(Allegato 1) SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA 1)Ente proponente il progetto: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII 2)Codice di accreditamento: 3)Classe di iscrizione all’albo: NZ00394 1^ CARATTERISTICHE PROGETTO 4)Titolo del progetto: La vita con i disabili 5)Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Ambito /Settore di intervento: Assistenza (A) Area d’intervento: disabili (6) CODIFICA: A 06 6)Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili: E' estremamente difficile poter fare una stima dei dati sulla disabilità relativi alla provincia di Cuneo. In realtà dei dati precisi non esistono neppure a livello nazionale. Questo per varie ragioni, come si rileva in una ricerca del progetto “Sistema di Informazione Statistica sulla Disabilità" promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e realizzato dall'ISTAT. I motivi principali sono, appunto, che la definizione di disabilità non è universale, ma cambia a seconda della rilevazione statistica di chi la effettua. Oltretutto la precisione della rilevazione dipende dal tipo di disabilità (è molto più difficile rilevare le disabilità mentali rispetto a quelle fisiche per la presenza di resistenze e pregiudizi culturali che spingono le persone direttamente interessate o i loro familiari a non entrare in contatto con i servizi pubblici competenti o a non rispondere in modo appropriato alle domande presenti in ricerche e indagini) e la stima della disabilità richiede spesso fonti informative non attualmente disponibili, e ciò e' vero soprattutto per i minori. L'unico dato significativo è quello fornito dall' Anmic (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) che stima più di 10000 disabili nel territorio provinciale su 556630 abitanti, di cui circa l'otto per cento affetti da patologie mentali. Ma, per i motivi sopra indicati la stima è approssimativa, e sicuramente in difetto. L'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è presente in Piemonte, e chiaramente anche nella provincia di Cuneo, con le sue strutture (case famiglia, centri diurni, cooperative sociali) da più di vent'anni. Queste strutture si avvalgono già del servizio degli obiettori di coscienza fin dagli anni ottanta. In particolare, le strutture coinvolte nel presente progetto sono, in dettaglio: la Cooperativa “Il Ramo”, nata nel 1993, che gestisce da alcuni anni quattro centri diurni, due dei quali saranno le sedi operative dei volontari: 1)il Ramo, sede principale e primo nato, da cui la Cooperativa prende il nome, è rivolto a persone con handicap sia fisico che psichico di grado medio. 2) il centro “Santa Chiara” rivolto a persone con handicap grave Il centro diurno “Il Ramo”, sito in S.Rocco di Bernezzo, ha aperto le attività nel 1986 e dopo alcuni anni ha costituito la Cooperativa. Il centro nasce dalla realtà della Casa Famiglia S.Rocco e dalla disponibilità di una famiglia ad accogliere all’interno della propria casa, come figli, ragazzi disabili qualificati come gravi o gravissimi e dalla disponibilità un'altra famiglia, sempre facente parte dell’Associazione, che ha messo a disposizione i locali e il primo operatore. Questo centro occupazionale diurno nasce perché in quegli anni la zona di Cuneo aveva pochissime strutture per persone disabili e le richieste di inserimento erano soggette a lunghe liste d'attesa. Sin dall’apertura sia i servizi sociali che le famiglie presero contatto per gli inserimenti, e le richieste furono talmente alte da spingere la Comunità Papa Giovanni XXIII ad aprire in una frazione di Fossano, nel 1989, un nuovo centro diurno rivolto a persone con handicap gravissimo e collaborare con la Cooperativa “Rinascere” (altra struttura dell'Associazione) per l'apertura nel 1995 di una succursale nell’area di Fossano rivolta ai ragazzi che, dopo un'esperienza di avviamento al lavoro presso il centro “Il Ramo”, avevano la possibilità di essere inseriti nella nuova cooperativa. Quest’ultima infatti è di tipo lavorativo e i soggetti svantaggiati percepiscono uno stipendio. Da sempre il lavoro è stato utilizzato come attività sia per la sua valenza educativa che per quella terapeutica. Le attività sono sempre state soprattutto di assemblaggio di oggetti e componenti vari per il terziario, su commesse di aziende della zona. Da qualche tempo sono nati due laboratori di creatività, il primo per la costruzione di oggetti in legno (sgabelli, appendiabiti, aste per la misurazione delle persone e oggetti simili), l’altro per la lavorazione del gesso: utilizzando appositi stampi, si costruiscono scacchi o riproduzioni ispirate a temi sacri. Il centro diurno pubblica un piccolo giornale interno “TG Ramo” con cadenza quadrimestrale, interamente preparato dalle persone accolte. Dalla collaborazione del centro con il Liceo Artistico Statale di Cuneo sono nati sia il sito www.ilramo.it che il nuovo logo della cooperativa. La collaborazione con la scuola tecnica I.A.L. ha permesso l'inserimento di adulti nel circuito scolastico. Tra le attività del Centro lo sport riveste una grande importanza: dal 1996 alcuni ragazzi partecipano all’attività della piscina e a quella della palestra. Anche grazie al sostegno dell’associazione “Amico Sport” un gruppo di ragazzi partecipa alle giornate bianche (sci di fondo) con discreti risultati (due ragazze qualificate per i Giochi Olimpici Speciali in Giappone), un altro gruppo frequenta la pista di atletica e partecipa alle gare dei campionati italiani. Il centro da alcuni anni organizza un campeggio di sette giorni in montagna, a cui partecipano gli accolti e gli operatori con le rispettive famiglie e alcuni volontari, tra i quali giovani che hanno conosciuto il centro attraverso il servizio civile sia volontario che come obiettori di coscienza. Il centro diurno “S.Chiara” nasce nel 1989. Nei suoi quindici anni di attività ha traslocato quattro volte i propri laboratori, sempre alla ricerca di spazi migliori per gli accolti. Una delle identità caratterizzanti del “Santa Chiara” è stata sempre quella dell’attenzione all’ambiente circostante, considerato sia nel suo aspetto territorialelocale che come ambiente ecologico. Lo si può dedurre facilmente anche consultando il sito www.ilramo.it: l’attenzione degli operatori del centro “Santa Chiara”, per la quasi totalità appartenenti alla Comunità Papa Giovanni, è focalizzata sull’obiettivo primario di una migliore qualità di vita dei ragazzi inseriti: non permettere che vivano in un “ghetto”, ma far sì che possano diventare soggetti attivi e partecipativi della comunità locale di Fossano, nella quale vivono. Attraverso una serie di attività legate alle scuole, alla cultura del posto e anche al carcere, i ragazzi inseriti nel centro diventano “terapeutici” per altri persone disagiate, come ad esempio i detenuti. In questo modo si cerca anche di sensibilizzare la comunità locale alle problematiche dell’handicap, e alla valorizzazione della disabilità come una risorsa per la società, e non come un peso. Alcuni anni fa il centro, con il supporto di un regista cinematografico, è riuscito a preparare un video-film in cui viene presentato l’handicap come una “diversa normalità”, che è entrato nella programmazione scolastica delle scuole superiori del fossanese e del saviglianese per il 2005/06. Il centro porta avanti tutta una serie di laboratori in cui vengono valorizzate la creatività e la capacità propositiva dei ragazzi: fabbricazione di biglietti augurali, ottenuti dal riciclaggio della carta usata, costruzione di soprammobili vari, centrotavola fatti con posate di plastica, l’assemblaggio di oggetti in collaborazione con “Il Ramo”. Tra le attività di riabilitazione ce n’è una di equitazione in senso largo, in collaborazione con un’azienda agricola della zona: non solo cavalcare, ma anche accudire, pulire, ferrare i cavalli con l’aiuto di un maniscalco.. Anche in questo centro si pratica sport, in particolare il gioco in acqua in piscina, ottima attività di rilassamento, e un’attività di ginnastica nella palestra ricavata all’interno della struttura stessa. Si utilizza poi il teatro come terapia di recupero psicologico. Il centro organizza inoltre ogni anno una settimana di vacanza per i propri ragazzi in rinomate località turistiche, con il doppio scopo di agevolare una migliore conoscenza tra gli operatori e le persone accolte, sia, in particolare, per dare alle famiglie dei ragazzi, la possibilità di riposare senza preoccupazioni. Altre due strutture dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII coinvolte nel presente progetto sono la casa famiglia “Santa Maria della Gioia” di Mondovì, e la casa famiglia “San Martino” di Cervasca. La caratteristica della prima è l’accoglienza e il supporto a persone svantaggiate che lavorano o sono in cerca di lavoro. Si cerca di agevolarne l’inserimento in aziende o cooperative in varie forme: borse lavoro o Stage scolastici o in centri occupazionali diurni. Purtroppo spesso non si riescono a trovare risposte esaurienti per i ragazzi. Da vari anni i responsabili della casa, in collaborazione con i servizi sociali, accompagnano nel lavoro, dal semplice accompagnamento fisico al supporto psicologico per aiutare queste persone svantaggiate inserirsi. La casa famiglia “San Martino” conduce da diversi anni un’azienda agricola che collabora con la Cooperativa “I tesori della terra”, nella quale, grazie alla disponibilità dei responsabili, vengono inserite diverse persone svantaggiate. La stessa casa famiglia gestisce il maneggio sopra citato. Attraverso il maneggio riesce a collaborare con alcune scuole elementari e medie della provincia di Cuneo in attività legate all’ambiente e al rispetto degli animali. Sta avviando anche un progetto di agriturismo e di cascina didattica. Coopera molto spesso con il Ministero di Grazia e Giustizia in quanto è riconosciuta struttura idonea per il lavoro con minori sottoposti a provvedimento di “messa alla prova” o con progetti di riparazione. Infatti è una delle poche strutture in Italia ad essere abilitata da un Tribunale (nella specie quello di Torino) per la gestione di “progetti di riparazione” per minori: si tratta di pene alternative alla detenzione comminate in caso di danni al patrimonio causati da minori, pene che generalmente consistono in lavoro socialmente utili. E’ un luogo frequentato da giovani in cerca di un proprio ruolo nella società, che si vogliono sperimentare nel rapporto con l’handicap sia esso di tipo fisico che psichico o semplicemente con il disagio in generale. La struttura spesso è luogo di campeggi di condivisione di vari gruppi scout provenienti da diverse parti d’Italia. Altra struttura dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII nella quale è previsto l’apporto dei volontari in servizio civile per il presente progetto è la comunità “S. Lorenzo”. Si tratta di una struttura molto particolare: voluta fortemente dai S.E.R.T. del territorio dell’ A.S.L. 15 di Cuneo è un centro per persone con cd “doppia diagnosi”: si tratta di soggetti che presentano sia patologie di tossicodipendenza o alcolismo che patologie di natura psichiatrica. Nata nel 2000 nelle campagne del comune di Caraglio, da allora accoglie decine di persone. Alcune, dopo un primo periodo, vengono dirette a comunità terapeutiche vere e proprie, altre in casa famiglia, per altre ancora si cerca di favorire il reinserimento sociale. Il lavoro riveste un ruolo molto importante in questo cammino di recupero, ma, per la fragilità degli accolti, non è possibile inserirli nel mondo del lavoro “tradizionale” quindi in collaborazione con il centro diurno “Il Ramo” è stato costituito un laboratorio di assemblaggio. Ogni ragazzo inserito in questa struttura ha un progetto individuale personalizzato, concordato con il servizio sociale di provenienza, in cui è appunto prevista anche l’attività lavorativa. Il “centro crisi comunità S. Lorenzo” è stato uno dei primi in Italia ad accogliere persone con doppia diagnosi lavorando in stretto contatto con il settore pubblico. Tutte le strutture sopra citate si sono avvalse nel tempo di obiettori di coscienza, e per molti di loro quest’esperienza è stata fondamentale per il proprio futuro. Alcuni hanno continuato, anche dopo la conclusione del periodo di servizio, a prestare la propria opera come volontari, qualcuno addirittura è stato assunto. L’ultima struttura coinvolta è la succursale della cooperativa “Rinascere”. E’ nata nel 1995 su richiesta dell’”Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII” e della Cooperativa “Il Ramo” per il completamento del percorso di recupero delle persone accolte nelle case-famiglia, nei centri crisi o nei centri occupazionali diurni. Le persone qui inserite vengono seguite non solo nell’attività di lavoro in senso stretto, ma viene effettuato un vero e proprio intervento educativo su tutti gli aspetti della vita quotidiana volto a sviluppare la loro autonomia personale (es gestione del denaro, degli spostamenti, cura della persona e dell’igiene). Infatti più che un centro di lavoro questa cooperativa è un centro per l’avviamento al lavoro. I ragazzi vengono inseriti su richiesta della famiglia o, nella maggior parte dei casi, su richiesta dei servizi sociali. I lavori che vengono portati avanti dalla Cooperativa sono: una lavanderia industriale che lava biancheria per molte case di riposo per anziani del territorio della provincia di Cuneo un lavoro per conto terzi di selezione e inscatolamento di battiscopa e piastrelle per una grande industria della provincia. 7)Obiettivi del progetto: Partendo da tutti gli anni di esperienza maturata sul campo, le strutture dell’Associazione sopra citate si propongono di incrementare l’efficacia della propria azione di assistenza e animazione ai portatori di disabilità aiutandoli e supportandoli nel mondo del lavoro, sia esso “protetto” che normale, e con particolare attenzione ai soggetti con maggiori difficoltà e problemi, valutati sempre in base ad un’analisi sul territorio in stretta collaborazione con i servizi sociali. A tal fine si pongono alcuni obiettivi, alcuni tra i quali prevendono un fondamentale apporto di volontari in servizio civile: 1) GENERALE sviluppare sul territorio interventi di tipo educativo-relazionale rivolti a disabili gravi e medio gravi; 2) SPECIFICO incrementare le attività dei centri diurni. Quest’obiettivo è rivolto in particolare a utenti con disabilità medio/gravi e gravissime; 3) SPECIFICO aumentare il numero di persone di riferimento con cui gli utenti disabili possano stabilire un contatto e entrare in relazione, e instaurare un rapporto di fiducia; INDICATORI RILEVANTI: - aumento del numero di famiglie con portatori di handicap grave che beneficia dell’inserimento del proprio figlio nel centro diurno o nelle case famiglia; - grado di soddisfazione dei volontari rilevabile dagli appositi questionari previsti nel piano di monitoraggio del progetto - grado di soddisfazione degli utenti dei servizi erogati (famiglie dei disabili) rilevabile attraverso apposite indagini effettuate presso le famiglie stesse dagli operatori dell’Associazione 4) GENERALE sopperire all’assenza di pratiche assistenziali rivolte ai disabili che spesso, appena divenuti maggiorenni, si vedono improvvisamente abbandonati dalle istituzioni e rientrano a tempo pieno nel circuito familiare; 5) SPECIFICO favorire la partecipazione di adulti disabili al centro diurno “Il Ramo” nel raddoppio previsto e in tutti gli altri centri sopra citati per permettere loro di svolgere attività di tipo lavorativo; 6) SPECIFICO aumentare per i disabili la possibilità di svolgere attività di carattere ludico ricreativo in luoghi pubblici; 7) SPECIFICO alleggerire il carico delle famiglie che, nel momento cui vengono coadiuvate nella gestione del figlio disabile, riescono a ritagliare momenti per dedicarsi alla coppia o ad altri figli; 8) SPECIFICO potenziamento delle risorse di ogni utente attraverso la relazione di aiuto, di confronto e di crescita reciproca; INDICATORI RILEVANTI: - Incremento, grazie al progetto, del numero di disabili maggiorenni coinvolti nelle attività del centri diurni ; - Effettivo incremento, grazie al progetto, della quantità delle attività che permettano la valorizzazione delle abilità già acquisite dagli utenti; - Efficacia ed effettività dell’azione del centro rilevabile attraverso apposite indagini presso le famiglie degli accolti. 9) GENERALE aumentare la creazione di legami e relazioni tra la cooperativa e la comunità locale anche attraverso la collaborazione tra le case famiglia presenti sul territorio; 10) SPECIFICO Sensibilizzazione del contesto territoriale alle esigenze che la disabilità esprime rispetto alla propria presenza nel tessuto sociale, e all’importanza del servizio civile come risposta a tali necessità; INDICATORI RILEVANTI - Numero di nuove sinergie col territorio, ad esempio incontri pubblici, momenti di confronto, seminari, citazioni sulla stampa locale. 8)Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile: Il progetto di servizio civile nazionale volontario “La vita con i disabili” si pone tra le risposte alle realtà di insoddisfazione emerse dall’analisi della situazione di assistenza ai disabili dell’entroterra della provincia di Cuneo, risposte stimolate nella maggioranza dei casi proprio dai servizi sociali della provincia. L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII attraverso le strutture sopra descritte ha attivato spazi per il “lavoro” che coinvolgono mediamente 80 persone, di età compresa tra i 18 e i 60 anni, tra disabili medio/gravi e gravissimi, di norma seguite dai servizi sociali dalle h 8,45 alle h 17,00 dal lunedì al venerdì. Nell’intenzione di cogliere e caratterizzare gli aspetti qualificanti dell’esperienza dell’anno di servizio civile volontario, il progetto prevede il coinvolgimento dei volontari in servizio civile su tre livelli: 1) FORMAZIONE Sono previsti incontri di formazione teorica precedenti all’inserimento dei volontari in struttura, finalizzati ad incrementare la consapevolezza dei volontari prima dell’inizio del servizio e ad informarli sulla specificità dei singoli casi presenti nel centro diurno o della casa famiglia in cui verranno inseriti, nonché a garantire un buon livello di conoscenza e di interazione dei volontari con l’equipe di lavoro che affiancheranno. 2) AFFIANCAMENTO AGLI OPERATORI LOCALI DI PROGETTO: prevede il coinvolgimento attivo dei volontari nelle attività della struttura in cui si trovano a prestare servizio. In particolare il progetto prevede l’impiego di: n. 2 volontari per centro diurno o case-famiglia o centro crisi. I volontari saranno impegnati nel prelievo e trasporto quotidiano degli utenti dalle loro abitazioni (situate anche a 30-40 km di distanza) al centro o al lavoro e coinvolti nelle attività quotidiane del centro. Tali attività possono suddividersi in: -attività di tipo motorio: nel periodo invernale frequenza della piscina messa a disposizione dai comuni per due mattine alla settimana; frequenza della palestra messa a disposizione dai comuni con attività differenziata. -attività di laboratorio artigianale e vendita ai mercatini in occasione di feste particolari (festa del paese o del volontariato ecc……..) -laboratorio di computer, destinato agli utenti medio/gravi: un’educatrice/tore terrà sedute personalizzate. -attività di tipo ludico ricreativo: canti, giochi , passeggiate -affiancamento ai ragazzi nelle attività manuali e di lavoro (assemblaggio etc) -attività di sviluppo delle abilità di base, rivolte in particolare ai ragazzi medio gravi, finalizzate in particolar modo al mantenimento dell’igiene personale e alla cura della persona e all’autonomia nel mangiare e nell’espletare le funzioni corporee; 3)ATTIVITA’ DI PROGRAMMAZIONE E VERIFICA Una particolare attenzione verrà attribuita alla presenza e partecipazione del volontario all’incontro di equipe di struttura che si svolge settimanalmente, al fine di verificare le attività della settimana precedente e programmare quelle della successiva. In questa sede verrà valorizzato e incoraggiato il contributo del volontario quale ricchezza per l’equipe e quale occasione per il volontario di confronto e sviluppo di iniziative. Il volontario non parteciperà ai momenti di valutazione globale, ma a quelli sulle singole attività. Per la valutazione generale del progetto avrà dei momenti di incontro individuale con i referenti del progetto. 9)Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 12 10)Numero posti con vitto e alloggio: 6 11)Numero posti senza vitto e alloggio: 0 12)Numero posti con solo vitto: 6 13)Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 35 14)Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : 5 15)Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: Durante lo svolgimento del servizio civile i volontari sono tenuti a: •rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro; •mantenere la necessaria riservatezza per quanto attiene a dati, informazioni o conoscenze acquisite durante lo svolgimento del servizio civile. CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE 16)Sede/i di attuazione del progetto ed Operatori Locali di Progetto: N. 1 2 3 4 5 6 Ente presso il quale si realizza il progetto ed a Comune cui indirizzare le domande Associazione Comunità 12020 Papa Giovanni XXIII via Rostagni 14 12100 Bernezzo (CN) Cuneo (CN) Associazione Comunità 12010 Papa Giovanni XXIII Cervasca Via Rostagni 14 (CN) 12100 Cuneo (CN) Associazione Comunità 12023 Papa Giovanni XXIII Caraglio (CN) Via Rostagni 14 12100 Cuneo (CN) Associazione Comunità Papa 12045 Giovanni XXIII Fossano Via Villafalletto 24 (CN) 12045 Fossano (CN) Associazione Comunità Papa 12045 Giovanni XXIII Fossano Via Villafalletto 24 (CN) 12045 Fossano (CN) Associazione Comunità 12084 Papa Giovanni XXIII Mondovì Via Villafalletto 24 (CN) 12045 Fossano (CN) Indirizzo Cod. ident. sede Via S. Bernardo 16 S. Rocco di Bernezzo 1 Via Cian 10 S. Bernardo di Cervasca 1 Via Prata 22 1 Via Villafalletto 24 1 Via Nicola Sasso 12 1 Via Del Tiro a Segno 4 1 N. vol. Telefono per sede sede 2 0171 687136 2 0171 611932 Fax sede 0171 687136 0171 606082 Nominativi degli Operatori Locali di Personale di Progetto riferimento (cognome e nome) Data di Cognome e nome nascita Enzo Pesce Tel. 0171387187 Enzo Pesce Tel. 0171387187 Cravanzola Silvano 13/02/1962 Manassero Dario 07/05/1966 Leone Silvio 08/10/1973 0171 610229 0171 610229 2 0172 637464 0172 637464 Fabio Gallo Tel 0172635974 2 0172 636665 0172 636665 Fabio Gallo Tel 0172635974 Franco Roberto 23/01/1962 0171 441330 0171 441330 Fabio Gallo Tel 0172635974 Comino Paola 27/08/1962 2 2 Enzo Pesce Tel. 0171387187 Marengo Domenico 05/05/1946 17)Specificare se il progetto prevede o meno l’impiego di tutor: SI’ 18)Strumenti e modalità di pubblicizzazione del progetto: Il progetto “la vita con i disabili” verrà pubblicizzato attraverso il sito Internet www.apg23.org per tutta la durata della pubblicazione del bando. Si provvederà alla realizzazione in proprio di materiale informativo e divulgativo, da distribuire in occasioni di incontri con i giovani delle scuole, durante le feste del volontariato e da affiggere nelle scuole, nei centri per l’occupazione e nei centri servizi volontariato. 19)Eventuali autonomi criteri e modalità di selezione dei volontari: Si prevede di utilizzare il sistema di selezione approvato dal Direttore Generale del Servizio Civile con determinazione del 30 maggio 2002. 20)Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): NO 21)Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati del progetto: Si rinvia al sistema di monitoraggio dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII verificato dall’ufficio nazionale in sede di accreditamento. 22)Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI 23)Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: Nessuno 24)Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: a) Budget per materiali e attività laboratoriali, euro 2.000; b) Spese di carburante per trasporto disabili, fabbisogno annuo di euro 10.000; c) Budget per materiale di supporto attività fisico-motorie, euro 1000. Per un totale complessivo di euro 7.000 25)Eventuali copromotori e partners del progetto con la specifica del ruolo concreto rivestito dagli stessi all’interno del progetto: Consorzio nazionale “Condividere Papa Giovanni XXIII” che riunisce le imprese promosse dall'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII al fine di favorire la creazione di una rete di attività e servizi che possano interagire ed operare in stretta collaborazione tra di loro. Ruolo del consorzio all’interno del progetto: collaborazione nella realizzazione della formazione generale e specifica tramite l’invio di formatori e la predisposizione di un corso di formazione per educatori e operatori locali di progetto della cooperativa “Il Ramo”, con alcuni incontri dedicati al ruolo del volontario in servizio civile e alla normativa e alla gestione del servizio civile nazionale. Assessorato servizi socio educativi comune di Cuneo Ruolo: supporto logistico e contribuire alla promozione del progetto sul territorio Assessorato servizi socio educativi comune Fossano Ruolo: logistico e contribuire alla promozione del progetto sul territorio 26)Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: 1) pulmini per trasporto disabili e non: necessari per il trasporto degli utenti dalle abitazioni ai centri diurni; 2) materiale di cartoleria, falegnameria, mesticheria: necessario al miglioramento e all’aumento del numero delle attività realizzate all’interno dei laboratori di manualità dei centri diurni; 3) materiale didattico: necessario nella formazione generale e specifica dei volontari in servizio civile; 4) 4 postazioni PC attrezzate: necessarie alla realizzazione dei laboratori di computer. CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISITE 27)Eventuali crediti formativi riconosciuti: 1) Si allega copia della dichiarazione dell’ufficio tirocini della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, attestante la stipula di convenzione con l’Ass. Com. Papa Giovanni XXIII ai fini del riconoscimento della partecipazione di studenti/esse universitari al progetto di servizio civile volontario a titolo di crediti formativi. La Convenzione è stata approvata nel Consiglio del Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione in data 15/09/2004 ed è tacitamene rinnovabile di anno in anno. 2) Le Università delle Marche di Urbino, Camerino, Macerata, Ancona, riconoscono l’esperienza di servizio civile svolto presso gli enti accreditati, quale parte integrante del percorso formativo dello studente, e attribuiscono allo svolgimento completo del servizio civile fino a n. 10 crediti formativi, purché svolto secondo le modalità amministrative ed operative previste dai vigenti ordinamenti di facoltà, e equiparano lo svolgimento completo del servizio civile al tirocinio purché svolto secondo le modalità amministrative ed operative previste dai vigenti ordinamenti di facoltà. Si allega copia del protocollo d’intesa e delle convenzioni stipulate tra l’Ass. Com. Papa Giovanni XXIII e le università degli studi di Urbino e Macerata. Si allega inoltre copia della dichiarazione di autorizzazione della stipula di protocollo d’intesa con l’Ass. Com. Papa Giovanni XXIII per il riconoscimento dell’esperienza del servizio civile, deliberata dal senato accademico dell’università degli studi di Macerata in data 28.09.2004. 28)Eventuali tirocini riconosciuti: Elenco delle convenzioni stipulate dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII al fine di riconoscimento di tirocinio per la partecipazione alla realizzazione dei progetti di servizio civile nazionale. Si allega copia degli accordi intervenuti in merito: a) Convenzioni di tirocinio di formazione ed orientamento con i seguenti atenei: 1) Università degli Studi di Padova, via VIII Febbraio, 2, 35122 Padova; 2) Università di Pisa - Centro interdipartimentale “Scienze per la Pace”, via S. Zeno, 17, 56100 Pisa; 3) Università degli Studi di Trieste – Facoltà di Scienze della Formazione, via Tigor, 22, 34124 Trieste; 4) Università degli Studi di Verona, via dell’Artigliere, 8, 37100 Verona; 5) Università degli Studi di Bari piazza Umberto I, 1, 70100 Bari; 6) Università degli studi di Macerata, Piaggia dell’Università, 2, 62100 Macerata; 7) Università degli Studi di Urbino via Saffi, 2, 61029 Urbino; b) Convenzioni di stage e tirocini di formazione e orientamento con i seguenti enti di formazione: 1) Scuola regionale di formazione professionale, via P e G. Moretti, 14, 62010 Piediripa (Macerata) per corso di educatore professionale presso strutture esterne della durata di 200 ore; 2) Azienda Ussl 21, via Pianella, 1, 37405 Legnago (VR) per progetto di integrazione sociale in ambiente lavorativo; 3) Ass. Culturale “Per-corso” onlus, via delle Tagliate, 645, 55100 Borgo Giannotti (Lucca); 4) Associazione “Osfin” corsi di formazione professionale, via Mantegazza, 8, 47900 Rimini; 5) “Technè. Consorzio per formazione professionale” di Forlì Cesena, via C. Tavolini, 9, 47023 Cesena; 6) Fondazione En.A.I.P. viale Valturio, 4, 47900 Rimini per corso “Agente di sviluppo per l’inclusione sociale”; 7) “Istituto Cortivo”, via Cortivo 23, 35133 Padova per tirocinio professionale per operatore socio assistenziale per infanzia; 8) “ENIGM” ente di formazione professionale, via Punta Stilo 59, 48100 Ravenna. c) Convenzioni con comuni o province: Comune di Torino, via Milano, 1 – 10100 Torino, quale ente gestore della scuola di formazione per educatori professionali avente sede in via Cellini, 14 – 10100 Torino 29)Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: Il progetto “La vita con i disabili” consente l'acquisizione delle seguenti competenze: - Assistere la persona handicappata, in condizione di medio o grave insufficienza mentale e/o alterazioni psichiche / compromessa attività motoria / incapacità della cura di se stesso. - Fronteggiare le situazioni impreviste / organizzare l’intervento d’aiuto con l’utente/ gestire l’agenda sotto il profilo dei tempi, mezzi e risorse. - Applicare tecniche di animazione, socializzazione e di gioco per favorire l’integrazione dei singoli e dei gruppi. - Mantenere condizioni di igiene ambientale, nonché pulizia e cura della persona. - Aiutare nell’assunzione dei pasti, nella deambulazione e nell’uso corretto degli ausili. - Utilizzare le tecniche di comunicazione non verbale e di stimolo della memoria, del pensiero e dell’orientamento. - Utilizzare gli automezzi per disabili. - Applicare le principali norme igieniche, di sicurezza e di primo soccorso. - Collaborare con il disabile e la sua famiglia nelle attività di vita quotidiana. - Calibrare la propria relazione d’aiuto in ragione dei bisogni del disabile e della sua famiglia. - Distinguere le figure professionali operanti nel settore cura/recupero delle persone disabili, riconoscendone ruoli e competenze specifiche. - Individuare le principali caratteristiche di un servizio residenziale, semiresidenziale e domiciliare per disabili. - Riconoscere le problematiche specifiche legate alla tipologia di utenza (immigrazione, problemi legali, problemi sanitari). - Collaborare alla identificazione delle metodologie di intervento e alla costruzione della necessaria rete relazionale con servizi ed istituzioni competenti per territorio. rinvenibili nel “primo prontuario delle competenze riconoscibili nell’esperienza del servizio civile”, predisposto dalla Regione Emilia-Romagna, come da scheda 1 allegata. Le suddette competenze verranno certificate mediante il rilascio della “Dichiarazione delle competenze, a valere come credito formativo” (scheda 2 allegata), e riconosciute dalla Regione Emilia-Romagna in attuazione dell’articolo 10, primo comma, della L.R. 20 del 2003 . si richiama il testo dell’articolo 10, comma 1, della L.R. 20 del 2003 («la Regione Emilia-Romagna stabilisce, a favore dei giovani che abbiano effettuato le prestazioni di servizio civile volontario di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) per l'intero periodo individuato nei progetti d'impiego, un'adeguata valutazione dei relativi titoli indicati dall'interessato nell'ambito della documentazione richiesta per le selezioni pubbliche finalizzate all'assunzione nei ruoli regionali, sia a tempo determinato che indeterminato.«), che costituisce riconoscimento regionale delle competenze maturate dai volontari durante il servizio civile, in coerenza le figure messe a concorso. In proposito potrebbero esserci analoghi riconoscimenti di competenze da parte degli enti locali che hanno attivato la facoltà prevista dall’articolo 11, comma 2, della stessa L.R. («Gli Enti locali possono, altresì, nei limiti delle proprie competenze, prevedere benefici e riconoscimenti a favore dei volontari in servizio civile per le stesse finalità ed entro i limiti previsti dalla presente legge, nonché dal documento di programmazione triennale di cui all'articolo 7.») o da parte di altri enti, associazioni, cooperative; Questo sistema, peraltro, si colloca in coerenza con le previsioni della L.R. 12 del 2003 "NORME PER L'UGUAGLIANZA DELLE OPPORTUNITA' DI ACCESSO AL SAPERE, PER OGNUNO E PER TUTTO L'ARCO DELLA VITA, ATTRAVERSO IL RAFFORZAMENTO DELL'ISTRUZIONE E DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE, ANCHE IN INTEGRAZIONE TRA LORO" in particolare con l'art. 5, primo comma ("Ogni persona ha diritto ad ottenere il riconoscimento formale e la certificazione delle competenze acquisite. Il riconoscimento può essere utilizzato, anche in ottemperanza alle disposizioni comunitarie, per conseguire un diploma, una qualifica professionale o altro titolo riconosciuto. A tal fine la Regione promuove accordi con le componenti del sistema formativo e con le parti sociali per la definizione di procedure per il riconoscimento, la certificazione e l'individuazione degli ambiti di utilizzazione delle diverse competenze, nonchè per il riconoscimento delle competenze acquisite nel mondo del lavoro, utilizzabili come crediti per i percorsi formativi.") e con il successivo art. 6 ("1. Gli studenti, all'atto della prima iscrizione ad attività di istruzione o di formazione professionale successiva all'assolvimento dell'obbligo scolastico, possono richiedere il rilascio del libretto formativo personale, nel quale sono iscritti i titoli, le qualifiche e le certificazioni conseguite. 2. La Giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente, definisce con proprio atto le caratteristiche del libretto formativo, nonché le modalità per il rilascio dello stesso a tutti coloro che lo richiedono. 3. Nel libretto possono essere iscritti anche gli attestati di frequenza in esito a percorsi dell'educazione non formale, le competenze ed i crediti formativi comunque acquisiti e documentati, nonché dichiarazioni di autoformazione.") Le suddette competenze verranno inoltre certificate e riconosciute dal Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII quale Ente terzo. Si allega copia dei relativi accordi Formazione generale dei volontari 30) Sede di realizzazione: Presso le sedi adibite alla formazione dall’ Ass.Com.Papa Giovanni XXIII 31)Modalità di attuazione: b) in proprio presso l’ente. 32)Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: SI ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI 33)Tecniche e metodologie di realizzazione previste: L’intero percorso formativo si realizza privilegiando una metodologia attiva che favorisca il coinvolgimento dei volontari, non solo in lezioni frontali ma anche lavori di gruppo, simulazioni, esercitazioni, testimonianze e momenti di dibattito. La formazione generale prevede momenti iniziali, intermedi e finali, al fine di offrire occasioni periodiche volte anche a valutare l’evoluzione dell’esperienza di servizio civile. XXIII Elementi metodologici generali: •Training •Lezioni frontali •Teatro dell’Oppresso (TDO) •Simulazioni •Giochi di ruolo •Materiali video •Dibattiti •Brainstorming •Lavoro di gruppo •Formazione di Gruppo •Tutoring specifico rispetto ai bisogni formativi •Momenti di servizio ed attività comuni al gruppo •Materiali cartacei (dossier etc.) •Libri e testi •Cd-Rom tematici •Testimonianze e lezioni di esperti in materia •Lezioni preparate dai volontari stessi. •Attribuzione di responsabilità nel processo formativo. •Verifiche periodiche •Utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne all’ente, eventualmente offerte dal territorio •Cineforum •Laboratori tematici 34)Contenuti della formazione: Il percorso formativo proposto si compone di contenuti utili allo sviluppo delle mansioni richieste ma ancor prima punta ad offrire ai volontari impegnati un’occasione di educazione civica ed alla cittadinanza attiva. L’esperienza risulta così, utile a collocare la propria esperienza nei contesti, via via più ampi, che la contengono: il gruppo dei volontari, l’ente ove si presta servizio, la realtà locale, la società italiana, europea e mondiale. Pertanto i contenuti necessari sono: -Conoscenza fra i volontari -Condivisione di motivazioni e aspettative -Il Gruppo -Il sistema mondo -Il servizio civile, il suo ruolo nella società, la storia e la sua evoluzione. -L'ente ed il suo intervento sociale -La relazione d'aiuto -La Nonviolenza -Il concetto di difesa: definizione, Nuovo Modello di Difesa ed il possibile ruolo dei civili -Gestione nonviolenta dei conflitti -Analisi e valutazione del servizio svolto. -Miglioramento e riprogettazione della proposta di servizio civile -Verifica delle competenze acquisite od accresciute durante l'esperienza. 35)Durata: Modulo Introduttivo al servizio civile ed alla conoscenza del gruppo e dell’ente 2 giornate Modulo di formazione e valutazione intermedia 2 giornate Modulo di formazione e valutazione finale 2 giornate durata complessiva : 6gg x 8h = 48 h Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 36) Sede di realizzazione: Presso le sedi individuate dall’ associazione Comunità Papa Giovanni XXIII per l’adempimento della formazione. 37)Modalità di attuazione: In proprio presso l’ente, con formatori dell’ente 38)Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: Dott.ssa Giungi Cristina, nata a Rimini il 3-4-73, cod fisc GNGCST73D43H294O Lapenta Nicola nato a Bra –CN- il 9-4-74, cod fisc LPNNCL74D09B111P Fardo Marco nato a Biella –BI- il 27-3-77 cod fisc FRDMRC77C27A859W 39)Competenze specifiche del/i formatore/i: Cfr Curricula allegati 40)Tecniche e metodologie di realizzazione previste: L’intero percorso formativo si realizza privilegiando una metodologia attiva che favorisca il coinvolgimento dei volontari, non solo in lezioni frontali ma anche lavori di gruppo, simulazioni, esercitazioni, testimonianze e momenti di dibattito. Elementi metodologici generali: •Training •Lezioni frontali •Teatro dell’Oppresso (TDO) •Simulazioni •Giochi di ruolo •Materiali video •Dibattiti •Brainstorming •Lavoro di gruppo •Formazione di Gruppo •Tutoring specifico rispetto ai bisogni formativi •Momenti di servizio ed attività comuni al gruppo •Materiali cartacei (dossier etc.) •Libri e testi •Cd-Rom tematici •Testimonianze e lezioni di esperti in materia •Lezioni preparate dai volontari stessi. •Attribuzione di responsabilità nel processo formativo. •Verifiche periodiche •Utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne all’ente, eventualmente offerte dal territorio •Cineforum 41)Contenuti della formazione: Il percorso di formazione specifica risulta utile a comprendere l’esperienza di servizio civile, alla luce dei contenuti della formazione generale, acquisire competenze specifiche ed abilità rispetto al servizio da svolgere, nonchè migliorare la propria capacità di costruire e gestire relazioni d’aiuto; pertanto i contenuti specifici ipotizzabili saranno: •Analisi e rielaborazione dei contenuti emersi nelle occasioni di formazione generale; •La relazione d’aiuto – elementi generali ed introduttivi •La relazione d’aiuto nel percorso di recupero dalle tossicodipendenze •L’equipe di lavoro per la gestione della relazione d’aiuto •La relazione d’aiuto nel reinserimento sociale •Esperienze di relazione d’aiuto nel reinserimento sociale •Lo sviluppo psicologico del bambino e del preadolescente: o Dall’iniziale dipendenza dalla madre alla progressiva autonomia personale; o l’affettività verso i familiari ed i compagni; oL’evoluzione maschile e femminile nella preadolescenza oAffettività e corporeità nella preadolescenza •La famiglia del bambino con problemi: oIl rapporto scuola-famiglia: conoscenza reciproca e collaborazione educativa •L’individuo diversamente abile, emarginato dalla società: oNormalità e devianza oConoscere il disagio oHandicap fisico, psichico e psicologico (le varie patologie e la loro influenza nello sviluppo delle capacità sensoriali, del linguaggio, dell’intelligenza, dell’apprendimento); 42)Durata: Il percorso si comporrà di incontri formativi utili all’ acquisizione di competenze ed a favorire la rielaborazione dell’ esperienza Pertanto il percorso avrà la seguente durata e tempistica: 25 h entro il primo trimestre di servizio civile 40 ore suddivise in incontri periodici mensili Altri elementi della formazione 43)Risorse finanziarie investite destinate in modo specifico alla formazione sia generale, che specifica: Formazione generale : 2400 di cui 1500 per docenze , 300 per materiali, 600 rimborsi viaggio utili alla realizzazione del percorso di formazione generale; Formazione specifica: 2800 di cui 900 per docenze, 400 per materiali, 1500 per rimborsi viaggio utili alla realizzazione del percorso di formazione specifica. 44)Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: Si rinvia al sistema di monitoraggio dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII verificato dall’ufficio nazionale in sede di accreditamento.