Autorizzazione Tribunale di Roma n° 539 07/12/2001
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Poste Italiane SPA- Spedizione in abbonamento postale70% - DCB Roma - N° 18 2004
Periodico dell’Ente Bilaterale per il Turismo di Roma e Lazio
EDITORIALE
a lingua batte sempre dove il dente duole; così anche nell’ultima
conferenza sul turismo di Genova un argomento ha tenuto banco:
la mancanza di una cabina di regia nazionale capace di indirizzare le scarse risorse, promuovere una immagine coerente e coordinata
dell’Italia all’estero e studiare e promuovere politiche adeguate per il
settore.
A chi l’arduo compito? All’Enit, che sta ancora pensando a come attraversare il guado di una non facile riforma, oppure ad un apposito ministero, che improvvidamente si è voluto a suo tempo affossare; o ad un
“tavolo” - suppellettile che negli ambienti della politica va alquanto di
moda - capace di conciliare Regioni, imprenditori, parti sociali e chissà
quanti altri “commensali” ancora?
A chi vi pare, purché questa benedetta “cabina” si faccia. Inutile sottolineare ancora una volta che la concorrenza, sempre più accanita quando le vacche sono magre, ci alita sul collo e non sta certo tranquilla ad
aspettare che risolviamo con comodo i nostri tanti problemi.
Come quello dei prezzi.
Forse hanno ragione gli imprenditori e i rappresentanti di categoria,
secondo i quali, complice la crisi, il passaggio alla moneta unica non ha
portato gli aumenti stratosferici di cui si è parlato. Resta il fatto che finché ci vorrà un dollaro e trenta centesimi per avere un euro c’è poco
da stare allegri; anche se i listini fossero veramente quelli del 2002, ovviamente al lordo dell’inflazione. Già questa estate abbiamo infatti dovuto
dire addio a un bel po’ di famiglie italiane, tedesche e francesi che hanno
preferito, ad esempio, la più spartana ma economica sponda croata dell’Adriatico a quella romagnola; seppure superaccessoriata.
Anche a questo serve la “cabina di regia”. Con più concertazione - altro
termine alquanto inflazionato - e coordinamento si possono addirittura abbattere costi e prezzi. E la cosa funzionerebbe anche a livello locale. Pensiamo ad esempio a quello che potrebbe fare una “regia del turismo” a Roma, dove in certi periodi dell’anno non si trova una camera
mentre in altri si ricorre al “dormi tre e paghi due” per riuscire a coprire almeno i costi di gestione degli hotel. Perché dunque non “destagionalizzare”, usando sapientemente anche eventi come la Notte bianca?
Proposta peraltro lanciata su queste colonne.
Purtroppo i tempi della politica sono quelli che sono; specialmente ora
che il tasso di litigiosità fuori e dentro le coalizioni è particolarmente
alto.Al turismo, come al solito, toccherà rimboccarsi le maniche e aspettare.
L
Provincia di Roma
Assessorato al Turismo
Comune di Roma
Assessorato al Turismo
Ente Bilaterale Territoriale per il Turismo
COMITATO SCIENTIFICO
Attilio Celant - Giovanni Peroni
Giuseppe Aiello - Guido Improta
Franco Paloscia - Maurizio Fantaccione
Antonio Calicchia
Direttore responsabile: Pietro Licciardi
Direttore: Giancarlo Mulas
Coordinatore Editoriale: Orfeo Cecchini
COMITATO DI REDAZIONE:
Coordinatore: Bartolo Iozzia
Giuseppe Aiello - Guido Improta
Orfeo Cecchini - Caterina Saccaro
Marcello Marzi - Giuseppe Zazzara
Produzione: Impatto srl
Stampa: Di Marcotullio
finito di stampare: dicembre 2004
SOMMARIO
INTERVISTA
Il futuro del turismo secondo Bocca (Federalberghi)
Orfeo Cecchini
..................
4
OSSERVATORIO
Settembre e ottobre: tornano gli stranieri
e cresce la domanda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
Giuseppe Aiello
INTERVENTI
L’Eurodisfatta dei prezzi. Ma Roma si salva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
n Arco di Costantino
Anche dalla musica un contributo
al rilancio turistico di Fiumicino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
L’
Pietro Licciardi e Valentina Caracciolo
Ufficio Comunicazione del Comune di Fiumicino
Ai turisti del Sol Levante non piace solo l’antico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
F.P
Turismo cinese: un investimento per il futuro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
Silvia Ciccarelli
Per vincere la crisi il Lazio punta sulla promozione . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
Giovanna Sfragasso
Molte le ipotesi per la “cabina di regia”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
Franco Paloscia
Il rilancio della Valle dell’Aniene
nei progetti della Comunità Montana. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
Chef del Lazio, largo ai giovani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
Roberto Coramusi
Lo chef: un po’ artigiano, un po’ scienziato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
Alessandro Circiello
NOTIZIARIO
Park Hotel dei Massimi: una finestra su Roma. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
Laura Ranca
Più forte l’amicizia fra Roma e Pechino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
Caterina Saccaro
Japanitaly news . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
Roma chiama, New York risponde . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
Giuseppe Zazzara
L’Enit informa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
TRIBUNA DEL LAVORO
Senza ammortizzatori sociali il futuro è precario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
V.C.
L’iscrizione alla gestione separata Inps
dei lavoratori occasionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
Maurizio Fantaccione
Decollano i fondi interprofessionali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
A. Nucara
Massimario del diritto tributario. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35
Il licenziamento dopo il periodo di comporto. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
Daniela Carbone
Massimario del diritto del lavoro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
L’EBT informa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42
Arco di Costantino è il più grandioso dei
tre archi giunti sino ai nostri giorni.
Ristrutturato nel 315 d.C. dall’imperatore romano per commemorare la sua vittoria su Massenzio, avvenuta tre anni prima, è un sorta di
museo di scultura romana, essendo composto
di elementi che provengono da monumenti
appartenenti a epoche distanti tra loro. Sulla
parete che guarda al Colosseo, in alto, è rappresentato Marco Aurelio nelle sue lotte contro i Daci; sul lato opposto, episodi delle battaglie sostenute da Marco Aurelio L’iscrizione è
interessante, in quanto riferisce le gesta di
Costantino all’ispirazione della divinità, senza
specificarne il nome. L’imperatore, come noto,
pur non essendo cristiano guardava di buon
occhio al cristianesimo e ne favorì l’espansione.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
4 / anno 2 - numero 18
INTERVISTA
Il futuro del turismo secondo Bocca
(Federalberghi)
Orfeo Cecchini
nche se Roma può quasi considerarsi un’isola felice il turismo ha sempre più il fiato
grosso e arranca sotto il peso di una
crisi che ha fatto arrivare al pettine tutti
i nodi. Quali siano questi nodi è stato
detto e ridetto anche nel corso dell’ultima conferenza sul turismo di Genova,
che si è trasformata nell’ennesimo, lungo
e doloroso cahiers de doléance di
imprenditori e operatori.Tra tutte, una
delle voci più allarmate è stata quella di
Bernabò Bocca, presidente della Federalberghi, il quale ha ancora una volta
ricordato che il settore non riesce a
risollevarsi dopo la terrificante serie di
eventi iniziati con l’11 settembre 2001
e, complice
una delle più
lunghe crisi
economiche
degli ultimi
«La quantità di leggi
cinquant’anni,
e regolamenti,
l’Italia contila frequenza
nua a perdedi balzelli e tasse
re quote di
frena e spaventa
mercato.
gli investitori esteri»
Un quadro
certo non
rassicurante.
Proviamo
con Bocca a
Il successo
elencare ancora una volta quali sono
registrato
i settori sui quali occorre interveniquesta estate
re se vogliamo che il nostro turismo
dalle città d’arte
continui ad avere un futuro.
secondo Bocca
A
fa piacere, ma
non soddisfa
la categoria
nella sua
interezza
Il settore alberghiero nazionale,
così com’è strutturato e alla luce
del massiccio ingresso nel mercato di grandi compagnie, è in
grado di reggere la concorrenza
straniera? Quali sono i punti
deboli delle nostre aziende e
cosa occorrerebbe per migliorare la loro competitività ?
«A parte alcune aree specifiche del
Bernabò Bocca
Paese, penso alle principali città italiane e quindi anche Roma, l’ingresso
di grandi società straniere nel turismo ritengo sia un fenomeno marginale. E lo è in quanto la burocrazia, la
quantità di leggi e regolamenti, la frequenza di balzelli e tasse frena e spaventa quegli investitori esteri abituati a ragionare in modo manageriale».
I dati complessivi indicano, come
lei stesso ha recentemente affermato, che nel settore permane
la crisi; eppure si registrano
importanti segnali in controten-
denza come è avvenuto nelle
città d’arte, a partire da Roma.
Come giudica questo fenomeno?
E’ una anomalia o la conferma
che il nostro Paese si deve riappropriare di un ruolo di guida nel
turismo storico e culturale, indirizzandovi consistenti investimenti pubblici?
«Dopo almeno due anni di forte crisi
delle città d’arte era quasi naturale e
fisiologico che la tendenza si invertisse. Questa tendenza fa piacere, ma
non soddisfa la categoria nella sua
interezza, in quanto è comunque il
segnale di una situazione difficile, a
macchia di leopardo che denota una
crisi ancora evidente del sistema turistico nazionale».
Alla luce del costante declino
industriale è ormai certo che il
turismo sarà ancor più una delle
principali risorse economiche
per il Paese.Tuttavia sono a volte
insuperabili le difficoltà che l’imprenditoria turistica incontra
ogni volta che si deve procedere
a nuove aperture, ampliamenti
o ristrutturazioni delle strutture ricettive. Secondo lei abbiamo un problema di leggi e rego-
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 5
INTERVISTA
lamenti vecchi e inadeguati, di
scarsa sensibilità di politici e
amministratori verso le esigenze del settore, o che altro?
«Come dicevo in precedenza, la pletora di norme nazionali, regionali e
comunali non aiuta un settore a crescere. Se poi, per giunta, identiche
materie normative si differenziano da
Regione a Regione, penso ad esempio alle leggi di classificazione alberghiera, allora arriviamo al paradosso.
Certo, c’è una responsabilità politica,
nel senso che in Italia il turismo è
sempre stato relegato ad un ruolo di
Cenerentola dell’economia. Questo
per colpa anche nostra, che forse perché troppo impegnati nell’attività
imprenditoriale abbiamo delegato fin
troppo i politici a “risolvere” i nostri
problemi. È quindi giunto il tempo di
rimboccarci le maniche e di far sentire più che mai forte la nostra voce».
La “Riforma Biagi” introduce una
ulteriore parcellizzazione e pre-
carizzazione nel già fragile “sistema dei rapporti di lavoro”, nel
comparto turistico e alberghiero.
Ciò non produrrà ulteriori danni
in un settore nel quale la qualità
del prodotto offerto, la fidelizzazione e la professionalità degli
addetti sono ormai elementi irrinunciabili per rimanere competitivi, considerando che i nostri costi
aziendali non sono certo bassi?
«La riforma del mercato del lavoro
offre alcune risposte concrete alle esigenze del nostro settore, caratterizzato da una estrema variabilità della
domanda. La preoccupazione che la
flessibilità si trasformi in precarietà è
un pericolo concreto, soprattutto
nelle piccole strutture, non si fuga
ostacolando l’evoluzione del mercato, ma accompagnandone lo sviluppo
con norme adeguate e con una
gestione accorta delle risorse umane
e, soprattutto, con un investimento
costante nella formazione degli addetti. In questo senso, assume importan-
za strategica il ruolo che può essere
svolto dalle parti sociali per il tramite degli enti bilaterali del turismo».
E’ ormai nota la proposta governativa per la
riforma dell’Enit. Che ne
pensa?
«La riforma
«L’Enit va rifordel mercato del lavoro
mato nel senso
offre alcune risposte
che lo Stato deve
concrete
garantire fondi
certi e sostanzioalle esigenze
si ad un organidel nostro settore»
smo che promuova l’immagine Italia nel mondo. A
questo organismo
deve essere affiancato un Ministero delle Politiche Turistiche in grado di fungere da punto di
sintesi, da cabina di regia di tutte le problematiche del settore, coordinando le
competenze regionali ed interfacciandosi con l’Unione Europea».
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
6 / anno 2 - numero 18
OSSERVATORIO
Settembre e ottobre:
tornano gli stranieri e cresce
la domanda
Giuseppe Aiello
andamento della domanda turistica nel quinto
bimestre del 2004 conferma e consolida gli
scenari delineati nei mesi precedenti: la domanda
complessiva nell’insieme degli esercizi alberghieri di Roma
e provincia ha avuto infatti un andamento complessivamente positivo e diffuso in tutto il territorio, coinvolgendo sia la domanda italiana sia la domanda straniera. Il
recupero delle quote di mercato perse negli anni precedenti sembra dunque sempre più vicino.
Nel periodo settembre, ottobre 2004 gli alberghi della
provincia di Roma hanno registrato, infatti, 1.501.855
arrivi e 3.550.246 presenze, con una crescita rispettivamente di 11,65% e di 7,09% (anche questa volta decisamente superiore a quella registrata nel bimestre precedente). La crescita è dovuta, come già accennato, sia agli
arrivi di italiani sia di stranieri. Il dato più significativo,
all’interno di questa dinamica, continua ad essere costituito dalla più accentuata crescita della domanda estera sul
versante delle presenze. La domanda italiana è infatti
consistita in 587.522 arrivi (+12,30%) e 1.170.597
presenze (+6,91%); la domanda estera ha registrato
L’
914.333 arrivi (+11,23%) e 2.379.649 presenze
(+7,18%) (tabella 1 e 2).
Sul fronte della domanda estera, continua la crescita
europea (+10,74% di arrivi e +7,62% di presenze), ed in
particolare della domanda proveniente dalla Francia, dalla
Tabella 1 - Provincia di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2004
Paesi
5 stelle
Arrivi
Presenze
225.146
4 stelle
Arrivi
Presenze
Totale
88.874
625.866 1.415.085
Italiani
18.925
37.513
204.736
Stranieri
69.949
187.633
421.130 1.028.551
386.534
3 stelle
Arrivi
Presenze
2 stelle
Arrivi
1 stella
Totale
Presenze
Arrivi
Presenze
Arrivi
Presenze
551.988 1.354.474
186.054
435.791
49.073
119.750
1.501.855 3.550.246
229.417
462.530
110.378
232.589
24.066
51.431
587.522 1.170.597
322.571
891.944
75.676
203.202
25.007
68.319
914.333 2.379.649
Tabella 2 - Provincia di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2003 - Var. % su anno precedente
Paesi
5 stelle
4 stelle
Presenze
3 stelle
Arrivi
Presenze
2 stelle
Arrivi
Presenze
Arrivi
Arrivi
Totale
6,26
7,69
14,27
7,14
11,49
7,10
10,28
Italiani
-3,87
-12,04
15,99
7,73
13,75
7,05
Stranieri
9,38
12,74
13,46
6,92
9,93
7,12
Presenze
1 stella
Totale
Arrivi
Presenze
Arrivi
Presenze
5,48
13,88
13,22
11,65
7,09
5,60
0,21
24,53
22,71
12,30
6,91
17,89
12,23
5,21
6,99
11,23
7,18
Arrivi
Presenze
Arrivi
Tabella 3 - Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2004
Paesi
5 stelle
Arrivi
Totale
87.851
Italiani
18.656
Stranieri
69.195
Presenze
223.461
4 stelle
Arrivi
Presenze
3 stelle
Arrivi
Presenze
2 stelle
Arrivi
Presenze
1 stella
Totale
Presenze
532.121 1.260.438
454.617 1.152.461
145.059
350.411
37.273
94.915
1.256.921 3.081.686
37.059
165.799
319.197
168.460
333.004
81.877
172.702
16.246
35.159
451.038
186.402
366.322
941.241
286.157
819.457
63.182
177.709
21.027
59.756
805.883 2.184.565
897.121
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 7
OSSERVATORIO
Germania, dal Regno Unito, dalla Spagna, dalla Russia e
dalla Polonia. Si consolida inoltre la forte ripresa della
domanda proveniente dagli Usa (+13,81% di arrivi e
+12,26% di presenze). Altrettanto significativa nel bimestre considerato si presenta la ripresa della domanda
proveniente dal Sud Est asiatico (+21,10% di arrivi e
+12,04% di presenze). Proseguono quindi i positivi effetti
delle iniziative intraprese dagli operatori pubblici e privati
al fine di recuperare le quote di mercato detenute in
passato.
La crescita del bimestre ha coinvolto, come già accennato,
sia Roma sia l’hinterland. A Roma vi è stata una crescita
degli arrivi (+8,08%) e delle presenze complessive
(+5,98%) che ha coinvolto sia gli italiani, sia gli stranieri.
La domanda italiana ha registrato sensibili incrementi
negli arrivi (+9,44%) e sul fronte delle presenze
(+6,53%). Buona anche la crescita della domanda straniera con un incremento del 7,34% negli arrivi e del 5,76%
nelle presenze (tabelle 3 e 4).
Come si vede dal prospetto riportato, in ottobre la
crescita di Roma si è ampiamente distribuita nel territorio cittadino.
Continua con maggiore decisione la buona crescita della
domanda italiana e straniera negli alberghi dell’hinterland
(+34,41% di arrivi e +14,99% di presenze). La domanda
italiana è cresciuta del 22,92% negli arrivi e dell’ 8,15%
nelle presenze. Ma il dato più significativo è costituito
dalla domanda proveniente dall’estero, che è cresciuta del
52,32% negli arrivi e del 26,17% nelle presenze (tabelle
5 e 6) coinvolgendo le principali nazionalità (Usa, Germania, Regno Unito, ecc.).
MUNICIPI DI ROMA
Roma - Distribuzione degli arrivi e delle presenze negli alberghi per Municipi - OTTEBRE2004
Valori assoluti
Municipi
Composizione %
Arrivi Presenze Permanenza
media
316.385 772.451
Municipio 1
Variazione %
su stesso mese a.p.
Arrivi Presenze
2,44
50,84%
50,83%
Arrivi Presenze
7,71%
4,53%
Municipio 2
38.997
95.266
2,44
6,27%
6,27%
3,19%
0,40%
Municipio 3
13.752
33.680
2,45
2,21%
2,22%
23,80%
21,68%
Municipio 4
8.054
19.297
2,40
1,29%
1,27%
22,91%
17,82%
Municipio 5
7.107
17.344
2,44
1,14%
1,14%
-0,35%
-1,50%
Municipio 6
919
1.975
2,15
0,15%
0,13%
7,49%
6,13%
Municipio 7
1.904
4.458
2,34
0,31%
0,29%
1,01%
-6,91%
Municipio 8
14.514
35.131
2,42
2,33%
2,31%
25,35%
16,44%
Municipio 9
2.104
5.094
2,42
0,34%
0,34%
75,48%
63,48%
Municipio 10
6.351
15.123
2,38
1,02%
1,00%
10,11%
4,26%
Municipio 11
5.796
14.635
2,53
0,93%
0,96%
11,38%
11,08%
Municipio 12
33.052
81.747
2,47
5,31%
5,38%
7,92%
5,67%
Municipio 13
13.364
32.765
2,45
2,15%
2,16%
0,44%
-2,02%
Municipio 15
10.767
26.347
2,45
1,73%
1,73%
-0,65%
-2,50%
Municipio 16
27.072
65.896
2,43
4,35%
4,34%
0,75%
-1,45%
Municipio 17
34.356
84.530
2,46
5,52%
5,56%
6,88%
4,25%
Municipio 18
55.165 135.222
2,45
8,86%
8,90%
23,66%
19,86%
Municipio 19
20.852
50.429
2,42
3,35%
3,32%
4,40%
0,39%
Municipio 20
11.833
28.067
2,37
1,90%
1,85%
19,42%
16,22%
2,44 100,00% 100,00%
8,97%
5,81%
Totale
622.344 1.519.457
Tabella 4 - Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2003 - Var. % su anno precedente
5 stelle
Paesi
4 stelle
Presenze
3 stelle
Arrivi
Presenze
2 stelle
Arrivi
Presenze
Arrivi
Arrivi
Totale
8,56
9,54
9,11
5,90
8,08
5,67
4,25
Italiani
-1,86
-10,83
9,37
6,90
14,35
8,89
Stranieri
11,76
14,75
8,99
5,57
4,71
4,41
Presenze
1 stella
Totale
Arrivi
Presenze
Arrivi
4,21
7,88
9,54
8,08
Presenze
5,98
2,25
4,01
14,93
16,79
9,44
6,53
6,97
4,40
3,00
5,68
7,34
5,76
Tabella 5 - Hinterland di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2004
5 stelle
Paesi
4 stelle
Arrivi
Presenze
Arrivi
Presenze
Totale
1.023
1.685
93.745
154.647
Italiani
269
454
38.937
Stranieri
754
1.231
54.808
3 stelle
Arrivi
Presenze
2 stelle
Arrivi
40.995
Presenze
85.380
1 stella
Totale
Arrivi
Presenze
Arrivi
Presenze
11.800
24.835
244.934
468.560
97.371
202.013
67.337
60.957
129.526
28.501
59.887
7.820
16.272
136.484
273.476
87.310
36.414
72.487
12.494
25.493
3.980
8.563
108.450
195.084
Tabella 6 - Hinterland di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2003 - Var. % su anno precedente
Paesi
5 stelle
Arrivi
Presenze
4 stelle
Arrivi
Presenze
3 stelle
Arrivi
2 stelle
Presenze
Arrivi
Presenze
1 stella
Totale
Arrivi
Presenze
Arrivi
Presenze
14,99
Totale
-62,29
-66,77
56,22
18,41
30,70
16,06
12,40
8,57
38,12
29,88
34,41
Italiani
-60,21
-58,16
56,25
11,81
12,11
2,60
10,14
11,91
50,70
37,79
22,92
8,15
Stranieri
-62,98
-69,12
56,21
24,06
80,94
51,61
17,91
1,45
18,66
17,11
52,32
26,17
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
8 / anno 2 - numero 18
INTERVENTI
L’Eurodisfatta dei prezzi.
Ma Roma si salva
Pietro Licciardi
e Valentina Caracciolo
arà colpa dell’euro, oppure
della benedetta ripresa economica che in Europa non
accenna a partire, ma da un po’ di
tempo a questa parte sul banco degli
imputati c’è sempre e solo il caroprezzi. Come puntualmente riportano
telegiornali e quotidiani, è diventato
proibitivo andare
al ristorante, fare
il pieno di benzina e anche mangiare una pizza o
Dopo l’11 settembre
affittare
un
anche negli hotel
ombrellone
sulla
sono arrivate le
spiaggia. E se le
offerte: dormi tre notti
famiglie italiane
ne paghi due
piangono anche i
turisti stranieri
non ridono. I rincari infatti, non
avendo risparmiato nessuna o
quasi delle voci che fanno il prezzo di
una buona vacanza - e finiti oltretutto
i tempi della lira debole e del cambio
favorevole - hanno fatto arrivare al pettine qualche nodo.Almeno a giudicare dalla fuga di turisti d’Oltralpe registrata questa estate verso mete altrettanto amene ma decisamente più a
buon mercato delle nostre. Solo le
città d’arte hanno retto. Ce ne dovrebbe essere abbastanza per far suonare
più di un campanello d’allarme, visto
che da anni politici e imprenditori
vanno ripetendo che se vogliamo salvare il turismo occorre prima di tutto
migliorare la nostra competitività.
Anche Roma&provincia ha fatto la sua
piccola inchiesta, chiedendo qua e là
agli imprenditori e alle associazioni di
categoria, cercando di capire se una
“emergenza prezzi” esiste davvero
oppure - come qualche esperto ha
cercato di spiegare - esiste solo un
problema di “diversa percezione” da
S
parte dei consumatori, evidentemente ancora sotto shock dopo l’adozione della moneta unica.
Cominciamo con gli alberghi, che sono
il primo pensiero per chi pianifica una
qualsiasi vacanza. Secondo l’imprenditore Pino Canfora (gestisce diversi
hotel ed è anche un tour operator) i
prezzi degli alberghi a Roma non solo
rientrano nella media europea ma
sono competitivi rispetto a Parigi,
carissima, o Londra, addirittura inavvicinabile.Anche il rapporto qualità-prezzo è favorevole: «Con circa 180 euro
a notte a Vienna si acquista una camera doppia nel vecchio hotel Regina,
ormai d’epoca, mentre qui per la stessa cifra si hanno a disposizione hotel
come il Quattro Fontane». Quando si
parla di rincari, spiega Canfora, spesso
si fa riferimento alle tariffe ufficiali,
come quelle ad esempio pubblicate
dall’Apt, ma poi la realtà è diversa.
Dopo l’11 settembre 2001 gli alberghi
romani hanno adottato la politica dei
supermercati (acquisti tre paghi due)
e gli sconti praticati ai tour operator
arrivano fino al 40%. Insomma da almeno tre anni per Canfora le tariffe sono
in costante diminuzione.
Se il fronte alberghi sembra tranquillo tuttavia un problema, e grosso,
secondo il nostro interlocutore, c’è
poiché in un settore portante per l’intera economia regionale come il turismo mancano una politica di filiera e
una cabina di regia capace di mettere
in contatto amministratori, associazioni
di categoria e imprenditori, tra i quali
attualmente esiste quasi una sorta di
conflitto. E tutto ciò, manco a dirlo, ha
ripercussioni anche sui prezzi. Ad
esempio la politica in materia di mobilità pubblica e traffico, sempre secondo Pino Canfora, avrebbe di fatto allontanato da Roma flussi consistenti di
turisti: «Pensi alle difficoltà che hanno
i bus turistici ad accedere in città. Ci
sono solo quattro varchi, dai quali si
accede solo se si è registrati presso un
tour operator italiano, inoltre oggi un
pullman con 40 persone non paga
meno di mille euro e senza che a questa tassa corrisponda alcun servizio
reale, come aree di sosta o parcheggi
attrezzati. Come si fa a far percorrere ad una comitiva un chilometro a
piedi in agosto per raggiungere il
Colosseo? Il risultato è che non vediamo più circolare pullman tedeschi o
dell’Est. E poi c’è il problema della
carenza dei servizi, come la metropolitana. Con l’attuale situazione non possiamo più far entrare turisti a Roma;
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 9
INTERVENTI
ecco il vero problema».
Altra conseguenza della mancata “regia
turistica” è che non si è ancora arrivati ad una destagionalizzazione del
turismo romano, così in certi periodi
dell’anno, come aprile, maggio, giugno
e ottobre, l’eccesso di domanda fa sì
che vi siano prezzi da alta stagione,
mentre in altri periodi altrettanto propizi dal punto di vista climatico c’è una
eccesso di offerta. Oppure, sempre per
mancanza di coordinamento e programmazione, si sovrappongono eventi di rilievo che saturano le capacità
ricettive della città.
A proposito di offerta, cosa accadrà
quando saranno completati i piani di
espansione delle grandi catene internazionali, come Marriot, che peraltro
ha già aperto una mega struttura a
Fiumicino? Secondo Canfora non ci
saranno conseguenze importanti per
gli hotel nei quartieri del centro, dove
ormai non c’è più spazio per grandi
strutture: «Certo, un low coast da mille
camere rappresenterebbe un pericolo ma le nuove aperture sono di hotel
extralusso in estrema periferia, proprio perché ormai Roma è tagliata
fuori dai grandi traffici. Non si fanno
più neppure congressi importanti, proprio per la difficoltà di spostarsi da un
punto all’altro della città. Questo fra
l’altro ha agevolato la provincia. Da
qualche anno assistiamo ad una vera
rinascita turistica dei Castelli, sia per
la buona politica degli enti locali, sia
perché è ormai preferibile pernottare
fuori dal caos della metropoli».
Canfora tuttavia riconosce che qualcosa di vero nella polemica sul caroprezzi c’è, anche se non dipende dagli
albergatori: «Se nel 2000 un menù turistico, bevande escluse, costava al tour
operator 13-14mila lire oggi lo stesso
menù cosa 13-14 euro, praticamente
il doppio».
Anche Luciano Bucchi, imprenditore capitolino dell’Hotel Empire, si associa; e lo fa in modo molto chiaro:
«Sono almeno due anni che i prezzi
non crescono, quando addirittura non
sono stati abbassati, a causa del periodo di crisi, quanto meno di lentezza o
scarsa ripresa, che abbiamo attraver-
sato». Una crisi che, sempre secondo
Bucchi, ha visto diminuire drasticamente l’afflusso di turisti tedeschi e
americani. «Il mercato tedesco è in
forte calo, anche per la crisi che la
Germania stessa sta vivendo, e lo stesso succede con gli Stati Uniti». Chi
spende in dollari, causa il cambio con
l’euro, trova oggi molto meno convenienti i prezzi italiani rispetto a qualche tempo fa. E gli affari di chi ha sempre lavorato principalmente con questi due target, ne hanno risentito notevolmente. «Ma non bisogna fermarsi
ai prezzi di listino», dice ancora l’imprenditore, «quelli per intenderci pubblicati sui cartelli nelle stanze». La verità, anche per il nostro albergatore, è
che poi il prezzo si concorda con il
cliente, a seconda delle sue esigenze.
«Aziende e banche che si rivolgono a
noi per mandarci gruppi di dipendenti, contrattano sempre il costo della
permanenza e dell’ospitalità. Una grossa banca che si rivolgeva a noi fino a
qualche tempo fa, ripresi i contatti
dopo due anni, ci ha addirittura chie-
sto uno sconto del 20% sui prezzi del
2001». E i turisti singoli o le famiglie,
che soffrono maggiormente l’aumento dei prezzi? «Stessa cosa. Contratti
concordati». Qualche collega imprenditore lo chiama “client’s marketing”:
offerte differenziate sulla base del target, del periodo, delle possibilità degli
utenti. Ed è per questo, ad esempio,
che ai turisti americani viene praticato un listino prezzi uguale per tutto
l’anno, che non risente di crisi e ondeggiamenti di valuta. «In questo momento, noi albergatori puntiamo a fare
occupazione, più che ricavi sulla singola stanza». Infatti, spiega Bucchi,
anche i cinque stelle lusso, che hanno
costi di gestione altissimi, hanno
cominciato a praticare una politica dei
prezzi flessibile, tenendo presente solo
la loro esigenza di coprire le spese e
mantenere il personale. «A fare profitto», spiega infine l’imprenditore
romano, «cominceremo a pensarci dal
2006».
La pensa più o meno alla stessa maniera Augusto Monti, segretario di
Assobar, che tira fuori addirittura il
listino prezzi completo per dimostrare che i costi per i consumatori sono
tali e quali a due anni fa. E non basta.
Monti preannuncia crisi gravi per gli
esercenti a Roma, se verrà andrà avanti la pedonalizzazione del centro storico e la limitazione degli spazi desti-
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
10 / anno 2 - numero 18
INTERVENTI
nati all’occupazione di suolo pubblico
da parte di bar e ristoranti. Ma partiamo dai prezzi. Secondo il listino di
Assobar, il caffè espresso in un esercizio appartenente alla prima categoria
costava nel’99 1800 lire, nel 2003: 1,10
euro – 2.130 vecchie lire. In un esercizio appartenente alla terza o quarta
categoria, lo stesso caffè costava –
sempre nel ’99 – 1200 lire (62 centesimi), nel 2003: 0,70 euro (1.355 lire).
Ancora. I cornetti, esercizio di prima
categoria, nel ’99: 1.600 lire, nel 2003:
0,90 centesimi (1.743 vecchie lire). In
un esercizio di terza o quarta, nel ’99:
1200 lire, nel 2003: 0,70 euro, ovvero
1.355 lire. L’aumento, dunque, c’è stato.
«Sì», risponde Monti, «ma solo e semplicemente quello derivante dall’aggiornamento Istat». Ma questo è niente in confronto alla crisi alla quale
rischiano di andare incontro bar e
ristoranti romani. E’ del 12 ottobre
scorso la richiesta di un incontro con
gli amministratori della Capitale (sindaco, assessore alle Attività produttive, presidente del
primo Municipio)
da parte delle
associazioni di
Molti turisti
categoria – racacquistano una
conta Monti –
vacanza al mare
per discutere del
aspettandosi il tutto
problema delcompreso ma poi
l’occupazione del
scoprono di dover
suolo pubblico.
pagare ombrellone e
Una commissiosdraio a parte
ne voluta dal
Campidoglio, sta
effettuando una
ricognizione su
54 piazze romane tutelate dal Ministero dei Beni culturali per verificare
quanto spazio sia attualmente occupato da tavolini, sedie, ombrelloni e chi
più ne ha più ne metta, e fissare nuove
perimetrazioni a loro disposizione. Dal
30% di suolo pubblico attualmente
occupato, si arriverà al massimo al
15%. Ciò produrrà un danno enorme
agli esercenti e alle loro attività, dice
Monti, il quale prosegue: «Non va
dimenticato che questi producono
reddito tassabile e posti di lavoro. Non
chiediamoci, poi, perché i turisti hanno
ridotto la loro permanenza a Roma ad
appena un giorno e mezzo, preferendo, per il restante periodo, altre città
o addirittura altre nazioni!».
Questa estate, almeno in qualche parte
d’Italia, si è accesa una spia rossa anche
sul fronte spiagge, dove a detta di alcuni affittare un lettino e un ombrellone
è diventato un lusso. A prendere le
difese dei balneari è Renato Papagni, operatore del settore e presidente nazionale della Federazione italiana balneari (Fiba) aderente alla Confesercenti, con circa 6.500 iscritti in
tutta la Penisola. «questa estate uno
stabilimento balneare di media qualità
costava dai 5 ai 6 euro per l’intera
giornata con i servizi annessi: ingresso
lettino, salvataggio, ecc.», dice Papagni,
secondo il quale in due anni gli aumenti sono stati quest’anno del 3,5% mentre lo scorso anno furono del 4%.
Prezzi assolutamente trasparenti, che
la Fiba segnala con un anno di anticipo all’Apt. Com’è allora che a luglio e
agosto in certi stabilimenti si pagavano 15-18 euro? «Quando si parla di
“ombrellone e lettino” bisogna anche
vedere quali sono gli optional che sono
compresi», risponde il presidente del
balneari della Confesercenti; «ad esempio un cliente che durante la stagione
entrava nel mio stabilimento per 10
euro aveva accesso alla piscina, alle
docce calde, all’idromassaggio…».Tuttavia ci sono gestori che hanno lamentato una fuga di stranieri, sopratutto
tedeschi, verso località più convenienti, come la Croazia. La risposta è pronta: «Siamo in un mercato libero e la
gente può fare quello che vuole. Però
bisogna considerare che il settore della
balneazione non è diverso da quello
della ristorazione o degli alberghi.
Come si fa a paragonare una pensione a due stelle con un hotel a quattro
stelle? Se si va in uno stabilimento che
ha tutta una serie di accessori è chiaro che il costo di un lettino sarà superiore a quello di una spiaggia libera. Poi
c’è il problema grosso dell’Iva, che da
noi è al 20% mentre in Croazia è al
4%, ma anche in Francia e Spagna
hanno l’Iva al 4%, ciò vuol dire che in
quei paesi c’è un buon 16% di margine. Se poi vogliamo ancora parlare di
qualità bisogna dire che per quanto
riguarda le attrezzature in Croazia,
rispetto a noi, non hanno niente. Lì si
è fortunati se sulla spiaggia si trova un
gabinetto mentre le docce sono in una
capannetta di legno. I nostri stabilimenti sono francamente un’altra
cosa». Dunque la nostra “industria”
della balneazione vanta ancora un
buon rapporto qualità-prezzo? Per
Papagni certamente si, poiché se da noi
un lettino costa 8 euro e altrove 4 là
dove il prezzo è più basso è facile trovare soltanto sole e acqua. E poi in Italia anche i balneari sono diventati
imprenditori a tutti gli effetti, che lavorano dodici mesi l’anno. Non è più
come una volta, quando il bagnino factotum “apriva” il suo pezzo d’arenile a
giugno, dopo aver dato una mano di
vernice alle cabine o rimesso in piedi
qualche palizzata, e chiudeva dopo ferragosto. Oggi occorre programmare,
fare promozione, gestire stabilimenti
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 11
INTERVENTI
che hanno anche venti o trenta addetti.
Ma allora un caro-prezzi c’è o no? Per
il presidente della Fiba più che altro
esiste anche in questo settore una
mancanza di coordinamento tra gli enti
locali e coloro che fanno funzionare il
turismo: albergatori, pubblici esercizi
e balneari. «Qualche volta infatti capita che il turista si lamenta perché non
ha il vero pacchetto completo, nel
senso che ha l’albergo, le escursioni
ma poi deve andarsi a comprare, a
parte, tutto il resto. Noi italiani ci facciamo meno caso ma altri, soprattutto i tedeschi, quando comprano una
settimana su una qualsiasi spiaggia pensano di aver comprato tutto, come
succede nei villaggi turistici. Invece poi
si accorgono di dover pagare a parte
lettino, ombrellone e in qualche caso
la trasportation». Quindi sarebbe tutta
colpa del sistema turistico italiano,
affetto da difficoltà strutturali congenite e anche della inadeguata dimensione delle imprese, spesso piccole e
frammentate. E i canoni demaniali di
locazione quanto incidono sui costi, e
dunque sui prezzi? «All’incirca per il
25-30%. Nella Finanziaria dello scorso
anno, poi rinviata, si è parlato di un
aumento del 300% e se questo fosse
vero ci potrebbe uccidere con un
colpo secco».
L’analisi di Fabrizio Fumagalli di
Confcommercio non si discosta molto
da quella di Papagni: «Aumento dei
prezzi? Sì, c’è stato, ma soltanto nella
fase di passaggio dalla lira all’euro. Da
allora, le tariffe sono ferme». Ma c’è di
più: «Gli stabilimenti balneari avevano
bloccato i prezzi già una volta, quando
si era trattato per l’Italia di entrare nell’euro».Allora, come nel caso dell’inflazione, si tratta davvero solo di una
“percezione” sbagliata da parte dei
consumatori? Fumagalli conferma:
«Stampa e opinione pubblica hanno
una sensazione generalizzata di aumento dei prezzi, su tutti i prodotti, che a
cascata ricade anche su quelli che invece sono rimasti invariati». Gli attacchi
da parte delle associazioni dei consumatori, secondo Fumagalli a volte
anche pretestuosi, non sono mancati,
ma, dice l’esponente di Confcommercio, i clienti hanno poi trovato servizi
buoni o eccellenti, che hanno un costo.
A tale proposito, Fumagalli segnala un
problema, che allo stesso tempo contiene in sé anche una proposta: «E’
necessario identificare il livello di servizi offerti dai diversi stabilimenti, e
certificarne la qualità. Non solo.Tali
informazioni devono essere comunicate chiaramente al cliente, che deve
prenderne visione al momento di
entrare nello stabilimento in modo da
fare una scelta ragionata». Di qui la
proposta ulteriore di istituire di una
sorta di “albo” degli stabilimenti, finora classificati semplicemente in base
alle loro dimensioni. Ma Fumagalli non
si ferma qui: anche gli stabilimenti
devono essere inseriti tra i prodotti a
prezzo “calmierato”, ma soprattutto
bisogna diversificare i prezzi a seconda – un po’ come succede per i cinema – della fascia oraria o dei giorni
della settimana.
Altro fronte caldo è quello della ristorazione ma anche in questo caso Walter Giammaria, segretario della Siepet-Confesercenti, assolve la categoria:
«Non è vero che al ristorante si paga
in euro la stessa cifra che prima era in
lire. Se aumenti ci sono stati questi sono
del 15-20% al massimo». Per Giammaria addirittura a Roma i ristoranti sono
i più economici d’Italia: «Qui in certe
trattorie si mangia ancora con 15-18
euro e in centro si trovano menù turistici a 8 euro. Siamo anche una delle
poche città in cui il caffè al bar costa
0,65 euro». Eppure qualcuno che con
la moneta unica ha fatto il furbo c’è,
come si fa a negarlo?. «A Roma ci sono
poco meno di tremila ristoranti e un
numero altrettanto grande di tavole
calde», risponde il segretario dell’associazione dei pubblici esercizi di Confesercenti, «e qualcuno che ha provato a
fare questo giochetto ci sarà pure stato,
però i ristoratori romani sono tutti
molto attenti al rapporto qualità prezzo, perché per loro il cliente è un investimento e non qualcuno di cui approfittare. La prova è che pizzerie e ristoranti sono sempre
pieni; segno che i
romani questo lo
sanno e lo apprezzano.
Inoltre
Aumenti? Per
anche il Comune,
gli imprenditori non
con la campagna
ci sono stati, anzi.
Roma spende bene,
L’associazione
si è dato un gran
dei consumatori però
da fare per calnon è d’accordo.
mierare i prezzi».
Anche in questo
caso però è la
qualità che fa la
differenza; se infatti nella fascia medio bassa i prezzi sono
aumentati al massimo del 20% nei locali di buon livello gli aumenti sono stati
più consistenti. Del resto qui è possibile scegliere vini e cibi particolari, alcuni dei quali non proprio economici.
Insomma, gli aumenti ci sono stati ma
per l’euro; di chi allora la colpa? Giammaria assicura che il conto è diventato più salato perché sono i prodotti
ad essere aumentati all’origine: «Sa a
quanto compra un ristoratore un chilo
di funghi porcini? Almeno 25 euro al
chilo. E quanto ricarico potrò mai farci
su un simile prezzo?».Altro motivo di
preoccupazione è il continuo aumento dei costi di gestione, come affitto,
bollette, e tasse: «Ormai per affittare
cento metri quadrati in centro ci
vogliono anche 20mila euro e per
quanto ci riguarda sono anni che chiediamo senza successo un equo canone anche per le locazioni non abitative. Le amministrazioni locali inoltre
hanno cominciato ad aumentare le
tasse in maniera folle».
Roberto Torretti, consigliere di Assoristoranti, è tassativo: «I prezzi sono
sempre gli stessi: i ristoratori si sono
limitati a dividere i prezzi in lire per
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 13
INTERVENTI
1927,36».Anche per Torretti solo una
“percezione” errata da parte del consumatore? Secondo lui, sì. «La gente
non si rende ancora ben conto del
valore dell’euro, basta osservare le
mance lasciate alla fine del pasto: anche
tre, quattro euro».
E se qualche aumento c’è stato, è dipeso principalmente dall’aumento del
costo di carne e pesce e, soprattutto,
di frutta e verdura: in sostanza, l’aumento dei prezzi praticato dai fornitori si ripercuote direttamente sui
ristoratori e sul consumatore finale. E
comunque Roma, nonostante tutto,
resta un’isola felice: cucina varia e variegata, orari lunghissimi per mangiare sia
a pranzo che a cena, niente coperto nel
conto. Ma gli affari su Roma sono diminuiti - Torretti parla addirittura di “guerra tra poveri” -, causa la grandissima
concorrenza, praticata però a scapito
della qualità del servizio offerto; ma
anche l’inevitabile crollo delle presenze seguito al boom dell’Anno Santo e
alla crisi post-undici settembre. Non
solo: la vita degli esercenti a Roma,
segnala Torretti, è veramente difficile:
una burocrazia sterminata li tartassa
per ogni atto che devono compiere; i
vigili sembrano istruiti appositamente
per “beccare” il commerciante che ha
sforato di un centimetro sullo spazio
assegnatogli per i suoi tavolini (e la
situazione, come già segnalato da Monti
di Assobar, rischia di diventare sempre
più difficile), le istituzioni sono latitanti rispetto a qualsivoglia forma di sostegno al settore. E per finire, la ZTL:
«Quattro, cinque chilometri di diametro per l’area pedonale», dice il consigliere di Assobar, «sono veramente
troppi, specialmente considerato che i
permessi per accedere con la macchina vengono spesso rilasciati ai “soliti
noti”. In queste condizioni non ce la
faremo mai».
La convinzione dei commercianti è
dunque “granitica”: i prezzi non sono
aumentati. Ma le associazioni dei consumatori, chiamate in causa da Fumagalli, non concordano.Anzi. «Ormai si
potrebbero formare biblioteche con
le indagini giornalistiche, le testimonianze dei consumatori e le ricerche
scientifiche (fatte ad esempio dall’Università Bocconi e dalla cattolica di
Milano) che dimostrano in maniera
incontrovertibile», dice Antonio
Longo, presidente del Movimento
Difesa del Cittadino, «che gli aumenti
ci sono stati, e notevoli, in settori come
quello della ristorazione e del turismo.
Lo dicono anche gli stranieri che questa estate hanno rinunciato a venire in
Italia nell’ordine del 10% e anche più
in alcune zone. La Slovenia, la Croazia,
la Spagna ci fanno una concorrenza
proprio sui prezzi oltre che sulla qualità dell’industria delle vacanze». E non
è tutto. «Gli aumenti», continua Longo,
«sono stati notevoli soprattutto a
cavallo del passaggio all’euro. Da allora sostanzialmente ci sono stati adeguamenti ma ormai il guaio è stato
fatto. Il caffè che costava 1000-1200
lire è passato a 60-70 centesimi, che
vuol dire 1200-1400 lire.
E provate a trovare a Roma una stanza d’albergo a quelle che erano le vecchie 120-150mila lire, cioè 60-70 euro.
Forse solo in qualche bed & breakfast».
Ma da cosa sono dipesi, secondo i rappresentanti dei consumatori, gli aumenti? «Tutta la filiera della distribuzione
e del commercio ne ha approfittato»,
spiega Longo, «scaricando alla fine gli
aumenti accumulati nei vari passaggi
sul consumatore finale. Un chilogrammo di uva bianca che viene pagato al contadino 20 centesimi, la troviamo sulle bancarelle a 1,50 - 2,0
euro. Ci sono sei- sette passaggi in
questa filiera che fanno lievitare ingiustamente il prezzo, mettendo in difficoltà i piccoli produttori, ai quali addirittura spesso il prodotto viene pagato meno di tre anni fa, e il consumatore domestico, che si fa carico degli
aumenti e spesso è costretto a rinunciare all’acquisto.Anche nel caso dell’agroalimentare sono i dati a parlare:
c’è un segno “meno” su tutte le vendite di frutta e verdura da almeno due
anni». In questo quadro, come si colloca Roma? «A Roma abbiamo una
situazione meno disastrosa perché ci
sono state iniziative come “Roma
Spende bene” che hanno contribuito
a calmierare i prezzi al dettaglio. Un
importante contributo lo ha dato
anche la grande distribuzione, che ha
tenuto sostanzialmente fermi i prezzi,
anche attraverso offerte 3x2, sottocosto e simili. Oggi il costo medio della
vita a Roma è certamente più basso di
altre capitali europee come Parigi o
Berlino, per non parlare di Londra,
che è davvero inavvicinabile. Un viaggio di metropolitana costa da 1 sterlina in su, cioè più di 1,50 euro».
LISTINO PREZZI 1999 AGGIORNATO IN BASE ALL’AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA
RILEVAZIONE ISTAT 1° APRILE 2003
Categoria 3/4
€
£
Categoria 2
€
£
Categoria 1
€
£
Caffè espresso
0,70
1355
0,85
1646
1,10
2130
Cappuccino
0,90
1743
1,15
2227
1,60
3.098
Brioches e lieviti
0,70
1355
0,80
1549
0,90
1743
Bevande gassate in bottiglia
1,40
2711
1,70
3.292
2,30
4453
Succhi di frutta in bottiglia
1,40
2711
1,70
3292
2,30
4453
Acqua minerale in bicchiere
0,35
678
0,50
968
-
-
Bibite e succhi di frutta in lattina
1,75
3388
1,70
3292
2,40
4647
LISTINO PREZZI 1999
Categoria 3/4
£
€
Categoria 2
£
€
Categoria 1
£
€
Caffè espresso
1.200
0,62
1.500
0,77
1.800
Cappuccino
1.600
0,83
2000
1,03
2.800
1,45
Brioches e lieviti
1.200
0,62
1.400
0,72
1.600
0,83
Bevande gassate in bottiglia
2.500
1,29
3.000
1,55
4.000
2,07
Succhi di frutta in bottiglia
2.500
1,29
3.000
1,55
4.000
2,07
700
0,36
800
0,41
-
-
3000
1,55
3.000
1,55
4.200
2,17
Acqua minerale in bicchiere
Bibite e succhi di frutta in barattolo
0,93
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
14 / anno 2 - numero 18
INTERVENTI
Anche dalla musica un contributo
al rilancio turistico di Fiumicino
Ufficio Comunicazione
del Comune di Fiumicino
illa Guglielmini e il suo parco,
tornato a nuova vita dopo
anni di abbandono, hanno fatto
da cornice ad un grande evento musicale per la città di Fiumicino. Ben
10.000 giovani hanno infatti riempito
i giardini assiepandosi di fronte all’enorme Palco, allestito da MTV con due
maxischermi ed un mega impianto
audio, per assistere alla kermesse musicale con ingresso gratuito, che dal
primo pomeriggio è andata avanti fino
alle 24,00 ospitando una selezione di
band e cantanti di fama nazionale ed
internazionale, oltre ai volti noti e
molto amati di MTV, una delle più
conosciute emittenti televisive tra le
nuove generazioni, che trasmette solo
V
Un momento dell’affollatissimo concerto di MTV
musica.
Il primo a salire sul palco è stato proprio Enrico Silvestrin, seguito da Paola
Maugeri, altra vj affermata che ha
infiammato il pubblico. La musica graffiante dei sound più alternativi ed
estremi, nati dalle sonorità metalliche
di una chitarra elettrica, si è diffusa nel
grande spazio creando atmosfere di
grande effetto.
Sono stati parecchi i gruppi italiani che
hanno partecipato all’evento: gli Aferhours, band di riferimento del panorama rock nostrano; Baustelle, da
Siena, con il loro sound energico; Cesare Basile, autore raffinato; Cristina
Donà, una delle cantanti più popolari.
La manifestazione è nata in collaborazione con il Comune di Fiumicino e la
Provincia di Roma ed ha rappresentato un momento musicale di grande
spessore, non solo per i giovani ma per
tutti gli appassionati del genere. La
musica in questo caso è divenuta uno
strumento di comunicazione senza
frontiere che ha unito diversi linguaggi artistici e differenti espressioni culturali, in un importante momento di
aggregazione oltre che di divertimento.Tutto l’evento è stato, poi, ripreso
e trasmesso in diretta dal canale satellitare tematico SKY di MTV Brand
New, che dedica una ampia fetta della
propria programmazione agli eventi
live.
Anche questa manifestazione ha rappresentato una preziosa occasione per
far conoscere il territorio di Fiumicino ben oltre i confini provinciali e proseguire quella politica di rilancio, anche
turistico, del territorio intrapresa dall’attuale amministrazione.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 15
INTERVENTI
Ai turisti del Sol Levante
non piace solo l’antico
F.P.
giapponesi non si fanno condizionare dai problemi di reddito e
hanno deciso di riprendere a viaggiare senza freni.A tutto vantaggio del
loro benessere ma anche dei paesi
come l’Italia che sono in cima alle
motivazioni nipponiche. La grande svolta è avvenuta l’estate scorsa quanto le
agenzie di viaggi giapponesi hanno
segnalato vendite per i viaggi all’estero nettamente in crescita rispetto all’estate 2003. E non è soltanto questo il
dato positivo.Aumenta l’outgoing dei
turisti individuali, a conferma che la
maggiore pratica turistica e la possibilità di ricorrere a informazioni e prenotazioni on line attenua la necessità
di ricorrere all’acquisto di pacchetti
preconfezionati.
La più grande agenzia di viaggi, la JTB
(Japan Travel Bureau) ha annunciato in
luglio un aumento del 72% delle vendite dei viaggi all’estero. La numero
due, Kinki Tourist un aumento del 92%.
I dati dell’outgoing negli aeroporti confermano questo trend e nelle varie
fiere e manifestazioni turistiche si commenta favorevolmente una tendenza
che potrebbe portare nei prossimi tre
anni a oltre 20 milioni di viaggiatori
all’estero.
Le donne saranno protagoniste di questo grande moto. Il tasso di crescita
dei viaggi outbound da parte dei consumers di sesso femminile è più elevato che per la popolazione maschile.
Emergeranno soprattutto le cosiddette
green windows, donne giovani non sposate, alla ricerca di relax, ma proseguirà l’ascesa dei “viaggi di nozze”.
A differenza del mercato americano,
dove il ricambio turistico generazionale è ancora moderato, in Giappone
almeno 1 milione e mezzo di individui
sono new travellers, turisti al primo viaggio all’estero.Anche per loro l’Italia è
un polo che esercita un grande appeal
I
grazie alla Ferrari e a Valentino Rossi, ai
campioni del calcio ai grandi stilisti e le
prenotazioni e le vendite registrano non
solo in estate trend favorevoli.
Dovremo migliorare il rapporto-qualità prezzi degli alberghi. È una richiesta insistente di oltre l’80% dei turisti.
Dobbiamo offrire più pulizia, più tranquillità, camere più confortevoli, con
aria condizionata (i Giapponesi se ne
vanno in giro con i parasole durante
l’estate). Nel mondo delle tecnologie
e di internet l’informazione è sovrana.
Gli alberghi devono offrire siti turistici gradevoli ed efficienti. Magari in lingua giapponese. Gli abbonati alla banda
larga in Giappone sono più di 15
milioni.
I giapponesi sono anche attratti dall’idea di investire in Italia. Ad esempio
stanno partecipando insieme a cardate italiane alle gare di appalto per le
grandi opere, prima di tutto il ponte
sullo stretto di Messina e secondo
l’ambasciatore italiano a Tokyo potrebbero essere attratti nel nostro Sud per
investire nel turismo. Li attrae anche
il mecenatismo culturale. Possono
sponsorizzare eventi legati all’Italia e
a questo proposito si segnala che
Tokyo ospiterà a gennaio il festival
della cultura e del turismo dedicato al
nostro Paese mentre la Galleria degli
Uffizi ospiterà eventi promossi dal
quotidiano economico Nikker.
Anche questa è promozione turistica.
La Capitale è tra le destinazioni più
gettonate e più di altre può puntare a
eventi mirati al mercato del Sol Levante. È una città-spettacolo, ma i giapponesi avrebbero un motivo in più a visitarla se il circuito tradizionale si arricchisse con eventi mirati per un turista
che vuole racchiudere con un click
non solo le straordinarie immagini di
Roma ma nella sua mente ciò che
Roma può raccontare della sua lunga
storia ma anche della sua modernità.
Una volta ad una guida che accompagnava un gruppo tra i monumenti, le
chiese e i fori antichi un giovane turista pose con soavità una domanda:
cosa posso vedere di moderno? Bella
domanda, davvero. Ecco un itinerario
originale. Condito magari da un bel
concerto di musica rock.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
16 / anno 2 - numero 18
INTERVENTI
Turismo cinese: un investimento
per il futuro
Silvia Ciccarelli
incredibile avanzata dell’economia cinese, a partire dalle
riforme economiche avviate da
Deng Xiaoping nel 1978, è sempre più
motivo di interesse da parte del mondo
economico e politico. Dal 1979 il PIL
reale è cresciuto mediamente del 9%
l’anno, la crescita annuale del commercio estero è stata del 15%, ogni settimana più di un miliardo di dollari di
investimenti diretti esteri confluisce nel
Paese di Mezzo. La Cina è ormai pienamente integrata nello scenario globale, non più solo economicamente
(come è stato formalmente sancito con
l’entrata nell’Organizzazione Mondiale
del Commercio) ma anche politicamente, grazie alla sostanziale apertura
della nuova generazione al potere (è di
settembre l’uscita di scena definitiva di
Jang Zemin) e al netto schieramento a
favore dell’Occidente di fronte alla
L’
minaccia globale del terrorismo.
Lo scenario di un nuovo Eldorado sembrerebbe aprirsi di fronte ai Paesi occidentali che affrontano, invece, un rallentamento che ormai non può più considerarsi congiunturale. E in effetti oltre
alle incredibili performance economiche ciò che impressiona è anche un
altro dato: la popolazione. Un miliardo
e 280 milioni di persone, una massa
enorme di gente che con l’aumento del
reddito disponibile si riverserà sui mercati alla ricerca di beni e servizi sino ad
ora per lo più sconosciuti.
Ma qual è la misura reale del mercato
cinese? I dati del 2003 indicano un Pil
pro-capite pari a 1.000 dollari: secondo i criteri della Banca Mondiale a questo livello la Cina è ancora a metà strada per poter essere considerata un
paese di livello medio di reddito. La
popolazione urbana, circa 500 milioni
di persone, è quella che potrà inizialmente trainare i consumi a causa delle
migliori condizioni generali di vita. Il reddito urbano, infatti, oltre ad essere triplo rispetto alle zone rurali, è cresciuto in media di 14 punti percentuali l’anno a partire dal ‘78. La World Bank ha
tuttavia calcolato che il ritmo di crescita dovrà mantenersi tale per altri 13
anni prima di raggiungere la “meta” del
take-off dei consumi. Si può però già parlare di ricchi in Cina, persone che sono
in grado di permettersi ville, limousine
e viaggi all’estero: sono circa 80 milioni, una minoranza, ma un numero di
tutto rispetto se considerato in termini assoluti.
Sulle previsioni circa le dimensioni e la
velocità di crescita del mercato cinese
devono però essere considerate le
impegnative riforme che il Governo di
Jiabao Wen si troverà ad affrontare nel
prossimo futuro. Innanzitutto la progressiva ristrutturazione e liquidazione
delle SOEs, State-Owned Enterprises, che
garantiscono tuttora ai lavoratori l’abitazione e l’assistenza sanitaria e previ-
denziale. Lo smembramento di questi
monumenti all’inefficienza e alla corruzione e il processo di riorganizzazione
e privatizzazione genereranno disoccupazione che andrà ad aggiungersi a
quella già esistente. Inoltre il Governo
si troverà costretto a riformare il sistema del Welfare, precedentemente affidato alle SOEs. Si ritiene quindi a buon
ragione che l’elevata disoccupazione,
l’allungamento della vita media dovuto
al maggiore benessere e l’eliminazione
delle SOEs incideranno senza dubbio
sulle decisioni relative alla porzione di
reddito da destinare ai risparmi per
affrontare le incertezze del futuro.
Oltre a questo, il tasso di cambio mantenuto agganciato al dollaro a quota 8,3
yuan grazie alle manovre del Governo
Cinese comporta un forte avanzo della
Bilancia Commerciale, l’accumulo di
ingenti riserve valutarie in dollari e flussi di investimenti esteri ritenuti ormai
eccessivi. L’aumento di efficienza dei
prossimi anni e l’immensa quantità di
manufatti che quotidianamente già esce
dalle industrie cinesi fa ragionevolmente prevedere una crisi di overcapacity
per i prossimi anni.
Il sistema bancario è sovraccarico dei
cosiddetti bad loans, prestiti difficilmente
esigibili elargiti con munificenza a
imprenditori privati e funzionari provinciali dotati di scarso spirito imprenditoriale e causa del vero e proprio
boom edilizio delle città, che rischia di
trasformarsi in una bolla speculativa
pronta ad esplodere.
E’ nell’interesse del Governo Cinese
mantenere la stabilità interna che serve
a legittimare lo status quo e, per farlo,
deve rallentare l’attuale tasso di crescita
che ha generato un pericoloso surriscaldamento dell’economia, consolidandolo su livelli meno rischiosi (l’intenzione è quella di un tasso annuale di
crescita del 7%), e cercando di frenare
le spinte inflazionistiche.
L’entrata in vigore il primo settembre
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia
anno 2 - numero 18 / 17
INTERVENTI
2004 dell’accordo (ADS) tra UE e Cina
che stabilisce il rilascio facilitato di visti
turistici per i paesi dell’area Shenghen
va senz’altro considerato come una
grande opportunità per l’Europa e l’Italia. Come emerge dai dati forniti dall’Ente Nazionale per il Turismo Cinese,
la velocità con la quale negli ultimi tre
anni i viaggiatori cinesi sono aumentati è impressionante: nel 2003, anno
peraltro particolare a causa della SARS,
sono uscite dal Paese 20 milioni di persone, con un aumento del 22% rispetto all’anno precedente. Nel 2020,
secondo la World Tourism Organization, la Cina sarà la prima destinazione
turistica in entrata del mondo e occuperà la quarta posizione per il turismo
outbuond con 100 milioni di persone
in uscita.
Sono molti i Paesi che hanno già compreso l’importanza di riuscire ad accaparrarsi anche una piccola porzione di
quello che sembra essere l’ultimo Santo
Graal asiatico: i viaggiatori cinesi. Prima
dell’Europa, infatti,Australia, Sud Africa,
Hawaii e paesi dell’area indo-cinese
(Viet Nam,Thailandia, Malesia) ma anche
Micronesia, Indonesia,Taiwan e Giappone, hanno iniziato a corteggiare i ricchi turisti cinesi. Per chiare ragioni di
economicità e di vicinanza geografica e
culturale la destinazione più battuta è
l’Asia con l’82% degli arrivi, seguita dall’Europa con il 9%. La regione del
Guangdong è al primo posto come area
di provenienza, ma un ruolo fondamentale lo giocano anche le Municipalità di Pechino e Shanghai. L’Italia, un
paese con fortissime connotazioni storiche, artistiche e culturali, riuscirà a fare
breccia nei cuori dei turisti cinesi? La
Cina è un paese orgoglioso della propria storia e cultura, con un’alta propensione a privilegiare la propria civiltà. I primi viaggiatori cinesi arrivati dal
mese di settembre hanno subito messo
in evidenza molti limiti di questo nuovo
turismo: si tratta di persone molto
curiose della civiltà occidentale, ma
restie a sperimentare cose nuove, basti
pensare che non mangiano cibo italiano e preferiscono fermarsi nei numerosi ristoranti cinesi. Le limitazioni
imposte come condizioni del rilascio
del visto sono comunque molto elevate: è necessario che viaggino in gruppo,
che ci sia una guida italiana ed una cinese, l’itinerario deve essere necessariamente prestabilito e la durata del viaggio in genere non supera i 12 giorni.
Per lo meno in un primo momento
nella scelta delle destinazioni europee
potrebbero contare molto i precedenti legami di natura commerciale e professionale, oltre che ovviamente aspetti di carattere economico. Rispetto a
Francia, Germania e Inghilterra, l’Italia
ha rapporti d’affari ancora poco sviluppati, lo dimostra anche il fatto che
Alitalia non ha al momento voli verso
la Cina, anche se nei piani di riorganizzazione aziendale da dicembre 2004
sono previsti tre voli settimanali Milano Malpensa – Shanghai, a fronte di
diciassette e tredici voli settimanali
rispettivamente di Lufthansa e Air France.Va quindi implementata una efficace
politica di promozione e conoscenza
del “marchio Italia” in tutte le sue variegate sfaccettature.
Ciò implica un notevole sforzo di
comunicazione, che metta strategicamente in risalto determinati aspetti
della nostra cultura. Lo sport, il clima,
il mare, lo shopping, la religione (si stima
che in Cina vi siano 10 milioni di cattolici che appartengono alla Chiesa
patriottica riconosciuta dal Governo e
almeno altrettanti non riconosciuti)
sono tutti aspetti che potrebbero risultare importanti fattori di attrazione. Da
uno studio della Regione Veneto è
emerso poi che un elemento deterrente è la mancanza di traduzione in
cinese del materiale turistico promozionale. Il forum internazionale sul turismo di fine novembre a Shanghai rap-
presenta sin da ora un importante
appuntamento per promuovere il
nostro Paese.
I benefici del turismo cinese arriveranno probabilmente nel medio-lungo termine, con la prossima generazione, e
non come molti sperano nell’immediato, ma saranno di molteplice natura. Lo
scambio culturale potrebbe infatti funzionare da straordinario volano di sviluppo anche per eventuali nuovi rapporti di business.
Per concludere, la Cina è una realtà
complessa, il cui sviluppo, se non adeguatamente gestito, potrebbe nel
futuro avere un
forte ridimensionamento o rallenSecondo la Banca
tamento. Questa
Mondiale la Cina è
lettura in chiave
ancora a metà strada
più realistica nasce
per poter essere
dalle numerose
considerata un paese
linee d’ombra che
di livello medio di
gli analisti più
reddito.
attenti evidenziano.Tuttavia è nell’interesse politico
prima ancora che
economico del Governo Cinese affrontare le sfide del futuro.
L’ Europa non può che favorire un percorso di questo tipo attraverso una
adeguata cooperazione e il monitoraggio del rispetto delle regole che il processo di apertura economica comporta. I benefici di una economia cinese
sana e in espansione supererebbero
infatti di gran lunga le conseguenze
nefaste di una remota ma possibile
nuova crisi asiatica.
Anno
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
Turisti in uscita
(migliaia)
3,740
3,730
4,520
5,060
5,320
8,426
9,230
10,473
12,133
16,602
20,200
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
18 / anno 2 - numero 18
INTERVENTI
Per vincere la crisi il Lazio
punta sulla promozione
Giovanna Sfragasso
uale sarà il futuro del turismo
italiano? Quali le scelte
necessarie per promuoverne
lo sviluppo? Soggetti istituzionali,
imprese e parti sociali cercano una
risposta, nel tentativo di arginare la
crisi che ha profondamente investito
il settore turistico, uno dei più significativi per l’economia del nostro Paese.
A Genova, in occasione della Conferenza del turismo italiano del 20 e 21
settembre, categorie e Regioni hanno
lanciato un comune grido d’allarme,
che fa perno su dati significativi: poche
infrastrutture, prezzi troppo alti, offerta sempre meno competitiva e conseguente calo di presenze nella stagione estiva. Il presidente dell’Enit,
Amedeo Ottaviani, ha così spiegato le
motivazioni della crisi: «Soffriamo la
competizione. Il
sistema Paese si
presenta con
standard non del
tutto competitiPer Ciaramelletti
vi nei servizi
l’Enit è tuttora
essenziali
di
un punto
mobilità ed accodi riferimento
glienza e le
per la promozione
nostre imprese
turistica regionale
hanno difficoltà a
sostenere
la
concorrenza nel
rapporto qualitàprezzo dei prodotti. Anche il sistema della promozione all’estero fa fatica a rispondere
con sufficiente forza di contrasto ai
vecchi e nuovi competitori».
Quale strada seguire? Tutti concordano in un assetto istituzionale moderno del Paese, attraverso tavoli di concertazione tra Stato e regioni, il cui
ruolo deve essere indiscutibilmente
rilanciato. Comune anche il bisogno di
creare una “cabina di regia nazionale”
e di riformare l’Enit, per il quale il Mini-
Q
stero delle Attività Produttive ha fatto
richiesta al Governo di un finanziamento di 50 milioni di euro nella
Finanziaria 2005.
Le regioni, in particolare, puntano l’attenzione sul bisogno di favorire programmi di formazione e riqualificazione professionale, sulla necessità dell’innovazione tecnologica, per promuovere un innalzamento del livello
dei servizi erogati e una riduzione dei
costi, e sulla volontà di orientare le
loro politiche turistiche verso una
sostenibilità sociale, ambientale ed
economica.
L’atteggiamento che la Regione Lazio
intende assumere in questo delicato
contesto viene spiegato a chiare lettere dall’assessore alla cultura, spettacolo, sport e turismo, Luigi Ciaramelletti, che fa il punto della situazione
partendo dallo “scottante” rapporto
tra Enit e regioni. «L’Enit è stato sempre ed è tuttora il punto di riferimento per la nostra promozione turistica», dichiara l’assessore, «capace di
esportare in modo qualificato l’immagine dell’Italia all’estero. Non bisogna
assolutamente compromettere tutto
quello che di buono può ancora venire da questa struttura, che ha dato un
contribuito fondamentale alla costruzione del marchio Italia».Tuttavia Ciaramelletti ritiene auspicabile l’intervento diretto delle regioni, che devono assumere «in prima persona, a rotazione, nella cabina di regia dell’Enit, uno
spazio determinante per integrare l’esperienza pluriennale dell’ente con il
loro specifico contributo».
L’assessore preferisce però insistere
sulla questione della “promozione”.
Condivide anzitutto la proposta fatta
dal ministro Stanca alla conferenza di
Genova circa la creazione di un portale nazionale dedicato al turismo. Per
Luigi Ciaramelletti questa è un’iniziativa che non solo fa riflettere sulla trasformazione del rapporto tra turismo
e informatica, nonché tra utente e
compagnie aeree, agenzie di viaggio e
strutture ricettive, ma offre al Lazio
un’opportunità non trascurabile, considerando che il sito istituzionale della
regione, fino a ieri fanalino di coda in
Italia, è riuscito a conquistare il sesto
posto, come certifica il rapporto Censis. «Ma è destinato a salire ancora
nella classifica», dichiara l’assessore
regionale, «grazie al nostro impegno
che si concentra soprattutto nel settore turistico. Stiamo infatti lavorando
alla messa a punto di un portale turistico del Lazio, nato nell’ambito dei
progetti di e-government, in modo da
offrire ai cittadini un servizio ricco d’informazioni ed esaustivo, ma anche facile all’uso e accessibile».Altre le possibilità per la promozione turistica, sempre legate all’uso dell’informatica, su
cui la Regione Lazio vuole insistere:
realizzare prodotti come cd rom e dvd
con itinerari multimediali, fotografie e
filmati, arricchire progressivamente le
proprie banche dati sui beni archeologici e culturali, al fine di rendere disponibile in rete una serie di informazioni per una più aperta e fruibile offerta culturale.
«L’importanza della rete è fondamentale», commenta Ciaramelletti «specialmente in un settore come quello
turistico. Per questo intendiamo soddisfare non solo le esigenze dei cittadini ma anche quelle dei turisti stranieri. Un altro progetto che stiamo
valutando è quello della traduzione in
cinese e giapponese dei nostri contenuti dato che con la nostra promozione turistica stiamo puntando da un
lato al recupero e al consolidamento
dei mercati tradizionali (come quello
giapponese) e dall’altro alla conquista
dei mercati emergenti».
Nel settore promozione la Regione
Lazio lo scorso 22 ottobre ha approvato il Piano triennale delle attività
turistico promozionali 2004-2006 con
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 19
INTERVENTI
11 milioni 610mila euro.
«Lo scopo della nostra azione», dichiara l’assessore «è di dare una spinta
decisiva alla promozione dello sviluppo turistico laziale, rafforzando l’immagine della nostra regione sui principali mercati internazionali e in Italia».
Un obiettivo che la Regione intende
perseguire attraverso una duplice strategia che prevede sia l’utilizzo dei tradizionali strumenti di promozione
affiancati da nuove forme di comunicazione, che il loro adattamento ai
diversi mercati di riferimento. «Oltre
allo sforzo economico enorme, stiamo puntando anche sul cambiamento
di rotta nell’offerta dei prodotti turistici», precisa Ciaramelletti, «raggruppando l’offerta per aree tematiche, così
da ottenere un impatto promozionale di maggior peso».
Quattro i macroprodotti previsti dal
Piano triennale: balneare, benessere
termale, comparto cultura, arte e affari, verde, parchi e laghi dell’Appennino.Accanto ad essi dei prodotti “trasversali”: sentieri della fede, ideali per
trasferire i turisti verso le realtà minori, enogastronomia, civiltà e archeologia, turismo nautico. «L’obiettivo che
ci poniamo», spiega l’assessore, «è di
mantenere la posizione di leadership,
allungare il soggiorno dei turisti nelle
città d’arte, spingere verso la destagionalizzazione, valorizzare e promuovere le aree più deboli e sviluppare l’integrazione tra i comparti. Lo
schema dovrà essere sottoposto alle
consultazioni con le province per essere poi di nuovo adottato dalla Giunta
e quindi approvato dal Consiglio regionale».
Un altro elemento di slancio promozionale è il turismo congressuale, che
negli ultimi anni ha assunto un ruolo
rilevante nell’ambito del complessivo
movimento turistico della Regione. E
ciò riguarda non solo Roma, da sempre primario polo congressuale di livello internazionale, ma anche altre città
e centri minori del Lazio, che ben si
prestano, per strutture prestigiose e
location dall’alto valore storico e culturale, ad offrire opportunità turistiche. «Roma, porta d’accesso al turi-
smo nel Lazio, si colloca sul mercato
internazionale nel novero delle grandi mete del turismo congressuale
europeo, al pari di Berlino, Londra e
Madrid», conferma Ciaramelletti, «l’Assessorato alla cultura, spettacolo, sport
e turismo della Regione sta lavorando
per lo sviluppo di questo segmento di
mercato, soprattutto mirando alla
creazione di un convention bureau
entro l’arco della presente legislatura,
che avrà il compito di promuovere e
coordinare il turismo congressuale nel
Lazio, rilanciando oltre alla Capitale
altri centri, minori ma non meno dotati di potenzialità; come Viterbo, Rieti e
Fiuggi». L’immagine della Città eterna,
in particolare, è destinata a cambiare
anche grazie alla creazione del nuovo
polo fieristico e del nuovo centro congressi, che condizioneranno i flussi turistici, intercettando una domanda di
rilevante importanza. «L’Italia, come
emerge spesso da ricerche di settore,
si presenta carente di palacongressi e
debole nel sistema infrastrutturale di
comunicazione rispetto ai principali
competitor stranieri», dichiara Ciaramelletti «Per questo occorre lavorare
in modo sinergico per rilanciare un
settore tanto importante e condizionato da fattori esogeni».
Un punto di debolezza, per Ciaramelletti, è rappresentato dalla mancanza
di una Capitale congressuale in grado
di svolgere le funzioni di centro nevralgico per il settore. «Ebbene», sottolinea l’assessore, «noi riteniamo che
Roma abbia tutte le carte in regola per
aspirare a questo ruolo fondamentale
e che il Lazio possa aspirare a sua
volta, grazie alle sue risorse, ad accogliere una domanda diffusa in questo
settore».
Nell’ambito della promozione turistica laziale sono in cantiere anche progetti da realizzare in collaborazione
con altre regioni dell’Italia centrale.
L’obiettivo è di valorizzare il nostro
patrimonio, avvalendosi di percorsi
tematici che si esplicano in itinerari di
varia tipologia, dagli enogastronomici
a quelli spirituali. «In molti di questi
progetti», puntualizza Ciaramelletti, «il
Lazio è regione capofila». Per citare
qualche esempio di progetto,“Il treno
del gusto” (Lazio capofila con 720mila
euro, seguito da Toscana, Marche e
Umbria); “La terra degli etruschi”
(Toscana, Umbria e Lazio, al terzo
posto con 600mila euro); “Vivere i
laghi” (Umbria, Lazio, con 550mila
euro, e Molise);“Centro studi interregionale per le politiche del turismo”
(tutte le regioni, 2.105 euro);“Itinerari della fede” (Lazio, capofila con un
milione di euro, seguito dall’Umbria);
“Appennino centrale e verde”
(Abruzzo, Lazio,
con un milione
Un punto di debolezza
500mila euro, e
è la mancanza
Molise); “L’isola
di un polo
che non c’è”
congressuale
(Campania
e
in grado di essere
Lazio,
con
un centro nevralgico
500mila euro);
per il settore
“Approdi di Ulisse” (Campania,
Lazio,
con
500mila euro, e
Calabria); “Promozione internazionale Italia centrale” (Marche, Umbria e Lazio, con
320mila euro). «La nostra Regione partecipa a questi progetti interregionali
con un investimento totale di
5.711.484 euro».
In conclusione, la nostra Regione, dal
punto di vista promozionale, ha avuto
un suo ruolo significativo, come
mostrano i dati relativi ai flussi turistici, che in tutte le province e in tutti i
settori non hanno subito la battuta
d’arresto delle altre regioni italiane.
«In forte controtendenza, alcuni comparti, come le città d’arte e le isole»,
ha specificato Ciaramelletti «hanno
registrato un notevole incremento. La
promozione turistica regionale ha
avuto successo nonostante la difficile
situazione internazionale. Iniziative
come “Lazio Estate” hanno consentito di attirare turisti in tutto il territorio, grazie ad un’offerta culturale di
primo piano diffusa capillarmente. Stiamo sostenendo, con la realizzazione di
mostre, concerti, festival, un processo
di destagionalizzazione turistica su
tutto il territorio».
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
20 / anno 2 - numero 18
INTERVENTI
Molte le ipotesi
per la “cabina di regia”
Franco Paloscia
urismo tra interesse nazionale
e devoluzione: questo il tema di
confronto in atto nel paese e
che dovrebbe trovare in questi mesi che
ci separano dal nuovo anno uno sbocco
legislativo risolutivo.Al riguardo, le tesi
formulate alla Conferenza del turismo
italiano sono state molteplici, tutte però
convergenti su un punto: la necessità di
ragionare in termine di sistema-paese,
armonizzando le politiche del turismo
poste in atto dai diversi soggetti istituzionali a vari livelli: centro, regioni, realtà locali.
La posizione del governo è espressa
sinteticamente da una affermazione a
Genova del presidente del Consiglio:
«il turismo deve ritornare nelle responsabilità di governo per un forte rilancio». Dal canto loro, le Regioni, come
si rileva dal documento unitario presentati alla Conferenza sul turismo, concordano sul fatto che in questo
momento «di fronte alla concorrenza
rappresentata da paesi esteri che,
meglio dell’Italia,
riescono
ad
esporsi come
attrattori di turiDa Genova la
smo e mentre il
sistema-paese
necessità di ragionare
mostra segnali di
in termine di sistemacrisi evidenziati in
paese, armonizzando
modo emblemale politiche del
tico delle difficolturismo
tà ad operare
dell’Enit, è legittimo porsi il problema di armonizzare le strategie dei diversi soggetti per indirizzarle
verso un azione di sistema che coinvolga il livello nazionale, regionale e locale, pur senza penalizzare la ricchezza
rappresentata dalle tante energie in
gioco».
Il coordinatore degli assessori regionali al turismo Plinio ha dichiarato che: «le
T
regioni convengono soprattutto circa
la necessità di una cabina di regia nazionale che coordini la politica turistica italiana e quella di più adeguati stanziamenti per la promozione turistica della
marca Italia nel mondo».
È evidente la consapevolezza delle
responsabilità che governi, regioni e altri
livelli istituzionali devono assumere per
garantire una stabilità e un futuro al turismo quale fonte di crescita del Pil nazionale e
dell’occupazione. Esplicito è anche il messaggio delle grandi organizzazioni imprenditoriali del settore. Nel
loro documento unitario osserviamo che è
necessario: «individuare, nel quadro della
riforma costituzionale in atto, compatibili e rispettosi interventi di revisione
per la materia del turismo che, nel
riconfermare le competenze e le attribuzioni già sancite per le Regioni, individuino le necessarie soluzioni e modalità funzionali atte a coniugare e compenetrare federalismo e devoluzione,
da una parte, con interessi comuni e
generali nazionali dall’altra, quale
coerente e necessaria premessa ed
opzione a definire e realizzare strategie e politiche turistiche nazionali con
relative responsabilità e competenze
finalizzate, senza sovrapposizioni od
invasioni delle autonomie costituzionali
regionali».
A sostegno delle proposte di una sede
nazionale quale “luogo” in cui si definiscono strategie di coordinamento del
turismo, interviene il Cnel che, nel
documento presentato alla Conferenza di Genova, rileva: «Una volta fissati i
principi imprescindibili di politica nazionale che ha risvolti importanti soprattutto per la promozione del settore sui
mercati esteri, è necessario individuare una sede di confronto permanente
- come doveva essere il Comitato della
legge 135/2001 - tra Governo nazionale, Regioni, Enti locali e rappresentanze
economiche e sociali. Ciò consentirebbe l’individuazione dei punti di difficoltà dell’intero sistema e delle specificità
territoriali, nonché la messa in comune
degli strumenti più idonei ad affrontarli e la verifica allargata e il monitoraggio dei loro effetti».
È chiaro, quindi, che si
profila un disegno di
assetto istituzionale del
turismo che non soltanto deve garantire un
punto di equilibrio e di
raccordo tra le politiche
del settore, sempre più
trasversali, ma deve
tenere conto anche
della rilevante novità
rappresentata dalla “storica” decisione
di inserire il turismo nella nuova Costituzione dell’Unione Europea come specifica competenza dell’Unione.
L’Italia sarà chiamata a dare un contributo alla costruzione di una nuova politica turistica dell’Europa a 25, esprimendosi anche sulla proposta di creare un’apposita agenzia europea del turismo. A tale disegno istituzionale nel
nostro Paese dovrebbero dare un
impulso congiunto tutte le forze politiche, non solo la maggioranza ma anche
l’opposizione che in una mozione alla
Camera dei Deputati ha dichiarato «l’urgente necessità di mettere in campo una
politica nazionale del turismo».
Dunque, su alcuni punti si può sviluppare proficuamente la ricerca di soluzioni che consentono al nostro Paese
una guida politica, una cabina di regia
nazionale del turismo, un coordinamento con le politiche regionali del turismo e tra le politiche regionali, nonché
un rilancio della promozione fondata
su basi certe, ovvero su istituzioni che
proiettino il turismo negli scenari di
lungo periodo e non si limitino a inter-
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 21
INTERVENTI
venti anti-ciclici e congiunturali di breve
termine. Non sarà un confronto agevole. Le ipotesi che sono state formulate negli ultimi mesi, prima ancora del
confronto di Genova, sono numerose.
Vediamole in sintesi.
Ministero Attività Produttive. Direzione Generale del Turismo. Si può
definire l’ipotesi Marzano poiché il Ministro delle Attività produttive ha rilanciato più volte, anche a Genova, la proposta di rafforzare il ruolo della Direzione Generale del turismo.
Il Ministro ha ricordato l’«incongruenza istituzionale» della scorsa legislatura quando si vararono la riforma costituzionale che prevedeva competenze
esclusive alle regioni in materia di turismo con conseguente riduzione del
ruolo del Ministero, e la stessa riforma
del Ministero delle Attività produttive
che ridefiniva le sue competenze nel
turismo.
Comitato per il coordinamento degli
interventi statali nel turismo e di raccordo con le regioni e le autonomie
locali. Istituito con decreto del Ministero delle Attività produttive del 13
settembre 2002, in seguito ad un accordo raggiunto in sede di conferenza
Stato-regioni sui principi per l’armonizzazione, la valorizzazione e lo sviluppo del sistema turistico.
Il Comitato viene proposto come luogo
in cui si possono coordinare le funzioni dello stato e delle regioni in materia
di turismo. Su questa linea si è espresso in particolare il Sottosegretario ai
Beni Culturali onorevole Nicola Bono.
Presidenza del Consiglio. Sottosegretario. Tra le ipotesi quella di affidare alla Presidenza del Consiglio il
ruolo di cabina di regia.Tale proposta è
stata sostenuta in particolare dalle categorie quando hanno proposto di costituire l’Agenzia italiana del turismo con
la presenza nel suo governo di Stato,
Regioni e organizzazioni di rappresentanza imprenditoriale del turismo.
«Fattore determinante dell’intervento
in termini politici è una delega ad un
Sottosegretario di Stato presso la Presidenza del Consiglio per quanto di
interesse nazionale e limitatamente a
quanto già attribuito alle competenze
statali in materia e, inoltre, per la concertazione decisionale e deliberativa tra
le diverse responsabilità delle attinenti
funzioni centrali, d’intesa con le Regioni, con il fine di pervenire ad una efficace, fattiva, proattiva e proiettiva coniugazione dei diversi ruoli pubblici nel settore costituzionalmente stabiliti ed alla
salvaguardia e potenziamento degli interessi sociali ed economico-produttivi
che vi si connettano e ne dipendono».
Ministero delle Attività produttive.Agenzia Nazionale del Turismo.
L’Osservatorio parlamentare per il turismo ha indicato nel suo schema di proposte di legge l’istituzione dell’Agenzia
nazionale per il turismo presso il Ministero delle Attività Produttive con il
compito di «svolgere attività di carattere tecnico – operativo di interesse
nazionale al servizio delle amministrazioni statali, regionali e locali».
Tali funzioni riguardano, tra l’altro, la
promozione della ricerca, il monitoraggio dei dati, il sostegno delle imprese, gli standard di qualità, la valorizzazione delle comunità locali, la promozione del turismo sostenibile.
Conferenza Stato-Regioni. Secondo il documento del tavolo di lavoro su
“turismo tra promozione e internazionalizzazione: ruoli e sinergie tra enti”
presentato alla Conferenza sul turismo
italiano si Genova: «Nel quadro del
nuovo ordinamento costituzionale la
Conferenza permanente Stato - Regio-
ni costituisce la massima istanza istituzionale di raccordo e coordinamento
tra Stato e Regioni; essa si configura
come il foro ideale deputato alla concertazione ed alla definizione anche degli
indirizzi generali della politica turistica
nazionale. L’esistenza di un quadro di
indirizzi di politica turistica nazionale
condiviso, frutto di una comune elaborazione delle Regioni e dello Stato, è il
presupposto per un esercizio più efficace delle competenze di cui ciascuna
Regione è depositaria, nei limiti del proprio ordinamento ovvero della propria
sfera territoriale ed è altresì la condizione per uno sviluppo più armonico
del “sistema nazionale di offerta turistica”; sistema che,
Su alcuni punti si può
per preservare la
sviluppare
propria attrattiviproficuamente la
tà e competitività
a livello internaricerca di una guida
zionale, non può
politica, una cabina
prescindere da un
di regia nazionale
grado adeguato di
del turismo
coesione.
La Conferenza
permanente Stato
- Regioni, esercita
un ruolo politico
di indirizzo sulla attività dell’Agenzia
approvando il documento di programmazione triennale, nominando il Consiglio di Amministrazione e il suo Presidente».
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
22 / anno 2 - numero 18
INTERVENTI
Il rilancio della Valle dell’Aniene
nei progetti della Comunità Montana
a X Comunità dell’Aniene, con
i suoi 72.000 ettari di territorio, è una delle più estese fra le
ventidue Comunità Montane del Lazio
ed è quella che comprende il maggior
numero di Comuni: trentuno. Dal
punto di vista geografico è collocata
nella fascia centro orientale della regione, al confine con l’Abruzzo fra i Monti
Sabini-Tiburtini ed i Monti Ernici. Il
turismo, la sua promozione e la promozione delle politiche e dei programmi che possano far sentire i loro
benèfici effetti sul comparto è, come
conferma l’assessore Paolo Maturilli,
uno dei maggiori impegni dell’ente
locale: «Anzi, direi che è una delle
nostre priorità, come testimoniano il
fitto programma di manifestazioni culturali e sportive e gli interventi di conservazione del nostro patrimonio storico, artistico, archeologico ed ambientale». Ciò non solo perché sarebbe un
peccato non valorizzare una non disprezzabile quantità di risorse ma
anche perché è
proprio col turismo che si spera
di arginare in
Lo sviluppo turistico
qualche modo
come rimedio allo
l’esodo di popospopolamento della
lazione, dovuto
montagna
per lo più alla
mancanza
di
sbocchi occupazionali e alla difficoltà di accedere ai servizi.
«Dalle nostre zone si va via non certo
a causa della “qualità” dell’ambiente»,
tiene a precisare Maturilli, «che da noi
è eccellente.Al punto che contiamo di
invertire l’attuale tendenza demografica proprio puntando sulla natura e lo
sviluppo delle attività connesse».
In concreto quali sono i progetti della
X Comunità Montana? A breve e
medio termine, sempre secondo l’as-
L
Il presidente Luciano Romanzi
con l’assessore Paolo Maturilli
sessore al turismo, occorre passare
dalla mera tutela e conservazione del
territorio – pur doverosa e comunque
meritoria – ad una vera e propria promozione, esaltandone l’intrinseca vocazione, ad esempio, alla pratica degli
sport all’aria aperta o a tutte quelle
attività relative al plen air.A tutto ciò
si potrebbe unire l’impegno, peraltro
già presente, di legare all’opzione
ambientale anche un’offerta culturale.
«Le nostre risorse per qualità e quantità non hanno nulla da invidiare a
quanto proposto in altre località»,
afferma ancora Paolo Maturilli, «e
vanno dal fiume Aniene ai parchi regionali dei Monti Simbruini e dei Monti
Lucretili, dalla tenuta lago di Percile alle
acque minerali di Marano Equo, dai
Monasteri di Subiaco alle innumerevoli
chiese e santuari presenti nel territorio, dalle vestigia archeologiche delle
Ville di Orazio, Nerone e Traiano ai
centri storici di grande valore monumentale, dai Castelli e Rocche agli interessanti musei presenti in alcuni
Comuni, dai prodotti enogastronomici biologici e di qualità quali il farro, l’olio, il vino cesanese, i fagioli, i funghi ed
altro al folklore ed alle tradizioni popolari». Come si vede la “materia prima”
è abbondante e di qualità, tanto da
poter diventare il vero asse portante
di un’economia locale «sostenibile ed
ecocompatibile»,
A patto che ci sia la dovuta attenzione da parte dei livelli politico-istituzionali superiori - Provincia, regione e
Stato -, come tiene a precisare l’assessore della Comunità Montana, che
prosegue invitando questi stessi «livel-
INSERTO
ADEMPIMENTI E COMUNICAZIONI
DEL DATORE DI LAVORO
NELLA RIFORMA BIAGI
DOPO IL CORRETTIVO
ARTICOLO DLGS
76/2003
ARGOMENTO
ADEMPIMENTO
1) Le agenzie per il lavoro e gli altri operatori pubblici e privati autorizzati o
accreditati assicurano ai lavoratori il diritto di indicare i soggetti o le categorie di soggetti ai quali i propri dati devono essere comunicati.
Sanzione
La violazione di tale norma non è espressamente sanzionata. Il trattamento
dati senza l’indicazione del lavoratore è irregolare e determina le conseguenze, previste dal Dlgs 196/2003, cioè blocco, sospensione o cancellazione del
trattamento stesso.
Artt. 8, 9 e 10
Agenzia
del lavoro
Privacy
2) Le agenzie del lavoro hanno il divieto di comunicazione delle ricerche, selezione, ricollocamento, somministrazione e intermediazione a mezzo stampa,
internet, televisione o altro mezzo di informazione in forma anonima o da parte
di soggetti non autorizzati. Le Agenzie devono indicare in qualsiasi comunicazione verso terzi gli estremi dei provvedimenti di autorizzazione a accreditamento.
Sanzione
Gli editori, i direttori responsabili e i gestori dei siti sono puniti con la sanzione amministrativa da 4.000 a 12.000 euro.
3) Le Agenzie del lavoro e i soggetti accreditati o autorizzati hanno il divieto
di svolgere indagini sulle opinioni personali del lavoratore.
Sanzione
Ammenda da 154 a 1.549 euro o arresto da 15 giorni ad un anno (art. 18,
comma 5, Dlgs 276/2003).
Divieto di esigere o percepire compensi dal lavoratore per avviarlo ad attività di somministrazione.
Art. 11
Agenzie
del lavoro
Scopo di lucro
Sanzione
L’inosservanza è punita con la pena alternativa dell’arresto non superiore ad
un anno o dell’ammenda da 2.500 a 6.000 euro, e con la cancellazione dall’albo (art. 18, comma 4, Dlgs 276/2003)
1) Nell’apprendistato per realizzare il diritto-dovere di istruzione:
- il contratto è stipulato in forma scritta;
- il datore di lavoro deve fornire la formazione prevista;
- il datore di lavoro deve registrare la formazione effettuata nel libretto formativo;
Art. 48, comma 4
Art. 4,
commi 4 e 5
Apprendistato
2) Nell’apprendistato professionalizzante il contratto deve essere stipulato in
forma scritta e deve essere garantita una formazione di almeno 120ore annuali.
Sanzione
In caso di inadempienza all’obbligo di formazione la sanzione consisterà nel
versamento della differenza tra la contribuzione piena (paria quella prevista in
riferimento al livello contrattuale superiore o che sarebbe stato raggiunto) e
la contribuzione agevolata prevista per l’apprendistato maggiorata del 100%.
Il contratto deve essere stipulato per iscritto e deve essere ricondotto ad uno
o più progetti o programmi di lavoro o fasi di esso.
Artt. 61 e 62
II
Collaborazione
a progetto
Note
Scade il 24 ottobre 2004 l’efficacia delle vecchie collaborazioni non riconducibili ad un progetto o programma di lavoro.
Tramite accordo aziendale è possibile prolungare il predetto termine entro e
non oltre il 25 ottobre 2005.
Obbligo di stipulare i Cfl autorizzati fino al 23 ottobre 2003 entro il 31
ottobre 2004.
Art. 59-bis
Contratto
di formazione
e lavoro
Note
Per ottenere gli sgravi contributivi previsti il datore di lavoro deve presentare
la domanda all’Inps entro 30 giorni dalla stipulazione se successiva al 26 ottobre 2004 e fino al 31 ottobre 2004, o entro il 25 novembre 2004 se la stipula
è avvenuta prima.
Il contratto di inserimento deve essere stipulato per iscritto e deve realizzare il progetto di inserimento previsto. Il datore di lavoro deve registrare la formazione effettuata nel libretto formativo.
Art. 55 e 56
Contratto
di inserimento
Sanzione
In caso di gravi inadempienze alla realizzazione del progetto la sanzione consisterà nel versamento della differenza tra la contribuzione piena (pari a quella prevista in riferimento al livello contrattuale superiore o che sarebbe stato
raggiunto) e la contribuzione agevolata prevista per l’apprendistato maggiorata del 100%.
1) Il committente nei lavori dati in appalto deve trasmettere all’amministrazione concedente la licenza l’indicazione dell’impresa esecutrice e il certificato di regolarità contributiva.
Art. 86,
comma 10-bis
Edilizia
Sanzione
In mancanza resta sospesa l’efficacia della licenza o del permesso.
2) In caso di istaurazione di rapporti di lavoro, anziché procedere alla comunicazione contestualmente al Centro per l’impiego, l’impresa deve effettuare
la comunicazione il giorno precedente.
Sanzione
Sanzione amministrativa da 100 a 500 euro per lavoratore.
Art. 35,
commi 1 e 3
Lavoro
intermittente
1) Il contratto di lavoro deve essere stipulato per iscritto e contenere una
serie di elementi (durata, ragioni, luogo e mansione, retribuzione, forme e modalità della chiamata).
2) Il datore di lavoro deve informare ogni anno le rappresentanze sindacali sull’andamento del ricorso al lavoro intermittente.
Art. 42
Lavoro ripartito
Il contratto di lavoro deve essere stipulato per iscritto e deve contenere una
serie di elementi (collocazione temporale della prestazione, luogo di lavoro e
retribuzione).
1) Il contratto deve essere stipulato, ai fini della prova, per iscritto. Il lavoratore può farsi assistere da un membro della Rsa.
Non è più richiesta la trasmissione entro 30 giorni alla Direzione provinciale
del lavoro.
Art. 46
Part-time
2) La trasformazione da full-time a part-time del contratto deve essere effettuata per atto iscritto e convalidata dalla Direzione provinciale del lavoro.
3) Eventuali assunzioni part-time devono essere comunicate al personale a tempo
pieno per prendere in considerazione eventuali richieste di trasformazione.
Obbligo di versare il 4% della retribuzione ai fondi costituiti presso gli enti bilaterali.
Art. 12
Somministrazione
di lavoro
Contribuzione
Sanzione
L’omissione comporta il versamento di una sanzione amministrativa pari all’importo del contributo omesso.
III
Art. 13, comma 4
Art. 21
Somministrazione
soggetti
svantaggiati
Somministrazione
de lavoro
Contratto
Le agenzie di somministrazione devono comunicare all’Inps e al servizio per
l’impiego i nominativi dei soggetti svantaggiati assunti in deroga alla disciplina
ordinaria ai fini della cancellazione dalle liste di mobilità.
Il contratto di somministrazione deve essere concluso per iscritto e deve contenere una serie di informazioni (estremi autorizzazione, numero lavoratori,
durata, casi, rischi alla salute, mansioni, luogo, orario, ecc.).
Tali indicazioni devono essere comunicate dall’agenzia al lavoratore.
Sanzione
In mancanza della forma scritta il contratto è nullo; se mancano i dati il contratto è irregolare e il lavoratore può chiedere la costituzione di un rapporto
di lavoro subordinato.
1) L’agenzia deve informare i lavoratori sui rischi per la sicurezza e la salute e
deve fornire l’addestramento sull’uso delle attrezzature.
Art. 23, comma 5
Somministrazione
di lavoro
Sicurezza
del lavoro
Sanzione
L’omessa formazione comporta l’arresto da 3 mesi a 6 mesi o l’ammenda da
1.549 a 4.131 euro (art. 89, Dlgs 626/1994).
L’omessa informazione comporta l’arresto da 2 a 4 mesi o l’ammenda da 516
a 2.582 euro (art. 89, Dlgs 626/1994).
2) Il contratto di somministrazione può prevedere che sia l’impresa utilizzatrice a fornire le informazioni e la formazione.
Art. 24, comma 4
Somministrazione
di lavoro
Diritti sindacali
L’utilizzatore comunica alle rappresentanze sindacali e in mancanza alla associazione territoriale di categoria il numero dei lavoratori somministrati, nonché, ogni 12 mesi, il numero e i motivi dei contratti conclusi.
ARTICOLO 19, DLGS 276/2003
Sanzioni riguardanti il collocamento ordinario e non modificate dal Dlgs correttivo
VIOLAZIONE
SANZIONE
Mancata consegna al lavoratore assunto della dichiarazione di
registrazione su libro matricola
Sanzione amministrativa
Da 250 a 1.500 euro
Mancata o ritardata comunicazione di trasformazione entro 5
giorni di alcuni rapporti lavorativi al Centro per l’impiego (*)
Mancata o ritardata comunicazione entro 5 giorni al Centro per
l’impiego della cessazione del rapporto.
Mancata o ritardata comunicazione contestuale dell’assunzione e dell’instaurazione di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa al Servizio provinciale per l’impiego (*)
Sanzione amministrativa
Da 100 a 500 euro per ogni lavoratore.
E’ possibile pagare la sanzione ridotta (50 euro) qualora l’adempimento venga spontaneamente effettuato entro 5 giorni dalla
data dell’omissione.
Sanzione amministrativa
Da 100 a 500 euro per ogni lavoratore.
E’ possibile pagare la sanzione ridotta (50 euro) qualora l’adempimento venga spontaneamente effettuato entro 5 giorni dalla
data dell’omissione.
Sanzione amministrativa
Da 100 a 500 euro per ogni lavoratore.
E’ possibile pagare la sanzione ridotta (50 euro) qualora l’adempimento venga spontaneamente effettuato entro 5 giorni dalla
data dell’omissione.
Mancata ed omessa comunicazione da parte delle agenzie di somministrazione di lavoro entro il giorno 20 del mese delle assunzioni e delle variazioni intervenute nel mese precedente (*)
(*) Tale norma deve essere ancora attuata in quanto si è in attesa dell’approvazione da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali della relativa modulistica (Dlgs n. 297/2002).
IV
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 23
INTERVENTI
li superiori» a «destinare risorse
importanti a questo territorio. Noi da
parte nostra ci stiamo già impegnando a fondo e negli ultimi tempi, oltre
a sostenere i comuni, le Pro-loco, le
associazioni culturali, sociali, ambientali e sportive nelle loro iniziative volte
ad animare le nostre piccole comunità e renderle più interessanti dal punto
di vista turistico, abbiamo messo in
campo una serie di altre iniziative».A
questo punto Maturilli sciorina un
nutrito elenco, che comprende la realizzazione di una cassetta VHS per la
promozione del territorio, una serie di
servizi televisivi, nell’ambito della rubrica “Borghi Medievali” nel palinsesto di
Tele-Lazio, sui trentuno comuni della
X Comunità Montana, la realizzazione di una accurata cartografia del territorio in cui vicino a ciascun comune
è stampato un simbolo relativo alla sua
maggiore attrattiva turistica. E ancora:
la realizzazione di in Cd multimediale
con la raccolta di immagini fotografiche che documentano la storia, l’arte
e la natura locale, suddivise in itinerari tematici; infine è in ristampa la guida
dei trentuno comuni già realizzata nel
1998 ma aggiornata con numerose
integrazioni.
Un grosso impegno è stato messo nell’iniziativa Impariamo a sciare, che questo inverno ha coinvolto circa quattrocento ragazzi allo scopo di farli avvicinare alla pratica di questo sport e di
dare maggior impulso alla stazione sciistica di Monte Livata, a due passi da
Roma. Gli amministratori locali sanno
però che si può parlare di vera promozione turistica del territorio se si
riesce a dare una dimensione “internazionale” ed europea. Per questo la
Comunità Montana ha promosso un
gemellaggio con la comunità isolana di
Gozo (Repubblica di Malta) e con il
distretto polacco di Dombrowa Tarnoska, mentre nei primi giorni di settembre si è svolto un “Incontro dei
Gemellaggi in Val d’Aniene” con la disputa di una gara ciclistica di cronometro a squadre. Gli atleti, provenienti da
numerosi Paesi, si sono cimentati in
una pedalata turistica che ha attraversato le più amene località, conclusa
da una conferenza sul valore educativo dello sport.
E per il futuro, cosa bolle nella pentola dell’assessorato? «Abbiamo in programma, a breve, la realizzazione del
progetto “Tesori nascosti in Val d’Aniene”», anticipa l’assessore della
Comunità Montana, Paolo Maturilli,
«che permetterà ad un certo numero
di visitatori, scelti e selezionati mediante mirate strategie di marketing, di visitare le nostre più significative realtà
territoriali. Si tratta di uno strumento
di conoscenza diretta che ha il pregio
di innescare un passaparola fra i partecipanti ed offrire indubbi spunti per
tornare in quei luoghi».
Altri tre progetti ambiziosi, per i quali
è già stato chiesto il finanziamento alla
Provincia ed alla Regione riguardano
la realizzazione di un “parco culturale” quale unico contenitore per la promozione e la realizzazione di iniziative culturali, turistiche, fieristiche
e del tempo libero; la realizzazione di road show
secondo gli
itineranti per la
amministratori non ci
presentazione e
sarà vera promozione
divulgazione del
senza una
territorio in fiere,
“dimensione
manifestazioni ed
internazionale”
eventi a carattere
turistico; l’attivazione di 7 chioschi informativi
realizzati dalla
Comunità Montana con fondi europei
per il potenziamento dei servizi turistici esistenti, la diffusione di materiale divulgativo, la prenotazione di prodotti tipici e l’attivazione di un sito
internet.Tutte iniziative che oltretutto comporterebbero nuova occupazione, con evidenti e immediate ricadute positive sul territorio. Per quanto riguarda i chioschi informativi c’è un gruppo
già il serio impegno da parte della di turisti
Regione a finanziare il loro funziona- parteciapanti
al progetto
mento per 18 mesi, e secondo Matu- “I Tesori
rilli questo è già un ottimo auspicio Nascosti
per il rilancio complessivo dell’intera della Valle
dell’Aniene”
area.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
24 / anno 2 - numero 18
INTERVENTI
Chef del Lazio, largo ai giovani
Roberto Coramusi
a Federazione italiana cuochi
ha celebrato il suo santo protettore, San Francesco Caracciolo originario di Villa Santa Maria nel
chietino, ed in questa solenne ricorrenza l’Unione Regionale del Lazio ha
organizzato un happening dedicato a
tutti gli chef di casa nostra.
Quella svoltasi il 17 ottobre scorso a
Morena, nei locali di “Stazione Birra”,
è stata dunque la festa di tutti gli amanti dell’arte culinaria dove cuochi affermati e non, giovani e meno giovani, si
sono misurati in tre categorie di esposizione di elaborati e si sono confrontati anche per fare il punto sulla situazione della ristorazione in Italia ed particolare nella provincia di Roma.
Nel corso dei secoli il nostro paese ha
esportato l’arte del “mangiar sano e
bene” nel mondo, frutto di una tradizione culinaria semplice e ricercata allo
stesso tempo che è
stata tramandata
dalle scuole della
nostra penisola. Istituti riconosciuti in
ambito internazionale come quello
della scuola alberghiera di Marino,
dove si sono formati chef rinomati
tra i quali anche i
cuochi personali
del
presidente
della Repubblica.
Quale
miglior
occasione quindi della festa del patrono per porre l’accento sulla formazione dei giovani cuochi, soprattutto oggi
che i media nazionali sono letteralmente “entrati in cucina”, levando il
velo sulla fatica e la passione che anima
le migliaia di professionisti del settore.
L’Unione Regionale del Lazio che vanta
circa 1200 iscritti (1000 nella sola provincia romana), nella persona del pre-
L
sidente Carlo Zappulla, sta investendo
molto sulle nuove leve: «A conferma
dell’impegno nel coinvolgere i ragazzi
nella nostra associazione il 60% degli
espositori di questa festa sono giovani, alcuni anche giovanissimi. Lavoria-
mo di concerto con gli istituti alberghieri, grazie ad uno sportello per ogni
scuola, e con alcuni istituti privati, perché riteniamo si debba investire molto
nella formazione.
Per essere un vero cuoco ci vogliono
Lo chef: un po’ artigiano,
un po’ scienziato
Alessandro Circiello
Italia, si sa, è apprezzata per le
sue innumerevoli bellezze storiche e artistiche; non c’è dubbio
però che anche la sua tradizione culinaria abbia più di qualche merito nel richiamare ogni anno milioni di turisti. Ma qual
è il segreto del nostro successo?
In cucina l’eccellenza di un prodotto
prevale su quella dello Chef. È il risultato di una combinazione perfetta tra
la qualità dei prodotti, che incide per il
60%, e l’abilità del cuoco che li elabora,
cui possiamo attribuire il restante 40%.
Chi cucina associa, valorizza, assimila le
materie prime. E’ innanzitutto un artigiano, la cui preparazione può rivelarsi
anche assai difficile, che deve conoscere alcuni principi di chimica per capire
perfettamente quello che avviene, ad
L’
esempio, con la cottura, la miscelazione
di aromi e liquidi. Ciò è necessario per
portare le qualità gustative al più alto
livello di eccellenza e dare, o talvolta
ridare, al prodotto tutto il suo sapore.
Due mele della stessa varietà infatti non
avranno lo stesso gusto se sono cresciute a qualche chilometro di distanza,
dato che la composizione del suolo sarà
differente. Due melanzane non saranno
mai uguali, magari perché una ha visto
il sole mentre l’altra era nascosta da una
foglia. Il cuoco deve tenere conto di queste minime differenze per esaltarle. La
cucina non è magia ma bisogna anche
verificare i prodotti e saperne estrarre
il sapore al massimo. Sbucciare, tritare,
bianchire, chiarificare ed altre tecniche
ancora devono essere conosciute e
adoperate alla perfezione. Oggi inoltre
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 25
INTERVENTI
almeno quindici anni di studio e di
esperienza». Per molti la cucina è un
atto d’amore, per altri una passione
e c’è chi invece la vive come missione, ma è anche una componente fondamentale dell’offerta turistica italiana e come tale va tutelata e quotidianamente rilanciata: «Il livello della
ristorazione in Italia è di buona qualità e la provincia di Roma non si sottrae a questo giudizio positivo», ha
continuato il presidente Zappulla. «Il
diffondersi dei cosiddetti “menù turistici” non incide sul valore generale
della nostra cucina, visto che è un
fenomeno circoscritto a poche categorie di ristoratori. Il turista d’altronde è libero di scegliere di mangiare dalle tavole calde ai grandi alberghi con un’ottima varietà di piatti ed
altrettanto buoni servizi».
L’unica nota dolente, di cui gli organizzatori sono rammaricati, è che il settore turistico aumenta di anno in anno
la richiesta di chef professionisti e spesso tale domanda rimane insoddisfatta.
Necessaria dunque una maggiore attività di promozione dell’arte culinaria
la valorizzazione di un ingrediente nel
piatto è un elemento di distinzione tra
chi cucina.Ad esempio le verdure sono
state considerate per troppo tempo solo
un contorno; invece si potrebbe dedicare loro un menù intero,nel quale ciascuna
diventerebbe di per sé un piatto. Ma
anche in questo caso è una questione di
prodotti. Che cosa fa di un pomodoro
un buon pomodoro? Quello giusto non
deve risultare troppo acido e non troppo dolce. I migliori si trovano soltanto
nella loro stagione, in quei tre mesi in cui
cresce e matura sulla pianta. Il massimo
è cercare quindi i produttori in grado di
fornire frutti e ortaggi coltivati e raccolti nei tempi giusti, perché la qualità si
garantisce anche con la continua ricerca
A questo punto dovrebbe essere chiaro che l’arte culinaria è una questione di
prodotto e professionalità, dal cui sapiente
connubio nasce il piatto perfetto; quello che il palato difficilmente dimentica e
che riesce a dare al commensale il massimo degli aromi e dei sapori contenu-
di Roma e del Lazio per dare ancor più
visibilità ai sapori di casa nostra, anche
in ottica di reclutamento di quegli aspiranti cuochi ancora in procinto di trasformare, attraverso lo studio, il loro
divertimento in una vera e propria professione. In questa ottica sta lavorando
molto bene il team di cuochi dell’Unione regionale Lazio che partecipa a
competizioni culinarie in tutto il mondo
testimoniando la bontà dei nostri piatti e la bravura dei nostri chef.
Il primo premio di due dei tre concorsi
indetti in occasione della festa del
cuoco hanno interessato proprio la
partecipazione agli stage di cucina del
Team Lazio senior e di quello junior,
riservato agli under 21.A vincere l’ambito riconoscimento sono stati Domenico Germinario e Domenico Muto,
grazie alla presentazione di piatti fantasiosi dai gusti ben calibrati. Soprattutto il primo si è distinto con un
impareggiabile carrè d’agnello in foglia
di cavolo cinese farcito di porcini, marroni ed elisir di dolcetto d’Alba. Un’altra giovanissima, Isabella Pettine, 20
anni, ha ritirato commossa il primo
premio nella categoria dell’esposizione libera: «Sono felicissima, non me lo
aspettavo proprio.
Ho sempre cucinato perché mi piace
e mi diverto, poi ho partecipato ad un
corso ed ho scoperto un mondo
nuovo». A giudicare da queste competizioni culinarie il futuro della categoria, dal punto di vista qualitativo, è
assicurato. Per i numeri è solo questione di tempo.
Saltimbocca di baccalà su zabajone allo zafferano
Per la composizione finale: mettete lo
zabaione di mare
sul fondo del piatto, adagiatevi sopra
i saltimbocca, ultimate con la julien-
INGREDIENTI:
baccalà fresco dissalato g.400 salvia g.5
prosciutto crudo Parma g. 120
olio extra vergine d’oliva g.20
brodo di pesce g.200 zafferano in pistilli g.2
tuorli uovo g.20 sale q.b. carote g.200
peperoni rossi g.80 pepe Cajenna q.b.
ne di carota fritta e il peperone .
ESECUZIONE:Tagliate il baccalà pulito in bocconcini e avvolgete ogni pezzo di pesce nella fettina di prosciutto crudo. Mettete all’interno una foglia di salvia,
rosolate in padella con olio; quindi abbassate la fiamma e cuocete a fuoco lento fino a fine cottura. Riducete sul fuoco il brodo di pesce con lo zafferano.
Togliete dal fuoco, unite i tuorli e montate con la frusta come un normale zabaione; rettificate di sapore.
ti in ciascun ingrediente. In pratica questo cosa vuol dire? Non è un caso che
agnello e montone debbano essere serviti su piatti molto caldi, poiché la natura del loro grasso fa si che altrimenti si
solidificherebbe troppo rapidamente. Di
esempi simili se ne potrebbero fare all’in-
Questo piatto di nuova concezione, sia per gli ingredienti che per la preparazione del baccalà, pur richiamandosi a prodotti noti per la loro bontà: baccalà e zabaione, che hanno accompagnato la crescita dell’uomo, nel
contesto attuale grazie allo zafferano diviene un piatto
armonico, colorato e di sapore intenso e profumato; da
accompagnare con un ottimo vino.
finito, perché anche la cucina è una scienza; risultato perfetto, e anche molto gratificante, di una combinazione di elementi. Come disse un po’ di tempo fa
il famoso Brillant Savarin: «The creation
of food is more important than the discovery of a new star…»
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
26 / anno 2 - numero 18
NOTIZIARIO
Park Hotel dei Massimi:
una finestra su Roma
Laura Ranca
ituato nel cuore di Roma, il
Park Hotel dei Massimi è
come una ideale, immensa finestra su San Pietro. L’hotel è infatti in
una superba posizione: vicinissimo alla
Città del Vaticano in una parallela di via
dei Massimi; proprio vicino a Villa
Stuart.Tra l’altro è anche a due passi
dallo Stadio Olimpico, il Foro Italico
(dove si svolgono gli Internazionali di
tennis) e lo Stadio Flaminio. Insomma
una collocazione che non solo permette di godere di meravigliosi giri turistici nel cuore della città eterna. Saranno peraltro soddisfatti anche gli amanti dello shopping, che poco fuori la hall
hanno le eleganti vetrine dei negozi di
Monte Mario e Balduina.
Il look dell’Hotel è cosmopolita: classico e contemporaneo allo stesso
tempo è in totale sintonia con i gusti
dei viaggiatori internazionali. Con le sue
85 camere esclusive e confortevoli ed
un servizio impeccabile, si presenta
S
come una risposta eccellente alle esigenze di turisti e uomini d’affari che
cercano una sistemazione raffinata e
dotata di tutti i moderni comfort; compresa una connessione wireless ad
Internet gratuita per i clienti, disponibile nella hall, nel salone e nel parco.
Le camere sono nuove e di qualità
eccezionale. Ogni comfort e dettaglio,
dal particolare dei tessuti, ai mobili, fino
all’ultimo degli accessori, è stato disegnato e realizzato in esclusiva; per trasmettere ai clienti il concetto di eccellenza, di qualità superiore e di piacevolezza che caratterizza la filosofia dell’Hotel.
Lontane dalla tradizione le camere
seguono una linea ideale, presente in
tutto l’albergo, costituita da una sorta
di lettura contemporanea ed innovativa degli arredi e dei servizi, nel tentativo di interpretare e addirittura prevenire le esigenze e le attese del viaggiatore moderno.Tutte le stanze sono
dotate di aria condizionata, frigo bar, tv
satellitare, cassaforte per preziosi e beni
di valore, telefono, radio, attacco per il
personal computer e per il modem ma
ciò che le contraddistingue è certamente la vista su uno degli angoli più
famosi della capitale.
Il Park Hotel dei Massimi però non è
solo per chi si ferma a Roma per turismo. Con le sue due sale conferenza
dotate di un moderna strumentazione
multimediale e capaci di accogliere fino
a 80 persone si propone infatti come
sede esclusiva per meeting e incontri
di lavoro. Infine, l’Hotel dei Massimi è
il posto ideale per organizzare qualsiasi evento importante, reso indimenticabile dalla cornice in cui si svolge.
Matrimoni, meeting, cerimonie di ogni
genere troveranno una organizzazione
impeccabile, curata dal personale dell’hotel, e servizi assolutamente all’altezza, come suite nuziali, un ricevimento sofisticato in giardino e presto
anche a bordo piscina, ricchi banchetti che trasformeranno ciascun appuntamento in un momento unico; proprio nel cuore della Roma Imperiale.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 27
NOTIZIARIO
Più forte l’amicizia fra Roma
e Pechino
Caterina Saccaro
ri, gioielli e preziosi, il meglio
della produzione orafa artigiana della Capitale, il 10 e 14
novembre sono volati a Pechino per
una eccezionale esposizione intitolata:“Oro di Roma”, che ha mostrato ai
cinesi l’alto livello e la qualità che anche
in questo settore ha raggiunto il made
in Italy. Madrina dell’iniziativa, che si è
svolta nell’ambito della manifestazione internazionale d’oreficeria China
International Jewellery Fair, il vice sindaco Mariapia Garavaglia.
“Oro di Roma”, infatti è un altro mattone destinato alla costruzione di quel
ponte ideale tra la Città Eterna e la
capitale del Paese più popolato della
terra; che sta ormai bruciando le tappe
per darsi una economia di mercato.
Da qui il crescente interesse da parte
dell’amministrazione capitolina, la quale
– per ammissione della stessa Garavaglia - guarda con fiducia alla possibilità di dare impulso all’economia
romana proprio grazie a relazioni sempre più strette con la Cina. Del resto
la vicinanza fra Roma e Pechino, tra le
quali esiste un gemellaggio, è stata ribadita e sottolineata anche nel corso dell’incontro che la delegazione italiana
ha avuto con il vice sindaco Zhang
Mao e con il vice presidente del Centro Nazionale del Turismo; l’equivalente
del nostro Ministero, Gu Zhaoxi. Ai
due funzionari il vice sindaco capitolino ha donato la mappa di Roma, fatta
stampare dall’amministrazione comunale in cinese, ricevendo entusiastici
apprezzamenti; al momento Roma è
infatti l’unica città al mondo ad aver
pronto per l’uso uno strumento così
utile, anzi essenziale, per favorire l’orientamento degli ospiti cinesi.
Il calendario di incontri con i rappresentanti delle più significative realtà
istituzionali, come il ministro della cultura Wang Yaunshang, ha anche portato la delegazione italiana a sedersi ad
un tavolo tecnico impegnato nel pro-
O
getto “ASIA Urbs”. Promosso da una
rete composta dal Comune di Roma
(capofila), tramite Risorse per Roma,
e dalle Municipalità di Pechino e Parigi. Il progetto rappresenta uno straordinario impegno per il recupero e la
valorizzazione degli “hutong”: aree di
enorme importanza per il patrimonio
storico-culturale locale. Si è parlato
anche delle Olimpiadi 2008, le quali
secondo il vice sindaco di Pechino
«non saranno solo un grande evento
sportivo, ma anche luogo di incontro
per sviluppare una politica ambientale, nuova e scientifica».
Anche il turismo è considerato dai
cinesi un settore strategico per realizzare scambi culturali e già sono stati
ratificati numerosi protocolli in questo senso, mentre gli amministratori
capitolini hanno illustrato a grandi linee
le strategie già pianificate e le offerte,
gli eventi, le proposte che potrebbero
soddisfare le aspettative dei cinesi che
si recheranno in visita in Italia.
Infine è stato molto interessante l’incontro della delegazione con la vice
sindaco di Tianjin, Zhang Jun Fang; ove
dal 1902 al 1945 aveva sede la concessione italiana in Cina e i cui edifici
sono oggetto di un progetto di recupero edilizio. Nel mese di ottobre
2005 si svolgerà a Roma la “settimana
di Tianjin”, che si inserisce in un progetto più complesso di scambi culturali e che culminerà con la trasformazione dell’antico quartiere italiano, 75
edifici d’epoca sulle sponde del fiume
Haibe, nel Quartiere della pace.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
28 / anno 2 - numero 18
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Japanitaly news
NOTIZIARIO
Obiettivo:
20 milioni in
outgoing
uasi mille operatori turistici da
tutto il mondo hanno partecipato alla conferenza JATA World Tourism
2004 al Big Site di Tokyo. La manifestazione, a quarant’anni esatti dalla liberalizzazione dei viaggi all’estero dei cittadini giapponesi, ha fatto il punto sulle
nuove tendenze del turismo internazionale, focalizzando l’attenzione sulla
rivalutazione del mercato dei turisti
individuali, i Fit.
Nel saluto di apertura, il presidente
della JATA, Simmachi, ha riferito che il
numero dei turisti giapponesi in viaggio all’estero è tornato ampiamente ai
livelli del 2002; le previsioni per il 2004
sono infatti per un volume di turisti in
uscita pari, o addirittura superiore, ai
16,5 milioni. Ha anche annunciato che
sta per partire un ambizioso progetto
per far salire il numero a 20 milioni nel
2007, situazione internazionale permettendo.
Il mercato giapponese è oramai entrato nella fase di maturità, ha poi spiegato il vicepresidente della JATA, Funayama, con un forte aumento di repeater e del turismo individuale. Con la
previsione di raggiungere presto quota
20 milioni di turisti in uscita questo
fenomeno, che da qualche tempo
caratterizza il mercato giapponese,
diventa ancor più significativo.Tuttavia,
nonostante la presenza dei repeater, è
stato calcolato che soltanto il 12,9%
dei turisti escono da Paese almeno una
volta in un anno. Si tratta di una quota
molto inferiore a quella dei Paesi
europei (UK 98%, Germania 93%), ma
anche asiatici (Taiwan 33%, Corea
15%). Si prevede quindi la possibilità
concreta di incrementare in maniera
consistente questo flusso turistico.
L’Italia è in pole position tra le mete
europee, sia come numero di arrivi che
di repeater, in quanto è in grado di
offrire una gran varietà di sensazioni e
di interessi. Sempre secondo Funayama per l’anno 2007 è previsto l’aumento annuale di oltre il 10%.Va tut-
Q
tavia sottolineata l’importanza - sia da
parte delle amministrazioni pubbliche
che private - di una comunicazione
corretta, secondo i canoni giapponesi,
e continuata nel tempo per sedimentare il messaggio, tramite internet e
media tradizionali.
Il viaggio di nozze
è di moda
farlo in Italia
na recentissima indagine del
colosso turistico JTB offre risultati assai interessanti circa le preferenze delle giovani coppie che si sposeranno il prossimo autunno riguardo
il loro viaggio di nozze. Innanzitutto il
matrimonio, soprattutto per gli uomi-
U
ni, rappresenta una ghiotta occasione
per godere di ben quindici giorni di
ferie, tutte assieme! I giovani giapponesi infatti devono pensare alla carriera e non possono stare lontani dall’ufficio per più di una settimana l’anno. Inoltre, sebbene siano le Hawaii e
l’Australia a far la parte del leone nelle
preferenze delle giovani coppie nipponiche (scelte come meta per la luna
di miele, rispettivamente, per il 30% ed
il 24%), l’Europa è in buona posizione,
con un 17%, in crescita rispetto agli
anni precedenti. La cosa interessante,
per i nostri operatori turistici, però è
che la spesa media procapite per un
viaggio nel Vecchio Continente è di
gran lunga superiore. Si stima infatti
che ciascuna coppia di novelli sposi è
disposta a spendere fino a 5.723 dollari, contro 4.476 dollari di spesa media
di qualsiasi altro turista nipponico. Se
poi il viaggio viene effettuato nelle
Hawaii la cifra scende addirittura a
3.972 dollari. Dalle interviste effettuate dalla JTB e dai contatti avuti da Japanitaly con altri operatori turistici specializzati in questa nicchia di mercato
è anche emerso un trend abbastanza
singolare, considerata la tendenza dei
turisti giapponesi, per noi abituati a veri
tour de force, pur di visitare il maggior
numero di luoghi possibile. I neosposi
infatti desiderano più di ogni altra cosa
rilassarsi anziché stancarsi in estenuanti
gite presso luoghi e città d’arte. L’offerta dunque dovrebbe essere adeguata alla domanda: camere e luoghi
tranquilli e confortevoli, nuove esperienze enogastronomiche, ambiente
rilassante e un minimo di attività da
suggerire, magari con la possibilità di
un tuffo in una piscina termale.
Agli operatori italiani si segnala come,
nonostante i mesi preferiti per sposarsi e andare in viaggio di nozze siano
maggio, aprile e giugno, quest’anno ci
sia un notevole interesse per i mesi
autunnali. Infine l’indagine ha segnalato che la scelta si orienta verso strutture alberghiere più costose rispetto
al passato ed è questo un segno che
l’economia giapponese si sta riprendendo dopo il lungo periodo di recessione
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 29
NOTIZIARIO
Roma chiama, New York risponde.
Firmato l’accordo per incrementare il turismo Usa
Giuseppe Zazzara
l presidente della Provincia di
Roma, Enrico Gasbarra e Charles
Gargano, Ministro dell’Economia
dello Stato di New York, hanno siglato venerdì 15 ottobre nella sala Di Liegro di Palazzo Valentini il protocollo di
intesa relativo a cultura, sport, tecnologia, infrastrutture e trasporti.
L’accordo tra la Provincia di Roma e
lo Stato di New York vede come prima
e importante forma di collaborazione
il cinema ed in particolare il TriBeCa
Film Festival fondato nel 2001 da
Robert De Niro, insieme a Jane Rosenthal, Martin Scorsese e Craig Hatkoff,
per celebrare New York come città del
cinema e per contribuire al recupero
di Lower Manhattan dopo i drammatici eventi dell’11 settembre 2001. La
terza edizione del TriBeCa Film Festival si è svolta dal 1 maggio al 9 maggio
2004 a New York, presso varie sedi di
Lower Manhattan. Sono stati presentati 150 nuovi film e oltre 100 corti
selezionati da 42 paesi.
Il progetto culturale di collaborazione
tra l’Amministrazione provinciale e lo
Stato di New York prevede nella prossima edizione del TriBeCa, che si svolgerà a New York dal 21 aprile al 5 maggio 2005, la realizzazione di una sezione speciale dedicata alla Provincia di
Roma che avrà come protagonista il
cinema italiano, eventi culturali, spettacoli e rassegne eno-gastronomiche
con l’obiettivo di far conoscere la cultura italiana, in particolare del territorio provinciale e ridare impulso agli
scambi turistici fra gli Stati Uniti e il
territorio romano.
Oltre 400 mila persone hanno partecipato all’edizione 2004 della manifestazione, creando un ritorno economico per il centro cittadino di Manhattan pari a oltre 70 milioni di dollari. Cultura e turismo, un binomio sempre più inscindibile che rappresenta l’a-
I
spetto fondamentale di una collaborazione che si svilupperà nei prossimi
anni con l’obiettivo di incrementare gli
scambi di visitatori tra le due aree.
Roma e New York: due metropoli dal
grande fascino ed entrambe capitali
dello sport amatoriale. L’accordo contempla un’interessante collaborazione
nell’organizzazione di manifestazioni
sportive in grado di attrarre migliaia di
appassionati come le maratone podistiche e quelle ciclistiche. In occasione
degli eventi sportivi l’amministrazione
Gasbarra istituirà una borsa di studio
dedicata ai giovani newyorkesi per uno
stage di giornalismo sportivo.
La Provincia di Roma, sulla base di altre
esperienze europee, in particolare
Francia, Germania e Inghilterra, vuole
studiare il modello dei “Centri di eccellenza”, con cui lo Stato di New York
ha ottenuto ottimi risultati per la creazione di nuovi posti di lavoro. La Provincia di Roma è interessata a sviluppare un programma che favorisca il
reciproco scambio di know-how tecnologico ed organizzativo tra le società che operano in aree di competenza simili o compatibili. Lo Stato di New
York collaborerà con l’Amministra-
zione provinciale per aiutarla a realizzare il modello dei “Centri di eccellenza” nel suo territorio.
Trasporto aereo, modello urbano e
qualità dei servizi. Questi i settori di
sviluppo tra le due Amministrazioni
con l’obiettivo di promuovere e sostenere l’imprenditoria privata nel rilancio delle infrastrutture degli aeroporti di Roma.
«Con la sottoscrizione dell’atto», ha
spiegato Gasbarra, «completiamo un
anno di rapporti internazionali che ci
ha visto protagonisti con Gerusalemme, Betlemme, Atene, il Ruanda, gli
accordi palestinesi e israeliani, a Tokio
e Pechino. Con lo Stato di New York
ora vogliamo sviluppare al meglio le
nostre risorse attraverso quattro punti
fondamentali: favorire e incrementare
il turismo americano verso la nostra
provincia, intensificare gli sviluppi economici per l’aerea della Provincia di
Roma, supportare iniziative sportive e
intese in campo sociale.A Roma non
solo cinema, ma anche solidarietà.
Durante la manifestazione italiana del
TriBeCa Film Festival saranno raccolti fondi per finanziare la Caritas diocesana di Roma».
Nell’ottobre
scorso a Palazzo
Valentini,
il ministro
dello Stato
di NewYork,
Charles Gargano
e il presidente
della Provincia
di Roma,
Enrico Gasbarra
siglano
il protocollo
d’intesa
tra le due
istituzioni
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
30 / anno 2 - numero 18
L’Enit informa
NOTIZIARIO
Enit: ente di
servizio per il
sistema turistico
l presidente dell’Enit, Amedeo
Ottaviani, nel corso della recente
conferenza sul turismo di Genova,
ha detto: «Nel dibattito di questi
anni sui problemi dell’Ente è stata
sempre riaffermata da tutti la sua
funzione. Tutti hanno convenuto
sulla necessità che la sua missione
debba essere potenziata. Vantiamo
infatti una massa variegata e poliforme di centri di promozione ma non
si tratta di una solida massa critica,
poiché si tratta di soggetti che svolgono diverse funzioni e rappresentano interessi diversi, operando
spesso in ordine sparso». Secondo
Ottaviani dunque il nuovo Enit
dovrebbe essere strumento di
promozione della marca nazionale e
degli interessi di tutto il sistema
turistico, a cominciare dal sostegno
alle piccole e medie imprese che
sono il volano fondamentale del
sistema stesso.
«Sarebbe un grave errore», ha proseguito il presidente dell’ente di
promozione turistica, «se l’Enit
rappresentasse interessi di parte
piuttosto che tutto il sistema turistico del Paese. Ma sarebbe anche un
grave errore scambiare le carenze
finanziarie con l’inoperatività e l’inefficienza. Non abbiamo affatto tirato i
remi in barca né siamo stati impotenti di fronte alle difficoltà di misurarci con le richieste del mondo del
turismo di svolgere una forte attività
di promozione».
Sempre secondo Ottaviani ci sarebbero molti luoghi comuni riguardo
l’Enit ma «gli organi di amministrazione hanno operato in modo da
dare una risposta concreta e smentire questi luoghi comuni». Il presidente a questo proposito ha ricordato
l’effettuata revisione dello statuto
dell’Ente, nel quale è stato previsto
anche l’inserimento nel Consiglio di
amministrazione delle regioni. Inoltre
è stato garantito il massimo coordi-
I
namento della promozione all’estero
con le altre istituzioni dello Stato,
come il Ministero degli Esteri e il
Ministero delle Attività Produttive
con i quali l’Enit ha firmato anche un
protocollo d’intesa; infine tutte le
linee strategiche e di programmazione sono passate al vaglio delle regioni, oltre che delle categorie.
«La conferenza delle regioni si è
espressa puntualmente sulle nostre
strategie e sulla nostra programmazione», ha detto ancora Ottaviani, il
quale ha ricordato come oltre al
coinvolgimento sul piano strategico e
programmatico, l’ente ha avuto
rapporti strettissimi con le regioni
nella fase operativa, cioè di attuazione suoi programmi di promozione.
Nel triennio, per 17 volte, si è infatti
riunito il Comitato Enit-Regioni per
la definizione di obiettivi comuni di
attività e per il coordinamento
operativo mentre sono stati varati
ben dieci accordi di programma con
le regioni.
«Poi il fondo messo dall’Enita disposizione delle regioni è stato tagliato
con la Finanziaria 2003», ha lamentato Ottaviani, il quale ha concluso
ricordando che comunque sono stati
investiti circa 8 milioni di euro negli
accordi di programma; pertanto
«nessuno può sostenere che l’Enit
non si è mosso in stretta sinergia con
regioni e imprese e che non abbia
dialogato e operato in sintonia».
Le proposte
per la promozione
e la riforma
dell’Enit
n’Agenzia nazionale per la
promozione dell’Italia all’estero,
con campagne nei Paesi dai quali
possono venire i turisti; risorse per
almeno 300 milioni di euro, incentivi
alle imprese turistiche per mettere
in grado gli operatori del settore di
competere in maniera adeguata in
Europa e nel mondo. Questi in
sintesi gli impegni presi a Genova dal
U
Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il quale ha anche assicurato
che entro breve «si riunirà il tavolo
di coordinamento tra Regioni ed
operatori a Palazzo Chigi per definire il percorso da seguire». Sull’argomento si sono espressi anche numerosi rappresentanti dell’attuale
governo. Anche secondo il Ministro
per l’Attuazione del programma di
governo, Claudio Scajola «l’Enit è
uno strumento indispensabile, che va
rivisitato su modelli esteri, come la
Maison de France», mentre Lucio
Stanca, a capo del dicastero per l’Innovazione e le Tecnologie, ha proposto di agire su una leva forte, ma
sinora poco utilizzata: il “brand Italia”
su tutta la rete.
Il Viceministro alle Attività Produttive,
Adolfo Urso, ha ricordato «che
quest’anno l’Ente è stato finanziato
con soli 26 milioni di euro, contro i
100-150 milioni degli organismi equivalenti di Francia e Spagna», pertanto una
soluzione potrebbe essere quella di
aumentare gli stanziamenti grazie ai
proventi delle case da gioco, che attualmente in Italia sono solo quattro.
Altra questione sul tavolo l’adozione
di una “cabina di regia nazionale” che
coordini la politica turistica italiana,
lanciata dalla relazione del coordinatore nazionale degli assessori regionali al turismo, Gianni Plinio, secondo
cui le Regioni considerano prioritari
alcuni punti, come la riforma dell’Enit
ma in collegamento con l’Ice, le
ambasciate, i consolati e gli istituti di
cultura in cui le Regioni, come da
prerogativa, ma anche le Imprese
abbiano congrua e diretta rappresentanza.
Per quanto riguarda gli imprenditori
secondo il presidente di Confturismo, Bernabò Bocca, «limitarsi alla
riforma dell’Enit significa far melina,
perchè il futuro del turismo italiano,
deve passare prima attraverso la
rimozione della tassa sulla competitività, la riduzione del differenziale di
aliquote Iva rispetto ai paesi vicini, la
revisione degli aumenti dei canoni
demaniali e delle tasse sui biglietti
aerei».
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 31
TRIBUNA DEL LAVORO
Senza ammortizzatori sociali
il futuro è precario
V.C.
n mercato del lavoro diviso in
tre, nel quale qualcuno è completamente garantito (i lavoratori della grande industria), qualcuno
non ha bisogno di certe garanzie (pubblico impiego), qualcun altro non ne ha
nessuna (gli atipici). Così lo descrive
Agostino Megale, presidente dell’IresCGIL. Proseguendo nell’indagine di
Roma&Provincia in cifre sugli ammortizzatori sociali lo abbiamo sentito per
chiedergli un parere da “tecnico” sulla
riforma prossima ventura.
U
Presidente Megale, ma era proprio necessaria una riforma degli
ammortizzatori sociali, e perché?
La riforma è necessaria perché è necessario allargare il campo delle tutele ad
una platea di lavoratrici e lavoratori, nel
lavoro dipendente, ma soprattutto in
quello atipico. La situazione attuale ci
mostra un sistema che storicamente ha
funzionato in particolare nell’industria
– parliamo di cassa integrazione, cassa
integrazione straordinaria, mobilità – e
in alcuni periodi intensamente sfruttato. Periodi come quello che stiamo ora
vivendo.Veniamo infatti da 44 mesi di
crisi; oltre 160mila posti di lavoro a
rischio, un Paese che con un Pil dello
0,8-1% rispetto al 2,2% dell’UE, il 4%
degli Stati Uniti, il 9 della Cina. E però,
mentre vi è una parte del mondo del
lavoro ben garantita (l’industria), un’altra che non ha bisogno di particolari
garanzie (il pubblico impiego), i lavoratori dell’artigianato, del commercio, gli
atipici, per non parlare degli irregolari
e di chi lavora in nero. Complessivamente, si arriva a circa sei milioni di persone senza tutele.
Qual è il contesto in cui dovrebbe
svilupparsi la riforma degli
ammortizzatori sociali, e quali gli
aspetti prioritari da affrontare?
C’è una questione che secondo me
andrebbe affrontata subito, e che riguarda la Legge Biagi. C’è qualcuno che, nonostante i decreti attuativi non siano stati
ancora emanati tutti, già le attribuisce
effetti miracolosi sull’aumento dell’occupazione. Eppure, aumenta la sfiducia
tra i giovani, gli anziani, le famiglie. La
Legge è stata di fatto un intervento per
precarizzare ulteriormente il lavoro
venendo meno, allo stesso tempo, alla
promessa di creare nuovo lavoro libero e tutelato. Per non parlare dello Statuto dei lavori, di cui ormai non si fa più
menzione. Credo invece che il tema
delle tutele debba essere rilanciato con
forza ed essere punto centrale dei primi
cento giorni del prossimo governo, qualunque esso sia.
Quali sono secondo lei i punti
salienti,in bene o in male,del cosiddetto “848 bis”, il disegno di riforma in discussione al Senato proprio
in questi giorni?
Intanto il problema dell’articolo 18.
Bombassei, vicepresidente di Confindustria, ha detto che se l’art. 18 dovesse essere stralciato dal disegno di legge
delega, gli imprenditori non avrebbero
nulla in contrario. Il tema dell’art. 18
credo abbia inutilmente spaccato il
Paese, e ha provocato uno scontro che
poteva essere evitato. Si rischia l’arretramento complessivo dei diritti e un
conflitto permanente che non interessa più neanche agli industriali.
Inoltre, credo che la riforma degli
ammortizzatori sociali sia strettamente legata alla Legge Biagi. Fermo restando il giudizio negativo che molti di noi
danno su questa normativa, il Decreto
correttivo che dovrebbe essere varato
nella primavera prossima potrebbe certamente smussare alcuni aspetti più
problematici, magari recependo – sul
fronte delle tutele – i risultati ottenuti
in sede di contrattazione tra imprese e
parti sociali, come previsto dalla legge
stessa. Nei contratti firmati recente-
mente, infatti, il più delle volte sono
state limitate le tipologie di contratto
utilizzabili (attualmente sono 48, e quasi
unanimemente si è ritenuto che fossero obiettivamente troppe!), e in sede
locale ci si è accordati su forme di tutela “tipiche” anche per i lavoratori “atipici”. Il Decreto dovrebbe quindi “sancire” quanto di positivo i contratti
hanno fissato.
Quali sono quindi, secondo lei, le
misure più importanti da adottare in tema di ammortizzatori
sociali?
Innanzitutto, forme di sostegno al reddito nei periodi di “intermittenza”, ovvero di mancanza di lavoro o di passaggio
da un lavoro all’altro.Tutela dei periodi
di malattia, e prospettive previdenziali
certe. In pratica, coperture di welfare
non inferiori a quelle destinate ai lavoratori dipendenti.
Quale può essere, secondo lei, nel
nostro sistema di protezione sociale, il ruolo di Enti come l’EBT che
autonomamente hanno costruito
un impianto di misure di sostegno
al reddito per i loro associati?
A gennaio presenteremo un rapporto
proprio sugli Enti bilaterali e sulla loro
funzione. Nel Rapporto c’è una parte
dedicata espressamente ai settori del
commercio e del turismo. Ebbene, dalle
esperienze che abbiamo studiato ci
viene un insegnamento: ovvero, l’importanza che la negoziazione tra le
parti, attraverso le forme della bilateralità, assume in assenza di norme chiare. In una prospettiva di riordino generale della protezione sociale italiana, il
sistema dovrebbe fondarsi su tre
gambe: la prima, universalistica a carico della fiscalità generale; la seconda,
basata sul contributo che lavoratore e
impresa forniscono; la terza, proprio
sul contributo di solidarietà fornito
dagli Enti bilaterali.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
32 / anno 2 - numero 18
TRIBUNA DEL LAVORO
L’iscrizione alla gestione separata
Inps dei lavoratori occasionali
Maurizio Fantaccione
partire dal primo gennaio
2004 sono tenuti all’iscrizione alla Gestione separata Inps
(art. 2, co. 26, della L. 8.8.1995, n. 335:
- i lavoratori autonomi che esercitano
la professione in modo abituale
anche se non esclusivo;
- gli incaricati delle vendite a domicilio;
- i collaboratori coordinati con contratto di lavoro a progetto disciplinato dal D.Lgs. 10.9.2003, n. 276, in
vigore dal 24.10.2003 ed emanato in
attuazione della L.30/2003 (legge
«Biagi»), ovvero, limitatamente alle
pubbliche amministrazioni e al loro
personale (cui, ai sensi del co.2 dell’art.1 del citato D.Lgs., non si applica la nuova disciplina delle collaborazioni), i collaboratori coordinati e
continuativi «tradizionali».
Inoltre, a partire dal primo gennaio
2004, i soggetti che esercitano l’attività di lavoro autonomo occasionale
sono obbligati all’iscrizione alla gestione separata Inps qualora il reddito
annuo derivante da tale attività superi l’importo di 5.000 euro (art. 44, co.2
del D.L. 269/2003, convertito con
modifiche dalla L.326/2003).
Unica deroga alla regola ora espressa
è rappresentata dalle pubbliche amministrazioni (ad es. enti locali) per il loro
personale.
A
Caratteristiche del lavoro autonomo occasionale
A seguito delle direttive impartite dal
Ministero del Lavoro e delle Politiche
sociali, con la circolare n.103 del 6 luglio
2004 l’Inps ha fornito gli attesi chiarimenti e le modalità operative per l’iscrizione all’Istituto e per il versamento dei contributi previdenziali da parte
dei lavoratori autonomi occasionali.
Come ribadito dall’Inps in tale circolare, «lavoratore autonomo occasionale» può essere definito, in base
all’art. 2222 del Codice civile, il sog-
getto che si obbliga a compiere un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio, senza vincolo di
subordinazione e senza alcun coordinamento con il committente (altrimenti si rientra tra le collaborazioni).
Inoltre l’esercizio dell’attività deve
essere del tutto occasionale, senza i
requisiti della professionalità e della
prevalenza (altrimenti si ricade nel
lavoro autonomo professionale). Pertanto le caratteristiche distintive del
lavoro autonomo occasionale rispetto alla collaborazione (la collaborazione coordinata oppure, ma non si
applicano agli enti pubblici, le collaborazioni a progetto od occasionali, la ed.
«mini co.co.co.») vanno individuate,
principalmente:
nell’assenza del coordinamento con
l’attività del committente;
- nella mancanza dell’inserimento funzionale nell’organizzazione aziendale o dell’ente;
- nel carattere episodico dell’attività;
- nella completa autonomia del lavoratore in relazione al tempo e al
modo della prestazione.
Fiscalmente, le prestazioni di lavoro
autonomo occasionale rientrano tra i
cosiddetti «redditi diversi» (art. 67, co.1,
lett.1) del D.P.R. 917/1986, costituiti dalla
differenza tra l’ammontare percepito
nell’anno solare e le spese specificamente inerenti alla loro produzione. Il
reddito da lavoro autonomo occasionale è costituito dalla differenza tra
l’ammontare percepito nel periodo
d’imposta e le spese specificamente inerenti alla loro produzione (art. 71 del
D.P.R. 9177 1986). Pertanto rientrano
tra i compensi percepiti (e sono, quindi, da assoggettare a ritenuta d’acconto del 20%) anche i rimborsi spese di
viaggio, vitto e alloggio sostenute e
documentate, ricollegabili alle prestazioni (R.M. 21.3.2003, n. 69/E).
Superamento del limite e bbligo
di iscrizione all’inps
Con la circolare 103/2004, per i lavoratori autonomi occasionali l’Inps ha
innanzitutto chiarito che il limite di reddito annuo di 5.000 euro è una franchigia, vale a dire una fascia di esenzione dall’obbligo di iscrizione alla Gestione separata e dal versamento dei contributi. Di conseguenza: in caso di superamento dei 5.000 euro di reddito
annuo (con riferimento solo a quello
Decollano
i fondi interprofessionali
For.Te in prima fila con l’avviso n. 1
A. Nucara
a notizia è di quelle buone e da qualcuno era attesa con una certa trepidazione: il fondo interprofessionale per la formazione continua nel terziario ha
pubblicato l’avviso numero uno del 2004, concernente il finanziamento di
piani formativi settoriali, territoriali, aziendali. Ciò significa che ci saranno complessivamente diciannove milioni di euro, di cui oltre quattordici milioni destinati
al settore commercio, turismo e servizi, dai quali attingere per avviare progetti di
qualificazione o riqualificazione per il personale delle aziende. Il momento oltretutto è particolarmente propizio, poiché per il settore turistico è importante poter
coinvolgere nell’attività formativa i lavoratori stagionali, anche durante il periodo
L
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 33
TRIBUNA DEL LAVORO
che deriva da prestazioni di lavoro autonomo occasionale) i contributi Inps
devono essere calcolati solo sulla parte
di reddito eccedente.Ad esempio, in
caso di compenso pari a € 6.300 e ipotizzando l’assenza di rimborsi spese, i
contributi andranno calcolati su 1.300
euro. L’obbligo di iscrizione alla Gestione separata e di versamento della contribuzione si verifica solo dal momento in cui i compensi percepiti nell’anno
solare (primo gennaio - 31 dicembre),
in relazione ad un unico rapporto di
lavoro o ad una pluralità di rapporti,
superano il limite di 5.000 euro.
Comunicazione del superamento di 5.000 euro ed esistenza di
più committenti
Per permettere a ogni singolo committente di ve-rificare il superamento
del limite di 5.000 euro, la circolare
Inps n. 103/2004 prevede, a carico del
lavoratore, l’obbligo di comunicare ai
committenti interessati, all’inizio dei
singoli rapporti o, tempestivamente,
durante il loro svolgimento, il superamento o meno del limite di 5.000
euro. Nella circolare n. 103/2004 l’Inps
non chiarisce alcuni aspetti particolari che dovranno essere oggetto di
nuove ulteriori precisazioni.
Si consideri il caso di un soggetto che
ha percepito fino al mese di agosto
2004 compensi per 4.200 euro (quindi non ha superato il limite oltre il
quale diventano obbligatori gli adempimenti contributivi). Nel mese di settembre percepisce da due diversi committenti ulteriori 900 euro ciascuno.
In questo caso, anche se il lavoratore
comunicherà ai committenti il superamento dei 5.000 euro, sarà difficile
stabilire quale dei due committenti
potrà usufruire della quota di 800 euro
(5.000 meno 4.200 euro) che è ancora nella fascia di esenzione dai contributi. Pertanto sarà opportuno che il
lavoratore si informi (o si accordi) su
quale dei committenti effettuerà per
primo il pagamento.
Infatti: per il primo committente i contributi saranno calcolati solo su 100
euro (900 euro di compenso meno
800 euro di quota esente da contributi); per il secondo committente, invece, i contributi saranno calcolati sull’intero compenso di 900 euro.
Modalità e termini di iscrizione
alla gestione separata
I lavoratori autonomi occasionali tenuti ad iscriversi all’Inps devono utilizzare l’apposito modello e, poiché a tali
soggetti si applicano le stesse norme
previste per le co.co.co., si ritiene che
il modello vada presentato entro 30
giorni dal superamento del limite di
5.000 euro. II modello, oltre al riquadro in cui riportare i dati anagrafici,
residenza e codice fiscale, contiene il
riquadro dove va indicato il mese in
in cui essi non sono alle dipendenze dell’impresa. Ciò consente infatti di
aumentare l’efficienza e la qualità complessiva del servizio alla clientela
senza distogliere personale proprio quando l’attività è più intensa.
Sul sito internet www.fondoforte.it è possibile prendere visione e scaricare tutta la documentazione relativa. Intanto anticipiamo brevemente i punti più interessanti.
Il contributo concesso per ogni singolo piano non potrà superare l’importo di cinquecentomila euro e dovranno essere i datori di lavoro a
garantire la copertura del costo del progetto per almeno il venti per
cento dell’importo o l’eventuale maggior contributo dovuto ai sensi dei
regolamenti comunitari sugli aiuti di stato. I finanziamenti sono destinati alla formazione di dipendenti di aziende che abbiano già aderito al
fondo For.Te. o aderiscano prima della presentazione della domanda.
Ricordiamo che le domande di finanziamento potranno essere presentate dal 15 dicembre 2004 al 31 gennaio 2005 e che l’adesione al
fondo non comporta alcun onere a carico dei datori di lavoro.
Altro vantaggio, almeno per il comparto turistico, è rappresentato dal
cui il limite di 5.000 euro è superato
e il committente con il quale è avvenuto tale superamento.
Base imponibile su cui calcolare
i contributi
L’Inps precisa che i contributi previdenziali devono essere calcolati sulla
differenza tra: il compenso lordo erogato al lavoratore e le spese poste a
carico del committente (ad esempio,
rimborsi spese di viaggio documentate). Poiché l’importo di 5.000 euro
costituisce una fascia di esenzione, i
contributi sono dovuti solo sulla quota
di reddito (determinato come indicato sopra), eccedente tale limite. Come
illustrato prima, dal punto di vista fiscale, nei compensi dei lavoratori autonomi occasionali da assoggettare a
ritenuta d’acconto del 20% rientrano
anche gli eventuali rimborsi spesa inerenti la produzione del reddito (ad
esempio, spese di viaggio addebitate al
committente). Pertanto, in presenza di
spese inerenti la prestazione, addebitate al committente, la base imponibile fiscale e quella contributiva non
coincidono. Infatti: la ritenuta d’acconto
Irpef del 20% deve essere calcolata sull’importo complessivamente dovuto
dal committente (vale a dire sul compenso maggiorato delle spese rimborsate); i contributi Inps vanno calcolati sul compenso al netto delle
spese rimborsate dal committente e
fatto che ci si può avvalere dell’assistenza degli enti bilaterali. Per tal via
infatti, nel favorire l’aggregazione delle imprese e quindi la realizzazione di sinergie ed economie di scala, si agevola e si stimola l’adozione di
piani formativi che oltre ad essere orientati alle specifiche esigenze della
singola azienda, possono tenere maggiormente conto delle caratteristiche del sistema di offerta turistica territoriale nel suo complesso. La
legge n. 289 del 2002, nel dettare i principi che regolano il funzionamento dei fondi interprofessionali, ha stabilito oltretutto che possono
essere finanziati unicamente i piani formativi concordati tra le parti
sociali.A tal proposito, in occasione del seminario organizzato dall’Ente bilaterale nazionale del settore turismo, le organizzazioni che hanno
messo la loro firma sul contratto nazionale di lavoro, anche in considerazione dei tempi stretti disponibili per la partecipazione al primo
bando di For.Te., hanno avviato un confronto col quale approfondire la
possibilità di stipulare un accordo quadro sulla materia. Ciò senza precludere la possibilità di stipulare ulteriori accordi a livello territoriale o
aziendale per avviare e promuovere piani formativi.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
34 / anno 2 - numero 18
TRIBUNA DEL LAVORO
risultanti dalla nota di addebito.
Esempio: un soggetto (che ha già superato in precedenza i 5.000 euro) percepisce un compenso per prestazioni
di lavoro autonomo occasionale di
5.380 euro più un rimborso spese di
65 (biglietto del treno), per un totale
di 5.445 euro; la ritenuta 20% va calcolata sul compenso complessivo,
comprendente anche il rimborso e,
pertanto, su 5.445 euro, ed è a pari a
1.089 euro. Il contributo Inps, ipotizzando che il lavoratore (non pensionato) abbia già un’altra copertura previdenziale obbligatoria, si calcola applicando l’aliquota contributiva del 10%.
Tale aliquota deve essere applicata solo
su 5.380 euro (senza tener conto del
rimborso spese di 65 euro). Pertanto
il contributo sarà pari a 538 euro. La
quota a carico del lavoratore, pari a
1/3 del contributo complessivo, è di
538 x 1/3 = 179,33 euro. I 2/3 del
contributo sono, invece, a carico del
committente.
Riduzione del reddito in sede di
dichiarazione - contributi in
eccesso
Un aspetto che l’Inps non ha chiarito
nella circolare 103/2004 riguarda il
caso in cui il prestatore di lavoro occasionale, pur avendo percepito compensi superiori a 5.000 euro, in sede
di dichiarazione dei redditi (quadro RL
del modello Unico) determini il reddito occasionale per un importo inferiore a tale limite per effetto di costi
direttamente da lui sostenuti e non
rimborsati dal committente.
Ad esempio, un lavoratore ha percepito compensi per 7.100 euro (5.000 +
2.100 euro di cui 200 di rimborso
spese).Al pagamento del compenso, il
contributo è stato calcolato solo su
1.900 euro (2.100 –200 euro).Tuttavia
il lavoratore, in sede di compilazione
del modello Unico, oltre alla spesa di
200 euro sostenuta e richiesta a rimborso al committente, porta in deduzione dal reddito ulteriori costi per un
importo di 2.200 euro, riducendo il reddito annuo a 4.700 euro, inferiore quindi al limite oltre i quale è obbligatorio
versare i contributi. Pertanto i contri-
buti già versati e non dovuti (per mancato superamento del limite annuo)
saranno rimborsati, ma l’Inps non ha
chiarito quale soggetto (committente
e/ o lavoratore) sia legittimato a chiedere il rimborso e se i contributi a credito potranno o meno essere utilizzati in compensazione nel Mod. F24.
Ripartizione del contributo Inps
Come per le co.co.co., il contributo
Inps dovuto dai lavoratori autonomi
occasionali che superano i 5.000 euro
si ripartisce per 1/3 a carico del lavoratore; per 2/3 a carico del committente. La parte di contributo a carico
del lavoratore non può essere riconosciuta dal committente in deduzione dal compenso assoggettato a ritenuta d’acconto, ma è deducibile dal
lavoratore nell’ambito della propria
dichiarazione dei redditi (quadro RP
del Modello Unico).
Aliquote Inps per il 2004
Agli occasionali tenuti al pagamento
dei contributi si applicano le stesse aliquote previste per le co.co.co. che, per
l’anno 2004, sono le seguenti
- 10% per gli iscritti ad altre forme di
previdenza obbligatoria (Inps, Inpdap,
ecc.) e per i titolari di pensione non
diretta (di reversibilità);
- 15% per i soggetti titolari di pensione diretta;
- 17,80% per gli iscritti alla Gestione
separata Inps che non risultino assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie.Tale aliquota si
applica per il primo scaglione di reddito pensionabile, vale a dire, per il
2004, fino a 37.883 euro.
Sul secondo scaglione di reddito quindi per il 2004, per la quota di reddito eccedente 37.883 euro e fino al
massimale di 82.401 euro - si applica
l’aliquota del 18,80% (17,80% più 1%).
Come per le co.co.co., ciascun lavoratore deve comunicare ai propri committenti, responsabili del pagamento
del contributo e alla competente sede
dell’Inps il superamento, nel corso dell’anno, del limite di reddito 37.883.euro
In caso di superamento del limite in
presenza di più committenti contem-
poraneamente, si applicano le modalità previste dalla Circolare Inps
29.3.2004, n. 56.
Termini e modalità di versamento dei contributi inps
I contributi dovuti dagli occasionali
autonomi (sulla quota dei compensi
eccedente 5.000 euro) vanno versati
da parte del committente con le
modalità e nei termini previsti per i
co.co.co. entro il giorno 16 del mese
successivo al pagamento del compenso, utilizzando il modello di versamento F24 e indicando i codici previsti per le collaborazioni coordinate e
continuative, vale a dire:
codice CIO in riferimento alle aliquote del 10% e del 15%;
codice CXX con riferimento alle aliquote del 17,80% e del 18,80%.
Per quanto riguarda le modalità e i termini della denuncia annuale dei contributi trattenuti agli iscritti alla Gestione
separata Inps, da effettuare tramite il
modello GLA, l’Inps si riserva di fornire
successivamente ulteriori precisazioni.
Compensi per prestazioni effettuate nel 2004 già pagati
Nella circolare 103/2004, l’Inps specifica che i contributi previdenziali relativi ai compensi già corrisposti nei
primi mesi del 2004 (oltre la fascia di
esenzione di 5.000 euro) dovranno
essere versati entro il 16 ottobre 2004
(vale a dire entro il giorno 16 del terzo
mese successivo a quello di emanazione della circolare n. 103), senza l’aggiunta di sanzioni o interessi. I contributi eventualmente già versati nei primi
mesi del 2004 in misura maggiore
rispetto alle precisazioni fornite nella
Circolare n. 103 potranno essere
richiesti a rimborso.
Compensi per prestazioni relative al 2003 e pagati nel 2004
L’Inps ha chiarito che, sebbene l’obbligo contributivo decorra dal primo gennaio 2004 e, pertanto, in base al principio di cassa, i contributi siano dovuti sui compensi corrisposti a partire
da tale data -, le somme percepite nel
2004 per prestazioni.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 35
TRIBUNA DEL LAVORO
0
MASSIMARIO DEL DIRITTO
TRIBUTARIO
Sentenza n. 12 del 23 aprile 2004 (dep.
il 15 maggio 2004) della Commissione
tributaria regionale di Roma, Sez. XXX
- Pres. Cocco, Rel.Taglienti
Transazione controversia lavoro
parasubordinato e agevolazioni
fiscali - Registro - Atto transazione lavoro parasubordinato Imposta – Esclusione
Massima. Poiché l’art. 10 della tabella
allegata al D.P.R. n. 131/1986 esclude
dall’obbligo della registrazione “atti,
documenti e provvedimenti previsti dalla
legge 11 agosto 1973, n. 533” è esente
da imposta di registro la transazione fra
un medico veterinario ed il Ministero
della sanità allorquando nella transazione stessa il rapporto, pur non di lavoro
subordinato, viene definito attraverso il
richiamo dei nn. 3) e 5) dell’art. 409 del
codice di procedura civile.
Fatto. Con ricorso in appello notificato il giorno 8 novembre 2003 e
depositato il 20 successivo, il dott.
R.P. ha impugnato la sentenza della
Commissione tributaria provinciale
di Roma n. 488/2002, depositata il
giorno 11 dicembre 2002, con la
quale è stato respinto il ricorso
avverso silenzio-rifiuto dell’ufficio del
Registro di Roma in ordine a richiesta di rimborso di lire 40.500.000
pagate per la registrazione di atto di
transazione del 20 dicembre 1994.
Deduce il ricorrente l’erroneità della
sentenza in quanto, avendo la transazione come oggetto prestazioni di
lavoro parasubordinato, essa doveva
andare esente da imposta di registro
ai sensi dell’art. 10 della Tabella allegata al D.P.R. n. 131/1986 che rinvia ai
rapporti di lavoro della L. n.
533/1973, e quindi anche a quelli
previsti dell’art. 409, n. 3 e n. 5, del
codice di procedura civile. Non risulta
costituito in giudizio l’ufficio finanziario. All’udienza del 23 aprile 2004 la
causa è stata trattenuta in decisione.
Diritto. Con il ricorso in epigrafe si
contesta la decisione di primo grado
che, nel respingere il ricorso avverso
silenzio-rifiuto, ha affermato che l’atto di transazione oggetto del presente giudizio era soggetto a imposta di
registro non potendo rientrare nelle
esenzioni di cui all’art. 10 della
Tabella allegata al D.P.R. n. 131/1986.
Ad avviso del Collegio il ricorso in
appello è fondato e deve essere
accolto.
L’art. 10 citato prevede l’esenzione
dall’imposta di registro di tutti gli atti
relativi ai rapporti indicati nella legge
n. 533/1973 sul processo del lavoro.
Nel caso in esame la transazione per
la quale è causa è atto conclusivo di
una vertenza di lavoro instaurata dal
ricorrente in appello, medico veterinario, nei confronti del Ministero della
sanità; l’oggetto del rapporto di lavoro
è ripetutamente individuato nell’atto
stesso di transazione, con il riferimento ai nn. 3) e 5) dell’art. 409 del codice di procedura civile, come modificato dalla legge n. 533/1973. Quindi, pur
non trattandosi di un rapporto di
lavoro subordinato, la prestazione
professionale del contribuente è stata
qualificata dalle parti come rapporto
di lavoro rientrante nella disciplina
della legge n. 533/1973.
Considerato che l’art. 10 della Tabella non distingue tra i vari tipi di
rapporto di lavoro ma, ai fini dell’esenzione, rinvia genericamente alla
legge n. 533/1973, deve ritenersi che
l’atto di transazione in questione
doveva essere esentato dall’imposta
di registro. Il silenzio serbato dall’ufficio è quindi illegittimo.
Sussistono tuttavia giusti motivi per
compensare tra le parti le spese di
giudizio.
Sentenza n. 12 del 28 gennaio 2004
(dep. il 24 marzo 2004) dalla
Commissione tributaria regionale di
Roma, Sez. XXXIV - Pres. Cellitti,
Rel. Spilabotte
Ici - Rendita catastale - Non
notificata dal Comune - Atto
impositivo -Nullità – Esiste
Massima. La mancata notifica della
rendita catastale da parte del
Comune comporta l’annullamento
dell’atto impositivo.
Svolgimento del processo - Il Servizio
Tributi del Comune di Genzano di
Roma notificava al contribuente R.P.
gli avvisi di liquidazione relativi a
imposta Ici per riliquidazione
dell’imposta conseguente l’attribuzione della rendita catastale, per gli
anni dal ‘93 al ‘97. Contro detto
provvedimento ricorreva il contribuente presso la C.T.P. di Roma
sostenendo: 1) la non conoscenza
della rendita catastale definitiva; 2)
erroneità della rendita attribuita per
difetto di motivazione; 3) prescrizione irretroattività erroneità e illegittimità, costituzionale.
Chiedeva la sospensione degli avvisi
impugnati per omessa notifica degli
atti catastali e nel merito dichiarare
l’annullamento e/o l’inefficacia e/o
l’invalidità e comunque l’illegittimità
della liquidazione dell’imposta e
accessori.
L’Ufficio si costituiva in giudizio e
difendeva la bontà del proprio
operato. I primi Giudici accoglievano il ricorso compensando le spese.
Appella il Comune di Genzano
sostenendo che la mancata notifica
della rendita catastale alla luce
dell’art. 74, L. n. 342/2000, ha chiarito la confusione che regnava al
riguardo.
Alla luce di quanto sopra chiede la
riforma della impugnata decisione e
la conferma degli avvisi di liquidazione emessi.
Motivi della decisione - L’appello
dell’Ufficio è infondato e va, pertanto, respinto. Sebbene l’Ufficio si sia
fatto carico di appello presso questa
Commissione non si riesce a
comprenderti quali fossero i motivi
di doglianza ripugnati e non condivisi. In proposito va ribadito che l’eccezione di illegittimità, sollevata dal
contribuente, in ordine agli interessi
e alle sanzioni va accolta, tra l’altro
già riconosciuta dal Comune di
Genzano a seguito di istanza di
autotutela da parte del contribuente. Va altresì, respinto l’appello
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
36 / anno 2 - numero 18
TRIBUNA DEL LAVORO
dell’Ufficio in quanto la mancata
notifica della Rendita Catastale da
parte del Comune di Genzano
comporta l’annullamento dell’atto
impositivo. Per quanto sopra l’appello dell’Ufficio va respinto perché
infondato. Ricorrono giusti motivi
per la compensazione delle spese.
Sentenza n. 16 del 22 gennaio 2004
(dep. il 25 marzo 2004) dalla Commissione tributaria regionale di Roma,
Sez. II - Pres. Liotta, Rel. Romani
Irpef - Lavoro dipendente - TFRSomme erogate da polizza assicurativa - Tassabilità - Legittimità
- Misura aliquota 12,5%
Massima. Le somme di carattere
assicurativo derivanti dal maggiore
rendimento di polizza assicurativa,
ricevute a titolo di differenza sul
rendimento premi assicurativi ad
integrazione del TFR, devono essere
tassate ai sensi della legge n.
482/1985 con aliquota del 12,5% (nel
caso di specie la somma ricevuta dal
ricorrente è tassabile con aliquota
del 12,5% avendo egli cessato il
rapporto di lavoro dopo l’entrata in
vigore della suddetta legge).
Svolgimento del processo e Motivi della
decisione - Con sentenza n.
2360/1994 la Suprema Corte di
Cassazione rinviò al Tribunale di
Viterbo per il riesame il contenzioso
tra la B. ed il sig. S.G. il quale insieme
ad altri aveva inutilmente rivendicato
sia presso il giudice del Lavoro sia
presso il tribunale di Roma, in sede di
appello, il pagamento delle somme
dovute a titolo di differenze non
corrisposte sulle prestazioni derivanti
dalla polizza I. stipulata dalla stessa B.
in sostituzione dell’iscrizione al
“Fondo per l’indennità agli impiegati”
previsto dal R.D. n. 5/1942. Nei
precedenti giudizi i ricorrenti avevano sostenuto che la Banca aveva loro
liquidato indennità di fine rapporto in
misura inferiore a quelle spettanti in
quanto i premi versati all’I. non erano
mai stati adeguati agli aumenti retributivi goduti nel tempo dai lavoratori
mentre la parte avversa aveva conte-
stato la sussistenza di alcun obbligo
legale o contrattuale all’adeguamento
dei premi e dei conseguenti rendimenti. Nella di rinvio la Corte si era
uniformata al principio secondo cui i
contratti di assicurazione stipulati
dalla B... avevano la finalità di garantire un sistema di liquidazione dell’indennità di anzianità almeno pari all’indennità legale di cui al Fondo citato;
riconosceva ai predetti contratti la
natura di contratti a favore di terzi
con la conseguenza che la facoltà di
revoca o modifica era da ritenersi
preclusa e che pertanto l’obbligo per
il datore di lavoro di adeguare i
versamenti al “fondo” alle variazioni
di retribuzione, previsto al comma 2
dell’art. 2 del citato R.D., era applicabile anche ai contratti assicurativi.
Il Tribunale di Viterbo, con sentenza
ampiamente articolata, depositata il
15 giugno 1996, riconobbe in linea di
principio il diritto ad una riliquidazione di quanto già percepito: tale riliquidazione avrebbe dovuto tener conto
della maggiorazione del rendimento
finale derivante dai premi aumentati
in rapporto agli aumenti retributivi,
rendimento a cui la Banca era tenuta
a rinunciare in favore dei dipendenti
come già, con una convenzione
aggiuntiva del 1946, aveva rinunciato
al rendimento dei corrisposti.
In mozione di tale sentenza e sulla
base di una consulenza tecnica contabile, nell’ottobre 1996 presso l’Ufficio
del Lavoro di Milano la B. liquidò al sig.
S. lire 50.196.794 a titolo di differenza
sul rendimento premi ed a integrazione del trattamento di fine rapporto,
lire 40.906.949 a titolo di interessi
legali e lire 37.177.285 a titolo di
indennizzo per svalutazione monetaria, applicando alla somma complessiva
di lire 128.281.028 una ritenuta fiscale
Irpef di lire 35.918.688 con aliquota
28,00%. Il sig. S., in data 11 marzo
1998, inoltrò alla Amministrazione
finanziaria istanza di rimborso della
somma che la B., con riferimento al
pagamento effettuato, aveva versato
all’erario quale sostituto d’imposta,
ritenendo che tale versamento fosse
stato arbitrario ed illegittimo.
In data 4 dicembre 2000 il contribuen-
te depositò presso la segreteria della
Commissione tributaria provinciale di
Roma un ricorso diretto al Centro di
Servizio di Roma avverso il silenziorifiuto dell’Amministrazione Finanziaria la quale, pur se in atti non v’è traccia dell’inoltro del ricorso alla controparte, si costituì in giudizio con nota
del 23 gennaio 2001 a seguito di notifica del ricorso al Centro di Servizio
effettuata dal ricorrente il 13 novembre 2000.
Il contribuente chiese il rimborso
dell’imposta versata dalla B. per la
parte eccedente l’aliquota del 12,5%
di cui all’art. 6, legge n. 482/1985. Chiarì inoltre che la somma da liquidarsi al
dipendente al momento della cessazione del rapporto di lavoro era da
distinguersi in due parti: il capitale
corrispondente all’indennità di fine
rapporto e il rendimento sui premi
costituente una operazione assicurativa che attribuiva al dipendente un di
più rispetto a quanto spettante per
legge. Citò infine alcune sentenze della
Corte di Cassazione che ritengono
tale rendimento di polizza non tassabile almeno fino all’entrata in vigore del
citato art. 6 legge n. 482/1985 che ha
introdotto la tassazione alla fonte
nella misura del 12,5%.
L’Ufficio controdedusse che la somma
percepita dal ricorrente non afferiva
unicamente a rendimento da polizza
assicurativa, come sostenuto dal
contribuente, ma che tale somma
poteva considerarsi come il risarcimento di un danno per l’omesso pagamento di prestazioni contrattuali e
pertanto, in quanto provento conseguito in sostituzione di redditi, assoggettabile ad Irpef ad aliquota ordinaria
ai sensi dell’art. 6 comma 2 del Tuir.
Con sentenza n. 978/2002 la sez. 38
della Commissione adita respinse il
ricorso perché ritenne insussistente
l’istanza di rimborso, presentata al
Centro di Servizio in contrasto con la
norma di cui all’art. 38, D.P.R. n.
602/1973 che fissa in diciotto mesi il
termine di presentazione dell’istanza
alla Direzione Regionale delle Entrate
e pertanto inutilmente trascorsi i
termini di cui al citato articolo come
pure quelli fissati in due anni dall’art.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 37
TRIBUNA DEL LAVORO
21, D.Lgs. n. 546/1992.
Con atto di appello depositato nei
termini, il contribuente impugna la
citata sentenza perché ritiene erronea
la motivazione della inammissibilità del
ricorso, pronunciata perché l’istanza di
rimborso fu presentata al Centro di
Servizio anziché alla Direzione Regionale delle Entrate. Egli sostiene che
l’istanza fu inoltrata ad entrambi gli
Uffici lo stesso giorno 11 marzo 1998
come da documentazione allegata
all’appello c chiede pertanto l’annullamento della sentenza impugnata e la
pronuncia dei giudici d’appello sul
merito della questione in ordine al
quale rinnova le argomentazioni e le
richieste di cui al ricorso originario e
cioè il rimborso della somma indebitamente versata dalla B. oltre interessi
legali e svalutazione monetaria.
L’Ufficio si costituisce in giudizio e
senza eccepire alcunché in merito alla
dichiarata inammissibilità del ricorso
originario insiste genericamente sulla
legittimità della ritenuta Irpef operata
dalla B.
Con atto consegnato l’8 gennaio 2004
l’appellante chiede la discussione in
pubblica udienza e con memoria
aggiuntiva rileva la tardiva costituzione
dell’Ufficio e segnala il recente accoglimento da parte di altra sezione della
stessa Commissione di nove appelli
aventi stesso oggetto e, per il merito,
identica domanda di quello presente.
Alla udienza del 22 gennaio 2004 sono
presenti gli avv. S.M. e M.I., che assistono l’appellante e ne rinnovano le
richieste, ed il rappresentante dell’Ufficio che dichiara che per analoghe
questioni l’Ufficio ha già iniziato le
procedure di rimborso sulla base di
sentenze di accoglimento dei ricorsi in
primo grado.
Nella camera di consiglio il Collegio
accerta, sulla base della documentazione presentata in sede di appello, la
insussistenza del motivo di inammissibilità del ricorso introduttivo. Per il
merito, viste le pronunce della Corte
di Cassazione nella materia e uniformemente alla costante giurisprudenza
delle Commissioni tributarie, il Collegio ritiene che le somme ricevute a
seguito della sentenza del Tribunale di
Viterbo sopra citata devono essere
tassate ai sensi della legge n. 482/1985
trattandosi di prestazioni di carattere
assicurativo derivanti dal maggior
rendimento di polizza I. relativo alla
parte non obbligatoria del trattamento di fine rapporto di lavoro. Nel caso
di specie, pertanto, la somma ricevuta
dal sig. S. è tassabile con aliquota del
12,5% avendo egli cessato il rapporto
di lavoro dopo l’entrata in vigore di
detta legge. Il Collegio ritiene infine
equa una parziale compensazione
delle spese del giudizio, che liquida in
misura ridotta a carico dell’Ufficio.
P.Q.M. La Commissione, in riforma
della decisione di I grado ed in accoglimento dell’appello, condanna l’Amministrazione al rimborso della differenza tra la trattenuta operata a titolo di
imposta Irpef e quella effettivamente
dovuta, differenza pari ad euro
10.269,00, oltre interessi legali dalla
istanza di rimborso al saldo. Condanna
l’Amministrazione al rimborso delle
spese di giudizio che liquida in
complessivi euro 600,00.
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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
38 / anno 2 - numero 18
TRIBUNA DEL LAVORO
Il licenziamento
dopo il periodo di comporto
Daniela Carbone
Studio legale Pessi e associati
assazione, Sezione lavoro 2
aprile 2004 n. 6554. Presidente: S. Ciciretti; relatore: P. Stile;
P.m. : P.Abbritti; parti: ric.: BNL S.p.a., res.:
Ad. Ni.
L’assenza di espressa pattuizione per
il calcolo del periodo di comporto, non
significa l’automatica utilizzazione del
criterio ordinario dettato dagli artt.
155, comma 2 c.p.c. e 2963, comma 1
c.c.: tale carenza non esclude la possibilità di procedere alla ricostruzione
della comune intenzione delle parti eventualmente da integrare con l’equità espressa dal giudice – attraverso l’interpretazione complessiva di
clausole in qualche modo, anche cioè
indirettamente, riferibili alla detta
materia.
La pronuncia in epigrafe affronta il
tema del licenziamento intimato in
seguito a superamento del periodo di
comporto. Nel caso di specie, la lavoratrice - in seguito al rigetto della
domanda presentata contro la
BNL S.p.a., per
Alla contrattazione
sentire dichiaracollettiva
re l’illegittimità
non sono applicabili
del licenziamenle regole
to intimatole in
d’interpretazione
conseguenza del
dei negozi privati
superamento del
comporto – proponeva appello
davanti al Tribunale di Roma. Il
giudice di gravame accoglieva il ricorso, basando l’illegittimità del licenziamento sul presupposto che in assenza di espressa pattuizione, il calcolo
del termine fissato a mesi, doveva
essere effettuato utilizzando il criterio ordinario dettato dal codice civile e da quello di rito.Avverso tale sentenza la BNL S.p.a. presentava ricor-
C
so in Cassazione. In particolare il
ricorrente adduceva, a sostegno delle
proprie pretese, l’erronea individuazione del cosiddetto termine interno
– ossia del numero di giorni di assenza discontinue per malattia – al di là
dei quali è consentito al datore di
lavoro di intimare il licenziamento; e
erronea individuazione del termine
esterno, ossia della estensione temporale nella quale deve sommarsi la
durata dei singoli episodi morbosi.Ai
sensi dell’art.2110 c.c. il giudice, in
assenza di una clausola di contratto
collettivo che preveda espressamente il computo del periodo di morbilità, deve anzitutto accertare se le parti,
nel determinare il detto periodo,
abbiano inteso considerare le malattie come unico fatto morboso oppure come una pluralità che, sommati fra
loro, non superino comunque il termine massimo prefissato dal contratto per il comporto secco: prevalenza
della volontà delle parti, all’uopo
desunta anche indirettamente.
La Suprema Corte, ritenendo fondati
i motivi di ricorso, aveva modo di sottolineare che - nel caso di assenza del
lavoratore a seguito di ricaduta nella
stessa o diversa malattia, al fine di verificare se sia stato superato o meno il
periodo di comporto contrattuale –
la regola, costituente principio generale ma non avente carattere inderogabile, per cui un termine, fissato a
mesi, deve essere computato secondo il calendario comune, trova applicazione solo quando sussistono clausole contrattuali di diverso contenuto che assumano una durata convenzionale fissa, costituita da un predeterminato numero di giorni, astrattamente basato sulla durata media del
mese. La Corte sosteneva la prevalenza, tra le fonti di determinazione
del periodo di comporto, della volontà delle parti confluita nella contrattazione collettiva, da integrare con l’e-
quità espressa del giudice: dunque
applicazione del criterio cosiddetto
“comune” che implica l’adeguamento di un mese a 30 giorni e di un anno
a 360 giorni, peraltro utilizzato dalla
stessa contrattazione di categoria. Da
quanto esposto, la Suprema Corte ha
dunque applicato il principio secondo
cui bisogna – di volta in volta, ed ove
vi sia carenza di espressa pattuizione
disciplinante la materia in oggetto –
ricostruire la comune intenzione delle
parti, da desumere da altre clausole
che anche solo indirettamente possano riferirsi alla detta materia. Oltretutto il calcolo va commisurato alla
normale durata del contratto collettivo, che non è triennale bensì,come
risulta dal Protocollo del 1993, quadriennale.
I motivi di appello si sostanziavano nel
rilevare falsa applicazione degli articoli del codice civile in tema di interpretazione del contratto. Così dal
lavoro della Corte si ha modo di sottolineare, ulteriormente, che per
determinare la comune intenzione
delle parti - cui deve riferirsi per
dedurre le regole di computo del
periodo per cui è parola - deve valutarsi il comportamento complessivo
tenuto dopo il contratto e, nell’interpretare, non limitarsi al senso letterale delle parole. Nell’interpretazione dei contratti collettivi, a fronte
di espressioni prive di un significato
chiaro ed univoco, deve ricercarsi la
comune intenzione delle parti sociali, valutandosi il loro comportamento complessivo, e si devono interpretare tutte le clausole rilevanti le une
per mezzo delle altre, attribuendo a
ciascuna il senso che risulta dal complesso dell’atto, ex art. 1363 c.c., che
qui assume una incisiva portata.
Alla contrattazione collettiva non sono
applicabili le regole ermeneutiche proprie dell’interpretazione dei negozi privati, ed ove si prospettino diverse inter-
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 39
TRIBUNA DEL LAVORO
pretazioni, deve preferirsi quella rispondente al criterio dell’armonizzazione
tra la clausola della disciplina settoriale e le regole di portata generale che
connotano il vigente diritto del lavoro.
Ai seni dell’art. 1365 c.c., il giudice può,
anche per la contrattazione collettiva,
procedere ad una valutazione estensiva, della disposizione interpretata,
facendovi rientrare altri casi in essa non
espressamente contemplati, ma ragionevolmente assimilabili.
Ancora, con la stessa pronuncia si pone
in risalto la questione della legittima
intimazione del licenziamento in seguito ad assenze del lavoratore per malattia e contestuale superamento del
comporto. Il licenziamento per eccessiva morbilità trova la sua regolamentazione non già nella disciplina limitativa dei licenziamenti individuali, né in
quella generale dettata dagli artt. 1256
e 1464 c.c., ma nel disposto dell’art.
2110 c.c.: di conseguenza, il lavoratore
assente per malattia non può essere
licenziato sino alla scadenza del detto
periodo. Si distingue tra licenziamento adottato a causa della malattia, da
ritenersi nullo – così come sarà nullo
il licenziamento intimato per superamento del comporto prima della sua
scadenza ed in costanza di malattia –
e quello adottato per ragioni diverse,
estranee allo stato di malattia, che deve
ritenersi solo provvisoriamente inefficace sino al termine della malattia o
allo scadere del periodo di comporto.
Dunque lo stato di malattia del lavoratore non impedisce l’intimazione del
licenziamento per giusta causa, e solo
ove questa risulti insussistente si avrà
declaratoria di illegittimità.
La previsione del licenziamento, con
preavviso del datore di lavoro, per
superamento del periodo di morbilità, prevale, quale disposizione speciale, sulla generale disciplina della risoluzione del rapporto di lavoro: il solo
superamento del detto periodo costituisce autonoma e legittima ipotesi di
recesso, a prescindere da ogni valutazione degli effetti dell’assenza sull’attività produttiva e sull’organizzazione
del lavoro.
Il recesso non si pone in contrasto
con i principi costituzionali, posto che
l’art. 38 Cost. impone solo che al lavoratore sia garantito un congruo periodo di tempo per curarsi senza perdere i mezzi di sostentamento. Il nostro
ordinamento è particolarmente attento alla salute ed ai problemi che ne
derivano; infatti, stante l’art. 32 Cost.
– che definisce la salute come diritto
fondamentale dell’individuo e come
interesse della collettività – l’art. 2110
c.c., in concreto, dispone il divieto del
licenziamento per il semplice fatto
della malattia, prevedendo la sospensione del rapporto di lavoro.
Ma il lavoratore perde le dette garanzie ogniqualvolta lo stato di malattia
assuma i caratteri della morbilità, e si
comprende che, scaduto il termine di
comporto, ed a tutela dei diritti del
datore di lavoro, si può intimare licenziamento anche se il lavoratore è
seriamente malato.
Non è giustificato, però, il licenziamento ove l’infermità abbia avuto
causa nella nocività insita nelle modalità di esercizio delle mansioni o
comunque nell’ambiente di lavoro.
Al licenziamento per superamento del
periodo di comporto si applicano le
regole dettate dall’art. 2 legge 604/66
come modificato dalla legge 108/90 e
pertanto, qualora nell’atto di licenziamento non siano indicate le assenze,
il lavoratore ha facoltà di richiedere al
datore di lavoro di specificarle; resta a
carico del datore l’onere di provare i
presupposti del licenziamento, tanto
che – stante il principio dell’immodificabilità delle ragioni del recesso – non
può tenersi conto delle assenze non
specificate. Il lavoratore, da parte sua,
può contestare il numero delle assenze o la computabilità nel comporto di
talune di esse, anche per la prima volta
in sede giudiziaria, posto che il suo precedente silenzio non può valere come
consenso.
E’ il caso di specificare che la contestazione non configura una eccezione,
ma solo una difesa, proponibile pertanto anche in appello per la prima
volta. Al contrario integra domanda
nuova non consentita in secondo
grado, la deduzione dell’omessa detra-
zione, dal calcolo del comporto, dei
giorni di ferie maturati durante le
assenze per malattia.
E’ facoltà del datore di lavoro valutare se le assenze integrino la fattispecie del superamento del comporto,
ovvero se sussista convenienza ad una
protrazione del rapporto: l’accettazione, da parte del datore di lavoro,
della attività lavorativa non equivale a
rinunciare al diritto di recedere dal
rapporto, ferma la necessità della sussistenza di un nesso casuale tra intimazione del licenziamento ed il fatto
addotto a sua giustificazione. La Suprema Corte, in altre
occasioni e occupando lo stesso
La previsione
argomento, ha
di licenziamento
avuto modo di
con preavviso
sottolineare
per superamento
come la prova di
del periodo
tale nesso - che è
di morbilità prevale
in re ipsa in caso
sulla disciplina
di licenziamento
della risoluzione
intimato dopo il
del rapporto di lavoro
superamento
della soglia di
comporto - deve
essere fornita dal
datore di lavoro qualora vi sia intimazione dopo un apprezzabile intervallo; in caso contrario, grava sul lavoratore.
Per quanto poi concerne il calcolo del
periodo di comporto, sia esso secco
o per sommatoria, fissato in giorni o
a mesi, si deve tenere conto anche dei
giorni non lavorativi (domeniche, feste)
o non lavorati (sciopero), cadenti nel
periodo di assenza per malattia, dovendosi presumere la continuità dell’episodio morboso. Stesso non può affermarsi per le ferie, poiché al lavoratore deve essere comunque garantito per il principio della irrinunciabilità alle
ferie - l’effettiva fruizione delle stesse: Il periodo di comporto è suscettibile di interruzione per effetto della
richiesta del lavoratore di godere del
periodo feriale; richiesta fondata sull’interesse fondamentale del richiedente alla conservazione del posto di
lavoro e ad evitare la scadenza del
periodo di morbilità.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
40 / anno 2 - numero 18
TRIBUNA DEL LAVORO
0
MASSIMARIO DEL DIRITTO
DEL LAVORO
Sezione del lavoro, sentenza 8 aprile
2004 - Pres. Senese - Est. Stile - P.M.
Napoletano (concl. Diff.)
Imposte e tasse - Irpef - Transazione relativa a un rapporto di lavoro
- Somme percepite - Assoggettamento a tassazione nonché a ritenuta - Atto di transazione indicante l’importo da corrispondere senza
specifica - Conseguenze - Ritenuta
d’acconto operata dal datore Legittimità.
In ordine al regime fiscale delle transazioni relative ad un rapporto di lavoro, a seguito della modifica apportata
dall’art. 32 del d.l. n. 41 del 1995 (convertito in legge n. 85 del 1995) all’art.
16, primo comma del d.p.r. n. 917 del
1986, le somme percepite a seguito di
transazioni, anche novative, intervenute in costanza del rapporto di lavoro o
alla cessazione dello stesso sono da
ritenere assoggettate a tassazione separata ai sensi dell’art. 16, primo comma,
Tuir riformato, nonché a ritenuta a titolo d’acconto Irpef dovuta dai percipienti con obbligo di rivalsa, ai sensi dell’art. 23 Tuir. Pertanto, ove nell’importo della transazione non sia precisato
che esso è dovuto al netto delle imposte, il datore di lavoro, quale sostituto
d’imposta può operare la ritenuta prelevandola direttamente dall’importo da
corrispondere al dipendente, ovvero,
se corrisponde l’intero importo dedotto in transazione al dipendente versando autonomamente all’esattoria
quanto dovuto a titolo di ritenuta d’acconto, ha poi diritto di rivalersi nei confronti del dipendente per l’importo
corrispondente al versamento.
Sezione del lavoro, sentenza 17 aprile
2004, n. 7342 - Pres. Ravagnani - Est.
Battimiello - P.M. Sepe (concl. Conf.)
Categorie e qualifiche - Contratto
di lavoro - Individuazione delle
mansioni spettanti al lavoratore -
Obbligazioni accessorie assunte dal
lavoratore al momento dell’assunzione o successivamente,nella
dinamica del rapporto - Rilevanza.
Nel rapporto di lavoro, che si protrae
nel tempo, la volontà contrattuale resta
iscritta in ogni atto di esecuzione del
contratto; ne consegue che il contenuto del contratto individuale, quanto alla
individuazione delle mansioni spettanti
al lavoratore, è dato, oltre che dalle previsioni del contratto collettivo cui le parti
abbiano fatto riferimento, anche dalle
obbligazioni accessorie che il lavoratore
abbia eventualmente assunto al momento dell’assunzione o successivamente,
nella fase dinamica del rapporto.
Sezione III, sentenza 27 aprile 2004,
n. 7980 - Pres. Carbone - Est. Sabatini
- P.M. Russo (concl. Diff.)
Risarcimento del danno - Negazione o impedimento allo svolgimento delle mansioni - Lesione
del diritto alla libera esplicazione
della personalità nel luogo di lavoro - Configurabilità - Conseguenze - Danni patrimoniali e non Risarcibilità - Configurabilità di
reato - Necessità - Esclusione.
La negazione o l’impedimento allo
svolgimento delle mansioni, al pari del
demansionamento professionale integrano una lesione del diritto fondamentale alla libera esplicazione della
personalità del lavoratore anche nel
luogo di lavoro, determinando un pregiudizio che incide sulla vita professionale e di relazione dell’interessato,
con una indubbia dimensione sia
patrimoniale sia - a prescindere dalla
configurabilità di un reato - non patrimoniale, che rende il pregiudizio medesimo suscettibile di risarcimento.
Sezione del lavoro 29 aprile 2004, n.
8271 - Pres. Ianniruberto - Est. Mazzarella - P.M. Sepe (concl. conf.)
Categorie e qualifiche - Demansionamento professionale del lavoratore - Violazione dell’art. 2103
c.c. - Diritto al risarcimento del
danno - Prova del danno - Accertamento del giudice di merito Incensurabilità in Cassazione Limiti - Liquidazione equitativa
ex art. 1226 c.c - Ammissibilità Difficoltà di pervenire alla quantificazione - Legittimità del rigetto della domanda - Esclusione.
In caso di accertato demansionamento professionale del lavoratore in violazione dell’art. 2103 c.c., il giudice del
merito, con apprezzamento di fatto
incensurabile in cassazione se adeguatamente motivato, può desumere l’esistenza del relativo danno in base agli
elementi di fatto relativi alla durata
della qualificazione e ad altre circostanze del caso concreto, potendo procedere ad una autonoma valutazione
equitativa del danno, rispetto alla quale
non ostano né l’eventuale insuccesso
di una c.t.u. disposta al fine di quantificarlo in concreto alla luce di criteri
latu sensu oggettivi, né l’eventuale inidoneità e/o erroneità dei parametri
risarcitori indicati dal danneggiato,
dovendosi, per converso, ritenere contraria a diritto un’eventuale decisione
di non liquet, fondata, appunto, sull’asserita inadeguatezza dei criteri indicati dall’attore o sulla pretesa impossibilità di individuarne alcuno, risolvendosi tale pronuncia nella negazione di
quanto, invece, già definitivamente
acclarato in termini di esistenza di una
condotta generatrice di danno ingiusto e di conseguente legittimità di una
richiesta risarcitoria relativa ad una
certa res lesiva.
Sezione del lavoro - 3 maggio 2004, N.
8350 - Pres. Sciarelli - Est. De Matteis
- P.M. Nardi (concl. conf.)
Appalto di prestazioni di lavoro subordinato - Disciplina ex art. 3, l. n.
1369/1960 - Responsabilità solidale
dell’appaltante - Appalto di servizi
ausiliari predisposti ai fini della realizzazione del ciclo produttivo dell’appaltante - Sussistenza - Ratio.
Ai sensi dell’art. 3 della l. n. 1369 del
1960, la responsabilità solidale per
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 2 - numero 18 / 41
TRIBUNA DEL LAVORO
appalto lecito sussiste anche quando
l’appalto riguardi servizi ausiliari predisposti ai fini della realizzazione del
ciclo produttivo dell’appaltante, dovendosi valutare tale inerenza con riferimento alle esigenze funzionali della
produzione del bene o servizio, secondo le esigenze normative, statutarie,
tecnologiche e di mercato al tempo
dell’appalto.
Sezione del lavoro - 11 maggio 2004,
n. 8914 - Pres. Mattone - Est. Roselli P.M. De Augustinis (concl. conf.)
Sanzioni disciplinari - Principio di
immediatezza contestazione Ratio - Pendenza di un procedimento penale a carico del lavoratore - Irrilevanza.
Il principio della immediatezza della
contestazione disciplinare, la cui ratio
riflette l’esigenza di osservanza della
regola della buona fede e della cor-
rettezza nella attuazione del rapporto di lavoro, non consente all’imprenditore di procrastinare la contestazione medesima, in modo da rendere impossibile o eccessivamente
difficile la difesa del dipendente; né la
pendenza di un procedimento penale a carico del lavoratore impedisce
al datore di lavoro la contestazione
immediata dell’illecito disciplinare, con
eventuale sospensione del relativo
procedimento fino all’esito del giudizio penale.
Sezione del lavoro - 12 febbraio 2004,
n. 2734 - Pres. Mattone - Est. De Renzis - P.M. Nardi (concl. diff.)
Rinunce e transazioni - Disciplina ex art. 2113 c.c. -Applicabilità
alla transazione riguardante diritti di natura retributiva come il
compenso per il plus orario e
relativi accessori - Sussistenza Ratio.
Con riferimento alla disciplina dettata in tema di rinunce e transazioni, di
cui all’art. 2113 c.c., (disponente l’invalidità di tali atti quando hanno per
oggetto diritti del prestatore di lavoro derivanti da disposizioni inderogabili della legge o dei contratti ed accordi collettivi concernenti i rapporti di
cui all’art. 409 c.p.c.), diritti di natura
retributiva o risarcitoria indisponibili
da parte del lavoratore non devono
ritenersi soltanto quelli correlati alla
lesione di diritti fondamentali della persona, atteso che la ratio dell’art. 2113
c.c. consiste nella tutela del lavoratore, quale parte più debole del rapporto di lavoro, la cui posizione in via
ordinaria viene disciplinata attraverso
norme inderogabili, salvo che vi sia
espressa previsione contraria. Ne consegue che è annullabile la transazione
riguardante diritti di natura retributiva come il compenso per il plus orario e relativi accessori.
Operative le modalità per la concessione
degli aiuti alla giovane imprenditoria
(Tratto da: Il Sole 24 Ore - Guida Normativa Numero 190 quanto non potrà accedere alle agevolazioni chi già usufruisce di altri bonus. Le agevolazioni sono concedibili per l’acdel 19/10/2004)
quisto di beni di investimento, ma anche per le spese di avvio
i sono voluti quattro anni di attesa perché gli incentivi dell’iniziativa agevolata e per la formazione. Soggetti benefia favore dell’autoimprenditorialità trovassero le proprie ciari delle iniziative sono le piccole imprese, ai sensi della racregole pratiche. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficia- comandazione 96/280/Ce della Commissione europea e le
le del decreto del ministero delle Attività produttive 250/2004 microimprese e piccole imprese, ai sensi della raccomandadiventano finalmente operative le nuove modalità applicati- zione 2003/361/Ce della Commissione europea (a decorve per la concessione degli aiuti riorganizzati dal Dlgs rere dal 1° gennaio 2005).Tuttavia, nel caso delle cooperati185/2000 (su «Guida Normativa» del 13 luglio 2000 n. 124). ve sociali già esistenti, sarà possibile estendere le agevolazioIl Dlgs n. 185 ha costituito una sorta di testo unico dei bene- ni anche alle medie imprese, secondo la definizione della racfici alle giovani imprese gestiti da Sviluppo Italia, l’agenzia nazio- comandazione 96/280/Ce della Commissione europea. I titonale per lo sviluppo di impresa e l’attrazione di investimenti. lari di quote o azioni delle società, le persone fisiche socie
In particolare, il provvedimento ha gettato le basi per riordi- delle cooperative e gli imprenditori individuali agricoli non
nare gli incentivi all’autoimpiego - come il prestito d’onore - potranno, dalla presentazione della domanda fino ai cinque
e, appunto, all’autoimprenditorialità, cioè quelli destinati a anni successivi alla delibera di ammissione alle agevolazioni,
società, cooperative sociali e agricoltori per la creazione di assumere la veste di titolari di quote o azioni di altre socienuove iniziative nella produzione di beni e servizi alle impre- tà parimenti agevolate. Le violazioni a tale prescrizione saranse, servizi in genere e agricoltura. Ma mentre per i primi era no punite da Sviluppo Italia con la revoca dei benefici. Lo spegià stato elaborato il regolamento (Dm 28 maggio 2001 n. ciale che «Guida Normativa» dedica all’argomento contiene
295, su «Guida Normativa» del 27 luglio 2001 n. 136), per i il testo del decreto corredato dai riferimenti normativi richiasecondi si è dovuto attendere finora. Il decreto n. 250, tra le mati a piè di pagina e un approfondimento degli esperti sugli
altre cose, definisce i requisiti dei soggetti beneficiari, riba- aspetti più interessanti per le imprese che si apprestano a
dendo il divieto di cumulo con altre forme agevolative in fruire dell’agevolazione.
C
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
42 / anno 2 - numero 18
EBT
L’EBT informa
APPRENDISTATO
L’EBT, per rispondere alle numerose richieste pervenute dalle aziende aderenti, intende sollecitare presso
l’Amministrazione Provinciale di Roma un intervento per la realizzazione dei corsi di formazione obbligatoria per gli apprendisti, che preveda l’impegno totale o parziale delle risorse finanziarie necessarie e la convalida e certificazione del percorso formativo stesso.
CORSI DI ITALIANO PER STRANIERI
L’EBT ha intenzione di promuovere dei corsi di formazione di italiano per stranieri, rivolti ai lavoratori del
settore, della durata di 50 ore, articolati in lezioni da due ore giornaliere una volta a settimana, con frequenza obbligatoria.Al termine del corso sarà rilasciato ai partecipanti regolare attestato di frequenza.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare la sezione del sito www.ebt.roma.it dedicata alla FORMAZIONE, oppure contattare l’EBT al n. 06.48907020 o inviare una e-mail a: [email protected]
Organizzazioni datoriali aderenti all’EBT
ANGEM TERRITORIALE C/O FIPE PROVINCIALE
Via Properzio,5 - 00193 Roma • Tel.06/68437217 - Fax 06/68437310
APRA Associazione Provinciale Romana Albergatori
Corso d’Italia,19 00198 Roma • Tel.06/8414105 - 06/8417728 - Fax 06/8845559
Giuseppe Roscioli
AICA Sezione Industria del Turismo
Viale Pasteur,10- 00144 Roma • Tel.06/5913523 - Fax 06/5910390
LuigiAntonio Bianchi
ASSHOTEL
Piazza Prati degli Strozzi,22 - 00195 Roma • Tel.06/39731284 - Fax 06/39731251
Eufemio
Del Buono
ASSORISTORAZIONE
Via Properzio,5 - 00193 Roma • Tel.06/684371 - Fax 06/6874586
ARP Associazione Romana Pasticceri
Piazza Monte Gennaro,16 - 00139 Roma • Tel.06/3574201 - Fax 06/6874586
Via Messina,19 - 00198 Roma • Tel.06/44250267 - Fax 06/44250268
Valter Giammaria
FIAVET LAZIO
ASSOPUB Associazione Romana Pub e Birrerie
Viale delle Milizie,34 - 00192 Roma • Tel.06/3720193 - Fax 06/37355557
Via Castelfidardo,18 - 00185 Roma • Tel.06/4885051 - Fax 06/483509
Cinzia Renzi
ASSOCIAZIONE ROMANA GELATIERI
Via Properzio,5 - 00193 Roma • Tel.06/684371 - Fax 06/6874586
ASSOVIAGGI
Via Messina,19 - 00198 Roma • Tel.06/44250267 - Fax 06/44250268
AntonioAlberti
SILB Sindacato Italiano Locali da Ballo
Piazza G.G.Belli,1 - 00183 Roma • Tel.06/583921 - Fax n.06/5818682
ASSORISTORANTI Associazione Provinciale Romana Ristoranti
Via Properzio,5 - 00193 Roma • Tel.06/684371- Fax 06/68437267
Nicola Gaudenzino
ASSOBAR
Nazzareno Sacchi
FIEPET
Via Messina,19 - 00198 Roma • Tel.06/44250267 - Fax 06/44250268
Liborio Pepi
Antonio Flamini
SIB PROVINCIA DI ROMA C/O FIPE
Piazza G.G.Belli,2 - 00183 Roma • Tel.06/583921 - Fax n.06/5818682
Fabrizio Fumagalli
Organizzazioni sindacali aderenti all’EBT
FAITA LAZIO
c/o Campeggio SettebelloVia Flacca Km 3,600 - 04020 Salto di Fondi (LT)
Tel.0771/599132 - Fax 0771/57635
FILCAMS-CGIL
AlessandroAlla
ASSOCAMPING
Via Messina,19 - 00198 Roma • Tel.06/44250267 - Fax 06/44250268
Silvana Morini
FISASCAT-CISL
Andrea Plebani
FIBA
Via Messina,19 - 00198 Roma • Tel.06/44250267 - Fax 06/44250268
Via Buonarroti,51 - 00185 Roma • Tel.06/4467347 - Fax 06/4467351
Viale Cavour,57 - 00184 Roma • Tel.06/4819651 - Fax 06/484678
Amedeo Meniconi
UILTUCS-UIL
Mara Giomini
Viale Cavour,184 - 00184 Roma • Tel.06/4819285 - Fax 06/4881219
Bartolo Iozzia
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