1
Francesco Faà
di Bruno
2
Una vita
nella storia
3
La Famiglia
4
5
6
Esperienza
francese
12
Il matematico
Un esempio
profetico
13
Il Prete…
Il Padre
8
Un laico
cristiano
14
La Biblioteca
L’infanzia
9
Un Fondatore
15
Il Museo
Il Collegio di N. Ligure
L’Accademia Militare
10
La Chiesa
16
Il Soldato
7
11
Il Campanile
Opere e
Pubblicazioni,
Bibliografia
Ringraziamento,
Indice, Piantina luoghi Faà di
Bruno
Francesco Faà Di Bruno,
nobiluomo, ufficiale dell’esercito piemontese,
professore di università e, nella tarda maturità,
sacerdote, « era di alta statura, ben complesso di
persona, di carnagione bruna; era imponente,
marziale: aveva grazia e tratto da nobile cavaliere
e nello stesso tempo era semplice, buono,
espansivo, affettuoso, ma sempre nobilmente
contegnoso. Da tutta la sua persona trapelava
l’uomo grande, elevato, generoso, fermo di
carattere, dotto, ma umile, virtuoso, santo »
Suor Teresa Civetta
Legenda
I simboli indicano:
Notizie
storiche-artistiche
Notizie legate
al Faà di Bruno
Seguendo le orme
Rimandi a capitoli
del libretto
Notizie
scientifiche-culturali
Redazione: Gianni Vindimian
Supporto a redazione: Sr. Costanza
Presentazione
Grafica@gvin99
1. FRANCESCO FAÀ DI BRUNO
CHI È FRANCESCO FAÀ
FAÀ DI BRUNO
…SOLDATO, SCIENZIATO, CRISTIANO,
FONDATORE, PRETE… PADRE.
SOLDATO
Guerra d’indipendenza 1848 – 49’ promosso sul campo Capitano di
Stato Maggiore. Disfatta di Novara 21/23 marzo 1849. A 23 anni vive la
dura esperienza della guerra.
SCIENZIATO
20 ottobre 1816, alla Sorbona discute brillantemente le tesi
di analisi matematica e astronomia.
CRISTIANO
«Ognuno di noi è chiamato a dare testimonianza di Cristo agli uomini
suoi fratelli. La nostra fede non può essere nascosta, né avere il suo
termine in noi; essa deve espandersi in un campo ben più vasto che
non nell’angusta cerchio del nostro egoismo…»
Francesco Faà di Bruno
Fotografia per il Passaporto
..se Dio mi farà la grazia di compiere la Chiesa..
Sarà la Chiesa di tutti…perché tutti hanno dei
Defunti da sollevare dalle loro pene…
Francesco Faà di Bruno
FONDATORE
1859: Opera di S. Zita; Inizia un Pensionato per Signore.
1860-62: Classe delle Clarine; Opera per Inferme e delle Convalescenti;
1862: Liceo Faà di Bruno.
1864: Classe delle Educande.
1866: Classe Allieve Maestre. 1877: Casa di accoglienza ragazze madri.
1881: Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio.
PRETE
22 ottobre 1876: Il suo giorno più importante.
… IL PADRE
[dal suo testamento]
* 29 MARZO 1825 in Alessandria
† 27 MARZO 1888 in Torino
1
«Io continuerò a pregare, perché la goccia della Provvidenza
non vi abbia mai a mancare».
2
Marchese
Luigi Faà di Bruno
Virginia
1808 - 1862
Profilo della nobildonna
Carolina Sappa dei Milanesi
Enrica
1811 - 1849
Alessandro
1809 - 1891
Costanza
1812 - †
Camilla
1810 - 1846
Carlo Maria
1814 - 1862
Giuseppe Maria
1815 - 1889
Antonina
1823 - †
Emilio
1820 - 1866
Maria Luigia
1821 - 1879
I cinque fratelli
Faà di Bruno (a Londra)
3
2. Una vita nella Storia Politica e Religiosa
Vita di Francesco Faà di Bruno
Storia religiosa
1815 - Nascono Giovanni Bosco e Lorenzo
Gastaldi.
Storia politica
1815 – Congresso di Vienna.
Fioritura delle associazioni segrete.
1817- Inizia l’attività del Convitto Ecclesiastico
di San Francesco sotto la direzione del Teol.
Guala. Nasce l’Amicizia Cattolica.
1818 - Essais sur l’indiffèrence en matieré de
Réligion di Lamennais.
1819 - J. De Maistre pubblica il Du Pape.
1820 – Rivolte in Spagna, Napoli e Sicilia.
1822 – P. Jaricot fonda a Lione l’Opera per la
propagazione della Fede.
1821 – Moti in Piemonte. Inizio del regno di
Carlo Felice.
1823 – Elezione di Leone XII.
1824 – Enciclica Ubi primum contro il
tollerantismo, l’indifferentismo, il liberalismo.
1825 – 29 marzo: nascita di Francesco
Faà di Bruno in Alessandria.
Francesco trascorre l’infanzia a Bruno
Nell’antico castello degli avi.
1824 – In Francia muore Luigi XVIII e
succede Carlo X: reazione politica e
religiosa.
1828 – G.B. Cottolengo fonda la Piccola Casa
della Divina Provvidenza. Rosmini da vita
all’Istituto della Carità. Nascita di Leonardo
Murialdo.
1829 – Soppressione dell’Amicizia Cattolica da
parte di Carlo Felice.
Solenne incoronazione della Vergine nel
Santuario della Consolata a Torino.
Pontificato di Pio VII.
Emancipazione dei cattolici nel Regno Unito.
4
Vita di Francesco Faà di Bruno
1831– 25 marzo: la sorella Camilla entra fra
le Dame del S. Cuore.
23 ottobre: Cresima di Francesco.
1833 – 9 dicembre: il fratello Carlo si fa
Scolopio.
1834 – 15 luglio: muore la madre Carolina
Sappa.
18 dicembre: muore il nonno paterno che
prediligeva Francesco.
25 dicembre: muore il prozio Vescovo
d’Acqui, Mons. C. Giuseppe Sappa.
Storia religiosa
Storia politica
1830 – Il Papa, che muore alla fine dell’anno,
aveva riconosciuto per primo il regno di Luigi
Filippo, ed aveva dato libertà d’azione ai
cattolici liberali nel Belgio. Apparizioni a
Caterina Labouré e Medaglia Miracolosa.
1830 – La Rivoluzione di luglio a Parigi: il
regno di Luigi Filippo, monarca della
borghesia. Insurrezione in Belgio, Polonia
russa, Svizzera e Confederazione germanica.
Mazzini è esiliato.
1831- Marcantonio Durando è superiore della
Missione di Torino. Muore l’Arcivescovo
Chiaveroti. Inizia il pontificato di Gregorio
XVI, Papa degli «zelanti». Rosmini fonda le
Suore della Provvidenza e la marchesa Giulia
Faletti di Barolo le Suore Penitenti di S. Maria
Maddalena (Maddalenine).
1831 – Inizio del regno di Carlo Alberto.
Insurrezione in Italia centrale: Bologna,
Parma, Forlì, Ravenna, Rimini, Ferrara e
Modena.
Mazzini fonda la Giovine Italia a Marsiglia.
Rivolte operaie in Francia.
1832 – Enciclica Mirari vos: condanna del
cattolicesimo liberale francesi. Breve Superiori
anno:consegna della Polonia cattolica allo zar.
Mons. Fransoni è nominato Arcivescovo di
Torino.
1832 – Rivolte operaie in Francia.
1833 - Tra un gruppo di studenti di Parigi
nasce la prima Conferenza di S. Vincenzo. Il P.
Durando chiama a Torino le Figlie della Carità
di S. Vincenzo.
1833-1834 – Cospirazione mazziniana contro
Carlo Alberto.
Spedizione in Savoia.
Garibaldi fugge in America e Mazzini fonda
la Giovine Europa.
1834 – Rivolte operaie in Francia.
1834 – La Marchesa Giulia Falletti di Barolo
dà vita all’Istituto di S. Anna.
1835 – Beatificazione del P. Sebastiano Valfré.
Iniziano le conferenze di Lacordaire a N. Dame
a Parigi.
A Torino hanno inizio le Misericordie.
V. Pallotti fonda la Società dell’Apostolato
Cattolico.
5
Vita di Francesco Faà di Bruno
Storia religiosa
1836 – Francesco entra nel Collegio San
Giorgio di Novi Ligure.
1836 – Nella chiesa di N. Dame a Parigi nasce
l’Arciconfraternita del SS. ed Immacolato Cuor
di Maria.
Il P. Durando inizia a Torino l’Associazione
delle Dame di Carità e l’Opera della
Misericordia.
1837 – 16 maggio: muore il nonno materno
Luigi Sappa.
1837- Il P. Durando è Visitatore dei Lazzaristi.
Storia politica
1836 – Concordato tra il Regno di Sardegna
e la S. Sede.
1838 – 1° marzo: ordinazione del fratello
Giuseppe.
1839– Ingresso a Torino delle Adoratrici del SS.
Sacramento.
1840 – 30 giugno: Francesco esce dal Collegio
di Novi.
15 ottobre: entra nella R. Accademia
Militare di Torino.
1840 - Istituzione dei Sacerdoti del Cottolengo.
1842 – Per la diligenza e per le qualità
personali viene ammesso ai corsi delle Armi
Dotte.
1842 – Muore G. B. Cottolengo.
A. Nicolas pubblica le Etudes philophiques sur le
Christianisme.
1841 - Don Bosco inizia le sue attività
nell’opera degli oratori per la gioventù.
1843 – A Torino si apre la casa delle Monache
del buon Pastore.
Nasce Giovanna Francesca Michelotti.
Hanno principio l’Opera della S. Infanzia e
l’Opera di S. Francesco Saverio.
Del primato morale e civile degli Italiani di
Gioberti.
1839 – 1° Congresso degli scienziati Italiani a
Pisa.
Ristabilimento della Nunziatura a Torino.
1841 – Nuovo concordato tra Regno di
Sardegna S. Sede.
1844 – Il governo di Carlo Alberto dà l’avvio
agli asili infantili e alle scuole magistrali.
Le speranze d’Italia del Belbo.
1845 - Abiura di Newman e di Faber.
Polemica antigesuitica: i Prolegomeni al
Primato di Gioberti.
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Vita di Francesco Faà di Bruno
Storia religiosa
1846 – 2 aprile: muore la sorella Camilla.
18 agosto: Francesco termina i corsi
dell’Accademia Militare ed è nominato
Luogotenente nel R. Corpo di Stato
Maggiore.
Inizia il biennio di specializzazione (in
topografia) presso la Scuola d’Applicazione
dello Stato Maggiore e si perfeziona nelle
lingue straniere.
1846 – Elezione di Pio IX, «Papa liberale».
Apparizioni di La Salette.
1848 – Partecipa alla 1° Guerra
d’Indipendenza.
1848 – A Torino il Cafasso succede al Guala
nella direzione del Convitto di S. Francesco.
Pio IX benedice l’Italia.
Piemonte: inizio della laicizzazione dello Stato
con l’emancipazione di ebrei e valdesi;
l’Arcivescovo Fransoni ordina la chiusura del
Seminario torinese per la partecipazione dei
chierici alle dimostrazioni patriottiche.
Il Rosmini pubblica Le cinque Piaghe della
Santa Chiesa.
Cacciati da Torino i Gesuiti e le Dame del S.
Cuore, che già hanno dovuto lasciare Napoli e
Roma.
In Germania iniziano i congressi cattolici
annuali.
1847 - Riforme negli Stati Pontifici ed
occupazione austriaca di Ferrara.
Abolizione parziale della censura ecclesiastica
preventiva in Piemonte.
Il Gesuita moderno di Gioberti.
Novembre: assassinio di P. Rossi e fuga di Pio
IX a Gaeta.
Storia politica
1846-1847 – Entusiasmi popolari e crisi
rivoluzionaria in Italia e in Europa.
Degli ultimi casi di Romagna di D’Azeglio.
In Piemonte: guerra doganale con l’Austria;
licenziamento di Solaro; preliminari della
Lega doganale italiana.
Rivoluzione a Messina e a Reggio Calabria.
I lutti di Lombardia di D’Azeglio.
1848 – Concessione della Costituzione negli
Stati di Napoli, di Toscana, di Piemonte e
Sardegna e nello Stato Pontificio.
Marx ed Engels pubblicano il Manifesto del
partito comunista. «Rivoluzione di febbraio»
a Parigi: la caduta della Monarchia di luglio
e la Seconda Repubblica di ispirazione
democratico-popolare e non ostile alla
Chiesa. In maggio e giugno i nuovi tumulti
fanno temere il pericolo socialista: la Chiesa,
alleandosi ai proprietari e all’alta borghesia,
si allontana dai democratici tipo Ozanam;
comincia la reazione.
Rivolte a Vienna, Budapest, Praga, Milano
(cinque giornate) e Germania.
23 marzo:Carlo Alberto dichiara guerra
all’Austria: alle truppe piemontesi si
uniscono le truppe di volontari di tutte le
regioni d’Italia.
29 aprile: il Papa richiama le sue truppe e
nega di voler partecipare alla guerra contro
l’Austria: fine del mito del «Papa liberale».
9 agosto: il Piemonte, battuto, sottoscrive
l’armistizio.
10 dicembre: in Francia il Principe Luigi
Napoleone è eletto Presidente della Seconda
Repubblica.
Ministro Gioberti in Piemonte.
7
Vita di Francesco Faà di Bruno
Storia religiosa
Storia politica
1849 – 12 marzo: è promosso Capitano di
Stato Maggiore. È ufficiale d’ordinanza del
Principe Vittorio Emanuele.
21-23 marzo: partecipa agli sfortunati fatti
d’arme di Mortara e Novara, combattendo
valorosamente: gli restano uccisi due cavalli,
vien ferito e si merita la menzione onorevole.
Re Vittorio Emanuele gli promette l’incarico
di precettore di matematica per i Principi
Umberto ed Amedeo.
26 ottobre: va alla Sorbona «in missione
speciale» per una seria preparazione
all’incarico col perfezionamento negli studi
matematici. Pubblica Polke, Mazurke e
Fantasie da lui composte. Frequenta i corsi di
scienze alla Sorbona.
1849 – Proclamazione della Repubblica
Romana. Don Cocchi pone le basi dell’Istituto
per gli Artigianelli.
Riprovazione per degli scritti di «tre preti
famosi»»: Rosmini, Gioberti, Ventura.
Congresso dei Vescovi piemontesi a
Villanovetta (riforma degli studi seminaristici,
organizzazione della stampa cattolica, ecc.)
1849 – Ministero bellicista Chiodo-Rattazzi a
Torino.
20-23 marzo: seconda campagna della guerra
contro l’Austria: Carlo Alberto, perduta la
guerra, abdica in favore del figlio Vittorio
Emanuele II.
Aprile-giugno: intervento francese contro la
Repubblica Romana e restaurazione del
potere temporale del Papa; presso i cattolici
francesi aumenta il favore verso il «Principe
Presidente».
Maggio: Ministero D’Azeglio in Piemonte e
proclama di Moncalieri.
1850 – Traduce dal tedesco in francese e dà
alle stampe la relazione del Maresciallo Hess
sulla Campagna militare in Italia. Manda
alcune memorie scientifiche ai giornali di
matematica.
Rafforza in questo periodo i contatti di
amicizia e di collaborazione con eminenti
personaggi del cattolicesimo sociale
conservatore (Cauchy, Baudon, ecc.) ed
aderisce alla Conferenza di San Vincenzo de’
Paoli.
1850 - Il Teol. Gasparre Saccarelli apre
l’Oratorio femminile e la Scuola domenicale in
borgo S. Donato.
Si fonda la prima Conferenza di San Vincenzo di
Torino.
Esce il primo fascicolo de La Civiltà Cattolica.
Pio IX rientra a Roma.
A Torino si approvano le Leggi Siccardi
sull’abolizione del foro ecclesiastico e
dell’immunità.
L’Arcivescovo Fransoni viene espulso dal
Piemonte.
Restaurazione della gerarchia cattolica in
Inghilterra.
Il Manning abiura l’anglicanesimo.
1850 – Legge Falloux in Francia (libertà
dell’insegnamento privato e controllo
ecclesiastico su quello pubblico).
1851 – A gennaio gli si ordina di rientrare, ed
invece egli resta conseguendo il 25 aprile il
diploma di Licencié dès Sciences.
Stampa sempre per lo Stato Maggiore, la
Gran Carta del Mincio, che si rivelerà
utilissima per la 2° Guerra d’Indipendenza.
Allo scadere dell’anno torna a Torino e
riprende servizio nello Stato Maggiore.
1851 – Il Can. Ortalda è direttore del Consiglio
diocesano dell’Opera della Propagazione della
Fede in Torino.
Nasce Giuseppe Allamano, poi fondatore delle
Missioni della Consolata.
Abolizione delle decime ecclesiastiche in
Sardegna.
1851 – Esposizione Universale di Londra.
Colpo di Stato in Francia del Principe
Presidente e trionfo dello Stato autoritario,
clericale e antioperaio.
8
Vita di Francesco Faà di Bruno
Storia religiosa
Storia politica
1852 – Compie l’«altimetria geodetica» della
Liguria per lo Stato Maggiore.
Pubblica alcune memorie scientifiche.
Durante l’anno nascono forti contrasti col
Ministero della Guerra e subisce ingiustizie.
Francesco considera l’opportunità di
dimettersi; forse in questo tempo svanisce
anche la prospettiva di essere nominato
precettore reale.
1852 – Il progetto di legge sul matrimonio civile
proposto al Parlamento di Torino non è
approvato.
L’Opera della S. Infanzia arriva a Torino.
1852 – Fine del Ministero D’Azeglio ed inizio
del «Grande Ministero» di Cavour – Rattazzi
(«connubio» del centro-destra con il centrosinistra).
1853 – 10 gennaio: in Alessandria fonda la
Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli.
Per favorire lo sviluppo scientifico ed
agricolo del Piemonte propone all’Accademia
delle Scienze la creazione d’un Osservatorio
Magnetico e Meteorologico.
14 marzo: chiede la dispensa dal servizio
militare costrettovi dal rifiuto d’un duello
con chi l’aveva oltraggiato per la sua fede
religiosa.
23 marzo: Re Vittorio Emanuele gli firma il
congedo, accordandogli dei privilegi per i
meriti acquisiti.
Stampa la Musica per le Sacre Lodi… ed il
Manuale del Soldato Cristiano per le scuole
militari organizzate dalla San Vincenzo.
1853 - A Parigi nasce l’Associazione per il
Riposo Domenicale.
A Torino il Saccarelli dà vita all’Istituto della S.
Famiglia (ritiro, asilo, oratorio).
1853 – I martiri di Belfiore.
1854 – Pubblica la Lira Cattolica, che verrà
adottata per tutto l’800 in numerosi collegi,
scuole e parrocchie. Maggio: ritorna a Parigi
per conseguire alla Sorbona il dottorato in
matematica.
Su segnalazione del Ministro della Pubblica
Istruzione, Cibrario, il Faà è nominato
astronomo aggiunto al Bureau des Longitudes
de Paris alle dipendenze del celebre Le
Verrier.
1856 – Inventa lo scrittoio «Bruno» per
ciechi. 20 ottobre: discute brillantemente le
tesi di analisi matematica e di astronomia.
Alla fine dell’anno torna a Torino.
1854 – Muore Silvio Pellico.
Si proclama il dogma dell’Immacolata
Concezione della Vergine.
1854-1855 – Guerra di Crimea.
1855 – Crisi Calabiana in Piemonte, che vede
il re allontanarsi definitivamente dalle
posizioni dei clericali.
I Piemontesi alla guerra di Crimea.
Esposizione Universale di Parigi.
1854-1855 – Il Teol. F. Giriodi fonda l’Istituto
dell’Immacolata Concezione.
1855 – «Legge dei conventi» in Piemonte.
1856 – Congresso di Parigi a conclusione
della guerra di Crimea: Cavour ricorda alle
grandi potenze il «problema italiano».
9
Vita di Francesco Faà di Bruno
Storia religiosa
1857 – Febbraio: all’Università di Torino
inizia i corsi liberi di alta analisi e di
astronomia fisica di cui non esisteva neppure
la cattedra.
Febbraio-marzo: istituisce il secondo
Oratorio festivo femminile della città come
scuola di canto per riunire la domenica le
giovani lavoratrici istruendole e togliendole
dai pericoli. Inizia la collaborazione al
giornale L’Armonia con una serie di articoli
sul Prof. A. Cauchy.
Novembre: accetta la candidatura per i
conservatori in due collegi dell’alessandrino,
ma perde in tutti e due.
Dicembre: invita l’autorità governativa ad
istituire i fornelli economici per i lavoratori
poveri. Ma gli tocca far da solo.
1857 – Piemonte: mobilitazione eccezionale di
clericali-conservatori per le elezioni politiche.
L’Armonia proclama l’astensionismo per il
futuro.
1858 – Collabora al giornale La Buona
Settimana con articoli sulla musica. Prepara
gli statuti per l’Opera delle Feste. Acquista
casa e terreni per l’Opera di S. Zita che ha in
animo di fondare ed elemosina per la stessa
Opera nelle varie chiese di Torino.
1858 - Apparizioni di Lourdes con enorme
risonanza.
1858 – Plombières.
1859 – Si combatte la seconda Guerra
d’Indipendenza: il Piemonte, con l’aiuto di
Napoleone III, vince l’Austria e conquista la
Lombardia. Insurrezioni nei Ducati,
Legazioni, Toscana.
1859 – 2 febbraio: istituisce la Pia Opera di S.
Zita per il ricovero ed il collocamento delle
donne di servizio, disoccupate o inurbate da
poco. Inizia anche un Pensionato per Signore
di civil condizione.
Marzo: viene istituita l’Opera per la
santificazione delle feste di cui era stato
promotore ed ora ne è fatto segretario.
1860 – Per avere del personale stabile
addetto ai lavori della casa crea la classe delle
Clarine per le quali impianta anche una
lavanderia.
Fonda l’infermeria S. Giuseppe per donne
inferme e convalescenti, detta anche Opera
delle inferme e delle Convalescenti.
Storia politica
1860 – Enciclica «Nullis certe»: scomunica
maggiore per gli usurpatori dei diritti della S.
Sede. Estensione della legislazione
antiecclesiastica piemontese alle regioni
annesse.
A Torino muore il Cafasso.
1860 – Spedizione dei Mille ed annessione
dell’Italia centrale.
10
Vita di Francesco Faà di Bruno
Storia religiosa
1861 – Organizza nei giardini reali una
grande fiera di beneficenza. Dalla Facoltà di
scienze fisiche e matematiche il Faà è
acclamato «Dottore Aggregato» ed invitato a
sostituire il Prof. Genocchi nell’analisi.
Rifiuta l’offerta di nomina a professore di
analisi matematica nell’Università di Bologna
fattagli dal Sottosegretario Brioschi.
Invia dei memoriali al Ministro della
Pubblica Istruzione patrocinando
l’istituzione di cattedre e centri di ricerca
scientifica al fine di colmare il gap scientifico
tra l’Italia e i paesi stranieri. È nominato
membro della Commissione di studio per il
ristabilimento dell’Osservatorio Astronomico
di Torino.
1861 – Il sacerdote Carlo Passaglia è in lotta
contro il potere temporale del Papa.
Il Teol. Margotti lancia il «Né eletti né elettori».
Fondazione dell’Osservatorio Romano.
1862 – Fonda il pensionato-ospizio per donne
anziane e invalide. Dà vita al Liceo Faà di
Bruno per l’educazione cristiana dei figli dei
signori. Propone al Municipio di Torino un
piano dettagliato per il risanamento igienico
della città mediante la costruzione di Bagni e
lavatoi pubblici. Aggiunge all’Opera di S. Zita
un pensionato S. Giuseppe per Sacerdoti.
1862 - Mons. Fransoni, Arcivescovo di Torino,
muore esule a Lione.
Roma: imponente riunione di Vescovi, preti e
laici con allocuzione contro il governo di
Torino. Fiorire di giornali conciliatoristi e di
«società emancipatrici del clero».
1863 – Per diffondere le buone letture e la
scienza istituisce la Biblioteca Mutua
Circolante. Crea una lavanderia modello per
mezzo di una pubblica sottoscrizione e con
macchine di propria invenzione.
Progetta la costruzione d’un tempio per i
Caduti delle guerre sotto il titolo della
Vergine del Suffragio. Il Municipio approva
il progetto.
1863 – Nasce il giornale L’Unità Cattolica.
Primo Congresso dei cattolici belgi a Malines.
1864 – Il Faà è incaricato dell’insegnamento
della geodesia alla Scuola d’Applicazione del
Corpo di Stato Maggiore.
Inizia nell’Opera di S. Zita la classe delle
Interne o Educande per la formazione
professionale di giovani povere per mezzo di
corsi triennali di economia domestica.
1864 – Enciclica Quanta cura.
Il Sillabo condanna gli errori della civiltà
moderna.
A Torino muoiono il Teol. Saccarelli e la
Marchesa di Barolo.
Storia politica
1861 – Si proclama il Regno d’Italia.
Morte di Cavour.
1864 – Convenzione di settembre: l’Italia
rinuncia a Roma come capitale del nuovo
regno, ed elegge Firenze nuova capitale.
11
Vita di Francesco Faà di Bruno
Storia religiosa
1865 – Fallimento delle trattative tra l’Italia e la
S. Sede per 108 sedi vescovili vacanti.
Luisa Borgiotti e il P. Durando fondano le
Suore Nazarene.
Storia politica
1864 – Prima Internazionale Socialista a
Londra.
1866 – Rileva l’Istituto dell’Annunziata da un
sacerdote e dà vita alla classe delle Allieve
Maestre.
1866 - Il Teol. Leonardo Murialdo diventa
direttore del Collegio degli Artigianelli.
Entra in vigore il nuovo codice con
l’introduzione del matrimonio civile.
Il Parlamento sopprime la maggior parte delle
corporazioni religiose in Italia. Tassa del 30%
sugli enti rimasti.
1866 – Terza Guerra d’indipendenza: si
conclude con l’annessione del Veneto,
nonostante le sconfitte di Custoza e Lissa
Lissa morì Emilio Faà di Bruno).
1867 – Si comincia la costruzione della
Chiesa del Suffragio.
Promuove presso il Municipio l’istituzione
stabile dei fornelli economici: la proposta
accolta, ha seguito fin quasi alla fine del
secolo.
1867 – Nomine dei Vescovi per un terzo delle
sedi vacanti: a Torino Mons. Riccardi di Netro.
Festeggiamenti centenari degli Apostoli e
nascita della Società della Gioventù Cattolica.
1867 – Tentativo garibaldino contro lo Stato
Pontificio ed intervento francese; caduta del
secondo gabinetto Rattazzi, ed inizio della
serie dei governi Menabrea.
(a
1867 – Tassa sul macinato e miseria delle
classi popolari.
1868 – L’istituto della SS.ma Annunziata
muta nome con quello di Istituto di S. Teresa
per Allieve Maestre ed Istitutrici, a favore
della media e bassa borghesia.
1869 – Veste le prime probande.
Fonda l’Emporio Cattolico allo scopo di
fornire a buon prezzo gli arredi sacri.
1869 – Sono istituite le Vincenziane di Lanzo.
La Società Salesiana ha l’approvazione della S.
Sede.
1870 – Il Faà è costretto a interrompere i
lavori di costruzione della chiesa per
mancanza di fondi.
Invia un legato in tutta Italia per racimolar
soldi.
Inventa l’ellipsigrafo ed il barometro
differenziale.
1870 – Concilio Vaticano I e definizione
dell’infallibilità pontificia.
Muore l’Arcivescovo di Torino.
1869 – Guerra franco-prussiana:
NapoleoneIII è sconfitto e cade il Secondo
Impero. Le truppe italiane invadono Roma.
12
Vita di Francesco Faà di Bruno
1871 – Il Faà vien nominato professore
incaricato di analisi matematica e di
geometria analitica all’Università di Torino.
Storia religiosa
Storia politica
1871 – Mons. Gastaldi è nominato Arcivescovo
di Torino.
Si fonda in Torino l’Unione Operai Cattolici.
Suor Clarac fonda le Suore di Carità di S.
Maria.
Risposta della S. Penitenzieria sul concorso dei
cattolici alle elezioni in Italia («non expedit).
1871 – Legge delle Guarentigie in Italia,
mentre a Parigi si assiste all’esperienza della
«Comune».
1872 - Nasce Don Orione.
L’Archidiocesi torinese è consacrata al S.
Cuore.
1872 – A Pisa muore G. Mazzini.
1873 – A Torino l’Arcivescovo Gastaldi celebra
il Sinodo diocesano e pubblica la pastorale Sulle
società operaie cattoliche.
Il
Teol. Leonardo Murialdo fonda la
Congregazione di S. Giuseppe.
Soppressione delle Facoltà Teologiche nelle
Università del Regno D’Italia.
1874 – Acquista proprietà e direzione del
quindicinale Il Cuore di Maria, che terrà fino
alla morte.
Riprendono i lavori alla chiesa.
1875 – Decide di farsi prete.
A Vescovi e Prelati chiede finanziamenti per
fondare una Pia Casa do Preservazione.
1876 – La chiesa è compiuta.
Agosto: si reca a Roma per compiere gli studi
in preparazione del sacerdozio.
3 settembre: vestizione.
8 settembre: tonsura.
10 settembre: Ostiariato e Lettorato.
23 settembre: Accolitato ed Esorcistato.
8 ottobre: Suddiaconato.
15 ottobre: Diaconato.
22 ottobre: Presbiterato.
Questa rapida ascesa al sacerdozio era stata
voluta e concessa da Pio IX con Breve del 22
settembre.
1874 – Primo Congresso dei cattolici italiani a
Venezia.
1875 – A Rivalba nascono le Figlie di S.
Giuseppe.
Secondo Congresso dei cattolici italiani a
Firenze e fondazione dell’Opera dei Congressi e
dei Comitati Cattolici.
1876 – Fanno il loro ingresso a Torino le Figlie
di S. Chiara.
Le Costituzioni delle Figlie di Maria
Ausiliatrice ottengono l’approvazione
arcivescovile.
Il terzo Congresso Cattolico è sciolto dal
Governo «per motivi di ordine pubblico».
Muore il Card. G. Antonelli.
1876 – Avvento della Sinistra al potere in
Italia ed inizio dei governi Depretis-Cairoli: il
«trasformismo».
13
Vita di Francesco Faà di Bruno
Storia religiosa
Storia politica
1876 – 1° novembre: apertura della chiesa
del Suffragio al pubblico e Messa solenne del
Faà. A ottobre era stato nominato professore
straordinario di analisi matematica
all’Università di Torino, e non sarà mai
ordinario nonostante i suoi meriti e le sue
opere scientifiche pubblicate in inglese,
francese e tedesco. Insegnerà fino alla morte.
1877 – Realizza la Pia Casa di Preservazione
per le ragazze-madri, ma la apre solo alla
fine del ’78.
1877 – I 50 anni di episcopato di Pio IX.
Editto di Mons. Gastaldi sull’educazione
femminile cattolica.
1877 – Legge Coppino sull’istruzione
elementare obbligatoria e gratuita.
1878 – Il Faà inventa lo svegliarino elettrico.
1878 - Congresso Cattolico di Torino.
Morte di Pio IX ed elezione di Leone XIII.
1878 – Morte di Vittorio Emanuele II.
Riforma fiscale ed abolizione della tassa sul
macinato.
1879 – Enciclica Aeterni Patris sul tomismo ed
Inscrutabili Dei Consilio sulla riconciliazione
della Chiesa con la civiltà moderna.
1881 – Fonda L’Istituto S. Giuseppe in
Benevello d’Alba per la formazione
professionale delle giovani delle Langhe a cui
nessuno s’interessava.
A Torino mette in piedi una tipografia per
allieve compositrici e per la diffusione di
buoni libri.
16 luglio: solenne vestizione delle novizie
della Congregazione delle Suore Minime del
Suffragio.
1883 – Acquista la proprietà e la direzione de
il Museo delle Missioni Cattoliche, giornale
missionario che terrà fino alla morte.
Nel castello di Benevello programma corsi di
esercizi spirituali per gentildonne; dureranno
fino alla sua morte.
Nello stesso luogo apre un Pensionato per
signore che vogliono vivere in campagna.
1880 – Morte del Can. Ortalda e del P.
Durando.
Il Can. Allamano è Rettore del Santuario della
Consolata.
Da Parigi arrivano a Torino le Suore Ausiliatrici
delle Anime del Purgatorio.
1880 – Fondazione del Partito Operaio
Indipendente.
1881 – Entrano in Torino le Piccole Suore dei
Poveri.
1882 – Arrivano a Torino le Adoratrici del S.
Cuore.
1882 – Muore G. Garibaldi.
1883 – Le Dame del S. Cuore ritornano in città.
Muore l’Arcivescovo Gastaldi. Gli succede
l’Alimonda.
14
Vita di Francesco Faà di Bruno
1888 – 27 marzo: morte quasi improvvisa di
Francesco Faà di Bruno.
Storia religiosa
Storia politica
1885 – Enciclica Immortale Dei sul potere
temporale e su quello spirituale.
1885 – L’Italia si lancia nell’avventura
coloniale.
1886 - Il S. Ufficio dichiara: «non expedit
prohibitionem importat».
1886 – Viene sciolto il Partito Operaio
Indipendente.
1887 – Muoiono l’ex-gesuita Carlo Passaglia e il
giornalista intransigente don G. Margotti.
1887 – Governo Crispi: rovinosa guerra
doganale con la Francia e sconfitte di Dogali.
1888 – Scompaiono alcuni dei maggiori
personaggi della Chiesa torinese che
giungeranno all’onore degli altari: Don Bosco,
Suor Giovanna Francesca Michelotti.
Muore anche il P. Felice Carpignano, filippino,
insigne per cuore e dottrina.
1889 – Fallimento di Crispi per la pacificazione
religiosa in Italia.
1891 – Enciclica Rerum Novarum: la Chiesa
cattolica condanna la pratica dello sfruttamento
dell’uomo indotta dal capitalismo.
Con il pontificato di Leone XIII i cattolici si
riavvicinano allo Stato e ritornano alla vita
politica.
1889 – Costituzione della Seconda
Internazionale Socialista a Parigi.
Codice penale Zanardelli con l’abolizione
della pena di morte.
1892 – Fondazione del Partito Socialista dei
Lavoratori Italiani.
15
Attraverso queste pagine
che hanno parlato di una
VITA
nella storia politica e religiosa dell’Italia,
si può senz’altro dire che il
Cav. Francesco Faà di Bruno
“ha scalato il cielo”,
sempre però con i piedi su questa terra,
come l’ardito campanile che pur radicato
al suolo punta dritto e snello verso il cielo.
Egli con la mente ed il cuore
ha sempre mirato in alto non abbandonando mai
la “scalata” a quel luogo
dove il suo campanile s’innalza.
Questo “dardo piantato nel cielo”
è la sintesi visibile della sua ascesi,
del suo modo di dar gloria al Creatore
attraverso l’impegno scientifico
ed il servizio agl’ultimi.
Questo segno singolarissimo che coniuga
in maniera armonica
il legame tra scienza e fede
è lì per ricordare nel tempo
che tutti possono
16
scalare il cielo.
3. LA FAMIGLIA
Tradizioni nobiliari dei Faà di Bruno
Il nostro percorso sulle orme del Beato Francesco Faà di Bruno, inizia dalla sua famiglia in
quanto le suggestioni che venivano dai parenti ebbero una notevole influenza su di lui, è perciò
opportuno accostarsi anzitutto all’ambiente familiare per rilevarne gli elementi più caratteristici.
L’origine di questa famiglia, la data dalla quale la sua nobiltà incomincia, non si può precisare. Da
documenti rimasti troviamo che nel 1526 Giovanni Matteo si firmava: Nob. Dominus Joannes Mattheus Faà.
Fra i Cavalieri Gerosolimitani trovasi un Faà Ferdinando, iscritto all’Ordine il 14 aprile 1580.
Per essere accettato fra i Cavalieri di Gerusalemme, si richiedevano in passato, due secoli di nobiltà nelle
quattro linee ascendenti degli avi paterni e materni. Per cui la nobiltà di questa Famiglia risale forse al 1200,
certo però al 1300.
Del resto nel Decreto di Carlo II, Duca di Mantova e del Monferrato, col quale elegge in Marchesato la
Contea di Bruno, si leggono queste parole:
«La nobile e antica Famiglia Faà… fiorì fin dai tempi antichi…».
Così dalla nobile Famiglia dei Faà vennero i Marchesi di Bruno, Conti di Carentino, Signori di Fontanile e
Patrizi di Alessandria.
I Faà quindi, prima Signori, secondo l’uso dei feudatari Monferrini, divennero Conti e poi
Marchesi, secondo gli usi di Spagna; ed il Castello di Bruno vide un lungo succedersi di uomini
insigni per pietà, per dottrina, per anni; e nel secolo XVII la Famiglia dei Faà di Bruno era tenuta
fra le primarie Famiglie nobili del Monferrato.
17
IL PADRE DI FRANCESCO
Ludovico Faà di Bruno era nato nel 1782.
Pur avendo trascorso tutta la gioventù nel periodo
repubblicano e napoleonico, egli si mantenne piuttosto
lontano dalle istituzioni francesi, come una certa parte della
nobiltà colta fortemente legata alla monarchia piemontese.
Marchese
Ludovico Faà di Bruno
Già socio dell’Accademia degli Uniti di Torino, fu proclamato «magister philosophiae et liberalium artium»
all’Università nel 1798; dal 1808 fu socio dell’Accademia degli Indefessi di Alessandria e nel 1811 entrò
nell’Accademia delle Scienze di Siena. Egli non recepì le tendenze democratiche del nuovo corso; sembrò
aprirsi a qualche idea genericamente illuministica ma restò sostanzialmente un uomo con la mentalità
dell’«ancien régime». E al ritorno del vecchio sovrano sabaudo si precipitò a Genova ad accoglierlo.
Sarebbe importante rilevare la profondità degli influssi esercitati dal padre sul giovane Francesco.
Da un lato bisogna osservare che i rapporti tra padre e figlio dovettero essere scarsi. Parlando del genitore, il
Nostro scriveva al fratello maggiore: «…Che vuoi che ne sappia? Di noi tutti [fratelli] io rimasi il minor tempo
a casa. […] Ben pochi mesi ininterrotti potei passare in famiglia».
Tuttavia fu il padre a dare l’impronta alla famiglia ed a incidere, anche indirettamente sull’educazione del
figlio. Infatti non è difficile constatare una continuità tra certi atteggiamenti del nostro Francesco e il modo di
agire e di pensare di suo padre.
Secondo il marchese Ludovico, l’umano e il divino non si devono opporre tra loro, bensì devono intrecciarsi
continuamente. Non solo «la religione è uno dei mezzi che ha contribuito alla civilizzazione degli uomini», ma
è pure una salvaguardia continua della società. La religione era vissuta con profondità di sentimenti ed
induceva spesso a vedere negli avvenimenti storici anche la mano provvidenziale di Dio.
Egli fu il più ricco proprietario di Bruno, tra i più ricchi di Alessandria e con beni nelle terre
vicine. La sua amministrazione oculata garantì una grossa eredità di beni al primogenito ed
adeguate pensioni ai figli cadetti.
18
LA MADRE DI FRANCESCO
I rapporti di Francesco con la madre
furono forse più profondi che non con il padre.
Nobildonna
Carolina Sappa
dei Milanesi
Dopo la morte dei genitori, egli scriveva al fratello:
«Se tra gli uomini Alessandrini il nostro Padre fu singolare di mente e virtù, io stimo che la nostra Madre il fu
in proporzione molto più fra le donne, e se un altro Luigi Faà può trovarsi oggigiorno in Piemonte, temo che
sarebbe ben difficile trovare un’altra Carolina Sappa… bella appo gli uomini ed appo Dio».
Francesco la amava con particolare affetto: la sua religiosità e la morte prematura hanno certo lasciato
tracce profonde nell’animo del figlio. Nata ad Alessandria il 1° settembre 1789 e mortavi il 15 luglio 1834, fu
una delle sette figlie di Luigi Antonio Sappa.
Questi era capitano del Reggimento Casale e Riformatore delle Scuole di Alessandria. Quando i Francesi
invasero il Piemonte, dopo aver tentato invano di farseli amici, non si compromise con il nuovo Governo; e,
probabilmente, ciò gli valse nella Restaurazione la nomina di consigliere comunale di Alessandria.
Non sappiamo come avesse accolto i repubblicani la figlia Carolina, che pure aveva letto Rousseau e Voltaire
oltre a Boileau. Certo di fronte alle vicende dell’Impero si dimostrò assai scettica dei grandi ideali umani ed
ironizzò sui «Beaux raisonneurs en politique» e sulla «Republique […] morte en couche d’un Empereur».
La madre di Francesco si distinse piuttosto per una intensa religiosità. Praticò con ardore la devozione alle
anime del Purgatorio e quella del Sacro Cuore di Gesù, servendosi di antichi libri di pietà e di esercizi che si
possono collegare alla tradizione della Compagnia di Gesù.
Abile suonatrice di arpa, grande benefattrice dei poveri che la piansero amaramente quando morì.
19
Le sorelle e i fratelli di Francesco
In questo contesto famigliare di tradizioni aristocratiche e di intensa religiosità nacque una numerosa
figliolanza. Delle sette sorelle (una morì bambina).
CAMILLA,
entrò tra le
Dame del
Sacro Cuore
A Torino.
VIRGINIA,
sposò il conte Fabrizio Lazzari,
Primo Aiutante Generale di Campo
del re Carlo Alberto, Generale dei
Carabinieri, Ministro di Polizia e
Senatore del Regno.
MARIA LUIGIA,
Religiosissima, sposò il conte
Costantino Radicati Talice di
Passerano, consigliere
d’Intendenza,
quindi vice-prefetto
e prefetto di Torino.
ENRICA,
a sedici anni fu accettata nel Monastero
della Visitazione a Torino, dove morì in
fama di santità e l’esempio della sua pietà
lasciò qualche traccia sull’animo giovanile
del nostro Francesco.
COSTANZA,
andò sposa al conte
Giovanni Tornielli
di Crestvolant, giureconsulto
ed assessore del R. Tribunale di
Prefettura sedente in Asti.
ANTONINA,
Sposò il conte Paolo Appiani di Castelletto,
Intendente Generale di Armata, 1° ViceIntendente Generale di Guerra e maggiore
di Cavalleria. Anche Antonina era molto pia
e dedita alle opere di carità: si ricorda
come a Bruno fosse solita radunare i bimbi
dei coloni per insegnar loro il catechismo.
20
Tra i cinque maschi, il maggiore era:
ALESSANDRO,
nato a Solero
il 23 settembre 1809,
sposò nel 1843
Primitiva della Chiesa
di Cervignasco, figlia
del Generale Giacinto.
CARLO MARIA,
Nato ad Alessandria nel 1814 fece i
suoi studi nel R. Collegio degli Scolopi
di Savona, dove il 9 dicembre 1833
vestì l’abito religioso.
GIUSEPPE MARIA,
nato ad Alessandria nel 1815, compì gli studi in parte nella città natale, in
parte a Torino, dove nel 1838 fu ordinato sacerdote. Nel 1840 conseguì la
laurea in Teologia all’Università. Quindi si recò a Roma ed entrò
nell’Accademia Ecclesiastica. Conobbe il sacerdote Vincenzo Pallotti e nel
1845 gli chiese di entrare nella Società delle Missioni da lui fondata. Fu
destinato alla fine del ‘46 alle missioni londinesi di Raffaele Melia. Nel 1869
fu costituito quinto Rettore Generale della Società dal Visitatore Apostolico.
EMILIO,
Nato nel 1820, è il più conosciuto dei
fratelli: la sua morte eroica a Lissa fu
celebrata anche dal D’Annunzio.
Alessandria, il 1° giugno 1893, scriveva
sul marmo, sotto il busto dell’eroe:
«Emilio Faà
Faà di Bruno
– Capitano di Vascello
-a Lissa – colla sua morte
– nuova gloria
-aggiungeva – al valore
italiano - 1866»
1866».
21
Il Castello di Bruno
Il Monferrato, costituito da colline a dolci declivi formanti
piccoli bacini continuamente variati, ricco di vigneti, di prati e
di campi, e che ebbe una parte importante nella storia
d’Italia, comprende il grande altipiano collinoso segnato a
mezzanotte dall’arco che il Po descrive fra Torino ed
Alessandria, mentre a mezzogiorno si estende nelle vallate del
Belbo e della Stura. E proprio là dove il Belbo incomincia a
scorrere sul piano per andare a finire nel Tanaro, a 22 Km da
Alessandria, si trova la piccola terra di Bruno, parte a ridosso
delle colline e parte in pianura.
L’antica Bredunum, poi Brudum, oggi Bruno. Nella seconda
metà del secolo XVI il castello di Bruno, con terre che ne
erano il feudo, passò alla nobile Famiglia dei Faà per la
vendita fattane dagli Scarampi al Nobile Orati Faà.
«…conto proprio di venirvi
a vedere e ringiovanire in quelle
sale di mia fanciullezza»
Uscendo da Torino con l’autostrada
A21 si va verso Alessandria. Si esce
a Quattordio-Felizzano, a circa 3 Km
si entra i Felizzano, si prosegue per Oviglio. da
Oviglio si va verso Bergamasco, da qui verso
Aie e Bruno.
Il Castello di Bruno
(quadro d’epoca)
22
Stemma di Famiglia dei Marchesi Faà di Bruno
(Sala interna Castello di Bruno)
4. L’INFANZIA
Francesco era l’ultimo di una numerosa figliolanza, nacque in Alessandria il 29 marzo 1825,
appena nato si temette per la sua vita e gli si amministrò subito il battesimo.
Francesco fu battezzato nella Cappella privata del palazzo, dove abitavano in Alessandria i
Marchesi Faà, dall’Arciprete della Cattedrale Canonico Teol. Alessandro Bobbio; e gli furono
imposti i nomi di Francesco da Paola, Virginio, Secondo e Mattia. Nei primi anni, poi, la sua gracilità era tale
da indurre i genitori, che vivevano allora in Alessandria, a separarsi da lui e a portarlo in campagna, nel
castello di Bruno presso il nonno paterno.
Bruno era un piccolo paese agricolo e dal castello arroccato sulle pendici del colle i Faà potevano dominare
le campagne vicine, dove erano i loro poderi brulicanti di coloni e mezzadri. In quel castello maestoso e
misterioso ad un tempo, Francesco aveva la compagnia del nonno, forse di qualche sorella e di una decina
di servitori.
Nel castello doveva esserci anche la nonna materna che si preoccupava di portare il nipotino a messa e
infondergli la pietà e la devozione, le abitudini e l’affetto alla Chiesa dei Sappa.
Egli dimostrava talora quel carattere pronto, forte non facilmente pieghevole, che metteva alla prova la
pazienza dell’anziano «Padre-grande»: «Franceschino […] si abusa un tantino del mio poco vigore; ma vi
supplico in qualche maniera, perché ambisco che i miei Nipoti rieschino a dovere…».
E doveva essere alquanto vivace
da far scrivere
in una annotazione del nonno:
«…Franceschino è un bravo figlio…
quando dorme…
ed ha letto bene questa mattina».
23
Bisogna ricordare che, poiché la cappella del castello
era officiata di rado, Francesco era accompagnato
alla chiesa parrocchiale. Nel 1825, mons. Sappa,
prozio del nostro Francesco, nominò don Carlo
Lovisolo parroco di Bruno. Questo prete «indefesso e
zelante, tutto inteso al decoro della Casa di Dio», fu il
primo maestro di vita religiosa di Francesco; e questa
prima formazione fornì una trama di elementi che la
religiosità degli anni successivi avrebbe variamente
evidenziato.
Don Lovisolo diede un volto alla parrocchia; tutte le
domeniche e feste solenni egli faceva «la spiegazione
del Vangelo con dottrina ai ragazzi ed istruzione».
Insisteva sulla necessità della comunione frequente e,
seguendo l’indirizzo del vescovo, uniformava il suo
ministero di confessione e di direttore di anime alle
indicazioni della teologia morale di S. Alfonso Maria
de’ Liguori.
Chiesa parrocchiale di Bruno
Don Lovisolo parroco di Bruno
fu il primo maestro di vita religiosa di Francesco
Contava otto anni di età quando, per mano di Sua Eccellenza Mons. Carlo Giuseppe Sappa, Vescovo di
Acqui, suo zio materno, ricevette nella Cappella privata del palazzo di Alessandria, il Sacramento della
Cresima, il 23 ottobre 1833.
Francesco visse in quel mondo contadino e religioso forse fino ai nove anni; e le sue esperienze successive,
se oscurano un po’ quei primi ricordi, non distrussero affatto le aspirazioni più profonde che fin d’allora
aveva potuto attingere nella realtà circostante.
Né più dimenticherò «l’aria nativa» di Bruno.
[da lettera al fratello Alessandro da Torino, 25 settembre 1853]
24
Fino a nove anni egli non cominciò a studiare: l’unica
occupazione cui si dedicava volentieri era la musica, nella quale,
rivelava particolari disposizioni.
La madre si accorse che fin d’allora si veniva sviluppando in lui il
gusto della musica, e ben presto volle che ne imprendesse lo
studio sotto la guida amorosa della sorella Antonina.
A quei tempi era in uso nel Patriziato subalpino di prendersi in
casa un sacerdote per l’istruzione e l’educazione dei figli. Il
Marchese chiamò un certo don Garibaldi, che «trovò il discepolo
alquanto svogliato nell’imparare»; ma tanto egli seppe fare, che
il piccolo Francesco fu in poco tempo completamente mutato.
Carrozza della famiglia Faà di Bruno
Esposta in Casa Madre con sottofondo il castello di Bruno,
In occasione del decennale della Beatificazione
Ma due lutti, a cinque mesi l’uno dall’altro, avrebbero mutato
radicalmente la vita del nostro Francesco. Il 15 luglio 1834, a Bruno,
la Marchesa moriva.
Il 18 dicembre 1834 moriva pure a Bruno, il nonno Marchese
Francesco.
Tomba
di
Famiglia
al
Cimitero
di
Bruno
Queste
due
morti
decisero
il
Marchese
Ludovico a provvedere al
suo piccolo Francesco; lo
collocò nel Collegio S.
Giorgio
dei
Padri
Somaschi di Novi Ligure.
Francesco aveva poco più
di undici anni.
“Basta amare per fare il bene”
Targa ricordo di Carolina Sappa
Marchesa di Bruno
(interno chiesa parrocchiale)
25
5. Il Collegio di Novi Ligure
Il nostro, scrisse il 18 settembre 1838 al fratello Alessandro: «…son contentissimo del Collegio,
siccome i Superiori di detto sono contenti di me, e mi usano molti riguardi. Nella distribuzione de’
premi mi toccò il premio d’eccellenza, ed il 1° premio nella Scuola d’Umanità.
Da Novi L. scrisse nel 1839 «Tutti volevate venir a trovarmi. Non posso esprimere la mia contentezza di
questa notizia, poiché vedo l’amore che tutti mi portate. Però, benché non siate venuti, vi ringrazio
ugualmente».
Nei quattro anni in cui rimase nel Collegio S. Giorgio, fino al compimento degli studi di retorica, si mostrò
l’ingegno vivace e pronto del giovane Francesco. Qui incominciò a raccogliersi il suo spirito ed a fortificarsi la
sua volontà nello studio. Qui iniziò quel lento lavorio dell’anima che dovrà più tardi formare una delle
caratteristiche del nostro: dominio di sé, il freno di ogni moto che non fosse abnegazione, sacrificio, virtù.
Partì da questo Collegio dunque, maturo di studio, di volontà, di fermezza, coronando la speranza del
Marchese suo padre.
Scriveva il P. Vincenzo Costa, nella certificazione degli
avvenuti studi nel Collegio:
«Il sottoscritto, Rettore del Collegio di S. Giorgio in Novi,
certifica che il Sig. Cav. Faà di Bruno, dell’Ill. Sig. Marchese
Luigi, nativo di Alessandria, ha frequentato in qualità di allievo
interno, questa scuola per quattro anni, nell’ultimo dei quali ha
compiuto lodevolmente il corso di Rettorica. Certifico del pari
che il predetto Sig. Cav. Faà di Bruno si è dimostrato esatto
nell’adempimento degli esercizi di Religione, e frequentò cioè
ogni domenica i SS. Sacramenti; motivo per cui i suoi Superiori
lo vedevano con dispiacere partire da questo stabilimento, cui
egli abbandonava per fruire della Grazia Sovrana che lo
ammetteva ad allievo nella R. Accademia Militare di Torino».
- Novi lì 9 ottobre 1840 -
Collegio
S. Giorgio
di Novi
Ligure
dei
Padri
Somaschi
Francesco
vi entra
nel 1836
26
Per renderci conto del tipo d’influenza che si esercitò su di lui in quegli anni, è opportuno considerare i
principi educativi che guidavano l’attività dei Somaschi nei loro collegi. Nella riorganizzazione degli
istituti e dell’attività, avvenuta nei primi anni della Restaurazione, quando il re Vittorio Emanuele aveva
affidato ai Somaschi anche il Reale Collegio di Genova, erano state redatte le «Regole Generali per i
collegi diretti dai PP. Somaschi».
I compilatori erano preoccupati di legiferare in modo che ogni circostanza venisse risolta in vista del
bene comune, al quale intendevano far corrispondere la formazione del singolo. Unicamente
preoccupati di mantenere l’ordine; la disciplina era realizzata con il silenzio imposto, con la fila
militaresca, con la minuta disposizione dell’orario.
La pietà non era tanto una forma di vita spirituale, ma una sequela di formule pratiche e prestazioni di
culto a cui si supponeva che l’individuo accedesse in forza della ripetizione di quegli atti di culto
prescritti. Erano concetti e criteri che si ritenevano validi in un’età in cui si temevano le deviazioni
rivoluzionarie, e si credeva che un regolamento imposto con minuta precettistica potesse essere non
solo correttivo dei mali, ma anche preventivo delle buone azioni e della perfetta condotta.
Il nostro Francesco accettò senza difficoltà questa impostazione.
Nel settore scolastico, cioè dello studio, la sua diligenza fu tale da condurlo, come abbiamo constatato,
ad un risultato finale positivo.
27
5. L’ACCADEMIA MILITARE DI TORINO
Terminati gli studi classici nel 1840, Francesco Faà di Bruno abbracciò la carriera delle armi
entrando nell’Accademia Militare di Torino. Perché sceglieva la carriera dell’esercito?
Le testimonianze di quanti lo avevano conosciuto personalmente sono concordi nell’affermare la
sua incertezza, sentendo egli una certa disposizione sia verso la vita del sacerdozio sia verso quella delle
armi. Sarebbe stato l’intervento di una zia ad indirizzarlo verso la carriera militare.
Dice Il Condio: … incontrandosi un giorno con una zia materna, la signora Dellogli, avendogli egli parlato del
turbamento in cui si trovava per la direzione della sua vita, questa con affetto materno gli disse: «Caro
Francesco, se abbracci la carriera ecclesiastica e ti fai prete, una volta che ti sei legato, non potrai più
scioglierti: che se invece ti fai militare, per cui senti inclinazione, potrai sempre tornare indietro, ed
abbracciare un’altra carriera da te preferita».
Le tradizioni della famiglia Sappa e lo stato di vita dei famigliari più prossimi gli offriva un esempio di cui
poteva ispirarsi: due sorelle erano entrate in religione; due fratelli seguivano la carriera ecclesiastica, un
fratello e due cognati si erano dedicati alla vita militare. Egli entrò nell’Accademia di Torino a 15 anni e ne
uscì a 21. Il lungo periodo e l’età particolare ci inducono a pensare che questa esperienza abbia lasciato in lui
tracce profonde, che non si dovrebbero trascurare nel ricostruire la formazione della personalità.
Oggetti
personali
del
Capitano
Francesco
Faà
di Bruno
[ Museo F.F.d.B.]
L’Accademia militare di Torino era
istituita per addestrare negli esercizi
delle armi e negli studi i paggi e i nobili
della corte. Nei primi tempi della
Restaurazione vi fu indotta la Regola, i
cui
principi
educativi
restano
fondamentalmente
immutati
nelle
successive disposizioni.
28
Cardine principale di tutto l’indirizzo era l’idea religiosa o, forse più esattamente, l’insegnamento religioso e le
sue pratiche di culto. Ciò rispondeva ai sentimenti personali dei sovrani: si voleva una larga espiazione della
tanta empietà rappresentata dalla Rivoluzione francese, dalle idee ed istituzioni che erano sorte. La Regola
perciò assegnava un prestigio notevole al Direttore di Spirito, fissava gran numero di cappellani, prescriveva
l’obbligo di numerose pratiche. Accanto al sentimento religioso, si procurava che si rafforzasse e crescesse
nell’animo dei giovani la devozione al sovrano. Il re capo supremo dell’esercito, appariva loro come il padre
venerato della famiglia alla quale venivano ad ascriversi.
La vita interna dell’Istituto, quando
il nostro Francesco vi fece il suo
ingresso, era poi regolata dai
Provvedimenti emanati dal re nel
1839. Il corso di studi era fissato in
5 anni per gli allievi che si
dedicavano al servizio nelle armi
«comuni» (fanteria, cavalleria), in
6 anni per quelli che venivano
destinati
alle
armi
«dotte»
(artiglieria, genio, stato maggiore).
La scelta per le armi «dotte»
veniva fatta dal Consiglio di
Istruzione dopo il 2° anno di corso
ed era resa definitiva dopo il 4°.
Per gli allievi promossi alle armi
«dotte»
veniva
istituita
una
«Scuola di Applicazione» in cui si
faceva un corso di due anni
Accademia Militare
di Torino
Dicitura sull’ entrata
REGNANDO CARLO EMANUELE III
Cresciuto il Piemonte in militare grandezza
sorse disegnato da FELICE DEVINCENTI
questo Arsenale di guerra
e perché rimanesse
di sue militari difese
Presidio Scuola ed Officina
Vi die’ compimento l’Italia nuova
Regnando UMBERTO I
Partendo da Piazza Statuto si
percorra la via Garibaldi, già via
Doragrossa, fino all’incrocio con
via S. Tommaso. Proseguire per via S.
Tommaso, oltre via S. Teresa inizia via
Arsenale
e
all’incrocio
con
via
Arcivescovado si trovano le Scuole di
Applicazione d’Arma.
29
Le reazioni personali di Francesco all’ambiente dell’Accademia, secondo la testimonianza dei documenti, si
possono individuare in alcuni elementi, attorno a cui ruotano maggiormente i suoi interessi: la serietà degli
studi, l’affetto per la famiglia e la cura della religione e della vita di pietà. Dopo il 2° anno fu scelto per le armi
«dotte», per essere poi avviato al Corpo di Stato Maggiore. La sua applicazione nello studio delle materie
scolastiche doveva essere notevole, tenendo conto da un lato, della severità degli esaminatori delle classi di
armi «dotte», e, dall’altro, delle votazioni che egli riportava.
Nell’anno scolastico 1842-’43, se non eccelleva nelle discipline propriamente militari, aveva voti migliori nelle
matematiche e nelle lettere francesi; ma le votazioni più alte sono quelle riportate in religione (9,66/10) e in
condotta morale (10/10). Negli anni successivi si viene precisando la particolare inclinazione verso le materie
scientifiche, mentre si mantiene inalterata la votazione massima ottenuta nella religione, e condotta morale
religiosa. Con lo stesso impegno e con risultati altrettanto positivi, come «esterno» frequentò la Scuola
d’Applicazione nel 1847 fino all’inizio del ’48. In questo periodo iniziò lo studio delle lingue straniere, francese,
inglese e tedesco.
Non conosciamo la portata reale dell’influenza del personale a cui era affidata la sua istruzione e la
sua educazione religiosa. Dei tre Direttori Generali di Spirito, durante gli anni in cui Francesco fu
all’Accademia conosciamo i nomi: il somasco P. Domenico Pessani, il Teol. Costa della Torre,
l’abate Bernardo Michelotti, di quest’ultimo Francesco riteneva «persona benemerita degli allievi».
In quegli anni il Faà dovette conoscere anche il canonico Carlo Borsarelli di Riffredo, che si recava
all’Accademia a confessare gli allievi, e che ritroviamo più tardi al suo fianco all’inizio delle
fondazioni degli istituti in Borgo S. Donato.
Le alte votazioni riportate in religione e in condotta religiosa, insieme con le testimonianze
della sua pietà tramandataci dai biografi e dalle deposizioni dei Processi, dimostrano come egli
avesse accolto pienamente il principio religioso, che caratterizzava l’educazione
dell’Accademia. Si ricorda la testimonianza di un «famiglio» all’Accademia Militare, che là si
trovava quando il Faà era accademista, secondo la quale il giovane «nella Cappella
dell’Accademia assisteva sempre alla S. Messa in ginocchio».
30
«E
Era esempio di virtù e religione, né il rispetto umano lo trattenne mai dal compire i suoi doveri religiosi e per
questo era stimato dai compagni e superiori». «All’Accademia Militare, mantenne la pratica della Visita al SS.
Sacramento (abitualmente nella Chiesa delle Religiose Sacramentine in Via dei Mille prossima alla sua
abitazione) e quella della frequente Comunione».
Dettaglio
Altare
Dove veniva
posto il
SS. Sacramento
per l’adorazione
Altare Chiesa di S. Francesco di Sales
(ex Chiesa Religiose Sacramentine)
Cappella dell’Accademia
Dedicata a Francesco Faà di Bruno
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Il Condio riferisce di aver inteso raccontare da don Francesia, uno dei primi Salesiani, a proposito del Faà nel
periodo in questione: «… io ricordo di averlo veduto varie volte all’Oratorio, all’ora della Messa del nostro Don
Bosco, depositare in sacrestia la sciabola, e, in divisa di Ufficiale servigli la Messa in modo inappuntabile, colla
più grande divozione».
Altare
della Chiesa di
S. Francesco di Sales
(oggi)
Entrata
L’ufficiale Faà Faà di Bruno
Serve Messa a don Bosco all’altare della Chiesa
di S. Francesco di Sales
(Chiesa interna a Valdocco, dietro la basilica
di Maria Ausiliatrice)
laterale della Chiesa, e part.
targa ricordo moltiplicazione dei pani
operata da don Bosco.
Partendo dall’Istituto Suore Minime di Via S. Donato 31,
portarsi in P.zza Statuto, percorrere C.so Principe Eugenio fino
alla rotonda di C.so Reg. Margherita dove inizia Via Cigna,
percorrerla fino all’incrocio con Via M. Ausiliatrice, svoltare a sinistra e
dopo 50 mt. si trova la Basilica di Maria Ausiliatrice e l’Istituto dei
Salesiani.
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6. IL SOLDATO
la guerra, la scelta
Il 18 agosto 1846 Francesco termina i corsi all’Accademia
Militare ed è nominato Luogotenente nel R. Corpo di Stato
Maggiore. Inizia il biennio di specializzazione (in topografia)
presso al Scuola d’Applicazione dello Stato Maggiore.
Si avvicina per il giovane Luogotenente l’esperienza del «’48» (l’esperienza
della guerra) la quale segnerà una tappa significativa e gravida di
conseguenze nella vita di Faà di Bruno. I documenti su questo argomento
(la guerra) ci permettono di illuminare meglio la sua figura, di seguire in
parte i pensieri dominanti. Ci apparirà così che il militare pio e devoto,
intelligente e dotato di notevole realismo e di un certo buon senso nel
vedere le operazioni militari, era per altro restio ad intendere il significato
politico complessivo delle azioni a cui partecipava.
Quando partì per la guerra, come tutto l’esercito, anche Francesco era al
colmo dell’entusiasmo. Ma era l’entusiasmo di chi, sotto la bandiera del
proprio re, andava a combattere una guerra, a cui da quasi otto anni si
preparava ed era addestrato, non di chi intraprendeva un movimento,
militare e politico insieme, di unificazione nazionale.
Ma quella guerra contro l’Austria, che si combatteva sui campi lombardi, di fatto,
imponeva un discorso di «indipendenza» dall’Austria, e di «unificazione», del
Piemonte e della Lombardia sotto la corona di Carlo Alberto, re costituzionale.
Nomina a
Luogotenente
Il Luogotenente Faà di Bruno effettivamente accolse l’idea dell’unificazione dell’Italia
settentrionale, senza peraltro interrogarsi troppo sulle singole questioni, e tantomeno sulla
questione complessa dell’unificazione della Penisola.
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Di fronte alle difficoltà opposte da Milano all’unione con il Piemonte, egli non intese il senso politico del
contesto. Il Governo piemontese voleva che i territori occupati accettassero l’unione al Regno di Sardegna e
lo Statuto esistente, pur impegnandosi a modificarlo a guerra terminata. Questo programma, accettato dalla
maggior parte delle città Lombarde e del Veneto, incontrò le difficoltà del Governo provvisorio di Milano.
Francesco scriveva al cugino Lodovico Trotti, che era a Milano, facendo voti che i contrasti si appianassero:
«Sarebbe vero, che la Provvidenza per non renderci troppo felici, ci togliesse quest’unione, la quale
recherebbe invidia alla terra tutta per la feracità del suolo, per l’energia e l’ingegno degli abitanti?
Regno costituzionale che seduto sulle Alpi stenderebbe le braccia all’Adriatico per Venezia, al Tirreno per
Genova. ...». Egli non si era posto, tuttavia, il problema politico complessivo. Di fronte ai volontari delle
regioni meridionali, rimane infatti disorientato, e nella medesima lettera al Trotti manifestò il suo stupore,
anche se alla sua mente si affacciava una prospettiva positiva: «V’è qui una deputazione siciliana. Sarà forse
per offrire il trono di Sicilia a casa Savoia? Pare veramente che la Provvidenza combini le cose per formare un
Regno solo d’Italia. Se questa guerra finirà bene, la cosa è indubbia…».
Come si sa la campagna del ’48 fu caratterizzata, a livello di operazioni militari, da vari momenti di inattività
e incertezza da parte piemontese. […] Faà di Bruno non tarda ad accorgersi di questo aspetto negativo.
Tuttavia, in un primo tempo, ne addebita la responsabilità non ai comandanti militari, ma ai «politici».
Scriveva alla sorella Maria Luigia da Cavriana il 18 aprile 1848: «Noi occupiamo tutta la sponda destra del
Mincio, il quale divide la Lombardia dalla Venezia. Sono le alte viste politiche che qui ci trattengono…».
Comunque in tutta la campagna si rilevò un acuto osservatore e giudice critico della conduzione delle
operazioni. I suoi rilievi critici sullo svolgimento delle operazioni sono sostanzialmente gli stessi che gli storici
di quella guerra hanno avanzato: indecisione nel comando ed inattività ingiustificata dell’esercito.
Di ciò si accorse sin dall’inizio della campagna. Il 10 agosto, inviando al cognato il testo
della convenzione firmata il giorno precedente a Milano tra Salasco e Hess, scriveva: «Ecco
a qual punto siamo ridotti. Vedi che non avevo torto a sparlare dei nostri Capi. Essi soli
furono la nostra rovina…».
34
Per quanto riguarda la breve campagna del ’49
possediamo alcuni dati importanti. Il 10 marzo 1849 era
promosso capitano. Non si trattò di una promozione sul
campo per particolari azioni di guerra, comunque una
decina di giorni dopo la promozione, benché avesse iniziato
la campagna con poco entusiasmo, ebbe modo di
distinguersi per valore e si ebbe la «menzione onorevole»
per «i fatti d’armi di Mortara e Novara il 21 e 23 marzo
1849» [… combattendo valorosamente, gli restarono uccisi
ben due cavalli, vien ferito e si merita la menzione
onorevole.]
«Gran giornata quella di ieri. Si prese
Peschiera e si vinse una battaglia presso
Goito…»
Il futuro re Vittorio Emanuele II,
con il quale il nostro Francesco
aveva una certa famigliarità,
dovette apprezzare quei gesti di
eroismo; certo apprezzava la
sua cultura scientifica e la
preparazione
tecnica
del
Capitano di Stato Maggiore.
Il principe Vittorio Emanuele II
Ai tempi della guerra del 1848 – ‘49
Nomina a
Capitano
Il Berteu ci dice che egli «trovossi sui campi di
Novara accanto, anzi, alla mensa istessa del giovane
principe Vittorio Emanuele, di cui era uffiziale
d’ordinanza»
Non ci stupisce, perciò, il fatto
che egli avesse pensato di
affidargli l’incarico di precettore
di matematiche per i propri figli.
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Se la guerra era perduta, se la sconfitta poteva indurlo a
considerare «il nulla del mondo», tuttavia per ora poteva
guardare con speranza all’avvenire e trovare in
quell’incarico, anche il mezzo di «rendersi con essi (studi
matematici) un giorno utile al paese, scopo che sarà sempre
della sua vita».
All’inizio di settembre di quell’anno 1849 chiedeva al re di
essere dispensato dal prestar servizio al Corpo, avendo
intenzione di «perfezionarsi a Parigi negli studi di
matematiche»
La sua richiesta fu accolta, e, prima della fine dell’anno,
ottenne anche un passaporto per la Francia.
Nella formazione di Francesco Faà di Bruno l’esperienza
francese costituisce un momento fondamentale. Gli anni
trascorsi a Parigi ( 1849 – 1851; 1854 – 1856)
conferiscono alla sua vita delle note caratteristiche che
segneranno tutta la sua esistenza successiva.
Carta topografica della regione
del Mincio e di Peschiera
Francesco lavorò a lungo alla formazione della
carta topografica della zona del Mincio (10 fogli) e
delle fortificazioni di Peschiera. Fece poi stampare
tale carta a Parigi negli anni successivi per conto
del Ministro della Guerra.
36
La religiosità raggiunse una pienezza tale da investire tutta la sua attività; il suo pensiero trova forma ed
indirizzo che, pur non escludendo evoluzioni posteriori, resterà tuttavia come ossatura permanente.
Al termine del suo primo
soggiorno parigino è da
osservare un allontanamento
del Faà dagli ideali militari. In
ciò entrano anche le difficoltà
sorte con il Ministero della
Guerra dal 1850. Dopo il
ritorno a Torino alla fine del
’51, egli effettivamente non è
più a suo agio: «… non rido
nella
capitale;
all’opposto
soffro molto moralmente».
Nell’estate
successiva
fu
mandato
a
compiere
i
rilevamenti topografici della
Liguria per conto dello Stato
Maggiore. È qui che prese
sempre più corpo il proposito
di ritirarsi dall’esercito: nelle
solitudini di quei mesi, nel
silenzio di quelle montagne,
egli interrogava se stesso e
lentamente maturava nuove
decisioni.
In una lettera, che scrisse al
fratello Alessandro il 22
agosto 1852, illumina in
profondità
lo
stato
complessivo
delle
sue
aspirazioni, il disgusto per la
vita militare e la professione
di soldato-cortigiano: «… ho
una malinconia che traspira a’
miei compagni dalla mia
figura».
«N
Non mi sento al mio posto,
«M
Mi occorrono perciò l’applicazione e il danaro, la
vedo gli uomini ingiusti ed
ingrati, mi tormenta l’ignorare
ancora il mio vero destino.
[…] L’istruirmi e l’essere utile
altrui sono i cardini della porta
della mia felicità. […] Io tutto
darei per questo scopo, e
beato quel momento in cui
potrò raggiungerlo».
solitudine e lo stipendio, due cose che si contraddicono.
[…] Intanto che posso fare al Corpo, se non perdere quel
che ho già appreso e infangare il mio spirito in cose le più
triviali?
Sono assalito perciò giornalmente dall’idea di abbandonare
il Corpo non per altro che per potermi più agevolmente
occuparmi di matematiche».
[…] «Sono pazzie a detta d’alcuni; pure sono realtà che mi
crucciano».
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Il 14 marzo 1853 chiede la dispensa
dal servizio militare costrettovi dal
rifiuto d’un duello con chi l’aveva
oltraggiato per la sua fede religiosa.
Il 23 marzo 1853,
Re
Vittorio
Emanuele II
gli firma
il congedo,
accordandogli
dei privilegi
per meriti
acquisiti.
Dimissioni da Capitano
23 marzo 1853
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