò
l'altro,
due.
218
TRENTA
CENTO
sospirando d'impazienza, dopo
E
la
PER
prima
ricevuta,
se
le sillabe
sua
—
mise
ne
nomi,
dei
rifare
a
lacerata
aver
due,
pitando
com-
dimostrare
per
la
le staccò:
noia.
Poi
Sta
bene?
Bene.
—
nel
Ma
—
di
avanti, signor
passiamo
E
—
lasciate
libro, ci
deposito sbagliata?
mio.
dichiarazione
una
glacialmente
osservò
—
professore, senz'andarsene.
il
Oh
—
si fa
grande
con
Voltò
dal
la
dorso
presto!
disse
—
il bel
giovanotto,
noncuranza.
pagina
con
e
gesto rapido lacerò
un
sbagliata, facendone
la ricevuta
una
pallottolina.
Voi
—
lacerate
il
Bò?
—
r
e
di
Vi
da
il
fu
Ora
trapuntato
tutte
a
spiegare
nuti
mi-
o
sei
E
fu visto
sul
battista, profumato,
giorno,
le carte
cinque
di malcontento.
giovanotto
di
tello
spor-
ritorno.
mormorio
fazzoletto
dallo
:
questi signori per
tutti il bel
suo
chioccia
voce
pazienza.
un
il capo
cacciò
impiegato
a
andarsene.
il professore, per
fece
—
disse
Prego
—
mandò
do-
—
impertinenza.
l'impiegato, con
chiese
—
Allora
commerciale!
professore terrorizzato.
Niente,
—
libro
un
e
mettervi
valori
tavolino
dall'orlo
fusa,
dentro, alla rin-
inzeppandole, stringen-
dole
quelle
mentre
,
caddero
Gliene
o
se
non
ne
le
monete,
grande
oro
in
li vide
e
goli.
an-
e
lui
sene,
accorger-
riuniva
tutte
quelle di
lasciando
cantuccio.
I due
gati
impiesero
fos-
porta: parve
una
dei
: e
se
in
impiegato,
sporco,
sparire
gli
terra
non
l'altro
il tesoro
denaro
quel
per
un
dietro
inghiottiti loro
Feruta
ma
tutti
per
di
finse
argento,
e
scomparvero
De
o
Intanto,
disprezzate,
rame,
quattro
o
accorse,
strofinaccio
uno
da
sbucavano
tre
andandosene.
iil9
CENTO
PER
TRENTA
depositanti.
andò, disperato
ne
inabissato
scomparso
,
,
sparito.
II.
bionda
La
Emanuele,
signora
camminando
lungo
aveva
uno
di
alla
,
o
sguardo
di
mare,
sua
tutta
sul
quel poggiolo
Napoli. Ma,
tutta
veniva
invernale,
da
o
sinistra; e
camminava
con
gli occhi
città che
nel
bassi
nistra
si-
discopre
quel seducente
stretta
di
distratta,non
di
e
si
cui
campagna,
raccolta
Vittorio
marciapiede
indifferente
per
Corso
pel
gio
paesagsi svolgeva
mente
prestacaldo
dietro
tello
man-
la set-
TRENTA
tile veletta
di
nero
guardava
,
,
levò
giovanotto
fisamente
i passanti
nò
cui
su
nicotto.
ma-
mente
prestaebbe
Pure
il
,
le si parava
che
bassa
Eleonora,
,
come
e
le disse
—
guardandola
ma
voce
,
negli occhi,
innanzi
di dolcezza.
neri, carichi
signora
a
paesaggio,
camminava.
occhi
Buongiorno,
—
il
guantate
il bruno
il selciato
prestamente
profondi
i
mani
dentro
né
solo
di un' ombra
senso
piccole
ficcate
guardava
Non
il
e
CENTO
le
con
nera,
capretto
PER
se
potesse
non
staccarsene.
—
per
per
Buongiorno,
salutarlo
la
fece
abbassò
E
apparve.
il capo
pochi
sono
—
nuto?
mi-
un
mi
Perché
lui,
signora,
candido
volto
quasi
un'onda
di
insieme
non
sangue
più piano
aspettate sempre.'
con
corruccio
un
fare
posso
chiese
—
pieno
.
dispiacere
parea
che
ella,
di
linconia.
ma-
diversamente
—
,
mortificato, piegando
come
fate
e
sparente
tra-
nulla.
Perchè
Mi
del
sul
e
camminarono
improvvisamente,
—
avanti
accompagni
.
dire
senza
disse
vi
che
lui, supplicando;
pallore
—
tirando
,
soltanto.
Ella
—
licenziarsi
permettete
—
passi
per
e
fece ella, come
—
strada.
sua
Non
—
signor Paolo,
—
mormorò
la
testa.
la
bionda
,
le lacrime
avessero
velata
la
voce
sua
dite
Non
—
i
e
begli occhi
suoi
questo,
soffocando.
come
221
CENTO
PER
TKENTA
lo
non
Per
—
dolci
dite,
fondi.
pro-
pregò
—
darvi
non
e
lui,
cere,
dispia-
un
morirei.
E
nella
urgeva
la forte
si
e
sua
d'inverno,
pochi
erano
via
e
di
era
fredda
al
correva
badare
da
percorsa
si
cui
occhi
alle
ditori
ven-
operaie,
e
frettolosa,
sue
senza
cure,
quella pallida coppia di passeggiatori,
a
che
lavoro,
Per
del Corso:
erbaggi, da operai
suo
guardò
mattinala
gente affaccendata, gente preoccupata,
che
geva
ur-
il passo.
passeggiatori
Napoli
sopra
di frutta
i
lo
Ella
affrettare
quell'ora, in quella
a
la bella
di
tremula,
e
disperata passione.
e
tacque, cercando
fortuna,
bassa
voce
parlavano
guardarsi
senza
1' espressione
avevano
in
di
viso
i
e
ardente
un
dolore.
Egli
—
dall' occhiello
prese
fredde
pallide
e
gelo,
cercò
violette
nel
pian piano.
Ella si sentiva
così
debole, che
non
dal
di
osò
respingere
manicotto
addolorata
quel
dal
di
e
tenue
sottile,e tirò il mazzolino
profumo
di
po' rosicchiate
un
,
metterlo
e
mazzolino
un
lei,
cosi
dono,
entro
manicotto.
—
di
Me
lo ha
freddo;
lui,come
era
per
dato
il
ragazzina
una
primo
distrarsi
da
che
un
scalza
vendeva,
e
—
morta
narrò
pensiero dominante.
il
222
TRENTA
ha
mi
—
forse
Il mondo
—
Voi
—
—
No,
no,
SI,
avete
l'orizzonte.
rispose
pianto,
avrei
Perchè
di no,
—
il mare,
signora Eleonora.
subito
ella.
ribattè
lui,guardandola
—
disperatamente.
amorosamente,
—
gamente,
ella,va-
—
pianto, stamane,
—
denti, che
i
pieno d'infelici, fece
è
avete
battendo
e
portato fortuna.
guardando
—
TENTO
detto, tremando
le avrei
io
PER
dovuto
fece
la bionda
per
fuggire
piangere?
Vi
assicuro
signora, guardando
l'inchiesta
di
verso
occhi
quegli
disperati.
—
Perchè
volete
Eleonora?
signora
che
tutto? Forse
Non
—
nascondermi
lo
io
Vi
parola, signor
—
Bejie,
essa
a
voi
disse
—
levate
non
—
vi offende.
come
vostri
sta
que-
mente.
ella, severa-
dirò
Ma
al
amici,
mi
più
sta
que-
avevate
più umile,
sarmi
d'interes-
candidamente.
onestamente
Non
,
,
mi
mai
prego.
amico,
dei
sconosciuto
fatalmente?
pronunziar
lui,
ad
indovino
non
tutto, cosi
non
vi
tanto
io
amo?
Paolo,
mormorò
—
come
permesso,
più
di
Lasciamoci,
parola, se
al
so
io vi
detto
avevo
—
non
che
sapete
che
Forse
soffrite,
quel che
anche
questo, sarebbe
una
cata
ingiustifi-
crudeltà.
—
Scusate
—
ella
,
sono
realmente
disse
ravveduta
,
cosi
infelice,cosi
—
,
abbandonala.
ma
224
TRENTA
Ma
erano
che
dove
PER
CENTO
arrivati
assai
Corso
conduce
dal
abitava
la
più avanti
al
oltrepassato Vhótel
levue
si trovavano
e
campestre
indietro,
coi
Torniamo,
fece
—
egli vi
cosa
vi
la
prego
occhi
suoi
ha
ad
prima
supplicò,
—
timidi
dolci.
e
lui, vinto.
mi
Ma
—
rete
di-
farvi
piangere.
ditelo
al vostro
fatto,per
Ditemelo, signora
—
migliore
dire,
che
non
con
un
è
Ma
a
ritorna
voce
un
non
ogni coscienza,
pericolo?
niente, io
donna
,
parole
casa?
ogni
Ha
—
di
senso
proprio
e
niente.
debole,
Che
che
ogni
pudore?
dove
Sono
non
lasse
par-
ad
alta
amore,
0 è forse
va?
una
se
fai Perchè
cosa
perduto
sapessi almeno
ignorante
difendere, nò
Le
Se
continuasse
se
come
interiore.
a
a
straziata.
persona
riprese ella, come
—
stessa,
torna
di
ella
scoppiò
—
tacendo.
sta?
discorso
casa,
a
lamento
dove
sé
È da ieri mattina
rientrato, stanotte.
Egli la guardò,
—
Eleonora,
amico.
Egli non
—
so
fu
assai
Nulla, nulla.
—
in
Ella
Corso
Bel-
:
guardandolo
che
Vhótel
e
lato del
deserto.
assai
Torniamo
—
Bristol
un
anche
fin-
Avevano
,
accorgersene
—
in
letta
sca-
palazzo Cariati,
Eleonora.
signora
della
Ma
non
misera
lo posso
salvare!
le uscivano
dalle
labbra
convulsi-
nii
TRENTA
vamente,
a
come
se
scatti,
con
fosse
pubblica via,
senza
accanto
un
ella parlava
:
di
scoppi
salotto, e
suo
a
voce,
nella
non
che
uomo
Sempre,
Egli
l'amava
occhi
ella
rispose
—
di
quell'uomo
si tramutò
ma
Eleonora
signora
fermezza.
con
—
rispetto.
e
rispose nulla,
la
marito, signora
lui gravemente.
amore
non
e
vostro
sempre
disse
—
gli debbo
Io
improvvisi
sola, nel
amate
Eleonora,
—
affogarla
speranza.
Voi
—
dovessero
come
se
CENTO
PER
di
potè vedere
forte
che
coraggioso
e
lore
co-
gli
erano
pieni di lacrime.
Il dovere....
—
sua
per
doveri,
compie
non
importa?
ricambiati....
—
—
pare
non
in
vero,
E
poi, chi
vedo
della
finestra
—
...
a
Matilde
volte
solo
della
disse
—
mia
Sebao.
nostra
un
egli
mi
rimproverarlo;
A
volte
grande
si siede
terrazza
e
intiere....
il
signor
si
stanza
è di
giorno
oso
non
ore
per
essere
lieto mondo.
qualche
che
per
lui.
interrogarlo.
cantuccio
1,0
Da
dei suoi
l'adorava.
troppo
un
sai
neppure
tace, fumando,
—
come
nessuno
amasse
sospirò
—
turbato
così
un
che
si
Se
sarebbe
È
oso
voi
con
riprese colui
—
Che
—
lei, vagamente,
scusa.
Egli
—
disse
—
vede
Paolo
tutto.
folle buonumore,
Racconti.
dalla
—
come
15
226
TRENTA
stordirsi, dimenticare.
volesse
se
notte
una
egli è in pericolo!
certo
Paolo,
tornare
senza
Io riio
—
Oli
Perchè
le
Avete
—
Oh
vi
Lo, vidi
No:
La
non
mia
meno....
Al-
marito
corre
non
vado
signore
aveva
fece
—
che
siete
Ella
ironicamente.
la
era
verità,
nulla.
sera
lui, distrattamente
il Giardino
chiamano
in
posto.
nessun
era
non
verno.
d'in-
stata?
mai
domanda
d'inverno
G'ardino
Ella
ieri
ci
Non
le
po'
un
dendo
lui, sorri-
fece
—
timida, intravedendo
teatro
quel
a
—
di
tormento.
gran
vostro
—
domandar
osando
—
di
sono
sorridere
a
tutta
diventata
—
con
custode
gli occhi,
rassicurarvi....
potete
continuò
—
lui,
pericolo.
alcun
non
chinò
e
—
ironicamente
E
preghiera.
il
forse
ella,
fece
ribattè
—
tamente.
distrat-
e
—
di
atto
Paolo,
signor
rassicurarmi.
per
—
stato
1
Io
—
dove!
Sono
—
ragione
umiliata.
il
e
dirvelo?
durezza.
marito
vostro
è mai
Non
casa.
—
in
mani,
signor
Oh
parole, freddamente
dovrei
po' di
un
sera,
carità, ditemi
per
congiungendo
—
a
visto, ieri
pronunziò queste
—
CENTO
PER
•
11
sciocca, scusatemi.
è fatto
precisamente
per
oneste.
chinato
gli occhi
e
impallidiva.
Ma
egli
sofferto
aveva
troppo
della
acuto
piacere
come
allegramente,
lo
dopo
galanti
signorine
il passo,
come
Ora
che
—
prosperità
per
credono
in
poiché
—
banche
è
d'inverno, ogni sera,
correi
denaro
Quanto
risuonare
faceva
agli occhi
Ella
osò
le
vergogna
quasi
per
dubbio
più
ricominciò
Mio
alla
arrivare
marito
a
è
una
cosa
di
gaudenti.
d'oro
sera,
innanzi
Gioia.
al volto
sua
fiamme
delicato.
casa,
della
Stava
quando
crucciarla.
mescolato
Pare, col banchiere
è
ricchi,
marito, ieri
in
domandò.
Ed
che
dino
banchieri, il Giar-
nulla; male
salite
erano
ad
quelli
tutti
napoleoni
Lidia
dire
grande
lui, deciso
pieno
Vostro
i suoi
dipinti di
non
di
e
diventati
sono
i
di
tempo
un
ricchissimi
diventati
sono
di
più.
continuò
—
fondo,
queste
il ritrovo
E
ella, affrettando
fece
—
udire
non
Napoli
in
cena
indipendenti
sia venuto
pare
si
dove
un
indipendenti....
e
per
sino
andare
—
fatto
un
po' teatro,
un
mariti
inteso, ho inteso,
Ho
—
è
spettacolo.
giovinetti galanti, di
—
un
dell'altrui.
e
po' trattoria
po' cafc-cìiantant, un
—
come
narrasse
se
cV inverno
Il Giardino
—
—
teneva
interessante.
poco
e
lo
e
sofferenza
sua
fiaccamente,
Continuò,
a2(
CENTO
PEE
TRENTA
Costa.
pericolosa?
queste
banche?
un
228
Chissà!
—
—
—
Per
Lo
so, è
Ma
anche
—
le
coscienze
dite
Ella
che
ebbe
di
moto
che
alla
a
vi è seriamente
scolato?
me-
almeno.
pare,
un
Emanuele
il
avvenire
ribellano
si
oneste
marito
mio
la scaletta
fermò
potrebbe
fantasmagoria....
Seriamente;
—
catastrofe
una
singolare
E
—
follia di tutti.
catastrofe?
Una
questa
ci credono....
lui.
Tutte
—
tutti
ora,
una
mormorò
—
CENTO
PEB
TRENTA
ribrezzo, mentre
conduce
discesa
dal
delle
nella stradetta,
come
Cariati.
Si
licenziare
volesse
se
Vittorio
corso
Colonne
deva
scen-
giovanotto.
—
Sentite
mi
ma
malff
le
con
Siete
—
gli disse,
—
fatto
avete
vostre
cosi
voi
—
mi
curata,
rassi-
avete
molto
male,
molto
notizie.
da
buona
gelosa di vostro
esser
marito?
—
No,
gelosa.
disse
—
lei, fermamente
Solamente
quest'affare
altrui, questo
mi
essermi
dà
—
—
una
grande
amico?
veramente
quella dolcezza
che
giuoco
che
lo
non
—
sono
di banche,
voi
dite
di denari
cosi
ricoloso,
pe-
inquietudine. Volete
—
soggiunse
pon
aflfascinava.
Ordinate.
Vediamo
di
salvare
insieme
mio
marito.
TRENTA
l'ho
Ve
detto,
il
porto
casa:
sua
mi
disonorerebbe:
su
m^e.
:
la
come
verità,
E
vi
se
vi
se
è
è
vi
cosa
fate
foste
se
Lo
farò,
sente, talvolta.
tale
ardore,
Siete
—
credo
che
Credete
—
santa
volta
a
mia
la
mi
Egli
avrà
voce
di salvarlo.
mormorò
—
miracolo
mio
venite
marito.
mio
a
spero
questo
vicino,
o
lui, soggiogato.
Questa
una
che
lontano
duramente.
Io, allora, parlerò
—
di sapere
pericolo,
un
disse
—
questo
giudice d'istruzione.
un
semplicemente
fondamente
pro-
in
vero
cercate
pericolo serio,
un
dirmelo, francamente,
—
di
è
inchiesta:
una
ricadrebbe
minutamente,
d'informarvi
che
disonore
suo
catastrofe
sua
nella
vivo
ma
Il
nome.
suo
la
Vedete
imbroglio
gelosa:
sono
non
229
CENTO
PER
lui,
vi
riesca.
compromesso?
assai
marito
non
ma
—
diss'ella,spaventata.
—
—
Non
so,
disse
—
credetelo,
mio
amico,
Ma
lui, imbarazzato,
come
cominciava
quella coppia,
qualche
Era
signora
del
Eleonora,
giardino
calzata
trattenne
Cariati.
finemente
un
proprio
non
minuto
dal
la
stese
le
a
sua,
picciola
nero,
sue:
casa
forse
la
girar l'angolo
che
guanto
fra
un
guardava
indovinando
vicino
doveva
Gli
che
gente
curiosamente
cosa.
di
amaramente.
passar
a
si trattasse
se
soggiunse
—
formerò,
m'in-
—
ed
mano
egli la
230
TRENTA
Addio,
—
ci
ella
—
PER
CENTO
disse,
debbo
—
andare, tutti
guardano.
Abbiamo
—
di lui....
parlato
sempre
—
diss'egli
malinconicamente.
È la
—
mi
così
—
signor
E
lei,
colpevole. Addio,
meno
rivederci.
a
rivederci....
avrò
Appena
—
esser
mormorò
—
Paolo.
A
—
di
pare
Dite:
—
salvaguardia
nostra
la
senti
le notizie.
guardava
tutto
il
quando.
so
non
debole
suo
che
amorosamente
così
ella
consumarsi
cuore
di
pietà....
Perchè
—
andate
d'inverno
?
Così, per
—
di
anche
chiese,
—
distrarmi....
voi, la
sera,
al Giardino
con
lieve
sorriso.
un
lui,rosso
mormorò
—
gioia.
—
con
Ma
una
—
eravate
solo,
fiducia
profonda.
Solo, sempre
?
nevvero
solo,
cara
—
gli domandò,
—
disse
lui, ineb-
briato.
—
via
Non
con
ci andate
sorriso
un
Egli la vide
con
un
del
passo
più,
—
gli gettò lei,scappando
incantevole.
fuggire, figura snella
più leggero,
giardino
Cariati.
e
Anche
palazzo Cariati,
ella
stava
al secondo.
voltar
subito
lui abitava
al terzo
Ma
bruna,
e
non
piano,
osò
golo
l'an-
l'immenso
neltre
men-
seguirla.
232
TRENTA
Bene,
—
—
grazie
sempre
al
Sempre.
È
PER
disse
—
per
me
dire
per
ricevuto
di mia
sorella.
di
conforto
gran
famiglia,
qualche
Ieri ho
un
che
sapendo
cosa,
Grazie, grazie
—
voi, professore,
e
—
pensando
non
la vostra
E
—
ma
lei
lavoro?
vagamente,
andarsene,
CENTO
lui,
quelle banche....
—
lunga
una
mi
mormorò,
—
cortese.
commosso.
domandano....
Mi
diss'ella,
—
essergli
lettera,
una
licenziarsi.
sta bene?
disse
—
meglio
era
come
per
giunse,
sog-
—
lettera
domandano
samente
improvvi-
come
preoccupato.
Anche
—
Pare....
E
poi....
—
di
noi.... credono
Ma
—
Non
nella
voce.
credo,
non
Meglio
—
Ma
—
—
avete
—
se
non
hanno
sapete, siamo
cosi, forse,
loro
—
pallore.
le donne
—
anch'
gliata,
meravi-
provincia.
in
lei,
credo,
Non
lo
SI, subito.
lieve
tutto
saper
tutto..
sappiamo
fare
come
boccone.
averne,
un
vogliono
ribattè
—
lui, stentatamente,
un
noi
forse
vogliono
sgomento
—
che
di banca?
aifare
ella
stentatamente
curiose....
sono
fece
il rumore
giunto
soggiunse,
provincia
da
n'è
—
dominare
potendo
non
—
laggiù?
loro?
.
qualche
esse
po'
un
con
continuò
a
di
dire
tire
potesse inghiotdenaro,
assai
non
sono
pos-
poveri.
diss'ella, lentamente.
risposto?
Ilo
scritto
loro
che
queste
bau-
TRENTA
che
non
che
erano
altro
esser
clie
233
CENTO
PER
truffa,
una
Così
truifa.
una
potevano
non
in
staranno
guardia!
Ma
—
dite
se
Faranno
—
che
stare
lui, sempre
Buongiorno,
—
freddo
un
professore,
Egli
la
mortale
guardò
cominciare
assai
le
scale
dove
la
sorella
premura
notizie
chiedeva
per
ansietà
in
nulla,
cortile,e
andò
ne
Non
molta
che
le
altro;
niente
scorgere
al
vuta,
rice-
con
dicendo
certa
una
nulla,
avevano
sorella, ma
sua
e
se
sapere,
di
lettera.
madre
sua
banche,
parso
quella
e
nel
gli chiedeva
delle
era
colpita.
quella lettera
curiosità, per
al fratello
ma
:
da
lavoro, preoccupato
suo
pallida,come
inoltrarsi
ancora
provvisame
lei, im-
disse
—
l'avesse
salire
a
disse
—
parlare.
a
andandosene,
se
perdere?
gli altri
guardia
in
stentando
da
hanno....
non
perchè
tanta
curiosità?
In
alla
quanto
salendo
lentamente
stanca
sentiva
,
il peso
delle
entrò
Appena
un
lapis
e
sue
semplicemente
"Cara
per
Eleonora
le
scale,
aggravarlese
Triggiano,
come
sulle
fosse
se
spalle tutto
cure.
in
la
casa,
biglietto di
datato
Eleonora
signora
dalla
così
suo
le
cameriera
marito,
stazione
segnò
con-
scritto
centrale.
col
Diceva
:
—
Vado
a
Salerno,
per
affari
TREKTA
della
banca
rivederci
A
CENTO
vi è da
Costa:
di denaro.
PEE
Ritornerò
guadagnare
fra tre
una
tità
quan-
quattro giorni.
o
Carlo.
—
„
di
una
parola
lei, sempre
questa
Non
forse
E
donna....
non
quella Lidia
senza
alla
la fronte
Non
la verità
di
uno
aveva
quando
un
di
punto
momenti
pare
tutto
appoggio
sola.
afiidato
aveva
Carlo
a
questo
di
mente
uniti
nessuno.
e
innanzi
né
aveva
Anzi,
Collemagno
crollante
la
cuore
e
pur
alla
la
l'amava
che
vita
sua
amore,
ricolante
pe-
al
esistenza
rito,
ma-
e
da
indissolubil
alla
parenti,
di
non
disprezzato
sua
amico
e
onestamente
aveva
un
luta,
asso-
anima
restando
figliuoli, nò
aveva
detto
intorno
la
legge
trecciat
in-
imminente:
povera
costui
staccata
moglie,
sua
mani
sembrava
Ma
Candidamente,
suo
gendosi
strin-
di dissoluzione
per
Triggiano:
cuore,
quella
Non
il
zione
cola-
aveva
:
catastrofe
una
quei
Era
no
il
e
della
far
le
sotto
Collemagno.
vita
domanda
poltrona,
più gelosa,
era
sulla
le pesasse
lunga
una
mente,
sicura-
cappello
volesse
se
gli occhi
e
Paolo
a
il
rispondere
in
falso
nome
via
le ciiiedea
Forse, quella
ilsignor Paolo?...
Buttò
sdraiò
si
un
per
naro.
de-
questo
solo!
chiamata,
lui.
con
che
e
andato
era
parola
una
sempre
Gioia, giusto,
era
cameriera
banca,
l'aveva
come
mantello,
affetto,non
società.
nò
solo:
ma
da
due
amici,
Paolo
anni,
TRENTA
rimedio,
senza
al
buon
nella
ragione
,
buona,
Ella
cui
male,
a
quella
sé
un
bile
invinci-
altro
abisso,
virtuosa
animo
suo
del
erano
pietà di lei,nella solitudine, nell'abbandono
Stava
sdraiata
di
era
casa
sua
via
piani dalia
della
di
due
e
in
che
e
catastrofe
del
di
il marito"?
A
suo
onore:
certo
dine!
solitu-
che
dove
quello
dunque
era
stanza
del terzo
lettere
profondamente
piano,
poco
tanto
alla
condotto
in
Salerno,
pagnia
com-
dipinti, di
dagli occhi
mangiava
era
dosi
complican-
le davano
forse
i
allegramente
illecitamente.
Paolo
commosse,
La
poleoni
na-
tudine!
soli-
Collemagno?
nella
lontano,
scrivendole
tre
ventiquattro
con
che
a
d'oro, guadagnati
Ma
grandi,
Salerno,
lo avrebbero
quella donna
Gioia,
sei dalla
alto
scale
servizio,
quei terribili affari
spavento
Lidia
era,
lo
come
piccoli e grandi. Qual
appartamenti
Dove
due
con
verno,
in-
palazzo Cariati,
parte del Corso,
Concordia,
più piccole
Oh
silenziosa,
era
nombra
pe-
bigia d'
e
tutt'attorno,quel vastissimo
alto tre
fra
la
tutta
e
fredda
giornata
una
?
silenziosa, nella
stanza
una
Chi
pietà, la pietà!
pietà. La
aveva
in
e
l'orrore
con
del
la sola
era
veramente
era
del
alla
innanzi
a
resistenze
tante
ma
cadute,
innanzi
l'orrore
con
peccato:
pensando
sentiva
perdizione.
di
giovane
vita
passione,
una
salvezza, ed ella pensando
senza
e
povero
235
CENTO
PER
una
a
cui
di
sua
quelle
ella
non
'Jàb
TRENTA
mai
aveva
risposto
pietà.
per
precise,
ella
gli
bene,
che
ma
,
forse
0
che
ella
l'amava,
che
che
sarebbe
Collemagno
ella
solitudine
il
Concettina,
di uscire
pur
da
bi::~oca, volea
pensieri dolorosi
di
si. La
la
poco,
conosceva
bi.:-oca,l'aveva
piano
sempre
cosi
suola
Era
anche
andava
: e
taciturna,
cheto
che
di feltro. E cosi
vestita
nero
di
e
avesse
pareva
lana
un
cappello
con
cosa,
quella
da
disse
donna
tina,
Concetnel
incontrata
vicini: donna
al
bassi
le
di crespo
secondo
,
e
scarpe
un
cettina
Con-
vestita
la vide
cautamente
nera,
donna
opprimeva
gli occhi
con
rebbe
sa-
di uscire
pur
poveramente
sempre
sé: la
a
sola.
scala,
terza
Paolo
qualche
solamente
nella
abitava
la
questa
volta,essendo
cortile,qualche
passione,
dirle che
a
dirle
che
che
colui
di liberarsi
pur
vincolo
un
compagnia
quella solitudine,
quella desolazione,
cappa
di
la cameriera
da
bata
tur-
chiamarlo
peccato. Sola, sola,
la
sentiva
giusto
purità, quella
entrò
quando
così
con
mai,
poteva
non
lei
a
lasciata
la
era
stata
E
accorso
l'avrebbe
non
si
e
amarla
giusto
Ma
tizie
no-
marito:
suo
legare da
profonda.
di
cerca
amarla,
ancora
spingere,
re-
pregiiiera che
salvare
eroicamente,
gratitudine
osava
in
era
nell'anima, sentendosi
di
non
ardente
fatta, per
aveva
cosi
CENTO
quelP
per
significava
questo
PER
il passo
con
la
entrare.
grosso
scialle
nero
legato
TRENTA
il mento
sotto
PER
freddo, stringevano
di
tappezzeria,
canta,
E
di
era
palpebre
sguardo
cauto
e
borse
gallo che
un
Concettina, la bàzoca,
uguale,
sola
una
come
di
goccia
scuriccie
se
sangue
coprivano
le labbra
sottili
vi
non
le
:
lo
sempre
di
erano
lor
co-
un
pallidissima.
rosa
lodato
Sia
—
po'
un
vecchie
stinti.
di donna
sotto,
scorresse,
quelle
il
malgrado
,
è ricamato
pallor cereo,
un
di
cui
più
il volto
tutto
di
una
su
colori
a
giallastre
le mani
;
237
CENTO
Gesù
Maria!
e
disse,
—
con
voce
bassa.
—
Oggi
e
che
la
vi disturbo?
attorno
pallor
—
No,
e
tutto
cereo,
cercando
—
Voi
donna
—
detto
—
la
incrociando
rispose
—
beghina,
le
eguale, suda
fare
Volentieri, per
Eleonora,
il
aveva
santa
dovete
nora
signora Eleo-
mani
di
un
borsa.
la
ai suoi
signora
tetri
carità,
una
dandosi
guar-
nora
Eleo-
pensieri.
mormorò
—
Concettina.
signora
—
chiese
di sottrarsi
mi
la
giaculatoria.
—
niente,
per
rispose
—
conosceva
Non
—
sempre,
Io
ai
cuore
so
che
voi
persona
di
no.
e
Sarà
Dite, dite,
—
ho
quanto
che
non
posso,
rispose
—
molto
era
ricca,
la
ma
poverelli.
siete
un
pensato
proprio
ribattè
una
buono
che
spirito, una
non
mi
avreste
grazia particolare.
pazientemente
la bionda
238
TRENTA
signora,
tanti
Dovete
sapere
povere,
così
queir
di
arte
merletti
Ah
sospiro,
È
—
vero,
Chi
di
volto
madre
Mia
ed
Ora
guerra.
ficile
dif-
con
terribili
lotte
osservò
—
profondo
un
tormenti
sguardo
uno
La
vita
poco,
ma
—
chi
molto,
combatte
da
i suoi
Eleonora.
soggiunse
—
i
e
come
com'è
duro,
diffìcile,
con
gittando
di seta
un
dove
naufragare.
è assai
ha
avessimo
non
sapremmo
com'è
mia,
per
era
non
beghina,
di
per
siamo
madre
se
non
uscisse
se
Eleonora,
—
noia
sua
le calze
onestamente!
come
virtù
sua
mia
e
che
proprio
signora
vivere
io
rammendare
antichi
vivere.
che
povere,
,
la
la
dimostrare
'preliminari.
—
così
volendo
non
CENTO
PER
io siamo
solamente,
la
sospiro.
?
riprese
—
milizia.
una
la
sul bel
scrutatore
è
gnora
si-
Chi
tutti combattono.»
state
in
che
pare
continua
una
ci sia
un
filo
speranza...
—
che
In
modo
?
che
signora Eleonora,
giungere
senza
dando
—
distrarla
a
ancora
Le
uno
banche!
—
distrattamente
quelle omelie
queste banche,
Con
—
chiese
—
—
dalle
la
annoiavano,
sue
mormorò
sguardo
attorno.
esclamò
Leonora,
cure.
la
beghina,
mente
profonda-
meravigliata.
—
oro,
Giù.
di
—
Tutti
questa
manna
profittano di questa
clie
il
Signore
pioggia
fa
di
piovere
240
TRENTA
mammà
la
siete
che
—
—
desiderate
si.... credo
Altro
che
Come
sarebbe
che
detto
avete
banchiere
lo
Mio
Costa.
conosca....
lo conosce,
ò collettore....
?
Eleonora
signora
La
da
cuore,
La
borsa
dove
beghina
ricamato
era
di vederne
a
piccolo
sussidio
non
usci
ne
usci, invece,
da
La
uno
la borsa
a
cui donna
le
cettina,
Con-
cercasse
un
Costa.
suppliche
Ma
come
,
Napoli:
a
portafogliacciodi cartapecora
un
teneva
come
deponendolo
credè
e
là scuoiato
e
tenuto
spago.
beghina lo
toccandolo
nella
piegata di lungo
carta
disse
mano
banchiere
grande
gialla,proprio gialla,qua
stretto
con
madre,
sua
di scrivere
l'abitudine
Non
signora Eleonora
di
al
la
al
colpo
un
tappezzeria il gallo
supplica
nome
una
in
La
la
uscire
anche
come
immersa
aveva
nel fondo.
cercava
ebbe
parola misteriosa.
questa
nulla.
ne
dal
mi
non
Collettore.
—
è
che
voi
pregare
?
Concettina, voi
cosa
marito,
volete
Lo
me.
moglie
Donna
—
e
per
e
CENTO
PER
se
preziosamente nelle mani,
fosse
un
oggetto
sulle ginocchia, dopo
terra, clie si aftlosciò
come
sacro
,
e
posato
aver
un
cencio
molle, apri il portafogliaccio.
—
Noi
vogliamo
sulla
quel
suo
banca
occhio
le nostre
mettere
Costa,
—
disse
felino, scrutatore.
misere
la beghina
nomie
eco-
con
TRENTA
Ah!
—
È
—
una
assai
somma
di
t' anni
Eleonora,
fece
—
di
stenti
fatto
abbiamo
Ma
tempi
i
sospiro,
un
e
abbiamo
ritirato
Che
abbiamo
debitori
dovuto
al
! Ci
ha
tutti
quelli
Quante
ghiere
pre-
Ci
sono
ostinati, che
restituire
il Padre
aiutate
il
capite,
Signore!
l'interesse,ma
sì, pagare
dà
mese,
voluto!
fare
avere
Costa
lire,da
ostinati, cosi
cosi
niente
che
con
all'anno,
cento
Ora
ci ha
sate.
compen-
potuto
cento, al
per
standogli
pre-
soggiunse
—
queste poche
ci dovevano.
ci ha
per
mia.
qualche
amico,
mai
venti
in tren-
,
un
egli
abbiamo
non
il diciotto
quindici
a
tristi ,
signora
,
dei
ed
sono
e
—
nientemeno
che
piacere
un
quindici, del
del
più
piccola, riunita
sommetta
una
stupefatta.
privazioni. Certo
,
volta
^41
CEKTO
PER
gliono,
vo-
il
pitale
ca-
Eterno
e
,
buon
un
vi è
non
di
omo
l'eguale,
Infine
scrupoloso.
e
tutto
voi
a
Falcone,
Gaetano
esigere,
per
abbiamo
un
perchè
potuto riunire
lo
che
sant'omo
consigliata col parroco,
essermi
dopo
usciere,
consegniate
tutto
ho
tato
por-
vostro
a
marito.
Intanto
per
carta,
nelle
sue
più
intorno
a
infami
che
—
Matilde
crudeli
se
Eleonora,
la fitta rete
Qual
Sekao.
è la
somma?
Bacconti.
e
sempre
d'interessi
la traeva
—
da
immersa
ansietà, sentendo
la circondava
carta
pian piano,
denaro,
lentamente.
capo
e
il
contava
sordidi
alla
chiese
dizione:
permac-
16
242
TRENTA
chinalmente,
credendo,
di
si trattasse
occhi
come
la
centinaio
le labbra.
fronte
per
a
Eleonora
finito
ciò
E
signora
lire,
—
poggiando
ap-
gli
colo,
spetta-
che
la
e
ghina
be-
durò
un
avendo
beghina,
alla
quarantamila
Sono
—
orribile
un
di contare.
rotoletto, tendendolo
che
coprendosi
aspettava
la
la beghina,
le cifre
con
conto, ripiegò i denari
suo
disse
—
mano,
vedere
pezzetto. Quietamente
il
di lire.
Pazientemente,
una
non
signora
avesse
contare,
a
fra
la
naturale, che
era
sfortunatamente,
continuando
le sibilavano
CESTO
come
qualche
Poco, poco,
—
PER
vato
tro-
fece
ne
un
bionda.
disse
nettamente
beghina.
la
Che
—
?
Quarantamila
—
Fatiche
—
—
cento
—
—
ma
al
mese.
Per
—
—
dice.
metterle
marito
gli fa
lui che
ne
per
banca?
favore,
il venti
per
?...
favore
Vostro
lo deve
ce
? Il diciotto
Costa
a
vore.
fa-
il venti
,
chi
credete
Non
lo
sapete?
di
che
È
,
tanti, è la stessa
guadagna
denari
fare, questo
,
Con
Sono
alla
vogliamo,
Già,
Che
per
nostre.
volete
E
—
replicò.
—
?
Vostre
—
lire,
li
guadagni
il marito
Franceschiello.
cosa.
?
vostro
che
lo
TRENTA
?
Chi, Franceschiello
^
vuol
quando
dopo,
fare
di
Ma,
—
con
Significa che
per
si
Ci
per
tanti
breve
—
per
ne
e
i
sono
di
silenzio
signora
—
la
Ma....
ci siamo
: se
Borbone
sta
cento,
per
ed
altro
—
disse,
beghina
io,
bene
dopo
una
tendendo
,
signora
nora.
Eleo-
intese, eh?
Venti
alla
ci teniamo
no,
un
è leste.
chili' amico
il venti
,
Tenetevele,
—
denari,
il fascicoletto
faremo
la
conti, mammà
volta
cento
servirà
deposito.
di
pausa
ca
vogliamo
fatti certi
mesi
un' altra
che
festa, che
far
noi
siamo
Questi
—
sente
quando
rispose
—
ffeneste
e
può
Ma
entrare.
capite?
sciamo
La-
disperazione.
Arapite port'
—
qui,
aperte.
canzone
e
di Franceschiello?
niente,
so
cupa
una
la
il ritorno
non
braccia
il parroco,
Sapete
avviso, per
tutti,tornerà
a
dice
Dio:
a
discorsi.
questi
popolo napoletano;
suo
beneficato
avrà
lui che
,
accoglieranno
tutti lo
e
al
carità
la
fare
È
il Borbone.
secondo
Francesco
—
24a
CENTO
PER
queste
poche
lire
uso.
disse
freddamente
la
signora
Eleonora.
—
—
—
invece
siamo
Come?
Io
E
non
le
perchè!
prendo.
Perchè
del diciotto?
cosi
povere
Ah
abbiamo
il
venti,
signora mia, signora
cosi
,
chiesto
povere
e
il mondo
mia,
è
244
TRENTA
tristo! Vi assicuro
tanto
vecchia
di mia
ma
quando
per
non
Sarà
io
ma
io
Io? no,—
—
abbiamo
cento
per
donna
ci
Concettina:
il vostro
nulla
so
di
denaro.
né
,
poi.
dubbio?
qualche
soggiunse
la
glacialmente
mescolarmi
non
banche
queste
adesso....
nò
preferisco
Ma
—
di tutto
rinunziare.
prendere
non
avete
Ma
—
far
Noi
venti
volete,
voglio saperne,
non
neppure;
perchè?
Perchè
—
miserabili.
che
posso
penserei
si deve
questo
:
quella
avessi
non
ci
miseria,
possiamo
quel
non
E
—
conti
se
non
tanto
ci
non
serve,
—
in
essere
i nostri
fatto
che
madre,
si è
CENTO
PER
in
signora.
questioni
di denaro.
Allora, perchè
—
è
Non
Torna
—
Non
—
è
a
presto
?
qui;
so
:
fra
siamo
E
perchè
alle altre!
di Dio?
a
non
Ci è tanta
—
e
gente
me
non
quattro
stro
vo-
con
mi
giorni, credo.
pe'rdere
questi
sebbene
mi
dispiaccia
assai.
pite,
Ca-
povera.
portate
voi
il denaro
folla,ogni giorno,
Chi
Io
o
allora:
giorni d'interesse,
—
parlare
Salerno.
tre
aspetterò,
Lo
—
fate
?
marito
—
mi
non
non
vuole
vergogno
aumenteranno
a
a
Costa?
quella banca,
profittare della
della
folla. E
l'interesse,se
lo
zia
gra-
poi....
cerco
TRENTA
senza
245
CENTO
PER
raccomandazione.
una
vostro
Aspetterò
marito.
Siete
—
che
sicura
Sicurissima
—
lo
ve
farà
la
disse
—
le
per
mi
dice
miei
tanti
Sono
—
di
scale,
r,:i
di
parla
Sta
bene
la
ribattè
—
dei
crollando
peso,
le
,
di
si scaricasse
se
un
aspettate lui.
—
Voi
—
spalle, come
Eleonora
signora
,
mi
il
tenete
rimettendo
?
segreto
vorrei
Non
economie
nel
in
e
di
si sapesse,
che
palazzo!
questi
tre
presto fatto. Siamo
Ci
nati!
tanti malintenzio-
sono
donne
ghina
be-
piccole
queste
quattro giorni
o
la
portafogliaccio.
nel
i denari
chiese
—
,
è
quello
e
amici.
—
—
contra
m'in-
banche,
queste
denaro
aria
,
giorni che, quando
il mio
metterci
in
beghina
,
trionfale.
favore?
questo
sole. Mi
furto
un
raccomando
assai.
Non
—
alzandosi
—
nessuno,
Madonna
La
—
veggo
per
v'illumini,
la
Rimasta
nulla
fece
—
la
accompagni,
vi
signora
sola
—
a
chiedere
ragazza
se
parea
suno.
nes-
beghina,
rispose piamente
Eleonora.
ella
si sentì
mente
profonda-
come
,
stordita.
a
andarsene.
Madonna
La
dirò
non
Di
la cameriera
nuovo,
volea
ella
far
colazione:
stessa
di
avere
le
venne
tardi, la
era
una
certa
TKENTA
nella
in
solitaria
?
Ci
—
tornate
ma
E si
che
tre
o
versando
molto
cose
presto.
cameriera.
zione
cola-
dopo
per
Sono
sola.
ore,
certo,
il caffè.
da
Ho
—
disse
—
fare
importanti.
vedea, al modo
volea
sola,
punto.
certo
due
vorranno
la cameriera
due
libertà
un
mangiar
dalla
,
cliiese, a
—
Si,
—
dà
signora andò
a
pranzo,
fretta
in
mi
signora
La
la bionda
da
stanza
fretta, e servita
—
CENTO
straccamente,
E
premura.
PER
dirle
tutto.
la
guardava
come
Costei
signora,
si alzava
mentre
,
di
andarsene
per
della
strascico
dietro
parlare,
immergerla
stato
—
Eccellenza
Vostra
fra
economie
tre
e
mi
tanti
per
lia
per
ha
la cucina.
fatto
delle
nulla, proprio
—
Vi
darò
mesi
Anche
spese.
senza
qualche
e
che
per
che
la
mettere
potuto
deli'o/'o
e
anche
il mio
siamo
per
le mie
mia
gnora
si-
insieme
rame,
fidanzato,
restati
nulla, per le spese
coselta,
tarmi
mari-
po'di
un
Totonno,
Ora
teva
po-
completo
io debbo
regali
bei
la poteva
che
un
,
fatti,io ho
della biancheria,
clie
di
l'attraeva.
che
sa
quattro
o
in
più
sempre
stordimento,
di obblioso
le disse
,
preoccupazioni,
sue
lo
con
le frusciava
quello
Tutto
sguardo.
alle
sottrarre
che
monacale
tonaca
lo
eoa
salotto,
suo
vestaglia
sua
una
come
nel
nuovo
senza
del
trimonio.
ma-
quel giorno.
240
anche
Daremo
la
di
la
Non
vi
la
è
portinaia,
GenoviefFa
legio....
sacri-
vero
un
RaiFaella!...
fare
per
mormorò
—
padrona.
niente?
serve
No, niente.
—
Eccellenza.
Buongiorno,
—
rivederci.
A
—
E
restò
sola, di
pene
si
sue
naufragio,
un
del
di
che
Ma
adesso,
Era
passato.
era
distesa
in
sull'alghe,
all'immenso
invincibile
lotte. Le
pareva
più, annegata,
della
rovina,
le pesavano
più
vinta
tutti
di
vien
dopo
potersi
non
con
mille
corpo
sommersa.
avevano
di
suU'
sul
La
stare
arena
nella
chezza
stan-
di
ste
que-
salvare
mai
una
inazione
suprema
d'acqua
atmosfere
e
minuto
pafea
assopita,
zione
sensa-
sul capo,
mare,
finita, nella
sul
fare ? Era
:
che
la
l'orrendo
Le
mollemente
l'orribile disperazione
le passava
sommersa.
fondo
parea,
spavento
provata
aver
dell'onda
sommergendola.
l'acuto
sentito
aver
perdersi, di
mortale
attutita. Le
sopportato
aver
delle
l' asprezza
Ora
nuovo.
perfettamente
era
dolore, di
senza
e
quello
povera
va,
dolcemente
—
lana,
santa
una
che
argento,
Va,
—
di
materassi
finanche
impegnata
tutta
di
i bei
più grande. GenoviefFa,
somma
si è
CEKTO
TER
TRENTA
capo.
Che
fatalità
rappresentato
che
poteva
l'aveva
,
contro
lei la
fatalità.
Era
stata
malinconia
una
perduto,
le
intorno
rimpianto,
sé
a
come
in
e
a
sul
a
da
da
balcone
di
palazzo
fianco, al
stava
lemagno.
di
il fido
E
dopo
volto
si guardarono
cristalli,
senza
muoversi,
le
a
ore,
si
lungo,
dire
i
dietro
di
dava
finestra
si sentiva
i
dietro
guardarono
nulla, assorbiti.
la
stalli,
criCol-
Paolo
sorriso, di
declinando
ella
quei cristalli,
che
una
amoroso
a
senza
A
piano,
lieve
delicato
ella si recò
letto
da
Cariati.
terzo
un
volto
oscure,
stanza
sua
alla
stretta
era
bianco
quelle tinte
della
giardino
muro
nella
avvolta
che
marrone
cingolo, col
un
emergeva
un
nalmente
Macchi-
,
vestaglia di lana
che
aveva
stessa.
sé
,
cintura
quanto
per
fantasma
un-
solamente
rimasta
era
della
strazii
dagli acuti
: e
di
,
,
mortale,
ora
suprema
vinta
donna
debole
una
di combattere
prima
249
CENTO
PER
TRENTA
giornata;
e
savano
Pas-
dietro
perduta.
sommersa,
III.
La
settimana
fu
precedette
improvvisamente
che
Napoli,
che
nella
aveva
prima
fischiato
metà
di
il
l'anno,
Natale, quelfiera
montana
tra-
dolce.
La
per
tutte
le vie
dicembre,
sgomen-
di
250
TRENTA
tando
e
che
singolarmente
sopportano
il
non
fa
forse
dei
le
temano
della
di ogni
che,
in
mettono
e
faccia
perchè
l'immenso
Nella
che
precede
al
cielo,è
esca
il
sole, anche
che
per
gente
da
il Natale,
è
dei
u
che
permettere
saliva
sino
Toledo,
a
un
tutta
su.
dove
volgere gli
perchè
i poveri,
benedette, per
tutti
aiutano, tutti
meraviglioso
una
sempre
che
Napoli
tumulto
su,
come
disinteressati,
sui
diventava
a
corrono,
soc-
dirsi,
sommetta
era
stato
aveva
il
fatto
in scirocco
la tramontana
Il
mercato.
e
che
perchè
bammeniello.
cangiare
presto
esca
quello
Pasqua,
quell'anno, proprio,
E
di
immane
gente
pregare
e,
agiata ha
mezzo
la
di
compri
la
gli umili, poiché
Gesù,
e
la
perchè
settimane
Bambino
grazia
baldoria,
ceri, poveretti,
sospirare, un
un
sono
spendere.
più
al
il soverchio
come
precede
tutti comprano
la
state
caro
di
dei
e
avvolse
mercato.
occhi
sanno
gente,
settimana
quella che
più
settimana
tempo,
la
tutta
casa,
vende
buon
gli
arrossa
Erano
dal
ardere
tana
tramon-
gente, massime
povera
pioggia
ad
napoletani
scirocco
genere
la
e
scirocco.
quella
egualmente
freddo
di
dello
preghiere
venditori
le labbra
dolcissimo
un
adoratrice
meschino,
in
: e
i
freddo, la cruda
impallidire
occhi, cadde
città
CENTO
infelicitando
che
la
PER
diventasse
era
un
cominciato
quartieri popolari
immenso,
visto
che
di
Toledo
a
vi
ambulanti,
piccole botteghe
centinaia
bancarelle,
le
erano
!Ì0l
CENTO
PER
TRENTA
da
e
Toledo
quartieri popolari dell'alto,sino
ai
Vittorio
tutta
in
Napoli
al
corso
tendo
verdi, met-
colline
tenso,
in-
assordante,
rombo
un
ch»^
continuo,
alle
sino
Enianuele,
liva
sa-
la
parea
del
voce
gran
Vesuvio.
Eleonora
della
le vie
gelava
avendo
città, restò
dal
di atonia
stato
più l'avvinceva.
ciarlando,
come
esaltazione;
della
paio
moglie
lo
sorriso
ella li
ma
e
giornata; le
andarci
anche
d'
poco
11 marito
disposta,
che
si staccava
queste
estreme
alcuni
vaghi
due
adesso
rifiutato,mettendo
volto
ma
a
lei
di
un
belli,molto
smorto
uno
con
volte
mezza
pagnata,
scam-
una
era
ella
aveva
di
moda
tamente
distrat-
pretesto che
si
tiva
sen-
freddo.
volentieri, le
cortesie, quasi
scrupoli
pensoso
donato
che
aveva
da
tinua
con-
portati per
aveva
inverno,
Salerno,
una
aveva
accolti
Sorrento,
a
a
brillanti,molto
li
in
sempre
da
preda
Le
proposto
aveva
vampa,
pallido
aveva
stento
a
il
ma
di
della
che
netto,
cami-
verboso, fumando,
in
scorava.
di orecchini
costosi,
fosse
se
nel
tornato
era
più allegro,semprepiù
sempre
il fuoco
malinconica
Il marito
freddo
mente,
solitaria-
in casa,
calore
gran
il gran
che
a
fatto accendere
assopita
quello
fino
Triggiano,
per
coscienza,
usava
obbedire
e
quando
ad
la
^a\i
TRENTA
annoiata
vedeva
se
marito
ebbe
non
neanche
come
assenza,
il capo
la
il
meditazione,
in
quel pallido
del
terzo
d'inverno
palco
delle
che
fedelmente;
di
nero,
che
appariva
alla finestra
si facea
e
le traccie
avevano
Gioia
in
un
namente,
quotidia-
potea difendere
si
cereo
nelle
e
Carlo, ella leggeva
San
da
chi
oc-
al Giardino
le arrivavano
e
via,
gli
cenava
Lidia
non
quella contemplazione
volto
nella
affatto, teneva
il marito
fila,a
lettere
non
di
conduceva
di seconda
Non
usciva.
anche
di
ore
poltroncina, fingendo
volto
mentre
o
lunghe
lunghe
piano, ansioso, desolato;
della sera,
sua
ai
leggendo
su
la
Solo, di dietro
leggere,
non
volta
terza
Collemagno:
singolarmente.
in
ma
il
volte
Due
Non
parlarci; quei dialoghi,
una
sigaretta
spiegarle
sue
Paolo
con
e
fatto. Ella scuoteva
quelle
cristalli,seduta
ore
di
al fuoco.
accanto
indebolivano
la
alla
e
:
sempre
più parlato
voleva
notte
pensiero
aveva
ricadeva
e
aveva
un'arietta.
rientrò
non
spalle
le
allegramente,
denti, canticchiando
ai
la
restia, crollava
o
di casa,
usciva
ne
CENTO
PER
quella
lettura.
da
Il pallido
gli occhi, sottolineati
insonnie, delle
delle
veglie.
Ma
il
Napoli,
e
aperse
giano
giorno in cui il molle
Raffaella
spense
i balconi.
battè
le
scirocco
Levandosi,
palpebre,
nel
il fuoco
a
abbracciò
caminetto
Eleonora
quella
dolce
Trigluce
di
PER
TRENTA
sole.
Non
che
in
la
signora
canneriera
multo,
tu-
casa,
il torpore
quella giocondità
a
per
diradare
non
va
a
fare
spese?
Raffaella, che
ho
Non
—
della
sonnecchiando;
finisce
lore
ca-
lieto
quel
a
scuro
vinta, svaniva
che
quel
a
tutti
i
napoletani.
dei
La
cantuccio
un
l'aveva
esteriore
—
finestre,
pensando,
leggicchiando,
che
quel chiarore,
a
dalle
entrava
mettersi
dolori
più
potea
CENTO
nulla
da
le
intorno.
girava
comperare
chiese
—
fece
—
la padrona
indecisa.
Ed
—
anche
qualche
cosa,
andando
la sarta
per
signora
prenderle
a
gentile
assai
azzurro
panno
non
la
cupo,
del
giovanile
e
solito.
arieggianti quegli
secolo
sul
volto
grossa
Raffaella
francese:
candido
treccia
le
vestito
un
la
riera,
came-
che
nuovo
e
bionda
porse
portabiglietti
e
il
in
Sul
un'aria
lunghe
di
feltro
e
molte,
gittava un'ombra
le
cadenti
piume
manicotto,
la
luminosa.
si ammassava,
il candido
più
simo
cappelli del sedice-
la falda
sotto
di
galloncini
cappello
piume
antichi
e
sottili
le dava
gran
le
quel vestito
giacchetta snella
una
che
che
nfiai indossato.
di
orlato
fremevano
cupo
azzurro
disse
—
signora
artistici
bottoni
grandi
mia
aveva
d'argento, scintillanti,con
a
carità, comperate
per
portato, da quindici giorni, ma
aveva
pigrizia la signora
Era
farlo
doveste
se
il
portafoglio,il
fazzolettino.
254
TRENTA
Ora,
—
a
di
la
se
signora
che
se
fosse
non
sottovoce
fidenza
con-
ciataggine
sfac-
parrebbe
Raffaella
cose,
disse
—
guanti di
i
abbottonandosi
padrona,
la
quella
con
bonarietà.
parlate di queste
Non
il bambinello
e
Raffaella,
napoletana
servile
drebbe
peccerillo, an-
un
giocattoli
mormorò
—
CENTO
avesse
i
comperare
cera....
—
PER
camoscio.
Vuol
—
dire
lentamente,
E
di
direzione
aveva
macchinalmente
sul
Anche
salumai
nella
avevano
messe
midette
delle
dalle
i cavoli
bianchi,
si ergevano
grosse,
comperava,
di
un
mele
lassù,
Pasquale.
i
e
di
pezze
di cacio
di
ei
fruttivendoli
delle
per
pere,
a
pira-
la
:
la cicoria, le
montagne,
camminare
le
dei mandarini
di rapa,
richiamante
e
solita
rotonde
i trionfini
mucchi,
verde
nuele,
Ema-
botteghe, di salami,
e
i broccoli
a
e
piede,
strada, per tutto il marcia-
e
arance
casa.
cert'animazione,
una
gli erbivendoli
delle
..
fare
era
di San
di immense
sulla
le ceste
dove
di pezze
e
da
Vittorio
corso
chiesetta
era
di
nulla
caciocavalli,
sardagnolo
mentre
dire
usci
aveva
sul
riboccavano,
Cotrone,
rape
tutto.
non
:
vi
Corso
prosciutti,di
.cacio
voleva
al monastero
accanto
pregare,
di Dio.
Triggiano
risali
andare
per
ci fu la volontà
due, dopo quindici giorni
le
verso
reclusione, Eleonora
Non
di
non
Raffaella, che
soggiunse
—
che
fresche,
gioia. Già
un
si
po'libe-
TRENTA
di detestare
quel pensiero,
della
ribellioni
dal
si alzò
Ma
delle
uscendo
dalla
persone
che, malgrado
chiesa,
giunsero
camminava
avrebbe
da
:
un
poco
della
di
all'altro
scendere
per
po' angusta,
gradelle.
scendendo,
ed
pesce,
che
ella
si
erano
sulle
a
:
trovò
e
poco
cominciate
pietre
di
gradino
sta
que-
argento
il passo,
pre
sem-
Dolori,
E
cento
come
come
deva
scen-
quartiere popolare
si faceva
a
di
la
delle
guardare
pericolo.
trovò,
ha
sul
dei Sette
il gran
uno
si chiama
galloni
affrettava
di Natale
nella folla. Già
del
cercando
sedute
cui
un
Pignasecca,
alto, il vocio
grande,
i
la via
per
proprio
fuggisse
alla
e
canto.
ac-
sorgere
Toledo
a
popolane
ella
: ma
Collema-
po'disselciata che
un
elegante,
luccicavano
il Corso,
Paolo
porta, si voltavano
loro
lontà,
vo-
di terrore.
vederselo
giù,
Le
stanco
della
per
pochi passi, incerta,
signora
se
tirsi,
pen-
là. Paolo, ed ella temeva
gradini, tutti sbocconcellati
Cento
né
i tormentosi
brivido
un
incontrato
l'aspettava sempre
minuto
sforzo
lo
un
sicuramente
sbocco
un
ebbe
ancora
Fece
via
e
tenta,
malcon-
quel volto
con
raccogliere
a
pensieri erranti, ella
gno
volta:
una
piangere,
né
saputo
belle
pregare.
non
Se
di
quelle
insoddisfatta,
marmo,
avendo
trovò
non
quelle
purezza,
freddo
non
né
CENTO
PER
inarmo
più grande, più
poco,
a
travolta
le contrattazioni
,
e
sulla
rie-
TRENTA
del
cliezza
di
alighe
si elevava
Sei
—
urlio
lire!
Sei
—
Niente,
—
gridava
—
Scilla
—
—
ragione
Evviva
Scilla !
Scillal
di acqua
tanta
minuta,
che
ella
A
Tre
acclamava
il
e
così
di
le
delle
E
anguille
si
sentiva
gente,
lunghe,
Matilde
Sekao.
due
e
era
tuarie,
tumul-
cosi
spinta,
parti.
lava
stril-
—
alici.
strillava
—
il dibattito
soldo, sopra
bidi
mor-
massime
la povera
tutte
ditore.
ven-
contorte, in quello
comperava,
cosi
lire.
la folla.
lentissimamente
lire, tre chili
compratore.
un
massime
Ruffo
sta
ventiquattro soldi, a ventiquattro
il venditore
—
gente che
avanzava
da
urtata, stretta
—
gramente.
alle-
le sette
tepido,
cosi
le contrattazioni
e
—
tutte
pomeridiano,
la
ci
di anguste
marina,
Ma
che
quegli odori
fra
guizzanti, di triglierosse
la gente
venditore,
acclamava
—
Triggiano
soffocare.
il
passando
il cuoco
evviva
scirocco
spinola?
!
hai
Evviva
Eleonora
acqua,
cuoco.
un
gridava
—
strillava
—
pieni
sette.
Dammela:
—
lire,questa
cinquanta
e
canestri
(
allegro.
lire,sette
Niente, sette
—
sui
pesci semivivi, spruzzati di
un
Sette
—
2o
CENTO
napoletano,
mare
di
e
PER
di
lui,un
ferveva, acuto, sopra
alla fine
Racconti.
più
il
compratore
17
e
238
TRENTA
il venditore
voglio dare
A
—
flusso
quel
alle tavole
alle
in
folla, levando
scuriccio, dalle
alla
Sul
suolo
marino
tra
era
e
fetidi
fosse
acuti
e
intorno
alla
a
baraonda,
dalle
parole
gambero
accanto
odorava
era
piena
udite
fan-
una
anguille
mano.
di
di
e
un
tanto
e
cose.
il fazzoletto
po' d'
quella
in
qua
parea
tutte le
a
ogni
ma
fango
sentori
glauca
respirare
battista:
cheggiavano
bianstento
a
che
portava
per
la
nera,
piccola
sua
tutte le persone
bocca
nestri,
ca-
tela
quattro
umidità
una
Triggiano
profumava
di
provvigioni,
alla
sciroccale
e
enormi
minacciose:
melma
una
l'aria
Eleonora
che
vimine
un
per
sospese
intorno
grosso
un
portando
camminava,
ciullina
napoletana
traversava
alto
di altre
di
guille.
an-
polipivivi, nel fondo,
zampette
carica
mamma
i
delle
persone
agli
ditore
ven-
coperte di cestellini,
panche
fanciullo
Un
la
di
ombrelloni
dove
ai catini
intorno
il
spruzzi
la febbre
intorno
grandi
le alici.
opache
e
riflusso
e
grandi
i
grandi
tutta
di marmo,
sotto
intorno
giornate
strepitava
—
bianche
pance
l'animazione,
E tutta
in
lire
anguille, buttando
sulle
acqua
queste sante
per
tre
lire, a
tre
di
era
buttando
generosità,
il pescivendolo, incartando
esclamava
—
atto di
faceano
le
Te
—
CENTO
soldi.
sei
via
PER
ireos
gran
là, da lembi
TRENTA
di
marito
fra
umili
lieto
stato
in
in
assunto
Napoli
per
le tasche
sarebbe
cosi
festa
più
poetica
banchetto
di
quell'anno
zioni
propor-
immenso
un
la percezione
quel Natale
quella
biati
scam-
sione
espres-
aveva
tutte
che
tutti,che
per
avrebbe
gantua,
che
corso,
era
risolventesi
stessa
che
precisa
ben
possedevano,
ne
dalla
e
di tutti i visi, ella
chiara,
danaro
gran
moglie,
e
generale
ben
gioia, da dialoghetti
di
grida
frase, da
aoH
CENTO
PER
Gar-
colossali.
l' urdemo
Pare
il
della
poeta, parlando
del
se
napoletani
cibo, del
tutto
un
d'isola
sogno
di
maccheroni,
scinati, enormi
piatti di
la
con
di
foglia di lauro;
acciughe
il tonno
in
di
sira-
fricassea,
l'uovo,
cavoli, coperti
dure
uova
con
,
polliarrosto, polli in guazzetto,
di
Isola
di cuccagna
delle
banche,
pomodoro,
queir
il grasso
dalle
tasche
da
anno,
dei
dalle
serve
,
a
pertutto
dap-
quelle
borghesi
tasche
forno.
il denaro
correva
principi
quelle dei
,
polli al
poiché
interesse
,
quelle delle
broccoli
con
l'aceto,
le
con
tagne
mon-
con
di
insalate
mescolate
conserva
maggiordomi
allegrezza,
,
sott'olio:
polli alla
di
anguille
marinate, fritte,arrostite,con
cibo,
gran
di cuccagna,
montagne
mente
real-
ma
cibo, dava
fantastica
febbre
una
,
Natale;
di
,
ai
diceva
magna
dell' interminabile
delicato
cibo
festa
prospettiva
la lieta
del
che
j'uorno
delle
dei
ricchi
persone
a
TRENTA
pietose
alle tasche
generose
e
dappertutto
il denaro,
parti, ma
le
tutte
denaro
che
da
si
Triggiano
erano
più
di
solitudine
di
profonda
città
una
quello
mangiare
si
vendono
le
migliori
il
tanto
fra
tanta
una
roba
si
in
da
verso
verso
all'entrata
banchi,
con
le
un
gran
che
andava
per
spinta
solo
licità
fe-
di
pasta
casse
e
il
pranzo,
dormire
dalla
mare
fer-
di frutta
Costui,
aperte, coi
e
folla,
si dovette
Pignasecca.
sue
fra tanta
le
via
Toledo;
della
tutte
già. portandosi
fresco,
il venditore
da
il mangiare,
,
Ella
la vinceva,
comperare
fermarsi
senza
poter
dove
mollezza
mangiare,
di
a
paese
un
sgorgante
avevano
il pesce
passeggiare.
trova
migliori erbaggi,
i
gran
da
sognavano
avviandosi
suoi
E
più
mente
improvvisa-
,
pesce,
e
abitualmente
che
vuole
denaro
quelli che
pranzi
che
quei
mento
sfrena-
grande
denaro,
aver
frutta.
pollo, l'erba,
per
dopo
più acuta,
meridionale,
miglior
fra
che
due
di Eleonora
colori, attraverso
verità
povera,
ad
si trova
di
i
questo
,
la gran
per
di meditazione:
e
una
abitualmente
tasche,
dovunque
acutizzati
gli odori, ella sentiva
,
provincia,
e
sensi
le voci, attraverso
attraverso
morale
dalla
dovunque
come
da
venuto
,
quindici giorni
sobria,
denaro
un
di Natale.!
napoletana
reva
poverelli: cor-
largamente
largamente,
cuccagna
dei
specialmente
arrivava
si spargeva
CENTO
PER
che,
sec-
con
suoi
i
PER
TRENTA
canestri
invaso,
aveva
anche
ma
bianche
e
di
secche
castagne
Calabria,
da
coperte
uva
strato
e
grossa,
tutto
secche
noci
guscio,
cotte, fichi secchi
di
Sicilia,prugne
di
zucchero
ciò
secche
biancastro
cui, fra
le
rughe",
di tutte
di
coperto
le dimensioni:
fiori artificiali
dorati, ad
archi,
baldacchino
casse,
pasta fina,
e
di
carta
,
immenso
vero
tutte
maccheroni
colorata, di festoni
un
il
ciapiede,
mar-
,
piccole ciliegie secche
pasta
11
Castagne
dentro
mandorle
passa
uno
solamente
non
la strada.
nocciuole,
bianche,
^tìl
CENTO
le
panche,
cascate,
a
quadrato,
le canestre,
sotto
la
gente
si affollava.
E
l'arco
sotto
scendeva,
che
della
bottega,
oscillante,
entravano
ed
colori, gialli,azzurri
grosso
un
urtato
dai
uscivano:
e
Pulcinella, che
cappelli di
sopra,
rossi, vi
al
e
cartello
gran
al
di
loro
co-
vividi
un
le mani
con
pomodoro
accanto
a
dipinto
era
mangiava
piatto di maccheroni
scarlatto, acciecante,
un
un
rosso
Pulcinella
la
scritta:
A
chiunque
viene
Un, chilo di
Volea
dire
Vera
pasta
Viva
tnva
che
pasta, di frutta
da
a
comprare
pasta voglio regalare,
della
la
banca
tre
secche,
Costa
Costa!
giorni
di
il venditore
di
,
scioscio/e,a chiunque
262
TRENTA
in
entrasse
fichi
detti
quel magazzino
secchi
delie
o
donava
pasta,
po' nerastri
costava
fondo
Era
pasta.
chilo
chilo
Un
alla
quei
viva
la voce,
della
staiuolo
il
per
pastaiuolo
aveva
di
interessi
gli
Costa
popolo
sembravano
la
che
si
di
pareva
di
mai
sei
compravano
un
chilo
si
tre
tava
vuo-
i
e
del
leggenda
la
varia,
setti
ver-
chi
diceva
lire di
le
di
di maccheroni
labbra
era
la
Ma
compratori:
soldi
e
ed
ingenua
che
tante
con-
elargirla
per
denigrarla.
di
lire
trentamila
pasta
pa-
che
diceva
chi
—
stica,
fanta-
curiosa,
mordendosi
che
reclame
da
non
gli altri banchieri
i collettori
vuotava
E
regalato diecimila
aveva
riore:
infe-
cosa
e
comperare
Costa:
banca
cercavano
non
bottega
guadagnato
la
di
come
una
napoletana
Napoli:
tutta
napoletano;
e
quella
Costa.
cinquantamila
e
amici
con
parati,
pre-
munificenza,
quella
a
Piguasecca,
girava
erano
ripetuti allegramente:
erano
la banca
viva
un
qualità
di
ma
popolazione
cartello
maccheroni
Vesuviana,
Costa
mai, tutti ci venivano
sul
della
o
bottega, questi cartocci
regalo,
giorni, circolando
passa
lira: ed
quella generosità natalizia
deliziosa
dei
comperare
grossi maccheroni
venditore,
quel
pure
di
della
il
lo annunziava
di
mezza
alla
pasta
per
noci, dell'uva
un
di sita.
in
CESTO
PER
e
se
al
i loro
per
tissima,
potenbottega
quelli
gnavano
pastina, ci guadadi
mezza
lira,
261
TRENTA
sul
Ella
manicotto.
era
manifesto
un
sita
di
Banco
in
venti
via
su
del
dieci
cinque
un
calzolaio, di
faceva
solo
indirizzo:
tutti
intorno
terra,
altra
di
conservò,
il suo
Si mise
marciapiedi
.\vrebbe
cosa,
ma
tanto
lo
e
perchè
vagamente
la
la
un
poiché
lo
fatti,
In-
conservavano.
vi
non
erano
gente, dopo
a
nifestini
ma-
sempre
buttar
Eleonora
per Toledo:
fiera
dovuto
era
:
dava
e
bastasse,
succede
anche
nome
un
una
s'infastidiva
ferveva,
letto
via
sto
que-
facendone
Triggiano
lo
tro
den-
lungo
dove
mazzante.
schia-
acuta,
qualche
comperare
carità
per
aver
fogliettogiallo, cacciandolo
il manicotto.
i due
dentista, di
un
carta, sdegnosamente,
pallottola. E
una
Niente
il manifestino,
carta, si affretta
di
lecitudin
sol-
massima
di danaro
come
offerta:
più
aperta dalle
portava
non
al distributore
per
pezzo
di
questo
quattro
anche
operazioni.
attentamente
in
piegavano
pezzo
la
che
parea
leggevano
sul
prometteva
promessa
una
e
qualunque
era
il
deposito di
l'interesse
vinaio:
un
al
offriva
su
oro,
nelle
gni,
compa-
chiunque
essa
il manifestino
come
era
che
la banca
pantaalità
e
:
o
e
dirimpetto
—
in
salire
cento:
per
Ferrerò
quale avvertiva
mese
faceva
venti
alle
altro
al
macchinalmente:
banca
disponibili
cento
carta, il che
leggeva
la
—
CEKTO
Giacomo
San
Napoli,
per
lo
della
denari
avesse
VER
comperare,
di caricarsi
di
quella
TRENTA
meschina
CENTO
bicchieri
robetta:
da
spazzole
,
PER
di cristallo
cucina,
centesimi, portafogli di
macinini
lumi
per
E
gente
sulla
gente
strada,
era
tubi
e
le contrattazioni
gli urti delle persone
la
dava
arrovesciato,
del
di
piacere
rità
ca-
carella
ogni ban-
a
che
tolose,
fret-
piccola
sua
inutile. Accanto
capo
e
la
voce,
la bocca
con
poter urlare
a
voce:
fazzoletti
Tre
Na
lira!
una
scopetta quindici soldi!
Lacci
—
ticinque,
ven-
quest'anno,
vendere:
ragazzetto
un
spalancata, pieno
—
e
arrugginiti
forti, che
assai
pareva
instancabile,col
—
fra
così
vi
piena
lira
una
comperava,
felice di
era
erano
le
caffè
cinque
settanta-
petrolio.
a
poi, tanta
tanta
da
di
cravatte
lano
grosso-
lenti
per
orologi,
e
a
soldo,
un
a
un
soldo!
Sei bicchieri
—
Sparate, sparate!
—
venditore
di
di
bengala,
Quando
mai, di Natale,
venuti
a
la festa
a
frvvoli pa~;i.
più comperavano,
Napoli?
Per
del Bambino
Venafro,
Teano,
a
a
Cotrone:
lo
nel
Potenza,
eppure
a
ciali.
provin-
provinciali erano
più tengono
loro
i
erano
i
paese,
Nocera,
celebrare
a
a
!
tutti,il
di trictrac, di fuochi
che
Quelli
a
urlava, sopra
—
bombe-carta,
di
lira sei bicchieri
lira,una
una
ria,
Santamaa
Cassino,
quest'anno,
nell'in-
2b6
TRENTA
la
CENTO
venuti, certamente
erano
verno,
PER
vigilia di Natale
rendendo
ma
,
piena, più ingombra.
Erano
l'arciprete alla testa,
con
da
da
i
col
marito,
panciuti
di
giacchetta
di
i
Allegria
ai Guantai
sino
e
e
di
de
tutto
il
tre
anni
ogni
contrattando
roba,
piccoli
San
di
Eboli,
Tommaso
in
di
via
prima
di
le grosse
bottega
Villa
si
ai Fiorentini,
Borghese
spinti
erano
in
Medina
piazza
a
lungo,
anzi
a
nicipio:
Mu-
andando
coi
pelli
cap-
indietro, gli
paesane,
scarpe
,
gia,
Fog-
avevano
Fontana
buttati
furbi
d'Aquino,
lo passavano
giorno
vocati
av-
alla
i loro
e
dei Fiori
denarosi
più
tai
no-
elementari
le donne
giù, stanchi, rifiniti,
in
a
la
Reggio,
Saint-Peter"bourg
trascinando
donne,
cereali
piazza Carità,
i
i
cappello
e
di
a
a.\\'Hótel centrale
all'Hotel
su
rosso
Nuovi:
e
in
in
i
sbarcati, coi treni
di
figlie
grossi stivaloni, in
provinciali alberghi
Cappello
le
con
maestri
marrone
erano
Benevento,
del
deW
velluto
Tutti
inondato
in
coloni
i venditori
brigantesca;
compari.
coi
signorelle:
collegio ;
tabaccosi;
rabbiosi
sparuti;
e
proprietarii
i medici
e
da
di
tieramente
in-
vestite
metà
uscito
più
frotte,con
a
le donne
o
ragazzo
e
magri
scarni,
grossi
Napoli
venuti,
contadine
venuti
erano
andarsene
per
a
ogni
mini
uo-
mandosi
fer-
rella,
banca-
lungo, tutti insieme,
fanciulli, arcipreti e coloni, disprezzando
offrendo
il terzo,
il
quarto
della
do-
FEH
TRENTA
quasi
volta, anzi
I
E
di
accordo.
ai
pesanti
si
finivano
sempre,
alle
capiva
di
vestiti
cannacclte
tre
fili di
cetti
d'oro, alle loro
labbra
obliqui
furbi
e
Napoli
i loro
conservata
Napoli, si
di
visto
era
luccicante
moneta
che
e
in
nascosto,
rendita
Nazionale,
terribile
non
contentandosi
di
cassa
di
in
pochi
mesi, di triplicare
risparmio:
avidità
loro
ducati,
di
Spagna,
nei
del
venivano
mai,
a
loro, i provinciali,
vano
veni-
fiducia
avendo
alla Banca
quello
con
il loro
guadagno
chi
vec-
mente
tesoro, gelosa-
credendo
la
la sordida
resse,
inte-
interesse
il loro
anni,
per
italiana, non
non
? Erano
Napoli
loro
tant'oro, una
argento,
sonante
dal
lac-
venuti
provincia. Quando
tanto
attratti
portare
a
nella
piastre, i
antichissima,
ferrati
della
quel grosso
i colonnati
cofani
ai
erano
napoleoni, perfino
moneta
una
che
per
le loro
portare
scarpe,
fioccagli, d'oro,
colore
capiva
le banche,
per
per
si
grosse
sottili,agli sguardi
al bizzarro
tutto
a
tal-
mettersi
palline d'oro,
,
carnagione:
in
ai
che
e
per
loro
panno,
alle
a
ingiurie dei
cafoni
li chiamavano
che
venditori
le
tollerando
ostinandosi,
manda,
267
CENTO
che
dava
la certezza,
denaro,
rapido,
con
stico,
fanta-
illecito.
Lo
vedeva
bene,
camminando
si arrestasse
per
:
Eleonora
Toledo,
la circolazione
Triggiano,
ogni
era
poiché
tanto, bisognava
impedita
innanzi
TRENTA
ai
delle
portoni
composta
e
in
banche:
ci si avviavano
le
i
nipoti
ligliuole,il
tutti
Triggiano,
quella folla, vedeva
guida,
una
di
suo
di
che
brillanti,
i
festevolezza
che
coloro
che
alle
le
dei
che
operazioni
i collettori.
Giovanotti
di
scapati che
famiglia
]mrare
delle
niente
loro
case;
e
che
studenti
guida,
tissimo
l'elegancon
quella
con
i collettori.
alla
che
i
banca
stii,
re-
levavano
che
le
viavano
abbreErano
professione; figli
senza
erano
e
gli impazienti.
per
grossi
Erano
imbarazzate,
persone
spilla
vivamente,
cuore.
timidi,
di
la loro
silenzio
portavano
i
la
magnifica
una
napoletani,
il
aveva
con
piene
con
in
allarga
eccitavano
difficoltà
le dita
perorare,
a
parlantina propria
Erano
elegante,
l'ascoltavano
di
acuto
quasi ogni gruppo
magari
continuava
compiere
curiosamente
provinciali seguivano
docilmente,
compare,
a
scrutava
con
le
figliuolie
l'occhio
Ma
giovanotto
un
pelliccia: e
andassero
che
perla alla cravatta,
anelli
la
col
colono
solenne.
di
cosa
Eleonora
coi
se
siepava,
as-
provinciali
I
proprietario
come
si
l'arciprete con
gruppi,
grasso
insieme,
qualche
il
,
persone
napoletani,
lentamente.
per
di
cafoni, di provinciali
di
parte di cittadini
procedendo
e
folla
una
specialmente
qualche
donne
CENTO
PER
non
avevano
prima
che
non
voluto
im-
la desolazione
avevano
pò-
continuare
Ulto
che
CENTO
TRENTA
PER
i loro
studii;
lasciato
avevano
agenti di cambio
nella
Borsa,
che
differenze; giuocatori
dove
circoli
di
non
mal
giuoco; impiegati
in
ufficio
potevano
esercitavano
teatri, nelle
i
Costa,
Cunctis,
si fosse
lire
,
cento
essere
fede
o
purché
in
entrassero
suo
marito
perla
nera
e
nei
nelle
della
o
banca
que
Bianchini, chiun-
diecimila,
subito
mila
venti-
il tanto
collettore.
accettassero,
col
per
il
aveva
fede, la complicità
Tutti
in
suo
vano
potebuona
banchiere,
parte principale: il
come
portava,
alla
caffè
Scilla,o della
voglio
diventava
in tale bizzarro
sione,
profes-
perorando,
banca
mezzo,
tali,purché
mala
vare
tro-
quelli che
nei
deporre
—
e
davano
an-
per
curiosa
Ferrer,
collettore,
cento
non
agli sportelli,dicendo:
vuol
mio
per
come
per
banca
presentato
,
tanto
della
debiti
passeggiate,
quella Lopez
amico
mio
Un
della
di
o
parte
sera,
dai
collettore?
era
balli, dovunque,
vantaggi
o
non
nelle
e
nei
solo
tale
alla
birrerie
declamando
—
che
tali. A
mattina
visite, finanche
de
retribuiti
apertamente
dalla
banca
i loro
andavano
esser
loro
stati radiati
pagato
depositante. Chi
qualche
Tutti
vi
o
parire
com-
le
pagato
erano
avevano-
gazzini;
ma-
poteano
non
avendo
non
gozio
ne-
modesti
i loro
che
di
commessi
dramma.
che
pensando
quei giovanotti,
come
cravatta,
E
e
i brillanti
alle
duttore
se-
la
dita.
270
TRENTA
ai brillanti
pensando
che
le
mortale
alla
falda
saliva
del
alle
che
Ma
dice
il
Napoli,
dei
t Metà
parti. Il
bicchieri
entrare;
si
dove
per
dove
su
di
Nunzio
di
vico
Teatro
da
tra
; l'al-
volta, si
biavano
scam-
ambulante
cino
vi-
il loro
bancarella
i
e
Miccio,
San
strada
grafia
tiposita,
vi-
da
miglie
fa-
intiere
visita:
grandi gioiellieri,
voci,
della
si
non
bigliettidi
cosi
sempre
tutte le
Chiostro
stallo
cri-
un
di
biglietto da
presso
parole, su
da
Barberio,
circondata
è
furore,
bottiglie di
cento
stampavano
Nuovo
poletano
na-
vendeva
lanerie, di seterie,
piccola
finanche
e
a
verbo
Grazie, faceva
certe
e
strada, Chianche
vico
volta
come
,
la
la solitudine
tutte le
a
tanto
magnifico
cristallaro
vole%'ano
gente
era
il
napoletani
lire, era
due
che
vi
gente scialava,
mentre
grossi negozianti
denaro
tanta
delle
azzurrino,
poteva
le
rossore
questo?
e
Madonna
certi
il
di
pia
l'am-
sotto
tutto
comperava,
le
con
gli occhi
pittoresco verbo,
alla
alla
inebbriato,
uomo
cappello, poiché
importava
metà
rita
fe-
una
guancie.
circolava, per
i
da
quasi
suo
ai brillanti
lei, producendo
marito, ella abbassava
suo
come
delicatezza, pensando
sua
nervosa,
coperta,
aveva
Gioia, pensando
offerti,a
aveva
loquela
di cui
Lidia
dicevano.
tutti
CENTO
PER
profonda!
su
Carità
Tommaso
tutti i
e
E
toni
can-
Corsea,
Aquino,
Fiorentini, Taverna
2l2
TRENTA
l'altro,perchè
anche
serbò
umidi.
erano
Dopo
Santa
si calmava
un
li :
cessava
alle
ai dolci
i
oro
del
e
cartellone
la
firmato
più
".Ba/ica
decorosa:
e
carta, faceva
leggevano,
una
era
di
trovava
nel
ampio,
Costa
e
volta.
marmi,
di
d'ogni specie;
dalle due
botteghe
carrozzelle, carica
di
Dove
e
quanti
su
la folla ricominciava
smaglianti
del
di
variopinte,
che
risaliva
di
era
cento, in
per
magazzini
nuovi
folla
e
fermi, attoniti,
gendo
leg-
bomboniere
una
Il
un'aria
effetto mirabile
seconda
cento
carta.
Aveva
Callisch, tremagazzini
di
in
Compac/m'a.
restavano
poter
per
grossi
poiché
razioni,
ope-
di
caso
cento
chiarava
di-
sue
i caratteri
un
ai
cato
attac-
Costa
ventitré
per
gruppo
alcune
quel venticinque
certo
innanzi
la banca
del
lenta,
manifesto
riescila
depositanti
un
dai
grasso
più
Ancora
dove
venticinque
era
diventava
grande
poco,
all'estero,si
in
1 bei
pasticci di fegato
un
a
per
i suoi
polare
po-
magazzini,
aristocratica.
da
che
favorire
grandi
folla
La
innanzi
muro,
suo
la fiera delle bancarelle
poco,
sete, dai
più elegante, più
si fermava,
nel
esposto le più belle cose,
finissimi.
al
Triggiano
Brigida il movimento
ma
avevano
diamanti
Eleonora
quello, macchinalmente,
manicotto.
magazzini
CENTO
PER
entrava
ciere
dol-
cristalli,
di
ed
dolci
usciva
nelle carrozze,
nelle
tate,
cartocci, di bottiglieincar-
Canestrini, di cassette
di
legno
greggio.
PER
TRENTA
andirivieni,
Un
al
come
palazzo Faucitano,
Eleonora
dei dolci
Triggiano
:
voleva
alla
entrata
era
ogni
faceva
tanta
la folla
era
sgabello di ferro
altre
varie
come
gente di
sua
le
Ma
nei tre
il miele
di
conserva
in
e
fatto
stacciuolo
sostanza
sedute.
il sosamiello
le
di fior di
tutte le forme
a
quadrilatero,
rettangolo, di
tutte le dolcezze:
gli ordini
provincia
per
ne
:
questi dolci
geometriche, rotonde,
forma
a
tutti
faceva
i
di
Serao, Racconti.
panini,
a
colori,promettenti
un
consumo
delle
presi da due
nei
stocratica,
l'ari-
per
pistacchio,
commessi
loro
me,
enor-
in
cassette
che
non
registri.Ma
che
an-
pasticcini,i pasticcini francesi,
Matilde
vano
entra-
verde, bianca, fatta
mandarne
di scrivere
cessavano
i
erano
se
una
farina, di cioccolatte,di
fìtto bianco
assumevano
cuore,
di
quantità; il mo-
di mandorle^e
e
a
era
all'apparenza, morbido
di mandorle
rombo,
zucchero
gior
mag-
ricerca
liquefacentesi in bocca;
amarena,
e
prese
La
fatto
in
mandorle,
pasta reale, rosea,
a
tare,
aspet-
convenne
magazzini;
erano
frutta, duro
e
di mandorle
felice
giallo-bruna, assai dura, dove
pasta lucida
cinato,
vi-
sedette, pazientemente,
e
signore
natalizi:
vizio,
ser-
del
rendendo
anno,
golosità napoletana, la maggior
i dolci
comperare
poveri bimbi
certi
questa piccola gente.
tutta
per
regalarne alla
portinaia,a
come
per
alla
Ruffo-Scilla.
banca
uno
273
CENTO
di tutte le
18
TE
TRENTA
colori, con
forme,
di tutti i
brune,
gialle, bianche,
erano
messi
doppi
fogli
di
dalle
dragées
nelle
scatole
dolce,
langues
da
confetti
più
dei
nei
grandi
le chicche
cesi,
fran-
chat, scomparivano
de
di
di
raso,
metallo
cesellato
grandi
di
candidi.
silenzio, nati
,
del
quella bottega,
di
quelli
che
sanno
privarsi
hanno
molti
poveri,
e
anche
Caflisch
le persone
dei
i collettori
non
delle
nelle
dolci,
i
pochi
in
dalla
tega
bot-
là,
tani,
napole-
soldi
che
i dolci
e
anche
dentro
loro
dei
ne
per
trascinando
offrendo
non
quelli che
Anche
Malaga,
La
tutti i
di
come
entravano,
paste, del
grandi
proprio
era
miserabili.
convinte,
dai
carrozzelle.
di
il Natale
hanno
gli
da-
rosea,
pulito, elegante,
Natale
comperano
per
e
uscivano
facchini
celebrazione
gran
in
dai
portati
Faceano
rapidamente,
mestiere
enormi
tranquillo. Cartocci
pis::a
Caflisch, tutti
casa
Servivano
quel
a
ma
secca,
la
richieste.
capelli biondi,
azzurri, dai
;
pasticceria
svizzeri, giovanotti dalla pelle bianca
grembiali
trina, di
schiacciata,
comune
tutti i commessi
occhi
sticcini
pa-
napoletani,
,
anche
di
le loro
avevano
il servizio
questi
castelli
a
,
e
alle
la
anche
ma
delizia
biscotti, la cosidetta
i
anche
carta;
maiolica,
di
anche
francesi, dalla pralines aXfondants,
dai nomi
paglia,
la
chiare,
le creme,
tutte
piramidi
a
CENTO
rosee,
formano
che
II
colà
samente
genero-
vini
dolci
i
forti che
e
mirabile
lo
Con
affrettare
di
cercò
chiacchierare
a
sguardo
Eleonora
dei
comm.essi
uno
costui, gentile, premuroso,
,
la
prendeva
registro, ella disse
il
dolci
annoiata.
Natale
là, si trovò
quella
roba
? Per
lei
declinava
umidità.
era
né
di
gente,
le faceva
il
Natale, né Pasqua,
genere.
Verso
Ferdinando
le
camminava?
1 Che
si tramutava
da
sempre,
La
non
tutti
vi
più
era
gli angoli
Maggiore,
Sergente
a
giornata
sempre
Rotto, Nardones,
in coro,
scontenta,
quella
lo scirocco
Vico
i
svizzero.
nuovo
tutta
nessun
San
essa,
vendere
lo
mangiare
vi
non
scoppiava,
comperare
fanno
di
vicoli, Berlo, Campane,
Carminiello,
a
di
da
più quell'urlio,ma
dei
ci
uscita, perchè
era
festa, di
e
ripetette
—
argutamente
Perchè
nessuna
in
che
banche
di
morò
mor-
—
stessa.
gliene importava
tutta
né
sé
a
lire
conosceva.
dolci....
conchiuse
—
Uscendo
Che
più
le
Sono
la
che
comprano
rispondendo
—
di
:
commesso
Tutti
—
zeri
sviz-
libro
nel
giornate di quarantamila
Sono
—
gli
folla!
Che
—
mentre
e
tutti
come
banca
Triggiano
annotazione
sua
della
meravigliosa
Ferrer, della
banca
Cunctis.
de
invitati, pagando
i loro
stordivano
loro, continuando
tutto
liirt
CENTO
TER
TRENTA
la
voce
midabile
for-
distesa, incitando
bombe-carta,' le rotelle,if nuvoli
TRENTA
lo
spariatorio,
che
una
lo
E
che
spariatorio
ordinanze
della
il
il gran
vermicelli
bile,
invincile altre
:
cucinati
di
che
di
broccoli,
bevuto
cinque,
di
una
molti
il gran
una
nella
i napoletani
lo
cortili
saltando
il tricche-tracehe
di
di bomba
scoppia
che
che
di
di
di che
vano
ave-
frutta, fresche
di
rosolio,dopo
vino; dopo
di
che,
piazze, nei vicoli,
comuni,
più
dopo
cosidetta
nei
terni
cortili in-
spariatorio. Il napoletano
d'artificio, ma
rumore
quantità
:
insalate, una
dopo
dolci, molte
strada, nelle
nei
;
i
il capitone
e
fiori, una
quantità
una
cominciò
cavoli
tre
o
di sottaceti
bevuto
chiassuoli,
il fuoco
vigilia di
cinque. Dopo
anguille
due
mangiato
mangiato
aver
della
alle
minciò
co-
pomeriggio,
fritto,in arrosto, in fricassea
rinforzo, composta
e
le
dalle
spariatorio
del
magro
mangiato
avevano
secche,
lo
fine
due
aveva
ne
l'olio,l'aglioe le acciughe,
con
in
dalle
però
perseguitato
guardie,
di
proibito dalle
che
invano
—
pranzo
avevano
che
tutte
invano
—
tardi, alla
dura
Natale, che
Natale,
delle
verso
nei
vinceva
questura
contravvenzioni
dopo
di
vendita,
la
permessa
alle
bengala, tutto
instancabile,
voce
superava,
di
Sparate, sparate!
—
e
CENTO
i fuochi
acche,
i tricche-tr
pa~^i\
PER
adora
ogni altro le botte,
scoppia,
ter^iola,
tre
rumorosamente
scoppietta
la
meno
volte,
rumoro-
samente
che
pa^:;o
di
rotonda
una
che
dà
la luce
a
sette
un
mare,
fuoco
di
nelle
strade
le
con
i ir icche-tr
dato
aver
di
il loro
fuoco
a
Sulle
i buoni
sulla
i cavalli
il
stalla.
sulla
terrazza.
delle
faceva
quelle popolari.
le terziole
e
di
testa
ricaricare
Le
donne,
alle
spalle : e
golo,
an-
piani
aria
in
salve
il fucile
po'
un
nei
toni;
por-
i
pochi
e
di
filosoficamente
gravi, scoppi
vicini
un
e
lontani,
puzzo
acuto
bruciata, di polvere bruciata,un fumo
tossire
e
mentate,
sgo-
rifiutavano
rumori
improvvisati,
o
ultimi
rifugiavano
si
dopo
un
queste
e
di
e
in
sparavano
e
aveva
monelli,
degli
si ritiravano
sordi
scoppi
e
si
sul
e
cadevano
carrozze
Rumori
propria
di carta
in
e
polvere:
a
tempo
circolare, i cocchieri
aspettati
preda
la domanda
terrazze
po' allegre
un
alla
in
si faceva
borghesi
regolari,
di uscire
azzurra,
colline
botta, fuggivano
una
fucile, carico
erano
o
pareva
sulle
bengala. Gruppi
gridando.
uscivano
balconi
come
di bengala
acche, per risposta: ogni iinestra
fuoco
suo
Napoli
aristocratiche
dai
bombe,
i
fuoco.
di
lagrime
strade
fuoco,
gira, gira,
verde,
o
moschetteria,
dalle
Mentre
di
scompigliando
che
rossa,
pomeridiane
f muoio
fuoco, il fuoco
di
fontanina
violacea, piangendo
Alle
il
rotella
la
il
curva
viandanti,
i
donne,
una
percorre
fuggire
gruppi
quindici volte,
o
lanciato
facendo
o
dieci
ma
277
CENTO
PER
TRENTA
coraggiosi
viandanti.
che
278
TKEKTA
Sparate,
—
dello
PER
sparate!
CENTO
avendo
spariatorio,
i
gridavano
—
le
rifornito
venditori
loro
vuote
bottegucce.
Alle
dieci
Orefici,
alle
di
Santa
a
Baracche,
giovanotti
all'ospedale
le
faccie
finiva
non
il
razzi
da
quelle
udire.
quel
nervi,
tutti
giorno,
i dintorni
erano
la
pieni
di
tanto
Era
possibile
im-
pranzato
i suoi
dominare
fra
spariatorio
il
quei
dabile.
formi-
era
i
Cariati
era
da
riposare,
aveva
testa
Ma
fuoco.
spariatorio
palazzo
del
crollare
di
che
mani
Napoli
tutta
colorati,
potendo
non
nascosto
aveva
stesso
Lo
le
con
fontanine
Triggiano,
Eleonora
sola,
lumi
andati
asportate.
impossibile
dormire,
non
dita
le
: ventiquattro
erano
moschetteria,
quei
da
volanti,
impossibile
di
fuoco
battaglia
Pellegrini,
squarciate,
illuminata
era
feriti, ai
dei
di
monelli
e
agli
Mercato,
Montecalvario,
a
campi
parevano
tra
arse,
la Nuova,
Maria
al
piazze,
certe
sera,
cuscini;
e
,
ma
palazzo
il
vesse
do-
pareva
di
rumore
quella
,
popolare
nulla
in
fumo
di
artiglieria.
simile,
molte
a
Da
Natale
migliaia
anni
Napoli
di
lire
si
non
era
mandato
aveva
delle
udito
sue
banche.
Ì!OU
TRENTA
dover
dare
della
vita
solitaria
quella melanconica
a
chiedeva
non
né
al
all'ora,
stato.
mondo;
della
bella,
Giovane,
nel
così,
sola
Non
con
l'anima
voleva
in
assopita
Viveva
fatti
Chissà
—
ogni
tanto
idea
quella
—
È
di
come
un
mondo,
senza
accanto.
tale
leggendo
ore
alle
a
intiere
senza'
zioni
conversa-
quantità
una
sfuggire
al
grande
non
potea
chiedeva
—
resistere
a
abbandono.
suoi
alTari
—
rispondeva
Eleonora.
le domande
di
nell'anima:
che
per
nobili
chiesa,
sarà, il signore ?
Raflaella
attorno
vagamente
Ma
dove
di
così,
nella
esteriori, per
le si svolgeva
fatto che
sperazion
di-
mento
senti-
vasto
assai, passando
esteriori, interessandosi
piccoli
ragione
soccorso,
sussulti, dandosi
senza
scosse,
piena
nel
preghiera,
una
non
di
le camminasse
pensarci.
passeggiando
assai,
la
suo
improvvisa
senza
che
persona
il
ricchezza
una
appoggio,
rito,
ma-
qualche stravaganza.
abbandonata
era
senza
una
a
suo
a
stessa
una
con
cuore,
ideali, ella
sé
che
la conducesse
Ella
riflettere, di
a
temeva
vita;
donna.
considerare
non
chiedere
non
di
intorno
così, alla giornata,
a
di
faceva
Dio, nò
a
viveva
e
bisogno
di
sua
né
fermandosi
Aveva
si
esistenza
più niente
non
pensare,
CENTO
risposta dispiacevole. E la grande
una
abitudine
PER
della
premurosa
came-
riera
giorno,
più fìtte,un
facevano
si
ilOl
CENTO
PER
TRENTA
mente,
secca-
le disse:
Vi
—
queste
dove
acutezza.
Forse
Forse...
discorsi.
loro
La
si annunziava
che
il
con
cadevano
sono
la
—
E
Piove,
che
!
—
del
una
suo
cuore.
dopo
dolcissime
desiderii, che
lasciando
nervi, perchè
di mani
innamorate.
disse
Eleonora.
lunga
giornata
e
non
nel
l'improvviso
giornate,
solitarie,
questa,
senza
suo
più
sapea
occuparsi,
sempre
il conto
i
dissipando
i
tante
Ma
ge
piog-
turbano
l'altra, come
monotone,
vestirsi.
napoletana
rumore,
deserto;
E
tina
mat-
Triggiano.
precoce
leggere, di che
temendo
a
tramontana,
una
appartamento
sgomenta,
senza
tutta
fare, che
venute,
lievi
peccato
intravvide
grande
soffi che
riosità
cu-
pioggia interruppe
gran
con
una
quella
signora
quelle grandi
carezze
come
di
primavera
freddo, dissipando
l'adito ai molli
la
più
gioia.
senza
Eleonora
scroscio
improvviso
un
letargo
aveva
soggiunse
—
aiutando
mormorò
—
grande
non
spavento,
oggi,
cameriera,
marito:
suo
di lui, così, per
senza
verrà
dal
dolore
suo
Domandava
vaga,
—
il
di
parlava
trarla
più poteva
spirituale
la
le
più
nessuno
niente
—
di
occuparvi
non
cose.
Così,
e
Raffaella, di
prego,
po'
un
glio
risve-
tante
nate,
gior-
sarebbero
speranze
lungo, immenso,
e
le
^82
PER
TRENTA
faceva
e
paura
lunga,
là
delle
le
vita
di
pioggia
e
un
la
bellezza
;
velo
era
una
vuota.
si
i fiori
rinascenti,
e
rifiorita
del
pioggia
confortante
il capo
gran
dionale
meri-
e
la via
correvano,
scalzi, ridendo, strillando.
nulla
Ma
pioggia
poteva
lei
a
i
che
si
lusinghe
per
lei. Oramai
di
esistenza
Ecco
nella
il
L'hanno
Ella
La
:
nessuna
di nuovo,
nulla
disse
—
dove
stanza
pettine
lettera?
Una
la
aveva
la
sua
stagione solitaria, senza
lettera,
una
distrattamente
—
tiepida
la
frutti.
rientrando
—
né
indifferenti,
passavano
lunga
una
era
fiori,senza
—
:
quella
con
imminente,
annunziava
arrecarle
poteva
esse
che
importare
indifferente, le stagioni
capo
suo
i monelli
scoperto,
rigori invernali
stagione
sul
per
!
piove
finissero
e
paese
bagnare
Piove,
disteso
era
si intuivano
lasciandosi
—
i cristalli
sopra
bigio
sciava
Scro-
quel temporale
primaverili
mollezze
mente
insopportabil-
pareva
primavera
gran
città; dietro
tutta
le
insopportabilmente
finestre
sulla
la
CENTO
portata
a
la
biondi
quella,
mano
cameriera,
signora passava
ne' suoi
fece
—
la
e
capelli.
sempre
il servitore
risposta.
apri. Le
breve
scriveva
lettera
diceva
Paolo
:
Colleraagno.
stratta.
di-
tende
at-
TRENTA
"
è
compiuto.
pericolo.
sola
Voi
in
Credete
Ella
di
altri.
un
lo
lettera
la
amate!
Quale
più
amare
non
Nessuno,
fatto. Portava
lo avrebbe
salvato:
si sentiva
di
Grazie!
E
vi
Eleonora
mandò
avrebbero
cercato
lei
a
passato,
suo
di
quell'uomo,
di
salvarlo,
po' indifferente,
un
prima
tamente,
len-
E
torpore.
suo
volta, queste parole
il
che
nel
primo
la
Forse,
tempesta
quel colloquio in cui
ripreso
pericoli della
sua
le loro
vita
implacabili, spaventosi
ed
sarò.
appuntamento
il
tutto
ella
giorno
avrebbe
tutti i suoi
acuzie,
le sarebbero
e
Vi
viale.
nel
„
indeciso
vago,
l'adorava.
stata
sole, aspettatemi
Triggiano.
questo
sarebbe
evitato
uscirà
Capodimonte,
—
all'uomo
la
sentiva
si chiedeva
il nome
dal
sona
per-
stessa, né gli
del
nome
tratta
La
Ella
sé
se
scoraggiata,
esser
più tardi
di
parco
Paolo
Collemagno:
Paolo
Se
devozione.
né
avrebbe
scrisse, per
"
io obbedirò.
:
pensava.
e
Ma
avrebbe
a
dove
chiedervi
voi
persona?
nessuno.
sacrificio, in
infastidita
Dite
nessuno,
ultimo
poiché
grave
„
guardava
che
in
oso
profonda
alla mia
deste
Ditemi
Non
vostra.
casa
mi
è
amate
potete salvarla.
oggi, subito.
ricevermi
Collemagno.
che
persona
vedervi
posso
di
La
che
L'incarico
Eleonora.
Signora
283-
CENTO
PEK
in
dolori
cui
sorti
attraenti, per
tutti i
innanzi,
la
pietà
ani
TRENTA
Temeva
quel colloquio.
terribili, certo
tutto
avrebbe
gno,
il bel
sentire
e
che
Aveva
seppellirla
sempre
di
continua
di
la
non
sepolcro,
alzarsi
per
forza,
al
volevano
risvegliavano?
un'altra
senza
triate
Perchè
nella
?
pioggia
decresceva,
nella
Ella
andava
già soffocando
nella
lana
poiché
marrone,
il calore
sua
sulle
una
esistenza
nella
la
battuta.
com-
stanza,
sua
vestaglia
monacale
dietro
ve-
ai dub-
rinasceva
veniva,
e
il rumore
mentre
decresceva
di
senza
chiedevano
cosa
cuore
bii,ai contrasti, ai tormenti
buttare
poveretta,
essa
E
via, il suo
sotto
rezione!
risur-
volevano
Che
martoriato?
e
piovuto
dolorosa
la
lotta,
coraggio
ingiungeva
il mondo
sua
in
lei,gli egoisti ? Perche
da
cuore
suo
della
volta
la
che
avesse
inabissato
non
la traeva
le
voce
Oh
evitare
di
voce
una
forte
una
il giorno, si fosse
pioggia,
ecco
ogni
di
vivere
non
di
Signore
domandato
di camminare.
e
Che
la
ed
pietà, di
di
quell'obblio
di
vuto
do-
al cuore,
al
tanto
sapere,
anzi
E
avrebbe
fremere
in
più
cose
Collema-
le andava
facea
dormiveglia:
suo
tutto
che
quell'atonia, aveva
in
pensare,
dal
la
Paolo
fedele:
chiesto
tenerezza.
cosa,
la sventura.
e
voce
inteso
rivivere, avere
rivedere
onesto
quella
commossa,
dovuto
contro
dovuto
volto
avrebbe
Vi
avrebbe
: e
volontà, andare
una
CENTO
PKE
pioggia
primaverile, poiché, nelle
sue
vi
vene
di
era
gè-
PER
TRENTA
lide
e
ad
ricominciava
veniva,
fosse
agitata,
le
immaginando
prolungata
di Paolo
Collemagno.
nulla.
Ahi,
pace,
di
fuggito per
era
immersa
di
angosce
avrebbe
si
! E
nel
girando
nei
concentrata
alle
più che
sottile
guardò
Ella
la vita
ella
è
poteva
di
disperati
sole
Era
battè
dell'uomo
suo
nome,
aveva
il suo
vise
improvin
zione,
agita-
deserto
,
non
ella
che
vano
ave-
sanno
l'una, quando
ella
e
amato.
nata
ri-
era
non
un
finestre.
sue
fuori.
sapere:
che
alle
sulle
E
sospetto, alla
lei:
per
tempo.
il
al
pensieri,
macchinalmente
marito,
Ahi, che
passate
foschi
doveva
pericolo
appartamento
suo
dei
il
lei?
ore
nelle
e
Dove
era
salvarlo?
vivo
tempo,
angosce
raggio
suo
sonno
sconforti
debolezza,
le
suoi
del
senso
cosa
andare.
di
ancora
vivo, adesso,
esaltazioni
Ella
poteva
all'improvvisa
il
il
infelicissima.
la forza,
avuto
era
paura,
di
marito, in quell'ora? Quale
Come
cuore
si avvedea
sempre
negli
vita
una
suo
correva?
ne
non
la
ella, perduta
ma
tranquillità,di dimenticanza,
nuovamente
essere
decresceva
di febbraio,
visioni,
pericolo,
quel biglietto
con
Decresceva,
tristi
cosa
combinando
cose,
del marito
pioggia, nella mattinata
clie
gravissimo
orribili
più
andava
pensando
commossa,
l'assenza
sue
il sangue;
ardere
imminente,
questo
nelle
CENTO
Bisognava
vare
sal-
doveva
forse,
chissà,
L'uomo
che
28b
TRENTA
amate,
scritto
aveva
Collemagno.
Paolo
voleva
amare
doveri
della
di febbraio
un
in
umidore
pallido
nel
,
si
era
nero
avrebbe
possibile:
fango
Il
coupé
strada
che
aveva
che
la
ascendeva
tutta
si
lìnanco
Eleonora
offriva
era
il
il ventotto
cristalli,molti,
questo
bionda
carrozza
nuove
Triggiano guardava
lissima
sotti-
strano.
corresse,
ma
non
sdrucciolevole
e
tutta
per
e
in
salita.
Toledo,
vecchie
la
che,
ban-
il venticinque,
cento, al mese;
tutto
per
rossi, gialli,
ventiquattro,
per
che
la
dietro
di cartelloni
di
aveva
coupé;
un
esaltazione:
lentamente
verdi, tutti cartelloni
dove
la
formato
tappezzata
ella
aspetto
un
sua
era
sottili. Pure,
donna
e
l'aria,
nel-
e
guardare
a
di
la strada
si
dei
scintillante
adesso
via
chiusa,
voltavano
nera
temporali.
nella
umidità
il cielo
azzurrina,
agitazione,
sua
voluto
era
il
lunghi
volto
veletta
tanta
i
dopo
carrozza
una
esangue
vestito
Ella
tinta
dolce, dagli odori
la
strada,
dalla
gravi, imponenti.
ancora
la lieve
malgrado
le responsabilità
nuovo
delicata
regnava
prendere
fatto
dolorosi
ai
fuori, tutto
carrozza,
una
nascondere
per
non
amava,
risuscitata
era
si diffonde
umidore
Un
non
disse.
aveva
quella che
ella
no,
le pesavano,
—
sali
Quando
e
vita
Andiamo,
—
No,
dolorosamente
e
esistenza, di
sua
della
umilmente
ma
,
CENTO
PER
questo,
ma
senza
TRENTA
deserto:
tamente
al Real
mena
è
è
gli
Ella
i
la
e
da
quella
campagna
da
quelle
ville
e
del
grande
porta
Real
Eleonora
e
quella grande
di
sotto
lontana,
del
avorio
a
quel deserto,
stillante
gli
Parco
e
Si salutarono
stendersi
o
profondi
più
solamente
la mano,
portinaio, che
il permesso
Ella
esibì.
di
alla
dava
an-
viali ombrosi
compiace*
via. lontana
lentamente
Andava
,
un'illusione
dagli occhi
il
solitarii: ella si
estensione
porte
stre
campe-
appena
sul
senza
vide
Paolo
le parve
e
alto
manico
quando
sé, fedele, immancabile.
Era
le
innanzi
appena
alberi.
pioggia,
silenzio
si fermò
ombrellino,
suo
di
sbarrate
appoggiandosi
lentamente,
da
Triggiano
taciturni
profumati,
si elevava;
lassù, in quei grandi
spesso
gno.
coupi'
zione
vegeta-
una
fresca
avevano
guardò
conosceva,
che
va
II
della via,
sinistra, la gran
quell'immenso
invernale,
che
an-
la solitudine.
a
veniva
ancora
che
finestre, da
le
la
le
po' di serenità
un
ricercano
sempre
non
lontano,
troppo
reale, donde
verde,
solo
nell'inverno
e
grandi alberi sfrondati
parco
che
frequentata,
rasentava,
del
sempre
Capodimonte
molto
ville
che
carrozza
meraviglia
di
ritrovo
un
amanti
guardava
mentre
via
le molte
nessuno,
per
la
CESTO
Castello, è
di estate, per
vi
VER
più
con
dirsi
nire
ve-
CoUema-
più
ardenti
scarno,
?
gli occhi,
una
di
senza
parola
e
si
TRENTA
misero
gli occhi
con
oppressi
il
del
edifìcio
del
verdi
,
sotto
forestale
11 custode
un
reale
cavando
nel
entrarono
viale
del
gialle dell'inverno,
strideva
non
in
si
di violette
dei
Ella, accanto
quelle
il
dove
a
di bene
la
verdura
prima
flora
ciola
non
nudi
bianca
della
non
forti
e
sorgeva,
larghi prati
fresco
di
diccio
umi,
glaciali dei
una
puro
rinascente
da
un' aria
come
quella pic-
come
e
gelida. Egli,
molto
diletto
abiti neri scintillanti
Serao, Racconti.
valli
inter-
a
fresca, ingenua,
boschi,
,
placarsi
schiantato
al
Matilde
gia,
piog-
fugaci di disperazione
foresta, innocente
con
di
sentiva
risuscitato;e
bionda
foglie
sottile odore
un
mano
andare
suoi
tile
sot-
penetra sole. Andavano.
vicino
e
arma
coprivano
si
i fiorellini
avevano
dei
i
quello
a
da
nei
umida
già
e
la vedeva
si lasciava
setta
ca-
La
di
ancora
tutta
ancora
lui,man
cuore
speranza
che
coperta
anemoni,
mattina
suo
dall'
a
dove
sua
profondo.
parco
mescolava
sensazioni
dalla
che
pietra
il berretto
neppure;
rosei
oscuri
boschi
di
tenue, chiara, già
verdura
piegando
e
soglia della
discesa, già gli alberi
una
dalle
,
,
ghiaia
sinistra
a
,
arco
dalla
fossero
se
inglese
,
li salutò
come
circondato
palazzo
giardino
passando
destra
abbassali,
l'altro,
al-
accanto
uno
pensieri.Lasciarono
dai loro
grande
aiuole
lentamente,
camminare
a
ao9
CENTO
PER
di
tempo
,
plarla,
contem-
di
giovanile
giaietto,
,
come
19
290
TRENTA
PER
allora
fiiovanetta che
una
Andavano.
la
sé
da
avea
dovere
stretto
uno
le
ritornava
labbra
se
fosse
come
marito
pensava
—
Dite, Paolo,
la
che
era
e
sta
que-
—
a
dovisi
rustico
un
ancora
alle
delia
parola
mormorò
—
renamente,
se-
continuamente
,
—
da
dovere,
un
parola ultima, bizzarra, fatidica,a lei
inesplicabile,
stenza.
esi-
freddamente,
suo
dovere
alla
staccata
compiere
verso
pericolo, L'ultimo
in
sentiva
sentiva
ma
che
affaccia
si
ella
Ora
pena:
sua
CENTO
bassa
a
di
banco
stenza.
esi-
sua
rivando
ar-
voce,
legno
lascian-
e
cadere.
Ma
non
avendogli
ella
egli,obbediente,
lei, staccando
ciottolini
la
con
di
ghiaia
detto
di sederlesi
rimase
in
delia
punta
piedi davanti
a
dei
mazzettina
in
buttandoli
e
canto,
ac-
in
qua,
là.
macchinalmente.
L'incarico
—
mi
che
difficile,
signora Eleonora,
il
io
ma
—
e
ora
tutta
caldo, ardente
cosi
la
lei, con
provincia
follia
nella
in
e
un
Tutta
la
in
sono
paese
come
nunciando
pro-
dolcezza,
grande
fantasia
difficile guardarsi
assai
era
egli cominciò,
—
promesso!
avevo
crescente
di
nome
dato,
avevate
città, lo
preda
a
sta
que-
meridionale,
il nostro
dall'esaltazione
Ma
voi
avete
trovata
la
è
,
e
dalla
follia !
—
pete,
sa-
verità, newero?
chiese
—
L' ho
—
potesse saperla,
trovata
molti
con
stenti
,
lui,chinando
di
inchiesta
una
mio
per
tutti
istruire
che
certa
sono
un
istruttore; ora
quello
a
potrei
che
dovrà
processo.
Eleonora
lei, impallidendo,
egli soggiunse
—
,
solennità,
grave
immenso
impiegati
,
come
personale, facendo
esclamò
—
facendo
—
—
?
Signora
una
giudice
grande
questo
processo
—
conto
gli elementi
Processo?
—
gli occhi,
mio
da
riprese
—
,
nuovo
per
conto
fornire
egli stesso
se
come
come
verità.
la
fosse
ella,guardandolo
ansiosamente
egli solo
se
^91
CENTO
PER
TBENTA
furto; banchieri,
collettori
e
banche
queste
—
con
,
tori
amministraaltrettanti
sono
ladri.
Ella
si
le ultime
—
lacrime
Brasile
banchieri.
il
né
—
né
il
leggende
riprese lui, come
spiegazioni,
Mai
se
desse
né
a
mai
dato
il denaro
più fortunata,
speculazioni.
nella
Ma
né
sé
la
Francesco
ha
dodici, il quindici, il venti
nella
di lacrime
la
inventate
Rothschild,
il papa,
hanno
velo
un
vista;
intorno.
delle
Nessuna
—
e
le offuscarono
—
le scomparve
il bosco
—
le labbra
morse
un
è
stesso
delle
banca
ghilterra,
d'In-
secondo,
soldo
più
cento
audace
costoro
il
dieci,
al mese,
delle
Ruffo
,
né
questi
a
potuto dare
per
vera,
bliche
pub-
Scilla
,
292
TRENTA
Ferrei'
Costa,
dei
minori,
ladri
denaro.
non
il
mangiando
che
Ladri
niente
resto,
una
dal
parte
gran
impiegati
essi
i loro
e
vivendo
giorno per giorno allegramente,
che
tre
mesi, fra
un
loro
un
capitato
volendoci
non
dell'isola di cuccagna;
tutti i
gioielli
tutte
le
,
che
minuto
Tutti
—
la
chi
per
San
nel
in
per
ladri
signora
non
una
uno
sulla
rinascente
lusso
un
umane
cabile,
implasfrenato,
del
godere
per
Carlo, chi
banca
?
chiese
—
ne
mente
macchinal-
Eleonora.
escluso.
Chi
per
pariglia di cavalli,chi
furto. Il denaro
una
sandoci,
pen-
fugge....
per
tutti
entrato
usciva
sparpagliarsi nelle
donna,
una
per
un
lautamente
pranzare
delicatamente,
cenare
non
viaggi, scampagnate,
pazzie
erano
Tutti,
—
giorni
dimenticandoli
e
di
piaceri
cavalli, carrozze,
donne,
ma
sicuro, immancabile,
pericolo imminente,
fra
sapendo
dieci
questo
su
una
capitale,
calcolando
pensare,
,
sogno
a
disastro;
meridionale
follia
gran
dal
fra
mese,
e
e
collettori.
questo interesse, levandolo
sarebbe
altro.
capitale
Davano
fra
dei
,
i loro
parte
minor
giuoca-
sono
l'interesse, prelevandolo
Davano
caterva
banchieri, né
speculatori:
né
pubblico
del
innumerevole
né
erano
non
CENTO
la
tutta
e
di borsa,
tori
PER
stati
sono
alle due
dopo
tasche
e
per
complici
pomeridiane
due
dei
palco
o
tre
ore,
banchieri, de-
TRENTA
PER
CENTO
gliimpiegati, dei collettori,finanche
dei
degli uscieri,
servitori, per sparpagliarsi, nella
si
dovunque
in
i
depositanti
frutto
si
cosi
si
beve,
giuoca, si spende
È certo.... l'avidità spingeva
il denaro.
minuto
un
un
mangia,
il
mettere
a
certo
usurarlo
loro
le
illecito che
guadagno
più rette coscienze
ma
piccole
quante
di
;
piccole
e
ha
alla
quanti tesoretti preziosi che
economia,
che
e
porteranno
sé
con
strofi
cata-
piccola
sono
fragati
nau-
avvenire
un
gordigia
in-
tastrofe
ca-
gran
terribili
intanto
a
corrotto
nella
pure,
strappate
somme
denaro
grande
è la
,
del
stessa,
sera
di
miseria!...
La
—
catastrofe?
timidamente
gli occhi
Sarà
—
fra
tre
dell'immensa
tutti
cionc
truffa
del
curatore
malfattori. Ma
forse
verrà
"bancarotta
ogni modo
che
sono
mio
di
ammessa
cinque
moglie
di
Egli esitò
—
....
anni
truffa.
di
cere.
car-
lei
come
se
promesso
com-
già fosse
colpevole.
un
un
la
sia seriamente
,
la
e
lamente
so-
perduti.
marito
domandò
—
del prò-
di associa-
fraudolenta
meno
aver
?
le fila
Tutte
già nelle mani
sono
l'accusa
Credete
—
giorni.
sotto
possono
A
quattro
arrestati
la
Non
in volto.
Banchieri, collettori,impiegati,
re.
saranno
di
o
ella, levandogli
chiese
—
momento
lo credo,
—
disse
:
poi, dopo
uno
sforzo.
S"94
TRENTA
siete certo
Ne
—
CENTO
l'ER
!
insistè
—
lei,con
certa
una
durezza.
iio le prove,
Ne
—
della
—
Queste
mormorò
—
egli, nella
titudine
ret-
coscienza.
sua
alla
dinanzi
prove
giustizia
,
sono
pos-
,
farlo apparire colpevole, complice, possono
farlo
condannare?
andare
—
Sì,
sino
disse
—
registri dove
suo
gli ha
sulla
ma
verbali
non
—
Non
—
si
E....
prove.
nome
fece
lei,come
può
fare
di
tutto
—
può
Bisogna
molte
testimonianze
le
per
le
carte,
di
cercare
dei
da
offesa
struggerle
di-
metterlo
zioni
deposi-
queste
La
sazioni.
tran-
cancellarne
le
—
malfattori
in
mettere
chiese
lei,
prescrive
ditando.
me-
tutto
anzi-
prigione. Dopo....
accomodarsi.
L'onore
è
perduto, per sempre,
—
disse
lei,
freddamente.
—
—
Quello sì,
E
che
è
colpa
partire....
fuggire?
lasciarsi
non
appare.
diversamente.
bisognerebbe
SI : il codice
—
rovina.
varranno.
Egli dovrebbe
—
lendo
vo-
ricevute, carte,
il denaro,
distrutte
bisogna
commessa,
quella
esistono
—
consegnato
banca:
Oh!
—
di
vi saranno
Certo
di chi
al fondo
lui,
il
lei, ostinata,
ribattè
—
posso
—
rispose
lui.
fare, io ?
—
domandò
ella.
296
TRENTA.
—
—
Non
sapete dove
No:
prima
Chissà
—
I
CoUemagno
lo diceva:
io penso
che
di
rimorso
saperlo
della
lo cercheranno
in
che
questura
l' ispettore
vostra
casa
a
le vostre
perquisire
carte, il giudice istruttore
che
testimone, tutto,
dettaglio pauroso,
sopportare
Oh
Dio, oh
le mani
E
—
la
per
Nessuno,
—
Povera
—
di
un
faceva
avete
fece
—
e
come
una
E
ella, torcendosi
dove
neppure
sua
vita
lui, prendendole
fra le
trattenendola
fanciulla
al
coverarvi
ri-
avvenire
che
faccia, si levò, risoluta
:
sue.
al
l'aspettava,
legata per sempre
il disonore
tosament
pie-
primo
suo
trangosciata, trasalendo
furfante, sentendo
in
trete
po-
lui,disperato.
dell'orribile
la
—
non
mano
colloquio d'amoi'e.
sentendo
come
disperazione.
cara,
arrossi,
pensiero
sonorevole
di-
nessuno.
una
Ella
Dio!
disse
—
come
ciò?
che
pensare
!
un
vi chiamerà
Eleonora, angiolo santo,
0
—
tutto
non
i carabinieri
sventura:
verrà
se
prigione,oltre
,
della
questa
disperazione altrui,
della
il peso
in
le prove,
in
Paolo
sforzo
voi, sempre,
distrugge
parte, oltre all'onta
tutto
più.
turbata.
più
uno
con
a
catastrofe. Se egli non
avrete
lo dice
non
ella,sempre
soggiunse
—
—
all'orribile
ora
.
fece
—
Sentite,
—
è?
forse..
Tornerà,
—
CENTO
PEK
a
che
quella
piva
la col-
TRENTA
Vado,
—
PER
disse
—
francamente
dovere.
lo dica:
ve
voi
Ma
il mio
buono,
mi
soggiunse,
emozione,
Oh
—
e
—
di
mi
sì
debole
dite
degna.
ero
meschina.
Vi
di
darvi
ve
ne
mentato,
tor-
di
sol
un
temi
Di-
prego.
questo....
ho
Sono
morò
mor-
—
creatura
una
fatto
soffrire.
di
natemi.
Perdosenza
il
disse
lui,
qui,
vi
anima
benedica,
cara,
toccandole
la
—
fronte
,
E
ho
tremante
voce
andarmene
posso
solennemente
che
bene
vi
Io
a
perdono.
Dio
—
forte,saggio,
semispenta.
voce
Non
vostro
alla
io di fronte
degna
non
,
e
la
Perdonatemi,
cara,
non
,
dinanzi
perdonate.
cara,
Si
che
cosi
che
con
ero
non
pena.
lui, con
—
Siete
sciocca, misera, vile.
—
che
d'animo.
st'ultimo
que-
a
lasciate
è umiliato
cuore
dandolo
guar-
Vado
—
prima, Paolo,
misericordioso,
sento
pensiero
Collemagno,
negli occhi.
grandezza
vostra
Paolo
a
297
CENTO
mi
per
—
,
fatto.
avete
di
camminarono
il
insieme
nuovo
accanto
,
,
senza
darsi
senza
parlare.
doloroso,
altrui
il
braccio,
Se
anime
,
curvando
il capo
Andavano
quei momenti
Ma
l'ora
di dolce
al loro
castigate per
sotto
piano,
il peso
come
compagnia,
fuggiva,
e
la
toccarsi
andavano
oneste
,
destino.
ne
senza
presto
per
mano,
destino
le
del
colpe
loro
prolungare
in tanta
furono
in
rezza.
ama-
vista
298
TBENTA
di
dell'arco
pietra
che
comprese
le ulti ir
voleano
di lei fra
forza
e
vostra,
le sue,
Ma
da
per
ogni soccorso,
vostra
io
il
vi
fra
lassù, nella
pronto
volete.
vostra
nelle
lo
Non
Si allontanò
se
come
la
spingesse
consiglio, pensate
aspettando
tutto.
a
Avete
viva
forza
temi
manda-
che
quello
volete,
lo dimenticate.
Non
casa,
Sono
tinella
sen-
una
come
menticate
di-
mi
questa grazia. Non
cattive.
ore
—
Penserò
disse
a
ella, profondamente
questo, sempre.
voltarsi
senza
tro,
indie-
come
d'intenerirsi,
paura
gli occhi
siderate
con-
amico,
Scrivetemi,
nel coupé, si lasciò andare
spalliera, con
vi
Non
fatalità di risoluzione.
una
u[»a
un
rapidamente,
avesse
cosa,
testa!
dimenticherò,
—
voi.
qualunque
vostre
turbata.
da
abbandonata,
stessa
fedele. Fatemi
—
mia,
parola; farò
che
quello
di
gli amici.
una
amico
sono
qualunque
poi, per
casa
sulla
piombi
dire
a
tutto
a
sola, mai
più devoto
non
di persona,
sono
la
comunicarle
diritto di venire
in
sera
mai
per
tenendo
per
io
—
parola, sempre
dolore
come
ho
non
questa
fermò,
,
mansuetudine,
che
le disse
—
,
mano
casa
si
e
:
,
di
separarsi. Egli
andare
Eleonora
Sentite
—
dove
ella voleva
parole
e
CENTO
PER
Ora,
col capo
chiusi, accasciata
nella
sua
angoscia,
per
muovere
il
cuore
invocando
di
suo
se
da
marito.
tandosi
but-
sulla
e
Dio
pur
la
Ahi
TRENTA
che
non
vizioso,
l'aveva
amata
,
la
sentimento:
quale
profonda.
della
ne
virtù
voluto
essendo
colpito
coscienza
Ahi
non
aveva
viaggio di discesa
piano
,
E
più
e
crollò
gli
lieta
No
,
Che
se
non
dispaccio,
il capo,
dire
tutto
e
le
le
a
di
era
tornato.
lettera
il
un
suo
che
an-
simile?
senza
e
sé
fosse
caso
sempre
era
casa:
a
per
quel
pareva
uomo
un
a
reva
pa-
di fare
il delitto
chiamò
piegarle
in
sfrontatezza
arrivò
nessuna
sentendo
destino
malfattore?
tutto
no:
carrozza,
chiese
truffa,
avrebbe
onesta
Napoli,
ma
povero,
così.
dalla
del
:
tardi, quando
marito.
nessun
della
giocondo
verso
alla
era
grave,
discendere
suo
non
assai
Era
dolo,
truffan-
speranza
pratico
innanzi
marito.
rubandolo,
perduto! Cercava,
lento
piano
denaro,
molto,
necessario
del
irremissibilmente
svanisse
influenza
ancora,
ancora,
avere
risvegliata la
un
commosso,
,
più la dolce
complice
ella
delusione
una
Quale parola altamente
che
dopo
amorosa
prestissimo
troppo, strabocchevolmente,
del furto?
quando
le delicatezze
tutte
finzione
conosceva
e
rone
chiacchie-
dell'onestà, poiché avendo
e
aveva
finto
lo avrebbe
poiché egli non
frivolo
essere
grossolano, che
e
breve
Come
un
meridionale
aveva
venuta
era
Era
un
bugiardo, allegro
e
CENTO
speranza!
aveva
frivolmente
del
TER
Era
il portinaio
ritornato
venuto
? Niente.
Ella
più quella gravezza
coraggio.
Non
pò-
300
TRENTA
tette
resistere
salire
a
la mordeva
:
agitarsi,di
Costa,
quel giorno,
veniva
la banca
nulla
a
in
un'ora
deposito,
ridendo
discendevano
parola
la
con
le ricordò
quello
giorni,
di
andò
al
cosi,
tutti le
mandava
in
da
su,
della
penombre
dita
sera
incrociate, come
Il cocchiere
le unisse.
e
un
posto
un
paio
lentamente
la
di
all' altro
,
soleva
di follia di
la
e
quentare,
fre-
d'amici,
case
perchè
sul volto
sua
poteva
che
specie
frettolosa:
tro
quat-
o
sfogare
cerca.
ri-
temeva
disperazione;
dentro, il cocchiere,
precisa, ma
guardò
chimericamente
una
leggessero
li
fra tre
per
dalla carrozza,
usciva
Non
da
sonoro
più.
al circolo
caffè,
presa
come
caso,
o
marito:
suo
a
e
:
che
riso
girando
,
probabilmente
trovare
ma
là,
il riso
e
marito
suo
avrebbero
non
Discendendo
che
di
alta
pensando
soltanto, sgomenta,
dove
quella
,
liberazione,
angoscia
chierando
chiac-
felici di
,
che
aperta
domandare
osò
fumando
e
che
denaro
tenuta
Non
che
quegli impiegati
cancelli:
i
avevano
tardi.
più
alla banca
portarla
chiudevano
che
di
,
inutilmente.
raccogliere il molto
per
portato
anche
di
tare
aspet-
,
di muoversi
marito
al cocchiere
ad
così
casa,
bisogno
suo
arrivò
ma
CENTO
in
un
cercare
l'ordine
Diede
PER
basciata
un'im-
con
aspettava, nelle
già discese, stringendo
una
trangosclata
lentamente
preghiera
faceva
ritornava, perchè
le
era
basciata
l'imvec-
TRENTA
chio
flemmatico:
e
nella
il capo
metteva
diceva
e
carrozza
301
CENTO
PEE
dallo
alla
circolo, al caffè, in
giorni. Ella dava
la
e
non
poteva
che
non
lo volesse
deve
EgU
—
nel
E
anche
da
abitasse.
che
sera
Il
le disse
E
salì
aprirle
Il
—
dorme.
fece
—
Si
il
non
disse
lo
nosceva
co-
ogni speranza,
al
chiere
coc-
il
pagava
un'ora
,
con
fa.
profondo
un
Raffaella
sospiro.
ad
venne
—
aveva
pranzato
svegliarlo che
non
mormorò
ella
sé
a
guardava
tutto
e
alle
ora
nove.
stessa.
scintillante di perline nere,
cappello, si sfilò lentamente
alla
cameriera
in silenzio.
abbassando
di
di
il mantello
consegnando
la
è tornato
ella
detto
Ha
si levò
Mentre
signorino è tornato,
tolse
ma
cato
cer-
porta.
Aspetterò
—
;
si avanzava,
rapidissimamente.
la
lo avrebbe
Allora, perduta
casa.
meno
:
signori/w
Ah!
—
a
a
,
Gioia.
di salvezza
di tornare
—
Livia
caso:
via, pensò:
quella svergognata
dove
nella
nella
que
cin-
o
fine, quando
posto
nessun
da
essere
vano
ave-
quattro
Alla
cercare
furore
suo
portiere
in
cercarlo
non
indirizzo,a
nuovo
un
ricominciava.
crucif^
via
da
signor Triggiano
il
visto
degli amici
casa
che
signora
,
al
tello
spor-
Poi
la fronte
paziente aspettativa.
guanti,
Raffaella
sedette
sulla
i
in
mano,
una
che
trona,
polin atto
302
TRENTA
—
—
è
Sta
più tardi,
bene,
Eccellenza
solamente
ella.
la
Raffaella.
Avvertitemi
viso
nella
immerso
che
salute,
lampada.
fatiche
grande
marito
quelli
immobile,
,
di
bra
penomdi seta
paralume
il
aveva
che
intellettuali
almeno
tempo,
cerchio
largo
il
Suo
tutti
come
si
sonno
da
riposano
fonde
pro-
da
materiali
o
sante,
pe-
fonde
pro-
,
agitazioni dello
tornato
a
estenuato
casa
che
spirito.Si capiva
niente
che
lontano
due
ella attese
che
ora
il
ricondurlo
Si
a
nella
solito
le
di
stanza
sua
campanello
Carlo
Raffaella, parlando
e
e
con
chiudendo
rumoreggiando
nuove
del
con
se
la
sera
scricchiolanti.
soltanto.
quando
,
elettrico
un
risuonò,
cominciò
e
il suo
risveglio, parlando
con
stesso, canticchiando,
i
rumorosamente
le
duro.
grazia di
giorno
Triggiano
allegro chiasso
aprendo
la
e
muoversi,
senza
un
per
più
se[npre
forte
fatto
aveva
anche
casa,
squillo
respiro
suo
pazientemente,
Signore
avanzava
lungo
il
stanze,
era
udire,
a
,
Pure
in
svegliato.
poltrona
sua
nel
diffondeva
è
qualche
,
sulla
z'andarsene.
sen-
rovinerà
padrone
aspettare
seduta
ore
col
Raffaella,
mormorò
—
si
il
quando
dovette
due
disse
—
importa, andate,
Non
Ma
pronto,
modo.
questo
—
CENTO
Il pranzo
Vostra
—
TER
scarpe
sue
La
di
signora
cassetti,
elegante,
Eleonora
TRENTA
—
La
che
cosa
urgenti.
cosi, voi donne,
il favore
faresti
affari
è
si tratta di frivolezze.
poi
e
—
ciando
lui, comin-
dire
ti debbo
Dite sempre
—
fece
—
Ilo
impazientirsi.
a
—
CENTO
andare....
io debbo
Ma
—
PER
urgentissima.
borbottò
—
lui,
Se ti pregassi, mi
di rimettere
domani
a
questo
colloquio ?
No
—
ripetette ostinatamente
—
,
adesso.
parlarti questa
sera,
cinque giorni,
senz'aver
io
qui, ad
restar
a
la
E
trovarla
torti
sentiva
ella
che
mutata,
Ti
ascolto,
lei,ma
a
come
se
di pausa,
tu
fosse
—
sei stato
banchiere
Da
tutte
tu
senza
Carlo,
—
marito
stato
parire
lasciare
a
i suoi
di
ragione
esser
cosi.
parlare
il cappello
cominciò,
dirimpetto
il
e
ti ha
Costa
quattro mesi
oneste
fra persone
che
dopo
fede
buona
ingannato ; la
in corte
una
bastone,
visita.
in
la tua
le persone
vivi
di
sentiva
e
sua
abituato
disse, sedendosi
—
ella
—
ti prego
produsse
sempre
aveva
ragione
aveva
Ora
cato
cer-
tranquilla,la
graziosa, umile, dolce:
,
—
al
forte. Era
impressione
ti ho
notizie:
cosi
era
che
ferma,
così
voce
aspettato
ascoltarmi.
attitudine
sua
ho
Ti
giorno, ieri,dovunque.
il
tutto
tue
debbo
—
,
in
messo
tu
è stata
tua
un
dichiarano
di assisie.
sorpresa;
amicizia
lavori
domani
minuto
un
per
il
per
cattivo
fare.
af-
gente che
dei
possono
ladri;
comr
e
si
Egli
prime parole;
egli si
Solo
come
Ella
guardava
hanno
Ti
—
sei
dunque
quale abisso
dalla
lo
il
la
mia,
stato
ti hanno
sei
Tu
a
salvarti
la tua
trascinato.
tu, nella cui
travolto
esser
,
Credo.... spero
sforzo
che
—
tu
onestà, in
l'onesto,
Tu
ho
mano
partire,fare
messa
pensi
non
rovina
di disonore.
uno
con
salvarti. Puoi
esiste
di prova
le carte, le
da
staccarti
tutto; puoi
se
una
ancor
:
tuomo,
galan-
un
soggiunse
—
possa
bruciare
in
,
distruggere quanto
te: lacerare,
un
que,
conosci, dun-
folle;non
orgoglio, puoi domani,
con
samente
nervo-
negli occhi, e prosegui
bonarietà, per
galantuomo,
zione.
emo-
annoiasse
,
tu
quillamente,
tran-
sua
mustacchi,
mentito, Carlo.
la tua
per
i suoi
il discorso
se
lo
continuava,
rimesso
era
arricciava
,
poco.
lei
come
ma
pallido, alle
mortalmente
fatto
era
305
CENTO
PER
TRENTA
cora
an-
contro
vute,
lettere,le rice-
subito;
Costa,
e
viaggio....
un
Egli la guardò
ancora
e
scoppiò
in
larga
una
risata.
—
ridere,
Non
le si
se
—
assicuro
la
squarciasse
Rido
Europa:
ridere,
non
voce
per
queste
frottole
Costa
è
dei
è
testa finanziaria
per
una
che
lui, con
JIatilde
ti
uno
sei
un
più
fatta
tono
yERAO, Racconti.
di
come
diss'^ella,
—
che
forti
l'angoscia.
ti hanno
contate.
rac-
speculatori di
potentissima. Ti
corbellare....
sprezzante
—
giunse
sog-
pietà.
'20
30t}
TRENTA
Costa
—
tre
tutti
e
nelle
mani
ella,frenando
come
Ti
hanno
notizia
che
di Costa
verità,
gira da
ne
sociasiorie
ci
non
Questa
mesi.
Sono
giro
come
la
voce.
se
fosse
tutti
è
una
i nemici
la stessa
la mano,
quasi,
arrestati, come
'(s-
malfattori.
disse
—
penso
Oh
—
smorta
cara.
lei, levando
Sara/tno
—
di
Follìe,
in
sicura,
sono
esclamò
—
quattro
mettono
giurare.
—
ella diventava
burlata, mia
che
Io
—
disse
—
indignazione.
sua
mentre
carte
svenisse.
se
—
la
le
del re,
procuratore
stento
Egli rise ancora,
deferiti fra
saranno
giudiziario. Tutte
del
a
CENTO
gli altri
giorni al potere
sono
per
PEK
lui
levandosi,
—
follie,io
neppure.
Carlo, Carlo,
tu
vuoi
non
varti
sal-
dunque
?
tua
che?
da
Ma
—
mente
Ma
che
fantastica?
Io
vai
ho
non
consigli né di preghiere. Sono
ad
principio, continuerò
ricchi
—
—
bisogno
socio
di
né
di Costa
dal
diventeremo
esserlo
,
lui.
quanto
È
nella
avvolgendo
denaro
rubato,
Eleonora,
tu
—
disse
lei
duramente.
,
perdi
la testa !
gridò lui
—
in
collera.
—
Ti
preso
come
la
dico
che
come
moglie
ò
denaro
ladro,
di
un
e
rubato,
che
ladro!
io sarò
e
che
tu
rai
sa-
considerata
TRENTA
Taci,
—
disse
—
taci, pazza
Ella
del
vi è
paura.
re
noi
Che
altri siamo
sono
tanti, che
in buona
Tu
truffa, un
—
se
ne
di
si
legano
le
noi
a
rebbero
crolle-
crollare;
Rassicurati:
persone.
così
cinico
spietato
della
neppure
che
,
di
fingeva
egli confessava
ella
vantava,
rovina
dunque
sai
furto?
—
Piano, piano;
diamo
combinato
senti
e
la
come
pietosa
crederlo
sua
in
plicità
com-
sé
un
in
,
stessa
grande
morte.
vantaggiarsi
Noi
cui
immensa
una
silenzio
—
moglie
sua
che
credere
non
Abbiamo
profittava
fede, in
e
e
,
non
di
denaro?
furbi.
discorso
questo
può
lei rabbrividendo.
troppe
abbastanza
come
rca
pa-
—
denaro
col
possiamo
non
noi
con
bugia
fece
—
Il
compra
gl'interessi che
modo,
egli
si
sciocchi.
in
cui
nostri.
l'innocentina,
farmi
Non
a
volto;
sogghignando,
lui
amici
non
cosa
cose
E
sul
che,
bian-
Giudici, presidenti, procuratori
Carlo, Carlo!
siamo
—
,
le labbra
con
contrazione
riprese
—
tutti
sono
molto.
—
i denti
morisse.
resto,
—
digrignando
,
gli occhi,
grande
Del
—
non
cliiuso
una
che
lui
Ò07
CENTO
sei !
che
aveva
con
PER
della
che
queste banche
chiese
ella
un'audace
ingordigia
l'interesse....
sono
glacialmente.
speculazione,
e
una
della
un
bestialità.
ÒUS
dal
Levandolo
—
questi
lui,
egual
con
collera.
sua
—
Eleonora,
fece
—
lei,
esclamò
capitale....
glaciale.
sempre
—
CENTO
PER
BNTA
T
ti
non
riguardano,
la
freddezza, reprimendo
donne
Le
—
affari
entrare
debbono
non
negli affari.
dunque
Tu
—
credi '^
mi
non
ella
chiese
—
angosciosamente.
No,
—
le
bruciare
salvarti, di
di
cercherai
Non
—
ti credo.
non
carte, di partire?....
Neppur
—
qui?
Resterai
—
Non
Sì.
—
vi
che
ora
la
da
è
1
fece
—
denaro.
tanto
guadagnare
via
andar
da
sciocco
così
sono
Dio
Oh
—
sogno.
per
le mani
ella torcendosi
per
disperazione.
far
Non
—
rettorica,
Neanche
—
nostro
ti prego
se
nome
,
pel
se
nostro
Rettorica, rettorica,
—
onore
scongiuro
,
pel
pel....nostro
,
vedi
agita, te
ne
No,
Ella
—
come
abbassò
vedi
brucia
lui, sempre
il capo
sul
,
mi
dolore
che
tutto
più
ti
non
commuovere
ti prego,
scongiuro,
fece
ripetette lui.
—
Carlo, Carlo, lasciati
perdere,
—
ti
,
passato?
amore
—
mente.
lui, sprezzante-
disse
—
e
parti.
duramente.
petto, come
se
pen-
inteso,
Ho
viziosa.
Voi
—
di
sposare
un
furfante....
,
galantuomo,
Eleonora,
—
quando
quando
altrui
dei
,
Almeno
risorse....
altre
hanno
voi ! Almeno
nel
poveretti
foste
la
aveste
che
è
Ma
famato
af-
povero,
miseria
di molto
denaro
denaro
lo
sapete
preda
—
a
Oh
un
per
stato
te?
con
colmo
venti
Ho
occhi
della
un
anni
maggior
quella....
esclamò
—
lui,
in
di collera.
voi!
dis-
—
al cielo.
sarei
che
stato
morti?
brutalità.
a
dire
capriccio;
me
tutta
la vita
a
gridò lui,
—
Credevi
—
il
rosario
lo pago.
che
templare
con-
vato
arrirei
sa-
insieme
È denaro
tuo, forse?
—
Oh
Madonna,
•
Gioia....
accesso
le mani
i tuoi
al
a
Vergine, soccorretemi
santa
Credevi
Lidia
vuoi?
infrenabile
s'ella,levando
—
a
si, che
Ebbene,
—
bene....
darne
per
,
voi
di
l'avidità, è il desiderio
naro
denon
,
,
iscusa!
gogna
ver-
nome....
le mani
mettete
denaro
nel
dalla
le fiamme
porto il vostro
che
voi
che
un
lui furente.
faccia
alla
penso
penso
di
moglie
gridò
—
salgono
Mi
—
la
sono
avete
ordinata
vita dis-
la vostra
creduto
Ho
valete
non
loro,
come
altrui, per
del denaro
bisogno
disse.
ella
—
gli altri: voi,
di tutti
meglio
zione
emo-
scomparsa.
era
—
,
di
traccia
ogni
rialzò
lo
Quando
sasse.
309
CENTO
PER
TBBNTA
Madonna,
illuminatemi!
—
810
TRENTA
esclamò
di
niente?
che
annoiare
esse
dalla
che
casa?
si
Vuoi
da
urlò
—
Posso
—
che
Non
suo
ti
l'uomo
addirittura?
vada
ne
sti
que-
accorgi
più
sempre
me
natemi!
illumi-
con
scene,
lei. nevvero?
con
un'altra,
con
salvo
nessuno,
piagnucolosa, perfida
d'ingiuriare la gente
marito!
Con
lui, ripetendo
frase,
questa
Lasciami
volta.
terza
staccare
donna
una
la
rettoricate.
stare
a
permette
te!
a
lei, con
con
scio
la-
Ti
Vergine,
queste
con
servono
Con
—
sei libera?
Maria
per
queste
con
Andrai
—
ella
fece
Non
gridi,
talmente.
men-
pregasse
vuoi, forse?
che
Non
Vergine,
Maria
—
—
se
seccarmi.
non
Oh
—
quello
tutto
mancare
libero,
ella, come
nuovo
hai
Non
—
CENTO
PEK
onesta,
tutti,salvo
tre
a
minciare
co-
che
quattro
o
che
e
con
volte
potendosi più padroneggiare.
non
andar
via, io
diss'ella,lentamento,
—
pallidissima.
—
dove
Liberissima,
esclamò
—
potrai andare,
lui.
io
ma
non
Non
—
so
bene
te lo domanderò
neppure.
—
Tutte
buono
occhi
—
0
le creature
cattivo,
—
trovano
umane
ricovero,
ella, levando
mormorò
gli
al cielo.
Fa
era
quel
che
stanco
ti pare,
e
voleva
—
disse
andarsene.
lui, che
mai
ora-
OÌJ
TRENTA
piano,
andarsene,
per
al terzo
su,
che
guardava,
alla
porta
la
porta
che
ma
agli occhi
dello
ringhiera, come
si schiuse
sigaro, il marito
che
Questa,
saliva
stupefatto
la
ed
fumando
Sempre
udito
aveva
casa
e
un
mento
mo-
Subito
dire neppure
ella, senza
in
bussò
vacillasse.
se
rientrò
marito
moglie
piano, appoggiandosi
parola, scomparve.
una
lentamente
intendendo,
non
del terzo
alla
CENTO
piano.
innanzi
E
PER
e
visto
il
chiamò
suo
faella.
Raf-
tutto, arrivò
subito, pallida, tremante:
Chi
—
lassù
abita
al terzo
piano
,
?
chiese
—
lui, fingendo indifferenza.
Il
—
signor Paolo
È
disse
r amante
della
lui, con
faceva
malgrado
la cameriera
parole,
disse
Nossignore,
—
che
fischiare
,
delle
signora,
voce
una
denti,mentre
E
balbettò
—
ella,
gli occhi.
abbassando
—
Collemagno,
non
è
vero!
gli fischiava
la
la
sua
—
fra
i
mazzettina.
ignoranza
sua
subito:
nossignore. Era
che
uno
le
leva
vo-
bene.
Ahi
—
fece
—
egli, torcendosi
nervosamente
il mustacchio.
e
Ma
se
un
po'
Lassù,
ne
di
andò,
pallore
quando
col
passo
sulle
ella
aveva
un
po' incerto,
guancie.
bussato,
come
se
Paolo
CoUemagno
aprire egli
aspettato
avesse
fu
Quando
stesso.
313
CENTO
PER
TRENTA
dell'anticamera,
entrata, nella
soffio
un
ad
venne
,
le uscì
nombra
pe-
dalle
labbra:
Eccomi.
—
Egli s'inginoccliiòe piangente
della
Al
clie
veste, piamente,
giorno
salito
era
strade
di
Napoli;
della
e
le
se
Ruffo
banca
serbato
avevano
il
delle
numero
centodieci, diffuse
a
prime
Scilla
molta
venti,
della
e
lusso
certo
nel
che
personale
voleva
sdrucciolate
erano
equivoclie,
di
brutto
le
e
due
di
nei
poclie
mal
stanzette
che
e
vestita
,
un
Vecchi, del vicolo
secutivamente,
con-
sorte,
erano
della
compiva
semplici operazioni
pagamento
un
mescliinità, nelle strade
,
e
anzi
grandioso,
portoni oscuri, dove
aspetto
partamenti
ap-
,
le altre
nella
sta
Co-
negli
affettando
le
zione
imita-
a
banca
decenza
parere
tutte
ban-
tutte
per
,
e
l'orlo
santamente.
di febbraio
10
le baciò
degli
primo
Stufa
interessi.
piano
San
scuro
di
gente
mente
goffa-
sito
depo-
Bastavano
dei Guantai
Giorgio, del vico
314
TRENTA
Campane,
dentro
messo
due
due
scrivanie
in
figure, esose
zoppicanti, due
grosso
Alcune
di
queste
ci è
mal
vestite
,
tone
car-
paglia.
banclie
Mezzo
sorte
erano
di Vico
Nilo, di
Cannone,
dove
Tribunali,
tutto, famiglie borghesi, famiglie di operai
di
di fiori
fabbriche
artificiali
ricamatori
di
,
,
di povere
oggetti sacri, levatrici,case
del
disonore
,
vii prezzo
a
ci
dovunque
o
averci
,
di
nuove
vicolo
del
Mercanti,
dopo
registracci di
sedie
quattro
e
quei palazzi di via
via
banca,
una
creare
per
CENTO
PER
all' inferiore,
banca;
una
banca
popolo,
vi
mobili, nei
nei
letti di
ferro
puzzolente
,
facce
le stesse
parevano
il
le
di
o
gli impiegati
le stesse
camice
arrossite
che
Però
,
queste
nuove
crescendo
di
Era
stessi
nità
afficancel-
piccole banche,
di
pegni
e
spegni
,
e
gli stessi soprabiti bisunti,
lassù, nella
tetra
l'indecente
banche,
che
zavano
stroz-
vecchia, unta,
roba
nuove
stesse
rotolando
cravatte
agenzia.
di
miseria
l'interesse
precipitosamente,
neve
geva
sor-
misteriose
registri,negli
legno.
che
quelle
sfilacciate, le
malgrado
piano superiore
delle
erano
quella delle
avevano
pegni; anzi,
degli impiegati di
di
quella dell' agenzia
come
al
berghi
al,
rigoglio naturale,
un
e
di
agenzie
e
come
gionier
pri-
bigliardi clandestini
un'agenzia,
era
donne
come
dai
venuto
era
una
tutte
lina
pallotto-
ghiacciai
eterni
PER
TRENTA
diventa
delle
Alpi
dare
l'interesse
denari
anche
E
sino
più lontane
Chi
non
da
anticipato
la
denaro,
di
loro
depositi pioventi
a
dieci
quei
quindici giorni;
per
otto
di
faceva
facevano
che
il denaro
solo
cosi
alla
esigere, per
banche;
un
dovunque
circolo
una
,
jiadiglione militare, un
grande
convento
di
più
per
polosi,
scru-
poco,
scienza;
co-
i
vessavano
mettere
era
i
delle
propria
proprietari di provincia
sulle
gnare
conse-
giorni, per
otto
per
altrui,i più onesti,
dicevano
coloni, per
postieri,
giorni,a quindici giorni,
,
i
\
dovevano
,
naturalmente
prestare:
pensione;
quelli
arrischiavano
,
giorni
brillanti,l'argenteria,
banche,
tutti
conto
ne
lotto, che
alle
impiegavano
persone
vicine
vesti; i pensionisti impegnavano
di
banco
se
i
cartella
il denaro
loro
mentò
au-
cina
die-
prima
provinole più
in
assunsero
le ricche
esazioni
le
tutte
impegnavano
vendevano
lo
i
,
aveva
signore
tenitori
che
visto,
mai
ciale.
commer-
cento, nella
per
i propri
favolosa.
forma
una
le
Napoli,
tutta
di
interesse
febbraio, tanto
di
da
al trenta
metà
a
all' altro
passava
fulmineità
come
questo
fatto
cosa
di
colpo
consegnato
aver
sportello, si
fantasmagoria,
come
e
dopo
il
Già
stato
l'interesse,qualche
aver
per
che
uno
a
valanga.
una
anticipato era
tanto
gennaio,
CENTO
un
il loro
naro
de-
ritrovo
di
famiglia
monaclie,
un
,
un
316
TRENTA
ritiro
di oblate,
di
convitto
di febbraio
sviluppò
i
più poveri,
di
al trenta
denaro
a
cento.... al
per
depositi
caffè
indurre
di
alla
che
banche.
sospetto,
una
diffidenza:
voci
la
che
prudenti
baracca;
furiose
indifferenti
questo
e
dei
che
ha
bisogno
,
vi
non
difensori
insieme
banche
di
delle
que,
fossero, dovun-
gli scettici,gli
questa paura
diffidenza
vaga,
eccitavano
pascolo
alla
la gran
fantasia
nale,
meridio-
a
Quelli che
erano
ogni
tasia
fan-
dovunque,
di entrare
disperatamente,
delle
brivido
fossero
fra
negli affari di commercio.
battevano
un
un
come
depositanti
molti
il crollo di tutta
discussioni
davano
e
al pa-
queste
su
un
vi
non
al
ritiro,dalla
in
come
gli esaltati,ma
toventi
cen-
portinaio
fosse
annunziavano
sospetto, questa
la mente
vi
che
già che
non
in
dal
paura,
già
aveva
del denaro
non
vaga
non
delle
che
già
Non
dal
e
pinzocchera
borbonico
tutti misero
di casa,
dron
a
banche
moltissimi:
dalla
maestra,
sua
,
mese.
,
educanda
naro
de-
più restii
queste
alla stiratrice
dell' esercito
i
nella
più guardinghi
i
una
lire di economie
capitano
un
del
passione
piccoli,ma
erano
di
cameriere
da
tanto
ragazze,
dovunque,
la
più economi,
il loro
mettere
I
educandato
un
,
si
i
CENTO
ragazzi, dovunque,
decade
prima
PER
si di-,
gli esaltati,
costo
agli interessati, facevano
che
an-
,
una
e
costo;
guei
TRENTA
violenta
contro
attaccato
loro
quartiere
buone
hanno
funghi
duello
un
banche
le
minatorie:
era
già vinta,
di
era
se
la
furore
un
travolto
i
le lettere
sati
interes-
che
presa,
ne
teva
po-
la Camera
magistratura,
che
era
per
cento
di
le
quanto
undici
per
dieci
quaranta
per
esse
perchè
cento
non
sorte
per
più piccole
nei
,
febbraio.
febbraio
Nel
cento
arrivarono
meriggio
po-
l'interesse
giorni fisso al
dalla
nel
oramai
avevano
anticipato, fu portato da
al
crescevano,
avesse
e
dieci,undici
giorno
restato
sessanta
rovina
,
nove,
del
depositi
cervelli
sguernirono
si
i
di
umili
più
giorni otto,
Ma
grado
mal-
gli
l'impressione
per
freneticamente,
,
banche
Il Ptm,
anonime,
di tutti
le
Commercio.
Pure
borse
fatto
era
campagna
paura
tutto
ucciso:
stato
sua
il governo,
avere
Si
l'opinione pubblica, già
per
ma
e
di sangue.
le lettere
la gran
e
non
come
nella
minacce,
banche:
era
cose
sorti,come
erano
turbamento.
già macchiate
erano
dato
le
tutte
queste
innocente
un
e
principio
aveva
non
come
rovescio,
grande
un
e
Però,
mai.
,
continuava
gnìo
banche
il loro
portava
dal
,
giornali ligii a
,
il Pungolo
sera,
sin
che
onesto
le
aveva
ciò
giornale della
un
coraggioso,
,
317
CENTO
PER
due
dalla
trenta
nuove
prima
e
al
seconda.
ad
pomeriggio
avere
del
tanti,
deposigiorno
11:
TRENTA
il
banche,
fu
E
tutte
il
cosi:
che
sarebbero
volte
tre
del
nei
coi loro
Ma
era
Scilla,
della
mattina
ci
Non
nella
che
dettero
cre-
notte
tutto,
dapper-
d'iiirerno, nelle
bische, nei
balli
coi
loro
amici,
cominciò
il
panico:
clie nella
schiudendo
po'
di
guadagni,
di
e
che
dopo
Scilla
si
era
ai suoi
e
nell'abisso
molto
si seppe
per
che
difatti,si seppe
costituito
miraggi
Rullo
costituirsi, nella
avvenuto
dove
mente,
po' involontaria-
un
,
fatalità
per
Guglielmo
notte
più far fronte
gli occhi
travolgere
promesso
questore
Ruffo
rata,
fu dichia-
anzi
donne,
potendo
non
lasciato
fantastici
al
data
,
grandi
le loro
sicuramente
un
aveva
nelle
e
suno
nes-
stata
già
giornale.
al Giardino
e
con
alle otto
pagamenti,
si
del
che
parassiti.
si seppe
Ruffo
Carlo
caffè,
dire
essere,
sito
depo-
in
disastro, si mostrarono
trattorie
grandi
del
di cattura
somme
era
gli interessati
loro
San
a
e
poteva
e
neppure
prima
le
notizia
La
pio desiderio
un
stesso
procuratore
suggelli. Bisogna
i
apposti
o
dallo
spiccato mandato
sequestrate
state
ci credette.
due
il
castello
un
banchieri, collettori,impiegati: che
contro
e
come
giorno prima
avrebbe
l'indomani,
,
quante,
Piutgoìo fu annunziato
re,
larono
crol-
mattinata
,
le
di carta.
nella
febbraio
12
giorno
CENTO
PER
Scilla
mattinata,
più
tardi, immediatamen
il fatto, Guglielmo
nelle
mani
del qua-
daO
TRENTA
folla
via, a forza.
soltanto, furono
vecchio
che
come
fosse
se
ultime, rade
balbettando,
tolto
r
di
era
che
rossi
se
regolare
uso
che
coloro
fra
entravano
urto
presentimento:
e
in
si affrettavano
a
dar
in
non
cosi
a
modo
malo
volta
sua
più
alla
la cattiva
il
più
Trinità
al vico
San
Tofà
pebre
morto, le pal-
gli occhi
taluno
i
sotto
desolante
le donne.
alla
:
tava
notizia, divenun
se
colui
:
apprendeva
che
dolorosa
come
notizia, gridando,
non
vacillava
gessero
regcandogli
man-
,
il terreno
Ma
e
e
cattivo
un
imprecando
"pallidocome
luce
nulla
cinquanta, tutti
in
nulla
la
gli battevano
straziante
Lo
ancora
quaranta,
ancora
sapeva
chio,
vec-
gli avesse
nervoso
strillando,piangendo,
che
parola
sgorgate
folla, vinti da
loro
massarsi
am-
vecchiaia, andava
sapevano
la
,
altro
un
erano
favella.
della
non
la
lui;
della
un
miei
scialbo
giovane
donde
lacrime
come
figli
,
ammassarsi,
anche
impazzito
gli occhi
con
strazianti.
continuamente
ripeteva
e
miei
un
ci è che
: non
mormorava
scena
una
lugubri,
assassino;
un
fu
non
Figli
lo dovettero
guardie
Le
Ma
scene
gridava:
sono
,
le
tante
che
uccidetemi,
CENTO
atterrita!
già sgomenta,
condur
Un
PEK
piedi.
spettacolo
Dapertutto dove
degli
e
Ferdinando,
Spagnoli
ai Guantai
nelle
vie
vi
e
lo
una
era
a
Vecchi,
vano
presenta-
Santa
a
grandi, nei
banca,
Brigida,
Toledo
e
a
vicoletti.
TRENTA
nei
anticamere
da
le
tutte
bianco
grembiule
popolane
pegnatrici
elle
avevano
che
dietro
pallore, la
il
stessa
disperati
di
tentavano
cantuccio
a
finiva
solo
lane.
popo-
tremanti,
di labbra
violacee
che
,
li
nella
i
più
sapevano
non
strada
in
,
un
,
a
lacrime
grosse
sulle
lacrime
un
lenziose
si-
altre
guance,
fluenti,nervosamente
bambini, nei loro grandi
angolo
lacrime
per
ricominciare
desolate
,
sulla
rovina
di
ogni economia,
nei
,
portoni
resistere, era
di
Matilde
un
,
la nota
di
nella
pianto
acuta
a
un
piangenti
tuna,
ogni for-
quel
strada, per
cui
della
nessuno
mattinata
gennaio.
Sbrao, Baccmiti.
che
in
ogni speranza,
pianto femminile, lì,pubblico,
le scale
di
invano
singhiozzi. Alcune
i
desolate,
sono
in
le loro
lugubre
delle
quel pianto continuo, incessante,
E
di
sa
stesso
di mani
altro, quel pianto di donne
tutte
lo
convulsa
si disfacevano
disperate, come
dolori.
stesse
,
di calde
scoppi
signore
cappellino capitato
strada, alcune
che
mezze
spettacolo
reprimere
di
col
lato,iin-
un
mostravano
collera
piangevano
e
le
e
primo
deboli, più infinitamente
frenarsi
da
pendente
la veletta
Straziante
occhi
di traverso,
signore
preso
le condizioni,
di tutte
annodato
mezze
,
accorrere
scapigliate,cameriere
e
lo scialle
con
le tetre
per
vedevano
parti le donne,
in basdiina
oscure,
si
dovunque
,
popolane
e
le scale
portoncini, per
d21
CENTO
PBR
21
3'J2
TRENTA
la
Ma
delegati
i
registri
i
impiegati,
o
Allora,
funebre
tutto
maschile
avrebbe
mai
clamore
fatto
dove
forza
riavuto
più
di
nelle
pubblica che
più furenti
toglier
ucciderli, per
a
la
Santa
Era
di lamenti,
non
gran
urli,
clamore
un
disperato
di
che
i ragazzi
anche
sciarpa
via
i
i
bastonarli, per
per
alcune
carabinieri,
parlare
colpevoli:
Maria
La
ai
i
colpevoli;e
le guardie, volendo
In
,
la
accoglieva
banche,
l'ispettore, il delegato
Foria,
salvare
la folla facesse
Un
contro
,
ai
denaro.
materne,
massacrarli.
cingere
per
il suo
gli arrestati
mano
Tribunali,
che
portava
si gettavano
di
a
si
bene
perduto,
strillo
braccia
uomini,
era
pianti muliebri,
il loro
mettevano
di
e
sentiva
d'imprecazioni,
bestemmie,
tenuti
tutto
cora.
an-
convoglio
lento
cose
femminile
finito,che
era
di truci
e
presentarsi
di
di
gli
avuto
avevano
di
quella specie
quel trasporto
a
,
a
i libri, i
via
,
che
l'impudenza
in
,
i banchieri
arresto
collettori
pochi
l'imprudenza
la folla
in
portando
e
le
per-
guardie
le
,
portandosi
travestite,
e
seiiue-
,
suggelli, scendevano
di
,
uniforme
di
perquisizione
gli ispettori
nite
fi-
aspetto, quando,
di
di
stro, di apposizione
scale
CENTO
cambiava
scena
operazioni
le
PER
Nova
in
fu
soldati, per
giustizia sommaria
alla
ai
vette
do-
folla furente,
altre, ai
canti
Mer-
chiesto
forzo
rin-
impedire che
dei bancliieri.
impossibile sciogliere gli attruppamenti,
im-
possibile
nella
aspettare
niente.
strada
l'urto
di restare
alla
correvano
cosi
le
mura
,
giovanotti,
nelle
banca,
istinto
per
,
aspettare
.
di
vincibi
In-
disperazione
una
donne,
uomini,
la forza
di
inutile
era
aspettare
,
Sotto
che
gente
,
Che!
vaga,
la
^jersuadere
loro
case:
con
una
vedere
non
vano
ave-
vano,
usci-
ne
speranza
la
strada
le
,
il loro
dove
pareti
,
denaro
stato
era
,
travolto.
Nei
circoli
nei
monasteri
,
negli uffici, nelle
del
disastro
arrivò
le
sospendere
più nò
pensò
ad
uscire
dello
ogni
ritegno
Verso
le tre
di
tardi
la
chi
e
lo
nuovo
Ma
da
prendeva
quattro,
oramai
nessuno
la
,
folla
si
via
che
che
maestre,
di militari,
uscivano
dolore
frementi
trovavano
dal
ordine
dis-
via.
saputo
casa,
messo,
per-
riguardo,
aumentando,
vedove
di
gran
correr
a
sopraggiungevano,
ansiosi',
taciturna,
ogni
avevano
di
vivo
a
banca
questo
sé, cosi, nel
che
allora
elemento
ma
alla
aveva
venne
Monache
allora
scrìvere
a
pensando
non
,
tero
dovet-
,
spirito, buttando
notizia.
l'uelli
lavoro
correre
lo
non
impiegati, operai,
un
si
zia
noti-
,
per
tutti costoro
che
due:
,
,
se
il
né
leggere
andarsene
sapere:
le
,
a
la
padiglioni,
verso
lezioni
,
per
nei
scuole,
educandati,
negli
,
vunque,
do-
più
fessori,
progistrati
ma-
tribunale:
stupefatto.
alle
tre, alle
una
folla
,
nell'
oppressione,
stanca
d'a-
024
TRENTA
troppo parlato,gridato, pianto, bestemmiato,
ver
accasciata
che
dal
desolate.
case
non
come
più grande
era
folla di
anime
che
come
se
tutte
le
colpite. E
vita
chiudevano,
fatto
taciturno
nuovo
tumulto
dai
nuovi
arrivati
di
coloro
l'amarezza
inondate
avevano
da
magre
momento.
deserti, si
fra
lugubre,
un
sette
e
poravano
assa-
ore
loro
sventura
già, coi treni
E
Caserta,
ad
cominciavano
multo
tu-
un
da
Foggia,
i
arrivare
terribili
stati
erano
-facce
più colpitinella
alcune
sconvolte
,
,
con
parca
trovo,
luoghi di ri-
,
provinciali,quelli che
fallita
cine,
offi-
nasceva,
vene.
,
Campobasso
stupidità le
i
da
da
Salerno
fazione
stupe-
le deserte
della
le
,
gran
che
una
una
di convivenza,
un
coro
successivi
da
in
mentre
comune,
tutta
ne
trovava
dolore
scuole, gli ufflcii, tutti
di
silenziosi,
sto
gli altri. Que-
improvvisa
una
la
più
disgrazia propria
si chiudevano
,
avesse
il capo,
la
di
contingente
nuovo
dal
colà
erano
di tutti
quella
di
minciavano
rico-
scene
neppure
dire che
volessero
se
e
,
desolarsi, crollavano
di
Le
avevano
,
forza
che
quelli
tutti
che
e
inutile
aspettativa
li,attonita, inebetita, incapace
nelle
e
mattino
di un'
peso
restava
pure
di rientrare
e
CENTO
PEIl
alcune
terree
cosi
nella
rosse
,
gli occhi
dovessero
Nota
così
morire
iniettati di sangue,
di
apoplessia,
curiosa, bizzarra,
i
in
sezza,
gras-
che
quel
provinciali
TRENTA
tacevano
PBB
CENTO
dicevano
non
neppure
,
guardandosi
attorno
avuto
avevano
Napoli
i
e
di
crogiuolo
spariva,
denaro
diventava
Napoli,
e
dove
dalle
fide
i
Napoli:
alle
credevano
facce
solo
napoletani
dei
napoletano
di
che
commedia
grande
Napoli,
che
forse
ne
parte
si
mentre
di
curve
si rannicchia
in
da
chi
sé
ha
ci
non
grida
ai
,
che
sola
un
lira;
avuto
stesso
costoro,
il loro
denaro,
tasca
piangendo
una
e
dando.
gri-
strette, con
forte
un
certe
con
a
tutti
in
ancora
le labbra
Cupi, tetri,con
spalle
una
non
fantasticamente,
disperavano
,
alle
mangiato
portavano
essi
credevano
giuocata
avevano
che
a
quella
tutta
,
perduto
avesse
anni,
provinciali
non
cosi, vagamente,
credevano
una
:
vano
ave-
portar via
,
da
grazia
disperate
,
pianti
paese
I
erano
perduti:
erano
pappata
più.
squagliava,
Ecco, ci
si erano
mai
visto
avrebbero
si
nascosto
Dio, quella bella
bollente
un
denaro,
napoletani
di
grazia
il
casse
si
il loro
lasciare
come
fredda.
e
sospetto
gran
tutto
cenere
capitati,alla perdizione
voluto
in
sempre
napoletani:
diffidente,pauroso:
occhio
con
parola,
una
le
colpo
e
occhiate
,
obblique
tra
la
porte
sospetto, i provinciali si aggiravano
di
folla, salivano
sbarrate
crollando
come
e
chiuse
il capo
pazzi,
alle
coi
banche,
le
suggelli, scendevano
ironicamente:
andavano
trovavano
molti
in
dal questore
zella,
carroz-
al prò-
Tr.EXTA
dal
curatore
da
re,
anticamere
Napoli
che
vi
nulla
era
dei
sindaci
ci credevano,
che
vi
il
crederci,
trama
le ombre
Infine
per
dolorosi
come
erano
malincuore,
propria
della
rientrata
l'ora
del
prima
e
a
queste
casa,
rimorso.
porte: tanto,
deserti.
rimasero
solitarie
sino
a
si
E
l'ora
tutto
del
il peso
di
una
nelle
erano
della
tutti
l'ora
dolore,
comune
Il teatro
tennero
notte:
sparivano
in
morta,
parve
aggiravano
tarda
che
più
poli
Na-
sopra
disperdendo:
si andò
intanto
che
credevano,
ci
scesero
ci sarebbe
nessuno
parole
al paese,
seco
il' inrcrno
e
provinciali
rimandarli
notte, dopo il disastro.
il Giardino
periti
sentendo
sera
Napoli
loro
ghignando,
temendo
sciagura,
mente
Paziente-
dei
i
E
fantasmi
portando
parole
gabbati.
e
la folla
lentamente
e
a
della
in
il momento,
per
non
ma
loro, provinciali, truffati
la naturale
rapporto
a
alle
dicevano
fallimento.
uscivano
una
simili
napoletani.
fare
verità,
non
era
del
di
la stessa
erano
da
aspettare
l'aria
avevano
i
intiere,
sfogavano
,
bisognava
quello
si
e
facce
li ascoltavano,
le autorità
non
di
bunale
del tri-
ore
malgrado
infine, e
contro
presidente
aspettavano
del ricevimento,
amare
che
al
popolate
loro, entravano,
freddezza
CE^"TO
costui
commercio,
di
nelle
TER
San
chiuse
andato.
quella
Carlo
le loro
I call'è
quantità di
strade
tutti
più
bre
ommote,
re-
quelli che
328
"
TRENTA
liva
galla: dovunque
a
invano
tumulto
1
cattivi
1 nodi
vari
che
le rivoltelle
che
della
treni
o
curioso,
di
ora
in
il modo
ora,
case
come
con
o
al
un
e
milioni
altre
la banca
milioni
si seppe
che
:
sei
e
altra
,
una
innanzi
disonore, espatriando,
salivano
queste
crescendo
si
cosa
cifre,
spaventoso.
e
la cifra
infine
Ruffo
in tutto
mezzo.
erano
ferimenti;
Scilla,dieci
Costa, quattro milioni
milioni
silenzio
fallita,
qualche
la banca
piccole banche,
trentaquattro
nel
famiglie. E già
milioni, dodici, quindici;
precisa. Venti
le
suicidi!
innanzi
le cifre della
di
spargimento
partita fuggendo
era
di
qualcuno
quelli dell'
,
abbandonando
mormoravano
vano
già brilla-
mattina
cinque
con
sera
rovina, fuggendo
Dieci
Alla
quattro
e
in
tetra
pure
dolore.
risse
corsero
ac-
lunga, piena di pianto,
d'inverno,
quantità di gente
spezzare.
,
lo
impedire
il
avevano
soffocati
gridi
nò
si allentavano
sangue
sempre
per
dai
potuto
molte
del
i coltelli:
e
accaduti
avvenute
nudamente,
,
indissolubili
disperazione,
di
erano
alla
vincoli
sentimenti,
notturne, quando
inconsolabile
un
coi
fu
Notte
di sangue.
di
palesavano
li doveva
guardie
questi posti
nel
dell'interesse,
nome
posti, chiamate
le
piena
si
più
,
colpo fatale
In
i sacri
e
mie
gridi,urli,bestem-
trista, i più cattivi
istinti
crudamente:
CENTO
erano
soffocate.
dell'ora
più
In
PER
una~
e
mezzo
fallita
di
TRENTA
che
Colui
non
né
de
di
,
fuggire,
del
mattina
uscisse
di
ricevuto
'lettera di
madre
dai
varii
di
nel
loro
tempo
e un
un
la loro
della
più grande,
venduto,
che
Sorgente
che
ne
aveva
che
sorella
erano
dalle
che
che
giunto finan-
era
la speranza,
di
,
—
triplicare
—
la desiderava
dato
avevano
mandate
un
la
de
a
que-
e
resse
l'inte-
con
casa
così, di
vero
po-
,
che
casa
da
prezzo
del
casetta
una
una
farle
per
poco
figlio del
povero
Alessandro
!
in
speravano,
del
ahimé
bizione
l'am-
con
questa casetta
Napoli,
a
di Alessandro
state
allettate
Costa, di comperare
carico
cane,
un
volte
lire, sperando,
fratello,del buon
come
mille
masseria:
una
a
meno
che
,
venduto
banca
cato.
pec-
grave
piccolissima fortuna,
duemila
st'orto, per
La
dalle chiacchiere
Giffoni
paesello, con
orto, avevano
esser
di
raddoppiare
di
Vallepiana.
Giffoni
collettore
un
lezioni,
sue
Salerno, ripetute
depositanti
promesse
che
otto, prima
commesso
da
La
lunga, confusa, straziante
un
avevano
arrivate
cidersi
uc-
Alessandro
giro delle
Stordite, imbambolate
erano
di
né
professore.
alle
solito
sorella, da
sua
lei
e
infermo
e
pel
forza
la
il povero
era
febbraio,
12
casa
egli aveva
avuto
aveva
il gramo
Perula
329
CENTO
PER
denaro
Feruta.
Napoli,
vivere.
a
gran
lavorava
vano
Ave-
Francesco
tempo,
ma
vile, visto la premura
la
Le
per
madre
e
duemila
mezzo
la
lire
di
un
^30
TRENTA
PER
collettore, di nascosto
donne
le due
ma
Poi
ricevuta.
sulle
notizia
brutalità
ed
sapendo
come
molto
che
fra due
giardino
decise
erano
il mal
il denaro
a
giusto in quel giorno
qualche
soldo
giorni
Napoli:
a
venire
per
del
peccato
E
cosi, anche
fatale
giorno
livido
i
Alessandro
lire,
in
cosi
gannato,
in-
ginocchio,
né
conosceva
de
Peruta
in
quei
per
poli
Na-
,
di
febbraio,
morsicandosi
singulti, andando
questura,
di
late
Pure, deso-
andò
girando
le labbra
,
,
paio
un
bugia.
né
inganno,
non
gesse
esi-
loro
averlo
perdono,
che
si
,
che
mandasse
cosa.
per
lui, il giusto, il buono,
la
mese
settecento
qualche
gli chiedevano
a
e
un
stare
a
commesso,
cartella,
di
duemila
con
combinato
avrebbero
lasciare
Sorgente
lui la
scadeva
dopo
sapendo
esse,
dovuto
l'interesse
con
cato
pec-
fatto. Infine....
pregato,
mandar
a
il loro
Francesco
a
piena di
esterrefatte, non
confessare
per
giorni avrebbero
il
e
fare
risposto
lettera
restate
erano
che
qual-
sapere
aveva
una
pianto, molto
aver
casa
Costui
—
riparare
per
,
scritto, fingendo
banche.
esse
di
che
peccato
figliuolo,per
rammentava
ne
se
—
e
fratello,
la cartella
del
avevano
commesso,
dal
—
avuto
po' inquiete
un
niente, al fratello
di
ahimè,
—
avevano
,
avevano
CENTO
dalla
dalla
banca
mere
repri-
per
Costa
(juestura al procuratore
del
alla
Re,
TRKNTA
e
al tribunale
banca
di
331
CENTO
Commercio,
dolore.
Ahi
poi di
e
trascinandosi
Costa,
dal
PER
piedi,
come
il destino
era
a
clie
,
di lui!
più
forte
lira
disponibile, con
creduto
era
banche;
e
i suoi
al
vaghi
sicuro
stato
una
quanto
presentimenti,
dalla
tremato
aveva
betito
ine-
mai
senza
famiglia povera
una
lui, egli, malgrado
si
infermo,
Povero,
alla
nuovo
disgrazia delle
gli altri,il poveretto
per
t
forte, più forte
Più
due
quelle
sorella:
poteva
ancora
di
osavano
che
Costa
Quel
andò
non
sicuro.
vi
pietà;
che
andò
non
colazione,
soltanto
da
dei
alle
que
dovunpena
ap-
di
dieci
della
tutti,
milioni.
lezioni, non
sue
pranzo:
a
sete
una
vano
guarda-
depositanti
i
andò
non
setta
ca-
appena
più malaugurati
i
egli
e
sua
spettro di
questo
niente, niente
era
Lo
miserabile,
e
dirgli
di
e
tetto, la vecchia
aver
erano
giorno
a
malaticcio
acciecava
madre
sua
pietà, dovunque,
piccolo,
banca
il
loro
toglieva
con
si
di
famiglia, il ricovero
di
uomo
donne
sante
e
destino, che
il
e
ardente
mentato
tor-
stanco
,
ma
incapace
palazzo
di
Cariati
,
girava
tanto, macchinalmente,
bicchiere
due
d' acqua,
centesimi.
piccola
stanza,
nella
rientrare
,
girava
bevendo
ogni
,
dall'acquaiuolo, un
senza
Qual notte
di
stanzetta
sua
sciroppo, che
gran
pagava
egli passò, lassù, nella
fredda, solo, solo, solo!
Aveva
cer-
332
PER
TRENTA
di Eleonora
cato
Triggiano;
lontana, avendo
suo
amore
peccato;
suo
il collettore
Triggiano
insieme
Parigi, e
diano
quotidi
cercato
aveva
della
banca
Carlo
Costa
ma
,
Cariati,
dicevano
i
via
portandosi
ma
della povera
gente;
rientrato
era
il diretto
preso
solo,
non
nel
lazzo
pa-
donna
una
il
e
zanotte,
mez-
solitudine, nel pianto,
sofferto
avrebbero
cosa
maligni del
gendosi
affranto, immer-
stanco
freddo, nella
che
Torino
per
il professore, a
e
,
sentendo
Paolo
a
il rimorso
e
,
costui, all'alba,aveva
denaro
lontana
era
,
del
e
ella
ma
portato altrove,
il
Collemagno
CENTO
le
due
,
donne,
povere
che
a
l'indomani
venuto
a
del
dello
invece
pietà infinita
per
immaginare
preso
da
r ira
pel
miseria,
un
svincolava
per
la
le due
di
tremore
sventura,
sentiva
della collera,
pietà,una
una
sorella,
di
di
senza
e
disuniva
un'adorazione
fatta
teva
podre,
ma-
esser
il terrore
tre
Mendella
i cuori
e
,
più stretti,egli sentiva
all'affetto
sua
compassione.
perduto
famiglia diventare
rebbe
sa-
l'angelico
E nel-
casa.
benedetta
po' dappertutto
il denaro,
e
non
disgraziale;
donne
sua
puto
sa-
Sorgente
loro
nasceva
la faccia
denaro
i nodi
sua
pietoso,
gran
un
dalla
casa
poveretto, invece
sdegno,
volto
sereno
Francesco
scacciarle
cuore
avrebbero
tutto, la
perduto
avevano
mentre
il
Giffoni, quando
l'amore
più profondo, nella
mescolarsi
di
un
culto
protezione, qual-
he
di
cosa
OL^li
pregò
più alto, di
di
e
il
da
non
la fiera
a
E
e
raccomandandosi
la trista
buona,
e
pieno
di
tal
quel piccolo infermo
floscie
guancie
alla
in
stazione,
volto
loro
ma
dal
o
vollero
dispiacere
aver
di
tre
volte, dopo
averlo
del
egli, con
intendere
che
che
Erano
stanchezza
parlare
ne
cenno
plice
sem-
annientarle.
e
grossa
in
dalle
prenderle
a
volesse
pareva
smorte
e
lasciato
la
viaggio
un
stanche,
vecchia
insolito.
abbracciato,
denaro, della
un
così
dre
ma-
ansietà, guardandole
dalla
ma
loro
di
La
meraviglioso
,
testa
intensità
legger nell'anima.
casa,
Due
tale
con
di
mediatamen
im-
passava,
viaggio.
egli andò
,
dare
man-
sapessero
la sorella
dalla
fremendo
non
colpo poteva
gialle
e
che
in
coraggio
novo
sua
il denaro
venissero
che
momento
stanca,
e
un
un
loro
GiiToni,o
a
vecchia
era
E
notizia
sorella
Dio, perchè
a
potè
Feruta
sua
ogni
e
figlio
inauditi, il giorno
de
viaggio, scrivendo
in
sentissero
donne
sue
a
dalla
perchè
sforzi
con
madre
,
di
dovere
Signore,
il
egli potesse,
suo
il prof. Alessandro
sua
il
il
altre, le
novella.
seguente,
per
fare
a
pregò
femminili:
cuori
notte
tempesta
,
pregò
amoroso;
bocca
la
dargli forza, perchè
disgrazia
questa
nella
E
sublime.
Signore di misurare
il
iuei deboli, ingenui
Signore
CENTO
PER
TRENTA
loro
della
avrebbero
unica
mano,
esse
sorsa,
rifece
parlato più
JUliNTA
lardi.
Quelle
di
E
tacevano,
farsi
un
soli
baciò
mortale,
t^enue
la
ingannate
di
stanza
biliata,
mo-
da
un
rugosa
di
sua
E
lore
pal-
più
vecchia
che
me.
donne
iii-
facilmente
tradite,
la
dre
ma-
disse:
povere
intesero
ma
le
avete
non
ingannate,
mentre
la
e
provincia,
tradite,
e
verità.
cava
cer-
tutto.
coperto
lavorato,
voi
semplici,
e
mano
mamma,
donne
Erano
dire
per
piccola
volto
tanto
aveva
Mamma,
—
leone,
nella
col
lui
mentre
,
,
che
di
seduti
ej^li
CENTO
pensose,
cuore
furono
quando
l'IiR
subito
la
bile
terri-
sorella
gridava
di
voleva
inginocchiarsi
sperazione
di-
,
davanti
al
averlo
0
voi
E
chiedergli
per
di
perdono
rovinato.
—
—
figliuolo
fece
mamma,
avete
piansero
pietà.
—
me,
avete
insieme,
lui,
me,
nella
tremando
non
più
di
dolore,
temete.
profonda
liare
fami-
Alle
dieci
parrocchia dei
della
porta dell'antica
sulla
di
campanello
allo
di
piazza
il
la
del
Santa
vico
del
Maria
cominciata
un
vico
in
nella
rimase
accanto
Matilde
Sbrao,
poggiato
ap-
porta
stesa,
a ditrilli,
grande
fra
di Pentecoste.
si chetò:
alla
porta,
minuti
poco
Apostoli
ma
ritto
innanzi
:
Racconti.
i
della
Grotta
dei SS.
tratto, il campanello
deserta
sti-i-
e
Vertecoeli, della
chiesa
sugli scalini,ripetendo ogni due
piazza
minciò
co-
avvertire
per
cantata, la funzione
sagrestano
alla
a
grestano
sa-
uscì
e
vecchia
Apostoli, delle Gradelle, che
SS.
messa
grosso
un
serviva
Gerolomini,
A
il
napoletana
campanello
di via
sarebbe
Apostoli
stipitedella pesante
continuamente:
Marra,
il
argento. Il sagrestano,
scrollava
quercia,
divoti
chiesa
SS.
agitare vivamente
ad
dulo
quella domenica,
di
mezzo
e
22
GIOVANMNO
(1
il
Avanzate
—
le
Pure
alla
ancora
che
borghesi
doveva
di
pettinessà
dei
mazzocchio
Il
piazza,
monotonamente:
Nel
in
il
Avanzate
palazzo
mozzi
di stalla
strigliando
i
e
due
di
ora
cortile, un
di
percalle
nel
lucido
dei bambini.
di
questa
la
esce
SS.
della
messa.
Apostoli,
festiva, il movimento
si
palazzo giallo,con
che
centuava.
acun
i cocchieri
e
i
,
della
principessa
botteghe
acuto
puzzo
dappertutto. Giusto,
della
mani
qualche
dietro
piazza
cavalli, lavando
dalle
Solo
sdegnoso
i finimenti,riempivano
sudicia:
gnore
si-
ancora:
ficcata
lastricato
largo, mal
le
ripetendo, agli echi
grande
un
pezzo
nelle
vestito
nuovo
piede, che
quella mattinata
cortile
col
numero
Era
volte.
tre
assai
gente, andava
—
il grosso
capelli,tirandosi
minuta
chiata
un'oc-
affrettavano
argento
sagrestano,
teghe,
bot-
cantata, il sagrestano
messa
giungeva,
loro
dare
a
erano
si
suonato
aver
popolana
la
la
uscisse
delle
pomodoro,
ancora
pettinatrice,non
perchè
di
messa.
ripassavano
e
dove
sugo
la
esce
andavano
cucina,
nel
bolliva
carne
e
ora
passavano
che
le massaie
della
MORTI!
che
piede,
bottegaie che
LA
agli sportelli socchiusi
innanzi
di
0
principessa
di
in
le
di
Santobuono,
carrozze
di pozze
interne
di stalla
finando
stro-
di acqua
spalancate del
si
quell'ora,la
Santobuono
e
era
diffondeva
due
mantici
quasi
in
O
fra
ordine,
mozzi, fra
di
nella
strada
a
scala
palazzo
pulizia
al
primo
di
cinque
piano
mesi,
le davano
non
alla
pace
pallida, volta
malediva
di
monaca
e
stupido
larga
donna
testa
le
che
la
quella domenica,
:
arrivava
non
lana
le lacrime
con
in cui
preso
invece
un
più
assai
nera,
corto, innanzi,
coppia
alla
e
rossa,
agli
chi,
oc-
di farsi
amore
Ranaudo
messa:
cinquant'anni,
lunga,
pingue
che
davano
non
pace,
di
vestito
aveva
,
preparava
a
abitava
pazzo
Ciccio, l'impiegato postale.
per
Dirimpetto
si
di
il momento
casa,
che
quattro piccoli figli
Orsolina
volta,
a
tiere,
por-
incinta, quell'anno,
minuto
il
mile
siLa
essendovi
altri
orribilmente
consumato,
e
i suoi
abbottonarsi
dere
pren-
messa.
a
Orsolina
ancora
donna
a
agli inquilini,piano
Mariagrazia
serva
specialmente,
ad
affidata
un
andare
palazzo
un
non
donna
e
dovevano
due, ai SS. Apostoli,
poiché
era
di
e
passi, per
condurla
e
era
che
abitava
numero
piano. Giusto,
per
cocchieri
Carbonara,
a
che
fortezza
sporca:
la
di
venti
a
Giovanni
San
una
assai
era
àó'd
MOnTE
scalpitare dei cavalli
principessa
del
LA
chiasso
gran
là, scendere
uscire
la
un
lo
O
GIOVANNINO
che
si andava
larghe scarpe
di
con
non
un
donna
Peppina
naudo,
Ra-
grossa,
grassa,
più
viso
ha
roseo
avuto
pelando,
prunella
posatamente
infantile
con
figliuoli,
si faceva
dalla
di
serva
mettere
Concetta:
la
d40
O
don
mentre
Alfonso
del
di
lotto
ritorno
da
alle
tre
donde
e
in
di
cerca
nero:
sinistra,un'
andare
vecchio
messa:
a
scarno
e
naso
un
bianche
due
e
Vincenzo
Manetta,
di
storia
Vincenzo
e
bianco,
da
donna
buona
che
si
e
viso
che
capellicon
delicato
si ostinava
la tintura
capelli variavano
marrone
di
chiaro,
ma
preparava
viso
un
sottili
al ritiro,
innamorato
e
al
certi
e
documenti,
Elisabetta
maritata
che
tinte,ora
netta,
Maassai
aveva
vato
conser-
verdastri, la tìnta
di
color
rosso
scuro
delle
tura,
ma-
tingersi i
che
tanto
violaceo
da
punto
ingiallito di zitella
Zempt,
un
bastoni, don
nell'abitudine
ora
piano,
fedine
sino
era
tardi,a quarantacinque anni,
un
centezza
lu-
una
con
donna
poi l'autore:
credendosene
aver
di tribunale
Napoli,
brani
non
Man(;tta,
al ritiro
essere
interi
si
come
cancelliere
dell'antica
gli
copiarne
felice
magre
il soprabito
secondo
uccello, due
gambe
rabbioso
della
di
e
coniugi
con
Al
don
lungo
secco,
di
sorridendo
coppia
altra
dato
an-
quaglie
vecchi
i due
occhi.
era
mettersi
tranquilli,contenti
figli,felici,
placida negli
Dio,
piedi,alle dieci,si
a
e
messo
com-
a
d'Arco, dove
mattino,
si guardavano
figliuoli,
ora
avanti
la giacca di fustagno, per
senza
per
marito,
suo
cacciatore
gran
Pomigliano
del
MORTE
Ranaudo,
di castoro
a
LA
ritornato, sempre
era
levava
O
GIOVANNINO
cupe
questi
cupo,
e
neralmente
ge-
erbe
GIOVANNINO
O
di
don
Vincenzo
meticoloso,
la
Elisa, il sagrestano
—
Una,
—
una
Elisa
infilando
sulle
mani
È
—
chiuso
la
?
messa
1
Ora
del
stanzino
sagrestano
scampanellare.
cominciato
la
un
grande
appartamento
un
grande
sbattere
una
forte
di
porte
cantata.
messa
piano
di dodici
e
a
dieci
soltanto
ci volevano
Nell'appartamento del secondo
diritta,
a
stanze, vi fu
andirivieni,e
un
gridò:
di donna
voce
carbone.
aveva
cominciata
sarebbe
e
po' gialle.
un
?
nello
il
Intanto
minuti
ma
nera
in tasca.
Elisa, il gatto
—
donna
il rosario.
ho
Le
—
volte.
pazientemente
perdere
Elisa, le chiavi
—
due
suonato
guanti di reticella
i mezzi
grassette,
Cerco
—
nero
terra".
in
ha
zoso,
po' stiz-
un
soprabito
mazza
dicea
—
Elisa, vuoi
—
col
Manetta,
piedi,batteva
ai
sino
metodico,
E
pantano.
341
MORTE
LA
O
Chiarina, Chiarinal
—
è?
Che
—
rispose
—
una
voce,
da
zetta
stan-
una
chiusa.
gridò la
si
—
seconda
di donna
voce
affibbiava
assai
la
suonata
E
—
Gabriella,
bracialetto
un
volta, la
d'
oro
messa
ella
mentre
a
,
—
catena,
pesante.
E
Chiarina
va
bene
dalla
—
sua
rispose
stanza.
la
sottile
voce
di
'iii2
Ti
—
gridò
vuoi
donna
d'oro, ad
Ognuno
—
dietro
la
urlò
è vero?
non
anche
chi
donna
di
voce
ha
siccio.
mas-
l'anima?
sua
di
di
rispose
—
fatta
Chiarina
coraggio
Gabriella
—
altro
un
grossi, assai
all'anima
porta la
di abbottonarsi
dula.
stri-
parlare, sentite!
mentre
invano
cercava
i pesanti orecchini
di oro,
perle
a
brillanti.
e
—
Te
—
voi
—
Come,
che
bruno
Giovannino,
disse
—
sottile
e
morata
sei -innacione,
strac-
è altro!
non
importa
quindi
m'importa?
non
strando
Ciiiaiina, mo-
da
fessura
una
affatto:
voi
comandate
non
in sottana
Donna
rubicondo
io ti sono
—
e
mi
non
siete
ribattè
la
polvere
impallidire, soffocando
diventò
violetta.
madre:
Ciiiarina,
e
strandosi
mo-
bustino.
Gabriella, grande, grassa,
che
mamma,
io !
comando
Niente
nero,
di
—
stanza.
sua
vergognare,
?
porta.
capisci,e
—
dalla
che
non
il viso
della
sempre
quello straccione
straccione
A
parlare, adesso
dovresti
ne
di
—
neppur
potessi
Non
strillò la ragazza,
a
messa,
anelli
perdere
pensa
Sentite
—
la
MORTE
Gabriella, affibbiandosi
Vuoi
—
LA
0
perdere
braccialetto
—
OIOVAKNINO
0
di
nel
con
cipria non
suo
busto
un
viso
arrivava
di
raso
d44
O
assai
comune,
laccetto
GIOVANNINO
che
assai
vestiva
di
come
nero
mettersi
per
Questa
—
—
nella
—
mi
ragazza
farà
tribolazioni
chiesa
di Santa
L'Eterno
Padre
Sono
i
Chiarina
col
e
portato
la
il
in
cappello
tutto
forma
di
l'inverno.
dura
figliastrae aggrottò
di lana
castoro
le
servazione.
os-
Padre,
minella.
Car-
fare
la
donna
del
piperno.
chera.
ripetette la pinzo-
stanza, vestila,
sua
Donna
rava
sospi-
di
borbottò
testa, mettendosi
il vestito
lamente
so-
disse
—
potrebbe
—
—
dalla
e
mormorò
—
più
nostri
uscita
era
Anche
sembra
peccati
cappello
guanto.
mi
ma
—
Dio
all'Eterno
mi
però
sempre
sgridavano.
in
Ciiiara
tava
portura
crea-
una
crepai-e
Offrite queste
grazia di aggiustarle la testa
—
la
Carminella,
Gabriella
Gabriella
e
lavorava
di
grazia
quando
tuale,
spiri-
monaca
una
a
donna
vita
al collo. Era
in
compunzione
di
la
contrita, che
cera
Car-
alle sei, essa
messa
silenziosa, dallo sguardo
e
un
questo, Carmi-
In
faceva
bianco
da
nella stanza.
la
che
dalla
fuggente,
alla persona
comparve
devota,
il fazzoletto
pallida
MORTE
oro.
già inteso
aveva
era
di
doppio
nella, la cameriera,
minella
LA
attaccato
ma
assai
O
vecchio
un
nera
nero
Gabriella
era
era
chio:
vec-
stato
squadrò
sopracciglia:
O
O
GIOVANNINO
345
MORTE
LA
•
Perchè
—
ti sei
è veccliia
Non
—
Pare
—
il cappello di
è
Non
—
metterti
mi
va
E
vero.
il vestito
che
stagione
mezza
Il vestito
—
?
roba
ancora.
te. Potevi
a
veccliia
questa
messa
ti ho
e
fatto fare.
po' largo.
un
ti andava
se
chiaro
largo,
si
non
accomodare?
poteva
Domani..
—
.
Va
—
donna
a
metterti
vestito, Chiarina
—
disse
Gabriella.
È
—
tardi.
Aspetterò,
—
si dice
no,
il
perchè
sei
il
mettere
ti mando
come
vestito,
se
stracciona,
una
figliastra.
si dicesse
Se
—
che
ti devi
ma
solo
mormorò
questo!....
—
Chiarina.
che
E
—
lingue?
e
Non
che
sanno
per
si
può dire?
il sangue
spendo
che
vostro
mio
?...
—
queste
male
costi?
Non
mi
mantenerti
per
di
signora
una
come
Il sangue
—
dicono
quello
sanno
vestirti
Che
?
carrozza
ironicamente
chiese
Chiarina.
Certamente:
—
sQ.non
se
fossi
non
tuo
era
La
fossi
di
padre,
di tua
ragazza
se
e
una
razza
come
madre,
di -bruna
fossi
non
un'ingrata
sconoscente,
stracciona
pezzente
doveva
superba,
era
tu
come
quella
essere
lo diresti
si
e
cona,
bric-
dicola
ri-
stessa.
fatta
terrea
per
o4f)
(JOVANNINO
O
O
MORTE
LA
•
il
pallore
labbra
voce
che
—
debbo
giacché
sopportare,
sopporti, giacché
di
sposarsi
terra;
piedi, questo,
madre
oggi,
era
capite?
offendere
che
I vestiti
è
si
famiglia; quando
tu possa
Voi
della
del
interesse
i vestiti
che
principesse
e
i
agenzia;
vostra
bestemmia
parlate
Quella
sta
casa
in
del
per
cento
la
quando
mia
diavolo
e
prestate
;
portate
l^idredelle
gente vi vede
donna
il Padre
proprio, per
pite?
ca-
risalita;
impegnati
il vostro
madre,
paradiso:
buona,
acni
sono
sottovoce
di
era
le cameriere
gioielliche
e
le dicevano:
gente
centoventi
della
erano
pezzente
una
povera
si vendono
comprati
erano
tutti
tanto
siete ? Siete
che
i denari
avete
con
benedetta!
essere
mia
signora,
una
portava,
usciva
nata
gior-
che
Dite
era
metteva,
metteva
la santa
vero
Ma
eravate
non
dove
sopporto.
alla bottega; i gioielli che
sua
di cui
la terra
pezzente?
una
egli fece
vogliate
voi
madre,
lo
non
dre,
pa-
il purgatorio
quanto
per
;
voi, soffrendo
di baciar
neppure
di
a
che
ma
di mia
santa
degna
che
voluto
di mio
bisogna
l'anima
fatto
ha
Dio
cosi
bassa
sta bene,
la buon'anima
pure
gentili
a
me,
vogliate insultare
in
Non
disse
—
vogliate insultare
voi
la bestialità
i
Gabriella
Sentite, donna
le
e
rabbia.
di
tremavano
rosse
—
che
scintillavano
gli occhi
:
.
cuore
alla
sare,
pasduro.
Gabriella.
Eterno
voi.
ha
O
Per
—
questo
domandò
—
GIuVAKNlNO
O
ti vuoi
non
fuori
dei
suonava
Apostoli
campanello
farsi il segno
a
Non
—
lo debbo
la
per
chiesa
il
volta
terza
nuava
esterrefatta, conti-
della
dire
ì
dalla
sagrestano della
il
Carminella,
e
il vestito
mettere
Gabriella, soffocata
donna
collera, mentre
SS.
MORTK
LA
croce
voi
a
ribattè
—
tamente
ostina-
Cliiarina.
Ma
—
io
giiatrice
Bè,
—
capisco
perchè
—
lo avrà
Te
lo
strillò la grassa
—
metterti
vuoi
non
impe-
il vestito.
proibito l'innamorato.
clie volete?
e
audacemente
chiese
—
Chiarina.
Quella
—
faccia
gialla,quella
quel
tisico in terzo
fa il
geloso !
Già, già:
—
Chiarina,
Che
—
il cui
volete?
subito
ancora
cresceva.
il vestito
nuovo.
No.
—
Chiarina,
—
Andate
—
E
donna
mano
fece
per
ad
la
da
nella
raggiunse
pesanti braccialetti
e
d'
collo sottile di Chiarina
a
stanza
sua
e
di
guanto
un
tutte
la pazza.
Aversa.
rientrare
Gabriella
calzata
far fare
mi
non
pure
schiaffeggiò su
e
replicò
—
d'emozione
tremore
ti metti
verde,
grado, che dà gliordini,che
che
e
faccia
con
grossa
la
Uno
dei
le guance.
oro
a
gridare disperatamente.
ma
pelle rossa
due
che
la
:
sferzò
catena
si mise
a
il
piangere
348
O
Zitta!
—
donna
da
diceva
—
MORTE
LA
con
bassa
voce
Ma
no
urlava
—
il
tutto
Chiarina,
farsi
per
tire
sen-
palazzo.
la ragazza
assalita
strillava
del
da
primo piano donn'Orsolina
innanzi
figliuoli,
pallida, stanca,
assai
nervosità
una
convulsa.
come
porta, menandosi
grossa,
ci volevano
la
con
per
che
E
crollando
il capo
si ergeva
un
—
sera
—
alla
Fanno
di
—
chiesa.
quello
vedrete
un
più
andare
in
al
braccio
di
Ranaudo,
bastone
po'
e
dall' altra
di
sei
le
scale,
capelli su
cui
rile,
primave-
primavere.
dalla
questo
la
sorreggere
per
rado
almeno
dagli
figli attirati
Peppina scendeva
sempre
alla
mattina
ridacchiando.
Il battere
lana
un
aveva
disse
—
che
i soldi
cappello perfettamente
che
ma
a
donna
grassezza,
già
pancia
appoggiata
Alfonso
don
parte appoggiata
sua
di
schiera
in
volevano
non
Placidamente
marito,
i
perchè
strilli di Chiarina
suo
chiudeva
!
si tormentava
chiesa.
che
una
la sedia
pagare
vi succede
tolo
pianerot-
contando
mormorava
vincibile
in-
Sul
sua
Maritatevi, maritatevi, ragazze;
uomo
rauca
e
Zitta,zitta!
—
la
O
Gabriella.
No,
—
GIOVANNINO
le ragazze
rispose
proverbi
e
fa
don
loro
bene,
Alfonso
che
come
era
un
,
di
una
grossa
allegria.
GIOVANNINO
0
Più
don
lentamente,
celliere
messo
0
dal secondo
Elisa, hai
—
governo
Elisabetta.
da
messa?
Sicuro.
—
—
—
Perchè
grida donna
L'avrà
bastonata
Oh
—
Al
a
il libro
preso
un
piano, dando
moglie, donna
sua
il can
Manetta,
ritiro,
per forza, da
a
a
349
MORTE
Vincenzo
persecutore, scendeva
il braccio
LA
Chiarina?
la
matrigna.
!
gioventù, gioventù
tutti
piano,
terzo
si
sinistra
gli studenti
affacciati
erano
che
alle
abitavano
finestre
,
cortile; a
destra
provvisto
vecchie,
meno
il maestro
d'inglese di
di
sorelle
ciabatte.
papalina
in
aria, il cocchiere
buono,
nel
della
più
o
cristalli,
cortile,guardando
principessa
di Santo-
canticchiava:
Papà
mentre
E
i
legio,
col-
un
tutte
dietro
comparso
era
in
e
cinque
del
nou
vuole
e
—
? e
E
come
faremo
il
suo
mozzo,
mammà
nerainono,
faremo
come
?
impertinente,
a
gola spiegata
cantava:
Ce
vonno
i deuare
e
—
iiun
i lenimmo
,
E
Ora
comma
facimmo?
stravolta, cercando
propria fìsonomia,
messa
anche
lei
,
donna
e
comme
di
facimmo?
tranquillizzare la
Gabriella
seguita da
scendeva
Carminella
che
a
si
ifoO
era
messa
O
GIOVANNINO
un
velo
opaco.
Scendeva
pianto,
il
chiusa
in
pianto, quel
lamento
si
che
le
le doveva
poter mai
sorrisi
per
crudele:
gli studenti
impegnati
del
alla
passando
sentito
che
a
senza
quei
suo
uomo
non
di
senza
il marito
del
non
pc-
un
legge, magistrato,
aggiungere
che
anellini
e
donna
briella,
Ga-
primo piano,
'ra
tutore?
come
gravemente:
rispondeva:
morava:
mor-
creatura:
Elisabetta
ha
terra
avevano
Peppina Ranaudo
donna
ma
a
sapeva
che
ischerzo:
,
marito:
la povera
,
orologi
la rampa
cui
,
malgrado
piano
sentito, più giù, donna
aveva
lire,di
Gabriella
creatiwa
puccra
dire
terzo
per
per
con
del professore
piangente
casa,
donna
la salutavano
d'oro,
aveva
i sorrisi
gì' interessi
agenzia
sua
ella
obbligatorii, poiché il
,
sorte
suo
Ma
forzati,le zitellone compiangevano
sua
che
udivano.
il debito
in
del
più quel
cinque sorelle
pagare
serrata
Le
al
udire
duecentoventi
diminuire
ragazza
la
chiave.
tacevano
non
tutti
aveva
balconi
,
che, malgrado
salutata
dissanguava
ai
nero
il forte
ella
la
via
di
d'inglese, sorrisi
professore
che
scale,
lei fremeva
l'avevano
cui
udire
non
finestre
le
per
si, sapeva
sapeva,
capelli di
di Chiarina
alle
erano
e
di
portandosi
erano
passaggio:
MORTE
sui
fìngendo
casa,
cortile, che
LA
nero
singhiozzo
che
persone
0
Manetta
E
il marito,
ceva,
egli si di-
rimo,
integer-
'7 tutore,
cara
352
O
GIOVANNINO
l' organo
risuonava
in
in terra
del
il
alla
—
—
—
bastone
cappello
moglie
Elisa,
L'ho
—
Ora
sopra
il rosario
delle
devo
sulle
accanto
a
lui,
del
torio.
purga-
la buona
morte,
a
Olimpia
e
la dico.
Alfonso
gloria,
Ranaudo
ai
sorridevano
Carminella,
la
dei
preti,nella
dalle
pinzocchera,
macchinalmente;
agitata
ancora
fra loro,sorrìdevano
che
solo
calda
secche
con
tata,
can-
dei
labbra
donna
rici.
chiedi
mente,
rapida-
pregava
Gabriella,
d' ira
in
collera
,
,
so. In collera
messa
colicid'incensiere
usciva
sibilo
ricordati.
donna
all'altro,
accanto
uno
sorridevano
con
sul
Avellino.
agli inchini
ancora
vi aveva
e
appoggiata
anime
per
-ione
Elisa, i sessanta
Un
aveva
congiunte
sedia
una
taciturni,
ogni tanto:
Elisa, la
Seduti
don
testa
i
detto.
Sant'Andrea
—
la
,
mani,
e
le mani
ginocchio,
un
pra
so-
mentre
Manetta
di colore
fazzoletto
un
buttata
,
musica,
Vincenzo
di devoti.
piena
fervidamente,
don
po' vergognosi;
pomo
chiesa
stupiditidalla
figlirestavano
Fu
all'aitar maggiore,
ginocchioni
sedia, pregava
appoggiato
cantata.
messa
vecchia
e
Donn'Orsolina
messo
MORTE
la
per
bella
nella
una
L\
s'inginoccliiò vicino
felice,quando
un
O
gli altri,restava
in
chiesa,
O
GIOVANNINO
i suoi
pelle dei guanti, sentendo
il peso
sotto
degli
orecchini
la
di
orecchie.
tranquillo
oro
perle
,
gli altri
Certo
invocante
o
in
contrito
braccialetti
,
anelli
grasse
a
nel
la
il
serenità,
cruccio, di
suo
,
scintillante
o
gioielliere,di
sangue.
brutta
piangeva
quel grande
dalla
calmando,
mobile
e
e
lentamente, per
già
era
terrazzino
molto
i
piani
e
andò
ma
al
una
al pozzo
cui
sul
al
tura
crea-
pianto, pronta
Dopo
dieci
nuti
mi-
uscì
sopra
un
che
tanto
cortile
simile
in tutti
altro
palazzo
Santobuono
facciata
nello
come
volesse
se
Serao,
alla
Racronti.
,
stesso
gli
anche
attingevano
pozzo
immediatamente,
Matilde
buona,
,
inquilini dell'
per
dava
e
delicati;una
di volontà.
calma,
che
da
le mani
con
simpatica
sensibile, pronta
al sorriso, indomita
l'urto
Ma
fìsonomia, dai grigi occhi
brillanti,dai lineamenti
nervosa
grima
la-
rina
Chia-
fatto. Si levò
aveva
creatura
una
bruna
crudele
e
singhiozzava.
e
che
sfogo
capelli.Era
somigliare
ras-
in casa.
terra, raggiustandosi, ravviandosi
i
stei
co-
ogni gioiello sia
terra, chiusa
per
le si veniva
nervoso
o
/.
Intanto, distesa
ancora
cui
di
cuore
,
di
alle
il cuore
avevano
dolore;
solo
una
brillanti
e
umilmente
innocente
un
si appagava
vetrina
solo
consolandosi
,
sentendo
i suoi
guardando
doó
MORTE
LA
di pregare
invano
tentando
O
gente
spor-
cortile. Ella
attingere acqua:
finestra
attigua, che
2:5
O
sul
egualmente
dava
O
GIOVANNINO
Il terrazzino
livello,
stesso
con
nel
la
pozzo.
Ma
potuto udire.
e
da
quiete, un
cima
con
tale
valse
biondo,
guardandosi
parlare,
senza
—
—
sei
Non
No,
—
Perchè?
—
Non
—
—
—
ho
No,
Di'
fece
messa
a
nel
era
tile,
cor-
e
affettuosa.
e
Il
vanotto
gio-
sottovoce,
timoroso,
guardava
di silenzio
tre
men-
deva,
gli sorri-
dall'emozione:
messa?
—
disse
vannino.
Gio-
lei.
voluto
Di' la verità:
fare
sguardo
come
vinta
alla
andata
fece
—
di
parola più
lo
scare
ca-
giovani si guardarono
I due
bruna
era
portone,
erano
silenzio
po' attorno,
tene
ca-
avrebbero
bianco, alto, parlava
un
ragazza
dal
molti
tutti
intensità
la
di
,
benissimo
vedevano,
piano:
mezzo,
probabile
era
poteva
gran
fondo.
a
una
che
la
si
allo
distendersi,
a
ed
mano
in
carrucole
anche
quell'ora
in
Ma
gran
una
funi, di
parve.
ap-
stavano
il pozzo
al terzo
sino
cortile
finestra
Tutti
conversazione.
dal
si
di
giovinotto
un
avevano
ma
darsi
impossibile
una
la
ferro, di secchi:
di
MOETE
pozzo,
e
garbuglio
un
LA
andarci.
donna
ti ha
Gabriella
trattata?
mal-
no.
la
verità, Chiarina,
—
e
la
più calorosa, più insistente.
voce
di
lui
litigato,
Abbiamo
—
—
Perchè
avete
Perchè
ti
Non
—
sendo,
arros-
voglio bene.
bene, veramente,
mente?
vera-
lo sai.
tu
niente, io,
so
lei,
litigato?
Giovannino,
—
dOO
MORTE
mormorò
—
veramente
vuoi
Mi
—
LA
di mentire.
incapace
—
O
GIOVAKNINO
O
lui,fìngendo
susurrò
—
di dubitare.
ho
eccitata.
—
udire
Ti
—
volta,
una
lei
subitamente
,
ho
detto
o
la
morte.
fatto
la
male?
mi
e
Gabriella
ha
o
non
schiaffeggiata.
chiese
—
volta:
centesima
Donna
parola
questa
ha
ancora
esclamò
—
Le
Giovannino
può
detto, oggi,
matrigna?
mia
a
che
Sai
—
lui, sottovoce,
impallidendo.
Un
—
importa
non
ma
poco
,
rispose lei
—
,
orgogliosamente.
Clara
Povera
—
mi
Perchè
—
—
fra
parlando
rome
esclamò
pozzo
Una
aperto
e
di
funi
un
gran
o
tre sorelle
teste
silenzio,
si ergeva
quasi
po'
lui,
per
del
compatire
di esaltazione.
freschezza
cui le loro
,
disse
—
mi
Non
un
a
su
bagnate
Due
preda
grande
Chiarina
!
sé.
compatisci?
lei, in
Tacquero.
Clara
povera
,
saliva
dal
facciavan
giovanili si afsempre,
sopra
un
li circondava.
mucchio
accostarsi
all' innamorato.
professore
erano
ap-
356
dietro
parse
la
i
giovane
il capo,
capiva
tratto
—
—
—
—
—
—
—
—
vita
che
—
bene
—
?
Per
far
Per
sposarci.
Senza
denari?
Senza
denari.
È
cosa
una
la
pipa, crollando
queste
lui le
cose
esse.
durare,
fece
—
insieme
fuggire
Potremo
sa
mente.
discreta,
disse
—
a
un
rina.
un'eco, Chia-
come
fare?
domandò
—
vita
e
che
teme
l'amore
ci è
Quando
lui,scosso
di bel
ne
disse
—
disperata,
troppo
la testa
lui, scuotendo
che
che
può
non
può durare,
che
E
ad
la
vedendo
Giovannino.
il bel
Non
sparite
fumava
indulgeva
e
MORTE
sorriso
erano
dicesse
se
Questa
—
ed
studente
come
LA
O
cristalli,
avevano
coppia
Uno
—
GIOVANNINO
O
la
gazza.
ra-
e
bato.
tur-
soggiunse
—
giovane
indolente,
le violenze.
ci è tutto. Tu
mi
vuoi
?
Assai, Clara, assai.
allora
E
ci
non
i denari.
servono
piamo
Scap-
via.
Senza
—
—
—
Sei
un
Clara
denari
vile,
non
—
si fa nulla.
disse
bella, tu scherzi
lei
—
indignata.
fece
lui ridendo.
GIOVANKINO
O
scherzo,
Non
—
denaro,
ti
Io
—
sai
non
O
Hai
no.
hai
paura,
sei
amare,
357
MORTE
LA
di
bisogno
vile.
un
Clara.
adoro,
No.
—
lo
Tu
—
che
sai, Clara,
ti adoro.
No.
—
giuro sull'anima
Ti
—
mia, Clara, che
ti adoro.
No.
—
la
Ma
guardò
terza
il
Hai
—
vita
come
occhi
può
fosse
più
debole.
fu
e
Ella
vinta.
disse.
—
altra
qualche
non
durare
perchè
cosa,
sta
que-
ripetè lui,di nuovo,
—
insistentemente
dal
tormentato
dell' esistenza.
problema
Io
negli
ragione
se
—
fu
giovane
Pensiamo
—
negazione
non
nulla
so
Giovannino.
Questa
,
trigna
ma-
è crudele.
Tanto
—
crudele?
sarebbe
Non
possibile
di
vincerla?
Io
—
le labbra
ci metto,
—
disdegno.
per
—
ci è umiliazione:
Non
—
mi
non
diss'ella
Io
non
è
come
muovendo
umiliarmi.
so
se
fosse
tua
madre.
Dio
—
Perchè
—
io?
ne
guardi!
continuò
—
—
Vuoi
hai
non
esclamò
—
voluto
lui, come
che
ci
mai
quella, segnandosi.
che
proseguendo
parli io?
ci
parlassi
a
tere.
riflet-
358
O
Non
—
ricavi
ne
—
Chissà!
—
È
GIOVAKKIKO
Il denaro
—
dopo
—
lei,
che
ribattè
—
Che
—
cosa,
abbia
Chiarina
mai
amato
lo
tu
se
volere
E
schiafì'eggia
,
te
ne
La
nuovo,
lo
Allora
me
vado.
No,
,
no
voce
—
viene
ancora,
—
Io
non
—
Non
lei, senza
importa,
Chiarina,
ci
sionato
pas-
quello dell'innamorato,
che
dall'amore.
posso,
stendendosi.
di nuovo,
da
la mano.
tanto
era
mormorò
—
e
non
—
,
egli impallidì d'amore.
che
sguardo
Dammi
Non
passionata,
ancora,
il suo
lei
andare.
ne
tanto
sguardo,
magnetizzato
—
te
non
i
come
parlando,
ci trova
pregò
—
,
viene
non
e
dentro,
se
vedrai.
Giovannino
era
Non
staccare
—
ne
andare,
lo
—
chiusa
Sto
nessuno,
volessi.
mi
se
ritorna, ora,
se
di
batte
—
casa?
in
carcerati.
—
lui,
sdegnata.
sempre
amarti,
debbo
chiude
mi
naro.
il de-
osservò
—
,
mi
che
apprezza
non
bella
una
non
Potrebbe
—
MORTE
l'amore.
Credo
—
vile,
è
LA
nulla.
donna
una
O
se
viene?
susurrò
—
lui,
?
arrivo,
posso,
non
—
e
posso,
si
—
curvava
esclamò
quasi piangendo.
parlerò
a
dire
con
tua
matrigna,
lui, ostinato.
Clara,
—
cominciò
ri-
?
360
che
MOBTE
LA
che
innamorati
due
i
videro
essi
O
GIOVANNINO
O
si
ora
tacendo.
sorridevano,
Elisa?
—
vuoi?
Che
—
Maria
—
vedemmo
Santa
a
Vetere?
Capua
—
ci
quando
ricordi
Ti
—
Mi
ricordo.
Ti
ricordi
Elisa
ti
che
la
lasciar
dispiacque
provincia?
ricordo.
Mi
—
ti sei
Non
—
meglio,
trovata
Xapoli?
a
Meglio.
—
Iddio!
Benedetto
—
La
Ranaudo
coppia
sorrise
cancelliere.
la coppia
più piano;
e
paternamente
dendo
ve-
innamorati.
schiaffi
Gli
—
veniva
maternamente
i due
il buon
fece
—
serviti
sono
niente
a
servò
os-
—
,
ridacchiando
ballatoio
che
dava
L'amore
—
don
donna
da
sul
cortile.
lontan
Alfonso
sull'ampio
Peppina,
non
che
si
può fare,
di
si vantava
—
una
ticchiò
can-
voce
fenomenale.
I Manetta
pian piano,
e
terzo
piano, alle
i due
innamorati
—
bene,
Devi
comparivano
mentre
dirmi
Chiarina.
finestre
si
le scale
ascendevano
i Ranaudo
e
gli inquilinidel
ai balconi.
guardavano
un' ultima
volta
Dimentichi,
negli occhi.
che
mi
vuoi
O
GIOVANNINO
volta?
Un'ultima
—
0
LA
361
MORTE
Sempre,
ti
sempre,
voglio
bene.
la
Dammi
—
ella
Ora
farsi
dietro
vide
di
correvano
Levò
sua
felicità, diede
che
in
forte
un
che
avvertiva,
arrivati
toccarsi
a
un
il
don-
pericolo
la
malgrado
di
che
tosse,
salvare,
cercava
trionfalmente
momento
alle
capo
vide
urto
pariva
com-
avere
il
: e
per
dosi
trascinan-
di
sapendo
sorpresi
esser
questo
Orsolina,
povera
e
di fune,
lui. In
a
gli innamorati,
che
chiamava,
cerchi
Gabriella.
donna
n'Orsolina,
erano
la
figliuoli
i
calcagna
quel
arrivare
cortile
nel
hi
dei
ammucchiava
alta, per
più
Clara.
mano,
i due
dito
giovani
innanzi
a
,
tutti
nella
calda
di
quel
taciturni
non
innocente
piccolo
distratti
o
vedere.
entrando.
Anche
Ma
di
donna
il silenzio
felici
primaverile
mattinata
,
fra
favore:
tutti
che
,
i sorrisi
di
fìngevano
Gabriella
visto,
aveva
indulgente
di
pietoso,
,
quella
gente
di
e
povera,
quella
o
buona
affettuosamente
vecchia,
gente
o
infelice,
o
che
amorosa
vinse
perdonava
malata,
am-
deva
ve-
che
an-
,
lo
pregare,
sdegno
né
del
duro
perdonare.
cuore
che
non
sapea
ne
3G2
GIOVANNINO
O
Seduta
in
Chiarina
camera
di
la
l' ora
quella
era
coroncina
mani
e
preghiera:
abbandonato.
Aveva
un
neppure
di
Il
in
pomeriggio
che
ore
nel
matrigna?
sola
nella
,
entrare
nel
salone,
non
sue
in
role
pa-
grembo,
distrarsi,di
trine
sue
vorare
la-
per
salone
ma
,
il meccanico
interminabilmente
estivo
:
vincere
erano
si trovava
donna
a
la crudeltà
Due
ore
sua
stanza
osando
non
Affaitati
salone, insieme
di
grani
sacre
restava
Giovannino
cercare
della
alle
proseguire
quel
per
1
nelle
giallo-oro, del
potuto
casa,
Chiarina
il rosario
le sembrava
due
poiché
ma
chiudevano
comandare
rac-
per
immobili
tempo
,
dunque
decisione
tentato, per
broccato
in
lungo
mente
macchinal-
all'uncinetto;certe
poco,
aveva
lavorio.
si
bamento
tur-
un
Madonna,
restavano
le labbra
della
a
rosario
un
alla
della
preda
,
della
i mobili
vita
sua
l'impazienza
cercato
Aveva
dicendo
pregare,
il balconcino.
in
era
sua
profondo.
MOBTE
ingannare
invano
L'anima
LA
presso
sua,
tentava
dell'attesa.
0
erano,
,
non
chiamare
briella,
Ga-
nata
osti-
certo:
osando
nes-
e
GIOVANNINO
O
silenzio
dalla
e
fantasie,
sue
solitudine
origliava,
,
passo,
un
che
una
si chiude.
udisse
se
voce,
Niente.
istintivamente
con
timore
ella
male,
la
con
impedito
aveva
matrigna.
sua
stimando
giorno,
e
un
a
donna
tempo
il
Ma
di
anche
con
donne
chiedendole
la matrigna
Alle
cortesia.
colloquio.
un
acconsentì
di
otto
taciturni
sempre
lettera
una
subito
i loro
da
interrotti
o
le
sera
silenziosamente:
cenavano
erano
sisteva,
in-
giovanotto
dirglielo,scrisse
senza
dirsi;
peggior
di parlare
,
a
anzi,
,
quella l'unica via di salvezza,
Gabriella
Strano
porta
Giovannino
a
dal
udisse
una
vago
,
più
e
se
battere
molto
Per
un
àbd
MORTK
LA
dalle
sovraeccitata
suno,
O
e
due
pasti
sioni
discus-
colleriche.
Il tuo
—
innamorato
ha
mi
scritto
—
disse
,
tratto
un
a
Ah!
—
di
Di
spavento.
vi fu
nuovo
essere
fieramente,
non
di
sogni
che
parevano
per
un
terrore
domani.
Viene
senz'irà:
che
per
lei, fu
La
notte
dormiveglia
un
di
realtà
si
gelava
,
fanciulla
inaudito,
non
Chiarina,
una
realtà
parevano
sogni.
fu
Ma
aveva
pareva
oltre.
più
altro.
disse
matrigna
La
ma
reprimere
vuole?
che
interrogata
inquieta, febbrile,
pieno
E
—
silenzio.
parlato seccamente,
volesse
di
l'altra,cercando
parlarmi.
Vuole
—
Gabriella.
fece
—
moto
un
donna
ora
la
ora
speranza
più
B64
GIOVANNINO
O
dolce
infiammava
le
alle
Quando
moto
le
udì
tre
,
per
dirgli di
sua
camera,
dall'urto
vinta
lungo.
di così
si lasciava
costei, com'era
persuadere,
la
pregava
due
cuori
la pregava
quella
l'avrebbe
pregata,
non
que;
dun-
alla cocciuta
ma-
prevedibile,
non
che
si
crudele
voler
non
a
umiliazione
guardava
di
chè
per-
donna?
giammai,
Ciiiarina
giammai,
nella
nel
strada,
vincere
per
delle
sulla
,
di
ogni tanto
piede
a
dava
sonnecchiava:
colino
cliiudeva
dei
forti
che
di
gli
dove
Ranaudo;
quel
a
occhi
,
colpo
un
dove
il suo
cullamento
placato,
Un
veniva
la
odore
dai
acuto
balconi
indolente
il
pie-
la madre
e
di
di
una
micia
ca-
conserva
di donna
grassona
ratrice
sti-
bottega,
maternamente
di vimini
dava
guar-
una
sua
colpi di ferro, sul petto
fumava.
pomodoro
pina
tazione,
agi-
sua
,
bimbo
dava
la
della
porta
dolore
pensieri:
Gradelle,
canestro
un
tristi
era
fanciulla
La
calmare
per
i suoi
vicoletto
stirava
mentre
preghiera.
una
dere
ren-
amavano:
troppo orgogliosa, preferiva qualunque
alla
terminabi
in-
tempo
nino
allora, forse, Giovan-
e
pregava
,
infelice
il
le
non
,
lungo, Giovannino,
trignav Forse
nella
diceva
che
Ma
un
come
che
nervoso
nulla, parendole
di far
permetteva
ebbe
,
immobile
restò
Ma
pace.
Giovannino,
via
fuggire.
ebbe
Non
campanello
il
mandar
per
MORTE
vene.
,
come
la
LA
O
Pepusciva
O
Ogni
sul
tanto
luglio. Un
O
balcone,
la
di
GIOVANNINO
si
la
da
e
S. Giovanni
venditore
del
voce
mescolava
ri-
al sole
seccava
di mosche:
ronzio
Carbonara
a
mestolino
un
che
conserva
gran
con
e
365
MORTE
LA
di
,
limoni
quello
che
sentire
le
Gabriella
rancori
ma
di
monelli, dei
ella
da
male
la
quella
di
tutte
farle
ore
sconosciuto
che
non
finito
per
vincere
stretta
sulla
aveva
sedia,
mai
tutti
donna.
Tutti
della
avuto.
gli altri
cui
ella
si
non
benefìcio,
sua
male
La
suoi
abbassato
i
esistenza:
il
Aspettava
un
col capo
in
torture, tutti
,
male
non
solo
sue
ora?
fide,
per-
amore:
ore:
un
nere
bene,
cose
si sollevavano
venti
le
in
Era
eccitamento
quella donna
le
suo
matrigna
nervi, da
le doveva
poteva
da
buono
donna
buono.
cattive, di
cose
sua
le pareva
con
di
ditori
ven-
la
non
nulla
stato
pianti, tutte
un
dei
inflitti al
contro
i suoi
avuto
come
di
ma
senza
,
bizzarramente
uscir
dallo
trovavano
suoi
strada
speranza:
tormenti
nulla
rinfocolati
:
E
senza
dovesse
aspettava
vedere
,
parole
animali.
era
di nuovi
fronte
senza
nella
giù
le
o
ansiosa,
attesa
aveva
la
quel' colloquio di Giovannino
da
i suoi
verdi
stecche
essere
,
voci
agitazione
di
parea
appoggiava
accadeva
degli
,
mai
di
persiana
che
Chiarina
A
sonnambulismo:
un
alla
freschi.
i
raccomandava
malinconicamente
limoni
suoi
in
che
male,
ignoto
paura
un
,
aveva
sentimenti:
sul
petto,
366
O
r occhio
con
pericolo
GIOVANNINO
O
sguardo
senza
sconosciuto
ancora
attendeva
clie
vano
trascorre-
finito
per
sembrarle
una
voce
bassa
,
mortali.
Alle
spalle
sue
questo
,
i minuti
e
avevano
,
MORTE
LA
,
la
chiamò:
Che
—
volete?
madre
La
Chiarina
vostra
rispose
ella,
gnata,
traso-
come
vi
desidera
al salone.
pinzocchera.
del solito
e
si
non
le sottilissime
e
bra
lab-
fanciulla
non
mosse.
Chiarina, la madre
Donna
la faccia
Aveva
l'aridità dell' ira. La
avevano
—
la
guardò
verdastra
più
chiese
—
Carminella.
a
—
I
Chiarina
Donna
—
vi
vostra
vuole
al salone.
sola?
Sta
—
chiese
—
Nossignora:
—
la
malignamente
Macchinalmente
che
specchio
bianca,
stava
che
sopra
toccò
di
cameriera
seduta
giallo del
sul
di
che
guardò
si
grande
divano
salone; quella vestaglia
al
lone.
sa-
vestaglia
una
comperato
aveva
duchessa
dre
ma-
sua
si avviò
e
vestita
merletti
della
di
,
Gabriella,
carica
ciò
rosario, ba-
il
tavolino
un
vedersi
senza
vuole.
vi
e
—
rispose
—
vengo.
Chiarina
teneva
Donna
dalla
compagnia,
picciola, pallida fotografia
una
nello
in
pinzocchera
ditele
bene:
Va
—
sta
la ragazza.
di
di
Episcopio,
broccato
bianca
la fa-
368
0
bianca
mano
febbre
fu
nelle
presa
mi
la
sembra
del
il tremore
aveva
mani
grosse
Gabriella,
volontà
meglio
MORTE
far contenta,
donna
stia
LA
delia
quasi
rosse,
matrigna.
voluto
Ti ho
0
sottile che
e
gonfie della
—
GIOVAUNIKO
di
buon
un
lo
che
Signore,
Dio
don
e
una
Ti
vi
ci
qua,
voglio trattare
l'aiuto
Con
mamma.
tempo
suo
che
pare
Giovannino,
giovane.
farebbe
a
poiché
—
tamente
len-
pronunziò
—
Dammi
sposerete.
bacio.
un
Sulla
delicata
schioccando
,
anche
le
Ma
fanciulla
le grosse
Chiarina
labbra
sue
della
guancia
della
l' atto
fece
si
non
labbra
si posarono,
di
mossero
e
trigna^
ma-
baciare.
calde
grime
la-
,
silenziose
sul
busto
del
guardava
—
la
sul
scesero
vestito.
Giovannino,
mamma,
alla
volto, sul
sereno,
disse
—
beato,
Gabriella
tenerita,
in-
fanciulla.
rispose,taciturnamente
non
collo,
fidanzata.
sua
Chiamami
Costei
le
continuando
piangere.
a
—
Chiamami
mamma,
gendo,
ripetette,quasi pian-
—
umilmente.
—
Mamma,
guUando
Quando
sue
labbra
mamma,
—
disperatamente,
Canninella
sottili
e
la
scoppiò
la
a
gridare,
fanciulla.
pinzocchera,
violette
sin-
che
con
si stiravano
quelle
nel
GIOVANNINO
O
discorrere,
l'andò
0
quelle
con
raccontando
LA
occhiate
tutti
a
369
MORTE
oblique
nel
palazzo
,
nella
buono,
delle
piazzetta dei
sarcastico
e
della
vi fu
,
di soddisfazione.
di
Lo
quel costante, invincibile
intenerito
a
il
Gabriella
Donna
—
disse
—
donna
sul
Pepiflna
che
conserva
a
vicini, li
aveva
sposti
di-
aveva
benevola
di
contrattava,
pesche
Napoli si chiama
avanti
di
grassona
mentre
canestro
sione
deci-
santa
una
preso
,
è santo
Nessuno
—
ha
Ranaudo
pianerottolo,un
vimento
mo-
pietà.
quella
,
fide
per-
infelice
amore
grandissima
una
sue
spettacolo continuo
di tutti i
cuore
fìschiante
generale
un
colo
vi-
,
le
malgrado
serva,
reticenze
vaghe
e
il tono
Gradelle, malgrado
Santonel
Apostoli
SS.
false,
e
quella
per
percocata.
Dio
a
ribattè
—
,
pinzochera,
la
e
facendosi
il segno
della
croce
andandosene.
dovunque,
Ma
,
malgrado
inacetita, trovò
buona
—
che
la
oramai
che
le
non
denari
Matilde
della
le
sua
gente sorrideva
voce
di questa
la
e
sua
dirvi che
mi
più
per
gravidanza,
forza
senza
fa
in prospettiva.
rispose donn'Orsolina,
—
poteva
ne
sinuazioni
in-
sue
ventura, di questo matrimonio
dava
devo
malgrado
stridìo
lo
Sentite,Carmine,
che
senza
dovunque,
per
nella
estate,
lavorare,"
piacere, come
Serao, 1'.::conti.
il fastidio
—
se
tite,
sen-
nnella
24
370
0
figlia.Il
mia
fosse
sissignore,
Non
—
la
O
MORTE
è
la dobbiamo
tutte
non
schiavitù,
una
avere....
ribattè
—
acremente
,
pinzochera.
È
combinazione,
una
donn'Orsolina
bene
I.A
matrimonio
tutte
ma
tutte,
serva
—
GIOVANNINO
le vecchie
del
zitelle del
i cristalli
dietro
Chiarina
dei
aria
con
arrossiva:
e
di star
bisogno
aveva
cosi....
piano,
terzo
la loro
professore, espressero
il capo
mente
bonaria-
ogni tanto.... succede
—
Finanche
sorelle
che
tutti,
con
mormorò
—
loro
tutti
sfazione,
soddi-
balconi,
festevole.
le
Ella
quelli che
lutando
sa-
nava
chi-
trava,
incon-
oramai, nelle scale, nel cortile" nella strada
alla
partecipavano
gioia, salutandola
sua
dandole
dei
misteriosi
cemente
viva-
buoni
auguri,
,
stringendole
quando
le
mani, abbracciandola,
si sarebbero
Vincenzo
Don
mangiati
donna
e
Elisa
dole
chieden-
queati
fetti.
con-
Manetta
un
,
giorno, sotto
andata
era
del
l'arco
la
portone, mentre
innanzi
la
trigna
ma-
trattennero
contandole
rac-
,
come
un
come
era
di
matrimonio
un
idillio
per
dirsi
il cocchiere
aria
vecchi
il loro
che
matrimonio,
essi
narravano
,
,
un
andato
togliendosi
degli antichi
parola
mente,
mutua-
dolci. Finanche
motti
della principessa di Santobuono,
giorno, salutando
di
la
la
con
frusta,con
galanteria cavalleresca,
pieno di complimenti,
si
con
offri,lui
e
una
un
la
certa
frasario
sua
car-
GIOVANNINO
O
rozza,
per
lo
371
MORTE
LA
alla
accompagnare
chiesa
al municipio
e
sposalizio
di Chiarina
e
il furbo
sagrestano
della
parrocchia
sulla
soglia della
finanche
dei SS.
0
Apostoli, una
chiesa
disse
domenica,
Chiarina
a
che
di
Giovannino;
fatto
aveva
fare
,
triduo, a
un
la
con
in
volontà
della
Gradelle,
al balconcino
la stiratrice
mattina
una
Chiarina,
ferro, sopra
che
dette
vicolo
comparire
di
colpo
gran
petto di camicia
un
del
vide
un
lice
fe-
mettendosi
matrigna
grazia di Dio; finanche
delle
fosse
insaputa, perchè ella
sua
fumicante, gridando
allegramente:
Amore!
—
Amore!
Chiarina
sentiva
tenerezza
in sé
di
senso
Affaitati,ritenuto
potea scriverle
risposta;
la
veniva
della
sera
ore;
se
si
e
in
la
casa
domenica,
la
ragazza
faceva
sera
sempre
tre
o
strada
che
combinazione,
donna
e
si univa
Gabriella
le accompagnava
alle due
facesse
donne,
alcuna
dovunque
e
tro
quat-
era
ne
,
per
tutto
del giovedì
usciva, egli
nella
da
ufficiale,
averne
restandoci
trovare
sione
confu-
nino
lei. Giovan-
per
e
non
Pure,
fidanzato
voleva
di
però,
sempre,
diffidenza.
come
quando
ma
grande
una
dolcezza, oramai,
essere
quest' onda
sé
commossa,
felicità,
amareggiata
invincibile
dovea
a
il capo
Aveva
parere.
di
un
chinava
e
volendo
intorno
vertito
av-
come
senza
zione
osserva-
andavano;
372
se
O
le due
GIOVANNINO
l'occhialino
di
In
verità,
del
costume
era
Che
tavola
una
nella
ovale:
al
palco.
innamorati
si allontanava
non
nel
gnarsene.
la-
a
presente!
era
pranzo,
intorno
vi
una
era
all' uncinetto
pada
lam-
anche
per
,
dare
forma
una
le mani:
carica
vestaglia
di grosse
delle
faceva
guastava
Giovannino
quel
tutta
la
,
suo
amato:
tono
di
senso
la
sua
voce
e
quando
poi
di
in vero,
rate
setiva
sen-
diffidenza
amara
gioia:
un
taglio
ven-
fumava
Ciiiarina
esse
in
di oro,
vannino
argento: Gio-
Erano,
lo
carezzava
egli parlava
che
sguardo
ambiente
Giovannino
il silenzio, la
rompeva
soffio
di
la circondava
di tenerezza
tanto
puntini
In
vestaglia
grande
sigarette che
di dolcezza.
svanire
le
un
taciturnamente.
lentamente,
piene
agitava
di
in
tava
agi-
le
carica
azzurra,
gemme,
scintillante
nero
che
nervoso
Gabriella, ora
donna
in
ora
rosa,
al tremito
a
Chiarina
paralume.
gran
alacremente
lavorava
da
mezzo
un
telli,
man-
pensavano
s'ella
stanza
nel
da
coperta
due
,
importava
seduti
Stavano
i
con
questo è anche
ma
né
paese
fondo
due
i
e
presente,
sempre
momento:
un
dei
colloqui
tutti i
a
Gabriella
donna
in
modestamente
restando
la busta
gli scialli
loro
il
egli era
teatro
a
obbligo, portando
togliendo
,
MORTE
andavano
signore
cavaliere
loro
LA
0
di
carico
che
ogni
come
con
un
quel
basso, seduttore, ella involontariamente
si fermava
guancie.
cui
il sangue
dal
il gran
dato
in
giorno
continuava
consenso,
insolitamente
mostrarsi
riscaldarle
a
primo
,
mobili,
im-
restavano
le saliva
matrigna
La
aveva
373
MORTE
lavorare, le mani
dal
mentre
le
LA
O
GIOVANNINO
O
cortese
a
mente
costante-
ma
,
cortese.
che,
Pareva
a
Affaitati
Giovannino
mente,
tratto,magica-
un
fatto
avesse
quell'odio profondo, quel profondo
le
1' una
armate
aveva
uguale
fascino
dell'una, la fierezza
in cui Giovannino
venir
di
donna
era
Gabriella
agitare
sue
gemme.
il
A
SS.
ventaglio
e
certo
un
Eccolo
—
,
punto
Chiarina
po'
un
sieme:
in-
sera
nervosa
dimenticandosi
far
per
,
sottile si faceva
Apostoli.
la
passavano
sempre
sere
il permesso
aveva
sbadigliava,
suo
fìscliio dolce
—
donne
Chiarina
di
non
un
cuore
dell'altra. Nelle
cuore
Affaitati
le due
su,
ma
e
del
che
del
la durezza
vinto
avesse
che
rancore
e
l'altra,
contro
cessare
della
brillare
le
serata
udire
dalla
un
zetta
piaz-
trasaliva.
mormorava
come
a
sé
stessa,
la fanciulla.
Eccolo,
—
Giovannino
Era
andare
di
a
porta
che
dove
diceva,
—
che
passare
San
Gennaro,
si facessero
accorreva
un
i
una
a
alta, donna
voce
passava
po'
del
dove
a
suo
era
briella.
Ga-
quell'ora, per
tempo
fama
un
al
caffè
tempo
migliori gelati napoletani
folla di
,
e
borghesi, impiegati
374
O
piccoli possidenti
e
0
GIOVANNINO
qui,
Sono
Cliiarina
certo
—
—
ti amo,
la
Al
caffè,
A
spender
udire;
lotto.
il fischio
e
l'animo
ora?
,
ti scordare!
non
con
andrà
tempo,
del
significava:
restava
Dove
—
farsi
per
amorosamente
—
cabalisti
pi-etie
,
fischiava,
Giovannino
MORTE
LA
sospeso.
chiedeva
—
,
dopo
un
matrigna.
rispondeva
—
danari
fanciulla,quietamente.
la
borbottava
—
donna
,
Gabriella.
Chiarina
nulla.
Alla
antica
perchè
di niente.
capo,
domato
aveva
collera
fervidamente
contro
la
di
padre
suo
non
si
nulla,
la
sua
delle
cancellava.
Se
matrigna,
se
Non
ella
ella
era
qualche
voleva
non
suo
Chiarina
che
ella
sue
voleva
aveva
stata
giovane
di
il ricordo
il ricordo
ecco.
sul
cuore
ma
nisse
ve-
riconoscenza
giovanile
matrigna:
,
la gran
nel
che
di
pregarla
passavano
caffé,
gHelo diceva
non
ella,proprio,
Certo
felici che
ore
sera;
un
parso
matrigna, ed
la
al
permesso
avesse
sua
Giovannino
spendere danari
la
spesso,
sarebbe
pregarla
delle
a
matrigna,
più
su,
cosa,
andato
la
dirle
senza
che
le diceva
non
e
faccia, ma
restava, intiera,tutta la
fanciulla
fierezza:
essa,
in
guardava
sarebbe
non
se
la
mal
delle
pene
la
avea
pene
cora
an,
darle
doman-
giudicato
ingiusta
verso
376
0
Quando
GIOVANNINO
O
arrivavano
Chiarina
Vergine,
donna
MORTE
alle bellissime
s'inginocchiava
alla sedia
Solo
LA
la
come
Gaijriella
si
curvava
le litanie
mentre
un'altra
udiva
e
sottile. Era
dal
la
caffè
la
qui,
dal
da
piazza
che
a
si
ritornava
salutava
casa,
dire
le
che
pregando
tutto
alla
fine
a
del
invece
grande
le valeva,
da
con
la
serva
questo, alzava
irritata,
ingiurie, e
rosario,
dirlo
si fermava
tutta
lerita
incol-
so, sola, in
tutte
quelle
dandosene
an-
cina,
cu-
zioni,
tenta-
lei,nò per l'anima,
secondo
il corpo.
cosi
venire
delle
dicesse
se
E
ammonendo,
come
pregare,
Gabriella
Donna
perchè quel primo,
per
a
litanie, distratta.
ricominciando
non
curvata
intendeva
come
via
ti scordare!
di Chiarina,
più forte,
voce
senza
il fischio
Apostoli, dolce
SS.
Affaitati
non
trasalire.
Carminella,
Fu
volta,
rispetto.Tal-
proseguivano,
ti amo,
spalle
le
si vedevano
né
grassezza;
sua
per
di rientrare
prima
Carminella.
serva
come
Giovannino
e
Sono
Solo
la
volta
lei,appoggiando
innamorata:
sua
—
poco,
un
anche
ficilment
seduta, potendo dif-
restava
inginoccliiarsi, per
ma
litanie della
in
che
ci
conforto
la
tre volte
di Chiarina
casa
di due:
che
Aflaitati
Giovannino
venne
della
matrigna
cominciò
la settimana,
cosi, naturalmente,
ragazza
se
ne
a
con
innamorata,
lagnasse. Giovan-
e
O
nino
serbava
di fumare,
tale
che
bitorzoluta
grassa,
incantata.
spingeva
musica
soave
intimidita
matrigna:
sua
macchina,
di
ci metto
Chiarina
una
per
Ci
—
la
in
di
Olanda,
tutta
metti
pezze
una
—
,
discorso,
di
più,
—
vava
osser-
—
più tempo, Clara,
facchino
grosse,
di buona
scuotendo
Chiarina
che
una
mussola.
per
fanic
vide
faceva
i
di finissima
La
felice,palpava la tela per sentirne
stropicciava la mussola
—
sigaretta.
sua
L'indomani,
un
a
giorno.
ci vuol
della
da
casa
redo,
cor-
sottana.
giorni
sorridendo, Giovannino,
discorsi!
servizi, due
ci
pre
sem-
intervenendo.
che
bianca
cenere
Dolci
più,
pure
soggiungeva,
la
sol
un
matrigna,
Credi
—
di
metti
dal
trasportata
sottana,
sulla
vuole,
una
due
più
Prima
di
ci
quanto
,
calcolava
la
se
sottovoce,
camieia,
una
camicia
una
come
parlavano
sera,
cucire
per
Per
—
Una
rina:
Chia-
gli occhi
levava
tela, di mussola,
di
reva
pasi
con
all'orecchio.
poi rispondeva,
timidamente.
di oro,
avvenire,
le risuonasse
rispondere,
di
del loro
ascoltava, beata,
lo
costei
feroce
ogni tanto, Giovannino
Ora,
parlare
a
prima
questa
coperta
e
poco,
la matrigna,
con
,
donna
parlava
permesso
modi
di
cortesia
una
sempre
specialmente
aveva,
òli
MORTE
LA
corretto:
contegno
un
bassa, chiedeva
voce
a
0
GIOVANNINO
cader
tare
por-
grossi
tela
fanciulla,
la
finezza,
l'amido.
378
O
di tela
pezze
di mussola
e
timbro
un
dell'agenzia
di
pegni
roba
quella
che
non
tela, una
mai
aveva
i mobili
di
e
mai
Gabriella;
addosso,
la
sopravvenne
Ci basterà?
come
sequestro:
conae
pegnata
im-
i vestiti di donna
l'oro che
e
Lacrime
le
E
cose.
portava
di
sangue
e
in
guardarla
per
che
credo
ci
confusa.
dicevo
questo
tela,spiegando
contro
basterà....
Poi, dopo
luce.
morò
mor-
—
sforzo
uno
Grazie!
—
che
se
non
ci
bastasse,
dell'altra,tela,mussola, lino,tante
piena, questi straccioni
roba
Buona
la
chiese, spiegando
—
grande, soggiunse:
è
Una
matrigna.
la ragazza,
Che!
ria,
mise-
per
cucina, roba
come
tutte
la mussola
Credo....
della
Gabriella.
come
della
a
di sangue:
un
le gemme
gente,
povera
e
da
spegnata:
donna
era
potuto spegnarla.
casseruole
come
che
matrigna.
sua
impegnata
del dolore, venuti
la batteria
bro,
tim-
un
apparteneva
di lacrime
mussola
Le
cosa.
subito
spegni, di
e
una
portavano
infelice,clie l'aveva
gente
—
di
ella capi
curioso:
Impallidì,tremò:
—
5I0RTF.
LA
impallidì,accorgendosi
quando
—
O
GIOVANNINO
,
non
però.
ho
zia
l'agen-
pezze,
fanno
ne
che
pegnarne.
im-
Misuriamola
,
dumiuc.
E si misero
sentiva
sera,
([uando
misurare,
a
una
venne
fìtta al
silenziosamente.
cuore,
Giovannino,
rina
Chia-
inguaribile.
fu
più
La
silen-
O
ziosa
del
la
la
e
solito:
chiese
del
mamma
—
cui
alla
hai
levar
vi
fece
parte
già tagliata.
era
la nostra
ringraziato
miOrmorò
—
la
dal
sottovoce, rapidamente,
—
—
—
La
Lo
Bè
sai?
?
Roba
sua
si faceva
fanciulla
fare
figlia di
fa?
a
palazzo,
Chiarina
non
la notte.
lui
dico,
siata.
vento, estaChiarina
E
—
meravigliato.
ribattè
in
quel
mento:
mo-
non
osò
dire
rientrava
e
il
seguente,
di
un
aveva
Si
lei sgomenta.
ripetette lui,quietamente.
—
principessa.
scorata,
da
voce
Giovannino:
crudelmente,
generosità
una
tutta
che
ti
matrigna
il
a
chiese
—
soffri
la
Tutto
della
facea
fa?
E
Capisco.
disse
stra,
no-
dell'agenzia.
impegnata,
ma
altro.
è roba
che
e
ragazza,
mamma
la
con
Gabriella
fatto?
lavoro.
suo
Poi, chiamata, lasciò la stanza.
—
lore,
va-
buona
ci ha
,
Giovannino
Donna
il
fidanzata:
sua
gli occhi
rare
ammi-
portare la tela
ringrazio anch'io, bella
seduttore.
far
per
regalo splendido che
disse
—
379
MOETE
qualità, domandò
la
ringraziato
Ho
E
LA
matrigna,
una
ammirò
Chiarina,
senza
la
ma
di
mussola,
poi
—
O
propria munificenza,
Giovannino
—
GIOVANNINO
era
giorno
donna
corredo
Ma
Gabriella
degno
la ragazza,
potuto
chiudere
addormentata
lava
par,
che
della
lusa,
disilchio
oc-
male,
380
0
GIOVANNINO
O
LA
mattino, parendole, nel sogno,
al
fantastica
una
di
sottana
molli
camicia
sangue...
di
ciò
giorni
alla
di
che
e
vincere
a
nel
i suoi
che
la
anche
la
Egli parlava
nemmeno.
leziosa
nelle
Chiarina
la
con
tanta
dolcezza
vinta:
della
Giovannino
il
faceva
letto,
con
scintillante,appositamente
grande
—
Ci
vuole
armadio
lastra
di
ciava
ricomin-
di
la toelette
di
d'amore,
futura
disegno
cristallo
mogano
tanta
con
Ora,
taceva.
loro
mogano,
come
ella smetteva
che
fatto
un
vano
lusingaMa
morire
grande
un
con
certe
che
la macchina
e
spesso
un
tutta
aveva
e
fidanzata
sua
si sentiva
discorrevano
una
donna
tronfia.
e
ella
di lavorare,
da
rossa
che
parlava
con
accorgesse
ne
lusingava
voro
la-
vano
discorre-
gli occhi, Giovannino
guardare
tenerezza
stanza
se
diosi
fasti-
nel
assorta
alla grossa
la
che
donna,
levava
a
cioè
certi
attenzione, nell' ascoltarla,
di
la grossa
le
da
vestaglie da giovinetta,
sue
profondo rispetto
arie
essa
vorava
la-
il ticchettìo
Giovannino
e
la delusione
e
Adesso
sera:
cosi
vannino
Gio-
e
Ci vollero
scrupoli:
di
era
che
senza
Gabriella
distraeva
matrigna
insieme
fantastica
una
dolorosa.
cuore,
pensieri. Talvolta
,
donna
addosso
aver
assai, assai.
macchina,
dell'ingranaggio
di
lagrime,
ridessero
le restò
e
MORTE
di
bella
una
letto
da
casa:
di ottone
Angelo
tutto
per
scolpito
vedersi:
col
sce,
Pe-
marmo
O
grigio,
suggeriva
—
Anche
—
cosi
usa,
piedi
a
del
dolci
questi
naturale
una
del
lei la
progetti. Chiarina,
si
loro
soli
due,
gioia
accanto
solo
passato,
soli, tenendosi
lui, per
a
dalla
accanto
nuova,
nel dolore:
come
liberazione,
doloroso
vita
serena
ella
ella
loro
sarebbe
al
suo
Questo
nella
libera
libera,
di
là, poiché
innamorata;
di
parlava
la
Madonna
al
muro
—
di
la
osò
suo
la
stata
pia
va
ave-
sposo
più
felice
fanciulla
Giovannino
mentre
Pompei,
da
stanza
lavorare,
col
immagine
di Valle
della
di
bella
una
dove
casa
andarsene
sera,
una
ma
giorno
questo
dalla
sognava,
amore,
materialmente
anche
sarebbe
di
mano,
per
presto
uscita
dove
casa,
le donne.
E
venisse
sofferto,per
tanto
nella
Oh
l'oblìo
principio
divisi
uniti
ma
presentava
rap-
il
ella sarebbe
sempre,
morte
credeva.
cui
—
perdeva
tutto
,
fra
perchè
sogni più lieti. 11 giorno del matrimonio
per
in
bella
Giovannino.
più Giovannino,
sempre
briella.
Ga-
una
e
letto,
aggiungeva
—
udiva
amava
nei
donna
maternamente
sdraio,
a
Quando
che
381
MORTE
LA
la toelette,naturalmente,
poltrona
adesso
O
GIOVANNINO
della
Vergine,
appendere
da
letto, Chiarina,
tendo
smet-
domandare:
il salotto?
Quale
salotto?
la matrigna.
—
.intervenne
a
dire
presa
sor-
382
GIOVANNINO
O
Il
—
salotto
E
di
tutto
vi
non
fece
—
gli occhi
non
si
la
fin fuori
le scale
ed
Hai
—
della
—
—
—
—
—
filo,spezzando
fuori
illuminava
vosa,
ner-
l'ago
si levò
Giovannino
porta. Là
luna
inteso
ciò
ella
lo
il
per
dolo
seguentrattenne.
pianerottolo,
che
ha
detto
giuocherellando
la
col
matrigna?
lucchetto
porta.
Che
ha
Che
noi)
detto?
fece
—
abbiamo
dunque
—
il
po'
un
il cortile.
domandò
—
vivacemente,
quella
poltrona.
sua
alzò, risolutamente,
si
la
soli. La
Giovannino,
matrigna,
dalla
Quando
ella
La
momento
macchina.
Erano
libertà,di solitudine:
di
spes'io
bero.
li-
senz'altro.
bassi, taceva.
spezzando
pare:
sempre
malignamente.
un
mi
Io, poi,
resterà
ragazza,
lavorava
andarsene,
voi
sogno
mosse
ragazza
della
nuovo.
sempre,
per
con
La
giallo, pare
per
il soave
Sparito
sparito
È bello,
nessuno;
Ah!
—
il mio?
basta
broccato
vedo
non
disse,
—
la ragazza.
quasi tremando,
—
qualcuno,
vedere
per
MORTE
LA
O
con
lui,come
bisogno
infastidito.
di salotto.
teremo
Abi-
lei?
Pare.
E
perchè?
Porcile
disse
non
abbiamo
lui carezzandole
denari, figliuolamia,
i
capelli lievemente.
,
384
O
GIOVANNINO
O
Scusate, scusate,
—
in
LA
MORTE
disse
—
l'altra,
scoppiando
lagrime.
E
le rimasero
quelle lagrime
lo
all'idea di dover
per
carità; non
per
sé, per
sentiva
una
dir
Si:
ogni
a
generale;
municipale,
per
poco,
sul
cosi
di broccato
sapeva
con
una
posto
consolarsene.
mandava
ansietà, do-
certa
cercato
avesse
nelle
ferrovie,
nella
concorso
un
impiegato
se
,
poi intendeva
ma
che
serio
ma
le
e
sognava
bi-
il direttore
zione
illumina-
il sindaco
conoscere
Vagamente
ramo.
consolarla
,
d'ordine, roba
diceva
ingannarla.
e
ella s'appagava
che
egli
delle
,
per
giallo-
protezioni presso
bisognava
del
le preparava
ora
bellissimo, cedendole
non
città,come
l'assessore
gliastra
fi-
alla
pratiche. Egli le rispondeva,
un
di
loro
Gabriella,
principessa,
se
delle
avere
della
sera,
idea,
delia
dato
avere
salotto
il suo
delle
di
vagamente,
cercava
da
Giovannino
fatto
di darle
andava,
di donna
dopo
Chiarina
ma
che
avesse
che
per
questa
la fierezza
bontà
trigna,
ma-
ella le dava
rinfacciato
per
appartamento
che
ciare
accon-
della
casa
sopportare
della
corredo
nientemeno
che
poteva
intanto, dovunque
E
donna,
santa
un
Tanto
poteva
bene
in
aveva
Giovannino,
un
oro.
vivere
volte le
famiglia.
nuova
si
Non
il pane
mangiando
tante
grado
mal-
cuore
,
sfogo materiale.
carità,che
in
E
non
parole,
insisteva,
GIOVANNINO
O
insisteva, con
stringeva nelle spalle,come
si
egli parlava
ora,
ed
estranee
poi,
Ma
a
gliaveva
essa
poco
precisare
di
quanto ha attinenza
delle
guardava
Vufflcio,
voleva
nominare
V
—
tetro mondo
e
volta
tal-
di
che
spaurita,quasi
proprio lui,non
quelle
donna
tetre
tro,
al-
un
cose.
Gabriella,quando
l'agenzia.
ufficio,
ripeteva Giovannino,
nominare
l'agenzia,
—
voleva
parlargli
e
ascoltava, sorpresa:
diceva
—
cose
l'oscuro
con
esser
discorreva
cose
cominciato
aveva
sue
Giovannino,
accertarsi
che
—
le
agenzie. Chiarina
volesse
ella
chiaramente
a
di
risposto incertamente.
poco,
a
dato
doman-
aveva
si trattasse
se
come
egli
gna
la matri-
con
gliene
dapprima
cautela,
con
che
a
infastidito. Invece,
di affari
spesso
di Chiarina:
385
MORTE
affanno, fino
certo
un
LA
O
quando
aria
con
di misteriosa
compunzione.
Non
Ma
osavano
oramai
volto
di
questo
di
discorso.
quelle che
si vergogna,
che
il
volta
Donna
che
che
l' oggetto
a
diritto troppo alto,una
conto
lungo,
prendeva
Gabriella
per
a
nome.
di
si
lagnava
di
femmine,
un
terzo
impegnare
lira sopra
,
Serao, Racconti.
che
esigevano
ogni dieci
lire.
Matilde
il
cominciavano
quelle streghe
portano
duro
suo
ogni sera,
sofferenza
Chiarina, ogni
amaramente
un
parlavano
ne
l'aria
malgrado
darle
ancora
25
3Bd
GIOVANNINO
O
alla
E
—
arrabbiandosi
di
Una
vera
tre
,
che
voce
sua
tiamo
met-
fatica
sola
lire sopra
si
trenta....
nino,
Giovan-
cadenze
aveva
quasi
neWujficio,
approvava
—
ro
lavo-
gnoso
vergo-
maniera,
questa
per
camorra,
la
con
e
,
esempio
per
il povero
buona
con
mano,
che
Gabriella
di entrare
coraggio
orologio
prendono,
—
ha
non
levano
r
scellerate
aspettano
—
,
che
MORTE
donna
soggiungeva
—
,
LA
fine,queste brutte
fanno?
gli
0
cosi
attraenti.
E
—
dio;
dire
la
Dio,
tanti
con
affari
con
senza
Una
protezione
miando
rispar-
ufficio
valeva
della
a
onestamente,
l'aiuto
ogni dieci lire;con
Vergine,
facevo
lo stesso!....
sempre
una
Giovannino,
e
delle
gran
buona
donna,
dola
guardan-
commosso,
ogni tanto, come
sera
udiva
non
ma
per
un
dolor
poi
se
la mente
come
sordo
udissel
le si
il rumor
più, sentendo
parole, sentendo
puntura
cose,
neil'
sempre
insopportabili:
cose
,
certe
fatto
la
fremeva
confondeva
vago
principio,
ammirazione.
Chiarina
delle
fatto,sul
entrare
lira
esclamava
—
di
mezza
che
ci é rime
non
piccola impegnatrice,
l'ho
stata
Siete
—
di
ma
l'ho
io
vergogna
gente,
prendendo
di
anche
che
mestiere
questo
tanta
rimedio, capite!
ci è
non
un
dolore
continue
ma
,
spiegare
donna
meglio
Gabriella
andò
a
Giovannino
a
prendere
GIOVANNINO
O
di
là,
O
registri dell'agenzia.
i
387
MORTE
LA
rincaserò
I fidanzati
soli:
fai questo,
Perchè
—
fai ?
domandò
—
è buono
Tutto
—
buttando
mente,
Ella
la
ragazza,
che
Dio
far
ridere.
la
grossi libri sudici
stettero
sicuro
del
donna
e
replicava,
piegati sui
Gabriella
nino
Giovan-
e
il crudele
è
crudele
ha
esposto: il crudele
sempre
piangere
non
il
perfettamente
cui
esige
triplo valore
che
un
teresse
in-
finisce per confiscare
e
ingranaggio
impossibile
ingranaggio
sempre
capitale,per
suo
che
come
,
realmente
oggetto
far
ma
potere
un
ma
la sera,
Tutta
l'impegnatore
cui
Dio,
un
lui:
per
studiare
a
lui,quie-
lei
su
egualmente
domata.
obbediente,
aveva
come
poteva
Soffriva
disse
—
sigaretta.
adorava
lo
un
un
sapersi,
a
replicò. Egli
non
assoluto,
al
la
affannosamente
smarrita.
tutta
per
lo
perchè
Giovannino,
colui
del
per
che
capitale
cui
ha
è
quasi
impegnato
oggetto, lo ricuperi mai.
un
Ottanta
—
l'oggetto resta
volte
a
cento,
sopra
noi,
Gabriella, richiudendo
—
a
donna
fini trionfalmente
il
suo
grosso
fatti,
conti
e
sudicio
libro.
—
È bellissimo, bellissimo,
—
mormorò
vannino,
Gio-
meditabondo.
E
malgrado
le
supplichevoli occhiate
della
sua
388
GIOVAKNIKO
0
fidanzata, egli
O
chiese
donna
a
quei libri,solo
domenica
era
farvi
sopra
lui,chi
sa
e
le
non
studio, vedeva
che
non
la mano
della
Che
Chiarina
Soffro,mi
—
delle
fai
che
ei voleva
nuove,
cose
andò
uscendo,
gere
strin-
a
fidanzata, la trovò
sua
?
le chiese
—
soffrire,
•"
glior
mi-
qualche
darle
potesse
di prestargli
seguente,
servivano:
uno
hai.
Gabriella
pel giorno
consiglio. Quando,
—
MORTE
LA
lida.
ge-
sottovoce.
rispose ella,quasi
—
svenendo.
allora
da
Ma
furono
in
poi,
brevissimi.
veniva
facesse
—
adesso
la
ogni
nel
passata
tutto
cui
si pagava
il negro
questo
voltura:
esperto
di negre
strazio
della
capito
dava
lo
dei
matrigna
gni,
pe-
di
diritto,insomma
vannino
Gio-
gente.
povera
ribrezzo
subito
dano
circon-
che
parole
,
disin-
con
.
si
tutto
faceva
,
consigli pratici donna
briella
Ga-
,
guardava
,
dieci si recò
Gabriella,
dalla
cartella, dello scatoltno,
altro
un
,
gli si
che
parlare dell'agenzia, dei
corteo
aveva
nino
Giovan-
—
senza
sera,
parlava senza
ne
serata,
osservazione
dell'interesse,della
per
dialoghi d'amore
i loro
Tutta
nessuna
era
fare, vedrai.
far la sciocca, lasciami
Non
—
e
un
con
giorno
l'occhio
Giovannino
sino
E
scostamente
na-
le
verso
,
,
all'agenzia,dove
vi restò
intenerito.
troneggiava
alle dodici.
Fini
donna
per
an-
0
darvi
GIOVANNINO
ogni giorno,
innocente
cosi
sottile
e
coi
vestiti
lo
di
il
sapere
due
del
aveva
sulla
piazza
disse
—
Ma
Ah!
la
—
fece
il
sera
,
alle
finestra
,
la
non
impazienza.
sua
del
salotto
che
vide
la
tornare
gnata
accompa-
Ella
si
ritrasse
indietro,
ancora.
subito,
Ho
—
—
e
incontrato
mi
vannino,
Gio-
fatta
son
compagnare
ac-
poco.
un
—
alla
balcone
sali, sola:
matrigna
mito
tre-
agitata, senza
,
inconscia
colpita,ma
seguiva
,
Giovannino.
da
La
dal
la
e
d'impazienza,
spiegare
giorno
un
,
pre
sem-
rina
tingersi. Chia-
nervosa,
fremendo
neppure
stretta
,
involontario
un
l' aspettava
pomeriggio,
Infatti
da
gliori
mi-
lire di gioie,
cinquemila
o
presa
perchè,
sapendosi
coi
soffocare, portando
talvolta
paura;
uno
all'agenzia,
acconciava
del Rossetter, per
sguardo,
mezze
in
era
uscire, ogni mattina,
la vedeva
con
da
quattro
comprato
aveva
si
così
,
soldi,di
andare
Ora, per
in modo
addosso
di
cappelli più pomposi
,
busto
guadagno
lui,
dalla
,
al
vera
po-
diventava,
Gabriella
impegnatrice
la grassa
quella
ammaliatore
aspro
donna
di beatitudine.
stato
da
e
accumulatore
rapace
lire, di lire, che
nel
Chiarina:
cosi
soave,
389
MORTE
sguardo
,
voce
LA
di nascosto
ma
di
dallo
Giovannino
0
l'altra.
segreto del
lavoro
di
nino
Giovan-
all'agenzia fu scoperto: poiché, ridendo,
la
390
GIOVANNINO
O
e
grossa
della
al fidanzato
ricordate, eh, Giovannino,
ci
non
Giovannino,
la
io, ve
ero
faceva
tale che
?
rispose
—
,
sgomentarsi,
senza
ma
ho
vero
visto
che
siete
assai
astuto,
,
nato
proprio
siete
La
primo
11
guardandosi.
Gabriella
donna
dicendo
Sta
fermò,
—
occhiata;
bieca
Pure,
le
Cliiarina?
che
serva
divozioni,
sulla
Madre!
—
se
ne
compariv
ri-
non
chiese
—
rispose
—
i due
mente
secca-
in
una
andò.
Chiarina
dopo.
poco
ritta
e
un
chiamata.
aveva
pinzochera, avvolgendo
la
sola
alla
come
Cliiarina
voce.
fa
che
Carminella,
—
nella
tura,
disinvol-
con
tanto
ogni
ma
gli passava
tremito
6 usci
po' in silenzio,
un
parlare,
a
Giovannino;
fu
—
rimasero
I due
stanza.
l'impegnatore.
fare
per
alzò, improvvisamente,
si
ragazza
dalla
tarsi
vol-
senza
Ctiiarina.
verso
K
quel
l'orologio di nichelio
impegnare
Se
—
disse
figliastra:
voleva
—
MORTE
LA
impegnatrice
grassa
sua
Vi
—
O
ricomparve.
Si
soglia;
disse,
con
assai
voce
tramutata,
madre!
—
—
—
—
Che
è?
Permettete
Dille
pure.
che
io dica
due
parole
a
•
vannino.'
Gio-
jya
o
mio
—
—
mestiere
un
,
esagerare,
Non
sai
che
o
cosi
Non
sangue?
e
aiov.vNNixo
è
svergognato
mestiere
un
tutti ci
sai che
maledizioni
queste
morte
cosi
dele?
cru-
,
Cliiarina.
che
Non
la
di
lagrime
odiano,
della
di
e
questo:
per
ci
gente
povera
colpiscono?
—
—
per
Non
esagerare.
Non
sai
il
—
—
—
che
Non
esagerare.
Non
sai
Non
si
che
0
così
per
mio,
braccia,
le
nel
fremente,
trovare
dello
dolore.
suo
chetandosi
adesso,
—
a
a
dei
Figliuola mia,
del
far
sto
que-
fece lui spaventato.
—
parole vaghe, quasi
Ella
poco
discorsi
tu
lavoro
,
dalla
cendosi
gridò ella,tor-
potete voi
come
—
—
mani, nell'ombra, gliele carezzò,
sottovoce
stordirla
mormorò
—
?
le prese
disse
la pena?
per
mio,
amor
Calmati, Clara, calmati,
—
aveva?
ne
poco,
morto
nell'ombra.
amandomi
le
morrò,
ne
muore
amor
le
E
io
che
è
papà
povero
l'orrore
ribrezzo, per
lui, sorridendo,
—
il mio
matrigna.
stessa
per
Ho
non
ascoltava,
a
poco;
ancora
vava,
egli arri-
più pratici,più
mi
hai
campar
cercato, hai
per
sitivi.
po-
pregato di
di
sina,
elemo-
visto,
ho
O
assai,
cercato
di
t'altra
GIOVANMKO
ho
non
LA
ótìó
MOETE
niente;
trovato
tutto
è questione
fortuna, di protezione. D'altronde
di
gente
Io
merito,
ho
non
costato?
tan-
sul
strico.
la-
Allora
ho
sato
pen-
matrigna.
Ti
credi
ho
sofferto, ma
Ho
tuo, per
amor
per
alla
sta
me,
nulla.
utile
sia
mi
non
di
più
trovato
di rendermi
che
O
portato,
sop-
farti vivere
non
di
elemosina....
piangere, Clara,
Non
—
Certo,
è
non
bel
un
tutto.
Anche
la
donna.
Con
noi
mia,
volta,
una
ereditare
è della gente
possiede
,
da
che
Di che
noi
mia,
d'impegnare
glielo deve
gliuola
fi-
piscilo
Cabiamo
dob-
d'altronde, poi,
bisogno
qualcheduno
buona
una
i nostri.
sono
stupida
lei. E
ha
te, farei
per
benissimo.
interessi
cara
piangere.
interessi, capisci,
i suoi
i suoi
ma
credilo, è
si è condotta
E
ci è da
non
mestiere;
matrigna,
puoi lagnare!
ti
nell'ombra.
singhiozzò
Ella
vi
se
quanto
gnare,
impe-
pure
nevyero?
—
—
Non
dir
Non
lo dico.
così....
qual
Sai
Ella
—
Ma
lui, per
non
è la mia
si rimariti.
matrigna
lo
lo
me
lei,esausta.
di
badare
lo
rare.
puoi rimprove-
sola paura?
Allora
ai nostri
È che
la tua
freschi!
staremmo
nell'ombra.
guardò,
non
quello
Ma
mio,
interessi, cuor
mormorò
—
farà, credo,
temperare
—
soggiunse
l'effetto delle
sue
subito
parole.
—
394
0
GIOVANNINO
È già di età, è
il
per
MOKTE
donna,
Sei
verso.
bisogna
gliarla
pi-
calma, ora?
SI.
—
SI.
—
...
Credi
—
...
Mi
dai
la
Era
un
voplio, taiitn,tanto?
ne
bacio?
un
volta
prima
che
chiedeva.
lo
pozzo
Ella
allo
indietro, appoggiandosi
passo
del
io te
che
SI.
—
—
bene?
vuoi
Mi
—
fece
sportello
disse:
e
No!
—
Sei
—
cattiva:
che
stanca
era
verità, da
che
Giovannino.
un
poco
la
Metteva
per
lieve
passo.
discosto
e
Era
che
disse
letto. In
a
il
esaltato
dal
lore
do-
pace.
La
,
aver
passeggiava
le lettere
dalla
penna,
testa
nella
calmarsi:
colpiva. Talvolta,
barazzo.
im-
sonno:
lacerava
le uscivano
—
più
le faceva
poi
dell'acqua fredda,
la
trovò
il lume,
stanza, scriveva,
di strazio
andare
temperamento
riaccendeva
il suo
la fanciulla
Ma
non
non
volta,
celare
per
voleva
sera
dall'amore,
e
notte
che
e
quella
eccitabile
suo
poco,
un
senz'altro.
Rientrarono,
un'altra
lo darai
me
lui, ridendo
di'bse
a
LA
buona
una
suo
0
dietro
CarmincUa
veniva,
a
un
la
la
per
piene
dirette
catinella
brivido
lato
ge-
porta, sentiva
che
dormiva
piedi scalzi,a
gliare.
ori-
O
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
0
Che
395
MORTE
è?
Vi
sentite
No:
ma
male?
non
dormire.
posso
le orazioni.
lio dette.
Le
un'altra
Ditele
Niente
ci
volta.
può, Carminella,
Raccomandatevi
Si
è
alla
scordata
Non
di
parlate
notte.
Buona
notte.
di
le
fatte. E
vi
la sposa:
a
cui
ella
la
Con
la
volontà
le
non
ha
notizia
era
mai
aveva
usciva,
fanciulla,
dosso,
gricciori ad-
della
Carminella
rispondeva
tutti
la chiamavano
che
la
i
torno,
in-
sempre
quando
che
serva
famigliarità abituale
era
sorrideva,
domandano
Talvolta, quando
le
Santobuono,
febbricitante
una
guardi.
che
premure
gli inquilini al palazzo
come
può.
Madonna.
Carminella
intorno,
erano
ci
me.
Dio
giorno
certe
con
niente
così.
Buona
Anche
—
LA
Signorina?
Ditevi
—
GIOVANNINO
bre.
feb-
sua
1' accompagnava,
che
lei,
la
con
napoletana:
di
Dio, il matrimonio
si
farà.
Carminella
Ora,
in chiesa
pace,
in
cercava
la ragazza:
nessuna
ora
e
del
di
costei
attrarre
che
non
giorno, vi andava
spesso
aveva
ve-
396
GIOVANNINO
O
lentieii. 11 gelo della
del
cervello
confuse
del
cliicsa
mattina
lei, come
alla
e
smarrita
donne
un
fibra
cedeva,
Tanto
l'aveva
che
fra
sera,
—
-altre,si
Andiamo
atto
come
se
è
non
a
i
canti
e
la
spesso
piangere.
a
alla
profonda
amor^.
così
male, che
bianca
bianca.
disse
—
Andavano
ciie
alla
senti
Si fece
via,
funzione
La
cosi
colpita, in pieno
di svenire.
punto
—
le
cera
stanca, innanzi
innanzi
profonda,
pre:
sem-
cosa,
dolce
era
malinconici.
omai
accanto
con
taceva.
e
fanciulla, intenerita, si metteva
sua
cialmente.
spe-
,
l'ora
sera:
qualche
faceva
in
spesso
sempre
guardava
parole
le
ogni
vespero
delle
la
quella
trangugiasse
le fila
al vespero
sera,
dirle
volesse
se
che
l'ardore
rannodava
si teneva
la fanciulla
ma
le calmava
preghiera
Carminella
a
MORTE
pensiero. Si, andava
suo
alla
chiesa,
la
e
Li
O
La
lusione
de-
rezza
ama-
Una
fu sul
Carmiiiella.
a
finita,
—
-
rispose
la
serva
spaurita.
—
A
resto,
Se
altro
un
malincuore
seguiva
sti'ingerla a
la
la
—
—
—
Hai
Non
Devi
piazochera
padrona,
rallentare
nervosa,
la chiave?
minuto,
quasi
indietro:
chiese.
so...,
averla,
si
il passo.
tornò
—
vengo
dammela.
Ma
meno.
levò
e
volesse
mente
lentaco-
paziente,
costei, im-
O
GIOVANNINO
Maccliinalinente
si mise
a
la
a
casa
sua
La
affrettare
il passo
la
suo
di
fidanzato
la
che
che
nulla
fu
abitatori
grido che
Poi
fu
la
s'illuminarono:
pallido
volto.
pian
di vedere
dappertutto,
i pacifici
un
,
mai
di gente
sbatter
uno
schiusa
rotto
e
di
di
più.
verso
attra-
porte,
due
un
voci:
violentemente,
,
del
ribile,
ter-
Santobuono
furiosa
corsa
nella
sera
bra
un'om-
pozzo.
finestre,lutti
donna
bra
lab-
partamen
l'ap-
chiamò
dimenticheranno
le
il
sulle
attraversò
di
palazzo
non
grida tutte
more
ru-
,
inteso
sull'orlo
apparve
un
,
grido acutissimo,
Un
cristallo
un
ticamera
dall'an-
dolcemente
baciava
porta del terrazzino
Alle
giallo
supplichevole, disperato,
fece cadere
fanciulla
La
scostare
di umano,
una
sapeva
ma
il
sere
es-
come
,
non
colpi
di
broccato
appartamento,
cliiamar
letto
aveva
del
essi
intesa
r
livido
di
,
matrigna.
sua
la
avanzarsi
per
le tende
piano
voci
clie le fece
la forza
Ebbe
sul
porta di casa,
di
la fanciulla
e
ansiosa
raggiungerla.
rumore
voci
innanzi,
trasognata,
per
aprì rapidamente
di
gliela dette
buttarsi
per
397
MORTE
serva
come
serva,
un
LA
correre,
,
morta.
O
Gabriella
i
pianerottoli
urlava
dalla
terrazzetta, urlava:
—
S'è
buttata
Il porcaro
Carminella
nel pozzo,
arrivò
era
s'è buttata
soltanto
andata
a
dopo
cercarlo,
nel
dieci
dormiva
pozzo!
minuti,
an-
398
perchè
Cora,
sotto
e
GIOVANNINO
O
terra.
lavorava
Era
calzoni
scalzo
dalla
incominciò
certi
cortile
corda
sul
testa
Mollate,
E
A
Morta
ringhiera,
mente.
giù, fissa-
ancora
profondo,
voce
una
un
Morta,
tirare.
e
quattro
o
i cocchieri
Egli
Pesava.
donna
punto
singhiozzava,
fece
—
tutte
forte:
certo
un
tre
,
nuti
mie
tava
por-
Pep-
gridò:
viva?
o
Morta!
a
che
Ranaudo
da
tutti
sata
abbas-
della
Dopo
stratta
una
cominciarono
vicoli, fu
—
giunto.
era
il corpo.
—
ginocchi
in-
cocchieri.
diede
—
dal
disse
—
Il po:saro
pina
guardava
Car-
forse
e
aveva
ferro
gelido
egli
piano,
secondo
matrigna
La
rono
gli lega-
ai fianchi, ed
fervidamente,
Giovannino
mozzi
cavano.
ammic-
grandissimo.
del
pianerottolo
sul
ai
che
i mozzi
e
Silenzio
gli altri pregavano.
fioca
occhi
intorno
pregava
—
poi
in
forte, in camicia
e
i cocchieri
la discesa.
mentre
mezzanotte
alto
con
grossa
la
MORTE
,
Nel
minella,
I.A
uomo
un
,
una
O
le
parti, da
gemito,
morta,
voce
una
su
un
morta!
Fine.
fino
fioca
giù,
pianto,
un
e
affannosa.
nella
via, nei
singhiozzo:
i
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