DANAE
Distribuzione Autonoma Nazionale Autori Esordienti
IIll CCaattaallooggoo ddeeii LLiibbrrii D
DAANNAAEE
ROMANZI,
NARRATIVA,
RACCONTI
L'esistenza di due donne, attraverso un secolo di storia
..perché
non lasci
che qualche volta
di Maria Cristina Fedrigotti ti chieda
Proposte Editoriali
"a cosa stai pensando?"
Narrativa
senza rispondermi
136 pag. - Euro: 7,74
necessariamente
ISBN: 88-87431-23-X
"Cazzi miei"?
A cosa stai
pensando?
Recensione a cura di Gianpietro Scalia
La storia narrata scava nella psicologia femminile attraverso un periodo di quasi cento anni,
arrivando fino ai nostri giorni, e prende come pretesto il mondo di due figure femminili, nonna e
nipote, collegate tra loro da un legame talmente labile ed etereo da ricordare inevitabilmente la
cedevolezza dei rapporti umani quando si dissolvono tra le pieghe del tempo. La prima parte
viene narrata per frammenti, e la storia si ricostruisce nella mente del lettore attraverso brevi
riflessioni e piccoli ritratti di vita familiare. Nella seconda parte, invece, la narrazione è affidata a
vari personaggi. Le figure femminili vengono tracciate "da fuori" e mostrano in questo modo
molte delle proprie sfaccettature, lasciando però intuire che ce ne sono tante altre: allora tra le
intuizioni della storia resta al lettore il desiderio di completare a proprio piacimento e nella
massima libertà la vita del romanzo, abbandonandosi sugli stessi ritmi e sulla stessa
commozione per niente nostalgica o buonista. Una storia essenziale e crudele come la vita,
che sa far divertire e commuovere in ogni pagina in maniera diversa. Ci vuol poco per
innamorarsene: il tempo di leggere il libro, sentire l'intenerimento del tempo che scorre e
riscoprirsi felici d'esser vivi, anche se la vita riserva inevitabilmente tanta sofferenza.
"A che cosa stai pensando?" è un romanzo profondo e carico di significati, che però non si
abbandona mai al facile sentimentalismo, anzi, soprattutto nella seconda parte, è scritto con
una leggera vena ironica. I personaggi si dipanano sotto gli occhi del lettore, come se fosse lo
stesso lettore a tracciarli mentre legge, ed alla fine appaiono completi, veri e forti. C'è tanta
musica in ogni pagina e una costruzione perfetta; anche alcune decisioni particolari ed originali,
come per esempio quella di cambiare totalmente registro tra la prima e la seconda parte del
libro: potrebbe apparire sconcertante, ma è così anche la vita che, col fluire del tempo, cambia
così tanto da non sembrare più la stessa vita o la stessa storia che pure continua,
ininterrottamente, per sempre.
Maria Cristina Fedrigotti è nata a Pieve di Ledro (Trento) nel
1946. Vive a Milano. Con questa opera narrativa ha vinto la
prima edizione del premio "Elsa Morante", nell'ottobre 2000.
«Amor che move il sole e l'altre stelle»
Abelard
Solo per amore
di Orsetta Borghero
Tabula Fati
Romanzo
48 pagine
Euro: 4,50
ISBN: 88-7475-027-7
Non sai quant'è difficile
cominciare a scrivere
una lettera,
desiderando
così fortemente
che sia la più bella
mai scritta per qualcuno.
Il tuo amore mi ha
cambiato la vita.
Fin da bambina ti ho
desiderato.
Fin da bambina sapevo
in cuor mio
che eri già nato,
dovevo soltanto cercarti.
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Questo breve libro è un'appassionata e appassionante dichiarazione d'amore di
una donna a un uomo. Non se ne fa mai cenno, ma forse la chiave di lettura sta
proprio nel titolo: come non collegare a quell'Abelardo la sua Eloisa, come non
ripensare alla struggente Historia calamitatum e a un amore tragico e
impossibile, dov'è la lontananza a dettare le parole più appassionate?
Improvviso, l'amore ci entra dentro, finisce l'inverno, usciamo dal labirinto di
specchi in cui siamo imprigionati e che riflette soltanto noi stessi, per aprirci
verso un altro, verso l'Altro. Ma quanto può durare? Un attimo, un anno, una
vita? È difficile il perdurare di un amore ricambiato. Così, è quasi ineluttabile,
ogni donna è una Penelope che deve rassegnarsi ad aspettare il suo Ulisse, che
è andato a conoscere il mondo e non sa che la libertà vera è tornare al punto da
cui si è partiti, chiudere il cerchio, respirare l'odore rassicurante delle mura della
città. Se questo accadrà, Penelope sarà pronta anche dopo cent'anni, e "avrà le
mani che porteranno il profumo dei limoni e delle piante di timo dell'isola". Se,
invece, questo non dovesse accadere, resterà in chi ha amato, preziosa e
inattaccabile, la memoria dell'amore. Perché il miracolo è amare, molto più che
essere amati.
Orsetta Borghero nasce a Rovigo. Ha frequentato i corsi della "BSMT School of
Musical" di Bologna, la "School of Arts" per attori di Oxford ed ha lavorato per la
televisione, il teatro e il cinema.
Per dovere di recensione, segnaliamo che la citazione dantesca, in quarta di copertina,
contiene un'inesattezza.
Come cresce oggi un uomo di nome Adamo
Adamo
di Marco Liber
Edizioni Kairos
Romanzo
200 pag. - Euro: 14,00
ISBN: 978-88-95233-26-0
...E' la prima volta
che mi sento
veramente antagonista
di mio padre [...].
Finora
lo avevo considerato
perfetto,
proprio come un dio
Recensione a cura di Gianluca Griziotti
I pensieri di un maschio e i pensieri degli altri: del padre che l'ha creato e voluto
a sua immagine, dell'amico e delle donne che lo circondano e lo desiderano.
Adamo, il protagonista, cresce davanti al lettore, attraverso le sue riflessioni su di
sé e sulle persone che gli sono accanto. Sono i pensieri e le emozioni profonde a
dialogare tra loro, in un silenzio pieno di verità non riferibili. Ecco il segreto di
questo romanzo che Marco Liber costruisce aspirando alla conoscenza dei
rapporti umani come pieno svelamento di attese e delusioni reciproche: solo
nelle pagine di un libro si può realizzare questa intrusione nell'altro, che
troveremmo insopportabile nella realtà.
Questa ricerca della sincerità non è solo formale, ma porta con sé dei contenuti,
come lo schietto e irrisolto disagio (è certamente politically uncorrect la sua
affermazione pubblica) dell'uomo tradizionale davanti al rivoluzionario
atteggiamento femminile post Sessantotto.
Adamo è la biografia psicologica di un giovane plasmato dalle regole e dai tabù
del Mezzogiorno, che matura mentre si adatta con dubbi e difficoltà all'epoca
nuova: la formazione di questo adulto ha inizio con la naturale conoscenza del
padre come uomo e la sua conseguente caduta come dio, transita
dall'esperienza di sé come maschio desiderato alla illimitata ricerca del piacere e
approda alla libertà come scelta consapevole, quando una donna, Eva, entra
nella sua vita e lo tratta come suo pari.
Marco Liber, nome d'arte, ha affiancato alla sua vita da libero professionista, la
passione per la letteratura, a cui si è dedicato anche scrivendo racconti e poesie.
Ha collaborato negli anni Ottanta alla pagina culturale del "Corriere dell'Irpinia" e
alla rivista di critica cinematografica "L'altro cinema". Ha anche trasposto su
pellicola alcune piccole storie ed ha creato documentari insieme agli amici del
Cine Club di Avellino. "Adamo" è il suo secondo libro ammesso nel catalogo
DANAE, che va quindi ad affiancare il precedente "Un uomo normale".
Alla ricerca di un tempo appena perduto
Agnese
di Giovanni Buzi
Tabula Fati
Romanzo
184 pagine
Euro: 9,00
ISBN: 88-7475-078-1
Rettangoli di carta
ingialliti,
fragili fra le dita.
Profumati dell'odore
che solo il tempo
sa lasciare...
Tracce di voli,
giornate assolate.
Eterne primavere.
Recensione a cura di Bruna Nizzola
Agnese è un libro di memoria nel quale, però, l'autore riesce a superare quello
che fu definito "il limite italiano" di una certa narrativa, la vocazione all'idillio, alla
memoria, appunto, all'autobiografia, per arrivare alla cronaca reale, alla storia,
quella di una generazione: gli anni di "Carosello".
Superati, ormai, gli affanni di un lungo dopoguerra, gli italiani, compresi gli
abitanti del paese natio dell'autore, s'affacciano cautamente al mondo del
benessere, del "consumismo". Ne fanno fede motorini e seicento, certe pretese
d'eleganza dell'abbigliamento femminile e il già marcato predominio della
televisione nella vita quotidiana.
Il ricordo della madre, cuore del racconto, s'allarga alla rievocazione della vita del
borgo e dei suoi abitanti. Ne esce un vivace affresco di figure, sveltamente
ritratte, che ritmano il colloquio dello scrittore con la sua memoria.
Il tutto viene espresso con un divertente "lessico familiare" rivelatore della
bonaria arguzia, del gusto per lo scherzo che accompagnavano i tempi ancora
semplici della vita paesana. Poi ci sono i temi intrecciati dei colorati paesaggi
naturali, (l'autore non può che essere anche pittore) con i paesaggi interiori di un
animo infantile.
L'intera narrazione, in realtà, trascolora dal fatto raccontato all'intimità del sentire,
delle emozioni, per arrivare e concludersi, con pudore delicato, nell'impatto,
inevitabile per tutti, con il dolore. E' proprio la possibilità, per ciascuno di noi, di
ritrovarsi in questa storia che la rende interessante e gradevolmente fruibile alla
lettura.
Giovanni Buzi nato a Vignarello (VT) nel 1961, è scomparso nel 2010 dopo una
lunga lotta contro il cancro. Pittore, scrittore, laureato in Storia dell'arte
contemporanea ed insegnante, Buzi era prima di tutto un essere libero, creativo e
amante. Tra le sue pubblicazioni i romanzi Faemines (Roma 1999) e Il Giardino dei
Principi (Bolsena 2000), il saggio William Turner in Etruria (Bolsena 2004), le raccolte
di novelle Fluorescenze (Viterbo 2004) e Sesso, orrore e fantasia (Bolsena 2005).
Sei il mio amore, e tutta la mia vita
All'ombra di Matilde
di Vittorio Aghemo
Angolo Manzoni
Romanzo
175 pag. - Euro: 10,00
ISBN: 88-88838-11-2
Il rumore secco del
badile, che picchiava
sulla terra dura per il
gelo, mi rimbombava
nelle orecchie.
Ero in piedi con il capo
reclinato e con gli occhi
guardavo
dal basso in su;
mi appoggiavo con la
schiena alle gambe di
mio padre.
Avevo dieci anni.
Mia madre, Matilde,
stava sotto quella terra,
presa a badilate.
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Il piccolo Cinto è nato "non perfetto", come dice la gente, ma subito diventa l'unico grande
amore di sua madre, Matilde, che ne è "ferocemente orgogliosa" e che, in un mondo
rurale dove contano soprattutto le buone braccia per lavorare, respinge con fierezza chi le
consiglia di abbandonarlo e, in segreto, gli insegna a leggere, a giocare. Il piccolo Cinto la
adora e, quando Matilde muore, si ritrova solo, abbandonato, in balia di un mondo che
sembra rifiutarlo a ogni passo.
Inizia così un percorso di formazione lungo e doloroso, che porta il giovane Cinto,
costretto a lavorare nonostante le sue infermità, in contatto con una grande opportunità:
un dottore di cui ha l'incarico di spolverare la biblioteca scopre che il ragazzo sa leggere
ed è avido di apprendere, e diventa suo complice, aiutandolo a formarsi delle buone basi
culturali. Ma la morte è ancora una volta in agguato, e Cinto sarà di nuovo solo, con i suoi
problemi e con Matilde, che lo accompagnerà per tutta la vita, attraverso il ricordo o la
presenza nei suoi sogni.
La vita lunga e piena di avventure di Cinto si conclude in una "casa protetta", ed accanto a
lui ci sarà ancora una figura femminile, Rosa, una vecchia con un cuore ingenuo di
ragazzina, e dentro mille sofferenze, nel quale Cinto riuscirà a specchiarsi.
E' un bel romanzo, questo di Vittorio Aghemo, con una struttura dialogica e leggera,
giocato tra presente e passato, con un'ambientazione ridotta ai minimi termini per non
appesantire le parole, la riflessione sulla vita - e sulla morte - e il messaggio, che invece
pesa come una pietra: l'uomo è legato alla catena del male e del bene, e possiede
un'unica, terribile certezza.
Vittorio Aghemo è nato a Torino nel 1948. Laureato in Scienze
Politiche, è attualmente Responsabile Credito per la Confesercenti,
studioso di politica e appassionato studioso della Bibbia, sua principale
fonte di ispirazione letteraria.
L’imperialismo dell’amore non conosce categorie
Anche un uomo
di Gian Luca M. Loncrini
Alberti & C. Edizioni
Romanzo
302 pag. - Euro: 24.00
ISBN: 978-88-89664-43-8
Proprio tu,
che venero
come un dio
senza
nemmeno sapere
che cosa sia
un dio
e che cosa
significhi
amare.
Recensione a cura di Luisa Morgante
L’amore familiare, la forte affezione al proprio mondo e il particolarissimo sentimento
per gli amici, nell’anima di Paolo coesistono con la naturale complicatezza con cui
tutti i bambini vivono le proprie emozioni durante la crescita. Il tono e lo stile del testo
coinvolgono il lettore in un territorio altro che è il mondo fanciullo visitato con gli occhi
curiosi di un bambino particolarmente sensibile. Le piccole manie e le ossessioni
escono dal testo accompagnando un cammino adolescenziale che si aprirà al mondo
adulto con una consapevolezza diversa perché ferita e insieme rafforzata dagli
eventi.
Il viaggio: la partenza e il ritorno, il perdersi e il ritrovarsi rappresentano bene la
metafora testuale che è metafora della vita. Paolo parte e torna più volte dentro e
fuori sé stesso seguendo il proprio flusso vitale e lasciando che l’ esistenza si disegni
da sé utilizzando tutte le sfumature del cuore che la famiglia gli ha insegnato a
cogliere.
Un giovane uomo o un uomo ancora troppo fanciullo?
Al termine del viaggio Paolo avrà iniziato a comprendere alcune cose, si accorgerà
che altre erano sempre state chiare anche se non esplicite, molte ancora saranno
comunque da capire: ciò che ruota attorno all’amore, quello puro che comprende
senza chiedere, che si accontenta anche di non penetrare la verità, perché è nella
scoperta semplice e continua l’essenza dell’inesauribile senso di Amore.
Gian Luca Mario Loncrini nasce a Caprino Veronese
nel 1971. Scrittore e saggista, si laurea in Lingue e
Letterature straniere presso l’Università degli Studi di
Verona e, in seguito, frequenta anche un corso post
laurea in Giornalismo Economico. Attualmente vive tra
Verona, Copenhagen e Florianópolis in Brasile. Nel
2007 è stato pubblicato il suo primo romanzo, Anche
un uomo. Nella primavera del 2008, invece, ha visto la
luce la sua seconda fatica letteraria, Saudade,
presente anch'essa nel nostro catalogo.
Quasi un romanzo, più di un romanzo
Andrai e tornerai
di Umberto Castagna
GRAUS Editore
Romanzo
222 pag. - Euro: 10,00
ISBN: 978-88-8346-194-1
La vita
è un mistero
troppo grande
per correre
dietro ai perché.
Non ce n'e' tempo,
finisce prima
che rispondiamo
a una sola domanda.
Recensione a di Bruna Nizzola
“Andrai e tornerai” è un libro speciale, innanzi tutto per l’offerta stupefacente di cultura:
una cultura non esibita, ma interiorizzata, parte integrante di una persona nella
compiutezza del suo essere. Qui il sapere è filosofia, autentica scienza di vita, ed è fede e
religiosità pura. La sacralità del Divino è pregnante in ogni pagina, scevra d’ogni
conformismo bigotto. La religione, nello scritto di Umberto Castagna, è intima e sofferta
aspirazione alla Verità, all’Assoluto, accompagnata, al contempo, dall’umile accettazione
della fragilità umana.
Il vero protagonista del racconto è, infatti, l’uomo nelle sue passioni, nei limiti, nelle
debolezze come nella forza che lo porta a intuire quale possa essere il profondo
significato del vivere, inteso come armonioso compenetrarsi di tutte le sue potenzialità e
non ristretto unicamente a un totalizzante sacrificio. Se è pur vero che la vita stessa, nel
suo tortuoso cammino, c’impone scelte inevitabili e che ogni scelta comporta una rinuncia,
spesso dolorosa, è altrettanto certo che nella libertà di scegliere sta la dignità dell’uomo.
L’Autore ci conduce lungo l’accidentato percorso verso la coscienza di sé, in un alternarsi
di dubbi e ripensamenti, di partenze e ritorni. Attraverso immagini, suoni, odori di luoghi
incantevoli, veri paesaggi dell’anima, riscopre le vicende tristi e liete della fanciullezza e
della giovinezza. Rivivono nella narrazione scampoli di storia, riconoscibile dai lettori
anziani che l’hanno vissuta e fruibile anche dai giovani che l’hanno sentita raccontare. Vi
si potranno cogliere insieme il saggio disincanto dell’età senile come le verdi speranze
della gioventù.
La lettura è piacevole e coinvolgente per un narrare pacato e profondo nell’intima
corrispondenza fra parole e moti dell’animo, fra significanti e significati e che sa proporsi
anche con tocchi magistrali di bonaria ironia. Il “Quasi un romanzo” di Umberto Castagna
è, in realtà, più che un romanzo. E’ un libro da leggere e rileggere per meditare.
Umberto Castagna è nato a Siracusa. Laureato in Lettere Moderne e diplomato in giornalismo
e radiofonia, ha insegnato materie letterarie. Alla sua grande passione per la storia ha dato un
indirizzo preciso: la ricerca su personaggi ed eventi della storia religiosa, concretizzata in
numerose biografie e saggi storici: Le grotte del Paradiso (1961), La roccia e lo spirito (1967),
La parola è seme (1997), L’ultimo principe (1998), Lo sguardo nel futuro (2005), La cattedra a
rotelle (2005), Nera fonte di luce (2007). Andrai e tornerai è invece il suo primo romanzo.
Un cuore, due ali
Angeli Tristi
di Alfredo Buttafarro
Edizioni La Feluca
Romanzo
146 pag. - Euro: 14.00
ISBN: 978-88-9635-809-2
Non erano lì per lui.
Non gli avrebbero
fatto del male.
Non lo sapeva
ancora,
ma avevano già
lasciato
un segno indelebile
e avrebbero
condizionato
la sua vita futura.
Recensione a cura di Consuelo Taccani
Il libro di Alfredo Buttafarro proietta il lettore nella realtà dolorosa e incerta della
malattia dove però rimane sempre aperta la porta della speranza grazie all’intervento
di angeli tristi, “presenze” la cui esistenza viene inizialmente solo avvertita.
Carlo Mauri, medico cardiologo dedito al lavoro e alla famiglia, governa la fatica e la
responsabilità della propria professione e le esigenze di moglie e figli. In
un’alternanza di ricordi d’infanzia e racconti della giovinezza emerge la sensibilità di
Carlo a cogliere l’esistenza di entità misteriose, che impongono la loro leggera e
salvifica presenza in tutte quelle circostanze in cui paura e incertezza accompagnano
il profumo amaro della morte, ma, prima che lo stesso si appropri della vita dei suoi
pazienti, prima che il cuore smetta di pulsare, ecco che all’anima non è concesso di
oltrepassare quel confine che pone il limite tra la vita e la morte e l’aldilà, seppur
avvertito, viene disatteso.
Una storia che induce il lettore a riflettere sul valore dell’esistenza e sulla sua stessa
evanescenza; sembra interrogare il destinatario del suo libro (in verità, ognuno di noi
potrebbe esserne coprotagonista) sulla imprescindibilità della morte, la forza della
vita e l’indissolubilità del legame affettivo; sembra sussurrargli quanto sia potente la
leggerezza della vita, come due ali possano sostenerla, come angeli tristi possano
proteggerla e diventarne custodi, prima che il sapore dell’aldilà seduca e induca a
desiderare la morte. La lettura si rivela piacevole, coinvolgente, a tratti poetica e
nonostante il tema acre, la narrazione, delicatamente trattata, diventa luminosa,
dedicando a ognuno di noi un pensiero di speranza perché nessuno deve smettere di
credere nella vita, che è prima di tutto amore.
Alfredo Buttafarro nasce a Messina nel 1949. Dopo una Laurea in Medicina e Chirurgia e la
specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, lavora come dirigente presso un
reparto ospedaliero per circa trenta anni. Direttore responsabile di una rivista medica, pubblica
svariati lavori scientifici su riviste sia nazionali che internazionali. Scrive anche musiche e testi
di canzoni. L’opera “Angeli tristi” ebbe una prima edizione nel 2008 con “Il filo” e ora riproposta
da “La Feluca Edizioni”. Nel 2009 pubblica la raccolta di poesie “Parole senza musica” e il
romanzo “Aquilara” editi anch'essi da “La Feluca Edizioni”; l’anno dopo il romanzo “La casa di
Natale Ordì”.
Un grande amore ha sempre due protagonisti
Barbarella
Il grande romanzo
d'amore di Barbara
Leoni e Gabriele
d'Annunzio
di Gabriele T. Oppo
Tabula Fati
Romanzo Biografico
384 pagine
Euro: 14,00
ISBN: 88-7475-004-8
Barbara
restò in quella
statuaria nudità
con il petto mosso
da un respiro lieve:
poi,
con un gesto aggraziato
si tolse gli anelli,
che erano molti
e lucenti,
e li sparse
a fianco del letto.
Recensione a cura di Alessandro Falco
Storia minore è quella che non coinvolge i grandi personaggi, e
redige la biografia di persone che non hanno cambiato la storia con
i loro comportamenti.
Elvira Natalia Fraternali, ribattezzata Barbarella dal focoso
D'Annunzio che passerà alla storia con l'epico appellativo di Divin
Vate, non ha prodotto letteratura di successo, forse la ha ispirata;
non ha compiuto azioni spettacolari, ma ha espresso una affettività
sincera e disinteressata fornendo esempio di umana semplicità.
Questo libro analizza la figura di una donna profondamente onesta,
coinvolta in una passione che secondo i dettami del suo tempo,
onesta non avrebbe potuto essere definita. Più l'autore ci svela i
risvolti dell'amore di Barbarella, più si ridimensiona l'afflato e la
statura di D'Annunzio, poeta e uomo pubblico di spicco, ma ridotto
a piccolo opportunista nel privato, forse preda egli stesso
dell'incontinenza delle proprie passioni. Attraverso la riproposizione
di poesie e lettere, l'autore ripercorre la vita di entrambi e riporta
alla luce i valori che erano rimasti ingiustamente offuscati.
Gabriele Tristano Oppo è nato a Oristano dove ha trascorso gran parte
della sua fanciullezza. Si è laureato in Medicina e Chirurgia all'Università
di Cagliari e si è specializzato in Ostetricia e Ginecologia. Risiede ad
Arezzo dal 1975. Tra le sue opere di narrativa, ricordiamo Poker di donne
(1997), Il rischio di amare (1998), presente in questo catalogo, e Una
donna tra due divise (2002).
Un racconto di viaggio che diventa romanzo
per tornare a essere un viaggio...
Blue Light Lisboa
di Alessandro Angeli
Prospettiva Editrice
Narrativa
115 pag. - Euro: 8,00
ISBN: 88-7418-121-3
Non voglio
conquistare il mondo.
Voglio solo il mio posto
e da lì eclissarmi,
se credo.
La realtà è qui attorno,
tra questi tavoli,
nella faccia da struzzo
del tipo vicino a me.
La realtà la tocchi,
la vedi,
eppure sentili i filosofi:
Il tempo non esiste!
Recensione a cura di Alessandro Falco
L'io narrante appronta lo scenario in prima persona, lo colorisce con impressioni soffuse,
lo ammanta di nostalgia, ed avvia l'azione regolata ad un tempo lento, pigro e sfibrato.
Antoine e Bella, i due personaggi tratteggiati con essenzialità, lo animano con le loro
sensazioni fisiche, passioni forse intense ma opacizzate da una rassegnazione laica, da
un abbandono rilassato e nichilista, da un soggiacere acritico alle seduzioni esterne.
Lisbona e Maputo, infanzia e maturità, convivenza e solitudine, passato ed attualità, sono
immerse come strofe di una ermetica canzone in un una musica antica, in un fado
portoghese che è il linguaggio dei vinti, dei conquistati, degli schiavi.
Non c'è attualità nella Lisbona internazionale, non c'è sofferenza nell'Africa violentata, non
c'è rivalsa nelle voglie dei giovani, l'amore si afferma come valore senza confini, ma non
rende meno inesorabile il quotidiano, né suggerisce speranze per un più responsabile
avvenire.
Il "blue Light" di Lisbona, questo turchino soffuso, od altrettanto impalpabile e
generalizzata tristezza, avvolge persone, cose, tempo e spazio in una nuvola irreale che
coinvolge i lettori, considerati capaci di entrarci appieno, seguire le indicazioni dell'autore
e perdersi poi in considerazioni personali da questi suggerite.
Gli inserti poetici, più che stimolare alla necessità di comprensione del testo, scandiscono
col ritmo della metrica i concetti esposti dalla prosa e costituiscono, insieme con essa, il
mosaico di versi e periodi colorati nell'unica, ovattata tonalità: l'azzurro lieve.
Alessandro Angeli è nato a Roma nel 1972, ma vive e lavora a
Grosseto come operatore sociale; nel frattempo, si sta laureando in
lettere moderne con una tesi sul cinema di Matteo Garrone. Blue Light
Lisboa è il suo primo romanzo, ma ne ha già un secondo in corso di
pubblicazione.
Una storia speciale per una donna qualunque
Carlotta
C'è posta anche per me
di Bruna Nizzola
Edizioni CAAD-Gierut
Romanzo
108 pag. - Euro: 10.00
ISBN: 88-90277-45-0
Carlotta
aveva ritrovato
il suo Gigi
e lungo i fili sottili
dei ricordi comuni,
portati così spesso
ad intrecciarsi
in un’unica trama
dai giochi divertiti
e incomprensibili
di un ignoto
tessitore,
aveva rilevato
tracce d’antichi
sogni.
Recensione a cura di Maria Luna Genzano
Carlotta è il racconto di una donna, della sua storia e delle sue emozioni.
Sullo sfondo delle tragedie di un’Italia martoriata dalla guerra, con le sue bombe, i suoi
massacri, gli orrori e la povertà, si snoda la vicenda di Carlotta, una bimba qualunque, che
si affaccia alla vita, portando con sé paure, ansie e sogni.
Il cammino della vita porterà la protagonista da un’infanzia spensierata ad una maturità
difficile, e solo l’amicizia e il calore dei ricordi, che essa riesce a suscitare, farà riaffiorare,
in un percorso a ritroso, speranze ormai credute perse. I frammenti di quella sua vita, che
l’abbandono, le rinunce e i tanti dolori le avevano fatto sembrare inutile, si ricompongono,
quando un nuovo senso di appartenenza, di calore e familiarità le pone innanzi rinnovate
certezze.
E’ Gigi il custode dei sogni di Carlotta, è il ricordo del rassicurante abbraccio della nonna,
è il profumo di un’età di spensieratezza e di ingenuità.
Amico di un felice passato, è il deus ex-machina che permette la stessa narrazione,
quando l’amicizia ritrovata riesce a restituire a Carlotta un pezzo della propria storia,
sottraendo all’ingiustizia dell’oblio una vita intera.
Un racconto semplice che emoziona e fa riflettere, ricordandoci che i sentimenti possono
restituire più di quello che la vita a volte ruba.
Un affresco sensibile e profondo di un’epoca difficile, in cui la storia di una donna
qualunque diviene speciale grazie alla sensibile penna dell’autrice.
Bruna Nizzola è nata a Desenzano sul Garda nel 1935. Per lungo
tempo ha insegnato nelle Scuole Pubbliche: apprezzata pittrice,
appassionata di musica, letteratura, filosofia e psicologia, ha vissuto a
Desenzano, Borgoforte e Mantova; attualmente risiede a Torre del Lago
Puccini. La Nizzola è tra gli Autori più presenti nel catalogo DANAE che,
accanto a questo volume, annovera anche Il dubbio e altri racconti, La
vita semplice, La ribollita, e Sinite parvulos.
Accettiamo solo quello che non possiamo cambiare
Che cosa stai
aspettando!
di Lu Paer
Edizioni EEE-Book
Romanzo
136 pag. - Euro: 12.00
ISBN: 978-88-6690-098-6
Cosa stai aspettando!”
è un invito
per tutte le persone
che almeno una volta
nella vita
si sono sentite
senza scampo,
distrutte,
finite.
Recensione a cura della Redazione DANAE
Questa è la storia vera, ma raccontata in forma di romanzo, di una
donna che, dopo un’infanzia in cui si è sentita poco amata, vive
un’adolescenza tormentata, alla ricerca spasmodica di emozioni,
attraverso il cibo, gli amori difficili, l’alcol e i farmaci, quasi fino
all’autodistruzione. Poi, ecco la rinascita: dimagrisce di trenta chili, e
decide di risolvere i suoi problemi economici lavorando come
“accompagnatrice” per un’agenzia.
Un giorno, finalmente, incontrerà un uomo che la costringerà a
guardarsi dentro. Ma non è l a classica storia “rosa”...
Co-protagonisti di questo romanzo sono cani, cavalli ed altri animali
che l’autrice accoglie nella casa dove vive, in mezzo ai boschi. Sono
loro che l’hanno aiutata a sollevarsi dalle tante cadute di una vita
vissuta spesso al limite. Gli animali selvatici, in particolare, le hanno
sovente portato dei messaggi, con una verità e una puntualità che
l’hanno lasciata allibita.
Questa è la storia di un riscatto, di una donna che ha voluto
riconquistare il dominio della propria vita, attraverso un percorso
singolare, che ha richiesto sincerità e coraggio.
I proventi dalla vendita di questo libro sono destinati ad alcune
associazioni animaliste, elencate nel libro stesso, che mettono in atto
progetti in difesa degli animali.
Lu Paer è, ovviamente, uno pseudonimo; l’Autrice è nata agli inizi
degli anni '60 e scrive da sempre.
In questo mondo difficile, che c'è di meglio di un santo tutto per
noi?
Comprare un santo
di Ettore Masina
O.G.E. Editore
Romanzo
190 pagine
Euro: 15,00
ISBN: 8-88-9834-01-3
Quel santo
- san Fermo martire fino a poco tempo fa
se ne stava confuso
fra tanti scheletri,
in una delle cento
catacombe romane,
quasi attendendo un
richiamo.
E un giorno
la Provvidenza
ha spinto Marogne a
cercarlo, a dirgli,
come a un padre che
torna a casa dopo tanti
anni di peripezie e si
guarda intorno smarrito:
«Siamo noi,
siamo noi i tuoi figli».
Recensione di Bruna Nizzola
Narrativa d’Autore, Autore con l’iniziale maiuscola, è quella di Ettore Masina che, con una
prosa fluida, moderna, da “penna facile”, accompagna il lettore attraverso una vicenda
ambientata nel 1700.
Una felice caratterizzazione dei personaggi li fa conoscere in modo così diretto che
sembra, quasi, di poterli trovare nel contemporaneo di certe atmosfere paesane, in taluni
ambienti chiusi, tuttora, a distanza di secoli, incontaminati dai “lumi” che non avevano
certo valicato la soglia di coscienza dei settecenteschi protagonisti. Vien da pensare
all’attualità della voglia di Santi e di miracoli.
L’intenzione storiografica, attenta e documentata, sembra diventare protesta, perché
sposa la storia e la cronaca vissute dagli umili, dai vinti, dagli emarginati e bolla,
riconoscendolo, il conformismo religioso come quello moralistico: aspetto della tradizione
italiana negligentemente aggrappata alla retorica del “mito”. Così la Roma dei Papi è
presentata, non già nelle magnificenze dei suoi fasti, nella glorificazione dei potenti,
nell’enfatica celebrazione del “sacro”, ma, con immagini crude e veritiere, nella fragilità,
nell’ambiguità e negli umani, peccaminosi errori del “profano”.
La narrazione è condotta con caustica ironia e con un’arguzia da “pasquinate”.
L’elan principe del racconto è, a mio parere, il senso della pietas, il com-patire le
sofferenze, le ingiustizie, le miserie che, in ogni epoca, accompagnano il cammino
dell’uomo; senso che dà ampiamente la misura della “cifra” umana dell’autore.
Ettore Masina noto giornalista Rai, deputato al Parlamento tra il
1983 e il 1992, non ha bisogno di presentazioni. È autore di numerosi
romanzi, tra cui "Il ferro e il miele" (Rusconi, 1983) e di una biografia
di monsignor Romero, "L'arcivescovo deve morire" (Gruppo Abele,
1995). Nel 1998 gli è stato attribuito il premio giornalistico «Colomba
d'oro per la pace».
Milano - Amsterdam: tre persone, in viaggio alla ricerca di se stesse
Elisa Petters
padre olandese,
madre di Como,
a Milano per studiare
di Manfredi Rimbotti
EdiGio'
Romanzo
224 pag. - Euro: 13,50
ISBN: 88-6205-029-6
“Ok, lo ammetto,
non era la prima volta
che io e Francesco
facevamo quel viaggio.
Era già successo:
io, lui e una ragazza
sul sedile posteriore
di una vecchia Renault,
in viaggio per strade
lunghissime e dritte,
per pianure senza limiti
e per giorni e notti
che si succedevano
senza logica”.
Recensione a di Eleonora Bianchi
Milano, giorni nostri, tre di notte. Insistente suona il campanello della casa di Marco
prima che lui si svegli e si rechi, assonnato, ad aprire la porta; sulla soglia appare
Francesco, un caro amico di vecchia data di cui non aveva più notizie da quindici
anni, il quale gli consegna una lettera indirizzata a entrambi, firmata Elisa Petters.
Elisa Petters, padre olandese, madre di Como, a Milano per studiare: così erano soliti
chiamarla per prenderla in giro.
Elisa Petters... Elisa Petters... Elisa Petters...
Marco ci mette un po’ a scacciare dalla mente l’infinita eco di questo nome, a lui così
vicino e che pure, gli sembra, così lontano.
Sì, perché Elisa è stata parte della sua vita fin dalla gioventù, è stata per lui, da
sempre schivo e chiuso in se stesso, il primo vero contatto col mondo esterno, è
stata il suo primo grande amore; e poi c’era Francesco, un ragazzo così diverso da
lui eppure così simile, con cui ha trascorso i migliori anni della sua vita e con cui ha
condiviso tutto, anche Elisa. Un intimo e intricato rapporto a tre, che in un baleno
riaffiora alla memoria di Marco non appena legge la lettera: Elisa è stata rapita ed è
tenuta in ostaggio in un paesino olandese nei pressi di Amsterdam. Ha qui dunque
inizio un improvvisato e lungo viaggio che i due ragazzi intraprendono attraversando
mezza Europa; un viaggio che ripercorre un fatto analogo avvenuto quindici anni
prima; un viaggio in cui presente e passato, gioia e malinconia, verità e segreti si
fondono in un’unica dimensione; un viaggio, infine, alla ricerca di Elisa, ma
soprattutto alla ricerca di se stessi e del senso della propria vita.
Un libro da leggere tutto d’un fiato, che tiene il lettore in bilico sul filo della suspense
fino all’inaspettato epilogo.
Manfredi Rimbotti,è nato a Firenze nel 1974. Risiede tuttora nel capoluogo toscano,
dove da molti anni, dopo la laurea in giurisprudenza, divide la propria vita tra il lavoro
presso l’ufficio legale di una banca e le sue due più grandi passioni: la scrittura e la
musica (è componente di una locale rock band). Questo è il suo secondo romanzo, dopo
“Vasco è come Indurain”, pubblicato nel 2005 da I Fiori di Campo.
Anime disperse nel caotico sradicamento della vita moderna
Esili
di Aloisia Iocola
Edizioni MEF - L'Autore
Libri Firenze
Romanzo
94 pag. - Euro: 9.00
ISBN: 88-517-1263-8
Credimi,
saresti morto,
se non dubitassi
di stare
vivendo
Recensione di Luisa Morgante
Un uomo lascia che la sua vita sia condizionata dagli incontri che farà, un altro
semplicemente si lascia vivere senza partecipare alla propria esistenza, altri
decideranno il loro destino dopo un incontro casuale con dei perfetti sconosciuti:
tutto appare estremamente vivo, ma insieme immobile, nella descrizione di
anime in esilio, alla continua ricerca di una definizione dentro e fuori di esse.
Nel testo vengono raccontate esperienze di radicamento del proprio io, ma
anche di vita che fluisce senza controllo possibile. Si tratta di scaglie, di brani in
disordine e mancanza di senso che fanno fulcro su qualcosa di poco definito ma
profondissimo, per il quale vale la pena di spendere le proprie noiose e
macchinose giornate.
Il dubbio è ciò che muove molte storie e molte vite che qui mostrano tutta la
propria inadeguatezza e quel senso di vuoto radicalmente attaccato alla vita di
cui ognuno di noi quotidianamente fa esperienza. Personaggi e persone di una
moderna contemporaneità che ci rende protagonisti di avventure che non ci
appartengono perché, in realtà, non le abbiamo programmate.
La composizione del testo appare priva di struttura e poco definibile secondo i
criteri classici di genere, non ci è dato avere un inizio né una fine di ciò che si
racconta, ma una serie di annotazioni, il porsi di punti di riferimento di vicende
appena accennate che restano sempre e comunque irrisolte, proprio come
accade spesso nella vita.
Aloisia Iocola è nata a Taranto nel 1973 e vive a Roma dal 1992. E' laureata in
Lingue e si sta specializzando in Biblioteconomia. La mattina fa quindi degli
stage nelle biblioteche, ma la sera lavoro in un wine-bar per pagare l’affitto! Nel
tempo libero collabora con la rivista on-line "Progetto Babele" facendo le schede
critiche per i racconti che arrivano in redazione. Esili è il suo primo libro.
Quando il gioco del calcio torna alle origini
Estadio Magia do gol
Una favola sul calcio
di Giorgio Astolfi
Aletti Editori
Romanzo
168 pag. - Euro: 11,00
ISBN: 978-88-7680-387-1
Avrebbe mai mutato idea
su quello sport
se non fosse andato lì
in Brasile
dove invece
si era sempre giocato
al “futebol”,
e si continua a giocarlo?
È parte di loro,
per i brasiliani
è come la samba,
come il dolcissimo jaca,
come la cachaca e la birra,
come l’amore e come la vita.
Recensione di Maurizio Asquini
Nel 2080 si viaggia con aerei antigravitazionali, auto elettriche e mezzi ecologici
che non fanno uso di carburanti derivati dal petrolio. Non si parla più di economia
di mercato né di concorrenza, disoccupazione e consumismo. Si vive in
tranquillità, benessere, e viene ritrovata la qualità della vita e dei propri valori,
sono scomparsi il socialismo, il liberismo e l’economia di mercato; anche il calcio,
con i suoi eccessi di regole e di affari sporchi sembra essere dimenticato,
perlomeno in Europa... Non così in Brasile, nella cui cultura rimane vivo uno
sport vero, genuino e privo di eccessi.
Nel 2080, il ferrarese Giovanni Rubini riceve dal Brasile una lettera: suo zio,
Enrico Rubini, gli ha lasciato in eredità uno stadio di calcio. Recatosi a Bahia, il
protagonista scopre, grazie a un diario, che lo zio è stato un grande campione
calcistico, appunto nel periodo di transizione tra l’eccesso e la decadenza e che,
laggiù, molti lo ricordano e lo amano.
Tra magici colori e stravaganti personaggi, Giovanni entra nel cuore dei brasiliani
e arriva a comprendere le tradizioni locali, conosce il vero significato del calcio e
dell’amore che il pubblico gli dedica. Un mondo, quello brasiliano, di stravagante
fusione tra sacro e profano, pieno di vita e di colore, così diverso dal mondo
occidentale. In Brasile, Giovanni si rende conto che fisicità e spiritualità si
nutrono di cibi diversi, ma tutti sono indispensabili per la completezza dell’uomo:
il sesso, il calcio, la letteratura… E a Bahia, Giovanni troverà anche l’amore della
sua vita.
Giorgio Astolfi è entrato giovanissimo nei Primavera della Spal. Compagno di
squadra di Fabio Capello e di Eddy Reja, ha giocato nella Mirandolese e nel
Bernalda, ed è quest'ultima esperienza di gioco che viene raccontata nel suo
libro "Cronaca di una retrocessione", già presente nel Catalogo di DANAE. Oggi
l'Autore vive a Ferrara, dove insegna Lettere in un I.T.I., ha pubblicato un e-book,
"Maria della canicola", ha ottenuto premi per la narrativa e la poesia in svariati
concorsi letterari e, con questo secondo romanzo edito, torna a parlarci del suo
primo grande amore, il gioco del calcio.
Dal tramonto all’alba… la verità
Fermata 25
di Marco Lo Turco
Editrice Nuovi Autori
Romanzo
80 pag. - Euro: 13.00
ISBN: 978-88-7568-376-4
Che fare?
Raccontare a sua moglie
la verità?
Proprio tutta la verità?
Sapendo benissimo che,
se l’avesse messa al
corrente,
lei non avrebbe accettato
che lui facesse quel
lavoro...
Recensione a cura di Consuelo Taccani
Billy Tyne è un giovane dalla vita serena, fino al momento in cui, a causa di un
incidente con l’autobus che quotidianamente conduce, perde il lavoro perché viene
subito licenziato. Per assolvere con responsabilità il ruolo di marito e padre, tra
sentimenti di delusione, rabbia, incertezza, riuscirà a trovare un altro lavoro, però
notturno, come agente segreto di polizia e gli verrà imposto di non svelare la sua
nuova identità.
Da quel giorno, Billy comincerà a non essere più se stesso, inizialmente entusiasta
del nuovo lavoro, nel quale vede una garanzia per il mantenimento suo e della
famiglia, capirà ben presto che, a fronte di apprezzabili guadagni, dovrà pagare il
prezzo di tale vantaggiosa condizione con un’esistenza poco tranquilla, inquinata,
minacciata e così, in un crescendo di ansia, preoccupazione, paura, sensi di colpa,
rabbia, si snodano gli eventi attorno ai quali comincerà a ruotare la sua vita e quella
delle persone a lui più care.
Il protagonista vive in un costante precario equilibrio, dove si alternano solitudine,
eccitazione, angoscia, tranquillità, dove lo scenario del mistero e del crimine cede il
posto a quello pacifico e rassicurante della famiglia. Nel contesto narrativo emerge,
oltre al valore della famiglia, quello dell’amicizia, solido sostegno nei momenti più
disperati; infatti, è con il collega e amico Nick che Billy affronterà e supererà l’incubo
della nuova vita.
Il giovane autore, nello sviluppo del racconto, utilizza un linguaggio semplice e al
contempo forte, deciso, i dialoghi vivaci si susseguono veloci quanto è incalzante il
ritmo degli eventi, la narrazione si colora di tinte scure e chiare assorbendo i toni
delle emozioni. La lettura di “Fermata 25” è gradevole e dinamica e il lettore è calato
in un vortice di tensione psicologica.
Marco Lo Turco nasce a Milano nel 1991 e vive a Opera. L’opera “Fermata 25” è stata
pubblicata da Editrice Nuovi Autori nel 2009 quando ancora il giovane autore frequentava il
Liceo Linguistico a Pavia.
L’estremo limite dell’ossessione
La spregevole gestualità del
saltimbanco mi rivelava
di Fabio Cerretani
Angolo Manzoni - Torino particolari di me stesso
che neppure io avevo mai
Narrativa
colto: una innaturalezza di
141 pag. - Euro: 9.00
fondo, una supponenza
ISBN: 88-86142-96-X
trattenuta a malapena,
quasi un costante affanno di
sembrare a mio agio più di
quanto lo fossi in realtà
Finis Terrae
Recensione a cura della Redazione DANAE
Può un professionista che ha raggiunto una posizione sociale di prestigio sentirsi preso di
mira dalle beffe di uno "sgorbio d'uomo", di un essere che per campare si esibisce come
mimo per le strade delle città d'arte italiane? Possono queste beffe raggiungere l'effetto di
un'autentica persecuzione?
Nella pigra sonnolenza dell'ambiente provinciale nasce la segreta lotta fra due individui
divenuti acerrimi nemici: fra chi agisce e chi imita, fra l'io e il suo doppio, fra l'immagine
pubblica e l'immagine intima dell'uno e dell'altro, fino all'estremo limite. Una vicenda
intrigante, parossistica, dagli esiti imprevedibili e sconcertanti.
Fabio Cerretani, orvietano, laureato in Giurisprudenza, ha iniziato a scrivere alla fine
degli anni Novanta e, come molti esordienti, ha iniziato pubblicando racconti e poesie in
internet. Il primo successo è arrivato con "Le Ragazze del Delta", segnalato dalla giuria
del Premio Calvino 2001, in cui affronta il tema del rapporto tra padre e figlio;
successivamente, ha pubblicato "Finis Terrae", in cui analizza l'ossessionante rapporto
tra l'io e il suo doppio. Al momento è uno dei pochi Autori presenti con più di un libro in
questo catalogo.
La Sicilia raccontata con affetto e ironia da un Siciliano!
Ho baciato
Totò Cuffaro
di Rocco Chimera
REM Edizioni
Antologia di racconti
144 pagine
Euro: 10,00
ISBN: 88-87455-19-8
"Smaaachhhh!".
Quando Totò Cuffaro
baciava,
lo faceva di gran lena,
storcendo il muso
a cercare la guancia
dell'interlocutore.
Riusciva, sempre,
a dare uno di quei baci
che in Sicilia
sancivano un patto
d'amicizia indissolubile,
inossidabile
e incorruttibile.
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Non so che impressione faccia a un siciliano leggere questo libro di racconti di Rocco
Chimera. A me, una "di fuori", che di Sicilia so e capisco poco, ha provocato anzitutto
un leggero senso di vergogna. Da fuori, infatti, siamo sempre pronti a giudicare e a
criticare, e non ci rendiamo conto che, sovente, critichiamo soltanto perché non
siamo in grado di comprendere. Questo libro di storie, raccontate con il gusto di
raccontare, dai risvolti talora comici, grotteschi o perfino surreali, ci aiuta ad avere
l'umiltà di provare a capire e ad accettare, prima di sfornare giudizi. Perché la Sicilia,
anche oggi, a un secolo e mezzo dall'unità italiana, è ancora, sovente,
incomprensibile. Non arriviamo agli eccessi di Gianfranco Miglio, "l'uomo che si
vergognava dell'unità d'Italia"; anzi, ci vergogneremmo di vergognarcene. Ma, siamo
onesti, non capiamo. Ed è questa Sicilia spesso incomprensibile la protagonista dei
racconti di Rocco. Anche in me, che pure non ne condivido il credo politico, c'è un po'
di quel ragioner Mingnolin di Varese, onesto leghista, che scambia per una
rivoluzione ("perché i siciliani sono degli indisciplinati di natura") l'assembramento,
condito di tafferugli, di un gruppo di professionisti e persone facoltose davanti
all'ufficio di collocamento per assicurarsi una badante o una cameriera
extracomunitaria. E che dire dell'atteggiamento della troupe di giornalisti alla ricerca
del pastore Intravaglia, colpevole di abuso edilizio o simbolo della lotta contro lo Stato
ingiusto? Perché altri abusivi lo hanno denunciato e gli ambientalisti difeso, e poi, con
un rovesciamento della situazione, gli abusivi lo difendono e gli ambientalisti vogliono
spianare con le ruspe le sue case abusive? "La verità ha forme che si nascondono
per
potere
sopravvivere".
Cerchiamo, dunque, di comprendere e snidare questa verità che spesso si nasconde,
per capire che l'apparenza del vero non è il vero. E sarà un'esperienza interessante
farlo attraverso la penna di Rocco Chimera, appena ironica, appena graffiante,
appena complice.
Rocco Chimera è un dipendente dei Beni Culturali della regione Sicilia. La novella che dà
il titolo a questa raccolta ha vinto la quarta edizione del premio letterario nazionale Le
agavi, è diventato una pièce teatrale applaudita al Teatro Regina Margherita di
Caltanissetta, ed ha avuto lusinghiere recensioni su parecchi quotidiani, non soltanto
siciliani.
Il mare, come un secondo elemento vitale...
Ho trovato
una risposta
di Anzan
(Nazareno Anniballo)
Edizioni Creativa
Romanzo
123 pagine
Euro: 9.50
ISBN: 88-89841-00-1
Il Sea Fantasy
continua a scivolare
sull'acqua,
quasi non si sente
neanche il rumore del mare
che lambisce le fiancate;
avverto appena
un fruscio lieve e continuo.
Come descrivere l'effetto
sul silenzio circostante
tagliato in due
da questa lama sonora?
Recensione a cura di Bruna Nizzola
Una storia d'amore e tanto mare. Ma la vicenda narrata e la sua cornice non
sono che l'immagine figurata di quella fluidità, a volte protettiva come liquido
amniotico, e talora, invece, minacciosa e corrosiva nella quale l'uomo si trova
immerso dalla nascita. È facile, infatti, cogliere nel libro la pregnante metafora
che accomuna la vita e il caso o destino o fato con il mare, i suoi silenzi, le
imprevedibili e continue sfide, gli incontri e gli scontri attraverso i quali l'uomo, il
marinaio, naviga solitario alla ricerca di una risposta che, forse, non gli sarà
nemmeno data di trovare. "Ma non è questo che conta!" sembra dirci l'Autore.
"Ciò che importa è il navigare, il procedere alla guida della propria barca, con
coraggio e determinazione, alla ricerca di sempre nuovi approdi!"
Pregevole l'abilità dello scrittore nel ricreare particolari atmosfere d'acque, di cieli
e d'inaspettate nebbie: mondi dai labili confini, dalle luci diafane e mutevoli che
pur nella loro indeterminatezza, e forse proprio per questa, lasciano spiragli di
speranza in futuri incontri, in sempre rinnovate sfide attraverso le quali è la vita
tutta che si rigenera.
Nazareno Anniballo nasce a Benevento nel 1962. Nella vita, si occupa di
informatica e collabora a una testata quindicinale a diffusione locale, Segnali,
trattando temi di politica e di costume. Questo è il suo primo romanzo.
Un gentiluomo nella celluloide…
Il capitano Carlo Bassi,
gentiluomo dell'Ambrosio Film
di Carlo Dini
Edizioni Angolo Manzoni
Narrativa
144 pag. - Euro: 12.00
ISBN: 88-88838-23-6
- Il signore
cerca qualcosa?
- È questo lo
stabilimento
della Casa
Cinematografica
Ambrosio?
- Certo, signore.
- Ed è qui
che girano le films?
Recensione a cura di Sonia Piloto di Castro
1907, un distinto signore dai capelli bianchi passeggia davanti all'ingresso dello
stabilimento cinematografico Ambrosio di Torino. Incuriosito, entra e viene in
contatto con il misterioso mondo della celluloide. In questo mondo diventerà un
attore di secondo piano, dividendosi fra il set cinematografico, la famiglia e la
gestione di un banco lotto. Lavorerà con Emilio Ghione, comparsa specializzata
in cadute da cavallo, che diventerà un divo internazionale col personaggio di Zala-Mort. Reciterà con le figure più note del cinema muto torinese: l'amatore
Alberto Collo, Maciste, il comico Cretinetti, la prima "coppia ideale" dello
schermo, Alberto Capozzi - Mary Cleo Tarlarini, e altri ancora. Carlo Dini,
rievocando la figura del nonno, ci presenta in controluce la Torino dei primi anni
del XX secolo, con le sue vie, i suoi caffè concerto, i primi cinematografi, le sale
da gioco, la Torino dell'Esposizione Universale del 1911. Una Torino lontana nel
tempo, rievocata con affetto, simpatia e intelligenza.
Nato a Torino nel 1937, alla ricerca delle sue radici, Carlo Dini nel 1999 ha
pubblicato il breve romanzo "La vita ingenua", dedicato ai suoi genitori, e nel
2001 "L'estate di San Martino", in cui narra un'esperienza giovanile tra la Torino
degli Anni Quaranta e la Parigi dell'Esistenzialismo. Nei suoi libri, Dini racconta i
petits riens della quotidianità, le storie semplici di chi non ha storia e gli aneddoti
di un tempo gentile che non c'è più. "Il capitano Carlo Bassi... è il suo terzo
romanzo.
L'armata di Dio…
Il cavaliere
ed il buon Dio
di Marco Cottignoli
Tabula Fati
Romanzo Allegorico
128 pagine
Euro: 5,00
ISBN: 88-7475-076-5
Io vedo l’infinito
e mi addormento
di vita...
Recensione a cura di Silvana Papeo
Il cavaliere ed il buon Dio di Marco Cottignoli è la descrizione altamente poetica e
visionaria del viaggio dell’uomo in se stesso alla ricerca della sua verità superiore
e della sua lotta contro la decadenza dell’epoca moderna in nome della
riscoperta di una spiritualità più profonda.
Attraverso un mix postmoderno di mito classico, cattolicesimo, filosofie orientali
ed elementi del nostro quotidiano sociale e culturale, l’autore, con enfasi ed
indignazione, punta il dito contro i suoi contemporanei ormai omologati, schiavi
del consumismo, interiormente prosciugati, senza senso del sacro, privati di
trascendenza e di armonia superiore, ignoranti di sé stessi e dell’ordine che
governa ogni cosa. Ma il cavaliere che è in ognuno di noi ci esorta a svegliarci e
ci sprona alla lotta e alla ricerca attiva di una nuova dimensione spirituale.
Cottignoli ci porta attraverso visioni apocalittiche dove un’umanità ormai
bestializzata vive nel buio dell’anima; dove il nichilismo e la corruzione morale
hanno ucciso la Bellezza e ogni afflato mistico o metafisico. Ma sul finale si
aprono sprazzi di luminosa speranza quando il cavaliere torna alla sua Patria, a
una nuova fede non dogmatica.
Peccato che l’autore a volte cada nel moralismo e il suo sentimento religioso si
veni di saccenteria e retorica.
Comunque è indubbia la sua capacità stilistica e poetica; la scrittura è densa,
vibrante, ricca d’inventiva, visionaria; la lingua è elaborata fino al contorsionismo
verbale ( mai sgradevole però), è poesia pura.
Marco Cottignoli (Trieste, 1968) si è laureato in filosofia con specializzazione in
tradizioni popolari. Pubblicista, collabora con numerosi quotidiani e periodici a
carattere politico, culturale e letterario. Sta completando una ricerca sul campo
sulle tradizioni orali popolari a Trieste.
Educata al dolore, educata all’amore
Il commercio
degli angeli rosa
di Dalila Speziga
Edizioni Mauro Miotti
Romanzo
352 pag. - Euro: 14.90
ISBN: 978-88-905958-7-5
...presi in mano
la mia bambola,
la guardai
e fu come vedere
il mio riflesso,
un finto riflesso
che non mi
apparteneva,
io non ero più lei.
Recensione a cura della Tommaso Listo
“Il commercio degli angeli rosa” è la storia di Wendy, rapita appena undicenne in una
città del Bangladesh e sottomessa a un brutale regime di sfruttamento, che la priverà
della sua infanzia e umilierà il suo essere donna. Ma proprio nel grembo di tanta
crudeltà il destino ha in serbo per Wendy la forza più tenace: quella di un grande
amore. Un amore che cresce insieme a lei e si fa sempre più consapevole e potente,
sostenendola oltre la stessa volontà di sopravvivere; perché dove quest’ultima ci
abbandona quando ogni fibra del corpo è ormai logora e sfinita, il grande amore può
trascendere qualsiasi limite.
Oltre a essere una vicenda appassionante, ricca di tensione e colpi di scena fino alle
ultime pagine, “Il commercio degli angeli rosa” si distingue per la sensibilità e la
partecipazione con cui racconta dell’animo femminile, presentato al lettore attraverso
la costruzione di un prisma di emozioni, personaggi e circostanze, perché solo così
se ne può parlare; l’essere bambina e l’essere madre, la sessualità come violenza
subita e come passione cercata, la sottomissione all’uomo e l’uomo come
complemento, la fragilità e la forza, l’invidia e la solidarietà. Saranno una serie di
donne memorabili, sfilando lungo le pagine del libro, a incarnare via via questi
aspetti: Wendy ovviamente, la protagonista assoluta e voce narrante, ma anche
Savannah, amica, sorella e madre, e poi Abira, terribile aguzzina, o Yasmin, esotica
e tragica. In tal senso, il contesto della legge islamica, estremamente rigida verso la
donna, non fa che amplificare la risonanza di ognuno dei temi menzionati. Al
toccante realismo di queste figure femminili si affianca una rappresentazione
dell’uomo che lo riconduce a certe sue radici archetipiche; quelle che ne fanno un
orco oppure un principe azzurro, rendendo “Il commercio degli angeli rosa”, tra le
altre cose, una fiaba del nostro tempo.
Dalila Speziga nasce a Sassari nel 1993. Si appassiona giovanissima all’arte del narrare e a
14 anni scrive il romanzo fantasy “Pearl Enchant – il 18° compleanno di Kayla”. Frequenta
l’Università di Scienze politiche di Sassari ed è tra i vincitori della “XV Rassegna nazionale di
Poesia e Narrativa Anna Malfaiera”. Sogna un futuro come regista cinematografica per
trasformare le sue storie in lungometraggi.
Non voleva più aiuto. Voleva solo che il diavolo le offrisse l'ultima
occasione…
Il dono del
diavolo
di Daniela Di Benedetto
Tabula Fati
Romanzo
160 pagine
Euro: 8,00
ISBN: 88-7475-072-2
Ho guardato gli occhi
di mia madre per capire
se c'era sotto una trappola,
ma i suoi occhi non mi
dicevano nulla.[...]
Mi ha chiesto se mi sentivo
pronta a partire la prossima
settimana[...]
Ho risposto di sì.
Seguirò quell'uomo,
forse riuscirò a farmi amare
da lui, forse mi coccolerà
come mia madre non ha
mai fatto.
È ora che io impari come si
seduce un uomo,
altrimenti nessuno
mi vorrà mai bene...
Recensione a cura della Redazione DANAE
Palermo, anni Novanta. Rosy, una procace ragazzina di quindici anni, ha la
sfortuna di essere bella e di essere nata in una famiglia che non la maltratta, ma
neppure la ama, e che arriverà a venderla, come è già accaduto per la sorella
Miranda, affinché sia avviata alla prostituzione. Nel suo assoluto candore, Rosy
arriva perfino a provare per Giulio, il suo protettore, una specie di amore, ma
capisce anche troppo presto che il breve intermezzo affettuoso è stato soltanto il
modo per traghettarla verso una vita in cui sarà obbligata a vendere suo corpo.
L'anima di Rosy, i suoi sentimenti, non interessano nessuno, fino all'incontro con
Joy, un travestito avviato anche lui alla prostituzione da Giulio, verso cui la
legherà un'amicizia vera e pulita ma, come tutto ciò che è dolcezza e affetto,
neppure questo sentimento potrà sopravvivere nel mondo in cui sono invischiati
Rosy e Joy. Di nuovo, la ragazza sarà venduta, questa volta a un boss che ne fa
la sua amante, la circonda di agi e lusso e, a suo modo, prova affetto per lei. Ma
Rosy non riesce a dimenticare l'amicizia e l'affetto per Joy e, soprattutto, vuole
vendicarlo e vendicare se stessa, punendo colui che ritiene la causa di tutti i suoi
mali, Giulio. Per questo, è disposta a pagare qualsiasi prezzo, aspetta soltanto
che il diavolo le offra la sua occasione.
Daniela di Benedetto racconta la storia di questa prostituta-bambina dal corpo di
donna con mano delicata e leggera, attraverso lo sguardo fresco e ingenuo di
Rosy, con il suo desiderio di affetto e di semplici felicità che la vita si ostina a
negarle. Davvero, soltanto il diavolo potrà farle l'ultimo dono...
Daniela Di Benedetto (Bologna 1957) risiede a Palermo, dove ha conseguito la
laurea in Lettere, il diploma di pianoforte e quello di composizione polifonica.
Finora ha pubblicato tre romanzi: La donna che sfidò il racket (Bari 1993), L'oasi
(Trani 2001) e Storia di Ida (Trani 2002). È inoltre autrice di numerosi testi di
narrativa per la scuola media.
Per chi pretende di avere troppe certezze…
Il dubbio
e altri racconti
di Bruna Nizzola
Mauro Baroni Editore
Racconti
113 pag. - Euro: 10,00
ISBN: 88-820-9250-X
Fra bugia e verità,
in mezzo ai due estremi
regna sovrano il dubbio,
talvolta addolcito
da un pizzico d'allegria
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
“Il Dubbio” è il titolo del racconto che apre la raccolta di Bruna Nizzola, ed anche l’avvertimento
con cui l’autrice introduce i lettori nelle atmosfere letterarie tracciate con semplicità, proprio
come i disegni che le illustrano.
E’ il dubbio di esporre se stessa in maniera comprensibile, lineare, ma anche il desiderio di
rappresentare il dubbio dei suoi personaggi, grandi protagonisti di vite comuni, immersi nei
tempi di questa generazione, e permeati dai grandi avvenimenti di recente storia e drammatica
attualità. Dubbio vuol dire critica analitica, la considerazione delle proprie ragioni ma anche di
quelle altrui, la tendenza a non piegarsi alla visione comune, all’accettazione banale della storia
quotidiana.
Giuseppe, protagonista di una storia, dalla nascita disposto al sorriso ed alla fiducia che lo
genera, attraverso gli accadimenti di un secolo tormentato, matura il dubbio che confonde vinti
e vincitori, amici e nemici, intenzioni ed effetti. I disegni, emblematici di queste contraddizioni,
schizzati semplicemente con mano quasi infantile, sembrano coagulare il pensiero, fissare
visioni mentali inespresse ma evocate dall’esposizione letteraria.
E’ artigianato accorto, critico ed acuto, il sapersi accostare in poche pagine alla vita di donne
insoddisfatte, ansiose o realizzate, ma sempre attuali e vive, il penetrare nella stanca lucidità di
un vecchio che ha vissuto assai, ma ancora ama la vita, e di una moglie che rinuncia alla
frustrazione ed al rancore, ma ripropone se stessa, in modo particolarmente intimo, al marito
che avrebbe voluto e forse non ha saputo avere.
Intimità: ecco cosa suggerisce la lettura di questo libro di Bruna, e sa inserirsi nella nostra
mediante la proposizione dell’intimità dei suoi personaggi caratterizzati da una grande
sensibilità d’animo.
Ed è questa sensibilità comune a tutti i non-eroi, protagonisti del libro, che ce li avvicina
particolarmente e li rende degni di un linguaggio quotidiano, di uno schema scarno e raffinato,
di sottintesi sapienti e mirati. Semplici ed onesti gli ingredienti di questo libro che, con grande
discrezione, stimola il lettore alla rilettura ed introduce spunti di riflessioni e volutamente instilla
il dubbio in chi pretende di avere troppe certezze.
Bruna Nizzola è nata a Desenzano sul Garda nel 1935. Per lungo
tempo ha insegnato nelle Scuole Pubbliche: apprezzata pittrice,
appassionata di musica, letteratura, filosofia e psicologia, ha vissuto a
Desenzano, Borgoforte e Mantova; attualmente risiede a Torre del Lago
Puccini. La Nizzola è tra gli Autori più presenti nel catalogo DANAE che,
accanto a questo volume, annovera anche La ribollita, La vita semplice,
e Carlotta – C’è posta anche per me, e Sinite parvulos.
La vita è un gomitolo irrisolto…
Il filo di Arianna
di: Luisa Ferretti
Prospettiva Editrice
Romanzo Psicologico
96 pagine
Euro: 7,00
ISBN: 88-7418-201-5
L'attesa di se stessi
è comunque crescita.
Crescita interiore.
L'attesa di se stessi
è una gravidanza
senza scadenza,
che dura
talvolta
una vita.
Recensione a cura di Ezia Caredda
Cosa si prova a perdersi in un dedalo di viuzze tenebrose senza sapersi
orientare per venirne fuori? Teseo riuscì ad uscire dal labirinto dipanando un
gomitolo di filo verso l'uscita. Ma Arianna, la protagonista di questo intenso
racconto, è imprigionata nei meandri dell'anima. Il suo labirinto è un'intricata
costruzione psichica. Travolta da un fiume di Paura non riesce a trovare un punto
fermo che possa farla riemergere dall'oblio. Ride e piange contemporaneamente,
senza motivo. Qual è il nome del mostro che la divora, al quale ha ceduto il
sacrificio del corpo? Anoressia. Lacera il filo che lega il cervello al cuore, spezza
quello della sua giovanissima esistenza. Tenere lo stomaco vuoto diventa
l'espediente per dominare la Paura. Arianna vuole sentirsi più forte della natura
che le impone la crescita. Inconsciamente, un violento desiderio la porta a
distruggere tutte le cose più belle che la circondano. Il lettore si trova totalmente
avvolto nelle sue lotte intestine, le partecipa, per raggiungere con la protagonista,
disperatamente, la salvezza. Non come rinascita, ma come nascita. Arianna
sente di non essere ancora nata, è in un limbo. Di giorno rifiuta la vita imponendo
il cervello, la notte apre lo scrigno del cuore nutrito di poesia. Ingabbiata. Attorno
alla sua malattia ruotano i profili psicologici dei genitori che rifiuta come modelli
comportamentali, un fratello "bionico", Samuele - il ragazzo che l'ama ma che
rifiuta, d'uno psicologo e un prete. Riuscirà ad uscire dal labirinto? Sì. Con un
profondo respiro liberatorio finale per il lettore. E' una storia a lieto fine.
Luisa Ferretti, nutrita di poesia fin da bambina, si definisce
da sempre "appassionata del cielo", riesce, dopo i fiumi di
inchiostro versati da tante generazioni di poeti, a parlarci di
luna e di sensualità con immagini nuove e suggestive e a
farci partecipi della sua ricerca regalandoci autentiche,
coinvolgenti emozioni. Nata nel 1978 ad Ancona, città in cui
vive, a vent'anni ha pubblicato il romanzo Amore tra le
rovine. Alcuni suoi racconti sono stati premiati in importanti
concorsi letterari ed inseriti in diverse antologie. Nel nostro
catalogo è presente anche una sua bella raccolta di versi dal
titolo La rosa dei sensi.
Il tempo rotondo
Il gioco delle nuvole
di Silvana Sonno
Graphe.it Edizioni
Romanzo
118 pag. - Euro: 9.00
ISBN: 88-89840-15-3
"Non si danno finali
chiusi. Il cerchio non
si stringe. Anzi, non
c’è un cerchio,
ma una spirale
che tutto rilancia.
Nel tempo rotondo
niente va sprecato".
"Il tempo rotondo?"
"Sì, il tempo
dell’amore..."
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Le nuvole sono messaggi da interpretare, premonizioni, avvertimenti e anche
ricordi per M. che, fin da piccola, vive col naso all’insù e fa "il gioco delle nuvole".
Un altro gioco di M. è lo scambio di e-mail con un ragazzo, Z., con il quale
intreccia un’amicizia virtuale che ben presto si trasforma – complice il fatto che
vivono entrambi a Perugia – in una travolgente e reale storia d’amore. E allora
vissero felici e contenti, come in un bel romanzetto rosa? La vita vera non è così
semplice e lineare. Nel "tempo rotondo" non si danno finali chiusi, tutto continua,
si sviluppa, evolve e ricomincia. Amore e dolore si stemperano, si aprono nuove
possibilità, entra in gioco il nostro passato e si prepara il nostro futuro. E, nella
spirale inarrestabile e soggettiva del "tempo rotondo", M. troverà anche un
rinnovato rapporto con la madre, con il padre mai conosciuto e con il suo
passato.
Il gioco delle nuvole è un romanzo intelligente, ironico e leggero, che si presta a
diverse chiavi di lettura, dalla rivisitazione della letteratura "al femminile"
dell’Ottocento e del primo Novecento alla riflessione sull’amore e sulla
sessualità, che non sono necessariamente eterosessuali, fino alla Tavola
Smeraldina di Ermete Trismegisto: ciò che è lassù, scritto nelle nuvole, è come
ciò che è quaggiù, ma molto più leggero
Silvana Sonno abita a Perugia e lavora presso una scuola superiore. A Torino,
città in cui è vissuta a lungo, ha insegnato nei corsi per lavoratori e si è occupata
di educazione degli adulti. E’ tra i vincitori del concorso LiberaMente, indetto da
Graphe.it.
La vita non concede vacanze
Il rischio
di amare
di Gabriele T. Oppo
Tabula Fati
Romanzo
208 pagine
Euro: 9,00
ISBN: 88-87220-22-0
"Perché dobbiamo sempre
darla vinta ai desideri del corpo
e mai a quelli della ragione?"
"Se ti interessa una risposta
filosofica, potrei dirti:
<< perché la natura odia la
razionalità >>.
Ma se ti accontenti di una
battuta... beh, allora la risposta
può essere più semplicemente
questa:
<< perché il piacere è sempre
bello, mentre la rinuncia al
piacere non lo è mai! >>"
Recensione a cura della Redazione DANAE
Le vere parole chiave della condizione umana sono il bisogno d'amore e
l'insoddisfazione per quello che si ha, per il rapporto d'amore che si sta
vivendo, per la poco esaltante routine rappresentata dalla quotidianità.
Quando il desiderio di una cosa o di una persona viene realizzato, smette
di essere un desiderio e non ci attrae più. Che significa correre "il rischio
di amare"? È la domanda che si pone l'autore con la storia che ci
racconta in questo libro: una storia apparentemente semplice, di quelle
che possono capitare a qualunque coppia che si adagi nella vita
coniugale ignorando che l'amore va alimentato ogni giorno. Danielle e
Marco si separano per una vacanza, e ambedue imbastiranno una storia
con un'altra persona: lei, nel solare e variopinto paesaggio maltese, con
un brillante giornalista; lui, più prosaicamente e senza coinvolgimenti
sentimentali, con la cameriera del bar che frequenta ogni mattina. Ma il
rischio è presente dietro ogni relazione umana e può essere di diversa
natura: si può distruggere la propria famiglia e far soffrire gli altri, ma si
può anche distruggere la propria vita, in senso letterale. Eppure, il vero
rischio di amare, quello da correre se si vuole davvero rispondere al
bisogno del nostro cuore, è un altro, che l'autore si limita a suggerire al
termine di questo racconto ben scritto e ben costruito.
Gabriele Tristano Oppo (Oristano, 1930), già primario di Ostetricia e
Ginecologia ad Arezzo, è autore di numerose opere scientifiche, ma
anche poeta e narratore. Il rischio di amare è il suo quarto romanzo.
Quando la realtà si fa sogno…
Il sogno di Poldo
di Fra' Matteo Pugliares
Edizioni Creativa
Antologia di Racconti
134 pagine
Euro: 11,00
ISBN: 978-88-89841-52-5
Era Poldo,
il mio bellissimo gattino,
regalatomi dalla nonna.
Gli chiesi,
d’istinto,
cosa ci facesse
nel mio sogno
e lui
mi rispose
sgarbatamente:
ero io
ad essermi introdotto
nel suo sogno.
Recensione di Graziana Pecora
Colui che si sforzerà di trovare un senso logico nelle poeticissime immagini, a volte sublimi e a
volte crude, dei ventisei racconti che compongono Il sogno di Poldo di Fra’ Matteo Pugliares,
molto probabilmente non ci riuscirà, ritrovandosi invece come in sogno a domandarsi se ciò che
sta vivendo sia la realtà o il prodotto del proprio inconscio. "Sogno o son desto?" si chiederà il
lettore, immedesimandosi nei protagonisti di quest’opera. Non è certo difficile per un animo
sensibile e poetico come quello di Pugliares, che definisce se stesso come una persona senza i
piedi ben piantati a terra, creare un mondo così surreale, fatto di deliranti visioni frammiste a
crude realtà, abitato da personaggi ai cui pensieri e sentimenti ognuno di noi si sente
intimamente legato, perché affondano le proprie radici nel disagio dell’esistenza che ci
accomuna tutti. I sogni sanno svelare il bisogno d’amore (Lei, Sofia) o il desiderio di vivere
nonostante la consapevolezza della morte che si avvicina (Uno con il mare, Francesca ed io),
ma possono anche trasformarsi in incubi dove regna il terrore (L’intervista, Il dipinto) o in vita
reale che cagiona altrettanto sgomento (Vedrà che da noi si troverà bene, Il fantasma di me
stesso).
Difficili da inquadrare in un genere narrativo ben definito, questi racconti sono poesia,
introspezione, raccoglimento spirituale, che tuttavia mai, nonostante il taglio per lo più
malinconico dello stile, si traducono in desiderio di rifuggire il mondo, ma sono anzi
celebrazione della vita: destinati al lettore che, pur senza trascurare la propria capacità di
partecipazione e commozione, sa rimanere sereno e tranquillo di fronte allo spettacolo, spesso
truce, dell’esistenza umana. Le sensazioni che questi racconti suscitano sono talmente
impalpabilmente variegate e sfumate che una classificazione tematica di ciascuno di essi risulta
pressoché impossibile: l’onirico si dispiega in ognuna di queste storie in modo diverso, eppure
in tutte lascia la stessa traccia di mistero. Un mistero chiaro solo alla mente di Dio, che
svegliando lo gnomo del bene dice "Questa notte, finalmente, abbiamo vinto noi!" (La notte
d’amore).
Matteo Pugliares, Frate Minore Cappuccino, è nato ad Augusta (SR) nel '72
e vive a Modica (RG) dove si occupa di pastorale giovanile, come Assistente
Regionale per la Sicilia della Gi.Fra. (Gioventù Francescana). Direttore della
collana Le Pleiadi per le Edizioni Creativa, e Coordinatore Nazionale del
Gruppo Culturale "Parole Sparse", ha vinto molti premi in concorsi di poesia e
narrativa ed è stato inserito in diverse antologie. Collaboratore di riviste e
gruppi culturali, curatore di antologie poetiche, giurato di Premi Letterari,
correttore di bozze, tra le sue pubblicazioni ricordiamo Il settimo giorno - Ed.
Creativa, anch'esso disponibile nel catalogo DANAE.
Se vuoi forse puoi, ma solo se ci credi veramente
Il tempo grande
di Michela Albanese
Edizioni Corbec Millennium
Romanzo
272 pagine
Euro: 16.00
ISBN: SBN 01 ROM – Y2008
“la vita...
...manca
sempre
qualcosa!
Una frase,
una parola,
un gesto...
Un posto,
un oggetto.
Una persona,
Un animale.
Sogni.
Ideali.
Recensione a cura della Redazione di DANAE
Il romanzo, ambientato in Calabria, ha come protagonisti Nathan e Sohni. Nathan si è
innamorato di Sohni la prima volta che l’ha vista. Basta una volta, una sola volta e una
persona ti entra dentro, nel sangue, nella pelle, nel cervello, e non ne esce più.
Sohni e Nathan si scoprono importanti l’uno per l’altro e indivisibili, quasi a rappresentare
l’unisono tra il cielo e la terra: Nathan è l’altra metà del cielo, ma anche la notte che segue
al giorno e lo precede, e Sohni è solo un nome, ma è anche tutti i suoni. Un suono infinito
e fine, senza suono, senza rumore, il suono del silenzio. Talvolta quel suono è così lento
e sottile che diventa quasi impercettibile, immoto come il volo di una farfalla, uno sbatter di
ciglia… Sohni è qualche cosa di fragile, una goccia, un vaso di cristallo che se cade va in
frantumi. Nathan, invece, è qualche cosa di solido, che vive nei millenni, qualche cosa di
sacro, forte!
Nessuno dei due vuole commettere gli errori già fatti, ma mentre lui ha la sua vita, il suo
tempo, la sua storia, i suoi impegni, le certezze, i sogni, le illusioni, qualche delusione, lei
invece ha il vuoto, il silenzio, il nulla. È partita e ha lasciato tutto, all’improvviso, senza
avvisare nessuno, senza starci tanto a pensare, ha cambiato città, regione, lavoro, ha
cambiato sogni, pensieri. Sa che nessun luogo è abbastanza lontano, sa che dovunque lei
vada i ricordi la seguiranno. Non sa se ha agito bene ma sa che solo il tempo può dirlo.
Solo il tempo aggiusta, ricuce, rammenda. Il tempo passerà accomodando tutto,
annullando i luoghi e le distanze, le cose e le persone, gli oggetti, gli sbagli, le cose belle,
la notte, il giorno. Il tempo le darà torto oppure ragione. Ma il tempo non ha tempo, perché
ha bisogno di tempo.
Sohni ha sofferto per amore e teme perciò di amare, di tornare a vivere di dolore e di
rimpianti. Ma quando l’amore irrompe di nuovo, di nuovo scatta la gioia, la vita fuori e
dentro di te e tutto ritorna ad essere bello, bellissimo, di mille colori.
Michela Albanese è nata a Roma. Nel 1995 ha pubblicato con una casa editrice romana
la sua prima opera di narrativa “Sole e Ombra”, premiata nel 2000 in Campidoglio dal
Circolo Culturale degli Artisti di Roma - VII Edizione Premio Artistico Letterario. Ha curato
l’unità giornalistica di varie manifestazioni artistico-culturali ed è stata ideatrice e curatrice
di numerose opere editoriali nonché della rivista letteraria, “Spiragli”. Il suo primo romanzo
è invece "Il tempo grande", edito dalla giovane casa editrice Corbec Millennium nel
novembre 2008.
Il dono di vivere…
Il volo invisibile
degli angeli
di Adriana Nicoletti
Tabula Fati
Romanzo
96 pagine
Euro: 5,50
ISBN: 88-87220-94-8
Quanto tempo è passato
dall'ultima volta che qualcuno
vi ha fatto una carezza
sapendo che sfiorando il
vostro corpo avrebbe toccato
proprio voi ?
Quante volte in una giornata
tradite voi stessi e gli altri
abbracciandoli o baciandoli
senza neanche vederli,
senza riconoscere loro
nei corpi che toccate,
senza essere voi nei gesti che
compite?
Vi è mai capitato di fare
davvero una carezza a
qualcuno o di riceverla?
Recensione di Rachele Bonfondi
Incontrarsi; perdersi; guardarsi senza realmente vedersi; riuscire a comunicare
nell'intimo di chi si ama anche solo attraverso un sguardo, una parola; stupirsi di
fronte al dono della vita quotidianamente e donarle senso attraverso il dolore
della morte: queste sono alcune delle tematiche presenti in questo libro, opera
narrativa semplice nella struttura e nel vocabolario eppure profondamente
accurata nel contenuto, con riferimenti filosofici che spaziano, tra le righe,
dall'esistenzialismo al neoplatonismo. Domandarsi il senso dell'esistenza è una
costante dell'essere umano, sempre in bilico tra tentativi di risposta, paura e
irrefrenabile desiderio di assaporare pienamente le esperienze che la vita ci
mette davanti; di questa ricerca di equilibrio racconta Adriana Nicoletti,
mescolando episodi di vita a riflessioni di carattere filosofico, aprendo e
chiudendo l'opera con due poesie che ringraziano dell'amore dato e ricevuto.
Perché, attraverso i racconti di amori parigini, di conversazioni appassionate tra
giovani esistenze a confronto con nonne (reali o d'adozione), di camminate
solitarie in mezzo alla folla e di sole romano, la risposta che arriva con chiarezza
ci dirige verso il riconoscimento dell'altro, della meraviglia che ci deriva dal
contatto con chi abbiamo di fronte, verso l'accettazione della nostra finitezza, la
sola che può portarci a comprendere la vita, la morte, il dolore, la sofferenza e la
coappartenenza profonda del vero amore. Da questa fiducia verso le nostra
possibilità e dall'accettazione dei nostri limiti possiamo imparare a vedere
realmente noi stessi e gli altri, a vivere consapevolmente la possibilità della
perdita non come fonte di amarezza ma come punto di partenza intimo e
prezioso.
Adriana Nicoletti romana, laureata in Filosofia, vive a Parigi, dove sta per
conseguire il dottorato in Filosofia . Questa è la sua prova d'esordio.
Mentre i ricordi parlano di vie antiche, l’oggi profuma di ieri…
I Sampietrini
raccontano…
di Valeria Borgia
Ed. Ars Gratia Artis
Racconti
92 pag. - Euro: 10.00
ISBN: 88-903206-9-9
Era proprio felice.
Che giornata fortunata!
Un vecchio signore
dalla barba bianca,
un giudice,
molto importante,
le regalava una
bambolina!
Era un bel po’
che non aveva
un giocattolo nuovo.
Recensione di Consuelo Taccani
Protagonista di questi racconti è Roma, con le sue antiche vie e i suoi caratteristici
cittadini. La vita di quartiere che si svolge ante e post guerra è “casereccia”, viva,
amara. Il raduno nel rifugio dell’Avvocatura, la giornata dedicata alla spesa, la visita
in parrocchia con nonna Adelina rappresentano episodi di vita in cui Virginia è
direttamente coinvolta con gli altri abitanti. I dialoghi vivaci in dialetto romano danno
un significativo spessore e humor alle vicende che in alcuni tratti narrano situazioni di
sofferenza. Virginia vive con intensità e genuinità la sua infanzia e da ogni riga di
questi racconti traspare un sentimento appassionato alla vita. Ogni persona con cui
si relaziona la bambina porta con sé uno scambio di emozioni che diventano
aspirazione a una armoniosa convivenza. In una forma breve quale è quella del
racconto, Valeria Borgia sviluppa con efficacia e vivacità l’essenzialità di alcuni
momenti quotidiani; come in un quadro o come su una vecchia fotografia sono ritratti
fatti e persone che con ironia “raccontano” la vita. In poche pagine l’autrice scandisce
episodi di storia familiare sullo sfondo di una Roma che non c’è più e che si anela
essere ritrovata. L’opera sembra richiamare il memoir che basa la sua identità sui
ricordi e che quindi dà all’espressione narrativa del racconto una connotazione
autobiografica. Libertà e leggerezza si amalgamano nell’inchiostro di Valeria Borgia e
da uno spirito nostalgico prende slancio un’opera dove gli schizzi di vita narrati si
pongono come scene di uno spettacolo teatrale: divertenti e al contempo
emozionanti mentre il lettore è condotto in un’atmosfera di inobliato passato.
Valeria Borgia nasce nel 1940. La sua vita è segnata da eventi dolorosi tra cui la morte del
marito nel 2005. Il suo insuperabile ottimismo le fa superare le avversità. Fonda una piccola
casa editrice “Proposte editoriali” con cui pubblica romanzi e poesie, la rivista “Tam Tam di
Scrittori Poeti Artisti” e il Premio “Elsa Morante” per inediti. Ad oggi, cura la seconda edizione
del romanzo “La trasgressione” pubblicato da “Proposte Editoriali”, confluita recentemente
nell’Associazione culturale Ars Gratia Artis.
Una realtà del passato diviene maestra d'emozioni per il presente,
Non ci sono parole
nella stanza.
di Mariella Plumeri Caterini C'è un tale silenzio
che si percepiscono
Edizioni Mauro Baroni
i respiri.
Romanzo
Hanno un unico ritmo.
240 pag. - Euro: 12,00
Sul viso della bambina
e delle due donne
ISBN: 88-8209-048-5
aleggia
un identico sorriso.
Istantanee
con Bambina
Recensione di Bruna Nizzola
Questo libro accoglie il lettore con lo scenario di una stanza disadorna, soffusa da
una fredda luce bianca, da asettica sala clinica. Poi le figure sembrano animarsi.
Tutto prende vita, ma non per presenza e movimenti di oggetti e persone, bensì per
un avvincente fluire di parole che si fanno teatro di ricordi e d'emozioni profonde. Con
peculiare abilità narrativa, l'autrice conduce il lettore da una pagina all'altra e all'altra
ancora. Non si smette fino all'ultimo racconto e alla sorpresa dell'ultimo dialogo. Ogni
racconto è infatti preceduto da spezzoni, presentati con l'immediatezza di
un'istantanea, di un intimo colloquiare delle tre donne. Fra loro c'è un confronto
diretto che, bisturi impietoso, scarnifica le loro anime alla ricerca dei “perché”, della
“verità”. Sarà proprio con l' ultima istantanea che s'acquieterà, come in una benefica
definitiva seduta di psicoanalisi, il disagio sottile, un senso di sofferenza che pervade
la narrazione e che coinvolge, suo malgrado, l'attento lettore. Motivo conduttore della
narrazione è infatti l'infanzia negata, rappresentata nell'indiscussa protagonista dei
vari racconti: la Bambina. Una bambina di “una volta”, quando il bambino era
considerato solo oggetto e non soggetto della propria crescita. Oggetto di cure, se gli
andava bene; oggetto di regole imposte con autorità, spesso ghettizzanti (qui i
bambini, lì gli adulti). Mai soggetto di scelte, mai individuo, mai “persona”. L'autrice,
con prosa fluida e accattivante, cattura l'attenzione del lettore con il suo racconto che
è anche teatro di un periodo in cui può riconoscersi un'intera generazione, quella di
persone ora un po' datate, ma che anche ai giovani, nel necessario recupero delle
loro radici attraverso la memoria del passato, può dare motivo di riflessione attenta e
profonda.
Mariella Plumeri Caterini è nata a Palermo e vive in Toscana, in una vecchia casa
colonica ristrutturata. Scrive da sempre, ha collaborato e collabora, sotto
pseudonimo, con vari periodici. Premiata all’Andersen (Il ciclamino, 1996), Istantanee
con Bambina è il suo primo romanzo, menzione d’onore al Premio Pisa 1998.
Non aspetto più nulla, non provengo da nulla, nulla può fermarmi…
Katerina e la sua guerra
di Barbara Serdakowski
Robin Edizioni
Romanzo
110 pag. - Euro:10,00
ISBN: 978-88-7371-514-6
Si udì il suono
di un violino.
Qualcuno suonava.
Passarono minuti,
era angosciante,
meraviglioso.
Vi prendeva, quel
suono,
in mezzo al petto
e vi teneva in sospeso
come inchiodati
alla volta celeste
Recensione a cura della Bruna Nizzola
Il titolo del libro di Barbara Serdakowski, “Katerina e la sua guerra” ne anticipa già i
protagonisti: la Guerra e la Donna.
Non serve localizzarla geograficamente o definirla nel tempo: la Guerra è la cattiva
coscienza dell’umanità, l’ombra oscura che ne accompagna il cammino.
Ineluttabile, come sostiene Benedetto Croce? (“Solo così si è mossa finora e così si
moverà sempre la storia del mondo”). Forse! Sicuramente asservita ai sordidi interessi di
Stati e organizzazioni, i Leviatani, i mostri cui si sacrificano con cinica indifferenza vite e
persone.
Katerina o Miriam, nella storia narrata, è la Donna, spesso vittima sacrificale di un evento,
la guerra appunto, tanto disumanizzante da alterare ogni codice morale, ogni comune
senso della vita. La Donna che diventa oggetto di un’orribile violenza antica quanto gli
uomini e le loro guerre.
Con stile crudo, tuttavia agile e scorrevole, l’autrice non ci risparmia nulla degli orrori che
accompagnano gli eventi bellici: il cadavere senza testa, i morti “troppi per sembrare
persone”, la marcia desolata dei profughi, il bambino che mendica inutilmente un goccio di
latte dal seno di una madre che non è la sua. C’è poi la rassegnazione desolata a
drammatiche situazioni incontrollabili: “la miseria prevalse senza scampo...” e ancora:
“sapevano tutti che non c’era altro da fare...”.
Proseguendo nella lettura, però, emerge dalle ombre dolorose della narrazione un nuovo
protagonista: la maternità. La guerra uccide, la donna procrea e difende allo spasimo la
propria creatura per la quale riesce a conservare una speranza di futuro.
Si narra di una maternità sofferta che non manca di lasciare impronte d’angoscia, per
ricordi incancellabili, anche nella figlia, ma che rappresenta più che mai la continuità, la
vera forza della vita. “Chi ci fa uomini sono le madri” recita Nazim Hikmet.
Lettura trascinante, di forte impegno, che riesce a trasmettere valori universali sui quali è
opportuno riflettere in ogni tempo.
Barbara Serdakowski lascia la Polonia, dove è nata, a soli due
anni. Ha vissuto in Marocco, in Canada e attualmente vive in
Italia. Con l’artista Cesare Oliva ha fondato il centro d’arte
contemporanea e letteratura “Magma”.
Metti una sera in treno, con una gran luna...
Io mi dichiaro con orgoglio
suo allievo,
l'ultimo, il peggiore
dei suoi allievi.
di Beppi Zancan
Edizioni Angolo Manzoni È pure vero che tra
Gesù e Bobbio
Narrativa
sceglierei Gesù,
103 pag. - Euro: 8,00
non vi sono dubbi
ISBN: 88-88838-32-5
su questo punto.
E non riprenda a ridere,
bibliotecario, non dona
al suo grasso molle.
Ma dopo Gesù
sceglierei Bobbio,
non Kierkegaard,
non Nietzsche, non Sartre
né Heidegger,
e fatto salvo solo
Dostoevskij, che metto
accanto a Gesù
La balbuzie
di Bobbio
Recensione a cura di Gianpietro Scalia
Ci sono storie che sono scritte da sempre, che nel nostro inconscio sono lì, nascoste alla
nostra percezione, ma presenti. Si rimane piacevolmente confusi quando un autore le
prende, le trascrive tra le pagine di un libro e ce le propone.
Sono le storie che ci vivono intorno, che ci sfiorano senza toccarci o senza coinvolgerci.
Sono il vicino di scompartimento in un treno, sono i ritardi, le attese. Sono gli sguardi di
chi ci passa accanto per le strade. Sono i momenti di vita che sono appartenuti a qualcun
altro, magari in un altro luogo; magari anche in un altro tempo. E' relativamente semplice
scrivere una storia piena di eventi e di personaggi. Ma scrivere una storia dove due
uomini si incontrano dopo tanto tempo, ricordandosi addirittura che non si conoscevano
neanche poi così bene? E riuscire, scrivendo ciò, a tenere incollato il lettore alle pagine
per sapere "come andrà a finire", pur sapendo bene come andrà a finire. E scoprire che in
questo minimalismo non accade nulla e accade tutto?
Sorridere, pensare, intristirsi e intenerirsi. Bisogna amare la vita, per scrivere una storia
come questa. Bisogna che chi legge la storia ci pensi, al senso vero della propria vita. E
questo lo dico io. L'autore lo lascia molto democraticamente solo immaginare.
Beppi Zancan si è occupato di critica d'arte, si interessa di
filosofia, incisione, letteratura, fumetti e jazz... L'eclettico Beppi
nasce a Torino, vive da sempre nel suo cuore, ne assimila la
torinesità che in questo secondo scritto fuoriesce con sobria e
disincantata acutezza. Il suo primo libro è La gatta Miomao,
sempre per i tipi dell'Angolo Manzoni, anch'esso in questo
catalogo.
La musica come ponte tra l’Io e il Mondo
La cantatrice muta
di Isabella Giomi
Edizioni Laruffa
Romanzo
86 pag. - Euro: 8,00
ISBN: 978-88-7221-387-2
Il silenzio
era ancora
più fitto ora,
come se
le cupe sonorità
della canzone
avessero assorbito
anche l’ultimo
residuo di rumore.
Recensione di Giulia De Concilio
Elettra, la fragile e misteriosa protagonista, non parla o, per meglio dire, sceglie di non
parlare, di “non sprecare inutilmente la voce” ma di usarla solo per cantare. E come il
fulmine è il celere tramite tra cielo e terra, così il canto diviene per Elettra l’unico ponte tra
lei e il mondo, tra l’Io e l’Altro... È proprio un fulmine, infatti, che la strappa dal ventre
materno quando ancora “non era pronta a nascere” e, inevitabilmente, “contrassegna
l’intera sua vita”. La giovane miracolata crescerà, infatti, con il terrore dei temporali che
l’hanno per sempre privata di protezione e, al contempo, scaraventata in una realtà in cui
non riesce ad adattarsi, né a riconoscersi. Questo è il motivo che la spinge, per tutta la
vita, a cercare luoghi caldi in cui non possa piovere e, al contempo, a soffocare le parole
per controllare le emozioni. La violenta tempesta i cui vuole costantemente ed
instancabilmente evitare d’imbattersi, non è altro, infatti, se non lo specchio del turbinio di
emozioni che Elettra cerca di rifuggire.
Vincitore della seconda edizione del concorso letterario “Emozioni d’Inchiostro”, il
romanzo si propone d’indagare il delicato animo della protagonista attraverso il sapiente
paradosso della “cantatrice muta”, che si esprime solo attraverso il linguaggio canoro. E
non a caso: la valenza catartica della musica sublima le emozioni cristallizzandole in uno
stadio in cui non possano più attanagliare l’animo umano ma, anzi, lo allevino dal dolore.
Per tutta la vita, infatti, Elettra cerca di alienarsi “dalle cose troppo esplicite”, di condurre
un’esistenza in sordina: ma gli imprevedibili tiri della sorte, la porteranno ad imbattersi
nell’enigmatico giovane dagli “occhi differenziati” che la farà vacillare e, forse, persino
vivere.
Isabella Giomi è nata a Roma e lavora in una grande struttura pubblica. Il suo esordio nel
mondo della narrativa (dopo varie pubblicazioni in antologie e riviste letterarie) è stato
segnato dal romanzo “La cantatrice muta”, grazie al quale ha vinto la seconda edizione
del concorso letterario per inediti “Emozioni d’Inchiostro” indetto dalla prestigiosa casa
calabrese Laruffa. Considera la scrittura un’estensione della vita e l’universo narrativo un
mondo infinitamente perfettibile che cresce in sintonia con l’esperienza. Ama in
quest’ordine: i gatti, l’inverno e le verdure crude.
Storie meranesi di uomini e fantasmi
La città sul confine
di Paolo Valente
O.G.E. Editore
Antologia di racconti
206 pagine
Euro: 15,00
ISBN: 8-88-9834-02-1
Merano sul confine,
Merano
trasportata
dalla corrente.
La città
da cui fuggire.
Il luogo
per il quale
non si può non
passare.
Recensione di Laura Schiavini
Ventiquattro racconti caratterizzati da una scrittura potente, a tratti poetica e lieve,
ambientati a Merano, fra leggenda e storia, dalla notte dei tempi del neolitico,
passando per l’età romana, il medioevo e l’Ottocento, fino ad approdare ai due
conflitti mondiali.
Merano, terra di confine, spartiacque fra il mondo latino e germanico il cui antico
nome, Maia, evoca la Maya degli antichi yogi. Un luogo illusorio dove si è smarrita la
capacità di dare risposte, dove quello che appare non sempre è realtà oggettiva e
immutabile, ma un continuo divenire in cui vecchio e nuovo scarabocchiano sulle
pagine del tempo. A volte sotto forma di sogno.
I personaggi di questi racconti, siano essi leggendari o storici, appaiono e
scompaiono per poi tornare, a sprazzi, nelle fantasie d’inverno dello scrittore.
E' così per L’uomo venuto dal ghiaccio che apre e chiude la saga; per Corbiniano,
vescovo senza sede e per Valentino, il santo che si era ritirato due secoli e mezzo
prima in quella terra, Maia, che aveva scambiato per il paradiso.
Nella cavalcata di Valente attraverso i secoli, troviamo persone comuni come Luigi
(che cresce fra due identità linguistiche e che sente spesso il padre chiedersi: cossa
semo noialtri?) O come Peter (il cui padre, costretto ad abbandonare la sua casa,
distrugge il nido delle rondini), ma non per questo meno interessanti dell’imperatrice
Sissi e di Mussolini (fugaci visitatori) o del ciclista Gino Bartali la cui fuga solitaria alla
scalata delle Dolomiti riflette, sul piano simbolico, la fatica letteraria dell’autore. O del
poeta indiano Tagore, a significare la metafora universale di una frontiera intesa non
come barriera bensì come ponte di civiltà fra etnie linguisticamente diverse ma
culturalmente affini.
Paolo Valente è giornalista e scrittore meranese. Ha pubblicato numerose ricerche
relative alla storia locale e una trilogia dedicata ai gruppi sociali conviventi nella Merano
plurilingue: Il muro e il ponte (Trento 2003), Nero ed altri colori (Trento 2004) e Porto di
mare (Trento 2005). In ambito narrativo, ha pubblicato Il maestro di Cordés (romanzo
breve, Bolzano 1997), L’orchetto volante (racconti e filastrocche per bambini, Trento
2001), Di là del passo (racconti lunghi, Bolzano 2003) e una raccolta di favole africane, La
papaia di Senan (Bologna 2006).
Se parliamo col gatto, non è grave. Ma se il gatto ci risponde…
Laddove
realtà e fantasia
si fondono
nella sublimazione
dell'evento
di Sandro Fasoli
Tabula Fati
Racconti
256 pagine
Euro: 12,00
ISBN: 88-7475-089-7
Un viaggio
è sempre un
viaggio...
Poi quasi gratis...
Poi il destino...
Poi hai parlato col
gatto!
E sì,
hai proprio bisogno
di una vacanza,
ovunque essa sia.
Recensione a cura di Daphne
Un titolo, un programma, il libro di Sandro Fasoli!
Programma che, sin dalle prime pagine, mantiene fede a quanto promesso
trasportando il lettore, di racconto in racconto (legati da un sottile fil rouge) in
situazioni paradossali e grottesche capaci di strappare più di un sorriso. Ma
non solo, a tratti lo introduce, come nel racconto La Regina di Cuori e il Fante
di Picche, nel magico mondo dell'immaginazione, attribuendo vita e storie a
oggetti inanimati come le carte da gioco. Quando non descrive, con una
buona dose di divertissement e con tutti i retroscena tipici degli amori
contrastati, romantici e impossibili, una gustosa partita di scacchi viventi ne: Il
pedone di Marostica.
Ma quando il gioco si fa duro... Ecco che si entra nella dimensione del giallo,
un piccolo esercizio di noir che lascia il lettore un po' perplesso.
La scrittura di Fasoli è decisamente maschile sia nello stile sia nelle idee
sviluppate con taglio giovanilistico. Dai sentimenti al sesso. Dal calcio alla
politica. Temi, questi ultimi, cari ai giovani maschi di oggi che parlano e
pensano per luoghi comuni. Se questo libro fosse solo un esercizio di
autobiografismo, si potrebbe dire che forse Fasoli avrebbe fatto meglio a
sorvolare su argomenti che meriterebbero un pensiero più originale, ma
poiché, a detta dell'autore, l'unico protagonista reale del libro è il felino che
ammicca, replicato all'infinito, dalla copertina, non possiamo che
meravigliarci del fenomeno.
E concludere asserendo che: parlare con il proprio gatto non è un pericoloso
sintomo di pazzia, ma quando il gatto ci risponde... Allora sì, forse abbiamo
un problema.
Sandro Fasoli nasce a Chieti nel 1964, poi si trasferisce a Pisa per frequentare
la facoltà di scienze biologiche. A un passo dalla laurea, però, lascia gli studi e si
dedica all'importazione e al commercio di pesci tropicali.
La "via jugoslava" al racconto contemporaneo
La donna del catalogo
e altri racconti jugoslavi
di Autori Vari
Edizioni Trauben per Maja
Editore
Antologia di racconti
105 pagine
Euro: 12,00
ISBN: 88-87013-77-2
"...si esercitava sempre più a lungo,
traducendo le frasi da una lingua a
una seconda, una terza, una quarta.
E cominciò a credere che tanti mali
provengono anche dal fatto che gli
uomini non sono abituati né ad
ascoltarsi, né a capirsi tra di loro, e
nemmeno prestano attenzione alle
parole.
A suo parere, si sarebbero dovuti
disabituare gli uomini dal
maneggiare i fucili e invece
insegnare loro a maneggiare le
parole.
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Lo "scisma" del generale Tito, la conseguente accusa di "deviazionismo" e
l'espulsione della Jugoslavia dal Cominform ha come effetto positivo la libertà,
per gli scrittori, dal giogo del Realismo socialista: così, gli scrittori jugoslavi della
metà del secolo scorso, liberi dall'obbligo di farsi "ingegneri di anime", possono
proseguire le loro sperimentazioni trovando una "via jugoslava" capace di
condurre al progressivo superamento del Modernismo e all'approdo sulle
variegate spiagge del Postmodernismo.
La raccolta curata da Ljiljana Banjanin presenta nove racconti di scrittori
jugoslavi contemporanei che ben documentano questo passaggio, dal più noto
Danilo Kis (1935-1989), alla scrittura femminista di Milica Micic Dimovska (n.
1947), a Vladimir Pistalo (n. 1960), pur attraverso scelte moderate, come
dichiara la stessa curatrice della raccolta, evitando quindi la prosa sperimentale,
l'esoterismo, la prosa documentaria di guerra.
I racconti qui proposti sono un valido esempio di ricerca di tecniche narrative e di
scrittura che riflette su se stessa e sul suo processo creativo, ma sono anche - al
di là degli aspetti formali - interessanti per il piacere che vi si ritrova di raccontare
la vita e i suoi percorsi non lineari. Per questo, sono racconti godibili, che vanno
al di là di tutti gli "ismi" possibili per arrivare al cuore dei lettori. Come, del resto,
deve fare la buona scrittura letteraria, il cui scopo non è quello di offrire
argomenti di speculazione ai critici, ma di coinvolgere chi ama leggere.
Questa raccolta ci riesce.
La raccolta è stata curata da Ljiljana Banjanin, lettrice di lingua serbo-croata
all'Università di Torino.
Sesso, verità e finzione nella Trieste della Schiavini
La fortuna è un talento
di Laura Schiavini
Edizioni Robin
Romanzo
180 pag. - Euro: 12.00
ISBN: 978-88-7371-295-4
"Ciao,
lascia un messaggio,
ti richiamerò
appena posso"
recitò
la sua voce
in segreteria.
Una voce calda,
roca e fumosa.
La più sensuale
che avesse
mai sentito.
Recensione a cura di Pietro Spirito
Daniele Aloisi è un giovane scrittore di successo. Un giorno, portando a spasso il cane nel
giardino pubblico, vede una bella ragazza molestata da due individui. Interviene, i due balordi
se ne vanno, lo scrittore e la donna "con una voce di carta vetrata" fanno conoscenza. Lei si
chiama Lorena, ed è una prostituta d’alto bordo. Racconta allo scrittore la sua storia, che è una
storia di un’infanzia triste, di violenze e sopraffazioni, sesso estremo, sfruttamento e festini a
luci rosse con importanti uomini politici. Daniele Aloisi decide di fare della storia di Lorena un
romanzo: lei non dovrà far altro che continuare a raccontare, lui di volta in volta scriverà i
capitoli e glieli farà leggere. Il romanzo racconterà la storia di uno scrittore che scrive la vita di
una prostituta d’alto bordo.
In una Trieste mai nominata ma riconoscibilissima soprattutto nelle ambientazioni della città
vecchia, la vicenda si snoda con ritmo incalzante in un intreccio che parla di sesso, di violenza,
di sentimenti negati, mentre fra i due protagonisti nasce qualcosa di più di un’amicizia. Ma i due
balordi che avevano molestato Lorena al giardino sono ancora là, seguono la donna, la
minacciano, c’è una questione di droga da risolvere. L’epilogo è drammatico, Lorena sarà
violentata e uccisa.
Fin qui la prima parte del libro della Schiavini. Che a un certo punto offre al lettore una brusca
svolta. E si scopre che in realtà Lorena è viva, la sua storia è inventata, e dietro a tutto c’è una
truffa ordita ai danni dello scrittore, il quale, una volta pubblicato il romanzo, si troverà costretto
a rispondere di plagio. Ma la verità non è nemmeno quella e in un gioco di specchi e scatole
cinesi – il racconto nel racconto – si svela il raggiro architettato da un’aspirante scrittrice che si
era vista rifiutare il romanzo proprio dal famoso scrittore.
Laura Schiavini conduce il lettore con abilità in un intricato labirinto narrativo che parla di verità
e finzione, di passioni e di speranze, della pochezza del mondo letterario ed editoriale, che
ricorda come scrivere sia una malattia da vampiri e infine si interroga – come l’ambiguo io
narrante del romanzo – sulle possibilità di realizzare i propri sogni: "Ma non seppi darmi una
risposta, se non con le parole di Somerset Maugham: la fortuna è un talento".
Laura Schiavini è nata a Trieste nel 1954. E' autrice di numerosi racconti,
del saggio monografico All I Want is U2 - Campanotto editore, e del
romanzo Senso unico, pubblicato con Eco Edizioni e presente anch'esso
nel Catalogo DANAE. Collabora poi con alcuni periodoci a diffusione
nazionale per il settore della narrativa.
Per i fortunati che hanno conosciuto l’amore di un animale
La gatta Miomao
di Beppi Zancan
L'Angolo Manzoni
Narrativa
213 pag. - Euro: 14,00
ISBN: 88-88838-08-2
Ora le chiedo: amare e
avere un'anima, non
sono la stessa cosa?"
"Sono la stessa cosa,
- risposi senza pensarci
su troppo - proprio la
stessissima cosa".
"Allora, secondo la
logica aristotelica,
eccole servito questo
sillogismo:
"Tutti gli esseri che
amano hanno un'anima;
Miomao mi ama; indi
Miomao ha un'anima.”
Fa una grinza?
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Per il Piccolo Principe di Saint-Exupéry, la rosa che coltivava e curava sul suo pianetino,
benché uguale a migliaia di altre rose viste sulla Terra, era speciale, era la "sua" rosa,
perché l'amava e ne era responsabile.
Per Guido Frattini, un personaggio surreale, geometra ed ex giornalista, ventriloquo ed
illusionista, che si muove con disinvoltura tra Dostoevskij, Kant, Shopenhauer e
Descartes, una qualunque gatta soriana trovata per strada e forse uguale a migliaia di
altre gatte, è unica, assolutamente unica per l'amore dato e per l'amore ricevuto.
In una notte afosa di luglio, su una panchina di piazza Maria Teresa, a Torino, Frattini
racconta all'autore, un pittore-critico d'arte, dapprima scettico, poi sempre più coinvolto
nella narrazione, la straordinaria storia ordinaria della gatta Miomao.
Se anche voi pensate che Descartes avrebbe dovuto capovolgere il suo "Cogito, ergo
sum" e affermare piuttosto "Sum, ergo cogito", se credete che gli animali e le piante
abbiano un pensiero e un'anima, questo è il libro che fa per voi.
In alternativa a queste dotte sottigliezze filosofiche, vi sarà sufficiente sapere che cosa
significhi tenere sulle ginocchia un gatto che fa ron-ron.
Libro piacevole, La gatta Miomao, molto ben scritto, realizzato dalle Edizioni Angolo
Manzoni con la cura abituale, dall'editing all'aspetto "materiale".
Beppi Zancan si è occupato di critica d'arte, si interessa di
filosofia, incisione, letteratura, fumetti e jazz... L'eclettico Beppi
nasce a Torino, vive da sempre nel suo cuore, ne assimila la
torinesità che in questo secondo scritto fuoriesce con sobria e
disincantata acutezza. Con l'Angolo Manzoni ha pubblicato anche
La balbuzie di Bobbio, anch'esso presente in questo catalogo.
Resistere si deve, e difendersi!
L'albero ed io
Peccioli 1944
di Valerio Pinelli
Proposte Editoriali
Narrativa
126 pag. - Euro: 8,00
ISBN: 88-87431-39-6
Era lui, il Duce,
e le sue squadracce
che ti dicevano
quel che potevi
o non potevi fare.
Un minimo di libertà
l'abbiamo pure
ottenuta.
Cerca
di non fartela
portare via.
Recensione a cura di Bruna Nizzola
Di quel tempo lontano... che io non ho vissuto...
"Memoria non è peccato fin che giova" recita Eugenio Montale.
In questo periodo accade spesso che la memoria, nell'ambiguità del giudizio 'tutti
colpevoli, tutti innocenti', corra il rischio di diventare, come non mai, peccato, occasione di
nuovo odio e vendetta. Giova, invece, la lettura di questo libro che alla memoria è
dedicato. Storie di un tempo lontano, non tanto, però, da non rivivere, scuotendone le più
intime fibre, nel giovane che ne sente parlare. Ecco il vero beneficio del ricordo! Si ha,
quando il giovane chiede al vecchio cosa si possa fare perché le lotte, le sofferenze del
passato non siano state vane e il vecchio risponde:
"Resistere si deve, e difendersi..."
e, si potrebbe aggiungere, fare tesoro dei ricordi, ascoltare e riflettere sulle vecchie storie.
Vicende che, nel libro di Valerio Pinelli, più che narrate sembrano rappresentate su di un
palcoscenico in cui gli attori animano via via scenari diversi, simili, però, nel rigore veritiero
delle descrizioni, sia che si tratti di paesaggi di una campagna ostile che a stento permette
la sopravvivenza, sia che si porti il lettore negli "interni" di case poverissime o nei luoghi
desolati della guerra. Non c'è enfasi o retorica negli episodi narrati.
Lo stile è altrettanto severo. Non manca d'accenti lirici e teneri, nella rievocazione
dell'infanzia, ma diventa molto crudo nella condanna assoluta, più che di un certo modo di
fare religione e politica, dell'ipocrisia e dell'ingiustizia, in un anelito appassionato alla
libertà che costituisce il filo conduttore, il fulcro, l'anima, di tutto il racconto.
Valerio Pinelli è nato a Pisa nel 1958. Impegnato in organizzazioni di
difesa dei lavoratori e degli inquilini, ha collaborato a diversi fogli e
riviste della sinistra militante. Con il suo primo romanzo, il noir a sfondo
sociale, Il Fondo della notte", anch'esso nel nostro catalogo, ha vinto la
seconda edizione del premio "Elsa Morante". L'albero ed io è il suo
secondo romanzo.
Il “prima” e il “dopo” la Liberazione nella Bassa Emiliana
La luna sporca
di Dina Ravaglia
Edizioni Pontegobbo
Romanzo
144 pag. - Euro: 14,00
ISBN: 978-88-86754910
Abbiamo tutti bisogno
di un posto a cui tornare;
tanto che,
se non ne abbiamo uno,
fingiamo.
Ce lo inventiamo.
Lo creiamo dal nulla,
e lo facciamo nostro.
Recensione a cura di Alessandra Moretti
Gli occhi gialli del partigiano Lupo sono lo specchio attraverso il quale si riflettono
tutti gli orrori di cui è stato testimone durante la guerra. Cerca la pace, Lupo.
Cerca un luogo da poter chiamare “casa”, qualcosa che in fondo cercano anche
gli altri personaggi di questo romanzo emozionante, nel quale l’autrice racconta
una vicenda circoscritta che ne rispecchia però molte altre, le storie di un’Italia
appena liberata che fatica a trovare se stessa. Le vicende dei protagonisti si
intrecciano sull’onda dei sentimenti che provano l’uno per l’altro, c’è l’amore
passionale, l’amore materno e l’amore immaginato o ricordato, l’amicizia, ma
anche il sospetto, la vendetta. C’è la sensazione che il “dopo”, inteso come dopo
la Liberazione, porti con sé la scoperta che molte cose non siano in realtà come
si pensava che fossero e che molte persone si rivelino diverse. Dov’è il confine
tra bene e male? Chi sta dalla parte giusta e chi da quella sbagliata? Non tutti
questi nodi verranno sciolti.
Dina Ravaglia scrive una storia breve ma intensa, caratterizza dei personaggi ai
quali il lettore si affeziona fin da subito e lo fa con grande padronanza dello
strumento linguistico, mettendo sulla pagina anche la vividezza della lingua
parlata, capace di rendere con efficacia il senso di ansia e di suspense di alcune
parti della vicenda ma, soprattutto, il carattere squisitamente umano dell’intero
romanzo.
Dina Ravaglia architetto, classe '65, tre figli, dipendente di un ente
pubblico, è nata a Parma e vive nella Bassa reggiana.
La luna sporca, vincitore del premio “Città di Bobbio 2008”, è il suo
romanzo d’esordio
Una mansuetudine livorosa
La metamorfosi
del professor Strunz
di Ezio Saia
Edizioni Serarcangeli
Romanzo
150 pag. - Euro: 13.00
ISBN: 978-88-7408-099-1
Possono farmi
qualsiasi cosa,
ma non togliermi
la libertà di pensare
e sentire quel che
voglio.
Non possono entrare
nella mia anima
a dare ordini.
Recensione di Gianluca D’Urso
La mansuetudine del professor Strunz è scritta nel suo codice genetico. Quando il dottor
Ciripalli, specialista del settore, diagnostica l’anomalo metabolismo da ruminante del
matematico, non fa altro che leggere la sua storia e, al contempo, il suo destino, come un abile
cartomante. Strunz è un novello Bartleby, un uomo di in-azione, che subisce inerme gli
attacchi del suo nemico giurato, che lo perseguita e ossessiona: il riflusso della cultura
sessantottina, ovvero quel che ne rimaneva negli anni Novanta. A differenza dello scrivano di
Melville, però, il professore si logora nel rancore. A cominciare da quando, poco più che
adolescente, il corteggiamento della sua futura moglie lo costringe ai concerti degli odiati
cantautori e ai dibattiti dei disprezzati gruppi di sinistra, per finire al momento in cui la sua
routinaria vita professionale viene funestata dall’avvento delle nuove teorie pedagogiche.
Proprio queste ultime costituiscono l’innesco della prima trasformazione del mite Strunz da
figura di secondo piano del consiglio scolastico a strenuo capeggiatore dell’opposizione al
rinnovamento. La seconda, definitiva, metamorfosi kafkiana è un ritorno all’originale docilità in
una sorta di ciclo cosmico. Ma i propri tormenti, suggerisce la storia del professor Strunz,
ciascuno li porta con sé ovunque, persino nella trasmigrazione in un nuovo corpo. Può
capitare che la fuga da una specie asservita all’autorità di una presunta egemonia culturale, si
concluda in un’altra specie assoggettata al dominio di un malgaro presunto zoofilo, con
l’aggravante del persistere dell’ossessione per le lettere livorose da recapitare agli esponenti
più in vista tra i politici del centro-sinistra. Il professor Strunz è una sorta di pellicola per
negativi di un personaggio di Tondelli –con il quale Saia ha in comune la ricerca di una
colloquialità estrema nello stile del linguaggio e l’abbondante uso di neologismi– arruolato
nelle schiere degli avversari politici delle figure dello scrittore emiliano, rivelandosi in questa
distanza ideologica e culturale un perfetto uomo del suo tempo.
Ezio Saia, è laureato in Ingegneria Elettrotecnica (Politecnico di Torino) e in Filosofia
(Università di Torino). Ha scritto quattro trattati di filosofia (Filosofia dei paradigmi,
Riflessioni sull’arte, Giudizi politici, Società e cultura ) e quattro romanzi (Il morbillo e
la chela, La città e il demonio, Il re degli anarchici, La metamorfosi del professor
Strunz), per ora tutti inediti, eccetto l’ultimo, ovviamente!
Gli anziani fantasiosi e in buona forma non saranno mai vecchi
Lanziano e le divine
compagnie
di Iano Lanz
Edizioni MEF L'Autore Libri Firenze
Romanzo
226 pag. - Euro: 16.6
ISBN: 978-88-517-2309-5
«Di solito in inverno,
nel periodo della
lontananza,
i ricordi del tempo
trascorso insieme
sono chiusi in un
cassetto
e il cassetto
è chiuso a chiave.
Ma la chiave
è sempre con me.»
Recensione di Nicoletta Bianchi
Il tempo, si sa, è tiranno, scorre inesorabile e non ci lascia scampo. Lanziano, il
protagonista di questo romanzo, lo sa molto bene e contro il tempo combatte una
guerra quotidiana, fatta di ginnastica, cura per il corpo e di una vita sana. Queste
semplici abitudini lo hanno portato ad essere un settantenne in splendida forma,
che sa godersi la vita come e meglio di un giovane. Dapprima ispettore scolastico
per il ministero, nel corso degli anni il suo impegno per un’ONG è costantemente
cresciuto, portandolo ad essere un punto di riferimento nel settore. Spesso in
viaggio, ogni anno, con precisione meccanica, prepara una sorta di “planning
organizzativo” in cui stabilisce tempi e modalità di incontro con le sue donne.
Dedica ad ognuna di loro qualche giorno l’anno, da molti anni ormai, e in questo
modo sembra aver trovato l’elisir di lunga vita delle relazioni sentimentali. Il
meccanismo è però destinato ad incepparsi nel momento in cui due di loro si
incontreranno a uno stesso evento. Romanzo ben scritto, da cui trapela un sottile
senso di nostalgia e tristezza, si potrebbe definire una sorta di Eleganza del riccio
in versione maschile, dove il protagonista finge di essere quello che non è: una
moglie facciata dalla quale non ha il coraggio di separarsi, rapporti vissuti a
distanza e mantenendo le distanze. Per questo, una volta terminata la lettura,
rimane l’amaro in bocca per quello che poteva essere e invece non è stato.
Lanziano e le divine compagnie è così un romanzo terribilmente attuale, perché
fotografa una società in frenetico movimento, che non si dà tempo per le emozioni,
per i sentimenti veri e profondi: tutto è vissuto velocemente, tutto è appena sfiorato,
quasi come se lasciarsi andare fosse un segno di debolezza. L’apparenza prima
della sostanza.
Iano Lanz, (si tratta di uno pseudonimo) è un maturo insegnante, Isef di Roma. Oltre
l’insegnamento, ha approfondito temi legati alla cultura folklorica, è stato direttore artistico di
un noto festival di folklore; ha scritto per riviste specializzate e di turismo, italiane e straniere,
contribuendo a diffondere, a livello nazionale, i contenuti della Raccomandazione UNESCO
sulla salvaguardia della cultura tradizionale e popolare. Si è specializzato nella cura di
patologie osteo-articolari della terza età ed è convinto che una sana anzianità , vissuta con
buona motricità e sentimento, aiuti a invecchiare bene. Nel catalogo DANAE, l'autore è
presente anche col romanzo Valeleu.
Un mondo magico dove tutto è possibile
La piazza viaggiante
dei sogni
e delle illusioni
di Gianpietro Scalia
L'Angolo Manzoni - Torino
Narrativa
117 pag. - Euro: 8,00
ISBN: 88-88838-10-4
Luna non lo sapeva
ancora...
però se Luna avesse
fissato a lungo un
oggetto,
un oggetto qualsiasi,
avrebbe visto un
frammento
della vita futura
svolgersi in esso:
niente più di un
frammento,
ma pur sempre
significativo...
Recensione a cura di Roberta Ceraolo
Gianpietro Scalia, medico di professione, per passione e necessità da sempre scrittore, pubblica la
sua opera prima, La Piazza Viaggiante dei Sogni e delle Illusioni, dal sapore felliniano, i cui
personaggi e gli avvenimenti sono catturati dalla realtà e amalgamati con fantasia e poesia. I confini
tra i due ambiti sono sbiaditi, eppure la tragicità dei fatti rimbalza con forza, imponendosi.
La realtà: Luna, 23 anni, rimasta orfana da madre tossica, cresce sotto l'ombra e lo sguardo dei nonni
materni, con ricordi troppo tristi e pesanti per essere sopportati a quell'età. Non ha mai conosciuto il
padre, e della madre ha sperimentato il disagio del suo stato, più l'assenza che la presenza. In
mezzo a questo dolore, fatto di sfruttamento sessuale, di abusi di libertà, di crescite impedite, si
annida la speranza/ribellione. Lavora nel bar di Alfonso, quando arriva in città La Piazza Viaggiante
del Signor Mordelli, proprietario e manager di quello che erroneamente potrebbe definirsi un circo,
ma che circo non è, bensì "un mondo fatato dove tutto è possibile". Mordelli cerca una maga e
Alfonso ritiene che quello potrebbe essere un lavoro adatto a Luna. La fantasia: le fate del bosco dal
profumo di marzapane, il Figlio del vento dalla testa e pancia rotonda, il mimo Gabriele, di cui Luna si
innamora, e fra loro sottili foglie di dolcezza come di due mani che si sfiorano ma solo gli indici si
toccano, creando il circuito comunicativo d'anime.
La Piazza Viaggiante non è lo sviluppo di una vicenda, è l'ingrandimento di due, tre fotogrammi. La
macchina da presa si ferma su una scena, cogliendone tutti i particolari e i movimenti più piccoli, ne
segue il corso in poche altre ambientazioni e poi si blocca, sullo stesso palcoscenico che ne ha dato
l'inizio. Il cerchio si chiude. Il lettore conosce la fine nell'incipit, quindi non vi è curiosità di sviluppo,
quanto di conoscenza del perché e del come è successo questo; il dramma, le emozioni bloccate,
asettiche, il respiro inesistente, la morte prematura di due giovani, una vicenda giornalistica e infine la
libertà di essere, nella morte. Scalia con estrema delicatezza lo spiega: guardate che voi partite dalla
fine, ma prima è successo questo e quest'altro, non poteva che finire così.
Si tratta di una sfida che l'autore lancia a se stesso: vedere la bellezza e la poesia in ciò che a prima
vista lo escluderebbe senza timore, ci obbliga a fermarci e a cogliere un dialogo tra i personaggi che
vada oltre il primo vedere. E questa è la realtà. La fantasia serve per vedere la realtà.
Gianpietro Scalia vive e lavora a Piacenza. Medico ospedaliero, appassionato di
letteratura e informatica, scrive per esorcizzare l'indifferenza della nostra società.
La Piazza Viaggiante dei Sogni e delle Illusioni è il suo primo romanzo, cui ha
fatto seguito La Strega e il Condottiero anch'esso presente in questo catalogo.
Ognuno di noi è un miracolo, una bellezza straordinaria...
La porta verde
di Bruna Nizzola
Edizioni CAAD-Gierut
Romanzo
108 pag. - Euro: 10.00
ISBN: 978-88-96148-14-3
Già, il tempo!
Quel tempo
che fuggiva
e macinava
cose e persone;
che
in un'incontrollata
progressiva
accelerazione
sembrava aver tolto
il gusto
dell'assaporare
le piccole cose
della vita...
Recensione a cura di Ludovico Geirut
Con un sapiente dosaggio tra racconto e riflessione, Mauro, protagonista indiscusso della
fluida e avvincente trama, avvicina il lettore a un mondo ove l'appiattimento mentale e
l'omosessualità accompagnano situazioni in cui le luci sono talvolta offuscate dalle ombre
del dolore. Se nell'insieme troviamo momenti felici, ci sono anche quelli duri, derivati dalla
mancanza di dialogo e di comprensione per una sensibilità che esce ferita in una società
dove l'apparire ad ogni costo schiaccia uno spirito in cerca del suo spazio vitale. Sia
Mauro, sia le figure che gli ruotano attorno – presentate in ottima sintesi dall'autrice –
simboleggiano caratteristiche di una collettività talvolta feroce e disinformata, frettolosa ed
egoista, in cui il fiore fragile che appare sconfitto, sa lasciarci un limpido messaggio. “La
porta verde” non è un libro per tutti, sia per la bassa tiratura che ne fa sin da ora una
rarità, ma soprattutto perché è destinato a un pubblico che crede all'eguaglianza dei diritti.
Molti hanno quasi timore della diversità , ma vi siete chiesti perché chi non soggiace alle
astruse idee d'un certo “branco” è considerato con disprezzo “diverso” in quanto rifiuta
d'esservi inglobato? Spesso un disabile è osservato stranamente, ma così è pure per il
“diverso culturale” che fa scelte autonome, magari lontane da regole logore, costituenti
l'ossatura di un popolo erroneamente definito normale. Oggi l'essere veramente liberi è
difficile, come sembra suggerire questo libro che può essere letto anche tra le righe.
Bruna Nizzola è nata a Desenzano sul Garda nel 1935. Per lungo
tempo ha insegnato nelle Scuole Pubbliche: apprezzata pittrice,
appassionata di musica, letteratura, filosofia e psicologia, ha vissuto a
Desenzano, Borgoforte e Mantova; attualmente risiede a Torre del Lago
Puccini. La Nizzola è tra gli Autori più presenti nel catalogo DANAE che,
accanto a questo volume, annovera anche Il dubbio e altri racconti, La
vita semplice, La ribollita, Carlotta – c’è posta anche per me e Sinite
Parvulos
Una “Summa”, in punta di “Falcetto”.
La ribollita
di Bruna Nizzola
Mauro Baroni Editore
Narrativa
153 pag. - Euro: 15.00
ISBN: 88-8209388-3
Ogni fiore o profuno o
turgore di gemme mi dà
ancora il senso che qualcosa
possa accadere di bello, di
nuovo anche per me.
È un inizio.
È il foglio bianco a cui mi
accosto con entusiasmo
quando comincio un quadro
con gli occhi pieni di colori.
Poi il quadro farà schifo,
l'estate brucerà fiori e
profumi, ma intanto, per un
attimo, io mi sento giovane e
viva e ancora penso a quello
che farò da grande...
Recensione a cura di Sara Favilla
Devo dire che l'incontro letterario con Bruna Nizzola è stata una piacevole sorpresa.
Ho letto "La Ribollita" tutto d'un fiato e mi è piaciuto molto. Mi è piaciuto anzitutto il titolo
che è insieme un omaggio alla Toscana e una metafora molto pregnante che fa sembrare
questo libro un grande recipiente che contiene un po' di tutto, un sostanzioso alimento: un
nutrimento per lo spirito.
Ho notato che Bruna, nella sua umiltà, ricerca fin dalle prime pagine, l'intima complicità col
lettore, prendendolo quasi a braccetto, e affida alla carta riflessioni personali tratte da
spunti paesaggistici, da quadretti quotidiani, ricordi giovanili, semplici ed efficaci proprio
perché reali. E lo fa con una forma diaristica e confidenziale, metaletteraria, in cui
s'inseriscono considerazioni sulla propria scrittura e come si dipana sulla pagina.
Sono pensieri che pullulano di aspetti e particolari quotidiani e dimessi: si proietta sulla
carta un mondo, uno scenario che contiene inquietudini, smarrimenti e un senso del
vivere fatto di angosciose perplessità. Ma nell'arte di Bruna non c'è posto per la
rassegnazione. Il felice rapporto coi ricordi, con il passato, con le stagioni trascorse le fa
apprezzare ancor più quella presente, con una fresca ironia disincantata che sospende il
giudizio.
L'ironia di Bruna è la cifra che contraddistingue e dà valore alla sua scrittura: non solo la
rende un'artista dalla penna svelta e sicura, ma ne fa una donna combattiva e agguerrita
oltre che molto sensibile.
Bruna Nizzola è nata a Desenzano sul Garda nel 1935. Per lungo
tempo ha insegnato nelle Scuole Pubbliche: apprezzata pittrice,
appassionata di musica, letteratura, filosofia e psicologia, ha vissuto a
Desenzano, Borgoforte e Mantova; attualmente risiede a Torre del Lago
Puccini. La Nizzola è tra gli Autori più presenti nel catalogo DANAE che,
accanto a questo volume, annovera anche Il dubbio e altri racconti, La
vita semplice, e Carlotta – C’è posta anche per me, e Sinite parvulos.
Una storia di amicizia, dolceamara come la vita
La sartoria di Matilde
di Chiara Curione
Firenze Libri - Firenze
Narrativa
182 pag. - Euro: 11,00
ISBN: 88-8254-580-6
È stata Matilde
a insegnarmi
le poche cose
che, nella vita,
sono il segreto
della serenità:
il perdono
l'amore
l'amicizia
Recensione a cura della Redazione DANAE
La sartoria di Matilde è una storia d'amicizia, dolceamara come la vita. Lisa, una signora
di mezza età che ingurgita patatine, dolci e psicofarmaci per combattere le proprie
insoddisfazioni e insicurezze, si trova costretta a lavorare dopo il fallimento della ditta del
marito e assiste una signora anziana, ma sempre attiva e operosa, Matilde. Tra le due
nasce, a poco a poco, un'amicizia che aiuta Lisa a riacquistare la serenità, l'autostima ed
anche un rinnovato rapporto col marito, mentre per Matilde chiacchierare con Lisa
occupandosi delle faccende domestiche o degustando un gelato al caffé del centro del
paese diventa l'occasione per far riemergere a poco a poco un passato doloroso, ma
anche una vita vissuta senza mai dimenticare che i valori veri sono la capacità di amare e
di perdonare. È questo il grande messaggio che Matilde lascerà a Lisa... insieme a molto
altro, perché una fata buona può anche prendere l'aspetto di un'arzilla ottantenne golosa
di gelato alla nocciola...
Scritto sotto forma di diario di Lisa e sviluppato secondo una struttura circolare, La sartoria
di Matilde è una storia semplice e bella, di quelle che fanno bene al cuore.
Chiara Curione si è segnalata in numerosi concorsi per scrittori
esordienti. Sposata, con figli, è nata a Bari e vive a Gioia del Colle.
La sartoria di Matilde è il suo primo romanzo.
Sono un uomo alla ricerca perenne di se stesso
La spiaggia perfetta
di Gianluca Lucchese
Edizioni Miele
Romanzo
144 pag. - Euro: 13,70
ISBN: 978-88-6332-003-9
Lucas,
ti comprenderai meglio
se consentirai
a te stesso
di “essere”
e di ascoltarti
con pazienza.
Adesso
è questa
la tua grande sfida!
Recensione di Rosa Luisi
Il racconto descrive un interessante processo umano e conoscitivo che forma il
protagonista fino a farlo diventare una persona capace di cogliere gli autentici
punti di riferimento che la vita propone e che, sotto lo stimolo di esperienze
sconvenienti, aveva smarrito.
Lucas Ciandri, scrittore quarantenne alle prime armi e in cerca di editore,
trovatosi in un vagone della metropolitana di Londra, improvvisamente (lo si
evince alla fine dell’opera) si addormenta. Nel dormiveglia, inframmezzato dal
reale stordimento causato dall’allergia del giovane alle componenti metalliche del
vagone, sogna di trascorrere un pomeriggio in una località misteriosa, in una
trattoria in prossimità di una spiaggia.
Un soggiorno temporaneo e immaginario in un’utopica “spiaggia perfetta”, un
luogo altro dove rifugiarsi: un locus amenus (di boccaccesca memoria) in cui
ricostruire un’altra vita, diversa da quella corrotta e stralunata della società, nella
quale si sono smarriti o non vengono più riconosciuti i valori e i punti di
riferimento autentici.
Attraverso l’incontro e la conoscenza di personaggi che interagiscono con lui e
grazie alla possibilità di vivere determinate situazioni a lui sconosciute, o delle
quali in passato non aveva percepito la vera essenza, Lucas, alter-ego dello
scrittore, compie un processo di maturazione umana, psicologica e spirituale.
Gianluca Lucchese esordisce nel 2004 con “Buttafuori per caso”. Klaus Davi ne
firma la prefazione. Per il “Book Festival 2007” un suo racconto è in
“Pisanthology”, progetto Italie, Giulio Perrone Editore. Nel 2008 “La spiaggia
perfetta” vince il Premio Letterario “Favole cammini e percorsi”.
Un libro poetico e violento, quasi una metafora della vita…
La strega
e il condottiero
di Gianpietro Scalia
Angolo Manzoni
Narrativa simbolica
129 pag. - Euro: 9,00
ISBN: 88-88838-26-0
Non c'è mai ordine nella
guerra, solo disperazione
e dolore.
Il Generale lo sapeva
bene: per lui la guerra
era soprattutto cattivo
odore, l'odore del bronzo
sporco di sangue, perché
il sangue puzza più del
male e fuoriesce a fiotti
dalle ferite come soffrisse
a rimanere
rinchiuso nel corpo...
Recensione a cura di Francesca Romano
E' una scrittura densa, quella che ci propone Gianpietro Scalia, e non perché essa risulti oscura o involuta, che anzi
si presenta estremamente piana e comprensibile, bensì perché attraverso di essa l'autore s'interroga sulle questioni
fondanti della condizione umana. Ed è per questo che il romanzo, anche se breve, chiede di essere assaporato con
lentezza, soffermandosi sul significato di ogni frase, se non di ogni singola parola, per poterne meglio distillare il
senso che in ogni caso, probabilmente, risulterà diverso per ogni lettore, così come avviene per ogni libro
veramente riuscito.
L'azione, di per sé, è talmente semplice e lineare da poter essere riassunta in poche righe. In un tempo remoto ma
storicamente non connotato, tanto da consentire di far emergere tutte le durezze e le crudeltà che ogni epoca
trascina, ma che le successive consuetudini della vita civile hanno solo apparentemente occultato, un Generale,
uomo destinato fin da bambino a combattere per la sopravvivenza del suo popolo, e quindi condannato ad agire con
estrema determinazione e spietatezza, incontra una donna enigmatica, che si autodefinisce Strega, e ne è
immediatamente e inesplicabilmente attratto. Poche ore dopo egli viene messo di fronte a una scelta drammatica:
uccidere la Strega, considerata portatrice di disgrazia per l'esercito, oppure cercare di salvarla dalla morte,
mettendo così in gioco la sua stessa esistenza. La scelta a cui il Generale perviene può apparire ancora più atroce
della condanna a morte. La Strega verrà mantenuta in vita, ma perennemente imprigionata in una gabbia, di modo
che il maleficio da lei portato venga esorcizzato, convertendo la sua persona in un talismano di vittoria. E qui scatta
la prima delle domande che il romanzo suggerisce, un interrogativo che non appare eccessivo definire amletico:
meglio la morte immediata o la prigionia a vita? Durante i lunghissimi anni che attendono i due protagonisti questa
situazione resterà immutata. Eppure, per quanto separati dalle sbarre di una gabbia, essi continueranno a provare
l'uno per l'altra quel sentimento di amore e di dedizione che sembra sbocciato fra loro fin dal primo sguardo.
Ma allora, chi è la Strega? Una risposta semplicistica potrebbe essere che lei è la proiezione dei sentimenti più
umani e pertanto repressi del Generale. E tuttavia la Strega coinvolge nel suo sortilegio tutti i personaggi maschili
del romanzo, di cui costituisce l'unica incontrastata protagonista. Tutti vedono in lei un simbolo di contraddizione e
al tempo stesso il richiamo alla possibilità di una vita diversa dalla gabbia dei doveri sociali in cui ciascuno di loro è
costretto. Dalla sua prigione, la Strega lancia, quasi inconsapevolmente, messaggi di libertà. E allora chi sta nella
gabbia, lei o coloro che la circondano?
Non è certo una visione ottimistica della vita, quella che ci propone Gianpietro Scalia, se si considera che verso la
fine del romanzo egli fa osservare al Generale che su ogni sentimento umano alla fine ha sempre sopravvento il
dolore. Eppure nel romanzo si fa strada, quasi contro la volontà dell'autore, un incomprensibile e sottile aroma di
speranza. Come se la vita potesse avere valore soltanto finché i desideri e le aspirazioni che ciascuno di noi porta
dentro di sé, anche se accuratamente nascosti e circoscritti, vengono lasciati sopravvivere, a tutti i costi e con
qualunque mezzo.
Ma questa non è che una della possibili chiavi di lettura di questo bel libro, che si raccomanda a chiunque cerchi
nella lettura qualcosa di più di una semplice evasione dalla realtà.
Gianpietro Scalia vive e lavora a Piacenza. Medico ospedaliero, appassionato di letteratura
e informatica, scrive per esorcizzare l'indifferenza della nostra società. La Strega e il
Condottiero è la seconda opera pubblicata, dopo La Piazza Viaggiante dei Sogni e delle
Illusioni, anch'esso presente in questo catalogo.
Il romanzo di un amore duplice, di una grande scelta di vita…
La trasgressione
di Valeria Borgia
Proposte Editoriali
Romanzo
323 pag. - Euro: 8,25
ISBN: 88-87431-00-0
"Hai ponderato bene
la tua decisione, Claudia?"
"Non ho dubbi.
Sono salda nel mio
convincimento.
Confido nei tuoi consigli
e nel tuo giudizio.
Sarai la mia maestra
ed il mio giudice...".
"Che dici mai, Claudia?
C'è un solo Giudice,
ed è Colui
al quale vuoi votarti".
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
La trasgressione è un romanzo d'amore, ma non un rosa; è una storia di
sofferenze e felicità, di violenza e di consolazione.
La storia è ambientata tra il 1933 e il 1945, sullo sfondo del fascismo e della
guerra. I personaggi che spiccano maggiormente, tra i tanti pur ben costruiti,
costituiscono il classico "triangolo": lui, lei, l'Altro. Quest'ultimo, se pure invisibile,
è Colui che tira le fila della storia ed influisce sulle scelte - peraltro quasi prive di
esitazione, dopo un'iniziale "trasgressione" -, della giovanissima Claudia Zoeller
e, attraverso di lei, sulla vita di tante altre persone, direttamente o indirettamente.
Il bel Guido Donegon, al quale Claudia rinuncia per unirsi a un altro Sposo, la
rimpiangerà per sempre e continuerà a cercarla nelle donne della sua vita,
Beatrice, Rachel, Irina...
A più riprese, talora a gran voce, è stata annunciata la morte del romanzo, o
perlomeno il suo superamento. Puntualmente e frequentemente, però, questa
forma letteraria ricompare, anche nella sua versione tradizionale di storia di
ampio respiro, con una trama ricca e densa, come in questo caso, e tanti
personaggi, che il lettore impara a conoscere mentre si addentra nelle vicende
della loro vita e mentre, forse, riflette anche su se stesso.
Scorrevole e avvincente, La trasgressione si legge d'un fiato.
Sostanzialmente corretto il testo, ma modesto l'aspetto tipografico: difetto,
purtroppo, comune a tante opere di autori esordienti, e questo ci dispiace molto,
perché un libro dovrebbe essere sempre anche un oggetto piacevole anche dal
punto di vista puramente estetico.
Valeria Borgia nasce nel 1940. La sua vita è segnata da eventi dolorosi tra cui la morte
del marito nel 2005. Il suo insuperabile ottimismo le fa superare le avversità. Fonda una
piccola casa editrice “Proposte editoriali” con cui pubblica romanzi e poesie, la rivista
“Tam Tam di Scrittori Poeti Artisti” e il Premio “Elsa Morante” per inediti. Ad oggi, cura la
seconda edizione del romanzo “La trasgressione” pubblicato da “Proposte Editoriali”,
confluita recentemente nell’Associazione culturale Ars Gratia Artis.
Una gran pancia che divora il mondo
La via dell'orco
di Alessandro Trasciatti
Trasciatti Editore
Romanzo
236 pag. - Euro: 14,00
ISBN: 978-88-96574-03-4
"Se resta qui,
ha raggiunto
il suo scopo.
Questa è la città
dei suoi genitori,
qui può ricongiungersi
ai suoi antenati,
qui il suo cuore
può trovare la pace"
Recensione a cura della Redazione DANAE
L’orco di questo libro non è quello classico delle fiabe, brutale divoratore
di uomini, ma piuttosto “un orco da giostra”. La vera parte “orchesca” di
quest’orco è la pancia, indiscreta e sfacciata, gorgogliante ed esigente,
mentre l’orco è soltanto un insoddisfatto impiegato sulla quarantina che,
nel mezzo della vita, ha dantescamente perduto la strada e vuole tentare
di ritrovarla – e ritrovarsi – ricercando le proprie radici, familiari e culturali
e una donna innamorata, quella che “banalmente e tenacemente” ha
sempre sognato. Il protagonista parte dunque per un viaggio armato di
una valigia stratificata, adatta al suo pantagruelismo intellettuale e anche
nutrizionale, che contiene libri disparati, delle lettere personali, e due altri
livelli segreti di cui è meglio tacere, e ancora tanto cibo, salami,
mortadelle, pecorini, tartufi, zamponi, lenticchie, teorie di salsicce...
«Per anni ho meditato un romanzo che percorresse la storia d’Occidente
per vie traverse e la rivoltasse come una giacca per mostrarne le pieghe
riposte, le cuciture invisibili su cui si regge tutto l’indumento», scrive
l’Autore. Così è venuta fuori questa storia, raccontata tra sogno e
immaginazione, con una vena di umorismo surreale che la percorre tutta,
rendendola
godibile,
ironica,
intelligente
Il romanzo è arricchito da disegni dell’autore e di Timofey Kostin
Alessandro Trasciatti (Lucca 1965) ha studiato Lettere, ha fatto
l’archivista e il postino. Scrive per «Gente Viaggi». Ora si è messo in
testa di fare l’editore.
Timofey Kostin (San Pietroburgo 1966),
Concettualismo Ridotto, fa anche illustrazioni.
esponente
unico
del
La battaglia di tutti i giorni,
combattuta con il coraggio dell'amore.
La vita semplice
(Racconto lungo
con appendice)
di Bruna Nizzola
Mauro Baroni Editore
Narrativa
77 pag. - Euro: 10,00
ISBN: 88-820-9309-3
Le strade del dolore
sono antiche.
Ed inevitabili.
Tutti debbono transitarvi.
Per alcuni il percorso
è più lungo.
Per lei
e per quelli
della sua generazione
c'era stato un tempo
in cui sembrava
che quel dolore
non dovesse finire mai.
Recensione a cura della Redazione DANAE
La condizione umana è fatta, sempre, di sofferenza e dolore inevitabili, ne sono intrise anche le
vite più semplici. "Semplice", infatti, non è mai sinonimo di "facile", quando si parla della vita.
Semplice è la vita di Angela, che alleva sei figli passando attraverso la guerra, la difficoltà di far
mangiare tutti i giorni i suoi bambini, la lontananza dal marito Giovanni, che combatte con i
partigiani.
La vita semplice è la lotta di tutti i giorni, è l'amore che lega una famiglia, è capire che c'è un
tempo per prendere le armi, come fa Giovanni, ma che poi viene anche il tempo di seppellire
odi e rancori, di ricostruire, di smettere di distruggere.
Chi semina vento raccoglie tempesta, chi semina amore raccoglie amore. Ma è una semina
che richiede sofferenza e coraggio. Ognuno ha la sua guerra da combattere, le sue gallerie
oscure da attraversare, la luce è una promessa e una conquista, non un diritto acquisito, come
ben comprende Maria, la figlia di Angela nata nel pieno della guerra, e narratrice della storia.
A volte, però, basta davvero poco per rendere vane le aspirazioni ad una vita semplice, può
bastare un ormone, una cellula, un piccolo gene, e tutto si complica terribilmente, come
tratteggiato in Complicazioni (l'appendice), in cui viene affrontato, con grande delicatezza, il
problema dell'omosessualità.
Lo stile di Bruna Nizzola è agile, tratteggia ed evoca senza descrivere, ma lascia trasparire la
partecipazione umana dell'Autrice, intensa, delicata, rispettosa, eppure capace di velarsi, a
tratti, di ironia leggera. Scrittura semplice soltanto in apparenza, in realtà sapientemente
costruita, capace di comunicare al lettore stati d'animo, sensazioni, ma anche dotata di
capacità di visualizzare le scene raccontate, e di creare una trama circolare giocata con levità
tra presente e passato.
Bruna Nizzola è nata a Desenzano sul Garda nel 1935. Per lungo
tempo ha insegnato nelle Scuole Pubbliche: apprezzata pittrice,
appassionata di musica, letteratura, filosofia e psicologia, ha vissuto a
Desenzano, Borgoforte e Mantova; attualmente risiede a Torre del Lago
Puccini. La Nizzola è tra gli Autori più presenti nel catalogo DANAE che,
accanto a questo volume, annovera anche La ribollita, Il dubbio e altri
racconti, e Carlotta – C’è posta anche per me, e Sinite parvulos.
Una Sicilia spettacolare e un’Africa vicinissima
La voce del maestrale
di Nunzio Russo
Edizioni EEE-Book
Romanzo
460 pag. - Euro: 17.00
ISBN: 978-88-6690-090-0
Ora,
sapeva chi erano.
Insieme con lui,
rappresentavano
una cosa sola:
lo stesso sangue
Recensione di Piera Rossotti Pogliano
Salvatore Musumeci, mugnaio del paese di Granata, si è arricchito col suo duro e onesto
lavoro, fino a comprarsi il titolo di barone di Mezzocannolo: ma il “signore del pane” è il
principe di Granata, senatore del Regno d'Italia, e la concorrenza di quel parvenu di Musumeci
– anche se minima – è per lui un continuo affronto. Inoltre, insulto imperdonabile, il barone ha
umiliato don Pietro Bellomo, soprastante del feudo principesco, frustandolo a sangue. I rancori
esplodono all'improvviso: mentre Turi Musumeci passeggia sulla spiaggia, una scarica di
pallettoni lo centra in pieno.
Il mulino passa a suo figlio Vincenzo, che comincia a produrre semole da pasta, poi fonda il
Pastificio Musumeci, con ottimi guadagni. Vincenzo è da sempre innamorato di Maddalena,
medico missionario in Africa, ma sposato ad Ada, madre di suo figlio Totò, lentamente avviata
verso una quieta follia. Una visita del giovane all'Asmara ed un incontro d'amore con la donna
avrà le prevedibili conseguenze: Maddalena resta incinta e, per salvare se stessa e il bambino
dalla vergogna, sposa Adriano Baggio, un ufficiale appena arrivato dall'Italia.
Una saga famigliare che parte dal 1910, attraversa tutto il secolo e arriva quasi a oggi. Un
sorprendente romanzo d'esordio che è lo splendido affresco storico e sociale di un mondo
scomparso, tra segreti, passioni inconfessabili, odi, vendette, peccati "dalla lunga ombra". Una
vicenda narrata con una prosa impeccabile, ritmo sostenuto e assoluta verosimiglianza: la
storia degli uomini che hanno fatto l'imprenditoria del Sud, tra dure fatiche e ostacoli quasi
insormontabili, con audaci intuizioni e molta perseveranza. Personaggi che amerete per il loro
coraggio, la loro forza morale e la profonda umanità, ma anche per il loro spirito e l a
inarrestabile vitalità.
Nunzio Russo è nato a Palermo nel 1960, dove è cresciuto e dove
sono nati i suoi figli, Francesco e Massimo. Discendente da antichi
produttori di pasta alimentare siciliana, secondo la rigida tradizione
familiare appena adolescente si è accostato all’attività imprenditoriale
paterna. Oggi l’autore è un libero professionista, da volontario raccoglie
testi antichi e classici trasferendoli su supporto elettronico a vantaggio
delle future generazioni e si occupa di comunicazione ed editoria per il
sindacato degli agenti immobiliari italiani.
Ha due grandi passioni: la Sicilia e l’Africa.
Il suo blog è www.nunziorusso.it
La vita è un miracolo di cui non ci si può stancare
La vuelta al perro
di Marco Zucchini
Edizioni Gilgamesh
Racconti
144 pag. - Euro: 7.5
ISBN: 978-88-97469-04-9
...Qualcuno deve pur
ricordare
e raccontare storie
e tenerle a portata di
mano
per quando
serviranno di nuovo,
per permettere agli altri
di dimenticare
e di vivere.
Recensione a cura della Redazione di DANAE
Non è facile ritrovare su un atlante le coordinate geografiche della repubblica di
Miranda. È da qualche parte in Sudamerica, è un’immensa pianura schiaffeggiata dal
vento glaciale patagonico d’inverno, mentre, nel colmo dell’estate, ribolle per la
calura. È probabile che confini con l’Argentina e, come in Argentina, vi si trova una
cittadina di nome Chivilcoy, che ha una piazza perfettamente quadrata, un
monumento a Juan Mario Pellegrini e tanti abitanti i cui cognomi testimoniano le
innegabili origini italiane, ma l’Italia è ormai molto lontana: sono i nonni, a volte i
bisnonni o i padri ad essere arrivati dall’Italia, sono rari quelli che hanno avuto giusto
il tempo di nascervi, trent’anni prima del racconto di queste storie mirandine. I
protagonisti hanno portato dal loro paese d’origine usanze strane e arcaiche, storie
diverse, “affratellate dalla miseria e dalla speranza”. Sradicati dal luogo d’origine, con
difficoltà cercano di mettere radici nel nuovo Paese: hanno imparato a bere il mate e
il vino di Mendoza, giocano alla quiniela e raccontano a grandi e piccoli storie
sudamericane, come quella del Padre Piadoso, l’uomo nero che potrebbe portar via i
bambini cattivi (ma quale storia raccontano le mamme? Si spera, non quella terribile
raccontata nella lettera di un cappellano del carcere di Caseros!), quella del pifferaio
di Bragado o di Jaime il Gallego, o coltivano la passione per il fútbol, una passione
talmente pericolosa e irrazionale da diventare malattia. Ed è il sabato sera, nella
grande piazza di Chivilcoy, che ha luogo la vuelta al perro: la piazza si riempie di
gente, le donne la percorrono girando in senso orario, gli uomini nel senso opposto,
ed è l’occasione per vedersi e, a volte, parlarsi. Così nascono gli amori e così, negli
occhi dei giovani, si annidano le promesse di gioie e di sofferenze di cui è fatta la vita
e che, intrecciate tra loro, la rendono un miracolo.
Marco Zucchini nato a Firenze nel 1979, è antropologo, giornalista e redattore.
Ha vissuto in Spagna e in Argentina; oggi risiede nella sua città natale e
collabora con alcune case editrici fiorentine. La vuelta al perro è la sua prima
raccolta di racconti.
Amore: la fusione con l’altro se stesso
Le tre età dell'Amore
di Carmine Rosano
0111 Edizioni
Romanzo
64 pag. - Euro: 9,80
(in offerta a 4,50 Euro)
ISBN: 88-6307-029-6
“Quant’era frustrante
rendersi conto
che tutto il proprio acume,
ogni capacità
del suo intelletto,
non valeva
assolutamente nulla
davanti a lei,
e che ad Anna
bastava un cenno
per farlo capitolare
senza opporre resistenza,
pronto a fare
anche le cose più folli
se era lei a chiederlo”
Recensione di Eleonora Bianchi
Tre storie, tre coppie di amanti, tre età, ma un solo e unico sentimento, profondo,
viscerale e immutabile: l’Amore, quello con la A maiuscola; quello che da ragazzino ti
spinge a sfidare il pericolo per dimostrare alla ragazzina di cui ti sei invaghito che sei
degno di lei e della sua ammirazione; quello che da uomo adulto ti spinge sull’orlo della
follia, al punto che l’unica alternativa possibile ti sembra un atto estremo; quello che da
uomo maturo ti porta, paradossalmente, a mettere in atto i comportamenti più ridicoli e
infantili; l’Amore, insomma, che porta al quasi totale annullamento di sé e dei propri
desideri pur di soddisfare quelli della donna amata, un sentimento però di cui non è
possibile fare a meno.
Il filo conduttore che attraversa e tiene insieme queste tre storie, così diverse eppure così
simili, è appunto la completa dedizione alla figura femminile e la conseguente inesausta
ricerca di una fusione intima e totale con la donna, che è vista come l’altro se stesso, la
propria metà a cui ricongiungersi: questa per l’autore sembra essere la vera essenza
dell’Amore.
Dal punto di vista strutturale il romanzo è organizzato in tre brevi atti episodici a sé stanti,
intervallati da due intermezzi ancor più brevi, i quali si rivelano però funzionali all’indagine
di una medesima declinazione del sentimento amoroso in tre periodi della vita diversi, la
giovinezza, l’età adulta e l’età matura; con una scrittura semplice e uno stile lineare,
l’intento dell’autore è pertanto quello di aprire una piccola finestra disincantata sul mondo
e sull’esperienza amorosa, tratteggiando, da pittore qual è, più che altro brevi scorci,
rapidi quadretti, quasi come se la pagina fosse una tela dipinta con veloci ma intense
pennellate.
Carmine Rosano è nato a Napoli nel 1977. Ha iniziato a
scrivere poesie all’età di circa tredici anni, e da allora ha
sempre cercato nella scrittura, e in seguito nella pittura, un
modo per evadere ed esprimere sentimenti e stati d’animo in
modo più profondo e completo di quanto sia possibile fare
nella realtà quotidiana.
E’ un artista affermato in campo pittorico ed autore di
numerose poesie e brevi racconti, ma “Le tre età dell’Amore”
è il suo primo romanzo,
Musica e voce in libertà
L’eco di Radiosa
di Enrico Violet
Morgan Miller Edizioni
Romanzo
264 pag. - Euro: 7,90
ISBN: 978-88-90563-46-1
A metà degli anni
Settanta
del secolo scorso,
la radio non è più
soltanto una scatola
da cui sentire
i programmi RAI.
Recensione a cura della Redazione di DANAE
L’eco di Radiosa è la storia di Valentina Visconti, giovane donna poco più che ventenne
nella Torino della metà degli anni Settanta. Alla ricerca di un lavoro, la ragazza conosce
quasi per caso una realtà che si sta affermando proprio in quegli anni, quella delle radio
libere. In breve, Valentina si accorge di essere portata per stare dietro a un microfono, le
sue trasmissioni piacciono al pubblico e richiamano inserzionisti pubblicitari. Dalla piccola
Radio Studio, Valentina passa a collaborare con Radiosa, un’emittente più importante,
dove farà la conoscenza di personaggi singolari, come Gigi Sviciu, Charlie Supersonic e
Peppino core e’ Napule.
Diego, il titolare, ha per la sua radio grandi progetti, che purtroppo non riuscirà a
realizzare. Valentina, sfortunata in amore, è invece fortunata nella sua carriera, arrivando
a lavorare per un network milanese, e successivamente alla RAI, addirittura in prima
serata, in Fantastico, a fianco di Pippo Baudo, e poi anch a Canale 5. Apparentemente,
una vera consacrazione, sembra che la carriera della bellissima Valentina sia impostata
su binari sicuri, verso successi sempre maggiori. Ma il successo porta con sé delle
tensioni che lei non riesce a gestire, per cui giunge anche a drogarsi, rischiando così non
soltanto la perdita del lavoro, ma anche di rovinare completamente la sua vita e quella
della figlioletta Aurora. Sarà l’amore a salvare la giovane donna, quello di Diego, da
sempre innamorato di lei.
Una storia d’amore semplice, dolceamara, con una protagonista che l’autore ha delineato
a partire da numerose figure femminili incontrate durante i suoi venticinque anni di carriera
radiofonica, sullo sfondo di un’epoca storicamente difficile (i cosiddetti “anni di piombo”),
ma anche di grandi speranze e di attese che la libertà e la facilità di comunicazione offerta
dalle radio libere facevano sembrare davvero alla portata di tutti. Formidabili, quegli anni.
Ma il sogno è durato poco...
Enrico Violet, disc-jockey per oltre venticinque anni nelle maggiori emittenti piemontesi e
nazionali con il nome d’arte di Claudio Manzoni, è stato doppiatore e attore teatrale. Ha
scritto i racconti Luna d’argento (1977), Esperienze (1983), Emozioni (1985), le
sceneggiature teatrali Coloranti artificiali (1984) e La parte del diavolo (1986), la
sceneggiatura cinematografica Vite parallele( 1995), Le strane lingue dell’amore (Liux
Edizioni, 2010) e Schegge di celeste (MJM Edizioni, 2011).
Con la musica nel cuore e la poesia nell’anima
L’Invisibile
Ricchezza Perduta
di Milena Còlibi
Edizioni Demito Group
Racconti e Poesie + AudioLibro
74 pag. - Euro: 16.00
ISBN: 978-88-9060-082-1
Penso che la libertà
sia il bene più
importante,
una ricchezza
invisibile,
un patrimonio
che si possiede per
natura,
fondamentale
per il raggiungimento
di una vita felice
Recensione a cura di Consuelo Taccani
Anna è una giovane donna cresciuta col dono della dislessia, che vive di musica e di
poesia e che riempie un breve periodo della sua vita con la passione per un uomo
più maturo di lei in cui ripone ammirazione, desiderio, sogni. Nella cornice di una città
senza tempo come Roma, Anna consuma l’amore e al contempo si definisce
dolorosamente la sua storia sentimentale; quella passione amorosa che le infonde
forza e che nasce nel rispetto, nella devozione, nell’ascolto, se ne va come “una
folata di aria fresca”, lasciandola nella più intima fragilità. Anna, che ha conosciuto
prestissimo la musica, ha imparato ad amarla e ha sviluppato una grande sensibilità,
conosce la potenza della poesia col disincanto dell’amore in cui aveva riposto
un’ingenua illusione che diventerà disperata pena. Spesso ciò che viviamo non è
altro che la rappresentazione di ciò che è stato perso o a cui abbiamo rinunciato,
ritrovando noi stessi e l’amore per la vita al culmine di un dolore. E la poesia, che
porta alla luce la parte più in ombra di noi stessi, diventa specchio dell’anima e come
in un quadro, con i colori vividi di un dipinto o come su un palcoscenico, con la
sacralità e l’intensità di una rappresentazione drammatica, esprime la più profonda
condizione di gioia o di disperazione. Le note indelebili della musica, le poesie che
raccontano di amore, di ricordi, di sogni, la passione, il disamore fanno da sfondo a
questo racconto che sia che venga letto sia che venga ascoltato incide il suo
intrinseco significato nel profondo, perché nella realtà o anche solo nei sogni, ognuno
di noi ne è stato o ne diverrà protagonista. La libertà, bene prezioso per chiunque, è
condizione imprescindibile affinché la vita sia felice, perché perdere la libertà significa
compiere scelte spesso indesiderate e quando un’esperienza trasforma l’individuo,
può dissolversi per sempre. Questo è uno dei messaggi importanti che ci vuole
lasciare questo racconto, ce ne sono molti altri racchiusi nelle parole di questa storia
d’amore, che credo appartenga un po’ a tutti… basta fermarsi, chiudere gli occhi e
ascoltare il mondo che vive dentro di noi.
Milena Cólibi (Alassio, 1968), diplomata in Oboe presso il Conservatorio Niccolò Paganini di
Genova, si è poi perfezionata col Maestro Bruno De Rosa e, alla Scuola di Alto
Perfezionamento Musicale di Fiesole, col Maestro Thomas Indermühle. Ha insegnato presso
l’Accademia Musicale di Savona e propedeutica musicale nella scuola elementare. Finalista al
concorso “I Nuovi Autori” bandito dal Gruppo Editoriale Demito col presente racconto, ha avuto
riconoscimenti per la poesia in altri concorsi nazionali.
Dappertutto si può leggere, anche in una sala da bagno
LiberaMente
di Autori Vari
Graphe.it Edizioni
Antologia di:
Racconti…
Poesie…
Fumetti…
80 pag. - Euro: 9.00
ISBN: 88-89840-12-9
Si salvi chi può
Legga chi vuole.
Se potere è volere
Aggrappati a un libro.
È conveniente
Recensione a cura della Redazione DANAE
Dappertutto si può leggere, dice l’editore Roberto Russo, anche in una
sala da bagno. Così, è nata LiberaMente, un’agile antologia di brevi
racconti, composizioni poetiche, curiosità, fumetti e istruzioni per l’uso,
frutto di un originale concorso indetto dalla casa editrice Graphe.it.
La “sala da bagno” è il luogo metaforico dell’intimità, del momento “tutto
per noi” nelle nostre stressanti giornate piene di impegni e vissute a
passo di corsa, e un libro, soprattutto se piccolo, maneggevole, può
essere un compagno discreto e piacevole, soprattutto se si lascia
leggere, come in questo caso, anche in modo discontinuo, facendoci
sorridere con un fumetto o riflettere con un breve racconto o una poesia.
Tra gli autori che si sono cimentati nelle varie sezioni del concorso,
quindici sono stati selezionati da una giuria. Alcuni di loro hanno alle
spalle delle esperienze di pubblicazione, altri no, fanno semplicemente l’
impiegato, lo studente, la mamma-lavoratrice, il cameriere, ma
confessano, spesso, di scrivere “da sempre”. Il comune denominatore dei
loro scritti? La semplicità, la spontaneità, la freschezza. Una lettura ideale
per rilassarci e liberare la nostra mente...
Un incontro casuale può dar senso al sordo dolore di un’anima?
L'incontro
di Anna Steri
Edizioni Creativa
Romanzo
62 pagine
Euro: 9,00
ISBN: 88-89841-01-X
Rimasi
a guardare
Beethoven
ancora per un po',
poi rientrai a casa,
ignaro
del grande dolore
che,
di lì a qualche giorno,
avrei conosciuto
e dovuto patire.
Recensione di Luisa Morgante
Testo evocativo e carico di sentimenti profondi in grado di suscitare l'immedesimazione nel
lettore che stringe con il testo un patto di comunicazione sensuale ed empatica, L'incontro è il
percorso intimo di un adolescente, Ferdinand, che ha perso il padre in un modo per lui
inaccettabile, perché si è suicidato impiccandosi. Ma ciò che il ragazzo non riesce ad accettare
è soprattutto il vuoto lasciato dalla mancanza di quella presenza ambigua eppure così
necessaria della figura paterna. A fare da contraltare al suo dolore sordo ed inesprimibile è la
madre, premurosa ma anche discreta, mai invadente, sempre comprensiva durante tutto lo
svolgimento della vicenda, durante la quale resta comunque sullo sfondo, quasi un mobile
nell'arredamento casalingo.
Il casuale incontro-scontro con un uomo anziano, che soltanto in un secondo momento si
scoprirà essere il compositore Ludwig van Beethoven, segna l'inizio, per il ragazzo, di un
viaggio interiore. Ferdinand decide che la sua missione sarà quella di salvare l'anima di un
uomo, come se fosse possibile far rivivere il padre per suo tramite e arrivare a comprenderlo
anche solo un po' di più. Nel frattempo il suo migliore amico, Carl, si ammala gravemente e gli
rivela la sua omosessualità.
Grazie all'intervento del compositore, che contatta un medico in grado di salvare l'amico di
quello strano ragazzo che, ormai, gli era entrato evidentemente nel cuore in modo assai
particolare, Carl guarisce e torna a scuola. La vicenda si chiude con la partenza del maestro
che si trasferisce in un'altra Città, ma solo quando il percorso interiore di Ferdinand è terminato
con l'approdo ad una maturità che lo aiuterà a comprendere la decisione del padre di togliersi la
vita, anni prima, appendendosi ad una corda.
Il testo è penetrante ed emotivamente forte e, anche se incede morbidamente, richiede
un'immersione personale del lettore, che viene continuamente invitato a entrare nello scritto, tra
le sensazione tracciate dalla composizione delle parole.
Anna Steri, è diplomata al Conservatorio in Organo, composizione
organistica e Clavicembalo. Autrice di diversi racconti già pubblicati, ha al suo
attivo anche un altro romanzo, L'ultima estate (Il Grappolo).
Un romanzo di formazione e di riflessione
sulla paternità, e sul mondo del calcio
Le ragazze del Delta
di Fabio Cerretani
Angolo Manzoni - Torino
Narrativa
171 pag. - Euro: 13.00
ISBN: 88-86142-80-3
Non te lo dovrei dire,
ma da Milano ti hanno
già richiesto.
Andrai a giocare in
tutta Europa,
probabilmente finirai in
Nazionale.
Farai soldi a palate.
Soprattutto ti scoperai
le migliori donne in
circolazione!
Perché le donne sono
stupide e gli piacciono i
calciatori, mica i poeti!
Recensione a cura della Redazione DANAE
Con questo bel romanzo di formazione, ambientato nella Ferrara di inizio anni Sessanta,
Cerretani affronta il tema del rapporto padre-figlio. Per il protagonista-narratore, il giovane
Lovati, l'allenatore della Polisportiva Estense Fortitudo, Duccio Rébora, è un "padre
putativo" cinico e generoso, crudele burlone di provincia e sarcastico conoscitore
dell'animo umano, capace di rancori e di sofferenze segrete, di rimorsi e di rimpianti e,
con la sua personalità dirompente sovrasta quella di chi, trent'anni dopo, ne rievoca la
figura e le vicende condivise in una calda estate sul Delta del Po. Ma, nel riannodare una
relazione dopo il trentennale silenzio, il rapporto tra Duccio Rébora e quello che era stato
il ragazzo affidato a lui affinché si "facesse le ossa" in una squadra di serie B, cambia
profondamente e i ruoli si invertono.
L'autore riesce a combinare in un tutt'uno il mondo del calcio degli anni del dopoguerra
con un'evanescente storia d'amore, le volgarità di un angusto ambiente provinciale con
l'assurdità di un suicidio giovanile. E infine la dannazione e il recupero di un deus ex
machina diabolico e affascinante, di un perdente-vincente oltre la propria fine.
Fabio Cerretani, orvietano, laureato in Giurisprudenza, ha iniziato a scrivere alla fine
degli anni Novanta e, come molti esordienti, ha iniziato pubblicando racconti e poesie in
internet. Il primo successo è arrivato con "Le Ragazze del Delta", segnalato dalla giuria
del Premio Calvino 2001, in cui affronta il tema del rapporto tra padre e figlio;
successivamente, ha pubblicato "Finis Terrae", in cui analizza l'ossessionante rapporto
tra l'io e il suo doppio. Al momento è uno dei pochi Autori presenti con più di un libro in
questo catalogo.
Sarò bambina per sempre fra le tue braccia…
L’odore della felicità
di Simonetta Mannino
Edizioni EEE-Book
Romanzo
148 pag. - Euro: 16.00
ISBN: 978-88-6690-047-4
«Mi illudo di vedere
il tuo viso
attraverso i vetri
e un cenno
della tua mano
che mi saluta
rimette in moto
questo tempo
che si è fermato.»
Recensione di Irma Panova Maino
“L’odore della felicità” di Simonetta Mannino è un libro vero, crudo, duro, che
sicuramente non lascia al lettore un sogno in cui viaggiare: Nina, giovane
protagonista, racconta la sua vita a ritroso, partendo dall’attimo in cui, assieme
alla sorella Ornella, attende davanti alla porta di casa in una giornata di neve,
notizie riguardo alla madre. Un rapporto con la madre complesso, a causa della
sua dipendenza dall’alcool e delle violenze subite dal marito, eppure sempre
amorevole, costruito, nonostante le difficoltà, nei piccoli gesti quotidiani. Quelli
che Nina ricorda della sua infanzia. Una madre che Nina vorrebbe salvare dalla
sua stanchezza nei confronti della vita ma una madre che fondamentalmente
comprende. Un senso di colpa che soffocherà Nina nei suoi giorni e nella sua
esistenza, fino a un ricongiungimento totale, eppure troppo precoce.
Nina è una giovane ragazza che sogna un futuro migliore per sé e per la
famiglia: lo sogna con un’anima pura troppo presto macchiata dalla vita e dalle
condizioni sempre più difficili e precarie in cui si imbatte. E forse proprio i sogni
sono l’unica cosa che niente e nessuno potrà mai togliere a Nina, che guarda le
nuvole in cielo e le onde nel mare e che, fino all’ultimo, a modo suo, sa volare.
Un romanzo forte, dalle tinte quasi violente eppure così semplicemente vero, a
ricordarci che l’esistenza umana va ben oltre la nostra quotidianità, quella a cui
siamo abituati. Un romanzo “toccante” e profondo, dove le parole si trasformano
necessariamente in emozione e condizione.
Simonetta Mannino nasce a Padova nel 1968. Amante della
lettura da sempre, le sue passioni spaziano dai classici ai
contemporanei, dal sentimentale, al noir, al thriller psicologico. Da
sempre attratta dai lati più oscuri della mente umana e spinta
dalla voglia di comunicare, si è avvicinata alla scrittura da
adolescente, inizialmente dedicandosi alla poesia. La passione
per la parola scritta, gli amori e i tormenti dell’animo umano sono
la molla interiore che l’ha spinta a scrivere il suo primo romanzo.
I piccoli uomini non fanno la storia,
ma sono la vita, quella che poi diventa storia.
Lungo la strada del
tempo
di Giuseppe Bianco
Edizioni Spartaco
Narrativa - Racconti
116 pag. - Euro: 6,20
ISBN: 88-87583-12-9
Gli attimi che stiamo
vivendo saranno i
futuri ieri...
bisognerebbe riuscire
a vivere bene il
presente pur pensando
in qualche modo al
futuro.
Come dicevano gli
antichi bisognerebbe
"friggere il pesce
e riuscire a tener
d'occhio il gatto".
Recensione a cura di Silvia Beldinanzi
Questo libro è una raccolta di nove racconti che hanno in comune due caratteristiche:
l'Uomo, con le sue paure e le sue speranze, e il Tempo che passa inesorabile, portando
con sé tutto ciò che incontra nel suo trascorrere.
In un'atmosfera reale e fantastica al tempo stesso, tra quotidianità e sogno, si muovono
personaggi come l'uomo bianco di calce e opaco di stanchezza, l'ubriaco del valzer delle
ore perdute, la signora dalle grandi tette e tanti altri, escono dalle pagine per entrare nella
fantasia del lettore.
Sono storie di oggi, ambientate nella provincia campana, ma potrebbero essere storie di
sempre, del passato o del futuro.
Apparentemente fuori dal coro dei racconti, ci piace segnalare Ciao Napoli, che narra la
giovinezza spensierata di tre giovani partenopei riflessa nel loro viaggio per l'Italia. Geppo,
Papele, Gino, sono giovani che vanno incontro al mondo, per esplorarlo, viverlo,
conquistarlo. Ma sono proprio i ragazzi come loro che diventano adulti, per assomigliare
poi agli altri personaggi, percorrendo la strada, lunga o corta, del Tempo che ci è
concesso.
Anche questa volta, purtroppo, ci dispiace di dover segnalare l'editing un po'
approssimativo di questo libro, qualche errore di stampa, un uso spesso improprio ed
eccessivo dei puntini di sospensione. Imperfezioni frequenti nei volumi degli esordienti,
che continuiamo ad esortare a collaborare con gli editori affinché i loro libri, a cui hanno
dedicato tempo e fatica, si presentino al meglio.
Giuseppe Bianco si dedica da lungo tempo alla scrittura, ed ha
ormai collezionato un buon numero di premi e di segnalazioni in
concorsi letterari. Il suo esordio è avvenuto con la vincita del
premio "Città di Crispano", con il racconto "A spasso tra le nuvole"
nel giugno del 2000 e, l'anno successivo, ha vinto il premio
letterario nazionale "Silarus", con il racconto "Il profumo della
primavera".
Giurato in numerosi premi letterari, scrive la pagina culturale del
mensile "Free-Press" e collabora con la rivista d'informazione
culturale "Voci". Dal novembre 2003 pubblica on line la rivista "Le
parole per te", il sito da scrivere e da leggere: www.leparoleperte.it.
L’amo. Arrivederci
Ma petite Antoinette
di Claudia Pezzuti
MEF - L'Autore Libri Firenze
Romanzo
114 pag. - Euro: 9,80
ISBN: 88-517-1269-7
Quando rileggo
i suoi diari,
quel che vi è scritto
è qualcosa di molto,
molto vicino
alla poesia.
Sono strascichi di
parole,
frasi senza punto,
scorci
di una città segreta.
Recensione a cura della Redazione di DANAE
Ricordare non è altro che un modo per conoscersi meglio.
Spesso portare alla luce il ricordo è doloroso, ma è anche l’unico modo per arrivare a una
più profonda consapevolezza di sé, è quasi un parto tra sangue e sudore, fatica e
lacerazione, senza il quale, però, non si arriva ad accettare se stessi e a perdonare chi ci
ha resi come siamo. È questo il percorso di Lou Lou, l’io narrante di questo libro, che
rievoca la figura della madre, Antoinette, e del suo amore tormentato e assoluto per il
marito Edward.
C’è una sola ragione per amare un uomo, per Antoinette: ti fa esplodere il cuore. Anche
se lui non ti ama con la stessa intensità. La cosa essenziale per una donna, insegna
Antoinette alla figlia, è mantenere la propria identità, avere sempre un proprio scrigno
inaccessibile, pieno di sogni segreti. Lei, però, Antoinette, non ne è capace e, soprattutto
dopo la morte del marito, la spirale della sua follia comincia ad avvitarsi sempre più in
fretta. Continuerà a lavare e stirare ossessivamente i vestiti del morto, a truccarsi in modo
esagerato e a tingersi i capelli per non apparire vecchia, e tenterà cinque volte il suicidio,
tagliandosi le vene o imbottendosi di alcol e sonniferi.
Esplodono allora la rabbia e l’odio di Lou Lou, sedicenne, per questa madre a cui deve
fare lei stessa da madre, ma sono questi sentimenti violenti e non filiali i catalizzatori che
permettono la comprensione: è ingiusto trattenere una persona in un luogo dove non
vuole stare, e l’unica tensione di Antoinette è verso il ricongiungimento con il marito,
attraverso il passaggio della morte, a dieci anni dalla scomparsa di Edward. Sarà Lou Lou,
ormai giovane donna, a comporre il cadavere della mamma, a vestirlo con l’abito da
sposa e poi, con mani amorevoli, a riunire le urne delle ceneri dei suoi genitori.
Claudia Pezzuti è nata a Motta di Livenza e vive a Trieste. Ma petite Antoinette, finalista
al premio internazionale Vladimir Nabokov 2007, è il suo romanzo d’esordio.
Una
Barbagia
misteriosa
e
oscura,
come la parte più nascosta dell'animo umano
Antonio tagliò un pezzo del
Miale,
il figlio della contonera
di Angelo Serra
West Press Edizioni
Narrativa
304 pag. - Euro: 14.00
ISBN: 88-88278-35-4
fegato crudo del cinghiale
e, dopo averlo cosparso
con un pizzico di sale, lo
porse al figlio.
"Assaggia, figliolo, questo
le donne non possono
mangiarlo.
Mangiare un pezzo di
fegato crudo dell'animale
appena macellato è una
nostra tradizione popolare.
Gli antichi balentes
mangiavano il fegato dei
loro nemici appena uccisi."
Recensione a cura della Redazione di DANAE
Si dice che i pastori della Barbagia, anche quando sono da anni lontani dalla loro
terra, portano ancora sotto le scarpe sa laddara, gli escrementi delle pecore.
L'autore di "Miale", Angelo Serra, anche se da tempo lontano dalla sua isola, ha
ancora le scarpe sporche e, soprattutto, ha nel cuore la Barbagia della sua
infanzia. E' una Barbagia aspra e selvaggia, violenta e primitiva, dalle boscaglie
impenetrabili, dove si caccia il cinghiale ma dove si nascondono anche i
sequestrati, dove si vive la vita semplice e dura del pastore, che si sfama con
pecorino e carasau o, nei giorni buoni, con una salsiccia arrostita sulle braci del
focolare.
E' la Barbagia dei balentes, gli uomini di valore, capaci di imprese eroiche, dove
si ambienta questo romanzo di formazione del giovane Miale, che vi arriva
bambino da una regione vicina, la Baronia, e per questo lui e la sua famiglia
sono emarginati, considerati poveros istrangios, poveri forestieri o, peggio
ancora, con disprezzo, matha 'e melone, ventre di melone.
Antonio, il padre di Miale, è stato a lungo in prigione per aver accoltellato e
ucciso un ragazzo in un impeto d'ira, eppure cercherà di insegnare al figlio che la
violenza non serve, fino a sacrificare la sua stessa vita per salvare una
sequestrata. Ma quali speranze e quali prospettive può avere un ragazzo in un
luogo in cui anche l'amore è violenza, sofferenza, sopraffazione? Dove la prima
soluzione che viene in mente è usare la lama della pattadera o della leppa che si
tiene in tasca, per farsi giustizia da sé?
Angelo Serra è nato a Orosei, in provincia di Nuoro, ed ha trascorso l'infanzia in
Barbagia. A diciotto anni ha lasciato l'isola, mantenendo sempre, però, un forte
legame con la sua terra. Nella vita professionale, ha fatto carriera nella Polizia
Penitenziaria. Miale è il suo secondo romanzo, dopo "Chiara, una donna in
carcere", in cui racconta il dramma di una ragazza innocente, finita nella sezione
femminile di una prigione.
Quando la vita tocca sé stessa…
Nemesi,
figlia della notte
di Fabrizio Rizzi
Clinamen
Romanzo
90 pagine
Euro: 11,50
ISBN: 88-8410-083-6
Sono qui per darti aiuto:
ma chissà cosa potrò fare
per te.
In una situazione del
genere non so cosa possa
fare di utile un uomo,
a meno che non sia un
medico.
Ma forse nemmeno un
dottore.
Che ne sappiamo infatti noi
di tutto questo?
Noi che ci facciamo la
barba e che non contiamo
le lune.
Noi che possiamo pisciare
in piedi ma che non
abbiamo una carne che sa
dilatarsi di fronte al mondo
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Ci sono storie che sono "un inno alla vita", ed altre che sono "la celebrazione della morte".
Le virgolette sono d'obbligo, perché entrambe le tematiche sono false. Morte e vita sono
come testa e croce in una moneta, non c'è l'una senza l'altra. Nemesi, figlia della notte,
esplora le due facce della stessa luna, la vita e la morte, la fata e la strega. La mano che
uccide e quella che fa vivere è la stessa. E, nel momento in cui la vita danza con la morte,
"ciò che non è dicibile trova la sua voce, anzi il suo urlo".
Fabrizio Rizzi ha cercato questa voce e questo urlo, che ci trasmette attraverso una prosa
poetica, forte e coinvolgente, in un libro dove ci racconta due storie intrecciate, dominate
dalla violenza e dall'istinto, l'una carica di tragedia, l'altra di vita e di speranza, collegate
nello spazio delirante di un rito vudù. Così, la storia di Sara, giovane donna che vuole
partorire in casa, assistita soltanto dal padre e da un giovane medico di colore, padre
della creatura che porta in seno, si intreccia alla storia di una coetanea nigeriana, Darzìta
Toubarkè, che uccide la sorella Bese per annientare il malvagio Trowo che è entrato in lei.
In filigrana, una famiglia dissestata, in cui l'amore non è riuscito a sopraffare la
quotidianità, e il mondo squallido della schiavitù sessuale di due ragazze africane.
Fabrizio Rizzi vive e lavora a Trento, dove è nato nel 1955. È anche
autore di "Diario di bordo. Storia di Malinka e del suo dottore"
(Bollati Boringhieri, 2000), e di "Non c'è ombra che sia più oscura" e
di Portami fino all'orlo del fuoco e della polvere - Danza Darwish
(Clinamen, 2004), anch'esso presente in questo catalogo.
Un viaggio che può concludersi solo al capolinea
Nessuna
fermata
intermedia
di Alessio Blasetti
Tabula Fati
Romanzo
128 pagine
Euro: 5,00
ISBN: 88-7475-075-7
C'è un treno
in corsa
nella testa
di ognuno.
Un treno
che percorre
un binario
più o meno lungo,
a seconda
dei desideri,
dei progetti,
delle idee
che ognuno ha...
Recensione a cura della Redazione DANAE
Nessuna fermata intermedia ci ripropone in modo originale e con una
scrittura decisamente "giovane" il tema letterario del viaggio come metafora
della vita e, al tempo stesso, coglie gli spunti della letteratura fantascientifica,
suggerendoci come il viaggio nel tempo passato possa permettere al
protagonista di mutare il presente. Su un treno che corre veloce Alessio,
salito senza sapere come e senza avere il relativo biglietto, incontra il suo
alter ego bambino, poi adolescente e giovane adulto, ed ha la possibilità di
rivivere il suo passato, cambiando il corso degli eventi e riscattando momenti
di debolezza. Diventare uomo, riflette Alessio, vuol dire rimediare ai propri
errori, dare un nuovo corso alla propria esistenza.
Ma è il treno giusto per Alessio?
O ha invece preso il posto di qualcun altro?
Quando si prende un treno senza fermate intermedie, significa che si è
risolto tutto nella vita, che si percorre un ciclo ormai chiuso e si viaggia
tranquilli verso il capolinea.
Forse, non è esattamente il caso del nostro protagonista.
Blasetti ci racconta una storia nervosa e veloce come un viaggio su un treno
lanciato a tutta velocità, che non si ferma mai, che sobbalza sugli scambi; il
personaggio protagonista che ha saputo costruire è pieno di debolezze e
difetti, un vero, simpatico anti-eroe, un fragile ragazzo di oggi, che a
trent'anni sembra ancora un adolescente alla ricerca di se stesso, dell'amore,
del treno giusto su cui salire...
Alessio Blasetti, palermitano, ha un diploma di maturità artistica e ormai
numerose esperienze teatrali alle spalle. Nessuna fermata intermedia è il suo
romanzo d'esordio.
Vorrei trovare un posto dove non serve camminare
Novilunio
di Giovanni Monti
Tabula Fati
Romanzo
136 pagine
Euro: 7,00
ISBN: 88-87220-31-X
Ero un uccello
d'alto mare
che stava morendo
in uno stagno.
Anelavo a una fuga.
A una libertà.
Mi coltivavo
la mia malinconia
come gemma rara.
Recensione di Frà Matteo Pugliares
"...coltivavo la mia malinconia come gemma rara". La malinconia è il sottile filo
che lega le pagine di "Novilunio", ottimo romanzo di Giovanni Monti. Malinconia
che appartiene alla lucida consapevolezza dell'incapacità di Francesco Guerra, il
protagonista, di amalgamarsi con la vita. Già il titolo del romanzo ci introduce in
un ambiente triste, malinconico, buio. Del resto, il novilunio è la fase iniziale della
lunazione durante la quale, la stessa luna, rimane invisibile. Non basta a ridare
fiato al protagonista l'amore per la moglie Lavinia, alla quale, tra le file della storia
che si evolve, scrive alcune lettere.
La costruzione dei personaggi, riesce a trasmettere fino in fondo la loro
personalità: don Mario, il lattaio, e Vitina La Mantia, che reagiscono in maniera
così diversa ad una esistenza ricca di dolore. Ma la vita è fatta anche di sensi di
colpa, che affiorano in Padre Lagrasta, con il quale Francesco Guerra instaura
un rapporto intenso, alto, fatto di conversazioni interessanti.
Una vicenda che si spiega tra le increspature di un'isola siciliana, tra affondi nella
mentalità isolana e le sue bellezze, tra l'amore per la poesia e la tragicità
dell'essere poeti. Un romanzo ben scritto e appassionante, ricco della cultura
dell'autore che, forse , un po' si smarrisce in un finale un po' scontato (il suicidio
del protagonista). Ci sembra aver ragione Padre Lagrasta quando dice "Non butti
la sua intelligenza, professore. Venga quando vuole; parliamone [del suicidio], se
parlarne le dà qualche sollievo".
Giovanni Monti è nato a Palermo. Formatosi alla Scuola dell'Ermetismo Italiano,
ha esordito in poesia nel 1962. Ha pubblicato molte opere, tra cui, di poesia,
Croce e noce (2001), Giro di boa (2002) e, per la narrativa, oltre a Novilunio
(1999), La luna e il cavaliere (2001). L'autore è presente nel nostro catalogo
anche con la raccolta di racconti Nolendo, di genere noir.
…E poi sull'Europa soffiavano venti di guerra
Odore di agnello arrosto
al rosmarino
di Luigia Bimbi
Andrea Oppure Editore
Romanzo
382 pag. - Euro: 15,00
ISBN: 978-88-89149-78-2
Il popolino
dell'Italietta fascista
viveva quell'anno
senza particolari
patemi d'animo
che non fossero
i soliti:
combinare il pranzo
con la cena,
pagare l'affitto
per non farsi
buttare fuori...
Recensione a cura di Bruna Nizzola
Romanzo-fiume. Così avrebbe potuto essere definito nel passato il libro
di Luigia Bimbi: "Odore di agnello arrosto al rosmarino". La corposità delle
sue quasi quattrocento pagine con la quale il volume si presenta, peraltro
in un'edizione sobriamente elegante, potrebbe anche sgomentare il
moderno lettore medio, frettoloso fruitore di letture facili e brevi. Ma già
dai primi capitoli chi legge viene trascinato, proprio come dalla corrente di
un fiume, dal fluire di una narrazione avvincente che lo porta felicemente
di storia in storia, di personaggio in personaggio. In una dimensione
corale, con pennellate da cinema neorealista, vengono via via presentati i
numerosi protagonisti dei vari episodi, secondo i canoni di una letteratura
intimista, improntata ad un profondo senso della realtà. Lo stile narrativo
è veramente fluido e accattivante, rallegrato com'è dalle simpatiche
espressioni del vernacolo meneghino.
Luigia Bimbi, classe 1927, è nata a Milano e vive a Bologna. In gioventù,
ha vissuto la dittatura fascista e la Seconda Guerra Mondiale. Ha
pubblicato racconti per ragazzi e ha collaborato con diversi quotidiani
locali. Odore di agnello arrosto al rosmarino è il suo primo romanzo
La seconda @ntologia del Rifugio
Oltrel@rete
di Autori Vari
a cura di Piera Rossotti Pogliano
Pubblicata sotto l'egida del sito:
Il Rifugio degli Esordienti
Proposte Editoriali
Racconti
272 pag. - Euro: 9,00
ISBN: 88-87431-19-1
Se riuscissi ad
entrare
nell'Altavista
forse mi sentirei
qualcuno.
E' esaltante
scrivere il
proprio nome...
premere
SEARCH...
e ffffrrrssscccc
una vagonata di
indirizzi utili
che parlano solo
di me,
nient'altro che di
me
Prefazione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Sono entrata in contatto con Il Rifugio degli Esordienti nei primi giorni del 1999, di cattivo umore
perché un malessere di stagione mi aveva impedito di festeggiare l'anno nuovo con gli amici e perché
non trovavo incentivi per concludere un romanzo che giaceva in fondo ad un cassetto ormai da
qualche anno. Navigando un po' a caso nella "Grande Ragnatela", ho trovato un piccolo sito, dal
sapore casalingo (nell'accezione più positiva del termine), opera di un giovane ingegnere e scrittore
allora inedito, Maurizio J. Bruno, mosso dal desiderio di condividere con altri le sue esperienze e le
informazioni raccolte nel difficile tentativo di pubblicare il primo romanzo.
Gli argomenti del sito neonato di allora erano, se pure in tono minore, gli stessi che si trovano a
tutt'oggi al Rifugio degli Esordienti che conta ormai oltre centinaia di migliaia di visite: notizie utili per
gli scrittori, informazioni aggiornate sui premi letterari, sugli editori, sui libri degli autori esordienti,
sulle esperienze di giovani (e meno giovani) alla ricerca della loro prima pubblicazione, link verso altri
siti di argomento attinente, una "vetrina" per scrittori alle prime armi e, soprattutto, un servizio di
lettura e valutazione di scritti inediti, assolutamente gratuito, la Lettura Incrociata.
Mi sembrò, allora, che proprio collaborando al servizio di Lettura Incrociata, una prof con trent'anni di
esperienza di correzione di compiti in classe, quarantacinque anni di buone letture alle spalle e una
grande passione per la scrittura creativa potesse, insieme agli entusiasmi del giovane ingegnere,
concludere qualcosa di buono.
Oggi, anche grazie ad una Redazione dinamica ed entusiasta, il Rifugio può davvero vantarsi di
essere un punto di riferimento per gli scrittori esordienti.
Nel gennaio del 2001, dopo un'attenta selezione dei racconti giunti fino ad allora a Lettura Incrociata,
con un gruppo di collaboratori ho selezionato l'antologia, R@cconti senza rete. È stato una specie di
"concorso che non c'è": gli autori prescelti sono stati avvertiti a lavoro concluso, è stato il regalo del
Rifugio a chi si impegna seriamente nella scrittura.
Eccoci, ora, al secondo appuntamento con una narrativa esordiente di ottima qualità: Oltrel@rete è il
frutto, come la prima, di una scelta accurata, che mi ha impegnata, insieme a cinque collaboratori,
per trarre il meglio dal nostro archivio di racconti e presentarli al giudizio dei lettori, con l'augurio che
la raccolta abbia un successo analogo alla precedente e, chissà, possa essere seguita da tante altre
iniziative altrettanto valide.
Ben sei degli autori della precedente raccolta sono presenti anche in questa nuova edizione: saranno
famosi? Dovranno decretarlo i lettori, ma noi speriamo di sì, ci auguriamo che qualcuno almeno, tra
loro, possa emergere nel difficile mondo della carta stampata. Poi, ci sono delle nuove leve, scrittori
che sembrano avere reali capacità. Vogliamo dare loro voce, siamo contenti di poterlo fare, ci
impegneremo per farlo ancora.
Racconti di vite normali tra le tenebre e il sogno
Ombre
di Filippo Semplici
Edizioni Il Filo
Romanzo
186 pag. - Euro: 15
ISBN: 978-88-6185-592-2
Voleva un regno
tutto per sé?
Beh, adesso
che ce l’aveva
non si sentiva affatto
soddisfatto.
Ma avrebbe avuto tutta
l’eternità per esplorarlo,
da cima a fondo,
collezionando le ossa dei
suoi simili come macabri
trofei con i quali vincere
la solitudine e la noia
di una immortalità senza
speranza.
Recensione di Giusy Salis
Ai limiti del grande romanzo giallo inglese e dell’horror story americano Filippo Semplici si
muove con passo felpato tra la realtà più cruda e crudele e il sogno, il desiderio di potersi
aggrappare a un mondo parallelo e fantastico dove rendere l’esistenza più sopportabile e
colorata. Nei suoi racconti si incontrano voci e volti molto diversi che apparentemente
sembrano giustapporsi senza una logica. Il loro vissuto però ci dona molto più di una
storia per intrattenerci, scava davanti a noi le domande più profonde di circostanze
improbabili quanto normali, soprattutto normali. Dall’uomo con un tumore incurabile che
trova il modo per assicurarsi l’immortalità al padre in carriera che obbliga il proprio
bambino a non credere più in Babbo Natale facendolo egli stesso a pezzi assieme alla
sua innocenza, fino ai racconti tenebrosi e lucidi al tempo stesso del dead man walking da
un lato e del malato psichiatrico dall’altro.
Dalla più cupa normalità le vite di questi personaggi emergono prepotenti e si trovano d’un
tratto tutte a un bivio con la morte e l’unica risposta lottando per sopravvivere a volte
sembra essere soltanto la follia, quel filo sottile che separa coloro che fanno ancora parte
dell’umanità e coloro che ne sono banditi per sempre. Una follia che l’autore non descrive
mai in questi termini, ma cui si avvicina per descriverne le fattezze con minuzia e rispetto
per chi ne è affetto. Nessun particolare è risparmiato e il sangue, quello che fa battere il
cuore a volte troppo forte, è il prezzo e il marchio di chi è risucchiato in questo vortice di
“anormalità” o di chi la sceglie come possibile via di fuga o di salvezza.
Filippo Semplici è nato nel 1976 a Barberino Val d’Elsa (FI) dove vive e lavora nel
settore della programmazione aziendale per conto di una multinazionale che produce
autocaravan. Nel 1999 ha vinto il concorso di Fanucci Editore con il racconto Il
cucciolo, pubblicato su “Futuro News”. Su “Libertare”, nel 2000, ha pubblicato un altro
racconto, Pensieri, e infine, nel 2006, il romanzo breve Senza Paura (Tabula Fati).
Giustizia non fa rima con Legge.
Quando arbitro fischia
di Andrea Friggeri &
Alessandro Bassi
Edizioni Damster
172 pag. - Euro: 13.00
ISBN: 978-88-9541-298-6
La legge è solo
la regola del più forte,
la giustizia è altrove.
Chiedevi giustizia
e trovasti la legge.
De Gregori l’ha capito
solo molto tempo
dopo.
Recensione di Consuelo Taccani
Quando Arbitro fischia... titolo originale, che fa pensare che Arbitro deve essere qualcuno
che fa qualcosa di eccezionale. Ed è proprio così. Arbitro è un ignoto e risoluto
giustiziere; misteriosamente colpisce coi propri atti vandalici la vita tranquilla di
Colpacato, capoluogo della Val Placida. I fatti criminosi si susseguono e cominciano a
trovare ammirazione tra alcuni abitanti; infatti, un gruppo di loro sostiene con vivace e
convinta solidarietà l’opera di Arbitro perché emerge la necessità di cambiare il modo di
convivere. L’indolenza culturale opprime e solo il fischio di Arbitro impone rigore e
tempestività, nel tentativo di scuotere le coscienze perché solo risvegliandole si alimenta
il senso di giustizia e di reciproco rispetto. Il maresciallo Oscar con le proprie pagine di
diario e la giornalista Ilaria con le proprie email e articoli di giornale si insinuano
nell’alternanza di documenti rispettivamente nel tentativo di sfidare l’illegalità e di
affermare il successo professionale. Alessandro Bassi e Andrea Friggeri ci propongono
una storia “brutalmente” moderna, a tratti quasi impudente, una storia che appartiene a
tutti, dove una sottile vena sarcastica attraversa i contenuti attuali e spicci e scolpisce il
linguaggio virtuale e divertente. Schiettezza, realtà, verità, anche umorismo sono gli
ingredienti di una storia inevitabilmente “nostra”, che colpisce e invade la coscienza di
tutti e al termine della quale il lettore non può esimersi dal chiedere: come è possibile
convivere nell’immoralità? La passività diventa lo specchio di una vita egoista, disordinata
e irrispettosa. Giustizia e legalità raramente collimano, troppo spesso divergono; è allora
l’illegalità a ridestare il sopito senso di giustizia, di cui ognuno ha bisogno, ma per il quale
nessuno ormai combatte più.
Alessandro Bassi e Andrea Friggeri nascono nel 1973 e vivono a Reggio Emilia.
Quarantenni appassionati di dolci vizi come donne, cioccolato e maiale, si dilettano a scrivere
insieme. Alessandro Bassi ha pubblicato il saggio storico Il Football dei Pionieri (Bradipolibri
Editore) mentre insieme hanno pubblicato i romanzi Nuèter Forever e Mi Fidavo di Te
rispettivamente nel 2007 e nel 2010. Quando Arbitro fischia... è dunque il loro terzo romanzo.
Nessun vero addio è stato scritto. In nessun libro, mai!
Portami fino all'orlo
del fuoco e della polvere
(Danza Darwish)
di Fabrizio Rizzi
Clinamen - Firenze
Narrativa
103 pag. - Euro: 13.40
ISBN: 88-8410-059-3
Nessun vero addio è
stato scritto.
In nessun libro, mai.
E mai è stato dipinto, in
nessun quadro.
Non è stato scolpito, in
nessuna pietra.
Forse l'addio non può
trovare simbolo,
perché sta troppo
dentro nella carne e nel
dolore del corpo.
Nei lividi sulla pelle.
Nelle cicatrici.
Nell'insonnia.
Nella fame e nella sete.
E forse si può trovare
l'addio soltanto in un
altro addio
Recensione a cura della Redazione DANAE
Il Fuoco si piega e poi si spegne. La Polvere viene trascinata e dispersa via.
Oltre il fuoco e la polvere, c'è l'ultimo passo, quello dell'addio, che libera e lacera a un
tempo.
Sabine Aderkami e Sasko, nel primo Natale di inizio millennio, in una Germania flagellata
da una pioggia gelida, si conoscono soltanto da cento giorni, ma già il loro amore si è
dilatato, è diventato il loro ossigeno indispensabile. Il cuore di Sabine, però, è diviso tra
l'amore per Sasko e il bisogno di cercare le sue radici iraniane. Lei, figlia di un padre
iraniano e di una madre tedesca, si sente "una meticcia anche nell'anima", e decide di
tornare nel suo Paese perché laggiù "c'è bisogno di tante voci che sappiano alzarsi in
piedi per parlare chiaro", per testimoniare il vero Islam, per contrapporsi al
fondamentalismo bieco che condanna i dissenzienti in nome di una male interpretata
ortodossia religiosa.
Con "l'anima in bilico e la mente che somiglia ad una tasca bucata", Sabine deve dire a
Sasko il suo addio. Deve farlo per tornare in Iran, ma anche perché il loro amore intenso
potrebbe bruciarla o, peggio, li potrebbe consumare tutti e due.
Sabine non ha le idee chiare su ciò che vuole, ma su quello che non vuole più, cioè
quell'amore, il suo e quello di Sasko, anche se la rinuncia è difficilissima. Sasko potrà
capire?
Quando non serve il "salvagente del ragionamento", bisogna trovare un'altra chiave. E
perché non quella della danza vorticosa dei Dervisci Rotanti?
Libro intenso e lirico, di scrittura bellissima e trascinante, come una danza Darwish.
Fabrizio Rizzi vive e lavora a Trento, dove è nato nel 1955. È anche
autore di "Diario di bordo. Storia di Malinka e del suo dottore"
(Bollati Boringhieri, 2000), e di "Non c'è ombra che sia più oscura"
(Clinamen, 2002) e di "Nemesi, figlia della notte" (Clinamen, 2005),
anch'esso presente in questo catalogo.
Due donne, la vita e la morte nella nuova Polonia
Quell'estate a Zawrocie
di Hannah Kowalewska
Edizioni del Gorgo
Romanzo
218 pag.
Euro:11,00
ISBN: 978-88-903700-0-7
“..Per loro
eri fumo
negli occhi
e perché
non si
dimenticassero
di te
hai dovuto
regalare loro,
alla famiglia
e al paese,
un ricordino
altrettanto
fastidioso...”.
Recensione a cura della Stefano Aicardi
La fine del comunismo ha riportato a galla le diverse anime della Polonia: cattolicesimo
estremista, residui di socialismo, nazionalismo, e quella difesa orgogliosa e ironica del
privato, tipicamente polacca, vista come unico riparo dalla Storia. In questo clima esitante
e stranamente crepuscolare si colloca la scrittura di Hanna Kowalewska, che con
“Quell’estate a Zawrocie” ci fornisce un quadro inedito, ma del tutto polacco nello spirito,
dei rapporti tra le nuove e le vecchie generazioni nel paese.
E’ un dialogo più idealizzato che reale: la protagonista, Matylda, si rivolge alla nonna
scomparsa, Aleksandra, che le ha lasciato in eredità la sua tenuta, Zawrocie. Aleksandra
è la prima a stupirsi di questa scelta, poiché in vita aveva visto una volta sola la nonna, e
si era sempre tenuta in disparte dai parenti, intuendo ma non volendo affrontare la rete di
frustrazioni che sembrava avvolgere tutti quelli che avevano a che fare con nonna
Aleksandra: figlie rinnegate, mariti mai amati , nipoti sull’orlo della malattia mentale.
Ed è idealmente Aleksandra che rivela a mano a mano il suo mistero, che ne fa un
simbolo dello stesso spirito polacco: una donna dolorosamente controcorrente, spirito
libero ed esteta negli anni del grigiore socialista e “moralista” quando il suo paese, caduto
il comunismo, lo sostituisce con un edonismo greve.
Il filo che si stabilisce con fatica tra le due donne ricorda i “drammi da camera” della
tradizione nordica; ma a questa introspezione vertiginosa si affianca il gusto della
Kowalewska per il rapporto tra interni e esterni, tra profumi delicati e corpi, natura e
mondo urbano. Il senso di impotenza che avvolge più generazioni è trattato con una
grazia essenziale, che fonde i drammi collettivi del passato in un delicato esistenzialismo
privato
Hannah Kowalewska è nata nel 1960 a Wysokie
Mazowieckie. Ha svolto i suoi studi a Lublino e a Lodz
specializzandosi in filologia polacca e scrittura per la
televisione. Ha esordito come autrice nel 1990.
“Quell’estate a Zawrocie”, uscito in Polonia nel 1997, è il
suo testo più conosciuto ed è la prima parte di una trilogia
sulla Polonia del dopoguerra. Tra gli altri suoi testi
principali, ricordiamo: “Letnia Akademia Uzcuc” (trad. lett:
“La scuola estiva dei sentimenti” , W.A.B., Varsavia, 2000)
e “Julita i hustwaki” (t.l. “Julita e le altalene”, 2003, Zysk I Ska, Poznan, 2006), ancora inediti in Italia.
La prima @ntologia del Rifugio
"Chi sono, amico
mio, gli scrittori?
di Autori Vari,
Sono una specie di
a cura di Piera Rossotti Pogliano impiegati?"
"No, sono dei
& Maurizio J. Bruno
signori che
Pubblicata sotto l'egida del sito:
inventano
Il Rifugio degli Esordienti
loro stessi ciò di
Michele Di Salvo Editore
cui hanno
Racconti
bisogno."
R@cconti senza rete
256 pag. - Euro: 8,25
ISBN: 88-87452-62-8
Ivan
Aleksandrovic
Goncarov,
Oblomov
Prefazione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Forse, è proprio così. Lo scrittore inventa ciò di cui ha bisogno, o reinventa il mondo che gli
aderisce intorno, fino a renderlo adatto alla sua misura. La parola chiave rimane "bisogno".
Non ci spiegheremmo, altrimenti, perché tanta gente scriva. E, quando parliamo di "gente", non
ci riferiamo agli scrittori famosi, quelli che sono degli autentici geni della letteratura o che sono
semplicemente capaci di sfornare decine di best-seller di facile lettura, ma a tutto quell'insieme
variegato di persone che differiscono per cultura, età, estrazione sociale, professione, che sono
accomunate dal bisogno di reinventare ogni giorno il proprio mondo attraverso la scrittura.
Il successo del sito internet Il Rifugio degli Esordienti ed in particolare del suo servizio di
valutazione e correzione testi inediti Lettura Incrociata, sono la testimonianza della
straordinaria vitalità del mondo della scrittura. Il Rifugio si è poi conquistato in anni di attività
una sua identità ben specifica, arrivando a contare oggi oltre cento collaboratori per il solo
servizio di Lettura Incrociata. Caratterizzato dalla completa gratuità di tutte le sue iniziative e
dalla totale indipendenza da ogni editore o operatore del mondo del libro, il Rifugio si pone oggi
come sicuro punto di riferimento per tutti gli scrittori dilettanti o esordienti, fornendo ad una
media di oltre 3000 visitatori al mese una serie di strumenti, servizi ed informazioni di grande
utilità per tutti coloro che si affacciano per la prima volta sull'orlo del difficile mondo dell'editoria
italiana.
Questa antologia è il frutto di una selezione dei testi inediti pervenuti al Rifugio fino a tutto
dicembre 1999, per essere analizzati, commentati e/o corretti da Lettura Incrociata. I testi sono
tutti opera di autori esordienti, e ci sono stati inviati in lettura perché, se è vero che si scrive per
se stessi, è anche vero che si desidera essere letti, per comunicare, per confrontarsi. E proprio
questo desiderio di comunicazione e di confronto è il denominatore comune dei 24 racconti
riuniti in questo volume, insieme all'elevata qualità del materiale selezionato, che assicura una
lettura piacevole e stimolante. Sicuramente originale è poi il fatto che tutti i racconti selezionati
non ci erano giunti con la speranza di venire pubblicati, ma soltanto per ottenerne una
valutazione obiettiva!
Temi e linguaggi sono diversi, come gli autori: ci sono frammenti di vita quotidiana, brandelli di
sogno, racconti di esperienze vissute, fantascienza e thriller; toni di volta in volta incalzanti,
ironici o poetici; angosce e sorrisi, ricordi e fantasie. Ma in tutti traspaiono le doti letterarie di
questi ventiquattro amici ed una trascinante voglia di comunicazione.
Prima di augurarvi dunque una buona lettura, mi sembra giusto ringraziare gli amici del Rifugio
che hanno affrontato con rigore e passione il gravoso compito di rileggere tutto l'archivio di
Lettura Incrociata e di selezionare questi racconti: si tratta di Danilo Calabrese, Romualdo
Grande, Mario Mereu, Piero Nolasco e Cristiana Squillari. E insieme a loro, va senz'altro
ricordato l'impegno quotidiano e assiduo di tutta la Redazione del Rifugio che ha reso possibile
questa iniziativa.
Voci dal carcere…
Racconti
di un detenuto
di Antonio Cannavò
Editrice Massimino
Racconti
209 pag. - Euro: 12,00
ISBN: 88-901922-0-8
Quando ero piccolo, mia
mamma mi mostrò una lunga
via così dritta e distesa che
non si vedeva dove avesse fine.
Capii che per appagare quella
mia curiosità bisogna
percorrerla, tutta quella
strada.
Lo feci, ma mi portò in un
incrocio dove mi mise
confusione; non sapevo quale
giusta via prendere e l'unico
indizio che avevo era il sole,
ma presi quella dove c'era
l'ombra, visto che era d'estate
e mi faceva comodo.
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Sono racconti un po' speciali, questi di Antonio Cannavò, perché da tanto tempo erano dentro
di lui, e lui non lo sapeva. Sono venuti fuori con fatica, a poco a poco, ma sono semplici, freschi
e veri, perché raccontano la vita, l'amore, la mafia, il dolore, il profumo delle zagare, gli affetti
negati, la violenza, la nascita e la morte. Raccontano una Sicilia antica e nuova vista da un
Siciliano che la conosce dall'interno, e da un punto di vista profondo e scomodo.
Antonio è giovane, ma in passato ha trascorso alcuni mesi in carcere e quando è stato
incarcerato quasi non sapeva scrivere, ci metteva tre giorni per rispondere a una lettera, e il
tempo maledetto del carcere, il "tempo lumaca", non passava mai. Poi, piano piano, ha
cominciato a scoprire che aveva delle storie dentro di sé, e queste storie avevano urgenza di
uscire. Così, ha cominciato a raccontarle ai suoi compagni, poi a scriverle. Non è facile scrivere
quando stai rinchiuso in venti metri quadrati con altre sei persone, quando vorresti dire delle
cose e non le sai dire, perché non conosci le parole, e te le devi conquistare una per una,
cercarle sul dizionario e poi allinearle una dietro l'altra per esprimere quello che senti dentro.
Antonio parla con passione delle sue storie e recita con intensità le sue poesie. Quello che
colpisce, poi, è che lui non cade nella trappola in cui cadono tanti esordienti, non si lascia
tentare dal racconto autobiografico e autoreferenziale, ma proietta fuori di sé e racconta di ciò
che conosce, storie di mafia e di violenza, come quella di Mariano Pavone e dei suoi
discendenti, di Turi "baffetti" "malato di malavita", ma sa anche tratteggiare storie d'amore e di
"fuitine", o di figli amati e perduti tragicamente, con delicatezza, con pudore. Ci sono Anna e
Carmelo che desiderano tanto un figlio, e zio Peppino "u' Scarparu" che compra una casa
nuova e, per prima cosa, ci porta olio e sale, come vuole la tradizione. C'è la storia che si
conclude con un sorriso, come quella di compare Nardo, che pensa solo quando è davvero
necessario per non affaticarsi troppo il cervello, e c'è Orazio, il padre padrone che riesce a
rovinare la vita della sua famiglia anche dopo morto. Anche gli oggetti di queste storie ci
parlano, Antonio sa osservare e farci vedere quei piccoli dettagli che rendono "veri" gli
ambienti: l'interruttore a farfalletta, le scatole di cartone sotto il letto, la villa lussuosa con le
porte tutte bianche, i prati fioriti di sulla e il vulcano "pieno di neve", le case di pietra lavica e i
tavolini rotondi del bar sulla piazza.
Certamente, il cammino letterario di Antonio è ancora lungo, la tecnica è ancora tutta da
apprendere. Ma le storie ci sono, ne ha ancora tante dentro, tanti personaggi che vogliono farsi
raccontare, e Antonio non li farà attendere...
Un viaggio ritardato. Un incontro inaspettato. Un tuffo nelle favelas.
Saudade
una ragione per tornare
di Gian Luca M. Loncrini
Edizioni Libreria Croce
Romanzo
284 pag. - Euro: 15.00
ISBN: 978-88-89337-84-4
Un carnevale di case.
A questo aveva pensato
prima di abituarsi
a quel posto.
Un carnevale
che di allegro,
tuttavia,
non aveva nulla.
Con tutti quei bambini
che morivano
prima ancora
di aver imparato
a camminare.
Recensione a cura di Giulia De Concilio
Tenacia, malinconia, amore per la cultura, desiderio di rivalsa, grande forza di volontà:
queste sono le caratteristiche che contraddistinguono la gaúcha Sabina, protagonista del
nuovo romanzo di Loncrini. Nata in una numerosa quanto disastrata famiglia brasiliana,
Sabi è l’unica tra i suoi familiari a desiderare e sperare una vita diversa per sé e per tutti
coloro che vivono nella sua stessa, penosa condizione. Fin da piccola comprende
l’importanza dell’istruzione che, sola, può aiutare a trovare “il coraggio di integrarsi nella
società”, lasciandosi alle spalle la realtà squallida, marcia e corrotta da cui si proviene.
Saudade, il secondo romanzo di Gian Luca Mario Loncrini cela, sotto la falsa veste di un
gradevole ed appassionante racconto di narrativa (in cui non mancano storie d’amore, toni
malinconici, conflitti, colpi di scena), una meticolosa e profonda indagine sociale della
misera e triste realtà brasiliana vista “dal di dentro”, attraverso gli occhi delle famiglie che
lottano ogni giorno per sopravvivere, dei bambini che rubano per aiutare i genitori, dei
padri che spacciano e delle madri che si prostituiscono per poter mettere in tavola
qualcosa di più saporito e di più nutriente della pressocché ordinaria “zuppa di giornale”.
Tuttavia, attraverso gli occhi di Sabi, quella realtà irreversibile per tutti i suoi amici, parenti
e conoscenti diventa, invece, un semplice ostacolo per un’ affermazione personale e
professionale che può e deve essere superato. Questa sua incontenibile ambizione la
porta, già bambina, lontano dal piccolo borgo (Caxías) in cui è nata: prima a Santa
Caterina, poi a Canasvieiras, a São Paulo e, forse, nella tanto amata (poiché lì abita il suo
Francesco) Italia, terra (per lei) di speranze e di opportunità.
Gian Luca Mario Loncrini nasce a Caprino Veronese
nel 1971. Scrittore e saggista, si laurea in Lingue e
Letterature straniere presso l’Università degli Studi di
Verona e, in seguito, frequenta anche un corso post
laurea in Giornalismo Economico. Attualmente vive tra
Verona, Copenhagen e Florianópolis in Brasile. Nel
2007 è stato pubblicato il suo primo romanzo, Anche
un uomo. Nella primavera del 2008, invece, ha visto la
luce la sua seconda fatica letteraria, Saudade,
presente anch'essa nel nostro catalogo.
Malinconie e voglie rivoluzionarie
“...Il tempo scorre,
ma il passato non passa
e il presente si assenta.
...Cercavo me stesso,
sono tornato un altro,
oppure cercavo un altro
ISBN: 978-1-4452-0669-1 e ho trovato
solo me stesso.”
Sconclusioni
di Paolo Pappatà
Lulu
Racconti
104 pag. - Euro: 11,00
Recensione a cura di Ileana De Laurentiis
Sconclusioni è una raccolta di racconti brevi, ricchi di quelle piccole
sfaccettature della vita che accomunano più o meno tutti. Infatti i
protagonisti, di cui non importa tanto il nome o le loro vicende personali,
siamo tutti noi, ciascuno sentendosi diverso dagli altri, ma uniti dalla
stessa malinconitudine, malanno e rimedio al tempo stesso. Sono
racconti ambientati in una periferia che è il compendio di tutte le periferie,
un luogo in cui tutti noi abitiamo, come si abita un vestito vecchio ma a
cui siamo affezionati. Pappatà, attraverso uno stile essenziale, scorrevole
e lucidamente incisivo, cattura il lettore sviscerando le insofferenze di cui
sono vittime i suoi personaggi, costantemente alla ricerca di qualcosa di
diverso da ciò che hanno e che vibrano dalla voglia di un cambiamento,
di un qualsiasi motivo per continuare a lottare. Trame diverse che a tratti
si incrociano, raccontate con la sapienza di un osservatore partecipe e
coinvolto, che ci fa amare questi ragazzi insofferenti e sconclusionati, le
loro vite quotidiane e i loro sogni che non hanno mai coraggio sufficiente
per farli divenire realtà. Tra amori passati e mai dimenticati, concerti rave
e rivoluzioni appena accennate, la vita di questi personaggi potrà forse
trovare sollievo e sostegno nella poesia e nella ricerca interiore. Chi si
salverà?
Paolo Pappatà quarantenne romano, ha da sempre una passione incondizionata per le
parole e ogni forma di comunicazione. Per sostentarsi economicamente diventa webwriter; per nutrirsi spiritualmente, legge e scrive voracemente. Leggere, conoscere,
condividere sono i punti cardinali della sua produzione e del suo modo di scrivere.
Sconclusioni – Insofferenze di inizio secolo è un testo autoprodotto che è il risultato di
quindici anni di vita, amori e riadattamenti.
Esiste la "diversità" in amore, oppure esiste soltanto l'amore?
Senso unico
di Laura Schiavini
ECO Edizioni
Narrativa
91 pag. - Euro: 7.50
ISBN: 88-86744-17-X
...non di arrendersi,
ma di accettare
il fatto
che aveva
imboccato
una strada
accidentata
e a senso unico...
Recensione a cura di Bruna Nizzola
Storia d'amicizia e d'amore che dell'amore, appunto, ricorda la possibilità di vie
infinite, anche a senso unico, che non sempre seguono i percorsi della
cosiddetta normalità.
Non è, infatti, con ordinari legami familiari o per mezzo di rapporti amorosi
consueti che la protagonista del romanzo trova l'ideale appagamento dei sensi
come degli affetti. Sono pur sempre questi ultimi a dominare il racconto,
costringendo il lettore ad una continua riflessione, a rivedere le sue consolidate
certezze, ad uscire dal tetragono mondo del conformismo per appropriarsi intus
dell'animo di chi è comunemente definito diverso. In amore, quello vero, quello
che rende tutti ugualmente fragili o forti, felici o disperati, nessuno, in realtà, è
diverso. Questo è il messaggio insito nel racconto che scorre con buon ritmo
attraverso dialoghi fluidi, dal linguaggio immediato, giovane, disinibito.
Laura Schiavini è nata a Trieste nel 1954. E' autrice di
numerosi racconti e del saggio monografico All I Want is U2,
Campanotto editore. Senso unico è il suo primo romanzo, ma
nel catalogo DANAE è presente anche il suo secondo
romanzo, La fortuna è un talento, pubblicato con la casa
editrice Robin. La Schiavini collabora con alcuni periodici a
diffusione nazionale per il settore della narrativa.
Flash di vita elementar-scolastica
Sinite
Parvulos
di Bruna Nizzola
Edizioni CAAD-Gierut
Romanzo
122 pag. - Euro: 10.00
ISBN: 978-88-96148-00-6
Si trattava
di una frazioncina
alla confluenza
di due fiumi,
collegata
al resto della
provincia
da un ponte in
chiatte
che nei periodi delle
piene
veniva smontato.
Allora...
Recensione a cura di Massimo Sanacore
In venti, talvolta brevissimi, episodi emerge da questi racconti l’evoluzione di uno spicchio
di paese reale italiano, quello un po’ sonnacchioso e pettegolo della provincia e della
campagna, degli anni della società agricolo-contadina all’inizio dell’epoca postindustriale
(o forse solo postmoderna). Emergono però anche i ritardi: quelli di una scuola incapace
di rinnovarsi, spesso affidata alle residue risorse di insegnanti demotivati o a quelle
casuali dei precari (proprio come quella giovane maestrina con il primo incarico nella
padana confluenza di due fiumi) tenuti scientemente in tale soggezione da
amministrazioni cui non interessa verificare le reali attitudini all’insegnamento ma
gratificare un faticato inserimento nei ruoli. Se questo ha garantito il consenso elettorale,
lascerà però al caso la vocazione individuale e lo sviluppo professionale dell’insegnante,
con l’odierno stato della scuola pubblica sotto gli occhi di tutti. Ma se restano uguali a se
stessi i politici, matura la maestrina che ora guarda ai suoi personaggi, i piccoli alunni e i
disattenti genitori, quali interpreti e vittime di un’esistenza di ordinaria alienazione. Nella
scuola dove insegna, la Nizzola ci racconta, ad esempio, come il Sessantotto giunga in
un’eco attutita, piccola attesa di una riforma mai fatta e sopraffatta dalla didattica
tradizionale, interpretata da docenti motivati solo da intriganti fuoriprogramma personali.
Sinite Parvulos è venato da quel tocco di nostalgia che non è rimpianto e che perciò rende
più godibile la lettura, che dà spazio a chi vuole riflettere su certe ombre della famiglia del
nostro tempo, illuminate tuttavia da un messaggio di ottimismo che può coltivare solo chi è
stato a lungo a contatto con la parte sana della società: i bambini, sui quali la Nizzola
poggia l’ultima speranza di rinnovamento.
Bruna Nizzola è nata a Desenzano sul Garda nel 1935. Per lungo
tempo ha insegnato nelle Scuole Pubbliche: apprezzata pittrice,
appassionata di musica, letteratura, filosofia e psicologia, ha vissuto a
Desenzano, Borgoforte e Mantova; attualmente risiede a Torre del Lago
Puccini. La Nizzola è tra gli Autori più presenti nel catalogo DANAE che,
accanto a questo volume, annovera anche Il dubbio e altri racconti, La
vita semplice, La ribollita, e Carlotta – c’è posta anche per me.
Ritorno al …passato
Sotto la sabbia
di Luca Masini
I fiori di campo
Romanzo
162 pagine
Euro: 12,00
ISBN: 88-7350-235-0
...una cimosa
immaginaria
si solleva
dalla lavagna
cancellando
quell'immagine
e riportandomi
alla realtà.
Recensione di Chiara Depriori
Visitando la casa in cui ha trascorso la giovinezza, Fabio Calosi ripensa ai momenti
cruciali della sua infanzia e adolescenza: il primo giorno di scuola, la nascita della sorella,
il primo amore, etc. L'opera, ambientata in Toscana tra il 1978 e 2005, è quindi a metà tra
il Bildungsroman e il romanzo psicologico.
In ogni capitolo della prima parte, il presente risveglia nel protagonista un ricordo legato a
una persona e a un fatto particolare: in questo modo gli attori principali del romanzo
compaiono sulla scena uno alla volta. Attraverso i flash back che riportano Fabio al
passato, scopriamo i segreti che parenti e amici hanno cercato di nascondere, come il flirt
tra il fratello Vincenzo e la stravagante zia Susanna, il rapporto inconfessabile tra Erika e il
padre o l'omosessualità dell'amico Francesco. L'autore svela queste verità per gradi, così
da rendere partecipe chi legge ed evitare che sia escluso dalle vicende, come invece
accade al protagonista durante la giovinezza.
Nella seconda parte, dopo che ogni segreto è stato confessato, la vita dei fratelli Calosi e
dei loro amici cambia: ora possono diventare adulti.
Masini sceglie di tratteggiare la psicologia dei personaggi senza scandagliare a fondo il
loro animo, ma si dimostra comunque capace di emozionare e coinvolgere. In particolare
è commovente il rapporto tra il piccolo Fabio e il nonno: come il nipote, il lettore prova
affetto e tenerezza verso il vecchio e malinconico Osvaldo. Nonostante qualche ingenuità
linguistica, la lettura di Sotto la Sabbia è resa piacevole dalla buona costruzione dei
dialoghi e da interessanti immagini evocative (es. la cimosa immaginaria che cancella i
ricordi di scuola).
Luca Masini nasce a Firenze nel 1971. Ha pubblicato alcuni racconti
nelle antologie della Ibiskos Editrice, ed il romanzo Quinto
comandamento (I Fiori di Campo, 2005). Luca fa anche parte della
redazione di DANAE, all'interno della quale si occupa di Pubbliche
Relazioni con i media.
A volte è un bene che sia il destino a decidere per noi…
Storie interrotte
di Simonetta Barocchi
L'Autore Libri Firenze
Antologia di Racconti
68 pagine
Euro: 7,20
ISBN: 88-517-0984-X
Steso carponi a terra,
Giuseppe stringeva fra le mani
il suo fucile da caccia a canna
corta.
Era un'arma adatta per la
caccia bassa, nel bosco,
una calibro dodici a pallini,
per i tiri ravvicinati.
Non aveva mai fallito un colpo
e garantiva un tiro
piuttosto preciso,
senza un eccessivo rinculo.
Recensione a cura di Viviana Gigantiello
Mi sono chiesta da dove sbucasse la forza straordinaria delle due brevi e intense
storie che ci racconta Simonetta Barocchi. Diverse, ma pervase entrambe dalla
diabolica strategia del caso, che determina, distorce e influenza il lavorio
apparentemente privo di senso dell'uomo, queste storie si trasformano lentamente, e
di nascosto, in tragedie, senza clamore. Nella sofferenza e del disagio che amano il
sussurro e non fanno chiasso.
Nel primo racconto, La stagione di caccia, la forza del quotidiano, la sistematicità del
suo ripetersi in piccoli gesti, all'apparenza insignificanti, ma che ci consentono di
sopravvivere all'insopportabile, si trasforma, per caso, in sintomo di irreversibile
malessere.
Ecco l'energia del primo: "non ci si può sottrarre al destino che lui ci ha assegnato,
anche se le sue strade spesso risultano assurde ed imperscrutabili".
Nel secondo racconto, Insieme fino alla fine, il caso usa nuovamente la sua mannaia
e spiazza il lettore insieme allo stesso protagonista in un rincorrersi di ricordi amari e
di eventi che, forse, si sarebbero potuti cambiare.
Ecco la forza del secondo: "A volte è un bene che non ci siano possibilità di scelta e
che sia il destino a decidere per noi".
Mi è venuto in mente un pensiero di Javier Marias letto in uno dei suoi libri più belli:
"Tutto viaggia verso il suo stesso svanire e si perde e poche cose lasciano traccia,
soprattutto se non si ripetono, se avvengono una sola volta e non tornano più,
altrettanto fanno quelle che si assestano troppo comodamente e tornano ogni giorno
e si sovrappongono, neppure quelle lasciano traccia".
Il segno che lasciano queste due storie sta nel dubbio o nella certezza che resta al
lettore di pensare e credere, fino all'ultimo gesto dei protagonisti, che la vita sia già
scritta altrove
Simonetta Barocchi, è nata a Roma, dove vive. Laureata in Lingue e Letterature Straniere
Moderne all'Università di Roma La Sapienza, ha insegnato per circa dieci anni nelle scuole
medie e superiori della Capitale, prima di passare nei ruoli della Pubblica Amministrazione.
Storie interrotte è il suo libro d'esordio, ma ha recentemente pubblicato due storie in
Laboratorio di Scrittura Creativa, edizioni Aracne. Simonetta è un'accanita lettrice di narrativa,
arte, filosofia e saggistica, quasi sempre in lingua originale.
La verginità può non essere solo quella sessuale...
Tra fango e cielo
di Mauro Simeone
Sorrisi di Carta Edizioni
Romanzo
100 pag. - Euro: 9.00
ISBN: 978-88-904932-1-8
Per non scoppiare
in lacrime davanti
a lui,
fuggo verso la cella
duecentotredici
tornando così
al mio presente
fatto di rimorsi,
rimpianti,
sensi di colpa,
cimici d’inverno
e zanzare d’estate.
Nel mio passato
di lucertole,
motorini e femmine
non ce ne sono stati.
Recensione a cura di Valeria Muto
Fabrizio deve allenare una squadra di rugby e cercare di farla entrare nella top
ten del campionato. È da poco uscito dal carcere, in cui ha passato metà della
vita. Si ritrova libero in un mondo che non ha ancora avuto la possibilità di
esplorare e capire, ma che è costretto ad affrontare da uomo e non più da
ragazzo; nonostante tutto, inizia il suo incarico con entusiasmo. La sua
determinazione però si scontra con Andrea, il nuovo pilastro della squadra,
ragazzo di buone speranze ma un po’ strafottente e donnaiolo.
Tutta la cittadina di Frascati si aspetta grandi cose dal nuovo allenatore e
Fabrizio diventa subito famoso. Conosce una donna, Antonella, la mamma di un
giocatore che ha rifiutato di prendere in squadra, della quale si innamora
perdutamente. Il suo passato, il suo incerto presente, la mancanza di
conoscenza del mondo, l’amore che prova per Antonella, lo porteranno ad uno
strano patto con Andrea...
Simeone ci regala un romanzo breve, asciutto ed essenziale, in bilico fra
presente e passato, con un intreccio sapiente, che movimenta la storia, e uno
stile semplice, diretto, che ben descrive lo smarrimento di un ragazzo di 20 anni
che si ritrova in un mondo parallelo, quello del carcere, che non è quello della
sua giovinezza, ma neanche quello della vita libera di fuori, e dove deve
affrontare le gerarchie interne, le invidie, la solitudine e la noia di inventarsi ogni
giorno qualcosa da fare per trascorrere il tempo, e poi le difficoltà dell’uomo che
si deve reinserire nel mondo cosiddetto “normale”.
Con un finale per niente scontato.
Mauro Simeone è nato a Roma nel 1976. Sociologo, lavora nel campo della
pubblicità. Alcuni suoi racconti sono presenti in varie antologie e "Tra fango e
cielo" è il suo secondo romanzo, dopo "Rocco Calcestruzzo: dialogo con se
stessi", pubblicato nel 2008.
Storia d’amore, amicizia, solitudine e paure nella Trieste di oggi
Tra inferno e
paradiso
di Cristina Soranzio
AndreaOppure Editore
Romanzo
242 pagine
Euro: 9,00
ISBN: 88-89149-88-4
Perché
se continuasse
a nascondersi,
lei sarebbe
facile preda
dell’errore
e tutto
potrebbe finire,
e per lui
sarebbe la stasi,
l’inferno di nuovo,
sebbene lui
finora
l’abbia mascherato
da paradiso.
Recensione di Laura Schiavini
Tra Inferno e Paradiso è un romanzo a tre voci che dopo un inizio leggermente lento
decolla e si legge d’un fiato. Tre voci differenti l’una dall’altra, anche nella scrittura. La più
forte e chiara è quella di Stefano, che si stacca dal clichè del racconto di formazione e
generazionale diventando il leit motiv della storia.
Stefano, pur incarnando la figura retorica del bello e impossibile, si rivela un personaggio
a tutto tondo che si fa amare sia per la sua fragilità sia per l’innegabile carisma.
La seconda voce è quella di Silvia, studentessa universitaria approdata a Trieste
(nell’appartamento di proprietà di Stefano dove vivono già la sua migliore amica e altri
studenti) col suo bagaglio di sogni, innocenza e ingenuità. Una sorta di paradiso perduto
cui Stefano anela senza rendersene conto.
Poi c’è Elisa, voce che emerge dall’ombra inquietante del passato, da quell’inferno che
tiene in scacco Stefano.
Lo scenario in cui si dipana la storia è una Trieste minuziosamente descritta, coi suoi
locali, i suoi scorci e le incursioni oltre confine. La sua bellezza e le sue contraddizioni.
Strada in salita e irta d’ostacoli, quella tra inferno e paradiso che Stefano ed Elisa, legati a
doppio filo da una perdita comune, devono percorrere. Non è facile nemmeno per Silvia,
che della vita non conosce ancora le batoste, ma che si ritrova, come qualsiasi ragazza
che esce dal guscio per la prima volta nella sua vita, ad affrontare il mondo reale e il
complesso intreccio dei rapporti umani dove i sentimenti e le emozioni non sono quasi mai
ciò che sembrano. E a misurarsi con l’incertezza di non sapere qual è il suo posto nel
mondo e dove la porteranno gli anni dedicati allo studio.
Per Stefano ed Elisa, forse, non c’è che un modo: superare il passato e andare avanti,
crescere e prendere coscienza di sé.
Cristina Soranzio è nata a Monfalcone il 12 gennaio 1981. Si è
laureata in Filosofia presso l'Università di Trieste con una tesi in
Filosofia della Cultura su “Scrittura ed identità in Paul Ricoeur” e ha
conseguito un diploma di Master in Analisi e Gestione della
Comunicazione con una tesina in Comunicazione Giornalistica su
“Analisi dell'informazione giornalistica: approccio linguistico”. Tra
inferno e paradiso è il suo primo romanzo.
C'è un luogo magico, al centro di Cuba...
Topes
de collantes
di Carlo Battaglini
AndreaOppure Editore
Romanzo
208 pagine
Euro: 8,00
ISBN: 88-89149-30-2
In quella gente
c'è un istinto primordiale
che permette loro
di leggerti dentro;
non è solo
ciò che puoi mostrare,
ma anche
quello che hai in te
che fa la differenza...
Recensione di Sandra Amantia
Da Milano alle tropicali vegetazioni e... fin nelle viscere di una misteriosa
Cuba, alla ricerca di una sacra pietra depositaria di un'antica leggenda, le
cui tracce si perdono all'epoca degli antichi conquistadores... tra le
braccia di un uomo e del suo sacrificio volontario. Topes de collantes.
E' una storia dai toni avventurosi, narrata in sequenze soprattutto all'inizio
scorrevoli, e poi a tratti avvincenti, racchiusa in brevi paragrafi. L'autore
non esita a saltare da uno scenario all'altro, da una situazione ad un'altra
per dipanare una trama dapprima condensata in singoli episodi slegati.
Carlo Mauri è l'ironico protagonista che, insieme a tutti gli altri personaggi,
muove i fili della storia in un contesto mutevole e reso spesso indefinito
da un'aura mitica, laddove le vicende prendono vita e si colorano
soprattutto attraverso i dialoghi diretti. E' un rincorrersi di incontri/scontri
fino a giungere ad un finale imprevedibile.
Una piacevole lettura.
Carlo Battaglini (1960) è nato a Milano e vive a
Settimo Milanese. Geologo, è molto impegnato nei
problemi ambientali. Topes de collantes è il suo primo
romanzo.
Cosa sarebbe un mondo senza le parole dei libri?
Un cortile di parole
di Remo Rapino
Edizioni Carabba
Romanzo
348 pagine
Euro: 24,50
ISBN: 88-95078-38-1
Il cortile di Aureliano
era ormai
un cortile di parole,
una babele
di storie, persone,
sogni infranti,
voli e cadute,
viaggi e naufragi,
silenzi
che dicevano
più delle stesse parole
Recensione della Redazione di DANAE
Aureliano Nemesio Veloso, il protagonista di questo libro, ci ricorda che
tutti possiamo realizzare i nostri sogni, anche se, come sempre accade,
per tutto c’è un prezzo da pagare. Aureliano è un semplice muratore, sa a
malapena leggere, ma il rinvenimento casuale di un libro gli rivela un
mondo ricco e insospettato e cambierà la sua intera esistenza. Il libro di
Remo Rapino ci racconta, con una scrittura fervida e sognante, una storia
vera, quella di un operaio a giornata, che nella realtà si chiama Evandro
dos Santos, il quale, frugando tra le mille discariche di Rio de Janeiro,
riesce a raccogliere trentamila volumi, e li conserva accatastati tra casa e
cortile. Il famoso architetto Oscar Niemeyer, venuto a conoscenza di
questo fatto incredibile e straordinario, si impegna a realizzare il progetto
di una biblioteca. Nel romanzo, Aureliano riesce davvero a realizzare il
suo sogno, affiancato da personaggi intensi e straordinari, come l’amata
Florinda Rosas, con la quale intreccia una struggente storia d’amore,
l’amico Oppiano Lunario e il cane Dinà.
Remo Rapino vive a Lanciano. Insegna Filosofia e Storia al liceo
classico. Ha pubblicato: Dissintonie (1993); C. Michelstaedter: l’asintoto il
peso l’assoluto impossibile (1994); La vita buona (1996); Caffetteria
(1998); Anxanavis (1998); Terre rosse Terre nere (1999); Sotto la neve
l’erba e altre storie (2001); Cominciamo dai salici (2002); La profezia di
Kavafis (2003).
Romanzo in dieci scene e un intermezzo
Un gesto
all'improvviso
di Franco Valobra
Edizioni Angolo Manzoni
Romanzo
121 pag. - Euro: 10,00
ISBN: 88-88838-41-4
Sollevò le braccia divaricate
verso l'alto e cantò uno dei
pezzi da lui favoriti di quella
semisconosciuta opera buffa
di Cimarosa.
"Chi inventò l'Asinità?",
con la sua bella voce intonata.
E poi, secondo copione,
al cielo tre Ah! Uno dopo
l'altro, onomatopeicamente
simili al raglio di un asino.
Nel cortile i pavoni fecero
sparire in fretta la ruota e
corsero come impazziti
zigzagando.
Lui richiuse la finestra.
Non voleva che quel canto
fosse scambiato per un
messaggio al mondo.
Era semplicemente
l'espressione della sua
autentica allegria.
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Romanzo in dieci scene e un intermezzo, recita il sottotitolo. Si tratta, in realtà, di dieci racconti
che si possono anche leggere in ordine sparso, ma "intrecciati" tra loro da un motivo
conduttore, il compositore Domenico Cimarosa, presente accanto a tutti i personaggi del libro,
con la sua musica o, addirittura, come figura paterna da "uccidere" per liberarsi di un
complesso edipico. Piccole storie un po' surreali, eppure intrise di quotidianità, quelle di Franco
Valobra, che attirano come le ciliegie e si fanno leggere con divertita curiosità, una dopo l'altra,
ironiche, leggere, sorprendenti nel finale. I personaggi - quasi tutti maschili - sono quelli che
incontriamo ogni giorno, ma la lettura di questo libro ci insegnerà a vedere con occhi nuovi:
dietro il direttore di banca, stanco della sua vita agiata e un po' noiosa, il tranquillo professore di
biologia, il giovane automobilista che ha causato un grave incidente, infatti, possono
nascondersi individui sorprendenti, capaci di inventarsi una nuova identità e professione, di
sedurre Satana in persona, o di trovare, inaspettata e incredibile, una sensazione di folgorante
felicità.
Franco Valobra nasce a Torino il 16 marzo 1924. A vent'anni si iscrive
clandestinamente al Movimento Giovanile del Partito d'Azione e in
quella occasione conosce e stringe amicizia con un compagno che
resterà un suo punto di riferimento per tutta la vita: Claudio Gorlier.
Terminata la guerra, si laurea in farmacia, ma dopo cinque anni decide
di dedicarsi al giornalismo e alla critica cinematografica. Autore di saggi
su Camus, Ezra Pound, Jung, Pavese e Vittorini, di interviste-saggio a
Fred Astaire, Ginsberg, Vargas Losa, Ionesco e Sciascia, partecipa
anche come attore ad alcuni film (uno per tutti: Il nome della Rosa).
Non è vero che il treno passa una volta sola...
Una volta sola
di Donatella Decise
I fiori di campo
Romanzo
200 pagine
Euro: 13,00
ISBN: 88-7350-335-4
Il fatto è
che non potrai
mai sapere con
certezza
se stai per compiere
un gesto che darà
una svolta definitiva
alla tua vita,
né in che modo
la tua decisione
influenzerà
le scelte future,
né se prendendo
un treno perderai
una coincidenza
o arriverai
in tempo per un’altra.
Recensione di Bruna Nizzola
Storie vere, narrate come fiabe e storie inventate, con l’autenticità coinvolgente del
vissuto: in questo singolare gioco letterario consiste la peculiarità del libro di Donatella
Decise.
Già dalle prime pagine si sprofonda nel flusso felice della narrazione. Personaggi e
vicende si fanno sfogliare con curiosità e partecipazione. Sono vite di persone comuni,
talora, come nel lontano passato di guerra, proiettate in un’avventura più grande di loro e
sempre, anche nella contemporaneità, in bilico tra l’entusiasmo degli ideali, dei sogni,
degli aneliti alla libertà, alla giustizia, all’amore, e la prostrazione della realtà, spesso
ingiusta e spietata.
Le storie s’intrecciano, si sovrappongono o s’incastrano come le tesserine di un “puzzle”.
Portano dall’esigenza di riconoscerci in un passato, in cui affondare le nostre radici, alla
necessità di coltivare con pazienza un senso del futuro.
La lettura procede, via via, in un clima d’attesa, poiché si avverte il legame misterioso che
unisce i racconti: l’orologio che, sia pure in tempi e luoghi diversi, sembra scandire i ritmi
di comuni destini.
Il libro di Donatella Decise rientra a pieno titolo nelle “buone letture” che l’appassionano,
come risulta dalla quarta di copertina di "Una volta sola".
Donatella Decise nasce a Legnano nel 1971. Sposata, laureata in
chimica, presta servizio per qualche anno all’Istituto Nazionale dei
Tumori di Milano, poi prosegue il suo percorso professionale in
oncologia nell’industria farmaceutica. È appassionata di astronomia e
buone letture. Una volta sola rappresenta il suo esordio narrativo.
I sogni e i bisogni dei giovani, l’ecstasy e l’amicizia
sullo sfondo di una Milano grigia e uggiosa
Uscite
di Harold Falco
Michele Di Salvo Editore
Napoli
Romanzo
172 pag. - Euro: 10,33
ISBN: 88-87452-36-9
"Quanto costa?”
chiedo dicendomi che è per
curiosità, solo per saperlo,
ma sapendo bene che la
decisione è già stata presa.
Scivolata dentro di me
naturalmente, come un
sassolino giù per una
montagna.
La posso travestire
chiamandola curiosità,
impulso, desiderio di far
parte del gruppo, non lo so,
difficilmente faccio qualcosa
per un solo motivo"
Recensione a cura di Maria Minervini
Uscite, opera prima di Harold Falco, è un romanzo in cui si sintetizzano una buona
capacità narrativa ed una valida coerenza strutturale con uno stile classico, ma non
manieristico, dotato, al contrario, di una non trascurabile vena di originalità.
Un romanzo sui sogni e i bisogni delle giovani generazioni sullo sfondo di una Milano
grigia e uggiosa, la storia di un’amicizia un po’ fuori dagli schemi, ma non per questo
meno autentica, che alimenta, pur senza nutrirsene, una spietata sudditanza alle regole
non scritte del divertimento del sabato sera: musica, sballo e droga. Un lento
avvicinamento ai paradisi chimici dell’ecstasy attraverso la scansione monotona di un
tempo che vorrebbe allargarsi verso orizzonti più ampi e che invece resta incastrato
nell’opprimente ripetitività degli ambienti famigliari e scolastici - qui resi in maniera
sorprendentemente realistica - fino a ricercare la libertà in pasticca, una libertà artificiosa
ed evanescente qual è quella della droga. E, fatto non da poco, il tutto è raccontato sì con
dovizia di particolari, ma senza il tono pedante e didattico che priverebbe il romanzo della
sua naturale neutralità, condotto sul filo dell’indagine introspettiva, registrazione fedele di
pensieri
e
stati
d’animo
del
protagonista-narratore.
Una scrittura avvolgente, più che coinvolgente, che ossessiona il lettore sin dalle prime
pagine con un ritmo lento, quasi indolente, e che progressivamente diviene invece sempre
più affannata, allucinata come i sensi del protagonista sotto l’effetto degli stupefacenti; chi
racconta e chi legge tendono ad unificarsi sotto le sembianze di un unico individuo,
quell’io narrante di cui non viene mai pronunciato il nome e che pertanto può essere, allo
stesso tempo, sia personaggio "finito" "delineato" "romanzato" che soggetto "aperto"
all’identificazione con chiunque di noi.
Un buon esordio, in definitiva, purtroppo con una veste editoriale modesta. Ma, lo
sappiamo bene, in questo Paese manca una vera attenzione agli emergenti, ed è proprio
a loro, a quelli che valgono, che si rivolge l'attenzione di DANAE
A qualsiasi età, c’è sempre spazio per l’amore
Valeleu
di Iano Lanz
Edizioni EEE-Book
Romanzo
224 pag. - Euro: 15.00
ISBN: 88-6690-067-2
– Quanti anni ha?
– Ha l’età giusta...
Iano non è solo bravo,
ma anche dotato...
di grande sensibilità
e discrezione.
Recensione di Piera Rossotti Pogliano
Valeleu, il titolo del romanzo, è un’ espressione romena a intercalare, ripetuta alla
fine di ogni strofa in una canzone tradizionale di Maria Tanase, la più grande
cantante di musica popolare della Romania. Il romanzo è molto interessante per le
tematiche che affronta: la terza età (gloriosamente vissuta!), il nuovo turismo dai
Paesi dell’Est, l’immigrazione, l’accoglienza, la famiglia “allargata”... Il protagonista,
Giuliano, detto Iano, è un ultrasessantenne ancora in buona forma grazie ai suoi
trascorsi sportivi, molto amato dalle straniere, sia per le sue doti sportive, sia per le
sue performance amorose. Personaggio simpaticamente superficiale, non si pone
grandi problemi etici o esistenziali, le sue riflessioni durano “il tempo di una
passeggiata”, è rimasto “un fanciullone che pensa solo a se stesso, ma che è capace
di grandi gesti di generosità”. Proprietario di un casale in campagna, non esita ad
accogliere, su richiesta del suo amico parroco Don Gabriele, una coppia di rumeni,
Giorgio e Suzana, che lavorano duramente e conducono la piccola azienda agricola
con scrupolo e onestà, e con loro Iano costruisce, senza praticamente rendersene
conto, un rapporto basato sul rispetto reciproco e su una fraterna amicizia. La
famiglia si allargherà ulteriormente con l’arrivo in Italia di Marioara, sorella di Suzana,
che si innamora di Iano. Marioara si impiega come badante e, nei momenti di festa,
canta con la sua bellissima voce le canzoni tradizionali romene. Quando arrivano in
Italia anche i figli adolescenti della donna, che è vedova, tutto farebbe pensare ad
una positiva “sistemazione” della nuova famiglia, anche perché Iano prende subito a
cuore le sorti dei due ragazzi. La vita, però, non è sempre prevedibile...
Iano Lanz, (si tratta di uno pseudonimo) è un maturo insegnante, Isef di Roma. Oltre
l’insegnamento, ha approfondito temi legati alla cultura folklorica, è stato direttore artistico di
un noto festival di folklore; ha scritto per riviste specializzate e di turismo, italiane e straniere,
contribuendo a diffondere, a livello nazionale, i contenuti della Raccomandazione UNESCO
sulla salvaguardia della cultura tradizionale e popolare. Si è specializzato nella cura di
patologie osteo-articolari della terza età ed è convinto che una sana anzianità , vissuta con
buona motricità e sentimento, aiuti a invecchiare bene. Nel catalogo DANAE, l'autore è
presente anche col romanzo Lanziano e le divine compagnie.
La vera Napoli, raccontata in 53 racconti!
Vedi Napoli
e poi scrivi
ILOPAN
(Napoli allo specchio).
di: Autori Vari,
a cura di: Aldo Putignano
Kairòs Edizioni
Antologia di racconti
248 pagine
Euro: 10,00
ISBN: 88-901276-9-4
Smisurata.
Apatica.
Contemplativa.
Bigotta.
Respingente.
Bipolare.
Hegeliana.
Retrò.
Insicura.
Aggressiva.
Seduttrice.
Minerale.
Salvifica.
Conciliante [...]
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
"Questo libro, sovrabbondante e polifonico, è il nostro modo di raccontare Napoli", scrive il
curatore della raccolta, Aldo Putignano. La polifonia è assicurata da cinquantatré racconti
di autori affermati e di dilettanti, questi ultimi selezionati tramite un concorso: tante voci
diverse, tante sfaccettature, come un prisma che scompone la luce.
"Chissà, si chiede Putignano, se siamo riusciti nel nostro intento?"
Per me, che vivo nelle nebbie invernali e nelle afe estive del profondo Nord, Napoli finora
è stata soltanto quella del teatro di Eduardo e delle canzoni di Murolo, del Corricolo di
Dumas, della pizza e della pastiera di grano, dei delitti di camorra di cui periodicamente
riferisce il telegiornale. In questo libro, ho trovato tanti altri volti della città: una Napoli dai
toni foschi, con il lavoro nero, i "bassi", i barboni alla stazione, gli scippi, ma anche la
Napoli "ripulita di cielo e di vento", con la sua bellezza da cartolina. Vi ho trovato i vialoni
di Scampia e il Vulcano che parla "sotto il manto della lava ispessita per raccontare i suoi
ricordi". Nell'insieme dei racconti si trova una città di cose e di persone, di puzze e di
profumi, come "quell'odore di ragù che solo qui ti permea l'anima"... e pure visioni di una
Napoli del passato, dove un turista inglese (Oscar Wilde, nella fattispecie) è facile preda
degli scugnizzi, o la città di fine della guerra, che pare "'na zoccola accisa di mazzate".
Su tutto, come una canzone, la melodiosa "napoletanità" della lingua.
No, forse in queste pagine non è riuscita a entrare tutta Napoli, però un pochino siete
riusciti a raccontarcela.
Aldo Putignano, dottore di ricerca in Letteratura Italiana, collabora con la rivista "Critica
letteraria". È coordinatore di Homo Scrivens, la prima compagnia italiana nata con l'intento
di selezionare e valorizzare nuovi autori attraverso eventi letterari e uno spazio on line; ha
curato il volume "Faximile, 49 riscritture di opere letterarie" (Frilli, 2004) e la sceneggiatura
dello spettacolo teatrale "Sottopensiero".
Pepite d'oro dalla Lettura Incrociata. La terza @ntologia del Rifugio
Venti d@lla rete
di: Autori Vari,
a cura di: Piera Rossotti Pogliano
Pubblicata sotto l'egida del sito:
Il Rifugio degli Esordienti
Edizioni Graphe.it
Antologia di racconti
208 pagine
Euro: 9,00
ISBN: 88-89840-10-2
Insomma,
gli era presa quella
smania
di chi racconta
storie
e non sa mai
se sono più belle
quelle che gli sono
veramente accadute
oppure
quelle che ci si
inventa,
in cui si taglia giù di
grosso,
e tutto appare
facile...
Recensione a cura della Redazione di DANAE
Il Il Rifugio degli Esordienti è, da molti anni, un punto di riferimento per autori esordienti, ai
quali offre gratuitamente una grandissima mole di informazioni, consulenze legali, notizie sui
premi e sul mondo dell'editoria, continuamente aggiornate, ma anche un servizio, denominato
Lettura Incrociata, che permette di far leggere, anche in modo anonimo, i propri romanzi o
racconti ad un folto gruppo di lettori e collaboratori, per i quali l'unica - purtroppo infrequente ricompensa, è la scoperta di una "pepita d'oro", di un bel racconto, ben scritto, tra le centinaia
che pervengono ogni anno.
E noi del Rifugio siamo dei grandi sognatori che si ostinano a catturare il vento usando un
retino per le farfalle. Lo strumento, ne conveniamo, non è tra i più efficaci, ma i piccoli straccetti
di vento che vi restano impigliati sono intensi e preziosi. Venti d@lla rete sono, per l'appunto,
venti racconti che, tra i tanti che ci volavano intorno, abbiamo catturato perché sono carichi di
"sentimenti minuti, tedii, felicità, incertezze, vanaglorie, nausee di sé", ma anche di fantasia e di
passione, ironia e allegria e "delle cose che s'è avuto o capito in realtà vivendo".
Li abbiamo scelti, come già è accaduto per le precedenti due @ntologie, senza che tutti gli
amici che frequentano il Rifugio sapessero che cosa stavamo facendo; anzi, noi stessi abbiamo
selezionato i testi ignorando il nome degli autori, per lasciarci trasportare soltanto dalla parola
scritta, dalla forza della vita che vi era dentro, filtrata dalla magia del racconto.
I racconti che troverete in Venti d@lla rete sono molto diversi tra loro, sia come stile, sia come
tematiche, ma hanno un denominatore comune: sono scritti bene... e le nostre @ntologie,
R@cconti senza rete e Oltrel@rete lo diciamo con orgoglio, sono state adottate come testi di
riferimento in diversi corsi di scrittura creativa.
Ma c'è anche un altro elemento che ci fa molto piacere: la grande varietà degli autori, di età
compresa tra i venti e i novant'anni, perché la buona scrittura non è né maschile, né femminile,
né giovane, né vecchia.
Noi, dal canto nostro, ci abbiamo messo tutta la nostra passione.
Il risultato ci piace assai e, siamo certi, piacerà ai lettori!
Piera Rossotti Pogliano, Piera Rossotti Pogliano, presente in questo
catalogo con "Diario intimo di Filippina de Sales, marchesa di Cavour" (Torino,
L'Angolo Manzoni), e con "Il ventre pieno di farfalle" (Torino, Robin Edizioni),
insegna scrittura creativa all'Uni3 di Moncalieri (TO) e si dedica da molti anni
alla selezione e promozione di narratori e poeti esordienti, sia attraverso Il
Rifugio degli Esordienti, sia come coordinatrice del Settore Selezione Libri di
DANAE. Ha anche curato le prime due @ntologie del Rifugio, "R@cconti senza
rete" (Napoli, Di Salvo) e "Oltrel@rete" (Roma, Proposte Editoriali).
Storie lievi su grandi e piccoli casi della vita
Venti racconti ventilati «Il vecchio conosceva e
di Giuseppe Damiano Pala
Edizioni Kimerik
Racconti
154 pag. - Euro: 14
ISBN: 978-88-6096-660-5
amava la vita. Lui era
venuto al mondo
ridendo, questo era
sicuro perché sua madre
gliel’aveva raccontato
e la levatrice l’aveva
confermato.
Trascorsa un’intera vita
facendo ridere gli altri,
voleva entrare nella
morte allo stesso modo:
ridendo.»
Recensione di Maria Sole Marinelli
«Venti racconti ventilati»: il titolo esprime perfettamente l’atmosfera che queste
brevi storie, tutte diverse, evocano quando le si legge; racconti di Giuseppe
Damiano Pala riescono ad essere sempre lievi, ariosi, anche quando trattano
argomenti non superficiali. Lo stile sempre piano e chiaro, le descrizioni ricche di
dettagli e il lessico curato trasmettono al lettore una sensazione piacevole,
fresca, che invoglia a continuare la lettura: ci sono esercizi di stile di autori in
cerca di ispirazione; ci sono coppie innamorate che si perdono, si cercano, si
ritrovano, e coppie che invece non hanno mai smesso di amarsi; ci sono amori
che finiscono - alcuni con una risata, altri con un pianto - e amori che
cominciano; ci sono commissari che brancolano nel buio di un caso difficile,
d’estate, quando in città fa troppo caldo per pensare; ci sono ubriachi che
razionalmente ci spiegano perché guidano ubriachi; c’è la storia di un piede; c’è
persino Batman. C’è l’amore, in questi racconti, ma c’è anche la morte: affrontata
a volte con una risata, come ne “L’uomo che faceva ridere”, una riflessione dolce
sull’ironia della vita, e a volte esprimendo tutta l’angoscia che ogni essere umano
si porta dietro se riflette sull’inevitabilità del male e del dolore, come in “Di male
in peggio”. Ci sono dunque molte storie, piccole e grandi, narrate da punti di vista
molto diversi; tutte legate, però, dalla volontà di raccontare le gioie, i dolori e le
idiosincrasie della natura umana. I racconti di Pala, coinvolgono, divertono, fanno
riflettere, senza mai risultare pesanti, rimanendo sempre ariosi e “ventilati”,
proprio come il titolo promette.
Giuseppe Damiano Pala è nato a Nughedu San Nicolò, piccola località
montana del Logudoro in Sardegna. Impiegato in una multinazionale
tedesca, vive con la moglie e Reggio Emilia.
La storia di un cattivo soggetto
Vita da
avventuriero
di Silvana Cellucci
Tabula Fati
Romanzo
128 pagine
Euro: 7,00
ISBN: 88-7475-055-2
"Al ladro! Prendetelo...
prendetelo... mi ha scippato!"
strillò la malcapitata,
alzandosi in piedi.
Rufo era già scomparso all'orizzonte,
stringendosi al petto il suo bottino.
Magro bottino, constatò più tardi
alla luce di un lampione, quando,
abbastanza lontano dal luogo del furto
da non potere essere più pizzicato,
rovistò nella borsa della sconosciuta.
Bastava, però, a sfamarlo
almeno per quella sera.
Recensione di Piera Rossotti Pogliano
Impossibile leggere Vita da avventuriero senza vedere il protagonista,
Rufo Rango, come un pícaro del Novecento, a cui si attagliano tutti i
significati del vocabolo spagnolo: straccione, vagabondo, mendico,
furfante, mascalzone...
Rufo non è un buon soggetto, ed egli stesso non ha difficoltà ad
ammetterlo. Difficilmente si metterà su una buona strada perché, come
confessa, gliene mancano "la voglia e l'occasione". La vita, però, sembra
volergli offrire a tutti i costi numerose opportunità di redenzione, che il
giovane non saprà cogliere. Proprio come in un romanzo picaresco, gli
episodi si inanellano uno dietro l'altro, "ad infilzamento", secondo la
definizione di Viktor Šlovskij, senza nessun appesantimento moralistico
da parte dell'autrice, che ci presenta un vero e proprio "studio
dell'imperfezione" di un personaggio negativo e cinico con una prosa
scarna ed essenziale, e ci accompagna nel suo percorso fisico e nel suo
percorso interiore. Come un vero pícaro, il protagonista di questo
romanzo è privo di illusioni, disposto a ricorrere all'inganno e all'illecito
per sopravvivere, lontano da ogni codice morale, dentro e non contro la
società, ma di fatto isolato e incapace di rapporti umani diversi da quelli
che instaura con gli amici con i quali gioca a biliardo o con le ragazze
delle case di piacere, in questa storia che potremmo definire di pseudoformazione di un antieroe, perché il protagonista, pur nel passaggio dalla
giovinezza alla maturità, rimane sempre lo stesso cattivo soggetto.
Silvana Cellucci ha al suo attivo una trentina di romanzi, tra cui La
montagna delle storie, L'ombra del passato, Racconti siciliani, Il pianista
ed altri, tutti editi da Tabula Fati.
Shazada, figlio del vento, con un sogno: correre libero e felice
Zucchero
e Peperoncino
di Barbara Miele
Edizioni Miele
Romanzo
132 pag. - Euro: 11,00
ISBN: 978-88-6332-002-2
“Ascolto
il fruscio del vento
con le sue orecchie,
sento la morbidezza
del terreno
attraverso
i suoi zoccoli,
percepisco
ciò che lui prova
durante la corsa
attraverso
i suoi muscoli
contratti.”
Recensione di Claudio Santovito
Un racconto molto interessante, costruttivo, capace di appassionare lettori di qualsiasi età:
una sfida personale e professionale tra un’addestratrice ippica e un cavallo restio alla
sottomissione e all’addestramento. Lui, Shahzada, il piccolo principe, il figlio del vento,
sogna di correre felice, spensierato, senza ordini, senza inibizioni. Senza violenza.
Un cavallo di razza araba che, dopo numerosi tentativi di addestramento da mani
inesperte e di piccole violenze più o meno involontarie (quali la castrazione), viene affidato
alle cure e alla professionalità della protagonista Barbara, la quale lavora in un Centro
Ippico, allena i cavalli e possiede le conoscenze e gli strumenti per tentare di domarlo.
Malgrado il cavallo, a causa delle precedenti sfortunate peripezie, si dimostri inizialmente
diffidente e intrattabile, Barbara, con pazienza, coraggio e tanta passione riesce ad
ammansirlo e a diventare “un corpo unico” con l’animale.
La novità del racconto, oltre alla sua freschezza e immediatezza stilistico-tematica, è
incentrata sull’abilità di Barbara, la quale con grande pazienza attua un processo di
educazione e maturazione sia del cavallo, sia soprattutto di se stessa. Il finale non è
interpretato come una supremazia dell’uomo sull’animale, della ragione sull’istinto, ma
sulla reale possibilità di interazione tra uomo e animale.
Infatti, nei momenti chiave del racconto, la parola passa (con meraviglia del lettore) al
piccolo Shahzada, il quale inizia a parlarci e a delineare il suo profilo psicologico,
trasformando la visione onnisciente e unitaria del narratore in una visione dicotomica. Non
soltanto bastone e carota, ma anche abilità, competenza e pazienza.
Barbara Miele nasce nel 1970 a Lugano (Svizzera) ma vive a Lecce dal 2001. Amante
dei cavalli, pratica l’equitazione fin da piccola. Dal 1987 al 1989 frequenta la Scuola
Svizzera per diventare Istruttore di Equitazione, praticando diverse discipline equestri, pur
prediligendo fra tutte l’addestramento di giovani cavalli e la rieducazione dei soggetti
problematici. Ha studiato psicologia equina appassionandosi a quella dell’Essere Umano,
su cui vertono i suoi precedenti libri “Sara sarà” (2006, semifinalista del Premio Letterario
Penna d’Autore), “L’incognita se” (2007), e “Noi: due io” (2008).
THRILLER,
GIALLI,
FANTASCIENZA
Tutto è possibile su Argon3, tranne annoiarsi!
EDEN
di Maurizio J. Bruno
Edizioni Tabula Fati
Fantascienza - Azione
280 pag. - Euro: 19,00
ISBN: 978-88-7475-488-5
“Erano arrivati al villaggio
da poche ore
e Raoul poteva già
archiviare nella sua
memoria il «Tuffo di
Acapulco», una delle
attrazioni più pubblicizzate
di quel villaggio.
Ma in realtà le cose che si
potevano fare su Argon 3
erano così tante che cinque
giorni
erano il minimo per poterne
provare almeno la metà.”
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Ambientato a Milano e sul pianeta abitabile Argon3 alla fine del XXI secolo, costruito con rigore,
Eden è un romanzo di fantascienza.
Un'affascinante ipotesi sulla nascita della vita umana sulla Terra, e le inevitabili riflessioni che
questo ci induce a compiere sulla nostra stessa civiltà, vengono proposte al lettore attraverso una
scoperta progressiva e un meccanismo di costruzione narrativo in cui si alternano due diversi
punti di vista, e la storia che ne risulta si legge senza fatica, con l'attenzione continuamente
sostenuta dalla curiosità di vedere "quel che accadrà poi".
I personaggi non sono superuomini o supereroi, ma persone comuni, nelle quali non è difficile
identificarsi, con pregi e difetti che potrebbero anche essere nostri.
Di Capua è semplice e simpatico, non privo di un tocco di dabbenaggine nei rapporti umani,
Raoul è addirittura un anti-eroe, eppure sarà proprio un suo gesto a salvare, forse, l'umanità.
Simpatici i personaggi femminili, pieni di brio e, anche loro, con i loro piccoli e grandi segreti, i loro
difetti e le loro buone qualità.
Molto attento all'aspetto dei rapporti umani, l'autore mette in risalto l'interazione tra i vari
personaggi e, con mano molto leggera, analizza anche i delicati rapporti di coppia.
Nel suo genere, un ottimo romanzo, che avvince con l'azione, ma che fa anche pensare, proprio
nella linea della prima opera narrativa di Maurizio J. Bruno, RALF (Torino, Taurus, 1999, riedito
poi da UNI-Service nel 2008), in cui l'autore si chiedeva quali fossero i significati di "intelligenza" e
"vita"; secondo me, questo romanzo è di livello ancora superiore.
Maurizio J. Bruno è nato a Pinerolo [TO] nel 1964 ma è vissuto
da sempre in Campania, a Nocera Inferiore [SA]. Laureatosi in
ingegneria elettronica all’università di Napoli, oggi vive a Rieti, dove
lavora come manager di un’importante azienda produttrice di apparati
elettronici. Ideatore e gestore del sito internet Il Rifugio degli
Esordienti dove gli autori alla ricerca di un editore possono trovare
utili strumenti e tantissime informazioni, e dell’associazione DANAE
che si interessa di promozione e distribuzione di libri di Autori ancora
poco noti, MJB scrive anche per diverse riviste letterarie ed è un
frequentatore abituale di molti forum letterari. Il suo romanzo di
esordio RALF, dopo essersi qualificato al quarto posto del "Premio
Urania", il più prestigioso concorso italiano per romanzi inediti di
fantascienza, è stato pubblicato prima casa editrice Taurus di Torino e
poi, in una nuova edizione migliorata e arricchita, dalla UNI-Service di
Trento. Il suo ultimo romanzo pubblicato è VELI, con Filios Editore
Una morte improvvisa e oscena. Delitto o gioco erotico finito male?
Il demone
nel cassetto
di Roberto Bendini
La Piccola Editrice
Thriller – Giallo
151 pag. - Euro: 10,00
ISBN: 88-7258-412-5
«Franco è abituato
alla vista dei cadaveri.
I cadaveri e il sangue
sono parte del suo lavoro.
Ma questa volta
viene colto di sorpresa
e una leggera nausea
gli sale alla bocca.»
Recensione a cura di Gaia Seregni
Il corpo di Venanzo venne trovato il giorno di Natale, morte per asfissia
autoerotica è la diagnosi del coroner.
Tutti sembrano propensi a crederlo, anche Franco, un dottore di Roma
venuto a trascorrere le vacanze a Castel del Lago; in più pare che il
morto ricevesse in casa, la sera, una giovane prostituta.
Irma, la madre di Franco, non vuole però credere a questa ipotesi
assurda né al fatto che il suo migliore amico fosse dedito a certe pratiche
oscene. Anche Tano Testa, giovane commissario incaricato
dell’inchiesta, pare dubbioso. Quale sarà la verità?
Il lettore sarà portato a cercare di risolvere il caso prima del commissario,
ma l’abilità dell’autore di creare psicologie complesse e risvolti inaspettati
rende incerta qualsiasi conclusione.
Solo la forza intuitiva di Tano Testa e la sua capacità di capire le persone
e decifrarne le emozioni lo condurranno alla risoluzione del mistero.
Roberto Bendini, con semplicità e con uno stile introspettivo, ci guida
attraverso un racconto dove la complessità dell’animo umano sarà causa
di pensieri e azioni impensabili. Tutti abbiamo qualcosa da nascondere:
uno scheletro nell’armadio, un demone nel cassetto.
Di cosa è veramente capace una persona quando vede minacciata la
propria sfera affettiva?
Roberto Bendini è nato a Giano dell’Umbria. Laureato in Medicina e
Chirurgia, esercita la professione a Celleno (VT), dove risiede. È cultore
di arte moderna e contemporanea
Un novello Adamo dal futuro
Il frutto
del peccato
di Francesco Lodigiani
Caravaggio Editore
Fantascienza
254 pag. - Euro: 14,00
ISBN: 978-88-95437-05-7
- Io sono Harlan,
soldato del maestro Archete,
e sono venuto dal futuro
per salvare
l’umanità dell’uomo
eliminandoti.
- Io mi chiamo Talete,
non ho nessun maestro
e sono nato
per salvare l’uomo
dalla sua umanità.
Recensione a di Chiara Garavaglia
In un futuro supertecnologico, all’interno della base militare segreta di Mileto, le
geniali ricerche dello scienziato Archete hanno reso possibile la trasmigrazione
dell’anima da corpi umani corruttibili ad altri perfetti e indistruttibili al fine di creare
finalmente l’esercito invincibile.
Harlan, soldato dal bellissimo corpo sintetico, è l’esperimento di maggior
successo di Archete, la sua splendida creatura. Harlan è destinato, a detta dello
scienziato che egli venera come un maestro, alla più grande delle missioni: alle
capaci mani del suo capolavoro, infatti, lo scienziato affida la realizzazione del
visionario progetto di salvare l’umanità stessa degli uomini.
Per questo Harlan viaggerà nel tempo, fino all’attimo preciso in cui il destino
dell’uomo, secondo Archete, conoscerà la svolta decisiva. Nel momento in cui
Harlan si appresta ad eseguire gli ordini del suo creatore, l’incontro con il
ragazzo la cui morte dovrebbe portare alla salvezza del genere umano si rivelerà
il granello di sabbia finito negli ingranaggi perfettamente oliati del piano di
Archete.
Da quel momento la vita di Harlan subirà una serie di inquietanti sconvolgimenti:
dalla misteriosa scomparsa dell’amata all’incontro con gli Estraniati che vivono al
di fuori della base di Mileto, fino alla follia distruttrice di un computer senziente.
Harlan, dunque, per fuggire da quello che credeva il proprio Eden, si batterà
contro tutto e tutti, alla disperata ricerca della libertà, scoprendo, come un novello
Adamo, quanto dolorosamente a fondo possa colpire la lama affilata della verità
e quanta forza sia necessaria per accettare il frutto del peccato.
Francesco Lodigiani è nato a Lodi nel 1975 e vive da sempre a Spino d’Adda. Laureato
in agraria, ha scelto di fare l’agricoltore. Quattro anni fa ha deciso di scrivere un libro, e Il
frutto del peccato rappresenta la sua prima fatica letteraria.
Quando Napoli indossa la maschera del demonio
Il Mistero
di Via Toledo
di Mariagrazia Giuliani
Edizioni Giraldi
Thriller
380 pag. - Euro: 13.00
ISBN: 978 88 6155 166 4
Un valzer
si profuse
nell’aria,
Angela
cominciò a danzare
pensando di essere
tra le braccia
di suo padre.
Un principe?
Doveva
saperne di più.
Recensione a cura di Consuelo Taccani
Quello di Angela Sergi è un passato radicato in una Napoli che seduce con la poesia e il
mistero. La giovane vive in America da molti anni ma decide di tornare in Italia, terra dove
ha trascorso la sua più tenera infanzia. Suo padre desiderava che la figlia non tornasse
mai più in quella città, invece, in lei vince il desiderio di annientare l’ombra che oscura il
suo passato. E’ profondamente drammatico scavare nella propria vita per doverla
comprendere e renderla più autentica e ancor di più è doloroso doversi scontrare con la
nostalgia di ricordi dolci e confusi, che affiorano, pagina dopo pagina. Angela troverà a
Napoli l’amicizia, quella vera, conoscerà l’amore e alla fine farà luce sul suo passato.
Quante meraviglie offre e quante domande pone, Napoli! La città cala la ragazza in
un’atmosfera meravigliosamente accogliente e alquanto enigmatica; storia, arte, cultura si
intrecciano col sole caldo e gentile e nel contempo con il buio della violenza e dell’odio.
Angela non è sola, quante persone ci sono su cui può contare e altre di cui deve diffidare!
Le sue giornate si alternano tra il lavoro di restauro della Chiesa dei Girolamini e le serate
trascorse sul divano nell’appartamento dei suoi avi sito in via Toledo, immersa nella
lettura del diario di sua zia Virginia; quanta nostalgia, quanta tristezza e quanti ricordi
evocano quelle pagine! Sulle note della dolce musica di Chopin, Angela si trova al
cospetto di inspiegabili eventi che accadono nell’appartamento di fronte al suo, ombre
inquietanti, maschere demoniache, trilli minacciosi diventano un incubo insopportabile e
imminente. In un crescendo di suspence il passato prima irrisolto troverà una propria
spiegazione.
Mariagrazia Giuliani con uno stile semplice, preciso, lucido illustra le tappe di una vicenda
avvincente, colma di arte e di emozioni. L’autrice fa trasparire un intimo affetto per Napoli
e il thriller che offre al lettore fa emergere con delicata vivacità la bellezza di una città che
non deve essere ricordata solo per la violenza.
Mariagrazia Giuliani è nata a San Giorgio a Cremano, città in provincia di Napoli che è
ricordata per aver dato i natali anche a Noschese e Troisi. La Giuliani è una scrittrice eclettica,
le cui opere sono realizzate sia per i ragazzi che per gli adulti. Riconosciuta in diversi concorsi
letterari, tra cui il premio internazionale Città di Cava, Mariagrazia vuole coinvolgere il lettore in
qualche ora di piena tranquillità, lasciando che si lasci dietro alle spalle i tormenti incombenti
del nostro mondo.
Il thriller corre su internet…
Io ti cerco
di Maurizio Lanteri
Edizione Le Streghe
Thriller
336 pag. - Euro: 16,53
ISBN: 88-8472-097-4
Ho fatto giorno
davanti al desktop...
La mia ossessione
ha un nome in codice:
ICQ.
Diffidate!
Dietro quelle
innocenti lettere
si nasconde
la più diabolica
invenzione
partorita da mente
umana
Recensione a cura della Redazione DANAE
Che cosa spinge gli appassionati delle chat a trascorrere la notte davanti a un monitor e a
non vedere l'ora di rimettersi davanti ad un PC quando ne sono lontani, "con l'orgasmo del
tossicodipendente verso la prima dose del giorno"? Come può un affermato professionista
restare talmente invischiato nelle maglie della Rete da giungere a mettere in gioco la sua
stessa vita?
Daniele Alberti, un importante ginecologo quarantenne, dopo aver scoperto il mondo della
chat, ne rimane coinvolto al punto che, in un breve volgere di tempo, la vita davanti al
monitor e alla tastiera diventa la vita vera, mentre il lavoro si riduce ad incombenze
fastidiose; il rapporto con la compagna, Anna, dalla quale ha avuto un figlio, si rivela più
che altro un ostacolo da aggirare.Attraverso la chat ci si può innamorare perdutamente,
come un ragazzino alla prima cotta, ma si può essere anche usati per fare l'amore, e
obbligati a guardare "dentro il pozzo nero" delle proprie voglie.
Chi è davvero la bella Lorenza? E "Donai" è oltanto il suo nick o significa qualcosa di più?
A poco a poco, il gioco si fa pericolso, gli eventi che travolgono il protagonista si
producono tra sogno e realtà, e la storia, da riflessione sulla dipendenza da chat, si
trasforma in un affascinante thriller psicologico, in cui si intrecciano fantasie, delitti
misteriosi, antichi culti e, fosche leggende del passato, con ritmo incalzante, suspense e
colpi di scena, fino al sorprendente finale.
Io ti cerco è il primo romanzo di Maurizio Lanteri, che ha dato prova di saper costruire una
storia piena di spunti, raccontata con leggerezza e, a tratti, con ironia, ma soltanto
apparentemente disimpegnata, perché capace di offrire molteplici chiavi di lettura, tra le
quali ciascuno di noi certo sceglierà quella più vicina ai suoi interessi e alla sua sensibilità.
Un libro da leggere tutto d'un fiato. (E, magari, da rileggere).
Il richiamo ipnotico del mistero
La casa del priore
di M. Lanteri & L. Luini
Traccediverse
Thriller - Mistery
144 pagine
Euro: 15,00
ISBN: 88-89862-25-4
Qui tutto spinge
a guardare dentro di sé,
a trascendere la materia,
a scorgere il divino
immanente in ogni cosa.
Ci sono momenti
in cui il diaframma
fra noi e l'inconoscibile
si assottiglia
fino a lasciarsi permeare.
Il mio parere
è che si tratti
di un luogo di culto,
utilizzato dall'uomo
fin dalla notte dei tempi.
A lei stabilire
dove finiscono
le mie fonti storiche
e dove inizia
- come l'ha chiamata? Ah, sì: La poesia...
Recensione della Redazione DANAE
Che cos'è la "Casa del Priore"? Soltanto un'antica canonica benedettina trasformata in
ristorante elegante ed esclusivo, o qualcosa di ben diverso, che cela segreti arcani, le cui
radici affondano in un lontanissimo passato? E cosa c'entra un ristorante con la
campagna contro le vaccinazioni dell'enigmatico professor Regis?
Maurizio Lanteri, già presente nel catalogo di DANAE con "ICQ - Io ti cerco", si cimenta
ora, a quattro mani con Lilli Luini, in un mistery che si legge d'un fiato, che si snoda a
partire dal lontano 1976 (o, forse, l'azione inizia molto prima...), si svolge tra il 2008 e il
2009 e si conclude (o forse no...) nel 2015. Il protagonista, Ivano Divizia, è un giovane
medico del servizio di Igiene pubblica dell'ASL di Imperia; accanto a lui, la bella Fiorella e
tante altre donne, dalla Bonelli alla Galimberti, dalla Tabbò alla Loredana Pesce. Un
bell'ambiente stimolante, dove "tutti fanno tutto, o niente, a seconda del momento o di
accordi sottobanco". Poi c'è anche Annamaria, sportiva e salutista, segretaria torinese del
professor Regis. Questi alcuni degli ingredienti e dei personaggi di una storia che, per ovvi
motivi, non possiamo riassumere, per non togliere al lettore il piacere della sorpresa e
della scoperta. Possiamo soltanto dire che si tratta di un libro agile e godibile, leggero da
leggere per la presenza dominante delle parti dialogiche, ma anche un tantino inquietante
perché, in fondo, siamo proprio sicuri che i nostri pensieri e i nostri sogni siano tutti
sempre e davvero "nostri"?
Maurizio Lanteri è nato ad Albenga (Savona). Vive a Garlenda,
dove esercita la professione di medico pediatra.
Lilli Luini è nata a Varese e vive a Taino. Laureata in sociologia,
lavora nel settore finanziario come controller crediti.
Scrivono insieme dal 2003. La Casa del Priore è il loro primo
romanzo a quattro mani.
Forse, le antiche storie non sono finite…
La maledizione
dei cerchiai
di Gianni Brunacci
Edizioni Creativa
Giallo
194 pagine
Euro: 13.00
ISBN: 88-89841-09-5
Da vicino,
quel mucchio di panni
somigliava di più al corpo
di una giovane donna
vestita con l'abito buono,
di un color verde antico
che faceva tenerezza.
Ai piedi calzava sandali
di vernice nera.
La testa e la parte alta
delle spalle erano immerse
nell'acqua fresca e pulita
della vasca, e allora Bacci
si convinse di avere a che
fare con un cadavere.
Recensione a cura della Redazione DANAE
I raggiolatti sono gente strana, "sbozzata come la pietra delle proprie case".
Raggiolo è un paese di pietra antica sulle pendici del Pratomagno, che
conservano memorie di antiche storie e, forse, di antiche maledizioni. Certo, l'aria
che vi si respira non è molto salubre per il protagonista di questo romanzo
poliziesco, l'ispettore Bacci, che pure vi si è recato per una vacanza, per
rimettersi da un esaurimento nervoso.
Quarant'anni, grasso, basso, calvo, Bacci è un vero e proprio antieroe, sovente
maldestro e anche troppo amante dei fiaschi e delle bottiglie, ovviamente pieni di
vino toscano. Questo personaggio fragile, ma simpatico e umanissimo, sarà
messo a dura prova da due omicidi oscuri e incomprensibili, quello di Maria Pia,
una studentessa, il cui corpo viene ritrovato orrendamente mutilato, e Giovanni,
detto "il Mutino" perché non riesce ad articolare le parole, abbandonato sotto la
pioggia battente col cranio fracassato.
Delitti passionali? Apparentemente.
Ma la verità nascosta è assai più inquietante. Quali segreti nascondono la
conturbante Silvia, detta la "Marchesina Rossa", e l'enigmatica professoressa
Allasio Mistretta?
Buona la scrittura di questo libro, agile e asciutta, alleggerita dal dialogo, di cui
l'autore fa un uso frequente ed efficace. I personaggi sono creati con mano
leggera, ed appaiono vivi, concreti, credibili.
Nato ad Arezzo, Gianni Brunacci è un libero professionista, appassionato da
sempre di gialli e noir. Con l'editore Alberti & C, ha pubblicato nel 2004 il suo
primo romanzo, Il verso delle allodole.
Bugie! Solo bugie schifose! La terza era…
La terza era
di Lavinia Petti
Tabula Fati
Fantascienza
32 pagine
Euro: 4,00
ISBN: 88-7475-091-9
In realtà,
avevo saputo
fin dall’inizio
(da quella mia
prima emozione)
che sarebbe
finita così.
Era solo
questione di tempo.
E il mio tempo
era scaduto.
Recensione a cura della Redazione DANAE
Trenta pagine soltanto: una lettura breve ma intensa, ancor più per
i significati trasmessi che per gli accadimenti narrati. La trama del
racconto, tuttavia, avvince subito il lettore proiettandolo verso un
inquietante futuro alla Orwell. La giovanissima autrice, con il suo
fantastico (ma non troppo!) mondo di robot, ha il merito di non
limitarsi soltanto a narrare una storia che, sicuramente, coinvolgerà
il lettore fin dalle prime righe, ma di condurre lo stesso a farsi
domande sofferte sull’esistere, sulla realtà di un presente alienante
e sulla possibilità del drammatico futuro di un’umanità
completamente programmata, plagiata, robotizzata e negata alla
sua più profonda essenza: la libertà dei sentimenti, delle emozioni.
Lavinia Petti è nata a Napoli nel 1988. È
iscritta alla Facoltà di Lingue e ama la
lettura, il cinema e la mitologia.
I misteri del conclave che portò all’elezione di Papa Wojtyla…
Lo svizzero
di Claudio Marcelli
Proposte Editoriali
Thriller
240 pag. - Euro: 10,33
ISBN: 88-87431-09-4
Padre Arnold
era svizzero
e prete,
ma tutti e due
i termini,
in fondo,
gli si adattavano male.
Recensione a cura della Redazione DANAE
Ci sono opere di autori esordienti scritte con una sicurezza e una maturità stilistica che le
farebbero ritenere il lavoro di un professionista. Lo svizzero, vincitore della prima edizione
del premio "Elsa Morante", è una di queste, senza dubbio, e la sapiente orchestrazione di
una spy story piuttosto complessa fa perdonare anche alcune marginali imperfezioni.
La morte del papa Paolo VI potrebbe essere l'occasione, per gli Stati Uniti, di far eleggere
un papa polacco, operazione capace di destabilizzare anche l'URSS. Ma è troppo presto,
e il Vaticano corre ai ripari. Le risorse non mancano, dal lungimirante cardinale Villot al
raffinato ed enigmatico monsignor Martinelli, al modesto parroco svizzero Arnold Studer,
che si rivela sorprendentemente ricco di risorse. Ma, forse, è così sorprendente perché ha
alle spalle esperienze eccezionali, ed altre non gli mancheranno nel corso della storia... E
Milena? Chi è davvero questa biondina indiavolata e tenera, irrequieta e vulnerabile?
Anche se in misura modesta, fanno purtroppo brutta mostra di sé alcuni, deprecabili errori
di battitura. Pochi, per fortuna, perciò non turberanno eccessivamente la piacevole,
intrigante lettura di questo libro.
Claudio Marcelli è nato a Roma nel 1945 e lavora e vive in
campagna, nei pressi di Roma. E' fotografo e giornalista. Con
questo suo primo romanzo ha vinto il premio letterario "Elsa
Morante", indetto da Proposte Editoriali e da Tam Tam.
Un futuro spaventoso in cui l’uomo smarrisce la sua Storia.
Polvere
di Giacomo Colossi
Tabula Fati
Fantascienza
30 pagine
Euro: 4,00
ISBN: 88-7475-090-0
Si è ritornati
al baratto,
al brigantaggio,
al cannibalismo.
L’anarchia
regna sovrana
sulla Terra,
da quando
il tutto è iniziato.
E l’uomo
fa fatica a credere
che è giunto
al capolinea
della sua storia.
Recensione di Valentina Mancini
Quante ipotesi formuliamo sul nostro futuro? Quanti progetti ci affanniamo a
realizzare e quali sfide ci attendono?
Sono questi gli interrogativi intorno a cui ruota Polvere e ai quali, con sguardo
lungimirante, offre una risposta frustrante e amara.
In un’avveniristica Venezia una prostituta robot descrive le ultime ore
dell’umanità nonché quelle del suo ultimo cliente. La Terra è precipitata in un
Medioevo fuori dalla storia e privo di domani dove onde elettromagnetiche
distruggono ogni forma di vita biologica. Tra inspiegabili sofferenze e indicibili
scenari, si muove l’umanità, ormai giunta al suo capolinea. Vittima di un
invecchiamento precoce e privo di difese di fronte ad un progresso senza confini,
l’uomo si arrende alla sua conquista più riuscita: l’androide.
Atmosfere a tratti splatter a cui non sono estranei momenti di commozione, fanno
di Polvere non tanto un monito, ma lo schizzo, eccessivo, volutamente iperbolico,
ma privo di accenti banalmente moralistici, di un futuro spaventoso, ma
purtroppo possibile.
Una scrittura essenziale, cruda, un ritmo lento e pensato, quasi a voler fermare
sulla pagina il silenzio che avvolge gli ultimi attimi dell’umanità, scortano il lettore
verso un futuro disarmante ma forse non così lontano e improponibile. Un invito
a riflettere sul nostro essere inspiegabilmente imperfetti e così misteriosamente
umani.
Giacomo Colossi è nato a Roma nel 1967. Insegna matematica in un Istituto di
Istruzione Superiore Statale. Sposato, vive a Lograto, in provincia di Brescia. Scrive
racconti di fantascienza, horror ed altro ancora. Ha ottenuto ottimi risultati all’Alien,
all’Akery, al Future Shock (pubblicazione sulla rivista), all’Apuliacon ( pubblicazione
internet) ed ad altri concorsi nazionali. Con il romanzo Polska99 è giunto terzo al
Fantascienza.com. La "Cut-Up edizioni" ha pubblicato uno dei suoi racconti in
un’antologia ed un altro in internet..
Dove finisce la tecnologia? E dove inizia la vita?
RALF
di Maurizio J. Bruno
Edizioni UNI-Service
Thriller
236 pag. - Euro: 11,00
ISBN: 978-88-6178-169-6
“Non hai sentito un po'
di nostalgia quando hai
rivisto Ralf?”
“Beh, in effetti non ne
ho avuto il tempo
perché Claudio
mi ha pizzicato
immediatamente,
comunque devo
ammettere che mi
manca quel giocattolo!
Ma ora non avrei
tempo da dedicargli,
ovviamente!”
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Con questo romanzo, finalista al “Premio Urania” e poi vincitore del concorso "Cercasi
Autore", assistiamo alla nascita di una fantascienza "all'italiana", lontana da quella produzione
americana quasi fumettistica, tutta mostri, astronavi ed improbabili incontri ravvicinati. Partendo
da plausibili basi scientifiche, non viene mai trascurata l'attenzione alla costruzione dei
personaggi, ai loro sentimenti e problemi quotidiani. RALF è un piacevole thriller tecnologico
che muove da una domanda fondamentale: un'intelligenza artificiale, capace di fare
esperienze, accumulare conoscenze e perfino imparare dai propri errori può essere
considerata vita? Se la risposta è affermativa, allora ha un senso parlare di "cyber-etica", in una
parola dei diritti di esseri dotati di questo tipo di intelligenza.
Il romanzo si svolge su due storie parallele, la prima ambientata in una grande università
italiana, dove un giovane ingegnere ha costruito un piccolo robot intelligente, la seconda ha per
teatro il prestigioso Massachusetts Institute of Technology, in cui si compiono importanti studi
sull'intelligenza artificiale. Pericolosi terroristi internazionali sono però in agguato…
Di agile lettura, con interessanti risvolti scientifici, senza essere mai didascalico, il romanzo si
divora in poche ore e, insieme alla vicenda ben congegnata, è apprezzabile l'evoluzione della
storia d'amore tra il brillante Marco Ranieri e la bella Lisa, attorno ai quali si muovono numerosi
personaggi ben delineati.
"RALF" è un romanzo affascinante, in grado di creare la giusta tensione narrativa conducendo
sapientemente il lettore a interrogarsi attraverso i capitoli sulla sorte dei protagonisti e sull'esito
di alcune situazioni. A lettura terminata, dopo aver apprezzato la soddisfacente conclusione
della vicenda, rimarrà però ancora qualche spunto di riflessione sul significato di parole come
"intelligenza" e "vita".
Maurizio J. Bruno è nato a Pinerolo [TO] nel 1964 ma è vissuto da
sempre in Campania, a Nocera Inferiore [SA]. Laureatosi in ingegneria
elettronica all’università di Napoli, oggi vive a Rieti, dove lavora come
manager di un’importante azienda produttrice di apparati elettronici.
Ideatore e gestore del sito internet Il Rifugio degli Esordienti dove gli
autori alla ricerca di un editore possono trovare utili strumenti e
tantissime informazioni, e dell’associazione DANAE che si interessa di
promozione e distribuzione di libri di Autori ancora poco noti, MJB scrive
anche per diverse riviste letterarie ed è un frequentatore abituale di molti
forum letterari. Dello stesso autore, in questo catalogo è presente anche
il romanzo di Fantascienza EDEN, pubblicato dalle Edizioni Creativa nel
2008. Il suo ultimo romanzo pubblicato è VELI, con Filios Editore
Ci sono tanti misteri nella campagna toscana… forse troppi!
Senza paura
di Filippo Semplici
Tabula Fati
Horror & Thriller
48 pagine
Euro: 4,50
ISBN: 88-7475-102-8
Urlò
e si portò
le mani alla faccia,
pregando
affinché la follia
gli imprigionasse la mente
e lo liberasse
almeno
da quegli ultimi
attimi di orrore
che precedevano
la sua morte.
Recensione di Carlo Battaglini
Chi è il protagonista di “Senza Paura”?
E’ Beppe Coraggio che accetta una scommessa per il bisogno di soldi e,
soprattutto, per non smentire la sua fama di uomo coraggioso?
O è Saverio Chiti, un assassino sepolto nel cimitero sconsacrato di Barberino Val
d’Elsa, un “mostro” che nessuno osa neanche nominare?
Oppure sono le leggende e i misteri che pervadono le atmosfere recondite della
provincia italiana, quelli che tutti vorrebbero dimenticare senza riuscirci
completamente?
Non importa dare una risposta, così come non importa se il finale non sorprende.
Si deve leggere questa breve vicenda assaporando soprattutto il modo di
scrivere: senza imprecisioni, con un ritmo equilibrato e scorrevole, con alcuni
passaggi decisamente apprezzabili. Un libro che si legge in meno di un’ora,
questo è vero, ma è sempre meglio un breve racconto ben scritto di un lungo
romanzo raffazzonato, e questo è un breve racconto ben scritto.
Filippo Semplici è nato nel 1976 e vive a Barberino Val
d’Elsa. Da sempre interessato al mistero e al
soprannaturale, ha pubblicato il suo primo racconto, Il
cucciolo, nella rivista “Futuro News” di Fanucci. Questa è
la sua seconda prova narrativa.
Un bel thriller non deve necessariamente
portare la firma di un autore anglosassone…
Sweet Little Sixteen
di Luca Gandolfi
Proposte Editoriali
Thriller
94 pag. - Euro: 9,50
ISBN: 88-87431-21-3
All over Saint Luis,
down in New Orleans,
everybody wanna dance
with sweet little sixteen
[Chuck Berry]
Recensione a cura di Maria Minervini
Cosa si nasconde dietro al rapimento e alla presunta morte di una studentessa milanese?
E ancora, cosa lo lega ad un misterioso patto tra Oriente e Occidente, tra cristianità e
islamismo, e a una sedicente organizzazione religiosa che è la chiave per la risoluzione
dei più truci misteri della Storia, passata e presente? Fabio Scarpa, chitarrista trentenne e
idealista, è chiamato, per amore, ad indagare su questo singolare enigma. E proprio
l'amore sarà il suo più fedele alleato sul percorso irto di pericoli, intrighi, rivelazioni
sensazionali, che lo porteranno, infine, a ricostruire una verità scottante e inconfessabile.
Romanzo intelligente e ben costruito, che sa trarre dall'eterna lotta tra il bene e il male,
uno spunto fresco e avvincente, un thriller dove niente e nessuno è ciò che sembra; un
gioco di specchi in cui ogni immagine è il riflesso di un'altra e rimanda a un'altra immagine
ancora e la realtà è quanto mai ambigua. Scritto con garbo, con uno stile diretto e
impeccabile, dalla storia emergono personaggi forti, coraggiosi e nello stesso tempo
sensibili, che non rinunciano a combattere per un mondo migliore e che non mancheranno
di affascinare il lettore, catalizzando la sua attenzione, appassionandolo alle proprie
vicende, finanche commuovendolo per l'intensità dei sentimenti che esprimono. Ma è
anche l'affresco di una generazione tradita dalla Storia, corrotta da se stessa,
perennemente in cerca di una propria identità nonostante abbia oltrepassato da un pezzo
la soglia dell'età adulta. Da sottolineare infine la musica, filo conduttore, colonna sonora,
vera e propria anima di questo romanzo che sa fondere l'attualità con la fantasia,
amalgamandole più che sovrapponendole, con evidente maestria.
L'indagine su un caso irrisolto non è forse
un'indagine su ciò che di irrisolto c'è nella vita?
Tre casi irrisolti
di Daniele Pierotti
Proposte Editoriali
Giallo
75 pag. - Euro: 6,20
ISBN: 88-87431-14-0
Gli uomini si possono
dividere in due
categorie, che non
sono quelle dei buoni
e dei cattivi, come
ingenuamente crede
Caputo, ma quelle,
più spietate, di chi
può rompere i coglioni
e di chi non può fare
niente, al massimo
prendere il fucile
e sparare alla moglie...
Recensione a cura della Redazione DANAE
Tre casi irrisolti è un giallo che vorrebbe andare al di là di questa semplice definizione. Le
indagini del maresciallo Franchi, un carabiniere chiuso e un po' introverso, ma onesto e
profondamente dedito al suo lavoro, guidano il lettore attraverso una vicenda complessa e dai
risvolti inquietanti. E, come sono irrisolti i casi di omicidio del libro, di cui tuttavia si comprende
benissimo la soluzione, ha il sapore dell'irrisolto anche la vita di Franchi. O, forse, bisognerebbe
dire semplicemente la vita...
Lo stile del romanzo è scorrevole e piacevole. Luoghi e ambientazioni sono descritti con cura
ma senza stancare.
Il romanzo è risultato vincitore della seconda edizione del premio Elsa Morante, organizzato
dalla casa editrice Proposte Editoriali di Roma, che ha poi realizzato il libro.
Nato sotto il segno dell'incostanza Daniele Pierotti fin dall'adolescenza fa sfoggio della sua
dote migliore: riuscire a non portare a termine niente di ciò che inizia. I suoi stessi hobbies
variano continuamente: scrittura, disegno, musica, fotografia, ecc. Ottenuto il diploma di
maturità classica si iscrive all'università: il primo anno alla facoltà di informatica, il secondo a
quella di lingue e letterature straniere, il terzo anno decide di rinunciare agli studi ed entrare nel
mondo del lavoro. Così, dopo aver espletato l'obbligo del servizio militare, inizia a cercare
l'attività giusta per il suo futuro. Lavapiatti, facchino, cameriere, artigiano del marmo,
rappresentante di commercio, addetto al montaggio e alla camera oscura in una serigrafia.
Sono solo alcune delle eterogenee imprese in cui si cimenta. Giunto all'età di ventisei anni
finalmente trova un lavoro fisso: impiegato tecnico in un'industria di lavorazione lapidi.
Resisterà sette anni dopodiché si licenzia "per non diventare pazzo prima dei quarant'anni",
dirà agli amici, citando C. Bukowsky. L'incontro con lo scrittore brasiliano J. C. Monteiro Martins
segnerà una svolta per il Nostro che finalmente riuscirà a canalizzare la propria inquieta
creatività. Nel 1999 si iscrive alla neonata scuola di scrittura Sagarana e nel 2000 una sua
opera "La vera storia di John Fake McCoy" rientra tra i dieci finalisti del Premio Calvino.
Sempre nel 2000 vince il Premio "Elsa Morante" per la sezione romanzo di genere con il
romanzo giallo "Tre casi irrisolti" che è stato successivamente pubblicato da Proposte Editoriali,
Roma. Alcuni suoi racconti brevi sono stati pubblicati sia su riviste cartacee sia on-line. E',
inoltre, coautore del testo teatrale "Tempi duri per questi tempi" (libero adattamento da
Dickens) scritto per la scuola di recitazione del Teatro Verdi di Pisa ed ivi rappresentato nella
primavera del 2002. Attualmente, nel tempo che non dedica alla scrittura, fa il portiere
d'albergo, tanto per rimanere vivo.
Tra esoterismo e tecnologia, l’ultima avventura di MJB
VELI
di Maurizio J. Bruno
Edizioni Fabrizio Filios
Romanzo d'Azione
516 pag. - Euro: 15.00
ISBN: 88-95518-31-2
«Di Sangro spese gran
parte della sua vita
impegnandosi per far sì
che la società dell’epoca
squarciasse il velo della
superstizione,
dell’ignoranza, della
falsità ed aprisse gli occhi
verso la verità del
progresso scientifico,
della ragione, della
moderna società culturale
che si andava creando
in quel periodo.»
Recensione a cura della Redazione di DANAE
Un giovane ingegnere dell’ESA, l’ente spaziale europeo, e una brillante storiografa
impegnata in uno stage presso la Biblioteca Vaticana si incontrano nel traffico di
una frenetica, ma sempre romantica Roma. Lui è indaffarato a mettere a punto i
sistemi ambientali che garantiranno aria e acqua pulita a bordo dello SkyRider, la
prima navetta con equipaggio umano destinata a raggiungere Marte, mentre lei è
quotidianamente alle prese con la Roma del ’700 e con le malefatte compiute in
quel periodo dalla Santa Inquisizione. Due mondi distanti e diversi tra loro come il
giorno e la notte che vengono casualmente in contatto proprio alla vigilia di quello
che si rivelerà, per entrambi e per motivi diversi, un momento cruciale delle loro
vite.
A spingerli l’uno verso l’altra, l’ombra di Raimondo di Sangro, settimo Principe di
Sansevero, scienziato e alchimista, indiscusso dominatore delle scene nella Napoli
borbonica del 1700 e ideatore della famosa Cappella dei Sansevero, meta ogni
anno di migliaia di visitatori.
VELI è un romanzo che trascina per l’avvincente intreccio delle sue storie dense di
misteri e di azione, ma che, in fondo, non fa altro che raccontarci la storia di due
giovani ricercatori dei nostri giorni.
Maurizio J. Bruno è nato a Pinerolo [TO] nel 1964 ma è
cresciuto a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. Nel
1991 si è laureato in ingegneria elettronica all’università di
Napoli e, dopo 15 anni da progettista elettronico in Olivetti,
oggi vive e lavora a Rieti, come manager nell’area R&D di
un’importante azienda di prodotti elettromeccanici.
Ideatore e gestore del sito internet Il Rifugio degli
Esordienti e Presidente dell’Associazione DANAE, MJB
scrive anche per alcune riviste letterarie.
Oltre VELI, tra i suoi altri libri, ricordiamo il thriller
tecnologico RALF, l’avventura spaziale e introspettiva
EDEN, e il vademecum per scrittori esordienti IL FILO
D’INCHIOSTRO, scritto a quattro mani con la
professoressa Piera Rossotti Pogliano.
La saga di Goldan Zurim, un uomo davvero speciale…
Zurim
di Alberto Vezzoso
Edizioni Artemis
Fantapolitica
197 pag. - Euro: 10.00
ISBN: 88-901415-5-7
Sa qual è il problema di
Solinda? Del suo degrado,della
sua corruzione, dela sua
decadenza?
Me lo sono chiesto tante volte
e mi sono dato una risposta:
i Solindesi non credono in
niente, ma ne avrebbero bisogno.
I tre Corpi da soli non bastano
più.
L'Impero è così antico da essere
mito e noi Solindesi abbiamo
bisogno di miti, tutta Entropia ha
bisogno di qualcosa in cui
credere."
L'Imperatrice fu molto perplessa,
ma sembrò capire.
Proseguimmo verso il cancello.
"Diventi un mito..."
mormorai piano.
Recensione a cura di Maurizio J. Bruno
Fantapolitica. Se siete amanti di questo genere, Zurim è il libro che fa per voi. Non si tratta di
un libro di avventura, come genericamente ci si aspetta da un romanzo fantascientifico, ma
della ricostruzione di un mondo diverso, distante dal nostro non solo da un punto di vista
geografico, o per meglio dire astronomico, ma soprattutto da un punto di vista culturale, di usi e
di costumi.
In un pianeta che orbita intorno a tre soli di colore diverso, che influenzano non solo la vita e il
carattere di ogni abitante, ma anche le scelte politiche e religiose della collettività, lo stato di
Solinda è uscito da poco, sconfitto, da una guerra lunga e sanguinosa con altri pianeti vicini.
Ridotto ad una debole repubblica, sottoposta al controllo delle potenze straniere che hanno
vinto la guerra, e retta dalle tre Corporazioni che si rifanno ai tre astri, Solinda attraversa uno
dei periodi più bui della sua storia.
Goldan Zurim inizia, quasi per caso, la sua carriera politica in questa situazione e, nel giro di
diversi decenni, riesce a realizzare il sogno di ripristinare un impero, in realtà più una sorta di
monarchia costituzionale, forte, indipendente ed amato dal popolo. Zurim è il racconto della
carriera, ma ancor più della vita, di quest'uomo illuminato, forte e debole allo stesso tempo,
capace di scelte difficili, a volte impopolari, più spesso ancora dannose per la sua stessa
carriera, pur di raggiungere il sogno di un mondo migliore da vivere.
A ben pensare, però, la differenza dal nostro mondo non è poi grandissima, e numerosi sono
gli elementi che richiamano la situazione politica del nostro Paese e dell'Europa: come non
riconoscere gli USA nelle ex-colonie, le discussioni sul referendum monarchia-repubblica, i
progetti di riforma costituzionale analoghi a quelli della Carta del Potere di cui si parla nel
romanzo? E poi finanziamenti illeciti, urne elettorali disertate, "giochetti" per far passare le
riforme...
Alberto Vezzoso (Genova 1973) ha studiato nella sua città dove ha conseguito la laurea in
Fisica. Attualmente vive a Milano dove lavora nell'ambito dell'information technology. Dedica
parte del suo tempo a supporto degli scrittori esordienti curando gli aspetti tecnici de "Il rifugio
degli Esordienti". Zurim è il suo primo romanzo.
FANTASY,
FAVOLE,
RAGAZZI
La genialità non ha razza, né confini!
Abdul
Genio in ribasso
di Silva Ganzitti
Edizioni Il Melograno
Romanzo per Ragazzi
54 pag. - Euro: 9,50 (in offerta
a 4,00 euro)
ISBN: 978-88-6111-271-1
Qualche guerra
in meno,
qualche fiume
più pulito,
qualche pancino
più pieno,
sapevano
di poter ringraziare
l’ingegno
di tre giovani geni,
che erano anche
quelli
ad aver ricevuto
il dono più grande...
Recensione a di Beppe Forti
In tempi caratterizzati dall’invasione della tecnologia, anche i geni della lampada
di fiabesca memoria si sono adeguati. Oltre a utilizzare internet e computer,
partecipano a convention in cui si dibattono i problemi legati alla loro attività e
nelle quali, come in ogni convention che i rispetti, i giochi sono già stati fatti. È
così che Abdul, il protagonista, si ritrova da un giorno all’altro licenziato per far
posto al più titolato figlio del “Supervisore Massimo”. Evidentemente il nepotismo
non risparmia nessuno, nemmeno il sindacato dei geni della lampada! Tuttavia
Abdul, con l’aiuto della sorella e del rampollo stesso del supervisore, riuscirà a
farsi valere e dimostrare al consesso dei geni qual è il suo reale valore.
Il racconto appare subito come una fiabesca metafora della società in cui
viviamo: Abdul, infatti, non è molto diverso dai giovani precari insicuri sul loro
futuro professionale. Greg Abdallah, il figlio del Supervisore che ha studiato in
America, invece, è molto simile ai figli di papà che, per diritto di nascita, si
trovano davanti la strada spianata.
Sono molti gli spunti di riflessione che questo racconto può suggerire, non ultima,
la considerazione che anche il mondo islamico, a volte così demonizzato per via
del terrorismo fondamentalista, può avere una sua via di modernizzazione senza
per questo venir meno ai valori della propria cultura: valori reali e non frutto
distorto di una interpretazione unilaterale dei testi sacri.
Certamente ci troviamo di fronte una visione utopistica del mondo, ma Abdul Genio in ribasso è pur sempre una fiaba e un sogno non si nega a nessuno,
nella speranza che prima o poi si possa avverare!
Silva Ganzitti, che definisce se stessa “lettrice accanita e onnivora”, ha già
pubblicato Mistero nel Sottobosco ( 2006, Il Melograno), Coppie Improbabili:
Amici di Duna (2007, Il Melograno) e Coppie Improbabili: Domitilla voleva un
Unicorno (2007, Il Melograno).
Un’avventura con delle creaturine "magicole"
Anna e gli Gnormoli
di Marina Bacchiani
Edizioni Sorrisi di Carta
Romanzo per ragazzi
Pag. 78 - Euro: 9.00
ISBN: 978-88-904932-0-1
“Cosa mangiate?
Come vi vestite?
Andate a scuola?
Ci sono altri gnormoli
in giro per il mondo?”
“Gli gnormoli
sono una specie segretola,
a nessuno
possiamo rivelare
comedovequandoperchè
viviamolo...”
Recensione a cura di Nadia Martinetti
Gnomi, elfi e folletti sono presenti in tutte la favole più classiche e popolano i sogni di tutti i
bambini. Chi da piccolo, ma anche da adulto, non ha mai sperato di incontrare una di
queste magiche creaturine, magari nella propria cameretta?
Anna è una di quelle bambine che avrà l’immensa fortuna di venire a contatto proprio con
una specie tutta particolare di esserini magici. Niente creature convenzionali, ma
simpaticissimi, intelligentissimi, piccolissimi (e anche bruttissimi!) gnormoli.
Uno Gnormolo è davvero un essere eccezionale: alto poco più di 3 centimetri, è dotato di
orrendi peli e bitorzoli ma anche di un cuore buono e generoso. La loro caratteristica più
divertente è sicuramente quella di storpiare un po’ tutte le parole aggiungendo il suffisso
“–lo”, cosa che rende le conversazioni davvero bizzarre... ma bisogna stare attenti a non
farglielo notare, perché sono piuttosto permalosetti!
Nonostante gli Gnormoli siano esseri orgogliosi e un po’altezzosi, un pericoloso “Grande
Nemicolo Peloso” li spingerà a chiedere l’aiuto di Anna, un’intelligente bambina di otto
anni che ama le creature mostruose delle fiabe mentre disdegna principesse, principi
azzurri e romantiche smancerie. La cooperazione con gli Gnormoli regalerà ad Anna tante
belle emozioni, una degna vittoria sul "GNP" e anche una nuova, tenera amicizia.
Ma il regalo più bello viene fatto ai bimbi e ai loro genitori che leggeranno questa storia,
perché potranno passare qualche ora spensierata ed immergersi in un divertentissimo e
magico mondo che li lascerà sicuramente con il sorriso sulle labbra e con la speranza di
poter leggere il seguito di questa bellissima avventura scritta in modo semplice ma
stupendo. La voglia di tornare a sognare e a divertirsi con gli Gnormoli ed Anna rimarrà
viva anche dopo aver finito questa splendida favola.
Marina Bacchiani, nasce a Milano nel 1967, laureata in
ingegneria nucleare, decide di dedicarsi alla sua vera passione,
leggere e scrivere racconti, dopo la nascita dei suoi due figli –
Vittoria di nove anni e Fabrizio di sette. Le storie per bambini
non sono l’unico genere in cui si diletta a scrivere, infatti nel
2005 pubblica, con UniService, il thriller “Un piccolo delitto di
provincia”. Nel 2007 poi esce con “La compagnia del Somaro
Sdraiato”, un fantasy-comico edito da Camelopardus. Anna e gli
gnormoli è il suo ultimo libro, edito dalla piccola casa editrice
Sorrisi di Carta Edizioni di cui Marina Bacchiani è anche la
fondatrice.
Lasciamo che Charlie galoppi nel nostro cuore!
- Quando hai smesso di
Charlie
inseguire la saggezza?
Il cavallino delle meraviglie
di Fred Shin
Pagine Sì
Favole per adulti
64 pag. – Euro: 6,40
ISBN: 88-89101-00-8
- Materia per polli e
rammolliti!
Noi adulti dominiamo e
creiamo il mondo, lo
plasmiamo a nostra
immagine.
La nostra è una marcia,
un uno-due cadenzato.
È così da sempre e sempre
sarà. Credi che Mildred
sia migliore di me?
- Io sono migliore di te!
Sono un pollo che ammira
i rammolliti, se mi passi il
tuo stesso gergo.
Il mio sogno è di volare
sulla terra come il grande
uccello senza piume vola
tra le nuvole
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
L'apprendistato di Charlie, tenero ed ingenuo cavallino volante, nato da un
girasole ai margini della pianura, inizia dall'incontro con il malvagio Fox. Ben
presto, però, Charlie si rende conto che Fox è un cattivo maestro, e l'incontro
con Fiaba, un'immensa draghessa simile ad una roccia gommosa capace di
cibarsi di smog, nonché i rimbrotti di Bruno, il corvo, lo renderanno consapevole
dei suoi errori.
Charlie impara a camminare con sicurezza sulle sue zampette, a sognare ad
occhi aperti e ad occhi chiusi, e a farlo per Fiaba, perché Fiaba è una fantasia, e
le fantasie non possono dormire e sognare. Eppure, la Fantasia tutto sogna e
tutto crea.
Alla fine della storia, quando finalmente l'iniziazione del cavallino sarà compiuta,
Charlie potrà specchiarsi e riconoscersi nella costellazione di Pegaso e, dopo
aver tanto cercato le risposte, conoscerà anche la Domanda.
Il cavallino delle meraviglie è un breve racconto, poetico e surreale. Lasciamo
che Charlie galoppi nel nostro cuore.
Fred Shin nasce il 4 ottobre 1967. La traccia del suo
passaggio nel mondo è già profonda e, ricercatamente,
anonima. Eclettico e riservato, non ama le classificazioni,
se non quelle che distinguono i periodi della vita. "Nella
nostra vita si alterna l'Attuarsi e il Divenire, sintesi della
Specializzazione e dell'Ampliamento dell'Io."
Crede nell'individuo come specializzazione di se stesso ed
ama definirsi uno "Splendido gioco nelle proprie mani".
La favola? Una maestra per la vita.
Favole a braccetto
di Giuseppe Damiano Pala
Edizioni Kimerik
Narrativa - Favole
92 pag. - Euro: 9.90
ISBN: 978-88-6884-009-9
"Caro mio,
tu cerchi di sapere
quello che c’è nel
cielo,
e intanto
non vedi
quello che c’è
sulla terra..."
Recensione a cura di Consuelo Taccani
Favole a braccetto di Giuseppe Damiano Pala è la raccolta di una cinquantina di
favole classiche rivisitate nell’epilogo con un’ interpretazione personale molto attuale,
talvolta ironica, talvolta cinica. Le pagine in cui si sviluppa la narrazione racchiudono
riflessioni acute e in un contesto fantasioso ma umanissimo dove i protagonisti sono i
più svariati animali quali leoni, volpi, corvi e molti altri ancora, come anche divinità e
persone, l’autore “interroga” la realtà traducendo in sentimenti e sensazioni i loro vizi
e le loro virtù e fornendo quindi una chiave di lettura originale alla conclusione delle
favole più famose.
Le penne di Esopo, Fedro e più da vicino quella di Jean de La Fontaine con la penna
di Giuseppe Damiano Pala si uniscono per dare vita a una narrazione dal sapore
antico e al contempo modernissimo, dove il gusto acre e vero dei pensieri lascia il
posto a parole pungenti e attualissime.
In una cornice sovente di malvagità, cinismo e ilarità, il lettore è posto di fronte a
spazi molto vicini a lui e può avvertire in ogni espressione ed espressività una nota di
indulgente critica, finalizzata a una riflessione attenta e proficua. La lettura di Favole
a braccetto è veloce ma la comprensione non immediata; ciascun racconto evoca
situazioni di vita reale e a volte durissima dove il destinatario è esortato a cogliere un
insegnamento per la vita, a trarre proprie considerazioni affinché la vita stessa possa
essere affrontata con meno superficialità e con più accortezza oltre che
magnanimità.
La realtà, osservata, viene raccontata per trasmettere emozioni e diventa fonte
inesauribile di suggerimenti ed esempi; e viene collocata sulla carta per aiutare a
comprenderla e dominarla, stimolando il confronto con se stessi, a volte ponendosi
domande, qualvolta fornendo risposte.
Giuseppe Damiano Pala vive a Reggio Emilia dove risiede con la moglie Rita.
Sempre a Reggio Emilia l’autore lavora e scrive. Ha pubblicato autonomamente:
Venti racconti ventilati (presente nel Catalogo DANAE) e La principessa Atir, editi
dalla Casa Editrice Kimerik; Gli Zuccardi Merli e Rime per le ninne nanne e
filastrocche per le rime, editi invece dal Gruppo Editoriale Espresso, Roma.
Un unicorno nel boschetto di un nobiluomo: fantasia o realtà?
Il bosco
dell'unicorno
di Fiorella Borin
Tabula Fati
Fantasy
64 pagine
Euro: 1,00
ISBN: 88-7475-026-9
Da collezionare con:
- La grande impresa
- La guarigione di Ishanar
"Abbattere
una delle mie
piante?
Nessuno
può entrare
nel castagneto
con lame al
seguito!
Neanche un
coltellino!
Questa è la
regola!
Scritta da me!
Firmata da me!
Conosciuta da
tutti!"
Recensione di Rachele Bonfondi
Uno stile consapevole, maturo e carico di malinconica ironia conduce
sapientemente questo racconto di fantasia, ambientato in un’Italia probabilmente
tardo medievale completamente, però, estranea da un contesto storico definito.
L’impressione è, infatti, quella di un’ambientazione simile a una ù roccaforte
lontana dal mondo, dalla quale Uguccio, nobile anziano e scorbutico, osserva la
realtà che scorre. Seduto alla finestra, il vecchio adora contemplare il suo
boschetto di castagni, che nasconde – e lui solo lo sa- un segreto: vi dimora,
infatti, un unicorno, il compagno di giochi della sua dolce figlia Eloisa. A nessuno
è consentito entrare nel bosco senza il suo permesso e, divieto ancor più
tassativo, nessun albero può essere tagliato: Eloisa non vuole. E Uguccio non
vuol contraddire in niente Eloisa. La dolce Eloisa… una fanciulla amata con tutto
il cuore da suo padre, che una volta ha rischiato di perderla durante un incendio
ed è ancora scosso dai brividi al solo pensiero. Quando un albero si ammala e
l’amministratore propone di abbatterlo, Uguccio rifiuta decisamente, mentre in lui
si fanno strada i ricordi: che siano dolci, scanzonati, dolorosi, hanno tutti al centro
Eloisa e il suo unicorno. Il boschetto diventa un punto di congiunzione tra la
fantasia, la memoria e il rifiuto della realtà: con estrema delicatezza, si delinea
con sempre maggior precisione la verità che, nascosta sotto un’illusione e
rifiutata, palpita di una sofferenza insanabile. E mentre lo sguardo di Uguccio,
trionfante per essere riuscito a salvare il suo bosco, si perde tra le fronde dei
castagni, sembra quasi anche al lettore di intravedere la veste bianca di Eloisa
ondeggiare al vento.
Davvero accattivante il formato mini-tascabile di questo volume dal prezzo così piccolo da
suggerire senza dubbio l'acquisto dell'intera "trilogia" che questo volume forma con La
grande impresa e con La guarigione di Ishanar. Un terzetto che vale davvero la pena di
collezionare
Una guerra tra gli animali, nel cuore della natura
Il figlio del vento
di Gian Luigi Quagelli
Edizioni Albatros - Il Filo
Fantasy
198 pag. - Euro: 12.90
ISBN: 978-88-567-4020-2
“Ah, il dovere!
Una virtù rara da
trovare,
ma forse
facciamo male
a non avere
fiducia
nei nostri giovani..."
Recensione di Stefano Aicardi
Non c’è traccia di esseri umani ne "Il figlio del vento". Eppure la lotta che si scatena
nel romanzo tra gli animali della foresta è una lettura originale del cinismo del nostro
tempo, di un’era della civiltà umana in cui le lotte per il potere sono sempre più una
questione di strategia prima ancora che di forza fisica. Non a caso al centro del primo
romanzo di Gian Luigi Quagelli ci sono da una parte quegli animali associati all’idea
della forza violenta, ma necessaria per sopravvivere, come elefanti, ippopotami, tigri
e leoni, e dall’altra si muovono invece scimmie, serpenti, giraffe, zebre, esseri viventi
che l’uomo considera vittime dei predatori oppure simboli di un male diverso, più
ambiguo e gratuito. Proprio il serpente e la scimmia sono tratteggiati in modo
personale come animali "tormentati", costretti dagli eventi a prendere posizione
contro il lato più negativo della loro natura. Nel mezzo sta poi il protagonista, Akud,
giovane lupo cacciato dal branco per l’invidia dei suoi simili, ma che nel tempo
diventerà l’ultima speranza della foresta contro la ferocia e l’ambizione inarrestabile
della tigre Ali Meli.
Due sono i pregi maggiori del romanzo: uno stile capace di offrire al lettore rapide
svolte narrative, capaci di svilupparsi e terminare prima che il lettore se l’aspetti,
quasi a riprodurre le dinamiche di un "attacco" animalesco; ma anche la scommessa
di dare una prospettiva "politica" a un espediente narrativo/retorico abusato come
l’umanizzazione degli animali.
Il risultato è un mix ben controllato di azione e non ovvia riflessività, in cui, come
detto, gli animali apparentemente più lontani dalla nostra sensibilità diventano lo
specchio di un’umanità che con l’introspezione deve imparare di nuovo a distinguere
tra intelligenza e astuzia machiavellica.
Gian Luigi Quagelli è nato a Ponte in Valtellina (SO) nel 1952. Laureato in Scienze
Politiche all’Università Statale di Milano, ha cominciato a insegnare come maestro
elementare ed è attualmente dirigente scolastico. "Il figlio del vento" è la sua prima
opera edita.
Solo la magia nera, a volte, può offrire una soluzione…
Il giardino
di Barok-Taar
di Claudio Foti
Tabula Fati
Fantasy
32 pagine
Euro: 4,00
ISBN: 88-7475-092-7
...gli sembrava
come se
un frammento
della luna Loviatnar
fosse stato
strappato via
e messo lì
ad illuminare
il folle giardino,
poiché di un giardino
si trattava
Recensione di Valentina Mancini
Atmosfere gotiche, possessioni demoniache, scene raccapriccianti da cinema
splatter, sono gli elementi che fanno de "Il giardino di Barok-Taar" il classico
racconto fantastico a cui non sono estranee contaminazioni horror.
Nel regno di Atom, nella cittadina di Barok-Taar, un dissoluto sovrano chiamato
Kighermoor, consumato dalla noia e esaltato dal potere, usa ogni mezzo per
piegare i sudditi alle sue volontà. Il suo fedele servitore, il negromante Naahag
lusinga il suo desiderio di perversione attraverso la creazione di un giardino dove
il re conserva le parti più preziose delle sue vittime, che fungono così da innesti
per piante infernali.
Un intreccio originale, una scrittura fluida, giocata sul realismo delle immagini e
sullo stravolgimento della struttura della fiaba, creano il giusto equilibrio fra il
tangibile il e il visionario.
Il lieto fine non si sviluppa nello scontro manicheo fra bene e male, ma
nell'affermazione del subdolo e dell’astuto, prodotti dalla magia nera, sulla
violenza efferata. Nell’economia del racconto ha la meglio non chi si lascia
vincere dalle passioni umane, per quanto abominevoli esse siano, ma chi,
sfruttando a suo favore gli indugi e le ansie altrui, conserva il sangue freddo
realizzando il suo vendicativo disegno. La suspence, il crescente insinuarsi del
dubbio e la lenta rivelazione di verità agghiaccianti trascinano il lettore verso un
esito terrificante quanto sottilmente previsto.
Claudio Foti è nato a Roma nel 1967. Nel 2000 si classifica al primo posto del "Premio
Elsa Morante", sezione romanzo di genere, con il romanzo Dobb e gli adoratori di Fenrir
(Napoli, 2003). Nel 2004 vince il concorso di Roma "Radio Spazio Aperto" con il racconto
Roma; nello stesso anno un altro racconto, Un’immersione fantastica, è pubblicato
nell'antologia Il mio mare (Imola, 2004). Nel 2005 Lycaonia viene pubblicato in Roma
fantastica, raccolta di racconti fra fantasy, horror e fantascienza. Nel 2006 l’autore vince il
"Premio Le Ali della Fantasia" con il romanzo inedito Ombre su Campo Marzio.
In una favola per tutti, la nostra genealogia fantastica!
Il pianeta distante
di Ivana Zomparelli
Solfanelli Editore
Narrativa per ragazzi
107 pag. - Euro: 7,80
ISBN: 88-7497-644-5
Al momento di brindare,
Priabì levando in alto la sua
coppa, disse:
"Alla vita, che chiede solo di
essere vissuta!"
E risero tutti a crepapelle,
con gli occhi appannati da
lacrime di gioia.
Fu una scena indimenticabile.
In un'alba tiepida, un popolo
intero, stanco ma felice, che
ride di niente insieme a una
grande Gigante!
Recensione a cura di Valentina Nardecchia
L'autrice trasporta in un mondo impossibile i suoi lettori ed essi si ritrovano in un ambiente
talmente tanto strano da trovarlo singolarmente uguale a quello in cui sono abituati a
vivere. I bambini (o i ragazzi) che leggeranno questo libro si divertiranno a sognare di
questi strani personaggi, la Gigante in testa. Gli adulti sorrideranno con un po' di
perplessità sulle fin troppo evidenti realtà che spesso toccano il nostro quotidiano. Il libro
promette, e mantiene. Promette una favola ed una favola racconta. Promette un'altra
chiave di lettura delle nostre origini, e perché no? Ce la propone, anzi, in tutta la nostra
goffa umanità. Promette divertimento e ci fa sorridere. Promette personaggi fantastici e
nella loro assurda esistenza descrive gli uomini e le donne con estrema precisione.
L'autrice sembra avere le idee molto chiare sulle possibili altre visioni della storia,
racconta con destrezza di un ambiente eterogeneo che riesce comunque a convivere
seppure tra le stranezze e le difficoltà dell'amalgama di tante esigenze diverse.
Seppure scritto qualche anno fa è un libro che si ritrova sempre attuale nella propria
naturale tendenza alla scelta della tolleranza.
Cosa è questo libro? Una bella favola da leggere e da godere. Per tutti, grandi e piccini.
Ivana Zomparelli, nata a Sabaudia, vive a Roma. Giornalista e
scrittrice, ha al suo attivo numerose pubblicazioni: Il Pianeta
Distante, ed. Solfanelli 1995, ha avuto il Premio Fiore di Roccia
1996; Nei Giardini di Adone, Edizioni Associate/Editrice
Internazionale 1998, è un'opera multimediale per tutte le età, che
segue il filo narrativo di una visita guidata ai sentimenti, illustrata da
Cristina Gentile e accompagnata da un cd di canzoni tratte dal
libro, composte e cantate da Daniela Colace. L'opera ha avuto il
Premio Verghereto 1999. La pubblicazione più recente, infine, è Tu
ed Io, Edizioni Associate/Editrice Internazionale, marzo 2003.
Il lato buffo dei lupi mannari
I miei (e)orrori
di Alfredo Mancuso
Edizioni Arduino Sacco
Racconti Fantasy-Satirici
154 pag. - Euro: 14.90
ISBN: 978-88-6354-909-6
“Era proprio di fronte
a me,
il mio amico gattaro,
con tutti
i suoi gatti vicino,
che tutti insieme
mi guardavano
e mi sorridevano…”
Recensione a cura della Redazione DANAE
“I miei (E)orrori” è fin dal titolo un libro fatto di riflessioni e parentesi, ma anche di
slanci umoristici volutamente sopra le righe. Perché anche i mostri, da una certa
visuale, hanno qualcosa di comico.
L’autore, Alfredo Mancuso, trasla la sua esperienza di anestesista in un curioso
horror satirico nel quale nulla è come sembra e ogni persona, dai colleghi di lavoro ai
parenti, nascondono segreti e identità alternative: licantropia, vampirismo, segreti
ancestrali, ma anche follie ciniche e cliniche nate dal contatto quotidiano con le
arretratezze sociali e culturali del nostro paese (dalla malasanità alla mancanza di
meritocrazia e ricambio generazionale in ambito lavorativo).
Nei quattro “movimenti” che compongono l’opera il protagonista esplora in prima
persona gli improvvisi cambi di ritmo della sua realtà: la noia della routine è capace di
trasformarsi in improvvise esplosioni di violenza, tra strani delitti e figure degradate
che si muovono sul confine tra la vita “vera” e possibili, inquietanti universi paralleli.
Abbondano così le citazioni pop, dagli eroi dei fumetti Marvel ai campioni del cinema
e della letteratura pulp contemporanea, proprio per sottolineare quanto il mondo, con
i suoi difetti, si presti alla lente deformante dell’immaginazione.
Alfredo Mancuso riesce anche a dare un tratto fresco alla sua scrittura, affiancando
la ricerca linguistica a impennate di puro delirio e a un taglio dei dialoghi capace di
muoversi dall’introspezione alle gag fisiche e linguistiche più sfrenate.
Il risultato è un amalgama di satira sociale e cultura sociale, spesso spiazzante e
capace di dare una prospettiva personale a temi e atmosfere narrative molto
contemporanee.
Alfredo Mancuso è nato a Castelvetrano (TP). L’autore lavora come anestesista rianimatore
presso l’ospedale di Sciacca (AG) e vive nella vicina Capo San Marco, dove nel tempo libero
si dedica alla scrittura e alle sue altre passioni: oltre ai fumetti e allo sport, la natura e la
coltivazione di piante.
Un’avventura piena di sorprese
La principessa Atir
di Giuseppe Damiano Pala
Edizioni Kimerik
Narrativa - Favole
140 pag. - Euro: 12.80
ISBN: 978-88-6884-022-8
A mia moglie Rita,
che con il suo
amore,
ha reso principesca
la mia vita.
Recensione a cura di Roberta Fameli
“La principessa Atir” di Giuseppe Damiano Pala narra le vicende di Atir, una
principessa sola e sfortunata destinata ad incontrare il suo principe azzurro con il
quale inizierà un percorso a ritroso alla scoperta del suo passato, in un incalzare di
eventi che mantiene il lettore con il fiato sospeso fino alla fine dell’opera.
Atir è una bambina dolce e intelligente che vive a Nubilaria con la sua famiglia: il
padre Iorè, la mamma Caralion e la nonna Eccotant. Quella di Atir è una famiglia
povera ma dignitosa con un passato glorioso di cui si è persa la memoria. Negli anni
Atir, rimasta orfana, cercherà di risalire ai suoi avi ricostruendo il suo misterioso
passato con l’aiuto di Damien, un uomo intelligente e premuroso che saprà rimanerle
accanto nelle varie peripezie della vita. Insieme scopriranno di appartenere ad un
illustre casato, divenendo una coppia di regnanti allegri e innamorati. Si tratta di una
favola moderna, intrisa di profonda riflessione sul senso del denaro e della vera
felicità: Atir, infatti, deciderà di abbandonare le sue ricchezze per vivere una vita
semplice, senza spesa al supermercato, senza Tv, senza gas ed energia elettrica…
L’amore e l’attenzione per la loro prole, la dedicheranno anche al resto del mondo,
descrivendo a tutti quelli che amano ascoltarli il bel mondo che hanno visto fin negli
angoli più profondi e nascosti.
Giuseppe Damiano Pala vive a Reggio Emilia dove risiede con la moglie Rita.
Sempre a Reggio Emilia l’autore lavora e scrive. Ha pubblicato autonomamente:
Venti racconti ventilati e Favole a braccetto (presenti nel Catalogo DANAE), editi
dalla Casa Editrice Kimerik; Gli Zuccardi Merli e Rime per le ninne nanne e
filastrocche per le rime, editi invece dal Gruppo Editoriale Espresso, Roma.
Tenero come il libro “Cuore”, magico come Harry Potter…
L'arte di Khem
di Stefano Santarsiere
Edizioni Pendragon
Romanzo Fantasy
156 pagine
Euro: 13,00
ISBN: 88-8342-326-7
"Lei parla di Fulcanelli,
signor Vidiani, come se fosse
il suo faro, la sua stella
polare"
disse Bourbault
all'improvviso.
"Dice di seguirne
l'insegnamento, come se
conoscesse tutta la sua vita
e le sue opere.
Ma le conosce?
Sa davvero chi era
quell'uomo?"
Recensione a cura della Redazione di DANAE
Il ricco Vidiani rievoca per il misterioso Bourbault una storia accaduta vent'anni
prima in un paesino assolato del sud Italia, quando, con un gruppo di amici, si
imbatté nell'inquietante Egidio Fulcanelli e nel suo aiutante Olaf. Lo scoprire i
motivi della presenza della "strana coppia", nell'altrimenti pigra e noiosa
quotidianità di paesino, occuperà le energie del giovane Vidiani e dei suoi amici
fino alla s coperta degli esperimenti di Fulcanelli, che si rivela infine un alchimista
benefattore alla ricerca di pietre dai misteriosi poteri. Pietre sepolte, fisicamente
e nella memoria dell'umanità, tra i ruderi di un castello che sorge su di una
collinetta fuori dal paese.
La ricerca delle pietre li porterà nei sotterranei del castello, costruito da una
civiltà scomparsa e dimenticata da tempo immemorabile, che però ha ben
protetto i suoi segreti.
I forestieri, bersaglio dell'ostilità dei paesani e timorosi di incontrare un misterioso
persecutore, decideranno poi di partire per migliori lidi, lasciando però un
prezioso regalo al protagonista; un regalo che consentirà a Vidiani di divenire
ricco e generoso pur facendo nascere in lui per sempre il rimpianto per quei
momenti irripetibili e per quegli amici ormai persi di vista.
L'arte di Khem è un romanzo di avventura e di formazione, scritto con uno stile
agile, scorrevole, ed è una lettura godibile, che non ha nulla da invidiare a tanti,
troppo celebrati ed elefantiaci best-sellers.
Stefano Santarsiere, nato nel 1974 in un piccolo paese
della provincia di Potenza, ha viaggiato e letto molto. Ama
soprattutto la letteratura fantastica. Ha collaborato con i
periodici La Civetta e Il Segno, e con il quotidiano Il corriere
del Giorno.
Un giallo nella preistoria
L'enigma di Ötzi
di Beppe Forti
Edizioni Tredieci
Giallo per ragazzi - Avventura
224 pagine
Euro: 7,50
ISBN: 88-8388-099-4
- È solo una patatina!
Pa-ta-ti-na! - sillabai.
- Pa-ta-ti-na! - ripeté Bihn.
- Bihn mangia patatina!
Mmmm, buona! - aggiunsi,
sgranocchiandone un'altra.
Il ragazzo mise in bocca
la patatina con una certa
esitazione, ma quando il
sottile velo dorato si sciolse
tra la lingua e il palato,
rivelando il suo
incomparabile sapore, il
suo volto si illuminò.
Recensione di Francesca Romano
Un ragazzo di quindici anni alle prese con parenti un po' troppo geniali e
anticonformisti per sostenerlo nel difficile transito verso la maturità. Una
traballante macchina del tempo a forma di elicottero. Un importante ritrovamento
archeologico degli ultimi anni. Giocando su questi tre elementi narrativi, Beppe
Forti costruisce un godibilissimo romanzo per ragazzi, che ripropone in modo
divertente e facilmente comprensibile uno dei più classici temi della fantascienza:
il viaggio nel tempo, con il conseguente corredo di paradossi spazio-temporali.
La vicenda prende lo spunto dalla scoperta, avvenuta qualche anno fa, del
cadavere perfettamente conservato di un uomo preistorico, il cosiddetto Uomo di
Similaun, emerso da un ghiacciaio tirolese. Nel tentativo di indagare su questo
antichissimo giallo il giovane protagonista si imbarca in un rischioso viaggio nel
passato, che lo condurrà a vivere emozionanti avventure e a mettere alla prova
le sue capacità di adattamento e di sopravvivenza.
L'autore si dimostra abile nell'intrecciare le proprie riflessioni sullo stile di vita
degli adolescenti contemporanei a episodi avventurosi e fantastici, conclusi da
un ben congegnato finale a sorpresa.
L'edizione è stata concepita come testo per le scuole medie, e quindi si presenta
corredata da alcune proposte ed esercizi di lettura ragionata elaborate dallo
stesso autore. Tuttavia essi sono stati opportunamente riuniti in appendice al
testo, per consentire una lettura individuale, libera e ininterrotta come dovrebbe
essere quella di ogni buon libro.
Beppe Forti, padovano, è stato prima insegnante elementare,
poi direttore didattico. Esperto di educazione all'immagine e
tecniche audiovisive, è un apprezzato autore per ragazzi. Ha
pubblicato Il bastione della gatta con la casa editrice Tredieci e
Il tesoro di Thera con Raffaello.
Il Cristianesimo cerca le sue radici in un’avventura del Mille
La grande impresa
di Michela Torcellan
Tabula Fati
Fantasy
60 pagine
Euro: 1,00
ISBN: 88-7475-002-1
Da collezionare con:
- Il bosco dell’unicorno
- La guarigione di Ishanar
Evitare eresie,
guerre di
religione,
perché ci sia
concordia
tra i cristiani,
perché il mondo
abbia una sola
fede...
Questa è la
grande impresa:
andare in cerca
delle prove
dell’esistenza
di Cristo!
Recensione di Rachele Bonfondi
Fantasia e dati storici si fondono nell’intreccio di questo racconto, che prende spunto da
un’ipotesi narrativa per arrivare, ripercorrendo vicende fantastiche ma credibili, a un
epilogo che mostra in controluce uno dei capitoli più discussi della nostra storia: le
Crociate. Il vecchio basco Pietro Zugurri convoca all’abbazia di Saint Denis otto uomini,
tutti di origini diverse e dotati ciascuno di talenti particolari, allo scopo di arruolarli per un
impresa straordinaria: trovare un segno concreto dell’esistenza di Cristo, affinché siano
spente per sempre le controversie che dilaniano la cristianità.
Al loro fianco una donna, Maria, una ragazza misteriosa adottata da Zugurri ancora
bambina.
Con stile accurato ed efficace, l’autrice delinea con gran sintesi uno schizzo credibile e
avvincente di un’epoca storica affascinante e contraddittoria: i personaggi emergono nella
loro forte individualità anche attraverso brevi accenni, e i luoghi della tradizione cristiana
rivivono assieme a ideali e illusioni di un mondo lontano ma ancora presente nella nostra
tradizione. Accanto al desiderio umano di scoprire la Verità, si prospetta tra le righe la
necessità di accettare il mistero che essa cela: la figura forse più emblematica del
racconto, Maria, darà alla luce un figlio che sarà immagine stessa sia della
imperscrutabilità del Vero, sia dell’appassionata sincerità nella ricerca con cui la
debolezza umana da sempre si confronta. Dopo la Grande Impresa, sembra suggerire
l’autrice, sarà la storia degli uomini, con i loro fallimenti, errori e speranze a tentare una
strada che ormai appartiene alla leggenda: negli occhi fiammeggianti di Pietro l’Eremita
già si prospetta l’apertura di un capitolo storico che sconvolgerà nel profondo la nostra
visione del mondo, della fede e del confronto tra popoli.
Davvero accattivante il formato mini-tascabile di questo volume dal prezzo così piccolo da
suggerire senza dubbio l'acquisto dell'intera "trilogia" che questo volume forma con Il
bosco dell'unicorno e con La guarigione di Ishanar. Un terzetto che vale davvero la pena
di collezionare!
Un errore del passato diventa rinascita per un mago guaritore
La guarigione
di Ishanar
di Monica Tessarin
Tabula Fati
Fantasy
64 pagine
Euro: 1,00
ISBN: 88-7475-025-0
Da collezionare con:
- Il bosco dell’unicorno
- La grande impresa
Riflettevo
sulla mia vita,
sui casi
in cui ero
intervenuto,
cercavo di
evocare
il momento
in cui la magia
scaturiva dalle
mie dita.
C’erano stati
veramente
quei momenti?
Recensione di Rachele Bonfondi
Nascosto nel suo rifugio e sul punto del delirio, il mago Ishanar, un tempo
guaritore, si tormenta per un terribile sbaglio, in seguito al quale ha causato la
morte della sorella durante il parto, non riuscendo a salvarne neppure la figlia.
Da allora, quasi fossero stati inghiottiti dalla sua disperazione, i suoi poteri sono
svaniti. Ishanar viene richiamato ai suoi doveri da due inviati del re dei nani: la
Sacra Wymvir, una femmina di verme d’acqua, è gravemente malata e vengono
richiesti i servigi del guaritore per salvarla. Giunto a Venezia, Ishanar si troverà a
rivivere il doloroso dilemma che lo tormenta dalla morte della sorella: salvare la
creatura o la piccola che sta per dare alla luce? Con stile rarefatto eppure attento
ai dettagli concreti, l’autrice coinvolge il lettore in una spirale incessante di
emozioni molto intense: nonostante, infatti, l’ambientazione semi-fantastica -per
la maggior parte si tratta di una Venezia lontana da ogni tempo, che è più che
altro un paesaggio interiore- le sofferenze più intime e i dilemmi etici del mago
creano una storia efficace ed intensa nonostante l a semplice linearità della
trama. Complice una discreta capacità di creare la suspense, si rimane, quindi,
coinvolti immediatamente. L’invito a interrogarsi sulle proprie scelte si ripropone
attraverso le pagine, con emozione, a volte addirittura con sottile sofferenza e
profondo senso di impotenza, fino a giungere a un finale che sembra aprire uno
spiraglio alla speranza: l’avventura si inserisce infine, nella sua risoluzione, in un
contesto storico e spaziale ben preciso, che segna un incontro quasi
paradossale tra la realtà e il mondo illusorio dei sogni e della vita interiore.
Davvero accattivante il formato mini-tascabile di questo volume dal prezzo così piccolo da
suggerire senza dubbio l'acquisto dell'intera "trilogia" che questo volume forma con Il
bosco dell’unicorno e con La grande impresa. Un terzetto che vale davvero la pena di
collezionare!
A tutti i bianconigli che hanno paura di amare e il terrore di sognare
Mysterium sphaerae
di Manuela Bottoni
Edizioni Creativa
Fantasy
186 pag. - Euro: 12,00
ISBN: 88-89841-21-4
Questo viaggio
mi stava cambiando,
in parte
mi aveva già cambiato,
nella mente
non avevo più
stereotipi,
tutto poteva essere
vero
ed era vero
il contrario di tutto...
Recensione a cura di Giovanni Turi
Una telefonata annuncia che si sono perse le tracce dell’aereo pilotato dal padre;
Michelangelo cerca di non pensare e agita la preferita delle tante sfere souvenir
della collezione paterna... Ha inizio l’avventura: sotto il cristallo di ciascuna di
esse si celano mondi paralleli e lui, guidato dal sapiente Riccardo e dallo
scodinzolante Spillo, avrà l’opportunità di attraversarli.
Non sa come, ma il suo nuovo amico gli ha assicurato che potranno fare
qualcosa per il padre; intanto dovranno liberare suo figlio e affrontare il crudele
tiranno che lo tiene prigioniero. Trasportati da misteriosi flussi, che Riccardo ha
imparato a prevedere, dopo diverse peripezie, giungeranno a Ludopoli dove si
erge il castello dell’ambizioso despota; eludendo la guardia di un esercito di
curiose e truci creature, libereranno Giuliano e la sua compagna di prigionia: la
splendida Serenella che non tarderà a conquistare il cuore di Michelangelo...
Prima di poter fare qualcosa per il suo genitore, però, dovranno ancora subire
l’ira del tiranno, impedire la realizzazione dei suoi piani di conquista e preservare
gli equilibri di quell’universo incantato, conoscendone incredibili abitanti, misteri,
soprusi (talvolta molto vicini alla nostra esperienza)... Un fantasy dall’accattivante
veste grafica, corredato da immaginose illustrazioni, ma con qualche svista
nell’editing; attraverso un’avvincente trama si conduce il lettore in un mondo
straordinario, dove il fantastico convive con tristi aspetti della realtà, come la
delinquenza minorile o l’orrore e le prevaricazioni quotidiane cui sono sottoposti i
bambini combattenti... Un invito a sognare, ma anche ad affrontare con più
consapevolezza e partecipazione l’ingiustizia che ci circonda.
Manuela Bottoni (Roma, 1954) è laureata in sociologia ed è impiegata nella
pubblica amministrazione. Ha esordito nella narrativa nel 2005 con Dopotutto
domani è un altro giorno per i tipi della Michele Di Salvo, seguito nel 2006 da
Mysterium sphaerae per le Edizioni Creativa.
Due anime si ritrovano attraverso un dipinto incompiuto
Ombre a Venezia
di Raffele Olivieri
Edizioni della Vigna
Romanzo Fantastico
246 pag. - Euro:16,00
ISBN: 978-88-6276-006-5
Venezia,
in fondo,
è un avamposto
ai margini
del mondo:
è il nulla,
una terra
di confine
posta
tra mare
e sogno.
Recensione di Gianluca Griziotti
Con Marcello si percorre un labirinto di ombre e di luci che solo l'irripetibile struttura
fisica di Venezia consente; scorrendo via via le pagine, la parte oscura pare dilagare
oltre i canali e i palazzi e si fa infine mistero teleologico. Le ombre e gli spiriti usano
un dipinto per riaffacciarsi al presente e per compiere il loro destino. Si scopre così
che gli amanti di oggi, al cui sentimento il lettore si appassiona, sono propaggini di
altri amanti, esistenze che vivono solo per compierne altre, prigionieri senza scampo
di una città che è da sempre a un passo dalla propria fine.
Presente e passato, amore e morte, luce e ombra, sono costantemente messi a
confronto, accostati, legati a filo doppio: proprio queste giustapposizioni rendono
intrigante la vicenda. In questa stessa direzione va una scelta strutturale che si
percepisce appena, ma che agisce in modo subliminale sul lettore: la chiara traccia
topografica dei passi dei due protagonisti convive con il progressivo infittirsi di
elementi irrazionali e oscuri. Questo doppio binario rispecchia, tra l'altro, la cultura
dell'epoca che fa da sfondo: l'accuratezza verista e la nebbia decadentista si
inseguono e determinano lo stile del testo. Il dipinto stesso, è simbolo di questa
doppia presenza, una veduta di Venezia, quasi una fotografia, nasconde nella parte
mancante il mistero fondante dell'intera vicenda. Ambivalenza di valori e di scopi si
riscontra analogamente in molti dei personaggi di contorno e si risolve solo alla fine
del racconto, quando il lettore ha svolto davanti a sé l'intero intreccio. È anche grazie
a questa pervadente sensazione di ambiguità, e alla tensione che ne scaturisce, che
Ombre a Venezia, il nuovo romanzo di Raffaele Olivieri, risulta godibilissimo.
Raffaele Olivieri, nato a Cuneo nel 1955 esordisce nel 1983 con l'opera
poetica "Il segno d'acqua". Oggi vive in Franciacorta, presso Brescia, città
dove svolge la professione di psicoterapeuta. Ha anche studiato al DAMS
di Bologna, fa musica jazz come compositore e pianista, e in campo
letterario ha vinto alcuni premi ed è stato finalista o segnalato in altri. Tra i
suoi precedenti libri vanno ricordati "Anna e il deserto", romanzo del 2002
e "Lorenzo e i fantasmi azzurri", testo per l'infanzia del 2003.
Scilli e Cecilia alla ricerca delle persone giuste, degne di fiducia
Pacific Vortex
di Caterina Peschiera
Edizioni EEE-Book
Romanzo per ragazzi
294 pag. - Euro: 12.00
ISBN: 978-88-6690-073-3
...i suoi coetanei
cominciarono
a non apparirle più
degli esseri così
temibili
e pericolosi.
[...]
Tanto valeva
provare
a conoscerli.
Recensione a cura della Redazione DANAE
Cecilia, tredici anni, cerca se stessa anche attraverso la scrittura del suo
primo romanzo: Pacific Vortex. È la storia di Scilli, una creatura bizzarra e
disadattata, rifiutata dal suo popolo perché incrocio tra una sirena e un
umano. Diversa dal contesto del gruppo quanto la sua ideatrice, subisce
l’ostilità del regno sottomarino in cui ha sempre vissuto. Su di esso incombe
la minaccia di un immenso accumulo di spazzatura, il Pacific Trash Vortex
(collocato realmente in mezzo all’Oceano Pacifico). Esso sconvolge le
abitudini di Sirene e Tritoni, generando situazioni e comportamenti inattesi.
Le storie di Scilli e Cecilia evolvono in modo simmetrico alla ricerca delle
persone giuste nelle quali riporre la propria fiducia. Colpi di scena si
susseguono incalzanti in entrambe le vicende, in cui nulla, nemmeno il finale.
è dato per scontato, mentre il tema ecologico si intreccia strettamente con
l’elemento fantastico.
Caterina Peschiera insegnante da quasi trent'anni, ha
scritto quattordici copioni teatrali per ragazzi, tutti
rappresentati in importanti teatri veneziani per le scuole
della provincia. Nel 1995 è tra i vincitori del concorso A.
Cuman Pertile. Recentemente ha anche realizzato
cortometraggi legati al mondo dei ragazzi e degli
adolescenti come regista e sceneggiatrice, ricevendo
premi e segnalazioni in prestigiosi concorsi (Stockholm
Film Festival e Giffoni Film Festival). Ha scritto un
racconto lungo: "Viaggio in camper" e tre romanzi "A
Scuola di Futuro", "Fuga da Raggiropoli", e "Pacific
Vortex", tutti pubblicati da Edizioni Esordienti E-book.
Con il romanzo "Eden Project", seguito di "Pacific Vortex",
ha vinto il premio Giovanna Righini Ricci 2013. editi da La
Stampa d’Oggi, Roma.
Originale e divertente, questa satira che puzza di zolfo…
Partita a scacchi
di Laura Naselli
Tabula Fati
Fantasy
160 pagine
Euro: 7,50
ISBN: 88-87220-88-3
Ci si annoiava quel giorno
laggiù all'Inferno.
Il sottodiavolo Spiffero agitava
nervosamente la coda pelosa,
fumando una sigaretta dietro
l'altra,il suo sguardo non troppo
acuto gironzolava sui vari video
nell'ampio salone delle prime
visioni.
"Sempre la stessa musica," sbuffò.
E nel dir così una nuvola solforosa
si formò con un botto intorno alla
coda, appestando l'aria.
"Ma insomma, la finisci di
scorreggiare?
Mi distrai, oltretutto."
L'arcidiavolo Spazz era intento ad
un'interessantissima partita a
scacchi
con l'arcidiavolo Rutto.
Recensione a cura della Redazione DANAE
Telefonini: croce e delizia! Anzi, no, la parola "croce" è meglio non usarla, non è
gradita. È il diavolo Spiffero ad avere un'idea geniale e al passo con questa
nostra era tecnologica, quella di costruire un cellulare davvero speciale, capace
di far sentire non soltanto la voce, ma anche i pensieri di chi sta parlando con il
suo possessore. Questo aggeggio letteralmente diabolico faciliterà di certo il
compito dei diavoletti custode, incaricati di portare sempre più anime a Satana.
Piccolo ed elegante, dorato, un autentico gioiello, questo cellulare così
particolare viene sperimentato a Roma, dove un diavolo dal nome
programmatico, Vendotuttoanchelamerda, ne cede tre esemplari: il primo a un
giudice di grande rinomanza, Arcibaldo Leggeri, il secondo ad un'oscura
bibliotecaria quarantenne, brutta e zitella, la signorina Lucilla Troccoletti, ed il
terzo ad Alessio G. un giovane ed avvenente prete polacco di sconfinata
ambizione. Il piccolo oggetto dorato cambierà la vita di queste tre persone, e si
produrranno eventi altrimenti impossibili. Ma, come tanta letteratura che Lo
riguarda ormai ci ha insegnato, il Diavolo non fa nulla per nulla e, in cambio dei
suoi servigi, esige la "componente eterea" delle persone che firmano un patto
con Lui e, ogni tanto, riesce ad ottenerla. Qualche volta, invece, è un Altro a
vincere la partita a scacchi tra il Bene e il Male, magari all'ultimo istante.
Leggero, brioso, ironico, questo romanzo ci diverte, ma ci fa anche sentire una
sgradevole puzza di zolfo da cui è saggio stare alla larga...
Laura Naselli, laureata in Medicina e Chirurgia, vive e lavora a Catania. Partita a
scacchi è il suo primo romanzo.
Vita degna di essere vissuta fino in fondo... con meraviglia!
Shai
La figlia dell'universo
di Vitiana Paola Montana
Edizioni Miele
Fantasy Esoterico
78 pag. - Euro: 7,10
ISBN: 978-88-6332-007-7
"Fare chiarezza
dentro di noi,
lasciando al di fuori
ogni condizionamento
che tenta
di destabilizzare
il nostro equilibrio.”
Recensione a cura della Redazione di DANAE
Lettura breve, ma intensa di significati, quella offerta da “Shai. Figlia
dell’universo”. Più che una favola, come ama definirla la stessa autrice, è
un invito alla riflessione sul percorso esistenziale che accomuna tutti noi
“umani” nelle angosce, nelle paure, ma anche nelle irrinunciabili
speranze. Uno stile scorrevole, accattivante porta il lettore in una strana
dimensione onirica costellata di sorprese, turbamenti, cadute e rinascite,
scandita da cinque metaforici incontri: la forza, la verità, la luce, la
saggezza ed infine la gloria.
L’atmosfera fantastica nella quale si svolge il racconto riesce, alla fine, a
rivelare, meglio di una storia vera, cinque realtà che ogni essere umano
può e deve conquistare per essere attore partecipe dell’universo. Grande,
perciò, l’interesse che “Shai” può suscitare nel lettore, di là dalla semplice
e tuttavia gradevole trama narrativa.
Vitiana Paola Montana nasce a Viareggio nel 1959. Ha intrapreso un
percorso di approfondimento delle tematiche volte all’evoluzione e al
miglioramento personale, che è ora sfociato nella scrittura di questo
breve, intenso libro.
HORROR,
NOIR,
EROTISMO
Sesso e morte, ad alta tensione!
Clandestina
di Macello Spoletini
No-Nein Edizioni
Erotico Noir
92 pagine + DVD
Euro: 16.00
ISBN: 88-901881-0-3
Ti voglio vedere
mentre ti scopano.
Sembrava avesse detto
mentre ti uccidono.
Che infatti la relazione
tra le due cose è strettissima
Mai la morte e la vita
sono così vicine
come nell'urlo
di un amplesso.
Da ragazza
avevo letto da qualche parte
che quel momento
viene definito
la piccola morte.
Recensione a cura di Laura Schiavini
Sesso e morte sono i temi di questo racconto multimediale ad alta tensione erotica. Libro
e DVD: cerebrale e femminile il primo, visivo e maschile il secondo.
Non solo, ma anche il concetto di libertà; libertà di cercarsi la propria prigionia, di stare di
qua e non di là, nella società organizzata in cui gli uomini da sempre si uccidono in nome
della vita.
Dopo una non vita da casalinga asessuata, la protagonista uccide il marito per non
esserne uccisa, si procura identità diverse e decide di seguire la sua morale applicando le
leggi del suo personale Stato creando la propria economia, la più antica del mondo.
Prima, è necessario svuotare il cervello dalle idee rigide e borghesi e riempirlo di vuoto,
un vuoto pronto a ricevere.
Per poter vivere e sostenere il suo piccolo Stato, deve uccidere di nuovo; questa volta due
giovanissimi pieni di soldi e spocchia. In aggiunta alla compiuta vacuità di cui si serve
come un ferro del mestiere, il suo corpo acquista un'oleosità, una patina che trasmette agli
uomini una carica sensuale senza pari.
E' un peregrinare da uomo a cliente: un vecchio malato che preferisce la dolce morte al
carcere, un clandestino duro che la sfrutta e l'umilia, un giovane ragazzo da corrompere,
un futuro sposo che l'accoglie nella sua auto per un ultimo afflato di vera vita.
L'imperativo è abbracciare l'autenticità della strada con le armi affilate della carne e col
pudore di secoli fra le gambe e l'ultimo fine di questa Dark Lady, che dell'antico femminino
coglie il senso più carnale, non sono né ricchezza né potere ma solo il teatro perfetto,
dove poter stringere patti d'amore e morte.
Per poter vivere.
Questo è ciò che comunica il racconto, con una scrittura potente e vitale, a volte affilata
come un ferro chirurgico mentre le immagini del film, accompagnate dalla lettura del
volume, sono sensuali e oniriche, mai volgari.
Marcello Spoletini vive a Frascati (Roma). Sceneggiatore e regista cinematografico, ha
realizzato lungometraggi, film erotici, documentari storico-artistici e, nello stesso tempo,
ama sperimentare nuovi linguaggi, come questo racconto multimediale.
Le donne, viste attraverso la propria metà oscura…
Donne in Noir
di Simonetta Santamaria
Il Foglio Edizioni
Horror Noir
92 pagine
Euro: 10.00
ISBN: 88-7606-040-5
“Così lei è il giornalista, giusto?"
"Sissignora. Sono Giorgio...
Giorgio Brunetti, del Tuscania
Oggi.",
masticò, buttando lì il primo
cognome che gli venne in mente.
"Teodora Piccini. Piacere.
E queste sono le mie meraviglie",
disse rivolgendosi agli alberi.
"Venga, che gliele mostro".
Istintivamente seguì la signora
Piccini lungo il corridoio della
serra,
sebbene quella vocina interiore
continuasse a suggerirgli che era
meglio fuggire.
"Vede, ci ho messo anni
per studiare una formula nutritiva
che li facesse crescere così
rigogliosi..."
Recensione a cura di Mirko Luna
Donne in Noir è scritto da una donna italiana, e tutte donne sono le protagoniste della
raccolta, italiane anch'esse per il preciso intento di non fare il verso alle più famose
novelle d'oltreoceano. In un settore che vede il predominio di firme maschili, e per di
più straniere, Donne in Noir offre al lettore un pugno di racconti che spaziano dal
macabro alla necrofilia, dall'atmosfera irreale alla rassicurante (in apparenza)
ambientazione quotidiana; racconti che prendono per mano e accompagnano, via
via, verso la fine, trasmettendo quel "sano" brivido di paura che piace tanto agli
appassionati del genere. C'è una linea sottile che avvince il lettore. Egli può sentirsi
vicino ai personaggi, immedesimarsi in loro. E quanto più questi ultimi sono
assassini, diversi, tanto più essi paiono al lettore vicini, quasi familiari. Come se le
perversioni dei racconti appartenessero esse stesse al mondo reale. L'effetto
"vicinanza" è reso proprio all'ambientazione e dalla caratterizzazione consueta in cui
agiscono le protagoniste.
La lieve angoscia che alla lettura dei racconti perfora la schiena come un ago
ipodermico non è quasi mai dovuta alla sorpresa, ma ad una sorda inquietudine: le
donne viste attraverso la propria metà oscura.
L'iperrealtà letteraria dei testi è il tentativo di identificare una dimensione che vive
sopita da qualche parte, dentro di noi.
Simonetta Santamaria vive e scrive a Napoli. Nasce nel 1988 come giornalista sotto
l'egida dell'agenzia di stampa Informedia. Ha pubblicato racconti su varie antologie e,
con Quel giorno sul Vesuvio, ha vinto il premio Lovecraft 2004.
Un noir cinico, ironico, sfacciato
Ferraglia
di Andrea Stracchi
Proposte Editoriali
Horror & Noir
104 pag. - Euro: 10,00
ISBN: 88-87431-43-4
Un buco.
Profondo e freddo.
Che ingoiava
ogni mia emozione,
ogni mio ricordo.
Ogni mia piccola esperienza.
Avevo bisogno di quello.
Di riempirlo col mio passato.
E poi cominciare di nuovo...
come se nulla
fosse successo in precedenza.
Recensione a cura di Giovanni Turi
Uno stile ironico e cinico, unito ad un ritmo serrato e coinvolgente, sono gli
ingredienti che rendono questo noir avvincente, mai prevedibile, né banale,
capace di inchiodare il lettore dalla prima all'ultima pagina...
Un giovane ragioniere, pago della sua quotidianità, del suo lavoro banale e
ripetitivo, di una vita in cui le uniche trasgressioni sono fare sesso “no
problem”con la bella Barbara, la segretaria che si divide tra lui e Masetti, il
principale, e ascoltare tanta musica, da Miles Davis ai Clash, o immergersi nei
film di Kitano o di Kubrick, viene travolto da un’antica passione, mai del tutto
sopita, per la quale aveva tradito il suo migliore (nonché unico) amico. Basterà
un occasionale incontro con la bellissima e ancora conturbante Giulia perché il
protagonista rimanga irrimediabilmente intrappolato in un vortice che lo indurrà a
infrangere ogni equilibrio e morale.
Gradualmente, emergono i traumi della sua adolescenza: la timidezza, la
solitudine, l’invidia, il rapporto turbato dei genitori; e quando il presente sembra
riuscire a realizzare le sue aspettative, a riscattarlo dalla mediocrità, dopo
l’esaltazione, l’ebbrezza del rischio e della trasgressione, il suo destino precipita
verso un baratro che lo costringerà alla violenza, alla fuga, all’odio di se stesso…
Irrompe il dramma, e niente potrà più essere come prima
Andrea Stracchi è nato a Roma nel 1972.
Giornalista, musicista e sceneggiatore, è al suo
secondo romanzo, dopo Smoke Jazz Club.
Divertente romanzo hardboiled dedicato alle
avventure di un bizzarro detective di Latina
Guarda che luna
di Pierluigi Felli
Pulp Edizioni
Horror Noir Hardboiled
106 pagine
Euro: 11,00
ISBN: 978-88-9025-97-1-5
Quando si rivolgeva a me
lo faceva chiamandomi
sempre “signore”, e a me
non stava bene.
Non perché mi sentissi
una signora,
intendiamoci, ma perché
non mi sentivo un signore
in quel senso lì.
Lo so che è difficile da
spiegare, ma voi che
pretendete?
Mica sono Jack London!
Recensione a cura di Chiara Depriori
Il romanzo hardboiled narra solitamente le vicende di un bizzarro investigatore privato che
cerca di risolvere un crimine o un mistero. In Guarda che luna, Pierluigi Felli sovverte questo
cliché mettendo in scena proprio la scomparsa del personaggio principale.
Andrea Doria, stravagante e irriverente detective di Latina (già protagonista del romanzo Nella
coda il veleno, anch'esso presente in questo catalogo n.d.r.), vive alla giornata tra bollette non
pagate e perpetua ricerca di denaro. Egli non cede alle lusinghe della criminalità e dei facili
guadagni finché non incontra un’affascinante “pupa dai capelli corvini”, figlia di un boss
mafioso. Un po’ per amore, un po’ per convenienza sposa la donna e si trasferisce con lei a
Cuma, dove vive come un perfetto mantenuto. In questo paesino campano assistiamo divertiti
al cambiamento del suo stile di vita: se prima era frugale e indaffarata, ora invece è piena di
eccessi e noia. Ben presto insoddisfatto di sé e tediato dalla ricchezza acquisita, Doria decide
di tornare a Latina. La sua scelta, però, pare condizionata soprattutto dall’improvvisa e
inspiegabile freddezza della moglie, che fino ad allora lo ha amato appassionatamente.
Tornato alla vecchia esistenza Andrea riceve una lettera che, senza motivo apparente, lo
porterà a Haiti. A questo punto il racconto si infittisce di enigmi e si trasferisce sull’isola dove
perdiamo le tracce del protagonista. Qui il ruolo dell’investigatore è affidato a uno scrittore
giunto nelle Antille alla ricerca di una storia da pubblicare. Egli indaga sulla sparizione del
nostro eroe e sull’oscuro motivo del suo viaggio. Il finale, a sorpresa, introduce elementi di
magia e leggenda che spiazzano e incuriosiscono il lettore.
In parte racconto nero, in parte giallo, Guarda che luna è soprattutto un romanzo divertente,
anche se talvolta eccessivamente influenzato dall’immaginario letterario e cinematografico
americano. Il buon intreccio della trama e le acute riflessioni del protagonista rendono la lettura
piacevole e consigliabile a tutti, non solo agli appassionati del genere.
Pierluigi Felli (Roma, 1965), autore di diversi romanzi, è già noto al pubblico degli appassionati del
pulp per il suo romanzo d'esordio, Un matrimonio d'interesse (Baldini & Castoldi Dalai, 2003), in cui
compare per la prima volta il detective Andrea Doria. A questo, fanno seguito: Camerata Addio
(Novecento 2003), Hotel Guantanamo (Novecento, 2004), L’amor teppista (Novecento 2005), Caino
& Abele (Mondostudio 2006), Nella coda il veleno (Pulp Edizioni, 2006) e Guarda Che Luna (Pulp
Edizioni, 2006). Felli vive a Piglio, in provincia di Frosinone, con la moglie. Soffre di vampirismo.
Una storia deformata dalla notte e dalla fatica,
in una rabbiosa voglia di riscatto!
Il fondo della notte
di Valerio Pinelli
Proposte Editoriali
Noir
102 pag. - Euro: 8,00
ISBN: 88-87431-22-1
È un mondo chiuso
da piccole storie
di ordinaria
disperazione,
ma ai più,
alla gente del giorno,
quella che vive
di sentenze e pregiudizi,
di cittadelle fortificate
e carità pelosa,
non farebbe piacere
ascoltarle.
Recensione a cura della Redazione DANAE
Ghigo, un passato di attivista nel movimento operaio ormai lontano, vive una vita di
difficoltà e fatica, lavorando duramente come scaricatore, in una Livorno notturna e
fatiscente, al fianco di compagni con i quali ha costituito una cooperativa che scarica i
camion dei corrieri: Pablo, un argentino fuggito dalla dittatura di Videla; Tane, un vecchio
compagno di lotta; Seba, un giovane drogato; Giuliano, che integra il salario con la
ricettazione di merce rubata e vive con una giovane prostituta negra, e tanti altri ai quali è
legato dalla difficoltà di vivere, dalle notti di fatica, ma anche dall'amicizia e dalla
solidarietà.
Il rinvenimento fortuito, all'interno di un pacco di merce in transito nel magazzino in cui
lavorano Ghigo e i suoi compagni, di una busta di cocaina può essere l'occasione per
guadagnare un po' di denaro extra, ma può essere anche molto di più: forse, è l'ultima
possibilità di cercare una qualche rivincita, di dare "una ramazzata al sudiciume che ci sta
d'intorno". Sarà questa la scelta personale di Ghigo, che saprà coinvolgere nel suo
progetto anche gli ignari amici. Ma la conclusione, come sempre, come la vita, riserva
delle sorprese.
Ben scritto, Il fondo della notte è un libro ironico, amaro, agile, con l'ambientazione tipica
del noir e personaggi tratteggiati con dolente leggerezza. L'autore è capace di offrirci una
storia ben costruita e un'atmosfera convincente, rivelando soltanto a tratti la sua qualità di
esordiente, lasciandosi sfuggire qualche frase fatta o in linguaggio "politichese".
Valerio Pinelli è nato a Pisa nel 1958. Impegnato in
organizzazioni di difesa dei lavoratori e degli inquilini, ha
collaborato a diversi fogli e riviste della sinistra militante. Con
questo romanzo a sfondo sociale, Il Fondo della notte" ha
vinto la seconda edizione del premio "Elsa Morante". Anche
il suo secondo romanzo, L'albero ed io, è disponibile in
questo catalogo.
A definirci non è ciò che facciamo,
ma come conviviamo con i ricordi
Nella coda il veleno
di Pierluigi Felli
Pulp Edizioni
Horror - Noir
104 pagine
Euro: 11,00
ISBN: 88-902597-0-1
Latina è un ring
e per noia
ci salirò ancora.
Non c'è niente
di più patetico
e ugualmente
romantico
di un pugile suonato
e cinquantenne
che sente ancora
vent'anni addosso...
Recensione a cura di Carlo Battaglini
Andrea Doria è un detective che ritorna nella "sua" Latina dopo anni di
lontananza. E' un uomo che convive con i ricordi e che da essi viene
influenzato, non solo nella sua professione ma anche, e soprattutto, nella
sua vita. L'omicidio con cui si trova coinvolto lo porta a incontrare (e a
scontrare) i compagni della sua gioventù e ci trasporta con lui in una
storia infarcita di momenti ironici e critici nei confronti di una realtà che
non è ancora una metropoli, ma neanche più un paese, una realtà che
Felli dimostra di conoscere, e ciò gli permette di darci qualcosa in più
(che bello vedere un autore che sceglie un'ambientazione che conosce
per il suo romanzo!). Latina diventa uno schermo dove si apprezzano, o
si detestano, svariati aspetti della nostra "cultura" (chiamiamola così...)
più recente. Un personaggio contorto, Andrea Doria, e alcuni periodi un
po' troppo tortuosi non fanno che accentuare questa sua peculiarità, e
anche amplificano molti momenti in cui lo stile diventa asciutto, incalzante
e molto efficace. Un Andrea Doria che, forse, un poco beccheggia, ma
che non affonda mai.
Pierluigi Felli (Roma, 1965), autore di diversi romanzi, è già noto al
pubblico degli appassionati del pulp per il suo racconto d'esordio, "Un
matrimonio d'interesse" (Baldini & Castoldi Dalai, 2003), in cui compare
per la prima volta il detective Andrea Doria. Felli vive a Piglio, in provincia
di Frosinone, con la moglie. Soffre di vampirismo.
Racconti in grigio e in nero
Nolendo
di: Giovanni Monti
Tabula Fati
Antologia di Racconti
Noir & Horror
190 pagine
Euro: 8,00
ISBN: 88-7475-008-0
Le crepe del soffitto
sembravano
criniere di cavalli.
Vele.
Alberi frondosi.
Alla poca luce
che indugiava
nella camera.
Di rubo.
Attraverso
la finestra semichiusa.
Alle sei
del pomeriggio.
Recensione a cura di Mauro Casaroli
Sorprendente questa raccolta di brevi racconti noir. A partire dal formato del Libro:
piccolo, tascabile che porta quasi istintivamente a sottovalutarne il contenuto. Solo
dopo si comprende appieno la scelta del formato, legata a storie da raccontare in
fretta, da assorbire avidamente una dopo l'altra, quasi morbosamente, per tracciare i
limiti dell'umano e lasciare solo alla fine un momento di possibile riflessione.
Ogni racconto è scandito da una sua logica temporale ben delineata e predisposta
per l'inevitabile catarsi finale, come una bomba: con un innesco, un pretesto
qualsiasi, ritagli di vita; un timer, minuti, giorni, attimi che scorrono inesorabili; e un
finale deflagrante, che si abbatte come una mannaia, secco, breve, definitivo. A tutto
ciò contribuisce in modo perfetto lo stile scelto dall'autore: la prosa è scarna, i periodi
brevi, talora brevissimi. Non c'è spazio per riflessioni o divagazioni; non c'è modo che
il pensiero se ne sfugga via dalla vicenda che attanaglia, opprime, trascina nel suo
vortice fino alla fine.
Le storie ci presentano fotogrammi di vite grigie, banali, nelle quali si coglie tuttavia
un elemento disturbante che finirà per condannare i personaggi. Il grigio che vira nel
nero.
La
banalità
destabilizzata
che
finisce
in
tragedia.
Un elemento accessorio ma che connota e rende ancor più credibili i personaggi è la
sicilianità che pervade i racconti in questione: in tutto questo non c'è nulla di pedante
o di folcloristico, solo il ritratto fedele di un vivere e di un sentire la propria terra, in
modo umorale e con immagini, aromi, rumori che arrivano dritti al cervello e che
ricostruiscono in piccoli dettagli un intero mondo.
Ci sa fare Monti con le parole. E' un poeta, non c'è da stupirsene. Non una di più, non
una di meno. Qualcuno lo accosterebbe agli autori minimalisti d'oltreoceano. Ma c'è
proprio bisogno di etichettare ogni cosa?
Giovanni Monti è nato a Palermo. Formatosi alla Scuola dell'Ermetismo Italiano, ha
esordito in poesia nel 1962. Ha pubblicato molte opere, tra cui, di poesia, Croce e
noce (2001), Giro di boa (2002) e, per la narrativa, oltre a Novilunio (1999), La luna e
il cavaliere (2001). L'autore è presente nel nostro catalogo anche con il Romanzo
Novilunio.
Il nostro personale vaso di Pandora
Orda primordiale
di Mauro Casaroli
Edizioni Robin
Noir
198 pag. - Euro: 9,00
ISBN: 978-88-7371-370-8
“È questo.
È questo che sono,
allora.
Un animale,
prima di tutto.
Poi anche intelligente,
ma non morale.
Ed è bello sentirlo.
Affrancato
dalla sudaticcia
coscienza.
Ti fa sentire libero.”
Recensione a di Piera Rossotti Pogliano
Il primo romanzo di Mauro Casaroli è un noir impastato di sangue, ambientato in una New
York notturna e violenta. Anzi, no: è un testo di filosofia morale, in cui ci si interroga sul
significato libertà dell’uomo, della civiltà, della natura del male. I due aspetti sono
assolutamente inscindibili. Il libro si legge d’un fiato: buon per voi, perché vi ritroverete alla
fine accorgendovi di avere i muscoli contratti, i polmoni dolenti per aver troppo trattenuto il
fiato, e la testa piena di interrogativi.
Andrew, un regista sempre alla ricerca di sensazioni forti, entra in contatto con uno strano
e affascinante personaggio femminile, Lara, e con i suoi amici, che intendono servirsi di lui
per veicolare attraverso il cinema le loro idee. L’incontro segna una svolta decisiva nella
vita del regista: scegliendo Lara, egli sceglie il rifiuto delle regole e delle convenzioni,
sceglie di lasciare affiorare la violenza e il male che sono in ciascuno di noi, le pulsioni
animali primitive e fondamentali, il disprezzo assoluto per gli altri. “Noi siamo ancora
selvaggi e abbiamo bisogno di sentircelo addosso ancora, ogni tanto”, afferma Lara.
L’orda primordiale, la violenza scatenata, è quella capace di abbattere il grande totem, la
civiltà che conosciamo, di distruggere l’umanità stupida e degenerata che ci circonda,
perché la selezione naturale non opera più. Non è la civiltà, infatti, ma il caos che può
imporre una potente spinta selettiva.
L’atmosfera e i dialoghi sono da romanzo hard-boiled, ma è difficile trovare un’etichetta.
Sarà inevitabile pensare alle teorie di Darwin e all’Uber-Mensch di Nietzsche, che si è
liberato, come Lara, dai concetti di bene e di male della morale corrente e per il quale ciò
che conta è il presente. La scrittura è asciutta, con frasi dirette e secche come rivoltellate
a bruciapelo. Cercate di non farvi beccare!
Piacentino, sposato, padre di due figli, scrittore per passione, Mauro Casaroli cura da
anni il gruppo di valutazione per racconti noir e thriller del “Rifugio degli Esordienti”, e un
suo racconto compare nella prima @ntologia pubblicata sotto l'egida del Rifugio,
"R@cconti senza Rete" (Di Salvo, 2001). Ama la musica, l’Inter, la birra e correre. Sogna
un mondo senza petrolio, senza stupidità, senza nebbia. Adora il suo cane Skelly e i
tartufi che la stessa non riesce a procurargli. È profondamente innamorato della sua terra
e della sua città, dei suoi luoghi, itinerari inimitabili per i sensi e la mente.
DIARI,
ESPERIENZE,
TESTIMONIANZE,
RACCONTI
DI VITA
New York, vista con gli occhi increduli di un’italiana
950 49th Street
Brooklyn, New York
di Claudia Marinelli
Antonio Stango Editore
Testimonianze
125 pag. - Euro: 9,30
ISBN: 88-87274-06-1
Furono mesi eccitanti
quelli invernali tra le
mie vecchie e nuove
amicizie, le lunghe
chiacchierate,
le mie bellissime
letture e le mie ore di
solitudine passate a
scrivere.
La vita mi stava
offrendo così tanto..."
Recensione a cura di Gianpietro Scalia
In questo libro l'autrice rivive il suo primo anno di vita negli Stati Uniti, dove si è recata 16
anni fa, per accompagnare il marito medico. Il racconto si sviluppa come un ricordo,
filtrato dal piacere di rievocare anche le esperienze apparentemente negative (l’invasione
di insetti in cucina, l’arredamento insufficiente della casa, le frequenti malattie dei bambini)
con la nostalgia tipica del rimpianto di un tempo trascorso. Nella nuova, impegnativa vita
familiare fatta di piccole cose, si inserisce una vita sociale tutta al femminile, con amiche
trovate durante il trascorrere dell’anno, come lei giunte negli Stati Uniti con i mariti
specializzandi in un grande complesso ospedaliero.
L’America con cui entriamo in contatto è narrata attraverso dettagli minimi, come le scale,
gli appartamenti, il giardino di un palazzo. Gli avvenimenti quotidiani diventano
sorprendenti perché analizzati attraverso la curiosità, l’intelligenza e la dolcezza di una
persona capace di cogliere il senso profondo di cose apparentemente superficiali della
vita quotidiana. Una vita non sempre facile, ma che insegna qualcosa: giunta negli Stati
Uniti con due figli piccoli, il pancione, pochi soldi, una solitudine resa ancora più forte
dall’assenza frequente del marito, un mare di problemi e un tempo sempre tirato per via
dei figli, l'autrice vive la sua esperienza in modo profondamente positivo, e può
concludere affermando che "è stato un anno eccezionale".
950 49th Street, Brooklyn, New York è un libro ben scritto, con tatto e leggerezza. Una
narrazione che lascia poco spazio alla fantasia ma molto al ricordo e al rimpianto di un
periodo trascorso. L'aspetto più sorprendente, tuttavia, è il modo di porsi dell’autrice
davanti alle nuove esperienze, con curiosità fresca, senza pregiudizi. Il suo sguardo
curioso diventa alla fine lo sguardo del lettore, che prende a simpatia la sua vita
quotidiana e la segue con piacere a ogni pagina.
L’esilarante routine della moderna casalinga italiana
Angeli del focolare
Diario di una casalinga
In fuga…
di Lorella Fontanelli
Epika Edizioni
Diario - Romanzo
150 pag. - Euro: 13.00
ISBN: 978-88-96829-00-4
“La casalinga sa
perfettamente che
mentre suo marito
si metterà davanti alla
TV lei rilaverà i piatti,
ripulirà i fornelli e
rispazzerà il
pavimento.
E anche lei sarà
stanca ma non potrà
neanche dirlo perché
lei sta a casa tutto il
giorno, non è mica
sotto padrone,
lei...”
Recensione a cura di Nadia Martignetti
La casalinga, questa sconosciuta... spesso bistrattata da marito e figli, non
considerata dalla società, costretta a lavorare 24 ore su 24 senza tregua e senza un
briciolo di altrui gratitudine. Sfogliando avidamente le pagine del libro sembra quasi di
immergersi in un documentario alla “Superquark” che ci presenta gusti, usanze e
abitudini di questa sconosciuta specie: la casalinga moderna.
Se siete casalinghe non potete assolutamente esimervi dal leggere questo
interessantissimo libro, perché vi immedesimerete in ogni singola frase e vi
ritroverete a sorridere compiaciute, ma forse anche un po’ amareggiate, al realistico
dipinto tracciato dall’autrice sulla vostra vita. E poi l’unione fa la forza e quindi sapere
che le proprie disavventure domestiche sono condivise da altre migliaia di casalinghe
sparse in tutta Italia vi farà rivalutare il vostro ruolo.
Ma la lettura di questo dissacrante libricino è vivamente consigliata anche a tutti
coloro che casalinghe non sono ma che tutti i giorni entrano in contatto con queste
fantastiche donne: sono certa che leggere nero su bianco cosa pensa una casalinga
della sua delirante routine servirà a far aprire gli occhi a un bel po’ di maritini e figli
adorati. Non si può non divorare questo libro tutto d’un fiato perché è capace di
presentarci un argomento apparentemente banale con semplicità e tanta ironia ma
soprattutto lasciandoci ampio materiale su cui riflettere. Perché alla fine, sotto tutte le
montagne di vestiti da lavare e stirare, sotto tutti i vetri da pulire e i pranzi da
cucinare, una morale c’è e ci presenta l’amara verità sulla condizione della donna nel
terzo millennio.
Lorella Fontanelli nasce nel 1957 a Castello di Serravalle (BO) dove
ancora vive. È autrice di diversi articoli giornalistici. Nel 2010 fonda la
case editrice Epika e pubblica, tra gli altri, questo romanzo.
La passione di Gesù in santa Maria Maddalena de' Pazzi
Come
un agnello
condotto
al macello
a cura delle:
Suore Carmelitane
di Carpineto Romano
& Padre Elia Monari
Graphe.it
Esperienze
150 pagine
Euro: 10,00
ISBN: 88-89840-05-6
O Amore,
ti legano
con la catena
di ferro.
O Amore,
quanti amanti
ti legano invece
con una catena
d'amore.
Legano quelle mani
che hanno fatto
ogni cosa
per loro
e che li hanno creati.
Amore,
lega a te me
e queste altre:
fa' che leghiamo te
in noi
e tu, Amore,
lega noi in te.
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Ha senso, nel XXI secolo, ripubblicare i resoconti di tre estasi sulla passione di
Cristo di una monaca vissuta nel XVI secolo?
Certamente sì, e questo senso è almeno duplice: il credente di oggi potrà
leggere i brani evangelici della passione e, a fronte, il resoconto delle visioni
estatiche di santa Maria Maddalena de' Pazzi, registrate e narrate dalle sue
consorelle con attenta, controllata partecipazione emotiva; per il non credente,
questa lettura sarà invece un aiuto per comprendere più a fondo la spiritualità
cristiana dei secoli passati che fa innegabilmente parte del tessuto della nostra
civiltà.
Suor Maria Maddalena de' Pazzi (1566-1607) fu monaca carmelitana,
canonizzata da Clemente IX nel 1669. Al centro delle sue visioni c'è l'Amore, il
Verbo, come lei chiama Cristo. C'è il mistero divino e la salvezza dell'uomo e del
mondo che passa attraverso la prova cruenta del Figlio.
Nutrita di letture evangeliche, conoscitrice degli scritti di san Paolo, dei Salmi,
delle profezie, la santa partecipa, nelle sue estasi, alle sofferenze di Cristo,
testimoni le consorelle che la osservano e registrano le sue parole mentre
percorre, per ben tre volte, la via della croce insieme al suo Sposo.
Queste testimonianze sono ora proposte in italiano corrente, per essere
facilmente fruibili anche dai lettori di oggi, a cura di padre Elia Monari e delle
suore carmelitane di vita contemplativa di Carpineto Romano.
La storia straordinaria di un meraviglioso fallimento
Cronaca di una
retrocessione
di Giorgio Astolfi
L'Autore Libri
Esperienze
81 pag. - Euro: 7,75
ISBN: 88-7254-884-5
A me piaceva quello
sport e tutto ciò che
comportava, come la
lotta e le emozioni sul
campo, il pubblico, lo
stadio, l'allenamento,
le attese, lo spogliatoio
e il nobile sentimento
dell'amicizia che
nasceva in quei
frammenti d'esistenza.
Ma se il calcio era
tutto ciò, che cosa
c'entrava il danaro?
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Cronaca di una retrocessione è la storia, raccontata dalla voce del protagonista sul filo
dei ricordi, e filtrata dal tempo, del sogno di una giovane promessa del calcio, che milita in
una piccola squadra di semiprofessionisti, l'U.S. Bernalda (MT). Sullo sfondo di un
paesaggio del Sud dai colori forti e puri, che sembra dipinto con una spatola, "terra di ulivi
e di tramonti rosa e rossi", di case bianche, di sole "di un giallo inconsueto", si svolge
l'esperienza calcistica del giovane Giorgio, tra speranze e delusioni, momenti di gioia e di
esaltazione di fronte al pubblico, al quale regalare, quando è possibile, "bellissimi goal e
una partita straordinaria", ma anche amarezze e sconfitte.
Mentre si snoda la storia calcistica, il lettore entra in sintonia anche col ragazzo che lotta
contro una cronica mancanza di denaro, un anno di scuola da ripetere, un po' di nostalgia
di casa... cui fanno da contrappeso la passione sportiva e gli occhi dolcissimi di Giovanna.
Il Bernalda non ce la farà, tutto sembra congiurare contro questa piccola squadra cui la
sorte è così avversa; perfino il cronista della "Gazzetta del Mezzogiorno" sembra "un
poeta ammalato di fato".
Una storia di calcio giocato e di sacrifici, ma al tempo stesso romanzo del farsi di un
uomo, che cresce attraverso la sconfitta, ma non per questo rinuncia al suo ideale
romantico, l'amore per lo sport, di cui sarà "prigioniero a vita". Cronaca di una
retrocessione è un piccolo libro, ben scritto, piacevole e curato.
Giorgio Astolfi è entrato giovanissimo nella Primavera della Spal.
Compagno di squadra di Fabio Capello e di Eddy Reja, ha giocato
nella Mirandolese e nel Bernalda, ed è quest'ultima esperienza di
gioco che viene raccontata nel suo libro Cronaca di una
retrocessione.
Oggi, l'Autore vive a Ferrara, dove insegna Lettere in un I.T.I.S.
Oltre a questo volume, ha pubblicato alcune sillogi di poesie.
Compagni di branco, a due e quattro zampe
Cuore di latte
di Francesco Talamo
Edizioni F. Talamo
Esperienze - Romanzo
136 pag. - Euro: 12.00
ISBN: 978-978-88-9062-1
La paziente
e silenziosa
compagnia
di un cane
è uno degli stimoli
più forti
alla riflessione
e alla serenità
di pensiero.
Recensione a cura della Redazione DANAE
Chi ama i cani, ne ha in casa o ne ha avuti, non potrà fare a meno di amare
questo libro e di intenerirsi durante la lettura.
Claudio e Cecilia, che abitano una grande villa circondata da un bel giardino,
possono permettersi di tenere cani e gatti: i figli sono grandi, lasciano la casa
dei genitori per costruire la loro vita, c’è più tempo per
occuparsi
dell’educazione di un cane, anche di una razza impegnativa come il
rottweiler. Argo entra nella loro vita all’età di tre mesi, quando è una tonda
pallina di ciccia, ma cresce rapidamente, dimostrandosi vivace
ed esuberante, a volte in modo eccessivo, con un forte istinto dominante.
Il problema principale, per Claudio, è che il cane sia anche “sicuro” e che, pur
temibile come cane da guardia, non sia aggressivo nei confronti delle
persone di famiglia, dei loro amici e, soprattutto, dei bambini.
Con un cane che ci vive accanto si può parlare di qualsiasi cosa, anche
filosofare. E chi l’ha detto che un cane non capisce?
Diventa un amico, uno di casa, e la famiglia è il suo branco.
Per tutta la sua vita, fino all’ultimo.
Il Libro ha vinto il premio speciale "Trofeo Ralph" per la sezione narrativa del
premio letterario Lord Glenn edizione 2013-2014
Francesco Talamo nato a Catanzaro, è un chimico industriale.
Ha pubblicato La campana di Serra di Piro e la diocesi di Martirano, Nicolini
Editore e Cronache risorgimentali di Antonio Serravalle, Edizioni Pellegrini
L’anno del “cancro”… ma io sono bilancia!
E' questione di pelle
di Gabriella Franceschini
Edizioni Miele
Esperienze
116 pag. - Euro: 11,50
ISBN: 978-88-6332-013-8
La vita è bella,
nonostante tutto,
e piena di meravigliose
sfumature.
Prima di andare
mi soffermo qui
nel giardino
e decido
di sedermi
su questa panchina
assolata e invitante...
Recensione a cura della Redazione di DANAE
Gabriella, operata di tumore al seno, si sottopone ad un ciclo di radioterapia.
Come un viaggio, scandito dalle attese nella sala azzurra di un ospedale, dalle
sedute di radiazione eseguite da tecnici più o meno attenti, più o meno disponibili
a ricordare che gentilezza e disponibilità non dovrebbero essere un optional, la
donna, ancora giovane, percorre una strada che la porta lentamente fuori dalla
malattia, mentre si guarda intorno e approfondisce i rapporti umani più cari, come
quello con la madre, caratterizzato da un affetto semplice e da un amore
incondizionato, capace di tradursi in semplici gesti quotidiani, come la
preparazione di un piatto di pesce o un cous cous, o ancora recupera, sia pure
con estremo pudore, il rapporto con il padre, pieno di difficoltà di comunicazione,
ma non per questo meno profondo; gli amici, invece, inspiegabilmente si
allontanano, quasi che il cancro sia una malattia contagiosa. Gabriella, però, non
recrimina, perché “la vita è bella, nonostante tutto”. Così, questo diario di viaggio
non riguarda la malattia, ma il recupero della vita, la capacità di goderne
appieno, di cogliere ciò che di bello può offrire. Basta poco per essere felici e
rendere felici gli altri, e Gabriella l’ha trovato, questo poco, in fondo a se stessa,
in una battaglia combattuta sulla sua propria pelle, e vinta.
Gabriella Franceschini, di origini umbro-sicule, è nata
a Tripoli (Libia) nel 1961, ma ha vissuto a Roma la
maggior parte della sua esistenza. Questa è la sua
prima opera, vincitrice del Premio Letterario “Narra il
saggio” 2008 e del V Premio Letterario “Le donne
raccontano”, Europa Donna, 2008
I guadi “sono la metafora dei momenti difficili della vita”
Guadami negli occhi
di Massimo "Polpo" Neriotti
Edizioni Rebus
Romanzo - Esperienze
300 pag. - Euro: 15,00
ISBN: 88-901448-0-7
Ho ancora molti
ricordi
e immagini che
col trascorrere dei
giorni
affiorano alla mente
ma è davvero difficile
comunicarli,
descrivere l’emozione
è un’abilità
riservata ai poeti.
Recensione a di Gina Sfera
Una storia brillante, a tratti esilarante, il libro di Massimo Neriotti, detto Polpo, è la cronaca
quotidiana dei “viaggi” in moto fuoristrada, delle gare vere su strade e terreni impensabili,
e di quelle che sembrano le “gite del pane e salame”. L’autore protagonista, ormai
quarantenne e veterinario di professione, ha deciso di tuffarsi nell’avventura del mondo
dell’enduro, dopo una vita in cui ha conosciuto solo l’asfalto percorso con moto da strada
e consapevole in ogni momento della sua inferiorità nei confronti degli enduristi d.o.c.
Le situazioni descritte sono come flash della memoria che ha conservato il ricordo del
viaggio, delle trappole e dei pericoli dei percorsi su ogni tipo di strada, ma anche dei
paesaggi, dell’amore, della poesia di una natura più forte della “Bombarda”, la moto che
accompagna l’autore in questa avventura.
L’uso frequente di un gergo endurista, un ritmo di narrazione agile e instancabile, sono la
rappresentazione realistica dei moti dell’anima e del corpo di chi endurista è nato e di chi
ha deciso di diventarlo, e rendono il racconto accattivante al punto che il lettore si ritrova
spesso a ridere di gusto per la pungente e scanzonata autoironia del protagonista che si
tuffa nell’avventura con tutta la consapevolezza di non esserne all’altezza ma lo fa perché
vuole divertirsi con la tranquillità di chi non deve difendere un’immagine.
Il libro è anche un racconto di viaggio, ogni luogo di gara diventa il pretesto per descrivere
la geografia del posto ma anche gli “esseri “che lo abitano. È un viaggio nella psicologia
dei “tipi” enduristi, nelle loro manie, abitudini e attitudini.
Il libro è infine la volontà di liberare sentimenti che si ingigantiscono in momenti di vita
avventurosi, paura, orgoglio, amore, la poesia dei paesaggi naturali e umani, quella
poesia che è sempre presente nei moto amatori, la tenerezza del rude motociclista, quasi
sempre sporco di fango.
Massimo "Polpo" Neriotti è nato e vive a Torino, dove esercita la professione di
veterinario. La sua passione per l’enduro è nata nel 2002, quando ormai, sulle sue pur
solide spalle, erano già transitate quaranta pesanti primavere. Ciononostante e con
l’entusiasmo che lo contraddistingue, è arrivato a partecipare, grazie anche all’aiuto dei
numerosi amici del sito soloenduro.it, all’ultima edizione del Rally di Sardegna, una
manifestazione di livello internazionale.
Partire per i Tropici su un catamarano fantastico
Il lungo viaggio di
Chaetodon
Vagabundus
di Francesco Sciortino
Edizioni dell'Oleandro
Esperienze, Racconti di
viaggio
215 pagine
Euro: 15,00
ISBN: 88-86600-95-X
Vivere su una barca
significa trovarsi
su un mondo
concentrato,
in cui le 'cose'
da cui si dipende
sono tutte lì,
sotto i propri occhi
e il proprio controllo,
e non più elementi
estranei
che solo a momenti
entrano a far parte
della nostra esistenza.
Recensione di Beppe Forti
Il catamarano a vela "Chaetodon Vagabundus", vero protagonista di questa cronaca
romanzata di un viaggio per mare, trae il suo nome da quello latino del pesce farfalla che
popola i mari tropicali descritti.
Già con il nome della barca, l'autore trasporta chi legge in una specie di mondo parallelo,
irreale e fantastico, quasi perfetto nella sua sospensione in un universo onirico immerso in
un tempo e uno spazio indeterminato nel quale i nomi dei paesi e dei luoghi hanno in
comune con quelli di contrade esotiche e reali solo l'assonanza. Venezia è l'unica località
che compare con il nome reale, e forse non a caso, considerati gli aspetti onirici che la
città sull'acqua presenta già di per sé.
Gli avvenimenti e gli incontri nel corso del viaggio offrono il pretesto al protagonista, che
narra la vicenda in prima persona, per lunghe divagazioni su altri avvenimenti e incontri
che hanno contrassegnato la sua esistenza. La storia potrebbe essere paragonata ad una
fuga dal mondo, fuga reale o, forse, solo sognata, e probabilmente è per questo motivo
che l'autore si affida ad una toponomastica e ad un universo di fantasia. La fuga, tuttavia,
si trasforma alla fine in una specie di resa ad un "ritorno a casa", epilogo permeato non
dalla rassegnazione e dalla malinconia che, anche se non espressa, sembra pervadere il
peregrinare
senza
meta
dell'autore,
ma
dalla
speranza.
Il romanzo appassionerà certamente gli amanti del mare e della navigazione a vela che,
assieme alle vicende narrate, vi troveranno costanti riferimenti ad un linguaggio e ad una
terminologia a loro familiare, anche se forse un po' oscura per dei profani. La lettura è
piacevole, la storia coinvolgente e, pur dipanandosi in un mondo di fantasia, non mancano
i riferimenti, anche di ordine politico e sociale, ai rapporti di sudditanza del sud del mondo
nei confronti del nord e dello sfruttamento che quest'ultimo continua a perpetrare nei
riguardi del primo.
Palermitano, diplomatico di carriera, Francesco Sciortino è stato
ambasciatore d'Italia in Liberia, Madagascar, Mauritius, Somalia,
Sultanato dell'Oman. Amante dei Tropici con i loro ampi orizzonti e
tiepidi mari, Sciortino ama trasfigurare le proprie inusuali esperienze
trasformandole in storie in cui la sua fantasia ricostruisce liberamente,
a volte in modo poetico, a volte con affettuosa ironia, le atmosfere, i
luoghi, i personaggi che ha incontrato.
Un amarcord amalfitano
immerso nella nebbiolina dorata del ricordo
Il monello d'Amalfi
di Angelo Tajani
Två Kronor Förlag Svezia
Autobiografia
176 pag. - Euro: 10,00
ISBN: 91-973005-9-4
Quando la gente, dopo
aver appreso dove sono
nato, mi domanda come
abbia fatto a lasciare un
luogo così bello per
trasferirmi nel gelido
nord Europa,
abitualmente rispondo:
"Sono fiero di essere
nato in una antica,
famosa e bella cittadina
dell'Italia del sud!"
Recensione a cura della Redazione DANAE
Il monello di Amalfi, scritto prima in svedese e poi tradotto in italiano dallo stesso Autore, è un
piacevole e a tratti commovente libro di ricordi di prima mano, di esperienze vissute, di
personaggi osservati "dal vero", arricchito di preziose fotografie tratte dall'archivio familiare, che
certo sarà amato dai lettori che hanno vissuto gli stessi eventi che vi sono narrati, ma che sarà
apprezzato anche dai più giovani, che potranno conoscere il mondo dei loro padri e nonni, dal
1943 agli anni Cinquanta.
La voce narrante è quella dello scrittore adulto, che ricorda un'infanzia colma di avvenimenti
grandi e piccoli, di "lezioni di buona creanza" a suon di ceffoni, ma anche di avvenimenti buffi o
lieti, di scampagnate festose di canti e di giochi, se pure con cibi semplici e poveri, una frittata
di spaghetti, pane e formaggio, un bel sorso d'acqua fresca dall'orciolo di terracotta. A tratti,
tuttavia, affiorano ricordi visti attraverso gli occhi e le emozioni del bambino o del ragazzino
d'un tempo, che scrive la sua prima dichiarazione d'amore su un foglietto, nascosto in un libro
di scuola, fatti di cronaca e racconti di janare e mammoni, tra amarcord, autobiografia e
notazioni di vero interesse storico e antropologico. Il tutto, piacevolmente dorato dalla
nebbiolina del ricordo e della lontananza...
Stampato in Polonia per conto di un editore svedese, questo libro ci meraviglia anche per la
buona qualità dell'editing e la piacevole veste editoriale.
Il monello di Amalfi ha ricevuto la menzione speciale e il relativo premio attribuito
dall'Accademia Vesuviana di Tradizioni Popolari, nell'ambito del Premio Giovi - Città di Salerno.
Nato ad Amalfi, giovanissimo Angelo Tajani si innamora di una ragazza
svedese, che diventa sua moglie, e si trasferisce in Svezia. Dopo aver
lavorato nel settore alberghiero per oltre trent'anni, come direttore di
alberghi prestigiosi, si è dedicato al giornalismo, ed è collaboratore dei
quotidiani "Il Giorno" di Milano, "Il Mattino" di Napoli e il settimanale "Oggi".
Oltre a Il monello d'Amalfi, l'autore ha pubblicato Sulle orme della carta;
Tycho Brahe, ed una recente ricerca sul compositore e direttore d'orchestra
Jacopo Foroni che, dopo aver partecipato alle Cinque Giornate di Milano,
divenne maestro della Cappella di Corte a Stoccolma. Nel 2002, il
Presidente Ciampi lo ha insignito del titolo di Cavaliere Ufficiale dell'Ordine
al merito della Repubblica Italiana, e altri riconoscimenti gli sono giunti dalla
Società Dante Alighieri per la sua intensa attività di diffusione della cultura
italiana in Scandinavia.
Testimonianze di un neurologo
In camice e senza
di Aldo Laterza
Tabula Fati
Esperienze
176 pagine
Euro: 6,00
ISBN: 88-900145-5-5
Ho un ricordo
molto vivo
del mio primo camice:
me lo fece
confezionare
mia madre;
mio padre,
in genere parco di
parole,
commentò:
"Chi sa tra quanti guai
ti andrai a cacciare
con quel camice! ...
se non ti ci abitui
soffrirai molto,
se ti ci abitui
cesserai
di essere un uomo."
Recensione a cura di Stella Di Giorgio
Questo libro forse cambierà la tua immagine di medicina. L'immagine
della medicina spicciola, quella dell'aspirina che allevia il mal di testa, e
della medicina chirurgica, quella col bisturi che incide nella carne viva.
Perché spesso si pensa a al medico come a un meccanico che tratta il
tuo corpo come una macchina da riparare. E si pensa alla medicina come
a una scienza spavalda, che applica rigidi protocolli terapeutici, che
comunica con cinismo anche la diagnosi più infausta e che opera con
freddezza e anaffettività. Scoprirai invece una medicina umana, fatta di
profonda compartecipazione, di coinvolgimento e di sensibilità. Attraverso
le testimonianze piene di suspense di un medico in prima linea che
ascolta, che trepida, che partecipa alla sofferenza e pensa a come
alleviarla anche quando dismette il camice. In un libro intenso e di
agevole lettura, per scrutare l'uomo nei suoi momenti di fragilità, di dolore
e di speranza.
Aldo Laterza medico neurologo, ha prestato servizio per molti anni
presso l'Università di Roma ed è stato primario in ospedali di Viterbo e di
Roma
Il dolore non lo fingi, lo senti
La storia di Lu
di Serena Biagini
Edizioni APED
Diario - Narrativa
80 pag. - Euro: 8,00
ISBN: 88-88602-80-1
“...il dolore,
l’ho sfuggito, ordinato,
spezzettato, per tentare
di gestirlo, governarlo,
nello sforzo di soffrire
il meno possibile.
Mi sono sempre protetta,
ma in questo momento
non voglio avere paura,
scelgo la commozione.”
Recensione a cura di Laura Mondino
Un diario. E’ la forma letteraria scelta da Serena Biagini, per raccontare la storia di Luisa,
che tutti chiamano Lu. Una donna al tramonto dalla vita, alla fine di un viaggio lungo ma
anche incredibilmente denso, che attraverso le pagine del proprio diario, inseparabile
compagno di lotte vittorie e sconfitte, rivive passo dopo passo se stessa.
Un racconto dove emozioni e sentimenti, pur nella loro complessità e intimità sono capaci di
lasciar spazio alla vita, pur non nascondendo il dolore.
Perché è il dolore il “fil rouge” dell’intero racconto. Mai degradato a semplice lamento, ma
guardato negli occhi, affrontato, combattuto e alla fine accettato.
Lo si trova nelle pagine dedicate a Giacomo, il marito, il compagno di sempre.
“Me l’hai insegnato tu che non si scappa dalle emozioni. Io morirò presto… Non piangere,
non dirmi che non è vero. Non fingere, non l’hai mai fatto…Non morire con me, ti prego”.
Un mosaico in cui si condensano altre vite. Chiara, la figlia, dalla conflittualità esposta, non
sottomessa, dove le distanze incolmabili, non sono che semplici grovigli da dipanare: “Ho
imparato a sentirti vicina anche nella distanza, nell’assenza delle tua presenza fisica”. E
sarà proprio lei, Chiara, a ritrovare il diario. E poi Simone, il maschio, simile a Lu per le
rabbie improvvise che si alternavano ai silenzi riflessivi. E ancora le amiche, i nonni, la zia...
E’ difficile raccontare le emozioni. Perché è di questo che parla il libro. E solo coloro che le
hanno vissute, le sanno leggere tra parole inerti e finalmente “chiudere gli occhi, staccare la
memoria, e accettare di non esistere più”.
Serena Biagini nata a Prato, è laureata in Psicologia e
specializzata in Sessuologia. Il suo lavoro clinico l’ha portata a
riflettere sulle storie di vita collegate ai vissuti emotivi delle
persone. Questo è il suo primo romanzo.
Il giro del mondo … in quattordici anni
Mezzo cervello
in fuga
di Marcello Badalì
Edizioni Lulu
Esperienze - Racconti
144 pag. - Euro: 7.00
ISBN: 978 12 91401 028
…nel 1998
comincio
del lavoro di ricerca
con un geologo
fiorentino
dottorato a Princeton.
Egli mi convinse
ad andare a fare
un dottorato di
ricerca,
o Ph.D.,
negli Stati Uniti.
Recensione a cura di Consuelo Taccani
Quel bambino “con molte potenzialità ma non si applica” ha ora quarantatré anni e da
poco ha scritto una “puttanata” (così definita dallo stesso autore), che è un’esplosione di
ipercriticismo e al contempo di risate, con una quantità (s)moderata di parolacce messe al
punto giusto e che rendono questo racconto attualissimo e divertentissimo! Badalì traccia
le tappe della propria “alternativa” esperienza scolastica, dall’Asilo all’Università, per
giungere a segnare il percorso degli ultimi quattordici anni trascorsi all’estero per lavoro.
Il motivo che spinge Marcello a volare oltreoceano è fare un dottorato di ricerca (dopo la
laurea in Geologia) presso una prestigiosa Università americana, e, dopo aver visitato i
vari dipartimenti, deciderà di fermarsi in Alabama. Tornato in Europa, un’azienda tedesca
gli proporrà un periodo di lavoro in Messico, paese culturalmente più vicino all’Italia e,
dopo una vacanza a Cuba, sarà poi la volta della Francia, con Parigi prima e Pau dopo,
della Norvegia con Harstad prima e Oslo dopo, infine della Spagna, con Madrid.
La convivenza con Paesi diversi pone innanzi alla difficoltà della lingua e quindi della
comunicazione, ma non solo, significa anche scontrarsi con realtà lavorative e culturali
differenti che Badalì saprà affrontare con sagace spirito critico proprio di chi deve
adattarsi per sopravvivere e sfaterà diversi luoghi comuni insediati nella cultura italiana.
Uno dei messaggi che si legge tra le righe rivolto a tutti coloro che scelgono di lasciare il
paese natio, è quello di non arrendersi, di non demoralizzarsi e se si sente la nostalgia
della propria terra, come è umano che sia, qualcuno risponderà sempre a un’email, come
è accaduto a Marcello, che non ha mai reciso il cordone ombelicale con l’Italia. Il dialetto
romano accompagna la lettura di questo racconto e lo rende ancora più “nostrano”,
spassoso, divertente, eccessivo, perché no? Un pizzico di pepe rende più saporita una
realtà che purtroppo cade troppo spesso nel banale e nel ridicolo e sdrammatizzare, mi
consenta (espressione berlusconiana), permette di sentirsi meno arrabbiati.
Marcello Badalì è nato nel 1970. Conseguita la laurea in Geologia, cerca lavoro all’estero.
Lascia l’Italia, che ha cominciato a berlusconizzarsi, per andare a ingrossare le fila dei “cervelli
in fuga”, definizione da prendere con le pinze nel caso in questione. Tuttora risiede in Spagna,
dopo aver vissuto gli ultimi quattordici anni tra Stati Uniti, Messico, Germania, Francia e
Norvegia.
La complicata forma del ricordo…
Morfologia
del rimpianto
di Italo Inglese
Tabula Fati
Esperienze - Memoria Musica
140 pagine
Euro: 7,00
ISBN: 88-87220-55-7
Probabilmente,
senza i Beatles
oggi sarei
un uomo stabile
e positivo.
Non sarei
angosciato da dubbi
e da romantiche chimere
e vivrei serenamente
l'ordinaria vita
di un borghese appagato.
Recensione a cura della Redazione di DANAE
Diverse, eppure stranamente simili, le forme del rimpianto raccontate in questo
libro. Il denominatore comune di questo rimpianto è il pudore del racconto, che
arriva addirittura, nella parte centrale, a mascherarsi dietro toni saccenti, giudizi
taglienti, perfino stroncature tinte di livore.
La prima parte del libro, delicata e quasi scarna, è la rievocazione della casa
dell'anima, teatro estivo delle imprese infantili e adolescenziali dell'autore, un
microcosmo profumato di mare e abitato dalla presenza amica dei ricordi e dalla
memoria di un padre amato, stimato e, con gli anni, idealizzato con nostalgia e
tenerezza.
La parte centrale, quella più sviluppata, In memory of the swinging years, denota
una notevole competenza in materia musicale, di quel rock'n'roll che, nel bene e
nel male, è stato la colonna sonora dell'adolescenza di chi è coetaneo
dell'autore, o quasi. Un po' impettiti, allineati come soldatini di piombo, ci
troviamo i Beatles, i Rolling Stones, Bob Dylan, i Doors, i Led Zeppelin e tanti
altri... C'è anche Fabrizio De André tra i pochissimi italiani che si salvano, mentre
gli altri cantanti nostrani degli anni Sessanta e Settanta vengono sommariamente
giustiziati con poche frasi lapidarie: sono tutti figli della piccola provincia italiana,
gretta, scaltra e arrivista. Qualche lettore potrebbe risentirsi un poco,
l'avvertimento ci pare doveroso. Ma, del resto, queste sono le opinioni
dell'autore, e sono da rispettare.
Ed ecco la terza parte, un'escursione, breve come una gita pomeridiana, nel
mondo dei Fratelli cristiani, quei preti irlandesi da cui Italo Inglese ha ricevuto la
prima formazione scolastica, a Roma. Piccole gocce di ricordi, che cadono
lentamente nella vaschetta piena d'acqua di una fontana e troppo rapidamente si
confondono con essa...
Italo Inglese (1956) è nato e vive a Roma. Laureato in Giurisprudenza e Scienze
Politiche, è dirigente d'azienda e giornalista pubblicista.
Credere all’incredibile: i misteri di Prodigia
Prodigia
di Donato Altomare
Tabula Fati
Esperienze
80 pagine
Euro: 6,00
ISBN: 88-87220-57-3
Questo lavoro non vuole
essere una dichiarazione
di fede in certi
avvenimenti, ma
semplicemente la
cronistoria di alcuni
eventi straordinari con la
freddezza di un
giornalista e
l'imparzialità di un
giudice.
I fatti sono quelli che
narro, in forma di
racconto, ma mutando
poco o per nulla la
sostanza.
Chiunque
può crederci o meno.
Recensione di Monia Nardini
Sono eventi che hanno dell'incredibile, fugaci sensazioni premonitrici o situazioni
paradossali le storie raccolte dalla voce di chi è stato testimone in prima persona di
straordinarie vicende in alcun modo spiegabili se non con l'ammissione di un intervento
ultraterreno.
Credere sbalorditi rabbrividendo di fronte alla potenza di spiriti impossibili da fronteggiare
o ridere prendendosi gioco di chi impallidisce di fronte a racconti che hanno talvolta il
sapore di leggende metropolitane?
Il lettore dovrà dibattersi tra lo scetticismo verso i fenomeni paranormali e la tentazione di
cedere al richiamo di "quel mondo fantastico e irreale che spaventa e affascina al
contempo". L'autore stesso si trova per primo a gestire i medesimi dubbi, in bilico tra il "ci
credo" e il "non ci credo", ma supportato da una sorta di fiducia motivata dal conoscere
personalmente i protagonisti coinvolti.
Dal soldato che scampa miracolosamente a un agguato dopo aver sognato il nonno
defunto, all'imprenditore sottratto inspiegabilmente a quello che poteva essere un
incidente mortale, alla giovane madre che dopo aver perso il figlio accoglie in sogno voci e
visioni di entità misteriose: tutti i personaggi hanno un nome e un anno di nascita a
garanzia dell'autenticità dei fatti.
Gli episodi sono narrati con un linguaggio scorrevole ed essenziale che ben si adatta alla
trasposizione del racconto orale, in uno stile che ha il merito di aver reso piacevoli e
coinvolgenti memorie e cronache "più ricche di emozioni che di sintassi".
Donato Altomare (Molfetta, 1951), laureato in Ingegneria civile, esercita la libera
professione. Ha pubblicato numerose opere, tra cui Cuore di ghiaccio (Bari, 1989), La
risata di Dio (Chieti, 1993), L'albero delle conchiglie (Bari, 1994), L'esercito impalpabile
(Chieti, 2000).
Anche i pensieri emettono radiazioni
I latini dicevano
«affrettati lentamente» [...].
di Andrea Bocconi
Tenere il passo veloce,
Trasciatti Editore
ma calmi dentro.
Esperienze
Mica facile:
122 pag. - Euro: 10,00
si chiama presenza,
ISBN: 978-88-96-57402-7 esserci davvero,
invece di rimbalzare
nella mente
tra ciò che è
già passato
e ciò che non è
ancora successo.
Radiopensieri
Recensione a cura di Francesca Canepari
Cinque puntate radiofoniche, cinque argomenti su cui riflettere, cinque
"radiopensieri". Con questi monologhi-racconti, lo psicoterapeuta Andrea
Bocconi getta una rete invisibile ma coinvolgente sugli ascoltatori, trascinandoli
all’interno dei suoi ricordi, esperienze memorabili, incontri con grandi personaggi
del mondo artistico, tra cui l’amico Tiziano Terzani.
E la sua attenzione si focalizza su cinque verbi che al meglio descrivono le
attitudini o i bisogni dell’uomo contemporaneo. Ricordare, rallentare, combattere,
creare, cercare; forse proprio in questo si può riassumere il senso di una vita
intera, il metro di misura per valutarne l’intensità.
Esercitarsi a ricordare i nostri Maestri, per non trovarci impreparati quando
saremo noi a fare da modello; saper rallentare il ritmo del nostro passo, per non
perdere di vista la bellezza del cammino pensando solo alla meta; combattere
per costruire la propria identità, non per distruggerne altre; coltivare il dubbio e
l’imprevisto, lo straordinario che mette in moto la creatività; infine cercare:
mettersi in viaggio, col corpo o col pensiero, per trovare quel luogo in cui sentirsi
in pace. Che sia fuori o dentro di noi.
Gli spunti per condurre il gioco della riflessione nascono da aneddoti vissuti o
ascoltati, frasi celebri o modi di dire dell’antichità, rituali e costumi di popoli
conosciuti in lunghi viaggi, soprattutto attraverso l’India. L’Autore mette a
disposizione degli ascoltatori il suo denso e affascinante bagaglio culturale, in un
flusso di coscienza che volentieri si lascia trasportare dal vento della memoria,
per cui l’ascolto (e la lettura) assumono la fisionomia di una chiacchierata con un
compagno di viaggio, più grande ed esperto, che ci fornisce le coordinate
sottoforma di racconto.
Andrea Bocconi (Lucca 1950) vive ad Arezzo. È scrittore, psicoterapeuta, viaggiatore,
schermitore veterano. Amico dell’India, è stato amico di Tiziano Terzani e allievo di
Roberto Assagioli, il fondatore della psicosintesi. Tra i suoi libri ricordiamo: Viaggiare e
non partire (Guanda 2002), La tartaruga di Gauguin (Guanda 2005), Di buon passo
(Guanda 2007) e In viaggio con l’asino (Guanda 2009) scritto assieme a Claudio Visentin.
La riappacificazione perfetta dell’autore con la propria terra
Salento,
bagliori di stelle
di Donato Nuzzaci
Edizioni Giorgiani
Esperienze
184 pag. - Euro: 10.00
ISBN: 978-88909651-4-2
L’ombra di una
mano
stesa sull’affresco
medievale
di Santa Marina,
proietta il mistero
che avvolge
uno dei luoghi
più remoti
e affascinanti
del Salento.
Recensione a di Roberta Fameli
“Salento, bagliori di stelle” è una pubblicazione dal titolo
accattivante che – come afferma il prof. O. Russo nella prefazione
- costituisce “la sintesi di una riappacificazione con la propria terra”
riscoperta attraverso il filtro della parola e dell’onestà”. Il libro, di
taglio giornalistico, si sofferma sulla descrizione di alcuni eventi
culturali che si svolgono In Salento, per lo più durante l’estate,
offrendo al lettore una sorta di itinerario turistico. Tra gli eventi
menzionati dall’autore ricordiamo il “Salento International Film
festival”, la stagione concertistica d’orchestra di lecce e del Salento,
etc. Belle e poetiche le descrizioni paesaggistiche della terra e dei
profumi locali.
Donato Nuzzaci, giornalista pubblicista, ha scritto e scrive su varie
testate giornalistiche pugliesi tra le quali “Nuovo quotidiano di
Puglia”, “Qui Salento”, “Il Gallo”, “Il Tacco d’Italia” e per diversi uffici
stampa.
Violare il silenzio del passato
Sciarada madrilena
Quando il romanzo
si scrive da solo
di Sonia Piloto di Castri
L'Angolo Manzoni
Romanzo epistolare
126 pag. - Euro: 12,00
ISBN: 978-88-88838-97-7
...a dire che
«Il romanzo
si sta scrivendo
da solo»
ci vuole
tutta la tua faccia tosta,
dal momento che
Carla e io
ci stiamo facendo un C
(C, come culo, per
intenderci)...
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Naturalmente, nulla è meno vero del sottotitolo di questo affascinante e complesso
romanzo epistolare... Eppure, come tutti i romanzi epistolari ben riusciti, sembra quasi un
frutto del caso, e il ruolo dell’autore sembra essere solamente quello di chi riordina e
pubblica un plico di carte trovate in modo fortuito, e dalla cui semplice giustapposizione
sbocciano complesse storie che si intrecciano e coinvolgono magicamente il lettore.
Scrivere un romanzo epistolare richiede esperienza e lucidità, oltre che capacità creativa
e Sonia Piloto, non contenta di scrivere un singolo romanzo epistolare, ne ha incastrati
due, uno nell’altro, il primo fatto di e-mail, spesso venate di sottile umorismo, tra Miguel e
Carla, a Madrid per motivi di studio, e Cesare Graves, esperto di diplomatica e loro amico,
e un secondo romanzo, tratto da un plico di lettere e carte che Miguel e Carla acquistano
per caso ad un’asta, e che permetteranno la ricostruzione delle vicissitudini di una grande
famiglia argentina tra il 1873 e il 1930, la cui storia si dipana tra Vecchio e Nuovo Mondo,
tra la vita elegante e brillante delle Ambasciate parigine, lo sfarzo della corte dei
Romanov, le traversate dell’Oceano in nave, lussuose per i passeggeri facoltosi e assai
meno comode per i poveri emigranti che, dall’Italia, vanno a cercare in Argentina una
possibilità
di
sopravvivenza.
Soprattutto, però, il romanzo ricostruisce il clima di Los Paraisos, una estancia perduta
nella pampa argentina, dove vive la ricca famiglia de Vera, che appartiene alla classe
dominante, discendente dagli Spagnoli, e che si contrappone alle negradas, le popolazioni
autoctone, quasi dei servi della gleba.
Un romanzo rigoroso e accattivante che, se pure opera di fantasia, poggia su solide basi
di ricerca e su una profonda conoscenza della storia e della cultura argentina.
Sonia Piloto di Castri ispanista, ha collaborato con Feltrinelli, Sellerio
e con le Edizioni Angolo Manzoni, presso le quali ha pubblicato la
ricerca storica "La memoria negata. Gli indios australi, 1535-1885".
"Sciarada madrilena" è invece la sua prima opera di fantasia.
Un atto d'amore per la bambina che voleva diventare scrittrice
Segnalibro
a pagina 15
di Alessandra Zecchin
a cura della mamma,
Agostina D'Alessandro
Edizioni Seneca
Diario
112 pagine
Euro: 11,00
ISBN: 88-89404-26-4
Vallese, 19 marzo 1996
Se potessi diventare
un'atra persona
vorrei essere...
Una scrittrice
perché potrei scrivere
tanti libri,
di qualsiasi genere!
Ma la cosa
che mi piacerebbe di più
è che la mia mamma,
di sicuro,
leggerebbe i miei libri!
Recensione di Massimo Peroncelli - Editore del Libro
È prassi comune, per ogni buon editore, riportare nelle note iniziali alcune frasi canoniche.
"Il presente manoscritto è opera di pura fantasia. Ogni riferimento a nomi di persona,
luoghi,..." è ciò che più comunemente si legge all'inizio di una qualsiasi opera.
Questa volta non è così. Disgraziatamente, la storia è vera.
Nell'immaginario collettivo, l'Editore è colui che dispensa saggezza tramite i libri
pubblicati; colui che, prima di ogni cosa, deve guardare ai messaggi ed ai contenuti,
perché depositario della cultura collettiva e responsabile della crescita interiore dei lettori,
presenti e futuri. Purtroppo l'editoria ha lo scopo che hanno tutte le realtà commerciali: il
guadagno. Frase scioccante per i non addetti ai lavori, ma semplice e diretta verità.
E quindi succede che opere valide - ma commercialmente discutibili - restino nei cassetti
dei rispettivi autori o peggio - finiscano nei cestini degli editori, mentre altre, sciatte oltre
ogni immaginazione, vengono pubblicate e - di nuovo peggio - ottengano un clamoroso
successo.
È ora, probabilmente, di cercare di cambiare qualcosa.
Questo libro nasce da un atto d'amore, dall'amore più forte che natura conosca: quello di
una mamma nei confronti della propria figlia. Amore che travalica i confini dello spazio e
del tempo, e che non è descrivibile se non provandolo in prima persona.
Se questo libro toccherà il cuore di una sola persona, o se una mamma, dopo averlo letto,
darà più peso al tempo trascorso con i figli, ecco: lo scopo più importante sarà stato
raggiunto.
Vorrei concludere con una citazione a me cara: "You never value what you have, until you
lose it" ("Non darai mai il giusto valore a ciò che hai, finché non lo perdi" N.d.R.), ma non
ce n'è bisogno: le mille coincidenze riportate nel testo, fanno intendere l'esistenza di una
mirabile trama dietro ad ogni avvenimento, ed inviano quindi un messaggio di serena
speranza.
Voglia Alessandra gradire quello che con tanto Amore la mamma ha messo insieme,
realizzando uno dei suoi sogni.
Alessandra Zecchin è nata a Verona nell'agosto del 1988, e la sua vita è stata stroncata il 15
ottobre 2003, alle sette del mattino, mentre si recava a scuola, travolta da un'auto ad un passo
dal marciapiede. Il suo grande sogno era quello di diventare una scrittrice, ed ha scritto molto,
in prosa e in poesia. La mamma ha raccolto i suoi scritti in questo libro, i cui proventi vengono
interamente devoluti al "Fondo Assistenza Orfani della Polizia di Stato".
L’esperienza dell’AIDS, raccontata in prima persona
Senza Difese
di Antonella Lorino
Proposte Editoriali
Esperienze
77 pag. - Euro: 6,75
ISBN: 88-87431-03-5
Non potevo fare altro che
scrivere, scrivere come
reazione allo sconforto e
allo sconcerto, scrivere
per guardarla in faccia
la sciagura che si era
abbattuta su di me e su
tanti miei compagni,
e per poter raccontare
altre storie...
Recensione a cura di Sandra Amantia
Scorrevole e vivida storia personale, intima, ma al tempo stesso di tanti. Non credo di
poter definire questo scritto d'esordio come avvincente, poiché questo è un aggettivo che
più si addice ad un romanzo o ad una storia di gesta mirabolanti.
Senza difese è più che altro e più di altri, profondamente realistico, proprio come ogni
esperienza vissuta che si rispetti (das Erlebnisse direbbero i sostenitori della filosofia
fenomenologica... un mondo di esperienze vissute dalla coscienza). E' un dialogo
dell'autrice con se stessa, prima che con altri. Il discorso procede diretto, schietto, senza
fronzoli né termini ricercati, poiché teso soprattutto a farsi inseguire da chi legge, e
fortemente comprendere. Ma solo a tratti sembra che questo le importi veramente. Nel
titolare i suoi brevi capitoli, ella dà libero sfogo ai suoi più immediati pensieri che si
rivelano sì disomogenei (non si può dire che vi sia una trama classica), ma mai disordinati
e sempre comunque perfettamente mirati, espressi mediante la tecnica del discorso
indiretto libero. I vari personaggi che a sprazzi compaiono sulla scena offrono sempre uno
spunto riflessivo... sia per blande, seppur acute, osservazioni sia per considerazioni
gravide di studi particolari, seguendo l'incedere narrativo che meglio vi si adatta: "il punto
di vista del protagonista", espresso in un linguaggio spontaneamente informale. In tal
senso si può ravvisare nella struttura narrativa di questo scritto, un'unica macrosequenza
cui si accede per scorgere un intreccio composto di flashback che raccontano del
confronto perenne dell'autrice col mondo circostante il quale continuamente le rimanda
immagini di sé. L'ambientazione è quella di semplici scene di vita in cui si inseriscono
preziose descrizioni dal sapore bucolico, che mai si esauriscono nella pura oggettività.
Una lettura-esperienza
Antonella Lorino, nata a Roma nel 1960, ha lavorato come segretaria di redazione
presso "Agenzia editoriale PanGea", alla realizzazione redazionale e coordinamento
editoriale della rivista del WWF, “Panda”, ha collaborato al periodico di politica e cultura
"Rifondazione" ed ha curato testi per la casa editrice Proposte Editoriali. L'autrice è
purtroppo scomparsa di recente, strappata alla vita dall'AIDS.
Lasciamo cadere qualche foglia di fico
da scabrose verità, spesso volutamente inconfessate
Un uomo normale
di Marco Liber
L'Autore Libri
Firenze
Esperienze - Erotismo
226 pag. - Euro: 16,00
ISBN: 88-8254-656-X8
L'essere e il non essere,
il bianco e il nero,
il maschio e la femmina,
il bene e il male,
la salute e la malattia,
l'amore e l'odio,
la vita e la morte
non sono categorie
contrapposte,
perché esse stesse non sono
entità chiare e distinte
ma scivolano l'una nell'altra
impercettibilmente.
Recensione a cura di Sandra Amantia
Un uomo normale: nel titolo di questo libro, un'espressione semplice. Su questa,
il perno attorno a cui ruota la narrazione dell'autore. Il protagonista, un uomo, si
racconta dall'adolescenza alla piena maturità attraverso intensi fotogrammi di
vita. Le vicende si susseguono con calma descrittiva, fortemente interiorizzate da
fervide, intime riflessioni. E' il progressivo manifestarsi delle prime pulsioni
sessuali e la necessità di razionalizzarle, la molla decisiva, determinante il suo
non facile percorso retrospettivo.
Affiorano prepotentemente silenziose le curiosità, le esperienze adolescenziali e
quelle adulte, vissute e assaporate nell'atto stesso del loro accadere. Soffrono
l'incomunicabilità verso l'esterno di attrazioni proibite, cercate tra le pieghe di una
realtà che vive e pulsa relegata nei suoi bui ménages e convivono con la
luminosità di un sentimento profondo per una sola donna e per i propri figli.
La società accetta ed integra l'uno, condanna ed emargina gli altri. Essa illumina
ed oscura, accoglie o respinge, in una dicotomia perennemente statica, normalità
e anormalità del soggettivo "sentire" che nel protagonista si ribella all'oggettivo
"dover sentire" e si esalta nell'unica, importante, vera consapevolezza: sapere di
avere amato.
Marco Liber, nome d'arte, ha affiancato alla sua vita da libero professionista, la
passione per la letteratura, a cui si è dedicato anche scrivendo racconti e poesie.
Ha collaborato negli anni Ottanta alla pagina culturale del "Corriere dell'Irpinia" e
alla rivista di critica cinematografica "L'altro cinema". Ha anche trasposto su
pellicola alcune piccole storie ed ha creato documentari insieme agli amici del
Cine Club di Avellino. "Un uomo normale" è il suo primo libro ammesso nel
catalogo DANAE, al quale si è poi affiancato il più recente "Adamo".
POESIA
Dalla scintilla di un momento…
A stratti
di Luca Melani
Prospettiva Editrice
Poesia
50 pag. - Euro: 7,00
ISBN: 88-7418-179-5
Non siamo amebe
lasciate a galleggiare
dove l'acqua ristagna.
Proiezioni di DIO,
della fede che abbiamo
contro le ingiurie del tempo.
TI invocai l'altra notte,
RE del cielo, t'invocai
e della terra:
"Concedimi ora l'eterno riposo
prima del sonno che stenta a venire".
Fui la moltitudine seduta
mentre il tuo amore tingeva sul legno.
Mentre mesto cammino,
canto in TUA Gloria
con il mio carico in spalla
fino alla cima del monte.
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Le poesie di A stratti sono immagini rapide, che colgono l'attimo, esprimono una sensazione
momentanea o danno un'unghiata graffiante al male di vivere. "La fierezza di essere verticale" non
impedisce la malinconia del ricordo della compagna d'infanzia che non c'è più, ma la rende rabbiosa.
I ricordi della fanciullezza portano con sé non soltanto le piccole paure, ma soprattutto la voglia di
combattere, di fuggire "la notte immaginando di calciare la luna".
L'amore è possibile o ne amiamo soltanto l'idea?
Ti amerei o, forse, già ti amo,
senza che nessuno lo sappia,
nemmeno io, nemmeno Tu.
"Sputo alla noia", dice il Poeta, ma intanto il male di vivere è intorno, è dentro di noi. Però "non siamo
amebe / lasciate a galleggiare / dove l'acqua ristagna", basta sapere che "vi è comunque tra i
frangenti / una presa ferma e direzione / sotto variazioni di ciò che ci appartiene. " E, se talvolta
siamo rami spezzati o foglie in balia del vento, se ci lasciamo tentare dalla vigliaccheria e possiamo
venir meno a noi stessi falsificando perfino la nostra stessa firma, oppure ci ammaliamo di
malinconia, sappiamo pure camminare sulle creste dei monti. Perché così è l'uomo: forte e fragile,
coraggioso e condannato a portare, come Sisifo, il suo - il nostro - "carico in spalla / fino alla cima del
monte".
Luca Melani nasce a Pistoia nel 1976, la sua attività poetica comincia a
manifestarsi al pubblico con un riconoscimento di merito al premio
"Marguerite Yourcenar 2000", sezione poesia, venendo inserito nella
"Antologia delle più belle poesie del premio letterario" (edizioni Montedit); nel
2002 ha conseguito un riconoscimento al 5° posto al premio letterario
internazionale "Victor Hugo", per la sezione "Raccolta inedita di poesie"; è
stato tra gli autori selezionati dalle Edizioni il Filo per la collana antologica
"Navigando nelle parole"; nel 2003, portato dalla curiosità per le precedenti
esperienze, ha pubblicato "A stratti", raccolta poetica edita da Prospettiva
Editrice. Nel 2004 è apparso su Antologie per autori emergenti edite da Aletti
Editore, ed è stato incluso nella pubblicazione del CD multimediale "La
biblioteca dell'inedito", per le Edizioni il Filo.
Ripensare le ragioni dell’esistenza
Afonia della pietra
di Lina Trezza
Edizioni SBC
Poesia
106 pag. - Euro: 12.00
ISBN: 978-88-6347-333-9
Non erano
vane lusinghe
i sogni
di allora
ma corde
lanciate
oltre
il dirupo
Recensione a cura della Redazione DANAE
L’Afonia della pietra è il grido disperato senza voce di un cuore che non riesce a
farsi sentire, che ha perso il timbro squillante e la baldanza della giovinezza,
quando i sogni sono “corde lanciate oltre il dirupo”.
In questa poesia sottovoce c’è tutta l’angoscia della condizione umana di fronte
alla fine della vita, ci sono i “se” delle cose non fatte e dell’amore non dato, ci
sono le dita insanguinate per lo sforzo di rompere il filo spinato che la avvolge.
Alla fine di questa vita, “breve come un trasalimento”, c’è la morte, che è
desiderio d’oblio (il Lete di classica, pagana memoria!), che è silenzio di voci
amiche. Forse, però, oltre quella soglia di tenebra, si intravede la luce di un’alba
luminosa.
Tra paura e speranza, timore e sete d’infinito, forse camminiamo verso l’azzurro,
verso un infinito di cui abbiamo sete.
Dio dov’è in tutto questo? Lo chiamiamo “Padre”, ma ci dispensa pianto,
angoscia e morte. Che amore è, questo? Dio resta lontano, inconoscibile. Forse
ha perfino bussato alla nostra porta, ma non è stato udito, così ha proseguito.
Una parola bisbigliata, intrisa di reminiscenze classiche mai ostentate, questa di
Lina Trezza, sovente amara, a tratti assetata di luce, come un cieco che brancola
nell’ombra fuligginosa e desidera la luce di una nuova alba. Dobbiamo farci
coraggio, accettare di spezzare le catene del ricordo e camminare oltre la soglia.
Cosa troveremo, non è dato sapere: vagheremo nella nebbia o riposeremo sotto
un’ombra frondosa, finalmente in pace?
Lina Trezza è nata a Nocera Inferiore (SA). Laureata in lettere, ha insegnato nelle
scuole statali e ha sempre coltivato l’amore per la poesia. Oltre questa, ha pubblicato
altre tre sillogi: L’Uomo dell’orto, Pietra su pietra e Con mani di cristallo.
Presente e passato nel segno dell’amore
Amore coniugale
di Francesco Baldacci
Tabula Fati
Poesia
95 pagine
Euro: 8,00
ISBN: 88-7475-108-7
Quando mi congiungo
nell'attesa della felicità,
così sordamente piango.
Corpo sul corpo estrema dilatazione
della memoria esplode la mia errante
confusione. Tu
non m'irritare: ho
perduto l'ingenua fede,
ma dentro
raccolgo feticci e
immondizie dalla terra.
Sono malato
d'adolescenza...
Recensione di Ezia Caredda
Un titolo semplicissimo: Amore coniugale; ma semplicità che è indice di saggezza. La
saggezza "dei vecchi" e della sacralità della vita. Un uomo e una donna, due punti
cosmici, due esistenze della storia umana all'interno della drammaticità dell'esistere. Le
poesie che Francesco, l'autore, dona alla sua sposa, escono dai confini strettamente
familiari - l'amore è codice universale - disegno del progetto divino. Nell'epoca "del
prestissimo", delle navigazioni telematiche, del ritmo a scatti, delle riproduzioni seriali tutto è frammentarietà e sfugge il senso di ogni cosa.
Quale la possibilità di salvezza per l'uomo contemporaneo? La consacrazione del
rapporto matrimoniale, Filo, centralità dell'esser-ci (qui, ora, in questo istante) come
Persona trina: padre, figlio, spirito. Poesie ricche di pathos, scevre d'ogni artificio retorico.
Traccia di un discorso umano ed esistenziale. Un uomo che si racconta all'interno di un
arco temporale: quarant'anni di matrimonio. L'amore è embrione eterno da consacrare,
privo di staticità ma, in divenire. Nel rapporto vissuto con coscienza vi è un'emozione
finemente malinconica che si snoda in armonie e disarmonie molto raffinate in simbiosi
perfetta con la vita. Apologia intenzionale - quindi - in controcorrente all'irruzione
dell'aberrazione umana.
La pienezza della percorrenza sentimentale è stabilità dell'essere all'interno della sua
quiete che tratteggia il ciglio dell'eterno. Umano navigare immerso nella fermentazione
della vita ma aperto all'insondabile. Poesie dolcissime, struggenti, a volte fisiche e
passionali che danno voce all'inquietudine e stupore umano di fronte al grande mistero
dell'Essere che si cela e si disvela.
Francesco Baldassi nasce nel 1938 a Roma, dove vive tuttora: è
stato insegnante elementare, si è laureato in pedagogia e ha
partecipato a movimenti culturali giovanili dalla fine degli anni ’60 al
termine degli anni ’90; ha pubblicato varie sillogi poetiche,
ottenendo anche il Premio della Regione Veneto nel 1983.
L'amore e l'arte di amare, da venti secoli
Ars Amatoria e Amores
di Publio Ovidio Nasone
Traduzione di Giuseppe Gualtieri
Edizioni Carabba
Poesia Latina
358 pagine
Euro: 25,00
ISBN: 88-88340-78-5
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Venti secoli separano l'abruzzese Publio Ovidio Nasone dall'abruzzese
Giuseppe Gualtieri, ma chi lo direbbe, leggendo la versione dell'Ars
amatoria e degli Amores appena pubblicata da quest'ultimo? Del resto,
quando un poeta traduce un altro poeta, ed è questo il caso, è sempre un
grande regalo per il lettore appassionato. Ovidio, scrive Gualtieri nella
prefazione, "mi voleva parlare". Allora, è bastato mettersi in ascolto per
esprimere così, semplicemente, "come un compagno di Ovidio", e tradurre
"nel latino moderno ch'è l'italiano" quello che il poeta del passato ha
espresso in latino, che altro non è se non l'italiano antico. Non c'è, qui, la
pedanteria del traduttore paludato, c'è quasi l'amico che traduce l'amico, se
pure con grande competenza e dovizia di note esplicative, ma concrete,
essenziali, mai sterile sfoggio di erudizione. E il risultato è una versione
fresca, vera, godibile, attraverso la quale ritroviamo il poeta antico che,
nell'Ars Amatoria, si fa praeceptor amoris e, divertito e arguto, insegna ai
suoi lettori come conquistare una fanciulla e come far durare l'amore, o
consiglia le donne sul modo di suscitare il desiderio maschile ed essere
corteggiate,
in
un
gioco
erotico
allegro
e
trasgressivo.
Ingegnosi, raffinati, ironici anche gli Amores, dove l'amore per Corinna è
gioco letterario, ma non solo: quando gli strali del "volastrello dispettoso",
come Gualtieri definisce Cupido, colpiscono davvero dritto al cuore, il
sentimento si fa più profondo, si odia e si ama.
"Sì che senza di te non posso vivere
e neppure con te; ed a me pare
di non saper più quel che il mio cuor vuole".
Ma, ci dice Ovidio, non prendiamoci troppo sul serio, non lasciamoci
coinvolgere eccessivamente, divertiamoci a sedurre e a lasciarci sedurre.
L'amore è godimento, il piacere erotico è gioia di sentirsi vivi, grata è la
spossatezza che segue le fatiche d'amore. E grata anche la lettura di
questi versi che corrono via leggeri, aiutati dalla traduzione moderna, come
se i venti secoli passati da quando furono scritti non fossero che un
attimo...
Nel Settembre 2008, il romanzo ha vinto il XXXII Premio Internazionale
Emigrazione Abruzzese.
Via le strappai la tunica,
sebbene fosse così diafana
che a stento il fascino
copriva del suo corpo;
ma lottava per esserne
coperta.
Mentre così lottava, ella,
come una che non volesse
vincere,
fu vinta per proprio
tradimento.
Come dritta si erse,
così, nuda, innanzi agli
occhi,
in tutto il corpo suo
non c'era un neo.
Che malia di spalle,
quale incanto di braccia
non vid'io, non io toccai!
Che meraviglia da carezze,
i seni!
Come soave al tocco il
grembo sotto
a quei seni illibati.
E che leggiadri e lunghi
fianchi!
E quale seduzione
le giovanili cosce!
Ma a che conto le sue
bellezze
ad una ad una, tutte?
Cosa non vidi che non è
laudabile:
quel corpo nudo
io strinsi a me allacciato.
Il resto chi non sa?
Esausti, entrambi
giacemmo in abbandono.
Ah! che sovente
mi giungan,
grati,
questi mezzodì!
Amores, I, V
Giuseppe Gualtieri, autore di queste traduzioni, nato sui purissimi monti d'Abruzzo or è tant'anni, fu
trapiantato per insegnamento e lavori di tavolino prima tra le brume gravi di città italiane e poi tra
fumide afe di metropoli americane. Per le une e per le altre peregrinò a lungo, ebbe esperienze
davvero "variegate" tra aria pura di foreste, polvere di strade, fumi di uffici e olezzi di aule
universitarie. Visse in gioie e travagli curiosando assai, osservando molto, ricordando moltissimo,
imparando inezie. Vive ancora come uomo dalle molte vite di un passato fortunoso con la mentalità
giovanile di un vecchio bifolco che rumina un po' nell'ombra e un po' nella penombra; o come un
pecoraro che continua a vegliare e sognare sopra i monti timosi d'Abruzzo con gli occhi posati sopra
un gregge di pecore al pascolo che non vi brucano più.
La dualità della vita
Artificalia
di Rossano Onano
Tabula Fati
Poesia
64 pagine
Euro: 4,00
ISBN: 88-7475-073-0
Esce notturna
dalla caverna
sottomarina
la sirena ricciuta,
si erge
fino allo scoglio
prossimo alla luna,
eleva la voce
di lupa mannara
alle nuvole,
soffre di solitudine
Recensione a cura di Annarita Tucci
La poesia di Rossano Onano ci introduce in luoghi inesplorati con la semplicità e
l’immediatezza del nostro tempo. Il suo stesso avanzare lascia senza certezze e
con parole sussurrate indirizza il lettore nei sentieri più celati della coscienza. Il
suo è un viaggio dell’essere, attraverso l’essere; individua i sentieri da
percorrere, dandone le basi per poter affrontare un percorso, che partendo da
determinate figure ne illustra e ne caratterizza molte altre. I temi e le figure
principali dell’autore sono rappresentati dalle donne, dal viaggio, dalla ricerca di
identità, passando addirittura per il ciclista Pantani. Le figure sono solo accenni
di una realtà nascosta e poco conosciuta, che si mostra all’essere umano
attraverso la vita; Onano brillantemente e senza paura mostra il sentiero e
l’insicurezza che vela gli occhi degli uomini camminando nel mondo.
La donna, infatti - che ad onor del vero intesa come femmina, quindi animale e
come materia generatrice dell’umanità - è resa da Onano sia come accogliente
creatura che come feroce e aggressiva. Rappresentando in tal modo la dualità in
ogni cosa, ogni persona e l’instabilità che arreca nel mondo, il camminare
sempre attraverso il bene e il male, la vita e la morte.
Tutto ciò è reso d’impatto, come uno scatto fotografico, dal linguaggio immediato
e sottilmente ironico dell’autore, che procede con un lessico ben curato e con
astuta consapevolezza della forma, unito ad immagini indelebili dalla mente.
Rende instabili e insicuri, la sua poesia, fa attraversare una densa palude, ma
nonostante i primi attimi di confusione si arriva ad un pensiero, che anche se
doloroso, è necessario ed illuminante, correlato da uno stile implacabile,
fantastico e fantasioso.
Rossano Onano (Cavriago, 1944) è medico psichiatra. È autore di numerosi
saggi e di testi di poesia, tra cui Le ancora chiuse figlie marinaie (1994), Homo
non dice (1998), Preghiera a Manitou di Cane Pazzo (2001), Appunti ragionati di
prossemica (2002).
L’altro mondo: l’esclusione
Dove nessuno
posava lo sguardo
Poesie oltre il muro
di Aral Gabriele
La Piccola Editrice
Poesia
80 pag.
Euro: 10,00
ISBN: 978-88-7258-410-1
Ma io
da solo
non avevo armi
perché
quel muro
era fatto
d’indifferenza
Recensione a cura della Annarita Tucci
Libertà, mura, carcere e scrittura come unica evasione.
Immaginate di essere prigionieri, rinchiusi, reclusi in un carcere; di non vedere il
mondo, di esserne esclusi; immaginate che l’unica comunicazione con l’esterno siano
i vostri pensieri e le vostre fantasie; immaginate il silenzio.
Immaginate un corso di lettura e scrittura in una casa circondariale e di avere la
possibilità di comunicare ancora con gli altri attraverso questo progetto.
Nasce così questo testo di Aral Gabriele, dal sottotitolo illuminante: “Poesie oltre il
muro”; la poesia che viene dal profondo del non detto, la poesia che serve per
rinascere, la poesia che aiuta a guarire. È questo che l’autore ci fa intendere dai suoi
scritti, la necessità delle sue parole, che non sono gridate, urlate o disperate, ma
nascono dalla consapevolezza della sua situazione. Rappresenta la realtà, si nutre
voracemente del reale che le appartiene, ma si innalza fino al sogno, all’evasione
come fosse un autoterapia. Per noi lettori è un viaggio fantastico verso le verità
interiori che solo un poeta ci può illustrare, e ci indica la forza, l’autodeterminazione
per la vera libertà.
L’autore scrive per se stesso, la sua è una comunicazione personale, un dialogo tra
sé; i suoi libri la sua scrittura, i suoi testi, la sua realtà e la sua mente. Attraverso la
sua poesia, lui riesce finalmente a scoprire se stesso e il mondo, che ormai sente
così lontano.
“...ho scoperto il mondo / tra le pagine dei miei libri, / e chiuso tra le mura di una
prigione / ho scoperto la mia libertà”..
Aral Gabriele nato a Roma nel 1975, è detenuto dal 2002.
Attualmente è iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di
Pisa. Ha partecipato a numerosi concorsi di poesia, vincendo o
classificandosi ai primi posti.
Mettersi "in viaggio" per spezzare il dolore dell'esistenza...
Eco
di Ezia Caredda
Libroitaliano
Poesia
62 pag. - Euro: 10.00
ISBN: 88-7355-906-9
I versi dell’ “Eco”
di Ezia Caredda
staccano l’ombra
da terra per
librarsi oltre i
frastuoni e
atterrare sulla
quiete,
sui silenzi del
pensiero.
Recensione di Viviana Gigantiello
Questa "Eco" non sopraggiunge da aerei che si schiantano contro grattacieli o da detonazioni
in metropolitana, no... i versi dell' "Eco" di Ezia Caredda staccano l'ombra da terra per librarsi
oltre i frastuoni e atterrare sulla quiete, sui silenzi del pensiero. Versi da sussurrare o
declamare, che comunque riecheggiano. Ora accorati, ora raggianti.
Dall'alto, dal basso, da ogni parte e per tutto il tempo. La parola si traveste e confonde, si
nasconde e si svela rinata, si fonde con l'azzurro del mare che riflette il cielo, con il male che
nasconde il bene, con colori che sorprendono: il luccichio dell'acqua, il bagliore del fuoco, il
vigore del vento. Ogni elemento della natura è invitato ad un gioco di rimandi e prende vita in
un cantuccio di tempo dove il caos quotidiano si ferma.
I versi che s'inseguono scuotono il lettore:
[...] Vento Tempestoso?
O Sei Tu, Silenzio...
Che Brutalmente Cominci A Farmi Capire?
O lo lasciano smarrito a fermare il vuoto di dentro:
[...] La Terra si muove
Perché l'uomo si fissa?
La Caredda ci invita a una trasvolata tutta orientale nella quale la contrapposizione tra Bene e
Male, tra coscienza e oblio, tra passione e distacco, spinge il lettore a guardare oltre il visibile
con una molteplicità di forme e a sentire come il contrappunto levighi la forma e come
l'univocità la deformi.
La Caredda non è alla ricerca di un senso a tutti i costi, ma tra i luoghi del suo "viaggio" tutti
riusciamo a riconoscere il nostro. Le parole affiorano per spingersi dentro la superficie della
pretesa umana e mostrare il coraggio di saper essere. Versi che prendono e, non appena
intuiti, respingono e fuggono verso altri significati. Verso altri suoni, altre luci e, allora, sgomenti
sentiamo pieni e forti la nostra esistenza.
Ezia Caredda vive a Cagliari. Laureata in Pedagogia e diplomata in massaggio ayurvedico, è
autrice di numerosi scritti di poesia e narrativa, pubblicati da riviste e siti web.
Nel bene e nel male, non c’è vita senza amore…
Emozioni
di: Alessandra Scaparrotta
Tabula Fati
Poesia
48 pagine
Euro: 4,00
ISBN: 88-7475-083-8
L'Anima mia
non altro
che il puro specchio
dell'Amore
Recensione a cura di Marianna De Padova
Poesie in rima, ma più spesso liriche, come sottolineato da Sigismondi nella
presentazione, che raccontano, descrivono e coinvolgono il lettore in quello che è il più
grande e tormentato sentimento dell'uomo: l'amore. Forti espressioni poetiche prendono
per mano il lettore, che (ri)vede e (ri)sente le emozioni rappresentate, tornando ai suoi
ricordi, al suo innamoramento, alla sua estasi e al suo tormento, preso per mano
dall'ingenuo ardore di questa giovane autrice:
"Cuore nelle mani.
Occhi dentro il cuore...
Amore dentro gli occhi.
Gli occhi dell'amore..."
Brani in cui però, scorre soprattutto la vita e il vivere, con l'amore e le sue emozioni,
perché, in fondo, non c'è vita senza amore: infatti esso è sempre nella nostra vita,
essendone il perno. Perno di un'esistenza, che può esserne allietata o distrutta, ma che di
continuo si nutre di esso. Gioia e tormento del vivere amando, quindi, ma senza per
questo esserne del tutto in balia, bensì tratteggiando sempre un concreto alito vitale:
"Allora si che sarà vita nuova,
vita grande, vita magica ed esaltante!
Vita splendida e vivace,
vita semplice ma audace!"
Un piccolo libro che racconta grandi sentimenti. Questo dunque è Emozioni, raccolta di
poesie di Alessandra Scaparrotta, edita da Tabula Fati, che ha curato con stile in ogni
aspetto questa piccola edizione, rapportandosi al pubblico con un prezzo di copertina
adeguato.
Alessandra Scaparrotta nata a Foggia, frequenta la Facoltà di Medicina e Chirurgia a
Chieti. Questa è la sua prima raccolta di poesie.
S'incrociano memorie, come fumi, in notti d'assenza
Esperienze del noto
di Alberto Asero
Angolo Manzoni
Poesia
48 pag. - Euro: 8,00
ISBN: 88-88838-00-7
La sera trasuda
dall'erba
agguanta le ossa
umida
primordiale
e tu la vedi bella
lei che non dicembre
è senza ragione
come quel corpo nudo
in attesa
disperso in una stanza
dai muri di vento.
Recensione a cura di Giorgio Barberi Squarotti
La scrittura di Alberto Asero fissa, nell'essenzialità delle situazioni e delle immagini, apparizioni
della vita e delle stagioni, della memoria e del cuore, con particolare icasticità ed efficacia: ma,
subito, il discorso si inceppa, e allora si avverte il senso del pericolo che la durata sia fragile,
perché al di là ci possono essere il silenzio, la dissoluzione, la sconfitta della visione e della
passione. Per questo allo scatto della visione seguono la perplessità, l'ansia, il dubbio
dell'essere. Penso a testi molto intensi e drammatici come Ancora volti o A Germana o
Presente o Era la sera (...) o Ma il saggio approdo (...); e quest'ultimo componimento segna il
trascorrere dell'evento dalla descrizione alla riflessione, dagli avvenimenti e dalle esperienze al
giudizio, al tempo stesso doloroso e volto alla conquista della pur provvisoria saggezza
dell'anima. C'è anche, allora, come punto supremo della rappresentazione poetica, la visione
della verità del tempo, della creazione, della storia fra slancio e consapevolezza di rischio e di
errore, di trionfo e di perdita:
forza
che l'individuo
costringe
bellezza esplode
divampa la gloria
la terra
l'anatomia ti apprese
e realistico valore
insinuando
mostrasti alla storia la storia.
Con il tanto di entusiasmo e il confronto e la meditazione, il discorso poetico di Asero mostra a
questo punto la sua sicura autenticità: e già non è poco, nella giovinezza della ricerca.
Alberto Asero è nato nel 1976 a Torino, dove tuttora vive e lavora
come free-lance scientifico. Studia dapprima violino, pianoforte e
composizione presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino,
riportando diversi riconoscimenti, fra cui l’invito a partecipare ai
Mercoledì del Conservatorio. Consegue successivamente la laurea in
Filosofia (110 cum laude) discutendo una tesi in Bioetica sull’identità
dell’embrione umano sottoposto ad intervento genico correttivo.
L’interesse per la cultura scientifica, unitamente alla convinzione della
centralità di una comunicazione scientifica scrupolosa e attenta ai
risvolti socio-politico-culturali della scienza stessa lo porta ad
intraprendere numerose collaborazioni con quotidiani e riviste
scientifiche, sia a grande diffusione che specialistiche.
Versi di donna, in cerca dell’uomo cui sono legate le emozioni più profonde
Esseri
di Assunta Pascetta
Tabula Fati
Poesia
80 pagine
Euro: 3,50
ISBN: 88-900145-8-X
T'amo e ti voglio,
t'amo e ti desidero tanto
da brancicarti come pane
caldo,
friabile, un sentore, un
profumo
che sa di te e mi
travolge...
Recensione di Rossana Gabrieli
Versi di donna, che rincorrono, parola dopo parola, quel "tu", l'uomo, al
quale sono legate tutte le emozioni più profonde. Una poesia che si
esprime come costante tensione verso un rapporto a due solo
occasionalmente realizzato; l'amore e la passione non sono mai vissuti
fino in fondo: come nuvole multiformi e cangianti, sfuggono nel cielo
dell'esistenza. Impossibile afferrarle. Perché la metà maschile, così
desiderata, si presenta e scompare. Sembra, in alcuni momenti, che
finalmente la ricerca delle certezze sia giunta ad un traguardo, che si
possa "sostituire l'io con il noi". Ma è un'illusione, perché il desiderio
d'amore è sempre un passo oltre, sempre di là da compiersi; i dubbi e le
ansie riaffiorano, gettando ombre affannose su pensieri che si inseguono,
che si interrogano, sempre alla ricerca di "lui". Nel ripiegarsi su di sé, a
cercare il senso più profondo della vita, l'amore cede il passo alla
solitudine e la poesia diventa il "luogo" ove placare la vena malinconica
che scorre senza sosta. Eppure, quando l'ansia si spegne e gli affanni si
stemperano, affiorano miniature, ricordi, "immagini" di un'esistenza
pacata e serena, in cui suoni e colori quotidiani sono le vere risposte alle
domande pressanti della vita, in cui l'amore si fonde con le piccole cose
semplici di ogni giorno.
Assunta Pascetta, sposata, madre di tre figli, è specializzata in
ortofrenia all'Istituto di Psicologia Sociale di Torino. Questa è la sua
raccolta poetica d'esordio.
Splendori e silenzi di un passato eterno…
Hodoiporikà
di Gloria Larini
Proposte Editoriali
Poesia
52 pag. - Euro: 7.00
ISBN: 88-87431-35-3
Scorgo lontano
le tue curve rotonde
colline spoglie...
cespugli
che baciano il cielo,
che pare più basso
a vedersi,
quasi carezza divina.
Recensione a cura di Viviana Gigantiello
Questa delicata silloge non si limita a ricreare l'atmosfera di una terra e della sua storicità antica e
magica, questa silloge è la Grecia. E chi non l'ha conosciuta, ne respira e ne ascolta lo splendore
originario con il privilegio della quiete e dello stupore di questi versi.
La Grecia non la si può solo accennare e questo Grazia Larini, la giovane autrice, lo sa. Nel viaggio
al quale non manca il saluto e l'addio grato denso di speranza, la suggestione stilistica è raggiunta
con la meticolosità di chi ama questa terra nei suoi molteplici aspetti gloriosi e nelle sue disfatte.
La rigogliosa natura non cede all'incedere del tempo e continua a svelare segreti nella terra
dell'Ellade al cielo così vicina, agli Dei così grata, come nei versi di "Saluto alla Grecia":
Scorgo lontano le tue curve rotonde
colline spoglie...
cespugli che baciano il cielo,
che pare più basso a vedersi,
quasi carezza divina.[...]
Le atmosfere di antiche gesta gloriose, attraverso cui dolore umano avvicina il divino eroe alla stirpe
dei mortali, riecheggiano nei versi dell'Achille morente:
[...] è sconfitto
e volge altrove lo sguardo
altero di mille battaglie.
La centralità dell'uomo appare d'incanto verso dopo verso dietro un colonnato che testimonia il divino
afflato ora come allora in "Nell'Agorà":
[...] Freschi pensieri riempiono la mente
e si ricrea,
innato,
l'Amor che fece l'uomo
centro della Vita.
Ogni manifestazione terrena e umana è sapientemente elevata alla sfera celeste, persino l'aria della
Grecia che l'autrice inspira forte prima di socchiudere gli occhi sotto il peso della nostalgia in "Addio":
[...] a respirar quest'aria senza tempo
ed a guardare il cielo,
che sembra ancor più vasto [...]
Delicatezza, grazia e sapienza rendono questo viaggio poetico denso e nostalgico che viene voglia di
sussurrare a chi vogliamo raccontare perché, se l'amore non si può separare dalla vita, questa terra
non si può separare dal cielo.
Gloria Larini è nata a Piombino e si è laureata all'università di Pisa, prima in lettere classiche e
successivamente in filosofia. Autrice di sillogi poetiche e saggi filosofici e letterari premiati in vari
concorsi, con Hodoiporikà ha vinto il premio "Elsa Morante" nel 2004.
Sotto lo sguardo tenero di un Dio che attende
Il settimo giorno
di Fra' Matteo Pugliares
Edizioni Creativa
Poesia
48 pagine
Euro: 7,50
ISBN: 88-89841-04-4
Io non ho bisogno
di santuari
che mi annullano
i pensieri
perché sono già
sommo sacerdote
di un tempio antico,
e di morire
m'importa poco
perché la mia ombra
sopravvivrà a me
e alla mia memoria..
Recensione di Piera Rossotti Pogliano
Il settimo giorno è quello del riposo, della contemplazione dell'opera compiuta, della
salvezza "necessaria" che giungerà alla fine del tempo. Il cammino di noi uomini verso il
settimo giorno che Fra' Matteo evoca nelle sue poesie, si svolge tra lampi di luce e picchi
di sofferenza e di buio, smarrimenti nel deserto della vita e "sbadigli del cuore". Siamo
"piccoli, infelici, testardi", colmi di amarezza, vittime o carnefici, prigionieri e al tempo
stesso artefici di un mondo
che divora se stesso
e non se ne dispiace...
Immersi nelle tenebre e nel tempo, cerchiamo con angoscia la luce, incapaci di lasciar
sbocciare il germe divino che abita dentro di noi.
E "lassù" che accade, mentre noi quaggiù ci arrabattiamo nell'amarezza e nel dolore, ci
calpestiamo l'un l'altro, coltiviamo troppo il nostro "io"? Da lassù, Dio ci guarda "intenerito",
con le braccia sempre aperte per accoglierci. Ma non fa nulla. Ci offre l'Amore, non ce lo
porge. Attende. Perché l'uomo è figlio e non schiavo, e dev'essere lui a scegliere il
percorso della fede, a decidere di urlare a voce piena il suo "credo", a rinnovare il suo
cuore.
Ma quanti ostacoli sulla strada verso la redenzione, quanto grande il rischio di rassegnarsi
al male, di cedere allo sconforto della morte...
Matteo Pugliares, Frate Minore Cappuccino, è nato ad Augusta (SR) nel '72 e
vive a Modica (RG) dove si occupa di pastorale giovanile, come Assistente
Regionale per la Sicilia della Gi.Fra. (Gioventù Francescana). Direttore della
collana Le Pleiadi per le Edizioni Creativa, e Coordinatore Nazionale del Gruppo
Culturale "Parole Sparse", ha vinto molti premi in concorsi di poesia e narrativa
ed è stato inserito in diverse antologie. Collaboratore di riviste e gruppi culturali,
curatore di antologie poetiche, giurato di Premi Letterari, correttore di bozze, Il
settimo giorno è la sua quarta raccolta edita di poesia e, tra le sue pubblicazioni,
ricordiamo Il sogno di Poldo - Ed. Creativa, anch'esso disponibile nel catalogo
L’assenza presente
L'assenza
di Rossano Onano
Tabula Fati
Poesia
94 pagine
Euro: 5,00
ISBN: 88-7475-088-9
Magia
è il caldo delle mani
che incendia
ogni inverno
l’aprile
che ha il tepore
di labbra lontane.
Magia è non averti
ma sentirti dentro,
come il canto del
merlo
che al primo albore
grida sul mondo
l’assenza.
Recensione a cura di Elena Riva
In questa raccolta di poesie articolata in cinque parti, Lucia Ballerini «grida sul
mondo l’assenza», e lo fa con i suoi versi, perché in un universo smanioso e
insoddisfatto, che attende «lampi nel nulla», è «la poesia a far muovere le cose».
L’assenza è fuori, nella perdita, nella lontananza fisica della persona amata, di
una giovinezza passata, ma è anche dentro, nella mancanza di risposte certe, di
una piena consapevolezza di se stessi, del rapporto con l’altro e del senso
stesso dell’esistenza.
L’uomo, il poeta, vive nel ricordo caldo, interiorizzato, di ciò che è stato, ma a
prevalere in lui è la nostalgia, l’inquietudine, la smania di cercare di capire, di
ritrovare il «perduto chiarore». Se da un lato tende a rimanere nel guscio a
riallacciare distacchi, dall’altro si spende in una ricerca ostinata, concreta,
pressoché carnale.
Il fluire del tempo, il rapporto dentro/fuori e il paesaggio fanno da cornice alle
sensazioni; la natura con le sue tonalità fredde accompagna l’assenza esteriore,
mentre i colori caldi, sovente legati al campo semantico del fuoco, riscaldano
quella che diventa una presenza interiore.
La poetessa infine, nel congedarci, sembra suggerire che la vita è continua
esplorazione, e non esistono certezze pronte o risposte preconfezionate: l’altro è
«l’enigma, l’altrove». Un’alterità magari lontana fuori ma presente dentro
Lucia Ballerini nasce in provincia di Modena nel 1961, dove vive e fa parte del
circolo di poesia «La fonte di Ippocrene». Ha pubblicato quattro raccolte
poetiche: Sono solo poesie (1988), Il lato oscuro (1999), Di acqua di fuoco
(2000), Passaggi (2004).
…Sògnati come si sogna un cieco e credici
L'intima essenza
di Andrea Tavernati
Edizioni EEE-Book
Poesia
188 pag. - Euro: 12.00
ISBN: 978-88-6690-143-3
Nel gioco delle
illusioni
compare talvolta
l’immagine di un viso,
come nel retro di uno
specchio
o nel sogno di un
cieco.
Tuttavia
l’apparizione è incerta
e la gioia è breve:
incessante il dubbio.
Recensione a cura della Redazione di DANAE
Se togli tutto il superfluo, l’inutile e il secondario che occupa la tua vita. Se togli quello che
hai, quello che fai e che devi fare, ciò che è legato alle abitudini e alle necessità sociali,
ciò che ubbidisce alle leggi, ciò che hai ereditato dai padri, ciò che ti impone il gruppo, ciò
in cui hai scelto di credere, ciò che dipende dagli affetti, ciò che ti fa piacere e che hai
imparato ad amare o ad odiare, ciò che rifiuti e ciò che accetti. Se togli tutto questo,
rimane
qualcosa?
Questo
qualcosa
si
può
esprimere
in
parole?
L’Intima Essenza è la disciplina e l’esito di questa ricerca. Non è un semplice
agglomerato di haiku, ma un percorso conoscitivo attraverso la forma poetica più precisa:
recuperare l’essenza della parola attraverso una scelta di asciuttezza e concentrazione. È
stata una sfida e una battaglia. Alla fine il libro si è imposto sull’autore. La scoperta
dell’intima essenza interiore l’ha sorpreso quanto lo sperimentare quella della parola.
Il libro chiede di adattarsi alla sua “respirazione”. C’è una lettura ideale, quella che
l’introduzione suggerisce, fatta di tempi lenti, estraniazione, dimenticanze, mulinelli. Un
invito a perdersi per ritrovarsi. Soprattutto una lettura che non passa attraverso gli occhi,
ma avviene direttamente nella mente.
Ci sono tre parti: Labirinto rappresenta la presa di coscienza del reale attraverso la
poesia e il linguaggio. Mandala rappresenta l’immersione vera e propria nell’intima
essenza, lasciandosi alle spalle l’esteriorità del reale. E’ il centro, in tutti i sensi, del libro e
a sua volta ha un centro ove prevale il vuoto. Ritorno è una risalita, un ritorno al reale
che, dopo l’esperienza di Mandala, viene rivissuto in un modo nuovo, più distaccato e
sereno, ma con una maggiore consapevolezza del sé.
Andrea Tavernati è nato a Pavia nel 1960. Laureato in lettere e
diplomato in archivistica, ha lavorato nella scuola pubblica e poi come
creativo pubblicitario. Cosa che fa tuttora. E’ sposato e ha due figlie.
Malato di scrittura fin dall’adolescenza, a 16 anni ha cominciato a
scrivere un romanzo fiume. Quando, quattro anni dopo, l’ha concluso e
riletto, ha deciso di sotterrarlo in giardino. Ma il vizio è rimasto. Nel
tempo ha scritto poesie, racconti, altri progetti di romanzo. Ogni tanto si
sfoga in una rivista o sui poveri giurati di qualche concorso. Qualcuno,
sorprendentemente, l’ha anche vinto.
La preziosità dell’istante
L'opra preziosa
di Giuseppe Bosi de’ Villalba
Tabula Fati
Poesia
48 pagine
Euro: 4,50
ISBN: 88-7475-035-8
Signore,
ti nascondi,
ma non tanto,
perché ti vedo,
in un fiore
rorido di rugiada,
in una stella
che brilla
nel cielo,
negli occhi
di un bimbo.
Recensione a cura di Rachele Bonfondi
Le poesie di questa raccolta invocano l’immobilità di un tempo lontano, in cui le
parole risuonano ancora del loro significato originario, eterno, immutabile.
Attraverso riflessioni sulla vita, sulla malattia, sulla morte ma anche sulle gioie
della famiglia e dell’amore, Giuseppe Bosi de’Villalba compie un percorso di
rivalutazione e riflessione sul tempo moderno: complici, forse, le numerose
citazioni sparse tra i versi (da Manzoni, alla Turandot di Puccini, fino alla
mitologia greca e agli autori classici) anche l’amara constatazione sulla deriva
della contemporaneità suona qui ironica e distaccata, ma non per questo meno
sentita in profondità. Forse si può rintracciare il motivo di questa essenzialità
nell’altra attività dell’autore, quella di pittore e scultore; e, per quanto possa
sembrare semplicistico, i suoi versi sintetizzano in modo estremamente lineare
una vita sempre alla ricerca di un equilibrio tra gli eventi e i sentimenti,
accettando il dolore e l’attesa in giustapposizione agli attimi sospesi, densi di una
gioia profonda e semplice che la quotidianità può donare anche agli occhi più
disincantati. Mai dimentico della realtà che lo circonda, l’autore riesce a
interiorizzare tutto con grande consapevolezza, facendo costante riferimento alla
necessità di coltivare un’anima capace di mettersi in ascolto per cogliere in
profondità un messaggio di speranza mai banale e carico di una spiritualità ricca
e piena di sfumature che si rende sempre testimone di un radicato amore e
rispetto nei confronti del prossimo, del creato e della vita stessa, in tutte le sue
manifestazioni.
Giuseppe Antonio Bosi de’ Villalba (1910) è nato in Friuli, ma è abruzzese di
elezione, ed ha vissuto prima a Lanciano, poi a Chieti, dal 1928. E’ pittore e
scultore, con numerose mostre al suo attivo.
Tra prosa poetica e poesia, una denuncia contro la guerra
L'uomo
è la sua minaccia
di Francesco Baldacci
Tabula Fati
Poesia
79 pagine
Euro: 4,50
ISBN: 88-7475-077-3
Eccomi ancora
così raccolto
per scavare dai solchi
della rappresentazione
l’indizio
della perseveranza
umana
in questa estesa
profanazione assurda
del creato.
Recensione di Ilaria Dazzi
La scienza non è in grado di interpretare, giustificare e, soprattutto, compensare
l’inquietudine che affligge l’uomo contemporaneo: l’energia determinata dalla fede è
dunque, secondo la prospettiva del volume di Baldassi, il solo meccanismo in grado di
rifiutare la logica che sembra caratterizzare e sostenere il mondo attualmente. La
coscienza individuale si erge a strumento di analisi e approfondimento - per dirla
filosoficamente- del Sé e dell’Altro da Sé. Baldassi, attraverso l’orchestrazione del verso
libero, crea un’operazione suddivisa in in quattro parti, precedute da una sorta di prologo
dal titolo Estrema spoliazione, dove si fanno evidenti le ambiziose ragioni poetiche del
testo e le scelte contenutistiche da parte dell’autore, particolarmente interessato a
spingere i lettori ad una riflessione profonda e globale assolutamente metastorica. Le
quattro parti costituiscono una sorta di climax ascendente che percorre l’angoscia di
un’atmosfera di desolazione, di morte, di perdita di coscienza, fino ad approdare alla
violazione dell’innocenza come ultimo baluardo da preservare, dove difendere il valore
supremo della vita.
Baldassi sceglie un percorso coraggioso, pretende la sintesi fra filosofia e poesia
conferendovi un carattere pressoché ‘giornalistico’, legando cioè gli eventi storici di rilievo
degli ultimi anni alla fede e alla spiritualità, intesa anche come autocoscienza, come
‘luogo’ di domanda e di azione personale verso un rinnovamento umano, prima che
sociale. L’esito è, anche sotto il profilo stilistico, coraggioso ed evidentemente frutto di una
certa continuità di labor, di indagine sulla parola e sul verso.
Francesco Baldassi nasce nel 1938 a Roma, dove vive tuttora: è
stato insegnante elementare, si è laureato in pedagogia e ha
partecipato a movimenti culturali giovanili dalla fine degli anni ’60 al
termine degli anni ’90; ha pubblicato varie sillogi poetiche,
ottenendo anche il Premio della Regione Veneto nel 1983.
Unica fede possibile: l’amore per la vita
La nostra
città violenta
di Renato Milleri
Proposte Editoriali
Poesia
116 pag. - Euro: 9.00
ISBN: 88-87431-37-X
“È forse
il gioco d’ombre
dell’anima
o forse
è soltanto
la solitudine
unica eterna compagna
che non t’abbandona mai.”
Recensione di Luisa Morgante
Sono versi dal sapore agrodolce quelli di questo testo che alterna toni spesso contrastanti
in un perfetto stile metropolitano. Una poesia fatta tutta di emozioni e immagini che si
incontrano, si scontrano e si susseguono senza essere mai banali. I continui accostamenti
antitetici rendono bene l’inquietudine di un uomo troppo sensibile per vivere questo spazio
e questo tempo moderno e cittadino senza azzardare una riflessione. Il corpo e l’anima
mai si quietano, se non nell’imprecisabile istante dell’amore, del totale abbandono che
cancella la morbosa, incomprensibile realtà fatta di indifferenza, di apparenza e falsità. Il
flusso vitale resiste però a ogni provocazione umana, terrena per elevarsi a qualcosa
d’altro, di imprescrutabile ma di più profondamente vero, che persiste in ognuno di noi, al
di là delle ipocrisia di questa grassa società.
Tutti i grandi temi attraversano i testi e nuove realtà quotidiane vivono nella loro incredibile
semplicità che è anche drammatica: un uomo innamorato, uno deluso e stanco, uno
soltanto diverso da ciò che la norma è pronta ad accettare, una prostituta, un gay; tutti
uniti nella disperata gioia di essere qui adesso a vivere una vita scellerata e senza senso.
Ma uno su tutti appare intensamente ancorato all’umanità sentendosene estraneo: è il
poeta che SOLO resta tra tutti, perché lui è altro da tutti. In una lettura che certamente ha
dell’autobiografico, questo moderno scrittore mette a nudo il suo moderno sentire antiche
emozioni in un nuovo indifferente pensiero metropolitano. Con la sua apparente
morte/estraneità il poeta resta l’unico in grado di mantenersi vivo in un universo di vita
solo apparente.
Renato Milleri era nato a Roma nel 1947. Iscritto alla Facoltà di Lettere de La Sapienza
di Roma, dovette interrompere gli studi per motivi di lavoro e di salute. Ha pubblicato molti
suoi lavori su internet, firmando con lo pseudonimo Remil. Ha scritto cinque raccolte di
poesie in italiano ed una in lingua inglese, due raccolte di fotopoesie e un testo teatrale. Si
è spento nel 2004 a causa di un male incurabile.
Luisa sa parlarci di luna e di sensualità
con immagini nuove e suggestive
La rosa dei sensi
di Luisa Ferretti
Libroitaliano
Poesia
84 pag. - Euro: 10,00
ISBN: 88-7355-555-1
Fin sopra l'architrave
Non avrò paura.
Non avrò freddo.
Accoccolata
fra le tue mani di vento caldo
ogni rimpianto svanirà via
facendomi volare
fin sopra l'architrave,
ed oltre quei panorami
di cielo impolverati
per studiare
il duplice mistero dei sensi.
Con te lassù
tutto sembrerà più facile.
Persino districare le mie
farfalle bambine
da quelle ragnatele oscure
che pendono dall'alto
fingendosi nuvole di seta.
Recensione a cura della Redazione DANAE
La rosa dei sensi è anzitutto un viaggio fantastico e sognante, a volte lieto, altre
volte triste o inquietante - come la vita! - alla scoperta di un possibile "Spettabile
Equilibrio". E' un viaggio spesso notturno, alla ricerca dei sensi, come indica il
titolo, ma soprattutto del Senso per eccellenza, quello della vita, che deve
emergere faticosamente dal buio, dal mistero notturno, talvolta dal dolore.
Regina della notte regna la luna, una luna ora allegra e giocosa, che lancia
"timidi sassolini di luce", come un amante discreto contro i vetri della finestra
dell'amata, ora burlona, che si "traveste da sole" e ama "rotolare su lenzuola di
sabbia", ma anche una luna che può essere tragica "come il corpo di una vergine
suicida" perché "l'altra faccia è un mistero nero di calore".
Luisa Ferretti, nutrita di poesia fin da bambina, si definisce da
sempre "appassionata del cielo", riesce, dopo i fiumi di inchiostro
versati da tante generazioni di poeti, a parlarci di luna e di
sensualità con immagini nuove e suggestive e a farci partecipi
della sua ricerca regalandoci autentiche, coinvolgenti emozioni.
Nata nel 1978 ad Ancona, città in cui vive, a vent'anni ha
pubblicato il romanzo Amore tra le rovine. Alcuni suoi racconti
sono stati premiati in importanti concorsi letterari ed inseriti in
diverse antologie. Nel nostro catalogo è presente anche con il
romanzo psicologico Il filo di Arianna.
Il profondo senso dell’esistenza
Le mie bolle
di Candida Proietti
La Piccola Editrice
Poesia
88 pag.
Euro: 8,00
ISBN: 88-7258-409-4
Ondeggia
la schiuma
bianca
sulla sabbia
vitale
Recensione a cura della Monia Nardini
Natura, amore, morte sono i temi che Candida Proietti riduce a una misura sui generis,
trasformando ciò che è grande e remoto in umile e familiare, e viceversa. L’universo
rappresentato è un mondo domestico fatto di farfalle, di fiori, alberi, aquiloni, mare e
tramonti, della luce che, variando, svela il continuo, sottile mutare delle situazioni, la
dolorosa incertezza della vita e l’impossibile persistere della stabilità. Una matrice comune
unifica tutti questi motivi: il profondo senso dell’esistenza e la consapevolezza della
dignità umana che affronta di petto l’avventura del quotidiano fatta di incontri amorosi che
passano troppo velocemente, di desiderio, di nostalgia, di riflessione, di rabbia, di
speranza.
Risuonano nelle poesie il dolore dell’anima e la tentazione di ambire alla morte, ma anche
la forza di reagire a un amore finito nello slancio incontrollato verso la vita, con
quell’innato istinto di sopravvivenza. La devozione verso il paese natale sprigiona senza
timore dalle poesie dedicate a Celleno, evocando squarci d’infanzia nella spensieratezza
dei giochi e nella semplicità di una sagra contadina. Le parole mostrano come un disegno
la veduta della chiesa, del convento, degli alberi o delle case, rivelando la vena artistica
dell’autrice che rende visibile un’immagine in poesia allo stesso modo in cui sintetizza col
pennello la visione di un paesaggio.
Nelle sue composizioni, Candida Proietti condensa con singole parole e figure
lampeggianti la sua forza poetica utilizzando una sintassi che talvolta rinuncia alla
punteggiatura.
Ogni cosa si riassume egregiamente in poche righe estrapolate dalla prefazione di Dacia
Maraini: “Dolore, desiderio, amore, ricordo, tutto nelle poesie di Candida parla di un
cammino coraggioso e infaticabile alla scoperta dei sentimenti e delle emozioni che si
accompagnano ad azioni e gesti minimi e quotidiani.”
Candida Proietti è nata a Celleno nel 1966 e vive attualmente a
Vetralla (VT). Ha conseguito riconoscimenti in numerosi premi
poetici e parte delle sue poesie sono state pubblicate in più di una
raccolta di autori vari. La pittura è un’altra forma artistica a cui si
dedica con passione.
Viaggio poetico alla scoperta delle nostre origini e del nostro destino
Le terre immobili
di Giuliana Falcetta
Tabula Fati
Poesia
96 pagine
Euro: 4,00
ISBN: 88-900145-6-3
Verità
non sei venuta
in questo mondo nuda
ma in simboli
e immagini
solo così ti afferro.
“Tutto può essere sciolto
tranne il nodo del
destino”.
Recensione di Chiara Depriori
Le poesie della Falcetta cantano un mondo di opposti, dove la classicità si contrappone
alla modernità, l’occidente all’oriente, l’arte alla natura. Come annuncia il titolo del primo
canto, il lettore dovrà affrontare un “viaggio” alla scoperta di sé, durante il quale il poeta lo
condurrà attraverso l’“umile Italia” e l’Europa, la storia e il mito. Questo peregrinare
avviene via acqua, elemento onnipresente che collega tra loro i dieci canti.
Così, “Con un balzo... sul ponte della nave”, ci imbarchiamo insieme all’io lirico,
attraversiamo una “Tempesta”, visitiamo città di fiume e di mare e approdiamo in diversi
luoghi, come Milano o le coste del Mediterraneo. Durante l’insolito percorso, il lettore non
solo assiste stupito a uno spettacolo di Carmelo Bene, ma ode poesie in lingue antiche e
ascolta racconti di divinità pagane. Accanto alle opere dell’uomo, il poeta loda le
meraviglie della natura, come i “germani reali in formazioni gerarchiche” o “i sacri boschi”.
In fine, “insieme a generazioni passate e future”, sbarchiamo nel terzo millennio e, come
al termine di ogni avventura, ci sentiamo arricchiti.
Il viaggio, che induce a riflettere sul nostro destino individuale e universale, non segue un
percorso chiaro, logico, ma piuttosto è un fluire libero, un vero e proprio flusso di
coscienza ispirato dai molteplici episodi evocati dal componimento. Esso illustra e celebra
l’origine comune della civiltà occidentale e orientale, con l’intento di svelare all’ottenebrato
uomo moderno il suo passato e il suo futuro. La poesia, inoltre, scandaglia il ciclo vitale
dell’essere umano, dalla culla alla tomba, e dà un’interessante rilevanza al ruolo della
donna, colei che è “madre figlia sorella”. Ella pare simile agli dei e alla terra generatrice
celebrata dal poeta.
Al lettore non resta che salire a bordo del vascello e iniziare l’avventura.
Giuliana Falcetta nasce a Gallarate (VA) nel 1937. Dopo il Liceo classico si diploma
all’Accademia Filodrammatici di Milano. Inizia così l’attività teatrale nella Compagnia di
Fausto Tommei con Marisa Fabbrie. Nel 1985 si dedica alla poesia, aderisce al
Movimento poetico Vertex e prende parte a incontri e letture poetiche. Ha scritto
numerose poesie, pubblicate in tre raccolte: Le quattro sfingi sorelle, Le terre immobili e
Vertex. Oggi risiede a Sesto Calende (VA).
Michelangela Scalabrino: Scrivo per malattia!
Lettere a un aquilone
di Michelangela Scalabrino
Tabula Fati
Poesia
80 pagine
Euro: 5,50
ISBN: 88-87220-28-X
Siamo
sedie impagliate,
stanche,
a un incrocio
di strade:
aspettiamo
qualcuno
che ci riannodi
i fili;
al fondo
della vita.
Recensione di Frà Matteo Pugliares
Le poesie di Michelangela Scalabrino hanno il fascino e la capacità di incunearsi nelle
diverse sfaccettature dell'uomo e dell'esistenza, sospingendosi ben oltre un'osservazione
epidermica che risulterebbe ridotta o, addirittura, scontata.
Una saporita serie di simbolismi viene fuori dalle note musicali, perché questo sono le
poesie della Scalabrino; note, a volte, dissonanti, che non sempre accarezzano l'orecchio,
ma che riescono a creare un'armonia alla quale difficilmente si riesce a resistere senza
farsi domande, senza sentire quel "profumo lontano, frammenti visionari che parlano di
te". Note e suoni che appartengono al passato:
Così nel tuo silenzio
consumo la fatica
dell'amore finito
quanto al futuro:
e insieme la speranza
di trattenerti almeno
nelle vie più riposte
che dal passato e dal futuro attingono punti di domanda ai quali non sempre è possibile
rispondere. Interrogarsi è tipico dei poeti che si ritrovano spesso a disagio in un'esistenza
ambigua, contraddittoria, persino insostenibile e, proprio per questo, incapaci di viverla
con scarsa profondità, incapaci di scriverne, perché ammalati. Simbolismo, dunque, che ci
ha ricordato alcuni versi, con la dovuta riverenza per loro, di Baudelaire, Verlaine,
Rimbaud, ed il più grande tra loro, Mallarmé. Versi intensi, non banali, da leggere in
profondità per chi vuol cogliere la vita e la sua complessità ma, non di meno, la sua
musicalità.
Michelangela Scalabrino milanese, è docente universitaria di diritto internazionale ed
appassionata di musica barocca.
Espressioni dell’anima tra emozioni e ricordi
Lo specchio
delle mie emozioni
di Moira Di Fabrizio
Tabula Fati
Poesia
32 pagine
Euro: 4,00
ISBN: 88-7475-099-4
Fortuiti
sguardi scambiati
e reciproche emozioni
nascono tra due anime
che si regalano
solo un forte sentimento!
Recensione di Monia Nardini
La forza travolgente delle parole accordate in poesia, la nobiltà del canto e le emozioni
sprigionate da intimi pensieri prendono quota ed esplodono in folate di vitalità mosse dal
tema dell’amore. Se certi versi possono inizialmente apparire come viziati da un
romanticismo troppo melodrammatico, si rifletta sui temi e i sentimenti che li hanno
generati: amore, amicizia, nostalgia di chi non c’è più. Sono passioni comuni ad ogni
individuo. E tuttavia non manca l’intensa presenza della natura, la fiducia nella vita, ma
anche la rabbia per l’indifferenza e lo sdegno verso il male nel ricordo dell’attentato alla
metropolitana di Londra. Chi può esimersi dal partecipare a tali pensieri? È la memoria
che conserva i ricordi più segreti e riservati, quelli che Moira Di Fabrizio sceglie di
condividere con il suo pubblico, perché non esiste modo migliore per fissare affetti e
tormenti se non rivelandone l’esistenza a chi è dotato di pari sensibilità. Le emozioni,
però, appartengono anzitutto a chi le ha vissute in prima persona; non è lecito pretendere
di darne un’interpretazione oggettiva perché ogni lettore troverà in questi passi uno
squarcio della propria esistenza. Nessun commento è più adeguato delle parole usate da
Giulio Lucchetta nella sua prefazione: «Presentare un poeta: è forse sgualcire un fiore,
frantumare le ali di una farfalla, interrompere l'estremo canto di una cicala.»
Anche se sporadici, alcuni refusi possono guastare la sintonia che si è creata tra autrice e
lettore. Per fortuna l’intesa è tale che la lettura dei versi e le conseguenti riflessioni non
saranno conturbate da poche sviste.
Moira Di Fabrizio è nata a Chieti nel 1978, dove si è diplomata
presso l’Istituto Magistrale “Isabella Gonzaga”. È programmatrice e
operatrice di computer e nel 2002 si è trasferita a Bologna per
esigenze lavorative. Il suo esordio è avvenuto con la pubblicazione
di poesie e racconti Tra nuvole e realtà (Tabula fati, Chieti 2005),
grazie alla quale ha riscosso uno strepitoso successo. Ha
conseguito numerosi riconoscimenti nel campo della poesia ed è
stata premiata nei concorsi letterari tra i più rinomati.
Fui donna lontana ed incompresa…
Ora, sono solo un poeta
di Stefania Maria Farsagli
Proposte Editoriali
Poesia
50 pag. - Euro: 7.00
ISBN: 88-87431-48-5
“Mi guardi,
a tracciare
percorsi sommersi
sentieri,
che solo a questa notte
di querce e terre
assediate
rivelai”
Recensione di Marianna De Padova
Non nuova al mondo della poesia, Stefania Maria Farsagli che vive tra Roma e Molfetta,
presenta una raccolta di poesia edite da Proposte Editoriali premiata nella sezione poesia
alla quarta edizione del Premio Internazionale di Letteratura per Inediti “Elsa Morante”.
Come evidenzia Valeria Borgia nella sua prefazione, si tratta di una raccolta di poesie con
cui l’autrice mette a nudo le sue emozioni, che, “come tutti i poeti del sud, viene a patti
con la sua terra, con le sue radici arcaiche (...)”: ulivi, mare, terra, case ed ombre sono gli
elementi terreni che si fanno carnalmente sensuali, tramite suggestioni vibranti di una
donna che ci restituisce in versi il suo sentire.
“Vacillo tra case basse, umide
di un’indifferenza
che trabocca di ignoranze antiche,
osservo
le nuove derive
di questi occhi
stranieri e percossi
e non so più
perdonare
questa terra affaticata.”
Versi forti accompagnano il viaggio nell’animo della Farsagli, che sebbene spesso si ritrovi
sola a ricordare, pesare e vivere un amore lontano, perduto o presente, nel suo esprimersi
è sì dolente, ma mai lagnosa, anzi severa con se stessa, restituendoci un’immagine di
donna forte, proprio come i suoi versi.
Stefania Maria Farsagli è nata a Bari nel 1978 e si occupa,
come ricercatrice, di managment della cultura e dello
spettacolo. Ha vinto numerosi concorsi di poesia e narrativa
e, con questo volume, il Premio di letteratura e poesia “Elsa
Morante”. Con le Edizioni Messina ha pubblicato le raccolte
“Cristalli di memoria” e “Sotto cieli terrestri”.
Un percorso, una vita, nel mondo femminile e della scrittura
Pietra serena
di Patrizia Tocci
Tabula Fati
Poesia
95 pagine
Euro: 6,00
ISBN: 88–97220–58-1
Ho visto nei tuoi
occhi
tutti i ladri.
E tutti i tentatori
della notte.
Avrei potuto darti
ma ho soltanto
questi anagrammi
di parole,
rotte.
Recensione a cura di Laura Mondino
Esperienze. E’ forse la parola che più si avvicina a descrivere il contenuto di Pietra
Serena. Perché questo è un contenitore magico, in cui affiorano esperienze, ma anche
suggestioni. Emozioni e forti sentimenti. Dove la magia di lasciar fluire le emozioni è più
forte di ogni pensiero razionale.
Come un racconto, emergono pian piano, alternandosi... piacere, dolore, paura e
delusione. Insieme alla speranza, nel raccontare la vita. Ed è proprio la vita, al centro di
tutto. Fra fantasmi del passato e aspettative per il futuro.
A iniziare dall’infanzia (ricca di paure ataviche e sconosciute), che riporta ai giochi della
tenera età, all’ingenuità propria di un tempo che anche volendo, non si può dimenticare,
scordare, sorpassare senza esiti, cicatrici, ricordi. Esiti, cicatrici e ricordi che portano alla
fuga e al nuovo, maturo ritorno.
Quante vite ho perduto e mi appartengono,
mi porto dentro una città di pietra
che ogni tanto si smemora e si sgretola
scrive Patrizia. Riproponendo, nei suoi versi, un paesaggio quello abruzzese, pancia di
tanti ricordi, in cui è nata, cresciuta e ancora vive.
E poi, si susseguono le tante altre età che sono state vissute, quella di nipote, figlia e
madre a sua volta. Meno esplicite, ma di grande forza sono le età dell’amore. Presentate
con la stessa leggerezza e irruenza con cui si manifestano nella realtà, nel più innocuo e
tranquillo dei tempi.
Un’altra vita, un altro inscindibile pezzo di vita è quello regalato dalla scrittura, dalla
poesia. Una desiderio di speranza che nella seconda parte del libro, si dichiara
apertamente:
un centro che è quiete viva, è pienezza di vita e di affetti.
Patrizia Tocci è nata nel 1959 a Verrecchie (AQ). Laureata in filosofia all’Università La
Sapienza di Roma, insegna materie letterarie negli istituti secondari superiori. Ha ottenuto
consensi in numerosi concorsi letterari e collabora con periodici e riviste culturali. Ha
esordito con Un paese ci vuole, 1990, densa raccolta di prose e poesie.
Melodiose poesie dedicate alla donna e al piacere
«[…]
e non si sa
di Marco Mastromauro
chi sia il più tesoro:
Edizioni Aletti
la femmina cha ha dato
Poesia - Erotico
o quella
50 pag. - Euro: 12
che il mondo
ISBN: 978-88-6498-355-4 ha conquistato.»
Poesie erotiche
Recensione di Gaia Seregni
Una serie di brevi poesie dedicate alla donna, all’amore e
all’intimità. Marco Mastromauro, con uno stile fluido e melodico,
canta le sue lodi alla giovinezza e al piacere, alle prime scoperte e
alla bellezza del nudo femminile; ma racconta anche il dolore e le
pene della violenza, il vuoto che si apre negli occhi di una donna la
cui intimità è stata violata. L’autore sussurra parole carezzevoli alle
giovani madri e descrive la loro gioia, il timido piacere di giovani
fanciulle, le prime scoperte e i primi ardori, i sogni e il desiderio di
amanti e innamorati, la passione e la felicità dell’atto amoroso. E
sempre con un sussurro, senza voler gridare il loro dolore, racconta
la tristezza e la tacita sofferenza di prostitute bambine, di giovani
donne violate, il senso di svuotamento causato dal male ricevuto o
semplicemente l’infelicità di fanciulle insicure. Il linguaggio procede
per sensazioni, dove non arriva la parola arrivano le suggestioni
causate da frasi non dette o appena accennate. Il lettore viene
portato a intuire delle realtà felici o dolorose con un procedimento
molto più efficace della descrizione minuziosa. Come un direttore
d’orchestra, l’autore guida il lettore attraverso emozioni contrastanti
e una scrittura melodiosa, lasciandolo libero di capire da solo il
messaggio di ogni poesia.
Accompagnati dentro la vita con la vita stessa
Quadrifoglio
di Luca Militello
Proposte Editoriali
Poesia
72 pag. - Euro: 6.50
ISBN: 88-87431-46-9
Oscure movenze
nasconde la notte,
la vela maestra
bisogna ammainare,
per fare ritorno
alla nostra Itaca...
Recensione a cura di Frà Matteo Pugliares
Nuovo, appassionato esercizio di avvicinamento al mistero della vita, attraverso il
reale, il mitologico, il mescolare parole antiche e contemporanee, per confondere
e illuminare in un solo istante. È questo il percorso che ci propone Luca Militello
nel suo Quadrifoglio, senza paura di attingere dagli antichi meandri della cultura
e renderli nuovi.
Emerge una poesia nuda e viva, costruita attraverso una serie di "incontri",
pensieri, movimenti creativi, cadenzati da un profumo remoto.
Parole, quelle di Militello, che indicano riflesso e mobilità, che si appropriano del
ritmo vibrante dell’anima che, a volte, grida e protesta in una sorta di empatia
corale, altre volte, s’insinua dentro le pause di un silenzio o di un vuoto enorme,
dal quale affiora la Musica.
L’infanzia, gli amori, i vuoti, gli spifferi della vita, il chiedersi la ragione dei
trambusti, i sogni realizzati e quelli che crollano, liberano con le parole altra
musica, cuore d’ogni verso, capace di bucare il cielo, spazio breve ed ultimo,
eppure infinito.
Non so quanto Militello ne sia cosciente, ma la sua poesia, pur nella acerbità
della sua giovane età, riesce a svelare capacità di ricercare un senso, di
coinvolgere il lettore e fargli respirare la vita, in barba a coloro che dicono che la
poesia non ha più niente da dire; e, invece, è poesia che accompagna il
cammino dell’esistenza. Constatazione confortante, in un mondo che tende a
negare l’interiorità per accaparrarsi l’ultima apparenza, in un mondo che ha
paura di parole che t’inducono a riflettere, a meditare, a filosofare, ad ascoltare
Un cigno che canta prima di morire.
Luca Militello giovane poeta messinese, è nato nel 1984 ed è studente
universitario, iscritto alla facoltà di Lettere Classiche dell’Università della sua
città. Quadrifoglio è la sua opera di esordio.
Una profonda percezione della natura…
Sassi
di Rita Baldassarri
Tabula Fati
Poesia
64 pagine
Euro: 5,00
ISBN: 88-87220-30-1
Il vento sdrucciola
sul piano del mare,
l'onda batte
a spallate nello
scoglio;
il vento
solleva gli spruzzi
che scoppiano
sui sassi
Recensione a cura di Marianna De Padova
Rita Baldassarri ci racconta con le sue poesie la natura, gli ambienti che ci circondano, tramite
piccole istantanee. E come le istantanee fotografiche, queste poesie colgano l'attimo, un attimo
di eternità, d'immensità emozionale. La particolarità, ed il pregio del lavoro della Baldassarri,
sta nel cogliere questi istanti, troppo spesso dati per scontati, usando un linguaggio che non ha
temporalità, ma solo descrizione:
"Nel vello del vento azzurro di rami sottili
Quando s'infiltra rossa l'emorragia di foglie,
allora è autunno
che gli brillano gli occhi di sole
e si sdraia
dentro l'ombra più lunga
a cercare riposo (...)"
Come evidenzia Anna Ventura, che ne ha curato la presentazione, questo piccolo volume ci
parla di una sensibilità particolare, dono di pochi poeti, di sentire "il profondo legame che
accomuna tutte le creature", un legame in cui l'uomo non è il primate sovrastatore, ma il muto,
meravigliato, osservatore del mondo che lo circonda:
"Ripassata là in fondo con la matita blu intenso
La curva del mare;
persiane d'azzurro che squilla
sulla carne rosa di una casa
accovacciata tra gli ulivi (...)"
Tabula Fati propone un piccolo gioiello poesia, dove il legame dell'autrice con l'universo che la
circonda diventa universale, comprensibile, e riconoscibile, a tutti. Edizione curata, felicemente
tascabile -per averla sempre con sé-, dal costo accessibile che ne facilità la meritata diffusione
e la rende perfetta per un piccolo regalo ad una persona lontana.
Rita Baldassarri è nata nel 1944 a Santo Stefano Magra (SP), dove vive e lavora. Ha
pubblicato i volumi di poesia: Acquaforte (Milano 1980, Premio Carducci), La fisica dei liquidi
(Forlì 1981, Premio Galla Placidia), Occhi di gatto (Pisa 1986, Premio La Camerata dei Poeti di
Firenze) e molti altri.
Un viaggio tra le pieghe della vita
Trionfi di luce
di Viola Di Muzio
Tabula Fati
Poesia
158 pagine
Euro: 8,00
ISBN: 88-7475-042-0
SOGNI D'ILLUSIONE
Con la pelle tatuata da solchi
di vita,
le pupille strappate dalla furia
dei venti,
sola, sul porto di sera,
all'ombra della luna
raccolgo ricordi che bruciano
ancora,
mentre nelle gelide acque
del mare
vedo galleggiare foglie ingiallite
d'autunno,
sogni d'illusione.
Recensione di Rachele Bonfondi
Una raccolta di poesie profondamente sofferte, vissute, in cui ogni parola si
carica della forza di un'evocazione: i versi irregolari e franti si accompagnano
a termini più alti e tradizionali, come se la loro elaborazione seguisse il ritmo
di un vivere spontaneo rielaborato attraverso un dialogo compiuto dall'autrice
con se stessa o con gli affetti a lei più cari. Per quanto i temi più presenti in
questi versi siano profondamente personali e, verrebbe da dire, intimi, Viola
Di Muzio riesce a trattarli allo stesso tempo con delicatezza e intensità,
invitandoci a seguire silenziosamente i suoi ricordi, i profumi della campagna
abruzzese, i sogni infranti e ormai lontani di una bambina che ancora rimane
sospesa tra la dolce speranza dell'infanzia e la malinconica disillusione
dell'età adulta. Le situazioni presentate hanno spesso il sapore conosciuto
del quotidiano, sono anche nostre e, tuttavia, possiedono la sfumatura della
lontananza, come se appartenessero a un sogno o fossero per sempre
perdute. In questo percorso di crescita, in cui la continuità biografica fa da
contraltare all'alternarsi delle emozioni, tutto si fa suono, diventa leggero e
vago, come se il dialogo interiore assumesse i risvolti metafisici di una
comunione primitiva con la natura, di un incontro continuo e comunicativo
con chi non c'è più, sia che si tratti della madre morta o di un amore lontano:
l'interiorizzazione delle emozioni è così forte da renderle palpabili nella loro
indefinitezza, come preziose compagne di viaggio in un'esistenza dolorosa
ma illuminata dall'interno da un "trionfo di luce" che non sembra di questo
mondo.
Viola Di Muzio è nata a Chieti, ma vive a Pescara. Vincitrice di numerosi
premi letterari, ha pubblicato tre sillogi poetiche: Amare l'amore (Solfanelli,
1994), Nostalgie (Europa, 1996) e Sinfonia di sogni (Tabula fati, 2000).
Sferzante, giocosa, dissacrante:
una satira che non risparmia nessuno!
Una botta... e via!
di Bruno Fiorentini
Pagine
Poesia Satirica
99 pag. - Euro: 10,00
ISBN: 88-86853-75-0
Perché
la vita nostra
è 'na tragedia:
campi un anno
o cent'anni
sei fregato!
C'è la televisione
che arimedia
pe arzà er morale
e arillegrà
chi è nato.
Recensione a cura di Claudia Marinelli
In questa divertente raccolta di ottantanove sonetti, scritti in rigoroso dialetto romanesco,
l'autore racconta fatti, aneddoti e avvenimenti più o meno importanti del mondo che ci circonda.
Il titolo già annuncia il tono satirico e giocoso della silloge e il lettore si diletta con questi versi
semplici e immediati, ma mai superficiali, a conferma che la buona poesia può anche essere
burlesca, beffarda, ironica, mordace e linguacciuta.
Se l'autore salta da un argomento all'altro con molta agilità, fatti di cronaca e temi politici
possono anche trovarsi accanto a racconti di "fatterelli" all'apparenza del tutto insignificanti, le
poesie sono legate tra loro dallo stesso filo conduttore: lo sguardo accorto e divertito di un
uomo informato, su quel "palcoscenico" dove affanni, preoccupazioni, incongruenze, assurdità
e paradossi dei "comuni mortali" sfilano incessanti.
La forma poetica del sonetto dà alla raccolta un tono incisivo: in soli quattordici versi l'autore
espone, dibatte e trae le conclusioni dell'argomento trattato, evitando così inutili lungaggini.
Questi stessi versi freschi e spigliati, intrisi di battute pungenti, che espongono idee chiare e
quasi sempre una "morale" sarcastica e vigorosa, tengono viva l'attenzione del lettore che, alla
fine di ogni poesia è curioso di scoprire l'argomento proposto nella seguente.
La satira è spesso forte, come vuole la più antica tradizione della poesia romanesca (vedi le
poesie del Belli), ma mai volgare. Se alle volte l'autore usa dei termini che nella lingua italiana
chiameremmo "parolacce", egli si preoccupa di precisare nella breve introduzione che, in
romanesco, le "parolacce" quasi non esistono. Il linguaggio è datato ma arricchito, alla bisogna,
di termini più moderni ("fitness", "kamikazzi", o ancora "gi.otto") per raccontare fatti di cronaca
odierni. È una lingua facilmente comprensibile anche a chi non è originario di Roma, forse
perché il romanesco, parlato da grandi attori in film di successo a livello nazionale, ha un po'
soppiantato gli altri dialetti in questi ultimi anni.
Una botta… e via! è dunque un libro da leggere per ridere e sorridere ma non solo. Ogni
poesia, infatti, regalandoci un momento di distensione, può anche darci dei validi spunti per
riflettere. Non è forse anche questo uno degli scopi più importanti dell'arte?
Bruno Fiorentini è nato a Capranica (Viterbo) e vive a Bracciano.
Laureato in lettere, si è sempre dedicato all'insegnamento. Nel 1997
ha vinto il concorso nazionale "G.G. Belli" con "Guasibibbia:
interpretazione semiseria in sonetti romaneschi ". Da allora, Fiorentini
scrive e pubblica su giornali locali sonetti satirici di commento ai fatti
del giorno e alle notizie più curiose che compaiono sulla stampa
quotidiana. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti letterari per la sua
poesia in vernacolo, in diverse regioni italiane.
Versi belli, dannatamente belli!
Versi dall'Inferno
di Dino Pezzella
Proposte Editoriali
Poesia
101 pag. - Euro: 8.00
ISBN: 88-87431-38-8
Nei versi ora belli e
dannatamente tristi il Dio
Poeta incontra l'uomo che
solo vive, soffre, si
appassiona a divorare
attimi tanto più veri quanto
più vani fino a tornare
rassegnato all'eredità della
sua vita...
Recensione a cura di Viviana Gigantiello
I versi di Dino Pezzella passano randagi e il solo modo per coglierne tutta la pienezza è
nascondersi, per sorprenderli. L'uomo sa che il vivere è, alla fine, dramma, ma il poeta che si
accinge a riempire il vuoto della pagina bianca finisce per salvarsi, come un Dio. Il significante
forgia il significato, lo riempie e lo eleva a sfera divina allontanandolo dall'inferno terrestre. Il
poeta apre la silloge con queste parole:
Sento la mano sull'aratro del Francese...
Sono perso nel tetro quotidiano
che il poeta uccide,
ma in cui vivendo
trae la vitalità per i tristi
versi oppositori.[...]
È sulla pagina che si riempiono gli attimi, i minuti, le ore senza tempo. L'arte del segno spiega
l'inutile, il vano ed è ancora una volta l'unica scelta per il poeta che finché scrive è vivo. Finché
scrive assegna un significato al suo sacrificio, al suo, altrimenti insensato, sofferto esistere:
[...] è il vulcano di lava repressa
che periodicamente ritorna
dall'inferno per urlare
o forse è proprio l'inferno che mi chiama...[...]
Nei versi ora belli e dannatamente tristi il Dio Poeta incontra l'uomo che solo vive, soffre, si
appassiona a divorare attimi tanto più veri quanto più vani fino a tornare rassegnato all'eredità
della sua vita come in " 'A morte":
[...] 'A mort e chi vuò bene
So' nu milione e scaline
Che fai ogni vote
Ca nun te mantien all'erta.[...]
Armando "Dino" Pezzella è nato a Napoli. E' giornalista, poeta, scrittore, pittore, impegnato
attivamente in politica... La tela ad olio Il sognatore di tramonti riprodotta in copertina è una
delle sue opere.
Quello che tutti possiamo vedere e sentire,
”tradotto” dagli occhi di un poeta
Voci nel sale
di Valerio Peracchi
Proposte Editoriali
Poesia
42 pag. - Euro: 6,71
ISBN: 88-87431-07-8
Non sento bruciare il vento
oggi,
sulla Marina, di maestro,
quello che sempre fragra
sulle grondaie,
strappa i pigolii
(non più rammenti
il giorno
che m'invitasti
al belvedere?).
Recensione a cura di Alberto Asero
Può capitare che il ritmo pieno e sobrio richiami taluni rigurgiti del clima marino.
Può capitare che il lettore si avveda, suo malgrado, della presenza talvolta a
mala pena dissimulata di un carattere che non è semplicemente marino: che è
ligure, concretamente ligure. E', questo, il regno dell'autore, di colui che
materialmente respira il verso e che, scrivendo, rivive della necessaria
coscienza, talvolta limpida, talaltra drammatica, del luogo.
Dalla concretezza dei luoghi all'universale esistenziale, poi, non c'è che un
passo. E qui si affaccia il tema, ora nostalgico, ora tinto della vaghezza della
speranza, dell'attesa della vita. Di una vita che se, per un verso, scorre sotto il
sigillo dell'inesorabilità, per l'altro pare sempre là da venire, sempre oltre, sempre
celata nell'acerbo dell'attesa.
Vita, bambolina,
nel silenzio hai la tua parola,
dunque taci...
ti attenderò
Valerio Peracchi è nato nel 1967 a Ventimiglia e da diversi anni risiede a Pavia.
Questa è la sua prima silloge edita.
SAGGI,
POLITICA,
STORIA
Alieno in vista! L’Uomo ha una propria identità!
Antrace 848
di Marco Martinelli
Edizioni Book Sprint
Racconti
256 pag. - Euro: 15.50
ISBN: 978-88-6742-826-7
La meraviglia
di cui è serenamente
conscio
sta nel fatto
che gli piace essere
schiavo
di tutto ciò che vede,
ode,
percepisce ed
immagina.
Recensione di Consuelo Taccani
L’Uomo è prigioniero delle proprie nefandezze, dei propri errori e soprattutto della sua
mancanza di libertà. È smarrito, l’Uomo. Marco Martinelli sottopone l’esistenza umana a
una riflessione critica, fredda, ma al contempo umanamente meravigliosa, dove la
descrizione delle sensazioni, degli stati d’animo suggella la bellezza della vita se
riscoperta nella sua autenticità. L’esistenza è pericolosa, è psicologicamente devastante,
l’Uomo è immorale, è disorientato, è colpevole perché vive miseramente un’esistenza
prevaricatrice dei Suoi stessi pensieri. L’essenza di ciascun individuo è annullata; l’Uomo
indossa una maschera che lo priva di espressività, di emozioni perché gli manca la
libertà. Solo la coscienza che è anche responsabilità permetterà all’individuo di riscattarsi.
L’autore accompagna il lettore lungo il labirinto dell’esistenza umana e lo vuole
“costringere” a riflettere perché solo così è possibile non perdersi. Per descrivere questo
faticoso e avvincente viaggio vengono utilizzate parole dure, concetti forti. Martinelli è
inesorabilmente provocatorio. L’autore non vuole suggerire, sussurrare, ma gridare che
l’Uomo per vivere e non sopravvivere deve darsi un’identità perché solo in questo modo
può rimuovere il peso dell’inquietudine che annulla mente e cuore. L’essere umano ha il
diritto di esistere, deve diventare l’obiettivo principale perché solo così può sviluppare una
propria personalità, solo così può emergere all’interno di una società che umilia i diritti. Al
contempo, riconoscere la propria volontà soggettiva non deve far annullare l’attenzione
verso l’altro. L’analisi attenta, profonda, intelligente e discretamente indulgente di
Martinelli vuole indicare una via d’uscita, un riscatto; l’esame critico-costruttivo e mai
criptico che sottopone al lettore permette di fare proprie considerazioni che non devono
rimanere incomprensibili bensì penetrare sensibilmente la profondità dell’anima per
avvezzare la mente a pensare e a reagire.
Marco Martinelli è nato a Terni nel 1942, mentre vive e opera a Perugia. In giovane età il suo
estro è rivolto all’attività scultorea, che viene riconosciuta e da cui riceve gratificazioni. L’iter
letterario inizia con “I Pensieri Che Tutti” (poesie-Edizioni la Stampa-Roma) e prosegue con la
pubblicazione in antologia di “L’Autore” (poesie- Firenze Libri). Nel 2008 pubblica il saggio
“Clava e il seguito” ( Edimond srl-Città di Castello-PG) anch'esso presente in questo catalogo,
e inserito tra le Scienze Sociali-Società Contemporanea e nel 2011 pubblica il saggio “Come
l’ape al fiore” (Edizioni Il Molo-Massarosa-LU) inserito nella Filosofia Occidentale Moderna.
L'ultima sua opera è proprio la raccolta di racconti "Antrace 848". I prossimi progetti riguardano
altre opere di narrativa a cui Martinelli sta già lavorando.
Per chi vuole comprendere e non dimenticare
1954-2001:
Appunti di storia
di Paolo De Bellis
Proposte Editoriali
Saggio
147 pag. - Euro: 9.00
ISBN: 88-87431-34-5
Un mondo diverso
è possibile.
Perché il destino delle
donne e degli uomini
di questa terra
è nelle mani di tutti noi
e anche quello che
sembrerebbe
impossibile
può diventare
realizzabile,
se sostenuto dalla
ragione e dal consenso
delle persone.
Recensione a cura della Redazione di DANAE
Ogni giorno, martellanti, i mezzi di comunicazione di massa ci bombardano con mille
informazioni, ci aggiornano nei minimi dettagli sui fatti di cronaca, ce li mostrano spesso in
tutta la loro immediata brutalità o spettacolarità. Chi non ha ancora negli occhi, ad
esempio, l'attentato dell'11 settembre 2001 contro le torri gemelle di New York, o gli
scontri di Genova, di due mesi prima, durante il G8, quando perse la vita Carlo Giuliani?
E, se procediamo ancora a ritroso nel tempo, quanti avvenimenti ci tornano alla mente!
Tuttavia, la cronaca da sola non basta: se manca la riflessione storica, ci manca anche la
comprensione profonda di quanto accade, del perché accade. Ci mancano le chiavi di
lettura per decodificare questo nostro mondo.
Paolo De Bellis, col suo agile volumetto Appunti di storia, ci aiuta a ripercorrere i momenti
salienti della storia dal 1945 al 2001, e a capire come sia cambiata l'Italia dal secondo
dopoguerra ad oggi, ci ricorda gli eventi importanti anche a livello mondiale, e spiega
come questi influenzino anche la vita del nostro Paese, come la globalizzazione, ormai, ci
obblighi a prendere atto che, davvero, siamo tutti sulla stessa barca. Appunti di storia non
è e non vuole essere un manuale, ma esattamente ciò che promette il titolo: sintetico,
scritto in un linguaggio molto semplice e chiaro, rievoca la storia dell'ultimo mezzo secolo,
ed offre, ad ogni pagina, spunti di riflessione per ognuno di noi.
Perché il mondo va così? Quali sono gli interessi in gioco? Ci sono altre vie possibili?
A queste domande, De Bellis cerca di dare le sue risposte e, che le condividiamo o meno,
sarà senz'altro utile e stimolante leggerle e riflettervi.
Paolo De Bellis, nato a Milano nel 1961, è appassionato di storia contemporanea.
Attualmente lavora in una banca estera a Milano, ed è anche rappresentante sindacale.
Allarme! Dio Denaro ha fatto prigioniero l’Uomo!
Clava e il seguito
di Marco Martinelli
Edizioni Edimond
Saggio - Sociologia
208 pag. - Euro: 26.00
ISBN: 978-88-500-0397-6
...Siediti
a respirare un attimo
e cerca
di capire chi sei,
che stai facendo,
quale progetto umano
rincorri,
qual è
l’ultima tua conquista,
in cosa hai fede
e perché.
Recensione di Consuelo Taccani
Con pungente ironia Marco Martinelli propone un’attenta e critica riflessione sulle
imprescindibili problematiche che travagliano l’Umanità. I presupposti che il Presente
pone per il Futuro sono di inconsistente solidità, permeati di violenza, costrizione, rinunce,
dove l’Uomo è annullato perché le sue “sensazioni programmate”, il suo “pensiero
involontario”, le sue “necessità indotte”. La potenza della tecnologia e la ricchezza del
progresso si traducono in impotenza e povertà dell’Uomo. Globalizzazione, clonazione,
omosessualità, convivenza…rispecchiano il disagio di una civiltà sempre più smarrita e
rinchiudono in sé la speranza di una presa di coscienza e di un riscatto dell’essere
umano. Attraverso una narrazione coerente, severamente ragionata, l’autore non cade in
distrazioni contenutistiche, tanto meno si lascia trasportare dalla fantasia; conservando
una dimensione logica, con linguaggio accurato, le argomentazioni si mantengono chiare
e mai controverse.
Quanto allora l’autore vuole provocare il lettore? Con la sua dissertazione Martinelli non
intende sedurre il lettore, bensì illuminarlo; con audacia, a tratti ferocia argomentativa,
vuole scuotere l’intelletto affinché venga presa coscienza di ciò che la società è
veramente. L’autore sviscera con prontezza e ingegno le problematiche sociali annodate
all’esistenza dell’Uomo, non lasciando nessun interrogativo privo di una risposta acuta e
argomentata. Con energica personalità Martinelli accompagna il lettore nella sua
riflessione invitandolo a prenderne parte, a soffermarsi per considerare con maggiore
responsabilità la propria esistenza affinché il riscatto finale possa portare libertà,
individualità, autonomia. Altrimenti si potrebbe concludere che “la poco preziosa clava di
legno ammazza quanto quella d’oro”.
Marco Martinelli è nato a Terni nel 1942, mentre vive e opera a Perugia. In giovane età il suo
estro è rivolto all’attività scultorea, che viene riconosciuta e da cui riceve gratificazioni. L’iter
letterario inizia con “I Pensieri Che Tutti” (poesie-Edizioni la Stampa-Roma) e prosegue con la
pubblicazione in antologia di “L’Autore” (poesie- Firenze Libri). Nel 2008 pubblica il saggio
“Clava e il seguito” ( Edimond srl-Città di Castello-PG) inserito tra le Scienze Sociali-Società
Contemporanea e nel 2011 pubblica il saggio “Come l’ape al fiore” (Edizioni Il MoloMassarosa-LU) inserito nella Filosofia Occidentale Moderna. L'ultima sua opera è la raccolta di
racconti "Antrace 848", anch'essa presente in questo catalogo. I prossimi progetti riguardano
altre opere di narrativa a cui Martinelli sta già lavorando.
Come riscoprire Dio? Liberare la mente da dogmi e paure
Come l'ape al fiore
di Marco Martinelli
Edizioni Il molo
Saggio
188 pag. - Euro: 13.00
ISBN: 978-88-96920-29-9
C’eri, Dio,
assieme a loro?
Ti stavano
raggiungendo, no?
Oppure
era una sonora
illusione
di cui tuttora ridi?
Recensione di Stefano Aicardi
Un saggio filosofico che ripercorre in modo tagliente, ma anche speranzoso, la storia
della religiosità umana. "Come l’ape al fiore" è un viaggio nel pensiero umano che
auspica un ritorno alle radici, un riallinearsi con le grandi conquiste del pensiero umano.
Ma quali sono queste conquiste? L’autore guarda all’uomo della preistoria e della
protostoria e ne esalta la capacità di sentire la grandiosità del cosmo, il suo mistero: una
dote che nel corso dei secoli è andata persa, ma forse in modo non irrimediabile.
Nella convinzione che la divinità sia troppo diversa dalla natura umana per poter
intervenire nel nostro quotidiano, l’autore ribalta le logiche della scienza e della dottrina
teologica, esaminando come possibili alternative gli approcci di tipo gnostico e agnostico
alla fede.
Da un lato quindi non mancano accuse al razionalismo scientifico e all’ateismo, che
sembra raffreddare in modo inesorabile le esperienze di vita, leggendole sotto una luce
troppo fredda; dall’altra la religione organizzata è vista come la radice di innumerevoli
repressioni nei confronti della libertà individuale.
Per paradosso, il tentativo forzato di umanizzare la divinità per ragioni politiche e di
controllo sociale, così come l’affidarsi completamente ai sensi e ai limiti dell’umano,
hanno cancellato o quasi l’autentico senso della parola "umanità".
Nella visione di Marco Martinelli si sente un bisogno di riscoprire antichi stupori e di farsi
domande, ma senza lasciarsi condizionare dall’ obbligo di avere risposte. Anche per
questo le riflessioni di Martinelli sono inframmezzate da domande aperte, rivolte
direttamente alla divinità: un contraltare ironico, e insieme profondamente sentito, alla
complessità degli interrogativi filosofici che Martinelli si pone e ci pone.
Marco Martinelli è nato a Terni nel 1942, mentre vive e opera a Perugia. In giovane età il suo
estro è rivolto all’attività scultorea, che viene riconosciuta e da cui riceve gratificazioni. L’iter
letterario inizia con “I Pensieri Che Tutti” (poesie-Edizioni la Stampa-Roma) e prosegue con la
pubblicazione in antologia di “L’Autore” (poesie- Firenze Libri). Nel 2008 pubblica il saggio
“Clava e il seguito” ( Edimond srl-Città di Castello-PG) anch'esso presente in questo catalogo,
e inserito tra le Scienze Sociali-Società Contemporanea. L'ultima sua opera è invece la
raccolta di racconti "Antrace 848", anch’essa presente in questo catalogo. I prossimi progetti
riguardano altre opere di narrativa a cui Martinelli sta già lavorando.
Idee per un pensiero unificato
Complementarità
di Stefano Bianchi
Ed. Masso delle Fate
Saggio
128 pag. - Euro: 11,60
ISBN: 88-87305-38-2
Oriente e Occidente.
Scienza e Contemplazione.
Ragione e Passione.
Idee per un pensiero unificato
Recensione a cura di Stella di Giorgio
Quando si prova un sentimento intenso e coinvolgente come l'amore, quando si desidera
una fusione con l'altro, non esistono parole per descriverlo, il linguaggio si arrende,
subentra la poesia. Subentra un nuovo modo di esprimersi, intuitivo e creativo. Subentra
una diversa forma di pensiero, la meditazione, una consapevolezza che si espande a tutto
il proprio essere, fino a includere il respiro. L'amore è un'esperienza che rivela i limiti della
ragione. Per l'uomo occidentale, ragionare significa scomporre il tutto nelle sue parti: la
fisica scompone la materia, l'anatomia scompone il corpo, la psicanalisi scompone il sé.
Quando pensa, quando parla, quando agisce, l'uomo occidentale tende a innescare
automaticamente un meccanismo che rischia di diventare perverso, di imporsi
violentemente sul reale, di sconfinare nel delirio di onnipotenza, forse per compensare un
intimo senso di insicurezza. L'analisi ha innegabilmente donato buoni frutti: la tecnica, le
scoperte scientifiche, i progressi nella medicina. Ma è incapace di cogliere l'essenza, di
restituire una visione unitaria delle cose. Dicotomizza la realtà in alternative che si
escludono reciprocamente: bene e male, amore e odio, vita e morte. Per non restarne
paralizzati e non ridurre una scelta a uno schierarsi dall'una o dall'altra parte, occorre
integrare l'analisi con la sintesi, la ragione con l'intuizione, l'azione con la meditazione.
Strumenti sprecati se ridotti a mode passeggere e fanatismi orientaleggianti o se assunti
come netto rifiuto verso la razionalità occidentale.
Un libro per riflettere sulle consuete modalità di pensiero e di comportamento, per
valorizzare le proprie risorse emotive, intuitive e meditative, per abbracciare l'Oriente,
senza rinnegare l'Occidente.
Stefano Bianchi è nato a Venezia nel 1959. Ha studiato,
nell'ambito della filosofia occidentale, in particolare la mistica
medioevale, Meister Eckhart, Hegel, Bergson. Si è inoltre
avvicinato alle filosofie orientali, soprattutto al pensiero taoista. E'
stato tra i fondatori di un'associazione culturale che da anni
organizza corsi di meditazione e condivisione.
Lettera aperta all’attuale CT della Nazionale...
La fantasia
dei grandi fuoriclasse
non si può
programmare
perché genera
le proprie idee
di Tommaso Miceli Malaguti sul momento,
non alla lavagna.
Editrice Nuovi Autori
CT ombra
Lettera aperta all’attuale
CT della Nazionale e, per
conoscenza, a quelli
passati e futuri
Saggio
126 pag. - Euro: 14,00
ISBN: 978-88-7568-410-5
Recensione a cura di Giorgio Astolfi
Alla vigilia dei Mondiali 2010 uno fra i 60 milioni di ct italiani scrive una lettera a
Marcello Lippi in cui preconizza l'esito disastroso che avrebbe di lì a poco esposto
l'Italia alla più grande figuraccia della sua storia calcistica.
Marcello Lippi non legge la lettera, indirizzata, per conoscenza a tutti i ct del passato
e del futuro, nonché agli allenatori contemporanei, che con inaudita protervia e
incompetenza, spesso mortificano e distruggono il talento e la creatività.
Con una riflessione critica che oscilla fra passato e presente del Calcio ed uno stile
affilato e colorato da un uso disinvolto del registro sarcastico-satirico, Tommaso
Miceli Malaguti, con analisi raffinate e spesso sorprendenti, compie un romantico e
passionale tentativo di recuperare ciò che oggi è andato perduto nei campi di gioco:
la fantasia, il genio, l'istinto puro, in una parola la Bellezza del Calcio.
I colpevoli sono gli allenatori attuali, incapaci di organizzare la squadra in base al
talento dei calciatori e succubi del tatticismo più esasperato.
Sono personaggi “vanitosi” - per citare le parole di Jorge Valdano – che
“adorerebbero l’idea di partite risolte da una loro mossa”.
Allora, ecco chiamati in causa i più noti nomi dei condottieri attuali, i cui grossolani
errori di "ortografia e grammatica calcistica" vengono esaminati con lucida
competenza e senza freni reverenziali.
“Stiamo vivendo un Medioevo del Calcio”, asserisce Tommaso Miceli Malaguti, il cui
saggio auspichiamo possa essere letto da quegli allenatori che da ex calciatori
“dilapidano l’immenso patrimonio di talenti" di cui il Calcio è ricco (quello italiano forse
più di tutti).
Ma l’autore non ha frequentato i Super Corsi di Coverciano, perciò a che titolo la sua
analisi critica? Il titolo è quello della passione, dell’intelligenza, della conoscenza
maturata in oltre 30 anni di calcio visto, giocato, letto, in una parola vissuto.
"Ho impiegato 30 ore per scriverlo e 30 anni per realizzarlo".
Infine un suggerimento ai dirigenti della FIGC: perché non inserire “CT Ombra” nella
bibliografia dei Super Corsi di Coverciano?
Tommaso Miceli Malaguti, è nato a Cosenza il 31 luglio 1973. Si è laureato in
Filosofia presso l’Università di Bologna, dove ha anche conseguito il Diploma in
Recitazione presso la Scuola del Teatro del Navile diretta da Nino Campisi. Nel 2009
ha debuttato nella regia teatrale con l'opera "Sto male fuori" di e con Mario
Pascariello. "CT ombra" è invece il suo esordio letterario.
Tutti i numeri del calcio… e la loro anima
Curiosando
nel pallone
di Alfonso Liguori
Proposte Editoriali
Saggio Spotivo
212 pag. - Euro: 13,00
ISBN: 88-87431-44-2
Il calcio va salvato.
È stato tradito,
stravolto e inquinato.
È ora di finirla
con le scappatoie
dozzinali,
con la mancata
applicazione
delle regole,
delle poltrone federali
occupate a vita...
Recensione di Giorgio Astolfi
Prima di leggere questo libro non pensavo che i numeri avessero un’anima. Già,
un’anima, perché Alfonso Liguori è riuscito a dargliela. Numeri e tabelle, dati e colonne e
numeri ancora. E in mezzo nomi di calciatori, allenatori, presidenti e arbitri. Una cascata di
informazioni sulle loro imprese che piomba addosso rombante, copiosa e allegra. E
affascina perché fa ripercorrere la storia del calcio italiano attraverso i numeri, "quelli che
non tradiscono e parlano da soli (...) che non hanno subito manipolazioni", quelli che
potrebbero, oggi, fare qualcosa di buono per il calcio che "non è più come prima. È stato
tradito, stravolto e inquinato". Quel calcio fatto di "scappatoie dozzinali", pieno di
funzionari pervicacemente attaccati alle "poltrone federali" che occupano "a vita (...) va
salvato". Ecco allora i numeri venirgli in soccorso.
Certo che salvare il calcio con i numeri potrebbe sembrare un’operazione bizzarra e
invece non lo è, perché è vero che i numeri "non tradiscono", è vero che i numeri in
questo snello libro raccontano una bella storia iniziata nel 1898 a Torino con la fondazione
della Federazione Italiana del Football.
Liguori non trascura nulla. La sua precisione è talmente sorprendente che non si può non
ritenerla figlia di una fantasia altrettanto sorprendente.
Dinastie celebri dei calciatori, giocatori italiani nel mondo, autoreti, espulsioni e punizioni,
goleade, derbies, doppia maglia derby, evoluzione dei sistemi di gioco e tanto altro ancora
sono frutto di un lavoro di ricerca immane dentro un secolo e più di calcio, poi calato in
ogni suo più bizzarro, inedito e singolare aspetto in quella miniera di informazioni che è
"Curiosando nel pallone". Un libro di facile e rapida consultazione per chi ama il calcio, la
sua storia e le sue statistiche. Un libro che su questo sport racconta “di tutto e di più”.
Alfonso Liguori è un noto giornalista sportivo, ed ha collaborato con
note testate giornalistiche, come “Il Mattino“, “Sport Sud“ e “Il Resto
del Carlino“. Attualmente, è direttore del periodico "Tam Tam" e di
"Sporting News".
Una donna speciale, a cavallo di due secoli e di due Paesi
Diario intimo di Filippina…
di Piera Rossotti Pogliano
Edizioni Angolo Manzoni
Romanzo Storico
254 pag. - Euro: 14,46
ISBN: 88-86142-52-8
"Il re voleva denaro,
Bonaparte
era molto bravo
ad arraffare..."
"Sappiamo
che è ora
di abbandonare
la nave."
Recensione a cura di Sonia Piloto di Castro
Filippina de Sales giunse a Torino dalla natìa Savoia nel 1781, giovane sposa del marchese
Giuseppe Filippo Benso di Cavour. Dalla loro unione nacque Michele, padre di Gustavo e del più
celebre Camillo di Cavour. Dolce ed affettuosa, ma anche energica e camaleontica, pronta a cogliere
tutte le opportunità per rinsaldare il patrimonio del casato, la marchesa di Cavour fu sempre attenta
custode dei valori della famiglia, di cui fu l'indiscusso capo morale, la Marina amata e rispettata da
tutti, fino alla sua morte, avvenuta nel 1849, all'età di 87 anni.
Il romanzo di Piera Rossotti Pogliano vuole dare voce a questa straordinaria figura femminile e, al
tempo stesso, rappresenta il tentativo di guardare, attraverso gli occhi della gentildonna, il Piemonte
in un'epoca di grandi rivolgimenti, dalla Rivoluzione francese all'Impero napoleonico, dalla
Restaurazione all'inizio delle guerre per l'Indipendenza italiana. Un filtro, gli occhi di Filippina, certo
non imparziale, ma per questo più vero e più capace di farci cogliere il senso di un'epoca di quanto
non lo sia la fredda obiettività dei documenti storici.
Ed ecco alcuni passi della recensione al libro di Francesca Romano
Con questo Diario di Filippina de Sales marchesa di Cavour Piera Rossotti Pogliano è riuscita a dar
vita a un romanzo che colpisce sia per il tocco partecipe ma privo di compiacimenti con cui viene
delineato questo ritratto di donna non comune, che per la precisione e la leggerezza con cui viene
tratteggiata la vicenda storica in cui esso si inserisce.
Filippina de Sales emerge dalle pagine della Rossotti in tutta la sua esteriore linearità di vita e in tutte
le sue interne contraddizioni, attraverso l'espediente di un diario strettamente personale ma non per
questo prodigo di abbandoni e di esternazioni incontrollate.
Piera Rossotti Pogliano ha creduto alla verità sostanziale di questa gentildonna e ha cercato di
ricrearne la voce, senza tentare di sovrapporvi nessun tipo di giudizio, ma al contrario con l'intenzione
di scavarvi dentro, di estrarne una plausibile identità interiore.
L'autrice gioca fra i vari piani della complessa personalità del suo personaggio adottando una
scrittura che risente anch'essa della conoscenza approfondita della memorialistica dell'epoca,
mettendo in evidenza con mano leggera involontarie ipocrisie, fraintendimenti e reticenze che, pur
non intaccando la sostanziale integrità del personaggio, ne rivelano a tratti i sentimenti più profondi e
inconsapevoli. Lo stile riprende in modo piacevole quello dell'epoca, senza cadere in inutili arcaismi.
Si tratta, insomma, di un libro intelligente e di piacevole lettura, che ricostruisce l'ambiente familiare e
intellettuale in cui si formò uno dei maggiori protagonisti dell'unificazione nazionale, Camillo di
Cavour.
Piera Rossotti Pogliano, presente in questo catalogo anche con il romanzo
storico epistolare "Il ventre pieno di farfalle" (Torino, Robin Edizioni), insegna
scrittura creativa all'Uni3 di Moncalieri (TO) e si dedica da molti anni alla
selezione e promozione di narratori e poeti esordienti, sia attraverso Il Rifugio
degli Esordienti, sia come coordinatrice del Settore Selezione Libri di DANAE.
Ha anche curato due antologie di racconti, "R@cconti senza rete" (Napoli, Di
Salvo) e "Oltrel@rete" (Roma, Proposte Editoriali), nate sotto l'egida del Rifugio,
e anch'esse disponibili in questo catalogo.
Un documentatissimo saggio su Bertrand Russell
I fondamenti della
matematica
nel logicismo di
Bertrand Russell
di Stefano Donati
Atheneum
Saggio
998 pag. - Euro: 39,00
ISBN: 88-7255-204-4
Avendo costruito
un elefante
su cui il mondo
matematico
potesse appoggiarsi,
scoprii che l'elefante
vacillava,
e procedetti a costruire
una tartaruga
per impedire all'elefante
di cadere.
[B. Russell]
Recensione a cura della Redazione DANAE
Nei Portraits from Memory del 1956, Bertrand Russell così riassume il suo lavoro sui
fondamenti della matematica: << Avevo bisogno della certezza nel modo in cui la gente ha
bisogno della fede religiosa. Pensavo che la certezza si potesse più verosimilmente trovare
nella matematica che altrove. Ma scoprii che molte dimostrazioni matematiche (...) erano piene
di fallacie e che, se effettivamente la certezza si poteva trovare nella matematica, lo sarebbe
stata in un nuovo genere di matematica, con fondamenta più solide di quelle che erano state
ritenute sicure fino a quel momento. Ma, mentre il lavoro procedeva, mi si rievocava di continuo
la favola dell'elefante e della tartaruga. Avendo costruito un elefante su cui il mondo
matematico potesse appoggiarsi, scoprii che l'elefante vacillava, e procedetti a costruire una
tartaruga per impedire all'elefante di cadere>> .
Stefano Donati ricostruisce in questo libro documentatissimo la filosofia della matematica di
Bertrand Russell nella sua fase matura e definitiva: la fase logicista, in cui egli sostenne che
tutta la matematica pura deriva da premesse puramente logiche e utilizza solo concetti logici, o
comunque definibili in termini puramente logici.
Il libro ripercorre il percorso di Bertrand Russell, a partire dalla teoria sviluppata da Georg
Cantor alla fine dell'Ottocento, su cui Russell basò molte delle sue costruzioni, ed esamina
quindi la sua teoria dei numeri cardinali e ordinali, dei numeri naturali, relativi, frazionari, reali e
complessi; in connessione con la teoria dei numeri complessi, alla fine del terzo capitolo, si
esamina la concezione russelliana della geometria.
Di particolare interesse il quarto capitolo, dedicato ai paradossi e all'"assioma di scelta", cui
fanno seguito due capitoli più marcatamente storici, che seguono il percorso di Russell alla
ricerca di una soluzione ai paradossi, ricerca che lo condurrà, infine, alla celebre "teoria
ramificata dei tipi" e vengono affrontate a fondo alcune importanti questioni di filosofia del
linguaggio, quali la celebre "teoria delle descrizioni definite" e la "teoria della verità come
relazione multipla".
Stefano Donati è nato a La Spezia nel 1957 e vive a Parma. E' laureato
in Materie Letterarie e in Filosofia. Il suo saggio, condotto con rigore, è
arricchito da una bibliografia vasta ed accurata, e costituisce una
trattazione esauriente e completa del pensiero logico-matematico di
Bertrand Russell.
L’astrologia tra scienza e arte
I giorni critici
e il decubito
delle malattie
di Andrea Argoli
Traduzione di Giancarlo Brogi
Il Pavone
Saggio di Astrologia Medica
240 pag. - Euro: 20,00
ISBN: 978-88-95299-04-4
"La conoscenza
degli Astri
è una scienza
talmente necessaria
al medico
che,
senza di essa,
esercitare
la medicina
diventa temerario"
Recensione a cura della Redazione di DANAE
De diebus criticis et aegrorum decubitu costituisce forse il lavoro più importante di
Andrea Argoli (1570-1657), medico, astronomo e matematico, prima professore di
matematica alla Sapienza di Roma, poi all’Università di Padova, sulla cattedra che
era stata di Galileo Galilei. Il collegamento tra medicina e astrologia è antichissimo,
inizia fin dal XIV secolo a.C., in Mesopotamia, con i sacerdoti-astronomi Caldei, e
continua con Ippocrate, Galeno, Tolomeo, Paracelso... La visione di Argoli, tuttavia, è
estremamente moderna: sulla linea galileiana, che non accetta affermazioni
dogmatiche, ma esige una ricerca sperimentale, l’autore si propone di scrivere un
vero e proprio manuale in cui studia le principali vicissitudini legate alla malattia e alla
morte di personaggi famosi, prevalentemente del suo tempo, e, sulla base dei dati di
cui dispone, realizza dei diagrammi sintetici utilizzando ideogrammi tradizionali
tramandati dagli antichi circoli sacerdotali dei Templi egizi e caldei, ed anche simboli
numerici e matematici. Ora, tutti questi diagrammi sono stati ricalcolati con l’aiuto di
un programma computerizzato, Astrologia 33, e nella presente versione sono state
segnalate le eventuali discrepanze con i calcoli dell’Argoli.
Il libro è un documento interessante per lo studioso di storia ed evoluzione della
medicina e per chi è interessato all’astrologia medica: vi si troveranno notizie curiose
relative alla malattia e alla morte di papi, cardinali, re (per citarne alcuni, il cardinale
Federico Borromeo, i re Enrico II, III e IV di Francia, i papi Urbano VII, Clemente VIII
e Gregorio XV), oltre a notizie sull’esercizio della medicina tra Cinque e Seicento e le
riflessioni dell’autore sui condizionamenti cosmici a cui ritiene siano sottoposti gli
esseri umani.
Giancarlo Brogi, traduttore del presente trattato di Andrea Argoli e de Le Direzioni
Astrologiche (Tabulae Primi Mobilis), Il Pavone 2008, è un ingegnere senese,
appassionato di lingue classiche e studioso di tradizioni esoteriche, che dedica i suoi studi
alla riscoperta della cultura sperimentale del Rinascimento, con il fine di stimolare
l’indagine scientifica sull’antica concezione medica che lega le influenze siderali alle
malattie.
Dagli atti del Vangelo, al film di Mel Gibson…
I segreti
della passione
di Cristo
di Giancarlo Padula
Tabula Fati Editore
Saggio
111 pag. - Euro: 6,50
ISBN: 88-7475-036-6
Il mondo non solo si
scandalizza del dolore,
ma ancor più si
scandalizza di un Dio
che si fa uomo e che
va a finire su una croce,
dopo una tremenda Via
Crucis, e una agonia
estenuante.
Se vi fossero state delle
telecamere durante la
vera Via Crucis
avrebbero ripreso,
molto probabilmente,
le stesse immagini.
Recensione a cura di Maria Rosaria Minervini
Dalla lettera all'immagine e dall'immagine alla lettera: l'eterna, dinamica dialettica della
Passione di Cristo, dalle rappresentazioni medioevali al film "The Passion of Christ".
E come il recente lungometraggio di Gibson riversa nelle immagini sullo schermo la
suggestione della littera dei Vangeli, così il bel libro di Giancarlo Padula riporta all'intensa, a
volte cruda, esperienza della parola, la tormentata, dolorosa ma anche lirica narrazione del film.
È la parola l'anima reale di questo libro, in tutte le sue molteplici gradazioni: mistica (la
Venerabile Anna Caterina Emmerick); evocativa (il regista Mel Gibson); commossa (le reazioni
che seguono la visione del film); sostanziale (Vittorio Messori e Andrea Piersanti); infine,
viscerale (l'autore).
Ma questo libro è anche l'appassionata esegesi del film che ha scioccato e fatto discutere,
ridestato le menti e le coscienze dall'abulia religiosa della nostra storia contemporanea. E come
quello, anche il fervido testo del Padula non mancherà di scuotere, forse ferire, coi suoi
laceranti interrogativi, con l'estenuazione verbale, con la violenza di una parola, insomma, che,
ancora una volta, dopo duemila anni, ha il coraggio di ergersi a monito e indicare nella via della
croce l'unica strada per la salvezza.
Giancarlo Padula, giornalista, scrittore, operatore della musica
cristiana contemporanea, è nato a Terni nel 1953, dopo aver
vissuto fino al 1984 nella sua città natale, si è trasferito a Perugia
fino al 1989. Dalla metà del 1989 vive a Macerata.
Ha finora pubblicato i seguenti libri: Oltre i quattro cubiti (Visconti,
Terni 1980); I malefici (Edizioni Segno, Udine 1993); Satana e i
suoi mercenari (Edizioni Segno, Udine 1995); I segreti degli
esorcisti (Edizioni Segno, Udine 1998); Le vere armi per
combattere con efficacia le potenze del male (Editrice Herbita,
Palermo 2002 - Premio della Cultura della Presidenza del
Consiglio dei Ministri); Bin Laden, i tempi dell'anticristo (Edizioni
Spring, Caserta 2002); Dall'inganno dei Beatles alla Musica per
Dio (Greco e Greco Editori, Milano 2003); La Magia è una
trappola (Greco e Greco Editori, Milano 2003).
Religione e cultura nella Spagna dei "secoli bui"
I Visigoti
e la rinascita culturale
del secolo VII
di Luca Montecchio
Graphe.it
Saggio Storico
136 pagine
Euro: 12,00
ISBN: 88-89840-06-4
Il processo storico
che portò i Visigoti
ad assoggettare
prima la Gallia
meridionale
e poi la penisola iberica
deve essere affrontato
nella sua complessità
se si vuole cercare
di comprendere
gli avvenimenti
dei secoli VI-VII
successivi
alla caduta di Tolosa.
Recensione di Piera Rossotti Pogliano
Quando si parla di Visigoti, subito si pensa ad Alarico, che guidò i suoi guerrieri
contro il grande gigante ormai agonizzante, l'Impero Romano d'Occidente,
saccheggiò Roma, nel 410, per spingersi successivamente verso sud. Colto da morte
improvvisa, la leggenda racconta che Alarico sia stato sepolto nel letto del fiume
Basento, provvisoriamente deviato per scavare la tomba del re. I Visigoti risaliranno
poi verso nord, sotto la guida del fratello e successore di Alarico, quell'Ataulfo marito
di Galla Placidia che riuscì dapprima ad assoggettare l'Aquitania e successivamente
la penisola iberica. Qui, i Visigoti si stabilirono nel VI e VII secolo, fondando un regno
rimasto stabile fino all'impetuosa avanzata degli Arabi, che giunsero a Poitiers, ove
furono fermati nel 732 da Carlo Martello.
La ricerca di Luca Montecchio, rigorosamente documentata, eppure scritta in una
lingua piana e scorrevole, è ricca di note preziose per gli specialisti e corredata da
una cospicua bibliografia, e si propone di far luce proprio sul periodo della
dominazione visigota in Spagna e sulle ragioni che, nel 589, mossero Recaredo a
convertirsi al cattolicesimo, spingendo alla conversione anche i sudditi, favorendo
così la fusione delle due etnie principali, l'ispano-romana e la visigota. La diffusione
del cattolicesimo fu di stimolo ad una vasta fioritura di scuole monastiche e vescovili,
che contribuirono a conservare e a trasmettere l'eredità culturale del mondo classico,
riuscendo in molti casi a difendere perfino dall'invasione araba un inestimabile
patrimonio di manoscritti.
Dopo aver illustrato gli aspetti religiosi, culturali e giuridici del regno, l'Autore indaga
la società visigota, le divisioni interne, i rapporti con la consistente minoranza ebraica
iberica e con il regno ostrogoto di Teodorico, contribuendo alla conoscenza di un
popolo e di un periodo che spesso, con troppa superficialità, ci limitiamo a definire
"barbari".
Luca Montecchio è studioso della tarda antichità e del medioevo, ed ha condotto le
sue ricerche presso le università di Roma, Bordeaux e Macerata. Autore di numerosi
articoli su riviste specializzate e in Atti di convegni, ha pubblicato con Claudia
Costaurta il saggio Vita e opera di frate Antonio Bruni da Firenze (Roma, 2002), in
cui analizza la condizione dei frati predicatori a cavallo del secolo XVI.
Piccolo manuale per l’aspirante autore
che non vuol essere un pollo da spennare
Il filo d'inchiostro
di Maurizio J. Bruno
& Piera Rossotti Pogliano
Tabula Fati Editore
Manuale
96 pag. - Euro: 8,00
ISBN: 88-7475-129-X
Ecco, è fatta,
abbiamo lasciato
scorrere
il nostro filo
d’inchiostro
e ne abbiamo fatto un
libro,
con parole, idee,
sogni!
E adesso,
che ne facciamo?
Recensione a cura della Redazione di DANAE
Questo manuale è frutto dell’esperienza pluriennale acquisita dai suoi autori nella
gestione dei siti internet Il Rifugio degli Esordienti e DANAE, veri punti di riferimento in
rete per “scrittori non ancora famosi”.
Scrivere un libro è un’esperienza straordinaria ma, una volta messo a punto il manoscritto,
che fare? Come trovare l’editore giusto? Come mettersi in contatto con lui? Come evitare
di cadere nella trappola di un contratto-capestro? A cosa servono le agenzie letterarie?
Che cosa sono un ISBN o un bollino SIAE? Come e dove reperire le informazioni utili,
anche legali, per orientarsi nel mondo dell’editoria? E poi, la pubblicazione cartacea è
davvero l’unica possibilità?
Sono queste, e molte altre, le domande alle quali questo vademecum si propone di dare
una risposta. Perché una cosa è essere dilettanti, un’altra è farsi trattare da sprovveduti!
Maurizio J. Bruno nasce a Pinerolo (TO) nel 1964, ma cresce e si forma in Campania, per poi
trasferirsi a Roma e infine in Abruzzo, dove vive attualmente. Ingegnere e progettista di una delle più
note aziende italiane di elettronica e informatica, a metà degli anni Novanta riscopre l'interesse per la
scrittura e per l'editoria, che aveva già coltivato da bambino e, dopo la pubblicazione del suo primo
giallo tecnologico, RALF, decide di impegnarsi concretamente al fianco degli scrittori italiani non
ancora famosi. Nel 1998 fonda il sito internet "Il Rifugio degli Esordienti", tuttora punto di riferimento
per gli scrittori alla ricerca di un editore, e nel 2002, insieme ad altri inguaribili utopisti, dà vita a
DANAE, un'associazione di Scrittori, Librai ed Editori che si occupa della promozione e della
distribuzione di libri già editi ma scritti da autori ancora poco noti. Attualmente, oltre che nel folle
tentativo di correggere le storture del mondo editoriale italiano, è impegnato nella scrittura del suo
terzo romanzo, come sempre pieno di tecnologia e di misteri.
Piera Rossotti Pogliano laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne e in Comunicazione
Interculturale, ha insegnato all’Istituto di Filologia Romanza dell'Università di Liegi e oggi si dedica
all’inserimento delle nuove tecnologie nella didattica delle lingue straniere. Appassionata da sempre
di letteratura (soprattutto francese) e di storia, fa parte del gruppo di inguaribili utopisti di cui parla
Maurizio J. Bruno, è impegnata da molti anni nella selezione e nella promozione di narratori e poeti
esordienti, e dirige dal 1999 la sezione di Lettura Incrociata del Rifugio degli Esordienti e dal 2002 il
catalogo di DANAE. Ha curato tre antologie di narratori esordienti, R@cconti senza rete (Napoli, Di
Salvo), Oltrel@rete (Roma, Proposte Editoriali) e Venti d@lla rete (Perugia, Graphe.it), e ha
pubblicato i romanzi storici Il diario intimo di Filippina de Sales, marchesa di Cavour (Torino, L'Angolo
Manzoni) e Il ventre pieno di farfalle (Roma, Robin Edizioni).
Vorrei comprare un paio di ORECCHI da sole…
Il gioco degli errori
Italiano per stranieri
di Maria Paola Sacchetti
Edizioni Gwynplaine
Saggio Umoristico
128 pag. - Euro: 10.00
ISBN: 978-88-95574-03-5
…Dopo qualche
giorno di lezione
[gli studenti stranieri]
si rendono conto
che sbagliare
non è un dramma,
che nessuno si
arrabbia,
che non c’è punizione
o denigrazione.
Recensione di Bruna Nizzola
Chi voglia concedersi un momento di lettura divertente, ne avrà felice occasione
accostandosi a questo libro di Maria Paola Sacchetti. Si tratta di un gioco, per
l’appunto, in cui in una serie di battute, vere e proprie vignette a parole che fanno
ricordare quelle disegnate di Altan, Forattini o ElleKappa, vengono scherzosamente
evidenziati gli errori di alcuni giovani stranieri alle prese con la complessa struttura
della lingua italiana. Il sorriso, che a volte diventa risata aperta, accompagna lo
sfogliare di tutte le pagine del volumetto. Non si tratta, però, di una banale “presa in
giro” del malcapitato studente e dei suoi strafalcioni. E’ piuttosto un percorso
attraverso aneddoti divertenti, condotto con intelligente arguzia, con felice autoironia
e con un buon gusto discreto che non fa certo rimpiangere lo stile sboccato e volgare
di certi spettacoli d’intrattenimento televisivi.
Un altro punto a favore del libro, che la scrittrice di queste note, maestra “d’epoca”,
non ha potuto fare a meno di cogliere, è l’intensità del rapporto docente – allievo che
trapela dagli spiritosi commenti dell’autrice, dalle domande rivolte agli studenti e dalle
loro risposte. Si ride insieme degli errori per non commetterne più. Qui si rivela un
personalissimo ed efficace metodo didattico, scevro da ogni pedanteria ed
autoritarismo, che non permetterà ai numerosi allievi di dimenticare la loro brillante
insegnante e, a chiunque lo legga, il suo simpatico libro.
Maria Paola Sacchetti ( Mappi, per gli amici),
laureata in Lettere, insegna lingua e cultura italiana
per stranieri in una scuola privata fiorentina ma
anche
recitazione
nei
corsi
propedeutici
dell’Accademia teatrale di Firenze.
Il suo blog è www.mappi.splinder.com.
Gli occhi di Don Rodrigo: i primi sul nuovo mondo
Il testamento
di Don Rodrigo
di Stefano Testa
Pulp Edizioni
Romanzo Storico
330 pagine Euro: 15,00
ISBN: 978-88-902597-2-2
La notizia
della scoperta
della nuova via
per le Indie
aveva preceduto
il loro arrivo
a Palos...
Al loro arrivo
la città
era in festa.
Sul molo,
ovviamente,
c’era anche Maria.
Recensione a cura di Rossana Gabrieli
Rodrigo de Triana, oscuro marinaio al servizio di un ammiraglio
temerario, il genovese Colon, parte in cerca di fortuna, su una delle tre
caravelle messe a disposizione dei sovrani spagnoli per cercare una
nuova via per le Indie. Maria, la giovane moglie, non sa se lo rivedrà, ed
ogni giorno, percorrendo a piedi la stradina fino al mare, tornerà al porto a
chiedere sue notizie. Re Ferdinando, d’altronde, ha promesso ben
diecimila maravedis al primo uomo che vedrà terra, così le ha raccontato
il suo amato sposo. E saranno, infatti, proprio gli occhi di Rodrigo de
Triana a scrutare e scoprire, pur senza saperlo, il nuovo mondo.
Ma né gloria, né fama spetteranno al coraggioso marinaio, il quale andrà
incontro ad incredibili rovesci di fortuna: il premio sarà incassato
dall’astuto Colon, che avrà abilmente ritoccato le annotazioni sul diario di
bordo; Maria morirà di parto e la cognata gli sottrarrà, a sua insaputa, la
figlioletta neonata, fingendola sua. Rodrigo, disperato, percorrerà la
Spagna sempre in cerca di pace, dell’amore di una donna, di una nuova
vita, incappando, invece, di volta in volta, in bizzarri alchimisti, mogli
fedifraghe e bramose della sua prestanza, reietti ed ubriaconi, fin nelle
oscure maglie dell’Inquisizione.
Solo ed ormai vecchio, riprenderà il mare verso quel nuovo mondo che,
fino ad allora, non gli aveva recato che dolori. Ma, forse, non questa
volta: l’ultima.
Stefano Testa è nato a Roma nel 1964 e risiede da sempre a Frosinone,
ove esercita la professione di avvocato e di insegnante di discipline
giuridiche. Ha vinto diversi premi, sia come compositore, che come
scrittore: dal "Premio Lunezia Giovani Autori" al "Premio Recanati". Il
Testamento di Don Rodrigo è il suo romanzo di esordio.
L’Italia e la Francia della metà ‘800, viste con occhi di donna…
Il ventre
pieno di farfalle
di Piera Rossotti Pogliano
Edizioni Robin
Romanzo Storico
Epistolare
360 pagine
Euro: 14,00
ISBN: 88-7371-202-9
"Voglio poter dire
quel che penso
e pensare
quel che dico.
Ho coltivato il mio giardino,
ho fatto quel che meglio
potevo fare quaggiù sulla terra.
Non conosco la noia,
non conosco il vizio.
Amo i miei, mi diverto con poco,
traggo piacere dalle mie
giornate semplici.
Colgo la felicità
che è alla portata
della mia mano di vecchia.
Oh sì, la felicità.
Potete tutti dire altrettanto?”
Recensione di Alberto Asero
Il romanzo epistolare è una forma letteraria raffinata e difficile, che gioca sui piani temporali: il presente del
foglio che si legge, il passato di quando è stato scritto, il futuro della risposta. In mezzo, tutta la complessità
della storia quotidiana dei personaggi e della Storia più grande che gravita loro intorno, dei punti di vista
individuali e delle circostanze più o meno determinanti, degli ambienti e degli stati d'animo, della situazione
affettiva, del benessere fisico o economico dei corrispondenti, della loro maggiore o minore confidenza con
carta e penna, della loro propensione al pettegolezzo. Alla base della scelta, il patto che l'autrice stringe con
i suoi lettori: quello di lasciarli entrare senza influenzarli nella vicenda che le lettere stesse costruiscono,
come se, davvero, egli non fosse che l'editore di quelle lettere, semplicemente raccolte e giustapposte, ma
vere, spontanee, unicamente condizionate dalle convenzioni sociali e dalle regole che la scrittura epistolare
comporta. Toccherà quindi ai lettori addentrarsi nella storia apparentemente non costruita, ritrovare i diversi
punti di vista, imparare a riconoscere la voce di ciascun personaggio.
Il ventre pieno di farfalle è un romanzo epistolare tutto al femminile, che si intreccia negli anni 1859-1861, tra
una Francia scintillante di feste e divertimenti in un effimero Secondo Impero ed un'Italia ancora spezzettata
in realtà diverse e poco conciliabili: un Regno di Savoia sostanzialmente conservatore, che pure con fatica e
con una certa diffidenza si apre alla possibilità di cambiamento e di unione nazionale, una Roma papalina
dove la grandezza del passato sta ormai soltanto nelle vecchie pietre, una Napoli sudicia e bellissima come
i suoi lazzari nudi, una Sicilia lontana, "terra bruciata in mezzo al mare", profumata di salmastro e di
mandorlo in fiore, dove va a combattere un generale pazzo in camicia rossa.
Le donne del libro hanno età diverse, voci diverse, ma un'unica, umanissima aspirazione alla felicità, di cui
hanno tuttavia una visione peculiare e personale. Per l'anziana Rosa, la felicità può essere un pomeriggio
passato a spettegolare con le amiche, seguito da una cena a base di coniglio alla cacciatora, accompagnato
da un grissino, per "stare leggera", e da un bicchiere di Barbera. Per la giovane Catherine, può essere la
speranza di perdere presto quell'ingenuità che, a sedici anni, comincia a pesarle un po' troppo... Per Mary,
la felicità è vendere bene il suo corpo (ma soltanto quello!), senza aver paura di "quello che un signore si
porta dentro i calzoni", e mettere da parte dei bei quattrini. Per Anne, la felicità è potersi permettere di
ricominciare a vivere a trentaquattro anni, grazie alla lungimiranza del padre, che non l'ha resa
economicamente dipendente dal marito; per Costanza, è sentirsi circondata dall'affetto dei suoi cari, vivi e
morti.
E il lettore, a poco a poco, entra nel gioco, si lascia prendere dall'intreccio delle storie, getta lo sguardo su
un passato che è lontano, ma non troppo, e che gli serve per capire come siamo oggi e perché siamo così,
viene preso per mano e portato davanti allo specchio della toilette di una dama, ad annusare le bottigliette di
essenze di fiori con cui si profuma o i vasetti di crema con cui si massaggia il viso la sera, o anche a
respirare l'aria pesante di effluvi corporei e di tisana tiepida nella camera di una vecchia signora malata e
magari, chissà, ad intravedere anche il pitale sotto il letto.
Certo, un modo insolito di avvicinarsi al passato, in punta di piedi, attraverso gli occhi parziali dei
personaggi, come sono parziali i nostri occhi nel guardare la nostra propria storia quotidiana e la grande
Storia in cui siamo immersi.
Piera Rossotti Pogliano, già presente in questo catalogo con il romanzo storico "Diario
intimo di Filippina de Sales, marchesa di Cavour" (Torino, L'Angolo Manzoni), insegna
scrittura creativa all'Uni3 di Moncalieri (TO) e si dedica da molti anni alla selezione e
promozione di narratori e poeti esordienti, sia attraverso Il Rifugio degli Esordienti, sia
come coordinatrice del Settore Selezione Libri di DANAE. Ha anche curato due antologie di
racconti, "R@cconti senza rete" (Napoli, Di Salvo) e "Oltrel@rete" (Roma, Proposte
Editoriali), nate sotto l'egida del Rifugio, e anch'esse disponibili in questo catalogo.
Le nostre povere immagini di Dio
In quale Dio
crediamo?
di Adriana Zarri
La Piccola Editrice
Saggio Teologico
60 pag. - Euro: 4,00
ISBN: 88-7258-320-3
C’è un modo comune
con cui Dio è presente
in tutte le cose
per la sua essenza,
potenza e presenza,
come la causa è
presente
nei suoi effetti
e partecipa
la sua bontà in essi.
Recensione a cura della Redazione di DANAE
Questa breve opera rappresenta la trascrizione di una delle tre
meditazioni tenute dalla Zarri al Centro Comuniitario di Celleno. L’odierna
crisi dell’immagine di Dio è stata determinata dalla riflessione teologica
dell’ultimo millennio. Di Dio abbiamo una falsa e povera immagine, quella
di un essere temibile, onnipotente, grande regolatore e anche grande
punitore, certo non di un Dio amabile. Da quell’immagine di Dio dipende
anche la nostra immagine dell’uomo.
La domanda del Catechismo di Pio X (“Chi è Dio?”) dà una definizione
della divinità, non del Dio cristiano, affermando che “Dio è l’essere
perfettissimo, creatore e signore del cielo e della terra”. Di Dio abbiamo
un’immagine monolitica, abbiamo dimenticato la Trinità, al punto che,
anche nel parlare comune, “Padreterno” è diventato sinonimo di Dio.
Tesi della Zarri è che l’unità di Dio è trinitaria, il che vuol dire che è
pluralistica e che si instaura sulla pluralità. Dal rapporto di Alterità
all’interno della Trinità, nasce la spinta alla creazione dell’altro: l’universo,
con tutte le sue creature. Tutti questi altri disseminati nel mondo, redenti
e assunti dal Cristo, vengono riportati in seno all’Altro di Dio.
L’opera è corredata da una serie di brevi “Letture parallele” tratte da altre
opere della Zarri.
Adriana Zarri (1019 – 2010) è nata a San Lazzaro di Savena (BO). Teologa, saggista,
autrice di romanzi, ha collaborato con diversi periodoci (lunga la collaborazione con Il
manifesto) e, nell’ultimo periodo della sua vita, ha vissuto in forma monastica in un eremo
del Canavese.
Modi d'amore, dal 1500 ai giorni nostri…
L'amore
in ginocchio
di Francesca Romano
Robin Edizioni
Romanzo Storico
230 pagine
Euro: 12,00
ISBN: 88-7371-201-0
In amore,
avrebbe voluto poter dire,
non ci sono più padroni e servi,
mariti e mogli,
maschi e femmine.
Ci sono soltanto
due persone che si cercano
e s'immedesimano a tal punto,
che fra poco
non saprò neppure
se sono io o Caterina
a respingere con la mano
quella bionda ciocca ribelle
che le cade sulla fronte...
Recensione di Gianpietro Scalia
In questo romanzo accade un fatto straordinario, che alle volte accade con i libri: ci si
innamora di un personaggio. Di solito questo avviene quando si ha tra le mani un bel libro:
intelligente, arguto, ricco di atmosfere e di sensazioni. E questo è un libro così. La trama
non può essere sintetizzata o riassunta; sarebbe riduttivo, come per tutti i romanzi epici. E
anche se "L'amore in ginocchio" non si può definire propriamente una epopea, attraversa
ugualmente cinque secoli di storia, dal 1500 ai giorni nostri. Caterina, una dama del 500,
la protagonista che emerge e coinvolge tutto e tutti, ammalia il lettore fino all'emozione e
sembra stringere con esso un legame che durerà dalla diciassettesima pagina del libro
(momento nel quale appare sulla scena) fino alla fine, quando si separerà dal lettore con
lo stesso stile e buon gusto che avrà impersonato per tutta la narrazione: da vera eroina
sconosciuta del suo tempo. Il tempo, infatti, è l'altra magia di questo romanzo. Le
atmosfere variano, col variare dei periodi storici e della vita; in questo modo la storia,
quella grande, quella che rivoluziona i modi e i costumi della gente, diventa nel romanzo
la cornice per un'altra storia, molto più intima, narrata dagli eventi che coinvolgono i
personaggi del romanzo. E quanto più è riconoscibile la grande storia del mondo, tanto
più diventa intima la narrazione di queste famiglie, unite da un legame generazionale che
viaggiando in avanti e a ritroso nel tempo ci raccontano con discrezione il nostro mondo, i
nostri sentimenti e i nostri vizi. Ci raccontano da dove veniamo, e con quali radici abbiamo
costruito il nostro oggi.
A lettura ultimata rimane quel senso di indissolubile, di (re)invenzione del passato. Quel
senso di stupore che a volte ci prende e ci rende complici, come quando si rimane
affascinati osservando un antico ritratto, dinanzi al quale la nostalgia del tempo andato si
rimescola col desiderio di un tempo che non può tornare. Che non deve tornare. Perché è
lì, nelle sale dei musei o dei palazzi storici, staticamente impresso dentro quelle grandi
tele che ci osservano con lo sguardo di antiche persone. Cosa avranno da dire quei
ritratti. Cosa avranno pensato quelle donne così austere o sognanti. Quali tormenti
avranno vissuto nella loro intimità. Forse non lo sapremo mai, o forse i personaggi di
questo romanzo ci daranno uno spunto per capire, o, quantomeno, per immaginarli con
occhi diversi.
A nuove domande, nuove risposte.
La Chiesa perplessa
di Agenor Brighenti
La Piccola Editrice
Saggio
152 pag.
Euro: 12,00
ISBN: 88-7258-110-9
“Oggi la Chiesa,
e non potrebbe
essere diversamente,
è immersa
in un processo
di profonde
trasformazioni [...]
La sua missione
è sollecitata
ad un profondo
cambiamento.”
Recensione a cura della Fra’ Matteo Pugliares
In un contesto sociale come quello odierno, anche la Chiesa è chiamata a
riflettere su come porsi nei confronti del mondo. Le tensioni esistenti, la
globalizzazione, un rinato fondamentalismo religioso, pongono domande nuove
che non possono essere tralasciate. Agenor Brighenti, in questo saggio cerca di
tirare fuori queste domande. Lo fa a partire da un’analisi fenomenologica di
questo tempo di trasformazioni in campo scientifico-tecnico, sociale, economico
e politico-culturale.
Brighenti si domanda quali siano le domande che questo cambiamento epocale
pone alla Chiesa, che sempre deve essere attenta a quelli che sono stati definiti
“i segni dei tempi”. Attraverso un percorso storico che abbraccia Umanesimo,
Rinascimento, Riforma Protestante e Illuminismo, il lavoro di Brighenti analizza i
nuovi fenomeni con cui oggi occorre confrontarsi. La Chiesa allora deve cogliere
queste trasformazioni, il pluralismo religioso e quello culturale, e riprogettare la
sua missione, saperla innovare, ricostruire, per rimanere fedele all’invito di Gesù
di andare e portare a tutte le genti il Vangelo, alla luce del profetico Concilio
Vaticano II e della dottrina sociale della Chiesa. Le grandi sfide di oggi, le grandi
domande, hanno bisogno di essere comprese: la Chiesa può e deve aiutare gli
uomini in questa comprensione.
Un libro lucido, interessante, capace di coinvolgere non solo i credenti ma
chiunque sia attento ai fenomeni sociali, religiosi, politici, culturali, per riflettere
sul mondo di oggi ma anche su quello di ieri.
Agenor Brighenti sacerdote, è dottore in Teologia (Università Cattolica di Lovanio –
Belgio), laureato in Filosofia (Università del Sud di Santa Catarina – Unisul) e
specializzato in Pastorale Sociale. Direttore dell’Istituto Teologico di Santa Caterina
(Itese), tiene corsi all’Università Pontificia in Messico e all’Unisul. E' anche autore di vari
libri e articoli.
Quanta parte del nostro essere è veramente “nostra”?
La maschera
trasparente.
Essere o apparire?
di Elena Liotta
La Piccola Editrice
Psicologia
142 pagine
Euro: 12,00
ISBN: 88-7258-903-7
Ci sono maschere
che hanno
la qualità
della trasparenza,
verosimili a tal punto
che identità fittizia
e verità
si sovrappongono
anche
nella percezione
interna
del soggetto
Recensione a cura di Stella Di Giorgio
"Essere se stessi": quante insidie nasconde questo motto?
Inneggia alla spontaneità, all’autenticità, alla libertà, ma si impone come un dovere da
assolvere. La retorica degli affetti, sulle rubriche dei settimanali, dai salotti televisivi, nella
cerchia di amici, ti ripete in continuazione: di’ quello che pensi, fa’ quello che senti, va’
dove ti porta il cuore. Ma forse anche a te è capitato, in alcuni momenti della tua vita, di
sentirti insoddisfatto, di volgerti indietro e riflettere sulle esperienze che hai vissuto, sui
comportamenti che hai assunto, sulle scelte che hai compiuto: sembravano rispondere
alle tue inclinazioni più naturali, invece erano frutto di condizionamenti e costrizioni per
non deludere le aspettative degli altri, per accontentare le persone a cui volevi bene.
Perché proprio quando ti sembra di essere più libero, ti ritrovi sotto l’occhio vigile del
Grande Fratello che spia, giudica e condanna senza appello. Proprio quelli che ti
autorizzano ad agire in autonomia, ti pongono più limiti, perché si ripresentano puntuali
alla fine, a giudicare i tuoi risultati, a chiedere il conto, a sentenziare: "te l’avevamo detto".
Il libro della Liotta analizza la sensazione di delusione, insicurezza e fragilità dell’uomo di
oggi, apparentemente libero di essere se stesso, subdolamente influenzato ad essere
come gli stereotipi comandano: il bravo bambino che compiace i genitori, il bravo ragazzo,
il bravo marito. Possibilmente il migliore: il primo della classe, il più bravo, il leader.
Dall’esperienza di una psicoterapeuta, un’analisi sociologica, psicologica, filosofica della
contemporaneità sospesa tra essere, apparire e comparire, di agevole e piacevole lettura.
Elena Liotta è psicoterapeuta e docente di formazione, svolge la sua attività in ambito
clinico, socio-educativo e culturale. È autrice di numerose pubblicazioni.
Un'analisi dell’influenza della globalizzazione
sulle società dell'America Latina
La società globale
Educazione
Mercato
Democrazia
di Noam Chomsky
& Heinz Dieterich
La Piccola Editrice
Saggio
159 pag. - Euro: 11,88
ISBN: 88-7258-207-5
Ai popoli
viene imposto
un modello di vita
che li sottomette
alle necessità
del capitale.
Recensione a cura di Gaia Seregni
Durante gli anni ’90 abbiamo assistito alla diffusione di Internet e delle nuove
tecnologie in tutto il mondo, che hanno permesso lo sviluppo di politiche di
globalizzazione. In questo scenario, gli Stati Uniti e i centri del potere finanziario
internazionale si sono resi protagonisti nell’imposizione di politiche neoliberali e nel
conseguente smantellamento dello Stato sociale.
Le multinazionali la fanno da padroni, diffondendo un’ideologia che celebra il profitto
privato come valore umano supremo e dichiarano deprecabile e totalmente
controproducente ogni aiuto alle popolazioni povere.
Noam Chomsky e Heinz Dieterich analizzano le conseguenze di queste tendenze in
America Latina, dove le politiche di globalizzazione hanno favorito la disoccupazione
e l’impoverimento della maggior parte della popolazione, e dove i diritti umani
conquistati dai lavoratori subiscono una forte retrocessione.
I due studiosi ci mostrano chiaramente come queste politiche influenzino ogni aspetto
della vita: l’economia, l’educazione, la stampa, il lavoro e dove persino la democrazia
è subordinata al capitale.
La società globale non è nata per caso, ma è frutto di politiche imposte dalle imprese
transnazionali che hanno imposto il capitale come obiettivo primario e forme di
repressione come mezzo per preservare il sistema generale.
Questo saggio è una lettura indispensabile per chi vuole capire le tendenze sociali
dei nostri giorni e come sono nate. Chomsky e Dieterich, attraverso una seria e
precisa documentazione, portano alla luce tutti quegli aspetti che le politiche
dominanti cercano di far apparire trascurabili rispetto al bene comune, e che sono
conseguenze e mezzi dello sviluppo del mercato globale.
Noam Chomsky non ha bisogno di presentazioni: è ritenuto il linguista più importante del
mondo. Il suo paradigma di linguistica matematica ed i suoi saggi filosofici e politici hanno
avuto una profonda influenza sulla filosofia, psicologia, antropologia e sulla scienza
politica attuale.
Heinz Dieterich Steffan, autore di oltre trecento saggi e articoli, è docente di Sociologia
all’Università Autonoma Metropolitana di Cirttà del Messico e presidente del Foro por la
Emancipación e identidad de América Latina.
Resoconto attorno a quei famosi fatti
La Tosca
di Giorgio Bosello
F.lli Palombi Editori
Saggio
404 pag. - Euro: 13,00
ISBN: 88-7621-208-6
La cantante
arrivò assai presto.
Portava con sé
un piccolo bagaglio,
molto elegante,
di modello francese.
Non era più vestita
con quell’abitone
da sera
che portava
pochi minuti prima
Recensione a cura di Federica Borella
La morte della Tosca nell’opera omonima di Puccini ha commosso diverse generazioni: è
la storia di una famosa cantante romana, la quale, a causa di una serie di eventi
sfavorevoli, causati principalmente dalla sua folle gelosia, si suicida dopo l’uccisione del
suo amato.
Giorgio Bosello fa rivivere il mito di Tosca partendo dalle sue ultime ore per giungere agli
avvenimenti postumi, aderendo al filone prosaico del Romanzo Parallelo, ancora molto
sconosciuto in quanto territorio artistico poco esplorato dai narratori contemporanei.
Il narratore onnisciente diviene così guida di un viaggio alla scoperta di personaggi
secondari, e ne svela la provenienza e il percorso. Di pari passo, vengono introdotti
personaggi nuovi, non presenti nell’opera di Puccini, ma che si affiancano ai protagonisti
svolgendo un ruolo primario nella concatenazione degli eventi, mentre ogni luogo e
persona risulta essere realistico e rappresentato con dovizia di particolari, con grande
attenzione ai sentimenti, agli stati d’animo, all’ambientazione, ricostruendo al contempo un
verosimile spaccato della Roma del 1800.
La disinvoltura con cui si spazia da un personaggio all’altro, tra diverse situazioni, anche
grazie all’utilizzo di appositi minicapitoli che meglio permettono di orientarsi all’interno
dell’opera, manifesta la perfetta conoscenza dell’autore circa gli argomenti trattati e
permette al lettore curioso di approfondire gli argomenti, anche grazie alla bibliografia, alle
note esaurienti, alle accurate Appendici del libro.
Un libro da leggere tutto d’un fiato per gli appassionati d’opera, ma non solo. Grazie ai vari
riferimenti a personaggi e fatti storici, alle storie di grandi amori e fulminee passioni, il
libro, arricchito da 47 pregevoli illustrazioni, è adatto anche a chi ama i romanzi, la storia e
i racconti d’amore.
Giorgio Bosello è nato a Torino, ma vive a Roma da sessant’anni e si
definisce un buon conoscitore della "Città Eterna", come si evince dal
suo meticoloso amore per la ricerca topografica. Per i tipi di Bompiani,
ha pubblicato nel 1991 il Dizionario dei monumenti italiani e dei loro
autori – Roma, Dal Rinascimento ai giorni nostri.
Un’indagine sugli attributi divini
La natura di Dio
di Edward R. Wierenga
Traduzione di: Paolo Quaglia
Graphe.it
Saggio teologico-filosofico
232 pagine
Euro: 18,00
ISBN: 88-89840-08-0
La fede religiosa
non si fonda
sul ragionamento
logico,
ma sulla
testimonianza.
Eppure
è possibile
servirsi della logica
per difendere
la propria fede.
Recensione di Frà Matteo Pugliares
Esiste una tipologia di libri che non sempre, purtroppo, riesce a trovare spazio tra i
meandri delle pagine dedicate alle recensioni nelle riviste e nei quotidiani. A questi libri
appartiene certamente "La natura di Dio", saggio teologico-filosofico dello statunitense
Edward E. Wierenga, tradotto per la prima volta in Italia da Paolo Quaglia. Un saggio per
addetti ai lavori o per coloro che hanno almeno un minimo di conoscenza della
terminologia filosofica e teologica.
Wierenga ci propone i temi classici della metafisica e della logica, gli attributi divini, quali
l'onnipotenza, l'onniscienza, l'eternità, l'immutabilità, il problema del male. Per tutti questi
temi, l'autore esplicita le sue motivazioni, respingendo con la forza degli argomenti le
obiezioni possibili. L'esposizione dei ragionamenti, puntuale e meticolosa, tiene conto
della teoria conosciuta come "Teoria dei mondi possibili" di Stalnaker (che applica la
semantica alla logica), e delle varianti che sulla stessa teoria ha proposto David Lewis. Un
saggio energico, vigoroso, che si lascia andare ad uno stile apologetico che ricorda i primi
scritti cristiani, Aristide e Giustino, ed anche quelli di Tertulliano e Celso; stile apologetico
che, invero, la moderna teologia sembra avere quantomeno oscurato. Arricchiscono
questa indagine sugli attributi divini una abbondanza di note che concludono ogni capitolo,
ed una nutrita bibliografia a cura del traduttore.
Edward R. Wierenga, docente di religione e filosofia presso la Rochester University, NY esamina gli attributi tradizionali di Dio: onnipotenza, onniscienza, eternità, perennità,
immutabilità e bontà. Le sue formulazioni circa la natura di Dio sono in accordo col punto
di vista dei teisti classici. Egli traspone nel linguaggio della logica attuale ciò che alcuni
filosofi medievali, come Agostino, Anselmo e Tommaso d'Aquino, hanno affermato. Inoltre
l'autore difende questi attributi, propri della tradizione cristiana, contro le obiezioni
filosofiche proposte nel corso dei secoli, ma soprattutto in tempi recenti.
È la prima traduzione in italiano di quest'opera il cui particolare pregio risiede nel fatto che
tratti problemi molto antichi in forma insolita, cioè mediante un linguaggio logico-simbolico.
Paolo Quaglia, astigiano, ha conseguito la laurea in Filosofia teoretica presso l'Università
di Torino. Ha pubblicato saggi e recensioni sulla rivista Filosofia dell'Università di Torino
ed è anche autore di alcuni studi pubblicati da diverse case editrici.
Le solitudini: riconoscerle come valori, per viverle naturalmente
Le solitudini
nella società globale
di Elena Liotta
La Piccola Editrice
Saggio Socio-Politico
120 pag. - Euro: 12,00
ISBN: 88-7258-901-4
Occorre insegnare a
viverla la solitudine,
ad accettarla quando
è inevitabile […]
a scoprirne gli
elementi sani
e ristoratori,
ad avere il coraggio
di cercarla per sé
rifiutando la
compagnia
vuota e inutile […].
Recensione a cura di Gianluca Griziotti
Elena Liotta pone un tema che attraversa da sempre arti e scienze umane: la
solitudine, anzi le solitudini, declinazione plurale che rappresenta una molteplicità di
situazioni e che riscatta il sostantivo dal connotato unicamente negativo che
abitualmente gli attribuiamo. Le solitudini in tutte le loro forme, nella psicologia, quindi
nella società, meritano una presa di coscienza diversa, che le renda quali sono,
legittime espressioni di umanità. Sono la professione e il retroterra engagé
dell'autrice a rimandare a situazioni concrete e a consentirle, a partire da esse, una
critica dell'attuale confinamento del “solo” nella faccia oscura della società. Contro la
standardizzazione, contro l'”imbroglio” e le aspettative illusorie i n cui siamo immersi,
suggerisce la necessità di una “educazione a una verità complessa”. Rimarchevole e
nodale il passaggio circa la costruita inadeguatezza dell'individuo, a cui viene chiesto
di curarsi con rimedi artificiali che generano ulteriori patologie e a cui si impedisce
una lucida analisi della realtà, quella che ha ormai allontanato da sé ogni
naturalezza. Il testo presenta una visione del mondo “altra”, in cui la solitudine è vista
come naturale e umana, in opposizione all'aspettativa sociale prevalente che ci vuole
sempre e soltanto desiderati e circondati da vuote compagnie; ribadisce che occorre
insegnare a convivere con le negatività, ad accettare alcune forme di solitudine, ad
apprezzare le potenzialità di altre e a sceglierle, se necessario. Il testo, come dice
l'autrice nelle sue conclusioni, correttamente non dà ricette, perché su questa
complessità non si può scrivere un manuale, si tratta di un approccio al tema, uno
strumento di riflessione, una “scintilla” che si consiglia vivamente di portare con sé.
Elena Liotta, nata nel 1950 a Buenos Aires, analista junghiana, ha svolto funzioni di
formazione, supervisione e consulenza nelle aree sociali, educative e sanitarie e ha avuto
un incarico politico nella città di Orvieto. Si è dedicata alla ceramica e alla scultura. Ha
utilizzato il Sandplay (gioco della sabbia) nella psicoterapia, introducendo nella
professione la sua passione per l’espressione creativa. È autrice di diversi saggi, tra cui: A
modo mio. Donne tra creatività e potere (2007) e L'alba del gioco. Psicologia della prima
infanzia e il Sandplay di Don Kalff (2011)
Sviluppo tecnologico e conservazione dell’ambiente:
un connubio possibile
Lo sviluppo
eco sostenibile
di Angelo Bruscino
Lulù Edizioni
Saggio
122 pagine
Euro: 15,00
ISBN: 978-1-84753-205-3
La sostenibilità
deve diventare
cultura diffusa
e stile di vita
dei cittadini,
al pari
di altri principi
come la democrazia
e la libertà.
Recensione di Rocco Barbalinardo
Nessun argomento si presenta più attuale del problema ambientalista. La società
tecnologica ha saputo coprire tutti i bisogni, ma non sempre si è fatta carico dei
danni che lo sviluppo economico e le attività umane hanno prodotto sulla natura.
Il libro di Bruscino parte dal fondamento etico dell’ecologia, inscritto nella morale
universale della "Carta dell’O.N.U" e risalente al filosofo italiano Antonio Rosmini
(e, in prima istanza – l’autore lo dimentica – alle stesse radici giudeo-cristiane
della morale occidentale), secondo cui l’uomo non è padrone né della natura né
di se stesso, poiché non ne è l’autore. Esplora, poi, tutta l’impervia strada
percorsa dai grandi della Terra fino agli importanti documenti di Rio de Janeiro e
Kyoto per la riduzione dei gas serra, in buona misura disattesi a causa degli
interessi di USA e Giappone. E, infine, suggerisce alle imprese e ai singoli, ma
soprattutto alla politica, metodi basati sull’utilizzo delle energie rinnovabili e i
piccoli accorgimenti, adottabili da parte di tutti, circa le possibilità di riutilizzo dei
materiali sfruttati.
Tutto ciò è portato avanti in poco più di cento pagine snelle, ma ben
documentate. Peccato per l’assenza della bibliografia, che permetterebbe al
lettore interessato di approfondire; da lamentare anche la mancanza di un editing
approfondito, che avrebbe permesso di eliminare qualche fastidioso refuso.
Angelo Bruscino (Avellino, 1980), si appassiona in giovanissima età ai temi dello
sviluppo sostenibile e della salvaguardia dell’ambiente. Oggi collabora con la Regione
Campania, organizzando corsi di formazione nel settore ambientale, e dirige una ditta che
si occupa della rimozione e dello smaltimento di rifiuti industriali.
Venezia XVII secolo: la vita di Galileo, narrata all’ombra di una donna
Lucean le stelle
di Maria Rosa Pantè
Tabula Fati
Romanzo storico
32 pagine
Euro: 4,00
ISBN: 88-7475-065-X
Mentre
mi raccontava la storia,
aspettavo
la mia prima figlia,
l’amore era fresco
d’un anno;
ero convinta
che lui, Galileo,
fosse la metà
che andavo cercando...
Recensione di Clara Mitola
Lucean le stelle è un garbato racconto breve, delicato nei toni, scorrevole,
leggero e tuttavia capace di incuriosire e appassionare nell’arco di poche pagine.
Sotto la luce delle stelle, nella notte della laguna veneziana, Galileo Galilei e
Marina Gamba si innamorano: una donna qualsiasi che entra nell’ingranaggio
della grande storia, osservatrice e attrice, fuori e dentro i grandi eventi che si
svolgono all’ombra dell’uomo che ama.
La forza del testo, infatti, risiede proprio nel punto di vista, nella voce narrante
che, nella semplicità della saggezza popolare, riesce a guardare tutto senza
schermi o timore, lucida e lineare nelle introspezioni, quotidiana e semplice. Una
storia d’amore che ammicca alla verità storica a cui offre una seconda possibilità,
un percorso secondario, quasi fosse storia sociale: la famiglia, l’educazione dei
figli, le preoccupazioni di una donna qualsiasi per il proprio compagno, assente
nella vita dei loro figli, troppo preso del suo essere Galileo Galilei.
In questo senso, la scelta stilistica non potrebbe rivelarsi più sensata: a parlare è
Marina, nel suo dialetto veneziano ripulito e carico dei luoghi comuni con cui
riesce comunque a spiegare le rivoluzioni scientifiche.
Maria Rosa Pantè vive e lavora a Vercelli. Ha partecipato a diversi concorsi di
poesia ed ha conseguito diversi premi letterari, sia per la poesia che per la
saggistica. Prima di questo volume, ha già pubblicato il testo di poesia e prosa,
L’amplesso retorico. Voci femminili dal mito.
La capacità di comunicare è un aspetto fondamentale della vita!
Messaggi e
comunicazione
Trasformazioni delle
simiglianze in
programmazione logica
di Oscar Bettelli
Edizioni Franco Angeli
Saggio
300 pag. - Euro: 21,00
ISBN: 88-464-3869-8
La comunicazione,
i messaggi,
la capacità di comunicare
scambiando
messaggi
sono aspetti
fondamentali
della natura umana
e, forse,
della vita stessa.
Recensione a cura di Umberto Pogliano
Oscar Bettelli esamina dal punto di vista logico-matematico il tema dei messaggi e della
comunicazione. L'elemento fondamentale dello sviluppo della trattazione è il concetto di
simiglianza tra rappresentazioni in insiemi astratti. Tale concetto, definito a partire dalle
loro proprietà e attributi, è utilizzato per costruire la struttura logica necessaria a stabilire
quanto le diverse rappresentazioni possano differire tra loro.
Sono quindi esaminati i diversi meccanismi di astrazione e i criteri di classificazione.
L'Autore prosegue con una dettagliata esposizione dei principi sia della logica binaria, sia
della logica a più valori, dalle quali sono derivate le principali proprietà utilizzate per la
programmazione logica e la trasformazione delle simiglianze.
Il libro è prevalentemente diretto a lettori interessati alla trattazione dei sistemi di
comunicazione da un punto di vista matematico o informatico, ma è accessibile anche a
non specialisti, in quanto l'Autore cerca di tradurre in linguaggio chiaro e semplice i
risultati dell'elaborazione concettuale, che si presenta tuttavia rigorosa, con l'introduzione
di precise definizioni e con lo sviluppo e la dimostrazione di teoremi. In questo contesto, le
teorie sviluppate portano a risultati interessanti, applicabili in particolare nell'ambito dei
sistemi esperti o di altri campi dell'intelligenza artificiale.
Laureato in fisica teorica, Oscar Bettelli si è occupato di
informatica in ambito industriale, maturando diverse esperienze nel
campo dei sistemi informatici aziendali. Dal 1991 lavora presso il
centro di calcolo dell'Università di Bologna, ed è autore di numerosi
articoli e studi, tra cui Dati, Relazioni e Associazioni (1991,
Apogeo), Macchine intelligenti (1997, Arpa Publishing),
Sincronicità: un paradigma per la mente (1998, Antitesi), Processi
cognitivi (2000, CLUEB).
Un viaggio conoscitivo-esperenziale nei luoghi magici della Marca Anconitana
Sibyllae
Frammenti di una
pratica di guarigione
di Sergio Santoni
Errebi Grafiche Ripesi
Saggio
222 pagine
Euro: 18,00
ISBN: 88-902084-0-6
Senza credere a niente,
attraverso la condivisione
e l'esempio trasmessomi,
arrivai alla conoscenza ultima
e ne sollevai il velo.
Accompagnato
dagli spiriti elementali
rientrai in possesso
delle mie varie dimensioni,
vinsi la parte oscura
di me stesso e la morte...
e diventai un altro.
Recensione a cura di Ezia Caredda
La nostra società ha perso il contatto con i principi della misura, dell'armonia e
dell'unità cosmica che erano conosciuti ed espressi da molte culture antiche.
L'individuo diviene un numero, alienato, "ammalato".
E' attraverso l'immagine del mito che l'umanità cerca di trovare il senso,
l'effervescenza, la gioia, la sacralità della vita. Il pellegrino Witan, la voce
narrante di questo viaggio conoscitivo-esperenziale, non è legato a dottrine,
ideologie sistemiche, credi religiosi o culti esoterici. Non cerca dispensatori di
verità incrollabili. Ma è attraverso l'arcano sapere delle Sibille, a ritroso nel
tempo, nei luoghi magici della Marca Anconitana, che ci conduce alla riscoperta
dell'antica tradizione autoctona e mediterranea. All'interno della cavea Sibyllarum
- che coincide con la visione metafisica del Mondo delle Madri - Witan, dopo i
necessari preliminari di purificazione dell'acqua e del fuoco, incontra quattro
Sibille, il principio femminile. Le Sacerdotesse, quattro saperi e culture differenti la ciclicità della vita - in questo viaggio iniziatico nell'Oltremondo, tra realtà e
immaginario, istruiscono la conoscenza ultima, l'arcano sapere e le pratiche della
Soins Santé: il dono della guarigione sacra. In questo percorso fuori dal tempo in
risonanza con l'immenso serbatoio cosmico, s'impara a interagire con gli
Elementi, l'energia guaritrice delle mani, la Praxis, l'allineamento dei centri
Sorgente del corpo e la purificazione eterica delle tredici "porte". Tutto è narrato
con semplicità e umiltà. E' un dirigersi verso "porte" da varcare, oltrepassare...
sino al Risveglio.
Sergio Santoni, è autore di diversi testi, tra cui OloShiatsu, un manuale di
tecniche Shiatsu, La Conoscenza Esperienziale (in collaborazione con Paolo
Minio), La Via dinamica dello Zen Shiatsu e Il sistema CranioSacrale. Con
Sybillae, l'Autore cambia prospettiva, e va alla ricerca degli antichi retaggi
autoctoni e mediterranei.
Gesù, primo uomo di una nuova umanità
Dio è in noi,
di Antonio Giorgio Jreneus nella nostra genetica,
nel nostro Inconosciuto,
Edizioni Miele
ma la destinazione
Saggio
genetica
346 pag. - Euro: 16,50
si attualizza soltanto
ISBN: 978-88-6332-011-4
se diventiamo
creatura spirituale,
altrimenti
si diventa
creatura demoniaca.
Sinai e Golgota
Recensione di Elisa Sanacore
Questo saggio, attraverso l’analisi testuale di alcuni passi dei vangeli e attraverso la
spiegazione scientifica di alcuni fenomeni, fornisce un’interpretazione di Gesù critica
rispetto alle tesi ortodosse.
Il rigore dell’esposizione, la quantità di note e la lunghezza della bibliografia sono la prova
della serietà dell’Autore e della sua preparazione a livello storico, testuale, psicologico,
filosofico e scientifico. Questo dovrebbe rassicurare il lettore quando si troverà di fronte
alla tesi di fondo: Gesù come evento naturale connotato dalla comparsa del divino nel
vivente. Gesù non è considerato vero Dio, ma vero uomo. In lui l’umanità ha fatto un salto
qualitativo passando dalla specie homo sapiens sapiens alla specie "homo sapiens
spiritualis". Per dimostrare questa tesi, l’Autore utilizza tre principi: il principio di
riflessione, il principio di inerenza e il principio di coerenza complessa.
Il principio di Riflessione è fondante ed è “l’emergenza evolutiva, biologica, di ciò che a
livello animale è chiamato riflesso”. Da questo arriva a dimostrare che “in Gesù, con una
costituzione genetica ‘critica’ compare il divino, in modo deciso, nel tessuto evolutivo”. Il
principio di inerenza è principalmente un criterio di descrizione della realtà. È una
descrizione fenomenologica della realtà, che ci permette di relazionarci a Gesù come figlio
di donna, totalmente e unicamente uomo. Il principio di coerenza complessa riguarda
l’interpretazione dei detti di Gesù.
Come dice l’Autore, questi ultimi due criteri permettono di incontrare Gesù nei vangeli, ma
lo si conosce veramente solo in una esperienza autentica di amore e di morte scampata.
Questo vuol dire che la conoscenza profonda di Gesù è un processo di partecipazione e
di condivisione della sua stessa parabola esistenziale. Solo in questo modo è possibile
“innestarsi” nella Nuova Umanità, luogo esistenziale in cui il Bios e il Logos sono
strettamente uniti in quello che è il regno dell’Amore. Un testo che andrebbe letto, al di là
della condivisione o meno delle tesi, per il suo rigore e per la sua criticità.
Antonio Giorgio Jreneus si è occupato di citopatologia, di bioetica, di counseling in
psicoterapia integrata. Ha rivestito cariche prestigiose nel Consiglio Nazionale dei Biologi
e nel Comitato di Bioetica dell’ASL di Avellino, ed è direttore della rivista medica DM
Informa. Autore di numerosi articoli apparsi su riviste nazionali ed internazionali, ha
pubblicato i saggi: Manuale di Batteriologia Clinica (1980), Da Venere alla fecondazione in
vitro (1989), Principi di Citopatologia (1993), Apocrifo varsaviano (2006)
La campana dell'11 settembre è suonata anche per l'Europa
Uragano W.
L'America in guerra
di Giulio Borrelli
Edizioni Carabba
Saggio politico di taglio
giornalistico
218 pagine
Euro: 15,00
ISBN: 88-88340-79-3
Bush mette in chiaro:
il tempo delle parole è
finito, ora è tempo di agire.
Tra civiltà e barbarie,
tra America e terrorismo,
non vi possono essere
neutralità e vie di mezzo.
"O con noi o contro di noi".
È lo slogan che, da una
grotta dell'Afghanistan,
lancia Bin Laden per
incitare i musulmani
refrattari a combattere gli
infedeli.
Recensione di Piera Rossotti Pogliano
Perché Uragano W. ? La "W" del titolo è stata scelta per tre ragioni: Walker, il secondo nome
del presidente americano, War, guerra e World, mondo; l'oggetto di questo saggio giornalistico
è la politica di guerra del presidente americano in un momento in cui il mondo è davvero in
pericolo. L'equilibrio planetario non è mai stato fragile come in questo Terzo millennio e non
volerlo ammettere, sostiene Giulio Borrelli, è un "comportamento da gattini ciechi". L'attacco
al World Trade Center di New York dell'11 settembre 2001, gli attentati di Madrid dell'11 marzo
2004 e di Londra del 7 luglio 2005 non ci permettono più di ignorare la reale minaccia costituita
dal terrorismo islamico, che potrebbe colpire ovunque, con migliaia di kamikaze pronti a
immolarsi; per di più, le loro cinture, finora cariche di esplosivi convenzionali, potrebbero in
futuro essere anche bombe "sporche", ossia con cariche biologiche o radioattive, migliaia di
volte più pericolose e distruttive di quelle usate finora. È lo stesso capo di Hamas, Mahmud alZahar, a dichiarare che le trame dei terroristi sono proiettate a sostenere una guerra di decenni,
finalizzata a distruggere Israele e l'Occidente. L'unico ad aver compreso davvero il pericolo,
osserva Borrelli, è George W. Bush: la sua politica può piacere o non piacere, certo le sue
motivazioni non sono soltanto ideali. Borrelli non gli risparmia le critiche: senza la guerra,
George W. sarebbe solo un presidente mediocre, i suoi discorsi retorici e la sua "spocchia
unilateralista" ripugnano a molti, ma l'insistenza sul tema del trionfo del "bene" sul "male" è
diventato un modo per governare gli Stati Uniti del XXI secolo, ed esprime davvero l'anima più
profonda dell'America. Dobbiamo tutti renderci conto che "la campana dell'11 settembre è
suonata anche per l'Europa". Non possiamo far finta di nulla, non possiamo stare a guardare. In
questo saggio, l'autore esprime con chiarezza i timori nei confronti del terrorismo islamico, di
cui analizza lucidamente le cause, le perplessità di fronte alla politica americana, lo sconcerto
per un'Europa disunita e malinconicamente arroccata su posizioni passate, le non univoche
posizioni del Vaticano. Al di là dell'opinione personale, resa onestamente discernibile, il saggio
è vasto, articolato, supportato da una corposa bibliografia, rigoroso eppure scorrevole e
discorsivo, di agevole lettura. Eccellente e competente giornalismo, in una impeccabile veste
editoriale.
Giulio Borrelli è capo dell'ufficio di corrispondenza della Rai per l'America del
Nord. Vive e lavora a New York da cinque anni. Ha compiuto viaggi in mezzo
mondo per raccontare alcune delle vicende degli ultimi tempi. Ha realizzato oltre
cinquemila servizi e inchieste su avvenimenti italiani e internazionali. È stato
direttore del Tg1 dal 1998 al 2000
11 settembre. Vittime reali, vittime invisibili
Voci da Ground Zero
di Laura Clarke
Caterini Editore
Saggio giornalistico
112 pagine
Euro: 8,00
ISBN: 88-901936-1-1
Stiamo ancora
cercando
di assimilare
un evento
non assimilabile
dalla psiche
e dall'anima
di ciascuno di noi
Recensione a cura di Rossana Gabrieli
Vittime reali e vittime invisibili. L'11 settembre ha scavato un solco tra coloro che
abbiamo perso e piangiamo, coloro che hanno nomi, volti, che suscitano ricordi,
e quanti, come conseguenza immediata, hanno visto le proprie esistenze
sconvolte, perché appartenenti ad etnie "scomode", guardate con sospetto:
arabi, latinoamericani, asiatici. Fino al giorno della grande tragedia che ha aperto
il terzo millennio, cittadini che vivevano, lavoravano, affollavano la Grande Mela;
"dopo" sono stati sospettati, discriminati, allontanati: alcuni di loro se ne sono
tornati tristemente nei paesi d'origine perché non si sono più riconosciuti nel
tessuto sociale che fino allora li aveva accolti. Il saggio di Laura Clarke ha il
grande pregio di "squarciare il velo" che, al mondo occidentale, nasconde le
"vittime invisibili": quanti sono stati travolti dal crollo delle Twin Towers, sebbene
non facciano parte di quel lungo e tristissimo elenco di 2.973 vittime ufficiali,
cancellate dalla brutalità della violenza terrorista. Con vero spirito giornalistico, la
Clarke non si limita a consultare dati, statistiche, archivi; al contrario, parte per
raggiungere Ground Zero e vedere con i suoi occhi, ascoltare con le sue
orecchie, raccogliere voci e testimonianze di chi, giunto negli States alla ricerca
di una umana dignità, se la è vista strappare, nel nome della "caccia al
terrorista". La vicenda umana (l'autrice ha perso una cugina nel crollo del WTC),
si intreccia con la passione per la ricerca delle molte verità di quell'atroce
spartiacque della storia, che è stato l'11 settembre 2001.
Laura Clarke è nata a Londra nel 1975. Laureata in lingue, giornalista
professionista, vive e lavora a Roma e, attualmente, si occupa del portale
Wantedinafrica.com
MANUALI,
DIDATTICA,
CUCINA,
MUSICA
Un libro “double face”, per delle ricette… del cavolo!
Che cavolo vuoi?
di Natale Fioretto
& Roberto Russo
Graphe.it Edizioni
Manuale di cucina
& Storia di un alimento
48 pag. - Euro: 5.00
ISBN: 88-89840-11-0
C'entra come i cavoli a
merenda.
Cavolo, com'è carino 'sto
libro!
Che cavolo mangi?
Che cavolo stai facendo?
Che cavolo vuoi?
E che cavolo!
I bambini nascono sotto i
cavoli.
Non me ne importa un
cavolo!
Salvare capra e cavoli.
Sono cavoli miei!
Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano
Un altro piccolo libro "bifronte", come La via delle spezie, già presente nel nostro
Catalogo, questa volta tutto dedicato al cavolo: impareremo così a conoscere il
broccolo, il cavolfiore, la verza, i cavolini di Bruxelles, il cavolo cappuccio, il
cavolo cinese, il cavolo nero e le loro importanti proprietà alimentari e
terapeutiche, la storia di questi ortaggi e i modi più indicati per cuocerli.
Capovolgendo il libro, ecco una serie di gustose ricette vegetariane, inventate e
sperimentate dagli stessi autori e dai loro amici, ispirate alla tradizione
mediterranea, con qualche rivisitazione di ricette della cucina ebraico-romana e
qualche tocco di esotismo. Troveremo la ricetta delle bruschette di cavolo, dei
cavolini con i ceci, delle conchiglie con cavolfiore e curry...ed altre idee tutte da
provare per "mangiar bene": per Natale e Roberto, questo significa ricercare
l'armonia tra il dentro e il fuori… attraverso la "gola". Questo libro, insieme
all'altro volumetto della stessa collana, può costituire un'ottima, originale (ed
economica) idea-regalo.
Natale Fioretto è docente di lingua italiana presso l'Università per Stranieri di Perugia, e
lusitanista. Con Luisa Tramontana ha già pubblicato "Andante con brio", un manuale
attivo per studenti stranieri. È presente nel Catalogo di DANAE anche con l'antologia
"Storie di viaggi e viaggiatori" e con "L'italiano in trasparenza", in collaborazione con
Roberto Russo.
Roberto RUSSO, laureato in letteratura cristiana antica greca e latina, scrittore e cultore
di storia, si occupa di servizi per l'editoria. Al suo attivo, diverse pubblicazioni, tra le quali
“De viris illustribus monticellanis” e “Biagio di Sebaste. Un santo, un patrono”, oltre a
numerosi articoli e traduzioni. Con Mauro Crescenzi ha inoltre scritto “La via delle
spezie”, pubblicato nella stessa collana del presente volume.
Una Messa cantata, in onore del Profeta Elia
Il tuo volto,
Signore,
io cerco
O Dio dei profeti
nascosto è il Tuo volto,
Tu parli nel silenzio
e noi troviamo pace.
di Salvatore Vivona
Graphe.it Edizioni
Spartito Musicale
16 pag. - Euro: 5.00
ISBN: 88-89840-02-1
Perché sei qui, Elia?
"Io ardo di passione
e Tu sei tenerezza,
misericordia e amore".
Recensione a cura di Luigi Bonzanini
Si tratta d'un pregevole lavoro impregnato d'una ardente vena mistica.
Anche se il linguaggio armonico rimane nell' ambito tradizionale, le parti vocali
sono condotte in maniera eccellente e denotano una notevole maestria ed una
conoscenza accurata della scrittura per coro, decisamente più ostica di quella
puramente strumentale.
Le parti vocali si dipanano in modo variegato e ineccepibile dal punto di vista
contrappuntistico.
L'accompagnamento dell' organo è ricco e ben strutturato a supportare il canto.
Nel complesso l 'opera è di buona fattura e certamente destinata ad un successo
durevole.
Salvatore Vivona è nato a Palermo, dove ha studiato Organo e Composizione
Organistica, Musica corale e Direzione di Coro presso il Conservatorio "V.
Bellini". E' docente, compositore ed esecutore di musica sacra, e dal 1983 è
direttore del Coro Polifonico "Jubilate Deo" di Giuseppe Jato, con il quale ha
inciso diversi CD.
Lingua e cultura italiana, per gli studenti stranieri
Italiano in trasparenza
di Natale Fioretto
& Roberto Russo
Graphe.it Edizioni
Manuale - Testo didattico
143 pag. - Euro: 10.00
ISBN: 88-89840-00-5
Un volume dalla
grafica chiara e
accattivante che si
rivolge a studenti
stranieri che
desiderino
approfondire la
conoscenza della
lingua italiana,
per acquisire
autonomia e
fluidità.
Recensione a cura della Redazione di DANAE
Italiano in trasparenza nasce dalla collaborazione di un giovane editore, Roberto Russo,
che ne ha curato le schede culturali, e di Natale Fioretto, docente con anni di esperienza
nell'insegnamento linguistico all'Università di Perugia. Il testo si rivolge a studenti stranieri
che desiderano approfondire la conoscenza della lingua italiana per acquisire autonomia e
fluidità. Per questo, il volume mette a fuoco, in particolare, l'uso dei verbi, elemento
portante della comunicazione, tenendo conto delle principali difficoltà che incontra un
parlante non di madrelingua italiana.
Il volume, dalla grafica chiara e accattivante, si presenta come un quaderno attivo, con
spazi che lo studente può utilizzare per le proprie annotazioni, e con una piccola chicca
alla fine di ogni pagina, un breve aforisma. Oltre alla parte grammaticale, si trova una
sezione detta "AllenaMenti", in cui si propongono varie e stimolanti attività linguistiche, ed
una sezione detta "ScantonaMenti", con un divertente schema sull'uso intuitivo
dell'ausiliare essere e qualche esempio delle figure retoriche più ricorrenti. Un aspetto
molto interessante è costituito dalle schede culturali, che riguardano le regioni italiane e
vari argomenti di civiltà (come si prepara la pastasciutta, ma anche note sul panorama
delle minoranze linguistiche in Italia o sui latinismi presenti nella nostra lingua, da scoprire
attraverso un gioco). Interessante e notevole la parte riservata ai dialetti, con brani
originali tradotti anche in italiano. Sono pagine agili, mai prolisse, che hanno il merito di
attirare l'attenzione dei discenti sulla ricchezza linguistica e culturale dell'Italia.
Il docente che utilizzerà questo testo potrà inoltre avvalersi di un utilissimo elemento di
sostegno alla sua didattica, scaricando gratuitamente dal sito della casa editrice,
www.graphe.it, numerosi file didattici e tutta una serie di schede in "Microsoft Power
Point" da proiettare in classe.
Natale Fioretto è docente di lingua italiana presso l'Università per Stranieri di Perugia, e
lusitanista. Con Luisa Tramontana ha già pubblicato "Andante con brio", un manuale
attivo per studenti stranieri.
Roberto Russo, laureato in letteratura cristiana antica greca e latina, scrittore e cultore di
storia, si occupa di servizi per l'editoria. Al suo attivo, diverse pubblicazioni, tra le quali
"De viris illustribus monticellanis" e "Biagio di Sebaste. Un santo, un patrono", oltre a
numerosi articoli e traduzioni. Con Mauro Crescenzi è autore de La via delle spezie,
anch'esso presente in questo Catalogo.
Un libro “double face”, per conoscere ed imparare ad usare le spezie
La via delle spezie,
L'uso delle erbe
e delle spezie
in cucina
di Mauro Crescenzi
& Roberto Russo
Graphe.it Edizioni
Libro di cucina
96 pag. - Euro: 6.50
ISBN: 88-89840-09-9
Al pari della via della
seta c'è anche la via
delle spezie...
E, dato che le spezie e
le erbe aromatiche
richiamano alla
memoria
i mondi dell'Oriente,
crediamo che questo
sia un cammino
veramente affascinante
da percorrere.
Recensione a cura della Redazione di DANAE
Il titolo di questo libretto, realizzato con cura e attenzione, è La via delle spezie,
"quasi a voler sottolineare - scrivono gli Autori - che il loro uso è un percorso
personale, dettato dal gusto inteso non solo come senso, ma anche come stile di
vita." Il libro è speculare: da un lato si trovano informazioni sulle erbe e sulle
spezie, in ordine alfabetico, poi, capovolgendo il libro, troviamo le ricette.
Potremo così apprendere che il basilico viene dalla Persia, che la cannella
migliore è la corteccia dei rami di Cinnamomum Zeylamicum di circa tre anni, e
che il pepe bianco, in realtà, deriva dalle bacche del Piper nigrum, con una
particolare lavorazione.
Le ricette, poi, sono veloci e stuzzicanti: soffritto piccante di maiale al coriandolo,
risotto alla salsiccia con profumo di noce moscata, baccalà alla paprica dolce con
salsa alla birra... e tante altre, tutte da provare.
Tra le due sezioni, l'Editore ha inserito qualche pagina bianca, per permettere ai
lettori di personalizzare il libro con i propri appunti.
In copertina, il simbolo grafico "Bene valete": un augurio che rende ancora più
adatto questo libro ad essere un piccolo regalo a una persona alla quale si vuole
bene.
Roberto Russo, laureato in letteratura cristiana antica greca e latina, scrittore e cultore di
storia, si occupa di servizi per l'editoria. Al suo attivo, diverse pubblicazioni, tra le quali
"De viris illustribus monticellanis" e "Biagio di Sebaste. Un santo, un patrono", oltre a
numerosi articoli e traduzioni. Con Natale Fioretto è autore de L'italiano in trasparenza,
anch'esso presente in questo catalogo. Con questo libro, lo conosciamo ora anche come
appassionato di cucina.
Mauro Crescenzi è nato a Roma il 7 gennaio 1964. Dopo la maturità classica, si è
laureato in Economia e Commercio presso la LUISS di Roma e, in seguito, presso la
stessa Università, ha conseguito il master in Sviluppo Manageriale. Attualmente lavora nel
campo delle risorse presso una nota azienda di assicurazioni. Ha da sempre la passione
della cucina tradizionale italiana, con varie incursioni nel mondo dell'esotico.
Un’antologia italiana, per studenti stranieri
Storie di viaggi
e viaggiatori
di Natale Fioretto
Graphe.it
Antologia per lo studio
dell'italiano
72 pagine
Euro: 10,00
ISBN: 88-89840-02-2
Recensione di Norberto Cacciaglia
Questo elegante volume di Natale Fioretto non è un semplice libro di
letture graduate per studenti stranieri; è, più propriamente, uno strumento
pratico per l'apprendimento della lingua italiana. La scelta antologica è
particolarmente curata e presenta un panorama essenziale della
letteratura italiana del giorno d'oggi. Il modello linguistico offerto fa
riferimento a una lingua attuale, più vicina all'espressione parlata; gli
esercizi proposti inducono lo studente a riflettere, al tempo stesso, sul
significato verbale e letterario del testo. Le letture e i relativi esercizi sono
stati considerati come un viaggio nella lingua e nella società italiana
d'oggi. Un viaggio che prevede delle fermate di approfondimento e di
rielaborazione personale e che, come accade per i lunghi viaggi, prevede
anche delle coincidenze: lo studente, infatti, potrà collegarsi in rete per
"scaricare" nuovi esercizi e continui aggiornamenti. È intenzione
dell'autore offrire un approccio globale alla lingua italiana; per questo sta
progettando una "colonna musicale" per i testi, con lo scopo di
coinvolgere anche emotivamente chi si avvicina allo studio della nostra
lingua. Sarebbe un'iniziativa molto bella e sono certo che Natale Fioretto
non verrà meno a tale sfida.
Natale Fioretto è docente presso l'università per Stranieri di Perugia.
Lusitanista, da anni si dedica all'insegnamento dell'italiano come L2. È
autore, con Roberto Russo,anche de "L'italiano in trasparenza", già
presente nel nostro catalogo.
PROGRAMMI
PER PC
Un programma facile facile, per archiviare i vostri libri!
PC-Biblio
di Raffaella Pagliari
ChEnRaf srl
Programma per PC
1 Mini CD - Euro:
12,90
P/N: 850006530430
Recensione di Maurizio J. Bruno
PC-Biblio è un programma davvero semplice e intuitivo per chi vuole catalogare
in maniera efficace e definitiva i volumi della propria biblioteca. Proprio in virtù
della sua struttura destinata ad un utilizzo immediato, caratteristica che
costituisce il miglior pregio di questo prodotto, il software si adatta bene alle
esigenze di una biblioteca personale o magari scolastica ma non ad impieghi più
complessi in quanto, ad esempio, non è in grado di gestire il prestito dei volumi.
Facile fin dall’installazione, per la quale è sufficiente copiare una cartella dal CD
sul proprio PC, PC-Biblio consente di inserire numerosi parametri per ogni
volume, garantendo così una futura ricerca efficace e veloce, non solo secondo i
parametri tradizionali come Autore, Editore o Genere, ma anche per parole
chiavi, che qui vengono chiamate lemmi, e per codice ISBN. Il programma
consente così la rapida individuazione del libro in biblioteca, grazie
all'indicazione del luogo, sezione e numero dello scaffale in cui il volume è
custodito. Infine compilando anche il campo “costo” per ciascun volume, il
programma offre la possibilità di dare una valorizzazione alla propria raccolta.
In definitiva, PC-Bibilo può essere la risposta semplice ed economica per la
gestione della propria biblioteca, per tanti privati, ma anche per scuole,
associazioni e istituti privati.
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Il Catalogo PDF