Autorizzazione Tribunale di Roma n° 539 07/12/2001 - Poste Italiane SPA- Spedizione in abbonamento postale70% - DCB Roma - N° 18 2004 Periodico dell’Ente Bilaterale per il Turismo di Roma e Lazio EDITORIALE a lingua batte sempre dove il dente duole; così anche nell’ultima conferenza sul turismo di Genova un argomento ha tenuto banco: la mancanza di una cabina di regia nazionale capace di indirizzare le scarse risorse, promuovere una immagine coerente e coordinata dell’Italia all’estero e studiare e promuovere politiche adeguate per il settore. A chi l’arduo compito? All’Enit, che sta ancora pensando a come attraversare il guado di una non facile riforma, oppure ad un apposito ministero, che improvvidamente si è voluto a suo tempo affossare; o ad un “tavolo” - suppellettile che negli ambienti della politica va alquanto di moda - capace di conciliare Regioni, imprenditori, parti sociali e chissà quanti altri “commensali” ancora? A chi vi pare, purché questa benedetta “cabina” si faccia. Inutile sottolineare ancora una volta che la concorrenza, sempre più accanita quando le vacche sono magre, ci alita sul collo e non sta certo tranquilla ad aspettare che risolviamo con comodo i nostri tanti problemi. Come quello dei prezzi. Forse hanno ragione gli imprenditori e i rappresentanti di categoria, secondo i quali, complice la crisi, il passaggio alla moneta unica non ha portato gli aumenti stratosferici di cui si è parlato. Resta il fatto che finché ci vorrà un dollaro e trenta centesimi per avere un euro c’è poco da stare allegri; anche se i listini fossero veramente quelli del 2002, ovviamente al lordo dell’inflazione. Già questa estate abbiamo infatti dovuto dire addio a un bel po’ di famiglie italiane, tedesche e francesi che hanno preferito, ad esempio, la più spartana ma economica sponda croata dell’Adriatico a quella romagnola; seppure superaccessoriata. Anche a questo serve la “cabina di regia”. Con più concertazione - altro termine alquanto inflazionato - e coordinamento si possono addirittura abbattere costi e prezzi. E la cosa funzionerebbe anche a livello locale. Pensiamo ad esempio a quello che potrebbe fare una “regia del turismo” a Roma, dove in certi periodi dell’anno non si trova una camera mentre in altri si ricorre al “dormi tre e paghi due” per riuscire a coprire almeno i costi di gestione degli hotel. Perché dunque non “destagionalizzare”, usando sapientemente anche eventi come la Notte bianca? Proposta peraltro lanciata su queste colonne. Purtroppo i tempi della politica sono quelli che sono; specialmente ora che il tasso di litigiosità fuori e dentro le coalizioni è particolarmente alto.Al turismo, come al solito, toccherà rimboccarsi le maniche e aspettare. L Provincia di Roma Assessorato al Turismo Comune di Roma Assessorato al Turismo Ente Bilaterale Territoriale per il Turismo COMITATO SCIENTIFICO Attilio Celant - Giovanni Peroni Giuseppe Aiello - Guido Improta Franco Paloscia - Maurizio Fantaccione Antonio Calicchia Direttore responsabile: Pietro Licciardi Direttore: Giancarlo Mulas Coordinatore Editoriale: Orfeo Cecchini COMITATO DI REDAZIONE: Coordinatore: Bartolo Iozzia Giuseppe Aiello - Guido Improta Orfeo Cecchini - Caterina Saccaro Marcello Marzi - Giuseppe Zazzara Produzione: Impatto srl Stampa: Di Marcotullio finito di stampare: dicembre 2004 SOMMARIO INTERVISTA Il futuro del turismo secondo Bocca (Federalberghi) Orfeo Cecchini .................. 4 OSSERVATORIO Settembre e ottobre: tornano gli stranieri e cresce la domanda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 Giuseppe Aiello INTERVENTI L’Eurodisfatta dei prezzi. Ma Roma si salva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 n Arco di Costantino Anche dalla musica un contributo al rilancio turistico di Fiumicino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 L’ Pietro Licciardi e Valentina Caracciolo Ufficio Comunicazione del Comune di Fiumicino Ai turisti del Sol Levante non piace solo l’antico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 F.P Turismo cinese: un investimento per il futuro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 Silvia Ciccarelli Per vincere la crisi il Lazio punta sulla promozione . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 Giovanna Sfragasso Molte le ipotesi per la “cabina di regia”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 Franco Paloscia Il rilancio della Valle dell’Aniene nei progetti della Comunità Montana. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Chef del Lazio, largo ai giovani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 Roberto Coramusi Lo chef: un po’ artigiano, un po’ scienziato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 Alessandro Circiello NOTIZIARIO Park Hotel dei Massimi: una finestra su Roma. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 Laura Ranca Più forte l’amicizia fra Roma e Pechino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 Caterina Saccaro Japanitaly news . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 Roma chiama, New York risponde . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 Giuseppe Zazzara L’Enit informa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 TRIBUNA DEL LAVORO Senza ammortizzatori sociali il futuro è precario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 V.C. L’iscrizione alla gestione separata Inps dei lavoratori occasionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 Maurizio Fantaccione Decollano i fondi interprofessionali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 A. Nucara Massimario del diritto tributario. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35 Il licenziamento dopo il periodo di comporto. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 Daniela Carbone Massimario del diritto del lavoro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 L’EBT informa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42 Arco di Costantino è il più grandioso dei tre archi giunti sino ai nostri giorni. Ristrutturato nel 315 d.C. dall’imperatore romano per commemorare la sua vittoria su Massenzio, avvenuta tre anni prima, è un sorta di museo di scultura romana, essendo composto di elementi che provengono da monumenti appartenenti a epoche distanti tra loro. Sulla parete che guarda al Colosseo, in alto, è rappresentato Marco Aurelio nelle sue lotte contro i Daci; sul lato opposto, episodi delle battaglie sostenute da Marco Aurelio L’iscrizione è interessante, in quanto riferisce le gesta di Costantino all’ispirazione della divinità, senza specificarne il nome. L’imperatore, come noto, pur non essendo cristiano guardava di buon occhio al cristianesimo e ne favorì l’espansione. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 4 / anno 2 - numero 18 INTERVISTA Il futuro del turismo secondo Bocca (Federalberghi) Orfeo Cecchini nche se Roma può quasi considerarsi un’isola felice il turismo ha sempre più il fiato grosso e arranca sotto il peso di una crisi che ha fatto arrivare al pettine tutti i nodi. Quali siano questi nodi è stato detto e ridetto anche nel corso dell’ultima conferenza sul turismo di Genova, che si è trasformata nell’ennesimo, lungo e doloroso cahiers de doléance di imprenditori e operatori.Tra tutte, una delle voci più allarmate è stata quella di Bernabò Bocca, presidente della Federalberghi, il quale ha ancora una volta ricordato che il settore non riesce a risollevarsi dopo la terrificante serie di eventi iniziati con l’11 settembre 2001 e, complice una delle più lunghe crisi economiche degli ultimi «La quantità di leggi cinquant’anni, e regolamenti, l’Italia contila frequenza nua a perdedi balzelli e tasse re quote di frena e spaventa mercato. gli investitori esteri» Un quadro certo non rassicurante. Proviamo con Bocca a Il successo elencare ancora una volta quali sono registrato i settori sui quali occorre interveniquesta estate re se vogliamo che il nostro turismo dalle città d’arte continui ad avere un futuro. secondo Bocca A fa piacere, ma non soddisfa la categoria nella sua interezza Il settore alberghiero nazionale, così com’è strutturato e alla luce del massiccio ingresso nel mercato di grandi compagnie, è in grado di reggere la concorrenza straniera? Quali sono i punti deboli delle nostre aziende e cosa occorrerebbe per migliorare la loro competitività ? «A parte alcune aree specifiche del Bernabò Bocca Paese, penso alle principali città italiane e quindi anche Roma, l’ingresso di grandi società straniere nel turismo ritengo sia un fenomeno marginale. E lo è in quanto la burocrazia, la quantità di leggi e regolamenti, la frequenza di balzelli e tasse frena e spaventa quegli investitori esteri abituati a ragionare in modo manageriale». I dati complessivi indicano, come lei stesso ha recentemente affermato, che nel settore permane la crisi; eppure si registrano importanti segnali in controten- denza come è avvenuto nelle città d’arte, a partire da Roma. Come giudica questo fenomeno? E’ una anomalia o la conferma che il nostro Paese si deve riappropriare di un ruolo di guida nel turismo storico e culturale, indirizzandovi consistenti investimenti pubblici? «Dopo almeno due anni di forte crisi delle città d’arte era quasi naturale e fisiologico che la tendenza si invertisse. Questa tendenza fa piacere, ma non soddisfa la categoria nella sua interezza, in quanto è comunque il segnale di una situazione difficile, a macchia di leopardo che denota una crisi ancora evidente del sistema turistico nazionale». Alla luce del costante declino industriale è ormai certo che il turismo sarà ancor più una delle principali risorse economiche per il Paese.Tuttavia sono a volte insuperabili le difficoltà che l’imprenditoria turistica incontra ogni volta che si deve procedere a nuove aperture, ampliamenti o ristrutturazioni delle strutture ricettive. Secondo lei abbiamo un problema di leggi e rego- periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 5 INTERVISTA lamenti vecchi e inadeguati, di scarsa sensibilità di politici e amministratori verso le esigenze del settore, o che altro? «Come dicevo in precedenza, la pletora di norme nazionali, regionali e comunali non aiuta un settore a crescere. Se poi, per giunta, identiche materie normative si differenziano da Regione a Regione, penso ad esempio alle leggi di classificazione alberghiera, allora arriviamo al paradosso. Certo, c’è una responsabilità politica, nel senso che in Italia il turismo è sempre stato relegato ad un ruolo di Cenerentola dell’economia. Questo per colpa anche nostra, che forse perché troppo impegnati nell’attività imprenditoriale abbiamo delegato fin troppo i politici a “risolvere” i nostri problemi. È quindi giunto il tempo di rimboccarci le maniche e di far sentire più che mai forte la nostra voce». La “Riforma Biagi” introduce una ulteriore parcellizzazione e pre- carizzazione nel già fragile “sistema dei rapporti di lavoro”, nel comparto turistico e alberghiero. Ciò non produrrà ulteriori danni in un settore nel quale la qualità del prodotto offerto, la fidelizzazione e la professionalità degli addetti sono ormai elementi irrinunciabili per rimanere competitivi, considerando che i nostri costi aziendali non sono certo bassi? «La riforma del mercato del lavoro offre alcune risposte concrete alle esigenze del nostro settore, caratterizzato da una estrema variabilità della domanda. La preoccupazione che la flessibilità si trasformi in precarietà è un pericolo concreto, soprattutto nelle piccole strutture, non si fuga ostacolando l’evoluzione del mercato, ma accompagnandone lo sviluppo con norme adeguate e con una gestione accorta delle risorse umane e, soprattutto, con un investimento costante nella formazione degli addetti. In questo senso, assume importan- za strategica il ruolo che può essere svolto dalle parti sociali per il tramite degli enti bilaterali del turismo». E’ ormai nota la proposta governativa per la riforma dell’Enit. Che ne pensa? «La riforma «L’Enit va rifordel mercato del lavoro mato nel senso offre alcune risposte che lo Stato deve concrete garantire fondi certi e sostanzioalle esigenze si ad un organidel nostro settore» smo che promuova l’immagine Italia nel mondo. A questo organismo deve essere affiancato un Ministero delle Politiche Turistiche in grado di fungere da punto di sintesi, da cabina di regia di tutte le problematiche del settore, coordinando le competenze regionali ed interfacciandosi con l’Unione Europea». periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 6 / anno 2 - numero 18 OSSERVATORIO Settembre e ottobre: tornano gli stranieri e cresce la domanda Giuseppe Aiello andamento della domanda turistica nel quinto bimestre del 2004 conferma e consolida gli scenari delineati nei mesi precedenti: la domanda complessiva nell’insieme degli esercizi alberghieri di Roma e provincia ha avuto infatti un andamento complessivamente positivo e diffuso in tutto il territorio, coinvolgendo sia la domanda italiana sia la domanda straniera. Il recupero delle quote di mercato perse negli anni precedenti sembra dunque sempre più vicino. Nel periodo settembre, ottobre 2004 gli alberghi della provincia di Roma hanno registrato, infatti, 1.501.855 arrivi e 3.550.246 presenze, con una crescita rispettivamente di 11,65% e di 7,09% (anche questa volta decisamente superiore a quella registrata nel bimestre precedente). La crescita è dovuta, come già accennato, sia agli arrivi di italiani sia di stranieri. Il dato più significativo, all’interno di questa dinamica, continua ad essere costituito dalla più accentuata crescita della domanda estera sul versante delle presenze. La domanda italiana è infatti consistita in 587.522 arrivi (+12,30%) e 1.170.597 presenze (+6,91%); la domanda estera ha registrato L’ 914.333 arrivi (+11,23%) e 2.379.649 presenze (+7,18%) (tabella 1 e 2). Sul fronte della domanda estera, continua la crescita europea (+10,74% di arrivi e +7,62% di presenze), ed in particolare della domanda proveniente dalla Francia, dalla Tabella 1 - Provincia di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2004 Paesi 5 stelle Arrivi Presenze 225.146 4 stelle Arrivi Presenze Totale 88.874 625.866 1.415.085 Italiani 18.925 37.513 204.736 Stranieri 69.949 187.633 421.130 1.028.551 386.534 3 stelle Arrivi Presenze 2 stelle Arrivi 1 stella Totale Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze 551.988 1.354.474 186.054 435.791 49.073 119.750 1.501.855 3.550.246 229.417 462.530 110.378 232.589 24.066 51.431 587.522 1.170.597 322.571 891.944 75.676 203.202 25.007 68.319 914.333 2.379.649 Tabella 2 - Provincia di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2003 - Var. % su anno precedente Paesi 5 stelle 4 stelle Presenze 3 stelle Arrivi Presenze 2 stelle Arrivi Presenze Arrivi Arrivi Totale 6,26 7,69 14,27 7,14 11,49 7,10 10,28 Italiani -3,87 -12,04 15,99 7,73 13,75 7,05 Stranieri 9,38 12,74 13,46 6,92 9,93 7,12 Presenze 1 stella Totale Arrivi Presenze Arrivi Presenze 5,48 13,88 13,22 11,65 7,09 5,60 0,21 24,53 22,71 12,30 6,91 17,89 12,23 5,21 6,99 11,23 7,18 Arrivi Presenze Arrivi Tabella 3 - Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2004 Paesi 5 stelle Arrivi Totale 87.851 Italiani 18.656 Stranieri 69.195 Presenze 223.461 4 stelle Arrivi Presenze 3 stelle Arrivi Presenze 2 stelle Arrivi Presenze 1 stella Totale Presenze 532.121 1.260.438 454.617 1.152.461 145.059 350.411 37.273 94.915 1.256.921 3.081.686 37.059 165.799 319.197 168.460 333.004 81.877 172.702 16.246 35.159 451.038 186.402 366.322 941.241 286.157 819.457 63.182 177.709 21.027 59.756 805.883 2.184.565 897.121 periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 7 OSSERVATORIO Germania, dal Regno Unito, dalla Spagna, dalla Russia e dalla Polonia. Si consolida inoltre la forte ripresa della domanda proveniente dagli Usa (+13,81% di arrivi e +12,26% di presenze). Altrettanto significativa nel bimestre considerato si presenta la ripresa della domanda proveniente dal Sud Est asiatico (+21,10% di arrivi e +12,04% di presenze). Proseguono quindi i positivi effetti delle iniziative intraprese dagli operatori pubblici e privati al fine di recuperare le quote di mercato detenute in passato. La crescita del bimestre ha coinvolto, come già accennato, sia Roma sia l’hinterland. A Roma vi è stata una crescita degli arrivi (+8,08%) e delle presenze complessive (+5,98%) che ha coinvolto sia gli italiani, sia gli stranieri. La domanda italiana ha registrato sensibili incrementi negli arrivi (+9,44%) e sul fronte delle presenze (+6,53%). Buona anche la crescita della domanda straniera con un incremento del 7,34% negli arrivi e del 5,76% nelle presenze (tabelle 3 e 4). Come si vede dal prospetto riportato, in ottobre la crescita di Roma si è ampiamente distribuita nel territorio cittadino. Continua con maggiore decisione la buona crescita della domanda italiana e straniera negli alberghi dell’hinterland (+34,41% di arrivi e +14,99% di presenze). La domanda italiana è cresciuta del 22,92% negli arrivi e dell’ 8,15% nelle presenze. Ma il dato più significativo è costituito dalla domanda proveniente dall’estero, che è cresciuta del 52,32% negli arrivi e del 26,17% nelle presenze (tabelle 5 e 6) coinvolgendo le principali nazionalità (Usa, Germania, Regno Unito, ecc.). MUNICIPI DI ROMA Roma - Distribuzione degli arrivi e delle presenze negli alberghi per Municipi - OTTEBRE2004 Valori assoluti Municipi Composizione % Arrivi Presenze Permanenza media 316.385 772.451 Municipio 1 Variazione % su stesso mese a.p. Arrivi Presenze 2,44 50,84% 50,83% Arrivi Presenze 7,71% 4,53% Municipio 2 38.997 95.266 2,44 6,27% 6,27% 3,19% 0,40% Municipio 3 13.752 33.680 2,45 2,21% 2,22% 23,80% 21,68% Municipio 4 8.054 19.297 2,40 1,29% 1,27% 22,91% 17,82% Municipio 5 7.107 17.344 2,44 1,14% 1,14% -0,35% -1,50% Municipio 6 919 1.975 2,15 0,15% 0,13% 7,49% 6,13% Municipio 7 1.904 4.458 2,34 0,31% 0,29% 1,01% -6,91% Municipio 8 14.514 35.131 2,42 2,33% 2,31% 25,35% 16,44% Municipio 9 2.104 5.094 2,42 0,34% 0,34% 75,48% 63,48% Municipio 10 6.351 15.123 2,38 1,02% 1,00% 10,11% 4,26% Municipio 11 5.796 14.635 2,53 0,93% 0,96% 11,38% 11,08% Municipio 12 33.052 81.747 2,47 5,31% 5,38% 7,92% 5,67% Municipio 13 13.364 32.765 2,45 2,15% 2,16% 0,44% -2,02% Municipio 15 10.767 26.347 2,45 1,73% 1,73% -0,65% -2,50% Municipio 16 27.072 65.896 2,43 4,35% 4,34% 0,75% -1,45% Municipio 17 34.356 84.530 2,46 5,52% 5,56% 6,88% 4,25% Municipio 18 55.165 135.222 2,45 8,86% 8,90% 23,66% 19,86% Municipio 19 20.852 50.429 2,42 3,35% 3,32% 4,40% 0,39% Municipio 20 11.833 28.067 2,37 1,90% 1,85% 19,42% 16,22% 2,44 100,00% 100,00% 8,97% 5,81% Totale 622.344 1.519.457 Tabella 4 - Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2003 - Var. % su anno precedente 5 stelle Paesi 4 stelle Presenze 3 stelle Arrivi Presenze 2 stelle Arrivi Presenze Arrivi Arrivi Totale 8,56 9,54 9,11 5,90 8,08 5,67 4,25 Italiani -1,86 -10,83 9,37 6,90 14,35 8,89 Stranieri 11,76 14,75 8,99 5,57 4,71 4,41 Presenze 1 stella Totale Arrivi Presenze Arrivi 4,21 7,88 9,54 8,08 Presenze 5,98 2,25 4,01 14,93 16,79 9,44 6,53 6,97 4,40 3,00 5,68 7,34 5,76 Tabella 5 - Hinterland di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2004 5 stelle Paesi 4 stelle Arrivi Presenze Arrivi Presenze Totale 1.023 1.685 93.745 154.647 Italiani 269 454 38.937 Stranieri 754 1.231 54.808 3 stelle Arrivi Presenze 2 stelle Arrivi 40.995 Presenze 85.380 1 stella Totale Arrivi Presenze Arrivi Presenze 11.800 24.835 244.934 468.560 97.371 202.013 67.337 60.957 129.526 28.501 59.887 7.820 16.272 136.484 273.476 87.310 36.414 72.487 12.494 25.493 3.980 8.563 108.450 195.084 Tabella 6 - Hinterland di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2003 - Var. % su anno precedente Paesi 5 stelle Arrivi Presenze 4 stelle Arrivi Presenze 3 stelle Arrivi 2 stelle Presenze Arrivi Presenze 1 stella Totale Arrivi Presenze Arrivi Presenze 14,99 Totale -62,29 -66,77 56,22 18,41 30,70 16,06 12,40 8,57 38,12 29,88 34,41 Italiani -60,21 -58,16 56,25 11,81 12,11 2,60 10,14 11,91 50,70 37,79 22,92 8,15 Stranieri -62,98 -69,12 56,21 24,06 80,94 51,61 17,91 1,45 18,66 17,11 52,32 26,17 periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 8 / anno 2 - numero 18 INTERVENTI L’Eurodisfatta dei prezzi. Ma Roma si salva Pietro Licciardi e Valentina Caracciolo arà colpa dell’euro, oppure della benedetta ripresa economica che in Europa non accenna a partire, ma da un po’ di tempo a questa parte sul banco degli imputati c’è sempre e solo il caroprezzi. Come puntualmente riportano telegiornali e quotidiani, è diventato proibitivo andare al ristorante, fare il pieno di benzina e anche mangiare una pizza o Dopo l’11 settembre affittare un anche negli hotel ombrellone sulla sono arrivate le spiaggia. E se le offerte: dormi tre notti famiglie italiane ne paghi due piangono anche i turisti stranieri non ridono. I rincari infatti, non avendo risparmiato nessuna o quasi delle voci che fanno il prezzo di una buona vacanza - e finiti oltretutto i tempi della lira debole e del cambio favorevole - hanno fatto arrivare al pettine qualche nodo.Almeno a giudicare dalla fuga di turisti d’Oltralpe registrata questa estate verso mete altrettanto amene ma decisamente più a buon mercato delle nostre. Solo le città d’arte hanno retto. Ce ne dovrebbe essere abbastanza per far suonare più di un campanello d’allarme, visto che da anni politici e imprenditori vanno ripetendo che se vogliamo salvare il turismo occorre prima di tutto migliorare la nostra competitività. Anche Roma&provincia ha fatto la sua piccola inchiesta, chiedendo qua e là agli imprenditori e alle associazioni di categoria, cercando di capire se una “emergenza prezzi” esiste davvero oppure - come qualche esperto ha cercato di spiegare - esiste solo un problema di “diversa percezione” da S parte dei consumatori, evidentemente ancora sotto shock dopo l’adozione della moneta unica. Cominciamo con gli alberghi, che sono il primo pensiero per chi pianifica una qualsiasi vacanza. Secondo l’imprenditore Pino Canfora (gestisce diversi hotel ed è anche un tour operator) i prezzi degli alberghi a Roma non solo rientrano nella media europea ma sono competitivi rispetto a Parigi, carissima, o Londra, addirittura inavvicinabile.Anche il rapporto qualità-prezzo è favorevole: «Con circa 180 euro a notte a Vienna si acquista una camera doppia nel vecchio hotel Regina, ormai d’epoca, mentre qui per la stessa cifra si hanno a disposizione hotel come il Quattro Fontane». Quando si parla di rincari, spiega Canfora, spesso si fa riferimento alle tariffe ufficiali, come quelle ad esempio pubblicate dall’Apt, ma poi la realtà è diversa. Dopo l’11 settembre 2001 gli alberghi romani hanno adottato la politica dei supermercati (acquisti tre paghi due) e gli sconti praticati ai tour operator arrivano fino al 40%. Insomma da almeno tre anni per Canfora le tariffe sono in costante diminuzione. Se il fronte alberghi sembra tranquillo tuttavia un problema, e grosso, secondo il nostro interlocutore, c’è poiché in un settore portante per l’intera economia regionale come il turismo mancano una politica di filiera e una cabina di regia capace di mettere in contatto amministratori, associazioni di categoria e imprenditori, tra i quali attualmente esiste quasi una sorta di conflitto. E tutto ciò, manco a dirlo, ha ripercussioni anche sui prezzi. Ad esempio la politica in materia di mobilità pubblica e traffico, sempre secondo Pino Canfora, avrebbe di fatto allontanato da Roma flussi consistenti di turisti: «Pensi alle difficoltà che hanno i bus turistici ad accedere in città. Ci sono solo quattro varchi, dai quali si accede solo se si è registrati presso un tour operator italiano, inoltre oggi un pullman con 40 persone non paga meno di mille euro e senza che a questa tassa corrisponda alcun servizio reale, come aree di sosta o parcheggi attrezzati. Come si fa a far percorrere ad una comitiva un chilometro a piedi in agosto per raggiungere il Colosseo? Il risultato è che non vediamo più circolare pullman tedeschi o dell’Est. E poi c’è il problema della carenza dei servizi, come la metropolitana. Con l’attuale situazione non possiamo più far entrare turisti a Roma; periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 9 INTERVENTI ecco il vero problema». Altra conseguenza della mancata “regia turistica” è che non si è ancora arrivati ad una destagionalizzazione del turismo romano, così in certi periodi dell’anno, come aprile, maggio, giugno e ottobre, l’eccesso di domanda fa sì che vi siano prezzi da alta stagione, mentre in altri periodi altrettanto propizi dal punto di vista climatico c’è una eccesso di offerta. Oppure, sempre per mancanza di coordinamento e programmazione, si sovrappongono eventi di rilievo che saturano le capacità ricettive della città. A proposito di offerta, cosa accadrà quando saranno completati i piani di espansione delle grandi catene internazionali, come Marriot, che peraltro ha già aperto una mega struttura a Fiumicino? Secondo Canfora non ci saranno conseguenze importanti per gli hotel nei quartieri del centro, dove ormai non c’è più spazio per grandi strutture: «Certo, un low coast da mille camere rappresenterebbe un pericolo ma le nuove aperture sono di hotel extralusso in estrema periferia, proprio perché ormai Roma è tagliata fuori dai grandi traffici. Non si fanno più neppure congressi importanti, proprio per la difficoltà di spostarsi da un punto all’altro della città. Questo fra l’altro ha agevolato la provincia. Da qualche anno assistiamo ad una vera rinascita turistica dei Castelli, sia per la buona politica degli enti locali, sia perché è ormai preferibile pernottare fuori dal caos della metropoli». Canfora tuttavia riconosce che qualcosa di vero nella polemica sul caroprezzi c’è, anche se non dipende dagli albergatori: «Se nel 2000 un menù turistico, bevande escluse, costava al tour operator 13-14mila lire oggi lo stesso menù cosa 13-14 euro, praticamente il doppio». Anche Luciano Bucchi, imprenditore capitolino dell’Hotel Empire, si associa; e lo fa in modo molto chiaro: «Sono almeno due anni che i prezzi non crescono, quando addirittura non sono stati abbassati, a causa del periodo di crisi, quanto meno di lentezza o scarsa ripresa, che abbiamo attraver- sato». Una crisi che, sempre secondo Bucchi, ha visto diminuire drasticamente l’afflusso di turisti tedeschi e americani. «Il mercato tedesco è in forte calo, anche per la crisi che la Germania stessa sta vivendo, e lo stesso succede con gli Stati Uniti». Chi spende in dollari, causa il cambio con l’euro, trova oggi molto meno convenienti i prezzi italiani rispetto a qualche tempo fa. E gli affari di chi ha sempre lavorato principalmente con questi due target, ne hanno risentito notevolmente. «Ma non bisogna fermarsi ai prezzi di listino», dice ancora l’imprenditore, «quelli per intenderci pubblicati sui cartelli nelle stanze». La verità, anche per il nostro albergatore, è che poi il prezzo si concorda con il cliente, a seconda delle sue esigenze. «Aziende e banche che si rivolgono a noi per mandarci gruppi di dipendenti, contrattano sempre il costo della permanenza e dell’ospitalità. Una grossa banca che si rivolgeva a noi fino a qualche tempo fa, ripresi i contatti dopo due anni, ci ha addirittura chie- sto uno sconto del 20% sui prezzi del 2001». E i turisti singoli o le famiglie, che soffrono maggiormente l’aumento dei prezzi? «Stessa cosa. Contratti concordati». Qualche collega imprenditore lo chiama “client’s marketing”: offerte differenziate sulla base del target, del periodo, delle possibilità degli utenti. Ed è per questo, ad esempio, che ai turisti americani viene praticato un listino prezzi uguale per tutto l’anno, che non risente di crisi e ondeggiamenti di valuta. «In questo momento, noi albergatori puntiamo a fare occupazione, più che ricavi sulla singola stanza». Infatti, spiega Bucchi, anche i cinque stelle lusso, che hanno costi di gestione altissimi, hanno cominciato a praticare una politica dei prezzi flessibile, tenendo presente solo la loro esigenza di coprire le spese e mantenere il personale. «A fare profitto», spiega infine l’imprenditore romano, «cominceremo a pensarci dal 2006». La pensa più o meno alla stessa maniera Augusto Monti, segretario di Assobar, che tira fuori addirittura il listino prezzi completo per dimostrare che i costi per i consumatori sono tali e quali a due anni fa. E non basta. Monti preannuncia crisi gravi per gli esercenti a Roma, se verrà andrà avanti la pedonalizzazione del centro storico e la limitazione degli spazi desti- periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 10 / anno 2 - numero 18 INTERVENTI nati all’occupazione di suolo pubblico da parte di bar e ristoranti. Ma partiamo dai prezzi. Secondo il listino di Assobar, il caffè espresso in un esercizio appartenente alla prima categoria costava nel’99 1800 lire, nel 2003: 1,10 euro – 2.130 vecchie lire. In un esercizio appartenente alla terza o quarta categoria, lo stesso caffè costava – sempre nel ’99 – 1200 lire (62 centesimi), nel 2003: 0,70 euro (1.355 lire). Ancora. I cornetti, esercizio di prima categoria, nel ’99: 1.600 lire, nel 2003: 0,90 centesimi (1.743 vecchie lire). In un esercizio di terza o quarta, nel ’99: 1200 lire, nel 2003: 0,70 euro, ovvero 1.355 lire. L’aumento, dunque, c’è stato. «Sì», risponde Monti, «ma solo e semplicemente quello derivante dall’aggiornamento Istat». Ma questo è niente in confronto alla crisi alla quale rischiano di andare incontro bar e ristoranti romani. E’ del 12 ottobre scorso la richiesta di un incontro con gli amministratori della Capitale (sindaco, assessore alle Attività produttive, presidente del primo Municipio) da parte delle associazioni di Molti turisti categoria – racacquistano una conta Monti – vacanza al mare per discutere del aspettandosi il tutto problema delcompreso ma poi l’occupazione del scoprono di dover suolo pubblico. pagare ombrellone e Una commissiosdraio a parte ne voluta dal Campidoglio, sta effettuando una ricognizione su 54 piazze romane tutelate dal Ministero dei Beni culturali per verificare quanto spazio sia attualmente occupato da tavolini, sedie, ombrelloni e chi più ne ha più ne metta, e fissare nuove perimetrazioni a loro disposizione. Dal 30% di suolo pubblico attualmente occupato, si arriverà al massimo al 15%. Ciò produrrà un danno enorme agli esercenti e alle loro attività, dice Monti, il quale prosegue: «Non va dimenticato che questi producono reddito tassabile e posti di lavoro. Non chiediamoci, poi, perché i turisti hanno ridotto la loro permanenza a Roma ad appena un giorno e mezzo, preferendo, per il restante periodo, altre città o addirittura altre nazioni!». Questa estate, almeno in qualche parte d’Italia, si è accesa una spia rossa anche sul fronte spiagge, dove a detta di alcuni affittare un lettino e un ombrellone è diventato un lusso. A prendere le difese dei balneari è Renato Papagni, operatore del settore e presidente nazionale della Federazione italiana balneari (Fiba) aderente alla Confesercenti, con circa 6.500 iscritti in tutta la Penisola. «questa estate uno stabilimento balneare di media qualità costava dai 5 ai 6 euro per l’intera giornata con i servizi annessi: ingresso lettino, salvataggio, ecc.», dice Papagni, secondo il quale in due anni gli aumenti sono stati quest’anno del 3,5% mentre lo scorso anno furono del 4%. Prezzi assolutamente trasparenti, che la Fiba segnala con un anno di anticipo all’Apt. Com’è allora che a luglio e agosto in certi stabilimenti si pagavano 15-18 euro? «Quando si parla di “ombrellone e lettino” bisogna anche vedere quali sono gli optional che sono compresi», risponde il presidente del balneari della Confesercenti; «ad esempio un cliente che durante la stagione entrava nel mio stabilimento per 10 euro aveva accesso alla piscina, alle docce calde, all’idromassaggio…».Tuttavia ci sono gestori che hanno lamentato una fuga di stranieri, sopratutto tedeschi, verso località più convenienti, come la Croazia. La risposta è pronta: «Siamo in un mercato libero e la gente può fare quello che vuole. Però bisogna considerare che il settore della balneazione non è diverso da quello della ristorazione o degli alberghi. Come si fa a paragonare una pensione a due stelle con un hotel a quattro stelle? Se si va in uno stabilimento che ha tutta una serie di accessori è chiaro che il costo di un lettino sarà superiore a quello di una spiaggia libera. Poi c’è il problema grosso dell’Iva, che da noi è al 20% mentre in Croazia è al 4%, ma anche in Francia e Spagna hanno l’Iva al 4%, ciò vuol dire che in quei paesi c’è un buon 16% di margine. Se poi vogliamo ancora parlare di qualità bisogna dire che per quanto riguarda le attrezzature in Croazia, rispetto a noi, non hanno niente. Lì si è fortunati se sulla spiaggia si trova un gabinetto mentre le docce sono in una capannetta di legno. I nostri stabilimenti sono francamente un’altra cosa». Dunque la nostra “industria” della balneazione vanta ancora un buon rapporto qualità-prezzo? Per Papagni certamente si, poiché se da noi un lettino costa 8 euro e altrove 4 là dove il prezzo è più basso è facile trovare soltanto sole e acqua. E poi in Italia anche i balneari sono diventati imprenditori a tutti gli effetti, che lavorano dodici mesi l’anno. Non è più come una volta, quando il bagnino factotum “apriva” il suo pezzo d’arenile a giugno, dopo aver dato una mano di vernice alle cabine o rimesso in piedi qualche palizzata, e chiudeva dopo ferragosto. Oggi occorre programmare, fare promozione, gestire stabilimenti periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 11 INTERVENTI che hanno anche venti o trenta addetti. Ma allora un caro-prezzi c’è o no? Per il presidente della Fiba più che altro esiste anche in questo settore una mancanza di coordinamento tra gli enti locali e coloro che fanno funzionare il turismo: albergatori, pubblici esercizi e balneari. «Qualche volta infatti capita che il turista si lamenta perché non ha il vero pacchetto completo, nel senso che ha l’albergo, le escursioni ma poi deve andarsi a comprare, a parte, tutto il resto. Noi italiani ci facciamo meno caso ma altri, soprattutto i tedeschi, quando comprano una settimana su una qualsiasi spiaggia pensano di aver comprato tutto, come succede nei villaggi turistici. Invece poi si accorgono di dover pagare a parte lettino, ombrellone e in qualche caso la trasportation». Quindi sarebbe tutta colpa del sistema turistico italiano, affetto da difficoltà strutturali congenite e anche della inadeguata dimensione delle imprese, spesso piccole e frammentate. E i canoni demaniali di locazione quanto incidono sui costi, e dunque sui prezzi? «All’incirca per il 25-30%. Nella Finanziaria dello scorso anno, poi rinviata, si è parlato di un aumento del 300% e se questo fosse vero ci potrebbe uccidere con un colpo secco». L’analisi di Fabrizio Fumagalli di Confcommercio non si discosta molto da quella di Papagni: «Aumento dei prezzi? Sì, c’è stato, ma soltanto nella fase di passaggio dalla lira all’euro. Da allora, le tariffe sono ferme». Ma c’è di più: «Gli stabilimenti balneari avevano bloccato i prezzi già una volta, quando si era trattato per l’Italia di entrare nell’euro».Allora, come nel caso dell’inflazione, si tratta davvero solo di una “percezione” sbagliata da parte dei consumatori? Fumagalli conferma: «Stampa e opinione pubblica hanno una sensazione generalizzata di aumento dei prezzi, su tutti i prodotti, che a cascata ricade anche su quelli che invece sono rimasti invariati». Gli attacchi da parte delle associazioni dei consumatori, secondo Fumagalli a volte anche pretestuosi, non sono mancati, ma, dice l’esponente di Confcommercio, i clienti hanno poi trovato servizi buoni o eccellenti, che hanno un costo. A tale proposito, Fumagalli segnala un problema, che allo stesso tempo contiene in sé anche una proposta: «E’ necessario identificare il livello di servizi offerti dai diversi stabilimenti, e certificarne la qualità. Non solo.Tali informazioni devono essere comunicate chiaramente al cliente, che deve prenderne visione al momento di entrare nello stabilimento in modo da fare una scelta ragionata». Di qui la proposta ulteriore di istituire di una sorta di “albo” degli stabilimenti, finora classificati semplicemente in base alle loro dimensioni. Ma Fumagalli non si ferma qui: anche gli stabilimenti devono essere inseriti tra i prodotti a prezzo “calmierato”, ma soprattutto bisogna diversificare i prezzi a seconda – un po’ come succede per i cinema – della fascia oraria o dei giorni della settimana. Altro fronte caldo è quello della ristorazione ma anche in questo caso Walter Giammaria, segretario della Siepet-Confesercenti, assolve la categoria: «Non è vero che al ristorante si paga in euro la stessa cifra che prima era in lire. Se aumenti ci sono stati questi sono del 15-20% al massimo». Per Giammaria addirittura a Roma i ristoranti sono i più economici d’Italia: «Qui in certe trattorie si mangia ancora con 15-18 euro e in centro si trovano menù turistici a 8 euro. Siamo anche una delle poche città in cui il caffè al bar costa 0,65 euro». Eppure qualcuno che con la moneta unica ha fatto il furbo c’è, come si fa a negarlo?. «A Roma ci sono poco meno di tremila ristoranti e un numero altrettanto grande di tavole calde», risponde il segretario dell’associazione dei pubblici esercizi di Confesercenti, «e qualcuno che ha provato a fare questo giochetto ci sarà pure stato, però i ristoratori romani sono tutti molto attenti al rapporto qualità prezzo, perché per loro il cliente è un investimento e non qualcuno di cui approfittare. La prova è che pizzerie e ristoranti sono sempre pieni; segno che i romani questo lo sanno e lo apprezzano. Inoltre Aumenti? Per anche il Comune, gli imprenditori non con la campagna ci sono stati, anzi. Roma spende bene, L’associazione si è dato un gran dei consumatori però da fare per calnon è d’accordo. mierare i prezzi». Anche in questo caso però è la qualità che fa la differenza; se infatti nella fascia medio bassa i prezzi sono aumentati al massimo del 20% nei locali di buon livello gli aumenti sono stati più consistenti. Del resto qui è possibile scegliere vini e cibi particolari, alcuni dei quali non proprio economici. Insomma, gli aumenti ci sono stati ma per l’euro; di chi allora la colpa? Giammaria assicura che il conto è diventato più salato perché sono i prodotti ad essere aumentati all’origine: «Sa a quanto compra un ristoratore un chilo di funghi porcini? Almeno 25 euro al chilo. E quanto ricarico potrò mai farci su un simile prezzo?».Altro motivo di preoccupazione è il continuo aumento dei costi di gestione, come affitto, bollette, e tasse: «Ormai per affittare cento metri quadrati in centro ci vogliono anche 20mila euro e per quanto ci riguarda sono anni che chiediamo senza successo un equo canone anche per le locazioni non abitative. Le amministrazioni locali inoltre hanno cominciato ad aumentare le tasse in maniera folle». Roberto Torretti, consigliere di Assoristoranti, è tassativo: «I prezzi sono sempre gli stessi: i ristoratori si sono limitati a dividere i prezzi in lire per periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 13 INTERVENTI 1927,36».Anche per Torretti solo una “percezione” errata da parte del consumatore? Secondo lui, sì. «La gente non si rende ancora ben conto del valore dell’euro, basta osservare le mance lasciate alla fine del pasto: anche tre, quattro euro». E se qualche aumento c’è stato, è dipeso principalmente dall’aumento del costo di carne e pesce e, soprattutto, di frutta e verdura: in sostanza, l’aumento dei prezzi praticato dai fornitori si ripercuote direttamente sui ristoratori e sul consumatore finale. E comunque Roma, nonostante tutto, resta un’isola felice: cucina varia e variegata, orari lunghissimi per mangiare sia a pranzo che a cena, niente coperto nel conto. Ma gli affari su Roma sono diminuiti - Torretti parla addirittura di “guerra tra poveri” -, causa la grandissima concorrenza, praticata però a scapito della qualità del servizio offerto; ma anche l’inevitabile crollo delle presenze seguito al boom dell’Anno Santo e alla crisi post-undici settembre. Non solo: la vita degli esercenti a Roma, segnala Torretti, è veramente difficile: una burocrazia sterminata li tartassa per ogni atto che devono compiere; i vigili sembrano istruiti appositamente per “beccare” il commerciante che ha sforato di un centimetro sullo spazio assegnatogli per i suoi tavolini (e la situazione, come già segnalato da Monti di Assobar, rischia di diventare sempre più difficile), le istituzioni sono latitanti rispetto a qualsivoglia forma di sostegno al settore. E per finire, la ZTL: «Quattro, cinque chilometri di diametro per l’area pedonale», dice il consigliere di Assobar, «sono veramente troppi, specialmente considerato che i permessi per accedere con la macchina vengono spesso rilasciati ai “soliti noti”. In queste condizioni non ce la faremo mai». La convinzione dei commercianti è dunque “granitica”: i prezzi non sono aumentati. Ma le associazioni dei consumatori, chiamate in causa da Fumagalli, non concordano.Anzi. «Ormai si potrebbero formare biblioteche con le indagini giornalistiche, le testimonianze dei consumatori e le ricerche scientifiche (fatte ad esempio dall’Università Bocconi e dalla cattolica di Milano) che dimostrano in maniera incontrovertibile», dice Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino, «che gli aumenti ci sono stati, e notevoli, in settori come quello della ristorazione e del turismo. Lo dicono anche gli stranieri che questa estate hanno rinunciato a venire in Italia nell’ordine del 10% e anche più in alcune zone. La Slovenia, la Croazia, la Spagna ci fanno una concorrenza proprio sui prezzi oltre che sulla qualità dell’industria delle vacanze». E non è tutto. «Gli aumenti», continua Longo, «sono stati notevoli soprattutto a cavallo del passaggio all’euro. Da allora sostanzialmente ci sono stati adeguamenti ma ormai il guaio è stato fatto. Il caffè che costava 1000-1200 lire è passato a 60-70 centesimi, che vuol dire 1200-1400 lire. E provate a trovare a Roma una stanza d’albergo a quelle che erano le vecchie 120-150mila lire, cioè 60-70 euro. Forse solo in qualche bed & breakfast». Ma da cosa sono dipesi, secondo i rappresentanti dei consumatori, gli aumenti? «Tutta la filiera della distribuzione e del commercio ne ha approfittato», spiega Longo, «scaricando alla fine gli aumenti accumulati nei vari passaggi sul consumatore finale. Un chilogrammo di uva bianca che viene pagato al contadino 20 centesimi, la troviamo sulle bancarelle a 1,50 - 2,0 euro. Ci sono sei- sette passaggi in questa filiera che fanno lievitare ingiustamente il prezzo, mettendo in difficoltà i piccoli produttori, ai quali addirittura spesso il prodotto viene pagato meno di tre anni fa, e il consumatore domestico, che si fa carico degli aumenti e spesso è costretto a rinunciare all’acquisto.Anche nel caso dell’agroalimentare sono i dati a parlare: c’è un segno “meno” su tutte le vendite di frutta e verdura da almeno due anni». In questo quadro, come si colloca Roma? «A Roma abbiamo una situazione meno disastrosa perché ci sono state iniziative come “Roma Spende bene” che hanno contribuito a calmierare i prezzi al dettaglio. Un importante contributo lo ha dato anche la grande distribuzione, che ha tenuto sostanzialmente fermi i prezzi, anche attraverso offerte 3x2, sottocosto e simili. Oggi il costo medio della vita a Roma è certamente più basso di altre capitali europee come Parigi o Berlino, per non parlare di Londra, che è davvero inavvicinabile. Un viaggio di metropolitana costa da 1 sterlina in su, cioè più di 1,50 euro». LISTINO PREZZI 1999 AGGIORNATO IN BASE ALL’AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA RILEVAZIONE ISTAT 1° APRILE 2003 Categoria 3/4 € £ Categoria 2 € £ Categoria 1 € £ Caffè espresso 0,70 1355 0,85 1646 1,10 2130 Cappuccino 0,90 1743 1,15 2227 1,60 3.098 Brioches e lieviti 0,70 1355 0,80 1549 0,90 1743 Bevande gassate in bottiglia 1,40 2711 1,70 3.292 2,30 4453 Succhi di frutta in bottiglia 1,40 2711 1,70 3292 2,30 4453 Acqua minerale in bicchiere 0,35 678 0,50 968 - - Bibite e succhi di frutta in lattina 1,75 3388 1,70 3292 2,40 4647 LISTINO PREZZI 1999 Categoria 3/4 £ € Categoria 2 £ € Categoria 1 £ € Caffè espresso 1.200 0,62 1.500 0,77 1.800 Cappuccino 1.600 0,83 2000 1,03 2.800 1,45 Brioches e lieviti 1.200 0,62 1.400 0,72 1.600 0,83 Bevande gassate in bottiglia 2.500 1,29 3.000 1,55 4.000 2,07 Succhi di frutta in bottiglia 2.500 1,29 3.000 1,55 4.000 2,07 700 0,36 800 0,41 - - 3000 1,55 3.000 1,55 4.200 2,17 Acqua minerale in bicchiere Bibite e succhi di frutta in barattolo 0,93 periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 14 / anno 2 - numero 18 INTERVENTI Anche dalla musica un contributo al rilancio turistico di Fiumicino Ufficio Comunicazione del Comune di Fiumicino illa Guglielmini e il suo parco, tornato a nuova vita dopo anni di abbandono, hanno fatto da cornice ad un grande evento musicale per la città di Fiumicino. Ben 10.000 giovani hanno infatti riempito i giardini assiepandosi di fronte all’enorme Palco, allestito da MTV con due maxischermi ed un mega impianto audio, per assistere alla kermesse musicale con ingresso gratuito, che dal primo pomeriggio è andata avanti fino alle 24,00 ospitando una selezione di band e cantanti di fama nazionale ed internazionale, oltre ai volti noti e molto amati di MTV, una delle più conosciute emittenti televisive tra le nuove generazioni, che trasmette solo V Un momento dell’affollatissimo concerto di MTV musica. Il primo a salire sul palco è stato proprio Enrico Silvestrin, seguito da Paola Maugeri, altra vj affermata che ha infiammato il pubblico. La musica graffiante dei sound più alternativi ed estremi, nati dalle sonorità metalliche di una chitarra elettrica, si è diffusa nel grande spazio creando atmosfere di grande effetto. Sono stati parecchi i gruppi italiani che hanno partecipato all’evento: gli Aferhours, band di riferimento del panorama rock nostrano; Baustelle, da Siena, con il loro sound energico; Cesare Basile, autore raffinato; Cristina Donà, una delle cantanti più popolari. La manifestazione è nata in collaborazione con il Comune di Fiumicino e la Provincia di Roma ed ha rappresentato un momento musicale di grande spessore, non solo per i giovani ma per tutti gli appassionati del genere. La musica in questo caso è divenuta uno strumento di comunicazione senza frontiere che ha unito diversi linguaggi artistici e differenti espressioni culturali, in un importante momento di aggregazione oltre che di divertimento.Tutto l’evento è stato, poi, ripreso e trasmesso in diretta dal canale satellitare tematico SKY di MTV Brand New, che dedica una ampia fetta della propria programmazione agli eventi live. Anche questa manifestazione ha rappresentato una preziosa occasione per far conoscere il territorio di Fiumicino ben oltre i confini provinciali e proseguire quella politica di rilancio, anche turistico, del territorio intrapresa dall’attuale amministrazione. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 15 INTERVENTI Ai turisti del Sol Levante non piace solo l’antico F.P. giapponesi non si fanno condizionare dai problemi di reddito e hanno deciso di riprendere a viaggiare senza freni.A tutto vantaggio del loro benessere ma anche dei paesi come l’Italia che sono in cima alle motivazioni nipponiche. La grande svolta è avvenuta l’estate scorsa quanto le agenzie di viaggi giapponesi hanno segnalato vendite per i viaggi all’estero nettamente in crescita rispetto all’estate 2003. E non è soltanto questo il dato positivo.Aumenta l’outgoing dei turisti individuali, a conferma che la maggiore pratica turistica e la possibilità di ricorrere a informazioni e prenotazioni on line attenua la necessità di ricorrere all’acquisto di pacchetti preconfezionati. La più grande agenzia di viaggi, la JTB (Japan Travel Bureau) ha annunciato in luglio un aumento del 72% delle vendite dei viaggi all’estero. La numero due, Kinki Tourist un aumento del 92%. I dati dell’outgoing negli aeroporti confermano questo trend e nelle varie fiere e manifestazioni turistiche si commenta favorevolmente una tendenza che potrebbe portare nei prossimi tre anni a oltre 20 milioni di viaggiatori all’estero. Le donne saranno protagoniste di questo grande moto. Il tasso di crescita dei viaggi outbound da parte dei consumers di sesso femminile è più elevato che per la popolazione maschile. Emergeranno soprattutto le cosiddette green windows, donne giovani non sposate, alla ricerca di relax, ma proseguirà l’ascesa dei “viaggi di nozze”. A differenza del mercato americano, dove il ricambio turistico generazionale è ancora moderato, in Giappone almeno 1 milione e mezzo di individui sono new travellers, turisti al primo viaggio all’estero.Anche per loro l’Italia è un polo che esercita un grande appeal I grazie alla Ferrari e a Valentino Rossi, ai campioni del calcio ai grandi stilisti e le prenotazioni e le vendite registrano non solo in estate trend favorevoli. Dovremo migliorare il rapporto-qualità prezzi degli alberghi. È una richiesta insistente di oltre l’80% dei turisti. Dobbiamo offrire più pulizia, più tranquillità, camere più confortevoli, con aria condizionata (i Giapponesi se ne vanno in giro con i parasole durante l’estate). Nel mondo delle tecnologie e di internet l’informazione è sovrana. Gli alberghi devono offrire siti turistici gradevoli ed efficienti. Magari in lingua giapponese. Gli abbonati alla banda larga in Giappone sono più di 15 milioni. I giapponesi sono anche attratti dall’idea di investire in Italia. Ad esempio stanno partecipando insieme a cardate italiane alle gare di appalto per le grandi opere, prima di tutto il ponte sullo stretto di Messina e secondo l’ambasciatore italiano a Tokyo potrebbero essere attratti nel nostro Sud per investire nel turismo. Li attrae anche il mecenatismo culturale. Possono sponsorizzare eventi legati all’Italia e a questo proposito si segnala che Tokyo ospiterà a gennaio il festival della cultura e del turismo dedicato al nostro Paese mentre la Galleria degli Uffizi ospiterà eventi promossi dal quotidiano economico Nikker. Anche questa è promozione turistica. La Capitale è tra le destinazioni più gettonate e più di altre può puntare a eventi mirati al mercato del Sol Levante. È una città-spettacolo, ma i giapponesi avrebbero un motivo in più a visitarla se il circuito tradizionale si arricchisse con eventi mirati per un turista che vuole racchiudere con un click non solo le straordinarie immagini di Roma ma nella sua mente ciò che Roma può raccontare della sua lunga storia ma anche della sua modernità. Una volta ad una guida che accompagnava un gruppo tra i monumenti, le chiese e i fori antichi un giovane turista pose con soavità una domanda: cosa posso vedere di moderno? Bella domanda, davvero. Ecco un itinerario originale. Condito magari da un bel concerto di musica rock. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 16 / anno 2 - numero 18 INTERVENTI Turismo cinese: un investimento per il futuro Silvia Ciccarelli incredibile avanzata dell’economia cinese, a partire dalle riforme economiche avviate da Deng Xiaoping nel 1978, è sempre più motivo di interesse da parte del mondo economico e politico. Dal 1979 il PIL reale è cresciuto mediamente del 9% l’anno, la crescita annuale del commercio estero è stata del 15%, ogni settimana più di un miliardo di dollari di investimenti diretti esteri confluisce nel Paese di Mezzo. La Cina è ormai pienamente integrata nello scenario globale, non più solo economicamente (come è stato formalmente sancito con l’entrata nell’Organizzazione Mondiale del Commercio) ma anche politicamente, grazie alla sostanziale apertura della nuova generazione al potere (è di settembre l’uscita di scena definitiva di Jang Zemin) e al netto schieramento a favore dell’Occidente di fronte alla L’ minaccia globale del terrorismo. Lo scenario di un nuovo Eldorado sembrerebbe aprirsi di fronte ai Paesi occidentali che affrontano, invece, un rallentamento che ormai non può più considerarsi congiunturale. E in effetti oltre alle incredibili performance economiche ciò che impressiona è anche un altro dato: la popolazione. Un miliardo e 280 milioni di persone, una massa enorme di gente che con l’aumento del reddito disponibile si riverserà sui mercati alla ricerca di beni e servizi sino ad ora per lo più sconosciuti. Ma qual è la misura reale del mercato cinese? I dati del 2003 indicano un Pil pro-capite pari a 1.000 dollari: secondo i criteri della Banca Mondiale a questo livello la Cina è ancora a metà strada per poter essere considerata un paese di livello medio di reddito. La popolazione urbana, circa 500 milioni di persone, è quella che potrà inizialmente trainare i consumi a causa delle migliori condizioni generali di vita. Il reddito urbano, infatti, oltre ad essere triplo rispetto alle zone rurali, è cresciuto in media di 14 punti percentuali l’anno a partire dal ‘78. La World Bank ha tuttavia calcolato che il ritmo di crescita dovrà mantenersi tale per altri 13 anni prima di raggiungere la “meta” del take-off dei consumi. Si può però già parlare di ricchi in Cina, persone che sono in grado di permettersi ville, limousine e viaggi all’estero: sono circa 80 milioni, una minoranza, ma un numero di tutto rispetto se considerato in termini assoluti. Sulle previsioni circa le dimensioni e la velocità di crescita del mercato cinese devono però essere considerate le impegnative riforme che il Governo di Jiabao Wen si troverà ad affrontare nel prossimo futuro. Innanzitutto la progressiva ristrutturazione e liquidazione delle SOEs, State-Owned Enterprises, che garantiscono tuttora ai lavoratori l’abitazione e l’assistenza sanitaria e previ- denziale. Lo smembramento di questi monumenti all’inefficienza e alla corruzione e il processo di riorganizzazione e privatizzazione genereranno disoccupazione che andrà ad aggiungersi a quella già esistente. Inoltre il Governo si troverà costretto a riformare il sistema del Welfare, precedentemente affidato alle SOEs. Si ritiene quindi a buon ragione che l’elevata disoccupazione, l’allungamento della vita media dovuto al maggiore benessere e l’eliminazione delle SOEs incideranno senza dubbio sulle decisioni relative alla porzione di reddito da destinare ai risparmi per affrontare le incertezze del futuro. Oltre a questo, il tasso di cambio mantenuto agganciato al dollaro a quota 8,3 yuan grazie alle manovre del Governo Cinese comporta un forte avanzo della Bilancia Commerciale, l’accumulo di ingenti riserve valutarie in dollari e flussi di investimenti esteri ritenuti ormai eccessivi. L’aumento di efficienza dei prossimi anni e l’immensa quantità di manufatti che quotidianamente già esce dalle industrie cinesi fa ragionevolmente prevedere una crisi di overcapacity per i prossimi anni. Il sistema bancario è sovraccarico dei cosiddetti bad loans, prestiti difficilmente esigibili elargiti con munificenza a imprenditori privati e funzionari provinciali dotati di scarso spirito imprenditoriale e causa del vero e proprio boom edilizio delle città, che rischia di trasformarsi in una bolla speculativa pronta ad esplodere. E’ nell’interesse del Governo Cinese mantenere la stabilità interna che serve a legittimare lo status quo e, per farlo, deve rallentare l’attuale tasso di crescita che ha generato un pericoloso surriscaldamento dell’economia, consolidandolo su livelli meno rischiosi (l’intenzione è quella di un tasso annuale di crescita del 7%), e cercando di frenare le spinte inflazionistiche. L’entrata in vigore il primo settembre periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia anno 2 - numero 18 / 17 INTERVENTI 2004 dell’accordo (ADS) tra UE e Cina che stabilisce il rilascio facilitato di visti turistici per i paesi dell’area Shenghen va senz’altro considerato come una grande opportunità per l’Europa e l’Italia. Come emerge dai dati forniti dall’Ente Nazionale per il Turismo Cinese, la velocità con la quale negli ultimi tre anni i viaggiatori cinesi sono aumentati è impressionante: nel 2003, anno peraltro particolare a causa della SARS, sono uscite dal Paese 20 milioni di persone, con un aumento del 22% rispetto all’anno precedente. Nel 2020, secondo la World Tourism Organization, la Cina sarà la prima destinazione turistica in entrata del mondo e occuperà la quarta posizione per il turismo outbuond con 100 milioni di persone in uscita. Sono molti i Paesi che hanno già compreso l’importanza di riuscire ad accaparrarsi anche una piccola porzione di quello che sembra essere l’ultimo Santo Graal asiatico: i viaggiatori cinesi. Prima dell’Europa, infatti,Australia, Sud Africa, Hawaii e paesi dell’area indo-cinese (Viet Nam,Thailandia, Malesia) ma anche Micronesia, Indonesia,Taiwan e Giappone, hanno iniziato a corteggiare i ricchi turisti cinesi. Per chiare ragioni di economicità e di vicinanza geografica e culturale la destinazione più battuta è l’Asia con l’82% degli arrivi, seguita dall’Europa con il 9%. La regione del Guangdong è al primo posto come area di provenienza, ma un ruolo fondamentale lo giocano anche le Municipalità di Pechino e Shanghai. L’Italia, un paese con fortissime connotazioni storiche, artistiche e culturali, riuscirà a fare breccia nei cuori dei turisti cinesi? La Cina è un paese orgoglioso della propria storia e cultura, con un’alta propensione a privilegiare la propria civiltà. I primi viaggiatori cinesi arrivati dal mese di settembre hanno subito messo in evidenza molti limiti di questo nuovo turismo: si tratta di persone molto curiose della civiltà occidentale, ma restie a sperimentare cose nuove, basti pensare che non mangiano cibo italiano e preferiscono fermarsi nei numerosi ristoranti cinesi. Le limitazioni imposte come condizioni del rilascio del visto sono comunque molto elevate: è necessario che viaggino in gruppo, che ci sia una guida italiana ed una cinese, l’itinerario deve essere necessariamente prestabilito e la durata del viaggio in genere non supera i 12 giorni. Per lo meno in un primo momento nella scelta delle destinazioni europee potrebbero contare molto i precedenti legami di natura commerciale e professionale, oltre che ovviamente aspetti di carattere economico. Rispetto a Francia, Germania e Inghilterra, l’Italia ha rapporti d’affari ancora poco sviluppati, lo dimostra anche il fatto che Alitalia non ha al momento voli verso la Cina, anche se nei piani di riorganizzazione aziendale da dicembre 2004 sono previsti tre voli settimanali Milano Malpensa – Shanghai, a fronte di diciassette e tredici voli settimanali rispettivamente di Lufthansa e Air France.Va quindi implementata una efficace politica di promozione e conoscenza del “marchio Italia” in tutte le sue variegate sfaccettature. Ciò implica un notevole sforzo di comunicazione, che metta strategicamente in risalto determinati aspetti della nostra cultura. Lo sport, il clima, il mare, lo shopping, la religione (si stima che in Cina vi siano 10 milioni di cattolici che appartengono alla Chiesa patriottica riconosciuta dal Governo e almeno altrettanti non riconosciuti) sono tutti aspetti che potrebbero risultare importanti fattori di attrazione. Da uno studio della Regione Veneto è emerso poi che un elemento deterrente è la mancanza di traduzione in cinese del materiale turistico promozionale. Il forum internazionale sul turismo di fine novembre a Shanghai rap- presenta sin da ora un importante appuntamento per promuovere il nostro Paese. I benefici del turismo cinese arriveranno probabilmente nel medio-lungo termine, con la prossima generazione, e non come molti sperano nell’immediato, ma saranno di molteplice natura. Lo scambio culturale potrebbe infatti funzionare da straordinario volano di sviluppo anche per eventuali nuovi rapporti di business. Per concludere, la Cina è una realtà complessa, il cui sviluppo, se non adeguatamente gestito, potrebbe nel futuro avere un forte ridimensionamento o rallenSecondo la Banca tamento. Questa Mondiale la Cina è lettura in chiave ancora a metà strada più realistica nasce per poter essere dalle numerose considerata un paese linee d’ombra che di livello medio di gli analisti più reddito. attenti evidenziano.Tuttavia è nell’interesse politico prima ancora che economico del Governo Cinese affrontare le sfide del futuro. L’ Europa non può che favorire un percorso di questo tipo attraverso una adeguata cooperazione e il monitoraggio del rispetto delle regole che il processo di apertura economica comporta. I benefici di una economia cinese sana e in espansione supererebbero infatti di gran lunga le conseguenze nefaste di una remota ma possibile nuova crisi asiatica. Anno 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 Turisti in uscita (migliaia) 3,740 3,730 4,520 5,060 5,320 8,426 9,230 10,473 12,133 16,602 20,200 periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 18 / anno 2 - numero 18 INTERVENTI Per vincere la crisi il Lazio punta sulla promozione Giovanna Sfragasso uale sarà il futuro del turismo italiano? Quali le scelte necessarie per promuoverne lo sviluppo? Soggetti istituzionali, imprese e parti sociali cercano una risposta, nel tentativo di arginare la crisi che ha profondamente investito il settore turistico, uno dei più significativi per l’economia del nostro Paese. A Genova, in occasione della Conferenza del turismo italiano del 20 e 21 settembre, categorie e Regioni hanno lanciato un comune grido d’allarme, che fa perno su dati significativi: poche infrastrutture, prezzi troppo alti, offerta sempre meno competitiva e conseguente calo di presenze nella stagione estiva. Il presidente dell’Enit, Amedeo Ottaviani, ha così spiegato le motivazioni della crisi: «Soffriamo la competizione. Il sistema Paese si presenta con standard non del tutto competitiPer Ciaramelletti vi nei servizi l’Enit è tuttora essenziali di un punto mobilità ed accodi riferimento glienza e le per la promozione nostre imprese turistica regionale hanno difficoltà a sostenere la concorrenza nel rapporto qualitàprezzo dei prodotti. Anche il sistema della promozione all’estero fa fatica a rispondere con sufficiente forza di contrasto ai vecchi e nuovi competitori». Quale strada seguire? Tutti concordano in un assetto istituzionale moderno del Paese, attraverso tavoli di concertazione tra Stato e regioni, il cui ruolo deve essere indiscutibilmente rilanciato. Comune anche il bisogno di creare una “cabina di regia nazionale” e di riformare l’Enit, per il quale il Mini- Q stero delle Attività Produttive ha fatto richiesta al Governo di un finanziamento di 50 milioni di euro nella Finanziaria 2005. Le regioni, in particolare, puntano l’attenzione sul bisogno di favorire programmi di formazione e riqualificazione professionale, sulla necessità dell’innovazione tecnologica, per promuovere un innalzamento del livello dei servizi erogati e una riduzione dei costi, e sulla volontà di orientare le loro politiche turistiche verso una sostenibilità sociale, ambientale ed economica. L’atteggiamento che la Regione Lazio intende assumere in questo delicato contesto viene spiegato a chiare lettere dall’assessore alla cultura, spettacolo, sport e turismo, Luigi Ciaramelletti, che fa il punto della situazione partendo dallo “scottante” rapporto tra Enit e regioni. «L’Enit è stato sempre ed è tuttora il punto di riferimento per la nostra promozione turistica», dichiara l’assessore, «capace di esportare in modo qualificato l’immagine dell’Italia all’estero. Non bisogna assolutamente compromettere tutto quello che di buono può ancora venire da questa struttura, che ha dato un contribuito fondamentale alla costruzione del marchio Italia».Tuttavia Ciaramelletti ritiene auspicabile l’intervento diretto delle regioni, che devono assumere «in prima persona, a rotazione, nella cabina di regia dell’Enit, uno spazio determinante per integrare l’esperienza pluriennale dell’ente con il loro specifico contributo». L’assessore preferisce però insistere sulla questione della “promozione”. Condivide anzitutto la proposta fatta dal ministro Stanca alla conferenza di Genova circa la creazione di un portale nazionale dedicato al turismo. Per Luigi Ciaramelletti questa è un’iniziativa che non solo fa riflettere sulla trasformazione del rapporto tra turismo e informatica, nonché tra utente e compagnie aeree, agenzie di viaggio e strutture ricettive, ma offre al Lazio un’opportunità non trascurabile, considerando che il sito istituzionale della regione, fino a ieri fanalino di coda in Italia, è riuscito a conquistare il sesto posto, come certifica il rapporto Censis. «Ma è destinato a salire ancora nella classifica», dichiara l’assessore regionale, «grazie al nostro impegno che si concentra soprattutto nel settore turistico. Stiamo infatti lavorando alla messa a punto di un portale turistico del Lazio, nato nell’ambito dei progetti di e-government, in modo da offrire ai cittadini un servizio ricco d’informazioni ed esaustivo, ma anche facile all’uso e accessibile».Altre le possibilità per la promozione turistica, sempre legate all’uso dell’informatica, su cui la Regione Lazio vuole insistere: realizzare prodotti come cd rom e dvd con itinerari multimediali, fotografie e filmati, arricchire progressivamente le proprie banche dati sui beni archeologici e culturali, al fine di rendere disponibile in rete una serie di informazioni per una più aperta e fruibile offerta culturale. «L’importanza della rete è fondamentale», commenta Ciaramelletti «specialmente in un settore come quello turistico. Per questo intendiamo soddisfare non solo le esigenze dei cittadini ma anche quelle dei turisti stranieri. Un altro progetto che stiamo valutando è quello della traduzione in cinese e giapponese dei nostri contenuti dato che con la nostra promozione turistica stiamo puntando da un lato al recupero e al consolidamento dei mercati tradizionali (come quello giapponese) e dall’altro alla conquista dei mercati emergenti». Nel settore promozione la Regione Lazio lo scorso 22 ottobre ha approvato il Piano triennale delle attività turistico promozionali 2004-2006 con periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 19 INTERVENTI 11 milioni 610mila euro. «Lo scopo della nostra azione», dichiara l’assessore «è di dare una spinta decisiva alla promozione dello sviluppo turistico laziale, rafforzando l’immagine della nostra regione sui principali mercati internazionali e in Italia». Un obiettivo che la Regione intende perseguire attraverso una duplice strategia che prevede sia l’utilizzo dei tradizionali strumenti di promozione affiancati da nuove forme di comunicazione, che il loro adattamento ai diversi mercati di riferimento. «Oltre allo sforzo economico enorme, stiamo puntando anche sul cambiamento di rotta nell’offerta dei prodotti turistici», precisa Ciaramelletti, «raggruppando l’offerta per aree tematiche, così da ottenere un impatto promozionale di maggior peso». Quattro i macroprodotti previsti dal Piano triennale: balneare, benessere termale, comparto cultura, arte e affari, verde, parchi e laghi dell’Appennino.Accanto ad essi dei prodotti “trasversali”: sentieri della fede, ideali per trasferire i turisti verso le realtà minori, enogastronomia, civiltà e archeologia, turismo nautico. «L’obiettivo che ci poniamo», spiega l’assessore, «è di mantenere la posizione di leadership, allungare il soggiorno dei turisti nelle città d’arte, spingere verso la destagionalizzazione, valorizzare e promuovere le aree più deboli e sviluppare l’integrazione tra i comparti. Lo schema dovrà essere sottoposto alle consultazioni con le province per essere poi di nuovo adottato dalla Giunta e quindi approvato dal Consiglio regionale». Un altro elemento di slancio promozionale è il turismo congressuale, che negli ultimi anni ha assunto un ruolo rilevante nell’ambito del complessivo movimento turistico della Regione. E ciò riguarda non solo Roma, da sempre primario polo congressuale di livello internazionale, ma anche altre città e centri minori del Lazio, che ben si prestano, per strutture prestigiose e location dall’alto valore storico e culturale, ad offrire opportunità turistiche. «Roma, porta d’accesso al turi- smo nel Lazio, si colloca sul mercato internazionale nel novero delle grandi mete del turismo congressuale europeo, al pari di Berlino, Londra e Madrid», conferma Ciaramelletti, «l’Assessorato alla cultura, spettacolo, sport e turismo della Regione sta lavorando per lo sviluppo di questo segmento di mercato, soprattutto mirando alla creazione di un convention bureau entro l’arco della presente legislatura, che avrà il compito di promuovere e coordinare il turismo congressuale nel Lazio, rilanciando oltre alla Capitale altri centri, minori ma non meno dotati di potenzialità; come Viterbo, Rieti e Fiuggi». L’immagine della Città eterna, in particolare, è destinata a cambiare anche grazie alla creazione del nuovo polo fieristico e del nuovo centro congressi, che condizioneranno i flussi turistici, intercettando una domanda di rilevante importanza. «L’Italia, come emerge spesso da ricerche di settore, si presenta carente di palacongressi e debole nel sistema infrastrutturale di comunicazione rispetto ai principali competitor stranieri», dichiara Ciaramelletti «Per questo occorre lavorare in modo sinergico per rilanciare un settore tanto importante e condizionato da fattori esogeni». Un punto di debolezza, per Ciaramelletti, è rappresentato dalla mancanza di una Capitale congressuale in grado di svolgere le funzioni di centro nevralgico per il settore. «Ebbene», sottolinea l’assessore, «noi riteniamo che Roma abbia tutte le carte in regola per aspirare a questo ruolo fondamentale e che il Lazio possa aspirare a sua volta, grazie alle sue risorse, ad accogliere una domanda diffusa in questo settore». Nell’ambito della promozione turistica laziale sono in cantiere anche progetti da realizzare in collaborazione con altre regioni dell’Italia centrale. L’obiettivo è di valorizzare il nostro patrimonio, avvalendosi di percorsi tematici che si esplicano in itinerari di varia tipologia, dagli enogastronomici a quelli spirituali. «In molti di questi progetti», puntualizza Ciaramelletti, «il Lazio è regione capofila». Per citare qualche esempio di progetto,“Il treno del gusto” (Lazio capofila con 720mila euro, seguito da Toscana, Marche e Umbria); “La terra degli etruschi” (Toscana, Umbria e Lazio, al terzo posto con 600mila euro); “Vivere i laghi” (Umbria, Lazio, con 550mila euro, e Molise);“Centro studi interregionale per le politiche del turismo” (tutte le regioni, 2.105 euro);“Itinerari della fede” (Lazio, capofila con un milione di euro, seguito dall’Umbria); “Appennino centrale e verde” (Abruzzo, Lazio, con un milione Un punto di debolezza 500mila euro, e è la mancanza Molise); “L’isola di un polo che non c’è” congressuale (Campania e in grado di essere Lazio, con un centro nevralgico 500mila euro); per il settore “Approdi di Ulisse” (Campania, Lazio, con 500mila euro, e Calabria); “Promozione internazionale Italia centrale” (Marche, Umbria e Lazio, con 320mila euro). «La nostra Regione partecipa a questi progetti interregionali con un investimento totale di 5.711.484 euro». In conclusione, la nostra Regione, dal punto di vista promozionale, ha avuto un suo ruolo significativo, come mostrano i dati relativi ai flussi turistici, che in tutte le province e in tutti i settori non hanno subito la battuta d’arresto delle altre regioni italiane. «In forte controtendenza, alcuni comparti, come le città d’arte e le isole», ha specificato Ciaramelletti «hanno registrato un notevole incremento. La promozione turistica regionale ha avuto successo nonostante la difficile situazione internazionale. Iniziative come “Lazio Estate” hanno consentito di attirare turisti in tutto il territorio, grazie ad un’offerta culturale di primo piano diffusa capillarmente. Stiamo sostenendo, con la realizzazione di mostre, concerti, festival, un processo di destagionalizzazione turistica su tutto il territorio». periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 20 / anno 2 - numero 18 INTERVENTI Molte le ipotesi per la “cabina di regia” Franco Paloscia urismo tra interesse nazionale e devoluzione: questo il tema di confronto in atto nel paese e che dovrebbe trovare in questi mesi che ci separano dal nuovo anno uno sbocco legislativo risolutivo.Al riguardo, le tesi formulate alla Conferenza del turismo italiano sono state molteplici, tutte però convergenti su un punto: la necessità di ragionare in termine di sistema-paese, armonizzando le politiche del turismo poste in atto dai diversi soggetti istituzionali a vari livelli: centro, regioni, realtà locali. La posizione del governo è espressa sinteticamente da una affermazione a Genova del presidente del Consiglio: «il turismo deve ritornare nelle responsabilità di governo per un forte rilancio». Dal canto loro, le Regioni, come si rileva dal documento unitario presentati alla Conferenza sul turismo, concordano sul fatto che in questo momento «di fronte alla concorrenza rappresentata da paesi esteri che, meglio dell’Italia, riescono ad esporsi come attrattori di turiDa Genova la smo e mentre il sistema-paese necessità di ragionare mostra segnali di in termine di sistemacrisi evidenziati in paese, armonizzando modo emblemale politiche del tico delle difficolturismo tà ad operare dell’Enit, è legittimo porsi il problema di armonizzare le strategie dei diversi soggetti per indirizzarle verso un azione di sistema che coinvolga il livello nazionale, regionale e locale, pur senza penalizzare la ricchezza rappresentata dalle tante energie in gioco». Il coordinatore degli assessori regionali al turismo Plinio ha dichiarato che: «le T regioni convengono soprattutto circa la necessità di una cabina di regia nazionale che coordini la politica turistica italiana e quella di più adeguati stanziamenti per la promozione turistica della marca Italia nel mondo». È evidente la consapevolezza delle responsabilità che governi, regioni e altri livelli istituzionali devono assumere per garantire una stabilità e un futuro al turismo quale fonte di crescita del Pil nazionale e dell’occupazione. Esplicito è anche il messaggio delle grandi organizzazioni imprenditoriali del settore. Nel loro documento unitario osserviamo che è necessario: «individuare, nel quadro della riforma costituzionale in atto, compatibili e rispettosi interventi di revisione per la materia del turismo che, nel riconfermare le competenze e le attribuzioni già sancite per le Regioni, individuino le necessarie soluzioni e modalità funzionali atte a coniugare e compenetrare federalismo e devoluzione, da una parte, con interessi comuni e generali nazionali dall’altra, quale coerente e necessaria premessa ed opzione a definire e realizzare strategie e politiche turistiche nazionali con relative responsabilità e competenze finalizzate, senza sovrapposizioni od invasioni delle autonomie costituzionali regionali». A sostegno delle proposte di una sede nazionale quale “luogo” in cui si definiscono strategie di coordinamento del turismo, interviene il Cnel che, nel documento presentato alla Conferenza di Genova, rileva: «Una volta fissati i principi imprescindibili di politica nazionale che ha risvolti importanti soprattutto per la promozione del settore sui mercati esteri, è necessario individuare una sede di confronto permanente - come doveva essere il Comitato della legge 135/2001 - tra Governo nazionale, Regioni, Enti locali e rappresentanze economiche e sociali. Ciò consentirebbe l’individuazione dei punti di difficoltà dell’intero sistema e delle specificità territoriali, nonché la messa in comune degli strumenti più idonei ad affrontarli e la verifica allargata e il monitoraggio dei loro effetti». È chiaro, quindi, che si profila un disegno di assetto istituzionale del turismo che non soltanto deve garantire un punto di equilibrio e di raccordo tra le politiche del settore, sempre più trasversali, ma deve tenere conto anche della rilevante novità rappresentata dalla “storica” decisione di inserire il turismo nella nuova Costituzione dell’Unione Europea come specifica competenza dell’Unione. L’Italia sarà chiamata a dare un contributo alla costruzione di una nuova politica turistica dell’Europa a 25, esprimendosi anche sulla proposta di creare un’apposita agenzia europea del turismo. A tale disegno istituzionale nel nostro Paese dovrebbero dare un impulso congiunto tutte le forze politiche, non solo la maggioranza ma anche l’opposizione che in una mozione alla Camera dei Deputati ha dichiarato «l’urgente necessità di mettere in campo una politica nazionale del turismo». Dunque, su alcuni punti si può sviluppare proficuamente la ricerca di soluzioni che consentono al nostro Paese una guida politica, una cabina di regia nazionale del turismo, un coordinamento con le politiche regionali del turismo e tra le politiche regionali, nonché un rilancio della promozione fondata su basi certe, ovvero su istituzioni che proiettino il turismo negli scenari di lungo periodo e non si limitino a inter- periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 21 INTERVENTI venti anti-ciclici e congiunturali di breve termine. Non sarà un confronto agevole. Le ipotesi che sono state formulate negli ultimi mesi, prima ancora del confronto di Genova, sono numerose. Vediamole in sintesi. Ministero Attività Produttive. Direzione Generale del Turismo. Si può definire l’ipotesi Marzano poiché il Ministro delle Attività produttive ha rilanciato più volte, anche a Genova, la proposta di rafforzare il ruolo della Direzione Generale del turismo. Il Ministro ha ricordato l’«incongruenza istituzionale» della scorsa legislatura quando si vararono la riforma costituzionale che prevedeva competenze esclusive alle regioni in materia di turismo con conseguente riduzione del ruolo del Ministero, e la stessa riforma del Ministero delle Attività produttive che ridefiniva le sue competenze nel turismo. Comitato per il coordinamento degli interventi statali nel turismo e di raccordo con le regioni e le autonomie locali. Istituito con decreto del Ministero delle Attività produttive del 13 settembre 2002, in seguito ad un accordo raggiunto in sede di conferenza Stato-regioni sui principi per l’armonizzazione, la valorizzazione e lo sviluppo del sistema turistico. Il Comitato viene proposto come luogo in cui si possono coordinare le funzioni dello stato e delle regioni in materia di turismo. Su questa linea si è espresso in particolare il Sottosegretario ai Beni Culturali onorevole Nicola Bono. Presidenza del Consiglio. Sottosegretario. Tra le ipotesi quella di affidare alla Presidenza del Consiglio il ruolo di cabina di regia.Tale proposta è stata sostenuta in particolare dalle categorie quando hanno proposto di costituire l’Agenzia italiana del turismo con la presenza nel suo governo di Stato, Regioni e organizzazioni di rappresentanza imprenditoriale del turismo. «Fattore determinante dell’intervento in termini politici è una delega ad un Sottosegretario di Stato presso la Presidenza del Consiglio per quanto di interesse nazionale e limitatamente a quanto già attribuito alle competenze statali in materia e, inoltre, per la concertazione decisionale e deliberativa tra le diverse responsabilità delle attinenti funzioni centrali, d’intesa con le Regioni, con il fine di pervenire ad una efficace, fattiva, proattiva e proiettiva coniugazione dei diversi ruoli pubblici nel settore costituzionalmente stabiliti ed alla salvaguardia e potenziamento degli interessi sociali ed economico-produttivi che vi si connettano e ne dipendono». Ministero delle Attività produttive.Agenzia Nazionale del Turismo. L’Osservatorio parlamentare per il turismo ha indicato nel suo schema di proposte di legge l’istituzione dell’Agenzia nazionale per il turismo presso il Ministero delle Attività Produttive con il compito di «svolgere attività di carattere tecnico – operativo di interesse nazionale al servizio delle amministrazioni statali, regionali e locali». Tali funzioni riguardano, tra l’altro, la promozione della ricerca, il monitoraggio dei dati, il sostegno delle imprese, gli standard di qualità, la valorizzazione delle comunità locali, la promozione del turismo sostenibile. Conferenza Stato-Regioni. Secondo il documento del tavolo di lavoro su “turismo tra promozione e internazionalizzazione: ruoli e sinergie tra enti” presentato alla Conferenza sul turismo italiano si Genova: «Nel quadro del nuovo ordinamento costituzionale la Conferenza permanente Stato - Regio- ni costituisce la massima istanza istituzionale di raccordo e coordinamento tra Stato e Regioni; essa si configura come il foro ideale deputato alla concertazione ed alla definizione anche degli indirizzi generali della politica turistica nazionale. L’esistenza di un quadro di indirizzi di politica turistica nazionale condiviso, frutto di una comune elaborazione delle Regioni e dello Stato, è il presupposto per un esercizio più efficace delle competenze di cui ciascuna Regione è depositaria, nei limiti del proprio ordinamento ovvero della propria sfera territoriale ed è altresì la condizione per uno sviluppo più armonico del “sistema nazionale di offerta turistica”; sistema che, Su alcuni punti si può per preservare la sviluppare propria attrattiviproficuamente la tà e competitività a livello internaricerca di una guida zionale, non può politica, una cabina prescindere da un di regia nazionale grado adeguato di del turismo coesione. La Conferenza permanente Stato - Regioni, esercita un ruolo politico di indirizzo sulla attività dell’Agenzia approvando il documento di programmazione triennale, nominando il Consiglio di Amministrazione e il suo Presidente». periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 22 / anno 2 - numero 18 INTERVENTI Il rilancio della Valle dell’Aniene nei progetti della Comunità Montana a X Comunità dell’Aniene, con i suoi 72.000 ettari di territorio, è una delle più estese fra le ventidue Comunità Montane del Lazio ed è quella che comprende il maggior numero di Comuni: trentuno. Dal punto di vista geografico è collocata nella fascia centro orientale della regione, al confine con l’Abruzzo fra i Monti Sabini-Tiburtini ed i Monti Ernici. Il turismo, la sua promozione e la promozione delle politiche e dei programmi che possano far sentire i loro benèfici effetti sul comparto è, come conferma l’assessore Paolo Maturilli, uno dei maggiori impegni dell’ente locale: «Anzi, direi che è una delle nostre priorità, come testimoniano il fitto programma di manifestazioni culturali e sportive e gli interventi di conservazione del nostro patrimonio storico, artistico, archeologico ed ambientale». Ciò non solo perché sarebbe un peccato non valorizzare una non disprezzabile quantità di risorse ma anche perché è proprio col turismo che si spera di arginare in Lo sviluppo turistico qualche modo come rimedio allo l’esodo di popospopolamento della lazione, dovuto montagna per lo più alla mancanza di sbocchi occupazionali e alla difficoltà di accedere ai servizi. «Dalle nostre zone si va via non certo a causa della “qualità” dell’ambiente», tiene a precisare Maturilli, «che da noi è eccellente.Al punto che contiamo di invertire l’attuale tendenza demografica proprio puntando sulla natura e lo sviluppo delle attività connesse». In concreto quali sono i progetti della X Comunità Montana? A breve e medio termine, sempre secondo l’as- L Il presidente Luciano Romanzi con l’assessore Paolo Maturilli sessore al turismo, occorre passare dalla mera tutela e conservazione del territorio – pur doverosa e comunque meritoria – ad una vera e propria promozione, esaltandone l’intrinseca vocazione, ad esempio, alla pratica degli sport all’aria aperta o a tutte quelle attività relative al plen air.A tutto ciò si potrebbe unire l’impegno, peraltro già presente, di legare all’opzione ambientale anche un’offerta culturale. «Le nostre risorse per qualità e quantità non hanno nulla da invidiare a quanto proposto in altre località», afferma ancora Paolo Maturilli, «e vanno dal fiume Aniene ai parchi regionali dei Monti Simbruini e dei Monti Lucretili, dalla tenuta lago di Percile alle acque minerali di Marano Equo, dai Monasteri di Subiaco alle innumerevoli chiese e santuari presenti nel territorio, dalle vestigia archeologiche delle Ville di Orazio, Nerone e Traiano ai centri storici di grande valore monumentale, dai Castelli e Rocche agli interessanti musei presenti in alcuni Comuni, dai prodotti enogastronomici biologici e di qualità quali il farro, l’olio, il vino cesanese, i fagioli, i funghi ed altro al folklore ed alle tradizioni popolari». Come si vede la “materia prima” è abbondante e di qualità, tanto da poter diventare il vero asse portante di un’economia locale «sostenibile ed ecocompatibile», A patto che ci sia la dovuta attenzione da parte dei livelli politico-istituzionali superiori - Provincia, regione e Stato -, come tiene a precisare l’assessore della Comunità Montana, che prosegue invitando questi stessi «livel- INSERTO ADEMPIMENTI E COMUNICAZIONI DEL DATORE DI LAVORO NELLA RIFORMA BIAGI DOPO IL CORRETTIVO ARTICOLO DLGS 76/2003 ARGOMENTO ADEMPIMENTO 1) Le agenzie per il lavoro e gli altri operatori pubblici e privati autorizzati o accreditati assicurano ai lavoratori il diritto di indicare i soggetti o le categorie di soggetti ai quali i propri dati devono essere comunicati. Sanzione La violazione di tale norma non è espressamente sanzionata. Il trattamento dati senza l’indicazione del lavoratore è irregolare e determina le conseguenze, previste dal Dlgs 196/2003, cioè blocco, sospensione o cancellazione del trattamento stesso. Artt. 8, 9 e 10 Agenzia del lavoro Privacy 2) Le agenzie del lavoro hanno il divieto di comunicazione delle ricerche, selezione, ricollocamento, somministrazione e intermediazione a mezzo stampa, internet, televisione o altro mezzo di informazione in forma anonima o da parte di soggetti non autorizzati. Le Agenzie devono indicare in qualsiasi comunicazione verso terzi gli estremi dei provvedimenti di autorizzazione a accreditamento. Sanzione Gli editori, i direttori responsabili e i gestori dei siti sono puniti con la sanzione amministrativa da 4.000 a 12.000 euro. 3) Le Agenzie del lavoro e i soggetti accreditati o autorizzati hanno il divieto di svolgere indagini sulle opinioni personali del lavoratore. Sanzione Ammenda da 154 a 1.549 euro o arresto da 15 giorni ad un anno (art. 18, comma 5, Dlgs 276/2003). Divieto di esigere o percepire compensi dal lavoratore per avviarlo ad attività di somministrazione. Art. 11 Agenzie del lavoro Scopo di lucro Sanzione L’inosservanza è punita con la pena alternativa dell’arresto non superiore ad un anno o dell’ammenda da 2.500 a 6.000 euro, e con la cancellazione dall’albo (art. 18, comma 4, Dlgs 276/2003) 1) Nell’apprendistato per realizzare il diritto-dovere di istruzione: - il contratto è stipulato in forma scritta; - il datore di lavoro deve fornire la formazione prevista; - il datore di lavoro deve registrare la formazione effettuata nel libretto formativo; Art. 48, comma 4 Art. 4, commi 4 e 5 Apprendistato 2) Nell’apprendistato professionalizzante il contratto deve essere stipulato in forma scritta e deve essere garantita una formazione di almeno 120ore annuali. Sanzione In caso di inadempienza all’obbligo di formazione la sanzione consisterà nel versamento della differenza tra la contribuzione piena (paria quella prevista in riferimento al livello contrattuale superiore o che sarebbe stato raggiunto) e la contribuzione agevolata prevista per l’apprendistato maggiorata del 100%. Il contratto deve essere stipulato per iscritto e deve essere ricondotto ad uno o più progetti o programmi di lavoro o fasi di esso. Artt. 61 e 62 II Collaborazione a progetto Note Scade il 24 ottobre 2004 l’efficacia delle vecchie collaborazioni non riconducibili ad un progetto o programma di lavoro. Tramite accordo aziendale è possibile prolungare il predetto termine entro e non oltre il 25 ottobre 2005. Obbligo di stipulare i Cfl autorizzati fino al 23 ottobre 2003 entro il 31 ottobre 2004. Art. 59-bis Contratto di formazione e lavoro Note Per ottenere gli sgravi contributivi previsti il datore di lavoro deve presentare la domanda all’Inps entro 30 giorni dalla stipulazione se successiva al 26 ottobre 2004 e fino al 31 ottobre 2004, o entro il 25 novembre 2004 se la stipula è avvenuta prima. Il contratto di inserimento deve essere stipulato per iscritto e deve realizzare il progetto di inserimento previsto. Il datore di lavoro deve registrare la formazione effettuata nel libretto formativo. Art. 55 e 56 Contratto di inserimento Sanzione In caso di gravi inadempienze alla realizzazione del progetto la sanzione consisterà nel versamento della differenza tra la contribuzione piena (pari a quella prevista in riferimento al livello contrattuale superiore o che sarebbe stato raggiunto) e la contribuzione agevolata prevista per l’apprendistato maggiorata del 100%. 1) Il committente nei lavori dati in appalto deve trasmettere all’amministrazione concedente la licenza l’indicazione dell’impresa esecutrice e il certificato di regolarità contributiva. Art. 86, comma 10-bis Edilizia Sanzione In mancanza resta sospesa l’efficacia della licenza o del permesso. 2) In caso di istaurazione di rapporti di lavoro, anziché procedere alla comunicazione contestualmente al Centro per l’impiego, l’impresa deve effettuare la comunicazione il giorno precedente. Sanzione Sanzione amministrativa da 100 a 500 euro per lavoratore. Art. 35, commi 1 e 3 Lavoro intermittente 1) Il contratto di lavoro deve essere stipulato per iscritto e contenere una serie di elementi (durata, ragioni, luogo e mansione, retribuzione, forme e modalità della chiamata). 2) Il datore di lavoro deve informare ogni anno le rappresentanze sindacali sull’andamento del ricorso al lavoro intermittente. Art. 42 Lavoro ripartito Il contratto di lavoro deve essere stipulato per iscritto e deve contenere una serie di elementi (collocazione temporale della prestazione, luogo di lavoro e retribuzione). 1) Il contratto deve essere stipulato, ai fini della prova, per iscritto. Il lavoratore può farsi assistere da un membro della Rsa. Non è più richiesta la trasmissione entro 30 giorni alla Direzione provinciale del lavoro. Art. 46 Part-time 2) La trasformazione da full-time a part-time del contratto deve essere effettuata per atto iscritto e convalidata dalla Direzione provinciale del lavoro. 3) Eventuali assunzioni part-time devono essere comunicate al personale a tempo pieno per prendere in considerazione eventuali richieste di trasformazione. Obbligo di versare il 4% della retribuzione ai fondi costituiti presso gli enti bilaterali. Art. 12 Somministrazione di lavoro Contribuzione Sanzione L’omissione comporta il versamento di una sanzione amministrativa pari all’importo del contributo omesso. III Art. 13, comma 4 Art. 21 Somministrazione soggetti svantaggiati Somministrazione de lavoro Contratto Le agenzie di somministrazione devono comunicare all’Inps e al servizio per l’impiego i nominativi dei soggetti svantaggiati assunti in deroga alla disciplina ordinaria ai fini della cancellazione dalle liste di mobilità. Il contratto di somministrazione deve essere concluso per iscritto e deve contenere una serie di informazioni (estremi autorizzazione, numero lavoratori, durata, casi, rischi alla salute, mansioni, luogo, orario, ecc.). Tali indicazioni devono essere comunicate dall’agenzia al lavoratore. Sanzione In mancanza della forma scritta il contratto è nullo; se mancano i dati il contratto è irregolare e il lavoratore può chiedere la costituzione di un rapporto di lavoro subordinato. 1) L’agenzia deve informare i lavoratori sui rischi per la sicurezza e la salute e deve fornire l’addestramento sull’uso delle attrezzature. Art. 23, comma 5 Somministrazione di lavoro Sicurezza del lavoro Sanzione L’omessa formazione comporta l’arresto da 3 mesi a 6 mesi o l’ammenda da 1.549 a 4.131 euro (art. 89, Dlgs 626/1994). L’omessa informazione comporta l’arresto da 2 a 4 mesi o l’ammenda da 516 a 2.582 euro (art. 89, Dlgs 626/1994). 2) Il contratto di somministrazione può prevedere che sia l’impresa utilizzatrice a fornire le informazioni e la formazione. Art. 24, comma 4 Somministrazione di lavoro Diritti sindacali L’utilizzatore comunica alle rappresentanze sindacali e in mancanza alla associazione territoriale di categoria il numero dei lavoratori somministrati, nonché, ogni 12 mesi, il numero e i motivi dei contratti conclusi. ARTICOLO 19, DLGS 276/2003 Sanzioni riguardanti il collocamento ordinario e non modificate dal Dlgs correttivo VIOLAZIONE SANZIONE Mancata consegna al lavoratore assunto della dichiarazione di registrazione su libro matricola Sanzione amministrativa Da 250 a 1.500 euro Mancata o ritardata comunicazione di trasformazione entro 5 giorni di alcuni rapporti lavorativi al Centro per l’impiego (*) Mancata o ritardata comunicazione entro 5 giorni al Centro per l’impiego della cessazione del rapporto. Mancata o ritardata comunicazione contestuale dell’assunzione e dell’instaurazione di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa al Servizio provinciale per l’impiego (*) Sanzione amministrativa Da 100 a 500 euro per ogni lavoratore. E’ possibile pagare la sanzione ridotta (50 euro) qualora l’adempimento venga spontaneamente effettuato entro 5 giorni dalla data dell’omissione. Sanzione amministrativa Da 100 a 500 euro per ogni lavoratore. E’ possibile pagare la sanzione ridotta (50 euro) qualora l’adempimento venga spontaneamente effettuato entro 5 giorni dalla data dell’omissione. Sanzione amministrativa Da 100 a 500 euro per ogni lavoratore. E’ possibile pagare la sanzione ridotta (50 euro) qualora l’adempimento venga spontaneamente effettuato entro 5 giorni dalla data dell’omissione. Mancata ed omessa comunicazione da parte delle agenzie di somministrazione di lavoro entro il giorno 20 del mese delle assunzioni e delle variazioni intervenute nel mese precedente (*) (*) Tale norma deve essere ancora attuata in quanto si è in attesa dell’approvazione da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali della relativa modulistica (Dlgs n. 297/2002). IV periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 23 INTERVENTI li superiori» a «destinare risorse importanti a questo territorio. Noi da parte nostra ci stiamo già impegnando a fondo e negli ultimi tempi, oltre a sostenere i comuni, le Pro-loco, le associazioni culturali, sociali, ambientali e sportive nelle loro iniziative volte ad animare le nostre piccole comunità e renderle più interessanti dal punto di vista turistico, abbiamo messo in campo una serie di altre iniziative».A questo punto Maturilli sciorina un nutrito elenco, che comprende la realizzazione di una cassetta VHS per la promozione del territorio, una serie di servizi televisivi, nell’ambito della rubrica “Borghi Medievali” nel palinsesto di Tele-Lazio, sui trentuno comuni della X Comunità Montana, la realizzazione di una accurata cartografia del territorio in cui vicino a ciascun comune è stampato un simbolo relativo alla sua maggiore attrattiva turistica. E ancora: la realizzazione di in Cd multimediale con la raccolta di immagini fotografiche che documentano la storia, l’arte e la natura locale, suddivise in itinerari tematici; infine è in ristampa la guida dei trentuno comuni già realizzata nel 1998 ma aggiornata con numerose integrazioni. Un grosso impegno è stato messo nell’iniziativa Impariamo a sciare, che questo inverno ha coinvolto circa quattrocento ragazzi allo scopo di farli avvicinare alla pratica di questo sport e di dare maggior impulso alla stazione sciistica di Monte Livata, a due passi da Roma. Gli amministratori locali sanno però che si può parlare di vera promozione turistica del territorio se si riesce a dare una dimensione “internazionale” ed europea. Per questo la Comunità Montana ha promosso un gemellaggio con la comunità isolana di Gozo (Repubblica di Malta) e con il distretto polacco di Dombrowa Tarnoska, mentre nei primi giorni di settembre si è svolto un “Incontro dei Gemellaggi in Val d’Aniene” con la disputa di una gara ciclistica di cronometro a squadre. Gli atleti, provenienti da numerosi Paesi, si sono cimentati in una pedalata turistica che ha attraversato le più amene località, conclusa da una conferenza sul valore educativo dello sport. E per il futuro, cosa bolle nella pentola dell’assessorato? «Abbiamo in programma, a breve, la realizzazione del progetto “Tesori nascosti in Val d’Aniene”», anticipa l’assessore della Comunità Montana, Paolo Maturilli, «che permetterà ad un certo numero di visitatori, scelti e selezionati mediante mirate strategie di marketing, di visitare le nostre più significative realtà territoriali. Si tratta di uno strumento di conoscenza diretta che ha il pregio di innescare un passaparola fra i partecipanti ed offrire indubbi spunti per tornare in quei luoghi». Altri tre progetti ambiziosi, per i quali è già stato chiesto il finanziamento alla Provincia ed alla Regione riguardano la realizzazione di un “parco culturale” quale unico contenitore per la promozione e la realizzazione di iniziative culturali, turistiche, fieristiche e del tempo libero; la realizzazione di road show secondo gli itineranti per la amministratori non ci presentazione e sarà vera promozione divulgazione del senza una territorio in fiere, “dimensione manifestazioni ed internazionale” eventi a carattere turistico; l’attivazione di 7 chioschi informativi realizzati dalla Comunità Montana con fondi europei per il potenziamento dei servizi turistici esistenti, la diffusione di materiale divulgativo, la prenotazione di prodotti tipici e l’attivazione di un sito internet.Tutte iniziative che oltretutto comporterebbero nuova occupazione, con evidenti e immediate ricadute positive sul territorio. Per quanto riguarda i chioschi informativi c’è un gruppo già il serio impegno da parte della di turisti Regione a finanziare il loro funziona- parteciapanti al progetto mento per 18 mesi, e secondo Matu- “I Tesori rilli questo è già un ottimo auspicio Nascosti per il rilancio complessivo dell’intera della Valle dell’Aniene” area. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 24 / anno 2 - numero 18 INTERVENTI Chef del Lazio, largo ai giovani Roberto Coramusi a Federazione italiana cuochi ha celebrato il suo santo protettore, San Francesco Caracciolo originario di Villa Santa Maria nel chietino, ed in questa solenne ricorrenza l’Unione Regionale del Lazio ha organizzato un happening dedicato a tutti gli chef di casa nostra. Quella svoltasi il 17 ottobre scorso a Morena, nei locali di “Stazione Birra”, è stata dunque la festa di tutti gli amanti dell’arte culinaria dove cuochi affermati e non, giovani e meno giovani, si sono misurati in tre categorie di esposizione di elaborati e si sono confrontati anche per fare il punto sulla situazione della ristorazione in Italia ed particolare nella provincia di Roma. Nel corso dei secoli il nostro paese ha esportato l’arte del “mangiar sano e bene” nel mondo, frutto di una tradizione culinaria semplice e ricercata allo stesso tempo che è stata tramandata dalle scuole della nostra penisola. Istituti riconosciuti in ambito internazionale come quello della scuola alberghiera di Marino, dove si sono formati chef rinomati tra i quali anche i cuochi personali del presidente della Repubblica. Quale miglior occasione quindi della festa del patrono per porre l’accento sulla formazione dei giovani cuochi, soprattutto oggi che i media nazionali sono letteralmente “entrati in cucina”, levando il velo sulla fatica e la passione che anima le migliaia di professionisti del settore. L’Unione Regionale del Lazio che vanta circa 1200 iscritti (1000 nella sola provincia romana), nella persona del pre- L sidente Carlo Zappulla, sta investendo molto sulle nuove leve: «A conferma dell’impegno nel coinvolgere i ragazzi nella nostra associazione il 60% degli espositori di questa festa sono giovani, alcuni anche giovanissimi. Lavoria- mo di concerto con gli istituti alberghieri, grazie ad uno sportello per ogni scuola, e con alcuni istituti privati, perché riteniamo si debba investire molto nella formazione. Per essere un vero cuoco ci vogliono Lo chef: un po’ artigiano, un po’ scienziato Alessandro Circiello Italia, si sa, è apprezzata per le sue innumerevoli bellezze storiche e artistiche; non c’è dubbio però che anche la sua tradizione culinaria abbia più di qualche merito nel richiamare ogni anno milioni di turisti. Ma qual è il segreto del nostro successo? In cucina l’eccellenza di un prodotto prevale su quella dello Chef. È il risultato di una combinazione perfetta tra la qualità dei prodotti, che incide per il 60%, e l’abilità del cuoco che li elabora, cui possiamo attribuire il restante 40%. Chi cucina associa, valorizza, assimila le materie prime. E’ innanzitutto un artigiano, la cui preparazione può rivelarsi anche assai difficile, che deve conoscere alcuni principi di chimica per capire perfettamente quello che avviene, ad L’ esempio, con la cottura, la miscelazione di aromi e liquidi. Ciò è necessario per portare le qualità gustative al più alto livello di eccellenza e dare, o talvolta ridare, al prodotto tutto il suo sapore. Due mele della stessa varietà infatti non avranno lo stesso gusto se sono cresciute a qualche chilometro di distanza, dato che la composizione del suolo sarà differente. Due melanzane non saranno mai uguali, magari perché una ha visto il sole mentre l’altra era nascosta da una foglia. Il cuoco deve tenere conto di queste minime differenze per esaltarle. La cucina non è magia ma bisogna anche verificare i prodotti e saperne estrarre il sapore al massimo. Sbucciare, tritare, bianchire, chiarificare ed altre tecniche ancora devono essere conosciute e adoperate alla perfezione. Oggi inoltre periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 25 INTERVENTI almeno quindici anni di studio e di esperienza». Per molti la cucina è un atto d’amore, per altri una passione e c’è chi invece la vive come missione, ma è anche una componente fondamentale dell’offerta turistica italiana e come tale va tutelata e quotidianamente rilanciata: «Il livello della ristorazione in Italia è di buona qualità e la provincia di Roma non si sottrae a questo giudizio positivo», ha continuato il presidente Zappulla. «Il diffondersi dei cosiddetti “menù turistici” non incide sul valore generale della nostra cucina, visto che è un fenomeno circoscritto a poche categorie di ristoratori. Il turista d’altronde è libero di scegliere di mangiare dalle tavole calde ai grandi alberghi con un’ottima varietà di piatti ed altrettanto buoni servizi». L’unica nota dolente, di cui gli organizzatori sono rammaricati, è che il settore turistico aumenta di anno in anno la richiesta di chef professionisti e spesso tale domanda rimane insoddisfatta. Necessaria dunque una maggiore attività di promozione dell’arte culinaria la valorizzazione di un ingrediente nel piatto è un elemento di distinzione tra chi cucina.Ad esempio le verdure sono state considerate per troppo tempo solo un contorno; invece si potrebbe dedicare loro un menù intero,nel quale ciascuna diventerebbe di per sé un piatto. Ma anche in questo caso è una questione di prodotti. Che cosa fa di un pomodoro un buon pomodoro? Quello giusto non deve risultare troppo acido e non troppo dolce. I migliori si trovano soltanto nella loro stagione, in quei tre mesi in cui cresce e matura sulla pianta. Il massimo è cercare quindi i produttori in grado di fornire frutti e ortaggi coltivati e raccolti nei tempi giusti, perché la qualità si garantisce anche con la continua ricerca A questo punto dovrebbe essere chiaro che l’arte culinaria è una questione di prodotto e professionalità, dal cui sapiente connubio nasce il piatto perfetto; quello che il palato difficilmente dimentica e che riesce a dare al commensale il massimo degli aromi e dei sapori contenu- di Roma e del Lazio per dare ancor più visibilità ai sapori di casa nostra, anche in ottica di reclutamento di quegli aspiranti cuochi ancora in procinto di trasformare, attraverso lo studio, il loro divertimento in una vera e propria professione. In questa ottica sta lavorando molto bene il team di cuochi dell’Unione regionale Lazio che partecipa a competizioni culinarie in tutto il mondo testimoniando la bontà dei nostri piatti e la bravura dei nostri chef. Il primo premio di due dei tre concorsi indetti in occasione della festa del cuoco hanno interessato proprio la partecipazione agli stage di cucina del Team Lazio senior e di quello junior, riservato agli under 21.A vincere l’ambito riconoscimento sono stati Domenico Germinario e Domenico Muto, grazie alla presentazione di piatti fantasiosi dai gusti ben calibrati. Soprattutto il primo si è distinto con un impareggiabile carrè d’agnello in foglia di cavolo cinese farcito di porcini, marroni ed elisir di dolcetto d’Alba. Un’altra giovanissima, Isabella Pettine, 20 anni, ha ritirato commossa il primo premio nella categoria dell’esposizione libera: «Sono felicissima, non me lo aspettavo proprio. Ho sempre cucinato perché mi piace e mi diverto, poi ho partecipato ad un corso ed ho scoperto un mondo nuovo». A giudicare da queste competizioni culinarie il futuro della categoria, dal punto di vista qualitativo, è assicurato. Per i numeri è solo questione di tempo. Saltimbocca di baccalà su zabajone allo zafferano Per la composizione finale: mettete lo zabaione di mare sul fondo del piatto, adagiatevi sopra i saltimbocca, ultimate con la julien- INGREDIENTI: baccalà fresco dissalato g.400 salvia g.5 prosciutto crudo Parma g. 120 olio extra vergine d’oliva g.20 brodo di pesce g.200 zafferano in pistilli g.2 tuorli uovo g.20 sale q.b. carote g.200 peperoni rossi g.80 pepe Cajenna q.b. ne di carota fritta e il peperone . ESECUZIONE:Tagliate il baccalà pulito in bocconcini e avvolgete ogni pezzo di pesce nella fettina di prosciutto crudo. Mettete all’interno una foglia di salvia, rosolate in padella con olio; quindi abbassate la fiamma e cuocete a fuoco lento fino a fine cottura. Riducete sul fuoco il brodo di pesce con lo zafferano. Togliete dal fuoco, unite i tuorli e montate con la frusta come un normale zabaione; rettificate di sapore. ti in ciascun ingrediente. In pratica questo cosa vuol dire? Non è un caso che agnello e montone debbano essere serviti su piatti molto caldi, poiché la natura del loro grasso fa si che altrimenti si solidificherebbe troppo rapidamente. Di esempi simili se ne potrebbero fare all’in- Questo piatto di nuova concezione, sia per gli ingredienti che per la preparazione del baccalà, pur richiamandosi a prodotti noti per la loro bontà: baccalà e zabaione, che hanno accompagnato la crescita dell’uomo, nel contesto attuale grazie allo zafferano diviene un piatto armonico, colorato e di sapore intenso e profumato; da accompagnare con un ottimo vino. finito, perché anche la cucina è una scienza; risultato perfetto, e anche molto gratificante, di una combinazione di elementi. Come disse un po’ di tempo fa il famoso Brillant Savarin: «The creation of food is more important than the discovery of a new star…» periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 26 / anno 2 - numero 18 NOTIZIARIO Park Hotel dei Massimi: una finestra su Roma Laura Ranca ituato nel cuore di Roma, il Park Hotel dei Massimi è come una ideale, immensa finestra su San Pietro. L’hotel è infatti in una superba posizione: vicinissimo alla Città del Vaticano in una parallela di via dei Massimi; proprio vicino a Villa Stuart.Tra l’altro è anche a due passi dallo Stadio Olimpico, il Foro Italico (dove si svolgono gli Internazionali di tennis) e lo Stadio Flaminio. Insomma una collocazione che non solo permette di godere di meravigliosi giri turistici nel cuore della città eterna. Saranno peraltro soddisfatti anche gli amanti dello shopping, che poco fuori la hall hanno le eleganti vetrine dei negozi di Monte Mario e Balduina. Il look dell’Hotel è cosmopolita: classico e contemporaneo allo stesso tempo è in totale sintonia con i gusti dei viaggiatori internazionali. Con le sue 85 camere esclusive e confortevoli ed un servizio impeccabile, si presenta S come una risposta eccellente alle esigenze di turisti e uomini d’affari che cercano una sistemazione raffinata e dotata di tutti i moderni comfort; compresa una connessione wireless ad Internet gratuita per i clienti, disponibile nella hall, nel salone e nel parco. Le camere sono nuove e di qualità eccezionale. Ogni comfort e dettaglio, dal particolare dei tessuti, ai mobili, fino all’ultimo degli accessori, è stato disegnato e realizzato in esclusiva; per trasmettere ai clienti il concetto di eccellenza, di qualità superiore e di piacevolezza che caratterizza la filosofia dell’Hotel. Lontane dalla tradizione le camere seguono una linea ideale, presente in tutto l’albergo, costituita da una sorta di lettura contemporanea ed innovativa degli arredi e dei servizi, nel tentativo di interpretare e addirittura prevenire le esigenze e le attese del viaggiatore moderno.Tutte le stanze sono dotate di aria condizionata, frigo bar, tv satellitare, cassaforte per preziosi e beni di valore, telefono, radio, attacco per il personal computer e per il modem ma ciò che le contraddistingue è certamente la vista su uno degli angoli più famosi della capitale. Il Park Hotel dei Massimi però non è solo per chi si ferma a Roma per turismo. Con le sue due sale conferenza dotate di un moderna strumentazione multimediale e capaci di accogliere fino a 80 persone si propone infatti come sede esclusiva per meeting e incontri di lavoro. Infine, l’Hotel dei Massimi è il posto ideale per organizzare qualsiasi evento importante, reso indimenticabile dalla cornice in cui si svolge. Matrimoni, meeting, cerimonie di ogni genere troveranno una organizzazione impeccabile, curata dal personale dell’hotel, e servizi assolutamente all’altezza, come suite nuziali, un ricevimento sofisticato in giardino e presto anche a bordo piscina, ricchi banchetti che trasformeranno ciascun appuntamento in un momento unico; proprio nel cuore della Roma Imperiale. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 27 NOTIZIARIO Più forte l’amicizia fra Roma e Pechino Caterina Saccaro ri, gioielli e preziosi, il meglio della produzione orafa artigiana della Capitale, il 10 e 14 novembre sono volati a Pechino per una eccezionale esposizione intitolata:“Oro di Roma”, che ha mostrato ai cinesi l’alto livello e la qualità che anche in questo settore ha raggiunto il made in Italy. Madrina dell’iniziativa, che si è svolta nell’ambito della manifestazione internazionale d’oreficeria China International Jewellery Fair, il vice sindaco Mariapia Garavaglia. “Oro di Roma”, infatti è un altro mattone destinato alla costruzione di quel ponte ideale tra la Città Eterna e la capitale del Paese più popolato della terra; che sta ormai bruciando le tappe per darsi una economia di mercato. Da qui il crescente interesse da parte dell’amministrazione capitolina, la quale – per ammissione della stessa Garavaglia - guarda con fiducia alla possibilità di dare impulso all’economia romana proprio grazie a relazioni sempre più strette con la Cina. Del resto la vicinanza fra Roma e Pechino, tra le quali esiste un gemellaggio, è stata ribadita e sottolineata anche nel corso dell’incontro che la delegazione italiana ha avuto con il vice sindaco Zhang Mao e con il vice presidente del Centro Nazionale del Turismo; l’equivalente del nostro Ministero, Gu Zhaoxi. Ai due funzionari il vice sindaco capitolino ha donato la mappa di Roma, fatta stampare dall’amministrazione comunale in cinese, ricevendo entusiastici apprezzamenti; al momento Roma è infatti l’unica città al mondo ad aver pronto per l’uso uno strumento così utile, anzi essenziale, per favorire l’orientamento degli ospiti cinesi. Il calendario di incontri con i rappresentanti delle più significative realtà istituzionali, come il ministro della cultura Wang Yaunshang, ha anche portato la delegazione italiana a sedersi ad un tavolo tecnico impegnato nel pro- O getto “ASIA Urbs”. Promosso da una rete composta dal Comune di Roma (capofila), tramite Risorse per Roma, e dalle Municipalità di Pechino e Parigi. Il progetto rappresenta uno straordinario impegno per il recupero e la valorizzazione degli “hutong”: aree di enorme importanza per il patrimonio storico-culturale locale. Si è parlato anche delle Olimpiadi 2008, le quali secondo il vice sindaco di Pechino «non saranno solo un grande evento sportivo, ma anche luogo di incontro per sviluppare una politica ambientale, nuova e scientifica». Anche il turismo è considerato dai cinesi un settore strategico per realizzare scambi culturali e già sono stati ratificati numerosi protocolli in questo senso, mentre gli amministratori capitolini hanno illustrato a grandi linee le strategie già pianificate e le offerte, gli eventi, le proposte che potrebbero soddisfare le aspettative dei cinesi che si recheranno in visita in Italia. Infine è stato molto interessante l’incontro della delegazione con la vice sindaco di Tianjin, Zhang Jun Fang; ove dal 1902 al 1945 aveva sede la concessione italiana in Cina e i cui edifici sono oggetto di un progetto di recupero edilizio. Nel mese di ottobre 2005 si svolgerà a Roma la “settimana di Tianjin”, che si inserisce in un progetto più complesso di scambi culturali e che culminerà con la trasformazione dell’antico quartiere italiano, 75 edifici d’epoca sulle sponde del fiume Haibe, nel Quartiere della pace. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 28 / anno 2 - numero 18 www. japanitalytravel .com Japanitaly news NOTIZIARIO Obiettivo: 20 milioni in outgoing uasi mille operatori turistici da tutto il mondo hanno partecipato alla conferenza JATA World Tourism 2004 al Big Site di Tokyo. La manifestazione, a quarant’anni esatti dalla liberalizzazione dei viaggi all’estero dei cittadini giapponesi, ha fatto il punto sulle nuove tendenze del turismo internazionale, focalizzando l’attenzione sulla rivalutazione del mercato dei turisti individuali, i Fit. Nel saluto di apertura, il presidente della JATA, Simmachi, ha riferito che il numero dei turisti giapponesi in viaggio all’estero è tornato ampiamente ai livelli del 2002; le previsioni per il 2004 sono infatti per un volume di turisti in uscita pari, o addirittura superiore, ai 16,5 milioni. Ha anche annunciato che sta per partire un ambizioso progetto per far salire il numero a 20 milioni nel 2007, situazione internazionale permettendo. Il mercato giapponese è oramai entrato nella fase di maturità, ha poi spiegato il vicepresidente della JATA, Funayama, con un forte aumento di repeater e del turismo individuale. Con la previsione di raggiungere presto quota 20 milioni di turisti in uscita questo fenomeno, che da qualche tempo caratterizza il mercato giapponese, diventa ancor più significativo.Tuttavia, nonostante la presenza dei repeater, è stato calcolato che soltanto il 12,9% dei turisti escono da Paese almeno una volta in un anno. Si tratta di una quota molto inferiore a quella dei Paesi europei (UK 98%, Germania 93%), ma anche asiatici (Taiwan 33%, Corea 15%). Si prevede quindi la possibilità concreta di incrementare in maniera consistente questo flusso turistico. L’Italia è in pole position tra le mete europee, sia come numero di arrivi che di repeater, in quanto è in grado di offrire una gran varietà di sensazioni e di interessi. Sempre secondo Funayama per l’anno 2007 è previsto l’aumento annuale di oltre il 10%.Va tut- Q tavia sottolineata l’importanza - sia da parte delle amministrazioni pubbliche che private - di una comunicazione corretta, secondo i canoni giapponesi, e continuata nel tempo per sedimentare il messaggio, tramite internet e media tradizionali. Il viaggio di nozze è di moda farlo in Italia na recentissima indagine del colosso turistico JTB offre risultati assai interessanti circa le preferenze delle giovani coppie che si sposeranno il prossimo autunno riguardo il loro viaggio di nozze. Innanzitutto il matrimonio, soprattutto per gli uomi- U ni, rappresenta una ghiotta occasione per godere di ben quindici giorni di ferie, tutte assieme! I giovani giapponesi infatti devono pensare alla carriera e non possono stare lontani dall’ufficio per più di una settimana l’anno. Inoltre, sebbene siano le Hawaii e l’Australia a far la parte del leone nelle preferenze delle giovani coppie nipponiche (scelte come meta per la luna di miele, rispettivamente, per il 30% ed il 24%), l’Europa è in buona posizione, con un 17%, in crescita rispetto agli anni precedenti. La cosa interessante, per i nostri operatori turistici, però è che la spesa media procapite per un viaggio nel Vecchio Continente è di gran lunga superiore. Si stima infatti che ciascuna coppia di novelli sposi è disposta a spendere fino a 5.723 dollari, contro 4.476 dollari di spesa media di qualsiasi altro turista nipponico. Se poi il viaggio viene effettuato nelle Hawaii la cifra scende addirittura a 3.972 dollari. Dalle interviste effettuate dalla JTB e dai contatti avuti da Japanitaly con altri operatori turistici specializzati in questa nicchia di mercato è anche emerso un trend abbastanza singolare, considerata la tendenza dei turisti giapponesi, per noi abituati a veri tour de force, pur di visitare il maggior numero di luoghi possibile. I neosposi infatti desiderano più di ogni altra cosa rilassarsi anziché stancarsi in estenuanti gite presso luoghi e città d’arte. L’offerta dunque dovrebbe essere adeguata alla domanda: camere e luoghi tranquilli e confortevoli, nuove esperienze enogastronomiche, ambiente rilassante e un minimo di attività da suggerire, magari con la possibilità di un tuffo in una piscina termale. Agli operatori italiani si segnala come, nonostante i mesi preferiti per sposarsi e andare in viaggio di nozze siano maggio, aprile e giugno, quest’anno ci sia un notevole interesse per i mesi autunnali. Infine l’indagine ha segnalato che la scelta si orienta verso strutture alberghiere più costose rispetto al passato ed è questo un segno che l’economia giapponese si sta riprendendo dopo il lungo periodo di recessione periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 29 NOTIZIARIO Roma chiama, New York risponde. Firmato l’accordo per incrementare il turismo Usa Giuseppe Zazzara l presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra e Charles Gargano, Ministro dell’Economia dello Stato di New York, hanno siglato venerdì 15 ottobre nella sala Di Liegro di Palazzo Valentini il protocollo di intesa relativo a cultura, sport, tecnologia, infrastrutture e trasporti. L’accordo tra la Provincia di Roma e lo Stato di New York vede come prima e importante forma di collaborazione il cinema ed in particolare il TriBeCa Film Festival fondato nel 2001 da Robert De Niro, insieme a Jane Rosenthal, Martin Scorsese e Craig Hatkoff, per celebrare New York come città del cinema e per contribuire al recupero di Lower Manhattan dopo i drammatici eventi dell’11 settembre 2001. La terza edizione del TriBeCa Film Festival si è svolta dal 1 maggio al 9 maggio 2004 a New York, presso varie sedi di Lower Manhattan. Sono stati presentati 150 nuovi film e oltre 100 corti selezionati da 42 paesi. Il progetto culturale di collaborazione tra l’Amministrazione provinciale e lo Stato di New York prevede nella prossima edizione del TriBeCa, che si svolgerà a New York dal 21 aprile al 5 maggio 2005, la realizzazione di una sezione speciale dedicata alla Provincia di Roma che avrà come protagonista il cinema italiano, eventi culturali, spettacoli e rassegne eno-gastronomiche con l’obiettivo di far conoscere la cultura italiana, in particolare del territorio provinciale e ridare impulso agli scambi turistici fra gli Stati Uniti e il territorio romano. Oltre 400 mila persone hanno partecipato all’edizione 2004 della manifestazione, creando un ritorno economico per il centro cittadino di Manhattan pari a oltre 70 milioni di dollari. Cultura e turismo, un binomio sempre più inscindibile che rappresenta l’a- I spetto fondamentale di una collaborazione che si svilupperà nei prossimi anni con l’obiettivo di incrementare gli scambi di visitatori tra le due aree. Roma e New York: due metropoli dal grande fascino ed entrambe capitali dello sport amatoriale. L’accordo contempla un’interessante collaborazione nell’organizzazione di manifestazioni sportive in grado di attrarre migliaia di appassionati come le maratone podistiche e quelle ciclistiche. In occasione degli eventi sportivi l’amministrazione Gasbarra istituirà una borsa di studio dedicata ai giovani newyorkesi per uno stage di giornalismo sportivo. La Provincia di Roma, sulla base di altre esperienze europee, in particolare Francia, Germania e Inghilterra, vuole studiare il modello dei “Centri di eccellenza”, con cui lo Stato di New York ha ottenuto ottimi risultati per la creazione di nuovi posti di lavoro. La Provincia di Roma è interessata a sviluppare un programma che favorisca il reciproco scambio di know-how tecnologico ed organizzativo tra le società che operano in aree di competenza simili o compatibili. Lo Stato di New York collaborerà con l’Amministra- zione provinciale per aiutarla a realizzare il modello dei “Centri di eccellenza” nel suo territorio. Trasporto aereo, modello urbano e qualità dei servizi. Questi i settori di sviluppo tra le due Amministrazioni con l’obiettivo di promuovere e sostenere l’imprenditoria privata nel rilancio delle infrastrutture degli aeroporti di Roma. «Con la sottoscrizione dell’atto», ha spiegato Gasbarra, «completiamo un anno di rapporti internazionali che ci ha visto protagonisti con Gerusalemme, Betlemme, Atene, il Ruanda, gli accordi palestinesi e israeliani, a Tokio e Pechino. Con lo Stato di New York ora vogliamo sviluppare al meglio le nostre risorse attraverso quattro punti fondamentali: favorire e incrementare il turismo americano verso la nostra provincia, intensificare gli sviluppi economici per l’aerea della Provincia di Roma, supportare iniziative sportive e intese in campo sociale.A Roma non solo cinema, ma anche solidarietà. Durante la manifestazione italiana del TriBeCa Film Festival saranno raccolti fondi per finanziare la Caritas diocesana di Roma». Nell’ottobre scorso a Palazzo Valentini, il ministro dello Stato di NewYork, Charles Gargano e il presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra siglano il protocollo d’intesa tra le due istituzioni periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 30 / anno 2 - numero 18 L’Enit informa NOTIZIARIO Enit: ente di servizio per il sistema turistico l presidente dell’Enit, Amedeo Ottaviani, nel corso della recente conferenza sul turismo di Genova, ha detto: «Nel dibattito di questi anni sui problemi dell’Ente è stata sempre riaffermata da tutti la sua funzione. Tutti hanno convenuto sulla necessità che la sua missione debba essere potenziata. Vantiamo infatti una massa variegata e poliforme di centri di promozione ma non si tratta di una solida massa critica, poiché si tratta di soggetti che svolgono diverse funzioni e rappresentano interessi diversi, operando spesso in ordine sparso». Secondo Ottaviani dunque il nuovo Enit dovrebbe essere strumento di promozione della marca nazionale e degli interessi di tutto il sistema turistico, a cominciare dal sostegno alle piccole e medie imprese che sono il volano fondamentale del sistema stesso. «Sarebbe un grave errore», ha proseguito il presidente dell’ente di promozione turistica, «se l’Enit rappresentasse interessi di parte piuttosto che tutto il sistema turistico del Paese. Ma sarebbe anche un grave errore scambiare le carenze finanziarie con l’inoperatività e l’inefficienza. Non abbiamo affatto tirato i remi in barca né siamo stati impotenti di fronte alle difficoltà di misurarci con le richieste del mondo del turismo di svolgere una forte attività di promozione». Sempre secondo Ottaviani ci sarebbero molti luoghi comuni riguardo l’Enit ma «gli organi di amministrazione hanno operato in modo da dare una risposta concreta e smentire questi luoghi comuni». Il presidente a questo proposito ha ricordato l’effettuata revisione dello statuto dell’Ente, nel quale è stato previsto anche l’inserimento nel Consiglio di amministrazione delle regioni. Inoltre è stato garantito il massimo coordi- I namento della promozione all’estero con le altre istituzioni dello Stato, come il Ministero degli Esteri e il Ministero delle Attività Produttive con i quali l’Enit ha firmato anche un protocollo d’intesa; infine tutte le linee strategiche e di programmazione sono passate al vaglio delle regioni, oltre che delle categorie. «La conferenza delle regioni si è espressa puntualmente sulle nostre strategie e sulla nostra programmazione», ha detto ancora Ottaviani, il quale ha ricordato come oltre al coinvolgimento sul piano strategico e programmatico, l’ente ha avuto rapporti strettissimi con le regioni nella fase operativa, cioè di attuazione suoi programmi di promozione. Nel triennio, per 17 volte, si è infatti riunito il Comitato Enit-Regioni per la definizione di obiettivi comuni di attività e per il coordinamento operativo mentre sono stati varati ben dieci accordi di programma con le regioni. «Poi il fondo messo dall’Enita disposizione delle regioni è stato tagliato con la Finanziaria 2003», ha lamentato Ottaviani, il quale ha concluso ricordando che comunque sono stati investiti circa 8 milioni di euro negli accordi di programma; pertanto «nessuno può sostenere che l’Enit non si è mosso in stretta sinergia con regioni e imprese e che non abbia dialogato e operato in sintonia». Le proposte per la promozione e la riforma dell’Enit n’Agenzia nazionale per la promozione dell’Italia all’estero, con campagne nei Paesi dai quali possono venire i turisti; risorse per almeno 300 milioni di euro, incentivi alle imprese turistiche per mettere in grado gli operatori del settore di competere in maniera adeguata in Europa e nel mondo. Questi in sintesi gli impegni presi a Genova dal U Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il quale ha anche assicurato che entro breve «si riunirà il tavolo di coordinamento tra Regioni ed operatori a Palazzo Chigi per definire il percorso da seguire». Sull’argomento si sono espressi anche numerosi rappresentanti dell’attuale governo. Anche secondo il Ministro per l’Attuazione del programma di governo, Claudio Scajola «l’Enit è uno strumento indispensabile, che va rivisitato su modelli esteri, come la Maison de France», mentre Lucio Stanca, a capo del dicastero per l’Innovazione e le Tecnologie, ha proposto di agire su una leva forte, ma sinora poco utilizzata: il “brand Italia” su tutta la rete. Il Viceministro alle Attività Produttive, Adolfo Urso, ha ricordato «che quest’anno l’Ente è stato finanziato con soli 26 milioni di euro, contro i 100-150 milioni degli organismi equivalenti di Francia e Spagna», pertanto una soluzione potrebbe essere quella di aumentare gli stanziamenti grazie ai proventi delle case da gioco, che attualmente in Italia sono solo quattro. Altra questione sul tavolo l’adozione di una “cabina di regia nazionale” che coordini la politica turistica italiana, lanciata dalla relazione del coordinatore nazionale degli assessori regionali al turismo, Gianni Plinio, secondo cui le Regioni considerano prioritari alcuni punti, come la riforma dell’Enit ma in collegamento con l’Ice, le ambasciate, i consolati e gli istituti di cultura in cui le Regioni, come da prerogativa, ma anche le Imprese abbiano congrua e diretta rappresentanza. Per quanto riguarda gli imprenditori secondo il presidente di Confturismo, Bernabò Bocca, «limitarsi alla riforma dell’Enit significa far melina, perchè il futuro del turismo italiano, deve passare prima attraverso la rimozione della tassa sulla competitività, la riduzione del differenziale di aliquote Iva rispetto ai paesi vicini, la revisione degli aumenti dei canoni demaniali e delle tasse sui biglietti aerei». periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 31 TRIBUNA DEL LAVORO Senza ammortizzatori sociali il futuro è precario V.C. n mercato del lavoro diviso in tre, nel quale qualcuno è completamente garantito (i lavoratori della grande industria), qualcuno non ha bisogno di certe garanzie (pubblico impiego), qualcun altro non ne ha nessuna (gli atipici). Così lo descrive Agostino Megale, presidente dell’IresCGIL. Proseguendo nell’indagine di Roma&Provincia in cifre sugli ammortizzatori sociali lo abbiamo sentito per chiedergli un parere da “tecnico” sulla riforma prossima ventura. U Presidente Megale, ma era proprio necessaria una riforma degli ammortizzatori sociali, e perché? La riforma è necessaria perché è necessario allargare il campo delle tutele ad una platea di lavoratrici e lavoratori, nel lavoro dipendente, ma soprattutto in quello atipico. La situazione attuale ci mostra un sistema che storicamente ha funzionato in particolare nell’industria – parliamo di cassa integrazione, cassa integrazione straordinaria, mobilità – e in alcuni periodi intensamente sfruttato. Periodi come quello che stiamo ora vivendo.Veniamo infatti da 44 mesi di crisi; oltre 160mila posti di lavoro a rischio, un Paese che con un Pil dello 0,8-1% rispetto al 2,2% dell’UE, il 4% degli Stati Uniti, il 9 della Cina. E però, mentre vi è una parte del mondo del lavoro ben garantita (l’industria), un’altra che non ha bisogno di particolari garanzie (il pubblico impiego), i lavoratori dell’artigianato, del commercio, gli atipici, per non parlare degli irregolari e di chi lavora in nero. Complessivamente, si arriva a circa sei milioni di persone senza tutele. Qual è il contesto in cui dovrebbe svilupparsi la riforma degli ammortizzatori sociali, e quali gli aspetti prioritari da affrontare? C’è una questione che secondo me andrebbe affrontata subito, e che riguarda la Legge Biagi. C’è qualcuno che, nonostante i decreti attuativi non siano stati ancora emanati tutti, già le attribuisce effetti miracolosi sull’aumento dell’occupazione. Eppure, aumenta la sfiducia tra i giovani, gli anziani, le famiglie. La Legge è stata di fatto un intervento per precarizzare ulteriormente il lavoro venendo meno, allo stesso tempo, alla promessa di creare nuovo lavoro libero e tutelato. Per non parlare dello Statuto dei lavori, di cui ormai non si fa più menzione. Credo invece che il tema delle tutele debba essere rilanciato con forza ed essere punto centrale dei primi cento giorni del prossimo governo, qualunque esso sia. Quali sono secondo lei i punti salienti,in bene o in male,del cosiddetto “848 bis”, il disegno di riforma in discussione al Senato proprio in questi giorni? Intanto il problema dell’articolo 18. Bombassei, vicepresidente di Confindustria, ha detto che se l’art. 18 dovesse essere stralciato dal disegno di legge delega, gli imprenditori non avrebbero nulla in contrario. Il tema dell’art. 18 credo abbia inutilmente spaccato il Paese, e ha provocato uno scontro che poteva essere evitato. Si rischia l’arretramento complessivo dei diritti e un conflitto permanente che non interessa più neanche agli industriali. Inoltre, credo che la riforma degli ammortizzatori sociali sia strettamente legata alla Legge Biagi. Fermo restando il giudizio negativo che molti di noi danno su questa normativa, il Decreto correttivo che dovrebbe essere varato nella primavera prossima potrebbe certamente smussare alcuni aspetti più problematici, magari recependo – sul fronte delle tutele – i risultati ottenuti in sede di contrattazione tra imprese e parti sociali, come previsto dalla legge stessa. Nei contratti firmati recente- mente, infatti, il più delle volte sono state limitate le tipologie di contratto utilizzabili (attualmente sono 48, e quasi unanimemente si è ritenuto che fossero obiettivamente troppe!), e in sede locale ci si è accordati su forme di tutela “tipiche” anche per i lavoratori “atipici”. Il Decreto dovrebbe quindi “sancire” quanto di positivo i contratti hanno fissato. Quali sono quindi, secondo lei, le misure più importanti da adottare in tema di ammortizzatori sociali? Innanzitutto, forme di sostegno al reddito nei periodi di “intermittenza”, ovvero di mancanza di lavoro o di passaggio da un lavoro all’altro.Tutela dei periodi di malattia, e prospettive previdenziali certe. In pratica, coperture di welfare non inferiori a quelle destinate ai lavoratori dipendenti. Quale può essere, secondo lei, nel nostro sistema di protezione sociale, il ruolo di Enti come l’EBT che autonomamente hanno costruito un impianto di misure di sostegno al reddito per i loro associati? A gennaio presenteremo un rapporto proprio sugli Enti bilaterali e sulla loro funzione. Nel Rapporto c’è una parte dedicata espressamente ai settori del commercio e del turismo. Ebbene, dalle esperienze che abbiamo studiato ci viene un insegnamento: ovvero, l’importanza che la negoziazione tra le parti, attraverso le forme della bilateralità, assume in assenza di norme chiare. In una prospettiva di riordino generale della protezione sociale italiana, il sistema dovrebbe fondarsi su tre gambe: la prima, universalistica a carico della fiscalità generale; la seconda, basata sul contributo che lavoratore e impresa forniscono; la terza, proprio sul contributo di solidarietà fornito dagli Enti bilaterali. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 32 / anno 2 - numero 18 TRIBUNA DEL LAVORO L’iscrizione alla gestione separata Inps dei lavoratori occasionali Maurizio Fantaccione partire dal primo gennaio 2004 sono tenuti all’iscrizione alla Gestione separata Inps (art. 2, co. 26, della L. 8.8.1995, n. 335: - i lavoratori autonomi che esercitano la professione in modo abituale anche se non esclusivo; - gli incaricati delle vendite a domicilio; - i collaboratori coordinati con contratto di lavoro a progetto disciplinato dal D.Lgs. 10.9.2003, n. 276, in vigore dal 24.10.2003 ed emanato in attuazione della L.30/2003 (legge «Biagi»), ovvero, limitatamente alle pubbliche amministrazioni e al loro personale (cui, ai sensi del co.2 dell’art.1 del citato D.Lgs., non si applica la nuova disciplina delle collaborazioni), i collaboratori coordinati e continuativi «tradizionali». Inoltre, a partire dal primo gennaio 2004, i soggetti che esercitano l’attività di lavoro autonomo occasionale sono obbligati all’iscrizione alla gestione separata Inps qualora il reddito annuo derivante da tale attività superi l’importo di 5.000 euro (art. 44, co.2 del D.L. 269/2003, convertito con modifiche dalla L.326/2003). Unica deroga alla regola ora espressa è rappresentata dalle pubbliche amministrazioni (ad es. enti locali) per il loro personale. A Caratteristiche del lavoro autonomo occasionale A seguito delle direttive impartite dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, con la circolare n.103 del 6 luglio 2004 l’Inps ha fornito gli attesi chiarimenti e le modalità operative per l’iscrizione all’Istituto e per il versamento dei contributi previdenziali da parte dei lavoratori autonomi occasionali. Come ribadito dall’Inps in tale circolare, «lavoratore autonomo occasionale» può essere definito, in base all’art. 2222 del Codice civile, il sog- getto che si obbliga a compiere un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio, senza vincolo di subordinazione e senza alcun coordinamento con il committente (altrimenti si rientra tra le collaborazioni). Inoltre l’esercizio dell’attività deve essere del tutto occasionale, senza i requisiti della professionalità e della prevalenza (altrimenti si ricade nel lavoro autonomo professionale). Pertanto le caratteristiche distintive del lavoro autonomo occasionale rispetto alla collaborazione (la collaborazione coordinata oppure, ma non si applicano agli enti pubblici, le collaborazioni a progetto od occasionali, la ed. «mini co.co.co.») vanno individuate, principalmente: nell’assenza del coordinamento con l’attività del committente; - nella mancanza dell’inserimento funzionale nell’organizzazione aziendale o dell’ente; - nel carattere episodico dell’attività; - nella completa autonomia del lavoratore in relazione al tempo e al modo della prestazione. Fiscalmente, le prestazioni di lavoro autonomo occasionale rientrano tra i cosiddetti «redditi diversi» (art. 67, co.1, lett.1) del D.P.R. 917/1986, costituiti dalla differenza tra l’ammontare percepito nell’anno solare e le spese specificamente inerenti alla loro produzione. Il reddito da lavoro autonomo occasionale è costituito dalla differenza tra l’ammontare percepito nel periodo d’imposta e le spese specificamente inerenti alla loro produzione (art. 71 del D.P.R. 9177 1986). Pertanto rientrano tra i compensi percepiti (e sono, quindi, da assoggettare a ritenuta d’acconto del 20%) anche i rimborsi spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute e documentate, ricollegabili alle prestazioni (R.M. 21.3.2003, n. 69/E). Superamento del limite e bbligo di iscrizione all’inps Con la circolare 103/2004, per i lavoratori autonomi occasionali l’Inps ha innanzitutto chiarito che il limite di reddito annuo di 5.000 euro è una franchigia, vale a dire una fascia di esenzione dall’obbligo di iscrizione alla Gestione separata e dal versamento dei contributi. Di conseguenza: in caso di superamento dei 5.000 euro di reddito annuo (con riferimento solo a quello Decollano i fondi interprofessionali For.Te in prima fila con l’avviso n. 1 A. Nucara a notizia è di quelle buone e da qualcuno era attesa con una certa trepidazione: il fondo interprofessionale per la formazione continua nel terziario ha pubblicato l’avviso numero uno del 2004, concernente il finanziamento di piani formativi settoriali, territoriali, aziendali. Ciò significa che ci saranno complessivamente diciannove milioni di euro, di cui oltre quattordici milioni destinati al settore commercio, turismo e servizi, dai quali attingere per avviare progetti di qualificazione o riqualificazione per il personale delle aziende. Il momento oltretutto è particolarmente propizio, poiché per il settore turistico è importante poter coinvolgere nell’attività formativa i lavoratori stagionali, anche durante il periodo L periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 33 TRIBUNA DEL LAVORO che deriva da prestazioni di lavoro autonomo occasionale) i contributi Inps devono essere calcolati solo sulla parte di reddito eccedente.Ad esempio, in caso di compenso pari a € 6.300 e ipotizzando l’assenza di rimborsi spese, i contributi andranno calcolati su 1.300 euro. L’obbligo di iscrizione alla Gestione separata e di versamento della contribuzione si verifica solo dal momento in cui i compensi percepiti nell’anno solare (primo gennaio - 31 dicembre), in relazione ad un unico rapporto di lavoro o ad una pluralità di rapporti, superano il limite di 5.000 euro. Comunicazione del superamento di 5.000 euro ed esistenza di più committenti Per permettere a ogni singolo committente di ve-rificare il superamento del limite di 5.000 euro, la circolare Inps n. 103/2004 prevede, a carico del lavoratore, l’obbligo di comunicare ai committenti interessati, all’inizio dei singoli rapporti o, tempestivamente, durante il loro svolgimento, il superamento o meno del limite di 5.000 euro. Nella circolare n. 103/2004 l’Inps non chiarisce alcuni aspetti particolari che dovranno essere oggetto di nuove ulteriori precisazioni. Si consideri il caso di un soggetto che ha percepito fino al mese di agosto 2004 compensi per 4.200 euro (quindi non ha superato il limite oltre il quale diventano obbligatori gli adempimenti contributivi). Nel mese di settembre percepisce da due diversi committenti ulteriori 900 euro ciascuno. In questo caso, anche se il lavoratore comunicherà ai committenti il superamento dei 5.000 euro, sarà difficile stabilire quale dei due committenti potrà usufruire della quota di 800 euro (5.000 meno 4.200 euro) che è ancora nella fascia di esenzione dai contributi. Pertanto sarà opportuno che il lavoratore si informi (o si accordi) su quale dei committenti effettuerà per primo il pagamento. Infatti: per il primo committente i contributi saranno calcolati solo su 100 euro (900 euro di compenso meno 800 euro di quota esente da contributi); per il secondo committente, invece, i contributi saranno calcolati sull’intero compenso di 900 euro. Modalità e termini di iscrizione alla gestione separata I lavoratori autonomi occasionali tenuti ad iscriversi all’Inps devono utilizzare l’apposito modello e, poiché a tali soggetti si applicano le stesse norme previste per le co.co.co., si ritiene che il modello vada presentato entro 30 giorni dal superamento del limite di 5.000 euro. II modello, oltre al riquadro in cui riportare i dati anagrafici, residenza e codice fiscale, contiene il riquadro dove va indicato il mese in in cui essi non sono alle dipendenze dell’impresa. Ciò consente infatti di aumentare l’efficienza e la qualità complessiva del servizio alla clientela senza distogliere personale proprio quando l’attività è più intensa. Sul sito internet www.fondoforte.it è possibile prendere visione e scaricare tutta la documentazione relativa. Intanto anticipiamo brevemente i punti più interessanti. Il contributo concesso per ogni singolo piano non potrà superare l’importo di cinquecentomila euro e dovranno essere i datori di lavoro a garantire la copertura del costo del progetto per almeno il venti per cento dell’importo o l’eventuale maggior contributo dovuto ai sensi dei regolamenti comunitari sugli aiuti di stato. I finanziamenti sono destinati alla formazione di dipendenti di aziende che abbiano già aderito al fondo For.Te. o aderiscano prima della presentazione della domanda. Ricordiamo che le domande di finanziamento potranno essere presentate dal 15 dicembre 2004 al 31 gennaio 2005 e che l’adesione al fondo non comporta alcun onere a carico dei datori di lavoro. Altro vantaggio, almeno per il comparto turistico, è rappresentato dal cui il limite di 5.000 euro è superato e il committente con il quale è avvenuto tale superamento. Base imponibile su cui calcolare i contributi L’Inps precisa che i contributi previdenziali devono essere calcolati sulla differenza tra: il compenso lordo erogato al lavoratore e le spese poste a carico del committente (ad esempio, rimborsi spese di viaggio documentate). Poiché l’importo di 5.000 euro costituisce una fascia di esenzione, i contributi sono dovuti solo sulla quota di reddito (determinato come indicato sopra), eccedente tale limite. Come illustrato prima, dal punto di vista fiscale, nei compensi dei lavoratori autonomi occasionali da assoggettare a ritenuta d’acconto del 20% rientrano anche gli eventuali rimborsi spesa inerenti la produzione del reddito (ad esempio, spese di viaggio addebitate al committente). Pertanto, in presenza di spese inerenti la prestazione, addebitate al committente, la base imponibile fiscale e quella contributiva non coincidono. Infatti: la ritenuta d’acconto Irpef del 20% deve essere calcolata sull’importo complessivamente dovuto dal committente (vale a dire sul compenso maggiorato delle spese rimborsate); i contributi Inps vanno calcolati sul compenso al netto delle spese rimborsate dal committente e fatto che ci si può avvalere dell’assistenza degli enti bilaterali. Per tal via infatti, nel favorire l’aggregazione delle imprese e quindi la realizzazione di sinergie ed economie di scala, si agevola e si stimola l’adozione di piani formativi che oltre ad essere orientati alle specifiche esigenze della singola azienda, possono tenere maggiormente conto delle caratteristiche del sistema di offerta turistica territoriale nel suo complesso. La legge n. 289 del 2002, nel dettare i principi che regolano il funzionamento dei fondi interprofessionali, ha stabilito oltretutto che possono essere finanziati unicamente i piani formativi concordati tra le parti sociali.A tal proposito, in occasione del seminario organizzato dall’Ente bilaterale nazionale del settore turismo, le organizzazioni che hanno messo la loro firma sul contratto nazionale di lavoro, anche in considerazione dei tempi stretti disponibili per la partecipazione al primo bando di For.Te., hanno avviato un confronto col quale approfondire la possibilità di stipulare un accordo quadro sulla materia. Ciò senza precludere la possibilità di stipulare ulteriori accordi a livello territoriale o aziendale per avviare e promuovere piani formativi. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 34 / anno 2 - numero 18 TRIBUNA DEL LAVORO risultanti dalla nota di addebito. Esempio: un soggetto (che ha già superato in precedenza i 5.000 euro) percepisce un compenso per prestazioni di lavoro autonomo occasionale di 5.380 euro più un rimborso spese di 65 (biglietto del treno), per un totale di 5.445 euro; la ritenuta 20% va calcolata sul compenso complessivo, comprendente anche il rimborso e, pertanto, su 5.445 euro, ed è a pari a 1.089 euro. Il contributo Inps, ipotizzando che il lavoratore (non pensionato) abbia già un’altra copertura previdenziale obbligatoria, si calcola applicando l’aliquota contributiva del 10%. Tale aliquota deve essere applicata solo su 5.380 euro (senza tener conto del rimborso spese di 65 euro). Pertanto il contributo sarà pari a 538 euro. La quota a carico del lavoratore, pari a 1/3 del contributo complessivo, è di 538 x 1/3 = 179,33 euro. I 2/3 del contributo sono, invece, a carico del committente. Riduzione del reddito in sede di dichiarazione - contributi in eccesso Un aspetto che l’Inps non ha chiarito nella circolare 103/2004 riguarda il caso in cui il prestatore di lavoro occasionale, pur avendo percepito compensi superiori a 5.000 euro, in sede di dichiarazione dei redditi (quadro RL del modello Unico) determini il reddito occasionale per un importo inferiore a tale limite per effetto di costi direttamente da lui sostenuti e non rimborsati dal committente. Ad esempio, un lavoratore ha percepito compensi per 7.100 euro (5.000 + 2.100 euro di cui 200 di rimborso spese).Al pagamento del compenso, il contributo è stato calcolato solo su 1.900 euro (2.100 –200 euro).Tuttavia il lavoratore, in sede di compilazione del modello Unico, oltre alla spesa di 200 euro sostenuta e richiesta a rimborso al committente, porta in deduzione dal reddito ulteriori costi per un importo di 2.200 euro, riducendo il reddito annuo a 4.700 euro, inferiore quindi al limite oltre i quale è obbligatorio versare i contributi. Pertanto i contri- buti già versati e non dovuti (per mancato superamento del limite annuo) saranno rimborsati, ma l’Inps non ha chiarito quale soggetto (committente e/ o lavoratore) sia legittimato a chiedere il rimborso e se i contributi a credito potranno o meno essere utilizzati in compensazione nel Mod. F24. Ripartizione del contributo Inps Come per le co.co.co., il contributo Inps dovuto dai lavoratori autonomi occasionali che superano i 5.000 euro si ripartisce per 1/3 a carico del lavoratore; per 2/3 a carico del committente. La parte di contributo a carico del lavoratore non può essere riconosciuta dal committente in deduzione dal compenso assoggettato a ritenuta d’acconto, ma è deducibile dal lavoratore nell’ambito della propria dichiarazione dei redditi (quadro RP del Modello Unico). Aliquote Inps per il 2004 Agli occasionali tenuti al pagamento dei contributi si applicano le stesse aliquote previste per le co.co.co. che, per l’anno 2004, sono le seguenti - 10% per gli iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria (Inps, Inpdap, ecc.) e per i titolari di pensione non diretta (di reversibilità); - 15% per i soggetti titolari di pensione diretta; - 17,80% per gli iscritti alla Gestione separata Inps che non risultino assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie.Tale aliquota si applica per il primo scaglione di reddito pensionabile, vale a dire, per il 2004, fino a 37.883 euro. Sul secondo scaglione di reddito quindi per il 2004, per la quota di reddito eccedente 37.883 euro e fino al massimale di 82.401 euro - si applica l’aliquota del 18,80% (17,80% più 1%). Come per le co.co.co., ciascun lavoratore deve comunicare ai propri committenti, responsabili del pagamento del contributo e alla competente sede dell’Inps il superamento, nel corso dell’anno, del limite di reddito 37.883.euro In caso di superamento del limite in presenza di più committenti contem- poraneamente, si applicano le modalità previste dalla Circolare Inps 29.3.2004, n. 56. Termini e modalità di versamento dei contributi inps I contributi dovuti dagli occasionali autonomi (sulla quota dei compensi eccedente 5.000 euro) vanno versati da parte del committente con le modalità e nei termini previsti per i co.co.co. entro il giorno 16 del mese successivo al pagamento del compenso, utilizzando il modello di versamento F24 e indicando i codici previsti per le collaborazioni coordinate e continuative, vale a dire: codice CIO in riferimento alle aliquote del 10% e del 15%; codice CXX con riferimento alle aliquote del 17,80% e del 18,80%. Per quanto riguarda le modalità e i termini della denuncia annuale dei contributi trattenuti agli iscritti alla Gestione separata Inps, da effettuare tramite il modello GLA, l’Inps si riserva di fornire successivamente ulteriori precisazioni. Compensi per prestazioni effettuate nel 2004 già pagati Nella circolare 103/2004, l’Inps specifica che i contributi previdenziali relativi ai compensi già corrisposti nei primi mesi del 2004 (oltre la fascia di esenzione di 5.000 euro) dovranno essere versati entro il 16 ottobre 2004 (vale a dire entro il giorno 16 del terzo mese successivo a quello di emanazione della circolare n. 103), senza l’aggiunta di sanzioni o interessi. I contributi eventualmente già versati nei primi mesi del 2004 in misura maggiore rispetto alle precisazioni fornite nella Circolare n. 103 potranno essere richiesti a rimborso. Compensi per prestazioni relative al 2003 e pagati nel 2004 L’Inps ha chiarito che, sebbene l’obbligo contributivo decorra dal primo gennaio 2004 e, pertanto, in base al principio di cassa, i contributi siano dovuti sui compensi corrisposti a partire da tale data -, le somme percepite nel 2004 per prestazioni. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 35 TRIBUNA DEL LAVORO 0 MASSIMARIO DEL DIRITTO TRIBUTARIO Sentenza n. 12 del 23 aprile 2004 (dep. il 15 maggio 2004) della Commissione tributaria regionale di Roma, Sez. XXX - Pres. Cocco, Rel.Taglienti Transazione controversia lavoro parasubordinato e agevolazioni fiscali - Registro - Atto transazione lavoro parasubordinato Imposta – Esclusione Massima. Poiché l’art. 10 della tabella allegata al D.P.R. n. 131/1986 esclude dall’obbligo della registrazione “atti, documenti e provvedimenti previsti dalla legge 11 agosto 1973, n. 533” è esente da imposta di registro la transazione fra un medico veterinario ed il Ministero della sanità allorquando nella transazione stessa il rapporto, pur non di lavoro subordinato, viene definito attraverso il richiamo dei nn. 3) e 5) dell’art. 409 del codice di procedura civile. Fatto. Con ricorso in appello notificato il giorno 8 novembre 2003 e depositato il 20 successivo, il dott. R.P. ha impugnato la sentenza della Commissione tributaria provinciale di Roma n. 488/2002, depositata il giorno 11 dicembre 2002, con la quale è stato respinto il ricorso avverso silenzio-rifiuto dell’ufficio del Registro di Roma in ordine a richiesta di rimborso di lire 40.500.000 pagate per la registrazione di atto di transazione del 20 dicembre 1994. Deduce il ricorrente l’erroneità della sentenza in quanto, avendo la transazione come oggetto prestazioni di lavoro parasubordinato, essa doveva andare esente da imposta di registro ai sensi dell’art. 10 della Tabella allegata al D.P.R. n. 131/1986 che rinvia ai rapporti di lavoro della L. n. 533/1973, e quindi anche a quelli previsti dell’art. 409, n. 3 e n. 5, del codice di procedura civile. Non risulta costituito in giudizio l’ufficio finanziario. All’udienza del 23 aprile 2004 la causa è stata trattenuta in decisione. Diritto. Con il ricorso in epigrafe si contesta la decisione di primo grado che, nel respingere il ricorso avverso silenzio-rifiuto, ha affermato che l’atto di transazione oggetto del presente giudizio era soggetto a imposta di registro non potendo rientrare nelle esenzioni di cui all’art. 10 della Tabella allegata al D.P.R. n. 131/1986. Ad avviso del Collegio il ricorso in appello è fondato e deve essere accolto. L’art. 10 citato prevede l’esenzione dall’imposta di registro di tutti gli atti relativi ai rapporti indicati nella legge n. 533/1973 sul processo del lavoro. Nel caso in esame la transazione per la quale è causa è atto conclusivo di una vertenza di lavoro instaurata dal ricorrente in appello, medico veterinario, nei confronti del Ministero della sanità; l’oggetto del rapporto di lavoro è ripetutamente individuato nell’atto stesso di transazione, con il riferimento ai nn. 3) e 5) dell’art. 409 del codice di procedura civile, come modificato dalla legge n. 533/1973. Quindi, pur non trattandosi di un rapporto di lavoro subordinato, la prestazione professionale del contribuente è stata qualificata dalle parti come rapporto di lavoro rientrante nella disciplina della legge n. 533/1973. Considerato che l’art. 10 della Tabella non distingue tra i vari tipi di rapporto di lavoro ma, ai fini dell’esenzione, rinvia genericamente alla legge n. 533/1973, deve ritenersi che l’atto di transazione in questione doveva essere esentato dall’imposta di registro. Il silenzio serbato dall’ufficio è quindi illegittimo. Sussistono tuttavia giusti motivi per compensare tra le parti le spese di giudizio. Sentenza n. 12 del 28 gennaio 2004 (dep. il 24 marzo 2004) dalla Commissione tributaria regionale di Roma, Sez. XXXIV - Pres. Cellitti, Rel. Spilabotte Ici - Rendita catastale - Non notificata dal Comune - Atto impositivo -Nullità – Esiste Massima. La mancata notifica della rendita catastale da parte del Comune comporta l’annullamento dell’atto impositivo. Svolgimento del processo - Il Servizio Tributi del Comune di Genzano di Roma notificava al contribuente R.P. gli avvisi di liquidazione relativi a imposta Ici per riliquidazione dell’imposta conseguente l’attribuzione della rendita catastale, per gli anni dal ‘93 al ‘97. Contro detto provvedimento ricorreva il contribuente presso la C.T.P. di Roma sostenendo: 1) la non conoscenza della rendita catastale definitiva; 2) erroneità della rendita attribuita per difetto di motivazione; 3) prescrizione irretroattività erroneità e illegittimità, costituzionale. Chiedeva la sospensione degli avvisi impugnati per omessa notifica degli atti catastali e nel merito dichiarare l’annullamento e/o l’inefficacia e/o l’invalidità e comunque l’illegittimità della liquidazione dell’imposta e accessori. L’Ufficio si costituiva in giudizio e difendeva la bontà del proprio operato. I primi Giudici accoglievano il ricorso compensando le spese. Appella il Comune di Genzano sostenendo che la mancata notifica della rendita catastale alla luce dell’art. 74, L. n. 342/2000, ha chiarito la confusione che regnava al riguardo. Alla luce di quanto sopra chiede la riforma della impugnata decisione e la conferma degli avvisi di liquidazione emessi. Motivi della decisione - L’appello dell’Ufficio è infondato e va, pertanto, respinto. Sebbene l’Ufficio si sia fatto carico di appello presso questa Commissione non si riesce a comprenderti quali fossero i motivi di doglianza ripugnati e non condivisi. In proposito va ribadito che l’eccezione di illegittimità, sollevata dal contribuente, in ordine agli interessi e alle sanzioni va accolta, tra l’altro già riconosciuta dal Comune di Genzano a seguito di istanza di autotutela da parte del contribuente. Va altresì, respinto l’appello periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 36 / anno 2 - numero 18 TRIBUNA DEL LAVORO dell’Ufficio in quanto la mancata notifica della Rendita Catastale da parte del Comune di Genzano comporta l’annullamento dell’atto impositivo. Per quanto sopra l’appello dell’Ufficio va respinto perché infondato. Ricorrono giusti motivi per la compensazione delle spese. Sentenza n. 16 del 22 gennaio 2004 (dep. il 25 marzo 2004) dalla Commissione tributaria regionale di Roma, Sez. II - Pres. Liotta, Rel. Romani Irpef - Lavoro dipendente - TFRSomme erogate da polizza assicurativa - Tassabilità - Legittimità - Misura aliquota 12,5% Massima. Le somme di carattere assicurativo derivanti dal maggiore rendimento di polizza assicurativa, ricevute a titolo di differenza sul rendimento premi assicurativi ad integrazione del TFR, devono essere tassate ai sensi della legge n. 482/1985 con aliquota del 12,5% (nel caso di specie la somma ricevuta dal ricorrente è tassabile con aliquota del 12,5% avendo egli cessato il rapporto di lavoro dopo l’entrata in vigore della suddetta legge). Svolgimento del processo e Motivi della decisione - Con sentenza n. 2360/1994 la Suprema Corte di Cassazione rinviò al Tribunale di Viterbo per il riesame il contenzioso tra la B. ed il sig. S.G. il quale insieme ad altri aveva inutilmente rivendicato sia presso il giudice del Lavoro sia presso il tribunale di Roma, in sede di appello, il pagamento delle somme dovute a titolo di differenze non corrisposte sulle prestazioni derivanti dalla polizza I. stipulata dalla stessa B. in sostituzione dell’iscrizione al “Fondo per l’indennità agli impiegati” previsto dal R.D. n. 5/1942. Nei precedenti giudizi i ricorrenti avevano sostenuto che la Banca aveva loro liquidato indennità di fine rapporto in misura inferiore a quelle spettanti in quanto i premi versati all’I. non erano mai stati adeguati agli aumenti retributivi goduti nel tempo dai lavoratori mentre la parte avversa aveva conte- stato la sussistenza di alcun obbligo legale o contrattuale all’adeguamento dei premi e dei conseguenti rendimenti. Nella di rinvio la Corte si era uniformata al principio secondo cui i contratti di assicurazione stipulati dalla B... avevano la finalità di garantire un sistema di liquidazione dell’indennità di anzianità almeno pari all’indennità legale di cui al Fondo citato; riconosceva ai predetti contratti la natura di contratti a favore di terzi con la conseguenza che la facoltà di revoca o modifica era da ritenersi preclusa e che pertanto l’obbligo per il datore di lavoro di adeguare i versamenti al “fondo” alle variazioni di retribuzione, previsto al comma 2 dell’art. 2 del citato R.D., era applicabile anche ai contratti assicurativi. Il Tribunale di Viterbo, con sentenza ampiamente articolata, depositata il 15 giugno 1996, riconobbe in linea di principio il diritto ad una riliquidazione di quanto già percepito: tale riliquidazione avrebbe dovuto tener conto della maggiorazione del rendimento finale derivante dai premi aumentati in rapporto agli aumenti retributivi, rendimento a cui la Banca era tenuta a rinunciare in favore dei dipendenti come già, con una convenzione aggiuntiva del 1946, aveva rinunciato al rendimento dei corrisposti. In mozione di tale sentenza e sulla base di una consulenza tecnica contabile, nell’ottobre 1996 presso l’Ufficio del Lavoro di Milano la B. liquidò al sig. S. lire 50.196.794 a titolo di differenza sul rendimento premi ed a integrazione del trattamento di fine rapporto, lire 40.906.949 a titolo di interessi legali e lire 37.177.285 a titolo di indennizzo per svalutazione monetaria, applicando alla somma complessiva di lire 128.281.028 una ritenuta fiscale Irpef di lire 35.918.688 con aliquota 28,00%. Il sig. S., in data 11 marzo 1998, inoltrò alla Amministrazione finanziaria istanza di rimborso della somma che la B., con riferimento al pagamento effettuato, aveva versato all’erario quale sostituto d’imposta, ritenendo che tale versamento fosse stato arbitrario ed illegittimo. In data 4 dicembre 2000 il contribuen- te depositò presso la segreteria della Commissione tributaria provinciale di Roma un ricorso diretto al Centro di Servizio di Roma avverso il silenziorifiuto dell’Amministrazione Finanziaria la quale, pur se in atti non v’è traccia dell’inoltro del ricorso alla controparte, si costituì in giudizio con nota del 23 gennaio 2001 a seguito di notifica del ricorso al Centro di Servizio effettuata dal ricorrente il 13 novembre 2000. Il contribuente chiese il rimborso dell’imposta versata dalla B. per la parte eccedente l’aliquota del 12,5% di cui all’art. 6, legge n. 482/1985. Chiarì inoltre che la somma da liquidarsi al dipendente al momento della cessazione del rapporto di lavoro era da distinguersi in due parti: il capitale corrispondente all’indennità di fine rapporto e il rendimento sui premi costituente una operazione assicurativa che attribuiva al dipendente un di più rispetto a quanto spettante per legge. Citò infine alcune sentenze della Corte di Cassazione che ritengono tale rendimento di polizza non tassabile almeno fino all’entrata in vigore del citato art. 6 legge n. 482/1985 che ha introdotto la tassazione alla fonte nella misura del 12,5%. L’Ufficio controdedusse che la somma percepita dal ricorrente non afferiva unicamente a rendimento da polizza assicurativa, come sostenuto dal contribuente, ma che tale somma poteva considerarsi come il risarcimento di un danno per l’omesso pagamento di prestazioni contrattuali e pertanto, in quanto provento conseguito in sostituzione di redditi, assoggettabile ad Irpef ad aliquota ordinaria ai sensi dell’art. 6 comma 2 del Tuir. Con sentenza n. 978/2002 la sez. 38 della Commissione adita respinse il ricorso perché ritenne insussistente l’istanza di rimborso, presentata al Centro di Servizio in contrasto con la norma di cui all’art. 38, D.P.R. n. 602/1973 che fissa in diciotto mesi il termine di presentazione dell’istanza alla Direzione Regionale delle Entrate e pertanto inutilmente trascorsi i termini di cui al citato articolo come pure quelli fissati in due anni dall’art. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 37 TRIBUNA DEL LAVORO 21, D.Lgs. n. 546/1992. Con atto di appello depositato nei termini, il contribuente impugna la citata sentenza perché ritiene erronea la motivazione della inammissibilità del ricorso, pronunciata perché l’istanza di rimborso fu presentata al Centro di Servizio anziché alla Direzione Regionale delle Entrate. Egli sostiene che l’istanza fu inoltrata ad entrambi gli Uffici lo stesso giorno 11 marzo 1998 come da documentazione allegata all’appello c chiede pertanto l’annullamento della sentenza impugnata e la pronuncia dei giudici d’appello sul merito della questione in ordine al quale rinnova le argomentazioni e le richieste di cui al ricorso originario e cioè il rimborso della somma indebitamente versata dalla B. oltre interessi legali e svalutazione monetaria. L’Ufficio si costituisce in giudizio e senza eccepire alcunché in merito alla dichiarata inammissibilità del ricorso originario insiste genericamente sulla legittimità della ritenuta Irpef operata dalla B. Con atto consegnato l’8 gennaio 2004 l’appellante chiede la discussione in pubblica udienza e con memoria aggiuntiva rileva la tardiva costituzione dell’Ufficio e segnala il recente accoglimento da parte di altra sezione della stessa Commissione di nove appelli aventi stesso oggetto e, per il merito, identica domanda di quello presente. Alla udienza del 22 gennaio 2004 sono presenti gli avv. S.M. e M.I., che assistono l’appellante e ne rinnovano le richieste, ed il rappresentante dell’Ufficio che dichiara che per analoghe questioni l’Ufficio ha già iniziato le procedure di rimborso sulla base di sentenze di accoglimento dei ricorsi in primo grado. Nella camera di consiglio il Collegio accerta, sulla base della documentazione presentata in sede di appello, la insussistenza del motivo di inammissibilità del ricorso introduttivo. Per il merito, viste le pronunce della Corte di Cassazione nella materia e uniformemente alla costante giurisprudenza delle Commissioni tributarie, il Collegio ritiene che le somme ricevute a seguito della sentenza del Tribunale di Viterbo sopra citata devono essere tassate ai sensi della legge n. 482/1985 trattandosi di prestazioni di carattere assicurativo derivanti dal maggior rendimento di polizza I. relativo alla parte non obbligatoria del trattamento di fine rapporto di lavoro. Nel caso di specie, pertanto, la somma ricevuta dal sig. S. è tassabile con aliquota del 12,5% avendo egli cessato il rapporto di lavoro dopo l’entrata in vigore di detta legge. Il Collegio ritiene infine equa una parziale compensazione delle spese del giudizio, che liquida in misura ridotta a carico dell’Ufficio. P.Q.M. La Commissione, in riforma della decisione di I grado ed in accoglimento dell’appello, condanna l’Amministrazione al rimborso della differenza tra la trattenuta operata a titolo di imposta Irpef e quella effettivamente dovuta, differenza pari ad euro 10.269,00, oltre interessi legali dalla istanza di rimborso al saldo. Condanna l’Amministrazione al rimborso delle spese di giudizio che liquida in complessivi euro 600,00. AGENZIA GENERALE DI ROMA UNIPOL ASSICURAZIONI Via Ercole Pasquali 3 - 00161 Roma Tel. 06 44243263-06 44236105-06 44249244 Fax 06 44291507 • E-mail [email protected] UNIPOL Le migliori condizioni assicurative per le polizze: INFORTUNI - MALATTIA - FURTO E INCENDIO VITA - PREVIDENZA INTEGRATIVA Polizze particolari per: ALBERGHI - RISTORANTI - BAR - AGENZIE DI VIAGGI Agente Generale Dott. Rolando Bibbio OR ORARIO DI RICEVIMENTO: dal lunedì al giovedì ore 9.00/13.00 - 14.00/18.00 venerdì ore 9.00/14.00 periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 38 / anno 2 - numero 18 TRIBUNA DEL LAVORO Il licenziamento dopo il periodo di comporto Daniela Carbone Studio legale Pessi e associati assazione, Sezione lavoro 2 aprile 2004 n. 6554. Presidente: S. Ciciretti; relatore: P. Stile; P.m. : P.Abbritti; parti: ric.: BNL S.p.a., res.: Ad. Ni. L’assenza di espressa pattuizione per il calcolo del periodo di comporto, non significa l’automatica utilizzazione del criterio ordinario dettato dagli artt. 155, comma 2 c.p.c. e 2963, comma 1 c.c.: tale carenza non esclude la possibilità di procedere alla ricostruzione della comune intenzione delle parti eventualmente da integrare con l’equità espressa dal giudice – attraverso l’interpretazione complessiva di clausole in qualche modo, anche cioè indirettamente, riferibili alla detta materia. La pronuncia in epigrafe affronta il tema del licenziamento intimato in seguito a superamento del periodo di comporto. Nel caso di specie, la lavoratrice - in seguito al rigetto della domanda presentata contro la BNL S.p.a., per Alla contrattazione sentire dichiaracollettiva re l’illegittimità non sono applicabili del licenziamenle regole to intimatole in d’interpretazione conseguenza del dei negozi privati superamento del comporto – proponeva appello davanti al Tribunale di Roma. Il giudice di gravame accoglieva il ricorso, basando l’illegittimità del licenziamento sul presupposto che in assenza di espressa pattuizione, il calcolo del termine fissato a mesi, doveva essere effettuato utilizzando il criterio ordinario dettato dal codice civile e da quello di rito.Avverso tale sentenza la BNL S.p.a. presentava ricor- C so in Cassazione. In particolare il ricorrente adduceva, a sostegno delle proprie pretese, l’erronea individuazione del cosiddetto termine interno – ossia del numero di giorni di assenza discontinue per malattia – al di là dei quali è consentito al datore di lavoro di intimare il licenziamento; e erronea individuazione del termine esterno, ossia della estensione temporale nella quale deve sommarsi la durata dei singoli episodi morbosi.Ai sensi dell’art.2110 c.c. il giudice, in assenza di una clausola di contratto collettivo che preveda espressamente il computo del periodo di morbilità, deve anzitutto accertare se le parti, nel determinare il detto periodo, abbiano inteso considerare le malattie come unico fatto morboso oppure come una pluralità che, sommati fra loro, non superino comunque il termine massimo prefissato dal contratto per il comporto secco: prevalenza della volontà delle parti, all’uopo desunta anche indirettamente. La Suprema Corte, ritenendo fondati i motivi di ricorso, aveva modo di sottolineare che - nel caso di assenza del lavoratore a seguito di ricaduta nella stessa o diversa malattia, al fine di verificare se sia stato superato o meno il periodo di comporto contrattuale – la regola, costituente principio generale ma non avente carattere inderogabile, per cui un termine, fissato a mesi, deve essere computato secondo il calendario comune, trova applicazione solo quando sussistono clausole contrattuali di diverso contenuto che assumano una durata convenzionale fissa, costituita da un predeterminato numero di giorni, astrattamente basato sulla durata media del mese. La Corte sosteneva la prevalenza, tra le fonti di determinazione del periodo di comporto, della volontà delle parti confluita nella contrattazione collettiva, da integrare con l’e- quità espressa del giudice: dunque applicazione del criterio cosiddetto “comune” che implica l’adeguamento di un mese a 30 giorni e di un anno a 360 giorni, peraltro utilizzato dalla stessa contrattazione di categoria. Da quanto esposto, la Suprema Corte ha dunque applicato il principio secondo cui bisogna – di volta in volta, ed ove vi sia carenza di espressa pattuizione disciplinante la materia in oggetto – ricostruire la comune intenzione delle parti, da desumere da altre clausole che anche solo indirettamente possano riferirsi alla detta materia. Oltretutto il calcolo va commisurato alla normale durata del contratto collettivo, che non è triennale bensì,come risulta dal Protocollo del 1993, quadriennale. I motivi di appello si sostanziavano nel rilevare falsa applicazione degli articoli del codice civile in tema di interpretazione del contratto. Così dal lavoro della Corte si ha modo di sottolineare, ulteriormente, che per determinare la comune intenzione delle parti - cui deve riferirsi per dedurre le regole di computo del periodo per cui è parola - deve valutarsi il comportamento complessivo tenuto dopo il contratto e, nell’interpretare, non limitarsi al senso letterale delle parole. Nell’interpretazione dei contratti collettivi, a fronte di espressioni prive di un significato chiaro ed univoco, deve ricercarsi la comune intenzione delle parti sociali, valutandosi il loro comportamento complessivo, e si devono interpretare tutte le clausole rilevanti le une per mezzo delle altre, attribuendo a ciascuna il senso che risulta dal complesso dell’atto, ex art. 1363 c.c., che qui assume una incisiva portata. Alla contrattazione collettiva non sono applicabili le regole ermeneutiche proprie dell’interpretazione dei negozi privati, ed ove si prospettino diverse inter- periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 39 TRIBUNA DEL LAVORO pretazioni, deve preferirsi quella rispondente al criterio dell’armonizzazione tra la clausola della disciplina settoriale e le regole di portata generale che connotano il vigente diritto del lavoro. Ai seni dell’art. 1365 c.c., il giudice può, anche per la contrattazione collettiva, procedere ad una valutazione estensiva, della disposizione interpretata, facendovi rientrare altri casi in essa non espressamente contemplati, ma ragionevolmente assimilabili. Ancora, con la stessa pronuncia si pone in risalto la questione della legittima intimazione del licenziamento in seguito ad assenze del lavoratore per malattia e contestuale superamento del comporto. Il licenziamento per eccessiva morbilità trova la sua regolamentazione non già nella disciplina limitativa dei licenziamenti individuali, né in quella generale dettata dagli artt. 1256 e 1464 c.c., ma nel disposto dell’art. 2110 c.c.: di conseguenza, il lavoratore assente per malattia non può essere licenziato sino alla scadenza del detto periodo. Si distingue tra licenziamento adottato a causa della malattia, da ritenersi nullo – così come sarà nullo il licenziamento intimato per superamento del comporto prima della sua scadenza ed in costanza di malattia – e quello adottato per ragioni diverse, estranee allo stato di malattia, che deve ritenersi solo provvisoriamente inefficace sino al termine della malattia o allo scadere del periodo di comporto. Dunque lo stato di malattia del lavoratore non impedisce l’intimazione del licenziamento per giusta causa, e solo ove questa risulti insussistente si avrà declaratoria di illegittimità. La previsione del licenziamento, con preavviso del datore di lavoro, per superamento del periodo di morbilità, prevale, quale disposizione speciale, sulla generale disciplina della risoluzione del rapporto di lavoro: il solo superamento del detto periodo costituisce autonoma e legittima ipotesi di recesso, a prescindere da ogni valutazione degli effetti dell’assenza sull’attività produttiva e sull’organizzazione del lavoro. Il recesso non si pone in contrasto con i principi costituzionali, posto che l’art. 38 Cost. impone solo che al lavoratore sia garantito un congruo periodo di tempo per curarsi senza perdere i mezzi di sostentamento. Il nostro ordinamento è particolarmente attento alla salute ed ai problemi che ne derivano; infatti, stante l’art. 32 Cost. – che definisce la salute come diritto fondamentale dell’individuo e come interesse della collettività – l’art. 2110 c.c., in concreto, dispone il divieto del licenziamento per il semplice fatto della malattia, prevedendo la sospensione del rapporto di lavoro. Ma il lavoratore perde le dette garanzie ogniqualvolta lo stato di malattia assuma i caratteri della morbilità, e si comprende che, scaduto il termine di comporto, ed a tutela dei diritti del datore di lavoro, si può intimare licenziamento anche se il lavoratore è seriamente malato. Non è giustificato, però, il licenziamento ove l’infermità abbia avuto causa nella nocività insita nelle modalità di esercizio delle mansioni o comunque nell’ambiente di lavoro. Al licenziamento per superamento del periodo di comporto si applicano le regole dettate dall’art. 2 legge 604/66 come modificato dalla legge 108/90 e pertanto, qualora nell’atto di licenziamento non siano indicate le assenze, il lavoratore ha facoltà di richiedere al datore di lavoro di specificarle; resta a carico del datore l’onere di provare i presupposti del licenziamento, tanto che – stante il principio dell’immodificabilità delle ragioni del recesso – non può tenersi conto delle assenze non specificate. Il lavoratore, da parte sua, può contestare il numero delle assenze o la computabilità nel comporto di talune di esse, anche per la prima volta in sede giudiziaria, posto che il suo precedente silenzio non può valere come consenso. E’ il caso di specificare che la contestazione non configura una eccezione, ma solo una difesa, proponibile pertanto anche in appello per la prima volta. Al contrario integra domanda nuova non consentita in secondo grado, la deduzione dell’omessa detra- zione, dal calcolo del comporto, dei giorni di ferie maturati durante le assenze per malattia. E’ facoltà del datore di lavoro valutare se le assenze integrino la fattispecie del superamento del comporto, ovvero se sussista convenienza ad una protrazione del rapporto: l’accettazione, da parte del datore di lavoro, della attività lavorativa non equivale a rinunciare al diritto di recedere dal rapporto, ferma la necessità della sussistenza di un nesso casuale tra intimazione del licenziamento ed il fatto addotto a sua giustificazione. La Suprema Corte, in altre occasioni e occupando lo stesso La previsione argomento, ha di licenziamento avuto modo di con preavviso sottolineare per superamento come la prova di del periodo tale nesso - che è di morbilità prevale in re ipsa in caso sulla disciplina di licenziamento della risoluzione intimato dopo il del rapporto di lavoro superamento della soglia di comporto - deve essere fornita dal datore di lavoro qualora vi sia intimazione dopo un apprezzabile intervallo; in caso contrario, grava sul lavoratore. Per quanto poi concerne il calcolo del periodo di comporto, sia esso secco o per sommatoria, fissato in giorni o a mesi, si deve tenere conto anche dei giorni non lavorativi (domeniche, feste) o non lavorati (sciopero), cadenti nel periodo di assenza per malattia, dovendosi presumere la continuità dell’episodio morboso. Stesso non può affermarsi per le ferie, poiché al lavoratore deve essere comunque garantito per il principio della irrinunciabilità alle ferie - l’effettiva fruizione delle stesse: Il periodo di comporto è suscettibile di interruzione per effetto della richiesta del lavoratore di godere del periodo feriale; richiesta fondata sull’interesse fondamentale del richiedente alla conservazione del posto di lavoro e ad evitare la scadenza del periodo di morbilità. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 40 / anno 2 - numero 18 TRIBUNA DEL LAVORO 0 MASSIMARIO DEL DIRITTO DEL LAVORO Sezione del lavoro, sentenza 8 aprile 2004 - Pres. Senese - Est. Stile - P.M. Napoletano (concl. Diff.) Imposte e tasse - Irpef - Transazione relativa a un rapporto di lavoro - Somme percepite - Assoggettamento a tassazione nonché a ritenuta - Atto di transazione indicante l’importo da corrispondere senza specifica - Conseguenze - Ritenuta d’acconto operata dal datore Legittimità. In ordine al regime fiscale delle transazioni relative ad un rapporto di lavoro, a seguito della modifica apportata dall’art. 32 del d.l. n. 41 del 1995 (convertito in legge n. 85 del 1995) all’art. 16, primo comma del d.p.r. n. 917 del 1986, le somme percepite a seguito di transazioni, anche novative, intervenute in costanza del rapporto di lavoro o alla cessazione dello stesso sono da ritenere assoggettate a tassazione separata ai sensi dell’art. 16, primo comma, Tuir riformato, nonché a ritenuta a titolo d’acconto Irpef dovuta dai percipienti con obbligo di rivalsa, ai sensi dell’art. 23 Tuir. Pertanto, ove nell’importo della transazione non sia precisato che esso è dovuto al netto delle imposte, il datore di lavoro, quale sostituto d’imposta può operare la ritenuta prelevandola direttamente dall’importo da corrispondere al dipendente, ovvero, se corrisponde l’intero importo dedotto in transazione al dipendente versando autonomamente all’esattoria quanto dovuto a titolo di ritenuta d’acconto, ha poi diritto di rivalersi nei confronti del dipendente per l’importo corrispondente al versamento. Sezione del lavoro, sentenza 17 aprile 2004, n. 7342 - Pres. Ravagnani - Est. Battimiello - P.M. Sepe (concl. Conf.) Categorie e qualifiche - Contratto di lavoro - Individuazione delle mansioni spettanti al lavoratore - Obbligazioni accessorie assunte dal lavoratore al momento dell’assunzione o successivamente,nella dinamica del rapporto - Rilevanza. Nel rapporto di lavoro, che si protrae nel tempo, la volontà contrattuale resta iscritta in ogni atto di esecuzione del contratto; ne consegue che il contenuto del contratto individuale, quanto alla individuazione delle mansioni spettanti al lavoratore, è dato, oltre che dalle previsioni del contratto collettivo cui le parti abbiano fatto riferimento, anche dalle obbligazioni accessorie che il lavoratore abbia eventualmente assunto al momento dell’assunzione o successivamente, nella fase dinamica del rapporto. Sezione III, sentenza 27 aprile 2004, n. 7980 - Pres. Carbone - Est. Sabatini - P.M. Russo (concl. Diff.) Risarcimento del danno - Negazione o impedimento allo svolgimento delle mansioni - Lesione del diritto alla libera esplicazione della personalità nel luogo di lavoro - Configurabilità - Conseguenze - Danni patrimoniali e non Risarcibilità - Configurabilità di reato - Necessità - Esclusione. La negazione o l’impedimento allo svolgimento delle mansioni, al pari del demansionamento professionale integrano una lesione del diritto fondamentale alla libera esplicazione della personalità del lavoratore anche nel luogo di lavoro, determinando un pregiudizio che incide sulla vita professionale e di relazione dell’interessato, con una indubbia dimensione sia patrimoniale sia - a prescindere dalla configurabilità di un reato - non patrimoniale, che rende il pregiudizio medesimo suscettibile di risarcimento. Sezione del lavoro 29 aprile 2004, n. 8271 - Pres. Ianniruberto - Est. Mazzarella - P.M. Sepe (concl. conf.) Categorie e qualifiche - Demansionamento professionale del lavoratore - Violazione dell’art. 2103 c.c. - Diritto al risarcimento del danno - Prova del danno - Accertamento del giudice di merito Incensurabilità in Cassazione Limiti - Liquidazione equitativa ex art. 1226 c.c - Ammissibilità Difficoltà di pervenire alla quantificazione - Legittimità del rigetto della domanda - Esclusione. In caso di accertato demansionamento professionale del lavoratore in violazione dell’art. 2103 c.c., il giudice del merito, con apprezzamento di fatto incensurabile in cassazione se adeguatamente motivato, può desumere l’esistenza del relativo danno in base agli elementi di fatto relativi alla durata della qualificazione e ad altre circostanze del caso concreto, potendo procedere ad una autonoma valutazione equitativa del danno, rispetto alla quale non ostano né l’eventuale insuccesso di una c.t.u. disposta al fine di quantificarlo in concreto alla luce di criteri latu sensu oggettivi, né l’eventuale inidoneità e/o erroneità dei parametri risarcitori indicati dal danneggiato, dovendosi, per converso, ritenere contraria a diritto un’eventuale decisione di non liquet, fondata, appunto, sull’asserita inadeguatezza dei criteri indicati dall’attore o sulla pretesa impossibilità di individuarne alcuno, risolvendosi tale pronuncia nella negazione di quanto, invece, già definitivamente acclarato in termini di esistenza di una condotta generatrice di danno ingiusto e di conseguente legittimità di una richiesta risarcitoria relativa ad una certa res lesiva. Sezione del lavoro - 3 maggio 2004, N. 8350 - Pres. Sciarelli - Est. De Matteis - P.M. Nardi (concl. conf.) Appalto di prestazioni di lavoro subordinato - Disciplina ex art. 3, l. n. 1369/1960 - Responsabilità solidale dell’appaltante - Appalto di servizi ausiliari predisposti ai fini della realizzazione del ciclo produttivo dell’appaltante - Sussistenza - Ratio. Ai sensi dell’art. 3 della l. n. 1369 del 1960, la responsabilità solidale per periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 2 - numero 18 / 41 TRIBUNA DEL LAVORO appalto lecito sussiste anche quando l’appalto riguardi servizi ausiliari predisposti ai fini della realizzazione del ciclo produttivo dell’appaltante, dovendosi valutare tale inerenza con riferimento alle esigenze funzionali della produzione del bene o servizio, secondo le esigenze normative, statutarie, tecnologiche e di mercato al tempo dell’appalto. Sezione del lavoro - 11 maggio 2004, n. 8914 - Pres. Mattone - Est. Roselli P.M. De Augustinis (concl. conf.) Sanzioni disciplinari - Principio di immediatezza contestazione Ratio - Pendenza di un procedimento penale a carico del lavoratore - Irrilevanza. Il principio della immediatezza della contestazione disciplinare, la cui ratio riflette l’esigenza di osservanza della regola della buona fede e della cor- rettezza nella attuazione del rapporto di lavoro, non consente all’imprenditore di procrastinare la contestazione medesima, in modo da rendere impossibile o eccessivamente difficile la difesa del dipendente; né la pendenza di un procedimento penale a carico del lavoratore impedisce al datore di lavoro la contestazione immediata dell’illecito disciplinare, con eventuale sospensione del relativo procedimento fino all’esito del giudizio penale. Sezione del lavoro - 12 febbraio 2004, n. 2734 - Pres. Mattone - Est. De Renzis - P.M. Nardi (concl. diff.) Rinunce e transazioni - Disciplina ex art. 2113 c.c. -Applicabilità alla transazione riguardante diritti di natura retributiva come il compenso per il plus orario e relativi accessori - Sussistenza Ratio. Con riferimento alla disciplina dettata in tema di rinunce e transazioni, di cui all’art. 2113 c.c., (disponente l’invalidità di tali atti quando hanno per oggetto diritti del prestatore di lavoro derivanti da disposizioni inderogabili della legge o dei contratti ed accordi collettivi concernenti i rapporti di cui all’art. 409 c.p.c.), diritti di natura retributiva o risarcitoria indisponibili da parte del lavoratore non devono ritenersi soltanto quelli correlati alla lesione di diritti fondamentali della persona, atteso che la ratio dell’art. 2113 c.c. consiste nella tutela del lavoratore, quale parte più debole del rapporto di lavoro, la cui posizione in via ordinaria viene disciplinata attraverso norme inderogabili, salvo che vi sia espressa previsione contraria. Ne consegue che è annullabile la transazione riguardante diritti di natura retributiva come il compenso per il plus orario e relativi accessori. Operative le modalità per la concessione degli aiuti alla giovane imprenditoria (Tratto da: Il Sole 24 Ore - Guida Normativa Numero 190 quanto non potrà accedere alle agevolazioni chi già usufruisce di altri bonus. Le agevolazioni sono concedibili per l’acdel 19/10/2004) quisto di beni di investimento, ma anche per le spese di avvio i sono voluti quattro anni di attesa perché gli incentivi dell’iniziativa agevolata e per la formazione. Soggetti benefia favore dell’autoimprenditorialità trovassero le proprie ciari delle iniziative sono le piccole imprese, ai sensi della racregole pratiche. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficia- comandazione 96/280/Ce della Commissione europea e le le del decreto del ministero delle Attività produttive 250/2004 microimprese e piccole imprese, ai sensi della raccomandadiventano finalmente operative le nuove modalità applicati- zione 2003/361/Ce della Commissione europea (a decorve per la concessione degli aiuti riorganizzati dal Dlgs rere dal 1° gennaio 2005).Tuttavia, nel caso delle cooperati185/2000 (su «Guida Normativa» del 13 luglio 2000 n. 124). ve sociali già esistenti, sarà possibile estendere le agevolazioIl Dlgs n. 185 ha costituito una sorta di testo unico dei bene- ni anche alle medie imprese, secondo la definizione della racfici alle giovani imprese gestiti da Sviluppo Italia, l’agenzia nazio- comandazione 96/280/Ce della Commissione europea. I titonale per lo sviluppo di impresa e l’attrazione di investimenti. lari di quote o azioni delle società, le persone fisiche socie In particolare, il provvedimento ha gettato le basi per riordi- delle cooperative e gli imprenditori individuali agricoli non nare gli incentivi all’autoimpiego - come il prestito d’onore - potranno, dalla presentazione della domanda fino ai cinque e, appunto, all’autoimprenditorialità, cioè quelli destinati a anni successivi alla delibera di ammissione alle agevolazioni, società, cooperative sociali e agricoltori per la creazione di assumere la veste di titolari di quote o azioni di altre socienuove iniziative nella produzione di beni e servizi alle impre- tà parimenti agevolate. Le violazioni a tale prescrizione saranse, servizi in genere e agricoltura. Ma mentre per i primi era no punite da Sviluppo Italia con la revoca dei benefici. Lo spegià stato elaborato il regolamento (Dm 28 maggio 2001 n. ciale che «Guida Normativa» dedica all’argomento contiene 295, su «Guida Normativa» del 27 luglio 2001 n. 136), per i il testo del decreto corredato dai riferimenti normativi richiasecondi si è dovuto attendere finora. Il decreto n. 250, tra le mati a piè di pagina e un approfondimento degli esperti sugli altre cose, definisce i requisiti dei soggetti beneficiari, riba- aspetti più interessanti per le imprese che si apprestano a dendo il divieto di cumulo con altre forme agevolative in fruire dell’agevolazione. C periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 42 / anno 2 - numero 18 EBT L’EBT informa APPRENDISTATO L’EBT, per rispondere alle numerose richieste pervenute dalle aziende aderenti, intende sollecitare presso l’Amministrazione Provinciale di Roma un intervento per la realizzazione dei corsi di formazione obbligatoria per gli apprendisti, che preveda l’impegno totale o parziale delle risorse finanziarie necessarie e la convalida e certificazione del percorso formativo stesso. CORSI DI ITALIANO PER STRANIERI L’EBT ha intenzione di promuovere dei corsi di formazione di italiano per stranieri, rivolti ai lavoratori del settore, della durata di 50 ore, articolati in lezioni da due ore giornaliere una volta a settimana, con frequenza obbligatoria.Al termine del corso sarà rilasciato ai partecipanti regolare attestato di frequenza. Per ulteriori informazioni è possibile consultare la sezione del sito www.ebt.roma.it dedicata alla FORMAZIONE, oppure contattare l’EBT al n. 06.48907020 o inviare una e-mail a: [email protected] Organizzazioni datoriali aderenti all’EBT ANGEM TERRITORIALE C/O FIPE PROVINCIALE Via Properzio,5 - 00193 Roma • Tel.06/68437217 - Fax 06/68437310 APRA Associazione Provinciale Romana Albergatori Corso d’Italia,19 00198 Roma • Tel.06/8414105 - 06/8417728 - Fax 06/8845559 Giuseppe Roscioli AICA Sezione Industria del Turismo Viale Pasteur,10- 00144 Roma • Tel.06/5913523 - Fax 06/5910390 LuigiAntonio Bianchi ASSHOTEL Piazza Prati degli Strozzi,22 - 00195 Roma • Tel.06/39731284 - Fax 06/39731251 Eufemio Del Buono ASSORISTORAZIONE Via Properzio,5 - 00193 Roma • Tel.06/684371 - Fax 06/6874586 ARP Associazione Romana Pasticceri Piazza Monte Gennaro,16 - 00139 Roma • Tel.06/3574201 - Fax 06/6874586 Via Messina,19 - 00198 Roma • Tel.06/44250267 - Fax 06/44250268 Valter Giammaria FIAVET LAZIO ASSOPUB Associazione Romana Pub e Birrerie Viale delle Milizie,34 - 00192 Roma • Tel.06/3720193 - Fax 06/37355557 Via Castelfidardo,18 - 00185 Roma • Tel.06/4885051 - Fax 06/483509 Cinzia Renzi ASSOCIAZIONE ROMANA GELATIERI Via Properzio,5 - 00193 Roma • Tel.06/684371 - Fax 06/6874586 ASSOVIAGGI Via Messina,19 - 00198 Roma • Tel.06/44250267 - Fax 06/44250268 AntonioAlberti SILB Sindacato Italiano Locali da Ballo Piazza G.G.Belli,1 - 00183 Roma • Tel.06/583921 - Fax n.06/5818682 ASSORISTORANTI Associazione Provinciale Romana Ristoranti Via Properzio,5 - 00193 Roma • Tel.06/684371- Fax 06/68437267 Nicola Gaudenzino ASSOBAR Nazzareno Sacchi FIEPET Via Messina,19 - 00198 Roma • Tel.06/44250267 - Fax 06/44250268 Liborio Pepi Antonio Flamini SIB PROVINCIA DI ROMA C/O FIPE Piazza G.G.Belli,2 - 00183 Roma • Tel.06/583921 - Fax n.06/5818682 Fabrizio Fumagalli Organizzazioni sindacali aderenti all’EBT FAITA LAZIO c/o Campeggio SettebelloVia Flacca Km 3,600 - 04020 Salto di Fondi (LT) Tel.0771/599132 - Fax 0771/57635 FILCAMS-CGIL AlessandroAlla ASSOCAMPING Via Messina,19 - 00198 Roma • Tel.06/44250267 - Fax 06/44250268 Silvana Morini FISASCAT-CISL Andrea Plebani FIBA Via Messina,19 - 00198 Roma • Tel.06/44250267 - Fax 06/44250268 Via Buonarroti,51 - 00185 Roma • Tel.06/4467347 - Fax 06/4467351 Viale Cavour,57 - 00184 Roma • Tel.06/4819651 - Fax 06/484678 Amedeo Meniconi UILTUCS-UIL Mara Giomini Viale Cavour,184 - 00184 Roma • Tel.06/4819285 - Fax 06/4881219 Bartolo Iozzia