B. P. R. Bollettino della Provincia Romana C. Ss. R.. Anno 60. Nuova serie, n. 11/12 – 22 dicembre 2015 IL SUPERIORE GENERALE PER LA SOLENNITÀ DELL’IMMACOLATA Cari confratelli, suore, laici associate e amici, “Presso il Signore è la misericordia e abbondante presso di lui la redenzione” – il motto della nostra Congregazione è contenuto di questa linea del Salmo 129. Visto che celebriamo la festa della nostra Patrona, e che il Papa Francesco apre la Porta Santa per inaugurare l’Anno del Giubileo Straordinario della Misericordia, è cosa buona ricordare che questo salmo e il nostro motto ci presentono la misericordia e la redenzione come un mistero nel cuore della nostra vocazione missionaria. Oggi anche segna il 50° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II. Ricordiamo le parole di Papa San Giovanni XXIII: “Quanto al tempo presente, la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore”. Avvertendo a ricordare l’insegnamento di Papa San Giovanni Paolo II, Papa Francesco ci ricorda che la misericordia è il vero fondamento della vita della Chiesa. Nulla della sua predicazione e della sua testimonianza può essere privo di misericordia (MV 10). Vi incoraggio a leggere e studiare ancora una volta la Bolla di Indizione di questo Giubileo, Misericordiae Vultus. Come missionari Redentoristi, questo Giubileo Straordinario della Misericordia tocca il cuore del nostro carisma di proclamare il messaggio della redenzione ai più abbandonati, specialmente ai poveri. Siamo i missionari della misericordia; la misericordia che tocca e trasforma tutta la persona umana. In comunione con il Papa Francesco, siamo chiamati ad andare a ogni persona umana, senza eccezione. Oggi celebriamo l’Immacolata Concezione – questo grande mistero ci dimostra che la misericordia di Dio non conosce limiti, ma cerca sempre modi creativi per guarire la natura umana e ricreare gli uomini e le donne a immagine e somiglianza di Dio. Questa visione liberatrice e sanatrice della misericordia è una fonte di vita e di tenerezza, che Maria ha sperimentato fin dal primo istante della sua concezione. Così come i nostri pensieri si rivolgono a Maria, Madre di Misericordia, possiamo noi tutti riscoprire la gioia della tenerezza di Dio, e la misericordia senza limiti del Redentore che ci abbraccia a tutti, senza eccezione. Impegniamoci in questo Giubileo Straordinario a rinnovare la nostra vocazione come missionari della misericordia incaricati di portare la Buona Novella dell’Abbondante Redenzione. Possa l’apertura della Porta Santa della Misericordia accogliere a tutti. E che Maria accompagni a noi e tutta la Chiesa. Roma, 8 dicembre 2015 Vostro fratello nel Redentore, Michael Brehl, C.Ss.R. Superiore Generale Pagina 2 [178]______________________________________________________GOVERNO GENERALE MESSAGGIO DEL SANTO PADRE E INVITO DEL NOSTRO P. GENERALE Cari confratelli, suore, laici associate e amici, l’11 dicembre 1865, il Beato Papa Pio IX ha accolto la richiesta di P. Nicholas Mauron, C.Ss.R., Superiore Generale, e affidò l’Icona della Madonna del Perpetuo Soccorso alla sua cura, con l’istruzione di “farla conoscere a tutto il mondo!” Nel mese di gennaio, i Redentoristi hanno ricevuto l’icona dagli Agostiniani, e il 26 aprile 1866, Nostra Madre del Perpetuo Soccorso è stata restituita alla pubblica venerazione nella chiesa di Sant’Alfonso, Roma. In quest’occasione, abbiamo ricevuto questo messaggio del Santo Padre, Papa Francesco: “Reverendo Padre Michael Brehl, Superiore Generale della Congregazione del Ss. Redentore. In occasione del 150º anniversario della consegna a codesto istituto, da parte del Beato Pio Nono, dell’Icona di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, il Santo Padre auspica che la significativa ricorrenza susciti una rinnovata ed autentica devozione alla Vergine Santa, spronando l’intera famiglia religiosa e quanti ne condividono il carisma a rendere una sempre più incisiva testimonianza evangelica. Con tali voti Sua Santità invoca, per intercessione della Madre del Redentore, abbondanti grazie celesti ed invia la Benedizione Apostolica. Dal Vaticano, 11 dicembre 2015. Cardinale Pietro Parolin Segretario di Stato di Sua Santità V’invito a condividere questi saluti del Santo Padre con la vostra comunità e con le persone che si riuniscono per onorare alla nostra Madre del Perpetuo Soccorso nelle nostre chiese, parrocchie e santuari. Con gratitudine, preghiamo per le benedizioni di Dio sul Santo Padre e il suo ministero petrino. Possa Nostra Madre del Perpetuo Soccorso continuare ad accompagnare tutti noi con il suo tenero amore e cura. Roma, 11 dicembre 2015 Vostro fratello nel Redentore, Michael Brehl, C.Ss.R. Superiore Generale Pagina 4 [180]_____________________________________________CONFERENZA DI EUROPA GOVERNO PROVINCILAE________________________________________________pagina 5 [181] Prot. 56.15 Oggetto: Risultati del ballottaggio per l’elezione di n. 1 vocale alla prima e terza fase del XXV Capitolo Generale Oggi, 16 dicembre 2015 alle ore 10.00, la Commissione scrutatoria, composta dal p. Giovanni Congiu, Superiore Provinciale, p. Vincenzo Ricci, notaio, p. Raffaele Bellonia, P. Antonio Caboni, e p. Ezio Marcelli in sostituzione di p. Luciano Maloszek, assente per impedimento legato al suo ufficio, si è riunita nella nostra casa di santa Maria in Monterone in Roma, per le operazioni di spoglio, conteggio e scrutinio delle schede per l’elezione di un vocale e di un supplente per la prima e terza fase del XXV Capitolo Generale. Questi i risultati: Elettori: 39 schede inviate: 39 schede pervenute: 39 schede scrutinate: 39 Schede bianche: 2 Schede nulle: 1 Maggioranza: relativa Questa la divisione dei voti :SANTI SERGIO 18 SULKOWSKI PIETRO 18 Il p. Sergio Santi risulta pertanto eletto come vocale, in quanto, pur avendo riportato lo stesso numero di voti di P. Pietro Sulkowski, è più anziano di professione (cfr St.0210). Il p. Pietro Sulkowski viene eletto supplente. Roma, 16 dicembre 2015 p. GIOVANNI CONGIU Superiore Provinciale P. VINCENZO RICCI Segretario P. ANGELO RAFFAELE BELLONIA P. EZIO MARCELLI P. ANTONIO CABONI Pagina 6 [182]_______________________________________________GOVERNO PROVINCIALE Congregazione Ss. Redentore Prot. 57.15 Provincia Romana e Napoletana ____________________ I Superiori Provinciali 19 dicembre 2015 Al Rev.mo P. Generale P. Michael Brehl, Al Coordinatore CRE Jacek Zdrzałek, Ai confratelli della Provincia Romana e Napoletana e della Regione Madagascar, Alle Consorelle OSSR Carissimi, un mese esatto prima di Natale – era il 25 novembre u.s. – ci siamo riuniti come Consigli Provinciali di Roma e Napoli a Ciorani, per un momento di condivisione e di gioia fraterna. Questa lettera, espressione dei nostri auguri personali come Superiori delle due Provincie, vuole raggiungere ciascuno di voi e delle comunità, quasi a riecheggiare la comunione sperimentata durante il nostro incontro. Alcuni passi per un cammino comune sono stati concertati in quell’occasione, e riguardano in primo luogo i nostri organismi Provinciali. Li comunicheremo appena saranno ulteriormente messi a fuoco per divenire operativi. Quel che ci preme esprimervi in questo momento è l’augurio di un felice Natale e di un gioioso anno nuovo. Sono auguri illuminati dal mistero della divinumanità, che nel Bambino di Betlemme risplende in tutta la tenerezza ma anche nella sua capacità di interpellarci. Forse è azzardato pensarlo, ma è bello immaginare come sin dalla nascita di Gesù Dio dovette imparare “cosa vuol dire essere uomini”. Il nostro fondatore sant'Alfonso ci fa entrare in questo mistero, quando nella Novena di Natale e in Tu scendi dalle stelle, come in Quanno nascette Ninno, evidenzia i disagi di quel parto e l’apparente anonimato di quella notte. Anche per noi Natale vuol dire ritrovarci davanti a Dio nella nostra umanità, nel nostro bisogno di amare e di essere amati, nel desiderio spesso frustrato di annunciare al meglio la redenzione abbondante, nel verificare una certa sterilità vocazionale. Ma questo Natale del Giubileo della Misericordia ci sospinge anche a rendere più sincera e costruttiva la nostra carità, a familiarizzare col perdono, “strumento posto nelle nostre fragili mani per raggiungere la serenità del cuore” (Misericordiae vultus, 9). Perciò Natale vuol dire invocare dal Signore un supplemento di speranza, affinché non soccombiamo alle delusioni, al dolore, alla solitudine, al passaggio a volte troppo esigente da un’età all’altra della vita. Possa questa speranza, anche con l’aiuto materno della Madre del Perpetuo Soccorso, Icona d’Amore, illuminare il nostro Natale e ogni singolo giorno del 2016. Auguri di cuore e sinceri. p. Giovanni Congiu Sup. Prov. p. Serafino Fiore cssr Sup. Prov. CRONACA______________________________________________________________________pagina 7 [183] BUSSOLENGO FESTA DI SANTA CECILIA di Noemi Girelli – foto di Anna Cordioli L’autunno mite ha ceduto il passo all’aria gelida di questi giorni di novembre, ma non ha spento l’entusiasmo di quanti hanno goduto la gioia di stare insieme. Ed è successo domenica 22 novembre, festa di santa Cecilia che la tradizione celebra come patrona della musica. Come consuetudine, la Comunità invita tutti i collaboratori e il Coro Alfonsiano per un pranzo. E sono venuti più di un centinaio a condividere questo momento di fraternità che ha visto il Gruppo San Gerardo, tutti volontari, impegnato nel servizio e gestione. E’ stato davvero un bel momento per tutti: un vero successo per i cuochi (foto sopra, insieme a p. Sergio) che hanno servito un risotto all’amarone veramente squisito; e un momento gratificante per i validissimi camerieri che, con ritmo e vivacità, si sono susseguiti ai tavoli. Molte signore hanno dato saggio della loro abilità culinaria con le torte fatte in casa, apprezzate e condivise da tutti. Il vino ha fatto la sua parte e l’amicizia si è rinsaldata. Il sindaco, Maria Paola Boscaini, ci ha onorato della sua presenza con il marito dott. Alberto Pennacchioni, direttore della rivista “Il Soccorso Perpetuo di Maria”. Pagina 8 [184]_____________________________________________________________________CRONACA Molti benefattori non sono potuti intervenire per impegni o causa di salute, ma il legame che ci unisce resta consolidato dal ricordo, dall’affetto e dalla preghiera reciproca. Per tutti, per ciascuno, unico nel proprio ruolo, possa la Madonna concedere grazie particolari, ascoltare i bisogni e provvedere alle necessità personali. Lo sguardo e la benedizione di Maria siano in ogni famiglia sigillo e garanzia di tesori spirituali. Da parte della Comunità, il Superiore p. Sergio Santi, ringrazia il Coro Alfonsiano, il Direttore e l’Organista per la dedizione al Santuario e alla Madonna. Ringrazia quanti operano all’interno nei vari servizi, il Gruppo S. Gerardo e chi ha offerto il vino. Noi tutti, a nostra volta, ci sentiamo in dovere di ringraziare i Padri per averci offerto una così bella occasione! Come laici ci sentiamo onorati di far parte della Famiglia Redentorista con la quale cerchiamo di crescere ed arricchirci spiritualmente. Possa lo spirito di sant’Alfonso, grande innamorato del Tabernacolo, e di san Gerardo, riempire i nostri cuori, aiutarci a sentire e volere il bene comune. E proprio per questo chiediamo la preghiera anche dei membri della Congregazione. CRONACA______________________________________________________________________pagina 9 [185] GIORNATA DI RITIRO “Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato”. (Misericordiae Vultus, n.2) Francavilla al Mare, giovedì 10 dicembre 2015. La nostra comunità ha vissuto, in una mezza giornata, il suo ritiro comunitario in preparazione al santo Natale. A predicarlo è stato padre Cesare Campagnoli della Compagnia di Gesù. Padre Cesare, medico, gesuita e sacerdote da tre anni, appartiene alla provincia degli Stati Uniti d’America, dove ha svolto il suo servizio di docente di Bioetica fino allo scorso anno. Ora è stato chiamato in Italia a svolgere il suo ministero sacerdotale come parroco della parrocchia Cristo Re di Pescara Colli. Il ritiro ha avuto inizio con la preghiera dell’Ora Terza nella cappella della comunità. Successivamente è proseguito con la relazione tenuta da padre Cesare, avente come titolo: “Il volto umano di Cristo: rivelazione della misericordia di Dio”. Proprio sul tema della misericordia il predicatore ha posto l’accento nella prima parte della relazione, sottolineando quanto noi cristiani, molto spesso, confondiamo questo attributo delle Tre Persone della Trinità come un semplice sentimento o atteggiamento. Bisogna infatti andare oltre la semplice “pratica” della misericordia e lasciare che questa diventi parte essenziale del nostro essere, la chiave di accesso che ci permette di partecipare alla comunione intratrinitaria. Nella seconda parte, p. Cesare si è soffermato sull’Incarnazione, tema strettamente collegato alla misericordia. Infatti, guardando a Gesù Redentore, via verità e vita, la misericordia divenuta essenza del nostro essere figli di Dio, non potrà mai scollegarsi dalla verità. Quest’ultima è condizione imprescindibile dell’autentico agire misericordioso. Padre Cesare infine, concludendo la sua meditazione, ha consigliato per la riflessione personale una meditazione sull’Incarnazione, seguendo il metodo proposto dagli esercizi spirituali di sant’Ignazio. Dopo il momento di riflessione personale è seguito il momento di condivisione delle riflessioni e meditazioni che lo Spirito Santo ha suscitato in ognuno di noi. Successivamente, ci si è ritrovati in cappella per un’ora di adorazione al Ss. Sacramento, seguita dalla condivisione del pranzo. Con questo ritiro, grazie alla presenza e alle parole di p. Cesare, la misericordia e il conseguente vivere misericordioso, assumono per noi connotati più familiari, che in questo tempo di Avvento, ci spingono a guardare al sorprendente progetto del Padre: l’Incarnazione, come via di misericordia che ci unisce per sempre a Lui, come porta santa nella quale ci attende. Daniele Carta, studente Pagina 10 [186]________________________________________________________________NOTIZIARIO KONGREGATA E SHPELBUESIT TË SHENJTË Misionarët Redemptoristë në Kamëz Kisha Katolike, Kamëz - Tirana – Shqipëri / Albania [email protected] Kamëz (Shqipëria), 10.12.2015 Caro Padre Provinciale, Saluti dalla Missione Redentorista in Albania. Vogliamo condividere alcune delle nostre esperienze durante il primo anno della nostra missione in Albania. La Comunità Interprovinciale dell'Albania è stato inaugurato il lunedì 22 Settembre 2014, nella città di Kamëz, alla periferia di Tirana. Nel contratto iniziale con l'Arcivescovo di Tirana-Durazzo abbiamo affidato la cura pastorale della popolazione cattolica della parrocchia più grande del paese, San Giovanni Maria Vianney di Kamëz (provincia di Tirana), con la filiale Kasallë, e un’altra parrocchia rurale Santa Maria Assunta, a Luz (provincia di Krujë), potenzialmente circa 20.000 cattolici. Un mese dopo, l'Arcivescovo ci ha dato la parrocchia più giovane del paese, Giovanni Paolo II, nella città di Kamëz, e altra chiesa rurale in Arrameras (provincia di Krujë). La missione è stata divisa in tre settori: Dominic P. O'Toole come parroco di San Giovanni Maria Vianney di Kamëz, P. Andrzej Michon come parroco di San Giovanni Paolo II Bathore, e P. Laureano Del Otero Sevillano, rettore comunità, come amministratore della comunità di Luce e Arrameras. La Missione ha tre chiese. Due di loro sono grandi (Kamez e Bathore), mentre le celebrazioni in altri tre centri (Light Arrameras e Kasallë) sono nelle chiesette piccole o a case senza elettricità e acqua. La comunità serve anche un centro sociale a Bathore, dove c'è una comunità delle suore domenicane italiane, che lavorano nella “promozione della donna”, e alla fine seguiamo anche i diversi cimiteri cattolici (visto che qui i funerali si svolgono solamente nella casa e poi al cimitero). Nel mese di luglio, Padre Domenico ha subito una grave malattia e ha dovuto tornare in Gran Bretagna per essere messo sotto le cure ospedalieri specializzate. Nel mese di novembre 2015 tornato alla provincia di Londra. Apprezziamo il Suo duro lavoro e dedizione, e auguriamo a lui la guarigione veloce. Da luglio a novembre, i due confratelli della comunità hanno continuato a lavorare. Attualmente P. Andrzej è il parroco di Bathore ed amministratore Kasallë invece P. Laureano Kamëz fa cura pastorale della Luz, insieme con la chiesa di Arrameras. La vita missionaria è piena di lavoro pastorale e riparazioni tecniche nelle nostre chiese e centri pastorali. Entrambi sono necessari, perché alcune delle attività non potevano essere iniziate NOTIZIARIO________________________________________________________________pagina 11 [187] senza adeguate ristrutturazioni. Diverse associazioni ci aiutano a sostenere questi lavori ed anche le attività pastorali, e alcuni volontari provenienti da Irlanda e Spagna hanno dedicato una parte del loro vacanze estive per essere con noi e aiutarci. Naturalmente, l'attività principale della nostra missione è la celebrazione dell'Eucaristia, i sacramenti, la preghiera (Adorazione, Nona), la catechesi, visite alle famiglie e benedizione delle case, la pastorale giovanile e di alcuni servizi per comunità religiose (suore). Con noi nelle parrocchie lavorano anche le Suore Domenicane della Beata Imelda, le Missionarie della Carità di Madre Teresa e una sorella del Buon Pastore. Altre attività nelle nostre chiese e centri pastorali sono: - KAMEZ: corso di lingua italiana, gruppo di animatori “CIRO” con l’attività culturali e l’attività per i bambini con campi scuola -KASALLE: incontri con i giovani e bambini e il corso di lingua italiana -ARRAMERAS: corso di formazione degli animatori e corsi di lingua inglese -BATHORE: corsi di promozione delle donne: sartoria, cucina, inglese ed italiano, chitarra e pianoforte. Inoltre, ogni giorno è attivo l’ORATORIO per i bambini e i giovani con l’attività calcistica e pallavolo, ci sono campi scuola estivi per i bambini e per i ragazzi. Si svolge anche un servizio per i più bisognosi: raccolta e distribuzione dei vestiari, aiuto per acquistare del materiale scolastico per bambini specialmente libi e quaderni Sentiamo molto il sostegno di tutta la Congregazione, soprattutto con le visite del Padre Generale e del suo consultore, P. Alberto Eseverri , e Coordinatore d'Europa P. Jacek Zdrzalek con il suo consiglio, oltre alla presenza di uno studente della Provincia di Varsavia durante l’estate. Ci auguriamo che la collaborazione continuerà. E di nuovo siamo in tre nella comunità, grazie alla generosità della Provincia di Roma, che ha inviato un nuovo membro, fr. Leszek Pys, per un anno pastorale nella nostra missione. La ringrazio molto per il vostro sostegno e specialmente per le preghiere dei confratelli della sua Provincia. Promettiamo anche noi di pregare per le vostre intenzioni e vi auguriamo un Buon Natale. In Cristo Redentore, Laureano Del Otero CSsR, A. MIchon CSsR Leszek Pys CSsR. Pagina 12 [188]_____________________________GIUBILEO MADONNA P. SOCCORSO INIZIO DELL’ANNO GIUBILARE A SAN GIOACCHINO D omenica, 13 dicembre 2015, durante la Messa delle 10.30, il parroco, p. Pietro Sulkowski, ha dato il solenne inizio all’Anno Giubilare della Madre del Perpetuo Soccorso. Oltre la cartellonistica situata all’esterno della chiesa, la quale vuole richiamare l’evento giubilare, sotto l’Icona della Madonna del Perpetuo Soccorso si potranno osservare alcune esposizioni brevi dell’Icona (simbologia, cenni storici, preghiera e rescritto del Papa Francesco per lucrare anche nella nostra chiesa l’indulgenza plenaria). Sotto l’Icona, poi, è stata posta, dando così l’inizio ufficiale all’anno giubilare, una lampada che rimarrà accesa per tutto l’anno giubilare come segno di affidamento di questa Comunità parrocchiale alle cure materne di Maria soccorritrice. Al centro dell’altare è stata posta un’altra Icona che verso la fine di gennaio, inizierà il suo pellegrinaggio presso le case delle famiglie che lo richiederanno, rimanendo presso di loro per qualche giorno. La Madonna pellegrina sarà così il segno della benedizione di Dio che ci dona la sua Mamma per aprire il nostro cuore all’accoglienza, alla conversione e all’amore. Altre iniziative sono al vaglio della Commissione e verranno comunicate al momento opportuno. GIUBILEO MADONNA P. SOCCORSO______________________________pagina 13 [189] ‘A BEDDAMATRI Dal volume TITOLI E SCRITTI MARIANI di mons. Domenico De Gregorio, di Cammarata A lla volta della Scalidda, a Cammarata (Agrigento), proprio sulla punta bassa dello sperone roccioso che si protendeva nell’incavo della curva stradale, sino a pochi anni fa, sorgeva una edicola della Madonna, una cappellina coronata dall’arco a tutto sesto, in pietra di taglio, sormontata da una grande croce di legno. Sulla pietra si leggeva la data di erezione: 1908, quando, al termine di una missione predicata dai Liguorini, e ricordata ancor oggi, in onore della Madonna del Perpetuo Soccorso fu edificata l’edicola. L’immagine era protetta da un vetro e da una rete metallica dalle maglie larghe nelle quali, passando si infiggevano dei fiori; anche noi, bambini, sollevati dai genitori o dagli zii, vi infilavamo le bianche primule raccolte ai margini erbosi dei sentieri di campagna e lo sguardo penetrante, e addolorato, della Vergine si incontrava con il nostro, scrutandoci nell’intimo e, a volte, diventava così vivo e così rabbrividente, da far distrarre il nostro sul sandalino del Figlio, slacciato, che stava per cadere. La Madonna del Soccorso è tutta in quello sguardo; materno per l’apprensione del Bambino che a lei si rifugia e si aggrappa alla sua mano con le sue manine, pur non torcendo gli occhi dalla croce che l’Arcangelo gli presenta; materno anche per noi, perché a noi rivolto, non come rimprovero ma come richiamo al prezzo del nostro riscatto: la croce del Figlio e la spada della Madre; e diviene perciò chiamata e attesa di una resipiscenza, di un ascolto, di una generosa totale, decisiva risposta. Dal significato della parola «soccorso», questo singolare titolo della Madonna riceve una pienezza, nella complementarietà dei suoi aspetti, che si deve sempre tener presente per attingere alla sua ricca pregnanza. «Soccorrere», infatti, in latino, significa: portarsi o porsi, o anche trovarsi, fisicamente, sotto un monte, una mole, un albero; oppure, moralmente, sotto la tutela, la protezione, la custodia di qualcuno: potente, sicuro, appagante; ma indica anche l’aspetto positivo e attivo di chi protegge, corre in aiuto, porge una mano, offre un rimedio. La Madonna, così, è «del soccorso» in quanto assicura la protezione ai devoti che la onorano; ed anche perché a Lei ricorriamo per ottenerne l’aiuto; ci rifugiamo sotto il suo manto e il suo presidio. Quell’aggettivo, poi, «perpetuo», non indica solo la durata ma anche la continuità ininterrotta dell’aiuto materno di Maria e del ricorso nostro a Lei; una protezione universale e sempre valida, una accoglienza senza discriminazioni, una implorazione non rigettabile, una corsa anelante verso le braccia sempre aperte della Madre […]. ____________________ Nella foto monsignor De Gregorio (1923-2006) Pagina 14 [190]_____________________________________________________LE NOSTRE LETTURE EZIO MARCELLI, Sant’Alfonso Maria de Liguori. L’avvocato che annuncia la Misericordia. Editrice Velar, Gorle (BG), 2015, pp. 48, € 3.50. P. Vincenzo La Mendola – Alle numerose biografie di sant’Alfonso, scritte nell’arco di due secoli e mezzo dentro e fuori la Congregazione del Ss. Redentore, se ne aggiunge una nuova. Inserita nella enciclopedica Collana Blu dell’Editrice Velar che vanta circa ottocento titoli e una diffusione capillare in tutto il territorio nazionale e fuori di esso. La recente biografia immette il fondatore dei Redentoristi nel circuito della contemporanea letteratura agiografica di carattere popolare. Un lavoro di p. Ezio Marcelli, già coautore di un importante saggio sullo stesso santo (Un Umanista del 700 italiano) e curatore di diverse edizioni di opere alfonsiane. L’autore da tempo aveva pensato alla sua realizzazione ma varie circostanze ne hanno ritardato la stesura. È riuscito a pubblicarla sul finire di questo anno, con una coincidenza che non può essere attribuita al caso: il Giubileo della Misericordia. Perché un’altra biografia di sant’Alfonso? A lui, in effetti, sono state dedicate migliaia di pagine, distribuite in studi scientifici, storici, agiografici e di spiritualità; ampie biografie come piccoli profili di facile divulgazione, ormai difficili da proporre al pubblico odierno perché, pur conservando la loro validità, risentono dello stile dell’epoca in cui sono state composte. Era necessaria, dunque, una biografia, breve, agile, elegante, accattivante, che presentasse in forma sintetica la vita e l’opera di questo grande dottore della Chiesa: è il motivo che ha spinto p. Marcelli a decidere una biografia che rispondesse a tali esigenze. Nella presentazione, il superiore generale, p. Brehl, avverte questa lacuna: Mancava una biografia accessibile al grande pubblico. Padre Marcelli ha colmato questo vuoto preparando un volumetto divulgativo e di piacevole lettura. Un librettino breve ma ideale per avere una conoscenza soddisfacente della vita e dell’opera di questo santo straordinario (p. 3). Il rischio che possono correre tali biografie divulgative, scritte per la gente comune, potrebbe essere quello di esemplificare a tal punto la vita di un personaggio da svuotarla della sua realtà oggettiva e di renderla banale: eventualità evitata in questo lavoro, nel quale il taglio narrativo, volutamente dato alla scrittura, cammina di pari passo con una puntuale documentazione storico biografica. Scorrendo le pagine del libretto, “che si legge tutto d’un fiato”, emerge l’arte di saper raccontare, con stile fluido e in poche ma efficaci battute, una storia intricata e densa di eventi. All’autore si possono ascrivere indiscussi meriti: aver pesato, per non dire centellinato, le parole; essersi messo dalla parte del lettore di oggi, interessato alla brevità, attratto dai titoli ad effetto, conquistato dalle immagini e desideroso di scritti che sappiano parlare, oltre che all’intelligenza, anche all’emotività, creando stupore e suscitando interrogativi. L’opera presenta alcune novità che vorremmo mettere in luce: prima fra tutte la straordinaria capacità di sintesi. Spigolare con attenzione nella vita del santo e scegliere quegli aspetti che insieme offrono un profilo completo, non è facile, quando si ha di fronte una personalità complessa come quella di sant’Alfonso, popolata di nomi, volti, luoghi ed avvenimenti importanti che meritano di essere riportati per la comprensione di eventi successivi. L’esistenza di Alfonso è ricca di opere, e non solo scritte, frutto del suo talento geniale; ed è affascinante per le tante sfaccettature che rivelano l’aderenza al suo tempo e, per alcuni aspetti, lo rendono un intelligente precursore della modernità. Marcelli è stato attento a mantenere un equilibrio non facile: rispettare la storicità del Santo, lasciandolo nel proprio contesto, e trovare quegli aspetti che lo rendono vicino alla nostra sensibilità. A questo proposito è facile individuare nel testo i tratti umani di sant’Alfonso, ripulito da pesanti sovrapposizioni da panegirico e restituito al lettore nella sua freschezza. Nel paragrafo Vescovo senza volerlo (pp.38-40), l’autore lascia emergere l’umanità disarmante del santo di fronte alla nomina episcopale, digerita a forza e non senza un pizzico di ironia. Altra piacevole novità può essere ancora rintracciata nel sottotitolo: “L’Avvocato che annuncia la Misericordia”: esso, colmando una lacuna stridente in qualche recente “santorale dei misericordiosi” redatto per il giubileo, ricolloca Alfonso tra “i santi della Misericordia”, attributo che gli è proprio per diversi motivi. Con questa riuscita combinazione, Marcelli coniuga due aspetti emblematici della personalità di Alfonso: la formazione giuridica e la breve attività forense che lo caratterizzeranno per tutta la vita (Egli rimarrà sempre avvocato) e l’aspetto più evangelico della sua spiritualità: l’annuncio LE NOSTRE LETTURE______________________________________________________pagina 15 [191] della misericordia. La biografia dedica alcune pagine a questi due temi, presentandoli in modo da coglierne l’attualità e l’originalità. Merita particolare menzione l’inserimento dei propositi del giovane avvocato, titolato “L’Etica professionale di Alfonso Maria de Liguori” (p. 9), che può essere considerato una finestra sulla sua interiorità, e può, a ragione, condurre il lettore a pensare che la professione di avvocato possa, anche oggi, essere svolta col Vangelo in mano. Per quanto riguarda il tema della Misericordia nella vita e nella riflessione teologica di sant’Alfonso, a volte presentato in modo semplicistico, l’autore espone quest’aspetto centrale della spiritualità alfonsiana con equilibrio, collocando la sua opera di predicazione e di editoria, nel vasto panorama del Secolo dei Lumi: L’aspetto più felice lasciato da sant’Alfonso alla Chiesa e al mondo riguarda la certezza della Misericordia di Dio e del suo amore senza limiti verso tutti (p. 36). Altra caratteristica che il lettore può riscontrare, è la scelta dei brani antologici delle opere alfonsiane impresa non semplice quando si pensa alle 111 opere del santo e alla pazienza di leggerle e di coglierne gli aspetti più innovativi e adatti a gettare luce sul suo cammino. Le citazioni disseminate nei vari para-grafi sono numerose, brevi e appropriate. L’autore ne sceglie alcune tra le più famose (come: Chi prega certamente si salva e chi non prega certamente si danna, p. 37) e ne inserisce altre meno conosciute (come: Mio, Dio essendo certa la morte e non sapendo quanto sarà intendo fin da ora prepararmi ad essa. Protesto che ti amo sopra tutte le cose, p. 42), che contribuiscono a mettere in luce aspetti più trascurati della sua spiritualità. Alcune citazioni sono tratte, non solo dalle opere ascetiche più note e pubblicate fino ai nostri giorni, ma anche da opere poco note, e da tempo non riedite (una per tutte: C’è da temere che questi sacerdoti con le loro messe precipitate non siano precipitati all’inferno, p. 11), desunta da Selva di materie predicabili (I). Mi piace pure far notare che l’autore ha dedicato parte del suo lavoro a due aspetti chiave dell’esperienza sacerdotale e missionaria del Santo: la predicazione e la confessione. Due paragrafi, in particolare, affrontano questi aspetti: “Missionare”: un nuovo modo di evangelizzare (pp. 23-26) e Missionando con la penna e col pennello (pp. 33-35). A parte la scelta indovinata dei titoli, nei quali si mette volutamente in evidenza la vocazione e lo stile missionario del Santo, in questi articoli, l’autore si sofferma sull’attività pastorale di Alfonso, puntando l’attenzione su alcuni particolari: la scelta delle periferie e dei borghi rurali come luogo privilegiato dell’annuncio dell’abbondante redenzione; e il modo di fare missioni popolari e l’eco che queste ebbero tra i contemporanei. Marcelli afferma: Egli fu un geniale innovatore e un grande maestro di evangelizzazione missionaria, insieme agli altri due grandi predicatori del Settecento: san Leonardo da Porto Maurizio e san Paolo della Croce (pp. 2324). A questo proposito sono da attenzionare i due attributi coniati dall’autore “geniale innovatore” e “grande maestro di evangelizzazione”, che lungi dall’attribuire ad Alfonso primati arbitrari lo collocano in continuità con una tradizione a lui precedente (innovatore) e gli conferiscono ciò che gli è proprio: aver saputo ricavare dalle esperienze missionarie del passato quegli aspetti ancora validi, potenziandoli con altri più moderni e trasmettendo ai suoi Redentoristi la passione e il metodo per la predicazione missionaria (maestro di evangelizzazione). Accostando l’opera di Alfonso a quella di altri due grandi evangelizzatori del suo tempo, l’autore evidenzia come il Santo sia stato capace di porsi in ascolto dei veri bisogni della Chiesa e della società del Settecento, ponendosi nel solco della tradizione e adattando il metodo di predicazione alla mentalità della popolazione del Regno di Napoli. Pagina 16 [192]_____________________________________________________LE NOSTRE LETTURE Al di là di queste osservazioni di carattere tematico, il libretto di Ezio Marcelli, se analizzato in toto, risponde pienamente a un’esigenza che tutti i Redentoristi avvertono da tempo: presentare alla gente di oggi sant’Alfonso in modo piacevole, sintetico e interessante, senza ridurne la grandezza né alterarla. In quest’ottica si colloca la scelta delle foto e delle immagini che arricchiscono il volume, aiutando il lettore ad entrare “visivamente” nei luoghi alfonsiani. Tra le immagini di sant’Alfonso, p. Marcelli ha preferito inserire le più diffuse e note al grande pubblico e lanciarne alcune nuove, meno note ma altrettanto belle. Questa variegata ritrattistica svela ancora meglio quanto il Santo sia stato oggetto di ispirazione e committenza e come i vari autori nelle loro epoche hanno preferito presentare la sua figura attraverso il ritratto, veicolo di storia e devozione, oltre che carta di presentazione. Su questa scia si pone ancora l’autore con l’elaborazione dei titoli per i paragrafi: densi e icastici, invogliano alla lettura e danno ulteriore tono narrativo alla “vita raccontata” del Santo, come ad esempio: Successi e problemi, Nuovi orizzonti, Vescovo senza volerlo e senza carrozza, Dal Vaticano finalmente un sì. Pur rispettando le esigenza della brevità e rientrando egregiamente nei canoni della sintesi, Marcelli, introduce in punta di piedi “un modo diverso” di affrontare alcuni temi nodali della biografia alfonsiana. Primo fra tutti “Una donna sulla sua strada” (pp. 15-17), che racconta l’incontro tra Alfonso e Maria Celeste Crostarosa, una della grandi mistiche del Settecento e prossima beata. In questo paragrafo egli inquadra il rapporto tra i due personaggi, cogliendolo nella sua realtà oggettiva, e lasciando emergere la provata dialettica del confronto, su un terreno accidentato che oscilla tra visioni, sogni, rivelazioni, perplessità, ascolto e un non facile discernimento, dopo il quale ad Alfonso era richiesto un giudizio spassionato. Alcune battute descrivono la complessità di questi incontri: gli occhi folgoranti di suor Maria Celeste Crostarosa si fissarono sul volto smagrito del giovane prete, (p. 15) il quale dopo aver ascoltato la veggente e sentito l’umore delle altre suore ritenne degna di attenzione l’idea della monaca (p. 16); e ancora: questa volta suor Celeste turbò profondamente il predicatore, raccontandogli storie di sogni che lei riteneva rivelazioni divine (p. 17). Assoluta novità in una biografia di sant’Alfonso, è la menzione di Francesco Antonio de Paola, finalmente presentato, seppure brevemente, in modo sereno e oggettivo. Marcelli dedica al secondo superiore generale della Congregazione, alcune battute e una esauriente didascalia, posta sotto il suo ritratto, focalizzando l’attenzione del lettore sulla sua opera: far uscire il giovane istituto alfonsiano dai confini del Regno di Napoli per mezzo di una strategica fondazione di case, e aver accolto nella Congregazione Clemente M, Hofbauer e Taddeo Hubble che inviò in Austria per diffondere l’istituto oltre le Alpi (p. 42). Con questa inserzione, ricostruisce un anello mancante, fondamentale nella vita del santo e nella storia (ad extra) della sua Congregazione. Due foto della casa di Scifelli completano questa parte della breve biografia contribuendo alla conoscenza ad ampio raggio di “un’altra casa storica” della Congregazione. Appropriato e perfettamente in tema con la sensibilità contemporanea, e col recente dibattito sul valore del Natale, mi sembra l’inserimento di un paragrafo dedicato al “canto popolare più antico ancora in uso” (A. De Spirito). Oltre che presentare le origini di Tu Scendi dalle stelle, l’autore ne riporta le sette strofe sottolineando che in ben sei di esse viene ripetuta la parola “amore”. ________________________________________________________________________________________ Direttore p. Ezio Marcelli Via Monterone 75 00186 Roma [email protected] http://portale.cssr.it/Bollettino