Contro il tiqui taca
A ogni contropiedista
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Le opinioni sostenute con passione sono sempre quelle per le quali non esiste alcuna buona giustificazione:
la passione, infatti, non è che la misura della mancanza di convinzione razionale da parte dell’opinante.
Bertrand Russell
Por qué?
José Mourinho
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I
La verità ti fa male, lo so
Ti è già successo.
Nel mezzo di un’accanita conversazione calcistica, unico collante di una moltitudine in fuga da argomenti impegnativi, qualcuno ha fatto una lunga pausa e ha detto certo che se giocassimo come il
Barcellona...
All’unisono gli altri partecipanti hanno annuito,
forse hanno anche brindato con vigore rischiando
di sbeccare bicchieri e incisivi. Tu cos’hai fatto? Hai
sorriso, gli angoli della bocca tirati allo spasimo per
evitare di essere scoperto. Una parte di te ha preso il
sopravvento, quella che ama il vivere quieto e non
interviene nemmeno in soccorso delle vecchine scippate in strada. Arrendevole, mite agnello sacrificale, hai partecipato all’apologia con qualche aneddoto
posticcio da spendere a bassa voce. Hai spacciato no9
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tizie di terza mano sulla velocità incredibile di Messi: un amico di amici ti ha raccontato che l’argentino
può superare un’utilitaria in salita e consuma molto
meno. Ti hanno anche detto, ma non ricordi chi, che
quando è arrivato a Barcellona era alto nove centimetri e che lo hanno appeso a testa in giù con dei pesi
attaccati alle orecchie pur di farlo crescere (o qualcosa del genere), forse gli stessi pesi che i guru indiani si legano ai testicoli per poi meditare incuranti
del dolore (si spiegherebbe così quella quieta accettazione di ogni cosa, la calma del fuoriclasse senza rabbia). Le vite dei Santi sono piene di episodi minori e,
anche se non ne sai nulla, improvvisare è semplice.
Stai parlando bene del Barcellona.
Ti eri ripromesso di non cascarci più e di battere
i pugni sul tavolo, urlando a squarciagola che uno
come Pedrito non lo vorrebbero nemmeno i circhi
per spararlo con il cannone, ma non ce l’hai fatta.
Hai valutato i rischi e le difficoltà e hai deciso che
non potendo batterli e non volendo unirti a loro,
questa adesione timida è il modo migliore per non
farti stanare. Ti sei arreso allo standard blues più scontato, quello secondo cui dopo di loro il diluvio, prima di loro solo calcio dozzinale.
Secondo gli integralisti blaugrana il fútbol esiste solo
in funzione del Barcellona, il resto è noia. Parlano
i risultati, le statistiche, parlano gli appassionati e i
conoscitori del pallone. Parla la Uefa, lo dicono gli
scrittori arguti e sornioni, non può non essere vero.
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Ma è davvero così? Vale la pena di prendere sempre per buona la dottrina maggioritaria?
Non sempre.
Questo piccolo libro serve a farti sentire meno
solo, a confortarti e a riscaldare lo spirito di tutti
quelli come te.
Riavvolgi il nastro di una a caso di quelle serate e
prova a cambiare il finale. Osa l’impossibile, guardali in faccia e dillo con fermezza: a me il gioco del
Barcellona non piace.
Nella migliore delle ipotesi ti daranno del bastian
contrario, come fosse un vezzo il tuo profondo e motivato dissenso, come se ci fosse studio nella tua
radicale antipatia per quello stile di gioco. Quelli
meglio informati sul sarcasmo anglosassone ti sputacchieranno sprezzanti che sei un attention whore e
ti costringeranno a cercare sui dizionari quello che
avrebbero potuto farti capire in mille altri modi e
nella tua lingua: a loro giudizio sei uno che farebbe
qualsiasi cosa pur di ottenere l’attenzione dei più.
Una zoccola, appunto. Ti daranno dell’hater, come
fanno quelli giovani con il cavallo dei pantaloni
basso-che-struscia-in-terra con altri che hanno lo
stesso cavallo dei pantaloni ma diversi gusti musicali. Molti faranno uso di una categoria abusata, la
supercazzola del povero di spirito e d’argomenti:
l’invidia. Diranno che il motore unico di ogni pur
motivata critica è l’invidia, perché quella squadra
di cui a parole fai scempio è in realtà l’unico sogno
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della tua vita. Loro credono di averti capito bene.
Tu odi perché non sai amare e non puoi avere, ti è
negata quella perfezione stilistica perché i centrocampisti della squadra che tifi a tempo pieno (e a
volte perso) hanno piedi maleducati e non sanno
muoversi come nuotatrici sincronizzate russe. Invidi le vittorie per tanto a poco e la ragnatela ipnotica
di passaggi1, i trofei di squadra e quelli individuali,
li invidi quando vincono e quando perdono2, perché
hanno stile anche nella sconfitta o comunque quella
è l’opinione comune e a questo mondo si sa che se
lo dicono tutti deve essere vero al di là di ogni dimostrazione pratica del contrario, con buona pace
di Pirrone3 e dei suoi.
I più raffinati, quelli con un esame di estetica alle
spalle, ti diranno che la tua è una pura provocazione, che odiare il bello è una disperata richiesta di
aiuto. Quelli seduti accanto a loro, gente con qualche esame di psicologia sul libretto, coglieranno la
palla al balzo e suggeriranno una via per uscire da
questo brutto momento, sussurreranno pazienti e
comprensivi che se tuo padre ti menava da piccolo è inutile prendersela con il Barcellona. Il rimosso, il tuo problema deve essere per forza il rimos-
1
Così la chiamano quelli che di calcio ne sanno davvero.
Sempre che l’impianto di irrigazione del Camp Nou non si accenda
casualmente durante le rare celebrazioni degli avversari...
3
Fondatore dello Scetticismo.
2
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so. I meno raffinati ne faranno una questione di tifo,
ma rimandiamo il tema a qualche pagina più in là.
Sei sospeso tra un’iperbole blaugrana e l’altra, in
apnea e pronto a capitolare definitivamente, ad ammettere che in fondo hanno anche ragione.
Non arrenderti, non farlo.
Non lasciare che il brusio di dissenso che percorre il bancone del tuo pub mano a mano che la voce
della tua eresia si propaga ti distragga dall’obiettivo finale, non arrossire.
Nonostante manchi la certezza sulla vera origine
dell’espressione idiomatica bastian contrario, è possibile che si riferisca al piemontese conte di San Sebastiano che nel pieno della battaglia dell’Assietta4
rifiutò di obbedire all’ordine di ripiegamento sulla seconda linea. Il suo gesto di insubordinazione
e quello di pochi granatieri che con lui scelsero di
resistere fruttò l’insperata vittoria contro l’esercito
franco-ispanico.
Caparbio, ottuso e lucido, il conte di San Sebastiano; se l’espressione si dovesse a lui allora siamo
disposti a farci dare dei bastian contrari e a non arretrare di fronte alla pioggia di consensi che costruiscono la leggenda dell’ultima armata blaugrana come
squadra più forte di tutti i tempi.
Come?
4
Correva l’anno 1747.
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È un mantra ma non lo troverai nei manuali dei
guerrieri della luce perché a quelli il calcio non piace.
Prendi fiato, conta fino a tre e ripeti a voce alta.
Io detesto il Barcellona, chiunque ami il gioco del calcio non può che detestare il Barcellona.
Ora aggiungi il fondamentale secondo me, che ti
libererà dall’accusa di tromboneria.
Ecco, l’hai fatto.
Ti senti meglio?
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