B. P. R.
Bollettino della Provincia Romana C. Ss. R..
Anno 60. Nuova serie, n. 11/12 – 22 dicembre 2015
IL SUPERIORE GENERALE
PER LA SOLENNITÀ DELL’IMMACOLATA
Cari confratelli, suore, laici associate e amici,
“Presso il Signore è la misericordia e abbondante presso di lui la redenzione” – il motto della
nostra Congregazione è contenuto di questa linea del Salmo 129. Visto che celebriamo la festa della
nostra Patrona, e che il Papa Francesco apre la Porta Santa per inaugurare l’Anno del Giubileo
Straordinario della Misericordia, è cosa buona ricordare che questo salmo e il nostro motto ci
presentono la misericordia e la redenzione come un mistero nel cuore della nostra vocazione
missionaria.
Oggi anche segna il 50° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II. Ricordiamo le parole
di Papa San Giovanni XXIII: “Quanto al tempo presente, la Sposa di Cristo preferisce usare la
medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore”. Avvertendo a ricordare
l’insegnamento di Papa San Giovanni Paolo II, Papa Francesco ci ricorda che la misericordia è il vero
fondamento della vita della Chiesa. Nulla della sua predicazione e della sua testimonianza può essere
privo di misericordia (MV 10). Vi incoraggio a leggere e studiare ancora una volta la Bolla di
Indizione di questo Giubileo, Misericordiae Vultus.
Come missionari Redentoristi, questo Giubileo Straordinario della Misericordia tocca il cuore del
nostro carisma di proclamare il messaggio della redenzione ai più abbandonati, specialmente ai poveri.
Siamo i missionari della misericordia; la misericordia che tocca e trasforma tutta la persona umana. In
comunione con il Papa Francesco, siamo chiamati ad andare a ogni persona umana, senza eccezione.
Oggi celebriamo l’Immacolata Concezione – questo grande mistero ci dimostra che la
misericordia di Dio non conosce limiti, ma cerca sempre modi creativi per guarire la natura umana e
ricreare gli uomini e le donne a immagine e somiglianza di Dio. Questa visione liberatrice e sanatrice
della misericordia è una fonte di vita e di tenerezza, che Maria ha sperimentato fin dal primo istante
della sua concezione. Così come i nostri pensieri si rivolgono a Maria, Madre di Misericordia,
possiamo noi tutti riscoprire la gioia della tenerezza di Dio, e la misericordia senza limiti del
Redentore che ci abbraccia a tutti, senza eccezione.
Impegniamoci in questo Giubileo Straordinario a rinnovare la nostra vocazione come missionari
della misericordia incaricati di portare la Buona Novella dell’Abbondante Redenzione. Possa
l’apertura della Porta Santa della Misericordia accogliere a tutti. E che Maria accompagni a noi e tutta
la Chiesa.
Roma, 8 dicembre 2015
Vostro fratello nel Redentore,
Michael Brehl, C.Ss.R.
Superiore Generale
Pagina 2 [178]______________________________________________________GOVERNO GENERALE
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
E INVITO DEL NOSTRO P. GENERALE
Cari confratelli, suore, laici associate e amici,
l’11 dicembre 1865, il Beato Papa Pio IX ha accolto la richiesta di P. Nicholas Mauron, C.Ss.R.,
Superiore Generale, e affidò l’Icona della Madonna del Perpetuo Soccorso alla sua cura, con l’istruzione di “farla conoscere a tutto il mondo!” Nel mese di gennaio, i Redentoristi hanno ricevuto l’icona
dagli Agostiniani, e il 26 aprile 1866, Nostra Madre del Perpetuo Soccorso è stata restituita alla
pubblica venerazione nella chiesa di Sant’Alfonso, Roma.
In quest’occasione, abbiamo ricevuto questo messaggio del Santo Padre, Papa Francesco:
“Reverendo Padre Michael Brehl, Superiore Generale della Congregazione del Ss. Redentore. In
occasione del 150º anniversario della consegna a codesto istituto, da parte del Beato Pio Nono,
dell’Icona di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, il Santo Padre auspica che la significativa
ricorrenza susciti una rinnovata ed autentica devozione alla Vergine Santa, spronando l’intera
famiglia religiosa e quanti ne condividono il carisma a rendere una sempre più incisiva
testimonianza evangelica. Con tali voti Sua Santità invoca, per intercessione della Madre del
Redentore, abbondanti grazie celesti ed invia la Benedizione Apostolica.
Dal Vaticano, 11 dicembre 2015. Cardinale Pietro Parolin Segretario di Stato di Sua Santità
V’invito a condividere questi saluti del Santo Padre con la vostra comunità e con le persone che si
riuniscono per onorare alla nostra Madre del Perpetuo Soccorso nelle nostre chiese, parrocchie e
santuari.
Con gratitudine, preghiamo per le benedizioni di Dio sul Santo Padre e il suo ministero petrino.
Possa Nostra Madre del Perpetuo Soccorso continuare ad accompagnare tutti noi con il suo tenero
amore e cura.
Roma, 11 dicembre 2015
Vostro fratello nel Redentore, Michael Brehl, C.Ss.R.
Superiore Generale
Pagina 4 [180]_____________________________________________CONFERENZA DI EUROPA
GOVERNO PROVINCILAE________________________________________________pagina 5 [181]
Prot. 56.15
Oggetto: Risultati del ballottaggio per l’elezione di n. 1 vocale alla prima e terza
fase del XXV
Capitolo Generale
Oggi, 16 dicembre 2015 alle ore 10.00, la Commissione scrutatoria, composta dal
p. Giovanni Congiu, Superiore Provinciale, p. Vincenzo Ricci, notaio, p. Raffaele
Bellonia, P. Antonio Caboni, e p. Ezio Marcelli in sostituzione di p. Luciano
Maloszek, assente per impedimento legato al suo ufficio, si è riunita nella nostra
casa di santa Maria in Monterone in Roma, per le operazioni di spoglio,
conteggio e scrutinio delle schede per l’elezione di un vocale e di un supplente
per la prima e terza fase del XXV Capitolo Generale.
Questi i risultati:
Elettori: 39
schede inviate: 39
schede pervenute: 39
schede scrutinate: 39
Schede bianche: 2
Schede nulle: 1
Maggioranza: relativa
Questa la divisione dei voti
:SANTI SERGIO 18
SULKOWSKI
PIETRO 18
Il p. Sergio Santi risulta pertanto eletto come vocale, in quanto, pur avendo
riportato lo stesso numero di voti di P. Pietro Sulkowski, è più anziano di
professione (cfr St.0210). Il p. Pietro Sulkowski viene eletto supplente.
Roma, 16 dicembre 2015
p. GIOVANNI CONGIU
Superiore Provinciale
P. VINCENZO RICCI
Segretario
P. ANGELO RAFFAELE BELLONIA
P. EZIO MARCELLI
P. ANTONIO CABONI
Pagina 6 [182]_______________________________________________GOVERNO PROVINCIALE
Congregazione Ss. Redentore
Prot. 57.15
Provincia Romana e Napoletana
____________________
I Superiori Provinciali
19 dicembre 2015
Al Rev.mo P. Generale P. Michael Brehl, Al Coordinatore CRE Jacek Zdrzałek,
Ai confratelli della Provincia Romana e Napoletana e della Regione Madagascar,
Alle Consorelle OSSR
Carissimi, un mese esatto prima di Natale – era il 25 novembre u.s. – ci siamo riuniti come
Consigli Provinciali di Roma e Napoli a Ciorani, per un momento di condivisione e di gioia
fraterna. Questa lettera, espressione dei nostri auguri personali come Superiori delle due
Provincie, vuole raggiungere ciascuno di voi e delle comunità, quasi a riecheggiare la comunione
sperimentata durante il nostro incontro.
Alcuni passi per un cammino comune sono stati concertati in quell’occasione, e riguardano
in primo luogo i nostri organismi Provinciali. Li comunicheremo appena saranno ulteriormente
messi a fuoco per divenire operativi. Quel che ci preme
esprimervi in questo momento è l’augurio di un felice
Natale e di un gioioso anno nuovo.
Sono auguri illuminati dal mistero della divinumanità, che nel Bambino di Betlemme risplende in
tutta la tenerezza ma anche nella sua capacità di
interpellarci. Forse è azzardato pensarlo, ma è bello
immaginare come sin dalla nascita di Gesù Dio dovette
imparare “cosa vuol dire essere uomini”. Il nostro
fondatore sant'Alfonso ci fa entrare in questo mistero,
quando nella Novena di Natale e in Tu scendi dalle stelle, come in Quanno nascette Ninno,
evidenzia i disagi di quel parto e l’apparente anonimato di quella notte.
Anche per noi Natale vuol dire ritrovarci davanti a Dio nella nostra umanità, nel nostro
bisogno di amare e di essere amati, nel desiderio spesso frustrato di annunciare al meglio la
redenzione abbondante, nel verificare una certa sterilità vocazionale. Ma questo Natale del
Giubileo della Misericordia ci sospinge anche a rendere più sincera e costruttiva la nostra carità,
a familiarizzare col perdono, “strumento posto nelle nostre fragili mani per raggiungere la
serenità del cuore” (Misericordiae vultus, 9). Perciò Natale vuol dire invocare dal Signore un
supplemento di speranza, affinché non soccombiamo alle delusioni, al dolore, alla solitudine, al
passaggio a volte troppo esigente da un’età all’altra della vita.
Possa questa speranza, anche con l’aiuto materno della Madre del Perpetuo Soccorso, Icona
d’Amore, illuminare il nostro Natale e ogni singolo giorno del 2016.
Auguri di cuore e sinceri.
p. Giovanni Congiu
Sup. Prov.
p. Serafino Fiore cssr
Sup. Prov.
CRONACA______________________________________________________________________pagina 7 [183]
BUSSOLENGO
FESTA DI SANTA CECILIA
di Noemi Girelli – foto di Anna Cordioli
L’autunno mite ha ceduto il passo all’aria gelida di questi giorni di novembre, ma non
ha spento l’entusiasmo di quanti hanno goduto la gioia di stare insieme. Ed è successo
domenica 22 novembre, festa di santa Cecilia che la tradizione celebra come patrona
della musica.
Come consuetudine, la Comunità invita tutti i collaboratori e il Coro Alfonsiano per
un pranzo. E sono venuti più di un centinaio a condividere questo momento di fraternità
che ha visto il Gruppo San Gerardo, tutti volontari, impegnato nel servizio e gestione.
E’ stato davvero un bel momento per tutti: un vero successo per i cuochi (foto sopra,
insieme a p. Sergio) che hanno servito un risotto all’amarone veramente squisito; e un
momento gratificante per i validissimi camerieri che, con ritmo e vivacità, si sono
susseguiti ai tavoli.
Molte signore hanno dato saggio della loro abilità culinaria con le torte fatte in casa,
apprezzate e condivise da tutti. Il vino ha fatto la sua parte e l’amicizia si è rinsaldata.
Il sindaco, Maria Paola Boscaini, ci ha onorato della sua presenza con il marito dott.
Alberto Pennacchioni, direttore della rivista “Il Soccorso Perpetuo di Maria”.
Pagina 8 [184]_____________________________________________________________________CRONACA
Molti benefattori non sono potuti intervenire per impegni o causa di salute, ma il
legame che ci unisce resta consolidato dal ricordo, dall’affetto e dalla preghiera
reciproca.
Per tutti, per ciascuno, unico nel proprio ruolo, possa la Madonna concedere grazie
particolari, ascoltare i bisogni e provvedere alle necessità personali. Lo sguardo e la
benedizione di Maria siano in ogni famiglia sigillo e garanzia di tesori spirituali.
Da parte della Comunità, il Superiore p. Sergio Santi, ringrazia il Coro Alfonsiano,
il Direttore e l’Organista per la dedizione al Santuario e alla Madonna. Ringrazia quanti
operano all’interno nei vari servizi, il Gruppo S. Gerardo e chi ha offerto il vino.
Noi tutti, a nostra volta, ci sentiamo in dovere di ringraziare i Padri per averci
offerto una così bella occasione!
Come laici ci sentiamo onorati di far parte della Famiglia Redentorista con la quale
cerchiamo di crescere ed arricchirci spiritualmente.
Possa lo spirito di sant’Alfonso, grande innamorato del Tabernacolo, e di san
Gerardo, riempire i nostri cuori, aiutarci a sentire e volere il bene comune. E proprio per
questo chiediamo la preghiera anche dei membri della Congregazione.
CRONACA______________________________________________________________________pagina 9 [185]
GIORNATA DI RITIRO
“Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere
amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato”.
(Misericordiae Vultus, n.2)
Francavilla al Mare,
giovedì 10 dicembre 2015. La nostra comunità ha vissuto, in una mezza
giornata, il suo ritiro comunitario in preparazione al santo Natale. A predicarlo è stato padre Cesare
Campagnoli della Compagnia di Gesù.
Padre Cesare, medico, gesuita e sacerdote da tre anni, appartiene alla provincia degli Stati Uniti
d’America, dove ha svolto il suo servizio di docente di Bioetica fino allo scorso anno. Ora è stato
chiamato in Italia a svolgere il suo ministero sacerdotale come parroco della parrocchia Cristo Re di
Pescara Colli.
Il ritiro ha avuto inizio con la preghiera dell’Ora Terza nella cappella della comunità.
Successivamente è proseguito con la relazione tenuta da padre Cesare, avente come titolo: “Il volto
umano di Cristo: rivelazione della misericordia di Dio”.
Proprio sul tema della misericordia il predicatore ha posto l’accento nella prima parte della
relazione, sottolineando quanto noi cristiani, molto spesso, confondiamo questo attributo delle Tre
Persone della Trinità come un semplice sentimento o atteggiamento. Bisogna infatti andare oltre la
semplice “pratica” della misericordia e lasciare che questa diventi parte essenziale del nostro essere, la
chiave di accesso che ci permette di partecipare alla comunione intratrinitaria.
Nella seconda parte, p. Cesare si è soffermato sull’Incarnazione, tema strettamente collegato alla
misericordia. Infatti, guardando a Gesù Redentore, via verità e vita, la misericordia divenuta essenza
del nostro essere figli di Dio, non potrà mai scollegarsi dalla verità. Quest’ultima è condizione
imprescindibile dell’autentico agire misericordioso.
Padre Cesare infine, concludendo la sua meditazione, ha consigliato per la riflessione personale
una meditazione sull’Incarnazione, seguendo il metodo proposto dagli esercizi spirituali di
sant’Ignazio.
Dopo il momento di riflessione personale è seguito il momento di condivisione delle riflessioni e
meditazioni che lo Spirito Santo ha suscitato in ognuno di noi. Successivamente, ci si è ritrovati in
cappella per un’ora di adorazione al Ss. Sacramento, seguita dalla condivisione del pranzo.
Con questo ritiro,
grazie alla presenza e alle
parole di p. Cesare, la
misericordia e il conseguente vivere misericordioso, assumono per noi
connotati più familiari, che
in questo tempo di Avvento, ci spingono a guardare
al sorprendente progetto
del Padre: l’Incarnazione,
come via di misericordia
che ci unisce per sempre a
Lui, come porta santa nella
quale ci attende.
Daniele Carta, studente
Pagina 10 [186]________________________________________________________________NOTIZIARIO
KONGREGATA E SHPELBUESIT TË SHENJTË
Misionarët Redemptoristë në Kamëz
Kisha Katolike, Kamëz - Tirana – Shqipëri / Albania
[email protected]
Kamëz (Shqipëria), 10.12.2015
Caro Padre Provinciale,
Saluti dalla Missione Redentorista in Albania. Vogliamo condividere alcune delle nostre
esperienze durante il primo anno della nostra missione in Albania.
La Comunità Interprovinciale dell'Albania è stato inaugurato il lunedì 22 Settembre 2014, nella
città di Kamëz, alla periferia di Tirana. Nel contratto iniziale con l'Arcivescovo di Tirana-Durazzo
abbiamo affidato la cura pastorale della popolazione
cattolica della parrocchia più grande del paese, San
Giovanni Maria Vianney di Kamëz (provincia di Tirana),
con la filiale Kasallë, e un’altra parrocchia rurale Santa
Maria Assunta, a Luz (provincia di Krujë), potenzialmente circa 20.000 cattolici.
Un mese dopo, l'Arcivescovo ci ha dato la
parrocchia più giovane del paese, Giovanni Paolo II,
nella città di Kamëz, e altra chiesa rurale in Arrameras
(provincia di Krujë). La missione è stata divisa in tre
settori: Dominic P. O'Toole come parroco di San
Giovanni Maria Vianney di Kamëz, P. Andrzej Michon
come parroco di San Giovanni Paolo II Bathore, e P.
Laureano Del Otero Sevillano, rettore comunità, come
amministratore della comunità di Luce e Arrameras.
La Missione ha tre chiese. Due di loro sono
grandi (Kamez e Bathore), mentre le celebrazioni in
altri tre centri (Light Arrameras e Kasallë) sono nelle
chiesette piccole o a case senza elettricità e acqua. La
comunità serve anche un centro sociale a Bathore,
dove c'è una comunità delle suore domenicane
italiane, che lavorano nella “promozione della donna”,
e alla fine seguiamo anche i diversi cimiteri cattolici
(visto che qui i funerali si svolgono solamente nella casa e poi al cimitero).
Nel mese di luglio, Padre Domenico ha subito una grave malattia e ha dovuto tornare in Gran
Bretagna per essere messo sotto le cure ospedalieri specializzate. Nel mese di novembre 2015
tornato alla provincia di Londra. Apprezziamo il Suo duro lavoro e dedizione, e auguriamo a lui la
guarigione veloce. Da luglio a novembre, i due confratelli della comunità hanno continuato a
lavorare. Attualmente P. Andrzej è il parroco di Bathore ed amministratore Kasallë invece P. Laureano
Kamëz fa cura pastorale della Luz, insieme con la chiesa di Arrameras.
La vita missionaria è piena di lavoro pastorale e riparazioni tecniche nelle nostre chiese e
centri pastorali. Entrambi sono necessari, perché alcune delle attività non potevano essere iniziate
NOTIZIARIO________________________________________________________________pagina 11 [187]
senza adeguate ristrutturazioni. Diverse associazioni ci aiutano a sostenere questi lavori ed anche le
attività pastorali, e alcuni volontari provenienti da Irlanda e Spagna hanno dedicato una parte del loro
vacanze estive per essere con noi e aiutarci.
Naturalmente, l'attività principale della nostra missione è la celebrazione dell'Eucaristia, i
sacramenti, la preghiera (Adorazione, Nona), la catechesi, visite alle famiglie e benedizione delle case,
la pastorale giovanile e di alcuni servizi per comunità religiose (suore). Con noi nelle parrocchie
lavorano anche le Suore Domenicane della Beata Imelda, le Missionarie della Carità di Madre Teresa
e una sorella del Buon Pastore.
Altre attività nelle nostre chiese e centri pastorali sono:
- KAMEZ: corso di lingua italiana, gruppo di animatori “CIRO” con l’attività culturali e l’attività
per i bambini con campi scuola
-KASALLE: incontri con i giovani e bambini e il corso di lingua italiana
-ARRAMERAS: corso di formazione degli animatori e corsi di lingua inglese
-BATHORE: corsi di promozione delle donne: sartoria, cucina, inglese ed italiano, chitarra e
pianoforte. Inoltre, ogni giorno è attivo l’ORATORIO per i bambini e i giovani con l’attività calcistica e
pallavolo, ci sono campi scuola estivi per i bambini e per i ragazzi. Si svolge anche un servizio per i più
bisognosi: raccolta e distribuzione dei vestiari, aiuto per acquistare del materiale scolastico per
bambini specialmente libi e quaderni
Sentiamo molto il sostegno di tutta la Congregazione, soprattutto con le visite del Padre
Generale e del suo consultore, P. Alberto Eseverri , e Coordinatore d'Europa P. Jacek Zdrzalek con il
suo consiglio, oltre alla presenza di uno studente della Provincia di Varsavia durante l’estate. Ci
auguriamo che la collaborazione continuerà.
E di nuovo siamo in tre nella comunità, grazie alla generosità della Provincia di Roma, che ha
inviato un nuovo
membro, fr. Leszek
Pys, per un anno
pastorale nella nostra missione. La ringrazio molto per il
vostro sostegno e
specialmente per le
preghiere dei confratelli della sua
Provincia.
Promettiamo
anche noi di pregare
per le vostre intenzioni e vi auguriamo
un Buon Natale.
In Cristo Redentore,
Laureano Del Otero
CSsR,
A. MIchon CSsR
Leszek Pys CSsR.
Pagina 12 [188]_____________________________GIUBILEO MADONNA P. SOCCORSO
INIZIO DELL’ANNO GIUBILARE A SAN GIOACCHINO
D
omenica, 13 dicembre 2015, durante la Messa delle 10.30, il parroco,
p. Pietro Sulkowski, ha dato il solenne inizio all’Anno Giubilare della
Madre del Perpetuo Soccorso.
Oltre la cartellonistica situata all’esterno della chiesa, la quale vuole richiamare
l’evento giubilare, sotto l’Icona della Madonna del Perpetuo Soccorso si potranno
osservare alcune esposizioni brevi dell’Icona (simbologia, cenni storici, preghiera
e rescritto del Papa Francesco per lucrare anche nella nostra chiesa l’indulgenza
plenaria). Sotto l’Icona, poi, è stata posta, dando così l’inizio ufficiale all’anno
giubilare, una lampada che rimarrà accesa per tutto l’anno giubilare come segno
di affidamento di questa Comunità parrocchiale alle cure materne di Maria
soccorritrice.
Al centro dell’altare è stata posta un’altra Icona che verso la fine di gennaio,
inizierà il suo pellegrinaggio presso le case delle famiglie che lo richiederanno,
rimanendo presso di loro per qualche giorno. La Madonna pellegrina sarà così il
segno della benedizione di Dio che ci dona la sua Mamma per aprire il nostro
cuore all’accoglienza, alla conversione e all’amore. Altre iniziative sono al vaglio
della Commissione e verranno comunicate al momento opportuno.
GIUBILEO MADONNA P. SOCCORSO______________________________pagina 13 [189]
‘A BEDDAMATRI
Dal volume TITOLI E SCRITTI MARIANI
di mons. Domenico De Gregorio, di Cammarata
A
lla volta della Scalidda, a Cammarata (Agrigento), proprio sulla punta
bassa dello sperone roccioso che si protendeva nell’incavo della curva
stradale, sino a pochi anni fa, sorgeva una edicola della Madonna, una
cappellina coronata dall’arco a tutto sesto, in pietra di taglio, sormontata da una
grande croce di legno.
Sulla pietra si leggeva la data di erezione: 1908, quando, al termine di una
missione predicata dai Liguorini, e ricordata ancor oggi, in onore della Madonna
del Perpetuo Soccorso fu edificata l’edicola.
L’immagine era protetta da un vetro e da una rete
metallica dalle maglie larghe nelle quali, passando si
infiggevano dei fiori; anche noi, bambini, sollevati dai
genitori o dagli zii, vi infilavamo le bianche primule
raccolte ai margini erbosi dei sentieri di campagna e lo
sguardo penetrante, e addolorato, della Vergine si
incontrava con il nostro, scrutandoci nell’intimo e, a
volte, diventava così vivo e così rabbrividente, da far
distrarre il nostro sul sandalino del Figlio, slacciato, che
stava per cadere.
La Madonna del Soccorso è tutta in quello sguardo;
materno per l’apprensione del Bambino che a lei si
rifugia e si aggrappa alla sua mano con le sue manine,
pur non torcendo gli occhi dalla croce che l’Arcangelo gli
presenta; materno anche per noi, perché a noi rivolto, non come rimprovero ma
come richiamo al prezzo del nostro riscatto: la croce del Figlio e la spada della
Madre; e diviene perciò chiamata e attesa di una resipiscenza, di un ascolto, di
una generosa totale, decisiva risposta.
Dal significato della parola «soccorso», questo singolare titolo della Madonna
riceve una pienezza, nella complementarietà dei suoi aspetti, che si deve sempre
tener presente per attingere alla sua ricca pregnanza. «Soccorrere», infatti, in
latino, significa: portarsi o porsi, o anche trovarsi, fisicamente, sotto un monte,
una mole, un albero; oppure, moralmente, sotto la tutela, la protezione, la
custodia di qualcuno: potente, sicuro, appagante; ma indica anche l’aspetto
positivo e attivo di chi protegge, corre in aiuto, porge una mano, offre un
rimedio. La Madonna, così, è «del soccorso» in quanto assicura la protezione ai
devoti che la onorano; ed anche perché a Lei ricorriamo per ottenerne l’aiuto; ci
rifugiamo sotto il suo manto e il suo presidio. Quell’aggettivo, poi, «perpetuo»,
non indica solo la durata ma anche la continuità ininterrotta dell’aiuto materno di
Maria e del ricorso nostro a Lei; una protezione universale e sempre valida, una
accoglienza senza discriminazioni, una implorazione non rigettabile, una corsa
anelante verso le braccia sempre aperte della Madre […].
____________________
Nella foto monsignor De Gregorio (1923-2006)
Pagina 14 [190]_____________________________________________________LE NOSTRE LETTURE
EZIO MARCELLI, Sant’Alfonso Maria de Liguori. L’avvocato che annuncia la
Misericordia. Editrice Velar, Gorle (BG), 2015, pp. 48, € 3.50.
P. Vincenzo La Mendola – Alle numerose biografie di sant’Alfonso, scritte nell’arco di due
secoli e mezzo dentro e fuori la Congregazione del Ss. Redentore, se ne aggiunge una nuova. Inserita
nella enciclopedica Collana Blu dell’Editrice Velar che vanta circa ottocento titoli e una diffusione
capillare in tutto il territorio nazionale e fuori di esso. La recente biografia immette il fondatore dei
Redentoristi nel circuito della contemporanea letteratura agiografica di carattere popolare. Un lavoro
di p. Ezio Marcelli, già coautore di un importante saggio sullo stesso santo (Un Umanista del 700
italiano) e curatore di diverse edizioni di opere alfonsiane. L’autore da tempo aveva pensato alla sua
realizzazione ma varie circostanze ne hanno ritardato la stesura. È riuscito a pubblicarla sul finire di
questo anno, con una coincidenza che non può essere attribuita al caso: il Giubileo della Misericordia.
Perché un’altra biografia di sant’Alfonso? A lui, in effetti, sono state dedicate migliaia di pagine,
distribuite in studi scientifici, storici, agiografici e di spiritualità; ampie biografie come piccoli profili
di facile divulgazione, ormai difficili da proporre al pubblico odierno perché, pur conservando la loro
validità, risentono dello stile dell’epoca in cui sono state composte. Era necessaria, dunque, una
biografia, breve, agile, elegante, accattivante, che presentasse in forma sintetica la vita e l’opera di
questo grande dottore della Chiesa: è il motivo che ha spinto p. Marcelli a decidere una biografia che
rispondesse a tali esigenze. Nella presentazione, il superiore generale, p. Brehl, avverte questa lacuna:
Mancava una biografia accessibile al grande pubblico. Padre Marcelli ha colmato questo vuoto
preparando un volumetto divulgativo e di piacevole lettura. Un librettino breve ma ideale per avere
una conoscenza soddisfacente della vita e dell’opera di questo santo straordinario (p. 3).
Il rischio che possono correre tali biografie divulgative, scritte per la gente comune, potrebbe
essere quello di esemplificare a tal punto la vita di un personaggio da svuotarla della sua realtà
oggettiva e di renderla banale: eventualità evitata in questo lavoro, nel quale il taglio narrativo,
volutamente dato alla scrittura, cammina di pari passo con una puntuale documentazione storico
biografica. Scorrendo le pagine del libretto, “che si legge tutto d’un fiato”, emerge l’arte di saper
raccontare, con stile fluido e in poche ma efficaci battute, una storia intricata e densa di eventi.
All’autore si possono ascrivere indiscussi meriti: aver pesato, per non dire centellinato, le parole;
essersi messo dalla parte del lettore di oggi, interessato alla brevità, attratto dai titoli ad effetto,
conquistato dalle immagini e desideroso di scritti che sappiano parlare, oltre che all’intelligenza, anche
all’emotività, creando stupore e suscitando interrogativi.
L’opera presenta alcune novità che vorremmo mettere in luce: prima fra tutte la straordinaria
capacità di sintesi. Spigolare con attenzione nella vita del santo e scegliere quegli aspetti che insieme
offrono un profilo completo, non è facile, quando si ha di fronte una personalità complessa come
quella di sant’Alfonso, popolata di nomi, volti, luoghi ed avvenimenti importanti che meritano di
essere riportati per la comprensione di eventi successivi. L’esistenza di Alfonso è ricca di opere, e non
solo scritte, frutto del suo talento geniale; ed è affascinante per le tante sfaccettature che rivelano
l’aderenza al suo tempo e, per alcuni aspetti, lo rendono un intelligente precursore della modernità.
Marcelli è stato attento a mantenere un equilibrio non facile: rispettare la storicità del Santo,
lasciandolo nel proprio contesto, e trovare quegli aspetti che lo rendono vicino alla nostra sensibilità.
A questo proposito è facile individuare nel testo i tratti umani di sant’Alfonso, ripulito da pesanti
sovrapposizioni da panegirico e restituito al lettore nella sua freschezza. Nel paragrafo Vescovo senza
volerlo (pp.38-40), l’autore lascia emergere l’umanità disarmante del santo di fronte alla nomina
episcopale, digerita a forza e non senza un pizzico di ironia.
Altra piacevole novità può essere ancora rintracciata nel sottotitolo: “L’Avvocato che annuncia la
Misericordia”: esso, colmando una lacuna stridente in qualche recente “santorale dei misericordiosi”
redatto per il giubileo, ricolloca Alfonso tra “i santi della Misericordia”, attributo che gli è proprio per
diversi motivi. Con questa riuscita combinazione, Marcelli coniuga due aspetti emblematici della
personalità di Alfonso: la formazione giuridica e la breve attività forense che lo caratterizzeranno per
tutta la vita (Egli rimarrà sempre avvocato) e l’aspetto più evangelico della sua spiritualità: l’annuncio
LE NOSTRE LETTURE______________________________________________________pagina 15 [191]
della misericordia. La biografia dedica alcune pagine a
questi due temi, presentandoli in modo da coglierne
l’attualità e l’originalità. Merita particolare menzione
l’inserimento dei propositi del giovane avvocato, titolato
“L’Etica professionale di Alfonso Maria de Liguori” (p. 9),
che può essere considerato una finestra sulla sua
interiorità, e può, a ragione, condurre il lettore a pensare
che la professione di avvocato possa, anche oggi, essere
svolta col Vangelo in mano.
Per quanto riguarda il tema della Misericordia nella
vita e nella riflessione teologica di sant’Alfonso, a volte
presentato in modo semplicistico, l’autore espone
quest’aspetto centrale della spiritualità alfonsiana con
equilibrio, collocando la sua opera di predicazione e di
editoria, nel vasto panorama del Secolo dei Lumi:
L’aspetto più felice lasciato da sant’Alfonso alla Chiesa e
al mondo riguarda la certezza della Misericordia di Dio e
del suo amore senza limiti verso tutti (p. 36). Altra
caratteristica che il lettore può riscontrare, è la scelta dei
brani antologici delle opere alfonsiane impresa non
semplice quando si pensa alle 111 opere del santo e alla
pazienza di leggerle e di coglierne gli aspetti più innovativi
e adatti a gettare luce sul suo cammino. Le citazioni
disseminate nei vari para-grafi sono numerose, brevi e
appropriate. L’autore ne sceglie alcune tra le più famose
(come: Chi prega certamente si salva e chi non prega certamente si danna, p. 37) e ne inserisce altre
meno conosciute (come: Mio, Dio essendo certa la morte e non sapendo quanto sarà intendo fin da
ora prepararmi ad essa. Protesto che ti amo sopra tutte le cose, p. 42), che contribuiscono a mettere in
luce aspetti più trascurati della sua spiritualità. Alcune citazioni sono tratte, non solo dalle opere
ascetiche più note e pubblicate fino ai nostri giorni, ma anche da opere poco note, e da tempo non
riedite (una per tutte: C’è da temere che questi sacerdoti con le loro messe precipitate non siano
precipitati all’inferno, p. 11), desunta da Selva di materie predicabili (I).
Mi piace pure far notare che l’autore ha dedicato parte del suo lavoro a due aspetti chiave
dell’esperienza sacerdotale e missionaria del Santo: la predicazione e la confessione. Due paragrafi, in
particolare, affrontano questi aspetti: “Missionare”: un nuovo modo di evangelizzare (pp. 23-26) e
Missionando con la penna e col pennello (pp. 33-35). A parte la scelta indovinata dei titoli, nei quali si
mette volutamente in evidenza la vocazione e lo stile missionario del Santo, in questi articoli, l’autore
si sofferma sull’attività pastorale di Alfonso, puntando l’attenzione su alcuni particolari: la scelta delle
periferie e dei borghi rurali come luogo privilegiato dell’annuncio dell’abbondante redenzione; e il
modo di fare missioni popolari e l’eco che queste ebbero tra i contemporanei. Marcelli afferma: Egli fu
un geniale innovatore e un grande maestro di evangelizzazione missionaria, insieme agli altri due
grandi predicatori del Settecento: san Leonardo da Porto Maurizio e san Paolo della Croce (pp. 2324). A questo proposito sono da attenzionare i due attributi coniati dall’autore “geniale innovatore” e
“grande maestro di evangelizzazione”, che lungi dall’attribuire ad Alfonso primati arbitrari lo
collocano in continuità con una tradizione a lui precedente (innovatore) e gli conferiscono ciò che gli è
proprio: aver saputo ricavare dalle esperienze missionarie del passato quegli aspetti ancora validi,
potenziandoli con altri più moderni e trasmettendo ai suoi Redentoristi la passione e il metodo per la
predicazione missionaria (maestro di evangelizzazione). Accostando l’opera di Alfonso a quella di altri
due grandi evangelizzatori del suo tempo, l’autore evidenzia come il Santo sia stato capace di porsi in
ascolto dei veri bisogni della Chiesa e della società del Settecento, ponendosi nel solco della tradizione
e adattando il metodo di predicazione alla mentalità della popolazione del Regno di Napoli.
Pagina 16 [192]_____________________________________________________LE NOSTRE LETTURE
Al di là di queste osservazioni di carattere tematico, il libretto di Ezio Marcelli, se analizzato in
toto, risponde pienamente a un’esigenza che tutti i Redentoristi avvertono da tempo: presentare alla
gente di oggi sant’Alfonso in modo piacevole, sintetico e interessante, senza ridurne la grandezza né
alterarla. In quest’ottica si colloca la scelta delle foto e delle immagini che arricchiscono il volume,
aiutando il lettore ad entrare “visivamente” nei luoghi alfonsiani. Tra le immagini di sant’Alfonso, p.
Marcelli ha preferito inserire le più diffuse e note al grande pubblico e lanciarne alcune nuove, meno
note ma altrettanto belle. Questa variegata ritrattistica svela ancora meglio quanto il Santo sia stato
oggetto di ispirazione e committenza e come i vari autori nelle loro epoche hanno preferito presentare
la sua figura attraverso il ritratto, veicolo di storia e devozione, oltre che carta di presentazione. Su
questa scia si pone ancora l’autore con l’elaborazione dei titoli per i paragrafi: densi e icastici,
invogliano alla lettura e danno ulteriore tono narrativo alla “vita raccontata” del Santo, come ad
esempio: Successi e problemi, Nuovi orizzonti, Vescovo senza volerlo e senza carrozza, Dal Vaticano
finalmente un sì.
Pur rispettando le esigenza della brevità e rientrando
egregiamente nei canoni della sintesi, Marcelli, introduce in
punta di piedi “un modo diverso” di affrontare alcuni temi
nodali della biografia alfonsiana. Primo fra tutti “Una donna
sulla sua strada” (pp. 15-17), che racconta l’incontro tra
Alfonso e Maria Celeste Crostarosa, una della grandi
mistiche del Settecento e prossima beata. In questo paragrafo
egli inquadra il rapporto tra i due personaggi, cogliendolo
nella sua realtà oggettiva, e lasciando emergere la provata
dialettica del confronto, su un terreno accidentato che oscilla
tra visioni, sogni, rivelazioni, perplessità, ascolto e un non
facile discernimento, dopo il quale ad Alfonso era richiesto
un giudizio spassionato. Alcune battute descrivono la
complessità di questi incontri: gli occhi folgoranti di suor
Maria Celeste Crostarosa si fissarono sul volto smagrito del giovane prete, (p. 15) il quale dopo aver
ascoltato la veggente e sentito l’umore delle altre suore ritenne degna di attenzione l’idea della
monaca (p. 16); e ancora: questa volta suor Celeste turbò profondamente il predicatore,
raccontandogli storie di sogni che lei riteneva rivelazioni divine (p. 17).
Assoluta novità in una biografia di sant’Alfonso, è la menzione di Francesco Antonio de Paola,
finalmente presentato, seppure brevemente, in modo sereno e oggettivo. Marcelli dedica al secondo
superiore generale della Congregazione, alcune battute e una esauriente didascalia, posta sotto il suo
ritratto, focalizzando l’attenzione del lettore sulla sua opera: far uscire il giovane istituto alfonsiano
dai confini del Regno di Napoli per mezzo di una strategica fondazione di case, e aver accolto nella
Congregazione Clemente M, Hofbauer e Taddeo Hubble che inviò in Austria per diffondere l’istituto
oltre le Alpi (p. 42). Con questa inserzione, ricostruisce un anello mancante, fondamentale nella vita
del santo e nella storia (ad extra) della sua Congregazione. Due foto della casa di Scifelli completano
questa parte della breve biografia contribuendo alla conoscenza ad ampio raggio di “un’altra casa
storica” della Congregazione.
Appropriato e perfettamente in tema con la sensibilità contemporanea, e col recente dibattito sul
valore del Natale, mi sembra l’inserimento di un paragrafo dedicato al “canto popolare più antico
ancora in uso” (A. De Spirito). Oltre che presentare le origini di Tu Scendi dalle stelle, l’autore ne
riporta le sette strofe sottolineando che in ben sei di esse viene ripetuta la parola “amore”.
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Direttore p. Ezio Marcelli Via Monterone 75 00186 Roma
[email protected]
http://portale.cssr.it/Bollettino
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11-12, 2015 - CSSR - Missionari Redentoristi