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INDICE
Introduzione
2
1. FRANCESCO GUENZI: STORIA DI UN DISCOFILO
4
1.1 La vita e la passione
4
1.2 La donazione
5
1.3 I nastri magnetici
7
2. ANALISI DELLA COLLEZIONE
2.1 Tipo di repertorio
11
12
2.1.1 Suddivisione per aree geografiche dei compositori
12
2.1.2 Suddivisione per anno di registrazione
16
2.2 Rarità
19
2.3 Problemi di catalogazione
26
2.4 Il mercato discografico: breve storia ed applicazione
31
alla collezione
2.4.1 Le case discografiche
31
2.4.2 I dischi pirata
33
3. CONFRONTO CON LA DISCOTECA STORICA
“ARRIGO ED EGLE AGOSTI” DI REGGIO EMILIA
38
3.1 Breve storia e descrizione della collezione di Reggio Emilia
38
3.2 Confronto fra le due collezioni
39
CONCLUSIONI
45
BIBLIOGRAFIA
46
RINGRAZIAMENTI
47
ALLEGATI : CATALOGO DELLA COLLEZIONE OPERISTICA
2
!
!
INTRODUZIONE
Il presente elaborato di tesi vuole volgere uno sguardo scientifico alla
collezione di dischi di Francesco Guenzi che l’esecutore testamentario,
ing. Giuseppe Guenzi, offrì generosamente nel 2003 al Dipartimento di
Musica e Spettacolo di Bologna, luogo in cui tuttora viene conservata. La
raccolta è composta da oltre 1700 dischi long-playing risalenti
prevalentemente nel ventennio 1950-1970 e che documentano, senza la
pretesa di essere esaustivi ma sicuramente molto efficaci, il repertorio più
in voga in quel periodo che era possibile trovare inciso nei supporti
fonografici, sia di musica sinfonico-cameristica che operistica. Questa
ricerca approfondisce solo quello che riguarda il settore operistico della
collezione.
Nel primo capitolo sono riportate alcune notizie biografiche del
collezionista1 aventi il duplice fine di memoria storica dello stesso e di
contestualizzare la sua raccolta nel periodo storico in cui è stata
accumulata. Viene anche dedicato un paragrafo ai nastri magnetici, altro
importantissimo supporto fonografico che riscosse tra i collezionisti un
valore si può dire pari al vinile, e viene approfondito l’atto della
donazione.
Il secondo capitolo, dopo aver riportato i numeri che suscitano più
interesse dei dischi, analizza gli stessi da due punti di vista: aree
geografiche dei compositori (analisi del repertorio) e anno d’incisione dei
dischi (analisi strettamente legata all’esecuzione). Segue l’elenco dei
dischi rari che sono stati rintracciati nella collezione con relativa analisi di
ognuno di essi. La collezione attualmente conserva la catalogazione che le
venne originariamente affiancata dall’esecutore testamentario, la quale
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
1
Ringrazio vivamente la sig. Magda Belletti Guenzi e l’ing. Giuseppe Guenzi per le
puntuali notizie fornite e l’entusiasmo e la cordialità con il quale hanno collaborato a
questa ricerca.
3
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pur essendo approfondita non è del tutto esauriente e richiede di
un’ulteriore
rivisitazione
per
renderla
completamente
funzionale
all’interno della biblioteca del Dipartimento di Musica e Spettacolo. A
questo proposito viene proposto in questa sede un breve saggio che
fornisce spunti per una futura e definitiva catalogazione (paragrafo 2.3).
Infine è presente un breve paragrafo sulla storia delle etichette
discografiche più importanti e la loro rispettiva evoluzione, al fine di
rendere la contestualizzazione il più approfondita possibile, seguita dalla
suddivisione dei dischi per etichette, utile a completarne l’analisi.
Il capitolo 3 propone un confronto della raccolta discografica del sig.
Guenzi con un’altra affine e per area geografica e per periodo storico e
per repertorio: la discoteca storica “Arrigo ed Egle Agosti” di Reggio
Emilia. Si cercano qui di capirne le analogie e le differenze per tracciare
un profilo dei due collezionisti e, soprattutto del collezionista in generale
di quegli anni, fine ultimo di questa ricerca.
Segue in allegato l’elenco dettagliato dei dischi operistici in cui per ogni
titolo viene riportato: numero di catalogo, cognome compositore, titolo
dell’opera, informazioni sull’esecuzione (direttore, interpreti, orchestra),
etichetta discografica, anno di pubblicazione (dove presente) e infine note
sulla registrazione (data e luogo della rappresentazione, live se si tratta di
una registrazione dal vivo).
4
!
!
1.FRANCESCO GUENZI: STORIA DI
UN DISCOFILO
1.1 La vita e la passione
Francesco Guenzi (Bologna, 02/02/1913 - ivi, 05/11/2000) nacque da
una famiglia in cui la musica è sempre stata in primo piano, anche se
nessuno dei parenti stretti si spinse oltre la passione per farne una vera e
propria professione. Il padre fu il primo cassiere del Credito Romagnolo
(1896, quando ancora era denominato Banca del Piccolo Credito
Romagnolo) ed ebbe due figli, Francesco e Lodovico (quest’ultimo,
medico, con un figlio di nome Alberto, docente di Storia all’Università di
Bologna). Francesco visse sempre a Bologna, tranne che per un breve
periodo durante la Seconda Guerra Mondiale, quando fu costretto a
scappare dai tedeschi. Abitò col padre fino alla metà degli anni ’60 in una
casa in via Altabella, per poi trasferirsi definitivamente al numero civico
11 di via Remorsella.
Laureato in Legge, dopo la Guerra lavorò prima nell’ambito delle
associazioni industriali, per poi essere assunto nella ditta di commercio di
tessuti (in particolare maglie da donna) di Alberto Tomba, nonno del
famoso sportivo, in cui si interessava della parte commerciale.
Interessante notare che, come molti collezionisti dell’epoca, non ebbe
formazione musicale, ma approfondì la sua passione grazie ad un’assìdua
frequentazione di sale da concerto e teatri (fino al 1997-1998, anche fuori
città) e ad una cerchia di amici intenditori con cui confrontarsi.
Fondamentali in tal senso i familiari, in particolar modo il fratello
Lodovico, la cognata Magda Belletti Guenzi, il cugino Giuseppe Guenzi;
5
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non ultimi i coniugi Lipparini, coi quali andava a tutti i concerti,
aiutandosi a vicenda nel procurarsi dischi rari e ricevendo assistenza
tecnica nella manutenzione delle apparecchiature con cui ascoltava e
registrava musica. La passione per quest’ultima lo aveva travolto già negli
anni ’40, anche se le prime prove di ciò datano gli anni ’50 (la sua
cospicua collezione di dischi e nastri magnetici, entrambi oggetto della
donazione presa in esame in questa sede)
Come tutti i collezionisti comprava il Radiocorriere e alcune riviste
specializzate, indispensabili per tenersi aggiornati sui concerti, le
programmazioni radiofoniche e le nuove uscite discografiche. Purtroppo,
però, nessuna copia di questi è sopravvissuta (soltanto alcuni ritagli dal
Radiocorriere allegati alle registrazioni effettuate dalla radio). I dischi non
li comprava sempre nello stesso negozio, anche se si sa che il negozio più
fornito di Bologna all’epoca era “Bongiovanni”, di cui il proprietario, tra
l’altro, era anche un caro amico di famiglia.
1.2 La donazione
La collezione musicale di Francesco Guenzi fu offerta in dono al
Dipartimento di Musica e Spettacolo di Bologna dall’esecutore
testamentario, il cugino del collezionista, ing. Giuseppe Guenzi, seguendo
il desiderio del compianto cugino di concentrare tutto il patrimonio
musicale per non disperderlo. Lo stesso Giuseppe Guenzi, aiutato dal
cognato, si occupò inoltre, come vedremo nel capitolo successivo, di
riordinare i circa 1700 supporti discografici. La scelta dell’Università di
Bologna non fu immediata, in quanto preceduta da una lunga riflessione,
da parte dei familiari più stretti di Francesco Guenzi, sul futuro uso e
sistemazione della collezione. Dopo i vani tentativi di donarla al
Conservatorio di Bologna (all’epoca avente come direttore il maestro
Carmine Carrisi) e al Civico Museo Bibliografico Musicale di Bologna (il
futuro Museo della Musica) e dopo averne discusso anche col dott.
6
!
!
Francesco Bongiovanni2, i familiari entrarono in contatto col prof.
Lorenzo Bianconi3 dell’Università di Bologna, il quale non esitò ad
accettare la proposta, una volta discusso con il Consiglio del Dipartimento
di Musica e Spettacolo sul valore storico-documentario della collezione e
sul suo possibile utilizzo in ambito scientifico. Inoltre va detto che
l’Università è più autonoma per questo tipo di scelte, nel senso che non ci
sono altri passaggi burocratici da fare prima di accettare qualsiasi tipo di
donazione.
La proposta di acquisizione fu stilata il 15 Aprile 2002 dal Responsabile
della Biblioteca del Dipartimento di Musica e Spettacolo, dott. Marinella
Menetti; in esso vengono sviluppate ipotesi sul valore e sul suo possibile
utilizzo:
Credo che, per il suo valore e per l’utilità anche didattica che potrà avere, l’acquisizione
di questa collezione rappresenti un notevole e positivo incremento del nostro patrimonio.
La raccolta verrebbe per ora sistemata in un locale in via Galliera 3 e destinata ad un uso
specialistico fino alla sua completa sistemazione.
Propongo che per l’inventariazione, la classificazione e la catalogazione, secondo gli
standard internazionali attualmente in uso, si ricorra ad un contratto ad hoc semestrale,
possibilmente a carico dell’Ateneo (esiste una graduatoria aperta di assistenti di
biblioteca a tempo determinato) o, in alternativa, ad un contratto analogo a carico del
Dipartimento.
Poiché il materiale ha già un suo catalogo, queste operazioni non sono da ritenersi
particolarmente urgenti, perché già da ora può essere assicurata una buona fruibilità.
La delibera del Consiglio di Dipartimento risale al 30 Gennaio 2003,
come riportato nella lettera di intenti dove vengono chiariti gli accordi tra
le due parti4. Fu firmata dall’allora direttore del Dipartimento, prof.
Marco De Mariniis, e dall’esecutore testamentario, ing. Giuseppe Guenzi.
Ne riporto qui i tratti salienti:
Il Dipartimento si impegna a:
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
2
!Titolare dell’omonimo negozio di dischi e casa editrice bolognese.
Il quale ringrazio per avermi fornito dei contatti della cognata e del cugino di
Francesco Guenzi.
4
Lettera conservata negli archivi della Biblioteca del Dipartimento di Musica e
Spettacolo e gentilmente messa a disposizione dalla responsabile della biblioteca, la dott.
Marinella Menetti, la quale ringrazio per la collaborazione.
3
7
!
!
-
aggregare tutti i materiali (ivi compreso il catalogo redatto dal donatore al
proprio patrimonio biblio-discografico);
-
assicurare la buona ed integra conservazione della collezione;
-
renderla fruibile agli studiosi nei modi confacenti alla specifica natura dei
materiali;
-
conserverà integra e riconoscibile la collezione, in considerazione della sua
intrinseca coesione. Tale riconoscibilità, come nel caso degli altri fondi storici
confluiti o costituiti in seno alla biblioteca dipartimentale, sarà assicurata
mediante apposita dicitura (“Raccolta discografica Francesco Guenzi”), da
citarsi nel caso di utilizzazione pubblica o privata, scientifica o didattica dei
materiali in essa contenuti;
-
assicura all’ing. Giuseppe Guenzi ed ai suoi eredi, l’accesso al prestito del
materiale della collezione, in ragione di uno o più LP (con massimo di 15
esemplari per volta) di detta collezione. Il prestito sarà consentito solo per scopi
non commerciali e andrà richiesto con un preavviso minimo di 10 giorni, e per
un massimo di 30 giorni. Gli eventuali oneri connessi al prestito saranno a
carico dei richiedenti.
L’imballaggio e il definitivo trasporto della collezione dalla sua
precedente ubicazione, l’abitazione del sig. Francesco Guenzi in via
Remorsella 11, alla biblioteca del Dipartimento di Musica e
Spettacolo venne effettuata nel periodo tra fine Febbraio e inizio
Marzo 2003.
1.3 I nastri magnetici
La collezione personale di Francesco Guenzi comprende, oltre ai
dischi oggetto specifico di questo studio, anche un centinaio di nastri
magnetici. Questi, sono un supporto che consiste in una sottile striscia di
materiale plastico, rivestita da un materiale su cui viene incisa la musica
per magnetismo. Essa è contenuta in apposite bobine che variano in
8
!
!
diametro a seconda della quantità di nastro che possono contenere. La
durata di registrazione varia a seconda delle lunghezza e velocità di
registrazione del nastro.
Nella collezione, la maggior parte dei nastri sono in bobine da 7 pollici
con nastro magnetico largo ¼ di pollice, i quali sono la misura più
utilizzata nelle registrazioni domestiche degli anni ’50-’60. Presenti anche
alcuni, più recenti, contenuti in bobine da 12 pollici (solo negli anni ’80 il
collezionista si convertì alle musicassette). Tutti i nastri venivano
registrati dalla radio tramite apparecchiature abbastanza ricercate e
costose per l’epoca, ovvero due registratori Revox di cui uno più recente
(non si sa quale dei due sia stato utilizzato per la registrazione di ogni
nastro). Un’ ulteriore considerazione va fatta sulla tecnica di
registrazione, in quanto Francesco Guenzi era uno dei pochi che
registrava dalla radio tramite un cavo, cosa rara in quanto esistevano
pochi apparecchi radiofonici in grado di utilizzare questo tipo di risorsa.
Le registrazioni conservano il caratteristico suono cupo delle radio di 50
anni fa, che ricevevano solo “onde medie” (oggi tutto ciò si è evoluto
grazie alla “modulazione di frequenza” che rende il suono delle
trasmissioni radiofoniche più brillante).
Il dott. Guenzi era solito riutilizzare il nastro una volta acquistata la stessa
esecuzione in disco. Se la registrazione precedente superava in durata la
successiva si formava alla fine del nastro la “coda”, un residuo della
traccia audio precedente che rende ancor oggi riconoscibile quest’ultima.
Se le sovraincisioni erano molteplici, il nastro mostra più code nella
stessa traccia, cosa che rende ancora più interessante il riconoscimento dei
singoli spezzoni. Per questo motivo la registrazione più antica conservata
sui nastri risale al 1961, anche se i nastri potevano essere stati acquistati
molto tempo prima e quindi probabilmente contenevano registrazioni più
antiche che sono state sovraincise.
Il tipo di repertorio contenuto in essi è il medesimo di quello contenuto
nell’altro tipo di supporto della collezione (i dischi in microsolco), a
differenza che nei nastri vi è un’attenzione maggiore verso il settore
operistico, probabilmente per la prevalenza di programmi radiofonici
dedicati ad esso, oppure perché semplicemente aveva già approfondito la
9
!
!
sua collezione di musica sinfonica nella collezione di dischi, in cui
prevale leggermente sull’opera. Oltre alle opere trasmesse in diretta dai
maggiori teatri italiani e dalle registrazioni fatte negli studi della RAI,
sono presenti anche vari recitals e trasmissioni radiofoniche di interesse
musicologico, come il ciclo “Occhio al personaggio” a cura di Rodolfo
Celletti, in cui ogni puntata era dedicata ad un personaggio chiave della
storia dell’opera analizzato dal punto di vista psicologico e della tecnica
vocale, con approfondimenti sui maggiori cantanti che ne hanno
interpretato la parte.
Infine vorrei sottolineare il grande zelo, a tratti maniacale, come ogni
collezionista che si rispetti, con cui il dott. Guenzi curò ogni singolo
nastro. Le tracce sono disposte in modo da seguire la struttura dell’opera
senza la benché minima confusione. All’inizio della registrazione è
presente anche la classica introduzione delle annunciatrici RAI, che
espongono tutti i dettagli dell’esecuzione. La qualità audio, sebbene
leggermente deteriorata dall’età che ogni nastro porta con sé e
strettamente dipendente dalla qualità degli stessi, mantiene fedelmente
l’originale aggiungendo all’ascolto quel pizzico di nostalgia che può
scaturire da ogni pezzo di storia di questa portata. All’interno di ogni
confezione, sono riportati, inoltre, appunti dello stesso collezionista
sull’esecuzione e la data precisa della registrazione in modo da
contestualizzare nel tempo ogni registrazione (a volte è presente anche
una pagina del palinsesto RAI strappata dal Radiocorriere) quasi come se
il dott. Guenzi fosse consapevole del futuro valore storico che la sua
collezione avrebbe potuto acquisire col tempo.
10
!
!
Nella foto5: Francesco Guenzi in uno scatto fotografico risalente a poco
tempo prima della sua morte.
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
5
!Concessa gentilmente dall’ing. Giuseppe Guenzi, che ringrazio nuovamente.
11
!
!
2. ANALISI DELLA COLLEZIONE
DISCOGRAFICA
La raccolta discografica “Francesco Guenzi”, si compone di oltre 1700
dischi long-playing con registrazioni che coprono un arco temporale che
va dalla nascita del microsolco all’affermazione del compact disc (19481986).
La presente ricerca sulla raccolta contempla i soli dischi contenenti
incisioni e registrazioni di Opere complete e selezioni. I restanti sono un
numero cospicuo di recitals (esibizioni dedicate in genere a un cantante
solista che esegue estratti di opere) e di musica strumentale sinfonica e
cameristica. Di seguito alcuni numeri (per ogni opera è riportato il
numero di catalogo tra parentesi e l’anno di registrazione, molto spesso
diverso da quello di pubblicazione):
-
256 produzioni discografiche (di cui 53 registrazioni live, 203
incisioni in studio);
-
149 titoli;
-
6 selezioni: una Carmen del 1957 (GUENZI 14043), un Boris
Godunov del 1944 (GUENZI 13005), una Gioconda del 1957
(GUENZI 31097), un Trovatore – selezione miscellanea6 degli
anni ’30 - ’40 – (GUENZI 32103), una Forza del destino del 1956
(GUENZI 14032), un Rigoletto del 1947 (GUENZI 25022).
Da notare la presenza di due coppie di dischi identici e per produzione e
per edizione: una Gioconda di Ponchielli del 1957 diretta da Gavazzeni
con l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e con Cerquetti, Del
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
6
Si tratta di quelle selezioni confezionate riunendo parti di una stessa opera incisi da
cantanti diversi e in occasioni diverse: cfr Elisabetta Pasquini, Catalogo della discoteca
storica dell'Istituto nazionale di studi verdiani, Volume 1, Opere complete e selezioni,
Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2000, pag. 16 nota n. 6.
12
!
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Monaco, Simionato, Bastianini (GUENZI 11027 e GUENZI 11052); e
un’Aida di Verdi del 1954 diretta da Perlea con l’orchestra del Teatro
dell’Opera di Roma e con Milanov, Björling, Barbieri, Christoff
(GUENZI 13054 e GUENZI 25053). Inoltre sono presenti ben tre coppie
della medesima produzione operistica editorialmente diverse: una Lucia
di Lammermoor di Donizetti del 1953 diretta da Serafin con l’orchestra
del Maggio Musicale Fiorentino e con la Callas, Di Stefano, Gobbi
(GUENZI 11024 e GUENZI 14057-58); un Andrea Chénier di Giordano
del 1957 diretto da Gavazzeni con l’orchestra dell’Accademia di Santa
Cecilia di Roma e con Del Monaco, Tebaldi, Bastianini (GUENZI 11031
e GUENZI 14093); una Semiramide di Rossini del 1966 diretta da
Bonynge con la London Symphony Orchestra e con la Sutherland e la
Horne (GUENZI 14120 e GUENZI 34001). Un’ulteriore considerazione
va a tre titoli aventi, per ragioni di edizione dei singoli dischi in
confezione staccata, un numero di catalogo plurimo: I puritani di Bellini
del 1953 diretto da Serafin con l’orchestra della Scala di Milano e con la
Callas, Di Stefano, Rossi Lemeni (GUENZI 31100-101-102), la già citata
Lucia di Lammermoor di Donizetti del 1953 (GUENZI 14057-58) e un
Rigoletto di Verdi del 1955 diretto da Serafin con l’orchestra della Scala
di Milano e con la Callas, Gobbi, Di Stefano (GUENZI 31105-106-107).
2.1 Tipo di repertorio
2.1.1 Suddivisione per aree geografiche dei compositori
La discoteca “Francesco Guenzi” documenta in maniera egregia la
fortuna di quello che, fin dagli esordi della fonografia, fu il repertorio
elettivo del nuovo mezzo di riproduzione sonora: il melodramma, l’opera
lirica, il “belcanto”, su un arco storico privilegiato che va all’incirca da
Mozart a Mascagni e su un orizzonte culturale che è in prevalenza
italiano. Le cause di ciò sono brillantemente esposte da Lorenzo Bianconi
13
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nella premessa al Catalogo della discoteca storica “Arrigo ed Egle
Agosti” di Reggio Emilia 7:
Vi fu alle origini convergenza tra le ragioni tecniche (migliore riproducibilità della
voce umana sui dischi dei primordi) e le ragioni industriali e commerciali e artistiche che
assicurarono al melodramma italiano una egemonia lunga e schiacciante nella
produzione fonografica. Se statunitensi furono gl’inventori, i brevetti, i pionieri del
fonografo, immediata fu la impiantazione di imprese fonografiche in Europa, in primis in
Gran Bretagna e in Italia. Ma l’Italia, la Gran Bretagna e le due Americhe sono, tra la
fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, le zone del pianeta dove primeggia
indiscusso il repertorio operistico italiano (l’emigrazione – che l’industria fonografica
alletta – favorisce e consolida siffatto predominio), mentre è più tardigrada l’infiltrazione
del gusto wagneriano di là dell’Atlantico. Infine il culto dei divi canori, fattore poderoso
nel determinare gl’indizi del gusto teatrale e del mercato fonografico, attecchisce e
prospera rigoglioso proprio sulla struttura a “numeri chiusi” dell’opera di conio italiano:
ed è la struttura a “numeri chiusi” quella che meglio d’ogni altra, alla lettera, s’attaglia
alle durate delle facciate d’un 78 giri, alle quali si ribellano invece le dimensioni interne
ma anche i dogmi estetici peculiari al dramma wagneriano.
La diatriba che ha sempre animato l’interesse dei collezionisti di dischi o,
più in generale, dei cultori dell’opera italiana, è quella tra opera
“tradizionale” (a numeri chiusi, aria e recitativo, che reggevano la
narrazione) e quella a stampo “veristico” che comincia a svilupparsi negli
ultimi anni del XIX secolo grazie all’esperienza dell’ultimo Verdi seguita
da un gruppo di compositori sotto la denominazione di Giovane Scuola,
ispirati anche da alcuni tratti dell’estetica wagneriana, in concomitanza
con l’omonima corrente letteraria da cui prende spunto. La presente
raccolta possiamo dire che si colloca a metà tra queste due tendenze
dell’opera, in quanto sono presenti i grandi classici che hanno fatto la
storia del “bel canto”, senza disdegnare però il filone verista o l’ancor più
“ostica” estetica del dramma musicale wagneriano; ma, come spesso
accade nelle collezioni di dischi di quegli anni, la maggior parte dei titoli
sono di penna italiana. Infatti i dischi raccolti da Francesco Guenzi
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
7
!Susanna GOZZI & Alessandro ROCCATAGLIATI, Catalogo della discoteca storica
“Arrigo ed Egle Agosti” di Reggio Emilia, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 1985, p.
VIII.
14
!
!
chiama in causa un vasto numero di autori operistici nostrani (i numeri tra
parentesi indicano la quantità di titoli per ciascun autore):
- Verdi (68)
- Donizetti (24)
- Rossini (24)
- Puccini (16)
- Bellini (8)
- Mascagni (7)
- Ponchielli (7)
- Boito (5)
- Giordano (5)
- Leoncavallo (5)
- Catalani (3)
- Cilea (2)
- Busoni (1)
- Cherubini (1)
- Cimarosa (1)
- Pacini (1)
- Paisiello (1)
- Pergolesi (1)
- Respighi (1)
I titoli di autori italiani, quindi, ammontano a 181 (il 71% della collezione
operistica) e prediligono il secolo più popolare (nelle varie accezioni del
termine) dell’opera italiana, l’Ottocento, spaziando anche nel Settecento
(Cimarosa, Paisiello, Pergolesi) e nelle prime decadi del Novecento
(Cilea, Mascagni, Puccini).
In second’ordine, seguono i titoli appartenenti ad autori austro-tedeschi e
francesi, rispettivamente con 41 (il 16% della collezione operistica) e 25
produzioni
discografiche
(il
10%
della
collezione
operistica),
prevalentemente titoli del XIX secolo. Gli autori d’area tedesca
comprendono (di nuovo il numero tra parentesi indica la quantità di titoli
per ciascun autore):
15
!
!
- Wagner (16)
- Mozart (7)
- Meyerbeer (4)
- Strauss Richard (4)
- Weber (2)
- Beethoven (1)
- Cornelius (1)
- Flotow (1)
- Gluck (1)
- Goldmark (1)
- Lortzing (1)
- Nicolai (1)
- Strauss Johann jr (1)
Per quanto riguarda gli autori francesi, sono rappresentati:
- Massenet (6)
- Bizet (5)
- Gounod (5)
- Berlioz (3)
- Offenbach (2)
- Saint-Saëns (2)
- Delibes (1)
- Halévy (1)
Causa le difficoltà di importazione dei dischi, nel catalogo di Francesco
Guenzi sono presenti solo 7 titoli (2% della collezione operistica) del
repertorio russo, tutti facenti parte delle opere zariste di maggior successo
le cui registrazioni sono state pubblicate da etichette discografiche
dell’Europa occidentale: Kniaz’Igor' di Borodin, 3 edizioni del Boris
Godunov e Sorocinskaja Jarmarka di Musorgskij, Ljubov k triom
apelsinam (L'amour des trois oranges) di Prokof’ev, Nos di Šostakovič.
In coda per esiguità di numero, i 2 titoli (l’1% della collezione operistica)
del compositore spagnolo Falla, El amor brujo e El retablo de Maese
Pedro, insieme a Il Guarany del compositore brasiliano (ma di scuola
italiana) Gomes.
16
!
!
2.1.2 Suddivisione per anno di registrazione
Non essendo presenti dischi a 78 giri, tutti i supporti collezionati dal
dott. Guenzi sono stati pubblicati dall’avvento della registrazione a
microsolco, che negli Stati Uniti è databile 1948, ma che si sviluppò nel
resto del mondo a partire dall’inizio della decade successiva. Per quanto
riguarda le opere italiane intere registrate precedentemente la nascita del
vinile, si tratta di registrazioni già pubblicate in 78 giri, in seguito
riversate sul nuovo tipo di supporto durante le prime “campagne”
intraprese dalle case discografiche nella pubblicazione di opere italiane8.
Per le opere non italiane si trattano di registrazioni live dal Metropolitan.
I parametri di suddivisione qui utilizzati sono le decadi dagli anni ’20 del
secolo scorso fino agli anni ’80, per un totale di 7 decadi.
Della terza decade del Novecento fanno parte un Mefistofele di Boito del
1929 diretto da Molajoli alla Scala di Milano con Favero, Arangi
Lombardi, Melandri (pubblicato in vinile 31 anni dopo dalla Columbia,
GUENZI 12021); un’Aida di Verdi del 1928, in una riedizione limitata
della Eclat Recording (GUENZI
14022), diretta da Sabajno con
l’orchestra della Scala e con Giannini, Pertile e Minghini Cattaneo; e una
selezione de Il trovatore dello stesso compositore di Roncole non
databile, diretta da Setti con l’orchestra del Metropolitan di New York e
con Ponselle, Martinelli, Pinza (GUENZI 32013).
A seguire, degli anni ’30 del Novecento sono le registrazioni di: Norma di
Bellini del 1937 diretta da Panizza con l’orchestra del Metropolitan e con
Pinza, Castagna, Votipka (GUENZI 25030); Pagliacci di Leoncavallo del
1934 diretta da Ghione con l’orchestra della Scala e con Gigli, Pacetti,
Basiola (GUENZI 25079); un secondo atto del Manon di Massenet e un
secondo atto del Turandot di Puccini i quali condividono lo stesso
supporto (GUENZI 25018); un Boris Godunov di Musorgskij del 1939
diretto da Panizza con l’orchestra del Metropolitan e con Pinza, Petina,
Farell (GUENZI 25036); una Bohème di Puccini del 1938 diretta da
Berrettoni con l’orchestra della Scala e con Albanese, Gigli, Menotti
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
8
Si noti ad esempio quella effettuata dalla Columbia coi complessi della Scala e il
direttore Lorenzo Molajoli.!
17
!
!
(GUENZI 25084); una Madama Butterfly dello stesso Puccini del 1939
diretta da De Fabritiis con l’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma e
con Dal Monte, Gigli, Basiola (GUENZI 11045); un Simon Boccanegra
di Verdi del 1939 diretto da Panizza con l’orchestra del Metropolitan e
con Martinelli, Warren, Tibett (GUENZI 25034); una Cavalleria
Rusticana di Mascagni del 1940 diretta dallo stesso compositore con
l’orchestra della Scala e con Gigli, Rasa, Bechi (GUENZI 25066).
Negli anni che vanno dal 1940 al 1949 sono state registrate: un Fidelio di
Beethoven del 1944 diretta da Toscanini con l’orchestra della NBC di
New York e con Bampton, Peerce, Steber (GUENZI 12042); una Betly di
Donizetti del 1949 diretta da Morelli con l’orchestra della Società del
Quartetto di Roma e con Tuccari, Gentile, Catalani (GUENZI 32003); un
Andrea Chénier di Giordano del 1941 diretto da De Fabritiis con
l’orchestra della Scala e con Gigli, Caniglia, Bechi (GUENZI 25052); un
Don Giovanni di Mozart del 1942 diretto da Walter con l’orchestra del
Metropolitan e con Pinza, Bampton, Cordon (GUENZI 25017); una
selezione del Boris Godunov di Musorgskij del 1944 diretta da Cooper
con l’orchestra del Metropolitan e con Pinza (GUENZI 13005); una scena
di una Walküre di Wagner del 1941 diretta da Toscanini con l’orchestra
della NBC di New York e con Melchior (GUENZI 34028); e di Verdi
due Aida rispettivamente del 1946 e del 1949 (GUENZI 12019 e
GUENZI 13022); una Forza del destino del 1943 diretta da Walter con
l’orchestra del Metropolitan e con Petina, Pinza, Roman (GUENZI
25024); una Traviata del 1946 diretta da Toscanini con l’orchestra della
NBC e con Albanese, Peerce, Merrill (GUENZI 11022): un Otello del
1947 diretto da Toscanini con l’orchestra della NBC e con Nelli, Vinay,
Valdengo (GUENZI 14124); una selezione miscellanea di un Rigoletto
del 1947 diretto da Previtali con l’orchestra della RAI e con Lauri Volpi,
Gobbi, Pagliughi (GUENZI 25022); Un ballo in maschera del 1943
diretto da Serafin con l’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma e con
Gigli, Bechi, Caniglia (GUENZI 13023); una Figlia del reggimento di
Donizetti del 1950 diretta da Rossi con l’orchestra della RAI di Milano e
con Pagliughi, Corsi, Valletti (GUENZI 25082); El retablo de Maese
Pedro di Falla del 1950 diretto da Todra con l’orchestra della Radio
18
!
!
Francese e Argenta, Auseni, Renom (GUENZI 12049); una Bohème di
Puccini del 1950 diretta da Erede con l’orchestra dell’Accademia di Santa
Cecilia e con Prandelli, Tebaldi, De Palma (GUENZI 25072); un
Trovatore di Verdi del 1950 diretto da Previtali con l’orchestra della RAI
di Roma e con Lauri Volpi, Mancini, Tagliabue (GUENZI 25063).
Per ragioni di spazio cito solo i 3 titoli registrati nella decade 1980 - 1989,
i quali rappresentano le registrazioni operistiche più recenti su disco
dell’intera collezione: un live di un’Alzira di Verdi del 1983 diretta da
Gardelli con l’orchestra della Radio Bavarese e con Cotrubas, Araiza,
Bruson (GUENZI 32159); Un viaggio a Reims di Rossini del 1984 diretto
da Abbado con la “Chamber Orchestra of Europe” e con il ben noto cast
stellare (GUENZI 31030); e una Donna del lago dello stesso Rossini
datata 1983 diretta da Pollini con la “Chamber Orchestra of Europe” e
con Ricciarelli, Valentini Terrani, Gonzales, Raffanti e Ramey (GUENZI
32159). Da notare che questi ultimi due costituiscono i primi dischi della
raccolta rossiniana della Fonit/Cetra i quali documentano il “Rossini
Opera Festival” organizzato nella città di Pesaro.
Al fine di colmare le lacune lasciate in questa suddivisione, rimando al
seguente schema riassuntivo nel quale è riportata ciascuna decade
affiancata dal numero di dischi registrati in quel lasso di tempo e, tra
parentesi, dalla relativa percentuale che occupano sul totale dei dischi
d’opera:
-
1921 – 1930: 3 (1%)
-
1931 – 1940: 9 (3%)
-
1941 – 1950: 16 (5%)
-
1951 – 1960: 135 (49%)
-
1961 – 1970: 73 (32%)
-
1971 – 1980: 17 (9%)
-
1981 – 1990: 2 (1%)
Il titolo che manca al completamento del totale dei dischi9 è un’opera
intera non databile (quest’ultima, però, riporta la data di pubblicazione sul
supporto stesso corrispondente al 01/05/1957): una selezione miscellanea
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
9
La data non è riportata né sul cofanetto né nelle fonti bibliografiche da me consultate.
19
!
!
della Gioconda di Ponchielli con l’orchestra della RAI di Torino e con
Stignani, Prandelli, Reali (GUENZI 31097).
2.2 Rarità
Riporto in questo paragrafo una breve analisi dei dischi che suscitano
maggior interesse storico-musicologico e che elevano dal punto di vista
qualitativo ogni collezione degna di nota, come quella presa in esame in
questa sede. Si tratta di esecuzioni che spesso non sono mai state
ristampate su CD e che sono difficilmente reperibili persino sul mercato
antiquario, oppure di esecuzioni note ma possedute dal dott. Guenzi in
edizione rara. Per entrare in possesso di questo tipo di supporti, il
collezionista medio sfruttava la larga cerchia di amicizie con altri
intenditori o si faceva aiutare dal negoziante di fiducia, sfruttando la stima
reciproca scaturita dalla comune passione per la musica. Come si vedrà
nel paragrafo dedicato ai dischi pirata (si veda paragrafo 2.4.2), Francesco
Guenzi era solito procurarsi i dischi rari principalmente dal negozio
bolognese “Bongiovanni”, il quale riusciva ad importare registrazioni dal
vivo di notevole interesse persino dall’America.
I titoli rari presenti nella raccolta discografica “Francesco Guenzi”
ammontano a 14 (il 6% della collezione), di cui due titoli di rara edizione,
non esecuzione. Riporto ora per ogni disco raro la descrizione
dell’esecuzione. Seguirà per ogni disco, inoltre, un breve commento
sull’esecuzione a cura del celebre critico musicale Rodolfo Celletti, dove
disponibile, tratto dal libro in cui ha cercato di tracciare una discografia
critica delle opere complete incise e diffuse dal 1950 al 198710.
- Carmen di Bizet live del 1957 diretta da Basile con Corelli, Guelfi,
Tassinari e con l’orchestra della RAI di Torino (EPIC BSC 106, GUENZI
13002): non riportata nel libro di Celletti;
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
10
Rodolfo CELLETTI, Il teatro dell’opera in disco, Rizzoli, Milano, 1976; terza
edizione: Il teatro d’opera in disco, 1957-1987, Milano, Rizzoli, 1988.
20
!
!
- Medea di Cherubini del 1957 diretta da Serafin con la Callas, Picchi,
Scotto e con l’orchestra della Scala (OLIMPIAN OL 3 104, GUENZI
13020, rara l’edizione):
La Callas era già in breve declino, allorché ebbe luogo l’incisione, ma restava pur
sempre l’interprete somma dell’opera di Cherubini, La voce “grigia” con la quale
pronuncia la battute di entrata (È forse qui che il vil sicuro sta?) e l’accento perentorio
con il quale, poco dopo, scandisce la frase Perché Giasone è mio, sono sufficienti a porci
dinanzi la tragedia di Medea. Tragedia non impostata dalla Callas sotto il profilo umano,
come altre interpreti (Magda Oliviero, ad esempio, in un’esecuzione a Dallas del 1967,
di cui ho ascoltato la registrazione su nastro, fece di Medea, in modo sottile e patetico,
una donna innamorata e infelice), ma ricondotta al nucleo primigenio del mito: cioè la
lacerazione intima, sconvolgente, d’una dea costretta a provare le passioni e le debolezze
d’un amante e d’una madre. Questa geniale versione appare evidentissima in altre pagine
dell’opera: per esempio l’aria del III atto Che fiero duol (notare il timbro angoscioso con
cui sono pronunciate queste parole, ma anche la larghezza e potenza di fraseggio del
susseguente O dei del ciel) e l’invocazione finale delle Furie. La direzione di Serafin è,
se non altro, sicura. Gli altri cantanti hanno limiti o vocali o tecnici, tolta Renata Scotto
che esegue O amore vieni a me con voce immacolata e soave e un esemplare gioco di
legature.
- Betly di Donizetti del 1949 diretta da Morelli con Tuccari, Gentile,
Catalani e con l’orchestra della Società del Quartetto di Roma (DOVER
HCR 5218, GUENZI 32003):
Si tratta di un’esecuzione di poche pretese, ma abbastanza decorosa. Il giudizio di
“Gramophone” (giu. 1954) e di “High Fidelty” (sett. 1965) è positivo.
- Don Pasquale di Donizetti del 1956 diretto da Molinari Pradelli con
Capecchi, Rizzoli, Valdengo e con l’orchestra del San Carlo (EPIC SC
6016, GUENZI 13042, rara l’edizione):
nel libro di Celletti è riportata l’edizione PHILIPS che qui non cito in
quanto trascrive solo il giudizio negativo che ne fa Harold Rosenthal
(“Opera in record” 1), salvo l’interpretazione che Renato Capecchi dà di
Don Pasquale.
21
!
!
- Die Königin von Saba di Goldmark, live del 1970 diretto da Giovaninetti
con Kubiac, Floyd, Reece e con l’orchestra del Metropolitan (PRIVATE
RECORD MRF 56, GUENZI 14027):
non riportata nel libro di Celletti.
- La juive di Halevy del 1960 diretta da Ghiglia con Yeend, Gafni,
Wildermann e con l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino (DA
VINCI DRC 100/1/2, GUENZI 13035):
Dell’edizione DA VINCI, C. L. Osborne scrisse (“High Fidelty”, nov. 1961) che il basso
Wildermann si disimpegna bene, mentre Gafni, che tende a imitare Giovanni Martinelli,
forza molto. Decenti gli altri, ma in complesso, edizione modesta.
- Don Quichotte di Massenet del 1967 diretto da Danon con Cangalovic,
Kalef, Korošec e con l’orchestra dell’Opera Nazionale di Belgrado
(EVEREST S 440, GUENZI 25065):
Giudiziodi G. Movshon su “High Fidelty” (mar. 1968): piuttosto buona la direzione di
Danon; eccessivamente lugubre Cangalovic e, sulla sua scia, troppo tetro anche Korošec;
buon temperamento la Kalef e gradevole la voce, sebbene affetta da “vibrato”.
- Boris Godunov di Mussorgskij (selezione live) del 1944 diretto da
Cooper con Pinza e con l’orchestra del Metropolitan (ODISSEY Y 33129,
GUENZI 13005):
non riportata nel libro di Celletti.
- Sorocinskaja Jarmarka di Mussorgskij del 1956 diretta da Hubad con
Korošec, Bukovec, Stritar e con l’orchestra dell’Opera Nazionale slovena
di Ljubljana (EPIC!SC6017, GUENZI 13036):
Su “Gramophone” (nov. 1975), L. Salter parlò, a proposito dell’edizione EPIC, di
un’esecuzione vocale abbastanza buona e d’una esecuzione orchestrale più impetuosa ed
entusiasta che garbata.
- Die Lüstigen Weiber von Windsor di Nicolai del 1951 diretto da Rother
con Strienz, Hann, Beilke e con l’orchestra dell’Opera di Stato di Berlino
(URANIA URLP 214, GUENZI 25083):
22
!
!
Sull’URANIA dello stesso anno, una nota di “Gramophone” (ago. 1951) abbastanza
positiva.
- La grande Duchesse de Gerolstein di Offenbach del 1958 diretta da
Leibowits con Zareska, Prévet, Dran e con l’orchestra dell’associazione
Pasdeloup di Parigi (URANIA UX 115, GUENZI 11003):
non riportata nel libro di Celletti.
- Il signor Bruschino di Rossini del 1954 diretto da Gerelli con Capecchi,
Ribetti, Maugeri e con l’orchestra filarmonica da camera di Milano (
VOX PL 8460, GUENZI 32002):
A proposito della VOX 1954, P. H. Wallace osservava, su “Gramophone” dell’ ott. 1954,
che Capecchi è decisamente sgradevole, nel suo primo a solo, per la voce forzata e
oscillante, che la Ribetti ha difetti d’intonazione e di qualità timbriche e che il solo
tenore Pontiggia appare in regola con lo stile. In occasione della ristampa, Marcello
Conati (“Discoteca”, lu. ago. 1968) si esprimeva positivamente sulla direzione di Gerelli,
sulla Ribetti, su Maugeri e, in particolare, sul tenore Pontiggia, ma trovava Capecchi
troppo caricato. Secondo il “Dictionnaire des disques” l’esecuzione orchestrale prevale
su quella vocale che può fare assegnamento soltanto su Capecchi e, al limite, sulla
Ribetti. Gli altri cantanti sono mediocri.
- L’occasione fa il ladro di Rossini 1953 diretta da Morelli con Besma,
Russo, Sacchi e con l’orchestra della Società del Quartetto di Roma
(DOVER HCR 5219, GUENZI 32004):
P. H. Wallace (“Gramophone”, ott. 1954) scrisse che l’esecuzione della DOVER era di
modesto livello, ma divertente. C. L. Osborne (“High Fidelty”, ott. 1964) specificò che
molti cantanti sono di livello dilettantesco. Il migliore è Catalani, il peggiore Sacchi.
- Aida di Verdi del 1928 diretta da Sabajno con Giannini, Pertile,
Minghini Cattaneo e con l’orchestra della Scala (ECLAT ECL 1000,
GUENZI 14022, rara l’edizione):
Presenta un panorama vocale e strumentale fatalmente mortificato dai procedimenti
d’incisione dell’epoca. Confrontata però con altre edizioni complete di opere dello stesso
periodo, questa Aida appare abbastanza nitida. La direzione di Sabajno è priva di voli
23
!
!
stratosferici, ma ha due pregi fondamentali: l’abile accompagnamento dei cantanti e una
tensione interpretativa che scade un poco nelle grandi scene d’insieme, ma è facilmente
percepibile altrove. Unendosi questa tensione a quella di quasi tutti i cantanti, abbiamo
come risultato un’ Aida interpretata e non “solfeggiata”, come spesso ci accade di
ascoltare oggi. Il punto debole è la Giannini, cantante di fama internazionale a suo
tempo, ma afflitta, come quasi tutti i soprano cosiddetti drammatici degli anni Venti e
Trenta, da carenze tecniche. Voce bella e corposa nel registro centrale, la Giannini ha
tuttavia difficoltà in ascesa e ciò sia che si tratti di salire a voce piena, sia che l’acuto
comporti emissioni in “p” o “pp”. Allora la voce va “indietro”, perde squillo, si sbianca e
diventa fissa. Inoltre sono limitate le capacità di modulare e sfumare che la parte esige e
questo coinvolge a volte il canto legato, più, naturalmente, la resa interpretativa. La
Giannini è sostanzialmente un’Aida convenzionale, anche se soccorsa, specie in rapporto
agli usi del tempo, da una certa nobiltà di linea. Più in regola, anche se un poco
convenzionale anche lei, la Minghini Cattaneo. È un’Amneris, questa cantante, qua e là
tentata da richiami veristi, ma sostenuta da una bella voce – facile in alto, mordente,
vigorosa – e da un buon temperamento. Una sorpresa, almeno per chi non sa come
cantavano i baritoni mezzo secolo fa, è Inghilleri. Cantante intelligente e musicalissimo,
Inghilleri era un “lirico” un po’ a corto di volume, frequentemente impegnato nei
maggiori teatri, ma non celeberrimo. La parte di Amonastro, per il vigore che a tratti
richiede, non gli sta a pennello, a stretto rigor di termini, ma il gusto e la preparazione
tecnica fanno sì che tutto o quasi tutto proceda per il meglio. Suoni morbidi – notare la
facilità di Rivedrai le foreste - , acuti facili e lucenti, fraseggio vario e nobile. Infine
Pertile, ovvero i prodigi del talento e della tecnica. La voce, di natura, è gutturale,
nasaleggiante, priva di calore sensuale. Solo che dopo pochi istanti sembra bellissima.
Grazie al suo impeccabile modo di fonazione, Pertile sfoggia vigore, dolcezza, slancio,
abbandono, morbidezza, squillo. Bastano poche frasi del recitativo iniziale (Se il mio
sogno s’avverasse oppure E a te mia dolce Aida) per dare la sensazione d’una gamma
coloristica sorprendente e d’un potere interpretativo eccezionale. La varietà del
fraseggio, l’eloquenza dell’accento, l’impeto, la facilità con cui sono sostenuti i passi di
tessitura elevata, lo squillo degli acuti delineano un Radamés che è di gran lunga il
migliore e il più completo della discografia dell’Aida, fatta eccezione per il duetto
Radamés – Aida e per il Finale III incisi da Giacomo Lauri – Volpi a 78 giri (ma
esistono ristampe in microsolco) con la Rethberg e De Luca. Lauri – Volpi, nota il
“Dictionnaire des disques”, “ridiculise tous le Redamés à venir”, ma lo fa anche Pertile.
24
!
!
Certi reclamizzatissimi eroi dell’attuale età della plastica, sono, accanto a lui, soltanto
piatte e squallide imitazioni d’un tenore. Se c’è qualcosa che a Pertile può essere
rimproverato è una certa enfasi, alle lunghe alquanto verista, che si manifesta soprattutto
nel III atto, e qualche manierismo: come la tendenza a troncare con un colpo di gola le
frasi di slancio. Per il resto siamo ai limiti della perfezione. Malgrado la brutta voce. Ma
la verità è questa: le brutte voci sono soltanto quelle di chi non sa cantare.
La continua ed insaziabile ricerca di materiale raro e interessante che
caratterizza il collezionista, nella più ampia accezione del termine, porta
con sé una tendenza che è riscontrabile anche in Francesco Guenzi e che è
molto utile a uno dei fini di questa ricerca, ovvero cercare di tracciare un
profilo del collezionista di dischi medio degli anni Cinquanta-Sessanta.
Mi riferisco alla tendenza di comprare per collezionare, non per ascoltare,
provata da una quantità cospicua di cofanetti che sono stati lasciati nelle
condizioni in cui sono stati comprati, ovvero ancora avvolti, sigillati,
nella pellicola protettiva di plastica, non essendo evidentemente mai stati
ascoltati. Molto probabilmente il collezionista possedeva la stessa
esecuzione in altri tipi di formati da cui l’ascoltava, oppure conservava
incelofanata l’edizione più rara, o che più gli era vicina dal punto di vista
affettivo, tra quelle di una stessa rappresentazione. Ciò veniva fatto per
mantenere l’integrità dei supporti e crea inevitabilmente una sorta di
fascino aggiuntivo al disco, quasi come se il supporto guadagnasse un
maggiore significato estetico in sé. Per questo motivo, i dischi che sono
ancora conservati nella loro pellicola protettiva originale sono stati
conservati ancora integri, sia dall’esecutore testamentario sia dal
Dipartimento di Musica e Spettacolo che successivamente li ha presi in
custodia, in modo da non farne perdere il significato che avevano per il
collezionista e, di conseguenza, il ruolo nella collezione. Il numero dei
dischi ancora “imballati” nella collezione di Francesco Guenzi è 30(il!12%!
del!totale!dei!dischi). Si tratta di:
- Turandot, ANGEL CL 3671, GUENZI 11032;
- Luisa Miller, RCA VICTOR LSC 6168, GUENZI 11035;
- Tosca, ANGEL 3508, GUENZI 11044;
- Rigoletto, LONDON OSA 1332, GUENZI 12020;
25
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!
- Così fan tutte, ANGEL 8572 C/L, GUENZI 12039;
- Suor Angelica, LONDON OSA 1152, GUENZI 12040;
- Les Troyens, ANGEL SBL3670, GUENZI 12041;
- Cavalleria rusticana e Pagliacci, ANGEL 1528 C-L, GUENZI 12043;
- Norma, ANGEL 3615, GUENZI 12054;
- Boris Godunov, ODYSSEY Y 33129, GUENZI 13005;
- Belfagor, PRIVATE RECORD BJRS 1221, GUENZI 13040;
- Lakmé, ANGEL 36107, GUENZI 14049;
- Un ballo in maschera, LONDON OSA 1328, GUENZI 14118;
- Il trovatore, CETRA 426, GUENZI 25063;
- Cavalleria rusticana, SERAPHIM IB 6008, GUENZI 25066;
- Roméo et Juliette, EMI 235, GUENZI 25067;
- La favorita, CETRA 405, GUENZI 25070;
- Zar und Zimmermann, oder Die beiden, SERAPHIM SIC 6020,
GUENZI 25071;
- La traviata, RCA VICTOR LSC 6180, GUENZI 25074;
- Don Carlos, CETRA 414, GUENZI 25075;
- Ernani, RCA VICTOR LSC 6183, GUENZI 25076;
- Aida, CETRA 401, GUENZI 25077;
- Mosè, PHILIPS PHM 580, GUENZI 25078;
- La sonnambula, CETRA 435, GUENZI 25080;
- Così fan tutte, EMI SLS 5028, GUENZI 31048;
- Siegfried, EMI C153-02283/87, GUENZI 31111;
- Götterdämmerung, EMI C153-02288/92, GUENZI 31112;
- Hérodiade, ANGEL 36145, GUENZI 32088;
- Die Frau ohne Schatten, DECCA GOS 554-7, GUENZI 32099;
- Alzira, ORFEO S 057832, GUENZI 32159;
26
!
!
2.3 Problemi di catalogazione
La suddetta collezione fu già inventariata e sommariamente catalogata
dall’esecutore testamentario, che mise a disposizione del Dipartimento di
Musica e Spettacolo un data-base informatico, servito come partenza per
la nuova catalogazione, contenente le informazioni principali di ogni
titolo. In esso, ad ogni pezzo si attribuì una numerazione che non segue
alcuna regola alfabetica o quant’altro e che è stata ripresa al momento
della donazione. Questa segnatura prevede la cifratura “GUENZI”
(aggiunta dal Dipartimento) seguita da un numero a cinque cifre che
indica la posizione che ciascun cofanetto occupò all’interno degli
armadietti privati del dott. Francesco Guenzi11, ma che, nel momento
stesso in cui i dischi sono stati spostati all’interno della biblioteca del
Dipartimento, ha perso il suo significato originario. Dato che il catalogo
non segue regole particolari, propongo qui un breve saggio di
catalogazione discografica utilizzando gli standard usati da Elisabetta
Pasquini nella catalogazione dei dischi dell’Istituto di Studi Verdiani12.
Tale saggio sarà limitato ad un numero ristretto di dischi, alcune rarità
(cfr. il paragrafo precedente), in quanto attualmente le esigenze del DMS
sono aggiornare con tutte le informazioni i titoli del catalogo provvisorio
di dischi d’opera e non pubblicare un volume a stampa con il catalogo
completo.
Per la catalogazione di un supporto innanzi tutto va attribuito a ciascun
pezzo una sigla identificativa che sta ad indicare il tipo di documento
sonoro e la sua posizione all’interno della collezione. Per quanto riguarda
il tipo di documento sonoro, la Pasquini ne individua quattordici
attribuendo ad ognuno di essi una lettera dalla A alla P, di cui solo tre
sono rintracciabili nella collezione presa in esame:
- L: 33 giri a 30 cm di diametro (perlopiù opere complete in cofanetto)
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
11
!L’ordine dei cofanetti è stato lasciato intatto dall’ing. Giuseppe Guenzi e dal cognato, i
quali hanno collaborato alla dislocazione.
12
!Cfr. nota n. 12.
27
!
!
- M: 33 giri a 30 cm di diametro (opere compete senza cofanetto)
- N: 33 giri a 30 cm di diametro (recitals e opere complete in selezione).
Per quanto riguarda la posizione ho suddiviso l’intera collezione in due
macro-aree indicate tramite numeri romani: musica operistica (I) e musica
sinfonica (II). Seguirà un numero arabo che ne indica la posizione
all’interno di ciascuna sezione e un altro per indicare il numero di dischi
contenuti in ogni cofanetto (se superiori a uno).
Da questo si evince che ad esempio la sigla M.II.12.1/3 è un 33 giri a 30
cm di diametro, dodicesimo titolo della sezione sinfonica e contenente 3
supporti.
Il passo successivo di una catalogazione è la compilazione del catalogo
vero e proprio, ovvero le schede descrittive dei titoli in cui compaiono le
informazioni relative al supporto e all’esecuzione precedute da un numero
che indica la posizione all’interno del catalogo (questo perché la scheda
segue criteri di ordinazione diversi da quelli con cui è stata fatta la
segnatura). Riporto ora i criteri utilizzati dalla Pasquini13 per quanto
riguarda i dischi operistici:
Tutti i documenti sonori contenenti una stessa opera in musica, completa o in selezione,
sono posti sotto una stessa testata che fornisce il titolo dell’opera (in corsivo), la data
della prima rappresentazione, la definizione formale e l’elenco dei personaggi
La definizione formale, ricavata di norma dal libretto, è data in lingua originale. Essa
contiene l’indicazione del numero degli atti o delle parti e i nomi dei librettisti.
Ogni singola edizione discografica è contraddistinta da un proprio numero di catena.
L’elenco dei personaggi segue di norma l’ordine e le specificazioni date dal libretto …
L’ordinamento delle edizioni discografiche riunite sotto uno stesso titolo segue tre
criteri: le opere complete precedono nell’ordine le selezioni , le selezioni miscelanee, gli
atti isolati e i frammenti. All’interno di queste categorie, i documenti sono ordinati
cronologicamente per anno di incisione/registrazione …
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
13
!Ivi, pag.15-16.!
28
!
!
Nella riga successiva al numero di catena sono segnalate tutte le informazioni utili ad
identificare ciascuna edizione: la data ed il tipo di incisione/registrazione (con
l’eventuale specificazione se è stata realizzata dal vivo o messa in onda in una
trasmissione radiofonica o televisiva), la lingua d’esecuzione (se diversa da quella
originale) e a versione dell’opera, qualora ve ne sia più di una …
Gli interpreti vocali di ciascuna edizione sono indicati nello stesso ordine dei personaggi.
Nell’elenco dei nomi il passaggio al personaggio successivo è contraddistinto dall’uso
del punto e virgola; nelle selezioni miscellanee i nomi degli interpreti che cantano nel
ruolo di uno stesso personaggio sono separati da virgola … (segue) n.i. e non indicati
sono utilizzate quando il nome o i nomi degli interpreti non figurano né sull’etichetta né
sui repertori consultati …
All’elenco degli interpreti seguono l’indicazione dell’orchestra e del coro; nella riga
successiva figurano il direttore d’orchestra e il maestro del coro, se conosciuto …
Seguono l’indicazione del numero standard e la descrizione fisica del supporto. Sono qui
segnalati, come compaiono nelle fonti d’informazione il nome di marca, il numero di
emissione ed il numero di matrice … (segue) l’estensione (ossia il numero delle unità
fisiche che costituiscono il documento), la velocità di lettura espressa in giri per minuto
(laddove 33 giri sta per 33 e 1/3 giri), il diametro (se diverso dalla misura standard di 30
cm)
e
il
numero
di
canali
sonori
(se
diverso
dalla
tecnica
monofonica
d’incisione/registrazione). Le fonti d’informazione sono le etichette, che in quanto
permanentemente legate al supporto devono essere considerate le fonti principali, i
materiali allegati, i contenitori editoriali e le fonti esterne ai documenti (enciclopedie,
repertori, cataloghi).
La riga successiva è dedicata all’area della serie, indicata così come si presenta sulle
fonti prescritte d’informazione (etichette, materiali allegati e contenitori), e corredata del
numero interno attribuito al documento.
La sigle che conclude ciascuna scheda indica la collocazione del documento …
Dopo l’ultima delle schede presentate sotto uno stesso titolo compaiono gli eventuali
rimandi numerici (del tipo “vedi” e “vedi anche”) a quelle edizioni della stessa opera
che, per essere presentate assieme ad altre opere o a pezzi staccati, sono descritte
nell’appendice del volume.
29
!
!
Come già affermato sopra, seguirà ora un’applicazione pratica, come
esempio, di questi criteri su alcune rarità già esaminate nel paragrafo
precedente:
GAETANO DONIZETTI (1797 – 1848)
- Betly (1836)
Dramma giocoso in 2 atti di Gaetano Donizetti, da Eugène Scribe.
Pers.: Daniele; Max; Betly.
1
1949 (GUENZI 32003)
Int.: Giuseppe Gentile, tn; Nestore Catalani, br; Angelica Tuccari, sp.
Orchestra e coro della Società del Quartetto di Roma
Giuseppe Morelli, dir.
Dover HRC 5218, 1 d. , 33 g.
M.I.1.1
JULES MASSENET (1842 – 1912)
- Don Quichotte (1910)
Drame héroïque en 3 actes par Henri Cain
Pers.: Don Quichotte; Dulcinée; Sancho Panza; Pédro; Garcias;
Rodriguez; Juan; Il capo dei banditi; Primo servitore; Secondo servitore.
2
1967 (GUENZI 25065)
Int.: Miroslav Čangalovič, bs; Breda Kalef, ms; Ladko Korošec, bs; non indicati.
Orchestra e coro dell’Opera Nazionale di Belgrado
Oscar Danon, dir.
Everest S 440, 2 d. , 33 g. , stereo
L.I.2.1
L.I.2.2
30
!
!
MODEST’ PETROVIČ MUSORGSKIJ (1839 – 1881)
- Soročinskaja jamarka / La fiera di Sorocinski (incomp. ; rapp. 1911)
Opera in 3 atti di Modest’ Petrovič Musorgskij
Pers.: Cerevik; Paraša; Khivria; Grinz’ko; Afanasij; Ivanovič; Kum; Lo
zingaro; Satana.
3
1956 (GUENZI 13036)
Int.: Ladko Koroseč, bs; Vilma Bukovec, sp; Bogdana Stritar, ms; Miroslav Brajnik, tn;
Slavko Štrukel, tn; Friederik Lupša, bs; Andrej Andreev, bs; Samo Smerkol, bs.
Orchestra e coro dell’Opera Nazionale slovena di Lubiana
Samo Hubad, dir.
EPIC SC 6017, 2 d. , 33 g.
L.I.3.1
L.I.3.2
KARL OTTO NICOLAI (1810 – 1849)
- Die lustigen Weiber von Windsor / Le allegre comari di Windsor (1849)
Komisch-fantastische Oper in 3 Akten von Salomon Hermann Mosenthal
Pers.: Sir John Falstaff; Fluth; Reich; Fenton; Spärlich; Dottor Cajus;
Signora Fluth; Signora Reich; Anna Reich.
4
1951 (GUENZI 25083)
Int.: Wilheim Strienz, bs; Georg Hann, bs; Hans Florian, bs; Wakther Ludwig, tn;
Ludwig Windisch, tn; Edwin Heyer, br; Irma Beilke, sp; Marie Luise Schilp, ms; Lore
Hoffmann, sp.
Orchestra della Radio e coro dell’Opera di Stato di Berlino
Arthur Rother, dir.
Urania URLP 214, 3 d. ; 33 g.
L.I.4.1
L.I.4.2
L.I.4.3
31
!
!
GIOACCHINO ROSSINI (1792 – 1868)
- Il signor Bruschino (1813)
Farsa giocosa in 1 atto di Giuseppe Foppa
Pers.: Gaudenzio; Sofia; Bruschino padre; Bruschino figlio; Florville; Un
commissario di polizia; Filiberto; Marianna.
5
1954 (GUENZI 32002)
Int.: Renato Capecchi, br; Elda Ribetti, sp; Carmelo Maugeri, bs; Carlo Rossi, tn; Luigi
Pontiggia, tn; Walter Turozzi, br; Ivo Vinco, bs; Claudia Carbi, ms.
Orchestra Filarmonica di Milano
Ennio Gerelli, dir.
Vox PL 8460, 1 d. , 33 g.
M.I.5.1
2.4 Il mercato discografico: breve storia ed applicazione alla
collezione
2.4.1 Le case discografiche
Dagli anni ’70 le etichette discografiche sono spesso sotto il controllo
di un’organizzazione aziendale “ombrello” chiamata Music group. Il
Music group è in genere di proprietà di una grossa azienda internazionale,
che spesso ha anche divisioni extra-musicali (si occupa pure di cinema,
editoria, ecc.) e comprende i settori di pubblicazione (le etichette vere e
proprie), registrazione (studi di registrazione), distribuzione e promozione
musicale. Attualmente i colossi dell’industria discografica sono quattro,
detti anche Big four, i quali raggruppano tutte le etichette discografiche
definite major e detengono buona parte del mercato mondiale
dell’industria discografica: Sony Music Entertainment, EMI Group,
Warner Music Group e Universal Music Group. Prima di giungere a
questa unificazione, le major hanno attraversato un lungo periodo di
32
!
!
transizione, a partire da quello che si può definire il loro stato embrionale,
rintracciabile tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, fino ad arrivare
al potere posseduto nel mercato discografico attuale. Questo lungo
processo è stato caratterizzato da un graduale assorbimento di altre
etichette e diversi cambi di gestione, che spesso hanno comportato la
modifica del nome dell’etichetta.
Riporto ora uno schema riassuntivo delle principali case discografiche
fino al 1970, raggruppate secondo il futuro Music Group d’appartenenza:
-
Gruppo EMI: Columbia Graphophone Company, Angel, EMI,
Voce del Padrone, Capitol, Seraphim, Dover.
-
Gruppo Universal: Decca, London, Deutsche Gramophon (DGG),
Philips, ABC, Westminster, Mercury.
-
Gruppo Sony: Epic, Ricordi, Columbia, RCA, Odissey.
-
Gruppo Warner: WMG, Cetra.
Di seguito riporto la suddivisione della collezione per etichette
discografiche (i numeri indicano la quantità di produzioni per ciascuna di
esse):
- RCA Victor: 43 (di cui 2 pubblicati dalla RCA Italiana)
- Angel: 37 (di cui 1 pubblicato dalla Melodiya/Angel)
- London: 29
- Cetra: 25 (di cui 2 pubblicati dalla Fonit/Cetra)
- Decca: 13
- EMI: 10
- DGG: 6
- Philips: 6
- La Voce del Padrone: 6
- Columbia: 5
- Capitol: 5
- Seraphim: 5
- Mercury: 4
- Epic: 3
- Urania: 3
- Victrola: 3
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!
!
- Everest: 3
- Dover: 2
- Olimpian: 1
- Westminster: 1
- Da Vinci: 1
- Orfeo: 1
- Eclat: 1
- Ricordi: 1
- Vox: 1
- ABC: 1
- Odissey: 1
2.4.2 I dischi pirata
La riproduzione non autorizzata di materiale protetto da copyright e la
successiva distribuzione di questi supporti rappresenta l’altra faccia del
mercato discografico nota come “pirateria”. La violazione del copyright è
l’uso non autorizzato o vietato di opere coperte da diritto d’autore, diritto
che nasce al momento della creazione di una qualsiasi opera d’ingegno e
che ne tutela gli autori da ogni tipo di abusi. Il motivo per cui si ricorreva
all’illegalità è che qualsiasi registrazione dal vivo, per poter essere
pubblicata, necessitava di un periodo di venti anni (oggi di cinquant’anni)
per essere utilizzata commercialmente secondo le norme vigenti del
diritto d’autore.
Questa particolare tendenza si sviluppò di pari passo al mercato
discografico ufficiale, quello legale, e riscosse molto successo fra i
collezionisti di dischi d’opera degli anni ’50, in quanto permetteva di
possedere particolari esecuzioni non reperibili diversamente e che oggi
sono considerati dei veri e propri oggetti d’antiquariato. Infatti, i dischi
pirata erano principalmente delle registrazioni illecite di performance dal
vivo che non erano state rilasciate ufficialmente dall’artista o dalla
rispettiva etichetta discografica (come gli odierni bootleg) e che, per il
loro considerevole catalogo, costituivano un vero e proprio mercato
34
!
!
parallelo con propri negozi specializzati e addirittura proprie “case di
produzione”. I primi consistevano in negozi di dischi in cui era possibile
trovare “sottobanco” i supporti non autorizzati, esclusiva dei soli
collezionisti raccomandati da una persona di fiducia del proprietario del
negozio (era necessaria la celeberrima frase “Mi manda…”), metodo che
preservava da eventuali sanzioni e che garantiva la totale discrezione
dell’operazione. A Bologna, il fornitore di dischi pirata era il negozio di
dischi “Bongiovanni”, dove si riforniva anche Francesco Guenzi.
La stampa di questi supporti, invece, era affidata a delle apposite etichette
che illegalmente incidevano e distribuivano, sempre di nascosto, il
prodotto tra i negozi specializzati. Queste etichette erano principalmente
di origine canadese o statunitense, paesi in cui, evidentemente, le norme
di diritto d’autore non coincidono con quelle italiane.
I dischi pirata sono facilmente riconoscibili dall’edizione molto sobria in
cui erano stampati e distribuiti. A volte non presentano nessuna
confezione rigida lussuosa, ma solo una busta di carta senza scritte di
alcun tipo e con un buco presso la parte corrispondente all’etichetta del
supporto per renderla visibile. Quest’ultima, data l’assenza del classico
libretto che viene posto, insieme al disco, all’interno della confezione, è
l’unica parte in cui è possibile rintracciare le (poche) informazioni
sull’esecuzione registrata. Quasi sempre di tonalità tendente al granata,
l’etichetta sul disco reca in genere il titolo dell’opera e alcune
informazioni sull’esecuzione come la data di registrazione, la direzione,
alcuni interpreti e l’orchestra (quest’ultima a volte è omessa).
Nella collezione presa in esame, il totale dei dischi pirata ammonta a 39
(il 15% della collezione operistica) di cui 36 sono stati incisi dalla Private
Records, 1 dalla Raritas, 1 dalla Private Edictions e 1 dalla tedesca GAM.
Di seguito l’elenco dettagliato dei titoli (gli ultimi tre titoli sono stati
incisi rispettivamente dalla Private Edictions, Raritas e GAM; tutti gli
altri dalla Private Records):
35
!
!
- Caterina Cornaro di Donizetti del 1972 diretta da Cillario con la London Symphony
Orchestra e con Caballé, Carreras, Saccomani (PRIVATE RECORD MRF 99S;
GUENZI 14021).
- Gli Ugunotti di Meyerbeer del 1962 diretta da Gavazzeni con l’orchestra della Scala e
con la Sutherland, Simionato, Ghiaurov (PRIVATE RECORD EJS 246 GUENZI
25025).
- La straniera di Bellini del 1969 diretta da Guadagno con l’orchestra del Metropolitan e
con Caballé, Zanbon, Yule (PRIVATE RECORD MRF 35; GUENZI 25056).
- Norma di Bellini del 1937 diretta da Panizza con l’orchestra del Metropolitan e con
Martinelli, Pinza, Castagna (PRIVATE RECORD EJS 113; GUENZI 25030).
- Mefistofele di Boito del 1966 diretto da Gardielli con l’orchestra del Metropolitan e con
Ghiaurov, Bergonzi, Tebaldi (PRIVATE RECORD MRF 4; GUENZI 14024).
- Nerone di Boito del 1957 diretto da Capuana con l’orchestra del San Carlo di Napoli e
con Picchi, Petri, Guelfi (PRIVATE RECORD EJS 254; GUENZI 25032).
- Loreley di Catalani del 1954 diretto da Simonetto con l’orchestra della RAI di Milano e
con De Cavalieri, Neate, Gigli R. (PRIVATE RECORD EJS 201; GUENZI 25029).
- Anna Bolena di Donizetti del 1957 diretta da Gavazzeni con l’orchestra della Scala e
con la Callas, Simionato, Rossi Lemeni (PRIVATE RECORD FWR 646 A; GUENZI
25033).
- Poliuto di Donizetti del 1960 diretto da Votto con l’orchestra della Scala e con la
Callas, Corelli, Bastianini (PRIVATE RECORD MRS 31; GUENZI 25013).
- Fedora di Giordano del 1961 diretta da Basile con l’orchestra del san Carlo e con
Tebaldi, Caruso, Di Stefani (PRIVATE RECORD MRF 40; GUENZI 14028).
- Die Königin von Saba di Goldmark del 1970 diretta da Giovaninetti con l’orchestra del
Metropolitan e con Kubiak, Floyd, Reece (PRIVATE RECORD MRF 56; GUENZI
14027).
- Il Guarany di Gomes del 1964 diretto da Molinari Pradelli con l’orchestra del
Municipale di Rio de Janeiro e con D’Angelo, Gibin, Cappuccilli (PRIVATE RECORD
EJS 240; GUENZI 41036).
- L’africana di Meyerbeer del 1963 diretta da Capuana con l’orchestra del San Carlo e
con Vinco, Campi, Rinaldi M. (PRIVATE RECORD EJS 286; GUENZI 25035).
- L’africana di Meyerbeer del 1971 diretta da Muti con l’orchestra del Maggio Musicale
Fiorentino e con Norman, Luchetti, Sighele (PRIVATE RECORD MRF 83; GUENZI
25057).
36
!
!
- Don Giovanni di Mozart del 1942 diretto da Walter con l’orchestra del Metropolitan e
con Pinza, Bampton, Cordon (PRIVATE RECORD EJS 119; GUENZI 25017).
- Boris Godunov del 1939 diretto da Panizza con l’orchestra del Metropolitan e con
Pinza, Petina, Farell (PRIVATE RECORD EJS 215; GUENZI 25036).
- Saffo di Pacini del 1967 diretto da Capuana con l’orchestra del San Carlo e con
Quilico, Gencer, Mattiucci (PRIVATE RECORD EJS 404; GUENZI 25021).
- Semiramide di Rossini del 1962 diretta da Santini con l’orchestra della Scala e con la
Sutherland, Simionato, Raimondi G: (PRIVATE RECORD EJS 259; GUENZI 25031).
- I due Foscari di Verdi del 1968 diretta da Bartoletti con Cioni, Maragliano, Zanasi
(orchestra e coro non identificati; PRIVATE RECORD MRF 26; GUENZI 25027).
- I vespri siciliani di Verdi del 1951 diretta da Kleiber con l’orchestra del Maggio
Musicale Fiorentino e con la Callas, Christoff, Mascherini (PRIVATE RECORD MRF
46; GUENZI 11046).
- La forza del destino di Verdi del 1943 diretta da Walter con l’orchestra del
Metropolitan e con Roman, Petina, Jagel (PRIVATE RECORD EJS 211; GUENZI
25024).
- Rigoletto (selezione) di Verdi del 1947 diretto da Previtali l’orchestra della RAI e con
Lauri Volpi, Gobbi, Pagliughi (PRIVATE RECORD EJS 370; GUENZI 25022).
- Simon Boccanegra di Verdi del 1939 diretto da Panizza con l’orchestra del
Metropolitan e con Tibbett, D’Angelo, Pinza (PRIVATE RECORD EJS 108; GUENZI
25034).
- Stiffelio di Verdi del 1968 diretto da Maag con l’orchestra del Teatro Regio di Parma e
con Limarilli, Gulin Dominguez, Alberti (PRIVATE RECORD MRF 32; GUENZI
25041).
- Oberon di Weber del 1958 diretto da Gui con l’orchestra della RAI di Milano e con
Picchi, Cerquetti, De Palma (PRIVATE RECORD EJS 413; GUENZI 25019).
- Turandot (atto II) di Puccini del 1937 diretto da Martinelli con l’orchestra filarmonica
di Londra e con Turner, Favero, Barbirolli (PRIVATE RECORD EJS 227; GUENZI
25018).
- Manon (atto II) di Massenet del 1939 diretto da Merola con la San Francisco Opera
Association e con Sayão, Schipa, Bonelli (PRIVATE RECORD EJS 227; GUENZI
25018).
- Belfagor di Respighi del 1971 diretto da Queler con la New York Opera Orchestra e
con Ludgin, Ronson, Parsons (PRIVATE RECORD BJRS 1221; GUENZI 13040).
37
!
!
- Il pirata di Bellini del 1959 diretto da Rescigno con l’American Opera Society di New
York e con la Callas, Safarty, Mirando Ferraro (PRIVATE RECORD FWR 641;
GUENZI 41038).
- Parisina di Donizetti del 1974 diretta da Queler con la New York Opera Orchestra e
con Caballé, Quilico, Pruett (PRIVATE RECORD BJRS 1431; GUENZI 25061).
- Le maschere di Mascagni del 1961 diretto da Bartoletti con l’orchestra del Teatro Verdi
di Trieste e con Cassinelli, Broggini, Ferrari (PRIVATE RECORD MRF 44; GUENZI
12038).
- Armida di Rossini del 1952 diretta da Serafin con l’orchestra del Maggio Musicale
Fiorentino e con la Callas, Albanese, Ziliani (PRIVATE RECORD FWR 657; GUENZI
13001).
- Il trovatore di Verdi del 1951 diretto da Serafin con l’orchestra del San Carlo e con la
Callas, Elmo, Lauri Volpi (PRIVATE RECORD FWR 654; GUENZI 41034).
- La traviata di Verdi del 1958 diretta da Rescigno con L’orchestra del Covent Garden di
Londra e con la Callas, Valletti, Zanasi (PRIVATE RECORD FWR 652; GUENZI
41033).
- Macbeth di Verdi del 1952 diretto da De Sabata con l’orchestra della Scala e con la
Callas, Mascherini, Penno (PRIVATE RECORD FWR 655; GUENZI 41039).
- Otello di Rossini del 1968 diretto da Franci con l’orchestra del Metropolitan e con
Bottion, Zeani, Limarilli (PRIVATE RECORD MRF 25; GUENZI 13024).
- Roberto Devereux di Donizetti del 1965 diretto da Oxenburg con l’orchestra
dell’American Opera Society e con Caballé, Oncina, Alberti (PRIVATE EDICTION,
numero di catalogo non riportato; GUENZI 25026).
- Il corsaro di Verdi del 1971 diretto da Cobos con l’orchestra del Teatro La Fenice di
Venezia e con Gulin, Ricciarelli, Casellato Lamberti (RARITAS 1; GUENZI 25068).
- Der prophet di Meyerbeer del 1966 diretto da Hollreiser con l’orchestra dell’Opera di
Stato di Berlino e con McCracken, Warfield, Bernard (GAM 302; GUENZI 41032).
38
!
!
3. CONFRONTO CON LA DISCOTECA
STORICA “ARRIGO ED EGLE AGOSTI” DI
REGGIO EMILIA
3.1 Breve storia e descrizione della collezione di Reggio Emilia
La discoteca “Arrigo ed Egle Agosti”, frutto di una ricerca di
documenti fonografici durata un trentennio a partire dagli anni ’40, è stata
donata nel 1977 dai proprietari all’Amministrazione municipale di Reggio
Emilia, che le ha dato sistemazione ideale e destinazione pubblica nei
locali
appositamente
attrezzati
del
Teatro
Municipale
“Valli”,
garantendone l’inventariazione, l’archiviazione, la conservazione anche
tramite riversamento su nastro, e la catalogazione a stampa.
La discoteca, dotata di cataloghi redatti dai primi proprietari, si articola in
tre sezioni14:
-
688 album di opere in musica complete e selezioni operistiche (385 titoli, molti
in più edizioni), per un totale di 1610 dischi microsolco;
-
2563 dischi a 78 giri, in piccola parte opere complete e selezioni, per lo più
brani staccati da opere, ma con una percentuale non trascurabile di Lieder,
canzoni, pezzi sinfonici o caratteristici;
-
600 dischi di selezioni, selezioni “miscellanee”, recitals dedicati a uno o più
interpreti (nati come tali o confezionati mediante il riversamento di incisioni a
78 giri).
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
14
! Susanna GOZZI, Alessandro ROCCATAGLIATI, Catalogo della discoteca storica
“Arrigo ed Egle Agosti” di Reggio Emilia, volume 1, opere complete e selezioni, con
una premessa di Lorenzo Bianconi, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 1985, pag. XIII.
!
39
!
!
Il catalogo a stampa si articola in tre volumi: nel primo sono elencate tutte
le opere complete e le selezioni sufficientemente ampie da poter essere
considerate rappresentative di un’opera; il volume II comprende tutto il
restante materiale della collezione, ovvero supporti, principalmente
dischi, 78 giri e microsolco, dedicati ad un interprete principale (per lo
più un cantante, ma anche solisti strumentali, direttori d’orchestra,
direttori di coro, ecc.)15; il volume III, mai pubblicato, avrebbe dovuto
contenere gli indici complessivi dell’intero catalogo, per autori, opere e
brani staccati.
Data la quantità di mole ed importanza del materiale in essa contenuto, la
discoteca storica “Arrigo ed Egle Agosti” è seconda soltanto alla romana
Discoteca di Stato (fondata nel 1928). Per questo motivo è stata scelta in
questa sede per essere confrontata con la collezione di Francesco Guenzi
presa in esame che, nonostante non arrivi ai livelli qualitativi della prima,
può colmarne alcune lacune. Infine il loro confronto può fornire spunti di
riflessione interessanti sulle abitudini e i gusti dei proprietari originari.
3.2 Confronto fra le due collezioni
Entrambe le collezioni documentano il periodo storico in cui il
microsolco fu il supporto fonografico più in voga per la diffusione di
musica, per cui si concentrano principalmente negli anni che vanno dal
1950 al 1970. La prima impressione che viene fuori dal confronto è che la
raccolta di Francesco Guenzi appare leggermente più recente per un
motivo, ovvero per il fatto che comprende solo dischi a 33 giri, mentre
l’altra vanta un numero di 78 giri non indifferente. Andando ad effettuare
un’analisi più approfondita, si può notare che effettivamente se nella
raccolta dei sigg. Agosti i titoli più recenti appartengono ai primi anni
’70, nell’altra sono presenti anche alcuni titoli degli anni ’80 (questo
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
15
!Elisabetta PASQUINI, Catalogo della discoteca storica “Arrigo ed Egle Agosti” di
Reggio Emilia, volume 2, pezzi staccati e recitals, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2001.
40
!
!
perché tra le due donazioni vi è un lasso di tempo di circa 26 anni). Un
altro dato che può essere rilevante è che i proprietari delle due raccolte
discografiche hanno iniziato le rispettive collezioni nello stesso periodo,
ovvero nel decennio che va dal 1940 al 1950. Da ciò si evince che i sigg.
Agosti nonostante abbiano collezionato dischi in un lasso di tempo
minore di Francesco Guenzi sono riusciti ad accumulare praticamente il
doppio dei supporti.
Dal punto di vista del repertorio c’è un leggero contrasto tra le due
raccolte, in quanto mentre in quella di Reggio Emilia vi è una prevalenza
lieve di musica operistica sulla musica sinfonica e cameristica, nella
raccolta del sig. Guenzi avviene il contrario.
Concentro ora l’attenzione al solo settore operistico, essendo l’oggetto di
questa ricerca. Dal punto di vista del repertorio, sono forti le analogie in
quanto in entrambe, come da consuetudine tra i collezionisti, c’è una netta
prevalenza di titoli italiani, in cui, a sua volta, Giuseppe Verdi regna
indiscusso. Con un’analisi più accurata si può notare come però la
collezione di Francesco Guenzi riservi un’attenzione maggiore verso i
titoli stranieri, in particolare tedeschi.
Quantitativamente la collezione di dischi operistici degli Agosti è più del
doppio di quella di Francesco Guenzi, ma si può constatare che sono ben
80 i titoli della seconda che mancano alla prima (ometto 2 opere
rossiniane pubblicate dopo il 1977, anno in cui avvenne la donazione
della collezione discografica Agosti, ovvero GUENZI 31030 e GUENZI
13046). Questo vuol dire che in termini statistici il 32% della collezione
operistica di Francesco Guenzi manca alla discoteca storica di Reggio
Emilia, dato che ritengo sia rilevante se si considera il divario di
importanza che c’è tra le due discoteche vicine e geograficamente e
culturalmente. Per prima cosa riporto le lacune che la collezione Agosti
ha nei confronti dei dischi della collezione Guenzi fra le rarità individuate
nel paragrafo 2.2. I dischi mancanti ammontano a 4 titoli (su un totale di
14):
- Carmen di Bizet live del 1957 diretta da Basile con Corelli, Guelfi,
Tassinari e con l’orchestra della RAI di Torino (EPIC BSC 106, GUENZI
13002);
41
!
!
- La juive di Halevy del 1960 diretta da Ghiglia con Yeend, Gafni,
Wildermann e con l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino (DA
VINCI DRC 100/1/2, GUENZI 13035);
- Boris Godunov di Mussorgskij (selezione live) del 1944 diretto da
Cooper con Pinza e con l’orchestra del Metropolitan (ODISSEY Y 33129,
GUENZI 13005);
- La grande Duchesse de Gerolstein di Offenbach del 1958 diretta da
Leibowitz con Zareska, Prévet, Dran e con l’orchestra dell’associazione
Pasdeloup di Parigi (URANIA UX 115, GUENZI 11003).
Per ragioni di spazio (su questo confronto potrebbe essere fatta una
ricerca a parte), elenco solo le opere che differenziano la collezione
bolognese da quella reggiana tenendo conto dei soli cognomi degli autori:
- Bellini (GUENZI 13032; GUENZI 25056; GUENZI 25030)
- Berlioz (GUENZI 11059; GUENZI 12041)
- Bizet (GUENZI 13002)
- Borodin (GUENZI 12036)
- Busoni (GUENZI 11055)
- Cornelius (GUENZI 13018)
- Delibes (GUENZI 14049)
- Donizetti (GUENZI 14021; GUENZI 11054; GUENZI 25061; GUENZI
25026)
- Falla (GUENZI 32021; GUENZI 12049)
- Gluck (GUENZI 34071)
- Gounod (GUENZI 11025; GUENZI 25067)
- Halevy (GUENZI 13035)
- Leoncavallo (GUENZI 12044)
- Lortzing (GUENZI 25071)
- Mascagni (GUENZI 11020; GUENZI 12038)
- Massenet (GUENZI 32088; GUENZI 13028; GUENZI 25018)
- Meyerbeer (GUENZI 25057)
- Mozart (GUENZI 31048; GUENZI 25014; GUENZI 25086; GUENZI
25017; GUENZI 11051; GUENZI 25012)
42
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!
- Musorgskij (GUENZI 25036; GUENZI 13005; GUENZI 25043)
- Offenbach (GUENZI 11003; GUENZI 11061)
- Paisiello (GUENZI 11050)
- Ponchielli (GUENZI 31097)
- Prokof’ev (GUENZI 25002)
- Puccini (GUENZI 25072)
- Respighi (GUENZI 13040)
- Rossini (GUENZI 33017; GUENZI 41018; GUENZI 12022; GUENZI
11005; GUENZI 13024)
- Sostakovic (GUENZI 12015)
- Strauss J. (GUENZI 12026)
- Strauss R. (GUENZI 11058; GUENZI 25045; GUENZI 31049)
- Verdi (GUENZI 32159; GUENZI 14023; GUENZI 13030; GUENZI
12034; GUENZI 25008; GUENZI 25068; GUENZI 32103; GUENZI
41034; GUENZI 25024; GUENZI 14032; GUENZI 41033; GUENZI
11023; GUENZI 25074; GUENZI 11035; GUENZI 25022; GUENZI
13014; GUENZI 25034)
- Wagner (GUENZI 31109; GUENZI 14128; GUENZI 11040; GUENZI
34028; GUENZI 31110; GUENZI 33101; GUENZI 31112; GUENZI
14125; GUENZI 31111)
Da questo elenco, e dall’elenco in cui si fa il confronto opposto, ovvero le
lacune della collezione Guenzi nei confronti dell’altra, che non riporto per
le stesse ragioni di spazio, si evince che i gusti dei due collezionisti sono
abbastanza affini per il già citato predominio dell’opera italiana, ma anche
perché entrambe coprono bene tutte le aree geografiche e culturali
dell’opera in musica disponibile su disco, compito che, per quantità di
mole, riesce meglio alla discoteca reggiana. La collezione Agosti sembra
coprire un maggiore arco temporale del repertorio, in quanto contempla
anche i 3 titoli monteverdiani (L’incoronazione di Poppea, Orfeo, Il
ritorno di Ulisse in patria); si inoltra in modo più efficace nel Settecento
(non manca la trionfale Alcina con la Sutherland che segnò l’avvio di un
interesse discografico crescente verso il teatro händeliano, ma anche
Gluck, Rameau, Pergolesi, Paisiello) e documenta meglio dell’altra il
teatro d’opera contemporaneo che allora era accessibile su disco (Berg,
43
!
!
Stravinkij, Britten, Janáček, Milhaud, Poulenc, Prokof’ev, Ravel, Menotti,
Weill, ecc.). Inoltre sembra avere una percentuale di opera italiana sul
totale dei dischi più elevata rispetto a quella della collezione Guenzi. Ma
la differenza sostanziale che c’è tra le due collezioni è riscontrabile in
quell’autore che – in positivo e in negativo – può essere considerato il
punto cruciale di ogni collezionista o appassionato d’opera in generale, il
compositore che più di tutti è riuscito a generare pareri completamente
contrastanti fra i melomani: mi riferisco naturalmente a Richard Wagner.
Infatti, la discoteca storica Agosti
…s’accontenta d’un Anello, d’un Tristano, d’un Parsifal (tre Lohengrin sono una
eccezione che conferma l’orientamento suddetto, vista la preferenza soverchiante
accordata dalle platee d’Italia a questo tra tutti i drammi wagneriani, certo anche in virtù
della sua consanguineità col grand opéra di conio meyerbeeriano, consanguineità
dissimulata dall’autore e dai suoi devoti eppure ovvia e palese agli occhi e agli orecchi di
un pubblico teatrale e fonografico che amò a lungo il grand opéra – come puntualmente
documenta la discoteca “Agosti” – su di esso conformò le proprie aspettative, il proprio
orizzonte d’attese, il proprio corredo d’immagini al cospetto della drammaturgia
musicale wagneriana)16.
Al contrario Francesco Guenzi nella sua collezione non disdegna affatto
l’estetica wagneriana, anzi ne sembra affascinato a tal punto da
collezionarne un numero per niente esiguo di titoli. Da notare che Puccini
è rappresentato con lo stesso quantitativo di titoli, dato per niente
trascurabile, essendo la collezione di dischi d’opera appartenente a un
italiano. Le registrazioni wagneriane sono ben 16: un Ring von
Nibelungen (Tetralogia completa), un Rheingold, due Fliegende
Holländer,
un
Meistersinger
von
Nurnberg,
tre
Walküre,
un
Götterdämmerung, un Lohengrin, un Siegfried e un Tannhäuser. Tra
questi, segnalo un’edizione EMI della Tetralogia che Furtwängler curò
per la RAI molto valida sia dal punto di vista dell’esecuzione che da
quello dell’edizione (il cofanetto è lussuoso e molto curato nei dettagli); si
tratta di una registrazione live, registrata nei mesi di ottobre e novembre
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
16
!Cfr nota num. 32.!
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!
!
del 1953, diretta da Furtwängler con Suthaus, Mödl, Jurinac e con
l’orchestra della RAI di Roma (GUENZI 31109 – 110 – 111 – 112).
Le conclusioni a cui sono giunto attraverso il confronto tra queste due
collezioni, utili a tracciare un profilo dei rispettivi proprietari, è che i sigg.
Agosti si sono dimostrati sicuramente più voraci, ma anche leggermente
più selettivi del bolognese Guenzi, la cui collezione, al contrario, dimostra
una spiccata sensibilità verso tutti i generi operistici, in ciò sicuramente
aiutato dal maggior consumo di musica strumentale.
45
!
!
CONCLUSIONI
Che significato aveva collezionare dischi negli anni ’50-’60? Chi era il
collezionista? Quali erano i criteri di selezione dei dischi? Dove li
procurava?
Sono
questi
gli
interrogativi
principali
che
hanno
accompagnato questa ricerca e tramite essa si è cercato di darne una
risposta più o meno esplicita, più o meno completa. La passione per la
musica unita alla cura maniacale del materiale accumulato anche
(apparentemente) fine a sé stessa, cosa che senz’altro è nell’indole del
collezionista, ne testimoniano la generosità e la dedizione, confermate
nell’atto di donazione in cui addirittura si antepone il pubblico al privato.
Queste sono qualità riscontrate in Francesco Guenzi dall’analisi effettuata
sulla sua collezione e che senz’altro appartengono anche a tutti i
collezionisti di dischi dello stesso periodo storico17.
Per quanto riguarda la collezione del dott. Guenzi, questa ricerca non
essendo esaustiva può fornire degli spunti a chi vuole approfondirne lo
studio. Innanzi tutto per quanto riguarda la catalogazione ma anche per
un’analisi più completa dei dischi, soffermandosi anche ai singoli
interpreti o a un singolo direttore d’orchestra. Non va dimenticato inoltre
che esiste un’altra parte, ancora più vasta, della collezione la quale non è
stata ancora presa come oggetto di studio: i recital e il settore strumentale
registrati sia sui dischi sia sui nastri magnetici .
La memoria storica, una conservazione che mantenga intatto il materiale e
uno studio adeguato per arricchire il patrimonio culturale pubblico
diventa il minimo che si possa fare per contraccambiare tutta la musica e
la cultura di quegli anni che i collezionisti sono riusciti a tramandare
tramite i dischi in loro possesso.
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
17
!Ne è la prova l’analisi della discoteca Agosti (cfr. cap. 3).!
46
!
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BIBLIOGRAFIA
- Rodolfo CELLETTI, Il teatro d’opera in disco, Milano, Rizzoli, 1976.
Terza edizione: Il teatro d’opera in disco, 1950 – 1987, Milano, Rizzoli,
1988.
- Susanna GOZZI & Alessandro ROCCATAGLIATI, Catalogo della
discoteca storica “Arrigo ed Egle Agosti” di Reggio Emilia, vol. 1, opere
complete e selezioni, con una premessa di Lorenzo Bianconi, Firenze,
Leo S. Olschki Editore, 1985.
- Giorgio GUALERZI & Carlo MARTINELLI ROSCIONI, 50 anni di opera
lirica alla RAI, 1931 – 1980, le produzioni liriche delle sedi di Milano,
Napoli, Roma e Torino, Torino, ERI/Edizioni RAI, Audiolibri, 1981.
- Elisabetta PASQUINI, Catalogo della discoteca storica dell’Istituto
nazionale di studi verdiani, vol. 1, opere complete e selezioni, Parma,
Istituto nazionale di studi verdiani, 2000.
- RAI Radiotelevisione italiana, Catalogo della discoteca storica, a cura
del servizio archivi della RAI radiotelevisione italiana, 1 serie, Roma,
1969.
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RINGRAZIAMENTI
Un ringraziamento particolare al prof. Marco Beghelli, l’ing. Giuseppe
Guenzi, la sig. Magda Belletti Guenzi per l’assistenza fornita in questa
ricerca. Ringrazio per la gentile collaborazione: il prof. Lorenzo Bianconi,
la prof.ssa Elisabetta Pasquini, la dott. Marinella Menetti e tutta la
Biblioteca del Dipartimento di Musica e Spettacolo.
Ringrazio inoltre: tutta la mia famiglia, Felicia di Cioccio, Nicola
Alianelli, Gianluca Di Fusco, Michela Schettini, Luciano Di Primio,
Andrea D’Amato, Andrea Fortunato, Marco Longo, Saverio Zabaglia,
Daniele Coppola, Rocco D’Aguanno, Paolo Moroni, Alessandro
Petrazzini, Giuseppina Siotto, Pasquale Ciavarella, Renato Fiorito, Julian
Plaickner, i ragazzi dei Relic (Marco Pazzini, Marco Zirondelli, Simone
Spolzino, Paolo Nocchi), gli Shinigami Squad (Fabio Di Nicolantonio,
Giulio Sbrizzai, Marco Iuliano), i Mourners (Gabriele Larocca Conte,
Felicia Di Cioccio, Marianna Castelluccio, Angela Carlomagno), i
Larocca Conspiracy (Gabriele Larocca Conte, Filippo Cresci).
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Evoluzione legislativa in materia di finanziamenti pubblici allo