Fiba Cisl News P E R I O D I C O N ° 0 6 - 0 7 A N N O 2 0 1 0 Bolletta elettrica meno cara dello 0,5%. Il gas sale del 3,2% Bolletta elettrica pag. 1 meno cara dello 0,5%. Il gas sale del 3,2% Raffica di rialzi pag. 2 per i carburanti. Diesel sopra 1,29 euro In Italia penalità pag. 2 doppia per le mamme che lavorano Anche il laureato pag. 3 soffre la crisi Solo un stagista su cinque trova lavoro pag. 4 Gli immigrati non pag. 4 fanno carriera e uno su tre lavora in nero Tariffe elettriche in lieve ma confortante ribasso (-0,5%) mentre torna a crescere di buona lena il prezzo del gas metano (+3,2%). Ci sono precise ragioni nell'apparente discrasia nell'adeguamento delle tariffe "di maggior tutela" (retaggio delle ex tariffe amministrate per chi non è ancora transitato ai contratti del mercato libero dell'energia) disposto per il trimestre che inizia oggi dall'Authority dell'energia, che si appresta a gestire due piccole rivoluzioni. Nell'elettricità scatta per un primo "lotto" di 4,1 milioni di famiglie, ma con buona progressione la nuova formula riguarderà tutti, la nuova tariffa elettrica bioraria che premia i consumi di notte e durante i festivi penalizzando, in una prima fase molto poco, i consumi nelle fasce di picco della richiesta. Nel gas ci si prepara intanto al nuovo metodo di calcolo degli adeguamenti che dovrebbe limare qualche frazione percentuale a vantaggio dei clienti finali a partire da ottobre, quando scatterà il prossimo anno termico. Via intanto alle nuove tariffe trimestrali, che per l'elettricità confermano il calo ininterrotto dal primo trimestre 2009 (con una parentesi di stabilità nell'ultima parte dello scorso anno) mentre il gas metano ha purtroppo invertito già dal gennaio scorso la significativa discesa del 2009. Le ragioni? Sottolinea l'Authority che «su entrambi i settori incide l'aumento delle quotazioni petrolifere» pari a oltre il 25% negli ultimi 12 mesi, ma con un'asimmetria tra le due variazioni «legata alla permanente differenza tra le efficienze dei due mercati: in crescita per l'elettrico, ancora insoddisfacente per il gas». Per l'energia elettrica – rimarca l'Authority guidata da Alessandro Ortis – la diminuzione dello 0,5% si aggiunge alle consistenti riduzioni già registrate nel 2009 e nei primi due trimestri di quest'anno. E così la spesa media di una famiglia tipo «si riduce ulteriormente di circa di 2 euro su base annua» sommandosi «a quelle di 39 euro del 2009 e di 23 euro dei primi due trimestri del 2010». Questo nonostante la crescente mole di incentivi, finanziati con un'apposita voce aggiuntiva sulla bolletta, alle energie rinnovabili. In particolare – precisa l'Authority in una nota – «rispetto al 2009 è raddoppiata l'incidenza del fotovoltaico che oggi rappresenta circa 800 milioni di euro» interamente a carico dei clienti finali. L'aumento del 3,2% del gas naturale è invece determinato – insiste l'Authority – oltre che dall'aumento dei prezzi petroliferi che trascinano quelli del gas, anche dalla «scarsa concorrenza». Risultato pratico: per una famiglia tipo «una maggior spesa di 32 euro su base annua». In attesa, se non altro, delle limature che dovrebbero scattare ad ottobre con il nuovo meccanismo di adeguamento trimestrale, che «consentirà di trasferire ai consumatori i primi benefici emergenti dai minori prezzi gas dei mercati internazionali spot e dalle rinegoziazioni dei contratti a lungo termine take or pay» che i grandi operatori internazionali hanno dovuto, e potuto, ridefinire sull'onda della crisi globale. Piccola consolazione, che se non altro alleggerisce un po' il peso sulle fasce sociali più deboli. Rimarca l'autorità per l'energia che «ad oggi sono già stati validati più di 1.400.000 bonus elettrici e più di 200mila bonus gas» che oltretutto «sono cumulabili e permettono di ottenere una riduzione complessiva delle bollette (gas ed elettricità) tra 80 e 360 euro circa». Ricorda l'Authority che i bonus possono essere richiesti e rinnovati annualmente per le famiglie in disagio economico (Isee inferiore a 7.500 euro) o numerose (con oltre tre figli a carico ed Isee inferiore a 20 mila euro) o ammalati che utilizzano apparecchiature elettromedicali salvavita. PERIODICO N°06 - 07 PAGINA livello e una riduzione parziale delle tasse sulla tredicesima. Proposte che porterebbero più soldi da spendere nelle tasche delle famiglie. A tutto vantaggio, somiliardi di euro. Il beneficio, Didascalia prattutto, delle imprese itamedio, per i consumatori è Raffica di rialzi i carburanti neldell'immafine settimana, con il diesel liane, visto che,per ricordano stimato in 200 euro. Per i gine o delche vola oltre 1,29 euro al litro. Stando alle rilevazioni di quotida Confcommercio, il 60% redditi fino a 15mila euro, dianoenergia.it, dopoall'intergli aumenti la difotogravenerdì dell'Agip, tutte le dei beni è prodotto dove la detassazione sarebcompagnie hanno rivisto al rialzo i listini di benzina e diesel. no e solo il 22% dei consumi be fia totale, sale a 218 euro, Nel dettaglio Api-IP hanno aumentato di 1 centesimo la verde, italiani è importato (che i redditi da 28a 1,429 euro, e di 1,3 centesimi ilmentre diesel aper 1,289 euro. Erg ha equivale beni di 0,5mila corretto al al 40% rialzodei la benzina centesimi a 1,423 il a 55mila euro,euro conedeconsumati e al 4% dei servi-euro.tassazione diesel di 1 centesimo a 1,284 Esso è salita 0,9 scende centesi-a al di 15%, zi).Confcommercio simula, mi sulla verde a 1,424 euro e di 1,4163 centesimi sul diesel 1,281 ileuro. Q8 ha aumentato la verde euro. Ancor più abasso anche, un'ipotesia di detassadi 0,8 centesimi 1,432 euro e il diesel di 1,8 centesimi a 1,293 euro. Shell ha rialzato di 1 centevantaggio per i super ricchi, simo parziale la benzina a 1,434 euro e di 1,5 centesimi il diesel a 1,294 euro. Tamoil è intervenuta con zione della tredicecon redditi, cioè, oltre i 75+0,7 centesimi sulla verde, euro, e +0,9 centesimi sul diesel a 1,285 euro. Infine Total è sima, scaglionandola per a 1,426mila euro: la quota di tredisalitadi direddito. 0,5 centesimi sulla benzina a 1,429 euro e di 1 centesimo sul diesel a 1,289 euro. fasce Complessicesima detassata scenderebvamente, la proposta intebe al 10%, con un ritorno ressa 27,3 milioni di persoeconomico in tasca all'intene e costa allo Stato, in terressato di 158 euro. mini di mancato gettito, 5,4 2 Raffica di rialzi per i carburanti. Diesel sopra 1,29 euro Titolo brano interno “Per attir are l'att enzio ne del lettore, ins erire qui un richi amo o una frase tr atta dal t esto.” In Italia penalità doppia per le mamme che lavorano È una sorta di «dilemma della prigioniera» tra reddito, occupazione e tasse. In estrema sintesi: se una mamma con figli piccoli in Italia decide di lavorare garantendo al nucleo familiare uno stipendio aggiuntivo, dall'erario italiano riceve una piccola mano in termini di minore pressione fiscale sulla coppia. Ma ciò che la destra dà, la sinistra toglie con gli interessi: il nostro paese è Scende il potere d'acquisto glie e il loro reddito disponi- contrarre consumi e investiinfatti agli ultimi posti quanto a servizi per l'infanzia, costringendo così mamme e papà a sobdelle famiglie Tra di childcare menti piùsceglie di quanto bile) invece segna un private. au- Se barcarsi costi, a italiane. volte pesanti, presso strutture invece di fareconsenla ottobre 2008 e settembre tiva loro il reddito disponim e n t o d e l l o casalinga, agli occhi del fisco commette un grave errore, perché frena il tasso di occupazione 2009, informa il redbile. monoreddito, viene percentuali, femminile e lal'Istat, creazione di Pil,0,4 e lapunti sua famiglia, a questo punto dito disponibile sempre su base annuale, "tartassata". Risultatoin delter«dilemma della priogioniera»? La quota di mamme che lavorano è A fronte di un calo in dodici tra le più basseèindiminuito Europa: anzi, seattestandosi hanno due figli le italiane sono addirittura fanalino di coda. mini reali al 15,4 per cenmesi del reddito nominali A mettere in evidenzaalquesta uno studio del statistica portale famigliaonline, che ha analizzadell'1,6% rispetto perio-anomalia to. Siè tratta di una (-1%) e del reddito reale (to la disparità di trattamento fiscale in Europa tra lediffusa famiglieogmonoreddito e quelle bireddito do ottobre 2007-settembre nuova, che viene 1,6%) infatti, nei bilanci delcon figli minori. 2008. La propensione al gi infatti solo per la seconda le famiglie i consumi e gli «La simulazione - spiega Massimo Chieregato - prende inche esame risparmio delle famiglie volta. L'indicazione ne le investimenti risultano, su coppie che complessivamente reddito (definita dalguadagnano rapporto tra il emerge èunche la superiore crisi ha di base tendenziale, diminuiti un terzo rispetto al reddito nazionale, distinguendo risparmio lordo delle fami-medio spinto le famiglie italianetraa le di più rispetto al reddito: - Titolo brano interno coppie monoreddito, ovvero con un unico partner che guadagna un reddito pari al 133% di quello nazionale e l'altro che non guadagna, e quelle a doppio reddito, entrambe con presenza di figli tra i 4 e i 6 anni e non destinatarie di assegni familiari». Cosa emerge? «Nei paesi dove maggiori sono l'attenzione alle tematiche familiari e la spesa destinata alle famiglie con figli a carico la legislazione prevede un aggravio fiscale per le coppie dove entrambi lavorano. È il caso di Germania (tassazione alle famiglie monoreddito pari al 29,1% e bireddito al 30,7% con una differenza di -1,6), Repubblica Ceca (-1,3) o Francia (-0,3). Questi tre stati privilegiano la dedizione a tempo pieno ai figli». E se altri paesi, come Polonia o Spagna, non operano distinzioni significative, «in Italia - sottolinea Chieregato - il trattamento appare decisamente a favore delle coppie dove entrambi i partner sono lavoratori con uno spread pari a +5,9 punti, frutto della differenza tra il 22,9% di tassazione della coppia monoreddito e il 17% della bireddito. Divari più ampi si registrano solo in Grecia e Svezia, ma in quest'ultimo caso i livelli di servizi per l'infanzia sono tra i più elevati». “Nonostante l’attenzione alle telematiche familiari e la spesa destinata alle famiglie con figli a carico la legislazione prevede un aggravio fiscale per le coppie dove entrambi lavorano” E qui sta l'anomalia italiana: c'è uno stimolo fiscale verso l'occupazione di entrambi i genitori senza offrire un adeguato sistema a sostegno dei servizi all'infanzia. L'Italia infatti è uno tra i paesi che meno degli altri investe per famiglie e minori: 5,7% della spesa sociale contro l'11,3% FIBA CISL NEWS PAGINA 3 PERIODICO N°06 - 07 della Francia o il 12% della Svezia, ma al di sotto anche di Polonia (7,9%) o Repubblica ceca (11,3%). Insomma, «il fisco - conclude Chieregato - non è uno stimolo sufficiente a migliorare il livello di occupazione femminile, la bassa percentuale di spesa sociale dedicata alla famiglia lascia un vuoto di servizi che rende molto onerosa la decisione di intraprendere attività lavorative anche part-time e la cura dei figli lasciata interamente alla madre non ha ragione di essere "punita" da uno svantaggio fiscale». Anche il laureato soffre la crisi In Italia cresce la disoccupazione tra i giovani che molto spesso, soprattutto nel caso dei laureati, guardano all'estero allettati da offerte di lavoro più interessanti e meglio remunerate. Secondo l'Istat un giovane su tre è senza lavoro: ad aprile infatti il tasso di disoccupazione delle persone tra i 15 e i 24 anni è stato pari al 29,5% contro l'8,9% registrato tra tutta la popolazione. Un allarme, quello lanciato dall'Istat, confermato anche dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, secondo cui i giovani sono le principali vittime della crisi, hanno raggiunto un tasso di disoccupazione decisamente elevato e rischiano in futuro di percepire stipendi permanentemente più bassi rispetto a quelli delle altre categorie. “Rispetto a 10 anni fa la loro situazione occupazionale è andata aggravandosi” A soffrire di più questa dinamica negativa sono i laureati. Secondo AlmaLaurea, rispetto a dieci anni fa, la loro situazione occupazionale è andata aggravandosi: a tre anni dalla laurea il tasso di occupazione è sceso di 8,6 punti percentuali (da 85,9% al 77,3%); a cinque si è ridotto di 3,8 punti percentuali (da 90,5 a 86,7%). Certo non bisogna generalizzare visto che ci sono casi di esperienza positive, a seconda anche del corso di studi che si sceglie di seguire: ingegneri, architetti, designer e manager internazionali sono sempre richiesti. «L'occupazione dei nostri laureati – spiega Guido Tabellini, rettore dell'università Bocconi – non segna battute d'arresto. Certo dobbiamo rilevare una tendenza da parte dei giovani che sono sempre più interessati a proiettarsi verso l'estero che offre maggiori possibilità. Tanti stage si trasformano in lavoro. Tuttavia anche in Italia non registriamo rallentamenti: magari salari più bassi rispetto ad altri paesi, con lavori a tempo determinato. A essere richiesti sono soprattutto laureati in international management e in finanza, nonostante il periodo difficile». L'internazionalità è una prerogativa che registra anche il Politecnico di Milano. Che non significa necessariamente fuga di cervelli all'estero, «ma è funzionale all'impostazione di una carriera completa acquisendo una dimensione globale – precisa Marco Taisch, delegato del rettore per il Placement e la fidelizzazione del Politecnico – per poi tornare a lavorare in Italia. È una minaccia per le imprese italiane perché, se non diventano competitive rispetto alle straniere sull'offerta lavorativa, perderanno la possibilità di assumere persone preparate che preferiranno andare all'estero». L'8% dei laureati magistrali in ingegneria, architettura e design al Politecnico di Milano lavora all'estero. Quanto alla tempistica, il 91% è impiegato a un anno dal conseguimento del titolo, mentre il 69,3% degli occupati lavora a 4 mesi dal titolo. Davanti a questi dati c'è comunque chi al posto fisso non crede. Alessia Cerantola, classe 81 da Bassano del Grappa, oltre a inglese e francese parla giapponese e cinese, e da qualche mese studia koreano. Nei cinque anni trascorsi dalla laurea con 110 e lode a Ca Foscari ha tradotto manga e manuali di istruzione di macchinari industriali, fatto la commessa e la cameriera. Dal 2007, da quando ha iniziato a collaborare per Internazionale, ha capito che nella vita è disposta a tutto pur di raccontare il Giappone: tra poche settimane finirà il master in giornalismo di Torino e poi «mi costruirò uno stipendio – dice –. Tanto al posto fisso non ci ho mai creduto». FIBA CISL NEWS PERIODICO N°06-07 PAGINA delle imprese italiane, visto che, ricordano da Confcommercio, il 60% dei beni è prodotto all'interno e solo il 22% dei consumi italiani è importato (che equivale al diti da 28mila a 55mila euDidascalia 40% dei beni consumati e al ro, con detassazione al 15%, dell'imma4% dei servizi). Confcomscende a 163 euro. Ancor più Appena uno stage su 5 fa guadagnare il posto gine o del- di lavoro. E solo nel 2,3% dei casi a tempo indetermercio anche,arriva un'i- da un'indagine minato.simula, La rilevazione condotta per dall'Isfol, basso il vantaggio i su- in collaborazione con Repubblila fotograpotesi di stagisti, detassazione parca degli su un campione casuale di quasi 3mila stagisti. per ricchi, con redditi, cioè, Nel 5,6% dei casi è scattato un ziale della atredicesima, sca- nel fia6,4%, contratto tempo determinato, un contratto a progetto, oltre i 75mila euro: la quota nel 6,8% una collaborazione glionandola fasce di redoccasionale. per Praticamente, più della metà degli stage effettuati da coloro che hanno risposto al di tredicesima detassata sondaggio, il 52,5% esattamente, si sono conclusi con una stretta di mano e nel 17,4% dei casi dito. Complessivamente, la scenderebbe al 10%, con un con una proposta di27,3 proroga. di un proposta interessa mi- La possibilità ritorno economico in tasca contratto di lavoro sale, invece, al 24,3% quando lioni di persone e costa allo lo stage stato effettuato dopo la all'interessato laurea specia- di 158 euro. Stato, in étermini di mancato listica e al 28,4% se costituisce il completamengettito, 5,4 miliardi di euro. to di un percorso di qualifica professionale. Il beneficio, medio, per i Secondo Pietro Taronna, direttore di riconsumatori è stimato in cerca e responsabile del progetto Isfol 200 euro. Per i redditi fino a Orientaonline «è opportuno riflettere sugli 15mila euro, dove la detasesiti occupazionali degli stage e cercare di comsazione sarebbe totale, sale prenderne il tipo di ricaduta che potrebbero aavere 218 euro, mentre i red- e formazione del sul sistema di per istruzione 4 Solo un stagista su cinque trova lavoro Titolo brano interno nostro Paese». In particolare, prosegue Taronna, é da considerare con grande attenzione, il fatto che le aziende offrano con maggiore frequenza opportunità di lavoro, magari precario o a tempo determinato, ma pur sempre lavoro, agli stagisti con qualifica o con laurea specialistica, piuttosto che a quelli con laurea triennale considerati scarsamente appetibili. “Per attir are l'att enzio ne del lettore, ins erire qui un richi amo o una frase tr atta dal t esto.” “E’ opportuno riflettere sugli esiti occupazionali degli stage e cercare di comprendere il tipo di ricaduta che potrebbero avere sul sistema di istruzione e Ogni anno in Italia vengono attivati non meno di 400mila stage, e l'identitkit dello stagista è, prevalentemente, donna (69%), tra i 25 e i 30 anni (68%), con laurea specialistica alle spalle (44,6 per cento). formazione del nostro Paese” «Andrebbero regolamentati meglio gli aspetti relativi alla durata degli stage - per Domenico Sugamiele, direttore generale dell'Isfol - limitandone la frequente reiterazione, e attestare le competenze acquisiti da poter inserire nel libretto formativo di ciascun ragazzo». Propone invece di istituire "un database dei tirocini", Eleonora Voltolina, direttore responsabile di Repubblica degli stagisti. Questo strumento, ha spiegato, «potrebbe essere gestito dai Centri per l'impiego, coinvolgendo le università, le agenzie per il lavoro, le scuole e tutti i soggetti che si occupano della promozione degli stage». Titolo brano interno Gli immigrati non fanno carriera e uno su tre lavora in nero Meno di 800 euro al mese, e in un caso su 3, addirittura in nero. Eppure, sono in prevalenza diplomati o laureati (40,6%), vivono in Italia, in media, da 7 anni, ma, nel mondo del lavoro ancora fanno tanta fatica a entrare: il canale principale per trovare un impiego è il passaparola (73,3%), per andare, poi, a fare l'operaio (29%), la colf o la badante (21%), o, quando dice bene, il cameriere in alberghi e ristoranti (16 per cento). La fotografia delle condizioni occupazionali degli immigrati in Italia è stata scattata da una ricerca realizzata da Censis, Ismu e Iprs, per conto del ministero del Lavoro, presentata, a Roma, nel corso del convegno «Immigrazione e lavoro. Percorsi lavorativi, Centri per l'impiego, politiche attive», alla presenza del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. Insomma, l'Italia attrae, ma dopo un po' ridimensiona il sogno degli immigrati, che scoprono di non essere arrivati "in America". FIBA CISL NEWS PAGINA 5 PERIODICO “La presenza di immigrati nel Belpaese è stimata in poco meno di 5 milioni” N°06-07 Dallo studio, condotto su un campione di 16mila stranieri, è emerso come la presenza di immigrati nel Belpaese sia stimata in poco meno di 5 milioni, aumentati negli ultimi quattro anni di quasi 1,6 milioni (+47,2 per cento). Gli irregolari sono invece 560 mila, pari all'11,3% degli stranieri presenti sul nostro territorio. La conoscenza della lingua italiana, poi, si conferma il requisito fondamentale per raggiungere la piena integrazione: il 42,8% ne ha una conoscenza sufficiente, il 33,1% buona, l'8,9% ottima, mentre il livello di apprendimento è ancora insufficiente solo per una minoranza pari al 15,1 per cento. Sul fronte del lavoro emerge che il 77% degli immigrati maggiorenni svolge un'attività lavorativa regolare. Più di due terzi sono impiegati nel settore terziario, nell'ambito dei servizi (40,7%) e del commercio (22,5 per cento). Tra le figure meno diffuse vi sono quelle più qualificate: le professioni intellettuali (2,4%), gli operai specializzati (2,2%), i medici e paramedici (1,7%), i titolari di impresa (0,5%) e i tecnici specializzati (0,2 per cento). Dal punto di vista della condizione lavorativa, prevalgono gli occupati a tempo indeterminato (sono il 49,2% del totale), il 24,8% ha un impiego a tempo determinato, il 9,7% svolge un lavoro autonomo o ha un'attività i m p re n d i t o r i a l e .L a metà degli immigrati che lavorano in Italia dichiara di percepire una retribuzione netta mensile compresa tra 800 e 1.200 euro, il 28% ha un salario inferiore, compreso tra 500 e 800 euro, il 3% guadagna meno di 500 euro. Solo il 13,3% ha una retribuzione netta mensile che va da 1.200 a 1.500 euro, e appena l'1,2% guadagna più di 2.000 euro. Le carriere lavorative degli immigrati sono piuttosto semplici, composte da una sola esperienza di lavoro (nel 33% dei casi) o al massimo due (40,4 per cento). Solo in un caso su 5 dichiarano di aver cambiato tre impieghi e soltanto il 7,4% quattro o più occupazioni. Generalmente le loro esperienze di lavoro si concludono a seguito del presentarsi di un'offerta più vantaggiosa (39,9%), per il mancato rinnovo di un contratto a tempo determinato (17%), a causa di un licenziamento (16%) o a seguito della chiusura dell'azienda presso la quale sono impiegati (4,6 per cento). La Redazione FIBA CISL NEWS Fiba Cisl News Piemonte Dipartimento Assicurativo In redazione: Domenico Marzano Resp. Regionale Dipartimento Assicurativo Cristina Perinetti, Luca Menocchio, Michele Fasone, Emanuele Cassè, Antonella Macciò, Roberto Cogno Sede: Via Madama Cristina, 50 - 10125 - TO Palazzo UST CISL IV° Piano Tel: +39.011.65.20.463 / 465 / 467 / 469 Siamo su internet Fax: +39.011.65.20.580 www.fiba.it E-mail: [email protected] Coordinamento, impaginazione, grafica e stampa in proprio a cura di Michele Fasone