DANAE Distribuzione Autonoma Nazionale Autori Esordienti IIll CCaattaallooggoo ddeeii LLiibbrrii D DAANNAAEE ROMANZI, NARRATIVA, RACCONTI L'esistenza di due donne, attraverso un secolo di storia ..perché non lasci che qualche volta di Maria Cristina Fedrigotti ti chieda Proposte Editoriali "a cosa stai pensando?" Narrativa senza rispondermi 136 pag. - Euro: 7,74 necessariamente ISBN: 88-87431-23-X "Cazzi miei"? A cosa stai pensando? Recensione a cura di Gianpietro Scalia La storia narrata scava nella psicologia femminile attraverso un periodo di quasi cento anni, arrivando fino ai nostri giorni, e prende come pretesto il mondo di due figure femminili, nonna e nipote, collegate tra loro da un legame talmente labile ed etereo da ricordare inevitabilmente la cedevolezza dei rapporti umani quando si dissolvono tra le pieghe del tempo. La prima parte viene narrata per frammenti, e la storia si ricostruisce nella mente del lettore attraverso brevi riflessioni e piccoli ritratti di vita familiare. Nella seconda parte, invece, la narrazione è affidata a vari personaggi. Le figure femminili vengono tracciate "da fuori" e mostrano in questo modo molte delle proprie sfaccettature, lasciando però intuire che ce ne sono tante altre: allora tra le intuizioni della storia resta al lettore il desiderio di completare a proprio piacimento e nella massima libertà la vita del romanzo, abbandonandosi sugli stessi ritmi e sulla stessa commozione per niente nostalgica o buonista. Una storia essenziale e crudele come la vita, che sa far divertire e commuovere in ogni pagina in maniera diversa. Ci vuol poco per innamorarsene: il tempo di leggere il libro, sentire l'intenerimento del tempo che scorre e riscoprirsi felici d'esser vivi, anche se la vita riserva inevitabilmente tanta sofferenza. "A che cosa stai pensando?" è un romanzo profondo e carico di significati, che però non si abbandona mai al facile sentimentalismo, anzi, soprattutto nella seconda parte, è scritto con una leggera vena ironica. I personaggi si dipanano sotto gli occhi del lettore, come se fosse lo stesso lettore a tracciarli mentre legge, ed alla fine appaiono completi, veri e forti. C'è tanta musica in ogni pagina e una costruzione perfetta; anche alcune decisioni particolari ed originali, come per esempio quella di cambiare totalmente registro tra la prima e la seconda parte del libro: potrebbe apparire sconcertante, ma è così anche la vita che, col fluire del tempo, cambia così tanto da non sembrare più la stessa vita o la stessa storia che pure continua, ininterrottamente, per sempre. Maria Cristina Fedrigotti è nata a Pieve di Ledro (Trento) nel 1946. Vive a Milano. Con questa opera narrativa ha vinto la prima edizione del premio "Elsa Morante", nell'ottobre 2000. «Amor che move il sole e l'altre stelle» Abelard Solo per amore di Orsetta Borghero Tabula Fati Romanzo 48 pagine Euro: 4,50 ISBN: 88-7475-027-7 Non sai quant'è difficile cominciare a scrivere una lettera, desiderando così fortemente che sia la più bella mai scritta per qualcuno. Il tuo amore mi ha cambiato la vita. Fin da bambina ti ho desiderato. Fin da bambina sapevo in cuor mio che eri già nato, dovevo soltanto cercarti. Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano Questo breve libro è un'appassionata e appassionante dichiarazione d'amore di una donna a un uomo. Non se ne fa mai cenno, ma forse la chiave di lettura sta proprio nel titolo: come non collegare a quell'Abelardo la sua Eloisa, come non ripensare alla struggente Historia calamitatum e a un amore tragico e impossibile, dov'è la lontananza a dettare le parole più appassionate? Improvviso, l'amore ci entra dentro, finisce l'inverno, usciamo dal labirinto di specchi in cui siamo imprigionati e che riflette soltanto noi stessi, per aprirci verso un altro, verso l'Altro. Ma quanto può durare? Un attimo, un anno, una vita? È difficile il perdurare di un amore ricambiato. Così, è quasi ineluttabile, ogni donna è una Penelope che deve rassegnarsi ad aspettare il suo Ulisse, che è andato a conoscere il mondo e non sa che la libertà vera è tornare al punto da cui si è partiti, chiudere il cerchio, respirare l'odore rassicurante delle mura della città. Se questo accadrà, Penelope sarà pronta anche dopo cent'anni, e "avrà le mani che porteranno il profumo dei limoni e delle piante di timo dell'isola". Se, invece, questo non dovesse accadere, resterà in chi ha amato, preziosa e inattaccabile, la memoria dell'amore. Perché il miracolo è amare, molto più che essere amati. Orsetta Borghero nasce a Rovigo. Ha frequentato i corsi della "BSMT School of Musical" di Bologna, la "School of Arts" per attori di Oxford ed ha lavorato per la televisione, il teatro e il cinema. Per dovere di recensione, segnaliamo che la citazione dantesca, in quarta di copertina, contiene un'inesattezza. Come cresce oggi un uomo di nome Adamo Adamo di Marco Liber Edizioni Kairos Romanzo 200 pag. - Euro: 14,00 ISBN: 978-88-95233-26-0 ...E' la prima volta che mi sento veramente antagonista di mio padre [...]. Finora lo avevo considerato perfetto, proprio come un dio Recensione a cura di Gianluca Griziotti I pensieri di un maschio e i pensieri degli altri: del padre che l'ha creato e voluto a sua immagine, dell'amico e delle donne che lo circondano e lo desiderano. Adamo, il protagonista, cresce davanti al lettore, attraverso le sue riflessioni su di sé e sulle persone che gli sono accanto. Sono i pensieri e le emozioni profonde a dialogare tra loro, in un silenzio pieno di verità non riferibili. Ecco il segreto di questo romanzo che Marco Liber costruisce aspirando alla conoscenza dei rapporti umani come pieno svelamento di attese e delusioni reciproche: solo nelle pagine di un libro si può realizzare questa intrusione nell'altro, che troveremmo insopportabile nella realtà. Questa ricerca della sincerità non è solo formale, ma porta con sé dei contenuti, come lo schietto e irrisolto disagio (è certamente politically uncorrect la sua affermazione pubblica) dell'uomo tradizionale davanti al rivoluzionario atteggiamento femminile post Sessantotto. Adamo è la biografia psicologica di un giovane plasmato dalle regole e dai tabù del Mezzogiorno, che matura mentre si adatta con dubbi e difficoltà all'epoca nuova: la formazione di questo adulto ha inizio con la naturale conoscenza del padre come uomo e la sua conseguente caduta come dio, transita dall'esperienza di sé come maschio desiderato alla illimitata ricerca del piacere e approda alla libertà come scelta consapevole, quando una donna, Eva, entra nella sua vita e lo tratta come suo pari. Marco Liber, nome d'arte, ha affiancato alla sua vita da libero professionista, la passione per la letteratura, a cui si è dedicato anche scrivendo racconti e poesie. Ha collaborato negli anni Ottanta alla pagina culturale del "Corriere dell'Irpinia" e alla rivista di critica cinematografica "L'altro cinema". Ha anche trasposto su pellicola alcune piccole storie ed ha creato documentari insieme agli amici del Cine Club di Avellino. "Adamo" è il suo secondo libro ammesso nel catalogo DANAE, che va quindi ad affiancare il precedente "Un uomo normale". Alla ricerca di un tempo appena perduto Agnese di Giovanni Buzi Tabula Fati Romanzo 184 pagine Euro: 9,00 ISBN: 88-7475-078-1 Rettangoli di carta ingialliti, fragili fra le dita. Profumati dell'odore che solo il tempo sa lasciare... Tracce di voli, giornate assolate. Eterne primavere. Recensione a cura di Bruna Nizzola Agnese è un libro di memoria nel quale, però, l'autore riesce a superare quello che fu definito "il limite italiano" di una certa narrativa, la vocazione all'idillio, alla memoria, appunto, all'autobiografia, per arrivare alla cronaca reale, alla storia, quella di una generazione: gli anni di "Carosello". Superati, ormai, gli affanni di un lungo dopoguerra, gli italiani, compresi gli abitanti del paese natio dell'autore, s'affacciano cautamente al mondo del benessere, del "consumismo". Ne fanno fede motorini e seicento, certe pretese d'eleganza dell'abbigliamento femminile e il già marcato predominio della televisione nella vita quotidiana. Il ricordo della madre, cuore del racconto, s'allarga alla rievocazione della vita del borgo e dei suoi abitanti. Ne esce un vivace affresco di figure, sveltamente ritratte, che ritmano il colloquio dello scrittore con la sua memoria. Il tutto viene espresso con un divertente "lessico familiare" rivelatore della bonaria arguzia, del gusto per lo scherzo che accompagnavano i tempi ancora semplici della vita paesana. Poi ci sono i temi intrecciati dei colorati paesaggi naturali, (l'autore non può che essere anche pittore) con i paesaggi interiori di un animo infantile. L'intera narrazione, in realtà, trascolora dal fatto raccontato all'intimità del sentire, delle emozioni, per arrivare e concludersi, con pudore delicato, nell'impatto, inevitabile per tutti, con il dolore. E' proprio la possibilità, per ciascuno di noi, di ritrovarsi in questa storia che la rende interessante e gradevolmente fruibile alla lettura. Giovanni Buzi nato a Vignarello (VT) nel 1961, è scomparso nel 2010 dopo una lunga lotta contro il cancro. Pittore, scrittore, laureato in Storia dell'arte contemporanea ed insegnante, Buzi era prima di tutto un essere libero, creativo e amante. Tra le sue pubblicazioni i romanzi Faemines (Roma 1999) e Il Giardino dei Principi (Bolsena 2000), il saggio William Turner in Etruria (Bolsena 2004), le raccolte di novelle Fluorescenze (Viterbo 2004) e Sesso, orrore e fantasia (Bolsena 2005). Sei il mio amore, e tutta la mia vita All'ombra di Matilde di Vittorio Aghemo Angolo Manzoni Romanzo 175 pag. - Euro: 10,00 ISBN: 88-88838-11-2 Il rumore secco del badile, che picchiava sulla terra dura per il gelo, mi rimbombava nelle orecchie. Ero in piedi con il capo reclinato e con gli occhi guardavo dal basso in su; mi appoggiavo con la schiena alle gambe di mio padre. Avevo dieci anni. Mia madre, Matilde, stava sotto quella terra, presa a badilate. Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano Il piccolo Cinto è nato "non perfetto", come dice la gente, ma subito diventa l'unico grande amore di sua madre, Matilde, che ne è "ferocemente orgogliosa" e che, in un mondo rurale dove contano soprattutto le buone braccia per lavorare, respinge con fierezza chi le consiglia di abbandonarlo e, in segreto, gli insegna a leggere, a giocare. Il piccolo Cinto la adora e, quando Matilde muore, si ritrova solo, abbandonato, in balia di un mondo che sembra rifiutarlo a ogni passo. Inizia così un percorso di formazione lungo e doloroso, che porta il giovane Cinto, costretto a lavorare nonostante le sue infermità, in contatto con una grande opportunità: un dottore di cui ha l'incarico di spolverare la biblioteca scopre che il ragazzo sa leggere ed è avido di apprendere, e diventa suo complice, aiutandolo a formarsi delle buone basi culturali. Ma la morte è ancora una volta in agguato, e Cinto sarà di nuovo solo, con i suoi problemi e con Matilde, che lo accompagnerà per tutta la vita, attraverso il ricordo o la presenza nei suoi sogni. La vita lunga e piena di avventure di Cinto si conclude in una "casa protetta", ed accanto a lui ci sarà ancora una figura femminile, Rosa, una vecchia con un cuore ingenuo di ragazzina, e dentro mille sofferenze, nel quale Cinto riuscirà a specchiarsi. E' un bel romanzo, questo di Vittorio Aghemo, con una struttura dialogica e leggera, giocato tra presente e passato, con un'ambientazione ridotta ai minimi termini per non appesantire le parole, la riflessione sulla vita - e sulla morte - e il messaggio, che invece pesa come una pietra: l'uomo è legato alla catena del male e del bene, e possiede un'unica, terribile certezza. Vittorio Aghemo è nato a Torino nel 1948. Laureato in Scienze Politiche, è attualmente Responsabile Credito per la Confesercenti, studioso di politica e appassionato studioso della Bibbia, sua principale fonte di ispirazione letteraria. L’imperialismo dell’amore non conosce categorie Anche un uomo di Gian Luca M. Loncrini Alberti & C. Edizioni Romanzo 302 pag. - Euro: 24.00 ISBN: 978-88-89664-43-8 Proprio tu, che venero come un dio senza nemmeno sapere che cosa sia un dio e che cosa significhi amare. Recensione a cura di Luisa Morgante L’amore familiare, la forte affezione al proprio mondo e il particolarissimo sentimento per gli amici, nell’anima di Paolo coesistono con la naturale complicatezza con cui tutti i bambini vivono le proprie emozioni durante la crescita. Il tono e lo stile del testo coinvolgono il lettore in un territorio altro che è il mondo fanciullo visitato con gli occhi curiosi di un bambino particolarmente sensibile. Le piccole manie e le ossessioni escono dal testo accompagnando un cammino adolescenziale che si aprirà al mondo adulto con una consapevolezza diversa perché ferita e insieme rafforzata dagli eventi. Il viaggio: la partenza e il ritorno, il perdersi e il ritrovarsi rappresentano bene la metafora testuale che è metafora della vita. Paolo parte e torna più volte dentro e fuori sé stesso seguendo il proprio flusso vitale e lasciando che l’ esistenza si disegni da sé utilizzando tutte le sfumature del cuore che la famiglia gli ha insegnato a cogliere. Un giovane uomo o un uomo ancora troppo fanciullo? Al termine del viaggio Paolo avrà iniziato a comprendere alcune cose, si accorgerà che altre erano sempre state chiare anche se non esplicite, molte ancora saranno comunque da capire: ciò che ruota attorno all’amore, quello puro che comprende senza chiedere, che si accontenta anche di non penetrare la verità, perché è nella scoperta semplice e continua l’essenza dell’inesauribile senso di Amore. Gian Luca Mario Loncrini nasce a Caprino Veronese nel 1971. Scrittore e saggista, si laurea in Lingue e Letterature straniere presso l’Università degli Studi di Verona e, in seguito, frequenta anche un corso post laurea in Giornalismo Economico. Attualmente vive tra Verona, Copenhagen e Florianópolis in Brasile. Nel 2007 è stato pubblicato il suo primo romanzo, Anche un uomo. Nella primavera del 2008, invece, ha visto la luce la sua seconda fatica letteraria, Saudade, presente anch'essa nel nostro catalogo. Quasi un romanzo, più di un romanzo Andrai e tornerai di Umberto Castagna GRAUS Editore Romanzo 222 pag. - Euro: 10,00 ISBN: 978-88-8346-194-1 La vita è un mistero troppo grande per correre dietro ai perché. Non ce n'e' tempo, finisce prima che rispondiamo a una sola domanda. Recensione a di Bruna Nizzola “Andrai e tornerai” è un libro speciale, innanzi tutto per l’offerta stupefacente di cultura: una cultura non esibita, ma interiorizzata, parte integrante di una persona nella compiutezza del suo essere. Qui il sapere è filosofia, autentica scienza di vita, ed è fede e religiosità pura. La sacralità del Divino è pregnante in ogni pagina, scevra d’ogni conformismo bigotto. La religione, nello scritto di Umberto Castagna, è intima e sofferta aspirazione alla Verità, all’Assoluto, accompagnata, al contempo, dall’umile accettazione della fragilità umana. Il vero protagonista del racconto è, infatti, l’uomo nelle sue passioni, nei limiti, nelle debolezze come nella forza che lo porta a intuire quale possa essere il profondo significato del vivere, inteso come armonioso compenetrarsi di tutte le sue potenzialità e non ristretto unicamente a un totalizzante sacrificio. Se è pur vero che la vita stessa, nel suo tortuoso cammino, c’impone scelte inevitabili e che ogni scelta comporta una rinuncia, spesso dolorosa, è altrettanto certo che nella libertà di scegliere sta la dignità dell’uomo. L’Autore ci conduce lungo l’accidentato percorso verso la coscienza di sé, in un alternarsi di dubbi e ripensamenti, di partenze e ritorni. Attraverso immagini, suoni, odori di luoghi incantevoli, veri paesaggi dell’anima, riscopre le vicende tristi e liete della fanciullezza e della giovinezza. Rivivono nella narrazione scampoli di storia, riconoscibile dai lettori anziani che l’hanno vissuta e fruibile anche dai giovani che l’hanno sentita raccontare. Vi si potranno cogliere insieme il saggio disincanto dell’età senile come le verdi speranze della gioventù. La lettura è piacevole e coinvolgente per un narrare pacato e profondo nell’intima corrispondenza fra parole e moti dell’animo, fra significanti e significati e che sa proporsi anche con tocchi magistrali di bonaria ironia. Il “Quasi un romanzo” di Umberto Castagna è, in realtà, più che un romanzo. E’ un libro da leggere e rileggere per meditare. Umberto Castagna è nato a Siracusa. Laureato in Lettere Moderne e diplomato in giornalismo e radiofonia, ha insegnato materie letterarie. Alla sua grande passione per la storia ha dato un indirizzo preciso: la ricerca su personaggi ed eventi della storia religiosa, concretizzata in numerose biografie e saggi storici: Le grotte del Paradiso (1961), La roccia e lo spirito (1967), La parola è seme (1997), L’ultimo principe (1998), Lo sguardo nel futuro (2005), La cattedra a rotelle (2005), Nera fonte di luce (2007). Andrai e tornerai è invece il suo primo romanzo. Un cuore, due ali Angeli Tristi di Alfredo Buttafarro Edizioni La Feluca Romanzo 146 pag. - Euro: 14.00 ISBN: 978-88-9635-809-2 Non erano lì per lui. Non gli avrebbero fatto del male. Non lo sapeva ancora, ma avevano già lasciato un segno indelebile e avrebbero condizionato la sua vita futura. Recensione a cura di Consuelo Taccani Il libro di Alfredo Buttafarro proietta il lettore nella realtà dolorosa e incerta della malattia dove però rimane sempre aperta la porta della speranza grazie all’intervento di angeli tristi, “presenze” la cui esistenza viene inizialmente solo avvertita. Carlo Mauri, medico cardiologo dedito al lavoro e alla famiglia, governa la fatica e la responsabilità della propria professione e le esigenze di moglie e figli. In un’alternanza di ricordi d’infanzia e racconti della giovinezza emerge la sensibilità di Carlo a cogliere l’esistenza di entità misteriose, che impongono la loro leggera e salvifica presenza in tutte quelle circostanze in cui paura e incertezza accompagnano il profumo amaro della morte, ma, prima che lo stesso si appropri della vita dei suoi pazienti, prima che il cuore smetta di pulsare, ecco che all’anima non è concesso di oltrepassare quel confine che pone il limite tra la vita e la morte e l’aldilà, seppur avvertito, viene disatteso. Una storia che induce il lettore a riflettere sul valore dell’esistenza e sulla sua stessa evanescenza; sembra interrogare il destinatario del suo libro (in verità, ognuno di noi potrebbe esserne coprotagonista) sulla imprescindibilità della morte, la forza della vita e l’indissolubilità del legame affettivo; sembra sussurrargli quanto sia potente la leggerezza della vita, come due ali possano sostenerla, come angeli tristi possano proteggerla e diventarne custodi, prima che il sapore dell’aldilà seduca e induca a desiderare la morte. La lettura si rivela piacevole, coinvolgente, a tratti poetica e nonostante il tema acre, la narrazione, delicatamente trattata, diventa luminosa, dedicando a ognuno di noi un pensiero di speranza perché nessuno deve smettere di credere nella vita, che è prima di tutto amore. Alfredo Buttafarro nasce a Messina nel 1949. Dopo una Laurea in Medicina e Chirurgia e la specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, lavora come dirigente presso un reparto ospedaliero per circa trenta anni. Direttore responsabile di una rivista medica, pubblica svariati lavori scientifici su riviste sia nazionali che internazionali. Scrive anche musiche e testi di canzoni. L’opera “Angeli tristi” ebbe una prima edizione nel 2008 con “Il filo” e ora riproposta da “La Feluca Edizioni”. Nel 2009 pubblica la raccolta di poesie “Parole senza musica” e il romanzo “Aquilara” editi anch'essi da “La Feluca Edizioni”; l’anno dopo il romanzo “La casa di Natale Ordì”. Un grande amore ha sempre due protagonisti Barbarella Il grande romanzo d'amore di Barbara Leoni e Gabriele d'Annunzio di Gabriele T. Oppo Tabula Fati Romanzo Biografico 384 pagine Euro: 14,00 ISBN: 88-7475-004-8 Barbara restò in quella statuaria nudità con il petto mosso da un respiro lieve: poi, con un gesto aggraziato si tolse gli anelli, che erano molti e lucenti, e li sparse a fianco del letto. Recensione a cura di Alessandro Falco Storia minore è quella che non coinvolge i grandi personaggi, e redige la biografia di persone che non hanno cambiato la storia con i loro comportamenti. Elvira Natalia Fraternali, ribattezzata Barbarella dal focoso D'Annunzio che passerà alla storia con l'epico appellativo di Divin Vate, non ha prodotto letteratura di successo, forse la ha ispirata; non ha compiuto azioni spettacolari, ma ha espresso una affettività sincera e disinteressata fornendo esempio di umana semplicità. Questo libro analizza la figura di una donna profondamente onesta, coinvolta in una passione che secondo i dettami del suo tempo, onesta non avrebbe potuto essere definita. Più l'autore ci svela i risvolti dell'amore di Barbarella, più si ridimensiona l'afflato e la statura di D'Annunzio, poeta e uomo pubblico di spicco, ma ridotto a piccolo opportunista nel privato, forse preda egli stesso dell'incontinenza delle proprie passioni. Attraverso la riproposizione di poesie e lettere, l'autore ripercorre la vita di entrambi e riporta alla luce i valori che erano rimasti ingiustamente offuscati. Gabriele Tristano Oppo è nato a Oristano dove ha trascorso gran parte della sua fanciullezza. Si è laureato in Medicina e Chirurgia all'Università di Cagliari e si è specializzato in Ostetricia e Ginecologia. Risiede ad Arezzo dal 1975. Tra le sue opere di narrativa, ricordiamo Poker di donne (1997), Il rischio di amare (1998), presente in questo catalogo, e Una donna tra due divise (2002). Un racconto di viaggio che diventa romanzo per tornare a essere un viaggio... Blue Light Lisboa di Alessandro Angeli Prospettiva Editrice Narrativa 115 pag. - Euro: 8,00 ISBN: 88-7418-121-3 Non voglio conquistare il mondo. Voglio solo il mio posto e da lì eclissarmi, se credo. La realtà è qui attorno, tra questi tavoli, nella faccia da struzzo del tipo vicino a me. La realtà la tocchi, la vedi, eppure sentili i filosofi: Il tempo non esiste! Recensione a cura di Alessandro Falco L'io narrante appronta lo scenario in prima persona, lo colorisce con impressioni soffuse, lo ammanta di nostalgia, ed avvia l'azione regolata ad un tempo lento, pigro e sfibrato. Antoine e Bella, i due personaggi tratteggiati con essenzialità, lo animano con le loro sensazioni fisiche, passioni forse intense ma opacizzate da una rassegnazione laica, da un abbandono rilassato e nichilista, da un soggiacere acritico alle seduzioni esterne. Lisbona e Maputo, infanzia e maturità, convivenza e solitudine, passato ed attualità, sono immerse come strofe di una ermetica canzone in un una musica antica, in un fado portoghese che è il linguaggio dei vinti, dei conquistati, degli schiavi. Non c'è attualità nella Lisbona internazionale, non c'è sofferenza nell'Africa violentata, non c'è rivalsa nelle voglie dei giovani, l'amore si afferma come valore senza confini, ma non rende meno inesorabile il quotidiano, né suggerisce speranze per un più responsabile avvenire. Il "blue Light" di Lisbona, questo turchino soffuso, od altrettanto impalpabile e generalizzata tristezza, avvolge persone, cose, tempo e spazio in una nuvola irreale che coinvolge i lettori, considerati capaci di entrarci appieno, seguire le indicazioni dell'autore e perdersi poi in considerazioni personali da questi suggerite. Gli inserti poetici, più che stimolare alla necessità di comprensione del testo, scandiscono col ritmo della metrica i concetti esposti dalla prosa e costituiscono, insieme con essa, il mosaico di versi e periodi colorati nell'unica, ovattata tonalità: l'azzurro lieve. Alessandro Angeli è nato a Roma nel 1972, ma vive e lavora a Grosseto come operatore sociale; nel frattempo, si sta laureando in lettere moderne con una tesi sul cinema di Matteo Garrone. Blue Light Lisboa è il suo primo romanzo, ma ne ha già un secondo in corso di pubblicazione. Una storia speciale per una donna qualunque Carlotta C'è posta anche per me di Bruna Nizzola Edizioni CAAD-Gierut Romanzo 108 pag. - Euro: 10.00 ISBN: 88-90277-45-0 Carlotta aveva ritrovato il suo Gigi e lungo i fili sottili dei ricordi comuni, portati così spesso ad intrecciarsi in un’unica trama dai giochi divertiti e incomprensibili di un ignoto tessitore, aveva rilevato tracce d’antichi sogni. Recensione a cura di Maria Luna Genzano Carlotta è il racconto di una donna, della sua storia e delle sue emozioni. Sullo sfondo delle tragedie di un’Italia martoriata dalla guerra, con le sue bombe, i suoi massacri, gli orrori e la povertà, si snoda la vicenda di Carlotta, una bimba qualunque, che si affaccia alla vita, portando con sé paure, ansie e sogni. Il cammino della vita porterà la protagonista da un’infanzia spensierata ad una maturità difficile, e solo l’amicizia e il calore dei ricordi, che essa riesce a suscitare, farà riaffiorare, in un percorso a ritroso, speranze ormai credute perse. I frammenti di quella sua vita, che l’abbandono, le rinunce e i tanti dolori le avevano fatto sembrare inutile, si ricompongono, quando un nuovo senso di appartenenza, di calore e familiarità le pone innanzi rinnovate certezze. E’ Gigi il custode dei sogni di Carlotta, è il ricordo del rassicurante abbraccio della nonna, è il profumo di un’età di spensieratezza e di ingenuità. Amico di un felice passato, è il deus ex-machina che permette la stessa narrazione, quando l’amicizia ritrovata riesce a restituire a Carlotta un pezzo della propria storia, sottraendo all’ingiustizia dell’oblio una vita intera. Un racconto semplice che emoziona e fa riflettere, ricordandoci che i sentimenti possono restituire più di quello che la vita a volte ruba. Un affresco sensibile e profondo di un’epoca difficile, in cui la storia di una donna qualunque diviene speciale grazie alla sensibile penna dell’autrice. Bruna Nizzola è nata a Desenzano sul Garda nel 1935. Per lungo tempo ha insegnato nelle Scuole Pubbliche: apprezzata pittrice, appassionata di musica, letteratura, filosofia e psicologia, ha vissuto a Desenzano, Borgoforte e Mantova; attualmente risiede a Torre del Lago Puccini. La Nizzola è tra gli Autori più presenti nel catalogo DANAE che, accanto a questo volume, annovera anche Il dubbio e altri racconti, La vita semplice, La ribollita, e Sinite parvulos. Accettiamo solo quello che non possiamo cambiare Che cosa stai aspettando! di Lu Paer Edizioni EEE-Book Romanzo 136 pag. - Euro: 12.00 ISBN: 978-88-6690-098-6 Cosa stai aspettando!” è un invito per tutte le persone che almeno una volta nella vita si sono sentite senza scampo, distrutte, finite. Recensione a cura della Redazione DANAE Questa è la storia vera, ma raccontata in forma di romanzo, di una donna che, dopo un’infanzia in cui si è sentita poco amata, vive un’adolescenza tormentata, alla ricerca spasmodica di emozioni, attraverso il cibo, gli amori difficili, l’alcol e i farmaci, quasi fino all’autodistruzione. Poi, ecco la rinascita: dimagrisce di trenta chili, e decide di risolvere i suoi problemi economici lavorando come “accompagnatrice” per un’agenzia. Un giorno, finalmente, incontrerà un uomo che la costringerà a guardarsi dentro. Ma non è l a classica storia “rosa”... Co-protagonisti di questo romanzo sono cani, cavalli ed altri animali che l’autrice accoglie nella casa dove vive, in mezzo ai boschi. Sono loro che l’hanno aiutata a sollevarsi dalle tante cadute di una vita vissuta spesso al limite. Gli animali selvatici, in particolare, le hanno sovente portato dei messaggi, con una verità e una puntualità che l’hanno lasciata allibita. Questa è la storia di un riscatto, di una donna che ha voluto riconquistare il dominio della propria vita, attraverso un percorso singolare, che ha richiesto sincerità e coraggio. I proventi dalla vendita di questo libro sono destinati ad alcune associazioni animaliste, elencate nel libro stesso, che mettono in atto progetti in difesa degli animali. Lu Paer è, ovviamente, uno pseudonimo; l’Autrice è nata agli inizi degli anni '60 e scrive da sempre. In questo mondo difficile, che c'è di meglio di un santo tutto per noi? Comprare un santo di Ettore Masina O.G.E. Editore Romanzo 190 pagine Euro: 15,00 ISBN: 8-88-9834-01-3 Quel santo - san Fermo martire fino a poco tempo fa se ne stava confuso fra tanti scheletri, in una delle cento catacombe romane, quasi attendendo un richiamo. E un giorno la Provvidenza ha spinto Marogne a cercarlo, a dirgli, come a un padre che torna a casa dopo tanti anni di peripezie e si guarda intorno smarrito: «Siamo noi, siamo noi i tuoi figli». Recensione di Bruna Nizzola Narrativa d’Autore, Autore con l’iniziale maiuscola, è quella di Ettore Masina che, con una prosa fluida, moderna, da “penna facile”, accompagna il lettore attraverso una vicenda ambientata nel 1700. Una felice caratterizzazione dei personaggi li fa conoscere in modo così diretto che sembra, quasi, di poterli trovare nel contemporaneo di certe atmosfere paesane, in taluni ambienti chiusi, tuttora, a distanza di secoli, incontaminati dai “lumi” che non avevano certo valicato la soglia di coscienza dei settecenteschi protagonisti. Vien da pensare all’attualità della voglia di Santi e di miracoli. L’intenzione storiografica, attenta e documentata, sembra diventare protesta, perché sposa la storia e la cronaca vissute dagli umili, dai vinti, dagli emarginati e bolla, riconoscendolo, il conformismo religioso come quello moralistico: aspetto della tradizione italiana negligentemente aggrappata alla retorica del “mito”. Così la Roma dei Papi è presentata, non già nelle magnificenze dei suoi fasti, nella glorificazione dei potenti, nell’enfatica celebrazione del “sacro”, ma, con immagini crude e veritiere, nella fragilità, nell’ambiguità e negli umani, peccaminosi errori del “profano”. La narrazione è condotta con caustica ironia e con un’arguzia da “pasquinate”. L’elan principe del racconto è, a mio parere, il senso della pietas, il com-patire le sofferenze, le ingiustizie, le miserie che, in ogni epoca, accompagnano il cammino dell’uomo; senso che dà ampiamente la misura della “cifra” umana dell’autore. Ettore Masina noto giornalista Rai, deputato al Parlamento tra il 1983 e il 1992, non ha bisogno di presentazioni. È autore di numerosi romanzi, tra cui "Il ferro e il miele" (Rusconi, 1983) e di una biografia di monsignor Romero, "L'arcivescovo deve morire" (Gruppo Abele, 1995). Nel 1998 gli è stato attribuito il premio giornalistico «Colomba d'oro per la pace». Milano - Amsterdam: tre persone, in viaggio alla ricerca di se stesse Elisa Petters padre olandese, madre di Como, a Milano per studiare di Manfredi Rimbotti EdiGio' Romanzo 224 pag. - Euro: 13,50 ISBN: 88-6205-029-6 “Ok, lo ammetto, non era la prima volta che io e Francesco facevamo quel viaggio. Era già successo: io, lui e una ragazza sul sedile posteriore di una vecchia Renault, in viaggio per strade lunghissime e dritte, per pianure senza limiti e per giorni e notti che si succedevano senza logica”. Recensione a di Eleonora Bianchi Milano, giorni nostri, tre di notte. Insistente suona il campanello della casa di Marco prima che lui si svegli e si rechi, assonnato, ad aprire la porta; sulla soglia appare Francesco, un caro amico di vecchia data di cui non aveva più notizie da quindici anni, il quale gli consegna una lettera indirizzata a entrambi, firmata Elisa Petters. Elisa Petters, padre olandese, madre di Como, a Milano per studiare: così erano soliti chiamarla per prenderla in giro. Elisa Petters... Elisa Petters... Elisa Petters... Marco ci mette un po’ a scacciare dalla mente l’infinita eco di questo nome, a lui così vicino e che pure, gli sembra, così lontano. Sì, perché Elisa è stata parte della sua vita fin dalla gioventù, è stata per lui, da sempre schivo e chiuso in se stesso, il primo vero contatto col mondo esterno, è stata il suo primo grande amore; e poi c’era Francesco, un ragazzo così diverso da lui eppure così simile, con cui ha trascorso i migliori anni della sua vita e con cui ha condiviso tutto, anche Elisa. Un intimo e intricato rapporto a tre, che in un baleno riaffiora alla memoria di Marco non appena legge la lettera: Elisa è stata rapita ed è tenuta in ostaggio in un paesino olandese nei pressi di Amsterdam. Ha qui dunque inizio un improvvisato e lungo viaggio che i due ragazzi intraprendono attraversando mezza Europa; un viaggio che ripercorre un fatto analogo avvenuto quindici anni prima; un viaggio in cui presente e passato, gioia e malinconia, verità e segreti si fondono in un’unica dimensione; un viaggio, infine, alla ricerca di Elisa, ma soprattutto alla ricerca di se stessi e del senso della propria vita. Un libro da leggere tutto d’un fiato, che tiene il lettore in bilico sul filo della suspense fino all’inaspettato epilogo. Manfredi Rimbotti,è nato a Firenze nel 1974. Risiede tuttora nel capoluogo toscano, dove da molti anni, dopo la laurea in giurisprudenza, divide la propria vita tra il lavoro presso l’ufficio legale di una banca e le sue due più grandi passioni: la scrittura e la musica (è componente di una locale rock band). Questo è il suo secondo romanzo, dopo “Vasco è come Indurain”, pubblicato nel 2005 da I Fiori di Campo. Anime disperse nel caotico sradicamento della vita moderna Esili di Aloisia Iocola Edizioni MEF - L'Autore Libri Firenze Romanzo 94 pag. - Euro: 9.00 ISBN: 88-517-1263-8 Credimi, saresti morto, se non dubitassi di stare vivendo Recensione di Luisa Morgante Un uomo lascia che la sua vita sia condizionata dagli incontri che farà, un altro semplicemente si lascia vivere senza partecipare alla propria esistenza, altri decideranno il loro destino dopo un incontro casuale con dei perfetti sconosciuti: tutto appare estremamente vivo, ma insieme immobile, nella descrizione di anime in esilio, alla continua ricerca di una definizione dentro e fuori di esse. Nel testo vengono raccontate esperienze di radicamento del proprio io, ma anche di vita che fluisce senza controllo possibile. Si tratta di scaglie, di brani in disordine e mancanza di senso che fanno fulcro su qualcosa di poco definito ma profondissimo, per il quale vale la pena di spendere le proprie noiose e macchinose giornate. Il dubbio è ciò che muove molte storie e molte vite che qui mostrano tutta la propria inadeguatezza e quel senso di vuoto radicalmente attaccato alla vita di cui ognuno di noi quotidianamente fa esperienza. Personaggi e persone di una moderna contemporaneità che ci rende protagonisti di avventure che non ci appartengono perché, in realtà, non le abbiamo programmate. La composizione del testo appare priva di struttura e poco definibile secondo i criteri classici di genere, non ci è dato avere un inizio né una fine di ciò che si racconta, ma una serie di annotazioni, il porsi di punti di riferimento di vicende appena accennate che restano sempre e comunque irrisolte, proprio come accade spesso nella vita. Aloisia Iocola è nata a Taranto nel 1973 e vive a Roma dal 1992. E' laureata in Lingue e si sta specializzando in Biblioteconomia. La mattina fa quindi degli stage nelle biblioteche, ma la sera lavoro in un wine-bar per pagare l’affitto! Nel tempo libero collabora con la rivista on-line "Progetto Babele" facendo le schede critiche per i racconti che arrivano in redazione. Esili è il suo primo libro. Quando il gioco del calcio torna alle origini Estadio Magia do gol Una favola sul calcio di Giorgio Astolfi Aletti Editori Romanzo 168 pag. - Euro: 11,00 ISBN: 978-88-7680-387-1 Avrebbe mai mutato idea su quello sport se non fosse andato lì in Brasile dove invece si era sempre giocato al “futebol”, e si continua a giocarlo? È parte di loro, per i brasiliani è come la samba, come il dolcissimo jaca, come la cachaca e la birra, come l’amore e come la vita. Recensione di Maurizio Asquini Nel 2080 si viaggia con aerei antigravitazionali, auto elettriche e mezzi ecologici che non fanno uso di carburanti derivati dal petrolio. Non si parla più di economia di mercato né di concorrenza, disoccupazione e consumismo. Si vive in tranquillità, benessere, e viene ritrovata la qualità della vita e dei propri valori, sono scomparsi il socialismo, il liberismo e l’economia di mercato; anche il calcio, con i suoi eccessi di regole e di affari sporchi sembra essere dimenticato, perlomeno in Europa... Non così in Brasile, nella cui cultura rimane vivo uno sport vero, genuino e privo di eccessi. Nel 2080, il ferrarese Giovanni Rubini riceve dal Brasile una lettera: suo zio, Enrico Rubini, gli ha lasciato in eredità uno stadio di calcio. Recatosi a Bahia, il protagonista scopre, grazie a un diario, che lo zio è stato un grande campione calcistico, appunto nel periodo di transizione tra l’eccesso e la decadenza e che, laggiù, molti lo ricordano e lo amano. Tra magici colori e stravaganti personaggi, Giovanni entra nel cuore dei brasiliani e arriva a comprendere le tradizioni locali, conosce il vero significato del calcio e dell’amore che il pubblico gli dedica. Un mondo, quello brasiliano, di stravagante fusione tra sacro e profano, pieno di vita e di colore, così diverso dal mondo occidentale. In Brasile, Giovanni si rende conto che fisicità e spiritualità si nutrono di cibi diversi, ma tutti sono indispensabili per la completezza dell’uomo: il sesso, il calcio, la letteratura… E a Bahia, Giovanni troverà anche l’amore della sua vita. Giorgio Astolfi è entrato giovanissimo nei Primavera della Spal. Compagno di squadra di Fabio Capello e di Eddy Reja, ha giocato nella Mirandolese e nel Bernalda, ed è quest'ultima esperienza di gioco che viene raccontata nel suo libro "Cronaca di una retrocessione", già presente nel Catalogo di DANAE. Oggi l'Autore vive a Ferrara, dove insegna Lettere in un I.T.I., ha pubblicato un e-book, "Maria della canicola", ha ottenuto premi per la narrativa e la poesia in svariati concorsi letterari e, con questo secondo romanzo edito, torna a parlarci del suo primo grande amore, il gioco del calcio. Dal tramonto all’alba… la verità Fermata 25 di Marco Lo Turco Editrice Nuovi Autori Romanzo 80 pag. - Euro: 13.00 ISBN: 978-88-7568-376-4 Che fare? Raccontare a sua moglie la verità? Proprio tutta la verità? Sapendo benissimo che, se l’avesse messa al corrente, lei non avrebbe accettato che lui facesse quel lavoro... Recensione a cura di Consuelo Taccani Billy Tyne è un giovane dalla vita serena, fino al momento in cui, a causa di un incidente con l’autobus che quotidianamente conduce, perde il lavoro perché viene subito licenziato. Per assolvere con responsabilità il ruolo di marito e padre, tra sentimenti di delusione, rabbia, incertezza, riuscirà a trovare un altro lavoro, però notturno, come agente segreto di polizia e gli verrà imposto di non svelare la sua nuova identità. Da quel giorno, Billy comincerà a non essere più se stesso, inizialmente entusiasta del nuovo lavoro, nel quale vede una garanzia per il mantenimento suo e della famiglia, capirà ben presto che, a fronte di apprezzabili guadagni, dovrà pagare il prezzo di tale vantaggiosa condizione con un’esistenza poco tranquilla, inquinata, minacciata e così, in un crescendo di ansia, preoccupazione, paura, sensi di colpa, rabbia, si snodano gli eventi attorno ai quali comincerà a ruotare la sua vita e quella delle persone a lui più care. Il protagonista vive in un costante precario equilibrio, dove si alternano solitudine, eccitazione, angoscia, tranquillità, dove lo scenario del mistero e del crimine cede il posto a quello pacifico e rassicurante della famiglia. Nel contesto narrativo emerge, oltre al valore della famiglia, quello dell’amicizia, solido sostegno nei momenti più disperati; infatti, è con il collega e amico Nick che Billy affronterà e supererà l’incubo della nuova vita. Il giovane autore, nello sviluppo del racconto, utilizza un linguaggio semplice e al contempo forte, deciso, i dialoghi vivaci si susseguono veloci quanto è incalzante il ritmo degli eventi, la narrazione si colora di tinte scure e chiare assorbendo i toni delle emozioni. La lettura di “Fermata 25” è gradevole e dinamica e il lettore è calato in un vortice di tensione psicologica. Marco Lo Turco nasce a Milano nel 1991 e vive a Opera. L’opera “Fermata 25” è stata pubblicata da Editrice Nuovi Autori nel 2009 quando ancora il giovane autore frequentava il Liceo Linguistico a Pavia. L’estremo limite dell’ossessione La spregevole gestualità del saltimbanco mi rivelava di Fabio Cerretani Angolo Manzoni - Torino particolari di me stesso che neppure io avevo mai Narrativa colto: una innaturalezza di 141 pag. - Euro: 9.00 fondo, una supponenza ISBN: 88-86142-96-X trattenuta a malapena, quasi un costante affanno di sembrare a mio agio più di quanto lo fossi in realtà Finis Terrae Recensione a cura della Redazione DANAE Può un professionista che ha raggiunto una posizione sociale di prestigio sentirsi preso di mira dalle beffe di uno "sgorbio d'uomo", di un essere che per campare si esibisce come mimo per le strade delle città d'arte italiane? Possono queste beffe raggiungere l'effetto di un'autentica persecuzione? Nella pigra sonnolenza dell'ambiente provinciale nasce la segreta lotta fra due individui divenuti acerrimi nemici: fra chi agisce e chi imita, fra l'io e il suo doppio, fra l'immagine pubblica e l'immagine intima dell'uno e dell'altro, fino all'estremo limite. Una vicenda intrigante, parossistica, dagli esiti imprevedibili e sconcertanti. Fabio Cerretani, orvietano, laureato in Giurisprudenza, ha iniziato a scrivere alla fine degli anni Novanta e, come molti esordienti, ha iniziato pubblicando racconti e poesie in internet. Il primo successo è arrivato con "Le Ragazze del Delta", segnalato dalla giuria del Premio Calvino 2001, in cui affronta il tema del rapporto tra padre e figlio; successivamente, ha pubblicato "Finis Terrae", in cui analizza l'ossessionante rapporto tra l'io e il suo doppio. Al momento è uno dei pochi Autori presenti con più di un libro in questo catalogo. La Sicilia raccontata con affetto e ironia da un Siciliano! Ho baciato Totò Cuffaro di Rocco Chimera REM Edizioni Antologia di racconti 144 pagine Euro: 10,00 ISBN: 88-87455-19-8 "Smaaachhhh!". Quando Totò Cuffaro baciava, lo faceva di gran lena, storcendo il muso a cercare la guancia dell'interlocutore. Riusciva, sempre, a dare uno di quei baci che in Sicilia sancivano un patto d'amicizia indissolubile, inossidabile e incorruttibile. Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano Non so che impressione faccia a un siciliano leggere questo libro di racconti di Rocco Chimera. A me, una "di fuori", che di Sicilia so e capisco poco, ha provocato anzitutto un leggero senso di vergogna. Da fuori, infatti, siamo sempre pronti a giudicare e a criticare, e non ci rendiamo conto che, sovente, critichiamo soltanto perché non siamo in grado di comprendere. Questo libro di storie, raccontate con il gusto di raccontare, dai risvolti talora comici, grotteschi o perfino surreali, ci aiuta ad avere l'umiltà di provare a capire e ad accettare, prima di sfornare giudizi. Perché la Sicilia, anche oggi, a un secolo e mezzo dall'unità italiana, è ancora, sovente, incomprensibile. Non arriviamo agli eccessi di Gianfranco Miglio, "l'uomo che si vergognava dell'unità d'Italia"; anzi, ci vergogneremmo di vergognarcene. Ma, siamo onesti, non capiamo. Ed è questa Sicilia spesso incomprensibile la protagonista dei racconti di Rocco. Anche in me, che pure non ne condivido il credo politico, c'è un po' di quel ragioner Mingnolin di Varese, onesto leghista, che scambia per una rivoluzione ("perché i siciliani sono degli indisciplinati di natura") l'assembramento, condito di tafferugli, di un gruppo di professionisti e persone facoltose davanti all'ufficio di collocamento per assicurarsi una badante o una cameriera extracomunitaria. E che dire dell'atteggiamento della troupe di giornalisti alla ricerca del pastore Intravaglia, colpevole di abuso edilizio o simbolo della lotta contro lo Stato ingiusto? Perché altri abusivi lo hanno denunciato e gli ambientalisti difeso, e poi, con un rovesciamento della situazione, gli abusivi lo difendono e gli ambientalisti vogliono spianare con le ruspe le sue case abusive? "La verità ha forme che si nascondono per potere sopravvivere". Cerchiamo, dunque, di comprendere e snidare questa verità che spesso si nasconde, per capire che l'apparenza del vero non è il vero. E sarà un'esperienza interessante farlo attraverso la penna di Rocco Chimera, appena ironica, appena graffiante, appena complice. Rocco Chimera è un dipendente dei Beni Culturali della regione Sicilia. La novella che dà il titolo a questa raccolta ha vinto la quarta edizione del premio letterario nazionale Le agavi, è diventato una pièce teatrale applaudita al Teatro Regina Margherita di Caltanissetta, ed ha avuto lusinghiere recensioni su parecchi quotidiani, non soltanto siciliani. Il mare, come un secondo elemento vitale... Ho trovato una risposta di Anzan (Nazareno Anniballo) Edizioni Creativa Romanzo 123 pagine Euro: 9.50 ISBN: 88-89841-00-1 Il Sea Fantasy continua a scivolare sull'acqua, quasi non si sente neanche il rumore del mare che lambisce le fiancate; avverto appena un fruscio lieve e continuo. Come descrivere l'effetto sul silenzio circostante tagliato in due da questa lama sonora? Recensione a cura di Bruna Nizzola Una storia d'amore e tanto mare. Ma la vicenda narrata e la sua cornice non sono che l'immagine figurata di quella fluidità, a volte protettiva come liquido amniotico, e talora, invece, minacciosa e corrosiva nella quale l'uomo si trova immerso dalla nascita. È facile, infatti, cogliere nel libro la pregnante metafora che accomuna la vita e il caso o destino o fato con il mare, i suoi silenzi, le imprevedibili e continue sfide, gli incontri e gli scontri attraverso i quali l'uomo, il marinaio, naviga solitario alla ricerca di una risposta che, forse, non gli sarà nemmeno data di trovare. "Ma non è questo che conta!" sembra dirci l'Autore. "Ciò che importa è il navigare, il procedere alla guida della propria barca, con coraggio e determinazione, alla ricerca di sempre nuovi approdi!" Pregevole l'abilità dello scrittore nel ricreare particolari atmosfere d'acque, di cieli e d'inaspettate nebbie: mondi dai labili confini, dalle luci diafane e mutevoli che pur nella loro indeterminatezza, e forse proprio per questa, lasciano spiragli di speranza in futuri incontri, in sempre rinnovate sfide attraverso le quali è la vita tutta che si rigenera. Nazareno Anniballo nasce a Benevento nel 1962. Nella vita, si occupa di informatica e collabora a una testata quindicinale a diffusione locale, Segnali, trattando temi di politica e di costume. Questo è il suo primo romanzo. Un gentiluomo nella celluloide… Il capitano Carlo Bassi, gentiluomo dell'Ambrosio Film di Carlo Dini Edizioni Angolo Manzoni Narrativa 144 pag. - Euro: 12.00 ISBN: 88-88838-23-6 - Il signore cerca qualcosa? - È questo lo stabilimento della Casa Cinematografica Ambrosio? - Certo, signore. - Ed è qui che girano le films? Recensione a cura di Sonia Piloto di Castro 1907, un distinto signore dai capelli bianchi passeggia davanti all'ingresso dello stabilimento cinematografico Ambrosio di Torino. Incuriosito, entra e viene in contatto con il misterioso mondo della celluloide. In questo mondo diventerà un attore di secondo piano, dividendosi fra il set cinematografico, la famiglia e la gestione di un banco lotto. Lavorerà con Emilio Ghione, comparsa specializzata in cadute da cavallo, che diventerà un divo internazionale col personaggio di Zala-Mort. Reciterà con le figure più note del cinema muto torinese: l'amatore Alberto Collo, Maciste, il comico Cretinetti, la prima "coppia ideale" dello schermo, Alberto Capozzi - Mary Cleo Tarlarini, e altri ancora. Carlo Dini, rievocando la figura del nonno, ci presenta in controluce la Torino dei primi anni del XX secolo, con le sue vie, i suoi caffè concerto, i primi cinematografi, le sale da gioco, la Torino dell'Esposizione Universale del 1911. Una Torino lontana nel tempo, rievocata con affetto, simpatia e intelligenza. Nato a Torino nel 1937, alla ricerca delle sue radici, Carlo Dini nel 1999 ha pubblicato il breve romanzo "La vita ingenua", dedicato ai suoi genitori, e nel 2001 "L'estate di San Martino", in cui narra un'esperienza giovanile tra la Torino degli Anni Quaranta e la Parigi dell'Esistenzialismo. Nei suoi libri, Dini racconta i petits riens della quotidianità, le storie semplici di chi non ha storia e gli aneddoti di un tempo gentile che non c'è più. "Il capitano Carlo Bassi... è il suo terzo romanzo. L'armata di Dio… Il cavaliere ed il buon Dio di Marco Cottignoli Tabula Fati Romanzo Allegorico 128 pagine Euro: 5,00 ISBN: 88-7475-076-5 Io vedo l’infinito e mi addormento di vita... Recensione a cura di Silvana Papeo Il cavaliere ed il buon Dio di Marco Cottignoli è la descrizione altamente poetica e visionaria del viaggio dell’uomo in se stesso alla ricerca della sua verità superiore e della sua lotta contro la decadenza dell’epoca moderna in nome della riscoperta di una spiritualità più profonda. Attraverso un mix postmoderno di mito classico, cattolicesimo, filosofie orientali ed elementi del nostro quotidiano sociale e culturale, l’autore, con enfasi ed indignazione, punta il dito contro i suoi contemporanei ormai omologati, schiavi del consumismo, interiormente prosciugati, senza senso del sacro, privati di trascendenza e di armonia superiore, ignoranti di sé stessi e dell’ordine che governa ogni cosa. Ma il cavaliere che è in ognuno di noi ci esorta a svegliarci e ci sprona alla lotta e alla ricerca attiva di una nuova dimensione spirituale. Cottignoli ci porta attraverso visioni apocalittiche dove un’umanità ormai bestializzata vive nel buio dell’anima; dove il nichilismo e la corruzione morale hanno ucciso la Bellezza e ogni afflato mistico o metafisico. Ma sul finale si aprono sprazzi di luminosa speranza quando il cavaliere torna alla sua Patria, a una nuova fede non dogmatica. Peccato che l’autore a volte cada nel moralismo e il suo sentimento religioso si veni di saccenteria e retorica. Comunque è indubbia la sua capacità stilistica e poetica; la scrittura è densa, vibrante, ricca d’inventiva, visionaria; la lingua è elaborata fino al contorsionismo verbale ( mai sgradevole però), è poesia pura. Marco Cottignoli (Trieste, 1968) si è laureato in filosofia con specializzazione in tradizioni popolari. Pubblicista, collabora con numerosi quotidiani e periodici a carattere politico, culturale e letterario. Sta completando una ricerca sul campo sulle tradizioni orali popolari a Trieste. Educata al dolore, educata all’amore Il commercio degli angeli rosa di Dalila Speziga Edizioni Mauro Miotti Romanzo 352 pag. - Euro: 14.90 ISBN: 978-88-905958-7-5 ...presi in mano la mia bambola, la guardai e fu come vedere il mio riflesso, un finto riflesso che non mi apparteneva, io non ero più lei. Recensione a cura della Tommaso Listo “Il commercio degli angeli rosa” è la storia di Wendy, rapita appena undicenne in una città del Bangladesh e sottomessa a un brutale regime di sfruttamento, che la priverà della sua infanzia e umilierà il suo essere donna. Ma proprio nel grembo di tanta crudeltà il destino ha in serbo per Wendy la forza più tenace: quella di un grande amore. Un amore che cresce insieme a lei e si fa sempre più consapevole e potente, sostenendola oltre la stessa volontà di sopravvivere; perché dove quest’ultima ci abbandona quando ogni fibra del corpo è ormai logora e sfinita, il grande amore può trascendere qualsiasi limite. Oltre a essere una vicenda appassionante, ricca di tensione e colpi di scena fino alle ultime pagine, “Il commercio degli angeli rosa” si distingue per la sensibilità e la partecipazione con cui racconta dell’animo femminile, presentato al lettore attraverso la costruzione di un prisma di emozioni, personaggi e circostanze, perché solo così se ne può parlare; l’essere bambina e l’essere madre, la sessualità come violenza subita e come passione cercata, la sottomissione all’uomo e l’uomo come complemento, la fragilità e la forza, l’invidia e la solidarietà. Saranno una serie di donne memorabili, sfilando lungo le pagine del libro, a incarnare via via questi aspetti: Wendy ovviamente, la protagonista assoluta e voce narrante, ma anche Savannah, amica, sorella e madre, e poi Abira, terribile aguzzina, o Yasmin, esotica e tragica. In tal senso, il contesto della legge islamica, estremamente rigida verso la donna, non fa che amplificare la risonanza di ognuno dei temi menzionati. Al toccante realismo di queste figure femminili si affianca una rappresentazione dell’uomo che lo riconduce a certe sue radici archetipiche; quelle che ne fanno un orco oppure un principe azzurro, rendendo “Il commercio degli angeli rosa”, tra le altre cose, una fiaba del nostro tempo. Dalila Speziga nasce a Sassari nel 1993. Si appassiona giovanissima all’arte del narrare e a 14 anni scrive il romanzo fantasy “Pearl Enchant – il 18° compleanno di Kayla”. Frequenta l’Università di Scienze politiche di Sassari ed è tra i vincitori della “XV Rassegna nazionale di Poesia e Narrativa Anna Malfaiera”. Sogna un futuro come regista cinematografica per trasformare le sue storie in lungometraggi. Non voleva più aiuto. Voleva solo che il diavolo le offrisse l'ultima occasione… Il dono del diavolo di Daniela Di Benedetto Tabula Fati Romanzo 160 pagine Euro: 8,00 ISBN: 88-7475-072-2 Ho guardato gli occhi di mia madre per capire se c'era sotto una trappola, ma i suoi occhi non mi dicevano nulla.[...] Mi ha chiesto se mi sentivo pronta a partire la prossima settimana[...] Ho risposto di sì. Seguirò quell'uomo, forse riuscirò a farmi amare da lui, forse mi coccolerà come mia madre non ha mai fatto. È ora che io impari come si seduce un uomo, altrimenti nessuno mi vorrà mai bene... Recensione a cura della Redazione DANAE Palermo, anni Novanta. Rosy, una procace ragazzina di quindici anni, ha la sfortuna di essere bella e di essere nata in una famiglia che non la maltratta, ma neppure la ama, e che arriverà a venderla, come è già accaduto per la sorella Miranda, affinché sia avviata alla prostituzione. Nel suo assoluto candore, Rosy arriva perfino a provare per Giulio, il suo protettore, una specie di amore, ma capisce anche troppo presto che il breve intermezzo affettuoso è stato soltanto il modo per traghettarla verso una vita in cui sarà obbligata a vendere suo corpo. L'anima di Rosy, i suoi sentimenti, non interessano nessuno, fino all'incontro con Joy, un travestito avviato anche lui alla prostituzione da Giulio, verso cui la legherà un'amicizia vera e pulita ma, come tutto ciò che è dolcezza e affetto, neppure questo sentimento potrà sopravvivere nel mondo in cui sono invischiati Rosy e Joy. Di nuovo, la ragazza sarà venduta, questa volta a un boss che ne fa la sua amante, la circonda di agi e lusso e, a suo modo, prova affetto per lei. Ma Rosy non riesce a dimenticare l'amicizia e l'affetto per Joy e, soprattutto, vuole vendicarlo e vendicare se stessa, punendo colui che ritiene la causa di tutti i suoi mali, Giulio. Per questo, è disposta a pagare qualsiasi prezzo, aspetta soltanto che il diavolo le offra la sua occasione. Daniela di Benedetto racconta la storia di questa prostituta-bambina dal corpo di donna con mano delicata e leggera, attraverso lo sguardo fresco e ingenuo di Rosy, con il suo desiderio di affetto e di semplici felicità che la vita si ostina a negarle. Davvero, soltanto il diavolo potrà farle l'ultimo dono... Daniela Di Benedetto (Bologna 1957) risiede a Palermo, dove ha conseguito la laurea in Lettere, il diploma di pianoforte e quello di composizione polifonica. Finora ha pubblicato tre romanzi: La donna che sfidò il racket (Bari 1993), L'oasi (Trani 2001) e Storia di Ida (Trani 2002). È inoltre autrice di numerosi testi di narrativa per la scuola media. Per chi pretende di avere troppe certezze… Il dubbio e altri racconti di Bruna Nizzola Mauro Baroni Editore Racconti 113 pag. - Euro: 10,00 ISBN: 88-820-9250-X Fra bugia e verità, in mezzo ai due estremi regna sovrano il dubbio, talvolta addolcito da un pizzico d'allegria Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano “Il Dubbio” è il titolo del racconto che apre la raccolta di Bruna Nizzola, ed anche l’avvertimento con cui l’autrice introduce i lettori nelle atmosfere letterarie tracciate con semplicità, proprio come i disegni che le illustrano. E’ il dubbio di esporre se stessa in maniera comprensibile, lineare, ma anche il desiderio di rappresentare il dubbio dei suoi personaggi, grandi protagonisti di vite comuni, immersi nei tempi di questa generazione, e permeati dai grandi avvenimenti di recente storia e drammatica attualità. Dubbio vuol dire critica analitica, la considerazione delle proprie ragioni ma anche di quelle altrui, la tendenza a non piegarsi alla visione comune, all’accettazione banale della storia quotidiana. Giuseppe, protagonista di una storia, dalla nascita disposto al sorriso ed alla fiducia che lo genera, attraverso gli accadimenti di un secolo tormentato, matura il dubbio che confonde vinti e vincitori, amici e nemici, intenzioni ed effetti. I disegni, emblematici di queste contraddizioni, schizzati semplicemente con mano quasi infantile, sembrano coagulare il pensiero, fissare visioni mentali inespresse ma evocate dall’esposizione letteraria. E’ artigianato accorto, critico ed acuto, il sapersi accostare in poche pagine alla vita di donne insoddisfatte, ansiose o realizzate, ma sempre attuali e vive, il penetrare nella stanca lucidità di un vecchio che ha vissuto assai, ma ancora ama la vita, e di una moglie che rinuncia alla frustrazione ed al rancore, ma ripropone se stessa, in modo particolarmente intimo, al marito che avrebbe voluto e forse non ha saputo avere. Intimità: ecco cosa suggerisce la lettura di questo libro di Bruna, e sa inserirsi nella nostra mediante la proposizione dell’intimità dei suoi personaggi caratterizzati da una grande sensibilità d’animo. Ed è questa sensibilità comune a tutti i non-eroi, protagonisti del libro, che ce li avvicina particolarmente e li rende degni di un linguaggio quotidiano, di uno schema scarno e raffinato, di sottintesi sapienti e mirati. Semplici ed onesti gli ingredienti di questo libro che, con grande discrezione, stimola il lettore alla rilettura ed introduce spunti di riflessioni e volutamente instilla il dubbio in chi pretende di avere troppe certezze. Bruna Nizzola è nata a Desenzano sul Garda nel 1935. Per lungo tempo ha insegnato nelle Scuole Pubbliche: apprezzata pittrice, appassionata di musica, letteratura, filosofia e psicologia, ha vissuto a Desenzano, Borgoforte e Mantova; attualmente risiede a Torre del Lago Puccini. La Nizzola è tra gli Autori più presenti nel catalogo DANAE che, accanto a questo volume, annovera anche La ribollita, La vita semplice, e Carlotta – C’è posta anche per me, e Sinite parvulos. La vita è un gomitolo irrisolto… Il filo di Arianna di: Luisa Ferretti Prospettiva Editrice Romanzo Psicologico 96 pagine Euro: 7,00 ISBN: 88-7418-201-5 L'attesa di se stessi è comunque crescita. Crescita interiore. L'attesa di se stessi è una gravidanza senza scadenza, che dura talvolta una vita. Recensione a cura di Ezia Caredda Cosa si prova a perdersi in un dedalo di viuzze tenebrose senza sapersi orientare per venirne fuori? Teseo riuscì ad uscire dal labirinto dipanando un gomitolo di filo verso l'uscita. Ma Arianna, la protagonista di questo intenso racconto, è imprigionata nei meandri dell'anima. Il suo labirinto è un'intricata costruzione psichica. Travolta da un fiume di Paura non riesce a trovare un punto fermo che possa farla riemergere dall'oblio. Ride e piange contemporaneamente, senza motivo. Qual è il nome del mostro che la divora, al quale ha ceduto il sacrificio del corpo? Anoressia. Lacera il filo che lega il cervello al cuore, spezza quello della sua giovanissima esistenza. Tenere lo stomaco vuoto diventa l'espediente per dominare la Paura. Arianna vuole sentirsi più forte della natura che le impone la crescita. Inconsciamente, un violento desiderio la porta a distruggere tutte le cose più belle che la circondano. Il lettore si trova totalmente avvolto nelle sue lotte intestine, le partecipa, per raggiungere con la protagonista, disperatamente, la salvezza. Non come rinascita, ma come nascita. Arianna sente di non essere ancora nata, è in un limbo. Di giorno rifiuta la vita imponendo il cervello, la notte apre lo scrigno del cuore nutrito di poesia. Ingabbiata. Attorno alla sua malattia ruotano i profili psicologici dei genitori che rifiuta come modelli comportamentali, un fratello "bionico", Samuele - il ragazzo che l'ama ma che rifiuta, d'uno psicologo e un prete. Riuscirà ad uscire dal labirinto? Sì. Con un profondo respiro liberatorio finale per il lettore. E' una storia a lieto fine. Luisa Ferretti, nutrita di poesia fin da bambina, si definisce da sempre "appassionata del cielo", riesce, dopo i fiumi di inchiostro versati da tante generazioni di poeti, a parlarci di luna e di sensualità con immagini nuove e suggestive e a farci partecipi della sua ricerca regalandoci autentiche, coinvolgenti emozioni. Nata nel 1978 ad Ancona, città in cui vive, a vent'anni ha pubblicato il romanzo Amore tra le rovine. Alcuni suoi racconti sono stati premiati in importanti concorsi letterari ed inseriti in diverse antologie. Nel nostro catalogo è presente anche una sua bella raccolta di versi dal titolo La rosa dei sensi. Il tempo rotondo Il gioco delle nuvole di Silvana Sonno Graphe.it Edizioni Romanzo 118 pag. - Euro: 9.00 ISBN: 88-89840-15-3 "Non si danno finali chiusi. Il cerchio non si stringe. Anzi, non c’è un cerchio, ma una spirale che tutto rilancia. Nel tempo rotondo niente va sprecato". "Il tempo rotondo?" "Sì, il tempo dell’amore..." Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano Le nuvole sono messaggi da interpretare, premonizioni, avvertimenti e anche ricordi per M. che, fin da piccola, vive col naso all’insù e fa "il gioco delle nuvole". Un altro gioco di M. è lo scambio di e-mail con un ragazzo, Z., con il quale intreccia un’amicizia virtuale che ben presto si trasforma – complice il fatto che vivono entrambi a Perugia – in una travolgente e reale storia d’amore. E allora vissero felici e contenti, come in un bel romanzetto rosa? La vita vera non è così semplice e lineare. Nel "tempo rotondo" non si danno finali chiusi, tutto continua, si sviluppa, evolve e ricomincia. Amore e dolore si stemperano, si aprono nuove possibilità, entra in gioco il nostro passato e si prepara il nostro futuro. E, nella spirale inarrestabile e soggettiva del "tempo rotondo", M. troverà anche un rinnovato rapporto con la madre, con il padre mai conosciuto e con il suo passato. Il gioco delle nuvole è un romanzo intelligente, ironico e leggero, che si presta a diverse chiavi di lettura, dalla rivisitazione della letteratura "al femminile" dell’Ottocento e del primo Novecento alla riflessione sull’amore e sulla sessualità, che non sono necessariamente eterosessuali, fino alla Tavola Smeraldina di Ermete Trismegisto: ciò che è lassù, scritto nelle nuvole, è come ciò che è quaggiù, ma molto più leggero Silvana Sonno abita a Perugia e lavora presso una scuola superiore. A Torino, città in cui è vissuta a lungo, ha insegnato nei corsi per lavoratori e si è occupata di educazione degli adulti. E’ tra i vincitori del concorso LiberaMente, indetto da Graphe.it. La vita non concede vacanze Il rischio di amare di Gabriele T. Oppo Tabula Fati Romanzo 208 pagine Euro: 9,00 ISBN: 88-87220-22-0 "Perché dobbiamo sempre darla vinta ai desideri del corpo e mai a quelli della ragione?" "Se ti interessa una risposta filosofica, potrei dirti: << perché la natura odia la razionalità >>. Ma se ti accontenti di una battuta... beh, allora la risposta può essere più semplicemente questa: << perché il piacere è sempre bello, mentre la rinuncia al piacere non lo è mai! >>" Recensione a cura della Redazione DANAE Le vere parole chiave della condizione umana sono il bisogno d'amore e l'insoddisfazione per quello che si ha, per il rapporto d'amore che si sta vivendo, per la poco esaltante routine rappresentata dalla quotidianità. Quando il desiderio di una cosa o di una persona viene realizzato, smette di essere un desiderio e non ci attrae più. Che significa correre "il rischio di amare"? È la domanda che si pone l'autore con la storia che ci racconta in questo libro: una storia apparentemente semplice, di quelle che possono capitare a qualunque coppia che si adagi nella vita coniugale ignorando che l'amore va alimentato ogni giorno. Danielle e Marco si separano per una vacanza, e ambedue imbastiranno una storia con un'altra persona: lei, nel solare e variopinto paesaggio maltese, con un brillante giornalista; lui, più prosaicamente e senza coinvolgimenti sentimentali, con la cameriera del bar che frequenta ogni mattina. Ma il rischio è presente dietro ogni relazione umana e può essere di diversa natura: si può distruggere la propria famiglia e far soffrire gli altri, ma si può anche distruggere la propria vita, in senso letterale. Eppure, il vero rischio di amare, quello da correre se si vuole davvero rispondere al bisogno del nostro cuore, è un altro, che l'autore si limita a suggerire al termine di questo racconto ben scritto e ben costruito. Gabriele Tristano Oppo (Oristano, 1930), già primario di Ostetricia e Ginecologia ad Arezzo, è autore di numerose opere scientifiche, ma anche poeta e narratore. Il rischio di amare è il suo quarto romanzo. Quando la realtà si fa sogno… Il sogno di Poldo di Fra' Matteo Pugliares Edizioni Creativa Antologia di Racconti 134 pagine Euro: 11,00 ISBN: 978-88-89841-52-5 Era Poldo, il mio bellissimo gattino, regalatomi dalla nonna. Gli chiesi, d’istinto, cosa ci facesse nel mio sogno e lui mi rispose sgarbatamente: ero io ad essermi introdotto nel suo sogno. Recensione di Graziana Pecora Colui che si sforzerà di trovare un senso logico nelle poeticissime immagini, a volte sublimi e a volte crude, dei ventisei racconti che compongono Il sogno di Poldo di Fra’ Matteo Pugliares, molto probabilmente non ci riuscirà, ritrovandosi invece come in sogno a domandarsi se ciò che sta vivendo sia la realtà o il prodotto del proprio inconscio. "Sogno o son desto?" si chiederà il lettore, immedesimandosi nei protagonisti di quest’opera. Non è certo difficile per un animo sensibile e poetico come quello di Pugliares, che definisce se stesso come una persona senza i piedi ben piantati a terra, creare un mondo così surreale, fatto di deliranti visioni frammiste a crude realtà, abitato da personaggi ai cui pensieri e sentimenti ognuno di noi si sente intimamente legato, perché affondano le proprie radici nel disagio dell’esistenza che ci accomuna tutti. I sogni sanno svelare il bisogno d’amore (Lei, Sofia) o il desiderio di vivere nonostante la consapevolezza della morte che si avvicina (Uno con il mare, Francesca ed io), ma possono anche trasformarsi in incubi dove regna il terrore (L’intervista, Il dipinto) o in vita reale che cagiona altrettanto sgomento (Vedrà che da noi si troverà bene, Il fantasma di me stesso). Difficili da inquadrare in un genere narrativo ben definito, questi racconti sono poesia, introspezione, raccoglimento spirituale, che tuttavia mai, nonostante il taglio per lo più malinconico dello stile, si traducono in desiderio di rifuggire il mondo, ma sono anzi celebrazione della vita: destinati al lettore che, pur senza trascurare la propria capacità di partecipazione e commozione, sa rimanere sereno e tranquillo di fronte allo spettacolo, spesso truce, dell’esistenza umana. Le sensazioni che questi racconti suscitano sono talmente impalpabilmente variegate e sfumate che una classificazione tematica di ciascuno di essi risulta pressoché impossibile: l’onirico si dispiega in ognuna di queste storie in modo diverso, eppure in tutte lascia la stessa traccia di mistero. Un mistero chiaro solo alla mente di Dio, che svegliando lo gnomo del bene dice "Questa notte, finalmente, abbiamo vinto noi!" (La notte d’amore). Matteo Pugliares, Frate Minore Cappuccino, è nato ad Augusta (SR) nel '72 e vive a Modica (RG) dove si occupa di pastorale giovanile, come Assistente Regionale per la Sicilia della Gi.Fra. (Gioventù Francescana). Direttore della collana Le Pleiadi per le Edizioni Creativa, e Coordinatore Nazionale del Gruppo Culturale "Parole Sparse", ha vinto molti premi in concorsi di poesia e narrativa ed è stato inserito in diverse antologie. Collaboratore di riviste e gruppi culturali, curatore di antologie poetiche, giurato di Premi Letterari, correttore di bozze, tra le sue pubblicazioni ricordiamo Il settimo giorno - Ed. Creativa, anch'esso disponibile nel catalogo DANAE. Se vuoi forse puoi, ma solo se ci credi veramente Il tempo grande di Michela Albanese Edizioni Corbec Millennium Romanzo 272 pagine Euro: 16.00 ISBN: SBN 01 ROM – Y2008 “la vita... ...manca sempre qualcosa! Una frase, una parola, un gesto... Un posto, un oggetto. Una persona, Un animale. Sogni. Ideali. Recensione a cura della Redazione di DANAE Il romanzo, ambientato in Calabria, ha come protagonisti Nathan e Sohni. Nathan si è innamorato di Sohni la prima volta che l’ha vista. Basta una volta, una sola volta e una persona ti entra dentro, nel sangue, nella pelle, nel cervello, e non ne esce più. Sohni e Nathan si scoprono importanti l’uno per l’altro e indivisibili, quasi a rappresentare l’unisono tra il cielo e la terra: Nathan è l’altra metà del cielo, ma anche la notte che segue al giorno e lo precede, e Sohni è solo un nome, ma è anche tutti i suoni. Un suono infinito e fine, senza suono, senza rumore, il suono del silenzio. Talvolta quel suono è così lento e sottile che diventa quasi impercettibile, immoto come il volo di una farfalla, uno sbatter di ciglia… Sohni è qualche cosa di fragile, una goccia, un vaso di cristallo che se cade va in frantumi. Nathan, invece, è qualche cosa di solido, che vive nei millenni, qualche cosa di sacro, forte! Nessuno dei due vuole commettere gli errori già fatti, ma mentre lui ha la sua vita, il suo tempo, la sua storia, i suoi impegni, le certezze, i sogni, le illusioni, qualche delusione, lei invece ha il vuoto, il silenzio, il nulla. È partita e ha lasciato tutto, all’improvviso, senza avvisare nessuno, senza starci tanto a pensare, ha cambiato città, regione, lavoro, ha cambiato sogni, pensieri. Sa che nessun luogo è abbastanza lontano, sa che dovunque lei vada i ricordi la seguiranno. Non sa se ha agito bene ma sa che solo il tempo può dirlo. Solo il tempo aggiusta, ricuce, rammenda. Il tempo passerà accomodando tutto, annullando i luoghi e le distanze, le cose e le persone, gli oggetti, gli sbagli, le cose belle, la notte, il giorno. Il tempo le darà torto oppure ragione. Ma il tempo non ha tempo, perché ha bisogno di tempo. Sohni ha sofferto per amore e teme perciò di amare, di tornare a vivere di dolore e di rimpianti. Ma quando l’amore irrompe di nuovo, di nuovo scatta la gioia, la vita fuori e dentro di te e tutto ritorna ad essere bello, bellissimo, di mille colori. Michela Albanese è nata a Roma. Nel 1995 ha pubblicato con una casa editrice romana la sua prima opera di narrativa “Sole e Ombra”, premiata nel 2000 in Campidoglio dal Circolo Culturale degli Artisti di Roma - VII Edizione Premio Artistico Letterario. Ha curato l’unità giornalistica di varie manifestazioni artistico-culturali ed è stata ideatrice e curatrice di numerose opere editoriali nonché della rivista letteraria, “Spiragli”. Il suo primo romanzo è invece "Il tempo grande", edito dalla giovane casa editrice Corbec Millennium nel novembre 2008. Il dono di vivere… Il volo invisibile degli angeli di Adriana Nicoletti Tabula Fati Romanzo 96 pagine Euro: 5,50 ISBN: 88-87220-94-8 Quanto tempo è passato dall'ultima volta che qualcuno vi ha fatto una carezza sapendo che sfiorando il vostro corpo avrebbe toccato proprio voi ? Quante volte in una giornata tradite voi stessi e gli altri abbracciandoli o baciandoli senza neanche vederli, senza riconoscere loro nei corpi che toccate, senza essere voi nei gesti che compite? Vi è mai capitato di fare davvero una carezza a qualcuno o di riceverla? Recensione di Rachele Bonfondi Incontrarsi; perdersi; guardarsi senza realmente vedersi; riuscire a comunicare nell'intimo di chi si ama anche solo attraverso un sguardo, una parola; stupirsi di fronte al dono della vita quotidianamente e donarle senso attraverso il dolore della morte: queste sono alcune delle tematiche presenti in questo libro, opera narrativa semplice nella struttura e nel vocabolario eppure profondamente accurata nel contenuto, con riferimenti filosofici che spaziano, tra le righe, dall'esistenzialismo al neoplatonismo. Domandarsi il senso dell'esistenza è una costante dell'essere umano, sempre in bilico tra tentativi di risposta, paura e irrefrenabile desiderio di assaporare pienamente le esperienze che la vita ci mette davanti; di questa ricerca di equilibrio racconta Adriana Nicoletti, mescolando episodi di vita a riflessioni di carattere filosofico, aprendo e chiudendo l'opera con due poesie che ringraziano dell'amore dato e ricevuto. Perché, attraverso i racconti di amori parigini, di conversazioni appassionate tra giovani esistenze a confronto con nonne (reali o d'adozione), di camminate solitarie in mezzo alla folla e di sole romano, la risposta che arriva con chiarezza ci dirige verso il riconoscimento dell'altro, della meraviglia che ci deriva dal contatto con chi abbiamo di fronte, verso l'accettazione della nostra finitezza, la sola che può portarci a comprendere la vita, la morte, il dolore, la sofferenza e la coappartenenza profonda del vero amore. Da questa fiducia verso le nostra possibilità e dall'accettazione dei nostri limiti possiamo imparare a vedere realmente noi stessi e gli altri, a vivere consapevolmente la possibilità della perdita non come fonte di amarezza ma come punto di partenza intimo e prezioso. Adriana Nicoletti romana, laureata in Filosofia, vive a Parigi, dove sta per conseguire il dottorato in Filosofia . Questa è la sua prova d'esordio. Mentre i ricordi parlano di vie antiche, l’oggi profuma di ieri… I Sampietrini raccontano… di Valeria Borgia Ed. Ars Gratia Artis Racconti 92 pag. - Euro: 10.00 ISBN: 88-903206-9-9 Era proprio felice. Che giornata fortunata! Un vecchio signore dalla barba bianca, un giudice, molto importante, le regalava una bambolina! Era un bel po’ che non aveva un giocattolo nuovo. Recensione di Consuelo Taccani Protagonista di questi racconti è Roma, con le sue antiche vie e i suoi caratteristici cittadini. La vita di quartiere che si svolge ante e post guerra è “casereccia”, viva, amara. Il raduno nel rifugio dell’Avvocatura, la giornata dedicata alla spesa, la visita in parrocchia con nonna Adelina rappresentano episodi di vita in cui Virginia è direttamente coinvolta con gli altri abitanti. I dialoghi vivaci in dialetto romano danno un significativo spessore e humor alle vicende che in alcuni tratti narrano situazioni di sofferenza. Virginia vive con intensità e genuinità la sua infanzia e da ogni riga di questi racconti traspare un sentimento appassionato alla vita. Ogni persona con cui si relaziona la bambina porta con sé uno scambio di emozioni che diventano aspirazione a una armoniosa convivenza. In una forma breve quale è quella del racconto, Valeria Borgia sviluppa con efficacia e vivacità l’essenzialità di alcuni momenti quotidiani; come in un quadro o come su una vecchia fotografia sono ritratti fatti e persone che con ironia “raccontano” la vita. In poche pagine l’autrice scandisce episodi di storia familiare sullo sfondo di una Roma che non c’è più e che si anela essere ritrovata. L’opera sembra richiamare il memoir che basa la sua identità sui ricordi e che quindi dà all’espressione narrativa del racconto una connotazione autobiografica. Libertà e leggerezza si amalgamano nell’inchiostro di Valeria Borgia e da uno spirito nostalgico prende slancio un’opera dove gli schizzi di vita narrati si pongono come scene di uno spettacolo teatrale: divertenti e al contempo emozionanti mentre il lettore è condotto in un’atmosfera di inobliato passato. Valeria Borgia nasce nel 1940. La sua vita è segnata da eventi dolorosi tra cui la morte del marito nel 2005. Il suo insuperabile ottimismo le fa superare le avversità. Fonda una piccola casa editrice “Proposte editoriali” con cui pubblica romanzi e poesie, la rivista “Tam Tam di Scrittori Poeti Artisti” e il Premio “Elsa Morante” per inediti. Ad oggi, cura la seconda edizione del romanzo “La trasgressione” pubblicato da “Proposte Editoriali”, confluita recentemente nell’Associazione culturale Ars Gratia Artis. Una realtà del passato diviene maestra d'emozioni per il presente, Non ci sono parole nella stanza. di Mariella Plumeri Caterini C'è un tale silenzio che si percepiscono Edizioni Mauro Baroni i respiri. Romanzo Hanno un unico ritmo. 240 pag. - Euro: 12,00 Sul viso della bambina e delle due donne ISBN: 88-8209-048-5 aleggia un identico sorriso. Istantanee con Bambina Recensione di Bruna Nizzola Questo libro accoglie il lettore con lo scenario di una stanza disadorna, soffusa da una fredda luce bianca, da asettica sala clinica. Poi le figure sembrano animarsi. Tutto prende vita, ma non per presenza e movimenti di oggetti e persone, bensì per un avvincente fluire di parole che si fanno teatro di ricordi e d'emozioni profonde. Con peculiare abilità narrativa, l'autrice conduce il lettore da una pagina all'altra e all'altra ancora. Non si smette fino all'ultimo racconto e alla sorpresa dell'ultimo dialogo. Ogni racconto è infatti preceduto da spezzoni, presentati con l'immediatezza di un'istantanea, di un intimo colloquiare delle tre donne. Fra loro c'è un confronto diretto che, bisturi impietoso, scarnifica le loro anime alla ricerca dei “perché”, della “verità”. Sarà proprio con l' ultima istantanea che s'acquieterà, come in una benefica definitiva seduta di psicoanalisi, il disagio sottile, un senso di sofferenza che pervade la narrazione e che coinvolge, suo malgrado, l'attento lettore. Motivo conduttore della narrazione è infatti l'infanzia negata, rappresentata nell'indiscussa protagonista dei vari racconti: la Bambina. Una bambina di “una volta”, quando il bambino era considerato solo oggetto e non soggetto della propria crescita. Oggetto di cure, se gli andava bene; oggetto di regole imposte con autorità, spesso ghettizzanti (qui i bambini, lì gli adulti). Mai soggetto di scelte, mai individuo, mai “persona”. L'autrice, con prosa fluida e accattivante, cattura l'attenzione del lettore con il suo racconto che è anche teatro di un periodo in cui può riconoscersi un'intera generazione, quella di persone ora un po' datate, ma che anche ai giovani, nel necessario recupero delle loro radici attraverso la memoria del passato, può dare motivo di riflessione attenta e profonda. Mariella Plumeri Caterini è nata a Palermo e vive in Toscana, in una vecchia casa colonica ristrutturata. Scrive da sempre, ha collaborato e collabora, sotto pseudonimo, con vari periodici. Premiata all’Andersen (Il ciclamino, 1996), Istantanee con Bambina è il suo primo romanzo, menzione d’onore al Premio Pisa 1998. Non aspetto più nulla, non provengo da nulla, nulla può fermarmi… Katerina e la sua guerra di Barbara Serdakowski Robin Edizioni Romanzo 110 pag. - Euro:10,00 ISBN: 978-88-7371-514-6 Si udì il suono di un violino. Qualcuno suonava. Passarono minuti, era angosciante, meraviglioso. Vi prendeva, quel suono, in mezzo al petto e vi teneva in sospeso come inchiodati alla volta celeste Recensione a cura della Bruna Nizzola Il titolo del libro di Barbara Serdakowski, “Katerina e la sua guerra” ne anticipa già i protagonisti: la Guerra e la Donna. Non serve localizzarla geograficamente o definirla nel tempo: la Guerra è la cattiva coscienza dell’umanità, l’ombra oscura che ne accompagna il cammino. Ineluttabile, come sostiene Benedetto Croce? (“Solo così si è mossa finora e così si moverà sempre la storia del mondo”). Forse! Sicuramente asservita ai sordidi interessi di Stati e organizzazioni, i Leviatani, i mostri cui si sacrificano con cinica indifferenza vite e persone. Katerina o Miriam, nella storia narrata, è la Donna, spesso vittima sacrificale di un evento, la guerra appunto, tanto disumanizzante da alterare ogni codice morale, ogni comune senso della vita. La Donna che diventa oggetto di un’orribile violenza antica quanto gli uomini e le loro guerre. Con stile crudo, tuttavia agile e scorrevole, l’autrice non ci risparmia nulla degli orrori che accompagnano gli eventi bellici: il cadavere senza testa, i morti “troppi per sembrare persone”, la marcia desolata dei profughi, il bambino che mendica inutilmente un goccio di latte dal seno di una madre che non è la sua. C’è poi la rassegnazione desolata a drammatiche situazioni incontrollabili: “la miseria prevalse senza scampo...” e ancora: “sapevano tutti che non c’era altro da fare...”. Proseguendo nella lettura, però, emerge dalle ombre dolorose della narrazione un nuovo protagonista: la maternità. La guerra uccide, la donna procrea e difende allo spasimo la propria creatura per la quale riesce a conservare una speranza di futuro. Si narra di una maternità sofferta che non manca di lasciare impronte d’angoscia, per ricordi incancellabili, anche nella figlia, ma che rappresenta più che mai la continuità, la vera forza della vita. “Chi ci fa uomini sono le madri” recita Nazim Hikmet. Lettura trascinante, di forte impegno, che riesce a trasmettere valori universali sui quali è opportuno riflettere in ogni tempo. Barbara Serdakowski lascia la Polonia, dove è nata, a soli due anni. Ha vissuto in Marocco, in Canada e attualmente vive in Italia. Con l’artista Cesare Oliva ha fondato il centro d’arte contemporanea e letteratura “Magma”. Metti una sera in treno, con una gran luna... Io mi dichiaro con orgoglio suo allievo, l'ultimo, il peggiore dei suoi allievi. di Beppi Zancan Edizioni Angolo Manzoni È pure vero che tra Gesù e Bobbio Narrativa sceglierei Gesù, 103 pag. - Euro: 8,00 non vi sono dubbi ISBN: 88-88838-32-5 su questo punto. E non riprenda a ridere, bibliotecario, non dona al suo grasso molle. Ma dopo Gesù sceglierei Bobbio, non Kierkegaard, non Nietzsche, non Sartre né Heidegger, e fatto salvo solo Dostoevskij, che metto accanto a Gesù La balbuzie di Bobbio Recensione a cura di Gianpietro Scalia Ci sono storie che sono scritte da sempre, che nel nostro inconscio sono lì, nascoste alla nostra percezione, ma presenti. Si rimane piacevolmente confusi quando un autore le prende, le trascrive tra le pagine di un libro e ce le propone. Sono le storie che ci vivono intorno, che ci sfiorano senza toccarci o senza coinvolgerci. Sono il vicino di scompartimento in un treno, sono i ritardi, le attese. Sono gli sguardi di chi ci passa accanto per le strade. Sono i momenti di vita che sono appartenuti a qualcun altro, magari in un altro luogo; magari anche in un altro tempo. E' relativamente semplice scrivere una storia piena di eventi e di personaggi. Ma scrivere una storia dove due uomini si incontrano dopo tanto tempo, ricordandosi addirittura che non si conoscevano neanche poi così bene? E riuscire, scrivendo ciò, a tenere incollato il lettore alle pagine per sapere "come andrà a finire", pur sapendo bene come andrà a finire. E scoprire che in questo minimalismo non accade nulla e accade tutto? Sorridere, pensare, intristirsi e intenerirsi. Bisogna amare la vita, per scrivere una storia come questa. Bisogna che chi legge la storia ci pensi, al senso vero della propria vita. E questo lo dico io. L'autore lo lascia molto democraticamente solo immaginare. Beppi Zancan si è occupato di critica d'arte, si interessa di filosofia, incisione, letteratura, fumetti e jazz... L'eclettico Beppi nasce a Torino, vive da sempre nel suo cuore, ne assimila la torinesità che in questo secondo scritto fuoriesce con sobria e disincantata acutezza. Il suo primo libro è La gatta Miomao, sempre per i tipi dell'Angolo Manzoni, anch'esso in questo catalogo. La musica come ponte tra l’Io e il Mondo La cantatrice muta di Isabella Giomi Edizioni Laruffa Romanzo 86 pag. - Euro: 8,00 ISBN: 978-88-7221-387-2 Il silenzio era ancora più fitto ora, come se le cupe sonorità della canzone avessero assorbito anche l’ultimo residuo di rumore. Recensione di Giulia De Concilio Elettra, la fragile e misteriosa protagonista, non parla o, per meglio dire, sceglie di non parlare, di “non sprecare inutilmente la voce” ma di usarla solo per cantare. E come il fulmine è il celere tramite tra cielo e terra, così il canto diviene per Elettra l’unico ponte tra lei e il mondo, tra l’Io e l’Altro... È proprio un fulmine, infatti, che la strappa dal ventre materno quando ancora “non era pronta a nascere” e, inevitabilmente, “contrassegna l’intera sua vita”. La giovane miracolata crescerà, infatti, con il terrore dei temporali che l’hanno per sempre privata di protezione e, al contempo, scaraventata in una realtà in cui non riesce ad adattarsi, né a riconoscersi. Questo è il motivo che la spinge, per tutta la vita, a cercare luoghi caldi in cui non possa piovere e, al contempo, a soffocare le parole per controllare le emozioni. La violenta tempesta i cui vuole costantemente ed instancabilmente evitare d’imbattersi, non è altro, infatti, se non lo specchio del turbinio di emozioni che Elettra cerca di rifuggire. Vincitore della seconda edizione del concorso letterario “Emozioni d’Inchiostro”, il romanzo si propone d’indagare il delicato animo della protagonista attraverso il sapiente paradosso della “cantatrice muta”, che si esprime solo attraverso il linguaggio canoro. E non a caso: la valenza catartica della musica sublima le emozioni cristallizzandole in uno stadio in cui non possano più attanagliare l’animo umano ma, anzi, lo allevino dal dolore. Per tutta la vita, infatti, Elettra cerca di alienarsi “dalle cose troppo esplicite”, di condurre un’esistenza in sordina: ma gli imprevedibili tiri della sorte, la porteranno ad imbattersi nell’enigmatico giovane dagli “occhi differenziati” che la farà vacillare e, forse, persino vivere. Isabella Giomi è nata a Roma e lavora in una grande struttura pubblica. Il suo esordio nel mondo della narrativa (dopo varie pubblicazioni in antologie e riviste letterarie) è stato segnato dal romanzo “La cantatrice muta”, grazie al quale ha vinto la seconda edizione del concorso letterario per inediti “Emozioni d’Inchiostro” indetto dalla prestigiosa casa calabrese Laruffa. Considera la scrittura un’estensione della vita e l’universo narrativo un mondo infinitamente perfettibile che cresce in sintonia con l’esperienza. Ama in quest’ordine: i gatti, l’inverno e le verdure crude. Storie meranesi di uomini e fantasmi La città sul confine di Paolo Valente O.G.E. Editore Antologia di racconti 206 pagine Euro: 15,00 ISBN: 8-88-9834-02-1 Merano sul confine, Merano trasportata dalla corrente. La città da cui fuggire. Il luogo per il quale non si può non passare. Recensione di Laura Schiavini Ventiquattro racconti caratterizzati da una scrittura potente, a tratti poetica e lieve, ambientati a Merano, fra leggenda e storia, dalla notte dei tempi del neolitico, passando per l’età romana, il medioevo e l’Ottocento, fino ad approdare ai due conflitti mondiali. Merano, terra di confine, spartiacque fra il mondo latino e germanico il cui antico nome, Maia, evoca la Maya degli antichi yogi. Un luogo illusorio dove si è smarrita la capacità di dare risposte, dove quello che appare non sempre è realtà oggettiva e immutabile, ma un continuo divenire in cui vecchio e nuovo scarabocchiano sulle pagine del tempo. A volte sotto forma di sogno. I personaggi di questi racconti, siano essi leggendari o storici, appaiono e scompaiono per poi tornare, a sprazzi, nelle fantasie d’inverno dello scrittore. E' così per L’uomo venuto dal ghiaccio che apre e chiude la saga; per Corbiniano, vescovo senza sede e per Valentino, il santo che si era ritirato due secoli e mezzo prima in quella terra, Maia, che aveva scambiato per il paradiso. Nella cavalcata di Valente attraverso i secoli, troviamo persone comuni come Luigi (che cresce fra due identità linguistiche e che sente spesso il padre chiedersi: cossa semo noialtri?) O come Peter (il cui padre, costretto ad abbandonare la sua casa, distrugge il nido delle rondini), ma non per questo meno interessanti dell’imperatrice Sissi e di Mussolini (fugaci visitatori) o del ciclista Gino Bartali la cui fuga solitaria alla scalata delle Dolomiti riflette, sul piano simbolico, la fatica letteraria dell’autore. O del poeta indiano Tagore, a significare la metafora universale di una frontiera intesa non come barriera bensì come ponte di civiltà fra etnie linguisticamente diverse ma culturalmente affini. Paolo Valente è giornalista e scrittore meranese. Ha pubblicato numerose ricerche relative alla storia locale e una trilogia dedicata ai gruppi sociali conviventi nella Merano plurilingue: Il muro e il ponte (Trento 2003), Nero ed altri colori (Trento 2004) e Porto di mare (Trento 2005). In ambito narrativo, ha pubblicato Il maestro di Cordés (romanzo breve, Bolzano 1997), L’orchetto volante (racconti e filastrocche per bambini, Trento 2001), Di là del passo (racconti lunghi, Bolzano 2003) e una raccolta di favole africane, La papaia di Senan (Bologna 2006). Se parliamo col gatto, non è grave. Ma se il gatto ci risponde… Laddove realtà e fantasia si fondono nella sublimazione dell'evento di Sandro Fasoli Tabula Fati Racconti 256 pagine Euro: 12,00 ISBN: 88-7475-089-7 Un viaggio è sempre un viaggio... Poi quasi gratis... Poi il destino... Poi hai parlato col gatto! E sì, hai proprio bisogno di una vacanza, ovunque essa sia. Recensione a cura di Daphne Un titolo, un programma, il libro di Sandro Fasoli! Programma che, sin dalle prime pagine, mantiene fede a quanto promesso trasportando il lettore, di racconto in racconto (legati da un sottile fil rouge) in situazioni paradossali e grottesche capaci di strappare più di un sorriso. Ma non solo, a tratti lo introduce, come nel racconto La Regina di Cuori e il Fante di Picche, nel magico mondo dell'immaginazione, attribuendo vita e storie a oggetti inanimati come le carte da gioco. Quando non descrive, con una buona dose di divertissement e con tutti i retroscena tipici degli amori contrastati, romantici e impossibili, una gustosa partita di scacchi viventi ne: Il pedone di Marostica. Ma quando il gioco si fa duro... Ecco che si entra nella dimensione del giallo, un piccolo esercizio di noir che lascia il lettore un po' perplesso. La scrittura di Fasoli è decisamente maschile sia nello stile sia nelle idee sviluppate con taglio giovanilistico. Dai sentimenti al sesso. Dal calcio alla politica. Temi, questi ultimi, cari ai giovani maschi di oggi che parlano e pensano per luoghi comuni. Se questo libro fosse solo un esercizio di autobiografismo, si potrebbe dire che forse Fasoli avrebbe fatto meglio a sorvolare su argomenti che meriterebbero un pensiero più originale, ma poiché, a detta dell'autore, l'unico protagonista reale del libro è il felino che ammicca, replicato all'infinito, dalla copertina, non possiamo che meravigliarci del fenomeno. E concludere asserendo che: parlare con il proprio gatto non è un pericoloso sintomo di pazzia, ma quando il gatto ci risponde... Allora sì, forse abbiamo un problema. Sandro Fasoli nasce a Chieti nel 1964, poi si trasferisce a Pisa per frequentare la facoltà di scienze biologiche. A un passo dalla laurea, però, lascia gli studi e si dedica all'importazione e al commercio di pesci tropicali. La "via jugoslava" al racconto contemporaneo La donna del catalogo e altri racconti jugoslavi di Autori Vari Edizioni Trauben per Maja Editore Antologia di racconti 105 pagine Euro: 12,00 ISBN: 88-87013-77-2 "...si esercitava sempre più a lungo, traducendo le frasi da una lingua a una seconda, una terza, una quarta. E cominciò a credere che tanti mali provengono anche dal fatto che gli uomini non sono abituati né ad ascoltarsi, né a capirsi tra di loro, e nemmeno prestano attenzione alle parole. A suo parere, si sarebbero dovuti disabituare gli uomini dal maneggiare i fucili e invece insegnare loro a maneggiare le parole. Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano Lo "scisma" del generale Tito, la conseguente accusa di "deviazionismo" e l'espulsione della Jugoslavia dal Cominform ha come effetto positivo la libertà, per gli scrittori, dal giogo del Realismo socialista: così, gli scrittori jugoslavi della metà del secolo scorso, liberi dall'obbligo di farsi "ingegneri di anime", possono proseguire le loro sperimentazioni trovando una "via jugoslava" capace di condurre al progressivo superamento del Modernismo e all'approdo sulle variegate spiagge del Postmodernismo. La raccolta curata da Ljiljana Banjanin presenta nove racconti di scrittori jugoslavi contemporanei che ben documentano questo passaggio, dal più noto Danilo Kis (1935-1989), alla scrittura femminista di Milica Micic Dimovska (n. 1947), a Vladimir Pistalo (n. 1960), pur attraverso scelte moderate, come dichiara la stessa curatrice della raccolta, evitando quindi la prosa sperimentale, l'esoterismo, la prosa documentaria di guerra. I racconti qui proposti sono un valido esempio di ricerca di tecniche narrative e di scrittura che riflette su se stessa e sul suo processo creativo, ma sono anche - al di là degli aspetti formali - interessanti per il piacere che vi si ritrova di raccontare la vita e i suoi percorsi non lineari. Per questo, sono racconti godibili, che vanno al di là di tutti gli "ismi" possibili per arrivare al cuore dei lettori. Come, del resto, deve fare la buona scrittura letteraria, il cui scopo non è quello di offrire argomenti di speculazione ai critici, ma di coinvolgere chi ama leggere. Questa raccolta ci riesce. La raccolta è stata curata da Ljiljana Banjanin, lettrice di lingua serbo-croata all'Università di Torino. Sesso, verità e finzione nella Trieste della Schiavini La fortuna è un talento di Laura Schiavini Edizioni Robin Romanzo 180 pag. - Euro: 12.00 ISBN: 978-88-7371-295-4 "Ciao, lascia un messaggio, ti richiamerò appena posso" recitò la sua voce in segreteria. Una voce calda, roca e fumosa. La più sensuale che avesse mai sentito. Recensione a cura di Pietro Spirito Daniele Aloisi è un giovane scrittore di successo. Un giorno, portando a spasso il cane nel giardino pubblico, vede una bella ragazza molestata da due individui. Interviene, i due balordi se ne vanno, lo scrittore e la donna "con una voce di carta vetrata" fanno conoscenza. Lei si chiama Lorena, ed è una prostituta d’alto bordo. Racconta allo scrittore la sua storia, che è una storia di un’infanzia triste, di violenze e sopraffazioni, sesso estremo, sfruttamento e festini a luci rosse con importanti uomini politici. Daniele Aloisi decide di fare della storia di Lorena un romanzo: lei non dovrà far altro che continuare a raccontare, lui di volta in volta scriverà i capitoli e glieli farà leggere. Il romanzo racconterà la storia di uno scrittore che scrive la vita di una prostituta d’alto bordo. In una Trieste mai nominata ma riconoscibilissima soprattutto nelle ambientazioni della città vecchia, la vicenda si snoda con ritmo incalzante in un intreccio che parla di sesso, di violenza, di sentimenti negati, mentre fra i due protagonisti nasce qualcosa di più di un’amicizia. Ma i due balordi che avevano molestato Lorena al giardino sono ancora là, seguono la donna, la minacciano, c’è una questione di droga da risolvere. L’epilogo è drammatico, Lorena sarà violentata e uccisa. Fin qui la prima parte del libro della Schiavini. Che a un certo punto offre al lettore una brusca svolta. E si scopre che in realtà Lorena è viva, la sua storia è inventata, e dietro a tutto c’è una truffa ordita ai danni dello scrittore, il quale, una volta pubblicato il romanzo, si troverà costretto a rispondere di plagio. Ma la verità non è nemmeno quella e in un gioco di specchi e scatole cinesi – il racconto nel racconto – si svela il raggiro architettato da un’aspirante scrittrice che si era vista rifiutare il romanzo proprio dal famoso scrittore. Laura Schiavini conduce il lettore con abilità in un intricato labirinto narrativo che parla di verità e finzione, di passioni e di speranze, della pochezza del mondo letterario ed editoriale, che ricorda come scrivere sia una malattia da vampiri e infine si interroga – come l’ambiguo io narrante del romanzo – sulle possibilità di realizzare i propri sogni: "Ma non seppi darmi una risposta, se non con le parole di Somerset Maugham: la fortuna è un talento". Laura Schiavini è nata a Trieste nel 1954. E' autrice di numerosi racconti, del saggio monografico All I Want is U2 - Campanotto editore, e del romanzo Senso unico, pubblicato con Eco Edizioni e presente anch'esso nel Catalogo DANAE. Collabora poi con alcuni periodoci a diffusione nazionale per il settore della narrativa. Per i fortunati che hanno conosciuto l’amore di un animale La gatta Miomao di Beppi Zancan L'Angolo Manzoni Narrativa 213 pag. - Euro: 14,00 ISBN: 88-88838-08-2 Ora le chiedo: amare e avere un'anima, non sono la stessa cosa?" "Sono la stessa cosa, - risposi senza pensarci su troppo - proprio la stessissima cosa". "Allora, secondo la logica aristotelica, eccole servito questo sillogismo: "Tutti gli esseri che amano hanno un'anima; Miomao mi ama; indi Miomao ha un'anima.” Fa una grinza? Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano Per il Piccolo Principe di Saint-Exupéry, la rosa che coltivava e curava sul suo pianetino, benché uguale a migliaia di altre rose viste sulla Terra, era speciale, era la "sua" rosa, perché l'amava e ne era responsabile. Per Guido Frattini, un personaggio surreale, geometra ed ex giornalista, ventriloquo ed illusionista, che si muove con disinvoltura tra Dostoevskij, Kant, Shopenhauer e Descartes, una qualunque gatta soriana trovata per strada e forse uguale a migliaia di altre gatte, è unica, assolutamente unica per l'amore dato e per l'amore ricevuto. In una notte afosa di luglio, su una panchina di piazza Maria Teresa, a Torino, Frattini racconta all'autore, un pittore-critico d'arte, dapprima scettico, poi sempre più coinvolto nella narrazione, la straordinaria storia ordinaria della gatta Miomao. Se anche voi pensate che Descartes avrebbe dovuto capovolgere il suo "Cogito, ergo sum" e affermare piuttosto "Sum, ergo cogito", se credete che gli animali e le piante abbiano un pensiero e un'anima, questo è il libro che fa per voi. In alternativa a queste dotte sottigliezze filosofiche, vi sarà sufficiente sapere che cosa significhi tenere sulle ginocchia un gatto che fa ron-ron. Libro piacevole, La gatta Miomao, molto ben scritto, realizzato dalle Edizioni Angolo Manzoni con la cura abituale, dall'editing all'aspetto "materiale". Beppi Zancan si è occupato di critica d'arte, si interessa di filosofia, incisione, letteratura, fumetti e jazz... L'eclettico Beppi nasce a Torino, vive da sempre nel suo cuore, ne assimila la torinesità che in questo secondo scritto fuoriesce con sobria e disincantata acutezza. Con l'Angolo Manzoni ha pubblicato anche La balbuzie di Bobbio, anch'esso presente in questo catalogo. Resistere si deve, e difendersi! L'albero ed io Peccioli 1944 di Valerio Pinelli Proposte Editoriali Narrativa 126 pag. - Euro: 8,00 ISBN: 88-87431-39-6 Era lui, il Duce, e le sue squadracce che ti dicevano quel che potevi o non potevi fare. Un minimo di libertà l'abbiamo pure ottenuta. Cerca di non fartela portare via. Recensione a cura di Bruna Nizzola Di quel tempo lontano... che io non ho vissuto... "Memoria non è peccato fin che giova" recita Eugenio Montale. In questo periodo accade spesso che la memoria, nell'ambiguità del giudizio 'tutti colpevoli, tutti innocenti', corra il rischio di diventare, come non mai, peccato, occasione di nuovo odio e vendetta. Giova, invece, la lettura di questo libro che alla memoria è dedicato. Storie di un tempo lontano, non tanto, però, da non rivivere, scuotendone le più intime fibre, nel giovane che ne sente parlare. Ecco il vero beneficio del ricordo! Si ha, quando il giovane chiede al vecchio cosa si possa fare perché le lotte, le sofferenze del passato non siano state vane e il vecchio risponde: "Resistere si deve, e difendersi..." e, si potrebbe aggiungere, fare tesoro dei ricordi, ascoltare e riflettere sulle vecchie storie. Vicende che, nel libro di Valerio Pinelli, più che narrate sembrano rappresentate su di un palcoscenico in cui gli attori animano via via scenari diversi, simili, però, nel rigore veritiero delle descrizioni, sia che si tratti di paesaggi di una campagna ostile che a stento permette la sopravvivenza, sia che si porti il lettore negli "interni" di case poverissime o nei luoghi desolati della guerra. Non c'è enfasi o retorica negli episodi narrati. Lo stile è altrettanto severo. Non manca d'accenti lirici e teneri, nella rievocazione dell'infanzia, ma diventa molto crudo nella condanna assoluta, più che di un certo modo di fare religione e politica, dell'ipocrisia e dell'ingiustizia, in un anelito appassionato alla libertà che costituisce il filo conduttore, il fulcro, l'anima, di tutto il racconto. Valerio Pinelli è nato a Pisa nel 1958. Impegnato in organizzazioni di difesa dei lavoratori e degli inquilini, ha collaborato a diversi fogli e riviste della sinistra militante. Con il suo primo romanzo, il noir a sfondo sociale, Il Fondo della notte", anch'esso nel nostro catalogo, ha vinto la seconda edizione del premio "Elsa Morante". L'albero ed io è il suo secondo romanzo. Il “prima” e il “dopo” la Liberazione nella Bassa Emiliana La luna sporca di Dina Ravaglia Edizioni Pontegobbo Romanzo 144 pag. - Euro: 14,00 ISBN: 978-88-86754910 Abbiamo tutti bisogno di un posto a cui tornare; tanto che, se non ne abbiamo uno, fingiamo. Ce lo inventiamo. Lo creiamo dal nulla, e lo facciamo nostro. Recensione a cura di Alessandra Moretti Gli occhi gialli del partigiano Lupo sono lo specchio attraverso il quale si riflettono tutti gli orrori di cui è stato testimone durante la guerra. Cerca la pace, Lupo. Cerca un luogo da poter chiamare “casa”, qualcosa che in fondo cercano anche gli altri personaggi di questo romanzo emozionante, nel quale l’autrice racconta una vicenda circoscritta che ne rispecchia però molte altre, le storie di un’Italia appena liberata che fatica a trovare se stessa. Le vicende dei protagonisti si intrecciano sull’onda dei sentimenti che provano l’uno per l’altro, c’è l’amore passionale, l’amore materno e l’amore immaginato o ricordato, l’amicizia, ma anche il sospetto, la vendetta. C’è la sensazione che il “dopo”, inteso come dopo la Liberazione, porti con sé la scoperta che molte cose non siano in realtà come si pensava che fossero e che molte persone si rivelino diverse. Dov’è il confine tra bene e male? Chi sta dalla parte giusta e chi da quella sbagliata? Non tutti questi nodi verranno sciolti. Dina Ravaglia scrive una storia breve ma intensa, caratterizza dei personaggi ai quali il lettore si affeziona fin da subito e lo fa con grande padronanza dello strumento linguistico, mettendo sulla pagina anche la vividezza della lingua parlata, capace di rendere con efficacia il senso di ansia e di suspense di alcune parti della vicenda ma, soprattutto, il carattere squisitamente umano dell’intero romanzo. Dina Ravaglia architetto, classe '65, tre figli, dipendente di un ente pubblico, è nata a Parma e vive nella Bassa reggiana. La luna sporca, vincitore del premio “Città di Bobbio 2008”, è il suo romanzo d’esordio Una mansuetudine livorosa La metamorfosi del professor Strunz di Ezio Saia Edizioni Serarcangeli Romanzo 150 pag. - Euro: 13.00 ISBN: 978-88-7408-099-1 Possono farmi qualsiasi cosa, ma non togliermi la libertà di pensare e sentire quel che voglio. Non possono entrare nella mia anima a dare ordini. Recensione di Gianluca D’Urso La mansuetudine del professor Strunz è scritta nel suo codice genetico. Quando il dottor Ciripalli, specialista del settore, diagnostica l’anomalo metabolismo da ruminante del matematico, non fa altro che leggere la sua storia e, al contempo, il suo destino, come un abile cartomante. Strunz è un novello Bartleby, un uomo di in-azione, che subisce inerme gli attacchi del suo nemico giurato, che lo perseguita e ossessiona: il riflusso della cultura sessantottina, ovvero quel che ne rimaneva negli anni Novanta. A differenza dello scrivano di Melville, però, il professore si logora nel rancore. A cominciare da quando, poco più che adolescente, il corteggiamento della sua futura moglie lo costringe ai concerti degli odiati cantautori e ai dibattiti dei disprezzati gruppi di sinistra, per finire al momento in cui la sua routinaria vita professionale viene funestata dall’avvento delle nuove teorie pedagogiche. Proprio queste ultime costituiscono l’innesco della prima trasformazione del mite Strunz da figura di secondo piano del consiglio scolastico a strenuo capeggiatore dell’opposizione al rinnovamento. La seconda, definitiva, metamorfosi kafkiana è un ritorno all’originale docilità in una sorta di ciclo cosmico. Ma i propri tormenti, suggerisce la storia del professor Strunz, ciascuno li porta con sé ovunque, persino nella trasmigrazione in un nuovo corpo. Può capitare che la fuga da una specie asservita all’autorità di una presunta egemonia culturale, si concluda in un’altra specie assoggettata al dominio di un malgaro presunto zoofilo, con l’aggravante del persistere dell’ossessione per le lettere livorose da recapitare agli esponenti più in vista tra i politici del centro-sinistra. Il professor Strunz è una sorta di pellicola per negativi di un personaggio di Tondelli –con il quale Saia ha in comune la ricerca di una colloquialità estrema nello stile del linguaggio e l’abbondante uso di neologismi– arruolato nelle schiere degli avversari politici delle figure dello scrittore emiliano, rivelandosi in questa distanza ideologica e culturale un perfetto uomo del suo tempo. Ezio Saia, è laureato in Ingegneria Elettrotecnica (Politecnico di Torino) e in Filosofia (Università di Torino). Ha scritto quattro trattati di filosofia (Filosofia dei paradigmi, Riflessioni sull’arte, Giudizi politici, Società e cultura ) e quattro romanzi (Il morbillo e la chela, La città e il demonio, Il re degli anarchici, La metamorfosi del professor Strunz), per ora tutti inediti, eccetto l’ultimo, ovviamente! Gli anziani fantasiosi e in buona forma non saranno mai vecchi Lanziano e le divine compagnie di Iano Lanz Edizioni MEF L'Autore Libri Firenze Romanzo 226 pag. - Euro: 16.6 ISBN: 978-88-517-2309-5 «Di solito in inverno, nel periodo della lontananza, i ricordi del tempo trascorso insieme sono chiusi in un cassetto e il cassetto è chiuso a chiave. Ma la chiave è sempre con me.» Recensione di Nicoletta Bianchi Il tempo, si sa, è tiranno, scorre inesorabile e non ci lascia scampo. Lanziano, il protagonista di questo romanzo, lo sa molto bene e contro il tempo combatte una guerra quotidiana, fatta di ginnastica, cura per il corpo e di una vita sana. Queste semplici abitudini lo hanno portato ad essere un settantenne in splendida forma, che sa godersi la vita come e meglio di un giovane. Dapprima ispettore scolastico per il ministero, nel corso degli anni il suo impegno per un’ONG è costantemente cresciuto, portandolo ad essere un punto di riferimento nel settore. Spesso in viaggio, ogni anno, con precisione meccanica, prepara una sorta di “planning organizzativo” in cui stabilisce tempi e modalità di incontro con le sue donne. Dedica ad ognuna di loro qualche giorno l’anno, da molti anni ormai, e in questo modo sembra aver trovato l’elisir di lunga vita delle relazioni sentimentali. Il meccanismo è però destinato ad incepparsi nel momento in cui due di loro si incontreranno a uno stesso evento. Romanzo ben scritto, da cui trapela un sottile senso di nostalgia e tristezza, si potrebbe definire una sorta di Eleganza del riccio in versione maschile, dove il protagonista finge di essere quello che non è: una moglie facciata dalla quale non ha il coraggio di separarsi, rapporti vissuti a distanza e mantenendo le distanze. Per questo, una volta terminata la lettura, rimane l’amaro in bocca per quello che poteva essere e invece non è stato. Lanziano e le divine compagnie è così un romanzo terribilmente attuale, perché fotografa una società in frenetico movimento, che non si dà tempo per le emozioni, per i sentimenti veri e profondi: tutto è vissuto velocemente, tutto è appena sfiorato, quasi come se lasciarsi andare fosse un segno di debolezza. L’apparenza prima della sostanza. Iano Lanz, (si tratta di uno pseudonimo) è un maturo insegnante, Isef di Roma. Oltre l’insegnamento, ha approfondito temi legati alla cultura folklorica, è stato direttore artistico di un noto festival di folklore; ha scritto per riviste specializzate e di turismo, italiane e straniere, contribuendo a diffondere, a livello nazionale, i contenuti della Raccomandazione UNESCO sulla salvaguardia della cultura tradizionale e popolare. Si è specializzato nella cura di patologie osteo-articolari della terza età ed è convinto che una sana anzianità , vissuta con buona motricità e sentimento, aiuti a invecchiare bene. Nel catalogo DANAE, l'autore è presente anche col romanzo Valeleu. Un mondo magico dove tutto è possibile La piazza viaggiante dei sogni e delle illusioni di Gianpietro Scalia L'Angolo Manzoni - Torino Narrativa 117 pag. - Euro: 8,00 ISBN: 88-88838-10-4 Luna non lo sapeva ancora... però se Luna avesse fissato a lungo un oggetto, un oggetto qualsiasi, avrebbe visto un frammento della vita futura svolgersi in esso: niente più di un frammento, ma pur sempre significativo... Recensione a cura di Roberta Ceraolo Gianpietro Scalia, medico di professione, per passione e necessità da sempre scrittore, pubblica la sua opera prima, La Piazza Viaggiante dei Sogni e delle Illusioni, dal sapore felliniano, i cui personaggi e gli avvenimenti sono catturati dalla realtà e amalgamati con fantasia e poesia. I confini tra i due ambiti sono sbiaditi, eppure la tragicità dei fatti rimbalza con forza, imponendosi. La realtà: Luna, 23 anni, rimasta orfana da madre tossica, cresce sotto l'ombra e lo sguardo dei nonni materni, con ricordi troppo tristi e pesanti per essere sopportati a quell'età. Non ha mai conosciuto il padre, e della madre ha sperimentato il disagio del suo stato, più l'assenza che la presenza. In mezzo a questo dolore, fatto di sfruttamento sessuale, di abusi di libertà, di crescite impedite, si annida la speranza/ribellione. Lavora nel bar di Alfonso, quando arriva in città La Piazza Viaggiante del Signor Mordelli, proprietario e manager di quello che erroneamente potrebbe definirsi un circo, ma che circo non è, bensì "un mondo fatato dove tutto è possibile". Mordelli cerca una maga e Alfonso ritiene che quello potrebbe essere un lavoro adatto a Luna. La fantasia: le fate del bosco dal profumo di marzapane, il Figlio del vento dalla testa e pancia rotonda, il mimo Gabriele, di cui Luna si innamora, e fra loro sottili foglie di dolcezza come di due mani che si sfiorano ma solo gli indici si toccano, creando il circuito comunicativo d'anime. La Piazza Viaggiante non è lo sviluppo di una vicenda, è l'ingrandimento di due, tre fotogrammi. La macchina da presa si ferma su una scena, cogliendone tutti i particolari e i movimenti più piccoli, ne segue il corso in poche altre ambientazioni e poi si blocca, sullo stesso palcoscenico che ne ha dato l'inizio. Il cerchio si chiude. Il lettore conosce la fine nell'incipit, quindi non vi è curiosità di sviluppo, quanto di conoscenza del perché e del come è successo questo; il dramma, le emozioni bloccate, asettiche, il respiro inesistente, la morte prematura di due giovani, una vicenda giornalistica e infine la libertà di essere, nella morte. Scalia con estrema delicatezza lo spiega: guardate che voi partite dalla fine, ma prima è successo questo e quest'altro, non poteva che finire così. Si tratta di una sfida che l'autore lancia a se stesso: vedere la bellezza e la poesia in ciò che a prima vista lo escluderebbe senza timore, ci obbliga a fermarci e a cogliere un dialogo tra i personaggi che vada oltre il primo vedere. E questa è la realtà. La fantasia serve per vedere la realtà. Gianpietro Scalia vive e lavora a Piacenza. Medico ospedaliero, appassionato di letteratura e informatica, scrive per esorcizzare l'indifferenza della nostra società. La Piazza Viaggiante dei Sogni e delle Illusioni è il suo primo romanzo, cui ha fatto seguito La Strega e il Condottiero anch'esso presente in questo catalogo. Ognuno di noi è un miracolo, una bellezza straordinaria... La porta verde di Bruna Nizzola Edizioni CAAD-Gierut Romanzo 108 pag. - Euro: 10.00 ISBN: 978-88-96148-14-3 Già, il tempo! Quel tempo che fuggiva e macinava cose e persone; che in un'incontrollata progressiva accelerazione sembrava aver tolto il gusto dell'assaporare le piccole cose della vita... Recensione a cura di Ludovico Geirut Con un sapiente dosaggio tra racconto e riflessione, Mauro, protagonista indiscusso della fluida e avvincente trama, avvicina il lettore a un mondo ove l'appiattimento mentale e l'omosessualità accompagnano situazioni in cui le luci sono talvolta offuscate dalle ombre del dolore. Se nell'insieme troviamo momenti felici, ci sono anche quelli duri, derivati dalla mancanza di dialogo e di comprensione per una sensibilità che esce ferita in una società dove l'apparire ad ogni costo schiaccia uno spirito in cerca del suo spazio vitale. Sia Mauro, sia le figure che gli ruotano attorno – presentate in ottima sintesi dall'autrice – simboleggiano caratteristiche di una collettività talvolta feroce e disinformata, frettolosa ed egoista, in cui il fiore fragile che appare sconfitto, sa lasciarci un limpido messaggio. “La porta verde” non è un libro per tutti, sia per la bassa tiratura che ne fa sin da ora una rarità, ma soprattutto perché è destinato a un pubblico che crede all'eguaglianza dei diritti. Molti hanno quasi timore della diversità , ma vi siete chiesti perché chi non soggiace alle astruse idee d'un certo “branco” è considerato con disprezzo “diverso” in quanto rifiuta d'esservi inglobato? Spesso un disabile è osservato stranamente, ma così è pure per il “diverso culturale” che fa scelte autonome, magari lontane da regole logore, costituenti l'ossatura di un popolo erroneamente definito normale. Oggi l'essere veramente liberi è difficile, come sembra suggerire questo libro che può essere letto anche tra le righe. Bruna Nizzola è nata a Desenzano sul Garda nel 1935. Per lungo tempo ha insegnato nelle Scuole Pubbliche: apprezzata pittrice, appassionata di musica, letteratura, filosofia e psicologia, ha vissuto a Desenzano, Borgoforte e Mantova; attualmente risiede a Torre del Lago Puccini. La Nizzola è tra gli Autori più presenti nel catalogo DANAE che, accanto a questo volume, annovera anche Il dubbio e altri racconti, La vita semplice, La ribollita, Carlotta – c’è posta anche per me e Sinite Parvulos Una “Summa”, in punta di “Falcetto”. La ribollita di Bruna Nizzola Mauro Baroni Editore Narrativa 153 pag. - Euro: 15.00 ISBN: 88-8209388-3 Ogni fiore o profuno o turgore di gemme mi dà ancora il senso che qualcosa possa accadere di bello, di nuovo anche per me. È un inizio. È il foglio bianco a cui mi accosto con entusiasmo quando comincio un quadro con gli occhi pieni di colori. Poi il quadro farà schifo, l'estate brucerà fiori e profumi, ma intanto, per un attimo, io mi sento giovane e viva e ancora penso a quello che farò da grande... Recensione a cura di Sara Favilla Devo dire che l'incontro letterario con Bruna Nizzola è stata una piacevole sorpresa. Ho letto "La Ribollita" tutto d'un fiato e mi è piaciuto molto. Mi è piaciuto anzitutto il titolo che è insieme un omaggio alla Toscana e una metafora molto pregnante che fa sembrare questo libro un grande recipiente che contiene un po' di tutto, un sostanzioso alimento: un nutrimento per lo spirito. Ho notato che Bruna, nella sua umiltà, ricerca fin dalle prime pagine, l'intima complicità col lettore, prendendolo quasi a braccetto, e affida alla carta riflessioni personali tratte da spunti paesaggistici, da quadretti quotidiani, ricordi giovanili, semplici ed efficaci proprio perché reali. E lo fa con una forma diaristica e confidenziale, metaletteraria, in cui s'inseriscono considerazioni sulla propria scrittura e come si dipana sulla pagina. Sono pensieri che pullulano di aspetti e particolari quotidiani e dimessi: si proietta sulla carta un mondo, uno scenario che contiene inquietudini, smarrimenti e un senso del vivere fatto di angosciose perplessità. Ma nell'arte di Bruna non c'è posto per la rassegnazione. Il felice rapporto coi ricordi, con il passato, con le stagioni trascorse le fa apprezzare ancor più quella presente, con una fresca ironia disincantata che sospende il giudizio. L'ironia di Bruna è la cifra che contraddistingue e dà valore alla sua scrittura: non solo la rende un'artista dalla penna svelta e sicura, ma ne fa una donna combattiva e agguerrita oltre che molto sensibile. Bruna Nizzola è nata a Desenzano sul Garda nel 1935. Per lungo tempo ha insegnato nelle Scuole Pubbliche: apprezzata pittrice, appassionata di musica, letteratura, filosofia e psicologia, ha vissuto a Desenzano, Borgoforte e Mantova; attualmente risiede a Torre del Lago Puccini. La Nizzola è tra gli Autori più presenti nel catalogo DANAE che, accanto a questo volume, annovera anche Il dubbio e altri racconti, La vita semplice, e Carlotta – C’è posta anche per me, e Sinite parvulos. Una storia di amicizia, dolceamara come la vita La sartoria di Matilde di Chiara Curione Firenze Libri - Firenze Narrativa 182 pag. - Euro: 11,00 ISBN: 88-8254-580-6 È stata Matilde a insegnarmi le poche cose che, nella vita, sono il segreto della serenità: il perdono l'amore l'amicizia Recensione a cura della Redazione DANAE La sartoria di Matilde è una storia d'amicizia, dolceamara come la vita. Lisa, una signora di mezza età che ingurgita patatine, dolci e psicofarmaci per combattere le proprie insoddisfazioni e insicurezze, si trova costretta a lavorare dopo il fallimento della ditta del marito e assiste una signora anziana, ma sempre attiva e operosa, Matilde. Tra le due nasce, a poco a poco, un'amicizia che aiuta Lisa a riacquistare la serenità, l'autostima ed anche un rinnovato rapporto col marito, mentre per Matilde chiacchierare con Lisa occupandosi delle faccende domestiche o degustando un gelato al caffé del centro del paese diventa l'occasione per far riemergere a poco a poco un passato doloroso, ma anche una vita vissuta senza mai dimenticare che i valori veri sono la capacità di amare e di perdonare. È questo il grande messaggio che Matilde lascerà a Lisa... insieme a molto altro, perché una fata buona può anche prendere l'aspetto di un'arzilla ottantenne golosa di gelato alla nocciola... Scritto sotto forma di diario di Lisa e sviluppato secondo una struttura circolare, La sartoria di Matilde è una storia semplice e bella, di quelle che fanno bene al cuore. Chiara Curione si è segnalata in numerosi concorsi per scrittori esordienti. Sposata, con figli, è nata a Bari e vive a Gioia del Colle. La sartoria di Matilde è il suo primo romanzo. Sono un uomo alla ricerca perenne di se stesso La spiaggia perfetta di Gianluca Lucchese Edizioni Miele Romanzo 144 pag. - Euro: 13,70 ISBN: 978-88-6332-003-9 Lucas, ti comprenderai meglio se consentirai a te stesso di “essere” e di ascoltarti con pazienza. Adesso è questa la tua grande sfida! Recensione di Rosa Luisi Il racconto descrive un interessante processo umano e conoscitivo che forma il protagonista fino a farlo diventare una persona capace di cogliere gli autentici punti di riferimento che la vita propone e che, sotto lo stimolo di esperienze sconvenienti, aveva smarrito. Lucas Ciandri, scrittore quarantenne alle prime armi e in cerca di editore, trovatosi in un vagone della metropolitana di Londra, improvvisamente (lo si evince alla fine dell’opera) si addormenta. Nel dormiveglia, inframmezzato dal reale stordimento causato dall’allergia del giovane alle componenti metalliche del vagone, sogna di trascorrere un pomeriggio in una località misteriosa, in una trattoria in prossimità di una spiaggia. Un soggiorno temporaneo e immaginario in un’utopica “spiaggia perfetta”, un luogo altro dove rifugiarsi: un locus amenus (di boccaccesca memoria) in cui ricostruire un’altra vita, diversa da quella corrotta e stralunata della società, nella quale si sono smarriti o non vengono più riconosciuti i valori e i punti di riferimento autentici. Attraverso l’incontro e la conoscenza di personaggi che interagiscono con lui e grazie alla possibilità di vivere determinate situazioni a lui sconosciute, o delle quali in passato non aveva percepito la vera essenza, Lucas, alter-ego dello scrittore, compie un processo di maturazione umana, psicologica e spirituale. Gianluca Lucchese esordisce nel 2004 con “Buttafuori per caso”. Klaus Davi ne firma la prefazione. Per il “Book Festival 2007” un suo racconto è in “Pisanthology”, progetto Italie, Giulio Perrone Editore. Nel 2008 “La spiaggia perfetta” vince il Premio Letterario “Favole cammini e percorsi”. Un libro poetico e violento, quasi una metafora della vita… La strega e il condottiero di Gianpietro Scalia Angolo Manzoni Narrativa simbolica 129 pag. - Euro: 9,00 ISBN: 88-88838-26-0 Non c'è mai ordine nella guerra, solo disperazione e dolore. Il Generale lo sapeva bene: per lui la guerra era soprattutto cattivo odore, l'odore del bronzo sporco di sangue, perché il sangue puzza più del male e fuoriesce a fiotti dalle ferite come soffrisse a rimanere rinchiuso nel corpo... Recensione a cura di Francesca Romano E' una scrittura densa, quella che ci propone Gianpietro Scalia, e non perché essa risulti oscura o involuta, che anzi si presenta estremamente piana e comprensibile, bensì perché attraverso di essa l'autore s'interroga sulle questioni fondanti della condizione umana. Ed è per questo che il romanzo, anche se breve, chiede di essere assaporato con lentezza, soffermandosi sul significato di ogni frase, se non di ogni singola parola, per poterne meglio distillare il senso che in ogni caso, probabilmente, risulterà diverso per ogni lettore, così come avviene per ogni libro veramente riuscito. L'azione, di per sé, è talmente semplice e lineare da poter essere riassunta in poche righe. In un tempo remoto ma storicamente non connotato, tanto da consentire di far emergere tutte le durezze e le crudeltà che ogni epoca trascina, ma che le successive consuetudini della vita civile hanno solo apparentemente occultato, un Generale, uomo destinato fin da bambino a combattere per la sopravvivenza del suo popolo, e quindi condannato ad agire con estrema determinazione e spietatezza, incontra una donna enigmatica, che si autodefinisce Strega, e ne è immediatamente e inesplicabilmente attratto. Poche ore dopo egli viene messo di fronte a una scelta drammatica: uccidere la Strega, considerata portatrice di disgrazia per l'esercito, oppure cercare di salvarla dalla morte, mettendo così in gioco la sua stessa esistenza. La scelta a cui il Generale perviene può apparire ancora più atroce della condanna a morte. La Strega verrà mantenuta in vita, ma perennemente imprigionata in una gabbia, di modo che il maleficio da lei portato venga esorcizzato, convertendo la sua persona in un talismano di vittoria. E qui scatta la prima delle domande che il romanzo suggerisce, un interrogativo che non appare eccessivo definire amletico: meglio la morte immediata o la prigionia a vita? Durante i lunghissimi anni che attendono i due protagonisti questa situazione resterà immutata. Eppure, per quanto separati dalle sbarre di una gabbia, essi continueranno a provare l'uno per l'altra quel sentimento di amore e di dedizione che sembra sbocciato fra loro fin dal primo sguardo. Ma allora, chi è la Strega? Una risposta semplicistica potrebbe essere che lei è la proiezione dei sentimenti più umani e pertanto repressi del Generale. E tuttavia la Strega coinvolge nel suo sortilegio tutti i personaggi maschili del romanzo, di cui costituisce l'unica incontrastata protagonista. Tutti vedono in lei un simbolo di contraddizione e al tempo stesso il richiamo alla possibilità di una vita diversa dalla gabbia dei doveri sociali in cui ciascuno di loro è costretto. Dalla sua prigione, la Strega lancia, quasi inconsapevolmente, messaggi di libertà. E allora chi sta nella gabbia, lei o coloro che la circondano? Non è certo una visione ottimistica della vita, quella che ci propone Gianpietro Scalia, se si considera che verso la fine del romanzo egli fa osservare al Generale che su ogni sentimento umano alla fine ha sempre sopravvento il dolore. Eppure nel romanzo si fa strada, quasi contro la volontà dell'autore, un incomprensibile e sottile aroma di speranza. Come se la vita potesse avere valore soltanto finché i desideri e le aspirazioni che ciascuno di noi porta dentro di sé, anche se accuratamente nascosti e circoscritti, vengono lasciati sopravvivere, a tutti i costi e con qualunque mezzo. Ma questa non è che una della possibili chiavi di lettura di questo bel libro, che si raccomanda a chiunque cerchi nella lettura qualcosa di più di una semplice evasione dalla realtà. Gianpietro Scalia vive e lavora a Piacenza. Medico ospedaliero, appassionato di letteratura e informatica, scrive per esorcizzare l'indifferenza della nostra società. La Strega e il Condottiero è la seconda opera pubblicata, dopo La Piazza Viaggiante dei Sogni e delle Illusioni, anch'esso presente in questo catalogo. Il romanzo di un amore duplice, di una grande scelta di vita… La trasgressione di Valeria Borgia Proposte Editoriali Romanzo 323 pag. - Euro: 8,25 ISBN: 88-87431-00-0 "Hai ponderato bene la tua decisione, Claudia?" "Non ho dubbi. Sono salda nel mio convincimento. Confido nei tuoi consigli e nel tuo giudizio. Sarai la mia maestra ed il mio giudice...". "Che dici mai, Claudia? C'è un solo Giudice, ed è Colui al quale vuoi votarti". Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano La trasgressione è un romanzo d'amore, ma non un rosa; è una storia di sofferenze e felicità, di violenza e di consolazione. La storia è ambientata tra il 1933 e il 1945, sullo sfondo del fascismo e della guerra. I personaggi che spiccano maggiormente, tra i tanti pur ben costruiti, costituiscono il classico "triangolo": lui, lei, l'Altro. Quest'ultimo, se pure invisibile, è Colui che tira le fila della storia ed influisce sulle scelte - peraltro quasi prive di esitazione, dopo un'iniziale "trasgressione" -, della giovanissima Claudia Zoeller e, attraverso di lei, sulla vita di tante altre persone, direttamente o indirettamente. Il bel Guido Donegon, al quale Claudia rinuncia per unirsi a un altro Sposo, la rimpiangerà per sempre e continuerà a cercarla nelle donne della sua vita, Beatrice, Rachel, Irina... A più riprese, talora a gran voce, è stata annunciata la morte del romanzo, o perlomeno il suo superamento. Puntualmente e frequentemente, però, questa forma letteraria ricompare, anche nella sua versione tradizionale di storia di ampio respiro, con una trama ricca e densa, come in questo caso, e tanti personaggi, che il lettore impara a conoscere mentre si addentra nelle vicende della loro vita e mentre, forse, riflette anche su se stesso. Scorrevole e avvincente, La trasgressione si legge d'un fiato. Sostanzialmente corretto il testo, ma modesto l'aspetto tipografico: difetto, purtroppo, comune a tante opere di autori esordienti, e questo ci dispiace molto, perché un libro dovrebbe essere sempre anche un oggetto piacevole anche dal punto di vista puramente estetico. Valeria Borgia nasce nel 1940. La sua vita è segnata da eventi dolorosi tra cui la morte del marito nel 2005. Il suo insuperabile ottimismo le fa superare le avversità. Fonda una piccola casa editrice “Proposte editoriali” con cui pubblica romanzi e poesie, la rivista “Tam Tam di Scrittori Poeti Artisti” e il Premio “Elsa Morante” per inediti. Ad oggi, cura la seconda edizione del romanzo “La trasgressione” pubblicato da “Proposte Editoriali”, confluita recentemente nell’Associazione culturale Ars Gratia Artis. Una gran pancia che divora il mondo La via dell'orco di Alessandro Trasciatti Trasciatti Editore Romanzo 236 pag. - Euro: 14,00 ISBN: 978-88-96574-03-4 "Se resta qui, ha raggiunto il suo scopo. Questa è la città dei suoi genitori, qui può ricongiungersi ai suoi antenati, qui il suo cuore può trovare la pace" Recensione a cura della Redazione DANAE L’orco di questo libro non è quello classico delle fiabe, brutale divoratore di uomini, ma piuttosto “un orco da giostra”. La vera parte “orchesca” di quest’orco è la pancia, indiscreta e sfacciata, gorgogliante ed esigente, mentre l’orco è soltanto un insoddisfatto impiegato sulla quarantina che, nel mezzo della vita, ha dantescamente perduto la strada e vuole tentare di ritrovarla – e ritrovarsi – ricercando le proprie radici, familiari e culturali e una donna innamorata, quella che “banalmente e tenacemente” ha sempre sognato. Il protagonista parte dunque per un viaggio armato di una valigia stratificata, adatta al suo pantagruelismo intellettuale e anche nutrizionale, che contiene libri disparati, delle lettere personali, e due altri livelli segreti di cui è meglio tacere, e ancora tanto cibo, salami, mortadelle, pecorini, tartufi, zamponi, lenticchie, teorie di salsicce... «Per anni ho meditato un romanzo che percorresse la storia d’Occidente per vie traverse e la rivoltasse come una giacca per mostrarne le pieghe riposte, le cuciture invisibili su cui si regge tutto l’indumento», scrive l’Autore. Così è venuta fuori questa storia, raccontata tra sogno e immaginazione, con una vena di umorismo surreale che la percorre tutta, rendendola godibile, ironica, intelligente Il romanzo è arricchito da disegni dell’autore e di Timofey Kostin Alessandro Trasciatti (Lucca 1965) ha studiato Lettere, ha fatto l’archivista e il postino. Scrive per «Gente Viaggi». Ora si è messo in testa di fare l’editore. Timofey Kostin (San Pietroburgo 1966), Concettualismo Ridotto, fa anche illustrazioni. esponente unico del La battaglia di tutti i giorni, combattuta con il coraggio dell'amore. La vita semplice (Racconto lungo con appendice) di Bruna Nizzola Mauro Baroni Editore Narrativa 77 pag. - Euro: 10,00 ISBN: 88-820-9309-3 Le strade del dolore sono antiche. Ed inevitabili. Tutti debbono transitarvi. Per alcuni il percorso è più lungo. Per lei e per quelli della sua generazione c'era stato un tempo in cui sembrava che quel dolore non dovesse finire mai. Recensione a cura della Redazione DANAE La condizione umana è fatta, sempre, di sofferenza e dolore inevitabili, ne sono intrise anche le vite più semplici. "Semplice", infatti, non è mai sinonimo di "facile", quando si parla della vita. Semplice è la vita di Angela, che alleva sei figli passando attraverso la guerra, la difficoltà di far mangiare tutti i giorni i suoi bambini, la lontananza dal marito Giovanni, che combatte con i partigiani. La vita semplice è la lotta di tutti i giorni, è l'amore che lega una famiglia, è capire che c'è un tempo per prendere le armi, come fa Giovanni, ma che poi viene anche il tempo di seppellire odi e rancori, di ricostruire, di smettere di distruggere. Chi semina vento raccoglie tempesta, chi semina amore raccoglie amore. Ma è una semina che richiede sofferenza e coraggio. Ognuno ha la sua guerra da combattere, le sue gallerie oscure da attraversare, la luce è una promessa e una conquista, non un diritto acquisito, come ben comprende Maria, la figlia di Angela nata nel pieno della guerra, e narratrice della storia. A volte, però, basta davvero poco per rendere vane le aspirazioni ad una vita semplice, può bastare un ormone, una cellula, un piccolo gene, e tutto si complica terribilmente, come tratteggiato in Complicazioni (l'appendice), in cui viene affrontato, con grande delicatezza, il problema dell'omosessualità. Lo stile di Bruna Nizzola è agile, tratteggia ed evoca senza descrivere, ma lascia trasparire la partecipazione umana dell'Autrice, intensa, delicata, rispettosa, eppure capace di velarsi, a tratti, di ironia leggera. Scrittura semplice soltanto in apparenza, in realtà sapientemente costruita, capace di comunicare al lettore stati d'animo, sensazioni, ma anche dotata di capacità di visualizzare le scene raccontate, e di creare una trama circolare giocata con levità tra presente e passato. Bruna Nizzola è nata a Desenzano sul Garda nel 1935. Per lungo tempo ha insegnato nelle Scuole Pubbliche: apprezzata pittrice, appassionata di musica, letteratura, filosofia e psicologia, ha vissuto a Desenzano, Borgoforte e Mantova; attualmente risiede a Torre del Lago Puccini. La Nizzola è tra gli Autori più presenti nel catalogo DANAE che, accanto a questo volume, annovera anche La ribollita, Il dubbio e altri racconti, e Carlotta – C’è posta anche per me, e Sinite parvulos. Una Sicilia spettacolare e un’Africa vicinissima La voce del maestrale di Nunzio Russo Edizioni EEE-Book Romanzo 460 pag. - Euro: 17.00 ISBN: 978-88-6690-090-0 Ora, sapeva chi erano. Insieme con lui, rappresentavano una cosa sola: lo stesso sangue Recensione di Piera Rossotti Pogliano Salvatore Musumeci, mugnaio del paese di Granata, si è arricchito col suo duro e onesto lavoro, fino a comprarsi il titolo di barone di Mezzocannolo: ma il “signore del pane” è il principe di Granata, senatore del Regno d'Italia, e la concorrenza di quel parvenu di Musumeci – anche se minima – è per lui un continuo affronto. Inoltre, insulto imperdonabile, il barone ha umiliato don Pietro Bellomo, soprastante del feudo principesco, frustandolo a sangue. I rancori esplodono all'improvviso: mentre Turi Musumeci passeggia sulla spiaggia, una scarica di pallettoni lo centra in pieno. Il mulino passa a suo figlio Vincenzo, che comincia a produrre semole da pasta, poi fonda il Pastificio Musumeci, con ottimi guadagni. Vincenzo è da sempre innamorato di Maddalena, medico missionario in Africa, ma sposato ad Ada, madre di suo figlio Totò, lentamente avviata verso una quieta follia. Una visita del giovane all'Asmara ed un incontro d'amore con la donna avrà le prevedibili conseguenze: Maddalena resta incinta e, per salvare se stessa e il bambino dalla vergogna, sposa Adriano Baggio, un ufficiale appena arrivato dall'Italia. Una saga famigliare che parte dal 1910, attraversa tutto il secolo e arriva quasi a oggi. Un sorprendente romanzo d'esordio che è lo splendido affresco storico e sociale di un mondo scomparso, tra segreti, passioni inconfessabili, odi, vendette, peccati "dalla lunga ombra". Una vicenda narrata con una prosa impeccabile, ritmo sostenuto e assoluta verosimiglianza: la storia degli uomini che hanno fatto l'imprenditoria del Sud, tra dure fatiche e ostacoli quasi insormontabili, con audaci intuizioni e molta perseveranza. Personaggi che amerete per il loro coraggio, la loro forza morale e la profonda umanità, ma anche per il loro spirito e l a inarrestabile vitalità. Nunzio Russo è nato a Palermo nel 1960, dove è cresciuto e dove sono nati i suoi figli, Francesco e Massimo. Discendente da antichi produttori di pasta alimentare siciliana, secondo la rigida tradizione familiare appena adolescente si è accostato all’attività imprenditoriale paterna. Oggi l’autore è un libero professionista, da volontario raccoglie testi antichi e classici trasferendoli su supporto elettronico a vantaggio delle future generazioni e si occupa di comunicazione ed editoria per il sindacato degli agenti immobiliari italiani. Ha due grandi passioni: la Sicilia e l’Africa. Il suo blog è www.nunziorusso.it La vita è un miracolo di cui non ci si può stancare La vuelta al perro di Marco Zucchini Edizioni Gilgamesh Racconti 144 pag. - Euro: 7.5 ISBN: 978-88-97469-04-9 ...Qualcuno deve pur ricordare e raccontare storie e tenerle a portata di mano per quando serviranno di nuovo, per permettere agli altri di dimenticare e di vivere. Recensione a cura della Redazione di DANAE Non è facile ritrovare su un atlante le coordinate geografiche della repubblica di Miranda. È da qualche parte in Sudamerica, è un’immensa pianura schiaffeggiata dal vento glaciale patagonico d’inverno, mentre, nel colmo dell’estate, ribolle per la calura. È probabile che confini con l’Argentina e, come in Argentina, vi si trova una cittadina di nome Chivilcoy, che ha una piazza perfettamente quadrata, un monumento a Juan Mario Pellegrini e tanti abitanti i cui cognomi testimoniano le innegabili origini italiane, ma l’Italia è ormai molto lontana: sono i nonni, a volte i bisnonni o i padri ad essere arrivati dall’Italia, sono rari quelli che hanno avuto giusto il tempo di nascervi, trent’anni prima del racconto di queste storie mirandine. I protagonisti hanno portato dal loro paese d’origine usanze strane e arcaiche, storie diverse, “affratellate dalla miseria e dalla speranza”. Sradicati dal luogo d’origine, con difficoltà cercano di mettere radici nel nuovo Paese: hanno imparato a bere il mate e il vino di Mendoza, giocano alla quiniela e raccontano a grandi e piccoli storie sudamericane, come quella del Padre Piadoso, l’uomo nero che potrebbe portar via i bambini cattivi (ma quale storia raccontano le mamme? Si spera, non quella terribile raccontata nella lettera di un cappellano del carcere di Caseros!), quella del pifferaio di Bragado o di Jaime il Gallego, o coltivano la passione per il fútbol, una passione talmente pericolosa e irrazionale da diventare malattia. Ed è il sabato sera, nella grande piazza di Chivilcoy, che ha luogo la vuelta al perro: la piazza si riempie di gente, le donne la percorrono girando in senso orario, gli uomini nel senso opposto, ed è l’occasione per vedersi e, a volte, parlarsi. Così nascono gli amori e così, negli occhi dei giovani, si annidano le promesse di gioie e di sofferenze di cui è fatta la vita e che, intrecciate tra loro, la rendono un miracolo. Marco Zucchini nato a Firenze nel 1979, è antropologo, giornalista e redattore. Ha vissuto in Spagna e in Argentina; oggi risiede nella sua città natale e collabora con alcune case editrici fiorentine. La vuelta al perro è la sua prima raccolta di racconti. Amore: la fusione con l’altro se stesso Le tre età dell'Amore di Carmine Rosano 0111 Edizioni Romanzo 64 pag. - Euro: 9,80 (in offerta a 4,50 Euro) ISBN: 88-6307-029-6 “Quant’era frustrante rendersi conto che tutto il proprio acume, ogni capacità del suo intelletto, non valeva assolutamente nulla davanti a lei, e che ad Anna bastava un cenno per farlo capitolare senza opporre resistenza, pronto a fare anche le cose più folli se era lei a chiederlo” Recensione di Eleonora Bianchi Tre storie, tre coppie di amanti, tre età, ma un solo e unico sentimento, profondo, viscerale e immutabile: l’Amore, quello con la A maiuscola; quello che da ragazzino ti spinge a sfidare il pericolo per dimostrare alla ragazzina di cui ti sei invaghito che sei degno di lei e della sua ammirazione; quello che da uomo adulto ti spinge sull’orlo della follia, al punto che l’unica alternativa possibile ti sembra un atto estremo; quello che da uomo maturo ti porta, paradossalmente, a mettere in atto i comportamenti più ridicoli e infantili; l’Amore, insomma, che porta al quasi totale annullamento di sé e dei propri desideri pur di soddisfare quelli della donna amata, un sentimento però di cui non è possibile fare a meno. Il filo conduttore che attraversa e tiene insieme queste tre storie, così diverse eppure così simili, è appunto la completa dedizione alla figura femminile e la conseguente inesausta ricerca di una fusione intima e totale con la donna, che è vista come l’altro se stesso, la propria metà a cui ricongiungersi: questa per l’autore sembra essere la vera essenza dell’Amore. Dal punto di vista strutturale il romanzo è organizzato in tre brevi atti episodici a sé stanti, intervallati da due intermezzi ancor più brevi, i quali si rivelano però funzionali all’indagine di una medesima declinazione del sentimento amoroso in tre periodi della vita diversi, la giovinezza, l’età adulta e l’età matura; con una scrittura semplice e uno stile lineare, l’intento dell’autore è pertanto quello di aprire una piccola finestra disincantata sul mondo e sull’esperienza amorosa, tratteggiando, da pittore qual è, più che altro brevi scorci, rapidi quadretti, quasi come se la pagina fosse una tela dipinta con veloci ma intense pennellate. Carmine Rosano è nato a Napoli nel 1977. Ha iniziato a scrivere poesie all’età di circa tredici anni, e da allora ha sempre cercato nella scrittura, e in seguito nella pittura, un modo per evadere ed esprimere sentimenti e stati d’animo in modo più profondo e completo di quanto sia possibile fare nella realtà quotidiana. E’ un artista affermato in campo pittorico ed autore di numerose poesie e brevi racconti, ma “Le tre età dell’Amore” è il suo primo romanzo, Musica e voce in libertà L’eco di Radiosa di Enrico Violet Morgan Miller Edizioni Romanzo 264 pag. - Euro: 7,90 ISBN: 978-88-90563-46-1 A metà degli anni Settanta del secolo scorso, la radio non è più soltanto una scatola da cui sentire i programmi RAI. Recensione a cura della Redazione di DANAE L’eco di Radiosa è la storia di Valentina Visconti, giovane donna poco più che ventenne nella Torino della metà degli anni Settanta. Alla ricerca di un lavoro, la ragazza conosce quasi per caso una realtà che si sta affermando proprio in quegli anni, quella delle radio libere. In breve, Valentina si accorge di essere portata per stare dietro a un microfono, le sue trasmissioni piacciono al pubblico e richiamano inserzionisti pubblicitari. Dalla piccola Radio Studio, Valentina passa a collaborare con Radiosa, un’emittente più importante, dove farà la conoscenza di personaggi singolari, come Gigi Sviciu, Charlie Supersonic e Peppino core e’ Napule. Diego, il titolare, ha per la sua radio grandi progetti, che purtroppo non riuscirà a realizzare. Valentina, sfortunata in amore, è invece fortunata nella sua carriera, arrivando a lavorare per un network milanese, e successivamente alla RAI, addirittura in prima serata, in Fantastico, a fianco di Pippo Baudo, e poi anch a Canale 5. Apparentemente, una vera consacrazione, sembra che la carriera della bellissima Valentina sia impostata su binari sicuri, verso successi sempre maggiori. Ma il successo porta con sé delle tensioni che lei non riesce a gestire, per cui giunge anche a drogarsi, rischiando così non soltanto la perdita del lavoro, ma anche di rovinare completamente la sua vita e quella della figlioletta Aurora. Sarà l’amore a salvare la giovane donna, quello di Diego, da sempre innamorato di lei. Una storia d’amore semplice, dolceamara, con una protagonista che l’autore ha delineato a partire da numerose figure femminili incontrate durante i suoi venticinque anni di carriera radiofonica, sullo sfondo di un’epoca storicamente difficile (i cosiddetti “anni di piombo”), ma anche di grandi speranze e di attese che la libertà e la facilità di comunicazione offerta dalle radio libere facevano sembrare davvero alla portata di tutti. Formidabili, quegli anni. Ma il sogno è durato poco... Enrico Violet, disc-jockey per oltre venticinque anni nelle maggiori emittenti piemontesi e nazionali con il nome d’arte di Claudio Manzoni, è stato doppiatore e attore teatrale. Ha scritto i racconti Luna d’argento (1977), Esperienze (1983), Emozioni (1985), le sceneggiature teatrali Coloranti artificiali (1984) e La parte del diavolo (1986), la sceneggiatura cinematografica Vite parallele( 1995), Le strane lingue dell’amore (Liux Edizioni, 2010) e Schegge di celeste (MJM Edizioni, 2011). Con la musica nel cuore e la poesia nell’anima L’Invisibile Ricchezza Perduta di Milena Còlibi Edizioni Demito Group Racconti e Poesie + AudioLibro 74 pag. - Euro: 16.00 ISBN: 978-88-9060-082-1 Penso che la libertà sia il bene più importante, una ricchezza invisibile, un patrimonio che si possiede per natura, fondamentale per il raggiungimento di una vita felice Recensione a cura di Consuelo Taccani Anna è una giovane donna cresciuta col dono della dislessia, che vive di musica e di poesia e che riempie un breve periodo della sua vita con la passione per un uomo più maturo di lei in cui ripone ammirazione, desiderio, sogni. Nella cornice di una città senza tempo come Roma, Anna consuma l’amore e al contempo si definisce dolorosamente la sua storia sentimentale; quella passione amorosa che le infonde forza e che nasce nel rispetto, nella devozione, nell’ascolto, se ne va come “una folata di aria fresca”, lasciandola nella più intima fragilità. Anna, che ha conosciuto prestissimo la musica, ha imparato ad amarla e ha sviluppato una grande sensibilità, conosce la potenza della poesia col disincanto dell’amore in cui aveva riposto un’ingenua illusione che diventerà disperata pena. Spesso ciò che viviamo non è altro che la rappresentazione di ciò che è stato perso o a cui abbiamo rinunciato, ritrovando noi stessi e l’amore per la vita al culmine di un dolore. E la poesia, che porta alla luce la parte più in ombra di noi stessi, diventa specchio dell’anima e come in un quadro, con i colori vividi di un dipinto o come su un palcoscenico, con la sacralità e l’intensità di una rappresentazione drammatica, esprime la più profonda condizione di gioia o di disperazione. Le note indelebili della musica, le poesie che raccontano di amore, di ricordi, di sogni, la passione, il disamore fanno da sfondo a questo racconto che sia che venga letto sia che venga ascoltato incide il suo intrinseco significato nel profondo, perché nella realtà o anche solo nei sogni, ognuno di noi ne è stato o ne diverrà protagonista. La libertà, bene prezioso per chiunque, è condizione imprescindibile affinché la vita sia felice, perché perdere la libertà significa compiere scelte spesso indesiderate e quando un’esperienza trasforma l’individuo, può dissolversi per sempre. Questo è uno dei messaggi importanti che ci vuole lasciare questo racconto, ce ne sono molti altri racchiusi nelle parole di questa storia d’amore, che credo appartenga un po’ a tutti… basta fermarsi, chiudere gli occhi e ascoltare il mondo che vive dentro di noi. Milena Cólibi (Alassio, 1968), diplomata in Oboe presso il Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, si è poi perfezionata col Maestro Bruno De Rosa e, alla Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Fiesole, col Maestro Thomas Indermühle. Ha insegnato presso l’Accademia Musicale di Savona e propedeutica musicale nella scuola elementare. Finalista al concorso “I Nuovi Autori” bandito dal Gruppo Editoriale Demito col presente racconto, ha avuto riconoscimenti per la poesia in altri concorsi nazionali. Dappertutto si può leggere, anche in una sala da bagno LiberaMente di Autori Vari Graphe.it Edizioni Antologia di: Racconti… Poesie… Fumetti… 80 pag. - Euro: 9.00 ISBN: 88-89840-12-9 Si salvi chi può Legga chi vuole. Se potere è volere Aggrappati a un libro. È conveniente Recensione a cura della Redazione DANAE Dappertutto si può leggere, dice l’editore Roberto Russo, anche in una sala da bagno. Così, è nata LiberaMente, un’agile antologia di brevi racconti, composizioni poetiche, curiosità, fumetti e istruzioni per l’uso, frutto di un originale concorso indetto dalla casa editrice Graphe.it. La “sala da bagno” è il luogo metaforico dell’intimità, del momento “tutto per noi” nelle nostre stressanti giornate piene di impegni e vissute a passo di corsa, e un libro, soprattutto se piccolo, maneggevole, può essere un compagno discreto e piacevole, soprattutto se si lascia leggere, come in questo caso, anche in modo discontinuo, facendoci sorridere con un fumetto o riflettere con un breve racconto o una poesia. Tra gli autori che si sono cimentati nelle varie sezioni del concorso, quindici sono stati selezionati da una giuria. Alcuni di loro hanno alle spalle delle esperienze di pubblicazione, altri no, fanno semplicemente l’ impiegato, lo studente, la mamma-lavoratrice, il cameriere, ma confessano, spesso, di scrivere “da sempre”. Il comune denominatore dei loro scritti? La semplicità, la spontaneità, la freschezza. Una lettura ideale per rilassarci e liberare la nostra mente... Un incontro casuale può dar senso al sordo dolore di un’anima? L'incontro di Anna Steri Edizioni Creativa Romanzo 62 pagine Euro: 9,00 ISBN: 88-89841-01-X Rimasi a guardare Beethoven ancora per un po', poi rientrai a casa, ignaro del grande dolore che, di lì a qualche giorno, avrei conosciuto e dovuto patire. Recensione di Luisa Morgante Testo evocativo e carico di sentimenti profondi in grado di suscitare l'immedesimazione nel lettore che stringe con il testo un patto di comunicazione sensuale ed empatica, L'incontro è il percorso intimo di un adolescente, Ferdinand, che ha perso il padre in un modo per lui inaccettabile, perché si è suicidato impiccandosi. Ma ciò che il ragazzo non riesce ad accettare è soprattutto il vuoto lasciato dalla mancanza di quella presenza ambigua eppure così necessaria della figura paterna. A fare da contraltare al suo dolore sordo ed inesprimibile è la madre, premurosa ma anche discreta, mai invadente, sempre comprensiva durante tutto lo svolgimento della vicenda, durante la quale resta comunque sullo sfondo, quasi un mobile nell'arredamento casalingo. Il casuale incontro-scontro con un uomo anziano, che soltanto in un secondo momento si scoprirà essere il compositore Ludwig van Beethoven, segna l'inizio, per il ragazzo, di un viaggio interiore. Ferdinand decide che la sua missione sarà quella di salvare l'anima di un uomo, come se fosse possibile far rivivere il padre per suo tramite e arrivare a comprenderlo anche solo un po' di più. Nel frattempo il suo migliore amico, Carl, si ammala gravemente e gli rivela la sua omosessualità. Grazie all'intervento del compositore, che contatta un medico in grado di salvare l'amico di quello strano ragazzo che, ormai, gli era entrato evidentemente nel cuore in modo assai particolare, Carl guarisce e torna a scuola. La vicenda si chiude con la partenza del maestro che si trasferisce in un'altra Città, ma solo quando il percorso interiore di Ferdinand è terminato con l'approdo ad una maturità che lo aiuterà a comprendere la decisione del padre di togliersi la vita, anni prima, appendendosi ad una corda. Il testo è penetrante ed emotivamente forte e, anche se incede morbidamente, richiede un'immersione personale del lettore, che viene continuamente invitato a entrare nello scritto, tra le sensazione tracciate dalla composizione delle parole. Anna Steri, è diplomata al Conservatorio in Organo, composizione organistica e Clavicembalo. Autrice di diversi racconti già pubblicati, ha al suo attivo anche un altro romanzo, L'ultima estate (Il Grappolo). Un romanzo di formazione e di riflessione sulla paternità, e sul mondo del calcio Le ragazze del Delta di Fabio Cerretani Angolo Manzoni - Torino Narrativa 171 pag. - Euro: 13.00 ISBN: 88-86142-80-3 Non te lo dovrei dire, ma da Milano ti hanno già richiesto. Andrai a giocare in tutta Europa, probabilmente finirai in Nazionale. Farai soldi a palate. Soprattutto ti scoperai le migliori donne in circolazione! Perché le donne sono stupide e gli piacciono i calciatori, mica i poeti! Recensione a cura della Redazione DANAE Con questo bel romanzo di formazione, ambientato nella Ferrara di inizio anni Sessanta, Cerretani affronta il tema del rapporto padre-figlio. Per il protagonista-narratore, il giovane Lovati, l'allenatore della Polisportiva Estense Fortitudo, Duccio Rébora, è un "padre putativo" cinico e generoso, crudele burlone di provincia e sarcastico conoscitore dell'animo umano, capace di rancori e di sofferenze segrete, di rimorsi e di rimpianti e, con la sua personalità dirompente sovrasta quella di chi, trent'anni dopo, ne rievoca la figura e le vicende condivise in una calda estate sul Delta del Po. Ma, nel riannodare una relazione dopo il trentennale silenzio, il rapporto tra Duccio Rébora e quello che era stato il ragazzo affidato a lui affinché si "facesse le ossa" in una squadra di serie B, cambia profondamente e i ruoli si invertono. L'autore riesce a combinare in un tutt'uno il mondo del calcio degli anni del dopoguerra con un'evanescente storia d'amore, le volgarità di un angusto ambiente provinciale con l'assurdità di un suicidio giovanile. E infine la dannazione e il recupero di un deus ex machina diabolico e affascinante, di un perdente-vincente oltre la propria fine. Fabio Cerretani, orvietano, laureato in Giurisprudenza, ha iniziato a scrivere alla fine degli anni Novanta e, come molti esordienti, ha iniziato pubblicando racconti e poesie in internet. Il primo successo è arrivato con "Le Ragazze del Delta", segnalato dalla giuria del Premio Calvino 2001, in cui affronta il tema del rapporto tra padre e figlio; successivamente, ha pubblicato "Finis Terrae", in cui analizza l'ossessionante rapporto tra l'io e il suo doppio. Al momento è uno dei pochi Autori presenti con più di un libro in questo catalogo. Sarò bambina per sempre fra le tue braccia… L’odore della felicità di Simonetta Mannino Edizioni EEE-Book Romanzo 148 pag. - Euro: 16.00 ISBN: 978-88-6690-047-4 «Mi illudo di vedere il tuo viso attraverso i vetri e un cenno della tua mano che mi saluta rimette in moto questo tempo che si è fermato.» Recensione di Irma Panova Maino “L’odore della felicità” di Simonetta Mannino è un libro vero, crudo, duro, che sicuramente non lascia al lettore un sogno in cui viaggiare: Nina, giovane protagonista, racconta la sua vita a ritroso, partendo dall’attimo in cui, assieme alla sorella Ornella, attende davanti alla porta di casa in una giornata di neve, notizie riguardo alla madre. Un rapporto con la madre complesso, a causa della sua dipendenza dall’alcool e delle violenze subite dal marito, eppure sempre amorevole, costruito, nonostante le difficoltà, nei piccoli gesti quotidiani. Quelli che Nina ricorda della sua infanzia. Una madre che Nina vorrebbe salvare dalla sua stanchezza nei confronti della vita ma una madre che fondamentalmente comprende. Un senso di colpa che soffocherà Nina nei suoi giorni e nella sua esistenza, fino a un ricongiungimento totale, eppure troppo precoce. Nina è una giovane ragazza che sogna un futuro migliore per sé e per la famiglia: lo sogna con un’anima pura troppo presto macchiata dalla vita e dalle condizioni sempre più difficili e precarie in cui si imbatte. E forse proprio i sogni sono l’unica cosa che niente e nessuno potrà mai togliere a Nina, che guarda le nuvole in cielo e le onde nel mare e che, fino all’ultimo, a modo suo, sa volare. Un romanzo forte, dalle tinte quasi violente eppure così semplicemente vero, a ricordarci che l’esistenza umana va ben oltre la nostra quotidianità, quella a cui siamo abituati. Un romanzo “toccante” e profondo, dove le parole si trasformano necessariamente in emozione e condizione. Simonetta Mannino nasce a Padova nel 1968. Amante della lettura da sempre, le sue passioni spaziano dai classici ai contemporanei, dal sentimentale, al noir, al thriller psicologico. Da sempre attratta dai lati più oscuri della mente umana e spinta dalla voglia di comunicare, si è avvicinata alla scrittura da adolescente, inizialmente dedicandosi alla poesia. La passione per la parola scritta, gli amori e i tormenti dell’animo umano sono la molla interiore che l’ha spinta a scrivere il suo primo romanzo. I piccoli uomini non fanno la storia, ma sono la vita, quella che poi diventa storia. Lungo la strada del tempo di Giuseppe Bianco Edizioni Spartaco Narrativa - Racconti 116 pag. - Euro: 6,20 ISBN: 88-87583-12-9 Gli attimi che stiamo vivendo saranno i futuri ieri... bisognerebbe riuscire a vivere bene il presente pur pensando in qualche modo al futuro. Come dicevano gli antichi bisognerebbe "friggere il pesce e riuscire a tener d'occhio il gatto". Recensione a cura di Silvia Beldinanzi Questo libro è una raccolta di nove racconti che hanno in comune due caratteristiche: l'Uomo, con le sue paure e le sue speranze, e il Tempo che passa inesorabile, portando con sé tutto ciò che incontra nel suo trascorrere. In un'atmosfera reale e fantastica al tempo stesso, tra quotidianità e sogno, si muovono personaggi come l'uomo bianco di calce e opaco di stanchezza, l'ubriaco del valzer delle ore perdute, la signora dalle grandi tette e tanti altri, escono dalle pagine per entrare nella fantasia del lettore. Sono storie di oggi, ambientate nella provincia campana, ma potrebbero essere storie di sempre, del passato o del futuro. Apparentemente fuori dal coro dei racconti, ci piace segnalare Ciao Napoli, che narra la giovinezza spensierata di tre giovani partenopei riflessa nel loro viaggio per l'Italia. Geppo, Papele, Gino, sono giovani che vanno incontro al mondo, per esplorarlo, viverlo, conquistarlo. Ma sono proprio i ragazzi come loro che diventano adulti, per assomigliare poi agli altri personaggi, percorrendo la strada, lunga o corta, del Tempo che ci è concesso. Anche questa volta, purtroppo, ci dispiace di dover segnalare l'editing un po' approssimativo di questo libro, qualche errore di stampa, un uso spesso improprio ed eccessivo dei puntini di sospensione. Imperfezioni frequenti nei volumi degli esordienti, che continuiamo ad esortare a collaborare con gli editori affinché i loro libri, a cui hanno dedicato tempo e fatica, si presentino al meglio. Giuseppe Bianco si dedica da lungo tempo alla scrittura, ed ha ormai collezionato un buon numero di premi e di segnalazioni in concorsi letterari. Il suo esordio è avvenuto con la vincita del premio "Città di Crispano", con il racconto "A spasso tra le nuvole" nel giugno del 2000 e, l'anno successivo, ha vinto il premio letterario nazionale "Silarus", con il racconto "Il profumo della primavera". Giurato in numerosi premi letterari, scrive la pagina culturale del mensile "Free-Press" e collabora con la rivista d'informazione culturale "Voci". Dal novembre 2003 pubblica on line la rivista "Le parole per te", il sito da scrivere e da leggere: www.leparoleperte.it. L’amo. Arrivederci Ma petite Antoinette di Claudia Pezzuti MEF - L'Autore Libri Firenze Romanzo 114 pag. - Euro: 9,80 ISBN: 88-517-1269-7 Quando rileggo i suoi diari, quel che vi è scritto è qualcosa di molto, molto vicino alla poesia. Sono strascichi di parole, frasi senza punto, scorci di una città segreta. Recensione a cura della Redazione di DANAE Ricordare non è altro che un modo per conoscersi meglio. Spesso portare alla luce il ricordo è doloroso, ma è anche l’unico modo per arrivare a una più profonda consapevolezza di sé, è quasi un parto tra sangue e sudore, fatica e lacerazione, senza il quale, però, non si arriva ad accettare se stessi e a perdonare chi ci ha resi come siamo. È questo il percorso di Lou Lou, l’io narrante di questo libro, che rievoca la figura della madre, Antoinette, e del suo amore tormentato e assoluto per il marito Edward. C’è una sola ragione per amare un uomo, per Antoinette: ti fa esplodere il cuore. Anche se lui non ti ama con la stessa intensità. La cosa essenziale per una donna, insegna Antoinette alla figlia, è mantenere la propria identità, avere sempre un proprio scrigno inaccessibile, pieno di sogni segreti. Lei, però, Antoinette, non ne è capace e, soprattutto dopo la morte del marito, la spirale della sua follia comincia ad avvitarsi sempre più in fretta. Continuerà a lavare e stirare ossessivamente i vestiti del morto, a truccarsi in modo esagerato e a tingersi i capelli per non apparire vecchia, e tenterà cinque volte il suicidio, tagliandosi le vene o imbottendosi di alcol e sonniferi. Esplodono allora la rabbia e l’odio di Lou Lou, sedicenne, per questa madre a cui deve fare lei stessa da madre, ma sono questi sentimenti violenti e non filiali i catalizzatori che permettono la comprensione: è ingiusto trattenere una persona in un luogo dove non vuole stare, e l’unica tensione di Antoinette è verso il ricongiungimento con il marito, attraverso il passaggio della morte, a dieci anni dalla scomparsa di Edward. Sarà Lou Lou, ormai giovane donna, a comporre il cadavere della mamma, a vestirlo con l’abito da sposa e poi, con mani amorevoli, a riunire le urne delle ceneri dei suoi genitori. Claudia Pezzuti è nata a Motta di Livenza e vive a Trieste. Ma petite Antoinette, finalista al premio internazionale Vladimir Nabokov 2007, è il suo romanzo d’esordio. Una Barbagia misteriosa e oscura, come la parte più nascosta dell'animo umano Antonio tagliò un pezzo del Miale, il figlio della contonera di Angelo Serra West Press Edizioni Narrativa 304 pag. - Euro: 14.00 ISBN: 88-88278-35-4 fegato crudo del cinghiale e, dopo averlo cosparso con un pizzico di sale, lo porse al figlio. "Assaggia, figliolo, questo le donne non possono mangiarlo. Mangiare un pezzo di fegato crudo dell'animale appena macellato è una nostra tradizione popolare. Gli antichi balentes mangiavano il fegato dei loro nemici appena uccisi." Recensione a cura della Redazione di DANAE Si dice che i pastori della Barbagia, anche quando sono da anni lontani dalla loro terra, portano ancora sotto le scarpe sa laddara, gli escrementi delle pecore. L'autore di "Miale", Angelo Serra, anche se da tempo lontano dalla sua isola, ha ancora le scarpe sporche e, soprattutto, ha nel cuore la Barbagia della sua infanzia. E' una Barbagia aspra e selvaggia, violenta e primitiva, dalle boscaglie impenetrabili, dove si caccia il cinghiale ma dove si nascondono anche i sequestrati, dove si vive la vita semplice e dura del pastore, che si sfama con pecorino e carasau o, nei giorni buoni, con una salsiccia arrostita sulle braci del focolare. E' la Barbagia dei balentes, gli uomini di valore, capaci di imprese eroiche, dove si ambienta questo romanzo di formazione del giovane Miale, che vi arriva bambino da una regione vicina, la Baronia, e per questo lui e la sua famiglia sono emarginati, considerati poveros istrangios, poveri forestieri o, peggio ancora, con disprezzo, matha 'e melone, ventre di melone. Antonio, il padre di Miale, è stato a lungo in prigione per aver accoltellato e ucciso un ragazzo in un impeto d'ira, eppure cercherà di insegnare al figlio che la violenza non serve, fino a sacrificare la sua stessa vita per salvare una sequestrata. Ma quali speranze e quali prospettive può avere un ragazzo in un luogo in cui anche l'amore è violenza, sofferenza, sopraffazione? Dove la prima soluzione che viene in mente è usare la lama della pattadera o della leppa che si tiene in tasca, per farsi giustizia da sé? Angelo Serra è nato a Orosei, in provincia di Nuoro, ed ha trascorso l'infanzia in Barbagia. A diciotto anni ha lasciato l'isola, mantenendo sempre, però, un forte legame con la sua terra. Nella vita professionale, ha fatto carriera nella Polizia Penitenziaria. Miale è il suo secondo romanzo, dopo "Chiara, una donna in carcere", in cui racconta il dramma di una ragazza innocente, finita nella sezione femminile di una prigione. Quando la vita tocca sé stessa… Nemesi, figlia della notte di Fabrizio Rizzi Clinamen Romanzo 90 pagine Euro: 11,50 ISBN: 88-8410-083-6 Sono qui per darti aiuto: ma chissà cosa potrò fare per te. In una situazione del genere non so cosa possa fare di utile un uomo, a meno che non sia un medico. Ma forse nemmeno un dottore. Che ne sappiamo infatti noi di tutto questo? Noi che ci facciamo la barba e che non contiamo le lune. Noi che possiamo pisciare in piedi ma che non abbiamo una carne che sa dilatarsi di fronte al mondo Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano Ci sono storie che sono "un inno alla vita", ed altre che sono "la celebrazione della morte". Le virgolette sono d'obbligo, perché entrambe le tematiche sono false. Morte e vita sono come testa e croce in una moneta, non c'è l'una senza l'altra. Nemesi, figlia della notte, esplora le due facce della stessa luna, la vita e la morte, la fata e la strega. La mano che uccide e quella che fa vivere è la stessa. E, nel momento in cui la vita danza con la morte, "ciò che non è dicibile trova la sua voce, anzi il suo urlo". Fabrizio Rizzi ha cercato questa voce e questo urlo, che ci trasmette attraverso una prosa poetica, forte e coinvolgente, in un libro dove ci racconta due storie intrecciate, dominate dalla violenza e dall'istinto, l'una carica di tragedia, l'altra di vita e di speranza, collegate nello spazio delirante di un rito vudù. Così, la storia di Sara, giovane donna che vuole partorire in casa, assistita soltanto dal padre e da un giovane medico di colore, padre della creatura che porta in seno, si intreccia alla storia di una coetanea nigeriana, Darzìta Toubarkè, che uccide la sorella Bese per annientare il malvagio Trowo che è entrato in lei. In filigrana, una famiglia dissestata, in cui l'amore non è riuscito a sopraffare la quotidianità, e il mondo squallido della schiavitù sessuale di due ragazze africane. Fabrizio Rizzi vive e lavora a Trento, dove è nato nel 1955. È anche autore di "Diario di bordo. Storia di Malinka e del suo dottore" (Bollati Boringhieri, 2000), e di "Non c'è ombra che sia più oscura" e di Portami fino all'orlo del fuoco e della polvere - Danza Darwish (Clinamen, 2004), anch'esso presente in questo catalogo. Un viaggio che può concludersi solo al capolinea Nessuna fermata intermedia di Alessio Blasetti Tabula Fati Romanzo 128 pagine Euro: 5,00 ISBN: 88-7475-075-7 C'è un treno in corsa nella testa di ognuno. Un treno che percorre un binario più o meno lungo, a seconda dei desideri, dei progetti, delle idee che ognuno ha... Recensione a cura della Redazione DANAE Nessuna fermata intermedia ci ripropone in modo originale e con una scrittura decisamente "giovane" il tema letterario del viaggio come metafora della vita e, al tempo stesso, coglie gli spunti della letteratura fantascientifica, suggerendoci come il viaggio nel tempo passato possa permettere al protagonista di mutare il presente. Su un treno che corre veloce Alessio, salito senza sapere come e senza avere il relativo biglietto, incontra il suo alter ego bambino, poi adolescente e giovane adulto, ed ha la possibilità di rivivere il suo passato, cambiando il corso degli eventi e riscattando momenti di debolezza. Diventare uomo, riflette Alessio, vuol dire rimediare ai propri errori, dare un nuovo corso alla propria esistenza. Ma è il treno giusto per Alessio? O ha invece preso il posto di qualcun altro? Quando si prende un treno senza fermate intermedie, significa che si è risolto tutto nella vita, che si percorre un ciclo ormai chiuso e si viaggia tranquilli verso il capolinea. Forse, non è esattamente il caso del nostro protagonista. Blasetti ci racconta una storia nervosa e veloce come un viaggio su un treno lanciato a tutta velocità, che non si ferma mai, che sobbalza sugli scambi; il personaggio protagonista che ha saputo costruire è pieno di debolezze e difetti, un vero, simpatico anti-eroe, un fragile ragazzo di oggi, che a trent'anni sembra ancora un adolescente alla ricerca di se stesso, dell'amore, del treno giusto su cui salire... Alessio Blasetti, palermitano, ha un diploma di maturità artistica e ormai numerose esperienze teatrali alle spalle. Nessuna fermata intermedia è il suo romanzo d'esordio. Vorrei trovare un posto dove non serve camminare Novilunio di Giovanni Monti Tabula Fati Romanzo 136 pagine Euro: 7,00 ISBN: 88-87220-31-X Ero un uccello d'alto mare che stava morendo in uno stagno. Anelavo a una fuga. A una libertà. Mi coltivavo la mia malinconia come gemma rara. Recensione di Frà Matteo Pugliares "...coltivavo la mia malinconia come gemma rara". La malinconia è il sottile filo che lega le pagine di "Novilunio", ottimo romanzo di Giovanni Monti. Malinconia che appartiene alla lucida consapevolezza dell'incapacità di Francesco Guerra, il protagonista, di amalgamarsi con la vita. Già il titolo del romanzo ci introduce in un ambiente triste, malinconico, buio. Del resto, il novilunio è la fase iniziale della lunazione durante la quale, la stessa luna, rimane invisibile. Non basta a ridare fiato al protagonista l'amore per la moglie Lavinia, alla quale, tra le file della storia che si evolve, scrive alcune lettere. La costruzione dei personaggi, riesce a trasmettere fino in fondo la loro personalità: don Mario, il lattaio, e Vitina La Mantia, che reagiscono in maniera così diversa ad una esistenza ricca di dolore. Ma la vita è fatta anche di sensi di colpa, che affiorano in Padre Lagrasta, con il quale Francesco Guerra instaura un rapporto intenso, alto, fatto di conversazioni interessanti. Una vicenda che si spiega tra le increspature di un'isola siciliana, tra affondi nella mentalità isolana e le sue bellezze, tra l'amore per la poesia e la tragicità dell'essere poeti. Un romanzo ben scritto e appassionante, ricco della cultura dell'autore che, forse , un po' si smarrisce in un finale un po' scontato (il suicidio del protagonista). Ci sembra aver ragione Padre Lagrasta quando dice "Non butti la sua intelligenza, professore. Venga quando vuole; parliamone [del suicidio], se parlarne le dà qualche sollievo". Giovanni Monti è nato a Palermo. Formatosi alla Scuola dell'Ermetismo Italiano, ha esordito in poesia nel 1962. Ha pubblicato molte opere, tra cui, di poesia, Croce e noce (2001), Giro di boa (2002) e, per la narrativa, oltre a Novilunio (1999), La luna e il cavaliere (2001). L'autore è presente nel nostro catalogo anche con la raccolta di racconti Nolendo, di genere noir. …E poi sull'Europa soffiavano venti di guerra Odore di agnello arrosto al rosmarino di Luigia Bimbi Andrea Oppure Editore Romanzo 382 pag. - Euro: 15,00 ISBN: 978-88-89149-78-2 Il popolino dell'Italietta fascista viveva quell'anno senza particolari patemi d'animo che non fossero i soliti: combinare il pranzo con la cena, pagare l'affitto per non farsi buttare fuori... Recensione a cura di Bruna Nizzola Romanzo-fiume. Così avrebbe potuto essere definito nel passato il libro di Luigia Bimbi: "Odore di agnello arrosto al rosmarino". La corposità delle sue quasi quattrocento pagine con la quale il volume si presenta, peraltro in un'edizione sobriamente elegante, potrebbe anche sgomentare il moderno lettore medio, frettoloso fruitore di letture facili e brevi. Ma già dai primi capitoli chi legge viene trascinato, proprio come dalla corrente di un fiume, dal fluire di una narrazione avvincente che lo porta felicemente di storia in storia, di personaggio in personaggio. In una dimensione corale, con pennellate da cinema neorealista, vengono via via presentati i numerosi protagonisti dei vari episodi, secondo i canoni di una letteratura intimista, improntata ad un profondo senso della realtà. Lo stile narrativo è veramente fluido e accattivante, rallegrato com'è dalle simpatiche espressioni del vernacolo meneghino. Luigia Bimbi, classe 1927, è nata a Milano e vive a Bologna. In gioventù, ha vissuto la dittatura fascista e la Seconda Guerra Mondiale. Ha pubblicato racconti per ragazzi e ha collaborato con diversi quotidiani locali. Odore di agnello arrosto al rosmarino è il suo primo romanzo La seconda @ntologia del Rifugio Oltrel@rete di Autori Vari a cura di Piera Rossotti Pogliano Pubblicata sotto l'egida del sito: Il Rifugio degli Esordienti Proposte Editoriali Racconti 272 pag. - Euro: 9,00 ISBN: 88-87431-19-1 Se riuscissi ad entrare nell'Altavista forse mi sentirei qualcuno. E' esaltante scrivere il proprio nome... premere SEARCH... e ffffrrrssscccc una vagonata di indirizzi utili che parlano solo di me, nient'altro che di me Prefazione a cura di Piera Rossotti Pogliano Sono entrata in contatto con Il Rifugio degli Esordienti nei primi giorni del 1999, di cattivo umore perché un malessere di stagione mi aveva impedito di festeggiare l'anno nuovo con gli amici e perché non trovavo incentivi per concludere un romanzo che giaceva in fondo ad un cassetto ormai da qualche anno. Navigando un po' a caso nella "Grande Ragnatela", ho trovato un piccolo sito, dal sapore casalingo (nell'accezione più positiva del termine), opera di un giovane ingegnere e scrittore allora inedito, Maurizio J. Bruno, mosso dal desiderio di condividere con altri le sue esperienze e le informazioni raccolte nel difficile tentativo di pubblicare il primo romanzo. Gli argomenti del sito neonato di allora erano, se pure in tono minore, gli stessi che si trovano a tutt'oggi al Rifugio degli Esordienti che conta ormai oltre centinaia di migliaia di visite: notizie utili per gli scrittori, informazioni aggiornate sui premi letterari, sugli editori, sui libri degli autori esordienti, sulle esperienze di giovani (e meno giovani) alla ricerca della loro prima pubblicazione, link verso altri siti di argomento attinente, una "vetrina" per scrittori alle prime armi e, soprattutto, un servizio di lettura e valutazione di scritti inediti, assolutamente gratuito, la Lettura Incrociata. Mi sembrò, allora, che proprio collaborando al servizio di Lettura Incrociata, una prof con trent'anni di esperienza di correzione di compiti in classe, quarantacinque anni di buone letture alle spalle e una grande passione per la scrittura creativa potesse, insieme agli entusiasmi del giovane ingegnere, concludere qualcosa di buono. Oggi, anche grazie ad una Redazione dinamica ed entusiasta, il Rifugio può davvero vantarsi di essere un punto di riferimento per gli scrittori esordienti. Nel gennaio del 2001, dopo un'attenta selezione dei racconti giunti fino ad allora a Lettura Incrociata, con un gruppo di collaboratori ho selezionato l'antologia, R@cconti senza rete. È stato una specie di "concorso che non c'è": gli autori prescelti sono stati avvertiti a lavoro concluso, è stato il regalo del Rifugio a chi si impegna seriamente nella scrittura. Eccoci, ora, al secondo appuntamento con una narrativa esordiente di ottima qualità: Oltrel@rete è il frutto, come la prima, di una scelta accurata, che mi ha impegnata, insieme a cinque collaboratori, per trarre il meglio dal nostro archivio di racconti e presentarli al giudizio dei lettori, con l'augurio che la raccolta abbia un successo analogo alla precedente e, chissà, possa essere seguita da tante altre iniziative altrettanto valide. Ben sei degli autori della precedente raccolta sono presenti anche in questa nuova edizione: saranno famosi? Dovranno decretarlo i lettori, ma noi speriamo di sì, ci auguriamo che qualcuno almeno, tra loro, possa emergere nel difficile mondo della carta stampata. Poi, ci sono delle nuove leve, scrittori che sembrano avere reali capacità. Vogliamo dare loro voce, siamo contenti di poterlo fare, ci impegneremo per farlo ancora. Racconti di vite normali tra le tenebre e il sogno Ombre di Filippo Semplici Edizioni Il Filo Romanzo 186 pag. - Euro: 15 ISBN: 978-88-6185-592-2 Voleva un regno tutto per sé? Beh, adesso che ce l’aveva non si sentiva affatto soddisfatto. Ma avrebbe avuto tutta l’eternità per esplorarlo, da cima a fondo, collezionando le ossa dei suoi simili come macabri trofei con i quali vincere la solitudine e la noia di una immortalità senza speranza. Recensione di Giusy Salis Ai limiti del grande romanzo giallo inglese e dell’horror story americano Filippo Semplici si muove con passo felpato tra la realtà più cruda e crudele e il sogno, il desiderio di potersi aggrappare a un mondo parallelo e fantastico dove rendere l’esistenza più sopportabile e colorata. Nei suoi racconti si incontrano voci e volti molto diversi che apparentemente sembrano giustapporsi senza una logica. Il loro vissuto però ci dona molto più di una storia per intrattenerci, scava davanti a noi le domande più profonde di circostanze improbabili quanto normali, soprattutto normali. Dall’uomo con un tumore incurabile che trova il modo per assicurarsi l’immortalità al padre in carriera che obbliga il proprio bambino a non credere più in Babbo Natale facendolo egli stesso a pezzi assieme alla sua innocenza, fino ai racconti tenebrosi e lucidi al tempo stesso del dead man walking da un lato e del malato psichiatrico dall’altro. Dalla più cupa normalità le vite di questi personaggi emergono prepotenti e si trovano d’un tratto tutte a un bivio con la morte e l’unica risposta lottando per sopravvivere a volte sembra essere soltanto la follia, quel filo sottile che separa coloro che fanno ancora parte dell’umanità e coloro che ne sono banditi per sempre. Una follia che l’autore non descrive mai in questi termini, ma cui si avvicina per descriverne le fattezze con minuzia e rispetto per chi ne è affetto. Nessun particolare è risparmiato e il sangue, quello che fa battere il cuore a volte troppo forte, è il prezzo e il marchio di chi è risucchiato in questo vortice di “anormalità” o di chi la sceglie come possibile via di fuga o di salvezza. Filippo Semplici è nato nel 1976 a Barberino Val d’Elsa (FI) dove vive e lavora nel settore della programmazione aziendale per conto di una multinazionale che produce autocaravan. Nel 1999 ha vinto il concorso di Fanucci Editore con il racconto Il cucciolo, pubblicato su “Futuro News”. Su “Libertare”, nel 2000, ha pubblicato un altro racconto, Pensieri, e infine, nel 2006, il romanzo breve Senza Paura (Tabula Fati). Giustizia non fa rima con Legge. Quando arbitro fischia di Andrea Friggeri & Alessandro Bassi Edizioni Damster 172 pag. - Euro: 13.00 ISBN: 978-88-9541-298-6 La legge è solo la regola del più forte, la giustizia è altrove. Chiedevi giustizia e trovasti la legge. De Gregori l’ha capito solo molto tempo dopo. Recensione di Consuelo Taccani Quando Arbitro fischia... titolo originale, che fa pensare che Arbitro deve essere qualcuno che fa qualcosa di eccezionale. Ed è proprio così. Arbitro è un ignoto e risoluto giustiziere; misteriosamente colpisce coi propri atti vandalici la vita tranquilla di Colpacato, capoluogo della Val Placida. I fatti criminosi si susseguono e cominciano a trovare ammirazione tra alcuni abitanti; infatti, un gruppo di loro sostiene con vivace e convinta solidarietà l’opera di Arbitro perché emerge la necessità di cambiare il modo di convivere. L’indolenza culturale opprime e solo il fischio di Arbitro impone rigore e tempestività, nel tentativo di scuotere le coscienze perché solo risvegliandole si alimenta il senso di giustizia e di reciproco rispetto. Il maresciallo Oscar con le proprie pagine di diario e la giornalista Ilaria con le proprie email e articoli di giornale si insinuano nell’alternanza di documenti rispettivamente nel tentativo di sfidare l’illegalità e di affermare il successo professionale. Alessandro Bassi e Andrea Friggeri ci propongono una storia “brutalmente” moderna, a tratti quasi impudente, una storia che appartiene a tutti, dove una sottile vena sarcastica attraversa i contenuti attuali e spicci e scolpisce il linguaggio virtuale e divertente. Schiettezza, realtà, verità, anche umorismo sono gli ingredienti di una storia inevitabilmente “nostra”, che colpisce e invade la coscienza di tutti e al termine della quale il lettore non può esimersi dal chiedere: come è possibile convivere nell’immoralità? La passività diventa lo specchio di una vita egoista, disordinata e irrispettosa. Giustizia e legalità raramente collimano, troppo spesso divergono; è allora l’illegalità a ridestare il sopito senso di giustizia, di cui ognuno ha bisogno, ma per il quale nessuno ormai combatte più. Alessandro Bassi e Andrea Friggeri nascono nel 1973 e vivono a Reggio Emilia. Quarantenni appassionati di dolci vizi come donne, cioccolato e maiale, si dilettano a scrivere insieme. Alessandro Bassi ha pubblicato il saggio storico Il Football dei Pionieri (Bradipolibri Editore) mentre insieme hanno pubblicato i romanzi Nuèter Forever e Mi Fidavo di Te rispettivamente nel 2007 e nel 2010. Quando Arbitro fischia... è dunque il loro terzo romanzo. Nessun vero addio è stato scritto. In nessun libro, mai! Portami fino all'orlo del fuoco e della polvere (Danza Darwish) di Fabrizio Rizzi Clinamen - Firenze Narrativa 103 pag. - Euro: 13.40 ISBN: 88-8410-059-3 Nessun vero addio è stato scritto. In nessun libro, mai. E mai è stato dipinto, in nessun quadro. Non è stato scolpito, in nessuna pietra. Forse l'addio non può trovare simbolo, perché sta troppo dentro nella carne e nel dolore del corpo. Nei lividi sulla pelle. Nelle cicatrici. Nell'insonnia. Nella fame e nella sete. E forse si può trovare l'addio soltanto in un altro addio Recensione a cura della Redazione DANAE Il Fuoco si piega e poi si spegne. La Polvere viene trascinata e dispersa via. Oltre il fuoco e la polvere, c'è l'ultimo passo, quello dell'addio, che libera e lacera a un tempo. Sabine Aderkami e Sasko, nel primo Natale di inizio millennio, in una Germania flagellata da una pioggia gelida, si conoscono soltanto da cento giorni, ma già il loro amore si è dilatato, è diventato il loro ossigeno indispensabile. Il cuore di Sabine, però, è diviso tra l'amore per Sasko e il bisogno di cercare le sue radici iraniane. Lei, figlia di un padre iraniano e di una madre tedesca, si sente "una meticcia anche nell'anima", e decide di tornare nel suo Paese perché laggiù "c'è bisogno di tante voci che sappiano alzarsi in piedi per parlare chiaro", per testimoniare il vero Islam, per contrapporsi al fondamentalismo bieco che condanna i dissenzienti in nome di una male interpretata ortodossia religiosa. Con "l'anima in bilico e la mente che somiglia ad una tasca bucata", Sabine deve dire a Sasko il suo addio. Deve farlo per tornare in Iran, ma anche perché il loro amore intenso potrebbe bruciarla o, peggio, li potrebbe consumare tutti e due. Sabine non ha le idee chiare su ciò che vuole, ma su quello che non vuole più, cioè quell'amore, il suo e quello di Sasko, anche se la rinuncia è difficilissima. Sasko potrà capire? Quando non serve il "salvagente del ragionamento", bisogna trovare un'altra chiave. E perché non quella della danza vorticosa dei Dervisci Rotanti? Libro intenso e lirico, di scrittura bellissima e trascinante, come una danza Darwish. Fabrizio Rizzi vive e lavora a Trento, dove è nato nel 1955. È anche autore di "Diario di bordo. Storia di Malinka e del suo dottore" (Bollati Boringhieri, 2000), e di "Non c'è ombra che sia più oscura" (Clinamen, 2002) e di "Nemesi, figlia della notte" (Clinamen, 2005), anch'esso presente in questo catalogo. Due donne, la vita e la morte nella nuova Polonia Quell'estate a Zawrocie di Hannah Kowalewska Edizioni del Gorgo Romanzo 218 pag. Euro:11,00 ISBN: 978-88-903700-0-7 “..Per loro eri fumo negli occhi e perché non si dimenticassero di te hai dovuto regalare loro, alla famiglia e al paese, un ricordino altrettanto fastidioso...”. Recensione a cura della Stefano Aicardi La fine del comunismo ha riportato a galla le diverse anime della Polonia: cattolicesimo estremista, residui di socialismo, nazionalismo, e quella difesa orgogliosa e ironica del privato, tipicamente polacca, vista come unico riparo dalla Storia. In questo clima esitante e stranamente crepuscolare si colloca la scrittura di Hanna Kowalewska, che con “Quell’estate a Zawrocie” ci fornisce un quadro inedito, ma del tutto polacco nello spirito, dei rapporti tra le nuove e le vecchie generazioni nel paese. E’ un dialogo più idealizzato che reale: la protagonista, Matylda, si rivolge alla nonna scomparsa, Aleksandra, che le ha lasciato in eredità la sua tenuta, Zawrocie. Aleksandra è la prima a stupirsi di questa scelta, poiché in vita aveva visto una volta sola la nonna, e si era sempre tenuta in disparte dai parenti, intuendo ma non volendo affrontare la rete di frustrazioni che sembrava avvolgere tutti quelli che avevano a che fare con nonna Aleksandra: figlie rinnegate, mariti mai amati , nipoti sull’orlo della malattia mentale. Ed è idealmente Aleksandra che rivela a mano a mano il suo mistero, che ne fa un simbolo dello stesso spirito polacco: una donna dolorosamente controcorrente, spirito libero ed esteta negli anni del grigiore socialista e “moralista” quando il suo paese, caduto il comunismo, lo sostituisce con un edonismo greve. Il filo che si stabilisce con fatica tra le due donne ricorda i “drammi da camera” della tradizione nordica; ma a questa introspezione vertiginosa si affianca il gusto della Kowalewska per il rapporto tra interni e esterni, tra profumi delicati e corpi, natura e mondo urbano. Il senso di impotenza che avvolge più generazioni è trattato con una grazia essenziale, che fonde i drammi collettivi del passato in un delicato esistenzialismo privato Hannah Kowalewska è nata nel 1960 a Wysokie Mazowieckie. Ha svolto i suoi studi a Lublino e a Lodz specializzandosi in filologia polacca e scrittura per la televisione. Ha esordito come autrice nel 1990. “Quell’estate a Zawrocie”, uscito in Polonia nel 1997, è il suo testo più conosciuto ed è la prima parte di una trilogia sulla Polonia del dopoguerra. Tra gli altri suoi testi principali, ricordiamo: “Letnia Akademia Uzcuc” (trad. lett: “La scuola estiva dei sentimenti” , W.A.B., Varsavia, 2000) e “Julita i hustwaki” (t.l. “Julita e le altalene”, 2003, Zysk I Ska, Poznan, 2006), ancora inediti in Italia. La prima @ntologia del Rifugio "Chi sono, amico mio, gli scrittori? di Autori Vari, Sono una specie di a cura di Piera Rossotti Pogliano impiegati?" "No, sono dei & Maurizio J. Bruno signori che Pubblicata sotto l'egida del sito: inventano Il Rifugio degli Esordienti loro stessi ciò di Michele Di Salvo Editore cui hanno Racconti bisogno." R@cconti senza rete 256 pag. - Euro: 8,25 ISBN: 88-87452-62-8 Ivan Aleksandrovic Goncarov, Oblomov Prefazione a cura di Piera Rossotti Pogliano Forse, è proprio così. Lo scrittore inventa ciò di cui ha bisogno, o reinventa il mondo che gli aderisce intorno, fino a renderlo adatto alla sua misura. La parola chiave rimane "bisogno". Non ci spiegheremmo, altrimenti, perché tanta gente scriva. E, quando parliamo di "gente", non ci riferiamo agli scrittori famosi, quelli che sono degli autentici geni della letteratura o che sono semplicemente capaci di sfornare decine di best-seller di facile lettura, ma a tutto quell'insieme variegato di persone che differiscono per cultura, età, estrazione sociale, professione, che sono accomunate dal bisogno di reinventare ogni giorno il proprio mondo attraverso la scrittura. Il successo del sito internet Il Rifugio degli Esordienti ed in particolare del suo servizio di valutazione e correzione testi inediti Lettura Incrociata, sono la testimonianza della straordinaria vitalità del mondo della scrittura. Il Rifugio si è poi conquistato in anni di attività una sua identità ben specifica, arrivando a contare oggi oltre cento collaboratori per il solo servizio di Lettura Incrociata. Caratterizzato dalla completa gratuità di tutte le sue iniziative e dalla totale indipendenza da ogni editore o operatore del mondo del libro, il Rifugio si pone oggi come sicuro punto di riferimento per tutti gli scrittori dilettanti o esordienti, fornendo ad una media di oltre 3000 visitatori al mese una serie di strumenti, servizi ed informazioni di grande utilità per tutti coloro che si affacciano per la prima volta sull'orlo del difficile mondo dell'editoria italiana. Questa antologia è il frutto di una selezione dei testi inediti pervenuti al Rifugio fino a tutto dicembre 1999, per essere analizzati, commentati e/o corretti da Lettura Incrociata. I testi sono tutti opera di autori esordienti, e ci sono stati inviati in lettura perché, se è vero che si scrive per se stessi, è anche vero che si desidera essere letti, per comunicare, per confrontarsi. E proprio questo desiderio di comunicazione e di confronto è il denominatore comune dei 24 racconti riuniti in questo volume, insieme all'elevata qualità del materiale selezionato, che assicura una lettura piacevole e stimolante. Sicuramente originale è poi il fatto che tutti i racconti selezionati non ci erano giunti con la speranza di venire pubblicati, ma soltanto per ottenerne una valutazione obiettiva! Temi e linguaggi sono diversi, come gli autori: ci sono frammenti di vita quotidiana, brandelli di sogno, racconti di esperienze vissute, fantascienza e thriller; toni di volta in volta incalzanti, ironici o poetici; angosce e sorrisi, ricordi e fantasie. Ma in tutti traspaiono le doti letterarie di questi ventiquattro amici ed una trascinante voglia di comunicazione. Prima di augurarvi dunque una buona lettura, mi sembra giusto ringraziare gli amici del Rifugio che hanno affrontato con rigore e passione il gravoso compito di rileggere tutto l'archivio di Lettura Incrociata e di selezionare questi racconti: si tratta di Danilo Calabrese, Romualdo Grande, Mario Mereu, Piero Nolasco e Cristiana Squillari. E insieme a loro, va senz'altro ricordato l'impegno quotidiano e assiduo di tutta la Redazione del Rifugio che ha reso possibile questa iniziativa. Voci dal carcere… Racconti di un detenuto di Antonio Cannavò Editrice Massimino Racconti 209 pag. - Euro: 12,00 ISBN: 88-901922-0-8 Quando ero piccolo, mia mamma mi mostrò una lunga via così dritta e distesa che non si vedeva dove avesse fine. Capii che per appagare quella mia curiosità bisogna percorrerla, tutta quella strada. Lo feci, ma mi portò in un incrocio dove mi mise confusione; non sapevo quale giusta via prendere e l'unico indizio che avevo era il sole, ma presi quella dove c'era l'ombra, visto che era d'estate e mi faceva comodo. Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano Sono racconti un po' speciali, questi di Antonio Cannavò, perché da tanto tempo erano dentro di lui, e lui non lo sapeva. Sono venuti fuori con fatica, a poco a poco, ma sono semplici, freschi e veri, perché raccontano la vita, l'amore, la mafia, il dolore, il profumo delle zagare, gli affetti negati, la violenza, la nascita e la morte. Raccontano una Sicilia antica e nuova vista da un Siciliano che la conosce dall'interno, e da un punto di vista profondo e scomodo. Antonio è giovane, ma in passato ha trascorso alcuni mesi in carcere e quando è stato incarcerato quasi non sapeva scrivere, ci metteva tre giorni per rispondere a una lettera, e il tempo maledetto del carcere, il "tempo lumaca", non passava mai. Poi, piano piano, ha cominciato a scoprire che aveva delle storie dentro di sé, e queste storie avevano urgenza di uscire. Così, ha cominciato a raccontarle ai suoi compagni, poi a scriverle. Non è facile scrivere quando stai rinchiuso in venti metri quadrati con altre sei persone, quando vorresti dire delle cose e non le sai dire, perché non conosci le parole, e te le devi conquistare una per una, cercarle sul dizionario e poi allinearle una dietro l'altra per esprimere quello che senti dentro. Antonio parla con passione delle sue storie e recita con intensità le sue poesie. Quello che colpisce, poi, è che lui non cade nella trappola in cui cadono tanti esordienti, non si lascia tentare dal racconto autobiografico e autoreferenziale, ma proietta fuori di sé e racconta di ciò che conosce, storie di mafia e di violenza, come quella di Mariano Pavone e dei suoi discendenti, di Turi "baffetti" "malato di malavita", ma sa anche tratteggiare storie d'amore e di "fuitine", o di figli amati e perduti tragicamente, con delicatezza, con pudore. Ci sono Anna e Carmelo che desiderano tanto un figlio, e zio Peppino "u' Scarparu" che compra una casa nuova e, per prima cosa, ci porta olio e sale, come vuole la tradizione. C'è la storia che si conclude con un sorriso, come quella di compare Nardo, che pensa solo quando è davvero necessario per non affaticarsi troppo il cervello, e c'è Orazio, il padre padrone che riesce a rovinare la vita della sua famiglia anche dopo morto. Anche gli oggetti di queste storie ci parlano, Antonio sa osservare e farci vedere quei piccoli dettagli che rendono "veri" gli ambienti: l'interruttore a farfalletta, le scatole di cartone sotto il letto, la villa lussuosa con le porte tutte bianche, i prati fioriti di sulla e il vulcano "pieno di neve", le case di pietra lavica e i tavolini rotondi del bar sulla piazza. Certamente, il cammino letterario di Antonio è ancora lungo, la tecnica è ancora tutta da apprendere. Ma le storie ci sono, ne ha ancora tante dentro, tanti personaggi che vogliono farsi raccontare, e Antonio non li farà attendere... Un viaggio ritardato. Un incontro inaspettato. Un tuffo nelle favelas. Saudade una ragione per tornare di Gian Luca M. Loncrini Edizioni Libreria Croce Romanzo 284 pag. - Euro: 15.00 ISBN: 978-88-89337-84-4 Un carnevale di case. A questo aveva pensato prima di abituarsi a quel posto. Un carnevale che di allegro, tuttavia, non aveva nulla. Con tutti quei bambini che morivano prima ancora di aver imparato a camminare. Recensione a cura di Giulia De Concilio Tenacia, malinconia, amore per la cultura, desiderio di rivalsa, grande forza di volontà: queste sono le caratteristiche che contraddistinguono la gaúcha Sabina, protagonista del nuovo romanzo di Loncrini. Nata in una numerosa quanto disastrata famiglia brasiliana, Sabi è l’unica tra i suoi familiari a desiderare e sperare una vita diversa per sé e per tutti coloro che vivono nella sua stessa, penosa condizione. Fin da piccola comprende l’importanza dell’istruzione che, sola, può aiutare a trovare “il coraggio di integrarsi nella società”, lasciandosi alle spalle la realtà squallida, marcia e corrotta da cui si proviene. Saudade, il secondo romanzo di Gian Luca Mario Loncrini cela, sotto la falsa veste di un gradevole ed appassionante racconto di narrativa (in cui non mancano storie d’amore, toni malinconici, conflitti, colpi di scena), una meticolosa e profonda indagine sociale della misera e triste realtà brasiliana vista “dal di dentro”, attraverso gli occhi delle famiglie che lottano ogni giorno per sopravvivere, dei bambini che rubano per aiutare i genitori, dei padri che spacciano e delle madri che si prostituiscono per poter mettere in tavola qualcosa di più saporito e di più nutriente della pressocché ordinaria “zuppa di giornale”. Tuttavia, attraverso gli occhi di Sabi, quella realtà irreversibile per tutti i suoi amici, parenti e conoscenti diventa, invece, un semplice ostacolo per un’ affermazione personale e professionale che può e deve essere superato. Questa sua incontenibile ambizione la porta, già bambina, lontano dal piccolo borgo (Caxías) in cui è nata: prima a Santa Caterina, poi a Canasvieiras, a São Paulo e, forse, nella tanto amata (poiché lì abita il suo Francesco) Italia, terra (per lei) di speranze e di opportunità. Gian Luca Mario Loncrini nasce a Caprino Veronese nel 1971. Scrittore e saggista, si laurea in Lingue e Letterature straniere presso l’Università degli Studi di Verona e, in seguito, frequenta anche un corso post laurea in Giornalismo Economico. Attualmente vive tra Verona, Copenhagen e Florianópolis in Brasile. Nel 2007 è stato pubblicato il suo primo romanzo, Anche un uomo. Nella primavera del 2008, invece, ha visto la luce la sua seconda fatica letteraria, Saudade, presente anch'essa nel nostro catalogo. Malinconie e voglie rivoluzionarie “...Il tempo scorre, ma il passato non passa e il presente si assenta. ...Cercavo me stesso, sono tornato un altro, oppure cercavo un altro ISBN: 978-1-4452-0669-1 e ho trovato solo me stesso.” Sconclusioni di Paolo Pappatà Lulu Racconti 104 pag. - Euro: 11,00 Recensione a cura di Ileana De Laurentiis Sconclusioni è una raccolta di racconti brevi, ricchi di quelle piccole sfaccettature della vita che accomunano più o meno tutti. Infatti i protagonisti, di cui non importa tanto il nome o le loro vicende personali, siamo tutti noi, ciascuno sentendosi diverso dagli altri, ma uniti dalla stessa malinconitudine, malanno e rimedio al tempo stesso. Sono racconti ambientati in una periferia che è il compendio di tutte le periferie, un luogo in cui tutti noi abitiamo, come si abita un vestito vecchio ma a cui siamo affezionati. Pappatà, attraverso uno stile essenziale, scorrevole e lucidamente incisivo, cattura il lettore sviscerando le insofferenze di cui sono vittime i suoi personaggi, costantemente alla ricerca di qualcosa di diverso da ciò che hanno e che vibrano dalla voglia di un cambiamento, di un qualsiasi motivo per continuare a lottare. Trame diverse che a tratti si incrociano, raccontate con la sapienza di un osservatore partecipe e coinvolto, che ci fa amare questi ragazzi insofferenti e sconclusionati, le loro vite quotidiane e i loro sogni che non hanno mai coraggio sufficiente per farli divenire realtà. Tra amori passati e mai dimenticati, concerti rave e rivoluzioni appena accennate, la vita di questi personaggi potrà forse trovare sollievo e sostegno nella poesia e nella ricerca interiore. Chi si salverà? Paolo Pappatà quarantenne romano, ha da sempre una passione incondizionata per le parole e ogni forma di comunicazione. Per sostentarsi economicamente diventa webwriter; per nutrirsi spiritualmente, legge e scrive voracemente. Leggere, conoscere, condividere sono i punti cardinali della sua produzione e del suo modo di scrivere. Sconclusioni – Insofferenze di inizio secolo è un testo autoprodotto che è il risultato di quindici anni di vita, amori e riadattamenti. Esiste la "diversità" in amore, oppure esiste soltanto l'amore? Senso unico di Laura Schiavini ECO Edizioni Narrativa 91 pag. - Euro: 7.50 ISBN: 88-86744-17-X ...non di arrendersi, ma di accettare il fatto che aveva imboccato una strada accidentata e a senso unico... Recensione a cura di Bruna Nizzola Storia d'amicizia e d'amore che dell'amore, appunto, ricorda la possibilità di vie infinite, anche a senso unico, che non sempre seguono i percorsi della cosiddetta normalità. Non è, infatti, con ordinari legami familiari o per mezzo di rapporti amorosi consueti che la protagonista del romanzo trova l'ideale appagamento dei sensi come degli affetti. Sono pur sempre questi ultimi a dominare il racconto, costringendo il lettore ad una continua riflessione, a rivedere le sue consolidate certezze, ad uscire dal tetragono mondo del conformismo per appropriarsi intus dell'animo di chi è comunemente definito diverso. In amore, quello vero, quello che rende tutti ugualmente fragili o forti, felici o disperati, nessuno, in realtà, è diverso. Questo è il messaggio insito nel racconto che scorre con buon ritmo attraverso dialoghi fluidi, dal linguaggio immediato, giovane, disinibito. Laura Schiavini è nata a Trieste nel 1954. E' autrice di numerosi racconti e del saggio monografico All I Want is U2, Campanotto editore. Senso unico è il suo primo romanzo, ma nel catalogo DANAE è presente anche il suo secondo romanzo, La fortuna è un talento, pubblicato con la casa editrice Robin. La Schiavini collabora con alcuni periodici a diffusione nazionale per il settore della narrativa. Flash di vita elementar-scolastica Sinite Parvulos di Bruna Nizzola Edizioni CAAD-Gierut Romanzo 122 pag. - Euro: 10.00 ISBN: 978-88-96148-00-6 Si trattava di una frazioncina alla confluenza di due fiumi, collegata al resto della provincia da un ponte in chiatte che nei periodi delle piene veniva smontato. Allora... Recensione a cura di Massimo Sanacore In venti, talvolta brevissimi, episodi emerge da questi racconti l’evoluzione di uno spicchio di paese reale italiano, quello un po’ sonnacchioso e pettegolo della provincia e della campagna, degli anni della società agricolo-contadina all’inizio dell’epoca postindustriale (o forse solo postmoderna). Emergono però anche i ritardi: quelli di una scuola incapace di rinnovarsi, spesso affidata alle residue risorse di insegnanti demotivati o a quelle casuali dei precari (proprio come quella giovane maestrina con il primo incarico nella padana confluenza di due fiumi) tenuti scientemente in tale soggezione da amministrazioni cui non interessa verificare le reali attitudini all’insegnamento ma gratificare un faticato inserimento nei ruoli. Se questo ha garantito il consenso elettorale, lascerà però al caso la vocazione individuale e lo sviluppo professionale dell’insegnante, con l’odierno stato della scuola pubblica sotto gli occhi di tutti. Ma se restano uguali a se stessi i politici, matura la maestrina che ora guarda ai suoi personaggi, i piccoli alunni e i disattenti genitori, quali interpreti e vittime di un’esistenza di ordinaria alienazione. Nella scuola dove insegna, la Nizzola ci racconta, ad esempio, come il Sessantotto giunga in un’eco attutita, piccola attesa di una riforma mai fatta e sopraffatta dalla didattica tradizionale, interpretata da docenti motivati solo da intriganti fuoriprogramma personali. Sinite Parvulos è venato da quel tocco di nostalgia che non è rimpianto e che perciò rende più godibile la lettura, che dà spazio a chi vuole riflettere su certe ombre della famiglia del nostro tempo, illuminate tuttavia da un messaggio di ottimismo che può coltivare solo chi è stato a lungo a contatto con la parte sana della società: i bambini, sui quali la Nizzola poggia l’ultima speranza di rinnovamento. Bruna Nizzola è nata a Desenzano sul Garda nel 1935. Per lungo tempo ha insegnato nelle Scuole Pubbliche: apprezzata pittrice, appassionata di musica, letteratura, filosofia e psicologia, ha vissuto a Desenzano, Borgoforte e Mantova; attualmente risiede a Torre del Lago Puccini. La Nizzola è tra gli Autori più presenti nel catalogo DANAE che, accanto a questo volume, annovera anche Il dubbio e altri racconti, La vita semplice, La ribollita, e Carlotta – c’è posta anche per me. Ritorno al …passato Sotto la sabbia di Luca Masini I fiori di campo Romanzo 162 pagine Euro: 12,00 ISBN: 88-7350-235-0 ...una cimosa immaginaria si solleva dalla lavagna cancellando quell'immagine e riportandomi alla realtà. Recensione di Chiara Depriori Visitando la casa in cui ha trascorso la giovinezza, Fabio Calosi ripensa ai momenti cruciali della sua infanzia e adolescenza: il primo giorno di scuola, la nascita della sorella, il primo amore, etc. L'opera, ambientata in Toscana tra il 1978 e 2005, è quindi a metà tra il Bildungsroman e il romanzo psicologico. In ogni capitolo della prima parte, il presente risveglia nel protagonista un ricordo legato a una persona e a un fatto particolare: in questo modo gli attori principali del romanzo compaiono sulla scena uno alla volta. Attraverso i flash back che riportano Fabio al passato, scopriamo i segreti che parenti e amici hanno cercato di nascondere, come il flirt tra il fratello Vincenzo e la stravagante zia Susanna, il rapporto inconfessabile tra Erika e il padre o l'omosessualità dell'amico Francesco. L'autore svela queste verità per gradi, così da rendere partecipe chi legge ed evitare che sia escluso dalle vicende, come invece accade al protagonista durante la giovinezza. Nella seconda parte, dopo che ogni segreto è stato confessato, la vita dei fratelli Calosi e dei loro amici cambia: ora possono diventare adulti. Masini sceglie di tratteggiare la psicologia dei personaggi senza scandagliare a fondo il loro animo, ma si dimostra comunque capace di emozionare e coinvolgere. In particolare è commovente il rapporto tra il piccolo Fabio e il nonno: come il nipote, il lettore prova affetto e tenerezza verso il vecchio e malinconico Osvaldo. Nonostante qualche ingenuità linguistica, la lettura di Sotto la Sabbia è resa piacevole dalla buona costruzione dei dialoghi e da interessanti immagini evocative (es. la cimosa immaginaria che cancella i ricordi di scuola). Luca Masini nasce a Firenze nel 1971. Ha pubblicato alcuni racconti nelle antologie della Ibiskos Editrice, ed il romanzo Quinto comandamento (I Fiori di Campo, 2005). Luca fa anche parte della redazione di DANAE, all'interno della quale si occupa di Pubbliche Relazioni con i media. A volte è un bene che sia il destino a decidere per noi… Storie interrotte di Simonetta Barocchi L'Autore Libri Firenze Antologia di Racconti 68 pagine Euro: 7,20 ISBN: 88-517-0984-X Steso carponi a terra, Giuseppe stringeva fra le mani il suo fucile da caccia a canna corta. Era un'arma adatta per la caccia bassa, nel bosco, una calibro dodici a pallini, per i tiri ravvicinati. Non aveva mai fallito un colpo e garantiva un tiro piuttosto preciso, senza un eccessivo rinculo. Recensione a cura di Viviana Gigantiello Mi sono chiesta da dove sbucasse la forza straordinaria delle due brevi e intense storie che ci racconta Simonetta Barocchi. Diverse, ma pervase entrambe dalla diabolica strategia del caso, che determina, distorce e influenza il lavorio apparentemente privo di senso dell'uomo, queste storie si trasformano lentamente, e di nascosto, in tragedie, senza clamore. Nella sofferenza e del disagio che amano il sussurro e non fanno chiasso. Nel primo racconto, La stagione di caccia, la forza del quotidiano, la sistematicità del suo ripetersi in piccoli gesti, all'apparenza insignificanti, ma che ci consentono di sopravvivere all'insopportabile, si trasforma, per caso, in sintomo di irreversibile malessere. Ecco l'energia del primo: "non ci si può sottrarre al destino che lui ci ha assegnato, anche se le sue strade spesso risultano assurde ed imperscrutabili". Nel secondo racconto, Insieme fino alla fine, il caso usa nuovamente la sua mannaia e spiazza il lettore insieme allo stesso protagonista in un rincorrersi di ricordi amari e di eventi che, forse, si sarebbero potuti cambiare. Ecco la forza del secondo: "A volte è un bene che non ci siano possibilità di scelta e che sia il destino a decidere per noi". Mi è venuto in mente un pensiero di Javier Marias letto in uno dei suoi libri più belli: "Tutto viaggia verso il suo stesso svanire e si perde e poche cose lasciano traccia, soprattutto se non si ripetono, se avvengono una sola volta e non tornano più, altrettanto fanno quelle che si assestano troppo comodamente e tornano ogni giorno e si sovrappongono, neppure quelle lasciano traccia". Il segno che lasciano queste due storie sta nel dubbio o nella certezza che resta al lettore di pensare e credere, fino all'ultimo gesto dei protagonisti, che la vita sia già scritta altrove Simonetta Barocchi, è nata a Roma, dove vive. Laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne all'Università di Roma La Sapienza, ha insegnato per circa dieci anni nelle scuole medie e superiori della Capitale, prima di passare nei ruoli della Pubblica Amministrazione. Storie interrotte è il suo libro d'esordio, ma ha recentemente pubblicato due storie in Laboratorio di Scrittura Creativa, edizioni Aracne. Simonetta è un'accanita lettrice di narrativa, arte, filosofia e saggistica, quasi sempre in lingua originale. La verginità può non essere solo quella sessuale... Tra fango e cielo di Mauro Simeone Sorrisi di Carta Edizioni Romanzo 100 pag. - Euro: 9.00 ISBN: 978-88-904932-1-8 Per non scoppiare in lacrime davanti a lui, fuggo verso la cella duecentotredici tornando così al mio presente fatto di rimorsi, rimpianti, sensi di colpa, cimici d’inverno e zanzare d’estate. Nel mio passato di lucertole, motorini e femmine non ce ne sono stati. Recensione a cura di Valeria Muto Fabrizio deve allenare una squadra di rugby e cercare di farla entrare nella top ten del campionato. È da poco uscito dal carcere, in cui ha passato metà della vita. Si ritrova libero in un mondo che non ha ancora avuto la possibilità di esplorare e capire, ma che è costretto ad affrontare da uomo e non più da ragazzo; nonostante tutto, inizia il suo incarico con entusiasmo. La sua determinazione però si scontra con Andrea, il nuovo pilastro della squadra, ragazzo di buone speranze ma un po’ strafottente e donnaiolo. Tutta la cittadina di Frascati si aspetta grandi cose dal nuovo allenatore e Fabrizio diventa subito famoso. Conosce una donna, Antonella, la mamma di un giocatore che ha rifiutato di prendere in squadra, della quale si innamora perdutamente. Il suo passato, il suo incerto presente, la mancanza di conoscenza del mondo, l’amore che prova per Antonella, lo porteranno ad uno strano patto con Andrea... Simeone ci regala un romanzo breve, asciutto ed essenziale, in bilico fra presente e passato, con un intreccio sapiente, che movimenta la storia, e uno stile semplice, diretto, che ben descrive lo smarrimento di un ragazzo di 20 anni che si ritrova in un mondo parallelo, quello del carcere, che non è quello della sua giovinezza, ma neanche quello della vita libera di fuori, e dove deve affrontare le gerarchie interne, le invidie, la solitudine e la noia di inventarsi ogni giorno qualcosa da fare per trascorrere il tempo, e poi le difficoltà dell’uomo che si deve reinserire nel mondo cosiddetto “normale”. Con un finale per niente scontato. Mauro Simeone è nato a Roma nel 1976. Sociologo, lavora nel campo della pubblicità. Alcuni suoi racconti sono presenti in varie antologie e "Tra fango e cielo" è il suo secondo romanzo, dopo "Rocco Calcestruzzo: dialogo con se stessi", pubblicato nel 2008. Storia d’amore, amicizia, solitudine e paure nella Trieste di oggi Tra inferno e paradiso di Cristina Soranzio AndreaOppure Editore Romanzo 242 pagine Euro: 9,00 ISBN: 88-89149-88-4 Perché se continuasse a nascondersi, lei sarebbe facile preda dell’errore e tutto potrebbe finire, e per lui sarebbe la stasi, l’inferno di nuovo, sebbene lui finora l’abbia mascherato da paradiso. Recensione di Laura Schiavini Tra Inferno e Paradiso è un romanzo a tre voci che dopo un inizio leggermente lento decolla e si legge d’un fiato. Tre voci differenti l’una dall’altra, anche nella scrittura. La più forte e chiara è quella di Stefano, che si stacca dal clichè del racconto di formazione e generazionale diventando il leit motiv della storia. Stefano, pur incarnando la figura retorica del bello e impossibile, si rivela un personaggio a tutto tondo che si fa amare sia per la sua fragilità sia per l’innegabile carisma. La seconda voce è quella di Silvia, studentessa universitaria approdata a Trieste (nell’appartamento di proprietà di Stefano dove vivono già la sua migliore amica e altri studenti) col suo bagaglio di sogni, innocenza e ingenuità. Una sorta di paradiso perduto cui Stefano anela senza rendersene conto. Poi c’è Elisa, voce che emerge dall’ombra inquietante del passato, da quell’inferno che tiene in scacco Stefano. Lo scenario in cui si dipana la storia è una Trieste minuziosamente descritta, coi suoi locali, i suoi scorci e le incursioni oltre confine. La sua bellezza e le sue contraddizioni. Strada in salita e irta d’ostacoli, quella tra inferno e paradiso che Stefano ed Elisa, legati a doppio filo da una perdita comune, devono percorrere. Non è facile nemmeno per Silvia, che della vita non conosce ancora le batoste, ma che si ritrova, come qualsiasi ragazza che esce dal guscio per la prima volta nella sua vita, ad affrontare il mondo reale e il complesso intreccio dei rapporti umani dove i sentimenti e le emozioni non sono quasi mai ciò che sembrano. E a misurarsi con l’incertezza di non sapere qual è il suo posto nel mondo e dove la porteranno gli anni dedicati allo studio. Per Stefano ed Elisa, forse, non c’è che un modo: superare il passato e andare avanti, crescere e prendere coscienza di sé. Cristina Soranzio è nata a Monfalcone il 12 gennaio 1981. Si è laureata in Filosofia presso l'Università di Trieste con una tesi in Filosofia della Cultura su “Scrittura ed identità in Paul Ricoeur” e ha conseguito un diploma di Master in Analisi e Gestione della Comunicazione con una tesina in Comunicazione Giornalistica su “Analisi dell'informazione giornalistica: approccio linguistico”. Tra inferno e paradiso è il suo primo romanzo. C'è un luogo magico, al centro di Cuba... Topes de collantes di Carlo Battaglini AndreaOppure Editore Romanzo 208 pagine Euro: 8,00 ISBN: 88-89149-30-2 In quella gente c'è un istinto primordiale che permette loro di leggerti dentro; non è solo ciò che puoi mostrare, ma anche quello che hai in te che fa la differenza... Recensione di Sandra Amantia Da Milano alle tropicali vegetazioni e... fin nelle viscere di una misteriosa Cuba, alla ricerca di una sacra pietra depositaria di un'antica leggenda, le cui tracce si perdono all'epoca degli antichi conquistadores... tra le braccia di un uomo e del suo sacrificio volontario. Topes de collantes. E' una storia dai toni avventurosi, narrata in sequenze soprattutto all'inizio scorrevoli, e poi a tratti avvincenti, racchiusa in brevi paragrafi. L'autore non esita a saltare da uno scenario all'altro, da una situazione ad un'altra per dipanare una trama dapprima condensata in singoli episodi slegati. Carlo Mauri è l'ironico protagonista che, insieme a tutti gli altri personaggi, muove i fili della storia in un contesto mutevole e reso spesso indefinito da un'aura mitica, laddove le vicende prendono vita e si colorano soprattutto attraverso i dialoghi diretti. E' un rincorrersi di incontri/scontri fino a giungere ad un finale imprevedibile. Una piacevole lettura. Carlo Battaglini (1960) è nato a Milano e vive a Settimo Milanese. Geologo, è molto impegnato nei problemi ambientali. Topes de collantes è il suo primo romanzo. Cosa sarebbe un mondo senza le parole dei libri? Un cortile di parole di Remo Rapino Edizioni Carabba Romanzo 348 pagine Euro: 24,50 ISBN: 88-95078-38-1 Il cortile di Aureliano era ormai un cortile di parole, una babele di storie, persone, sogni infranti, voli e cadute, viaggi e naufragi, silenzi che dicevano più delle stesse parole Recensione della Redazione di DANAE Aureliano Nemesio Veloso, il protagonista di questo libro, ci ricorda che tutti possiamo realizzare i nostri sogni, anche se, come sempre accade, per tutto c’è un prezzo da pagare. Aureliano è un semplice muratore, sa a malapena leggere, ma il rinvenimento casuale di un libro gli rivela un mondo ricco e insospettato e cambierà la sua intera esistenza. Il libro di Remo Rapino ci racconta, con una scrittura fervida e sognante, una storia vera, quella di un operaio a giornata, che nella realtà si chiama Evandro dos Santos, il quale, frugando tra le mille discariche di Rio de Janeiro, riesce a raccogliere trentamila volumi, e li conserva accatastati tra casa e cortile. Il famoso architetto Oscar Niemeyer, venuto a conoscenza di questo fatto incredibile e straordinario, si impegna a realizzare il progetto di una biblioteca. Nel romanzo, Aureliano riesce davvero a realizzare il suo sogno, affiancato da personaggi intensi e straordinari, come l’amata Florinda Rosas, con la quale intreccia una struggente storia d’amore, l’amico Oppiano Lunario e il cane Dinà. Remo Rapino vive a Lanciano. Insegna Filosofia e Storia al liceo classico. Ha pubblicato: Dissintonie (1993); C. Michelstaedter: l’asintoto il peso l’assoluto impossibile (1994); La vita buona (1996); Caffetteria (1998); Anxanavis (1998); Terre rosse Terre nere (1999); Sotto la neve l’erba e altre storie (2001); Cominciamo dai salici (2002); La profezia di Kavafis (2003). Romanzo in dieci scene e un intermezzo Un gesto all'improvviso di Franco Valobra Edizioni Angolo Manzoni Romanzo 121 pag. - Euro: 10,00 ISBN: 88-88838-41-4 Sollevò le braccia divaricate verso l'alto e cantò uno dei pezzi da lui favoriti di quella semisconosciuta opera buffa di Cimarosa. "Chi inventò l'Asinità?", con la sua bella voce intonata. E poi, secondo copione, al cielo tre Ah! Uno dopo l'altro, onomatopeicamente simili al raglio di un asino. Nel cortile i pavoni fecero sparire in fretta la ruota e corsero come impazziti zigzagando. Lui richiuse la finestra. Non voleva che quel canto fosse scambiato per un messaggio al mondo. Era semplicemente l'espressione della sua autentica allegria. Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano Romanzo in dieci scene e un intermezzo, recita il sottotitolo. Si tratta, in realtà, di dieci racconti che si possono anche leggere in ordine sparso, ma "intrecciati" tra loro da un motivo conduttore, il compositore Domenico Cimarosa, presente accanto a tutti i personaggi del libro, con la sua musica o, addirittura, come figura paterna da "uccidere" per liberarsi di un complesso edipico. Piccole storie un po' surreali, eppure intrise di quotidianità, quelle di Franco Valobra, che attirano come le ciliegie e si fanno leggere con divertita curiosità, una dopo l'altra, ironiche, leggere, sorprendenti nel finale. I personaggi - quasi tutti maschili - sono quelli che incontriamo ogni giorno, ma la lettura di questo libro ci insegnerà a vedere con occhi nuovi: dietro il direttore di banca, stanco della sua vita agiata e un po' noiosa, il tranquillo professore di biologia, il giovane automobilista che ha causato un grave incidente, infatti, possono nascondersi individui sorprendenti, capaci di inventarsi una nuova identità e professione, di sedurre Satana in persona, o di trovare, inaspettata e incredibile, una sensazione di folgorante felicità. Franco Valobra nasce a Torino il 16 marzo 1924. A vent'anni si iscrive clandestinamente al Movimento Giovanile del Partito d'Azione e in quella occasione conosce e stringe amicizia con un compagno che resterà un suo punto di riferimento per tutta la vita: Claudio Gorlier. Terminata la guerra, si laurea in farmacia, ma dopo cinque anni decide di dedicarsi al giornalismo e alla critica cinematografica. Autore di saggi su Camus, Ezra Pound, Jung, Pavese e Vittorini, di interviste-saggio a Fred Astaire, Ginsberg, Vargas Losa, Ionesco e Sciascia, partecipa anche come attore ad alcuni film (uno per tutti: Il nome della Rosa). Non è vero che il treno passa una volta sola... Una volta sola di Donatella Decise I fiori di campo Romanzo 200 pagine Euro: 13,00 ISBN: 88-7350-335-4 Il fatto è che non potrai mai sapere con certezza se stai per compiere un gesto che darà una svolta definitiva alla tua vita, né in che modo la tua decisione influenzerà le scelte future, né se prendendo un treno perderai una coincidenza o arriverai in tempo per un’altra. Recensione di Bruna Nizzola Storie vere, narrate come fiabe e storie inventate, con l’autenticità coinvolgente del vissuto: in questo singolare gioco letterario consiste la peculiarità del libro di Donatella Decise. Già dalle prime pagine si sprofonda nel flusso felice della narrazione. Personaggi e vicende si fanno sfogliare con curiosità e partecipazione. Sono vite di persone comuni, talora, come nel lontano passato di guerra, proiettate in un’avventura più grande di loro e sempre, anche nella contemporaneità, in bilico tra l’entusiasmo degli ideali, dei sogni, degli aneliti alla libertà, alla giustizia, all’amore, e la prostrazione della realtà, spesso ingiusta e spietata. Le storie s’intrecciano, si sovrappongono o s’incastrano come le tesserine di un “puzzle”. Portano dall’esigenza di riconoscerci in un passato, in cui affondare le nostre radici, alla necessità di coltivare con pazienza un senso del futuro. La lettura procede, via via, in un clima d’attesa, poiché si avverte il legame misterioso che unisce i racconti: l’orologio che, sia pure in tempi e luoghi diversi, sembra scandire i ritmi di comuni destini. Il libro di Donatella Decise rientra a pieno titolo nelle “buone letture” che l’appassionano, come risulta dalla quarta di copertina di "Una volta sola". Donatella Decise nasce a Legnano nel 1971. Sposata, laureata in chimica, presta servizio per qualche anno all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, poi prosegue il suo percorso professionale in oncologia nell’industria farmaceutica. È appassionata di astronomia e buone letture. Una volta sola rappresenta il suo esordio narrativo. I sogni e i bisogni dei giovani, l’ecstasy e l’amicizia sullo sfondo di una Milano grigia e uggiosa Uscite di Harold Falco Michele Di Salvo Editore Napoli Romanzo 172 pag. - Euro: 10,33 ISBN: 88-87452-36-9 "Quanto costa?” chiedo dicendomi che è per curiosità, solo per saperlo, ma sapendo bene che la decisione è già stata presa. Scivolata dentro di me naturalmente, come un sassolino giù per una montagna. La posso travestire chiamandola curiosità, impulso, desiderio di far parte del gruppo, non lo so, difficilmente faccio qualcosa per un solo motivo" Recensione a cura di Maria Minervini Uscite, opera prima di Harold Falco, è un romanzo in cui si sintetizzano una buona capacità narrativa ed una valida coerenza strutturale con uno stile classico, ma non manieristico, dotato, al contrario, di una non trascurabile vena di originalità. Un romanzo sui sogni e i bisogni delle giovani generazioni sullo sfondo di una Milano grigia e uggiosa, la storia di un’amicizia un po’ fuori dagli schemi, ma non per questo meno autentica, che alimenta, pur senza nutrirsene, una spietata sudditanza alle regole non scritte del divertimento del sabato sera: musica, sballo e droga. Un lento avvicinamento ai paradisi chimici dell’ecstasy attraverso la scansione monotona di un tempo che vorrebbe allargarsi verso orizzonti più ampi e che invece resta incastrato nell’opprimente ripetitività degli ambienti famigliari e scolastici - qui resi in maniera sorprendentemente realistica - fino a ricercare la libertà in pasticca, una libertà artificiosa ed evanescente qual è quella della droga. E, fatto non da poco, il tutto è raccontato sì con dovizia di particolari, ma senza il tono pedante e didattico che priverebbe il romanzo della sua naturale neutralità, condotto sul filo dell’indagine introspettiva, registrazione fedele di pensieri e stati d’animo del protagonista-narratore. Una scrittura avvolgente, più che coinvolgente, che ossessiona il lettore sin dalle prime pagine con un ritmo lento, quasi indolente, e che progressivamente diviene invece sempre più affannata, allucinata come i sensi del protagonista sotto l’effetto degli stupefacenti; chi racconta e chi legge tendono ad unificarsi sotto le sembianze di un unico individuo, quell’io narrante di cui non viene mai pronunciato il nome e che pertanto può essere, allo stesso tempo, sia personaggio "finito" "delineato" "romanzato" che soggetto "aperto" all’identificazione con chiunque di noi. Un buon esordio, in definitiva, purtroppo con una veste editoriale modesta. Ma, lo sappiamo bene, in questo Paese manca una vera attenzione agli emergenti, ed è proprio a loro, a quelli che valgono, che si rivolge l'attenzione di DANAE A qualsiasi età, c’è sempre spazio per l’amore Valeleu di Iano Lanz Edizioni EEE-Book Romanzo 224 pag. - Euro: 15.00 ISBN: 88-6690-067-2 – Quanti anni ha? – Ha l’età giusta... Iano non è solo bravo, ma anche dotato... di grande sensibilità e discrezione. Recensione di Piera Rossotti Pogliano Valeleu, il titolo del romanzo, è un’ espressione romena a intercalare, ripetuta alla fine di ogni strofa in una canzone tradizionale di Maria Tanase, la più grande cantante di musica popolare della Romania. Il romanzo è molto interessante per le tematiche che affronta: la terza età (gloriosamente vissuta!), il nuovo turismo dai Paesi dell’Est, l’immigrazione, l’accoglienza, la famiglia “allargata”... Il protagonista, Giuliano, detto Iano, è un ultrasessantenne ancora in buona forma grazie ai suoi trascorsi sportivi, molto amato dalle straniere, sia per le sue doti sportive, sia per le sue performance amorose. Personaggio simpaticamente superficiale, non si pone grandi problemi etici o esistenziali, le sue riflessioni durano “il tempo di una passeggiata”, è rimasto “un fanciullone che pensa solo a se stesso, ma che è capace di grandi gesti di generosità”. Proprietario di un casale in campagna, non esita ad accogliere, su richiesta del suo amico parroco Don Gabriele, una coppia di rumeni, Giorgio e Suzana, che lavorano duramente e conducono la piccola azienda agricola con scrupolo e onestà, e con loro Iano costruisce, senza praticamente rendersene conto, un rapporto basato sul rispetto reciproco e su una fraterna amicizia. La famiglia si allargherà ulteriormente con l’arrivo in Italia di Marioara, sorella di Suzana, che si innamora di Iano. Marioara si impiega come badante e, nei momenti di festa, canta con la sua bellissima voce le canzoni tradizionali romene. Quando arrivano in Italia anche i figli adolescenti della donna, che è vedova, tutto farebbe pensare ad una positiva “sistemazione” della nuova famiglia, anche perché Iano prende subito a cuore le sorti dei due ragazzi. La vita, però, non è sempre prevedibile... Iano Lanz, (si tratta di uno pseudonimo) è un maturo insegnante, Isef di Roma. Oltre l’insegnamento, ha approfondito temi legati alla cultura folklorica, è stato direttore artistico di un noto festival di folklore; ha scritto per riviste specializzate e di turismo, italiane e straniere, contribuendo a diffondere, a livello nazionale, i contenuti della Raccomandazione UNESCO sulla salvaguardia della cultura tradizionale e popolare. Si è specializzato nella cura di patologie osteo-articolari della terza età ed è convinto che una sana anzianità , vissuta con buona motricità e sentimento, aiuti a invecchiare bene. Nel catalogo DANAE, l'autore è presente anche col romanzo Lanziano e le divine compagnie. La vera Napoli, raccontata in 53 racconti! Vedi Napoli e poi scrivi ILOPAN (Napoli allo specchio). di: Autori Vari, a cura di: Aldo Putignano Kairòs Edizioni Antologia di racconti 248 pagine Euro: 10,00 ISBN: 88-901276-9-4 Smisurata. Apatica. Contemplativa. Bigotta. Respingente. Bipolare. Hegeliana. Retrò. Insicura. Aggressiva. Seduttrice. Minerale. Salvifica. Conciliante [...] Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano "Questo libro, sovrabbondante e polifonico, è il nostro modo di raccontare Napoli", scrive il curatore della raccolta, Aldo Putignano. La polifonia è assicurata da cinquantatré racconti di autori affermati e di dilettanti, questi ultimi selezionati tramite un concorso: tante voci diverse, tante sfaccettature, come un prisma che scompone la luce. "Chissà, si chiede Putignano, se siamo riusciti nel nostro intento?" Per me, che vivo nelle nebbie invernali e nelle afe estive del profondo Nord, Napoli finora è stata soltanto quella del teatro di Eduardo e delle canzoni di Murolo, del Corricolo di Dumas, della pizza e della pastiera di grano, dei delitti di camorra di cui periodicamente riferisce il telegiornale. In questo libro, ho trovato tanti altri volti della città: una Napoli dai toni foschi, con il lavoro nero, i "bassi", i barboni alla stazione, gli scippi, ma anche la Napoli "ripulita di cielo e di vento", con la sua bellezza da cartolina. Vi ho trovato i vialoni di Scampia e il Vulcano che parla "sotto il manto della lava ispessita per raccontare i suoi ricordi". Nell'insieme dei racconti si trova una città di cose e di persone, di puzze e di profumi, come "quell'odore di ragù che solo qui ti permea l'anima"... e pure visioni di una Napoli del passato, dove un turista inglese (Oscar Wilde, nella fattispecie) è facile preda degli scugnizzi, o la città di fine della guerra, che pare "'na zoccola accisa di mazzate". Su tutto, come una canzone, la melodiosa "napoletanità" della lingua. No, forse in queste pagine non è riuscita a entrare tutta Napoli, però un pochino siete riusciti a raccontarcela. Aldo Putignano, dottore di ricerca in Letteratura Italiana, collabora con la rivista "Critica letteraria". È coordinatore di Homo Scrivens, la prima compagnia italiana nata con l'intento di selezionare e valorizzare nuovi autori attraverso eventi letterari e uno spazio on line; ha curato il volume "Faximile, 49 riscritture di opere letterarie" (Frilli, 2004) e la sceneggiatura dello spettacolo teatrale "Sottopensiero". Pepite d'oro dalla Lettura Incrociata. La terza @ntologia del Rifugio Venti d@lla rete di: Autori Vari, a cura di: Piera Rossotti Pogliano Pubblicata sotto l'egida del sito: Il Rifugio degli Esordienti Edizioni Graphe.it Antologia di racconti 208 pagine Euro: 9,00 ISBN: 88-89840-10-2 Insomma, gli era presa quella smania di chi racconta storie e non sa mai se sono più belle quelle che gli sono veramente accadute oppure quelle che ci si inventa, in cui si taglia giù di grosso, e tutto appare facile... Recensione a cura della Redazione di DANAE Il Il Rifugio degli Esordienti è, da molti anni, un punto di riferimento per autori esordienti, ai quali offre gratuitamente una grandissima mole di informazioni, consulenze legali, notizie sui premi e sul mondo dell'editoria, continuamente aggiornate, ma anche un servizio, denominato Lettura Incrociata, che permette di far leggere, anche in modo anonimo, i propri romanzi o racconti ad un folto gruppo di lettori e collaboratori, per i quali l'unica - purtroppo infrequente ricompensa, è la scoperta di una "pepita d'oro", di un bel racconto, ben scritto, tra le centinaia che pervengono ogni anno. E noi del Rifugio siamo dei grandi sognatori che si ostinano a catturare il vento usando un retino per le farfalle. Lo strumento, ne conveniamo, non è tra i più efficaci, ma i piccoli straccetti di vento che vi restano impigliati sono intensi e preziosi. Venti d@lla rete sono, per l'appunto, venti racconti che, tra i tanti che ci volavano intorno, abbiamo catturato perché sono carichi di "sentimenti minuti, tedii, felicità, incertezze, vanaglorie, nausee di sé", ma anche di fantasia e di passione, ironia e allegria e "delle cose che s'è avuto o capito in realtà vivendo". Li abbiamo scelti, come già è accaduto per le precedenti due @ntologie, senza che tutti gli amici che frequentano il Rifugio sapessero che cosa stavamo facendo; anzi, noi stessi abbiamo selezionato i testi ignorando il nome degli autori, per lasciarci trasportare soltanto dalla parola scritta, dalla forza della vita che vi era dentro, filtrata dalla magia del racconto. I racconti che troverete in Venti d@lla rete sono molto diversi tra loro, sia come stile, sia come tematiche, ma hanno un denominatore comune: sono scritti bene... e le nostre @ntologie, R@cconti senza rete e Oltrel@rete lo diciamo con orgoglio, sono state adottate come testi di riferimento in diversi corsi di scrittura creativa. Ma c'è anche un altro elemento che ci fa molto piacere: la grande varietà degli autori, di età compresa tra i venti e i novant'anni, perché la buona scrittura non è né maschile, né femminile, né giovane, né vecchia. Noi, dal canto nostro, ci abbiamo messo tutta la nostra passione. Il risultato ci piace assai e, siamo certi, piacerà ai lettori! Piera Rossotti Pogliano, Piera Rossotti Pogliano, presente in questo catalogo con "Diario intimo di Filippina de Sales, marchesa di Cavour" (Torino, L'Angolo Manzoni), e con "Il ventre pieno di farfalle" (Torino, Robin Edizioni), insegna scrittura creativa all'Uni3 di Moncalieri (TO) e si dedica da molti anni alla selezione e promozione di narratori e poeti esordienti, sia attraverso Il Rifugio degli Esordienti, sia come coordinatrice del Settore Selezione Libri di DANAE. Ha anche curato le prime due @ntologie del Rifugio, "R@cconti senza rete" (Napoli, Di Salvo) e "Oltrel@rete" (Roma, Proposte Editoriali). Storie lievi su grandi e piccoli casi della vita Venti racconti ventilati «Il vecchio conosceva e di Giuseppe Damiano Pala Edizioni Kimerik Racconti 154 pag. - Euro: 14 ISBN: 978-88-6096-660-5 amava la vita. Lui era venuto al mondo ridendo, questo era sicuro perché sua madre gliel’aveva raccontato e la levatrice l’aveva confermato. Trascorsa un’intera vita facendo ridere gli altri, voleva entrare nella morte allo stesso modo: ridendo.» Recensione di Maria Sole Marinelli «Venti racconti ventilati»: il titolo esprime perfettamente l’atmosfera che queste brevi storie, tutte diverse, evocano quando le si legge; racconti di Giuseppe Damiano Pala riescono ad essere sempre lievi, ariosi, anche quando trattano argomenti non superficiali. Lo stile sempre piano e chiaro, le descrizioni ricche di dettagli e il lessico curato trasmettono al lettore una sensazione piacevole, fresca, che invoglia a continuare la lettura: ci sono esercizi di stile di autori in cerca di ispirazione; ci sono coppie innamorate che si perdono, si cercano, si ritrovano, e coppie che invece non hanno mai smesso di amarsi; ci sono amori che finiscono - alcuni con una risata, altri con un pianto - e amori che cominciano; ci sono commissari che brancolano nel buio di un caso difficile, d’estate, quando in città fa troppo caldo per pensare; ci sono ubriachi che razionalmente ci spiegano perché guidano ubriachi; c’è la storia di un piede; c’è persino Batman. C’è l’amore, in questi racconti, ma c’è anche la morte: affrontata a volte con una risata, come ne “L’uomo che faceva ridere”, una riflessione dolce sull’ironia della vita, e a volte esprimendo tutta l’angoscia che ogni essere umano si porta dietro se riflette sull’inevitabilità del male e del dolore, come in “Di male in peggio”. Ci sono dunque molte storie, piccole e grandi, narrate da punti di vista molto diversi; tutte legate, però, dalla volontà di raccontare le gioie, i dolori e le idiosincrasie della natura umana. I racconti di Pala, coinvolgono, divertono, fanno riflettere, senza mai risultare pesanti, rimanendo sempre ariosi e “ventilati”, proprio come il titolo promette. Giuseppe Damiano Pala è nato a Nughedu San Nicolò, piccola località montana del Logudoro in Sardegna. Impiegato in una multinazionale tedesca, vive con la moglie e Reggio Emilia. La storia di un cattivo soggetto Vita da avventuriero di Silvana Cellucci Tabula Fati Romanzo 128 pagine Euro: 7,00 ISBN: 88-7475-055-2 "Al ladro! Prendetelo... prendetelo... mi ha scippato!" strillò la malcapitata, alzandosi in piedi. Rufo era già scomparso all'orizzonte, stringendosi al petto il suo bottino. Magro bottino, constatò più tardi alla luce di un lampione, quando, abbastanza lontano dal luogo del furto da non potere essere più pizzicato, rovistò nella borsa della sconosciuta. Bastava, però, a sfamarlo almeno per quella sera. Recensione di Piera Rossotti Pogliano Impossibile leggere Vita da avventuriero senza vedere il protagonista, Rufo Rango, come un pícaro del Novecento, a cui si attagliano tutti i significati del vocabolo spagnolo: straccione, vagabondo, mendico, furfante, mascalzone... Rufo non è un buon soggetto, ed egli stesso non ha difficoltà ad ammetterlo. Difficilmente si metterà su una buona strada perché, come confessa, gliene mancano "la voglia e l'occasione". La vita, però, sembra volergli offrire a tutti i costi numerose opportunità di redenzione, che il giovane non saprà cogliere. Proprio come in un romanzo picaresco, gli episodi si inanellano uno dietro l'altro, "ad infilzamento", secondo la definizione di Viktor Šlovskij, senza nessun appesantimento moralistico da parte dell'autrice, che ci presenta un vero e proprio "studio dell'imperfezione" di un personaggio negativo e cinico con una prosa scarna ed essenziale, e ci accompagna nel suo percorso fisico e nel suo percorso interiore. Come un vero pícaro, il protagonista di questo romanzo è privo di illusioni, disposto a ricorrere all'inganno e all'illecito per sopravvivere, lontano da ogni codice morale, dentro e non contro la società, ma di fatto isolato e incapace di rapporti umani diversi da quelli che instaura con gli amici con i quali gioca a biliardo o con le ragazze delle case di piacere, in questa storia che potremmo definire di pseudoformazione di un antieroe, perché il protagonista, pur nel passaggio dalla giovinezza alla maturità, rimane sempre lo stesso cattivo soggetto. Silvana Cellucci ha al suo attivo una trentina di romanzi, tra cui La montagna delle storie, L'ombra del passato, Racconti siciliani, Il pianista ed altri, tutti editi da Tabula Fati. Shazada, figlio del vento, con un sogno: correre libero e felice Zucchero e Peperoncino di Barbara Miele Edizioni Miele Romanzo 132 pag. - Euro: 11,00 ISBN: 978-88-6332-002-2 “Ascolto il fruscio del vento con le sue orecchie, sento la morbidezza del terreno attraverso i suoi zoccoli, percepisco ciò che lui prova durante la corsa attraverso i suoi muscoli contratti.” Recensione di Claudio Santovito Un racconto molto interessante, costruttivo, capace di appassionare lettori di qualsiasi età: una sfida personale e professionale tra un’addestratrice ippica e un cavallo restio alla sottomissione e all’addestramento. Lui, Shahzada, il piccolo principe, il figlio del vento, sogna di correre felice, spensierato, senza ordini, senza inibizioni. Senza violenza. Un cavallo di razza araba che, dopo numerosi tentativi di addestramento da mani inesperte e di piccole violenze più o meno involontarie (quali la castrazione), viene affidato alle cure e alla professionalità della protagonista Barbara, la quale lavora in un Centro Ippico, allena i cavalli e possiede le conoscenze e gli strumenti per tentare di domarlo. Malgrado il cavallo, a causa delle precedenti sfortunate peripezie, si dimostri inizialmente diffidente e intrattabile, Barbara, con pazienza, coraggio e tanta passione riesce ad ammansirlo e a diventare “un corpo unico” con l’animale. La novità del racconto, oltre alla sua freschezza e immediatezza stilistico-tematica, è incentrata sull’abilità di Barbara, la quale con grande pazienza attua un processo di educazione e maturazione sia del cavallo, sia soprattutto di se stessa. Il finale non è interpretato come una supremazia dell’uomo sull’animale, della ragione sull’istinto, ma sulla reale possibilità di interazione tra uomo e animale. Infatti, nei momenti chiave del racconto, la parola passa (con meraviglia del lettore) al piccolo Shahzada, il quale inizia a parlarci e a delineare il suo profilo psicologico, trasformando la visione onnisciente e unitaria del narratore in una visione dicotomica. Non soltanto bastone e carota, ma anche abilità, competenza e pazienza. Barbara Miele nasce nel 1970 a Lugano (Svizzera) ma vive a Lecce dal 2001. Amante dei cavalli, pratica l’equitazione fin da piccola. Dal 1987 al 1989 frequenta la Scuola Svizzera per diventare Istruttore di Equitazione, praticando diverse discipline equestri, pur prediligendo fra tutte l’addestramento di giovani cavalli e la rieducazione dei soggetti problematici. Ha studiato psicologia equina appassionandosi a quella dell’Essere Umano, su cui vertono i suoi precedenti libri “Sara sarà” (2006, semifinalista del Premio Letterario Penna d’Autore), “L’incognita se” (2007), e “Noi: due io” (2008). THRILLER, GIALLI, FANTASCIENZA Tutto è possibile su Argon3, tranne annoiarsi! EDEN di Maurizio J. Bruno Edizioni Tabula Fati Fantascienza - Azione 280 pag. - Euro: 19,00 ISBN: 978-88-7475-488-5 “Erano arrivati al villaggio da poche ore e Raoul poteva già archiviare nella sua memoria il «Tuffo di Acapulco», una delle attrazioni più pubblicizzate di quel villaggio. Ma in realtà le cose che si potevano fare su Argon 3 erano così tante che cinque giorni erano il minimo per poterne provare almeno la metà.” Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano Ambientato a Milano e sul pianeta abitabile Argon3 alla fine del XXI secolo, costruito con rigore, Eden è un romanzo di fantascienza. Un'affascinante ipotesi sulla nascita della vita umana sulla Terra, e le inevitabili riflessioni che questo ci induce a compiere sulla nostra stessa civiltà, vengono proposte al lettore attraverso una scoperta progressiva e un meccanismo di costruzione narrativo in cui si alternano due diversi punti di vista, e la storia che ne risulta si legge senza fatica, con l'attenzione continuamente sostenuta dalla curiosità di vedere "quel che accadrà poi". I personaggi non sono superuomini o supereroi, ma persone comuni, nelle quali non è difficile identificarsi, con pregi e difetti che potrebbero anche essere nostri. Di Capua è semplice e simpatico, non privo di un tocco di dabbenaggine nei rapporti umani, Raoul è addirittura un anti-eroe, eppure sarà proprio un suo gesto a salvare, forse, l'umanità. Simpatici i personaggi femminili, pieni di brio e, anche loro, con i loro piccoli e grandi segreti, i loro difetti e le loro buone qualità. Molto attento all'aspetto dei rapporti umani, l'autore mette in risalto l'interazione tra i vari personaggi e, con mano molto leggera, analizza anche i delicati rapporti di coppia. Nel suo genere, un ottimo romanzo, che avvince con l'azione, ma che fa anche pensare, proprio nella linea della prima opera narrativa di Maurizio J. Bruno, RALF (Torino, Taurus, 1999, riedito poi da UNI-Service nel 2008), in cui l'autore si chiedeva quali fossero i significati di "intelligenza" e "vita"; secondo me, questo romanzo è di livello ancora superiore. Maurizio J. Bruno è nato a Pinerolo [TO] nel 1964 ma è vissuto da sempre in Campania, a Nocera Inferiore [SA]. Laureatosi in ingegneria elettronica all’università di Napoli, oggi vive a Rieti, dove lavora come manager di un’importante azienda produttrice di apparati elettronici. Ideatore e gestore del sito internet Il Rifugio degli Esordienti dove gli autori alla ricerca di un editore possono trovare utili strumenti e tantissime informazioni, e dell’associazione DANAE che si interessa di promozione e distribuzione di libri di Autori ancora poco noti, MJB scrive anche per diverse riviste letterarie ed è un frequentatore abituale di molti forum letterari. Il suo romanzo di esordio RALF, dopo essersi qualificato al quarto posto del "Premio Urania", il più prestigioso concorso italiano per romanzi inediti di fantascienza, è stato pubblicato prima casa editrice Taurus di Torino e poi, in una nuova edizione migliorata e arricchita, dalla UNI-Service di Trento. Il suo ultimo romanzo pubblicato è VELI, con Filios Editore Una morte improvvisa e oscena. Delitto o gioco erotico finito male? Il demone nel cassetto di Roberto Bendini La Piccola Editrice Thriller – Giallo 151 pag. - Euro: 10,00 ISBN: 88-7258-412-5 «Franco è abituato alla vista dei cadaveri. I cadaveri e il sangue sono parte del suo lavoro. Ma questa volta viene colto di sorpresa e una leggera nausea gli sale alla bocca.» Recensione a cura di Gaia Seregni Il corpo di Venanzo venne trovato il giorno di Natale, morte per asfissia autoerotica è la diagnosi del coroner. Tutti sembrano propensi a crederlo, anche Franco, un dottore di Roma venuto a trascorrere le vacanze a Castel del Lago; in più pare che il morto ricevesse in casa, la sera, una giovane prostituta. Irma, la madre di Franco, non vuole però credere a questa ipotesi assurda né al fatto che il suo migliore amico fosse dedito a certe pratiche oscene. Anche Tano Testa, giovane commissario incaricato dell’inchiesta, pare dubbioso. Quale sarà la verità? Il lettore sarà portato a cercare di risolvere il caso prima del commissario, ma l’abilità dell’autore di creare psicologie complesse e risvolti inaspettati rende incerta qualsiasi conclusione. Solo la forza intuitiva di Tano Testa e la sua capacità di capire le persone e decifrarne le emozioni lo condurranno alla risoluzione del mistero. Roberto Bendini, con semplicità e con uno stile introspettivo, ci guida attraverso un racconto dove la complessità dell’animo umano sarà causa di pensieri e azioni impensabili. Tutti abbiamo qualcosa da nascondere: uno scheletro nell’armadio, un demone nel cassetto. Di cosa è veramente capace una persona quando vede minacciata la propria sfera affettiva? Roberto Bendini è nato a Giano dell’Umbria. Laureato in Medicina e Chirurgia, esercita la professione a Celleno (VT), dove risiede. È cultore di arte moderna e contemporanea Un novello Adamo dal futuro Il frutto del peccato di Francesco Lodigiani Caravaggio Editore Fantascienza 254 pag. - Euro: 14,00 ISBN: 978-88-95437-05-7 - Io sono Harlan, soldato del maestro Archete, e sono venuto dal futuro per salvare l’umanità dell’uomo eliminandoti. - Io mi chiamo Talete, non ho nessun maestro e sono nato per salvare l’uomo dalla sua umanità. Recensione a di Chiara Garavaglia In un futuro supertecnologico, all’interno della base militare segreta di Mileto, le geniali ricerche dello scienziato Archete hanno reso possibile la trasmigrazione dell’anima da corpi umani corruttibili ad altri perfetti e indistruttibili al fine di creare finalmente l’esercito invincibile. Harlan, soldato dal bellissimo corpo sintetico, è l’esperimento di maggior successo di Archete, la sua splendida creatura. Harlan è destinato, a detta dello scienziato che egli venera come un maestro, alla più grande delle missioni: alle capaci mani del suo capolavoro, infatti, lo scienziato affida la realizzazione del visionario progetto di salvare l’umanità stessa degli uomini. Per questo Harlan viaggerà nel tempo, fino all’attimo preciso in cui il destino dell’uomo, secondo Archete, conoscerà la svolta decisiva. Nel momento in cui Harlan si appresta ad eseguire gli ordini del suo creatore, l’incontro con il ragazzo la cui morte dovrebbe portare alla salvezza del genere umano si rivelerà il granello di sabbia finito negli ingranaggi perfettamente oliati del piano di Archete. Da quel momento la vita di Harlan subirà una serie di inquietanti sconvolgimenti: dalla misteriosa scomparsa dell’amata all’incontro con gli Estraniati che vivono al di fuori della base di Mileto, fino alla follia distruttrice di un computer senziente. Harlan, dunque, per fuggire da quello che credeva il proprio Eden, si batterà contro tutto e tutti, alla disperata ricerca della libertà, scoprendo, come un novello Adamo, quanto dolorosamente a fondo possa colpire la lama affilata della verità e quanta forza sia necessaria per accettare il frutto del peccato. Francesco Lodigiani è nato a Lodi nel 1975 e vive da sempre a Spino d’Adda. Laureato in agraria, ha scelto di fare l’agricoltore. Quattro anni fa ha deciso di scrivere un libro, e Il frutto del peccato rappresenta la sua prima fatica letteraria. Quando Napoli indossa la maschera del demonio Il Mistero di Via Toledo di Mariagrazia Giuliani Edizioni Giraldi Thriller 380 pag. - Euro: 13.00 ISBN: 978 88 6155 166 4 Un valzer si profuse nell’aria, Angela cominciò a danzare pensando di essere tra le braccia di suo padre. Un principe? Doveva saperne di più. Recensione a cura di Consuelo Taccani Quello di Angela Sergi è un passato radicato in una Napoli che seduce con la poesia e il mistero. La giovane vive in America da molti anni ma decide di tornare in Italia, terra dove ha trascorso la sua più tenera infanzia. Suo padre desiderava che la figlia non tornasse mai più in quella città, invece, in lei vince il desiderio di annientare l’ombra che oscura il suo passato. E’ profondamente drammatico scavare nella propria vita per doverla comprendere e renderla più autentica e ancor di più è doloroso doversi scontrare con la nostalgia di ricordi dolci e confusi, che affiorano, pagina dopo pagina. Angela troverà a Napoli l’amicizia, quella vera, conoscerà l’amore e alla fine farà luce sul suo passato. Quante meraviglie offre e quante domande pone, Napoli! La città cala la ragazza in un’atmosfera meravigliosamente accogliente e alquanto enigmatica; storia, arte, cultura si intrecciano col sole caldo e gentile e nel contempo con il buio della violenza e dell’odio. Angela non è sola, quante persone ci sono su cui può contare e altre di cui deve diffidare! Le sue giornate si alternano tra il lavoro di restauro della Chiesa dei Girolamini e le serate trascorse sul divano nell’appartamento dei suoi avi sito in via Toledo, immersa nella lettura del diario di sua zia Virginia; quanta nostalgia, quanta tristezza e quanti ricordi evocano quelle pagine! Sulle note della dolce musica di Chopin, Angela si trova al cospetto di inspiegabili eventi che accadono nell’appartamento di fronte al suo, ombre inquietanti, maschere demoniache, trilli minacciosi diventano un incubo insopportabile e imminente. In un crescendo di suspence il passato prima irrisolto troverà una propria spiegazione. Mariagrazia Giuliani con uno stile semplice, preciso, lucido illustra le tappe di una vicenda avvincente, colma di arte e di emozioni. L’autrice fa trasparire un intimo affetto per Napoli e il thriller che offre al lettore fa emergere con delicata vivacità la bellezza di una città che non deve essere ricordata solo per la violenza. Mariagrazia Giuliani è nata a San Giorgio a Cremano, città in provincia di Napoli che è ricordata per aver dato i natali anche a Noschese e Troisi. La Giuliani è una scrittrice eclettica, le cui opere sono realizzate sia per i ragazzi che per gli adulti. Riconosciuta in diversi concorsi letterari, tra cui il premio internazionale Città di Cava, Mariagrazia vuole coinvolgere il lettore in qualche ora di piena tranquillità, lasciando che si lasci dietro alle spalle i tormenti incombenti del nostro mondo. Il thriller corre su internet… Io ti cerco di Maurizio Lanteri Edizione Le Streghe Thriller 336 pag. - Euro: 16,53 ISBN: 88-8472-097-4 Ho fatto giorno davanti al desktop... La mia ossessione ha un nome in codice: ICQ. Diffidate! Dietro quelle innocenti lettere si nasconde la più diabolica invenzione partorita da mente umana Recensione a cura della Redazione DANAE Che cosa spinge gli appassionati delle chat a trascorrere la notte davanti a un monitor e a non vedere l'ora di rimettersi davanti ad un PC quando ne sono lontani, "con l'orgasmo del tossicodipendente verso la prima dose del giorno"? Come può un affermato professionista restare talmente invischiato nelle maglie della Rete da giungere a mettere in gioco la sua stessa vita? Daniele Alberti, un importante ginecologo quarantenne, dopo aver scoperto il mondo della chat, ne rimane coinvolto al punto che, in un breve volgere di tempo, la vita davanti al monitor e alla tastiera diventa la vita vera, mentre il lavoro si riduce ad incombenze fastidiose; il rapporto con la compagna, Anna, dalla quale ha avuto un figlio, si rivela più che altro un ostacolo da aggirare.Attraverso la chat ci si può innamorare perdutamente, come un ragazzino alla prima cotta, ma si può essere anche usati per fare l'amore, e obbligati a guardare "dentro il pozzo nero" delle proprie voglie. Chi è davvero la bella Lorenza? E "Donai" è oltanto il suo nick o significa qualcosa di più? A poco a poco, il gioco si fa pericolso, gli eventi che travolgono il protagonista si producono tra sogno e realtà, e la storia, da riflessione sulla dipendenza da chat, si trasforma in un affascinante thriller psicologico, in cui si intrecciano fantasie, delitti misteriosi, antichi culti e, fosche leggende del passato, con ritmo incalzante, suspense e colpi di scena, fino al sorprendente finale. Io ti cerco è il primo romanzo di Maurizio Lanteri, che ha dato prova di saper costruire una storia piena di spunti, raccontata con leggerezza e, a tratti, con ironia, ma soltanto apparentemente disimpegnata, perché capace di offrire molteplici chiavi di lettura, tra le quali ciascuno di noi certo sceglierà quella più vicina ai suoi interessi e alla sua sensibilità. Un libro da leggere tutto d'un fiato. (E, magari, da rileggere). Il richiamo ipnotico del mistero La casa del priore di M. Lanteri & L. Luini Traccediverse Thriller - Mistery 144 pagine Euro: 15,00 ISBN: 88-89862-25-4 Qui tutto spinge a guardare dentro di sé, a trascendere la materia, a scorgere il divino immanente in ogni cosa. Ci sono momenti in cui il diaframma fra noi e l'inconoscibile si assottiglia fino a lasciarsi permeare. Il mio parere è che si tratti di un luogo di culto, utilizzato dall'uomo fin dalla notte dei tempi. A lei stabilire dove finiscono le mie fonti storiche e dove inizia - come l'ha chiamata? Ah, sì: La poesia... Recensione della Redazione DANAE Che cos'è la "Casa del Priore"? Soltanto un'antica canonica benedettina trasformata in ristorante elegante ed esclusivo, o qualcosa di ben diverso, che cela segreti arcani, le cui radici affondano in un lontanissimo passato? E cosa c'entra un ristorante con la campagna contro le vaccinazioni dell'enigmatico professor Regis? Maurizio Lanteri, già presente nel catalogo di DANAE con "ICQ - Io ti cerco", si cimenta ora, a quattro mani con Lilli Luini, in un mistery che si legge d'un fiato, che si snoda a partire dal lontano 1976 (o, forse, l'azione inizia molto prima...), si svolge tra il 2008 e il 2009 e si conclude (o forse no...) nel 2015. Il protagonista, Ivano Divizia, è un giovane medico del servizio di Igiene pubblica dell'ASL di Imperia; accanto a lui, la bella Fiorella e tante altre donne, dalla Bonelli alla Galimberti, dalla Tabbò alla Loredana Pesce. Un bell'ambiente stimolante, dove "tutti fanno tutto, o niente, a seconda del momento o di accordi sottobanco". Poi c'è anche Annamaria, sportiva e salutista, segretaria torinese del professor Regis. Questi alcuni degli ingredienti e dei personaggi di una storia che, per ovvi motivi, non possiamo riassumere, per non togliere al lettore il piacere della sorpresa e della scoperta. Possiamo soltanto dire che si tratta di un libro agile e godibile, leggero da leggere per la presenza dominante delle parti dialogiche, ma anche un tantino inquietante perché, in fondo, siamo proprio sicuri che i nostri pensieri e i nostri sogni siano tutti sempre e davvero "nostri"? Maurizio Lanteri è nato ad Albenga (Savona). Vive a Garlenda, dove esercita la professione di medico pediatra. Lilli Luini è nata a Varese e vive a Taino. Laureata in sociologia, lavora nel settore finanziario come controller crediti. Scrivono insieme dal 2003. La Casa del Priore è il loro primo romanzo a quattro mani. Forse, le antiche storie non sono finite… La maledizione dei cerchiai di Gianni Brunacci Edizioni Creativa Giallo 194 pagine Euro: 13.00 ISBN: 88-89841-09-5 Da vicino, quel mucchio di panni somigliava di più al corpo di una giovane donna vestita con l'abito buono, di un color verde antico che faceva tenerezza. Ai piedi calzava sandali di vernice nera. La testa e la parte alta delle spalle erano immerse nell'acqua fresca e pulita della vasca, e allora Bacci si convinse di avere a che fare con un cadavere. Recensione a cura della Redazione DANAE I raggiolatti sono gente strana, "sbozzata come la pietra delle proprie case". Raggiolo è un paese di pietra antica sulle pendici del Pratomagno, che conservano memorie di antiche storie e, forse, di antiche maledizioni. Certo, l'aria che vi si respira non è molto salubre per il protagonista di questo romanzo poliziesco, l'ispettore Bacci, che pure vi si è recato per una vacanza, per rimettersi da un esaurimento nervoso. Quarant'anni, grasso, basso, calvo, Bacci è un vero e proprio antieroe, sovente maldestro e anche troppo amante dei fiaschi e delle bottiglie, ovviamente pieni di vino toscano. Questo personaggio fragile, ma simpatico e umanissimo, sarà messo a dura prova da due omicidi oscuri e incomprensibili, quello di Maria Pia, una studentessa, il cui corpo viene ritrovato orrendamente mutilato, e Giovanni, detto "il Mutino" perché non riesce ad articolare le parole, abbandonato sotto la pioggia battente col cranio fracassato. Delitti passionali? Apparentemente. Ma la verità nascosta è assai più inquietante. Quali segreti nascondono la conturbante Silvia, detta la "Marchesina Rossa", e l'enigmatica professoressa Allasio Mistretta? Buona la scrittura di questo libro, agile e asciutta, alleggerita dal dialogo, di cui l'autore fa un uso frequente ed efficace. I personaggi sono creati con mano leggera, ed appaiono vivi, concreti, credibili. Nato ad Arezzo, Gianni Brunacci è un libero professionista, appassionato da sempre di gialli e noir. Con l'editore Alberti & C, ha pubblicato nel 2004 il suo primo romanzo, Il verso delle allodole. Bugie! Solo bugie schifose! La terza era… La terza era di Lavinia Petti Tabula Fati Fantascienza 32 pagine Euro: 4,00 ISBN: 88-7475-091-9 In realtà, avevo saputo fin dall’inizio (da quella mia prima emozione) che sarebbe finita così. Era solo questione di tempo. E il mio tempo era scaduto. Recensione a cura della Redazione DANAE Trenta pagine soltanto: una lettura breve ma intensa, ancor più per i significati trasmessi che per gli accadimenti narrati. La trama del racconto, tuttavia, avvince subito il lettore proiettandolo verso un inquietante futuro alla Orwell. La giovanissima autrice, con il suo fantastico (ma non troppo!) mondo di robot, ha il merito di non limitarsi soltanto a narrare una storia che, sicuramente, coinvolgerà il lettore fin dalle prime righe, ma di condurre lo stesso a farsi domande sofferte sull’esistere, sulla realtà di un presente alienante e sulla possibilità del drammatico futuro di un’umanità completamente programmata, plagiata, robotizzata e negata alla sua più profonda essenza: la libertà dei sentimenti, delle emozioni. Lavinia Petti è nata a Napoli nel 1988. È iscritta alla Facoltà di Lingue e ama la lettura, il cinema e la mitologia. I misteri del conclave che portò all’elezione di Papa Wojtyla… Lo svizzero di Claudio Marcelli Proposte Editoriali Thriller 240 pag. - Euro: 10,33 ISBN: 88-87431-09-4 Padre Arnold era svizzero e prete, ma tutti e due i termini, in fondo, gli si adattavano male. Recensione a cura della Redazione DANAE Ci sono opere di autori esordienti scritte con una sicurezza e una maturità stilistica che le farebbero ritenere il lavoro di un professionista. Lo svizzero, vincitore della prima edizione del premio "Elsa Morante", è una di queste, senza dubbio, e la sapiente orchestrazione di una spy story piuttosto complessa fa perdonare anche alcune marginali imperfezioni. La morte del papa Paolo VI potrebbe essere l'occasione, per gli Stati Uniti, di far eleggere un papa polacco, operazione capace di destabilizzare anche l'URSS. Ma è troppo presto, e il Vaticano corre ai ripari. Le risorse non mancano, dal lungimirante cardinale Villot al raffinato ed enigmatico monsignor Martinelli, al modesto parroco svizzero Arnold Studer, che si rivela sorprendentemente ricco di risorse. Ma, forse, è così sorprendente perché ha alle spalle esperienze eccezionali, ed altre non gli mancheranno nel corso della storia... E Milena? Chi è davvero questa biondina indiavolata e tenera, irrequieta e vulnerabile? Anche se in misura modesta, fanno purtroppo brutta mostra di sé alcuni, deprecabili errori di battitura. Pochi, per fortuna, perciò non turberanno eccessivamente la piacevole, intrigante lettura di questo libro. Claudio Marcelli è nato a Roma nel 1945 e lavora e vive in campagna, nei pressi di Roma. E' fotografo e giornalista. Con questo suo primo romanzo ha vinto il premio letterario "Elsa Morante", indetto da Proposte Editoriali e da Tam Tam. Un futuro spaventoso in cui l’uomo smarrisce la sua Storia. Polvere di Giacomo Colossi Tabula Fati Fantascienza 30 pagine Euro: 4,00 ISBN: 88-7475-090-0 Si è ritornati al baratto, al brigantaggio, al cannibalismo. L’anarchia regna sovrana sulla Terra, da quando il tutto è iniziato. E l’uomo fa fatica a credere che è giunto al capolinea della sua storia. Recensione di Valentina Mancini Quante ipotesi formuliamo sul nostro futuro? Quanti progetti ci affanniamo a realizzare e quali sfide ci attendono? Sono questi gli interrogativi intorno a cui ruota Polvere e ai quali, con sguardo lungimirante, offre una risposta frustrante e amara. In un’avveniristica Venezia una prostituta robot descrive le ultime ore dell’umanità nonché quelle del suo ultimo cliente. La Terra è precipitata in un Medioevo fuori dalla storia e privo di domani dove onde elettromagnetiche distruggono ogni forma di vita biologica. Tra inspiegabili sofferenze e indicibili scenari, si muove l’umanità, ormai giunta al suo capolinea. Vittima di un invecchiamento precoce e privo di difese di fronte ad un progresso senza confini, l’uomo si arrende alla sua conquista più riuscita: l’androide. Atmosfere a tratti splatter a cui non sono estranei momenti di commozione, fanno di Polvere non tanto un monito, ma lo schizzo, eccessivo, volutamente iperbolico, ma privo di accenti banalmente moralistici, di un futuro spaventoso, ma purtroppo possibile. Una scrittura essenziale, cruda, un ritmo lento e pensato, quasi a voler fermare sulla pagina il silenzio che avvolge gli ultimi attimi dell’umanità, scortano il lettore verso un futuro disarmante ma forse non così lontano e improponibile. Un invito a riflettere sul nostro essere inspiegabilmente imperfetti e così misteriosamente umani. Giacomo Colossi è nato a Roma nel 1967. Insegna matematica in un Istituto di Istruzione Superiore Statale. Sposato, vive a Lograto, in provincia di Brescia. Scrive racconti di fantascienza, horror ed altro ancora. Ha ottenuto ottimi risultati all’Alien, all’Akery, al Future Shock (pubblicazione sulla rivista), all’Apuliacon ( pubblicazione internet) ed ad altri concorsi nazionali. Con il romanzo Polska99 è giunto terzo al Fantascienza.com. La "Cut-Up edizioni" ha pubblicato uno dei suoi racconti in un’antologia ed un altro in internet.. Dove finisce la tecnologia? E dove inizia la vita? RALF di Maurizio J. Bruno Edizioni UNI-Service Thriller 236 pag. - Euro: 11,00 ISBN: 978-88-6178-169-6 “Non hai sentito un po' di nostalgia quando hai rivisto Ralf?” “Beh, in effetti non ne ho avuto il tempo perché Claudio mi ha pizzicato immediatamente, comunque devo ammettere che mi manca quel giocattolo! Ma ora non avrei tempo da dedicargli, ovviamente!” Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano Con questo romanzo, finalista al “Premio Urania” e poi vincitore del concorso "Cercasi Autore", assistiamo alla nascita di una fantascienza "all'italiana", lontana da quella produzione americana quasi fumettistica, tutta mostri, astronavi ed improbabili incontri ravvicinati. Partendo da plausibili basi scientifiche, non viene mai trascurata l'attenzione alla costruzione dei personaggi, ai loro sentimenti e problemi quotidiani. RALF è un piacevole thriller tecnologico che muove da una domanda fondamentale: un'intelligenza artificiale, capace di fare esperienze, accumulare conoscenze e perfino imparare dai propri errori può essere considerata vita? Se la risposta è affermativa, allora ha un senso parlare di "cyber-etica", in una parola dei diritti di esseri dotati di questo tipo di intelligenza. Il romanzo si svolge su due storie parallele, la prima ambientata in una grande università italiana, dove un giovane ingegnere ha costruito un piccolo robot intelligente, la seconda ha per teatro il prestigioso Massachusetts Institute of Technology, in cui si compiono importanti studi sull'intelligenza artificiale. Pericolosi terroristi internazionali sono però in agguato… Di agile lettura, con interessanti risvolti scientifici, senza essere mai didascalico, il romanzo si divora in poche ore e, insieme alla vicenda ben congegnata, è apprezzabile l'evoluzione della storia d'amore tra il brillante Marco Ranieri e la bella Lisa, attorno ai quali si muovono numerosi personaggi ben delineati. "RALF" è un romanzo affascinante, in grado di creare la giusta tensione narrativa conducendo sapientemente il lettore a interrogarsi attraverso i capitoli sulla sorte dei protagonisti e sull'esito di alcune situazioni. A lettura terminata, dopo aver apprezzato la soddisfacente conclusione della vicenda, rimarrà però ancora qualche spunto di riflessione sul significato di parole come "intelligenza" e "vita". Maurizio J. Bruno è nato a Pinerolo [TO] nel 1964 ma è vissuto da sempre in Campania, a Nocera Inferiore [SA]. Laureatosi in ingegneria elettronica all’università di Napoli, oggi vive a Rieti, dove lavora come manager di un’importante azienda produttrice di apparati elettronici. Ideatore e gestore del sito internet Il Rifugio degli Esordienti dove gli autori alla ricerca di un editore possono trovare utili strumenti e tantissime informazioni, e dell’associazione DANAE che si interessa di promozione e distribuzione di libri di Autori ancora poco noti, MJB scrive anche per diverse riviste letterarie ed è un frequentatore abituale di molti forum letterari. Dello stesso autore, in questo catalogo è presente anche il romanzo di Fantascienza EDEN, pubblicato dalle Edizioni Creativa nel 2008. Il suo ultimo romanzo pubblicato è VELI, con Filios Editore Ci sono tanti misteri nella campagna toscana… forse troppi! Senza paura di Filippo Semplici Tabula Fati Horror & Thriller 48 pagine Euro: 4,50 ISBN: 88-7475-102-8 Urlò e si portò le mani alla faccia, pregando affinché la follia gli imprigionasse la mente e lo liberasse almeno da quegli ultimi attimi di orrore che precedevano la sua morte. Recensione di Carlo Battaglini Chi è il protagonista di “Senza Paura”? E’ Beppe Coraggio che accetta una scommessa per il bisogno di soldi e, soprattutto, per non smentire la sua fama di uomo coraggioso? O è Saverio Chiti, un assassino sepolto nel cimitero sconsacrato di Barberino Val d’Elsa, un “mostro” che nessuno osa neanche nominare? Oppure sono le leggende e i misteri che pervadono le atmosfere recondite della provincia italiana, quelli che tutti vorrebbero dimenticare senza riuscirci completamente? Non importa dare una risposta, così come non importa se il finale non sorprende. Si deve leggere questa breve vicenda assaporando soprattutto il modo di scrivere: senza imprecisioni, con un ritmo equilibrato e scorrevole, con alcuni passaggi decisamente apprezzabili. Un libro che si legge in meno di un’ora, questo è vero, ma è sempre meglio un breve racconto ben scritto di un lungo romanzo raffazzonato, e questo è un breve racconto ben scritto. Filippo Semplici è nato nel 1976 e vive a Barberino Val d’Elsa. Da sempre interessato al mistero e al soprannaturale, ha pubblicato il suo primo racconto, Il cucciolo, nella rivista “Futuro News” di Fanucci. Questa è la sua seconda prova narrativa. Un bel thriller non deve necessariamente portare la firma di un autore anglosassone… Sweet Little Sixteen di Luca Gandolfi Proposte Editoriali Thriller 94 pag. - Euro: 9,50 ISBN: 88-87431-21-3 All over Saint Luis, down in New Orleans, everybody wanna dance with sweet little sixteen [Chuck Berry] Recensione a cura di Maria Minervini Cosa si nasconde dietro al rapimento e alla presunta morte di una studentessa milanese? E ancora, cosa lo lega ad un misterioso patto tra Oriente e Occidente, tra cristianità e islamismo, e a una sedicente organizzazione religiosa che è la chiave per la risoluzione dei più truci misteri della Storia, passata e presente? Fabio Scarpa, chitarrista trentenne e idealista, è chiamato, per amore, ad indagare su questo singolare enigma. E proprio l'amore sarà il suo più fedele alleato sul percorso irto di pericoli, intrighi, rivelazioni sensazionali, che lo porteranno, infine, a ricostruire una verità scottante e inconfessabile. Romanzo intelligente e ben costruito, che sa trarre dall'eterna lotta tra il bene e il male, uno spunto fresco e avvincente, un thriller dove niente e nessuno è ciò che sembra; un gioco di specchi in cui ogni immagine è il riflesso di un'altra e rimanda a un'altra immagine ancora e la realtà è quanto mai ambigua. Scritto con garbo, con uno stile diretto e impeccabile, dalla storia emergono personaggi forti, coraggiosi e nello stesso tempo sensibili, che non rinunciano a combattere per un mondo migliore e che non mancheranno di affascinare il lettore, catalizzando la sua attenzione, appassionandolo alle proprie vicende, finanche commuovendolo per l'intensità dei sentimenti che esprimono. Ma è anche l'affresco di una generazione tradita dalla Storia, corrotta da se stessa, perennemente in cerca di una propria identità nonostante abbia oltrepassato da un pezzo la soglia dell'età adulta. Da sottolineare infine la musica, filo conduttore, colonna sonora, vera e propria anima di questo romanzo che sa fondere l'attualità con la fantasia, amalgamandole più che sovrapponendole, con evidente maestria. L'indagine su un caso irrisolto non è forse un'indagine su ciò che di irrisolto c'è nella vita? Tre casi irrisolti di Daniele Pierotti Proposte Editoriali Giallo 75 pag. - Euro: 6,20 ISBN: 88-87431-14-0 Gli uomini si possono dividere in due categorie, che non sono quelle dei buoni e dei cattivi, come ingenuamente crede Caputo, ma quelle, più spietate, di chi può rompere i coglioni e di chi non può fare niente, al massimo prendere il fucile e sparare alla moglie... Recensione a cura della Redazione DANAE Tre casi irrisolti è un giallo che vorrebbe andare al di là di questa semplice definizione. Le indagini del maresciallo Franchi, un carabiniere chiuso e un po' introverso, ma onesto e profondamente dedito al suo lavoro, guidano il lettore attraverso una vicenda complessa e dai risvolti inquietanti. E, come sono irrisolti i casi di omicidio del libro, di cui tuttavia si comprende benissimo la soluzione, ha il sapore dell'irrisolto anche la vita di Franchi. O, forse, bisognerebbe dire semplicemente la vita... Lo stile del romanzo è scorrevole e piacevole. Luoghi e ambientazioni sono descritti con cura ma senza stancare. Il romanzo è risultato vincitore della seconda edizione del premio Elsa Morante, organizzato dalla casa editrice Proposte Editoriali di Roma, che ha poi realizzato il libro. Nato sotto il segno dell'incostanza Daniele Pierotti fin dall'adolescenza fa sfoggio della sua dote migliore: riuscire a non portare a termine niente di ciò che inizia. I suoi stessi hobbies variano continuamente: scrittura, disegno, musica, fotografia, ecc. Ottenuto il diploma di maturità classica si iscrive all'università: il primo anno alla facoltà di informatica, il secondo a quella di lingue e letterature straniere, il terzo anno decide di rinunciare agli studi ed entrare nel mondo del lavoro. Così, dopo aver espletato l'obbligo del servizio militare, inizia a cercare l'attività giusta per il suo futuro. Lavapiatti, facchino, cameriere, artigiano del marmo, rappresentante di commercio, addetto al montaggio e alla camera oscura in una serigrafia. Sono solo alcune delle eterogenee imprese in cui si cimenta. Giunto all'età di ventisei anni finalmente trova un lavoro fisso: impiegato tecnico in un'industria di lavorazione lapidi. Resisterà sette anni dopodiché si licenzia "per non diventare pazzo prima dei quarant'anni", dirà agli amici, citando C. Bukowsky. L'incontro con lo scrittore brasiliano J. C. Monteiro Martins segnerà una svolta per il Nostro che finalmente riuscirà a canalizzare la propria inquieta creatività. Nel 1999 si iscrive alla neonata scuola di scrittura Sagarana e nel 2000 una sua opera "La vera storia di John Fake McCoy" rientra tra i dieci finalisti del Premio Calvino. Sempre nel 2000 vince il Premio "Elsa Morante" per la sezione romanzo di genere con il romanzo giallo "Tre casi irrisolti" che è stato successivamente pubblicato da Proposte Editoriali, Roma. Alcuni suoi racconti brevi sono stati pubblicati sia su riviste cartacee sia on-line. E', inoltre, coautore del testo teatrale "Tempi duri per questi tempi" (libero adattamento da Dickens) scritto per la scuola di recitazione del Teatro Verdi di Pisa ed ivi rappresentato nella primavera del 2002. Attualmente, nel tempo che non dedica alla scrittura, fa il portiere d'albergo, tanto per rimanere vivo. Tra esoterismo e tecnologia, l’ultima avventura di MJB VELI di Maurizio J. Bruno Edizioni Fabrizio Filios Romanzo d'Azione 516 pag. - Euro: 15.00 ISBN: 88-95518-31-2 «Di Sangro spese gran parte della sua vita impegnandosi per far sì che la società dell’epoca squarciasse il velo della superstizione, dell’ignoranza, della falsità ed aprisse gli occhi verso la verità del progresso scientifico, della ragione, della moderna società culturale che si andava creando in quel periodo.» Recensione a cura della Redazione di DANAE Un giovane ingegnere dell’ESA, l’ente spaziale europeo, e una brillante storiografa impegnata in uno stage presso la Biblioteca Vaticana si incontrano nel traffico di una frenetica, ma sempre romantica Roma. Lui è indaffarato a mettere a punto i sistemi ambientali che garantiranno aria e acqua pulita a bordo dello SkyRider, la prima navetta con equipaggio umano destinata a raggiungere Marte, mentre lei è quotidianamente alle prese con la Roma del ’700 e con le malefatte compiute in quel periodo dalla Santa Inquisizione. Due mondi distanti e diversi tra loro come il giorno e la notte che vengono casualmente in contatto proprio alla vigilia di quello che si rivelerà, per entrambi e per motivi diversi, un momento cruciale delle loro vite. A spingerli l’uno verso l’altra, l’ombra di Raimondo di Sangro, settimo Principe di Sansevero, scienziato e alchimista, indiscusso dominatore delle scene nella Napoli borbonica del 1700 e ideatore della famosa Cappella dei Sansevero, meta ogni anno di migliaia di visitatori. VELI è un romanzo che trascina per l’avvincente intreccio delle sue storie dense di misteri e di azione, ma che, in fondo, non fa altro che raccontarci la storia di due giovani ricercatori dei nostri giorni. Maurizio J. Bruno è nato a Pinerolo [TO] nel 1964 ma è cresciuto a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. Nel 1991 si è laureato in ingegneria elettronica all’università di Napoli e, dopo 15 anni da progettista elettronico in Olivetti, oggi vive e lavora a Rieti, come manager nell’area R&D di un’importante azienda di prodotti elettromeccanici. Ideatore e gestore del sito internet Il Rifugio degli Esordienti e Presidente dell’Associazione DANAE, MJB scrive anche per alcune riviste letterarie. Oltre VELI, tra i suoi altri libri, ricordiamo il thriller tecnologico RALF, l’avventura spaziale e introspettiva EDEN, e il vademecum per scrittori esordienti IL FILO D’INCHIOSTRO, scritto a quattro mani con la professoressa Piera Rossotti Pogliano. La saga di Goldan Zurim, un uomo davvero speciale… Zurim di Alberto Vezzoso Edizioni Artemis Fantapolitica 197 pag. - Euro: 10.00 ISBN: 88-901415-5-7 Sa qual è il problema di Solinda? Del suo degrado,della sua corruzione, dela sua decadenza? Me lo sono chiesto tante volte e mi sono dato una risposta: i Solindesi non credono in niente, ma ne avrebbero bisogno. I tre Corpi da soli non bastano più. L'Impero è così antico da essere mito e noi Solindesi abbiamo bisogno di miti, tutta Entropia ha bisogno di qualcosa in cui credere." L'Imperatrice fu molto perplessa, ma sembrò capire. Proseguimmo verso il cancello. "Diventi un mito..." mormorai piano. Recensione a cura di Maurizio J. Bruno Fantapolitica. Se siete amanti di questo genere, Zurim è il libro che fa per voi. Non si tratta di un libro di avventura, come genericamente ci si aspetta da un romanzo fantascientifico, ma della ricostruzione di un mondo diverso, distante dal nostro non solo da un punto di vista geografico, o per meglio dire astronomico, ma soprattutto da un punto di vista culturale, di usi e di costumi. In un pianeta che orbita intorno a tre soli di colore diverso, che influenzano non solo la vita e il carattere di ogni abitante, ma anche le scelte politiche e religiose della collettività, lo stato di Solinda è uscito da poco, sconfitto, da una guerra lunga e sanguinosa con altri pianeti vicini. Ridotto ad una debole repubblica, sottoposta al controllo delle potenze straniere che hanno vinto la guerra, e retta dalle tre Corporazioni che si rifanno ai tre astri, Solinda attraversa uno dei periodi più bui della sua storia. Goldan Zurim inizia, quasi per caso, la sua carriera politica in questa situazione e, nel giro di diversi decenni, riesce a realizzare il sogno di ripristinare un impero, in realtà più una sorta di monarchia costituzionale, forte, indipendente ed amato dal popolo. Zurim è il racconto della carriera, ma ancor più della vita, di quest'uomo illuminato, forte e debole allo stesso tempo, capace di scelte difficili, a volte impopolari, più spesso ancora dannose per la sua stessa carriera, pur di raggiungere il sogno di un mondo migliore da vivere. A ben pensare, però, la differenza dal nostro mondo non è poi grandissima, e numerosi sono gli elementi che richiamano la situazione politica del nostro Paese e dell'Europa: come non riconoscere gli USA nelle ex-colonie, le discussioni sul referendum monarchia-repubblica, i progetti di riforma costituzionale analoghi a quelli della Carta del Potere di cui si parla nel romanzo? E poi finanziamenti illeciti, urne elettorali disertate, "giochetti" per far passare le riforme... Alberto Vezzoso (Genova 1973) ha studiato nella sua città dove ha conseguito la laurea in Fisica. Attualmente vive a Milano dove lavora nell'ambito dell'information technology. Dedica parte del suo tempo a supporto degli scrittori esordienti curando gli aspetti tecnici de "Il rifugio degli Esordienti". Zurim è il suo primo romanzo. FANTASY, FAVOLE, RAGAZZI La genialità non ha razza, né confini! Abdul Genio in ribasso di Silva Ganzitti Edizioni Il Melograno Romanzo per Ragazzi 54 pag. - Euro: 9,50 (in offerta a 4,00 euro) ISBN: 978-88-6111-271-1 Qualche guerra in meno, qualche fiume più pulito, qualche pancino più pieno, sapevano di poter ringraziare l’ingegno di tre giovani geni, che erano anche quelli ad aver ricevuto il dono più grande... Recensione a di Beppe Forti In tempi caratterizzati dall’invasione della tecnologia, anche i geni della lampada di fiabesca memoria si sono adeguati. Oltre a utilizzare internet e computer, partecipano a convention in cui si dibattono i problemi legati alla loro attività e nelle quali, come in ogni convention che i rispetti, i giochi sono già stati fatti. È così che Abdul, il protagonista, si ritrova da un giorno all’altro licenziato per far posto al più titolato figlio del “Supervisore Massimo”. Evidentemente il nepotismo non risparmia nessuno, nemmeno il sindacato dei geni della lampada! Tuttavia Abdul, con l’aiuto della sorella e del rampollo stesso del supervisore, riuscirà a farsi valere e dimostrare al consesso dei geni qual è il suo reale valore. Il racconto appare subito come una fiabesca metafora della società in cui viviamo: Abdul, infatti, non è molto diverso dai giovani precari insicuri sul loro futuro professionale. Greg Abdallah, il figlio del Supervisore che ha studiato in America, invece, è molto simile ai figli di papà che, per diritto di nascita, si trovano davanti la strada spianata. Sono molti gli spunti di riflessione che questo racconto può suggerire, non ultima, la considerazione che anche il mondo islamico, a volte così demonizzato per via del terrorismo fondamentalista, può avere una sua via di modernizzazione senza per questo venir meno ai valori della propria cultura: valori reali e non frutto distorto di una interpretazione unilaterale dei testi sacri. Certamente ci troviamo di fronte una visione utopistica del mondo, ma Abdul Genio in ribasso è pur sempre una fiaba e un sogno non si nega a nessuno, nella speranza che prima o poi si possa avverare! Silva Ganzitti, che definisce se stessa “lettrice accanita e onnivora”, ha già pubblicato Mistero nel Sottobosco ( 2006, Il Melograno), Coppie Improbabili: Amici di Duna (2007, Il Melograno) e Coppie Improbabili: Domitilla voleva un Unicorno (2007, Il Melograno). Un’avventura con delle creaturine "magicole" Anna e gli Gnormoli di Marina Bacchiani Edizioni Sorrisi di Carta Romanzo per ragazzi Pag. 78 - Euro: 9.00 ISBN: 978-88-904932-0-1 “Cosa mangiate? Come vi vestite? Andate a scuola? Ci sono altri gnormoli in giro per il mondo?” “Gli gnormoli sono una specie segretola, a nessuno possiamo rivelare comedovequandoperchè viviamolo...” Recensione a cura di Nadia Martinetti Gnomi, elfi e folletti sono presenti in tutte la favole più classiche e popolano i sogni di tutti i bambini. Chi da piccolo, ma anche da adulto, non ha mai sperato di incontrare una di queste magiche creaturine, magari nella propria cameretta? Anna è una di quelle bambine che avrà l’immensa fortuna di venire a contatto proprio con una specie tutta particolare di esserini magici. Niente creature convenzionali, ma simpaticissimi, intelligentissimi, piccolissimi (e anche bruttissimi!) gnormoli. Uno Gnormolo è davvero un essere eccezionale: alto poco più di 3 centimetri, è dotato di orrendi peli e bitorzoli ma anche di un cuore buono e generoso. La loro caratteristica più divertente è sicuramente quella di storpiare un po’ tutte le parole aggiungendo il suffisso “–lo”, cosa che rende le conversazioni davvero bizzarre... ma bisogna stare attenti a non farglielo notare, perché sono piuttosto permalosetti! Nonostante gli Gnormoli siano esseri orgogliosi e un po’altezzosi, un pericoloso “Grande Nemicolo Peloso” li spingerà a chiedere l’aiuto di Anna, un’intelligente bambina di otto anni che ama le creature mostruose delle fiabe mentre disdegna principesse, principi azzurri e romantiche smancerie. La cooperazione con gli Gnormoli regalerà ad Anna tante belle emozioni, una degna vittoria sul "GNP" e anche una nuova, tenera amicizia. Ma il regalo più bello viene fatto ai bimbi e ai loro genitori che leggeranno questa storia, perché potranno passare qualche ora spensierata ed immergersi in un divertentissimo e magico mondo che li lascerà sicuramente con il sorriso sulle labbra e con la speranza di poter leggere il seguito di questa bellissima avventura scritta in modo semplice ma stupendo. La voglia di tornare a sognare e a divertirsi con gli Gnormoli ed Anna rimarrà viva anche dopo aver finito questa splendida favola. Marina Bacchiani, nasce a Milano nel 1967, laureata in ingegneria nucleare, decide di dedicarsi alla sua vera passione, leggere e scrivere racconti, dopo la nascita dei suoi due figli – Vittoria di nove anni e Fabrizio di sette. Le storie per bambini non sono l’unico genere in cui si diletta a scrivere, infatti nel 2005 pubblica, con UniService, il thriller “Un piccolo delitto di provincia”. Nel 2007 poi esce con “La compagnia del Somaro Sdraiato”, un fantasy-comico edito da Camelopardus. Anna e gli gnormoli è il suo ultimo libro, edito dalla piccola casa editrice Sorrisi di Carta Edizioni di cui Marina Bacchiani è anche la fondatrice. Lasciamo che Charlie galoppi nel nostro cuore! - Quando hai smesso di Charlie inseguire la saggezza? Il cavallino delle meraviglie di Fred Shin Pagine Sì Favole per adulti 64 pag. – Euro: 6,40 ISBN: 88-89101-00-8 - Materia per polli e rammolliti! Noi adulti dominiamo e creiamo il mondo, lo plasmiamo a nostra immagine. La nostra è una marcia, un uno-due cadenzato. È così da sempre e sempre sarà. Credi che Mildred sia migliore di me? - Io sono migliore di te! Sono un pollo che ammira i rammolliti, se mi passi il tuo stesso gergo. Il mio sogno è di volare sulla terra come il grande uccello senza piume vola tra le nuvole Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano L'apprendistato di Charlie, tenero ed ingenuo cavallino volante, nato da un girasole ai margini della pianura, inizia dall'incontro con il malvagio Fox. Ben presto, però, Charlie si rende conto che Fox è un cattivo maestro, e l'incontro con Fiaba, un'immensa draghessa simile ad una roccia gommosa capace di cibarsi di smog, nonché i rimbrotti di Bruno, il corvo, lo renderanno consapevole dei suoi errori. Charlie impara a camminare con sicurezza sulle sue zampette, a sognare ad occhi aperti e ad occhi chiusi, e a farlo per Fiaba, perché Fiaba è una fantasia, e le fantasie non possono dormire e sognare. Eppure, la Fantasia tutto sogna e tutto crea. Alla fine della storia, quando finalmente l'iniziazione del cavallino sarà compiuta, Charlie potrà specchiarsi e riconoscersi nella costellazione di Pegaso e, dopo aver tanto cercato le risposte, conoscerà anche la Domanda. Il cavallino delle meraviglie è un breve racconto, poetico e surreale. Lasciamo che Charlie galoppi nel nostro cuore. Fred Shin nasce il 4 ottobre 1967. La traccia del suo passaggio nel mondo è già profonda e, ricercatamente, anonima. Eclettico e riservato, non ama le classificazioni, se non quelle che distinguono i periodi della vita. "Nella nostra vita si alterna l'Attuarsi e il Divenire, sintesi della Specializzazione e dell'Ampliamento dell'Io." Crede nell'individuo come specializzazione di se stesso ed ama definirsi uno "Splendido gioco nelle proprie mani". La favola? Una maestra per la vita. Favole a braccetto di Giuseppe Damiano Pala Edizioni Kimerik Narrativa - Favole 92 pag. - Euro: 9.90 ISBN: 978-88-6884-009-9 "Caro mio, tu cerchi di sapere quello che c’è nel cielo, e intanto non vedi quello che c’è sulla terra..." Recensione a cura di Consuelo Taccani Favole a braccetto di Giuseppe Damiano Pala è la raccolta di una cinquantina di favole classiche rivisitate nell’epilogo con un’ interpretazione personale molto attuale, talvolta ironica, talvolta cinica. Le pagine in cui si sviluppa la narrazione racchiudono riflessioni acute e in un contesto fantasioso ma umanissimo dove i protagonisti sono i più svariati animali quali leoni, volpi, corvi e molti altri ancora, come anche divinità e persone, l’autore “interroga” la realtà traducendo in sentimenti e sensazioni i loro vizi e le loro virtù e fornendo quindi una chiave di lettura originale alla conclusione delle favole più famose. Le penne di Esopo, Fedro e più da vicino quella di Jean de La Fontaine con la penna di Giuseppe Damiano Pala si uniscono per dare vita a una narrazione dal sapore antico e al contempo modernissimo, dove il gusto acre e vero dei pensieri lascia il posto a parole pungenti e attualissime. In una cornice sovente di malvagità, cinismo e ilarità, il lettore è posto di fronte a spazi molto vicini a lui e può avvertire in ogni espressione ed espressività una nota di indulgente critica, finalizzata a una riflessione attenta e proficua. La lettura di Favole a braccetto è veloce ma la comprensione non immediata; ciascun racconto evoca situazioni di vita reale e a volte durissima dove il destinatario è esortato a cogliere un insegnamento per la vita, a trarre proprie considerazioni affinché la vita stessa possa essere affrontata con meno superficialità e con più accortezza oltre che magnanimità. La realtà, osservata, viene raccontata per trasmettere emozioni e diventa fonte inesauribile di suggerimenti ed esempi; e viene collocata sulla carta per aiutare a comprenderla e dominarla, stimolando il confronto con se stessi, a volte ponendosi domande, qualvolta fornendo risposte. Giuseppe Damiano Pala vive a Reggio Emilia dove risiede con la moglie Rita. Sempre a Reggio Emilia l’autore lavora e scrive. Ha pubblicato autonomamente: Venti racconti ventilati (presente nel Catalogo DANAE) e La principessa Atir, editi dalla Casa Editrice Kimerik; Gli Zuccardi Merli e Rime per le ninne nanne e filastrocche per le rime, editi invece dal Gruppo Editoriale Espresso, Roma. Un unicorno nel boschetto di un nobiluomo: fantasia o realtà? Il bosco dell'unicorno di Fiorella Borin Tabula Fati Fantasy 64 pagine Euro: 1,00 ISBN: 88-7475-026-9 Da collezionare con: - La grande impresa - La guarigione di Ishanar "Abbattere una delle mie piante? Nessuno può entrare nel castagneto con lame al seguito! Neanche un coltellino! Questa è la regola! Scritta da me! Firmata da me! Conosciuta da tutti!" Recensione di Rachele Bonfondi Uno stile consapevole, maturo e carico di malinconica ironia conduce sapientemente questo racconto di fantasia, ambientato in un’Italia probabilmente tardo medievale completamente, però, estranea da un contesto storico definito. L’impressione è, infatti, quella di un’ambientazione simile a una ù roccaforte lontana dal mondo, dalla quale Uguccio, nobile anziano e scorbutico, osserva la realtà che scorre. Seduto alla finestra, il vecchio adora contemplare il suo boschetto di castagni, che nasconde – e lui solo lo sa- un segreto: vi dimora, infatti, un unicorno, il compagno di giochi della sua dolce figlia Eloisa. A nessuno è consentito entrare nel bosco senza il suo permesso e, divieto ancor più tassativo, nessun albero può essere tagliato: Eloisa non vuole. E Uguccio non vuol contraddire in niente Eloisa. La dolce Eloisa… una fanciulla amata con tutto il cuore da suo padre, che una volta ha rischiato di perderla durante un incendio ed è ancora scosso dai brividi al solo pensiero. Quando un albero si ammala e l’amministratore propone di abbatterlo, Uguccio rifiuta decisamente, mentre in lui si fanno strada i ricordi: che siano dolci, scanzonati, dolorosi, hanno tutti al centro Eloisa e il suo unicorno. Il boschetto diventa un punto di congiunzione tra la fantasia, la memoria e il rifiuto della realtà: con estrema delicatezza, si delinea con sempre maggior precisione la verità che, nascosta sotto un’illusione e rifiutata, palpita di una sofferenza insanabile. E mentre lo sguardo di Uguccio, trionfante per essere riuscito a salvare il suo bosco, si perde tra le fronde dei castagni, sembra quasi anche al lettore di intravedere la veste bianca di Eloisa ondeggiare al vento. Davvero accattivante il formato mini-tascabile di questo volume dal prezzo così piccolo da suggerire senza dubbio l'acquisto dell'intera "trilogia" che questo volume forma con La grande impresa e con La guarigione di Ishanar. Un terzetto che vale davvero la pena di collezionare Una guerra tra gli animali, nel cuore della natura Il figlio del vento di Gian Luigi Quagelli Edizioni Albatros - Il Filo Fantasy 198 pag. - Euro: 12.90 ISBN: 978-88-567-4020-2 “Ah, il dovere! Una virtù rara da trovare, ma forse facciamo male a non avere fiducia nei nostri giovani..." Recensione di Stefano Aicardi Non c’è traccia di esseri umani ne "Il figlio del vento". Eppure la lotta che si scatena nel romanzo tra gli animali della foresta è una lettura originale del cinismo del nostro tempo, di un’era della civiltà umana in cui le lotte per il potere sono sempre più una questione di strategia prima ancora che di forza fisica. Non a caso al centro del primo romanzo di Gian Luigi Quagelli ci sono da una parte quegli animali associati all’idea della forza violenta, ma necessaria per sopravvivere, come elefanti, ippopotami, tigri e leoni, e dall’altra si muovono invece scimmie, serpenti, giraffe, zebre, esseri viventi che l’uomo considera vittime dei predatori oppure simboli di un male diverso, più ambiguo e gratuito. Proprio il serpente e la scimmia sono tratteggiati in modo personale come animali "tormentati", costretti dagli eventi a prendere posizione contro il lato più negativo della loro natura. Nel mezzo sta poi il protagonista, Akud, giovane lupo cacciato dal branco per l’invidia dei suoi simili, ma che nel tempo diventerà l’ultima speranza della foresta contro la ferocia e l’ambizione inarrestabile della tigre Ali Meli. Due sono i pregi maggiori del romanzo: uno stile capace di offrire al lettore rapide svolte narrative, capaci di svilupparsi e terminare prima che il lettore se l’aspetti, quasi a riprodurre le dinamiche di un "attacco" animalesco; ma anche la scommessa di dare una prospettiva "politica" a un espediente narrativo/retorico abusato come l’umanizzazione degli animali. Il risultato è un mix ben controllato di azione e non ovvia riflessività, in cui, come detto, gli animali apparentemente più lontani dalla nostra sensibilità diventano lo specchio di un’umanità che con l’introspezione deve imparare di nuovo a distinguere tra intelligenza e astuzia machiavellica. Gian Luigi Quagelli è nato a Ponte in Valtellina (SO) nel 1952. Laureato in Scienze Politiche all’Università Statale di Milano, ha cominciato a insegnare come maestro elementare ed è attualmente dirigente scolastico. "Il figlio del vento" è la sua prima opera edita. Solo la magia nera, a volte, può offrire una soluzione… Il giardino di Barok-Taar di Claudio Foti Tabula Fati Fantasy 32 pagine Euro: 4,00 ISBN: 88-7475-092-7 ...gli sembrava come se un frammento della luna Loviatnar fosse stato strappato via e messo lì ad illuminare il folle giardino, poiché di un giardino si trattava Recensione di Valentina Mancini Atmosfere gotiche, possessioni demoniache, scene raccapriccianti da cinema splatter, sono gli elementi che fanno de "Il giardino di Barok-Taar" il classico racconto fantastico a cui non sono estranee contaminazioni horror. Nel regno di Atom, nella cittadina di Barok-Taar, un dissoluto sovrano chiamato Kighermoor, consumato dalla noia e esaltato dal potere, usa ogni mezzo per piegare i sudditi alle sue volontà. Il suo fedele servitore, il negromante Naahag lusinga il suo desiderio di perversione attraverso la creazione di un giardino dove il re conserva le parti più preziose delle sue vittime, che fungono così da innesti per piante infernali. Un intreccio originale, una scrittura fluida, giocata sul realismo delle immagini e sullo stravolgimento della struttura della fiaba, creano il giusto equilibrio fra il tangibile il e il visionario. Il lieto fine non si sviluppa nello scontro manicheo fra bene e male, ma nell'affermazione del subdolo e dell’astuto, prodotti dalla magia nera, sulla violenza efferata. Nell’economia del racconto ha la meglio non chi si lascia vincere dalle passioni umane, per quanto abominevoli esse siano, ma chi, sfruttando a suo favore gli indugi e le ansie altrui, conserva il sangue freddo realizzando il suo vendicativo disegno. La suspence, il crescente insinuarsi del dubbio e la lenta rivelazione di verità agghiaccianti trascinano il lettore verso un esito terrificante quanto sottilmente previsto. Claudio Foti è nato a Roma nel 1967. Nel 2000 si classifica al primo posto del "Premio Elsa Morante", sezione romanzo di genere, con il romanzo Dobb e gli adoratori di Fenrir (Napoli, 2003). Nel 2004 vince il concorso di Roma "Radio Spazio Aperto" con il racconto Roma; nello stesso anno un altro racconto, Un’immersione fantastica, è pubblicato nell'antologia Il mio mare (Imola, 2004). Nel 2005 Lycaonia viene pubblicato in Roma fantastica, raccolta di racconti fra fantasy, horror e fantascienza. Nel 2006 l’autore vince il "Premio Le Ali della Fantasia" con il romanzo inedito Ombre su Campo Marzio. In una favola per tutti, la nostra genealogia fantastica! Il pianeta distante di Ivana Zomparelli Solfanelli Editore Narrativa per ragazzi 107 pag. - Euro: 7,80 ISBN: 88-7497-644-5 Al momento di brindare, Priabì levando in alto la sua coppa, disse: "Alla vita, che chiede solo di essere vissuta!" E risero tutti a crepapelle, con gli occhi appannati da lacrime di gioia. Fu una scena indimenticabile. In un'alba tiepida, un popolo intero, stanco ma felice, che ride di niente insieme a una grande Gigante! Recensione a cura di Valentina Nardecchia L'autrice trasporta in un mondo impossibile i suoi lettori ed essi si ritrovano in un ambiente talmente tanto strano da trovarlo singolarmente uguale a quello in cui sono abituati a vivere. I bambini (o i ragazzi) che leggeranno questo libro si divertiranno a sognare di questi strani personaggi, la Gigante in testa. Gli adulti sorrideranno con un po' di perplessità sulle fin troppo evidenti realtà che spesso toccano il nostro quotidiano. Il libro promette, e mantiene. Promette una favola ed una favola racconta. Promette un'altra chiave di lettura delle nostre origini, e perché no? Ce la propone, anzi, in tutta la nostra goffa umanità. Promette divertimento e ci fa sorridere. Promette personaggi fantastici e nella loro assurda esistenza descrive gli uomini e le donne con estrema precisione. L'autrice sembra avere le idee molto chiare sulle possibili altre visioni della storia, racconta con destrezza di un ambiente eterogeneo che riesce comunque a convivere seppure tra le stranezze e le difficoltà dell'amalgama di tante esigenze diverse. Seppure scritto qualche anno fa è un libro che si ritrova sempre attuale nella propria naturale tendenza alla scelta della tolleranza. Cosa è questo libro? Una bella favola da leggere e da godere. Per tutti, grandi e piccini. Ivana Zomparelli, nata a Sabaudia, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, ha al suo attivo numerose pubblicazioni: Il Pianeta Distante, ed. Solfanelli 1995, ha avuto il Premio Fiore di Roccia 1996; Nei Giardini di Adone, Edizioni Associate/Editrice Internazionale 1998, è un'opera multimediale per tutte le età, che segue il filo narrativo di una visita guidata ai sentimenti, illustrata da Cristina Gentile e accompagnata da un cd di canzoni tratte dal libro, composte e cantate da Daniela Colace. L'opera ha avuto il Premio Verghereto 1999. La pubblicazione più recente, infine, è Tu ed Io, Edizioni Associate/Editrice Internazionale, marzo 2003. Il lato buffo dei lupi mannari I miei (e)orrori di Alfredo Mancuso Edizioni Arduino Sacco Racconti Fantasy-Satirici 154 pag. - Euro: 14.90 ISBN: 978-88-6354-909-6 “Era proprio di fronte a me, il mio amico gattaro, con tutti i suoi gatti vicino, che tutti insieme mi guardavano e mi sorridevano…” Recensione a cura della Redazione DANAE “I miei (E)orrori” è fin dal titolo un libro fatto di riflessioni e parentesi, ma anche di slanci umoristici volutamente sopra le righe. Perché anche i mostri, da una certa visuale, hanno qualcosa di comico. L’autore, Alfredo Mancuso, trasla la sua esperienza di anestesista in un curioso horror satirico nel quale nulla è come sembra e ogni persona, dai colleghi di lavoro ai parenti, nascondono segreti e identità alternative: licantropia, vampirismo, segreti ancestrali, ma anche follie ciniche e cliniche nate dal contatto quotidiano con le arretratezze sociali e culturali del nostro paese (dalla malasanità alla mancanza di meritocrazia e ricambio generazionale in ambito lavorativo). Nei quattro “movimenti” che compongono l’opera il protagonista esplora in prima persona gli improvvisi cambi di ritmo della sua realtà: la noia della routine è capace di trasformarsi in improvvise esplosioni di violenza, tra strani delitti e figure degradate che si muovono sul confine tra la vita “vera” e possibili, inquietanti universi paralleli. Abbondano così le citazioni pop, dagli eroi dei fumetti Marvel ai campioni del cinema e della letteratura pulp contemporanea, proprio per sottolineare quanto il mondo, con i suoi difetti, si presti alla lente deformante dell’immaginazione. Alfredo Mancuso riesce anche a dare un tratto fresco alla sua scrittura, affiancando la ricerca linguistica a impennate di puro delirio e a un taglio dei dialoghi capace di muoversi dall’introspezione alle gag fisiche e linguistiche più sfrenate. Il risultato è un amalgama di satira sociale e cultura sociale, spesso spiazzante e capace di dare una prospettiva personale a temi e atmosfere narrative molto contemporanee. Alfredo Mancuso è nato a Castelvetrano (TP). L’autore lavora come anestesista rianimatore presso l’ospedale di Sciacca (AG) e vive nella vicina Capo San Marco, dove nel tempo libero si dedica alla scrittura e alle sue altre passioni: oltre ai fumetti e allo sport, la natura e la coltivazione di piante. Un’avventura piena di sorprese La principessa Atir di Giuseppe Damiano Pala Edizioni Kimerik Narrativa - Favole 140 pag. - Euro: 12.80 ISBN: 978-88-6884-022-8 A mia moglie Rita, che con il suo amore, ha reso principesca la mia vita. Recensione a cura di Roberta Fameli “La principessa Atir” di Giuseppe Damiano Pala narra le vicende di Atir, una principessa sola e sfortunata destinata ad incontrare il suo principe azzurro con il quale inizierà un percorso a ritroso alla scoperta del suo passato, in un incalzare di eventi che mantiene il lettore con il fiato sospeso fino alla fine dell’opera. Atir è una bambina dolce e intelligente che vive a Nubilaria con la sua famiglia: il padre Iorè, la mamma Caralion e la nonna Eccotant. Quella di Atir è una famiglia povera ma dignitosa con un passato glorioso di cui si è persa la memoria. Negli anni Atir, rimasta orfana, cercherà di risalire ai suoi avi ricostruendo il suo misterioso passato con l’aiuto di Damien, un uomo intelligente e premuroso che saprà rimanerle accanto nelle varie peripezie della vita. Insieme scopriranno di appartenere ad un illustre casato, divenendo una coppia di regnanti allegri e innamorati. Si tratta di una favola moderna, intrisa di profonda riflessione sul senso del denaro e della vera felicità: Atir, infatti, deciderà di abbandonare le sue ricchezze per vivere una vita semplice, senza spesa al supermercato, senza Tv, senza gas ed energia elettrica… L’amore e l’attenzione per la loro prole, la dedicheranno anche al resto del mondo, descrivendo a tutti quelli che amano ascoltarli il bel mondo che hanno visto fin negli angoli più profondi e nascosti. Giuseppe Damiano Pala vive a Reggio Emilia dove risiede con la moglie Rita. Sempre a Reggio Emilia l’autore lavora e scrive. Ha pubblicato autonomamente: Venti racconti ventilati e Favole a braccetto (presenti nel Catalogo DANAE), editi dalla Casa Editrice Kimerik; Gli Zuccardi Merli e Rime per le ninne nanne e filastrocche per le rime, editi invece dal Gruppo Editoriale Espresso, Roma. Tenero come il libro “Cuore”, magico come Harry Potter… L'arte di Khem di Stefano Santarsiere Edizioni Pendragon Romanzo Fantasy 156 pagine Euro: 13,00 ISBN: 88-8342-326-7 "Lei parla di Fulcanelli, signor Vidiani, come se fosse il suo faro, la sua stella polare" disse Bourbault all'improvviso. "Dice di seguirne l'insegnamento, come se conoscesse tutta la sua vita e le sue opere. Ma le conosce? Sa davvero chi era quell'uomo?" Recensione a cura della Redazione di DANAE Il ricco Vidiani rievoca per il misterioso Bourbault una storia accaduta vent'anni prima in un paesino assolato del sud Italia, quando, con un gruppo di amici, si imbatté nell'inquietante Egidio Fulcanelli e nel suo aiutante Olaf. Lo scoprire i motivi della presenza della "strana coppia", nell'altrimenti pigra e noiosa quotidianità di paesino, occuperà le energie del giovane Vidiani e dei suoi amici fino alla s coperta degli esperimenti di Fulcanelli, che si rivela infine un alchimista benefattore alla ricerca di pietre dai misteriosi poteri. Pietre sepolte, fisicamente e nella memoria dell'umanità, tra i ruderi di un castello che sorge su di una collinetta fuori dal paese. La ricerca delle pietre li porterà nei sotterranei del castello, costruito da una civiltà scomparsa e dimenticata da tempo immemorabile, che però ha ben protetto i suoi segreti. I forestieri, bersaglio dell'ostilità dei paesani e timorosi di incontrare un misterioso persecutore, decideranno poi di partire per migliori lidi, lasciando però un prezioso regalo al protagonista; un regalo che consentirà a Vidiani di divenire ricco e generoso pur facendo nascere in lui per sempre il rimpianto per quei momenti irripetibili e per quegli amici ormai persi di vista. L'arte di Khem è un romanzo di avventura e di formazione, scritto con uno stile agile, scorrevole, ed è una lettura godibile, che non ha nulla da invidiare a tanti, troppo celebrati ed elefantiaci best-sellers. Stefano Santarsiere, nato nel 1974 in un piccolo paese della provincia di Potenza, ha viaggiato e letto molto. Ama soprattutto la letteratura fantastica. Ha collaborato con i periodici La Civetta e Il Segno, e con il quotidiano Il corriere del Giorno. Un giallo nella preistoria L'enigma di Ötzi di Beppe Forti Edizioni Tredieci Giallo per ragazzi - Avventura 224 pagine Euro: 7,50 ISBN: 88-8388-099-4 - È solo una patatina! Pa-ta-ti-na! - sillabai. - Pa-ta-ti-na! - ripeté Bihn. - Bihn mangia patatina! Mmmm, buona! - aggiunsi, sgranocchiandone un'altra. Il ragazzo mise in bocca la patatina con una certa esitazione, ma quando il sottile velo dorato si sciolse tra la lingua e il palato, rivelando il suo incomparabile sapore, il suo volto si illuminò. Recensione di Francesca Romano Un ragazzo di quindici anni alle prese con parenti un po' troppo geniali e anticonformisti per sostenerlo nel difficile transito verso la maturità. Una traballante macchina del tempo a forma di elicottero. Un importante ritrovamento archeologico degli ultimi anni. Giocando su questi tre elementi narrativi, Beppe Forti costruisce un godibilissimo romanzo per ragazzi, che ripropone in modo divertente e facilmente comprensibile uno dei più classici temi della fantascienza: il viaggio nel tempo, con il conseguente corredo di paradossi spazio-temporali. La vicenda prende lo spunto dalla scoperta, avvenuta qualche anno fa, del cadavere perfettamente conservato di un uomo preistorico, il cosiddetto Uomo di Similaun, emerso da un ghiacciaio tirolese. Nel tentativo di indagare su questo antichissimo giallo il giovane protagonista si imbarca in un rischioso viaggio nel passato, che lo condurrà a vivere emozionanti avventure e a mettere alla prova le sue capacità di adattamento e di sopravvivenza. L'autore si dimostra abile nell'intrecciare le proprie riflessioni sullo stile di vita degli adolescenti contemporanei a episodi avventurosi e fantastici, conclusi da un ben congegnato finale a sorpresa. L'edizione è stata concepita come testo per le scuole medie, e quindi si presenta corredata da alcune proposte ed esercizi di lettura ragionata elaborate dallo stesso autore. Tuttavia essi sono stati opportunamente riuniti in appendice al testo, per consentire una lettura individuale, libera e ininterrotta come dovrebbe essere quella di ogni buon libro. Beppe Forti, padovano, è stato prima insegnante elementare, poi direttore didattico. Esperto di educazione all'immagine e tecniche audiovisive, è un apprezzato autore per ragazzi. Ha pubblicato Il bastione della gatta con la casa editrice Tredieci e Il tesoro di Thera con Raffaello. Il Cristianesimo cerca le sue radici in un’avventura del Mille La grande impresa di Michela Torcellan Tabula Fati Fantasy 60 pagine Euro: 1,00 ISBN: 88-7475-002-1 Da collezionare con: - Il bosco dell’unicorno - La guarigione di Ishanar Evitare eresie, guerre di religione, perché ci sia concordia tra i cristiani, perché il mondo abbia una sola fede... Questa è la grande impresa: andare in cerca delle prove dell’esistenza di Cristo! Recensione di Rachele Bonfondi Fantasia e dati storici si fondono nell’intreccio di questo racconto, che prende spunto da un’ipotesi narrativa per arrivare, ripercorrendo vicende fantastiche ma credibili, a un epilogo che mostra in controluce uno dei capitoli più discussi della nostra storia: le Crociate. Il vecchio basco Pietro Zugurri convoca all’abbazia di Saint Denis otto uomini, tutti di origini diverse e dotati ciascuno di talenti particolari, allo scopo di arruolarli per un impresa straordinaria: trovare un segno concreto dell’esistenza di Cristo, affinché siano spente per sempre le controversie che dilaniano la cristianità. Al loro fianco una donna, Maria, una ragazza misteriosa adottata da Zugurri ancora bambina. Con stile accurato ed efficace, l’autrice delinea con gran sintesi uno schizzo credibile e avvincente di un’epoca storica affascinante e contraddittoria: i personaggi emergono nella loro forte individualità anche attraverso brevi accenni, e i luoghi della tradizione cristiana rivivono assieme a ideali e illusioni di un mondo lontano ma ancora presente nella nostra tradizione. Accanto al desiderio umano di scoprire la Verità, si prospetta tra le righe la necessità di accettare il mistero che essa cela: la figura forse più emblematica del racconto, Maria, darà alla luce un figlio che sarà immagine stessa sia della imperscrutabilità del Vero, sia dell’appassionata sincerità nella ricerca con cui la debolezza umana da sempre si confronta. Dopo la Grande Impresa, sembra suggerire l’autrice, sarà la storia degli uomini, con i loro fallimenti, errori e speranze a tentare una strada che ormai appartiene alla leggenda: negli occhi fiammeggianti di Pietro l’Eremita già si prospetta l’apertura di un capitolo storico che sconvolgerà nel profondo la nostra visione del mondo, della fede e del confronto tra popoli. Davvero accattivante il formato mini-tascabile di questo volume dal prezzo così piccolo da suggerire senza dubbio l'acquisto dell'intera "trilogia" che questo volume forma con Il bosco dell'unicorno e con La guarigione di Ishanar. Un terzetto che vale davvero la pena di collezionare! Un errore del passato diventa rinascita per un mago guaritore La guarigione di Ishanar di Monica Tessarin Tabula Fati Fantasy 64 pagine Euro: 1,00 ISBN: 88-7475-025-0 Da collezionare con: - Il bosco dell’unicorno - La grande impresa Riflettevo sulla mia vita, sui casi in cui ero intervenuto, cercavo di evocare il momento in cui la magia scaturiva dalle mie dita. C’erano stati veramente quei momenti? Recensione di Rachele Bonfondi Nascosto nel suo rifugio e sul punto del delirio, il mago Ishanar, un tempo guaritore, si tormenta per un terribile sbaglio, in seguito al quale ha causato la morte della sorella durante il parto, non riuscendo a salvarne neppure la figlia. Da allora, quasi fossero stati inghiottiti dalla sua disperazione, i suoi poteri sono svaniti. Ishanar viene richiamato ai suoi doveri da due inviati del re dei nani: la Sacra Wymvir, una femmina di verme d’acqua, è gravemente malata e vengono richiesti i servigi del guaritore per salvarla. Giunto a Venezia, Ishanar si troverà a rivivere il doloroso dilemma che lo tormenta dalla morte della sorella: salvare la creatura o la piccola che sta per dare alla luce? Con stile rarefatto eppure attento ai dettagli concreti, l’autrice coinvolge il lettore in una spirale incessante di emozioni molto intense: nonostante, infatti, l’ambientazione semi-fantastica -per la maggior parte si tratta di una Venezia lontana da ogni tempo, che è più che altro un paesaggio interiore- le sofferenze più intime e i dilemmi etici del mago creano una storia efficace ed intensa nonostante l a semplice linearità della trama. Complice una discreta capacità di creare la suspense, si rimane, quindi, coinvolti immediatamente. L’invito a interrogarsi sulle proprie scelte si ripropone attraverso le pagine, con emozione, a volte addirittura con sottile sofferenza e profondo senso di impotenza, fino a giungere a un finale che sembra aprire uno spiraglio alla speranza: l’avventura si inserisce infine, nella sua risoluzione, in un contesto storico e spaziale ben preciso, che segna un incontro quasi paradossale tra la realtà e il mondo illusorio dei sogni e della vita interiore. Davvero accattivante il formato mini-tascabile di questo volume dal prezzo così piccolo da suggerire senza dubbio l'acquisto dell'intera "trilogia" che questo volume forma con Il bosco dell’unicorno e con La grande impresa. Un terzetto che vale davvero la pena di collezionare! A tutti i bianconigli che hanno paura di amare e il terrore di sognare Mysterium sphaerae di Manuela Bottoni Edizioni Creativa Fantasy 186 pag. - Euro: 12,00 ISBN: 88-89841-21-4 Questo viaggio mi stava cambiando, in parte mi aveva già cambiato, nella mente non avevo più stereotipi, tutto poteva essere vero ed era vero il contrario di tutto... Recensione a cura di Giovanni Turi Una telefonata annuncia che si sono perse le tracce dell’aereo pilotato dal padre; Michelangelo cerca di non pensare e agita la preferita delle tante sfere souvenir della collezione paterna... Ha inizio l’avventura: sotto il cristallo di ciascuna di esse si celano mondi paralleli e lui, guidato dal sapiente Riccardo e dallo scodinzolante Spillo, avrà l’opportunità di attraversarli. Non sa come, ma il suo nuovo amico gli ha assicurato che potranno fare qualcosa per il padre; intanto dovranno liberare suo figlio e affrontare il crudele tiranno che lo tiene prigioniero. Trasportati da misteriosi flussi, che Riccardo ha imparato a prevedere, dopo diverse peripezie, giungeranno a Ludopoli dove si erge il castello dell’ambizioso despota; eludendo la guardia di un esercito di curiose e truci creature, libereranno Giuliano e la sua compagna di prigionia: la splendida Serenella che non tarderà a conquistare il cuore di Michelangelo... Prima di poter fare qualcosa per il suo genitore, però, dovranno ancora subire l’ira del tiranno, impedire la realizzazione dei suoi piani di conquista e preservare gli equilibri di quell’universo incantato, conoscendone incredibili abitanti, misteri, soprusi (talvolta molto vicini alla nostra esperienza)... Un fantasy dall’accattivante veste grafica, corredato da immaginose illustrazioni, ma con qualche svista nell’editing; attraverso un’avvincente trama si conduce il lettore in un mondo straordinario, dove il fantastico convive con tristi aspetti della realtà, come la delinquenza minorile o l’orrore e le prevaricazioni quotidiane cui sono sottoposti i bambini combattenti... Un invito a sognare, ma anche ad affrontare con più consapevolezza e partecipazione l’ingiustizia che ci circonda. Manuela Bottoni (Roma, 1954) è laureata in sociologia ed è impiegata nella pubblica amministrazione. Ha esordito nella narrativa nel 2005 con Dopotutto domani è un altro giorno per i tipi della Michele Di Salvo, seguito nel 2006 da Mysterium sphaerae per le Edizioni Creativa. Due anime si ritrovano attraverso un dipinto incompiuto Ombre a Venezia di Raffele Olivieri Edizioni della Vigna Romanzo Fantastico 246 pag. - Euro:16,00 ISBN: 978-88-6276-006-5 Venezia, in fondo, è un avamposto ai margini del mondo: è il nulla, una terra di confine posta tra mare e sogno. Recensione di Gianluca Griziotti Con Marcello si percorre un labirinto di ombre e di luci che solo l'irripetibile struttura fisica di Venezia consente; scorrendo via via le pagine, la parte oscura pare dilagare oltre i canali e i palazzi e si fa infine mistero teleologico. Le ombre e gli spiriti usano un dipinto per riaffacciarsi al presente e per compiere il loro destino. Si scopre così che gli amanti di oggi, al cui sentimento il lettore si appassiona, sono propaggini di altri amanti, esistenze che vivono solo per compierne altre, prigionieri senza scampo di una città che è da sempre a un passo dalla propria fine. Presente e passato, amore e morte, luce e ombra, sono costantemente messi a confronto, accostati, legati a filo doppio: proprio queste giustapposizioni rendono intrigante la vicenda. In questa stessa direzione va una scelta strutturale che si percepisce appena, ma che agisce in modo subliminale sul lettore: la chiara traccia topografica dei passi dei due protagonisti convive con il progressivo infittirsi di elementi irrazionali e oscuri. Questo doppio binario rispecchia, tra l'altro, la cultura dell'epoca che fa da sfondo: l'accuratezza verista e la nebbia decadentista si inseguono e determinano lo stile del testo. Il dipinto stesso, è simbolo di questa doppia presenza, una veduta di Venezia, quasi una fotografia, nasconde nella parte mancante il mistero fondante dell'intera vicenda. Ambivalenza di valori e di scopi si riscontra analogamente in molti dei personaggi di contorno e si risolve solo alla fine del racconto, quando il lettore ha svolto davanti a sé l'intero intreccio. È anche grazie a questa pervadente sensazione di ambiguità, e alla tensione che ne scaturisce, che Ombre a Venezia, il nuovo romanzo di Raffaele Olivieri, risulta godibilissimo. Raffaele Olivieri, nato a Cuneo nel 1955 esordisce nel 1983 con l'opera poetica "Il segno d'acqua". Oggi vive in Franciacorta, presso Brescia, città dove svolge la professione di psicoterapeuta. Ha anche studiato al DAMS di Bologna, fa musica jazz come compositore e pianista, e in campo letterario ha vinto alcuni premi ed è stato finalista o segnalato in altri. Tra i suoi precedenti libri vanno ricordati "Anna e il deserto", romanzo del 2002 e "Lorenzo e i fantasmi azzurri", testo per l'infanzia del 2003. Scilli e Cecilia alla ricerca delle persone giuste, degne di fiducia Pacific Vortex di Caterina Peschiera Edizioni EEE-Book Romanzo per ragazzi 294 pag. - Euro: 12.00 ISBN: 978-88-6690-073-3 ...i suoi coetanei cominciarono a non apparirle più degli esseri così temibili e pericolosi. [...] Tanto valeva provare a conoscerli. Recensione a cura della Redazione DANAE Cecilia, tredici anni, cerca se stessa anche attraverso la scrittura del suo primo romanzo: Pacific Vortex. È la storia di Scilli, una creatura bizzarra e disadattata, rifiutata dal suo popolo perché incrocio tra una sirena e un umano. Diversa dal contesto del gruppo quanto la sua ideatrice, subisce l’ostilità del regno sottomarino in cui ha sempre vissuto. Su di esso incombe la minaccia di un immenso accumulo di spazzatura, il Pacific Trash Vortex (collocato realmente in mezzo all’Oceano Pacifico). Esso sconvolge le abitudini di Sirene e Tritoni, generando situazioni e comportamenti inattesi. Le storie di Scilli e Cecilia evolvono in modo simmetrico alla ricerca delle persone giuste nelle quali riporre la propria fiducia. Colpi di scena si susseguono incalzanti in entrambe le vicende, in cui nulla, nemmeno il finale. è dato per scontato, mentre il tema ecologico si intreccia strettamente con l’elemento fantastico. Caterina Peschiera insegnante da quasi trent'anni, ha scritto quattordici copioni teatrali per ragazzi, tutti rappresentati in importanti teatri veneziani per le scuole della provincia. Nel 1995 è tra i vincitori del concorso A. Cuman Pertile. Recentemente ha anche realizzato cortometraggi legati al mondo dei ragazzi e degli adolescenti come regista e sceneggiatrice, ricevendo premi e segnalazioni in prestigiosi concorsi (Stockholm Film Festival e Giffoni Film Festival). Ha scritto un racconto lungo: "Viaggio in camper" e tre romanzi "A Scuola di Futuro", "Fuga da Raggiropoli", e "Pacific Vortex", tutti pubblicati da Edizioni Esordienti E-book. Con il romanzo "Eden Project", seguito di "Pacific Vortex", ha vinto il premio Giovanna Righini Ricci 2013. editi da La Stampa d’Oggi, Roma. Originale e divertente, questa satira che puzza di zolfo… Partita a scacchi di Laura Naselli Tabula Fati Fantasy 160 pagine Euro: 7,50 ISBN: 88-87220-88-3 Ci si annoiava quel giorno laggiù all'Inferno. Il sottodiavolo Spiffero agitava nervosamente la coda pelosa, fumando una sigaretta dietro l'altra,il suo sguardo non troppo acuto gironzolava sui vari video nell'ampio salone delle prime visioni. "Sempre la stessa musica," sbuffò. E nel dir così una nuvola solforosa si formò con un botto intorno alla coda, appestando l'aria. "Ma insomma, la finisci di scorreggiare? Mi distrai, oltretutto." L'arcidiavolo Spazz era intento ad un'interessantissima partita a scacchi con l'arcidiavolo Rutto. Recensione a cura della Redazione DANAE Telefonini: croce e delizia! Anzi, no, la parola "croce" è meglio non usarla, non è gradita. È il diavolo Spiffero ad avere un'idea geniale e al passo con questa nostra era tecnologica, quella di costruire un cellulare davvero speciale, capace di far sentire non soltanto la voce, ma anche i pensieri di chi sta parlando con il suo possessore. Questo aggeggio letteralmente diabolico faciliterà di certo il compito dei diavoletti custode, incaricati di portare sempre più anime a Satana. Piccolo ed elegante, dorato, un autentico gioiello, questo cellulare così particolare viene sperimentato a Roma, dove un diavolo dal nome programmatico, Vendotuttoanchelamerda, ne cede tre esemplari: il primo a un giudice di grande rinomanza, Arcibaldo Leggeri, il secondo ad un'oscura bibliotecaria quarantenne, brutta e zitella, la signorina Lucilla Troccoletti, ed il terzo ad Alessio G. un giovane ed avvenente prete polacco di sconfinata ambizione. Il piccolo oggetto dorato cambierà la vita di queste tre persone, e si produrranno eventi altrimenti impossibili. Ma, come tanta letteratura che Lo riguarda ormai ci ha insegnato, il Diavolo non fa nulla per nulla e, in cambio dei suoi servigi, esige la "componente eterea" delle persone che firmano un patto con Lui e, ogni tanto, riesce ad ottenerla. Qualche volta, invece, è un Altro a vincere la partita a scacchi tra il Bene e il Male, magari all'ultimo istante. Leggero, brioso, ironico, questo romanzo ci diverte, ma ci fa anche sentire una sgradevole puzza di zolfo da cui è saggio stare alla larga... Laura Naselli, laureata in Medicina e Chirurgia, vive e lavora a Catania. Partita a scacchi è il suo primo romanzo. Vita degna di essere vissuta fino in fondo... con meraviglia! Shai La figlia dell'universo di Vitiana Paola Montana Edizioni Miele Fantasy Esoterico 78 pag. - Euro: 7,10 ISBN: 978-88-6332-007-7 "Fare chiarezza dentro di noi, lasciando al di fuori ogni condizionamento che tenta di destabilizzare il nostro equilibrio.” Recensione a cura della Redazione di DANAE Lettura breve, ma intensa di significati, quella offerta da “Shai. Figlia dell’universo”. Più che una favola, come ama definirla la stessa autrice, è un invito alla riflessione sul percorso esistenziale che accomuna tutti noi “umani” nelle angosce, nelle paure, ma anche nelle irrinunciabili speranze. Uno stile scorrevole, accattivante porta il lettore in una strana dimensione onirica costellata di sorprese, turbamenti, cadute e rinascite, scandita da cinque metaforici incontri: la forza, la verità, la luce, la saggezza ed infine la gloria. L’atmosfera fantastica nella quale si svolge il racconto riesce, alla fine, a rivelare, meglio di una storia vera, cinque realtà che ogni essere umano può e deve conquistare per essere attore partecipe dell’universo. Grande, perciò, l’interesse che “Shai” può suscitare nel lettore, di là dalla semplice e tuttavia gradevole trama narrativa. Vitiana Paola Montana nasce a Viareggio nel 1959. Ha intrapreso un percorso di approfondimento delle tematiche volte all’evoluzione e al miglioramento personale, che è ora sfociato nella scrittura di questo breve, intenso libro. HORROR, NOIR, EROTISMO Sesso e morte, ad alta tensione! Clandestina di Macello Spoletini No-Nein Edizioni Erotico Noir 92 pagine + DVD Euro: 16.00 ISBN: 88-901881-0-3 Ti voglio vedere mentre ti scopano. Sembrava avesse detto mentre ti uccidono. Che infatti la relazione tra le due cose è strettissima Mai la morte e la vita sono così vicine come nell'urlo di un amplesso. Da ragazza avevo letto da qualche parte che quel momento viene definito la piccola morte. Recensione a cura di Laura Schiavini Sesso e morte sono i temi di questo racconto multimediale ad alta tensione erotica. Libro e DVD: cerebrale e femminile il primo, visivo e maschile il secondo. Non solo, ma anche il concetto di libertà; libertà di cercarsi la propria prigionia, di stare di qua e non di là, nella società organizzata in cui gli uomini da sempre si uccidono in nome della vita. Dopo una non vita da casalinga asessuata, la protagonista uccide il marito per non esserne uccisa, si procura identità diverse e decide di seguire la sua morale applicando le leggi del suo personale Stato creando la propria economia, la più antica del mondo. Prima, è necessario svuotare il cervello dalle idee rigide e borghesi e riempirlo di vuoto, un vuoto pronto a ricevere. Per poter vivere e sostenere il suo piccolo Stato, deve uccidere di nuovo; questa volta due giovanissimi pieni di soldi e spocchia. In aggiunta alla compiuta vacuità di cui si serve come un ferro del mestiere, il suo corpo acquista un'oleosità, una patina che trasmette agli uomini una carica sensuale senza pari. E' un peregrinare da uomo a cliente: un vecchio malato che preferisce la dolce morte al carcere, un clandestino duro che la sfrutta e l'umilia, un giovane ragazzo da corrompere, un futuro sposo che l'accoglie nella sua auto per un ultimo afflato di vera vita. L'imperativo è abbracciare l'autenticità della strada con le armi affilate della carne e col pudore di secoli fra le gambe e l'ultimo fine di questa Dark Lady, che dell'antico femminino coglie il senso più carnale, non sono né ricchezza né potere ma solo il teatro perfetto, dove poter stringere patti d'amore e morte. Per poter vivere. Questo è ciò che comunica il racconto, con una scrittura potente e vitale, a volte affilata come un ferro chirurgico mentre le immagini del film, accompagnate dalla lettura del volume, sono sensuali e oniriche, mai volgari. Marcello Spoletini vive a Frascati (Roma). Sceneggiatore e regista cinematografico, ha realizzato lungometraggi, film erotici, documentari storico-artistici e, nello stesso tempo, ama sperimentare nuovi linguaggi, come questo racconto multimediale. Le donne, viste attraverso la propria metà oscura… Donne in Noir di Simonetta Santamaria Il Foglio Edizioni Horror Noir 92 pagine Euro: 10.00 ISBN: 88-7606-040-5 “Così lei è il giornalista, giusto?" "Sissignora. Sono Giorgio... Giorgio Brunetti, del Tuscania Oggi.", masticò, buttando lì il primo cognome che gli venne in mente. "Teodora Piccini. Piacere. E queste sono le mie meraviglie", disse rivolgendosi agli alberi. "Venga, che gliele mostro". Istintivamente seguì la signora Piccini lungo il corridoio della serra, sebbene quella vocina interiore continuasse a suggerirgli che era meglio fuggire. "Vede, ci ho messo anni per studiare una formula nutritiva che li facesse crescere così rigogliosi..." Recensione a cura di Mirko Luna Donne in Noir è scritto da una donna italiana, e tutte donne sono le protagoniste della raccolta, italiane anch'esse per il preciso intento di non fare il verso alle più famose novelle d'oltreoceano. In un settore che vede il predominio di firme maschili, e per di più straniere, Donne in Noir offre al lettore un pugno di racconti che spaziano dal macabro alla necrofilia, dall'atmosfera irreale alla rassicurante (in apparenza) ambientazione quotidiana; racconti che prendono per mano e accompagnano, via via, verso la fine, trasmettendo quel "sano" brivido di paura che piace tanto agli appassionati del genere. C'è una linea sottile che avvince il lettore. Egli può sentirsi vicino ai personaggi, immedesimarsi in loro. E quanto più questi ultimi sono assassini, diversi, tanto più essi paiono al lettore vicini, quasi familiari. Come se le perversioni dei racconti appartenessero esse stesse al mondo reale. L'effetto "vicinanza" è reso proprio all'ambientazione e dalla caratterizzazione consueta in cui agiscono le protagoniste. La lieve angoscia che alla lettura dei racconti perfora la schiena come un ago ipodermico non è quasi mai dovuta alla sorpresa, ma ad una sorda inquietudine: le donne viste attraverso la propria metà oscura. L'iperrealtà letteraria dei testi è il tentativo di identificare una dimensione che vive sopita da qualche parte, dentro di noi. Simonetta Santamaria vive e scrive a Napoli. Nasce nel 1988 come giornalista sotto l'egida dell'agenzia di stampa Informedia. Ha pubblicato racconti su varie antologie e, con Quel giorno sul Vesuvio, ha vinto il premio Lovecraft 2004. Un noir cinico, ironico, sfacciato Ferraglia di Andrea Stracchi Proposte Editoriali Horror & Noir 104 pag. - Euro: 10,00 ISBN: 88-87431-43-4 Un buco. Profondo e freddo. Che ingoiava ogni mia emozione, ogni mio ricordo. Ogni mia piccola esperienza. Avevo bisogno di quello. Di riempirlo col mio passato. E poi cominciare di nuovo... come se nulla fosse successo in precedenza. Recensione a cura di Giovanni Turi Uno stile ironico e cinico, unito ad un ritmo serrato e coinvolgente, sono gli ingredienti che rendono questo noir avvincente, mai prevedibile, né banale, capace di inchiodare il lettore dalla prima all'ultima pagina... Un giovane ragioniere, pago della sua quotidianità, del suo lavoro banale e ripetitivo, di una vita in cui le uniche trasgressioni sono fare sesso “no problem”con la bella Barbara, la segretaria che si divide tra lui e Masetti, il principale, e ascoltare tanta musica, da Miles Davis ai Clash, o immergersi nei film di Kitano o di Kubrick, viene travolto da un’antica passione, mai del tutto sopita, per la quale aveva tradito il suo migliore (nonché unico) amico. Basterà un occasionale incontro con la bellissima e ancora conturbante Giulia perché il protagonista rimanga irrimediabilmente intrappolato in un vortice che lo indurrà a infrangere ogni equilibrio e morale. Gradualmente, emergono i traumi della sua adolescenza: la timidezza, la solitudine, l’invidia, il rapporto turbato dei genitori; e quando il presente sembra riuscire a realizzare le sue aspettative, a riscattarlo dalla mediocrità, dopo l’esaltazione, l’ebbrezza del rischio e della trasgressione, il suo destino precipita verso un baratro che lo costringerà alla violenza, alla fuga, all’odio di se stesso… Irrompe il dramma, e niente potrà più essere come prima Andrea Stracchi è nato a Roma nel 1972. Giornalista, musicista e sceneggiatore, è al suo secondo romanzo, dopo Smoke Jazz Club. Divertente romanzo hardboiled dedicato alle avventure di un bizzarro detective di Latina Guarda che luna di Pierluigi Felli Pulp Edizioni Horror Noir Hardboiled 106 pagine Euro: 11,00 ISBN: 978-88-9025-97-1-5 Quando si rivolgeva a me lo faceva chiamandomi sempre “signore”, e a me non stava bene. Non perché mi sentissi una signora, intendiamoci, ma perché non mi sentivo un signore in quel senso lì. Lo so che è difficile da spiegare, ma voi che pretendete? Mica sono Jack London! Recensione a cura di Chiara Depriori Il romanzo hardboiled narra solitamente le vicende di un bizzarro investigatore privato che cerca di risolvere un crimine o un mistero. In Guarda che luna, Pierluigi Felli sovverte questo cliché mettendo in scena proprio la scomparsa del personaggio principale. Andrea Doria, stravagante e irriverente detective di Latina (già protagonista del romanzo Nella coda il veleno, anch'esso presente in questo catalogo n.d.r.), vive alla giornata tra bollette non pagate e perpetua ricerca di denaro. Egli non cede alle lusinghe della criminalità e dei facili guadagni finché non incontra un’affascinante “pupa dai capelli corvini”, figlia di un boss mafioso. Un po’ per amore, un po’ per convenienza sposa la donna e si trasferisce con lei a Cuma, dove vive come un perfetto mantenuto. In questo paesino campano assistiamo divertiti al cambiamento del suo stile di vita: se prima era frugale e indaffarata, ora invece è piena di eccessi e noia. Ben presto insoddisfatto di sé e tediato dalla ricchezza acquisita, Doria decide di tornare a Latina. La sua scelta, però, pare condizionata soprattutto dall’improvvisa e inspiegabile freddezza della moglie, che fino ad allora lo ha amato appassionatamente. Tornato alla vecchia esistenza Andrea riceve una lettera che, senza motivo apparente, lo porterà a Haiti. A questo punto il racconto si infittisce di enigmi e si trasferisce sull’isola dove perdiamo le tracce del protagonista. Qui il ruolo dell’investigatore è affidato a uno scrittore giunto nelle Antille alla ricerca di una storia da pubblicare. Egli indaga sulla sparizione del nostro eroe e sull’oscuro motivo del suo viaggio. Il finale, a sorpresa, introduce elementi di magia e leggenda che spiazzano e incuriosiscono il lettore. In parte racconto nero, in parte giallo, Guarda che luna è soprattutto un romanzo divertente, anche se talvolta eccessivamente influenzato dall’immaginario letterario e cinematografico americano. Il buon intreccio della trama e le acute riflessioni del protagonista rendono la lettura piacevole e consigliabile a tutti, non solo agli appassionati del genere. Pierluigi Felli (Roma, 1965), autore di diversi romanzi, è già noto al pubblico degli appassionati del pulp per il suo romanzo d'esordio, Un matrimonio d'interesse (Baldini & Castoldi Dalai, 2003), in cui compare per la prima volta il detective Andrea Doria. A questo, fanno seguito: Camerata Addio (Novecento 2003), Hotel Guantanamo (Novecento, 2004), L’amor teppista (Novecento 2005), Caino & Abele (Mondostudio 2006), Nella coda il veleno (Pulp Edizioni, 2006) e Guarda Che Luna (Pulp Edizioni, 2006). Felli vive a Piglio, in provincia di Frosinone, con la moglie. Soffre di vampirismo. Una storia deformata dalla notte e dalla fatica, in una rabbiosa voglia di riscatto! Il fondo della notte di Valerio Pinelli Proposte Editoriali Noir 102 pag. - Euro: 8,00 ISBN: 88-87431-22-1 È un mondo chiuso da piccole storie di ordinaria disperazione, ma ai più, alla gente del giorno, quella che vive di sentenze e pregiudizi, di cittadelle fortificate e carità pelosa, non farebbe piacere ascoltarle. Recensione a cura della Redazione DANAE Ghigo, un passato di attivista nel movimento operaio ormai lontano, vive una vita di difficoltà e fatica, lavorando duramente come scaricatore, in una Livorno notturna e fatiscente, al fianco di compagni con i quali ha costituito una cooperativa che scarica i camion dei corrieri: Pablo, un argentino fuggito dalla dittatura di Videla; Tane, un vecchio compagno di lotta; Seba, un giovane drogato; Giuliano, che integra il salario con la ricettazione di merce rubata e vive con una giovane prostituta negra, e tanti altri ai quali è legato dalla difficoltà di vivere, dalle notti di fatica, ma anche dall'amicizia e dalla solidarietà. Il rinvenimento fortuito, all'interno di un pacco di merce in transito nel magazzino in cui lavorano Ghigo e i suoi compagni, di una busta di cocaina può essere l'occasione per guadagnare un po' di denaro extra, ma può essere anche molto di più: forse, è l'ultima possibilità di cercare una qualche rivincita, di dare "una ramazzata al sudiciume che ci sta d'intorno". Sarà questa la scelta personale di Ghigo, che saprà coinvolgere nel suo progetto anche gli ignari amici. Ma la conclusione, come sempre, come la vita, riserva delle sorprese. Ben scritto, Il fondo della notte è un libro ironico, amaro, agile, con l'ambientazione tipica del noir e personaggi tratteggiati con dolente leggerezza. L'autore è capace di offrirci una storia ben costruita e un'atmosfera convincente, rivelando soltanto a tratti la sua qualità di esordiente, lasciandosi sfuggire qualche frase fatta o in linguaggio "politichese". Valerio Pinelli è nato a Pisa nel 1958. Impegnato in organizzazioni di difesa dei lavoratori e degli inquilini, ha collaborato a diversi fogli e riviste della sinistra militante. Con questo romanzo a sfondo sociale, Il Fondo della notte" ha vinto la seconda edizione del premio "Elsa Morante". Anche il suo secondo romanzo, L'albero ed io, è disponibile in questo catalogo. A definirci non è ciò che facciamo, ma come conviviamo con i ricordi Nella coda il veleno di Pierluigi Felli Pulp Edizioni Horror - Noir 104 pagine Euro: 11,00 ISBN: 88-902597-0-1 Latina è un ring e per noia ci salirò ancora. Non c'è niente di più patetico e ugualmente romantico di un pugile suonato e cinquantenne che sente ancora vent'anni addosso... Recensione a cura di Carlo Battaglini Andrea Doria è un detective che ritorna nella "sua" Latina dopo anni di lontananza. E' un uomo che convive con i ricordi e che da essi viene influenzato, non solo nella sua professione ma anche, e soprattutto, nella sua vita. L'omicidio con cui si trova coinvolto lo porta a incontrare (e a scontrare) i compagni della sua gioventù e ci trasporta con lui in una storia infarcita di momenti ironici e critici nei confronti di una realtà che non è ancora una metropoli, ma neanche più un paese, una realtà che Felli dimostra di conoscere, e ciò gli permette di darci qualcosa in più (che bello vedere un autore che sceglie un'ambientazione che conosce per il suo romanzo!). Latina diventa uno schermo dove si apprezzano, o si detestano, svariati aspetti della nostra "cultura" (chiamiamola così...) più recente. Un personaggio contorto, Andrea Doria, e alcuni periodi un po' troppo tortuosi non fanno che accentuare questa sua peculiarità, e anche amplificano molti momenti in cui lo stile diventa asciutto, incalzante e molto efficace. Un Andrea Doria che, forse, un poco beccheggia, ma che non affonda mai. Pierluigi Felli (Roma, 1965), autore di diversi romanzi, è già noto al pubblico degli appassionati del pulp per il suo racconto d'esordio, "Un matrimonio d'interesse" (Baldini & Castoldi Dalai, 2003), in cui compare per la prima volta il detective Andrea Doria. Felli vive a Piglio, in provincia di Frosinone, con la moglie. Soffre di vampirismo. Racconti in grigio e in nero Nolendo di: Giovanni Monti Tabula Fati Antologia di Racconti Noir & Horror 190 pagine Euro: 8,00 ISBN: 88-7475-008-0 Le crepe del soffitto sembravano criniere di cavalli. Vele. Alberi frondosi. Alla poca luce che indugiava nella camera. Di rubo. Attraverso la finestra semichiusa. Alle sei del pomeriggio. Recensione a cura di Mauro Casaroli Sorprendente questa raccolta di brevi racconti noir. A partire dal formato del Libro: piccolo, tascabile che porta quasi istintivamente a sottovalutarne il contenuto. Solo dopo si comprende appieno la scelta del formato, legata a storie da raccontare in fretta, da assorbire avidamente una dopo l'altra, quasi morbosamente, per tracciare i limiti dell'umano e lasciare solo alla fine un momento di possibile riflessione. Ogni racconto è scandito da una sua logica temporale ben delineata e predisposta per l'inevitabile catarsi finale, come una bomba: con un innesco, un pretesto qualsiasi, ritagli di vita; un timer, minuti, giorni, attimi che scorrono inesorabili; e un finale deflagrante, che si abbatte come una mannaia, secco, breve, definitivo. A tutto ciò contribuisce in modo perfetto lo stile scelto dall'autore: la prosa è scarna, i periodi brevi, talora brevissimi. Non c'è spazio per riflessioni o divagazioni; non c'è modo che il pensiero se ne sfugga via dalla vicenda che attanaglia, opprime, trascina nel suo vortice fino alla fine. Le storie ci presentano fotogrammi di vite grigie, banali, nelle quali si coglie tuttavia un elemento disturbante che finirà per condannare i personaggi. Il grigio che vira nel nero. La banalità destabilizzata che finisce in tragedia. Un elemento accessorio ma che connota e rende ancor più credibili i personaggi è la sicilianità che pervade i racconti in questione: in tutto questo non c'è nulla di pedante o di folcloristico, solo il ritratto fedele di un vivere e di un sentire la propria terra, in modo umorale e con immagini, aromi, rumori che arrivano dritti al cervello e che ricostruiscono in piccoli dettagli un intero mondo. Ci sa fare Monti con le parole. E' un poeta, non c'è da stupirsene. Non una di più, non una di meno. Qualcuno lo accosterebbe agli autori minimalisti d'oltreoceano. Ma c'è proprio bisogno di etichettare ogni cosa? Giovanni Monti è nato a Palermo. Formatosi alla Scuola dell'Ermetismo Italiano, ha esordito in poesia nel 1962. Ha pubblicato molte opere, tra cui, di poesia, Croce e noce (2001), Giro di boa (2002) e, per la narrativa, oltre a Novilunio (1999), La luna e il cavaliere (2001). L'autore è presente nel nostro catalogo anche con il Romanzo Novilunio. Il nostro personale vaso di Pandora Orda primordiale di Mauro Casaroli Edizioni Robin Noir 198 pag. - Euro: 9,00 ISBN: 978-88-7371-370-8 “È questo. È questo che sono, allora. Un animale, prima di tutto. Poi anche intelligente, ma non morale. Ed è bello sentirlo. Affrancato dalla sudaticcia coscienza. Ti fa sentire libero.” Recensione a di Piera Rossotti Pogliano Il primo romanzo di Mauro Casaroli è un noir impastato di sangue, ambientato in una New York notturna e violenta. Anzi, no: è un testo di filosofia morale, in cui ci si interroga sul significato libertà dell’uomo, della civiltà, della natura del male. I due aspetti sono assolutamente inscindibili. Il libro si legge d’un fiato: buon per voi, perché vi ritroverete alla fine accorgendovi di avere i muscoli contratti, i polmoni dolenti per aver troppo trattenuto il fiato, e la testa piena di interrogativi. Andrew, un regista sempre alla ricerca di sensazioni forti, entra in contatto con uno strano e affascinante personaggio femminile, Lara, e con i suoi amici, che intendono servirsi di lui per veicolare attraverso il cinema le loro idee. L’incontro segna una svolta decisiva nella vita del regista: scegliendo Lara, egli sceglie il rifiuto delle regole e delle convenzioni, sceglie di lasciare affiorare la violenza e il male che sono in ciascuno di noi, le pulsioni animali primitive e fondamentali, il disprezzo assoluto per gli altri. “Noi siamo ancora selvaggi e abbiamo bisogno di sentircelo addosso ancora, ogni tanto”, afferma Lara. L’orda primordiale, la violenza scatenata, è quella capace di abbattere il grande totem, la civiltà che conosciamo, di distruggere l’umanità stupida e degenerata che ci circonda, perché la selezione naturale non opera più. Non è la civiltà, infatti, ma il caos che può imporre una potente spinta selettiva. L’atmosfera e i dialoghi sono da romanzo hard-boiled, ma è difficile trovare un’etichetta. Sarà inevitabile pensare alle teorie di Darwin e all’Uber-Mensch di Nietzsche, che si è liberato, come Lara, dai concetti di bene e di male della morale corrente e per il quale ciò che conta è il presente. La scrittura è asciutta, con frasi dirette e secche come rivoltellate a bruciapelo. Cercate di non farvi beccare! Piacentino, sposato, padre di due figli, scrittore per passione, Mauro Casaroli cura da anni il gruppo di valutazione per racconti noir e thriller del “Rifugio degli Esordienti”, e un suo racconto compare nella prima @ntologia pubblicata sotto l'egida del Rifugio, "R@cconti senza Rete" (Di Salvo, 2001). Ama la musica, l’Inter, la birra e correre. Sogna un mondo senza petrolio, senza stupidità, senza nebbia. Adora il suo cane Skelly e i tartufi che la stessa non riesce a procurargli. È profondamente innamorato della sua terra e della sua città, dei suoi luoghi, itinerari inimitabili per i sensi e la mente. DIARI, ESPERIENZE, TESTIMONIANZE, RACCONTI DI VITA New York, vista con gli occhi increduli di un’italiana 950 49th Street Brooklyn, New York di Claudia Marinelli Antonio Stango Editore Testimonianze 125 pag. - Euro: 9,30 ISBN: 88-87274-06-1 Furono mesi eccitanti quelli invernali tra le mie vecchie e nuove amicizie, le lunghe chiacchierate, le mie bellissime letture e le mie ore di solitudine passate a scrivere. La vita mi stava offrendo così tanto..." Recensione a cura di Gianpietro Scalia In questo libro l'autrice rivive il suo primo anno di vita negli Stati Uniti, dove si è recata 16 anni fa, per accompagnare il marito medico. Il racconto si sviluppa come un ricordo, filtrato dal piacere di rievocare anche le esperienze apparentemente negative (l’invasione di insetti in cucina, l’arredamento insufficiente della casa, le frequenti malattie dei bambini) con la nostalgia tipica del rimpianto di un tempo trascorso. Nella nuova, impegnativa vita familiare fatta di piccole cose, si inserisce una vita sociale tutta al femminile, con amiche trovate durante il trascorrere dell’anno, come lei giunte negli Stati Uniti con i mariti specializzandi in un grande complesso ospedaliero. L’America con cui entriamo in contatto è narrata attraverso dettagli minimi, come le scale, gli appartamenti, il giardino di un palazzo. Gli avvenimenti quotidiani diventano sorprendenti perché analizzati attraverso la curiosità, l’intelligenza e la dolcezza di una persona capace di cogliere il senso profondo di cose apparentemente superficiali della vita quotidiana. Una vita non sempre facile, ma che insegna qualcosa: giunta negli Stati Uniti con due figli piccoli, il pancione, pochi soldi, una solitudine resa ancora più forte dall’assenza frequente del marito, un mare di problemi e un tempo sempre tirato per via dei figli, l'autrice vive la sua esperienza in modo profondamente positivo, e può concludere affermando che "è stato un anno eccezionale". 950 49th Street, Brooklyn, New York è un libro ben scritto, con tatto e leggerezza. Una narrazione che lascia poco spazio alla fantasia ma molto al ricordo e al rimpianto di un periodo trascorso. L'aspetto più sorprendente, tuttavia, è il modo di porsi dell’autrice davanti alle nuove esperienze, con curiosità fresca, senza pregiudizi. Il suo sguardo curioso diventa alla fine lo sguardo del lettore, che prende a simpatia la sua vita quotidiana e la segue con piacere a ogni pagina. L’esilarante routine della moderna casalinga italiana Angeli del focolare Diario di una casalinga In fuga… di Lorella Fontanelli Epika Edizioni Diario - Romanzo 150 pag. - Euro: 13.00 ISBN: 978-88-96829-00-4 “La casalinga sa perfettamente che mentre suo marito si metterà davanti alla TV lei rilaverà i piatti, ripulirà i fornelli e rispazzerà il pavimento. E anche lei sarà stanca ma non potrà neanche dirlo perché lei sta a casa tutto il giorno, non è mica sotto padrone, lei...” Recensione a cura di Nadia Martignetti La casalinga, questa sconosciuta... spesso bistrattata da marito e figli, non considerata dalla società, costretta a lavorare 24 ore su 24 senza tregua e senza un briciolo di altrui gratitudine. Sfogliando avidamente le pagine del libro sembra quasi di immergersi in un documentario alla “Superquark” che ci presenta gusti, usanze e abitudini di questa sconosciuta specie: la casalinga moderna. Se siete casalinghe non potete assolutamente esimervi dal leggere questo interessantissimo libro, perché vi immedesimerete in ogni singola frase e vi ritroverete a sorridere compiaciute, ma forse anche un po’ amareggiate, al realistico dipinto tracciato dall’autrice sulla vostra vita. E poi l’unione fa la forza e quindi sapere che le proprie disavventure domestiche sono condivise da altre migliaia di casalinghe sparse in tutta Italia vi farà rivalutare il vostro ruolo. Ma la lettura di questo dissacrante libricino è vivamente consigliata anche a tutti coloro che casalinghe non sono ma che tutti i giorni entrano in contatto con queste fantastiche donne: sono certa che leggere nero su bianco cosa pensa una casalinga della sua delirante routine servirà a far aprire gli occhi a un bel po’ di maritini e figli adorati. Non si può non divorare questo libro tutto d’un fiato perché è capace di presentarci un argomento apparentemente banale con semplicità e tanta ironia ma soprattutto lasciandoci ampio materiale su cui riflettere. Perché alla fine, sotto tutte le montagne di vestiti da lavare e stirare, sotto tutti i vetri da pulire e i pranzi da cucinare, una morale c’è e ci presenta l’amara verità sulla condizione della donna nel terzo millennio. Lorella Fontanelli nasce nel 1957 a Castello di Serravalle (BO) dove ancora vive. È autrice di diversi articoli giornalistici. Nel 2010 fonda la case editrice Epika e pubblica, tra gli altri, questo romanzo. La passione di Gesù in santa Maria Maddalena de' Pazzi Come un agnello condotto al macello a cura delle: Suore Carmelitane di Carpineto Romano & Padre Elia Monari Graphe.it Esperienze 150 pagine Euro: 10,00 ISBN: 88-89840-05-6 O Amore, ti legano con la catena di ferro. O Amore, quanti amanti ti legano invece con una catena d'amore. Legano quelle mani che hanno fatto ogni cosa per loro e che li hanno creati. Amore, lega a te me e queste altre: fa' che leghiamo te in noi e tu, Amore, lega noi in te. Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano Ha senso, nel XXI secolo, ripubblicare i resoconti di tre estasi sulla passione di Cristo di una monaca vissuta nel XVI secolo? Certamente sì, e questo senso è almeno duplice: il credente di oggi potrà leggere i brani evangelici della passione e, a fronte, il resoconto delle visioni estatiche di santa Maria Maddalena de' Pazzi, registrate e narrate dalle sue consorelle con attenta, controllata partecipazione emotiva; per il non credente, questa lettura sarà invece un aiuto per comprendere più a fondo la spiritualità cristiana dei secoli passati che fa innegabilmente parte del tessuto della nostra civiltà. Suor Maria Maddalena de' Pazzi (1566-1607) fu monaca carmelitana, canonizzata da Clemente IX nel 1669. Al centro delle sue visioni c'è l'Amore, il Verbo, come lei chiama Cristo. C'è il mistero divino e la salvezza dell'uomo e del mondo che passa attraverso la prova cruenta del Figlio. Nutrita di letture evangeliche, conoscitrice degli scritti di san Paolo, dei Salmi, delle profezie, la santa partecipa, nelle sue estasi, alle sofferenze di Cristo, testimoni le consorelle che la osservano e registrano le sue parole mentre percorre, per ben tre volte, la via della croce insieme al suo Sposo. Queste testimonianze sono ora proposte in italiano corrente, per essere facilmente fruibili anche dai lettori di oggi, a cura di padre Elia Monari e delle suore carmelitane di vita contemplativa di Carpineto Romano. La storia straordinaria di un meraviglioso fallimento Cronaca di una retrocessione di Giorgio Astolfi L'Autore Libri Esperienze 81 pag. - Euro: 7,75 ISBN: 88-7254-884-5 A me piaceva quello sport e tutto ciò che comportava, come la lotta e le emozioni sul campo, il pubblico, lo stadio, l'allenamento, le attese, lo spogliatoio e il nobile sentimento dell'amicizia che nasceva in quei frammenti d'esistenza. Ma se il calcio era tutto ciò, che cosa c'entrava il danaro? Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano Cronaca di una retrocessione è la storia, raccontata dalla voce del protagonista sul filo dei ricordi, e filtrata dal tempo, del sogno di una giovane promessa del calcio, che milita in una piccola squadra di semiprofessionisti, l'U.S. Bernalda (MT). Sullo sfondo di un paesaggio del Sud dai colori forti e puri, che sembra dipinto con una spatola, "terra di ulivi e di tramonti rosa e rossi", di case bianche, di sole "di un giallo inconsueto", si svolge l'esperienza calcistica del giovane Giorgio, tra speranze e delusioni, momenti di gioia e di esaltazione di fronte al pubblico, al quale regalare, quando è possibile, "bellissimi goal e una partita straordinaria", ma anche amarezze e sconfitte. Mentre si snoda la storia calcistica, il lettore entra in sintonia anche col ragazzo che lotta contro una cronica mancanza di denaro, un anno di scuola da ripetere, un po' di nostalgia di casa... cui fanno da contrappeso la passione sportiva e gli occhi dolcissimi di Giovanna. Il Bernalda non ce la farà, tutto sembra congiurare contro questa piccola squadra cui la sorte è così avversa; perfino il cronista della "Gazzetta del Mezzogiorno" sembra "un poeta ammalato di fato". Una storia di calcio giocato e di sacrifici, ma al tempo stesso romanzo del farsi di un uomo, che cresce attraverso la sconfitta, ma non per questo rinuncia al suo ideale romantico, l'amore per lo sport, di cui sarà "prigioniero a vita". Cronaca di una retrocessione è un piccolo libro, ben scritto, piacevole e curato. Giorgio Astolfi è entrato giovanissimo nella Primavera della Spal. Compagno di squadra di Fabio Capello e di Eddy Reja, ha giocato nella Mirandolese e nel Bernalda, ed è quest'ultima esperienza di gioco che viene raccontata nel suo libro Cronaca di una retrocessione. Oggi, l'Autore vive a Ferrara, dove insegna Lettere in un I.T.I.S. Oltre a questo volume, ha pubblicato alcune sillogi di poesie. Compagni di branco, a due e quattro zampe Cuore di latte di Francesco Talamo Edizioni F. Talamo Esperienze - Romanzo 136 pag. - Euro: 12.00 ISBN: 978-978-88-9062-1 La paziente e silenziosa compagnia di un cane è uno degli stimoli più forti alla riflessione e alla serenità di pensiero. Recensione a cura della Redazione DANAE Chi ama i cani, ne ha in casa o ne ha avuti, non potrà fare a meno di amare questo libro e di intenerirsi durante la lettura. Claudio e Cecilia, che abitano una grande villa circondata da un bel giardino, possono permettersi di tenere cani e gatti: i figli sono grandi, lasciano la casa dei genitori per costruire la loro vita, c’è più tempo per occuparsi dell’educazione di un cane, anche di una razza impegnativa come il rottweiler. Argo entra nella loro vita all’età di tre mesi, quando è una tonda pallina di ciccia, ma cresce rapidamente, dimostrandosi vivace ed esuberante, a volte in modo eccessivo, con un forte istinto dominante. Il problema principale, per Claudio, è che il cane sia anche “sicuro” e che, pur temibile come cane da guardia, non sia aggressivo nei confronti delle persone di famiglia, dei loro amici e, soprattutto, dei bambini. Con un cane che ci vive accanto si può parlare di qualsiasi cosa, anche filosofare. E chi l’ha detto che un cane non capisce? Diventa un amico, uno di casa, e la famiglia è il suo branco. Per tutta la sua vita, fino all’ultimo. Il Libro ha vinto il premio speciale "Trofeo Ralph" per la sezione narrativa del premio letterario Lord Glenn edizione 2013-2014 Francesco Talamo nato a Catanzaro, è un chimico industriale. Ha pubblicato La campana di Serra di Piro e la diocesi di Martirano, Nicolini Editore e Cronache risorgimentali di Antonio Serravalle, Edizioni Pellegrini L’anno del “cancro”… ma io sono bilancia! E' questione di pelle di Gabriella Franceschini Edizioni Miele Esperienze 116 pag. - Euro: 11,50 ISBN: 978-88-6332-013-8 La vita è bella, nonostante tutto, e piena di meravigliose sfumature. Prima di andare mi soffermo qui nel giardino e decido di sedermi su questa panchina assolata e invitante... Recensione a cura della Redazione di DANAE Gabriella, operata di tumore al seno, si sottopone ad un ciclo di radioterapia. Come un viaggio, scandito dalle attese nella sala azzurra di un ospedale, dalle sedute di radiazione eseguite da tecnici più o meno attenti, più o meno disponibili a ricordare che gentilezza e disponibilità non dovrebbero essere un optional, la donna, ancora giovane, percorre una strada che la porta lentamente fuori dalla malattia, mentre si guarda intorno e approfondisce i rapporti umani più cari, come quello con la madre, caratterizzato da un affetto semplice e da un amore incondizionato, capace di tradursi in semplici gesti quotidiani, come la preparazione di un piatto di pesce o un cous cous, o ancora recupera, sia pure con estremo pudore, il rapporto con il padre, pieno di difficoltà di comunicazione, ma non per questo meno profondo; gli amici, invece, inspiegabilmente si allontanano, quasi che il cancro sia una malattia contagiosa. Gabriella, però, non recrimina, perché “la vita è bella, nonostante tutto”. Così, questo diario di viaggio non riguarda la malattia, ma il recupero della vita, la capacità di goderne appieno, di cogliere ciò che di bello può offrire. Basta poco per essere felici e rendere felici gli altri, e Gabriella l’ha trovato, questo poco, in fondo a se stessa, in una battaglia combattuta sulla sua propria pelle, e vinta. Gabriella Franceschini, di origini umbro-sicule, è nata a Tripoli (Libia) nel 1961, ma ha vissuto a Roma la maggior parte della sua esistenza. Questa è la sua prima opera, vincitrice del Premio Letterario “Narra il saggio” 2008 e del V Premio Letterario “Le donne raccontano”, Europa Donna, 2008 I guadi “sono la metafora dei momenti difficili della vita” Guadami negli occhi di Massimo "Polpo" Neriotti Edizioni Rebus Romanzo - Esperienze 300 pag. - Euro: 15,00 ISBN: 88-901448-0-7 Ho ancora molti ricordi e immagini che col trascorrere dei giorni affiorano alla mente ma è davvero difficile comunicarli, descrivere l’emozione è un’abilità riservata ai poeti. Recensione a di Gina Sfera Una storia brillante, a tratti esilarante, il libro di Massimo Neriotti, detto Polpo, è la cronaca quotidiana dei “viaggi” in moto fuoristrada, delle gare vere su strade e terreni impensabili, e di quelle che sembrano le “gite del pane e salame”. L’autore protagonista, ormai quarantenne e veterinario di professione, ha deciso di tuffarsi nell’avventura del mondo dell’enduro, dopo una vita in cui ha conosciuto solo l’asfalto percorso con moto da strada e consapevole in ogni momento della sua inferiorità nei confronti degli enduristi d.o.c. Le situazioni descritte sono come flash della memoria che ha conservato il ricordo del viaggio, delle trappole e dei pericoli dei percorsi su ogni tipo di strada, ma anche dei paesaggi, dell’amore, della poesia di una natura più forte della “Bombarda”, la moto che accompagna l’autore in questa avventura. L’uso frequente di un gergo endurista, un ritmo di narrazione agile e instancabile, sono la rappresentazione realistica dei moti dell’anima e del corpo di chi endurista è nato e di chi ha deciso di diventarlo, e rendono il racconto accattivante al punto che il lettore si ritrova spesso a ridere di gusto per la pungente e scanzonata autoironia del protagonista che si tuffa nell’avventura con tutta la consapevolezza di non esserne all’altezza ma lo fa perché vuole divertirsi con la tranquillità di chi non deve difendere un’immagine. Il libro è anche un racconto di viaggio, ogni luogo di gara diventa il pretesto per descrivere la geografia del posto ma anche gli “esseri “che lo abitano. È un viaggio nella psicologia dei “tipi” enduristi, nelle loro manie, abitudini e attitudini. Il libro è infine la volontà di liberare sentimenti che si ingigantiscono in momenti di vita avventurosi, paura, orgoglio, amore, la poesia dei paesaggi naturali e umani, quella poesia che è sempre presente nei moto amatori, la tenerezza del rude motociclista, quasi sempre sporco di fango. Massimo "Polpo" Neriotti è nato e vive a Torino, dove esercita la professione di veterinario. La sua passione per l’enduro è nata nel 2002, quando ormai, sulle sue pur solide spalle, erano già transitate quaranta pesanti primavere. Ciononostante e con l’entusiasmo che lo contraddistingue, è arrivato a partecipare, grazie anche all’aiuto dei numerosi amici del sito soloenduro.it, all’ultima edizione del Rally di Sardegna, una manifestazione di livello internazionale. Partire per i Tropici su un catamarano fantastico Il lungo viaggio di Chaetodon Vagabundus di Francesco Sciortino Edizioni dell'Oleandro Esperienze, Racconti di viaggio 215 pagine Euro: 15,00 ISBN: 88-86600-95-X Vivere su una barca significa trovarsi su un mondo concentrato, in cui le 'cose' da cui si dipende sono tutte lì, sotto i propri occhi e il proprio controllo, e non più elementi estranei che solo a momenti entrano a far parte della nostra esistenza. Recensione di Beppe Forti Il catamarano a vela "Chaetodon Vagabundus", vero protagonista di questa cronaca romanzata di un viaggio per mare, trae il suo nome da quello latino del pesce farfalla che popola i mari tropicali descritti. Già con il nome della barca, l'autore trasporta chi legge in una specie di mondo parallelo, irreale e fantastico, quasi perfetto nella sua sospensione in un universo onirico immerso in un tempo e uno spazio indeterminato nel quale i nomi dei paesi e dei luoghi hanno in comune con quelli di contrade esotiche e reali solo l'assonanza. Venezia è l'unica località che compare con il nome reale, e forse non a caso, considerati gli aspetti onirici che la città sull'acqua presenta già di per sé. Gli avvenimenti e gli incontri nel corso del viaggio offrono il pretesto al protagonista, che narra la vicenda in prima persona, per lunghe divagazioni su altri avvenimenti e incontri che hanno contrassegnato la sua esistenza. La storia potrebbe essere paragonata ad una fuga dal mondo, fuga reale o, forse, solo sognata, e probabilmente è per questo motivo che l'autore si affida ad una toponomastica e ad un universo di fantasia. La fuga, tuttavia, si trasforma alla fine in una specie di resa ad un "ritorno a casa", epilogo permeato non dalla rassegnazione e dalla malinconia che, anche se non espressa, sembra pervadere il peregrinare senza meta dell'autore, ma dalla speranza. Il romanzo appassionerà certamente gli amanti del mare e della navigazione a vela che, assieme alle vicende narrate, vi troveranno costanti riferimenti ad un linguaggio e ad una terminologia a loro familiare, anche se forse un po' oscura per dei profani. La lettura è piacevole, la storia coinvolgente e, pur dipanandosi in un mondo di fantasia, non mancano i riferimenti, anche di ordine politico e sociale, ai rapporti di sudditanza del sud del mondo nei confronti del nord e dello sfruttamento che quest'ultimo continua a perpetrare nei riguardi del primo. Palermitano, diplomatico di carriera, Francesco Sciortino è stato ambasciatore d'Italia in Liberia, Madagascar, Mauritius, Somalia, Sultanato dell'Oman. Amante dei Tropici con i loro ampi orizzonti e tiepidi mari, Sciortino ama trasfigurare le proprie inusuali esperienze trasformandole in storie in cui la sua fantasia ricostruisce liberamente, a volte in modo poetico, a volte con affettuosa ironia, le atmosfere, i luoghi, i personaggi che ha incontrato. Un amarcord amalfitano immerso nella nebbiolina dorata del ricordo Il monello d'Amalfi di Angelo Tajani Två Kronor Förlag Svezia Autobiografia 176 pag. - Euro: 10,00 ISBN: 91-973005-9-4 Quando la gente, dopo aver appreso dove sono nato, mi domanda come abbia fatto a lasciare un luogo così bello per trasferirmi nel gelido nord Europa, abitualmente rispondo: "Sono fiero di essere nato in una antica, famosa e bella cittadina dell'Italia del sud!" Recensione a cura della Redazione DANAE Il monello di Amalfi, scritto prima in svedese e poi tradotto in italiano dallo stesso Autore, è un piacevole e a tratti commovente libro di ricordi di prima mano, di esperienze vissute, di personaggi osservati "dal vero", arricchito di preziose fotografie tratte dall'archivio familiare, che certo sarà amato dai lettori che hanno vissuto gli stessi eventi che vi sono narrati, ma che sarà apprezzato anche dai più giovani, che potranno conoscere il mondo dei loro padri e nonni, dal 1943 agli anni Cinquanta. La voce narrante è quella dello scrittore adulto, che ricorda un'infanzia colma di avvenimenti grandi e piccoli, di "lezioni di buona creanza" a suon di ceffoni, ma anche di avvenimenti buffi o lieti, di scampagnate festose di canti e di giochi, se pure con cibi semplici e poveri, una frittata di spaghetti, pane e formaggio, un bel sorso d'acqua fresca dall'orciolo di terracotta. A tratti, tuttavia, affiorano ricordi visti attraverso gli occhi e le emozioni del bambino o del ragazzino d'un tempo, che scrive la sua prima dichiarazione d'amore su un foglietto, nascosto in un libro di scuola, fatti di cronaca e racconti di janare e mammoni, tra amarcord, autobiografia e notazioni di vero interesse storico e antropologico. Il tutto, piacevolmente dorato dalla nebbiolina del ricordo e della lontananza... Stampato in Polonia per conto di un editore svedese, questo libro ci meraviglia anche per la buona qualità dell'editing e la piacevole veste editoriale. Il monello di Amalfi ha ricevuto la menzione speciale e il relativo premio attribuito dall'Accademia Vesuviana di Tradizioni Popolari, nell'ambito del Premio Giovi - Città di Salerno. Nato ad Amalfi, giovanissimo Angelo Tajani si innamora di una ragazza svedese, che diventa sua moglie, e si trasferisce in Svezia. Dopo aver lavorato nel settore alberghiero per oltre trent'anni, come direttore di alberghi prestigiosi, si è dedicato al giornalismo, ed è collaboratore dei quotidiani "Il Giorno" di Milano, "Il Mattino" di Napoli e il settimanale "Oggi". Oltre a Il monello d'Amalfi, l'autore ha pubblicato Sulle orme della carta; Tycho Brahe, ed una recente ricerca sul compositore e direttore d'orchestra Jacopo Foroni che, dopo aver partecipato alle Cinque Giornate di Milano, divenne maestro della Cappella di Corte a Stoccolma. Nel 2002, il Presidente Ciampi lo ha insignito del titolo di Cavaliere Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana, e altri riconoscimenti gli sono giunti dalla Società Dante Alighieri per la sua intensa attività di diffusione della cultura italiana in Scandinavia. Testimonianze di un neurologo In camice e senza di Aldo Laterza Tabula Fati Esperienze 176 pagine Euro: 6,00 ISBN: 88-900145-5-5 Ho un ricordo molto vivo del mio primo camice: me lo fece confezionare mia madre; mio padre, in genere parco di parole, commentò: "Chi sa tra quanti guai ti andrai a cacciare con quel camice! ... se non ti ci abitui soffrirai molto, se ti ci abitui cesserai di essere un uomo." Recensione a cura di Stella Di Giorgio Questo libro forse cambierà la tua immagine di medicina. L'immagine della medicina spicciola, quella dell'aspirina che allevia il mal di testa, e della medicina chirurgica, quella col bisturi che incide nella carne viva. Perché spesso si pensa a al medico come a un meccanico che tratta il tuo corpo come una macchina da riparare. E si pensa alla medicina come a una scienza spavalda, che applica rigidi protocolli terapeutici, che comunica con cinismo anche la diagnosi più infausta e che opera con freddezza e anaffettività. Scoprirai invece una medicina umana, fatta di profonda compartecipazione, di coinvolgimento e di sensibilità. Attraverso le testimonianze piene di suspense di un medico in prima linea che ascolta, che trepida, che partecipa alla sofferenza e pensa a come alleviarla anche quando dismette il camice. In un libro intenso e di agevole lettura, per scrutare l'uomo nei suoi momenti di fragilità, di dolore e di speranza. Aldo Laterza medico neurologo, ha prestato servizio per molti anni presso l'Università di Roma ed è stato primario in ospedali di Viterbo e di Roma Il dolore non lo fingi, lo senti La storia di Lu di Serena Biagini Edizioni APED Diario - Narrativa 80 pag. - Euro: 8,00 ISBN: 88-88602-80-1 “...il dolore, l’ho sfuggito, ordinato, spezzettato, per tentare di gestirlo, governarlo, nello sforzo di soffrire il meno possibile. Mi sono sempre protetta, ma in questo momento non voglio avere paura, scelgo la commozione.” Recensione a cura di Laura Mondino Un diario. E’ la forma letteraria scelta da Serena Biagini, per raccontare la storia di Luisa, che tutti chiamano Lu. Una donna al tramonto dalla vita, alla fine di un viaggio lungo ma anche incredibilmente denso, che attraverso le pagine del proprio diario, inseparabile compagno di lotte vittorie e sconfitte, rivive passo dopo passo se stessa. Un racconto dove emozioni e sentimenti, pur nella loro complessità e intimità sono capaci di lasciar spazio alla vita, pur non nascondendo il dolore. Perché è il dolore il “fil rouge” dell’intero racconto. Mai degradato a semplice lamento, ma guardato negli occhi, affrontato, combattuto e alla fine accettato. Lo si trova nelle pagine dedicate a Giacomo, il marito, il compagno di sempre. “Me l’hai insegnato tu che non si scappa dalle emozioni. Io morirò presto… Non piangere, non dirmi che non è vero. Non fingere, non l’hai mai fatto…Non morire con me, ti prego”. Un mosaico in cui si condensano altre vite. Chiara, la figlia, dalla conflittualità esposta, non sottomessa, dove le distanze incolmabili, non sono che semplici grovigli da dipanare: “Ho imparato a sentirti vicina anche nella distanza, nell’assenza delle tua presenza fisica”. E sarà proprio lei, Chiara, a ritrovare il diario. E poi Simone, il maschio, simile a Lu per le rabbie improvvise che si alternavano ai silenzi riflessivi. E ancora le amiche, i nonni, la zia... E’ difficile raccontare le emozioni. Perché è di questo che parla il libro. E solo coloro che le hanno vissute, le sanno leggere tra parole inerti e finalmente “chiudere gli occhi, staccare la memoria, e accettare di non esistere più”. Serena Biagini nata a Prato, è laureata in Psicologia e specializzata in Sessuologia. Il suo lavoro clinico l’ha portata a riflettere sulle storie di vita collegate ai vissuti emotivi delle persone. Questo è il suo primo romanzo. Il giro del mondo … in quattordici anni Mezzo cervello in fuga di Marcello Badalì Edizioni Lulu Esperienze - Racconti 144 pag. - Euro: 7.00 ISBN: 978 12 91401 028 …nel 1998 comincio del lavoro di ricerca con un geologo fiorentino dottorato a Princeton. Egli mi convinse ad andare a fare un dottorato di ricerca, o Ph.D., negli Stati Uniti. Recensione a cura di Consuelo Taccani Quel bambino “con molte potenzialità ma non si applica” ha ora quarantatré anni e da poco ha scritto una “puttanata” (così definita dallo stesso autore), che è un’esplosione di ipercriticismo e al contempo di risate, con una quantità (s)moderata di parolacce messe al punto giusto e che rendono questo racconto attualissimo e divertentissimo! Badalì traccia le tappe della propria “alternativa” esperienza scolastica, dall’Asilo all’Università, per giungere a segnare il percorso degli ultimi quattordici anni trascorsi all’estero per lavoro. Il motivo che spinge Marcello a volare oltreoceano è fare un dottorato di ricerca (dopo la laurea in Geologia) presso una prestigiosa Università americana, e, dopo aver visitato i vari dipartimenti, deciderà di fermarsi in Alabama. Tornato in Europa, un’azienda tedesca gli proporrà un periodo di lavoro in Messico, paese culturalmente più vicino all’Italia e, dopo una vacanza a Cuba, sarà poi la volta della Francia, con Parigi prima e Pau dopo, della Norvegia con Harstad prima e Oslo dopo, infine della Spagna, con Madrid. La convivenza con Paesi diversi pone innanzi alla difficoltà della lingua e quindi della comunicazione, ma non solo, significa anche scontrarsi con realtà lavorative e culturali differenti che Badalì saprà affrontare con sagace spirito critico proprio di chi deve adattarsi per sopravvivere e sfaterà diversi luoghi comuni insediati nella cultura italiana. Uno dei messaggi che si legge tra le righe rivolto a tutti coloro che scelgono di lasciare il paese natio, è quello di non arrendersi, di non demoralizzarsi e se si sente la nostalgia della propria terra, come è umano che sia, qualcuno risponderà sempre a un’email, come è accaduto a Marcello, che non ha mai reciso il cordone ombelicale con l’Italia. Il dialetto romano accompagna la lettura di questo racconto e lo rende ancora più “nostrano”, spassoso, divertente, eccessivo, perché no? Un pizzico di pepe rende più saporita una realtà che purtroppo cade troppo spesso nel banale e nel ridicolo e sdrammatizzare, mi consenta (espressione berlusconiana), permette di sentirsi meno arrabbiati. Marcello Badalì è nato nel 1970. Conseguita la laurea in Geologia, cerca lavoro all’estero. Lascia l’Italia, che ha cominciato a berlusconizzarsi, per andare a ingrossare le fila dei “cervelli in fuga”, definizione da prendere con le pinze nel caso in questione. Tuttora risiede in Spagna, dopo aver vissuto gli ultimi quattordici anni tra Stati Uniti, Messico, Germania, Francia e Norvegia. La complicata forma del ricordo… Morfologia del rimpianto di Italo Inglese Tabula Fati Esperienze - Memoria Musica 140 pagine Euro: 7,00 ISBN: 88-87220-55-7 Probabilmente, senza i Beatles oggi sarei un uomo stabile e positivo. Non sarei angosciato da dubbi e da romantiche chimere e vivrei serenamente l'ordinaria vita di un borghese appagato. Recensione a cura della Redazione di DANAE Diverse, eppure stranamente simili, le forme del rimpianto raccontate in questo libro. Il denominatore comune di questo rimpianto è il pudore del racconto, che arriva addirittura, nella parte centrale, a mascherarsi dietro toni saccenti, giudizi taglienti, perfino stroncature tinte di livore. La prima parte del libro, delicata e quasi scarna, è la rievocazione della casa dell'anima, teatro estivo delle imprese infantili e adolescenziali dell'autore, un microcosmo profumato di mare e abitato dalla presenza amica dei ricordi e dalla memoria di un padre amato, stimato e, con gli anni, idealizzato con nostalgia e tenerezza. La parte centrale, quella più sviluppata, In memory of the swinging years, denota una notevole competenza in materia musicale, di quel rock'n'roll che, nel bene e nel male, è stato la colonna sonora dell'adolescenza di chi è coetaneo dell'autore, o quasi. Un po' impettiti, allineati come soldatini di piombo, ci troviamo i Beatles, i Rolling Stones, Bob Dylan, i Doors, i Led Zeppelin e tanti altri... C'è anche Fabrizio De André tra i pochissimi italiani che si salvano, mentre gli altri cantanti nostrani degli anni Sessanta e Settanta vengono sommariamente giustiziati con poche frasi lapidarie: sono tutti figli della piccola provincia italiana, gretta, scaltra e arrivista. Qualche lettore potrebbe risentirsi un poco, l'avvertimento ci pare doveroso. Ma, del resto, queste sono le opinioni dell'autore, e sono da rispettare. Ed ecco la terza parte, un'escursione, breve come una gita pomeridiana, nel mondo dei Fratelli cristiani, quei preti irlandesi da cui Italo Inglese ha ricevuto la prima formazione scolastica, a Roma. Piccole gocce di ricordi, che cadono lentamente nella vaschetta piena d'acqua di una fontana e troppo rapidamente si confondono con essa... Italo Inglese (1956) è nato e vive a Roma. Laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche, è dirigente d'azienda e giornalista pubblicista. Credere all’incredibile: i misteri di Prodigia Prodigia di Donato Altomare Tabula Fati Esperienze 80 pagine Euro: 6,00 ISBN: 88-87220-57-3 Questo lavoro non vuole essere una dichiarazione di fede in certi avvenimenti, ma semplicemente la cronistoria di alcuni eventi straordinari con la freddezza di un giornalista e l'imparzialità di un giudice. I fatti sono quelli che narro, in forma di racconto, ma mutando poco o per nulla la sostanza. Chiunque può crederci o meno. Recensione di Monia Nardini Sono eventi che hanno dell'incredibile, fugaci sensazioni premonitrici o situazioni paradossali le storie raccolte dalla voce di chi è stato testimone in prima persona di straordinarie vicende in alcun modo spiegabili se non con l'ammissione di un intervento ultraterreno. Credere sbalorditi rabbrividendo di fronte alla potenza di spiriti impossibili da fronteggiare o ridere prendendosi gioco di chi impallidisce di fronte a racconti che hanno talvolta il sapore di leggende metropolitane? Il lettore dovrà dibattersi tra lo scetticismo verso i fenomeni paranormali e la tentazione di cedere al richiamo di "quel mondo fantastico e irreale che spaventa e affascina al contempo". L'autore stesso si trova per primo a gestire i medesimi dubbi, in bilico tra il "ci credo" e il "non ci credo", ma supportato da una sorta di fiducia motivata dal conoscere personalmente i protagonisti coinvolti. Dal soldato che scampa miracolosamente a un agguato dopo aver sognato il nonno defunto, all'imprenditore sottratto inspiegabilmente a quello che poteva essere un incidente mortale, alla giovane madre che dopo aver perso il figlio accoglie in sogno voci e visioni di entità misteriose: tutti i personaggi hanno un nome e un anno di nascita a garanzia dell'autenticità dei fatti. Gli episodi sono narrati con un linguaggio scorrevole ed essenziale che ben si adatta alla trasposizione del racconto orale, in uno stile che ha il merito di aver reso piacevoli e coinvolgenti memorie e cronache "più ricche di emozioni che di sintassi". Donato Altomare (Molfetta, 1951), laureato in Ingegneria civile, esercita la libera professione. Ha pubblicato numerose opere, tra cui Cuore di ghiaccio (Bari, 1989), La risata di Dio (Chieti, 1993), L'albero delle conchiglie (Bari, 1994), L'esercito impalpabile (Chieti, 2000). Anche i pensieri emettono radiazioni I latini dicevano «affrettati lentamente» [...]. di Andrea Bocconi Tenere il passo veloce, Trasciatti Editore ma calmi dentro. Esperienze Mica facile: 122 pag. - Euro: 10,00 si chiama presenza, ISBN: 978-88-96-57402-7 esserci davvero, invece di rimbalzare nella mente tra ciò che è già passato e ciò che non è ancora successo. Radiopensieri Recensione a cura di Francesca Canepari Cinque puntate radiofoniche, cinque argomenti su cui riflettere, cinque "radiopensieri". Con questi monologhi-racconti, lo psicoterapeuta Andrea Bocconi getta una rete invisibile ma coinvolgente sugli ascoltatori, trascinandoli all’interno dei suoi ricordi, esperienze memorabili, incontri con grandi personaggi del mondo artistico, tra cui l’amico Tiziano Terzani. E la sua attenzione si focalizza su cinque verbi che al meglio descrivono le attitudini o i bisogni dell’uomo contemporaneo. Ricordare, rallentare, combattere, creare, cercare; forse proprio in questo si può riassumere il senso di una vita intera, il metro di misura per valutarne l’intensità. Esercitarsi a ricordare i nostri Maestri, per non trovarci impreparati quando saremo noi a fare da modello; saper rallentare il ritmo del nostro passo, per non perdere di vista la bellezza del cammino pensando solo alla meta; combattere per costruire la propria identità, non per distruggerne altre; coltivare il dubbio e l’imprevisto, lo straordinario che mette in moto la creatività; infine cercare: mettersi in viaggio, col corpo o col pensiero, per trovare quel luogo in cui sentirsi in pace. Che sia fuori o dentro di noi. Gli spunti per condurre il gioco della riflessione nascono da aneddoti vissuti o ascoltati, frasi celebri o modi di dire dell’antichità, rituali e costumi di popoli conosciuti in lunghi viaggi, soprattutto attraverso l’India. L’Autore mette a disposizione degli ascoltatori il suo denso e affascinante bagaglio culturale, in un flusso di coscienza che volentieri si lascia trasportare dal vento della memoria, per cui l’ascolto (e la lettura) assumono la fisionomia di una chiacchierata con un compagno di viaggio, più grande ed esperto, che ci fornisce le coordinate sottoforma di racconto. Andrea Bocconi (Lucca 1950) vive ad Arezzo. È scrittore, psicoterapeuta, viaggiatore, schermitore veterano. Amico dell’India, è stato amico di Tiziano Terzani e allievo di Roberto Assagioli, il fondatore della psicosintesi. Tra i suoi libri ricordiamo: Viaggiare e non partire (Guanda 2002), La tartaruga di Gauguin (Guanda 2005), Di buon passo (Guanda 2007) e In viaggio con l’asino (Guanda 2009) scritto assieme a Claudio Visentin. La riappacificazione perfetta dell’autore con la propria terra Salento, bagliori di stelle di Donato Nuzzaci Edizioni Giorgiani Esperienze 184 pag. - Euro: 10.00 ISBN: 978-88909651-4-2 L’ombra di una mano stesa sull’affresco medievale di Santa Marina, proietta il mistero che avvolge uno dei luoghi più remoti e affascinanti del Salento. Recensione a di Roberta Fameli “Salento, bagliori di stelle” è una pubblicazione dal titolo accattivante che – come afferma il prof. O. Russo nella prefazione - costituisce “la sintesi di una riappacificazione con la propria terra” riscoperta attraverso il filtro della parola e dell’onestà”. Il libro, di taglio giornalistico, si sofferma sulla descrizione di alcuni eventi culturali che si svolgono In Salento, per lo più durante l’estate, offrendo al lettore una sorta di itinerario turistico. Tra gli eventi menzionati dall’autore ricordiamo il “Salento International Film festival”, la stagione concertistica d’orchestra di lecce e del Salento, etc. Belle e poetiche le descrizioni paesaggistiche della terra e dei profumi locali. Donato Nuzzaci, giornalista pubblicista, ha scritto e scrive su varie testate giornalistiche pugliesi tra le quali “Nuovo quotidiano di Puglia”, “Qui Salento”, “Il Gallo”, “Il Tacco d’Italia” e per diversi uffici stampa. Violare il silenzio del passato Sciarada madrilena Quando il romanzo si scrive da solo di Sonia Piloto di Castri L'Angolo Manzoni Romanzo epistolare 126 pag. - Euro: 12,00 ISBN: 978-88-88838-97-7 ...a dire che «Il romanzo si sta scrivendo da solo» ci vuole tutta la tua faccia tosta, dal momento che Carla e io ci stiamo facendo un C (C, come culo, per intenderci)... Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano Naturalmente, nulla è meno vero del sottotitolo di questo affascinante e complesso romanzo epistolare... Eppure, come tutti i romanzi epistolari ben riusciti, sembra quasi un frutto del caso, e il ruolo dell’autore sembra essere solamente quello di chi riordina e pubblica un plico di carte trovate in modo fortuito, e dalla cui semplice giustapposizione sbocciano complesse storie che si intrecciano e coinvolgono magicamente il lettore. Scrivere un romanzo epistolare richiede esperienza e lucidità, oltre che capacità creativa e Sonia Piloto, non contenta di scrivere un singolo romanzo epistolare, ne ha incastrati due, uno nell’altro, il primo fatto di e-mail, spesso venate di sottile umorismo, tra Miguel e Carla, a Madrid per motivi di studio, e Cesare Graves, esperto di diplomatica e loro amico, e un secondo romanzo, tratto da un plico di lettere e carte che Miguel e Carla acquistano per caso ad un’asta, e che permetteranno la ricostruzione delle vicissitudini di una grande famiglia argentina tra il 1873 e il 1930, la cui storia si dipana tra Vecchio e Nuovo Mondo, tra la vita elegante e brillante delle Ambasciate parigine, lo sfarzo della corte dei Romanov, le traversate dell’Oceano in nave, lussuose per i passeggeri facoltosi e assai meno comode per i poveri emigranti che, dall’Italia, vanno a cercare in Argentina una possibilità di sopravvivenza. Soprattutto, però, il romanzo ricostruisce il clima di Los Paraisos, una estancia perduta nella pampa argentina, dove vive la ricca famiglia de Vera, che appartiene alla classe dominante, discendente dagli Spagnoli, e che si contrappone alle negradas, le popolazioni autoctone, quasi dei servi della gleba. Un romanzo rigoroso e accattivante che, se pure opera di fantasia, poggia su solide basi di ricerca e su una profonda conoscenza della storia e della cultura argentina. Sonia Piloto di Castri ispanista, ha collaborato con Feltrinelli, Sellerio e con le Edizioni Angolo Manzoni, presso le quali ha pubblicato la ricerca storica "La memoria negata. Gli indios australi, 1535-1885". "Sciarada madrilena" è invece la sua prima opera di fantasia. Un atto d'amore per la bambina che voleva diventare scrittrice Segnalibro a pagina 15 di Alessandra Zecchin a cura della mamma, Agostina D'Alessandro Edizioni Seneca Diario 112 pagine Euro: 11,00 ISBN: 88-89404-26-4 Vallese, 19 marzo 1996 Se potessi diventare un'atra persona vorrei essere... Una scrittrice perché potrei scrivere tanti libri, di qualsiasi genere! Ma la cosa che mi piacerebbe di più è che la mia mamma, di sicuro, leggerebbe i miei libri! Recensione di Massimo Peroncelli - Editore del Libro È prassi comune, per ogni buon editore, riportare nelle note iniziali alcune frasi canoniche. "Il presente manoscritto è opera di pura fantasia. Ogni riferimento a nomi di persona, luoghi,..." è ciò che più comunemente si legge all'inizio di una qualsiasi opera. Questa volta non è così. Disgraziatamente, la storia è vera. Nell'immaginario collettivo, l'Editore è colui che dispensa saggezza tramite i libri pubblicati; colui che, prima di ogni cosa, deve guardare ai messaggi ed ai contenuti, perché depositario della cultura collettiva e responsabile della crescita interiore dei lettori, presenti e futuri. Purtroppo l'editoria ha lo scopo che hanno tutte le realtà commerciali: il guadagno. Frase scioccante per i non addetti ai lavori, ma semplice e diretta verità. E quindi succede che opere valide - ma commercialmente discutibili - restino nei cassetti dei rispettivi autori o peggio - finiscano nei cestini degli editori, mentre altre, sciatte oltre ogni immaginazione, vengono pubblicate e - di nuovo peggio - ottengano un clamoroso successo. È ora, probabilmente, di cercare di cambiare qualcosa. Questo libro nasce da un atto d'amore, dall'amore più forte che natura conosca: quello di una mamma nei confronti della propria figlia. Amore che travalica i confini dello spazio e del tempo, e che non è descrivibile se non provandolo in prima persona. Se questo libro toccherà il cuore di una sola persona, o se una mamma, dopo averlo letto, darà più peso al tempo trascorso con i figli, ecco: lo scopo più importante sarà stato raggiunto. Vorrei concludere con una citazione a me cara: "You never value what you have, until you lose it" ("Non darai mai il giusto valore a ciò che hai, finché non lo perdi" N.d.R.), ma non ce n'è bisogno: le mille coincidenze riportate nel testo, fanno intendere l'esistenza di una mirabile trama dietro ad ogni avvenimento, ed inviano quindi un messaggio di serena speranza. Voglia Alessandra gradire quello che con tanto Amore la mamma ha messo insieme, realizzando uno dei suoi sogni. Alessandra Zecchin è nata a Verona nell'agosto del 1988, e la sua vita è stata stroncata il 15 ottobre 2003, alle sette del mattino, mentre si recava a scuola, travolta da un'auto ad un passo dal marciapiede. Il suo grande sogno era quello di diventare una scrittrice, ed ha scritto molto, in prosa e in poesia. La mamma ha raccolto i suoi scritti in questo libro, i cui proventi vengono interamente devoluti al "Fondo Assistenza Orfani della Polizia di Stato". L’esperienza dell’AIDS, raccontata in prima persona Senza Difese di Antonella Lorino Proposte Editoriali Esperienze 77 pag. - Euro: 6,75 ISBN: 88-87431-03-5 Non potevo fare altro che scrivere, scrivere come reazione allo sconforto e allo sconcerto, scrivere per guardarla in faccia la sciagura che si era abbattuta su di me e su tanti miei compagni, e per poter raccontare altre storie... Recensione a cura di Sandra Amantia Scorrevole e vivida storia personale, intima, ma al tempo stesso di tanti. Non credo di poter definire questo scritto d'esordio come avvincente, poiché questo è un aggettivo che più si addice ad un romanzo o ad una storia di gesta mirabolanti. Senza difese è più che altro e più di altri, profondamente realistico, proprio come ogni esperienza vissuta che si rispetti (das Erlebnisse direbbero i sostenitori della filosofia fenomenologica... un mondo di esperienze vissute dalla coscienza). E' un dialogo dell'autrice con se stessa, prima che con altri. Il discorso procede diretto, schietto, senza fronzoli né termini ricercati, poiché teso soprattutto a farsi inseguire da chi legge, e fortemente comprendere. Ma solo a tratti sembra che questo le importi veramente. Nel titolare i suoi brevi capitoli, ella dà libero sfogo ai suoi più immediati pensieri che si rivelano sì disomogenei (non si può dire che vi sia una trama classica), ma mai disordinati e sempre comunque perfettamente mirati, espressi mediante la tecnica del discorso indiretto libero. I vari personaggi che a sprazzi compaiono sulla scena offrono sempre uno spunto riflessivo... sia per blande, seppur acute, osservazioni sia per considerazioni gravide di studi particolari, seguendo l'incedere narrativo che meglio vi si adatta: "il punto di vista del protagonista", espresso in un linguaggio spontaneamente informale. In tal senso si può ravvisare nella struttura narrativa di questo scritto, un'unica macrosequenza cui si accede per scorgere un intreccio composto di flashback che raccontano del confronto perenne dell'autrice col mondo circostante il quale continuamente le rimanda immagini di sé. L'ambientazione è quella di semplici scene di vita in cui si inseriscono preziose descrizioni dal sapore bucolico, che mai si esauriscono nella pura oggettività. Una lettura-esperienza Antonella Lorino, nata a Roma nel 1960, ha lavorato come segretaria di redazione presso "Agenzia editoriale PanGea", alla realizzazione redazionale e coordinamento editoriale della rivista del WWF, “Panda”, ha collaborato al periodico di politica e cultura "Rifondazione" ed ha curato testi per la casa editrice Proposte Editoriali. L'autrice è purtroppo scomparsa di recente, strappata alla vita dall'AIDS. Lasciamo cadere qualche foglia di fico da scabrose verità, spesso volutamente inconfessate Un uomo normale di Marco Liber L'Autore Libri Firenze Esperienze - Erotismo 226 pag. - Euro: 16,00 ISBN: 88-8254-656-X8 L'essere e il non essere, il bianco e il nero, il maschio e la femmina, il bene e il male, la salute e la malattia, l'amore e l'odio, la vita e la morte non sono categorie contrapposte, perché esse stesse non sono entità chiare e distinte ma scivolano l'una nell'altra impercettibilmente. Recensione a cura di Sandra Amantia Un uomo normale: nel titolo di questo libro, un'espressione semplice. Su questa, il perno attorno a cui ruota la narrazione dell'autore. Il protagonista, un uomo, si racconta dall'adolescenza alla piena maturità attraverso intensi fotogrammi di vita. Le vicende si susseguono con calma descrittiva, fortemente interiorizzate da fervide, intime riflessioni. E' il progressivo manifestarsi delle prime pulsioni sessuali e la necessità di razionalizzarle, la molla decisiva, determinante il suo non facile percorso retrospettivo. Affiorano prepotentemente silenziose le curiosità, le esperienze adolescenziali e quelle adulte, vissute e assaporate nell'atto stesso del loro accadere. Soffrono l'incomunicabilità verso l'esterno di attrazioni proibite, cercate tra le pieghe di una realtà che vive e pulsa relegata nei suoi bui ménages e convivono con la luminosità di un sentimento profondo per una sola donna e per i propri figli. La società accetta ed integra l'uno, condanna ed emargina gli altri. Essa illumina ed oscura, accoglie o respinge, in una dicotomia perennemente statica, normalità e anormalità del soggettivo "sentire" che nel protagonista si ribella all'oggettivo "dover sentire" e si esalta nell'unica, importante, vera consapevolezza: sapere di avere amato. Marco Liber, nome d'arte, ha affiancato alla sua vita da libero professionista, la passione per la letteratura, a cui si è dedicato anche scrivendo racconti e poesie. Ha collaborato negli anni Ottanta alla pagina culturale del "Corriere dell'Irpinia" e alla rivista di critica cinematografica "L'altro cinema". Ha anche trasposto su pellicola alcune piccole storie ed ha creato documentari insieme agli amici del Cine Club di Avellino. "Un uomo normale" è il suo primo libro ammesso nel catalogo DANAE, al quale si è poi affiancato il più recente "Adamo". POESIA Dalla scintilla di un momento… A stratti di Luca Melani Prospettiva Editrice Poesia 50 pag. - Euro: 7,00 ISBN: 88-7418-179-5 Non siamo amebe lasciate a galleggiare dove l'acqua ristagna. Proiezioni di DIO, della fede che abbiamo contro le ingiurie del tempo. TI invocai l'altra notte, RE del cielo, t'invocai e della terra: "Concedimi ora l'eterno riposo prima del sonno che stenta a venire". Fui la moltitudine seduta mentre il tuo amore tingeva sul legno. Mentre mesto cammino, canto in TUA Gloria con il mio carico in spalla fino alla cima del monte. Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano Le poesie di A stratti sono immagini rapide, che colgono l'attimo, esprimono una sensazione momentanea o danno un'unghiata graffiante al male di vivere. "La fierezza di essere verticale" non impedisce la malinconia del ricordo della compagna d'infanzia che non c'è più, ma la rende rabbiosa. I ricordi della fanciullezza portano con sé non soltanto le piccole paure, ma soprattutto la voglia di combattere, di fuggire "la notte immaginando di calciare la luna". L'amore è possibile o ne amiamo soltanto l'idea? Ti amerei o, forse, già ti amo, senza che nessuno lo sappia, nemmeno io, nemmeno Tu. "Sputo alla noia", dice il Poeta, ma intanto il male di vivere è intorno, è dentro di noi. Però "non siamo amebe / lasciate a galleggiare / dove l'acqua ristagna", basta sapere che "vi è comunque tra i frangenti / una presa ferma e direzione / sotto variazioni di ciò che ci appartiene. " E, se talvolta siamo rami spezzati o foglie in balia del vento, se ci lasciamo tentare dalla vigliaccheria e possiamo venir meno a noi stessi falsificando perfino la nostra stessa firma, oppure ci ammaliamo di malinconia, sappiamo pure camminare sulle creste dei monti. Perché così è l'uomo: forte e fragile, coraggioso e condannato a portare, come Sisifo, il suo - il nostro - "carico in spalla / fino alla cima del monte". Luca Melani nasce a Pistoia nel 1976, la sua attività poetica comincia a manifestarsi al pubblico con un riconoscimento di merito al premio "Marguerite Yourcenar 2000", sezione poesia, venendo inserito nella "Antologia delle più belle poesie del premio letterario" (edizioni Montedit); nel 2002 ha conseguito un riconoscimento al 5° posto al premio letterario internazionale "Victor Hugo", per la sezione "Raccolta inedita di poesie"; è stato tra gli autori selezionati dalle Edizioni il Filo per la collana antologica "Navigando nelle parole"; nel 2003, portato dalla curiosità per le precedenti esperienze, ha pubblicato "A stratti", raccolta poetica edita da Prospettiva Editrice. Nel 2004 è apparso su Antologie per autori emergenti edite da Aletti Editore, ed è stato incluso nella pubblicazione del CD multimediale "La biblioteca dell'inedito", per le Edizioni il Filo. Ripensare le ragioni dell’esistenza Afonia della pietra di Lina Trezza Edizioni SBC Poesia 106 pag. - Euro: 12.00 ISBN: 978-88-6347-333-9 Non erano vane lusinghe i sogni di allora ma corde lanciate oltre il dirupo Recensione a cura della Redazione DANAE L’Afonia della pietra è il grido disperato senza voce di un cuore che non riesce a farsi sentire, che ha perso il timbro squillante e la baldanza della giovinezza, quando i sogni sono “corde lanciate oltre il dirupo”. In questa poesia sottovoce c’è tutta l’angoscia della condizione umana di fronte alla fine della vita, ci sono i “se” delle cose non fatte e dell’amore non dato, ci sono le dita insanguinate per lo sforzo di rompere il filo spinato che la avvolge. Alla fine di questa vita, “breve come un trasalimento”, c’è la morte, che è desiderio d’oblio (il Lete di classica, pagana memoria!), che è silenzio di voci amiche. Forse, però, oltre quella soglia di tenebra, si intravede la luce di un’alba luminosa. Tra paura e speranza, timore e sete d’infinito, forse camminiamo verso l’azzurro, verso un infinito di cui abbiamo sete. Dio dov’è in tutto questo? Lo chiamiamo “Padre”, ma ci dispensa pianto, angoscia e morte. Che amore è, questo? Dio resta lontano, inconoscibile. Forse ha perfino bussato alla nostra porta, ma non è stato udito, così ha proseguito. Una parola bisbigliata, intrisa di reminiscenze classiche mai ostentate, questa di Lina Trezza, sovente amara, a tratti assetata di luce, come un cieco che brancola nell’ombra fuligginosa e desidera la luce di una nuova alba. Dobbiamo farci coraggio, accettare di spezzare le catene del ricordo e camminare oltre la soglia. Cosa troveremo, non è dato sapere: vagheremo nella nebbia o riposeremo sotto un’ombra frondosa, finalmente in pace? Lina Trezza è nata a Nocera Inferiore (SA). Laureata in lettere, ha insegnato nelle scuole statali e ha sempre coltivato l’amore per la poesia. Oltre questa, ha pubblicato altre tre sillogi: L’Uomo dell’orto, Pietra su pietra e Con mani di cristallo. Presente e passato nel segno dell’amore Amore coniugale di Francesco Baldacci Tabula Fati Poesia 95 pagine Euro: 8,00 ISBN: 88-7475-108-7 Quando mi congiungo nell'attesa della felicità, così sordamente piango. Corpo sul corpo estrema dilatazione della memoria esplode la mia errante confusione. Tu non m'irritare: ho perduto l'ingenua fede, ma dentro raccolgo feticci e immondizie dalla terra. Sono malato d'adolescenza... Recensione di Ezia Caredda Un titolo semplicissimo: Amore coniugale; ma semplicità che è indice di saggezza. La saggezza "dei vecchi" e della sacralità della vita. Un uomo e una donna, due punti cosmici, due esistenze della storia umana all'interno della drammaticità dell'esistere. Le poesie che Francesco, l'autore, dona alla sua sposa, escono dai confini strettamente familiari - l'amore è codice universale - disegno del progetto divino. Nell'epoca "del prestissimo", delle navigazioni telematiche, del ritmo a scatti, delle riproduzioni seriali tutto è frammentarietà e sfugge il senso di ogni cosa. Quale la possibilità di salvezza per l'uomo contemporaneo? La consacrazione del rapporto matrimoniale, Filo, centralità dell'esser-ci (qui, ora, in questo istante) come Persona trina: padre, figlio, spirito. Poesie ricche di pathos, scevre d'ogni artificio retorico. Traccia di un discorso umano ed esistenziale. Un uomo che si racconta all'interno di un arco temporale: quarant'anni di matrimonio. L'amore è embrione eterno da consacrare, privo di staticità ma, in divenire. Nel rapporto vissuto con coscienza vi è un'emozione finemente malinconica che si snoda in armonie e disarmonie molto raffinate in simbiosi perfetta con la vita. Apologia intenzionale - quindi - in controcorrente all'irruzione dell'aberrazione umana. La pienezza della percorrenza sentimentale è stabilità dell'essere all'interno della sua quiete che tratteggia il ciglio dell'eterno. Umano navigare immerso nella fermentazione della vita ma aperto all'insondabile. Poesie dolcissime, struggenti, a volte fisiche e passionali che danno voce all'inquietudine e stupore umano di fronte al grande mistero dell'Essere che si cela e si disvela. Francesco Baldassi nasce nel 1938 a Roma, dove vive tuttora: è stato insegnante elementare, si è laureato in pedagogia e ha partecipato a movimenti culturali giovanili dalla fine degli anni ’60 al termine degli anni ’90; ha pubblicato varie sillogi poetiche, ottenendo anche il Premio della Regione Veneto nel 1983. L'amore e l'arte di amare, da venti secoli Ars Amatoria e Amores di Publio Ovidio Nasone Traduzione di Giuseppe Gualtieri Edizioni Carabba Poesia Latina 358 pagine Euro: 25,00 ISBN: 88-88340-78-5 Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano Venti secoli separano l'abruzzese Publio Ovidio Nasone dall'abruzzese Giuseppe Gualtieri, ma chi lo direbbe, leggendo la versione dell'Ars amatoria e degli Amores appena pubblicata da quest'ultimo? Del resto, quando un poeta traduce un altro poeta, ed è questo il caso, è sempre un grande regalo per il lettore appassionato. Ovidio, scrive Gualtieri nella prefazione, "mi voleva parlare". Allora, è bastato mettersi in ascolto per esprimere così, semplicemente, "come un compagno di Ovidio", e tradurre "nel latino moderno ch'è l'italiano" quello che il poeta del passato ha espresso in latino, che altro non è se non l'italiano antico. Non c'è, qui, la pedanteria del traduttore paludato, c'è quasi l'amico che traduce l'amico, se pure con grande competenza e dovizia di note esplicative, ma concrete, essenziali, mai sterile sfoggio di erudizione. E il risultato è una versione fresca, vera, godibile, attraverso la quale ritroviamo il poeta antico che, nell'Ars Amatoria, si fa praeceptor amoris e, divertito e arguto, insegna ai suoi lettori come conquistare una fanciulla e come far durare l'amore, o consiglia le donne sul modo di suscitare il desiderio maschile ed essere corteggiate, in un gioco erotico allegro e trasgressivo. Ingegnosi, raffinati, ironici anche gli Amores, dove l'amore per Corinna è gioco letterario, ma non solo: quando gli strali del "volastrello dispettoso", come Gualtieri definisce Cupido, colpiscono davvero dritto al cuore, il sentimento si fa più profondo, si odia e si ama. "Sì che senza di te non posso vivere e neppure con te; ed a me pare di non saper più quel che il mio cuor vuole". Ma, ci dice Ovidio, non prendiamoci troppo sul serio, non lasciamoci coinvolgere eccessivamente, divertiamoci a sedurre e a lasciarci sedurre. L'amore è godimento, il piacere erotico è gioia di sentirsi vivi, grata è la spossatezza che segue le fatiche d'amore. E grata anche la lettura di questi versi che corrono via leggeri, aiutati dalla traduzione moderna, come se i venti secoli passati da quando furono scritti non fossero che un attimo... Nel Settembre 2008, il romanzo ha vinto il XXXII Premio Internazionale Emigrazione Abruzzese. Via le strappai la tunica, sebbene fosse così diafana che a stento il fascino copriva del suo corpo; ma lottava per esserne coperta. Mentre così lottava, ella, come una che non volesse vincere, fu vinta per proprio tradimento. Come dritta si erse, così, nuda, innanzi agli occhi, in tutto il corpo suo non c'era un neo. Che malia di spalle, quale incanto di braccia non vid'io, non io toccai! Che meraviglia da carezze, i seni! Come soave al tocco il grembo sotto a quei seni illibati. E che leggiadri e lunghi fianchi! E quale seduzione le giovanili cosce! Ma a che conto le sue bellezze ad una ad una, tutte? Cosa non vidi che non è laudabile: quel corpo nudo io strinsi a me allacciato. Il resto chi non sa? Esausti, entrambi giacemmo in abbandono. Ah! che sovente mi giungan, grati, questi mezzodì! Amores, I, V Giuseppe Gualtieri, autore di queste traduzioni, nato sui purissimi monti d'Abruzzo or è tant'anni, fu trapiantato per insegnamento e lavori di tavolino prima tra le brume gravi di città italiane e poi tra fumide afe di metropoli americane. Per le une e per le altre peregrinò a lungo, ebbe esperienze davvero "variegate" tra aria pura di foreste, polvere di strade, fumi di uffici e olezzi di aule universitarie. Visse in gioie e travagli curiosando assai, osservando molto, ricordando moltissimo, imparando inezie. Vive ancora come uomo dalle molte vite di un passato fortunoso con la mentalità giovanile di un vecchio bifolco che rumina un po' nell'ombra e un po' nella penombra; o come un pecoraro che continua a vegliare e sognare sopra i monti timosi d'Abruzzo con gli occhi posati sopra un gregge di pecore al pascolo che non vi brucano più. La dualità della vita Artificalia di Rossano Onano Tabula Fati Poesia 64 pagine Euro: 4,00 ISBN: 88-7475-073-0 Esce notturna dalla caverna sottomarina la sirena ricciuta, si erge fino allo scoglio prossimo alla luna, eleva la voce di lupa mannara alle nuvole, soffre di solitudine Recensione a cura di Annarita Tucci La poesia di Rossano Onano ci introduce in luoghi inesplorati con la semplicità e l’immediatezza del nostro tempo. Il suo stesso avanzare lascia senza certezze e con parole sussurrate indirizza il lettore nei sentieri più celati della coscienza. Il suo è un viaggio dell’essere, attraverso l’essere; individua i sentieri da percorrere, dandone le basi per poter affrontare un percorso, che partendo da determinate figure ne illustra e ne caratterizza molte altre. I temi e le figure principali dell’autore sono rappresentati dalle donne, dal viaggio, dalla ricerca di identità, passando addirittura per il ciclista Pantani. Le figure sono solo accenni di una realtà nascosta e poco conosciuta, che si mostra all’essere umano attraverso la vita; Onano brillantemente e senza paura mostra il sentiero e l’insicurezza che vela gli occhi degli uomini camminando nel mondo. La donna, infatti - che ad onor del vero intesa come femmina, quindi animale e come materia generatrice dell’umanità - è resa da Onano sia come accogliente creatura che come feroce e aggressiva. Rappresentando in tal modo la dualità in ogni cosa, ogni persona e l’instabilità che arreca nel mondo, il camminare sempre attraverso il bene e il male, la vita e la morte. Tutto ciò è reso d’impatto, come uno scatto fotografico, dal linguaggio immediato e sottilmente ironico dell’autore, che procede con un lessico ben curato e con astuta consapevolezza della forma, unito ad immagini indelebili dalla mente. Rende instabili e insicuri, la sua poesia, fa attraversare una densa palude, ma nonostante i primi attimi di confusione si arriva ad un pensiero, che anche se doloroso, è necessario ed illuminante, correlato da uno stile implacabile, fantastico e fantasioso. Rossano Onano (Cavriago, 1944) è medico psichiatra. È autore di numerosi saggi e di testi di poesia, tra cui Le ancora chiuse figlie marinaie (1994), Homo non dice (1998), Preghiera a Manitou di Cane Pazzo (2001), Appunti ragionati di prossemica (2002). L’altro mondo: l’esclusione Dove nessuno posava lo sguardo Poesie oltre il muro di Aral Gabriele La Piccola Editrice Poesia 80 pag. Euro: 10,00 ISBN: 978-88-7258-410-1 Ma io da solo non avevo armi perché quel muro era fatto d’indifferenza Recensione a cura della Annarita Tucci Libertà, mura, carcere e scrittura come unica evasione. Immaginate di essere prigionieri, rinchiusi, reclusi in un carcere; di non vedere il mondo, di esserne esclusi; immaginate che l’unica comunicazione con l’esterno siano i vostri pensieri e le vostre fantasie; immaginate il silenzio. Immaginate un corso di lettura e scrittura in una casa circondariale e di avere la possibilità di comunicare ancora con gli altri attraverso questo progetto. Nasce così questo testo di Aral Gabriele, dal sottotitolo illuminante: “Poesie oltre il muro”; la poesia che viene dal profondo del non detto, la poesia che serve per rinascere, la poesia che aiuta a guarire. È questo che l’autore ci fa intendere dai suoi scritti, la necessità delle sue parole, che non sono gridate, urlate o disperate, ma nascono dalla consapevolezza della sua situazione. Rappresenta la realtà, si nutre voracemente del reale che le appartiene, ma si innalza fino al sogno, all’evasione come fosse un autoterapia. Per noi lettori è un viaggio fantastico verso le verità interiori che solo un poeta ci può illustrare, e ci indica la forza, l’autodeterminazione per la vera libertà. L’autore scrive per se stesso, la sua è una comunicazione personale, un dialogo tra sé; i suoi libri la sua scrittura, i suoi testi, la sua realtà e la sua mente. Attraverso la sua poesia, lui riesce finalmente a scoprire se stesso e il mondo, che ormai sente così lontano. “...ho scoperto il mondo / tra le pagine dei miei libri, / e chiuso tra le mura di una prigione / ho scoperto la mia libertà”.. Aral Gabriele nato a Roma nel 1975, è detenuto dal 2002. Attualmente è iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. Ha partecipato a numerosi concorsi di poesia, vincendo o classificandosi ai primi posti. Mettersi "in viaggio" per spezzare il dolore dell'esistenza... Eco di Ezia Caredda Libroitaliano Poesia 62 pag. - Euro: 10.00 ISBN: 88-7355-906-9 I versi dell’ “Eco” di Ezia Caredda staccano l’ombra da terra per librarsi oltre i frastuoni e atterrare sulla quiete, sui silenzi del pensiero. Recensione di Viviana Gigantiello Questa "Eco" non sopraggiunge da aerei che si schiantano contro grattacieli o da detonazioni in metropolitana, no... i versi dell' "Eco" di Ezia Caredda staccano l'ombra da terra per librarsi oltre i frastuoni e atterrare sulla quiete, sui silenzi del pensiero. Versi da sussurrare o declamare, che comunque riecheggiano. Ora accorati, ora raggianti. Dall'alto, dal basso, da ogni parte e per tutto il tempo. La parola si traveste e confonde, si nasconde e si svela rinata, si fonde con l'azzurro del mare che riflette il cielo, con il male che nasconde il bene, con colori che sorprendono: il luccichio dell'acqua, il bagliore del fuoco, il vigore del vento. Ogni elemento della natura è invitato ad un gioco di rimandi e prende vita in un cantuccio di tempo dove il caos quotidiano si ferma. I versi che s'inseguono scuotono il lettore: [...] Vento Tempestoso? O Sei Tu, Silenzio... Che Brutalmente Cominci A Farmi Capire? O lo lasciano smarrito a fermare il vuoto di dentro: [...] La Terra si muove Perché l'uomo si fissa? La Caredda ci invita a una trasvolata tutta orientale nella quale la contrapposizione tra Bene e Male, tra coscienza e oblio, tra passione e distacco, spinge il lettore a guardare oltre il visibile con una molteplicità di forme e a sentire come il contrappunto levighi la forma e come l'univocità la deformi. La Caredda non è alla ricerca di un senso a tutti i costi, ma tra i luoghi del suo "viaggio" tutti riusciamo a riconoscere il nostro. Le parole affiorano per spingersi dentro la superficie della pretesa umana e mostrare il coraggio di saper essere. Versi che prendono e, non appena intuiti, respingono e fuggono verso altri significati. Verso altri suoni, altre luci e, allora, sgomenti sentiamo pieni e forti la nostra esistenza. Ezia Caredda vive a Cagliari. Laureata in Pedagogia e diplomata in massaggio ayurvedico, è autrice di numerosi scritti di poesia e narrativa, pubblicati da riviste e siti web. Nel bene e nel male, non c’è vita senza amore… Emozioni di: Alessandra Scaparrotta Tabula Fati Poesia 48 pagine Euro: 4,00 ISBN: 88-7475-083-8 L'Anima mia non altro che il puro specchio dell'Amore Recensione a cura di Marianna De Padova Poesie in rima, ma più spesso liriche, come sottolineato da Sigismondi nella presentazione, che raccontano, descrivono e coinvolgono il lettore in quello che è il più grande e tormentato sentimento dell'uomo: l'amore. Forti espressioni poetiche prendono per mano il lettore, che (ri)vede e (ri)sente le emozioni rappresentate, tornando ai suoi ricordi, al suo innamoramento, alla sua estasi e al suo tormento, preso per mano dall'ingenuo ardore di questa giovane autrice: "Cuore nelle mani. Occhi dentro il cuore... Amore dentro gli occhi. Gli occhi dell'amore..." Brani in cui però, scorre soprattutto la vita e il vivere, con l'amore e le sue emozioni, perché, in fondo, non c'è vita senza amore: infatti esso è sempre nella nostra vita, essendone il perno. Perno di un'esistenza, che può esserne allietata o distrutta, ma che di continuo si nutre di esso. Gioia e tormento del vivere amando, quindi, ma senza per questo esserne del tutto in balia, bensì tratteggiando sempre un concreto alito vitale: "Allora si che sarà vita nuova, vita grande, vita magica ed esaltante! Vita splendida e vivace, vita semplice ma audace!" Un piccolo libro che racconta grandi sentimenti. Questo dunque è Emozioni, raccolta di poesie di Alessandra Scaparrotta, edita da Tabula Fati, che ha curato con stile in ogni aspetto questa piccola edizione, rapportandosi al pubblico con un prezzo di copertina adeguato. Alessandra Scaparrotta nata a Foggia, frequenta la Facoltà di Medicina e Chirurgia a Chieti. Questa è la sua prima raccolta di poesie. S'incrociano memorie, come fumi, in notti d'assenza Esperienze del noto di Alberto Asero Angolo Manzoni Poesia 48 pag. - Euro: 8,00 ISBN: 88-88838-00-7 La sera trasuda dall'erba agguanta le ossa umida primordiale e tu la vedi bella lei che non dicembre è senza ragione come quel corpo nudo in attesa disperso in una stanza dai muri di vento. Recensione a cura di Giorgio Barberi Squarotti La scrittura di Alberto Asero fissa, nell'essenzialità delle situazioni e delle immagini, apparizioni della vita e delle stagioni, della memoria e del cuore, con particolare icasticità ed efficacia: ma, subito, il discorso si inceppa, e allora si avverte il senso del pericolo che la durata sia fragile, perché al di là ci possono essere il silenzio, la dissoluzione, la sconfitta della visione e della passione. Per questo allo scatto della visione seguono la perplessità, l'ansia, il dubbio dell'essere. Penso a testi molto intensi e drammatici come Ancora volti o A Germana o Presente o Era la sera (...) o Ma il saggio approdo (...); e quest'ultimo componimento segna il trascorrere dell'evento dalla descrizione alla riflessione, dagli avvenimenti e dalle esperienze al giudizio, al tempo stesso doloroso e volto alla conquista della pur provvisoria saggezza dell'anima. C'è anche, allora, come punto supremo della rappresentazione poetica, la visione della verità del tempo, della creazione, della storia fra slancio e consapevolezza di rischio e di errore, di trionfo e di perdita: forza che l'individuo costringe bellezza esplode divampa la gloria la terra l'anatomia ti apprese e realistico valore insinuando mostrasti alla storia la storia. Con il tanto di entusiasmo e il confronto e la meditazione, il discorso poetico di Asero mostra a questo punto la sua sicura autenticità: e già non è poco, nella giovinezza della ricerca. Alberto Asero è nato nel 1976 a Torino, dove tuttora vive e lavora come free-lance scientifico. Studia dapprima violino, pianoforte e composizione presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, riportando diversi riconoscimenti, fra cui l’invito a partecipare ai Mercoledì del Conservatorio. Consegue successivamente la laurea in Filosofia (110 cum laude) discutendo una tesi in Bioetica sull’identità dell’embrione umano sottoposto ad intervento genico correttivo. L’interesse per la cultura scientifica, unitamente alla convinzione della centralità di una comunicazione scientifica scrupolosa e attenta ai risvolti socio-politico-culturali della scienza stessa lo porta ad intraprendere numerose collaborazioni con quotidiani e riviste scientifiche, sia a grande diffusione che specialistiche. Versi di donna, in cerca dell’uomo cui sono legate le emozioni più profonde Esseri di Assunta Pascetta Tabula Fati Poesia 80 pagine Euro: 3,50 ISBN: 88-900145-8-X T'amo e ti voglio, t'amo e ti desidero tanto da brancicarti come pane caldo, friabile, un sentore, un profumo che sa di te e mi travolge... Recensione di Rossana Gabrieli Versi di donna, che rincorrono, parola dopo parola, quel "tu", l'uomo, al quale sono legate tutte le emozioni più profonde. Una poesia che si esprime come costante tensione verso un rapporto a due solo occasionalmente realizzato; l'amore e la passione non sono mai vissuti fino in fondo: come nuvole multiformi e cangianti, sfuggono nel cielo dell'esistenza. Impossibile afferrarle. Perché la metà maschile, così desiderata, si presenta e scompare. Sembra, in alcuni momenti, che finalmente la ricerca delle certezze sia giunta ad un traguardo, che si possa "sostituire l'io con il noi". Ma è un'illusione, perché il desiderio d'amore è sempre un passo oltre, sempre di là da compiersi; i dubbi e le ansie riaffiorano, gettando ombre affannose su pensieri che si inseguono, che si interrogano, sempre alla ricerca di "lui". Nel ripiegarsi su di sé, a cercare il senso più profondo della vita, l'amore cede il passo alla solitudine e la poesia diventa il "luogo" ove placare la vena malinconica che scorre senza sosta. Eppure, quando l'ansia si spegne e gli affanni si stemperano, affiorano miniature, ricordi, "immagini" di un'esistenza pacata e serena, in cui suoni e colori quotidiani sono le vere risposte alle domande pressanti della vita, in cui l'amore si fonde con le piccole cose semplici di ogni giorno. Assunta Pascetta, sposata, madre di tre figli, è specializzata in ortofrenia all'Istituto di Psicologia Sociale di Torino. Questa è la sua raccolta poetica d'esordio. Splendori e silenzi di un passato eterno… Hodoiporikà di Gloria Larini Proposte Editoriali Poesia 52 pag. - Euro: 7.00 ISBN: 88-87431-35-3 Scorgo lontano le tue curve rotonde colline spoglie... cespugli che baciano il cielo, che pare più basso a vedersi, quasi carezza divina. Recensione a cura di Viviana Gigantiello Questa delicata silloge non si limita a ricreare l'atmosfera di una terra e della sua storicità antica e magica, questa silloge è la Grecia. E chi non l'ha conosciuta, ne respira e ne ascolta lo splendore originario con il privilegio della quiete e dello stupore di questi versi. La Grecia non la si può solo accennare e questo Grazia Larini, la giovane autrice, lo sa. Nel viaggio al quale non manca il saluto e l'addio grato denso di speranza, la suggestione stilistica è raggiunta con la meticolosità di chi ama questa terra nei suoi molteplici aspetti gloriosi e nelle sue disfatte. La rigogliosa natura non cede all'incedere del tempo e continua a svelare segreti nella terra dell'Ellade al cielo così vicina, agli Dei così grata, come nei versi di "Saluto alla Grecia": Scorgo lontano le tue curve rotonde colline spoglie... cespugli che baciano il cielo, che pare più basso a vedersi, quasi carezza divina.[...] Le atmosfere di antiche gesta gloriose, attraverso cui dolore umano avvicina il divino eroe alla stirpe dei mortali, riecheggiano nei versi dell'Achille morente: [...] è sconfitto e volge altrove lo sguardo altero di mille battaglie. La centralità dell'uomo appare d'incanto verso dopo verso dietro un colonnato che testimonia il divino afflato ora come allora in "Nell'Agorà": [...] Freschi pensieri riempiono la mente e si ricrea, innato, l'Amor che fece l'uomo centro della Vita. Ogni manifestazione terrena e umana è sapientemente elevata alla sfera celeste, persino l'aria della Grecia che l'autrice inspira forte prima di socchiudere gli occhi sotto il peso della nostalgia in "Addio": [...] a respirar quest'aria senza tempo ed a guardare il cielo, che sembra ancor più vasto [...] Delicatezza, grazia e sapienza rendono questo viaggio poetico denso e nostalgico che viene voglia di sussurrare a chi vogliamo raccontare perché, se l'amore non si può separare dalla vita, questa terra non si può separare dal cielo. Gloria Larini è nata a Piombino e si è laureata all'università di Pisa, prima in lettere classiche e successivamente in filosofia. Autrice di sillogi poetiche e saggi filosofici e letterari premiati in vari concorsi, con Hodoiporikà ha vinto il premio "Elsa Morante" nel 2004. Sotto lo sguardo tenero di un Dio che attende Il settimo giorno di Fra' Matteo Pugliares Edizioni Creativa Poesia 48 pagine Euro: 7,50 ISBN: 88-89841-04-4 Io non ho bisogno di santuari che mi annullano i pensieri perché sono già sommo sacerdote di un tempio antico, e di morire m'importa poco perché la mia ombra sopravvivrà a me e alla mia memoria.. Recensione di Piera Rossotti Pogliano Il settimo giorno è quello del riposo, della contemplazione dell'opera compiuta, della salvezza "necessaria" che giungerà alla fine del tempo. Il cammino di noi uomini verso il settimo giorno che Fra' Matteo evoca nelle sue poesie, si svolge tra lampi di luce e picchi di sofferenza e di buio, smarrimenti nel deserto della vita e "sbadigli del cuore". Siamo "piccoli, infelici, testardi", colmi di amarezza, vittime o carnefici, prigionieri e al tempo stesso artefici di un mondo che divora se stesso e non se ne dispiace... Immersi nelle tenebre e nel tempo, cerchiamo con angoscia la luce, incapaci di lasciar sbocciare il germe divino che abita dentro di noi. E "lassù" che accade, mentre noi quaggiù ci arrabattiamo nell'amarezza e nel dolore, ci calpestiamo l'un l'altro, coltiviamo troppo il nostro "io"? Da lassù, Dio ci guarda "intenerito", con le braccia sempre aperte per accoglierci. Ma non fa nulla. Ci offre l'Amore, non ce lo porge. Attende. Perché l'uomo è figlio e non schiavo, e dev'essere lui a scegliere il percorso della fede, a decidere di urlare a voce piena il suo "credo", a rinnovare il suo cuore. Ma quanti ostacoli sulla strada verso la redenzione, quanto grande il rischio di rassegnarsi al male, di cedere allo sconforto della morte... Matteo Pugliares, Frate Minore Cappuccino, è nato ad Augusta (SR) nel '72 e vive a Modica (RG) dove si occupa di pastorale giovanile, come Assistente Regionale per la Sicilia della Gi.Fra. (Gioventù Francescana). Direttore della collana Le Pleiadi per le Edizioni Creativa, e Coordinatore Nazionale del Gruppo Culturale "Parole Sparse", ha vinto molti premi in concorsi di poesia e narrativa ed è stato inserito in diverse antologie. Collaboratore di riviste e gruppi culturali, curatore di antologie poetiche, giurato di Premi Letterari, correttore di bozze, Il settimo giorno è la sua quarta raccolta edita di poesia e, tra le sue pubblicazioni, ricordiamo Il sogno di Poldo - Ed. Creativa, anch'esso disponibile nel catalogo L’assenza presente L'assenza di Rossano Onano Tabula Fati Poesia 94 pagine Euro: 5,00 ISBN: 88-7475-088-9 Magia è il caldo delle mani che incendia ogni inverno l’aprile che ha il tepore di labbra lontane. Magia è non averti ma sentirti dentro, come il canto del merlo che al primo albore grida sul mondo l’assenza. Recensione a cura di Elena Riva In questa raccolta di poesie articolata in cinque parti, Lucia Ballerini «grida sul mondo l’assenza», e lo fa con i suoi versi, perché in un universo smanioso e insoddisfatto, che attende «lampi nel nulla», è «la poesia a far muovere le cose». L’assenza è fuori, nella perdita, nella lontananza fisica della persona amata, di una giovinezza passata, ma è anche dentro, nella mancanza di risposte certe, di una piena consapevolezza di se stessi, del rapporto con l’altro e del senso stesso dell’esistenza. L’uomo, il poeta, vive nel ricordo caldo, interiorizzato, di ciò che è stato, ma a prevalere in lui è la nostalgia, l’inquietudine, la smania di cercare di capire, di ritrovare il «perduto chiarore». Se da un lato tende a rimanere nel guscio a riallacciare distacchi, dall’altro si spende in una ricerca ostinata, concreta, pressoché carnale. Il fluire del tempo, il rapporto dentro/fuori e il paesaggio fanno da cornice alle sensazioni; la natura con le sue tonalità fredde accompagna l’assenza esteriore, mentre i colori caldi, sovente legati al campo semantico del fuoco, riscaldano quella che diventa una presenza interiore. La poetessa infine, nel congedarci, sembra suggerire che la vita è continua esplorazione, e non esistono certezze pronte o risposte preconfezionate: l’altro è «l’enigma, l’altrove». Un’alterità magari lontana fuori ma presente dentro Lucia Ballerini nasce in provincia di Modena nel 1961, dove vive e fa parte del circolo di poesia «La fonte di Ippocrene». Ha pubblicato quattro raccolte poetiche: Sono solo poesie (1988), Il lato oscuro (1999), Di acqua di fuoco (2000), Passaggi (2004). …Sògnati come si sogna un cieco e credici L'intima essenza di Andrea Tavernati Edizioni EEE-Book Poesia 188 pag. - Euro: 12.00 ISBN: 978-88-6690-143-3 Nel gioco delle illusioni compare talvolta l’immagine di un viso, come nel retro di uno specchio o nel sogno di un cieco. Tuttavia l’apparizione è incerta e la gioia è breve: incessante il dubbio. Recensione a cura della Redazione di DANAE Se togli tutto il superfluo, l’inutile e il secondario che occupa la tua vita. Se togli quello che hai, quello che fai e che devi fare, ciò che è legato alle abitudini e alle necessità sociali, ciò che ubbidisce alle leggi, ciò che hai ereditato dai padri, ciò che ti impone il gruppo, ciò in cui hai scelto di credere, ciò che dipende dagli affetti, ciò che ti fa piacere e che hai imparato ad amare o ad odiare, ciò che rifiuti e ciò che accetti. Se togli tutto questo, rimane qualcosa? Questo qualcosa si può esprimere in parole? L’Intima Essenza è la disciplina e l’esito di questa ricerca. Non è un semplice agglomerato di haiku, ma un percorso conoscitivo attraverso la forma poetica più precisa: recuperare l’essenza della parola attraverso una scelta di asciuttezza e concentrazione. È stata una sfida e una battaglia. Alla fine il libro si è imposto sull’autore. La scoperta dell’intima essenza interiore l’ha sorpreso quanto lo sperimentare quella della parola. Il libro chiede di adattarsi alla sua “respirazione”. C’è una lettura ideale, quella che l’introduzione suggerisce, fatta di tempi lenti, estraniazione, dimenticanze, mulinelli. Un invito a perdersi per ritrovarsi. Soprattutto una lettura che non passa attraverso gli occhi, ma avviene direttamente nella mente. Ci sono tre parti: Labirinto rappresenta la presa di coscienza del reale attraverso la poesia e il linguaggio. Mandala rappresenta l’immersione vera e propria nell’intima essenza, lasciandosi alle spalle l’esteriorità del reale. E’ il centro, in tutti i sensi, del libro e a sua volta ha un centro ove prevale il vuoto. Ritorno è una risalita, un ritorno al reale che, dopo l’esperienza di Mandala, viene rivissuto in un modo nuovo, più distaccato e sereno, ma con una maggiore consapevolezza del sé. Andrea Tavernati è nato a Pavia nel 1960. Laureato in lettere e diplomato in archivistica, ha lavorato nella scuola pubblica e poi come creativo pubblicitario. Cosa che fa tuttora. E’ sposato e ha due figlie. Malato di scrittura fin dall’adolescenza, a 16 anni ha cominciato a scrivere un romanzo fiume. Quando, quattro anni dopo, l’ha concluso e riletto, ha deciso di sotterrarlo in giardino. Ma il vizio è rimasto. Nel tempo ha scritto poesie, racconti, altri progetti di romanzo. Ogni tanto si sfoga in una rivista o sui poveri giurati di qualche concorso. Qualcuno, sorprendentemente, l’ha anche vinto. La preziosità dell’istante L'opra preziosa di Giuseppe Bosi de’ Villalba Tabula Fati Poesia 48 pagine Euro: 4,50 ISBN: 88-7475-035-8 Signore, ti nascondi, ma non tanto, perché ti vedo, in un fiore rorido di rugiada, in una stella che brilla nel cielo, negli occhi di un bimbo. Recensione a cura di Rachele Bonfondi Le poesie di questa raccolta invocano l’immobilità di un tempo lontano, in cui le parole risuonano ancora del loro significato originario, eterno, immutabile. Attraverso riflessioni sulla vita, sulla malattia, sulla morte ma anche sulle gioie della famiglia e dell’amore, Giuseppe Bosi de’Villalba compie un percorso di rivalutazione e riflessione sul tempo moderno: complici, forse, le numerose citazioni sparse tra i versi (da Manzoni, alla Turandot di Puccini, fino alla mitologia greca e agli autori classici) anche l’amara constatazione sulla deriva della contemporaneità suona qui ironica e distaccata, ma non per questo meno sentita in profondità. Forse si può rintracciare il motivo di questa essenzialità nell’altra attività dell’autore, quella di pittore e scultore; e, per quanto possa sembrare semplicistico, i suoi versi sintetizzano in modo estremamente lineare una vita sempre alla ricerca di un equilibrio tra gli eventi e i sentimenti, accettando il dolore e l’attesa in giustapposizione agli attimi sospesi, densi di una gioia profonda e semplice che la quotidianità può donare anche agli occhi più disincantati. Mai dimentico della realtà che lo circonda, l’autore riesce a interiorizzare tutto con grande consapevolezza, facendo costante riferimento alla necessità di coltivare un’anima capace di mettersi in ascolto per cogliere in profondità un messaggio di speranza mai banale e carico di una spiritualità ricca e piena di sfumature che si rende sempre testimone di un radicato amore e rispetto nei confronti del prossimo, del creato e della vita stessa, in tutte le sue manifestazioni. Giuseppe Antonio Bosi de’ Villalba (1910) è nato in Friuli, ma è abruzzese di elezione, ed ha vissuto prima a Lanciano, poi a Chieti, dal 1928. E’ pittore e scultore, con numerose mostre al suo attivo. Tra prosa poetica e poesia, una denuncia contro la guerra L'uomo è la sua minaccia di Francesco Baldacci Tabula Fati Poesia 79 pagine Euro: 4,50 ISBN: 88-7475-077-3 Eccomi ancora così raccolto per scavare dai solchi della rappresentazione l’indizio della perseveranza umana in questa estesa profanazione assurda del creato. Recensione di Ilaria Dazzi La scienza non è in grado di interpretare, giustificare e, soprattutto, compensare l’inquietudine che affligge l’uomo contemporaneo: l’energia determinata dalla fede è dunque, secondo la prospettiva del volume di Baldassi, il solo meccanismo in grado di rifiutare la logica che sembra caratterizzare e sostenere il mondo attualmente. La coscienza individuale si erge a strumento di analisi e approfondimento - per dirla filosoficamente- del Sé e dell’Altro da Sé. Baldassi, attraverso l’orchestrazione del verso libero, crea un’operazione suddivisa in in quattro parti, precedute da una sorta di prologo dal titolo Estrema spoliazione, dove si fanno evidenti le ambiziose ragioni poetiche del testo e le scelte contenutistiche da parte dell’autore, particolarmente interessato a spingere i lettori ad una riflessione profonda e globale assolutamente metastorica. Le quattro parti costituiscono una sorta di climax ascendente che percorre l’angoscia di un’atmosfera di desolazione, di morte, di perdita di coscienza, fino ad approdare alla violazione dell’innocenza come ultimo baluardo da preservare, dove difendere il valore supremo della vita. Baldassi sceglie un percorso coraggioso, pretende la sintesi fra filosofia e poesia conferendovi un carattere pressoché ‘giornalistico’, legando cioè gli eventi storici di rilievo degli ultimi anni alla fede e alla spiritualità, intesa anche come autocoscienza, come ‘luogo’ di domanda e di azione personale verso un rinnovamento umano, prima che sociale. L’esito è, anche sotto il profilo stilistico, coraggioso ed evidentemente frutto di una certa continuità di labor, di indagine sulla parola e sul verso. Francesco Baldassi nasce nel 1938 a Roma, dove vive tuttora: è stato insegnante elementare, si è laureato in pedagogia e ha partecipato a movimenti culturali giovanili dalla fine degli anni ’60 al termine degli anni ’90; ha pubblicato varie sillogi poetiche, ottenendo anche il Premio della Regione Veneto nel 1983. Unica fede possibile: l’amore per la vita La nostra città violenta di Renato Milleri Proposte Editoriali Poesia 116 pag. - Euro: 9.00 ISBN: 88-87431-37-X “È forse il gioco d’ombre dell’anima o forse è soltanto la solitudine unica eterna compagna che non t’abbandona mai.” Recensione di Luisa Morgante Sono versi dal sapore agrodolce quelli di questo testo che alterna toni spesso contrastanti in un perfetto stile metropolitano. Una poesia fatta tutta di emozioni e immagini che si incontrano, si scontrano e si susseguono senza essere mai banali. I continui accostamenti antitetici rendono bene l’inquietudine di un uomo troppo sensibile per vivere questo spazio e questo tempo moderno e cittadino senza azzardare una riflessione. Il corpo e l’anima mai si quietano, se non nell’imprecisabile istante dell’amore, del totale abbandono che cancella la morbosa, incomprensibile realtà fatta di indifferenza, di apparenza e falsità. Il flusso vitale resiste però a ogni provocazione umana, terrena per elevarsi a qualcosa d’altro, di imprescrutabile ma di più profondamente vero, che persiste in ognuno di noi, al di là delle ipocrisia di questa grassa società. Tutti i grandi temi attraversano i testi e nuove realtà quotidiane vivono nella loro incredibile semplicità che è anche drammatica: un uomo innamorato, uno deluso e stanco, uno soltanto diverso da ciò che la norma è pronta ad accettare, una prostituta, un gay; tutti uniti nella disperata gioia di essere qui adesso a vivere una vita scellerata e senza senso. Ma uno su tutti appare intensamente ancorato all’umanità sentendosene estraneo: è il poeta che SOLO resta tra tutti, perché lui è altro da tutti. In una lettura che certamente ha dell’autobiografico, questo moderno scrittore mette a nudo il suo moderno sentire antiche emozioni in un nuovo indifferente pensiero metropolitano. Con la sua apparente morte/estraneità il poeta resta l’unico in grado di mantenersi vivo in un universo di vita solo apparente. Renato Milleri era nato a Roma nel 1947. Iscritto alla Facoltà di Lettere de La Sapienza di Roma, dovette interrompere gli studi per motivi di lavoro e di salute. Ha pubblicato molti suoi lavori su internet, firmando con lo pseudonimo Remil. Ha scritto cinque raccolte di poesie in italiano ed una in lingua inglese, due raccolte di fotopoesie e un testo teatrale. Si è spento nel 2004 a causa di un male incurabile. Luisa sa parlarci di luna e di sensualità con immagini nuove e suggestive La rosa dei sensi di Luisa Ferretti Libroitaliano Poesia 84 pag. - Euro: 10,00 ISBN: 88-7355-555-1 Fin sopra l'architrave Non avrò paura. Non avrò freddo. Accoccolata fra le tue mani di vento caldo ogni rimpianto svanirà via facendomi volare fin sopra l'architrave, ed oltre quei panorami di cielo impolverati per studiare il duplice mistero dei sensi. Con te lassù tutto sembrerà più facile. Persino districare le mie farfalle bambine da quelle ragnatele oscure che pendono dall'alto fingendosi nuvole di seta. Recensione a cura della Redazione DANAE La rosa dei sensi è anzitutto un viaggio fantastico e sognante, a volte lieto, altre volte triste o inquietante - come la vita! - alla scoperta di un possibile "Spettabile Equilibrio". E' un viaggio spesso notturno, alla ricerca dei sensi, come indica il titolo, ma soprattutto del Senso per eccellenza, quello della vita, che deve emergere faticosamente dal buio, dal mistero notturno, talvolta dal dolore. Regina della notte regna la luna, una luna ora allegra e giocosa, che lancia "timidi sassolini di luce", come un amante discreto contro i vetri della finestra dell'amata, ora burlona, che si "traveste da sole" e ama "rotolare su lenzuola di sabbia", ma anche una luna che può essere tragica "come il corpo di una vergine suicida" perché "l'altra faccia è un mistero nero di calore". Luisa Ferretti, nutrita di poesia fin da bambina, si definisce da sempre "appassionata del cielo", riesce, dopo i fiumi di inchiostro versati da tante generazioni di poeti, a parlarci di luna e di sensualità con immagini nuove e suggestive e a farci partecipi della sua ricerca regalandoci autentiche, coinvolgenti emozioni. Nata nel 1978 ad Ancona, città in cui vive, a vent'anni ha pubblicato il romanzo Amore tra le rovine. Alcuni suoi racconti sono stati premiati in importanti concorsi letterari ed inseriti in diverse antologie. Nel nostro catalogo è presente anche con il romanzo psicologico Il filo di Arianna. Il profondo senso dell’esistenza Le mie bolle di Candida Proietti La Piccola Editrice Poesia 88 pag. Euro: 8,00 ISBN: 88-7258-409-4 Ondeggia la schiuma bianca sulla sabbia vitale Recensione a cura della Monia Nardini Natura, amore, morte sono i temi che Candida Proietti riduce a una misura sui generis, trasformando ciò che è grande e remoto in umile e familiare, e viceversa. L’universo rappresentato è un mondo domestico fatto di farfalle, di fiori, alberi, aquiloni, mare e tramonti, della luce che, variando, svela il continuo, sottile mutare delle situazioni, la dolorosa incertezza della vita e l’impossibile persistere della stabilità. Una matrice comune unifica tutti questi motivi: il profondo senso dell’esistenza e la consapevolezza della dignità umana che affronta di petto l’avventura del quotidiano fatta di incontri amorosi che passano troppo velocemente, di desiderio, di nostalgia, di riflessione, di rabbia, di speranza. Risuonano nelle poesie il dolore dell’anima e la tentazione di ambire alla morte, ma anche la forza di reagire a un amore finito nello slancio incontrollato verso la vita, con quell’innato istinto di sopravvivenza. La devozione verso il paese natale sprigiona senza timore dalle poesie dedicate a Celleno, evocando squarci d’infanzia nella spensieratezza dei giochi e nella semplicità di una sagra contadina. Le parole mostrano come un disegno la veduta della chiesa, del convento, degli alberi o delle case, rivelando la vena artistica dell’autrice che rende visibile un’immagine in poesia allo stesso modo in cui sintetizza col pennello la visione di un paesaggio. Nelle sue composizioni, Candida Proietti condensa con singole parole e figure lampeggianti la sua forza poetica utilizzando una sintassi che talvolta rinuncia alla punteggiatura. Ogni cosa si riassume egregiamente in poche righe estrapolate dalla prefazione di Dacia Maraini: “Dolore, desiderio, amore, ricordo, tutto nelle poesie di Candida parla di un cammino coraggioso e infaticabile alla scoperta dei sentimenti e delle emozioni che si accompagnano ad azioni e gesti minimi e quotidiani.” Candida Proietti è nata a Celleno nel 1966 e vive attualmente a Vetralla (VT). Ha conseguito riconoscimenti in numerosi premi poetici e parte delle sue poesie sono state pubblicate in più di una raccolta di autori vari. La pittura è un’altra forma artistica a cui si dedica con passione. Viaggio poetico alla scoperta delle nostre origini e del nostro destino Le terre immobili di Giuliana Falcetta Tabula Fati Poesia 96 pagine Euro: 4,00 ISBN: 88-900145-6-3 Verità non sei venuta in questo mondo nuda ma in simboli e immagini solo così ti afferro. “Tutto può essere sciolto tranne il nodo del destino”. Recensione di Chiara Depriori Le poesie della Falcetta cantano un mondo di opposti, dove la classicità si contrappone alla modernità, l’occidente all’oriente, l’arte alla natura. Come annuncia il titolo del primo canto, il lettore dovrà affrontare un “viaggio” alla scoperta di sé, durante il quale il poeta lo condurrà attraverso l’“umile Italia” e l’Europa, la storia e il mito. Questo peregrinare avviene via acqua, elemento onnipresente che collega tra loro i dieci canti. Così, “Con un balzo... sul ponte della nave”, ci imbarchiamo insieme all’io lirico, attraversiamo una “Tempesta”, visitiamo città di fiume e di mare e approdiamo in diversi luoghi, come Milano o le coste del Mediterraneo. Durante l’insolito percorso, il lettore non solo assiste stupito a uno spettacolo di Carmelo Bene, ma ode poesie in lingue antiche e ascolta racconti di divinità pagane. Accanto alle opere dell’uomo, il poeta loda le meraviglie della natura, come i “germani reali in formazioni gerarchiche” o “i sacri boschi”. In fine, “insieme a generazioni passate e future”, sbarchiamo nel terzo millennio e, come al termine di ogni avventura, ci sentiamo arricchiti. Il viaggio, che induce a riflettere sul nostro destino individuale e universale, non segue un percorso chiaro, logico, ma piuttosto è un fluire libero, un vero e proprio flusso di coscienza ispirato dai molteplici episodi evocati dal componimento. Esso illustra e celebra l’origine comune della civiltà occidentale e orientale, con l’intento di svelare all’ottenebrato uomo moderno il suo passato e il suo futuro. La poesia, inoltre, scandaglia il ciclo vitale dell’essere umano, dalla culla alla tomba, e dà un’interessante rilevanza al ruolo della donna, colei che è “madre figlia sorella”. Ella pare simile agli dei e alla terra generatrice celebrata dal poeta. Al lettore non resta che salire a bordo del vascello e iniziare l’avventura. Giuliana Falcetta nasce a Gallarate (VA) nel 1937. Dopo il Liceo classico si diploma all’Accademia Filodrammatici di Milano. Inizia così l’attività teatrale nella Compagnia di Fausto Tommei con Marisa Fabbrie. Nel 1985 si dedica alla poesia, aderisce al Movimento poetico Vertex e prende parte a incontri e letture poetiche. Ha scritto numerose poesie, pubblicate in tre raccolte: Le quattro sfingi sorelle, Le terre immobili e Vertex. Oggi risiede a Sesto Calende (VA). Michelangela Scalabrino: Scrivo per malattia! Lettere a un aquilone di Michelangela Scalabrino Tabula Fati Poesia 80 pagine Euro: 5,50 ISBN: 88-87220-28-X Siamo sedie impagliate, stanche, a un incrocio di strade: aspettiamo qualcuno che ci riannodi i fili; al fondo della vita. Recensione di Frà Matteo Pugliares Le poesie di Michelangela Scalabrino hanno il fascino e la capacità di incunearsi nelle diverse sfaccettature dell'uomo e dell'esistenza, sospingendosi ben oltre un'osservazione epidermica che risulterebbe ridotta o, addirittura, scontata. Una saporita serie di simbolismi viene fuori dalle note musicali, perché questo sono le poesie della Scalabrino; note, a volte, dissonanti, che non sempre accarezzano l'orecchio, ma che riescono a creare un'armonia alla quale difficilmente si riesce a resistere senza farsi domande, senza sentire quel "profumo lontano, frammenti visionari che parlano di te". Note e suoni che appartengono al passato: Così nel tuo silenzio consumo la fatica dell'amore finito quanto al futuro: e insieme la speranza di trattenerti almeno nelle vie più riposte che dal passato e dal futuro attingono punti di domanda ai quali non sempre è possibile rispondere. Interrogarsi è tipico dei poeti che si ritrovano spesso a disagio in un'esistenza ambigua, contraddittoria, persino insostenibile e, proprio per questo, incapaci di viverla con scarsa profondità, incapaci di scriverne, perché ammalati. Simbolismo, dunque, che ci ha ricordato alcuni versi, con la dovuta riverenza per loro, di Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, ed il più grande tra loro, Mallarmé. Versi intensi, non banali, da leggere in profondità per chi vuol cogliere la vita e la sua complessità ma, non di meno, la sua musicalità. Michelangela Scalabrino milanese, è docente universitaria di diritto internazionale ed appassionata di musica barocca. Espressioni dell’anima tra emozioni e ricordi Lo specchio delle mie emozioni di Moira Di Fabrizio Tabula Fati Poesia 32 pagine Euro: 4,00 ISBN: 88-7475-099-4 Fortuiti sguardi scambiati e reciproche emozioni nascono tra due anime che si regalano solo un forte sentimento! Recensione di Monia Nardini La forza travolgente delle parole accordate in poesia, la nobiltà del canto e le emozioni sprigionate da intimi pensieri prendono quota ed esplodono in folate di vitalità mosse dal tema dell’amore. Se certi versi possono inizialmente apparire come viziati da un romanticismo troppo melodrammatico, si rifletta sui temi e i sentimenti che li hanno generati: amore, amicizia, nostalgia di chi non c’è più. Sono passioni comuni ad ogni individuo. E tuttavia non manca l’intensa presenza della natura, la fiducia nella vita, ma anche la rabbia per l’indifferenza e lo sdegno verso il male nel ricordo dell’attentato alla metropolitana di Londra. Chi può esimersi dal partecipare a tali pensieri? È la memoria che conserva i ricordi più segreti e riservati, quelli che Moira Di Fabrizio sceglie di condividere con il suo pubblico, perché non esiste modo migliore per fissare affetti e tormenti se non rivelandone l’esistenza a chi è dotato di pari sensibilità. Le emozioni, però, appartengono anzitutto a chi le ha vissute in prima persona; non è lecito pretendere di darne un’interpretazione oggettiva perché ogni lettore troverà in questi passi uno squarcio della propria esistenza. Nessun commento è più adeguato delle parole usate da Giulio Lucchetta nella sua prefazione: «Presentare un poeta: è forse sgualcire un fiore, frantumare le ali di una farfalla, interrompere l'estremo canto di una cicala.» Anche se sporadici, alcuni refusi possono guastare la sintonia che si è creata tra autrice e lettore. Per fortuna l’intesa è tale che la lettura dei versi e le conseguenti riflessioni non saranno conturbate da poche sviste. Moira Di Fabrizio è nata a Chieti nel 1978, dove si è diplomata presso l’Istituto Magistrale “Isabella Gonzaga”. È programmatrice e operatrice di computer e nel 2002 si è trasferita a Bologna per esigenze lavorative. Il suo esordio è avvenuto con la pubblicazione di poesie e racconti Tra nuvole e realtà (Tabula fati, Chieti 2005), grazie alla quale ha riscosso uno strepitoso successo. Ha conseguito numerosi riconoscimenti nel campo della poesia ed è stata premiata nei concorsi letterari tra i più rinomati. Fui donna lontana ed incompresa… Ora, sono solo un poeta di Stefania Maria Farsagli Proposte Editoriali Poesia 50 pag. - Euro: 7.00 ISBN: 88-87431-48-5 “Mi guardi, a tracciare percorsi sommersi sentieri, che solo a questa notte di querce e terre assediate rivelai” Recensione di Marianna De Padova Non nuova al mondo della poesia, Stefania Maria Farsagli che vive tra Roma e Molfetta, presenta una raccolta di poesia edite da Proposte Editoriali premiata nella sezione poesia alla quarta edizione del Premio Internazionale di Letteratura per Inediti “Elsa Morante”. Come evidenzia Valeria Borgia nella sua prefazione, si tratta di una raccolta di poesie con cui l’autrice mette a nudo le sue emozioni, che, “come tutti i poeti del sud, viene a patti con la sua terra, con le sue radici arcaiche (...)”: ulivi, mare, terra, case ed ombre sono gli elementi terreni che si fanno carnalmente sensuali, tramite suggestioni vibranti di una donna che ci restituisce in versi il suo sentire. “Vacillo tra case basse, umide di un’indifferenza che trabocca di ignoranze antiche, osservo le nuove derive di questi occhi stranieri e percossi e non so più perdonare questa terra affaticata.” Versi forti accompagnano il viaggio nell’animo della Farsagli, che sebbene spesso si ritrovi sola a ricordare, pesare e vivere un amore lontano, perduto o presente, nel suo esprimersi è sì dolente, ma mai lagnosa, anzi severa con se stessa, restituendoci un’immagine di donna forte, proprio come i suoi versi. Stefania Maria Farsagli è nata a Bari nel 1978 e si occupa, come ricercatrice, di managment della cultura e dello spettacolo. Ha vinto numerosi concorsi di poesia e narrativa e, con questo volume, il Premio di letteratura e poesia “Elsa Morante”. Con le Edizioni Messina ha pubblicato le raccolte “Cristalli di memoria” e “Sotto cieli terrestri”. Un percorso, una vita, nel mondo femminile e della scrittura Pietra serena di Patrizia Tocci Tabula Fati Poesia 95 pagine Euro: 6,00 ISBN: 88–97220–58-1 Ho visto nei tuoi occhi tutti i ladri. E tutti i tentatori della notte. Avrei potuto darti ma ho soltanto questi anagrammi di parole, rotte. Recensione a cura di Laura Mondino Esperienze. E’ forse la parola che più si avvicina a descrivere il contenuto di Pietra Serena. Perché questo è un contenitore magico, in cui affiorano esperienze, ma anche suggestioni. Emozioni e forti sentimenti. Dove la magia di lasciar fluire le emozioni è più forte di ogni pensiero razionale. Come un racconto, emergono pian piano, alternandosi... piacere, dolore, paura e delusione. Insieme alla speranza, nel raccontare la vita. Ed è proprio la vita, al centro di tutto. Fra fantasmi del passato e aspettative per il futuro. A iniziare dall’infanzia (ricca di paure ataviche e sconosciute), che riporta ai giochi della tenera età, all’ingenuità propria di un tempo che anche volendo, non si può dimenticare, scordare, sorpassare senza esiti, cicatrici, ricordi. Esiti, cicatrici e ricordi che portano alla fuga e al nuovo, maturo ritorno. Quante vite ho perduto e mi appartengono, mi porto dentro una città di pietra che ogni tanto si smemora e si sgretola scrive Patrizia. Riproponendo, nei suoi versi, un paesaggio quello abruzzese, pancia di tanti ricordi, in cui è nata, cresciuta e ancora vive. E poi, si susseguono le tante altre età che sono state vissute, quella di nipote, figlia e madre a sua volta. Meno esplicite, ma di grande forza sono le età dell’amore. Presentate con la stessa leggerezza e irruenza con cui si manifestano nella realtà, nel più innocuo e tranquillo dei tempi. Un’altra vita, un altro inscindibile pezzo di vita è quello regalato dalla scrittura, dalla poesia. Una desiderio di speranza che nella seconda parte del libro, si dichiara apertamente: un centro che è quiete viva, è pienezza di vita e di affetti. Patrizia Tocci è nata nel 1959 a Verrecchie (AQ). Laureata in filosofia all’Università La Sapienza di Roma, insegna materie letterarie negli istituti secondari superiori. Ha ottenuto consensi in numerosi concorsi letterari e collabora con periodici e riviste culturali. Ha esordito con Un paese ci vuole, 1990, densa raccolta di prose e poesie. Melodiose poesie dedicate alla donna e al piacere «[…] e non si sa di Marco Mastromauro chi sia il più tesoro: Edizioni Aletti la femmina cha ha dato Poesia - Erotico o quella 50 pag. - Euro: 12 che il mondo ISBN: 978-88-6498-355-4 ha conquistato.» Poesie erotiche Recensione di Gaia Seregni Una serie di brevi poesie dedicate alla donna, all’amore e all’intimità. Marco Mastromauro, con uno stile fluido e melodico, canta le sue lodi alla giovinezza e al piacere, alle prime scoperte e alla bellezza del nudo femminile; ma racconta anche il dolore e le pene della violenza, il vuoto che si apre negli occhi di una donna la cui intimità è stata violata. L’autore sussurra parole carezzevoli alle giovani madri e descrive la loro gioia, il timido piacere di giovani fanciulle, le prime scoperte e i primi ardori, i sogni e il desiderio di amanti e innamorati, la passione e la felicità dell’atto amoroso. E sempre con un sussurro, senza voler gridare il loro dolore, racconta la tristezza e la tacita sofferenza di prostitute bambine, di giovani donne violate, il senso di svuotamento causato dal male ricevuto o semplicemente l’infelicità di fanciulle insicure. Il linguaggio procede per sensazioni, dove non arriva la parola arrivano le suggestioni causate da frasi non dette o appena accennate. Il lettore viene portato a intuire delle realtà felici o dolorose con un procedimento molto più efficace della descrizione minuziosa. Come un direttore d’orchestra, l’autore guida il lettore attraverso emozioni contrastanti e una scrittura melodiosa, lasciandolo libero di capire da solo il messaggio di ogni poesia. Accompagnati dentro la vita con la vita stessa Quadrifoglio di Luca Militello Proposte Editoriali Poesia 72 pag. - Euro: 6.50 ISBN: 88-87431-46-9 Oscure movenze nasconde la notte, la vela maestra bisogna ammainare, per fare ritorno alla nostra Itaca... Recensione a cura di Frà Matteo Pugliares Nuovo, appassionato esercizio di avvicinamento al mistero della vita, attraverso il reale, il mitologico, il mescolare parole antiche e contemporanee, per confondere e illuminare in un solo istante. È questo il percorso che ci propone Luca Militello nel suo Quadrifoglio, senza paura di attingere dagli antichi meandri della cultura e renderli nuovi. Emerge una poesia nuda e viva, costruita attraverso una serie di "incontri", pensieri, movimenti creativi, cadenzati da un profumo remoto. Parole, quelle di Militello, che indicano riflesso e mobilità, che si appropriano del ritmo vibrante dell’anima che, a volte, grida e protesta in una sorta di empatia corale, altre volte, s’insinua dentro le pause di un silenzio o di un vuoto enorme, dal quale affiora la Musica. L’infanzia, gli amori, i vuoti, gli spifferi della vita, il chiedersi la ragione dei trambusti, i sogni realizzati e quelli che crollano, liberano con le parole altra musica, cuore d’ogni verso, capace di bucare il cielo, spazio breve ed ultimo, eppure infinito. Non so quanto Militello ne sia cosciente, ma la sua poesia, pur nella acerbità della sua giovane età, riesce a svelare capacità di ricercare un senso, di coinvolgere il lettore e fargli respirare la vita, in barba a coloro che dicono che la poesia non ha più niente da dire; e, invece, è poesia che accompagna il cammino dell’esistenza. Constatazione confortante, in un mondo che tende a negare l’interiorità per accaparrarsi l’ultima apparenza, in un mondo che ha paura di parole che t’inducono a riflettere, a meditare, a filosofare, ad ascoltare Un cigno che canta prima di morire. Luca Militello giovane poeta messinese, è nato nel 1984 ed è studente universitario, iscritto alla facoltà di Lettere Classiche dell’Università della sua città. Quadrifoglio è la sua opera di esordio. Una profonda percezione della natura… Sassi di Rita Baldassarri Tabula Fati Poesia 64 pagine Euro: 5,00 ISBN: 88-87220-30-1 Il vento sdrucciola sul piano del mare, l'onda batte a spallate nello scoglio; il vento solleva gli spruzzi che scoppiano sui sassi Recensione a cura di Marianna De Padova Rita Baldassarri ci racconta con le sue poesie la natura, gli ambienti che ci circondano, tramite piccole istantanee. E come le istantanee fotografiche, queste poesie colgano l'attimo, un attimo di eternità, d'immensità emozionale. La particolarità, ed il pregio del lavoro della Baldassarri, sta nel cogliere questi istanti, troppo spesso dati per scontati, usando un linguaggio che non ha temporalità, ma solo descrizione: "Nel vello del vento azzurro di rami sottili Quando s'infiltra rossa l'emorragia di foglie, allora è autunno che gli brillano gli occhi di sole e si sdraia dentro l'ombra più lunga a cercare riposo (...)" Come evidenzia Anna Ventura, che ne ha curato la presentazione, questo piccolo volume ci parla di una sensibilità particolare, dono di pochi poeti, di sentire "il profondo legame che accomuna tutte le creature", un legame in cui l'uomo non è il primate sovrastatore, ma il muto, meravigliato, osservatore del mondo che lo circonda: "Ripassata là in fondo con la matita blu intenso La curva del mare; persiane d'azzurro che squilla sulla carne rosa di una casa accovacciata tra gli ulivi (...)" Tabula Fati propone un piccolo gioiello poesia, dove il legame dell'autrice con l'universo che la circonda diventa universale, comprensibile, e riconoscibile, a tutti. Edizione curata, felicemente tascabile -per averla sempre con sé-, dal costo accessibile che ne facilità la meritata diffusione e la rende perfetta per un piccolo regalo ad una persona lontana. Rita Baldassarri è nata nel 1944 a Santo Stefano Magra (SP), dove vive e lavora. Ha pubblicato i volumi di poesia: Acquaforte (Milano 1980, Premio Carducci), La fisica dei liquidi (Forlì 1981, Premio Galla Placidia), Occhi di gatto (Pisa 1986, Premio La Camerata dei Poeti di Firenze) e molti altri. Un viaggio tra le pieghe della vita Trionfi di luce di Viola Di Muzio Tabula Fati Poesia 158 pagine Euro: 8,00 ISBN: 88-7475-042-0 SOGNI D'ILLUSIONE Con la pelle tatuata da solchi di vita, le pupille strappate dalla furia dei venti, sola, sul porto di sera, all'ombra della luna raccolgo ricordi che bruciano ancora, mentre nelle gelide acque del mare vedo galleggiare foglie ingiallite d'autunno, sogni d'illusione. Recensione di Rachele Bonfondi Una raccolta di poesie profondamente sofferte, vissute, in cui ogni parola si carica della forza di un'evocazione: i versi irregolari e franti si accompagnano a termini più alti e tradizionali, come se la loro elaborazione seguisse il ritmo di un vivere spontaneo rielaborato attraverso un dialogo compiuto dall'autrice con se stessa o con gli affetti a lei più cari. Per quanto i temi più presenti in questi versi siano profondamente personali e, verrebbe da dire, intimi, Viola Di Muzio riesce a trattarli allo stesso tempo con delicatezza e intensità, invitandoci a seguire silenziosamente i suoi ricordi, i profumi della campagna abruzzese, i sogni infranti e ormai lontani di una bambina che ancora rimane sospesa tra la dolce speranza dell'infanzia e la malinconica disillusione dell'età adulta. Le situazioni presentate hanno spesso il sapore conosciuto del quotidiano, sono anche nostre e, tuttavia, possiedono la sfumatura della lontananza, come se appartenessero a un sogno o fossero per sempre perdute. In questo percorso di crescita, in cui la continuità biografica fa da contraltare all'alternarsi delle emozioni, tutto si fa suono, diventa leggero e vago, come se il dialogo interiore assumesse i risvolti metafisici di una comunione primitiva con la natura, di un incontro continuo e comunicativo con chi non c'è più, sia che si tratti della madre morta o di un amore lontano: l'interiorizzazione delle emozioni è così forte da renderle palpabili nella loro indefinitezza, come preziose compagne di viaggio in un'esistenza dolorosa ma illuminata dall'interno da un "trionfo di luce" che non sembra di questo mondo. Viola Di Muzio è nata a Chieti, ma vive a Pescara. Vincitrice di numerosi premi letterari, ha pubblicato tre sillogi poetiche: Amare l'amore (Solfanelli, 1994), Nostalgie (Europa, 1996) e Sinfonia di sogni (Tabula fati, 2000). Sferzante, giocosa, dissacrante: una satira che non risparmia nessuno! Una botta... e via! di Bruno Fiorentini Pagine Poesia Satirica 99 pag. - Euro: 10,00 ISBN: 88-86853-75-0 Perché la vita nostra è 'na tragedia: campi un anno o cent'anni sei fregato! C'è la televisione che arimedia pe arzà er morale e arillegrà chi è nato. Recensione a cura di Claudia Marinelli In questa divertente raccolta di ottantanove sonetti, scritti in rigoroso dialetto romanesco, l'autore racconta fatti, aneddoti e avvenimenti più o meno importanti del mondo che ci circonda. Il titolo già annuncia il tono satirico e giocoso della silloge e il lettore si diletta con questi versi semplici e immediati, ma mai superficiali, a conferma che la buona poesia può anche essere burlesca, beffarda, ironica, mordace e linguacciuta. Se l'autore salta da un argomento all'altro con molta agilità, fatti di cronaca e temi politici possono anche trovarsi accanto a racconti di "fatterelli" all'apparenza del tutto insignificanti, le poesie sono legate tra loro dallo stesso filo conduttore: lo sguardo accorto e divertito di un uomo informato, su quel "palcoscenico" dove affanni, preoccupazioni, incongruenze, assurdità e paradossi dei "comuni mortali" sfilano incessanti. La forma poetica del sonetto dà alla raccolta un tono incisivo: in soli quattordici versi l'autore espone, dibatte e trae le conclusioni dell'argomento trattato, evitando così inutili lungaggini. Questi stessi versi freschi e spigliati, intrisi di battute pungenti, che espongono idee chiare e quasi sempre una "morale" sarcastica e vigorosa, tengono viva l'attenzione del lettore che, alla fine di ogni poesia è curioso di scoprire l'argomento proposto nella seguente. La satira è spesso forte, come vuole la più antica tradizione della poesia romanesca (vedi le poesie del Belli), ma mai volgare. Se alle volte l'autore usa dei termini che nella lingua italiana chiameremmo "parolacce", egli si preoccupa di precisare nella breve introduzione che, in romanesco, le "parolacce" quasi non esistono. Il linguaggio è datato ma arricchito, alla bisogna, di termini più moderni ("fitness", "kamikazzi", o ancora "gi.otto") per raccontare fatti di cronaca odierni. È una lingua facilmente comprensibile anche a chi non è originario di Roma, forse perché il romanesco, parlato da grandi attori in film di successo a livello nazionale, ha un po' soppiantato gli altri dialetti in questi ultimi anni. Una botta… e via! è dunque un libro da leggere per ridere e sorridere ma non solo. Ogni poesia, infatti, regalandoci un momento di distensione, può anche darci dei validi spunti per riflettere. Non è forse anche questo uno degli scopi più importanti dell'arte? Bruno Fiorentini è nato a Capranica (Viterbo) e vive a Bracciano. Laureato in lettere, si è sempre dedicato all'insegnamento. Nel 1997 ha vinto il concorso nazionale "G.G. Belli" con "Guasibibbia: interpretazione semiseria in sonetti romaneschi ". Da allora, Fiorentini scrive e pubblica su giornali locali sonetti satirici di commento ai fatti del giorno e alle notizie più curiose che compaiono sulla stampa quotidiana. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti letterari per la sua poesia in vernacolo, in diverse regioni italiane. Versi belli, dannatamente belli! Versi dall'Inferno di Dino Pezzella Proposte Editoriali Poesia 101 pag. - Euro: 8.00 ISBN: 88-87431-38-8 Nei versi ora belli e dannatamente tristi il Dio Poeta incontra l'uomo che solo vive, soffre, si appassiona a divorare attimi tanto più veri quanto più vani fino a tornare rassegnato all'eredità della sua vita... Recensione a cura di Viviana Gigantiello I versi di Dino Pezzella passano randagi e il solo modo per coglierne tutta la pienezza è nascondersi, per sorprenderli. L'uomo sa che il vivere è, alla fine, dramma, ma il poeta che si accinge a riempire il vuoto della pagina bianca finisce per salvarsi, come un Dio. Il significante forgia il significato, lo riempie e lo eleva a sfera divina allontanandolo dall'inferno terrestre. Il poeta apre la silloge con queste parole: Sento la mano sull'aratro del Francese... Sono perso nel tetro quotidiano che il poeta uccide, ma in cui vivendo trae la vitalità per i tristi versi oppositori.[...] È sulla pagina che si riempiono gli attimi, i minuti, le ore senza tempo. L'arte del segno spiega l'inutile, il vano ed è ancora una volta l'unica scelta per il poeta che finché scrive è vivo. Finché scrive assegna un significato al suo sacrificio, al suo, altrimenti insensato, sofferto esistere: [...] è il vulcano di lava repressa che periodicamente ritorna dall'inferno per urlare o forse è proprio l'inferno che mi chiama...[...] Nei versi ora belli e dannatamente tristi il Dio Poeta incontra l'uomo che solo vive, soffre, si appassiona a divorare attimi tanto più veri quanto più vani fino a tornare rassegnato all'eredità della sua vita come in " 'A morte": [...] 'A mort e chi vuò bene So' nu milione e scaline Che fai ogni vote Ca nun te mantien all'erta.[...] Armando "Dino" Pezzella è nato a Napoli. E' giornalista, poeta, scrittore, pittore, impegnato attivamente in politica... La tela ad olio Il sognatore di tramonti riprodotta in copertina è una delle sue opere. Quello che tutti possiamo vedere e sentire, ”tradotto” dagli occhi di un poeta Voci nel sale di Valerio Peracchi Proposte Editoriali Poesia 42 pag. - Euro: 6,71 ISBN: 88-87431-07-8 Non sento bruciare il vento oggi, sulla Marina, di maestro, quello che sempre fragra sulle grondaie, strappa i pigolii (non più rammenti il giorno che m'invitasti al belvedere?). Recensione a cura di Alberto Asero Può capitare che il ritmo pieno e sobrio richiami taluni rigurgiti del clima marino. Può capitare che il lettore si avveda, suo malgrado, della presenza talvolta a mala pena dissimulata di un carattere che non è semplicemente marino: che è ligure, concretamente ligure. E', questo, il regno dell'autore, di colui che materialmente respira il verso e che, scrivendo, rivive della necessaria coscienza, talvolta limpida, talaltra drammatica, del luogo. Dalla concretezza dei luoghi all'universale esistenziale, poi, non c'è che un passo. E qui si affaccia il tema, ora nostalgico, ora tinto della vaghezza della speranza, dell'attesa della vita. Di una vita che se, per un verso, scorre sotto il sigillo dell'inesorabilità, per l'altro pare sempre là da venire, sempre oltre, sempre celata nell'acerbo dell'attesa. Vita, bambolina, nel silenzio hai la tua parola, dunque taci... ti attenderò Valerio Peracchi è nato nel 1967 a Ventimiglia e da diversi anni risiede a Pavia. Questa è la sua prima silloge edita. SAGGI, POLITICA, STORIA Alieno in vista! L’Uomo ha una propria identità! Antrace 848 di Marco Martinelli Edizioni Book Sprint Racconti 256 pag. - Euro: 15.50 ISBN: 978-88-6742-826-7 La meraviglia di cui è serenamente conscio sta nel fatto che gli piace essere schiavo di tutto ciò che vede, ode, percepisce ed immagina. Recensione di Consuelo Taccani L’Uomo è prigioniero delle proprie nefandezze, dei propri errori e soprattutto della sua mancanza di libertà. È smarrito, l’Uomo. Marco Martinelli sottopone l’esistenza umana a una riflessione critica, fredda, ma al contempo umanamente meravigliosa, dove la descrizione delle sensazioni, degli stati d’animo suggella la bellezza della vita se riscoperta nella sua autenticità. L’esistenza è pericolosa, è psicologicamente devastante, l’Uomo è immorale, è disorientato, è colpevole perché vive miseramente un’esistenza prevaricatrice dei Suoi stessi pensieri. L’essenza di ciascun individuo è annullata; l’Uomo indossa una maschera che lo priva di espressività, di emozioni perché gli manca la libertà. Solo la coscienza che è anche responsabilità permetterà all’individuo di riscattarsi. L’autore accompagna il lettore lungo il labirinto dell’esistenza umana e lo vuole “costringere” a riflettere perché solo così è possibile non perdersi. Per descrivere questo faticoso e avvincente viaggio vengono utilizzate parole dure, concetti forti. Martinelli è inesorabilmente provocatorio. L’autore non vuole suggerire, sussurrare, ma gridare che l’Uomo per vivere e non sopravvivere deve darsi un’identità perché solo in questo modo può rimuovere il peso dell’inquietudine che annulla mente e cuore. L’essere umano ha il diritto di esistere, deve diventare l’obiettivo principale perché solo così può sviluppare una propria personalità, solo così può emergere all’interno di una società che umilia i diritti. Al contempo, riconoscere la propria volontà soggettiva non deve far annullare l’attenzione verso l’altro. L’analisi attenta, profonda, intelligente e discretamente indulgente di Martinelli vuole indicare una via d’uscita, un riscatto; l’esame critico-costruttivo e mai criptico che sottopone al lettore permette di fare proprie considerazioni che non devono rimanere incomprensibili bensì penetrare sensibilmente la profondità dell’anima per avvezzare la mente a pensare e a reagire. Marco Martinelli è nato a Terni nel 1942, mentre vive e opera a Perugia. In giovane età il suo estro è rivolto all’attività scultorea, che viene riconosciuta e da cui riceve gratificazioni. L’iter letterario inizia con “I Pensieri Che Tutti” (poesie-Edizioni la Stampa-Roma) e prosegue con la pubblicazione in antologia di “L’Autore” (poesie- Firenze Libri). Nel 2008 pubblica il saggio “Clava e il seguito” ( Edimond srl-Città di Castello-PG) anch'esso presente in questo catalogo, e inserito tra le Scienze Sociali-Società Contemporanea e nel 2011 pubblica il saggio “Come l’ape al fiore” (Edizioni Il Molo-Massarosa-LU) inserito nella Filosofia Occidentale Moderna. L'ultima sua opera è proprio la raccolta di racconti "Antrace 848". I prossimi progetti riguardano altre opere di narrativa a cui Martinelli sta già lavorando. Per chi vuole comprendere e non dimenticare 1954-2001: Appunti di storia di Paolo De Bellis Proposte Editoriali Saggio 147 pag. - Euro: 9.00 ISBN: 88-87431-34-5 Un mondo diverso è possibile. Perché il destino delle donne e degli uomini di questa terra è nelle mani di tutti noi e anche quello che sembrerebbe impossibile può diventare realizzabile, se sostenuto dalla ragione e dal consenso delle persone. Recensione a cura della Redazione di DANAE Ogni giorno, martellanti, i mezzi di comunicazione di massa ci bombardano con mille informazioni, ci aggiornano nei minimi dettagli sui fatti di cronaca, ce li mostrano spesso in tutta la loro immediata brutalità o spettacolarità. Chi non ha ancora negli occhi, ad esempio, l'attentato dell'11 settembre 2001 contro le torri gemelle di New York, o gli scontri di Genova, di due mesi prima, durante il G8, quando perse la vita Carlo Giuliani? E, se procediamo ancora a ritroso nel tempo, quanti avvenimenti ci tornano alla mente! Tuttavia, la cronaca da sola non basta: se manca la riflessione storica, ci manca anche la comprensione profonda di quanto accade, del perché accade. Ci mancano le chiavi di lettura per decodificare questo nostro mondo. Paolo De Bellis, col suo agile volumetto Appunti di storia, ci aiuta a ripercorrere i momenti salienti della storia dal 1945 al 2001, e a capire come sia cambiata l'Italia dal secondo dopoguerra ad oggi, ci ricorda gli eventi importanti anche a livello mondiale, e spiega come questi influenzino anche la vita del nostro Paese, come la globalizzazione, ormai, ci obblighi a prendere atto che, davvero, siamo tutti sulla stessa barca. Appunti di storia non è e non vuole essere un manuale, ma esattamente ciò che promette il titolo: sintetico, scritto in un linguaggio molto semplice e chiaro, rievoca la storia dell'ultimo mezzo secolo, ed offre, ad ogni pagina, spunti di riflessione per ognuno di noi. Perché il mondo va così? Quali sono gli interessi in gioco? Ci sono altre vie possibili? A queste domande, De Bellis cerca di dare le sue risposte e, che le condividiamo o meno, sarà senz'altro utile e stimolante leggerle e riflettervi. Paolo De Bellis, nato a Milano nel 1961, è appassionato di storia contemporanea. Attualmente lavora in una banca estera a Milano, ed è anche rappresentante sindacale. Allarme! Dio Denaro ha fatto prigioniero l’Uomo! Clava e il seguito di Marco Martinelli Edizioni Edimond Saggio - Sociologia 208 pag. - Euro: 26.00 ISBN: 978-88-500-0397-6 ...Siediti a respirare un attimo e cerca di capire chi sei, che stai facendo, quale progetto umano rincorri, qual è l’ultima tua conquista, in cosa hai fede e perché. Recensione di Consuelo Taccani Con pungente ironia Marco Martinelli propone un’attenta e critica riflessione sulle imprescindibili problematiche che travagliano l’Umanità. I presupposti che il Presente pone per il Futuro sono di inconsistente solidità, permeati di violenza, costrizione, rinunce, dove l’Uomo è annullato perché le sue “sensazioni programmate”, il suo “pensiero involontario”, le sue “necessità indotte”. La potenza della tecnologia e la ricchezza del progresso si traducono in impotenza e povertà dell’Uomo. Globalizzazione, clonazione, omosessualità, convivenza…rispecchiano il disagio di una civiltà sempre più smarrita e rinchiudono in sé la speranza di una presa di coscienza e di un riscatto dell’essere umano. Attraverso una narrazione coerente, severamente ragionata, l’autore non cade in distrazioni contenutistiche, tanto meno si lascia trasportare dalla fantasia; conservando una dimensione logica, con linguaggio accurato, le argomentazioni si mantengono chiare e mai controverse. Quanto allora l’autore vuole provocare il lettore? Con la sua dissertazione Martinelli non intende sedurre il lettore, bensì illuminarlo; con audacia, a tratti ferocia argomentativa, vuole scuotere l’intelletto affinché venga presa coscienza di ciò che la società è veramente. L’autore sviscera con prontezza e ingegno le problematiche sociali annodate all’esistenza dell’Uomo, non lasciando nessun interrogativo privo di una risposta acuta e argomentata. Con energica personalità Martinelli accompagna il lettore nella sua riflessione invitandolo a prenderne parte, a soffermarsi per considerare con maggiore responsabilità la propria esistenza affinché il riscatto finale possa portare libertà, individualità, autonomia. Altrimenti si potrebbe concludere che “la poco preziosa clava di legno ammazza quanto quella d’oro”. Marco Martinelli è nato a Terni nel 1942, mentre vive e opera a Perugia. In giovane età il suo estro è rivolto all’attività scultorea, che viene riconosciuta e da cui riceve gratificazioni. L’iter letterario inizia con “I Pensieri Che Tutti” (poesie-Edizioni la Stampa-Roma) e prosegue con la pubblicazione in antologia di “L’Autore” (poesie- Firenze Libri). Nel 2008 pubblica il saggio “Clava e il seguito” ( Edimond srl-Città di Castello-PG) inserito tra le Scienze Sociali-Società Contemporanea e nel 2011 pubblica il saggio “Come l’ape al fiore” (Edizioni Il MoloMassarosa-LU) inserito nella Filosofia Occidentale Moderna. L'ultima sua opera è la raccolta di racconti "Antrace 848", anch'essa presente in questo catalogo. I prossimi progetti riguardano altre opere di narrativa a cui Martinelli sta già lavorando. Come riscoprire Dio? Liberare la mente da dogmi e paure Come l'ape al fiore di Marco Martinelli Edizioni Il molo Saggio 188 pag. - Euro: 13.00 ISBN: 978-88-96920-29-9 C’eri, Dio, assieme a loro? Ti stavano raggiungendo, no? Oppure era una sonora illusione di cui tuttora ridi? Recensione di Stefano Aicardi Un saggio filosofico che ripercorre in modo tagliente, ma anche speranzoso, la storia della religiosità umana. "Come l’ape al fiore" è un viaggio nel pensiero umano che auspica un ritorno alle radici, un riallinearsi con le grandi conquiste del pensiero umano. Ma quali sono queste conquiste? L’autore guarda all’uomo della preistoria e della protostoria e ne esalta la capacità di sentire la grandiosità del cosmo, il suo mistero: una dote che nel corso dei secoli è andata persa, ma forse in modo non irrimediabile. Nella convinzione che la divinità sia troppo diversa dalla natura umana per poter intervenire nel nostro quotidiano, l’autore ribalta le logiche della scienza e della dottrina teologica, esaminando come possibili alternative gli approcci di tipo gnostico e agnostico alla fede. Da un lato quindi non mancano accuse al razionalismo scientifico e all’ateismo, che sembra raffreddare in modo inesorabile le esperienze di vita, leggendole sotto una luce troppo fredda; dall’altra la religione organizzata è vista come la radice di innumerevoli repressioni nei confronti della libertà individuale. Per paradosso, il tentativo forzato di umanizzare la divinità per ragioni politiche e di controllo sociale, così come l’affidarsi completamente ai sensi e ai limiti dell’umano, hanno cancellato o quasi l’autentico senso della parola "umanità". Nella visione di Marco Martinelli si sente un bisogno di riscoprire antichi stupori e di farsi domande, ma senza lasciarsi condizionare dall’ obbligo di avere risposte. Anche per questo le riflessioni di Martinelli sono inframmezzate da domande aperte, rivolte direttamente alla divinità: un contraltare ironico, e insieme profondamente sentito, alla complessità degli interrogativi filosofici che Martinelli si pone e ci pone. Marco Martinelli è nato a Terni nel 1942, mentre vive e opera a Perugia. In giovane età il suo estro è rivolto all’attività scultorea, che viene riconosciuta e da cui riceve gratificazioni. L’iter letterario inizia con “I Pensieri Che Tutti” (poesie-Edizioni la Stampa-Roma) e prosegue con la pubblicazione in antologia di “L’Autore” (poesie- Firenze Libri). Nel 2008 pubblica il saggio “Clava e il seguito” ( Edimond srl-Città di Castello-PG) anch'esso presente in questo catalogo, e inserito tra le Scienze Sociali-Società Contemporanea. L'ultima sua opera è invece la raccolta di racconti "Antrace 848", anch’essa presente in questo catalogo. I prossimi progetti riguardano altre opere di narrativa a cui Martinelli sta già lavorando. Idee per un pensiero unificato Complementarità di Stefano Bianchi Ed. Masso delle Fate Saggio 128 pag. - Euro: 11,60 ISBN: 88-87305-38-2 Oriente e Occidente. Scienza e Contemplazione. Ragione e Passione. Idee per un pensiero unificato Recensione a cura di Stella di Giorgio Quando si prova un sentimento intenso e coinvolgente come l'amore, quando si desidera una fusione con l'altro, non esistono parole per descriverlo, il linguaggio si arrende, subentra la poesia. Subentra un nuovo modo di esprimersi, intuitivo e creativo. Subentra una diversa forma di pensiero, la meditazione, una consapevolezza che si espande a tutto il proprio essere, fino a includere il respiro. L'amore è un'esperienza che rivela i limiti della ragione. Per l'uomo occidentale, ragionare significa scomporre il tutto nelle sue parti: la fisica scompone la materia, l'anatomia scompone il corpo, la psicanalisi scompone il sé. Quando pensa, quando parla, quando agisce, l'uomo occidentale tende a innescare automaticamente un meccanismo che rischia di diventare perverso, di imporsi violentemente sul reale, di sconfinare nel delirio di onnipotenza, forse per compensare un intimo senso di insicurezza. L'analisi ha innegabilmente donato buoni frutti: la tecnica, le scoperte scientifiche, i progressi nella medicina. Ma è incapace di cogliere l'essenza, di restituire una visione unitaria delle cose. Dicotomizza la realtà in alternative che si escludono reciprocamente: bene e male, amore e odio, vita e morte. Per non restarne paralizzati e non ridurre una scelta a uno schierarsi dall'una o dall'altra parte, occorre integrare l'analisi con la sintesi, la ragione con l'intuizione, l'azione con la meditazione. Strumenti sprecati se ridotti a mode passeggere e fanatismi orientaleggianti o se assunti come netto rifiuto verso la razionalità occidentale. Un libro per riflettere sulle consuete modalità di pensiero e di comportamento, per valorizzare le proprie risorse emotive, intuitive e meditative, per abbracciare l'Oriente, senza rinnegare l'Occidente. Stefano Bianchi è nato a Venezia nel 1959. Ha studiato, nell'ambito della filosofia occidentale, in particolare la mistica medioevale, Meister Eckhart, Hegel, Bergson. Si è inoltre avvicinato alle filosofie orientali, soprattutto al pensiero taoista. E' stato tra i fondatori di un'associazione culturale che da anni organizza corsi di meditazione e condivisione. Lettera aperta all’attuale CT della Nazionale... La fantasia dei grandi fuoriclasse non si può programmare perché genera le proprie idee di Tommaso Miceli Malaguti sul momento, non alla lavagna. Editrice Nuovi Autori CT ombra Lettera aperta all’attuale CT della Nazionale e, per conoscenza, a quelli passati e futuri Saggio 126 pag. - Euro: 14,00 ISBN: 978-88-7568-410-5 Recensione a cura di Giorgio Astolfi Alla vigilia dei Mondiali 2010 uno fra i 60 milioni di ct italiani scrive una lettera a Marcello Lippi in cui preconizza l'esito disastroso che avrebbe di lì a poco esposto l'Italia alla più grande figuraccia della sua storia calcistica. Marcello Lippi non legge la lettera, indirizzata, per conoscenza a tutti i ct del passato e del futuro, nonché agli allenatori contemporanei, che con inaudita protervia e incompetenza, spesso mortificano e distruggono il talento e la creatività. Con una riflessione critica che oscilla fra passato e presente del Calcio ed uno stile affilato e colorato da un uso disinvolto del registro sarcastico-satirico, Tommaso Miceli Malaguti, con analisi raffinate e spesso sorprendenti, compie un romantico e passionale tentativo di recuperare ciò che oggi è andato perduto nei campi di gioco: la fantasia, il genio, l'istinto puro, in una parola la Bellezza del Calcio. I colpevoli sono gli allenatori attuali, incapaci di organizzare la squadra in base al talento dei calciatori e succubi del tatticismo più esasperato. Sono personaggi “vanitosi” - per citare le parole di Jorge Valdano – che “adorerebbero l’idea di partite risolte da una loro mossa”. Allora, ecco chiamati in causa i più noti nomi dei condottieri attuali, i cui grossolani errori di "ortografia e grammatica calcistica" vengono esaminati con lucida competenza e senza freni reverenziali. “Stiamo vivendo un Medioevo del Calcio”, asserisce Tommaso Miceli Malaguti, il cui saggio auspichiamo possa essere letto da quegli allenatori che da ex calciatori “dilapidano l’immenso patrimonio di talenti" di cui il Calcio è ricco (quello italiano forse più di tutti). Ma l’autore non ha frequentato i Super Corsi di Coverciano, perciò a che titolo la sua analisi critica? Il titolo è quello della passione, dell’intelligenza, della conoscenza maturata in oltre 30 anni di calcio visto, giocato, letto, in una parola vissuto. "Ho impiegato 30 ore per scriverlo e 30 anni per realizzarlo". Infine un suggerimento ai dirigenti della FIGC: perché non inserire “CT Ombra” nella bibliografia dei Super Corsi di Coverciano? Tommaso Miceli Malaguti, è nato a Cosenza il 31 luglio 1973. Si è laureato in Filosofia presso l’Università di Bologna, dove ha anche conseguito il Diploma in Recitazione presso la Scuola del Teatro del Navile diretta da Nino Campisi. Nel 2009 ha debuttato nella regia teatrale con l'opera "Sto male fuori" di e con Mario Pascariello. "CT ombra" è invece il suo esordio letterario. Tutti i numeri del calcio… e la loro anima Curiosando nel pallone di Alfonso Liguori Proposte Editoriali Saggio Spotivo 212 pag. - Euro: 13,00 ISBN: 88-87431-44-2 Il calcio va salvato. È stato tradito, stravolto e inquinato. È ora di finirla con le scappatoie dozzinali, con la mancata applicazione delle regole, delle poltrone federali occupate a vita... Recensione di Giorgio Astolfi Prima di leggere questo libro non pensavo che i numeri avessero un’anima. Già, un’anima, perché Alfonso Liguori è riuscito a dargliela. Numeri e tabelle, dati e colonne e numeri ancora. E in mezzo nomi di calciatori, allenatori, presidenti e arbitri. Una cascata di informazioni sulle loro imprese che piomba addosso rombante, copiosa e allegra. E affascina perché fa ripercorrere la storia del calcio italiano attraverso i numeri, "quelli che non tradiscono e parlano da soli (...) che non hanno subito manipolazioni", quelli che potrebbero, oggi, fare qualcosa di buono per il calcio che "non è più come prima. È stato tradito, stravolto e inquinato". Quel calcio fatto di "scappatoie dozzinali", pieno di funzionari pervicacemente attaccati alle "poltrone federali" che occupano "a vita (...) va salvato". Ecco allora i numeri venirgli in soccorso. Certo che salvare il calcio con i numeri potrebbe sembrare un’operazione bizzarra e invece non lo è, perché è vero che i numeri "non tradiscono", è vero che i numeri in questo snello libro raccontano una bella storia iniziata nel 1898 a Torino con la fondazione della Federazione Italiana del Football. Liguori non trascura nulla. La sua precisione è talmente sorprendente che non si può non ritenerla figlia di una fantasia altrettanto sorprendente. Dinastie celebri dei calciatori, giocatori italiani nel mondo, autoreti, espulsioni e punizioni, goleade, derbies, doppia maglia derby, evoluzione dei sistemi di gioco e tanto altro ancora sono frutto di un lavoro di ricerca immane dentro un secolo e più di calcio, poi calato in ogni suo più bizzarro, inedito e singolare aspetto in quella miniera di informazioni che è "Curiosando nel pallone". Un libro di facile e rapida consultazione per chi ama il calcio, la sua storia e le sue statistiche. Un libro che su questo sport racconta “di tutto e di più”. Alfonso Liguori è un noto giornalista sportivo, ed ha collaborato con note testate giornalistiche, come “Il Mattino“, “Sport Sud“ e “Il Resto del Carlino“. Attualmente, è direttore del periodico "Tam Tam" e di "Sporting News". Una donna speciale, a cavallo di due secoli e di due Paesi Diario intimo di Filippina… di Piera Rossotti Pogliano Edizioni Angolo Manzoni Romanzo Storico 254 pag. - Euro: 14,46 ISBN: 88-86142-52-8 "Il re voleva denaro, Bonaparte era molto bravo ad arraffare..." "Sappiamo che è ora di abbandonare la nave." Recensione a cura di Sonia Piloto di Castro Filippina de Sales giunse a Torino dalla natìa Savoia nel 1781, giovane sposa del marchese Giuseppe Filippo Benso di Cavour. Dalla loro unione nacque Michele, padre di Gustavo e del più celebre Camillo di Cavour. Dolce ed affettuosa, ma anche energica e camaleontica, pronta a cogliere tutte le opportunità per rinsaldare il patrimonio del casato, la marchesa di Cavour fu sempre attenta custode dei valori della famiglia, di cui fu l'indiscusso capo morale, la Marina amata e rispettata da tutti, fino alla sua morte, avvenuta nel 1849, all'età di 87 anni. Il romanzo di Piera Rossotti Pogliano vuole dare voce a questa straordinaria figura femminile e, al tempo stesso, rappresenta il tentativo di guardare, attraverso gli occhi della gentildonna, il Piemonte in un'epoca di grandi rivolgimenti, dalla Rivoluzione francese all'Impero napoleonico, dalla Restaurazione all'inizio delle guerre per l'Indipendenza italiana. Un filtro, gli occhi di Filippina, certo non imparziale, ma per questo più vero e più capace di farci cogliere il senso di un'epoca di quanto non lo sia la fredda obiettività dei documenti storici. Ed ecco alcuni passi della recensione al libro di Francesca Romano Con questo Diario di Filippina de Sales marchesa di Cavour Piera Rossotti Pogliano è riuscita a dar vita a un romanzo che colpisce sia per il tocco partecipe ma privo di compiacimenti con cui viene delineato questo ritratto di donna non comune, che per la precisione e la leggerezza con cui viene tratteggiata la vicenda storica in cui esso si inserisce. Filippina de Sales emerge dalle pagine della Rossotti in tutta la sua esteriore linearità di vita e in tutte le sue interne contraddizioni, attraverso l'espediente di un diario strettamente personale ma non per questo prodigo di abbandoni e di esternazioni incontrollate. Piera Rossotti Pogliano ha creduto alla verità sostanziale di questa gentildonna e ha cercato di ricrearne la voce, senza tentare di sovrapporvi nessun tipo di giudizio, ma al contrario con l'intenzione di scavarvi dentro, di estrarne una plausibile identità interiore. L'autrice gioca fra i vari piani della complessa personalità del suo personaggio adottando una scrittura che risente anch'essa della conoscenza approfondita della memorialistica dell'epoca, mettendo in evidenza con mano leggera involontarie ipocrisie, fraintendimenti e reticenze che, pur non intaccando la sostanziale integrità del personaggio, ne rivelano a tratti i sentimenti più profondi e inconsapevoli. Lo stile riprende in modo piacevole quello dell'epoca, senza cadere in inutili arcaismi. Si tratta, insomma, di un libro intelligente e di piacevole lettura, che ricostruisce l'ambiente familiare e intellettuale in cui si formò uno dei maggiori protagonisti dell'unificazione nazionale, Camillo di Cavour. Piera Rossotti Pogliano, presente in questo catalogo anche con il romanzo storico epistolare "Il ventre pieno di farfalle" (Torino, Robin Edizioni), insegna scrittura creativa all'Uni3 di Moncalieri (TO) e si dedica da molti anni alla selezione e promozione di narratori e poeti esordienti, sia attraverso Il Rifugio degli Esordienti, sia come coordinatrice del Settore Selezione Libri di DANAE. Ha anche curato due antologie di racconti, "R@cconti senza rete" (Napoli, Di Salvo) e "Oltrel@rete" (Roma, Proposte Editoriali), nate sotto l'egida del Rifugio, e anch'esse disponibili in questo catalogo. Un documentatissimo saggio su Bertrand Russell I fondamenti della matematica nel logicismo di Bertrand Russell di Stefano Donati Atheneum Saggio 998 pag. - Euro: 39,00 ISBN: 88-7255-204-4 Avendo costruito un elefante su cui il mondo matematico potesse appoggiarsi, scoprii che l'elefante vacillava, e procedetti a costruire una tartaruga per impedire all'elefante di cadere. [B. Russell] Recensione a cura della Redazione DANAE Nei Portraits from Memory del 1956, Bertrand Russell così riassume il suo lavoro sui fondamenti della matematica: << Avevo bisogno della certezza nel modo in cui la gente ha bisogno della fede religiosa. Pensavo che la certezza si potesse più verosimilmente trovare nella matematica che altrove. Ma scoprii che molte dimostrazioni matematiche (...) erano piene di fallacie e che, se effettivamente la certezza si poteva trovare nella matematica, lo sarebbe stata in un nuovo genere di matematica, con fondamenta più solide di quelle che erano state ritenute sicure fino a quel momento. Ma, mentre il lavoro procedeva, mi si rievocava di continuo la favola dell'elefante e della tartaruga. Avendo costruito un elefante su cui il mondo matematico potesse appoggiarsi, scoprii che l'elefante vacillava, e procedetti a costruire una tartaruga per impedire all'elefante di cadere>> . Stefano Donati ricostruisce in questo libro documentatissimo la filosofia della matematica di Bertrand Russell nella sua fase matura e definitiva: la fase logicista, in cui egli sostenne che tutta la matematica pura deriva da premesse puramente logiche e utilizza solo concetti logici, o comunque definibili in termini puramente logici. Il libro ripercorre il percorso di Bertrand Russell, a partire dalla teoria sviluppata da Georg Cantor alla fine dell'Ottocento, su cui Russell basò molte delle sue costruzioni, ed esamina quindi la sua teoria dei numeri cardinali e ordinali, dei numeri naturali, relativi, frazionari, reali e complessi; in connessione con la teoria dei numeri complessi, alla fine del terzo capitolo, si esamina la concezione russelliana della geometria. Di particolare interesse il quarto capitolo, dedicato ai paradossi e all'"assioma di scelta", cui fanno seguito due capitoli più marcatamente storici, che seguono il percorso di Russell alla ricerca di una soluzione ai paradossi, ricerca che lo condurrà, infine, alla celebre "teoria ramificata dei tipi" e vengono affrontate a fondo alcune importanti questioni di filosofia del linguaggio, quali la celebre "teoria delle descrizioni definite" e la "teoria della verità come relazione multipla". Stefano Donati è nato a La Spezia nel 1957 e vive a Parma. E' laureato in Materie Letterarie e in Filosofia. Il suo saggio, condotto con rigore, è arricchito da una bibliografia vasta ed accurata, e costituisce una trattazione esauriente e completa del pensiero logico-matematico di Bertrand Russell. L’astrologia tra scienza e arte I giorni critici e il decubito delle malattie di Andrea Argoli Traduzione di Giancarlo Brogi Il Pavone Saggio di Astrologia Medica 240 pag. - Euro: 20,00 ISBN: 978-88-95299-04-4 "La conoscenza degli Astri è una scienza talmente necessaria al medico che, senza di essa, esercitare la medicina diventa temerario" Recensione a cura della Redazione di DANAE De diebus criticis et aegrorum decubitu costituisce forse il lavoro più importante di Andrea Argoli (1570-1657), medico, astronomo e matematico, prima professore di matematica alla Sapienza di Roma, poi all’Università di Padova, sulla cattedra che era stata di Galileo Galilei. Il collegamento tra medicina e astrologia è antichissimo, inizia fin dal XIV secolo a.C., in Mesopotamia, con i sacerdoti-astronomi Caldei, e continua con Ippocrate, Galeno, Tolomeo, Paracelso... La visione di Argoli, tuttavia, è estremamente moderna: sulla linea galileiana, che non accetta affermazioni dogmatiche, ma esige una ricerca sperimentale, l’autore si propone di scrivere un vero e proprio manuale in cui studia le principali vicissitudini legate alla malattia e alla morte di personaggi famosi, prevalentemente del suo tempo, e, sulla base dei dati di cui dispone, realizza dei diagrammi sintetici utilizzando ideogrammi tradizionali tramandati dagli antichi circoli sacerdotali dei Templi egizi e caldei, ed anche simboli numerici e matematici. Ora, tutti questi diagrammi sono stati ricalcolati con l’aiuto di un programma computerizzato, Astrologia 33, e nella presente versione sono state segnalate le eventuali discrepanze con i calcoli dell’Argoli. Il libro è un documento interessante per lo studioso di storia ed evoluzione della medicina e per chi è interessato all’astrologia medica: vi si troveranno notizie curiose relative alla malattia e alla morte di papi, cardinali, re (per citarne alcuni, il cardinale Federico Borromeo, i re Enrico II, III e IV di Francia, i papi Urbano VII, Clemente VIII e Gregorio XV), oltre a notizie sull’esercizio della medicina tra Cinque e Seicento e le riflessioni dell’autore sui condizionamenti cosmici a cui ritiene siano sottoposti gli esseri umani. Giancarlo Brogi, traduttore del presente trattato di Andrea Argoli e de Le Direzioni Astrologiche (Tabulae Primi Mobilis), Il Pavone 2008, è un ingegnere senese, appassionato di lingue classiche e studioso di tradizioni esoteriche, che dedica i suoi studi alla riscoperta della cultura sperimentale del Rinascimento, con il fine di stimolare l’indagine scientifica sull’antica concezione medica che lega le influenze siderali alle malattie. Dagli atti del Vangelo, al film di Mel Gibson… I segreti della passione di Cristo di Giancarlo Padula Tabula Fati Editore Saggio 111 pag. - Euro: 6,50 ISBN: 88-7475-036-6 Il mondo non solo si scandalizza del dolore, ma ancor più si scandalizza di un Dio che si fa uomo e che va a finire su una croce, dopo una tremenda Via Crucis, e una agonia estenuante. Se vi fossero state delle telecamere durante la vera Via Crucis avrebbero ripreso, molto probabilmente, le stesse immagini. Recensione a cura di Maria Rosaria Minervini Dalla lettera all'immagine e dall'immagine alla lettera: l'eterna, dinamica dialettica della Passione di Cristo, dalle rappresentazioni medioevali al film "The Passion of Christ". E come il recente lungometraggio di Gibson riversa nelle immagini sullo schermo la suggestione della littera dei Vangeli, così il bel libro di Giancarlo Padula riporta all'intensa, a volte cruda, esperienza della parola, la tormentata, dolorosa ma anche lirica narrazione del film. È la parola l'anima reale di questo libro, in tutte le sue molteplici gradazioni: mistica (la Venerabile Anna Caterina Emmerick); evocativa (il regista Mel Gibson); commossa (le reazioni che seguono la visione del film); sostanziale (Vittorio Messori e Andrea Piersanti); infine, viscerale (l'autore). Ma questo libro è anche l'appassionata esegesi del film che ha scioccato e fatto discutere, ridestato le menti e le coscienze dall'abulia religiosa della nostra storia contemporanea. E come quello, anche il fervido testo del Padula non mancherà di scuotere, forse ferire, coi suoi laceranti interrogativi, con l'estenuazione verbale, con la violenza di una parola, insomma, che, ancora una volta, dopo duemila anni, ha il coraggio di ergersi a monito e indicare nella via della croce l'unica strada per la salvezza. Giancarlo Padula, giornalista, scrittore, operatore della musica cristiana contemporanea, è nato a Terni nel 1953, dopo aver vissuto fino al 1984 nella sua città natale, si è trasferito a Perugia fino al 1989. Dalla metà del 1989 vive a Macerata. Ha finora pubblicato i seguenti libri: Oltre i quattro cubiti (Visconti, Terni 1980); I malefici (Edizioni Segno, Udine 1993); Satana e i suoi mercenari (Edizioni Segno, Udine 1995); I segreti degli esorcisti (Edizioni Segno, Udine 1998); Le vere armi per combattere con efficacia le potenze del male (Editrice Herbita, Palermo 2002 - Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri); Bin Laden, i tempi dell'anticristo (Edizioni Spring, Caserta 2002); Dall'inganno dei Beatles alla Musica per Dio (Greco e Greco Editori, Milano 2003); La Magia è una trappola (Greco e Greco Editori, Milano 2003). Religione e cultura nella Spagna dei "secoli bui" I Visigoti e la rinascita culturale del secolo VII di Luca Montecchio Graphe.it Saggio Storico 136 pagine Euro: 12,00 ISBN: 88-89840-06-4 Il processo storico che portò i Visigoti ad assoggettare prima la Gallia meridionale e poi la penisola iberica deve essere affrontato nella sua complessità se si vuole cercare di comprendere gli avvenimenti dei secoli VI-VII successivi alla caduta di Tolosa. Recensione di Piera Rossotti Pogliano Quando si parla di Visigoti, subito si pensa ad Alarico, che guidò i suoi guerrieri contro il grande gigante ormai agonizzante, l'Impero Romano d'Occidente, saccheggiò Roma, nel 410, per spingersi successivamente verso sud. Colto da morte improvvisa, la leggenda racconta che Alarico sia stato sepolto nel letto del fiume Basento, provvisoriamente deviato per scavare la tomba del re. I Visigoti risaliranno poi verso nord, sotto la guida del fratello e successore di Alarico, quell'Ataulfo marito di Galla Placidia che riuscì dapprima ad assoggettare l'Aquitania e successivamente la penisola iberica. Qui, i Visigoti si stabilirono nel VI e VII secolo, fondando un regno rimasto stabile fino all'impetuosa avanzata degli Arabi, che giunsero a Poitiers, ove furono fermati nel 732 da Carlo Martello. La ricerca di Luca Montecchio, rigorosamente documentata, eppure scritta in una lingua piana e scorrevole, è ricca di note preziose per gli specialisti e corredata da una cospicua bibliografia, e si propone di far luce proprio sul periodo della dominazione visigota in Spagna e sulle ragioni che, nel 589, mossero Recaredo a convertirsi al cattolicesimo, spingendo alla conversione anche i sudditi, favorendo così la fusione delle due etnie principali, l'ispano-romana e la visigota. La diffusione del cattolicesimo fu di stimolo ad una vasta fioritura di scuole monastiche e vescovili, che contribuirono a conservare e a trasmettere l'eredità culturale del mondo classico, riuscendo in molti casi a difendere perfino dall'invasione araba un inestimabile patrimonio di manoscritti. Dopo aver illustrato gli aspetti religiosi, culturali e giuridici del regno, l'Autore indaga la società visigota, le divisioni interne, i rapporti con la consistente minoranza ebraica iberica e con il regno ostrogoto di Teodorico, contribuendo alla conoscenza di un popolo e di un periodo che spesso, con troppa superficialità, ci limitiamo a definire "barbari". Luca Montecchio è studioso della tarda antichità e del medioevo, ed ha condotto le sue ricerche presso le università di Roma, Bordeaux e Macerata. Autore di numerosi articoli su riviste specializzate e in Atti di convegni, ha pubblicato con Claudia Costaurta il saggio Vita e opera di frate Antonio Bruni da Firenze (Roma, 2002), in cui analizza la condizione dei frati predicatori a cavallo del secolo XVI. Piccolo manuale per l’aspirante autore che non vuol essere un pollo da spennare Il filo d'inchiostro di Maurizio J. Bruno & Piera Rossotti Pogliano Tabula Fati Editore Manuale 96 pag. - Euro: 8,00 ISBN: 88-7475-129-X Ecco, è fatta, abbiamo lasciato scorrere il nostro filo d’inchiostro e ne abbiamo fatto un libro, con parole, idee, sogni! E adesso, che ne facciamo? Recensione a cura della Redazione di DANAE Questo manuale è frutto dell’esperienza pluriennale acquisita dai suoi autori nella gestione dei siti internet Il Rifugio degli Esordienti e DANAE, veri punti di riferimento in rete per “scrittori non ancora famosi”. Scrivere un libro è un’esperienza straordinaria ma, una volta messo a punto il manoscritto, che fare? Come trovare l’editore giusto? Come mettersi in contatto con lui? Come evitare di cadere nella trappola di un contratto-capestro? A cosa servono le agenzie letterarie? Che cosa sono un ISBN o un bollino SIAE? Come e dove reperire le informazioni utili, anche legali, per orientarsi nel mondo dell’editoria? E poi, la pubblicazione cartacea è davvero l’unica possibilità? Sono queste, e molte altre, le domande alle quali questo vademecum si propone di dare una risposta. Perché una cosa è essere dilettanti, un’altra è farsi trattare da sprovveduti! Maurizio J. Bruno nasce a Pinerolo (TO) nel 1964, ma cresce e si forma in Campania, per poi trasferirsi a Roma e infine in Abruzzo, dove vive attualmente. Ingegnere e progettista di una delle più note aziende italiane di elettronica e informatica, a metà degli anni Novanta riscopre l'interesse per la scrittura e per l'editoria, che aveva già coltivato da bambino e, dopo la pubblicazione del suo primo giallo tecnologico, RALF, decide di impegnarsi concretamente al fianco degli scrittori italiani non ancora famosi. Nel 1998 fonda il sito internet "Il Rifugio degli Esordienti", tuttora punto di riferimento per gli scrittori alla ricerca di un editore, e nel 2002, insieme ad altri inguaribili utopisti, dà vita a DANAE, un'associazione di Scrittori, Librai ed Editori che si occupa della promozione e della distribuzione di libri già editi ma scritti da autori ancora poco noti. Attualmente, oltre che nel folle tentativo di correggere le storture del mondo editoriale italiano, è impegnato nella scrittura del suo terzo romanzo, come sempre pieno di tecnologia e di misteri. Piera Rossotti Pogliano laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne e in Comunicazione Interculturale, ha insegnato all’Istituto di Filologia Romanza dell'Università di Liegi e oggi si dedica all’inserimento delle nuove tecnologie nella didattica delle lingue straniere. Appassionata da sempre di letteratura (soprattutto francese) e di storia, fa parte del gruppo di inguaribili utopisti di cui parla Maurizio J. Bruno, è impegnata da molti anni nella selezione e nella promozione di narratori e poeti esordienti, e dirige dal 1999 la sezione di Lettura Incrociata del Rifugio degli Esordienti e dal 2002 il catalogo di DANAE. Ha curato tre antologie di narratori esordienti, R@cconti senza rete (Napoli, Di Salvo), Oltrel@rete (Roma, Proposte Editoriali) e Venti d@lla rete (Perugia, Graphe.it), e ha pubblicato i romanzi storici Il diario intimo di Filippina de Sales, marchesa di Cavour (Torino, L'Angolo Manzoni) e Il ventre pieno di farfalle (Roma, Robin Edizioni). Vorrei comprare un paio di ORECCHI da sole… Il gioco degli errori Italiano per stranieri di Maria Paola Sacchetti Edizioni Gwynplaine Saggio Umoristico 128 pag. - Euro: 10.00 ISBN: 978-88-95574-03-5 …Dopo qualche giorno di lezione [gli studenti stranieri] si rendono conto che sbagliare non è un dramma, che nessuno si arrabbia, che non c’è punizione o denigrazione. Recensione di Bruna Nizzola Chi voglia concedersi un momento di lettura divertente, ne avrà felice occasione accostandosi a questo libro di Maria Paola Sacchetti. Si tratta di un gioco, per l’appunto, in cui in una serie di battute, vere e proprie vignette a parole che fanno ricordare quelle disegnate di Altan, Forattini o ElleKappa, vengono scherzosamente evidenziati gli errori di alcuni giovani stranieri alle prese con la complessa struttura della lingua italiana. Il sorriso, che a volte diventa risata aperta, accompagna lo sfogliare di tutte le pagine del volumetto. Non si tratta, però, di una banale “presa in giro” del malcapitato studente e dei suoi strafalcioni. E’ piuttosto un percorso attraverso aneddoti divertenti, condotto con intelligente arguzia, con felice autoironia e con un buon gusto discreto che non fa certo rimpiangere lo stile sboccato e volgare di certi spettacoli d’intrattenimento televisivi. Un altro punto a favore del libro, che la scrittrice di queste note, maestra “d’epoca”, non ha potuto fare a meno di cogliere, è l’intensità del rapporto docente – allievo che trapela dagli spiritosi commenti dell’autrice, dalle domande rivolte agli studenti e dalle loro risposte. Si ride insieme degli errori per non commetterne più. Qui si rivela un personalissimo ed efficace metodo didattico, scevro da ogni pedanteria ed autoritarismo, che non permetterà ai numerosi allievi di dimenticare la loro brillante insegnante e, a chiunque lo legga, il suo simpatico libro. Maria Paola Sacchetti ( Mappi, per gli amici), laureata in Lettere, insegna lingua e cultura italiana per stranieri in una scuola privata fiorentina ma anche recitazione nei corsi propedeutici dell’Accademia teatrale di Firenze. Il suo blog è www.mappi.splinder.com. Gli occhi di Don Rodrigo: i primi sul nuovo mondo Il testamento di Don Rodrigo di Stefano Testa Pulp Edizioni Romanzo Storico 330 pagine Euro: 15,00 ISBN: 978-88-902597-2-2 La notizia della scoperta della nuova via per le Indie aveva preceduto il loro arrivo a Palos... Al loro arrivo la città era in festa. Sul molo, ovviamente, c’era anche Maria. Recensione a cura di Rossana Gabrieli Rodrigo de Triana, oscuro marinaio al servizio di un ammiraglio temerario, il genovese Colon, parte in cerca di fortuna, su una delle tre caravelle messe a disposizione dei sovrani spagnoli per cercare una nuova via per le Indie. Maria, la giovane moglie, non sa se lo rivedrà, ed ogni giorno, percorrendo a piedi la stradina fino al mare, tornerà al porto a chiedere sue notizie. Re Ferdinando, d’altronde, ha promesso ben diecimila maravedis al primo uomo che vedrà terra, così le ha raccontato il suo amato sposo. E saranno, infatti, proprio gli occhi di Rodrigo de Triana a scrutare e scoprire, pur senza saperlo, il nuovo mondo. Ma né gloria, né fama spetteranno al coraggioso marinaio, il quale andrà incontro ad incredibili rovesci di fortuna: il premio sarà incassato dall’astuto Colon, che avrà abilmente ritoccato le annotazioni sul diario di bordo; Maria morirà di parto e la cognata gli sottrarrà, a sua insaputa, la figlioletta neonata, fingendola sua. Rodrigo, disperato, percorrerà la Spagna sempre in cerca di pace, dell’amore di una donna, di una nuova vita, incappando, invece, di volta in volta, in bizzarri alchimisti, mogli fedifraghe e bramose della sua prestanza, reietti ed ubriaconi, fin nelle oscure maglie dell’Inquisizione. Solo ed ormai vecchio, riprenderà il mare verso quel nuovo mondo che, fino ad allora, non gli aveva recato che dolori. Ma, forse, non questa volta: l’ultima. Stefano Testa è nato a Roma nel 1964 e risiede da sempre a Frosinone, ove esercita la professione di avvocato e di insegnante di discipline giuridiche. Ha vinto diversi premi, sia come compositore, che come scrittore: dal "Premio Lunezia Giovani Autori" al "Premio Recanati". Il Testamento di Don Rodrigo è il suo romanzo di esordio. L’Italia e la Francia della metà ‘800, viste con occhi di donna… Il ventre pieno di farfalle di Piera Rossotti Pogliano Edizioni Robin Romanzo Storico Epistolare 360 pagine Euro: 14,00 ISBN: 88-7371-202-9 "Voglio poter dire quel che penso e pensare quel che dico. Ho coltivato il mio giardino, ho fatto quel che meglio potevo fare quaggiù sulla terra. Non conosco la noia, non conosco il vizio. Amo i miei, mi diverto con poco, traggo piacere dalle mie giornate semplici. Colgo la felicità che è alla portata della mia mano di vecchia. Oh sì, la felicità. Potete tutti dire altrettanto?” Recensione di Alberto Asero Il romanzo epistolare è una forma letteraria raffinata e difficile, che gioca sui piani temporali: il presente del foglio che si legge, il passato di quando è stato scritto, il futuro della risposta. In mezzo, tutta la complessità della storia quotidiana dei personaggi e della Storia più grande che gravita loro intorno, dei punti di vista individuali e delle circostanze più o meno determinanti, degli ambienti e degli stati d'animo, della situazione affettiva, del benessere fisico o economico dei corrispondenti, della loro maggiore o minore confidenza con carta e penna, della loro propensione al pettegolezzo. Alla base della scelta, il patto che l'autrice stringe con i suoi lettori: quello di lasciarli entrare senza influenzarli nella vicenda che le lettere stesse costruiscono, come se, davvero, egli non fosse che l'editore di quelle lettere, semplicemente raccolte e giustapposte, ma vere, spontanee, unicamente condizionate dalle convenzioni sociali e dalle regole che la scrittura epistolare comporta. Toccherà quindi ai lettori addentrarsi nella storia apparentemente non costruita, ritrovare i diversi punti di vista, imparare a riconoscere la voce di ciascun personaggio. Il ventre pieno di farfalle è un romanzo epistolare tutto al femminile, che si intreccia negli anni 1859-1861, tra una Francia scintillante di feste e divertimenti in un effimero Secondo Impero ed un'Italia ancora spezzettata in realtà diverse e poco conciliabili: un Regno di Savoia sostanzialmente conservatore, che pure con fatica e con una certa diffidenza si apre alla possibilità di cambiamento e di unione nazionale, una Roma papalina dove la grandezza del passato sta ormai soltanto nelle vecchie pietre, una Napoli sudicia e bellissima come i suoi lazzari nudi, una Sicilia lontana, "terra bruciata in mezzo al mare", profumata di salmastro e di mandorlo in fiore, dove va a combattere un generale pazzo in camicia rossa. Le donne del libro hanno età diverse, voci diverse, ma un'unica, umanissima aspirazione alla felicità, di cui hanno tuttavia una visione peculiare e personale. Per l'anziana Rosa, la felicità può essere un pomeriggio passato a spettegolare con le amiche, seguito da una cena a base di coniglio alla cacciatora, accompagnato da un grissino, per "stare leggera", e da un bicchiere di Barbera. Per la giovane Catherine, può essere la speranza di perdere presto quell'ingenuità che, a sedici anni, comincia a pesarle un po' troppo... Per Mary, la felicità è vendere bene il suo corpo (ma soltanto quello!), senza aver paura di "quello che un signore si porta dentro i calzoni", e mettere da parte dei bei quattrini. Per Anne, la felicità è potersi permettere di ricominciare a vivere a trentaquattro anni, grazie alla lungimiranza del padre, che non l'ha resa economicamente dipendente dal marito; per Costanza, è sentirsi circondata dall'affetto dei suoi cari, vivi e morti. E il lettore, a poco a poco, entra nel gioco, si lascia prendere dall'intreccio delle storie, getta lo sguardo su un passato che è lontano, ma non troppo, e che gli serve per capire come siamo oggi e perché siamo così, viene preso per mano e portato davanti allo specchio della toilette di una dama, ad annusare le bottigliette di essenze di fiori con cui si profuma o i vasetti di crema con cui si massaggia il viso la sera, o anche a respirare l'aria pesante di effluvi corporei e di tisana tiepida nella camera di una vecchia signora malata e magari, chissà, ad intravedere anche il pitale sotto il letto. Certo, un modo insolito di avvicinarsi al passato, in punta di piedi, attraverso gli occhi parziali dei personaggi, come sono parziali i nostri occhi nel guardare la nostra propria storia quotidiana e la grande Storia in cui siamo immersi. Piera Rossotti Pogliano, già presente in questo catalogo con il romanzo storico "Diario intimo di Filippina de Sales, marchesa di Cavour" (Torino, L'Angolo Manzoni), insegna scrittura creativa all'Uni3 di Moncalieri (TO) e si dedica da molti anni alla selezione e promozione di narratori e poeti esordienti, sia attraverso Il Rifugio degli Esordienti, sia come coordinatrice del Settore Selezione Libri di DANAE. Ha anche curato due antologie di racconti, "R@cconti senza rete" (Napoli, Di Salvo) e "Oltrel@rete" (Roma, Proposte Editoriali), nate sotto l'egida del Rifugio, e anch'esse disponibili in questo catalogo. Le nostre povere immagini di Dio In quale Dio crediamo? di Adriana Zarri La Piccola Editrice Saggio Teologico 60 pag. - Euro: 4,00 ISBN: 88-7258-320-3 C’è un modo comune con cui Dio è presente in tutte le cose per la sua essenza, potenza e presenza, come la causa è presente nei suoi effetti e partecipa la sua bontà in essi. Recensione a cura della Redazione di DANAE Questa breve opera rappresenta la trascrizione di una delle tre meditazioni tenute dalla Zarri al Centro Comuniitario di Celleno. L’odierna crisi dell’immagine di Dio è stata determinata dalla riflessione teologica dell’ultimo millennio. Di Dio abbiamo una falsa e povera immagine, quella di un essere temibile, onnipotente, grande regolatore e anche grande punitore, certo non di un Dio amabile. Da quell’immagine di Dio dipende anche la nostra immagine dell’uomo. La domanda del Catechismo di Pio X (“Chi è Dio?”) dà una definizione della divinità, non del Dio cristiano, affermando che “Dio è l’essere perfettissimo, creatore e signore del cielo e della terra”. Di Dio abbiamo un’immagine monolitica, abbiamo dimenticato la Trinità, al punto che, anche nel parlare comune, “Padreterno” è diventato sinonimo di Dio. Tesi della Zarri è che l’unità di Dio è trinitaria, il che vuol dire che è pluralistica e che si instaura sulla pluralità. Dal rapporto di Alterità all’interno della Trinità, nasce la spinta alla creazione dell’altro: l’universo, con tutte le sue creature. Tutti questi altri disseminati nel mondo, redenti e assunti dal Cristo, vengono riportati in seno all’Altro di Dio. L’opera è corredata da una serie di brevi “Letture parallele” tratte da altre opere della Zarri. Adriana Zarri (1019 – 2010) è nata a San Lazzaro di Savena (BO). Teologa, saggista, autrice di romanzi, ha collaborato con diversi periodoci (lunga la collaborazione con Il manifesto) e, nell’ultimo periodo della sua vita, ha vissuto in forma monastica in un eremo del Canavese. Modi d'amore, dal 1500 ai giorni nostri… L'amore in ginocchio di Francesca Romano Robin Edizioni Romanzo Storico 230 pagine Euro: 12,00 ISBN: 88-7371-201-0 In amore, avrebbe voluto poter dire, non ci sono più padroni e servi, mariti e mogli, maschi e femmine. Ci sono soltanto due persone che si cercano e s'immedesimano a tal punto, che fra poco non saprò neppure se sono io o Caterina a respingere con la mano quella bionda ciocca ribelle che le cade sulla fronte... Recensione di Gianpietro Scalia In questo romanzo accade un fatto straordinario, che alle volte accade con i libri: ci si innamora di un personaggio. Di solito questo avviene quando si ha tra le mani un bel libro: intelligente, arguto, ricco di atmosfere e di sensazioni. E questo è un libro così. La trama non può essere sintetizzata o riassunta; sarebbe riduttivo, come per tutti i romanzi epici. E anche se "L'amore in ginocchio" non si può definire propriamente una epopea, attraversa ugualmente cinque secoli di storia, dal 1500 ai giorni nostri. Caterina, una dama del 500, la protagonista che emerge e coinvolge tutto e tutti, ammalia il lettore fino all'emozione e sembra stringere con esso un legame che durerà dalla diciassettesima pagina del libro (momento nel quale appare sulla scena) fino alla fine, quando si separerà dal lettore con lo stesso stile e buon gusto che avrà impersonato per tutta la narrazione: da vera eroina sconosciuta del suo tempo. Il tempo, infatti, è l'altra magia di questo romanzo. Le atmosfere variano, col variare dei periodi storici e della vita; in questo modo la storia, quella grande, quella che rivoluziona i modi e i costumi della gente, diventa nel romanzo la cornice per un'altra storia, molto più intima, narrata dagli eventi che coinvolgono i personaggi del romanzo. E quanto più è riconoscibile la grande storia del mondo, tanto più diventa intima la narrazione di queste famiglie, unite da un legame generazionale che viaggiando in avanti e a ritroso nel tempo ci raccontano con discrezione il nostro mondo, i nostri sentimenti e i nostri vizi. Ci raccontano da dove veniamo, e con quali radici abbiamo costruito il nostro oggi. A lettura ultimata rimane quel senso di indissolubile, di (re)invenzione del passato. Quel senso di stupore che a volte ci prende e ci rende complici, come quando si rimane affascinati osservando un antico ritratto, dinanzi al quale la nostalgia del tempo andato si rimescola col desiderio di un tempo che non può tornare. Che non deve tornare. Perché è lì, nelle sale dei musei o dei palazzi storici, staticamente impresso dentro quelle grandi tele che ci osservano con lo sguardo di antiche persone. Cosa avranno da dire quei ritratti. Cosa avranno pensato quelle donne così austere o sognanti. Quali tormenti avranno vissuto nella loro intimità. Forse non lo sapremo mai, o forse i personaggi di questo romanzo ci daranno uno spunto per capire, o, quantomeno, per immaginarli con occhi diversi. A nuove domande, nuove risposte. La Chiesa perplessa di Agenor Brighenti La Piccola Editrice Saggio 152 pag. Euro: 12,00 ISBN: 88-7258-110-9 “Oggi la Chiesa, e non potrebbe essere diversamente, è immersa in un processo di profonde trasformazioni [...] La sua missione è sollecitata ad un profondo cambiamento.” Recensione a cura della Fra’ Matteo Pugliares In un contesto sociale come quello odierno, anche la Chiesa è chiamata a riflettere su come porsi nei confronti del mondo. Le tensioni esistenti, la globalizzazione, un rinato fondamentalismo religioso, pongono domande nuove che non possono essere tralasciate. Agenor Brighenti, in questo saggio cerca di tirare fuori queste domande. Lo fa a partire da un’analisi fenomenologica di questo tempo di trasformazioni in campo scientifico-tecnico, sociale, economico e politico-culturale. Brighenti si domanda quali siano le domande che questo cambiamento epocale pone alla Chiesa, che sempre deve essere attenta a quelli che sono stati definiti “i segni dei tempi”. Attraverso un percorso storico che abbraccia Umanesimo, Rinascimento, Riforma Protestante e Illuminismo, il lavoro di Brighenti analizza i nuovi fenomeni con cui oggi occorre confrontarsi. La Chiesa allora deve cogliere queste trasformazioni, il pluralismo religioso e quello culturale, e riprogettare la sua missione, saperla innovare, ricostruire, per rimanere fedele all’invito di Gesù di andare e portare a tutte le genti il Vangelo, alla luce del profetico Concilio Vaticano II e della dottrina sociale della Chiesa. Le grandi sfide di oggi, le grandi domande, hanno bisogno di essere comprese: la Chiesa può e deve aiutare gli uomini in questa comprensione. Un libro lucido, interessante, capace di coinvolgere non solo i credenti ma chiunque sia attento ai fenomeni sociali, religiosi, politici, culturali, per riflettere sul mondo di oggi ma anche su quello di ieri. Agenor Brighenti sacerdote, è dottore in Teologia (Università Cattolica di Lovanio – Belgio), laureato in Filosofia (Università del Sud di Santa Catarina – Unisul) e specializzato in Pastorale Sociale. Direttore dell’Istituto Teologico di Santa Caterina (Itese), tiene corsi all’Università Pontificia in Messico e all’Unisul. E' anche autore di vari libri e articoli. Quanta parte del nostro essere è veramente “nostra”? La maschera trasparente. Essere o apparire? di Elena Liotta La Piccola Editrice Psicologia 142 pagine Euro: 12,00 ISBN: 88-7258-903-7 Ci sono maschere che hanno la qualità della trasparenza, verosimili a tal punto che identità fittizia e verità si sovrappongono anche nella percezione interna del soggetto Recensione a cura di Stella Di Giorgio "Essere se stessi": quante insidie nasconde questo motto? Inneggia alla spontaneità, all’autenticità, alla libertà, ma si impone come un dovere da assolvere. La retorica degli affetti, sulle rubriche dei settimanali, dai salotti televisivi, nella cerchia di amici, ti ripete in continuazione: di’ quello che pensi, fa’ quello che senti, va’ dove ti porta il cuore. Ma forse anche a te è capitato, in alcuni momenti della tua vita, di sentirti insoddisfatto, di volgerti indietro e riflettere sulle esperienze che hai vissuto, sui comportamenti che hai assunto, sulle scelte che hai compiuto: sembravano rispondere alle tue inclinazioni più naturali, invece erano frutto di condizionamenti e costrizioni per non deludere le aspettative degli altri, per accontentare le persone a cui volevi bene. Perché proprio quando ti sembra di essere più libero, ti ritrovi sotto l’occhio vigile del Grande Fratello che spia, giudica e condanna senza appello. Proprio quelli che ti autorizzano ad agire in autonomia, ti pongono più limiti, perché si ripresentano puntuali alla fine, a giudicare i tuoi risultati, a chiedere il conto, a sentenziare: "te l’avevamo detto". Il libro della Liotta analizza la sensazione di delusione, insicurezza e fragilità dell’uomo di oggi, apparentemente libero di essere se stesso, subdolamente influenzato ad essere come gli stereotipi comandano: il bravo bambino che compiace i genitori, il bravo ragazzo, il bravo marito. Possibilmente il migliore: il primo della classe, il più bravo, il leader. Dall’esperienza di una psicoterapeuta, un’analisi sociologica, psicologica, filosofica della contemporaneità sospesa tra essere, apparire e comparire, di agevole e piacevole lettura. Elena Liotta è psicoterapeuta e docente di formazione, svolge la sua attività in ambito clinico, socio-educativo e culturale. È autrice di numerose pubblicazioni. Un'analisi dell’influenza della globalizzazione sulle società dell'America Latina La società globale Educazione Mercato Democrazia di Noam Chomsky & Heinz Dieterich La Piccola Editrice Saggio 159 pag. - Euro: 11,88 ISBN: 88-7258-207-5 Ai popoli viene imposto un modello di vita che li sottomette alle necessità del capitale. Recensione a cura di Gaia Seregni Durante gli anni ’90 abbiamo assistito alla diffusione di Internet e delle nuove tecnologie in tutto il mondo, che hanno permesso lo sviluppo di politiche di globalizzazione. In questo scenario, gli Stati Uniti e i centri del potere finanziario internazionale si sono resi protagonisti nell’imposizione di politiche neoliberali e nel conseguente smantellamento dello Stato sociale. Le multinazionali la fanno da padroni, diffondendo un’ideologia che celebra il profitto privato come valore umano supremo e dichiarano deprecabile e totalmente controproducente ogni aiuto alle popolazioni povere. Noam Chomsky e Heinz Dieterich analizzano le conseguenze di queste tendenze in America Latina, dove le politiche di globalizzazione hanno favorito la disoccupazione e l’impoverimento della maggior parte della popolazione, e dove i diritti umani conquistati dai lavoratori subiscono una forte retrocessione. I due studiosi ci mostrano chiaramente come queste politiche influenzino ogni aspetto della vita: l’economia, l’educazione, la stampa, il lavoro e dove persino la democrazia è subordinata al capitale. La società globale non è nata per caso, ma è frutto di politiche imposte dalle imprese transnazionali che hanno imposto il capitale come obiettivo primario e forme di repressione come mezzo per preservare il sistema generale. Questo saggio è una lettura indispensabile per chi vuole capire le tendenze sociali dei nostri giorni e come sono nate. Chomsky e Dieterich, attraverso una seria e precisa documentazione, portano alla luce tutti quegli aspetti che le politiche dominanti cercano di far apparire trascurabili rispetto al bene comune, e che sono conseguenze e mezzi dello sviluppo del mercato globale. Noam Chomsky non ha bisogno di presentazioni: è ritenuto il linguista più importante del mondo. Il suo paradigma di linguistica matematica ed i suoi saggi filosofici e politici hanno avuto una profonda influenza sulla filosofia, psicologia, antropologia e sulla scienza politica attuale. Heinz Dieterich Steffan, autore di oltre trecento saggi e articoli, è docente di Sociologia all’Università Autonoma Metropolitana di Cirttà del Messico e presidente del Foro por la Emancipación e identidad de América Latina. Resoconto attorno a quei famosi fatti La Tosca di Giorgio Bosello F.lli Palombi Editori Saggio 404 pag. - Euro: 13,00 ISBN: 88-7621-208-6 La cantante arrivò assai presto. Portava con sé un piccolo bagaglio, molto elegante, di modello francese. Non era più vestita con quell’abitone da sera che portava pochi minuti prima Recensione a cura di Federica Borella La morte della Tosca nell’opera omonima di Puccini ha commosso diverse generazioni: è la storia di una famosa cantante romana, la quale, a causa di una serie di eventi sfavorevoli, causati principalmente dalla sua folle gelosia, si suicida dopo l’uccisione del suo amato. Giorgio Bosello fa rivivere il mito di Tosca partendo dalle sue ultime ore per giungere agli avvenimenti postumi, aderendo al filone prosaico del Romanzo Parallelo, ancora molto sconosciuto in quanto territorio artistico poco esplorato dai narratori contemporanei. Il narratore onnisciente diviene così guida di un viaggio alla scoperta di personaggi secondari, e ne svela la provenienza e il percorso. Di pari passo, vengono introdotti personaggi nuovi, non presenti nell’opera di Puccini, ma che si affiancano ai protagonisti svolgendo un ruolo primario nella concatenazione degli eventi, mentre ogni luogo e persona risulta essere realistico e rappresentato con dovizia di particolari, con grande attenzione ai sentimenti, agli stati d’animo, all’ambientazione, ricostruendo al contempo un verosimile spaccato della Roma del 1800. La disinvoltura con cui si spazia da un personaggio all’altro, tra diverse situazioni, anche grazie all’utilizzo di appositi minicapitoli che meglio permettono di orientarsi all’interno dell’opera, manifesta la perfetta conoscenza dell’autore circa gli argomenti trattati e permette al lettore curioso di approfondire gli argomenti, anche grazie alla bibliografia, alle note esaurienti, alle accurate Appendici del libro. Un libro da leggere tutto d’un fiato per gli appassionati d’opera, ma non solo. Grazie ai vari riferimenti a personaggi e fatti storici, alle storie di grandi amori e fulminee passioni, il libro, arricchito da 47 pregevoli illustrazioni, è adatto anche a chi ama i romanzi, la storia e i racconti d’amore. Giorgio Bosello è nato a Torino, ma vive a Roma da sessant’anni e si definisce un buon conoscitore della "Città Eterna", come si evince dal suo meticoloso amore per la ricerca topografica. Per i tipi di Bompiani, ha pubblicato nel 1991 il Dizionario dei monumenti italiani e dei loro autori – Roma, Dal Rinascimento ai giorni nostri. Un’indagine sugli attributi divini La natura di Dio di Edward R. Wierenga Traduzione di: Paolo Quaglia Graphe.it Saggio teologico-filosofico 232 pagine Euro: 18,00 ISBN: 88-89840-08-0 La fede religiosa non si fonda sul ragionamento logico, ma sulla testimonianza. Eppure è possibile servirsi della logica per difendere la propria fede. Recensione di Frà Matteo Pugliares Esiste una tipologia di libri che non sempre, purtroppo, riesce a trovare spazio tra i meandri delle pagine dedicate alle recensioni nelle riviste e nei quotidiani. A questi libri appartiene certamente "La natura di Dio", saggio teologico-filosofico dello statunitense Edward E. Wierenga, tradotto per la prima volta in Italia da Paolo Quaglia. Un saggio per addetti ai lavori o per coloro che hanno almeno un minimo di conoscenza della terminologia filosofica e teologica. Wierenga ci propone i temi classici della metafisica e della logica, gli attributi divini, quali l'onnipotenza, l'onniscienza, l'eternità, l'immutabilità, il problema del male. Per tutti questi temi, l'autore esplicita le sue motivazioni, respingendo con la forza degli argomenti le obiezioni possibili. L'esposizione dei ragionamenti, puntuale e meticolosa, tiene conto della teoria conosciuta come "Teoria dei mondi possibili" di Stalnaker (che applica la semantica alla logica), e delle varianti che sulla stessa teoria ha proposto David Lewis. Un saggio energico, vigoroso, che si lascia andare ad uno stile apologetico che ricorda i primi scritti cristiani, Aristide e Giustino, ed anche quelli di Tertulliano e Celso; stile apologetico che, invero, la moderna teologia sembra avere quantomeno oscurato. Arricchiscono questa indagine sugli attributi divini una abbondanza di note che concludono ogni capitolo, ed una nutrita bibliografia a cura del traduttore. Edward R. Wierenga, docente di religione e filosofia presso la Rochester University, NY esamina gli attributi tradizionali di Dio: onnipotenza, onniscienza, eternità, perennità, immutabilità e bontà. Le sue formulazioni circa la natura di Dio sono in accordo col punto di vista dei teisti classici. Egli traspone nel linguaggio della logica attuale ciò che alcuni filosofi medievali, come Agostino, Anselmo e Tommaso d'Aquino, hanno affermato. Inoltre l'autore difende questi attributi, propri della tradizione cristiana, contro le obiezioni filosofiche proposte nel corso dei secoli, ma soprattutto in tempi recenti. È la prima traduzione in italiano di quest'opera il cui particolare pregio risiede nel fatto che tratti problemi molto antichi in forma insolita, cioè mediante un linguaggio logico-simbolico. Paolo Quaglia, astigiano, ha conseguito la laurea in Filosofia teoretica presso l'Università di Torino. Ha pubblicato saggi e recensioni sulla rivista Filosofia dell'Università di Torino ed è anche autore di alcuni studi pubblicati da diverse case editrici. Le solitudini: riconoscerle come valori, per viverle naturalmente Le solitudini nella società globale di Elena Liotta La Piccola Editrice Saggio Socio-Politico 120 pag. - Euro: 12,00 ISBN: 88-7258-901-4 Occorre insegnare a viverla la solitudine, ad accettarla quando è inevitabile […] a scoprirne gli elementi sani e ristoratori, ad avere il coraggio di cercarla per sé rifiutando la compagnia vuota e inutile […]. Recensione a cura di Gianluca Griziotti Elena Liotta pone un tema che attraversa da sempre arti e scienze umane: la solitudine, anzi le solitudini, declinazione plurale che rappresenta una molteplicità di situazioni e che riscatta il sostantivo dal connotato unicamente negativo che abitualmente gli attribuiamo. Le solitudini in tutte le loro forme, nella psicologia, quindi nella società, meritano una presa di coscienza diversa, che le renda quali sono, legittime espressioni di umanità. Sono la professione e il retroterra engagé dell'autrice a rimandare a situazioni concrete e a consentirle, a partire da esse, una critica dell'attuale confinamento del “solo” nella faccia oscura della società. Contro la standardizzazione, contro l'”imbroglio” e le aspettative illusorie i n cui siamo immersi, suggerisce la necessità di una “educazione a una verità complessa”. Rimarchevole e nodale il passaggio circa la costruita inadeguatezza dell'individuo, a cui viene chiesto di curarsi con rimedi artificiali che generano ulteriori patologie e a cui si impedisce una lucida analisi della realtà, quella che ha ormai allontanato da sé ogni naturalezza. Il testo presenta una visione del mondo “altra”, in cui la solitudine è vista come naturale e umana, in opposizione all'aspettativa sociale prevalente che ci vuole sempre e soltanto desiderati e circondati da vuote compagnie; ribadisce che occorre insegnare a convivere con le negatività, ad accettare alcune forme di solitudine, ad apprezzare le potenzialità di altre e a sceglierle, se necessario. Il testo, come dice l'autrice nelle sue conclusioni, correttamente non dà ricette, perché su questa complessità non si può scrivere un manuale, si tratta di un approccio al tema, uno strumento di riflessione, una “scintilla” che si consiglia vivamente di portare con sé. Elena Liotta, nata nel 1950 a Buenos Aires, analista junghiana, ha svolto funzioni di formazione, supervisione e consulenza nelle aree sociali, educative e sanitarie e ha avuto un incarico politico nella città di Orvieto. Si è dedicata alla ceramica e alla scultura. Ha utilizzato il Sandplay (gioco della sabbia) nella psicoterapia, introducendo nella professione la sua passione per l’espressione creativa. È autrice di diversi saggi, tra cui: A modo mio. Donne tra creatività e potere (2007) e L'alba del gioco. Psicologia della prima infanzia e il Sandplay di Don Kalff (2011) Sviluppo tecnologico e conservazione dell’ambiente: un connubio possibile Lo sviluppo eco sostenibile di Angelo Bruscino Lulù Edizioni Saggio 122 pagine Euro: 15,00 ISBN: 978-1-84753-205-3 La sostenibilità deve diventare cultura diffusa e stile di vita dei cittadini, al pari di altri principi come la democrazia e la libertà. Recensione di Rocco Barbalinardo Nessun argomento si presenta più attuale del problema ambientalista. La società tecnologica ha saputo coprire tutti i bisogni, ma non sempre si è fatta carico dei danni che lo sviluppo economico e le attività umane hanno prodotto sulla natura. Il libro di Bruscino parte dal fondamento etico dell’ecologia, inscritto nella morale universale della "Carta dell’O.N.U" e risalente al filosofo italiano Antonio Rosmini (e, in prima istanza – l’autore lo dimentica – alle stesse radici giudeo-cristiane della morale occidentale), secondo cui l’uomo non è padrone né della natura né di se stesso, poiché non ne è l’autore. Esplora, poi, tutta l’impervia strada percorsa dai grandi della Terra fino agli importanti documenti di Rio de Janeiro e Kyoto per la riduzione dei gas serra, in buona misura disattesi a causa degli interessi di USA e Giappone. E, infine, suggerisce alle imprese e ai singoli, ma soprattutto alla politica, metodi basati sull’utilizzo delle energie rinnovabili e i piccoli accorgimenti, adottabili da parte di tutti, circa le possibilità di riutilizzo dei materiali sfruttati. Tutto ciò è portato avanti in poco più di cento pagine snelle, ma ben documentate. Peccato per l’assenza della bibliografia, che permetterebbe al lettore interessato di approfondire; da lamentare anche la mancanza di un editing approfondito, che avrebbe permesso di eliminare qualche fastidioso refuso. Angelo Bruscino (Avellino, 1980), si appassiona in giovanissima età ai temi dello sviluppo sostenibile e della salvaguardia dell’ambiente. Oggi collabora con la Regione Campania, organizzando corsi di formazione nel settore ambientale, e dirige una ditta che si occupa della rimozione e dello smaltimento di rifiuti industriali. Venezia XVII secolo: la vita di Galileo, narrata all’ombra di una donna Lucean le stelle di Maria Rosa Pantè Tabula Fati Romanzo storico 32 pagine Euro: 4,00 ISBN: 88-7475-065-X Mentre mi raccontava la storia, aspettavo la mia prima figlia, l’amore era fresco d’un anno; ero convinta che lui, Galileo, fosse la metà che andavo cercando... Recensione di Clara Mitola Lucean le stelle è un garbato racconto breve, delicato nei toni, scorrevole, leggero e tuttavia capace di incuriosire e appassionare nell’arco di poche pagine. Sotto la luce delle stelle, nella notte della laguna veneziana, Galileo Galilei e Marina Gamba si innamorano: una donna qualsiasi che entra nell’ingranaggio della grande storia, osservatrice e attrice, fuori e dentro i grandi eventi che si svolgono all’ombra dell’uomo che ama. La forza del testo, infatti, risiede proprio nel punto di vista, nella voce narrante che, nella semplicità della saggezza popolare, riesce a guardare tutto senza schermi o timore, lucida e lineare nelle introspezioni, quotidiana e semplice. Una storia d’amore che ammicca alla verità storica a cui offre una seconda possibilità, un percorso secondario, quasi fosse storia sociale: la famiglia, l’educazione dei figli, le preoccupazioni di una donna qualsiasi per il proprio compagno, assente nella vita dei loro figli, troppo preso del suo essere Galileo Galilei. In questo senso, la scelta stilistica non potrebbe rivelarsi più sensata: a parlare è Marina, nel suo dialetto veneziano ripulito e carico dei luoghi comuni con cui riesce comunque a spiegare le rivoluzioni scientifiche. Maria Rosa Pantè vive e lavora a Vercelli. Ha partecipato a diversi concorsi di poesia ed ha conseguito diversi premi letterari, sia per la poesia che per la saggistica. Prima di questo volume, ha già pubblicato il testo di poesia e prosa, L’amplesso retorico. Voci femminili dal mito. La capacità di comunicare è un aspetto fondamentale della vita! Messaggi e comunicazione Trasformazioni delle simiglianze in programmazione logica di Oscar Bettelli Edizioni Franco Angeli Saggio 300 pag. - Euro: 21,00 ISBN: 88-464-3869-8 La comunicazione, i messaggi, la capacità di comunicare scambiando messaggi sono aspetti fondamentali della natura umana e, forse, della vita stessa. Recensione a cura di Umberto Pogliano Oscar Bettelli esamina dal punto di vista logico-matematico il tema dei messaggi e della comunicazione. L'elemento fondamentale dello sviluppo della trattazione è il concetto di simiglianza tra rappresentazioni in insiemi astratti. Tale concetto, definito a partire dalle loro proprietà e attributi, è utilizzato per costruire la struttura logica necessaria a stabilire quanto le diverse rappresentazioni possano differire tra loro. Sono quindi esaminati i diversi meccanismi di astrazione e i criteri di classificazione. L'Autore prosegue con una dettagliata esposizione dei principi sia della logica binaria, sia della logica a più valori, dalle quali sono derivate le principali proprietà utilizzate per la programmazione logica e la trasformazione delle simiglianze. Il libro è prevalentemente diretto a lettori interessati alla trattazione dei sistemi di comunicazione da un punto di vista matematico o informatico, ma è accessibile anche a non specialisti, in quanto l'Autore cerca di tradurre in linguaggio chiaro e semplice i risultati dell'elaborazione concettuale, che si presenta tuttavia rigorosa, con l'introduzione di precise definizioni e con lo sviluppo e la dimostrazione di teoremi. In questo contesto, le teorie sviluppate portano a risultati interessanti, applicabili in particolare nell'ambito dei sistemi esperti o di altri campi dell'intelligenza artificiale. Laureato in fisica teorica, Oscar Bettelli si è occupato di informatica in ambito industriale, maturando diverse esperienze nel campo dei sistemi informatici aziendali. Dal 1991 lavora presso il centro di calcolo dell'Università di Bologna, ed è autore di numerosi articoli e studi, tra cui Dati, Relazioni e Associazioni (1991, Apogeo), Macchine intelligenti (1997, Arpa Publishing), Sincronicità: un paradigma per la mente (1998, Antitesi), Processi cognitivi (2000, CLUEB). Un viaggio conoscitivo-esperenziale nei luoghi magici della Marca Anconitana Sibyllae Frammenti di una pratica di guarigione di Sergio Santoni Errebi Grafiche Ripesi Saggio 222 pagine Euro: 18,00 ISBN: 88-902084-0-6 Senza credere a niente, attraverso la condivisione e l'esempio trasmessomi, arrivai alla conoscenza ultima e ne sollevai il velo. Accompagnato dagli spiriti elementali rientrai in possesso delle mie varie dimensioni, vinsi la parte oscura di me stesso e la morte... e diventai un altro. Recensione a cura di Ezia Caredda La nostra società ha perso il contatto con i principi della misura, dell'armonia e dell'unità cosmica che erano conosciuti ed espressi da molte culture antiche. L'individuo diviene un numero, alienato, "ammalato". E' attraverso l'immagine del mito che l'umanità cerca di trovare il senso, l'effervescenza, la gioia, la sacralità della vita. Il pellegrino Witan, la voce narrante di questo viaggio conoscitivo-esperenziale, non è legato a dottrine, ideologie sistemiche, credi religiosi o culti esoterici. Non cerca dispensatori di verità incrollabili. Ma è attraverso l'arcano sapere delle Sibille, a ritroso nel tempo, nei luoghi magici della Marca Anconitana, che ci conduce alla riscoperta dell'antica tradizione autoctona e mediterranea. All'interno della cavea Sibyllarum - che coincide con la visione metafisica del Mondo delle Madri - Witan, dopo i necessari preliminari di purificazione dell'acqua e del fuoco, incontra quattro Sibille, il principio femminile. Le Sacerdotesse, quattro saperi e culture differenti la ciclicità della vita - in questo viaggio iniziatico nell'Oltremondo, tra realtà e immaginario, istruiscono la conoscenza ultima, l'arcano sapere e le pratiche della Soins Santé: il dono della guarigione sacra. In questo percorso fuori dal tempo in risonanza con l'immenso serbatoio cosmico, s'impara a interagire con gli Elementi, l'energia guaritrice delle mani, la Praxis, l'allineamento dei centri Sorgente del corpo e la purificazione eterica delle tredici "porte". Tutto è narrato con semplicità e umiltà. E' un dirigersi verso "porte" da varcare, oltrepassare... sino al Risveglio. Sergio Santoni, è autore di diversi testi, tra cui OloShiatsu, un manuale di tecniche Shiatsu, La Conoscenza Esperienziale (in collaborazione con Paolo Minio), La Via dinamica dello Zen Shiatsu e Il sistema CranioSacrale. Con Sybillae, l'Autore cambia prospettiva, e va alla ricerca degli antichi retaggi autoctoni e mediterranei. Gesù, primo uomo di una nuova umanità Dio è in noi, di Antonio Giorgio Jreneus nella nostra genetica, nel nostro Inconosciuto, Edizioni Miele ma la destinazione Saggio genetica 346 pag. - Euro: 16,50 si attualizza soltanto ISBN: 978-88-6332-011-4 se diventiamo creatura spirituale, altrimenti si diventa creatura demoniaca. Sinai e Golgota Recensione di Elisa Sanacore Questo saggio, attraverso l’analisi testuale di alcuni passi dei vangeli e attraverso la spiegazione scientifica di alcuni fenomeni, fornisce un’interpretazione di Gesù critica rispetto alle tesi ortodosse. Il rigore dell’esposizione, la quantità di note e la lunghezza della bibliografia sono la prova della serietà dell’Autore e della sua preparazione a livello storico, testuale, psicologico, filosofico e scientifico. Questo dovrebbe rassicurare il lettore quando si troverà di fronte alla tesi di fondo: Gesù come evento naturale connotato dalla comparsa del divino nel vivente. Gesù non è considerato vero Dio, ma vero uomo. In lui l’umanità ha fatto un salto qualitativo passando dalla specie homo sapiens sapiens alla specie "homo sapiens spiritualis". Per dimostrare questa tesi, l’Autore utilizza tre principi: il principio di riflessione, il principio di inerenza e il principio di coerenza complessa. Il principio di Riflessione è fondante ed è “l’emergenza evolutiva, biologica, di ciò che a livello animale è chiamato riflesso”. Da questo arriva a dimostrare che “in Gesù, con una costituzione genetica ‘critica’ compare il divino, in modo deciso, nel tessuto evolutivo”. Il principio di inerenza è principalmente un criterio di descrizione della realtà. È una descrizione fenomenologica della realtà, che ci permette di relazionarci a Gesù come figlio di donna, totalmente e unicamente uomo. Il principio di coerenza complessa riguarda l’interpretazione dei detti di Gesù. Come dice l’Autore, questi ultimi due criteri permettono di incontrare Gesù nei vangeli, ma lo si conosce veramente solo in una esperienza autentica di amore e di morte scampata. Questo vuol dire che la conoscenza profonda di Gesù è un processo di partecipazione e di condivisione della sua stessa parabola esistenziale. Solo in questo modo è possibile “innestarsi” nella Nuova Umanità, luogo esistenziale in cui il Bios e il Logos sono strettamente uniti in quello che è il regno dell’Amore. Un testo che andrebbe letto, al di là della condivisione o meno delle tesi, per il suo rigore e per la sua criticità. Antonio Giorgio Jreneus si è occupato di citopatologia, di bioetica, di counseling in psicoterapia integrata. Ha rivestito cariche prestigiose nel Consiglio Nazionale dei Biologi e nel Comitato di Bioetica dell’ASL di Avellino, ed è direttore della rivista medica DM Informa. Autore di numerosi articoli apparsi su riviste nazionali ed internazionali, ha pubblicato i saggi: Manuale di Batteriologia Clinica (1980), Da Venere alla fecondazione in vitro (1989), Principi di Citopatologia (1993), Apocrifo varsaviano (2006) La campana dell'11 settembre è suonata anche per l'Europa Uragano W. L'America in guerra di Giulio Borrelli Edizioni Carabba Saggio politico di taglio giornalistico 218 pagine Euro: 15,00 ISBN: 88-88340-79-3 Bush mette in chiaro: il tempo delle parole è finito, ora è tempo di agire. Tra civiltà e barbarie, tra America e terrorismo, non vi possono essere neutralità e vie di mezzo. "O con noi o contro di noi". È lo slogan che, da una grotta dell'Afghanistan, lancia Bin Laden per incitare i musulmani refrattari a combattere gli infedeli. Recensione di Piera Rossotti Pogliano Perché Uragano W. ? La "W" del titolo è stata scelta per tre ragioni: Walker, il secondo nome del presidente americano, War, guerra e World, mondo; l'oggetto di questo saggio giornalistico è la politica di guerra del presidente americano in un momento in cui il mondo è davvero in pericolo. L'equilibrio planetario non è mai stato fragile come in questo Terzo millennio e non volerlo ammettere, sostiene Giulio Borrelli, è un "comportamento da gattini ciechi". L'attacco al World Trade Center di New York dell'11 settembre 2001, gli attentati di Madrid dell'11 marzo 2004 e di Londra del 7 luglio 2005 non ci permettono più di ignorare la reale minaccia costituita dal terrorismo islamico, che potrebbe colpire ovunque, con migliaia di kamikaze pronti a immolarsi; per di più, le loro cinture, finora cariche di esplosivi convenzionali, potrebbero in futuro essere anche bombe "sporche", ossia con cariche biologiche o radioattive, migliaia di volte più pericolose e distruttive di quelle usate finora. È lo stesso capo di Hamas, Mahmud alZahar, a dichiarare che le trame dei terroristi sono proiettate a sostenere una guerra di decenni, finalizzata a distruggere Israele e l'Occidente. L'unico ad aver compreso davvero il pericolo, osserva Borrelli, è George W. Bush: la sua politica può piacere o non piacere, certo le sue motivazioni non sono soltanto ideali. Borrelli non gli risparmia le critiche: senza la guerra, George W. sarebbe solo un presidente mediocre, i suoi discorsi retorici e la sua "spocchia unilateralista" ripugnano a molti, ma l'insistenza sul tema del trionfo del "bene" sul "male" è diventato un modo per governare gli Stati Uniti del XXI secolo, ed esprime davvero l'anima più profonda dell'America. Dobbiamo tutti renderci conto che "la campana dell'11 settembre è suonata anche per l'Europa". Non possiamo far finta di nulla, non possiamo stare a guardare. In questo saggio, l'autore esprime con chiarezza i timori nei confronti del terrorismo islamico, di cui analizza lucidamente le cause, le perplessità di fronte alla politica americana, lo sconcerto per un'Europa disunita e malinconicamente arroccata su posizioni passate, le non univoche posizioni del Vaticano. Al di là dell'opinione personale, resa onestamente discernibile, il saggio è vasto, articolato, supportato da una corposa bibliografia, rigoroso eppure scorrevole e discorsivo, di agevole lettura. Eccellente e competente giornalismo, in una impeccabile veste editoriale. Giulio Borrelli è capo dell'ufficio di corrispondenza della Rai per l'America del Nord. Vive e lavora a New York da cinque anni. Ha compiuto viaggi in mezzo mondo per raccontare alcune delle vicende degli ultimi tempi. Ha realizzato oltre cinquemila servizi e inchieste su avvenimenti italiani e internazionali. È stato direttore del Tg1 dal 1998 al 2000 11 settembre. Vittime reali, vittime invisibili Voci da Ground Zero di Laura Clarke Caterini Editore Saggio giornalistico 112 pagine Euro: 8,00 ISBN: 88-901936-1-1 Stiamo ancora cercando di assimilare un evento non assimilabile dalla psiche e dall'anima di ciascuno di noi Recensione a cura di Rossana Gabrieli Vittime reali e vittime invisibili. L'11 settembre ha scavato un solco tra coloro che abbiamo perso e piangiamo, coloro che hanno nomi, volti, che suscitano ricordi, e quanti, come conseguenza immediata, hanno visto le proprie esistenze sconvolte, perché appartenenti ad etnie "scomode", guardate con sospetto: arabi, latinoamericani, asiatici. Fino al giorno della grande tragedia che ha aperto il terzo millennio, cittadini che vivevano, lavoravano, affollavano la Grande Mela; "dopo" sono stati sospettati, discriminati, allontanati: alcuni di loro se ne sono tornati tristemente nei paesi d'origine perché non si sono più riconosciuti nel tessuto sociale che fino allora li aveva accolti. Il saggio di Laura Clarke ha il grande pregio di "squarciare il velo" che, al mondo occidentale, nasconde le "vittime invisibili": quanti sono stati travolti dal crollo delle Twin Towers, sebbene non facciano parte di quel lungo e tristissimo elenco di 2.973 vittime ufficiali, cancellate dalla brutalità della violenza terrorista. Con vero spirito giornalistico, la Clarke non si limita a consultare dati, statistiche, archivi; al contrario, parte per raggiungere Ground Zero e vedere con i suoi occhi, ascoltare con le sue orecchie, raccogliere voci e testimonianze di chi, giunto negli States alla ricerca di una umana dignità, se la è vista strappare, nel nome della "caccia al terrorista". La vicenda umana (l'autrice ha perso una cugina nel crollo del WTC), si intreccia con la passione per la ricerca delle molte verità di quell'atroce spartiacque della storia, che è stato l'11 settembre 2001. Laura Clarke è nata a Londra nel 1975. Laureata in lingue, giornalista professionista, vive e lavora a Roma e, attualmente, si occupa del portale Wantedinafrica.com MANUALI, DIDATTICA, CUCINA, MUSICA Un libro “double face”, per delle ricette… del cavolo! Che cavolo vuoi? di Natale Fioretto & Roberto Russo Graphe.it Edizioni Manuale di cucina & Storia di un alimento 48 pag. - Euro: 5.00 ISBN: 88-89840-11-0 C'entra come i cavoli a merenda. Cavolo, com'è carino 'sto libro! Che cavolo mangi? Che cavolo stai facendo? Che cavolo vuoi? E che cavolo! I bambini nascono sotto i cavoli. Non me ne importa un cavolo! Salvare capra e cavoli. Sono cavoli miei! Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano Un altro piccolo libro "bifronte", come La via delle spezie, già presente nel nostro Catalogo, questa volta tutto dedicato al cavolo: impareremo così a conoscere il broccolo, il cavolfiore, la verza, i cavolini di Bruxelles, il cavolo cappuccio, il cavolo cinese, il cavolo nero e le loro importanti proprietà alimentari e terapeutiche, la storia di questi ortaggi e i modi più indicati per cuocerli. Capovolgendo il libro, ecco una serie di gustose ricette vegetariane, inventate e sperimentate dagli stessi autori e dai loro amici, ispirate alla tradizione mediterranea, con qualche rivisitazione di ricette della cucina ebraico-romana e qualche tocco di esotismo. Troveremo la ricetta delle bruschette di cavolo, dei cavolini con i ceci, delle conchiglie con cavolfiore e curry...ed altre idee tutte da provare per "mangiar bene": per Natale e Roberto, questo significa ricercare l'armonia tra il dentro e il fuori… attraverso la "gola". Questo libro, insieme all'altro volumetto della stessa collana, può costituire un'ottima, originale (ed economica) idea-regalo. Natale Fioretto è docente di lingua italiana presso l'Università per Stranieri di Perugia, e lusitanista. Con Luisa Tramontana ha già pubblicato "Andante con brio", un manuale attivo per studenti stranieri. È presente nel Catalogo di DANAE anche con l'antologia "Storie di viaggi e viaggiatori" e con "L'italiano in trasparenza", in collaborazione con Roberto Russo. Roberto RUSSO, laureato in letteratura cristiana antica greca e latina, scrittore e cultore di storia, si occupa di servizi per l'editoria. Al suo attivo, diverse pubblicazioni, tra le quali “De viris illustribus monticellanis” e “Biagio di Sebaste. Un santo, un patrono”, oltre a numerosi articoli e traduzioni. Con Mauro Crescenzi ha inoltre scritto “La via delle spezie”, pubblicato nella stessa collana del presente volume. Una Messa cantata, in onore del Profeta Elia Il tuo volto, Signore, io cerco O Dio dei profeti nascosto è il Tuo volto, Tu parli nel silenzio e noi troviamo pace. di Salvatore Vivona Graphe.it Edizioni Spartito Musicale 16 pag. - Euro: 5.00 ISBN: 88-89840-02-1 Perché sei qui, Elia? "Io ardo di passione e Tu sei tenerezza, misericordia e amore". Recensione a cura di Luigi Bonzanini Si tratta d'un pregevole lavoro impregnato d'una ardente vena mistica. Anche se il linguaggio armonico rimane nell' ambito tradizionale, le parti vocali sono condotte in maniera eccellente e denotano una notevole maestria ed una conoscenza accurata della scrittura per coro, decisamente più ostica di quella puramente strumentale. Le parti vocali si dipanano in modo variegato e ineccepibile dal punto di vista contrappuntistico. L'accompagnamento dell' organo è ricco e ben strutturato a supportare il canto. Nel complesso l 'opera è di buona fattura e certamente destinata ad un successo durevole. Salvatore Vivona è nato a Palermo, dove ha studiato Organo e Composizione Organistica, Musica corale e Direzione di Coro presso il Conservatorio "V. Bellini". E' docente, compositore ed esecutore di musica sacra, e dal 1983 è direttore del Coro Polifonico "Jubilate Deo" di Giuseppe Jato, con il quale ha inciso diversi CD. Lingua e cultura italiana, per gli studenti stranieri Italiano in trasparenza di Natale Fioretto & Roberto Russo Graphe.it Edizioni Manuale - Testo didattico 143 pag. - Euro: 10.00 ISBN: 88-89840-00-5 Un volume dalla grafica chiara e accattivante che si rivolge a studenti stranieri che desiderino approfondire la conoscenza della lingua italiana, per acquisire autonomia e fluidità. Recensione a cura della Redazione di DANAE Italiano in trasparenza nasce dalla collaborazione di un giovane editore, Roberto Russo, che ne ha curato le schede culturali, e di Natale Fioretto, docente con anni di esperienza nell'insegnamento linguistico all'Università di Perugia. Il testo si rivolge a studenti stranieri che desiderano approfondire la conoscenza della lingua italiana per acquisire autonomia e fluidità. Per questo, il volume mette a fuoco, in particolare, l'uso dei verbi, elemento portante della comunicazione, tenendo conto delle principali difficoltà che incontra un parlante non di madrelingua italiana. Il volume, dalla grafica chiara e accattivante, si presenta come un quaderno attivo, con spazi che lo studente può utilizzare per le proprie annotazioni, e con una piccola chicca alla fine di ogni pagina, un breve aforisma. Oltre alla parte grammaticale, si trova una sezione detta "AllenaMenti", in cui si propongono varie e stimolanti attività linguistiche, ed una sezione detta "ScantonaMenti", con un divertente schema sull'uso intuitivo dell'ausiliare essere e qualche esempio delle figure retoriche più ricorrenti. Un aspetto molto interessante è costituito dalle schede culturali, che riguardano le regioni italiane e vari argomenti di civiltà (come si prepara la pastasciutta, ma anche note sul panorama delle minoranze linguistiche in Italia o sui latinismi presenti nella nostra lingua, da scoprire attraverso un gioco). Interessante e notevole la parte riservata ai dialetti, con brani originali tradotti anche in italiano. Sono pagine agili, mai prolisse, che hanno il merito di attirare l'attenzione dei discenti sulla ricchezza linguistica e culturale dell'Italia. Il docente che utilizzerà questo testo potrà inoltre avvalersi di un utilissimo elemento di sostegno alla sua didattica, scaricando gratuitamente dal sito della casa editrice, www.graphe.it, numerosi file didattici e tutta una serie di schede in "Microsoft Power Point" da proiettare in classe. Natale Fioretto è docente di lingua italiana presso l'Università per Stranieri di Perugia, e lusitanista. Con Luisa Tramontana ha già pubblicato "Andante con brio", un manuale attivo per studenti stranieri. Roberto Russo, laureato in letteratura cristiana antica greca e latina, scrittore e cultore di storia, si occupa di servizi per l'editoria. Al suo attivo, diverse pubblicazioni, tra le quali "De viris illustribus monticellanis" e "Biagio di Sebaste. Un santo, un patrono", oltre a numerosi articoli e traduzioni. Con Mauro Crescenzi è autore de La via delle spezie, anch'esso presente in questo Catalogo. Un libro “double face”, per conoscere ed imparare ad usare le spezie La via delle spezie, L'uso delle erbe e delle spezie in cucina di Mauro Crescenzi & Roberto Russo Graphe.it Edizioni Libro di cucina 96 pag. - Euro: 6.50 ISBN: 88-89840-09-9 Al pari della via della seta c'è anche la via delle spezie... E, dato che le spezie e le erbe aromatiche richiamano alla memoria i mondi dell'Oriente, crediamo che questo sia un cammino veramente affascinante da percorrere. Recensione a cura della Redazione di DANAE Il titolo di questo libretto, realizzato con cura e attenzione, è La via delle spezie, "quasi a voler sottolineare - scrivono gli Autori - che il loro uso è un percorso personale, dettato dal gusto inteso non solo come senso, ma anche come stile di vita." Il libro è speculare: da un lato si trovano informazioni sulle erbe e sulle spezie, in ordine alfabetico, poi, capovolgendo il libro, troviamo le ricette. Potremo così apprendere che il basilico viene dalla Persia, che la cannella migliore è la corteccia dei rami di Cinnamomum Zeylamicum di circa tre anni, e che il pepe bianco, in realtà, deriva dalle bacche del Piper nigrum, con una particolare lavorazione. Le ricette, poi, sono veloci e stuzzicanti: soffritto piccante di maiale al coriandolo, risotto alla salsiccia con profumo di noce moscata, baccalà alla paprica dolce con salsa alla birra... e tante altre, tutte da provare. Tra le due sezioni, l'Editore ha inserito qualche pagina bianca, per permettere ai lettori di personalizzare il libro con i propri appunti. In copertina, il simbolo grafico "Bene valete": un augurio che rende ancora più adatto questo libro ad essere un piccolo regalo a una persona alla quale si vuole bene. Roberto Russo, laureato in letteratura cristiana antica greca e latina, scrittore e cultore di storia, si occupa di servizi per l'editoria. Al suo attivo, diverse pubblicazioni, tra le quali "De viris illustribus monticellanis" e "Biagio di Sebaste. Un santo, un patrono", oltre a numerosi articoli e traduzioni. Con Natale Fioretto è autore de L'italiano in trasparenza, anch'esso presente in questo catalogo. Con questo libro, lo conosciamo ora anche come appassionato di cucina. Mauro Crescenzi è nato a Roma il 7 gennaio 1964. Dopo la maturità classica, si è laureato in Economia e Commercio presso la LUISS di Roma e, in seguito, presso la stessa Università, ha conseguito il master in Sviluppo Manageriale. Attualmente lavora nel campo delle risorse presso una nota azienda di assicurazioni. Ha da sempre la passione della cucina tradizionale italiana, con varie incursioni nel mondo dell'esotico. Un’antologia italiana, per studenti stranieri Storie di viaggi e viaggiatori di Natale Fioretto Graphe.it Antologia per lo studio dell'italiano 72 pagine Euro: 10,00 ISBN: 88-89840-02-2 Recensione di Norberto Cacciaglia Questo elegante volume di Natale Fioretto non è un semplice libro di letture graduate per studenti stranieri; è, più propriamente, uno strumento pratico per l'apprendimento della lingua italiana. La scelta antologica è particolarmente curata e presenta un panorama essenziale della letteratura italiana del giorno d'oggi. Il modello linguistico offerto fa riferimento a una lingua attuale, più vicina all'espressione parlata; gli esercizi proposti inducono lo studente a riflettere, al tempo stesso, sul significato verbale e letterario del testo. Le letture e i relativi esercizi sono stati considerati come un viaggio nella lingua e nella società italiana d'oggi. Un viaggio che prevede delle fermate di approfondimento e di rielaborazione personale e che, come accade per i lunghi viaggi, prevede anche delle coincidenze: lo studente, infatti, potrà collegarsi in rete per "scaricare" nuovi esercizi e continui aggiornamenti. È intenzione dell'autore offrire un approccio globale alla lingua italiana; per questo sta progettando una "colonna musicale" per i testi, con lo scopo di coinvolgere anche emotivamente chi si avvicina allo studio della nostra lingua. Sarebbe un'iniziativa molto bella e sono certo che Natale Fioretto non verrà meno a tale sfida. Natale Fioretto è docente presso l'università per Stranieri di Perugia. Lusitanista, da anni si dedica all'insegnamento dell'italiano come L2. È autore, con Roberto Russo,anche de "L'italiano in trasparenza", già presente nel nostro catalogo. PROGRAMMI PER PC Un programma facile facile, per archiviare i vostri libri! PC-Biblio di Raffaella Pagliari ChEnRaf srl Programma per PC 1 Mini CD - Euro: 12,90 P/N: 850006530430 Recensione di Maurizio J. Bruno PC-Biblio è un programma davvero semplice e intuitivo per chi vuole catalogare in maniera efficace e definitiva i volumi della propria biblioteca. Proprio in virtù della sua struttura destinata ad un utilizzo immediato, caratteristica che costituisce il miglior pregio di questo prodotto, il software si adatta bene alle esigenze di una biblioteca personale o magari scolastica ma non ad impieghi più complessi in quanto, ad esempio, non è in grado di gestire il prestito dei volumi. Facile fin dall’installazione, per la quale è sufficiente copiare una cartella dal CD sul proprio PC, PC-Biblio consente di inserire numerosi parametri per ogni volume, garantendo così una futura ricerca efficace e veloce, non solo secondo i parametri tradizionali come Autore, Editore o Genere, ma anche per parole chiavi, che qui vengono chiamate lemmi, e per codice ISBN. Il programma consente così la rapida individuazione del libro in biblioteca, grazie all'indicazione del luogo, sezione e numero dello scaffale in cui il volume è custodito. Infine compilando anche il campo “costo” per ciascun volume, il programma offre la possibilità di dare una valorizzazione alla propria raccolta. In definitiva, PC-Bibilo può essere la risposta semplice ed economica per la gestione della propria biblioteca, per tanti privati, ma anche per scuole, associazioni e istituti privati.