23
IL CAFFÈ
29 giugno 2014
tra
parentesi
La tendenza
Le regole
Il dialogo coi colleghi
1
E se Fido andasse
Ricordarsi di verificare se qualcuno
dei vostri colleghi è allergico o ha
paura dei cani. Per rispetto verso chi
lavora con noi e potrebbe sentirsi in
imbarazzo con un quattrozampe
in
ufficio?
I pericoli da eliminare
2
Alcuni elementi in un ufficio possono
non andare d’accordo con Fido:
piante, cavi elettrici, fili, telecomandi.
Un bel gioco, per lui, un po’ meno
per noi se li danneggia
I luoghi di lavoro aprono le porte
pure al miglior amico dell’uomo
N
on ti sei mai portato
il cane in ufficio? Lo
scorso 20 giugno in
tanti l’hanno fatto,
aderendo all’invito
del sito Usa takeyourdog.com,
che ha voluto dare un tocco di
“cameratismo umano-canino”,
se così possiamo definirlo. Ma è
stato anche un modo di dimostrare affetto al nostro miglior
amico la cui compagnia, assicurano tutti coloro che già ci convivono, fa stare bene. Ecco perché
anche sul lavoro potrebbe essere
una presenza benefica. Ne sa
qualcosa Clarissa Tami che non
si muove senza la sua Clio.
“Adesso è un po’ anzianotta,
quindi a volte sono costretta a lasciarla a casa, oppure a darla a
mia mamma che le fa da nonna
molto volentieri”, dice la simpatica presentatrice Rsi.
Ricordiamoci che se per noi
il nostro Fido è il più bello, buono, affettuoso ed educato del
mondo così potrebbe non pensarla chi condivide i nostri spazi
di lavoro. Non tutti potrebbero
apprezzare nel vedere aggirarsi
un quattrozampe tra scrivanie,
computer e stampanti. Sebbene
chi ha provato a portarsi il proprio amico peloso in ufficioha
quasi sempre avuto un’ottima
accoglienza. Più sorrisi, gentilezze, collaborazione... Insomma,
un ambiente di lavoro tutto sommato migliore.
Tutto merito di Fido, la sua
calorosa presenza, emana una
positività contagiosa. Purtroppo
non ovunque è ben accetto “Già,
peccato – commenta Pierre Rusconi, presidente della Protezione degli animali di Lugano -. In
Nordamerica, ad esempio, la
sensibilità nei confronti degli
animali è decisamente superiore. Da noi la vedo dura trovare
datori di lavoro che permettono
ai propri dipendenti qualche
pausa in più per portare Fido a
far pipì”. In un’azienda, coi tempi
che corrono, la parola d’ordine è
produttività, nessuna perdita di
tempo e break ridotti al minimo.
Infatti, meglio un bollitore sulla
scrivania, anziché uscire al bar o
infilarsi nel locale mensa.
Tuttavia, con Fido sotto’occhio anche il dipendente sarebbe più tranquillo che pensarlo a
casa solo. “Ragionamenti di questo tipo faticano a diventare realtà – aggiunge Rusconi -. Tra l’al-
CLARISSA TAMI E CLIO
La simpatica presentatrice Rsi
Clarissa Tami vive e lavora
“in simbiosi” con la sua Clio
La curiosità
Per il gigante della Rete un impiegato che è rilassato si impegna e rende di più
biano paura dei cani o che siano
allergici al loro pelo. Levate di
torno oggetti pericolosi o fondamentali per l’attività lavorativa:
cavi elettrici, spine, spinotti, telecomandi, graffette, piante, fogli,
documenti e incartamenti vari,
che farebbero sì la gioia di Fido,
ma si rivelerebbero altrettanto
deleteri per la vostra carriera.
Infine, con sincerità giudicate il carattere del vostro amico:
gli piace la compagnia o lo infastidisce, abbaia per un nonnulla,
è pauroso, iperattivo? E, soprattutto, è pulito o alza la gamba ad
ogni angolo? Se supera l’”esame”
portatelo con voi, altrimenti evitate.
o.r.
I cani? Benvenuti nei laboratori di Google
P
ortati Fido in ufficio e vedrai che i tuoi datori di
lavoro ne saranno contenti. La tendenza è diventata quella di non abbandonare il miglior
amico tra le mura di casa e, anzi, di far approfittare
della sua presenza anche i colleghi d’ufficio. È il caso
delle filiali europee di Amazon, Google o Nintendo
dove, oltre agli indaffarati cervelli impegnati nello
studiare nuove diavolerie tecnologiche, è facile incrociare un collaboratore a quattro zampe. Nella filiale milanese di Google Italia è diventatato abituale,
visto che dei 150 impiegati una mezza dozzina si porta sempre dietro il cane. Ogni tanto, quando si risveglia dal pisolino che schiaccia fra i piedi del suo padrone, la bestiola gira per l’ufficio, fa il pieno di coccole, si stiracchia e torna a dormire.
La stessa cosa accade in Francia, dove è in netto
aumento il numero di cani ammessi negli spazi di lavoro. Siccome nessuna legge vieta espressamente ai
francesi di essere accompagnati in ufficio da un animale domestico, ecco che l’abitudine inizia ad avere
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L’ACCOGLIENZA
Fido è benvenuto in tutte le sedi
del colosso dell’informatica
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;6 tro ancora troppi non amano
granché gli animali da compagnia: pensano che puzzano,
sporcano, danno fastidio e, soprattutto, impegnano”. Eppure
un cane resta un catalizzatore di
energia positiva, basti ricordare
l’utilizzo ormai diffuso della
“pet-therapy”. Tant’è che sempre
più istituti di cura, case per anziani e residenze per la terza età
aprono le porte ai quattrozampe.
Tornando all’ufficio, semmai il
vostro datore di lavoro consentisse a “convivere” con l’amico
peloso, non tralasciate di osservare qualche piccola, ma fondamentale, regola. Innanzitutto,
accertatevi che i colleghi non ab-
un crescente gradimento. Gli ambienti migliori sono
le redazioni dei giornali e gli studi di informatica, dove un locale su venti ospita cani con regolarità.
È però il Nordamerica la terra promessa
degli amici pelosi. Non per niente, la “Giornata del cane in ufficio”, una realtà da diversi
anni negli Usa, è sempre un successo. E
quasi il 20 per cento dei quattrozampe varca
quotidianamente la soglia di un ufficio in
compagnia del proprietario.
Sempre negli Usa due terzi dei lettori
della rivista d’affari “Fast Company” dichiara di considerare un’ottima idea il cane in
ufficio. Google America, addirittura, incoraggia questa abitudine perché, stando ad
una ricerca interna, “chi porta con sè il proprio cane trascorre una giornata più piacevole e quindi più produttiva”. Decisamente un altro
mondo, commenterebbe il patron della Protezione
di Lugano, Pierre Rusconi.
o.r.
Che caratterino
3
Se il nostro amico è troppo pauroso,
eccessivamente aggressivo o
iperattivo meglio lasciarlo a casa.
Agiterebbe l’ambiente, creando
inutile scompiglio e confusione
Il cibo e le esigenze
4
Il nostro cane ha bisogno di pasti e
passeggiate regolari. Se i ritmi di
lavoro sono troppo stretti,
dimentichiamoci di portarlo in ufficio.
Ne soffrirebbe troppo
Il piano d’emergenza
5
Come tutti noi anche Fido ha le
sue giornate “no”. Se in una di
queste si agita o abbaia di continuo,
meglio assentarsi un attimo dal
lavoro e riportarlo a casa
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