IDEIA PCE Chlamydia K603211-2 �����������������������������������192 Tests IT 1. DESTINAZIONE D’USO IDEIA™ PCE Chlamydia è un test immunoenzimatico che utilizza la doppia amplificazione per identificare l’antigene di Chlamydia nei tamponi uretrali ed endocervicali e nelle urine di pazienti di sesso maschile. 2. CENNI PRELIMINARI Il gene Chlamydiae è composto da tre specie diverse che provocano infezioni negli esseri umani: Chlamydia trachomatis, Chlamydia psittaci e Chlamydia pneumoniae (TWAR). Questi organismi sono batteri parassiti dalle caratteristiche antigeniche strettamente correlate ad altri batteri gram-negativi. La duplicazione della Chlamydia è complessa perché caratterizzata da due elementi distinti: il corpo elementare infettivo (EB) e il corpo reticolare riproduttivo. L’infezione inizia dopo l’adesione e l’ingresso di un EB in una cellula ospite tramite pinocitosi. All’interno del vacuolo (inclusione) formato dalla cellula ospite, il corpo elementare si ingrossa e si trasforma in corpo reticolare. Qualche ora dopo l’infezione, i corpi reticolari cominciano a riprodursi rapidamente mediante scissione binaria, che utilizza l’energia della cellula ospite. Entro 24-72 ore, all’interno dell’inclusione, i corpi reticolari iniziano a trasformarsi in corpi elementari. Il ciclo riproduttivo, che dura circa 48-72 ore, termina quando l’inclusione in espansione provoca la rottura della cellula, da cui possono fuoriuscire circa 104 corpi elementari per continuare il processo infettivo. La Chlamydia trachomatis è uno degli agenti patogeni più diffusi al mondo, che provoca diverse tipologie di infezione negli esseri umani. Pur essendo la causa più comune di malattie a trasmissione sessuale1,2, un numero considerevole di casi è asintomatico. Le complicanze correlate alle infezioni dell’apparato riproduttivo provocate dalla C. trachomatis sono: infiammazioni pelviche, gravidanze extrauterine e sterilità femminile ed epididimite maschile. La C. trachomatis è anche causa di congiuntivite follicolare acuta o sub-acuta, che può sfociare in cheratite puntata, formazione di cicatrici e tracoma. Spesso questi sintomi si manifestano nei pazienti affetti da infezioni genitali non diagnosticate1,3. La Chlamydia trachomatis ophthalmia neonatorum è una complicanza che si osserva nei neonati di madri portatrici dell’infezione. Le colture cellulari sono costose e prevedono l’impiego di speciali apparecchiature di laboratorio. Anche i metodi che rilevano la presenza degli acidi nucleici possono essere eseguiti solo in laboratori dotati di apparecchiature speciali onde evitare problemi di specificità. L’identificazione diretta mediante immunofluorescenza è molto laboriosa qualora venga utilizzata per la diagnosi di routine di un numero considerevole di campioni. Il test immunoenzimatico amplificato che identifica gli antigeni (ad es. IDEIA PCE Chlamydia) rappresenta un metodo efficace, mirato ed economico ai fini della diagnosi di routine delle infezioni da Chlamydia6,7,8. IDEIA PCE Chlamydia utilizza l’amplificazione durante le fasi di marcatura e generazione del segnale in un test immunoenzimatico. La fase solida viene rivestita con un anticorpo monoclonale dalla specificità nota prodotto espressamente per la Chlamydia. L’amplificazione durante la fase di marcatura si ottiene mediante la coniugazione di polimeri, che provoca l’adesione ai singoli siti di legame di un complesso polimerico dall’alto rapporto di molecole enzimatiche*. L’ulteriore amplificazione viene effettuata durante la fase di generazione del segnale mediante l’utilizzo di una formulazione pronta per l’uso della tecnologia di amplificazione enzimatica brevettata della Oxoid4. La presenza dell’antigene di Chlamydia nei campioni biologici è indicata da un punto finale colorato. * Brevetto USA n. 5.543.332 3. PRINCIPIO DEL TEST Il test IDEIA PCE Chlamydia utilizza un anticorpo monoclonale prodotto espressamente per il gene di Chlamydia, un coniugato di polimeri dall’alto rapporto enzima - anticorpo9 e un sistema di amplificazione enzimatico liquido pronto per l’uso4. L’antigene di Chlamydia, presente nei tamponi uretrali ed endocervicali e nei camponi di urina (di pazienti maschi), si lega all’anticorpo monoclonale adsorbito alla superficie della fase solida. L’anticorpo monoclonale del coniugato si lega all’antigene di Chlamydia acquisito sulla fase solida al fine di colllegare il complesso polimerico del coniugato che trasporta le molecole enzimatiche. Il lavaggio elimina i complessi liberi del coniugato. Le molecole enzimatiche legate trasformano successivamente il substrato in un prodotto incolore che catalizza la reazione di amplificazione secondaria del segnale dell’enzima per creare un punto finale colorato. Schema illustrativo del principio del test IDEIA PCE Chlamydia La Chlamydia pneumoniae e la Chlamydia psittaci provocano invece una serie di infezioni dell’apparato respiratorio che possono sfociare in polmonite. Fra le metodologie diagnostiche atte ad identificare la Chlamydia si annovera la tradizionale coltura cellulare, che si affida alla presenza di corpi elementari nei campioni biologici. I corpi elementari si riproducono nella coltura cellulare e le inclusioni formatesi vengono identificate al microscopio mediante colorazione tradizionale o immunofluorescenza. L’infezione da Chlamydia viene generalmente diagnosticata con l’ausilio di anticorpi monoclonali immunofluorescenti che rivelano la presenza dei corpi elementari della Chlamydia (ad es. IMAGEN™ Chlamydia) o con test immunoenzimatici4 che rilevano la presenza dell’antigene di Chlamydia. Fra le altre metodologie diagnostiche si annovera la reazione a catena della polimerasi, che rileva la presenza degli acidi nucleici della Chlamydia5. CONTRIBUTI L’anticorpo monoclonale è stato prodotto nel Department of Pathology, Cambridge University, Cambridge, Regno Unito e nella Division of Sexually Transmitted Diseases, Clinical Research Centre, Harrow, Middlesex, Regno Unito. 4. DEFINIZIONI I seguenti simboli sono stati utilizzati nelle informazioni del prodotto: Numero di catalogo Consultare le istruzioni per l’uso N Contenuto sufficiente per <N> saggi 5.2. PREPARAZIONE, CONSERVAZIONE E RIUTILIZZO DEI COMPONENTI DEL KIT Il kit IDEIA PCE Chlamydia consente di analizzare fino a 12 serie di campioni. Per garantire il risultato ottimale del test, è importante che i reagenti inutilizzati vengano conservati osservando le seguenti istruzioni: 5.2.1 Micropozzetti rivestiti con anticorpo monoclonale - Fabbricante Dispositivo medico-diagnostico in vitro Utilizzare entro Codice del lotto Limiti di temperatura 5. REAGENTI IN DOTAZIONE 192 – Ogni kit contiene materiali sufficienti per 192 test. - La stabilità del kit è indicata sull’etichetta all’esterno della confezione. 5.1. CONTENUTO DEL TEST IDEIA PCE CHLAMYDIA Un libretto di istruzioni per l’uso Due piastre per titolazione composte da 12 strisce staccabili da 8 micropozzetti ciascuna ricoperta con anticorpo monoclonale prodotto espressamente per l’antigene di Chlamydia (anti-lipolisaccaride). La confezione contiene anche una bustina di plastica risigillabile destinata allo stoccaggio dei micropozzetti Un flacone di ciascuno dei seguenti componenti (salvo diverse indicazioni): 25mL di terreno di trasporto concentrato (x10): detergente non-ionico in tampone contenente un colorante, un microbicida e un agente antischiuma. 7mL di controllo positivo: antigene di Chlamydia ad inattivazione termica in soluzione tampone contenente formalina, microbicida e colorante. 12mL di controllo negativo: soluzione tampone contenente microbicida, colorante e agente antischiuma. 2 x 7mL di coniugato di polimero: Anticorpo monoclonale prodotto espressamente per l’antigene di Chlamydia (antilipopolisaccaride) coniugato con la struttura del polimero di destrano collegata alle molecole della fosfatasi alcalina in un tampone stabilizzante contenente colorante e microbicida. 2 x 125mL di tampone di lavaggio concentrato (x10): soluzione a tampone tris contenente detergente e microbicida. 2 x 13mL di amplificatore A: sali inorganici e soluzione enzimatica a tampone contenente tetrazolio violetto e microbicida 2 x 13mL di amplificatore B: soluzione NADPH stabilizzata 2 x 13mL di soluzione bloccante: 1 mol/L di acido fosforico. Aprire la taschina della micropiastra tagliandola lungo la chiusura sigillata. Estrarre il numero desiderato di micropozzetti e sistemarli nel supporto. Riporre i micropozzetti inutilizzati nella taschina della micropiastra inserendovi i sali igroscopici in dotazione, introdurre la taschina nel sacchetto di plastica, risigillarla con cura e conservarla a 2-8°C. I micropozzetti possono essere utilizzati per un massimo di 6 settimane dopo la prima apertura se conservati come suindicato 5.2.2 Terreno di trasporto concentrato È importante miscelare bene il terreno di trasporto concentrato prima di diluirlo per ottenere la concentrazione di utilizzo. L’agente antischiuma presente nel terreno di trasporto intorbidisce il terreno di trasporto concentrato e diluito ma non influisce negativamente sull’esito del test e non è dovuto alla contaminazione microbica. Diluire il terreno di trasporto miscelando 1 parte di terreno di trasporto concentrato a 9 parti d’acqua deionizzata o distillata. Dispensare aliquote da 1mL di terreno di trasporto alla concentrazione di utilizzo in fiale pulite e termoresistenti (a 100°C) dotate di cappuccio avvitabile. Le fiale contenenti il terreno di trasporto alla concentrazione richiesta possono essere utilizzate per il prelievo dei campioni per un massimo di 12 mesi se conservate a temperatura ambiente (15-30°C). 5.2.3 Controllo positivo Pronto per l’uso. Non riscaldare. Conservare il controllo positivo inutilizzato a 2-8°C. 5.2.4 Controllo negativo Pronto per l’uso. Non riscaldare. Conservare il controllo negativo inutilizzato a 2-8°C. 5.2.5 Coniugato Pronto per l’uso. Conservare il coniugato inutilizzato a 2-8°C. 5.2.6 Tampone di lavaggio concentrato Fornito come concentrato x10. Diluire il terreno di trasporto miscelando 1 parte di tampone di lavaggio concentrato a 9 parti d’acqua deionizzata o distillata. Il concentrato fornito è sufficiente per preparare fino a 100mL di tampone di lavaggio alla concentrazione di utilizzo per ogni striscia di 8 micropozzetti. Preparare il tampone di lavaggio alla concentrazione richiesta il giorno di utilizzo (Vedere la sezione 8.2.12). Conservare il concentrato rimanente a 2-8°C. Non riutilizzare il tampone di lavaggio alla concentrazione di utilizzo avanzato (Sezione 8.2.12). 5.2.7 Amplificatore A Pronto per l’uso. Conservare l’amplificatore A avanzato a 2-8°C. 5.2.8 Amplificatore B Pronto per l’uso. Conservare l’amplificatore B avanzato a 2-8°C. 5.2.9 Soluzione bloccante Pronto per l’uso. Conservare la soluzione bloccante avanzata a 2-8°C. 6. REAGENTI SUPPLEMENTARI 6.1. REAGENTI Acqua deionizzata o distillata destinata alla preparazione del terreno di trasporto alla concentrazione di utilizzo e del tampone di lavaggio. 6.2. ACCESSORI I seguenti prodotti sono gli accessori da utilizzare con il prodotto IDEIA PCE Chlamydia. Per ulteriori ragguagli, rivolgersi alla sede o al rivenditore Oxoid di fiducia. - S600730I kit per il prelievo di campioni IDEIA Chlamydia( 2) sono destinati al prelievo di campioni uretrali ed endocervicali da analizzare con il test IDEIA PCE Chlamydia. La performance del kit può essere compromessa dall’utilizzo di kit o tamponi diversi da quelli indicati. 25mL di terreno di trasporto IDEIA PCE Chlamydia ( S603830-2). 125mL di tampone di lavaggio concentrato HSV/IDEIA PCE S603930-2). Chlamydia (X10) ( Reagenti bloccanti IDEIA PCE Chlamydia ( S604130-2). 7. ATTREZZATURA Occorrente per l’esecuzione del test: Fiale pulite e termoresistenti (a 100°C) con cappuccio avvitabile Agitatore Vortex 8.1. NORME DI SICUREZZA 8.1.1 I seguenti reagenti contengono l’azide sodica (<0,1%), una sostanza velenosa: coniugato, tampone di lavaggio concentrato, controllo positivo, controllo negativo e reagente amplificatore A. L’azide sodica può reagire con le tubature in rame e in piombo formando azidi metalliche esplosive. Smaltire sempre i materiali contenenti azidi sciacquando a fondo con acqua corrente. 8.1.2 La soluzione bloccante contiene 9,8% di acido fosforico. Indossare e occhialini e indumenti di protezione onde evitare il contatto con gli occhi e con la cute. 8.1.3 Il controllo positivo contiene antigene di Chlamydia inattivato, che non si è rivelato infettivo. Il controllo deve però essere maneggiato e smaltito come potenzialmente infetto. 8.1.4 Il controllo positivo contiene formalina (0,1% v/v). L’eventuale contatto di questo reagente con la cute o le membrane mucose prevede l’immediato lavaggio con acqua corrente. 8.1.5 Il Terreno di trasporto concentrato contengono Proclin 300 allo 0,75% che è classificata dalle Direttive della Comunità Economica Europea (CEE) in applicazione come irritante (Xi). Di seguito sono riportate le frasi di Rischio (R) e di Sicurezza (S) appropriate. Bagnomaria o blocco riscaldante termoresistente a 95 -100°C Xi Carta assorbente pulita (per asciugare i micropozzetti) Pipette di precisione e punte monouso per erogare 50μL - 1.000μL o pipette Pasteur graduate per dispensare 200μL di campione (facoltative) Recipiente per lo smaltimento di materiali usati e disinfettante idoneo Centrifuga da banco idonea per 2.500 – 3.500g (prevista solo per i campioni di urina) Provette per centrifuga o recipienti universali (previsti solo per i campioni di urina) Agitatore per piastre di titolazione dalla velocità minima di 500 giri/min con diametro orbitale di 1-3mm. Per informazioni sugli agitatori per piastre di titolazione idonei, contattare la sede o il rivenditore Oxoid di fiducia. Lavatore di micropiastre (facoltativo) o attrezzatura idonea al lavaggio di strisce da 8 micropozzetti (Sezione 10.4.4). 8.1.6 8.1.7 8.1.8 8.1.9 8.2. 8.2.1 Nota: Quando si desidera lavare una striscia contenente meno di 8 micropozzetti con un lavatore di micropiastre munito di coperchio a 8 micropozzetti, è importante riempire completamente la striscia con micropozzetti vuoti. 8.2.2 Spettrofotometro o lettore per micropiastre in grado di leggere una micropiastra da 96 micropozzetti con strisce di 8 micropozzetti ciascuna ad un’assorbanza di 490nm con riferimento a 620– 650nm. (Facoltativo, vedere sezione 10.5: Interpretazione dei risultati del test). 8.2.3 Sono disponibili istruzioni per l’uso di sistemi automatici aperti utilizzabili con questo test. Per ulteriori ragguagli, rivolgersi alla sede o al rivenditore Oxoid di fiducia. 8.2.6 PRECAUZIoni - Per uso diagnostico in vitro. Affidare l’esecuzione dei test con questo prodotto a personale di laboratorio esperto e competente. 8.2.4 8.2.5 8. 8.2.7 R43 Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle. S24/25 Evitare il contatto con gli occhi e con la pelle. Non mangiare, bere, fumare, conservare, preparare cibi o usare cosmetici nell’area destinata all’esecuzione del test. Non pipettare i materiali con la bocca. Durante la manipolazione dei campioni, si consiglia di utilizzare guanti monouso e di lavare sempre le mani dopo aver utilizzato materiale potenzialmente infetto. Smaltire tutti i campioni biologici in conformità alle normative locali vigenti. PRECAUZIONI TECNICHE I componenti non devono essere utilizzati dopo la data di scadenza indicata sulle etichette. Non mischiare o scambiare tra loro reagenti provenienti da lotti differenti. I reagenti vengono forniti a concentrazioni di utilizzo fisse. L’eventuale alterazione dei reagenti o la conservazione non conforme alle istruzioni riportate nella sezione 5.2 può compromettere i risultati del test. I controlli positivo e negativo sono pronti per l’uso e non devono essere bolliti. Evitare la contaminazione dei reagenti. Il test deve essere eseguito utilizzando pipette e non boccette contagocce. Non utilizzare i reagenti di amplificazione per più di un campione per volta. Trasferire la quantità prevista in un recipiente idoneo pulito. Non rimettere il reagente avanzato nella boccetta. Utilizzare pipette monouso o punte diverse per ogni campione, controllo o reagente onde evitare la cross contaminazione dei campioni, dei controlli e dei reagenti e la conseguente possibilità di ottenere risultati errati. 8.2.8 Conservare l’acqua deionizzata o distillata destinata alla diluizione dei reagenti concentrati in recipienti puliti onde evitarne la contaminazione microbica. 8.2.9 Evitare la cross-contaminazione dei micropozzetti in tutte le fasi del test. È tassativo evitare che il coniugato di polimero venga a contatto con i reagenti o l’attrezzatura. Ricorrere all’impiego di una pipetta per dispensare il coniugato e di un’altra per dispensare i reagenti amplificatori. Evitare di toccare o sporcare il bordo del micropozzetto con il coniugato. L’eventuale essiccazione del coniugato sul bordo del micropozzetto pregiudica il risultato del test. 8.2.10 Non è stata convalidata l’esecuzione del test su campioni contaminati con materiale fecale nel kit IDEIA PCE Chlamydia. 8.2.11 Non riutilizzare i micropozzetti. 8.2.12 Non riutilizzare il tampone di lavaggio alla concentrazione di utilizzo avanzato. Dopo l’uso, lavare i recipienti destinati al tampone di lavaggio con acqua deionizzata o distillata e lasciarli asciugare. 8.2.13 L’amplificazione enzimatica è un sistema di individuazione delle molecole della fosfatasi alcalina particolarmente efficace. È indispensabile eliminare tutto il coniugato non legato lavando i micropozzetti prima di aggiungere i reagenti di amplificazione. Lavare a fondo i micropozzetti osservando le istruzioni riportate nella sezione 10.4.4. Il lavaggio inadeguato dei micropozzetti può provocare risultati errati. 8.2.14 L’apparecchiatura di lavaggio manuale o automatic a non deve presentare contaminazione microbica, deve essere tarata con precisione e sottoposta alla manutenzione in osservanza alle istruzioni del fabbricante. 8.2.15 Non utilizzare la soluzione salina a tampone fosfato (PBS) e altre soluzioni di lavaggio contenenti fosfato onde evitare l’inibizione dell’enzima, che può compromettere il risultato del test. Sciacquare a fondo l’attrezzatura di lavaggio utilizzata con le soluzioni di lavaggio a base di fosfato con acqua deionizzata o distillata prima di utilizzare il tampone di lavaggio HSV per kit IDEIA PCE Chlamydia alla concentrazione di utilizzo (x10) S603930-2). ( 9. PRELIEVO E PREPARAZIONE DEI CAMPIONI Il kit IDEIA PCE Chlamydia può essere utilizzato per le seguenti tipologie di campioni: Campioni prelevati mediante tampone a secco (Sezione 10.2.1) Campioni prelevati nel terreno di trasporto alla concentrazione di utilizzo IDEIA PCE Chlamydia (Sezione 10.2.2). 9.1. PREPARAZIONE DEL TERRENO DI TRASPORTO Prima di procedere al prelievo del campione, diluire, dispensare e conservare il terreno di trasporto concentrato osservando le istruzioni riportate nella Sezione 5.2.2. Nota: È importante miscelare bene il terreno di trasporto concentrato con agitatore Vortex o a mano prima di dispensarlo od utilizzarlo. Il terreno di trasporto contiene un agente antischiuma che ne provoca l’aspetto torbido. Questa caratteristica non pregiudica il risultato del test e non è dovuta alla contaminazione microbica del terreno di trasporto. 9.2. PRELIEVO DEI CAMPIONI Le Chlamydiae sono organismi intracellulari che infettano le superfici epiteliali colonnari1 dell’uretra e dell’endocervice umane. I campioni prelevati da questi organi devono contenere il maggior numero possibile di cellule epitelilali colonnari. I campioni secchi possono essere trasportati per un massimo di 72 ore a temperatura ambiente (15-30°C) prima di aggiungere il terreno di trasporto alla concentrazione di utilizzo. Dopo l’aggiunta del terreno di trasporto, conservare i campioni a 2-8°C per altri 5 giorni prima di eseguire il test. Il kit per il prelievo dei campioni IDEIA Chlamydia S600730-2) è destinato al prelievo con tampone ad umido ( di campioni uretrali ed endocervicali da analizzare con il test IDEIA PCE Chlamydia. I campioni possono essere trasportati per un massimo di 48 ore a temperatura ambiente (15-30°C), poi conservati per altri 5 giorni a 2–8°C prima dell’esecuzione del test. Prelievo di campioni uretrali Inserire nell’uretra un tampone idoneo da 2-4cm. Ruotare più volte il tampone ed estrarlo dall’uretra. Riporre il tampone nel terreno di trasporto alla concentrazione di utilizzo di 1mL in una fiala termoresistente (a 100°C) oppure inserire il tampone a secco in apposita fiala. I campioni possono essere conservati a 2-8°C per non più di 7 giorni prima dell’esecuzione del test. Prelievo di campioni endocervicali Prima del prelievo di campioni endocervicali, pulire l’os cervicale con garza sterile per eliminare eventuali tracce di muco/sangue/ pus ecc. Effettuare il prelievo inserendo un tampone idoneo circa 1 cm nel canale cervicale e ruotare ripetutamente il tampone. Estrarre il tampone senza toccare le pareti vaginali e inserirlo nel terreno di trasporto alla concentrazione di utilizzo di 1 ml in una fiala termoresistente o inserire il tampone a secco nell’apposita fiala. I campioni possono essere conservati a 2-8°C per non più di 7 giorni prima dell’esecuzione del test. Nota: Non utilizzare lubrificanti idrosolubili durante il prelievo di tamponi endocervicali. Non sottoporre a test campioni rettali o anorettali o campioni contaminati con materiale fecale. Campioni di urina (di pazienti maschi) Raccogliere in un recipiente sterile 20mL circa del primo getto di urina. L’urina può essere conservata a 2-8°C per un massimo di 3 giorni (o a -20°C per un massimo di 4 settimane) prima dell’esecuzione del test. Prima di eseguire il test, centrifugare l’urina a circa 2500g a 3000g per 15 minuti con centrifuga da banco. Eliminare e gettare l’urina supernatante. Risospendere il deposito in 1mL di terreno di trasporto alla concentrazione di utilizzo in una fiala termoresistente (a 100°C). Il deposito di urina nel terreno di trasporto può essere conservato a 2-8°C per non più di 7 giorni prima dell’esecuzione del test. È stato appurato che l’acido borico, utilizzato a concentrazione normale nell’urina come agente batteriostatico, non pregiudica il risultato del test IDEIA PCE Chlamydia. Nota: I campioni uretrali e/o le urine maschili devono essere raccolti da pazienti che non hanno urinato per almeno 1 ora. Ai fini dell’individuazione ottimale dell’antigene di Chlamydia nell’urina, si consiglia di utilizzare le prime urine del mattino. 10. ESECUZIONE DEL TEST PRIMA DI ESEGUIRE IL TEST, LEGGERE LE PRECAUZIONI TECNICHE RIPORTATE NELLA SEZIONE 8.2. 10.1. PREPARAZIONE DEI CONTROLLI Controllo negativo Agitare il controllo negativo con agitatore Vortex per almeno 15 secondi. Aggiungere il reagente direttamente negli appositi micropozzetti. Non riscaldare il controllo negativo. Controllo positivo Agitare il controllo positivo con agitatore Vortex per 1 minuto. Aggiungere il reagente direttamente nell’apposito micropozzetto. Non riscaldare il controllo positivo. Ove necessario, è possibile sottoporre a test un controllo supplementare dal livello di reattività inferiore per verificare la validità del kit. 10.2. TRATTAMENTO DEI CAMPIONI 10.2.1 Tamponi a secco Aggiungere 1mL di terreno di trasporto alla concentrazione di utilizzo al tampone a secco. Stringere il cappuccio ed agitare nell’agitatore Vortex per 1 minuto. I campioni da non analizzare subito possono essere conservati a 2-8°C per un massimo di 5 giorni. 10.2.2 Tamponi nel terreno di trasporto IDEIA PCE Chlamydia I campioni ricevuti nel terreno di trasporto possono essere conservati a 2-8°C per un massimo di 7 giorni dalla data del prelievo. 10.2.3 Riscaldamento dei campioni Riscaldare i campioni a 95-100°C per 15 minuti prima di eseguire il test. Per ottenere risultati ottimali, utilizzare un bagnomaria in ebollizione o un blocco riscaldante osservando le seguenti istruzioni: Bagnomaria in ebollizione Miscelare tutti i campioni (ovvero il terreno di trasporto contenente il tampone o il deposito di urina) per almeno 15 secondi con agitatore Vortex meccanico (per le istruzioni di prelievo dei campioni, vedere la Sezione 9.2). Introdurre i campioni nel bagnomaria in ebollizione per 15 minuti. Estrarre le fiale dopo 15 minuti di bollitura e lasciare raffreddare a temperatura ambiente (15-30°C). Miscelare i campioni in un agitatore Vortex per 15 secondi appena prima dell’esecuzione del test. Riscaldamento con blocco riscaldante I bagni a secco o i blocchi riscaldanti devono essere preriscaldati fino a quando il termometro a sonda metallica inserito direttamente nella camera di riscaldamento registra costantemente il valore di 105°C. Questo intervento fa sì che la temperatura all’interno delle fiale venga mantenuta a 95 -100°C. Miscelare tutti i campioni (ovvero il terreno di trasporto contenente il tampone o il deposito di urina) per almeno 15 secondi con agitatore Vortex meccanico (per le istruzioni di prelievo dei campioni, vedere la Sezione 9.2). Quando la temperatura del bagno a secco o del blocco riscaldante si stabilizza su 105°C, riscaldare i campioni per 20 minuti. Dopo 20 minuti, estrarre le fiale dall’apparecchiatura riscaldante e lasciarle raffreddare a temperatura ambiente (15- 30°C) prima di eseguire il test. Miscelare i campioni in agitatore Vortex per 15 secondi appena prima dell’esecuzione del test. NON riscaldare i campioni a temperature più alte o per periodi più lunghi di quelli indicati, onde evitare di pregiudicare la performance del test. 10.3. STOCCAGGIO DEI CAMPIONI TRATTATI Dopo il trattamento termico, i campioni possono essere conservati a -20°C per un massimo di 4 settimane. I campioni congelati devono essere scongelati a temperatura ambiente (15-30°C) e successivamente agitati vigorosamente mediante agitatore Vortex per almeno 1 minuto appena prima dell’analisi. Non riscaldare di nuovo i campioni. 10.4. ESECUZIONE DEL TEST NOTA: L’esecuzione del test prevede l’impiego di un agitatore di micropiastre per titolazione. Per informazioni sugli agitatori idonei, contattare la sede o il rivenditore Oxoid di fiducia. Nel corso dell’intero test, è buona norma adottare gli stessi metodi per introdurre i reagenti nei micropozzetti, ovvero utilizzare punte di pipette o sonde automatiche. Per un esiguo numero di test, l’impiego delle boccette, evitare di inserire ripetutamente le punte delle pipette nei flaconi di reagente. 10.4.1 Aggiunta del campione e del controllo Scegliere il numero di micropozzetti richiesti nel portamicropozzetti. Introdurre 200μL di campioni riscaldati nei micropozzetti prescelti. Introdurre 200μL di controllo negativo e di controllo positivo in due micropozzetti diversi. (Includere almeno tre micropozzetti contenente il controllo negativo e un micropozzetto contenente il controllo positivo per ogni serie di campioni). 10.4.2 Aggiunta del coniugato Dopo aver introdotto tutti i campioni e i controlli, aggiungere 50μL di coniugato in tutti i micropozzetti. Durante la dispensazione del coniugato, non immergere la punta della pipetta nel contenuto del pozzetto onde evitare la cross-contaminazione tra i micropozzetti. Evitare anche di toccare o contaminare il tappo o il bordo dei micropozzetti con il coniugato per non alterare il risultato del test. 10.4.3 Prima incubazione Incubare i micropozzetti sull’agitatore a temperatura ambiente (15-30°C) agitandoli per 90 minuti. 10.4.4 Lavaggio dei micropozzetti Lavare i micropozzetti con tampone di lavaggio alla concentrazione di utilizzo appena preparato (Sezione 5.2.6). Il metodo di lavaggio è determinante ai fini della performance del test (sezione 8.2.12 ) e deve quindi essere eseguito correttamente, ovvero i micropozzetti devono essere riempiti (con almeno 350μL di soluzione tampone di lavaggio alla concentrazione di utilizzo) e svuotati completamente. Sono previsti almeno quattro lavaggi, automatici o manuali, comprensivi di un periodo di immersione di 2 minuti durante il secondo lavaggio o comunque di 2 minuti di immersione complessivi nel corso dei quattro lavaggi. Lavaggio manuale Per il lavaggio manuale dei micropozzetti, aspirarne il contenuto o svuotare i micropozzetti capovolgendoli e, utilizzando soluzione di lavaggio appena preparata, assicurarsi che vengano riempiti e svuotati completamente. Dopo ogni lavaggio, eliminare i residui del tampone di lavaggio picchiettando i micropozzetti capovolti su carta assorbente pulita. Il lavaggio manuale risulta più efficace se la soluzione di lavaggio viene versata ad un angolo tale da creare un vortice nei micropozzetti. Dopo il lavaggio finale, capovolgere la micropiastra e picchiettarla su carta assorbente per eliminare tutte le tracce di tampone di lavaggio. Lavaggio automatico I lavatori automatici devono essere programmati in modo da eseguire almeno 4 lavaggi e lasciare immersi i micropozzetti per 2 minuti nel corso dell’intero ciclo di lavaggio. I lavatori devono essere tarati correttamente per garantire il riempimento e lo svuotamento completo dei micropozzetti tra i lavaggi. Dopo il lavaggio finale, capovolgere la micropiastra e picchiettarla su carta assorbente per eliminare tutte le tracce di tampone di lavaggio. 10.4.5 Aggiunta dell’amplificatore 10.6. TABELLA RIASSUNTIVA DELL’ESECUZIONE DEL TEST IDEIA PCE CHLAMYDIA Verificare che tutti i reagenti raggiungano la temperatura ambiente (15–30°C) prima dell’uso Introdurre 200μL di campione Introdurre 200μL di controllo negativo e di controllo positivo Introdurre 100μL di amplificatore A in ogni pozzetto. Introdurre 100μL di amplificatore B in ogni pozzetto. Introdurre 50μL di coniugato Avere l’accortezza di non toccare i micropozzetti durante la dispensazione degli amplificatori A e B onde evitare la crosscontaminazione tra i micropozzetti. Incubare per 90 minuti mediante agitatore a 15-30°C 10.4.6 Seconda incubazione Lavaggio (x 4) Incubare i micropozzetti sull’agitatore a temperatura ambiente (15-30°C) agitandoli per 30 minuti. Introdurre 100μL di amplificatore A Introdurre 100μL di amplificatore B 10.4.7 Arresto della reazione Introdurre 100μL di amplificatore A in ogni pozzetto. Assicurare la miscelazione omogenea del contenuto dei micropozzetti. Il prodotto colorato è stabile per 30 minuti. Non esporre alla luce solare diretta onde evitare la fotodecolorazione del prodotto colorato. Incubare per 30 minuti mediante agitatore a 15-30°C Introdurre 100μL di soluzione bloccante 10.5. INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DEI TEST 10.5.1 Lettura visiva I micropozzetti possono essere verificati a vista per 30 minuti dopo l’aggiunta della soluzione bloccante. Si consiglia di interpretare con il fotometro i micropozzetti in cui l’intensità del colore è troppo simile a quella del controllo negativo (Vedere la sezione 10.5.2). 10.5.2 Lettura fotometrica I micropozzetti possono essere verificati a vista per 30 minuti dopo l’aggiunta della soluzione bloccante. Miscelare il contenuto dei micropozzetti e leggere l’assorbanza di ogni pozzetto con spettrometro idoneo o lettore di micropiastre messo a punto su 490 nm. Pulire il fondo dei micropozzetti prima della lettura e verificare l’assenza di materiale estraneo negli stessi. Il lettore deve essere misurato contro aria (ossia senza micropiastra sul carrello) prima di procedere alla scansione della piastra. Qualora lo spettrofotometro o il lettore di micropiastre consentano di utilizzare una lunghezza d’onda di riferimento (da 620 a 650nm), è buona norma effettuare la lettura a doppia lunghezza d’onda per eliminare eventuali interferenze imputabili alla presenza di sporco o di segni sulla superficie ottica dei micropozzetti. Leggere l’assorbanza a 490nm 11. CONTROLLO DELLA QUALITÀ E INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DEL TEST 11.1. CONTROLLO NEGATIVO Includere tre micropozzetti di controllo negativo per ogni test; vedere la Sezione 10.4.1 (Introduzione del campione e del controllo). Verifica visiva Tutti i micropozzetti contenenti il controllo negativo devono essere incolori o presentare una colorazione rosastra. In caso contrario, non affidarsi alla verifica visiva. Ricorrere invece alla lettura fotometrica o ripetere il test. Calcolo del valore di cut-off Il valore di cut-off viene calcolato aggiungendo 0,05 al valore medio di assorbanza del controllo negativo. Lettura fotometrica I singoli valori di assorbanza dei controlli negativi devono essere inferiori o pari a 0,20 unità di assorbanza. I singoli valori di assorbanza dei controlli negativi devono essere identici ai valori medi di assorbanza (± 0,05) dei tre controlli negativi. Qualora un valore di assorbanza dei controlli negativi non rientri nei limiti previsti, scartarlo e ricalcolare la media degli altri due valori. Qualora due valori di assorbanza dei controlli negativi non rientrino nei limiti previsti, rieseguire il test. 11.2. CONTROLLO POSITIVO Includere un pozzetto contenente il controllo positivo per ogni test; vedere la Sezione 10.4.1 (Introduzione del campione e del controllo). Verifica visiva Il pozzetto contenente il controllo positivo dovrebbe assumere un colore rosso/magenta, che si distingue facilmente da quello dei controlli negativi. In caso contrario, non affidarsi alla verifica visiva per interpretare i risultati del test. Ricorrere invece alla lettura fotometrica o rieseguire il test. Lettura fotometrica Il pozzetto contenente il controllo positivo deve avere un’assorbanza pari a o maggiore di 0,50 unità di assorbanza. In caso contrario, rieseguire il test. 11.3. CAMPIONI Verifica visiva I campioni che assumono una colorazione rosso/magenta più intensa di quella dei controlli negativi sono positivi. I campioni che assumono una colorazione rosso/magenta dall’intensità pari o inferiore a quella dei controlli negativi sono negativi. I campioni che assumono una colorazione rosa pallido simile a quella dei controlli negativi devono essere sottoposti a lettura fotometrica o alla ripetizione del test. Altrimenti, è possibile prelevare di nuovo i campioni dal paziente. Lettura fotometrica I campioni biologici dai valori di assorbanza maggiori del valore di cut-off sono positivi (vedere la Sezione 11.1). Qualora l’esito del test registri valori di assorbanza ± 0,015 rispetto al valore di cut-off, è consigliabile interpretare il test con estrema cautela, ripeterlo o prelevare altri campioni dal paziente. Non comunicare i risultati dei test ai pazienti qualora i controlli non rientrino nei limiti previsti. 11.4. INTERPRETAZIONE E VERIFICA DEI RISULTATI DEI TEST 11.4.1 Interpretazione dei risultati dei test La seguente tabella illustra come interpretare e formulare i risultati dei test. Tabella 11.4 Schema illustrativo dell’interpretazione e redazione dei risultati dei test. Risultato Interpretazione Redazione degli esiti OD > CO + 0,015 Positivo* Presenza presunta dell’antigene di Chlamydia LPS (Non è stato eseguito il test bloccante) OD = CO ± 0,015 Incerto* Esito incerto del test. Rieseguire il test OD < CO - 0,015 Negativo Assenza dell’antigene di Chlamydia LPS OD = Densità ottica (unità di assorbanza) CO = Cut-off = Media dei controlli negativi + 0,05 unità di assorbanza * Verificare i risultati positivi e incerti. 11.4.2 Verifica dei risultati dei test Si consiglia vivamente di adottare un metodo di verifica atto a confermare la positività dei campioni sottoposti al test IDEIA PCE Chlamydia. I reagenti bloccanti IDEIA PCE Chlamydia ( S604130-2)sono destinati alla verifica degli esiti e rappresentano un ulteriore metodo di controllo della qualità dei campioni prelevati. 12. LIMITAZIONI DI PERFORMANCE 12.1. La qualità dei campioni è estremamente importante ai fini dell’attendibilità dei test diagnostici. I campioni prelevati da siti uretrali ed endocervicali umani devono contenere il maggior numero possibile di cellule epitelilali colonnari (vedere la Sezione 9). In alcuni campioni, il numero degli organismi Chlamydia è inferiore al limite di identificazione previsto per il test IDEIA PCE Chlamydia e il risultato del test sarà quindi negativo. 12.2. Il test IDEIA PCE Chlamydia deve essere utilizzato esclusivamente sui campioni umani uretrali, endocervicali e di urine (di pazienti maschi). L’attendibilità del test su campioni prelevati da altre parti del corpo umano non è stata accertata. 12.3. Nei casi in cui non sia possibile prelevare un tampone uretrale da un paziente di sesso maschile, è possibile raccogliere un campione di urina. I campioni di urina e uretrali devono essere prelevati da pazienti che non hanno urinato da almeno 1 ora. 12.4. I tamponi in dotazione con i kit di prelievo dei campioni e di tamponi a secco IDEIA Chlamydia sono muniti di punte di Dacron e di bastoncini di metallo e/o plastica. Non è stata accertata l’idoneità di altri tipi di tampone. Non è consentito l’impiego di tamponi con bastoncini di legno, alginato di calcio o contenenti agar o carbone. 12.5. Impiego di lubrificanti idrosolubili durante il prelievo dei campioni – non è consentito l’impiego di lubrificanti idrosolubili durante il prelievo di tamponi endocervicali da pazienti affetti da sospetta infezione Chlamydia trachomatis. L’impiego di lubrificanti idrosolubili per uso personale o ginecologico può provocare false reazioni nei test utilizzati per la diagnosi delle infezioni Chlamydia trachomatis. Il falso risultato positivo dei test eseguiti sui campioni prelevati con questo metodo può essere confermato mediante l’esecuzione del test IDEIA PCE Chlamydia unitamente al test bloccante IDEIA PCE Chlamydia. 12.6. I risultati dei test d’individuazione di antigeni come l’antigene IDEIA PCE Chlamydia non devono essere utilizzati nell’ambito della medicina legale. Ricorrere soltanto alle tradizionali colture cellulari di Chlamydia per valutare i casi di abuso sospetto o i casi in cui la possibilità di ottenere falsi positivi con i sistemi di identificazione degli antigeni risulta inaccettabile10. 12.7. Nelle popolazioni dal basso tasso di incidenza della malattia, i risultati ottenuti con i metodi di rivelazione degli antigeni devono essere interpretati con estrema cautela. 12.8. Non sono disponibili dati sull’utilizzo del test IDEIA PCE Chlamydia per valutare la reazione dei pazienti alla terapia. 12.9. L’anticorpo monoclonale utilizzato nel test IDEIA PCE Chlamydia è stato prodotto per il gene e non fa distinzione tra le diverse specie di Chlamydia. 12.10. È stata dimostrata la non reattività dei campioni che contengono i ceppi batterici dello Staphylococcus aureus ad una concentrazione di 107 CFU/ml nel test IDEIA PCE Chlamydia. 14. CARATTERISTICHE PRESTAZIONALI 14.1. STUDI CLINICI L’attendibilità del test IDEIA PCE Chlamydia è stata valutata negli studi clinici condotti in tre centri diagnostici nel Regno Unito. 14.2. CROSS-REATTIVITÀ Le seguenti colture cellulari liquide overnight non hanno reagito con l’anticorpo monoclonale utilizzato nel test IDEIA PCE Chlamydia. Gli studi sono stati condotti su campioni uretrali, endocervicali e di urina prelevati da 987 pazienti (605 uomini, 382 donne) che si erano rivolti a ginecologi ed urologi (gruppo ad alto rischio; il tasso d’incidenza dell’infezione basato sui metodi di riferimento è di circa il 10,0%). Batteri Gli studi sono stati condotti su campioni endocervicali prelevati da 539 pazienti donne che si erano rivolte a cliniche prenatali (gruppo a basso rischio, tasso d’incidenza dell’infezione rilevato tramite metodologie di riferimento del 5,4%). Le metodologie di riferimento adottate per rilevare la presenza dell’infezione da Chlamydia trachomatis erano IDEIA Chlamydia con verifica tramite immunofluorescenza diretta e/o test bloccante specifico per la diagnosi della Chlamydia. 14.1.1 Performance Campioni endocervicali e uretrali I risultati di questi studi sono illustrati nella Appendice I. Complessivamente, i risultati ottenuti con il test IDEIA PCE Chlamydia concordano con i risultati ottenuti con le metodologie di riferimento per 1043 su 1047 campioni, il che corrisponde a una concordanza del 99,6%. La sensibilità relativa del test IDEIA PCE Chlamydia per i gruppi ad alto e basso rischio era del 100% (60/60 per il gruppi ad alto rischio : 29/29 per il gruppo a basso rischio). La specificità relativa del test IDEIA PCE Chlamydia per i gruppi ad alto e basso rischio era rispettivamente del 100% (448/448) e del 99,2% (506/510): Complessivamente, la sensibilità relativa e la specificità relativa del test IDEIA PCE Chlamydia erano rispettivamente del 100% (89/89) e del 99,6% (954/958). Campioni di urina (di pazienti maschi) I risultati di questi studi sono illustrati nella Appendice I. Complessivamente, i risultati ottenuti con il test IDEIA PCE Chlamydia concordano con i risultati ottenuti con le metodologie di riferimento per 474 su 479 campioni, il che corrisponde a una concordanza del 99,0%. Complessivamente, la sensibilità relativa e la specificità relativa del test IDEIA PCE Chlamydia erano rispettivamente del 97,5% (39/40) e del 99,1% (435/439). 12.11. I risultati dei test devono essere interpretati avvalendosi anche dei dati emersi dagli studi iepidemiologici, della valutazione del paziente e di altre metodologie diagnostiche. Performance globale Complessivamente, la sensibilità relativa e la specificità relativa del test IDEIA PCE Chlamydia erano rispettivamente del 99,2% (128/129) e del 99,4% (1389/1397). 13. VALORI PREVISTI I tassi di positività variano in funzione dell’incidenza della Chlamydia nelle popolazioni e regioni geografiche diverse, delle modalità di prelievo, manipolazione, conservazione e trasporto dei campioni, nonché delle condizioni sanitarie generali della popolazione oggetto dello studio1. Il tasso d’incidenza delle infezioni urogenitali della Chlamydia per pazienti presi a campione che si rivolgono a ginecologi ed urologi è compreso fra il 10% e il 25%. Per i pazienti affetti da uretrite aspecifica e uretrite postgonococca, il tasso d’incidenza sale fino al 30%-60%. Il tasso d’incidenza più basso delle infezioni uro-genitali (inferiore al 10%) si riscontra nei pazienti che si rivolgono ad ostetrici e ginecologi1,11. Il tasso d’incidenza della Chlamydia rilevata con il test IDEIA PCE Chlamydia ha registrato un aumento dal 9,0% al 10,4% per i gruppi ad alto rischio e dal 5,2% al 6,1% per il gruppo a basso rischio rispetto ai risultati ottenuti con il test IDEIA Chlamydia. Il tasso d’incidenza complessivo dell’infezione da Chlamydia rivelato con il test IDEIA PCE Chlamydia è stato dell’8,9% rispetto al 7,7% ottenuto con il test IDEIA Chlamydia. La disponibilità di questi dati ha consentito di rivalutare la sensibilità e la specificità del test IDEIA PCE Chlamydia rispetto alla coltura cellulare (Appendice II), avvalendosi dei dati comparativi del test IDEIA Chlamydia. Acholeplasma laidlawii Acinetobacter calcoaceticus var anitratus Aeromonas hydrophila Bacteroides fragilis Bacillus cereus Campylobacter coli Candida albicans Citrobacter freundii Clostridium perfringens Clostridium difficile Enterobacter cloacae Enterococcus faecalis Escherichia coli Gardnerella vaginalis Haemophilus influenzae Klebsiella aerogenes Streptococcus pyogenes Lactobacillus lactis Listeria monocytogenes Mycoplasma orale Mycoplasma hominis Mycoplasma arginini Mycoplasma hyorhinis Mycoplasma pneumoniae Mycoplasma genitalium Neisseria gonorrhoeae Peptococcus sp Peptostreptococcus anaerobius Proteus mirabilis Pseudomonas aeruginosa Salmonella minnesota Serratia marcescens Shigella sonnei Staphylococcus epidermidis Staphylococcus aureus Streptococcus agalactiae Streptococcus dysgalactiae Streptococcus dysgalactiae subsp. equisimilis Streptococcus pneumoniae Ureaplasma sp Veillonella spp Virus Virus Herpes simplex 15. fonti BIBLIOGRAfia 1. C hlamydia Disease (1983) Ed. Darougar, S. British Medical Bulletin 39: 107-203 2. S chachter, J. und Dawson, C. R. (1979) Psittacosis-lymphogranuloma venereum agents/TRIC agents. In: Lennette, E. H. und Schmidt, N. J. Hrsg. Diagnostic procedures for viral, rickettsial and chlamydial infections. 5. Auflage, American Public Health Association, 1021-1059 3. G oh, B. (1988) Chlamydia trachomatis genital infection The Practitioner 232: 813-818 4. P ugh, S. F., Slack, R. C. B., Caul, E. O., Paul, I. D., Appleton, P. N., Gatley, S. (1985) Enzyme amplified immunoassay: A novel technique applied to direct detection of Chlamydia trachomatis in clinical specimens. Journal of Clinical Pathology 38: 1139-1141 5. P eeling, R. W. und Brunham, R. C. (1994) Molecular Techniques for the Laboratory Identification of Chlamydia trachomatis. Journal of International Federation of Clinical Chemistry 6: (3) 78-82 6. H irose T, Iwasawa Am Satoh T, Itoh N, Tsukamoto T, Gohro T, Miyagusgu T, Ikegaki S, Saka T, Nishimura M, Yamazaki K, Yoshida H, Hagiwara T Clinical study of the effectiveness of a dual amplified immunoassay (IDEIA PCE Chlamydia) for the diagnosis of male urethritis. Int J STD AIDS 1998 Jul; 9 (7): 414-417 7. T akashi Deguchi, Mitsuru Yasduda, Masahiro Uno, Kohji Tada, Hideki Iwata, Hisao Komeda, Shin-Ichi Maeda, Vivian Latila, Isao Saito, Yukimichi Kawada Comparison among performance of a ligase chain reaction-based assay and two enzyme immunoassays in detecting Chlamydia trachomatis in urine specimens from men with Nongonococcal Urethritis. Journal of Clinical Microbiology, July 1996, 1708 – 1710 8. P aul I, Leece J, Caul E O Chlamydia trachomatis: a review of its laboratory diagnosis and a preliminary evaluation of a new DNA-based assay. PHLS Microbiology Digest 13 (4) 9. L ihme, A. und Stanley, C. (1995) A high performance upgrade for ELISA´s European Clinical Laboratory: 8 10.CDC Report (1991) False Positive Results with the Use of Chlamydia Tests in the Evaluation of Suspected Sexual Abuse - Ohio, 1990 Morbidity and Mortality WR 39: 932-935 Appendice I: 11.Chlamydia Infections (1986) Hrsg. Oriel, D., Ridgway, G., Schachter, J., Taylor-Robinson, D. und Ward, M. From Proceeedings of the Sixth International Symposium on Human Chlamydial Infections Published by Cambridge University Press Campione Raffronto dei risultati ottenuti con il test IDEIA PCE Chlamydia e le metodologie di riferimento (IDEIA Chlamydia, immunofluorescenza e test bloccante) su campioni uretrali, endocervicali e di urina nelle popolazioni ad alto e a basso rischio Popolazione Uretrale Ad alto rischio Endocervicale Ad alto rischio A basso rischio Urine (uomini) Ad alto rischio Totale Tasso d’incidenza % IDEIA IDEIA PCE Chlamydia Chlamydia 13,5 (17/126) 15,1 (19/126) 8,6 (33/382) 10,7 (41/382) 5,2 (28/539) 6,1 (33/539) 8,1 (39/479) 9,0 (43/479) 7,7 (117/1526) 8,9 (136/1526) N. di campioni positivi nei % sensibilità % specificità test IDEIA Chlamydia e IDEIA PCE Chlamydia 100 (19/19) 100 (107/107) 17/1261 100 (41/41) 100 (341/341) 33/3822 100 (29/29) 99,2 (506/510) 28/5393 97,5 (39/40) 99,1 (435/439) 38/4794 116/1526 99,2 (128/129) 99,4 (1389/1397) 1. I risultati discordanti hanno interessato 3 campioni: uno si era rivelato negativo al test IDEIA PCE Chlamydia e positivo al test IDEIA Chlamydia, e di nuovo negativo nel test ripetuto in seguito. Due campioni si erano rivelati positivi nel test IDEIA PCE Chlamydia e negativi nel test IDEIA Chlamydia; entrambi i campioni si erano rivelati positivi all’immunofluorescenza diretta. 2. I risultati discordanti hanno interessato 8 campioni, che si erano rivelati tutti positivi nel test IDEIA PCE Chlamydia e negativi nel test IDEIA Chlamydia. Tutti gli 8 campioni si erano rivelati positivi al test d’immunofluorescenza diretta. 3. I risultati discordanti hanno interessato 5 campioni, che si erano rivelati tutti positivi nel test IDEIA PCE Chlamydia e negativi nel test IDEIA Chlamydia. Uno dei campioni si era rivelato positivo con il test d’immunofluorescenza diretta, mentre gli altri quattro erano risultati tutti negativi. 4. I risultati discordanti hanno interessato 6 campioni: 5 si erano rivelati positivi nel test IDEIA PCE Chlamydia e negativi nel test IDEIA Chlamydia e uno positivo nel test IDEIA Chlamydia e negativo nel test IDEIA PCE Chlamydia. Uno dei 5 campioni sottoposti al test d’immunofluorescenza diretta si era rivelato positivo nel test IDEIA PCE Chlamydia, mentre gli altri quattro erano risultati negativi. Il campione positivo nel test IDEIA Chlamydia e negativo nel test IDEIA PCE Chlamydia si era rivelato positivo nel test d’immunofluorescenza diretta. Appendice II: Correlazione tra i test IDEIA Chlamydia e IDEIA PCE Chlamydia e la coltura cellulare I risultati ottenuti con il test IDEIA PCE Chlamydia non sono stati paragonati direttamente a quelli ottenuti con la coltura cellulare. Tuttavia, il maggiore tasso d’incidenza osservato con il test IDEIA PCE Chlamydia rispetto al test IDEIA Chlamydia (Appendice I) può essere utilizzato per calcolare la performance prevista per il test IDEIA PCE Chlamydia rispetto alla coltura cellulare. Appendice II illustra la performance nota del test IDEIA Chlamydia rispetto a quella della coltura cellulare ricavata dai risultati di quattro centri diagnostici, nonché la performance prevista per il test IDEIA PCE Chlamydia rispetto alla coltura cellulare basata sulla performance nota rispetto a quella del test IDEIA Chlamydia Campione Popolazione Performance del test IDEIA Chlamydia1 rispetto Performance prevista per il test IDEIA PCE alla coltura cellulare Chlamydia rispetto alla coltura cellulare Sensibilità (%) Specificità (%) Sensibilità prevista (%) Specificità prevista (%) 98,5%3 Uro-genitale Ad alto rischio 91,9% (385/419) 98,5% (1806/1834) 100%2 A basso rischio 100% (40/40) 98,6% (575/583) 100%2 97,8%3 Urine (Uomini) Ad alto rischio 84,7% (149/176) 98,7% (938/950) 93,38%2 97,8%3 1. Basata sulle valutazioni esterne effettuate presso i quattro centri diagnostici. 2. Valore previsto calcolato dalla maggiore positività ottenuta con il test IDEIA PCE Chlamydia rispetto al test IDEIA Chlamydia (Appendice I). 3. Valore previsto calcolato dalla specificità del test IDEIA PCE Chlamydia rispetto alle metodologie di riferimento (Appendice I) 0086 IFU X7843 revisione Agosto 2012 OXOID Limited, Wade Road, Basingstoke, Hampshire, RG24 8PW, Gran Bretagna Per le richieste di informazioni, rivolgersi alla sede o al rivenditore Oxoid di fiducia