Lunedì 30 maggio 2011 Speciale Lusso & Moda QUESTIONE DI ELEGANZA di ANNA PAOLA MERONE C oco Chanel, la stilista che più di tutte ha rivoluzionato l’immagine femminile con la sua moda, non ha mai avuto dubbi. «Amo il lusso — amava ripetere —. Esso non giace nella ricchezza e nel fasto, ma nell’assenza della volgarità. La volgarità è la più brutta parola della nostra lingua. Rimango in gioco per combatterla». E dunque? «Dunque l’eleganza non consiste nell’indossare un vestito nuovo» affermava sicura madame Coco, che aggiungeva sferzante: «la moda passa, lo stile resta». E forse il lusso è proprio questo: una sublimazione dello stile. La capacità di interpretare la moda andando oltre i tempi, le circostanze, le tendenze. In tempi più moderni il couturier italo-francese Emanuel Ungaro ha dato una sua personale interpretazione del tema. «Il lusso è una questione di mezzi — ha detto — l’eleganza è un fatto di educazione. Credo che ogni donna possa fare della propria vita un capolavoro senza essere vittima della moda». Insomma non basta possedere una borsa firmata, un paio di scarpe trendy, un tailleur di ottimo taglio. Occorre qualcosa di più, qualcosa di altro. Occorre essere consapevoli delle proprie potenzialità e dei propri limiti. E mettere insieme a questa consapevolezza una buona dose di cultura, che possa insegnare d’istinto come muoversi, quando osservare gli altri senza farsi notare, come presentarsi in pubblico. Il lusso, quello vero, è un concetto impalpabile. E’ la voglia di concedersi una bottiglia di ottimo vino, stappata a casa, per accompagnare un piatto semplicissimo. E’ indossare biancheria intima fatta realizzare su misura, magari in filati naturali, che carezzi il corpo per una giornata intera. Il lusso è un pigiama di seta, una crema per il corpo sensazionale, una vacanza di soli due giorni ma a livelli altissimi. Il lusso non ha nulla a che fare con atteggiamenti snobistici, con le bizze dei nuovi ricchi, con l’ostentazione. Lusso è anche un gadget tecnologico che possa semplificare la vita. O una borsa che possa essere considerata una icona. Scelta per il gusto di regalarsi qualcosa di speciale. Ma lusso è anche trovare il tempo per trascorrere qualche giorno in una spa. O, perché no, lasciarsi tentare da un gioiello. Un pezzo d’autore, ma indimenticabile, speciale, unico. Con pietre purissime e una incastonatura originale. Lusso è una poltrona ordinata secondo le proprie esigenze, con tessuti o pellami esclusivi. O un sigaro fatto realizzare in base al proprio, personalissimo, gusto. Lusso è una festa ordinata su misura, facendo convergere i propri ospiti in un luogo per una sera trasformato in un set cinematografico oppure in un castello. Per vivere un compleanno al cinema o in una fiaba. Perché la strada maestra è proprio questa: personalizzazione, unicità, cura dei particolari. Fornire alla clientela servizi di altissimo livello è la sfida di tutti quelli che propongono oggetti di lusso hanno iniziato a porsi. La differenza la fa il valore aggiunto. Tutto quel che c’è intorno ad un unico oggetto che deve avere una allure realmente speciale. Un oggetto che vada oltre le mode e che, come diceva madame Coco Chanel, possa realmente essere dalla parte opposta della volgarità. Non fastoso, non simbolo di ricchezza, ma essenzialmente in grado di regalare una emozione senza tempo. Insomma, il lusso non è un eccesso di lifting, di trucco, di tacchi, di pizzi neri ad un matrimonio. Limite: questa è la parola d’ordine per ambire ad essere donne e uomini di stile che possano interpretare il lusso secondo i canoni contemporanei. E «un po’ meno di tutto» è un buon inizio. Anche nella vita sociale. Con l’estate alle porte va ricordato, a chi va per mare, che ostentare un barcone oversize per aggirarsi nel Golfo con atteggiamenti da nuovo ricco russo non è sinonimo di lusso. Ma solo di volgarità. L’eleganza non è forma, ma sostanza. Non è una convenzione, ma una forma sublime di educazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA 2 Lunedì 30 Maggio 2011 Corriere del Mezzogiorno NA Parla il designer Angelo Garini: «I siti più ameni? Capri, Positano, Ravello e Posillipo» Architetture wedding Le location più ambite Campania, il fascino dei luoghi dove sposarsi O spite d’onore e padrone di casa al tempo stesso. Volto del piccolo schermo grazie ad un seguitissimo programma di Real tv, «Wedding planner», che lo ha fatto conoscere anche a chi non credeva che fare l’organizzatore di matrimoni fosse un lavoro reale, faticoso, impegnativo e concretissimo. Angelo Garini, architetto e wedding designer, sabato scorso ha preso parte all’inaugurazione a Paolisi (in provincia di Benevento) del Samnium resort, per il quale — da architetto — ha curato il restyling e dove progetterà in esclusiva tutti gli eventi e i matrimoni. L’approccio alla creazione e al progetto di Angelo Garini si racchiude in un’unica espressione che guida da sempre il suo percorso professionale «fare della propria vita un’opera d’arte», trasformando ogni momento speciale in un momento che ama definire «glorioso». Da dove parte il progetto creativo? «Parte sempre dall’ascolto della storia personale, dai bisogni e dai gusti del committente, in modo che aspirazioni e sogni prendano corpo nell’allestimento della festa, della casa o del matrimonio con forme, colori, materiali e oggetti. Sia nella preparazione di una festa, che di un matrimonio, che nell’arredamento di un’abitazione, la guida è l'amore per ciò che il committente ritiene sia il bello, il piacere di vivere, il godere della propria casa, il piacere di accogliere». Lei come si pone nei confronti degli sposi? «Non suggerisco, ma interpreto». Lei è architetto, wedding planner e cosa altro? «Opero in diversi ambiti, ma con il medesimo approccio. Spaziare dal mondo dell’antiquariato a quello della messa in scena di una serata mondana non mi preoccupa, ma rappresenta uno stimolo ad esprimersi al meglio con creatività artistica, che continuamente si rinnova, adeguandosi sempre però alle richieste ricevute e alle tendenze del momento». Ci sono regole? «L’unica regola è mescolare senza regole, in un gioco di contrasti e accostamenti, la storia e le passioni, liberando da obblighi di rispetto di simmetria ed equilibrio appa- rente». In Campania ci sono molte location di pregio per sposarsi? «La Campania è la regione nella quale lavoro di più. I luoghi più ameni sono di certo Capri, Positano e Ravello, la magica Ravello. Ma in genere lavoro molto anche per matrimoni da allestire in belle ville di Posillipo o all’interno della regione. Diciamo pure che la Campania ha zone con un appeal internazionale. A me è capitato di organizzare matrimoni molto belli, con ospiti e sposi in arrivo anche dagli Stati Uniti». Trova che ci sia troppo «barocco» nelle richieste che le arrivano dal Mezzogiorno? «Nemmeno io sono asciutto e poco barocco, quindi va benissimo così. Chi viene da L’architetto Sopra, Angelo Garini; nella foto in alto, uno scorcio degli allestimenti realizzati per il Samnium resort me, sia che provenga dall’Italia del Nord, dall’estero o dal Sud sa che io lavoro in un certo modo. Io organizzo matrimoni tradizionali, con attenzione al dettaglio, cura per l’ospite che viene da lontano. Organizzo feste memorabili... Io dico sempre che chi viene da me fa una scelta a priori e sa che io posso accogliere tutte le richieste per una tipologia di matrimonio tradizionale dove ci sia una ricchezza di allestimenti». Per chi decide di non sposarsi in chiesa? «Per un matrimonio fastoso ci sono diverse alternative, anche se non ci si sposa in Chiesa. Non è necessario prevedere la cerimonia in Comune, ma ambientarla magari all’interno di un parco, a casa quando possibile. Le nozze devono essere un momento unico anche se non vengono organizzate in chiesa». Abiti lunghi al mattino per le invitate, cascate di paillettes per signorine che sposano in campagna. E’ possibile indirizzare le scelte di chi va troppo oltre le regole? «Io ho una committenza corta. Chi viene da me conosce bene le regole, sa come ci si deve vestire. Così diventa facile la collaborazione, che è su un piano paritario. Io dico sempre che si devono affiancare gli sposi, non tirandoli, nè spingendoli. Anzi, a Napoli ho la possibilità di vedere signore di grandissima eleganza. Una eleganza d’altri tempi, d’alta moda che altrove si è un po’ persa». Anna Paola Merone © RIPRODUZIONE RISERVATA Capri E’ un luogo dove ci sono moltissime location per sposarsi. Sull’isola azzurra arrivano anche molte coppie dagli Stati Uniti Positano Atmosfera intima, raccolta, ma tuttavia internazionale. Un luogo fra cielo e mare che offre molti spunti per nozze da favola Ravello Una meta ultrachic per un matrimonio elegante, in un contesto mozzafiato, che va curato in ogni più piccolo dettaglio 3 Corriere del Mezzogiorno Lunedì 30 Maggio 2011 NA Dalle dritte dei personal shopper alle feste in cui barattare i vestiti Il nuovo shopping Cambiare look con le amiche o con l’esperto R Sopra e sotto, due momenti di uno «swap party» in cui scambiare abiti e oggetti innovare il proprio guardaroba, di questi tempi, è senz’altro un lusso per pochi. Così, come scegliere nuovi capi e accostamenti insoliti, divertendosi a osare e a cambiare la propria immagine. Lusso del lusso, poi, è quello di affidarsi a un «personal shopper», ovvero un professionista qualificato che, dietro pagamento, aiuta altre persone a scegliere e a comprare oggetti di qualsiasi tipo, abbigliamento ma anche pezzi di arredamento, fino ai regali per le ricorrenze altrui e quant’altro. Le opzioni sono due: farsi accompagnare fisicamente nei punti vendita, dove il personal shopper somministra debitamente consigli e dritti, oppure delegarlo ad acquistare gli oggetti per proprio conto. Quest’attività, da poco diffusa in Italia, sta diventando sempre più in voga tra i giovani, e non è raro trovare professionalità di questo tipo soprattutto nelle grandi città come Roma, Milano o Torino. Anche a Napoli cominciano a specializzarsi in questo campi e nascono i primi corsi per intraprendere questa professione. Fra i diversi siti, c’è quello www.personalshoppernapoli.it, dove si ha la possibilità di visionare in anteprima i tour di shopping proposti, dai grandi centri commerciali alle botteghe artigiane fino ai mercatini del territorio. I clienti, in genere, sono persone abbienti, in carriera e molto impegnate o che gravitano intorno al mondo della moda e dello spettacolo, e in ogni caso, con poco tempo a disposizione. Negli ultimi anni sono molte le aziende multinazionali che hanno scelto questa figura anche per delegarle l’arduo compito di scegliere fornitori qualificati per la creazione di prodotti e di beni, di buon livello e nel contempo a prezzi competitivi. Il personal shopper, così, trova lavoro anche in lussuosi negozi e non solo, per consigliare la clientela sugli abiti migliori gli oggetti di arredamento o lo stile più appropriato in base alle caratteristiche del cliente. Che viene accompagnato presso show-room e piccole botteghe artigiane, o ancora outlet, mercatini, gioiellerie e pelletterie, negozi di antiquariato o di porcellane rare. Le principali caratteristiche che si devono possedere per intraprendere questa professione sono: buona cultura e conoscenza delle lingue (soprattutto l’inglese) in caso di clienti stranieri, modi gentili, affabili e simpatici, gusti raffinati, capacità di ascolto e la diplomazia, nonché di relazionarsi con persone di alto livello sociale. Infine, avere in mente una «mappa» degli indirizzi da proporre ed essere armati di una buona dose di pazienza. Altra possibilità, per tasche meno voluminose, è quello dello «swap party», ovvero feste e incontri in cui si barattano capi d’abbigliamento, oggetti, accessori, complementi d’arredo. Organizzati in casa o ufficio per amiche e colleghe o La tendenza Le patite della moda si affidano sempre più spesso a un «personal shopper» per i propri acquisti ancora in club e locali, offrono la possibilità di scambiare accessori per rinnovare il proprio guardaroba a costo zero. Vi siete stufate di una borsetta? Magari qualcun altro la desidera ardentemente e ha quella cintura che voi puntavate da tempo. Scambiandosi oggetti innaffiando il tutto da un po’ di prosecco per l’aperitivo, il party è servito! E non è remota la possibilità di fare buoni affari. Finalmente questa moda, decisamente in linea con i tempi di crisi e con la tendenza a consumi più sostenibili, si sta diffondendo in Italia. A Napoli è stato il Trip di via Martucci a proporre delle feste a tema. Naturalmente, la regola è quella di proporre capi e oggetti in buone condizioni e possibilmente glamour, in modo da rendere il «mercato» di livello alto e ricercato. Diversamente, rischia di diventare un triste ammasso di robe vecchie, del genere esercito della salvezza. Non sono necessari la tintoria né il cartellino ancora attaccato, ma le scarpe, devono essere (almeno) seminuove. Fuani Marino © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Lunedì 30 Maggio 2011 Corriere del Mezzogiorno NA La tradizione partenopea si incontra con l’esclusivo marchio, fornitore dei camiciai reali Rubinacci, british style La maison napoletana si accorda con Thomas Mason L’ eleganza napoletana e quella inglese sono ancora più vicine. E il trait-d’union è, ancora una volta, la casa di moda Rubinacci. Thomas Mason — l’esclusivo marchio, fornitore dei camiciai reali inglesi, sul mercato sin dal 1796 — ha deciso di unire il proprio inconfondibile stile a quello di Rubinacci, storico marchio napoletano. Ed esporre così in una vetrina esclusiva, nel cuore di Napoli. La filosofia di Rubinacci è ispirata dalla ricerca di uno stile su misura, che consente di mettere in risalto la personalità di ogni cliente, realizzando abiti esclusivi e accessori secondo le linee della più antica tradizione sartoriale. La cura del più piccolo dettaglio nel confezionamento della camicia Rubinacci, coniugate allo stile tipicamente british e alla creatività dei disegni della collezione Thomas Mason Bespoke portano a camicie uniche in stile e sartorialità. La vetrina ruota intorno a tre elementi, che spiegano quanto sia ampio e ricco di fascino il processo di creazione di una camicia su misura di altissima qualità. Il primo punta a comunicare le materie prime utilizzate, ovvero i migliori cotoni egiziani e la storia di Thomas Ma- son, produttore di tessuti di alta qualità dal 1796. Attraverso il secondo elemento si sottolinea il processo di tessitura: dalle rocche di filo all'artigianalità della produzione di tessuti preziosi, ricchi di colori, con una mano setosa e unica. L’ultimo pone l'accento sulla confezione su misura. La collezione Thomas Mason per Rubinacci contiene oltre seicentocinquanta tessuti differenti, in diverse strutture, realizzati con filati doppi ritorti. I tessuti non solo vengono offerti nei classici disegni In mostra La vetrina della sartoria Rubinacci allestita insieme con i tessuti Thomas Mason ma anche in colori e fantasie speciali. La collezione contiene anche una versione limitata con righe multi colorate, disegni tipicamente inglesi e stagionali formati da cotone, lino e cotone-lino, oltre ad una sezione dedicata ai tessuti Denim già lavato e quindi ideale per una camicia su misura sportiva. Oltre all’ampia collezione dall'anima tipicamente british di Thomas Mason, è presente inoltre una selezione di tessuti di altissima qualità provenenti dal top di gamma David & John Anderson, fra cui il pregiatissimo Cullinan 300/2. I Rubinacci hanno una storia di stile legata a doppio filo (è il caso di dirlo) alla Gran Bretagna. Luca, il piccolo di casa, è nella classifica — stilata da GQ United Kingdom — dei cinquanta uomini più eleganti del mondo. Ed è l’unico italiano a essere stato incluso, nella parte alta della lista, nel club di questi nuovi Lord Brummel. Una storia di moda iniziata con don Gennaro Rubinacci, detto Bebè, che nell’atelier di via Filangieri ha disegnato quella che è passata alla storia come «la giacca napoletana» e ha vestito personaggi del calibro di Curzio Malaparte, Eduardo De Filippo, Vittorio De Sica e molte teste coronate. Dal 2005, a Londra, c’è il nuovo laboratorio sartoriale di Rubinacci: due importanti vetrine al numero 96 di Mount Street dove poter rivivere l’atmosfera tipica degli esclusivi salotti di Napoli. Ora l’accordo con Thoman Mason. Un ritorno alle origini per la sartoria partenopea che si è affermata a Napoli negli anni Trenta con il nome London House, proponendo esclusive stoffe importate dalle rive del Tamigi. Generazioni a confronto Sopra, Mariano Rubinacci indossa un tight; anche per suo figlio Luca (sotto) un abito da da giorno, ma sportivo Anna Paola Merone © RIPRODUZIONE RISERVATA La scelta di Carlo Palmieri, vice presidente Pianoforte Holding (che raggruppa Carpisa, Yamamay, Jaked) Le eccellenze campane e l’e-commerce Una grande opportunità per tutti i gruppi dominanti sul mercato nazionale N Il seminario Universitari e manager Il convegno sull’e-commerce si è svolto all’Unione industriali lo scorso mercoledì. In programma interventi di docenti universitari e di manager che hanno già aperto vetrine on line. el settore della moda, nonostante la crisi, le vendite via web sono cresciute in modo esponenziale negli ultimi anni. Gli studi di settore rilevano che il commercio online rappresenta un'opportunità di interesse per i grandi gruppi e per le piccole e medie imprese che intendono rivolgersi ai mercati esteri. Tuttavia, questo canale è ancora poco praticato dalle imprese italiane. All’unione industriali di Napoli è stato organizzato un seminario con lo scopo di informare le imprese sugli aspetti economici, giuridici e tecnologici del commercio online. Le esperienze maturate sul campo scelte per essere rappresentate durante i lavori sono due. Quella di Davide De Blasio, Presiden- te di Tramontano Spa e quella di Carlo Palmieri, Vice-Presidente Pianoforte Holding (che raggruppa i marchi Carpisa, Yamamay, Jaked). L’iniziativa è tesa ad avvicinare le aziende napoletane e campane della moda, con particolare riferimento alle «eccellenze» manifatturiere, a questo genere di innovazione distributiva ed a verificare le eventuali problematiche da loro riscontrate. Il Presidente della Sezione Sistema Moda dell’Unione, Maurizio Maresca, ha introdotto i lavori, seguito dal professore di Strategie di Impresa della Facoltà di Economia della Seconda Università degli Studi di Napoli, Vincenzo Maggioni, dall’avvocato Georgia Catarame (Studio Legale associato con Withers Llp), Nicole Hirst (Solicitor Studio Legale Withers Llp), Alessio Barbati (T Buy-Triboo), Paolo Ongaro (Meta). Quindi spazio allle testimonianze aziendali di De Blasio e Palmieri. Un tema di strettissima attualità se si valuta una ricerca promossa da eBay che offre un risultato sorprendente. Sono quasi 700mila gli utenti attivi in rete che superano i 60 anni. Insomma adulti con una buona capacità di spesa che iniziano a guardare alla rete per i loro acquisti online. Nella speciale classifica dei «nonni super tech» sono gli uomini a farla da padroni con una percentuale del 71% verso solo il 29% del gentil sesso, men- tre il primato a livello regionale spetta alla Lombardia con oltre 96.000 utenti registrati, seguita dal Lazio, circa 83.000, e dalla Toscana con poco più di 47.000 internauti over 60. Ma i mercati stranieri vanno analizzati da diversi punti di vista. Non considerando solo Internet e l’e-commerce. Da uno studio p venuto fuori che l’import di merci italiane in Usa nel 2010 si è concentrato in particolare nel comparto moda (14,43%), che, con 4,1 miliardi di dollari di export, nel periodo gennaio - dicembre, ha registrato un incremento del 9,4% rispetto al 2009. Analizzando i sottosettori che compongono il comparto della moda, l’export di calzature ha registrato la migliore performance, con una variazione positiva del 16,39%, passando da 771 milioni di dollari nel 2009 a 898 milioni di dollari nel 2010. I risultati della ricerca sono stati resi noti nel corso del convegno «Internazionalizzazione delle PMI - Il mercato USA», che si è svolto al Cis - Interporto Campano — e che è stato un’occasione di approfondimento sull’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, con un focus sulle opportunità del mercato statunitense. L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito delle attività promosse dal Distretto Cis sui mercati esteri, è stata supportata dall’Istituto di Commercio Estero, dall’American Chamber of Commerce in Italy e dall’Agenzia delle Dogane. L’evento ha avuto l’obiettivo di facilitare il percorso delle aziende nel proprio processo di internazionalizzazione e fornire linee guida per un più semplice approccio al mercato nord americano. Al convegno hanno partecipato, tra gli altri, Donald L. Moore, Console Generale degli Stati Uniti d’America a Napoli, Aniello Musella, Direttore dell’ICE di New York e Frank Sportolari, Amministratore Delegato UPS Italia. A. P. M. © RIPRODUZIONE RISERVATA Supplemento al © Distribuito con il Corriere della Sera non vendibile separatamente Marco Demarco direttore responsabile Maddalena Tulanti vicedirettore Francesco Durante redattore capo redazione campana Carmine Festa redattore capo centrale Editoriale del Mezzogiorno s.r.l Ernesto Cesàro presidente Nicola Putignano vicepresidente Giorgio Fiore amministratore delegato Sede legale: Vico II S. Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli - Tel: 081.7602001 Fax: 081.58.02.779 Reg. Trib. 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Alfa rilancia con la 4C P recise come orologi, affascinanti come collier, rifinite con cura sartoriale e, soprattutto, estremamente potenti. Sono i bolidi Ferrari e Porsche, veri gioielli da guidare e da vivere. E in particolare, la FF e la bella 911, incarnano alla perfezione l’essenza del lusso e dello stile «on the road», garantendo sempre prestazioni al limite. Insomma, tutto quello che fa la differenza tra un auto e una super car. Gurdando in casa Ferrari, la FF ha certamente dalla la grinta e tutto il fascino di un design firmato Pininfarina e Centro stile Ferrari. Segni particolari? Oltre al portellone posteriore perfettamente in sintonia con la linea filante, la presenza di un bagagliaio vero (440 litri, che può arrivare fino a 800). La FF si distingue inoltre come la prima vettura prodotta da Maranello e dotata della trazione integrale permanente, capace di ridurre del 50 per cento il peso, garantendo una perfetta redistribuzione della coppia su ciascuna ruota, in modo adattivo, a seconda cioè delle condizioni di guida e dello stile personale del pilota. Lunga 491 centimetri, larga 195 e alta 138, la FF è equipaggiata con il nuovo motore 6.3 V12 ad iniezione diretta da 660 Cavalli di potenza e 683 Nm di coppia massima che, in abbinamento al cambio F1 a doppia frizione, consente di raggiungere 335 chilometro orari di velocità massima, e accelerare da 0 a 100 in 3,7 secondi. Insomma, niente male. Sul versante opposto, la Porsche 911 abbina diversi accorgimenti tecnici innovativi con una linea che sostanzialmente resta la stessa delle origini. Non mancano, in fatto di tecnologia, soluzioni verdi come lo Start&Stop e il sistema per il recupero dell’energia frenante. Tra le modifiche nel look, i nuovi gruppi ottici, i passaruota più ampi con cerchi Classiche Sopra, una Ferrari FF nell’inconsueta colorazione «Silver»; sotto la Porsche 911 Turbo, modello storico della casa, che negli anni ne ha rivisitato il look senza mai stravolgerlo da 20 pollici e un riposizionamento degli specchietti retrovisori. Sempre brillante nelle prestazioni. Le motorizzazioni prevedono il 3.6 a iniezione diretta da 365 cavalli per la Carrera, e il 3.8 da 415 cavalli di potenza della Carrera S. Cambio manuale, come da tradizione, a 6 rapporti. Prevista comunque anche la possibilità dell’automatico Pdk a doppia frizione. Infine, parlando di stile, non si può non spendere una parola per la fiammante Alfa 4C Concept, presentata in anteprima al Salone di Ginevra. La formula chiave è quella di una coupè a trazione posteriore con due posti, motore centrale, con una lunghezza contenuta in appena 4 metri ed un passo di soli 2,4 metri. Che grinta La nuova Concep 4C presentata da Alfa al Salone internazionale dell’Auto di Ginevra L’Alfa Romeo 4C Concept, che passerà alla produzione di serie nel 2012, utilizza molti materiali già presenti in altre versioni di lusso, come il carbonio e l’alluminio, oltre a soluzioni tecniche importanti come la trazione posteriore. Il motore? Un Turbo Benzina ad iniezione diretta munito di cambio a doppia frizione a secco Tct e selettore Alfa Dna. Nulla da eccepire anche sulle prestazioni grazie al peso ridotto, mentre i consumi si mantengono su livelli contenuti. La 4C Concept, infatti, supera i 250 chilometri orari di velocità massima e accelera da 0 a 100 in meno di 5 secondi. Raffaele Nespoli © RIPRODUZIONE RISERVATA La casa statunitense ha scalato il mercato imponendosi con un look sobrio ma del tutto inconfondibile Innovazione Apple, la «bellezza» di comunicare Giannotti, l’App per parlare con gli Angeli IPhone 4 e iPad, ecco perché la «mela» conquista il cuore della gente G ioielli tecnologici? Sicuramente, ma il concetto di comunicazione lanciato ormai da tempo da Apple, con iPhon prima, e iPad poi, va ben oltre questa semplice classificazinoe. Un ruolo essenziale per entrambi i dispositivi lo ha giocato infatti il look, sempre estremamente sobrio, assolutamente riconoscibile. Per l’iPhone, che in breve tempo ha cambiato il concetto stesso di comunicazione mobile, il design è una vera e propria pietra miliare. Vagamente tondeggiante sino al alla terza generazione, appena più squadrato il 4, ora disponibile anche in total white. Concentrandosi sul look, l’innovativa tecnologia di iPhone 4 è racchiusa tra due lucidi strati di vetro alluminosilicato, lo stesso che viene utilizzato per i parabrezza degli elicotteri e dei treni ad alta velocità. Chimicamente rinforzato per essere 20 volte più rigido e 30 volte più duro della plastica, il vetro è ultradurevole e più resistente ai graffi che mai. E, cosa importante, è anche riciclabile. Cinque volte più resistente del comune acciaio, la fascia laterale è la struttura su cui sono montati i componenti di iPhone 4. Notevolmente rigida e stabile, è ciò che permette di avere una linea così sottile ed elegante. Svolge anche le funzioni di entrambe le antenne del cellulare. Infine, il display Retina, Un Lcd retroilluminato con una densità di 326 pixel per pollice. Si tratta dello schermo a più alta risoluzione mai visto su un telefono. Per raggiungere questo risultato gli ingegneri Apple hanno sviluppato pixel di soli 78 micrometri di diagonale. Tanto piccoli che l’occhio umano non è in grado di distinguerli singolarmente. Questo rende il testo e le immagini incredibilmente nitidi. Inoltre la tecnologia Ips fornisce colori e contrasti eccellenti da quasi tutte le angolazioni. Stessa linea di concetto per il nuovissimo iPad, che ora è il 33 per cento più sottile e fino al 15 per cento più leggero. Il tutto con la naturalezza di sempre nel navigare in rete, controllare la posta, guardare film e leggere libri. Particolarmente duratura la batteria con 10 ore di autonomia. Abbastanza per un volo oltreoceano, una maratona di film o una settimana avanti e indietro dall’ufficio. In più, grazie al chip A5 che ottimizza la durata della batteria, è facile evitare il fastidioso rischio di restare a terra. E non è un dettaglio da poco, soprattutto quando si viaggià tanto e l’autonomia diventa essenziale. R. Nes. © RIPRODUZIONE RISERVATA A sinistra, alcune immagini dell’iPhone 4, sopra il nuovissimo iPad 2 nella versione più amata del momento: la total white Anche gli Angeli su iPhone e iPad; con la nuova App firmata dalla maison di gioielli Roberto Giannottii. «Una vera è propria App per mettersi in contatto con il mondo degli Angeli dove ognuno potrà scoprire il proprio futuro e avere le risposte alle domande più segrete — spiega Fabrizio Pagano responsabile marketing della Roberto Giannotti - gli Angeli ti chiederanno di farei una domanda e saranno sempre loro a darti una risposta». Nell’App inoltre è possibile trovare una presentazione delle collezioni realizzate dalla Roberto Giannotti e un utile sistema di geolocalizzazione del punto vendita più vicino; non manca una gallery con le immagini di campagna e alcuni contributi video. L’App è stata realizzata sia nel formato per iPhone sia in quello per iPad per dare la possibilità di apprezzarla in pieno sui due differenti dispositivi. «La Roberto Giannotti è oggi una delle aziende più dinamica del settore e non poteva mancarne a questo appuntamento tecnologico - dice Vincenzo Giannotti - ritengo che sia giusto esprimere con ogni mezzo il nostro messaggio che da sempre è andato oltre la semplice produzione e vendita di gioielli; oggi più che mai la Angels Philospohy può essere momento di positività ed ottimismo per tutti». (r. nes.) © RIPRODUZIONE RISERVATA 7 Corriere del Mezzogiorno Lunedì 30 Maggio 2011 NA I regali della storica sartoria di via Medina ai personaggi dello spettacolo e dello sport Cilento, quanti doni per i «vip» L’eccellenza protagonista della seconda edizione di Vip Champion a Capri C ravatte per gli uomini e girocolli in seta per le donne. E’ stata scelta la maison Cilento per rappresentare l’alta artigianalità napoletana e l’eccellenza in fatto di moda nell’ambito della seconda edizione di Vip Champion, in programma a Capri nella seconda settimana di giugno. La 361 ondemand, la società che promuove l’evento, farà trovare agli ospiti attesi a Capri una serie di doni della storica sartoria di via Medina. Per ora hanno confermato la propria presenza Valeria Marini, Alba Parietti, Matilde Brandi, Melissa Satta (nella foto a sinistra), Biagio Izzo (che è il direttore artistico della manifestazione), Pino Taglialatela (direttore sportivo), Alessandro Preziosi, Alfonso Signorini, Simona Ventura, Maria Mazza, Matilde Brandi (che dell’evento è la madrina), Tosca D’Aquino, Elena Santarelli (foto a destra) con Bernardo Corradi, Melissa Satta, Paolo Cannavaro, Giuseppe Sculli, Salvatore Aronica, Simone Vergassola, Emanuele Calaiò, Francesco Lodi, Fabio Liverani, Cristian Zaccardo, Massimiliano Allegri, Luca Cigarini, Neri Parenti, Giorgio Restelli. Ma non è tutto. Cilento, con il proprio marchio, sarà presente anche alla festa dell’alta Gastronomia organizzata a Vico Equense da Gennaro Esposito, pluristellato chef. Una tre giorni per la quale il proprietario de La torre del Saraceno ha commissionato cravatte e girocollo, con un logo esclusivo, che saranno regalati ai circa ottanta chef stellati in arrivo da tutta Italia e agli ospiti d’onore. Una intesa, quella con Gennaro Esposito, nata nel nome dell’eccellenza. Insomma Cilento continua ad uscire dai confini napoletani attraverso iniziative non convenzionali. Come quella del salotto, che coinvolge turisti e visitatori eccellenti che arrivano a Napoli, come accadeva nell’Ottocento, per prendere parte agli appuntamenti in programma in questo spazio sospeso nel tempo. Eventi dedicati all’eccellenza che hanno portato in città protagonisti internazionali della sartoria, della gastronomia, della letteratura, della moda. Una sfida nata quasi per caso quella del Salotto Cilento — in via Medina al primo piano del monumentale palazzo Giordano, accanto alla storica sede della boutique sartoria — avviata da Ugo Cilento, decima generazione di una famiglia che dal 1780 è alla guida di una azienda riferimento di gentiluomini e gentildonne alla ricerca di una eleganza che sia so- stanza prima che forma. «Il salotto è un po’ casa, un po’ museo vivo della nostra storia», racconta Ugo, laurea in Economia e Commercio e sconfinata passione per l’eccellenza e il su misura. Non volevo uno spazio solo espositivo, ma un luogo realmente palpitante. Una vera casa, ma senza le implicazioni dell’abitare. E questo spazio è esattamente quello che volevo realizzare, un luogo animato da conversazioni sulle eccellenze e da incontri dedicati trasversalmente all’arte del bien vivre». Dall’economia agli abbinamenti enogastronomici più curiosi, dagli emblemi dell’eleganza internazionale al sociale: tanti argomenti differenti, accomunati unicamente dal buon gusto di scena fra divani e consolle d’epoca, argenti e una collezione di strumenti sartoriali dal Settecento alla seconda metà del ’900. Negli ultimi anni sono stati ospiti del Salotto Alessandra Fulginiti, della Valgrisa; Romeo Gigli, che ha parlato di lusso ed eleganza nella sartoria napoletana; Dominique Dormeuil, chairman dell’omonima azienda di tessuti; Ilary Freeman, della storica casa inglese di calzature artigianali Edward Green; ed ancora Pina Amarelli, protagonista con la sua bicentenaria liquirizia di una inedi- ta serata all’insegna dell’eleganza del nero. L’imprenditore partenopeo Tommaso Iavarone nel Salotto Cilento ha presentato i vini della azienda vinicola A Casa con il winemaker Enzo Ercolino che, per la maison Cilento, ha realizzato Settepieghe, un blend di Aglianico e Piedirosso di vigne irpine. «Un vino prodotto in edizione limitata che accompagna gli incontri dove non sono presenti altre case vinicole e che regaliamo agli amici. L’etichetta è un omaggio a mio padre Martino e alla mia famiglia — racconta Ugo —. Il veliero rappresentato, di cui conserviamo ancora la stampa originale della fine del Settecento, apparteneva al mio avo, importante armatore del Mediterraneo» In via Medina si è svolto anche un incontro con Otto Mantero, proprietario della maison Carlo Riva, che produce tessuti per camiceria attraverso l’impiego di grandi telai a navetta, ormai del tutto scomparsi nel settore (datati 1910), ma i soli ancora capaci di creare tagli di tessuto alto 90. Un evento durante il quale è stata presentata in esclusiva per Cilento una collezione di tessuti vintage Anna Paola Merone © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 NA Lunedì 30 Maggio 2011 Corriere del Mezzogiorno Corriere del Mezzogiorno Lunedì 30 Maggio 2011 9 NA 10 NA Lunedì 30 Maggio 2011 Corriere del Mezzogiorno 11 Corriere del Mezzogiorno Lunedì 30 Maggio 2011 NA Un evento decicato al mondo dei cinque sensi nella boutique di via dei Mille Borse e gioielli in fiore, la primavera di Vuitton «Senses in Blossom», per celebrare la bella stagione C olorati come i fiori primaverili. Luccicanti come le gocce di rugiada che si posano sulle foglie. Allegri come una giornata di sole. Louis Vuitton sta organizzando in giro per l’Italia una serie di eventi per il lancio delle nuove collezioni di accessori. «Senses in Blossom» il titolo delle serate — giovedì scorso nella boutique di Napoli un affollatissimo happening — che in maniera originale e creativa celebrano la bella stagione e il mondo floreale all’insegna della riscoperta dei sensi. I fiori sono stati i protagonisti della serata che si è svolta nel negozio in via dei Mille, a Napoli. In realtà i fiori sono da sempre parte integrante dell’universo Vuitton: il Monogram risulta dalla combinazione di motivi floreali inseriti all’interno di forme geometriche e delle iniziali LV intrecciate. Gli ospiti di Louis Vuitton sono stati protagonisti di una esperienza multisensoriale, con differenti aree del negozio dedicate al risveglio del cinque sensi. Il viaggio ha avuto inizio con la stimolazione della vista - le clienti si sono ritrovate immerse in una fresca atmosfera primaverile, ricca di bellissimi e colorati fiori; per passare poi all’olfatto in un’area del negozio dove un esperto di fragranze ha svelato i segreti dell’aromaterapia e ha dato consigli e suggerimenti per riuscire a trovare il profumo che meglio si adatti ad Fashion Sopra, la lavorazione di Empreinte; accanto una borsa della collezione. In basso una collana della nuova collezione «Senses in Blossom»; nella foto grandel, i gioielli indossati; sotto, la Pochette Monogram Savage Tiger ogni tipologia di pelle. Il tatto: in un’altra area un’esperta ha guidato le clienti nella creazione di originali composizioni floreali. Gusto e udito sono stati stimolati da musiche e finger food a tema. Sul fronte borse, la It Bag dell’estate della maison è la pochette Monogram Savage Tiger. Disegnata da Marc Jacobs, può essere portata a mano o indossata al polso come un bracciale. Rifinita in pitone, suede e pelle di capretto, ha la storica targhetta da viaggio tempestata di cristalli Swarovski ton sur ton e reinterpreta in chiave super glamourous il celebre Monogram Canvas, ricoperto di paillettes, applicate a mano, di quattro tonalità diverse, che riproducono il motivo tigrato. Ma c’è una collezione permanente dove l’iconico Monogram esprime tutto il savoir faire Vuitton. Le cifre sono impresse su una morbidissima pelle di vitello dove non compaiono cuciture. Monogram Empreinte supera il tempo e lo spazio come un’impronta che non può essere cancellata. Un navy così intenso da sembrare nero, un sofisticato tortora, un blu acceso, un sontuoso crema ed un profondo borgogna i colori di una collezione che comprende due shopping, la bohemian Artsy, una bowling bag ed una raffinata clutch, cui si aggiungono un portafogli e un portamonete. Anna Paola Merone © RIPRODUZIONE RISERVATA In via Calabritto, tutto ciò che serve per essere sempre alla moda L’iniziativa Finammore, camicie d’autore dal 1925 Collezione primavera - estate: sportive e facili da vestire L’impegno di Axa: faremo un impianto fotovoltaico, fra i più grandi in Campania R S affinate creazioni dal 1925. È questa la garanzia di un nome, Finamore, che ha fatto della cura del dettaglio e dello stile un punto imprescindibile del proprio lavoro. Al centro delle sue creazioni, ovviamente, un vero universo di camicie. Classiche, sportive e sartoriali, per soddisfare anche i clienti più esigenti. Abitudine consolidata nella boutique di via Calabritto, saldamente nelle mani di Paolo, Andrea, Simone e Annamaria Finamore. «Le nostre camicie sono solitamente rivolte ad una clientela di successo, giovani e professionisti tra i 30 e i 55 anni — spiega Andrea Finamore —. Se è vero che siamo specializzati nel rifinire camicie classiche, non mancano tante proposte sportive, particolarmente ricercate con l’arrivo dell’estate». Questo perché si tratta di camicie di assoluta qualità ma anche semplici da vestire, e molto avvitate. Particolarità di queste camicie, le rifiniture di collo e polsini, che mirano a creare un look informale ma elegante, senza rinunciare alla comodità pura e semplice. Per di più si tratta di camicie che non necessitano di stiratura, pronte per essere indossate dopo essere state semplicemente lavate e asciu- gate al sole. E nella collezione primavera / estate 2011, spiccano colori di terra (come il porpora) ma anche il bianco e tessuti in jersey (molto morbidi e leggermente elastici. Perfetti per creare delle camicie in stile polo. Guardando alla collezione classica restano invece fissi i canoni che da sempre caratterizzano la boutique Finamore. Quest'anno, oltre alla classica tinta unita (bianca, celeste o azzurra) spiccano le fantasie a righe in tutte le sfumature dell'azzur- A mano Le camicie classiche sono interamente realizzate a mano con cura assoluta ro. Collo, naturalmente, rigorosamente francese. «La camicia — prosegue Andrea Finamore — si distingue dalla sportiva per il fatto di essere completamente cucita a mano. E quindi è impeccabile in ogni singolo dettaglio. Altro nostro punto di forza sono poi le camicie cucite su misura, con la possibilità di personalizzare ogni singolo particolare, dal modello al colore delle cifre, passando per i bottoni, il collo, i polsi ecc». Novità di quest’anno, oltre alle camicie, che restano comunque il must della boutique e un vero esempio dell’assoluta qualità made in Italy, si affianca anche una vasta gamma di altri articoli. Dalle scarpe ai pantaloni sportivi, sino a giacche sempre alla moda e adatte alle occasioni più diverse. Insomma, un mondo di proposte a 360 gradi, per essere sempre interpreti del proprio stile. Raffaele Nespoli © RIPRODUZIONE RISERVATA i dice Axa Shoes e si pensa al riposo. Perché il marchio della Di Bello srl, dal 1992 è una realtà consolidata nella produzione di pantofole per uomo, donna e bambino. Un nuovo futuristico progetto ha visto impegnata la Di Bello srl nel corso dell’ultimo anno, con la realizzazione di un impianto fotovoltaico tra i più grandi della Campania. «Abbiamo sempre desiderato che la nostra azienda, operasse con sensibilità rispetto alle problematiche ambientali, e per tale ragione abbiamo destinato la totalità del nostro stabilimento, che vanta una superfice terrazzata di 12 mila metri quadrati alla messa in opera di un impianto fotovoltaico da 1 megawatt», spiegano dal gruppo. Illustrando quello che, senza dubbio, rappresenta un fiore all’occhiello della Regione, e una conquista della persona e dell’imprenditore. Il neonato impianto, infatti, è in grado di produrre circa 1.26o mila chilowatt all’anno e di evitare l’immissione in atmosfera di circa 691 tonnellate di Co2. Un piccolo grande contributo per la salvaguardia del globale sistema ambientale. Ma veniamo ai prodotti. Il 2010 è stato l’anno di lancio di un nuovo rivoluzionario brevetto, dopo il successo della pantofola che profuma i ricercatori del gruppo hanno studiato e progettato la Pantofola che si Ricarica, ovvero «il sistema DeoPush con il quale abbiamo ottenuto un brevetto mondiale per l’innovazione di prodotto che ci rende titolari unici di questo rivoluzionario sistema». Ogni cliente, così, potrà ricaricare la propria pantofola con uno speciale deodorante (realizzato in esclusiva per noi) rendendola ogni volta nuovamente fresca come il primo acquisto. Buoni risultati anche per il progetto di franchising che ha visto diventare ben 50 le 15 aperture test grazie alla pressione che alcuni vecchi clienti hanno fatto. Quali sono, quindi, gli ingredienti del successo? «Il nostro segreto è che, per quanto grande sia il gruppo, non abbiamo mai dimenticato le nostre radici; inoltre ci sono due punti di forza: il nostro staff di consulenti,che ci ha fatto diventare grandi, e la famiglia che quotidianamente opera nell’azienda». F. M. © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Lunedì 30 Maggio 2011 Corriere del Mezzogiorno NA L’azienda investe sulle linee junior, fra coloratissime camicie e calzature Harmont & Blaine L a collezione Harmont & Blaine junior per la prossima Primavera-Estate 2011 si presenta completa ed articolata. Sarà composta da circa 420 capi, suddivisi per le linee Boy e Girl, a loro volta composte da tre fasce di età Layette (1-18mesi), Mini (6-36 mesi) e Junior (2-16 anni). A questa poi va aggiunta la linea calzature, disponibile dalla taglia 24 alla taglia 39, rivolta sia al bimbo che alla bimba, ha una struttura molto compatta e con una definita anima sportswear, è composta infatti da due sneaker, una linea di mocassini e una linea di ballerine. Come di consueto sarà il colore il tema portante della collezione, che per la Primavera/Estate assume ancora maggiore vitalità. Per la linea Boy, in particolare, avremo tre mood: il Country Club, in cui prevalgono i toni classici del Bianco, del Blu e del Rosso con interventi Cielo; bottoni e rivetti in finiture oro e smalti rossi e blu. Camicie in lino e cotone botton down, polo con collo smacchinato o collo camicia e pantaloni in fresco cotone, normal fit e slim fit, con inserti in tessuti personalizzati e denim stone washed vanno a definire la più classica delle proposte Harmont & Blaine junior. Altro tema, immancabile nelle collezioni del bassotto, è il Multicolor, definito per la prossima P/E 2011 Holiday mood, un esplosione di colori, pronta ad invadere la divertente, ma mai eccessiva, quotidianità delle vacanze dei piccoli amanti del marchio: Fuxia, Verde, Turchese, Arancio, Giallo e Bluette intervallati dal «primo» dei colori dell’estate, il bianco. Particolari le nuove tecniche di stampa utilizzate per la shirteria e il microvichy multicolor per le camicie e i colli camicia delle polo piquet realizzabili in più di 27 colori. Infine a personalizzare le proposte, particolari rifiniture interne, come fodere colorate e svariati nastri personalizzati. Il Luxurious Traveller, terzo ed ultimo tema per la linea Boy, si caratterizza per le più tenue tonalità del rosa, paglino, cielo, marrone e indaco. Particolari stampe vintage e quadroni, rendono unica la proposta. Ampio il ventaglio di proposte per uno dei must «Harmont&Blaine junior»: la camicia, in popeline, lino o finissimo cotone, spesso caratterizzata dalla presenza di numerosi, ma pur sempre fini, accostamenti tra le più svariate fantasie, che la rendono inconfondibilmente riconoscibile; ricercati punti ricamo, inol- Le creazioni per i bambini, da un mese e a 16 anni tre, rendono speciale anche la proposta di felpe e t-shirt che con le diverse tonalità vanno ad inserirsi nei temi che compongono la collezione. Numerosa risulta anche essere la proposta di capi spalla, con giacche, presentate in lino o in cotone, la cui classicità viene sdrammatizzata dagli stravaganti e divertenti particolari, proprio con questa filosofia sono stati realizzati anche divertenti giubbotti in nylon e cotone. La linea calzature per i piccoli amanti delle collezioni del bassotto si presenta fin da subito completa. La sneaker bassa risulta particolarmente adatta al gioco perché molto leggera. La sneaker con il fondo più alto ha un look più elegante ed è adatta ad un bambino che vuole vestire come il papà e sentirsi già grande. Il materiale principe della collezione estiva è il camoscio accostato spesso con un tessuto traspirante o alla pelle. I colori che prevalgono sono i colori che identificano il marchio Harmont&Blaine e che lo renderebbero inconfondibile anche senza il ricamo del cagnolino: il blu, il bianco e il rosso molto spesso accostati insieme con l'uso di materiali diversi, accanto a questi classici colori, troviamo anche accostamenti più soft come l’azzurro, il bianco e il beige. La collezione Harmont & Blaine junior Girl, si propone per la prossima Primavera-Estate con un nuovo concept che preannuncia la vera evoluzione: un mood basic arricchito da un tocco di glam, una rinnovata immagine in cui l’eleganza traspare in cambio mise, per un insieme chic e al tempo stesso contemporaneo. Il segreto è mixare: in un «meltin pot» di idee, pezzi bon ton come la camicetta e il cinque tasche slim si abbinano ad abiti easy coordinati con giacche, leggings e innovative t-shirt rinnovate con l'esplosione del logo, stampato, strassato o ricamato che gioca da solo e in inedite stampe. Lo stile Romantic-chic si fa contaminare da diversi trends. Il classico rigato bianco e blu si rinnova con l’introduzione dell'oro e degli scudetti ripresi dalla marina, ricamati a mano in canottiglia e personalizzati con il logo della griffe. Borchiette oro, bottoni a cuore rifiniscono camicie lunghe e t- shirts. La lamina oro decora le t-shirts da portare sotto la giacca divisa con jeans very slim e used per un look «old marine» veramente fashion. Gli anni 50 in nuances red & blu vedono il quadro allargare il suo perimetro per pantaloni e camicie. Il check illuminato dal bianco e realizzato in bluette, colore di punta della stagione. Bottoni, medagliette e borchiette bianche rinnovano l’espressione del logo brand. P. C. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il marchio giovane e grintoso debutta con un canale dedicato al pubblico alla scoperta dei modelli e delle nuove tendenze Kocca e il grande salto nella «brand tv» Presentatrice la bella Jo Squillo che porta i clienti per le strade di Miami C on le brand tv, ultima frontiera commerciale, l’impresa comunica senza mediatori, direttamente con il consumatore. E non è una tendenza esclusiva di quelle imprese che vendono servizi e che devono puntare sul fattore emozionale. In rete si vendono infatti esperienze di prodotto, utili come un libretto di istruzioni. Lo scaffale del centro commerciale, insomma, viene sostituito dall’emittente. Nasce così Kocca tv, una nuova ed originale iniziativa del marchio Kocca, che punta a diventare un modo inedito di comunicare l’allegria, lo style ed il fashion del mondo di Kocca. Kocca tv, nasce quindi come uno strumento innovativo che aiuterà ad animare i punti vendita e a fidelizzare sempre di più il target di riferimento. Un vero e proprio programma televisivo visibile al canale Sky 180 di Class TV Moda, con una rotazione giornaliera, e in ogni momento al sito internet www.kocca.tv in streaming, ottimizzato e con applicazioni anche per iPhone e I-Pad. Jo Squillo, la voce più autorevole del mondo della moda in tv, è la testimonial di questo nuovo grande progetto, che vede Kocca trasformarsi in una vera e propria piattaforma televisiva. Nella prima puntata di Kocca tv, scopriremo le collezioni estate 2011, sia nella versione di uno straordinario catwalk sia in una versione on the street, il tutto realizza- to nella splendida Miami. Proprio lì, Jo Squillo ci svelerà i segreti del back-stage della nuova campagna pubblicitaria e poi, con uno dei più grandi truccatori del mondo, ci darà i consigli per un look strepitoso. Conosceremo due amiche di Kocca a spasso per l’incantevole Parigi ed infine vedremo alcune anticipazioni della collezione inverno 2011 presentate durante la setti- Sotto e da sinistra, due immagini della tv e di Jo Squillo, che presenterà le collezioni. Kocca tv, una nuova e originale iniziativa del marchio Kocca, che punta a diventare un modo inedito di comunicare l’allegria con lo style ed il fashion del mondo di Kocca. Uno strumento innovativo che aiuterà ad animare i punti vendita e a fidelizzare sempre di più il target di riferimento. Un vero e proprio programma televisivo visibile al canale Sky 180 di Class Tv Moda, e sul sito internet www.kocca.tv mana della moda a Milano. Kocca Tv, è un progetto realizzato insieme a Jo Squillo, ambasciatrice delle fashion news, è il canale Class Tv Moda. «Eravamo oramai stanchi dei soliti prodotti video da inviare ai nostri punti vendita — afferma Arturo de Luca Responsabile Marketing del marchio Kocca — ed è per questo che abbiamo condiviso l’idea della nostra agenzia pubblicitaria Medias di creare un vero e proprio contenitore tv. Kocca Tv è un esperimento di integrazione tra il viral marketing e l’adv classico che porterà sicuri risultati». Kocca è il marchio di moda più di tendenza e trasgressivo del mo- mento. Una vera e propria via di comunicazione della moda giovane e grintosa, ricca di sensualità femminile ed estro. Da sempre, l’abbigliamento per donna Kocca, sprigiona una carica di energia pura e tra la collezione troviamo dai jeans, ai giubbotti, ai pantaloni, alle maglie, alle borse, ai piumini, ai cappotti, per una moda total look. Sul sito, inoltre, è possibile visionare alcuni modelli della collezione. Purtroppo per il momento i prodotti non sono acquistabili online e non esiste ancora un elenco ufficiale dei negozi Kocca per le città italiane. Ma con l’avvento della tv e la grande diffusione del brand, saranno step possibili in futuro. Fuani Marino © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere del Mezzogiorno Lunedì 30 Maggio 2011 13 NA 14 Lunedì 30 Maggio 2011 Corriere del Mezzogiorno NA Cose preziose M i Niño L’angelo per ogni mamma Dedicata alla mamma e ai i suo veri gioielli: i propri figli, Roberto Giannotti presenta la sua nuova collezione, e il nome è la perfetta espressione delle intenzioni dichiarate: «Mi Niño». Un gioiello che incarna il desiderio di regalare «un vero e proprio Angelo speciale che rappresenterà per sempre il proprio bambino e, che sia maschietto o femminuccia, sarà l’Angelo che lo proteggerà per tutta la vita». Mi Niño, insomma, vuole essere il modo più dolce per aver sempre con sè i propri figli, che certamente sono i gioielli più belli che si possano desiderare. Una linea delicata e stilisticamente ricercata per coronare uno degli eventi più importanti della propria vita. Va detto che la collezione, pur essendo rigorosamente Made in Italy, si inserisce in una fascia di prezzo accessibile, tra gli 80 ed i 200 euro e tutti gioielli si possono trovare nei diversi punti vendita sia in Italia che all’estero della Roberto Giannotti. «La nostra maison — dice Fabrizio Pagano, responsabile marketing del gruppo — è sempre più attenta alle esigenze di sell-out creando veri e propri momenti di promozione ad hoc come i nostri ormai collaudati Angel’s Day». Continua così il successo targato Roberto Giannotti, un successo che nasce negli anni ’50, quando Amedeo Giannotti iniziò ad operare in un piccolo laboratorio artigiano nel centro storico di Napoli. Da allora la famiglia Giannotti iniziò ad attuare una serie di scelte strategiche che portarono alla costituzione pian piano di quello che oggi è il Gruppo. Una crescita incessante sin dalle origini, sia nelle attività di produzione e commercializzazione di oreficeria e prodotti preziosi, che nelle attività di ricerca e sviluppo dirette a soddisfare tutte le tendenze e le richieste dei mercati di riferimento. E l’esperienza accumulata negli anni dalla famiglia ha infatti tramandato all’azienda la consapevolezza di quanto sia importante impegnare costantemente le proprie energie e le proprie risorse nello sviluppo di un’efficiente organizzazione interna individua come fondamentale la tempestività e al puntualità di tutte le fasi della produzione. Raimondo Nesti © RIPRODUZIONE RISERVATA P ezzi d’arte I gioielli etnici di Petacca D irettamente nel centro di Napoli, all’interno del suo negozio-labratorio, il maestro orafo Antonio Petacca lavora le proprie creazioni che hanno un profumo di storia. Nella sue forme ricercate, Petacca ci fa tornare indietro nel tempo dando vita a gioielli unici dal sapore esoterico, riscrivendo e rielaborando dunque antiche formule e simboli. E’ affascinante seguire il maestro all’opera, in un laboratorio dove si lavora il prezioso metallo con le antiche tecniche. Alcuni disegni poi, danno vita ai gioielli da cui prende spunto il Maestro Antonio Petacca, ispirandosi a celebri forme d’arte egiziana, greca e romana. Volete affascinare? Volete stupire con un regalo prezioso, ma che sia anche bello e originale? Il nome giusto è quello di Antonio Petacca, presente nelle principali gioiellerie del territorio. Per contatti, oltre alla mail [email protected] c’è anche il contatto facebook del designer. Specializzato in incisione, Petecca nasce a Napoli da madre tedesca e padre napoletano di origine spagnola. Le tematiche di suo interesse sono l’occulto e la ricerca di antiche tecniche di gioielleria. Fra le prescelte, ci sono l’incisione, il traforo, lo sbalzo e il cesello, mentre i nomi dei suoi gioielli sono evocativi e riconducono ad un mondo antico e misterioso. Fra le sue creazioni, risaltano i «Monelli», anelli a fascia in stile etnico, o le «streghe», come pure le «rocce degli abissi», ovvero collier di perle con fossile in oro, fino alle «Occulte persuasioni» della serie «La ruota del destino», con medaglioni in argento, oro e 12 diamanti. Poi, un’intera collezione è dedicata ad antichi talismani, eseguiti a mano in argento e bagno galvanico in oro. Per amuleto, in genere, si intende un qualunque oggetto utilizzato per superstizione, credendolo un «difensore» da mali o pericoli o per propiziarsi la fortuna. L’etimologia della parola è incerta. Potrebbe derivare dal latino a-molior (allontanare, tener lungi), o dal greco amulon, un «specie di focaccia» che si soleva offrire sugli altari o sulle tombe per rendersi propizi gli dei e gli spiriti dei trapassati. Sinonimo di «amuleto» è anche la parola talismano, che deriva dall’arabo telsaman (o tilsaman), «figura magica» o «oroscopo», che gli arabi presero dal greco telesmena, «completo», nome dato alle statue delle divinità pagane. F. M. © RIPRODUZIONE RISERVATA 15 Corriere del Mezzogiorno Lunedì 30 Maggio 2011 NA C hiaia bijoux Veronica e i canoni della moda Il nome non potrebbe essere più appropriato: Veronica Bijoux & accessori, una piccola e preziosa boutique nel cuore di Napoli. È questo il mondo di Veronica Pinto, imprenditrice tornata nella sua città dopo una lunga parentesi milanese. E l’idea di aprire a Napoli una piccola boutique nasce proprio dalla grande passione per la moda e per l’estetica, trasferita totalmente nelle creazioni e collezioni proposte nello spazio di via Morelli. Tutti i gioielli sono in pietre vere, principalmente coralli, turchesi, camei, ametista e agata. Tutti, rigorosamente prodotti artigianalmente e per questo motivo sono spesso pezzi unici. L’offerta va dai gioielli agli accessori, tra cui borse, sia modello shopping o bisaccia che pochette da sera (anche su richiesta in colori particolari), sciarpe in cotone e pashmina e qualche pezzo vintage. Non mancano poi le ballerine «Perla del Forte», e prossimamente ci sarà anche una linea di costumi, anche questi da personalizzare. «Ho iniziato un anno fa dopo tante esperienze nel campo della moda — dice la giovane imprenditrice —. Ho deciso di tornare nella mia Napoli e portare con me tutto il bagaglio di esperienza acquisito negli anni. Certamente esistono delle differenze rispetto al modo di lavorare al Nord, ma la questione non è in termini di "meglio o peggio". Sostanzialmente la differenza tra le due città sta nell’approccio all’acquisto. Qui a Napoli però mi sento a casa, e se è vero che c’è qualche problema nella ricezione di nuovi trend, sono però ripagata al cento per cento dall’autonomia nella creazione, espressione del mio mondo e di grandi icone di stile come Coco Chanel, Audrey Hepburn e Grace Kelly». Insomma, un modo fresco di reinventare la moda e renderla accessibile a tutti. «Nella mia boutique — conclude la Pinto — ospito anche creazioni di amiche, che mi propongono pezzi caratteristi, interamente fatti a mano. Questo è un po’ il mio modo di intendere lo stile». Il resto naturalmente lo fa il buon gusto e la capacità di miscelare con sapienza elementi preziosi e materiali comuni. Un mix che promette di far girare la testa. R. Nes. P ennacchio Se il lusso incontra il design Una passione tramandata attraverso il tempo, per rendere veramente unico ciò che di natura è prezioso. È un po’ questo il motto che anima la famiglia Pennacchio, che dai primi anni ‘60 si muove nel campo dei preziosi con dedizione e volontà. E alla base di questo successo, maturato ormai da mezzo secolo, c’è da sempre la considerazione del gioiello come massima espressione dell’arte orafa. Una visione del lusso che ha traghettato l’azienda sino ai giorni nostri, dai primi passi del fondatore al cambio di timone con i figli Domenico e Annarita; passaggio che ha consentito la continuità di una firma che è ormai sinonimo di qualità. «Per lavorare in questo campo, serve entusiasmo e una buona dose di creatività — racconta Annarita, estrosa designer, rientrata di recente a Napoli per prendere in mano le redini di una delle tre boutique di famiglia —. Occuparsi di gioielli va ben oltre la vendita, oggi è necessario adattarsi ad un mondo in continua evoluzione, guardando sempre al progresso e ai canoni di design che si impongono anno dopo anno». Un punto di vista, quello della giovane titolare, certamente condizionato dalla lunga formazione accademica, basata sulle più moderne tecniche di progettazione. «Si può immaginare che per gestire una gioielleria basti essere bravi nel rapporto con la clientela — aggiunge la designer —, non è così. Forse questo poteva bastare sino a qualche tempo fa, non certo oggi. Naturalmente nella mia boutique non mancano i principali marchi; firme come Gucci, MontBlanc, Re Carlo, Chimento, casa Damiani, Comete, Gabriella Rivalsa. E ancora, Pandora, Barakà e Longines. Tutti marchi che non possono mancare per chi punta ad essere competitivo sul mercato. Ma una delle mie passioni vere, alla quale cerco sempre di dedicare una parte significativa di tempo, è quella di disegnare e progettare gioielli unici. È una cosa che amo fare e che rende veramente speciale il mio lavoro». E forse, proprio per questa freschezza che la contraddistingue, la boutique di Annarita Pennacchio riesce ad attrarre una clientela trasversale, professionisti e ragazzi che sanno di poter contare su brend collaudati, oppure lasciarsi andare ad un pizzico di fantasia con gioielli creati ad hoc. Raffaele Nespoli © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA UOMO | DONNA | ACCESSORI www.manida.it SAN GIUSEPPE VESUVIANO CASTELLAMMARE DI STABIA UOMO C.so Vittorio Emanuele, 90 - Tel. 081 8715229 VIA XX Settembre, 49 - Tel. 0815292679 GUCCI PRADA SALVATORE FERRAGAMO PRADA LINEA ROSSA LANVIN YVES SAINT LAURENT DSQUARED2 VICTOR & ROLF DIOR CHLOE’ MARC JACOBS CAR SHOE CHURCH’S MALO POLO RALPH LAUREN ALBERTA FERRETTI ASPESI LARDINI DONNA C.so Vittorio Emanuele, 90 - Tel. 081 8715229 TONELLO MAURO GRIFONI RAPARO DA DANIELE ALESSANDRINI FENDI DONDUP CYCLE MALO DANIELE ALESSANDRINI FENDI SILK PEOPLE DUVETICA DIOR SUNDEK NEIL BARRET GOLD CASE Y3 5PREVIEW DONDUP LARDINI HAPPINESS CURRENT ELLIOT TONELLO JBRAND PAOLO PECORA J BRAND DUVETICA JFOUR LEATHER CROWN POLO RALPH LAUREN TOMMY HILFIGER SUN 68 16 NA Lunedì 30 Maggio 2011 Corriere del Mezzogiorno