1 Francesco Faà di Bruno 2 Una vita nella storia 3 La Famiglia 4 5 6 Esperienza francese 12 Il matematico Un esempio profetico 13 Il Prete… Il Padre 8 Un laico cristiano 14 La Biblioteca L’infanzia 9 Un Fondatore 15 Il Museo Il Collegio di N. Ligure L’Accademia Militare 10 La Chiesa 16 Il Soldato 7 11 Il Campanile Opere e Pubblicazioni, Bibliografia Ringraziamento, Indice, Piantina luoghi Faà di Bruno Francesco Faà Di Bruno, nobiluomo, ufficiale dell’esercito piemontese, professore di università e, nella tarda maturità, sacerdote, « era di alta statura, ben complesso di persona, di carnagione bruna; era imponente, marziale: aveva grazia e tratto da nobile cavaliere e nello stesso tempo era semplice, buono, espansivo, affettuoso, ma sempre nobilmente contegnoso. Da tutta la sua persona trapelava l’uomo grande, elevato, generoso, fermo di carattere, dotto, ma umile, virtuoso, santo » Suor Teresa Civetta Legenda I simboli indicano: Notizie storiche-artistiche Notizie legate al Faà di Bruno Seguendo le orme Rimandi a capitoli del libretto Notizie scientifiche-culturali Redazione: Gianni Vindimian Supporto a redazione: Sr. Costanza Presentazione Grafica@gvin99 1. FRANCESCO FAÀ DI BRUNO CHI È FRANCESCO FAÀ FAÀ DI BRUNO …SOLDATO, SCIENZIATO, CRISTIANO, FONDATORE, PRETE… PADRE. SOLDATO Guerra d’indipendenza 1848 – 49’ promosso sul campo Capitano di Stato Maggiore. Disfatta di Novara 21/23 marzo 1849. A 23 anni vive la dura esperienza della guerra. SCIENZIATO 20 ottobre 1816, alla Sorbona discute brillantemente le tesi di analisi matematica e astronomia. CRISTIANO «Ognuno di noi è chiamato a dare testimonianza di Cristo agli uomini suoi fratelli. La nostra fede non può essere nascosta, né avere il suo termine in noi; essa deve espandersi in un campo ben più vasto che non nell’angusta cerchio del nostro egoismo…» Francesco Faà di Bruno Fotografia per il Passaporto ..se Dio mi farà la grazia di compiere la Chiesa.. Sarà la Chiesa di tutti…perché tutti hanno dei Defunti da sollevare dalle loro pene… Francesco Faà di Bruno FONDATORE 1859: Opera di S. Zita; Inizia un Pensionato per Signore. 1860-62: Classe delle Clarine; Opera per Inferme e delle Convalescenti; 1862: Liceo Faà di Bruno. 1864: Classe delle Educande. 1866: Classe Allieve Maestre. 1877: Casa di accoglienza ragazze madri. 1881: Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio. PRETE 22 ottobre 1876: Il suo giorno più importante. … IL PADRE [dal suo testamento] * 29 MARZO 1825 in Alessandria † 27 MARZO 1888 in Torino 1 «Io continuerò a pregare, perché la goccia della Provvidenza non vi abbia mai a mancare». 2 Marchese Luigi Faà di Bruno Virginia 1808 - 1862 Profilo della nobildonna Carolina Sappa dei Milanesi Enrica 1811 - 1849 Alessandro 1809 - 1891 Costanza 1812 - † Camilla 1810 - 1846 Carlo Maria 1814 - 1862 Giuseppe Maria 1815 - 1889 Antonina 1823 - † Emilio 1820 - 1866 Maria Luigia 1821 - 1879 I cinque fratelli Faà di Bruno (a Londra) 3 2. Una vita nella Storia Politica e Religiosa Vita di Francesco Faà di Bruno Storia religiosa 1815 - Nascono Giovanni Bosco e Lorenzo Gastaldi. Storia politica 1815 – Congresso di Vienna. Fioritura delle associazioni segrete. 1817- Inizia l’attività del Convitto Ecclesiastico di San Francesco sotto la direzione del Teol. Guala. Nasce l’Amicizia Cattolica. 1818 - Essais sur l’indiffèrence en matieré de Réligion di Lamennais. 1819 - J. De Maistre pubblica il Du Pape. 1820 – Rivolte in Spagna, Napoli e Sicilia. 1822 – P. Jaricot fonda a Lione l’Opera per la propagazione della Fede. 1821 – Moti in Piemonte. Inizio del regno di Carlo Felice. 1823 – Elezione di Leone XII. 1824 – Enciclica Ubi primum contro il tollerantismo, l’indifferentismo, il liberalismo. 1825 – 29 marzo: nascita di Francesco Faà di Bruno in Alessandria. Francesco trascorre l’infanzia a Bruno Nell’antico castello degli avi. 1824 – In Francia muore Luigi XVIII e succede Carlo X: reazione politica e religiosa. 1828 – G.B. Cottolengo fonda la Piccola Casa della Divina Provvidenza. Rosmini da vita all’Istituto della Carità. Nascita di Leonardo Murialdo. 1829 – Soppressione dell’Amicizia Cattolica da parte di Carlo Felice. Solenne incoronazione della Vergine nel Santuario della Consolata a Torino. Pontificato di Pio VII. Emancipazione dei cattolici nel Regno Unito. 4 Vita di Francesco Faà di Bruno 1831– 25 marzo: la sorella Camilla entra fra le Dame del S. Cuore. 23 ottobre: Cresima di Francesco. 1833 – 9 dicembre: il fratello Carlo si fa Scolopio. 1834 – 15 luglio: muore la madre Carolina Sappa. 18 dicembre: muore il nonno paterno che prediligeva Francesco. 25 dicembre: muore il prozio Vescovo d’Acqui, Mons. C. Giuseppe Sappa. Storia religiosa Storia politica 1830 – Il Papa, che muore alla fine dell’anno, aveva riconosciuto per primo il regno di Luigi Filippo, ed aveva dato libertà d’azione ai cattolici liberali nel Belgio. Apparizioni a Caterina Labouré e Medaglia Miracolosa. 1830 – La Rivoluzione di luglio a Parigi: il regno di Luigi Filippo, monarca della borghesia. Insurrezione in Belgio, Polonia russa, Svizzera e Confederazione germanica. Mazzini è esiliato. 1831- Marcantonio Durando è superiore della Missione di Torino. Muore l’Arcivescovo Chiaveroti. Inizia il pontificato di Gregorio XVI, Papa degli «zelanti». Rosmini fonda le Suore della Provvidenza e la marchesa Giulia Faletti di Barolo le Suore Penitenti di S. Maria Maddalena (Maddalenine). 1831 – Inizio del regno di Carlo Alberto. Insurrezione in Italia centrale: Bologna, Parma, Forlì, Ravenna, Rimini, Ferrara e Modena. Mazzini fonda la Giovine Italia a Marsiglia. Rivolte operaie in Francia. 1832 – Enciclica Mirari vos: condanna del cattolicesimo liberale francesi. Breve Superiori anno:consegna della Polonia cattolica allo zar. Mons. Fransoni è nominato Arcivescovo di Torino. 1832 – Rivolte operaie in Francia. 1833 - Tra un gruppo di studenti di Parigi nasce la prima Conferenza di S. Vincenzo. Il P. Durando chiama a Torino le Figlie della Carità di S. Vincenzo. 1833-1834 – Cospirazione mazziniana contro Carlo Alberto. Spedizione in Savoia. Garibaldi fugge in America e Mazzini fonda la Giovine Europa. 1834 – Rivolte operaie in Francia. 1834 – La Marchesa Giulia Falletti di Barolo dà vita all’Istituto di S. Anna. 1835 – Beatificazione del P. Sebastiano Valfré. Iniziano le conferenze di Lacordaire a N. Dame a Parigi. A Torino hanno inizio le Misericordie. V. Pallotti fonda la Società dell’Apostolato Cattolico. 5 Vita di Francesco Faà di Bruno Storia religiosa 1836 – Francesco entra nel Collegio San Giorgio di Novi Ligure. 1836 – Nella chiesa di N. Dame a Parigi nasce l’Arciconfraternita del SS. ed Immacolato Cuor di Maria. Il P. Durando inizia a Torino l’Associazione delle Dame di Carità e l’Opera della Misericordia. 1837 – 16 maggio: muore il nonno materno Luigi Sappa. 1837- Il P. Durando è Visitatore dei Lazzaristi. Storia politica 1836 – Concordato tra il Regno di Sardegna e la S. Sede. 1838 – 1° marzo: ordinazione del fratello Giuseppe. 1839– Ingresso a Torino delle Adoratrici del SS. Sacramento. 1840 – 30 giugno: Francesco esce dal Collegio di Novi. 15 ottobre: entra nella R. Accademia Militare di Torino. 1840 - Istituzione dei Sacerdoti del Cottolengo. 1842 – Per la diligenza e per le qualità personali viene ammesso ai corsi delle Armi Dotte. 1842 – Muore G. B. Cottolengo. A. Nicolas pubblica le Etudes philophiques sur le Christianisme. 1841 - Don Bosco inizia le sue attività nell’opera degli oratori per la gioventù. 1843 – A Torino si apre la casa delle Monache del buon Pastore. Nasce Giovanna Francesca Michelotti. Hanno principio l’Opera della S. Infanzia e l’Opera di S. Francesco Saverio. Del primato morale e civile degli Italiani di Gioberti. 1839 – 1° Congresso degli scienziati Italiani a Pisa. Ristabilimento della Nunziatura a Torino. 1841 – Nuovo concordato tra Regno di Sardegna S. Sede. 1844 – Il governo di Carlo Alberto dà l’avvio agli asili infantili e alle scuole magistrali. Le speranze d’Italia del Belbo. 1845 - Abiura di Newman e di Faber. Polemica antigesuitica: i Prolegomeni al Primato di Gioberti. 6 Vita di Francesco Faà di Bruno Storia religiosa 1846 – 2 aprile: muore la sorella Camilla. 18 agosto: Francesco termina i corsi dell’Accademia Militare ed è nominato Luogotenente nel R. Corpo di Stato Maggiore. Inizia il biennio di specializzazione (in topografia) presso la Scuola d’Applicazione dello Stato Maggiore e si perfeziona nelle lingue straniere. 1846 – Elezione di Pio IX, «Papa liberale». Apparizioni di La Salette. 1848 – Partecipa alla 1° Guerra d’Indipendenza. 1848 – A Torino il Cafasso succede al Guala nella direzione del Convitto di S. Francesco. Pio IX benedice l’Italia. Piemonte: inizio della laicizzazione dello Stato con l’emancipazione di ebrei e valdesi; l’Arcivescovo Fransoni ordina la chiusura del Seminario torinese per la partecipazione dei chierici alle dimostrazioni patriottiche. Il Rosmini pubblica Le cinque Piaghe della Santa Chiesa. Cacciati da Torino i Gesuiti e le Dame del S. Cuore, che già hanno dovuto lasciare Napoli e Roma. In Germania iniziano i congressi cattolici annuali. 1847 - Riforme negli Stati Pontifici ed occupazione austriaca di Ferrara. Abolizione parziale della censura ecclesiastica preventiva in Piemonte. Il Gesuita moderno di Gioberti. Novembre: assassinio di P. Rossi e fuga di Pio IX a Gaeta. Storia politica 1846-1847 – Entusiasmi popolari e crisi rivoluzionaria in Italia e in Europa. Degli ultimi casi di Romagna di D’Azeglio. In Piemonte: guerra doganale con l’Austria; licenziamento di Solaro; preliminari della Lega doganale italiana. Rivoluzione a Messina e a Reggio Calabria. I lutti di Lombardia di D’Azeglio. 1848 – Concessione della Costituzione negli Stati di Napoli, di Toscana, di Piemonte e Sardegna e nello Stato Pontificio. Marx ed Engels pubblicano il Manifesto del partito comunista. «Rivoluzione di febbraio» a Parigi: la caduta della Monarchia di luglio e la Seconda Repubblica di ispirazione democratico-popolare e non ostile alla Chiesa. In maggio e giugno i nuovi tumulti fanno temere il pericolo socialista: la Chiesa, alleandosi ai proprietari e all’alta borghesia, si allontana dai democratici tipo Ozanam; comincia la reazione. Rivolte a Vienna, Budapest, Praga, Milano (cinque giornate) e Germania. 23 marzo:Carlo Alberto dichiara guerra all’Austria: alle truppe piemontesi si uniscono le truppe di volontari di tutte le regioni d’Italia. 29 aprile: il Papa richiama le sue truppe e nega di voler partecipare alla guerra contro l’Austria: fine del mito del «Papa liberale». 9 agosto: il Piemonte, battuto, sottoscrive l’armistizio. 10 dicembre: in Francia il Principe Luigi Napoleone è eletto Presidente della Seconda Repubblica. Ministro Gioberti in Piemonte. 7 Vita di Francesco Faà di Bruno Storia religiosa Storia politica 1849 – 12 marzo: è promosso Capitano di Stato Maggiore. È ufficiale d’ordinanza del Principe Vittorio Emanuele. 21-23 marzo: partecipa agli sfortunati fatti d’arme di Mortara e Novara, combattendo valorosamente: gli restano uccisi due cavalli, vien ferito e si merita la menzione onorevole. Re Vittorio Emanuele gli promette l’incarico di precettore di matematica per i Principi Umberto ed Amedeo. 26 ottobre: va alla Sorbona «in missione speciale» per una seria preparazione all’incarico col perfezionamento negli studi matematici. Pubblica Polke, Mazurke e Fantasie da lui composte. Frequenta i corsi di scienze alla Sorbona. 1849 – Proclamazione della Repubblica Romana. Don Cocchi pone le basi dell’Istituto per gli Artigianelli. Riprovazione per degli scritti di «tre preti famosi»»: Rosmini, Gioberti, Ventura. Congresso dei Vescovi piemontesi a Villanovetta (riforma degli studi seminaristici, organizzazione della stampa cattolica, ecc.) 1849 – Ministero bellicista Chiodo-Rattazzi a Torino. 20-23 marzo: seconda campagna della guerra contro l’Austria: Carlo Alberto, perduta la guerra, abdica in favore del figlio Vittorio Emanuele II. Aprile-giugno: intervento francese contro la Repubblica Romana e restaurazione del potere temporale del Papa; presso i cattolici francesi aumenta il favore verso il «Principe Presidente». Maggio: Ministero D’Azeglio in Piemonte e proclama di Moncalieri. 1850 – Traduce dal tedesco in francese e dà alle stampe la relazione del Maresciallo Hess sulla Campagna militare in Italia. Manda alcune memorie scientifiche ai giornali di matematica. Rafforza in questo periodo i contatti di amicizia e di collaborazione con eminenti personaggi del cattolicesimo sociale conservatore (Cauchy, Baudon, ecc.) ed aderisce alla Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli. 1850 - Il Teol. Gasparre Saccarelli apre l’Oratorio femminile e la Scuola domenicale in borgo S. Donato. Si fonda la prima Conferenza di San Vincenzo di Torino. Esce il primo fascicolo de La Civiltà Cattolica. Pio IX rientra a Roma. A Torino si approvano le Leggi Siccardi sull’abolizione del foro ecclesiastico e dell’immunità. L’Arcivescovo Fransoni viene espulso dal Piemonte. Restaurazione della gerarchia cattolica in Inghilterra. Il Manning abiura l’anglicanesimo. 1850 – Legge Falloux in Francia (libertà dell’insegnamento privato e controllo ecclesiastico su quello pubblico). 1851 – A gennaio gli si ordina di rientrare, ed invece egli resta conseguendo il 25 aprile il diploma di Licencié dès Sciences. Stampa sempre per lo Stato Maggiore, la Gran Carta del Mincio, che si rivelerà utilissima per la 2° Guerra d’Indipendenza. Allo scadere dell’anno torna a Torino e riprende servizio nello Stato Maggiore. 1851 – Il Can. Ortalda è direttore del Consiglio diocesano dell’Opera della Propagazione della Fede in Torino. Nasce Giuseppe Allamano, poi fondatore delle Missioni della Consolata. Abolizione delle decime ecclesiastiche in Sardegna. 1851 – Esposizione Universale di Londra. Colpo di Stato in Francia del Principe Presidente e trionfo dello Stato autoritario, clericale e antioperaio. 8 Vita di Francesco Faà di Bruno Storia religiosa Storia politica 1852 – Compie l’«altimetria geodetica» della Liguria per lo Stato Maggiore. Pubblica alcune memorie scientifiche. Durante l’anno nascono forti contrasti col Ministero della Guerra e subisce ingiustizie. Francesco considera l’opportunità di dimettersi; forse in questo tempo svanisce anche la prospettiva di essere nominato precettore reale. 1852 – Il progetto di legge sul matrimonio civile proposto al Parlamento di Torino non è approvato. L’Opera della S. Infanzia arriva a Torino. 1852 – Fine del Ministero D’Azeglio ed inizio del «Grande Ministero» di Cavour – Rattazzi («connubio» del centro-destra con il centrosinistra). 1853 – 10 gennaio: in Alessandria fonda la Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli. Per favorire lo sviluppo scientifico ed agricolo del Piemonte propone all’Accademia delle Scienze la creazione d’un Osservatorio Magnetico e Meteorologico. 14 marzo: chiede la dispensa dal servizio militare costrettovi dal rifiuto d’un duello con chi l’aveva oltraggiato per la sua fede religiosa. 23 marzo: Re Vittorio Emanuele gli firma il congedo, accordandogli dei privilegi per i meriti acquisiti. Stampa la Musica per le Sacre Lodi… ed il Manuale del Soldato Cristiano per le scuole militari organizzate dalla San Vincenzo. 1853 - A Parigi nasce l’Associazione per il Riposo Domenicale. A Torino il Saccarelli dà vita all’Istituto della S. Famiglia (ritiro, asilo, oratorio). 1853 – I martiri di Belfiore. 1854 – Pubblica la Lira Cattolica, che verrà adottata per tutto l’800 in numerosi collegi, scuole e parrocchie. Maggio: ritorna a Parigi per conseguire alla Sorbona il dottorato in matematica. Su segnalazione del Ministro della Pubblica Istruzione, Cibrario, il Faà è nominato astronomo aggiunto al Bureau des Longitudes de Paris alle dipendenze del celebre Le Verrier. 1856 – Inventa lo scrittoio «Bruno» per ciechi. 20 ottobre: discute brillantemente le tesi di analisi matematica e di astronomia. Alla fine dell’anno torna a Torino. 1854 – Muore Silvio Pellico. Si proclama il dogma dell’Immacolata Concezione della Vergine. 1854-1855 – Guerra di Crimea. 1855 – Crisi Calabiana in Piemonte, che vede il re allontanarsi definitivamente dalle posizioni dei clericali. I Piemontesi alla guerra di Crimea. Esposizione Universale di Parigi. 1854-1855 – Il Teol. F. Giriodi fonda l’Istituto dell’Immacolata Concezione. 1855 – «Legge dei conventi» in Piemonte. 1856 – Congresso di Parigi a conclusione della guerra di Crimea: Cavour ricorda alle grandi potenze il «problema italiano». 9 Vita di Francesco Faà di Bruno Storia religiosa 1857 – Febbraio: all’Università di Torino inizia i corsi liberi di alta analisi e di astronomia fisica di cui non esisteva neppure la cattedra. Febbraio-marzo: istituisce il secondo Oratorio festivo femminile della città come scuola di canto per riunire la domenica le giovani lavoratrici istruendole e togliendole dai pericoli. Inizia la collaborazione al giornale L’Armonia con una serie di articoli sul Prof. A. Cauchy. Novembre: accetta la candidatura per i conservatori in due collegi dell’alessandrino, ma perde in tutti e due. Dicembre: invita l’autorità governativa ad istituire i fornelli economici per i lavoratori poveri. Ma gli tocca far da solo. 1857 – Piemonte: mobilitazione eccezionale di clericali-conservatori per le elezioni politiche. L’Armonia proclama l’astensionismo per il futuro. 1858 – Collabora al giornale La Buona Settimana con articoli sulla musica. Prepara gli statuti per l’Opera delle Feste. Acquista casa e terreni per l’Opera di S. Zita che ha in animo di fondare ed elemosina per la stessa Opera nelle varie chiese di Torino. 1858 - Apparizioni di Lourdes con enorme risonanza. 1858 – Plombières. 1859 – Si combatte la seconda Guerra d’Indipendenza: il Piemonte, con l’aiuto di Napoleone III, vince l’Austria e conquista la Lombardia. Insurrezioni nei Ducati, Legazioni, Toscana. 1859 – 2 febbraio: istituisce la Pia Opera di S. Zita per il ricovero ed il collocamento delle donne di servizio, disoccupate o inurbate da poco. Inizia anche un Pensionato per Signore di civil condizione. Marzo: viene istituita l’Opera per la santificazione delle feste di cui era stato promotore ed ora ne è fatto segretario. 1860 – Per avere del personale stabile addetto ai lavori della casa crea la classe delle Clarine per le quali impianta anche una lavanderia. Fonda l’infermeria S. Giuseppe per donne inferme e convalescenti, detta anche Opera delle inferme e delle Convalescenti. Storia politica 1860 – Enciclica «Nullis certe»: scomunica maggiore per gli usurpatori dei diritti della S. Sede. Estensione della legislazione antiecclesiastica piemontese alle regioni annesse. A Torino muore il Cafasso. 1860 – Spedizione dei Mille ed annessione dell’Italia centrale. 10 Vita di Francesco Faà di Bruno Storia religiosa 1861 – Organizza nei giardini reali una grande fiera di beneficenza. Dalla Facoltà di scienze fisiche e matematiche il Faà è acclamato «Dottore Aggregato» ed invitato a sostituire il Prof. Genocchi nell’analisi. Rifiuta l’offerta di nomina a professore di analisi matematica nell’Università di Bologna fattagli dal Sottosegretario Brioschi. Invia dei memoriali al Ministro della Pubblica Istruzione patrocinando l’istituzione di cattedre e centri di ricerca scientifica al fine di colmare il gap scientifico tra l’Italia e i paesi stranieri. È nominato membro della Commissione di studio per il ristabilimento dell’Osservatorio Astronomico di Torino. 1861 – Il sacerdote Carlo Passaglia è in lotta contro il potere temporale del Papa. Il Teol. Margotti lancia il «Né eletti né elettori». Fondazione dell’Osservatorio Romano. 1862 – Fonda il pensionato-ospizio per donne anziane e invalide. Dà vita al Liceo Faà di Bruno per l’educazione cristiana dei figli dei signori. Propone al Municipio di Torino un piano dettagliato per il risanamento igienico della città mediante la costruzione di Bagni e lavatoi pubblici. Aggiunge all’Opera di S. Zita un pensionato S. Giuseppe per Sacerdoti. 1862 - Mons. Fransoni, Arcivescovo di Torino, muore esule a Lione. Roma: imponente riunione di Vescovi, preti e laici con allocuzione contro il governo di Torino. Fiorire di giornali conciliatoristi e di «società emancipatrici del clero». 1863 – Per diffondere le buone letture e la scienza istituisce la Biblioteca Mutua Circolante. Crea una lavanderia modello per mezzo di una pubblica sottoscrizione e con macchine di propria invenzione. Progetta la costruzione d’un tempio per i Caduti delle guerre sotto il titolo della Vergine del Suffragio. Il Municipio approva il progetto. 1863 – Nasce il giornale L’Unità Cattolica. Primo Congresso dei cattolici belgi a Malines. 1864 – Il Faà è incaricato dell’insegnamento della geodesia alla Scuola d’Applicazione del Corpo di Stato Maggiore. Inizia nell’Opera di S. Zita la classe delle Interne o Educande per la formazione professionale di giovani povere per mezzo di corsi triennali di economia domestica. 1864 – Enciclica Quanta cura. Il Sillabo condanna gli errori della civiltà moderna. A Torino muoiono il Teol. Saccarelli e la Marchesa di Barolo. Storia politica 1861 – Si proclama il Regno d’Italia. Morte di Cavour. 1864 – Convenzione di settembre: l’Italia rinuncia a Roma come capitale del nuovo regno, ed elegge Firenze nuova capitale. 11 Vita di Francesco Faà di Bruno Storia religiosa 1865 – Fallimento delle trattative tra l’Italia e la S. Sede per 108 sedi vescovili vacanti. Luisa Borgiotti e il P. Durando fondano le Suore Nazarene. Storia politica 1864 – Prima Internazionale Socialista a Londra. 1866 – Rileva l’Istituto dell’Annunziata da un sacerdote e dà vita alla classe delle Allieve Maestre. 1866 - Il Teol. Leonardo Murialdo diventa direttore del Collegio degli Artigianelli. Entra in vigore il nuovo codice con l’introduzione del matrimonio civile. Il Parlamento sopprime la maggior parte delle corporazioni religiose in Italia. Tassa del 30% sugli enti rimasti. 1866 – Terza Guerra d’indipendenza: si conclude con l’annessione del Veneto, nonostante le sconfitte di Custoza e Lissa Lissa morì Emilio Faà di Bruno). 1867 – Si comincia la costruzione della Chiesa del Suffragio. Promuove presso il Municipio l’istituzione stabile dei fornelli economici: la proposta accolta, ha seguito fin quasi alla fine del secolo. 1867 – Nomine dei Vescovi per un terzo delle sedi vacanti: a Torino Mons. Riccardi di Netro. Festeggiamenti centenari degli Apostoli e nascita della Società della Gioventù Cattolica. 1867 – Tentativo garibaldino contro lo Stato Pontificio ed intervento francese; caduta del secondo gabinetto Rattazzi, ed inizio della serie dei governi Menabrea. (a 1867 – Tassa sul macinato e miseria delle classi popolari. 1868 – L’istituto della SS.ma Annunziata muta nome con quello di Istituto di S. Teresa per Allieve Maestre ed Istitutrici, a favore della media e bassa borghesia. 1869 – Veste le prime probande. Fonda l’Emporio Cattolico allo scopo di fornire a buon prezzo gli arredi sacri. 1869 – Sono istituite le Vincenziane di Lanzo. La Società Salesiana ha l’approvazione della S. Sede. 1870 – Il Faà è costretto a interrompere i lavori di costruzione della chiesa per mancanza di fondi. Invia un legato in tutta Italia per racimolar soldi. Inventa l’ellipsigrafo ed il barometro differenziale. 1870 – Concilio Vaticano I e definizione dell’infallibilità pontificia. Muore l’Arcivescovo di Torino. 1869 – Guerra franco-prussiana: NapoleoneIII è sconfitto e cade il Secondo Impero. Le truppe italiane invadono Roma. 12 Vita di Francesco Faà di Bruno 1871 – Il Faà vien nominato professore incaricato di analisi matematica e di geometria analitica all’Università di Torino. Storia religiosa Storia politica 1871 – Mons. Gastaldi è nominato Arcivescovo di Torino. Si fonda in Torino l’Unione Operai Cattolici. Suor Clarac fonda le Suore di Carità di S. Maria. Risposta della S. Penitenzieria sul concorso dei cattolici alle elezioni in Italia («non expedit). 1871 – Legge delle Guarentigie in Italia, mentre a Parigi si assiste all’esperienza della «Comune». 1872 - Nasce Don Orione. L’Archidiocesi torinese è consacrata al S. Cuore. 1872 – A Pisa muore G. Mazzini. 1873 – A Torino l’Arcivescovo Gastaldi celebra il Sinodo diocesano e pubblica la pastorale Sulle società operaie cattoliche. Il Teol. Leonardo Murialdo fonda la Congregazione di S. Giuseppe. Soppressione delle Facoltà Teologiche nelle Università del Regno D’Italia. 1874 – Acquista proprietà e direzione del quindicinale Il Cuore di Maria, che terrà fino alla morte. Riprendono i lavori alla chiesa. 1875 – Decide di farsi prete. A Vescovi e Prelati chiede finanziamenti per fondare una Pia Casa do Preservazione. 1876 – La chiesa è compiuta. Agosto: si reca a Roma per compiere gli studi in preparazione del sacerdozio. 3 settembre: vestizione. 8 settembre: tonsura. 10 settembre: Ostiariato e Lettorato. 23 settembre: Accolitato ed Esorcistato. 8 ottobre: Suddiaconato. 15 ottobre: Diaconato. 22 ottobre: Presbiterato. Questa rapida ascesa al sacerdozio era stata voluta e concessa da Pio IX con Breve del 22 settembre. 1874 – Primo Congresso dei cattolici italiani a Venezia. 1875 – A Rivalba nascono le Figlie di S. Giuseppe. Secondo Congresso dei cattolici italiani a Firenze e fondazione dell’Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici. 1876 – Fanno il loro ingresso a Torino le Figlie di S. Chiara. Le Costituzioni delle Figlie di Maria Ausiliatrice ottengono l’approvazione arcivescovile. Il terzo Congresso Cattolico è sciolto dal Governo «per motivi di ordine pubblico». Muore il Card. G. Antonelli. 1876 – Avvento della Sinistra al potere in Italia ed inizio dei governi Depretis-Cairoli: il «trasformismo». 13 Vita di Francesco Faà di Bruno Storia religiosa Storia politica 1876 – 1° novembre: apertura della chiesa del Suffragio al pubblico e Messa solenne del Faà. A ottobre era stato nominato professore straordinario di analisi matematica all’Università di Torino, e non sarà mai ordinario nonostante i suoi meriti e le sue opere scientifiche pubblicate in inglese, francese e tedesco. Insegnerà fino alla morte. 1877 – Realizza la Pia Casa di Preservazione per le ragazze-madri, ma la apre solo alla fine del ’78. 1877 – I 50 anni di episcopato di Pio IX. Editto di Mons. Gastaldi sull’educazione femminile cattolica. 1877 – Legge Coppino sull’istruzione elementare obbligatoria e gratuita. 1878 – Il Faà inventa lo svegliarino elettrico. 1878 - Congresso Cattolico di Torino. Morte di Pio IX ed elezione di Leone XIII. 1878 – Morte di Vittorio Emanuele II. Riforma fiscale ed abolizione della tassa sul macinato. 1879 – Enciclica Aeterni Patris sul tomismo ed Inscrutabili Dei Consilio sulla riconciliazione della Chiesa con la civiltà moderna. 1881 – Fonda L’Istituto S. Giuseppe in Benevello d’Alba per la formazione professionale delle giovani delle Langhe a cui nessuno s’interessava. A Torino mette in piedi una tipografia per allieve compositrici e per la diffusione di buoni libri. 16 luglio: solenne vestizione delle novizie della Congregazione delle Suore Minime del Suffragio. 1883 – Acquista la proprietà e la direzione de il Museo delle Missioni Cattoliche, giornale missionario che terrà fino alla morte. Nel castello di Benevello programma corsi di esercizi spirituali per gentildonne; dureranno fino alla sua morte. Nello stesso luogo apre un Pensionato per signore che vogliono vivere in campagna. 1880 – Morte del Can. Ortalda e del P. Durando. Il Can. Allamano è Rettore del Santuario della Consolata. Da Parigi arrivano a Torino le Suore Ausiliatrici delle Anime del Purgatorio. 1880 – Fondazione del Partito Operaio Indipendente. 1881 – Entrano in Torino le Piccole Suore dei Poveri. 1882 – Arrivano a Torino le Adoratrici del S. Cuore. 1882 – Muore G. Garibaldi. 1883 – Le Dame del S. Cuore ritornano in città. Muore l’Arcivescovo Gastaldi. Gli succede l’Alimonda. 14 Vita di Francesco Faà di Bruno 1888 – 27 marzo: morte quasi improvvisa di Francesco Faà di Bruno. Storia religiosa Storia politica 1885 – Enciclica Immortale Dei sul potere temporale e su quello spirituale. 1885 – L’Italia si lancia nell’avventura coloniale. 1886 - Il S. Ufficio dichiara: «non expedit prohibitionem importat». 1886 – Viene sciolto il Partito Operaio Indipendente. 1887 – Muoiono l’ex-gesuita Carlo Passaglia e il giornalista intransigente don G. Margotti. 1887 – Governo Crispi: rovinosa guerra doganale con la Francia e sconfitte di Dogali. 1888 – Scompaiono alcuni dei maggiori personaggi della Chiesa torinese che giungeranno all’onore degli altari: Don Bosco, Suor Giovanna Francesca Michelotti. Muore anche il P. Felice Carpignano, filippino, insigne per cuore e dottrina. 1889 – Fallimento di Crispi per la pacificazione religiosa in Italia. 1891 – Enciclica Rerum Novarum: la Chiesa cattolica condanna la pratica dello sfruttamento dell’uomo indotta dal capitalismo. Con il pontificato di Leone XIII i cattolici si riavvicinano allo Stato e ritornano alla vita politica. 1889 – Costituzione della Seconda Internazionale Socialista a Parigi. Codice penale Zanardelli con l’abolizione della pena di morte. 1892 – Fondazione del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani. 15 Attraverso queste pagine che hanno parlato di una VITA nella storia politica e religiosa dell’Italia, si può senz’altro dire che il Cav. Francesco Faà di Bruno “ha scalato il cielo”, sempre però con i piedi su questa terra, come l’ardito campanile che pur radicato al suolo punta dritto e snello verso il cielo. Egli con la mente ed il cuore ha sempre mirato in alto non abbandonando mai la “scalata” a quel luogo dove il suo campanile s’innalza. Questo “dardo piantato nel cielo” è la sintesi visibile della sua ascesi, del suo modo di dar gloria al Creatore attraverso l’impegno scientifico ed il servizio agl’ultimi. Questo segno singolarissimo che coniuga in maniera armonica il legame tra scienza e fede è lì per ricordare nel tempo che tutti possono 16 scalare il cielo. 3. LA FAMIGLIA Tradizioni nobiliari dei Faà di Bruno Il nostro percorso sulle orme del Beato Francesco Faà di Bruno, inizia dalla sua famiglia in quanto le suggestioni che venivano dai parenti ebbero una notevole influenza su di lui, è perciò opportuno accostarsi anzitutto all’ambiente familiare per rilevarne gli elementi più caratteristici. L’origine di questa famiglia, la data dalla quale la sua nobiltà incomincia, non si può precisare. Da documenti rimasti troviamo che nel 1526 Giovanni Matteo si firmava: Nob. Dominus Joannes Mattheus Faà. Fra i Cavalieri Gerosolimitani trovasi un Faà Ferdinando, iscritto all’Ordine il 14 aprile 1580. Per essere accettato fra i Cavalieri di Gerusalemme, si richiedevano in passato, due secoli di nobiltà nelle quattro linee ascendenti degli avi paterni e materni. Per cui la nobiltà di questa Famiglia risale forse al 1200, certo però al 1300. Del resto nel Decreto di Carlo II, Duca di Mantova e del Monferrato, col quale elegge in Marchesato la Contea di Bruno, si leggono queste parole: «La nobile e antica Famiglia Faà… fiorì fin dai tempi antichi…». Così dalla nobile Famiglia dei Faà vennero i Marchesi di Bruno, Conti di Carentino, Signori di Fontanile e Patrizi di Alessandria. I Faà quindi, prima Signori, secondo l’uso dei feudatari Monferrini, divennero Conti e poi Marchesi, secondo gli usi di Spagna; ed il Castello di Bruno vide un lungo succedersi di uomini insigni per pietà, per dottrina, per anni; e nel secolo XVII la Famiglia dei Faà di Bruno era tenuta fra le primarie Famiglie nobili del Monferrato. 17 IL PADRE DI FRANCESCO Ludovico Faà di Bruno era nato nel 1782. Pur avendo trascorso tutta la gioventù nel periodo repubblicano e napoleonico, egli si mantenne piuttosto lontano dalle istituzioni francesi, come una certa parte della nobiltà colta fortemente legata alla monarchia piemontese. Marchese Ludovico Faà di Bruno Già socio dell’Accademia degli Uniti di Torino, fu proclamato «magister philosophiae et liberalium artium» all’Università nel 1798; dal 1808 fu socio dell’Accademia degli Indefessi di Alessandria e nel 1811 entrò nell’Accademia delle Scienze di Siena. Egli non recepì le tendenze democratiche del nuovo corso; sembrò aprirsi a qualche idea genericamente illuministica ma restò sostanzialmente un uomo con la mentalità dell’«ancien régime». E al ritorno del vecchio sovrano sabaudo si precipitò a Genova ad accoglierlo. Sarebbe importante rilevare la profondità degli influssi esercitati dal padre sul giovane Francesco. Da un lato bisogna osservare che i rapporti tra padre e figlio dovettero essere scarsi. Parlando del genitore, il Nostro scriveva al fratello maggiore: «…Che vuoi che ne sappia? Di noi tutti [fratelli] io rimasi il minor tempo a casa. […] Ben pochi mesi ininterrotti potei passare in famiglia». Tuttavia fu il padre a dare l’impronta alla famiglia ed a incidere, anche indirettamente sull’educazione del figlio. Infatti non è difficile constatare una continuità tra certi atteggiamenti del nostro Francesco e il modo di agire e di pensare di suo padre. Secondo il marchese Ludovico, l’umano e il divino non si devono opporre tra loro, bensì devono intrecciarsi continuamente. Non solo «la religione è uno dei mezzi che ha contribuito alla civilizzazione degli uomini», ma è pure una salvaguardia continua della società. La religione era vissuta con profondità di sentimenti ed induceva spesso a vedere negli avvenimenti storici anche la mano provvidenziale di Dio. Egli fu il più ricco proprietario di Bruno, tra i più ricchi di Alessandria e con beni nelle terre vicine. La sua amministrazione oculata garantì una grossa eredità di beni al primogenito ed adeguate pensioni ai figli cadetti. 18 LA MADRE DI FRANCESCO I rapporti di Francesco con la madre furono forse più profondi che non con il padre. Nobildonna Carolina Sappa dei Milanesi Dopo la morte dei genitori, egli scriveva al fratello: «Se tra gli uomini Alessandrini il nostro Padre fu singolare di mente e virtù, io stimo che la nostra Madre il fu in proporzione molto più fra le donne, e se un altro Luigi Faà può trovarsi oggigiorno in Piemonte, temo che sarebbe ben difficile trovare un’altra Carolina Sappa… bella appo gli uomini ed appo Dio». Francesco la amava con particolare affetto: la sua religiosità e la morte prematura hanno certo lasciato tracce profonde nell’animo del figlio. Nata ad Alessandria il 1° settembre 1789 e mortavi il 15 luglio 1834, fu una delle sette figlie di Luigi Antonio Sappa. Questi era capitano del Reggimento Casale e Riformatore delle Scuole di Alessandria. Quando i Francesi invasero il Piemonte, dopo aver tentato invano di farseli amici, non si compromise con il nuovo Governo; e, probabilmente, ciò gli valse nella Restaurazione la nomina di consigliere comunale di Alessandria. Non sappiamo come avesse accolto i repubblicani la figlia Carolina, che pure aveva letto Rousseau e Voltaire oltre a Boileau. Certo di fronte alle vicende dell’Impero si dimostrò assai scettica dei grandi ideali umani ed ironizzò sui «Beaux raisonneurs en politique» e sulla «Republique […] morte en couche d’un Empereur». La madre di Francesco si distinse piuttosto per una intensa religiosità. Praticò con ardore la devozione alle anime del Purgatorio e quella del Sacro Cuore di Gesù, servendosi di antichi libri di pietà e di esercizi che si possono collegare alla tradizione della Compagnia di Gesù. Abile suonatrice di arpa, grande benefattrice dei poveri che la piansero amaramente quando morì. 19 Le sorelle e i fratelli di Francesco In questo contesto famigliare di tradizioni aristocratiche e di intensa religiosità nacque una numerosa figliolanza. Delle sette sorelle (una morì bambina). CAMILLA, entrò tra le Dame del Sacro Cuore A Torino. VIRGINIA, sposò il conte Fabrizio Lazzari, Primo Aiutante Generale di Campo del re Carlo Alberto, Generale dei Carabinieri, Ministro di Polizia e Senatore del Regno. MARIA LUIGIA, Religiosissima, sposò il conte Costantino Radicati Talice di Passerano, consigliere d’Intendenza, quindi vice-prefetto e prefetto di Torino. ENRICA, a sedici anni fu accettata nel Monastero della Visitazione a Torino, dove morì in fama di santità e l’esempio della sua pietà lasciò qualche traccia sull’animo giovanile del nostro Francesco. COSTANZA, andò sposa al conte Giovanni Tornielli di Crestvolant, giureconsulto ed assessore del R. Tribunale di Prefettura sedente in Asti. ANTONINA, Sposò il conte Paolo Appiani di Castelletto, Intendente Generale di Armata, 1° ViceIntendente Generale di Guerra e maggiore di Cavalleria. Anche Antonina era molto pia e dedita alle opere di carità: si ricorda come a Bruno fosse solita radunare i bimbi dei coloni per insegnar loro il catechismo. 20 Tra i cinque maschi, il maggiore era: ALESSANDRO, nato a Solero il 23 settembre 1809, sposò nel 1843 Primitiva della Chiesa di Cervignasco, figlia del Generale Giacinto. CARLO MARIA, Nato ad Alessandria nel 1814 fece i suoi studi nel R. Collegio degli Scolopi di Savona, dove il 9 dicembre 1833 vestì l’abito religioso. GIUSEPPE MARIA, nato ad Alessandria nel 1815, compì gli studi in parte nella città natale, in parte a Torino, dove nel 1838 fu ordinato sacerdote. Nel 1840 conseguì la laurea in Teologia all’Università. Quindi si recò a Roma ed entrò nell’Accademia Ecclesiastica. Conobbe il sacerdote Vincenzo Pallotti e nel 1845 gli chiese di entrare nella Società delle Missioni da lui fondata. Fu destinato alla fine del ‘46 alle missioni londinesi di Raffaele Melia. Nel 1869 fu costituito quinto Rettore Generale della Società dal Visitatore Apostolico. EMILIO, Nato nel 1820, è il più conosciuto dei fratelli: la sua morte eroica a Lissa fu celebrata anche dal D’Annunzio. Alessandria, il 1° giugno 1893, scriveva sul marmo, sotto il busto dell’eroe: «Emilio Faà Faà di Bruno – Capitano di Vascello -a Lissa – colla sua morte – nuova gloria -aggiungeva – al valore italiano - 1866» 1866». 21 Il Castello di Bruno Il Monferrato, costituito da colline a dolci declivi formanti piccoli bacini continuamente variati, ricco di vigneti, di prati e di campi, e che ebbe una parte importante nella storia d’Italia, comprende il grande altipiano collinoso segnato a mezzanotte dall’arco che il Po descrive fra Torino ed Alessandria, mentre a mezzogiorno si estende nelle vallate del Belbo e della Stura. E proprio là dove il Belbo incomincia a scorrere sul piano per andare a finire nel Tanaro, a 22 Km da Alessandria, si trova la piccola terra di Bruno, parte a ridosso delle colline e parte in pianura. L’antica Bredunum, poi Brudum, oggi Bruno. Nella seconda metà del secolo XVI il castello di Bruno, con terre che ne erano il feudo, passò alla nobile Famiglia dei Faà per la vendita fattane dagli Scarampi al Nobile Orati Faà. «…conto proprio di venirvi a vedere e ringiovanire in quelle sale di mia fanciullezza» Uscendo da Torino con l’autostrada A21 si va verso Alessandria. Si esce a Quattordio-Felizzano, a circa 3 Km si entra i Felizzano, si prosegue per Oviglio. da Oviglio si va verso Bergamasco, da qui verso Aie e Bruno. Il Castello di Bruno (quadro d’epoca) 22 Stemma di Famiglia dei Marchesi Faà di Bruno (Sala interna Castello di Bruno) 4. L’INFANZIA Francesco era l’ultimo di una numerosa figliolanza, nacque in Alessandria il 29 marzo 1825, appena nato si temette per la sua vita e gli si amministrò subito il battesimo. Francesco fu battezzato nella Cappella privata del palazzo, dove abitavano in Alessandria i Marchesi Faà, dall’Arciprete della Cattedrale Canonico Teol. Alessandro Bobbio; e gli furono imposti i nomi di Francesco da Paola, Virginio, Secondo e Mattia. Nei primi anni, poi, la sua gracilità era tale da indurre i genitori, che vivevano allora in Alessandria, a separarsi da lui e a portarlo in campagna, nel castello di Bruno presso il nonno paterno. Bruno era un piccolo paese agricolo e dal castello arroccato sulle pendici del colle i Faà potevano dominare le campagne vicine, dove erano i loro poderi brulicanti di coloni e mezzadri. In quel castello maestoso e misterioso ad un tempo, Francesco aveva la compagnia del nonno, forse di qualche sorella e di una decina di servitori. Nel castello doveva esserci anche la nonna materna che si preoccupava di portare il nipotino a messa e infondergli la pietà e la devozione, le abitudini e l’affetto alla Chiesa dei Sappa. Egli dimostrava talora quel carattere pronto, forte non facilmente pieghevole, che metteva alla prova la pazienza dell’anziano «Padre-grande»: «Franceschino […] si abusa un tantino del mio poco vigore; ma vi supplico in qualche maniera, perché ambisco che i miei Nipoti rieschino a dovere…». E doveva essere alquanto vivace da far scrivere in una annotazione del nonno: «…Franceschino è un bravo figlio… quando dorme… ed ha letto bene questa mattina». 23 Bisogna ricordare che, poiché la cappella del castello era officiata di rado, Francesco era accompagnato alla chiesa parrocchiale. Nel 1825, mons. Sappa, prozio del nostro Francesco, nominò don Carlo Lovisolo parroco di Bruno. Questo prete «indefesso e zelante, tutto inteso al decoro della Casa di Dio», fu il primo maestro di vita religiosa di Francesco; e questa prima formazione fornì una trama di elementi che la religiosità degli anni successivi avrebbe variamente evidenziato. Don Lovisolo diede un volto alla parrocchia; tutte le domeniche e feste solenni egli faceva «la spiegazione del Vangelo con dottrina ai ragazzi ed istruzione». Insisteva sulla necessità della comunione frequente e, seguendo l’indirizzo del vescovo, uniformava il suo ministero di confessione e di direttore di anime alle indicazioni della teologia morale di S. Alfonso Maria de’ Liguori. Chiesa parrocchiale di Bruno Don Lovisolo parroco di Bruno fu il primo maestro di vita religiosa di Francesco Contava otto anni di età quando, per mano di Sua Eccellenza Mons. Carlo Giuseppe Sappa, Vescovo di Acqui, suo zio materno, ricevette nella Cappella privata del palazzo di Alessandria, il Sacramento della Cresima, il 23 ottobre 1833. Francesco visse in quel mondo contadino e religioso forse fino ai nove anni; e le sue esperienze successive, se oscurano un po’ quei primi ricordi, non distrussero affatto le aspirazioni più profonde che fin d’allora aveva potuto attingere nella realtà circostante. Né più dimenticherò «l’aria nativa» di Bruno. [da lettera al fratello Alessandro da Torino, 25 settembre 1853] 24 Fino a nove anni egli non cominciò a studiare: l’unica occupazione cui si dedicava volentieri era la musica, nella quale, rivelava particolari disposizioni. La madre si accorse che fin d’allora si veniva sviluppando in lui il gusto della musica, e ben presto volle che ne imprendesse lo studio sotto la guida amorosa della sorella Antonina. A quei tempi era in uso nel Patriziato subalpino di prendersi in casa un sacerdote per l’istruzione e l’educazione dei figli. Il Marchese chiamò un certo don Garibaldi, che «trovò il discepolo alquanto svogliato nell’imparare»; ma tanto egli seppe fare, che il piccolo Francesco fu in poco tempo completamente mutato. Carrozza della famiglia Faà di Bruno Esposta in Casa Madre con sottofondo il castello di Bruno, In occasione del decennale della Beatificazione Ma due lutti, a cinque mesi l’uno dall’altro, avrebbero mutato radicalmente la vita del nostro Francesco. Il 15 luglio 1834, a Bruno, la Marchesa moriva. Il 18 dicembre 1834 moriva pure a Bruno, il nonno Marchese Francesco. Tomba di Famiglia al Cimitero di Bruno Queste due morti decisero il Marchese Ludovico a provvedere al suo piccolo Francesco; lo collocò nel Collegio S. Giorgio dei Padri Somaschi di Novi Ligure. Francesco aveva poco più di undici anni. “Basta amare per fare il bene” Targa ricordo di Carolina Sappa Marchesa di Bruno (interno chiesa parrocchiale) 25 5. Il Collegio di Novi Ligure Il nostro, scrisse il 18 settembre 1838 al fratello Alessandro: «…son contentissimo del Collegio, siccome i Superiori di detto sono contenti di me, e mi usano molti riguardi. Nella distribuzione de’ premi mi toccò il premio d’eccellenza, ed il 1° premio nella Scuola d’Umanità. Da Novi L. scrisse nel 1839 «Tutti volevate venir a trovarmi. Non posso esprimere la mia contentezza di questa notizia, poiché vedo l’amore che tutti mi portate. Però, benché non siate venuti, vi ringrazio ugualmente». Nei quattro anni in cui rimase nel Collegio S. Giorgio, fino al compimento degli studi di retorica, si mostrò l’ingegno vivace e pronto del giovane Francesco. Qui incominciò a raccogliersi il suo spirito ed a fortificarsi la sua volontà nello studio. Qui iniziò quel lento lavorio dell’anima che dovrà più tardi formare una delle caratteristiche del nostro: dominio di sé, il freno di ogni moto che non fosse abnegazione, sacrificio, virtù. Partì da questo Collegio dunque, maturo di studio, di volontà, di fermezza, coronando la speranza del Marchese suo padre. Scriveva il P. Vincenzo Costa, nella certificazione degli avvenuti studi nel Collegio: «Il sottoscritto, Rettore del Collegio di S. Giorgio in Novi, certifica che il Sig. Cav. Faà di Bruno, dell’Ill. Sig. Marchese Luigi, nativo di Alessandria, ha frequentato in qualità di allievo interno, questa scuola per quattro anni, nell’ultimo dei quali ha compiuto lodevolmente il corso di Rettorica. Certifico del pari che il predetto Sig. Cav. Faà di Bruno si è dimostrato esatto nell’adempimento degli esercizi di Religione, e frequentò cioè ogni domenica i SS. Sacramenti; motivo per cui i suoi Superiori lo vedevano con dispiacere partire da questo stabilimento, cui egli abbandonava per fruire della Grazia Sovrana che lo ammetteva ad allievo nella R. Accademia Militare di Torino». - Novi lì 9 ottobre 1840 - Collegio S. Giorgio di Novi Ligure dei Padri Somaschi Francesco vi entra nel 1836 26 Per renderci conto del tipo d’influenza che si esercitò su di lui in quegli anni, è opportuno considerare i principi educativi che guidavano l’attività dei Somaschi nei loro collegi. Nella riorganizzazione degli istituti e dell’attività, avvenuta nei primi anni della Restaurazione, quando il re Vittorio Emanuele aveva affidato ai Somaschi anche il Reale Collegio di Genova, erano state redatte le «Regole Generali per i collegi diretti dai PP. Somaschi». I compilatori erano preoccupati di legiferare in modo che ogni circostanza venisse risolta in vista del bene comune, al quale intendevano far corrispondere la formazione del singolo. Unicamente preoccupati di mantenere l’ordine; la disciplina era realizzata con il silenzio imposto, con la fila militaresca, con la minuta disposizione dell’orario. La pietà non era tanto una forma di vita spirituale, ma una sequela di formule pratiche e prestazioni di culto a cui si supponeva che l’individuo accedesse in forza della ripetizione di quegli atti di culto prescritti. Erano concetti e criteri che si ritenevano validi in un’età in cui si temevano le deviazioni rivoluzionarie, e si credeva che un regolamento imposto con minuta precettistica potesse essere non solo correttivo dei mali, ma anche preventivo delle buone azioni e della perfetta condotta. Il nostro Francesco accettò senza difficoltà questa impostazione. Nel settore scolastico, cioè dello studio, la sua diligenza fu tale da condurlo, come abbiamo constatato, ad un risultato finale positivo. 27 5. L’ACCADEMIA MILITARE DI TORINO Terminati gli studi classici nel 1840, Francesco Faà di Bruno abbracciò la carriera delle armi entrando nell’Accademia Militare di Torino. Perché sceglieva la carriera dell’esercito? Le testimonianze di quanti lo avevano conosciuto personalmente sono concordi nell’affermare la sua incertezza, sentendo egli una certa disposizione sia verso la vita del sacerdozio sia verso quella delle armi. Sarebbe stato l’intervento di una zia ad indirizzarlo verso la carriera militare. Dice Il Condio: … incontrandosi un giorno con una zia materna, la signora Dellogli, avendogli egli parlato del turbamento in cui si trovava per la direzione della sua vita, questa con affetto materno gli disse: «Caro Francesco, se abbracci la carriera ecclesiastica e ti fai prete, una volta che ti sei legato, non potrai più scioglierti: che se invece ti fai militare, per cui senti inclinazione, potrai sempre tornare indietro, ed abbracciare un’altra carriera da te preferita». Le tradizioni della famiglia Sappa e lo stato di vita dei famigliari più prossimi gli offriva un esempio di cui poteva ispirarsi: due sorelle erano entrate in religione; due fratelli seguivano la carriera ecclesiastica, un fratello e due cognati si erano dedicati alla vita militare. Egli entrò nell’Accademia di Torino a 15 anni e ne uscì a 21. Il lungo periodo e l’età particolare ci inducono a pensare che questa esperienza abbia lasciato in lui tracce profonde, che non si dovrebbero trascurare nel ricostruire la formazione della personalità. Oggetti personali del Capitano Francesco Faà di Bruno [ Museo F.F.d.B.] L’Accademia militare di Torino era istituita per addestrare negli esercizi delle armi e negli studi i paggi e i nobili della corte. Nei primi tempi della Restaurazione vi fu indotta la Regola, i cui principi educativi restano fondamentalmente immutati nelle successive disposizioni. 28 Cardine principale di tutto l’indirizzo era l’idea religiosa o, forse più esattamente, l’insegnamento religioso e le sue pratiche di culto. Ciò rispondeva ai sentimenti personali dei sovrani: si voleva una larga espiazione della tanta empietà rappresentata dalla Rivoluzione francese, dalle idee ed istituzioni che erano sorte. La Regola perciò assegnava un prestigio notevole al Direttore di Spirito, fissava gran numero di cappellani, prescriveva l’obbligo di numerose pratiche. Accanto al sentimento religioso, si procurava che si rafforzasse e crescesse nell’animo dei giovani la devozione al sovrano. Il re capo supremo dell’esercito, appariva loro come il padre venerato della famiglia alla quale venivano ad ascriversi. La vita interna dell’Istituto, quando il nostro Francesco vi fece il suo ingresso, era poi regolata dai Provvedimenti emanati dal re nel 1839. Il corso di studi era fissato in 5 anni per gli allievi che si dedicavano al servizio nelle armi «comuni» (fanteria, cavalleria), in 6 anni per quelli che venivano destinati alle armi «dotte» (artiglieria, genio, stato maggiore). La scelta per le armi «dotte» veniva fatta dal Consiglio di Istruzione dopo il 2° anno di corso ed era resa definitiva dopo il 4°. Per gli allievi promossi alle armi «dotte» veniva istituita una «Scuola di Applicazione» in cui si faceva un corso di due anni Accademia Militare di Torino Dicitura sull’ entrata REGNANDO CARLO EMANUELE III Cresciuto il Piemonte in militare grandezza sorse disegnato da FELICE DEVINCENTI questo Arsenale di guerra e perché rimanesse di sue militari difese Presidio Scuola ed Officina Vi die’ compimento l’Italia nuova Regnando UMBERTO I Partendo da Piazza Statuto si percorra la via Garibaldi, già via Doragrossa, fino all’incrocio con via S. Tommaso. Proseguire per via S. Tommaso, oltre via S. Teresa inizia via Arsenale e all’incrocio con via Arcivescovado si trovano le Scuole di Applicazione d’Arma. 29 Le reazioni personali di Francesco all’ambiente dell’Accademia, secondo la testimonianza dei documenti, si possono individuare in alcuni elementi, attorno a cui ruotano maggiormente i suoi interessi: la serietà degli studi, l’affetto per la famiglia e la cura della religione e della vita di pietà. Dopo il 2° anno fu scelto per le armi «dotte», per essere poi avviato al Corpo di Stato Maggiore. La sua applicazione nello studio delle materie scolastiche doveva essere notevole, tenendo conto da un lato, della severità degli esaminatori delle classi di armi «dotte», e, dall’altro, delle votazioni che egli riportava. Nell’anno scolastico 1842-’43, se non eccelleva nelle discipline propriamente militari, aveva voti migliori nelle matematiche e nelle lettere francesi; ma le votazioni più alte sono quelle riportate in religione (9,66/10) e in condotta morale (10/10). Negli anni successivi si viene precisando la particolare inclinazione verso le materie scientifiche, mentre si mantiene inalterata la votazione massima ottenuta nella religione, e condotta morale religiosa. Con lo stesso impegno e con risultati altrettanto positivi, come «esterno» frequentò la Scuola d’Applicazione nel 1847 fino all’inizio del ’48. In questo periodo iniziò lo studio delle lingue straniere, francese, inglese e tedesco. Non conosciamo la portata reale dell’influenza del personale a cui era affidata la sua istruzione e la sua educazione religiosa. Dei tre Direttori Generali di Spirito, durante gli anni in cui Francesco fu all’Accademia conosciamo i nomi: il somasco P. Domenico Pessani, il Teol. Costa della Torre, l’abate Bernardo Michelotti, di quest’ultimo Francesco riteneva «persona benemerita degli allievi». In quegli anni il Faà dovette conoscere anche il canonico Carlo Borsarelli di Riffredo, che si recava all’Accademia a confessare gli allievi, e che ritroviamo più tardi al suo fianco all’inizio delle fondazioni degli istituti in Borgo S. Donato. Le alte votazioni riportate in religione e in condotta religiosa, insieme con le testimonianze della sua pietà tramandataci dai biografi e dalle deposizioni dei Processi, dimostrano come egli avesse accolto pienamente il principio religioso, che caratterizzava l’educazione dell’Accademia. Si ricorda la testimonianza di un «famiglio» all’Accademia Militare, che là si trovava quando il Faà era accademista, secondo la quale il giovane «nella Cappella dell’Accademia assisteva sempre alla S. Messa in ginocchio». 30 «E Era esempio di virtù e religione, né il rispetto umano lo trattenne mai dal compire i suoi doveri religiosi e per questo era stimato dai compagni e superiori». «All’Accademia Militare, mantenne la pratica della Visita al SS. Sacramento (abitualmente nella Chiesa delle Religiose Sacramentine in Via dei Mille prossima alla sua abitazione) e quella della frequente Comunione». Dettaglio Altare Dove veniva posto il SS. Sacramento per l’adorazione Altare Chiesa di S. Francesco di Sales (ex Chiesa Religiose Sacramentine) Cappella dell’Accademia Dedicata a Francesco Faà di Bruno 31 Il Condio riferisce di aver inteso raccontare da don Francesia, uno dei primi Salesiani, a proposito del Faà nel periodo in questione: «… io ricordo di averlo veduto varie volte all’Oratorio, all’ora della Messa del nostro Don Bosco, depositare in sacrestia la sciabola, e, in divisa di Ufficiale servigli la Messa in modo inappuntabile, colla più grande divozione». Altare della Chiesa di S. Francesco di Sales (oggi) Entrata L’ufficiale Faà Faà di Bruno Serve Messa a don Bosco all’altare della Chiesa di S. Francesco di Sales (Chiesa interna a Valdocco, dietro la basilica di Maria Ausiliatrice) laterale della Chiesa, e part. targa ricordo moltiplicazione dei pani operata da don Bosco. Partendo dall’Istituto Suore Minime di Via S. Donato 31, portarsi in P.zza Statuto, percorrere C.so Principe Eugenio fino alla rotonda di C.so Reg. Margherita dove inizia Via Cigna, percorrerla fino all’incrocio con Via M. Ausiliatrice, svoltare a sinistra e dopo 50 mt. si trova la Basilica di Maria Ausiliatrice e l’Istituto dei Salesiani. 32 6. IL SOLDATO la guerra, la scelta Il 18 agosto 1846 Francesco termina i corsi all’Accademia Militare ed è nominato Luogotenente nel R. Corpo di Stato Maggiore. Inizia il biennio di specializzazione (in topografia) presso al Scuola d’Applicazione dello Stato Maggiore. Si avvicina per il giovane Luogotenente l’esperienza del «’48» (l’esperienza della guerra) la quale segnerà una tappa significativa e gravida di conseguenze nella vita di Faà di Bruno. I documenti su questo argomento (la guerra) ci permettono di illuminare meglio la sua figura, di seguire in parte i pensieri dominanti. Ci apparirà così che il militare pio e devoto, intelligente e dotato di notevole realismo e di un certo buon senso nel vedere le operazioni militari, era per altro restio ad intendere il significato politico complessivo delle azioni a cui partecipava. Quando partì per la guerra, come tutto l’esercito, anche Francesco era al colmo dell’entusiasmo. Ma era l’entusiasmo di chi, sotto la bandiera del proprio re, andava a combattere una guerra, a cui da quasi otto anni si preparava ed era addestrato, non di chi intraprendeva un movimento, militare e politico insieme, di unificazione nazionale. Ma quella guerra contro l’Austria, che si combatteva sui campi lombardi, di fatto, imponeva un discorso di «indipendenza» dall’Austria, e di «unificazione», del Piemonte e della Lombardia sotto la corona di Carlo Alberto, re costituzionale. Nomina a Luogotenente Il Luogotenente Faà di Bruno effettivamente accolse l’idea dell’unificazione dell’Italia settentrionale, senza peraltro interrogarsi troppo sulle singole questioni, e tantomeno sulla questione complessa dell’unificazione della Penisola. 33 Di fronte alle difficoltà opposte da Milano all’unione con il Piemonte, egli non intese il senso politico del contesto. Il Governo piemontese voleva che i territori occupati accettassero l’unione al Regno di Sardegna e lo Statuto esistente, pur impegnandosi a modificarlo a guerra terminata. Questo programma, accettato dalla maggior parte delle città Lombarde e del Veneto, incontrò le difficoltà del Governo provvisorio di Milano. Francesco scriveva al cugino Lodovico Trotti, che era a Milano, facendo voti che i contrasti si appianassero: «Sarebbe vero, che la Provvidenza per non renderci troppo felici, ci togliesse quest’unione, la quale recherebbe invidia alla terra tutta per la feracità del suolo, per l’energia e l’ingegno degli abitanti? Regno costituzionale che seduto sulle Alpi stenderebbe le braccia all’Adriatico per Venezia, al Tirreno per Genova. ...». Egli non si era posto, tuttavia, il problema politico complessivo. Di fronte ai volontari delle regioni meridionali, rimane infatti disorientato, e nella medesima lettera al Trotti manifestò il suo stupore, anche se alla sua mente si affacciava una prospettiva positiva: «V’è qui una deputazione siciliana. Sarà forse per offrire il trono di Sicilia a casa Savoia? Pare veramente che la Provvidenza combini le cose per formare un Regno solo d’Italia. Se questa guerra finirà bene, la cosa è indubbia…». Come si sa la campagna del ’48 fu caratterizzata, a livello di operazioni militari, da vari momenti di inattività e incertezza da parte piemontese. […] Faà di Bruno non tarda ad accorgersi di questo aspetto negativo. Tuttavia, in un primo tempo, ne addebita la responsabilità non ai comandanti militari, ma ai «politici». Scriveva alla sorella Maria Luigia da Cavriana il 18 aprile 1848: «Noi occupiamo tutta la sponda destra del Mincio, il quale divide la Lombardia dalla Venezia. Sono le alte viste politiche che qui ci trattengono…». Comunque in tutta la campagna si rilevò un acuto osservatore e giudice critico della conduzione delle operazioni. I suoi rilievi critici sullo svolgimento delle operazioni sono sostanzialmente gli stessi che gli storici di quella guerra hanno avanzato: indecisione nel comando ed inattività ingiustificata dell’esercito. Di ciò si accorse sin dall’inizio della campagna. Il 10 agosto, inviando al cognato il testo della convenzione firmata il giorno precedente a Milano tra Salasco e Hess, scriveva: «Ecco a qual punto siamo ridotti. Vedi che non avevo torto a sparlare dei nostri Capi. Essi soli furono la nostra rovina…». 34 Per quanto riguarda la breve campagna del ’49 possediamo alcuni dati importanti. Il 10 marzo 1849 era promosso capitano. Non si trattò di una promozione sul campo per particolari azioni di guerra, comunque una decina di giorni dopo la promozione, benché avesse iniziato la campagna con poco entusiasmo, ebbe modo di distinguersi per valore e si ebbe la «menzione onorevole» per «i fatti d’armi di Mortara e Novara il 21 e 23 marzo 1849» [… combattendo valorosamente, gli restarono uccisi ben due cavalli, vien ferito e si merita la menzione onorevole.] «Gran giornata quella di ieri. Si prese Peschiera e si vinse una battaglia presso Goito…» Il futuro re Vittorio Emanuele II, con il quale il nostro Francesco aveva una certa famigliarità, dovette apprezzare quei gesti di eroismo; certo apprezzava la sua cultura scientifica e la preparazione tecnica del Capitano di Stato Maggiore. Il principe Vittorio Emanuele II Ai tempi della guerra del 1848 – ‘49 Nomina a Capitano Il Berteu ci dice che egli «trovossi sui campi di Novara accanto, anzi, alla mensa istessa del giovane principe Vittorio Emanuele, di cui era uffiziale d’ordinanza» Non ci stupisce, perciò, il fatto che egli avesse pensato di affidargli l’incarico di precettore di matematiche per i propri figli. 35 Se la guerra era perduta, se la sconfitta poteva indurlo a considerare «il nulla del mondo», tuttavia per ora poteva guardare con speranza all’avvenire e trovare in quell’incarico, anche il mezzo di «rendersi con essi (studi matematici) un giorno utile al paese, scopo che sarà sempre della sua vita». All’inizio di settembre di quell’anno 1849 chiedeva al re di essere dispensato dal prestar servizio al Corpo, avendo intenzione di «perfezionarsi a Parigi negli studi di matematiche» La sua richiesta fu accolta, e, prima della fine dell’anno, ottenne anche un passaporto per la Francia. Nella formazione di Francesco Faà di Bruno l’esperienza francese costituisce un momento fondamentale. Gli anni trascorsi a Parigi ( 1849 – 1851; 1854 – 1856) conferiscono alla sua vita delle note caratteristiche che segneranno tutta la sua esistenza successiva. Carta topografica della regione del Mincio e di Peschiera Francesco lavorò a lungo alla formazione della carta topografica della zona del Mincio (10 fogli) e delle fortificazioni di Peschiera. Fece poi stampare tale carta a Parigi negli anni successivi per conto del Ministro della Guerra. 36 La religiosità raggiunse una pienezza tale da investire tutta la sua attività; il suo pensiero trova forma ed indirizzo che, pur non escludendo evoluzioni posteriori, resterà tuttavia come ossatura permanente. Al termine del suo primo soggiorno parigino è da osservare un allontanamento del Faà dagli ideali militari. In ciò entrano anche le difficoltà sorte con il Ministero della Guerra dal 1850. Dopo il ritorno a Torino alla fine del ’51, egli effettivamente non è più a suo agio: «… non rido nella capitale; all’opposto soffro molto moralmente». Nell’estate successiva fu mandato a compiere i rilevamenti topografici della Liguria per conto dello Stato Maggiore. È qui che prese sempre più corpo il proposito di ritirarsi dall’esercito: nelle solitudini di quei mesi, nel silenzio di quelle montagne, egli interrogava se stesso e lentamente maturava nuove decisioni. In una lettera, che scrisse al fratello Alessandro il 22 agosto 1852, illumina in profondità lo stato complessivo delle sue aspirazioni, il disgusto per la vita militare e la professione di soldato-cortigiano: «… ho una malinconia che traspira a’ miei compagni dalla mia figura». «N Non mi sento al mio posto, «M Mi occorrono perciò l’applicazione e il danaro, la vedo gli uomini ingiusti ed ingrati, mi tormenta l’ignorare ancora il mio vero destino. […] L’istruirmi e l’essere utile altrui sono i cardini della porta della mia felicità. […] Io tutto darei per questo scopo, e beato quel momento in cui potrò raggiungerlo». solitudine e lo stipendio, due cose che si contraddicono. […] Intanto che posso fare al Corpo, se non perdere quel che ho già appreso e infangare il mio spirito in cose le più triviali? Sono assalito perciò giornalmente dall’idea di abbandonare il Corpo non per altro che per potermi più agevolmente occuparmi di matematiche». […] «Sono pazzie a detta d’alcuni; pure sono realtà che mi crucciano». 37 Il 14 marzo 1853 chiede la dispensa dal servizio militare costrettovi dal rifiuto d’un duello con chi l’aveva oltraggiato per la sua fede religiosa. Il 23 marzo 1853, Re Vittorio Emanuele II gli firma il congedo, accordandogli dei privilegi per meriti acquisiti. Dimissioni da Capitano 23 marzo 1853 38