Challenge 2000
Challenge 2000
La rivista di Management per l’Azienda Evolutiva
Un archivio
di idee
Concetti chiari
e sintetici
«Quando leggo una rivista di management ho spesso la
sensazione che vi sia un abisso tra la teoria e la pratica.
Con Challenge 2000 non è così: i contributi che ospita
costituiscono un vero e proprio archivio di idee, di sfide
concrete, di confronti possibili e le “case history”
presentate offrono un significativo spaccato
dell’imprenditorialità italiana. Mi sembra davvero di
rivivere quelle situazioni con cui quotidianamente sono
costretto a misurarmi in azienda. Complimenti anche
per le recensioni...».
Challenge 2000
Dedicata
a tutti coloro
che in azienda
prendono
decisioni.
Al Gore
➜
Una scomoda verità
Come salvare la terra dal
riscaldamento globale
Electra Italia
➜
Guida alle fonti rinnovabili di
produzione dell’energia elettrica
Alberto F. De Toni e Luca Comello
«È così difficile essere chiari e sintetici allo stesso
tempo che è un vero sollievo poter contare su uno
strumento informativo come Challenge 2000 che
sembra aver fatto di questi due concetti i criteri guida
della propria comunicazione. Questo a dimostrazione
del fatto che fare cultura d’impresa e proporre
approfondimenti senza essere necessariamente
complicati e, soprattutto, noiosi non è un’utopia».
➜
Uomini e organizzazioni
nella ragnatela della complessità
Mariacristina Bonti ed Enrico Cori
➜
Competenze organizzative nella
media impresa: il caso Loccioni
Augusto Cicogna e Claudio Devecchi
➜
Un’opera da
collezionare
Un aiuto per
tenersi aggiornati
«Grazie per i numeri arretrati di Challenge 2000 che ti
avevo richiesto e che mi hai fatto arrivare. Li ho trovati
sulla mia scrivania al rientro dalle ferie e subito ho
cercato e letto l’articolo che mi avevi suggerito: mi ha
fornito un quadro chiaro ed esauriente sull’argomento
che devo affrontare. Ho dedicato uno spazio preciso
a Challenge 2000 nella mia libreria e attendo con
curiosità e interesse i nuovi numeri…».
«Ho l’impressione di non riuscire a tenermi aggiornato;
una sensazione che ho riscontrato spesso anche nei
miei colleghi.
La realtà è che veniamo sommersi da un flusso
continuo di informazioni e che è molto difficile estrarre
quelle veramente interessanti per chi, come me, deve
prendere decisioni importanti per il futuro dell’azienda.
Challenge 2000 mi fornisce un grosso aiuto: in
ogni numero ci sono pochi articoli, il linguaggio è
chiaro, gli argomenti sempre di grande interesse,
come se qualcuno, a monte, avesse fatto una severa
selezione…».
www.challenge2000.net
L’impresa familiare italiana:
una specie da proteggere
Massimiliano Molese
➜
Informatica: c’è più ricchezza
nell’utilizzo o nel possesso?
Adriana Novelli
➜
La voce, una forza da scoprire,
la nostra più fedele alleata
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Challenge 2000 - Semestrale - Anno XI - n. 23 del 15.10.2007 - Editore DATA CONSULT GROUP Srl - via Oberdan, 2 Pordenone (Pn) - Iscrizione
al Registro degli Operatori di Comunicazione nº 7819. Direttore responsabile Danilo Balbinot - Autorizzazione Tribunale di Pordenone n. 523 del
26.11.04 - Pubblicato a Pordenone - Stampa Grafiche Tielle Srl - via Cecilia Danieli, 7 Sequals (Pn) - Pubblicazione gratuita - Tariffa R.O.C.:
“Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Pordenone”
Soluzioni per l'impresa
La gestione della complessità
come strategia d'impresa:
il caso ARNEG
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l’editoriale
ESPERIENZA ED ESEMPIO
Mai come in questo periodo ho sentito tante persone,
professionisti, imprenditori, pensionati, artigiani, casalinghe, impiegati (ad eccezione dei bancari), manifestare un disagio tanto profondo.
Per cosa? Di fatto per tutto: dalle tasse alla sicurezza,
dall’ambiente alle relazioni sociali.
Incombe una sorta di profonda incertezza sul futuro
con particolare riguardo al futuro delle giovani generazioni, ma anche, ormai, per un futuro prossimo, per
non dire del domani.
Tutti avvertono e denunciano che le cose vanno male,
molto male, ma soprattutto che non vedono chi possa
cambiare le cose e come.
Ciascuno di noi perpetua le sue abitudini, il suo modo
di vivere, di vedere le cose, e non lo sfiora minimamente l’idea del cambiamento, anzi si radica sempre più
nelle sue convinzioni, amplificando, ciascuno per la sua
parte, quell’integralismo che tanti danni sta causando al
vivere civile.
Mi viene in mente il commento di Renato Mannheimer
al termine di una ricerca sull’innovazione nel Nord-Est:
la grande maggioranza degli imprenditori e manager
intervistati (più dell’80%) aveva sottolineato l’estrema
importanza dell’innovazione; poi, alla domanda, “Allora
voi state investendo in innovazione?” – più del 60%
degli intervistati ha riposto: “No!”; “Ma allora chi deve
fare innovazione?” “Gli altri!!!”.
Recentemente, John Kotter, il noto autore di libri sulla
leadership, docente della Harward Business School dal
1972, ha sentito il bisogno di scrivere un libretto dal
titolo “Il nostro iceberg si sta sciogliendo”.
È una storia che parla di una colonia di pinguini che
vivono su un iceberg in Antartide secondo abitudini
consolidate dalla notte dei tempi. Un giorno, uno di essi
scopre che una minaccia catastrofica incombe sulla
loro casa, ma quasi nessuno è disposto ad ascoltarlo.
I personaggi sono molto simili alle persone con cui
entriamo in contatto quotidianamente, e la loro è una
storia di resistenza al cambiamento, che… merita di
essere letta.
Come merita di essere letto un altro libricino della
Sperling & Kupfer dal titolo “Chi ha spostato il mio formaggio?” di Spencer Johnson, l’autore del famoso “One
minute manager” e che ha venduto più di undici milioni
di libri. È una semplice parabola che rivela una profonda verità sul cambiamento. I personaggi della storia
sono due topolini e due gnomi. Il “formaggio” è una
metafora di quello che vorremmo avere dalla vita: un
buon lavoro, un rapporto d’amore, soldi, salute, serenità
d’animo. Il “labirinto” è il luogo in cui cerchiamo quello
che desideriamo: l’azienda in cui lavoriamo, la famiglia,
la comunità in cui viviamo. Nella storia i personaggi si
trovano a fronteggiare dei cambiamenti inattesi. Alla
fine, uno di loro affronta il mutamento con successo e
scrive sui muri del “labirinto” che cosa ha imparato
dalla sua esperienza.
Esperienza, ecco ciò che distingue la convinzione dalla
conoscenza!
Solo chi ha esperienza può dare esempio e l’esempio,
come diceva Albert Schweitzer, non è il principale
modo di influenzare gli altri, è il solo modo!
Nel grigiore generale del dibattito politico in Italia, alimentato da chi di esperienza ne ha fatta poca, o punta,
come dicono i toscani, guardo con attenzione a Luca
Cordero di Montezemolo che ha saputo cambiare i
destini di due aziende in grave crisi: la Ferrari prima e
la Fiat poi. Con i fatti, non con le parole!
Ho ascoltato attentamente il suo intervento di apertura
all’assemblea annuale di Confindustria, e l’ho condiviso
completamente.
A dispetto di una parte politica che ha definito
Montezemolo un “reazionario” (e sfido chiunque abbia
“un po’ di esperienza” del mondo delle imprese a trovare alcunché di reazionario in quanto detto dal presidente degli industriali italiani) vedo in lui un esempio, un
vincente, uno che ha fatto cose esaltanti ed ha commesso errori, uno che non ha paura di esporsi, di dire
come la pensa in un mondo di furbetti, di opportunisti
e portaborse.
Sono quelli come Luca Cordero di Montezemolo, come
Al Gore (“Una scomoda verità”), come Enrico Loccioni
(“Competenze organizzative nella media impresa”),
come il management della ARNEG (La gestione della
complessità come strategia di impresa), come Augusto
Cicogna e Claudio Devecchi (L’impresa familiare italiana: una specie da proteggere), come Alberto De Toni
(Prede o ragni), quelli da prendere ad esempio, persone che operano per migliorare le cose, che fanno (!)
non che criticano!
A queste persone, di cui diamo testimonianza sulla
nostra rivista, e ai tanti altri che agiscono con integrità e
spirito di servizio, dobbiamo guardare e prendere esempio se, per dirla con Ghandi, vogliamo diventare i fautori
del cambiamento che cerchiamo nel mondo.
Buona lettura.
[email protected]
Uomo
e ambiente
Una scomoda verità
Come salvare la terra dal
riscaldamento globale
Al Gore
D
migliorarlo, tanto che
ormai credo che costituisca un buon esempio di
come gli esseri umani,
almeno la maggioranza di
quelli che ho incontrato,
stiano contribuendo al surriscaldamento del globo, e
del fatto che se non decidiamo di fare qualcosa
subito le conseguenze per il nostro pianeta potrebbero essere irreparabili.
Negli ultimi sei anni ho viaggiato in lungo e in largo,
condividendo le informazioni che ho accumulato
con chiunque avesse voglia di ascoltarle. Ho battuto
le università, le città di provincia e le metropoli.
Sono convinto di aver fatto cambiare opinione a
molta gente, anche se resta un processo lento.
Una sera del 2005, al termine di una conferenza a
Los Angeles, un gruppo di persone è venuto a suggerirmi che non sarebbe stato male fare un film sul
surriscaldamento del globo. Tra di loro c’erano alcune personalità del mondo dello spettacolo, tra cui
l’ambientalista Laurie David e il produttore
Lawrence Bender, quindi le intenzioni erano serie.
Ma non avevo idea di come trasformare la mia conferenza in un film. Loro hanno chiesto di vederci
ancora e mi hanno presentato Jeff Skoll, fondatore
e presidente della Partecipant Productions, che si è
offerto di produrre il film, e un geniale veterano del
cinema come Davis Guggenheim, che si è detto
interessato a dirigerlo. In seguito, Scott Burns si è
a quando ho sentito parlare per la prima
volta di surriscaldamento del globo, dal mio professore d’università Roger Revelle, ho sempre cercato
di sapere qualcosa di più a proposito dell’impatto
dell’uomo sulla natura, e nella mia carriera politica
ho cercato di spingere leggi che potessero attenuare – e alla fine eliminare – quell’impatto dannoso.
Negli anni dell’amministrazione Clinton–Gore abbiamo ottenuto grandi risultati sulle questioni ambientali, anche se, con l’opposizione del Congresso a
maggioranza repubblicana, non abbiamo ottenuto il
massimo. E poi, con sempre maggiore preoccupazione, ho osservato la nuova amministrazione
smantellare tutti i nostri progressi.
CONSAPEVOLEZZA E CAPACITÀ DECISIONALE
L’ambiente e gli altri fattori sostenibili possono essere parte
integrante del processo di investimento di un’azienda in modo
da incrementarne i profitti incoraggiando allo stesso tempo le
aziende a cooperare in modo ecosostenibile.
Dopo le elezioni del 2000, ho preso la decisione di
portare di nuovo in giro il mio slide show sul surriscaldamento del globo. L’avevo già assemblato
quando stavo scrivendo Earth in the Balance e nel
corso degli anni ho continuato ad arricchirlo e
4
Il mondo sta assistendo alla prova lampante che i cicli della natura
stanno subendo profonde alterazioni: non solo l’uomo contribuisce al
surriscaldamento del globo, ma il problema sta diventando pericoloso
ad un ritmo che è ormai diventato un’emergenza planetaria.
Gli effetti tragici del riscaldamento globale possono essere scongiurati
attraverso una cooperazione a livello globale, ed una serie di
comportamenti dei singoli individui atti a ridurre le emissioni di
anidride carbonica nell’atmosfera.
Non solo una questione politica o scientifica in verità,
ma una sfida morale, etica e spirituale, dove in ballo ci
sono la sopravvivenza della nostra civiltà e la vivibilità
della Terra che lasceremo in eredità ai nostri figli.
unito al gruppo produttivo e Lesley Chilcott è diventato il coproduttore, nonché un leggendario “capobranco”.
La mia più grande preoccupazione in tutto questo
era che il passaggio da conferenza a film non sacrificasse il ruolo centrale della scienza in nome del
divertimento. Ma più mi confrontavo con questo
gruppo straordinario, sentendo quanto impegno
mettevano per raggiungere il mio stesso scopo, e
più mi convincevo che il film fosse un’ottima idea.
Se volevo raggiungere in fretta il maggior numero di
spettatori, e non limitarmi a parlare con un centinaio di persone a sera, un film era lo strumento
migliore. Ora quel film, con questo stesso titolo, è
finito e la cosa mi elettrizza.
Ma l’idea di un libro sui mutamenti climatici è precedente. È stata mia moglie Tipper la prima a suggerire che assemblassi un nuovo tipo di volume con
tanto di illustrazioni e grafici per rendere più chiaro
il messaggio, combinando alcuni passaggi delle mie
conferenze con il nuovo materiale accumulato nel
corso degli ultimi anni. Io e Tipper devolviamo tutti i
guadagni ricavati dalla vendita del libro – e del film
– a un’organizzazione non governativa e non profit
che mira a convincere l’opinione pubblica sulla
necessità di un intervento immediato contro il surriscaldamento del globo.
Dopo aver studiato l’emergenza per più di trent’anni, ci sono molte cose che voglio condividere. Ho
cercato di raccontare questa storia in modo da
appassionare tutti i lettori. Spero che chi legge il
libro e vede il film cominci a capire, come è capitato
a me, che il surriscaldamento del globo non è solo
una questione scientifica e politica. È una questione
morale. È vero: la politica dovrà giocare un ruolo
decisivo nella soluzione del problema, ma questa è
una sfida che dovrebbe superare ogni interesse di
parte. Quindi, che voi siate democratici o repubblicani, che abbiate o meno votato per me, spero davvero che capirete qual è il mio obiettivo, e cioè condividere con voi il mio amore per la Terra e la mia
preoccupazione per il suo destino.
Quando sarete a conoscenza dei fatti, sarà impossibile distinguere l’uno dall’altro.
Voglio anche convincervi che quello che stiamo
affrontando non è solo un motivo di allarme, ma
paradossalmente è anche un motivo di speranza.
Come molti sanno, l’espressione cinese per “crisi”
consiste in due ideogrammi affiancati, il primo
significa “pericolo”, il secondo “opportunità”.
Il mutamento climatico è un grave pericolo. In realtà
è una vera emergenza planetaria. Duemila scienziati, in un centinaio di paesi, che collaborano da più
di vent’anni alla più complessa e organizzata ricerca
scientifica della storia dell’umanità, chiedono a gran
voce che i paesi del mondo lavorino insieme per
risolvere questa crisi. Le prove lampanti indicano
che se non agiamo in modo netto e deciso per fermare le cause del surriscaldamento del globo, il
nostro mondo andrà incontro ad una serie di terribili
catastrofi, sia sull’Atlantico sia sul Pacifico, calamità
come l’uragano Katrina.
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“Cari amici, dobbiamo renderci conto che il
Uomo
e ambiente
domani è qui. Siamo incalzati dal presente.
Una scomoda verità
Come salvare la terra dal
riscaldamento globale
In questo inestricabile enigma fatto di vita e di
storia, rischiamo di agire con troppo ritardo”.
Martin Luther King Jr.
Stiamo assottigliando la calotta del Polo Nord e praticamente tutti i ghiacciai del mondo. Stiamo destabilizzando l’enorme montagna di ghiaccio della
Groenlandia e l’altrettanto estesa massa ghiacciata
sulle isole dell’Antartide occidentale, rischiando in
ben prima che nascessero i primi insediamenti urbani.
Stiamo scaricando nell’ambiente così tanto biossido di
carbonio che abbiamo letteralmente cambiato il rapporto tra la Terra ed il sole. Una così larga parte di CO2
viene assorbita dagli oceani che, se continuiamo a
questo ritmo, farà aumentare la saturazione del carbonato di calcio a livelli che impediranno la formazione dei coralli e ostacoleranno la costruzione di conchiglie protettive da parte della fauna marina.
Il surriscaldamento del globo, insieme all’abbattimento e agli incendi delle foreste e di altri habitat fondamentali, sta causando l’estinzione della specie ad un
livello paragonabile solo all’evento che sessantacinque
milioni di anni fa ha fatto sparire i dinosauri. Si crede
che quell’evento sia stato provocato da un meteorite
gigante. Ma questa volta non è colpa di nessun asteroide in collisione con la Terra; questa volta siamo noi.
L’anno scorso, le accademie scientifiche di undici tra i
paesi più influenti si sono associate per lanciare un
appello alle altre nazioni affinché riconoscessero che
quello del “mutamento climatico è un pericolo sempre più evidente” e dichiarassero che la “comprensione scientifica dei mutamenti climatici è ormai abbastanza acclarata da giustificare l’intervento immediato
dei governi mondiali”.
Insieme al pericolo, questa crisi presenta anche opportunità
senza precedenti: si potranno creare nuovi posti di lavoro e
nuovi profitti; progettare nuovi motori; sfruttare il sole e il
vento; smetterla di sprecare energia; utilizzare le ingenti risorse
di carbone senza surriscaldare il pianeta. Negli ultimi anni, un
sacco di aziende hanno tagliato le emissioni di gas a effetto
serra risparmiando soldi ed alcune delle più grandi società
mondiali si stanno dando da fare per mettere le mani sulle
enormi prospettive economiche di un futuro ad energia pulita.
tutto il pianeta un innalzamento del livello del mare di
circa sei metri. La lista di ciò che viene messo in pericolo dal surriscaldamento del globo comprende
anche la direzione dei venti e delle correnti oceaniche, che non subivano alterazioni da diecimila anni,
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Il messaggio è arrivato forte e chiaro. Questa crisi
grida “pericolo”!
Perché i nostri politici fanno orecchie da mercante?
Non è che a loro conviene non accettare questa
verità? Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire!
Ma abbiamo imparato da alcune brutte esperienze
che le conseguenze di un simile atteggiamento possono essere disastrose. Per esempio, quando per primi
li abbiamo avvertiti che le dighe a New Orleans non
avrebbero retto e ci hanno ignorato. In seguito, un
gruppo di bipartisan di membri del Congresso guidato
dal deputato Tom Davis (RVA), Presidente dello
House Government Reform Committee, ha sostenuto
in una dichiarazione ufficiale: “La Casa Bianca ha
ignorato tutte le informazioni che aveva a disposizione”, e poi che “una totale mancanza di consapevolezza e capacità decisionale ha inutilmente alimentato e
prolungato l’orrore di Katrina”.
Oggi, sentiamo e vediamo terribili avvertimenti sulla
peggiore catastrofe potenziale nella storia della civiltà
umana: una crisi del globo che peggiora di giorno in
giorno e diventa sempre più pericolosa. Eppure questi
evidenti campanelli d’allarme vengono accolti, in questo caso dal Congresso (oltre che dal Presidente), con
quella stessa “totale mancanza di consapevolezza”.
Come ha detto Martin Luther King Jr. in un discorso di
poco precedente al suo assassinio: “Cari amici, dobbiamo renderci conto che il domani è qui. Siamo
incalzati dal presente. In questo inestricabile enigma
fatto di vita e di storia, rischiamo di agire con troppo
ritardo”.
Rimandare ci porta via tempo. Spesso la vita ci lascia
nudi, spogli e demoralizzati per aver perso l’ennesima
opportunità. La marea nelle questioni umane non
sempre è crescente, a volte rimane stagnante.
Quando ci travolge, possiamo metterci a gridare
disperatamente per chiedere altro tempo, ma il tempo
è indifferente a queste preghiere e continua a scorrere.
7
Uomo
e ambiente
Una scomoda verità
Come salvare la terra dal
riscaldamento globale
Sulle ossa scolorite e sui cumuli di macerie di tante
civiltà troviamo in epigrafe la patetica scritta: Troppo
tardi. Esiste un invisibile libro della vita che registra
fedelmente la nostra attenzione nella nostra negligenza. Ha ragione Omar Khayyam: “La mano che si
muove scrive, e dopo avere scritto passa ad altro”.
Ma insieme al pericolo per il surriscaldamento globale, questa crisi presenta anche opportunità senza precedenti.
Quali sono le opportunità che ci offre? Si tratta non
solo di nuovi posti di lavoro e nuovi profitti, anche se
ce ne saranno in abbondanza, ma potremo progettare
nuovi motori, sfruttare il sole e il vento; smetterla di
sprecare energia; utilizzare le ingenti risorse di carbone senza surriscaldare il pianeta.
I ritardatari e gli scettici cercheranno di convincerci
che costa troppo. Ma negli ultimi anni un sacco di
aziende hanno tagliato le emissioni di gas a effetto
serra risparmiando soldi. Alcune delle più grandi
società mondiali si stanno dando da fare per mettere
le mani sulle enormi prospettive economiche di un
futuro ad energia pulita.
Ma c’è qualcosa di ancora più prezioso da guadagnare se facciamo la cosa giusta.
La crisi del clima ci offre la possibilità di vivere quello
che poche generazioni hanno avuto il privilegio di
conoscere: un obiettivo generazionale; l’euforia di un
irresistibile dovere morale; una causa comune; l’emozione di essere costretti dalle circostanze a mettere da
parte l’egoismo e le rivalità che tanto spesso soffocano
l’anelito dell’uomo verso l’infinito; l’opportunità di
risorgere.
Quando ce la faremo, ne usciremo con lo spirito sollevato ed uniti più che mai. Quelli che ora si crogiolano
nello scetticismo e nella disperazione saranno in
grado di tornare a respirare.
Quelli che ora soffrono perché non trovano una ragione per vivere, torneranno a sperare.
Quando ce la faremo, sarà una vera e propria epifania
e scopriremo che questa non è una questione politica. È un sfida morale e spirituale. In ballo ci sono la
sopravvivenza della nostra civiltà e la vivibilità della
Terra. Oppure, come l’ha messa uno scienziato
importante, la domanda in questione è se la combinazione di un pollice opponibile e di un po’ di materia
grigia sono o non sono in grado di salvare questo
pianeta.
La comprensione che ne guadagneremo – su quello
che
siamo
davvero
– ci darà la
capacità
morale
di
affrontare altre
sfide analoghe che
hanno disperatamente bisogno di essere
ridefinite come imperativi
morali: l’HIV/AIDS e altre pandemie che fanno milioni di vittime; la
fame nel mondo; la ridistribuzione della
ricchezza del globo tra poveri e ricchi; il genocidio in corso in Darfur; le carestie in Nigeria e altrove;
le guerre civili senza fine; l’annientamento della fauna
oceanica; i problemi famigliari; le comunità in crisi;
l’erosione della democrazia in America e la rifeudalizzazione dell’opinione pubblica.
Guardate quel che è successo con il fascismo.
All’inizio anche la verità su Hitler era scomoda. Sono
stati in molti allora a sperare che il pericolo si risolvesse da solo. Hanno ignorato gli avvertimenti e sono
scesi a patti con il male. Hanno temporeggiato, incrociando le dita.
Dopo le concessioni di Monaco, Winston Churchill
disse: “Questo non è che l’inizio, il primo assaggio di
un amaro calice che ci verrà offerto un anno dopo l’altro, a meno che, grazie ad un supremo recupero di
forza morale e marziale vigore, il nostro popolo non
risorga e non lotti per la libertà”.
Ma quando l’Inghilterra e poi l’America con i loro
alleati sono insorti per combattere il male, insieme
hanno vinto due guerre allo stesso tempo, quella in
Europa e quella sul Pacifico.
Alla fine di quel terribile conflitto, abbiamo guadagnato il credito morale per proporre il piano Marshall, e
convincere i cittadini a finanziarlo di tasca loro.
Abbiamo guadagnato la capacità spirituale e la saggezza per ricostruire il Giappone e l’Europa e lanciare
8
la rinascita di tutti i paesi che
avevamo appena sconfitto,
ponendo nel frattempo le basi per
cinquant’anni di pace e benessere.
Anche questo è un momento decisivo. Siamo davanti ad un bivio. In
fondo non riguarda il dibattito scientifico o la politica. Riguarda quello
che siamo come esseri umani.
Riguarda la nostra capacità di
superare i nostri limiti, di cogliere l’occasione per rialzare la
testa. Di vedere con il
cuore, oltre che con
gli occhi, il dovere a
cui siamo chiamati.
Questa è una sfida
morale, etica e spirituale.
Non dobbiamo avere
distrupaura. Dobbiamo
zione
esserne felici. Non
dell’amdobbiamo aspettare. Per
biente? Che
usare le parole del reverendo
cosa diremo?
King: “Il futuro è oggi”.
Possiamo
Ho cominciato questa introduzione con il
rispondere alle
racconto di un’esperienza che diciassette
loro domande
anni fa per me ha fermato il tempo. In quel
subito, facendo
periodo doloroso ho provato un’emozione
qualcosa, invece di
nuova, ho capito quanto è prezioso il legame con
ripetere le
i nostri figli, e quanto è impegnativo il dovere di presolite proservare il loro futuro e proteggere la terra che lasceremesse.
mo loro in eredità. Provate a immaginare che il tempo si
Nel frattempo
sia di nuovo fermato – per tutti noi – e prima che ricopossiamo sceminci a scorrere, ci venga data la possibilità di usare la
glierci un futunostra immaginazione morale e di proiettare noi stessi
ro per cui i
nel futuro, diciassette anni avanti nel tempo, e di scamnostri figli ci saranno grati.
biare quattro chiacchiere con i nostri figli e nipoti.
Proveranno rabbia nei nostri confronti
Questo articolo è tratto dal libro “Una scomoda verità”
visto che abbiamo fallito nell’obiettivo di
di Al Gore edito da Rizzoli Libri illustrati.
salvaguardare la Terra che è la loro e la
Per la riproduzione dello stesso in questa sede si
nostra casa? Avremo fatto scempio una
ringrazia RCS Libri Spa. Dallo stesso libro, è stato
tratto l’omonimo film che ha vinto il premio Oscar 2007
volta e per tutte di questo pianeta?
come miglior documentario e per la migliore canzone
E ora immaginate che ci stiano chiedenoriginale. Imperdibili entrambi. Per maggiori
do: “A cosa stavate pensando? Non ve
informazioni: visitate il sito www.climatecrisis.net
ne importava niente del nostro futuro?
Copyright © 2006 by Al Gore - Titolo originale: AN INCONVENIENT TRUTH
Eravate davvero così egoisti che non
Per l’edizione italiana: Rizzoli Libri Illustrati © 2006 RCS Libri S.p.a, Milano
Tutti i diritti riservati - www.rizzoli.rcslibri.it
potevate – o non volevate – fermare la
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