93° Stagione Concertistica 2014/2015 Venerdì 20 febbraio 2015 Teatro Sperimentale, ore 21.00 QUARTETTO KELEMEN BARNABÁS KELEMEN violino KATALIN KOKAS violino e viola OSKAR VARGA violino e viola DÓRA KOKAS violoncello 60121 ANCONA, Via degli Aranci 2 tel. e fax 071/2070119 www.amicimusica.an.it [email protected] P. IVA 00733590426 Foto di Zsolt Lafferton PROGRAMMA FRANZ JOSEPH HAYDN (Rohrau, 1732 – Vienna, 1809) Quartetto op. 76 n. 2 1. Allegro 2. Andante o più tosto Allegretto 3. Menuetto (Allegro ma non troppo) 4. Finale. Vivace assai FELIX MENDELSSOHN BARTHOLDY (Amburgo, 1809 – Lipsia, 1847) Quartetto op. 13 in la minore 1. Adagio - Allegro vivace 2. Adagio non lento 3. Intermezzo. Allegretto con moto - Allegro di molto 4. Finale. Presto *** BÉLA BARTÓK (Nagyszentmiklós, Ungheria, 1881 – New York, 1945) Quartetto per archi n. 5 1. Allegro 2. Adagio molto 3. Scherzo (alla bulgarese). Trio 4. Andante 5. Finale. Allegro vivace NOTE AL PROGRAMMA Franz Joseph Haydn, Quartetto op. 76 n. 2 Genesi. La prima testimonianza circa i sei Quartetti op. 76 si trova in una lettera del 14 giugno 1797 del diplomatico svedese Silverstolpe, a Vienna dal 1796 al 1803. Haydn comincia a lavorarci nel 1797 e l’anno dopo compone l’insieme che comprende, tra l’altro, il Quartetto n. 3 con le variazioni sull’inno nazionale austriaco, adottato ufficialmente il 28 gennaio 1797. Nello stesso anno ha luogo la prima esecuzione all’Eszterháza Theater di Eisenstadt, il 27 settembre. Il dedicatario è il conte Joseph Erdödy. Struttura. Detto “delle Quinte” per le due quinte discendenti che costituiscono il materiale tematico del primo movimento, Allegro, il Quartetto inizia in maniera severa, raggiungendo spesso tonalità diverse e distanti. Le quinte serpeggiano fra tutti gli strumenti, incontrando piccoli episodi melodici e ritmici che danno vita al secondo tema appassionato. Il violoncello solo accenna a un’idea nuova, quando ecco che le quinte ritornano, ascendenti e discendenti, e in crescendo portano alla vasta coda fondata su tracce dell’esposizione. L’Andante o più tosto Allegretto è un Lied tripartito con un episodio centrale e la coda. L’intervallo di quinta si incontra due volte. Il violino porta poi un’idea tematica che affascina e sorprende. Il motivo principale, variato, torna e si estingue soffuso. Il Menuetto (Allegro ma non troppo), chiamato “Minuetto delle streghe” per il suo carattere beffardo, prende vita con un canone all’ottava a due voci, con primo e secondo violino da una parte e viola e violoncello dall’altra. Il tema è un rovesciamento di quello dell’Andante, energico e intenso fino alla fine. Risponde il Trio, inquietante con il suo ritmo martellante. Porta un tema quasi zigano il Finale. Vivace assai. Dopo una variante del tema principale in pianissimo, riappare il secondo tema su crome ripetute con doppie corde. Segue la coda conclusiva. Ricezione. L’intera opus 76 contiene ed espone ciò che Haydn ha appreso tutta la vita, fondendolo con i nuovi orizzonti verso i quali la sua musica si protende. Sul «Journal» di Delacroix, il 21 febbraio 1847 si legge: «Mentre andavo al concerto di Franchomme, incontrai M.me Sand che mi ospitò nella sua vettura per un pezzo di strada. L’ho rivista con vero piacere: ella è eccellente. Musica degli angeli. I Quartetti di Haydn, gli ultimi che ha composto. Chopin mi dice che l’esperienza gli ha dato quella perfezione che gli ammiriamo. Mozart, ha aggiunto, non ha bisogno di esperienza: la tecnica si è sempre trovata in lui all’altezza dell’ispirazione». Annus mirabilis. Nel 1797 nasce il primo tricolore italiano come bandiera della Repubblica Cispadana; nella capitale dell’Ecuador, Quito, 40.000 vittime per un devastante terremoto; abdica l’ultimo doge di Venezia, Ludovico Manin, ponendo fine alla Serenissima Repubblica; Milano diventa capitale della Repubblica Cisalpina; Garnerin esegue il primo lancio con il paracadute; escono gli Inni alla notte di Novalis; nasce Franz Schubert; muore il Barone di Münchhausen. Felix Mendelssohn Bartholdy, Quartetto op. 13 in la minore Genesi. Composto a soli diciotto anni, a pochi mesi dalla morte di Beethoven, il Quartetto op. 13 risente molto dell’influenza esercitata dal lungo studio che Mendelssohn dedica al Quartetto op. 132 del compositore di Bonn. Completata il 27 ottobre 1827, la partitura è pubblicata da Breitkopf e Härtel a Lipsia nel 1830 come pezzo singolo con il titolo di Secondo Quartetto. La prima esecuzione avviene a Parigi il 14 febbraio 1832 e due giorni dopo viene proposta a Berlino. Struttura. Il primo movimento è un Adagio introduttivo che senza soluzione di continuità sfocia in un Allegro vivace accompagnato da un trillo della viola. Molti sono gli aspetti di questo tempo che fanno pensare a una dedica a Beethoven: basti pensare all’assonanza del tema principale con quello della Sonata op. 81. Segue un Adagio non lento che fa del contrasto il perno intorno al quale costruirsi. Prima il tema è cantabile, liederistico, ma poi, con una brusca virata, diventa fugato, e conduce al recitativo del primo violino. Un pizzicato d’accompagnamento fa da base al leggero canto di sapore lontanamente popolare dell’Intermezzo. Allegretto con moto, che sospende l’atmosfera tra dolore e dolcezza. Il libero recitativo del violino primo scuote gli animi, sul sostegno degli altri archi in tremolo. Il movimento si trasforma in un Allegro di molto che suggerisce tutti i motivi ascoltati, che sfociano nella vigorosa coda conclusiva. Il Finale, Presto si compone di un allegro di sonata libera. Un tremolo introduce un recitativo appassionato del primo violino, sul quale interviene l’insieme che interrompe il solista per condurre a un’idea tematica nuova. Ritorna l’Adagio che riporta il carattere liederistico: il ciclo si conclude con una sorta di meditazione finale. Ricezione. «Il Lied serve a fornire il tema al Quartetto» scrive il compositore all’amico Lindblad. «Tu lo riconoscerai nelle note del primo e dell’ultimo movimento, ma esso parla in tutte le quattro parti». Mendelssohn si riferisce al Lied Ist es wahr? (È vero?) scritto all’indomani della morte di Beethoven. E dunque questa pagina è un chiaro omaggio al grande compositore, la cui opera Mendelssohn era stato il primo tra i romantici a fare conoscere: memorabile la serata del 19 novembre 1826 durante la quale aveva suonato al pianoforte la Nona Sinfonia per il pubblico berlinese. Annus mirabilis. Nel 1827 Alessandro Manzoni completa la prima edizione dei Promessi sposi; Thomas De Quincey scrive L’assassinio come una delle belle arti; Ugo Foscolo termina l’ultima stesura de Le Grazie rimasta incompiuta; prima edizione delle Operette morali di Leopardi; nascono Joseph Strauss e Goffredo Mameli; muoiono Ludwig van Beethoven e Ugo Foscolo. Béla Bartók, Quartetto per archi n. 5 Genesi. Trent’anni passano tra il primo e l’ultimo dei sei Quartetti di Bartók, di notevole interesse non solo nella produzione del compositore, ma anche nell’intero repertorio contemporaneo. Si tratta di un ciclo organico che accompagna l’autore lungo tutto il suo cammino artistico. Composto tra agosto e settembre 1934 e dedicato a Elizabeth Sprague Coolidge, il Quartetto n. 5 debutta a Washington 1’8 aprile 1935 nell’esecuzione del Quartetto Kolisch. Struttura. In cinque movimenti, il primo, Allegro, richiama la forma-sonata articolata in due temi di carattere contrastante, uno ritmico e ripetitivo, l’altro fluido e melodico. Più etereo, il movimento che segue, Adagio molto, si articola in sei corti momenti la cui trama disegna un cerchio perfetto. Forse è l’influenza della musica di tradizione orale a portare quest’atmosfera notturna, fatta di timbriche audaci e silenzi, frasi brevi come sussurri. Il tempo centrale è un veloce Scherzo dal ritmo bulgaro (Alla bulgarese è l’indicazione). Di forma tripartita, contiene un luminoso Trio giusto nel mezzo del movimento e, per questo, dell’intero Quartetto. Inizia e finisce con glissandi l’Andante successivo nel quale il clima si fa via via più ossessivo. Torna il sogno, questa volta tormentato, dal quale emerge una sorta di implorazione. In forma di rondeau, il Finale. Allegro vivace chiude il cerchio, proponendo il suo tema accordato con quello fugato del primo movimento. Un ironico inserimento imprevisto, Allegretto con indifferenza, precede la coda conclusiva. Ricezione. La nuova fase del linguaggio di Bartók lo porta, in questo Quartetto, a scrivere in maniera chiaramente tonale, pur senza cedere alla coeva corrente neo-classica. Le sfumature, i ritmi e ogni altro accorgimento musicale servono a esprimere un’opera essenzialmente drammatica, come incerto e oscuro è, tra le due guerre, il cielo sopra l’Europa. Ancor di più, il musicista afferma il suo carattere nazionale senza alcuna remora. Annus mirabilis. Nel 1934 Palazzeschi pubblica le Sorelle Materassi; Alcatraz diventa prigione federale; prima di Lady Macbeth del Distretto di Mcensk di Šostakovič; nasce Donald Duck (Paperino); l’Italia è per la prima volta campione del mondo di calcio; primo incontro a Venezia tra Hitler e Mussolini; le opere di Croce e Gentile sono messe all’indice dei libri proibiti; Hitler diventa capo di Stato; a New York si tiene la prima partita di pallacanestro; Pirandello riceve il premio Nobel per la letteratura; nasce Bettino Craxi; muore Salvatore Di Giacomo. Anna Cepollaro 31 gennaio 2015 QUARTETTO KELEMEN Vincitore con giuria unanime del Premio Borciani 2014! Il Quartetto Kelemen, fondato a Budapest nel 2009, ha già guadagnato la fama di uno tra i più emozionanti gruppi di musica da camera del mondo e si è esibito in Ungheria, Germania, Austria, Svizzera, Italia, Croazia e Australia. Il Quartetto ha seguito le masterclass di artisti illustri come András Schiff, Günter Pichler, Zoltán Kocsis, Miklós Perényi, Péter Komlos e Gábor Takács-Nagy. Il suo repertorio comprende attualmente opere di Haydn, Mozart, Mendelssohn, Brahms, Ciaikovskij, Bartók, Ligeti e Kurtág. Tra gli altri premi vinti: ben tre al VI Concorso Internazionale di Musica da camera di Melbourne: il secondo premio generale del concorso, il premio del Pubblico e il Gran Premio Musica Viva, che ha determinato il tour australiano del 2014. Nella precedente edizione del Borciani 2011, la rivista Ensemble li ha descritti come "...accesi in un fuoco d'artificio di sentimenti, alle prese con l'emozione nella musica", evidenziando inoltre il Quartetto Kelemen come "...una delle più grandi scoperte di questo concorso". Nella primavera del 2011 in occasione del primo tour americano, il Dallas News ha elogiato il Kelemen Quartet come “il più elettrizzante quartetto d’archi dell’ultimo periodo”, continuando “incline ad un modo estremamente chiaro ed interattivo di fare musica”. La stagione 2012-13 ha portato alcuni importanti debutti presso la Philharmonie di Berlino, l’Auditorium du Louvre di Parigi, e più avanti apparizioni al Festival di musica da camera di West Cork, il debutto alla Wigmore Hall di Londra ed un tour in Australia. Il 2 novembre 2013 si sono esibiti con grande successo per la stagione degli Amici della Musica di Firenze. Tutti e quattro i membri del Quartetto Kelemen sono stati acclamati sia come solisti che come cameristi e sono molto affiatati sia professionalmente che personalmente. Barnabás Kelemen e Katalin Kokas sono inoltre professori di violino presso la Franz Liszt Music Academy di Budapest; Barnabás svolge a livello internazionale un’attività anche come solista e direttore d'orchestra, mentre Dóra Kokas è il direttore artistico del Festival Internazionale di Musica da Camera della città ungherese di Kaposvár. *** ABBONAMENTI: Concerto compreso nell’abbonamento alla Stagione 2014/2015 degli Amici della Musica BIGLIETTI INTERI: € 22.00 RIDOTTI: € 13.50 (riservato a: Palchettisti, Amici delle Muse, ARCI, UNITRE, studenti universitari, giovani da 19 a 26 anni, invalidi e disabili – un biglietto omaggio per l’accompagnatore) RIDOTTI EXTRA: € 4.00 (gruppi di allievi di Scuole Medie Inferiori e Superiori; bambini e ragazzi fino a 19 anni) Ingresso gratuito riservato a n. 10 studenti dell’Università Politecnica delle Marche: per ritirare il biglietto gratuito, presentarsi muniti di libretto universitario presso la biglietteria del Teatro delle Muse nel giorno del concerto, fino ad esaurimento dei posti disponibili. BIGLIETTERIA: Tel. 071 52525 – Fax 071 52622 [email protected] PER INFO: Società Amici della Musica “Guido Michelli” Via degli Aranci, 2 Tel. – fax: 071/2070119 (Lun. – ven. 9.30 - 16.30) [email protected] www.amicimusica.an.it