Corso di RAGIONERIA 2 IL BILANCIO D’ESERCIZIO NELLA NORMATIVA CIVILISTICA. I CRITERI PARTICOLARI DI VALUTAZIONE Prof.ssa Francesca Maria Cesaroni Università degli Studi di Urbino – Facoltà di Economia Sede di Fano Anno Accademico 2011-12 IL SISTEMA DEI PRINCIPI CIVILISTICI SUL BILANCIO Principio prioritario ed inderogabile Clausola generale Art. 2423 Principi generali di redazione Art. 2423 bis Criteri particolari di valutazione Art. 2426 Discendono dalla clausola generale ed orientano l’applicazione dei criteri particolari Norme più tecniche e direttamente applicabili. Traduzione tecnica dei principi generali. 2 CRITERI PARTICOLARI Riguardano le seguenti poste patrimoniali: IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE DISAGGIO SUI PRESTITI CREDITI ATTIVITA’ E PASSIVITA’ IN VALUTA RIMANENZE LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE 3 IMMOBILIZZAZIONI Stato patrimoniale ATTIVITA’ PASSIVITA’ A CREDITI VERSO SOCI A PATRIMONIO NETTO B IMMOBILIZZAZIONI B FONDI PER RISCHI ED ONERI C ATTIVO CIRCOLANTE D RATEI E RISCONTI C TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO D DEBITI E RATEI E RISCONTI B. IMMOBILIZZAZIONI I. immateriali II. materiali III. finanziarie 4 IMMOBILIZZAZIONI: iscrizione Art. 2426, Punto 1 “Le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto o di produzione. Nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori. Il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al prodotto. Può comprendere anche altri costi, per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può essere utilizzato; con gli stessi criteri possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione, interna o presso terzi” 5 IMMOBILIZZAZIONI: iscrizione Le immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie sono iscritte al: COSTO D’ACQUISTO = costo fattura + IVA indetraibile - sconti commerciali + oneri accessori COSTO DI PRODUZIONE = costi direttamente imputabili al prodotto + quota ragionevolmente imputabile di costi indiretti 6 COSTO D’ACQUISTO CA = COSTO D’ACQUISTO; CF = Costo di fattura; IVAind = imposta indetraibile sul valore aggiunto; S = sconti; OA = oneri accessori (collaudo, spese notarili, spese di trasporto, ecc.). CA = CF + IVAind - S + OA 7 COSTO DI PRODUZIONE CP = COSTO DI PRODUZIONE CD = costi diretti industriali (materie prime, manodopera, spese di progettazione, ecc.); CI = “quota ragionevole” di costi indiretti sostenuti nel periodo di fabbricazione fino al momento in cui il bene può essere utilizzato (costi di ricerca e sviluppo, costi industriali indiretti, costi amministrativi, costi fiscali, costi di vendita, marketing, ecc.); OF = “quota ragionevole” di oneri finanziari relativi alla fabbricazione dello specifico bene. CP = CD + CI + OF 8 Osservazioni: Il termine "può comprendere“, usato dal legislatore, per taluni esprime non una facoltà ma un obbligo, da rispettare quando l'inclusione dei costi indiretti favorisce una rappresentazione veritiera e corretta. Secondo i dottori commercialisti (principio contabile n.4) si devono includere le sole spese di produzione indiretta. Esistono due possibili interpretazioni dell'espressione “ragionevolmente" utilizzata dal legislatore: per alcuni si tratta di una facoltà degli amministratori, per altri la misura ragionevole è quella che favorisce una rappresentazione veritiera e corretta. 9 IMMOBILIZZAZIONI: ammortamento Art. 2426 Punto 2 “Il costo delle immobilizzazioni, materiali e immateriali, la cui utilizzazione è limitata nel tempo deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione con la loro residua possibilità di utilizzazione. Eventuali modifiche dei criteri di ammortamento e dei coefficienti applicati devono essere motivate nella nota integrativa” 1. “la cui utilizzazione è limitata nel tempo”: l’ammortamento deve essere effettuato soltanto per i cespiti aventi “vita limitata”. Ne discende che non tutte le immobilizzazioni sono soggette ad ammortamento. Non sono soggetti ad ammortamento i terreni e le opere d’arte. 10 2. "in ogni esercizio“: l'ammortamento deve essere effettuato sempre, indipendentemente dal fatto che l'esercizio chiuda in utile o in perdita. 3. "sistematicamente“: il piano di ammortamento deve essere determinato a priori, così da evitare politiche di bilancio. Può essere a quote costanti, crescenti o decrescenti. 4. "in funzione della residua possibilità di utilizzazione“: nella definizione del piano di ammortamento è necessario tener conto della vita utile economica del bene, la quale viene valutata considerando: - il deperimento (logorio dovuto al progresso tecnologico) - il consumo (logorio fisico). La vita utile economica di un bene è il periodo di tempo entro il quale si considera il cespite idoneo a produrre benefici reddituali all’impresa che ne dispone. 11 La vita utile economica di un bene dipende dai seguenti fattori: obsolescenza tecnologica del cespite o del prodotto per il quale il cespite viene utilizzato; piani aziendali per la sostituzione dei cespiti; fattori ambientali. Il Codice civile consente di modificare il piano di ammortamento, se cambia il quadro di riferimento e, quindi, cambiano le ipotesi sul deperimento e sul consumo del bene. Possono essere effettuate soltanto modifiche relative ai criteri di ammortamento e ai coefficienti di ammortamento. Le modifiche devono essere motivate in nota integrativa. Si tratta di variazioni di stime, che rientrano nel processo tipico e ordinario di valutazione annuale delle immobilizzazioni e che non configurano deroghe al principio della costanza dei criteri di 12 valutazione (art. 2423 bis, comma 2). Osservazione Prima della IV direttiva CEE, il codice civile prevedeva l'iscrizione in Stato patrimoniale (avere) di un fondo di ammortamento (rettifica indiretta). Con il nuovo codice le immobilizzazioni vanno iscritte in dare di Stato patrimoniale al loro valore netto (rettifica diretta), cioè alla differenza tra il costo di acquisto o di produzione ed il fondo di ammortamento. 13 Esempio: In data 01/06 l’azienda acquista un macchinario al costo di 52.000 €. A fine esercizio si proceda all’ammortamento a quote costanti del 20% annuo. Impianti a Banca c/c 52.000 Alla fine dell’esercizio si rileverà la quota di ammortamento, pari a 10.400 € Ammortamento impianti Impianti a F/do amm.to impianti 52.000 F/do amm.to impianti 10.400 Amm.to impianti SP 10.400 10.400 Impianti 52.000 - F/do amm.to Impianti 10.400 SP Impianti F/do amm.to impianti CE Amm.to impianti 41.600 14 IMMOBILIZZAZIONI: svalutazione Art. 2426 Punto 3 “L’immobilizzazione che, alla data di chiusura dell’esercizio, risulti durevolmente di valore inferiore rispetto a quello determinato secondo i numeri 1) e 2), deve essere iscritta a tale minor valore; questo non può essere mantenuto nei successivi bilanci se sono venuti meno i motivi della rettifica effettuata.” Possibili cause di perdita durevole di valore delle immobilizzazioni: obsolescenza; danneggiamenti; cambiamenti nei piani aziendali; errori di progetto, ecc. Obbligo di SVALUTAZIONE (principio della PRUDENZA) Non sono specificati i criteri da utilizzare in alternativa al costo. Generale accordo sull’utilizzo del valore di mercato o del valore d’uso. 15 Esempio: Al 31/12 la situazione in stato patrimoniale è: SP Costo storico – Immobilizzazione 1.050 ammortamento Si ipotizzi che il valore durevole sia 1.000. Ai sensi dell'art.2426, punto 3), si deve quindi svalutare l'immobilizzazione con la scrittura: Svalutazione immobilizzazione a Immobilizzazione 50 Conto economico a Svalutazione immobiliz. 50 CE Svalutazione immobiliz. 50 B 10 se immobilizzazioni mat. e immat. D 19 se immobilizzazioni finanziarie 16 Se viene meno il motivo della svalutazione: Obbligo di ripristino del VALORE PREESISTENTE Il valore rettificato verso l’alto tuttavia non può mai essere superiore al costo originario. Immobilizzazione a Rivalutazione immobiliz. 50 Nel prospetto civilistico tale rivalutazione confluisce: IMM. MATERIALI IMM. IMMATERIALI STATO PATRIMONIALE A III Riserve di rivalutazione IMM. FINANZIARIE CONTO ECONOMICO D 18 Rivalutazioni Dipende dal criterio di valutazione utilizzato (Rinvio alle partecipazioni). 17 RICAPITOLANDO: Il METODO DEL COSTO prevede l'iscrizione a bilancio delle immobilizzazioni ad un valore così ottenuto: Costo (di acquisto o di produzione) - Quote di ammortamento - Svalutazione durevole (eventuale) _____________________________ = Valore di bilancio 18 Immobilizzazioni materiali B IMMOBILIZZAZIONI I. immateriali II. materiali 1) terreni e fabbricati; 2) impianti e macchinario; 3) attrezzature industriali e commerciali; 4) altri beni; 5) immobilizzazioni in corso e acconti. Lo schema civilistico prevede che i fondi di rettifica siano portati a diretta detrazione delle correlative poste dell’attivo. 19 Immobilizzazioni materiali CHE COSA SONO: Fattori produttivi destinati ad essere durevolmente utilizzati per lo svolgimento dell’attività aziendale. Non sono destinati alla vendita, ma partecipano alla produzione del reddito per più esercizi (es: terreni, fabbricati, impianti, macchinari, ecc.). CARATTERISTICHE: destinazione ad uso durevole; utilità pluriennale; ammortamento quale processo di ripartizione del costo d’acquisto o di produzione; modalità di realizzo indiretto dell’investimento; necessaria sussistenza fisica del bene; impiego di adeguate rilevazioni amministrative per accertare il 20 costo originario, i mutamenti relativi, l’esistenza fisica e l’utilizzo. Immobilizzazioni materiali: iscrizione Le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto Comprende gli oneri accessori. Se acquistate da terzi o al costo di produzione Comprende tutti gli oneri direttamente imputabili al prodotto. Può comprendere anche altri costi per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento nel quale il bene può essere utilizzato. Se realizzate in economia In ogni caso tale valore non può eccedere il valore recuperabile tramite l’uso. 21 Acquisto da soggetti terzi Il costo di acquisto è rappresentato dal prezzo desumibile dalla fattura. Nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori, cioè i costi necessari a mettere il bene in condizioni di effettivo funzionamento (es. trasporto, montaggio, installazione, collaudo, spese notarili per la redazione dell’atto, tasse di registrazione dell’atto ecc.) L’azienda Y ha acquistato un impianto al costo di 4.000€ + IVA 10%. In fattura sono inclusi anche costi di trasporto e istallazione che ammontano a 750€ + IVA 10%. ≠ a Debiti v/fornitori Impianti 4.750 IVA su acquisti IMPIANTI 4.750 5.225 475 DEBITI V/FORNITORI 5.225 IVA su acquisti 475 22 Oppure: ≠ a Debiti v/fornitori Impianti 4.000 IVA su acquisti ≠ 400 a Debiti v/fornitori Spese di trasporto IMPIANTI 825 750 IVA su acquisti Impianti 4.400 75 a Spese di trasporto DEBITI V/FORNITORI 750 IVA su acquisti 4.000 4.400 400 750 825 75 4.750 5.225 475 23 Costruzioni in economia Il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili e altri costi ragionevolmente imputabili, relativi al periodo di fabbricazione, il quale si ritiene concluso quando il bene risulta oggettivamente utilizzabile. Confluiscono nel costo di produzione : Costi diretti: costi di progettazione, manodopera e materiali impiegati esclusivamente per la realizzazione dei lavori, costi sostenuti per il collaudo e l’installazione del bene, ecc. Costi indiretti: materiali ausiliari e altri costi di produzione, manodopera non imputabile in modo specifico al bene, costi relativi all’ammortamento dei beni strumentali utilizzati nella costruzione, consumi di energia elettrica e di altri servizi utilizzati, ecc. Oneri finanziari: che possono essere patrimonializzati soltanto se riferibili a finanziamenti ottenuti per la fabbricazione del bene e fino al momento in cui il bene può essere potenzialmente utilizzato nel processo produttivo. 24 Nel corso dell’esercizio l’impresa rileva: In contabilità generale, per natura, tutti i costi relativi agli acquisti di materiale, ai dipendenti, ai servizi, agli ammortamenti, ecc., compresi quelli per la costruzione in economia. In fase di chiusura dei conti, tali conti affluiscono in Dare del Conto di risultato economico. In contabilità gestionale, per destinazione, tutti i costi relativi alla costruzione in economia. Tali costi sono rilevati nella scheda intestata al bene. Al termine dell’esercizio, al fine di determinare correttamente reddito e patrimonio, è necessario capitalizzare i costi sostenuti per la costruzione in economia (che non sono di competenza perché si riferiscono a beni pluriennali) e rettificare indistintamente i costi d’esercizio. 25 In data 13/2/2008 la Flex spa inizia e termina la costruzione in economia di un impianto. Al termine dell’esercizio, (31/12/2008) la sua situazione contabile presenta, tra gli altri, i seguenti componenti negativi di reddito: Costi di cui per costruzioni in economia Materie c/acquisti Costi per energia Man. e riparazioni Salari e stipendi Oneri sociali TFRL Ammortamenti 100.700,00 1.865,00 3.170,00 43.640,00 17.720,00 3.350,00 16.055,00 7.922,00 190,00 265,00 3.360,00 1.420,00 263,00 1.480,00 Totali 186.500,00 14.900,00 Anno 2008 Rilevazioni contabili Impianti costruiti in economia a Capitalizzazione di costi per lavori in economia 14.900,00 Capitalizzazione di costi per lavori in economia a C/E 14.900,00 SP a Impianti costruiti in economia 14.900,00 26 C/E Materie c/acq. Costi per energia Man. e riparazioni Salari e stipendi Oneri sociali TFRL Ammortamenti 100.700,00 1.865,00 3.170,00 43.640,00 17.720,00 3.350,00 16.055,00 - 7.922,00 190,00 265,00 3.360,00 1.420,00 263,00 1.480,00 Capitalizzazione di costi per lavori in economia 14.900 SP Impianti costruiti in economia 14.900 27 Immobilizzazioni materiali: ammortamento Le quote di ammortamento possono cambiare solo se cambia il quadro ambientale di riferimento e, conseguentemente, cambiano le ipotesi sul deperimento e sul consumo. In nota integrativa va quindi indicato il cambiamento del quadro ambientale. Non sono beni soggetti ad ammortamento i TERRENI e i FABBRICATI CIVILI. 28 Immobilizzazioni immateriali B IMMOBILIZZAZIONI I. immateriali 1) costi di impianto e di ampliamento; 2) costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità; 3) diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno; 4) concessioni, licenze, marchi e diritti simili; 5) avviamento; 6) immobilizzazioni in corso e acconti; 7) altre. 29 Immobilizzazioni immateriali Sono immobilizzazioni caratterizzate dall’assenza di tangibilità. Sono costituite da costi che non esauriscono la loro utilità in un solo periodo, ma manifestano benefici economici lungo un arco temporale di più esercizi. BENI IMMATERIALI Diritti di brevetto industriale, diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno, concessioni, licenze, marchi. ONERI PLURIENNALI Costi di impianto e di ampliamento, costi di ricerca, costi di pubblicità e avviamento. 30 Art. 2426, c. 1, p.to 5 “I costi di impianto e di ampliamento, i costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità aventi utilità pluriennale possono essere iscritti nell'attivo con il consenso, ove esistente, del collegio sindacale e devono essere ammortizzati entro un periodo non superiore a cinque anni. Fino a che l'ammortamento non é completato possono essere distribuiti dividendi solo se residuano riserve disponibili sufficienti a coprire l'ammontare dei costi non ammortizzati;” Come le immobilizzazioni materiali partecipano all’attività produttiva per più esercizi e concorrono alla formazione del risultato economico dell’esercizio attraverso le quote di ammortamento. Maggiore difficoltà nella determinazione del loro valore nonché della possibilità di loro iscrizione in bilancio, soprattutto per gli oneri pluriennali, poiché presentano un elevato grado di aleatorietà e molto incerta è la presunta vita utile. 31 Tali costi possono essere iscritti nell’attivo dello stato patrimoniale con il consenso del collegio sindacale Necessità di verificare la presenza dell’utilità pluriennale UTILITA’ PLURIENNALE NO CONTO ECONOMICO SI STATO PATRIMONIALE Ammortamento 32 Immobilizzazioni immateriali: iscrizione Il valore originario delle immobilizzazioni immateriali Se acquistate esternamente Valore originario = Costo d’acquisto + Oneri accessori Se prodotte internamente Valore originario = Costi diretti + Quota ragionevolmente imputabile di costi indiretti CAPITALIZZAZIONE DEI COSTI (rinvio alle immobilizzazioni materiali) 33 Immobilizzazioni immateriali: ammortamento Ammortamento massimo: 5 anni Teoricamente, la residua possibilità di utilizzazione dei costi di impianto ed ampliamento e delle spese di ricerca e sviluppo e pubblicità è difficilmente determinabile, in alcuni casi potrebbe corrispondere all’intera vita dell’azienda Il legislatore, al fine di limitare la discrezionalità degli amministratori, ne limita la durata ad un periodo non superiore a cinque anni, ossia preferisce far prevalere il principio della prudenza su quello della competenza economica. La discrezionalità è comunque presente purché il periodo di ammortamento non superi i 5 anni (quindi potrebbe essere di 4, di 3 o di 2 anni) 34 “Fino a che l'ammortamento non é completato possono essere distribuiti dividendi solo se residuano riserve disponibili sufficienti a coprire l'ammontare dei costi non ammortizzati” RISERVA DISPONIBILE Una riserva è disponibile quando è senza destinazione economica RISERVA DISTRIBUIBILE Destinabile ai soci mediante distribuzione di dividendi Non sono distribuibili, ma disponibili: - la riserva legale fino ai limiti definiti dal codice civile - le riserve speciali costituite per atto costitutivo, statuto o delibera assembleare. 35 ESEMPI 1 In stato patrimoniale si ha: STATO PATRIMONIALE Costi di imp. e amp. 110 Capitale sociale 100 Riserva legale 20 Riserva straord. 95 Utili 50 Interamente distribuibile La riserva legale (20) è pari al 20% del capitale sociale (100), quindi non deve essere fatto alcun accantonamento a riserva legale. Esistono riserve disponibili (95+20=115) in misura superiore (di 5) alla restante parte di costi da ammortizzare (110). 36 Quindi l’utile è interamente distribuibile. 2 In stato patrimoniale si ha: STATO PATRIMONIALE Costi di imp. e amp. 110 Capitale sociale Riserva legale Riserva straordinaria Utili 100 5 25 50 Totalmente indistribuibile La riserva legale (5) è pari al 5% del capitale sociale (100), quindi deve essere fatto un accantonamento a riserva legale pari a 2,5 (5% di 50). Esistono riserve disponibili (5+2,5+25) in misura inferiore (di 77,50) alla restante parte di costi da ammortizzare (110). Quindi l’utile di 47,5 non è distribuibile. 37 In stato patrimoniale si ha: 3 STATO PATRIMONIALE Costi di imp. e ampl. 110 Capitale sociale 100 Riserva legale 10 Riserva straordinaria 70 Utili 50 Parzialmente distribuibile La riserva legale (10) è pari al 10% del capitale sociale (100), quindi deve essere fatto un accantonamento a riserva legale di 2,5 (5% di 50). Esistono riserve disponibili (10+2,5+70) in misura inferiore (di 27,5) alla restante parte di costi da ammortizzare (110). Quindi l’utile di 47,5 (50-2,5) è distribuibile solo per 20 (47,5 – 38 27,5). Avviamento E’ il maggior valore del capitale economico (W) rispetto al patrimonio netto rettificato. Avviamento = W – K1 W = Capitale economico K1 = Patrimonio netto rettificato Questo valore coincide sostanzialmente con il valore dei beni immateriali non contabilizzati (capitale umano, marchi, reputazione dell’azienda, portafoglio clienti, ecc.), i quali consentono di attribuire al capitale dell’azienda un valore economico superiore a quello determinato dalla valutazione dei singoli elementi patrimoniali contabilizzati. 39 AVVIAMENTO Art. 2426, comma 1, P.to 6 “L’avviamento può essere iscritto nell'attivo con il consenso, ove esistente, del collegio sindacale, se acquisito a titolo oneroso, nei limiti del costo per esso sostenuto e deve essere ammortizzato entro un periodo di cinque anni. E’ tuttavia consentito ammortizzare sistematicamente l’avviamento in un periodo limitato di durata superiore, purchè esso non superi la durata per l’utilizzazione di questo attivo e ne sia data adeguata motivazione in nota integrativa.” 40 È l’avviamento di un’altra azienda acquisita Acquisto a titolo oneroso Marchio Organizzazione umana Ecc… Portafoglio clienti 41 Deve essere ammortizzato entro un periodo di 5 anni Anche per questa immobilizzazione immateriale il legislatore fa prevalere il principio della prudenza su quello della competenza, MA non stabilisce come deve essere effettuato l’ammortamento, se a quote costanti, crescenti o decrescenti. L’ammortamento può essere effettuato per un periodo superiore ai 5 anni se: è motivato in Nota Integrativa, l’ammortamento è sistematico (a quote costanti), la durata non supera quella dell’utilizzo di un bene immateriale, non contabilizzato, ma compreso nell’avviamento. 42 Immobilizzazioni finanziarie B IMMOBILIZZAZIONI I. immateriali II. materiali III. finanziarie, con separata indicazione, per ciascuna voce dei crediti, degli importi esigibili entro l’esercizio successivo: 1) partecipazioni in: a) imprese controllate; b) imprese collegate; c) imprese controllanti; d) altre imprese; 2) crediti: a) verso imprese controllate; b) verso imprese collegate; c) verso controllanti; d) verso altri; 3) altri titoli; 4) azioni proprie, con indicazione anche del valore nominale 43 complessivo. Collocazione in bilancio delle attività finanziarie: Art. 2424 – bis, comma 1 e 2 c.c.: “1) Gli elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente devono essere iscritti tra le immobilizzazioni. 2) Le partecipazioni in altre imprese in misura non inferiore a quelle stabilite dal terzo comma dell’articolo 2359 si presumono immobilizzazioni.” Destinazione ad uso durevole IMMOBILIZZAZIONI Le PARTECIPAZIONI si presumono immobilizzate se hanno diritto ad almeno un quinto dei voti in assemblea ordinaria (un decimo se quotata) Se sono destinate ad essere cedute ATTIVO CIRCOLANTE 44 ATTIVITA’ FINANZIARIE ATTIVO CIRCOLANTE IMMOBILIZZAZIONI TITOLI Semplici Art. 2426, p.to 9 Art. 2426, p.to 1 PARTECIPAZIONI Controllo/Collegamento Art. 2426, p.to 4 45 PARTECIPAZIONI IN SOCIETA’ CONTROLLATE E COLLEGATE Art.2426, comma1, p.to 4 “le immobilizzazioni consistenti in partecipazioni in imprese controllate o collegate possono essere valutate, con riferimento ad una o più tra dette imprese, anziché secondo il criterio indicato al numero 1), per un importo pari alla corrispondente frazione del patrimonio netto risultante dall'ultimo bilancio delle imprese medesime, detratti i dividendi ed operate le rettifiche richieste dai principi di redazione del bilancio consolidato nonché quelle necessarie per il rispetto dei principi indicati negli articoli 2423 e 2423 bis. Quando la partecipazione è iscritta per la prima volta in base al metodo del patrimonio netto, il costo d’acquisto superiore al valore corrispondente del patrimonio netto risultante dall’ultimo bilancio dell’impresa controllata o collegata può essere iscritto nell’attivo, purché ne siano indicate le ragioni nella nota integrativa. La differenza, per la parte attribuibile a beni ammortizzabili o all’avviamento, deve essere ammortizzata. …..” 46 PARTECIPAZIONI (azioni o quote) Le partecipazioni in società controllate o collegate, cui fa riferimento l’art. 2426, devono essere intese come investimenti di natura durevole nel capitale di altre imprese. Infatti: Sono SOCIETÀ CONTROLLATE quelle: in cui si ha la maggioranza dei voti esercitabili in assemblea ordinaria (50% più un voto); in cui si ha un numero di voti sufficiente ad esercitare una influenza dominante; in cui si esercita una influenza dominante grazie a particolari vincoli contrattuali. Sono COLLEGATE le società nei cui confronti si può esercitare una influenza notevole; questa si suppone quando: si possiede una quota pari ad almeno il 10% del capitale sociale se la società è quotata; si possiede un quantitativo pari ad almeno il 20% del capitale sociale se la società non è quotata 47 PARTECIPAZIONI : valutazione ATTIVO CIRCOLANTE Minore tra il costo e valore di realizzo (rinvio) Metodo del PATRIMONIO NETTO IMMOBILIZZAZIONI In IMPRESE CONTROLLATE O COLLEGATE In ALTRE IMPRESE Opzione: Metodo del COSTO Metodo del COSTO Svalutazione per perdite durevoli di valore (se il valore effettivo risulta durevolmente inferiore al costo) Art. 2426, comma 1, p.to 3 48 Art. 2426, comma 1, p.to 3, secondo periodo “Per le immobilizzazioni consistenti in partecipazioni in imprese controllate o collegate che risultino iscritte per un valore superiore a quello derivante dall'applicazione del criterio di valutazione previsto dal successivo numero 4) o, se non vi sia obbligo di redigere il bilancio consolidato, al valore corrispondente alla frazione di patrimonio netto risultante dall'ultimo bilancio dell'impresa partecipata, la differenza dovrà essere motivata nella nota integrativa; “ Quindi: Se il valore ottenuto con il metodo del COSTO è superiore a quello derivante dall’applicazione del metodo del patrimonio netto, non è previsto l’obbligo di svalutazione, a differenza di quanto previsto per le altre immobilizzazioni Necessità di motivare in NOTA INTEGRATIVA il perché del mantenimento di tale maggior valore 49 PARTECIPAZIONI (azioni o quote): valutazione Metodo del COSTO D’ACQUISTO Il metodo del costo è lo stesso esaminato con riferimento alle immobilizzazioni materiali e immateriali ed è spiegato nel punto 1) dell’art. 2426. COSTO D’ACQUISTO CA = Costo dei titoli acquistati + Oneri accessori Esempio: Si acquista una partecipazione per 100 €. ___________________ Partecipazione ___________________ _________________ a Banca c/c 100 __________________ 50 AMMORTAMENTO Le partecipazioni non sono soggette ad ammortamento. SVALUTAZIONE DUREVOLE Se, alla chiusura dell’esercizio, il valore delle partecipazioni è notevolmente inferiore a quello determinato secondo il criterio del costo e tale valore è considerato durevole nel tempo, le stesse devono essere iscritte a tale minor valore; questo non può essere mantenuto nei successivi bilanci se sono venuti meno i motivi della rettifica. La perdita si considera durevole quando non è dimostrabile che nel breve periodo la partecipata possa sovvertirla con positivi risultati economici. Esempio: Alla chiusura dell’esercizio si ha che il valore durevole della partecipazione dell’esempio precedente è sceso a 80 €, mentre il valore di bilancio è di 100 €. Si deve quindi svalutare la partecipazione di 20€. Svalutazione partecipazione a Partecipazioni 20 51 Secondo la dottrina dominante il valore durevole per una immobilizzazione finanziaria è il capitale economico della società partecipata. Quindi si svaluta la partecipazione se il capitale economico (W) è minore del costo di acquisto (CA) W< CA. Esempio: L’anno successivo il capitale economico è di nuovo pari a €100. Si deve rivalutare la partecipazione: _________________________ Partecipazione _________________________ a _____________________ Rival. partecipazioni 20 _____________________ Quale è il limite superiore della rivalutazione ? La rivalutazione deve essere fatta nei limiti del COSTO ORIGINARIO (principio della prudenza). Es: Il capitale economico all’atto della rivalutazione è pari a 140; tuttavia si può rivalutare solo fino al costo di acquisto pari a 100. 52 Metodo del PATRIMONIO NETTO Con questo metodo si fa corrispondere il valore della partecipazione alla frazione del patrimonio netto (corrispondente alla % di partecipazioni possedute) risultante dall'ultimo bilancio delle imprese medesime, detratti i dividendi ed operate le rettifiche richieste dai principi di redazione del bilancio consolidato. Proprio per questa ragione si parla di metodo di CONSOLIDAMENTO SINTETICO poiché si va a sostituire al valore della partecipazione il patrimonio netto (pro-quota) della partecipata. 53 Esempio sul CONSOLIDAMENTO (Rinvio) Si supponga che gli stati patrimoniali delle società A e B siano i seguenti: Stato Patrimoniale “A” Merci 50 Cap.soc.250 Stato Patrimoniale “B” Cassa 200 Cap.soc.200 Part. in B 200 La società A ha comprato il 100% della società B. Si supponga che W = K’ = PN = 200. L’1/1 la società A vende alla società B tutte le merci in magazzino a 70 euro. La società A realizza quindi un utile di 20. A fine anno gli stati patrimoniali di A e di B sono i seguenti: Stato Patrimoniale “A” Cassa 70 Cap.soc. 250 Part. in B 200 Utile 20 Stato Patrimoniale “B” Cassa 130 Cap.soc. 200 Merci 70 54 Lo Stato Patrimoniale Consolidato è dato dalla somma dei due stati patrimoniali, eliminando la partecipazione totalitaria di “A” in “B” Stato Patrimoniale Consolidato Cassa Merci Partecip. in “B” 200 70 200 Capitale sociale “A” 250 Capitale sociale “B” 200 Utile 20 Lo stato patrimoniale consolidato, tuttavia, non rappresenta la vera situazione consolidata delle due società, poichè include un valore fittizio derivante da una operazione infragruppo (la vendita di merci). E’ pertanto necessario effettuare una operazione di rettifica per eliminare tale valore ed ottenere così la VALUTAZIONE DEL PATRIMONIO NETTO. 55 VALUTAZIONE DEL PATRIMONIO NETTO. Frazione di Patrimonio netto di “B” (100%) + / - rettifiche richieste dalla redazione del bilancio consolidato 200 20 + / - rettifiche richieste dalla rappresentazione veritiera e corretta 0 - dividendi da pagare (“B” non ha deliberato alcun dividendo) 0 ---------------------------------------------------------------------------------------------------= VALORE DA ISCRIVERE IN BILANCIO (EQUITY) 180 La frazione di patrimonio netto dell’ultimo bilancio approvato è data dal prodotto tra la percentuale di partecipazione e l’ammontare del patrimonio netto della società partecipata Il dividendo va tolto in quanto se ho una partecipazione in B che vale 1.000, in questo valore sono compresi anche i dividendi che sono dei debiti e quindi vanno sottratti. 56 La società “C” vuole comprare il 100% della società “D” al prezzo di 100 pari al capitale economico. La società “D” presenta il seguente stato patrimoniale: Stato Patrimoniale “D” Attivo 150 Passivo 70 Capitale netto 80 Inoltre: - la società “D” ha deliberato di distribuire dividendi per 5; - durante l’esercizio tra la società A e la società B si realizza un utile infragruppo di 6. Determinare il valore della partecipazione con il metodo del patrimonio netto. Metodo del patrimonio netto Frazione di Patrimonio netto di “D” (100%) 80 + / - rettifiche richieste dalla redazione del bilancio consolidato -6 + / - rettifiche richieste dalla rappresentazione veritiera e corretta 0 - dividendi da pagare -5 ------------------------------------------------------------------------------------------= VALORE DA ISCRIVERE (EQUITY) 69 ≠ A Banca c/c 100 Partecipazioni 69 Avviamento 31 57 AGGIUNGERE: - Disposizioni contenute nell’art. 2426, comma 1, punto 4, secondo capoverso, relativo a ipotesi di prima iscrizione delle partecipazioni in imprese controllate e collegate, quando il costo risulti maggiore al valore del patrimonio netto (VEDERE PAGINA 457 PAOLONI) - Problema dell’ammortamento del maggior valore attribuibile ad avviamento o a beni ammortizzabili - Rivalutazioni o svalutazioni della partecipazione quando valutata in base al metodo del patrimonio netto (VEDERE PAGINA 458-460 PAOLONI) 58 Osservazioni: Il metodo del costo e quello del patrimonio netto possono coesistere nel medesimo bilancio; possono quindi essere adottati entrambi i criteri per diverse partecipazioni. Il metodo del patrimonio netto deve essere applicato in caso di esercizio di influenza effettiva (perlomeno notevole) sulla gestione della partecipata. Si può passare dalla valutazione con il metodo del patrimonio netto al costo (o addirittura al minore tra il costo e il valore di mercato) qualora: viene meno il principio della destinazione durevole dell’investimento, poiché si presume di vendere a breve le partecipazioni; muta lo scopo dell’investimento (si passa da un coinvolgimento nella gestione a un puro investimento finanziario); venga meno l’influenza notevole. 59 ATTIVO CIRCOLANTE Stato patrimoniale ATTIVITA’ PASSIVITA’ A CREDITI VERSO SOCI A PATRIMONIO NETTO B IMMOBILIZZAZIONI B FONDI PER RISCHI ED ONERI C ATTIVO CIRCOLANTE C TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO D RATEI E RISCONTI D DEBITI E RATEI E RISCONTI C ATTIVO CIRCOLANTE I. rimanenze II. crediti III. attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni IV. disponibilità liquide 60 Rimanenze C ATTIVO CIRCOLANTE I. rimanenze 1) materie prime, sussidiarie e di consumo; 2) prodotti in corso di lavorazione e semilavorati; 3) lavori in corso su ordinazione; 4) prodotti finiti e merci; 5) acconti. 61 Rimanenze: iscrizione Art. 2426, Punto 9 “le rimanenze, i titoli e le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni sono iscritti al costo di acquisto o di produzione, calcolato secondo il numero 1), ovvero al valore di realizzazione desumibile dall'andamento del mercato, se minore; tale minor valore non può essere mantenuto nei successivi bilanci se ne sono venuti meno i motivi. I costi di distribuzione non possono essere computati nel costo di produzione;” Il Codice civile disciplina in modo unitario la valutazione delle rimanenze, dei titoli e delle attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni 62 Rimanenze: iscrizione Prodotti finiti, semilavorati, materie prime, lavori in corso o BENI FUNGIBILI in magazzino sono valori economici che configurano componenti positive di reddito per l’esercizio in chiusura (rettifiche finali di costi) e componenti negativi per l’esercizio successivo. Nel conto economico civilistico si iscrivono le variazioni delle rimanenze dei vari elementi del magazzino: A.2. variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti; A.3. variazione delle rimanenze di lavori in corso su ordinazione; B.11: variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci. Variazioni = differenza tra le rimanenze finali e quelle iniziali 63 Per valutare: materie prime, sussidiarie, di consumo; semilavorati di acquisto; merci di sola commercializzazione. COSTO D’ ACQUISTO PREZZO prezzo da fattura; resi; abbuoni; premi; sconti commerciali. + ONERI ACCESSORI trasporto; sdoganamento; assicurazione; costi di ricevimento; costi di controllo; costi di immagazzinaggio. 64 Per valutare: prodotti in corso di lavorazione; semilavorati di produzione; prodotti finiti. COSTO DI PRODUZIONE COSTO DIRETTO materiale utilizzato; imballaggi; semilavorati; manodopera diretta; costi per licenze di produzione. + COSTO INDIRETTO manodopera indiretta; ammortamenti; manutenzioni e riparazioni; materiali di consumo; spese generali di produzione. PROBLEMA DI IMPUTAZIONE DEI COSTI INDIRETTI! 65 Materie prime di consumo; Materie sussidiarie; Semilavorati di acquisto. VALORE DI REALIZZO Prodotti finiti; Merci; Prodotti in corso di lav.; Semilavorati di produzione. COSTO DI SOSTITUZIONE VALORE NETTO DI REALIZZO Costo per riacquistare un determinato bene di magazzino, in condizioni normali di gestione. Prezzo di vendita al netto dei costi di completamento e distribuzione ancora da sostenere e nella misura in cui sono prevedibili. Valori riferiti ALLA DATA DI CHIUSURA DELL’ESERCIZIO. 66 Osservazioni: La determinazione del costo d’acquisto o di produzione è effettuata seguendo le disposizioni dell’art. 2426, punto 1. Unica particolarità riguarda i costi di distribuzione che, questa volta esplicitamente, non possono essere inclusi nel costo di produzione. Anche per la valutazione delle rimanenze i principi contabili ammettono che il costo di produzione comprenda anche gli oneri finanziari, ma solo per quei beni il cui periodo di fabbricazione sia superiore all’anno (navi, edifici, ecc.) o che richiedano un lungo periodo di invecchiamento prima di poter essere commercializzati (formaggi, vini, ecc.). Per la determinazione del valore di presunto realizzo si deve fare riferimento ai prezzi di mercato a fine esercizio, valutando anche l’esistenza di eventuali tendenze di mutamento in aumento o in diminuzione 67 Rimanenze: iscrizione beni fungibili Art. 2426, P.to 10 “il costo dei beni fungibili può essere calcolato col metodo della media ponderata o con quelli: "primo entrato, primo uscito” o: "ultimo entrato, primo uscito”; se il valore così ottenuto differisce in misura apprezzabile dai costi correnti alla chiusura dell'esercizio, la differenza deve essere indicata, per categoria di beni, nella nota integrativa;” Questa disposizione riguarda quei casi in cui, data l’entità delle scorte e la velocità di rotazione del magazzino, non sia possibile identificare i costi sostenuti per distinte unità di base, e si devono formulare delle ipotesi sulla dinamica dei flussi di magazzino 68 Rimanenze: iscrizione beni fungibili METODI INDICATI DAL CODICE: 1. COSTO MEDIO PONDERATO: il legislatore non precisa se tale criterio vada applicato nel continuo o facendo riferimento al costo medio ponderato del periodo amministrativo; 2. ULTIMO ENTRATO – PRIMO USCITO “LIFO” (Last In First Out): anche in questo caso il legislatore non precisa se trattasi di LIFO nel continuo oppure di LIFO a scatti annuale (previsto dalla normativa fiscale); 3. PRIMO ENTRATO – PRIMO USCITO “FIFO” ( First In First Out) 69 METODO DEL COSTO MEDIO PONDERATO NEL CONTINUO Il costo medio ponderato viene ricalcolato ogni volta che una nuova quantità di beni entra nel magazzino. Le quantità uscite vengono valutate al costo medio determinato in occasione dell’ultimo movimento in entrata. METODO DEL COSTO MEDIO PONDERATO DEL PERIODO AMMINISTATIVO Il valore delle giacenze si determina alla fine del periodo considerato. Ipotesi: I flussi in entrata e in uscita dal magazzino riguardano nella stessa misura le partite entrate più recentemente e le più vecchie Calcolo della media dei prezzi di acquisto dei beni ponderata per la quantità acquistata. 70 Esempio: Costo Medio Ponderato “per periodo amministrativo” Q1•p1+Q2 •p2+Q3•p3+…….+Qn •pn CMP = Q1+Q2 +Q3 +…….+Qn CMP x Q.TA’ IN MAGAZZINO Data Q VALORE DA ISCRIVERE IN BILANCIO p 25/3 10 t a 100 27/5 20 t a 150 23/8 30 t a 200 31/10 40 t a 180 31/12 30 t RIM 10x100 + 20x150 + 30x200 + 40x180 10 + 20 + 30 + 40 17.200 = = 172 100 CMP = = VALORE DEL MAGAZZINO = 172 X 30 = 5.160 71 Esempio: Costo Medio Ponderato “nel continuo” Data Q p totale Acquisto 25/3 10 t 100 1000 Acquisto 27/5 20 t 150 3000 Calcolo nuovo CMP Scarico 30 t 133,3 4000 26/6 15 t 133,3 2000 Rimanenze 15 t 133,3 2000 Acquisto 23/8 30 t 200 Calcolo nuovo Scarico CMP 05/9 Rimanenze 45 t 177,8 15 t 177,8 6000 8000 (10 x 100)+(20 x 150) = 133,33 (10 + 20) (15x 133,3)+(30 x 200) = 177,8 (15 + 30) 2667 31/12 30 t 177,8 5333 VALORE DA ISCRIVERE IN BILANCIO 72 ULTIMO ENTRATO – PRIMO USCITO METODO LIFO NEL CONTINUO Si ipotizza che i beni in uscita dal magazzino siano quelli acquistati più recentemente e che nel magazzino rimangano i beni entrati per primi. METODO LIFO A SCATTI ANNUALI Ipotesi: Fonde i due criteri del CMP e del LIFO. La valutazione viene fatta soltanto a fine periodo. I prelievi di magazzino riguardano sempre i lotti di più recente acquisto. Nel primo esercizio in cui si formano, le rimanenze sono valutate al CMP del primo periodo. Negli esercizi successivi: Se la Q è aumentata Se la Q è diminuita La quantità preesistente si valuta come l’es. precedente mentre l’incremento è valutato al CMP del periodo di formazione Si riduce proporzionalmente il valore delle rimanenze dell’es. precedente. 73 Esempio: L.I.F.O. (Last In First Out) “nel continuo” Data Q p totale Acquisto 25/3 10 t 100 1000 Acquisto 27/5 20 t 150 3000 26/6 15 t 150 2250 5 t 150 750 10 t 100 1000 23/8 30 t 200 6000 Scarico Rimanenze Acquisto Scarico 05/9 Rimanenze 15 t 200 15 x 150=2250 TOTALE RIMANENZE 1.000 + 750= 1.750 3000 31/12 15 t 200 3000 5 t 150 750 10 t 100 1000 15 x 200 = 3000 VALORE DA ISCRIVERE IN BILANCIO 3.000+750+1.000 = 4.750 74 PRIMO ENTRATO – PRIMO USCITO METODO FIFO NEL CONTINUO E A SCATTI ANNUALI Si ipotizza che restino in magazzino le quantità relative agli acquisti o produzioni più recenti. Esempio Data Q p 25/3 10 t 100 1000 Acquisto 27/5 20 t 150 3000 Scarico 26/6 10 t 100 1000 150 750 Rimanenze 15 t 150 2250 Acquisto 23/8 30 t 200 6000 Scarico 05//9 Rimanenze 15 t I prelievi di magazzino riguardino sempre i lotti più vecchi totale Acquisto 5t Ipotesi: 150 2250 31/12 30 t 200 6000 VALORE DA ISCRIVERE IN BILANCIO 75 Il legislatore ha lasciato ai redattori del bilancio la libertà di scegliere il metodo da utilizzare per la valutazione dei beni fungibili, escludendo però l’impiego di metodi diversi da quelli espressamente indicati. I redattori del bilancio hanno comunque l’obbligo di scegliere il criterio che meglio risponde alla rappresentazione veritiera e corretta; infatti è difficilmente sostenibile la scelta del LIFO per prodotti altamente deperibili al correre del tempo (mozzarelle). Inoltre, in nota integrativa è necessario indicare l’eventuale differenza negativa fra il costo derivante dall’applicazione di uno di questi metodi ed il valore corrente dei beni in magazzino. 76 LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE Voce tipica delle imprese che hanno processi produttivi di lunga durata, volti all’ottenimento di beni complessi e di dimensioni rilevanti, eseguiti su ordinazione in base a condizioni contrattualmente predefinite. carattere formale: deve esistere un apposito contratto stipulato con il committente; durata: la durata delle attività derivanti è normalmente ultrannuale; oggetto: realizzazione di opere risultanti da unico progetto, eseguite su ordinazione del committente, secondo le specifiche tecniche da quanto richiesto. Art. 2426, Punto 11 “i lavori in corso su ordinazione possono essere iscritti sulla base dei corrispettivi contrattuali maturati con ragionevole certezza;” 77 ISCRIZIONE DEI LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE CRITERI INDIVIDUATI: CRITERIO DELLA COMMESSA COMPLETATA (costo) Prevale il principio della prudenza: ricavi rilevati solo al completamento dei lavori. La valutazione dei lavori si ottiene capitalizzando i costi fino alla consegna della commessa. L’utile o la perdita della commessa gravano su un unico esercizio, quello ove si cede definitivamente l’opera realizzata. CRITERIO DELLA PERCENTUALE DI COMPLETAMENTO Prevale il principio della competenza: costi e ricavi vengono imputati progressivamente in base alla percentuale di completamento dei lavori previsti dalla commessa. Questo criterio, preferito dalla dottrina, evidenzia l’utile o la perdita già durante il suo svolgersi. 78 ISCRIZIONE DEI LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE Condizioni per l’applicazione del criterio della percentuale di completamento: 1. esistenza di un contratto vincolante per le parti che ne definisca le obbligazioni; 2. opere specifiche e aderenti alle caratteristiche richieste; 3. possibilità di effettuare stime ragionevoli per lo stato di avanzamento dei lavori; 4. non devono esistere condizioni di aleatorietà. 79 CREDITI C ATTIVO CIRCOLANTE I. rimanenze II. crediti, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l'esercizio successivo: 1) verso clienti; 2) verso imprese controllate; 3) verso imprese collegate; 4) verso controllanti; 4 – bis) crediti tributari; 4 – ter) imposte anticipate; 5) verso altri. 80 CREDITI Classificazioni ORIGINE in relazione ai ricavi; per prestiti concessi; varie ragioni. NATURA DEL DEBITORE clienti; consociate; soci; altri. SCADENZA breve; media/lunga 81 CREDITI: iscrizione Art. 2426, Punto 8 “i crediti devono essere iscritti secondo il valore di presumibile realizzazione” Valore presumibile di realizzazione = Valore nominale del credito - costi per presunte perdite di insolvenza - oneri da sostenere fino all’effettivo realizzo dei crediti (es. spese giudiziali) compresi sconti e abbuoni concessi al pagamento 82 Tra le poste del passivo non è più previsto il fondo svalutazione crediti. Tuttavia nella contabilità tale fondo continua ad esistere. I crediti appostati nell’attivo dello SP devono pertanto essere iscritti al netto del FSC. L’accantonamento a tale fondo deve avvenire negli esercizi in cui la perdita è prevedibile anche se si verificherà negli esercizi futuri. La misura dell’accantonamento può derivare da una stima forfettaria o da una procedura di analisi dei singoli crediti. L’importo dell’accantonamento deve essere basato sull’analisi delle diverse situazioni e sull’esperienza aziendale. 83 Necessaria la valutazione dei rischi di inesigibilità relativi ai crediti contabilizzati, in modo da distinguere tra: CREDITI PARZIALMENTE O TOTALMENTE INESIGIBILI (per i quali esistono condizioni di insolvenza già accertate o comunque molto probabili) Voce dell’attivo - Rettifiche CREDITI DI NORMA ESIGIBILI Costituzione di un Fondo Svalutazione Crediti Rettifica diretta Si stralciano i crediti e si rileva perdita (C.E.) senza costituire un fondo Valore dei crediti indirettamente rettificato 84 CREDITI: fondo svalutazione E’ valore numerario presunto che misura eventuali costi futuri, stimati sulla base di ipotesi relative a insolvenze future da parte dei clienti. E’ dunque un fondo rischi, costituito in relazione ad eventi il cui verificarsi è soltanto eventuale e che potrebbero generare spese incerte nell’importo, nel tempo, nella manifestazione. Con l’accantonamento effettuato alla fine di ogni esercizio il fondo si incrementa per una quota corrispondente al costo che si reputa di competenza dell’esercizio in chiusura pur avendo presunta manifestazione numeraria nei periodi successivi. In base al principio della competenza economica, infatti, le perdite non partecipano alla formazione del reddito dell’esercizio in cui si manifestano, ma dell’esercizio in cui esse hanno avuto origine o, comunque, nel periodo in cui si sono rese prevedibili. 85 TITOLI - ATTIVITA’ FINANZIARIE NON IMMOBILIZZATE RIMANENZE Sono valutati al minore tra COSTO DI PRODUZIONE Al netto dei costi di distribuzione Art. 2426, punto 1 COSTO DI ACQUISTO VALORE DI REALIZZO DESUNTO DALL’ANDAMENTO DEL MERCATO Combinazione di due postulati: - costo, criterio base di valutazione; - principio della prudenza. 86 ATTIVITA’ FINANZIARIE C ATTIVO CIRCOLANTE I. rimanenze II. crediti, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l'esercizio successivo: III. attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni: 1) partecipazioni in imprese controllate; 2) partecipazioni in imprese collegate; 3) partecipazioni in imprese controllanti; 4) altre partecipazioni; 5) azioni proprie, con indicazione anche del valore complessivo; 6) altri titoli. 87 ATTIVITA’ FINANZIARIE: iscrizione Art. 2426, Punto 9 “le rimanenze, i titoli e le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni sono iscritti al costo di acquisto o di produzione, calcolato secondo il numero 1), ovvero al valore di realizzazione desumibile dall'andamento del mercato, se minore; tale minor valore non può essere mantenuto nei successivi bilanci se ne sono venuti meno i motivi. I costi di distribuzione non possono essere computati nel costo di produzione;” Il Codice civile disciplina in modo unitario la valutazione delle rimanenze, dei titoli e delle attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni 88 ATTIVITA’ FINANZIARIE: iscrizione TITOLI e ATTIVITA’ FINANZIARIE NON IMMOBILIZZATE Sono azioni, obbligazioni ed altri titoli di credito detenuti per finalità diverse da quelle iscritte nelle immobilizzazioni, solitamente afferenti il temporaneo utilizzo di liquidità eccedente Le rimanenze, i titoli e le attività finanziarie non immobilizzate che risultano iscritte in bilancio al valore di realizzo, in quanto inferiore al costo d’acquisto o di produzione, devono essere rivalutate, e quindi riportate al valore di costo, quando siano venute meno le ragioni di tale minor valore. 89 ATTIVITA’ FINANZIARIE: iscrizione TITOLI - ATTIVITA’ FINANZIARIE NON IMMOBILIZZATE RIMANENZE SONO VALUTATI AL MINORE FRA COSTO DI PRODUZIONE Al netto dei costi di distribuzione Art. 2426, punto 1 COSTO DI ACQUISTO VALORE DI REALIZZO DESUNTO DALL’ANDAMENTO DEL MERCATO 90 RATEI E RISCONTI Art. 2424 bis, Comma 6 Nella voce ratei e risconti attivi devono essere iscritti i proventi di competenza dell'esercizio esigibili in esercizi successivi, e i costi sostenuti entro la chiusura dell'esercizio ma di competenza di esercizi successivi. Nella voce ratei e risconti passivi devono essere iscritti i costi di competenza dell'esercizio esigibili in esercizi successivi e i proventi percepiti entro la chiusura dell'esercizio ma di competenza di esercizi successivi. Possono essere iscritte in tali voci soltanto quote di costi e proventi, comuni a due o più esercizi, l'entità dei quali vari in ragione del tempo.” Indicazione delle voci ratei e risconti che impropriamente sono accorpati avendo una natura contabile sostanzialmente diversa 91 DISAGGIO SU PRESTITI Art. 2426, comma 1, P.to 7 “il disaggio su prestiti deve essere iscritto nell’attivo e ammortizzato in ogni esercizio per il periodo di durata del prestito.” Nasce quando si emettono obbligazioni sotto la pari, con la scrittura: ____________________________ diversi _________________________ a Obbligazioni c/capitale Obbligazionisti c/sottoscrizioni Disaggio di emissione* ____________________________ _________________________ * o anche “Oneri del prestito" 92 DISAGGIO SU PRESTITI E’ un costo pluriennale. Deve essere iscritto nell'attivo patrimoniale e ammortizzato per il periodo di durata del prestito. In questo caso l'ammortamento rispetta le regole della competenza economica in quanto si presume che si potrà avere utilità del finanziamento per tutta la durata del prestito. Stato patrimoniale Disaggio Conto economico Ammortamento disaggio 93 DEBITI D DEBITI 1. obbligazioni; 2. obbligazioni convertibili; 3. debiti verso soci per finanziamenti; 4. debiti verso banche; Stato patrimoniale ATTIVITA’ PASSIVITA’ 5. debiti verso altri finanziatori; A CREDITI VERSO SOCI A PATRIMONIO NETTO 6. acconti; B IMMOBILIZZAZIONI B FONDI PER RISCHI ED ONERI C ATTIVO CIRCOLANTE C TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO 7. debiti verso fornitori D RATEI E RISCONTI D DEBITI E RATEI E RISCONTI 8. debiti rappresentati da titoli di credito; 9. debiti verso imprese controllate; 10. debiti verso imprese collegate; 11. debiti verso controllanti; 12. debiti tributari; 13. debiti verso istituti di previdenza; 14. altri debiti. 94 DEBITI Nel codice civile i debiti sono classificati prevalentemente per NATURA. La classificazione per SCADENZA non è direttamente presente È però possibile compierla grazie Art. 2424 bis, Comma 6 “Per ciascuna voce di debito deve essere separatamente indicata la parte esigibile oltre la fine dell’esercizio successivo.” 95 DEBITI In base all’ORIGINE del debito muta il MOMENTO nel quale deve essere iscritto: REGOLA GENERALE: “il debito deve essere iscritto quando i rischi e i benefici connessi alla proprietà sono trasferiti”. Per i debiti che derivano dall’acquisto di beni, il trasferimento si realizza con il passaggio del titolo di proprietà (di norma coincide con la consegna del bene). I debiti relativi a servizi sono iscritti quando la prestazione è stata effettuata. I debiti con diversa origine da quella commerciale sono da rilevare quando sorge giuridicamente l’obbligazione verso la controparte. 96 DEBITI: iscrizione DEBITI DA ESTINGUERE IN DENARO DEBITI DA ESTINGUERE IN NATURA OPZIONE ESTINZIONE DENARO/NATURA al valore nominale valore corrente dei beni da consegnare come pagamento valore pari al maggiore tra valore corrente dei beni e valore in contanti N.B. NON E’ CONSENTITA LA COMPENSAZIONE TRA CREDITI E DEBITI VERSO UNO STESSO SOGGETTO. 97 FONDI PER RISCHI E ONERI Stato patrimoniale ATTIVITA’ PASSIVITA’ A CREDITI VERSO SOCI A PATRIMONIO NETTO B IMMOBILIZZAZIONI B FONDI PER RISCHI ED ONERI C ATTIVO CIRCOLANTE C TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO D RATEI E RISCONTI D DEBITI B FONDI PER RISCHI E ONERI E RATEI E RISCONTI 1. per trattamento di quiescenza ed obblighi simili; 2. per imposte, anche differite; 3. altri. 98 FONDI PER RISCHI E ONERI Art. 2424 bis, Comma 3 “Gli accantonamenti per rischi e oneri sono destinati soltanto a coprire perdite o debiti di natura determinata, di esistenza certa o probabile, dei quali tuttavia alla chiusura dell’esercizio sono indeterminati o l’ammontare o la data di sopravvenienza.” Sono fondi che derivano dagli accantonamenti destinati a coprire costi o debiti futuri aventi le seguenti caratteristiche: natura determinata; esistenza certa o probabile; ammontare o data di sopravvenienza indeterminata. 99 FONDI FONDI “SPESE” FONDI “RISCHI” Fondi destinati a coprire uscite future di competenza economica dell’esercizio, di esistenza certa, ma alla data del bilancio ancora indeterminate nell’ammontare e/o nella data di sopravvenienza. PASSIVITA’ POTENZIALI, destinate a coprire spese o perdite probabili che forse si verificheranno in futuro ma che traggono origine da eventi specifici relativi all’esercizio in chiusura. Indeterminate nell’ ammontare e nella sopravvenienza. Conto economico B. 13 “Altri accantonamenti” Conto economico B. 12 “Accantonamenti per rischi” Quando si costituisce uno di questi fondi SI STANZIA UN COSTO PER ACCANTONAMENTO A FRONTE DELL’ACCREDITAMENTO DEL FONDO DA INVIARE NEL PASSIVO PATRIMONIALE. Il fondo sarà utilizzato qualora si verifichi il danno per il quale era stato stanziato oppure andrà stornato dalla contabilità se tale evento non si 100 verifica. FONDI FONDI “SPESE” • Fondo garanzia prodotti • Fondo manutenzione ciclica • Fondo per buoni sconto e concorsi a premio • Trattamento di fine rapporto FONDI “RISCHI” • Fondo svalutazione crediti • Fondo manutenzioni e riparazioni • Fondo rischi di garanzia È l’unico fondo trattato a parte 101 FONDO TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO Stato patrimoniale ATTIVITA’ PASSIVITA’ A CREDITI VERSO SOCI A PATRIMONIO NETTO B IMMOBILIZZAZIONI B FONDI PER RISCHI ED ONERI C ATTIVO CIRCOLANTE C TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO D RATEI E RISCONTI D DEBITI E RATEI E RISCONTI C. TRATTAMENTO RAPPORTO DI FINE 102 FONDO TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO Debito complessivamente maturato in favore dei lavoratori dipendenti al 31.12 per le indennità che saranno loro corrisposte nel momento in cui cesseranno il rapporto di lavoro con l’impresa. Debito CERTO che matura in ogni esercizio di durata del rapporto di lavoro secondo il criterio della competenza economica. CRITERIO DI VALUTAZIONE: Totale delle singole indennità maturate a favore dei dipendenti alla data del bilancio al netto degli acconti erogati. Pur essendo un fondo CERTO è, comunque, un Fondo Spese Future poiché la consistenza è certa al 31.12, ma non si conosce il momento 103 dell’effettivo esborso. PATRIMONIO NETTO A PATRIMONIO NETTO I.Capitale II.Riserva da sovrapprezzo azioni Stato patrimoniale III.Riserva da rivalutazione ATTIVITA’ PASSIVITA’ A CREDITI VERSO SOCI A PATRIMONIO NETTO B IMMOBILIZZAZIONI B FONDI PER RISCHI ED ONERI C ATTIVO CIRCOLANTE C TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO D RATEI E RISCONTI D DEBITI E RATEI E RISCONTI IV.Riserva legale V.Riserva portafoglio per azioni proprie VI.Riserve statutarie VII.Altre riserve; VIII.Utili (perdite) portati a nuovo IX.Utile (perdita) dell’esercizio 104 in PATRIMONIO NETTO Che cos è? PROFILO CONTABILE PROFILO FINANZIARIO PROFILO GIURIDICO Differenza tra le attività e le passività. È un componente, assieme al capitale di debito, delle fonti di finanziamento, a cui vanno contrapposti gli impieghi, o capitale investito, rappresentati dalle attività. Identifica la misura dei diritti dei soci che possono essere soddisfatti attraverso le attività, una volta che abbiano trovato piena soddisfazione i diritti dei terzi creditori. 105 PATRIMONIO NETTO: le riserve Le riserve possono essere: DI UTILI DI CAPITALE Riserve costituite mediante destinazione da parte dell’assemblea, per legge, per statuto o per delibera volontaria, degli utili dell’esercizio. Riserve costituite mediante apporti dei soci, anche a seguito della conversione di prestiti obbligazionari convertibili, o mediante rivalutazione monetaria, “rinuncia” di crediti, differenze di fusione, etc. • riserva legale; • riserva da metodo patrimonio netto; • riserva soprapprezzo azioni; • riserve statutarie. • riserva di rivalutazione. 106 PATRIMONIO NETTO: le riserve SOVRAPPREZZO AZIONI DI RIVALUTAZIONE LEGALE Si imputano i conferimenti dei soci che sottoscrivono capitale sociale emesso sopra la pari. Non è soggetta a particolari vincoli di utilizzo ad eccezione della distribuzione ai soci fino a quando la riserva legale non ha raggiunto il 20% del capitale sociale. Riserva costituita con contropartita contabile l’attribuzione di un maggior valore ad alcuni elementi del capitale investito. Queste riserve possono essere create ed eliminate solo a seguito di specifiche leggi. Accoglie gli utili accantonati (almeno il 5% finché il suo saldo non è pari al 20% del cap.soc.; fino tale limite è disponibile solo per copertura perdite). 107 PATRIMONIO NETTO: le riserve PER AZIONI PROPRIE STATUTARIA ALTRE RISERVE Non può essere costituita nelle srl. E’ obbligatoria nelle Spa e nelle Sapa quando vengono acquistate azioni proprie, indipendentemente dal motivo. La riserva deve essere mantenuta indisponibile fino a quando e nella misura in cui le azioni proprie non vengano annullate o alienate. Si tratta di riserve di utili, obbligatorie in quanto previste dallo statuto. Il grado di indisponibilità è previsto dalla legge. Possono rientrarvi le riserve straordinarie o facoltative, le riserve per rinnovamento impianti e macchinari, per azioni della società controllante… 108 PATRIMONIO NETTO: utili UTILI (PERDITE) PORTATI A NUOVO UTILI (PERDITE) DELL’ESERCIZIO Si tratta dei risultati degli esercizi precedenti in merito ai quali l’assemblea ha disposto un rinvio della destinazione o, nel caso delle perdite, della copertura. Si tratta del risultato netto dell’esercizio. E’ il reddito che emerge dal conto economico dell’esercizio, da riportare a stato patrimoniale. 109 PATRIMONIO NETTO Ogni variazione del patrimonio netto deve essere indicata in nota integrativa, sotto forma di un prospetto che deve evidenziare: i valori dei singoli conti all’inizio dell’esercizio; il dettaglio dei movimenti senza compensazioni tra variazioni di segno opposto relative a singole voci; i valori dei singoli conti alla fine dell’esercizio. PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DI PATRIMONIO NETTO 110 ART. 2359, comma 3, c.c. Sono considerate collegate le società sulle quali un’altra società esercita un’influenza notevole. L’influenza si presume quando nell’assemblea ordinaria può essere esercitato almeno un quinto dei voti ovvero un decimo se la società ha azioni quotate in mercati regolamentati. 111