sport
Venerdì 4 aprile 2008
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INTERVISTA - Il forte ed entusiasta placcatore
del Dak Rugby Mantova si confida alla “Cronaca”
Casanova, innamorato puro
Ha cominciato giovanissimo ad appassionarsi alla palla ovale
“Sport educativo e coinvolgente. Vorrei vedere la mia squadra in A”
I
l fango, la fatica, il sostegno.
Sono i tre elementi che anni
fa conquistarono la fantasia
di Alberto Casanova, il giovane
e promettente tre quarti secondo centro del Dak Rugby
Mantova, che cercava nello
sport uno svago, uno sfogo e
degli amici.
Alberto come si è avvicinato
alla palla ovale?
“Avevo tredici anni e lo staff
dell’allora G.S. Rugby Mantova
tenne una lezione nella mia
scuola per spiegare il gioco del
rugby”.
…e la conquistò?
“Sì e se non ricordo male andai
sul campo del Migliaretto nel
pomeriggio stesso per provare.
Già dal primo allenamento,
capii che questo era lo sport
adatto a me”.
Nell’immaginario collettivo il
rugby è visto come un gioco
violento e non si comprende
il tanto declamato valore
educativo. Lei cosa pensa a
riguardo?
“Il rugby non è violento. Ci
sono delle leggi (non regole)
che vigilano le azioni in campo.
È uno sport di contatto e chiaramente si finisce a terra, si
spinge l’avversario, si fanno le
mischie dove l’impatto è notevole.
“Si gioca con l’avversario e non
contro. Le eventuali scorrettezze sono punite severamente. Un
esempio? Per uno sgambetto a
rugby si finisce fuori, atto che
nel tanto blasonato calcio non
dà grandi problemi disciplinari! Il valore educativo si apprende giocando. Il rugby fortifica
l’animo, fa capire appieno la
parola sacrificio e non ti senti
mai solo”.
Questa sua ultima affermazione ruota attorno ai tre elementi che la conquistarono
da ragazzino?
“Sì. Quando ti ritrovi nel fango,
lercio e infreddolito, ma con te
ci sono gli altri quattordici della
tua squadra che stanno fatican-
Ha 23 anni
Pesa 84 chili
Nome: Alberto
Cognome: Casanova
Altezza: 180 centimetri
Peso: 84 chilogrammi
Nato a Sharjah
Il 17 ottobre 1985
Nazione: Emirati Arabi
Status: formazione italiana
Stato civile: celibe
Ruolo principale: secondo
centro
Ruolo secondario: estremo
Squadra attuale: Dak Rugby
Mantova
do per conquistare metri di terreno o per difendere il proprio,
allora comprendi cos’è il sostegno.
“Il rugby genera dei forti legami, e con i ragazzi della squadra trascorro gran parte del
tempo libero”.
Il 13 che campeggia sulla
maglia di Casanova indica il
suo ruolo di tre quarti secondo
centro e le sue peculiarità di
gioco: controllo della palla,
velocità di passaggio in fase di
possesso e potenza di placcaggio in fase di non possesso dell’ovale.
Saltuariamente
e
soprattutto nelle giovanili, ha
ricoperto anche il ruolo di
estremo.
DOMENICA 6 APRILE LA SFILATA
Sono belli questi cani
Anpana: un omaggio alla simpatia dei “meticci”
D
omenica 6 aprile, in piazza Virgiliana a
Mantova, sono attesi i partecipanti a
una singolare sfilata di cani: non quadrupedi dal blasonato pedigree, bensì i
meticci, definiti anche impropriamente
“bastardini” che sono tanto cari ai mantovani.
L’Anapana - Associazione che si occupa della
protezione degli animali - ha organizzato la
VI edizione della Mostra del meticcio per
rendere giusto merito a questi particolari
“amici dell’uomo” e per eleggere il più bello,
anche se non mancano premi speciali in
modo da accontentare tutti.
Alle ore 14 hanno inizio le iscrizioni, mentre
alle 15 la manifestazione apre ufficialmente i
battenti. Per le 17.30 sono in programma le
premiazioni.
L’Associazione, che tutela l’ambiente e gli
animali, ricorda ai proprietari che il libretto
deve avere registrate le vaccinazioni aggiornate, il cane deve essere iscritto all’anagrafe
canina e avere il tatuaggio o microchip.
Durante la manifestazione, il padrone si
occuperà della custodia del proprio animale
e sarà garantita la presenza di un veterinario.
L'iscrizione è a offerta libera e il ricavato
sarà utilizzato per gli scopi dell’Associazione.
In caso di maltempo la mostra sarà rimandata a domenica 20 aprile.
Osservandola giocare è facile
intuire che il suo placcaggio è
spesso ritenuto indimenticabile nei campi di Serie B…
“Mi piace fare capire chi
comanda e generare una sorta
di paura attorno al mio ruolo in
campo.
“Come dicevo poco fa, è uno
sport di contatto e il placcaggio
rende evidente questo aspetto.
Può sembrare un’azione violenta e priva di scrupoli, in realtà è
regolata da leggi ben precise: si
placca l’uomo dalle spalle in giù
e mai al collo, non si aggredisce
il giocatore che non ha il possesso della palla e se l’azione
avviene in aria, si accompagna
l’avversario a terra”.
Dedica tanto tempo al rugby
e cosa fa oltre a giocare?
“Mi alleno con la squadra tre
volte la settimana. Parte del
martedì è utilizzata per visionare la partita che abbiamo giocato e vengono corretti gli errori,
poi si fa la preparazione atletica. Il giovedì si gestisce l’allenamento per reparti, ad esempio
mischia e tre quarti, poi si fa
una partitella.
“Il venerdì sono analizzate le
varie situazioni di gioco e la
partita è disputata di domenica
pomeriggio. Dovrei fare anche
un po’ di palestra, ma non sono
molto costante.
“A parte giocare esco con gli
amici, mi rilasso in compagnia
del mio cane e lavoro otto nove ore in ufficio”.
Entra in campo senza tanti
pensieri o dedica un po’ di
tempo alla concentrazione e
a qualche rito del prepartita?
“Non sono molto superstizioso,
ma ammetto di avere qualche
rito oramai consolidato nel
tempo.
“Il mio compagno di squadra
Matteo Colombari (tallonatore)
mi fa un massaggio alla schiena, indosso un cimelio costituito da una mezza manica che un
mio compagno delle giovanili si
tagliò per rincuorarmi dopo un
infortunio, ascolto un po’ di
musica per motivarmi, mi
fascio il polso sinistro e su questo scrivo dei pensieri da rugbista; prima di entrare in campo
scambio qualche pacca d’incoraggiamento con i compagni”.
Progetti per il futuro?
“Vorrei andare in Serie A con la
mia squadra, giocare tanto e
migliorare sempre di più e sono
in cerca di qualche ingaggio per
raffinare la mia tecnica all’estero”.
Se la sente di consigliare il
rugby ai ragazzi mantovani
insoddisfatti del calcio e di
altri sport più consolidati?
“Certo. Il rugby è visto come
uno sport di nicchia, ma permette di incontrare tanti amici
che rimangono tali anche al di
fuori del campo, si conoscono il
sacrificio e l’altruismo. Stimola
il coraggio e rafforza il fisico e
la mente. È una vera e propria
disciplina.
“Colgo l’occasione per ringraziare il coach dell’Under 16
Massimiliano Cavazzoni che mi
ha fatto capire la bellezza di
questo sport”.
Elisa Pignatti
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Casanova, innamorato puro