Metodologia di controllo
RIPARAZIONI DI MOTOCICLI E CICLOMOTORI
Codici attività: 50.40.3
Indice
1. PREMESSA ........................................................................................................................... 2
2. ATTIVITÀ PREPARATORIA AL CONTROLLO...................................................................... 4
2.1 Interrogazioni dell’Anagrafe Tributaria ......................................................................... 4
2.2 Altre interrogazioni e ricerche preliminari all’accesso ................................................ 4
2.2.1 - Controllo delle informazioni relative al soggetto presenti in Internet ...................... 5
3. METODOLOGIA DEL CONTROLLO..................................................................................... 6
3.1 L’accesso ........................................................................................................................ 6
3.2 Ricerche presso pubbliche amministrazioni ed enti privati ........................................ 8
3.3 Controllo del volume d’affari ......................................................................................... 9
3.3.1 - Tipologie di evasione............................................................................................. 9
3.3.2 - Ricerca e valutazione degli indizi di evasione........................................................ 9
3.3.3 - Ricostruzione del volume d’affari........................................................................... 9
3.3.4 - Indice di produttività per addetto ......................................................................... 14
3.4 Altri controlli e riscontri ............................................................................................... 14
3.5 Le indagini bancarie ..................................................................................................... 15
3.5.1 - Richiesta al contribuente degli estremi identificativi dei conti............................... 16
3.5.2 - Richiesta della copia dei conti agli istituti di credito e finanziari ........................... 16
CHECK LIST............................................................................................................................ 17
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Riparazione di motocicli e ciclomotori
50.40.3
1. PREMESSA
La presente metodologia, individuata dal codice attività 50.40.3 Riparazione di motocicli e ciclomotori, è
rivolta ai soggetti che effettuano interventi di ripristino della funzionalità di parti meccaniche ed elettriche.
Rientrano nell’attività di riparazione motocicli e ciclomotori tutti gli interventi di sostituzione, modificazione
e ripristino di qualsiasi componente, anche , in particolare, dei veicoli a motore, nonché l’installazione sugli
stessi di impianti e componenti fissi.
Il settore risulta caratterizzato dalla presenza quasi esclusiva di ditte individuali che operano in forma
artigianale, in cui l’opera viene prestata dal titolare, solitamente non coadiuvato nè da familiari, nè da
personale dipendente.
Gli spazi impiegati per l’esercizio dell’attività sono molto ridotti. Si tratta di piccole officine di riparazione,
diffuse capillarmente sul territorio, soprattutto nei comuni di minori dimensioni.
Di solito è presente un piccolo magazzino per i ricambi ad alta rotazione e di impiego frequente e un
ufficio o gabbiotto destinato all’accoglienza della clientela, costituita quasi esclusivamente da privati,
mancano, invece, spazi esterni.
La dotazione di beni strumentali è quella di base, essenziale e con un basso grado di specializzazione,
costituita in prevalenza da: fresa, pressa, compressore, idropulitrice, smonta gomme, carica batterie,
analizzatore gas di scarico, banchi da lavoro e da sollevamento.
A livello di medie e grandi officine operano invece società di persone, con il marchio di un produttore di
veicoli come struttura autorizzata all’assistenza tecnica, in cui di solito il titolare ed i soci vengono affiancati
da dipendenti, con mansioni produttive, qualifica generica ed alta specializzazione.
Le superfici dedicate all’attività sono piuttosto ampie e diversificate, destinate prevalentemente all’attività
operativa.
Spazi specifici vengono utilizzati anche per il magazzino e per gli uffici amministrativi con accesso alla
clientela, costituita principalmente da privati, come pure da società o enti, spesso convenzionati.
Vi è anche un’area esterna utilizzata per il deposito di motorini e ciclomotori.
L’attività di queste strutture non presenta particolari specializzazioni, ma generalità nel tipo di interventi di
meccanica generale e motoristica, riparazioni elettriche e di pneumatici, istallazione di accessori.
E’ disponibile un’ampia dotazione e manutenzione di beni strumentali di elevato valore e non indifferente è
il livello di spesa per il continuo aggiornamento del personale.
La Legge del 5 febbraio 1992, n. 122 (in G.U. del 19/02/1992, n. 41) recante disposizioni in materia di
manutenzione e riparazione di veicoli stabilisce gli assetti tecnico-giuridici degli operatori del settore, al quale
appartengono le attività di meccanica e motoristica, carrozzeria, elettrauto e gommista.
Il successivo D.M. del 30 luglio 1997, n. 406 del Ministero dei Trasporti e della Navigazione (in S.O. alla
G.U. del 28/11/1997, n. 278) recante dotazioni minime di attrezzature e strumentazioni di cui debbono essere
dotate le imprese esercenti attività di riparazione veicoli, completa il quadro tecnico-normativo di riferimento
entro il quale le attività in argomento sono tenute ad operare; lo stesso può costituire utile fonte informativa
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circa la struttura tecnica delle aziende del settore.
L’art. 12, comma 1, del D.Lgs. del 5 febbraio 1997, n. 22, istituisce l’obbligo della tenuta del registro di
smaltimento dei rifiuti tossici, che disciplina tutte le operazioni relative al carico e scarico di materiali tossici
(quali oli, filtri, pasticche freni, rottami ferrosi, batterie, ecc.) scartati da parte di coloro che, (come stabilito
all’art. 11, comma 3, del citato D.Lgs. 22/1997 e successive modificazioni ed integrazioni), vendono,
producono, raccolgono o smaltiscono detti rifiuti speciali, altamente inquinanti, e sono tenuti a comunicarne
annualmente quantità e caratteristiche qualitative.
Le principali fasi degli interventi di ripristino possono essere sinteticamente ricondotte alle seguenti
operazioni di:
¨
individuazione del guasto;
¨
smontaggio, riparazione, modificazione o sostituzione di componenti meccaniche o elettriche e loro
ripristino funzionale;
¨
verifica della validità dell’intervento effettuato (revisione e collaudo).
La realtà operativa del settore è in evoluzione; si sta infatti manifestando la tendenza ad operare interventi
di ripristino unitari sia con riguardo all’apparato elettrico che meccanico, sulla base di diagnosi
computerizzate.
Le officine di grandi e medie dimensioni possono offrire servizi che comportano l’intervento della
Motorizzazione Civile in particolare attraverso la revisione periodica.
E’ utile ricordare che, a volte, le officine meccaniche effettuano in proprio il recupero funzionale di moto
d’epoca o di modelli ormai fuori mercato per la successiva diretta rivendita. In presenza di dette attività i
verificatori procederanno all’opportuna enucleazione degli specifici componenti reddituali positivi e negativi da
sottoporre ad autonomo giudizio di congruità.
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2. ATTIVITÀ PREPARATORIA AL CONTROLLO
2.1 Interrogazioni dell’Anagrafe Tributaria
L’attività di controllo dovrà essere preceduta dalla raccolta dei dati e delle informazioni riguardanti il
soggetto da verificare. Si dovranno acquisire notizie in ordine alle eventuali segnalazioni da parte di altri Uffici
Finanziari o Comandi della Guardia di Finanza per irregolarità fiscali a carico del contribuente da verificare,
nonché elementi di accertamento.
Al riguardo, una prima fonte di notizie può essere acquisita dal sistema informativo dell’Anagrafe
Tributaria, sia in ambiente tradizionale che web, dal quale possono essere tratte le seguenti informazioni:
se trattasi di società:
¨
principali soci;
¨
notizie sui comportamenti dell’organo amministrativo;
¨
redditi dichiarati dalla società e dai soci (categoria e importo);
¨
esistenze di partite I.V.A., anche cessate, intestate ai soci;
¨
elementi indicatori della capacità contributiva dei soci;
¨
bilancio civilistico e relativi indici contabili;
se trattasi di persona fisica:
¨
reddito complessivo dichiarato negli ultimi anni;
¨
reddito d’impresa dichiarato negli ultimi anni;
¨
esistenze di partite I.V.A. cessate;
¨
elementi indicatori di capacità contributiva;
per tutte le tipologie di soggetti:
¨
data di inizio dell’attività;
¨
luogo di conservazione delle scritture contabili;
¨
posizione fiscale e dati relativi alle ultime dichiarazioni;
¨
precedenti fiscali: controlli già effettuati a qualunque titolo, segnalazioni, ecc.;
¨
notizie sulla sede legale e amministrativa;
¨
eventuali incrementi patrimoniali o altre manifestazioni di capacità contributiva del contribuente e dei suoi
familiari o dei soci della società (possesso di auto, imbarcazioni, residenze secondarie, ecc.);
¨
atti registrati relativi a compravendite di immobili, sottoscrizioni di aumenti di capitale, appalti, ecc.;
¨
precedenti controlli effettuati dall’ufficio o da altri soggetti;
¨
elementi rilevanti ai fini dell’accertamento in possesso dell’ufficio.
2.2 Altre interrogazioni e ricerche preliminari all’accesso
E’ opportuno riscontrare le informazioni acquisite dall’interrogazione all’A.T. con quelle desumibili dalla
banca dati della Camera di Commercio, dell’I.N.A.I.L. e dell’I.N.P.S., relativamente a:
¨
tipologia delle attività esercitate dal soggetto;
¨
luogo o luoghi di esercizio dell’attività;
¨
generalità del/i rappresentante/i legale/i della società;
¨
situazione giuridica del soggetto: normale attività, soggetto estinto, soggetto in liquidazione/fallito, ecc.;
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¨
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eventuale presenza di protesti a carico dell’impresa, sia nella provincia di residenza che nel resto d’Italia,
per valutare sia lo “stato di salute” dell’azienda che la prevedibile proficuità dell’azione accertatrice.
Un altro sintomo sullo “stato di salute” dell’esercizio può essere rappresentato dalla “visibilità” pubblicitaria
del soggetto, in quanto il relativo onere normalmente risulta proporzionale alle aspettative di crescita dei
ricavi.
Nella fase preparatoria al controllo può risultare utile verificare le inserzioni pubblicitarie presenti su
“Pagine Gialle” e “Pagine Utili”, al fine di acquisire notizie relative all’oggetto caratteristico dell’attività, alla
presenza di sedi decentrate, all’ambito territoriale entro il quale l’impresa svolge l’attività, ecc..
2.2.1 - Controllo delle informazioni relative al soggetto presenti in Internet
Al fine di raccogliere maggiori informazioni sul soggetto da sottoporre a controllo sarà utile verificare la
sua presenza in Internet.
Tale presenza potrà manifestarsi in vari modi: dalla semplice “pagina” con poche indicazioni, al “sito”
completo di cataloghi, listini, informazioni tecniche, ecc..
Per effettuare la ricerca è sempre opportuno partire da un indirizzo specifico del soggetto (dominio) e ci si
potrà avvalere dei cosiddetti “motori di ricerca”.
Il dominio in genere si identifica con la denominazione del contribuente seguita dall’estensione ad
esempio (.it), (.com), (.org).
I motori di ricerca contengono una finestra in cui è possibile digitare una o più parole per avviare una
ricerca sulla rete; il verificatore potrà digitare il nome/denominazione del soggetto e cliccare su “cerca”,
ottenendo una serie di collegamenti (link) e di pagine web contenenti la parola da lui cercata.
La presenza su internet riguarda soprattutto aziende strutturate ed articolate nell’offerta di servizi,
comunque, la mancata individuazione di un dominio specifico non significa, necessariamente, che il
contribuente è assente dalla rete, in quanto molte piccole aziende tendono a far “ospitare” le proprie pagine
in apposite aree di siti di grandi dimensioni generalmente gestiti da Internet Provider, i fornitori di accesso alla
rete, o società che specificamente curano tali servizi, ideando, costruendo e mantenendo i siti per conto terzi.
In questo caso si potrà tentare l'individuazione del soggetto mediante consultazione della banca dati della
Registration Authority del CNR di Pisa, che ha la gestione centralizzata dei domini “.it”; tale database è
consultabile dal sito www.nic.it.
La ricerca sarà effettuata con le diverse modalità consentite (consigliabile quella per nome e testo libero):
inserendo il nome/denominazione del soggetto da individuare, si potrà ottenere il nome di dominio
corrispondente.
Tra le informazioni consultabili vi sono quelle relative al soggetto che ha richiesto la registrazione del
nome di dominio, all’eventuale amministratore ed una breve descrizione dell’attività.
Si segnala, inoltre, che nel sito www.infoimprese.it è presente una banca dati contenente, per i soggetti
interrogati, alcune informazioni tratte dal registro imprese e l’eventuale link con cui operare la connessione.
È possibile accedere ad un motore di ricerca dei siti italiani con dominio, tramite il link di connessione
www.dominitaliani.it.
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3. METODOLOGIA DEL CONTROLLO
3.1 L’accesso
Tutte le operazioni di seguito descritte necessitano, per essere realmente efficaci ai fini delle indagini, di
un elevato grado di riservatezza, determinante per acquisire ogni elemento o documento utile per la
ricostruzione del reale giro d’affari.
I verificatori dopo aver adempiuto alle formalità di rito, procederanno a:
¨
reperire ed acquisire agli atti della verifica tutte le registrazioni ed i documenti contabili ed extracontabili
rilevanti ai fini del controllo (schedari dei clienti, quietanze, corrispondenza, indirizzi, agende, appunti,
preventivi di spesa, contratti o altra documentazione inerente “pacchetti di prestazioni”, tariffe relative ai
diversi servizi offerti, ecc.);
¨
acquisire i “floppy disk” e gli altri supporti magnetici rinvenuti. Se l'azienda si avvale di mezzi informatici,
si provvederà a visionare il programma di gestione ed a richiedere la stampa dell'elenco clienti. La lettura
di detti supporti magnetici potrà consentire la rilevazione di clienti, fornitori, incassi e pagamenti non
presenti in contabilità. Debita attenzione va riservata ai dati registrati nell'hard disk del personal
computer, utilizzato dal titolare dell'impresa o da soggetti aventi particolari responsabilità gestionali.
Si rammenta che se la parte non consente l’utilizzazione dei propri impianti e del proprio personale, i
funzionari che procedono all’accesso possono, ai sensi dell’art. 52, comma 9, del D.P.R. n. 633/72,
provvedere con mezzi propri alla elaborazione e lettura dei supporti magnetici (dischetti, CD rom, ecc.)
fuori dai locali aziendali.
Qualora vengano utilizzate chiavi di accesso o codici particolari a tutela del contenuto dei supporti
magnetici si potrà chiedere al titolare dell’azienda di eseguire le operazioni necessarie per accedere alle
informazioni in esso contenute.
Con la larga diffusione delle nuove tecnologie è sempre più frequente lo scambio di dati ed informazioni
tramite posta elettronica (E-mail). Tali informazioni desunte dalla casella di posta elettronica dell’azienda
possono avere rilevanza ai fini del controllo. A questo proposito si fa presente che i messaggi già “aperti”,
come per la normale corrispondenza attinente l’attività, sono direttamente acquisibili, mentre quelli non
ancora letti sono da trattare secondo quanto previsto dall’art. 52, comma 3, del D.P.R. n. 633/72 (si
evidenzia che in molti programmi di gestione della posta elettronica i messaggi aperti sono contraddistinti
da una icona raffigurante una busta aperta, mentre quelli non ancora letti da un titolo in grassetto);
¨
controllare l’esistenza di un eventuale sito internet non rilevato durante la fase preparatoria al controllo
dell’azienda, attraverso l’esame della documentazione reperita;
¨
rilevare il personale presente in azienda, individuando, oltre ai dati anagrafici, la data di inizio dell’attività,
il tipo di rapporto di lavoro, le mansioni svolte ed il tipo di specializzazione; tale rilevazione potrà rivelarsi
particolarmente proficua anche al fine di individuare professionalità sintomatiche della presenza di servizi
collaterali. I dati rilevati saranno confrontati con i libri obbligatori in materia previdenziale e del lavoro;
¨
rilevare il numero delle ore lavorate dal personale dipendente (dai fogli di presenza o dai libri paga);
¨
rilevare l’eventuale svolgimento di altre attività (rivendita di motocicli, ciclomotori e cicli provenienti da
concessionari, intermediazione nella vendita di moto tra privati, vendita di ricambi per moto) al fine di
accertare la tipologia dei servizi offerti. Per il controllo di tali attività si rinvia alla metodologia relativa al
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commercio di pezzi di ricambio per ciclomotori;
¨
rilevare le tariffe praticate per le diverse tipologie di prestazioni; in presenza di officine “autorizzate” per le
riparazioni di determinate marche di moto, acquisire il relativo tariffario; a tal fine, potranno essere
acquisite informazioni direttamente dai clienti presenti nell’azienda;
¨
rilevare il periodo e l’orario di apertura al pubblico;
¨
inventariare le moto (in attesa, in corso di intervento o pronte per la consegna) sia all’interno che in
eventuali spazi esterni;
¨
controllare la cassa per verificare se i valori rinvenuti (denaro, assegni, ricevute di carte di credito)
trovano riscontro con gli incassi complessivi e parziali certificati (scontrini, ricevute fiscali, fatture);
¨
rilevare quali carte di credito vengono accettate in pagamento, anche dalle etichette esposte sulle vetrine
o presso la cassa o da altri avvisi alla clientela;
¨
acquisire il registro di smaltimento dei rifiuti tossici (oli, filtri, pasticche freni, rottami ferrosi, batterie, ecc.);
¨
inventariare gli impianti, le principali attrezzature ed i macchinari utilizzati con particolare riguardo alle
strumentazioni a tecnologia avanzata da cui potrebbe essere possibile rinvenire dati relativi agli interventi
eseguiti o più in generale al numero degli utilizzi. E’ utile ricordare che il citato D.M. del 30 luglio 1997,
n. 406 elenca dettagliatamente le dotazioni degli operatori del settore;
¨
inventariare le giacenze di magazzino e classificare opportunamente i beni per categorie omogenee,
distinguendo, in particolare, i beni suscettibili di utilizzazione senza significativo impiego di manodopera
(olio motore, olio freni, filtri, candele, fusibili, fanalerie, lampadine, accessori, ecc.) da quelli che invece la
richiedono.
Dovrà altresì essere individuata l’eventuale presenza di beni non utilizzati per le riparazioni ma
direttamente commercializzati, come ad esempio gli accessori per moto;
¨
accertare che i beni rilevati in giacenza siano coperti da regolare fattura di acquisto, estendendo tale
importante indagine anche alle parti di ricambio (frizioni, cambi, testate, pasticche e dischi freni,
centraline di avviamento, ecc.) che al momento dell’accesso risultassero in fase di utilizzo sugli
automezzi in corso di riparazione. Potrebbe in tal modo emergere, oltre all’eventuale utilizzo di parti
acquistate senza regolare fattura, anche l’impiego, non infrequente, di parti provenienti da recupero
presso demolitori e non fatturate ovvero acquisite direttamente a nome del cliente;
¨
rilevare e controllare i dati utilizzati e dichiarati dal contribuente ai fini dell’applicazione degli Studi di
Settore. I controlli da effettuare sono esplicitati nella circolare del 13 ottobre 2000, n. 185/E;
¨
controllare l’esistenza e la corretta tenuta della contabilità;
¨
richiedere alla parte, con contestuale verbalizzazione delle dichiarazioni rese, notizie relative a:
·
tempo medio di occupazione della manodopera per le diverse tipologie di prestazioni;
·
percentuali di sconto ottenute dai fornitori;
·
tipologia di prestazioni rese alla clientela;
·
tariffe praticate alla clientela.
Le seguenti ulteriori rilevazioni potranno essere utili al fine di inquadrare la potenzialità reddituale
dell’esercizio:
¨
anno d’inizio dell’attività;
¨
titolo di possesso dell’esercizio;
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¨
costi sostenuti per l’utilizzo dei locali;
¨
rilevazione delle dimensioni dei locali e destinazione delle superfici;
¨
capitale complessivamente investito, valutando tra l’altro gli impegni finanziari assunti per gli investimenti
effettuati in macchinari per le eventuali attività collaterali;
¨
ubicazione (se in zona centrale o periferica, se in zona servizi o in zona a destinazione abitativa);
¨
premi di assicurazione contro i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività;
¨
comparazione dei consumi di energia elettrica (forza motrice) relativamente all’anno verificato ed ai tre
precedenti (da eseguire solo se ritenuta significativa in relazione alle modalità di svolgimento dell’attività).
3.2 Ricerche presso pubbliche amministrazioni ed enti privati
Uffici Provinciali della Motorizzazione Civile
Si tratta di Uffici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Dipartimento dei Trasporti Terrestri, che
svolgono numerosi compiti in materia di trasporti. Tali uffici provvedono, tra l’altro, all’espletamento delle
pratiche relative alla revisione periodica delle moto e dei motocicli.
E’ operativo, presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’Ufficio MOT 6 (per lo snellimento dei
numerosi compiti degli Uffici Provinciali della Motorizzazione Civile) cui sono collegati tutti gli uffici periferici. I
dati contenuti nelle singole pratiche espletate sono immessi in una banca dati cui è collegata la Pubblica
Sicurezza. Attualmente quasi tutte le pratiche sono predisposte per l’informatizzazione.
Le officine, che hanno ottenuto l’autorizzazione dalla Motorizzazione Civile, si occupano direttamente delle
pratiche relative alle revisioni periodiche, della trasmissione informatica dei dati all’Ufficio MOT 6 e della
conseguente trascrizione sul libretto di circolazione o di proprietà dell’avvenuta revisione del mezzo ed infine
della trasmissione dei dati a livello cartaceo agli Uffici Provinciali della Motorizzazione Civile.
Dietro formale richiesta rivolta agli Uffici Provinciali della Motorizzazione Civile, dove le pratiche sono
conservate ancora a livello cartaceo, o alla stessa Motorizzazione Civile, Ufficio MOT 6, è possibile avere un
elenco dettagliato delle officine autorizzate e delle pratiche evase ed avere un riscontro immediato tra il
lavoro eseguito sul mezzo (revisione periodica) e le generalità del proprietario della moto o del motociclo.
Per una migliore gestione dell’attività di controllo, tali elementi potranno comunque essere rilevati per una
pluralità di soggetti piuttosto che per un singolo, accentuando così il momento di programmazione
complessivo dell’attività di controllo da parte dell’ufficio e tendendo a minimizzare le difficoltà ed i tempi che il
reperimento dei dati di volta in volta può comportare.
Uffici Assicurativi
Considerazioni particolari merita il ruolo svolto dalle compagnie di assicurazione in occasione delle
liquidazioni dei sinistri ai loro clienti.
A tale proposito potrebbe rivelarsi utile un accesso presso gli assicuratori della zona per la consultazione
di atti relativi alla liquidazione di danni relativi a mezzi coinvolti in incidenti.
Un’analisi dei dati conservati dalle compagnie di assicurazione, sicuramente agevolata dalla presenza di
dettagli che solitamente mancano tra i documenti delle ditte verificate, consentirà di mettere a punto, con
maggior grado di affidabilità, la definizione dei rapporti tra ricavi e costi del materiale e della manodopera, utili
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ai fini della ricostruzione dei ricavi.
Si ritiene che per una migliore gestione dell’attività di controllo, i suddetti elementi potranno essere rilevati
in sede preventiva nella fase di programmazione delle verifiche o desunti dall’esperienza della prima verifica
su soggetti del settore, al fine di minimizzare le difficoltà ed i tempi che il reperimento dei dati di volta in volta
può comportare.
3.3 Controllo del volume d’affari
3.3.1 - Tipologie di evasione
La verifica dei ricavi dichiarati muoverà dai dati e dalle notizie acquisite nel corso del controllo e tenderà a
ricostruire l’effettiva entità, quantità e qualità, delle prestazioni rese dall’azienda.
Si possono ipotizzare i seguenti comportamenti, adottati spesso congiuntamente, strumentali
all’occultamento dei corrispettivi:
¨
totale occultamento dei corrispettivi conseguiti;
¨
sottofatturazione delle prestazioni rese.
3.3.2 - Ricerca e valutazione degli indizi di evasione
La verifica dei ricavi dichiarati muoverà dai dati e dalle notizie acquisite nel corso dell’accesso; l’obiettivo
del controllo è quello di ricostruire credibilmente i ricavi corrispondenti ai servizi effettivamente resi a fronte di
quelli annotati in contabilità e dichiarati, sia ai fini I.V.A. che delle imposte sui redditi.
Allo scopo di verificare l’attendibilità delle risultanze contabili si procederà in primo luogo a:
¨
controllare la cassa, confrontando il denaro e gli altri valori rinvenuti con gli incassi certificati a partire dal
giorno dell’ultimo versamento in banca. Si tenga al riguardo presente che una piccola differenza può
essere giustificata da esigenze di funzionamento della cassa che richiedono una giacenza minima (per
dare il resto, per esigenze improvvise, ecc.);
¨
controllare che gli assegni rinvenuti o le ricevute di carta di credito trovino riscontro con gli incassi
complessivi e parziali certificati;
¨
analizzare i corrispettivi risultanti dalle ricevute e dalle fatture, scomponendoli ed imputandoli secondo la
tipologia di lavori svolti: riparazioni, commercio, servizi accessori (recupero e commercio di moto usate);
¨
riscontrare che tutta l’attrezzatura e la manodopera rilevata al momento dell’accesso sia stata
regolarmente contabilizzata;
¨
esaminare le fatture di acquisto per accertare l’eventuale omessa contabilizzazione dei costi relativi ai
consumi essenziali (assicurazioni, energia elettrica, telefono, acqua, ecc.); tale circostanza consente di
presumere un’impostazione contabile poco aderente alla realtà aziendale;
¨
riscontrare che tutti gli elementi rilevati da documentazione extracontabile e da supporti elettronici trovino
corrispondenza nelle scritture contabili e documentali (brogliacci, schedari, ecc.).
3.3.3 - Ricostruzione del volume d’affari
In genere le imprese del settore, che svolgono esclusivamente riparazioni, hanno in magazzino limitate
scorte, preferendo acquistare di volta in volta quanto occorre.
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La tenuta informatizzata del magazzino, per le officine più strutturate e che offrono molteplici servizi,
semplifica le procedure di acquisto, segnalando al titolare le tipologie e le quantità di merce da ordinare.
Nel caso in cui il soggetto verificato tenga una contabilità di magazzino “automatizzata”, sarà utile
analizzarne il sistema di funzionamento, dal quale si potrebbero rilevare informazioni utili alla ricostruzione
del volume d’affari. In tal caso si provvederà anche a reperire il file relativo al magazzino, che potrà essere
trasferito in S.A.Ve. seguendo le istruzioni disponibili nella relativa guida operativa, al capitolo “import ed
export dei dati”.
La tenuta di un magazzino informatizzato non esclude la presenza di merci acquistate “a nero” nel
database di gestione merce (ciò è possibile in particolare per i pezzi di ricambio ad alta rotazione che,
essendo solitamente acquistati all’occorrenza, non necessitano di un controllo informatizzato delle giacenze).
Può risultare utile, ai fini del controllo, raccordare gli acquisti con i lavori eseguiti, contestualmente o dopo
un ragionevole lasso di tempo, allo scopo di riscontrare se c’è stata regolare emissione del documento
fiscale (ricevuta o fattura) e se sussiste congruità a fronte dei materiali impiegati nell’intervento di ripristino.
Così, ad esempio, se risulta acquistata una marmitta, una scatola del cambio, un carburatore, una
centralina elettrica, una batteria o un dispositivo di sicurezza, si dovrà reperire il documento che descrive e
quantifica il valore del servizio reso, analizzandone la congruità in relazione ai materiali ed alla manodopera
impiegati.
Questo tipo di indagine diretta potrà essere utilmente eseguita, a campione o integralmente, a seconda
delle dimensioni dell’azienda verificata.
Si dovrà, inoltre, valutare la congruità degli acquisti dei prodotti di consumo (ad esempio: olio, candele,
guarnizioni, lubrificanti) rispetto alle prestazioni contabilizzate. L’eventuale scarsa significatività degli acquisiti
documentati rispetto ai servizi forniti e/o alle caratteristiche dell’azienda (dimensioni, numero e qualità degli
addetti), potrà costituire indizio di acquisti in nero e di conseguente inattendibilità delle scritture contabili.
Sarà altresì utile procedere con metodo inverso: dalle fatture emesse potranno essere individuate le parti
di ricambio impiegate nella riparazione al fine di riscontrare la corrispondente fattura di acquisto.
Obiettivo ostacolo alla delineata metodologia può essere costituito dalla sinteticità della descrizione delle
prestazioni nella fattura o ricevuta emessa. In tal caso, si potrà ugualmente procedere all’indagine ricorrendo
al contraddittorio con la parte ed eventualmente anche con i dipendenti che hanno materialmente eseguito i
lavori, al fine di definire il reale contenuto della prestazione sia in termini di materiali che di manodopera.
L’esito del contraddittorio dovrà risultare dai verbali giornalieri.
Anche tali riscontri potranno essere eventualmente attuati a campione ovvero limitatamente agli interventi
di maggior valore.
I corrispettivi risultanti dalle fatture e ricevute fiscali emesse (il cui rilascio deve avvenire al momento della
consegna del mezzo riparato, anche se non è stato pagato il corrispettivo), dovranno essere analizzati
cercando di separare le prestazioni di manodopera dalle cessioni di materiali installati. Obiettivo della ricerca
è quello di stabilire il rapporto mediamente sussistente tra costo dei materiali impiegati nella riparazione/ricavi
e tra costo della manodopera/ricavi.
Il procedimento di disaggregazione dei valori contabili, obiettivo centrale dell’attività di verifica, è
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sicuramente utile alla formulazione di un ragionevole e motivato giudizio di congruità dei risultati.
In questa prospettiva, i consumi di forza motrice, gli acquisti dei materiali impiegati nelle riparazioni, i costi
della manodopera ed i ricavi registrati in contabilità, verranno distintamente rilevati per mese e riportati in un
semplice prospetto che consenta un immediato confronto dei valori per periodo.
Dall’analisi dei dati così rappresentati potrebbero emergere sfasamenti dai quali trarre, in quanto
relativamente apprezzabili, le dovute conclusioni.
Così, ad esempio, se in un determinato periodo all’ammontare degli acquisti dei materiali non
corrispondesse un correlato ammontare dei ricavi (calcolato sulla base dei rapporti precedentemente
accertati tra i due componenti), in assenza di plausibili giustificazioni, si potrà pervenire alla logica
presunzione di omessa fatturazione di una parte dei corrispettivi.
Allo stesso modo si dovrebbe operare con riguardo ai consumi di energia motrice e agli impieghi di
manodopera produttiva.
Al fine di dare ragionevolezza alle presunzioni, sarà opportuno tener presente il momento di formazione
dei ricavi, coincidente con l’ultimazione del servizio, che potrebbe anche essere fisiologicamente sfasato
rispetto al breve periodo.
Sarà bene, quindi, sottoporre ad ulteriore verifica le eventuali discordanze evidenziate, operando riscontri
anche su periodi allargati (bimestrali o trimestrali).
La congruità dei ricavi potrà essere verificata sulla base delle seguenti considerazioni ed elaborazioni:
a) materiali impiegati nelle riparazioni
Costituisce regola comune, ancorché di valore non assoluto, che al consumatore finale si addebiti per i
materiali impiegati un importo non inferiore a quello pieno di listino (in ogni caso la presunzione ha i
caratteri della ragionevolezza ed è agevolmente sostenibile in presenza di risultati particolarmente
deficitarii).
La maggiorazione lorda sarà pertanto misurabile in relazione allo sconto mediamente praticato dalle ditte
fornitrici, avendo cura di effettuare le opportune ponderazioni in relazione ai gruppi di beni con diverso
sconto e quindi diverso ricarico.
Di conseguenza il margine operativo lordo totale relativo ai beni impiegati nelle prestazioni (differenza tra i
ricavi ed i costi specifici) dovrebbe essere almeno pari al totale dell’importo degli sconti ottenuti dalle ditte
fornitrici.
Le effettive quantità di materiali impiegati potranno essere orientativamente ricostruite anche sulla base
del registro smaltimento dei rifiuti speciali.
L’esame dei dati in esso contenuti potrà fornire spunti per verificare la congruenza dei rapporti tra prodotti
smaltiti e prodotti sostituiti risultanti dalle ricevute fiscali emesse; a tal fine dovranno preventivamente
essere appurati i tempi e le modalità di smaltimento.
Così, ad esempio, lo smaltimento dei prodotti ferrosi può consentire raccordi con i pezzi di ricambio
sostituiti, rilevabili dalle fatture o ricevute emesse in un determinato periodo, avvalendosi all’occorrenza
anche dell’opportuno contraddittorio con la parte. Per tale indagine si deve tuttavia aver riguardo agli
intervalli di tempo intercorrenti tra le operazioni di smaltimento dei prodotti, atteso che la raccolta da parte
delle ditte specializzate può avvenire per periodi più o meno lunghi e per quantitativi complessivi di peso.
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Si deve inoltre tener presente che alcune case motociclistiche, al fine di evitare possibili speculazioni da
parte delle officine “autorizzate”, che potrebbero riutilizzare pezzi sostituiti dopo le opportune rigenerazioni,
impongono la restituzione di tutti i ricambi rimpiazzati. In ogni caso, appositi servizi ispettivi vigilano sulla
regolarità del rapporto, retto dal principio fiduciario;
b) manodopera
I corrispettivi per le prestazioni di manodopera, preventivamente individuati, possono essere divisi per la
tariffa media oraria praticata, da ponderare in presenza di tariffe diverse per blocchi di prestazioni
(prestazioni in garanzia, in convenzione, a tariffe concordate, libere, ecc.) al fine di determinare il numero
delle ore complessivamente addebitate ai clienti per il servizio di riparazione.
Tale dato deve essere raffrontato con il totale delle ore ordinarie e straordinarie prestato nell’anno dai
lavoratori dipendenti e dagli altri addetti (familiari, soci, ecc.) operanti nell’azienda.
Eventuali apprezzabili differenze dovranno essere giustificate, anche in contraddittorio con la parte,
tenendo tuttavia conto che:
¨
il monte ore utilizzato per le riparazioni può risentire del possibile ridotto impegno del titolare, dei familiari
e dei soci addetti all’amministrazione oppure a servizi non direttamente connessi con la produzione. A
tale proposito ed a titolo orientativo, si può considerare che l’apporto del titolare alla produzione diretta
diminuisce all’aumentare del numero dei dipendenti e può ritenersi nullo quando questi superano le 8-10
unità;
¨
abbattimenti del 10-20% per pause e dispersioni di tempo potranno essere, altresì, applicati al monte ore
lavorativo rilevato, limitatamente ai periodi dell’anno di accertato minore impegno;
¨
apprendisti e dipendenti assunti con contratti di formazione dovranno essere prudentemente valutati,
quanto alla resa produttiva, anche sulla base delle affermazioni del titolare o del socio responsabile
dell’organizzazione del lavoro.
Il procedimento sopra delineato può essere applicato anche con riferimento ad un limitato periodo di
tempo. In tal modo sarà possibile distinguere i periodi tradizionalmente caratterizzati da un rallentamento
dell’attività produttiva da quelli di più intenso impegno.
L’analisi può utilmente effettuarsi anche confrontando le ore addebitate in fattura o ricevuta in un periodo
(mese, bimestre, trimestre) con le ore lavorative produttive disponibili nel medesimo periodo.
A conclusione degli approfondimenti operati, gli eventuali differenziali tra le ore addebitate ai clienti ed il
monte ore disponibili, che risultassero non ancora adeguatamente motivati potranno costituire fondamento
per la legittima presunzione di mancata fatturazione di ricavi, applicando la tariffa media oraria
preventivamente individuata.
Per valutare la congruità delle tariffe orarie applicate è utile acquisire i dati di quelle stabilite dalle case
motociclistiche per le prestazioni in garanzia e per l’assistenza (cosiddetto “prezzo chiaro”) nei casi di officine
autorizzate.
Per le piccole officine generalmente non “autorizzate” la congruità delle tariffe orarie potrà essere
verificata anche sulla base di quelle esposte al pubblico o fatturate nei confronti dei clienti che presentano
una elevata affidabilità fiscale.
In presenza di strutture con attività complessa nelle quali coesistono prestazioni in regime di libero
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mercato con prestazioni “in garanzia”, in convenzione con società od enti ed altre comunque regolate da
tariffe orarie concordate, è necessario che i verificatori, al fine di rendere sostenibili gli esiti della ricostruzione
indiretta dei ricavi, procedano alle opportune disaggregazioni del monte ore addebitato alla clientela in
relazione alle diverse tipologie di prestazione.
Le eventuali eccedenze del monte ore utilizzabili rispetto al totale delle ore addebitate alla clientela,
saranno quindi attribuite all’attività in regime di libero mercato.
Per quanto riguarda le revisioni periodiche delle moto e dei motocicli, può accadere che il cliente si rivolga
al proprio meccanico di fiducia e che questi, effettuati sul mezzo gli interventi in materiali e manodopera
eventualmente necessari, chieda un ulteriore compenso (“commissione”), difficilmente quantificabile o
riscontrabile (in documentazione), per portare la moto o il motociclo presso un centro autorizzato alla
revisione e farlo revisionare.
Nel caso in questione, è possibile che non venga emessa la documentazione fiscale relativa a tutti o parte
dei servizi resi (riparazioni, pezzi di ricambio, manodopera, trasporto del mezzo ed assistenza revisione).
L’officina autorizzata conserva, invece, la documentazione dell’avvenuta revisione, che in tempo reale
viene trasmessa al centro informativo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ufficio MOT 6, ma
nulla rimane documentato con riferimento all’intervento del meccanico di fiducia.
Una volta raccolti, presso l’Ufficio MOT 6, con le modalità descritte al punto 3.2, i dati relativi ai clienti che
hanno effettuato la revisione periodica nell’officina autorizzata soggetta a controllo, può essere utile ai
verificatori inviare questionari ai clienti per avere conferma delle prestazioni di servizio effettuate sul mezzo,
per venire a conoscenza di chi ha effettuato il servizio e degli importi realmente pagati.
Nel caso in cui invece il proprietario porta personalmente la propria moto a revisionare, presso un’officina
autorizzata, ed il mezzo non supera la revisione, le motivazioni vengono riportate nella documentazione
trasmessa in tempo reale al centro informativo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ufficio MOT
6. Nell’eventualità di una revisione negativa, è utile inviare questionari per assumere le informazioni relative ai
lavori che il cliente ha poi dovuto necessariamente effettuare sul mezzo ai fini di una seconda revisione.
Può essere proficuo, inoltre, inviare questionari ai fornitori dell’officina, per esaminare la documentazione
relativa ai pagamenti effettuati dall’impresa verificata (con l’indicazione del numero dell’assegno e della
banca trassata), alla ricerca di eventuali assegni ricevuti da clienti per prestazioni non contabilizzate e “girati”
dall’impresa al fornitore.
Si ricorda che il comma 3, dell’art. 62-sexies, del D.Lgs. del 30 agosto 1993, n. 331, consente la rettifica
del reddito d’impresa anche in presenza di assetti contabili apparentemente ineccepibili, qualora siano
riscontrate gravi incongruenze tra i ricavi dichiarati e quelli desumibili dalle caratteristiche e condizioni di
esercizio della specifica attività svolta. A tal fine anche il calcolo dell’indice di produttività per addetto
(ricavi/numero medio di addetti), l’andamento dei consumi di energia elettrica, la superficie utilizzabile dei
locali, i quantitativi dei rifiuti speciali smaltiti, analizzati mettendo a confronto più periodi d’imposta, potranno
rappresentare indizi di valido sostegno alla costruzione del risultato economico fiscale, da contrapporre a
quello contabile.
Inoltre l’esame dei dati e delle informazioni, eventualmente assunti presso le compagnie di assicurazioni,
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potrà fornire ulteriori elementi a riscontro.
In concreto si potrà così aggirare l’ostacolo costituito da fatture o ricevute con insufficiente descrizione dei
lavori eseguiti ed operare, quindi, un più adeguato computo dei costi di materiali e manodopera addebitati,
sulla cui base poter riscontrare la congruità dei ricavi complessivi.
Le distinte incidenze dei costi della manodopera e dei materiali sui ricavi, che potranno ottenersi dalla
predetta analisi, risulteranno preziose per il loro grado di affidabilità e potranno essere proiettate, con gli
opportuni adattamenti, sui dati globali dell’attività verificata.
Fondamentale importanza assume anche la valutazione delle attrezzature utilizzate (ponti sollevatori,
diagnosi elettronica, banco prova iniettori, tester, analizzatore gas di scarico, banchi prova freni, ecc.) e la
congruità dei ricavi attribuibili in relazione alla loro capacità produttiva ed al loro effettivo impiego.
E’ da verificare, infatti, se tra i corrispettivi addebitati alla clientela sono presenti, in misura
presumibilmente remuneratoria dell’investimento effettuato, prestazioni comportanti l’utilizzo di uno speciale
impianto o di una particolare attrezzatura, specie se di recente acquisizione.
Tra le strumentazioni di avanzato livello tecnologico possono essere rinvenute centraline elettroniche di
diagnosi nelle quali potrebbero risultare registrati tutti i dati degli interventi e dei relativi clienti o almeno il
numero degli utilizzi. La loro acquisizione rivestirà particolare interesse per lo svolgimento dell’indagine
fiscale.
3.3.4 - Indice di produttività per addetto
Il numero di addetti all’interno di un’attività commerciale è in stretta correlazione con la dimensione
dell’attività stessa.
Potrebbe, dunque, essere utile calcolare l’apporto di ciascun addetto in termini di ricavi:
Ricavi al netto dell’I.V.A.
I =
numero addetti
I = indice di produttività per addetto
Il risultato di detto rapporto dovrà essere coerente con l’assunto logico secondo cui ad ogni addetto
devono corrispondere ricavi che consentano un margine sufficiente a coprire almeno la rispettiva
remunerazione.
A tal fine, sarà utile determinare l’intero costo aziendale per i dipendenti e la remunerazione corrisposta
agli addetti.
Qualora ci si trovi di fronte ad un costo per addetto sproporzionato rispetto al fatturato prodotto sarà
necessario indagare su eventuali vendite “in nero”.
3.4 Altri controlli e riscontri
Un’ultima serie di indizi può essere considerata al solo fine di valutare l’attendibilità della dichiarazione
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ovvero la congruità minima di quanto accertato in base agli elementi in precedenza descritti.
Il capitale investito nell’azienda (macchinari, impianti, attrezzature, magazzino, immobili, ecc.), il possesso
a titolo di proprietà dei locali utilizzati per l’esercizio dell’attività e la retribuzione figurativa del titolare e degli
eventuali soci impegnati a tempo pieno nell’azienda, costituiscono altrettanti elementi aventi un carattere
indiziario. Si può infatti porre a confronto il reddito dell’impresa con quello conseguibile da un impiego
alternativo dei fattori produttivi che concorrono a realizzarlo.
In altri termini il reddito dichiarato non dovrebbe mai collocarsi (quantomeno in modo ricorrente e
tendenziale) al di sotto di quello costituito dalla somma di:
¨
proventi ottenibili da un impiego alternativo (ad esempio in titoli di stato) del capitale investito
nell’azienda;
¨
fitto figurativo dei locali (ovviamente se di proprietà) ove si svolge l’attività;
¨
retribuzione conseguibile, in posizione di lavoro dipendente, nello stesso settore di attività.
Eventuali scostamenti negativi perduranti nel tempo, devono essere considerati contrari ad ogni logica
economica e contribuiscono a rafforzare il giudizio di inattendibilità sostanziale delle risultanze contabili,
ovvero a convalidare la ricostruzione dei ricavi operata con i controlli descritti nei precedenti paragrafi.
Altri elementi indiziari, come specificato nella parte dedicata alle attività preliminari, possono essere
costituiti da manifestazioni di capacità contributiva (possesso di auto, imbarcazioni, acquisto di immobili,
ecc.), riferibili al titolare dell’impresa e/o ai soci, particolarmente stridenti con l’ammontare del reddito
dichiarato.
In tale caso, soprattutto qualora non sia stato possibile effettuare una convincente ricostruzione del
volume d’affari, si potrà procedere, sia pure ai soli fini dell’imposizione diretta, all’accertamento sintetico del
reddito complessivo delle persone fisiche in vario modo coinvolte nella gestione dell’impresa, secondo la
procedura di cui all’art. 38, comma 4, del D.P.R. n. 600/73.
3.5 Le indagini bancarie
Gli accertamenti bancari costituiscono uno strumento molto incisivo per l’esame della posizione fiscale del
contribuente, in particolare delle persone fisiche, delle associazioni tra professionisti, delle società di persone
e delle società di capitale a ristretta base azionaria.
Il loro impiego deve rispondere a principi di economicità e di prevedibile proficuità dell’azione di controllo.
L’indagine bancaria è certamente consigliabile in presenza di gravi indizi di evasione, ovvero qualora
permanga un significativo divario tra il volume d’affari ed i redditi determinati in base alla metodologia in
precedenza descritta e quanto fondatamente attribuibile al contribuente sulla base delle condizioni di
esercizio dell’attività, della sua potenziale capacità reddituale, della consistenza del suo patrimonio ovvero di
altri elementi di valutazione.
Peraltro, la Legge 28 dicembre 1995, n. 549 consente di graduare l’indagine in relazione sia all’entità degli
indizi di evasione riscontrati che alle esigenze di progressivo approfondimento del controllo eventualmente
scaturite dall’analisi degli elementi acquisiti nel corso della verifica.
Sono quindi delineabili diversificati percorsi d’indagine, che potranno essere seguiti anche in via
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alternativa.
3.5.1 - Richiesta al contribuente degli estremi identificativi dei conti
(artt. 32, 1° comma n. 6-bis del D.P.R. 600/73 e 51, 2° comma n. 6-bis del D.P.R. n. 633/72)
In tal caso viene richiesta alla parte, previa autorizzazione del Direttore Regionale dell’Agenzia delle
Entrate, la dichiarazione della natura, del numero e degli estremi identificativi dei rapporti intrattenuti con
aziende di credito, con l’amministrazione postale, con società fiduciarie ed ogni altro intermediario finanziario.
Di conseguenza agli operatori finanziari segnalati dovrà essere richiesta la copia dei conti denunziati dal
contribuente e l’indicazione di tutti gli altri eventuali rapporti con lui intrattenuti.
3.5.2 - Richiesta della copia dei conti agli istituti di credito e finanziari
(artt. 32, 1° comma n. 7 del D.P.R. n. 600/73 e 51, 2° comma n. 7 del D.P.R. n. 633/72)
Indipendentemente dall’esercizio della facoltà di cui al punto precedente, i verificatori possono richiedere,
sempre previa autorizzazione del Direttore Regionale dell’Agenzia delle Entrate, la copia dei conti
direttamente agli istituti di credito ed agli intermediari finanziari.
Tale modalità d’indagine appare particolarmente opportuna quando siano stati frapposti ostacoli all’azione
dei verificatori o dell’ufficio, ovvero quando le violazioni e le omissioni e le false indicazioni contabili siano
così gravi e i dati a disposizione così scarsi, da rendere difficile la ricostruzione degli imponibili fiscali.
Le indagini dovranno comunque essere condotte secondo selezionate opzioni investigative che
restringano la forbice costi-benefici dell’azione di accertamento (banche che hanno sportelli nella città ove
operano il contribuente e i suoi familiari più stretti, nelle province contigue, nel luogo di nascita, nella località
ove possiede residenze secondarie o comunque dove si supponga l’esistenza di conti).
L’indagine può coinvolgere anche altri soggetti (familiari e non) motivatamente sospettati di essere
intestatari di comodo di conti riferibili al contribuente o di cui il medesimo abbia la disponibilità.
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