Comunicazione in rete. Aspetti tecnologici e relazionali Pier Cesare Rivoltella Università Cattolica di Milano Firenze, 19 febbraio 2000 Premessa e schema dell’intervento La natura “comunicativa” della didattica Obiettivo: comprendere i processi di comunicazione per elaborare architetture didattiche adeguate Tre passaggi: elaborare un modello di analisi da applicare ai diversi tipi di comunicazione per soffermarsi sulla CMC L’analisi della comunicazione Il dato teorico che si impone è quello di una molteplicità di punti di vista (semiologico, sociologico, psicologico, ecc.), tutti singolarmente insufficenti. Il nostro approccio consisterà nel sacrificare la “purezza” epistemologica per la funzionalità del discorso. Ne risulta uno schema a tre descrittori... Il processo comunicativo Tre dimensioni: sociale (la situazione) semiologica (i codici) pragmatica (strategie di comunicazione ed effetti). codici Soggetto Soggetto La situazione Tre variabili: il profilo fisico (lo spaziotempo); l’accesso all’informazione; le condizioni d’uso Il codice Una definizione: “ponte” tra significante e significato Due funzioni. Comunicativa ed espressiva Il radicamento nel contesto Gli effetti della comunicazione La “svolta pragmatica” nelle scienze umane Comunicazione strategica e agire comunicativo (Habermas) Il significato della pragmatica: quando dire è fare... L’analisi della comunicazione Nella tabella sottostante vengono sintetizzate le operazioni che l’analisi della comunicazione può prevedere... Dimensione Sociale Semiologica Pragmatica Descrittore Situazione Codice Effetti Tipo di analisi Contestuale Strutturale Funzionale Oggetto Profilo fisico, accessibilità, condizioni d’uso Codici Conseguenze pragmatiche La comunicazione in presenza (CiP) Radicamento nello spazio-tempo La condivisione del luogo come funzione dell’accesso all’informazione Simultaneità e non ripetibilità I codici: il primato del verbale e i codici metacomunicativi Aspetti pragmatici: comunicazione intenzionale e digitale La CiP: tavola riassuntiva comunicazione “digitale” riduzione della decodifica aberrante multicodicità multi-medialità spazio-tempo, luogo fisico simultaneità, non ripetibilità situazione codici effetti La comunicazione a distanza (Cad) Sganciamento dello spazio-tempo Moltiplicazione dei luoghi fisici Possibilità della ripetizione e dell’analisi retrospettiva Molteplicità di codici impiegati: dal primato del verbale al primato dei codici grafo-visivi Aspetti pragmatici: dalla comunicazione digitale alla comunicazione analogica La CaD: tavola riassuntiva comunicazione “analogica” possibilità di decodifica aberrante multicodicità multi-medialità luoghi fisici diversi differita, possibilità di analisi retrospettiva situazione effetti codici La comunicazione computer-mediata (CMC) Comunicazione sincrona e asincrona Dal luogo fisico al luogo sociale L’accesso all’informazione: la formazione distribuita Feed-back immediato e analisi retrospettiva Contrazione degli indizi simbolici Il rischio della comunicazione inefficace e della decodifica aberrante La CMC: tavola riassuntiva possibilità di comunicazione inefficace e di decodifica aberrante, necessità di regolamentazione contrazione degli indizi simbolici effetti codici dal luogo fisico al luogo sociale informazione diffusa situazione I problemi della CMC La situazione: accesso (quantità e qualità) e socialità (i problemi del conflitto e della leadership) I codici: tra comunicazione strumentale e comunicazione relazionale Gli effetti: la qualità del feed-back e i problemi legati alla produzione di messaggi (quantità, lunghezza). CMC e cooperazione on line qualità del feed-back frequenza e lunghezza dei messaggi equilibrio tra strumentalità e relazionalità della comunicazione quantità e qualità di accesso leadership, conflitti situazione codici effetti Ipotesi di soluzione: la progettazione Occorre definire rigorosamente gli obiettivi che attraverso la CMC si intende conseguire. Questo significherà: indicare i risultati da raggiungere; definire le operazioni da mettere in atto in ordine ad essi; chiarire i compiti dei vari soggetti coinvolti dal punto di vista sia della struttura sistematica complessiva dell’intervento, che più concretamente ai fini della assegnazione dei ruoli; definire le modalità di perseguibilità e i criteri di valutabilità; fissare tempi e condizioni delle diverse fasi del lavoro. Il modello di comunicazione Tre sono i modelli per cui optare: cooperativa, in cui il conduttore è un partecipante, cioè attore del processo formativo a pari titolo rispetto agli altri attori (può essere il caso di esperienze di co-progettazione che coinvolgono soggetti dotati di competenze elevate); centrata sul problema, in cui il conduttore ha funzioni di controllo sul processo (sono le classiche esperienze in cui il gestore di processo suggerisce i compiti, detta i tempi, controlla il lavoro in itinere, sanziona i risultati ottenuti); centrata sul gruppo, in cui il conduttore adotta uno stile non direttivo e il lavoro passa integralmente attraverso le attività del gruppo (si tratta di esperienze in cui la figura del gestore di processo rimane effettiva ma gioca il suo ruolo più nel senso di un help in linea disponibile che non di chi concretamente scandisce e conduce il lavoro). Gestire il processo Tre tipi di funzioni comunicative nella gestione del gruppo: - finalizzate alla produzione, cioè indirizzate alla raccolta e allo scambio delle informazioni; - di facilitazione – ad es., mantenere in tema la discussione, ripetere e sintetizzare i temi, controllare il tempo; - di regolazione, cioè di controllo dei processi psicologici del gruppo (leadership, conflitti).