Challenge 2000 Challenge 2000 La rivista di Management per l’Azienda Evolutiva Un archivio di idee Concetti chiari e sintetici «Quando leggo una rivista di management ho spesso la sensazione che vi sia un abisso tra la teoria e la pratica. Con Challenge 2000 non è così: i contributi che ospita costituiscono un vero e proprio archivio di idee, di sfide concrete, di confronti possibili e le “case history” presentate offrono un significativo spaccato dell’imprenditorialità italiana. Mi sembra davvero di rivivere quelle situazioni con cui quotidianamente sono costretto a misurarmi in azienda. Complimenti anche per le recensioni...». Challenge 2000 Dedicata a tutti coloro che in azienda prendono decisioni. Al Gore ➜ Una scomoda verità Come salvare la terra dal riscaldamento globale Electra Italia ➜ Guida alle fonti rinnovabili di produzione dell’energia elettrica Alberto F. De Toni e Luca Comello «È così difficile essere chiari e sintetici allo stesso tempo che è un vero sollievo poter contare su uno strumento informativo come Challenge 2000 che sembra aver fatto di questi due concetti i criteri guida della propria comunicazione. Questo a dimostrazione del fatto che fare cultura d’impresa e proporre approfondimenti senza essere necessariamente complicati e, soprattutto, noiosi non è un’utopia». ➜ Uomini e organizzazioni nella ragnatela della complessità Mariacristina Bonti ed Enrico Cori ➜ Competenze organizzative nella media impresa: il caso Loccioni Augusto Cicogna e Claudio Devecchi ➜ Un’opera da collezionare Un aiuto per tenersi aggiornati «Grazie per i numeri arretrati di Challenge 2000 che ti avevo richiesto e che mi hai fatto arrivare. Li ho trovati sulla mia scrivania al rientro dalle ferie e subito ho cercato e letto l’articolo che mi avevi suggerito: mi ha fornito un quadro chiaro ed esauriente sull’argomento che devo affrontare. Ho dedicato uno spazio preciso a Challenge 2000 nella mia libreria e attendo con curiosità e interesse i nuovi numeri…». «Ho l’impressione di non riuscire a tenermi aggiornato; una sensazione che ho riscontrato spesso anche nei miei colleghi. La realtà è che veniamo sommersi da un flusso continuo di informazioni e che è molto difficile estrarre quelle veramente interessanti per chi, come me, deve prendere decisioni importanti per il futuro dell’azienda. Challenge 2000 mi fornisce un grosso aiuto: in ogni numero ci sono pochi articoli, il linguaggio è chiaro, gli argomenti sempre di grande interesse, come se qualcuno, a monte, avesse fatto una severa selezione…». www.challenge2000.net L’impresa familiare italiana: una specie da proteggere Massimiliano Molese ➜ Informatica: c’è più ricchezza nell’utilizzo o nel possesso? Adriana Novelli ➜ La voce, una forza da scoprire, la nostra più fedele alleata 23 Challenge 2000 - Semestrale - Anno XI - n. 23 del 15.10.2007 - Editore DATA CONSULT GROUP Srl - via Oberdan, 2 Pordenone (Pn) - Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione nº 7819. Direttore responsabile Danilo Balbinot - Autorizzazione Tribunale di Pordenone n. 523 del 26.11.04 - Pubblicato a Pordenone - Stampa Grafiche Tielle Srl - via Cecilia Danieli, 7 Sequals (Pn) - Pubblicazione gratuita - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Pordenone” Soluzioni per l'impresa La gestione della complessità come strategia d'impresa: il caso ARNEG 23 l’editoriale ESPERIENZA ED ESEMPIO Mai come in questo periodo ho sentito tante persone, professionisti, imprenditori, pensionati, artigiani, casalinghe, impiegati (ad eccezione dei bancari), manifestare un disagio tanto profondo. Per cosa? Di fatto per tutto: dalle tasse alla sicurezza, dall’ambiente alle relazioni sociali. Incombe una sorta di profonda incertezza sul futuro con particolare riguardo al futuro delle giovani generazioni, ma anche, ormai, per un futuro prossimo, per non dire del domani. Tutti avvertono e denunciano che le cose vanno male, molto male, ma soprattutto che non vedono chi possa cambiare le cose e come. Ciascuno di noi perpetua le sue abitudini, il suo modo di vivere, di vedere le cose, e non lo sfiora minimamente l’idea del cambiamento, anzi si radica sempre più nelle sue convinzioni, amplificando, ciascuno per la sua parte, quell’integralismo che tanti danni sta causando al vivere civile. Mi viene in mente il commento di Renato Mannheimer al termine di una ricerca sull’innovazione nel Nord-Est: la grande maggioranza degli imprenditori e manager intervistati (più dell’80%) aveva sottolineato l’estrema importanza dell’innovazione; poi, alla domanda, “Allora voi state investendo in innovazione?” – più del 60% degli intervistati ha riposto: “No!”; “Ma allora chi deve fare innovazione?” “Gli altri!!!”. Recentemente, John Kotter, il noto autore di libri sulla leadership, docente della Harward Business School dal 1972, ha sentito il bisogno di scrivere un libretto dal titolo “Il nostro iceberg si sta sciogliendo”. È una storia che parla di una colonia di pinguini che vivono su un iceberg in Antartide secondo abitudini consolidate dalla notte dei tempi. Un giorno, uno di essi scopre che una minaccia catastrofica incombe sulla loro casa, ma quasi nessuno è disposto ad ascoltarlo. I personaggi sono molto simili alle persone con cui entriamo in contatto quotidianamente, e la loro è una storia di resistenza al cambiamento, che… merita di essere letta. Come merita di essere letto un altro libricino della Sperling & Kupfer dal titolo “Chi ha spostato il mio formaggio?” di Spencer Johnson, l’autore del famoso “One minute manager” e che ha venduto più di undici milioni di libri. È una semplice parabola che rivela una profonda verità sul cambiamento. I personaggi della storia sono due topolini e due gnomi. Il “formaggio” è una metafora di quello che vorremmo avere dalla vita: un buon lavoro, un rapporto d’amore, soldi, salute, serenità d’animo. Il “labirinto” è il luogo in cui cerchiamo quello che desideriamo: l’azienda in cui lavoriamo, la famiglia, la comunità in cui viviamo. Nella storia i personaggi si trovano a fronteggiare dei cambiamenti inattesi. Alla fine, uno di loro affronta il mutamento con successo e scrive sui muri del “labirinto” che cosa ha imparato dalla sua esperienza. Esperienza, ecco ciò che distingue la convinzione dalla conoscenza! Solo chi ha esperienza può dare esempio e l’esempio, come diceva Albert Schweitzer, non è il principale modo di influenzare gli altri, è il solo modo! Nel grigiore generale del dibattito politico in Italia, alimentato da chi di esperienza ne ha fatta poca, o punta, come dicono i toscani, guardo con attenzione a Luca Cordero di Montezemolo che ha saputo cambiare i destini di due aziende in grave crisi: la Ferrari prima e la Fiat poi. Con i fatti, non con le parole! Ho ascoltato attentamente il suo intervento di apertura all’assemblea annuale di Confindustria, e l’ho condiviso completamente. A dispetto di una parte politica che ha definito Montezemolo un “reazionario” (e sfido chiunque abbia “un po’ di esperienza” del mondo delle imprese a trovare alcunché di reazionario in quanto detto dal presidente degli industriali italiani) vedo in lui un esempio, un vincente, uno che ha fatto cose esaltanti ed ha commesso errori, uno che non ha paura di esporsi, di dire come la pensa in un mondo di furbetti, di opportunisti e portaborse. Sono quelli come Luca Cordero di Montezemolo, come Al Gore (“Una scomoda verità”), come Enrico Loccioni (“Competenze organizzative nella media impresa”), come il management della ARNEG (La gestione della complessità come strategia di impresa), come Augusto Cicogna e Claudio Devecchi (L’impresa familiare italiana: una specie da proteggere), come Alberto De Toni (Prede o ragni), quelli da prendere ad esempio, persone che operano per migliorare le cose, che fanno (!) non che criticano! A queste persone, di cui diamo testimonianza sulla nostra rivista, e ai tanti altri che agiscono con integrità e spirito di servizio, dobbiamo guardare e prendere esempio se, per dirla con Ghandi, vogliamo diventare i fautori del cambiamento che cerchiamo nel mondo. Buona lettura. [email protected] Uomo e ambiente Una scomoda verità Come salvare la terra dal riscaldamento globale Al Gore D migliorarlo, tanto che ormai credo che costituisca un buon esempio di come gli esseri umani, almeno la maggioranza di quelli che ho incontrato, stiano contribuendo al surriscaldamento del globo, e del fatto che se non decidiamo di fare qualcosa subito le conseguenze per il nostro pianeta potrebbero essere irreparabili. Negli ultimi sei anni ho viaggiato in lungo e in largo, condividendo le informazioni che ho accumulato con chiunque avesse voglia di ascoltarle. Ho battuto le università, le città di provincia e le metropoli. Sono convinto di aver fatto cambiare opinione a molta gente, anche se resta un processo lento. Una sera del 2005, al termine di una conferenza a Los Angeles, un gruppo di persone è venuto a suggerirmi che non sarebbe stato male fare un film sul surriscaldamento del globo. Tra di loro c’erano alcune personalità del mondo dello spettacolo, tra cui l’ambientalista Laurie David e il produttore Lawrence Bender, quindi le intenzioni erano serie. Ma non avevo idea di come trasformare la mia conferenza in un film. Loro hanno chiesto di vederci ancora e mi hanno presentato Jeff Skoll, fondatore e presidente della Partecipant Productions, che si è offerto di produrre il film, e un geniale veterano del cinema come Davis Guggenheim, che si è detto interessato a dirigerlo. In seguito, Scott Burns si è a quando ho sentito parlare per la prima volta di surriscaldamento del globo, dal mio professore d’università Roger Revelle, ho sempre cercato di sapere qualcosa di più a proposito dell’impatto dell’uomo sulla natura, e nella mia carriera politica ho cercato di spingere leggi che potessero attenuare – e alla fine eliminare – quell’impatto dannoso. Negli anni dell’amministrazione Clinton–Gore abbiamo ottenuto grandi risultati sulle questioni ambientali, anche se, con l’opposizione del Congresso a maggioranza repubblicana, non abbiamo ottenuto il massimo. E poi, con sempre maggiore preoccupazione, ho osservato la nuova amministrazione smantellare tutti i nostri progressi. CONSAPEVOLEZZA E CAPACITÀ DECISIONALE L’ambiente e gli altri fattori sostenibili possono essere parte integrante del processo di investimento di un’azienda in modo da incrementarne i profitti incoraggiando allo stesso tempo le aziende a cooperare in modo ecosostenibile. Dopo le elezioni del 2000, ho preso la decisione di portare di nuovo in giro il mio slide show sul surriscaldamento del globo. L’avevo già assemblato quando stavo scrivendo Earth in the Balance e nel corso degli anni ho continuato ad arricchirlo e 4 Il mondo sta assistendo alla prova lampante che i cicli della natura stanno subendo profonde alterazioni: non solo l’uomo contribuisce al surriscaldamento del globo, ma il problema sta diventando pericoloso ad un ritmo che è ormai diventato un’emergenza planetaria. Gli effetti tragici del riscaldamento globale possono essere scongiurati attraverso una cooperazione a livello globale, ed una serie di comportamenti dei singoli individui atti a ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Non solo una questione politica o scientifica in verità, ma una sfida morale, etica e spirituale, dove in ballo ci sono la sopravvivenza della nostra civiltà e la vivibilità della Terra che lasceremo in eredità ai nostri figli. unito al gruppo produttivo e Lesley Chilcott è diventato il coproduttore, nonché un leggendario “capobranco”. La mia più grande preoccupazione in tutto questo era che il passaggio da conferenza a film non sacrificasse il ruolo centrale della scienza in nome del divertimento. Ma più mi confrontavo con questo gruppo straordinario, sentendo quanto impegno mettevano per raggiungere il mio stesso scopo, e più mi convincevo che il film fosse un’ottima idea. Se volevo raggiungere in fretta il maggior numero di spettatori, e non limitarmi a parlare con un centinaio di persone a sera, un film era lo strumento migliore. Ora quel film, con questo stesso titolo, è finito e la cosa mi elettrizza. Ma l’idea di un libro sui mutamenti climatici è precedente. È stata mia moglie Tipper la prima a suggerire che assemblassi un nuovo tipo di volume con tanto di illustrazioni e grafici per rendere più chiaro il messaggio, combinando alcuni passaggi delle mie conferenze con il nuovo materiale accumulato nel corso degli ultimi anni. Io e Tipper devolviamo tutti i guadagni ricavati dalla vendita del libro – e del film – a un’organizzazione non governativa e non profit che mira a convincere l’opinione pubblica sulla necessità di un intervento immediato contro il surriscaldamento del globo. Dopo aver studiato l’emergenza per più di trent’anni, ci sono molte cose che voglio condividere. Ho cercato di raccontare questa storia in modo da appassionare tutti i lettori. Spero che chi legge il libro e vede il film cominci a capire, come è capitato a me, che il surriscaldamento del globo non è solo una questione scientifica e politica. È una questione morale. È vero: la politica dovrà giocare un ruolo decisivo nella soluzione del problema, ma questa è una sfida che dovrebbe superare ogni interesse di parte. Quindi, che voi siate democratici o repubblicani, che abbiate o meno votato per me, spero davvero che capirete qual è il mio obiettivo, e cioè condividere con voi il mio amore per la Terra e la mia preoccupazione per il suo destino. Quando sarete a conoscenza dei fatti, sarà impossibile distinguere l’uno dall’altro. Voglio anche convincervi che quello che stiamo affrontando non è solo un motivo di allarme, ma paradossalmente è anche un motivo di speranza. Come molti sanno, l’espressione cinese per “crisi” consiste in due ideogrammi affiancati, il primo significa “pericolo”, il secondo “opportunità”. Il mutamento climatico è un grave pericolo. In realtà è una vera emergenza planetaria. Duemila scienziati, in un centinaio di paesi, che collaborano da più di vent’anni alla più complessa e organizzata ricerca scientifica della storia dell’umanità, chiedono a gran voce che i paesi del mondo lavorino insieme per risolvere questa crisi. Le prove lampanti indicano che se non agiamo in modo netto e deciso per fermare le cause del surriscaldamento del globo, il nostro mondo andrà incontro ad una serie di terribili catastrofi, sia sull’Atlantico sia sul Pacifico, calamità come l’uragano Katrina. 5 “Cari amici, dobbiamo renderci conto che il Uomo e ambiente domani è qui. Siamo incalzati dal presente. Una scomoda verità Come salvare la terra dal riscaldamento globale In questo inestricabile enigma fatto di vita e di storia, rischiamo di agire con troppo ritardo”. Martin Luther King Jr. Stiamo assottigliando la calotta del Polo Nord e praticamente tutti i ghiacciai del mondo. Stiamo destabilizzando l’enorme montagna di ghiaccio della Groenlandia e l’altrettanto estesa massa ghiacciata sulle isole dell’Antartide occidentale, rischiando in ben prima che nascessero i primi insediamenti urbani. Stiamo scaricando nell’ambiente così tanto biossido di carbonio che abbiamo letteralmente cambiato il rapporto tra la Terra ed il sole. Una così larga parte di CO2 viene assorbita dagli oceani che, se continuiamo a questo ritmo, farà aumentare la saturazione del carbonato di calcio a livelli che impediranno la formazione dei coralli e ostacoleranno la costruzione di conchiglie protettive da parte della fauna marina. Il surriscaldamento del globo, insieme all’abbattimento e agli incendi delle foreste e di altri habitat fondamentali, sta causando l’estinzione della specie ad un livello paragonabile solo all’evento che sessantacinque milioni di anni fa ha fatto sparire i dinosauri. Si crede che quell’evento sia stato provocato da un meteorite gigante. Ma questa volta non è colpa di nessun asteroide in collisione con la Terra; questa volta siamo noi. L’anno scorso, le accademie scientifiche di undici tra i paesi più influenti si sono associate per lanciare un appello alle altre nazioni affinché riconoscessero che quello del “mutamento climatico è un pericolo sempre più evidente” e dichiarassero che la “comprensione scientifica dei mutamenti climatici è ormai abbastanza acclarata da giustificare l’intervento immediato dei governi mondiali”. Insieme al pericolo, questa crisi presenta anche opportunità senza precedenti: si potranno creare nuovi posti di lavoro e nuovi profitti; progettare nuovi motori; sfruttare il sole e il vento; smetterla di sprecare energia; utilizzare le ingenti risorse di carbone senza surriscaldare il pianeta. Negli ultimi anni, un sacco di aziende hanno tagliato le emissioni di gas a effetto serra risparmiando soldi ed alcune delle più grandi società mondiali si stanno dando da fare per mettere le mani sulle enormi prospettive economiche di un futuro ad energia pulita. tutto il pianeta un innalzamento del livello del mare di circa sei metri. La lista di ciò che viene messo in pericolo dal surriscaldamento del globo comprende anche la direzione dei venti e delle correnti oceaniche, che non subivano alterazioni da diecimila anni, 6 Il messaggio è arrivato forte e chiaro. Questa crisi grida “pericolo”! Perché i nostri politici fanno orecchie da mercante? Non è che a loro conviene non accettare questa verità? Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire! Ma abbiamo imparato da alcune brutte esperienze che le conseguenze di un simile atteggiamento possono essere disastrose. Per esempio, quando per primi li abbiamo avvertiti che le dighe a New Orleans non avrebbero retto e ci hanno ignorato. In seguito, un gruppo di bipartisan di membri del Congresso guidato dal deputato Tom Davis (RVA), Presidente dello House Government Reform Committee, ha sostenuto in una dichiarazione ufficiale: “La Casa Bianca ha ignorato tutte le informazioni che aveva a disposizione”, e poi che “una totale mancanza di consapevolezza e capacità decisionale ha inutilmente alimentato e prolungato l’orrore di Katrina”. Oggi, sentiamo e vediamo terribili avvertimenti sulla peggiore catastrofe potenziale nella storia della civiltà umana: una crisi del globo che peggiora di giorno in giorno e diventa sempre più pericolosa. Eppure questi evidenti campanelli d’allarme vengono accolti, in questo caso dal Congresso (oltre che dal Presidente), con quella stessa “totale mancanza di consapevolezza”. Come ha detto Martin Luther King Jr. in un discorso di poco precedente al suo assassinio: “Cari amici, dobbiamo renderci conto che il domani è qui. Siamo incalzati dal presente. In questo inestricabile enigma fatto di vita e di storia, rischiamo di agire con troppo ritardo”. Rimandare ci porta via tempo. Spesso la vita ci lascia nudi, spogli e demoralizzati per aver perso l’ennesima opportunità. La marea nelle questioni umane non sempre è crescente, a volte rimane stagnante. Quando ci travolge, possiamo metterci a gridare disperatamente per chiedere altro tempo, ma il tempo è indifferente a queste preghiere e continua a scorrere. 7 Uomo e ambiente Una scomoda verità Come salvare la terra dal riscaldamento globale Sulle ossa scolorite e sui cumuli di macerie di tante civiltà troviamo in epigrafe la patetica scritta: Troppo tardi. Esiste un invisibile libro della vita che registra fedelmente la nostra attenzione nella nostra negligenza. Ha ragione Omar Khayyam: “La mano che si muove scrive, e dopo avere scritto passa ad altro”. Ma insieme al pericolo per il surriscaldamento globale, questa crisi presenta anche opportunità senza precedenti. Quali sono le opportunità che ci offre? Si tratta non solo di nuovi posti di lavoro e nuovi profitti, anche se ce ne saranno in abbondanza, ma potremo progettare nuovi motori, sfruttare il sole e il vento; smetterla di sprecare energia; utilizzare le ingenti risorse di carbone senza surriscaldare il pianeta. I ritardatari e gli scettici cercheranno di convincerci che costa troppo. Ma negli ultimi anni un sacco di aziende hanno tagliato le emissioni di gas a effetto serra risparmiando soldi. Alcune delle più grandi società mondiali si stanno dando da fare per mettere le mani sulle enormi prospettive economiche di un futuro ad energia pulita. Ma c’è qualcosa di ancora più prezioso da guadagnare se facciamo la cosa giusta. La crisi del clima ci offre la possibilità di vivere quello che poche generazioni hanno avuto il privilegio di conoscere: un obiettivo generazionale; l’euforia di un irresistibile dovere morale; una causa comune; l’emozione di essere costretti dalle circostanze a mettere da parte l’egoismo e le rivalità che tanto spesso soffocano l’anelito dell’uomo verso l’infinito; l’opportunità di risorgere. Quando ce la faremo, ne usciremo con lo spirito sollevato ed uniti più che mai. Quelli che ora si crogiolano nello scetticismo e nella disperazione saranno in grado di tornare a respirare. Quelli che ora soffrono perché non trovano una ragione per vivere, torneranno a sperare. Quando ce la faremo, sarà una vera e propria epifania e scopriremo che questa non è una questione politica. È un sfida morale e spirituale. In ballo ci sono la sopravvivenza della nostra civiltà e la vivibilità della Terra. Oppure, come l’ha messa uno scienziato importante, la domanda in questione è se la combinazione di un pollice opponibile e di un po’ di materia grigia sono o non sono in grado di salvare questo pianeta. La comprensione che ne guadagneremo – su quello che siamo davvero – ci darà la capacità morale di affrontare altre sfide analoghe che hanno disperatamente bisogno di essere ridefinite come imperativi morali: l’HIV/AIDS e altre pandemie che fanno milioni di vittime; la fame nel mondo; la ridistribuzione della ricchezza del globo tra poveri e ricchi; il genocidio in corso in Darfur; le carestie in Nigeria e altrove; le guerre civili senza fine; l’annientamento della fauna oceanica; i problemi famigliari; le comunità in crisi; l’erosione della democrazia in America e la rifeudalizzazione dell’opinione pubblica. Guardate quel che è successo con il fascismo. All’inizio anche la verità su Hitler era scomoda. Sono stati in molti allora a sperare che il pericolo si risolvesse da solo. Hanno ignorato gli avvertimenti e sono scesi a patti con il male. Hanno temporeggiato, incrociando le dita. Dopo le concessioni di Monaco, Winston Churchill disse: “Questo non è che l’inizio, il primo assaggio di un amaro calice che ci verrà offerto un anno dopo l’altro, a meno che, grazie ad un supremo recupero di forza morale e marziale vigore, il nostro popolo non risorga e non lotti per la libertà”. Ma quando l’Inghilterra e poi l’America con i loro alleati sono insorti per combattere il male, insieme hanno vinto due guerre allo stesso tempo, quella in Europa e quella sul Pacifico. Alla fine di quel terribile conflitto, abbiamo guadagnato il credito morale per proporre il piano Marshall, e convincere i cittadini a finanziarlo di tasca loro. Abbiamo guadagnato la capacità spirituale e la saggezza per ricostruire il Giappone e l’Europa e lanciare 8 la rinascita di tutti i paesi che avevamo appena sconfitto, ponendo nel frattempo le basi per cinquant’anni di pace e benessere. Anche questo è un momento decisivo. Siamo davanti ad un bivio. In fondo non riguarda il dibattito scientifico o la politica. Riguarda quello che siamo come esseri umani. Riguarda la nostra capacità di superare i nostri limiti, di cogliere l’occasione per rialzare la testa. Di vedere con il cuore, oltre che con gli occhi, il dovere a cui siamo chiamati. Questa è una sfida morale, etica e spirituale. Non dobbiamo avere distrupaura. Dobbiamo zione esserne felici. Non dell’amdobbiamo aspettare. Per biente? Che usare le parole del reverendo cosa diremo? King: “Il futuro è oggi”. Possiamo Ho cominciato questa introduzione con il rispondere alle racconto di un’esperienza che diciassette loro domande anni fa per me ha fermato il tempo. In quel subito, facendo periodo doloroso ho provato un’emozione qualcosa, invece di nuova, ho capito quanto è prezioso il legame con ripetere le i nostri figli, e quanto è impegnativo il dovere di presolite proservare il loro futuro e proteggere la terra che lasceremesse. mo loro in eredità. Provate a immaginare che il tempo si Nel frattempo sia di nuovo fermato – per tutti noi – e prima che ricopossiamo sceminci a scorrere, ci venga data la possibilità di usare la glierci un futunostra immaginazione morale e di proiettare noi stessi ro per cui i nel futuro, diciassette anni avanti nel tempo, e di scamnostri figli ci saranno grati. biare quattro chiacchiere con i nostri figli e nipoti. Proveranno rabbia nei nostri confronti Questo articolo è tratto dal libro “Una scomoda verità” visto che abbiamo fallito nell’obiettivo di di Al Gore edito da Rizzoli Libri illustrati. salvaguardare la Terra che è la loro e la Per la riproduzione dello stesso in questa sede si nostra casa? Avremo fatto scempio una ringrazia RCS Libri Spa. Dallo stesso libro, è stato tratto l’omonimo film che ha vinto il premio Oscar 2007 volta e per tutte di questo pianeta? come miglior documentario e per la migliore canzone E ora immaginate che ci stiano chiedenoriginale. Imperdibili entrambi. Per maggiori do: “A cosa stavate pensando? Non ve informazioni: visitate il sito www.climatecrisis.net ne importava niente del nostro futuro? Copyright © 2006 by Al Gore - Titolo originale: AN INCONVENIENT TRUTH Eravate davvero così egoisti che non Per l’edizione italiana: Rizzoli Libri Illustrati © 2006 RCS Libri S.p.a, Milano Tutti i diritti riservati - www.rizzoli.rcslibri.it potevate – o non volevate – fermare la 9