Elezioni Regionali 2015 – Liguria
PROGRAMMA ELETTORALE
“Vota per te, cambiamo insieme” - Questo lo slogan con cui Giovanni Toti ha scelto di
correre per la Presidenza della Regione Liguria: perché chi vota per lui, per le liste a suo
sostegno, vota innanzitutto per sé stesso. Sceglie sì una persona, una coalizione ma,
soprattutto, sceglie il proprio interesse.
Dopo dieci anni di governo del centrosinistra, dopo dieci anni di immobilismo, di paralisi,
l’obiettivo di fondo non può che essere uno: il cambiamento.
Una scossa, un cambio di rotta necessari in tutti i settori strategici di competenza regionale:
dalle politiche per l’occupazione allo sviluppo del turismo; dalle infrastrutture – che non si
possono più rimandare – a una reale prevenzione del rischio idrogeologico; dall’alleggerimento
della pressione fiscale – tra le più alte d’Italia – alla riduzione delle liste di attesa nella sanità.
Un cambiamento, un miglioramento da realizzare insieme, sulla base di un programma
elettorale che è già frutto di un confronto con le categorie produttive, professionali, oltre che di
una condivisione con le forze politiche che sostengono questa coalizione.
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Programma
REGIONE LIGURIA..........................................................................................................3
LAVORO E OCCUPAZIONE................................................................................................4
PICCOLE MEDIE IMPRESE................................................................................................5
COMMERCIO..................................................................................................................8
ARTIGIANATO................................................................................................................9
AGRICOLTURA..............................................................................................................10
TURISMO, SPORT E CULTURA.........................................................................................11
CURARSI IN LIGURIA....................................................................................................15
LA TERZA ETÀ..............................................................................................................18
FAMIGLIA....................................................................................................................18
SICUREZZA.................................................................................................................19
LE GRANDI OPERE........................................................................................................20
IL TRASPORTO PUBBLICO SU GOMMA.............................................................................21
IL TRASPORTO PUBBLICO REGIONALE SU FERRO.............................................................21
IL TRASPORTO PUBBLICO VIA MARE...............................................................................22
ECONOMIA DEL MARE...................................................................................................24
UNA VERA POLITICA SUI RIFIUTI...................................................................................26
UNA RESPONSABILE POLITICA FINANZIARIA...................................................................27
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-1REGIONE LIGURIA
Migliorare i risultati e diminuire i costi: questi gli obiettivi per l’ente regionale, anche in
un’ottica di redistribuzione delle mansioni delle Province, a seguito della riforma “Delrio”.
Dare voce al territorio.
L’abolizione delle Province pone, appunto, anche in Liguria, un problema importante alla
rappresentanza degli interessi reali del Territorio. Non è solo una questione amministrativa con la delega di alcune funzioni; il rischio è che in una Regione articolata, qual è la Liguria, si
perdano di vista le criticità e le potenzialità di un territorio che si estende dal confine con la
Francia alla Toscana, parcellizzato, al di là degli agglomerati urbani, in centinaia di piccole
comunità, costrette a fare i conti con i tagli di bilancio, imposti dal governo centrale, e quindi
con il rischio di vedere ridotti i servizi essenziali.
Occorre allora porre una speciale attenzione ai diversi e complessi problemi del territorio,
riservando al governo della Regione un ruolo di coordinamento-indirizzo.
In tempi brevi è necessario attuare la “Riforma dell’Area delle Alte Professionalità e delle
Posizioni
Organizzative”
per
completare
l’assetto
organizzativo
della
Regione
con
l’assorbimento del personale delle amministrazioni provinciali.
Più in generale arrivando ad un rimodellamento generale della macchina regionale ed a una
razionalizzazione delle società partecipate, perfezionando ciò che è utile, tagliando ciò che non
serve.
Nell’arco del quinquennio occorre:
• Eliminare le situazioni di privilegio;
• Ridurre le direzioni generali della Regione;
• Premiare i dipendenti regionali più meritevoli;
• Riordinare le materie oggetto della censura del MEF e della Corte dei Conti;
Entro i primi 6 mesi di governo:
• Trasparenza per gli acquisti della Regione e delle Società controllate, per rendere effettiva la
possibilità di controllo di cittadini e media. In particolare, occorre garantire la pubblicazione
integrale di tutta la documentazione relativa ai lavori infrastrutturali - dalla decisione di avviare
una realizzazione alla sua consegna dopo il collaudo;
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• Pubblicazione degli scostamenti tra costi sostenuti e costi standard;
• Messa a regime di un sistema di trasparenza attiva: non più una massa di dati
incomprensibili, magari pubblicati in forma massiva, ma un Ufficio - all’interno del Gabinetto
del Presidente – dedicato a soddisfare qualsiasi richiesta di informazioni su aspetti di interesse
dei cittadini/media, secondo regole ragionevoli, preventivamente pubblicizzate, per assicurare
una reale trasparenza;
• Pubblicazione integrale dei processi di selezione del personale - anche per incarichi
temporanei, se dirigenziali o con funzioni direttive - con curriculum e motivazioni esplicite del
percorso logico seguito per la scelta per tutte le posizioni all’interno delle partecipate regionali;
• Fusione e razionalizzazione delle Aziende e Agenzie Pubbliche;
E’ necessario che la Regione Liguria riacquisti un ruolo di prima fila sul piano nazionale e
internazionale. In questi 10 anni il suo peso si è logorato, fino a scomparire. Per rafforzarsi
sarà importante agganciare le regioni confinanti dando vita, finalmente, alla Macro Regione,
seguendo la proposta di riforma costituzionale attualmente in discussione.
Questa potrà essere un esempio da estendere su tutto il territorio nazionale, in grado di
cogliere e rilanciare le vocazioni produttive, l’export e l’innovazione quale valore aggiunto nella
aeree del Nord del Paese.
L’attuazione del progetto di una Macro Regione del Nord comporta la necessità di una revisione
dell’Istituto Regionale che consenta di mantenere nei territori il 70% del gettito tributario
complessivo.
-2LAVORO E OCCUPAZIONE
Oggi si assiste a una progressiva riduzione delle unità produttive con un aumento della
disoccupazione che raggiunge il 10,8% delle forze di lavoro e incremento di oltre un punto
percentuale rispetto all’anno precedente. La disoccupazione giovanile supera il 45%, mentre è
cresciuta del 58 per cento – negli ultimi dieci anni – la schiera di ragazzi, tra i 15 e i 25 anni,
che non fanno nulla: non lavorano, non studiano, e un lavoro non lo cercano neppure più. Una
dato a cui non ci si può rassegnare.
La nostra posizione è quella di cercare risposte precise:
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• Supportare l’alternanza scuola lavoro, come modalità sistemica che generi un rapporto
sinergico fra formazione e impresa;
• Rivedere l’attuale sistema formativo in modo da favorire i giovani che in condizione lavorativa
intendano acquisire titoli di studio;
• Garantire un utilizzo efficiente dei fondi Statali e Comunitari in Liguria relativi all’occupazione
giovanile, con una particolare attenzione al progetto governativo “GARANZIA GIOVANI”: non
deve più accadere che si spendano 27milioni di euro per attivare solo una cinquantina di
richieste da parte delle aziende. Occorrono valutazioni periodiche sia dei risultati ottenuti dagli
uffici di collocamento, sia delle tempistiche della burocrazia e dei pagamenti per coloro che
accedono agli stages;
• Incentivare le imprese che producono nuovi posti di lavoro, specie se giovani e donne, con
riduzione dell’IRAP in settori quali turismo, alta tecnologia e promozione del territorio;
• Dotare i Servizi dell’impiego di un sistema informatico che assicuri il collegamento fra
aziende, scuola, centri di ricerca applicata ed università;
• Supportare i corsi di apprendistato in base alla domanda espressa dai settori. Favorire
iniziative con percorsi di apprendistato altamente qualificato in collaborazione con dirigenti e
tecnici con elevate professionalità;
• Attivare iniziative formative per l’inserimento dei lavoratori over 50 - che costituiscono una
componente debole del mondo del lavoro per i processi di dismissioni aziendali che si sono
moltiplicati in questi anni;
• Supportare le iniziative di Welfare aziendale o locale quali la flessibilità e la conciliazione dei
tempi lavoro/famiglia;
-3PICCOLE MEDIE IMPRESE
Lo sviluppo industriale della Liguria deve passare attraverso realtà ad alto valore aggiunto, che
non hanno bisogno di grossi spazi ma necessitano di personale altamente qualificato, bassi
costi di gestione, infrastrutture di prim’ordine.
La Liguria può e deve diventare attrattiva per nuovi investimenti perché possiede personale di
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prima qualità - se paragonati ad altre realtà europee ed una collocazione invidiabile in grado di
garantire un’alta qualità della vita.
Ma le nuove imprese devono essere sostenute e incentivate. Gli obiettivi che ci poniamo per la
prossima legislatura:
• ridurre il livello delle spese e delle commissioni richieste dalla pubblica amministrazione per
registrare un’impresa;
• limitare a tre mesi il tempo per il rilascio di licenze e permessi necessari all’ avvio dell’attività
di impresa;
• istituire uno Sportello unico a burocrazia zero per tutte le imprese dando realmente avvio alla
procedura “impresa in 1 giorno” ;
• studiare le modalità per introdurre un “ bonus” fiscale per i primi 5 anni alle imprese avviate
da giovani o da lavoratori in cassa integrazione e/o mobilità che vogliano mettersi in proprio;
• censire i locali pubblici non utilizzati e affidarli per tre anni in comodato d’uso gratuito ai
giovani che vogliono fare impresa (garantendo altri tre anni successivi ad affitto agevolato).
Con il duplice effetto: riqualificazione di aree altrimenti degradate e sostengo alle start up
giovanili
Semplificazione amministrativa e burocratica
Al momento per concedere contributi alle imprese viene applicata la “regola del DURC”
(Documento Unico di Regolarità Contabile), costringendo le stesse a richiedere e presentare
documenti (INPS–INAIL), per la cui acquisizione la Regione può facilmente provvedere d’
ufficio.
Il nostro obiettivo e quello di creare uno specifico ruolo all’interno dell’esecutivo che si occupi
di semplificazione sia legislativa che amministrativa a tutela della Piccole e Medie Imprese.
Spesso le normative, sia nazionali che comunitarie, hanno un impatto molto gravoso sulla
gestione quotidiana, in particolar modo per le aziende medie e piccole, dando luogo a
procedure amministrative troppo onerose, che in caso di inottemperanze originano anche
pesanti sanzioni.
Marketing territoriale
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Vogliamo riprendere la politica di Marketing territoriale, già avviata dal centrodestra nel 2003,
capace di attrarre investitori nazionali ed internazionali.
Proponiamo di mettere in campo il “Contratto di Insediamento” per incentivare la localizzazione
di attività produttive sul proprio territorio.
Il Contratto di Insediamento è:
• uno strumento di negoziazione esclusivo della Regione, gestito da FILSE, per assistere
l’insediamento, in Liguria, di imprese estere o provenienti da altre regioni italiane. Garantisce
certezza dei tempi e sostegno finanziario;
• una forma di aiuto alle imprese che favorisce la concertazione tra enti pubblici, Università,
soggetti gestori dei poli d’innovazione e operatori privati che partecipano al processo di
insediamento;
Il suo obiettivo è quello di attrarre in Liguria imprese che hanno investito altrove, o che hanno
delocalizzato all’estero, agendo da volano per consolidare il tessuto delle imprese locali, creare
sinergie e nuova occupazione
Ricerca e Sviluppo per l’occupazione
L’Istituto Italiano delle Tecnologie (IIT), a carattere nazionale e internazionale, è il fiore
all’occhiello di tutta l’azione politica per la valorizzazione della ricerca in Liguria.
E’ stato voluto con forza dalla Giunta Biasotti e dal Governo Berlusconi, che sono riusciti a
battere l’agguerrita concorrenza di importanti realtà come i Politecnici di Milano e Torino e la
Normale di Pisa. Oggi all’Iit operano circa 1.000 ricercatori ed ha centrato in pieno l’obiettivo
che si era posto: quello di far rientrare i cervelli italiani fuggiti all’estero.
Per sforzo e volontà del centrodestra sono nati anche: il Distretto della robotica; il Distretto
industriale - formato da una trentina di imprese private tecnologicamente avanzate; il Distretto
dei Sistemi Intelligenti Integrati - il SIIT, costituito nel 2004 - con un’assegnazione di oltre 80
milioni di euro di finanziamenti del MIUR, allora presieduto dalla Ministro Moratti. Non ultima la
società per accelerare la presentazione dei progetti del Distretto delle tecnologie marinomarittime della Spezia.
Dobbiamo continuare sul percorso tracciato negli anni Duemila promuovendo la collaborazione
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tra aziende, Università e Centri di ricerca pubblici dagli alti contenuti innovativi, come il
Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT).
Va realmente supportata la nascita del “Technology Village” di Erzelli: dovrà diventare non solo
un polo di attrazione “culturale” ma anche il centro di un’intensa attività di formazione e
divulgazione sulle nuove tecnologie, integrato coerentemente con manifestazioni di prestigio
internazionale.
Partendo da qui dovremo:
• Sostenere, con specifiche misure, gli incubatori di ricerca e le start up innovative mediante
fondi di Venture Capital;
• Richiedere, unitamente ad altre regioni, una semplificazione e sburocratizzazione delle
procedure per l’accesso al programma europeo Horizon 2020 per l’ accesso ai bandi per le PMI,
premiando la capacità di aggregazione in una logica di cluster;
• Implementare il sostegno alle iniziative di ricerca nel biomedicale e nelle biotecnologie con
ricadute cliniche applicative;
• Sostenere la ricerca scientifica finalizzata alla prevenzione e diagnosi per la cura della
disabilità e degli anziani.
-4COMMERCIO
Queste le nostre priorità per lo sviluppo del commercio e la tutela dei consumatori:
• le prossime imminenti scadenze delle concessioni balneari in attuazione della direttiva
Europea denominata “Bolkestein” comportano gravi rischi per un importante settore vitale per
l’economia ligure. E’ doveroso agire con forza , sia attuando specifiche normative di tutela del
settore, sia esercitando - in collaborazione con le altre regioni marittime - una forte pressione
sul governo nazionale affinché agisca per chiedere modifiche a una normativa europea
estranea alla realtà sia ligure che nazionale;
• combattere l’abusivismo a vantaggio del commercio regolare e del decoro - a beneficio di
turisti e cittadini. Il contrasto alla falsificazione dei marchi e prodotti richiede anche un
monitoraggio del fenomeno da realizzarsi con una rete informativa facente capo ai comuni;
• dare il via ai Distretti Territoriali d’Impresa, per valorizzare la commercializzazione dei
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prodotti tipici locali: si tratta di ambiti urbani o extraurbani - all’interno di uno o più Comuni dove sviluppare il sistema distributivo e la competitività delle imprese artigiane e commerciali
“specializzate” nella vendita della produzione locale. In tali ambiti i Comuni, in concerto con le
associazioni di categoria e dei lavoratori, potranno programmare ulteriori aperture domenicali e
festive;
• regolare i mercatini e valorizzare i negozi storici per salvaguardare l’ immagine delle aree
storiche;
• favorire la pluralità dell’offerta commerciale della grande distribuzione evitando la
predominanza di un solo marchio. Bisogna contrastare la situazione monopolistica che si è
creata dopo dieci anni di gestione del centro sinistra e incentivare l’ apertura di nuove attività
commerciali volte al recupero di aree degradate e di periferie fortemente desertificate;
• incentivare il potenziamento dei “centri commerciali naturali” - come i centri di Via - che
producono la fidelizzazione territoriale; incrementare il commercio di vicinato nei centri urbani
e lo sviluppo di mercati attrezzati per ridare vita a numerosi centri storici della regione. Il
potenziamento dei “centri commerciali naturali” costituisce un fattore di richiamo per i network
turistici locali con positive ricadute sulle strutture ricettive, ristorative, di svago e museali.
-5ARTIGIANATO
Le imprese artigiane, tra micro e piccole imprese, sono circa 45.000. Si tratta di una realtà
economica
importante
che
può
svilupparsi
su
vari
fronti,
contribuendo
alla
ripresa
dell'economia ligure. L'artigianato si compone di vari aspetti e può costituire un innegabile
fattore attrattivo e di interesse turistico.
Le proposte:
• semplificazione della normativa e delle pratiche amministrative per la micro e piccola
imprese. Rendere omogenee pratiche e modulistica;
• facilitare l'accesso al credito e l'abbattimento del credit crunch;
• assistere le imprese di modo che possano accedere con semplicità ai finanziamenti europei;
• agevolare l’internazionalizzazione delle piccole imprese liguri che, pur vantando produzioni di
eccellenza, hanno una scarsa propensione ad aprirsi ai mercati internazionali;
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• diffondere gli antichi mestieri e le tradizionali botteghe artigiane, valorizzando i maestri
artigiani e l’artigianato artistico, tradizionale e di qualità;
• sviluppare le infrastrutture immateriali, anche per semplificare i contatti e l’accesso alla PA;
• tutelare i marchi di origine dei prodotti locali e incentivare il consumo a Km “0”;
• rimodulare o abolire gli studi di settore;
• introduzione di incentivi al credito e detrazioni fiscali per le attività che assumono giovani. A
loro devono essere trasferite le conoscenze di mestieri tradizionali a rischio di estinzione;
• ideare attività formative specifiche per l’artigianato basate su moduli formativi di alternanza
fra studio delle tecniche ed apprendistato.
-6AGRICOLTURA
La nostra Regione necessita di una politica che favorisca l’entroterra e che abbia ricadute
positive su tutti i settori dell’agricoltura - e non soltanto su alcuni. L’agricoltura deve essere
considerata un “aiuto sociale” per preservare le campagne dal degrado e dal pericolo di frane e
smottamenti.
L’agricoltura deve essere al centro di una strategia globale di valorizzazione, pertanto si
propone di:
• sviluppare il km “0” e i mercati di vendita diretta - in modo che si possano mangiare prodotti
locali, sani e sicuri, spendendo meno;
• incentivare “patti territoriali” che creino sistema economico integrato tra agricoltura, turismo
e commercio - sul modello del Trentino Alto Adige;
• concedere ai giovani terre pubbliche incolte per l’avviamento di aziende agricole;
• valorizzare il “ Made in Liguria”;
• migliorare le ricerche specifiche per l’insediamento di innovative Start-Up;
• ridurre gli iter burocratici in settori sensibili quali enologia, caccia e pesca;
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• creare un corso ad indirizzo agroalimentare - sul modello di quelli esistenti in Emilia Romagna
e Trentino Alto Adige;
• i floricoltori hanno fatto la storia e l'immagine della Ponente Ligure. Eppure la Regione, in
questo decennio, li ha abbandonati a se stessi - sia in termini di progettualità che di
agevolazioni economiche - e ha accresciuto ancora di più la forte crisi che vive il settore,
dovuta soprattutto alla concorrenza estera. È pertanto fondamentale sviluppare un piano
florovivaistico chiaro, che aiuti le aziende a ritrovare prosperità;
• vanno monitorate le colture colpite da calamità, come i casi della Xylella fastidiosa e il
Cinipide del Castagno, e sostenuti gli operatori che devono affrontare tali calamità;
• la caccia è profondamente mutata negli ultimi anni. Il cacciatore, da utente inconsapevole, si
va trasformando sempre più in attore di primo piano della gestione ambientale. La caccia non
deve essere il facile bersaglio di un ambientalismo spesso irragionevole, ma diventare lo
strumento per la tutela ed il governo del territorio. Conciliare caccia e ambiente, coniugare la
tradizione delle nostre campagne con le nuove sensibilità, salvaguardare il territorio
rendendolo fruibile alla gente e trasformare un problema in risorsa.
Promozione dei prodotti
Le aziende agricole soffrono di scarsa competitività rispetto a quelle di altre regioni italiane ed
europee.
L’attuale governo regionale non ha intrapreso significative azioni di promozione del prodotto
ligure, se non limitandosi a promuovere le classiche fiere, ormai insufficienti.
Sarà necessario attuare una politica integrata di promozione che preveda la creazione di un
Marchio Liguria Qualità. La forza di un marchio sta nella sua facile identificabilità e diffusione,
nella disciplina che lo regola e soprattutto nella piena condivisione di tutti i suoi promotori dall’amministrazione regionale a quelle locali, ai Sistemi Turistici Locali e agli operatori.
-7TURISMO, SPORT E CULTURA
Per clima, bellezza, varietà del paesaggio la Liguria ha sempre rappresentato un “must“ a
livello europeo e mondiale. Oggi può e deve essere più competitiva.
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Per colpa del miope atteggiamento della Giunta Burlando - Paita l’opportunità di Expo 2015 è
praticamente persa. Per questo è necessario un cambio di rotta, per ridare al turismo un ruolo
primario nell’economia ligure.
Le idee:
• la Regione deve mettere in sinergia le risorse culturali e naturali con le potenzialità
imprenditoriali e deve promuovere la competitività del sistema;
• potenziare le infrastrutture, su ferro e su gomma e soprattutto rianimare l’aeroporto di
Genova. Diciamo sì alla privatizzazione dello scalo e impegnandosi ad aumentare voli charter e
low cost;
• effettuare un’analisi mirata dei mercati per individuare i flussi e il target turistico prevalente
verso il quale indirizzare gli interventi;
• contribuire, con misure proprie di alleggerimenti fiscali, a destagionalizzare le presenze, in
collaborazione con le imprese del settore;
• costruire progressivamente, in collaborazione con i Comuni e con le altre istituzioni, una
offerta di servizi turistici integrati;
• Predisporre in punti strategici un reale servizio di informazione turistica ed infopoint
garantendo occupazione, nella stagione estiva, a studenti bilingue o trilingue;
• organizzare, in collaborazione con i Comuni, una Liguria” Green way” - piste ciclabili, navette
marittime e terrestri, etc - a con particolare attenzione al garantire l’accesso ai disabili;
• mirare a un utilizzo professionale delle strumentazioni on–line con un servizio “Visit-Liguria”
contenente tutte le informazioni sugli eventi, le attività e gli itinerari. Le stesse informazioni
dovranno essere contenute in un App gratuita per Smatphone;
• realizzare una “Liguria Card” acquistabile on-line o agli infopoint per l’ accesso wi-fi e per
sconti a musei, mezzi pubblici, stabilimenti balneari e ristoranti;
• favorire il collegamento fra il turismo costiero e le aree dell’ entroterra promuovendo il
patrimonio di piccoli borghi e centri storici, incentivando attività di fruizione turistica di
“nicchia” - come le aree di arrampicata sportiva o canoing, il turismo culinario;
• agevolare l’ iter burocratico per opere di ampliamento delle strutture ricettive;
• attivare strumenti finanziari - per esempio fondi di rotazione o garanzia - in grado di
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incentivare e sostenere la riqualificazione, l’ampliamento e l’acquisto delle strutture.
La Regione Liguria deve farsi promotrice di una serie di idee forti per rivitalizzare la cultura.
Occorre
perciò
identificare
alcuni
specifici
settori
d’intervento,
oggi
completamente
sottovalutati, tra questi:
• il sistema teatrale, per il quale va costruita una strategia complessiva, soprattutto in ragione
delle realtà più piccole;
• la cultura popolare e le tradizioni folcloristiche della Liguria, attraverso la definizione di un
vero e proprio brand , in grado di “legare” le tante, diverse manifestazioni, sacre e profane;
• la valorizzazione delle dimore storiche liguri e della rete dei castelli e delle fortificazioni,
attraverso la costruzione di una rete, di ideali percorsi di collegamento tra i siti artistici di
pregio;
• l’istituzione delle settimane della cultura ligure - da realizzare, in periodi diversi, nelle quattro
province della regione.
Cultura come impresa
Promuovere la cultura come fattore di sviluppo economico. La bellezza del nostro territorio è
uno strumento che deve contribuire ad aumentare le competitività della Liguria. Si deve
lavorare con tecniche aziendali su contenuti culturali.
Occorre evitare la dispersione delle risorse disponibili, debellare la politica degli interventi “a
pioggia” - praticata finora a fini elettorali sia nel settore turistico che in quello culturale –
elaborando una “programmazione negoziata”, capace di realizzare, nel campo delle politiche
culturali, modalità di cooperazione organizzativa, gestionale e di integrazione finanziaria tra
enti pubblici e privati.
Gli strumenti
Uno strumento può essere individuato nei “Distretti turistici e culturali”, intesi come sistemi di
sviluppo territoriale e prodotto turismo-culturale, in grado di integrare localmente memoria e
cultura,
eventi
e
realtà
associative,
teatro
e
produzione
artigianale,
tradizioni
eno-
gastronomiche e bellezze naturali prevedendo l’ingresso dei capitali privati per valorizzare il
patrimonio naturalistico ed artistico.
Valorizzazione dei piccoli borghi e dei centri storici
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La vita nei piccoli borghi è diventata sempre più difficile, sia per chi vi risiede, sia per chi vi
lavora. Bisogna quindi analizzare le principali problematiche legate a queste realtà e porvi
rimedio, partendo dal presupposto che il loro isolamento costituisce il loro più grande punto di
forza. A tal proposito occorre:
• Mettere in sicurezza il territorio, poiché spesso le zone più isolate sono anche quelle più
soggette a un forte rischio idrogeologico;
• Valorizzare il paesaggio e le caratteristiche naturalistiche di questi luoghi;
• Valorizzare le produzioni agricole tipiche;
• Valorizzare la presenza degli antichi mestieri e delle tradizionali botteghe artigiane;
• Promuovere la creazione di strutture ricettive utilizzando il patrimonio edilizio esistente
(ponendo particolare attenzione agli immobili sottoutilizzati o abbandonati);
• Utilizzare immobili pubblici come luoghi di aggregazione, all’interno dei quali svolgere attività
o realizzare corsi tematici.
E’ necessario battersi affinché i piccoli borghi dell’entroterra riacquistino vita e dignità, creare
al loro interno nuove opportunità di lavoro e fare in modo che le attività che già vi risiedono
possano godere di incentivi per la sopravvivenza.
Sport
Lo Sport ha enormi ricadute sulla salute, sul turismo, sull’ ambiente e sulle politiche giovanili.
Il nuovo Governo regionale si impegnerà a:
• realizzare un Programma quadro per lo sviluppo e il rilancio dello Sport in Liguria in
collaborazione con il Coni regionale e con gli altri partner istituzionali. Non si puo’ più lasciare
spazio all’improvvisazione, occorre individuare precise azioni condivise che abbiano un reale
impatto sul territorio e che favoriscano l’incremento e l’ottimizzazione delle risorse disponibili;
• Rivisitare la Legge Regionale sullo Sport;
• Sostenere la pratica sportiva con particolare riguardo alla promozione sportiva e allo sviluppo
del talento sportivo;
• Prestare maggiore attenzione all’impiantistica sportiva, con particolare riguardo alla messa a
norma delle strutture e all’effettiva utilizzazione delle palestre scolastiche da parte delle
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associazioni sportive;
• Realizzare grandi eventi sul territorio;
• Utilizzare al meglio i finanziamenti europei riferiti allo sport.
-8CURARSI IN LIGURIA
Per noi il benessere e la qualità della vita passano anche attraverso la costruzione di un
sistema sanitario efficiente e sensibile alle esigenze dei cittadini, in grado di curare ma anche
di prevenire. Un sistema vicino al cittadino, perché diffuso sul territorio ma anche perché
capace di dialogare in maniera semplice e trasparente.
Questa la situazione che ci consegna l’amministrazione uscente:
Un buco di 143 milioni di euro, che il 31 dicembre 2011 doveva portare al Commissariamento
della Regione, con:
• Il fallimento della cartolarizzazione, costruita per occultarlo con 22 atti diversi in 25 mesi;
• 6 milioni di euro di interessi pagati a CARIGE;
• La scadenza del pasticcio il prossimo 30 giugno;
• Il Governo Renzi che nel luglio 2014 fa finta di non sentire ciò che dice la Corte dei Conti;
• Tutte le Asl in perdita, mai un anno chiuso in pareggio, una spesa corrente invariata,
indebitamento fermo attorno al miliardo di euro (come nel 2009);
• Manovre addizionali IRAP e IRPEF – per coprire le inefficienze, sprechi non tagliati e assenza
di correttivi adeguati – per 43 milioni di euro nel 2013; con 464 milioni di euro di debiti verso i
fornitori a fine 2013 e tempi di pagamento addirittura doppi rispetto a quelli previsti;
• Aumento delle liste di attesa: ci sono asl in cui solo un paziente su due riesce a fare una
visita radiologica urgente entro le 72 ore prescritte dal medico; o in cui il 78 per cento non
riesce ad avere una prenotazione neppure nell’arco dei trenta giorni. A La Spezia, per citare un
esempio, il 59% dei pazienti non riesce neppure a fare un elettrocardiogramma nelle 72 ore
previste dalle richieste urgenti;
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• Mobilità passiva di che ci costa oltre 60 milioni di euro mentre è bassa quella attiva
nonostante i tre importanti centri a Genova.
Anziché frenare le fughe dei pazienti fuori regione la giunta regionale uscente le ha incentivate
stipulando contratti con altre regioni che sono gravati sul nostro bilancio sanitario regionale - la
Asl 5 spezzina, per esempio, ha stipulato contratti con la Toscana per oltre 8 milioni di euro,
fino alla spesa limite di 9 mila euro l’anno per ogni paziente cardiopatico che è andato a curarsi
nella Asl di Massa.
Quella consegnata dalla giunta di centro sinistra è una Sanità nella quale:
• Gli obiettivi vengono dati ai direttori generali quando l’anno è già terminato: nel 2013, per
esempio, sono stati fissati a novembre. Più che gli obiettivi e l’efficienza dell’azione conta ben
altro;
• Nonostante la Giunta debba approvare i bilanci degli enti sanitari entro il 31 maggio dell’anno
successivo, a 5 mesi dalla fine del 2014, il bilancio delle ASL non è pubblico, non è sul sito
la stessa cosa è acceduta nel 2014, quando il bilancio 2013 è stato approvato a luglio, dopo 7
mesi;
Sarà necessario avviare:
• Code Zero agli sportelli: esami diagnostici alla sera e nei week end. I laboratori devono
essere aperti anche nel pomeriggio, negli orari serali e durante i fine settimane, mediante un
incentivo ai medici;
• Sportello unico del cittadino – per tutti i servizi sociali e sanitari;
• Avvio dei weekend operatori per ridurre le liste di attesa nei presidi ove vi è la consapevole
partecipazione del personale;
• Pubblicazione del censimento delle attrezzature bio-medicali acquistate e non utilizzate e di
tutte le pratiche fuori uso negli ultimi 24 mesi;
• Pubblicazione obbligatoria di tutte le delibere e di tutte le delibere dirigenziali di spesa;
• Pubblicazione dei tempi di attesa per esami, analisi, visite, per unità operativa;
• Pubblicazione integrale dei dati relativi alla attività libero professionale intramuraria e relativi
tempi di attesa dei reparti;
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• Pubblicazione dei consumi/impiego mensili per presidio/Distretto/Dipartimento relativi a
protesi, attrezzature, presidi e ausili;
• Avvio dell’azzeramento, in tutte le aziende sanitarie, delle condizioni che hanno permesso i
comportamenti censurati da Corte dei Conti, Magistratura e Collegi Sindacali negli ultimi 5
anni;
• Più informatizzazione: fascicolo elettronico, libretto sanitario personale elettronico, cartella
infermieristica
elettronica;
incentivazione
di
Telemedicina,
Teleassistenza,
Telesoccorso,
Teleconforto;
• Riunire assistenza sociale e sanitaria, incluse le strutture intermedie, in una rete di servizi
socio-sanitari;
• Cambiamento degli obiettivi di cura degli anziani: l’obiettivo non è solo il miglioramento
clinico, ma soprattutto il recupero funzionale e la partecipazione sociale;
• Contenimento non soltanto delle fughe dei pazienti ma anche dei professionisti: purtroppo i
medici migliori hanno scelto di operare in case di cura fuori regione costringendo i loro pazienti
a seguirli. Interverremo anche normativamente per consentire ai bravi professionisti di trovare,
nelle strutture pubbliche e in quelle accreditare della Liguria, con cui si potranno prevedere
forme di collaborazione pubblico privato, la possibilità concreta di operare in favore dei pazienti
liguri;
• Organizzare una rete di assistenza per gli anziani ed i disabili - Particolare attenzione sarà
rivolta ai pazienti, non autosufficienti, con l’ assistenza a domicilio e nelle residenze per
anziani. Saranno attivate nuove forme di organizzazione tramite l’ausilio di tecnologia
informatica, come ad esempio il tele - monitoraggio ed la tele - assistenza medica.
Sostegno all’associazionismo
Il ruolo dell’associazionismo è vitale per il funzionamento della sanità. Sempre più capillare
deve essere la capacità di collaborazione tra servizio pubblico, enti e associazioni di
volontariato. Il primo obiettivo che si vuole raggiungere è quello della istituzionalizzazione di
un “canale di ascolto” che dia modo alle associazioni di essere coinvolte sia nella fase di
programmazione, che in quella di assistenza alle persone fragili - dalla prevenzione delle
dipendenze e del disagio ai nuovi settori di intervento.
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-9LA TERZA ETÀ
Dobbiamo sempre tener presente che gli anziani hanno contribuito, negli anni, con il loro
lavoro, a creare ricchezza e sviluppo, hanno educato i giovani con il loro esempio, hanno
sostenuto le giovani famiglie con il loro contributo non solo di esperienza ma anche economico
in un Paese che cambiava. A loro dobbiamo riconoscenza e attenzione. Noi li consideriamo una
risorsa che può ancora dare molto allo sviluppo e alla coesione sociale. E, soprattutto oggi,
rappresentano un sostegno alla crisi perché, come è noto, sono spesso i nonni a fare da
“cuscinetto” alle difficoltà economiche familiari.
Per rispondere concretamente alle loro esigenze oltre alla riorganizzazione di una rete di
assistenza per gli anziani, vogliamo riprendere tutte le iniziative che nella legislatura di centro
destra avevamo messo in campo:
• riavviando i corsi di formazione per l’uso del computer e delle nuove tecnologie
dell’informazione, della banda larga e della nuova frontiera del digitale terrestre;
• definendo un progetto che accompagni i nostri anziani e le fasce deboli non autosufficienti,
verso la pratica sportiva “dolce”. In questo caso attenzione particolare sarà dedicata ad
agevolazioni e contributi finanziari per le iscrizioni ai Centri Sportivi specializzati;
• ripristinando i contributi economici attraverso l’uso delle carte bancarie a scalare che
chiamammo Anni d’Argento.
Sempre nell’ottica di rendere più partecipi i nostri anziani alla vita sociale e familiare abbiamo
individuato nella figura dei “nonni baby-sitter” un’attività che potrebbe andare incontro alle
necessità delle famiglie a più basso reddito - e a quelle n cui entrambi i genitori lavorano incentivando, attraverso ”voucher ad hoc”, l’impiego dei nonni come assistenti per i figli.
- 10 FAMIGLIA
L'adozione di efficaci politiche familiari non è più rinviabile, dopo che l'attuale governo
regionale ha fallito anche in questo ambito, non riuscendo in dieci anni a dotare la Regione
Liguria di una legge sulla famiglia.
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Noi ci impegniamo a modificare il corso disattento - se non addirittura ostile - alle famiglie
della legislazione attuale. Lo faremo soprattutto in collaborazione con le associazioni che le
rappresentano.
Vogliamo che la fiscalità regionale cominci a tenere conto del numero di familiari a carico nella
definizione del reddito imponibile. È soprattutto la filosofia con cui si guarda alla famiglia che
intendiamo cambiare: approveremo una legge regionale di tutela e promozione della famiglia e
del ruolo educativo dei genitori, una legge che prospetti le linee guida di riferimento per gli enti
territoriali minori e che guardi alla famiglia come soggetto di diritto nelle diverse materie di
competenza regionale.
Ci impegniamo a:
• introdurre il quoziente familiare nell’ambito dell’IRPEF regionale a sostegno della famiglia e in
particolare dei nuovi nati, dei nuclei più numerosi e delle persone non autosufficienti;
• attribuire ai consultori il ruolo di assistenza nella prevenzione della crisi familiare - il che
significa prevenzione del disagio economico e psicologico dovuto alle separazioni.
- 11 SICUREZZA
Vogliamo puntare con decisione su uno strumento efficace come il “Patto Territoriale per la
Sicurezza” in modo da coordinare al meglio l’attività svolta dai vari soggetti istituzionali
impegnati sul territorio in tema di sicurezza. Abbiamo intenzione di incrementare fortemente
tale stanziamento.
Un solo numero per tutte le emergenze: Polizia, Carabinieri, Ambulanza, Vigili del Fuoco.
Quando il cittadino è in emergenza, deve poter comporre un solo numero ed essere raggiunto
dalla pattuglia più vicina (indipendentemente che si tratti della Polizia o dei Carabinieri). Il
cittadino deve essere al centro.
I soldati di nuovo nella strade: i militari devono tornare a presidiare le zone più pericolose dei
centri storici (in particolare quello di Genova) e delle periferie. Genova è una delle otto città
esclusa, dall’attuale governo, dall’operazione “strade sicura”. L’attuale governo nazionale l’ha
estromessa dal progetto : noi vogliamo che qui i militari ritornino come effetto di controllo e
deterrente, a fronte di un continuo aumento di furti e rapine
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- 12 LE GRANDI OPERE
Dopo dieci anni di Governo Burlando l’unico progetto portato a termine è la strada a Mare di
Cornigliano. Progetti che nel 2005 – alla fine dell’amministrazione del centro destra - erano in
fase avanzata, sia dal punto di vista autorizzativo che finanziario, hanno accumulato solo
ritardi: un esempio su tutti, il Nodo Ferroviario di Genova, parte integrante del Corridoio
europeo 24 Genova-Rotterdam.
Per non parlare del Nodo stradale e Autostradale di Genova, la famosa Gronda di Ponente:
un’opera che i cittadini e gli operatori della logistica e portuali attendono ormai da oltre 20
anni.
Enormi le responsabilità della giunta e del governo di centro sinistra - con al suo interno, nel
tempo, ministri di Rifondazione Comunista, Verdi, Comunisti italiani - per i ritardi dell’avvio del
Terzo Valico Ferroviario e del raddoppio della Genova-Ventimiglia.
Altra opera fondamentale per lo sviluppo dei Territori è il Tunnel Fontanabuona-Rapallo che è
sempre stato presente nel nostro programma di Governo. Noi diciamo sì, con forza, alla
realizzazione di queste infrastrutture vitali per la sopravvivenza e il rilancio della Liguria
In questi anni abbiamo assistito troppe volte a sottrazioni di finanziamenti dalle opere
fondamentali per la Liguria in favore di altre infrastrutture. Non possiamo più perdere occasioni
di finanziamento.
Numerosi i progetti che vanno portati a termine:
• raddoppio in sede della tratta Finale – Loano;
• adeguamento infrastrutturale della Cuneo-Ventimiglia e della Genova-Acqui Terme, che
impediscono un servizio efficiente sulle linee;
• completamento del raddoppio della linea Pontremolese, fondamentale per il porto della
Spezia, da troppi anni promesso e ancora sulla carta. Infrastrutture significa anche un piano
serio e ragionato di rinnovo di treni e bus;
• rendere operativa una società pubblica appositamente costituita per la bretella AlbengaCarcare-Predosa: dispone di fondi, da integrare, per un progetto per collegare Albenga con
Carcare (autostrada per Torino) e Predosa (autostrada per Milano) per scaricare il traffico sui
nodi di Savona (bivio per Torino) e Genova (bivio per Milano);
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• infine occorre assolutamente che RFI mantenga i patti sulla tratta Andora – San Lorenzo al
Mare, ossia che entro Giugno 2016 il raddoppio sia completato e i treni possano percorrere
quella nuova parte di tratta. La Regione dovrà vigilare su questo in modo da trasformare in
ciclabile tutta l’area del vecchio tracciato della ferrovia.
- 13 IL TRASPORTO PUBBLICO SU GOMMA
Il trasporto pubblico non può e non deve essere più visto come un mero servizio sociale ma
come un vero strumento per la mobilità e la vivibilità urbana, finalizzato alla riduzione
l’incidenza dell’inquinamento urbano da biossido di carbonio. In funzione di ciò:
• l'attuale legge di riforma del TPL, partorita dalla passata amministrazione, è una brutta legge
perché non garantisce un miglioramento del servizio: istituisce un'agenzia che rischia – a
differenza di quanto accade all’estero - di essere solo un ennesimo carrozzone che drena
risorse al servizio stesso. È nostra intenzione riformare sia la legge che i compiti dell'agenzia;
• eliminazione del concetto di linea e di orario: nel centro urbano il flusso deve essere
continuo, con possibilità di sorpasso in caso di richiesta soddisfatta;
• realizzazione di un sistema completo di minicar-sharing elettrico, mediante opportune
incentivazioni, con una rete di accesso mediante chip elettronico;
• disincentivazione del traffico privato nel centro, mediante la realizzazione di parcheggi di
contorno;
• la Liguria ha bisogno di trasporto pubblico efficiente ed affidabile per la sua economia, per
l'ambiente e per una qualità della vita che sia all'altezza delle più evolute aree europee;
• lavoreremo per rendere treni e bus un'alternativa di qualità per la mobilità di tutti: per il
lavoro e per il tempo libero, per lavoratori autonomi e dipendenti, per studenti e turisti.
- 14 IL TRASPORTO PUBBLICO REGIONALE SU FERRO
Nonostante ci sia la possibilità di ricorrere a gare europee per assegnare il Servizio Regionale
di Trasporto Ferroviario - già avviate per esempio da Lombardia e Piemonte - la carenza di
treni di proprietà regionale impedisce di fatto alla nostra Regione di esercitare questa leva
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contrattuale, ponendola in una posizione debole nei confronti di Trenitalia.
Noi vogliamo ripensare tutto il contratto di servizi e verificare se esiste la possibilità reale di
avviare la gara europea, ricercando altri gestori che abbiano interesse a esercitare il servizio
nella nostra regione. Ci batteremo per ridiscutere almeno le sanzioni a carico di Trenitalia che
siamo stati noi del centrodestra i primi a inserire, nel 2004, come forma risarcitoria a favore
dei passeggeri.
“Regionali”, ma non solo. Come Regione Liguria saremo in prima fila per creare un'alleanza con
Piemonte Lombardia e Toscana per risolvere il grave problema del servizio Intercity,
importantissimo per la Liguria, a rischio cancellazione da parte del Ministero dei Trasporti.
Vogliamo più chiarezza sulle responsabilità in tema di treni regionali transitanti in più regioni, il
cui finanziamento è attualmente all'interno di un quadro confuso, usato strumentalmente dalla
amministrazione passata per tagliare il servizio. La Regione Liguria sarà pronta ad assumersi le
sue responsabilità politiche per il servizio che interessa i suoi cittadini e il suo territorio:
avremo una grande attenzione per la tratta Cuneo-Ventimiglia, la Savona-Torino e le linee da e
verso la Toscana, oltre che per un'integrazione dei servizi regionali tra Costa Azzurra e Liguria.
- 15 IL TRASPORTO PUBBLICO VIA MARE
Considerando la conformazione geografica delle due Riviere della Liguria, con un movimento
turistico giudicato tra i più alti d’Italia, il trasporto passeggeri con nave veloce potrebbe
diventare la modalità di trasporto pubblico locale di maggiore importanza.
Questo sistema di trasporto passeggeri rappresenta un’eccellente integrazione rispetto ai
trasporti su gomma.
Il progetto: “Metro’ del Mare” sulle Due Riviere della Liguria può essere realizzato sia sulla
Riviera di Ponente che su quella di Levante con inizio il mese di Maggio fino al periodo del
Salone Nautico.
Gli Strumenti
La Regione Liguria può e deve essere promotrice di un cambiamento della legislazione
nazionale finalizzato a far finalmente uscire il trasporto pubblico italiano dall’emergenza
permanente in cui versa, facendosi portavoce di un “cartello delle regioni” per chiedere alcuni
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passi fondamentali:
• pubblicazione delle opere infrastrutturali incomplete – inutilizzate – interrotte corredate dai
relativi atti amministrativi sottostanti;
• una quota minima dei pedaggi autostradali deve essere destinata, per legge, al
finanziamento del trasporto pubblico con la creazione di un fondo pubblico;
• la ricchezza generata dalle tasse sui traffici portuali deve restare in Liguria, e una parte deve
essere destinata al trasporto pubblico sottoforma di “tassa risarcimento” (dato che i mezzi
provenienti o diretti ai porti congestionano il traffico e rallentano il servizio pubblico);
• dirottare parte dei proventi da sanzioni amministrative al trasporto pubblico (una quota pari
al 10% dei proventi delle multe per infrazioni al codice della strada e la totalità dei proventi
delle multe per infrazioni che ostacolano il transito dei bus);
• agevolazioni d’imposta per le aziende che invogliano i dipendenti a spostarsi con i mezzi
pubblici, tassazioni sull’esternalità prodotte dagli spostamenti dei dipendenti con il mezzo
privato - ove sia presente anche il mezzo pubblico;
• utilizzo dei fondi europei previsti per l’acquisto di mezzi non inquinanti;
• un’unica centrale di acquisto: evitare il prolifera di marchi e di differenti centrali di acquisto,
in modo da genere economie di scala e risparmi;
• incentivare i biglietti integrati. Riteniamo inammissibile, per esempio, che nell’area
metropolitana genovese soltanto chi viaggia tra Voltri e Nervi possa avere un biglietto integrato
mentre chi parte da Uscio o dalle alture è costretto a pagare tre differenti tariffe di trasporto
pubblico;
• AEROPORTO - Siamo convinti che sia necessario accelerare la privatizzazione dei servizi dello
scalo aeroportuale genovese - mantenendo l’infrastruttura in mano pubblica - ricercando un
socio di mestiere che sia in grado di far crescere il traffico passeggeri e di introdurre elementi
per il potenziamento delle attività cargo (creando sinergie con l’attività portuale e
terminalistica). Il modello a cui ci ispiriamo è quello messo in campo dalla Regione Campania
nel 1994 per lo scalo di Napoli Capodichino: ha proceduto esattamente in questa direzione con
l’ingresso del socio privato “ British Airport Autority” che ha consentito di triplicare il volume
degli scali passeggeri e merci.
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- 16 ECONOMIA DEL MARE
La programmazione dello Sviluppo Portuale è basilare per la Regione. Un sistema integrato dei
porti liguri è la strada da percorrere: un sistema che valorizzi e accresca le specializzazioni dei
singoli scali in un’ottica di programmazione e pianificazione per favorire l’integrazione con il
tessuto produttivo delle attività portuali e retroportuali.
• Genova è la città con il maggior retro-porto industriale al mondo a breve raggio, potenziale
vanificato dalla carenza delle infrastrutture ferroviarie sui 3 fronti (i) interni al porto, (ii) dello
smistamento, (iii) delle linee di collegamento verso Nord e verso Ponente;
• la movimentazione non è basata su tempi certi ma soggetta a rigidità ed inefficienze nella
movimentazione - orari rigidi, 15 giorni per sdoganare un container, scannerizzazione
containers insufficiente e de localizzata - con rallentamenti su tutto il traffico portuale: una
situazione incompatibile con le crescenti esigenze di un porto internazionale, a cui porre
rimedio;
• porti non idonei ad ospitare navi di dimensioni grandi, sia in termini di lunghezza che di
profondità: ad esempio la collocazione di Genova sul TEN 24 (Genova Rotterdam) e il
collegamento al corridoio 5 renderà ineludibile la necessità di ospitare navi di dimensioni
adeguate ai traffici di tutto il mondo;
• spostamento della diga foranea non più prorogabile;
• finora abbiamo assistito a interventi di breve respiro e non strategici. Quello di Genova è
l’unico porto al mondo senza piani di sviluppo definitivi a 10-20 anni;
• non esiste un autoparco con servizi per gli autotrasportatori: questo comporta la presenza di
automezzi fermi in varie località prive di basilari norme igieniche;
• occorre vigilare sull’andamento del mercato. La costruzione di navi da crociera è in una fase
di crescita: sulle sedici ordinate nel mondo, la metà sono state commissionate a Fincantieri .
Anche il comparto della costruzione di navi per la Marina Militare ha raggiunto notevoli livelli di
efficienza - sia a Riva Trigoso che al Muggiano - ma con la contrazione delle risorse pubbliche si
prefigura una possibile diminuzione delle attività;
• Sportello unico doganale – la facilitazione degli adempimenti fiscali è necessaria nel settore
dei trasporti internazionali. Come ente regione è urgente avviare tutte le sinergie possibili con
gli organi nazionali competenti affinché il controllo doganale non sia un impedimento.
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Ambiente e Protezione del Territorio
Basta politiche di sviluppo del territorio improvvisate. La Liguria è una terra fragile, resa ancor
più fragile da anni di mal governo in cui il dissesto idrogeologico non è stato considerato una
priorità.
Non solo tra l’alluvione del 2011 e quella del 2014 non sono stati avviati i lavori per la messa in
sicurezza delle zone a rischio - in Val Bisagno era possibile peraltro avviare i cantieri, non c’era
stata nessuna formale sospensiva del Tar. Ora si scopre che persino la sede stessa della
Protezione Civile non è a norma, è nella “zona rossa” per il rischio alluvionale. Tradotto: in caso
di emergenza la sala operativa potrebbe non essere in funzione perché non raggiungibile.
Quel che è grave è che non esiste un piano di trasferimento della sede della Protezione civile:
l’attuale giunta regionale non ha presentato un progetto. Persino la sede dell’emergenza
diventa un’emergenza. Il personale, per giunta, è sotto organico: sono attualmente operative
sei persone in tutto, divise in turni di tre, al posto delle sedici previste; al sabato e la domenica
la protezione civile è chiusa proprio per la carenza di personale, come se le alluvioni
risparmiassero i week end. Sono carenze organizzative su cui occorre immediatamente
intervenire.
Del resto, quando si parla di danni alluvionali non bisogna fermarsi a quelli più evidenti, che ci
hanno dato brutta notorietà a livello nazionale: anche gran parte della viabilità minore è stata
fortemente danneggiata. Attualmente non vi sono consistenti interventi di ripristino. I piccoli
comuni, senza più il sostegno delle Province, da soli non possono farcela.
Per rimediare a tutto questo proponiamo un Commissario Straordinario per il dissesto
idrogeologico con pieni poteri su tutta la Liguria.
Il Commissario dovrà individuare tutte le aree a rischio, indicare tipologia e tempistica degli
interventi di manutenzione da eseguire e specificare l'ente preposto a eseguirli. Il commissario
non dovrà essere giudice di sé stesso (come è accaduto con il Presidente della Regione
uscente).
Proponiamo di:
• impiegare i giovani disoccupati, attraverso cooperative o lavori socialmente utili, per la
manutenzione ordinaria dei fiumi e la pulizia delle caditoie e dei bacini di sfogo: un lavoro che
avrebbe, probabilmente, evitato l'alluvione di Sestri Ponente, in parte del Ferreggiano, di
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Vernazza e dell’ entroterra spezzino. Una proposta e un impegno che potrà incidere non poco
sul fronte occupazionale e creerebbe un circolo virtuoso in quanto il materiale ricavato sarebbe
riutilizzabile per il rinascimento delle spiagge;
• Presentare una precisa programmazione delle opere che dovranno essere eseguite a lungo
termine - scolmatori, rifacimento delle sponde, demolizioni di manufatti, ecc - e una definizione
esatta delle aree interessate;
• imporre vincoli edificatori a tutti i piani urbanistici, presenti e futuri. Il piano dovrebbe
sovraintendere a tutti gli altri piani regolatori ed essere vincolante.
In particolare risulta necessario:
• dare esecutività a quelle opere necessarie per evitare il ripetersi dei disastri, avendo anche il
coraggio – se necessario - di aprire contenziosi con il governo centrale;
• sostegno ai piccoli e medi Comuni per opere di pronto intervento per calamità;
• estensione su tutto il territorio regionale del numero telefonico unico per le emergenze;
• realizzazione di una Banca Dati Regionali dell’Insicurezza Territoriale.
È ormai improrogabile la messa in sicurezza dell’esistente. Oggi più che mai è necessario un
cambiamento di visuale, passando dal consumo alla cura del territorio. Un’occasione, se
sfruttata, per far nascere nuove opportunità lavorative e un nuovo rilancio per l’edilizia.
- 17 UNA VERA POLITICA SUI RIFIUTI
La Liguria non deve più essere fanalino di coda nella gestione dei rifiuti. Lavoreremo per
migliorare i servizi di raccolta differenziata e ridurremo i costi per i cittadini.
Basta con le odiose discariche a cielo aperto: la nostra Regione si doterà degli strumenti per
gestire al meglio i rifiuti e chiuderne il ciclo da sola, con un considerevole risparmio da parte
dei cittadini. E’ inaccettabile, per esempio, che oggi l’Amiu genovese spenda 120mila euro al
giorno per smaltire i rifiuti fuori regione - e, per contro, non abbia sufficienti operatori ecologici
per garantire la raccolta in tutti i quartieri della città.
Eppure, le tariffe pagate dai cittadini liguri sui rifiuti sono tra le più alte d’Italia, a fronte di una
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raccolta differenziata insufficiente e inefficace soprattutto nel capoluogo. Dove, appunto, il
Comune di Genova, negli ultimi anni, ha saputo solo lanciarsi in improbabili sperimentazioni
che non hanno minimamente variato la capacità dello stesso di raggiungere la quota di
differenziata prevista dalla Comunità Europea. La media globale di raccolta differenzia è ben al
di sotto di Nord e Centro Italia; mancano gli impianti per il trattamento della frazione organica
e per il recupero di energia.
La discarica di Scarpino - principale lascito mostruoso della sinistra genovese, un’emergenza
oltre che un costo per le generazioni future - dovrà essere chiusa definitivamente e potrà
essere utilizzata solo come localizzazione per realizzare un piccolo impianto necessario alla
«chiusura del ciclo dei rifiuti» - che riguarda la parte davvero marginale dei rifiuti. Tutte le
regioni italiane - tranne la Valle d’Aosta con 121.000 abitanti - hanno uno o più impianti per la
«chiusura del ciclo dei rifiuti». Tutti tranne la Liguria con la più grande discarica a cielo aperto
per l’indifferenziato.
Queste le proposte:
• riconoscere ai cittadini virtuosi una premio rispetto alla tariffa corrente;
• utilizzare impianti per bio massa e compostaggio validi in ogni parte del mondo, così come
mezzi di separazione e trattamento meccanico e biologico del rifiuto;
• copiare dalle regioni virtuose per fare spendere meno ai cittadini e chiudere definitivamente
le discariche a cielo aperto: il ciclo dei rifiuti deve essere chiuso in Liguria, non possiamo
pretendere che altri lo chiudano al posto nostro.
- 18 UNA RESPONSABILE POLITICA FINANZIARIA
L’attuale situazione finanziaria e patrimoniale della Regione è sempre più deteriorata. E’
aumentato il debito regionale e si è consumato quasi interamente il patrimonio. La pressione
fiscale sulle famiglie liguri è tra le più alte fra le Regioni italiane. La spesa sanitaria è fuori
controllo, assorbendo una quota sempre maggiore delle risorse regionali. La pressione fiscale è
superiore a quanto sarebbe necessario per coprire i disavanzi sanitari: ciò significa che le
famiglie sono tassate per finanziare una spesa regionale improduttiva.
La gestione della finanza regionale da parte della giunta Burlando è fortemente censurabile.
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Il bilancio non è un semplice documento contabile ma è il fondamento su cui costruire
concretamente le nostre politiche: dietro i numeri ci sono i valori che guidano le nostre azioni.
Sappiamo che, con l’imposizione fiscale, la Regione finanzia l’erogazione di servizi che il
mercato non sarebbe in grado di fornire in modo efficiente. Sappiamo anche che una eccessiva
pressione fiscale può ostacolare lo sviluppo. Riteniamo che l’imposizione fiscale debba essere
mantenuta al livello non superiore a quello che consente di finanziare i servizi ai cittadini
secondo standard di efficienza. Le risorse libere dovranno essere usate per rilanciare
l’economia della Liguria con serie politiche di investimento.
Obiettivi e politiche:
• meno tasse;
• meno burocrazia;
• più efficienza;
• maggiore libertà;
• maggiori opportunità per i cittadini-contribuenti di controllare da vicino come vengono spese
le risorse.
Proposte di intervento
Vogliamo attuare una gestione della finanza pubblica della Regione attenta e responsabile
attraverso una politica di rigore, di razionalizzazione e di riduzione delle inefficienze.
La nuova autonomia tributaria regionale, cardine dell’autonomia finanziaria, dovrà essere
utilizzata per:
• commisurare l’entità del prelievo alla qualità e quantità dei servizi erogati dalla Regione;
• contenere la pressione fiscale, cogliendo gli effetti di una politica della spesa rigorosa ed
efficiente e gli effetti dell’auspicato rilancio dell’economia ligure;
• impiegare gli strumenti fiscali disponibili - l’Irap in particolare - in modo selettivo,
introducendo agevolazioni - attraverso riduzioni d’imposta - mirate - per mirati settori
produttivi o categorie di soggetti;
• costruire politiche per i frontalieri, la Regione deve tutelarli come avviene nel resto d'Italia.
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Riteniamo utile, a questo proposito, avere un assessore con deleghe specifiche al rapporto con
i lavoratori frontalieri. Fondamentali i "bonus" per questi lavoratori e per le loro famiglie.
È comunque necessario che il nuovo Governo regionale svolga un ruolo attivo e di
programmazione specialmente presso la Conferenza Stato-Regioni, affinché:
• sia assicurata maggiore certezza di risorse nel medio termine per il finanziamento della spesa
regionale - spesa sanitaria;
• sia assicurata una reale autonomia fiscale regionale che consenta effettivamente l’impiego
selettivo dei tributi regionali - Irap, addizionale Irpef, etc. - , per consentire una più piena
politica fiscale regionale a sostegno dello sviluppo;
• defiscalizzare gli investimenti per le attività turistiche e per le nuove aziende giovanili;
La copertura finanziaria per la riduzione della pressione fiscale proposta può essere recuperata
riducendo:
• le spese per il funzionamento del consiglio regionale, anche a seguito della riduzione del
numero dei consiglieri da 40 a 30;
• le spese di funzionamento - 1 milione e mezzo il costo attuale, può essere ridotto del 10%;
• riduzione del numero delle direzioni generali - attualmente sono 9, con un costo di 450mila
euro, possono essere ridotte a 6;
• spese per consulenze, studi, indagini e sperimentazioni - gli attuali 9 milioni di spesa possono
essere ridotti;
In relazione al debito è molto urgente intervenire al fine di riportare sotto controllo l’alto
indebitamento regionale e contenerne gli oneri senza ricorrere a pericolosi strumenti di finanza
derivata bensì aumentando l’efficienza della gestione.
La Liguria ha bisogno di lavoro, solidarietà, futuro e fiducia. La Liguria chiede un cambiamento.
L’occasione di fine maggio è fondamentale. È il momento per cambiare passo. Per dare una
scossa. Per avviare il cambiamento.
In giro per la Liguria ho incontrato tanta gente che guarda al futuro con speranza. Questi 10
anni di malgoverno hanno fermato la Liguria. Troppo poco è stato fatto per una terra che è da
sempre, nella sua storia, uno dei pilastri del Nord e dell’Italia.
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Noi vogliamo cambiare il modo di fare. Costruire una nuova Liguria. Quella che meritano da
sempre i Liguri. Per questo mi sono candidato alla guida della Regione. Perché credo in questa
terra, nelle sue possibilità e nella sua gente. E con i Liguri voglio costruire una nuova Liguria.
Vota per te, cambiamo insieme.
Giovanni Toti
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