“Zona Nove” è su www.niguarda.eu
NOVEMBRE 2009
Anno 16 - n. 170
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gratuite senza impegno
ONA NOVE
32.000 copie distribuite
GIORNALE DI NIGUARDA - CA’ GRANDA - BICOCCA - ISOLA
Redazione: via Val Maira 4 (Mi), tel. 02/39662281, e-mail: [email protected]
Autorizzazione del Tribunaledi Milano N. 648 del febbraio 1997 - Editore: Associazione Amici di “Zona Nove”,
via Val Maira 4, Milano - Stampa: Centro Stampa Editoriale Libertà SpA, località Dossarelli, Piacenza.
02.66100353
Via Arbe, 31 - 20125 Milano
Tel. 0289690489
Fax 0289692126
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Direttore: Luigi Allori. Redazione: Giovanni Beduschi (vignettista), Franco Bertoli, Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Valeria Casarotti, Diego Attilio Cherri, Teresa Garofalo, Sergio Ghittoni, Antonella Loconsolo, Angelo
Longhi, Lorenzo Meyer, Grazia Morelli, Diana Roca, Sandra Saita, Gero Urso, Maria Volpari. Collaboratori: Laura Albani, Stefano Bartolotta, Silvia Benna Rolandi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Primo Carpi, Roberto Cirillo,
Roberta Coccoli, Augusto Cominazzini, Silvia Cravero, Ivan Crippa, Celestino De Brasi, Simona Fais, Davide Ghezzi, Luigi Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro, Luigi Luce, Sergio Maestri, Valeria Malvicini, Franco
Massaro, Giorgio Meliesi, Pamela Napoletano, Antonio Pizzinato, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer, Vittorio Sardo, Alessio Seminario, Caterina Sinisi, Renato Vercesi, Norman Zoia.
Amministrazione: Lorenzo Gomiero. Pubblicità: Franco Tironi (tel. 02/39662281). Impaginazione: Roberto Sala (tel. 3341791866).
Il fioretto
di
orro
Brilla sempre di più la zona 9 a luci rosse
La prostituzione per le strade è aumentata
Anche l’Isola
Q
Dove trasferire
gli elicotteri?
pag. 2
NUOVA BICOCCA
Dialogo con
CdZ 9 e Comune
(disegno di Gero Urso)
uesta volta Zorro parla
del suo, nostro, vostro giornale perché da questo numero
ci sono delle novità importanti, che speriamo siano apprezzate dai lettori.
Le potete vedere anche da soli: la foliazione aumenta di
almeno quattro pagine, tutto
il giornale diventa a quattro
colori, la stampa dei testi e
soprattutto delle illustrazioni
ci si augura risulti migliorata. La novità più importante
la trovate però nelle pagine
centrali del giornale.
Da questo numero, infatti
pubblichiamo un supplemento. Si chiama “Zona Nove
Isola” e tratterà ogni mese la
realtà e i problemi del quartiere a noi vicino, realtà e problemi che del resto spesso sono anche i nostri (come per
esempio le questioni della
nella nuova metropolitana,
della sciagurata cementificazione della città e del progressivo degrado dei fondamentali servizi pubblici).
Non solo. Avendo l’Isola proprie originali tradizioni culturali e commerciali, il supplemento (inserito in tutte le
32 mila copie di “Zona Nove”)
siamo sicuri sarà interessante anche per i lettori di Niguarda, Ca’ Granda e Bicocca Vecchia e Nuova. E, viceversa, le notizie e le offerte di
questi quartieri potranno essere utilmente conosciute anche dagli “isolani”.
“Isola”, che finora è uscito come allegato alle copie di “Zona Nove” diffuse in quel quartiere, mantiene una propria
redazione che continuerà a
essere totalmente autonoma
dal punto di vista esecutivo,
pur mantenendo la stessa direzione giornalistica ed editoriale. Buona lettura.
PARCO NORD
pag. 5
CRISI ECONOMICA
Intervista a
Susanna Camusso
pag. 12
PARCO NORD
pag. 23
Intervista al
presidente Ravasi
SCUOLA
Mancano
i finanziamenti
pag. 25
SUPPLEMENTO
ONA NOVE
pag. 15-18
Il termometro
della criminalità
a cura di Grazia Morelli
in collaborazione con i Carabinieri di Greco
viale F. Testi 119 - tel. 02/66104191
(Non sono compresi i reati denunciati alla Ps)
RAPINE
OTTOBRE ‘09
1
OTTOBRE ‘08
2
FURTI
Basta passare da viale Sarca o da viale Fulvio Testi per rendersi conto
che la politica delle multe non è servita a niente.
OTTOBRE ‘09
(pag. 3)
Riflettori spenti, ma il racket delle case continua
E chi lo ha denunciato si sente in pericolo (pag. 4)
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Giovanni Beduschi
Calissimo Gio Van Ni, glande timoniele del fumetto nigualdese, di che cosa ti pleoccupi? Finora abbiamo subito l’influenza anglosassone. Tutti come pirla alla moda a dire pu-
CRONACA
di Giorgio
NERA
Meliesi
G Moncalieri: aggredito Alex Schiavi
ono stato picchiato selvaggiamente solo perché ho osato rea“S
gire, per difendere la mia cagnolina… Calci, pugni, insulti da
un giovane che si è poi allontanato con i suoi amici. Un balordo che
molti conoscono nel quartere. Forse era sotto l’effetto della droga.
Solo così si può spiegare tale esplosione di violenza gratuita”. È successo al maestro Alex Schiavi, ben conosciuto nella zona per le sue
attività culturali ed educative, la sera di mercoledi 7 ottobre mentre usciva dalla sua scuola di musica in via Moncalieri con la sua
cagnolina, una bassottina dal pelo ruvido dal nome portoghese di
Claudete. Il teppista si è trovato l’animale tra i piedi e gli ha dato
un calcio violentissimo tra le risate dei suoi complici. Schiavi ha gridato: “Perché ve la prendete con il mio cane?!” È bastato per scatenare la reazione violenta dell’energumeno: pugni, testate e calci anche quando la vittima è caduta a terra. Dopo il pestaggio i teppisti
si sono allontanati come se nulla fosse. Al pronto soccorso al maestro Schiavi sono stati rilevati vari traumi,contusioni su tutto il corpo e la rottura del setto nasale. (7 ottobre)
M. del Lavoro: incidente mortale
assimiliano Satta proveniva dalla via Cecchi a bordo
di una moto e, per una tragica svista di un’auto che
M
usciva dal parcheggio di via Maestri del Lavoro, ha trovato
la morte a soli 35 anni. Alla famiglia di Massimiliano vanno le sentite condoglianze di chi lo ha conosciuto anche da
quando era bambino. (Ortensia B.)
Lorenzo Meyer in CdZ 9
o scorso 22 ottobre il nostro
L
redattore Lorenzo Meyer è
entrato a far parte del Consiglio di Zona 9. Lorenzo, che si
era candidato alle scorse elezioni comunali per i Democratici di
Sinistra (ora Partito Democratico), subentra ad Enrico Borg,
eletto la scorsa primavera al
Consiglio Provinciale.
La nostra redazione si complimenta con Lorenzo ed Enrico e
fa loro tanti auguri per le nuove attività.
sher invece di spacciatore, outlet invece di spaccio, escort invece di putt, drink invece di cicchetto. E ora salà meglio aggiolnalci (nella vecchia pronuncia “aggiornarci). Non sem-
Daniela e i suoi amici
Daniela Zennari, di cui i nostri lettori conoscono le traversie,
A
è stato concesso uno spazio per incontrarsi con i suoi amici
che hanno la sua stessa malattia, la sindrome di Friedrich, che
consiste nella perdita progressiva della motilità. Tale malattia
comporta l’uso della carrozzina per cui i malati non hanno la possibilità di stare assieme in una abitazione normale a causa proprio delle carrozzine che sono ingombranti. Il Cam di Lampugnano (Zona 8) ha messo ha disposizione una sala per incontri
mensili. Il primo è avvenuto il 24 ottobre e i ragazzi, molto uniti
tra loro, hanno potuto scambiarsi le notizie sulla cura della loro
malattia e fare programmi per gite e feste. Il prossimo incontro
sarà il 21 novembre, sempre presso il Cam di via Lampugnano
145, angolo via Viscontini. Chiunque desideri partecipare è ben
accetto. (Ortensia Bugliaro)
bla mica che costi meno se diciamo “tle eulo”? E non semblelà meno dlammatico se diciamo “clisi”? Sembla infatti un
clistele. (Zollo Nove)
OOM IN
0NA
di Ortensia Bugliaro - foto Giansanti
Tanto paga Palanzone
Elicotteri al Parco Nord
22 ottobre u.s. si è svolto un incontro fra le rappresentanze
Idellsindacali
e la direzione generale del Niguarda per discutere
futuro dell’elisoccorso del nostro nosocomio. Durante la riunione è stata ribadita la volontà di mantenere nell’ambito pubblico la gestione del servizio di Elisoccorso.
Anche a questo tavolo - così come evidenziato dall’interrogazione del
consigliere Franco Mirabelli (vedi a pag. 29), dal Sindaco di Bresso
Fortunato Zinni e dalle centinaia di cittadini che hanno partecipato
qualche mese fa a un sit-in davanti all’ingresso dell’aeroclub di Bresso
- sono state evidenziate sia le oggettive difficoltà di carattere ambientale che pongono la necessità di riallocare la base, attualmente sita nella zona di via Grandi di Bresso, sia le difficoltà tecnico-ambientali insite nella riallocazione della stessa all’interno del perimetro ospedaliero,
ovvero l’ubicazione “naturale” antecedente all’apertura dei cantieri per
la realizzazione delle nuove strutture sanitarie.
A questo proposito, però, le necessità dell’azienda ospedaliera e dei cittadini divergono. Infatti al termine del suddetto incontro è stato redatto un documento, condiviso da Rsu, personale sanitario e direzione del
Niguarda, nel quale si chiede di garantire:
• che la nuova sede definitiva dell’Eliporto per l’emergenza e urgenza di Milano sia collocata nell’area aeroportuale di Bresso, poiché tale soluzione potrebbe assicurare le migliori condizioni di
funzionamento del servizio;
• che nell’eventualità di un ulteriore e urgente trasferimento transitorio ci si adoperi affinché si trovi una collocazione provvisoria “sempre
nella medesima zona aeroportuale di Bresso”. (Andrea Bina)
Mercatini
• 21 e 22 novembre (orario: 9-13 e 14,30-19,30): la parrocchia di P.za
Caserta organizza nella cripta (via Taormina, 1) un mercatino di antiquariato e modernariato.
• Dal 18 al 22 novembre (orario: 9-12, 15-19) il gruppo “Bottega
Creativa” della Parrocchia della Bicocca organizza il mercatino di
Natale presso il Centro Parrocchiale di viale F. Testi, 190.
incredibile! Al quartiere Adriatico/Cecchi/M. del Lavoro è
È
stato tolto un servizio efficiente e quasi indispensabile soprattutto per le persone anziane del luogo: la linea dell’autobus 40 che
portava direttamente a Bruzzano. Per l’intero quartiere è rimasta
soltanto la 51 che è quella che passa con meno frequenza, vale a
dire che quando maggiore bisogno non vedi neanche l’ombra del
mezzo. Tutto questo avviene proprio quando sono stati ultimati
più di ottocento nuovi appartamenti e di conseguenza con un numero maggiore di residenti “imbottigliati” in un’unica via d’uscita come la via Palanzone. Non è finita! All’incrocio sopra indicato
non ci sono segnaletiche di precedenza, ma si circola solo con il
buon senso degli automobilisti quando va bene, altrimenti ci scappa il morto, come è già avvenuto (vedi qui a sinistra). La 40, proprio perché funzionante è durata poco tempo, in compenso hanno
lasciato funzionante il display che indica il suo “immediato” arrivo. Il quartiere ringrazia!
Un imprevisto sulla linea del 4
blocca per ore centinaia di persone
unedì 12 ottobre, alle 17.30, in piazzale Machiachini sono almeL
no 200 le persone che aspettano il tram numero 4 e lo aspetteranno per circa un’ora. Che cosa è successo? Un tram si è guastato
alle 16.45 in via Benefattori dell’Ospedale e per rimuoverlo l’Atm
ha dovuto deviare la linea. Nel frattempo è stato introdotto un servizio sostitutivo di bus, che però, a detta degli utenti in attesa, non
è stato mai visto in piazzale Maciachini. L’incidente imprevisto, oltre la rabbia degli utenti che nessuno ha avvertito del guasto, ha innescato una serie di ritardi a catena che hanno scombussolato la
circolazione su tutta la linea.
La sede della redazione si è trasferita in via Val Maira 4 (Pratocentenaro) rimanendo aperta ogni mercoledì pomeriggio dalle 15.30 alle 18 per ricevere coloro
ATTENZIONE che desiderano segnalare problemi, annunciare o proporre iniziative, articoli o servizi per il giornale. Si può anche telefonare allo 02.39662281.
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DEGRADO/1
Nonostante 4800 multe alle prostitute e 1200 ai clienti
Brilla sempre di più la zona 9 a luci rosse
La prostituzione per le strade è aumentata
Basta passare da viale Sarca o da viale Fulvio Testi per rendersi conto che la politica
delle multe non è servita a niente.
Giorgio Meliesi
rmai è sempre più chiaro: la politica
O
soltanto repressiva (oltrettutto più a
parole che a fatti), se non accompagnata
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da una politica di integrazione civile degli
emarginati, contro i fenomeni urbani negativi serve a poco, se non a far raccogliere
qualche voto in più tra quanti non si rendono conto che chi fa proclami e crociate
un pochino responsabile dovrebbe esserne
se sta al governo di Milano da decenni.
De Corato, viceMoratti oggi e viceAlbertini
ieri, sono anni che promette sfracelli contro i graffittari, ma gli sarabocchi su muri
e saracinesche sono aumentati invece che
diminuiti. Tal Salvini, il leghista che vorrebbe riempire Milano di militari, di rondisti contro i bambini scippatori e di “tram di
concentramento” per i musi neri, poi accetta la riduzione dei vigili urbani.
Il discorso vale anche per la prostituzione.
Qualche mese fa a Roma e a Milano si tuonò: è uno scandalo che le strade siano piene di escort, pardon di prostitute. Multiamo le ragazze e i clienti (per i papponi neanche una parola)! Oggi possiamo vedere i
risultati di questa politica dei proclami roboanti. Siamo andati a vedere in viale
Sarca. Come in Testi, Zara, Farini, Stelvio,
Certosa, Porpora, Ripamonti, le ragazze
della notte sono sempre lì, anzi sono aumentate di numero: ce n’è più che in tv in
prima serata.
Le multe da 450 euro le hanno rese solo
più scaltre. Dice Irina, una di Durazzo che
ha collezionato 14 multe. “Le multe le butto via. Tanto chi mi viene a cercare?” A
mezzanotte ce n’è una ogni cento metri, alle fermate dei mezzi pubblici, sotto le pensiline gruppetti di tre o quattro. Ogni tanto sfreccia qualche volante e scarse pattuglie dei vigili passano svogliate. Tanto, se
dopo 4800 multe alle prostitute e 1200 ai
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Vigili in via Passerini: “Siamo presenti sul territorio”
Sembrava che la Polizia Municipale a Niguarda stesse smobilitando e che ne fosse rimasta
una presenza poco più che simbolica. Invece al presidio di via Passerini dicono che non è così. Ma
dicono anche che a Milano ci vorrebbe più personale, magari mille nuove assunzioni, perché
“la coperta è corta e non si riesce a seguire tutti i problemi e si finisce sempre per sacrificare qualcosa”.
a Polizia Municipale in via Passerini, a NiL
guarda, è più presente che mai. Questo il
succo delle dichiarazioni che abbiamo raccolto
andando di persona a chiedere negli uffici di quel presidio, posto davanti alla scuola Elementare Locchi.
Ci siamo andati perché avevamo invece avuto segnalazioni da alcuni cittadini che la situazione fosse ben diversa:si diceva che la Polizia
Municipale stesse smobilitando e che fosse rimasta una presenza
poco più che simbolica. Non è così. C’è stata sì una ristrutturazione,
con la creazione delle “Zone”(la nostra è la 9) per essere uniformi con
il decentramento amministrativo e coprire lo stesso territorio dei
Consigli di Zona. La sede principale di questa zona è in via Livigno
e via Passerini è diventata una sede secondaria, ma questo non implica certo una smobilitazione, anzi. In termini di personale stiamo
parlando di 50-55 dipendenti e i servizi che vengono erogati sono
quasi tutti: sportelli, permessi, contravvenzioni… dalle 8 alle 12.30
e dalle 14 alle 18. Sono ormai due anni che il comando ha deciso di
incrementare uomini e servizi, sulla base delle richieste dei cittadini canalizzate poi attraverso il CdZ.
Per quanto riguarda la sicurezza, mi viene detto che grossi problemi
in questa zona di periferia non ce ne sono, a parte ovviamente il
“Bronx”, cioè le grandi concentrazioni di case popolari. È vero invece che la percezione del pericolo è più alta che in passato, ma è una
sensazione non confermata dai dati, che dicono invece che la delinquenza non è aumentata. Uno dei miei interlocutori ricorda che negli anni ottanta nelle case popolari di viale Testi la Polizia veniva accolta con il lancio di lavatrici dalle finestre. Oggi l’atmosfera è la stessa, ma almeno i soggetti più pericolosi sono ben conosciuti e tenuti
d’occhio costantemente.
Per il resto Niguarda è rimasta un borgo dove si respira aria di paese e il tessuto sociale regge.Anche zone come piazza Gran Paradiso,
GROPPI
che era stata oggetto di segnalazioni per via dello
spaccio notturno, sono state “bonificate”, secondo
quanto ci viene riportato. Certo che la tendenza della gente a chiudersi in casa la sera e lasciare le strade deserte non
aiuta, ma questo è un discorso più ampio che riguarda tutto il Paese.
Però Milano è una città abbastanza sicura: 1.500 telecamere piazzate in tutti i punti più a rischio, più di cento pattuglie in costante perlustrazione, della Polizia, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza,
della Polizia Municipale, persino dell’Esercito…
Interessanti le parole di un funzionario che, parlando dei problemi
causati dalla forte immigrazione straniera, dice: “Io che faccio questo mestiere da tanti anni so che la stragrande maggioranza dei
Romeni, degli Albanesi e degli altri immigrati è costituita da gente
integrata, che lavora e che non si sognerebbe mai di commettere dei
delitti. Poi ci sono anche i delinquenti, come ci sono in tutte le comunità, e non è che noi Italiani ne siamo immuni. Basti pensare a
Mafia, Camorra, ‘Ndrangheta e Sacra Corona Unita per rendersi
conto della ‘pericolosità’ della nostra etnia.”
Comunque ci viene ribadito che i problemi di viabilità, sicurezza,
commercio, artigianato, occupazione di suolo pubblico, traslochi
ecc. sono affrontati qui, nella sede di via Passerini e giusto alla fine della nostra indagine salta fuori che forse a Milano ci vorrebbe più personale, magari mille nuove assunzioni, perché “la coperta è corta” e non si riesce a seguire tutti i problemi e si finisce sempre per sacrificare qualcosa.
In ogni caso ci viene ribadito con una certa irritazione che sarebbe meglio che i cittadini si rivolgessero direttamente alla sede di via Passerini per avere informazioni, anziché scrivere ai
giornali. Altrimenti si corre il rischio di scatenare una tempesta in un bicchiere d’acqua e di dare dei nostri “ghisa” un’immagine che non corrisponde alla realtà.
Sergio Ghittoni
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DEGRADO/2
Riflettori spenti, ma il racket delle case continua
E chi lo ha denunciato si sente in pericolo
“Le forze dell’ordine si sono impegnate a fondo”, dice Frediano Manzi, presidente
dell’Associazione Sos Racket Usura. “Ma al nostro telefono continuano ad arrivare decine
di segnalazioni che confermano come il racket delle occupazioni abusive in via Padre Luigi
Monti continui a esistere.” E intanto il Comune che fa?
ia Padre Luigi Monti, è sera. Un
V
lungo serpente di camper, auto con
roulotte al traino, improbabili furgoni,
camion sgarruppati, si ferma davanti
al numero 16. Scende una tribù di disperati, se ne contano circa una cinquantina. Sono rumeni che vengono
prelevati dal racket delle elemosine e
portati a dormire nei solai delle case
popolari. Attaccano i loro fornelletti e
le stufette alla luce delle scale, a spese
degli inquilini regolari, e trascorrono
così la notte in attesa di un’altra giornata ai semafori di una Milano che
guarda dall'altra parte.
Da dietro le saracinesche di un negozio si
sente musica e profumo di cibo: è diventato una nuova abitazione per qualche disperato; era sfitto... ora non più.
Non hanno pace gli abitanti di questa
strada di Milano, mentre razzismo e intolleranza fioriscono su un terreno fertile creato dal disinteresse delle istituzioni, dall’incuria dell'Aler, dall’indifferenza diffusa.
I riflettori di tv e stampa nazionale si sono
spenti sulla vicenda delle case occupate
dal racket dell’abusivismo, ma la vita di alcune persone è cambiata. Alcuni dei cittadini onesti che abitano in quei caseggiati
popolari di Niguarda hanno dovuto fare richiesta di un cambio alloggio per motivi di
emergenza: troppo pesante il clima di minaccia che li circonda.
Noi di “Zona Nove” non ci dimentichiamo
di loro, continuiamo a parlarne perché è
importante farli sentire meno soli, perché
quando nessuno si occuperà più di loro
scatterà la ritorsione.
Frediano Manzi, presidente dell’Associazione Sos Racket Usura, ci ha confermato che il problema è tutt’altro che
risolto. “Le forze dell’ordine stanno certamente lavorando, si sono impegnate
a fondo, ma la situazione è stata lasciata troppo a lungo senza attenzione perché si possa risolvere dall’oggi al domani. Al nostro telefono continuano ad arrivare decine di segnalazioni - prosegue
Frediano Manzi - tutte persone che
confermano che il racket delle occupazioni abusive in via Padre Luigi Monti
esiste eccome, ed è gestito dalle famiglie di cui la polizia si sta ora fortunatamente occupando.”
Nel frattempo l’Aler pare si sia attivata, conducendo finalmente un censi-
Lella Ricordi
mento casa per casa per capire chi ci
abita e a quale titolo.
“Non so però come si comportino con chi
non apre la porta - ci dice un abitante regolare - e speriamo che facciano controlli
incrociati! Conosco una ragazza incinta
che, quando vengono per sgomberare una
casa, si presenta e dice di abitare lì. È già
la terza volta che lo fa, in tre scale diverse”.
Silvia Davite, segretario del Sunia di
Milano, ci confessa: “Sa qual’è la cosa che
mi fa più rabbia? Il fatto che alcuni cittadini onesti, cinque per l’esattezza, siano costretti a chiedere il cambio alloggio per
motivi di emergenza per allontanarsi da
una situazione divenuta per loro molto pericolosa, e non se ne vadano i delinquenti”.
Già, proprio così, alla fine stanno vincendo
loro. Infatti non è stato fatto nemmeno uno
sgombero nelle case di via Padre Luigi
Sos Racket
Associazione Sos Racket e Usura
L’
si rivolge a tutti gli abitanti delle
vie Padre Luigi Monti, via Val Daone,
via Val Cismon e largo Rapallo affinché collaborino con le Forze dell’Ordine. È importante sensibilizzare gli
abitanti di queste vie perché solo con
il loro aiuto si potrà estirpare una volta per tutte il cancro della criminalità
organizzata che da trent’anni attraverso minacce, intimidazioni, soprusi
ed angherie gestisce in totale impunità il quartiere. L’appello è rivolto anche agli abitanti abusivi a collaborare
con le Forze dell’Ordine, senza che essi abbiano paura di raccontare ciò che
sanno e che hanno visto in trent'anni.
Sicuramente la loro collaborazione
verrà premiata.
L’Associazione pertanto indica dove
poter andare spontaneamente a denunciare quanto essi sanno: Commissariato di Polizia di Greco-Turro
oppure Questura Centrale di Milano,
via Fatebenefratelli, 8. Possono anche
contattare i telefoni dell'associazione:
338.75.00.104 oppure 347.90.34.353 o
scrivere una e-mail a [email protected].
Monti, via Val Cismon e dintorni. Sono
sempre lì i protagonisti di questo assurdo
racket che prevede un tariffario che si aggira intorno ai mille euro a vano (due locali 2000 euro, tre locali 3000) per sfondare
la porta e consegnare le case Aler ad inquilini abusivi. Sono sempre lì gli occupanti e
le case sfitte, miracolosamente sfuggite al
losco giro, non sono state ancora assegnate a chi ne avrebbe diritto.
“Le cinque famiglie che hanno chiesto di
andarsene - prosegue la Davite - avevano
speso fior di soldi per ristrutturare l'appartamento. Ora sono costrette a lasciare tutto. O meglio, sarebbero costrette, se il
Comune si preoccupasse di loro. Ma siccome Palazzo Marino finora si è totalmente
disinteressato del problema, continuano a
stare in quelle case, gomito a gomito con
chi le minaccia, danneggia le loro cose, li fa
vivere in un clima di terrore.”
Il Comune è stato decisamente inadempiente nei confronti di queste persone. Gli
interventi effettuati hanno complicato anziché risolvere la situazione.
“”A settembre - è ancora la Davite a parlare - l’assessore Verga ha deciso che la
gestione delle case dovesse passare dalla
Romeo all'Aler. Hanno compiuto il passaggio senza prevedere un periodo di necessaria co-gestione. Così l’assessore ha
ordinato alla Romeo di portare tutta la
documentazione in un magazzino di
Liscate: un immenso cumulo di carte nel
quale è impossibile raccapezzarsi. Così
possiamo immaginarci quali disservizi ci
riserverà il futuro. Pensi che tra quelle
carte ci sono tre milioni di euro da restituire agli inquilini: cifre pagate in più di
cui la Romeo aveva garantito la restituzione. Quando questa gente rivedrà i propri soldi? Siamo al trionfo dell’illegalità,
le basti pensare che in via Antonino
Giuffrè la custode, che era un’occupante
abusiva, è stata assunta dall’Aler”.
La commissione sicurezza che si era riunita in via Val Cismon aveva fatto grandi promesse. Matteo Salvini, della Lega
Nord, aveva detto che ora si sarebbe occupato lui della faccenda. Il bilancio di
ciò che è stato fatto è però assai deludente, anzi non si capisce proprio cosa sia
stato fatto. E i proclami del “Fuori tutti
gli abusivi”, assurdi perché tra loro c’è
gente che versa veramente in stato di
necessità, hanno lasciato il campo alla
solito, eterno immobilismo.
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I box della ricettazione alle Case bianche
a nostra zona vanta un cospicuo nuL
mero di case popolari Erp, che presto
torneranno tutte sotto la gestione Aler dopo la nefasta esperienza della Romeo spa.
Il fatto è di per sé positivo. Quello che non
è assolutamente positivo è la gestione di
questo patrimonio pubblico, che in alcuni
casi si trova in condomini a proprietà mista (privato-Aler), e la mancanza di sicurezza e legalità che ha permesso la nascita e la sopravvivenza di ghetti fuori
dal controllo della legge. Troppi i casi di
abusivismo, di violenza, di malavita che
quotidianamente vengono alla luce in
questi quartieri. Delle case di viale
Sarca, meglio note come Case Occupate,
molto abbiamo già scritto e ormai non
fanno più notizia i blitz delle forze delle
ordine, gli arresti e gli sgomberi che si
susseguono. Nelle ultime settimane sta
crescendo la tensione nei quartieri di
ONA NOVE 4
Daniele Cazzaniga
via Asturie e c’è fermento e preoccupazione alle Case Bianche.
In quest’ultimo caso il bubbone non è tanto né l’abusivismo né la mancanza di legalità nelle abitazioni quanto i box. Stiamo
parlando di 364 box nelle vie Sibelius dal
civico 2 al 16 e Lissoni dal civico 1 al 15.
Di questi un’ottantina sono sfitti e sono diventati ricettacoli di materiale di dubbia
provenienza. Le foto in questa stessa pagina, scattate nel corso del 2008 e del 2009,
sono emblematiche: moto e pezzi di moto,
probabilmente rubate, lavatrici, mobili e
masserizie accatastati in box di proprietà
dell’Aler, spesso con le saracinesche aperte,
hanno trasformato questo dedalo di corridoi bui in un luogo che mette paura.
Per porre una pezza, del tutto insufficiente, l’Aler ha sigillato, saldando le saracine-
GIORGETTI:
via Pianell, 63
sche, 4 box che contenevano moto e parti di
moto poco “pulite”, altri sono stati chiusi ed
altri invece risultano aperti e sono diventati vere e proprie discariche di materiale
d’incerta provenienza.
I residenti hannno ora una preoccupazione in più: il lavoro di “bonifica” delle Case
Occupate rischia di spostare la microcriminalità ivi ubicata proprio qui, nei box di
via Lissoni e Sibelius, visto l’habitat favorevole già presente. Pure i residenti di via
Cristiani segnalano che a metà agosto sono usciti dai box due carri attrezzi pieni di
moto, parti di esse e una autovettura
Smart, tutto materiale probabilmente oggetto di attenzioni della Magistratura visto che a scortare questo “prezioso” carico
c’era una volante della Polizia di Stato.
Che cosa aspetta l’Aler a fare pulizia
nelle sue proprietà e ad assegnare gli
80 box sfitti?
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Continua il dialogo cittadini, CdZ 9 e Comune
per migliorare la vivibilità del quartiere
Le denunce e le proposte degli abitanti riguardano la viabilità, i trasporti, la sicurezza
stradale, servizi scolastici e sociali, le aree verdi.
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Sportello CAF Nazionale del Lavoro
6 ottobre abbiamo preso parte a una afIcittàlfollata
seduta della Commissione “Per la
sostenibile” del CdZ 9, cui hanno partecipato diversi abitanti del quartiere
Bicocca, Associazione ViviBicocca, Amsa,
Polizia Locale, Sportello Unico per l’Edilizia, Settore Trasporti Ambiente del Comune, Pirelli Re, Ciclobby e Mobility
Manager Università Bicocca.
Nel corso della seduta, aperta da una
dettagliata e illustrata relazione di Marco Gianfala, Presidente dell’Associazione ViviBicocca, sono emerse diverse criticità ancora presenti nel nuovo quartiere e sono state fatte alcune proposte per
risolverle o mitigarle. Il tutto con un condivisibile obiettivo: sollecitare i settori
comunali competenti a completare i servizi di quartiere per renderlo più vivibile e contribuire a migliorare sia la coesione degli abitanti sia l’integrazione
con il territorio circostante.
Per rendere più chiaro possibile l’ennesimo bell’esempio di amministrazione partecipata del territorio comunale messo in
campo dal CdZ 9, abbiamo ragruppato le
principali lacune evidenziate e le richieste
pervenute dai molti soggetti che gravitano
sulla Nuova Bicocca.
• Sicurezza stradale, viabilità e trasporti Adozione di misure per ridurre la
velocità delle automobili, in particolare nelle ore notturne:richiesta di rallentatori o semaforo all’incrocio Beccaro/Sarca e misure
Daniele Cazzaniga
di controllo per limitare l’eccessiva velocità
dei veicoli in transito nelle vie Pirelli,
Innovazione e Sesto S. Giovanni; maggiori
sanzioni alle auto in sosta vietata che, ad
esempio all’incrocio piazza dei Daini/via
Pirelli limitano fortemente la visibilità aumentando il rischio di incidenti; richiesta di
costruzione in tempi brevi della passerella
ciclopedonale Sarca/Testi per la quale
Pirelli Re afferma di avere già versato il
proprio cospicuo contributo all’Amministrazione Comunale; sollecitazione degli interventi, già richiesti più volte dal CdZ 9 e dai
cittadini, per ridurre la rumorosità generata, dalle 5.30 del mattino fino alla 1.30 di
notte, dai tram di nuova generazione operativi sulla linea 7 visto che, in prossimità della curva davanti alla stazione Fs, sono state
registrate emissioni sonore fino a 92 decibel
per oltre 30 secondi; riqualificazione della
fermata sotterranea Arcimboldi del tram 7
buia, degradata e sporca con ascensori non
funzionanti che ne impediscono l’accessibilità ai diversamente abili.
• Ciclomobilità Adeguamento alle
normative vigenti delle piste ciclabili
presenti nel quartiere e completamento delle parti mancanti; attivazione
del servizio di “Bike sharing” in prossimità della stazione di Greco Pirelli,
delle sedi dell’Università Bicocca e,
per meglio collegare il nuovo quartiere
Completata la ristrutturazione
del mercato di via Moncalieri
S
e non fosse stato per il CdZ 9 il mercato comunale coperto di
via Moncalieri sarebbe ancora in una situazione critica.
Chiariamo subito: il CdZ non ha messo un euro per rimetterlo
a nuovo, visto che questi investimenti spettano al Comune, ma
si è impegnato al massimo per raccogliere le istanze dei cittadini e dei commercianti e trasmetterle a Palazzo Marino. E dopo
delibere, solleciti e sopralluoghi finalmente i risultati si vedono:
i lavori sono praticamente completati. I tecnici del Comune che
hanno accompagnato, i primi giorni di ottobre, i consiglieri di zona nella visita della struttura hanno assicurato che i tempi previsti dall’appalto sono stati rispettati e che sono stati eseguiti
anche alcuni lavori non previsti per rendere l’edificio ancora più
accogliente e sicuro. Tutto è stato rifatto: pavimentazione, tetto,
serramenti, parti comuni esterne e i sotterranei, è stato costruito ex novo il locale raccolta rifiuti solidi urbani, la tinteggiatura
esterna oltre a tanti altri lavori, magari meno evidenti, ma importantissimi per rimettere a nuovo una struttura di quasi 50
anni. (Daniele Cazzaniga)
ai servizi pubblici presenti sul territorio zonale, dell’Ospedale di Niguarda.
• Degrado Maggiori controlli notturni in
viale Sarca e in tutto il quartiere; per contrastare l’uso improprio di Piazza dei
Daini richiesta di un faro che illumini i
giardini e una modifica della tipologia delle aree riservate alla sosta; maggiori pulizie in Via Padre Beccaro anche se l’Amsa
asserisce di pulire lunedì e venerdì pomeriggio e nella notte tra giovedì e venerdì.
• Servizi Sollecitazione della costruzione in zona Piazza dei Daini della
scuola materna con una sezione d’infanzia richiesta dall’amministrazione
comunale in sostituzione dell’asilo nido
previsto dalla convenzione con Pirelli
Re; richiesta di una maggior presenza
di esercizi di vicinato: mancano la farmacia e l’edicola; inoltre sabato e domenica molti negozi sono chiusi; emblematico il caso della stazione Fs Greco/Pirelli che nel week-end sembra un edificio fantasma abbandonato.
• Giardini Richiesta di una migliore
manutenzione delle aree verdi e il completamento dei lavori in Piazza dei
Daini, realizzando nel contempo sia
l’area verde sia il collegamento diretto ai
giardini Esplanade siti parallelamente a
viale Sarca; installazione di giochi per
bambini ed adolescenti e creazione di
un’area cani a distanza di sicurezza dalle aree frequentate dai bambini.
Di Calboli: sì ai rallentatori ottici,
no all’isola pedonale, ni alla zona 30
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ella pagina del Tazebao del numero di ottobre abbiamo pubblicato una lettera, indirizzata anche al Consiglio di Zona 9, che
chiedeva di mettere in sicurezza via P. di Calboli, bellissima strada
nel cuore di Niguarda. Ci siamo informati presso il parlamentino di
zona, parlando con Annamaria Melone, presidente della Commissione “Per la Città Sostenibile”, che a metà ottobre ha compiuto un
sopralluogo con un referente del comando di Polizia Locale di via
Passerini. Ne è emerso che trasformare via P. di Calboli in un’isola pedonale non è possibile a causa della presenza di diverse attività che necessitano di piena accessibilità; che la trasformazione della via in una “zona 30” (limite di velocità 30 km/h) può essere attuata solo in base a una diversa classificazione della strada; che l’allargamento dei marciapiedi non è possibile perché la larghezza della
carreggiata scenderebbe sotto i limiti di legge, soprattutto all’altezza dell’edificio con lo storico arco; mentre per quel che riguarda la
tracciatura dei rallentatori ottici la Polizia Locale ha già trasmesso
la planimetria aggiornata ai competenti uffici tecnici comunali sin
dal febbraio scorso. (Daniele Cazzaniga)
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ONA NOVE 5
DECENTRAMENTO
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a cura di Sergio Ghittoni
CdZ 9: si lavora per evitare la crisi
La maggioranza si è divisa sulla politica urbanistica che il Comune intende attuare all’Isola. Beatrice
Uguccioni: “Comunque, le attività del Consiglio sono continuate regolarmente e, cosa più
importante, le iniziative nei vari quartieri si sono svolte così come programmato. C’è in atto
una verifica politica ed è auspicabile che venga trovata la migliore soluzione possibile
che ridia serenità all’Istituzione e nuovo vigore ai lavori del Consiglio”.
È
da qualche tempo che al Consiglio
di Zona 9 si sono addensati pesanti nuvoloni sulla maggioranza. Abbiamo dato conto qualche numero fa, con
diverse interviste ai protagonisti, della revoca al consigliere Tucci della
Vice Presidenza, seguita poi da una
mozione di censura nei confronti della
Presidente Uguccioni presentata dai
dissidenti dell’estrema sinistra e votata dalla destra.
Sono mesi ormai che i lavori del CdZ 9
sono rallentati dall’atteggiamento
ostruzionistico di Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Italia dei Valori e Lista Fo. Imboscate, mancanza
di numero legale e altri scambi di cortesie di questo tipo sembrano replicare
in sedicesimo le stesse contraddizioni
che a livello nazionale hanno fatto cadere il Governo Prodi. Con la differenza che in questo caso il “potere” che si
gestisce è quasi ridicolo rispetto agli
incarichi di Governo e la gente non capisce di che dimensione possano mai
essere i problemi che dividono la maggioranza. Eppure il CdZ aveva cominciato con grande energia ed era palese
e palpabile il cambio di passo che questa nuova maggioranza aveva dimostrato rispetto a quella precedente. E
questo sia per la passione e l’energia
che il nuovo gruppo dirigente aveva
messo in campo, sia anche per la qualità degli obiettivi che si era prefissa.
Ora invece, se non siamo alla paralisi,
poco ci manca.
Vai a scartabellare le carte e scopri che
alla fine l’oggetto del contendere è rappresentato dall’urbanistica dell’Isola,
su cui il programma della maggioranza esprimeva un giudizio negativo che
i dissidenti vorrebbero che si mantenesse anche ora che l’intervento è talmente avanzato che non si può più fermare. Il Partito Democratico, i Sociali-
sti, i Verdi e Sinistra Democratica pensano invece che ora si debba piuttosto
lavorare per mitigare i disagi dei cittadini (anche questo punto comunque
previsto dal programma) causati dai
molti cantieri aperti contemporaneamente. Ma la sensazione è che del motivo originale del dissidio nessuno si
ricordi più e la cosa sia scivolata sul
piano delle ripicche personali.
Sentiamo la Presidente del Consiglio
di Zona Beatrice Uguccioni:
“La situazione non è certo facile: in
questi mesi, da prima dell’estate, nella
maggioranza si è radicalizzato un conflitto. Con grande senso di responsabilità abbiamo cercato di contenere le
conseguenze di questa spaccatura, ricordando che il primo scopo di una
Istituzione è sempre quello di portare
avanti iniziative per migliorare la vita
dei cittadini, invece che soffermarsi sui
conflitti interni. Personalmente ho ricevuto molti incoraggiamenti e attestati
di solidarietà, pervenuti in particolare
dopo la mozione di censura. Sono lettere in cui molte delle Associazioni con le
quali questo Consiglio di Zona ha collaborato, non solo ci ringraziano per
quanto fatto fino ad ora, riconoscendo
al Consiglio di Zona 9 buone capacità,
ma ci spronano a proseguire.
Queste divisioni nella maggioranza
fanno certamente il gioco del centrodestra, che non perde occasione per sottolinearle, ma devo dare atto comunque
che l’opposizione in questa circostanza
ha avuto atteggiamenti, in molti casi,
responsabili.
Malgrado qualche inconveniente e ritardo le attività del Consiglio sono continuate regolarmente e soprattutto, cosa più importante, le iniziative nei vari quartieri si sono svolte così come
programmato.
C’è in atto una verifica politica che naturalmente coinvolge anche le segreterie dei rispettivi partiti, ed è auspicabile che venga trovata la migliore soluzione possibile che ridia serenità
all’Istituzione e nuovo vigore ai lavori
del Consiglio.”
Aspettiamo quindi gli incontri delle
segreterie dei partiti, augurandoci che
si riesca a trovare una soluzione, che
al momento sembra però molto lontana. Nessuno vuole recedere dalle proprie posizioni e abbiamo l’impressione
che il “muro contro muro” debba continuare ancora per un po’. Anche perché
accanto alle ragioni politiche, che non
ci sembrano così insormontabili, si sono create situazioni personali complicate da risolvere. C’è chi si è offeso e
non vuole più avere niente a che fare
con l’altra parte, chi si è sentito messo
da parte o in discussione e vuole la sua
“vendetta”. In questo clima da “muoia
Sansone con tutti i Filistei” la conclusione che si prospetta, se alla fine non
prevarrà la ragionevolezza, è il commissariamento. E allora sarà la sconfitta di tutti.
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omenica 25 ottobre in 10 diversi punti della nostra zona, coD
me in tutta Italia, si sono osservate strane code di persone in
fila con due euro in mano. In via Hermada i primi votanti si sono
presentati poco dopo le 7 del mattino subito dopo l’apertura del
seggio e poi è stato un flusso continuo fino a sera. Ad Affori hanno votato più di 1000 elettori (vedi scheda con i riassuntivi). In
tutta la zona 9 i voti validi espressi sono stati quasi 8.000!
Al di là di Pierluigi Bersani, il nuovo segretario del Pd uscito largamente vincitore dalle primarie anche nella nostra zona, questa
volta ha vinto tutto il Pd o meglio il suo popolo, che a dispetto di
qualsiasi brutta notizia (l’autosospensione del noto alto esponente del Pd e presidente della Regione Lazio Marrazzo per lo scandalo sessuale che lo ha coinvolto è di sabato 24), ha partecipato in
modo straordinario a questa prova di democrazia.
La partecipazione è stata subito un dato inconfutabile al di là del-
le previsioni. E subito dopo la chiusura dei seggi, quando tramite
le televisioni venivano comunicati i dati dell’affluenza alle urne
con quasi 3 milioni di votanti, era chiaro il primo risultato: i democratici ci sono, sono un popolo compatto e tenace. E ci sono
ovunque, nelle grandi città e nei piccoli paesi al nord come al sud.
Se Berlusconi si dice sicuro che può fare quello che fa perché ha
il popolo alle spalle, ebbene dal 25 c'è la certificazione che c’è tutto un altro popolo che alle sue spalle non ci sta e farà di tutto perché lui se ne torni a casa. Democraticamente, ma a casa. Il primo
atto di Bersani va in questa direzione: appena eletto ha comunicato la sua partenza il 26 mattina per Prato a una riunione con
gli artigiani devastati dalla crisi. Quella crisi che secondo
Berlusconi dapprima non esisteva (ricordate?), poi che era una invenzione della Cgil e del suo pessimismo, infine ultimamente che
era arrivata ma che era già passata.
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nost Milan dalla faccia di tolla
erlusconi ha fatto scuola: in questi
B
anni ci ha inondato di pubblicazioni
varie, per illustrarci la sua vita e le sue
opere, nemmeno fosse S. Francesco. Ed
ora la Moratti applica la stessa teoria:
un bel libriccino nelle nostre caselle (e io
pago? Ah, saperlo) dove ci illustra tutte
le cose belle che ha fatto per la città. Ma
assieme al libretto avrebbe dovuto mandare una dose di qualcosa di forte, perché i cittadini possano credere a quanto
ci sta scritto sopra. Ma come: caos materne, aumento delle rette della refezione
scolastica, chiusura delle scuola civiche e
noi dovremmo berci le fandonie della pagina dedicata alla famiglia? E gli anziani, le cui famiglie sono a tutt’oggi illegal-
G Gara
mente tampinate perché contribuiscano
al loro mantenimento nelle case di riposo (quando c’è posto) nonostante sia già
da tempo stato stabilito che la retta va
calcolata solo sul reddito dell’anziano? E
i parcheggi, buchi neri in cui stanno finendo un sacco di soldi della nostra città? E avere la faccia di tolla di dedicare
una pagina alle case popolari, con quello
che sta succedendo nella nostra zona?
Rimane solo il bike sharing, quello funziona, pare. Perciò Letizia… pedala!
Ps: il libretto contiene una cartolina: dite a Letizia quello che pensate della sua
amministrazione. In fondo è protagonista di una mission impossible: farci rimpiangere Albertini.
tra bastardi con le donne
orse è in corso una gara tra chi, tra i
F
pubblici ufficiali italiani, è più bastardo con le donne e io non ne sono stato informato. C’è un premio? Si vince qualche
cosa? Oppure lo fanno così, per pura soddisfazione personale? I fatti: a Montalto
di Castro il sindaco Carai stanzia un bel
prestito di 5000 euro a testa per pagare il
difensore a otto ragazzi accusati di stupro
di gruppo. Nessuna solidarietà per la vittima della violenza, una quindicenne abusata per oltre tre ore. Salvatore Carai,
diessino eletto in una coalizione dell’Ulivo, potrebbe quindi vincere il suo bel trofeo, assieme ai suoi concittadini che alla
tv hanno proclamato la loro assoluzione
per i loro “bravi ragazzi” e la condanna
senza appello per la giovane “poco seria”
che li ha indotti in tentazione. Ma poi leggo che il primario dell’ospedale di Melzo
ha urlato a tre donne che chiedevano di
abortire “Assassina, sta uccidendo suo figlio!”, e a questo punto non so più chi scegliere. Leandro Aletti, responsabile di
Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di
Melzo (Milano) e noto antiabortista, simpatizzante di Comunione e liberazione, le
ha umiliate nel corridoio del reparto, davanti al personale e alle degenti. Vada per
un ex aequo.
Una ciclofficina mobile
all’Università della Bicocca
Andrea Bina
21 ottobre, in una giornata uggiosa non
ideale per una corsa in bicicletta,
Iè lproprio
stata inaugurata la ciclofficina mobile
d’ateneo, parte integrante del progetto “Mobility Management per il Sistema Universitario Milanese” finanziato dalla Fondazione Cariplo. Il furgone, dotato di pannelli solari ed alimentato a metano per rispettare
al massimo l’ambiente, è una vera e propria
officina viaggiante e permetterà agli emuli
di Coppi e Bartali, con l’aiuto dei meccanici
ciclisti dell’Associazione +bc, di mantenere
in ordine e ripararsi la bicicletta senza
spendere nulla salvo il costo dei pezzi di ricambio.
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propriato per un locale a fianco del campo volo di Bresso, sotto la nuova passerella
del Parco Nord che scavalca la A 4. Inaugurato a inizio settembre, dotato di circa 80 coperti, inseriti in un contesto climatizzato, allegro,
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clienti pizze squisite cucinate dal mastro pizzaiolo Oscar e prelibati piatti a base di carne
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ONA NOVE 7
DAI QUARTIERI
a cura di Renato Vercesi
“Niguarda… io abito qui”. Ecco la festa!
rande affluenza di
G
pubblico domenica 4 ottobre in occasione della terza edizione
della ormai tradizionale “Niguarda …io
abito qui”.
La festa, che ha ottenuto il patrocinio e il
contributo del Consiglio di Zona 9, si è svolta lungo tutto l’arco della giornata.
Lungo le vie Passerini ed Hermada erano
presenti molti organismi del nostro quartiere: la Casa di Redenzione Sociale, La
Società Edificatrice di Niguarda, le
Associazione Genitori delle scuole del
quartiere, la Cooperativa Ceda Service, la
Cooperativa Pandora, il Comitato Soci
Coop, il Teatro della Cooperativa, il
Ciessevi (Centro Servizi Volontariato),
rappresentanti delle botteghe del Com-
mercio Equo, l’Ape, l’Anpi, l’Ecomuseo Urbano, il Gas (gruppi di acquisto solidale) il
Gis (Gruppo Interesse Scala), il giornale
“Zona Nove”, l’Associazione Niguarda
Calcio, Legambiente e numerosi stand organizzati da Associazioni artigiane, Aiab
(Associazione Italiana Agricoltura Biologica), Cna, Con Gusto, che esponevano prodotti biologici, e hobbisti, che presentavano
gli oggetti da loro realizzati.
Per l’occasione è stato tenuto aperto il
Museo d’Arte Sacra Contemporanea di
Villa Clerici e i bambini delle elementari
“Cesari” e “Passerini” hanno realizzato la
mostra “Niguarda... la mia casa”. Il supermercato Coop di via Ornato è rimasto
aperto tutto il giorno e per ogni spesa è stata data in omaggio una baguette e sono
stati distribuiti dei kit per il risparmio
energetico offerti da “a2a”.
Il ricco programma comprendeva tra l’altro: dimostrazioni di arti marziali, pesca a
premi, performance della Banda delle
Donne, giocolieri itineranti, performance
artistica degli studenti di Brera che ha
coinvolto numerosi bambini, esibizioni
hip-hop, balli latino-americani, musica
rock anni ‘60, spettacolo con tamburi
dell’Africa Occidentale. Una caccia al tesoro ha condotto squadre di bambini e genitori da un banco all’altro delle diverse associazioni: un modo divertente per conoscere la vitalità espressa dal volontariato e
dalla presenza del privato sociale nella nostra zona. I premi in palio sono stati offerti dalla gelateria di via Ornato, dal Teatro
della Cooperativa e dal Comitato Soci
Coop. Per l’occasione è stata anche prodotta una simpatica maglietta (vedi il disegno
vicino al capolettera).
Insomma, di anno in anno, l’organizzazione migliora e la festa si fa più ricca: le associazioni che l’hanno promossa ci danno
appuntamento per l’anno prossimo.
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Più di due anni di lavoro, ma ce l’abbiamo fatta
Carlino Di Biase (consigliere Pd di zona 9)
el maggio 2007, convinto che il tessuto sociale e aggregaN
tivo del quartiere in cui vivevo fosse un bene prezioso da
salvaguardare, avevo inviato una lettera alle associazioni
presenti nel quartiere Niguarda per organizzare un momento di aggregazione, assente da anni. Ad ottobre dello stesso
anno si tenne la prima festa ‘Niguarda…io abito qui!’ con
molti momenti musicali e spettacoli di giocolieri. L’anno dopo,
nel 2008, il gruppo degli organizzatori si è allargato: sono stati coinvolti gli agricoltori del biologico, le associazioni hanno
intensificato il loro impegno. Quest’anno la festa è letteralmente esplosa in tutta la sua allegria e la sua qualità: al biologico si sono aggiunti gli artigiani, tante esibizioni di artisti,
giocolieri, musicisti. Non devo raccontare nulla ai lettori di
“Zona Nove” perché molti di loro hanno potuto apprezzare da
soli lo spirito della festa!
Per riuscire a portare avanti l’organizzazione di un evento
simile occorrono impegno, perseveranza, ascolto e voglia di
costruire il bene collettivo: gli sforzi di tutti gli organizza-
ONA NOVE 8
GIORGETTI:
tori sono abbondantemente ripagati nel vedere tanti bambini sorridere e divertirsi, nella spensieratezza delle persone che vivono in un quartiere periferico e che per una
volta non hanno sentito il bisogno di evadere, di andare
via, ma di gustarsi la strada sotto casa.
Più di due anni fa ho provato a lanciare il sasso nello stagno, sapendo che avrei rischiato di trovar chiuse le porte
della disponibilità. Non è successo. Niguarda, fedele alla
sua storia, ha dimostrato tanta disponibilità attraverso
tutte le sue realtà e associazioni.
Gli organizzatori sono cittadini comuni, normali, con il
pallino di fare qualcosa di buono per la zona in cui vivono:
tutti quindi possono collaborare e dare una mano affinché
il risultato sia di anno in anno migliore: coloro che fossero
interessati a partecipare all’organizzazione del prossimo
anno, possono scrivermi a [email protected] <mailto:[email protected]> … la macchina è avviata, sta
anche a voi tenerla in moto!”
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OSPEDALE DI NIGUARDA/1
Dall’interventistica alla robotica
Nuove tecnologie chirurgiche al servizio della salute
ll’Ospedale di Niguarda i lavori di ristrutA
turazione procedono speditamente. Nel
Blocco Sud, quasi completamente ultimato, la
te tra di loro mediante dispositivi di controllo ambientale di sala che consentiranno
l’utilizzo integrato di tecnologie per videoconferenza, riprese ambientali e del campo operatorio in alta risoluzione e la possibilità per gli operatori di utilizzare
schermi di ampie dimensioni e schermi di controllo touch
screen integrati nelle pareti di sala.
Inoltre la realizzazione del nuovo ospedale è stata l’occasione
per adottare moderne soluzioni per un uso razionale dell’energia e per applicare nuove tecniche a basso costo e limitato impatto ambientale. Infatti si utilizzerà la cogenerazione, un complesso di tecnologie che permette una produzione combinata di
energia elettrica e calore in uno stesso impianto, consentendo di
ottimizzare il rendimento complessivo e l’efficienza di utilizzo
del combustibile fossile sino ad oltre l'80%, con conseguenti minori costi e minori emissioni di inquinanti, rispetto alla produzione separata di elettricità e calore.
Si esegue
ricostruzione
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Andrea Bina
novità più rilevante, sotto l’aspetto dell’innovazione delle tecnologie biomediche, è costituita dalla “sala ibrida”. Si tratta di una sala operatoria di alto livello tecnologico: vi sono allocate apparecchiature radiologiche (solitamente un angiografo integrato con
tavolo operatorio), che consentono di svolgere sia l’attività chirurgica tradizionale sia quella interventistica a guida radiologica.
Un’altra sala operatoria, caratterizzata da tecnologie innovative,
è la sala di chirurgia robotizzata, nella quale il robot è di ausilio
ai chirurghi, permettendo un ancor maggiore livello di precisione.
La chirurgia robotizzata si svolge già da tempo presso l’ospedale
Niguarda con il robot “Da Vinci” utilizzato dall’équipe della
Chirurgia Generale 1 e Videolaparoscopia.
Inoltre gran parte delle sale operatorie saranno sale “integrate”: le apparecchiature medicali presenti saranno collega-
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Anoressia, in città cinquemila casi
e uno su dieci è sotto i 12 anni
L’allarme arriva da Maria Gabriella Gentile, direttrice del Centro di nutrizione
del Niguarda, grande esperta di anoressia, fra le prime in Italia ad affrontare questa
malattia in un ospedale pubblico.
agazze anoressiche in lista d’attesa
R
per farsi curare all’ospedale di
Niguarda. Il fenomeno è in crescita e a
Nel reparto del Niguarda ci sono 25 posti
letto occupati tutto l’anno. I ricoveri superano gli 800 e questo significa che, ogni
giorno, ci sono due o tre ragazzine che entrano in corsia
per farsi curare. Ma la casistica degli ambulatori del
Niguarda è ancora più ampia. Si arriva a oltre 3 mila casi
l’anno. “L’età a rischio va dai 14 ai 20 anni - spiega la dottoressa - ma negli ultimi tempi si è abbassata notevolmente. Il dieci per cento delle ragazze sofferenti di anoressia
ha 12 anni e questo è un fenomeno molto allarmante. Le
pazienti più giovani tra quelle in cura per anoressia
all’Ospedale Niguarda di Milano frequentano ancora le
scuole elementari”. Anche perché spesso il fenomeno non
viene intercettato per tempo. “L’anoressia è l’espressione
del disagio che vivono le adolescenti - spiega l’esperta del
Niguarda - ma molte di loro prima di arrivare in ospedale
seguono, senza successo, lunghe trafile con psicologi e medici generici. Poi quando la magrezza diventa esasperata
allora c’è la corsa in ospedale».
Il fenomeno è particolarmente allarmante perché a quell’età,
anche se si esce dalla malattia come avviene nel 95% dei casi,
si rischia di compromettere la crescita corporea e la statura.
“È una malattia drammatica - spiega la Gentile- che si
può anche sconfiggere ma per la quale si può anche morire. Molto più di quanto dicano le statistiche ufficiali”.
Marialuisa Baruffato
Architetto
Monica Landro
Milano, nel Centro per la cura dei disturbi dei comportamenti alimentari, ci sono famiglie e ragazzine disposte ad
aspettare settimane pur di trovare un posto. L’anoressia colpisce a Milano almeno 5mila adolescenti, in lotta con la bilancia, perennemente a dieta. Il loro obiettivo è diventare
magre come modelle. Un’ossessione che le porta però a odiare il cibo e a perdere molti chili nel giro di breve tempo.
“L’anoressia è in grande espansione ma purtroppo siamo
ben lontani dalle cure precoci. Al Niguarda il 30 per cento
delle pazienti arriva in condizioni disperate. Salgono sulla
bilancia e pesano meno di 35 chili”. Chi parla è Maria
Gabriella Gentile, la direttrice del Centro di nutrizione del
Niguarda, una delle grandi esperte di anoressia, tra le prime in Italia ad affrontare questa malattia in un ospedale
pubblico, con una équipe dove operano medici, psicologi, psicoterapeuti e infermieri specializzati. “Per uscire dal tunnel
non bastano i farmaci - spiega Maria Gabriella Gentile in
occasione delle Giornate di nutrizione clinica e patologie
correlate, in corso nella struttura del capoluogo lombardo
con oltre 300 partecipanti. - Noi pratichiamo anche la ‘terapia della parola’, perché solo affrontando alle radici questo
malessere una ragazza può risalire la china e farcela”.
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Alpini e castagne alla Comasina
i è svolta il 25 ottobre u.s., presso il Centro
S
Anziani Sempreverdi di via Val di Bondo alla Comasina la consueta Festa delle Castagne
animata dalla Banda degli Alpini di Trescore
Balneario (Bg). L’iniziativa, a cui hanno partecipato per il CdZ 9 Beatrice Uguccioni, Roberto
Meroni e Sandro Codegoni, ha riscosso una
grande partecipazione di pubblico e ha coinvolto tutto il quartiere. Presso il Centro anziani,
durante l’esibizione della banda delle mitiche
penne nere, sono state distribuite caldarroste e
vin brulè a volontà.
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ONA NOVE 9
OSPEDALE DI NIGUARDA/2
I disturbi intestinali colpiscono milioni di persone
Ma con lo specialista si guarisce
Visite gratuite all’Ospedale di Niguarda e in altri cento centri di tutta Italia.
al 9 al 13 novembre la seconda Campagna
D
nazionale per la diagnosi e la cura di
emorroidi e stipsi per 8 milioni di cittadini che
soffrono di questi disturbi, tra cui il 60% delle donne incinte.
L’iniziativa vuole offrire a tutti la possibilità di seguire una
terapia mirata. Oggi esistono tecniche chirurgiche mininvasive che prevedono un intervento rapido e poco doloroso
in grado di eliminare fastidi, imbarazzi e perdite di tempo.
Tutti coloro che soffrono di forme più o meno gravi di stipsi e di fuoriuscita delle emorroidi potranno sottoporsi ad
una visita specialistica gratuita da lunedì 9 novembre a venerdì 13 novembre in oltre 100 centri specializzati in tutta
Italia tra ospedali, cliniche e studi medici, compreso il
Niguarda.
È quanto prevede la Campagna nazionale per la diagnosi e la
cura delle emorroidi e della stipsi, promossa dalla Società
Italiana Unitaria di Colonproctologia (Siucp), con il Patrocinio
della Società Italiana di Medicina Generale (Simg) e di
Cittadinanzattiva.
Per ricevere informazioni sul centro più vicino cui rivolgersi
per la prenotazione della visita gratuita è possibile telefonare
al numero verde 800.776.662 (dal lunedì al venerdì, 10.0013.00/14.00-18.00) oppure visitare i siti www.siucp.org e
www.emorroidiestipsi.com.
“Obiettivo delle visite, semplici, rapide e indolori” - spiega
il professor Antonio Longo, Past President Siucp - “è far
emergere questi disturbi, di cui i cittadini parlano poco per
pudore e perché spesso sono convinti che siano cronici, cioè
senza soluzione. Non è così, invece, guarire è possibile”.
“Soprattutto con l’aiuto del colonproctologo, uno specialista
poco conosciuto in Italia” - precisa il dottor Angelo Stuto,
neo Presidente Siucp - “capace di formulare diagnosi precise sull'origine di ciascun problema e di indicare la terapia
da seguire”. “Anche il medico di famiglia potrà svolgere un
ruolo importante nel riconoscere i sintomi dei disturbi” aggiunge il dottor Claudio Cricelli, Presidente Simg - “indirizzando il paziente dallo specialista ed evitando le cure
fai-da-te, cui si ricorre spesso per imbarazzo”.
Le nuove terapie Tra le cure oggi disponibili, si sono dimostrati efficaci due nuovi interventi che consistono in una
sorta di “lifting” della mucosa del canale anale “scivolata”
verso il basso, cioè “prolassata”, che viene riposizionata in
modo tale da ripristinare il corretto funzionamento dei diversi organi del bacino, dal retto alla vagina.
“Si tratta di due procedure mininvasive, rapide e poco dolorose” - spiega il professor Longo -. “Non prevedono, infatti,
incisioni e ferite esterne, durano poco di più di mezz’ora e
si possono effettuare in anestesia locale. Vengono eseguiti
in un’area priva di ricettori del dolore: si evitano così i for-
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ti e prolungati dolori dell'intervento chirurgico
tradizionale per la fuoriuscita delle emorroidi”.
La degenza è di 1-2 giorni, la convalescenza
inferiore ad una settimana. Sin dalla sua dismissione il paziente è in grado di tornare alla vita di tutti i giorni.
All'uscita dall'ospedale è previsto un primo controllo, mentre una seconda ed ultima verifica si effettua dopo sei mesi. È possibile sottoporsi a questi nuovi interventi, messi a
punto dal professor Longo, per risolvere definitivamente la
maggior parte dei casi di fuoriuscita delle emorroidi e quelli più gravi di stitichezza (15%), dovuti ad un’ostruzione
meccanica, provocata da un prolasso.
La procedura per la cura delle emorroidi, disponibile da oltre 10 anni nel nostro Paese, nel 2000 è stata utilizzata sul
12% dei pazienti, mentre nel 2004 ne ha potuto usufruire il
40%, ed il 55% nel 2006. In Europa sono circa 350.000 gli
interventi eseguiti, oltre 1.000.000 nel mondo. La tecnica
per la cura chirurgica della stipsi viene eseguita da quasi
cinque anni e si sta diffondendo sempre più.
Lassativi e fermenti lattici: spesi oltre 200 milioni di
euro Questa iniziativa ha anche l’obiettivo di limitare le
cure fai da te, spesso inutili e talvolta dannose. L’abuso di
lassativi e prodotti di erboristeria per risolvere i problemi
di stitichezza nel lungo periodo non cura e può provocare
importanti effetti collaterali.
Questi prodotti dovrebbero essere utilizzati su indicazione
del medico, come soluzione di emergenza. Il ricorso a creme
e preparati per alleviare i dolori legati alla fuoriuscita delle emorroidi dovrebbe avvenire non regolarmente e comunque su consiglio del colonproctologo. Sulla base dei dati
2007 di Federsalus e Nielsen, gli italiani l’anno scorso hanno speso oltre 200 milioni di Euro per l’acquisto di fermenti lattici (139,7 milioni), lassativi (44,4) ed altri prodotti gastrointestinali (18,1), molto di più del 2006: il fatturato dei
fermenti lattici è cresciuto del 20,4%, quello dei lassativi
del 10,5%. Fermenti lattici e lassativi rappresentano il 15%
del fatturato delle farmacie italiane.
Dati statistici In Italia circa 4 milioni di persone soffrono
di stitichezza (rapporto 3 a 1 donne/uomini) mentre la fuoriuscita delle emorroidi interessa oltre 3,7 milioni di cittadini (uomini più colpiti).
Il 60% delle donne incinte è affetta da disturbi emorroidari e per oltre la metà di queste il problema non rientra dopo la nascita del bambino. Si tratta di un problema che
emerge alla fine della gravidanza e dopo il parto. Anche la
stipsi è un problema che affligge le donne in dolce attesa
(circa il 65% ne soffre). Questo perché nei primi mesi della
gravidanza aumentano le necessità metaboliche (per il feto
da nutrire) ed aumenta la diuresi.
Luigi Luce
Una scultura
per il nuovo ospedale
Sergio Alberti, con la scultura in ottone
e acciaio intitolata “Raggio di Sole”
ha vinto il concorso “Cura e Speranza”.
remiati venerdì 23 ottobre, a Palazzo
P
Marino, l’artista vincitore e il secondo
classificato del concorso nazionale di scultura
“Cura e Speranza”, promosso dall’Ospedale
Niguarda Ca’ Granda in occasione delle celebrazioni dei 70 anni dalla sua fondazione.
L’opera vincitrice sarà realizzata per essere
esposta nel Nuovo Ospedale Niguarda in costruzione. È stato l’artista pavese Sergio Alberti
con la scultura in ottone e acciaio chiamata
“Raggio di Sole” a vincere il concorso e la sua
opera verrà installata nel rinnovato ospedale
in costruzione. Secondo classificato, premiato
con 5mila euro, è stato Giuseppe Rubicco di
Venticano (Av), con un’installazione di vetro
che raffigura lo sviluppo dell’elica del Dna.
I bozzetti di tutte le opere finaliste sono stati esposti in una
mostra presso la Loggia dei Mercanti (via Mercanti, Milano).
Si tratta di vere e proprie opere d’arte, realizzate da artisti
di diverse generazioni e nazionalità. Un complesso artistico,
esposto per la prima volta nel cuore di Milano, che rappre-
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VITA E CULTURA
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GLI APPUNTAMENTI DEL MESE
FILMS IN
ONA
a cura di Grazia Morelli
a cura di Silvia Cravero
Chi intenda far pubblicare proprie iniziative in questa rubrica dovrà farne pervenire notizia entro il 20 del mese precedente l’uscita del giornale.
Una nostra scelta dalla programmazione di Skyline e Multisala Bicocca
G GIOVEDÌ 5 NOVEMBRE
G DOMENICA 15 NOVEMBRE
Teatro della
Cooperativa
Via Hermada 14
Teatro degli
Arcimboldi
Via dell’Innovazione 1
La Scighera
Via Candiani 131
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Teatro Verdi
Via Pastrengo 16
Alle 21, Amleto avvisato mezzo salvato, regia
di R. Sarti, con V. Bongiorno, P. Lenardon, C.
Rossi, regia di R. Sarti. Fino al 15/11.
Alle 21, concerto al pianoforte di Ryuichi
Sakamoto.
La Scighera
Via Candiani 131
Cinema d’essai
Osoppo
Alle 22, presentazione-concerto Tributo a
Pino Veneziano, con V. Consolo e M. Ovadia.
Alle 21, Serata danzante. Ogni giovedì.
Teatro degli
Arcimboldi
Alle 21.30, proiezione del film Big night, di S.
Tucci e C. Scott.
Alle 21.15, film Milk di G. van Sant. Anche il
16/11 ale 15.30 e alle 21.15.
G LUNEDÌ 16 NOVEMBRE
Alle 21, Concerto jazz di Diana Krall..
G MARTEDÌ 17 NOVEMBRE
Alle 21, il Teatro del Buratto presenta
Deserto Nero, di J. Cappi e R. Coluccini, regia
di R. Sarti. Fino al 22/11.
Hangar Bicocca
Mostra collettiva di video d’artista Fuori
Via Chiese 2
Centro. Fino al 10/1/2010.
Teatro Sala Fontana Alle 21, Elsinor presenta Factum est, di G.
Testori, regia di E. Banterle.
Via Boltraffio 21
Unversità
della terza età
Via Girola 30
G VENERDÌ 6 NOVEMBRE
G VENERDÌ 20 NOVEMBRE
La Scighera
Via Candiani 131
Teatro Sala Fontana
Via Boltraffio 21
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Teatro degli
Arcimboldi
Alle 20, incontro Siorsì, siornò, sior mona, con
G. Gonzales, N. Cavallari. S. Bissoli.
Alle 21,San Paolo-Traduzione della prima lettera ai Corinti, di G.Testori.Anche il 7 e 8/11.
Alle 22, Concerto blues con Alex Usai Trio.
Alle 21, Concerto degli Yes.
G SABATO 7 NOVEMBRE
Art Action
Via Dante 15/A Bresso
La Scighera
Via Candiani 131
Teatro S. Giuseppe
P.za S. Giuseppe 2
Alle 18.30 inaugurazione mostra Tazzine d’autore. Orari: 18-20, chiuso domenica e festivi.
Alle 22, concerto Musica in forma libera, con
il quintetto di A. Tacchini.
Alle 21, per la Rassegna El Bicocchin d’or, la
Filodrammatica Don Giorgio Colombo di
Bellusco presenta Te sposi... per on mes!
Alle 16.30, spettacolo per bambini La favola
nelle favole.Trasformarsi si può!,con gli utenti del Cps di via Grivola.
Alle 22, Concerto rock con i Roaming
Reference.
Teatro della
Cooperativa
Via Hermada 14
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Teatro degli
Alle 21, Festival musicale con, tra gli altri, E.
Arcimboldi
Ruggeri, F. De Gregori, T. De Sio, D. van de
Via dell’Innovazione 1 Sfroos. Anche l’8/11.
G DOMENICA 8 NOVEMBRE
Cinema d’essai
Osoppo
Alle 21.15, film The Reader - A voce alta, di S.
Daldry. Anche il 9/11 alle 15.30 e alle 21.15.
G LUNEDÌ 9 NOVEMBRE
Casa di Alex
Alle 21, Danze popolari. Ogni lunedì.
G MARTEDÌ 10 NOVEMBRE
Teatro Sala Fontana
Via Boltraffio 21
Unversità
della terza età
Via Girola 30
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21, C’era una volta il cinema, viaggio dietro le quinte dei film di S.Leone.Fino al 20/11.
Alle 15, terza lezione del corso Alla scoperta
del linguaggio e della macchina del cinema,
di L. Allori.
Alle 22, Walkin Blues, concerto per la pace,
con i Joe Vinastri, Blues Clues Band e i
Monday Blues e Jam Session.
G MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE
La Scighera
Via Candiani 131
Teatro della
Cooperativa
Alle 21.30, ScigheraTeatro presenta Telemomò live, di e con A. Cosentino.
Alle 21, Teatribù presenta Serate di improvvisazione teatrale.
G GIOVEDÌ 12 NOVEMBRE
Teatro degli
Arcimboldi
Alle 21,Tosca amore disperato di Lucio Dalla.
Fino al 15/11; repliche dal 17 al 22/11.
G VENERDÌ 13 NOVEMBRE
La Scighera
Via Candiani 131
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 22,concerto Hang the electric guitar!,con
Annie Hall.
Alle 22, Concerto rock con The Band of the
Roof.
G SABATO 14 NOVEMBRE
La Scighera
Via Candiani 131
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 16, Suoni dalla terra e dal mare La vocalità nel Salento, a cura di A. C. Villani e Il
tamburello in Puglia, a cura di D. Conte. Alle
22, Concerto dei Terre Tumare.
Alle 22, Barabamnumerozero: open work
shop tra batteristi e concerto.
Alle 15, quarta lezione del corso Alla scoperta del linguaggio e della macchina del cinema, di L. Allori.
G MERCOLEDÌ 18 NOVEMBRE
Teatro della
Cooperativa
La Scighera
Via Candiani 131
Argomm Teatro
Via Graziano I. 40
Tel. 026437001
Alle 21, Chicago Boys, testo e regia di R.
Sarti, con Bebo Storti. Fino al 20/12.
Alle 18.30, mostra fotografica I volti della
Bovisa, di M. Landriscina. Alle 22, Beppe
Semeraro & Red Roosters.
Alle 21, la Compagnia Istabile presenta La
pankina, ispirato a F. De Andrè, di P.
Roveredo. Fino al 22/11.
G SABATO 21 NOVEMBRE
La Scighera
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Alle 16, Laboratori di Fisarmonica a orecchio
e Danza balcanica. Alle 22, Concerto dei
Muzikanti.
Alle 22, Concerto blues con i Cool Shakers.
G DOMENICA 22 NOVEMBRE
La Scighera
Cinema d’essai
Osoppo
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 20, film La cena, di E. Scola.
Alle 21.15,film Sate of Play,di K.Macdonald.
Anche il 23/11 alle 15.30 e alle 21.15.
Alle 21.30, Concerto e serata danzante con il
bluesman americano S. Pittman.
G MARTEDÌ 24 NOVEMBRE
La Scighera
Via Candiani 131
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della terza età
Via Grivola 30
Alle 21.30, Sguardi sul mondo, incontro con
G. Balisico.
Alle 15, La pittura sacra e mitologica di G. B.
Tiepolo, di Cristina Silvera.
G MERCOLEDÌ 25 NOVEMBRE
La Scighera
Via Candiani 131
Alle 21.30,Schighera Teatro in Agrodolce,di R.
Piferi, C. Batta, M.Tagaste, regia di R. Piferi.
G GIOVEDÌ 26 NOVEMBRE
La Scighera
Via Candiani 131
Teatro Verdi
Via Pastrengo 16
Alle 21.30, La Lombardia nella preistoria, incontro con A. Perin e M. Baioni.
Alle 21, “Frammenti d’Europa”, dedicato ai
Paesi Bassi. Anche il 27/11.
G VENERDÌ 27 NOVEMBRE
La Scighera
Via Candiani 131
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 22, El Petun dal Diàul, concerto del Trio
Coltri Menduto Morelli.
Alle 22, Concerto jazz con i Tongs, presentazione del cd Jazz Whit Megaphone.
G SABATO 28 NOVEMBRE
Teatro S. Giuseppe
P.za S. Giuseppe 2
La Scighera
Via Candiani 131
Casa di Alex
Alle 21, Un colpo di calore, da “Heatstroke” di
E.Chappell,regia di A.M.Cacciatore Orfanelli.
Alle 22, LibertAria in concerto acustico, concerto di M. Rovelli.
Alle 22, Concerto rock.
G DOMENICA 29 NOVEMBRE
La Scighera
Via Candiani 131
Cinema d’essai
Osoppo
Via Osoppo 2
Alle 22, proiezione del film Tsukiji Market, di
M. Mazzotta.
Alle 21.15, film Questione di cuore, di F.
Archibugi. Anche il 30/11 alle 15.30 e 21.15.
G MARTEDÌ 1 DICEMBRE
Università
della terza età
Via Girola 30
Alle 15, primo incontro su Don Gnocchi,
“Accanto alla vita. Sempre”, a cura della
Fondazione Don Gnocchi.
G MERCOLEDÌ 2 DICEMBRE
Teatro Verdi
Via Pastrengo 16
Teatro del Buratto e Farneto Teatro presentano Elektra, di H. Von Hofmannsthal. Fino
al 20/12.
Capitalisti e bastardi
• Capitalism: a love story (
) Regia: Michael Moore.
Origine: Usa. Genere: documentario Cast: Michael Moore. Moore torna
ad affrontare il problema che è al centro di tutta la sua opera: l’impatto disastroso che il dominio delle corporation ha sulla vita quotidiana
degli americani (e, quindi, del resto del mondo). Dalla Middle America
fino ai corridoi del potere a Washington e all’epicentro finanziario di
Manhattan, Moore porta ancora una volta gli spettatori su una strada
inesplorata. Con umorismo e indignazione, pone una domanda tabù:
qual è il prezzo che l’America paga per il suo amore verso il capitalismo? Oggi il sogno americano sembra sempre più un incubo, mentre le
famiglie vedono andare in fumo posti di lavoro, case e risparmi.
• Lebanon (
)Regia: Samuel Maoz. Origine: Israele. Genere:
drammatico. Cast: Oshri Cohen, Michael Moshonov, Zohar Strauss.
Prima guerra del Libano, giugno 1982. Un carro armato e un plotone
di paracadutisti vengono inviati a perlustrare una cittadina già bombardata dall’aviazione israeliana. Ma la missione si trasforma in una
trappola mortale. Quando scende la notte i soldati feriti restano accerchiati nel centro della città, senza poter comunicare con il comando e
circondati dalle truppe d'assalto siriane che avanzano da ogni lato.
• Bastardi senza gloria (
) Regia: Quentin Tarantino. Genere:
azione. Durata: 160’.Cast: Brad Pitt, Diane Kruger, Eli Roth. Nella
Francia occupata dai nazisti, Shosanna Dreyfus assiste all’uccisione di
tutta la sua famiglia per mano del colonnello nazista Hans Landa.
Shosanna sfugge alla morte e si rifugia a Parigi, dove assume una nuova identità e diviene proprietaria di una sala cinematografica. Altrove
in Europa, il tenente Aldo Raine mette assieme una squadra speciale
di soldati ebrei. Noti come “The Basterds”, i soldati vengono incaricati
di agire come cani sciolti sul territorio uccidendo ogni soldato tedesco
che incontrano e prendendogli lo scalpo.
• Parnassus - L’uomo che voleva ingannare il diavolo (
) Regia: Terry Gilliam. Origine: USA. Genere: fantastico. Durata:
122’. Cast: Heath Ledger, Johnny Depp, Colin Farrell. Il Dottor
Parnassus gestisce da secoli un favoloso spettacolo itinerante: il suo dono di guidare l’immaginazione degli spettatori permette di far vivere loro esperienze incredibili. A causa di un patto con il demonio, però,
Parnassus si trova in procinto di perdere la figlia Valentina che, al compimento dei sedici anni, diverrà proprietà del Maligno. Il film è un inno alla vita e all’immaginario, è un gioco di alto equilibrismo sulla corda tesa della fantasia.
• Michael Jackson this is it (
) Regia: Kenny Ortega.
Origine: Usa. Genere: musicale. Cast: Michael Jackson, Nick Bass,
Michael Bearden. Documentario sulle settimane di prova che videro
Michael Jackson dare l’anima per il suo ritorno sulle scene. Realizzato
attingendo alle oltre cento ore di materiale girato nel backstage del concerto, che era in preparazione all’Arena O2 di Londra tra aprile e giugno 2009, il film porta in sala un Jackson inedito.
• Up (
) Regia: Pete Docter, Bob Peterson. Genere: animazione. Cast: Edward Asner, Christopher Plummer, Jordan Nagai. Carl
Fredricksen è un anziano signore che per tutta la vita ha sognato di girare il mondo, ma ha dovuto scontrarsi coi problemi della realtà quotidiana e gli acciacchi dell’età. Quando a 72 anni la vita sembra non offrirgli più tempo per realizzare il suo sogno, bussa alla sua porta
Russell, un boy scout di 8 anni. Sarà con lui che Carl Fredricksen intraprenderà il viaggio dei suoi sogni in Sudamerica, dove incontreranno animali selvaggi e inaspettati nemici.
• Julie & Julia (
) Regia: Nora Ephron. Origine: Usa.
Genere:commedia.Cast:Meryl Streep,Amy Adams,Stanley Tucci.Julie
Powell, una trentenne, ha bisogno di qualcosa che spezzi la monotonia
della sua esistenza. Così decide di cucinare nell’arco di un anno tutte le
524 ricette del libro “Mastering the art of French Cooking”, scritto da
Julia Child, utilizzando la sua piccola cucina. La Powell aggiorna il suo
blog per un anno con le sue esperienze quotidiane…
mediocre
discreto
bello
imperdibile
Il Gis ONA NOVE informa
Renato Vercesi
n accordo con il Servizio Promozione Culturale del Teatro alla
I2010
Scala è stato predisposto il programma per la stagione 2009del nostro Gruppo di Interesse Scala. Il programma prevede quattro percorsi costituiti ciascuno da due opere, una del repertorio dell’Ottocento e una del repertorio del Novecento.
Percorso “A”:Rigoletto,opera di Giuseppe Verdi,venerdì 22 gennaio, ore 20; Lulu, opera di Alban Berg, venerdì 23 aprile, ore
19.30. Percorso “B”: Faust, opera di Charles Gounod, venerdì 2
luglio, ore 20; Da una casa dei morti, opera di Leo Janáek, domenica 28 febbraio, ore 20. Percorso “C”: L’elisir d’amore, opera di
Gaetano Donizetti, mercoledì 6 ottobre 2010 alle 20; Da una casa dei morti, opera di Leo Janáek, domenica 28 febbraio, ore 20.
Percorso “D”: Simon Boccanegra, opera di Giuseppe Verdi, domenica 18 aprile, ore 15; Lulu, opera di Alban Berg, venerdì 23
aprile, ore 19.30.
Le prenotazioni valgono per i due spettacoli di ciascun percorso.
I posti sono in palco, il costo dei biglietti, per prime e turni da 60
a 45 euro, fuori abbonamento da 52 a 35 euro. L’iscrizione al Gis
per l’intera stagione, costa 10 euro a persona.
La segreteria del GIS “Zona Nove” è aperta tutti i martedì dalle ore 15,30
alle ore 18.00 presso il Centro Servizi “Achille Ghiglione” in via Val di
Ledro 23. Contatti: cellulare - 3283535160 - e-mail - [email protected] sito internet - www.niguarda.eu
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ONA NOVE 11
I NOSTRI PERSONAGGI
a cura di Angelo Longhi
Intervista a tutto campo a Susanna Camusso, dirigente nazionale della Cgil,
sulla crisi, il contratto dei metalmeccanici, il suo rapporto con il Pd
“Contro la crisi economica occorrono il raddoppio della cassa integrazione e il prolungamento dell’indennità di disoccupazione.
Oggi chi è uscito dal lavoro (le forme precarie, i contratti a termine) ha esaurito anche l’indennità di disoccupazione, quindi
si trova senza risorse con un mercato del lavoro che non è ancora ripartito.”
ultima volta che ho sentito Susanna Camusso parlare è staL’
to nel 2006 al Teatro degli Arcimboldi nel centenario della
fondazione della Cgil. Di quella serata ricordo soltanto il suo intervento. Rammento che le sue parole mi avevano trasmesso
una fortissima sensazione assieme di orgoglio e di forza anche
solo per aver personalmente condiviso in piccolissima parte
quella storia di difesa dei più deboli e di conquiste di diritti che
lei raccontava dal palco con voce profonda e decisa: la storia della sinistra italiana e del suo maggior sindacato. È quindi stato
per me un piacere chiederle una intervista la sera del 19 ottobre
quando ha partecipato ad una iniziativa sulla crisi economica in
Zona 9 promossa dal locale comitato a favore dell’elezione di
Bersani a segretario del Partito democratico.
Da quanto tempo è nella Cgil?
Sono in Cgil dal 1975, prima nei meccanici poi nell’agroalimentare e poi, dal 2001 in Cgil Lombardia e dallo scorso anno in
Segreteria Nazionale.
Recentemente la Cisl e la Uil hanno chiuso separatamente il contratto dei metalmeccanici con Federmeccanica
che non ha voluto neanche discutere le proposte della
Cgil. Che cosa è successo?
Intanto bisogna dire che nel gennaio dello scorso anno ci fu un
accordo separato sul modello contrattuale da cui ha avuto origine una divisione tra le organizzazioni sindacali esplicitamente
cercata dal governo e favorita da Confindustria. E il primo atto
di rottura c’è stato quando Fim Uilm (i metalmeccanici di Cisl e
Uil, ndr) hanno disdetto un contratto che aveva valore fino al
2011. Il secondo problema è che la Fiom (Cgil, ndr) ha proposto
giustamente di sospendere una discussione sul contratto fatta
in questo modo e che avrebbe inevitabilmente portato alla rottura, proponendo quello che abbiamo chiamato un accordo ponte: un accordo salariale per i lavoratori per un periodo determinato concentrando invece l’iniziativa sui temi della crisi, essendo l’industria metalmeccanica quella che sta pagando i prezzi
più pesanti (- 40 % la caduta della produzione). Federmeccanica
ha ignorato questa proposta e ha cominciato una trattativa solo
con Fim e Uilm ignorando le proposte della Fiom. Questa trattativa è inevitabilmente scivolata verso un accordo separato anche perché era stato scelto di andare a un accordo separato. Un
accordo separato che sul salario dà pochi soldi nel 2010 e che dal
punto di vista di come affrontare la crisi semplicemente la ignora. Infatti non dà nessuna risposta se non una pericolosa, cioè
quella di seguire l’ipotesi del ministro Sacconi di privatizzare la
cassa integrazione. A tutto ciò si aggiunga un’ulteriore criticità:
Fim e Uilm rifiutano di sottoporre a referendum confermativo i
contenuti del contratto che hanno appena firmato, facendo votare tutti lavoratori metalmeccanici. Pur sapendo che nei meccanici il sindacato di gran lunga più rappresentativo è la Fiom, de-
cidono di fare un accordo senza la rappresentanza sindacale più
rappresentativa della categoria.
Su questo aspetto di democrazia c’è stato un silenzio assoluto da parte del Pd, il suo partito. Quanto potrà continuare questo atteggiamento pilatesco?
Credo che non possa durare a lungo. Per esempio a me ha colpito molto l’assenza del partito alla manifestazione di sabato
17 ottobre a Roma sui migranti, che era organizzata oltre che
da noi da un ampio schieramento di associazioni e che riguardava il tema molto importante della coesione sociale di questo
Paese oltre che della democrazia. È come se di fronte al fatto
che ci sono delle divisioni il partito non fosse in grado di decidere e di scegliere.
C’è stato l’assurdo del segretario nazionale Franceschini
che ha partecipato al corteo, ma il partito che lui rappresenta non ha ufficialmente aderito.
Questo l’ho trovatoun po’ eccessivo. Comunque, per tornare al
contratto dei meccanici: capisco che ci possano essere degli imbarazzi perché, come è noto, l’appartenenza al Pd è trasversale
tra le tre le organizzazioni sindacali. Però c’è almeno un punto
su cui io credo che il Pd dovrebbe prendere posizione ed è quello della democrazia e di chi decide.
Giustamente il Pd intraprende in questo paese una battaglia
per la democrazia, ma la democrazia sindacale è una parte di
quella democrazia civile e di partecipazione che dovrebbe essere garantita a tutti. Invece credo ci sia una sottovalutazione del
come il venir meno di pratiche democratiche in un punto importante come quello del lavoro in realtà faccia parte di un degrado
generale della democrazia.
Su questi argomenti quale contribuito potrà dare all’interno del Pd?
Penso che il lavoro sia il punto essenziale per qualunque partito voglia riconoscersi nello schieramento progressista.Una delle
ragioni per cui ho scelto la mozione Bersani è proprio questa e
su questi temi porterò il mio punto di vista.
Sulla crisi economica: una delle proposte della Cgil è stata quella di portare la Cassa Integrazione ordinaria da
52 a 104 settimane. Dovrebbe servire per difendere i lavoratori e per dare una chance in più alle aziende in crisi. Come sta andando questa proposta?
In molte aziende, penso alla Fiat per esempio, le 52 settimane
sono già scadute. Al termine di questo periodo normalmente per
le aziende, se il mercato nel frattempo non si è ripreso, c’è la
chiusura e la messa in mobilità. La Confindustria quando lanciammo questa proposta si disse d’accordo salvo poi non sostenerla concretamente. Il Governo si è inventato con il ministro
del Welfare un provvedimento che lui chiama di “ordinarizzazione della Cassa Integrazione straordinaria”. E cioè la possibilità,
usciti dalle 52 settimane della cassa ordinaria, di accedere a
quella straordinaria senza presentare un piano industriale e
senza la dichiarazione degli esuberi come era prima. La piccola
differenza è che mentre la Cassa ordinaria è automatica, quella
straordinaria è concessa su decreto dal ministero, non è un meccanismo automatico, non v’è certezza. È una scelta legata all’idea, che sta anche nel libro bianco, che non ci sia più la cassa
integrazione come strumento universale di tutela dei lavoratori. Un’idea che grida vendetta perché basta vedere in questa crisi come è stato importante avere la Cassa Integrazione perché
non schizzassero in alto le percentuali di disoccupazione come in
altri Paesi europei. E ha permesso anche alla imprese di provare ad aspettare a vedere cosa succedeva e se erano in condizioni
di riprendersi senza chiudere.
Ciononostante noi non demordiamo, sappiamo che gli effetti
peggiori sull’occupazione non sono ancora arrivati. Il raddoppio
della cassa integrazione resta per noi un tema fondamentale insieme al prolungamento dell’indennità di mobilità: a un anno
dalla crisi coloro che sono usciti dal lavoro (le forme precarie, i
contratti a termine) hanno esaurito anche l’indennità di disoccupazione: quindi coloro che sono stati protetti in questo anno si
trovano nudi con un mercato del lavoro che non ci pare sia ancora ripartito, quindi c’è da proteggere anche loro.
ONA NOVE 12 GIORGETTI: via Pianell, 63 - Ottici Optometristi al servizio della tua visione
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ONA NOVE 13
I NOSTRI ARTISTI
a cura di Valeria Casarotti e Teresa Garofalo
C’era una volta a Baaria, sulla pellicola e sulla tela
All’Art Action di Bresso affreschi lirici di un regista (Giuseppe Tornatore) e di due pittori siciliani (Giovanni Licitra e Gero Urso).
ultimo successo del regista siciliano Giuseppe Tornatore ha portaL’
to alla ribalta la bella cittadina palermitana di Bagheria, terra di
artisti, poeti, scrittori, fotografi e registi. Bagheria ha dato i natali, tra
gli altri, allo stesso regista e al pittore Renato Guttuso che lì aveva la
sua casa-studio e lì riposa dal 1987.
E non è un caso se la mostra,allestita nel mese di ottobre ad Art Action,
via Dante 15/A, Bresso, e dedicata a due artisti siciliani, Giovanni
Licitra e Gero Urso, porti il titolo “C’era una volta a Baaria”.
Nelle tele esposte troviamo ambienti e squarci di vita quotidiana della
Sicilia del secolo scorso, proprio gli stessi del bel film di Tornatore: paesaggi brulli e assolati, interni di botteghe e umili case contadine, vecchi
mestieri, figure e personaggi depositari di ataviche abitudini di vita.
“La spaghettata” di Giovanni Licitra (a destra) mostra un gruppo
di uomini che, seduti intorno alla tavola di una cucina, si apprestano ad “aggredire” fumanti spaghetti al pomodoro stesi su un
grande tagliere di legno. Come non ricordare allora la scena dell’abbuffata nel film, una gara all’aperto a chi mangiava più spaghetti spianati su un unico enorme tagliere?
Tra i quadri di Gero Urso “Il lattaio” (a sinistra) ricorda l’abitudine di
una volta di portare direttamente alle famiglie gli animali da mungere. Nella tela una capretta è ferma con il suo pastore sulla strada, pronta ad offrire il latte a una donna che esce dalla casa con una brocca da
riempire, così come nel film il giovane protagonista gira per il paese
vendendo il latte munto al momento.
Al di là delle scene sociali, a creare un legame molto stretto tra quadri
e film è la capacità degli artisti di cogliere e trasferire ambienti e atmosfere tipiche del nostro sud.
Vaste pianure brulle e assolate, case strette le une alle altre a formare
paesi arroccati su alture, pennellate di vivo colore, trecce d’aglio o di peperoncino appese ad essiccare nelle ampie e fresche cucine, cortili racchiusi da muri di un bianco abbacinante interrotto da archi, testimonianza della lontana presenza araba. E nell’aria immobile gravata dalla calura, profondi silenzi, intense radiosità e grandi solitudini, quasi
aleggiasse nell’aria un senso di attesa, di sospensione.
Indicativa l’opera di Giovanni Licitra “L’abbeverata” (a destra) in cui
l’esperienza del pittore naturalista si lega alla sensibilità dell’artista
che sa cogliere l’atmosfera e trasferirla in modo efficace con i suoi colori. Perfettamente riprodotte le mucche modicane, animali forti e robusti, che si protendono verso l’acqua dell’abbeveratoio, un’acqua assolutamente ferma e stagnante come il paesaggio circostante.Nulla si muove e la suggestione del quadro è tale da portarci a immaginare un sottofondo creato solo dal monotono e insistente frinire delle cicale.
Se la pittura di Giovanni Licitra nel suo realismo ci racconta con occhio da fotografo di spazi ampi, di natura mediterranea e di animali,
quella di Gero Urso fissa in uno stile spontaneo ed essenziale microstorie familiari di una Sicilia amata ma ormai lontana. Sono le abitudini, le tradizioni, i moti dell’animo che l’artista coglie e narra in
modo arguto e poetico. Nel quadro intitolato “Fidanzamento” (a sinistra), ad esempio, assistiamo a una festa: le famiglie dei due giovani
rigorosamente sedute ai lati opposti di un cortile, la coppia dei promessi sposi al centro apre le danze e un giovane con un inchino invita al ballo una ragazza che chiede di sottecchi il permesso del padre.
Due pittori che raccontano lo stesso mondo con stili e tecniche differenti ma con uguale sentimento e profondità. Due grandi artisti che
narrano la realtà mantenendo in parte lo sguardo limpido del bambino che osserva tutto ciò che gli sta intorno con l’oggettività propria
di chi non ha preconcetti. Quello raccontato da Tornatore e dai nostri
due pittori è un mondo agro-pastorale ormai quasi scomparso.
Nel film il regista sottolinea l’avvenuta trasformazione presentando
nelle ultime scene una Bagheria che ha sostituito ai pastori e
agli animali auto e motorini sfreccianti, alle piccole case e alle
modeste botteghe, banche e negozi alla moda.
La disponibilità verso il cambiamento e verso il futuro viene
suggerita nei quadri da una caratteristica presente nelle opere di tutti e due i pittori: spazi aperti, finestre, porte e cancelli
spalancati, pronti ad accogliere tutto ciò che di nuovo, di diverso o di vagheggiato può giungere dall’esterno.
ONA NOVE 14 GIORGETTI: via Pianell, 63 - Ottici Optometristi al servizio della tua visione
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NOVEMBRE 2009
Anno 2 - n. 13
ONA NOVE
GIORNALE DI NIGUARDA - CA’ GRANDA - BICOCCA - ISOLA
Redazione: via Confalonieri 11 (Mi), tel./Fax 02.39820110 - e-mail: [email protected] - Supplemento di “Zona Nove”
Autorizzazione del Tribunaledi Milano N. 648 del febbraio 1997 - Editore: Associazione Amici di “Zona Nove”,
via Val Maira 4, Milano - Stampa: Centro Stampa Editoriale Libertà SpA, località Dossarelli, Piacenza.
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Direttore: Luigi Allori. Redazione di “Zona Nove”: Giovanni Beduschi (vignettista), Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Valeria Casarotti, Diego Attilio Cherri, Teresa Garofalo, Sergio Ghittoni, Antonella Loconsolo, Lorenzo
Meyer, Grazia Morelli, Sandra Saita, Maria Volpari. Redazione del supplemento Isola: Sergio Ghittoni (responsabile), Francesca Cunego, Penelope Dixon Giaouris, Angelo Longhi, Massimiliano Mele, Rossana Ruggeri, Augusto Tacchetti.
Collaboratori: Silvia Benna Rolandi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Augusto Cominazzini, Ivan Crippa, Celestino De Brasi, Simona Fais, Luigi Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro, Angelo Longhi,
Luigi Luce, Sergio Maestri, Valeria Malvicini, Giorgio Meliesi, Loretta Menegatti, Sabrina Orrico, Antonio Pizzinato, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer, Diana Roca, Caterina Sinisi, Gero Urso,
Luigi Venturini, Renato Vercesi, Roberto Vettorello, Norman Zoia. Amministrazione: Lorenzo Gomiero. Pubblicità per il supplemento Isola: Sergio Ghittoni (tel. 320.3666639). Impaginazione: Roberto Sala (tel. 3341791866).
Case popolari sempre peggio
Stazione Garibaldi
Degrado insopportabile
Michelangelo Zanelli
i informa la gentile clientela che è in atto una protesta del perso“S
nale delle pulizie. Ci scusiamo per il disagio”. Da quasi due mesi
il disco dell’altoparlante della stazione si è incantato su questa traccia.
Franco Mirabelli (consigliere regionale)
l cantiere di Porta Nuova è distante non più di 300 metri in linea
Ivisiti
d’aria, quello del Palazzo della Regione ancora meno, ma all’Isola se
le case popolari di quel quartiere le distanze appaiono enormi. Di
là una città moderna ed efficiente, di qua una realtà fatta di mille problemi quotidiani che spesso rendono la vita delle persone che ci vivono
più difficile. Le case di via Confalonieri e di via Sebenico-Volturno sono
esempi che rappresentano bene i diversi disagi che si vivono nei quartieri di edilizia residenziale pubblica. La situazione più preoccupante
dal punto di vista della sicurezza e della tranquillità dei cittadini è
quella di via Confalonieri. Il quartiere è appena stato ristrutturato e, a
parte le solite incurie dei gestori, è una realtà con pochi problemi di degrado. Il vero problema sta nell’abusivismo. Il 10 per cento degli appartamenti sono occupati abusivamente e i posti auto sotterranei diventano spesso depositi di motorini ed auto rubate, c’è chi organizza o tenta
di organizzare occupazioni abusive appena si sa che un appartamento
si libererà e i portoni di ingresso sono sistematicamente scardinati per
avere la possibilità di passare e trafficare liberamente. In questa situazione pochi rendono difficile la vita di molti. Le minacce per chi chiede
rispetto per le regole, la paura di chi spesso deve assistere ad attività
illecite, i rischi per la sicurezza (poco tempo fa vi è stato un incendio nel
parcheggio sotterraneo). Così sono costretti a vivere gli inquilini di via
Confalonieri a 300 metri dai simboli della trasformazione di Milano,
dai nuovi grattacieli: chiusi in casa, facendosi i fatti propri, abbandonati dalle istituzioni.
Poco più in là, in via Sebenico e Volturno ci sono altri problemi frutto di
scelte che tendono più a scaricare le responsabilità che a garantire la
miglior qualità della casa per gli inquilini. Lì ci sono le “case parcheggio”, cioè case fatte per ospitare le persone provenienti da altre realtà il
tempo necessario per completare le ristrutturazioni straordinarie che
si sono fatte in quei quartieri.
Insomma case provvisorie, fatte in fretta e per durare poco. Con gli anni quelle case sono diventate l’alloggio definitivo per molte persone senza però che si provvedesse a fare quegli interventi necessari per evitare i disagi che oggi si vivono visto il degrado delle strutture e degli impianti che erano fatti per durare un tempo limitato. C’è quindi bisogno
di un intervento significativo di manutenzione, da tempo richiesto al
Comune e mai ottenuto. Via Sebenico è però anche un esempio positivo, una nota di ottimismo in un quadro fosco per le case popolari: lì gli
inquilini hanno preso in mano la situazione, hanno cominciato ad appropriarsi del proprio palazzo, ad occuparsi delle parti comuni, della
pulizia ecc. Hanno dato vita ad una autogestione che fa sì che grazie al
comitato tutto sia controllato, più che decoroso. Si vede che c’è qualcuno che ha a cuore le cose comuni e tutti sono portati a rispettarle di più
e tutti si sentono più sicuri e meno soli.
Abbiamo visitato con il Sunia e alcuni inquilini questi quartieri, con
l’obiettivo di conoscere la situazione, di denunciare le carenze delle istituzioni e di chiedere in Regione e all’Aler di attivarsi per risolvere i problemi. Lo faremo nei prossimi giorni e vi daremo conto degli sviluppi.
Ma resta la sensazione che le distanze tra i centri e le periferie in questa città si stiano allargando sempre di più, che alla legittima volontà
di far crescere Milano non corrisponda l’idea di farlo occupandosi di tutti, diminuendo le differenze, che l’attenzione di chi ci amministra guardi solo in una direzione che non è quella dei quartieri popolari.
E lo ripete ancora decine di volte al giorno. Da quando i lavoratori del
Csi (Consorzio Servizi Integrati) hanno incrociato le braccia perché non
ricevono lo stipendio da mesi. La protesta, montata spontaneamente
tra gli operai, ha subito provocato le ovvie conseguenze. La rabbia di chi
non sa più come fare per tirare avanti ha trasformato,per più di un mese, la stazione in un campo di battaglia, dove si sono ammucchiati i resti degli affanni urbani quotidiani. Una discarica a cielo aperto appena
oltrepassato il confine con la zona commerciale della stazione. Più di un
mese di rifiuti hanno vegliato come simulacri cittadini sui binari della
stazione: stracci, quotidiani vecchi di settimane, lattine e bottiglie scolate, mucchi di cicche di sigarette, i letti di cartone usati dai senzatetto
e persino escrementi umani lasciati seccare sulle scale del sottopasso
con mutande sporche annesse. Un quadro pulp senza decenza alcuna
che ha superato ogni soglia di rischio per la salute pubblica. Oltre quaranta giorni di sozzure senza che nessuno movesse un dito.A quel punto sono intervenute le rappresentanze sindacali che hanno trasformato una conferenza stampa in un faccia a faccia con i lavoratori della Csi
per avvertirli che se non avessero mantenuto i servizi essenziali, come
ad esempio la svuotatura dei cestini, le Ferrovie dello Stato avrebbero
provveduto in un’altra maniera. Una profezia piuttosto scontata. E così è stato. Non più tardi di due giorni dopo, infatti, le Fs hanno assoldato altra forza lavoro che ha tirato a lucido la stazione. Intanto il disco
dell’altoparlante continuava a girare sempre sullo stesso ritornello quasi come una presa in giro per i lavoratori ancora in sciopero. Perché se
è vero che la protesta non è rientrata è anche vero che non c’è più ormai alcun disagio per cui le Fs continuino a scusarsi. Sta di fatto che
per far tornare il treno della dignità e del decoro sui binari di Garibaldi
ci è voluta una denuncia alla Procura della Repubblica da parte dei
pendolari stanchi di arrivare ogni mattina a quella che sembrava la fermata in una favela. Tutto ciò però non ha indebolito affatto la protesta
e la partita è ora passata nelle mani dei sindacati di categoria. Tocca a
loro trattare per recuperare il più possibile delle retribuzioni dei lavoratori. La situazione resta comunque ingarbugliata e complicata dal sistema del subappalti contro cui punta il dito il rappresentante della
Filt-Cgil, Massimo Colognese.“Il subappalto garantisce più flessibilità,
ma non può essere un metodo strutturale perché ci sono imprese che
agiscono al limite della legalità”. In pratica Centostazioni, il gruppo delle Fs che si occupa delle stazioni minori, ha affidato l’appalto delle pulizie ad un consorzio Ati di cui la Cofatech è capofila. Nella catena dei
subappalti c’è n’è una, la Servizi Globali, che è fallita. Ora, a quanto pare, al liquidatore non sono rimasti i soldi per pagare gli stipendi. “In
questa situazione - continua Colognese - non possono essere solo i lavoratori i garanti del problema dell’igiene delle stazioni, ai quali si chiede
di lavorare gratis senza sapere ancora quando arriveranno i soldi”.
Sulla stessa linea anche il suo collega della Fit-Cisl, Paolo Apuzzo, che
propone di “fare con Centostazioni quanto già è stato fatto con gli appalti concessi da Trenitalia nelle grandi stazioni e cioè far assumere i
lavoratori direttamente dalle aziende capofila, Cofatech in questo caso”. Si è giunti così compatti, sindacati e Centostazioni, ad un incontro
con Cofatech lo scorso 16 ottobre. Il risultato del vertice sta in un fax inviato agli attori della vicenda in cui l’azienda capofila assicura di farsi
carico di tutto il pregresso di ottobre. Riaprirà il flusso dal punto della
catena in cui si era interrotto.Tipo il ritornello della nota Fiera dell’Est.
Pagherà il consorzio Miles che pagherà il consorzio Prisma che pagherà la Csi che, a quel punto, potrà pagare gli stipendi degli addetti alle
pulizie. Sempre che la catena non si interrompa prima un’altra volta.
Nel frattempo un’altra filastrocca, quella dell’altoparlante di Porta
Garibaldi, imperterrita, continua. Ci scusiamo per il disagio.
L’“Isola” va in “Zona”
Primo Carpi
a questo mese “Zona Nove Isola” diventa un inserto interno di
D
“Zona Nove”. Stessa autonomia redazionale, stessa centralità
di fatti, persone, realtà, problemi del quartiere Isola, stessa (anzi
migliore) qualità della carta e della grafica; ma inserto di tutte le
trentaduemila copie del giornale di zona. Vi è un piccolo lusso che
scompare per cedere il posto ad un grande riconoscimento di importanza del quartiere ed alla garanzia di maggior circolazione delle
sue notizie e delle sue inserzioni pubblicitarie.
Le implicazioni tecniche e commerciali sono evidenti. Ci sarà una sola tipografia a produrre il giornale di Zona Nove, una tipografia forte
di esperienze significative con fogli importanti a tiratura regionale.A
fronte di un miglior livello tipografico, ci sarà una concreta economia
di confezionamento e di spedizione. Ci sarà una sola struttura amministrativa, più potente ed efficiente. Ci sarà una maggiore sinergia di
rete per associazioni e iniziative di quartiere. Ci sarà, infine, e soprattutto, un solo bacino di utenza della pubblicità.
L’inserto dell’Isola ospiterà le inserzioni dei suoi commercianti e dei
suoi artigiani, ma queste accompagneranno tutte le trentaduemila
copie del giornale distribuite gratuitamente in tutta la Zona.
E questo, ne siamo sicuri, costituirà la soluzione ideale per innescare, finalmente, il fenomeno di moltiplicazione dell’attenzione su quanto succede all’Isola. Fenomeno trainato da una importanza mediatica del quartiere che cresce continuamente, che
può addirittura divenire esplosiva.
Il prossimo futuro urbanistico dell’Isola, che diventerà il satellite antico di una vera e propria supernova, è davvero una autentica mina vagante. Sia per la sua identità sia per la qualità della vita dei suoi abitanti. Ma dal punto di vista della comunicazione e della pubblicità, non c’è dubbio che l’Isola abbia tutti i
numeri per divenire il salotto buono, la vetrina nobile, il quartiere latino, l’altra movida insomma, della città dalle cento torri
che sta apocalitticamente sorgendo attorno a lei.
Il dire “io ci sono” da parte di un isolano diventa di grande potenzialità se a saperlo non sono più soltanto gli altri isolani, bensì le altre decine di migliaia di “vicini” che alle vetrine dell’Isola
non potranno non attraccare.
Stiamo da tempo facendo circolare un questionario tra negozianti, artigiani, uffici, per sapere come migliorare il nostro lavoro. Le semplici domande in esso contenute valgono a maggior
ragione per il nuovo inserto. Aiutateci! Il vostro aiuto avrà certamente una ricaduta positiva per tutti.
E, infine, non buttate le vecchie, care, dodici edizioni separate di “Zona Nove Isola”! Tenetele da parte, conservatele gelosamente. Il loro valore aumenterà col tempo. Diventeranno
oggetto di culto e di collezionismo. Tra vent’anni saranno il
punto di passaggio obbligato per chi voglia davvero ancora
sapere com’era bella, com’era ricca, com’era incasinata, com’era unica la nostra Isola.
ONA NOVE 15
LO SPECIALE DEL MESE
Via Confalonieri, ovvero al co
Tre vetrine per le fate artigiane
oi che passiamo spesso da via Confalonieri ci siamo semN
pre chiesti che cosa fosse quello spazio fornito di tre vetrine, senza insegna, all’altezza del numero 3. Abiti, bigiotteria,
piccoli mobili, ma non sembra un vero e proprio negozio.
Entriamo a chiedere. Ci riceve la dottoressa Loretta Pini, che
ci spiega che si tratta di una sede di una associazione, chiamata “Fate Artigiane”. È una cooperativa sociale di cui lei è presidente che ha lo scopo di aiutare le persone svantaggiate ad
inserirsi nel mondo del lavoro. La merce che si trova nel negozio è in parte prodotta dalle persone dell’associazione, in parte donata o lasciata in conto vendita da terzi desiderosi di dare una mano. Il ricavato della vendita dovrebbe servire a dare respiro alle esauste casse della Cooperativa, che altrimenti
ce le deve fare solo con i contributi regionali di un bando del
2005. Pochi e sempre in ritardo.
Purtroppo però il luogo assegnato dal Comune, per cui l’associazione paga un affitto tutt’altro che trascurabile, non è dei
più adatti al loro tipo di commercio. I cantieri hanno mortificato la vena commerciale della via e, come ci viene detto da altre realtà, non passa nessuno e non si vende nulla.
Ma chi sono queste persone svantaggiate? Si tratta di persone a cui è stata riconosciuta l’invalidità, soprattutto di tipo
psichico, oppure altre categorie, come gli ex tossicodipendenti,
gli ex alcolisti, ex carcerati, e altre categorie in difficoltà. Fate
Artigiane, con l’aiuto di altre due cooperative sociali come
siCuraMente e C.re.a, ha la missione di recuperare le residue
capacità lavorative di queste persone creando un percorso fatto riabilitazione psichiatrica, di laboratori, tirocini, seminari e
corsi, ma anche di residenza in comunità o in appartamenti
che la cooperativa gestisce. Fino all’auspicabile reinserimento
nel mondo del lavoro. Questo è particolarmente difficile con i
pazienti di tipo psichiatrico, anche quando non si ha una diminuzione intellettuale, perché spesso la scarsità di motivazioni e la mancanza di interesse riducono la produttività anche al 20% di quella di una persona “normale”.
Tornando al negozio, molti prodotti sono dell’Isola, del
“Laboratorio delle Fate” di via Borsieri, altri sono frutto di donazioni o di prestiti per esposizione. Bellissimi i quadri, in
parte prodotti dai pazienti ed in parte frutto di un prestito
della vedova dello scenografo - pittore Franco Velchi.
Fra Risorgimento e immigrazione
Sergio Ghittoni
a via Confalonieri è il prolungamento della via Pastrengo,
L
che cambia nome all’incrociare via Borsieri. Ma mentre la
via Pastrengo è rimasta una tranquilla via interna dell’Isola,
la Confalonieri è al centro di una battaglia tra il vecchio ed il
nuovo che procura lacerazioni e stridenti contrasti. Proprio su
di essa dovrebbero affacciarsi i monumentali grattacieli del
Pir e del Pii Isola, il Bosco verticale, La torre Ligresti, dove un
tempo si è scritta la storia dell’industria italiana del novecento con le officine del Tecnomasio Italiano, un’eccellenza mondiale da cui sono usciti innumerevoli brevetti.
Non si tratta di una via ricca di attività commerciali, anche se
qualcuna è presente e ne diamo conto in queste pagine, ma
piuttosto è il contrasto tra il passato ed il futuro la caratteristica principale della via.
Il passato si respira in questi vecchi cortili, nelle targhe sui portoni, Don Bussa, di cui abbiamo già parlato nei numeri scorsi,
Almo Colombo, un caduto per la libertà da cui ha preso il nome
la locale sezione dell’Anpi e Antonio Cantoni, deportato a Mathausen insieme al fratello e colà deceduto, solo perché sospettato di essere dissidente.
Ma chi era Federico Confalonieri, a cui è dedicata la via? Un patriota risorgimentale, che pur di famiglia milanese, nobile, agiata
e filo austriaca si dedicò alla causa dell’indipendenza dell’Italia e
per questo pagò di persona. Fu imprigionato allo Spielberg con
Silvio Pellico, poi fu deportato in America e fu esule in Francia,
Belgio e Svizzera. Morì nel 1846, due anni prima del famoso “quarantotto”, ed è sepolto a Muggiò nella tomba di famiglia della moglie Teresa Casati, anch’essa nobile. Non risulta nessuna parentela con l’attuale Fedele Confalonieri, il braccio destro di
Berlusconi a Mediaset, anch’egli dell’Isola.
Nella via trovano posto alcune prestigiose organizzazioni. La più
elegante è senz’altro la Fondazione Craxi, in quella che era la sede del vecchio Psi. Siamo andati molte volte a suonare il campanello per avere informazioni sulla loro attività, ma non ci ha mai
risposto nessuno. L’altra organizzazione, in una bottega sulla
strada al numero 11, è la sede del Circolo 1° Maggio del Partito
Democratico, una sede storica, già dei Ds e prima ancora del Pds
e originariamente del Partito Comunista, che aveva la sua roccaforte cittadina proprio dietro l’angolo, in via Volturno. Questa sede è spesso aperta di giorno e si possono avere informazioni sulle iniziative politiche del partito (il 25 ottobre si sono tenute le primarie per eleggere il segretario nazionale, di cui diamo conto in
queste pagine). Le riunioni del direttivo sono invece generalmente il martedì sera dopo le nove.
La via Confalonieri , insieme alla via Volturno, è invece quella che
forse più di altre ha subìto le conseguenze dei cantieri aperti sul
lato destro e la sua fisionomia ne ha risentito in maniera pesante. Sentiamo il parere di alcuni abitanti:
“Ormai ai cantieri ci siamo rassegnati. La cosa che invece ci infastidisce al massimo e che non smette di stupirci ogni giorno di più
è la assoluta mancanza di controllo, di gestione dei lavori e del territorio, l’assenza totale di programmazione e anche del più elementare buon senso. In questa zona si sta realizzando un gigantesco intervento edilizio: non è possibile pensare che la vita di tutti i giorni possa continuare come se niente fosse. Ogni giorno succedono cose fuori dal mondo, come ad esempio, forse un mese fa,
quando alcuni incaricati del Comune hanno scatenato una rivolta popolare perché cercavano di togliere la polvere con quelle macchine a soffio che servono per le foglie morte. Hanno sollevato una
tale nuvola di polvere che ha fatto giustamente imbestialire abitanti e negozianti e alla fine hanno dovuto desistere. Oppure quell’altra volta quando un camion proveniente da via Borsieri, per girare in via Confalonieri non ce la poteva fare, date le sue dimensioni, e ha finito per fare varie manovre urtando le macchine parcheggiate. La via è stretta, l’assenza di parcheggio è ormai cronica, per cui le macchine nella via non solo parcheggiano sul lato destro, ma anche su quello sinistro, con due ruote sul marciapiede.
Ecco che allora i camion non riescono a passare e spessissimo la
mattina presto suonano il clacson sperando di svegliare (spesso
invano) il proprietario dell’auto sul marciapiede. In tutto questo
pandemonio, ci mancava solo che il Comune decidesse di rifare
l’asfalto, peraltro rifatto l’anno scorso. Una follia. La scena sembrava quella di un film. La macchina per togliere la copertura
vecchia non poteva passare, perché nessuno aveva rispettato il cartello del divieto di sosta posto il giorno prima. Tutto l’incrocio è
stato bloccato per ore, un paio di auto sono state rimosse dai vigili a scopo dimostrativo, mentre la “proboscide” con il tapis roulant
della macchina per la rimozione dell’asfalto si agitava minacciosamente per aria nel tentativo di fare manovra per passare e alla
fine ha abbattuto il faro di un lampione che è caduto violentemente al suolo, alla faccia della sicurezza sul lavoro…”
“Poi questi divieti sono stati tolti. Vorrà dire che avranno rinunciato? Chiedere ai vigili o ai lavoratori dei cantieri non serve, perché nessuno sa mai nulla. Pare di vivere nel testo di quella canzone di De Andrè, Don Raffaè: “…e lo Stato che fa? si costerna, s’indigna, s’impegna poi getta la spugna con gran dignità”. E questo
vale anche per il Consiglio di Zona…”
ONA NOVE 16
Non solo perline nel magazzino Aoc
uo padre Yohannes Primo, giovane commerciante originario di una
S
colonia italiana in Eritrea, ha aperto questa attività a Porta
Venezia nel 1965. A oggi il figlio Christian ricorda con soddisfazione il
trasferimento di questo “magazzino” - come ama chiamarlo suo padre
- all’Isola, in via Confalonieri, ben venticinque anni fa. Qui, da allora,
si vendono migliaia di oggetti che la famiglia Primo va ad acquistare
personalmente all’estero.
Che cosa importate?
Un po’ di tutto e tutte cose fatte a mano dall’artigianato del posto in
cui ci rechiamo: mobili, oggetti, bigiotteria, gioielli, vestiti, tappeti…
Da dove in particolare?
Principalmente in Oriente. India, Indonesia, Nepal, Pakistan,
Indocina, ma anche dall’Africa. Il nostro negozio si chiama infatti
Africanorientalcraft.
Vendete anche ai privati?
Sia ai privati che all’ingrosso per i rivenditori.Abbiamo infatti due magazzini, uno solo per l’ingrosso dall’altra parte della strada e questo in
via Confalonieri in cui facciamo entrambe le cose, dipende dalle quantità richieste.
È un’attività enorme…
Eh sì, è abbastanza grande, ci sono migliaia di articoli in vendita che
vanno dal ciondolino alle cassapanche, letti e arredamenti di una certa dimensione provenienti da tutto il mondo. C’è di tutto insomma.
C’è anche l’abbigliamento?
Certo c’è anche questo, anche se trattiamo di più gli accessori come
scarpe, borse o sciarpe.
Come vi trovate all’Isola?
Bene, anche perché adesso sta cambiando e, siccome sono qui
da venticinque anni, posso dire che sta migliorando molto. E'
più pulita, più bella e, secondo me, diventerà ancora più bella.
Così come è stato per corso Como. Prima era una brutta zona
mentre ora, dopo che è stata sistemata, è diventata una delle
aree più belle di Milano. L’unica cosa che adesso ci complica un
po’ la vita sono i cantieri in corso d'opera. Creano parecchi disagi a chi vuole raggiungerci. La prima cosa che dicono tutti i
clienti che arrivano è che è diventata un’impresa riuscire a trovarci. A parte questo l’Isola è cambiata molto e in meglio.
Siete presenti sulla Rete?
Sì, abbiamo un sito web all’indirizzo elettronico www.africanorientalcraft.com. Lì si possono trovare delle gallerie di immagini in cui vengono mostrati nel dettaglio alcuni dei nostri oggetti in vendita.
onfine tra il vecchio e il nuovo
Il ristorante Mauri dallo “xe” all’“ex”
iccolo, ma caratteristico l’unico ristorante della via
P
Confalonieri, l’ex Mauri. In realtà c’è un’altra insegna un
po’ più avanti che indica “Trattoria Confalonieri”, ma della
trattoria c’è rimasta solo l’insegna: dentro ci sono solo uffici.
Parliamo con Massimo Labella, uno dei titolari.
Chiediamo anzitutto l’origine dello strano nome. Veniamo a
sapere che il precedente proprietario aveva chiamato il ristorante di cucina veneta “Xe Mauri”, e nel 2005, quando Labella
e il suo socio l’hanno rilevato, hanno voluto cambiare il meno
possibile, anche perché il ristorante è segnalato su molte guide nazionali, come il Gambero Rosso, e internazionali, come
Lonely Planet. Quindi, con un piccolo gioco di parole, “Xe” è diventato “Ex”.
La nuova gestione ha mantenuto alcuni tradizionali piatti veneti, come il fegato alla vicentina o i bigoli in salsa di cipolle e
acciughe, ma affiancandoli con i migliori piatti della cucina internazionale. L’esperienza dei due titolari, infatti è maturata
fuori dall’Italia, a New York soprattutto, ma anche Londra e
altri paesi, così come molto formativo è stato il periodo sulle
navi da crociera.
Il punto di forza dell’Ex Mauri è comunque la ricerca costante dei migliori ingredienti: la carne, il pollame, i formaggi, le
verdure, oltre che una grande selezione di vini di produttori
magari meno conosciuti, ma non per questo di qualità inferiore. Il tutto servito in un ambiente che conserva elementi da
vecchia osteria insieme a dettagli di grande raffinatezza.
Ideale per cene romantiche.
Massimo ci spiega che comunque i cantieri stanno pesantemente condizionando la sua attività: pieno a mezzogiorno, la
sera qualche tavolo vuoto si nota: i possibili clienti arrivano in
macchina, fanno qualche giro alla ricerca di posteggio e non
trovandolo alla fine se ne vanno, senza sapere che il ristorante ha una convenzione con un posteggio alla fine della strada.
Enne 14: dalla Provenza all’Indonesia
er continuare con la vocazione internazionale della via ecco
P
Enne 14, un nuovo negozio aperto da poco. La titolare, l’architetto Nadia Ruocco, ci spiega qual è il core business di questa avventura. Si tratta di oggetti prevalentemente d’importazione orientale: Thailandia, Bali, Indonesia, qualche cosa dal Vietnam… una
selezione di oggetti in ceramica, ferro, vetro e altri materiali.
La vocazione asiatica non è esclusiva: ci sono anche importazioni
europee, specialmente dalla Provenza, mentre i tessuti vengono
principalmente reperiti in Italia e si tratta di lino e cotone per la
biancheria per il bagno e per il letto. Ci si può rivolgere quindi a
Enne 14 per la progettazione completa del proprio arredamento o
anche solo per un oggetto o un tessuto, sapendo però di trovare un
consiglio per il suo inserimento più opportuno nel proprio ambiente. La caratteristica che però più ci ha colpito è la capacità del miscelare commercio e eventi culturali nel grazioso spazio del negozio. Mostre fotografiche, di pittura, di artigianato di tanto in tanto
vengono infatti ospitate e contribuiscono a elevare il carattere elitario di Enne 14.
Per il mese di dicembre, ad esempio, è prevista una mostra di foto
e disegni di Luca Vernizzi sull’Australia.
Primarie all’Isola
vento delle primarie PD del 25 ottobre è passato anche
l’Isola. Dove non si è votato nei gazebo, ma nelle seIdi lper
dei due circoli PD del quartiere. Il “1maggioisolazara”
di via Confalonieri e il “Ma Anke” di via Guglielmo Pepe.
In tutto hanno votato 1007 persone, con preferenze così ripartite: Bersani 444 (44,4%); Marino 290 (29%), Franceschini 262 (26,2%).
Nelle due sedi suddette ricadevano gli iscritti di quasi tutti i seggi elettorali del quartiere.
Il numero dei votanti è veramente rilevante, quasi il cinquanta per cento dei voti andati a Penati nell’ultima tornata elettorale delle provinciali di inizio estate.
Da tenere presente la brevità del tempo a disposizione.
Per tutta la giornata via Confalonieri (dove i votanti sono
stati 693!) ha visto, in pratica, un gruppo di persone pazientemente in fila. Alle diciotto tutto il materiale elettorale si era di fatto esaurito: le schede, le terribili e marziane matite carboncino, i registri, le mollette-gadget, …
Buona l’organizzazione assicurata da volontari che spesso
non hanno toccato casa e cibo per tutta la giornata. A
scrutini conclusi, a successo dell’iniziativa ormai riconosciuto, ne ho personalmente visto alcuni dileguarsi nella
notte, tra le auto in sosta ed i cantieri perenni del quartiere, brillando di luce propria e camminando a qualche centimetro del suolo.
Ovvia prevalenza degli ultracinquantenni, ma molto consistente la presenza anche dell’altra metà dell’anagrafe.
Qualche volto scuro da parte di chi non poteva votare per
mancanza dei documenti richiesti; ma in generale l’atmosfera era quella di un grande appuntamento di famiglia.
Man mano poi che il tempo passava e arrivavano i dati
sull’affluenza, alta in tutta Italia, ha cominciato a circolare, sempre più tangibile, una sensazione collettiva di sollievo, un senso diffuso di complicità sorridente e silenziosa. Poi, si sa, anche il capitolo che sta cominciando non farà sconti a nessuno, questo è certo. Ma domani, appunto,
è un altro giorno.
A questo Speciale hanno collaborato Primo Carpi,
Gianmarco Cravero, Sergio Ghittoni, Michelangelo
Zanelli.
ONA NOVE 17
CULTURA E VOLONTARIATO
Ritorna
la Banca del Tempo
È Sánchez Moreno la futura stella della lirica
Paolo Menconi
Diana Comari
iprendono a pieno ritmo le attività della Banca del Tempo
R
Isola - Métissage. Si tratta una iniziativa ideata nel 2006 all’interno del circolo Arci Métissage e inserita nella rete nazionale
delle Banche del Tempo, avente lo scopo di favorire lo scambio
gratuito di servizi e di saperi tra le persone e, attraverso questo,
la socializzazione nel quartiere.
Un certo numero di persone si mettono insieme, si contattano per
scambiare servizi e saperi d’ogni tipo e attuano l’auto-aiuto basato sull’azione di reciprocità (dare, ricevere e ricambiare), per apprendere qualcosa di cui hanno bisogno, mettendo al servizio della comunità parte del proprio tempo e delle proprie capacità: è
questa la filosofia che sta alla base delle Banche del Tempo. Lo
scambio, infatti, è sempre alla pari secondo la logica che “la mia
ora vale la tua ora”,indipendentemente dal valore reale della prestazione scambiata, perché ciò di cui si dà disponibilità sono le ore
del proprio tempo.
Una banca, insomma, dove non ci sono soldi per valorizzare al
meglio le capacità e il sapere, le tradizioni e le culture senza attribuire loro un valore di mercato.
Base importante questa che permette di offrire un vero e proprio
servizio nuovo e sociale al quartiere Isola, in cui la Banca del
Tempo ha la sua sede.
L’obiettivo, come ci spiega Nicolas - uno dei responsabili di questa
iniziativa - è quello di coinvolgere il maggior numero di persone
possibile, così che, partecipando attivamente con il loro tempo e le
loro capacità, possano conoscersi, relazionarsi, instaurare dei rapporti e creare una sorta di rete di mutuo-aiuto all’interno del
quartiere.
Un modo, dunque per aiutare gli abitanti del quartiere a venirsi
incontro, a conoscersi, a recuperare il rapporto sociale basato sulla relazione di reciprocità e di solidarietà, ma anche per usufruire di abilità altrui e soddisfare i propri bisogni in una logica di
scambio su un piano paritario.
E un aspetto importante di questa attività mira a coinvolgere le
persone anziane, cercando di favorire uno scambio generazionale
tra la gente del quartiere, in modo che gli anziani non vengano lasciati soli, ma possano essere accompagnati nelle loro esigenze
quotidiane dai più giovani, o magari anche aiutati ad apprendere l’uso delle nuove tecnologie come i telefonini o i computer, e, in
cambio, possano mettere a disposizione un po’ della loro esperienza in altri ambiti.
La Banca del Tempo Isola - Métissage apre le sue porte presso il
Circolo Arci Métissage ogni giovedì dalle 19.00 alle 21.00, per dare informazioni o ricevere la disponibilità delle persone a partecipare, ma anche per fare quattro chiacchiere oppure organizzare
qualche scambio. Inoltre circa una volta al mese si organizza una
serata, ad esempio karaoke, lettura libri, serata danzante, ecc.
Informazioni: Banca del Tempo Isola - Métissage c/o Circolo Arci
Métissage - via P. Borsieri, 2 (ingresso in via G. De Castillia) - tel.
02 3655 4664 (giovedì 19.00 - 21.00) - [email protected]
ONA NOVE 18
orriso sulle labbra, occhi intelligenti e sinceri, una forte stretS
ta di mano. Così incontriamo il Miguel Sánchez Moreno, tenore Venezuelano, che dopo i suoi studi musicali a Caracas si trasferisce in Canada dove ha approfondito i suoi studi sotto la guida di
Domenico Sigismondi e Luis Quillico e dove incide un Cd di arie
classiche napoletane.
Finalmente arriva in Italia dove si perfeziona sotto la guida dei Maestri
Aronne Ceroni e di Franco Corelli.
Dell'Italia,il paese del "Bel canto per eccellenza",si innamora a tal punto da stabilircisi e diventare cittadino italiano.
Oggi vive e lo si può incontrare a Milano, passeggiando nelle vie della
Zona 9. E' un uomo cordiale, solare e ha sempre un sorriso e una frase
gentile per tutti.
Miguel mi racconta con molta emozione il suo primo ruolo importante
negli Stati Uniti: è Radames in "Aida" (G. Verdi), presso il Teatro
dell’Opera di Denver (Colorado), con la regia di Nath Merril e la direzione di Janos Acs, dove riscuote un grande successo.
Da lì inizia il suo lungo cammino e la sua attività concertistica nei
Teatri Internazionali di tutto il mondo, dove ha interpretato Opere importanti quali: "Otello, Aida, Il Trovatore, Ernani, La forza del destino"
(Verdi), "Cavalleria Rusticana" (Mascagni), "I Pagliacci" (Leoncavallo),
"Andrea Chénier" (Giordano), "Tosca, Madama Butterfly, Turandot, Il
Tabarro" (Puccini), "Carmen" (Bizet), "Norma" (Bellini), ecc., oltre a essere un ottimo interprete di un ampio repertorio che include brani classici della tradizione e della musica sacra.
Mario Del Monaco sosteneva che è "...impossibile cantare “Otello” sen-
za una lunga maturazione vocale..." e, con questo suo lungo peregrinare nei teatri di tutto il mondo, Miguel Sánchez Moreno ha raggiunto
una maturità artistica, e una solidità vocale, tale da essere finalmente
pronto per il grande salto e per calcare i palcoscenici dei prestigiosi
Teatri che contano con il grande repertorio (è infatti stato recentemente ascoltato alla Scala di Milano e all'Arena di Verona per prossime programmazioni ed è stato contattato da New York e da Vienna).
Miguel ha una voce profonda e ricca di fascino, una voce tanto corposa
e scura da essere spesso paragonato al grande Ramón Vinay.
Parlandomi di lui il grande direttore Janos Acs (che ha diretto
tutti gli ultimi concerti del notissimo Trio Pavarotti, Domingo
e Carreras) mi dice:
"Miguel ha un piglio focoso e imponente e possiede una grande e preziosa capacità di coinvolgere, in una magica atmosfera, il pubblico che
lo ascolta entusiasta e che si lascia travolgere da un'esibizione di altissimo livello."
Miguel Sánchez Moreno durante le sue esibizioni si impone per
l'autorevolezza e capacità scenica, possiede un attento uso degli
accenti e dei colori, a sostegno di una grande padronanza della
tecnica e una grande personalità interpretativa davvero di prim’ordine, riuscendo a trasmettere le gioie, il dolore e il tormento
nei ruoli da lui magistralmente interpretati.
Ha la capacità, la padronanza tecnica, la conoscenza delle partiture e il talento di rimettere al centro la perfezione del canto, la
scuola antica spesso ormai dimenticata: una voce possente, la
sua, che incanta e trasporta.
Parlandomi di lui, il grande baritono Giangiacomo Guelfi mi dice:
“...Miguel Sánchez Moreno ha una voce solida e possente, la sua grande conoscenza tecnica dello strumento che gli permette di affrontare
senza alcuna difficoltà le tessiture impervie e drammatiche di Otello,
del Trovatore e di Aida donando all'ascoltatore emozioni profonde e indimenticabili...”
Per la sua grande padronanza della tecnica vocale, il noto basso
Americano Jerome Hines inserì Miguel, ringraziandolo, nel suo ultimo
libro (Le quattro voci dell’uomo) nell'elenco delle persone che avevano
contribuito in modo importante alla sua carriera e alla comprensione
dell'uso della voce, insieme a Jussi Bjoerling, Ramón Vinay, ecc.
Ascolto insieme a Miguel una vecchia cassetta registrata durante una
lezione con il tenore Franco Corelli (considerato da molti uno dei più
grandi tenori della storia della lirica), che a lui diceva: “Bravo! Hai un
grande centro, davvero importante: quello che si deve avere per interpretare il grande repertorio e specialmente l’Otello!”
Una voce robusta,solida,imponente,quella di Miguel Sánchez Moreno,
pienamente degna degli eroi Verdiani, capace di far vivere i personaggi, le sfumature e i colori con grande intensità e scioltezza.
Miguel possiede un timbro riconoscibile tra mille, componente essenziale per un tenore di prima grandezza oltre ad avere la capacità di salire sul registro acuto con grande facilità, nonostante la sua grande voce, frutto di una consolidata padronanza tecnica.
Un vero tenore e un grande interprete, capace di coinvolgere
con i suoi fraseggi e di trascinare ed emozionare il pubblico che
lo ascolta entusiasta.
Nascerà una stella? Chi ha avuto l’occasione e la fortuna di ascoltarlo
anche recentemente a Milano nel “Il Trovatore” di Verdi, ne parla come
di una futura certezza.
I NOSTRI SCRITTORI
a cura di Ortensia Bugliaro e Maria Piera Bremmi
“Terra di silenzi”, il mondo sentito dai non udenti
Il Centro Culturale della Società Edificatrice di Niguarda, in via Hermada, ha inaugurato
la propria attività con la presentazione del libro di Mirella Bolondi.
enerdi 23 ottobre il Centro Culturale della Società
V
Edificatrice di Niguarda ha inaugurato la sua attività con la
presentazione del libro “Terra di Silenzi” di Mirella Bolondi. In
una sala gremita, dopo il benvenuto dato da Federico Giurgola,
ha proseguito Maria Piera Bremmi, presentando l’autrice, e
Ortesia Bugliaro, che ha accompagnato lo svolgimento della serata con la lettura ed il commento di alcune pagine.
Mirella Bolondi, laureata in scienze dell’Educazione ed Educazione
Professionale, attualmente lavora con i preadolescenti in un Centro di
Aggregazione Giovanile ed è al suo primo libro. L’esperienza personale, Mirella, che è figlia di genitori non udenti fin dalla loro prima infanzia, risalta nelle pagine del libro. Un romanzo intimista, il cui tema è la
comunicazione, un po’ storia, un po’ fiaba: la metafora dell’incontro con
gli “altri” e con la “diversità”.
È una “storia fantastica che evoca tutti i sentimenti dell’animo con sapiente, raffinata e delicata maestria letteraria. Il silenzio che regna nel
paese dei ‘senza orecchie’ porta il suo messaggio nel nostro frastornato
mondo”. Il protagonista, un vecchio signore ospite di una casa di riposo per anziani, è improvvisamente proiettato in un mondo fantastico in
cui si ritrova giovane uomo nel pieno delle sue forze.
Lo straordinario incontro con il popolo senza l’udito lo porterà a vivere
delle avventure che cambieranno per sempre la sua vita. Conoscerà la
vera amicizia, l’amore, il senso di protezione nei confronti del più debole, lo spirito di solidarietà. Nell’ultima pagina ritroveremo il protagonista ritornato vecchio, “che tende finalmente la mano ed è quella di un
vecchio con l’animo bambino ed il cuore lieto”.
I presenti sono rimasti affascinati da questa storia fantasiosa e da un
realtà vissuta nell’animo. L’autrice e il coinvolgimento stesso del pubblico hanno reso la presentazione interessante e ben riuscita. Il Centro
Culturale cercherà di promuovere altri incontri coinvolgendo adulti e
ragazzi all’avvicinamento alla lettura e alla conoscenza di tante persone che con la loro sensibilità hanno tante cose da dire.
Libri “che corrono”
in un bar dell’Isola
idea è venuta a Ippolita che insieme al marito RiL’
no gestisce il Bar Emotion in via Thaon di Revel
28 all’Isola: favorire la lettura, lo scambio gratuito ed
anche l’incontro conviviale nel suo locale. Una scrittrice ha portato i primi libri, altri li ha portati lei da
casa e subito è stata una gara a portare libri per creare la base del “Crossing book”.
Sopra una vecchia, grande botte è stato fatto il primo
ripiano dove esporli. Poi hanno invaso vari ripiani. La
regola è semplice: ognuno può prendere il libro che desidera (tra quelli disponibili, ovvio) e lasciarne uno in
cambio. I libri spaziano dai classici della letteratura
(Thomas Mann,Tolstoi...) ai gialli, ai libri di cucina,
con una variazione continua che aumenta la sorpresa.
Così si diffonde cultura, ma soprattutto convivenza,
vivibilità e si combatte il degrado. Un’idea semplice:
ma dove poteva fiorire se non all’Isola, un quartiere
sempre più vivo e protagonista?
Per informazioni: Bar Emotion, via Thaon di Revel 28,
tel. 02-69006938.
Qui sopra, Ortensia Bugliaro, Mirella Bolondi
e Maria Piera Bremmi (meglio visibile nella foto in alto).
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 19
FOTOREPORTER DI
ONA
a cura di Franco Bertoli
Case, passaggi, bus e cantieri cercansi
1
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6
4
5
1 Suzzani/Esperia Ovvero la casa è un ex diritto.
2 Maestri del Lavoro/Cecchi Il signor Santoro (lettera in
Tazebao di settembre) ha ragione. Nulla è cambiato, anzi con
la stagione piovosa il passaggio sarà ancor più difficoltoso.
3 Ornato/Di Calboli Esempio di quotidiana maleducazione
stradale a 250 metri dalla stazione di vigili.
4 Largo Dionigi a Pratocentenaro Dite che dobbiamo cominciare a preoccuparci?
5 Testi, tratto Pianell-Rodi Proteggere gli alberi in presenza di cantieri è lodevole. Perché non lo si fa dappertutto?
6-7 Sarca/Pianell Signora Colonna (Tazebao di ottobre), ecco svelato il mistero della pensilina fantasma. Dovrebbe
trattarsi della fermata della linea 728 che collega Cinisello
con Milano. Il condizionale è d’obbligo stante l’usuale confusione dell’Atm nelle comunicazioni all’utenza. Infatti l’itinerario indicato nell’apposito spazio della pensilina indica il
percorso Cinisello-Bicocca mentre il cartello stradale dice
Cinisello/Milano Stazione Centrale.
Il sito web dell’Atm limita la linea 728 alla tratta
Bicocca/Cinisello e viceversa: quindi dovrebbe essere corretto quanto riportato sulla pensilina.
Sorgerebbe spontanea una domanda circa l’indicazione del
cartello stradale: è forse una previsione di ripresa della fu linea 727? Se così fosse, abituiamoci sin da ora alle sveglie al
canto del gallo: gli unici orari della linea indicano passaggi
alle 5.37 e alle 6.02. Dopo, ciccia...
7
La sagra del rock n’ roll italiano
al Trofeo Memorial Bruno Dossena
Giorgio Meliesi
i primi di autunno presso la Casa di
A
Alex, via Moncalieri 5 si è tenuto, organizzato dall’Associazione Culturale Happy
Days, il III Trofeo Memorial Bruno Dossena
“I primi cinquant’anni del Rock n’ Roll italiano”, cui hanno partecipato, con la direzione artistica di Michele Longo e la conduzione di Alberto Francesconi il Dossena Rock
Ballet, il Rock Dance di Corsico, il cantante
Ghigo, il maestro Micky Del Prete, i ragazzi del Juke Box.
Bruno Dossena, cui è dedicato il trofeo, fu
un grande ballerino milanese che, chiama-
to “Bruno Bughi”, vinse assieme alla sua fidanzata Marisa Oriani ben tre campionati
del mondo di Danze Jazz (rock n’ roll, boogie woogie, be-bop).
L’evento è stato organizzato grazie alla collaborazione della Commissione “Per la Città della Conoscenza” del Consiglio di Zona
9 presieduta da Enrico Borg, di Francesco
Tripodi, presidente del Consorzio Cooperativo Ca’ Granda, di Luigi Introini, vicepresidente della Cooperativa di Abitanti Pratocentenaro e Sassetti, di Roberto Medolago, della Casa di Alex.
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Le sette meraviglie
a cura di Sergio Maestri - testo di Stefano Bartolotta
Centro Estetico & Benessere
The Swell Season: dall’Oscar
al Conservatorio di Milano
ormalmente il Premio Oscar per
N
la miglior canzone originale non
riceve mai molte attenzioni dagli appassionati di musica, vista la scarsa
qualità delle canzoni che lo ottengono,
a parte qualche eccezione. Una di queste gradite eccezioni è rappresentata
dalla canzone vincitrice nel 2008, intitolata “Falling Slowly” ad opera del
cantante e chitarrista irlandese Glen
Hansard, leader dei Frames, un gruppo molto apprezzato in patria, e della
cantante e pianista proveniente dalla
Repubblica Ceca Marketa Irglova.
Il film per cui i due hanno realizzato la
colonna sonora si intitola “Once” e narra di un menestrello di strada che incontra una venditrice ambulante di
fiori: entrambi hanno la passione per
la musica ed una situazione sentimentale tormentata, e la complicità tra i
due, sia dal punto di vista artistico che
personale, è la chiave portante dello
svolgimento della trama. Non anticipo
nient’altro per chi volesse godersi questa splendida pellicola, dico solo che
ora questo duo è il cardine di un vero e
proprio progetto musicale, chiamato
“The Swell Season”. Lo scorso 30 ottobre è uscito il loro primo disco realizzato dopo la fortunata colonna sonora
e noi milanesi avremo la fortuna di goderci dal vivo le canzoni di questo lavoro e quelle della colonna sonora, precisamente il prossimo 7 febbraio nella
Sala Puccini del Conservatorio.
Cosa dobbiamo aspettarci da questa
performance? Chi ha visto il film o ha
semplicemente ascoltato la colonna sonora, o anche chi, come me, ha avuto la
fortuna di avere già in mano le canzoni nuove ancora prima della loro pubblicazione, sa benissimo che sarà una
serata all'insegna della canzone d’autore delicata e struggente, quella in
cui la nostalgia ed i sospironi la fanno
da padroni. Si potrà dire che di proposte come questa ce ne sono state e ce
ne sono così tante che una in più non
potrà certo aggiungere qualcosa di rilevante al già affollato panorama, ma
Glen e Marketa hanno un dono specia-
Si effettuano:
le, ovvero il loro modo sia di cantare
che di suonare il proprio strumento è
sempre il partner migliore per la voce
e gli accordi dell'altro. La grazia e la
delicatezza di lei si amalgamano perfettamente con la pienezza e la rotondità che caratterizzano sia la voce che
il modo di suonare la chitarra acustica
di lui; e non si può parlare solo di armonia del contrasto, che indubbiamente è presente vista la diversa impostazione tecnica ed emozionale dei due
artisti, ma l'armonia, in questo caso, è
qualcosa che va al di là di ciò che si
può descrivere, perché le differenze
sembrano, caso più unico che raro, i
veicoli portatori di un'innata affinità.
In questo disco nuovo, poi, i due sono
supportati da una vera e propria band,
che assicura una maggior varietà sia
nel suono che nelle sensazioni espresse.
Non resta quindi che organizzarsi in
tempo per essere presenti il 7 febbraio: l’alto livello della qualità e delle
emozioni è assolutamente garantito.
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ONA NOVE 21
SPETTACOLO
ONA FRANCA
Al Teatro della Cooperativa “chi non ama Totò peste lo colga!”…
a cura di Sandra Saita
In novembre in scena “Amleto avvisato mezzo salvato” e “Serate di improvvisazione”.
Cento anni con amore
con difetti congeniti: nel 2000 il 5% dei nao scorso 9 ottobre si è aperta la stagioDiana Roca
ti. È L'urlo di un uomo che ha il destino diL
ne teatrale 2009/2010 del Teatro della
Cooperativa, via Hermada 8, tra gli applausi insistenti dei tantis- sgraziato e vigliacco di essere il padre di uno di questi 5,6% bambini.
simi spettatori presenti alla prima nazionale dello spettacolo “A
cento passi dal Duomo”, che Giulio Cavalli ha scritto in collaborazione con il giornalista Gianni Barbacetto e che parla della presenza delle famiglie mafiose al Nord.
La stagione del Teatro della Cooperativa s’intitola “Chi non ama Totò
peste lo colga!” ed è dedicata in buona parte al comico. Il che non significa rinunciare alla drammaturgia contemporanea e all’impegno sociale e civile. In ogni caso anche una parte dei temi “seri” vengono affrontati da un punto di vista quanto meno agrodolce.
Nel mese di novembre (dal 5 al 15), oltre il comico “Amleto avvisato mezzo salvato”, scritto in versi, andrà in scena (mercoledì
11 novembre, con repliche a gennaio e febbraio) “Serate di improvvisazione”, in cui appunto l’improvvisazione teatrale è l’arte dello stare in scena, senza testo, creando storie e personaggi
solo attraverso i dialoghi tra gli attori.
Dal 18 novembre al 20 dicembre brillerà sul palco la nuova produzione prodotta dal Teatro con il sostegno di Regione Lombardia-Progetto
Next dal titolo “Chicago Boys” (con Renato Sarti, Bebo Storti e Elena
Novoselova). I temi dello spettacolo sono la liberalizzazione più sfrenata e le privatizzazioni come espressione più deleteria del sistema capitalistico per cui le crisi economiche e i disastri naturali diventano un’occasione per speculare.
Un’altra produzione del Teatro è “Servi”, in scena dal 3 al 14 marzo (con Marco Rovelli, musicista e scrittore che ha viaggiato in
Italia alla ricerca di storie di clandestini al lavoro, e Mohamed Ba,
attore ed educatore nelle scuole, accoltellato nel maggio 2009 in zona Certosa a Milano in una delle tante aggressioni di marchio razzista che si verificano nel nostro Paese).
Il Teatro della Cooperativa è anche ecologia: dal 17 al 21 marzo si potrà assistere a “6% cca na vota era tutta campagna” (scritto e diretto
da Domenico Pugliares). È il racconto di un territorio - quello di
Augusta Priolo e Melilli - deturpato e mortificato da anni di industrializzazione petrolchimica, con percentuali allarmanti di bambini nati
Sempre sul tema ecologico, dal 23 al 25 marzo 2010 “Slot machine” (con Andrea Brunello) ripercorre la drammatica vicenda della fabbrica di Trento e dei suoi rapporti con le istituzioni: pronta
ubbidienza da una parte, connivenza, sottovalutazione, monetizzazione del rischio dall’altra. Puntualizza i momenti storici di possibile svolta, di necessario cambiamento cui si è preferito il “continuiamo così”, ignorando l'evidenza: incendi, inquinamento, incidenti, ricoveri e morte di centinaia di operai.
E per concludere, a marzo, dal 26 al 28 “Il fiume rubato” (con
Andrea Pierdicca), in cui per la prima volta si racconta l’intera
storia della fabbrica Acna e le lotte degli abitanti di una valle in
difesa dell'ambiente e del fiume Bormida.
Il Teatro della Cooperativa, non è solo spettacolo, ma anche incontri, conferenze, rassegne come Basaglia Off, che riprende i temi legati alla figura del “diverso” già affrontati lo scorso anno, anche attraverso collaborazioni con realtà come il Cps, in scena con due
spettacoli. Di tale rassegna fa inoltre parte (e questa è una notizia)
lo spettacolo-veglia per Eluana Englaro, realizzato in collaborazione con lo stesso Peppino Englaro, papà di Eluana. Poi c’è la nuova
stagione per i ragazzi. Stagione che tra l’altro ha l’onore di essere
accompagnata dalle merende preparate dal Csa Diapason di via
Ornato. Il Teatro della Cooperativa torna ad offrire anche al pubblico più giovane (dai 3 ai 14 anni) la possibilità di vivere il divertimento, le emozioni e la magia che solo un palcoscenico sa regalare.
L'incantesimo è cominciato il 17 ottobre scorso con in scena “I vestiti dell’imperatore!”, a seguire il 7 novembre ”La favola nelle favole”
e poi Il nuovo anno inizierà con “Il mio piccolo principe”, a febbraio ci sarà”Il bosco magico”, a marzo, “Monstry” e “Pinocchio”.
Infine, tra le tante novità di questa stagione, a partire da novembre, il
Teatro della Cooperativa propone molti corsi: recitazione base, di teatro comico, di teatro per bambini e per pre e neo mamme.
Per ogni altro tipo di informazione: telefono: 02 64.74.99.97 - fax: 02
64.20.761- sito: www.teatrodellacooperativa.it.
… e Renato Sarti fa un laboratorio per le donne incinte
cartellone. Come mai questa scelta?
n corso teatrale per le donne inValeria Casarotti e Teresa Garofalo
“È vero. La stagione 2009-2010, che si
U
cinte? Che notizia curiosa! Per
saperne di più corriamo subito a intervistare Renato Sarti, che chiama ‘Chi non ama Totò peste lo colga!’, è dedicata in buona parte al
del Teatro della Cooperativa è il direttore artistico.
“Proprio così - ci conferma - prende il via quest’anno un laboratorio decisamente originale, un corso di recitazione tenuto da Rossana Mola rivolto a pre, neo o a future mamme che, come ha precisato la stessa attrice da poco diventata mamma, si ritrovano a confrontarsi con gli
aspetti più o meno complessi, e sicuramente nuovi, dell’essere madri. I
racconti delle esperienze personali di ciascuna, dubbi, timori, difficoltà
e problemi incontrati durante la gravidanza o subito dopo la nascita del
bambino costituiranno poi il materiale utile per la stesura di brevi testi da mettere in scena. Un modo simpatico e anche divertente per confrontarsi, sdrammatizzare e, secondo Rossana, per riappropriarsi di un
po’ di quella leggerezza e auto-ironia che spesso nei momenti difficili le
madri non hanno l’opportunità di concedersi. Ma le novità non finiscono qui. Per i più giovani Marco Di Stefano attiverà un Corso di recitazione per approfondire maggiormente le competenze tecniche legate al
corpo e alla voce, mentre Domenico Pugliares ed io terremo un
Laboratorio di Teatro comico. Pugliares lavorerà sulla gestualità e l’improvvisazione, io farò riferimento a quello che è il teatro comico classico, da Menandro a Goldoni fino a Comedians uno spettacolo che ho realizzato alcuni anni fa con Rossi, Bisio e altri. Stiamo anche pensando a
corsi per anziani o per vedove ma è ancora tutto da definire.”
Abbiamo letto che il laboratorio di teatro comico vedrà la presenza di famosi comici e grandi personaggi dello spettacolo.
“In realtà abbiamo invitato molti personaggi che lavorano nel mondo
della scrittura comica, tra i quali Marco Posani che è l’autore dei testi
di Teocoli, di ‘Glob’ e della trasmissione ‘Che tempo che fa’ di Fabio
Fazio, Riccardo Pifferi che è stato l’autore di Jannaci e di Paolo Rossi
per vent’anni, Cochi Ponzoni, Febo Storti, Paolo Rossi, Flavio Oreglio.
Ad oggi non c’è ancora nulla di definito ma spero che qualcuno di loro,
compatibilmente con i propri impegni, possa intervenire per fare una
bella chiacchierata con i corsisti. Il corso, a numero chiuso, è senza limiti d’età. Magari potessimo scoprire tra i partecipanti qualcuno con la
stoffa di attore comico! Non sarebbe certo strano. È avvenuto così per
tanti personaggi famosi che hanno iniziato la loro carriera per caso o
non più giovanissimi. Gianni Palladino ad esempio ha smesso di fare
l'impiegato a quarant’anni, Cornacchione lavorava in un ufficio vicino
allo studio di Zelig quando un giorno, passando, chiese di fare un provino e da lì è partito alla grande…”
Un laboratorio di teatro comico e tanti spettacoli divertenti in
comico, una scelta che nasce da una precisa richiesta del quartiere.
‘Parlate sempre di morti, di tragedie, fateci anche un po’ ridere!’ ci dicono in tanti e da qualche tempo in realtà abbiamo già cercato di rispondere a tale richiesta affrontando temi importanti come quelli dell’immigrazione, della religione o del razzismo in chiave umoristica.
Non è cosa facile perché non è solo importante far ridere ma riuscire
a usare la risata come momento di riflessione, di scoperta della realtà. Noi comunque ci divertiamo molto anche a fare i comici. A tutti gli
attori, checché ne dicano, piace far ridere; anche i più seri, i più drammatici quando beccano una risata, non rinunciano poi per niente al
mondo a quella battuta perché è lì che si sente il pubblico. La risata è
la risposta immediata del pubblico e se non arriva… è dura. Per un’infinità di minuti, nulla, gelo, perché può esserci la serata storta, e quando accade vorresti ucciderti ma è una scuola di vita straordinaria perché una volta fatta quell’esperienza…puoi fare tutto! È difficile far ridere eppure sia al cinema che a teatro il comico è sempre stato considerato una forma d’arte di serie B. Tatti Sanguineti, critico cinematografico, parlando di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia che la critica
aveva massacrato, diceva quanto stupidi e spocchiosi eravamo stati ai
tempi; è bastato che Fellini avesse scelto Ingrassia e Pasolini Totò per
i loro film perché i due comici fossero portati alle stelle. I comici piacciono perché grazie alle loro battute i potenti possono essere gabbati e
i poveracci, una volta tanto anche se solo per una finzione teatrale,
vengono risarciti di tutte le malversazioni, le brutalità, le ingiustizie
del vivere che quotidianamente soffrono. Nel Seicento la Chiesa o i vari signorotti cercavano di zittire gli attori della Commedia dell’Arte
che si esibivano nelle piazze o nei mercati riuscendo ad attirare l’attenzione di centinaia di persone. Perché? Parlavano di Pantalone vecio e bavoso sporcaccion che alla fine aveva la peggio, di Balanzone,
stupidone presuntuoso che prendeva per il naso i potenti e soprattutto di due innamorati il cui amore trionfava. Quando mai accadevano
queste cose nella realtà? Chi snobba il comico spesso si giustifica dicendo che è pieno di sconcezze e volgarità. Sì, forse talvolta si scivola
un pochino, però eliminare le parolacce sarebbe come togliere l’aglio o
la cipolla dalla cucina popolare, non si fa. Sono ingredienti fondamentali che certamente però vanno ben dosati.”
Insomma, teatro classico, commedie brillanti e laboratori divertenti.
Quest’anno grazie al Teatro della Cooperativa le nostre serate si arricchiranno di emozioni e di sorrisi!
ttobre 2009,udite,udite.Gli studiosi hanno detto che i bambini naO
ti nel 2009 avranno la probabilità di vivere fino a 100 anni.Auguro
a tutti i bambini del mondo di vivere nella salute e con tanta serenità
nel cuore. La nostra Caterina Rigamonti il 4 ottobre 2009 ha raggiunto e festeggiato il ragguardevole traguardo dei 100 anni.“Zona Franca”
da anni racconta la storia e la vita dei centenari e allora, come sempre,
vado a bussare alla porta della signora Caterina. Le figlie Silvia e
Maria Rosa mi stanno aspettando (conosco Silvia da tanti anni perché
entrambe avevamo partecipato a un corso di pittura). Mi accompagnano nella camera dove la mamma sta sonnecchiando. La signora Caterina è una donna dolcissima. Quel volto diventato scarno come un piccolo passerotto,la voce resa flebile dal tempo della vita,ma gli occhi sorridono per l’amore che ha dato e che regna intorno a lei dalle figlie sempre vicino. Mi presentano alla mamma che mi sorride e con le labbra
socchiuse manda i bacetti. Quattro chiacchiere per conoscerci poi per
non farla affaticare ci spostiamo per l’intervista nella sala.
È Silvia che dice: “Sai, la mamma fino a luglio stava in piedi.
Andava ancora in bagno accompagnata. Poi ha avuto un cedimento. Ora è allettata ma durante il giorno la mettiamo sulla carrozzina. Il Comune le ha conferito l’Ambrogino d’Oro con la pergamena.
Anche la Lega Fnp Cisl il 2 ottobre, alla festa dei nonni, le ha dato
il diploma. E poi tanti fiori da tutti”.
Nei vostri discorsi che cosa vi raccontava la mamma?
“Ci raccontava che a 5 anni erano stati costretti a darla a balia a
Mamma Cristina, che abitava in via Di Calboli, perché la sua mamma
era di salute cagionevole e stava lunghi periodi all’ospedale. Sai,
Sandra, che ancora adesso quando chiama i suoi genitori chiama sempre anche mamma Cristina? Caterina è una vera niguardese, nata alla Curt di Sas (via Graziano Imperatore). Ancora adolescente, entrava
nella fabbrica Santagostino. Profondamente religiosa e devota alla alla Madonna Pellegrina, ha sempre vissuto con la fede che l’ha aiutata
serenamente ad affrontare i momenti avversi della vita, nella salute
dei figli, durante la guerra. Nostro padre Luigi De Biasi aveva perso la
mamma quando aveva solo 6 anni. Sono stati sempre vicini a noi e
quando nostra madre a 66 anni rimase vedova, lei con la fede in Dio è
sempre rimasta forte.”
Mentre Silvia e Maria Rosa mi parlano della loro grande madre
penso che dobbiamo sempre amare tanto, senza pensare di avere
in cambio qualcosa, ma solo per amare, perché se si ama a loro
volta gli altri daranno amore.
Silvia e Maria Rosa danno tanto amore alla loro mamma perché anche se dicono “siamo libere” non vuol dire. È bello quello che danno a
lei perché a turno chiudono la loro casa e vanno a vivere con la loro
mamma. Parliamo a lungo, poi ritorniamo in camera.
Caterina è tenerissima. Ora le mie mani si sono scaldate e posso accarezzarla. Le mando un bacio. Lei mi sorride e ancora con le labbra socchiuse mi manda tanti bacetti.
“Quando la vita offuscherà
i colori
e tutto verrà a mancare
Signore
fa che il cuore rimanga bambino
e sorrida sempre
a chi mi starà vicino”
(ultima strofa di un pensiero sull’anziano)
La fotografia mostra Caterina con Roberto Meroni e Sandro Codegoni, rispettivamente presidente e vicepresidente della Commissione
“Per la città del viver sano” del CdZ 9.
Consorzio “Farsi Prossimo”: una rete di sostegno per le persone deboli
L’obiettivo è sostenere anziani e famiglie in difficoltà sia offrendo un aiuto diretto sia coinvolgendo i diversi soggetti
che ruotano intorno alle persone e all’interno del quartiere.
via Ponale 2, alla Bicocca, ha sede il Consorzio “Farsi
InelnProssimo”,
Società Cooperativa Sociale Onlus promossa
1998 dalla Caritas Ambrosiana.
Il Consorzio, costituito da 13 cooperative sociali che operano sul territorio della Diocesi di Milano, prevalentemente nelle province di Milano, Lecco, Varese e MonzaBrianza, è nato ispirandosi alla lettera pastorale del 1986
del Cardinal Martini nella quale l’allora Arcivescovo di
Milano utilizzava l’icona evangelica del buon Samaritano
che richiama alla necessità di accogliere cordialmente
ogni uomo nelle concrete situazioni dell'esistenza.
Seguendo questo esempio, il “Consorzio Farsi Prossimo”
ha fatto proprio l’impegno di contribuire ad alleviare la
sofferenza delle persone che vivono le diverse forme di
grave disagio sociale del nostro tempo restituendo loro la
dignità perduta.
Per meglio spiegare le attività di Farsi Prossimo incontriamo la dottoressa Chiara Ginanni, responsabile progetti del consorzio. “Farsi Prossimo” - inizia la dottoressa
- ha promosso negli anni numerose iniziative e progetti,
attraverso varie forme gestionali quali general contractor,
partnerariato e rappresentanza, che hanno direttamente
coinvolto le cooperative socie. Questo ha comportato lo
sviluppo di competenze per il coordinamento di attività
Lorenzo Meyer
complesse dovute alla partecipazione di numerosi partner
pubblici e privati. In linea con la propria missione, il
Consorzio e le cooperative si adoperano con passione e
competenza, per progettare interventi sociali, servizi e soluzioni innovative principalmente nelle seguenti aree:
Progetti consortili integrati (Servizi di prossimità per anziani e persone fragili; Salute Mentale; Inclusione Sociale;
Coesione Sociale); Progettazione su programmi e iniziative Europee; Politiche attive del lavoro e Servizio per l’Integrazione Lavorativa; Area Stranieri e Rifugiati; Ambiente e raccolte differenziate dei rifiuti.”
Molti di questi servizi sono attivi nella nostra zona. “In
Zona 9 - continua Ginanni - forniamo il Servizio integrato di Custodia sociale e socio-sanitaria, realizzato in collaborazione con la Fondazione Don Carlo Gnocchi e la
Fondazione Aquilone. L’obiettivo è di sostenere gli anziani fragili e le famiglie in difficoltà residenti nei quartieri
popolari sia offrendo un aiuto diretto sia coinvolgendo i
diversi soggetti che ruotano intorno alle persone e all'interno del quartiere (servizi sociali, parenti, vicini, amici,
volontariato, associazioni) al fine di sviluppare la rete di
sostegno alle persone più fragili. Sempre in zona è attivo
il servizio di consegna pasti a domicilio finalizzato non so-
lo a garantire una costante e corretta alimentazione a
quegli anziani che non sono più in grado di prepararsi da
mangiare autonomamente, ma anche a garantire il monitoraggio delle situazioni più fragili e l’opportuna segnalazione ai Servizi Sociali. Per gli anziani fragili e adulti disabili è inoltre attivo il servizio di consegna gratuita della spesa. Si tratta di un servizio ad alto valore aggiunto
che, attraverso l’ascolto telefonico e l'incontro nel momento della consegna, stabilisce relazioni di fiducia e attiva
un monitoraggio delle situazioni maggiormente a rischio,
oltre a fornire un supporto concreto e frequente a persone
con difficoltà di deambulazione e autonomia ridotta.”
Il Consorzio “Farsi prossimo” è anche tra i promotori nella nostra zona del progetto “9 in rete” che da quasi tre anni è impegnato nella costruzione di un progetto di coesione sociale unitario e sostenibile nel tempo, cui dà il proprio appoggio anche “Zona Nove”.
Si tratta di una sperimentazione che va nella direzione di
costruire un welfare dal basso, che valorizzi le risorse
espresse dalla società civile e il ruolo di garanzia dei diritti sociali delle istituzioni pubbliche.
Chi volesse maggiori informazioni sul Consorzio “Farsi
Prossimo” può consultare il sito www.consorziofarsiprossimo.org oppure chiamare il numero 02.66114432.
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PARCO NORD
Bilancio di fine mandato
per il presidente Ignazio Ravasi
BELLEZZA IN
ONA
a cura di Franco Massaro
Inizia il periodo giallo
Andrea Bina
fine ottobre è scaduto il mandato del ConsiA
glio di Amministrazione del Parco Nord
presieduto da Ignazio Ravasi.
Proviamo a tracciare un bilancio di questi anni per il Consorzio di gestione.
Ritengo che sia un bilancio positivo che, in continuità con le azioni intraprese 30 anni fa da chi ha inventato il Parco Nord, ha permesso di avvicinarci al sospirato traguardo del suo completamento. In questo
lustro siamo riusciti a compiere uno sforzo notevole
per “costruire” il parco all’interno del territorio di
Milano ovvero nella parte che più era in ritardo.
Entriamo più nel merito dei risultati del consiglio di amministrazione da lei presieduto.
Le passerelle ciclopedonali sono passate da 2 a 6,
grazie alla posa di quella su viale Testi, su viale
Fermi e le due sulla A4, le piste ciclabili sono passate da 19 a 29 km (+ 53%), i percorsi pedonali da 23 a
31 km (+ 35%), le aree polifunzionali con attrezzature per il tempo libero da 12 a 16 unità (+30%) ed altre 2 sono in costruzione, gli orti consortili gestiti da
anziani da 281 a 531 (+25%), le telecamere complessivamente presenti da 6 a 22, le aree sensibili controllate da videosorveglianza da 3 a 17, le iniziative
di educazione ambientale con le scuole da 315 a 355
(+13%), le classi coinvolte in attività con il parco da
171 a 276 (+61%). Gli eventi organizzati sono passati da 151 a 170 (+13%). E stiamo parlando di eventi
del calibro del Festival della Biodiversità, dell’Accademia del Bagolaro, del Micro-Lab, del Labirinto di
Mais. Abbiamo rifatto il sito internet del parco, abbiamo dato una nuova veste al giornale “L’Informica” e riqualificato l’Aula Verde, intitolata a Pina Re.
Per quel che riguarda l’ampliamento del parco, oltre
apasserelle, piste ciclabili e pedonali, abbiamo proseguito l’acquisizione di aree funzionali al consolidamento del polmone verde che nel 2008 ha allargato
i propri confini arrivando a 629 ettari, incrementato
le aree boschive da 70 a 88 ettari e nel corso del 2009
siamo arrivati a superare i 90, portato alberi e arbusti a dimora da 169mila a 239mila, le siepi da circa
6900 mq a quasi 12mila mq. Poi non potevamo non
incrementare i risultati in tema di salvaguardia ambientale: la raccolta differenziata è passata dal 60 al
65% mentre, grazie all’installazione dei pannelli fotovoltaici, abbiamo portato la quota di energia elettrica utilizzata prodotta da fonti rinnovabili da 0 a
56%. Inoltre abbiamo portato le spese per la manutenzione del verde da 2,1 a 1,9 milioni di euro (-11%)
senza incidere sulla qualità delle attività. E proprio
sul fronte economico, vista anche l’attuale crisi, abbiamo incrementato del 70% le entrate proprie
dell’Ente Parco Nord, oggi pari al 9% del bilancio
complessivo, grazie sia ai contratti di sponsorizzazione, (Cariplo, Bpm e Bcc tanto per citare tre esempi),
sia alla vendita di crediti di carbonio, derivanti dall’applicazione del Protocollo di Kyoto. Per meglio
comprendere il valore di questa politica ambientalista diciamo che un soggetto terzo certifica che le nuove forestazioni del Parco Nord garantiscono un assorbimento di un certo numero di tonnellate di CO2.
Noi vendiamo questi crediti alle Aziende inquinanti
che invece hanno debiti di CO2 e ricaviamo importanti somme utili al nostro bilancio. Le nuove forestazioni del 2007/2008, pari a 11,5 ettari, ci hanno
garantito crediti pari a 8800 tonnellate di CO2 in 100
anni che abbiamo rivenduto a 70mila euro mentre
per quelle del 2009, pari a 8/9 ettari, stiamo chiudendo l’accordo per una somma che dovrebbe essere superiore ai 70mila euro.In tema di sicurezza abbiamo
incrementato di 30 unità il numero di Gev (guardie
ecologiche volontarie), abbiamo condiviso con la
Provincia di Milano l’idea di utilizzare le guardie forestali per tutelare e presidiare il parco che,complessivamente,resta un luogo sicuro anche grazie alle telecamere e allo stretto rapporto con forze dell’ordine
e la polizia locale.
Quali sono invece le idee che molto probabilmente non potrà seguire fino alla loro completa realizzazione?
Molto di quanto andremo a realizzare sarà sul territorio di Milano perché, anche se negli ultimi 4 anni
molto è stato fatto per fare crescere il parco dentro la
metropoli, siamo ancora un po’ indietro. Grazie alle
risorse in conto capitale che ci sta erogando il Comune di Milano stiamo lavorando alacremente su
due siti, uno in zona via Ornato e l’altro in zona Fnm
Brusuglio/Cormano. Oltre agli interventi per aumentare la presenza di zone d’acqua, utili per la biodiversità e per aspetti paesaggistici, sono già in fase
esecutiva le realizzazioni di aree boschive e piste ciclopedonali. Inoltre nella zona di Bruzzano/Brusuglio stiamo predisponendo i terrazzamenti per poi posare la passerella scavalco delle
ferrovie Fnm e sposteremo il sedime della via
Giuditta Pasta in fregio alla linea ferroviaria delle
Fnm, nella tratta che sbuca alla rotatoria del cimitero di Bruzzano, per permettere di liberare aree,
attualmente occupate dalla striscia di asfalto, utili
a congiungere porzioni consistenti di Parco Nord.
Stiamo inoltre lavorando con tanta pazienza per liberare tutta una serie di aree occupate da attività
marginali e a volte non molto compatibili con il
parco, come ad esempio gli sfasciacarrozze.
Per Niguarda ricordiamo che stiamo lavorando sulla passerella a scavalco della via Ornato. Dal nostro
punto di vista sono state concluse le procedure di accordo e convenzione e ci auguriamo che entro inizio
ottobre il progetto possa essere approvato dalla
Giunta di Milano. Tale passerella, è bene ricordarlo,
si collega al progetto di riqualificazione dell’ex area
Villa occupata da una acciaieria, sita al confine tra
Milano e Bresso e dovrebbe essere completata al
massimo entro 2 anni. Inoltre, legata a questa convenzione, c’è sia la ristrutturazione della palazzina
voli, sita a fianco della cascina sede del Parco Nord,
sia la realizzazione di una strada di servizio, collegata a via Clerici, che permetterà di non attraversare
più il parco con le auto di servizio. Ultimo, non certo
in ordine d’importanza, fra le varie collaborazioni attivate con l’Università della Bicocca, stiamo lavorando per realizzare delle serre didattiche: il progetto ci
sta impegnando da due anni e stiamo definendo gli
aspetti tecnici, architettonici ed economici.
Cosa augura e cosa chiede al suo successore
per il bene del Parco Nord e quindi per il bene di tutti noi?
I risultati ottenuti in questo mandato sono il frutto di un impegno unitario di tutti i consiglieri e il
raccordo con il mio vice Carmelo Gambitta è stato importante. Come consiglio siamo riusciti ad
ottenere che si lavorasse come una squadra, in
stretta collaborazione con la parte tecnica, per
giocare una partita comune. Credo che questo sia
di buon auspicio e mi auguro che questi elementi
siano salvaguardati per raggiungere nuovi successi affinché il Parco Nord giunga al completamento, aumentando sia la fruizione sia gli standard qualitativi già attualmente elevatissimi. Mi
auguro infine che il Parco Nord sia il protagonista
della realizzazione di una rete ecologica che si
estenda nel nord Milano e che, attraverso i raggi
verdi, si possa produrre un “innevamento verde”
che riqualifichi tutta la città di Milano.
eh, non possiamo lamentarci troppo: abbiaB
mo dei viali splendidi a portata di mano, nel
Parco Nord, e possiamo goderceli in tutte le stagioni. Oggi siamo nella fase del giallo, quella ricca di nostalgia per l’estate andata e di tristezza
per l’inverno non molto lontano. Vedere questi
Pioppi cipressini con le loro foglie dorate, illuminate dall'ultimo sole caldo, è una bellezza.
Anche nei giardini privati della nostra zona pre-
vale il giallo, mescolato al rosso dei Liquidambar
e degli Aceri giapponesi, sempre più frequenti,
ed all’arancione dei Caki (in diminuzione).
Sembrano per conto loro anche le ultime Rose,
che aspettano solo la prima brinata per terminare il loro compito.
Ultima osservazione: gli Storni sono in grande
aumento nel nostro cielo! Previsione di un inverno mite?
I “Giardini della Scienza” approdano
nell’area ex prato Zambon
Andrea Bina
Il labirinto nel mais, ovvero gli ufo verdi
Un promemoria per la prossima estate: un labirinto a forma
di animale in cui perdersi tra laboratori e caccia a tesoro.
Monica Landro
gni anno in estate
O
il Parco Nord realizza un vero labirinto
in mezzo alle pannocchie. In un campo coltivato a granoturco di
25mila metri quadrati,
raggiungibile da via
Cesari, il labirinto di
mais si snoda per un
totale di 1200 metri di
percorso.
I labirinti hanno da
sempre destato curiosità e ammirazione. Il labirinto è l’itinerario
mentale che accompagna l’uomo nella storia e nel suo tortuoso cammino verso la conoscenza. Un groviglio di percorsi che anticamente conducevano al suo centro e che poi sono divenuti veri e propri rompicapi nel loro intrico di passaggi verso l’uscita.
Ma il labirinto nel mais del Parco Nord non ha
niente di pericoloso, è un luogo in cui perdersi e
trovarsi, un gioco in cui ci si può rilassare in
compagnia della propria famiglia, senza insidie
né pericoli e in tutta sicurezza.
Ogni anno la forma del labirinto cambia: a forma di farfalla nel 2007 oppure di salamandra
gigante nel 2008 o come la scorsa estate, a forma di un gufo. All’interno del labirinto ci sono
visite guidate e animazioni con una serie di laboratori e
cacce al tesoro specificatamente dedicati
ai più piccoli.
Un modo di recuperare il contatto con la
natura e di far conoscere l’agricoltura non
solo come importante
attività economica e
di sostentamento, ma
anche come realtà da
conoscere e rispettare.
Il labirinto nel mais è
stata un’idea proposta
durante la prima edizione del Festival delle
Biodiversità tenutasi nel 2007. Il Festival delle
Biodiversità si propone di coinvolgere non solo
gli addetti ai lavori, ma intende rivolgersi a un
pubblico sempre più vasto, e quindi anche ai
bambini per i quali sono stati organizzati parecchi appuntamenti a Milano e provincia per far
comprendere e apprezzare l’importanza della riqualificazione ambientale e naturalistica, i paesaggi rurali e naturali anche nelle grandi città,
gli ecosistemi a rischio estinzione, le culture rispettose della natura. Restiamo in attesa di vedere dentro quale animale ci perderemo la prossima estate!
unedì 12 ottobre, presso la Cascina Centro
L
Parco, si è svolta la conferenza che ha ufficializzato la firma del protocollo d’intesa per
la realizzazione di un parco scientifico-tecnologico all’interno del polmone verde. Il Consorzio Parco Nord, il Comune di Bresso e la
Società Zambon hanno elaborato un progetto
di massima, denominato “I giardini della
scienza”, da realizzare nell’area comunale ex
prato Zambon, che prevede:
• il coinvolgimento diretto della società
Zambon per l’insediamento di apposite strutture mobili attrezzate, i cosiddetti “padiglioni
tematici”, destinate a diventare luogo di scambio culturale e di dialogo tra la comunità dei
cittadini di Bresso e degli utenti del Parco
Nord e la comunità scientifica che opera all’interno della porzione del polo di pertinenza;
• il coinvolgimento di Regione Lombardia per
la contribuzione alla sua realizzazione mediante apposito finanziamento pari a euro
270.000;
• il coinvolgimento del Consorzio Parco Nord,
per la piantumazione e la sistemazione a radura dell’Area, nonché per attrezzare il parco
sotto il profilo impiantistico e del verde;
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
• il coinvolgimento del Comune di Bresso mediante lo scomputo degli oneri di urbanizzazione derivanti dall’attuazione del Programma
Integrato di Intervento “Polo di Eccellenza” inerenti alla realizzazione del progetto “I giardini
della Scienza” e alla riqualificazione della viabilità di accesso ai suddetti Giardini.
Soddisfazione per l’avvio di questo ennesimo
progetto di eccellenza all’interno del Parco
Nord è stata espressa da tutti i firmatari dell’accordo. In particolare il Sindaco Bresso,
Fortunato Zinni, ha dichiarato di essere lieto
di mettere a disposizione un’area pubblica, di
fondamentale interesse e di rilevanza a livello
sovralocale d’area del Nord Milano, per favorire interventi congiunti tra Comune di Bresso,
Regione Lombardia, Parco Nord Milano e
Società Zambon.
Società, ha concluso Zinni, a cui va espresso
l’apprezzamento per l’impegno alla diffusione
delle conoscenze e delle innovazioni scientifiche e tecnologiche e la capacità di promuovere
un modello di formazione e di informazione innovativo, improntato alla socializzazione e alla interazione del mondo aziendale con il mondo esterno.
ONA NOVE 23
Andrea Bina
LA NOSTRA STORIA
a cura di Angelo Longhi
Via Ponale 66, se le case potessero raccontare
Presentiamo uno stralcio di un volume sulla Resistenza in zona 9 in preparazione a cura di Inge Rasmussen (Anpi di Pratocentenaro).
I Coiro, una nobile famiglia
niguardese
Sergio Bernasconi
uando parlammo del Seveso nel numero di luglio
del giornale, scrivemmo della leggenda che voleva
Q
che proprio durante una piena autunnale del torrente
avesse trovato la morte Bernardino Coiro, lo storico
degli Sforza di cui improvvisamente agli inizi del 1500
si persero le “tracce”. Ebbene, questo mese parliamo di
questo niguardese illustre.
L’origine di questa nobile e antica famiglia risulta per
alcuni storici toscana, per altri romana. Prima di stabilirsi nel milanese si sviluppa nella città di Coira, capoluogo del cantone svizzero dei Grigioni.
Nell’anno 780 i fratelli Aimondo e Vermondo Coiro furono proclamati santi. Di parte guelfa i Coiro si distinguono in due dinastie: i marchesi di Secugnano pieve
di San Giuliano, e i conti di Robbiate pieve di Brivio alla quale appartiene lo storico umanista Bernardino,
autore di varie opere letterarie, ma passato alla gloria
postuma grazie alla “Patria Historia”, la sua opera sulla storia di Milano fino al 1499 scritta in volgare in
gran parte nella quiete della sua casa di campagna sita nella “amena Niguarda”.
Proprio a Niguarda fu terminata e data alle stampe a sue
spese nel 1503, impresa che causò la sua rovina economica. Questa poi è anche l’ultima data certa nella vita dello
storico che dopo di allora sembra scomparso nel nulla.
I Corio arrivano a Niguarda verso la seconda metà del
1300 con Oldino, nonno di Bernardino, che risulta proprietario di un podere a Niguarda che
passa alla sua morte al figlio Marco, padre di Bernardino.
Alto funzionario ducale, nel 1455 Marco Cormio figura fra i “familiares equitantes” del duca
Francesco Sforza e nel 1458 tra una missione di stato e l’altra decide di costruire una casa
nel suo podere niguardese, distante duemila passi da Milano, per villeggiatura e rifugio dalle pestilenze (privilegio questo riservato ai pochi ricchi). Per far ciò sottoscrisse un contratto
in cui venivano stabilite le modalità di costruzione con il “magister”, architetto o ingegnere
incaricato dell’esecuzione dei lavori. La nuova costruzione (sita nell’attuale via Passerini) doveva estendersi per 20 braccia (12 metri), ed era dotata di due stanze con balconi al 1° piano. Coiro si impegnava a pagare metà subito e metà a lavoro concluso; inoltre garantiva al
costruttore, per tutta la durata dei lavori, un posto letto degno di questo nome proprio a
Niguarda (questa curiosa richiesta fissata per contratto, fa riflettere sulle condizioni di vita
dei niguardesi del XV° secolo). I lavori sarebbero iniziati il 16 agosto. Il tutto rogato dal notaio Simone Bulgaroni, il 7 agosto 1458 al Broletto di Milano.
Questa casa, purtroppo oggi scomparsa, fu edificata probabilmente in stile gotico lombardo
reso famoso dall’architetto Guiniforte Solari nonostante proprio in quegli anni si andassero
affermando le forme geometriche del “Rinascimento toscano”, ad opera del Filarete, l’autore
dell’Ospedale Maggiore “Cà Granda” 1456 - 1465 (l’attuale università statale di via Festa del
Perdono). Giunto alla corte milanese grazie alla famiglia de Medici, su richiesta del toscano
di San Miniato Francesco Sforza, diventato il IV° duca di Milano. Grazie alle “imbreviature”
del notaio Agostino Mantegazza, si conoscono gli arredi della casa, come anche la quantità e
la qualità delle varie piante e prodotti dell’intero podere.
Gli arredi della casa
• Nella sala della residenza nobiliare vi sono una cassapanca in due pezzi, due panche.
• In cucina una credenza, due tripodi con i loro bacili e brocche di rame, una poltrona in cuoio, una
grande poltrona attrezzata per barbiere, tre sedie di cuoio, quattro sedie di legno, una tavola con un
paio di tripodi intagliati, un cavalletto di legno.
• Nella dispensa: una cesta, quattro tavole, una credenza per custodire i vasi, una lettiera con i banchi e le sedie, un recipiente per mostarda o formaggio.
• Nella camera presso la cucina: un grande cassone ad arca per la farina, un cassone dipinto, due
recipienti capienti di 40 brente con i loro sostegni, una lettiera, un letto a carriola, un panchetto per
i servi, tre cassoni, una cassa da campo, una cassa borchiata, una Maestà dorata.
• Nella camera superiore con il camino: una tavola, un paio di tripodi, uno sgabello per scrivere, una
poltrona da camera, un gioco a pacche, un’asse per i libri.
• Nella cantina: un tino da 36 brente, una cassapanca, 4 vasi della tenuta di circa 15 brente, tre secchi per salare le carni, un recipiente di pietra per l’olio, un disco per rompere le noci, un credenzino
piccolo, 4 assi da forno, tre assi per libri, una gattaiola.
• Nella camera al piano superiore: un letto con il suo sacco di piume del peso di 30 Kg.
• Nel podere: 70 piante di noci, 610 piante tra olmi, aceri e querce, 11 castagni, 145 meli e
peri, 530 gabbie per viti.
Grazie a questa documentazione notarile, possiamo farci un’idea di come fosse la vita della nobile
famiglia Coiro durante la villeggiatura a Niguarda. E su come si configurava la campagna niguardese nella seconda metà del XV° secolo; quando non esisteva nemmeno l’ombra di un gelso, e la bachicoltura per i niguardesi era ancora tutta da scoprire.
li antifascisti e partigiani ricordati nella lapide
G
all’ingresso di via Ponale 66 sono tra gli altri:
Giulio Bernardoni, zio di Pargelipo, e Remo Pavarotti,caduti nella battaglia di San Martino;Costante
Brando, caduto a Masino (Sv); Giulio Omati del
Fronte della Gioventù, ucciso a Milano dalle Brigate
Nere; Domenico De Fini, Augusto Favini, Luigi
Gargantini, Gavino Paolini e Cesare Parolini muoiono nella deportazione; Chiara Giovanna Tognetti è
vittima, con oltre cinquanta operai della Pirelli, del
bombardamento del 20 ottobre 1944.
Il Casermone di via Ponale 66: così lo chiamano ancora oggi. Si racconta che il vasto e complesso edificio, isolato e circondato dalla campagna alla periferia della città, fosse veramente stato una caserma
durante la prima guerra mondiale e fosse stato poi
trasformato in ospedale militare, diventando infine
una casa popolare.
Al tempo del fascismo ci abitano più di trecento famiglie, in buona parte numerose: il criterio è importante per l’assegnazione dell’alloggio. I De Fini per
esempio hanno sette figli,in parte ancora piccoli e così nei due locali ci si sta appena e un poco stretti.
Amanilio Pavarotti e Maria Bernardoni Pavarotti di
figli ne hanno cinque (Giuliana ancora in arrivo), i
primi due sono gemelli e in età per essere chiamati
alle armi. I Gargantini sono in cinque figli, i primi
già a lavorare in fabbrica. Ci si conosce tutti nel caseggiato e si sa chi è antifascista e chi fascista anche
se nelle famiglie si parla pure poco di politica. Domenico De Fini non lo dice ai figli, ma lascia il lavoro alla Pirelli perché lì c’è chi insiste perché si iscriva al
fascio; va a fare il gommista in via Solari, lavorando
in una fabbrica francese.
Molti lavorano in fabbriche della zona, prevalentemente alla Pirelli Bicocca, ma anche alla Breda.Alla
Pirelli l’antifascismo operaio ha radici molto lontane
(si veda Giulio Polotti, La lunga battaglia della
Pirelli,Anpi di Niguarda,1986) e ci operano pure uomini come Libero Temolo e Eraldo Soncini. Verranno entrambi fucilati a piazzale Loreto, il 10 agosto
1944. Già nel 1939, alcuni antifascisti in fabbrica
avevano provato ad organizzare azioni di Resistenza, e qualcuno era finito davanti al Tribunale Speciale. Nel 1942 c’era stato addirittura un tentativo di
organizzare uno sciopero, e poi lo sciopero vero, importante, del marzo 1943.
Giunge l’8 settembre 1943, la resa incondizionata
dell’Italia, annunciata dalla radio, sui giornali come
armistizio. Con la resa non sopraggiunge la pace, arrivano subito i tedeschi come forze di occupazione e
si riorganizzano anche i fascisti che dopo il 25 luglio
1943 sembravano piuttosto esangui. Ora sono diventati ancora più aggressivi e pericolosi.
Giulio Bernardoni (è sergente) teme per i nipoti, i
gemelli Dino (Pargelipo) e Remo Pavarotti, figli
della sorella Maria. Sono giovani, dell’età giusta per
potere essere chiamati alla guerra dei repubblichini.
Partono per la montagna e raggiungono la Resistenza. Una delle prime bande si è formata sul Monte
San Martino nei pressi di Varese.
La battaglia di San Martino ebbe inizio a metà
novembre 1943. Tedeschi e fascisti attaccarono
le postazioni; bombardamenti aerei distrussero
le fortificazioni. Finita la guerra, in via Ponale
aspettarono inutilmente il ritorno di zio e nipoti.
I corpi di Dino e di Remo non furono mai ritrovati, probabilmente disintegrati dalle bombe. La
madre per nove anni si rifiutò di testimoniare la
loro morte, cosa che sarebbe stata necessaria per
avere la pensione di guerra dei figli.
Costante Brando, classe 1925, si trovava con i
Pavarotti a San Martino. Se ne allontana e viene
a Milano a portare notizie. Raggiunge poi la
Resistenza in Liguria, nella provincia di Savona.
A Masino in una battaglia nella quale i partigiani sono costretti a ripiegare Brando si ferma per
proteggere la ritirata dei compagni. Armato solo
di una mitragliatrice, viene presto raggiunto dai
fascisti; per non consegnarsi si spara.
Anche Giulio Omati era militare, ma questo non
gli impedì di unirsi al Fronte della Gioventù. La sera portava a casa proiettili da mitragliatrice per “aggiustarli”, per adattarli a pistole. Un giorno arrivarono quelli delle Brigate Nere :“Ci segua…” Appena
raggiunta via Giovanni sul Muro, un’ultimo tentativo di fuga. Giulio estrae la fida rivoltella per allontanare i fascisti ma questa si inceppa. Cerca di fuggire
ma viene raggiunto e ucciso in prossimità del Teatro
Dal Verme.
Continuano gli attacchi aerei. Il 30 aprile del ‘44 le
bombe cadono pure su via Ponale. Nessun morto,
nessun ferito, per fortuna, ma qualcuno perde la casa. I residenti dell’ala colpita si distribuiscono in altri appartamenti del caseggiato, da parenti, da conoscenti: si cerca e si trova una soluzione. Ci si aiuta.
Racconta Maria Pavarotti:“Allora in via Ponale 66 ci
si conosceva tutti e tutti erano brave persone, era come un paese circondato dalla campagna, si poteva
lasciare aperta la porta di casa, lasciare fuori la bicicletta, che non succedeva niente.”
Riprendono gli scioperi, quello del dicembre ’43, ancora, importante, quello del marzo 1944, e poi quello
di novembre…
Il 2 marzo 1944, di sera, appena iniziato il coprifuoco, suonano alla porta di un appartamento. Sono
due fascisti che cercano Domenico De Fini, per
arrestarlo. Altri due suonano a un altro appartamento, quello dei Pavarotti. Il padre non c’è, è al lavoro. Puntano le pistole sulla madre dei Pavarotti,
dicono di avere un mandato di cattura per tutta la
famiglia. Accusano di sentire Radio Londra, perquisiscono la casa alla ricerca di armi, documenti.
La donna, incinta la (figlia Giuliana nascerà il 12
marzo), tiene loro validamente testa. Alla fine porteranno via solo il figlio Romolo (il fratello minore
dei gemelli Dino e Remo, 18 anni) e Cesare Pistelli
che si trovava lì in visita (è un invalido, ha perso un
braccio). Altri fascisti suonano ad altre porte e in
breve, nel cortile, si raccolgono con il De Fini,
Romolo Pavarotti e Cesare Pistelli anche Gavino Paolini, Cesare Parolini, Augusto Favini;
tutti vengono condotti a S.Vittore.
De Fini parte dal Binario 21 della Stazione Centrale.
Un trasporto di cento operai, nessun ebreo. Anche
Pistelli e gli altri arrestati del 2 marzo partono da
Milano per la Germania.
Luigi Gargantini verrà arrestato il 12 marzo, a casa, di notte. Compie un tragitto lievemente diverso
dall’altro gruppo: prima alla questura di S. Fedele,
poi a S. Vittore dove viene consegnato al braccio tedesco, infine a Bergamo alla caserma Umberto I. Da
qui parte il trasporto per la Germania, giunge a
Mauthau-sen il 20 marzo.
Vittoria Gargantini non è in casa quella sera,
è andata a pernottare da una amica, in centro.
La trovano ugualmente, con sicurezza, e alla
stessa data di Luigi, il 12 marzo, viene arrestata. Dopo Mauthausen verrà condotta nel campo
femminile di Ravensbrück. Mentre tutti i suoi
compagni saranno classificati come Schutzhäftling, triangolo rosso, Vittoria è anche connotata come Politiker. Forse si pensa che le donne
siano ancora più pericolose.
Racconta Vittoria Gargantini: “Da Bergamo partiamo. Era prima di Pasqua e alla vigilia di
Pasqua siamo arrivati a Mauthausen. Siamo
partiti a piedi dalla caserma, era mattina presto,
ancora quasi buio e per arrivare alla stazione c’è
un bel pezzo. Eravamo in mezzo a due ali di popolo, c’era un carretto sul quale erano state messe le valigie nostre. La strada che percorrevamo
era piena di gente, tanti piangevano, eravamo in
tanti, forse duemila. A Mauthausen, dopo l’immatricolazione, lo smistamento verso il ‘luogo di
lavoro’, un sottocampo”.
Partigiani morti in campo di concentramento:
Domenico De Fini, 13 marzo a Mauthausen
(immatricolato a Ebensee: 57580), Gavino
Paolini, 11 marzo a Mauthausen (Wien
Floridsdorf 57321); Cesare Parolini, 11 marzo
a Mauthausen (Ebensen 57318); Romolo
Pavarotti, 13 marzo a Mauthausee (Sankt
Lambrecht 57612); Cesare Pistelli, 11 marzo a
Mauthausen (Hartheim 57350); Luigi
Gargantini, 20 marzo a Mauthausen (Gusen
58892); Vittoria Garganti-ni, 20 marzo a
Mauthausen (Ravensbrück 80605).
Solamente Vittoria Gargantini e Romolo Pavarotti
torneranno a casa.
Niguarda. Un’identità mai perduta
Una mappa e una mostra, a cura dell’Ecomuseo Urbano Metropolitano di Milano Nord, per riscoprire chi siamo.
Elena Negro e Valeria Malvicini
ggi Niguarda e tutta la zona 9 possono vantare un EcomuO
seo Urbano. Dopo un triennio di attività infatti, l’Ecomuseo
Urbano Metropolitano di Milano nord (Eumm-nord) è stato formalmente riconosciuto dalla Regione Lombardia, sulla base di
una legge varata nel 2007 per la valorizzazione delle culture e
dei patrimoni locali (L.R. 13 12/7/07). Ma cos’è un ecomuseo urbano? È un progetto teso a valorizzare il patrimonio materiale
e immateriale attraverso un percorso di ricerca sulla memoria,
sulla storia locale e su ciò che di tutto questo è ancora riconoscibile sul territorio. Un progetto che si realizza con il contributo
attivo della cittadinanza: il primo e più prezioso patrimonio degli ecomusei. Le persone sono i nostri tesori più preziosi. Non
perché si disdegnino edifici storici, opere d’arte o ambienti naturali, tutt’altro, ma perché, la conoscenza e la difesa degli elementi che compongono il paesaggio urbano passa attraverso il vissuto di ogni singolo individuo e quindi attraverso la raccolta e
l’interpretazione di memorie, saperi e tradizioni orali indispen-
sabili a preservare e in molti a casi a rifondare una cultura della tutela. Ecco allora che l’ecomuseo consente di sperimentare
nuove forme di tutela partecipata dei beni presenti sul territorio, significativi per la storia locale e il tessuto sociale del quartiere; ovvero di quel patrimonio diffuso di vite, conoscenze e paesaggio urbano - con particolare attenzione al ‘900 - non ancora
del tutto scritto e codificato.
Il progetto, partito da Niguarda grazie al sostegno del Consiglio
di Zona 9 e al supporto della Società Edificatrice Niguarda, su
iniziativa dell'associazione Tramemetropolitane, prevede ora di
estendere in progressione il proprio raggio d’azione e mettere in
rete nuovi poli, attivando processi ecomuseali non solo in tutta
la zona 9, da Bicocca a Prato Centenaro, da Affori a Bruzzano,
ma anche nei comuni periurbani di Sesto San Giovanni,
Cinisello Balsamo, Bresso, Cormano e Cusano Milanino.
Affrontando la ricerca storica sul quartiere è impossibile non
imbattersi nella cooperazione. La cooperazione di abitazione e
di consumo ha fortemente permeato la storia del nostro quartiere e la sua identità. Ecco quindi che, all’interno delle manifestazioni in via di definizione per festeggiare i tre anni di attività dell’Ecomuseo, viene presentata la mostra “Cooperazione”,
che affronta i temi della storia e dei valori dell’impresa cooperativa declinata anche in chiave territoriale. La mostra, organizzata dal Comitato Soci Coop di via Ornato, verrà presentata alla Biblioteca di Passerini il pomeriggio del 21 novembre insieme con la Mappa di Comunità di Niguarda, realizzata in collaborazione con il Politecnico di Milano, Dipartimento di
Architettura e Pianificazione (Diap), grazie all’apporto volontario di un gruppo di cittadini che per più di un anno si è confrontato sulle “eccellenze culturali” della Niguarda di ieri e di oggi.
La mostra verrà successivamenrte esposta nel foyer del Teatro
della Cooperativa, in via Hermada.
Info: www.tramemetropolitane.it - www.niguarda.eu
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a cura di Antonella Loconsolo
Conti in rosso nelle scuole: “Il governo faccia il suo dovere”
Una lettera dell’Associazione genitori della Cesari sul disastro finanziario dell’Istituto Locchi: ”I genitori non possono e non devono
farsi carico di costi che competono allo Stato. I diritti sanciti dalla Costituzione vengano rispettati”.
A Prof.ssa Emilia Consoli - Preside Istituto Locchi;
Sig. Claudio Perozzi -Vice Preside Istituto Locchi;
Sig.ra Michela Fragomeni - Presidente C.d.I. Locchi;
Collegio docenti Istituto Locchi; Genitori degli alunni iscritti Istituto Locchi. Oggetto: Mancanza fondi
funzionamento e contributo delle famiglie.
criviamo queste riflessioni con la volontà di cerS
care un vero dialogo e una costruttiva collaborazione fra tutte le componenti del nostro Istituto.
Innanzi tutto vogliamo esprimere la massima solidarietà alla Presidenza, al corpo docente tutto e al
personale Ata che, ognuno nella misura e nel modo
che a loro compete, sono chiamati a svolgere un compito che richiede responsabilità altissima, quella di
collaborare all'educazione e all’istruzione dei nostri
figli, in condizioni di precarietà, a volte lasciati alla
sola buona volontà personale.
La nostra scuola, come tutte le scuole pubbliche del
nostro Paese, presenta un bilancio che definire “in
rosso” è riduttivo. Si tratta di una voragine. Una voragine che ha iniziato ad aprirsi nel 2005 con la
mancata erogazione da parte dello Stato di una cospicua quota dei fondi stanziati per il funzionamento degli Istituti scolastici. Nel corso di quest’ultimo anno poi, questa erogazione è stata completamente bloccata. In queste condizioni di estrema
emergenza diventa dunque naturale e comprensibile che la Presidenza e il Consiglio d’Istituto, che
questa scuola devono gestire, governare e far funzionare tutti i giorni (non riuscendo a ottenere i
fondi da chi per dovere costituzionale dovrebbe garantirli), si rivolgano agli utilizzatori finali del servizio offerto, cioè alle famiglie degli alunni, chiedendo un contributo economico per cercare di mettere
qualche toppa, per cercare di evitare di essere inghiottiti dalla voragine, per cercare di non essere
costretti a chiudere la scuola.
E le famiglie (così come da anni, per tacita consuetudine e abitudine, continuano a mandare in classe i
propri figli accompagnati dal corredo di carta igienica, sapone, gessetti e altro materiale di uso comune),
questi fondi sarebbero anche disposte a darli perché
ragionano con la testa e col cuore e tutto ciò che può
essere utile a contribuire al benessere e al prendersi
cura dei bambini è per loro prioritario. Ma agendo in
questo modo, mettendo pezze e coprendo le mancanze delle Istituzioni, il problema di fondo continua a
rimanere e la situazione a incancrenirsi.
Nella gestione della scuola pubblica i genitori non
possono e non devono farsi carico di costi che competono allo Stato.
Al di là dell'attuale Ministro all’Istruzione, al di là
dei Ministri che l’hanno preceduta in questo dicastero e di quelli che la seguiranno, al di là delle leggi firmate dai vari Ministri di turno, l’indicazione primaria da seguire è quella data dalla Costituzione della
Repubblica Italiana: “Art. 9 La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e
tecnica; Art. 33 L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. Enti e privati hanno diritto
ad istituire scuole ed istituti di educazione senza
oneri per lo Stato; Art. 34 La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”.
Noi crediamo sia questo che si debba far valere e rivendicare con voce forte: che i diritti sanciti dalla
Costituzione siano rispettati, al di là dei Ministri e
dei Governi in carica. Richiediamo con forza che sia
riconosciuto il diritto dei nostri figli a ricevere
un’istruzione gratuita. Chiediamo solo ciò che ci è
dovuto, ciò che la Costituzione obbliga a garantire ai
nostri figli. Non è un atto sovversivo, non è una cosa
da chiedere “per favore”, è una rivendicazione giusta
e legittima. Le Alte Istituzioni si dovrebbero vergognare e scusare per il trattamento che riservano ai
nostri bambini, al futuro del nostro Paese. Oggi lo
Stato ci obbliga, di fatto, a sborsare dei soldi per accedere all’istruzione, domani recandoci in ospedale
per ricevere delle cure ci chiederanno di portarci da
casa siringhe e garze (o lo hanno già fatto?).
Crediamo sia veramente il momento di riscoprire
la nostra capacità di indignarci davanti a questi
accadimenti. L’Associazione Genitori Cesari è
pronta a sostenere la Presidenza, il Consiglio
d’Istituto, i docenti tutti dell’Istituto Vittorio Locchi nella rivendicazione di questi diritti e nelle
azioni che saranno ritenute più idonee per il recupero, presso gli organi competenti, dei fondi per il
corretto funzionamento della scuola e auspica vivamente che dalla Presidenza, dal Consiglio
d’Istituto, dal Collegio Docenti siano adottate soluzioni in tal senso. Con stima.
Per Associazione genitori Cesari
il Presidente Rossella Mella. Approva e sottoscrive:
Comitato Genitori Passerini - Via Cesari,38 - 20162
Milano www.agc.milano.it - [email protected]
Un incontro a Palazzo Marino
su “Star bene a scuola”
l 23 settembre si è tenuta la seduta conclusiva
Iqualità
del seminario “Star bene a scuola - Migliorare la
di vita per favorire l’apprendimento” a
Palazzo Marino. L’incontro è stato organizzato dai
consiglieri comunali Ines Patrizia Quartieri e
Marco Cormio, il quale si era dato da fare anche
per promuovere la sistemazione della scuola primaria di Via Pianell. Il seminario, partito nell’ottobre del 2008, ha analizzato contributi e proposte
per migliorare la refezione e la manutenzione degli
edifici. In questo ultimo incontro si voleva avere
l’occasione per presentare le varie proposte agli assessori Bruno Simini (Lavori Pubblici), che però
non è potuto essere presente, e Mariolina Moioli
(Scuola e Politiche Sociali), che per ragioni di salute ha inviato al suo posto diversi funzionari.
Marco Cormio ha aperto la riunione spiegando che
nei precedenti incontri si sono messi insieme suggerimenti per il Comune. Quanto evidenziato da
genitori, docenti ed esperti vuole essere un contributo da parte di chi vive la scuola ogni giorno per
contribuire a una migliore gestione. A volte quanto
proposto può sembrare banale, perchè dettato solo
dal “buon senso”, però non ha uno scopo critico, ma
collaborativo. Ha invitato poi un genitore, il Sig.
Dedori, ad esporre le 5 proposte emerse per la manutenzione edilizia:
1) L’assegnazione di un fondo per la gestione di
alcuni piccoli interventi di manutenzione ai dirigenti scolastici, per una maggiore rapidità di intervento, una migliore facilità di controllo dell’esecuzione e persino la possibilità di ricorrere
ad artigiani locali.
2) L’introduzione di un registro dei lavori presso ogni
edificio scolastico, sul quale vengano annotate le
uscite di tecnici e i vari interventi di manutenzione.
3) La predisposizone di uno strumento informativo
che possa dare risposte veloci e puntuali alle richieste dei dirigenti scolastici al Comune, e che possa
dare anche informazioni puntuali periodiche o preavvisi sugli interventi di tecnici o manutentori.
4) L’analisi dell’andamento degli interventi mediante la verifica o il confronto.
5) Una maggiore collaborazione e informazione fra
Comune e dirigenti scolastici così da poter programmare al meglio gli interventi, dando la possibiltà alle scuole di progettare anche l’andamento
scolastico, e il coinvolgimento della Direzione
Didattica nella progettazione per verificare le reali
esigenze scolastiche.
La consigliera Patrizia Quartieri ha poi invitato ad
illustrare i contributi per il miglioramento del
Servizio di Refezione Scolastica due genitori, i Sigg.
Antonio Tuzzi e Rosanna Campeggi, i quali hanno
esposto i suggerimenti raccolti dall’unione delle
Commissioni Mensa che, essendosi riuniti in as-
semblea, hanno persino eletto i loro rappresentanti, chiedendo di avviare un dialogo e una maggiore
collaborazione con l’Amministrazione Comunale. I
suggerimenti sono:
1) L’attivazione di un organismo di controllo che sia
sopra le parti, poiché attualmente il Servizio di
Refezione è controllato dallo stesso gestore.
2) La scelta di “un patto di qualità” del servizio di refezione.
3) Il passaggio graduale a prodotti bio e forniture a
km zero, con riduzione effettiva dei costi e dell'utilizzo di prodotti surgelati e precotti.
4) L’eliminazione del ricorso ad appalti al ribasso,
che abbassano anche la qualità del servizio.
5) L’assunzione diretta delle scoldellatrici direttamente a Milano Ristorazione, al fine di evitare gli
appalti assegnati alle cooperative che spesso non
garantiscono una corretta gestione.
I genitori hanno illustrato anche dei progetti “pilota” proposti in alcune scuole milanesi: a) il progetto “Frutta Fresca a Scuola”, per il quale anziché le
merende confezionate, durante l'intervallo, ai bambini è stata data frutta fresca lavata e tagliata, e
che ha avuto un riscontro molto positivo per gli insegnanti e sopratutto per i bambini: il progetto è
durato solo 6 mesi, nei quali la Milano Ristorazione
ha garantito il servizio, poi ha chiuso il progetto per
mancanza di fondi; b) il progetto “Pappa Mi”, per il
quale è stato creato un data-base in internet, consultabile da tutti, che colleghi le varie Commisioni
Mensa per un confronto e per una gestione delle segnalazioni trasmesse all’Amministrazione. Sono
inoltre state raccolte oltre 3000 firme dei genitori
contro l’aumento delle rette delle mense, poichè
l’aumento non ha però portato ad un reale beneficio della qualità del servizio di ristorazione.
Il Dott. Mercadante, a nome dell’assessore Mariolina Moioli, valutando positive le proposte,
ha proposto un confronto fra le parti: Comune
di Milano, Milano Ristorazione e Commissioni
Rappresentanti Genitori, e questo intervento è
stato giudicato dalla consigliera Patrizia
Quartieri un piccolo risultato parziale verso la
trasparenza e il confronto.
Il Dott. Scevola, ha fornito i numeri relativi alla manutenzione degli edifici scolastici, dichiarando che ultimamente sono in progetto sistemazioni relative alla sicurezza per almeno n°
12 edifici di scuole secondarie di 1° grado (medie), e che l’Amministrazione recentemente ha
già investito molto per la sistemazione delle
strutture scolastiche; che ha in gestione almeno 2 milioni di mq di strutture scolastiche; e sono stati effettuati oltre 8500 interventi di manutenzione ordinaria. È quindi seguito il dibattito fra i genitori. (Roberta Coccoli)
Un maleducato in Comune
he fare quando il presidente della
C
Commissione educazione del Comune di
Milano non è educato? Se lo chiedono alcune mamme e papà eletti nei consigli di scuola che hanno scritto al sindaco Letizia
Moratti.
I fatti: dopo una riunione della Commissione educazione, alla quale è stato negato l’accesso ai genitori, un genitore ha “osato” segnalare al presidente della suddetta commissione, dott. Paolo
Massari, che l’audio, nella sala in cui erano stati
messi, non era buono. Leggete qui sotto il resoconto di questi genitori.
“Mentre ci apprestavamo a lasciare Palazzo
Marino è accaduto un episodio che desideriamo
portare alla vostra attenzione. Uno dei genitori
ha fatto notare al Presidente di Commissione
Paolo Massari che la scarsa qualità dell’audio
non aveva consentito di ascoltare chiaramente
tutta la seduta della Commissione (il regolamento delle commissioni consiliari, come ben sapete,
recita: ‘Nel caso di mancanza o inefficienza di tali strumenti, i Presidenti garantiscono comunque
la pubblicità delle sedute’), esprimendo dispiacere considerato che per tutti i genitori presenti venire alla Commissione aveva comportato uno
sforzo organizzativo. Il dott. Massari ha allora risposto in maniera scocciata alzando la voce
‘Ragazzi, mi fustigo (mimando) per il danno esi-
stenziale che vi ho causato’ e avvicinandosi sempre più all’interlocutore in modo da guardarlo
dall’alto in basso. Ribadito che si era solo segnalato un disagio e chiestogli di non approfittare
della sua statura più alta per sovrastare l'interlocutore, ha urlato: ‘Non si preoccupi, mi metto
alla sua altezza!’, si è inginocchiato davanti al
genitore, continuando a urlare che lui aveva fatto il suo dovere concedendoci di assistere alla riunione attraverso la telecamera, cosa che invece è
un diritto dei cittadini. Nell’allontanarsi più di
noi lo hanno sentito distintamente dichiarare ad
un collega: ‘Sono dei pezzenti!’ A questo episodio
si aggiungano alcuni testi di email che il
Consigliere Paolo Massari ha inviato a genitori
che si erano rivolti a lui, che riportiamo qui di seguito per vostra conoscenza”.
Seguono alcune mail, “Zona Nove ne sceglie una
per tutte:
Da: “[email protected]” <[email protected]>
“Stia serena, cara Signora, sia meno apprensiva e vedrà che suo figlio sopravviverà in
quella giungla di asilo dove noi cattivoni del
centro destra, cattivi, insensibili e rozzi, abbiamo voluto sbatterlo.”
Forse all’asilo andrebbe sbattuto sicuramente qualcuno, chissà che non gli si possa fare
un corso accelerato di buona educazione!
Comune e Milano Ristorazione
Il refettorio per i genitori è off-limits
Si punta a non avere nessuno che faccia le pulci
sulla quantità e sulla qualità dei cibi serviti ai ragazzi.
elle scuole ogni giorno c'’è una novità, e raraN
mente si tratta di belle sorprese. Milano
Ristorazione e il Comune, nella persona del direttore del settore, dott. Mercadante, ne hanno ideata
un’altra. Da quest’anno le commissioni refezione potranno essere composte da solo tre genitori. È facile
pensare che così, poiché tutti abbiamo il brutto vizio
di lavorare, i controlli all’ora di pranzo sarebbero rarissimi. Ben altra cosa succede invece se le commissioni sono molto numerose: allora, con un po’ di organizzazione, si può avere un monitoraggio quasi quotidiano della qualità del pasto.
Le commissioni mensa sono un organo scolastico e il
loro ruolo è precisato dalle Linee guida della Regione
Lombardia. Allora perché ostacolare il loro lavoro?
Semplice, per non avere nessuno che faccia le pulci
sulla quantità e sulla qualità dei cibi serviti. Negli
ultimi tempi, infatti, i genitori si erano ben organizzati. Riuniti in un organismo di coordinamento, la
Milano commissioni mense ([email protected]) avevano cominciato a
condurre battaglie coordinate per protestare contro
l'aumento ingiustificato delle rette, per ottenere la
documentazione sulle forniture, perché il pasto fosse
più appetibile, per denunciare disservizi.
Quest’anno erano riusciti anche a far decollare un
progetto, chiamato Pappa - Mi, ideato da due genitori informatici, che consente di registrare le non conformità (cioè quando c'è un grave disservizio in mensa) e i dati sul gradimento del cibo. Un’iniziativa utilissima perché la Milano Ristorazione non ha mai
reso pubblici questi dati.
Ed ecco che magicamente interviene il Comune che,
con un assist alla Milano Ristorazione, toglie di mezzo i papà e le mamme ficcanaso, che hanno l'assurda pretesa di controllare cosa viene messo nei piatti
dei loro figli. Mi auguro che il Comune faccia veramente un passo indietro, perché quando non si ha
nulla da nascondere non c’è ragione di ostacolare il
controllo. O no?
Nelle scuole regna il caos derivante dai conti
in rosso Suona la campanella: l’insegnante è assente. Capita anche a loro, di ammalarsi. E nella scuola
si scatena il caos. Se è la prima ora, quasi obbligatoriamente, la classe viene smembrata. I bambini ormai sono addestrati: “acchiappano” la loro sedia,
l’astuccio e un quaderno e inizia la transumanza.
Otto nella classe a fianco, sei nell’altra e via così, fi-
no ad aver esaurito il numero degli “orfani della
Gelmini”, bambini privati del loro diritto all'istruzione in un numero consistente di ore durante l’anno
scolastico. E i bambini delle classi ospitanti? Anche
loro perdono un sacco di tempo, bisogna sistemare i
nuovi arrivati, naturalmente si scatena il caos, e la
didattica va beatamente a farsi benedire. Non è meglio alle medie, dove i nuovi arrivati possono andare
anche a disturbare una classe che sta eseguendo
una verifica. Senza contare la sicurezza ignorata, affollando le classi oltre i limiti consentiti (anche quelli della decenza).
Questa è la scuola di qualità che ci viene presentata
dalle roboanti dichiarazioni di Mariastella. Non meno grave il disagio se l’assenza è da parte di una commessa: interi piani privi completamente di sorveglianza, alla faccia delle più elementari norme di
prudenza. Come si è creata questa situazione?
I conti in rosso delle scuole, che rendono impensabile chiamare un supplente, e la totale eliminazione
delle ore cosiddette “a disposizione”, hanno creato
questo capolavoro.
Alle superiori sempre più spesso si entra alla seconda ora o si esce una o due ore prima. Una vera e propria lesione del diritto allo studio. Sarebbe
ora di cominciare a tenere il conto della frequenza di queste situazioni, per capire la portata del
danno che viene perpetrato ai danni dell’istruzione dei nostri ragazzi.
Le scuole arrivano a compiere operazioni al limite
del consentito: utilizzano gli insegnanti di sostegno o
di alternativa alla religione cattolica per tenere la
classe, rinunciano alle compresenze. Quasi tutte le
scuole medie, Cassinis compresa, hanno dovuto dire
addio ai laboratori che si realizzavano utilizzando gli
spezzoni di cinque minuti che gli insegnanti dovevano mettere a disposizione della scuola, avendo scelto
il modulo orario di 55 minuti.
Anche questi segmenti, prima dedicati alla realizzazione del giornalino, alla creatività dei laboratori, all’educazione fisica, oggi finiscono nel calderone delle
supplenze. Forse ha proprio ragione il procuratore
antimafia Nicola Gratteri, che in un’intervista alla
trasmissione “Che tempo che fa” ha dichiarato:“Una
cosa ho capito, che chiunque è al potere non vuole
una scuola che funzioni e un sistema giudiziario forte e efficiente. Con una scuola che funziona, la gente
inizierebbe a pensare e non si adatterebbe a certi
modi di pensare.”
Per non dimenticare
22 novembre 2008
Crolla il soffitto di un’aula del liceo Darwin
Muore un ragazzo di 17 anni.
n quella tragica occasione il ministro della
pubblica istruzione si affrettò a fare belle diIchiarazioni:“Il
ministro Gelmini riconvocherà
l’Osservatorio sull’edilizia scolastica ma farà
anche presto partire un censimento di tutti gli
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
edifici scolastici sollecitando il Cipe (Centro
Interministeriale per la Programmazione
Economica) e le Regioni per l’ammodernamento e la messa a norma degli edifici”.
Siamo ancora qui che aspettiamo.
ONA NOVE 25
UNIVERSITÀ DELLA BICOCCA
a cura di Laura Brevi
Come risvegliare le cellule staminali e curare il cervello
Un’avveniristica ricerca targata Università Bicocca e Telethon mette in luce un meccanismo che potrebbe aprire
la strada a nuovi approcci terapeutici per diverse malattie cerebrali.
otremmo chiamarla la
P
“proteina dei ricordi”: si
chiama Sox 2 e da oggi ha dimostrato di essere importante per lo sviluppo del nostro
cervello, soprattutto per quella porzione chiamata ippocampo che è coinvolta nel
mantenimento della memoria a lungo termine.
Ad annunciarlo è un lavoro finanziato da
Telethon e pubblicato su “Nature Neuroscience”
da Silvia Nicolis, ricercatrice dell’Università
Bicocca. In particolare, la proteina Sox 2 è risultata capace di indurre la produzione di molecole-segnale coinvolte nel mantenimento delle cellule staminali neurali anche dopo la nascita.
L’ippocampo è infatti una di quelle porzioni del
cervello che continua a formarsi e a “plasmarsi”
anche dopo che siamo nati, proprio a partire dalle cellule staminali presenti.
Come spesso accade, questa scoperta di un
meccanismo biologico importante è stata possibile grazie allo studio di una condizione molto
rara in cui il meccanismo è difettoso. Nicolis e
il suo gruppo sono infatti partiti anni fa dall’osservazione dell’effetto che la mutazione nel gene Sox 2 produce nell’uomo: i bambini portatori di questo difetto genetico (poche decine in
tutto il mondo) hanno una sindrome caratterizzata da epilessia, cecità, problemi cognitivi e
mancato sviluppo dell’ippocampo. In altri casi,
mutazioni di Sox 2 sono state riscontrate in pazienti affetti da malattie dell’ipofisi.
Dopo aver riprodotto questo difetto genetico nel
topo, i ricercatori sono riusciti a curare in buona
parte la malattia fornendo nei primi giorni di vita dell’animale un farmaco che mima l’azione di
Sonic hedgehog (Shh), una delle molecole-segnale stimolate da Sox 2 che viene a mancare quando Sox 2 non funziona. Nel topo malato, in assenza di trattamento le cellule staminali nell’ip-
pocampo vengono perse quasi completamente.
Una volta somministrato il farmaco, invece, i ricercatori sono riusciti a “salvarle” in buona parte e a promuovere la formazione di nuovo tessuto nervoso e la crescita dell’ippocampo. In topi
normali, invece, il farmaco non ha alcun effetto.
Attualmente è difficile pensare a un utilizzo immediato di questo tipo di farmaci nei pazienti
con difetti in Sox 2: i malati, infatti, hanno tutti
mutazioni inattese, in quanto non sono ereditate ma avvengono nelle cellule germinali dei genitori. Tuttavia, gli esperimenti effettuati nel topo hanno mostrato come molecole di questo tipo
siano specifiche e possano avere effetti significativi se somministrate nei primi giorni di vita.
Dall’altra parte, conoscere a fondo il ruolo di Sox
2 nel sistema di controllo del mantenimento e
differenziamento delle cellule staminali neurali
potrebbe rivelarsi importante per il disegno di
terapie contro diversi tipi di tumori cerebrali infantili, come il glioblastoma, il neuroblastoma e
il medulloblastoma. In questi tumori – piuttosto
frequenti in età pediatrica, molto aggressivi e
spesso resistenti alle terapie convenzionali – Sox
2 mostra di essere molto attivo e potrebbe avere
un ruolo “rovesciato”: gli scienziati ipotizzano infatti che potrebbe contribuire al mantenimento
delle cellule tumorali, analogamente a quanto
avviene per le cellule normali. Se questo fosse
confermato, Sox 2 potrebbe diventare un nuovo
bersaglio farmacologico, forti anche di quanto
già osservato in laboratorio: riducendo l’attività
di Sox 2 nelle cellule tumorali si riesce a ostacolarne la moltiplicazione.
In prospettiva più lunga, infine, conoscere i
meccanismi genetici che regolano le funzioni
delle cellule staminali neurali è il primo passo verso un possibile impiego di queste cellule
nella terapia rigenerativa di malattie neurologiche come, per esempio, il morbo di
Alzheimer o di Parkinson.
Uno studio internazionale
per dare il voto alle città italiane
resentati i risultati delP
l’indagine internazionale
sull’immagine, i simboli e la
attrattività turistica delle
principali città italiane; i dati
provengono da interviste condotte presso la popolazione in
Francia, Germania e Gran
Bretagna. Sono stati presentati inoltre i dati
principali (aspetti positivi e criticità) di Milano,
Torino e Genova. Alla ricerca, coordinata dal
Professore Ezio Marra dell’Università Bicocca,
hanno collaborato le Università della Calabria,
di Torino e del Piemonte Orientale.
L’indagine ha approfondito gli aspetti simbolici e
immateriali della nuova competizione urbana, a
partire dal tentativo delle città di “distinguersi”,
di diventare più attraenti, di creare una immagine positiva e di riposizionarsi a livello nazionale e internazionale. Quali meccanismi permettono alle varie città di essere competitive, attraendo risorse materiali esterne e consolidando le
identità e le appartenenze dei propri abitanti?
Eccone alcuni: nascita e ruolo delle Film commission; l’Architettura “iconica” e le opere degli
“archistar”; la città “esperienziale”, che rende
unico e particolare il vissuto del visitatore; i
Megaeventi e la rigenerazione urbana (dai
Giochi Olimpici alle Expo); le attività, gli
eventi e le politiche culturali come immagine
della città; la riqualificazione urbana e le strade della sostenibilità.
Soffermandosi sull’idea dell’Italia all’estero, notiamo che tra le città predilette dagli stranieri
ci sono Roma, Firenze e Venezia e, quando è
possibile, i turisti le visitano nel corso di uno
stesso viaggio. Altre città, invece, sono disgiunte da questa sorta di tour predefinito. Si è anche notato che i tedeschi vorrebbero un’alleanza turistica Milano-Verona, mentre i francesi
preferirebbero un pacchetto turistico che permetta loro di conoscere Milano e Torino. Stando
invece ai questionari rivolti agli abitanti di
Milano, Torino e Genova, si percepisce che i cittadini hanno una forte consapevolezza delle
potenzialità tecnologiche, artistiche e culturali
delle proprie città.
Tra i problemi approfonditi, anche in comparazione con altre grandi città italiane, vi sono l’immagine della città, il giudizio sulla vivibilità delle altre grandi città italiane, il desiderio di continuare a vivere nella propria città e i motivi per
cambiare città, le iniziative importanti per riqualificare la città, la definizione della propria
città (industriale, scientifica, della cultura, ecc.),
i simboli legati alle città, e altri dati ancora.
Annullato un convegno
sull’Alitalia perché
il Premio Nobel Dario Fo
“non è competente”
u Alitalia “non è competente”: con queS
sta motivazione il rettore dell’università Bicocca ha negato l’aula dove si sarebbe
dovuto proiettare un film con il Nobel fra
gli interpreti.
Niente aula all’università Bicocca se a parlare di Alitalia c’è anche Dario Fo che non sarebbe “competente”. È questa la decisione
presa dal rettore Marcello Fontanesi, che
non ha concesso la sala U6 dove il 12 ottobre
ci sarebbe dovuta essere la proiezione di
“Tutti giù per aria. L’aereo di carta”, il film
documentario autoprodotto interamente dagli stessi ex lavoratori dell’Alitalia attraverso le molte riprese fatte nel 2008, durante i
mesi di contestazione contro lo smembramento della ex compagnia di bandiera che
ha lasciato senza lavoro 10mila dipendenti.
Alla proiezione, aperta al pubblico e introdotta dal premio Nobel, sarebbe dovuto seguire un dibattito. Con giornalisti (Francesco Bonazzi de “Il Fatto Quotidiano”, Franco
Debenedetti e Vittorio Malagutti de “L’Espresso”), politici (Bruno Tabacci), professori
della Bicocca (Francesco Silva, Ugo Arrigo) e
dell’Istituto Bruno Leoni (Andrea Giuricin),
assieme agli autori e produttori del film e ai
lavoratori cassintegrati.
“Ho ritenuto che il programma dell’incontro
dal punto di vista scientifico e disciplinare
non fosse adeguato alla nostra università ha spiegato il rettore -. Noi vogliamo che il livello delle informazioni offerto agli studenti
abbia contenuti professionali di un certo rilievo. Fo è già venuto qui due o tre volte, sempre ben accolto, non c’è ostracismo né censura. Ma è venuto per parlare di altri argomenti. In questo caso si tratta di una questione
tecnica molto delicata e credo che vada affrontata da persone che hanno competenze.
Mi spiace che ci sia di mezzo lui, contro cui
non ho nulla, ma devo tenere il timone in
una certa direzione. L’università non è un
luogo dove si fa polemica”.
Esterrefatti i professori della Bicocca che si
erano dati da fare per organizzare la proiezione-dibattito. Increduli gli autori del docufilm, Alessandro Tartaglia Polcini, Guido
Gazzoli, Francesco Staccioli, e il regista
Francesco Cordio. Lapidario Dario Fo:“Questa
del rettore è una posizione di bassa politica.
Qualsiasi persona sensata può avere un bel
parere da esplicitare sulla vicenda Alitalia in
un dibattito, mica dovevamo parlare delle tecniche di volo o di decollo. Dovevamo parlare di
tutto quello che la gente sa. E cioè che c’è stata una manovra per evitare che Alitalia venisse comperata dalla Francia e l’opportunismo
politico di Berlu-sconi che ha preannunciato la
possibilità di salvarla perché era ‘roba italiana’. Poi l’intervento dei ‘nobili’ della scalata,
che hanno portato via denaro ai cittadini, dividendo Alitalia in due. La parte disastrata e
piena di debiti è stata affibbiata di nuovo allo
Stato, l’altra, quella che aveva del denaro, se la
sono spartita”.
La proiezione del docu-film è stata effettuata poi nella più ospitale Università Statale,
All’incontro hanno partecipato, assieme a
Fo, gli stessi personaggi: i giornalisti Francesco Bonazzi, Franco Debenedetti e Vittorio
Malagutti, il politico Bruno Tabacci, i professori Francesco Silva e Ugo Arrigo dell’Università Bicocca, con Andrea Giuricin dell’Istituto Bruno Leoni, oltre agli autori e produttori del film.
Università e Triennale in difesa
del diritto di essere bambini
diritto all’identità, a esIil lsere
difesi dalla violenza,
diritto alla salute e all’assistenza, all’istruzione, al
gioco, al riposo, alla libertà e
alla pace. Ma anche il diritto
di volersi bene, il diritto di
giocare, di mangiare la cioccolata e di essere felici.
Questi sono i diritti dei bambini, a venti anni
dalla firma della convenzione internazionale
sui diritti dell’infanzia. L’Università Bicocca e
Triennale Design Museum, dal 5 all’8 novembre, organizzano “Il Diritto di essere bambini”,
tre giorni d’incontri, racconti, attività.
L’evento, che si svolge alla Triennale di
Milano, è l’ideale prosecuzione di una “installazione didattica” allestita presso alla Bicocca
l’aprile scorso.
Un’esposizione di quasi 4000 cartoncini disegnati dai bambini che attravesano il percor-
so/gioco “Il Giardino dei diritti di tutti i giorni”, realizzato da Fiorenza Mariotti. Al termine del percorso/gioco, i bambini hanno a disposizione matite, pennarelli, cartoncini di varie
misure. Chi vuole, può lasciare un disegno,
una parola, una frase sulla tematica dei diritti quotidiani.
I cartoncini verranno raccolti e conservati da
Fiorenza Mariotti e successivamente donati
alla Facoltà di Scienze della Formazione
dell’Università Bicocca.
Dopo l’esposizione in Bicocca, l’installazione
“Il diritto di essere bambini” viene proposta
alla Triennale, arricchita da laboratori per
bambini e da incontri sul senso civico e i diritti inalienabili dell’infanzia insieme a studiosi
e rappresentanti del mondo dell’associazionismo. Ciascun laboratorio nasce con un preciso
riferimento ad uno o più articoli della Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia del 1989.
Successo del premio di poesia Streghetta
ella bella e ampia Aula Magna 4 dell’Università BicocN
ca, alla presenza di un folto pubblico di oltre cento persone, si è svolta la Celebrazione della 36.ma Edizione del
Premio Internazionale di poesia su tema “Milano Streghetta”. “Vasto il consenso per le poesie premiate, di cui diamo l’elenco a parte.
Serena Siniscalco, fondatrice e presidente del prestigioso,
Premio è stata presentatrice e voce recitante, coadiuvata
dalla poetessa-attrice Marilena Verri e dall’attore Lorenzo
Marangon. Negli intervalli le voci soprano-tenorili di
Wilma Mereghetti e Enrico Bellani hanno allietato il pomerigggio culturale.
Ospiti illustri il Prof. Colonnello Mario Giugliacci della
Epson, il magistrato della I.ma Sezione di Corte d’Appello
Giuseppe Patrone, l’illustre editore torinese Sandro Gros
Pietro, insignito di una targa speciale per meriti culturali,
il soprano della Scala Mila VilotiJevic, l’eccezionale pittrice
di Belgrado Svetlana Nickolic, la prof.ssa Maria Dicorato,
collaboratrice del Circolo Ufficiali dell'Esercito di via Brera,
e altri illustri professori di lettere e filosofia. Il Presidente
di Giuria prof. Lucio Pisani, Provveditore agli Studi di
Como, era purtroppo assente per malattia.
La Celebrazione si è conclusa con l’annuncio dei nuovi temi
per il Milano Streghetta del 2010: Il ritorno alla terra ed ai
suoi frutti; Musica, sublimazione dell’essere; Voci e silenzi
dagli abissi del cielo; La meraviglia ci prolunghi i giorni;
Lìincontro, miracolo e stupore .
I premi per le poesie in lingua italiana La Giuria, costituita dai professori: Lucio Pisani (Presidente), Gabriele
Giraldi, Vincenzo Cutolo, Piera Bruno, Ninnj Di Stefano
Busà, e dal Dott. Giacinto Sica, garante del Premio, e da
Serena Siniscalco (Presidente del Premio) ha votato nel
modo seguente:
• Classificati in laude: 1) Lida De Polzer; 2) Carla Baroni;
3) Emilio Mondani.
• Classificati: 1) Francesco La Commare; 2) Anna Eleonora
Cancelliere; 3) Annamaria BracaleCeruti; 4) Giacomo
Soldà; 5) Laura Rossi Ravaioli; 6) Raffaele d’Isa; 7) M.
Adelaide Petrillo Ciucci; 8) Lina Braga; 9) Emilio Donati;
10) Myrna Bongini.
• Premi speciali: Carlo Tarabbia Medaglione Comune di
Milano; M. Gabriella Carbonetto Medaglione “Streghetta”.
I premi per le poesie in lingua straniera Inglese:
Barbara Fossi; Carlo Tarabbia.
Riconoscimenti speciali Medaglione alla memoria di
Alessandra Marziale; Medaglione “Streghetta” in peltro alla bambina Alessia Ippoliti; Targa “Premio Milano
Streghetta” a Sandro Sandro Gros Pietro, editore in Torino.
Serena Siniscalco con la poetessa vincitrice.
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ONA 9
DERBY
a cura di Lorenzo Meyer e Mauro Raimondi
L’anno della retrocessione
settimane, priIdridnmaqueste
dell’impresa di Mae delle vittorie con Roma e Chievo, molti hanno
rievocato, per amore della
storia o per l’arte del “gufaggio”, la stagione 1981-82,
quella che costò al Milan la
retrocessione “sul campo”.
Al che, per rinverdire i ricordi di chi già c’era ma soprattutto per informare chi
non era ancora nato o non
sa, abbiamo deciso di raccontare le prime 12 giornate di quel torneo (le stesse
giocate nell'attuale campionato), invitandovi a verificare analogie e difformità
rispetto al presente. Buon
divertimento... Nella stagione 1980-81 il Milan si
trovò, per la prima volta
nella sua storia, a giocare
nei sotterranei della serie
B a causa della retrocessione a tavolino sancita
da un processo al calcioscommesse che vide la società rossonera impersonificare, insieme alla Lazio, il ruolo del capro espiatorio (mentre la Juventus e altre squadre coinvolte vennero ingiustamente graziate).
Ovviamente, il Milan ritornò subito in A. Nonostante ciò, il nuovo presidente, il vicentino Giussy Farina, decise di sostituire l'allenatore Massimo Giacomini (alla guida del Milan da due anni
e preparatissimo) con il più titolato Radice,già campione d'Italia
con il Torino nel ‘75-’76 ma noto per i suoi metodi da “sergente
di ferro”. Una scelta discutibile, a cui seguì, tra l'altro, una campagna acquisti di basso profilo,che vide arrivare in rossonero solo due nomi di medio livello:il centrocampista Adelio Moro e l’attaccante scozzese Joe Jordan, entrambi piuttosto avanti negli
anni. Il secondo, poi, pure limitato da alcuni guai fisici e subito
osteggiato da Radice, che pare nemmeno si degnasse di far tradurre in inglese le sue conversazioni con la squadra.
I problemi si manifestarono fin dalla Coppa Italia, che il
Milan inaugurò perdendo 0-2 a Verona. In seguito, però, i
rossoneri batterono Pescara e Spal, venendo eliminati
solo da un gol di Bergomi all’ultimo minuto (e
l’Inter, l’estate dopo, avrebbe vinto la Coppa: i casi del calcio…). Questo 2-2 con una pretendente alla scudetto illuse un po’ tutti, e il
13 settembre, alla prima di campiona-
to, un certo ottimismo serpeggiava tra le fila milaniste. L’esordio
avvenne su un campo non facile, quello di Udine, e lo 0-0 parve
positivo. Così come il successivo pareggio a reti bianche contro la
solidissima Fiorentina di Antognoni (che avrebbe perso lo scudetto solo all’ultima giornata). Quindi, alla terza, il Milan espugnò
Napoli grazie ad un’autorete di Ferrario, e la vittoria, insieme alla difesa ancora inviolata, rinforzò ulteriormente le aspettative
dell’ambiente rossonero. Ma dopo la sconfitta con la Juve in casa
(0-1), l’ennesimo 0-0 a Bologna e lo 0-1 nel derby (rete di Oriali),
l’aria cominciò a cambiare, anche perché la questione del gol era
venuta prepotentemente a galla: in sei giornate, il Milan aveva segnato una sola rete, e pure per merito altrui. Un record in negativo che, in parte, si poteva giustificare con il calendario: i rossoneri avevano affrontato squadre piuttosto forti, ma adesso si apriva un ciclo di partite più facili e tutti si aspettavano che le difficoltà si sarebbero risolte da sole. Invece, alla settima, il Milan scese
a Catanzaro e incassò un clamoroso 0-3. E a nulla valse, la settimana dopo, il primo gol di Joe Jordan: Lombardi pareggiò su rigore e, nonostante tutto il secondo tempo a disposizione, il Milan
non riuscì più a superare il pur modestissimo Como. Solo un caso, si disse, solo sfortuna. Però la domenica seguente il Milan le
buscò anche ad Ascoli (0-1) e nelle due successive sfide, con la
SPORTIN
Roma all'Olimpico (1-1) e il
neopromosso Genoa a San
Siro (0-0), non andò oltre al
pari. Il riscatto non arrivava, anzi, una nuova, umiliante, batosta si profilava
all’orizzonte: uno 0-2 ad
Avellino che trascinava i
rossoneri nei bassifondi della classifica. Dopo 12 gare
(sulle 30 previste), infatti, il
Milan aveva raccolto solo 8
punti (oggi sarebbero 9),
con 3 reti all’attivo e 10 subite. Un dato, questo, che
evidenziava le gravi carenze anche della difesa, all’inizio parsa l’unico reparto
adeguato, ma che, dopo lassenza di Baresi a partire
dai primi di ottobre per un
male “misterioso”, ora faceva acqua da tutte le parti.
Del resto, il sostituto del piscinin,Venturi, si mostrò subito inadeguato, come lo erano pure Mandressi e Incocciati, le punte destinate ad
alternarsi con il povero Joe
Jordan che,sebbene fosse infortunato, era ugualmente
costretto a giocare da Radice, che lo sospettava di battere la
fiacca. Il Milan, insomma, non aveva né attacco (Antonelli,
Novellino e lo stesso Incocciati erano delle mezze punte, oltre
tutto con scarsa predisposizione al gol) né “panchina”, e la
campagna acquisti basata sul risparmio faceva sentire i suoi
effetti negativi. E a questi problemi tecnici si aggiungeva il
malcontento dei senatori (Tassotti, Maldera, Collovati,
Buriani, Novellino, Antonelli) che, dopo aver vinto la Stella e
sopportato il duro campionato di B, non tolleravano i metodi
autoritari di Radice. Il quale, invece di ammorbidirsi nei loro
riguardi, proseguiva inflessibile per la sua strada.
Il baratro, insomma, era a un passo. Evidentissimo, per chi
avesse voluto vederlo. Ma nonostante questo, nessuno, tra
squadra, dirigenza e tifosi, pensava davvero al pericolo di
un’eventuale retrocessione. Proprio nessuno. Figurarsi, il
Milan in B… Figurarsi…
Cesena, 16 maggio 1982. Il Milan retrocede in Serie
B nonostante la vittoria in rimonta contro il
Cesena e un grandissimo gol di Roberto
“Dustin” Antonelli. Nella foto la disperazione del presidente Farina.
ONA
a cura di Roberto Braghiroli
A Niguarda, a scuola di pallone
Giocare, imparare, divertirsi. Quando un bambino si avvicina al mondo del calcio, non deve pensare a nient’altro. Poi, più avanti, si penserà a vincere.
“Zona Nove” ha incontrato un allenatore qualificato, Alessandro Beghi, per farsi spiegare il legame tra sport, formazione ed educazione.
iocare, divertirsi, imparare. Poi, più avanti, si penserà ad affinare la tecnica e
G
a provare a vincere una partita. Questa è la scuola calcio, il passo d’ingresso
che un bambino deve compiere se vuole entrare nel mondo del pallone. “Zona
Nove” ha incontrato, un sabato mattina di ottobre al campo Cucchi di via Arezzo,
Alessandro Beghi, giovane (26 anni) responsabile scuola calcio del Niguarda
Calcio. È stata l’occasione per fare due chiacchiere sui bambini, lo sport e l’educazione e per capire quanto sia importante, al giorno d’oggi, il ruolo di una guida, di
un istruttore.
Primo passo: innamorarsi dello sport “Qui a Niguarda - spiega Alessandro
Beghi, laureato in scienze motorie - abbiamo una quarantina di bambini nati tra
il 2002 e il 2004. Il nostro obiettivo iniziale è farli innamorare del calcio.
Organizziamo giochi che consentano loro di divertirsi nonché di sviluppare e migliorare la coordinazione motoria. Si tratta, in ogni caso, di attività propedeutiche
al percorso tecnico vero e proprio, che viene preso in considerazione in un secondo
momento”. All’inizio, quindi, è bene che il bambino si diverta, impari a stare in
gruppo e a rispettare regole e istruttori. “Sì, è così - continua Beghi -; solo nell’ultimo anno di scuola calcio (intorno ai 7 anni, ndr) si inizia a entrare nel dettaglio
della tecnica, provando quei gesti base come lo stop, il passaggio e il tiro”. Per fare
questo, però, occorrono istruttori qualificati, in grado di fare da guida ai bambini.
E infatti, a Niguarda, assieme ad Alessandro Beghi, ci sono Paolo Mazzeo e Vito
Leone, che seguono i bambini classe 2002, Cristian Villacres che si occupa dei ragazzini nati nel 2003 mentre per i 2004, i più piccoli, c’è Stefano Ciceri. Un team
completo, quindi: un allenatore ogni 10 bambini. Così si può lavorare bene.
Secondo passo: rispetto delle regole. Anche per i genitori Giocare in un
ambiente sano. Rispettare le regole. Imparare a stare in gruppo. Divertirsi.
Una scuola calcio è tutto questo. Ma gli obiettivi possono anche essere più ambiziosi: “Sì, ci piacerebbe educare anche i genitori; non è facile, ma ci proveremo – conclude Alessandro Beghi -. In ogni caso, stare con i bambini offre grandi soddisfazioni, come, ad esempio, vederli sorridere in campo e osservarne i
continui miglioramenti. Ma la cosa più bella, secondo me, sarà vedere tornare
bambini e genitori qui al Niguarda Calcio dicendoci: ‘Siamo tornati perché si
sta meglio qui’ ”. Succederà.
I piccoli, nati nel 2002, 2003 e 2004.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 27
ONA NOEUV
Cont el coo in di nivôl
L’angolo di Don Giuseppe
La colonna poetica
a cura di Augusto Cominazzini
a cura di Don Giuseppe Buraglio
a cura dei lettori
11 ottobre 1962
Novembre
I gioeugh d’ona volta
Soo minga de precis còssa fann incoeu,
quand se mètten a giugà, i fioeu,
perchè dopren di strument sofisticaa e intelligent,
tanto divèrs de quèi antigh faa de pòcch ò niént.
Esattamente 47 anni fa, papa Giovanni XXIII, il “papa
buono”, apriva il Concilio Vaticano II. Riproponiamo alcuni stralci dall'inizio del discorso introduttivo del Papa
ai più di duemila Vescovi presenti.
Chel pòcch ò niént che però el consentiva
de compensà, con spontaneità e inventiva,
el bisògn continuo de podè sfogass
a ‘na masnada mai stracca de satanass.
enerabili Fratelli, la Madre Chiesa si rallegra perché,
V
per un dono speciale della Divina Provvidenza, è ormai sorto il giorno tanto desiderato nel quale qui, presso
Eren gioeugh elementar, faa in economia,
doe mettevom in mostra la nòstra fantasia,
perché i pòcch belee de tòlla ò de cartôn
ie vedevon soltant a Natal, se serom staa bôn.
Giugavom ai picchètt con la s’cèrla,
a te ghe l’hee, a ciòda, a la sbèrla,
a cavallinna la ven, a balla velenada,
ma la lippa l’éra la pussee preferida e malmenada.
I tôsann, smôrfiètt, giugaven a “Madama Dorè”,
a la bèlla lavanderinna, a tòpa, al perchè,
con la pigòtta, ai statoin, i quater cantôn
e per fà la cunta cantilenaven stran zibaldôn.
Se ben ricòrdi, dòpo tanti ann, vun el diseva:
“Aulì ulè che t’amusee,
che t’approfitta lusinghee,
tulilèmm blèmm blumm, tulilèmm blèmm blumm”.
On alter: “Chiappa el tram balôrda,
ciappéll ti che mi son sôrda,
trich e trach lassèla andà,
trich e trach lassèla andà”.
Anca: “L’usellin che ven dal mar
quanti penn el pò portà,
el pò portann vintitrè,
a stà foeura tocca a ti”.
Eren gioeugh e espressiôn de natura modèsta
faa da fioeu de pòcch pretes... ma sèmper in fèsta.
il sepolcro di san Pietro, auspice la Vergine Madre di Dio,
di cui oggi si celebra con gioia la dignità materna, inizia
solennemente il Concilio Ecumenico Vaticano secondo.
[…] Iniziando questo Concilio universale, il Vicario di
Cristo, che vi sta parlando, guarda, com’è naturale, al passato, e quasi ne percepisce la voce incitante e incoraggiante: volentieri infatti ripensa alle benemerenze dei Sommi
Pontefici che vissero in tempi più antichi e più recenti, e
che dalle assemblee dei Concili, tenuti sia in Oriente che
in Occidente dal quarto secolo fino al Medio Evo e agli ultimi tempi, hanno trasmesso le testimonianze di tale voce veneranda e solenne. Esse acclamano senza sosta al
trionfo di quella Società umana e divina, cioè della
Chiesa, che assume dal Divin Redentore il nome, i doni
della grazia e tutto il suo valore. […] Quanto all'origine e
alla causa del grande avvenimento per il quale Ci è piaciuto adunarvi, è sufficiente riportare ancora una volta la
testimonianza, certamente umile, ma che Noi possiamo
attestare come sperimentata: la prima volta abbiamo
concepito questo Concilio nella mente quasi all'improvviso, e in seguito l'abbiamo comunicato con parole semplici
davanti al Sacro Collegio dei Padri Cardinali in quel fausto 25 gennaio 1959, festa della Conversione di San Paolo,
nella sua Patriarcale Basilica sulla via Ostiense [San
Paolo fuori le Mura]. Gli animi degli astanti furono subito repentinamente commossi, come se brillasse un raggio
di luce soprannaturale, e tutti lo trasparirono soavemente sul volto e negli occhi. Nello stesso tempo si accese in tutto il mondo un enorme interesse, e tutti gli uomini cominciarono ad attendere con impazienza la celebrazione del Concilio. […] Illuminata dalla luce di questo Concilio, la Chiesa si accrescerà, come speriamo, di
ricchezze spirituali e, attingendovi il vigore di nuove
energie, guarderà con sicurezza ai tempi futuri. Infatti,
introducendo opportuni emendamenti ed avviando saggiamente un impegno di reciproco aiuto, la Chiesa otterrà che gli uomini, le famiglie, le nazioni rivolgano davvero le menti alle realtà soprannaturali. […]
odiaco di
ona
a cura di Anna Maria Indino
L’oroscopo di novembre 2009
ARIETE 21.3 – 20.4
Potrete essere attratti da persone più giovani di voi, con una carica vitale ed entusiasmo particolari. Non dovrete probabilmente fare i
conti con nessuno, anche se qualcuno cerca in ogni modo di provocarvi, causandovi tensione. Saprete chiarire un malinteso.
TORO 21.4 – 21.5
Se state per tuffarvi in una nuova avventura, evitate piccoli imbrogli e mezze verità. Siete sovente in balia delle emozioni, quindi dovrete cercare di non prendere decisioni affrettate e dettate dall’impulsività. Sul lavoro forse tenterete
strade insolite e chi vi porteranno dove vorrete.
GEMELLI 22.5 – 21.6
Terrete in alta considerazione il parere di un amico influente, anche se le circostanze sembrano contraddirlo o smentirlo. Rischio di disperdere le vostre energie in molteplici attività, anche al di fuori dei soliti interessi. Un genitore vorrà imporre la sua autorità in modo sbagliato.
CANCRO 22.6 – 22.7
Nuove emozioni potranno rendere il rapporto più ricco e passionale. Persone più grandi di voi potranno esercitare un
fascino notevole, attenti, potreste essere influenzati nel prendere alcune decisioni. Cercate, dunque, di riflettere prima
di agire, concentrandovi sulle vostre motivazioni.
LEONE 23.7 – 22.8
Al lavoro una notizia poco attendibile, probabilmente un pettegolezzo, rischia di farvi prendere decisioni sbagliate. In amore potrete fare
un discorso molto coraggioso e che porrà le basi per un rapporto autentico e profondo. Alcuni amici si potranno dimostrare affettuosi.
VERGINE 23.8 – 22.9
Piccoli ma significativi segni d’affetto vi dimostreranno l’attaccamento della persona che vi fa battere il cuore. Con qualche cambiamento nella cerchia delle amicizie sarete trasportati sulle ali del divertimento più chiassoso. Estro e fantasia alle stelle.
BILANCIA 23.9 – 22.10
Incertezze e indecisioni per una questione di cuore delicata e complessa. Un pizzico di erotismo potrà essere la medicina migliore contro
il malumore e le incomprensioni. Evitate sul lavoro confidenze troppo personali, l’indiscrezione degli altri potrebbe crearvi problemi.
SCORPIONE 23.10 – 21.11
Molti di voi saranno impegnati con scelte sentimentali. Tenderete a rimandare decisioni o cambiamenti che temete essere impegnativi per voi stessi e per gli altri. Chi vi vuol bene vorrà maggiori informazioni, evitate di essere vaghi o di rimandare inutilmente.
SAGITTARIO 22.11 – 21.12
Tenderete a considerare con distacco impegni e questioni economiche nelle quali effettivamente non avete molta voglia
di entrare. Sul lavoro forse getterete la maschera davanti a una persona che vi sta mettendo alla prova. Un invito rifiutato potrebbe avere conseguenze.
CAPRICORNO 22.12 – 21.1
In amore mostratevi più arrendevoli e meno pretenziosi, non potrà che favorire l’incontro e l’intesa su vari piani. Potreste dare ancora
qualche chance a un collega che non si era finora dimostrato molto sincero. Darete prova di capacità di analisi e intuito notevoli.
ACQUARIO 22.1 – 19.2
Dovreste limitare la vostra voglia di far pazzie per non creare antipatiche tensioni con chi vi vuol bene, almeno per il momento. Non sembrate immuni dalla gelosia, ma dovrete cercare di celarla un po’ per evitare figuracce e scontri troppo accesi. Un regalo vi rallegrerà.
PESCI 20.2 – 20.3
Qualcuno potrebbe ignorare le vostre richieste ed esigenze, costringendovi a prendere provvedimenti piuttosto difficili. Forse qualche notizia interessante di lavoro vi farà mettere in moto, risvegliando in voi mille idee e progetti. Potreste
sentirvi spinti a tentare un progetto ambizioso.
Ortensia Bugliaro
Ho visto su quel sasso
il freddo nome impresso;
un fiore ingiallito
lasciava volare i suoi petali
col lento mormorio del vento,
sparso qua e là sul volto
stampato di sorriso.
E vola quel petalo ingiallito
del fiore:
chi ha pianto
è stato un cuore.
Gli oleandri
Gabriele Giraldi
Cinque oleandri dal color di rosa
sono fioriti a gruppi nel giardino
e profumano l’aria rugiadosa
fin dal primo pulsare mattutino.
Ci mettevamo sotto d’essi in posa
cinti dall’altre piante del villino:
olivi, pini, fronde di mimosa
fra luci e ombre del sole vespertino.
Noi così stretti, o mamma, ridevamo
perché l’affetto immenso era davvero;
e così intanto, lieti, scacciavamo
ogni triste presagio, ogni pensiero,
fingendo che d’incanto ad ogni ramo
la vita rifiorisse e il suo mistero.
Attimo fuggente
Emiro Suffada
Tu, persona,
che insegni l’impossibile
e cerchi nell’oblio
la tua meta
ascolta la voce dei ricordi
che giungono a tè
come un richiamo.
Riassapora la gioia della vita
del pensare, nella bellezza dell’universo
tu che corri nell’effimero di un giorno,
scopri l’attimo fuggente che separa
l’invalicabile.
Accadde a Milano
a cura di Lella Ricordi
Le date di novembre
• 1 novembre 1964 - Inaugurata la linea 1 della metropolitana La linea 1 della Metropolitana milanese festeggia il 45°
compleanno. Nel 1964 è infatti inaugurato il primo tratto da
Marelli a Lotto. Con i suoi 12 chilometri avrebbe dato un significativo impulso alla mobilità ambrosiana. L’evento suscita vivo
interesse in tutta l’opinione pubblica anche fuori di Milano: le famiglie giungono da ogni parte “in gita”, vestite della festa, a provare la nuova meraviglia tecnologica.
• 4 novembre 1984 - Papa Giovanni Paolo II visita Milano
In occasione del quarto centenario della morte di Carlo Borromeo,
papa Woytila giunge a Milano. Il pellegrinaggio nei luoghi di san
Carlo, definito “maestro e ispiratore per tutti i cristiani di oggi”,
porterà il papa anche a Varese, Pavia, Varallo e Arona.
• 10 novembre 1859 - Stipulata la Pace di Zurigo Negoziata
e siglata fra il 10 e l’11 novembre 1859, nel trattato è previsto che
gli Asburgo cedano la Lombardia alla Francia, che l’avrebbe assegnata ai Savoia, mentre l’Austria conserva il Veneto e le fortezze
di Mantova e Peschiera. I sovrani di Modena, Parma e Toscana,
che nel frattempo erano stati costretti alla fuga da rivolte popolari, avrebbero dovuto essere reintegrati nei loro Stati, così come i governanti papalini a Bologna. Tutti gli stati italiani, incluso il
Veneto ancora austriaco, avrebbero dovuto unirsi in una confederazione italiana, presieduta dal papa.
• 11 novembre 1994 - Muore Wanda Osiris, grande diva
della rivista Nata a Roma il 3 giugno 1905, Anna Menzio,
questo il suo vero nome, debutta al Teatro Eden nel 1923.
Durante la guerra le sue piume e paillette, tra bombe e macerie, facevano sognare la gente. La “Wandissima” (fu Orio
Vergani a coniare questo nome) è la primadonna delle compagnie di Macario, Dapporto, Garinei e Giovannini. Scendeva
enormi scalinate con grande grazia e disinvoltura. A lei è dedicato il giardino pubblico di via Veglia, nella nostra zona.
• 19 novembre 1969 - Scontri tra manifestanti e polizia:
muore l’agente Annarumma In via Larga, colpito dal lancio
di un pezzo di tubo di acciaio, muore un poliziotto, Antonio
Annarumma, 21 anni. Nella giornata di sciopero generale, si erano verificati scontri tra studenti e polizia culminati con il gravissimo episodio. Al giovane agente è dedicata la caserma di polizia
della nostra zona, in via Cagni, e un giardino pubblico in via
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SALUTE
INQUINAMENTO
Influenza A: consigli per i bambini
Gli elicotteri al Parco Nord
Luigi Luce
Franco Mirabelli (consigliere regionale del Pd)
Ripubblichiamo, visto il diffondersi dell’influenza A, quanto scritto sul numero scorso.
cco cinque semplici gesti da spiegare ai proE
pri figli possono ridurre in maniera importante il rischio di contagio del virus H1N1.
Lavarsi accuratamente le mani con acqua calda
e sapone, asciugandole con cura; usare fazzolettini di carta usa e getta; starnutire, in mancanza di fazzoletti, all’interno del gomito, sui propri
vestiti; non “tossire” di fronte agli altri; non toccarsi il naso con le mani. E, in caso di malattia,
usare le mascherine. Sono i consigli della Società
Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale
(Sipps) che invita i genitori alla prevenzione con
l’informazione, una corretta igiene e - ovviamente - il vaccino. “In attesa di quello specifico, che
sarà disponibile nelle prossime settimane, vogliamo ribadire l’importanza di premunirsi anche contro l’influenza stagionale - afferma il dr.
Giuseppe Di Mauro, presidente della Sipps -. La
‘suina non deve infatti farci sottovalutare i rischi
dell’influenza classica con una morbilità e una
sintomatologia spesso ben più gravi. È raccomandabile, quindi, che i bambini, specie quelli
con meno di 5 anni, vengano vaccinati al più pre-
sto. Quelli con meno di 9 anni che non lo sono
mai stati vanno sottoposti a due dosi a distanza
di un mese l’una dall’altra. In ogni caso, non appena il rimedio contro l’influenza A sarà disponibile consigliamo di somministrarlo. La doppia
vaccinazione, anche a distanza ravvicinata, è
possibile senza alcun rischio o effetto collaterale”. La stagionale quest’anno è attesa a partire
da novembre. Contro gli allarmismi, la prof.ssa
Susanna Esposito, segretario Sipps e responsabile del gruppo di lavoro della Società sull’influenza, rassicura: “La grandissima parte dei
bambini che soffrirà dell’H1N1 andrà incontro a
una sintomatologia lieve, con qualche giorno di
febbre, mal di gola e tosse. Non è quindi necessario attuare particolari modifiche della normale vita del bambino. È importante, invece, non
dimenticare che, come spesso avviene con le malattie virali, è possibile che questa forma di influenza lasci per qualche settimana il bambino
con minori difese e, quindi, che l’eventuale virus
stagionale contratto subito dopo possa avere un
decorso più grave”.
MANGIAR SANO
Le “mani in pasta” con i bambini
Valeria Malvicini (Cooperativa Pandora*)
ettere “le mani in pasta”, sondare la consiM
stenza di un impasto, assistere alla magia di
una torta nella trasformazione dal crudo al cotto,
riconoscere da dove vengono i cibi che mettiamo
nel piatto, distinguerne ingredienti e mescolarli
per produrre ricette gustose e magari anche sane
e nutrienti: le tappe di un cammino di riavvicinamento dei bambini al cibo.
Nelle famiglie degli anni 40/50, più numerose e
con minori mezzi economici, si utilizzavano alimenti “poveri”, si cucinavano cereali, legumi, verdure in genere, poca carne. Soprattutto si cucinava la stessa cosa per tutta la famiglia. Così, anche se le melanzane a un figliolo non erano gradite, avrebbero continuato ad essere proposte a
tavola. Prima o poi il ragazzo avrebbe provato ad
assaggiarle e, siccome i gusti cambiano con l’età
e con l’esperienza, magari le avrebbe trovate gustose. Oggi invece, nelle famiglie spesso con un
unico figlio, se il bambino gradisce un alimento,
si tende a proporglielo più spesso e ad eliminare
al contrario quello che non gradisce. In questo
modo però limitiamo a possibilità di assaggiare
alimenti diversi. Non dobbiamo dimenticare che
più è variata la nostra alimentazione, più consentiamo al nostro organismo di crescere in modo sano. Per di più, visto che gli alimenti con cui
veniamo in contatto sono spesso “manipolati” e
contengono diversi tipi di additivi, mangiare in
modo troppo uniforme favorisce effetti dannosi di
accumulo di sostanze potenzialmente nocive.
L’industria alimentare, del resto, ci propone prodotti studiati proprio per piacere a un “consumatore medio”. Così, stiamo perdendo l’importante
patrimonio rappresentato dalle diverse culture
alimentari. Equilibri preziosi, costruiti nei secoli,
a partire dalle conoscenze dei prodotti autoctoni a
cui si sono aggiunti apporti di altre culture, rischiano di essere spazzati via da prodotti più
“buoni” per il mercato che per la salute.
Può essere importante, in un’ottica di recupero
delle tradizioni alimentari, ricostruire come si è
formato il rapporto dell’uomo con il cibo, conoscere le motivazioni spesso alla base dei pregiudizi e
dei tabù alimentari. Se si va a verificare quali sono le popolazioni che si mantengono a lungo in
buona salute, si scopre che sono quelle che si alimentano in modo “tradizionale” e che la dieta
“mediterranea” ha tante sorelle, diete in cui si limita l’uso di carne e dove si utilizzano in prevalenza cereali (dal grano all’orzo, dal sorgo al miglio,dal riso al mais) uniti a legumi,vegetali in abbondanza e semi oleosi. Anche in questo caso, conoscere da dove veniamo può aiutare a scoprire
dove possiamo andare, cercando di non farci condizionare dalla pubblicità.
(*) La Coop. Pandora svolge attività di educazione
al consumo consapevole per Coop Lombardia e
Coop Liguria. (www.coop-pandora.it)
MASS MEDIA
Notizie in sordina
Luigi Luce
olti giornali e soprattutto quasi tutte le
M
tv continuano a tenere in sordina, o addirittura a nascondere le notizie scomode per
il potere politico-mediatico.
• La crisi c’è ma non si deve vedere Ha
scritto Guglielmo Epifani, segretario della
Cgil: “Perché non si vuol parlare della crisi,
perché si vuol tacere la realtà, perché si relega ai margini dell’attenzione dell’opinione
pubblica, e perché questo avviene solo in
Italia? Basta prendere, ad esempio, le prime
pagine dei grandi giornali europei dell’ultimo
anno. C’è un abisso. Da noi si parla di tutto
meno che della crisi. Se Berlusconi ha detto
mesi fa che il peggio era passato e oggi afferma che la crisi è finita i giornali e le tv più
sensibili agli interessi del governo non possono raffigurare quello che sta avvenendo nel
Paese, preferiscono parlare d’altro. Anche se
tutti sostengono, dalla Banca d’Italia alla
Confindustria, dalla Confcommercio agli artigiani, che il peggio per l’occupazione deve
ancora arrivare. Abbiamo perso 650mila posti di lavoro, di cui oltre 300 mila precari e la
tendenza si accentuerà nei prossimi mesi. Le
aziende di fronte a una crisi che si prolunga
passano da una fase di attesa, in cui si conservano gli occupati utilizzando la cassa integrazione, a una nuova fase di movimento in
cui decidono ristrutturazioni, tagli, chiusure”. Epifani conclude facendo proposte precise (raddoppio del periodo di cassa integrazione, sostegno ai precari che hanno perso il posto, sostegno alle industrie, riduzione delle
tasse ai lavoratori così come ha fatto quella
comunista della Merkel...), ma anche di questo nessuna traccia sulla carta e nell’etere.
• Vedi Napoli e poi, sotto il tappeto, i rifiuti Nessuno o quasi ci ha detto che nelle
province di Napoli, Avellino, Salerno e Caserta
ci sono almeno cinque discariche a cielo aperto in cui sono stati “provvisoriamente” spostati i rifiuti di Napoli. Montagne di immondizia,
comprese quelle napoletane di un anno fa, si
alzano a San Tammaro, Savignano, Chiaiano, Serre e Terzigno (nel parco del del Vesuvio). Militari dell’esercito italiano fanno la
guardia all’immondizia. Il loro “ingaggio”
sembra prevedere di tener lontani gabbiani
e giornalisti (soprattutto stranieri, che devono informare i loro lettori se è pericoloso venire ancora in vacanza in Italia). Potrebbero
farsi male con i rifiuti tossici che qui abbondano. Come sembrano abbondare in diverse
navi affondate nel Mediterraneo mentre stavano portandoli in Africa. Ma di queste non
ci hanno mai parlato, almeno finché in una
si è scoperto che non ce n’erano.
• Visite private e commesse pubbliche
Tv e giornali hanno fatto un sacco di illazioni: di che cosa avranno mai parlato Putin e
Berlusconi durante la “visita privata” in
Russia? Se è meglio la grappa o la vodka?
se sono meglio le italiane o le russe? Poi però, quando qualcosa è venuto fuori, tutti zitti. Eppure la notizia è importante: i due
hanno parlato di un gasdotto che dovrebbe
collegare Russia e Italia passando attraverso l’Europa. Una cosa importante, ma allora perché parlarne in segreto e non far saper niente agli italiani? Forse si pensa che
non siano affari nostri ma solo di qualche
socio e amico? Tanto più che all’estero la ragione della visita è un segreto di Pulcinella:
per esempio gli Usa, contrari a questa iniziativa, per rappresaglia hanno cancellato
le commesse di elicotteri da parte dell’azienda italiana Augusta.
uccede che lo Studio
S
Ambrosetti (l’istituzione che organizza il
convegno di Cernobbio
dove ogni anno sfilano
ministri e imprenditori), per conto dell’Agusta (azienda che fabbrica elicotteri), presenta
uno studio che sostiene che l’elicottero è il
mezzo più comodo, economico e veloce per
collegare le città del nord, e prima di tutto
Milano, con Malpensa. Succede che la
Regione Lombardia, nella persona dell’assessore Cattaneo, dice di condividere il progetto. Succede che tutto ciò comporterebbe
la creazione di eliporti in zona Garibaldi e
un centro di manutenzione e rifornimento
(una specie di hub per gli elicotteri) presso
l’aeroporto di Bresso, in pieno Parco Nord,
con conseguenze immaginabili sia sulla vita di chi vive a Bresso e in Bicocca sia sull'equilibrio del Parco: rumore continuo prodotto da un intenso traffico di elicotteri a
bassa quota e inquinamento tanto per fare
due esempi. Succede che i giornali lo scrivono anche se gli amministratori del Parco
non ne sanno nulla. Succede che mentre
non si provvede a realizzare quei collegamenti, soprattutto su ferro, indispensabili
per connettere Malpensa a Venezia, Torino
e meglio a Milano, si inventa una soluzione
costosissima in termine di disagi per i cittadini e di inquinamento che certo non potrà, se non per pochi, garantire un migliore
collegamento con Malpensa. L’interrogazione con risposta immediata in consiglio che
ho presentato, che esprime anche altre serie ragioni di perplessità, serve a sollevare
il problema e a capire le reali intenzioni
della Regione per organizzare, nel caso,
una opposizione che preservi il Parco e la
tranquillità dei cittadini.
www.francomirabelli.it
Ed ecco l’interrogazione, primo firmatario
Franco Mirabelli, presentata al Presidente
Roberto Formigoni nella quale si chiede di
fare chiarezza sulla vicenda.
Avendo appreso dalla stampa che la Regione
Lombardia insieme ad Enac e Enav, sulla
scorta di una ricerca commissionata allo
Studio Ambrosetti dalla Augusta, starebbe
progettando un sistema di eliporti che dovrebbero principalmente collegare la città di
Milano e gli aeroporti di Linate e Malpensa;
in questo contesto presso la stazione
Garibaldi, il Palazzo della Regione ed altre
aree verrebbero collocati eliporti con questa
funzione; in particolare l’area dell’aereoporto di Bresso sarebbe trasformata nel luogo di
rifornimento e manutenzione in funzione
dell’intero sistema di eliporti che dovrebbero
collegare Malpensa anche ad un’area vasta
compresa tra Mantova a sud e Torino e
Venezia a ovest ed est.
Considerato che vi è un Protocollo di Intesa
firmato nel luglio 2007 da Regione, Comuni
interessati, Ministero dei trasporti, Enac e
Parco Nord che prevede nell’aeroporto di
Bresso lo spostamento delle attuali strutture per i servizi a terra ad est della pista, in
un’area che comporterebbe meno disagio per
i residenti; il Ptcp della Provincia di Milano
in vigore prevede addirittura la delocalizzazione dell’aeroporto di Bresso; il traffico di
elicotteri comporterebbe disagi per i residenti, in particolare ai già congestionati
quartieri dell’Isola e Garibaldi, danneggerebbe l’equilibrio naturale del Parco senza
risolvere, se non per una percentuale insignificante, il problema del collegamento rapido e di massa con l’aeroporto di
Malpensa.
Per quanto premesso e considerato i sottoscritti Consiglieri interrogano il Presidente
della Giunta per sapere se queste notizie sono vere ed esiste una reale volontà della
Regione di procedere in questa direzione.
BENESSERE
Shiatsu e dintorni
Massimo Lemme
l fascino dell’oriente, la magia di tutto ciò
Ienergia,
che si cela dietro a parole come olistico,
qi o ki, poco usate in occidente sino a
pochi decenni fa, ha portato alla moltiplicazione delle discipline naturali, delle arti manuali e delle tecniche di riequilibrio energetico.
Sono milioni ormai anche nel nostro paese le
persone che si rivolgono a professionisti che
operano nel settore, privilegiando una strada
nuova verso il benessere. Occorre però fare un
po’ di chiarezza all’interno di questo grande
calderone, dove antiche discipline si mescolano con tentativi improvvisati di nuove mode
create con l’unico scopo di attrarre clienti.
Come operatore Shiatsu professionista mi
sento in dovere di mettere in guardia le persone da falsi stregoni o guaritori dell’ultimo minuto, e nello stesso tempo fare un po’ di chiarezza su alcuni concetti e definizioni, con lo
scopo di aiutare chiunque sia interessato ad
avvicinarsi in modo consapevole a queste discipline il cui valore inizia ad essere riconosciuto anche dalla scienza ufficiale.
Lo Shiatsu, in effetti, è una pratica manuale che,
tramite precise modalità di pressione, agisce sul
flusso energetico dell’essere umano. È rivolta sia
a comprenderne i principi di funzionamento sia
a favorirne la circolazione nel corpo. Se in questo
senso ha radici nel patrimonio comune alla cultura estremo-orientale, ha ricevuto tuttavia in
Giappone i principi operativi su cui si fonda. Dal
Giappone si è affermato prepotentemente nel
mondo, Italia compresa, a partire dagli anni
Settanta.
La pressione Shiatsu (dal giapponese Shi=dito e
atsu=pressione) si effettua con il dito e precisamente con il pollice. È possibile però usare anche
altre parti del corpo per effettuare la manipolazione: il palmo, quando la zona da trattare è più
ampia e richiede un contatto più ampio e avvolgente; oppure il gomito, quando occorre utilizzare una stimolazione più forte per sbloccare un significativo accumulo di energia. La pressione
Shiatsu deve essere sempre costante nella quantità di peso, ferma, e statica. È proprio questa
staticità, unita alla lentezza di esecuzione, che
permette di agire non solo sul corpo fisico ma anche sulla psiche del ricevente, contattando il suo
livello energetico più profondo e quindi tutti gli
aspetti della sua realtà.
Un’altra caratteristica della manipolazione
Shiatsu è quella di essere eseguita senza sforzo
muscolare, impiegando unicamente il peso del
corpo di chi opera e sempre perpendicolarmente
rispetto alla zona o al punto che viene trattato.
(articolo tratto dal sito della F.I.S.-Federazione Italiana Shiatsu)
Parole da conoscere
Credo che dare alcune definizioni sia utile sia per
chi inizia ad addentrarsi in questo mondo che per
coloro i quali, a volte, pur lavorando nel settore da
tempo, rischiano di dar per scontati alcuni significati fondamentali.
• No olistico (dal greco “holon”, cioè tutto). Le
discipline olistiche considerano l’essere umano
come un insieme unitario di corpo mente e spirito (tra queste discipline rientrano lo Shiatsu, la
Riflessologia plantare, la Kinesiologia applicata
e molte altre). La componente fisico-fisiologica e
quella psicologico-energetica sono parti di un’unità più complessa e vengono considerate profondamente in relazione.
• Benessere (da ben-essere=“stare bene”) è uno
stato che coinvolge tutti gli aspetti dell’essere umano. Per cui è opportuno fare le giuste distinzioni tra
l’ambito medico-sanitario e quello delle discipline
olistiche. L’attività degli operatori di queste discipline, soprattutto nei casi di seri professionisti diplomati presso le rispettive federazioni nazionali
non svolgono mai un’attività alternativa a quella
della medicina ufficiale, al contrario, talvolta collaborano con essa, ma solo nei casi di diretta richiesta del medico e sotto la sua responsabilità e sorveglianza. Quasi tutta l’attività degli operatori delle
arti per la salute pertanto si svolge come risposta
alle richieste di “benessere” in senso lato, di prevenzione e di cura della persona nella sua globalità.
• Qi Esprimere il significato di Qi in poche righe
non è facile. Può essere tradotto in vari modi: soffio,
energia vitale, fluido, vapore. L’ideogramma che lo
rappresenta è quello del vapore che si eleva sopra
una ciotola di riso, quasi a voler simboleggiare la
funzione di nutrimento dell’energia. La parte superiore dell’ideogramma rappresenta l’aspetto immateriale, il vapore che innalzandosi e condensandosi
verso il cielo diventa il principio generatore di ogni
cosa. La parte inferiore dell’ideogramma rappresentata dalla ciotola di riso fumante è invece l'elemento più materiale dell’energia, quella legata alla
terra, madre e nutrice. Il Qi è allo stesso tempo materia ed energia, i due volti della stessa realtà.
• Meridiani Nell’approccio energetico delle discipline olistiche i meridiani sono i canali che trasportano l’energia nell’organismo, non sono visibili, ma
portano nutrimento e forza in tutto il corpo,alimentano i tendini, i muscoli, le ossa e le articolazioni.
Essi sono il frutto di una schematizzazione del flusso energetico (ricordiamo i meridiani terrestri, noi
non li vediamo, ma li utilizziamo per ricavarne le
coordinate). Si dividono in Yin e Yang e sono collegati tra loro; sono in relazione con l’esterno e regolano il rapporto con l’ambiente garantendo quell’unità Uomo-Cosmo per cui le leggi che regolano
l’universo improntano anche la fisiologia umana.
Massimo Lemme, operatore Shiatsu professionista iscritto al Rios (registro italiano)
via Val Maira 4 - cell 3498647521.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 29
FILO
DIRETTO CON…/2
PARERI LEGALI
TASSE & AGEVOLAZIONI
L’Ordine dalla parte del cittadino
Il fisco e il mondo associativo
Dimitri Barbera
Q
uesto mese usufruisco dello spazio a me concesso da “Zona Nove”, per segnalare un’iniziativa – seconda in Europa e prima in Italia -, a cui
sono stato lieto di aderire, promossa e realizzata
dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano
in collaborazione con il “Corriere della Sera”.
In virtù del fatto, probabilmente da pochi conosciuto, che l’Ordine degli Avvocati di Milano offre ai cittadini una serie di servizi, lo stesso è voluto “scendere in piazza”per avvicinarsi alla cittadinanza milanese, comprendere le sue necessità e quindi rendere note tutte le possibilità che lo stesso Ordine
mette a disposizione: un progetto per ampliare la
capacità di ascolto nei confronti dei cittadini che oltre ad essere i primi utenti dell’attività professionale degli Avvocati, sono, prima di tutto, destinatari
del servizio Giustizia.
Tale progetto è articolato in un tour di 12 tappe –
disposte tra ottobre e novembre –, ogni tappa in
una zona diversa di Milano ove viene allestito un
punto d’incontro dell’Ordine e del “Corriere della
Sera”: qui sono presenti alcuni avvocati (il sottoscritto è stato invitato a presenziare alla tappa del
02.11.2009 in Piazzale Ospedale Niguarda incentrata sul tema “salute”) che sono a disposizione dei
cittadini per offrire orientamento e informazioni
sulla base delle questioni postegli dagli stessi.
In loco, vengono altresì date precisazioni su altri
servizi, probabilmente non da tutti conosciuti, che
l’Ordine degli Avvocati offre, ed in particolare: il cd.
Sportello del Cittadino, un servizio aperto a tutti i
cittadini, gratuitamente, che risponde alle richieste
di informazioni e orientamento sui costi e tempi
della giustizia, adempimenti necessari per avviare
una causa, strumenti alternativi alla giustizia ordinaria per la risoluzione delle controversie, la difesa
Lorenzo Gomiero
d’ufficio e il patrocinio a spese dello Stato, nominativi di avvocati ai quali è possibile rivolgersi per
ogni settore specifico.
Altra importante iniziativa da segnalare è
l’Organismo di Conciliazione Forense di Milano il
cui obiettivo è quello di giungere ad una risoluzione delle controversie in via stragiudiziale, con tutti
i vantaggi derivanti da una gestione delle liti rapida ed economica: si vuole puntare sulla volontà delle parti (e i loro avvocati) di porre fine al conflitto in
essere tra loro, chiedendo l’intervento di un terzo, il
conciliatore; quest’ultimo è un organo caratterizzato da indipendenza, imparzialità, neutralità e soprattutto competenza professionale.
Infine, mi preme sottolineare altra importantissima funzione, che la legge ne ha attribuito l’organizzazione all’Ordine degli Avvocati, in favore
del cittadino: il patrocinio a spese dello Stato.
Dal 2002 i cittadini che intendano usufruire dell’assistenza legale anche per cause in materia civile, amministrativa e contabile, ma che per le
proprie condizioni economiche disagiate non siano in grado di sostenere i costi connessi alla tutela in via giudiziale dei propri diritti, possono
presentare domanda al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati per l’ammissione al gratuito patrocinio a spese dello Stato.
Dopo tale piccola rassegna delle importanti
possibilità che oggi il Consiglio dell’Ordine di
Milano offre ai propri cittadini, sono ad invitare i gentili lettori che vogliano chiarimenti in
merito, a presentarsi alle prossime tappe del
tour appositamente organizzato che sono pubblicate sul sito www.ordineavvocatimilano.it
nella sezione “Servizi per il cittadino”, oltre che
sul “Corriere della Sera”.
E
ntro il 15 dicembre prossimo deve essere eseguito l’invio telematico diretto o per il tramite
di intermediario abilitato all’Agenzia delle
Entrate del “Modello Eas” da parte degli enti associativi di natura privata, con o senza personalità giuridica. Questi enti si avvalgono di una o più
delle disposizioni in materia di decommercializzazione dei proventi di cui agli artt. 148 del Tuir e
4 del decreto Iva, se risultano costituiti al 29 novembre 2008 o, se costituiti successivamente a tale data, se il termine di 60 giorni risulta scadente o scaduto il 30 ottobre 2009.
Tra i soggetti tenuti all’adempimento si devono
considerare compresi i consorzi e le associazioni
di qualsiasi tipo, incluse, oltre alle associazioni
culturali, assistenziali, di promozione sociale,
sportive dilettantistiche, anche le associazioni sindacali e politiche, nonché sia gli enti che si limitano a riscuotere le quote associative o i contributi
versati dagli associati/partecipanti a fronte dell’attività istituzionale svolta dagli stessi, sia le articolazioni territoriali di un ente nazionale, qualora le stesse costituiscano autonomi soggetti d’imposta. Inoltre, sono anche tenuti a tale obbligo: le
società sportive dilettantistiche di cui all’art. 90
della L. 289/2002 (se pongono in essere attività
commerciale); le organizzazioni di volontariato di
cui alla L. 266/1991 che pongono in essere attività commerciali non rientranti in quelle marginali (ex Dm 25 maggio 1995); mentre si devono ritenere esclusi dall’invio in esame: le associazioni e
organizzazioni di volontariato di cui alla L.
266/1991, che svolgono attività commerciali rientranti in quelle marginali; le associazioni pro-loco
che hanno optato per il regime forfetario ex L.
398/199; gli enti associativi dilettantistici iscritti
al Coni che non svolgono attività commerciali
(nell’ipotesi in quesito si ritiene che la “raccolta di
sponsor” non meglio specificata non rientri tra le
finalità istituzionali previste dall’adesione al
Coni, se non in determinate situazioni elencate
del regolamento di adesione e, quindi, in caso diverso si deve considerare di natura “commerciale”
soggetta agli adempimenti Iva).
Inoltre, per completezza, si rammenta che, ai fini
procedurali, il modello Eas deve essere presentato,
oltre che entro 60 giorni dalla data di costituzione,
anche nell’ipotesi di: variazione dei dati segnalati,
nel qual caso, il modello completo di tutti i dati,
compresi quelli non modificati, deve essere inviato
entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello in
cui si è verificata la variazione; perdita dei requisiti previsti dalla normativa tributaria, nel qual caso
l'invio del modello deve risultare eseguito entro 60
giorni dall’evento.
Al riguardo, è opportuno porre in rilievo che non
è necessario procedere a ripresentare il modello
se si verificano variazioni relative: all’importo dei
proventi ricevuti dall'ente per attività di sponsorizzazione e pubblicità (punto 20); all’utilizzo o
meno di messaggi pubblicitari per la diffusione
dei beni/servizi dell’ente (punto 21); all’ammontare delle entrate dell’ente (punto 23); al numero di
associati dell’ente (punto 24); all’ammontare delle
erogazioni liberali ricevute (punto 30) e dei contributi pubblici ricevuti (punto 31); al numero e ai
giorni riferiti alle manifestazioni organizzate per
la raccolta di fondi (punto 33).
Dimitri Barbera - Avvocato del Foro di Milano - Via G. Arganini, 24 - Studio Legale e
Tributario in Milano, V. Soperga n° 4, tel. 0266714559, fax 02700418300, [email protected]
Sportello operativo Caf - Tutela fiscale del contribuente Srl, Milano, V.le Rodi 85.
Rag. Lorenzo Gomiero Commercialista - È possibile prenotare l’appuntamento per la
compilazione di documenti fiscali. Aperto il sabato mattina. Telefono 02 66103405
fax 02 66116682, [email protected]
OTTICA E OPTOMETRIA
PROBLEMI DEL LAVORO
Acutezza visiva, decimi e diottrie:
vediamo che differenza c’è
La procedura di mobilità
Luca Giorgetti (Dottore in Ottica e Optometria)
pesso dopo aver fatto un esame della vista senS
tiamo parlare di quanto vediamo, di decimi e
diottrie in riferimento a una misura che viene effettuata al nostro sistema visivo.
Ma a cosa ci si riferisce quando viene utilizzata tale terminologia? Vediamolo in dettaglio.
All’inizio i primi astronomi notarono che per osservare due stelle molto vicine e distinguerle ancora
come tali e non riconoscerle come una sola, la loro
separazione angolare doveva essere almeno di 1
minuto d’arco. Se tale distanza tra esse era inferiore molte persone le vedevano come se fosse solo una
piuttosto che due. Da ciò il “normale ” potere risolutivo dell’occhio risiede nelle capacità di distinguere
due oggetti e riconoscerli come tali quando distano
tra loro almeno 1 minuto d’arco.
Si definisce acuità visiva la capacità dell’occhio di
distinguere i dettagli di un oggetto, cioè quelle caratteristiche peculiari, ad esempio di una lettera,
che ci permettono di distinguerla da un’altra.
Il dettaglio caratteristico ad esempio della lettera E
è la dimensione che c’è tra il tratto nero della lettera e lo sfondo bianco. Quando tale valore è 1 minuto primo l’acutezza visiva è pari a 10/10.
Se il tratto della lettera ha una dimensione pari a 2
primi, una lettera più grande l’acutezza visiva è pari a 5/10, se il tratto misura 10 primi l’acutezza visiva sarà ancora più bassa ed equivalente a 1/10.
Tali valori sono riferiti ad una misura di acutezza visiva in condizioni di luce diurna e
quando il nostro sistema visivo è anatomicamente e otticamente nella norma cioè cornea,
cristallino, umor acqueo e vitreo non che la
retina ecc. siano nelle condizioni di massima
efficienza. Se solo una di tali condizioni è alterata l’acutezza visiva subirà inevitabilmente una riduzione.
La diottria invece è l’unità di misura del potere di una lente e determina la capacità di
far convergere o divergere i raggi luminosi
che passano attraverso di essa.
Una lente si dice positiva quando fa aumentare la
convergenza dei raggi incidenti ed è negativa
quando al contrario li fa divergere.
Un miope per vedere meglio dovrà far uso di lenti negative, mentre l’ipermetrope e il presbite delle lenti positive per raggiungere, se possibile, il
massimo di acutezza visiva.
Quindi quando si dice che il nostro sistema visivo raggiunge un’acutezza visiva “normale” significa che si vedono i 10/10. Quando ciò non avviene e quindi l’acutezza visiva è ridotta avremo un valore della frazione decimale ridotto.
Mentre il potere delle lenti espresso in diottrie
è quello che ci permette di raggiungere, se possibile, il massimo dell’acutezza visiva.
Anna De Lillo
n questo periodo di crisi si sente spesso parlare
IL’attuale
di procedura di licenziamenti collettivi.
normativa sulle eccedenze di personale
prevede la possibilità di attivare la procedura della mobilità. La norma di riferimento è la L. 223
/91. Tuttavia molte sono state le modifiche introdotte successivamente dal legislatore che hanno
alterato in parte le modalità operative iniziali,
non solo, ma anche la giurisprudenza ha sicuramente apportato, nella complessità della procedura, alcune varianti pena la invalidità della procedura stessa.
1) campo di applicazione La procedura si
può applicare nella ipotesi di licenziamento
collettivo per riduzione di personale nelle imprese che occupano più di quindici dipendenti
qualora intendano effettuare almeno cinque licenziamenti nell’arco di centoventi giorni (o in
un maggior tempo qualora sia concordato sindacalmente all’interno della procedura) in ciascuna unità produttiva.
2) fasi della procedura la prima fase è di natura sindacale e prevede l’obbligo di informazione
da inviare agli organismi sindacali ed all’autorità
amministrativa contenente: le cause che hanno
determinato la situazione di eccedenza; i motivi
di natura tecnica per i quali si ritiene di non poter adottare altre misure in alternativa alla riduzione di personale; il numero, la collocazione
aziendale ed i profili professionali del personale
eccedente; i tempi di attuazione del programma
di mobilità; le misure per fronteggiare le conseguenze sociali di tale programma.
È necessario allegare alla comunicazione di
apertura della procedura la ricevuta del versamento dell’anticipazione sul contributo di
ingresso alla mobilità pari ad una mensilità
Luca Giorgetti - Dottore in Ottica e Optometria - Via Pianell 63 - Tel. 02.6426020
dell’importo dell’indennità di mobilità per il
numero di lavoratori ritenuti in esubero.
Gli organismi sindacali possono richiedere entro
sette giorni dal ricevimento della comunicazione
l’esame congiunto dei motivi posti a base della decisione aziendale. Il periodo massimo della consultazione è di quarantacinque giorni che si riducono alla metà nel caso in cui il numero dei lavoratori da licenziare sia inferiore a dieci. Nel corso
dell’esame congiunto le parti possono cercare una
soluzione alla controversia ricorrendo ad istituti
alternativi al licenziamento quali ad esempio la
gestione flessibile dell’orario, i contratti di solidarietà, la cassa integrazione straordinaria, ecc.
Conclusasi la fase sindacale il datore di lavoro deve comunicarne l’esito all’autorità amministrativa competente per territorio. Analoga comunicazione può essere inviata alle associazioni sindacali dei lavoratori. Qualora non sia stato raggiunto
l’accordo l’autorità amministrativa convoca le
parti per un ulteriore tentativo di mediazione che
deve esaurirsi in trenta giorni.
Al termine della procedura l’imprenditore può
esercitare nei confronti del singolo lavoratore il
recesso che ha natura individuale estinguendo il
rapporto di lavoro. Tale facoltà esiste anche qualora non sia stato raggiunto l’accordo né in sede
sindacale né in sede amministrativa.
Qualora sia stato raggiunto l’accordo il datore
di lavoro deve versare all’Inps - anche in trenta rate - un importo pari a tre mesi dell’indennità di mobilità per ciascun lavoratore effettivamente licenziato (decurtando quanto ha già
anticipato in fase di apertura di procedura).
Qualora non sia stato raggiunto l’accordo il
versamento a carico del datore di lavoro è pari a 9 volte l’indennità di mobilità.
Dott.ssa Anna De Lillo - Studio di Consulenza del Lavoro
Via Santa Marcellina, 8 - 20125 Milano - Tel. 02.66106030
e-mail: [email protected]
ODONTOIATRIA
I preventivi del piano di cura del dentista
Nunzio M. Tagliavia (medico chirurgo dentista)
utti i dentisti seri propongono piani di cura, con relativi preventiT
vi, scritti in modo da poter essere letti facilmente dal paziente.
Oggi questo, che dovrebbe essere una regola di chiarezza e correttezza professionale, purtroppo non sempre accade. Uno dei motivi è che
l’attuale scenario della concorrenza nel settore dentistico, da tempo,
non è più prevalentemente composto da studi con un solo professionista, ma da grandi centri dove i dentisti sono dei collaboratori, se non
dipendenti. Questi grandi centri sono, nella stragrande maggioranza
dei casi, di proprietà di vere e proprie “aziende del dentale” che devono essere gestite pensando al profitto, e che mirano a vincolare il paziente con contratti di finanziamento.
Con questo non si vuol dire che lo studio, il cui titolare è il classico dentista, operi con spirito missionario, ma un serio professionista esercita ricordandosi, prima di tutto, che la sua attività de-
ve essere etica, perché di natura medica, compatibilmente con un
giusto profitto, ma non l’inverso.
Un tale scenario, dove ritroviamo le stesse regole spietate di concorrenza tra le aziende, ha creato una vera e propria giungla, e ha portato alla circolazione di listini prezzi che spesso nascondono molti tranelli, essendo “scomposti”. Quindi attenzione alle voci delle prestazioni:per esempio, controllare se quando si indica “impianto”sia già compresa la corona (detta capsula), o se si indica “protesi scheletrica” sono
già compresi i denti della protesi e, ancora, nel caso di “corona in ceramica” si comprendano la preparazione delle impronte e la realizzazione del moncone in laboratorio; e gli esempi sono numerosi. La “scomposizione” delle voci di preventivo è paragonabile a quanto accade con
l'acquisto di un auto: al prezzo base vanno aggiunti “optional” necessari che fanno lievitare anche di un terzo il preventivo finale e, infine,
spesso i preventivi scomposti non fanno cenno delle variazioni possibili a causa d’imprevisti clinici.
In conclusione, il consiglio è di pretendere preventivi chiari e “tutto
compreso”, e di rivolgersi preferibilmente a studi dove c’è una targa
fuori con il nome del dentista, come garanzia di chiarezza delle cure
dentistiche, di responsabilità di chi le esegue e, cosa più importante,
passione di poter esercitare un mestiere perché non dipendente di una
“azienda dentale”, magari quotata in borsa.
Dott. Nunzio M. Tagliavia, medico chirurgo dentista
Via Luigi Mainoni d’Intignano 17/a - 20125 Milano - Telefono
026424705 - [email protected]
ONA NOVE 30 GIORGETTI: via Pianell, 63 - Ottici Optometristi al servizio della tua visione
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Socio ordinario Euro10 (Euro 5 per studenti e
pensionati), Sostenitore Euro 25. Ass. Amici di
“Zona Nove” o bonifico Monte Paschi di Siena,
ag. 5, viale Testi 90, sul conto corrente: Ass.
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Pagina riservata ai lettori
lettere in redaz ione
IN MAESTRI DEL LAVORO
IL MORTO C’È STATO
Qualche tempo fa avevamo già
accennato con una lettera la situazione di via Maestri del Lavoro, che è una via maledetta perché le macchine arrivano sparate
per attraversare e andare ai parcheggi. Non c’è visuale - dicevamo - per le macchine parcheggiate e, se non si prendono provvedimenti, prima o dopo ci può scappare il morto. E così è stato. Durante la prima settimana di ottobre il morto c’è stato per colpa
dell’alta velocità. Insomma, in
questa via non esiste un cartello
segnaletico che limiti la velocità
a 50 km all’ora, visto che siamo
in un centro abitato. Se poi questo non bastasse si potrebbe installare un dosso davanti alla
portineria di via Maestri del
Lavoro. Perché il Comune di Milano non fa niente?
Lettera firmata (ottobre)
cheggi. Nella suddetta area si lamenta inoltre la presenza di topi
portatori di molte malattie. Si riscontra anche che nei giardini pubblici adiacenti il Viale Sarca si verificano frequentemente atti vandalici di ogni genere ed imbrattamenti di muri condominiali. I residenti
chiedono l’immediato invio delle
forze dell’ordine affinché controllino il sopraccitato terreno e sgomberino le persone che lo occupano
e facciano l’ingiunzione al proprietario del terreno affinché lo tenga
pulito, anche per il decoro della zona, e perché simili fatti non si ripetano più. Indispensabile anche
il passaggio nel quartiere di pattuglie per un eventuale controllo
dei documenti e per la sicurezza
degli abitanti. Si rende noto che
già un paio di anni fa le forze dell’ordine avevano sgomberato il
suddetto sito in questione per un
analogo problema.
Lettera firmata (ottobre)
STUFI, ARCISTUFI
IN VIA GRAZIANO IMP.
Vi scriviamo a seguito dell’articolo pubblicato sul numero di settembre scorso e intitolato “Viabilità: Riapertura la traffico di via
Graziano Imperatore”. Chiediamo concreti interventi affinché
sollecitamente questa apertura
avvenga, in quanto siamo tutti
stufi, anzi arcistufi di questa gestione della viabilità.
Pina Rosaria, Corradi Rita, Nespoli Pia, Guerra Sandro, Nocci
Ugo, Magni Luigi, Ferro Davide,
Fiorentini Silvana, Bonalumi
Giovanni, Vacca Carlo (ottobre)
NE HANNO DA DIRE
ALLA GRIMM
Al Sindaco di Milano, all’assessore
alla Famiglia Scuola e Politiche
Sociali Mariolina Moioli, al Direttore Centrale Carmela Madaffari,
al Direttore Servizi Infanzia Aurelio Mancini - al Coordinatore Centrale delle Po dei Servizi per l’infanzia Maurizia Pagano - al Dirigente
scuola dell'infanzia Via f.lli Grimm
- p.c. al Consiglio di Zona 9. Siamo
i genitori dei bambini della Sezione
Blu frequentanti il 2° anno presso
la scuola materna F.lli Grimm ed
esprimiamo tutta la nostra delusione e preoccupazione per l’avvio
“disastroso” che questo nuovo anno
scolastico ha riservato ai bambini.
Al rientro dalle vacanze estive la
situazione della Sezione è la seguente. Senza prestare alcuna attenzione alla continuità didattica e
relazionale, una delle due educatrici della classe è stata trasferita in
altra scuola, poiché, essendo stata
assunta a tempo indeterminato lo
scorso anno, ed essendo l’ultima in
ordine di assunzione è stata la prima ad essere trasferita senza tenere in considerazione il fatto che interrompeva un ciclo scolastico.Tale
educatrice è assegnata ad altro distretto e figura come “terza educatrice” in una classe già dotata di
due figure di riferimento educativo
e di fatto è fungere da doa in quella scuola. Nella nostra classe invece è arrivata in sostituzione una
doa precaria che è stata nella nostra classe fino al 22 settembre,
giorno in cui era necessaria in
un’altra scuola, quindi la nostra
educatrice di riferimento si è trovata sola per tutta la fascia oraria
7.30-16.30 con i 27 bambini lasciando noi genitori molto titubanti e preoccupati. Il giorno dopo,
complimenti per la velocità, è arrivata la sostituzione maternità di
un’altra classe, ma la maestra è venuta a “tamponare” nella nostra,
quindi, se anche la sostituzione
maternità rimarrà nella nostra
classe per tutto l'anno scolastico,
cosa succederà il prossimo? Chissà… È vero che è cambiata la circolare, tutti d'accordo, ma è anche
vero che stiamo parlando di ben 27
bimbi che dovrebbero imparare un
nuovo percorso educativo in proiezione delle scuole elementari. Possibile che le istituzioni scolastiche
comunali non abbiano tenuto in
considerazione la qualità della progettazione educativo-didattica che
era stato avviato in modo ottimo
dalle due educatrici lo scorso anno?
Purtroppo non riusciamo a comprendere la logica utilizzata Con la
presente noi come genitori chiediamo: che sia seriamente considerata
la possibilità di reintegrare presso
la Scuola Grimm l’educatrice assegnata lo scorso anno, dando priorità alla continuità del ciclo scolastico e non alla circolare comunale,
che potrebbe essere mesa in atto
successivamente; di essere ricevuti
per comunicare direttamente con
chi ha introdotto queste modifiche
cercando di arrivare a un accordo
che possa soddisfare le nostra
PESTATO
IN MONCALIERI
Il fattaccio di cui sono stato vittima è avvenuto mercoledi 7 ottobre, alle ore 20.30. Stavo uscendo
con la mia bassottina dalla mia
scuola di musica (via Moncalieri,
5) e un balordo (mi pareva pure
drogato) ha dato un calcio alla
mia cagnolina. Alle mie giuste rimostranze, mi si è avvicinao e mi
ha dato una testata, rompendomi di conseguenza il setto nasale.
Poi, mentre io cadevo a terra, mi
ha riempito di cazzotti e calci. Il
balordo, da come mi ha pestato, è
uno che sa lottare molto bene.
Ancor meglio questo codardo se
l’è cavata anche per il fatto che io
ho 60 anni e lui circa 30-35. Dopo
qualche minuto, in cui subivo il
violento pestaggio, qualcheduno
se ne è accorto ed ha chiamato la
polizia. Sono arrivate tre volanti,
ma di costui (e dei suoi amici che lo chiamavano Salvo) si sono
perse completamente le tracce.
Vicini ci hanno detto che costui
sarebbe un drogato che abita nella zona di Via Demonte (Viale
Suzzani). Cosa ho guadagnato
difendendo la mia cagnolina?
trauma cranico, setto nasale rotto in tre punti, escoriazione alla
mano sinistra, escoriazione ai
due gomiti, camicia piena di sangue e da gettare. Ecco Milano,
quando certi balordi godono dell’impunità. Mi auguro che la polizia, considerato che il soggetto
abita in zona, è certamente un
drogato e sapendone il nome, lo
individui e lo sappia condurre a
più miti comportamenti. A me rimane un forte mal di testa e naso “da pugile” mio malgrado.
Alex Schiavi (ottobre)
SENZATETTO
IN VIA VENOSTA
I residenti lamentano da tempo
la presenza di persone che si sono abusivamente insediate nel
terreno recintato e invaso da folta vegetazione ubicato all’incrocio tra viale Sarca e Via Venosta.
Queste persone entrano ed escono dal nascondiglio dopo aver divelto parte della recinzione alle
spalle del gazebo di fiori. I residenti quindi non si sentono sicuri a percorrere i marciapiedi dopo
aver magari lasciato l’automobile
molto distante dalla propria abitazione vista la penuria di par-
aspettative e non per sentire risposte tipo: “Quando noi andavamo
scuola materna avevamo una sola
maestra”, perché viene da rispondere: vogliamo tornare ai servizi di
“parcheggio bambini”? Farli andare in prima elementare senza che
sappiano l’abc? Scrupoloso sarebbe
se provaste a pensare che il Vostro
settore è a stretto contatto con
bambini e non con imposte comunali, strade, edifici o quant’altro.
Onestamente non riusciamo a
comprendere come possa la nostra
scuola essere “a posto” con la nuova normativa e la nostra classe
avere una sola educatrice! Continuiamo a rileggere quanto conte-
questo luminoso esempio di Spa
priva di concorrenza si sono arrovellati per chissà quanto tempo nel
trovare una soluzione che aiuti le
famiglie a risparmiare un po’, visto
anche il periodo di crisi in cui ci troviamo. Cosa ti hanno inventato
questi fantastici managers aiutati
magari da qualche assessore che la
comunità internazionale ci invidia? Se hai più di un figlio iscritto
alla scuola (es: elementare) ti faccio
risparmiare un bel 4% rispetto all’anno precedente. Poffare! Vuoi dire che finalmente qualcuno va incontro alle esigenze di chi tira
avanti “la baracca”? Vuoi vedere
che si sono accorti che la famigera-
Quel cancello è da aprire
esideravo avere informazioni in merito alla chiusura del cancelD
lo posto in fondo alla piccola strada perpendicolare a via Ornato
tra il civico 74 e l’hotel Ornato. Il cancello fino a poco tempo fa permetteva a chi proveniva da nord di Niguarda di raggiungere i giardinetti, l’asilo nido Palanzone e via Adriatico senza transitare da via
Palanzone. La chiusura di questo transito obbliga a passare per forza da via Palanzone e respirare lo smog generato dalle auto perennemente incolonnate. Tale situazione non è ideale per nessuno e soprattutto pr i bambini che devono recarsi al nido generalmente sui
passeggini (ad altezza di scarico). Allego una mappa per identificare
meglio il posizionamento del cancello.
Daniele Ragazzi (ottobre)
nuto nel comunicato dei servizi all'infanzia del comune di Milano,
pagine 9-10 e 16, ma non riusciamo a comprendere come possa corrispondere alla situazione scolastica dei nostri 27 bambini. Infatti noi
genitori non siamo affatto tranquilli, ma credo che non lo sareste
nemmeno voi nella nostra situazione. In riferimento ai servizi della
scuola d’infanzia che il Comune di
Milano ci assicura, Vi alleghiamo
quanto in nostro possesso e quanto
noi contestiamo, leggendo pagina
16 ci domandiamo: com’è possibile
che avete dato continuità didattica
in base all'applicazione del contratto nazionale delle cooperative,
mentre con i Vostri dipendenti non
lo avete fatto? Siamo molto fiduciosi nel fatto che prenderete in considerazione la situazione dei nostri
bambini e cercherete di risolverla
al più presto, così che anche i nostri
bambini possano avere un anno
scolastico “istruttivo” e soprattutto
“sereno”.
Attendiamo un Vostro sollecito riscontro contattandoci tramite una
delle nostre rappresentanti di classe Sig.ra Francesca Cariello.
I genitori dei bambini (ottobre)
I FALSI SCONTI
DELLA REFEZIONE
A Milano Ristorazione Spa. E poi
dicono che chi governa non pensa
alle famiglie. Prendo ad esempio la
Milano Ristorazione, una Spa di
proprietà, di fatto, del Comune di
Milano che ha, di fatto, il monopolio delle mense di tutte le scuole (e
non solo) pubbliche (e non solo) di
Milano (e non solo). I dirigenti di
ta classe media è in difficoltà e gli
stanno lanciando un segnale? Il
4% non è molto, ma è pur sempre
un risparmio e visti i tempi l’ho apprezzato. Passato il primo momento (circa 2 secondi) di stupefatta
ammirazione nei confronti di tanta
sensibilità, mia moglie mi ha destato dal sogno simil-oppiaceo in
cui mi ero calato e mi ha fatto due
conti. In pratica quest’anno su due
figli mi fanno risparmiare 46,8 euro, ma dall’anno prossimo, quando
avrò un solo figlio iscritto alle elementari si riprenderanno in un anno il triplo di quello che mi hanno
fatto risparmiare. Perché, ovviamente, la tariffa più bassa la applicano al figlio più grande, quello che
“uscirà” prima dalla scuola.Quel
lazzarone del piccolino, in più, si è
intestardito nel volere fare le 3
classi che gli mancano in tre anni,
quindi l’aumento del 28,1% sarà
per i prossimi tre anni, salvo ulteriori conguagli. Insomma si riprenderanno 10 volte in tre anni quello
che mi hanno fatto risparmiare
quest’anno. In pratica chi risparmierà veramente da questa operazione sono le persone che hanno
due figli separati da solo un anno
di età oppure chi ha dei gemelli…
vuoi vedere che questi illuminati
hanno visto qualche documentario
su Josef Mengele? In definita la
maggior parte delle famiglie o ha
un figlio o è nella mia situazione
(vedi appunto i riquadri) quindi la
Milano Ristorazioni incasserà più
degli anni precedenti. Dato che sono un ostinato ottimista non mi sono arreso e ho valutato tutta una
serie di motivi che anche i beneme-
Per problemi tecnici abbiamo smarrito la posta elettronica ricevuta tra il 25.09.09 e il 21.10.09 al nostro indirizzo
[email protected] Ci scusiamo con i lettori e li invitiamo a
scrivere di nuovo allo stesso indirizzo ora funzionante.
riti avranno soppesato, nell’ordine:
1) il costo della vita aumenta. Già,
aumenta tutto quindi anche loro
devono fare i conti con l’inflazione.
Perdincibacco, ma l’inflazione non
è prossima alla zero? No, questo
non può essere il motivo. 2) Una
Spa deve anche pensare al profitto,
avranno chiuso i conti in perdita
negli anni precedenti e ora devono
correre ai ripari. Perdindirindina!
No, è una Spa, va bene, ma è una
specie di Onlus, è del Comune e deve fornire un servizio ai cittadini,
mica deve guadagnarci. Poi se sono
stati così bravi da farla andare in
perdita tolgano il disturbo. Il mio
informatore (mia moglie) comunque mi dice che non sono in perdita. Boh! 3) Ci sono, è da un paio
d’anni che fanno delle locandine
strepitose accompagnate da un
marketing di qualità. Santapolenta, ecco il motivo l’ho trovato! In un
libero mercato il markenting è un
costo indispensabile, si ottiene un
ritorno import… Ma quale libero
mercato? Ci sono solo loro! Cosa
fanno il marketing a fare, tanto
sempre loro avranno la commessa?
Comincio a pensar male, che sarà
peccato ma, come dice quel galantuomo (scherzo) di Andreotti, non
si sbaglia. In più sono stanco di
prendermi del pirla da mia moglie
che ha riassunto in modo più pragmatico la faccenda: “Ci stanno ciulando… ancora”. Mah, meno male
che non pago più l’Ici! Concludendo, un colpo di pirla in più o un colpo di pirla in meno mi ostino nella
ricerca, Giobbe era un dilettante…
Cià che dumandi alla sciura Letizia cosa è successo. Magari una ragione c’è. Grazie a chiunque volesse cercare di spiegarmi.
Umberto Arrigo (ottobre)
IL CONTATORE
DELL’OSPEDALE
Dal Corriere. Sono un educatore e
lavoro in una comunità del reparto
psichiatrico del Niguarda. Scrivo
per portare all’attenzione del giornale un fenomeno di sciatteria burocratica e di rimbalzo delle responsabilità a danno dei bisogni
essenziali delle persone che la sanità pubblica dovrebbe sostenere. Da
circa sei mesi, a seguito della sostituzione dei vecchi contatori con
nuovi apparecchi, gli ospiti della
comunità vivono con un contratto
dell’A2A che pemette una portata
massima di 2 kw. A queste condizioni è impossibile condurre una
vita normale, in quanto tale portata energetica è a stento sufficiente
per cucinare (per ragioni di sicurezza gli appartamenti sono dotati
di piastre elettriche); ogni volta che
si cucina, si utilizza lavastoviglie o
lavatrice, è necessario spegnere il
boiler e le luci ed è comunque impossibile usare più di un elettriodomestico alla volta. Questa situazione rende difficoltosa l’igiene personale e una convivenza serena in un
appartamento dove mediamente
vivono 4 persone. A seguito delle
mie numerose sollecitazioni all’azienda ospedaliera e a quella
energetica, mi è stato riferito che
erano necessari dei tempi tecnici
perché il contratto di quel contatore era intestato al Comune di Milano e doveva essere girato al Niguarda. Ora che questo passaggio è
avvenuto - ci sono voluti ben 4 mesi! - stiamo tutti aspettando un intervento tecnico per la ritaratura
del contatore. Sono passati altri sei
mesi e noi stiamo ancora aspettando. Il Niguarda riceve ingenti fondi
della Regione Lombardia da destinare alla comunità. Prendersi cura, sulla carta, di persone svantaggiate ma lasciarle poi in condizione
di dover scegliere tra cucinare al
buio o digiunare con la luce accesa,
che senso ha?
Lettera firmata (ottobre)
INNO
ALLE DONNE MILANESI
Ecco un mio pensierino in rima in
milanese, sperando venga pubblicato. I finester dei dunet in giamò
avert alla matina de bon ura.
Sensa pigrisia salten fora dei cuert
e ai propri homm dan la movuda.
Van a la finestra a guardà de chi
e de là con aria preocupada che
se el vegna a pieuv poden no fa la
brigada. Più se tard van su la ringhera a ciciarà cun qui de sura e
quei de sota e intant el minestrun l’è nella pignata ch’el barbota. A lur pias no stà giuventù
pièna de virulensa, se ricorden
tropp ammò dela guerra, uh
quanta suferensa!
Fiorella Santoro (ottobre)
• A me, toscano verace, è piaciuto.
L’ho persino capito, anche se non
giurerei che la scrittura corrisponda perfettamente ai canoni
del dialetto milanese strenuamente vigilati dal nostro grande
Cominazzini. Quindi, caro
Arturo, una volta tanto - ti prego non limitarti a giudicare la forma (che sì, lo so, è importante) ma
concedici di ammirare la freschezza e l’umanità del siparietto
di vita quotidiana. LA
NIGUARDA
… IO ABITO QUI
Quest’anno si è svolta la terza
edizione della festa di Niguarda,
nata dalla volontà dei suoi abitanti di prendersi cura del proprio territorio, ma soprattutto
per creare momenti di socializzazione, per dare risalto alle potenzialità e alle risorse del quartiere.
Le vie Passerini, de’ Calboli ed
Hermada si sono colorate e rallegrate per l’intera giornata di domenica con gli stand delle Associazioni, dell’Artigianato Artistico
e dell’Associazione Italiana Agricoltura Biologica, con le bande di
ragazzini e genitori affannati nel
partecipare alla caccia al tesoro,
con le musiche e i canti dei gruppi musicali, dei giocolieri e artisti
di strada, con le esibizioni sportive e con i ritocchi artistici dei ragazzi di Brera e dei bambini di
Niguarda. L’evento è cresciuto di
dimensione e partecipazione, acquisendo credibilità e sta diventando, come in passato, un appuntamento atteso. Nell’apprezzare tutto questo è mio piacere
ringraziare: tutti voi che siete venuti alla festa… la vostra presenza è stata determinate per la sua
buona riuscita; avete portato la
vostra voglia di conoscere e scoprire cos’era stato organizzato e
con gioia avete dato la carica per
prendersi sempre più cura del
Quartiere; le associazioni genitori delle scuole Cesari, Cassinis,
Passerini che fisicamente al mattino presto hanno contribuito ad
accomodare le bancarelle e distribuito gli impegni della giornata;
la società Edificatrice Niguarda
che, anche quest’anno e in maniera più significativa, ci ha aiutato concretamente sostenendo
la spesa più determinante per
noi, senza la quale si sarebbe
pregiudicata la possibilità di
effettuare l’evento; il Consiglio
di Zona 9 per aver creduto e sostenuto l’iniziativa con il suo
patrocinio; tutti gli artisti che
sono intervenuti, in maniera
generosa, donando momenti
gioiosi e conviviali; questo spirito di partecipazione è quello
che mi scalda l’animo. Grazie
ragazzi, siete riusciti a regalarci un’atmosfera unica. Non
per ultimo un immenso grazie
a tutto il gruppo degli organizzatori che, nonostante momenti di preoccupazioni e difficoltà
nel progettare un evento basato sul volontariato, hanno unito le proprie energie per realizzare un piccolo cambiamento
alla monotonia e alla chiusura
che spesso una città conduce,
ma soprattutto per la pazienza
che hanno avuto nel contenermi per le mie idee stravaganti.
Augurandoci di migliorare e
ampliare le nostre possibilità
per poter donare una felice
giornata a tutte le persone,
esprimo i miei migliori saluti.
Uno degli organizzatori
Fulvio Orlando (ottobre)
tel e fax. 02/39662281 – e-mail: [email protected]
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