Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ Sex Panic, ovvero la paura dei mostri. La crociata moralistica come forma di controllo sociale? I relatori non hanno rivisto i loro interventi. Roma, 15 luglio 2004 Maria Gigliola Toniollo Sono Maria Gigliola Toniollo, settore Nuovi Diritti. Quella di oggi è una conversazione particolarmente complicata e alla quale tengo moltissimo. Si parlerà dei mostri che popolano molte fantasie, ma che non si fermano alla fantasia, perché sono utili e funzionali al potere e a un certo tipo di governo della società. Si parlerà spero, di diversi argomenti che tratterà tra gli altri il nostro caro amico Vladimir leggendo un articolo che mi aveva molto colpito alcuni mesi fa. Un pezzo che tratta di una materia assai complessa e delicata che sarà ricorrente dentro la discussione, in altre parole la così detta pedofilia. Nell'intento di chi ha pensato di inserire questa lettura, c'è l'idea di offrire un’immagine che contrappone alla sola negazione, se pure si parla di situazioni scabrose e violente, un approccio non esclusivamente repressivo. Buon dialogo! Stefano Fabeni Prima di esporre la relazione vorrei aggiungere qualcosa a quanto detto da Gigliola. La mia prospettiva è principalmente di carattere storico. Vorrei cercare di inquadrare questo fenomeno nell'ambito di quello che nel mondo anglosassone, è definito “Sex Panic” e che va al di là del problema della pedofilia. Vorrei cercare di porre l'attenzione su un fenomeno sociale che poi diventa anche una ordinamento giuridica, una forma di isteria pubblica per la quale si perde anche di vista quello che era l'obiettivo, il punto di partenza e come conseguenza il legislatore, come è successo storicamente, ovviamente ne trae vantaggio, per poi arrivare a quelli che sono altri propositi della norma e della repressione. Mi piacerebbe affrontare la questione in prospettiva storica, proprio per poi consentire ai partecipanti di dibattere in questa cornice, di quello che è il fenomeno della pedofilia di oggi. Allora, partirei da una vicenda dell'Inghilterra di epoca vittoriana. Il 4 luglio 1885 l'editorialista della Pall Mall Gazette, W.T. Stead, informava i suoi lettori, e qui cito: “che tutti coloro che preferiscono vivere nel paradiso di immaginaria purezza e innocenza degli ingenui, egoisticamente ignari delle orribili realtà che tormentano quelli che trascorrono le loro vite nell'inferno di Londra, farebbero bene a non leggere la P.M. Gazette a partire da lunedì prossimo”! Questo era l'annuncio della pubblicazione di un'inchiesta in quattro parti che era intitolata Maiden tribute of modern Babylon che fu una delle più espressive e riuscite operazioni di giornalismo scandalistico del XIX secolo; ed era anche l’inizio di una crociata moralistica che avrebbe significativamente inciso poi vedremo come, sui costumi dell'epoca vittoriana e sulle leggi di tutto l'impero britannico. Cosa rappresentò, come fu costituito questo Maiden tribute of modern Babylon e quali furono le sue conseguenze? Bè, questa iniziativa di giornalismo scandalistico, fu presentata appunto sotto forma di inchiesta che doveva fare luce sulla corruzione dei costumi, sulla diffusione del fenomeno della prostituzione minorile nella Londra bene della fine del XIX secolo. Stead, basandosi sullo stile letterario del melodramma e utilizzando alcuni elementi di realismo dello stile gotico e una buona dose di voyeurismo e pornografia, utilizzò questo genere letterario per raccontare la storia di povere bambine (povere anche nel senso di condizione e estrazione sociale) corrotte da aristocratici viziosi della Londra ottocentesca. L'operazione fu superba. L'uso del melodramma, genere letterario particolarmente popolare tra e nei movimenti femministi della seconda metà del XIX secolo, ebbe un forte impatto sull’audience. La forma letteraria più popolare dell'epoca (anzi in quell'epoca iniziava a tramontare come genere letterario), si avvaleva anche di un discorso di classe per rappresentare la donna vittima ma anche eroina, la donna decaduta da riscattare dalla brutalità dell'uomo aristocratico e dalla sua tirannia sessuale; donna generalmente appartenente alle classi proletarie, che doveva scaturire la pietà e la carità nel lettore o nello spettatore. L'utilizzo di questa formula ebbe un forte impatto sull'audience. Certamente la narrativa nella drammatica era un punto di forza parte anche dell'attivismo femminile della fine del XIX secolo, perché consentiva la rappresentazione del pericolo sessuale, tentando appunto di www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ rappresentare la donna eroina e vittima dello sfruttamento maschile. Sebbene però, il genere melodrammatico fosse in fase di abbandono, tale linguaggio unito al radicalismo popolare e populista rivisse in quest'inchiesta di Stead, in cui la critica ai ceti viziosi della società aristocratica londinese, si frammischiò con il voyeurismo e con una buona dose di puritanesimo. Stead rappresentò nella sua inchiesta l'inferno londinese scendendo in descrizioni di scenari sadici e pornografici, in una cornice di tipo mutualistico. Raccontò di prostituzione, di corruzione di bambine e di vizio criminoso. Non si fermò a questo. Allo scopo di dimostrare la gravità e la diffusione del fenomeno, avvalendosi peraltro della collaborazione di una gestrice di una casa chiusa londinese, procedette all’ acquisto vero e proprio di una bambina dei ceti poveri, che fu venduta dai genitori, rappresentati come disgraziati dediti all'alcolismo, allo scopo poi di porre l'accento sulla tortura sessuale, sulla violazione dell'integrità del corpo femminile, della scientificità di queste torture, cui queste bambine erano sottoposte. Egli stesso la fece sottoporre a esami medici umilianti ed allestì la scena del crimine, la scena della violenza sessuale, che poi non fu mai effettuata, ma descrisse in questa sua inchiesta i fatti e pure la reazione di terrore della bambina. La vicenda di Stead si concluse poi in un’aula di tribunale, ove egli stesso fu condannato per questo fatto, ma la reazione che questa vicenda scaturì fu spropositata. Intanto bisogna dire che l'inchiesta rappresentò in modo fuorviante il tema della prostituzione e concentrò un'attenzione esagerata sullo sfruttamento della prostituzione minorile. Il problema è che la reazione fu davvero estrema, non soltanto da parte delle classi conservatrici o dei gruppi religiosi. I pericoli derivanti dai vizi sessuali furono rappresentati come una questione di interesse nazionale e anche come una questione di classe, proprio per come l'inchiesta era stata presentata. In ogni modo, i lavoratori, i sindacalisti, i movimenti politici di sinistra, si unirono ai conservatori in questa battaglia per chiedere riforme legislative. Nell'estate del 1885 duecentocinquantamila persone parteciparono a Hyde Park, ad una manifestazione pubblica per chiedere l'introduzione di misure per combattere questo fenomeno e naturalmente l'indignazione popolare trovò pronte risposte da parte del legislatore che naturalmente, colse il pretesto per introdurre riforme che andavano bene al di là di quello che era il problema o il falso problema o l'esagerato problema. Proprio nel 1885 il governo inglese introdusse il Criminal Law Amendament Act che innalzò l'età del consenso per le adolescenti da 13 a 16 anni, ma che conferì anche ampi poteri alle forze dell'ordine per avviare azioni penali contro meretrici gestrici di case chiuse e non solo. Si procedette anche all'introduzione del reato di gross endecency, un reato contro il buon costume che puniva con la reclusione fino a due anni, con o senza lavori forzati, una persona di sesso maschile che praticasse in pubblico e in privato atti di carattere sessuale con una persona dello stesso sesso e che fu poi ampiamente impiegato fino a poco tempo fa (è stata abrogato credo nel 2002). Fu ampiamente impiegato per la repressione di ogni espressione di omosessualità che fosse ritenuta un’offesa al pubblico pudore. Non solo! Gli effetti di questa crociata formalistica (sono ben note le conseguenze del puritanesimo dell'epoca vittoriana) si fecero sentire in tutto l'impero con leggi che innalzavano l'età del consenso, vietavano prostituzione e omosessualità (sappiamo tutti quanto questo sia ancora un problema oggi in molti paesi dell'Africa e dell’Asia), inoltre vietavano unioni affettive e rapporti sessuali tra donne indigene e uomini inglesi. Quindi è evidente che questa inchiesta produsse conseguenze spropositate. Questo è un fenomeno ricorrente. Posso dire altri tempi, altri luoghi, ma simili crociate. E allora mi sposterei negli Stati Uniti partendo dall’America coloniale in cui il reato di sodomia aveva come principale obiettivo quello di reprimere atti sessuali non finalizzati alla procreazione, ma anche quello di proteggere i soggetti più vulnerabili da aggressioni sessuali e prima ancora, quello di stabilire e affermare i ruoli e le differenze secondo il modello di divisione binaria tra i generi. In ogni modo la nozione di sodomia, anche nei primi casi che occorsero negli Stati, al tempo colonie americane, non era ben definita. In generale queste norme erano applicate contro tutte le persone e i soggetti che si scostavano dall'ordine binario dei generi e che erano di conseguenza visti come pericolosi per la società. Progressivamente, in particolare in seguito all'emergere della nozione di omosessualità inventata da un gruppo di www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ sessuologi tedeschi alla fine dell' 800, il dibattito sull'omosessualità come condizione patologica e immutabile, inversione o degenerazione biologica, unito ad argomenti religiosi sulla moralità dei comportamenti sessuali, diede origine all'idea di sodomia che conosciamo più di recente. E alla fine del XIX secolo questo fu poi l'obiettivo delle così dette società anti-vizio che si proponevano nelle loro crociate moralistiche, la stigmatizzazione degli omosessuali, anche in quella circostanza, visti come pericoli per i bambini, allo scopo poi di difendere la moralità e i ruoli di genere. Queste battaglie avvennero principalmente nei grandi centri urbani. Anche in questo caso, la reazione da parte del legislatore e della società fu molto violenta. Negli Stati Uniti del dopoguerra, si assistette ad un fenomeno di vera e propria isteria popolare che causò l'esclusione degli omosessuali dalla vita pubblica, la discriminazione degli stessi in particolare sul posto di lavoro e una forte repressione penale. Si passò tuttavia da una condanna del comportamento sessuale, a focalizzare sulla questione della nascente identità e quindi, come dire, a reprimere la persona perché tale, più che non il comportamento. Ma addirittura l'omosessuale divenne, nell'immaginario collettivo, l'aggressore sessuale, il molestatore di bambini e persino una minaccia per la sicurezza del paese; i comunisti erano il pericolo esterno, gli omosessuali erano il pericolo interno. Ero a New York il 28 giugno e ho visto un documentario che parlava appunto della storia dell'omosessualità negli Stati Uniti e gli omosessuali erano rappresentati veramente come pericolo per la nazione, quindi ovviamente, come conseguenza, vi era il divieto per loro di accedere al servizio militare, cosa che negli Stati Uniti è ancora un problema oggi. Vi erano inoltre norme penali che fino al 1960, in alcuni stati, punivano e definivano la sodomia come atto sessuale tra persone dello stesso sesso e che soltanto a partire dal 1961, si è iniziato a depenalizzare. In entrambi i casi, nonostante le differenze storiche e quelle sociali, le crociate strumentali hanno sempre avuto come conseguenza la stigmatizzazione dei cosiddetti sexual outsiders, che potremmo definire devianti sessuali e che poi, nell'immaginario collettivo e attraverso i luoghi comuni, sono diventati i mostri. E allora, a questo punto vorrei stimolare il dibattito su alcune questioni. Appunto, se consideriamo questo fenomeno, in altre parole l'individuazione di un mostro, la stigmatizzazione, la costruzione anche da parte della stampa di una figura che diventa quasi mitologica di mostro, un panico sociale diffuso e la conseguente repressione, dove vuole andare il legislatore? Generalmente l'obiettivo del legislatore va ben oltre quello che è il reale problema. Credo che (e in questo modo arriviamo al problema della pedofilia) sia interessante riflettere sul fenomeno del Sex Panic in questi termini, come costruzione e come responsabilità di diversi soggetti. Come responsabilità del legislatore che peraltro recepisce una direttiva comunitaria. Il problema si allarga rispetto alla legislazione dello stato italiano, ma è un problema anche che al tempo stesso, non divide destra e sinistra. Credo che sia interessante partire dalla costruzione di questo fenomeno che si ingigantisce in questo modo per affrontare il fenomeno della pedofilia oggi, che effettivamente è il nuovo Sex Panic. Abbiamo inserito in cartellina un paio di articoli a questo riguardo, a parte un commento del nuovo progetto di legge, ma ritenevo interessante ad esempio, un articolo comparso sulla Stampa di Torino qualche giorno fa, in cui sostanzialmente, nel descrivere i risultati di un'inchiesta sull'utilizzo della rete telematica da parte di bambini di fascia di età compresa tra gli otto e i tredici anni, in realtà la questione si è rovesciata sul problema del pedofilo che aggredisce, che è nella attesa di aggredire i bambini nel Web; poi tra l’altro, se si guardano i dati di questa inchiesta, veramente non si riesce a capire il nesso tra le due cose. Allora credo che sarebbe interessante aprire la discussione su questi elementi. Intanto sul ruolo fra destra e sinistra, dove stanno le differenze su questo fenomeno, quali sono le responsabilità della stampa e quali sono i propositi del legislatore oggi rispetto alla pedofilia. Occorrerebbe chiedersi se l'obiettivo reale poi di queste iniziative legislative non sia la libertà di espressione, la libertà di circolazione di informazioni attraverso la rete o semplicemente ed anche, così come è avvenuto già nell'Inghilterra dell'epoca vittoriana, il controllo dei corpi o il controllo delle menti. A questo punto, però, parlando del fenomeno sociale e della considerazione sociale della pedofilia passerei la parola a Vladimir Luxuria che ci leggerà un articolo tratto dal Foglio su una vicenda verificatasi in Inghilterra. www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ Vladimir Luxuria “ Il mite pedofilo” In una cittadina che nessuno conosce, Redcar, nel cuore del grigio anonimato britannico chiamato provincia, un vecchio pedofilo acclarato di 73 anni è stato ammazzato in casa. Il suo nome era Arnold Hartley e gli abitanti di Redcar e della sua strada lo conoscevano da sempre, sapevano dei reati che si era macchiato e avevano provveduto a isolarlo in una solitudine punteggiata di miseria. Sui giornali britannici che hanno dato tanta rilevanza al caso, una specie di complemento all’altra grande notizia di cronaca nera che scuote il regno unito, la confessione di Ian Huntley, l'omicida di Holly e Jessica, altro caso di estrema aggressione ai danni dei piccoli a scopo di sesso, violenza e di un terminale turbamento indotto da gravi corto circuiti psicosociali; insomma in questa seconda notizia su come i giornali possano mettere a repentaglio la vita dei figli, Times e Guardian hanno pubblicato una modesta foto tessera di Arnold. Nel riquadro si vede effigiato un vecchio con un occhio oscurato da un cerotto, una figura penosa, residuale, sbiadita. Eppure, poco a poco quel volto senza faccia si è fatto strada nei media non tanto per le modalità della sua eliminazione, un'esecuzione messa in atto da qualcuno che sentiva il richiamo di ripulire il quartiere, ma per come è stata accolta nell'alveo esistenziale che aveva generato e conteneva la vita di Hartley. Nel quartiere era “il maiale”. Di lui i vicini sanno tutto perché in realtà non c'è niente da sapere. Ha abitato sempre con la vecchia madre finché lei non è morta quindici anni fa. Aveva un fratello svanito nel nulla. Non si vedeva mai in giro, acciaccato com’era e cosciente della riprovazione che accoglieva la sua presenza. Qualche pensionato ricorda di averlo visto spesso a fare la spesa in un hard discount alle sei di mattina farfugliante, vestito con una tuta macilenta e scarpe spaiate. Ciò che resta di un uomo dunque, uno che aveva rinunciato a riparare i vetri delle finestre che gli uomini del quartiere prendevano a sassate la sera tornando dal pub. Hartley nel 2001 aveva fatto dodici mesi di galera per scontare la sentenza che lo aveva riconosciuto colpevole di molestie a una ragazzina sotto i quattordici anni, nonché di gravi atti di esibizionismo. Questo era il fatto accertato, ma attorno a lui le chiacchiere proliferavano ed è impossibile distinguere il vero dalle leggende metropolitane. Insomma, tutto il quartiere era convinto che quel vecchio per anni avesse coltivato l'abitudine di attirare in casa ragazzine col miraggio di regalini e che una volta dentro l'antro squallido, tentasse di infastidirle fino al momento di una frettolosa e vergognosa soddisfazione. I reporter arrivati a Redcar seguendo il filo della storia però, hanno sottolineato le sue incongruenze. Non che Hartley fosse in qualcosa diverso da un pervertito triste, non che la situazione di silenziosa persecuzione non fosse un fatto accertato e condiviso dalla comunità. Lo strano è il senso di vuoto, il vuoto nella sua vita, in quegli interminabili settantatrè anni in cui è impossibile inquadrare qualcosa di tangibile al di fuori della condanna arrivata a sfiatare una consolidata reputazione di perversione. Non un'amicizia, un rapporto, un lavoro, una parola ricordata. Arnold era solo il maiale e come tale, alla fine, è stato scannato in casa, a colpi di martello che gli hanno sfondato il cranio. L'altro vuoto assoluto, pneumatico, in questo angolo di Inghilterra che fa della negazione e del grigiore la principale attrattiva turistica è il vuoto che ha circondato questa fine annunciata. Pare che infastidire Hartley e sottoporlo a ogni genere di vessazione, insulto, umiliazione, fosse regola consolidata nel quartiere. In un certo senso il risultato del verdetto della giuria popolare collettiva, decisione non scritta, ma approvata a larghissima maggioranza. Se il mostro doveva continuare a vivere tra loro, la comunità si sarebbe occupata di addomesticarlo, di punzecchiarlo fino a farlo pentire di essere venuto al mondo; di umiliarlo come la sua vergognosa natura meritava. Quindi, quando qualcuno per vendetta o per alcoolica applicazione della sentenza ha pensato bene di porre fine ai giorni di Hartley, di passare insomma all'esecuzione, da parte della comunità stessa, non c'è stato il minimo segno di riprovazione. I quotidiani inglesi e i servizi tivù rimandano le voci di intervistati che dicono che se l'aspettavano, che gente così è meglio che sparisca dalla circolazione, che Arnold si è scelto da solo il suo destino, che non si capisce perché i pedofili non finiscano in una delle isole che circondano il regno. Ha funzionato per debellare l'invasione di conigli, funzionerebbe anche con www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ questi mostri! Quando la polizia locale, istituzione ben voluta è sempre coadiuvata dalla comunità, ha emesso un appello perché chiunque fosse in possesso di informazioni relative al fatto di sangue contattasse un apposito numero telefonico, semplicemente non ha chiamato nessuno. Mai successo! racconta un ispettore - di solito veniamo inondati di chiamate- qui solo silenzio! Per Redcar il caso è chiuso. Se sei un pedofilo famoso dunque, preparativi per l'ultimo rush di celebrità, anche se potrebbe portarti dritto alla crocifissione. Se sei un vecchio pedofilo inutile, che provoca ripugnanza nel mondo che ha la sventura di ospitarti, aspettati solo il colpo finale. Di fronte a questa storia di destino ineluttabile, di fatalismo animalesco, il problema va almeno dichiarato. La società si dimostra impreparata a confrontarsi col suo ennesimo vizio di forma, con uno dei suoi tanti difetti di funzionamento; infastidita, tutt’altro che interessata a saperne di più. In Canada è in svolgimento un esperimento di recupero dei pedofili, con casi a basso e medio rischio e Arnold era stato classificato dagli psicologi a medio rischio, attraverso il loro reinserimento nel tessuto sociale. Le comunità, tramite nuclei specialistici dedicati, sono incoraggiate a offrire opportunità di riscatto ai propri peccatori, rompendo il muro di isolamento che spesso è il motore della loro condotta. I risultati sono eccellenti, ma una sostanziosa parte dell'opinione pubblica è tutt’altro che favorevole all'iniziativa, sostenendo che così si dedica più attenzione al recupero del carnefice che alla convalescenza della vittima. Di sicuro, l'annullamento del problema nel silenzio di Redcar, le martellate, la finale, sono solo una condizione bestiale e ipocrita. Pare che tre mazzi di fiori siano stati depositati sulle scalette della sua brutta casa. Conviene ripartire da quello smunto segno di pietà." Stefano Pistolini da “Il Foglio”, 2003. Roberto De Felice Inizierei anche solo un superficiale esame di materiale normativo, nonché del materiale che è in corso di essere, come il disegno di legge Prestigiacomo. Questo superficiale esame rivela un profondo scollamento tra quella che è la realtà che ci dice la clinica psichiatrica e sessuologica e quelle che sono le intenzioni del legislatore. Ora, che mi si venga a qualificare bambino e quindi persona da proteggere particolarmente ogni minore di anni 18, mi pare al di fuori della grazia di Dio. Mi sembra una cosa assolutamente irrazionale, considerato che vi sono taluni di questi minori che possono addirittura legalmente contrarre matrimonio; in Italia a 16 anni con l'autorizzazione del tribunale dei minori, in altri paesi dell'Unione Europea non lo so, ma comunque mi pare in Spagna ancor prima, e che comunque in generale vi sono sul codice penale le norme che già proteggono l'abuso dei minori e che fissano quella che viene detta l'età del consenso, cioè l'età a partire dalla quale si può immaginare che il minore possa validamente prestare consenso a un atto sessuale. Consenso che appunto, può essere prestato ad un’età che è fissata in 14 anni in Italia e in 12 anni in Spagna, cosa che mi ha fatto drizzare i capelli, visto che ho un figlio di dieci anni e mezzo pertanto, va bene, non lo manderò in Spagna, per non fargli fare troppi guai. Questa normativa con un palese eccesso di potere legislativo diremo, amplia la soglia, anzi amplia le fattispecie di incriminazione anche a fatti che secondo me sono più piccoli di quelli che vengono puniti dalle ordinarie norme sulla tutela della persona e dell’ integrità sessuale dei minori. Mi pare che sia molto meno grave, il fatto di essere presi o meno in una sessione fotografica o cinematografica per un minore che può validamente prestare il consenso a fare l'amore con chi gli pare, magari un diciassettenne pensiamo, che poi insomma, immagino le difficoltà che avranno le procure a dimostrare il dolo del detentore di un film pornografico, per dire: ma questa ha diciassette anni o diciannove? È difficile. Ecco mi pare che quest’ampliamento della tutela penale sia assolutamente, da respingere e da rifiutare, perché appunto colpisce un fenomeno per il quale sarebbe come colpire la pornografia in quanto si presuma che sia prostituzione. Ma qui stiamo veramente esagerando E quindi leggo dietro questa evoluzione, peraltro promossa in sede europea, del diritto penale qualcosa di molto pericoloso, una caccia alle streghe, molto probabilmente anche la proiezione da parte di quei politici che credono di rappresentare tutta la società, ma probabilmente in questo caso la rappresentano in buona parte, rispetto ad un senso di www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ colpa collettiva, o di sensi di inadeguatezza che probabilmente in tutte le epoche hanno dato adito alla caccia alle streghe di turno. Ora, per quanto riguarda invece la normativa, che peraltro in Italia già esiste, sulla repressione della pedopornografia, dobbiamo intanto occuparci di quello che sta per essere approvato, cioè l'incriminazione con la stessa pena, solo che ridotta di un terzo, della così detta pedopornografia virtuale. Quindi si parla anche di persone che hanno magari venticinque anni ma che sembrano averne dodici, oppure di persone che hanno caratteristiche fisiche particolari, o di disegni tridimensionali che in qualche modo rappresentino credibilmente atti sessuali da parte di minori da tutelare. Ecco, il problema cui è piuttosto serio. La relazione del ministro sostiene che questo reato sarebbe un reato ostacolo e che servirebbe in sostanza a bloccare la diffusione di siffatto materiale, che è tale da incentivare quei comportamenti devianti tali a loro volta da originare ulteriori condotte lesive del bene giuridico finale, dell'integrità fisico psichica dei minori. Bhè, io esprimo qualche perplessità sul punto, perché il diritto penale è una cosa diversa dalla teologia. Allora, il diritto penale punisce dei comportamenti concreti e dovrebbe punire delle offese di beni giuridici tutelati dalla costituzione, che non siano rinchiusi nel cervello, che non fuoriescano insomma dal cervello del reo, dell'autore; invece, com’è noto la teologia cattolica punisce anche l'intenzione di peccare. Ora, il fatto di procurarsi un manga giapponese, che rappresenta porcherie innominabili, irriferibili e vomitevoli, bhè, quale danno fà, qualche danno è, perché l'autore del manga non è una persona quindi, chi ha ceduto questa immagine, chi l'ha commercializzata e poi quindi l'ha fatta arrivare magari con una catena incredibile al reo, non è che ha commesso un abuso sessuale; ha semplicemente fatto un disegno. Disegno che può piacere o non piacere, può fare schifo, anzi mi fa schifo, però altri lo possono trovare per esempio artistico. Ma non vi è stata un'offesa ulteriore, anzi non c'è stata offesa di alcun bene giuridico. Ora qui il legislatore mi sembra che dica che se uno fa una certa cosa, necessariamente dovrà farne un'altra. Benissimo, allora uno non dovrebbe consentire che aprissero i bar, perché se uno va al bar beve e se beve si ubriaca e se si ubriaca poi guida la macchina e va fuori ecc... Questo è un ragionamento che non regge un serio esame di razionalità della legge. Che poi il nostro ordinamento abbia varie figure di reati ostacolo, questo non è più di tanto una buona ragione per introdurne un altro, visto che c'è una sentenza della corte costituzionale. Mi ricordo per esempio la sentenza su quella strana contravvenzione ecco: possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli; era l'articolo 707. Ecco perché, questa contravvenzione puniva chi aveva determinate caratteristiche, chi determinati precedenti penali, se veniva trovato in flagrante possesso di chiavi alterate o contraffatte. Già qui: chiave alterata o contraffatta è qualcosa che ci può fare pensare che l'offesa del bene giuridico proprietà altrui, è prossima. Ma la corte costituzionale ha ritenuto che questo reato, almeno per quanto riguarda determinati eventi, condannati per mendacità, ammoniti, sottoposti a misure di sicurezza, cauzione di buona condotta, fosse contrario al dettato della carta costituzionale. Così anche l'articolo successivo, il possesso ingiustificato di valori., da parte delle stesse persone, è stato dichiarato nel '96 incostituzionale nella parte in cui sanziona penalmente il processo ingiustificato di denaro, oggetti di valore e di altre cose non confacenti allo stato di possessore, allo stato appunto del possessore. Quindi, mi pare che introdurre questa ulteriore fattispecie di reati sia fare dei passi indietro. Oh, questo che ho detto, secondo me, vale per la pedopornografia virtuale, ma vale anche per altre ipotesi. Io credo intanto, visto che poi le analisi del fenomeno ce l’ hanno purtroppo dimostrato, che quelli che chiamiamo commercianti, coloro che fanno fruire questo materiale, utilizzano quattro tipi sostanziali di immagini. Allora, i primi due tipi sono immagini assolutamente non riproducenti atti sessuali. Il primo tipo sono immagini che addirittura secondo me creano ancora più risentimento, in quanto potrebbe essere coinvolto veramente chiunque di noi, magari un'immagine ripresa di un bambino sulla spiaggia che sta giocando. Cose assolutamente non contestualizzate. Il secondo tipo di immagini, pure non riproducendo atti sessuali, riproduce comunque queste persone in pose provocanti, ma non oscene. Allora, qua bisogna distinguere: nel primo di questi casi che offesa giuridica c'è stata? Bhè, certo il fatto di vedere, di sapere che il proprio figlio, il proprio nipote sta su un sito così, perché è stato ripreso su una spiaggia mentre stava giocando, desterebbe l’ira furibonda di www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ chiunque. Però, in questo caso, almeno l'ordinamento ritiene che ci siano delle violazioni di carattere civile, insomma delle forme di violazione della privacy, del diritto alla propria immagine che hanno già una loro sanzione, che tradizionalmente non è mai stata di tipo penale. E nel secondo tipo quindi, come si fa a punire chi detiene un'immagine del genere? Il legislatore fa grosso modo questo ragionamento: se non ci fosse il consumatore, non ci sarebbe chi organizza tutta questa cosa. Eh, d'accordo, però vi faccio un esempio pratico così spero di essere chiaro: furto e ricettazione. La ricettazione è punita non solo perché se non ci fossero i ricettatori, poi il ricettatore può essere chiunque, insomma altrimenti non ci sarebbero i furti; la ricettazione è punita perché aggiunge qualche cosa, cioè aggiunge una lesione ulteriore al bene giuridico già offerto. Il ricettatore che porta la macchina in Polonia e non la ritrova più. Invece nel caso di cui ci occupiamo, il male, l'offesa del bene giuridico è già stata fatta, è già stata compiuta e quindi non credo che possa essere ulteriormente approfondita da ipotesi di mera detenzione, cioè quella dell'articolo 600 quater del codice penale. Tutto appunto sa di isterismo e tutto invece fà poco pensare purtroppo a quello che dovrebbe essere un serio impegno del legislatore e della polizia a colpire, prevenire questo gravissimo reato e comunque il fatto che esso sia considerato una piaga sociale. Una piaga sociale è comunque un reato che si commette ad ogni cantone, una cosa che non ci fa stare tranquilli, non è così. Fortunatamente le statistiche giudiziarie ci provano che questo non è vero; è un gravissimo reato. Emotivamente, anche se giuridicamente non me lo posso permettere, farei a cubetti chi lo commette; poi abbiamo letto quella cosa e vediamo quanto tutti, quanto io stesso, partecipiamo a questa isteria collettiva. Ma ecco, insomma, io invocherei un po’ più di serietà, cioè considerare la cosa come un grave delitto, approntare degli strumenti seri, approntare con tutte le opportune garanzie processuali e quindi colpire chi si deve. Altrimenti noi ci troveremmo di fronte ad uno stato che si preoccupa soltanto di punire il ragazzino che con il compagnuccio di scuola si scambia i manga eccetera. Lo trovo assolutamente inaccettabile. Franco Grillini Io volevo dirvi poche cose prima di salutarvi, cosa di cui mi scuso, ma si passa in queste giornate da una riunione all’altra e la discussione in commissione giustizia sulla legge sulla pedofilia è iniziata da qualche mese e in questo momento però, l'argomento non compare nelle convocazioni della commissione stessa. Non so se non compare per decisione del presidente della commissione, perché non c'è accordo nei partiti della maggioranza, o perché c'è un ingorgo. Forse questa è la motivazione più probabile, perché è una delle leggi manifesto che a questa maggioranza di governo piace molto e che presumibilmente vorrebbe vedere licenziata prima della fine della legislatura. Il paradosso è che ci sono molte proposte di legge; non c'è solo questa. Questa è la proposta di legge del governo, ma ci sono mi pare una decina di proposte di leggi presentate dalle varie forze politiche sulla materia e il relatore, in questo caso come voi sapete, è il presidente della commissione giustizia che appartiene alla maggioranza, l'avvocato Pecorella. Non dà quasi mai il compito di relatore ad un membro dell'opposizione, ma in questo caso è stato così. Quindi il relatore della nuova legge sulla pedofilia sarebbe Marcello Lucidi. Tuttavia noi non sappiamo ancora quale sarà il testo base; presumibilmente a maggioranza, quando perlomeno questa è la prassi, quando arriva la proposta del governo, nel comitato ristretto che decide qual è il testo base, avviene un voto ponderato, vale a dire non si vota il numero dei presenti, ma si vota secondo la rappresentanza della propria parte e quindi il voto viene a maggioranza. Per cui, se ci sono due esponenti della maggioranza, dovrebbe non esserci nessuno perché il testo base non fosse approvato nella formulazione in cui è proposto dalla maggioranza; il che ovviamente non è, basta anche la presenza di pochi esponenti della maggioranza per affermare che il testo base su cui si discute è quello lì. Io ho già suggerito le dimissioni del relatore nel caso che il testo base sia uguale a quello del governo e comunque anche gli altri non è che siano molto meglio del testo del governo. C'è già stata una discussione in commissione giustizia, che è la commissione cui si discutono pressoché tutte le questioni che riguardano il sesso che passano dal parlamento e non a caso c'è attualmente il provvedimento in discussione che è quello della prostituzione, anch’esso www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ momentaneamente scomparso all'ordine del giorno della commissione stessa. E anche qui abbiamo già avuto modo di discutere in questa sede, del progetto di legge sulla prostituzione; ma io credo che quando si parla di Sex Panic, complessivamente ci si riferisce alla situazione italiana. Il progetto di legge anche lì, del governo, adottato come testo base, sul quale è già iniziata l'operazione di emendamenti, votazione degli emendamenti all'interno della commissione, operazione ripeto temporaneamente bloccata. Tra l'altro penso che sia del tutto irrituale che anche in sede di commissione si inizi la votazione degli emendamenti, che sono circa 130, tutti gli emendamenti del centro sinistra respinti, tranne un paio dello SDI però del tutto secondari rispetto all'impianto della legge. Del tutto irrituale che si inizi la votazione degli emendamenti e poi dopo non se ne parli più. Sappiamo che ci sono delle contraddizioni all'interno della maggioranza, tra chi propone quel testo e chi lo vorrebbe ulteriormente peggiorare; in particolare l’UDC, per questo io consiglierei, viste le vicende di questi ultimi giorni, di non vedere nell’UDC una sorta di sponda sinistra, perché su tutta una serie di tematiche, l’UDC ha posizioni assolutamente reazionarie, se non peggio, per non usare termini anche peggiori. Sostanzialmente i componenti dell’UDC vorrebbero trasformare la prostituzione in un reato tout court, quindi reato per i clienti e reato per le prostitute e i sostituti; esattamente come vorrebbe fare la gerarchia ecclesiastica. Poi noi tutti sappiamo bene che se la prostituzione diventasse un reato sia per le prostitute che per i clienti, un pezzo rilevante di gerarchia ecclesiastica dovrebbe finire in galera. Ma questo vale anche per la pedofilia, ovviamente! Per non parlare dei miei colleghi. Il progetto di legge sulla prostituzione fa riferimento ad una presunta emergenza di presenza di prostituzione sulle strade che è tutta da dimostrare, perché tra le altre cose, la legge Bossi-Fini che, per chi non lo sapesse, è stata dichiarata sull'immigrazione questa mattina parzialmente incostituzionale dalla corte costituzionale, soprattutto per quanto riguarda la garanzia al diritto di difesa della persona immigrata che sta per essere espulsa, la legge Bossi-Fini ha, di fatto, sgombrato le strade dalla prostituzione delle immigrate extracomunitarie. Voce fuori campo: oggi la ADNKronos, probabilmente sbagliando, errore diciamo tecnico, titola: abrogati alcuni articoli perché l'immigrato è un essere umano! Hanno fatto questa scoperta, probabilmente invece era un errore giornalistico. Lapsus freudiano! Respira anche lui, mangia anche lui! Visto che la lega sostiene il contrario, perciò forse è una precisazione necessaria! Io ho già ampiamente raccontato che nel dibattito sulla prostituzione si è detto in commissione di tutto e di più, in particolare l'ultima volta c'è stata una litigata furibonda con il sottoscritto che aveva perso completamente le staffe, cosa che in realtà non è che mi succeda di frequente, ma poi la conseguenza è stata che l'argomento non è più stato messo all'ordine del giorno. Probabilmente ricomparirà quando presumibilmente il cavaliere o questa maggioranza avranno risolto problemi che attualmente sono ritenuti più urgenti e quindi francamente non è dato sapere quando. Qualcuno sostiene che in realtà l'argomento sarebbe ormai accantonato, ma insomma non sappiamo. Quindi, staremo a vedere. Stessa cosa vale per il progetto di legge sulla pedofilia, che contiene alcune aberrazioni, come ha ben detto chi è intervenuto prima di me, come quella che condannerebbe anche il detentore di materiale pedopornografico con soggetti maggiorenni ma che sembrano minorenni. Questo è detto con molta chiarezza nella legge, oppure chi possiede o detiene disegni esplicitamente pedopornografici. Qui è del tutto evidente che siamo di fronte ad un uso strumentale del Sex Panic, delle paure di massa, del mostro, perché in realtà questa proposta di legge a mio parere, l'ho già detto esplicitamente intervenendo per ben tre volte in commissione giustizia quando si è parlato di questo argomento, l'intenzione del controllo di massa, di una sessuofobia che utilizza le paure del mostro per utilizzare anche le forze dell'ordine in operazioni indiscriminate di controllo e di repressione, i cui esiti non sono dati sapere. Ho chiesto al presidente della commissione, anche al ministro Castelli in un’occasione, ho chiesto anche ai sottosegretari presenti, ufficialmente, formalmente, che fosse messo a verbale uno studio sui risultati di queste operazioni spettacolari di polizia che sono annunciate con l'effetto che ognuno può immaginare, con i titoli di testa dei www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ telegiornali di prima serata, con titoli sparati su tutta la stampa nazionale, perché poi andrebbe anche valutato l'atteggiamento della stampa, che a mio parere è molto corrivo con l'idea di sbattere il mostro in prima pagina. Salvo poi, quando ci si accorge, in una parte rilevante di casi, che c'era poco o nulla dietro questo mostro, ovviamente non permette di comunicare la notizia con lo stesso risalto! Da questo punto di vista io credo che andrebbe fatta una riflessione approfondita perché a mio parere c'è una richiesta, sia pure inconsapevole, da parte dell'opinione pubblica di notizie morbose e più sono morbose e più sono interessanti, da sbattere in prima pagina. Lo dimostra il fatto che i giornali che comunicano queste notizie con dovizia di notizie, scusate il gioco di parole, quando ci sono casi particolarmente eclatanti aumentano la tiratura delle vendite. Io mi sono proprio interessato a questo dato; spesso e volentieri ho chiesto anche, e i giornali aumentano le vendite. Quindi, a mio parere, la notizia sparata in un determinato modo, con articoli che descrivano il fatto nei minimi particolari, se voi leggete alcuni articoli anche del Corriere della Sera, di Repubblica, di molte altre testate, insomma, ci sono articoli che non hanno nulla da invidiare a racconti pornografici allo stato puro; con l'insistenza del cronista su tutti i dettagli. E questa ve la dice lunga sul fatto che c'è una morbosità di massa, che da un lato grida al mostro al mostro e dall’altro ricerca notizie “particolari”. I giornali vendono di più, i telegiornali sono più ascoltati se ci sono notizie di un certo tipo. Quindi, si stabilisce un corto circuito tra la morbosità di massa, fenomeno che tra l'altro è stato ampiamente riconosciuto e dibattuto e il modo stesso di comunicare la notizia. Ma quest’ultimo, crea un allarme sociale che a sua volta spinge poi l'autorità politica, l'uomo politico, o le forze di governo, a premere l'acceleratore su provvedimenti sempre più repressivi in modo indiscriminato, nascondendo o nascondendosi quelle che invece sono le vere strategie per impedire ovviamente le violenze sessuali, le aggressioni sessuali; per impedire la pedofilia che avviene in ambito essenzialmente intra familiare, perché almeno il dato, da questo punto di vista, l’abbiamo. Il dato delle statistiche sui processi, quello c'è; ce l’ha l’ISTAT, ce lo dicono i tribunali e sappiamo che percentuali pressoché plebiscitarie, che si avvicinano molto al 100% (siamo attorno al 95, 98%), ci dicono che i fatti di violenza sui minori, le aggressioni sessuali sui minori, avvengono essenzialmente all'interno delle mura domestiche o nei pressi di persone che vivono intorno alla famiglia. La pedofilia intesa come reato effettivo, è un fatto essenzialmente familiare, della famiglia tradizionale, quella composta da un uomo e una donna regolarmente sposati, benedetti dall'articolo 29 della costituzione della Santa Madre chiesa cattolica. Questa è la realtà dei fatti. Come si sa, nei discorsi si tiene il boccone migliore alla fine, come nelle cene! Allora, noi abbiamo questa cosa bizzarra e curiosa per cui sappiamo che cosa è il fenomeno aggressione sessuale sui minori e in particolare sui bambini; poi io sono d'accordissimo con te che va fatta una discussione su questa faccenda dei minori, perché non è accettabile che qualsiasi cosa con un minore di 18 anni, considerato che la legge definisce la maturità sessuale a 14 anni, sia definita pedofilia. Questa è una roba che bisognerà chiarirci una volta per tutte. Qui poi il discorso sarebbe molto lungo, io mi limito all'oggetto e alle cose che stavo già dicendo. Allora, questi ragionamenti li ho già fatti anche in sede di commissione e ho detto che a mio parere l'insistenza su internet da parte del governo e delle forze del centro destra, considerato questo tipo di riflessione e considerato che si trascura a mio parere, a questo punto volutamente, un intervento di prevenzione sulle aggressioni sessuali in ambito familiare, evidentemente è perché qualcuno pensa che esista una pedofilia buona, sopportabile, di cui non occuparsi e una pedofilia cattiva, verso la quale deve essere indirizzato il pubblico ludibrio popolare, con opportune metodologie, in modo tale che un mostro sia offerto all'opinione pubblica per il linciaggio, che in alcuni casi può essere solo mediatico, in altri casi arriva all'omicidio vero e proprio. Poi ho chiesto se siamo contrari alla pena di morte, lo siamo in tutti i casi, quindi anche nel caso della pedofilia e dei pedofili. Per non parlare di pedofilia familiare e di pedofilia nel mondo religioso. Tra l'altro quando io sono intervenuto su questo tema, c'erano tutti i telegiornali, il Papa che si era scusato, io credo che il Papa si sia già scusato di queste robe per quattro o cinque volte, pubblicamente, un paio di volte all'Angelus, una lettera ai vescovi americani, una lettera ai vescovi irlandesi, una lettera ai vescovi canadesi. C'è una www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ richiesta sterminata di scuse per i preti che allungano le mani. Ora, su questa faccenda dei preti che allungano le mani, noi siamo di fronte a un pregiudizio popolare. Sapete, noi abbiamo discusso spesso di pregiudizi. Io mi batto da una vita contro i pregiudizi. Siamo di fronte a un pregiudizio che riguarda i preti: che i preti allunghino le mani è vox populi e d'altra parte, è anche comprensibile che allunghino le mani perché non è pensabile che a una persona adulta sia precluso l'esercizio della sessualità, senza che questi abbia delle conseguenze. Quindi, la devianza sessuale del personale religioso, obbligato al celibato e alla castità, (poi qui c'è il discorso sulla castità se inteso come fedeltà, quindi come assenza di sesso oppure se si può fare sesso, ma deve essere sesso fedele e comunque nel caso dei preti non può) questa discussione è di lana caprina, perché non possono fare sesso, non potrebbero! Non potrebbero e non possono farlo secondo il diritto canonico, secondo la dottrina di Santa Madre romana chiesa cattolica. E quindi noi siamo di fronte a un gigantesco fenomeno planetario che riguarda il personale religioso cattolico di preti che allungano le mani. Io la rappresenterei con una gigantesca mano sulla testa dei bambini e devo dire francamente, l’ho espresso anche in sede di commissione, se avessi dei figli avrei veramente dei problemi a mandarli a scuola privata cattolica, perché come dire, sono notizie pressoché quotidiane. Era una notizia dell'Unità di ieri l'altro, quello della condanna patteggiata di un prete, che pure è stato attualmente promosso, per molestie sessuali su minori che gli erano stati affidati. Sono notizie quotidiane le vicende di risarcimento di danni negli Stati Uniti; è la notizia che riceve Enzo Marzo che il vescovo di Boston, che tra l'altro era in odore di candidatura papale, era uno dei papabili, e forse è per questo che l'hanno portato a Roma, eh? Come l'austriaco, come il caso dello scandalo che addirittura su Gay News c'è la foto. Oltretutto mi hanno mandato le foto di questo vescovo austriaco, dell'ultimo scandalo proprio di questi giorni e devo dire che basta vedere la foto, insomma, in certi casi, adesso non per fare il lombrosiano, però, insomma, grassoccio, untuoso, eccetera, eccetera. Io stesso, ho un'esperienza personale di preferito dal mio prete e il problema era che faceva veramente schifo; almeno fosse stato carino! Era una cosa veramente inquadrabile, questo prete e motivo della mia rottura con la fede cattolica. Insomma, io ero un chierichetto. Ero il preferito del prete anche perché ero uno dei più assidui, ma quello continuava a dirmi andiamo a far due chiacchiere in sacrestia. E mi avevano avvisato: se ti dice andiamo, tu non andarci e io chiedevo perché, ma perché? Più che chierichetto ero uno che trafficava in parrocchia; mi annoiava servire messa, la trovavo una cosa noiosissima. E non avevano neanche spiegato, mi avevano detto, se ti chiamano, non andarci! Io chiedevo perché? Tu non andarci! Fidati! Io volevo concludere dicendo questo esplicitamente, voi volete coprire la pedofilia dei preti e la pedofilia familiare, sviando l'attenzione sul fatto di cronaca sulla cui rilevanza, sulla cui gravità, c'è tutto da dimostrare. Io ho chiesto i dati di tutti gli interventi di polizia di queste maxi operazioni pubblicizzatissime, dove centinaia di poliziotti invadono le case private alle cinque del mattino, sequestrando e quant'altro, svegliando interi condomini, eccetera. Nessuno è ancora riuscito a sapere qual è l'esito finale di questa operazione. Noi non abbiamo i dati di quanto è accaduto! Ci dicono numeri strabilianti in queste trasmissioni che sbattono il mostro in prima pagina, ma nessuno ci ha raccontato come sono andate a finire sul piano processuale. Quante persone sono state effettivamente condannate e con quali fattispecie di reato. Tra l'altro, io ho sottolineato che in questi casi, visto l'allarme sociale, di cui anche i media, per il meccanismo che prima vi dicevo, sono protagonisti, la perquisizione e spesso e volentieri l'avvio pubblico delle indagini su una persona, coincide con la condanna. Qui c'è il problema dell'errore giudiziario! Non a caso a Milano si è formata un’ associazione di persone vittime di un pubblico ministero che ha fatto numerosissimi errori, rovinando letteralmente la vita, la reputazione di un gran numero di persone. Quindi esiste un’ associazione, se mi veniva in mente prima vi suggerivo di invitarla. Ci sono errori giudiziari clamorosi su questa materia; penso per esempio a un signore di Imola che, fotografando sua figlia al mare, di cinque anni nuda (molti tengono i bambini nudi al mare) e portando le foto a far sviluppare (adesso con la fotografia www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ digitale questo è un problema che sarà superato) il fotografo le ha passate direttamente alla polizia. Questo è stato arrestato; non c'è stato verso per il poveraccio di spiegare perché aveva portato questo tipo di foto, lui diceva che era sua figlia, ma è stato arrestato e si è fatto sei mesi di galera, licenziato dal lavoro, cacciato di casa, le ha subite tutte e vi potete immaginare poi come è finito con nome e cognome su tutta la stampa locale e ovviamente, nel momento in cui finalmente il magistrato gli ha dato ragione e lo ha liberato dal carcere, non ci sono santi che tengano, non c'è nessuna azione che consenta a una persona di questo tipo di recuperare la propria onorabilità e la propria reputazione. Così dicasi per quel nonno che su una spiaggia di Barletta faceva fare pipì alla bambina, alla nipotina. Anche quello si è fatto qualche mese di galera, e ha corso anche il rischio di essere linciato dai presenti. Errori di questo tipo sono decine e allora io ho detto che, primo compito di una legge di questo tipo è evitare gli errori giudiziari perché un errore giudiziario non è recuperabile, se non in minimissima parte. Infine, la questione prevenzione: ci sono gli aggressori sessuali e io credo che vadano combattuti con la massima forza. Credo tra l'altro che i pedofili siano nemici della libertà sessuale e dei minori, e su questo non ho alcun dubbio Credo però che questo tipo di situazioni esistono perché le persone che sono vittime di questo tipo di azioni, non hanno gli strumenti per difendersi. E qui cito anche il caso personale. Il prete mi chiedeva: ti tocchi? E io a otto anni che ne sapevo cosa volesse dire che ti tocchi. Io andai a casa e dissi a mia madre: il prete è scemo! Mi ha chiesto se mi tocco, ma come fa uno a vivere senza toccarsi? Non sapevo che il toccarsi era la metafora della masturbazione, non lo sapevo proprio, me l’hanno spiegato a undici anni! Cioè la prima volta che me l’hanno chiesto avevo otto anni e l'ho saputo finalmente a undici anni. Allora, noi siamo di fronte ad un’ignoranza dei bambini sui fatti che riguardano il loro corpo che è lo strumento per gli aggressori sessuali per avere ragione di questa " innocenza ", che in realtà innocenza non è, ma è ignoranza. Allora, noi ci dobbiamo battere di più perché si faccia in Italia quello che è stato fatto in Svezia, in Norvegia, in Danimarca, in Olanda, persino in Francia e cioè che sia distribuito un libretto, che sia fatta una campagna, non terroristica, per insegnare fin dalla più giovane età a tutti i bambini, che cosa vuol dire il corpo, cos'è la sessualità, in modo tale che un gesto, una parola sia comprensibile per quello che è; perché a mio parere basterebbe questo e il bavoso con le caramelle davanti alla scuola non avrebbe più spazio, ma se uno non sa che cos'è un gesto, non sa che cos'è una frase, non sa cos’è una parola, è ovvio che può essere sempre vittima di un violento. E però noi tutti sappiamo bene che la sessuofobia della destra clericale italiana al potere ha sempre impedito, persino una decente campagna di prevenzione per la lotta contro l'AIDS. Quindi io non mi faccio molte illusioni, però è bene che noi siamo chiari nel dire questo tipo di cose e nel fare queste denunce nel modo più determinato possibile. Grazie. Roberto Polillo Io sono sempre stato molto interessato a questi fenomeni di controllo sociale. Credo che in parte la partecipazione a queste iniziative che voi organizzate, questa del controllo sociale sia un elemento sia ritorna periodicamente; è un momento anche di approfondimento nostro, di possibilità di discutere liberamente, anche al di fuori di certi schemi che ci comporta poi l'attività sindacale, che è sempre legata invece al qui ed ora e a dei fenomeni che sono, che hanno sempre un seguito pratico applicativo e redistributivo. Ora, mi rifaccio al titolo dell'incontro odierno e in realtà quello che sto osservando in quest'ultimo periodo di riflessione, questo tema del controllo sociale, è appunto però la doppia valenza che nella storia ha avuto la sessualità, in altre parole nel senso che noi credo che dobbiamo abbandonare l'idea che è un po’ semplicistica e che è stata un po’ quella degli anni ‘60, che in realtà la nostra sia una società in cui la sessuofobia ha rappresentato un po’ la chiave di lettura. Si dovrebbero rileggere gli studi che ha fatto Foucoult sulla sessualità, ma non solo lui, perché c'è anche tutto il lavoro che fa Marcuse di definizione del rapporto che c'è tra l'amore come capacità di innamoramento e quindi di superamento di certe differenze di classe, impressionante nella figura appunto di Madame Bovary e quindi il contenuto rivoluzionario di una relazione che si pone tra due individui che partono, che appartengono a due strati sociali e perciò www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ l'amore è l'elemento rivoluzionario perché per prendere parte pari a scardinare queste stratificazioni sociali, a differenza della sessualità che invece è incoraggiata dalla società e che fondamentalmente appartiene alle categorie della merce e della mercificazione dell'uomo. Ecco, allora, in queste letture che sto facendo di Foucault che io cito sempre perché è un autore che sto approfondendo in questo periodo, credo che questo grandissimo filosofo ricostruisca con esattezza come in realtà quella della sessualità, ma anche la relazione introduttiva sulla creazione di questo fatto quasi inventato che riesce però a rappresentare in un certo senso un cambio paradigmatico della coscienza collettiva, in realtà sia stato un meccanismo perverso in cui il controllo sociale è aumentato. Cioè, se noi vediamo quella che era la sessualità dei greci, che era fondamentalmente libera, perché anche nei vari libri viene sempre per come dire, descritta nei suoi fatti più precisi e più applicativi e quindi più materiali. E’ considerata una sessualità libera sia nei confronti del soggetto e quindi il rapporto che c'era tra l'adulto e il ragazzo per esempio, ma nello stesso tempo anche dell'individuo nei confronti di se stesso, in altre parole la sessualità come in realtà appartenente a quella che era la sfera anche della dietetica, cioè delle capacità dell'individuo di autocontrollo e quindi di auto gestione del proprio stile di vita. Quindi, in realtà dal '700, la sessualità è non depressa, ma c'è un’espansione della stessa, da un fatto privato e che quindi era liberamente gestito dalla persona e che come ripeto aveva tutta una serie di seguiti che erano fondamentalmente di autocontrollo e quindi di rappresentazione del proprio sé. Essa diventa un fatto sociale, drammaticamente diffuso e tutta la società in realtà si concentra su di essa. Quindi la sessualità del bambino, quella degli adulti, eccetera. Ora, è chiaro che identificare la società come fondamentalmente un meccanismo di repressione sociale, significa invece non considerare quest'altro aspetto, che questa espansione della sessualità e la trasposizione di piani, da un piano individuale in cui poi c'era la libertà del singolo di fare e di comportarsi come credeva, rispondendo però a dei requisiti etici individuali, si passa ad un piano in cui la sessualità è drammatizzata e insieme alla drammatizzazione di questa, che diventa quindi un fatto generale di tipo sociale, c'è poi tutta la creazione del “diverso”. Ciò comporta il cambiamento anche, in un certo senso, antropologico dell'omosessuale, che diventa il deviato, diventa il malato di mente, eccetera, eccetera, con tutte le stigmate sociali che ne conseguono. Ora però, il punto che si deve mantenere è che questo concentrarsi sulla sessualità, sul fatto che noi continuiamo a ritenere che la nostra società sia sessuofobica, in realtà è in un certo senso non riconoscere che la società ha bisogno anche di questa espansione, ancora adesso, di questo tema della sessualità per esercitare un tipo di controllo sulle persone. Quindi noi, e questo è l'invito, cerchiamo di comprendere come in realtà l'organizzazione sociale ed il potere siano molto più sofisticati di quelli che possono sembrare, ed è la frase di Grillini, di come in realtà la figura del mostro sia fondamentale perché poi consente una moltiplicazione sociale anche di effetti, giornali, di morbosità, eccetera, eccetera e che quindi, come la sessualità rimanga, allo stato attuale, ancora uno degli elementi in cui è più forte il controllo sociale e la mercificazione. Perché appunto c'è un incoraggiamento a queste pratiche sessuali, a mettere in piazza la sessualità. Basta d'altronde vedere la televisione, i modi con cui le persone si presentano, lo sfoggio della nudità, la volgarizzazione anche del corpo quindi, sono tutti questi aspetti, è questo aspetto della società profondamente radicato. Non cadiamo, questa è la mia conclusione, nell’errore di pensare che la società sia tutta rivolta alla repressione della sessualità, perché in realtà la società incoraggia il sesso e poi ha anche bisogno di dipingere dei mostri, perché attraverso questa espansione del concetto di sessualità, di pratiche mercificate di essa, il controllo delle persone è un controllo più forte. Coordinatore: grazie Roberto Polillo, passerei la parola a Vladimir per leggere un testo della relazione introduttiva del disegno di legge. Possiamo fare una breve introduzione. Abbiamo parlato recentemente del disegno di legge Prestigiacomo - Castelli e visto che si è parlato di morbosità, credo che sia interessante leggere questo passo della relazione introduttiva del disegno di legge. Vladimir Luxuria www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ (Come a volte la comicità, abbia dei concorrenti insospettabili...). “Tuttavia in una prospettiva più ampia di prevenzione e repressione del fenomeno, anche condotte di produzione e diffusione di materiale pornografico, che raffigura persone anche solo apparentemente minorenni, o anche immagini virtuali di minorenni, appaiono tali da alimentare il fenomeno della pornografia minorile, inducendo effetti criminogeni nei fruitori del materiale. Ci si riferisce ai casi in cui il materiale pornografico sia prodotto utilizzando persone reali che sembrino essere minori. Non mancano in effetti, nell'esperienza concreta, ipotesi di materiale pornografico che rappresentino soggetti efebici o comunque di aspetto adolescenziale o persone affette da nanismo, con l'aspetto di bambini o che rappresenti persone che hanno l'aspetto di minori pure essendone ignota l'età effettiva. Come pure all'ipotesi, anch'essa ben nota all'esperienza, di materiale pornografico virtuale che rappresenti, cioè in modo realistico, immagini di minori in realtà inesistenti.” Guarda, secondo me i nani, tutti i nani del mondo, dovrebbero fare una manifestazione contro questa legge, perché gli si sta impedendo di fare sesso con chiunque! Voce fuori campo: che poi semmai è il contrario, perché il nano sembra molto grande perché ha una fisionomia marcata, ma comunque lasciamo perdere. Più che un disegno, sembra una caricatura di legge! Mario Di Carlo Condividevo le osservazioni di Roberto Polillo sulla schizofrenia, fra sessuofobia e esibizione sessuale, soprattutto a livello di mass media, ma non soltanto insomma, una sorta di frizione che mi sembra anche nel costume abbastanza importante, perché se è vero che c'è chi è un assiduo fruitore dell'esibizione, è un altrettanto assiduo e convinto repressore invece della libertà sessuale, se parliamo di comportamenti sessuali non devianti in senso proprio. Però, punto che per me non è stato affrontato, è quello del discrimine attorno al concetto di devianza perché, almeno personalmente, lo trovo uno degli elementi più difficili da cui venire a capo, insomma su cui giungere a un punto fermo. Forse perché, per storia personale, per riflessioni, i miei concetti di normalità, devianza, eccetera, hanno subito numerosi riassetti tali da rendere difficile poi, trovarne uno su cui non essere dubbioso. Però ritengo effettivamente che le espressioni massime siano il quarantenne o cinquantenne, che ha un rapporto sessuale con il o la decenne. Onestamente lo trovo riprovevole e credo insomma che quello sia penalmente sanzionabile perché lede effettivamente un bene giuridico più che opportunamente protetto. E lì, un punto fermo secondo me va messo. Personalmente prima di arrivare sui crinali, bisogna stabilire da dove si parte. C’è appunto l'elemento caricaturale della pedofilia virtuale, di cui si leggeva poco fa, che è assolutamente fuori di ogni ragionevolezza e invece l’opportuna repressione della pedofilia come reato in senso stretto, in senso proprio che va mantenuta ferma. Poi appunto, io trovo tuttora aberrante la legislazione sulla pedopornografia, cioè la semplice detenzione di materiale pedopornografico; è un caso di repressione di un comportamento che non arreca una lesione effettiva e concreta ad un bene giuridico. Però mi domando se questo ragionamento che pure se non sono convinto che la soluzione non sia positiva, però è un ragionamento che pure se assolutamente coerente in termini di legislazione penale, di politica penale, di un diritto penale minimo e opportuno, non corrisponde assolutamente secondo me a quella che è la sensibilità diffusa del diritto penale, perché purtroppo viviamo in una società in cui ancora la concessione della pena non è quella di Beccaria, ma è quella insomma di Ratzingher. E quindi il problema è di riuscire a trovare soluzioni concrete, modi concreti per convincere la gente a fare una scelta politica che sia poi traducibile a livello di legislazione, una politica penale razionale che risponda ai criteri della nostra costituzione, tra le altre cose. Questi erano i miei due appunti. Leyla. Leila Deianis www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ Volevo dare un piccolo contributo, anche tornando a quello che diceva Gigliola prima. Credo che la pedofilia sia un tema difficile da potere anche discutere. Faccio una domanda a Gigliola: prima tu parlavi di dialogo no? Perché c'è molta confusione tra pedofilia e criminalità. Anche lo stesso Stato fa delle violenze verso i bambini, perché non ci sono degli istituti. Molte volte gli istituti mischiano dei ragazzi piccolissimi con ragazzi grandi, no? Con ragazzi di sei, sette, otto, nove anni come il caso che stai seguendo tu, il caso di Asti, dove quei bambini più grandi violentano i più piccoli. Per cui credo che questa è una cosa che lo Stato dovrebbe sapere, perché per me è un crimine dello Stato questo; non si parla di pedofilia, ma potrebbe essere tra i crimini che disegnano come se fosse pedofilia, no? Anche i casi delle violenze che si consumano dentro casa: i genitori che violentano le figlie, che fanno delle proposte. Io mi ricordo che all'inizio, quando hanno fatto il numero verde che è 800290290, sono stata una delle prime operatrici per le vittime della tratta, ai tempi di Katia Bellillo. Era un numero verde per denunciare le vittime della tratta. La cosa più eclatante (all'epoca la coordinatrice era Vittoria Tola), era la preoccupazione delle telefonate, che la maggior parte delle telefonate, l'80%, erano bambine italiane, perché le vittime della tratta era per le straniere, ma bambine italiane erano messe a prostituirsi dentro la stessa famiglia, perciò la preoccupazione era molto grande perché loro non sapevano come trovare una soluzione a questa situazione. Per cui, io la trovo molto ambigua anche come discussione, no? Che cosa vogliamo discutere sul problema della pedofilia in sé, che cosa è la legge sulla pedofilia? Perché mi sa che la legge è veramente assurda, è proprio come diceva Vladimir, è una caricatura di legge, di disegno legge, non è una legge. Non lo so, io faccio difficoltà a capire, come faccio anche difficoltà a capire come la situazione della prostituzione abbia lo stesso peso del problema di violenza verso i minori. Perché si parla di pedofilia, ma non si parla di violenza verso bambini? Perché non è solo pedofilia in sé, ma è la violenza dei bambini in sé, cioè la difficoltà, la debolezza che hanno i bambini di poter difendersi, no? Lo sappiamo che il 70% delle donne che divengono vittime della tratta, sono minori. Noi abbiamo visto che sono minori, con documenti falsi; sono delle organizzazioni veramente grandi. Per esempio in Nigeria è stata scoperta un’organizzazione dove fanno passaporti di bambini che entrano in Italia come se fossero figli, poi sono venduti per la prostituzione, per la pornopedofilia e per tutti gli altri scopi sessuali. E su questo anche lo Stato sta commettendo moltissimi errori. Infatti, credo che è ora di dire basta. Anche l'opposizione si sta lasciando un po’ andare, perché io mi ricordo quando c'era la sinistra, qualsiasi passo che faceva, la destra urlava qua e là; oggi loro commettono degli errori gravissimi e nessuno dice niente! Come io ho saputo che la prima legge che Berlusconi ha fatto era aumentare il salario dei prefetti, però ha dovuto levare i soldi agli ambasciatori; infatti, il ministro degli esteri non è durato tanto. Per cui io dico, la popolazione che ha votato per lui saprà di queste cose? Ma io credo che neanche l'opposizione lo sa, se noi parliamo in questi termini! Per cui bisognerebbe discutere un po’ più seriamente, intorno alla pedofilia, alla criminalità, a tutto quello che riguarda anche i sentimenti delle persone. Come la confusione che si fa spesso tra pedofilia e omosessualità, per esempio, con qualsiasi tipo di devianza, con qualsiasi tipo di diversità. Maria Gigliola Toniollo: Volevo chiarire solo quello che avevo detto, poi magari anche Stefano può rimarcare meglio qual è il principio del Sex Panic, perché mi sembra vada fatto. Succede nella cronaca tristemente italiana, ma insomma ovunque, che vi siano fatti atroci di bambini assassinati, violentati; quando accadono questi fatti, scoppia una reazione furibonda. Sono messi sotto accusa gli omosessuali, i preti, tutti in generale, o comunque delle intere “categorie di persone” quando peraltro è estremamente noto, da un vecchio rapporto del Censis, che ha ormai qualche anno, che il 95% dei casi di violenza avvengono nelle famiglie, ben lontani da internet, ben lontani dal computer. Comunque si scatena un’ondata in cui si culmina chiedendo il ripristino della pena di morte. Ogni forma di repressione sembra essere, come dire, auspicabile: la castrazione chimica, la castrazione a tutti gli effetti, insomma una reazione cieca. Secondo me però andava data importanza alla lettura del brano di www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ Pistolini che evidenziava l’iniziativa canadese di incontro con i così detti “pedofili”, a basso e a medio rischio. Questo tema veniva invece che espulso (con le conseguenze di trovarci poi appunto davanti al crimine, davanti alla cosa nascosta, al garbuglio, eccetera), portato alla luce, discusso. L’articolo mette in risalto il tipo di condotta più utile ai fini della convivenza sociale, ai fini anche della vita stessa dei bambini e degli adulti e che prospettando dei risultati maggiori che non la solita cieca repressione, che peraltro molto frequentemente poi da lì prende le mosse per generalizzare questo senso di repressione su altro, sempre in vista di limitare la libertà delle persone. Stefano Fabeni Sì, credo che in effetti, sia chiara questa forma, questa isteria e qui mi collego sia a quanto detto da Mario sia a quanto hai detto tu. Questa confusione della difficoltà di individuare quella che è la devianza, la parafilia se vogliamo, è poi funzionale all'isterismo. Tu prima dicevi: distinguiamo pedofilia da criminalità. Effettivamente poi, come dire tutte quelle forme di criminalità organizzata, finalizzata allo sfruttamento della prostituzione minorile, alla produzione di immagini iconografiche con minori, sono tutte situazioni che poi con la pedofilia non hanno niente a che vedere. Mi sento però di affermare che sicuramente quel tipo di parafilia va sicuramente affrontata e repressa laddove costituisca reato, ma anche affrontata da un punto di vista medico e sociale. Il problema è che quando si parla di pedofilia, intendendo per pedofilo il detentore di immagini pornografiche del minore di 18 anni, che non è necessariamente bambino, o anche lo stesso soggetto criminale che abusa del bambino a scopo di lucro per vendere l'immagine o il filmato, ecco questo è ciò che crea l'isteria collettiva e credo che di conseguenza la reazione dello Stato segua poi percorsi diversi; perché come dire, il fatto che si ponga tanto l'accento sulla pornografia diffusa via internet, o come questo disegno di legge prevede anche il controllo per esempio sulle carte di credito, è una questione ben diversa. È il tentativo di limitare la privacy delle persone, il controllo sulla libertà di espressione. Ovviamente, l'isteria collettiva, che è alimentata dalla confusione o dalla mistificazione, produce poi conseguenze che sono ben diverse da quelle che, producono risposte che mirano a ben altro. Quindi, in un certo senso, la confusione è proprio la questione che va affrontata ed è il nostro problema. Leila Deianis Scusami Stefano, per esempio, non so se sia stato affrontato proprio che cosa è la pedofilia in sè. Perché se tu vedi, noi viviamo in una società praticamente pedofila, di pedofili, perché se vai a fare una pubblicità, preferiscono le ragazzine che hanno la faccia da verginella, da quindicenne, oppure dei maschietti belli, carini. Ma è così in tutto, nel lavoro, dappertutto. Preferiscono i minori, non lo so per quale motivo. Forse perché vendono di più, fosse possono essere più sfruttati, sono più deboli. Stefano Fabeni: No, non lo so! Ma in un certo senso questa non è pedofilia. Il problema della pedofilia, è come dire quindi il problema dell'attrazione nei confronti dell’impubere, è una questione relativa allo sfruttamento criminale e o l'attività criminale e la violenza sessuale nei confronti del minore è un'altra questione. L'idea collettiva, la tendenza ad apprezzare la giovinezza e la bellezza, in un certo senso non la vedo come un rapporto di causa effetto. Mi sembra, non so, forse sono figlio di questa società anch'io. Giulio Ercolessi Qui c'è chiaramente un problema di consenso che è diverso da quello che si pone in altre questioni che possono essere messe nel canestro delle battaglie laiche. Diciamo che ci troviamo all'estremo opposto della questione, per dirne un’altra, che mi pare tra l'altro non abbiamo ancora dibattuto in questa sede, che è quella dell'eutanasia. Sull'eutanasia tutti i sondaggi che si fanno da anni e anni anche in Italia dicono che la posizione, chiamiamola così per tagliare le cose con www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ l'accetta, laica, gode del consenso di una parte stragrande della popolazione che è sistematicamente fondata. Qui probabilmente ci troviamo all'estremo opposto. E qui tra l'altro, io che tendo a essere sempre ben poco dietrista in tutte le questioni in cui il dietrismo è diffuso, non credo che ci sia un disegno strategico di qualche centrale reazionaria di creare una restaurazione di tipo, nel campo dei costumi sessuali. Credo che ci sia intanto una bassa demagogia elettoralistica che ricerca per ovvi motivi, le cose più semplici da utilizzare a proprio vantaggio, ma che in questo caso, questa demagogia elettoralistica che va distinta quindi da grandi disegni di politiche culturali che non mi sembra che esistano, si salda. Non a caso è stata evocata molto spesso la questione di internet, perché si saldano due questioni in questo campo. Cioè, da un lato c’è il panico di tanti genitori scarsamente pratici di nuove tecnologie che si vedono questi ragazzini che saettano tra siti, parlando un linguaggio tecnico di cui loro non capiscono praticamente nulla; e questo ovviamente li getta nel panico. Dall'altro, questo panico privato si salda con il grosso problema della tutela della libertà di espressione su internet, che è un problema che è stato messo fortemente in causa anche da altre questioni come ovviamente e soprattutto, per prima cosa, il suo uso anche dal punto di vista della tutela rispetto al terrorismo. Allora, questi sono dei problemi che evidentemente, si valorizzano dal punto di vista dell'effetto sinergico che possono causare. Brevissima parentesi: non passiamo questa parola puritano come se i puritani fossero più bigotti dei cattolici, perché non è vero. Allora, c'è un libro di Leites che è uscito una quindicina, una ventina di anni fa, "Coscienza puritana e sessualità moderna " da cui risulta che i puritani erano arrivati nel '600 al livello, in materia di morale e sessuale a cui sono arrivati i cattolici dopo il Concilio Vaticano II. Ammonivano a non disprezzare i doni di Dio, il piacere sessuale va bene purché dentro il matrimonio, nel '600. Quindi, questa idea che i cattolici italiani sono più avanti rispetto ai puritani è un'idea assurda anche alla luce tra l'altro, dell'esperienza delle New Light Church degli Stati Uniti, che sono grandi nostre alleate in tantissime altre battaglie, che sono presbiteriane e cioè letteralmente puritane. Chiusa questa parentesi, evidentemente c'è un grosso problema che riguarda la pars costruens, che non a caso è stata abbastanza trascurata così in questo dibattito. Qui, salvo qualche accenno, c'è un problema anche linguistico; e allora, nella nostra lingua i bambini sono una cosa e i figli sono un'altra e in inglese così non è. Se un signore italiano di novantacinque anni riferendosi ai propri figli o ultra settantenni li chiamasse i miei bambini, sarebbe preso per un rimbambito giustamente; invece in inglese non è così, perché in inglese il novantacinquenne può riferirsi ai suoi childrens ultra settantenni perché la parola child in inglese significa anche figlio e non soltanto bambino e la stessa cosa accade anche in altre lingue occidentali. La cosa è stata ulteriormente aggravata nella traduzione che è stata data a convenzioni internazionali come per esempio quelle che riguardano la tutela dei diritti dei fanciulli, dei fanciullini, eccetera, eccetera. Ha un uso questa ambiguità linguistica sia di destra che di sinistra, perché per esempio in queste convenzioni c'è il divieto per gli Stati di arruolare, di far volare i fanciulli. Solo che questa norma è stata presa a motivo per, per esempio, impedire quello che accade in Gran Bretagna, che è uno dei paesi che è stato colto in violazione di questa convenzione per i diritti del fanciullo. Qui ci sono dei fanciulli diciassettenni, dei marcantoni inverosimili, che in Gran Bretagna possono essere arruolati, non ancora utilizzati in combattimento, ma intanto arruolati per essere addestrati per potere poi diventare royal marines o qualunque altra cosa in questo campo. Spesso, si mettono sullo stesso piano i bambini soldato che tagliano le braccia, bambini in senso stretto, cioè persone che hanno, fanciulli impuberi o appena puberi, che nella Sierra Leone erano arruolati. E’ chiaro che non si possono mettere sullo stesso piano con la pur deprecabile attività come fanno gli inglesi quando arruolano dei diciassettenni per utilizzare il loro ultimo anno di minore età per addestrarli e poi mandarli, non appena diciottenni, in Iraq. Tra l'altro, questa stessa norma era stata presa a motivo di contestare l'esistenza delle scuole militari italiane, la Nunziatella, la Morosini di Venezia, eccetera, eccetera, che sono scuole militari gestite con criteri militari. Ma a questo punto noi dovremmo giustamente chiederci che cosa definire come www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ pedofilia. Ed è stato fatto rilevare che esiste una tradizione di diffamazione nei confronti degli omosessuali che crea un nesso fra l'omosessualità e la pedofilia. Ma più o meno tutte le minoranze, anche quelle etniche, razziali e linguistiche sono sempre state, ebrei compresi, attribuite degli incontenibili impulsi sessuali irrefrenabili da parte di tutti coloro che per varie ragioni, ce l'avevano con gli ebrei, con i neri, con qualunque tipo di minoranza linguistica. Però, anche qui neppure l'etimologia aiuta, perché a rigore, il pedofilo dovrebbe essere colui che ama in modo disinteressato e non passionale i minori, mentre in italiano (e non solo in italiano) noi abbiamo un uso diverso perché il pedofilo è colui che invece nutre per i minori (tra l'altro bisognerebbe stabilire anche che cosa significhi in questo campo minori), un interesse di tipo strettamente erotico e sessuale; mentre usiamo il termine pederasta, che implica appunto un amore erotico in un modo assolutamente bizzarro. Ci riferiamo per il pederasta, anziché per il pedofilo, per coloro che amano soltanto persone di sesso maschile, mentre il pedofilo, la parola pais in greco non ha nessuna attinenza con l'appartenenza di sesso o di genere e si riferisce a persone che andavano dai 12 ai 17 anni, quelli che noi oggi chiameremmo adolescenti, meno frequentemente si riferiva anche poi tra l'altro ai servi. Allora l'etimologia non aiuta e io credo che per pedofilia in senso stretto bisognerebbe intendere coloro che hanno desideri erotici o sessuali nei confronti di persone essenzialmente impuberi. Dopo di che, questo non significa che si debba ritenere lecito il rapporto fra un minore appena pubere e persone maggiorenni, ma certo per esempio ci vuole anche qui una gradualità, perché ci sono delle persone che sono divise da un piccolo numero di anni da coloro che sono appena diventati puberi, che magari possono avere anche uno sviluppo psicofisico non particolarmente veloce e possono quindi essere appena arrivati oltre la soglia della maggiore età, criminalizzare il cui comportamento rispetto per esempio ad un minore che sia diventato pubere un pochino più tardi, aveva avuto uno sviluppo psicofisico meno veloce di lui, con una differenza che potrebbe essere a quel punto anche soltanto di quattro anni, mi sembrerebbe insensato. Allora qui bisognerebbe probabilmente, se di queste cose si potesse ragionare in termini strettamente razionali, stabilire da un lato un rigido divieto per rapporti erotici sessuali con persone impuberi e stabilire invece che per quelle che sono minori e però puberi ci sia una graduazione di rapporti, relativa alla differenza di età fra il minore appena pubere e la persona anche maggiorenne che abbia con costui rapporti erotici, sessuali e affettivi. E d'altra parte, non si può parlare di minori in senso lato. Insomma la vecchia norma italiana stabiliva che dai 14 anni in poi ci fosse l'età del consenso. Allora posso anche capire che il quattordicenne che avesse rapporti con un quarantenne fosse visto come una cosa che poteva in qualche caso agire su questa mancanza di piena libertà di disporre di sé, che può avere il quattordicenne rispetto al trentenne e quindi è possibile che il limite dei 14 anni, come età del consenso per avere rapporti con persone maggiorenni, sia eccessivo. Ma certamente questo non è il caso per esempio di chi abbia 16 anni. Quando la prima legge sulla pedofilia era stata in discussione in parlamento, avevamo fatto notare l'incongruenza che c'era nel primo progetto, il quale prevedeva che mentre il limite dell'età del consenso non era stato cambiato, viceversa era stata introdotta una penalizzazione della detenzione di pornografia che avesse per soggetto dei minori; perciò la conseguenza paradossale era che, mentre rimaneva lecita la commissione di atti sessuali con persone di età minori, ma di età superiore ai 14 o ai 16 anni secondo il rapporto che ci fosse fra il maggiorenne e il minorenne, era invece penalizzata la detenzione di pornografia che avesse a raffigurare dei minori di 18 anni. Per cui sarebbe stato lecito avere dei rapporti sessuali per esempio con un sedicenne, ma non averne una fotografia! Allora, questa cosa era stata risolta e ovviamente l'incongruenza era stata appianata rendendo tutto quanto illecito. Non mi sentirei di censurare colui che dicesse che sia lecito impedire la prostituzione con dei minori ancorché di età superiore ai 16 anni. La norma che però è venuta fuori è stata che si considera prostituzione qualunque utilità che venga al minore, inclusa quindi per esempio la norma che stabilisce che qualunque utilità compresa, quindi il diciannovenne che offre una cena al partner sedicenne in qualche modo commette, secondo questa legge un po’idiota, un reato che è molto simile a quello della prostituzione con dei minori. www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ La parola perversione ha una brutta storia, probabilmente parafilia ne ha una altrettanto brutta, ma meno nota perciò la si usa con maggiore facilità, e pone anche un problema perché io sono fra coloro che sono convinti che l'orientamento sessuale non si sceglie. Allora, la conseguenza è che i pedofili sono essenzialmente delle persone sfigatissime, perché non hanno probabilmente nessuna responsabilità nell’avere scelto il proprio orientamento sessuale e al tempo stesso la società non può consentire qualunque forma di soddisfacimento a una persona che si ritrova con questo sfigatissimo orientamento sessuale. Cosa che mette evidentemente in crisi il concetto stesso di malattia, visto che per malattia oggi si intende una condizione che determina sofferenza nel soggetto che né è affetto, mentre in questo caso la sofferenza essenzialmente viene ad essere a carico di coloro che dovessero essere coinvolti dalla malattia altrui; rispetto ai quali il problema dovrebbe essere posto in termini di tutela della libertà sessuale. Allora, è proprio questa forse la chiave di Volta che ci consentirebbe così di svolgere un po’ in positivo un discorso che è invece affrontato e inquadrato, anche da parte della sinistra, in termini essenzialmente di repressione. La tutela rispetto alla commissione di atti di pedofilia, dovrebbe essere vista in termini di tutela della libertà sessuale del minore ed è del resto questa tradizionalmente la giustificazione che si dà di tutta questa normativa, perché si dice che il minore che sia coinvolto in atti di attività sessuali erotiche con una persona che invece ha una piena maturità, è coartato nella sua libertà di disporre di se stesso. Questa tra l'altro è l'ovvia ragione per la quale quando vi è un rapporto di dipendenza di qualche genere, l'età del consenso è fatta salire e il reato è considerato più grave. Ultimissima cosa. È passato abbastanza inosservato anche per quel che riguarda questa questione invece del materiale pedopornografico, che è stata introdotta sempre da quella legge del ‘98, una distinzione. Noi avevamo fatto con Franco Grillini a suo tempo una memoria alla commissione in cui si diceva: guardate che scrivere detenzione, anziché possesso di materiale pedopornografico non implica alcun animus di possedere. Potrà creare delle situazioni molto imbarazzanti perché pensate soltanto al caso di furibonde liti per la separazione dei coniugi o magari a un avversario politico che voglia disfarsi del proprio rivale. Insomma, non è che sia così difficile inserire nel computer altrui delle immagini pedopornografiche e poi andare a fare una denuncia se non c'è da provare altro che la detenzione. Eppure questa è la soluzione che è stata data con questa legge già nel 1998 mi pare. Qui il problema sarebbe evidentemente, e con questo davvero concludo, quello di trovare una spiegazione razionale e su questi termini è molto difficile. Però mi pare che tutto sommato lo stesso Franco Grillini, che giustamente in precedenza diceva che queste cose però dovrebbe farle qualcun altro. Poi questo qualcun altro non veniva fuori mai, perché se no c'era il rischio che in qualche modo si rinforzassero dei pregiudizi che c'erano un tempo, perché se l'unico che fa le campagne di tipo magari così molto moderato, razionale, eccetera, sulle aberrazioni di queste leggi, è etichettato come il difensore di comportamenti ai limiti con la pedofilia, guarda caso chi è che lo fa? L'unico deputato apertamente gay del parlamento italiano. Questo qualcuno poteva anche pensare che potesse risultare controproducente. Io credo che sia molto improduttivo che a farli siano soltanto loro e proprio per questo sarebbe il caso che coloro che non hanno alcun coinvolgimento con gruppi e associazioni, movimenti per la difesa dei diritti degli omosessuali si occupassero di queste cose. Credo che ci siano i margini per avviare un discorso razionale in questi termini quando si superano le etichette. È per questo che le etichette sono importanti; è per questo che passare da repressione della pedofilia a tutela della libertà sessuale del minore potrebbe consentire anche di arrivare a delle chiavi diverse sul piano dei contenuti pratici e concreti con i quali, come quelli di cui abbiamo parlato, poi ci si trova ad avere a che fare. Questo è successo sempre! Perché a cominciare dal divorzio e dall'aborto, se voi ricordate quelle vicende, quando si parlava di divorzio e di aborto, c'era sempre, rispetto alla parola registrata allora da tutti i sondaggi, la reazione dirigente: ah, io sono contro il divorzio e contro l'aborto! Si chiedeva alle persone: sei a favore del divorzio e contro l'aborto? O a favore dell'aborto? No, perché la domanda era interpretata nel senso di: prenderesti mai tu in considerazione l'ipotesi di divorziare? Sì, tu oggi Enzo Marzo, ma ovviamente la persona intervistata a metà degli anni ‘60 su questo argomento, oppure a metà degli anni '70 in materia di aborto: sei favorevole all'aborto? Come dire, sei www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ favorevole o no a commettere tu un aborto o che tua moglie abortisca? Quando poi invece la domanda era impostata, e finisco con questo, in termini diversi: sei favorevole che dopo cinque anni di separazione consensuale ci sia la possibilità di sciogliere il matrimonio? E poi via via tutti i casi che erano previsti dalla legge Fortuna: sei favorevole che ci sia la possibilità di interrompere la gravidanza se ci siano gravi rischi psichici o fisici per la donna? La risposta diventava: sì! Allora in tutto questo tipo di attività quel che conta è superare il panic e non penic, che vuol dire un’altra cosa, attraverso il ricondurre le questioni dalle etichette al concreto contenuto razionale dell'argomento. Scusate l'abituale lunghezza e prolissità. Mario Di Carlo Prima di passare la parola ad Helena che aveva chiesto di parlare, volevo fare giusto due appunti al discorso di Giulio. Ho notato che hai prima distinto tra quello che dovrebbe essere, secondo un’analisi etimologica, il significato di pedofilia in termini che potrei etichettare ”puri”, ovvero un amore distaccato per tutti gli infanti (etimologicamente, è importante). Questo come premessa, per dire che, in effetti, la nostra discussione sembra svolgersi un po’ tutta su una specie di timore, anche comprensibile da parte di molti, dello stigma. Questo per arrivare a dire che non sono d'accordo con l’affermare che tutti coloro che non sono vicini o impegnati o quasi o potenzialmente, appartenenti ad un movimento di difesa degli omosessuali, debbano poi fare una battaglia per una sistemazione razionale del problema. Cioè tutti quelli che non sono vicini e impegnati eccetera, si devono impegnare; quelli che invece possono esserlo vagamente, se ne devono astenere: è come se i miei amici decidessero di smettere di dire che è sbagliato il “picchia il frocio” perché hanno paura di sentirsi etichettati come gay! Ercolessi: no, no è importante questo! Posso? No, c'è un problema di comunicazione. Allora, quando esiste un pregiudizio, il pregiudizio va nei limiti del possibile represso e non bisogna invece fare cose che lo rafforzino. Da questo punto di vista sarebbe molto più utile che cose di questo tipo fossero fatte da persone razionali, sarebbe molto meglio! E questo non significa dire che non devono farlo; significa però porsi un problema di efficacia e di smantellamento anziché rafforzamento di pregiudizi che a noi possono sembrare grotteschi, ma che pur sempre esistono, insomma. Helena Velena La cosa curiosa è quella che venendo qua, cioè quando sono arrivata, mi sono resa conto che l'argomento della conversazione era " la pedofilia” e sono caduta dalle nuvole. Però questo è curioso perché significa che io nella mia mente avevo prodotto un superamento di queste cose, cioè pensavo che, in effetti, la creazione del panico mediatico puntando sulla pedofilia fosse in qualche modo un po’ finito in secondo piano anche perché, immagino che l'abbiate già detto prima, è una cosa banale, la ripeto per chiarire un attimo le cose: è evidente che tutti i fenomeni di creazione di panico mediatico hanno come unico scopo la creazione di un consenso di massa in funzione di questioni politiche di destra forti, che richiedono la presenza di un certo tipo di dinamiche politiche, che sono utilizzate spesso e volentieri anche dalla sinistra per il semplice motivo che a questo punto, il gioco diventa chi mette sul tavolo per primo la carta. Cioè quello riesce a ottenere il consenso rispetto ad un panico. Però, il problema è che se noi analizziamo un pochino la storia degli ultimi dieci anni, vediamo come ci sono state tutta una serie di creazioni di panici particolari, tipo per esempio quello del satanismo, che è stato spesso e volentieri collegato con quello della pedofilia. Nel caso che non andrebbe mai dimenticato dei " bambini di Satana ", ma anche degli " Angeli di Sodoma " di cui ricorderete probabilmente qualcosa, anche la persona coinvolta in questa questione degli Angeli di Sodoma è stato identificato pubblicamente come satanista e dopo di che, incriminato per reati di questo tipo. Allora, i bambini di Satana, se non lo ricordate ve lo dico, furono accusati nella figura di Marco Dimitri nello specifico, di aver violentato una ragazzina minorenne e di aver fatto un rito satanico in una tomba con un bambino, un fanciullo di sette, otto www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ anni credo. Nel caso degli Angeli di Sodoma, la persona coinvolta è stata accusata alla fine, di commercio di materiale pornografico. In tutti e due i casi, uno è già risolto e si è scoperto che i due fatti non esistevano ed è stato prosciolto. Ha vinto anche l'appello perché i due fatti di cui era accusato non erano accaduti. No, non c'erano i morti e non solo, non c'erano i fatti; la prima testimone è risultata non attendibile e già precedentemente segnalata in questura come persona non attendibile. Lo stesso caso vale per la ragazza a Parigi che ha denunciato di essere stata violentata da islamici, che era una persona segnalata come mitomane e così, c'è stata la stessa cosa. E il bambino violentato nella tomba, è risultato non essere mai sparito di casa ed è risultato praticamente che il motivo per cui si è creata questa connessione è perché la mamma, lo racconto perché è un aneddoto grottesco e raggelante nella sua dinamica perché dà la misura del panico mediatico, aveva questo bimbo irrequieto. Era particolarmente instabile e quindi la mamma decide di portare il bimbo da un esorcista, perché così questo lo calma e lo tranquillizza. Il prete fa l'esorcismo, ma il bambino rimane ovviamente, chissà perché, irrequieto. Al che la mamma si lamenta, va dall'esorcista e quello gli risponde che chi gli ha fatto la fattura, insomma quello che è molto potente, è un satanista. In quei giorni a Bologna c'era il processo sui bambini di Satana e in televisione, soprattutto nelle televisioni locali, sui giornali locali se ne parlava moltissimo. La mamma vede un servizio in cui si parla di Marco Dimitri stigmatizzato come questo pericolosissimo satanista. Telefona all'esorcista dicendo: ma non è che è stato Marco Dimitri? Quello che ne viene fuori è: potrebbe anche essere! E’ fatta un ulteriore denuncia nei confronti di Marco Dimitri, che gli conferma la detenzione in carcere e viene fuori durante il processo che questo bambino non è mai sparito da casa e la mamma stessa è costretta ad ammettere che l'opportunità che si sia verificato veramente questo fatto è totalmente inapplicabile. Oltre al fatto che Marco Dimitri è dichiaratamente omosessuale e questo, non vi sto a spiegare che cosa significa, lo capite perfettamente! E non è stato peraltro difeso dall’Arci Gay e dalle associazioni omosessuali. Ian Hash che è il protagonista della vicenda degli Angeli di Sodoma, che non è ancora conclusa a livello giudiziario, è omosessuale e risulta inquisito per aver fatto e prodotto materiale pedopornografico con delle ragazze minorenni, che avevano 17 anni, per aver fatto dei festini e delle orge a base di un uso di droga, in cui le stesse ragazze coinvolte in tribunale hanno dichiarato che erano assolutamente consenzienti di fare questi servizi fotografici, che tra l'altro corrispondono esattamente alle fotografie che ci sono nei libri di Richard Kern che è un grandissimo fotografo e regista americano, non faccio pubblicità e non cito altre cose, va bene. E quindi hanno ammesso che l'uso di droga era altrettanto consenziente, anzi era stata comperata insieme. Però la costruzione, la necessità di costruire panico mediatico su queste cose e di mettere insieme satanismo e pornografia e pedopornografia, pedofilia, eccetera, era un cocktail assolutamente troppo bello per essere ignorato. Però mi sembra che questa cosa adesso stia cadendo in secondo piano perché improvvisamente c'è un altro panico mediatico molto più forte e molto più ripagante in termini politici e elettorali, che è quello degli islamici. L'altro giorno ero a Torino invasa di manifesti (ma anche a Milano li ho visti) e auto adesivi con scritto: fuori gli islamici dall'Italia! Firmato Borghezio, enorme proprio. Secondo me, si configura un reato, in questa cosa qui, non sta a me dire quale, ma credo che lo sappiate meglio di me. Ma comunque il problema, ancora una volta etimologicamente, fuori gli islamici dall'Italia. La cosa curiosa è proprio la definizione del concetto mediatico di islamico, perché se ci fosse stato scritto fuori gli arabi dall'Italia, sarebbe stato un discorso legato all'immigrazione e avrebbe determinato un certo tipo di consensi. Ma la furbata, perché questo è, sta nell’utilizzare la parola islamico. E’ assolutamente grandiosa in termini di disegni politici di creazione del consenso, perché nella casalinga o nel signore, insomma, l'uomo qualunque che si ciba di informazioni solamente attraverso la televisione e non legge nient'altro, la parola islamico come equazione corrisponde immediatamente a Bin Laden e al terrorista. Quindi che cosa significa questo, che fuori gli islamici dall'Italia corrisponde a dire fuori i terroristi dall'Italia e quindi crea un senso di rafforzamento nazionalistico, autoritario, di protezione eccetera. Dato che noi sappiamo, cioè Freud ce l'ha insegnato molto bene, che la www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ mente umana è costruita e funziona proprio nel riuscire a raggiungere soddisfazione quando fa un ragionamento nel minor tempo possibile, quindi quando utilizza sinapsi già pronte, come un database di soluzioni psichiche già pronte tutte le volte che ci si trova davanti a un problema, è evidente che questo funziona alla perfezione per creare proprio dinamica di forza di consenso, di necessità di adeguamento al pensiero della massa e funziona, cioè assolutamente e perfettamente. Non devi fare un ragionamento, stare a smascherare che cosa ci sta dietro, il tuo ragionamento immediato è quello di dire: sì, è vero sono d'accordo, hanno ragione! Allora, qui il problema per me è veramente grave perché adesso il discorso rimane proprio quello sul panico e sulla creazione del consenso. Per esempio un'altra cosa collegata con questa faccenda, è il fatto che un’organizzazione cattolica e non " i comunisti " tanto evocati da Berlusconi, in Lombardia lavori per sei mesi per decidere di “togliere dalla strada”, che in termini di basso elettorato populista significa impedire che vengano droga, si costituiscano, rubino gli stereo dalle macchine, si diano alla microcriminalità (quindi ripeto l'interpretazione populista di questa cosa). Per fare in modo che un certo numero di figli di immigrati di origine araba vada a scuola e non nelle scuole pubbliche italiane, in cui tutta una serie di fenomeni di discriminazione fanno sì che ciò non sia possibile, decidano, delle istituzioni cattoliche, di istituire delle classi islamiche e il ministero della pubblica istruzione due giorni fa blocchi, come avrete letto dovunque, queste classi sostenendo che sono discriminatorie, e utilizzando una metafora motivazionale libertaria addirittura, quando era una cosa di un restrittivo pauroso, semplicemente perché ci sono state delle violentissime manifestazioni della Lega, dei picchettaggi, delle rivolte di un sacco di deputati di tutto il centro destra, ma anche di molti deputati del centro sinistra. Questo a me fa pensare veramente che la pedofilia non fa più audience adesso, perché c'è un panico morale molto più grande, molto più grosso che ci tocca molto di più. Vi immaginate cosa succederà se fra un pochino si comincerà a mettere in relazione una serie di dinamiche, cioè l'uso dell'amore, del sesso intergenerazionale e del sesso omosessuale intergenerazionale nei paesi arabi. Una cosa che ripeto sempre che è molto importante e non va dimenticata, è che quella giornalista che scriveva sulla Stampa che fu uccisa in Afghanistan alcuni anni fa, pubblicò un articolo (all'epoca uno dei primissimi articoli sui taleban) raccontando che quando i taleban che non sono afgani, ma sono studiosi del Corano che arrivavano da un sacco di altri paesi, arrivarono in Afghanistan, il motivo per cui instaurarono tutta una serie di leggi restrittive nei confronti delle donne, era perché si viveva una dinamica di grande disprezzo nei confronti delle donne, ma non nei confronti dei bambini. Questo articolo, spiegava che era opinione comune, parte del linguaggio quotidiano, utilizzare e cioè definire i taleban, nello stesso modo in cui noi in italiano diciamo pedofili. Cioè li si definiva pederasti, persone che avevano rapporti sessuali con i bambini e, infatti, non è un caso che furono rapiti una quantità enorme di minori. In Iraq il governo provvisorio iracheno che gli americani hanno costituito, hanno munificato, è quello di ristabilire un frammento di Sharia e di ridefinire dei limiti di espressione, di comportamento anche estetico per le donne e che in Iran, in questi giorni, stanno passando le stesse identiche leggi, questo ci fa pensare che ci sono dei percorsi paralleli. L'irrigidimento delle leggi, delle dinamiche di libertà sessuale all'interno di una dinamica di apertura e nello stesso tempo però, questo serpeggiante mantenimento di un determinato tipo di prassi che non è calcolato, se è strumentalizzato dalla destra, produce automaticamente una nuova equazione. Prima avevamo satanista uguale a pedofilo, tra un pochino avremo islamico uguale pedofilo, okay? Allora, a quel punto lì, vi renderete conto come in un immaginario di questo tipo, automaticamente ci si concentri in modo assolutamente spaventoso su questa cosa. Prima si parlava per esempio, del rapporto tra controllo sociale e mercificazione e si diceva che quello che in realtà è proibito non è la libera espressione della sessualità, ma la libera espressione dell'amore. In un certo qual modo questo è vero, anche se è molto delicato e andrebbe ragionato. E, in effetti, è vero: la nostra società tende a mercificare il sesso, a venderlo come merce e quindi non lo criminalizza più. Ma non è vero, lo mercifica in funzione del fatto che lo produce come oggetto del desiderio laterale, www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ diversificato, cioè si sessualizzano tutta una serie di prodotti, di pratiche, di identità, di immaginari, come per esempio la sessualizzazione dell'immaginario gay lesbico, ora come ora, che serve per vendere, di fatto, delle merci, che poi non corrisponde a una reale liberazione delle dinamiche. Non è un caso per esempio, che al Gay Village qui a Roma, la frequentazione di eterosessuali è totale, mentre gli omosessuali fanno fatica addirittura a frequentare il Gay Village stesso, perché loro se lo vivono come un coming out essere presenti, mentre per gli eterosessuali è un acquisto di una merce, che è la merce trasgressione, del trovarsi in un ambiente gay. Quindi non c'è veramente una libertà di comportamenti sessuali, c'è una liberalizzazione sul libero mercato dell’immaginario della merce sesso, ma poi, di fatto, la sessualità è repressa, come è represso l'amore. E se poi pensiamo che noi viviamo a Roma, ma se solamente ci spostiamo di 200 chilometri più in giù, troviamo praticamente delle dinamiche veramente incredibili; cioè i matrimoni misti sono assolutamente inconcepibili; se ci sono più di dieci anni di differenza fra un uomo e una donna è una cosa allucinante; se una donna divorzia è cancellata completamente dalla vita pubblica. Ripeto, queste cose noi le dimentichiamo, ma basta andare in un piccolo paesino, insomma, anche solo a 100 chilometri da Roma per trovarci in un'altra epoca, in un'altra dinamica, indipendentemente da quello che passa alla televisione. In una situazione di questo tipo, il panico sessuale non è più quello della pedofilia, ma è l'esistenza proprio di una vita sessuale libera. E non è un caso voglio dire, vogliamo parlare del Pride a Grosseto? Vogliamo parlare di tutte queste cose? Le discoteche gay sono tornate ad essere dei nuovi meravigliosi ghetti dorati La vita quotidiana continua ad essere comunque legata ancora a una quantità paurosa di malessere, di incapacità di venire fuori, eccetera, eccetera. Le lesbiche in Italia continuano ad avere visibilità nulla. Allora, io credo che il problema sia il panico, non la pedofilia, ma proprio il panico, cioè la creazione di, ripeto quello che dicevo prima, consenso ai fini di ottenere un determinato tipo di risultato. In più, la questione islamica per me è ancora più pericolosa in questo caso, perché dall'altra parte, c'è una polarizzazione, cioè il fatto che il vahabismo nei paesi arabi sta diventando sempre più forte e sempre più importante e fa sì che anche là si lavori proprio su questa cosa, sulla sessualità e sul panico, perché il problema e il motivo per cui i fondamentalismi di un certo tipo in quei paesi si stanno diffondendo, è proprio perché qui non si tratta tanto dello scontro di civiltà di cui parla quella scrittrice, che non voglio nemmeno nominare. Si tratta (avete capito di chi parlo - giornalista più che scrittrice, sta scrivendo questi libri capisci, romanzi di fantasia in cui ipotizza mostri sadici pazzeschi, che fanno cose inaudite) ma si tratta proprio e poi chiudo con questo discorso del problema della miseria economica e del senso di inadeguatezza che in tanti altri paesi hanno nei confronti dei bianchi occidentali. Questo fa sì che sentano il bisogno di richiudersi in una purezza di base, in una semplicità eccetera e che quindi siano disposti ad accettare delle condizioni più restrittive che però rafforzano il senso dell'identità e il senso della difesa. Allora, quello che penso è che rischiamo in occidente la vietnamizzazione dell’ Afghanistan prima, dell'Iraq dopo, io non so, cioè sappiamo tutti come andrà a finire. Secondo voi come va a finire in questi due paesi? Temo che vada a finire che quello è il primo atto del crollo, dell'inizio della fine degli Stati Uniti, dell'arrivo di una nuova era, che però non sarà molto più bella di quella di prima; perché questa nuova era, sia nei paesi islamici, che in quelli occidentali si vada a confrontare con un senso di inadeguatezza generalizzato, di bisogno di appartenenza e di legarsi a dei valori forti, a delle cose del genere, con un senso di adesione alle campagne di costruzione di panico mediatico. Quindi alla fine una prospettiva di questo tipo potrebbe essere quella veramente di un ritorno ai secoli bui a livello generale, che non significa che le truppe con la mezza luna invadano l'Europa e impongano il velo a tutte le donne occidentali, ma significa che c'è un'operazione di ritorno al passato perché proprio non si riesce a reggere più l'impatto con una società turbo-capitalista che ha modificato completamente il nostro stile di vita. Allora, la creazione del panico mediatico, incidentalmente ha usato la pedofilia perchè aveva bisogno di basarsi su qualcosa. Adesso ha trovato qualcosa di molto più forte, di molto più significativo e quindi noi dovremmo cercare di lavorare, anche se mi rendo conto che questi poi www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ proclami alla resistenza insomma lasciano il tempo che trovano, non servono a niente. Però bisogna pensare che proprio la creazione del panico per produrre un certo tipo di consenso è il nemico più grande che abbiamo. È la cosa che veramente ci sta rischiando di far precipitare in una situazione ben più grave di quella che abbiamo attraversato finora. Tutto qui. Enzo Marzo Volevo semplicemente dire che io accolgo, ma ovviamente è deciso con Gigliola, l'ultimo intervento come un invito a fare a settembre una discussione sulla scuola pubblica, perché ho l'impressione che all'interno anche della sinistra italiana, ci sia una confusione assai grave sulla questione della scuola pubblica. È una questione a cui ovviamente dobbiamo tenere molto perché è uno dei problemi centrali della laicità. La seconda cosa che volevo dire è che è un argomento che riguarda e tocca proprio direttamente anche tutto in generale il pensiero, per esempio liberale moderno, perché effettivamente c'è questa tendenza che è chiamata con una parola orrenda consequenzialista, per cui si dà il giudizio stando a vedere più che ai principi e alla loro osservanza o dinamicità, alle conseguenze pratiche; cioè si ragiona dicendo: al limite è meglio l'infibulazione leggera piuttosto che quella bambina debba tornare in Africa, oppure è meglio una scuola separata per gli islamici, una classe separata per loro piuttosto che la microcriminalità a cui sarebbero eventualmente costretti se non fossero, se non trovassero questo sbocco scolastico. Io personalmente sono contro questa consequenzialità perché mi indebolisce per una serie di somme successive, le buone intenzioni di aderenza ai risultati spiccioli, al cedimento del grattacielo, cioè al cedimento della teoria che dà alla fine la vittoria, diciamo tra virgolette, a quelli che la pensano in modo diverso. Se qualcuno qui fosse venuto a dire a noi che sono decenni che facciamo la battaglia per esempio contro l'ora di religione: ah, ma perché non incantiamo delle belle classi solo per i cattolici? Almeno così, seguendo il discorso di Grillini, gli impediamo di andare in parrocchia a fare catechismo e quindi non vanno sotto le lunghe mani dei parroci americani eccetera! No, io sostengo che per un genitore americano è molto più educativo mandare il figlio su un marciapiede del Bronx piuttosto che mandarlo in sacrestia. Questo è il discorso! Però questo io lo prendo come una cosa vera; facciamolo questo dibattito a settembre, perché secondo me è proprio compito nostro quello di battere su tali principi. Però noi non possiamo partire da un certo dato di fatto, diciamo dalla conseguenza per poi andare a modificare in modo così drastico i principi che in questo caso, se non stiamo attenti, sono proprio principi di libertà. Un codicillo minimo, però anche questo richiederebbe un dibattito enorme, quindi dico solo il titolo, però non lo svolgo e sollecito tutti gli altri a non svolgerlo. Roberto De Felice Ho alcuni brevi flash. Intanto il legislatore, che peraltro era un legislatore dell'ulivo, legge 269 del 98: pornografia minorile; articolo 600 terzo comma 3 del codice penale. Si astrae che esiste questo divieto. Allora, chiunque con qualsiasi mezzo e anche per via telematica, distribuisca o divulga notizie o informazioni finalizzate all'adescamento di minori di anni 18. Quelli che fanno il primo anno di università e magari hanno il sito amatoriale, o comunque si telefonano, e si dicono: quelle dell'alberghiero ci stanno! Domani andiamo e ci proviamo! Sono puniti con la reclusione da uno a cinque anni. Cioè che, se poi capita il giudice dell'Opus Dei, guarda che lo applica! Se capita un giudice normale, ecco allora capisce che questo adescamento è a fini pravi. Seconda osservazione. Mi piaceva tutto quel discorso etimologico e purtroppo io vivo a Roma e qui le cose sono volgarizzate parecchio, perché i romani hanno un modo di parlare stranissimo, oggi non è infrequente che se uno ha qualche lite poi ti dicono: a pedofilo! A Roma non significa più niente. L’hai notato, no? Sì, sì! Se uno ti supera male col motorino, eccetera, queste cose qua, si ormai la cosa è banalizzata. Ci sono tutta una serie di disegni di legge, secondo me sacrosanti, voi che siete di sinistra vi opponete, comunque sulla riforma della separazione. Allora, parecchi di questi disegni di legge che sono uguali, avevano tutti una norma uguale, che poi evidentemente sono stati ispirati dalle associazioni dei padri separati, o qualcosa di questo genere. Il coniuge che avesse fatto una falsa denuncia contro l'altro coniuge di abusi sessuali nei confronti del figlio, www.cgil.it Confederazione Generale Italiana del Lavoro _______________________________________________________________________________ decadeva automaticamente dalla patria potestà. Questa cosa poi nel testo unificato è sparita e probabilmente hanno fatto bene. C'è soltanto una norma che dice che questo comportamento deve essere adeguatamente valutato. Secondo voi che significa? Cioè quante denunce strumentali sono fatte? Quanto in questo problema che è considerato falsamente come piaga sociale, ci sono alcuni soggetti probabilmente veramente sfigati che comunque agiscano sono criminali, eccetera. Non è che veramente il pedofilo sta ad ogni cantone, ormai è diventato di moda! Quindi, ecco insomma, queste sono le mie brevi riflessioni. Avanti. www.cgil.it