- STORIA 13 ANTONIO VIZZOTTO, PILOTA E COMANDANTE Ad alcuni reparti della Regia Aeronautica nella seconda guerra mondiale è toccata una sorte La vita tragicamente conclusa dell'ultimo singolare: sono diventati celebri senza essere del tutto noti. Spesso la fama è stata assicurata da comandante del 150" un emblema particolarmente indovinato, cui ha fatto da contraltare una scarsa e frarnrnentaria Gruppo documentazione ufficiale. Questo è certamente il caso del 150" Gruppo Autonomo Caccia "Gigi GIOVANNI MASSIMELLO (1) Si veda GMassimello, "Gigi tre osei" in "STORIA militare" n. 64 - gennaio 1999. tre osei", il cui caratteristico distintivo gode tuttora di una grande popolarità tra gli appassionati di aeronautica, mentre le imprese dei suoi piloti sono rimaste abbastanza nell'ombra. La nascita del simpatico stemma è già stata brevemente raccontata in un articolo di qualche anno fa, insieme al sintetico ritratto del "Gigi" che è diventato il sinonimo del reparto: il sottotenente pilota Luigi Caneppele, ingegnere trentino ed aliantista. Ad esso (1)rimandiamo il lettore che desideri ricordarne la storia. 11 sostanziale oblio delle vicende del 150" Gruppo ha coinvolto anche quello del suo ultimo comandante, il tenente colonnello pilota Antonio Vizzotto, la cui stona è indissolubilmente intrecciata a quella del reparto che questo valoroso ufficiale ha guidato nel periodo piu caldo della guerra aerea in Africa Settentrionale e successivamente in Sicilia. Un oblio certamente immeritato, cui questa breve biografia desidera porre un parziale rimedio. Gli inizi Sopra il titolo. Un G50 della 362a Sq*dnglia in volo sulla costa tirrenica nella seconda metà del 1940. Sullo sfondo le Alpi Apuane. Antonio Vizzotto nasce in Sardegna, nella incantevole isola della Maddalena, il 22 giugno 1909. Il padre Valfredo, originario di Fucecchio in provincia di Firenze, era architetto, mentre la madre, Adalgisa Campus, nata a Sassari, si era laureata in matematica a Pavia. Valfredo, autore di numerosi testi scolastici di disegno, si trasferisce con la famiglia (oltre ad Antonio era nata nel frattempo una sorella) a Milano, dove la moglie Adalgisa pubblica con la sua casa editrice "Campus" i lavori del marito, che insegna disegno a Pavia. Il giovane Antonio consegue nel d n w m!uwuq l! !UW J S oun ~ '!lel!inui nol!d uqalai, g l e awm 'aielon e qiauioi ouog auo!zeui -ouaui anei8 E[ a l u e i s o u o ~(p) 'a!uoj%udellep p4u. a oiwniie3 y 'o3!uiau o u o i p e u! puaua ouaqmoa .!um!lqqnd -ai ua!uo!wd u m !ie!qwm !od a !iernlie~o u a i y ' a i n p e ~ m dI! U 0 3 OUOJi?!3UeI !S 'O~OA U! !S!lW -U03S '!si03 9 ! U ! 3 U O T 'ELI33 B ernues e1 odop ( o w p y erqwas) os!mn nj !iaN alluaw ol!qns ~ o u !~lo%!x i :!lnl~eqqr!ouoJnj !IIO~M a PN '!IIO~Waddasn!~ %as I! pa ! s ~ o 3o % n.W . h a s I! '!u!3uoay spueid a o i i a q ~ s - o a ovaqox .uai.s ! '!iaN o!s -=IV 'uo I! ouaresuau UON (E) 'a3!114aui quaui -eiou! era '!duio ! ad alonalou o q 'auo!zwsm g .(a~ua%u!ds oun pa aiuaw oun) ,,uiapum u!,, qe.1 erdos !lsods!p orna uoioui I 'es!d !P au!Jei4 !P VSVMI3 ellep ! l l o p o ~ d oueia 'la!u -ioa apnel3 'jaid @p !iwa%aid '("aualea,.) ',@M.,J.uJoa I (2) I! awnsse 'e!l%upenbs . ~ 9 £eIp o!%%essedouipd un odoa '26'83 ie!d !p oiaop a 9 ~ 6 7o!%%eui SI I! 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È il suo primo comando ed il principdle compito è quello dell'addestramento dei nuovi piloti. La Regia Aeronautica sta attraversandc) un periodo di forte crescita, preludio ad un impegno beliico che si immagina non lontano: si mc~ltiplicanoi reparti operativi e cresce la necessità di avere piloti pronti al combattimento. Così il I~eo-capitanosi dedica a svezzare, sul campo di Levaldigi, in provincia di Cuneo, le nuove leve che giungono al reparto. Ma il tempo dei voli pacifici sta per finire. L'a nrdio operativo I Il capitano Vimotto in Spagna. Suiia combinazione di volo italiana si notano le tre stelle che indicano il grado di capitano del17Aviazionelegionaria e l'emblema del VI Gmppo "Gamba di ferro". Captain Douglas Bader, amputato di entrambe le gambe. (5) Eugenio Leom prenderà parte alla seconda guerra mondiale. Cadrà con il grado di colonnello il 25 ottobre 1941 nel cielo di Malta, al comando del 4" Stormo Caccia e sarà decorato di medaglia d'Oro al valor militare. D a sinistra. Un CR32 della 368' Squadriglia (151"Gruppo) comandata dal capitano Vizzotto dal luglio 1936 al settembre 1937. Due CR32 deUa 33" Squadriglia; in primo piano il velivolo '3-1' n. 692 pilotato abitualmentedal tenente Giuseppe Volpe. Fedct e al motto del suo corso, che gli prospettava "come orizzonte il mondo", il capitano Vizzotto non esita a presentarsi volontario per raggiungere le fila del1'"Aviazione Legionaria", la forza nazionalista nella quale sono inquadrati i reparti di aviatori italiani operanti in Spagna, dove infkia, dall'estate del 1936, quella guerra civile che molti storici hanno definito come il banco di prova delle potenze europee in vista della seconda guerra mondiale. Viz;cotto giunge in Spagna il 27 settembre 1937. All'epoca sono presenti tre Gmppi da Caccia 11 egionari: il XVI "Cucaracha", il XXiU "Asso di Bastoni" ed il VI "Leonello", tutti dotati di CR.3:2. Al capitano Vizzotto, vestita l'uniforme verde oliva degli aviatori legionari, è affidato il comanido di una delle squadriglie del VI Gruppo, la 33". Al comando della 32" si trova invece il capitanoI Ernesto Botto, del corso "Grifo", che Vizzotto ha certamente conosciuto in Accademia e che sarà protagonista, pochi giorni dopo, di un drammatico combattimento. Il 12 ottobre, infatti, durante una crociera sulle linee, diciotto cacciatori della 31" e della 32" Squadriglia awistano su Madiana nove bombardieri sovietici Tupolev SB-2 "Katiuska" scortati da una nutrita formazione di caccia Polikarpov 1-15 (chiamati "Curtiss" dai nazionalisti e "Chato" dai repubblicani) ed 1-16 (rispettivamente "Rata" e "Mosca"). I cacciatori del VI ingaggiano il combattimento in condizioni d'inferiorità e al termine rivendicano l'abbattimento di numerosi caccia nkmici, ma ben cinque nostri piloti mancano all'appello (3). Il capitano Botto è gravemente colpito alla coscia destra ma riesce, con uno sforzo davvero sovrumano, a riportare a terra il suo CR.32 sull'aeroporto di Sanjuro. Soccorso e trasportato in gravi condizioni ali'ospedale di Saragozza, gli verrà amputata la gamba, sostituita poi con una protesi. In suo onore il VI Gmppo adotterà il nome di "Gamba di ferro", inalberando un emblema destinato a fama imperitura (4). I1 VI Gruppo, comandato dal maggiore Eugenio Leotta (9, ha ricevuto un duro colpo: al capitano Wzzotto ed d a sua 33" Squadriglia è subito affidato il compito di riprendere con slancio la lotta. Le missioni sono quotidiane, spesso ripetute nella stessa giornata. I combattimenti non sono rari: tra la fine del 1937 ed i primi mesi del 1938 è in corso la dura battaglia di Temei e Vizzotto vi prende parte attivamente, meritandosi una prima medaglia d'argento al valor militare. In primavera i combattimenti proseguono in Aragona, in un'offensiva che risulterà determinante per le sorti della guerra. Anche in questa campagna Wzzotto mette in mostra un ardimento che gli vale in aprile la seconda medaglia d'argento. Infine, in giugno riceve la sua terza decorazione, un medaglia di bronzo. I1 suo periodo spagnolo termina il 15 giugno 1938: in Italia lo attendono le nozze con Maria Cremon, celebrate a Milano pochi giorni dopo, il 23 giugno. Quando rientra nei ranghi della Regia Aeronautica il capitano Vizzotto ha sul petto tre nastrini azzum di decorazioni al valor militare ed ha acquisito una solida capacità di comando ed una non comune esperienza di combattimenti. Gli viene affidata la 362" Squadriglia Caccia Terrestre, appartenente al 24" Gmppo del 52" Stormo, basato a Ciampino Sud e dotato di Fiat CR.32, brillante protagonista della guerra di Spagna ma ormai irrimediabilmente superato. L'unità di Vizzotto sarà una delle prime a passare sul Fiat G.50, un oneto monoplano metallico, dalle prestazioni non esaltanti, ma comunque nettamente superiori a quelle dei biplani che l'avevano pre- ceduto. Per perfezionare l'addestramento dei suoi piloti, il comandante organizza una pattuglia acrobatica che si esercita con successo in manovre spettacolari, tra cui la celebre "bomba" (6). Una caricatura che mostra il capitano Vizzotto con in mano un simbolico ordigno esplosivo vuol proprio rievocare quel periodo. È nata nel frattempo, il 21 aprile 1939, la primogenita Anna cui farà seguito, un anno dopo, la sorella Paola. La guerra in Albania Quando scocca "l'ora delle decisioni irrevocabili", il 10 giugno 1940, la 362" Squadriglia si trova sul'campo di Sarzana, a ridosso delle Alpi Apuane, abbastanza defilata dal teatro di operazioni contro la Francia. L'attività di volo consiste essenzialmente in crociere di protezione per sventare eventuali pericoli provenienti daila Corsica. Anche dopo l'armistizio f m a t o il 24 giugno, l'unità rimarrà nella stessa sede e non avrà occasione di misurarsi con il nemico. I mesi trascorrono monotoni, tra quotidiani allenamenti e voli di vigilanza sulla costa tirrenica, fino ai primi di febbraio del 1941, quando il capitano Vizzotto lascia al parigrado Gemano La Ferla il comando della 362=Squadriglia per assumere quello della 371a,equipaggiata di Macchi C.200 e destinata al fronte balcanico. Questa unità, originariamente appartenente al 152" Gmppo (di cui conserverà anche in Albania l'emblema della Cucaracha) viene distaccata a Valona ed aggregata al 150" Gmppo Caccia, impegnato da mesi sul fronte greco-albanese e parzialmente rimpatriato in quel periodo per il passaggio dal biplano CR.42 al monoplano MC.200. L'accresciuta presenza di "Humcane" britannici su quel fronte aveva infatti convinto lo Stato Maggiore a rinforzare i nostri reparti da caccia sia in termini quantitativi sia, soprattutto, qualitativi. La nuova squadriglia è gettata subito nella mischia ed il 24 marzo Vizzotto ha il suo battesimo del fuoco nella seconda guerra mondiale (7). Incontra quattro "Hurricane" su Devoli ed ingaggia combattimento, mitragliando un paio di avversari. Ne stila una succinta relazione in cui mette in luce che L'"Humcane" è pib veloce del Macchi, tanto è vero che, inseguito dal secondo con cui ho poi combattuto, sono stato costretto ad accettare combattimento; poi, inseguito da due ho dovuto approfittare deiie nubi per sottrarmi. Durante il combattimento inoltre, senza stringere molto, giravo interno, per cui l'avversario percorreva uno spazio maggiore del mio. Per quanto riguarda la manovra, i due "Hurricane" con cui ho combattuto sono stati poco brillanti, ma è mia impressione che ciò possa essere dipeso dall'abilità dei piloti. In sintesi, maggiore esperienza e maneggevolezza da parte nostra, maggiore velocità da parte dei nostri avversari. É una situazione destinata a ripresentarsi anche in seguito. Ma la guerra sul fronte greco sta per concludersi: l'ultimo volo bellico del capitano Vizzotto su quel fronte è registrato il 21 aprile 1941 con l'indicazione "Mitragliamento zona Paramitia-Arta-Prevesa". Il CR32 della 33' Squadri@a n. 726 pilotato abitualmente dal In fusoliera, capitano oltre al codice <3-9*, si notano il guidone di comandante di squadriglia ed il distintivo del VI GTUDW.Sul co~ricarrellola tipi&numera&ne della 33" Squadriglia. (6) I piloti che facevano patte di questa formazione acrobatica erano: Garbellotto, Guerci, Miari, Buvoli, Conti, Giunta, Jannucci e Bellagambi. Buvoli e Bellagambi diventeranno assi della caccia durante le seconda guerra mondiale. (7) Nel libretto di volo questo combattimento è registrato il 23 marzo, mentre la relazione dattiloscritta, conservata nell'archivio della famiglia, parla del 24, con decollo alle 1450 e incontro alle 15 circa di una pattuglia di 4 "Hurricane" con rotta EW alla quota di 5.000 metri. Non ci sono riscontri di parte inglese. Da sinistra. Un sorridente Antonio Vitto accanto alla BaliUa targata 'AL 012' (Aviazione Legionaria), assegnata al comando di Gruppo. Sullo sfondo il velivolo personale '3-7'del comandante del V I Gruppo, maggiore Eugenio Leotta, sul quale si pub notare 17in5.egnadi comando (guidone a coda di rondine) e, sul c o p r i d o , la particolare fiamma bianco-rossa della 31' Squadriglia, che aveva in carico l'apparecchio. Una medaglia di bronzo, la sua quarta decorazione al valore, sottolinea il coraggio e l'impegno messi in evidenza. Da lì in avanti i voli sono essenzialmente di sorveglianza sul territorio, interrotti solo dal trasporto a Tirana di qualche apparecchio catturato durante la breve campagna iugoslava. In agosto Vizzotto è promosso maggiore ed il parigrado Rolando Pratelli gli cede il comando del 150" Gruppo (8).Non lo lascerà fino all'arrnistizio. I primi quattro mesi scorrono abbastanza tranquilli in Albania, scanditi da scorte convogli e crociere di vigilanza. Ma il 24 novembre giunge al comandante del 150" Gruppo una comunicazione improvvisa ed imprevista: su ordine del Ministero il reparto deve trasferirsi immediatamente in Libia. n capitano E r i l ~ ~Botto t o in visita In Africa Settentrionale è in corso dal 18 novembre l'offensiva britannica denominata "Cmsader". Nonostante sia stato preceduto da ripetuti bombardamenti preparatori che avrebbero dovuto mettere sull'avviso i comandi italo-tedeschi, l'attacco de11'8" Armata inglese coglie abbastanza di sorpresa le forze dell'Asse e consegue subito consistenti risultati. Allo Stato Maggiore risulta evidente che è indispensabile far velocemente affluire su quel fronte tutte le forze aeree disponibili. In pochi giomi il 150" Gruppo è pronto per il trasferimento, ma il cattivo tempo impedisce uno spostamento più tempestivo; costretti ad una sosta di una decina di giomi a Grottaglie, solo il 12 dicembre ventidue Macchi C.200 fanno rotta per Corniso, quindi per Pantelleria ed infine per Tripoli-Castelbenito, dove giungono il 14 dicembre. Nel frattempo la al suo reparto in Spagna dopo l'amputazione della gamba destra. dalle Squadriglie 363". 364" e 365". al cui comando c'erano nspettivamente i capitani Luigi Mariotti, Luigi Corsini ed Edoardo Travaglino. Albania. In volo il CRA2 personale del comandante dei RaggruppamentoCaccia in Albania, colonnello A I O Tessari. In fusoliera si intravede l'insegna di comandante di Stormo, di norma, come Tessari, un colonnello. L'aereo era in carico alla 364' Squadriglia del 150" Gruppo, cib che ha portato in passato all'erronea identificazione del velivolo come quello del tenente colonnello Pratelli, comandante del 150' Gruppo fio0 ai primi di agosto del 1941. La guerra in Africa Settentrionale situazione si è fatta ancora pia critica: la forze dell'Asse sono in pieno ripiegamento. I1 150" Gruppo non viene fatto avanzare verso il fronte, ma si ferma a Tripoli per scortare i convogli navali che portano rincalzi e rifornimenti. I1 maggiore Vizzotto ha occasione di sperimentare l'efficacia dei voli di protezione del porto pochi giomi dopo. I1 19 dicembre, avvertito per radio, avvista nove "Blenheim" britannici diretti a bombardare Tripli. Li attacca decisamente riuscendo a mitragliarne cinque che invertono la rotta e sganciano in mare. Intanto, anche grazie ai rinfoni giunti dall'Italia, il fronte si stabilizza e viene pianificata una controffensiva. I1 "Gruppo Vizzotto", come inizia ad essere chiamato, avanza il 29 dicembre fino a En Nofilia, a ridosso del fronte, dopo una sosta a Tamet. Qui riceve il materiale del 153" Gruppo Autonomo, comandato dal maggiore Andrea Favini, che rimpatria dopo una campagna di oltre sei mesi. Il 25 novembre erano giunti in Libia i primi reparti dotati di Macchi C.202: il 9" Gruppo del 4" Stormo ed il 17" del 1" Stormo, raggiunti una decina di giorni dopo dal 6", anch'esso del 1" Stormo (9). Pertanto, la funzione di caccia "pura" è delegata al caccia piu moderno e veloce, mentre ai C.200 viene prevalentemente riservato il compito di supporto alle forze di terra, con azioni di mitragliamento diretto e di scorta ravvicinata ai CR.42 "bombe alari". Vizzotto vola quasi sempre alla testa dei suoi gregari: la responsabilità di comandante di Gruppo potrebbe suggerirgli di non mettere quotidianamente a repentaglio la propria vita, ma il desiderio di dare l'esempio e la mai sopita passione per il volo lo spingono a non perdere nessuna missione impegnativa. Così partecipa attivamente ai combattimenti di gennaio, in concomitanza con la controffensiva del19Asse. L'8 gennaio guida undici C.200 durante la scorta ravvicinata ad una pattuglia di CR.42 del 3" Gruppo nella zona a est di Agedabia; in prossimità dell'obiettivo intervengono dieci "Tomahawk" dello Squadron 3 della Royal Australian Air Force che si buttano sui nostri. Al termine del combattimento il 150" Gruppo rivendica l'abbattimento di due caccia nemici ed il mitragliamento di numerosi altri. Due nostri piloti sono a loro volta abbattuti ma riescono a salvarsi con il paracadute ed a rientrare al reparto. Il 22 gennaio Vimtto scorta Ju 87 "Stuka" italiani e tedeschi nella zona di E1 Gaftia; ancora una volta si fanno vivi i "Tomahawk" dello Squadron 3 RAAF che abbattono un pilota del 150" Gruppo (lo), mentre gli italiani ritengono di avere probabilmente abbattuto un velivolo awersario e di averne mitragliati cinque. Il 31 gennaio il maggiore Vizzotto è decorato della Croce di Ferro tedesca di seconda classe. Il 2 febbraio cade a Benina per un tragico incidente il sottotenente 'Gigi' Caneppele ed in suo onore il Gruppo cambia la precedente insegna con il nuovo emblema, che mostra le tre aquile stilizzate, simbolo degli aliantisti, sullo sfondo del deserto. Da questo momento "Gigi tre osei" diventa sinonimo di 150" Gruppo. Nell'arco dei due mesi successivi Vizzotto conduce i suoi in una decina di mitragliamenti a bassa quota, solitamente contro basi e autocolonne nemiche. Memorabile l'attacco del 28 febbraio, citato in questi termini nel Bollettino del Comando Supremo n. 638: Nonostante le difficoltà atmosferiche, una nostra formazione da caccia, agli ordini del maggiore Antonio Vizzotto, ha condotto con vigorosa audacia un'azione di mitragliamento contro l'aeroporto di E1 Adem, distruggendo una diecina di velivoli dislocati sul campo. Concentramenti di automezzi sono stati pure attaccati dalla formazione, con pieno successo, durante il volo di ritorno alla base alla quale tutti gli apparecchi hanno fatto ritorno. Anche il comandante della 5" Squadra aerea, generale Vittorio Marchesi, suprema autorità della Regia Aeronautica in Africa Settentrionale, vuole congratularsi personalmente con il comandante Vizzotto, al quale invia il 5 marzo una lettera molto cordiale in cui tra l'altro scrive: Da sinistra. Tirana, maggio 1941. ii tenente colomeiio Rolando Pratelli (al centro) mostra al capitano Vizzotto (a destra) il suo M C m personale. Sulla fascia bianca l'emblema del 150"Gruppo (un'aquila in picchiata), il numero ordinale del Gruppo in caratteri romani e l'insegna di comando. il distintivo verrh poi rimpiazzato da quello, pih noto, del "Gigi tre osei". In Albania il capitano Vizzotto, in uniforme ordinaria, sale a bordo di un M C m del 150"Gruppo. S r o m va in Africa in ''STORIA militare" n. 90 - marzo 2001. (10) I1 pilota abbattuto era il serg. Renato Carrari che volava sul C.200 MM 5156 e rimase ucciso nello scontro. STORIA B1IIILI Un'immagine del velivolo '371-4', con antenna radio sperimentale. L'aereo di produzione Breda, aveva la Matricola Militare 5136 ed il cofano motore dipinto in giallo, secondo le disposizioni in vigore da ad Ottobre zotto. Un Macchi C m della 365' Squadriglia del 150" Gruppo in Albania. Vizmtto, promosso maggiore, ha assunto il comando del 150"Gruppo il 12 agosto 1941. 19 Voglio dirvi che sono pienamente soddisfatto della vostra opera di comandante, di trascinatore, di pilota e che ho voluto foste citato nel Bollettino appunto per dare a voi e al vostro Gruppo un segno tangibile di questa soddisfazione (11). Una medaglia d'argento al valor militare, conferita "sul campo" al maggiore Vizzotto, conferma il convinto apprezzamento del comando di Squadra. Le missioni a volo radente comportano rischi elevati, come è ben testimoniato dalle perdite subite: il 150" Gruppo, nei primi tre mesi della campagna d'Africa, perde quindici piloti, due dei quali prigionieri. Lo stesso Vizzotto torna tre volte alla base di Martuba con l'aereo colpito, il 3, il 6 ed 14 marzo. Ma la sua missione pia avventurosa è quella del 4 aprile. Durante il mitragliamento di automezzi nella zona di Bir el Marin il suo aereo è nuovamente colpito ed è costretto ad un atterraggio fuori campo. Non vedendolo rientrare, i suoi uomini manifestano col passare delle ore una crescente apprensione ed alla sera comunicano al comando di Squadra la perdita del comandante. Fortunatamente si tratta di un falso allarme: l'indomani Vizzotto riesce a rientrare incolume alla base. I1 generale Marchesi gli telegrafa: "Ho seguito con profonda trepidazione vostra vicenda. Apprendo con gioia il vostro rientro e vi mando le mie felicitazioni vivissime e il piu cordiale affettuoso augurio." L'immagine di questo MC200 del 150" Gruppo mostra con chiarezzamolti dettagli del muso e del carrello. Le missioni di attacco al suolo proseguono fino al 15 maggio, quando il Gruppo sl posta a Bengasi con una diversa missione: la protezione del traffico navale, da e per l'Italia. In previsione dell'offensiva autunnale l'afflusso dei rifornimenti diventa un'assoluta priorità. Le cose si complicano con l'arrivo sul fronte dei primi quadrimotori americani Consolidated B-24 "Liberator", meglio armati e molto più protetti dei loro predecessori britannici, tuttavia i cacciatori del 150" li contrastano spesso efficacemente. Ma ai primi di novembre la battaglia di E1 Alamein segna la fine delle speranze di vittoria in Africa Settentrionale.Le forze italo-tedesche sono costrette a ripiegare e l'esausto 150" Gruppo rimpatria il 10 novembre. da Korbu con ogni mezzo in "STORIA militare" n. 3 1 - aprile 1996. La guerra in Sicilia Ai primi di gennaio del 1943 il personale si ritrova a Ciampino Sud dove svolge, con i pochi C.202 afsegnati al reparto, compiti di allarme. Intanto, dopo laboriose trattative, la Regia Aeronautica è riuscita ad assicurarsi la fornitura di numerosi velivoli tedeschi, tra cui i caccia Messerschmitt Bf 109. Quando si tratta di assegnarli, lo Stato Maggiore sceglie il 150" Gruppo quale primo destinatario. È un indubbio riconoscimento al valore ed alla perizia dimostrati. Quale secondo, il piano prevede il 3" Gruppo Autonomo "Diavoli rossi", guidato dal maggiore Aldo Alessandrini, vecchio compagno di Vizzotto al corso "Falco" dell'Accadernia. Entrambi i reparti sono destinati a operare in Sicilia. I1 13 aprile il 1.50" riceve l'ordine di trasferirsi da Ciampino a S.Pietro di Caltagirone. Qui trova una dozzina di Bf 109F ceduti dai tedeschi per iniziare l'addestramento. I1 maggiore Vizzotto decolla sul Messerschmitt il 18 aprile. I1 caccia tedesco si dimostra subito un'eccellente piattaforma di tiro, forse un po' meno docile dei Macchi nelle manovre acrobatiche, ma veloce e ben armato. Cominciano intanto ad affluire dal deposito di Bari i nuovi Messerschmitt della versione G; con questi il reparto si sposta a Sciacca, da dove combatterà le ultime battaglie, mentre il 3" Gruppo si installerà a Comiso. Gli anglo-americani, in previsione dello sbarco in Sicilia, iniziano a metà maggio l'offensiva aerea contro Pantelleria. I1 16 maggio Vizzotto, nel frattempo promosso tenente colonnello per merito di guerra, effettua il suo primo volo bellico sul Messerschmitt, una partenza su allarme; il 21 ha il primo combattimento, concluso con due caccia bimotori americani Lockheed P-38 "Lightning" efficacemente mitragliati. In quei giomi si verifica un incontro inatteso: al 150" Gruppo sono assegnati alcuni piloti del 54" Stormo scampati avventurosamente dalla prigionia volando in Sicilia dal campo tunisino di Korba, accerchiato dagli inglesi, sugli ultimi Macchi C.202 disponibili (12). Tra questi c'è un pilota pluridecorato dotato di forte personalità, il capitano Adriano Visconti, che Vizzotto ha modo di apprezzare. Visconti sarà poi destinato a comandare la 310" Squadriglia Autonoma da Caccia Aerofotografica,ma i loro destini si incroceranno ancora. I giorni più caldi deila campagna si stanno avvicinando: dal 3 all' l l giugno Vizzotto effettua nove voli di guerra sul suo Messerschmitt Bf 109G-6, con due combattimenti il giorno 10. I1 maggiore Vizzotto ha annotato con un commento autoironico, datato settembre 1941, le difficoltà a pilotare la sua "Olivetti". Durante il primo scontro mitraglia efficacemente due bimotori North Arnerican B-25 "Mitchell" americani del 340Ih Bombardment Group, mentre nel secondo abbatte probabilmente uno "Spitfie" del 31* Fighter Group. 11 10 giugno Pantelleria si arrende e per gli Alleati la strada per invadere la Sicilia è ormai sgombra. Lo sbarco è preceduto da un'intensa campagna aerea tesa a neutralizzare il potenziale difensivo dell'isola; il campo di Sciacca è sottoposto e pesanti bombardamenti che riducono drasticamente l'efficienza del 150". Ciò nonostante il 3 luglio Vizzotto guida i suoi in una delle ultime fiammate offensive, così descritta nel Bollettino n. 1135: Nel cielo della Sicilia, in ripetuti vittoriosi combattimenti nei quali si è distinto il 150" Gruppo comandato dal tenente colonnello Antonio V~zzottoda La Maddalena, la caccia nazionale abbatteva 18 velivoli, quella tedesca 10. I1 9 luglio, vigilia dell'operazione "Husky", dei 21 caccia in forza al "Gigi tre osei" solo sei sono operativi. I1 12 luglio, ormai privo di aerei efficienti, il 150" è richiamato a Ciampino. Solo tre Bf 109, riparati all'ultimo momento, riusciranno a raggiungere in volo la destinazione. I1 resto del personale giunge a Palermo in camion per essere poi trasferito sul continente su un trimotore SM.82. La destinazione successiva è Torino-Caselle, dove il Gruppo deve essere riorganizzato. Non farà in tempo a farlo. I1 primo embrione del 'nuovo' reparto, il "Nucleo 150" Gruppo" agli ordini del tenente Ugo Drago, raggiunge Roma solo ai primi di settembre. I1 3 settembre l'arrnistizio è segretamente f m a t o a Cassibile e alle 18.30 de11'8 settembre Radio Algeri ne dà pubblica notizia, anticipando di un'ora e un quarto l'annuncio del Maresciallo Badoglio ai microfoni dell'EIAR. L'armistizio e la scelta Da sinistra. Il 1" febbraio 1942 il maggiore e decorato ad Agedabia della Croce di Ferro di za classe. liipoli, fine gennaio 1943. Quando gli italiani abbandonarono la Libia gli ntrovarononell'hangar distrutto deU9aeroportodi Castelbenitonumerosi rottami di aerei tra cui anche due MC200 del 150" Gruppo. Sulla fascia bianca di entrambi si intravede il distintivo del 6Y;igitre (Foto USAAF). Dopo l'annuncio dell'armistizio gli aviatori, come tutti i militari italiani, rimangono sostanzialmente privi di ordini. Nel disorientamento generale una larga parte reagisce rientrando alle proprie case, in attesa degli eventi. Nei giorni successivi ognuno è chiamato a compiere una scelta, indubbiamente individuale, ma spesso influenzata da fattori condivisi: la localizzazione del proprio reparto al1'8 settembre, la posizione dei comandanti e di altre figure di forte personalità, la storia di collaborazione con gli alleati tedeschi. Ciò che si può certamente escludere è che la decisione di far parte della nascente aviazione del nord sia dettata dal desiderio di schierarsi dalla parte dei vincitori. Alla stragrande maggioranza degli osservatori, pib o meno attenti ai fatti militari, è del tutto evidente che la gue&dell'~sse è ormai perduta. I pib avveduti - ed informati ne hanno preso piena consapevolezza a cavallo della fine del 1942, dopo E1 Alamein e Stalingrado, altri si sono arresi all'evidenza solo dopo l'invasione della Sicilia e la successiva avanzata degli Alleati sul continente. La speranza di un ribaltamento della situazione grazie alle misteriose "armi segrete" di Hitler illude, tra i militari, solo un piccolo manipolo d'ingenui. Perciò, indipendentemente da ogni ragionamento politico, non si può negare una certa dose di generosità in coloro che hanno consapevolmentescelto di schierarsi dalla parte dei sicuri perdenti. Subentra inoltre in molti dei comandanti rimasti al nord (Botto, Baylon, Vizzotto, Alessandrini, Visconti ecc.) la convinzione che, senza un imcegno diretto dei militari italiani, i . tedeschi avrebbero preso il potere assoluto, con conseguenze facilmente irnrnaginabili per gli italiani tutti. Un'ultima considerazione va tenuta presente. La nomina di Emesto Botto, un tenente colonnello, a capo supremo dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana (ANR)lascia intendere a tutti che esista una forte volonià di rinnovamento, spazzando via la burocratica inerzia degli alti comandi che così cattiva prova avevano dato nella generale conduzione della guerra e, in particolare, nelle convulse giornate dell'arrnistizio. Questa presa di potere da parte dei ranghi subaltemi, che negli oltre tre anni del conflitto avevano pagato di persona le inconcludenti strategie degli Stati Maggiori, aveva tutta l'aria di un salutare ricambio ai vertici. In sintesi: via i burocrati e largo agli uomini d'azione. Non tutte le aspettative si realizzeranno, ma questo è indubbiamente il contesto in cui ognuno ha dovuto scegliere da che parte stare. Vizzotto è amico personale di Ernesto Botto, ne apprezza il coraggio, l'integrita morale, il forte spirito patriottico. Non ha percib molte esitazioni nel manifestare le sua adesione all'ANR. Durante il mese di ottobre si sposta frequentemente a bordo di un Saiman 202, un piccolo aereo da collegamento, tra Roma, Padova, Aviano (dove risiede la famiglia), Firenze, Caselle e Milano per prendere parte ad incontri e colloqui relativi alla struttura di comando della nuova forza aerea. Le varie iniziative locali sorte spontaneamente vanno indirizzate verso una struttura snella ma ordinata. Ad Antonio Vizzotto è assegnata la responsabilità di organizzare uno dei due Gruppi da Caccia previsti nell'ordinamento, mentre Adriano Visconti si occupa dell'altro. Vizzotto si mette subito in moto e, godendo di un forte ascendente fra i suoi uomini, porta quasi interarn&nteil "suo" 150" Gruppo nella nuova unità, denominata II Gruppo Caccia. In particolare, la struttura di comando vi aderisce al completo: i tre ultimi comandanti di Squadriglia, il tenente Ugo Drago, il capitano Mario Bellagambi ed il tenente Giuseppe Gianelli assumono il comando delle tre nuove squadriglie, battezzate rispettivamente "Gigi tre osei", "Diavoli rossi" e "Gamba di ferro". L'origine delle denominazioni è trasparente: la prima rievoca il Gruppo d'origine, la seconda il 3" Gruppo che ha condiviso le operazioni in Sicilia sui Bf 109, la terza il rniti- 1 Da sinistra. I1 tenente colonnello Botto in visita all'amico maggiore V i t t o . Sul giubbotto del primo spicca il "Cavallino rampantey' del 4- Stormo, mentre sul camiciotto del secondo si nota l'emblema del 'Gigi tre miy'. I1 maggiore V i t t o a Sciacca davanti ai muso di un Bf 109 G del suo reparto (Arch. G. Apostolo). il maggiore V i t t o accanto ad un carro armato leggero italiano tipo L. 40,dotato di un cannonemitragliera da 20 mm. STORIA 23 Sicilia, primavera 1943. I1 maggiore Vizzotto (accosciato) con un gruppo di suoi piloti in tenuta di volo davanti a un Messerschmitt Bf 109 di fresca assegnazione al 150' Gruppo. (13) I1 15 aprile 1944 I'Ispettorato Caccia venne ndenominato "Comando Caccia" con dirette responsabilità operative sui due Gruppi Caccia esistenti. (14) Si tratta dei prodromi dell'operazione "Phonix", orchestrata dal comandante della 2" Luftflotte in Italia, Feldmaresciailo Wolfram von Richthofen, e poi fallita per la forte opposizione italiana. co comandante Botto. Messo a punto il nuovo reparto, Vizzotto viene nominato comandante della la Squadra Aerea a Milano mentre il comando del Ii Gruppo passa al collega Alessandrini. il 30 dicembre 1943 un lieto evento familiare si inserisce nella movimentata routine professionale di Vizzotto, la nascita della terzogenita Clara. I1 5 marzo 1944 i comandi di Squadra Aerea assumono la denominazione di comandi di Zona Aerea Temtoriale (ZAT). Vizzotto lascia la la ZAT il lo aprile 1944 e diventa Ispettore della Caccia, con compiti di supervisione ed indiizzo dei reparti deiia specialità, costituita da due Gruppi già attivi ed uno in formazione (13).Nel frattempo Botto si è dimesso dalla carica di Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica per contrasti con Farinacci e con i tedeschi; gli subentra il generale Anigo Tessari, già comandante di Vizzotto in Albania. In luglio anche Vizzotto ha un duro confronto con i tedeschi, che desiderano inquadrare l'aviazione italiana come "Legione" della Luftwaffe (14) ed il 24 giugno rinuncia all'incarico. Nei mesi successivi la situazione sembra chiarirsi favorevolmente e Vizzotto in ottobre riprende servizio, quale comandante della 2" ZAT a Padova. Qui passa l'ultimo inverno di guerra: il 25 aprile il conflitto si conclude con la resa, avvenuta a Padova senza spargimenti di sangue. La tragica fine La fine della guerra segna anche l'inizio delle traversie personali del tenente colonnello ringraziano sentitamente la famiglia Kuotto e Paolo Pisanò per l'insostituibile collaborazione. Le fotografie, salvo quando diversamente indicato, provengono dall'archivio della famiglia Kmrto. Vizzotto. I1 30 aprile è arrestato dai partigiani, accusato di collaborazionismoe imprigionato per 60 giorni. Sottoposto al processo di epurazione, è sospeso dal servizio e quindi cancellato dai ruoli degli ufficiali, con perdita del grado. Entrambi i provvedimenti sono poi revocati (e considerati come mai avvenuti) negli anni successivi. I1 l o marzo 1948 è reiscritto nei ruoli degli ufficiali dell'Aeronautica Militare e reintegrato nel grado, ma rimane sottoposto a procedimento di epurazione. Ii 6 aprile è congedato d'autorità, il 22 dello stesso mese è prosciolto dall'accusa di coliaborazionismo ma condannato ad un anno di sospensione dall'impiego. In sede di riesame la condanna è poi commutata, il 4 marzo 1950, in 60 giorni di arresti in fortezza. Profondamente amareggiato e ferito nell'assoluta buona fede con la quale aveva difeso la sua scelta, rivendicandone il valore unicamente patriottico, Antonio Vizzotto lascia per sempre l'Aeronautica e di conseguenza il volo, compagno inseparabile per oltre tre lunghi lustri. Per vivere si adatta a fare, con un certo successo dopo le difficoltà iniziali, il rappresentante di prodotti chimici. Ma la ferita è ancora aperta. Sempre più spesso rievoca in famiglia, con crescente commozione e dolore, la perdita di tanti compagni di volo. Finché un giorno decide di farla finita. Acquista tre bambole, una per ciascuna delle tre figlie. Si allontana verso Sesto S. Giovanni sulla sua "600", accosta al marciapiede, posa le bambole sul cruscotto e si spara un colpo alla tempia. È il 5 settembre 1956. Le ragioni profonde di questo gesto rimangono il segreto di un'anima che è doveroso rispettare. Ma non è difficile immaginare che vi abbia giocato un ruolo determinante il dolore ancora vivo del forzato abbandono della carriera di ufficiale pilota e, forse ancora di più, l'amarezza della rinuncia al volo. La vita del comandante Antonio Vizzotto, decorato di tre medaglie d'argento e di due di bronzo al valor militare, ha iniziato a spegnersi quando l'appassionato pilota ha smesso di volare. Due immagini che documentano i numerosi attacchi aerei che ridussero rapidamente I'efncienza del 150" Gruppo. In primo piano, nella foto di sinistra, un autocarro Fiat 666 della 363" Squadriglia e, nell'altra, il comandante del 150"davanti alla '1100' di servizio bucherellata dalle schegge. Fonti e bibliografia Libretto di volo del ten. col. Antonio Vizzotto, archivio fam. Vizzotto Registro voli 33' Squadriglia OMS, AUSSMAM, Roma Diario Storico 367 Squadriglia, I940,AUSSMAM. Roma Diario Storico 150" Gruppo, 1941,AUSSMAM, Roma Diario Storico Aeronautica Repubblicana,AUSSMAM, Roma Bollettini di Guerra del Comando Supremo, Ministero della Difesa, SME, Roma, 1970 Alegi, G., Messerschmitt Bf 109 italiani, La Bancarella aeronautica, Torino, 2002 D'Amico, F., Valentini, G., The Messerschmitt 109 in Italian service, Boylston, Monogram, 1985 Emiliani, A., Ghergo, F., Ali in Spagna, Milano, Giorgio Apostolo Editore, 1997 Shores, C., Ring, H., Fighters over ihe desert, London, Neville S p n n a n , 1969 Tarantola, E., Il 150°. 151" 153" Gruppo Caccia, Roma, SMA, 1987. Il tenente colonnello Vizzotto in visita, quale comandante della la ZAT, a un reparto di paracadutisti della RSI. Sui baveri delle uniformi i gladi hanno sostituito le steliette, mentre dal simbolo dell'Aeronautica sul berretto b sparita la corona.